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Dettaglio seduta n.119 del 20/12/91 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame progetto di legge n. 217: "Nuova determinazione della misura dell'addizionale all'imposta di trascrizione, all'imposta di consumo sul gas metano" e presentazione pregiudiziale di non passaggio all'esame dell'articolato e relativi ordini del giorno


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Esaminiamo l'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera per il non passaggio all'esame dell'articolato del disegno di legge 217 per il rinvio della discussione al momento in cui verrà discusso il bilancio preventivo 1992. Il testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte ritenuto che non è fornita alcuna indicazione circa la finalizzazione delle somme che si verranno ad introitare con il disegno di legge proposto ritenuto che tale finalizzazione sia indispensabile per poter credibilmente procedere a nuovi aumenti fiscali ritenendo altresì che senza un adeguato chiarimento sulla predetta finalizzazione il Consiglio regionale non è posto in condizione di poter responsabilmente esprimersi DECIDE di sospendere l'esame dell'articolato del disegno di legge 217 e di rinviarlo al momento in cui verrà posto in discussione il bilancio preventivo 1992." La parola al Consigliere Majorino per la illustrazione.



PRESIDENTE

MAJORINO



PRESIDENTE

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, io e il collega Zacchera siamo convinti che sia fondato, sotto il profilo dell'opportunità e soprattutto sotto il profilo politico, richiedere che questo disegno di legge venga non definitivamente archiviato, ma che del disegno di legge venga fatta la discussione in ordine all'articolato contestualmente al futuro disegno di legge che dopo la probabile approvazione dell'esercizio provvisorio calerà nell'aula.
Questo lo riteniamo necessario e utile per due autonome ragioni.
In primo luogo perché, nonostante le richieste nostre e non solo nostre, non ci è stato precisato, né da parte del relatore di maggioranza né da parte dei Consiglieri che sorreggono la maggioranza e neppure da parte dell'Assessore, quale sia in concreto la destinazione della somma che presumibilmente si ricaverà in seguito all'applicazione delle odierne addizionali.
Nell'esporre e nello scrivere la relazione di minoranza abbiamo spiegato il motivo della finalizzazione, cioè lo riteniamo un balzello odioso e non opportuno e quanto meno si sappia qual è la finalizzatone.
Lo stesso tipo di discorso era già stato fatto l'anno scorso allorquando, di fronte a un sostanzialmente identico disegno di legge che venne poi approvato in quest'aula e che tendeva ad aumentare le tasse di circolazione, avevamo chiesto ripetutamente nel corso della seduta e della discussione del disegno di legge che si indicasse la finalizzazione.
Come ho già ricordato questa mattina, spinte o sponte (più spinte che sponte), venne votato un ordine del giorno che impegnava la Giunta a destinare quei circa 45, 50 miliardi che si sarebbero ricavati nel corso del 1991 dagli aumenti della tassa di circolazione a ben determinati settori dell'area sanità e dell'area assistenza. Ecco, adesso sarebbe stato necessario, che quanto meno nella relazione di maggioranza si indicasse lo scopo. Tutte le relazioni ai disegni di legge, credo dall'Uni-tà di Italia ai giorni nostri, indicano o dovrebbero indicare motivi, moventi e scopi di un determinato disegno di legge. Qui lo scopo avrebbe dovuto essere quello in forza del quale questo sacrificio che si richiede alla comunità piemontese aveva un ben determinato scopo. Nel corso della discussione dell'anno scorso si era detto: "non si può precisare in legge la destinazione dettagliata di un determinato introito", però si era arrivati a un ordine del giorno. Adesso ci si aspettava che, per le stesse considerazioni, la relazione di maggioranza indicasse nel dettaglio quale sarà la futura destinazione di queste addizionali. Tutto ciò non è stato fatto, ed allora - a nostro sommesso, meditato e responsabile avviso l'opportunità è che si debba rinviare la discussione accorpandola alla discussione futura del bilancio. Questo per un motivo di opportunità.
Ma c'è un'altra ragione concorrente o direi ancora più forte. Dopo questo provvedimento di legge verrà votato l'esercizio provvisorio, il quale si aggancia a uno schema di disegno di legge relativo al futuro bilancio. Ora, a me pare che si possa fondatamente affermare che in definitiva questo disegno di legge 217 rappresenta, sia pure per una parte una anticipazione del bilancio di previsione. Perché è vero che da un canto ha carattere impositivo, ma è vero che la conseguenza della imposizione è che ci sarà un certo e determinato introito: non si sa bene l'importo, pare che sia - secondo quello che aveva scritto "Il Sole 24 Ore" - intorno ai 48, 50 miliardi. E va bene, prendiamo pure per esatta questa affermazione.
Allora, oggi noi votiamo un disegno di legge che si colloca in un certo senso in anticipo rispetto al disegno di legge sul bilancio perché prevede attraverso il meccanismo dell'imposizione, un futuro introito. Allora se rappresenta una fetta, una parte del bilancio, opportunità politica segnatamente mancando la finalizzazione, come ho già sottolineato, dovrebbe suggerire di accorparlo al disegno di legge sul bilancio. Ecco quindi perché penso fondata, sono convinto, e comunque ampiamente motivata, la nostra proposta con la quale si chiede non di eliminare dal futuro ordinamento il disegno di legge, ma si chiede solamente, puramente e semplicemente di accorparne la discussione a marzo, aprile prossimo allorquando calerà nell'aula il disegno di legge sul bilancio 1992.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Signor Presidente, colleghe e colleghi, non v'è dubbio che questo disegno di legge, che l'ordine del giorno dei colleghi Majorino e Zacchera propone di non discutere ora ma in un momento congruo, quando questa legge produrrà gli effetti espliciti sul bilancio di previsione 1992, richiama degli elementi che mi paiono assolutamente incondivisibili.
Siamo in una situazione in cui non sono state fornite con chiarezza le indicazioni sull'utilizzo di queste somme. Pare che ci siano dei patti di maggioranza ignoti a quest'aula, sottoscritti o meno da tutti i Gruppi di maggioranza.
Ho assistito questa mattina alla polemica fra il Gruppo liberale ed il Gruppo repubblicano, ma questi - potremmo dire in aula - sono fatti loro visto che non li vogliono rendere noti. E' indubbio, però, che ci troviamo ad incrementare le entrate con nuove tasse per i cittadini, senza spiegare loro perché. Ove fosse proponibile, ciò dovrebbe derivare, non da un'astratta misura per carenze generiche di entrate, ma da una politica complessiva di spesa.
Entrate, poi, per fare cosa? Prevedere semplicemente entrate aggiuntive a quelle esistenti, sotto forma di tasse, senza prevedere come si spendono mi sembra improponibile sul piano della correttezza amministrativa e legislativa. E' proprio un balzello dire: "Dateci più soldi cari cittadini ci penseremo noi a spenderli; la maggioranza ha già un protocollo segreto dateci questi soldi perché ne abbiamo bisogno!" Mi sembra un modo di agire feudale, non democratico; l'aula non conosce i patti e viene impegnata in un voto. Ritengo che di fronte a questo provvedimento debbano essere messe in moto tutte le forme con le quali l'opposizione può contrastarlo cominciando dal respingerlo in toto, per poi passare alle altre forme di resistenza contro un provvedimento iniquo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.
MAGGIOROTTI Sono assolutamente perplesso sull'opportunità di votare una legge che non individua le finalità per cui questo balzello viene introdotto. Siamo tutti a conoscenza del fatto che sono state enunciate delle finalità alcuni Consiglieri di minoranza hanno sollecitato il reperimento di risorse per finanziare i servizi non più concessi dallo Stato (e mi riferisco all'annosa questione delle protesi, così come alle richieste, espresse nel corso dell'incontro di martedì scorso con gli allievi delle scuole per infermieri, di aumentare l'assegno di studio, ecc.).
Credo che non si possa e non si debba fare la coda di fronte all'ufficio del collega Gallarini per implorare una briciola di questi balzelli. Resta il diritto di coprire con fondi, qualsivoglia essi siano le spese per le quali la società è tenuta ad intervenire.
La pretesa di arrivare ad un voto senza avere un quadro più complessivo della finanza regionale del prossimo anno, dovendosi chiarire comunque l'intenzione della Giunta rispetto a spese che noi riteniamo prioritarie mi sembra assolutamente ingiustificabile. Mi associo quindi a quanto già espresso da altri colleghi sull'opportunità di non passare al voto della legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.
PICCHIONI Siamo contrari all'ordine del giorno del Movimento Sociale perch malgrado la migliore intenzione del Consigliere Majorino, l'Assessore stamane ha puntualizzato quanto dei 46 miliardi di presumibili entrate dovrà essere destinato a questa od a quella partita di bilancio. Mi pare abbia ricordato che 18 miliardi saranno destinati al rientro del disavanzo che sarà effettuato In due tempi e 14 miliardi saranno per l'ammortamento del mutuo della sanità. Qualunque altra riflessione mi pare quindi assolutamente pretestuosa perché, ritenuto che tale finalizzazione sia indispensabile per poter credibilmente procedere a nuovi aumenti fiscali la risposta è stata data; può essere pertinente, piacere o non piacere, ma è stata data.
Tenendo presente poi che il residuo di 14 miliardi servirà per coprire la lievitazione naturale della legislazione vigente, quindi tutte quelle spese correnti che dal punto di vista sociale sono state ricordate poco fa dal collega Maggiorotti, ritengo che l'ordine del giorno debba essere respinto e si debba procedere all'approvazione del disegno di legge.



PRESIDENTE

Non essendoci altri iscritti a parlare, pongo in votazione tale ordine del giorno.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 16 voti favorevoli, 28 voti contrari e 1 astensione.
Passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - emendamento n. 1 presentato dal Consigliere Rabellino: L'art. 1 è soppresso.
La parola al Consigliere Rabellino per l'illustrazione.
RABELLINO In seguito all'intervento di questa mattina, essendo contrari come principio a questa proposta di legge, non solo proponiamo la soppressione dell'art. 1, ma voteremo ovviamente a favore dei successivi emendamenti soppressivi.
Colgo l'occasione per ribadire - visto il tema di questa mattina relativo all'utilizzo dei fondi che la Regione va a rastrellare con la proposta di legge - che ritengo opportuno un taglio delle spese da parte della Regione e l'esempio lampante è la pubblicazione distribuita proprio oggi, a cura dell'Assessorato alla cultura, che rappresenta un ulteriore aggravio di costi per la Regione. Sicuramente può essere un'iniziativa lodevole, ma in questa situazione contingente di difficoltà dell'ente pubblico - e la difficoltà viene dimostrata da questa proposta di legge che va a rastrellare nuovo denaro nelle famiglie piemontesi - la Regione esce con nuove iniziative dispendiose che vanno ad aggravare ulteriormente questo bilancio. Faremo quindi un'interrogazione per conoscere esattamente i costi di questa ulteriore operazione. Ritengo quindi ci sia la possibilità, e l'emendamento va in quest'ottica, di evitare ancora questa ulteriore tassazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.
MAJORINO Siamo perfettamente favorevoli anche perché, oltre le considerazioni del proponente Consigliere Rabellino, in data 28 ottobre 1991 la Giunta ha deliberato la spesa di un miliardo (torniamo al discorso sulla non opportunità dei balzelli ed opportunità di cominciare a pensare a ridurre gli sprechi incontestabili) per fare propaganda al trasporto pubblico in Piemonte. La cosa in sé è già umoristica perché sappiamo come funziona il trasporto pubblico in Piemonte, ma pensare di spendere una cifra così ingente (un miliardo) ai soli fini di propagandare attraverso i giornali, i quotidiani, forse anche attraverso la rivista "Sorrisi e canzoni", il trasporto pubblico unicamente per incentivare i piemontesi ad usare più il mezzo pubblico che il mezzo privato in periodo di "vacche magre", quando cioè ci viene ricordato ad ogni piè sospinto quali siano le strettezze di bilancio, mi pare una cosa del tutto inopportuna.
Non è solo il pensiero di noi missini oppositori, redattori del famoso "libro bianco", ma è anche il pensiero del Co.Re.Co. il quale ha espresso l'inopportunità della deliberazione respingendola, chiedendo chiarimenti e rilevando che tale deliberazione, che preventivava la spesa di un miliardo per propagandare il mezzo pubblico, è contraria al principio generale del contenimento della spesa pubblica.
Questo è il testo chiaro ed evidente formulato dal Co.Re.Co. sugli atti delle Regioni: ha chiesto chiarimenti. Non sappiamo ancora la sorte dei chiarimenti, se e quando sono stati dati, ma dire che la deliberazione viola il principio del contenimento della spesa pubblica è una formula molto elegante e burocratica per dire che è uno spreco.
Quindi, non solo per questo motivo, ma anche per questo motivo appoggiamo l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Intervengo anch'io a sostegno di questo emendamento perché mi sembra mio dovere impiegare tutte le forze per impedire l'approvazione di questa legge. Si vedono sprechi ed insieme si chiedono nuove tasse. Ad esempio l'Assessore alla cultura presenta un nuovo acquisto. Infatti ha acquistato 20 mila copie con i soldi dei cittadini che oggi volete spremere, al prezzo di 3000 lire a copia come c'è scritto su questo libro - se non sono 3000 lire, chissà perché sono meno e sulla base di quali conti -, comunque ha speso 60, 30 o 20 milioni di lire.
Vediamo come è nata questa scelta: Nella primavera di quest'anno - si legge su questo scritto dell'Assessore - l'amico Michele Torre venne a trovarmi, parlandomi del suo progetto di rivista". Siamo di fronte a una procedura in cui un amico di un Assessore va a parlare all'Assessore stesso di un proprio progetto di rivista, di un periodico. Detto fatto: così nasce la rivista Aquiloni", e l'Assessorato alla cultura e istruzione acquisisce 20.000 copie destinate alla distribuzione gratuita presso il pubblico. La Regione diventa distributore commerciale di una rivista che non so se sia in edicola. Il fatto che ci siano 20.000 copie circolanti distribuite gratuitamente dalla Regione ai cittadini è un elemento improprio di turbativa, sempre che questo giornale vada in edicola: 20.000 copie regalate, infatti, 20.000 copie vendute. Lo stesso Michele Torre non so come possa lavorare tranquillo a un'impresa di questo genere, a meno che la Regione non sia l'unico interlocutore a cui vendere.
E' scritto: "Sarà una scommessa, ma meglio di me il direttore potrà spiegare la scommessa che sta alla base di questa impostazione". E' comunque una scommessa che si fa sulla pelle dei cittadini. Questo è uno degli esempi che giornalmente un Consigliere di opposizione potrebbe produrre in un qualsiasi dibattito in Consiglio. Questo l'ho trovato oggi in posta, ma ogni giorno in posta si possono trovare elementi altamente discutibili del modo in cui discrezionalmente gli Assessori spendono il denaro pubblico per queste e altre iniziative che vengono spiegate in modo tale da suscitare ancora più dubbi di quanto non possano essere suscitati dalle pagine patinate, super colorate e senza neppure un inserto pubblicitario, a sostegno di un'iniziativa imprenditoriale. Si vede che la pubblicità la forniscono i cittadini e l'Assessore alla cultura.
Questo è uno dei motivi che ho aggiunto agli argomenti precedenti per sostenere nel caso specifico l'emendamento soppressivo dell'art. 1.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 16 voti favorevoli e 30 voti contrari.
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Buzio, Monticelli e Marengo: all'art. 1, comma primo, sostituire le parole "è fissata nella misura dell'80%" con le parole "è fissata nella misura minima del 2096 prevista dalla legge".
La parola al Consigliere Buzio per l'illustrazione.
BUZIO Intervengo per illustrare questo e il prossimo emendamento. Con l'occasione ricordo che a questo proposito abbiamo presentato un ordine del giorno sul quale mi riservo eventualmente di intervenire successivamente anche perché i due documenti a mio parere hanno significati diversi.
Questo emendamento all'art. 1, comma primo, ha lo scopo di ridurre alla misura minima del 20% l'addizionale sull'imposta erariale di trascrizione che è fissata dalla Giunta e che si propone al Consiglio nella misura dell'80%. La proposta è quindi riduttiva al minimo di legge.
Per quanto riguarda l'emendamento successivo all'art. 2, chiediamo che venga soppresso. In tutti i nostri documenti presentati anche in Commissione abbiamo detto che relativamente all'imposta sul gas non intendiamo che venga attivata questa addizionale, in relazione all'art. 6 della legge 158.
Questi due emendamenti hanno lo scopo di ridurre al minimo la pericolosità di questo disegno di legge, che sia pure in misura limitata va a colpire anche i contribuenti Per quanto riguarda l'ordine del giorno relativo a tutto il disegno di legge, mi riservo di fare successivamente un intervento più compiuto, recuperando anche gli interventi del dibattito e le motivazioni più generali per cui siamo contrari all'applicazione delle addizionali da parte della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.
ZACCHERA Anche noi siamo d'accordo e tecnicamente facciamo presente, Assessore che se il gettito stimabile in 21 miliardi per l'imposta di trascrizione all'80% fosse ridotto al 20% perderemmo circa 15 miliardi: resterebbero comunque sempre 30 miliardi (26 per il metano più 5 circa per l'addizionale) che sarebbero ampiamente sufficienti per coprire il buco di bilancio di cui si è parlato e che ha ripreso anche il Capogruppo democristiano.
Inoltre non ci è ancora stato detto neanche genericamente dove andranno a finire i rimanenti soldi, quindi - applicando questa riduzione di aliquota - non andiamo a spostare la necessità immediata di chiudere il deficit del 1991, cosa che più opportunamente, all'interno del bilancio anche se ormai è data per scontata, si potrà eventualmente riprendere in seguito. Penso che questo , potrebbe essere un emendamento recuperabile ed acquisibile da parte della Giunta, tutt'al più mantenendo la proposta della Giunta dell'aliquota del 30%, che è lo stesso importo del 1991.
Chiudo per dire che "Aquiloni", come già richiamava la nostra interrogazione di circa un mese e mezzo fa, non solo ci è costato circa 25 milioni, ma - questo lo sappia Chiezzi che si informava - abbiamo anche speso (e qui c'è un'altra nostra interrogazione) altri 7 milioni per spedirlo: non solo diamo una mano per la stampa, ma anche per la sua diffusione!



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.
GALLARINI, Assessore al bilancio Intervengo solo per dire che non possiamo accettare l'emendamento perché è analogo al precedente e verrebbero meno quegli introiti che sostengono l'intera manovra: ciò per ragioni esposte ultimamente anche nell'intervento del collega Picchioni.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 22 voti favorevoli e 27 voti contrari.
Si proceda alla votazione dell'art. 1 per l'appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 50 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 22 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Emendamento a firma Buzio. Monticelli e Marengo: "L'articolo 2 è soppresso".
L'emendamento è già stato illustrato nell'intervento precedente del Consigliere Buzio e la Giunta dà la stessa risposta del precedente.
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 18 voti favorevoli e 23 voti contrari.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 2.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 18 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 18 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
La parola al Consigliere Buzio per l'illustrazione dell'ordine del giorno.
BUZIO Oltre agli emendamenti il nostro Gruppo ha presentato un ordine del giorno che recupera il dibattito generale che è avvenuto in mattinata sugli interventi dei colleghi Monticelli e Calligaro, che hanno affrontato la questione delle addizionali, dell'autonomia finanziaria e hanno espresso un giudizio critico sulla legge n. 158 e sulla necessità di sviluppare in Consiglio regionale una battaglia attraverso scelte concrete. Quindi, si tratta di non accettare supinamente la logica del Governo centrale, ma di porre al centro del dibattito la questione finanziaria, ritenendo che la legge n. 158 non realizzi certamente l'autonomia impositiva, come riteniamo debba essere, che prevede tasse, imposte autonome, precise, non cumulabili non addizionali e una possibilità reale d'intervento e anche con una diretta responsabilità per quanto riguarda la Regione.
All'interno di un processo di riforma fiscale e finanziaria più complessiva, che attribuisca alle Regioni entrate certe, il nostro Gruppo conferma la propria opposizione di principio all'utilizzazione delle addizionali regionali previste dalla legge n. 158, già espressa lo scorso anno con una dura ed incisiva battaglia di emendamenti in Consiglio regionale.
Ritenevamo importante sollevare questa questione che non è di poco conto, ma che recupera un dibattito generale sul ruolo che devono avere le Regioni e che si salda al dibattito più generale, sostanzialmente sviluppato dalle Regioni nei confronti del Governo centrale, che è emerso anche nell'ultimo incontro di Venezia, ma più in generale sulla necessità di stimolare una riforma ormai da più parti auspicata, ma che deve anche avere momenti concreti di riferimento nella battaglia politica.
Bisogna anche dire che la Giunta ha accantonato un disegno di legge precedente, già peraltro approvato dalla Giunta stessa e non più riproposto, e quindi vi è stata una modifica. C'è l'esigenza, emersa dal dibattito, che la Giunta chiarisca le sue reali intenzioni, cioè se si orienta a recepire le proposte che fra breve presenterò, inserite nel nostro ordine del giorno, di non applicare queste addizionali in futuro e quindi a far sì che questo sia un disegno di legge limitato e contingente.
Quindi, auspichiamo che non ci siano ulteriori applicazioni di addizionali o semplicemente se questo è un accorgimento preelettorale, come ha detto qualcuno, per ritardare successivamente una stangata, che è l'applicazione delle addizionali al massimo, se si fa riferimento ad alcuni interventi che ritenevano necessario un cospicuo intervento della Regione sulle scelte strategiche e fondamentali che richiedono interventi cospicui sul versante degli investimenti.
Proprio per sollecitare questa verifica e per avere risposte concrete in questo senso abbiamo voluto presentare un ordine del giorno al Consiglio regionale che impegnala Giunta a fare alcune cose. L'ordine del giorno così recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerando la legge n. 158 lesiva di un principio autentico di autonomia impositiva delle Regioni impegna la Giunta regionale 1. a non presentare per tutto il caso dei 1992 nessun altro disegno di legge che preveda aumenti delle addizionali regionali 2 e, conseguentemente, a non apportare modificazioni all'entrata per l'esercizio 1992 per quanto riguarda da possibili incrementi derivanti dall'applicazione delle addizionali di cui all'art 6 della Legge n. 158" Il punto 2 è invece collegato al bilancio che dovrà essere successivamente approvato, perché non siamo in presenza del bilancio, ma siamo in presenza dell'autorizzazione dell'esercizio provvisorio e conseguentemente non apportare modificazioni alle entrate per l'esercizio 1992 per quanto riguarda i possibili incrementi derivanti dall'applicazione dell'addizionale di cui all'art. 6 della legge n.158. Sostanzialmente anche per quanto riguarda il bilancio invitiamo a recepire queste indicazioni cioè di non applicare successivamente le addizionali.
Mi sembra questo in omaggio alla brevità anche perché ci sono punti importanti. Il nostro pensiero, abbastanza chiaro, è un invito ad esplicitare le reali intenzioni della Giunta e del Consiglio più in generale, relativamente al futuro impegno - che noi auspichiamo - di non applicare altre addizionali per tutto il corso del 1992.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.
PICCHIONI Siamo contrari all'ordine del giorno presentato dal PDS, in quanto alle sollecitazioni pervenute stamane dai vari Gruppi della minoranza dobbiamo dare una risposta il più possibile univoca e chiara. La manovra sulle addizionali che ci apprestiamo a votare è minima: contempla un introito di circa 46 miliardi, di cui abbiamo già esposto la destinazione e sulla quale mi pare non valga la pena soffermarci ulteriormente.
E una manovra in tre tempi che, al di là dell'attuale portata specifica, prevede un riordino delle risorse da parte della Giunta con il consenso delle forze di maggioranza. Il Consigliere Ferrara ne ha ricordato la tempistica: entro la fine di marzo la Giunta dovrà presentare un quadro riassuntivo e indicativo dell'iter dell'operazione di riordino delle risorse, del taglio delle spese inutili e di una revisione generale della legislazione vigente.
In un secondo tempo si dovrà verificare quanto la legge Maccanico potrà dare alle Regioni in tema di ripartizioni IVA e Irpef si potrà pertanto avere un quadro sufficientemente chiaro e a fuoco per quanto concernerà la terza fase della manovra, che potrebbe anche essere quella dell'aumento delle addizionali al massimo livello.
La contestualità e contemporaneità fra periodo elettorale ed assestamento di bilancio è fatto puramente casuale; non c'è alcuna manovra elettoralistica, dilatoria, opportunistica. Certamente, prima di un fatto significativo come quello dell'applicazione delle aliquote al massimo livello, per ventilare le possibilità di sviluppo derivanti dalla crisi evidenziate stamattina sia dall'intervento del Consigliere Calligaro sia da altri, dobbiamo avere un quadro il più possibile netto della situazione. Ci potranno essere risorse aggiuntive, una diversa ripartizione dell'IVA e dell'Irpef, un riordino delle risorse e delle spese tale da far sì che non ci sia bisogno dell'applicazione dell'aliquota al massimo livello. Ma ci potrà anche essere il contrario di tutto. Non si tratta di piccolo cabotaggio, di governicchio fatto di accorgimenti, il problema è dare una latitudine diversa al nostro governare.
La seconda fase servirà anche per l'approvazione del Piano di sviluppo dal quale si dovranno trarre 3/4/5 progetti-pilota sui quali proiettare domani, lo sviluppo del Piemonte.
Mi pare che l'Assessore Gallarini, puntualmente ed in sedi diverse abbia previsto per gli anni 1993/ 1994/ 1995 una disponibilità di circa mille miliardi calcolando le addizionali al massimo, senza contare qualche altra risorsa aggiuntiva. Disponibilità da mettere in moto lo sviluppo del Piemonte. E problema difficile, non è problema di dilazione di termini: si tratta di raggiungere compatibilità razionali fra spese, risparmi e finalizzazione delle nuove entrate che possono derivare dalle nuove addizionali.
E' per questi motivi che abbiamo proposto - in primis l'amico Paolo Ferraris - una scansione temporale che ha una sua logica e una razionalità che potrà essere discussa e ripudiata, ma dal percorso processuale difficilmente contestabile. Nell'ultimo intervento del Consigliere Buzio è stato detto del rifiuto della Legge n. 158, rifiuto di una logica dell'addizionale, come ha rilevato stamattina il Consigliere Tapparo.
Dobbiamo muoverti a piccoli passi; giustamente l'amico Squillario ha ricordato che il problema dell'addizionale o il problema dell'autonomia impositiva è problema che si gioca tra mito ed alibi. Non possiamo dimenticare quanto ci proviene dalle addizionali e cercare nel rifiuto l'alibi per indovinare domani quella che potrebbe essere una mitologia positiva. L'abbiamo ricordato tante volte: il passato ci pesa sulle spalle con le sue ragioni, con i suoi avvertimenti; la tassa di famiglia rispetto alla ricchezza mobile: qual è stata la capacità impositiva, il vero coraggio, la vera capacità decisionale delle varie amministrazioni locali? Sono fermamente sicuro che la contestazione all'applicazione di oggi, che pure è così minima, sarà moltiplicata per mille il giorno in cui avessimo autonomia impositiva e il giorno in cui noi non avessimo il sufficiente coraggio per poterla imporre in tutte le sedi e con tutti i necessari accorgimenti.
Stamattina sono state dette cose piacevoli ed altre spiacevoli. Non ho l'abitudine di fare esternazioni, e mi auguro che il Consigliere Ferrara mortifichi un po' le sue e renda maggiormente comunicabile il suo pensiero all'interno del Consiglio e delle Commissioni dove raramente è presente e dove invece, per la posizione che ricopre, per i riferimenti assessorili specifici in materia - quali la vicepresidente della Giunta - e per la presenza di un suo esponente nella presidenza della Finpiemonte, egli pu dare un apporto produttivo per quanto la Giunta e il Consiglio dovranno fare.
Ebbene, non c'è alcuno scheletro nell'armadio e la colpa non è sempre del maggiordomo. I Gruppi regionali della DC, del PSI, del PSDI e del PRI il mio intervento varrà, Presidente, anche come dichiarazione di voto hanno steso un documento dai presupposti molto semplici: la revisione della spesa e della sua formazione. Per questo noi dobbiamo avere, caro Franco tutto il coraggio necessario. Non so se gli Assessori avranno l'autodisciplina necessaria per mortificarsi, per autodisciplinarsi nelle spese. Dobbiamo cercare quei punti di riferimento esterni, quelle coscienze critiche scientifiche, tecniche, perché ci indirizzino anche nel momento della formazione della spesa e della sua revisione. In riferimento a quanto detto, di che il blocco del metano possa predisporre lo sviluppo industriale, tutte le osservazioni che ha fatto Chiezzi possono avere una loro validità.
Dobbiamo approvare il piano regionale di sviluppo nel suo aggiornamento per vedere come la mutazione socio-economica della nostra Regione si è avverata in questi ultimi tempi e per cercare di raccordare dei progetti al mutare di questa situazione. Dobbiamo prendere atto che in questo bilancio noi puntiamo ad una riduzione del 10% delle spese di funzionamento: l'ha ricordato prima l'amico Ferrara. Puntiamo alla riduzione del 20% delle spese libere degli Assessorati, è un'inversione di tendenza. E' un fatto politico preciso, non ci possiamo solamente limitare a dei fatti laterali come le addizionali, quando poi vediamo che nell'ambito della maggioranza c'è una revisione anche critica di quello che è stato fatto nel recente passato. Confermiamo il piano di rientro che avrà una bitemporalità, perch il 50% lo vogliamo appunto realizzare con questo. Ma il documento di maggioranza, che si è avvalso anche di una particolare precisazione del Gruppo liberale, dice esplicitamente questo: "Il Gruppo di maggioranza nella consapevolezza di come gli indirizzi sopraesposti siano conseguenti alla difficile situazione economica ed alla esigenza di non vane nella ordinaria amministrazione la grande occasione offerta alle Regioni con l'individuazione di una sia pur parziale e discutibile capacità impositiva sottolinea l'esigenza che la Giunta e la maggioranza sappiano individuare scandendoli nel tempo della legislatura, alcuni obiettivi di grande prospettiva che sappiano segnare fortemente il ruolo della Regione nel processo di sviluppo e di modernizzazione del sistema Piemonte in chiave europea E tale quindi, per qualità e prospettiva, da rendere comprensibile e giustificato alla pubblica opinione l'utilizzo totale, responsabile e coraggioso della capacità impositiva riconosciuta alla Regione". E' una dichiarazione politica importante. Tutti potranno dire che le dichiarazioni politiche lasciano il tempo che trovano, però è un manifesto di ordine politico, nel quale noi ci ravvisiamo e nel quale si è ravvisato anche il Gruppo repubblicano da Ferrara alla Vetrino, al Segretario regionale, sia pure ponendo la puntualizzazione di quel mese di marzo in cui c'è una verifica del bilancio e sia pure accettando che nella scansione del programma triennale la Giunta si impegni ad investire per la situazione piemontese oltre 1000 miliardi.
Non si deve parlare né di ritirata né di avanzata, qui si parla unicamente di una consapevolezza che tutti dobbiamo avere, di che cosa vogliamo fare in questa Regione, perché al di là del contenzioso con lo Stato vale soprattutto quale è il coraggio delle nostre idee e soprattutto quale è la necessaria capacità di mettere a fuoco le nostre idee. Noi viviamo certamente nella situazione di emergenza che hanno illustrato Calligaro, Monticelli e Rossa; noi dobbiamo far sì che la nostra contrapposizione politica non si fermi su queste cose di dettaglio, perch qui non si fa né la storia né la si disfa. La nostra battaglia politica la si deve fare nelle individuazioni di alcuni progetti precisi nei quali la nostra nobiltà di amministratore o di legislatore deve essere messa a fuoco e deve certamente confrontarsi con tutti.
Il problema che tutti hanno portato avanti, lo colgo per quanto possa essere uno stimolo sufficientemente probante perché la maggioranza e la Giunta si facciano carico di questa inquietudine e di questa grande incertezza che non solamente la situazione nazionale, ma anche la situazione internazionale, pone per l'economia del nostro Piemonte, al di là degli ottimismi che qualcuno ha sbandierato nelle ultime ore. Pertanto un maggiore richiamo a noi stessi, a quel supplemento di lavoro, a quel supplemento di inventiva, a quel supplemento di coraggio che deve far sì che alla ripresa dei nostri lavori dopo le vacanze natalizie noi possiamo mettere a fuoco effettivamente alcuni progetti pilota capaci di dare perlomeno un'opportunità, se non un'alternativa, all'attuale Piemonte. Uri opportunità certamente di progresso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.
MONTICELLI In dichiarazione di voto credo di poter dire che la maggioranza ha commesso un errore che danneggia la maggioranza stessa, oltre che la nostra istituzione. Il collega Picchioni ci ha letto adesso alcuni passi di quello che ha chiamato documento di maggioranza. Se vogliamo riportare il nostro Consiglio ad un ruolo effettivo, se vogliamo ridare alla nostra istituzione una sua dignità, sarebbe bene che documenti di questa natura fossero portati in questo Consiglio come mozioni che la maggioranza propone all'esame ed al voto del Consiglio stesso. Questo toglierebbe di mezzo anche le fibrillazioni, credo, o le ridurrebbe nel loro giusto ambito.
Purtroppo non si segue normalmente questo metodo. Purtroppo si presentano le leggi, si ritirano, si cambiano, non si capisce mai perché; lo si capisce orecchiando dalle porte, leggendo fra le righe di quello che esce sui giornali o andando a chiedere a Tizio, Caio e Sempronio "cosa vi siete detti nell'ultima riunione di maggioranza?". Non è questo il metodo che credo tenga alto il ruolo istituzionale di questo Consiglio. Scusate questa osservazione critica, ma credo che sarebbe stato anche interesse vostro - e mi riferisco ai colleghi di maggioranza - portare quel tipo di impostazione, formalizzare quel tipo di impostazione in Consiglio.
Io rivendico, Presidente e colleghi, al nostro Gruppo il merito di aver tentato una via di questo tipo. Noi abbiamo formalmente consegnato il 21 novembre, quindi già parecchio tempo fa, un nostro documento in Commissione nel momento in cui la I Commissione consiliare si apprestava ad esaminare i problemi delle addizionali ed i problemi del bilancio - in cui prospettavamo una manovra di bilancio complessiva indicando non soltanto una nostra posizione per quel che riguarda le addizionali, ma una nostra posizione di metodo e in parte di merito per quel che riguarda l'impostazione del bilancio. I contenuti essenziali di quel documento saranno riproposti poi in un ordine del giorno relativo alla discussione sul disegno di legge di autorizzazione all'esercizio provvisorio. Ci è sembrato corretto adottare quel metodo. Ci auguriamo che un metodo di questo tipo, che garantisce trasparenza ed un ruolo effettivo di questo Consiglio, sia adottato da tutti. Devo dire che stando a come adesso Picchioni ed in parte l'Assessore questa mattina hanno presentato l'approccio che la Giunta intende seguire nell'impostazione del bilancio '92 e poi dell'assestamento al bilancio '92, ci sono alcuni punti di contatto per quel che riguarda il metodo, fra l'impostazione della maggioranza e della Giunta e l'impostazione che noi avevamo proposto.
Avevamo proposto due tempi nell'operazione bilancio, che poi grosso modo sono molto simili ai tre tempi che proponete voi, il contenuto è del tutto analogo. Un primo tempo: la verifica della spesa regionale attivando immediatamente per alcuni settori fondamentali il controllo di gestione. In questo siamo d'accordo con il collega Ferrara, intanto bisogna utilizzare le risorse proprie, anche per controllare la spesa, se queste sono risorse rigorose, rigorosamente attivabili e non derivano semplicemente dal dire dell'Assessore "quest'anno spenderò forse qualche lira in meno"; che sarebbe un po' meno rigoroso, a dire la verità. Proponevamo, in secondo luogo, di avere la variazione del piano di sviluppo, una variazione del piano di sviluppo che fosse un vero piano di sviluppo, quindi non un libro dei sogni, ma un'indicazione essenziale di pochi progetti prioritari quantificati dal punto di vista delle risorse finanziarie su un'ipotesi di bilancio pluriennale, con l'indicazione delle esigenze nel bilancio '92, la verifica delle risorse provenienti dal livello statale, i trasferimenti o altre cose di questo tipo.
E' una cosa del tutto analoga. Dove sta la differenza, a parte il fatto che voi siete in maggioranza e noi siamo all'opposizione? La differenza sta, intanto, in una scelta che voi avete fatto, secondo me, anche qui mi permetterete di rimproverare la maggioranza, senza tenere conto della sua sostanziale inutilità e della sua sostanziale debolezza. Perché dovevate portare questo disegno di legge monco - l'ho definito nel mio primo intervento stamane né carne né pesce - sulle tasse? Non ce n'era bisogno colleghi. Potevate benissimo impostare l'esercizio provvisorio su un documento che non teneva conto di quelle risorse. Queste risorse così questo disegno di legge così sono uno strappo in un'impostazione nuova che voi dite di voler seguire, che noi abbiamo sollecitato alla Giunta ed al Consiglio, e costituiscono un punto di contraddizione molto grave.
Presentare un disegno di legge per utilizzare qualcosa della legge n. 158 del tutto insufficiente, monco, ma che utilità ha? Si può essere d'accordo o in disaccordo sul significato della legge n. 158. Ribadisco ancora una volta, colleghi, l'arma del rifiuto nell'applicazione della legge n. 158: è un rifiuto legale, caro Squillario, perché la legge n. 158 dà facoltà alle Regioni di applicare l'addizionale, non obbliga le Regioni ad applicare l'addizionale, tranne quella definita come minimo obbligatorio. Il rifiuto sarebbe stata un'arma formidabile per porre davvero il problema di un rapporto nuovo fra regioni e livello nazionale e per porlo in modo condivisibile dalla gente.
Noi stiamo combattendo una battaglia, noi regioni, per l'autonomia regionale che rischia di apparire agli occhi della gente come una battaglia di un ceto politico debole che cerca di acquisire un piccolo spazio in più di risorse e di potere nei confronti del ceto politico più forte che è quello nazionale. Se vogliamo acquisire come regioni un peso politico reale, un potere di contrattazione reale dobbiamo avere con noi la gente e quindi era un'occasione formidabile quella di porre insieme a quella del ruolo delle regioni la questione fiscale nel nostro paese. Questo era il senso di rifiutarsi di applicare la legge n. 158. C'è in Italia una questione grossa come una casa, che è quella all'origine dello sfascio del nostro Stato, che è all'origine della forza che stanno acquisendo le Leghe che è all'origine della crisi dei partiti: è la questione fiscale e le Regioni avevano l'occasione di porre con straordinaria forza la questione fiscale e fondare su questa la questione del potere delle Regioni. Questa occasione è stata persa. Per che cosa? Per 40 miliardi? Per questo obiettivo? Quando si presenta poi un esercizio provvisorio con dei tagli del 10, del 20% forfettari! Valeva la pena? Non valeva forse la pena di essere rigorosi fino in fondo, di non fare soltanto un piccolo passo, ma un passo robusto? Questo è il tipo di questione che noi abbiamo cercato di porre. Tutto questo ci toglie fiducia nel fatto che voi sarete davvero capaci di fare la riforma del bilancio regionale. Il fatto che avete presentato questa leggina sulle tasse è la dimostrazione che non avete la forza, non avete il rigore di porre queste questioni. Riformare il bilancio regionale richiede un rigore, richiede una capacità di scelte forti, di scelte alte. E questa capacità non si dimostra seguendo questo metodo.
Per questo ribadisco il voto contrario del mio Gruppo a questa legge.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Comunicazione del Presidente della Giunta regionale in merito alla richiesta di revoca di sospensiva ai lavori del Re-Sol presentata dalla Regione Liguria


PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta regionale ha facoltà di intervenire per dare una informativa molto importante.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Il Consiglio di Stato ha esaminato il ricorso presentato dall'ACNA e lo ha dichiarato, secondo le nostre richieste, inaccoglibile. Lo consideriamo un grosso successo.



PRESIDENTE

Grazie per l'impegno che la Giunta e il suo Presidente, in prima persona, hanno messo per raggiungere questo importante obiettivo.
Mi viene suggerito da un Consigliere della maggioranza: "su sollecitazione del Consiglio".
La parola al Consigliere Zacchera.
ZACCHERA Userò solo due secondi a proposito del discorso ACNA. Volevo pregare il Presidente di ricordare che in quest'aula circa tre mesi fa fu proprio il mio Capogruppo e il nostro Gruppo a presentare per primo quel ricorso al TAR che poi mosse la questione e la Giunta che, sollecitata, ci venne dietro. Per cui quando si festeggia si abbia anche la correttezza di ricordare che oltre alla Regione ha vinto anche il nostro Gruppo consiliare e la Comunità montana Alta Langa.
Abbiamo vinto tutti, però dispiace poi leggere sui giornali che ha vinto solo la Giunta.



PRESIDENTE

Abbiamo detto: "su sollecitazione deI Consiglio".
ZACCHERA E questione di stile riconoscere queste cose.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale La causa l'ha vinta la Giunta e l'ha vinta la Regione perché il ricorso che viene accolto è quello della Regione Piemonte.
ZACCHERA Erano tre le parti presenti.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Disegno di legge n. 217 (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo la discussione sul disegno di legge n. 217.
Prego Consigliere Zacchera ZACCHERA Intervengo velocemente, anche perché questo sarà l'ultimo intervento della giornata su questo argomento ritenendo poi assorbito il successivo punto almeno in fase di discussione.
Voglio partire dall'intervento del Capogruppo della DC, onorevole Picchioni, perché lo considero comunque una persona molto intelligente e qualificata all'interno del dibattito in questo Consiglio.
Voglio garbatamente contestargli alcune cose che non tornano, a mio modo di vedere, nel suo ragionamento. Se infatti noi fossimo discesi tutti insieme dai cieli, anticipando Gesù Bambino, potrei anche io condividere la sua opinione che e necessaria una pausa di riflessione. Per integrare determinate normative e quindi arrivare a breve termine, dopo un esercizio provvisorio di qualche mese, a una collocazione migliore della finanza regionale.
Collega Picchioni, ma se lei - oltre a prendere la dichiarazione sottoscritta nei giorni scorsi - avesse letto la relazione programmatica di questa Giunta nel 1990 avrebbe riscontrato che con altre parole vi erano scritte le stesse cose.
Se prendiamo poi la relazione con la quale la Giunta ha introdotto ed ottenuto a viva forza, circa tredici mesi fa, le addizionali, là c'erano scritte le stesse cose. Parlavamo del bilancio 1991, ma eravamo arrivati alle stesse conclusioni.
Allora, non mi si deve dire che con questo documento, diciamo "rivoluzionario", finalmente fulminati sulla via di Damasco, i partiti del pentapartito abbiano deciso di fare pulizia. Perché non è vero.
Tre mesi fa noi pubblicavamo un librettino sugli sprechi, bene, io sto controllando e continuo a controllare delibere di Giunta: si sta continuando (ancora la settimana scorsa!) con lo stesso ritmo e con una quantità di spese che potrebbero essere contingentate. Quindi, non sta cambiando assolutamente nulla e il venirci a dire che adesso sta per arrivare una nuova legge finanziaria che cambierà quello che è il quadro della finanza regionale e che quindi speriamo per il mese di marzo di averla, è - io non credo, io temo - prenderci garbatamente in giro perch non c'è nessuno dei 630 onorevoli a Montecitorio e dei 315 senatori più quelli a vita (quelli a vita ormai sono tranquilli) che in questi tempi hanno il tempo, la voglia e la disponibilità di occuparsi di queste cose perché sono in tutt'altre faccende affaccendati E nulla, proprio nulla, ci fa pensare che prima di marzo - ammesso che le Camere non siano sciolte prima - avranno mai il tempo di occuparsene. Allora, secondo me, ecco che alla fine, al di là dei buoni propositi, al di là delle buone volontà, al di là delle belle parole, siamo alla realtà che noi molto modestamente nella nostra relazione di minoranza abbiamo detto: si naviga a vista, si tira avanti a pezzettini, si va avanti per quanto si può e visto che bisogna accontentare un po' tutti, che l'Assessorato piange miseria perch non ha soldi, diamo una bottarella piccola negli aumenti delle tassazioni delle addizionali (ma non troppo grossa perché altrimenti la gente si scoccia) e siccome ha sentito ultimamente parlare male della Regione è molto meglio che non ne parli troppo.
Questo il succo del discorso perché non credo più ai documenti. I documenti sono stati violati cento volte! Risparmiare mi va benissimo l'unica cosa positiva - e lo dico ad alta voce perché se lo merita l'Assessore - è venire a dirci: "quest'anno vogliamo risparmiare il 10% da una parte e il 20% dall'altra". Benissimo, però come? lo voglio vedere il concreto. Diceva prima il Capogruppo del PDS: se si voleva e se si vuole confermare questa linea, ma allora non c'era assolutamente bisogno di portare in discussione gli aumenti di questi 50 miliardi, perché fra tre mesi in sede di bilancio si poteva benissimo portare avanti e aumentare quanto dovuto e partire con un bilancio sicuro. Ma fra tre mesi noi avremo le stesse identiche incertezze di oggi; il quadro sarà semmai peggiorato perché, checché ne dicano, secondo me la situazione finanziaria del nostro Paese, non solo della Regione Piemonte, la situazione occupazionale ed economica in genere sta andando peggio e fino a che non cambierà il trend americano non vedo proprio perché e in grazia di che cosa debba cambiare quello italiano. Proprio non lo capisco, me lo auguro ma non lo capisco.
Allora io dico che non si può andare avanti con una politica di pannicelli caldi soltanto per chiudere qualche piccolo buco. Ma cera bisogno del bilancio provvisorio perché deve cambiare la legge finanziaria regionale? Ma scusate, la nostra contigua Regione Liguria, con cui siamo in lite per l'ACNA, ieri sera ha approvato il bilancio e non ha fatto l'esercizio provvisorio. Allora tutte le Regioni che hanno approvato il bilancio e non hanno fatto l'esercizio provvisorio hanno fatto male? Ma no! Hanno semplicemente preso e hanno praticamente fatto diventare il bilancio regionale una sorta di bilancio provvisorio per dodicesimi, per tutto l'anno: tanto poi si potranno fare tutti i cambiamenti lungo la strada, si possono fare le variazioni di bilancio, si possono fare le verifiche.
Quindi volendo le si sarebbero potute fare anche adesso. Ma non mi si pu venire a dire - Assessore, con tutta la stima e l'amicizia - "un mese fa ci siamo incontrati in Commissione, abbiamo visto che quelle erano le linee" e poi la scorsa settimana venire a dire: "no, un momento, andiamo un momentino più calmi". Perché? Che motivo c'era? Secondo me alla fine questo diventa soltanto un tentativo di tenere insieme una teiera rotta e tenendo insieme i cocci si cerca di poter continuare a usarla da contenitore per la finanza regionale.
Non sta a me giudicare i comportamenti del Partito repubblicano cui chiederei solo una linea di maggiore, non dico limpidezza, ma linearità.
Non si può stare all'opposizione quando si vuole e alla maggioranza quando conviene: non si può rimanere nel sottogoverno in tutta Italia ovunque è possibile, ma non stare al Governo: non si può ogni volta, in qualsiasi dibattito, dire - e questo succede regolarmente. Ferrara, lo dico con amicizia perché penso che vada al di là delle differenziazioni partitiche - che le opposizioni hanno ragione, ma alla fine votare con la maggioranza. Occorre stare o dentro o fuori; ci vuole maggiore coraggio altrimenti diventa legittimo (senza con questo voler offendere) dire che si cerca di tenere il piede in due scarpe per cerare di avere i vantaggi del governo ed i vantaggi elettorali dell'opposizione visto che ultimamente i suoi voti stanno aumentando molto.
Termino col dire che l'indicazione, il termometro, il punto di partenza è o era, per lo meno in queste settimane, un diverso trend nel ritmo di spesa, cosa che non sta avvenendo. Ho visto questo - e abbiamo presentato un'interrogazione proprio in questi giorni - nelle deliberazioni di Giunta della scorsa settimana. E' un po' che non cambia niente quando sta piovendo se non viene il vento, e nulla fa pensare che di li a poche ore smetterà di piovere se non si sono prima esaurite tutte le nuvole.
Per quanto attiene al discorso del bilancio inteso come esercizio provvisorio, al di là del fatto che ormai ne siamo obbligati perché siamo arrivati alla fine di dicembre, si poteva benissimo partire con un bilancio credibile, "decente" e poi andare a perfezionarlo strada facendo: se non si cambia il sistema, soprattutto quello della spesa, non serve a nulla continuare ad aumentare le entrate, al di là di ogni e qualsiasi legittimo punto di vista. Ecco perché diciamo che si continua a navigare a vista e ci sembra che una volta di più la Regione Piemonte stia perdendo del tempo e sarò il primo a plaudire la Giunta se fra tre mesi verrà a portare nuove linee programmatiche di sviluppo per i prossimi anni.
Voi pensate davvero che fra tre mesi, in piena campagna elettorale, la Giunta regionale del Piemonte sarà qui a farci queste proposte? Io penso che per un mese il Consiglio regionale non si riunirà o, se ci riuniremo lo faremo ciascuno con l'occhio all'orologio per andare a lavorare per i propri amici o il proprio Partito.
Siamo in un momento difficile della vita della Repubblica, ma non ne verremo fuori se non avremo coraggio. Il coraggio consisteva oggi nello scegliere di non fare assolutamente nulla e approvare un bilancio tecnico oppure nel chiedere sacrifici in cambio dei quali ci si impegnava, e sull'altra parte della bilancia, a presentare poche proposte di legge, ma estremamente concrete, anche soltanto di finanziamento mirato a leggi che già ci sono.
Le leggi ci sono - perfettibili, ma ci sono - ma non hanno i mezzi per poter essere opportunamente finanziate, quindi, per una qualsiasi proposta di legge passano mesi, non si portano avanti i problemi e ci si perde, al di là delle buone intenzioni, in politiche di piccolo cabotaggio che per tutti, non soltanto per i Partiti di maggioranza e di opposizione, ma per l'intero sistema della Regione, sono perdenti.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.
VAGLIO Ascoltando i colleghi, in particolare il collega Picchioni nell'illustrazione delle motivazioni che hanno portato all'esercizio provvisorio ed al grosso ridimensionamento della legge di applicazione della 158, c'era quasi da credere che un fondo di verità, una certa credibilità ci fosse, soprattutto se non ricordassimo le recentissime dichiarazioni dell'Assessore Gallarini, finalmente fiero di riuscire a presentare un bilancio in tempo utile per essere approvato con tutta serenità entro i termini. Questo atteggiamento dell'Assessore Gallarini che presumo rispecchi le volontà della Giunta, cozza violentemente contro il quadro che ci si propone oggi. Devo quindi rilevare la profonda fondatezza delle osservazioni dei colleghi di minoranza che mi hanno preceduto.
Non voglio dilungarmi in questa sede sui motivi per cui non siamo d'accordo - l'abbiamo ripetuto in questa occasione e l'abbiamo detto molto ampiamente anche l'anno scorso - sullo spirito della 158. La riteniamo una pessima legge che non risolve nulla, ma dobbiamo dire che è una legge voluta dai Partiti di questa maggioranza, pertanto non riusciamo a comprendere i motivi per cui la maggioranza dilazioni (effettivamente questa è una manovra dilatoria).
Ecco perché ritengo non solo giusto, ma sacrosanto l'ordine del giorno presentato dai colleghi Buzio, Monticelli e Marengo, nella misura in cui non è stato approvato l'ordine del giorno proposto dai Consiglieri Zacchera e Majorino. Era quello l'ordine del giorno da approvare: il non passaggio alla votazione di questo disegno di legge, in quanto manca completamente la chiarezza sul come e sul cosa si vuole fare di queste nuove risorse provenienti dall'applicazione dell'autonomia impositiva.
E' proprio sulla scorta di questo ragionamento che la Lega ha impostato il proprio atteggiamento nei confronti di questo disegno di legge e del prossimo che seguirà per il passaggio all'esercizio provvisorio.
Preannuncio quindi il nostro voto favorevole all'ordine del giorno proposto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.
FERRARA Signor Presidente e colleghi, voglio partire dall'intervento del collega Picchioni, laddove mi invitava a contenere certe mie esternazioni.
Voglio cominciare da questo perché di quanto ho detto questa mattina nel mio intervento credo di non dover ritirare nulla, se non un'affermazione che forse può aver dato qualche fastidio, parlando di operazione clientelare riferita all'operazione di revisione. Quindi, tolgo questa parola, ma tutto il resto credo sia assolutamente confermabile, quindi lo confermo.
Il collega Marchini ha fatto una forte polemica partendo da Zanone, e non so cosa centrasse e cosa sia cambiato da ieri, rispetto ad oggi, nella politica di questo Consiglio regionale. A me pare che non sia successo nulla; è successo solo che il Consiglio comunale di Torino ha approvato un progetto preliminare al Piano Regolatore. Non capisco quindi questa sua disponibilità ad uscire dalla gabbia nella quale si è autonomamente rinchiuso per un anno e mezzo, usando una serie di polemiche nei confronti del Gruppo repubblicano.
Devo dire che senza petulanza e presunzione il Partito repubblicano rispetto ad un ordine del giorno presentato dagli altri 4 Partiti, aveva espresso al Presidente della Giunta, in modo assolutamente corretto e riservato, il proprio dissenso. In conseguenza di quel dissenso, fatto con una lettera resa pubblica non so bene come, c'è stato un incontro durante il quale dicevamo due cose che sono state condivise dalle altre forze politiche. E' stato condiviso che bisognava puntualizzare la riduzione delle spese, che nel documento era una cifra forfettaria che non diceva nulla (quando si pongono affermazioni senza dare concretezza alle stesse risultano pressoché inutili); la Giunta si è dichiarata disponibile a farlo e si è rilevato che la Giunta non era oggi in condizione di fare un progetto di ampio respiro rispetto all'attività non ordinaria della Regione Piemonte, attività quindi straordinaria che ritenevamo e riteniamo essere indispensabile.
Il collega Macchini ha integrato quell'ordine del giorno, ma devo dire che le mie considerazioni erano condivise dalle altre forze politiche di maggioranza. Ricordo un dibattito in televisione una settimana fa (cui ero presente insieme al collega Macchini) in cui Marchini, molto più drasticamente di me diceva che la Giunta non ha un progetto, che è inutile applicare le tasse perché non abbiamo un progetto. Quindi si è detto, tutti insieme, di individuare questo progetto in tempi stretti e non in modo vago, fissandoci termini e scadenze e così abbiamo fatto.
Non abbiamo mai detto e sostenuto che dovesse essere tutto finalizzato al sistema dell'industria, non ci sentiamo né collegati né particolarmente omogenei né affini rispetto al problema dell'industria. Non abbia-mo i problemi che si pone il collega Marchini, ma sappiamo che il sistema produttivo è uno degli aspetti importanti che non vuol dire solo industria ma vuol dire turismo, formazione professionale, ambiente e quindi qualità della vita.
Non c'è alcun dubbio che la crescita complessiva della Regione passi soltanto attraverso maggiori investimenti produttivi in senso stretto, ma anche attraverso un'elevazione complessiva della qualità della vita, cosa che abbiamo dichiarato dicendo che doveva essere destinata in parte - ed è stato dichiarato apertamente - all'assistenza, alla sanità, ecc. Non abbiamo quindi inventato quelle cose che oggi ci vengono fortemente rimproverate come atteggiamenti di supponenza, abbiamo soltanto voluto puntualizzare e porre dei termini precisi rispetto ad uri esigenza che gli altri Partiti affermavano essere le loro stesse esigenze. In questo senso siamo rimasti soddisfatti di quell'incontro.
Tutti gli altri Partiti hanno detto di essere d'accordo sulla nostra impostazione e abbiamo deciso di fissare dei tetti, dei numeri e delle date. In questo senso non è importante chi ha vinto o chi ha perso, ma si è modificato fortemente il documento firmato dai 4 Partiti (è sbagliato definirlo della maggioranza) che non conteneva queste cose.
In questo senso abbiamo ritenuto utile l'operazione fatta e la nostra non è stata una provocazione. Vogliamo dire con molta tranquillità che il Partito repubblicano non intende essere la coscienza di nessuno, non vuole usare atteggiamenti di comodo stando un po' alla maggioranza ed un po' all'opposizione, ma crede - l'abbiamo già detto altre volte e lo ripetiamo oggi - che un Partito come quello repubblicano, quindi un Partito piccolo debba onestamente porre i problemi agli altri Partiti della maggioranza e dell'opposizione in aula, cercando di smuovere ed attivare quello che gli altri Partiti più grandi forse non riescono a fare.
Credo sia questo il ruolo di un Partito piccolo, un ruolo istituzionale, fatto con grande lealtà verso la maggioranza, anzi questo è il senso e la prova della lealtà che questo Partito ha rispetto alla maggioranza, lealtà che non sta assolutamente a significare un appiattimento rispetto a posizioni che altri hanno, ma vuol essere un ruolo forte e di stimolo.
Queste sono le questioni da noi poste, ripeto, in modo assolutamente corretto e quindi non capisco le polemiche che si sono fatte, a parte quell'appunto che ho tolto perché andava al di là delle questioni che volevo porre. Il problema della società di consulenza è importante: il collega Picchioni mi ha chiesto: "Perché non si è posto nel corso di quella riunione?" PICCHIONI Non si è posto nel documento.
FERRARA E' vero, ma il documento era un comunicato stampa in cui si dichiaravano le cose maggiormente significative ed importanti, non si è neppure posto il progetto di rientro dal deficit. Si sono posti due elementi di novità: un certo impegno preciso a ridurre le spese ed un impegno altrettanto preciso, quantitativamente e temporalmente definito, in merito alla progettualità della Regione Piemonte.
Quindi quando dico che ho delle riserve e delle perplessità è perch onestamente, ritengo che se si tratta di rivedere l'opportunità delle spese della Regione questo debba essere fatto, essendo un fatto politico, dalla Giunta: se si tratta di vedere di attuare certi strumenti di controllo o altro, credo che le forze e le risorse regionali siano altrettanto autorevolmente qualificate, anzi forse più qualificate rispetto a contributi esterni che molte volte hanno una bella funzione di facciata ma che sono molto meno produttivi.
Quindi signor Presidente, nel momento in cui confermiamo il voto a questa legge e a quella successiva, con queste considerazioni che sono tutte valide e che confermiamo in modo aperto - lealmente aperto rispetto alla maggioranza - vogliamo dire che non siamo qui a stabilire se abbiamo vinto o perso. Siamo qui però per dire che il documento, l'impostazione e il programma che la Giunta oggi ci sta proponendo e che si è impegnata a proporci nei prossimi tre mesi è qualcosa di diverso rispetto a quello che in un primo tempo si era ipotizzato. Questo per noi, fino a che non sarà dimostrato il contrario, è l'elemento sufficiente per confermare il nostro voto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Signor Presidente, colleghe e colleghi Consiglieri, il comportamento tenuto dalla maggioranza e dalla Giunta in quest'aula, e riconfermato dagli interventi di chi sostiene la Giunta, mi sembra renda esplicita una cosa: tenuto conto di tutti gli avvenimenti intercorsi in questi ultimi mesi sullo scenario politico italiano, oggi pomeriggio voi non siete in grado di rendere comprensibile e giustificato l'utilizzo di nuove tasse a carico di cittadini, in funzione di un programma di governo riconosciuto e accettato dai cittadini stessi.
In parole povere, non siete in grado di affrontare le elezioni, e quindi il giudizio dell'elettorato, pronunciandovi fin d'ora per l'utilizzo ai massimi livelli di questa nuova capacità impositiva della Regione.
Questo dato, dal punto di vista politico, mi sembra di grande importanza perché è vero, come ha richiamato il Capogruppo della Democrazia Cristiana Picchioni, che nessuno ha scelto la concomitanza tra un assestamento di bilancio e le elezioni e che questo avviene non per volontà nostra. Però è anche vero che dal modo in cui si affronta questa concomitanza non voluta si possono trarre dei segnali e dei giudizi politici.
La considerazione che mi sento di trarre è che la maggioranza non è in grado di fare, prima delle elezioni, questo atto che, da un punto di vista di una maggioranza, è un atto di governo forte e autorevole. Non siete in grado di farlo, e Picchioni stesso (certo come può fare un Capogruppo di maggioranza, io posso farlo in un altro modo), ha, secondo me, un po' illustrato perché questo non succede. Perché la Regione Piemonte è debole nei confronti dei cittadini, non solo di una debolezza di riflesso che hanno tutte le istituzioni oggi dopo tutti questi decenni di governo e che investe, anche senza che la Regione abbia specifiche responsabilità, tutte le istituzioni. A questa sfiducia, che ritengo stia crescendo nei confronti delle istituzioni al di là di come operano, la nostra Regione aggiunge purtroppo degli altri elementi di propria responsabilità.
Uno dei principali elementi è che la nostra Regione è carente nella propria politica di prospettive di sviluppo: manca ad esempio il piano regionale di sviluppo.
Richiamo ancora il problema del piano regolatore di Torino: siamo stati assenti e lo siamo stati perché questa maggioranza ha voluto essere assente e non impegnarsi su questo tema. La Regione è assente su tutto il tema della pianificazione del territorio, che è strettamente intrecciato con i problemi ambientali. Ci sono carenze tali, specifiche, del governo regionale piemontese che impediscono di chiedere ai cittadini quei sacrifici presentati come necessari e finalizzati al superamento della crisi: non siete in grado di fare questo.
Non siete in grado, ed è per questo che esiste una crisi implicita e strisciante all'interno della maggioranza. Presupponete un rapporto di crisi con l'elettorato. E' questo che vi ha fatto compiere questa scelta che è una mezza scelta.
Ritengo, dal punto di vista dell'opposizione, che questa scelta sia un passo falso per i motivi che ho già illustrato: meglio sarebbe stato un esercizio provvisorio tout court nell'ambito della situazione vigente. E' un passo falso a giudizio dell'opposizione, ma forse anche un mezzo passo falso nella stessa vostra ottica, perché imponete nuove tasse, ma non a sufficienza, per avviare dei piani di sviluppo. Chiedete ai cittadini di più in cambio di nulla. Dite di non chiedere molto: è vero, però qualcosa chiedete.
Ritengo per questo che la vostra logica sia un mezzo passo falso.
Si può anche dire: Non cambia nulla, le parole non contano niente tutto rimarrà come prima, fallirete"; tuttavia, nel modo in cui intendo svolgere l'opposizione, un atteggiamento di questo genere non mi entusiasma molto. Forse è vero che non cambia nulla, ma non mi sentirei di dire con uguale nettezza e sicurezza che non c'è chi almeno tenta di cambiare qualcosa.
Il problema è capire se chi vuol cambiare qualcosa avrà o meno spazio per agire (se ce la farà), perché nell'intrigo di dichiarazioni, non tutte limpidissime, e anche nel documento che gentilmente la maggioranza attraverso il Capogruppo Picchioni mi ha fornito, non è tutto così chiaro.
Non è chiara in primo luogo la situazione di governo che la maggioranza si trova davanti e che i cittadini subiscono, gli esempi non mancano. E giusto dare fiducia anche a chi, probabilmente sul serio, cerca di cambiare il modo di governare; la situazione tuttavia è, ad esempio, quella per cui un Assessore ai trasporti, poche settimane fa, ha speso un miliardo per consigliare ai cittadini di utilizzare di più un sistema di trasporti dissestato. Ciò viene criticato dall'opposizione che presenta delle interpellanze.
L'Assessore non risponde a queste, spende un miliardo con deliberazione di Giunta con assegnazioni a ditte di cui si chiede la composizione sociale continuando a non rispondere. Il Presidente della Giunta, che dovrebbe coordinare i lavori di tutta la sua compagine, non interviene, non ritiene queste interpellanze degne di nota.
La questione sollevata oggi sulla rivista Aquiloni è piccola, ma si tratta comunque di una spesa di 30 milioni per una rivista che ha dell'incredibile. Continuando a leggere, saltano fuori altre cose. Si dice: "Daremo spazio a opinionisti marxisti", questo strizzare l'occhio a sinistra mi dà fastidio e mi turba.
Esempi di questo tipo ce ne sono altri nel tempo: ricordo ancora le prime polemiche quando l'Assessore Lombardi regalava le carte da gioco con i disegni dei vini come dono dell'Assessorato all'agricoltura. Non nego che non ci possa essere certezza sul fatto che nessuno intenda cambiare questo stato di cose, ma certo è difficile.
Questa è una valutazione politica: avrei potuto dire, come hanno fatto altri, che era tutto finto, ma non lo dico, vedo che qualcuno fa dei tentativi: certamente tenta in una situazione disperata.
Forse tra le dichiarazioni di qualche tempo fa dell'Assessore Gallarini immagino fatte a nome della maggioranza, di giungere in tempi rapidi all'approvazione del bilancio vero e la situazione attuale c'è di mezzo il risultato elettorale di Brescia che allarma tutte le forze politiche, e tanto più le allarma quanto più hanno governato il nostro Paese, che stanno governando la Regione, questa maggioranza.
Questo allarme però non è giunto in tempo per consentirvi di scegliere una delle due strade: o il progetto forte e l'imposizione tariffaria oppure la sospensione di ogni decisione per rimandare tutto al momento in cui i cittadini lo accettassero. Probabilmente c'è stato un elemento di trascinamento routinario da parte dell'Assessore, il quale è poi stato interrotto a metà, fermandosi al primo mezzo passo falso. In questo probabilmente hanno giocato la debolezza della funzione di collegialità della Giunta e forse uno scollamento tra Giunta e maggioranza.
Per questo motivo ritengo che l'ordine del giorno proposto vada accolto: potrebbe essere a mio avviso anche una via d'uscita per una maggioranza che mi sembra rimanga a metà dei provvedimenti e che in questo modo può essere colpita in ugual modo da sinistra e da destra, rimanendo a metà del guado.
Il documento che segna i lavori della maggioranza non è univoco; questo è un altro elemento che mi fa esprimere molti dubbi sulle capacità effettive di agire. E' un documento nel quale le priorità per una revisione della formazione della spesa non è risolta. Ci sono due pesi diversi, due filosofie dentro questo documento: in una si penserebbe quasi a un "sine qua non" del risanamento della spesa per poter agire; nella parte finale invece c'è un'accentuazione ad avere comunque i soldi per poter poi fare qualcosa. E qualcosa da fare la si può sempre trovare.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Utilizzo parte dello spazio della dichiarazione di voto per dare atto al collega Ferrara della urbanità con la quale ha replicato alle questioni da noi poste. Con ciò Ferrara ha dato atto che l'intervento da me svolto al di là della forma, rappresentava una questione politica, sicuramente non personale, e sostanzialmente non ha fatto che attualizzare un vecchio contrasto tra noi repubblicani sul quale bisognerà riflettere e al quale le forze politiche si dovranno abituare sempre di più.
Negli anni '20 c'era un personaggio, il quale è rimasto nella nostra storia, Mattioli, direttore della Banca Commerciale Italiana. Mattioli aveva due allievi; uno di questi era un personaggio del quale Menichella (poi direttore della Banca, d'Italia) a un certo Bonaldi che gli chiedeva di lavorare con questo suo allievo ebbe a dire: "Quell'uomo è come un sole la gente che gli si avvicina si brucia. Veda lei se può correre questo rischio". Questo personaggio era Malagodi; l'altro allievo era La Malfa (parliamo degli anni '20 e della Banca Commerciale, quindi di Mattioli).
Questi due personaggi si ritrovano protagonisti nella nostra generazione, e c'è un contrasto di fondo tra i due che è stato interpretato sostanzialmente come la concorrenza e l'animosità fra due prime donne molto suscettibili e molto caratterizzate sul piano caratteriale. Poi entrambe sono usciti dalla pienezza della vita politica, se non da quella esistenziale; abbiamo ritenuto di fare insieme le alleanze e gli elettori ci hanno puniti. Ci siamo divisi ed abbiamo ricominciato a prendere voti.
Siamo in forte contestazione sul piano nazionale e andiamo benissimo alle elezioni. Cosa c'è, forse, dietro a questo? C'è una rivoluzione incompiuta la rivoluzione laica di questo paese: c'è chi si è avvicinato alla rivoluzione laica (i liberali hanno questa presunzione perché la rivoluzione l'hanno fatta tutta e l'hanno maturata europeisticamente con Cavour) come modo di essere dentro lo Stato, con le sue contraddizioni pagandone quindi i prezzi e c'è un'altra parte del mondo laico che invece questa rivoluzione non l'ha fatta tutta. Quest'altra parte ha ritenuto che si potesse essere laici come Mazzini, parlando di Dio al popolo, ha ritenuto che si potessero fare le rivoluzioni forzando i tempi e che si potesse in qualche misura pensare di governare in termini didascalici, per esempio insegnando agli italiani che non dovevano comprare i televisori a colori perché era uno spreco, distruggendo con questo l'industria elettronica italiana. Verso la politica ci sono proprio due approcci molto diversi: quello dei liberali che hanno fatto della tolleranza, dei tempi lunghi, del senso della storia, della responsabilità delle coalizioni il loro modo di fare politica e ci sono i repubblicani che sono più l'espressione dell'effervescenza, della voglia di realizzare, della voglia di contestare. Per carità sono scelte diverse, e dietro di noi non ci sono scelte di partito, ma ci sono sedimentazioni culturali, per cui questi nostri comportamenti vengono premiati elettoralmente conché siano coerenti a questo pezzo della storia ancora incompiuto del pensiero moderno liberale in questo nostro paese. Vedremo anche noi di dare qualche contributo.
Certo l'impressione che continua a dare, mi consenta il collega Ferrara, di questo strano animale che è il Partito repubblicano, che comunque convive con altri, è quella del Paguro Bernardo; ma, cammini un po' con le gambe sue! Non si preoccupi tanto di quello che fanno gli altri ma di quello che fa lui. In una coalizione ognuno deve portare e poi giudicare e non giudicare e poi eventualmente portare. Chiudiamo la polemica, ringrazio ancora Ferrara della sua cortesia. Questa manovra mi convince molto; mi auguro però che la Giunta su questo faccia delle forti riflessioni, perché ho ancora sentito ripetere degli elementi di cultura che sono nettamente superati. Non sarà il piano di sviluppo ad individuare le scelte strategiche: se i liberali avessero la maggioranza assoluta in questo Consiglio regionale, il piano di sviluppo sarebbe stato abolito con un articolo unico che dice "Il piano di sviluppo è abolito". Io comincio a pensare che appena i russi avranno superato le loro difficoltà e ricominceranno a fare i viaggi culturali, verranno qui in Piemonte a vedere qualche residuo del socialismo reale rappresentato dal nostro piano di sviluppo. E le maestrine, con questi ragazzini biondi e rubicondi, verranno qui in Regione e spiegheranno loro che quella roba li è quella cosa che al loro paese li ha fatti morire di fame e li ha fatti uscire dal percorso della storia. Non abbiamo più i tempi tecnici per questi documenti dei sogni: dobbiamo acquistare la capacità di gestione strategica con l'interpretazione in tempo reale dei fenomeni della società civile.
Dobbiamo anche capire che la scelta della Giunta è già il risultato che noi perseguiamo, perché attenzione, quando lo Stato ci ha detto che ci consentiva l'uso di una certa manovra non ce l'ha consentita perch perseguissimo degli obiettivi straordinari, cioè fuori dall'ordinario, ma perché sapeva che le Regioni avevano bisogno di queste risorse per l'ordinario.
Quindi la scelta della Regione di risparmiare rispetto all'ordinario l'ha già fatta, perché ha deciso comunque di non utilizzare le risorse per quegli scopi per i quali lo Stato ha pensato il finanziamento. Sicuramente lo Stato non ha immaginato questa manovra finanziaria perché noi uscissimo dalla nostra stalla per occupare spazi istituzionalmente non nostri: il problema è questo. Qui non si tratta di essere più bravi dei nostri predecessori o più attenti della nostra opposizione nel criticare la maggioranza. Qui si tratta di capire che per segnare il senso della Regione nella sua realtà, e in generale in quella del paese, la Regione stessa deve avere la capacità di fare delle cose al di fuori di quello che l'istituzione e il sistema complessivo hanno immaginato e previsto. Tutto questo vuol dire che l'operazione risparmio la Giunta l'ha già fatta e ha deciso che l'ordinario viene compresso, rispetto alle sue potenzialità perché le sue potenzialità sono l'uso della manovra fiscale nella sua interezza. Quindi il risparmio c'è già: poi, per carità, possiamo anche ridurre la politica a fatto di morale, ma io ho qualche difficoltà a pensare dove si faranno i risparmi. Perché poi diciamocela tutta: i risparmi, guarda caso, stanno proprio su quelle voci che sono al limite del folklore, ma che sono state pensate da questa Regione per avvicinare la Regione alla gente. E' un paradosso, ma è così. Quando si criticano i finanziamenti alle bande, non si considera che sono gli strumenti con cui si vuole creare un collegamento tra la Regione e un pezzo di società.
Quindi non sono delle invenzioni per buttare via i soldi: sono state una risposta o sono magari una risposta che è inadeguata ad un problema che esiste. Un problema esistenziale: il ruolo di un'istituzione in una società. Immaginiamo di spostare il tiro, di giocare queste risorse strategiche per segnare la nostra presenza non più attraverso una pubblicazione o un finanziamento di attività ludiche, ma attraverso un intervento di tipo strategico.
Mi pare che mettere le due cose come conseguenza una dell'altra non sia possibile: perseguiamo pure tutti e due gli obiettivi, però mi piacerebbe anche che chi sostiene queste cose si alzasse e dicesse "La legge del 12 aprile 1973 è abolita. Oggetto: finanziamento alle bande musicali" e si prendesse la responsabilità di far votare al Consiglio regionale una legge che abolisce i finanziamenti alle bande musicali. E non poi fare delle ironie sul fatto che la banda di Pietrarotta ha preso 500.000 lire di contributo! Certo non è questa la dimensione in cui vorrebbe esprimersi la Regione, però se queste cose sono avvenute, sono avvenute per delle ragioni politiche. Abbiamo anche il rispetto di chi ha lavorato prima di noi e ci ha lasciato un'eredità difficile da gestire e soprattutto difficile da modernizzare. Quindi ritengo che la conclusione alla quale è pervenuta la Giunta, di non utilizzare la leva fiscale per l'ordinaria amministrazione sia il primo atto di risparmio, di riduzione della spesa, perch sostanzialmente continua a far fronte alle sue funzioni non utilizzando delle risorse che avrebbe potuto utilizzare. Cerchiamo di rispettare questo appuntamento politico che ci siamo dati e cioè che la manovra finanziaria definitiva, quella di questa primavera, abbia prima un confronto politico.
Questo mi sembra, al di là dei tempi, al di là di carne ci siamo arrivati una questione di grande significato, slegata da elementi di carattere formale, cioè da documenti di bilancio. Il ragionamento politico della Giunta che ci verrà a proporre una manovra finanziaria successiva finalizzata a taluni obiettivi e parametrizzata ed immaginata attraverso certi percorsi, consentirà finalmente un confronto sulle cose, sulle strategie, sulla politica e non sulle cifre e sulle reminiscenze storiche che pure hanno tutte una loro legittimazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.
MAJORINO La dichiarazione di voto sia sull'intero disegno di legge, sia sull'ordine del giorno proposto dal PDS è già stata fatta dal collega Zacchera, ampiamente motivata e non aggiungo una parola perché dovrei ripetere con parole diverse il medesimo concetto. C'è invece un ordine del giorno, sempre collegato con la legge, che riprende ancora una volta la questione della necessità di finalizzare i nuovi introiti. Devo ricordare che l'anno scorso, proprio in questi giorni, la Giunta aderì alla finalizzazione delle somme che si introitavano attraverso l'aumento delle tasse di circolazione. Certamente cerano i medesimi problemi di carattere generale che ci sono oggi: tornando alla necessità di una finalizzazione nell'ordine del giorno si chiede che "ritenuta la necessità che le somme introitante dall'approvazione del disegno di legge .., abbiano una vera reale, effettiva e concreta destinazione" la Giunta si impegni a destinare l'intero introito delle addizionali, o quanto meno il 50% dell'introito, o se vogliamo anche una percentuale minore, ma vicina al 50%, ai fini di attuare - qui è un bisogno concreto che si individua, come l'anno scorso vennero individuati bisogni concreti nell'ambito della sanità e dell'assistenza - il finanziamento degli assegni di studio degli allievi infermieri. Il problema è stato sollevato pochissimi giorni fa dagli stessi allievi, che sono stati ricevuti dal Presidente della Giunta e dall'Assessore e sono riusciti a strappare, se ben ricordo, una mezza promessa affinché si prendessero in seria considerazione le loro richieste sia pure non nei limiti quantitativi da essi formulati. Sul punto ci sono due proposte di delibera, una del nostro Gruppo e l'altra di un altro Gruppo di opposizione (se non vado errato l'estensore e il primo firmatario è il collega Calligaro) che, sia pure attraverso proposte di quantificazione diverse, tendono ad aumentare congruamente questi assegni di studio e questa non è che voglia essere una trovata del Piemonte. Si tende solo ad evitare una disparità di trattamento fra gli assegni di studio degli allievi infermieri del Piemonte (che lo hanno miserrimo perché al primo anno è di sole 150.000 lire) rispetto al trattamento che i medesimi allievi delle scuole professionali degli infermieri conseguono in Lombardia, in Liguria ed in altre due regioni d'Italia che sono specificate nella proposta del provvedimento: in Lombardia conseguono 800.000 lire al mese ed io non penso che la Lombardia non abbia problemi finanziari come la Regione Piemonte, forse ne avrà addirittura di più, come la Regione Liguria, come l'Emilia-Romagna, che, ciononostante, tra le pieghe del bilancio, o meglio ancora fra le somme vincolate alla sanità, sono state in grado di additare e di trovare il necessario per gli allievi delle scuole professionali degli infermieri. NU pare che come l'anno scorso furono le esigenze degli anziani a conseguire la destinazione dell'aumento delle tasse di circolazione, oggi appaiano meritevoli di tutela questi aumenti agli assegni degli allievi infermieri. Nell'ordine del giorno si chiede la destinazione totale, quanto meno al 50%. Penso che sarebbe un segno di buona volontà ai fini di una concreta, vera e reale finalizzazione di questo provvedimento, sicuramente non condivisibile dai piemontesi in generale ed in quest'aula dalle opposizioni in particolare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.
MAGGIOROTTI Vorrei precisare che sulla questione specifica del disegno di legge 217 mi sono già espresso quando ho dichiarato la mia adesione all'ordine del giorno con il quale si richiedeva il ritiro del disegno di legge stesso.
Avevo già in parte espresso le motivazioni e avevo anche descritto l'atteg giamento che volevo assumere, cioè quello per cui non ritenevo opportuno e dignitoso presentarmi con il cappello in mano davanti alla Giunta, al Presidente Brizio e agli Assessori Maccari e Gallarini per chiedere che per favore - riempissero quel cappello con qualche elemosina a favore di richieste che sembrava fossi io a fare. In realtà, con l'ordine del giorno presentato insieme al collega Calligaro, ribadisco il fatto che si tratta di diritti In particolare, per quanto riguarda l'erogazione dei presidi e degli ausili tecnici non più previsti nel nuovo nomenclatore tariffario, voglio ricordare al Consiglio che il 1 ottobre 1991, a seguito di una folta presenza di disabili in questa sede, tutte le forze di maggioranza e di minoranza avevano sottoscritto un ordine del giorno in cui si chiedeva che la Giunta intervenisse affinché il nomenclatore fosse ripristinato e provvedesse a risorse proprie per coprire gli ausili non più previsti nel nomenclatore tariffario.
Questo ordine del giorno fino ad oggi è stato vergognosamente disatteso e non ho avuto alcuna informazione sulle intenzioni della Giunta: questo ordine del giorno è un richiamo all'impegno, assunto dalla Giunta in quella sede, di individuare i finanziamenti necessari a coprire gli ausili indispensabili per la vita di migliaia di cittadini piemontesi. Rammento che altre Regioni hanno già impegnato fondi in questa direzione (ad esempio le Regioni Toscana, Friuli e Lombardia) e pertanto sarebbe vergognoso che la Regione Piemonte non individuasse i fondi necessari per assolvere questo impegno; non credo però debba essere un'erogazione derivante prevalentemente dai proventi delle tasse. Certo, questo è indispensabile per poter presentare l'ordine del giorno, ma anche per coprire in via provvisoria tali spese.
Riteniamo che questa spesa debba essere caricata al fondo sanitario regionale e in questa direzione ci si debba muovere. Analogo discorso va fatto per quanto riguarda l'aumento degli assegni di studio; già martedì avevamo espresso l'opinione che non si trattasse di assistenzialismo. Bensì di affrontare e di promuovere la formazione di risorse professionali indispensabili per lo sviluppo dei servizi sanitari, ospedalieri e territoriali e per dare più certezza agli allievi che, nel corso dei tre anni di frequenza delle scuole, di fatto sostituiscono il personale infermieristico che manca nei reparti ad attività didattica dei presidi sanitari.
Voglio ribadire che qui non si tratta di favori, ma di diritti e in questo senso ho presentato e presento questo ordine del giorno; non vorrei che mi si dicesse: "Infondo ti abbiamo risposto sì, quindi cosa sputi nel piatto in cui mangi?".
Sul progetto di legge 217 ribadisco la mia netta opposizione, perch ritengo - e l'ho già espresso - che non è così che si debba procedere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sartoris.
SARTORIS Capisco che quello che può pensare il Gruppo Piemont in questa sala valga non dico poco, ma niente; comunque, per dovere di prassi, ritengo che forse fra qualche mese qualcuno si ricrederà.
Non ci stupisce affatto l'atteggiamento che ha tenuto la Giunta e il Consiglio in queste situazioni. Sappiamo benissimo che, come al termine della legislatura si fanno le leggi proprio "dell'ultimo giorno" per accontentare i vari "agit prop" della campagna elettorale, in queste occasioni bisogna (siccome si è sentita l'aria di elezioni anticipate) dare un colpo al cerchio e un colpo alla botte, non bisogna scontentare, ma non bisogna neanche accontentare. Quindi, si fanno le solite non scelte che sono regolari.
Il vero problema non è tanto quello che da 45 anni si vada avanti così e tutti crediamo che "finché la barca va lasciamola andare", ma il vero problema grosso è che oramai anche alla gente che va a votare non la raccontate più! Oramai l'hanno capito tutti, perché se Mo capito io vuol dire che l'hanno capito tutti; è una cosa trasparentissima.
A questo punto credo che non sia tanto il problema fiscale o il problema di attuazione o il fatto che si cerchi di ridurre, come dicevano i colleghi del MSI, gli sprechi. Il problema fondamentale, il nodo della situazione non è tanto quello di cominciare ad aggiustare sempre la solita macchinina, cioè sempre la solita 500 che deve fare migliaia e migliaia di chilometri, quando per esempio ci sono altri che viaggiano in Rolls-Royce pagata da noi, tranquilli come delle "Pasque".
Il vero problema è che qui ci troviamo sempre a discutere con il solito discorso della coperta stretta, che a forza di essere stretta non esiste più. Noi siamo qui ad arzigogolarci e a non sapere più su che conteggi e su che cosa cercare di fare i piccoli risparmietti, logicamente senza mai andare ad intaccare quelli che possono essere i vari "agit prop", che in campagna elettorale devono servire per avere le varie preferenze.
A questo punto si attua quanto di più deleterio: cercare di risparmiare sui servizi; come diceva il collega Maggiorotti, su cose che non costituiscono un "di più" da dare alla gente perché "siamo bravi" e vogliamo dar loro qualcosa di meglio; coloro che pagano le tasse certe cose se le merita, sono un loro diritto, e sono cose che se fossimo buoni amministratori riusciremmo a dare.
In realtà, si preferisce privilegiare le piccole sacche di simpatie o di possibili aiuti in campagna elettorale a scapito dei servizi.
D'altronde, la Regione ha poco denaro, e ne avrà sempre meno visto 1' "andazzo".
Personalmente, ho sempre pensato che il problema non consista nel come ci si pone rispetto all'interno, ma rispetto all'esterno. Le Regioni sono considerate semplicemente dei gabellieri, che devono mettere in pratica leggi e regolamentazioni dettate dai politici romani. Ecco perché le leggi emanate dalle Regioni a statuto ordinario non funzionano; ecco perch questa Regione, quando ci dice che applicherà parzialmente questo taglio ci sta raccontando una bugia; il problema è che l'unica Regione che si pu permettere di non applicare questo tipo di tasse aggiuntive è la Regione Valle d'Aosta, che non ne ha bisogno: tutte le altre non possono rinunciare a queste prerogative. Non è nostra volontà, in realtà è nostro dovere: se non applichiamo quello che ci viene indicato, dobbiamo giustificare il motivo per cui questi soldi non vengono chiesti, e la relativa copertura deve essere fatta dalla Regione. Siccome non abbiamo neanche i soldi per fare il "di più" figuriamoci se riusciamo a fare quanto lo Stato ci permette di fare. A questo punto siamo più che obbligati a rispondere alla richiesta dello Stato, ovvero di applicare interamente le tariffe aggiuntive, il problema è con quali termini di tempo.



PRESIDENTE

Chiedo ai Consiglieri di smettere di chiacchierare.
SARTORIS In realtà forse si tratta soltanto di un modo per tentare di far mancare il numero legale...
Il vero problema è, secondo me, che in questa Regione si sarà obbligati a continuare a fare determinate scelte e perché da Roma ci verranno imposte: come dicevo prima, il problema sarà quando e come. Lascerete passare le elezioni e sarete costretti - in caso contrario mancherà la copertura finanziaria - ad applicare per intero quanto era previsto. Al cittadino, all'elettore capiterà quanto io penso sia normale e logico: se l'ho capito io lo hanno capito tutti.
A mio parere sarebbe stato più logico prendere una posizione drastica e non avvalersi di questa prerogativa oppure attuarla in pieno: questa mezza scelta credo che non abbia accontentato nessuno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.
CALLIGARO Com'è stato detto ampiamente, siamo contrari in linea di principio a qualsiasi tipo di addizionale che aggiunga tasse a tasse che già si pagano perlomeno per coloro che le pagano. L'atteggiamento della maggioranza però, mi induce a dire che le addizionali sono ormai un dato di fatto: chiediamo quindi che il relativo impiego sia il più opportuno e produttivo possibile: siamo per destinare i nuovi introiti innanzitutto per eliminare gli effetti dell'odiosa misura della legge finanziaria a danno dei disabili e per l'aumento dell'assegno di studio degli allievi infermieri professionali. Siamo per, destinare i nuovi introiti a questi due capitoli di spesa, in attesa di caricare i relativi oneri sul fondo sanitario regionale 1992.
Anche se il nostro ordine del giorno sarà respinto dalla maggioranza il nostro intento resta questo. Per gli ausili e i presidi tagliati dalla legge finanziaria a danno dei disabili voglio ricordare l'ordine del giorno firmato da tutti i Consiglieri dei Gruppi: non c'è Gruppo che non abbia un Consigliere che ha votato quell'ordine del giorno, tra l'altro approvato all'unanimità dal Consiglio regionale.
Rispetto all'assegno di studio pensiamo di richiamare in aula la proposta di deliberazione del Consiglio, forte delle Enne dei Consiglieri pressoché di tutti i Gruppi che siedono in questo Consiglio, forte di un movimento sindacale al quale già a gennaio l'Assessore dovrà dare concrete risposte, e molto più forte ora con un movimento autonomo di giovani che ha dimostrato serenità e buon senso, maturità e determinazione, e che merita consentitemi di dirlo - ammi-nistratori regionali più sensibili e più efficienti. Sono due punti d'onore per il mio Gruppo e certamente anche per quello del Consigliere Maggiorotti - e non solo - che meriteranno una battaglia di lunga lena, che noi condurremo.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo alla votazione dell'intero testo della legge.
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 54 hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 23 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'intero testo della legge è approvato.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 309, presentato dai Consiglieri Buzio, Monticelli e Marengo, già letto dal Consigliere Buzio.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 24 voti favorevoli e 26 voti contrari.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 311 presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera il cui testo recita: "Il Consiglio regionale dei Piemonte ritenuta la necessità che le somme introitande dalla approvazione del disegno di legge n. 217 abbiano una vera, reale, effettiva e concreta destinazione Impegna la Giunta a destinare l'intero introito delle addizionali di cui al dd. 217 (oppure e quantomeno il 50% di detto introito) ad attuare il finanziamento degli assegni di studio degli allievi infermieri di cui alle proposte di delibera giacenti nella competente Commissione consiliare." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 24 voti favorevoli e 27 voti contrari.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno n. 312 presentato dai Consiglieri Maggiorotti e Calligaro e Gissara il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte valutata l'opportunità che le somme che verranno percepite con l'approvazione del disegno di legge n. 217 abbiano una definita destinazione impegna la Giunta ad attribuire in via provvisoria l'intero introito delle addizionali di cui al disegno di legge n. 217, alfine di attuare il finanziamento delle seguenti attività 1 - aumentare gli assegni di studio degli allievi infermieri professionali, secondo quanto previsto dalla proposta di deliberazione presentata da forze di maggioranza e minoranza 2 - finanziare l'erogazione dei presidi ed ausilii tecnici non più previsti nel nuovo Nomenclatore Tariffario delle protesi".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 24 voti favorevoli e 26 voti contrari.


Argomento: Esercizi provvisori

Esame progetto di legge n. 221: "Autorizzazione all'esercizio provvisorio per l'anno finanziario 1992"


PRESIDENTE

Il punto 6) all'o.d.g. reca: "Esame progetto di legge n. 221: Autorizzazione all'esercizio provvisorio per l'anno finanziario 1992'". Vi è una relazione di maggioranza e una di minoranza.
Il relatore di maggioranza, Consigliere Ferraris dà per letta la relazione: così pure i relatori di minoranza, Consiglieri Majorino e Zacchera.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buzio. Ne ha facoltà.
BUZIO Ho separato volutamente questo intervento sulla questione finanziaria perché aveva due connotati molto diversi, anche perché l'autorizzazione dell'esercizio provvisorio si inserisce in quelle problematiche che abbiamo sviluppato e discusso a livello di Commissione.
Vorrei chiarire che il bilancio '92 doveva essere discusso entro novembre: tuttavia, lo vediamo anche dalla relazione che è stata data per letta, uno dei motivi per cui il bilancio slitta tutti gli anni sta nel fatto che non si ha mai la certezza della definizione della Legge finanziaria nazionale, la certezza delle risorse che vengono determinate a livello nazionale, per cui i tempi slittano regolarmente e anche l'esercizio provvisorio è un risultato di questo fatto.
Per la verità è discutibile che questa sia un obiezione valida: si possono fare i bilanci ugualmente sulla base dell'introito presumibile e magari prevedere aggiustamenti successivi. Ritengo però che proprio le ragioni di questo ritardo hanno fatto sì che il nostro Gruppo facesse la proposta che abbiamo illustrato alla 1 Commissione per una nuova impostazione del bilancio regionale e quindi la proposta dei due tempi: diversamente non si spiegherebbe la ragione di questa proposta che prevedeva l'esercizio provvisorio e successivamente il bilancio se non ci fosse stato questo ritardo, anche perché non è obiettivo del nostro Gruppo arrivare ad attivare esercizi provvisori.
Quindi, riteniamo che l'impostazione del bilancio regionale abbia recuperato una serie di questioni che abbiamo in parte visto prima, ma che ci interessa approfondire ancora anche perché abbiamo presentato un ordine del giorno, che poi verrà illustrato dal Capogruppo, che ci pare abbastanza importante.
Innanzitutto, relativamente alla parte dell'entrata - è stato sottolineato anche nel dibattito - non solo abbiamo detto di no alla Legge 158, ma riteniamo ci sia un altro motivo di fondo per cui devono essere attivate in extremis le addizionali: il fatto cioè che non vi sia ancora un'azione decisa sul versante della spesa. Abbiamo detto a chiare lettere che i tentativi fatti in questo senso sono molto timidi e anche nella nota che abbiamo espresso dicevamo, tra le varie, che occorre risanare in profondità la finanza regionale gravata da pesanti mutui e dal ripiano di deficit nascosti, senza far ricorso a misure di imposizioni aggiuntive inique e depressive per l'economia ed occorre operare un radicale sfoltimento della spesa regionale disarticolata in troppi rivoli di scarsa efficacia per concentrarla in modo programmato nei settori strategici.
Procedo rapidamente, aderendo all'invito del Presidente.
Dicevamo anche che la Regione, oltre a chiedere l'autorizzazione all'esercizio provvisorio, dovrebbe definire non solo un aggiornamento del piano di sviluppo, che è operazione doverosa da fare e preliminare ad ogni bilancio annuale e pluriennale, ma verificare rigorosamente l'insieme della spesa regionale (validità delle leggi ed efficacia della spesa, entità delle relative disponibilità, residui passivi) non più partendo dalla spesa storica per le singole voci, ma da chiari criteri di priorità ed efficacia attivando subito in alcuni settori essenziali il controllo di gestione.
La I Commissione ha sviluppato alcuni di questi criteri, per la verità ha fatto alcuni timidi passi; c'è stato un documento presentato dalla I Commissione, c'è stato un incontro anche con la Regione Lombardia per quanto riguarda il controllo di gestione che altre Regioni hanno tentato di avviare, ma siamo ancora ai primi passi. Credo che questo sia un tema di fondo, il tema preliminare: il controllo di gestione fatto non tutto su una materia complessa come potrebbe essere la sanità o i trasporti, per i quali impiegheremo anni prima di attivare un controllo efficace, ma su alcuni capitoli possiamo cominciare a fare questo tipo di attività ed è un'attività necessaria se si vuole affrontare il tema della spesa e attivare quelle misure di rigorosità, attraverso le quali capire se bisogna fare alcune manovre sul piano dell'entrata come si diceva prima.
Se questo controllo di gestione non viene attivato e non si passa al dibattito di principi, nella fattispecie riteniamo che fatalmente il discorso delle addizionali sarà l'unico criterio che verrà seguito perch sul versante della spesa non si fa un'attività approfondita sui vari capitoli.
Altro elemento essenziale per noi è quello di accertare il livello effettivo di copertura nazionale di alcune uscite regionali previste, in particolare il disavanzo della spesa sanitaria ancora complicata da quantificare: accertare l'entità complessiva per comparti funzionali della quota variabile destinabile al Piemonte del fondo per il finanziamento dei programmi regionali di sviluppo e definire il relativo programma regionale.
Alcune di queste cose le inseriremo nell'ordine del giorno che verrà definito ed illustrato.
Ritenevamo anche fosse importante indicare almeno alcuni settori prioritari di intervento, anche come raccomandazione alle cose dette oggi e che dovrebbero essere recepite sia a livello del piano di sviluppo regionale sia a livello del bilancio che comunque entro il mese di aprile dovrebbe essere fatto - l'autorizzazione all'esercizio provvisorio pone un termine che sarà- il mese di aprile - quindi entro aprile dovrebbe esserci l'aggiornamento del piano di sviluppo e il bilancio. Non si tratta dunque di molti mesi, abbiamo tempi molto ristretti e limitati e occorrerà quindi correre in questo senso e nello stesso tempo attivare i controlli digestione. Abbiamo individuato anche alcuni settori prioritari soprattutto sul piano dello sviluppo e dell'occupazione, del finanziamento della Legge 56 per l'innovazione e il raddoppio allo stanziamento, sul credito agevolato per l'artigianato, sul fondo straordinario per l'occupazione per cui dovremo prevedere il raddoppio degli interventi e la Legge 23 per la montagna.
Anche relativamente all'ambiente e al territorio abbiamo inserito alcuni interventi significativi all'interno dei quali vanno viste soprattutto l'applicazione della legge 16, l'agenzia rifiuti, il piano di sviluppo della Valle Bormida per evidenziare alcuni dei significativi interventi prioritari, anche se sono altri quelli su cui ci siamo soffermati. Anche sul piano dell'assistenza e della sanità riprenderemo il discorso a livello di ordine del giorno che è alle mani dei Gruppi consiliari, quindi non mi soffermo e dilungo a fondo.
Presento, per comodità e per far risparmiare tempo, l'emendamento relativo al disegno di legge n. 221, che recita: "Dopo l'art. 1 aggiungere l'art. 1 bis". Questo rientra anche nella manovra dei due tempi da noi proposta, relativa all'utilizzo dei dodicesimi. L'art. 1 bis così recita: "Gli stanziamenti indicati nello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno finanziario '92 sono utilizzati nel limite di 1/12 per ciascun mese di esercizio, fatte salve le deroghe di legge".
Quindi, oltre ad una valutazione generale sul bilancio e sul disegno di legge per l'autorizzazione all'esercizio provvisorio vorrei rappresentare al Consiglio anche questo emendamento perché venga visto tutto in un'unica soluzione. Su questa autorizzazione gli interventi della maggioranza avevano già espresso tutti gli aspetti critici; in I Commissione il Partito repubblicano aveva parlato di voto tecnico su bilancio tecnico, quindi siamo davanti ad un assestato, ad un nulla, un rinvio al futuro, un bilancio tecnico che non permetta di operare.
Sono stati fatti alcuni interventi, nel senso della riduzione, sul fronte della spesa, per quanto riguarda la spesa corrente e le spese libere a disposizione della Giunta, ma non si sono indicate alcune tracce generali per il futuro che noi abbiamo ripreso nell'ordine del giorno che poi verrà presentato dal collega Monticelli, primo firmatario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Signor Presidente, colleghe e colleghi, si giunge alla proposta di esercizio provvisorio in quanto la Giunta è stata incapace di proporre all'aula il bilancio preventivo 1992.
Il Presidente Brizio fa dei cenni come per dire che è naturale! No Presidente, non è per nulla naturale tutto questo. Lei doveva presentare un bilancio preventivo! Andare all'esercizio provvisorio, cosa che evidentemente chi gestisce il governo ritiene assolutamente normale, in realtà è un atto che limita grandemente le possibilità di governo della Regione.
Qualche anno fa l'ipotesi di andare ad un esercizio provvisorio gettava in allarme soprattutto le maggioranze che governavano, perché avevano prospettive per governare e l'esercizio di bilancio provvisorio limita fortemente soprattutto le attività nuove, quelle che una Giunta mette in campo nell'anno successivo per promuovere lo sviluppo. Adesso, invece, un Consiglio distratto e una Giunta seduta comodamente sopra le proprie poltrone (ma chissà per quanto!) considera assolutamente normale un dibattito in aula sul fatto che l'atto fondamentale della Regione e di ogni Amministrazione pubblica, la predisposizione del Bilancio preventivo nei tempi previsti dalle leggi, non venga predisposto. Viene quasi guardato con fastidio e sufficienza un Consigliere che rimane ancorato ad ipotesi e prassi di buon governo assolutamente necessarie, ancorché minimali.
Invece, nel degrado della vita pubblica e delle istituzioni a cui questi comportamenti portano, tale critica viene rimossa e assolutamente inascoltata così come dimostra il chiacchiericcio che il Presidente, alcuni Assessori e i membri di maggioranza continuano a tenere durante il mio intervento.
Rilevo in ogni caso questo grave atto di non governo da parte della Giunta regionale che non può essere sminuito. Sarà sminuito in quest'aula lo sminuiranno i compiacenti giornali che scriveranno domani le cronache di questo Consiglio, probabilmente lo ometteranno del tutto, ma ben sappiamo colleghi, guardandoci in faccia tra noi - che si tratta di un momento basso nella vita e nel governo di questa Regione.
Proporrete ai cittadini piemontesi un basso profilo di governo, una bassa routine per qualche mese perché siete stati incapaci di preordinare delle prospettive e di inserirle in un bilancio. Teniamo conto che non c'è stato alcun inciampo esterno che abbia costretto l'Amministrazione regionale a questo governo di basso profilo. Non ci sono stati terremoti crisi particolari, non c'è neppure stata un'opposizione che ve l'ha impedito con l'ostruzionismo o con dibattiti reiterati in Commissione.
Nulla di tutto questo; semplicemente siete mancati voi, al vostro dovere primario di governare. Di questo i cittadini piemontesi patiranno perch dovranno aspettare dei mesi prima di conoscere in quale modo la Regione Piemonte intende far fronte alla crisi economica e produttiva, ai gravi problemi sociali conseguenti. Questa è una vostra omissione politica amministrativa gravissima che chi tiene al futuro della nostra Regione dovrebbe in ogni caso sottolineare. Un'informazione giornalistica e televisiva corretta a questo punto dovrebbe segnalare ai cittadini piemontesi che si trovano di fronte ad una Giunta che non è capace di fare le cose che deve fare, non è capace di presentare un bilancio preventivo nei termini previsti dalla legge.
E non cadiamo. Presidente Brizio, nel gioco di indicare grandi traguardi ad esempio in ordine al controllo di gestione. La mia opinione è che ci stiate prendendo in giro. Mi spiego. Qualche mese fa ho presentato un ordine del giorno, molto semplice ma curato nei particolari, con il quale chiedevo l'avvio e la predisposizione di un controllo di gestione.
Il controllo di gestione non è quanto volete farci credere: un programma a lungo termine per il quale occorre studiare chissà cosa. Le prime forme concrete e utili di controllo di gestione sono rese possibili se vengono seguite le indicazioni scritte (dopo essermi documentato) in quell'ordine del giorno. Voi avete, da un lato, respinto quell'ordine del giorno e dall'altro, fate promesse di attivare il controllo di gestione. Ma il primo controllo di gestione è quello sui vostri obblighi di oggi di cui dovete farvi carico e assolvere. Che credibilità si può avere da parte di una Giunta che non controlla neppure il proprio operato, predisponendo in tempo un bilancio preventivo, ma promette che controllerà poi a menadito ma con un programma che rimanda il tutto alle calende greche, il controllo di gestione? Per questi motivi il voto di Rifondazione Comunista è contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.
MAJORINO Richiamo le motivazioni della relazione di minoranza dove, insieme al collega Zacchera, ho messo diffusamente in evidenza le ragioni del nostro dissenso all'esercizio provvisorio.
Ma in aggiunta a quanto scritto nella relazione di minoranza, desidero ricordare che l'istituto dell'esercizio provvisorio, come insegnano i sacri testi di contabilità dello Stato e come conosce e sa anche uno studente di mediocri capacità che studi alla facoltà di giurisprudenza, questo istituto è un istituto che gli studiosi considerano un fatto anomalo ed eccezionale al quale si può ricorrere ogni qualvolta eventi imprevisti e imprevedibili di carattere politico (esempio: una crisi di governo) o di carattere tecnico non consentono di approvare il bilancio nei tempi previsti Nel corso della legislatura 1985/1990 si è ricorsi almeno tre volte all'esercizio provvisorio e in quella occasione ho avuto modo di approfondire questa sostanziale illegittimità politica di ricorrere all'esercizio provvisorio quando non vi siano quei fatti imprevisti e imprevedibili che impediscono nei termini l'esame del bilancio.
A proposito di termini siamo d'accordo che c'è incertezza sulle risorse che verranno alla Regione Piemonte perché è ancora nel caos la legge finanziaria: questi sono i titoli dei quotidiani di oggi che parlano appunto di caos della legge finanziaria.
Però questo non era un evento imprevedibile: per cui stando all'art. 77 dello Statuto (riferendosi al quale il Presidente della Giunta presenta il disegno di legge di previsione) "il bilancio preventivo va presentato entro il 31 agosto". Siamo d'accordo che è un termine superato dalla prassi e dalla realtà delle cose, però dal 31 agosto al 17 dicembre, cioè a tre giorni fa, giorno in cui è stato presentato il bilancio preventivo, sia pure a carattere tecnico, mi pare che il ritardo sia gigantesco.
Nella relazione di maggioranza si legge ancora che "di fronte alla incertezza oggettiva delle risorse statali che perverranno risulta difficile stendere un bilancio preventivo, per cui si ricorre all'esercizio provvisorio." Posso riconoscere che diventa difficile, però non è un fatto oggettivamente impossibile. Quindi, se ci fosse stata la capacità e segnatamente la volontà politica di stendere un bilancio, magari parzialmente sottoposto alla condizione di avere certi o certi altri introiti dalla legge finanziaria statale, lo si poteva fare.
Quindi, per noi è inaccettabile il meccanismo dell'esercizio provvisorio tanto più che è stato proposto tre giorni prima della odierna seduta e nello stesso giorno in cui è stato presentato il bilancio preventivo sul quale l'esercizio provvisorio intende operare.
Questa considerazione è di per se sola assorbente di ogni altra per radicarci in un voto di pieno dissenso.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi possiamo passare all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - 1) Emendamento presentato dall'Assessore Gallarini: al primo comma, dopo le parole: "...30 aprile 1992", vengono aggiunte le seguenti: "limitatamente ad un dodicesimo per mese per le spese una tantum in conto capitale per investimenti, con l'esclusione dei capitoli n. 23600 e n 23760, e perle spese correnti operative." Ha chiesto la parola il Consigliere Monticelli.
Ne ha facoltà MONTICELLI I capitoli sono quelli relativi al patrimonio.
Che cosa si intende per spese correnti e operative? GALLARINI, Assessore al bilancio Sono spese correnti per interventi discrezionali, non interventi legati a spese di funzionamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.
MONTICELLI Signor Presidente, noi ritiriamo il nostro emendamento 1 bis verificando la larga coincidenza con l'emendamento presentato dall'Assessore.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 1 presentato dall'Assessore Gallarini.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 33 voti favorevoli e 2 astensioni.
2) Emendamento presentato dall'Assessore Gallarini: al primo comma, dopo le parole ".., secondo gli stati di previsione delle entrate e della spesa..", aggiungere le parole "compresa la nota di variazione".
La parola all'Assessore Gallarini per l'illustrazione.
GALLARINI, Assessore al bilancio E' un fatto squisitamente tecnico, per includere appunto la nota di variazione che era stata fatta successivamente a novembre.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 25 voti favorevoli e 12 astenuti.
3) Emendamento presentato dai Consiglieri Buzio, Monticelli e Marengo: dopo l'art. 1 aggiungere il seguente nuovo: "Articolo 1 bis Gli stanziamenti indicati nello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno finanziario 1992, sono utilizzati nel limite di un dodicesimo per ciascun mese di esercizio, fatte salve le deroghe di legge." Tale emendamento è ritirato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 1.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 47 hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 19 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Dimissioni del Consigliere Staglian


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.
STAGLIANO' Signor Presidente, la ringrazio per avermi dato la parola in questo momento e chiedo scusa al Consiglio se sottraggo un po' del suo tempo per fare una breve comunicazione su un fatto personale che volevo trasmettere non per via burocratica, con la consueta lettera, ma, se possibile, con una breve riflessione.
Con questo Consiglio, signora Presidente, saluto i colleghi, saluto lei e pongo termine al mio mandato consiliare. Assolvo così un impegno che ho assunto con me stesso al momento in cui ho accettato di guidare, nel 1990 la lista nella quale sono stato eletto per una seconda legislatura.
Annuncio perciò, a lei e ai colleghi, le mie dimissioni da quest'aula; dopo sei anni e mezzo lascio quest'Assemblea nella quale sono entrato per la prima volta, e per la mia prima esperienza istituzionale, nel 1985. Per me vi prego di credermi, sono stati anni pieni di interesse, vissuti con intensità e per i quali, come capita a ciascuno di noi, ho finito per pagare qualche prezzo rispetto alla mia professione, e, soprattutto qualche prezzo l'ho fatto pagare alla mia famiglia.
Presidente, per chi la politica è innanzitutto passione civile, sono questi anni di profonda riflessione: in giro si rincorrono troppe urla inconsulte, ci sono ruoli che si confondono, responsabilità cui si sfugge.
Penso che si possano e si debbano ricercare modi nuovi per esprimere il proprio impegno, la propria passione civile. Anzi, questo appare sempre più urgente. Sono anche profondamente convinto che è preferibile non soffermarsi per troppo tempo in un unico luogo, per evitare di farsi prendere dall'abitudine, dalla routine, ed anche dal "mestiere", perdendo quella freschezza senza la quale è difficile far bene il proprio dovere.
A testimonianza del mio transito da quest'aula, ho pensato di fare un regalo a lei, signora Presidente, e quindi a tutti i colleghi, un dono da destinare alla biblioteca del Consiglio. Si tratta delle opere complete di Platone.
Ieri ero andato in biblioteca per chiedere alla dottoressa Pegnaieff se era possibile consultare il "Protagora". Volevo rinfrescarmi la memoria su alcune letture giovanili. Il "Protagora" contiene, infatti, un dialogo che ritengo molto interessante intorno ai fondamenti della partecipazione democratica, in una società che iniziava a divenire complessa già molti secoli fa. La dottoressa Pegnaieff mi ha risposto che la biblioteca ne era sprovvista: vi sono tanti libri di amministrazione, riviste specialistiche ma non c'è quasi nulla sulla storia del pensiero democratico. Ho pensato allora di regalare alla biblioteca le opere del filosofo greco, affinché i Consiglieri che lo vorranno, di tanto in tanto, possano soffermarsi sulle sue riflessioni.
Nelle opere di Platone c'è una traccia che può aiutarmi a rendere partecipi i colleghi sulla mia scelta, che compio con profonda convinzione.
In questi ultimi giorni si sono, infatti, avvicendate tante domande sulle mie dimissioni: "Ci sono dissensi politici nel Gruppo?", "Ti candidi da qualche altra parte?", "Cosa farai?", "Hai ricevuto qualche buona offerta di lavoro?".
Personalmente, ritengo che bisogna rispettare i tempi e i modi con cui ciascuno di noi è portato a testimoniare la propria passione civile. La mia scelta è stata quella di favorire un ricambio nel Gruppo Verde, che ritengo utile ed opportuno. Vi prego di accettarla.
Seguirò ora brevemente la traccia di Platone, che forse mi aiuterà anche a superare l'emozione del momento, di cui mi scuso.
Nel dialogo tra Protagora e Socrate, ad un certo punto quest'ultimo attacca durissimamente la democrazia ateniese: Socrate è insofferente verso le sue procedure. Contrariato, egli dice: "Quando l'assemblea - cioè il corpo governante della città - ha da decidere su di un progetto di costruzione manda a chiamare gli architetti; se deve rinnovare la propria flotta chiama i costruttori navali; e, se un incompetente prova a prendere la parola, anche se è bello ricco e nobile i cittadini riuniti si mettono a ridere". Socrate aggiunge: "Quando l'assemblea si riunisce per discutere invece, fondamentali questioni di governo, indifferentemente si leva a dare il suo consiglio un architetto, un fabbro, un calzolaio, un commerciante, e così via: chi è povero, chi è ricco, chi è nobile di nascita e chi non lo è. E nessuno - conclude con disappunto - muove loro rimproveri".
Socrate, come sappiamo, era fautore di una forma di partecipazione politica elitaria. Con il linguaggio di oggi, potremmo dire che era favorevole al "governo dei tecnici"; egli attaccava, quindi, i fondamenti stessi della democrazia ateniese del suo tempo.
Al ragionamento di Socrate, Protagora, amico personale e "consulente" di Pericle nella stesura del codice delle leggi di Turi, replica pacatamente soffermandosi sul diritto di ciascuno di parlare nell'assemblea, e di essere parte, così, del corpo governante della città.
Per farlo ricorre al mito, che era ritenuto lo strumento più adatto per diffondere la conoscenza.
Protagora parte dalle origini della società civile. Egli ricorda come la società umana ai suoi albori era molto turbolenta. Conducendo un'esistenza solitaria e dovendo proteggere se stesso e i propri cari dagli animali feroci più forti di lui, l'uomo fondò le città. Queste, però, erano molto rissose al proprio interno, perché gli abitanti - annota Protagora si recavano continua offesa fra di loro. Ciò avveniva perché "essi non possedevano ancora l'arte politica, che avrebbe permesso loro di vivere insieme pacificamente". Così gli uomini si disperdevano e morivano in continuazione.
Zeus era preoccupato di questa elevata conflittualità che metteva a repentaglio la sopravvivenza stessa del genere umano. Decise allora di inviare fra gli uomini Hermes, il suo messaggero, per distribuire due doni che avrebbero reso gli abitanti delle città capaci di praticare finalmente, l'arte politica, e, quindi, di trovare l'armonia nel governo di se stessi. I due doni erano aidos e dike aidos è, per i greci, il senso di vergogna, la preoccupazione per l'opinione degli altri: è la vergogna che prova il cittadino sorpreso a fare qualcosa di disonorevole dike è il rispetto per i diritti degli altri.
Siccome era consuetudine - signora Presidente - che questi doni venissero distribuiti con molta parsimonia, Hermes chiese a Zeus se doveva distribuire "pudore" e giustizia" solo a pochi, come avveniva per tutte le altre arti: quella dei medici, dei calzolai, degli scultori, eccetera. A quel tempo infatti si riteneva, ed ancor oggi è così, che un'unica persona in possesso dell'arte medica fosse sufficiente per molti profani, e lo stesso valeva per tutte le altre professioni.
Zeus rispose ad Hermes dicendogli che i doni, nel caso dell'arte politica, dovevano essere dati a tutti, poiché "le città non potrebbero esistere se solo pochi possedessero aidos e dike. Tutti devono partecipare di quei doni, perché la vita sociale sia possibile".
Sono questi, colleghi, alcuni dei principi - e mi scuso se queste citazioni possono essere apparse un pochino retoriche - della politica diffusa, della politica partecipata. La politica diffusa, la politica partecipata, la politica democratica non può fare a meno di essi in nessun tempo e in nessun luogo. Ad essi ho cercato di ispirarmi nella mia oramai non più breve militanza ed anche nel mio meno lungo impegno istituzionale.
Ecco, colleghi. Proprio perché sono convinto che gli strumenti della politica siano in possesso di ciascuno di noi, laddove ci impegniamo, da cittadini, per far inverare libertà, giustizia e solidarietà (che sono il bene comune di una società civile), penso di poter "passare la mano" (anche in "corso d'opera") nello svolgimento di un compito che non può essere interpretato con "esclusività", e che, per mia parte, ho cercato di svolgere con coscienza, con senso di responsabilità, con scrupolo e passione. Da gennaio riprenderò a svolgere la mia professione giornalistica nei modi in cui mi sarà possibile, visto che il pluralismo nell'informazione in questa fase non eccelle.
Il mio posto in quest'aula sarà occupato da Walter Giuliano, un collega che sono certo apprezzerete per capacità ed equilibrio, che fornirà un contributo prezioso al lavoro del Gruppo dei Verdi e, penso, all'intero Consiglio.
Colleghi, per parte mia, non smetterò di fare politica. Lo farò nei modi in cui anche questo mi sarà possibile, fra qualche settimana, fra qualche mese o fra qualche anno.
Intanto penso di essere debitore verso tutti quanti voi per le cose importanti che mi avete insegnato.
Ringrazio particolarmente lei, signora Presidente, per il lavoro intenso e bello che abbiamo svolto in questo anno e mezzo nell'Ufficio di Presidenza. Un'esperienza breve, ma per me piena di significato che spero di avere svolto al servizio dell'intera aula, cui esprimo in ultimo la gratitudine per avermi dato nel giugno 1990 la fiducia a svolgere quel compito.
Auguro a tutti quanti buon lavoro e buone feste!



(Applausi da parte di tutti i Consiglieri)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segre.
SEGRE Non ho preparato nessuna citazione dotta, però, al di là di ogni questione politica, sono dispiaciuta che Igor abbandoni questa fase del suo impegno politico.
Voglio rendergli un ringraziamento pubblico perché lui ha significato per il Gruppo dei Verdi, che si è costituito in questa Regione all'inizio di questa legislatura, l'unica continuità che poteva essere possibile, in quanto sia io che il collega Miglio eravamo nuovi di politica istituzionale. Credo veramente che Igor ci abbia trasmesso la sua passione perla politica e ci siamo trovati veramente molto bene tutti e tre insieme ad affrontare le difficoltà che ci sono state nello svolgere quotidianamente questo incarico. Pure nella differenza di certe idee, che però sono emerse molto raramente, credo che l'apporto che Igor ha dato alla costituzione del Gruppo dei Verdi sia stato importante perché credo che una trasmissione di esperienza sia fondamentale. Certo noi non avremmo potuto svolgere il nostro ruolo se non ci fosse stata questa trasmissione o lo avremmo svolto comunque in modo diverso.
E' per questo che molto simbolicamente e modestamente noi gli regaliamo un ramo verde o quasi verde e speriamo che lui continui a rinverdire e a rendere sempre più verde, perché siamo sicuri che il suo impegno Verde non mancherà anche al di fuori di quest'aula.



PRESIDENTE

A nome di tutto il Consiglio, e in particolare a nome dell'Ufficio di Presidenza, ringrazio molto il Consigliere Staglianò, non in maniera formale, per il contributo di grandissima vivacità che ha saputo dare e che sa dare attraverso la sua azione politica. Staglianò mi ha insegnato che si può fare politica in maniera assolutamente sorridente. In questo anno e mezzo abbiamo avuto un periodo di grandissima collaborazione estremamente leale, sia pure in posizioni molto diverse.
All'interno dell'Ufficio di Presidenza avevo dato al Consigliere Staglianò le deleghe di maggior gestione ed è stata una scoperta anche per me vedere come egli si appassionava nello stesso modo ad affrontare problemi completamente diversi da quelli cui era solito dedicarsi.
Lo ringrazio moltissimo, non soltanto ringrazio il Consigliere, ma anche la persona, se mi è permesso, ringrazio il giovane politico che sceglie di fare attività politica al di fuori degli schemi tradizionali.
Quindi, il Consiglio gli è veramente grato anche perché induce tutti noi a fare qualche riflessione su noi stessi.
Grazie. Staglianò, per il suo impegno e grazie per il libro!



(Applausi da parte di tutti i Consiglieri)


Argomento: Questioni internazionali

Esame ordine del giorno n. 287 del Consigliere Cucco sulla guerra civile in Jugoslavia


PRESIDENTE

Il punto 7) all'o.d.g. reca: "Esame ordine del giorno n. 287".
Il testo di tale ordine del giorno recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte preso atto che continua la, guerra di aggressione della Serbia contro la Croazia, che fino ad oggi ha prodotto migliaia di morti, serbi e croati decine di migliaia di feriti, più di 15 miliardi di dollari di danni e danni incalcolabili ai beni ambientali, storici e culturali di quel Paese.
In particolare suscita orrore la quasi completa distruzione della cittadina di Vukovar e l'assedio contro la città di Dubrovnic/Ragusa che in quanto tale appartiene, a pieno titolo, al patrimonio culturale italiano ed europeo; ricordato che la Serbia ha occupato l'intero territorio della Repubblica del Kossovo, ha operato una feroce repressione della popolazione albanese lì residente ed ha esautorato il Parlamento di quel Paese liberamente eletto, di ogni potere; considerato che è nell'interesse dell'Europa tutta il blocco immediato dell'aggressione ed il ristabilimento delle regole di diritto per la composizione dei conflitti nazionali rilevato che l'aggressione serba è una aperta violazione delle regole di diritto della ex Federazione jugoslava e si configura, di fatto, come un tentativo golpista di soffocamento delle volontà popolari democraticamente espresse preso atto che le recenti scelte politiche della CEE e dell'Italia - in assenza di interventi diretti dell'ONU e delle grandi potenze - pur essendo un piccolo passo rispetto alle posizioni precedenti sono di fatto pericolose: concedere alla Serbia 60 giorni per interrompere le azioni militari per procedere al riconoscimento di Croazia e Slovenia pu significare 'libertà' di aggressione per altri 60 giorni; sottolineata la tragica situazione dello stesso popolo serbo, costretto a vivere in un regime comunista, totalitario, privato delle fondamentali libertà di informazione ricordata l'importanza che avrebbe avuto una Comunità europea più forte, in particolare un Parlamento europeo con i pieni poteri legislativi e di controllo, in una situazione come la presente; chiede al Governo italiano 1 l'immediato riconoscimento delle Repubbliche dell'ex Jugoslavia che hanno democraticamente proclamato la propria indipendenza 2 di garantire - direttamente ed attraverso la CEE - alle altre Repubbliche o Regioni autonome di decidere democraticamente sulla stessa questione 3 di ritirare il proprio ambasciatore da Belgrado in quanto ambasciatore presso la Federazione jugoslava e di inviare propri ambasciatori o rappresentanti diplomatici presso le Repubbliche della ex jugoslavia, democraticamente costituitesi 4 di procedere all'immediato blocco economico e politico della Serbia se non sospenderà subito le azioni militari, in particolare contro Dubrovnic e Vukovar, e ritirerà l'esercito dai territori occupali; chiede alla Comunità europea, direttamente ed attraverso il Governo italiano: 5 di associare alla Conferenza dell'Aja un legittimo rappresentante del Kossovo 6 di procedere all'immediato blocco economico e politico della Serbia se non sospenderà subito le azioni militati, in particolare contro Dubrovnic e Vukovar e ritirerà l'esercito dai territori occupati della Croazia 7 di procedere alla convocazione di una Conferenza europea per la creazione di un sistema sovranazionale di garanzie per i diritti degli individui e delle minoranze individuali etniche e religiose chiede all'ONU, direttamente ed attraverso il Governo italiano 8 di annullare il seggio assegnato all'ex Jugoslavia presso l'ONU 9 di investire il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite della questione della grave minaccia alla sicurezza ed alla pace dell'Europa rappresentata dall'aggressione serba alla Croazia ed alla repressione della popolazione del Kossovo chiede all'Accademia delle Scienze della Svezia: 10 di assegnare al popolo del Kossovo ed ai suoi rappresentanti legittimamente eletti il Premio Nobel per la pace per la risposta non violenta alla feroce repressione serba chiede al Governo italiano alla Comunità europea, all'ONU: 11 di procedere con urgenza all'organizzazione di aiuti alle popolazioni colpite dall'aggressione serba decide 12 di organizzare urgentemente propri aiuti materiali, con un contributo proprio ed uno della Giunta regionale, sfavore delle popolazioni colpite dall'aggressione serba, convocando urgentemente il Comitato regionale di solidarietà ed utilizzando le organizzazioni internazionali che già lì operano invia il presente documento al Presidente del Consiglio, ai Ministri degli Esteri, della Protezione Civile, dell'Immigrazione, ai Presidenti ed ai Gruppi Parlamentari dei due rami del Parlamento alla Commissione Europea, al Presidente ed ai Gruppi Parlamentari del Parlamento Europeo, al Presidente della Conferenza dell'Aja al Presidente dell'Accademia delle Scienze di Svezia al Presidente dell'Assemblea ed al Segretario generale dell'ONU".
La parola al Consigliere Cucco CUCCO Una parola soltanto da aggiungere alla lettura che ha fatto la Presidente perché la prima richiesta è indirizzata al Governo e, a prescindere dalle dichiarazioni di oggi del Ministero degli Esteri, a mio avviso è urgente chiedere l'immediato riconoscimento perché il procrastinare il riconoscimento della Croazia e della Slovenia significa lasciare carta libera all'esercito serbo di andare avanti per guadagnare ulteriore territorio, esattamente come ha fatto fino ad oggi.
La seconda richiesta è diretta alla CEE, non al Governo, perché ritengo si tratti di un problema che trova una soluzione a livello europeo: quello della garanzia dei diritti delle minoranze, di tutte le minoranze a livello europeo.
La terza richiesta è una cosa che la Regione può fare in proprio, cioè conferire un aiuto proprio nei confronti delle popolazioni che oggi si trovano in guerra.
Ho parlato di questa cosa con alcuni esponenti della maggioranza e della minoranza e il mio passo avanti è stato quello di togliere tutta la parte più politica e più soggetta alle polemiche su questo documento. Ho l'impressione che questo documento così stringato ci consenta di chiedere qualcosa di concreto oggi su una situazione come quella della Jugoslavia che ha bisogno anche di queste richieste.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.
MONTICELLI E' solo una dichiarazione di voto. Il testo così sintetizzato è un testo largamente accettabile, in particolare il nostro Gruppo ritiene condivisibili i punti 2) e 3). Sul punto 1), quello relativo all'immediato riconoscimento, ho delle perplessità. Sappiamo tutti la storia, è inutile rifarla: c'è una decisione presa in sede CEE anche dal nostro Paese e credo sia condivisibile perché è un approccio ragionevole, responsabile al problema del riconoscimento di nuovi Paesi in Europa. Sinceramente, ci sembra sproporzionato, visto che il riconoscimento è certo a metà gennaio che noi oggi a tutti i costi vogliamo spingere in questa direzione. Per questa ragione il nostro Gruppo chiederà il voto per divisione, isolando il primo punto.
Sul primo punto, quindi, non parteciperemo alla votazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Grazie, Presidente. Per quanto riguarda l'ordine del giorno richiederei anch'io una votazione per punti separati Per quanto riguarda il primo punto, voterò contro la proposta di immediato riconoscimento perch non penso sia una proposta che aiuti la cessazione delle ostilità. Penso che le procedure e i tempi decisi in sede CEE al momento attuale siano ancora preferibili a quanto proposto.
Prendo atto in ogni caso che l'ordine del giorno del collega Cucco era ben articolato con altri punti su cui avrei dovuto esprimere del dissenso che sono stati tolti dall'ordine del giorno. Questo è un fatto apprezzabile che mi rende possibile votare invece a favore delle altre due proposte.
La seconda proposta, dove si mette l'accento sulla necessità che in Europa si costruisca qualcosa (la metto in questi termini perché la proposta è ancora a questo livello) in grado di tutelare i diritti delle minoranze sia etniche sia religiose sia di altro tipo, penso sia un punto molto importante che valga sia per l'Europa dell'Est sia per l'Europa dell'Ovest e vada appoggiato.
Anche il terzo punto, se letto in questa stessa ottica, va appoggiato.
Ritengo che gli aiuti debbano andare alla gente serba e croata che sta patendo in questo macello di guerra che dilania i popoli.
Quindi, inteso in questo senso, che siano aiuti dati alla povera gente che sta morendo, voterò anche a favore del terzo punto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Signor Presidente e colleghi Consiglieri, non parteciperò al voto perché anche se mi rendo conto che ragioni di economia temporale fanno sì che questa materia si riduca a questioni propositive minimali che ci trovano tutti d'accordo, è un atto politico grave che una questione come questa si riduca ad essere discussa in questa sede negli elementi minimali e solidaristici od ipocriti.
Un assemblea come la nostra in qualche decina d'anni ha perso settimane a disputare sulle "K" e sulle "S" incrociate (le "S" incrociate erano quelle di Cossiga e le "K" sono quelle degli americani).



PRESIDENTE

E' chiarissimo, Consigliere. Non lo spieghi a me! MARCHINI Mi permetta, Presidente, ho l'impressione che mi si voglia richiamare.
Dico solo che a distanza di una gita da noi massacrano la gente e mi chiedo allora dove siano i marciatori della pace, i pacifisti, quelli che incrociavano le "S", che scrivevano la "K".
La nostra cultura che è cresciuta su questo ed ha strumentalizzato il valore della pace alla guerra ideologica, richiama una questione che imponeva di riflettere su un improvviso abbandono di questi valori.
Quindi la questione jugoslava non può essere trattata e risolta in questi termini, anche se do atto che l'approccio del collega era diverso e le esigenze del tempo ci portano a concludere in termini minimali. A me sembra offensivo però per quelle popolazioni vedere che questo diventa un problema umano, mentre - guarda caso - i problemi di altre aree lontane dove non eravamo neanche coinvolti, sono diventati un problema sul quale fermare il Paese (basterebbe pensare al Kuwait).



PRESIDENTE

Desidero precisare al Consigliere Marchini che era ben lungi da me l'idea di richiamarlo, cosa che non farei con nessuno, men che meno con il Consigliere Marchini, ma devo semplicemente dire che mi sembrava chiarissimo quello che stava dicendo. Mi stupivo che qualcuno avesse fatto qualche cenno. Lei, Consigliere, quando parla al Presidente, ha sempre ragioni di tensione, me lo permetta alla fine dell'anno! Se decideremo di affrontare tale argomento, potremmo parlare per un'ora. Ognuno di noi ha le proprie posizioni abbastanza chiare; per questo mi ero permessa di dire di non aprire una discussione. Le cose dette, a seconda delle diverse posizioni politiche, fanno parte della nostra storia individuale e di Gruppi, anche un po' della storia del nostro Paese, delle divisioni e delle presenze politiche.
E' stata fatta una richiesta dal Consigliere Monticelli di distinguere in due parti l'ordine del giorno e, precisamente, distinguere il primo punto dagli altri due.
Pongo quindi in votazione la prima parte dell'ordine del giorno.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 25 voti favorevoli, 1 voto contrario.
Non partecipano alla votazione 10 Consiglieri.
Pongo in votazione la seconda e la terza parte dell'ordine del giorno.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Sono approvate con 30 voti favorevoli. Non partecipano alla votazione 3 Consiglieri.


Argomento: Esercizi provvisori

Esame progetto di legge n. 221 (seguito). Ordine del giorno n. 313 presentato dal Gruppo PCI-PDS


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame dell'ordine del giorno sul bilancio.
La parola al Presidente della Giunta Brizio.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale L'ordine del giorno tocca temi che impegnano ad una redazione del bilancio. In realtà un bilancio è stato presentato ed è stato votato l'esercizio provvisorio.
Non siamo entrati nella discussione del bilancio, quindi non possiamo aderire alla votazione di questo ondine del giorno. Pregherei il Gruppo comunista di lasciare agli atti tale documento che rimane comunque una traccia delle sue proposte; se ne parlerà quando si discuterà nel merito il bilancio.
Per noi oggi questo ordine del giorno è un ordine del giorno non discutibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.
MONTICELLI Mi rendo conto della difficoltà della discussione di questo ordine del giorno a questo punto della seduta. Purtroppo, Presidente, per un disguido tecnico il testo del documento è stato conosciuto dalla Giunta e da lei solo poco fa. Lo abbiamo consegnato questa mattina insieme agli altri documenti relativi a questi argomenti di bilancio, quindi avrebbe dovuto essere già conosciuto.
Per altro verso, la materia, anche se il testo è conosciuto da poco, ha a che fare pienamente con le cose discusse oggi. Sarebbe nostro diritto, a termine di regolamento, chiedere la discussione e la votazione di questo ordine del giorno adesso, in quanto è collegato all'esercizio provvisorio.
Faccio anche presente al Presidente ed ai colleghi che la prima parte di questo documento è, involontariamente, del tutto analoga al testo del documento di maggioranza illustrato dal collega Picchioni. Quindi non è materia sconosciuta, non è materia così strana o particolare; c'è una parte aggiuntiva che si può definire una prenotazione di impegni politici che noi, con questo ordine del giorno, indicavamo al Consiglio perch impegnasse la Giunta in quel senso su alcuni filoni prioritari di intervento della Regione.
Detto questo, appunto per serietà dei lavori del nostro Consiglio, non pretendo e non chiedo che l'ordine del giorno venga discusso e votato adesso: rischieremmo di fare una discussione non seria, non valida.
Chiedo, però, che sia posto all'o.d.g. dei lavori del Consiglio nella prima seduta utile, intendendo come tale non la prima seduta di Consiglio a gennaio, che è già stata prenotata per discutere sulle questioni di funzionamento del Consiglio, ma alla prima seduta con appunto all'o.d.g. i provvedimenti normali. E chiedo che sia, in quella seduta, il primo argomento, signor Presidente: poiché, a sensi di Regolamento, dovremmo discuterlo stasera, mi sembra corretto e giusto proporlo come primo argomento di quella seduta, prevedibilmente la seconda seduta di gennaio.
Per quella data, visto che passerà quasi un mese, credo che la Giunta sarà in grado di dire se questo ordine del giorno è condivisibile o meno e di esprimere un proprio punto di vista.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame ordini del giorno relativi alla presenza di diossina all'ACNA di Cengio


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare gli ordini del giorno relativi alla presenza di diossina all'ACNA di Cengio, di cui al punto 8) dell'o.d.g.
Ho un documento presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera; un secondo documento presentato dai Consiglieri Segre, Monticelli, Miglio Marino, Maggiorotti, Chiezzi, Riba, Coppo, Dameri, Foco, Bresso, Rivalta e un terzo presentato adesso dai Consiglieri Picchioni, Cavallera, Fiumara Peano, Zanoletti, Goglio, Rossa, Marchini, Ferrara e Porcellana.
Colleghi Consiglieri, poiché sono le ore 19.15, cosa intendete fare? Li illustrate, apriamo un dibattito, sentiamo la Giunta, votiamo? Cerchiamo di organizzare i lavori.
Chiede la parola il Consigliere Majorino: ne ha facoltà.
MAJORINO Penso che, nonostante l'ora tarda, sarebbe bene che il Consiglio prendesse posizione sul problema diossina.
Poiché il problema oggettivo dell'esistenza della diossina e dei limiti in cui era presente è già stato ampiamente discusso, sarebbe bene prendere una decisione sugli ordini del giorno senza ripetere il dibattito.
Nella sostanza la posizione è una sola: esiste il pericolo diossina (e mi pare che l'Assessore l'abbia riconosciuto). Sui limiti nei quali esiste si è già dibattuto; proporrei quindi di votare già stasera il nostro ordine del giorno e quello presentato dai Verdi. Personalmente impiegherò 5 minuti per illustrarlo.



PRESIDENTE

Poiché questi documenti sono chiarissimi, chiedo agli interessati se intendono illustrarli ulteriormente. Prego, Consigliere Riba.
RIBA Poiché abbiamo fatto un primo esame dei testi e, come diceva il collega Majorino, una discussione sulla questione è già avvenuta, si tratta di entrare nel merito degli ordini del giorno.
Per quanto riguarda quello di cui sono firmatario insieme ai colleghi Verdi, DP, ecc., vi sono alcune cose presenti anche nell'ordine del giorno iniziale della maggioranza e alcune altre che ritengo si possano inserire in una eventuale unificazione del testo, se la procedura lo consente.
Leggendolo si potrà valutare se è necessario inserire o modificare alcune parole.



PRESIDENTE

Avete un testo unificato? Me lo consegnate? RIBA Si, ce l'aveva l'Assessore Garino.



PRESIDENTE

Non mi è stato dato, ma vedo che è in arrivo. Grazie.
Per dare la possibilità di leggerlo a chi non l'ha avuto prima sospendo la seduta per alcuni minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 19.20 riprende alle ore 19.30)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
I Consiglieri Majorino e Zacchera mantengono il loro documento.
I Consiglieri Segre e Monticelli ritirano il loro documento considerandolo integrato con il testo unitario.
L'altro documento si ritiene integrato come sopra, con la frase: "designati dalla Regione Piemonte e dal Comitato dei Sindaci della Valle Bormida" e con l'aggiunta di un riferimento a diossina, furani, ecc, nella conclusione del documento stesso.
RIBA Presidente, c'è anche la parte che riguarda l'Assessore alla sanità; è al secondo punto. Non l'abbiamo tolta, se non viene accolta dopo che l'abbiamo concordata, mi pare non ci possa essere accordo neanche sul resto.



PRESIDENTE

Consigliere Riba, la cosa richiede un attimo di approfondimento: si consulti con l'Assessore Garino.
RIBA Quando abbiamo concordato questa aggiunta con l'Assessore Garino non cerano problemi e l'abbiamo fatto nei termini desiderati dall'Assessore alla sanità, non vedo perché adesso non debba essere inserita.



PRESIDENTE

Nel documento che mi è stato presentato questa parte non c'è.
RIBA Però va inserita, perché l'abbiamo concordata. Si tratta del richiamo al Ministero della Sanità e l'Assessore era d'accordo.
MACCARI, Assessore alla sanità No, no, nel primo capoverso c'è...
RIBA Allora noi votiaMo il nostro documento: purtroppo gli atti composti in questa maniera, alla fine non hanno...



PRESIDENTE

Questa parte non c'è, dunque ritiriamo gli emendamenti che erano stati presentati.
RIBA Allora anche noi ritiriamo tutto.
CHIEZZI Se non c'è l'accordo, non votiamo più niente! RIBA Ma l'accordo c'era!



PRESIDENTE

Vista l'importanza dell'argomento, sospendo ancora la seduta per 5 minuti: poi mi darete i documenti definitivi.



(La seduta, sospesa alle ore 19,20 riprende alle ore 19,35)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
E' stato presentato un documento unitario dai Consiglieri Picchioni Cavallera, Fiumara, Peano, Zanoletti, Goglio, Maggiorotti, Rossa, Ferrara Marchini, Porcellana, Segre, Riba, Chiezzi e Majorino con i due emendamenti già richiamati prima. Al punto 1) è stato aggiunto al testo precedente: "mediante il diretto impegno dell'Assessore alla sanità". A questo documento il Consigliere Chiezzi presenta un emendamento: "a richiedere contestuali garanzie per il reddito e l'occupazione per i lavoratori". Devono essere i presentatori ad accoglierlo.
In quanto presentato per primo, passiamo alla votazione del documento integrale presentato dai Consiglieri Majorino e Zacchera, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerato che da recenti rilevamenti risulta accertata la presenza di diossina presso l'ACNA di Cengio e nell'ambiente circostante considerati i gravi ed irreparabili danni che possono derivare alla salute dalla presenza della diossina e - quindi - da una situazione simile a quella di Severo impegna la Giunta a richiedere con la massima urgenza al Ministro per la sanità la emanazione del provvedimento contingibile ed urgente, previsto dall'art 32 Legge 23/12/78 n. 833, diretto ad impedire le lavorazioni nello stabilimento ed a quanto altro necessario a tutela della salute".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il documento è respinto con 12 voti favorevoli, 16 voti contrari e 1 astenuto.
Sul documento unitario il Consigliere Chiezzi presenta il seguente emendamento: dopo il comma: "a sollecitare al Ministro della Sanità.." inserire "ad attivare il diretto impegno dell'Assessore alla sanità sulla questione ACNA, anche nei confronti del Ministero della sanità;".
L'emendamento deve essere accolto o meno dagli altri proponenti. Mi sembra di interpretare che non è confacente al tipo di documento presentato.
La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI E' coerente perché nel documento che stiamo per votare si parla d'interruzione di lavorazioni, alcuni lavoratori devono stare a casa.
Sostengo che una delle novità che dobbiamo introdurre è l'attenzione permanente, in ogni momento in cui s'ipotizzano soluzioni di chiusura, alla tutela del reddito e dell'occupazione. Ritengo che su questo abbiamo lavorato poco: in ogni documento in cui sollecitiamo delle chiusure dobbiamo sollevare il fatto che ci occupiamo, con pari autorevolezza e convinzione, del problema della garanzia del reddito e dell'occupazione.
Non è per me una cosa marginale. Quindi, invito ad accogliere l'emendamento, in quanto per me sostanzialmente è molto importante, non è una questione di forma, e ritengo che sia coerente con i provvedimenti con i quali richiediamo la sospensione di lavorazione.



PRESIDENTE

Mi sembra che i proponenti non intendano accoglierlo. Gli emendamenti non si pongono in votazione in questo caso, pertanto non è accolto il suo emendamento.
CHIEZZI In tal caso ritiro la mia firma dall'ordine del giorno e non lo voto.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno come prima, non sottoscritto dal Consigliere Chiezzi, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte visto lo studio Accertamenti analitici per il rilevamento di policloro di benzodiossine e policlorobenzofurani in campioni ambientali prelevati presso l'ACNA di Cengio e nell'ambiente circostante - Parte I - Rapporto intermedio del giugno 1991 - Istituto Superiore di sanità Roma" consegnato dal Comitato di crisi della Val Bormida alla Presidente del Consiglio regionale in data 9/12/91 tenuto conto che, su 43 campioni di sottosuolo presi in esame ai fini di tale studio, 2 di essi presentano tenori di sostanze tossiche, espresse in quantitativi di tossico-equivalenti alle diossine, in concentrazioni tali da classificarli come rifiuto tossico-nocivo; considerato che lo studio in questione è da ritenersi preliminare ad una seconda e conclusiva fase di accertamenti a cui viene anche demandata la valutazione complessiva sulla reale consistenza della contaminazione da diossine del sito ACNA valutato che, sulla imprescindibilità di dare luogo alla seconda fase dello studio, si sono concordemente espressi l'Istituto Superiore di Sanità, il Ministero dell'Ambiente, il prof. Ostacoli, consulente della Regione e il prof. Viburno, consulente delle Amministra zioni locali della Val Bormida Giudicando infine come un piano di rilevamento sistematico delle caratteristiche del suolo e sottosuolo all'interno ed esterno del sito ACNA, fosse già stato formulato dal Gruppo tecnico-scientifico permanente del Comitato di coordinamento tra Stato e Regioni Liguria, e Piemonte, a cui partecipavano funzionari ed esperti della Regione Piemonte e dei Comuni della Valle Bormida Impegna la Giunta regionale a sollecitare al Ministro della Sanità, mediante il diretto impegno dell'Assessore alla sanità, una esatta valutazione sui rischi sanitari per i lavoratori dell'ACNA causati dalle sostanze tossiche rilevate, - a sollecitare al Ministro dell'Ambiente una completa informazione sia sulle indagini già effettuate, sia sul proseguimento degli studi in programma con esatte valutazioni sul possibile interessamento della Valle Bormida da parte degli inquinanti rilevati a richiedere al Ministro dell'Ambiente che, per estrema sicurezza, le indagini vengano estese anche all'esterno del sito ACNA e che inoltre vengano coinvolti anche laboratori ed esperti piemontesi designati alla Regione Piemonte e dal Comitato dei Sindaci della Valle Bormida, secondo il programma già approvato dal disciolto Gruppo tecnico-scientifi-co del Comitato Stato-Regioni a chiedere alla Regione Liguria e al Sindaco di Cengio di far sospendere presso la società AMA tutte le operazioni di movimento terra che potrebbero portare in superficie strati profondi potenzialmente pericolosi: " Chi è favorevole è pregato di alzare la mano L'ordine del giorno è approvato con 28 voti favorevoli e 1 astenuto.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 19.45)



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