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Dettaglio seduta n.113 del 04/12/91 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PORCELLANA FRANCESCO


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale - Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Interpellanza n. 814 del Consigliere Vaglio inerente il circolo ricreativo del dipendenti regionali


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Incominciamo i lavori con Il punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze".
La prima interpellanza è presentata dal Consigliere Vaglio e riguarda il circolo ricreativo dei dipendenti regionali.
Ha la parola l'Assessore Bergoglio.
BERGOGLIO, Assessore al personale L'interpellanza in oggetto è una questione antica, perché le prime avvisaglie della costituzione del circolo dei dipendenti risalgono al 1985/86 e si era pervenuti ad una sigla di accordo tra l'Amministrazione regionale e le Organizzazioni Sindacali nel novembre del 1986.
Il circolo ricreativo doveva essere costituito in maniera autonoma assumendo personalità giuridica di natura privata, distinta dall'Amministrazione regionale, in modo che l'amministrazione dei fondi non avesse nessun collegamento con l'Amministrazione regionale.
L'Amministrazione regionale, a sua volta, si impegnava a sostenere l'attività del circolo ricreativo con i provvedimenti amministrativi, in particolare il riconoscimento formale con presa d'atto, la pubblicità tra i dipendenti dell'attività sociale e l'adozione di tutte quelle soluzioni operative che permettono, nell'ambito delle vigenti leggi, la funzionalità degli organi rappresentativi e delle relative strutture.
Nel frattempo c'è stata una serie di ulteriori procedure non formalizzate da accordi; la presa d'atto della Giunta regionale dell'avvenuta costitu-zione dell'associazione da parte di un gruppo di dipendenti, risale al 29 dicembre 1988.
La legge regionale di recepimento del contratto n. 34 del 1989 ha recepito il problema della gestione delle attività sociali, culturali e ricreative nel contratto, mentre precedentemente non era prevista da norma contrattuale. In base a questa nonna la Regione è autorizzata ad intervenire. Tolto questo pregresso che non è mai decollato ed ha creato una serie di intoppi, in quanto si è costituito un circolo che non ha di fatto operato se non per piccola parte, si è ritenuto di riprendere l'accordo, destinando a tal fine alcuni locali in Via Maria Vittoria a disposizione dell'Amministrazione regionale, ma temporaneamente occupati dall'Agenzia regionale per l'impiego. Attualmente sono stati dismessi (almeno in questo senso mi è stata data assicurazione dal Presidente della Giunta) e sono quindi disponibili per il circolo ricreativo dei dipendenti.
Inoltre stiamo valutando l'assegnazione di alcune unità parziali di personale per la prima fase di avvio e successivamente si valuterà la necessità di attribuire ulteriori risorse sulla base dello sviluppo dell'attività. Era stato stanziato a bilancio un contributo per fanno 1991 da parte dell'Assessorato al Bilancio, che al momento non risulta ancora speso, in quanto il circolo non si è formalmente costituito. Si era percorsa la strada di utilizzare come falsa riga il circolo ricreativo dei dipendenti comunali che prevede anche una rappresentanza politica del Consiglio, ma al momento non è praticabile. D'altra parte, la scelta di inserire rappresentanze del Consiglio in un organismo che riguarda i dipendenti regionali sarebbe forse una cogestione scarsamente utile dal punto di vista dell'intervento. Inoltre, dal punto di vista dell'incidenza la rappresentanza di uno o due Consiglieri non può modificare nulla quindi, l'orientamento dell'Amministrazione sarebbe quello di chiedere una Presidenza onoraria per il Presidente della Giunta e lasciare che l'effettiva gestione sia direttamente svolta dai rappresentanti del personale.



PRESIDENTE

La parola ad Consigliere Vaglio.
VAGLIO Ringrazio l'Assessore per i chiarimenti: Rilevo che la lunga storia del circolo ricreativo non giustifichi, anzi aggravi, una situazione che stante il numero di dipendenti della Regione e stante l'attuale diffusione per tutte le aziende di una certa quantità di forme associative e ricreative, mette sicuramente il nostro ente in una posizione di retroguardia.
Devo dire che quando l'anno scorso ho preso atto della non esistenza di un circolo ricreativo, in un ambiente dotato di una forte presenza di politici che della difesa dei diritti dei lavoratori hanno sempre fatto una bandiera, sono rimasto esterrefatto. Già allora ho cominciato a chiedere ed informarmi, a cercare di verificare la disponibilità della Giunta a far partire questa iniziativa; pensavo che lo stanziamento a bilancio del '91 fosse propedeutico, mentre oggi l'Assessore conferma che tale stanziamento non è stato utilizzato.
Vorrei quindi sapere se lo stanziamento a bilancio '92 è previsto e visto che i locali ora risulterebbero liberi, quali sono i tempi effettivi per la partenza di questa iniziativa.
A queste domande non ho avuto alcuna risposta da parte dell'Assessore o, perlomeno, non mi è parso di averne. I termini dilazionatori non sono più accettabili; se lo stanziamento '92 è stato previsto e consente la partenza dell'iniziativa, chiedo con forza all'Assessore di stabilire una data oltre la quale non si debba più dilazionare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bergoglio.
BERGOGLIO, Assessore al personale Vorrei solo integrare, anche se non è prevista la replica, per dare i chiarimenti richiesti. Il problema della data certa non dipende più dall'Amministrazione in quanto tale, perché in realtà i problemi sono sorti per la costituzione formale del circolo che, pur precedentemente costituito, non ha mai operato, certamente non a causa dell'Amministrazione, ma per problemi interni che adesso non è il caso di sottolineare, ed anche per difficoltà di rappresentatività.
Da parte dell'Amministrazione si è sottolineato che dovevano essere riviste le modalità di costituzione, ma per evitare di perdere ulteriore tempo si è considerata valida la costituzione precedente, che eventualmente verrà integrata con modifiche successive effettuate quando il circolo stesso funzionerà. Per quanto riguarda l'Amministrazione, il circolo è in grado di partire quando crede; si nominino il Presidente e i Consiglieri e procedano pure. Noi non abbiamo posto alcuna limitazione all'iniziativa autonoma del circolo.
Il problema era se introdurre o meno una rappresentanza politica attraverso dei Consiglieri - come per il Comune di Torino; ne abbiamo fatto oggetto di trattativa, e si è valutato che, in questa fase, non è il caso di modificare lo Statuto, la cui nuova stesura richiederebbe tempi tecnici lunghi. Sotto questo profilo la questione è risolta.
Relativamente alla disponibilità finanziaria, nei limiti possibili si provvederà al necessario stanziamento; nonostante la situazione presente dato da tenere in considerazione - c'è comunque la volontà di uno stanziamento per consentire almeno la fase iniziale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.
GALLARINI, Assessore al bilancio Intervengo per un breve chiarimento, pur infrangendo le norme, per chi come l'Assessore Bergoglio, ha seguito l'intera vicenda.
E stata data la disponibilità per quanto riguarda la tinteggiatura e la sistemazione dei locali, e quindi per l'acquisto di un minimo arredo scrivanie, poltroncine, e così via, che graveranno sul bilancio 1992.
Per l'anno 1991 avevamo iscritto 150 milioni, che in effetti non abbiamo speso; penso comunque che sicuramente, anche se il bilancio è in via di predisposizione, si ribadiscano o 1150 milioni o la cifra necessaria per arrivare ragionevolmente entro fine gennaio ad avere locali agibili.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 654 dei Consiglieri Rabellino, Farassino e Vaglio inerente le difficoltà nei passaggi di proprietà con i cittadini svizzeri


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 654 dei Consiglieri Rabellino, Farassino e Vaglio.
Risponde il Presidente della Giunta Regionale, Brizio.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale In riferimento all'interrogazione dei Consiglieri Rabellino, Farassino e Vaglio inerente difficoltà che i cittadini italiani incontrerebbero nell'effettuare passaggi di proprietà immobiliare con i cittadini svizzeri sentiti in proposito gli organi centrali, per il tramite del Commissario di Governo perla Regione Piemonte, ho potuto appurare quanto segue.
A seguito di esplicita richiesta del notaio Petrelli, dott. Gaetano di Verbania, il Ministero degli affari esteri con nota 9/5/91, preso atto di una recente pronuncia del Tribunale federale svizzero che ha fortemente limitato il diritto di proprietà immobiliare dei cittadini italiani residenti in Svizzera, ha riesaminato la sussistenza della condizione di reciprocità di cui all'art.16 del Codice Civile ed ha ritenuto verificata detta condizione limitatamente a favore dei cittadini svizzeri stabilmente residenti e soggiornanti in Italia per motivi di lavoro, escludendola per tutti gli altri casi nei quali, pertanto, parrebbe non consentito l'acquisto di immobili in Italia da parte di cittadini.
Questa posizione assunta dal Ministero degli affari esteri ha suscitato dubbi e perplessità che hanno creato difficoltà nello svolgimento delle funzioni notarili inerenti a trasferimenti immobiliari in favore dei cittadini svizzeri.
Della questione è stato investito anche il Consiglio nazionale del notariato perché abbia in proposito chiarimenti del Ministero degli affari esteri.
I dubbi e le perplessità nascono dalla considerazione che la condizione di "reciprocità"- secondo la più autorevole dottrina - si ritiene sussista ove l'esercizio del diritto non sia assolutamente precluso ai nostri concittadini nello Stato estero e che pertanto detta condizione non sia esclusa qualora il diritto, pur riconosciuto in astratto, non sia soggetto a limitazioni.
Consegue da siffatta impostazione che la condizione di reciprocità non comporta l'applicazione nel nostro ordinamento delle limitazioni all'esercizio del diritto che sono previste nell'ordinamento degli stranieri, essendo rilevante solo il riconoscimento in astratto dell'esercizio del diritto.
Il Consiglio notarile ha altresì rappresentato l'opportunità di ottenere dal Ministero degli affari esteri un riconoscimento della condizione di reciprocità nei confronti dei cittadini svizzeri non soggetto ad alcuna limitazione che permetta pertanto ai notai di stipulare gli atti di trasferimenti immobiliari senza procedere alla verifica di condizioni soggettive non facilmente accertabili.
In riferimento a quanto prospettato è stato interessato il Ministero degli affari esteri.
La questione è complessa, se il Consigliere crede gli consegnerò il testo scritto della risposta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.
VAGLIO Sono soddisfatto della risposta.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Interrogazione n. 197 del Consigliere Marino inerente la pista di collegamento in Valsessera


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 197 del Consigliere Marino. Risponde l'Assessore Lombardi.
LOMBARDI,Assessore all'agricoltura La realizzazione della pista in oggetto rientra in un più vasto piano di interventi In parte finalizzato alla valorizzazione del complesso regionale "Valsessera", approvato dal Ministero del bilancio in applicazione della Legge n. 130/83 per un importo complessivo di lire 14.080.000.000.
Il piano, costituito da 29 progetti, venne approvato con D.P.G.R. n.
2492 in data 28/3/1984.
Con apposita convenzione in data 11/6/84 la Regione affidò in concessione all'IPLA il compito di realizzare il piano in nome e per conto della Regione medesima.
Il complesso regionale "Valle Sessera" pervenne alla Regione in seguito al trasferimento della proprietà della A.S.F.D., sancito dall'art. 68 del DPR 24/7/77, n. 616, ed è costituito esclusivamente da bosco e pascoli della superficie di 7308 ettari.
Gli interventi individuati per la valorizzazione economica di detto complesso, le cui progettazioni vennero predisposte dal servizio competente dell'Assessorato a cui venne successivamente affidata la direzione dei lavori, si possono riassumere nelle tre seguenti categorie: a) miglioramento dei boschi (cure colturali, avviamento alla conversione dei boschi cedui, tagli fitosanitari, costruzione e sistemazione sentieri, opere di rimboschimento) b) ristrutturazione di alpeggi (ricostruzione fabbricati d'alpe concimaie, acquedotti, abbeveratoi) c) costruzione e sistemazione di piste forestali a servizio dei boschi e pascoli.
Occorre evidenziare che la costruzione della pista non venne inizialmente inserita nel piano approvato dal Ministero del bilancio in quanto i tempi occorrenti per ottenere la disponibilità dei terreni di proprietà dei Comuni di Trivero e Scopello non avrebbero consentito di presentare la richiesta di finanziamento entro i termini previsti dalla legge.
Durante la realizzazione degli interventi suddetti, ormai pressoch conclusi, le Comunità montane "Valle di Mosso" e "Val Sesia" in più riprese segnalarono all'Assessorato regionale all'agricoltura e foreste il loro interesse circa la realizzazione della pista in questione che, mettendo in diretta comunicazione i rispettivi territori, avrebbe agevolato gli spostamenti delle rispettive popolazioni dedite alla pastorizia già assai frequenti in tempi remoti mediante l'unica mulattiera che unisce i due versanti attraverso la "Bocchetta della Boscaiola", punto obbligato anche per il passaggio della pista suddetta, dello sviluppo complessivo di km 4,696 di cui 2,093 in Comune di Trivero e 2,603 in Comune di Scopello.
La proposta delle suddette comunità trovò adeguata soluzione allorch la Giunta regionale, in base alle direttive del Ministero del Bilancio approvò il reimpiego delle economie risultate disponibili sul finanziamento disposto con la citata Legge 130/83 per i bassi, minori lavori, ecc.
Infatti, con deliberazione n. 110 in data 28/3/1989, la Giunta destinava parte delle economie disponibili per la costruzione della suddetta pista. In data 27/3/1990 con DPGR n. 2391 venne approvato il progetto predisposto dal Servizio ed autorizzata l'IPLA ad eseguire i lavori in economia in collaborazione con il Servizio medesimo. La spesa complessiva dell'opera risulta di lire 423.484.000.
L'esecuzione in economia venne suggerita dal Settore Beni ambientali e paesistici, che ha svolto l'istruttoria per il rilascio dell'autorizzazione prevista dalla Legge 431/85, quale garanzia per meglio curare l'apertura degli scavi e la costruzione delle opere d'arte, in modo da contenere le modificazioni ambientali in termini accettabili.
Per quanto concerne la valutazione del Servizio Geologico sul progetto è opportuno segnalare che il progetto è stato redatto da tecnici di comprovata esperienza e conoscenza della zona del Servizio Economia montana e foreste di Vercelli antecedentemente alla circolare PGR n. 11/PRE del 15/5/1990.
Si ritiene opportuno ribadire che l'opera viene eseguita direttamente con operai e mezzi della Regione allo scopo di evitare danni all'ambiente e al territorio. In data 12/10/1990, quando ormai erano state acquisite tutte le autorizzazioni necessarie, vennero iniziati i lavori, sospesi in data 26/11/1990 per cause climatologiche. La riapertura del cantiere ha potuto avere luogo all'inizio di giugno 1991 quando le condizioni climatiche lo permisero.
L'opera è in fase di ultimazione, come tracciato di base, e troverà la sua definitiva conclusione nell'anno 1992, data di scadenza del progetto FIO - Valle Sessera.
I lavori eseguiti riflettono le caratteristiche progettuali e non si sono verificati fatti o circostanze tali da far ritenere le opere in contrasto con le norme perla tutela delle zone di particolare interesse ambientale contenute nella Legge 431/85 e nella legge regionale 20/89.
Si precisa che i ricorsi presentati al TAR e al Consiglio di Stato da parte deI WWF sono stati respinti. Occorre infine precisare che la pista in costruzione, una volta realizzata, sarà soggetta alle limitazioni di passaggio previste dalla legge regionale n. 27/81 sostituita dalla legge regionale n. 45/89, peraltro già operanti su tutta la viabilità esistente nel demanio regionale.
Tengo infine ancora una volta a evidenziare che la pista è stata progettata, finanziata e sta per essere terminata per espressa volontà dei Comuni e delle Comunità montane interessate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.
MARINO Non ho nulla da replicare, ma vorrei fare una breve osservazione.
Ringrazio l'Assessore per la risposta data, anche se è arrivata con un anno di ritardo, in quanto l'interrogazione era stata presentata nel novembre dell'anno scorso. Nel frattempo non riesco a capire che cosa possa avere impedito una risposta sull'argomento prima che la pista fosse, non dico costruita ed ultimata perché non siamo a quel punto, ma sostanzialmente in fase avanzata.
Sottolineo che seppure gli strumenti delle interrogazioni sono limitati e deboli, sono comunque fra i pochi che permettono di porre l'attenzione su talune questioni e sarebbe utile, nella misura in cui è possibile, che la risposta alle interrogazioni venisse data quando sul problema si può ancora discutere, e non quando, come in questo caso, una pista è stata progettata finanziata, realizzata, sono stati superati i ricorsi al TAR. ci sono state le contestazioni della Sovraintendenza e le osservazioni dei geologi.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Risposta scritta ad interrogazioni


PRESIDENTE

L'Assessore Carletto consegna risposta scritta all'interrogazione n.
724 del Consigliere Chiezzi inerente i quartieri IACP Oltredora di Collegno.
L'Assessore Lombardi ha fornito risposta scritta alle interrogazioni nn. 529 e 570 del Consigliere Porcellana e all'interrogazione n. 531 del Consigliere Cavallera, tutte inerenti i danni all'agricoltura a seguito delle gelate e nevicate. Inoltre, per assenza degli interroganti verrà data risposta scritta alle interrogazioni nn. 585, 512, 175, 720 e 701.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Interrogazioni richiamate in Aula dal Gruppo MSI-DN ai sensi art. 89, comma 9, del Regolamento interno


PRESIDENTE

Per quanto riguarda le interrogazioni richiamate in Aula dal Gruppo MSI DN di cui al punto 3) all'o.d.g., mi risulta che siano quasi tutte superate, tranne una.
La parola al Consigliere Zacchera.
ZACCHERA Signor Presidente, l'elenco che è stato consegnato alla Presidenza include circa 40 interrogazioni. Mi sia permesso quindi, entro domani, di fare una cernita di tutte le interrogazioni che possono essere considerate superate. Immagino che ne resteranno circa una decina, importanti, sulle quali pero cortesemente chiediamo che venga data risposta in aula.



PRESIDENTE

D'accordo; la prego quindi dimettersi in contatto con gli uffici competenti al fine di estrapolare le interrogazioni che intendete vengano richiamate in Aula.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 4) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente" comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Sono in congedo i Consiglieri Coppo, Dameri, Garino, Maccari Maggiorotti e Vetrino.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 146: "Istituzione del Parco Naturale di Stupinigi"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 146 di cui al punto 5) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Fiumara che ha pertanto la parola.
FIUMARA, relatore Il Consiglio regionale, nel corso del 1990, ha approvato una integrazione del Piano regionale delle aree protette, integrazione che ha riproposto l'area del Parco di Stupinigi quale area meritevole di salvaguardia attraverso le forme di tutela previste dalla legge regionale 22 marzo 1990, n. 12, "Nuove norme in materia di aree protette".
La Giunta regionale ha quindi presentato il disegno di legge per l'istituzione di questo Parco, accompagnandolo con una dettagliata relazione che mette in evidenza le caratteristiche storiche, artistiche ed ambientali di quest'area che comprende: la Reale Palazzina di Caccia e il nucleo frazionale di Stupinigi articolato intorno alla Palazzina, le aree boscate e le aree agricole dei poderi e delle tenute circostanti, che costituiscono il supporto ambientale dell'insediamento principale, al quale sono connesse oltreché funzionalmente ed economicamente; anche da un prefigurato disegno di percorsi e di visuali.
La strada di accesso principale è la statale n. 23 (Torino-Pinerolo).
Il territorio di Stupinigi fu incluso nel secolo XV nel feudo dei Pallavicino e nel secolo XVI passò ai De Brissac, per poi divenire proprietà del Duca Emanuele Filiberto che con instrumento di dotazione in data 29 gennaio 1573, costituì con esso il primo nucleo dei possedimenti dell'Ordine militare dei SS. Maurizio e Lazzaro.
Con le leggi del 1925 e 1926 Stupinigi tornò in proprietà all'Ordine Mauriziano che si assunse l'obbligo di "conservare la antica casa di caccia, il suo Museo del mobilio e il parco annesso nelle condizioni necessarie perché il magnifico documen-to architettonico e la raccolta preziosa dei suoi arredi fossero assicurati nella loro esistenza".
L'istituzione del Parco regionale di Stupinigi, per quanto illustrato persegue le finalità generali della legge regionale 22 marzo 1990, n. 12 tenuto conto delle specifiche caratteristiche dell'area.
Il fine è quello di "conservare, difendere e ripristinare il paesaggio e l'ambiente; di assicurare alla collettività il corretto uso del territorio per scopi ricreativi, culturali, sociali, didattici e scientifici e per la qualificazione e valorizzazione delle attività agricole e delle economie locali".
I beni culturali e ambientali presenti nell'area appartengono a tipi e categorie diverse (architettonici, documentali, paesaggistici, agricolo forestali, ecc.), ma costituiscono tuttavia un'unità inscindibile che come tale deve essere difesa, valorizzata e proposta alla conoscenza ed alla comprensione in quanto solo in una visione globale le singole componenti traggono il loro completo rilievo e, nella salvaguardia delle loro interrelazioni, sono singolarmente suscettibili di riqualificazione e fruizione culturale e sociale.
Circostanze e interventi di natura diversa hanno portato ad una progressiva degradazione dei valori ambientali che quest'area possiede: l'espansione urbana; lo scorporo e l'alienazione di parti dell'area; il deterioramento forestale; il degrado edilizio e architettonico della struttura monumentale.
L'impegno alla salvaguardia di un complesso ambientale e monumentale di rilievo e importanza culturale quale quello rappresentato dall'area di Stupinigi, costituisce pertanto il fine specifico dell'istituzione del Parco.
La riqualificazione dell'ambiente circostante il complesso edificato dovrà tendere a ricomporre l'unità ambientale, ripristinando in essa una fruibilità ed una godibilità ora infrante da molteplici fattori.
L'ampia zona boschiva, opportunamente valorizzata ed attrezzata, nei limiti strettamente necessari per creare condizioni di fruibilità, potrà assumere la funzione sociale di luogo di svago e di ricreazione, oltre a quelle di campo per attività didattiche e di ricerca scientifica e naturalistica.
L'intervento regionale su Stupinigi, unitamente a quello già consolidato de La Mandria ed a quello avviato sulla Collina di Torino, si pone infatti come concreta realizzazione di uno dei tasselli principali nel mosaico di provvedimenti di diversa natura che dovranno convergere a comporre una diversa fisionomia urbana per Torino e l'intero suo intorno.
L'articolato proposto con il presente disegno di legge, tenendo in considerazione i ragionamenti esposti, individua il Parco di Stupinigi come unità ambientale da tutelare con particolare attenzione verso le aree boschive e nei confronti di un uso pubblico e della fruizione dell'area. Il compito di conseguire questa finalità è affidato ad un apposito Ente di gestione che prevede la partecipazione maggioritaria dell'Ordine Mauriziano alla gestione attraverso propri rappresentanti in seno al Consiglio direttivo dell'Ente, affiancati da rappresentanti nominati dal Consiglio regionale, garantendo le rappresentanze del mondo agricolo ed ambientalista.
Tale formulazione è stata proposta, modificando la originaria impostazione del disegno di legge, dopo un lungo esame delle osservazioni emerse nel corso delle consultazioni effettuate dalla II Commissione e dovrebbe consentire il superamento delle perplessità avanzate dall'Ordine Mauriziano.
Con tale testo si auspica quindi di superare le osservazioni a suo tempo espresse dal Governo quando rinviò a nuovo esame, nelle passate legislature, la prima proposta di legge istitutiva del Parco di Stupinigi e pertanto si raccomanda al Consiglio un'approvazione unanime di questa nuova proposta che pare risponda a tutte le esigenze avanzate.



PRESIDENTE

Grazie. Consigliere Fiumara.
Sul testo di legge vi è una serie di emendamenti che partono dall'art.
2, presentati dall'Assessore Nerviani: tali emendamenti sono In distribuzione. Apriamo il dibattito e poi passeremo all'articolato. La parola al Consigliere Marino.
MARINO E vero che gli emendamenti come fogli di carta sono stati distribuiti o comunque erano disponibili questa mattina, ma se l'Assessore lo ritiene sarebbe utile un suo brevissimo intervento per illustrarli, anche perch alcuni fanno riferimento ad una cartografia che, in realtà, non è stata distribuita. Quindi, se l'Assessore è d'accordo, chiederei prima di tutto l'integrazione.



PRESIDENTE

Se i Consiglieri concordano su questo percorso, facciamo fare all'Assessore l'illustrazione degli emendamenti? RIVALTA Direi di aprire il dibattito e dopo sentire l'Assessore.



PRESIDENTE

Consigliere Marino, gli altri Consiglieri chiedono di seguire l'iter ordinario, per cui apriamo il dibattito e poi l'Assessore illustrerà i suoi emendamenti: così, alla luce del dibattito, alcune cose potranno essere più chiare.
La parola al Consigliere Marino.
MARINO Il precedente creato dalla nascita del bosco della Partecipanza, a mio parere, ha portato ad una situazione sulla quale è utile fare un minimo di discussione in Consiglio regionale. Se la nascita di un parco è sempre da considerare, soprattutto nella situazione attuale, un dato positivo, sul parco di Stupinigi credo che qualche riflessione andrebbe fatta.
La storia di questo parco o della possibilità di quest'area di diventare parco regionale è una storia ormai più che decennale: il Presidente della Commissione, Consigliere Fiumara, ha accennato al fatto che già undici anni fa una proposta di istituzione del parco venne bocciata a livello governativo. A me sembra che non si possa far passare nel silenzio la situazione creatasi in particolare per il parco di Stupinigi nel senso che il percorso delle consultazioni ha portato notevoli cambiamenti della proposta di istituzione del parco, cambiamenti che sono tutti in un'unica direzione.
Ho tre diverse proposte per quanto riguarda il disegno di legge che istituisce il parco: cito soltanto un punto (anche se ne andrebbero citati altri) in cui le tre proposte differiscono. Per esempio, nella composizione del Consiglio che gestisce il parco, la prima proposta prevedeva 15 membri: 3 in rappresentanza di quelli che, secondo la proposta iniziale, erano i Comuni coinvolti (Candiolo, Nichelino ed Orbassano), 3 nominati dal Consiglio regionale, di cui 1 della minoranza. 3 nominati dalla Provincia su designazione degli agricoltori, 3 nominati dalla Provincia su designazione delle Associazioni ambientaliste e 3 nominati dall'Ordine Mauriziano.
In seguito alle obiezioni fatte, in particolare dall'Ordine Mauriziano è nata una seconda versione in cui i membri da 15 diventavano 11: 6 dell'Ordine Mauriziano e 5 nominati dal Consiglio regionale: questi al loro interno avrebbero dovuto garantire comunque l'espressione degli agricoltori, da una parte, e degli ambientalisti, dall'altra.
Esiste poi una terza versione che l'Assessore ci ha fatto conoscere questa mattina, secondo la quale il Consiglio direttivo è costituito da 5 membri dell'Ordine Mauriziano e 3 rappresentanti della Regione, quindi complessivamente 8.
Nel corso delle consultazioni (mi riferisco in particolare ad osservazioni fatte da alcuni Comuni e dalle Associazioni ambientaliste) sono state poste varie richieste di modifica del disegno di legge originario. Cito brevemente quelle che ricordo: c'è stata, da parte delle Associazioni ambientaliste e del Comune di None, la richiesta di allargare l'area del parco a quella parte del territorio già presente nella vecchia area della riserva reale di caccia, compresa nel Comune di None. Sia gli ambientalisti che il Comune di None hanno chiesto, quindi, di modificare i confini del parco.
Chiunque abbia una normale cartina geografica nella quale sia disegnato il parco di Stupinigi, che nella proposta dell'Assessore è una specie di rombo, vedrà che tale parco è disegnato in modo diverso e comprende quel pezzo del Comune di None. Gli ambientalisti chiedevano l'istituzione di una zona di salvaguardia nella parte sud-ovest, incidente prevalentemente sul Comune di Candiolo, in direzione del torrente Chisone. L'obiettivo era quello di porre l'attenzione sulla salvaguardia di un'area attualmente fuori dal parco, ma che potrebbe diventare una zona di interventi di tipo residenziale, collegati all'istituendo ospedale del Centro di Ricerca sul Cancro che dovrebbe nascere in quell'area.
Un'altra proposta era quella di prevedere, rispetto alla viabilità interna, un percorso di piste ciclabili che permettessero l'accesso dai Comuni circostanti l'area del parco, e la possibilità di sospendere il traffico dei veicoli in quel pezzo della strada statale n. 23 che passa all'interno del parco.
Inoltre venne proposto di incentivare la sperimentazione di agricoltura biologica all'interno di alcune zone del parco, dove l'unica iniziativa di reddito agricolo è legata alla produzione di pioppi, quindi di cellulosa produzione che prevede anche un certo tipo di interventi antiparassitari non particolarmente congrui all'esistenza di un parco. Mi risulta sia stato anche stralciato, nel corso della discussione un altro pezzo del parco che rientrava nel Comune di Vinovo; quindi, il territorio di Vinovo è stato escluso dall'area.
L'osservazione che vorrei fare per concludere il mio breve intervento è questa: è evidente che siamo davanti ad un interlocutore al quale la Costituzione italiana, nel momento in cui venne costituito, ha riconosciuto un particolare ruolo sul piano legislativo. Sicuramente l'Ordine Mauriziano non è un mistero: non mi interessa fare una polemica su cosa sia anche dal punto di vista del significato della presenza politica, delle forze politiche che, in qualche modo, incidono su tale ente, ma è chiaro che si sta facendo un parco, per il quale la Regione accetta fino in fondo - non so usare una parola diversa - il ricatto di un privato che, in questi anni non ha fatto grandi interventi o impegnato grandi risorse per mantenerne l'integrità e la manutenzione. Il parco è stato tenuto lì con qualche agricoltore all'interno (neppure molti), ma quello che viene ribadito è un ricatto pesante, cioè di ripercorrere la strada fatta nel 1980. Infatti, se la Regione Piemonte non garantisce che l'ente di gestione del parco è l'Ordine Mauriziano e nessun altro, il ricatto è quello di portare avanti un'iniziativa per bloccare ancora una volta l'istituzione del parco stesso.
Non capisco perché (è una domanda che pongo all'Assessore) se da una parte si accetta un ricatto così pesante, dall'altra non si accoglie nessuna proposta degli ambientalisti. Non so quanto e fino a che punto tutte le proposte fossero davvero così inaccettabili da parte dell'Ordine Mauriziano, se non nella logica pesante ed inaccettabile che si faccia un parco regionale per dare soldi all'Ordine Mauriziano.
Per come è costituito il Consiglio di Amministrazione, e per come è avvenuta la nascita del parco, la situazione è questa. E un parco per il quale la Regione impegnerà risorse minime e, senza che questa abbia alcuna possibilità di decidere, i finanziamenti verranno gestiti in una logica che sarà quella dell'Ordine Mauriziano e non della Regione Piemonte. Questa è la mia impressione, forse esagerata e schematica.
Come ambientalista non voterò contro l'istituzione del parco, ma non parteciperò al voto, e invito i Consiglieri che condividessero le mie osservazioni a fare altrettanto. La partecipazione di privati è una cosa ma in questo caso siamo davanti ad un ricatto pesante, attuato senza particolari mediazioni: è un ricatto che Regione e Assessore hanno accettato e sul quale mi permetto di avere qualche dubbio: se questo è il modo in cui si risponde ad una logica privata fra virgolette, credo che la questione dei parchi rischi progressivamente di cambiare il proprio volto perlomeno rispetto a quanto ha fatto fino oggi la Regione in questo campo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta che, come comunicatomi dal Capogruppo PDS, prenderà un po' più del tempo previsto, essendo l'unico intervento del Gruppo.
RIVALTA Colgo l'occasione per far rilevare che su certe questioni, in caso di fiscalità sulla durata degli interventi; ci accorderemo per intervenire in più persone, accontentandoci ciascuno dei dieci minuti: la somma finale però, potrebbe diventare su ogni discussione ben più lunga. Spero se ne discuta presto, all'interno di un discorso sull'organizzazione dei lavori del Consiglio che credo sia più che necessario.



PRESIDENTE

Esiste un Regolamento: basta rispettarlo. Io organizzo i lavori del Consiglio secondo il Regolamento: se parlerà per venti minuti spenderà il tempo di due Consiglieri del Gruppo PDS, gli altri che vorranno intervenire lo potranno fare.
RIVALTA Credo sia giusto, nella presentazione di questo disegno di legge per l'istituzione del parco di Stupinigi, spendere qualche parola sul merito di tale istituzione. Sarebbe poco significativo se un Consiglio regionale agendo per istituire un parco come quello di Stupinigi, non desse appieno il significato del parco stesso.
Sotto questo profilo mi soccorre fare qualche richiamo storico, entro il quale credo vada collocata la costruzione di questo patrimonio architettonico, ambientale e naturalistico dell'area di Stupinigi.
Vittorio Amedeo II dà incarico della progettazione della palazzina di caccia di Stupinigi nel 1729. Alle spalle, in quegli anni si erano avviate profonde trasfor-mazioni nella vita della società di allora, e nella stessa configurazione istituzionale sabauda.
Vittorio Amedeo II che ha governato per cinquant'anni, avendo assunto questa responsabilità in età adolescenziale ed essendo stato un monarca autocratico ma illuminato, qualche anno prima aveva dato vita ad un cambiamento dei suoi rapporti con la società piemontese, e, per conservare una sua funzione autocratica, aveva chiamato a far parte dell'apparato dello Stato ai più alti vertici, una solida espressione della borghesia che allora si era consolidata: uomini di legge e di commercio. Alla nobiltà di quegli anni, che gli storici indicano come incolta e gaudente, retaggio di una situazione ereditata dai periodi feudali, restava l'esercito per farsi valere, per avere autorità di comando e ricevere onori. Ma di fronte al mutamento economico e culturale della società, man mano andava perdendo effettiva possibilità di controllo sulla cosa pubblica.
Vittorio Amedeo II, nel 1722 promuove una grande revisione delle investiture feudali, introduce del sangue nuovo, ed avviene un grande cambiamento culturale, nella vita di corte, legato probabilmente anche ad una maturazione in qualche misura sofferta di Vittorio Amedeo II, dopo tanti anni di governo. Avviene un mutamento del modo d'essere di questa monarchia, che precede persino, in qualche misura, quelle azioni di cambiamento che sfoceranno in Francia, con più grande significato e portata, alla fine del secolo.
Rimanendo agli aspetti più di immagine e di costume - per esempio alle feste che la monarchia organizzava anche di tipo popolaresco e rumoroso che avvenivano in città per distrarre il popolo dalle miserie cui era chiamato a vivere - In quel mutamento, dovuto anche al processo di affermazione della borghesia, si assiste ad un atteggiamento di maggiore riservatezza della monarchia. In questo ambito, i castelli di Rivoli e Venaria, entrambi mai terminati e degradati e devastati dall'assedio avvenuto in anni precedenti - 1714 - testimoniano la scelta di una vita più riparata e riservata.
Sotto questo profilo, credo non si possa ridurre il significato della palazzina di caccia ad una semplice questione formale, come normalmente viene indicata.
Anche noi, nella stesura della prima relazione a questa proposta di legge, spiegavamo come, secondo il gusto dell'epoca, si ricercassero luoghi assai più vasti e lontani per una maggiore magnificenza. Credo che non sia cosi. Sotto questo profilo aveva ragione Luigi Firpo in un suo richiamo storico, allorquando disse che anche questa monarchia, dal punto di vista della sua rappresentazione d'immagine e del suo costume, ricercò forme più appartate e discrete e che il gusto di quell'epoca, il gusto arcadico, era per l'allontanamento dalla città di questi luoghi di residenza e di svago per cui si costituì a Stupinigi un ambiente con una scenografia naturale di alberi "nel cuore di una natura squisitamente artificiosa e benigna".
Queste sono le parole di Luigi Firpo. Dobbiamo quindi vedere la realizzazione di questa palazzina nel contesto politico e culturale come il significato di una scelta che lega un rinnovamento dell'apparato di governo di uno Stato, una modificazione dell'atteggiamento di una monarchia e la creazione di realizzazioni rappresentative formali che rispondono a problemi di vita di grande significato anche storico. In questo senso mi sembra opportuno definire Stupinigi non come un comune parco, ma come un punto eccezionale della trasformazione della vita istituzionale della cultura piemontese.
W architetto che fu chiamato a realizzare questa residenza è lo Juvarra, il quale aveva già costruito a Torino palazzi monumentali rappresentativi (che non sto a richiamare), e Stupinigi è, se vogliamo, il punto finale dell'operazione di un architetto di corte che segue lo sviluppo di questa monarchia, raggiungendo uno dei suoi più grandi momenti di espressione. Anche questo ci dice che Stupinigi è un punto eccezionale per la storia non solo del Piemonte; ma io credo per la storia politica e culturale dell'intera nazione e non mi sarei stupito se Stupinigi fosse diventato non solo da oggi, ma da tempo un parco nazionale.
Che cosa fa lo Juvarra per realizzare questo parco? Per stare nei tempi poso le carte e cerco di sintetizzare. Il tempo è sempre cerbero per esprimere concetti che tutto sommato io credo degni di un'assemblea come il Consiglio regionale. Lo Juvarra fa l'opera sua più matura e compiuta nel Barocco del '700 e che ha una connotazione diversa dalle sue produzioni iniziali pur essendo in continuità. La forma di questa architettura è diversa dagli impianti tradizionali pur juvarriani, persino di quelli che hanno questa funzione di residenza esterna, è una realizzazione diversa da Venaria, pensata diversamente da Rivoli che se volete rientra in una concezione più tradizionale di questi monumenti e lo richiamo proprio perché c'è qui un senso del parco. Lì si modella, come era nella cultura di quel periodo, la natura in funzione dell'edificio, ma la particolarità rilevante è che lo Juvarra fa un edificio che è in funzione dell'ambiente naturale che viene modellato. C'è una corrispondenza stretta tra l'espressione architettonica e la modellazione dell'ambiente circostante che fa sì che questo ambiente, pur in qualche misura artificioso nel senso che è una costruzione concettuale che viene tradotta in pratica, è comunque un'architettura nel suo complesso. Viene utilizzato l'ambiente circostante per dare continuità a questa architettura - io forse banalizzo, non uso il linguaggio dei critici d'arte - che nasce con materiali inerti, ma in qualche misura con una riconoscibile ricerca non dico di mimetizzazione che sarebbe sbagliato e banale, ma d'inserimento nell'intimo nell'ambiente naturale. E se pensate all'articolazione della planimetria di Stupinigi delle sue volumetrie, dei suoi spazi, si coglie una sorta di radicamento che pur essendo geometrico anche nella planimetria è un radicamento quasi di inserimento nella terra e nella natura, niente affatto in un sistema monumentale e urbano.
A me pare che persino la costruzione, gli ordini giganti a tutt'altezza, gli altri elementi architettonici; gli attici, la conclusione nella cupola, abbiano un qualcosa che pur velato dentro la geometria assume un aspetto organico e che trova una corrispondenza in quelle visuali che dagli assi delle maniche interne della palazzina di Stupinigi si protendono nella campagna. Quando si dice "si protendono nella campagna" certamente si coinvolge il parco interno di questa palazzina che è un prolungamento della palazzina. Ma la cosa è ben più complessa ed ampia se si pensa al progetto originario, qualcosa si può vedere dalla planimetria che è stata inserita nel disegno di legge, che partiva dal ponte del Sangone e quando dico dal ponte del Sangone non voglio dimenticare che l'inserimento nell'ambiente partiva da piazza Carlo Felice: di lì partiva una strada rettilinea che andava alla palazzina di caccia, alberata, che si inseriva nell'ambiente agricolo, ma certo che dal ponte di Sangone la palazzina è inserita in uno spazio triangolare che in qualche modo è definito dalla strada di Borgaretto e dalla direttrice del Castello di Moncalieri e con un'altra direttrice lambisce il parco verso Orbassano, uno dei rettifili era quello verso la cascina di Pocapaglia. All'interno di questo triangolo è stato realizzato un insieme di viali, di rondò, di relazioni tra bosco e attività agricole. Questa unità ambientale incentrata sulla palazzina attraverso questi vialoni e la costruzione dell'ambiente verde, determina una connessione di prospettive che nella sua lunghezza e nel suo attraversare aree agricole evidenzia il distacco e l'isolamento della palazzina e del suo intorno dalla città.
Ecco la ragione per cui continuo ad insistere, come insistevo allora sul fatto che la palazzina di Stupinigi non può essere vista, per ragioni di ambiente, di costruito architettonico forestale o di area agricola, ma anche per ragioni culturali, fuori da un contesto ampio che comprenda anche il suo intorno. In questo senso ho speso parte delle mie energie per difendere lo spazio intorno che ancora era possibile difendere: per lo meno il rettilineo dalla palazzina alla curva che, prima di None, gira per Airasca, che era stato fino ad oggi intatto da insediamenti.
Credo che sarebbe stata necessaria l'assunzione di un atteggiamento di difesa, particolarmente in una società moderna come questa dove gli aspetti di lettura delle relazioni spaziali sono più a disposizione di tutti e più percepibili di un tempo. Siamo infatti in una civiltà dell'immagine, in una civiltà che, dal cinema alla televisione, sa connettere con grande rapidità di percezione visiva immagini che si susseguono; oggi, tra l'altro, ci muoviamo con mezzi molto veloci, che quindi in tempo rapidissimo ci portano da un estremo all'altro, e in questo caso ci portano dalla curva di None alla Palazzina di caccia.
In questo senso molto è stato distrutto nel passato; c'è tutto un elenco che avevamo allegato alla relazione di allora (la proposta di legge del 1977): l'inserimento della tangenziale, che certo modifica già questo contesto in uno spazio molto vicino alla Palazzina; gli insediamenti di natura industriale che ci sono dopo il Sangone; l'espansione infame di Borgaretto a ridosso delle cascine di Stupinigi, e così via.
Molto è stato deteriorato, ma molte cose si possono ancora salvare. Io ho sperato, e in qualche modo continuo a sperare, che almeno in quel rettifilo (dico rettifilo perché sta in quella base geometrica di relazione tra Palazzina e ambiente circostante), che dalla curva di None va alla palazzina di caccia, si faccia di tutto per non andare a costruire un castello parallelo moderno, dal punto di vista architettonico, assai più scadente di quello che - vorrei essere un cattivo profeta - ha realizzato lo Juvarra.
Sotto questo profilo continuo a non condividere - lo ribadisco nel momento che facciamo il parco, e spero che questa mattina lo si voti e lo si approvi - l'insediamento del centro di ricerca contro i tumori in un'area intermedia a quel rettifilo che dalla Palazzina va alla curva di None.
Riconoscendo tutto il valore di questa fondazione, ricordo che ci sono molti altri punti dove questo insediamento potrebbe essere fatto. Ci sono persino edifici realizzati vuoti come quelli che ci sono all'Eremo, in una zona paesaggisticamente di grande valore anche sotto il profilo delle visuali (la Collina dall'alto che guarda tutto intorno).
Considero molto provinciale che una scelta d'insediamento di questo tipo sia stata fatta sulla base delle proprietà acquisite da alcune delle persone che, pur meritoriamente, operano per questa fondazione. Sollecito ancora una volta a vedere se, nel momento In cui facciamo il parco, non si possa dirottare altrove questo monumento, che avrà - presumo - il valore di quello dello Juvarra e che in qualche misura andrà a incidere su quegli spazi ancora liberi che il parco dovrebbe recuperare qualitativamente e riorganizzare sull'impronta dello Juvarra, come interventi anche successivi che hanno realizzato questa unità ambientale; un parco che deve cogliere una certa ampiezza del territorio dovrebbe, dov'è ancora possibile (appunto oltre la Palazzina di Stupinigi), farlo.
Ho un atteggiamento critico, reattivo alla costruzione di un'isola fuori parco per inserire quel centro tumori: mi sembra infatti un atteggiamento culturale non positivo e non all'altezza di quella realtà monumentale e paesaggistica che vogliamo tutelare. Sollecito l'Assessore a vedere se è ancora possibile fare qualcosa in questo senso; si farebbe - al di là della difficoltà forse per molti di percepire la questione che pongo un'operazione di grande lavoro culturale.
Il mio atteggiamento è critico anche verso le Sovrintendenze che hanno consentito nel passato (forse sono state stravolte e sottoposte alle pressioni che anche la Regione subisce per questo nuovo insediamento) l'avvicinamento degli insediamenti alla Palazzina di caccia.
Approvando questo parco facciamo il possibile perché di qui in avanti la tutela si fondi su ragioni culturali. Impediamo quindi il centro tumori dandogli delle alternative di uguale valore, ma soprattutto impediamo che lì attorno, come io credo inevitabilmente il centro richiamerà, avvenga la proliferazione di un borgo, di servizi a quel punto necessari, di attrezzature, di insediamenti residenziali che finiranno col rompere quel minimo ancora di esistente in quella zona di relazioni spaziali di largo raggio che, dallo Juvarra in poi fino all'800, si era andata costruendo attorno alla Palazzina di caccia.



PORCELLANA FRANCESCO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.
CHIEZZI Dispiace che la Regione Piemonte, che sta accingendosi dopo anni di tentativi falliti a istituire il parco di Stupinigi, non riesca a farlo secondo quanto questo complesso monumentale, architettonico e ambientale meriterebbe. Torino ha Stupinigi: è un po' come Parigi che ha Versailles.
Si tratta di un complesso di valore assolutamente eccezionale, che richiederebbe una legge istitutiva del parco che comprendesse sia l'area esterna che la Palazzina. Questa simbiosi, richiamata e descritta dal Consigliere Rivalta, tra l'unità architettonica e l'unità ambientale questo equilibrio simbiotico avrebbe dovuto richiedere un'unitarietà nella destinazione delle aree e degli immobili a parco. Cosa che non avviene.
In secondo luogo c'è un altro elemento di preoccupazione: purtroppo con questa legge succederà che le decisioni sulla gestione del parco saranno prese da un Consiglio in cui il Mauriziano avrà il potere di decidere come agire e la Regione Piemonte pagherà quanto l'Ordine Mauriziano avrà deciso di fare.
Questo elemento, Assessore Nerviani, desta grave preoccupazione. Non si tratta di una illazione, si tratta purtroppo di una precisazione che l'Ordine Mauriziano ha messo per iscritto nella sua memoria.
L'Ordine Mauriziano scrive che è ben disponibile a gestire questo parco e precisa che "la destinazione sotto il profilo tecnico-reddittuale pu essere variata ma soltanto in base a valutazioni discrezionali che competono a questa Amministrazione e non ad altri soggetti".
L'Amministrazione del Mauriziano dice: "La Regione faccia pure quello che crede, ma sia ben chiaro che il reddito e la destinazione degli immobili affidati al Mauriziano li deciderà il Mauriziano, discrezionalmente".
Dispiace tutto questo, dispiace non essere riusciti ad accorpare in un medesimo parco Palazzina e natura, così ben unite nel progetto juvarriano.
Dispiace consegnare nelle mani dell'Ordine Mauriziano la gestione di un bene che non mi pare sia stato gestito in modo tale da fornire sicurezza che l'Ordine Mauriziano agirà secondo gli interessi prevalenti di un parco e della collettività.
Temo che, purtroppo, sulla base dei comportamenti del Mauriziano e delle cose che ha ancora riconfermato, sarà molto più probabile trovarsi di fronte a proposte di usi più di carattere privatistico del parco stesso che non di una corretta gestione nell'interesse pubblico. Basta percorrere quest'area per vedere le mutazioni e i diradamenti nella vegetazione che il Mauriziano ha indotto in quest'area, ad esempio i pioppeti.
Per questo motivo dicevo all'inizio che un parco in più sarà istituito ma su di esso graverà un'ombra in merito alla gestione privatistica che verrà effettuata.
Vi è poi un altro elemento che va sottolineato, a mio parere ancora con maggior critica, ed è quello relativo alla menomazione, al vero e proprio sfregio che questa Regione ha effettuato con propria deliberazione un paio di anni fa; sfregio riconfermato dall'art. 2, comma terzo, di questa legge con lo stralcio di un'ampia area dall'unità ambientale del parco stesso.
E' stata un'operazione di pessima politica e, a mio avviso, anche di dubbia legittimità, quella in base alla quale la Regione Piemonte ha svincolato dei terreni dal vincolo a parco, riconsegnandoli alla società FIAT che li aveva promessi in dono alla Regione in cambio della realizzazione del Centro Direzionale San Paolo e del Campo Volo nel Comune di Collegno.
Erano terreni che la FIAT aveva consegnato in uso alla Regione Piemonte come "acconto" sui patti sottoscritti da Regione Piemonte e società FIAT e che questa Giunta ha riconsegnato per un uso diverso da quello a parco alla società FIAT, la quale poi li ha ceduti (a quale prezzo?) alla Fondazione per la Ricerca sul Cancro, che ha deciso di istituire in quel luogo scollegato dalla struttura sanitaria nazionale, un centro di ricerca (ospedale, clinica, si vedrà), che costituisce a mio avviso un inserimento improprio e devastante per quanto rimarrà del parco.
E' un parco che nasce gravemente menomato. Questo parco aveva già dei problemi di bordo. Il bordo di questo parco richiedeva una grande attenzione perché confina con ferrovie, strade e insediamenti di vario tipo (industriale, residenziale) che l'hanno accerchiato. L'attenzione al problema del bordo doveva e deve essere grande; questo inserimento crea nuovi bordi e li crea tutti dentro il parco. Inoltre l'inserimento di questa struttura, le cui caratteristiche di utilizzo da parte pubblica non sono ancora note, farà crescere le necessità insediative nei suoi pressi dovute alle attività che si svolgono, al personale che lavora o a chi deve accedere per periodi più o meno lunghi a questi servizi o per chi deve aiutare e sostenere chi accede a questi servizi.
Si tratta di un inserimento gravemente lesivo non solo della zona a parco ma anche delle situazioni al bordo che subiranno pressioni speculative di cui la stampa, in occasione della deliberazione che ho citato, aveva già dato notizie.
Per questi motivi, esprimo anch'io, come faceva il collega Marino delle fortissime perplessità ad aderire ad una proposta così povera, così menomata nella sostanza. Inoltre tutte le aree proposte in ampliamento al bordo non vengono recepite. E' una proposta di fosco futuro dal punto di vista della correttezza di gestione, visto il tipo di gestione di queste aree ambientali svolta finora dall'Ordine Mauriziano.
Attendo quindi il seguito della discussione, anche se pare che le cose peggioreranno ancora, ed esprimo, come il collega Marino, il proposito di non dare avallo a questa operazione. Per carità, avere un parco in più pu essere positivo, però credo che da parte di una minoranza la responsabilità di farlo in questo modo, male, menomato e malgestito, non possa essere condivisa.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglio.
MIGLIO Anche noi vogliamo esprimere alcune considerazioni sulla proposta di istituzione del parco. Non possiamo fare a meno, da una parte, di ricordare i valori della Palazzina di Stupinigi e del parco che le è correlato valori che, come ha già messo in evidenza il Consigliere Rivalta, si rifanno alla capacità dell'architetto Juvarra di cogliere i rapporti fra l'architettura e l'assetto vegetale, un assetto che si trasforma e diventa esso stesso architettura.
Non vorrei appesantire ulteriormente il discorso, perché mi pare che le nostre conoscenze sulla realtà storica ed architettonica siano sufficientemente ampie. Dico questo per ricordare come si sia sottovalutato il valore di questo bene (che è al pari dei Sacri Monti che la Regione stessa ha deciso di tutelare facendoli rientrare nel sistema delle aree protette) e non si sia riusciti a cogliere pienamente il valore attraverso il quale l'uomo riusciva a trasformare la natura e a renderla parte integrante di un progetto complessivo che correlava gli aspetti e le realtà naturali con una realtà plasmata direttamente dall'uomo che si faceva concreta attraverso la realizzazione di architetture particolari. Erano architetture che dialogavano con l'esterno tramite la realizzazione dei tracciati, con uno spazio prospettico che trovava correlazioni specifiche con le stanze interne alla Palazzina.
Il senso e la capacità di riuscire a cogliere questi valori profondi che storicamente si erano assommati nel tempo ed avevano fatto dell'esempio di Stupinigi uno dei più validi modelli di architettura, e non solo di trasformazione di un assetto naturale in un assetto antropizzato in termini positivi, non sono stati colti a sufficienza. Se si va a vedere quanto è successo in seguito, si scopre come non si sia operato a sufficienza per preservare nel suo insieme il parco correlato alla palazzina di Stupinigi.
Si potrebbe forse ragionare più su quello che non è stato fatto, rispetto a quello che invece concretamente è stato fatto.
Ci troviamo quindi di fronte ad un'area i cui confini paiono essere definiti non tanto per la corrispondenza reale rispetto alle valenze paesaggistiche rilevabili sul territorio, quanto come spazio di risulta quello che è rimasto di un ben più vasto patrimonio andato perso nel tempo spazio che viene a determinarsi quasi obbligatoriamente per la presenza di infrastrutture viarie che ne definiscono quasi naturalmente i confini attuali.
Rispetto invece al senso dell'andare ad istituire un'area protetta In queste determinate condizioni, ritenevamo che ciò potesse essere possibile nel momento in cui il rapporto fra la Regione e l'Ordine Mauriziano si basava su una fattiva collaborazione per cui si andava, attraverso la gestione e la realizzazione di piani di intervento, a recuperare quei valori che, seppur non andati persi nel tempo, sicuramente si sono deteriorati.
Rispetto al disegno di legge, a quanto è stato proposto in sede di Commissione e quanto invece viene modificato oggi con gli emendamenti, ci pare un rapporto non positivo. L'Ordine Mauriziano pretende, al di là di ogni logica, di mantenere fermo il principio per cui esso è l'assoluto gestore di quest'area; lo si vede tramite il continuo ribadire nell'articolato dei diritti della collettività di difendere questo patrimonio, di farsene partecipe e carico, definendo la sua una gestione coerente. Tutto questo ci pare di non intravederlo e, allo stesso tempo anche altri problemi sono demandati al di là nel tempo.
Non è facile risolvere il problema dell'attraversamento viario dell'attuale parco; sappiamo che questo comporta la realizzazione di altre Infrastrutture alternative e c'è l'intenzione di avviare la chiusura di queste strade statali e provinciali per poter realizzare una situazione in cui, attraverso le piste ciclabili, si possa riuscire a vivere pienamente quest'area protetta.
Allo stesso tempo, però, si sotto considera l'impatto ambientale, sia acustico che atmosferico, del nuovo insediamento dell'Istituto per la Ricerca sul Cancro. Non considerare questi fattori, cioè l'interconnessione esistente con la realizzazione di questa nuova infrastruttura all'interno dell'area parco con quello che comporta in termini di presenza ulteriore di traffico, ci pare possa ledere la vivibilità che dovrebbe essere, invece il primo obiettivo da realizzare.
Anche il riferimento, ad esempio, alla possibilità data di ampliare gli edifici rurali, laddove si dice che questo è possibile nel momento in cui i Comuni adottano strumenti urbanistici esecutivi in deroga, è per noi inaccettabile. Sappiamo che la modifica della legge-quadro va in questa direzione e riteniamo comunque che, restando il diritto di chi opera nel settore agricolo di poter ampliare le strutture esistenti in relazione alle necessità che si vengono a determinare, interventi di questo tipo dovrebbero essere accettabili e realizzabili solo nel momento in cui la Regione con i suoi poteri approva le varianti ai Piani Regolatori Generali e non si può fare unicamente riferimento all'adozione dei singoli Comuni.
Credo di avere espresso le nostre perplessità in merito all'istituzione del parco, non ultima la decisione di modificare la composizione dell'ente stesso del Consiglio, laddove il dibattito in Commissione ci aveva portato ad accettare un'ipotesi per cui c'erano 6 membri eletti dall'Ordine Mauriziano e 5 eletti dalla Regione; all'interno dei quali si recuperavano gli esponenti delle associazioni agricole ed ambientaliste.
L'emendamento proposto dall'Assessore è un ulteriore passo indietro perché, pur mantenendo fermo il divario fra la rappresentanza dell'Ordine Mauriziano e quella della Regione, ribassando il numero di membri eletti direttamente dal Consiglio da 5 a 3, stralcia automaticamente l'ingresso In Consiglio alle voci degli agricoltori e degli ambientalisti. Per questo motivo riteniamo tutto ciò inaccettabile; in primo luogo, perché un organo non vede la predominanza dell'ente Regione, il quale andrà a finanziare gli interventi, i progetti, la redazione dei Piani di intervento. In secondo luogo, è ancor più inaccettabile il fatto che si sia ridotta questa componente per stralciare la possibilità di alcune forze produttive e culturali, come quelle dell'Associazione ambientalista, di poter partecipare direttamente ai lavori, quindi poter dare degli stimoli per migliorare una situazione che sicuramente non è favorevole.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Nerviani che illustra gli emendamenti presentati.
NERVIANI, Assessore ai parchi Mi spiace che non siano presenti alcuni colleghi che sono intervenuti su questo argomento che ha valore esemplare e quindi, malgrado il poco interesse, almeno quello palese che si rileva in aula; può assumere per la nostra iniziativa un significato molto forte e particolare.
Fuori da ogni tentazione di captazione della benevolenza dei Consiglieri di opposizione, mi sento in dovere di dichiarare e ritenere i loro interventi estremamente utili ed anche moniti seri e fondati che, per quanto mi concerne, non saranno lasciati cadere nel vuoto, nelle iniziative successive che verranno assunte immediatamente dopo l'approvazione, che mi auguro esserci, di questa legge, e nella fase attuativa della stessa.
Debbo anche confessare il mio imbarazzo: mi rendo conto di offrire al Consiglio una legge fortemente segnata dalla necessità e quindi dalla volontà di mediazione, che non è - amico Marino - una resa ai ricatti perché mi pare che tali non siano stati, ma un tentativo serio di dare a Torino e al Piemonte un parco di altissimo valore. Parco che finora non si è potuto realizzare, e che ha, attualmente, come controfigura, un'area certamente martoriata da interventi, che nel tempo si sono verificati, non già per responsabilità di questo o di quello, ma per una cultura non sufficientemente maturata di rispetto dei nostri beni culturali e dei nostri beni ambientali.
Mi spingo oltre. Le osservazioni dei Consiglieri Rivalta e Chiezzi in ordine a quello che loro hanno definito essere un possibile sfregio ambientale, non sono da sottovalutare, e siccome le intelligenze non possono che sposarsi con le generosità, credo che qualche riflessione insieme ai proponenti del nuovo Centro Tumori vada, se non fatta, almeno tentata.
Io sono fuori dal giro torinese, sono notoriamente un provinciale e vivo meno intensamente di molti colleghi la realtà territoriale torinese ma non posso ritenere, perle conoscenze dirette seppur modeste che ho assolutamente infondate le preoccupazioni di persone che hanno dimostrato di avere in misura considerevole sensibilità culturale, artistica e di organizzazione del territorio, accompagnandola sempre con grande senso di responsabilità.
Ritengo - ripeto - indispensabile una riflessione per gli spazi rimasti aperti, riflessione che vorrei fare con i colleghi della maggioranza e con i soggetti interessati alla partita.
Il Consigliere Chiezzi richiama immagini fosche per il futuro: io credo peraltro ciascuno deve svolgere il proprio ruolo - che il Consiglio debba prendere atto anche del lato positivo che si pone ora di fronte a noi.
Ammettendo che l'Ordine Mauriziano sia colpevole di tanta incuria e di tanta prevaricazione - colpevolezze che io non riconosco per le ragioni che ho detto - da oggi il Mauriziano potrebbe essere positivamente affiancato aiutato e, "absit iniuria verbis ", "controllato" dalla Regione Piemonte per quanto riguarda la sua politica di tutela dei beni culturali la sua politica di intervento su realtà ambientali così significative e così cariche di valori.
Seppur gestita in grande misura dall'Ordine Mauriziano, sono previste per quest'area delle risorse nuove che dovrebbero essere opportunamente utilizzate dai cittadini di Torino, dai Comuni vicini e dai piemontesi interessati alle nostre più significative e più rilevanti bellezze.
Ho detto all'inizio che qualche imbarazzo lo provo: qualche cedimento c'è stato, ma è cedimento che porta alla mediazione, non è stata una resa.
Posso dirlo con assoluta tranquillità, credo di dover riconoscere all'Ordine Mauriziano anche una buona disponibilità.
Il Consigliere Marino ha fatto intelligentemente riferimento alla Partecipanza di Trino: è stato certamente un precedente nella nostra storia, precedente che ha voluto sfondare resistenze di anni. Debbo dire che la richiesta dell'Ordine Mauriziano di applicare detto precedente anche alla sua realtà e stata una richiesta ripetuta, ma dal punto di vista razionale, fondata. La resistenza a tale richiesta mi deve essere, almeno questa, riconosciuta: si è ricercata una formu-la, ancora intermedia, che riconosce tutte le difficoltà di andare ad un'azione forte contro il Mauriziano, la cui forza, nel bene e nel male, deriva da una legge fondamentale del nostro Paese, dalla stessa Costituzione ed ha una sua forza ulteriore nel suo orgoglio, nella sua storia che, bisogna capire sente come parte di se stesso.
Debbo anche riconoscere al nuovo Presidente dell'Ordine del Mauriziano la volontà di cambiare un certo percorso, di impegnarsi con più decisione nell'area che in questo momento stiamo esplorando con la proposta di approvazione del nostro disegno di legge. Cercherei di interpretare così come mi sembra abbiano cercato di fare il collega Rivalta, e con molta sobrietà nelle critiche seppur ferme i colleghi Verdi e il collega Chiezzi la realtà che ci si pone dinnanzi.
Devo dichiarare qui, tuttavia, che la mediazione che ho cercato di raggiungere e di fissare con l'Ordine Mauriziano ha come controvalore l'aiuto per l'approvazione - da parte del Mauriziano - da parte del Commissario di Governo di questo nostro provvedimento di legge.
Non vorrei che dovesse ritornare dal Commissario di Governo, con obiezioni che ci sono già state mosse in passato. Vorrei che non ci fossero ricorsi contro la nostra iniziativa e questa mi pare sia la parola implicita che ci è stata fatta pervenire dal Mauriziano. Vorrei che lo stesso Mauriziano ci aiutasse a dire al Governo che la nostra è un'azione positiva per la Regione, per Torino e per lo stesso Ente Mauriziano.
Se questa legge verrà approvata, pur con tutti i limiti che sono stati segnalati e credo, in grande misura giustamente, rappresenterà un traguardo rilevante anche dal punto di vista esemplare, in quanto sarebbe il secondo provvedimento che contro ogni resistenza passa nel programma di tutela della fascia verde attorno a Torino, dopo l'approvazione da parte del Consiglio della legge istitutiva del parco di Superga.
Inoltre, per iniziativa della Giunta, è stato affidato uno studio per la realizzazione del piano paesistico della collina di Torino: si tratta quindi di un programma generale fortemente incidente sulla struttura del verde circostante Torino.
E' logico che avendo proposto lo questo disegno di legge non posso che vederlo positivamente, ma vorrei aiutare l'opposizione a leggere in termini di maggior fiducia di quanto non sia stato fatto finora il provvedimento che viene proposto all'attenzione del Consiglio.
Gli emendamenti sono indubbiamente il prodotto di alcune necessità obiettive della Giunta di aggiustare aspetti particolari del provvedimento di legge, ma è anche un tentativo di andare a limare definitivamente quella mediazione di cui ho parlato. Non sono sostanziali, salvo quello ripetutamente ricordato che riguarda la partecipazione della Regione, dei Comuni, delle associazioni ambientaliste e degli agricoltori; non mi pare che gli altri emendamenti siano particolarmente significativi. Sono quasi tutti, a mio avviso, degli elementi pleonastici, ma che danno al Mauriziano garanzie, per noi scontate, più esplicite e cancellano dal Mauriziano preoccupazioni a nostro avviso infondate, ma che comunque impedivano un percorso che noi ritenevamo e riteniamo tuttora opportuno fare fino in fondo.
Il primo emendamento si riferisce alla gestione diretta del Mauriziano per quanto attiene all'area individuata in termini di maggiore salvaguardia perché ricca di valori culturali e storici di eccezionale rilevanza.
Il secondo emendamento è relativo all'accentuazione dell'impedimento del traffico, facendo riferimento anche a strumenti che sono già avviati non sono indicati con precisione, ma siccome la Provincia ha già attivato studi per evitare il concentrico di Stupinigi, in questo emendamento si fa riferimento a iniziative che peraltro vanno nel senso della volontà legislativa nostra e quindi non mi sembra inopportuno accogliere questa specificazione, questa accentuazione.
Il terzo emendamento fa riferimento alla natura giuridica dell'Ordine Mauriziano, è soltanto una sottolineatura, anche questa a nostro avviso inutile, che è stata richiesta e ritengo possa essere accolta dalla Giunta che la sottopone al Consiglio sotto forma di emendamento.
Sul numero dei membri tornerò a parlare tra qualche minuto, mentre l'altro emendamento si riferisce alla presenza della Sovraintendenza al Beni ambientali ed architettonici a titolo consultivo all'in-terno del Consiglio d'amministrazione. E un riconoscimento e credo sia anche una scelta giusta che ci dovrebbe aiutare a tutelare ulteriormente questo bene.
Per quanto riguarda la sottolineatura che la proprietà rimane del Mauriziano e che le attività agricole sono ammesse sempre ovviamente se coerenti con il parco, torno a dire che si tratta di assicurazioni implicite, ma che vengono più chiaramente manifestate.
L'art. 5 è oggetto dell'ottavo emendamento. La soppressione prevista in questo emendamento è conseguente alla indicazione riportata nel primo emendamento e cioè che il Mauriziano gestisce direttamente la zona segnalata in modo particolare: essa tuttavia è assoggettata, come era previsto dall'art. 5, alle leggi nn. 1089, 1497 e 431.
L'emendamento n. 9 è semplicemente una riformulazione che non cambia nulla, anzi accentua i vincoli che erano stati precedentemente indicati.
All'emendamento n. 10 si sottolinea il concetto espresso nel comma 6 dell'art. 4. Anche per quanto riguarda l'emendamento n. 11 è scontato che se vengono subiti danni da parte dell'Ordine Mauriziano per azioni vandaliche è chiaro che il Mauriziano deve essere risarcito da coloro che i danni hanno prodotto ai sensi del Codice Civile e del Codice Penale.
Cionondimeno è richiesto che venga menzionato e così facciamo.
Infine con l'emendamento n. 12 si riconosce all'Ordine Mauriziano la vigilanza e il controllo parallelamente ai compiti di questo tipo che verranno svolti dal personale del parco, avendo ovviamente il personale dell'Ordine Mauriziano il titolo a svolgere vigilanza e controllo negli ambiti della proprietà dello stesso Ordine Mauriziano. E chiaro che non pu avere il personale dell'Ordine competenza di controllo nelle zone che dell'Ordine Mauriziano non sono.
Infine vi è un emendamento di ordine finanziario che prevede, essendo scaduto il termine del 30/11 per le variazioni di bilancio, il finanziamento della legge nel bilancio del 1992. E' un emendamento che valutiamo assolutamente necessario per la scadenza dei termini cui ho fatto riferimento. La mia preoccupazione che questa legge venisse approvata per tempo era collegata anche a questo modesto aspetto oltreché alla scadenza dei vincoli che sono previsti dalla legge regionale n. 12 del marzo dell'anno scorso che sono stati frequentemente ricordati.
Voglio infine ricordare al collega Chiezzi, che mi è parso il più esplicitamente preoccupato per la prevaricazione che avverrebbe da parte dell'Ordine Mauriziano sull'altra componente che nella proposta di emendamento sarebbe soltanto quella regionale, che l'Ordine Mauriziano non è un Ente privato e che la sua formazione prevede anche una nostra diretta rappresentanza: vi è, infatti, il Presidente nominato dal Presidente della Repubblica; quattro nomine sono "ministeriali", una - ma per me questa è motivo di garanzia - è della diocesi di Torino e tre sono i rappresentanti del Consiglio regionale. Quindi, rimanendo anche valido il nostro emendamento, noi dovremmo essere sufficientemente tutelati dai tre rappresentanti eletti dal Consiglio regionale, già all'interno dell'Ordine Mauriziano. Dovremmo tutti insieme attivarci perché questi nostri tre rappresentanti facciano seriamente il loro dovere e rappresentino l'interesse della comunità regionale tutta e non interessi di natura limitata, seppure del tutto rispettabili.
Devo ancora dire che l'Ordine Mauriziano ha segnalato una proposta riguardante l'utilizzazione a struttura sportiva di una parte del territorio. Ritengo di non accogliere questa richiesta in questo momento nel momento in cui definiremo il piano d'area valuteremo se e opportuno inserire questa richiesta oppure no. Ritengo tuttavia che, in via preliminare, non si possa escludere che un corretto utilizzo anche sportivo della zona potrebbe aiutare la zona stessa a riequilibrarsi, riordinarsi e ad essere ulteriormente frequentata e positivamente controllata.
Ringrazio i colleghi già da ora per i contributi che hanno dato e anche per la mini-lezione di architettura, di storia e di cultura che ci ha offerto il collega Rivalta, al quale va un mio particolarissimo ringraziamento per aver cominciato tra i primi questa piccola battaglia per dare a Torino e al Piemonte una nuova area verde comunemente gestita dalla Regione e dall'Ordine Mauriziano.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 36 hanno risposto SI 34 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri (Marino, Chiezzi) L'art. 1 è approvato.
ART. 2 Emendamento presentato dal Consigliere Rivalta: Il 2 comma dell'articolo 2 è così sostituito: "2. L'area individuata a tratteggio nella planimetria allegata è classificata 'zona di salvaguardia ' a diretta gestione dell'Ordine dei S.
S. Maurizio e Lazzaro: sull'area medesima, si applicano le vigenti norme di tutela ambientale con particolare riferimento alle leggi 1 giugno 1939, n.
1089 e 29 giugno 1939, n. 1497 ed agli strumenti di pianificazione territoriale previsti all'articolo 1 bis della legge 8 agosto 1985, n. 431" Ha la parola il Consigliere Rivalta.
RIVALTA Prima ho fatto un intervento sul significato che attribuisco e che molti attribuiscono a questa unità monumentale e ambientale dell'area di Stupinigi, proprio per richiamare il fatto che non mi sembra possibile, sul piano culturale, pensare che quel complesso venga spezzettato e sottoposto a regimi diversi sia di impostazione dell'azione di tutela e di valorizzazione, sia sotto il profilo della gestione.
La richiesta che proviene dal Mauriziano mi sembra non fondata. E' ben vero, lo so, che su quest'area c'è un finanziamento consistente per il recupero e la ristrutturazione assegnato all'Ordine Mauriziano, ma l'istituzione di un parco non toglie all'Ordine Mauriziano il compito di gestirsi i finanziamenti. Mi sembra dunque molto negativa l'intenzione di enucleare dal complesso del parco proprio l'area della Palazzina, dandogli un regime a sé stante e addirittura, in qualche modo, sottraendone l'attenzione e la gestione dal parco stesso.
Aggiungo poi che c'è tutta la parte dell'Esedra e delle cascine del Prunotto che hanno bisogno di una destinazione. In quest'area esistono poderi agricoli che vivono con un alto livello di reddito (almeno, era così 10-15 anni fa quando abbiamo cominciato ad occuparcene), ma in una situazione funzionale assolutamente inadeguata, tant'è che quelle cascine stanno andando alla rovina.
A quel tempo proposi l'insediamento in queste cascine delle Facoltà di Agraria e di Veterinaria, con un progetto che prevedeva la ricostruzione di strutture agricole ben ambientate e moderne. Questa enucleazione cosa vuol dire? Che si perde qualsiasi possibilità dì promuovere anche riusi ed evoluzione di questa parte ma la si perde in una visione generale complessiva che è quella del parco? Siamo contrari a questa enucleazione, quindi voteremo no a questo emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI E' prassi che la Giunta si pronunci per prima sugli emendamenti.
Ammetto di aver seguito poco questa materia, ma ho la netta impressione che tale questione sia per certi versi non conclusa. Utilizzare lo strumento del parco su un valore storico ambientale...



PRESIDENTE

...Consigliere Marchini, forse lei non aveva seguito attentamente il dibattito. La Giunta aveva illustrato gli emendamenti perché questi sono stati presentati dall'Assessore. Non ci sono emendamenti dei Gruppi, sono solo emendamenti della Giunta. Mi sono permessa di dirglielo perché forse può incidere sul ragionamento.
MARCHINI Ho perso Il ragionamento, ma nel contenuto c'ero. A me pare che, anche se l'approccio è difficile e, per certi versi, sarà ancora non esaustivo e non sufficiente, bisogna che i nostri passi siano segnati dall'espressione della non compiutezza del disegno, perché se l'intervento del collega Rivalta ha un senso, ha un senso scenografico.
Ho l'impressione che lui ci abbia richiamato all'Illustrazione di questo pezzo della nostra Torino alla stessa maniera in cui normalmente si scrive "scenografia mirabilis" vicino alla stampa caratterizzata, dal Piero della Francesca in poi, da un forte rapporto tra l'ambiente e il protagonista (se non ricordo male).
A me sembra che il discorso è compiuto se si conserva questo disegno ambientale, questa testimonianza ambientale, ma- tornando all'intervento di Rivalta - se si riesce ad essere interpreti non modesti di questa storia.
Quindi, mi chiedo perché, proprio In un disegno di legittimazione di presenza delle istituzioni, alla stessa maniera in cui da parte privata si intende affermare su quel territorio una presenza del mecenatismo o della società civile, Stupinigi continui ad essere qualcosa rispetto alla quale la Regione, in termini funzionali, è un po' esterna ed estranea. L'ipotesi dell'allocazione del Centro Tumori non è fondiaria, è sicuramente anche storica e di ambizione, ed io mi auguro che le dinastie del nuovo potere della nuova cultura abbiano questa voglia di misurarsi con le culture e le dinastie del passato.
Quando si è iniziato ad affrontare il problema de La Mandria, la Regione si è posta il senso politico, non soltanto ambientale, di questo parco. Allora non capisco perché questa Versailles italiana, piemontese e torinese non debba essere prenotata per avere una funzione nel futuro (probabilmente non nel nostro presente) coerente al ruolo che l'istituzione, in particolare quella regionale, tornerà ad avere nella nostra generazione.
Quelli che verranno dopo di noi su questi tavoli con la Federazione Europea non saranno più dei parlamentari di serie B, non si chiameranno più Consiglieri, avranno un altro nome; non ci saranno più le Giunte, ci saranno i Governi. Per cui imma-ginare che Stupinigi non venga prenotata in questo disegno, in cui noi vogliamo affermare di nuovo un ruolo di governo sostanziale, reale e anche formale, mi sembra un disegno non fuori dalle righe.
Quindi, abbiamo il parco, cerchiamo di ottimizzare i rapporti con il Mauriziano, però la storia dovrà, a un certo punto, incontrarsi agli appuntamenti. La Versailles torinese non potrà essere un monumento né un museo, dovrà essere una sede. Invito dunque l'Assessore, nei fatti gestionali ed attuativi di questa ipotesi, che noi condividiamo, ad immaginarla sulla tangenziale torinese, nel pezzo più torinese della campagna piemontese che è Stupinigi. Ricordiamo che da Stupinigi si dipartono due direttrici ottiche e memorialiste di non indifferente significato; la parte più sabauda e torinese del Piemonte è proprio quella.
Mi auguro che questo sia il primo passo per farsi che Stupinigi torni ad essere non un museo o una raccolta di antichità e memorie ma un momento vivo della vita culturale della nostra Regione e dell'Europa, immaginando che in quelle sale arrivino o tornino, non più per le piacevolezze, i rappresentanti della democrazia.
Affido quindi alle riflessioni dei colleghi l'opportunità che, a termini di generazione, la Regione non potrà non avere una sede se non di quel prestigio, ruolo e funzione. Se i sacerdoti si vestono in un certo modo, usano l'organo e fanno le chiese in un certo modo è perché il potere si deve anche vestire e deve anche vivere, perché non si vive di solo pane ma anche di companatico!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglio.
MIGLIO Intervengo sull'emendamento, che propone di stralciare dall'area parco definendola come zona di salvaguardia, la Palazzina di Stupinigi.
Rispetto al discorso precedentemente fatto ci pare non sostenibile una posizione di questo tipo, alla luce delle relazioni esistenti tra la Palazzina stessa ed il parco di Stupinigi. Come sappiamo, c'è una compenetrazione realizzata attraverso la struttura prospettica dei viali che finisce all'interno del salone centrale della Palazzina; non si riesce a capire quindi perché si debba smembrare dal parco un elemento caratterizzante e parte integrante di esso.
Detto questo - è una riflessione in senso lato -, sappiamo che la Palazzina è soggetta ad una serie di leggi nazionali divincolo, sia per ragioni storiche sia in riferimento alla legge-quadro sulle bellezze naturali. Le leggi nn. 1089 e 1497 riconoscono entrambe il superiore diritto della collettività sul diritto dei privati e comportano, nel momento in cui devono essere fatti interventi sul patrimonio storico ed architettonico, l'ottenimento dell'autorizzazione da parte della Sovraintendenza ai beni architettonici ed ambientali e della Regione stessa, attraverso l'Assessorato competente.
Se la preoccupazione dell'Ordine Mauriziano era quella di un aggravio ulteriore nella realizzazione del parco che ricomprendesse quest'area, la realtà dei fatti non è così, nel senso che per poter intervenire su questo patrimonio è necessario ottenere le autorizzazioni. Semmai l'inclusione del parco avrebbe facilitato l'operazione, perché attraverso un Piano si sarebbero potuti preventivamente definire gli interventi ammissibili e quelli no.
Detto questo, l'emendamento ci sembra irrilevante.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Nerviani.
NERVIANI, Assessore ai parchi La richiesta di enucleazione dal parco è stata effettivamente formulata dall'Ordine Mauriziano e non accolta nel disegno di legge. Si tratta, per di un'area del parco a forte privilegio di attenzione e, per la sua storia ormai consolidata e per i pochi interventi che vi si possono effettuare, si tratta di accogliere la richiesta che in questa parte del parco ci sia una gestione diretta dell'Ordine Mauriziano. Voglio anche sottolineare, Consigliere Miglio, che si tratta si di un soggetto equiparabile ai privati, ma è un privato assolutamente particolare che vede all'interno del proprio Consiglio di amministrazione una nostra significativa presenza: 4 membri su 9. Se aggiungiamo poi un membro della diocesi, che credo non spartisca molto con l'Ordine Mauriziano, e un rappresentante nominato dal Presidente della Repubblica, incominciamo a vedere il Mauriziano sotto una luce diversa. Può darsi che serva a tutti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta per dichiarazione di voto.
RIVALTA Leggendo l'art. 3 ancor meglio appare non ragionevole pensare che si enuclei quest'area dalla gestione complessiva del parco perché le finalità dell'art. 3 sono di tutela o di conservazione.
Il parco opera cioè in quel senso con le finalità di valorizzazione e qualificazione dell'attività agricola e forestale e di organizzazione del territorio e tutela delle specie vegetali. Mi sembra che questo valga all'interno della zona tratteggiata che si vuole enucleare ed è persino una dizione non compiuta nella sua formulazione perché se vuole dire altro bisognerebbe specificarlo. Bisognerebbe non enucleare dal parco quest'area ma specificare che all'Ordine Mauriziano rimane la gestione che gli compete come proprietario degli immobili e delle architetture. Mi sembra davvero una mediazione che non accontenta il Mauriziano e presenta elementi di non razionalità neppure nel quadro di questa legge.
Per queste ragioni voteremo contro l'emendamento e dichiaro subito che ci asterremo dalla votazione dell'articolo.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, pongo in votazione l'emendamento presentato dalla Giunta.
Chi è, favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 24 voti favorevoli e 14 voti contrari.
Si proceda quindi alla votazione per appello nominale dell'art. 2 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 votanti 38 hanno risposto SI 23 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 14 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri (Marino e Chiezzi) L'art. 2 è approvato.
ART. 3 Emendamento presentato dall'Assessore Nerviani: alla lettera c) del comma 1 sono aggiunte le seguenti parole: "dando la concreta attuazione a progetti di modificazione della viabilità riguardanti il concentrico di Stupinigi in tal senso orientato".
La parola al Consigliere Rivalta.
RIVALTA Sono favorevolissimo a questa dizione, anzi mi pare di averla richiesta in Commissione. Propongo solo una correzione formale: mi sembra che dopo "anche attraverso il traffico veicolare motorizzato di transito" non ci sia bisogno di introdurre la dizione "dando...", ma la dizione "e anche attraverso l'eliminazione del traffico veicolare motorizzato di transito 'e la ' concreta attuazione dei progetti di modificazione della viabilità".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Nerviani.
NERVIANI, Assessore ai parchi La Giunta accoglie la correzione proposta dal collega Rivalta.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento con la modifica accolta dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto con 33 voti favorevoli e 1 astensione.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 3 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 votanti 35 hanno risposto SI 32 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri (Marino e Chiezzi) L'art. 3 è approvato.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Sospendo l'esame del progetto di legge n. 146 e propongo di iscrivere all'o.d.g. il progetto di legge n. 189: "Istituzione della Riserva naturale orientata delle Baragge".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto con 34 voti favorevoli e 1 contrario.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 146 (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del progetto di legge n. 146.
ART. 4 Emendamento presentato dall'Assessore Nerviani: al comma 2 dell'art. 4 sono aggiunte le seguenti parole: "tenuto anche conto della natura giuridica dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro".
La parola al Consigliere Bresso.
BRESSO So che è già stato spiegato, ma il mio collega, che era presente, non lo capisce, quindi vuol dire che non è stato spiegato tanto bene. Qual è il senso di questa proposta? E' già scritto, si tratta dunque di una ridondanza.
NERVIANI, Assessore ai parchi L'avevo spiegato proprio in questo modo: è una proposta assolutamente pleonastica.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E accolto con 22 voti favorevoli e 14 astensioni.
2) Emendamento presentato dall'Assessore Nerviani: Il comma 3 dell'art. 4 è così sostituito: "3. Il Consiglio Direttivo dell'Ente di gestione del Parco Naturale di Stupinigi è così composto: a) cinque membri nominati dall'Ordine dei S.S. Maurizio e Lazzaro b) tre rappresentanti della Regione nominati dal Consiglio regionale garantendo la partecipazione delle minoranze." Ha chiesto la parola il Consigliere Bresso; ne ha facoltà.
BRESSO Questa è la più significativa delle modifiche proposte e peraltro è anche molto grave perché modifica ulteriormente l'ulteriore modifica dell'ulteriore modifica, praticamente trasformando questo Ente in una depandance totale dell'Ordine Mauriziano, perché 15 membri - che sono l'ultima già faticosa e non condivisibile versione del testo licenziato a maggioranza dalla Commissione con la nostra astensione Proprio legata a questa norma - rappresentavano comunque un compromesso meno inaccettabile perché 3 erano eletti dalla Regione fra esperti e degli altri due uno doveva essere rappresentante delle associazioni degli agricoltori e l'altro delle associazioni ambientaliste; in questo modo riducendo a 3 i rappresentanti della Regione salta di fatto la rappresentanza degli agricoltori e degli ambientalisti. La rappresentanza degli agricoltori sarà ampiamente assicurata dal Mauriziano e potrebbe forse esserlo anche della maggioranza attraverso i propri due rappresentanti, ma questo significa che in quell'ente la rappresentanza degli interessi non conformi a quelli del Mauriziano sarebbe ridotta a una persona, perché di fatto direttamente o indirettamente sarebbero tutti prescelti dal Mauriziano.
Questa è una cosa molto grave; tanto valeva allora fare come nel caso della Partecipanza e dare decisamente in gestione al Mauriziano questo parco, in modo che il Mauriziano sostenesse anche i costi economici.
Facciamo un'operazione in cui finiamo giusto per dare al Mauriziano un po' di soldi in più per gestire in totale autonomia le sue proprietà. Allora lasciamo il vincolo e non facciamola legge! Veramente è molto strana questa ulteriore modifica. Io propongo che si mantenga la dizione attuale che già tutela ampiamente gli interessi del Mauriziano, a nostro avviso li tutela troppo, ma qui va anche contro la nostra legge generale sui parchi senza alcuna ragione! E' stata ridotta la dimensione dell'Ente e i 5 membri che nominava la Regione sono stati ridotti a 3 ed è stata cancellatala dizione che veniva assicurata nelle nomine della Regione la rappresentanza degli agricoli e degli ambientalisti. Vedo che il Consigliere Penasso è tranquillo perché sa che la nomina degli agricoltori è garantita in altro modo, questo significa che è tolta la rappresentanza degli ambientalisti! Vorrei che questo fosse chiaro a tutti quanti. Naturalmente noi siamo contrari.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglio.
MIGLIO Già nella nostra relazione sull'intero progetto di legge avevamo espresso la nostra posizione in merito alla nuova scelta fatta dall'Assessore. Ci auguriamo, nonostante tutto, che si arrivi ad una soluzione diversa e che venga recuperata la proposta precedente così come era uscita dalla Commissione consiliare competente. Invitiamo quindi l'Assessore a riconsiderare la partecipazione al Consiglio dell'Ente dei rappresentanti delle associazioni ambientaliste e degli agricoltori non come elementi di disturbo, o elementi che vanno a porre unicamente dei problemi o a impedire lo svolgimento delle attività dell'ente, ma viceversa come persone che hanno una precisa qualifica, un loro spessore culturale e possono, apportando una visione diversa, riuscire a migliorare quello che riteniamo essere, al di là delle posizioni che ci dividono e ci contraddistinguono, l'obiettivo che si intende ottenere con l'istituzione del parco, ovvero la riqualificazione e la rivalorizzazione di tutta l'area di Stupinigi, Palazzina e parco compreso.
L'invito che rivolgiamo ancora una volta all'Assessore si sostanzia nella proposta di ritirare l'emen-damento e mantenere valida, invece, la formulazione uscita dalla Commissione consiliare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.
MARINO La questione è più grave di quella che hanno indicato prima la collega Bresso e poi il collega Miglio; è meglio quindi esprimerla con chiarezza.
Intanto la versione originaria del disegno di legge presentato dalla Giunta regionale in data 10 giugno prevedeva, come ho accennato brevemente nel mio intervento iniziale, un Consiglio costituito da 15 persone, nel quale erano rappresentati i tre Comuni che, al momento, stanno dentro l'area del parco (Candiolo. Nichelino e Orbassano), gli agricoltori e gli ambientalisti attraverso le Province, i tre nominati dal Consiglio regionale, ecc. Qui abbiamo un parco che ha un ente - credo sia il primo caso - che non prevede una rappresentanza neppure dei Comuni che stanno dentro il parco.
E chiaro che si sono verificate situazioni in cui la presenza dei Comuni a volte è stata un problema, pero c'è questo ulteriore precedente: qui non ci sono neanche i Comuni. Faccio notare per inciso che, sarà una casualità, ma i due Comuni (None e Vinovo) stralciati dal parco attraverso forme diverse (in un caso non accogliendo la proposta di entrarvi nell'altro stralciando il pezzetto che riguardava Vinovo), sono due Comuni in cui le Giunte hanno una presenza ambientalista al loro interno; in particolare, i due Assessori all'ambiente fanno parte del partito dei Verdi, per essere chiari.
I membri eletti dal Consiglio regionale, rispetto alla versione accennata dalla collega Bresso, vengono ulteriormente ridotti da 5 a 3. E' chiaro quindi che c'è l'orientamento ad escludere assolutamente qualunque presenza che, in una qualche forma, ostacoli i disegni e le intenzioni ammesso che ce ne siano, dell'Ordine Mauriziano.
Questo è il motivo per cui voterò contro in particolare a questo emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.
ZACCHERA Dalle votazioni precedenti appare chiaro il nostro orientamento a votare favorevolmente questo progetto, e prenderò la parola in sede di dichiarazione di voto per illustrarne meglio il motivo. Tuttavia, sullo specifico problema ho anch'io delle remore abbastanza fondate. Prima l'Assessore ci ha spiegato perché, dovendo sottostare a un rapporto di buon vicinato con l'Ordine Mauriziano, è stata fatta tutta una serie di accordi e contrappesi per arrivare non al meglio, ma per lo meno a una cosa accettabile; nello specifico, non capisco perché la Regione debba abdicare alle sue funzioni, approvando un emendamento che va a cambiare l'orientamento emerso e votato anche in Commissione, e non ne trovo una documentazione.
Un parco funziona se vengono rappresentati non solo i Comuni della zona, ma anche le forze che vogliono o che hanno problemi all'interno dei parchi, nello specifico i rappresentanti delle associazioni ambientaliste.
A parte il fatto che il rappresentante del Consiglio regionale pu benissimo tener conto delle presenze ambientaliste perché basta un accordo in sede di votazione, mi sembra che il formalizzarlo in senso esplicito sia molto meglio. Non riesco a capire, forse l'Assessore gentilmente vorrà dare una maggiore specificazione, perché si sia arrivati alla riduzione di componenti che, alla fine, non cambiava nulla rispetto a prima; adesso dovrebbero essere 8, prima erano 11, ma dei 3 che vengono tolti 2 vanno a penalizzare due categorie che obiettivamente hanno tutto l'interesse in senso più positivo ad essere presenti nella gestione di un parco, anche perché possono dare un contributo positivo proprio al funzionamento del parco. Credo che se non ci sono dei motivi espliciti, che però ci devono essere detti, non c'è motivo di votare questo emendamento e penso che, dopo un'opportuna riflessione, l'Assessore possa ritirarlo, continuando a votare più o meno, differenziandoci, gli altri articoli.
Non capisco il motivo di questa scelta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Picchioni.
PICCHIONI Ho colto le istanze dal vari Gruppi politici e mi pare che, al di là di ogni dietrologia, si possa essere preoccupati per il fatto che i rappresentanti delle associazioni ambientaliste non possano essere presenti nel Consiglio direttivo dell'Ente. Pregherei quindi l'Assessore di vedere se è possibile accettare un emendamento che reciti: "Sei membri nominati dall'Ordine Mauriziano e quattro membri nominati dalla Regione", con l'assicurazione che i rappresentanti delle associazioni ambientaliste e delle organizzazioni professionali agricole siano presenti in tale Consiglio direttivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bresso.
BRESSO Cinque non era un numero casuale. Dopo la riduzione di cui parlava il collega Marino, i Comuni interessati al parco (che hanno parte del territorio nel parco) erano tre; c'era un impegno per cui i cinque erano uno per ogni Comune e due rappresentanti agricoltori e ambientalisti.
PICCHIONI Uno dei Comuni potrebbe avere la doppia funzione.
BRESSO Uno dei Comuni potrebbe avere la doppia funzione, certo. Tenuto conto che bisogna rappresentare i Comuni, gli agricoltori, gli ambientalisti, le maggioranze e le minoranze, la cosa è complicata.



PRESIDENTE

Il Consigliere Picchioni mantiene la sua proposta. La Giunta? NERVIANI, Assessore ai parchi La Giunta accoglie la proposta di Picchioni, ritenendo corretto l'emendamento presentato. Voglio dichiarare che e Comuni non erano obbligatoriamente rappresentati nei cinque, così come ha indicato la collega Bresso; questo per verità storica. Invece, era esplicitamente dichiarato che dovessero esserci due rappresentanti delle categorie agricole e delle associazioni ambientaliste; questo pensiero l'abbiamo tanto manifestato che l'abbiamo dettagliato nella specificazione presente nell'articolo.
In nessun momento come in questo manifesto personale e comprensibile disagio, ma era il nodo più rilevante che bisognava sciogliere. Posso assicurare che anche la richiesta del collega Picchioni qualche problema l'ha posto; voglio augurarmi che sia superato e per questo accolgo l'indicazione del Consigliere Picchioni.
Non potendo prendermi impegni per il Consiglio e ritenendo che sia indispensabile che l'articolo sia così formulato, me dispongo a sostenere successivamente l'implicita richiesta del Consigliere Picchioni nel senso di vedere all'interno dei quattro indicati dal Consiglio regionale una presenza delle associazioni ambientaliste ed agricole; quindi anche un accoglimento, per la parte che posso rappresentare, delle implicite richieste di tutela di queste categorie da parte del collega Picchioni, che sono poi le richieste di tutto il Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta per dichiarazione di voto.
RIVALTA Esprimo, come premessa, un atteggiamento nei confronti del criterio "costituzione di un Consiglio" di questo Ente diverso dal Consiglio del Mauriziano.
Non ho molta fiducia nel Consiglio del Mauriziano, non per le persone che non so bene quali siano - ma perché finora non si è mai occupato delle problematiche relative all'obiettivo parco, cioè la tutela e la valorizzazione dell'area. E credo si debba dire, al di là di debolezze e insufficienze soggettive, che non se n'è occupato perché il compito del Mauriziano è quello attribuitogli dalla Costituzione italiana e che riguarda fattività ospedaliera; la tredicesima norma transitoria della Costituzione infatti dice: d'Ordine Mauriziano è conservato come Ente ospedaliero e funziona nei modi stabiliti dalla legge, ma il principio è che è conservato come Ente ospedaliero.
Voglio chiarire che secondo me le assimilazioni del Mauriziano alla Partecipanza non sono comunque congruenti; la Partecipanza ha tradizionalmente l'unica funzione di conservare il suo bosco, di garantirne l'uso ma anche la conservazione. Le abbiamo attribuito la gestione del parco, con qualche riluttanza anche per quanto riguarda la non fiducia che avevamo rispetto alla loro esperienza, ma le abbiamo attribuito il parco con la finalità di valorizzarne la funzione tradizionale di conservazione del bosco.
Si tratta di un Consiglio che deve occuparsi dell'ospedale, e io credo che un Consiglio che si occupa dell'ospedale di Torino, dell'ospedale di Valenza, dell'Ospedale del Mauriziano e di un ingente patrimonio In generale da gestire abbia poco spazio per occuparsi anche dell'azione di tutela e valorizzazione prevista in questa legge.
Sono quindi favorevole al Consiglio dell'Ente; sulle cifre dico solo che sono contrario ai numeri pari. Ho fatto per tutta la vita l'opposizione, salvo un certo periodo, e so benissimo ché il numero pari nelle rappresentanze non è mai utile alle opposizioni, perché le maggioranze possono facilmente confinare in uno il rappresentante della minoranza; in quattro, per poter dar, più di un rappresentante alla minoranza, la maggioranza dovrebbe accettare di nominarne due per sé e di lasciarne due all'opposizione. Sotto questo profilo sono dunque contrario ai numeri pari.
Chiederei però, in relazione alla discussione che stiamo facendo direi tra gentiluomini, rivolta al fine di un'azione di tutela di quest'area e di recupero e di rivalorizzazione - un impegno a far sì che la nomina di questi non venga vista come pura ripartizione partitica, ma sia finalizzata a cogliere tutte le espressioni che riteniamo necessarie all'interno del Consiglio d'amministrazione in rappresentanza della Regione, quindi i Comuni e certamente i rappresentanti delle associazioni ambientaliste.
A mio parere la rappresentanza degli agricoltori dovrebbe essere garantita dal Consiglio d'amministrazione dell'Ordine del Mauriziano; lo pongo come oggetto di trattativa nella discussione sulla composizione del Consiglio d'amministrazione, in quanto gli agricoltori In quell'area sono essenzialmente gli affittuari del Mauriziano. Sotto questo profilo riterrei quindi giusto che, nello scegliere i propri rappresentanti, il Mauriziano scegliesse un rappresentante degli agricoltori.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Nerviani.
NERVIANI, Assessore ai parchi Capisco il problema, però è un'imposizione di volontà sulla cui efficacia non posso dare assicurazioni, quindi preferirei che al nostro interno si assicurasse anche questa rappresentanza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.
RIVALTA L'ho chiesto come punto di partenza, esperendo però il tentativo di risolvere il problema della presenza degli agricoltori all'interno della rappresentanza del Mauriziano.
Detto questo, voglio anche dare riconoscimento - e lo faccio in questo momento, sull'articolo più difficile - al lavoro di mediazione ch l'Assessore Nerviani ha fatto. Pur non condividendolo nel merito, nel senso che non approvo gli emendamenti, gli do tale riconoscimento perché nel mio giudizio critico sul Mauriziano - mi consenta Presidente questa espressione che non farò più in seguito e non me ne vogliano i colleghi democristiani desidero rilevare che il lavoro svolto dall'Assessore Nerviani è ancor più meritorio se si considera che il Mauriziano è stato e forse continuerà ad essere un dominio della Democrazia Cristiana. Dicendo dominio voglio dare a questa parola il significato di invasione partitica che nel nostro Paese forse non solo nel nostro Paese, si effettua verso le istituzioni parallele, quelle che non stanno direttamente nello Stato.
Credo che chi ha vissuto l'esperienza torinese possa dire tranquillamente che c'è stata un'invasione democristiana; quindi riconosco a Nerviani, democristiano, di aver svolto un ruolo attivo per cercare di non essere succube dell'invasione della Democrazia Cristiana nell'Ordine Mauriziano. Purtroppo devo dire che la stessa, sincera difficoltà prima espressa dall'Assessore Nerviani verso il passaggio da 5 a 3 a 6 a 4 rappresentanti dimostra il perdurare della presenza di uno stato epigono di questo dominio della Democrazia Cristiana nel Mauriziano - perché credo che venga soprattutto di lì - e in qualche modo persino di un'azione forte, in qualche senso di richiamo forte, ad un rispetto della ragione di partito.
Riconosco comunque a Nerviani di aver fatto, in buona fede, un'azione efficace.



PRESIDENTE

Possiamo considerare sei e quattro? Corretto l'emendamento, lo poniamo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 19 voti favorevoli, 4 contrari e 12 astensioni.
3) Emendamento presentato dall'Assessore Nerviani: - al comma 4 dopo le parole "S.S. Maurizio e Larraro" sono aggiunte le parole "Il Soprintendente per i Beni Ambientali e Architettonici del Piemonte".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 33 voti favorevoli e 1 astensione.
"l'Ordine dei S.S. Maurizio e Lazzaro conserva" sono aggiunte le parole "la proprietà dei beni assoggettati, al regime di salvaguardia dei Parco Naturale, nonché mantiene".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 20 voti favorevoli e 13 astensioni.
5) Emendamento presentato dall'Assessore Nerviani: dopo il quinto comma è aggiunto il seguente comma 6: "6. All'Ordine dei S.S. Maurizio e Lazzaro è garantito lo svolgimento delle attività agricole effettuate direttamente o tramite affittuari, coerentemente con le finalità, le politiche di tutela del Parco, nonché l'esercizio di quelle attività che, non ostative e non in contrasto con gli scopi istitutivi possano determinare una migliore gestione della proprietà".
Il comma 6 diviene 7.
Ha chiesto la parola il Consigliere Bresso. Ne ha facoltà.
BRESSO La mia è solo un'osservazione. Poiché mi pare esistano anche altri proprietari che svolgono attività agricola nel parco, potrebbe sembrare che lo svolgimento sia garantito solo al Mauriziano, mentre nelle nostre leggi è garantito a tutti. E' pleonastico, ma nel momento in cui si dice che è garantito al Mauriziano, sembrerebbe che non lo sia per gli altri.
Occorrerebbe quindi affermare che tutti gli agricoltori possono svolgere attività agricola. In questo caso invece sembra sia limitato al Mauriziano e il rischio è che si recepisca che gli altri non possono.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.
RIVALTA La questione dell'emendamento sta in quella parola sibillina posta alla fine, dove parla di attività che possono determinare una migliore gestione e valorizzazione della proprietà.
Questa dizione fa pensare ad un'operazione di sfruttamento di tipo economico e magari, siccome si tratta di aree, di tipo speculativo. E' vero che è rimandato tutto alle concrete finalità del parco, ma è certo che si apre un varco dentro il quale si potrà far passare autorizzazioni o modifiche - come purtroppo è stato fatto in parchi già esistenti - degli interventi che probabilmente potrebbero essere addirittura incompatibili con il parco e che, nel momento in cui vengono sollecitati, magari vengono accettati. E' una dizione non convincente e addirittura molto pericolosa.
Capirei se ci fosse la qualificazione o la valorizzazione dell'ambiente, ma non della proprietà.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Nerviani.
NERVIANI, Assessore ai parchi Sostengo che questo emendamento sia la conseguenza della volontà di far superare al Mauriziano paure derivanti da una non sufficiente esplorazione delle normative che riguardano i parchi.
E' stata manifestata ripetutamente la preoccupazione che si addivenisse ad espropri, a limitazioni intransigenti della possibilità di svolgere attività di ordine agricolo. La valorizzazione della proprietà, se mi è consentito, anche se bisognerebbe farla per legge un'interpretazione autentica, va nel senso delle cose che ho detto. Il Mauriziano può fare i miglioramenti, gli interventi che sono scontati perché il comma 2 dell'art.
6 li prevede e può fare tutte queste cose che non siano ostative ed in contrasto con gli scopi istitutivi del parco.
Credo che, con questa tutela, qualche concessione verbale in più la si possa dare, affermando, come Assessore competente e come Giunta, che l'interpretazione autentica è quella che ho dato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglio.
MIGLIO Vorrei riprendere l'osservazione del Consigliere Rivalta, per il quale l'introduzione della parola proprietà sembra rimandare ad una questione economica, mentre - dall'altra parte - il principio esposto - anche laddove si parla delle finalità, dicendo "valorizzazione sì, ma dell'unità ambientate e storica dell'area", potrebbe essere più ragionevole rispetto a quanto proposto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI La ringrazio. Presidente. Voterò contro questo emendamento perché mi sembra sia uno dei casi nel quale la mediazione non avrebbe dovuto giungere a questo tipo di compromesso. L'Assessore avrebbe dovuto, e potrebbe, ancora, avere la forza di resistere, non a specificazioni puramente verbali, ma a concreti interessi che si vogliono raggiungere.
Richiamo quanto ho citato nel mio precedente intervento; l'Ordine Mauriziano ha dichiarato nella propria memoria che intende discrezionalmente decidere destinazioni e redditi dei beni oggetto del parco. E' stato molto esplicito in questo. Ritengo quindi sia un'abdicazione del ruolo della Regione scrivere che all'interno del parco possono essere svolte attività di valorizzazione della proprietà. E' una contraddizione in termini, un compromesso che non dovremmo accettare. Le regole che dovranno seguire le trasformazioni all'interno del parcò sono regole arcinote e regolate da leggi. Inserire in una legge sul parco il fatto che si possono effettuare attività di valorizzazione; snatura l'essenza stessa del parco.
L'Ordine Mauriziano non può chiederci questo, potrà svolgere attività di tutela immobiliare, ma non possiamo scrivere "valorizzazione della proprietà": è una contraddizione in termini. Chiedo ancora all'Assessore di riflettere e togliere questa parola, che non entra in sintonia nel modo più assoluto con le finalità di un parco.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sartoris.
SARTORIS Credo di dover giustificare il mio "no" che non è un dissenso particolare al parco, ma generico alla tendenza della Giunta e del Consiglio di istituire parchi quando non sa come risolvere le situazioni.
Se non erro, in questi giorni sono arrivate delle variazioni di bilancio che per la gran parte mi pare riguardino i parchi.
Vorrei che qualcuno cominciasse a riflettere sull'istituzione di tutti questi parchi per confrontare i loro costi, molto alti, con quanto in realtà ci offrono in cambio.
Infatti, il continuo fenomeno di accentramento della gestione farà sì che i territori spopolati aumentino moltissimo nel giro di dieci anni: se andremo ad istituire parchi dappertutto finirà che invece di preoccuparci ad esempio, dell'assistenza o di altri settori importanti della Regione Piemonte, dovremo finalizza-re tutto quanto disponibile per la gestione dei parchi.
E' un discorso difficile: è molto più facile fare discorsi del tipo "salvaguardiamo la natura", ma ritengo sia venuto il tempo di fare discorsi nuovi e di riflettere se i vari parchi istituiti abbiano costituito effettivamente quella tutela all'ambiente che ci prefiggevamo.
Naturalmente, non ho nulla contro l'Ordine del Mauriziano od altri, ma credo che bisognerebbe cominciare a pensare in maniera diversa a proposito di parchi: pensare che alcuni parchi sono necessari, ma che non si pu riempire la Regione di parchi. Credo che nel giro di un anno ne siano stati istituiti quattro o cinque: mi sembra che si inizi ad esagerare. Possiamo permetterceli? Possiamo mantenerli? Sono, a livello di gestione, così utili come crediamo, o non sarebbe il caso di pensare in modo diverso a proposito dei parchi? Per duemila anni qualcuno si è preoccupato della natura; non credo che la persona che risiede in queste zone sia così desiderosa di distruggere l'ambiente. Il mettere parecchi vincoli a persone che possono avere interesse al parco, che hanno tutelato queste zone per centinaia di anni, è così utile? Mi pare che la Regione Piemonte sia quella che è partita più a spron battuto su queste tematiche, e che sia quella che ne ha di più sul proprio territorio.
All'inizio della legislatura avevo già espresso queste perplessità; le esprimo oggi ulteriormente.
RIVALTA C'è una legge nazionale che dice che deve essere destinato a parco il 10% del territorio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Nerviani.
NERVIANI, Assessore ai parchi La Giunta accoglie le preoccupazioni manifestate dai Consiglieri Rivolta, Bresso e Chiezzi con la seguente modifica dell'emendamento: "all'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro è garantito lo svolgimento delle attività agricole effettuate direttamente o tramite affittuari coerentemente con le finalità, le politiche di tutela e gli strumenti di pianificazione del Parco, nonché l'esercizio di quelle attività che, non ostative e non in contrasto con gli scopi istitutivi del Parco, possano determinare una più facile gestione della proprietà".



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento proposto dell'Assessore Nerviani, rosi formulato: "6. All'ordine dei S.S. Maurizio e Lazzaro è garantito lo svolgimento delle attività agricole effettuate direttamente o tramite affittuari coerentemente con le finalità, le politiche di tutela e gli strumenti di pian azione del Parco, nonché l'esercizio di quelle attività che, non ostative e non in contrasto con gli scopi istitutivi del Parco, possano determinare una più facile gestione della proprietà".
Il comma 6 diviene comma 7.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto con 21 voti favorevoli e 8 astenuti.
Pongo in votazione per appello nominale l'art. 4 nel testo modificato.
Proclamo l'esito della votazione: presenti 33 votanti 31 hanno risposto SI 20 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 10 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri (Chiezzi e Marino) L'art. 4 è approvato.
ART. 5 Emendamento presentato dall'Assessore Nerviani: "L'articolo 5 del disegno di legge 146 è soppresso".
La parola al Consigliere Bresso.
BRESSO Ci asteniamo perché anche questo emendamento è pleonastico, ma lo è al contrario.



PRESIDENTE

Lo pongo quindi in votazione per alzata di mano.
E' approvato con 19 voti favorevoli, 1 contrario e 11 astensioni.
Non si procede pertanto alla votazione dell'art. 5 in quanto è stato soppresso.
ART. 6 L'Assessore Nerviani presenta i seguenti emendamenti: 1) La lettera e) del comma 1 è così sostituita: "e) costruire nuove strade ed ampliare le esistenti fatte salve le iniziative connesse al conseguimento dei fini del Parco ed alla eliminazione del traffico veicolare motorizzato di transito dal contesto storico del Parco".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E approvato con 21 voti favorevoli e 1 astenuto.
2) Alla lettera g) comma 1 sono aggiunte le parole "e fatto salvo quanto previsto al successivo comma 5".
Si tratta di un richiamo tecnico.
BRESSO E' una ridondanza della ridondanza. Ci asteniamo.



PRESIDENTE

Lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 17 voti favorevoli e 13 astensioni.
3) Al comma 2 sono aggiunte le seguenti parole: "E' fatto salvo quanto stabilito dal comma 6 dell'art, 4".
Lo pongo in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 17 voti favorevoli e 13 astensioni.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 6 così modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 30 hanno risposto SI 26 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri (Chiezzi, Marino) L'art. 6 è approvato.



FOCO ANDREA



PRESIDENTE

ART. 7 Emendamento presentato dall'Assessore Nerviani Al comma 6 sono aggiunte le seguenti parole: "nonché il risarcimento degli eventuali danni causati alla proprietà".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato cori 26 voti favorevoli e 1 astensione (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 7 così modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 30 hanno risposto SI 26 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri (Chiezzi, Marino) L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 30 hanno risposto SI 26 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri (Chiezzi, Marino) L'art. 8 è approvato.
ART. 9 Emendamento presentato dall'Assessore Nerviani: Al comma 1 dopo la lettera b) è aggiunta la seguente lettera c): "c) al personale dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro avente compiti di vigilanza e controllo, limitatamente alle proprietà dell'Ordine": Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. L'emendamento è approvato con 30 voti favorevoli e 1 astensione (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
Si proceda pertanto all'appello nominale per la votazione dell'art. 9 così modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 30 hanno risposto SI 26 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri (Chiezzi, Marino) L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 30 hanno risposto SI 26 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri (Chiezzi, Marino) L'art. 10 è approvato.
ART. 11 Emendamento presentato dall'Assessore Nerviani: sostituire "all'anno 1991 ", "L'anno 1992".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 30 voti favorevoli e 1 astensione (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 11 così modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 30 hanno risposto SI 26 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri (Chiezzi, Marino) L'art. 11 è approvato.
ART. 12 Emendamento presentato dall'Assessore Nerviani: L'articolo 12 è soppresso e così sostituito: "ARTICOLO 12 - (Finanziamenti per la gestione) 1. Agli oneri per la gestione del parco naturale di Stupinigi si provvede mediante istituzione, nello stato di previsione della spesa per l'anno 1992, di apposito capitolo con la, denominazione 'Assegnazione regionale per le spese di gestione del Parco naturale di Stupinigi '.
2. Lo stanziamento di competenza e di cassa del capitolo di cui al comma precedente è stabilito con la legge regionale di approvazione del bilancio per l'anno 1992".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 30 voti favorevoli e 1 astensione (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
Si proceda pertanto all'appello nominale per la votazione dell'art. 12 così modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 30 hanno risposto SI 26 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri (Chiezzi, Marino) L'art. 12 è approvato.
ART. 13 Emendamento presentato dall'Assessore Nerviani: sostituire, "all'anno 1991", "l'anno 1992".
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 30 voti favorevoli e 1 astensione (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).
Si proceda pertanto all'appello nominale per la votazione dell'art. 13 così modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 30 hanno risposto SI 26 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si sono astenuti 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri (Chiezzi, Marino) L'art. 13 è approvato.
Prima di procedere alla votazione dell'intero testo della legge, ha facoltà di intervenire il Consigliere Rivalta per dichiarazione di voto.
RIVALTA Sul problema del parco di Stupinigi il primo disegno di legge fu presentato 1'8 luglio 1977 dalla Giunta regionale di allora, il quale venne respinto e rinviato per correzione nel luglio del 1978; una seconda presentazione del disegno di legge avvenne nel 1980, approvato in Consiglio regionale a marzo, anche questo rinviato subito nel maggio successivo; fu poi la volta in cui il Presidente Viglione - a cui mi rifaccio con la memoria anche in considerazione dell'anniversario della sua morte che si era molto impegnato per l'approvazione di queste leggi, poi rinviate, in un'occasione ebbe una reazione rabbiosa sul fatto che manovre sotterranee avevano indotto, esplicitate dagli stessi funzionari ministeriali (quindi non una supposizione), a bocciare la legge regionale.
Questo è il terzo disegno di legge che giunge all'approvazione del Consiglio regionale; non ho contato quello approvato nella passata legislatura dalla Giunta, ma mai arrivato al Consiglio regionale.
Noi voteremo a favore di questo disegno di legge, pur avendo molti dubbi su una serie di modifiche apportate e che l'Assessore Nerviani è stato costretto ad accettare (anche al di là del pensiero formulato dalla Giunta stessa, poi comprovato dalla Commissione) per trovare un rapporto collaborativo col Mauriziano.
Spero che questo rapporto collaborativo sia stato davvero trovato e che il Mauriziano mantenga fede a questo rapporto collaborativo; spero che il Mauriziano, nel mantenere fede a questo rapporto collaborativo, non faccia manovre sotterranee affinché il Governo bocci questa legge e che, se il Governo approva questa legge, non ricorra alla Corte Costituzionale per il suo annullamento.
Questo rapporto di collaborazione è un rapporto stabilito fra Enti che come tale, deve avere la responsabilità degli Enti nel colloquiare e nel trovare condizioni cooperative.
Con questo auspicio, ma con molta freddezza rispetto all'esperienza passata, noi voteremo a favore di questa legge, nonostante i dubbi manifestati prima.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Zacchera; ne ha facoltà.
ZACCHERA Annuncio il voto favorevole, anche se un po' sofferto, del nostro Gruppo consiliare a questo disegno di legge. Il voto è favorevole perch crediamo ferma-mente in un futuro di maggiori parchi per la nostra Regione ritenendo che ovunque ci sia il dubbio se realizzare o meno un parco convenga (poi tutt'al più ci sarà il tempo e il modo per ridurlo o per cambiarlo).
La nostra perplessità è riferita al fatto che non tutto quello che poteva essere contenuto all'interno del parco di Stupinigi riesce oggi ad esservi effettivamente inserito, e da questo punto di vista avremmo preferito una più ampia disponibilità di territorio ed interventi migliorativi che non abbiamo mancato di sottolineare durante il dibattito.
Bisognava fare un parco, è importante farlo; intanto portiamo a casa questo provvedimento minimale, ma senz'altro significativo.
C'è il problema dei rapporti col Mauriziano, sul quale - è inutile ripetersi - abbiamo compreso anche la "sofferenza" dell'Assessore nel mediare le diverse posizioni. Quanto si è riusciti a portare a casa non sarà eccelso, ma intanto si fa già qualcosa.
Quello che non condividiamo sono certi atteggiamenti di basso livello del dibattito, come quelli tenuti dalla collega Sartoris nel dire che la gente è stufa dei parchi. Sappiamo benissimo che da sempre i nemici dei parchi non sono gli abitanti, ma quelli ben lontani che sul parchi o sulle aree contenute nei parchi hanno opinioni molto diverse dalle mie e, mi auguro, da quasi tutti quelli che siedono in quest'aula.
Quindi: sì a questo parco. Anche se non rappresenta l'optimum, in questa situazione è un segno significativo di attenzione verso il problema ad esso va il voto favorevole del Gruppo MSI.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.
MARINO La discussione utile che c'è stata non mi ha fatto cambiare idea rispetto alla mia opinione iniziale, cioè di non partecipare al voto, anzi ha rafforzato la mia convinzione perché gli elementi emersi dalla discussione riconfermano il consenso ad una serie di procedure e di rapporti tra la Regione e, in questo caso, un particolare tipo di privati.
E' un precedente non condivisibile, non solo rispetto al caso specifico del parco che si istituisce, ma diventa un precedente di carattere generale nel rapporto con i privati, ed anche nel notevole delle forme di rappresentanza all'interno dell'Ente che lo gestirà. Nel fatti, al di là della piccola modifica proposta dal Consigliere Picchioni, la situazione non cambia, cioè sostanzialmente si fa un Ente nel quale sono esclusi i Comuni coinvolti dal parco; sono esclusi, almeno in termini di rappresentanza formale, gli agricoltori e gli ambientalisti, creando un precedente che non è assolutamente, a mio parere, da far passare senza discuterne.
Le possibili modifiche della delimitazione del parco, che avrebbero per lo meno allargato l'area e coinvolto altri Comuni, non sono state accolte.
Mi permetto dunque di fare un'osservazione finale su alcune cose non dette dall'Assessore, ma che vale la pena riprendere in qualche modo.
Per quanto riguarda la politica sui parchi, la Regione Piemonte sta ancora cercando di svolgere un ruolo particolare e significativo nel panorama delle Regioni italiane. Forse chi parlava dei costi dei parchi non ha ben presente i numeri.
Non so esattamente quale sia la situazione, ma credo che l'organico dei parchi, rispetto a quello previsto, sia sottodimensionato almeno di un centinaio di persone. Fra i tanti soldi che in questa Regione si spendono i pochi che si spendono per i parchi, a mio parere, sono quelli meglio indirizzati; purtroppo sono pochi e anche i parchi, malgrado il numero sono comunque pochi.
Non è vero che i cittadini non li vogliono, anzi c'è un proliferare di iniziative diffuse su tutto il territorio della Regione cori l'obiettivo di estendere in forme diverse le aree tutelate. I cittadini, al di là (per fortuna) di quello che andranno a votare alle prossime elezioni percepiscono, magari con incoerenza fra il loro voto e la loro sensibilità quotidiana, che il problema della tutela dell'ambiente e del territorio è una questione che prescinde dalle divisioni ideologiche e politiche e dalle stesse espressioni di voto.
Abbiamo a che fare con una risorsa che, come in altre occasioni dicevo.
è limitata e quando la si distrugge è sostanzialmente un processo irreversibile.
Quindi, nel confermare la mia non partecipazione al voto in questo caso specifico, invito l'Assessore Nerviani a continuare, magari meglio che in questo caso, a procedere nei compiti che il suo Assessorato gli permette di svolgere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini per dichiarazione di voto.
MARCHINI In primo luogo devo dire che le non condivisibili considerazioni svolte dalla collega Sartoris, in ordine all'atteggiamento delle popolazioni nei confronti dei parchi, - ripeto non condivisibili - pure hanno un qualcosa di vero. La gente coglie che lo sviluppo delle possibilità di realizzazione delle popolazioni residenti nei parchi non è proporzionale alle risorse che investiamo nei parchi. In altri termini, la gente coglie al volo che la politica dei parchi in larga misura si riduce ad una politica non a favore del territorio e delle popolazioni insediate nei parchi o dei fruitori, ma che molte risorse vengono spese per i parchi-istituzione: quindi colleghi su questo vi pregherei di essere attenti.
Dopo le elezioni politiche, in clima di tranquillità, ripensiamo seriamente alla possibilità di deistituzionalizzare i parchi e a riportare la politica dei parchi ad organicità ed unicità, non alla dispersività politica che la caratterizza attualmente. Così come esiste un'azienda per i parchi urbani, a nostro modo di vedere dovrà nascere un'azienda unica per i parchi suburbani, in modo tale che dal punto di vista culturale, dal punto di vista del controllo, dal punto di vista del personale, ci sia la possibilità di innescare veramente dei processi di professionalizzazione e di investimenti in termini qualitativi, lasciando agli interessi presenti sul territorio, alle popolazioni e alle istituzioni delle occasioni di presenza, di confronto e, se mi si consente, anche di controllo. Tutto ci ripeto, chiudendo questa curiosissima e - permettetemi - risibile polverizzazione istituzionale sul territorio che non ha nessuna ragion d'essere.
Detto questo, aggiungo che rispetto a questo parco le ragioni di un voto favorevole sono non di tipo naturalistico, ma - se mi consentite - di tipo politico o, se così vogliamo, di democrazia politica. A me sembra che se riusciremo ad avviare questo parco, dovrà esser dato atto alla Giunta di avere in una qualche misura avviato la ricucitura di uno strappo, e cioè il superamento dello strappo tra questa enclave, tra questa isola di separatezza che è l'Ordine Mauriziano e Stupinigi rispetto ai cittadini e al territorio più vasto della città di Torino e della Regione.
Riteniamo che lo strappo vada superato fino alle sue ultime conseguenze di insediare a Stupinigi la presenza della democrazia piemontese, cioè della Regione: questa è la nostra opinione. Ci rendiamo conto che il percorso è lungo rispetto ad un obiettivo lontano, ma questo passa attraverso un rapporto paritetico trai cittadini (rappresentati dalle istituzioni democratiche) e il soggetto (l'Ordine Mauriziano).
Noi non mettiamo in discussione i titoli che hanno giustificato una particolare attenzione della Costituzione verso questo Ordine, sicuramente benemerito.
Ci sembra però difficile immaginare che una delle testimonianze della nostra storia diventi sostanzialmente patrimonio e responsabilità di un pezzo separato della società: deve tornare ad essere patrimonio e responsabilità della società nel suo complesso. Questo è il primo passo: auguriamoci, come diceva giustamente il collega Rivalta, che questo non determini reazioni che, siamo certi, la diplomazia dell'Assessore avrà superato in partenza, e che sia non un risultato, ma l'avvio di un processo.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI La discussione svoltasi in aula sul progetto di legge di istituzione del parco di Stupinigi non ha consentito di superare i pesanti condizionamenti che l'Ordine Mauriziano ha imposto al testo di legge e che la maggioranza non è riuscita, a mio avviso, a correggere adeguatamente.
L'Ordine Mauriziano rimane un centro di potere metaistituzionale, che si pone al di fuori di un corretto rapporto con le istituzioni, che dovrebbero avere la possibilità di governare il proprio territorio, e ha imposto la propria volontà.
Il parco nasce compromesso sul piano territoriale, perché limitato nei suoi confini esterni e perché al suo interno è stata estirpata un'area rilevante che sarà oggetto di attività incompatibili con il parco, e nasce compromesso sul piano della gestione per la predominanza dell'Ordine Mauriziano.
Le preoccupazioni rimangono, perché non esiste un solo modo di concepire un parco. Bisogna riflettere anche su questo: dire parco è dire poco perché c'è modo e modo di concepire un parco. Si può pensare ai parchi di carattere elitario, per pochi privilegiati, parchi più tesi alle valorizzazioni che non alla fruizione di massa.
All'interno del parco quindi si può prevedere qualsiasi cosa: un grande albergo, un centro tumori o un campo da golf. Anche il campo da golf è un'attività sportiva; ma grande consumatrice di spazio e frequen-tata da pochi. Non vorrei - e rivolgo una raccomandazione all'Assessore che si è dimostrato attento a tutte le nostre preoccupazioni - che questa sia poi la direzione che prenderà l'Ordine Mauriziano nel gestire l'area. Spero che l'Assessore lavori affinché sia un'area di tutti e rimanga un parco di carattere aperto alla popolazione, ricco di tutte quelle qualità ambientali che fanno parte del patrimonio della Regione.
Per questi motivi non partecipo alla votazione della legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglio.
MIGLIO Riprendo il discorso del Consigliere Zacchera, quando dice che è necessario istituire dei parchi. Secondo me esistono altre condizioni istituire parchi solo per la volontà di istituirli non è sufficiente e c'è il rischio di trovarsi di fronte a condizioni non favorevoli perché non viene recepita questa politica da chi poi deve governare concretamente i parchi stessi.
In questo senso il rischio può essere che le istanze che condannano questa politica colgano come esempio queste nuove aree protette confermando ancora di più quella visione che vuole imputare ai parchi la restaurazione di una logica vincolistica o, viceversa, di una modificazione totalizzante del territorio.
A nostro avviso, non è necessario solo istituire i parchi, ma bisogna lavorare in una direzione che ci porti a coinvolgere concretamente le varie istanze sociali, le popolazioni che vivono nel parco e attraverso il parco.
In questo senso possiamo accogliere positivamente il lavoro svolto dalla Giunta che ha cercato sicuramente, durante questi mesi, di coinvolgere diversamente rispetto al passato l'Ordine Mauriziano. Ciò non toglie che rimangono dei dubbi sulla possibilità concreta di valorizzare seriamente tali aree.
Anche in considerazione dei problemi esistenti continuiamo a porci alcune domande, cioè se si otterranno e si sono ottenute le condizioni di base che richiamavamo prima e se si riuscirà veramente a concretizzare un parco, a renderlo tale e non farlo rimanere solo sulla carta.
Auguriamo in questo senso un buon lavoro a chi, all'interno dell'ente avrà l'ingrato compito di riuscire a coinvolgere ulteriormente l'Ordine Mauriziano per poter dar luogo alle finalità preposte con l'istituzione del parco. Decidiamo però di non partecipare alla votazione.



PRESIDENTE

Poiché non ci sono altre dichiarazioni di voto, pongo in votazione per appello nominale l'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 33 hanno risposto SI 32 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 5 Consiglieri (Chiezzi, Marino, Miglio, Segre e Staglianò) L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Parchi e riserve

Progetto di legge n. 189: "Istituzione della Riserva naturale orientata delle Baragge"


PRESIDENTE

Passiamo ora al progetto di legge n. 189. Informo in proposito che la II Commissione ha tenuto le consultazioni a questo progetto il 15 novembre sono stati invitati tutti gli enti locali comprese le Province. Informo che la Provincia di Novara non era presente e non ha presentato osservazioni n allora né dopo né le ha preannunciate.
Sul progetto di legge è relatore il Consigliere Squillario.
SQUILLARIO, relatore Con il termine "Baragge" si intendono alcune aree che presentano caratteristiche particolari dal punto di vista ambientale e naturale: boschi di querce, betulle, carpini e pino silvestre in coesistenza con terreni che si sono formati durante il periodo delle interglaciazioni, con notevole presenza di flora e fauna rare.
Le Baragge originarie che si estendevano su una superficie di 50.000 ettari sono oggi ridotte ad alcune isole limitate, in quanto sono state condotte opere di bonifica agraria che hanno consentito l'estendersi della coltura del riso. Tali opere sono state realizzate dal Consorzio di Bonifica della baraggia Vercellese; Consorzio appositamente costituito. A seguito degli interventi effettuati si è pertanto giunti all'attuale situazione che vede un residuo di Baraggia nell'area , tra Biella e Pian del Rosa ridotto ormai ad una superficie di circa 2500 ettari complessivi.
La Giunta ha quindi presentato il disegno di legge per l'istituzione di una Riserva naturale orientata ai sensi della L.R. 12/90 accompagnandolo con una dettagliata relazione che mette in evidenza le caratteristiche ambientali, paesaggistiche e colturali di queste aree.
Nella suddetta relazione viene inoltre sottolineato che la frammentarietà della Baraggia ha comportato la scelta di procedere all'istituzione di un'area protetta suddivisa in nuclei territoriali distinti: il più consistente è quello del Pian del Rosa, che si estende per complessivi 1154 ettari in un'unica soluzione; di analoga superficie è quello della Baraggia di Rovasenda (1151 ettari); peraltro frazionato in quattro porzioni; più limitata invece è l'area della Baraggia di Candelo (269 ettari) in un unico nucleo.
Questa superficie è quindi quella oggetto della tutela proposta con il disegno di legge.
La classificazione proposta a Riserva naturale orientata, già per altro prevista sia per l'area del Pian del Rosa che per quella della Baraggia di Rovasenda dal Piano regionale delle aree protette, è motivata proprio dalle caratteristiche ambientali sopra descritte: infatti, a norma dell'articolo 5 della legge regionale 22 marzo 1990, n. 12, è definita "Riserva naturale orientata" la forma di protezione che si pone il fine di conservare l'ambiente naturale consentendo opportuni interventi agricoli, pastorali e forestali e di recupero ambientale. Come si può notare questo tipo di classificazione è quello che più si adatta alla situazione delle Baragge.
Deve altresì essere segnalata, su una parte consistente dell'area di cui trattasi, la presenza di proprietà del Demanio militare, proprietà che ha positivamente contribuito alla conservazione delle zone baraggive in quanto ha di fatto sottratto all'opera di bonifica parte del territorio.
Nello specifico il presente disegno di legge propone la costituzione di un apposito Ente di gestione per le aree baraggive, all'interno del quale sono rappresentati tutti i Comuni interessati oltre alle Organizzazioni professionali agricole ed alle Associazioni ambientaliste.
Lo strumento di pianificazione territoriale che è ritenuto il più idoneo alla situazione ambientale della Riserva naturale proposta è il Piano naturalistico che, a norma dell'articolato 25 della legge regionale 22 marzo 1990, n.12, dovrà normare le opere, gli interventi ed i comportamenti per tutto il territorio protetto con particolare riferimento agli aspetti naturalistici, forestali ed urbanistici.
La II Commissione ha esaminato a fondo il testo sottoponendolo ad un'ampia consultazione degli EE.LL. delle forze economiche e sociali interessate, accogliendo quindi le osservazioni e le proposte di modifica e di integrazione avanzate che chiedono la previsione di un Piano naturalistico con valenza territoriale, l'ampliamento dell'area dei Demanio militare ricadente nel Comune di Cossato (già previste al sensi del D.M.
1.8.85) e il conseguente inserimento di un rappresentante di detto Comune nel Consiglio Direttivo dell'Ente, nonché la realizzazione dei programmi viari di interesse sovracomunale che consentano lo sviluppo delle economie locali.
La Commissione ha quindi, d'intesa con la Giunta regionale, approvato all'unanimità l'articolato con le necessarie integrazioni e modifiche cartografiche e ne raccomanda una sollecita e analoga unanime approvazione da parte dell'Aula Consiliare.



PRESIDENTE

Non essendoci interventi passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 39 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si è astenuto 1 Consigliere L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 39 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si è astenuto 1 Consigliere L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 39 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si è astenuto 1 Consigliere L'art. 3 è approvato.
ART. 4 Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio e Segre: al punto 3), lettera b) le parole "dalla Giunta, regionale"sono soppresse e sostituite con le parole "dal Consiglio regionale".
Pongo in votazione l'emendamento, accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto con 39 voti favorevoli.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 4 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 39 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si è astenuto 1 Consigliere L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 39 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si è astenuto 1 Consigliere L'art. 5 è approvato.
ART. 6 I Consiglieri Miglio e Segre presentano i seguenti emendamenti: 1) al punto 1, lettera h) le parole "fatti salvi il collegamento" sono soppresse e sostituite con le parole "fatto salvo il tratto vicino Rollino Gattinara di completamento".
La parola al Consigliere Miglio.
MIGLIO L'emendamento viene ritirato In seguito ai chiarimenti avuti.



PRESIDENTE

2) al punto l, lettera i), dopo la parola "ambientali" aggiungere le parole "e paesistiche".
Pongo in votazione l'emendamento, accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto con 39 voti favorevoli.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 6 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 39 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si è astenuto 1 Consigliere L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 39 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si è astenuto 1 Consigliere L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 39 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si è astenuto 1 Consigliere L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 39 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si è astenuto 1 Consigliere L'art. 9 è approvato.
ART: 10 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 39 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si è astenuto 1 Consigliere L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 39 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si è astenuto 1 Consigliere L'art. 11 è approvato.
ART. 12 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 39 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si è astenuto 1 Consigliere L'art. 12 è approvato.
La parola al Consigliere Bortolin per dichiarazione di voto.
BORTOLIN Farò una dichiarazione di voto brevissima. Siamo soddisfatti: dopo tanti anni istituiamo questo parco.
Volevo però sottolineare la necessità, altrettanto urgente come quella di votare questa legge, di sollecitare la Giunta, e il Presidente della Giunta in particolare, di richiedere un incontro con i Comuni interessati il Comune di Candelo in specifico, e con i rappresentanti della Regione nominati nel Comitato paritetico militare della nostra Regione, per affrontare la questione dell'uso di parte importante del territorio baraggivo da parte delle nostre forze armate. Uso che provoca difficoltà e disagi, e che distrugge l'ambiente.
Personalmente conosco quelle zone, il ripristino non viene fatto nel modo dovuto e si tratta di un territorio continuamente distrutto perché la presenza dei militari è di cinque giorni la settimana per tutto l'anno. A nostro avviso, sono problemi che vanno visti e discussi in modo adeguato e con il tempo necessario, ma comunque non dimenticati.
E un problema sicuramente grosso, noi abbiamo provato ad accennarne nelle riunioni dei . Comitati paritetici: i militari non ne vogliono sentir parlare, però gli amministratori e le popolazioni di quei Comuni pongono il problema.
Mi pare quindi giusto che noi, in qualità di rappresentanti del Consiglio regionale del Piemonte, sollecitiamo l'iniziativa che ho accennato all'inizio: l'incontro tra gli eletti del Consiglio regionale quelle amministrazioni e i rappresentanti dei militari.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.
ZACCHERA E' con particolare soddisfazione che vedo arrivare in porto il progetto di legge n. 189 anche perché ho avuto modo, per quanto di mia competenza di dare una mano, non dico a realizzare, ma quanto meno a farlo approvare.
Ho qualche riserva di carattere organizzativo e di gestione, perch arriviamo forse per la prima volta ad avere una riserva naturale orientata in parti separate.
Da questo punto di vista qualche sforzo in più per recepire altri spazi (mi riferisco alla parte della Provincia di Novara, la parte meridionale della riserva naturale nella fascia a sud di Romagnano Sesia), era possibile farlo. Peraltro è vero che il Comune di Ghemme che su questo discorso "non ci sente" , ha una propria posizione.
Tutte le posizioni sono legittime, personalmente però avrei creduto di più nell'estensione della riserva naturale orientata delle Baragge per quanto attiene alla parte della Provincia di Novara. Il nostro voto è comunque favorevole.
Devo dare atto - lo faccio con piacere - che anche in questo caso l'Assessore Nerviani ha avuto coraggio, perché specialmente in zona era difficile portare a casa questo parco, e io reputo che abbia fatto bene.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglio.
MIGLIO Il Gruppo dei Verdi esprime soddisfazione per l'approvazione della legge istitutiva del Parco delle Baragge in considerazione, da una parte dell'urgenza, visto il decadere delle salvaguardie transitorie con i rischi che ne derivavano, e dall'altra parte perché in questo modo si va finalmente a proporre la conservazione di un patrimonio non indifferente residuale sicuramente per quella che è la zona del Basso Novarese e Vercellese, ma di inestimabile valore, verso il quale si doveva tenere un atteggiamento, così come viene proposto dalla legge regionale, che tende a valorizzarne il patrimonio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sartoris.
SARTORIS Non ripeto quanto ho detto in precedenza e cioè che noi siamo fermamente contrari a tutti i parchi, anche a questo. A conferma di ciò è la dimostrazione che abbiamo speso due ore a discutere sul precedente parco di Stupinigi. Da quanto ho capito le rimostranze non erano tanto sul parco quanto sull'Ordine Mauriziano; quando si parla per esempio della Baraggia o di zone gestite da sindaci di un certo colore, discutiamo per ore: se invece non è di quell'amministrazione ne discutiamo velocemente.
Quando abbiamo parlato del parco , della Partecipanza del Trinese dove le amministrazioni sono rosse, la discussione non c'è stata o quanto meno non è stata fatta più di tanto, perché era una questione di partito. Se si parla di certi parchi si fanno delle discussioni, se invece non si parla il parco rimane sempre e comunque. Vedremo fra quindici o vent'anni se erano scelte così giuste. Vedremo davvero, in questo caso, se riusciremo a porre dei vincoli affinché 1e Forze Armate non facciano quello che stanno facendo.
Le nostre perplessità continuano a rimanere: sarà pure un Comitato paritetico; però non so fino a che punto la Regione riuscirà a puntare i piedi e andare in questa direzione. Questo è un discorso che verificheremo fra una decina d'anni. Io forse non sarò più qui a farlo, ma qualcun altro si ricorderà di chi ha avuto il coraggio di dire no, andando contro corrente, nel momento in cui tutti dicevano sì.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Nerviani.
NERVIANI, Assessore ai parchi Esprimo apprezzamento nei confronti del Consiglio e anche di alcuni amici che, infran-gendo la norma che l'opposizione debba sempre manifestare dissenso, hanno voluto dire parole di conforto a chi, costretto, ritiene giusto fare scelte che non sono sempre facilissime. Alla collega Sartoris oltre alla mia simpatia, vorrei affidare l'assicurazione che il parco della Partecipanza ha avuto una discussione non di pochi secondi, ma di qualche decina di anni e quindi è arrivato qui dopo essere stato visto per un verso, rovesciato,, letto con tutte le problematiche che rappresentavano le popolazioni locali. Per quanto riguarda il Parco delle Baragge se una piccola forzatura viene fatta adesso è perché scadono determinati vincoli.
Voglio sottolineare che il Parco delle Baragge, soprattutto la parte che più reagisce a questo intervento, è quella che io conosco meglio, dove ho svolto intensa attività professionale e (se mi si consente questa affermazione) in cui io ricevo consensi che in nessun'altra parte del Piemonte ho mai avuto e che probabilmente perderò anche in conseguenza di questa decisione.
L'esame è stato approfondito, la scelta è stata ponderata molto. E' una scommessa - è vero - che facciamo con la nostra gente e speriamo che la collega Sartoris sia smentita, fortunatamente, e che sia confermata la nostra fiducia perché vorrebbe dire che tutto va per il meglio.
Per quanto riguarda i militari debbo dire che andremo all'incontro che è stato richiesto da Silvana Bortolin. Debbo dire che la Provvidenza è stata rappresentata finora in molte aree proprio dai militari, perché senza i militari probabilmente queste arèe sarebbero state molto compromesse. Il mio amico pacifista Miglio in questo caso deve ringraziare la non voluta tutela che i militari hanno esercitato.
Concludo invece con un'annotazione seria che risponde alla cortesia di Zacchera: queste parti vanno probabilmente coordinate con un disegno generale che tenteremo di fare con un piano paesistico ad hoc che dovrebbe raccordare dal punto di vista generale queste singole unità.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per appello nominale l'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 39 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere si è astenuto 1 Consigliere L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale - Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame progetto di legge n. 112: "Integrazioni e modifiche alla L.R. n. 20/81 sul personale dei Gruppi consiliari"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 112, di cui al punto 8) all'o.d.g.
La parola al relatore di maggioranza, Consigliere Zanoletti.
ZANOLETTI, relatore Non illustro le motivazioni della legge o le norme fondamentali che essa contiene, poiché sono note a tutti: sono il risultato di un lungo confronto che c'è stato sia nell'Ufficio di Presidenza sia nella Commissione, con il raccordo prezioso del Consigliere Foco, che desidero ringraziare. D'altra parte, tutto questo è contenuto nella relazione.
Intervengo per aggiungere due o tre parole di precisazione alla relazione che è stata approntata; sono solo tentativi di chiarire alcuni concetti.
A pag. 2), alla fine del secondo comma, dove si dice che "sempre nei limiti predetti, in alternativa al finanziamento è possibile procedere al conferimento da parte della Giunta regionale, su proposta dell'Ufficio di Presidenza e richieste dei Gruppi con consiliari di incarico a termini ad estranei all'Amministrazione regionale", aggiungerei: "in analogia con la recentissima legge ragionale della Lombardia n. 3 del 10/1/1989, art. 1" A pag. 3), all'art. 2, quando in particolare si stabilisce che "pu accedere a concorso riservato il personale in servizio al 30 giugno 1991 o che abbia prestato comunque servizio riconosciuto valido ai sensi della normativa vigente", aggiungo l'inciso. "compreso l'eventuale aspettativa per servizio militare".
Infine, a fondo pagina vi è l'art. 6: si tratta di "norma transitoria intesa a disciplinare l'ipotesi di personale attualmente in servizio presso i Gruppi che non partecipi ai concorsi riservati o non li superi. In tale ipotesi", aggiungo: "la quale nel rispetto della legge 300/70 consente di avviare ad esaurimento i contratti privatistici di lavoro che dovessero rimanere in atto, spetta ai Gruppi il finanziamento sostitutivo secondo la normativa regionale in vigore, legge regionale 20 del 1981". Solo questo.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio, relatore di minoranza.
VAGLIO, relatore Il presente progetto di legge ha avuto un lungo travaglio prima di vedere la luce in questa veste definitiva. Prima di giungere in aula ha subito modifiche tali da stravolgere il testo originario e da apportare alla normativa regionale novità superiori alle primitive richieste.
Un provvedimento a sanatoria era stato a più riprese sollecitato per risolvere il problema del personale che lavora presso i Gruppi consiliari senza avere lo status di dipendente pubblico. Occorre a questo fine precisare che la L.R. 20 nella sua stesura originale prevedeva l'utilizzo di personale proveniente dai quadri regionali ovvero di altri Enti pubblici a tal scopo comandati presso la Regione. L'art. 7 della stessa legge consentiva inoltre che i Gruppi fruissero di un finanziamento sostitutivo qualora impiegassero personale assunto direttamente con rapporto di natura privatistica.
La deroga dall'utilizzo di personale dipendente da Enti pubblici avrebbe quindi dovuto essere nelle intenzioni del legislatore procedura eccezionale, ma la prevalenza di personale assunto dai Gruppi con questa formula dimostra come sia avvenuto esattamente il contrario con conseguente stato di precarietà per numerosi funzionari.
Da questo discenderebbe la necessità della sanatoria, ma su finalità ed effetti di questo progetto di legge c'è parecchio da dire.
Art. 1.
Il precedente art. 1 è sostituito da un nuovo articolo che sostanzialmente incrementa il numero di funzionari alle dipendenze dei Gruppi. Dagli attuali 44 (22 VIII e 22 VI) si passa a 50 (21 VIII, 9 VII e 20 VI), con un incremento di 6 unità pari ad oltre il 12%. A godere di tale incremento; sono quattro formazioni politiche che passano da due a tre funzionari (incidentalmente lo stesso numero di cui disponevano nella passata legislatura ma che il consenso elettorale aveva ridotto), e i due maggiori partiti di maggioranza che incrementano di un'unità.
In particolare per quanto riguarda i Gruppi composti da due Consiglieri, l'articolato consente il ripescaggio di quei funzionari che all'indomani delle amministrative del 1990 erano stati tagliati dall'insuccesso elettorale.
Non è dato di sapere il motivo per cui, contrabbandandoli con una legge dichiaratamente a sanatoria, si fanno passare incrementi di personale che il momento di grave crisi finanziaria fa ritenere per lo meno intempestivi.
Art. 2.
Questo articolo definisce le modalità della sanatoria identificando gli aventi diritto, le caratteristiche professionali e l'iter di carriera. E interessante sottolineare coane siano stati fortemente discriminati i Gruppi alla prima legislatura, ai cui dipendenti non in possesso dei titoli di studio richiesti per le qualifiche funzionali viene precluso l'accesso alle qualifiche immediatamente inferiori poiché professionalmente non possono aver conseguito la richiesta di anzianità di 36 mesi. Nei casi pratici questo significherà che gli VIII livelli in forza a nuovi Gruppi se non in possesso di diploma di laurea, dovranno forzosamente concorrere per l'accesso di VI livello.
Il criterio di difesa di un presunto diritto acquisito dai partiti tradizionali sarebbe argomento suffi-ciente ad invalidare l'intero testo di legge.
Art. 3.
L' articolo ripropone in altri termini quanto previsto dal vecchio art.
7. L'innovazione è solo nella precisazione che i Gruppi possono servirsi di un'aliquota precisata in legge di dipendenti non provenienti da enti pubblici. In questo caso ci si dovrà avvalere di personale assunto con rapporto di natura privatistica a termine.
A nostro parere però non vi è diversa condizione tra i futuri lavoratori e quelli attualmente in servizio. Questi come quelli non avevano nessuna garanzia sul tempo indeterminato del rapporto lavorativo.
L'articolo definisce una sperequazione immorale e non giustificata.
Riteniamo quindi improponibile l'alternativa di nuove forme di lavoro dipendente. Meglio sarebbe stato concedere la possibilità di impiegare il finanziamento relativo per forme di collaborazione con professionisti e/o lavoratori autonomi.
Art. 6.
La norma transitoria protrae indefinitamente nel tempo la situazione di attuale precarietà e quindi consente di non applicare definitivamente la sanatoria. E' difficile interpretare la norma diversamente dalla presa d'atto di una situazione singola e particolare che non si può o non si vuole risolvere con diverso rapporto di lavoro non dipendente.
Il progetto di legge in oggetto dimostra che la conciliabilità tra le posizioni della maggioranza e della minoranza tradizionali passa obbligatoriamente sopra la tutela dei diritti delle nuove forme d'opposizione al sistema. La legge che prende forma da questo sudato accordo sancisce solo un incremento di personale per alcuni Gruppi e la mera sanatoria per il personale di un altro a garanzia di ulteriori scissioni o "debacle" elettorali.
Se il Commissario di Governo avesse avallato che a fianco di ogni Gruppo fosse indicata invece della consistenza numerica la denominazione la legge se non altro avrebbe assunto chiaramente senso e titolo, in omaggio ai criteri di trasparenza a cui questo Consiglio sempre più spesso si appella.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Vaglio, per aver illustrato gli emendamenti che ha proposto.
Chiede di intervenire il Consigliere Zacchera; ne ha facoltà.
ZACCHERA Questo è un argomento sul quale mi sento molto imbarazzato a prendere la parola; mi sento però costretto ad intervenire dalla relazione di minoranza, che mi ha interessato e che ho letto con attenzione.
La relazione sottolineava alcune situazioni; indubbiamente occorre procedere ad una sistemazione dello status giuridico pregresso dei dipendenti dei Gruppi consiliari, i quali a questo punto si trovano in una posizione di debolezza e non sono - come si suol dire - né carne, né pesce.
La normativa è quindi opportuna.
Il secondo aspetto che personalmente denuncio riguarda il fatto che, in questa maniera, si procede ad un aumento di 6 unità dei dipendenti della Regione, quindi si passa da un organico di 44 a 50 unità per il funzionamento dei Gruppi.
Il terzo aspetto portato avanti dalla relazione di minoranza si riferisce al fatto che questa è una legge di sistema ai danni della sola forza arti-sistema, cioè la Lega, l'unica che non ci guadagna. Mi sono sentito offeso da questa affermazione perché ritengo di rappresentare una forza politica contraria a questo sistema, la quale non può certo condividere un aumento di spese nel momento in cui denuncia pesantemente il costante stillicidio ed aumento delle spese per la gestione dell'Ente.
Per cui, dopo aver sottolineato l'opportunità dell'art. 2 della legge che dà collocazione allo stato giuridico dei dipendenti, proporrei che la Giunta ritirasse gli altri articoli del provvedimento, lasciando in piedi la struttura della sistemazione dei dipendenti attuali che in qualche maniera vanno sistemati. Per il resto, non ritengo prioritaria la scelta fatta dalla Regione di andare a spendere altri soldi per far funzionare con altri dipendenti, i Gruppi consiliari.
A questo punto, anche se ho la possibilità di parlare, concludo il mio intervento, perché qualsiasi ulteriore parola diventerebbe demagogica. Mi appello alla sensibilità dei colleghi per vedere se ritengono utile ed indispensabile procedere con la normativa; secondo me non è utile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.
CAVALLERA In questo intervento ci riferiremo solamente all'oggetto della discussione, senza cadere in considerazioni di politica generale, a mio parere non attinenti.
Esisteva un problema annoso del personale dei Gruppi consiliari, in merito al quale tutti avevano manifestato la necessità di porvi rimedio. Da parte dell'Ufficio di Presidenza, e non dalla Giunta, è venuta un'iniziativa che - da quanto mi risulta - inizialmente ha raccolto il consenso di tutte le parti.
In questa sede bisogna essere coerenti con i colleghi, che governano l'assemblea, che si sono impegnati nel mandare avanti una proposta di legge che determina veramente una svolta nella regolamentazione del personale dei nostri Gruppi. Vi è poi il problema dell'aumento nominale di sei unità, ma è un fatto che può essere ritenuto secondario.
Ritengo opportuno, invece, concentrare la nostro attenzione soprattutto sulla parte normativa più importante che - per rispondere al collega Zacchera - è stata emendata, anche a seguito delle consultazioni tenutesi in sede di Commissione; in particolare si è tenuto conto del parere delle Organizzazioni Sindacali.
Certamente vi sono delle diversità tra questo testo e quello iniziale proprio perché si è cercato di ricondurre il più possibile questo provvedimento di legge nell'ambito della normale dialettica che intercorre tra la Giunta regionale e le Organizzazioni Sindacali, in modo da non introdurre delle turbative in questo rapporto. Questo è il motivo del cambiamento delle nonne che riguardano l'accesso ed i titoli di studio.
Per quanto riguarda le possibilità alternative consentite ai Gruppi faccio presente che queste sono state introdotte soprattutto per i Gruppi di minore consistenza, qualunque essi siano. Penso non sia il caso di ricorrere a delle targhe, perché il provvedimento è oggettivo, e quindi nel mutare, nel divenire delle presenze in questo Consiglio, può riguardare nel bene o nel male un po' tutti. Di qui la previsione principale di avere in dotazione personale pubblico dipendente della Regione, comandato dalla Regione o da altri Enti, prevedendo anche la possibilità di ricorrere seppure in misura contenuta, a consulenze esterne perle eventuali prestazioni di maggior contenuto intellettuale.
Proprio per consentire ai Gruppi consiliari di avere un supporto adeguato nella loro attività, è stata anche consentita la possibilità di ricorrere al reclutamento di personale a termine con contratto di lavoro di diritto pubblico. Caro Vaglio, nessuno pensa più di istituire e di creare rapporti di lavoro di natura privatistica; si è ipotizzato di utilizzare il personale con contratto a termine come quello attualmente a disposizione nelle segreterie degli Assessori o negli Uffici di gabinetto.
Per quanto riguarda gli altri argomenti della relazione di minoranza relativi alle norme transitorie, queste sono presenti in tutti i provvedimenti di sanatoria: Se leggiamo la norma transitoria inserita in questo provvedimento, vediamo che è una norma veramente circoscritta, che comunque era necessario prevedere perché insieme agli interessi generali della Regione vi sono anche dei rapporti di lavoro in atto che, in qualche modo, vanno valutati; il principio del divieto della "reformatio in peius" è comunque valido, al di là di quello che può essere il nostro pensiero.
In merito alla consistenza numerica delle dotazioni dei singoli Gruppi nel confronto svoltosi in Commissione a proposito del Gruppo ristretto abbiamo preso come riferimento le sentenze della Corte di Cassazione in ordine ad alcune leggi regionali (di Regioni consorelle, in particolare della Lombardia) che erano state rinviate dal Governo. Abbiamo cercato di seguire quelle indicazioni che, per quanto riguarda il Consiglio regionale del Piemonte, vengono proposte con uno sbilanciamento a favore dei gruppi di minore consistenza, ma pur sempre nell'ambito del contingente complessivo in atto da anni ad esempio presso la Regione Lombardia.
Non c'è nessuno sfondamento e nessuno vuole mandare in malora il bilancio della Regione. Abbiamo ipotizzata di passare teoricamente ad un organico di 50 unità e voi mi insegnate che tra l'organico teorico e quello effettivamente ricoperto vi è sempre uno scostamento dovuto alle procedure di reclutamento e comando del personale, quindi non è il caso di "suonare la grancassa" sotto questo profîlo perché siamo entro parametri verificati e confrontabili con quelli delle altre regioni.
Penso di aver risposto sommariamente alle osservazioni poste, dando per scontato che le argomentazioni positive contenute nella relazione di maggioranza in qualche modo sono acquisite come contributo ed indicazione favorevole all'approvazione del provvedimento. Metto solo in risalto una norma precisa; con questo provvedimento cessa la possibilità dei Gruppi Consiliari di assumere direttamente il personale. Occorre mettere la parola fine ed andare su procedure completamente diverse; aumenta quindi la trasparenza, la stabilità per i dipendenti che operano nei Gruppi Consiliari che operavano come se fossero veri e propri dipendenti della Regione Piemonte. Quindi si viene ad eliminare una ingiusta disparità.
E' un provvedimento che approviamo anche per sistemare dei rapporti di lavoro che possono essere precari, ma soprattutto per rendere più funzionali i lavori di questo Consiglio e per dotare i Gruppi Consiliari di personale qualificato e di ausilio per i Consiglieri ed i Gruppi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rossa. Ne ha facoltà.
ROSSA Signor Presidente, avrei potuto anche rinunciare ad intervenire perch il relatore di maggioranza, il Presidente della I Commissione, Zanoletti ha già riassunto per la maggioranza (ma per una maggioranza che è molto più larga delle maggioranze che si esprimono nelle formule) le ragioni fondamentali che ci portano a discutere e ad approvare un provvedimento di legge che risolve un problema annoso. Tuttavia ritengo, proprio per l'importanza del provvedimento, di aggiungere qualcosa dal punto di vista dell'adesione alla proposta, così come desidero esprimere il rammarico che nonostante lo sforzo compiuto dal collega Foco, a nome dell'Ufficio di Presidenza, e dal collega Cavallera, che ha sottolineato questi aspetti, il dibattito non sia stato sufficiente per affrontare e risolvere unitariamente un problema che sta a cuore a tutti, al di là della relazione di maggioranza e di minoranza o delle osservazioni che sono venute da altri colleghi, come, il Consigliere Zacchera.
E' quindi un problema che sta a cuore a tutti ed è un atto di giustizia riparatorio nei confronti di un personale che, da 20 anni, presta servizio perla Regione; è un personale che presta servizio in modo para-regionale ma ha ancora un profilo ed una caratteristica di personale strettamente privato, anche se nella sostanza la Regione concorre a garantire per esso la certezza dello stipendio.
Credo sia venuto il momento dimettere ordine, di dare una risposta ragionevole, che non crei problemi ulteriori alla Regione e che consenta di risolvere il problema, includendo il personale nell'organico della Regione.
Allo stesso tempo, una parte dì personale è ancora prerogativa della valutazione autonoma dei Gruppi, quindi è una risoluzione che consente anche quel movimento che è giusto che i Gruppi abbiano perché sono entità politiche che hanno bisogno di uomini e personale di fiducia.
Mi sembra allora che il criterio con il quale si sta andando a risolvere il problema sia il più corretto. Abbiamo ricordato che la Regione compie 20 anni e mi sembra che sia venuto il momento di sanare un'anomalia che ci trasciniamo da tempo. C'è voluto del tempo affinché maturasse questa soluzione: non è un problema che si presenta di punto in bianco, è un processo che si realizza e mi auguro che, al di là delle questioni spicciole che possono interessare o meno questo o quel Gruppo più o meno consistente, questo livello piuttosto che un altro, come ho sempre sostenuto in Commissione, si risolva tale problema che è soprattutto di principio: risolvere una questione anomala e risolverla in modo serio e responsabile. Teniamo conto che il lavoro dei Gruppi è molto pesante ed impegnativo, che non può essere regolamentato da contratti di lavoro rigidi; è un lavoro prevalentemente di carattere amministrativo e burocratico, ma anche politico, un lavoro per il quale alla Camera dei Deputati è prevista addirittura l'assegnazione, ad ogni rappresentante del Parlamento, di un segretario. D'altro canto se un Consigliere, così come un Deputato o un Senatore, deve fare bene il proprio lavoro, ha bisogno anche di una collaborazione.
Nella dottrina è stata quindi introdotta questa figura a sostegno di chi svolge un'attività che non è solo di piccolo cabotaggio, anche se questo fa parte del lavoro politico.
Aggiungo un altro aspetto che mi porta a dare il mio sostegno alla soluzione del problema: si andrà (come è già successo in altre regioni) alla realizzazione di un organico vero e proprio del Consiglio regionale.
Questo è un problema non ancora risolto in Piemonte; sono contento che il collega Guasso, che si era dedicato da parecchio tempo al problema, sia presente al dibattito. Anche come Ufficio di Presidenza ci eravamo dedicati alla risoluzione del problema perché ciascuno abbia questa possibilità di movimento, il Consiglio da una parte e la Giunta dall'altra.
Può essere che si risolva anche questo In modo positivo.
Senz'altro dovremo fare uno sforzo - mi rivolgo a coloro che potrebbero avere legittime preoccupazioni - affinché vengano fugate le perplessità e si valuti l'aspetto complessivo della questione.
I gruppi sono parte intrinseca della vita del Consiglio, rafforzamela presenza e regolamentare la situazione anomala del personale, significa rafforzare il ruolo che Il Consiglio è chiamato a svolgere.
Da ciò la nostra adesione, il personale sostegno e l'augurio che finalmente si ponga fine a tale situazione e si apra il capitolo definito di stabilità, di qualificazione e di trasparenza per un cammino più sicuro per le persone che lavorano nei Gruppi.
I Gruppi devono avere più possibilità di operare le loro scelte sapendo che qualunque esse siano non saranno mai di danno a chi vi lavora così come non vogliamo siano di danno alla gente che lavora indipendentemente dal fatto che lavori in Regione o da altre parte.
Mi pare che quello che ci accingiamo a fare sia un atto dovuto, dopo vent'anni, che fa onore alla Regione e prepara le premesse per un ulteriore rilancio della nostra attività e del nostro impegno politico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Foco.
FOCO Grazie, Presidente.
Dopo gli interventi che mi hanno preceduto, il mio potrebbe anche essere inutile o superfluo: ho però ritenuto opportuno intervenire perch vorrei sottolineare alcuni aspetti, soprattutto di percorso, di questo provvedimento, di questo - permettetemi di dirlo - piccolo ma estremamente importante, provvedimento.
L'Ufficio di Presidenza ha ritenuto importante e indilazionabile il fatto che il problema del rapporto di lavoro dei dipendenti dei Gruppi dovesse essere risolto in modo positivo e chiaro, non era più sostenibile una posizione, strana, incerta e precaria, qual era quella del dipendenti dei Gruppi consiliari.
Più di un anno fa è iniziato il percorso di questo provvedimento. Credo sia stato uno dei pochi provvedimenti ad essere stato valutato, con frontato e rivisto da tutte le forze politiche presenti in Consiglio, e anche dalle forze sindacali. Non mi sento di poter accettare, anche se velatamente ma non tanto garbatamente, l'accusa o il paventare il fatto che una nuova maggioranza, una strana maggioranza cerca di colpo di presentare o di far approvare, quasi all'improvviso una proposta di legge: è quindi più di un anno che si lavora e con impegno intorno a questo provvedimento.
Seconda questione. Nel corso di quest'anno ci sono stati momenti nei quali, mi permetto di dire, non avrei mai pensato che questo provvedimento potesse arrivare in porto, potesse finalmente essere portato all'attenzione del Consiglio regionale e, come io auspico, venire approvato.
Torno a ripetere, c'è stato lo sforzo da parte di tutte le forze politiche per cercare di arrivare su un provvedimento come questo con un voto unanime, perché raccoglieva, come mi pare continui a raccogliere, i suggerimenti pervenuti, nell'arco di quest'anno, da tutte le forze.
Lo sforzo è stato quello di non di fare pateracchi o pasticci, ma di cercare di condensare tutti i suggerimenti - alcuni dei quali estremamente interessanti e importanti - affinché giustizia venisse resa a questi lavoratori e, contemporaneamente, potessero funzionare meglio non solo i Gruppi consiliari, ma lo stesso Consiglio regionale nel suo insieme.
Certamente là tabella allegata che assegna il personale in base alla consistenza numerica dei gruppi non soddisfa tutti. Non ripeto quanto già detto per verificare se siamo all'interno o al di sotto dei parametri di altre Regioni: la Regione Piemonte si distingue per le sue tradizioni sempre estremamente corrette per quanto riguarda il meccanismo della spesa.
Vorrei ricordare che il discorso sulla consistenza numerica del personale dei Gruppi, per volontà degli stessi Capigruppo è stato inserito all'interno di questo provvedimento, che aveva iniziato il suo iter legislativo in modo diverso. Mi pare ugualmente corretto che nell'insieme venga affrontato e sistemato in modo definitivo non solo l'aspetto normativo e legislativo del personale da assegnare ai. Gruppi ma anche quello numerico.
Non c'è bisogno di dietrologia, quindi, e non ci sono giochi di prestigio dietro a questo provvedimento, che è invece estremamente limpido e corretto, e che quest'aula, mi auguro, approverà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino per dichiarazione di voto sull'art.
1.
MAJORINO Intervengo solo per dire che sull'art. 1 il nostro voto sarà contrario perle ragioni enunciate dal collega Zacchera, che desidero riepilogare brevemente.
Saremmo stati favorevoli e avremmo votato il disegno di legge qualora l'impianto avesse riguardato esclusivamente la cosiddetta sanatoria del personale dei Gruppi. Era ingiusto il regime previgente, cioè il contratto privatistico che si rinnovava ogni cinque anni e metteva, o poteva mettere il personale dei Gruppi alla mercè dei rispettivi Capigruppo che si succedevano ad ogni fine legislatura.
Per le ragioni dette chiaramente dal collega Zacchera, siamo soprattutto contrari all'aumento delle unità del personale. Se venisse stralciato questo articolo ne saremmo soddisfatti.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

ART. 1 Emendamento presentato dal Consigliere Vaglio: l'art. 1 viene così sostituito: "Il personale occorrente per il funzionamento dei Gruppi consiliari è assegnato a ciascun Gruppo della. Giunta regionale previa richiesta nominativa del Presidente del Gruppo, su proposta dell'Ufficio di Presidenza, dei Consiglio entro i seguenti limiti: a) due unità per ogni Gruppo consiliare cui siano iscritti sino a due Consiglieri, di cui 1 di qualifica funzionale non superiore alla VI e uno di qualifica funzionale non superiore all'VIII b) tre unità per ogni Gruppo consiliare cui siano iscritti da 3 a 4 Consiglieri, di cui 2 di qualifica funzionale non superiore alla VI e 1 di qualifica funzionale non superiore all'VIII c) quattro unità per ogni Gruppo consiliare cui siano iscritti da 5 a 10 Consiglieri, di cui 2 di qualifica funzionale non superiore alla VI e 2 di qualifica, funzionale non superiore all'VIII d) sette unità per ogni Gruppo consiliare cui siano iscritti oltre 10 Consiglieri, di cui 3 di qualifica funzionale non superiore alla VI e quattro di qualifica funzionale non superiore all'VIII".
Chiedo al relatore, Consigliere Zanoletti, se intende accettare l'emendamento proposto dal Consigliere Vaglio.
ZANOLETTI Riteniamo che debba essere respinto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio per dichiarazione di voto.
VAGLIO Vorrei esplicitare questo emendamento, perché forse non a tutti i colleghi è chiara la natura dello stesso. L'emendamento all'art. 1 ripropone tal quale il personale come previsto dalla legge n. 20, quindi lascerebbe esattamente le cose come stanno dal punto di vista numerico.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento all'art. 1 presentato dal Consigliere Vaglio.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 4 voti favorevoli, 27 contrari e 4 astensioni.
Si proceda pertanto alla votazione per appello nominale dell'art. 1.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 votanti 38 hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere (Staglianò) L'art. 1 è approvato.
ART. 2 1) Emendamento presentato dal Consigliere Vaglio: Al comma 1, sostituire le parole "tre anni" con le parole "12 mesi".
Al comma 2, secondo periodo, sostituire le parole "tre anni" con le parole "12 mesi".
2) Emendamento presentato dal Consigliere Vaglio: Al comma 1, sostituire le parole "tre anni" con le parole "15 mesi".
Al comma 2, secondo periodo, sostituire le parole "tre anni" con le parole "15 mesi".
3) Emendamento presentato dal Consigliere Vaglio: Al comma, 1, sostituire le parole "tre anni" con le parole "6 mesi".
Al comma 2, secondo periodo, sostituire le parole "tre anni" con le parole "6 mesi".
Tali emendamenti sono già stati illustrati. La parola al Consigliere Vaglio.
VAGLIO Si possono anche unificare se c'è la disponibilità su un numero di mesi congruo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zanoletti.
ZANOLETTI Sono da respingere, manteniamo il testo così come è stato licenziato dalla Commissione



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione tali emendamenti.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Sono respinti con 1 voto favorevole, 28 voti contrari e 2 astensioni (non ha partecipato alla votazione il Consigliere Sartoris).
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 2.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 votanti 38 hanno risposto SI 36 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 2 è approvato.
ART. 3 1) Emendamento presentato dal Consigliere Marchini: Alla parola "funzionamento" sono aggiunte le parole "e di informazione sulla loro attività".
La parola al Consigliere Marchini per l'illustrazione.
MARCHINI Il nostro Gruppo, in sede di elaborazione del disegno di legge che esaminiamo, ha sostenuto l'impostazione tendente a far sì che una parte (non oltre un terzo) delle risorse destinate potenzialmente al personale potesse essere utilizzata per attività diversa in capo ai Gruppi stessi. Ci è sembrato con questo di poter aprire il nostro lavoro al contributo di professionalità esterne, di consulenze, di tecnologie e di quant'altro riteniamo opportuno all'interno della nostra autonomia.
Mi è sembrato di dover introdurre questo emendamento per chiarire che le risorse possono essere anche utilizzate per l'attività di informazione sull'attività dei Gruppi: ciò per due ordini di idee e per prendere concretamente posizione rispetto alla questione aperta del sostegno dell'informazione locale. Questo potrebbe essere un modo concreto e serio per avviare un processo reale di rapporto con il sistema informativo locale, in particolare quello televisivo, non fatto solo di parole, ma di rapporti anche economicamente definibili.
Questo emendamento tende anche a rendere palese che comunque, e sempre i Gruppi possono utilizzare loro risorse per l'attività di informazione: siccome questo non è specificato in nessuna legge, nel controllo che compete all'Ufficio di Presidenza e nella responsabilità che ha il Capogruppo, può far ritenere che risorse del Gruppo possano essere destinate in informazione.
Quindi, l'emendamento in una qualche misura ha un valore interpretativo per questa legge, ma in linea, generale dovrebbe sostenere e sollevare i Gruppi dalla responsabilità conseguente all'uso di risorse destinate all'informazione sulla loro attività.



PRESIDENTE

Il relatore? ZANOLETTI Il relatore si dichiara favorevole e propone di accoglierlo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento a firma del Consigliere Marchini.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 33 voti favorevoli e 4 astensioni. (1 Consigliere non ha partecipato alla votazione) 2) Emendamento presentato dal Consigliere Vaglio: "Vengono soppressi i commi 3, 4 e 5".
La parola al Consigliere Zanoletti.
ZANOLETTI Propongo di respingerlo perché vengono soppressi tre commi dell'articolo, stravolgendo tutta l'impostazione della legge.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 1 voto favorevole, 28 contrari e 5 astenuti.
Si proceda ora alla votazione per appello nominale dell'art. 3 così modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 35 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 31 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 31 Consiglieri si sono astenuti 8 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
ART. 6 Emendamento presentato dai Consiglieri Marengo, Monticelli e Foco: "I Gruppi che nel corso dell'attuale legislatura si unificano, mantengono la quantità di personale derivante dalla somma del personale precedentemente assegnato ai singoli Gruppi".
La parola al Consigliere Zanoletti.
ZANOLETTI Propongo l'accoglimento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 31 voti favorevoli, 1 contrario e 3 astensioni.
La parola al Consigliere Marino per dichiarazione di voto sull'art. 6.
MARINO Svolgo una dichiarazione di voto che credo doverosa perché, da quel che mi è parso di capire, questa norma transitoria, ringraziando chi l'ha presentata, si rivolge sostanzialmente, almeno nella situazione attuale di questo Consiglio, a due diverse aree. La prima è quella dei Verdi e la seconda è quella di Rifondazione Comunista e Democrazia Proletaria.
Non so per gli altri, ma per quanto riguarda i Verdi voglio precisare che questa norma sicuramente favorisce la possibilità che due Gruppi consiliari e quattro Consiglieri, al momento divisi, nell'ipotesi in cui superassero le diverse posizioni e opinioni politiche, non dovrebbero fare i conti con il fatto che, unificandosi, dovrebbero licenziare dei funzionari.
Fatta questa premessa, voglio ricordare che i Verdi, purtroppo, fino ad oggi (mi auguro che domani non sia più così) in questo Consiglio regionale sono rappresentati da due diversi Gruppi, sebbene in moltissime, nella grande totalità delle situazioni, si comportino...
STAGLIANO' ... Il Gruppo dei Verdi è uno solo.
MARINO Il collega Stagliano dice che il Gruppo dei Verdi è uno solo, e questo è uno dei motivi per cui siamo divisi. Le motivazioni vere però sono di ordine politico e, augurandomi che vengano presto superate, non sono confondibili con interessi di borsa o di parrocchia o cose di altro genere.
Ringrazio quindi i presentatori di questo emendamento (mi pare sia il PDS), ma ci tenevo a precisare che, pur essendoci l'esigenza di unificare i Verdi presenti in Consiglio, le motivazioni della divisione sono unicamente di ordine politico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.
ZACCHERA Scusate,, il mio Capogruppo dice che sa di latino, ma voglio solo dire "excusatio non petita accusano manifesta".



PRESIDENTE

C'è invece un principio del diritto che dice che le leggi si fanno in maniera oggettiva ed astratta; senza riferimento a gruppi, realtà o persone specifiche, altrimenti questo articolo non sarebbe neanche legittimo poiché nel panorama molto ampio dei Gruppi che esistono oggi in Consiglio regionale si potrebbero verificare degli accorpamenti; si è prevista questa fattispecie, a prescindere dai Gruppi e dai Consiglieri; altrimenti personalmente mi sarei opposta alla presentazione di questo articolo e di questo emendamento. Ci sono altri fatti che lungo la strada potremo incontrare.
Si proceda dunque alla votazione per appello nominale dell'art. 6.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 votanti 38 hanno risposto SI 34 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 6 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno risposto SI 34 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 16.10)



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