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Dettaglio seduta n.110 del 26/11/91 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento: Problemi energetici

Interrogazioni n. 546 dei Consiglieri Staglianò, Segre, Miglio; n. 599 dei Consiglieri Rabellino, Farassino e Vaglio; n. 879 dei Consiglieri Chiezzi e Maggiorotti; interpellanza n. 800 dei Consiglieri Staglianò, Segre e Miglio, inerenti la costruzione dell'elettrodotto Grand'Ile-Moncenisio Piossasco


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni e interpellanze" esaminiamo congiuntamente le interrogazioni nn. 546 e 599, 879 e l'interpellanza n. 800.
La parola all'Assessore Vetrino.
VETRINO, Assessore all'energia Vorrei approfittare dell'occasione per rendere al Consiglio un'informazione generale rispetto questo tema, rispondendo alle domande precise degli interroganti, verificando il quadro programmatico di riferimento e la posizione della Giunta in ordine a quest'opera dell'Enel.
In ordine al quadro programmatico di riferimento, nella rappresentazione dello scenario sulla domanda energetica e in particolare alla copertura del fabbisogno elettrico, il piano energetico nazionale ha adottato come scenario di riferimento i valori esposti dal Gruppo economia energia e sviluppo alla Conferenza nazionale sull'energia tenutasi nel 1987, che sono stati largamente condivisi, oltreché dagli enti energetici nazionali, anche dalle analisi svolte dalla Banca d'Italia.
La Conferenza ha rappresentato come al Duemila lo scenario riporti un deficit di potenza elettrica alla punta intorno ai 10.000 megawatt.
Naturalmente, una crescita dei consumi più sostenuta di quella ipotizzata avvicinerebbe la data dello squilibrio ed aumenterebbe l'entità del deficit tra la potenza offerta e quella richiesta dalla rete.
Anche se il piano sottolinea che l'importazione di energia elettrica dovrà rappresentare un'opportunità e non un obbligo, evidenzia, nel quadro del programma operativo dell'Enel, come siano peraltro necessari alcuni provvedimenti urgenti per garantire la realizzazione di alcune importanti interconnessioni con l'estero, attualmente bloccati da difficoltà autorizzative.
Il sistema di interconnessione, fra l'altro, introduce un elemento di ulteriore flessibilità nel quadro della produzione elettrica convenzionale a olio, policombustibile a impatto normalizzato, combinata a gas vapore, e che deve diminuire i fattori di rischio per la regolarità del servizio elettrico. Nei prossimi anni, infatti, sarà indispensabile che ai vincoli derivanti da eventuali carenze nella disponibilità di impianti di generazione, non si aggiungano insufficienze nel sistema di interconnessione elettrica nazionale ed internazionale, tali da pregiudicare l'avvio ed il pieno sviluppo del Mercato Unico Europeo.
La sicurezza dell'approvvigionamento elettrico all'interno della Comunità europea è stata più volte richiamata in sede comunitaria anche nei confronti dei Paesi membri più esposti la cui struttura di produzione di energia è debole o carente, ed è stato auspicato l'incremento degli scambi di elettricità tra le grandi reti, anche in considerazione del fatto che l'utilizzazione delle interconnessioni permette al contempo il miglioramento della sicurezza dell'approvvigionamento dell'energia elettrica della Comunità europea e la diminuzione del relativo costo.
La posizione comune dei Paesi membri della CEE ha riconosciuto con direttiva del 29 ottobre 1990 la necessità di realizzare un mercato interno unico nel settore dell'energia e che la realizzazione di tale mercato particolarmente nel settore dell'energia elettrica, faciliterà lo sviluppo degli obiettivi energetici della Comunità, in quanto l'energia elettrica costituisce una componente essenziale del bilancio energetico comunitario.
L'interconnessione elettrica costituirà pertanto polmone per gli scambi energetici e fattore determinante di flessibilità di maggior sicurezza di approvvigionamento e insieme di integrazione al Mercato Unico Europeo.
In questo contesto di riferimento programmatico più generale vediamo come si è comportata l'Enel, quali sono le linee operative dell'Enel.
La realizzazione di alcune importanti interconnessioni elettriche con l'estero riportate nel piano nazionale sono ricomprese negli investimenti previsti dall'Enel per il quinquennio 1988-1992, che riportano a moneta 872.600 miliardi di lire per opere di trasporto e trasformazione e 11.600 miliardi per la distribuzione.
Per gli impianti di trasporto già programmati, particolare interesse assumono la linea 380 kw Rondissone-Castelnuovo Scrivia, e le linee di interconnessione con la Francia, Piossasco-Grand'Ile e con la Svizzera Turbigo-Airolo.
Tali collegamenti, in linea con le direttive comunitarie contribuiranno al riequilibrio energetico del Paese; in modo particolare del Piemonte deficitario di energia e potenza elettrica e costituiranno altresì un prezioso elemento di flessibilità e di diversificazione del sistema produttivo per la copertura dei fabbisogni anche tramite il vettoriamento per interconnessioni nazionali verso altre regioni italiane.
Il sistema di interconnessione garantirà anche un soccorso immediato ed automatico da parte degli altri sistemi elettrici e migliorerà la qualità del servizio all'utenza, dando, attraverso l'interconnessione europea ulteriore stabilità alla tensione ed alla frequenza. Sul piano regionale l'aumento progressivo della richiesta elettrica è confermata dall'analisi dei bilanci energetici disaggregati per fonti e per utilizzatori, dove si assiste ad una sostanziale stabilità dei consumi elettrici dall'81 all'83 e ad una crescita progressiva dall'83 all'89, dove il maggiore incremento è dovuto al settore industria, con particolare riferimento ai comparti siderurgico e metallurgico che, unitamente ad altri comparti energivori pur tra qualche flessione, registrano aumenti di attività razionalizzazioni e diversificazioni produttive.
L'importazione di energia elettrica dalla Francia diventa pertanto necessaria per diversi motivi, sia di interesse locale sia di interesse pubblico e generale. In particolare, l'avvio della procedura localizzativi dell'elettrodotto Grand'Ile-Leinì-Piossasco, richiesta dall'Enel nel 1087 fa seguito agli accordi internazionali che l'ente elettrico italiano e Mectricité de France hanno sottoscritto nel novembre 1986 allo scopo di incrementare gli scambi di potenza elettrica confermati nelle successive direttive comunitarie finalizzate alla massima integrazione possibile dell'interconnessione europea delle reti di trasporto dell'energia elettrica, e deve essere considerato in un'ottica globale e non solo locale, per le funzioni ulteriori di vettoriamento che il Piemonte pu svolgere nei confronti del Paese, come anello di congiunzione per gli scambi tra regioni europee nord occidentali.
La linea, tra l'altro, sta diventando pressoché indispensabile in quanto gli accordi siglati con l'Eletricité de France volti ad incrementare gli scambi elettrici ed aumentare gli approvvigionamenti accresceranno la disponibilità del nodo di Piossasco, alleggerendo il carico alla stazione di potenza di Rondissone - le cui linee sono già sature - e che dovranno garantire in futuro il miglioramento e la stabilizzazione del servizio elettrico locale, anche soddisfacendo le richieste di reinvestimenti industriali dopo lo smantellamento del tratto Venaus-Moncenisio per entrare a far parte esclusiva della rete nazionale.
A tale proposito risulta che l'autorità elettrica francese stia completando la realizzazione del proprio tronco di rete, giungendo al programmato punto di interconnessione dal confine italiano.
Pur non escludendo che in futuro la strategia dello scambio di energia possa riguardare i paesi dell'est, la direttiva CEE relativa alle interconnessioni e ai servizi a rete di alimentazione elettrica generale limita, evidentemente, il campo di applicazione alle autorità elettriche dei Paesi membri della Comunità.
Ciò non toglie che lo scambio, inteso come strumento di mutuo soccorso possa avvenire con Paesi extra CEE immediatamente confinanti, come la Jugoslavia, dove da tempo esiste un meccanismo di import-export per garantire la stabilizzazione di determinate utenze elettriche.
Va in ultimo evidenziato che è concettualmente errato pensare che il meccanismo dell'interconnessio-ne non debba riguardare il suolo nazionale e sostenere che il bilancio del Compartimento dell'Enel Piemonte Liguria Valle d'Aosta sia modestamente deficitario e possa essere ampiamente superato da interventi di generazione (per esempio quello di Trino); la compartimentazione elettrica non è una ripartizione puramente amministrativa, bensì fa parte della struttura organizzativa nazionale dell'Enel che deve garantire il sistema delle relazioni di distribuzione elettrica tra compartimenti (all'estremità della Liguria nel Comune di La Spezia esiste il collegamento elettrico con la Toscana, anche essa deficitaria).
La realizzazione del nuovo elettrodotto, che garantisce una potenza elettrica pari a tre volte circa la potenza fornita dall'attuale elettrodotto esistente, è già stata sottoposta all'iter autorizzativo non ancora esaurito in ordine ai pareri regionali concernenti: la conformità urbanistica, la tutela paesaggistica ed i vincoli di natura idrogeologica e forestale, unitamente agli accertamenti sui potenziali pericoli derivanti da campi elettromagnetici connessi all'esercizio delle reti di trasporto.
(Questo non risponde ad un'esigenza di legge ma è stata un'iniziativa condivisa da questo Consiglio già fin dalla passata legislatura).
La Regione si è adoperata con tutti i mezzi possibili per verificare l'esistenza di vincoli e di rischi per il territorio e per le popolazioni in sede tecnica-amministrativa e giudiziale, tentando di compenetrare gli interessi pubblici generali collegati all'opera in questione con le legittime esigenze locali dettate dalla ricerca della massima sicurezza possibile e della migliore integrazione del tracciato con le preesistenze ambientali e territoriali, pur In assenza della norma regolamentare prevista dall'art. 1 della legge n. 9/91 in materia di procedure per l'autorizzazione alla costruzione di elettrodotti. In sintesi, il tracciato a suo tempo proposto dall'Enel attraversa ampie zone montane toccando località incluse nelle zone vincolate a tutela di beni ambientali di cui alla legge n. 431/85 (Legge Galasso). Rispetto ad altri tipi di interventi che incidono permanentemente sulla morfologia dei luoghi, un elettrodotto non determina un'alterazione profonda diretta e irreversibile delle caratteristiche compositive del territorio, in quanto si àncora su di esso attraverso appoggi localizzati, pur comportando opere di sicura incidenza ambientale. E un'opera che per un certo verso si pu considerare precaria.
L'impatto paesistico della linea, infatti, non risiede tanto nella localizzazione sul territorio dei tralicci quanto nell'evidenza visiva dei sostegni e dei cavi aerei.
Il tracciato in scala 1:25.000 a suo tempo proposto dall'Enel è stato esaminato da un gruppo di lavoro costituito presso l'Assessorato alla pianificazio-ne territoriale - sto parlando di cose avvenute nella scorsa legislatura - si sono forniti allora all'Enel elementi, documentazioni e criteri anche con visite sopralluogo (compresa una visita della Commissione) affinché l'Enel potesse procedere ad una vera e propria progettazione più rispondente ad evidenti e macroscopiche necessità di salvaguardia ambientale.
Successivamente, si è preso atto di alcune modifiche migliorative apportate al tracciato. Tutti 1 Comuni interessati hanno avanzato ferme opposizioni nei confronti della realizzazione, in sede di esame, ai sensi dell'art. 81 del DPR 616. Successivamente, l'Enel ha proposto ulteriori varianti al tracciato, che sarebbero state suggerite dagli elementi raccolti dalla stessa Enel in occasione degli incontri organizzati con le singole amministrazioni locali.
Tali varianti non sono a tutt'oggi state approfonditamente esaminate dal Settore Beni ambientali, stante le chiare posizioni fino ad ora assunte sia dal Consiglio regionale sia dai Comuni.
Anche la più recente rilevazione sullo stato degli accertamenti urbanistici avviati in virtù del parere previsto dall'art. 81 del DPR 616/1977, unitamente alla valutazione dei competenti settori per l'agricoltura e le foreste, evidenzia sostanzialmente la necessità di acquisire gli aggiornamenti progettuali e gli approfondimenti tecnici relativi alle zone interessate da rischio sismico e alle varie situazioni idrogeologiche, vegetazionali e boschive locali, utili a valutare le ipotesi di variante che l'Enel starebbe studiando anche nel contesto di uno specifico studio di valutazione di impatto ambientale che l'ente elettrico sta per completare in ordine al progettato elettrodotto.
Per quanto riguarda invece l'individuazione di possibili soluzioni tecniche-alternative al vettoriamento di energia elettrica per via aerea tramite i tralicci, pare tecnicamente ed economicamente non praticabile la soluzione di una rete interrata. A prescindere dall'impatto rilevante dovuto a grandi opere di scavo e ai problemi indotti dallo scavo stesso, va rilevato, oltre ai costi altissimi, che tale soluzione sarebbe praticabile solo in pianura, ponendo comunque problemi di stabilizzazione della tensione elettrica risolvibili con la realizzazione di opportune stazioni elettriche e considerando che per l'esercizio di interventi di controllo e manutenzione l'asse della rete dovrebbe correre parallelamente a strade e vie di comunicazione per agevolare appunto le ispezioni e gli eventuali interventi di manutenzione.
Il trasporto via cavo aereo ha suscitato, com'è noto, grande preoccupazioni in ordine agli effetti nocivi legati all'esposizione umana a campi elettrici e magnetici prodotti dalle linee di alta tensione.
Le ricerche e gli studi condotti a livello internazionale in ordine agli effetti legati alla sola esposizione ai campi elettrici fanno ritenere ancora valide e cautelative le considerazioni già espresse nello studio condotto, per incarico della Giunta, dal Laboratorio di sanità pubblica di Ivrea, dall'Istituto di medicina del lavoro dell'Università di Torino.
In particolare, si può confermare l'adozione di due livelli limite di esposizione per la popolazione civile: 10 kV/m (kilovolt-metro) come livello che non deve essere superato in zone accessibili alla popolazione 2 kV/m (kilovolt-metro) come livello di esposizione continuativa all'interno di abitazioni.
Questi dati erano stati anche recepiti in un ordine del giorno del Consiglio divenuto obbligo per la Giunta di far rispettare.
Nonostante numerosi studi condotti a livello internazionale, non esiste ancora una visione univoca e certa sulle conseguenze sanitarie legate all'esposizione a campi magnetici generati da linee di alta tensione.
La sezione fisica del Laboratorio di sanità pubblica di Ivrea sta approfondendo per conto della Regione tale problematica in collaborazione con autorevoli istituti di ricerca internazionale anche ai fine di formulare alcune linee-guida concernenti la protezione dall'esposizione a campo magnetico, a frequenze di rete, che saranno disponibili nel mese di dicembre non appena sarà conclusa l'elaborazione dei dati raccolti. In materia di prescrizioni tecniche e distanze l'ente elettrico è comunque tenuto ad adeguarsi alla più recente normativa contenuta nel decreto ministeriale del 16 gennaio 1991 che aggiorna in termini più cautelativi le precedenti norme tecniche in materia e che pare coerente alle rilevazioni e alle analisi prima illustrate.
Alla luce delle considerazioni sopra espresse, non appena acquisita tutta la documentazione con i nuovi elementi di analisi da approfondimento forniti dall'Enel, la Giunta potrà attivare momenti e sedi di confronto tecnico ed istituzionale anche avvalendosi di gruppi di lavoro regionali già attivati in ordine alle politiche organizzative delle grandi infrastrutture.
E certamente condivisibile la preoccupazione In ordine all'impatto di tali infrastrutture da parte dei Comuni, in un'area già interessata da rilevanti interventi relativi al collegamento autostradale con la Francia e ad impianti di produzione idroelettrica, solo per fare alcuni esempi.
E però vero che un area così strategica per i collegamenti con il mercato estero deve costituire un forte anello di congiunzione tra Paesi e regioni transalpine ed il suo sviluppo deve giustamente essere visto in un'ottica non localistica, ma di più ampio respiro.
Tale visione è stata ben rappresentata nel recentissimo seminario dell'IRES sulla relazione in ordine alla situazione socio-economica del Piemonte dell'anno 1991. Dai contributi dell'IRES e della Federpiemonte emerge che il sistema piemontese rappresenta indubbiamente un segmento forte del nuovo assetto produttivo europeo in via di costituzione e la nostra politica industriale non può essere considerata né a livello piemontese né nazionale, ma deve diventare politica europea.
In tal senso è doveroso perseguire scelte strategiche per garantire e attivare sistemi e investimenti produttivi puntando soprattutto al potenziamento delle infrastrutture (alta velocità, collegamenti autostradali, movimentazione merci, trasporto di energia). Il nuovo elettrodotto con la Francia (di circa 2.000 Megawatt di potenza) fa parte di questo processo di integrazione con la politica industriale europea e libera l'attuale linea (di circa 800 Megawatt di potenza) per le esigenze di servizio interno della rete nord-occidentale, migliorando il servizio per le utenze locali.
La bassa Val Susa e la Val Sangone, comunità interessate dal percorso della nuova rete, ma che possono beneficiare maggiormente di quella esistente, costituiscono da tempo un caso preoccupante di destrutturazione industriale o, più generalmente, di crisi industriale e occupazionale.
Delle forti consistenze industriali di circa vent'anni fa oggi rimangono presenze più modeste, ma comunque più significative e appartenenti al comparti siderurgico, cartario e tessile.
L'analisi condotta dall'Osservatorio settori produttivi dell'industria ha sottolineato come particolari aziende, poste tra l'altro in un contesto strategico di collegamenti con la Francia, abbiano cessato fattività da tempo o, in altri casi, abbiano modificato produzioni e investimenti in mancanza di stimoli e incentivazioni, mentre altre aziende, che hanno investito risorse nella razionalizzazione produttiva e nel miglioramento dell'efficienza degli impianti esistenti, non trovano risposte soddisfacenti e sbocchi naturali, in un mercato nazionale ed europeo in veloce e continua trasformazione (è il caso per esempio delle Acciaierie Ferrero).
Tra le aziende attualmente operanti nei Comuni di Almese, Susa Sant'Antonino di Susa, Condove, Bussoleno, Bruzolo, Sandidero, Coazze Giaveno e Piossasco, vi sono aziende che operano sul solo turno notturno per ottenere risparmi sui costi energetici o che hanno rinnovato radicalmente gli impianti con l'ottica di un miglioramento dell'efficienza produttiva ed una migliore tutela ambientale o, ancora, aziende che hanno programmato interventi di autoproduzione, elettrica pur prevedendo l'allacciamento alla rete Enel per acquisizione di energia elettrica.
La maggior parte delle aziende ha comunque esigenze energetiche tali da non poter trovare sufficiente risposta nell'attuale rete sovraccarica ed in prospettiva la situazione potrebbe peggiorare pregiudicando ulteriori investimenti nel quadro di interventi già programmati, come ad esempio la realizzazione di due aree industriali attrezzate rispettivamente a Susa e Sant'Antonino di Susa.
In questa situazione l'elettrodotto, se concepito come opera che rende direttamente o indirettamente un servizi indispensabile alle esigenze del Paese e agli interessi delle comunità locali, può diventare occasione per il rilancio economico di un'area fortemente colpita da processi di deindustrializzazione, ma che registra ancora presenze vitali che vanno salvaguardate. Nello stesso tempo risulta indispensabile evitare che una politica accelerata di sviluppo non produca effetti di congestionamento vanificando gli sforzi compiuti e penalizzando le risorse già impegnate e le prerogative della valle e delle comunità interessate. In tal senso è opportuno individuare criteri e modalità per guidare uno sviluppo controllato con interventi di tutela e di compensazione.
Una prima ipotesi, che può essere discussa con tutti i soggetti istituzionali, non può non considerare: 1) l'ottimizzazione del tracciato ai fini della massima tutela e sicurezza del patrimonio locale e della salute 2) un complesso di interventi aggiuntivi da parte dell'Ente elettrico a favore delle comunità locali 3) un indirizzo per l'utilizzo delle risorse regionali che riconosca priorità d'intervento nei settori economici e nella tutela ambientale.
L'ottimizzazione del tracciato, già considerata dagli Enti locali e dagli uffici regionali, deve essere considerata prioritaria in ragione della tutela di presenze paesistiche, naturalistiche, idrogeologiche e forestali unitamente alla salvaguardia delle attività agro-silvo-pastorali e alla sicurezza sanitaria delle popolazioni.
Tali valutazioni possono essere approfondite solo in presenza di elementi progettuali non generici, ma specifici e in scala di rappresentazione cartografica adeguata come supporto tecnico per una vera e propria progettazione ambientale, così come peraltro già richiesto all'Enel dagli Assessorati interessati all'istruttoria.
La realizzazione della rete dev'essere vista in un quadro più ampio di miglioramento del servizio elettrico tra Paesi confinanti all'interno del sistema organizzativo compartimentale, Ciò potrà costituire occasione per valutare ipotesi di razionalizzazione del sistema distributivo puntando soprattutto al miglioramento e all'efficienza del servizio elettrico locale, anche con l'ammodernamento delle linee di distribuzione ove risulti necessario.
Nell'ottica di ricercare soluzioni di coinvolgimento e partecipazione locale anche nella fase realizzativa dovranno essere coinvolte le risorse imprenditoriali e professionali locali per quelle attività legate alla progettazione, ai sopralluoghi ed alle realizzazioni di tipo edile nonch agli interventi di ripristino delle zone di cantiere dove vengono realizzati i basamenti dei tralicci e dei percorsi utilizzati, valutando altresì la possibilità di recuperare, valorizzandoli, i percorsi e sentieri di viabilità montana connessi all'esercizio di attività economiche locali.
Va comunque precisato che dovrebbe essere ormai imminente l'emanazione della norma regolamentare in materia di autorizzazione alla costruzione di elettrodotti previsti dall'art. 1 della Legge 9/91 che fissa procedure e modalità per l'adozione degli atti procedimentali, di competenza delle autorità locali, e che potrebbe costituire momento di raccordo e chiarimento in ordine alle previsioni concernenti la valutazione d'impatto ambientale di cui all'art. 2 della citata legge.
Nelle more dell'emanazione di tale norma regolamentare e verificata l'esistenza di una compatibilità generale tra esigenze di programmazione economica ed energetica e linee di pianificazione territoriale, la Giunta regionale potrà valutare l'opportunità di promuovere un complesso di azioni, magari definite in uno specifico progetto, rivolte: a riconoscere priorità di indirizzo per l'utilizzo delle risorse regionali all'interno delle politiche di settore a carattere economico ambientale a favore delle comunità locali interessate a definire limiti e vincoli della programmazione e realizzazione di interventi che possano pregiudicare l'equilibrio tra sviluppo e risorse e la sopravvivenza delle preesistenze ambientali e delle attività economiche e locali.
Vorrei ora affrontare una questione che non potevo evidentemente inserire in una relazione così tecnica e dettagliata.
I Consiglieri Staglianò, Miglio e Segre, nella loro interrogazione chiedevano notizie circa una dichiarazione che io avrei reso a nome della Giunta a proposito del fatto che questa opera si sarebbe comunque realizzata. Devo dire ai Consiglieri Segre, Miglio e Staglianò, che io rispondo delle mie dichiarazioni in questa come in tutte le sedi politiche nelle quali sono portata a rappresentare la Giunta nella mia qualità di Vicepresidente e in particolare di Assessore all'energia. Non rispondo certamente delle dichiarazioni che faccio passando da una sala all'altra anche se effettivamente ho detto quello che è stato riportato; ma in un contesto diverso e non come è stato estrapolato dal giornalista. Io tra l'altro penso queste cose, ma ciò deve essere condiviso dalla Giunta e fino a quando non ci saranno almeno 7 Assessori in Giunta e almeno 31 Consiglieri in quest'aula che non si pronunceranno al riguardo evidentemente le cose non andranno nella direzione che è stata indicata.
Si fa inoltre riferimento ad un convegno al quale io non ho partecipato e del quale si richiedono gli atti. Se questi fossero già pronti sarebbe interessante disporne intanto per l'Assessore all'energia e in secondo luogo sarebbe patrimonio di tutto il Consiglio. Quanto poi al tavolo tecnico con l'Enel devo dire che in questo momento non è previsto alcun tavolo tecnico con l'Enel, c'è un tavolo tecnico all'interno dell'Assessorato. Rispetto a questo problema noi stiamo ricevendo molte sollecitazioni da parte delle aziende, dei sindacati, delle comunità locali e dei Comuni; stiamo organizzando per il mese di dicembre una serie di incontri allo scopo di definire il quadro generale della situazione e porre quindi la Giunta nelle condizioni di decidere, ma quello che deciderà la Giunta in questo momento evidentemente non è possibile dirlo perch dipenderà dalla valutazione complessiva che attorno a questo problema si dovrà sviluppare e che dovrà portare a un momento molto importante non solo della Giunta, ma anche del Consiglio. Infatti, questo problema è presente fin dalla passata legislatura, quindi le decisioni sono sempre state note al Consiglio. Penso che prioritariamente la Giunta, indipendentemente dalle posizioni che vi saranno, si vorrà confrontare, se non in Consiglio, nella Commissione Consiliare competente, prima di pervenire alle decisioni definitive che attengono alle autorizzazioni in ordine alla legge n. 431 ed alle altre, più generali e definitive, di compatibilità urbanistica che riguardano un po' tutti gli Assessorati della Regione, ma - nella fase finale - riguarderanno segnatamente l'Assessore Nerviani e l'Assessore Carletto.



PRESIDENTE

Gli atti del convegno cui faceva riferimento l'Assessore sono in corso di redazione, per cui appena saranno pronti verranno consegnati a tutti i Consiglieri Ha chiesto la parola il Consigliere Segre. Ne ha facoltà.
SEGRE Ho innanzitutto l'obbligo di ringraziare l'Assessore Vetrino per l'ampia risposta data relativa non solo alla nostra interrogazione: ho colto infatti il valore di una reale comunicazione dell'Assessore al Consiglio, che supera molti punti che avevamo messo in luce con la nostra interrogazione. Supera nel senso che ha parlato anche di altre cose: non supera certamente nei problemi che avevamo posto all'ordine del giorno con la nostra interrogazione e sul quali ci troviamo ancora su posizioni diverse da quelle che ci ha proposto l'Assessore Vetrino.
Quindi, da un lato, ringrazio per l'ampiezza della risposta e dall'altro, dichiaro di non essere soddisfatta per quanto riguarda il contenuto della risposta polche ci troviamo ancora su posizioni distanti.
Data l'ampiezza degli argomenti affrontati dall'Assessore era difficile seguire tutto il discorso, per cui sarà necessaria un'ulteriore lettura della risposta dall'Assessore Vetrino.
Mi sento però di intervenire sul punti più generali già affrontati in occasione del dibattito sull'energia, tenutosi qualche mese fa in Consiglio. C'è sempre il solito contrasto sulla reale entità del deficit del compartimento di cui il Piemonte fa parte, da cui deriva poi una serie di considerazioni che facciano in modo diverso rispetto all'Assessorato.
Non concordo inoltre con l'affermazione dell'Assessore Vetrino sul fatto che un elettrodotto di questa rilevanza non modifichi così tanto il territorio (è inoltre una delle maggiori opposizioni che i Sindaci dei paesi della valle di Susa fanno a questo tipo di opera). Ritengo infatti che un elettrodotto di questa portata sia qualcosa che modifica il paesaggio, dando alla parola paesaggio il significato più completo, quindi modifica non solo quanto è possibile vedere, ma tutte le componenti del paesaggio, a partire da quelle ambientali.
D'altro lato, tutte le preoccupazioni dei Sindaci e delle comunità locali della valle di Susa si basano su problemi reali ed importanti.
Alcuni mesi fa ho partecipato ad un convegno ad Avigliana, organizzato dal Consiglio regionale, che riguardava i rischi derivanti dai campi elettromagnetici. Anche questo è un problema tutt'altro che risolto. E' vero che alcune relazioni fatte in quel convegno da medici o rappresentanti dell'Istituto Superiore di Sanità ed esperienze straniere possono far pensare che il rischio dei campi elettromagnetici non sia così grave in quanto non è dimostrato da tutti gli studi portati a conoscenza durante quel convegno. Contemporaneamente, però, sono stati formulati talmente tanti dubbi sull'incertezza scientifica del problema che al termine del convegno ero convinta che i dubbi fossero tali da far pensare che gli ulteriori studi andranno maggiormente nella direzione della certezza che i campi elettromagnetici sono dannosi alla salute umana, che non il contrario.
Inoltre, come Consigliere regionale, oltre che ambientalista, mi sembra che i dubbi derivati da quel convegno siano più che sufficienti per far pensare che la salute della popolazione sarebbe coinvolta dalla predisposizione dell'elettrodotto in vai di Susa, e bisognerebbe avere la coscienza di prenderli in considerazione, anche se non se ne ha la certezza. Secondo me in questi problemi non serve la certezza: i dubbi più che motivati sono già presupposti sufficienti perché l'opera non si faccia.
Un ultimo punto che vorrei toccare nella mia replica, affrontato anche dall'Assessore Vetrino nella sua risposta, è il problema complessivo della valle di Susa, in quanto la mia è una posizione contraria a quella da lei espressa, Assessore. Nella sua risposta, infatti, mi sembra di aver colto che i fattori principali, l'autostrada e il possibile tracciato per la ferrovia ad alta velocità, vanno a coincidere sullo stesso territorio. Con questo complesso di interventi viene sconvolto un territorio come quello della Valle di Susa, che doveva avere o che comunque ha avuto fino a pochi anni fa una vocazione diversa, anche se è sempre stato - ne sono ben conscia - un territorio di transito.
In questo senso veniamo a scontare una carenza della nostra Regione: la carenza della pianificazione territoriale complessiva. Questi tre interventi, pensati tutti con numerosi anni di distanza uno dall'altro avrebbero avuto senza dubbio un impatto ambientale minore e probabilmente avrebbero potuto anche essere accettati dalle popolazioni locali se le decisioni rispetto ad essi fossero state prese con un unico disegno di pone territoriale.
Mi spiego ancora meglio. L'Assessore Vetrino ha detto che, per esempio l'ipotesi di interramento dell'elettrodotto è una proposta impensabile in questo momento in quanto troppo costosa e anche dannosa, dal punto di vista dell'impatto ambientale, per gli sbancamenti che potrebbe comportare nei lavori di interramento dei cavi; tuttavia, se tutto questo fosse stato pensato e fatto contemporaneamente all'autostrada o al tracciato della ferrovia ad alta velocità, proprio per i motivi che anche l'Assessore Vetrino ha riportato in merito all'interramento dei cavi che dovrebbe avvenire in modo parallelo per esempio a un tracciato stradale, tutto questo forse avrebbe potuto essere fatto certamente con meno sfacelo, dal punto di vista territoriale ed ambientale, per l'intera Valle di Susa.
Volevo ricordare ancora un fatto: al termine - se non ricordo male del dibattito sull'energia, si era detto che tutta la problematica riguardante l'elettrodotto in Valle di Susa sarebbe tornata ad essere oggetto di discussione nella Commissione consiliare competente.
Tutto questo per ora non è avvenuto e dunque chiedo all'Assessore Vetrino se ritiene che ciò si farà nei prossimi mesi. Inoltre, vorrei sapere se l'Assessore Vetrino può fare delle previsioni riguardo ai tempi delle autorizzazioni regionali che ancora devono essere date; infine chiedo una previsione sui tempi relativi alla ripresa della trattativa con l'Enel.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola Il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.
CHIEZZI La relazione svolta dall'Assessore lascia immutata, se non aggravata la preoccupazione sul ruolo che su questa vicenda continua a tenere la Regione Piemonte. L'Assessore non ha detto una cosa che segna negativamente il ruolo regionale, cioè non ha detto che i Comuni hanno deliberato di dire di no al tracciato previsto dall'Enel per l'elettrodotto. Se non partiamo da questo dato, mi sembra che omettiamo un elemento informativo, sul quale viceversa la Regione Piemonte dovrebbe riflettere autocriticamente e molto a fondo.
La Regione Piemonte lavora per l'Enel o lavora insieme ai Comuni? Qual è il ruolo principale che deve assumere? E' ben strana la politica di questa Regione Piemonte, che oscilla tra il dimenticare di essere un'istituzione che dovrebbe agire insieme ad altre istituzioni come i Comuni, di comune accordo, e ricercare insieme ad essi intese e soluzioni dei problemi, e che in questo caso si dimentica dei Comuni o addirittura lavora in contrasto con essi e poi, oscillando dalla parte opposta, a volte si comporta decidendo che i Comuni possano in ogni caso fare da soli, ad esempio sui temi urbanistici, senza dare alcun tipo di indirizzo o effettuare alcun tipo di controllo. Ciò è quanto successo con la recente modifica alla legge urbanistica.
Questo modo di agire è un po' schizofrenico. Penso che, viceversa, il rapporto della Regione coi Comuni dovrebbe essere univoco. I Comuni sono le istituzioni dello Stato più vicini alla gente. Non è accettabile che la Regione Piemonte intrattenga rapporti approfonditi con l'Enel e non intrattenga preventivamente con i Comuni un rapporto critico di fronte alle proposte che provengono dall'Enel, volto a superarle e a trovare soluzioni diverse.
Questo è il primo elemento gravemente negativo. Non basta che l'Assessore dica ora che nel mese di dicembre si terranno delle riunioni le riunioni bisognava tenerle per tempo, e in Valle c'è molto malcontento perché i Comuni sono stati abbandonati dalla Regione Piemonte.
Secondo elemento negativo: con questa assenza della Regione Piemonte a fianco dei Comuni e, invece, con questa presenza della Regione Piemonte a fianco dell'Enel, stanno nascendo delle situazioni preoccupanti come ad esempio sul tema occupazionale. NU risulta che ci sia stato un rapporto tra le Organizzazioni Sindacali e la Comunità montana e che ci siano state delle riunioni. Chiedo che la Regione Piemonte ci dica quali sono stati i contenuti di tali incontri e se la stessa ha portato una propria linea.
Temo che si stiano ricostruendo situazioni in cui tra le popolazioni Interessate ,a infrastrutture di sviluppo e i lavoratori interessati a costruirle si accendano nuovamente dei contrasti, com'è successo in Valle Bormida.
La Regione deve cambiare metodo di governo e scegliere, come priorità assoluta, di stare insieme ai Comuni, di governare insieme ad essi e non di consultarli a cose fatte, quando l'Enel ha deciso o quando un gruppo di lavoro regionale tecnico, insieme ad un gruppo di lavoro dell'Enel, ha cambiato - chissà come - questo tracciato.
In secondo luogo, ho seri dubbi sulle affermazioni dell'Assessore che dal potenziamento di questo elettrodotto ne derivi la possibilità di continuare a svolgere attività industriali in valle. La valle era densa di attività industriali, oggi perdute, in presenza di linee di elettrodotto, o uguali a quelle esistenti, o addirittura inferiori e meno potenti.
Perché, avendo perso moltissima potenzialità elettrica per la dismissione di aziende metalmeccaniche e di fonderie, adesso si tira fuori questa storia? Pare nuovamente un altro modo per far trangugiare pillole amare, ma senza consentire verifiche.
Ho anche dei dubbi sull'altra affermazione dell'Assessore, che la Francia stia costruendo il suo tratto di elettrodotto. Ho informazioni diverse. La Francia non sta costruendo il proprio tratto di elettrodotto le popolazioni interessate sono in movimento e non mi risulta che sia tutto risolto.
L'altro punto riguarda la salute: l'effetto dei campi elettromagnetici sulla salute non può essere oggetto di sperimentazioni sull'uomo, per ovvi motivi. E stato però oggetto di sperimentazioni sugli animali e gli esiti sono stati negativi. Gli effetti sull'uomo possono essere soggetti a qualche indagine di carattere statistico con un valore non esaustivo, nel senso che le indagini che si possono fare sono relative alle situazioni esistenti nelle quali, il più delle volte, il passaggio degli elettrodotti avviene in zone a scarsa densità.
In ogni caso, tali statistiche sono nuovamente negative. Quindi, di fronte a questo problema, che non può essere trascinato, la Regione Piemonte ed i Comuni dovrebbero assumere una posizione precisa. I campi elettromagnetici fanno male, poco o tanto, e gli esperimenti sugli animali l'hanno dimostrato. La posizione che dovrebbe assumere la Regione è che un'elevazione del campo elettromagnetico, diversa da quella naturale, è potenzialmente nociva perle persone e, come tale, va evitata.
In questa situazione la prudenza deve essere la linea di comportamento della Regione Piemonte a tutela della salute degli abitanti, mentre non pu essere accettabile una posizione di attesa del tipo: "prendiamoci i campi elettromagnetici sui nostri corpi, intanto c'è qualcuno che studia". E' dimostrato che i campi elettromagnetici sono nocivi se superano una certa soglia, ma sono nocivi comunque, perché è un'alterazione dell'ambiente in cui viviamo. Prendiamo atto, sulla base anche solo degli studi esistenti che l'alterazione di campo fa vivere le persone in un ambiente innaturale che provoca danni, piccoli o grandi che siano.
Se la Regione Piemonte assume questa posizione, ne deriva che i tracciati degli elettrodotti non devono indurre variazioni di campo per alcuna zona abitata. Da questo punto di vista abbiamo già adottato dei criteri molto diversi da quelli usati attualmente dall'Enel, la quale a volte passa con i propri cavi a poche decine di metri dalle abitazioni.
Queste sono le condizioni per un'iniziativa della Regione: chiedo anch'io che, su questo tema, l'Assessore relazioni in Commissione. Chiedo inoltre di conoscere il modo il cui si intende instaurare immediatamente un rapporto con i Comuni e procedere di pari passo con essi, senza avere rapporti privilegiati con l'Enel. Come si intende quindi far conoscere all'Enel il cambiamento degli indirizzi di politica regionale? La Regione ed i Comuni sono le autorità che rilasciano i permessi per il passaggio degli elettrodotti e che ne determinano la costruzione, ove sia necessario.
Si recida, quindi, il legame privilegiato che oggi l'Enel ritiene di avere con la Regione scavalcando Comuni e popolazioni. L'Enel è un'industria di Stato, e proprio per questo non può pensare di agire liberamente al di fuori dei controlli democratici, che le istituzioni devono effettuare anche sul suo operato.
Per questi motivi, mi dichiaro insoddisfatto e sollecito l'Assessore ad iniziare un lavoro in Commissione su questo problema.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

Devo informare che nella sala Avi è una riunione presieduta dall'Assessore Cerchio con una delegazione di lavoratori della Fonderia Assa di Susa.
La parola al Consigliere Vaglio.
VAGLIO Dalla relazione sulle interrogazioni nostre e dei colleghi del Gruppo Verde, che risalgono al giugno di quest'anno, tutto sommato qualcosa di nuovo emerge. Dalle dichiarazioni dell'Assessore Vetrino ho rilevato un senso d'ineluttabilità al passaggio di questo elettrodotto in Valle Susa.
Non so per quale motivo una sorta di maledizione della Valle di Susa debba essere entrata nel senso comune dei colleghi del Consiglio e, mi duole rilevare, dei colleghi della Giunta. Sono già stati illustrati fin troppo ampiamente i disastri ai quali è stata sottoposta la vallata, con opere pubbliche portate avanti in un clima di non programmazione e di non previsione degli effetti.
Non più tardi di un mese fa ho rivolto l'invito alla Presidenza del consiglio di studiare la possibilità di dar vita ad un gruppo di lavoro, ad una sottocommissione che si occupasse specificamente dei problemi della Valle di Susa e di tutti i progetti e le opere pubbliche che stanno insistendo sulla valle.
L'Assessore Vetrino ha ricordato che in alta Valle insistono anche due progetti perla costruzione di nuovi impianti idroelettrici.
L'impianto per il trasporto di energia elettrica dalla Francia ai centri di smistamento dell'Italia settentrionale - ricordava l'Assessore avrà una potenza pari a tre volte di quello preesistente Problema si somma a problema, perché questo elettrodotto non è, come ha avuto più volte modo di ribadire l'Enel, sostitutivo del vecchio elettrodotto, ma si verrà ad assommare e continuerà a camminare parallelamente al vecchio.
Nella nostra interrogazione facevamo un preciso riferimento alla situazione occupazionale creata dall'elettrodotto, che crea ingenti problemi nel territorio del Comune di Bussoleno.
Si prevede che i due elettrodotti viaggino parallelamente per parecchie centinaia di metri, ad una distanza di poche decine di metri. Pare che l'Enel - siamo sempre nel campo delle ipotesi, perché se chiarezza mai c'è stata, in questo caso proprio non ce n'è nessuna - avrebbe detto alla proprietà delle Acciaierie Ferrero che qualora il nuovo elettrodotto sarà costruito, il vecchio elettrodotto permarrebbe per fornire corrente ai nuovi impianti di cui le Acciaierie Ferrero vorrebbero dotarsi.
Ritengo che a questa domanda molto precisa fatta all'Assessorato questo non abbia voluto o potuto rispondere. Infatti, nella nostra interrogazione segnalavamo come il preoccupante calo di occupazione in Valle di Susa corrispondesse aduna oggettiva diminuzione della richiesta di energia elettrica, per cui non riuscivamo a comprendere quale ricaduta potesse avere la costruzione del nuovo impianto.
Segnatamente ricordo che rimpianto insiste sulla Valle di Susa per un certo tratto ma insiste per un tratto altrettanto lungo e grave sulla Valle Sangone. Non mi risulta che, a tutt'oggi, le Cartiere della Valle Sangone abbiano ripreso l'attività e che quindi possano fruire, da un punto di vista energetico; di qualche aiuto da parte di un nuovo elettrodotto.
Un'ultima cosa che mi preme sottolineare è il passaggio in cui l'Assessore ricordava che l'Enel si sarebbe - se ho ben compreso dichiarata disponibile ad offrire un compenso aggiuntivo alle Comunità locali. Ciò è di estrema gravità perché, stante la situazione della Valle di Susa, già gravemente compromessa da opere non programmate, non credo sia più possibile monetizzare i guasti di queste "opere", le quali dovrebbero sanare bisogni a livello nazionale e addirittura internazionale.
Non credo che la valle sia più in grado di sopportarle e ritengo estremamente grave cercare di far passare il progetto su Enti locali con bilanci molto, molto ristretti, che hanno enormi difficoltà a farli quadrare, proponendo la monetizzazione in cambio del passaggio.
Non sono soddisfatto di come la situazione elettrodotto è al momento gestita dalla Regione nella valle; non sono soddisfatto perché ci risulta che l'Enel continui a fare le sue prospezioni, continui a piantare i suoi picchetti, a segnare gli alberi, a programmare i passaggi, addirittura a sondare la disponibilità dei Comuni e dei proprietari terrieri per garantirsi il passaggio.
In questo caso, il non intervento della Regione a supporto delle giuste istanze dei Comuni delle due vallate è estremamente grave, vorrei dire addirittura poco responsabile. Sappiamo che i Comuni interessati sono Comuni relativamente piccoli, non in grado di gestire una situazione così pericolosa da soli; le Comunità montane hanno mezzi limitati Ritengo quindi che la richiesta di una sottocommissione fatta dal mio Gruppo alla Presidenza diventi a questo punto impellente, che questa sottocommissione debba partire e farsi carico prioritariamente, tra i vari progetti di opere pubbliche che insistono sulla valle, di questo.



PRESIDENTE

L'argomento è discusso. Il Consigliere Vaglio faceva riferimento alla proposta, da lui avanzata, di affrontare in un gruppo di lavoro tutte le tematiche connesse alla Valle di Susa.
Poiché nel corso del dibattito intorno a queste interrogazioni, che l'Assessore Vetrino ha peraltro affrontato in maniera molto ampia, si è detto che la questione dovrà essere esaminata in Commissione, direi che in quella sede si potrà anche vagliare la proposta del Consigliere Vaglio.
Pertanto - qui c'è anche il Presidente della II Commissione - credo che la discussione debba essere demandata a quel momento di approfondimento.
Chiedo all'Assessore Vetrino di farci avere una copia della sua ampia risposta; non appena avremo gli atti, li consegneremo a tutto il Consiglio regionale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cucco: ne ha facoltà.
CUCCO Intervengo in ordine ad una precisazione su quanto è stato da lei richiamato in merito all'intervento del Consigliere Vaglio.
Per memoria storica devo ricordare che ho presentato una richiesta simile sei o sette mesi fa, con riferimento ad uno strumento preciso previsto dalla legge 142, che è la Conferenza dei servizi. Quindi possiamo organizzare tutti i gruppi di lavoro che vogliamo, ma la legge 142 prevede degli organismi specifici di intervento su situazioni così complesse, per quanto riguarda servizi di interesse pubblico, e sono sedi decisionali.



PRESIDENTE

La ringrazio per aver richiamato questo ulteriore strumento da esaminare. In sede di dibattito in Commissione - faccio riferimento in particolare al Presidente della Commissione, Fiumara - si potrà anche tener conto del contributo dato dal Consigliere Cucco.


Argomento: Commercio

Interrogazione n. 804 del Consigliere Porcellana inerente il progetto di insediamento di un grosso centro commerciale da parte della Rinascente Spa e RO.ME.MA. GAMMA in Asti


PRESIDENTE

Concludiamo le interrogazioni rivolte all'Assessore vetrino con l'esame dell'interrogazione n. 804. La parola all'Assessore.
VETRINO, Assessore al commercio Agli uffici dell'Assessorato al commercio è pervenuta per conoscenza, in data 4 aprile 1991, la domanda della Società "La Rinascente" per l'attivazione di un Centro commerciale al dettaglio da ubicarsi in Asti nell'area sita in località Cauda, via Don Sturzo, nella zona di Piano regolatore vigente individuata con la sigla DI2, per una superficie complessiva di vendita pari a metri quadrati 10.379, così ripartiti: 6.000 mq, in un unico esercizio di tabella VIII (ipermercato) 2.290 mq, in un unico esercizio per tabelle XII - XIII - XIV varie (bricolage) 2.089 mq, per negozi al dettaglio tradizionale per la vendita dei prodotti di cui a tutte le tabelle merceologiche, esclusa la tabella VIII, che è l'ipermercato.
Gli uffici dell'Assessorato, secondo la procedura, hanno inviato al Comune propria nota di riscontro, richiedendo l'inoltro dei documenti necessari all'avvio istruttorio in data 22.4.1991; essa è stata sollecitata in data 1.10.1991.
Si ricorda che ai sensi dell'art. 27 della legge 426, nonché dell'art.
48 del DM 375, le istanze di nullaosta devono essere trasmesse dal Comune alla Giunta regionale, corredate dagli atti necessari al parere della locale Commissione Commercio, entro tre mesi dal ricevimento della stessa da parte del Sindaco.
Il Comune non ha quindi provveduto nei termi-ni previsti dalla legge e gli uffici dell'Assessorato regionale competente non hanno ancora potuto dare avvio alla fase istruttoria che consente alla Giunta regionale di assumere la propria decisione in merito alla richiesta rilasciando o negando il nullaosta.
La decisione sul nullaosta da parte della Giunta regionale viene assunta in conformità alle Indicazioni programmatiche è di urbanistica commerciale di cui alla deliberazione del Consiglio regionale n. 581-2519 del 27/3/1980 e n. 1293-4556 (deliberazione di aggiornamento) del 21/3/1990, acquisito il parere obbligatorio, ma non vincolante della Commissione regionale Commercio istituita ai sensi dell'art. 17 della Legge n. 426/71.
Nella fase istruttoria, alla quale - come detto - non si è ancora dato avvio per la mancata trasmissione degli atti necessari da parte del Comune viene acquisito tra l'altro il parere dell'Assessorato all'urbanistica della Regione che si esprime sulla conformità dell'intervento proposto alla normativa urbanistico-edilizia vigente nel Comune.
In merito alle questioni urbanistiche rilevate nell'interpellanza si fa notare che nella domanda pervenuta all'Assessorato per conoscenza si precisa, nella premessa, quanto segue: "in data 19/3/1990 il Consiglio comunale di Asti ha deliberato l'inserimento nel terzo programma pluriennale d'attuazione (seconda tranche), la costruzione di un fabbricato ad uso commerciale, su una superficie utile di metri quadrati 17.980 in località regione Cauda, via Don Sturzo, nella zona che il PRG vigente destina a zona 12".
Per concludere, la valutazione dell'istanza di nullaosta viene effettuata, come detto, secondo i criteri per il rilascio dei nullaosta contenuti nelle delibere del Consiglio regionale già citate nella presente essi tengono conto, tra gli altri elementi, anche ed in particolare modo il rapporto con la rete commerciale preesistente andando a misurare la compatibilità dell'insediamento proposto sia nel Comune ove insiste la richiesta di nullaosta sia in quello su di esso gravitante, che come è noto devono dare un parere.Ulteriori elementi di approfondimento potranno essere fomiti quando si sarà in fase di avanzata istruttoria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Porcellana.
PORCELLANA Signor Presidente e colleghi, ringrazio l'Asses-sore Vetrino per la risposta molto precisa e dettagliata. Mi compiaccio che l'Assessore abbia fornito questi dati tra i quali quello relativo al fatto che l'amministrazione comunale di Asti non ha fornito tutta la documentazione necessaria al fine di giungere all'avvio di questa operazione. Operazione che io ebbi a denunciare, nella mia interrogazione del 6 ottobre 1991 dannosa all'economia astigiana, innanzitutto perché l'area individuata era destinata a zona industriale e non a zona commerciale. Presentai questa interrogazione al Vicepresidente della Giunta regionale e Assessore al commercio, Bianca Vetrino, per capire esattamente qual era la volontà della Regione in ordine sia alla competenza dell'Assessorato al commercio sia dell'Assessorato all'urbanistica che deve valutare nei dettagli l'operazione. Credo che la risposta dell'Assessore Vetrino abbia messo i puntini sulle "i" con grande attenzione e precisione rispetto a questo problema.
I commercianti di Asti sono 8.000; si sta vivendo un periodo di difficoltà non solo nella città di Asti, ma anche nell'ambito della stessa Provincia, c'è una forte disoccupazione che è legata al fatto che Asti è in gran parte una città Fiat-dipendente. Questo insediamento commerciale non farebbe altro che mandare a casa altre centinaia di famiglie: si parla infatti della possibile chiusura di 600/700 attività commerciali tradizionali che traggono dal loro lavoro il sostentamento delle proprie famiglie.
Mi compiaccio quindi che questa pratica sia ancora in alto mare e venga vista con grande attenzione dall'Assessore e dai suoi uffici. Con questo ringrazio e di tutto resto grato.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono stati distribuiti ai Consiglieri prima dell'inizio della seduta i processi verbali delle adunanze consiliari del 28 maggio e 4 giugno 1991.
Verranno messi in votazione la prossima adunanza consiliare.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente" comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Sono in congedo i Consiglieri Bortolin, Bresso, Brizio e Zacchera.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

Comunico che l'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha apposto il visto alla legge regionale 15 ottobre 1991: "Integrazione e variazione alla, legge regionale 11 aprile 1991, n.,13 'Bilancio di previsione per l'anno finanziario 1991'"; così come modificata dalla legge regionale n. 39/91.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame proposta di deliberazione n. 322: "Fondo per la gestione dei servizi socio-assistenziali di cui alla L.R. n. 20/82 e successive modificazioni ed integrazioni. Riparto alle UU.SS.SS.LL. per l'anno 1991"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 322 di cui al punto 4) dell'o.d.g.
Su questo punto aveva espresso la volontà di intervenire il Consigliere Bortolin, che pero è assente. Ha quindi facoltà di parola il Consigliere Peano.
PEANO La collega Bortolin è assente, ma avevamo comunque concordato l'intervento in sede di Commissione dove si è svolto un buon lavoro a proposito di questa deliberazione.
Si tratta del riparto dei fondi per la gestione dei servizi socio assistenziali per l'anno 1991 per un totale di circa 52 miliardi. Ai fini del riparto sono stati ancora seguiti i criteri della legge regionale n.
20/82: 38 miliardi dei 52 totali verranno ripartiti in base ai parametri oggettivi popolazione e caratteristiche del territorio per una quota che è del 95% per la popolazione e del 5% per il territorio, mentre una ulteriore somma di circa 13 miliardi verrà ripartita in base alle attività socio assistenziali realizzate dalle UU.SS.SS.LL. sul territorio nell'anno 1990 e programmate per l'anno 1991.
Desidero ricordare che nella legge n. 44 approvata lo scorso mese di luglio che ha istituito l'Assem-blea dei Comuni i parametri sono stati cambiati, migliorati se vogliamo, ed il riparto oltre che a popolazione territorio e attività realizzate, cercherà di incentivare le possibilità di miglioramento de i servizi e anche l'istituzione di nuove attività.
Per il prossimo anno quindi sarà possibile una diversa impostazione delle deliberazioni di riparto, soprattutto per quelle Assemblee dei Comuni che sapranno gestire diversamente le risorse che a loro perverranno dalla Regione Piemonte. Vorrei poi ricordare la situazione che sta avvenendo sul territorio: i tagli al bilancio delle UU.SS.SS.LL. vanno verso direzioni di servizi socio-assistenziali e come sempre il rischio è che pagheranno le fasce più deboli. Arrivano notizie di Comuni che stanno ritirando le deleghe in questo fine anno o di UU.SS.SS.LL. i cui servizi socio assistenziali stanno disdettando le convenzioni con le associazioni di servizio. I131 dicembre avremo un'ulteriore difficoltà e disagio con il passaggio delle competenze dei servizi dalle Province ai Comuni ed alle UU.SS.SS.LL. interessate.
E' quindi importante che ci sia, da parte della Regione Piemonte un'attenzione particolare a questi problemi che rischiano di diventare la cenerentola del bilancio regionale. Credo inoltre doveroso sollecitare in aula, come stiamo già facendo in sede politica a livello parlamentare l'urgenza di una legge-quadro nazionale sull'assistenza. R livello di Commissione è stata comunque data approvazione e sostegno all'Assessore per questa deliberazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calligaro.
CALLIGARO Signor Presidente, è importante distribuire le risorse proposte in deliberazione: meglio poche che niente, ma questo non può esimerci dal rivolgere una critica aspra a tutte quelle forze che considerano i servizi socio-assistenziali una cenerentola, a tutte quelle forze che ancora oggi non hanno dotato il nostro Paese di una legge-quadro e di riforma dell'assistenza.
Così, ci accorgiamo che i tagli iniziano a Roma e proseguono a Torino e chiamano in causa a ragione (ma non sempre) gli Enti locali i quali sono chiamati a spendere maggiori risorse per questi servizi importantissimi Spesso, però, o sottovalutano il problema o non hanno le risorse necessarie per farvi fronte. I fondi, quindi, sono insufficienti ed assegnati a titolo di acconto al fine di consentire la continuità nell'erogazione dei servizi e, alla fine, a titolo di saldo. Le risorse giungono sempre in ritardo, e per servizi il cui livello è al di sotto delle necessità minime abbiamo poche garanzie di mantenerlo tale. I ritardi e le incertezze creano difficoltà a definire un minimo di programmazione. A fronte di improrogabili necessità di scelte politiche chiare abbiamo meno fondi a disposizione e ciò rende necessario fare scelte prioritarie, definire i programmi che possono affrontare almeno le situazioni di emergenza. Basta affrontare i problemi relativi alle fasce di povertà, che restano un problema fondamentale, ed occorrono non solo i servizi socio-assistenziali per rispondere ai bisogni emergenti della popolazione; le persone anziane sono in forte crescita ed il problema del disagio dell'infanzia è serissimo, così come quello degli handicap. Sono situazioni - ed insisto su questo - che non hanno bisogno di istituti o ricoveri, bensì di progetti di azioni, di interventi finalizzati al manteni-mento dell'autosufficienza il più a lungo possibile.
Sono state trovate, sulla carta, le risorse per le Residenze Sanitarie Assistenziali (anche se poi non vengono realizzate), mentre per irrobustire e qualificare i servizi sul territorio le risorse non si trovano. Prevale sempre - sulla carta, naturalmente - la politica dei ricoveri a scapito di quei servizi essenziali e finalizzati al mantenimento dell'autosufficienza.
Ci lamentiamo che le persone affette da malattie croniche, da non autosufficienza, sono sempre più numerose. Vale a dire che la politica prevalente ha un percorso opposto alle esigenze: gli investimenti sono sempre più ridotti, a cominciare dal bilancio nazionale.
Il disegno che emerge penalizza le categorie più a rischio, negando così i diritti inalienabili quali i rapporti etico-sociali ed economici sanciti dalla Costituzione repubblicana. E' una politica che sta ottenendo il risultato di scaricare sui cittadini più deboli ogni provvedimento di contenimento e taglio della spesa sociale.
Sosteniamo che la Regione non può adeguarsi a questa politica e se lo fa deve dichiararlo apertamente. Siamo favorevoli alle scelte di spesa di segno diametralmente opposto, a sostegno di condizioni di vita, seppure a livelli minimi, tali da garantire dignità e diritti alla persona umana.
La deliberazione non parla di riequilibrio tra le UU.SS.SS.LL. eppure c'è la necessità, anche sulla base di verifiche della realizzazione dei programmi, di una più equa e trasparente distribuzione delle proprie risorse. Questo è il motivo per cui votiamo contro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.
MAGGIOROTTI La deliberazione che verrà approvata oggi dà una risposta tardiva alle preoccupazioni espresse dalle UU.SS.SS.LL. e dai Comuni su come proseguire nell'erogazione di servizi già previsti, per i quali c'è il timore, in relazione alla mancata certezza di finanziamento, di chiusura e rinvio a date da destinarsi.
Soprattutto la parte del finanziamento concernente le attività di tipo innovativo ha subito e subirà in futuro i colpi degli evidenti tagli che saranno dati sempre più ai bilanci dell'assistenza. D'altra parte le incertezze concernenti la gestione dei servizi socio-assistenziali (dimostrate dal fatto che al Comune di Torino compete ancora la gestione di questi servizi) mi fa pensare che ben poca innovazione potrà essere fatta anche solo per il fatto che le UU.SS.SS.LL. di Torino, non gestendo i servizi socio-assistenziali, non potranno mai approvare un P.A.S. relativo a questi servizi, per cui mi domando sulla base di quali criteri questa parte di finanziamento verrà assegnata al Comune di Torino.
L'incertezza nel recepimento delle risorse relative alle attività sinora gestite illegittimamente dalle Province determina anche difficoltà evidenti nella predisposizione del bilancio preventivo da parte dei Comuni e delle UU.SS.SS.LL. D'altra parte, questa incertezza è anche legata al fatto che la non conoscenza dei bisogni causa una insufficiente determinazione di programmi, che si muovono sulla base di priorità e sulla base di progetti di per sé verificabili. Si tratta quindi di erogazioni e di finanziamenti aventi carattere prevalentemente amministrativo ragionieristico, più che di tipo innovativo.
In questo senso preannuncio il voto negativo del mio Gruppo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Bergoglio per la replica.
BERGOGLIO, Assessore all'assistenza Non credo sfa questa l'occasione per avviare una discussione sulla politica dei servizi socio-assistenziali nella nostra Regione, anche se auspico che di questo tema in quest'aula se ne parli quanto prima in modo esplicito e approfondito, valutando tutte le possibilità che ci sono sia di risorse proprie (parlo di risorse della Regione e degli Enti locali) sia di altre possibilità di incremento della spesa socio-assistenziale.
In questa sede devo solo precisare che la Regione Piemonte non ha, in questa fase, ridotto i propri interventi nel settore socio-assistenziale ma ha mantenuto lo stesso livello di spesa dell'anno scorso, incrementato del tasso di inflazione. Non è un risultato esaltante o soddisfacente, ma non è una riduzione; tenevo solo a fare questa precisazione.
Per il resto, non avendo posto i colleghi dei quesiti specifici nel merito della deliberazione, non ho altre considerazioni da fare.
Per quanto si riferisce al tempo in cui la deliberazione viene presentata, dal punto di vista formale può apparire un danno, dal punto di vista sostanziale tutte le UU.SS.SS.LL. sono state a tempo debito informate dell'ordine di grandezza dell'impegno di spesa che la Regione poteva attivare e quindi sono state in grado di fare i loro programmi sapendo all'incirca, con un livello di approssimazione molto alto, qual era la somma che potevano avere a disposizione.
Questa deliberazione viene presentata oggi, essendo stata oggetto di variazioni di bilancio nell'ultimo assestamento; com'è noto, il bilancio è stato rimandato dal Governo e approvato il 20 novembre e non era quindi materialmente possibile approvare la deliberazione prima di avere approvato il bilancio. La ragione di questa data che può apparire anomala, ed è anomala, è dunque semplicemente una ragione tecnica.



PRESIDENTE

Pongo in votazione la deliberazione, il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 31 voti favorevoli, 8 contrari e 2 astensioni.
Pongo ora in votazione l'immediata esecutività ai sensi dell'art. 49 della legge n. 62/53.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità dei 41 Consiglieri presenti.


Argomento: Nomine - Sanita': argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 709 del Consigliere Ferrara; interpellanza n. 710 dei Consiglieri Monticelli, Bortolin e Calligaro inerenti la nomina del dr. Salvatore Dell'Arte ad Amministratore straordinario USSL 33 di Nichelino


PRESIDENTE

Passiamo ora alle interpellanze nn. 709 e 710. Risponde l'Assessore Maccari.
MACCARI, Assessore alla sanità Con riferimento alle interpellanze in oggetto, si ritiene opportuno precisare preliminarmente che il dott. Salvatore Dell'Arte è stato incluso nell'elenco degli aspiranti arruolo di Amministratore straordinario approvato con D.P.G.R. n. 2012 del 15/5/1991, previa la verifica da parte dell'apposita Commissione di esperti del possesso da parte dello stesso dei requisiti previsti dalla legge, così come provati dalla documentazione allegata alla domanda.
Nel caso in specie, il dott. Dell'Arte ha prodotto, benché non richiesto dall'avviso pubblico, certificato di carichi pendenti, rilasciato in data 18/4/1991 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino, il quale risulta negativo.
Come già ricordato in sede di risposta ad altre interpellanze relative alla nomina degli Amministratori straordinari, la complessa procedura fissata dal D.L. 35/91 prevedeva la designazione da parte del Comitato, dei garanti di almeno una terna di nominativi, fra i quali la Giunta regionale avrebbe poi individuato l'Amministratore.
Il Comitato dei garanti dell'USSL di Nichelino, con provvedimento n. 3 del 30.5.1991, ha deliberato all'unanimità di proporre alla Giunta regionale 9 nominativi, fra i quali era compreso il dott. Dell'Arte, il cui curriculum era a loro conoscenza fin dal 17 maggio.
Stupisce quindi la notizia che i Consiglieri comunali del PDS e di Rifondazione Comunista dei Comuni della USSL 33 abbiano in seguito protestato perla scelta effettuata dalla Giunta regionale, considerato che gli stessi sono rappresentati in seno al Comitato dal Presidente del medesimo, che ha partecipato alla votazione unanime con la quale è stato proposto anche il nominativo del dott. Dell'Arte.
Per quanto riguarda poi la nomina del suddetto, si precisa ancora che prima di procedervi è stata accertata l'assenza delle condizioni d'incompatibilità stabilite dal D.L. 35/91, fra le quali sono comprese le circostanze: 1) di non aver riportato condanna, anche non definitiva, a pena detentiva non inferiore ad un anno per delitto non colposo ovvero a pena detentiva non inferiore a sei mesi per delitto non colposo commesso nella qualità di pubblico ufficiale o con abuso dei poteri o violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione, salvo quanto disposto dal secondo comma dell'art. 166 del codice penale: 2) di non essere sottoposto a procedimento penale per delitto per il quale è previsto l'arresto obbligatorio in flagranza.
L'eventuale sospensione cautelare dal servizio, provvedimento amministrativo riguardante esclusivamente i rapporti fra il dipendente e l'ente di appartenenza, non costituisce pertanto causa d'incompatibilità.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.
FERRARA Sono un po' sconcertato, perché ci troviamo a discutere della nomina di una persona certamente iscritta nell'elenco approvato dal Presidente della Giunta regionale. E' certamente una persona il cui curriculum non presentava ragioni d'incompatibilità di legge, altrimenti non sarebbe stata eletta. Da quanto ho appreso, però, si tratta di una persona che, al momento della nomina, risultava sospesa dal servizio con ordinanza presidenziale dell'USSL 4 di Torino, di cui è dipendente.
L'interpellanza e il quesito che ponevo non era tanto se poteva o meno essere nominato, perché se è stato nominato significa che era possibile. In realtà l'interpellanza chiedeva di conoscere le motivazioni che hanno indotto a far superare le considerazioni di ' opportunità, e a far ritenere meno qualificati i restanti otto candidati, nonché quali siano statele argomentazioni che hanno consentito di superare il divieto generale di nomina ad incarichi pubblici di persone aventi carichi pendenti.
Il Partito Repubblicano ha già avuto modo di esprimere le proprie riserve sulle scelte fatte per queste nomine. Quasi tutte le nomine hanno una connotazione, una targa, un'etichetta partitica.
Per quanto mi riguarda devo dire che il Gruppo Repubblicano non ha minimamente partecipato a questa spartizione. Ci sono sempre gli stessi nomi, e insisto nel dire che il Gruppo Repubblicano non ha fatto pressione per alcuno.
Il Capogruppo del Partito Repubblicano, io Franco Ferrara, non ho mai fatto alcuna pressione.



(Interruzione dell'Assessore Maccari)



PRESIDENTE

Allora, prendo atto che nessuno ha fatto pressione, che la Giunta in modo autonomo ha proposto nomine molto partiticizzate, in quanto ricorrevano sempre gli stessi nomi da molto tempo, prima nel compitati di gestione e nelle liste elettorali. Ricorrendo sempre gli stessi nomi viene il sospetto che siano o dei geni, o amici di qualcuno. Visto che non mi pare siano sempre dei geni, sono più portato a ritenere che possa trattarsi di amici di qualcuno, lasciando a ciascuno il giudizio della parola "amico".
Avevamo addirittura chiesto di pubblicare i curricula delle terne o delle nomine. Avevamo richiesto che fossero pubblicate sul giornali e non su quelle pubblicazioni riservate ad una cerchia molto ristretta, a chi legge il Bollettino Ufficiale, ma rese di dominio pubblico. Non si è fatto ma sarebbe stato utile, perché la Giunta doveva scegliere all'interno di queste terne. Sarebbe stato bene pubblicare nelle varie aree e Province di competenza.
Non ho voluto partecipare, anche se molte volte c'è stata, a una critica generalizzata, che qualche Consigliere ha espresso nome per nome.
Mi sembrava una critica persino eccessiva, non sempre giustificata. Quindi non abbiamo partecipato a questa critica. Abbiamo cercato di prestare sulla vicenda delle nomine dell'USSL. molta attenzione e prudenza, anche se avevamo chiesto che si procedesse in altro modo.
Il caso che abbiamo di fronte è clamoroso; non ho capito le ragioni che hanno premiato questa scelta, rispetto agli altri otto candidati. So soltanto che si tratta della nomina di, una persona che aveva una situazione personale che consigliava una maggiore prudenza da parte della Giunta. Su tutta la vicenda sarebbe stata opportuna una maggiore attenzione e un segno di cambiamento vero, rispetto alla gestione della sanità e non solo. E' un cambiamento che tutti vagheggiamo, dicendo che bisogna dare spallate e picconate, modificare la costituzione, ma la prima modifica è porsi diversamente, da parte di ciascuno di noi, ma prima di tutto da parte delle istituzioni, nei confronti delle istituzioni stesse. Su questa vicenda devo rilevare che il Partito Repubblicano non solo non si trova in sintonia con la scelta fatta dalla Giunta, ma esprime una forte censura rispetto all'operato della stessa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.
MONTICELLI E' quasi difficile intervenire con parole diverse da quelle usate dal collega Ferrara. Siamo di fronte ad un caso sconcertante e ad una risposta della Giunta alle due interpellanze, che definire sconcertante è persino benevolo.
La risposta è sconcertante, Presidente, perché la Giunta, con l'intervento dell'Assessore Maccari, non risponde.
Il testo dell'Interpellanza che avevamo presentato come Gruppo PDS non è molto diverso da quello presentato dal collega Ferrara. Ponevamo due domande, alle quali l'Assessore Maccari non ha risposto.
Chiedevamo, cioè, quali criteri avevano portato la Giunta a scegliere una persona fra nove - si poteva scegliere fra ben nove persone - che aveva presentato un certo curriculum.
Bisogna dare atto al Signor Dell'Arte di non aver nascosto i dati infatti il curriculum del dott. Dell'Arte, a un certo punto, dice che lui era tuttora soggetto a sospensione cautelare dopo essere stato soggetto a sospensione necessaria. Quindi dalla formulazione contenuta nel curriculum era evidente quale problema avesse questo candidato.
Sospensione necessaria vuol dire una sospensione irrogata in presenza di uno stato d'arresto, successivamente trasformata in sospensione cautelare, per un'attività che il candidato aveva svolto presso una USSL: sottolineo questo fatto.
CUCCO Una famigerata USSL.
MONTICELLI Non so se famigerata o meno; diciamo che forse l'unico dato preferenziale che poteva avere il signor Dell'Arte rispetto agli altri otto (non conosco quali erano gli altri otto candidati) era la sua esperienza nel settore specifico. Ma lui portava proprio come esperienza nel settore specifico il fatto della sospensione, prima in via necessaria e poi in via cautelare per fatti: attinenti alla sua attività in quanto amministratore di USSL.
Questa era la prima domanda: quali criteri ha seguito la Giunta per scegliere propria questa persona rispetto alle altre otto.
Di questo Maccari non ci ha detto nulla, ci ha solo detto che la nomina è legittima. Avete messo i nove nomi in un bussolotto; tirato a sorte e per caso è venuto fuori il signor Dell'Arte oppure avete seguito un qualche criterio per scegliere questa persona rispetto alle altre otto? E allora quale? L'interrogativo c'è.
La seconda domanda alla quale la Giunta non ha risposto è se la Giunta era a conoscenza dei fatti specifici che erano dietro questa vicenda del candidato, la Giunta poteva conoscerli o non conoscerli, forse conoscendoli aveva qualche elemento di informazione e di valutazione in più; magari ipotizzo - la Giunta, conoscendo bene la vicenda, era talmente convinta dell'onestà, della trasparenza, delle doti di questo candidato che poteva essere tranquilla nel designarlo. In questo caso, non era forse giusto motivare una scelta di questo tipo nella deliberazione? Le deliberazioni di nomina dei cosiddetti manager per l'USSL sono state fatte al ciclostile: sono tutte uguali, non c'è nessuna motivazione: in questo caso non era forse necessario una motivazione? A tale proposito non è stata detta una parola; per questo esprimo la totale e radicale insoddisfazione del mio Gruppo per questa risposta davvero sconcertante. Qui non si capisce cosa si stia difendendo, cosa si stia nascondendo, forse ve lo nascondete fra voi stessi: non si capisce.
L'Assessore poteva decisamente dare una risposta un minimo più convincente la risposta data, sinceramente, credo non sia in grado di convincere nessun collega del Consiglio.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario - Rapporti Regione - Parlamento - Problemi energetici

Esame progetti di legge n. 5, 9 e 41: "Proposta di legge al Parlamento del Consiglio regionale del Piemonte - Differenziazione del regime fiscale dei prodotti petroliferi per uso autotrazione nelle zone di confine"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 5) all'o.d.g.: "Esame progetti di legge n. 5, 9 e 41".
Relatore è il Consigliere Beltrami, che ha pertanto la parola.
BELTRAMI, relatore In Italia, stante l'attuale pesante regime fiscale e il seguirsi di crisi internazionali, non ultima quella del Golfo, i prodotti petroliferi hanno un prezzo, imposto alla vendita, al livello più alto tra tutti i paesi della Comunità Europea e addirittura uno tra i più alti del mondo.
Tutto ciò comporta gravi conseguenze nelle aree di confine, in quanto a causa ciel rilevante squilibrio dei prezzi - il consumatore è indotto a fare rifornimento in territorio estero negli stati limitrofi, al fine di avvantaggiarsi della differenza di prezzo che addirittura tocca il terzo del costo italiano.
Questo causa danni di ordine economico ai distributori posti nelle zone di confine, i quali si sono visti ridurre la loro attività addirittura del 70% o del 90%, per cui molte stazioni di servizio sono state chiuse, e altre forse lo saranno tra breve; danni rivolti anche a numerose altre categorie commerciali per la concorrenza di oltre frontiera.
Insorge inoltre una serie di problematiche non trascurabili relative al traffico, al controllo ai posti di frontiera, all'intasamento nelle ore di punta, con risvolti anche di vivibilità ambientale.
Particolarmente interessate a questi fenomeni risultano alcune zone della nostra regione, per cui si ritiene opportuno riequilibrare la situazione di svantaggio attraverso sistemi compensativi attuati in altre regioni di confine nelle cosiddette "zone franche", la costituzione delle quali è stata di recente prevista e sollecitata dalla stessa CEE con i regolamenti 2561 e 62 del 1990.
Oggi questa iniziativa regionale assume maggior forza e rilevanza e diviene incisiva dal momento che talune determinazioni del Comitato Interministeriale Prezzi non hanno avuto conforto di operatività e permangono incertezze sulla loro attuazione. Infatti il 2 luglio dello scorso anno la Giunta del Comitato Interministeriale Prezzi aveva votato una deliberazione nella quale era previsto un indennizzo per i gestori di stazioni di servizio poste nelle fasce di confine. Sino adora però non sono state decise le fasce da indennizzare, ne tanto meno sono stati erogati gli indennizzi.
Le misure proposte, oltre al beneficio per i distributori e gli utenti di certo comportano un utile per l'erario, perché permetterebbero di recuperare introiti, seppure ridotti, che attualmente non vengono percepiti per la minima quantità di carburante venduto e che restano quindi a vantaggio dei governi esteri. E inoltre documentato e facilmente verificabile che un ridotto traffico di frontiera porterà ad effetti positivi di minore inquinamento del traffico ed un vantaggio complessivo per le attività commerciali delle fasce di frontiera, in quanto con la benzina si acquistano altri prodotti (alimentari, di abbigliamento, ecc.).
E' importante infine sottolineare che il progetto che si intende sottoporre al Parlamento italiano ha per oggetto aree confinarie appartenenti non solo al Piemonte e quindi la proposta intende fornire una soluzione globale che investe tutto l'arco alpino.
Per informazione nonché per correttezza devo precisare che il gruppo di lavoro costituito all'interno della prima Commissione ha licenziato questo provvedimento di proposta al Parlamento, che ha un suo riferimento ed è frutto della fusione di tre proposte di legge di altrettanti Gruppi consiliari (Sartoris, Zacchera-Majorino, Farassino-Rabellino-Vaglio). Ha ugualmente radici in un disegno di legge presentato dalla precedente Giunta regionale il 28.11.1989, decaduto per conclusione di legislatura, cui aveva fatto seguito un approccio sollecitante a concomitante iniziativa con la finitima Lombardia, nonché un ordine del giorno votato all'unanimità dal Consiglio regionale il 30/11/1989 ed era rinvenibile altresì in qualche interrogazione presentata da autorevoli colleghi oggi sedenti in Giunta regionale.
In conclusione, mi auguro che questa proposta di legge al Parlamento non abbia a seguire l'infausta sorte delle molte iniziative regionali rivolte alla sede parlamentare, anzi sarebbe interessante a mezzo delle rappresentanze parlamentari elettive seguirne intelligentemente il percorso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.
CUCCO Signor Presidente, il mio voto a questa proposta di legge al Parlamento sarà contrario per una serie di motivazioni.
Innanzitutto non capisco quali siano le ragioni che portano a cercare la soluzione di questo problema, che effettivamente esiste, con una misura di tipo protezionistico. Siamo alla vigilia della costituzione del mercato unico europeo del 1993.
Ci sono degli organismi comunitari che su questa materia possono intervenire; ci sano delle difficoltà oggettive per la soluzione di questo problema all'interno del quadro giuridico esistente, ma è anche vero che se noi siamo fuori del quadro giuridico esistente l'unica possibile soluzione è rappresentata da misure protezionistiche di questo tipo. Che senso ha per il Consiglio regionale intero dare una mano in questa direzione, quando in realtà noi dobbiamo andare verso un'Europa unificata anche e soprattutto su questo tipo di problemi? Vorrei inoltre rilevare una contraddizione. Se le Province di Cuneo.
Torino e Novara, godranno di questo regime differenziato di fiscalizzazione sulle benzine, non si verificherà forse un massiccio spostamento da parte degli automobilisti di Asti ,Alessandria e Vercelli, verso queste Province per comprare la benzina visto che costa di meno? Io non capisco perché non si dovrebbe innescare questo fenomeno; il fatto che la vendita della benzina sia stata limitata soltanto a coloro che sono residenti in quelle Province è un aggravante di questa proposta, non toglie assolutamente il problema, perché mi dovete spiegare come mai una persona che abita sul confine della Provincia di Torino e di Asti non possa usufruire della differenza di fiscalizzazione visto che comunque fuso è praticamente identico.
Quali sono infatti le differenze di uso della benzina fra coloro che abitano sul confine torine-se della Provincia di Torino o sul confine astigiano della Provincia di Asti? Assolutamente nessuna! Io voto contro questa norma che considero di protezionismo economico che va contro lo spirito di unificazione europea che peraltro tutti richiamano a gran voce, ma su questi atti si piana in malo modo e mi sembra davvero riduttivo sottolineare con un progetto di legge di questo tipo delle esigenze autonomiste che non è su questi argomenti che si devono misurare.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sartoris.
SARTORIS Siamo contenti di essere stati i primi a sollecitare questo problema che era emerso in Val d'Ossola e che riteniamo davvero drammatico. Non si tratta tanto della tutela del residente, bensì di coloro che gestiscono attività di vendita di carburanti che vedono passare la gente che va a fare il pieno di benzina all'esterno per poi ritornare a casa: questo fenomeno ha costretto diversi gestori di distributori di benzina a chiudere. Questo a noi sembra ingiusto; forse il collega Cucco si dimentica, quando parla di Europa, che noi viviamo in uno Stato dove la percentuale di tasse che si pagano su un litro di benzina è la più alta d'Europa. Noi paghiamo più di 1000 lire di tasse ogni 1500 lire di benzinai In Svizzera la benzina costa di meno ed è per questo che la gente va li a fare il pieno! Noi avevamo sollevato per primi questo problema e siamo contenti che altri Gruppi l'abbiano ripreso, addirittura la Giunta. Quindi oggi si arriva finalmente - noi ci auguriamo si pervenga ad una votazione unanime ci spiace per il collega Cucco - a fare una cosa giusta nei confronti dei gestori di un'attività che si vedono taglieggiati dallo Stato perché è assurdo che si 10000 lire si debbano pagare quasi 8000 lire di tasse, credo che questo possa succedere solo in Italia. Questa è la prima motivazione da parte nostra, ripresa da altri partiti, e speriamo che tutti voteranno a favore di questa proposta di legge al Parlamento e che finalmente lo Stato italiano cominci a pensare (forse non è il caso di assumere atti protezionistici) che più di 1000 lire di tasse su ogni litro di benzina sono davvero eccessive. In questi giorni lo sciopero dei gestori delle pompe di benzina ci ha messo in difficoltà, pero dobbiamo tenere presente che gli aumenti sono dell'ordine di 4, 5 o 6 lire su 1500 lire, mentre lo Stato ad accaparrarsi più di 1000 lire di tasse non ci ha messo nulla.
Siamo contenti che la nostra proposta sia stata, pur mediata, accettata dal Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.
VAGLIO Vorrei illustrare molto brevemente un aspetto che probabilmente è sfuggito al collega Cucco, così come agli altri Consiglieri che non intendono aderire all'iniziativa che ha interessato trasversalmente tutto il Consiglio regionale.
Questa legge è estremamente importante in quanto afferma un principio nuovo; non si tratta del solito assistenzialismo o di agevolare alcune zone rispetto ad altre. Si tratta di prendere atto di una situazione di fatto cioè che lo stato che impone 1200 lire di tasse sul consumo di benzina nelle valli di confine non parta a casa nulla, perché le 1200 lire spese in Francia non portano niente nelle casse dello Stato.
Preso atto di questo dato di fatto, non sottovalutiamo la grande importanza che la legge viene ad avere nei confronti della montagna un atteggiamento diverso, non di sussidio o assistenzialismo, ma di sovvenzione indiretta e di defiscalizzazione delle attività. Le popolazioni che, nonostante tutto, accettano di continuare a vivere in montagna è giusto vedano riconosciuta la loro coraggiosa scelta con un ritorno qualcosa cioè che vada a finanziare la loro attività, a rendere meno gravosa la loro sopravvivenza in loco.
Dobbiamo anche rendere atto all'intuizione del Consigliere Zacchera che ha proposto- tutti d'accordo - di estendere la fruizione dei buoni benzina oltre che ai possessori di veicoli e patente residenti nelle zone di confine, anche alle aziende delle stesse.
Ritengo sia un progetto di legge estremamente interessante, proprio per i due aspetti diversificati che presenta, e meriti effettivamente il voto l'unanime del Consiglio. Mi auguro quindi che anche i colleghi che avevano qualche perplessità - come il Consigliere Cuoco - abbiano modo di ricredersi e possano approvare con noi questa legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buzio.
BUZIO Brevemente, anche perché ripeterei valutazioni già fatte. Ho partecipato al gruppo di lavoro presieduto dal Consigliere Beltrami ed ho condiviso le scelte fatte dai proponenti il disegno di legge. Non credo che questa proposta sia da prendere sottogamba, nel senso che è l'ennesimo tentativo di inserire qualche elemento di protezione locale che mi pare non sussista. Forse non è stato letto bene il testo della deliberazione; più che una misura di tipo protezionistico è una misura di equilibrio ed equità che prende atto di situazioni che sono e producono determinate difficoltà economiche per chi vive nelle zone di confine. Riguarda quindi sia gli operatori economici sia chi opera sul piano commerciale, anche gli operatori turistici che in quella zona hanno una rilevanza notevole. La collega Sartoris parlava della zona dell'Osso fare benzina in Svizzera, ma utilizzano anche le strutture e gli impianti turistici, vanno a sciare.
Non si tratta soltanto degli impianti distributori di benzina, quindi è l'intera economia che viene sfalsata quando gli squilibri tra le monete sono di tale entità da produrre effetti negativi per chi vive in queste zone. La deliberazione va quindi letta meglio; non è il buono benzina che si dà alla gente in campagna elettorale per ottenere il voto. Non siamo in questa situazione, anche perché il limite della convenienza è di carattere scientifico ed oltre una certa soglia non c'è più convenienza.
Quindi la fascia territoriale non può essere determinata da una valutazione di tipo soggettivo-discrezionale, ma deve essere legata solo ad una convenienza che è in relazione al rapporto tra la differenza delle monete. E' quindi un calcolo matematico il fatto che ci possa essere la convenienza ad andare in Svizzera o In un altro paese vicino.
La Regione che dovrà emanare delle leggi che stabiliscano queste fasce non dovrà farlo quindi sulla base di un criterio discrezionale che prescinde da un discorso meramente scientifico, nato dal fatto di dover valutare determinate fasce in base ad un ragionamento economico e quindi di convenienza. Oltre certi chilometri, infatti, non c'è più convenienza ad usufruire di certi vantaggi. Questo fatto deve essere affrontato con maggiore attenzione, soprattutto se si tiene conto che si agevolano determinate zone di montagna che presentano, oltre questo inconveniente altre situazioni di spogliazione di risorse. E' una situazione che tutti verifichiamo e sottolineiamo nelle diverse sedi, ma non abbiamo la forza di produrre atti e comportamenti tali da evitare che questo divario si accentui sempre più. E una forma concreta, magari limitata; non bisogna credere che sia un intervento di tale mole e dimensione economica da non poter essere valutato in una sua oggettività di contributo serio. E soprattutto quindi una misura di riequilibrio ed equità nei confronti delle popolazioni di confine.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Grazie, Presidente. Colleghe e,colleghi, questa legge suscita notevoli perplessità. E' una legge che tenta di affrontare un problema reale, quello della variazione di costo dei prodotti per autotrazione, al di qua ed al di là della nostra frontiera. Per come è congegnata, è una legge che rischia di essere connotata per un certo stampo demagogico, piuttosto che una legge che si propone di affrontare in termini corretti il problema.
In altre parole, mi sembra ci si metta nella direzione demagogica tesa a dare contentini a delle popolazioni piuttosto che, con un corretto senso dello stato, affrontare un problema che esiste. Questa legge propone in pratica di variare il prezzo ei carburanti, all'interno dello Stato italiano, lungo una linea di confine la cui determinazione non è dato conoscere in termini chiari ed espliciti. Supponendo, tuttavia, che questa determinazione possa essere fatta, questa legge crea una nuova ingiustizia e nuovi problemi, gli stessi che adesso hanno i distributori siti a Sondrio nei confronti di quelli siti a Poschiavo, in Svizzera. Il giorno che si trama un confine, il distributore ubicato subito al di qua del confine così tracciato da questa legge si troverà nelle stesse identiche difficoltà del distributore che adesso è sul confine dello Stato italiano, generando uri nuovo problema perché i cittadini correranno a fare benzina nel distributore posto appena più in là di quanto prevede questa legge. Di questo passo, di confine in confine, il problema giunge a Roma. Per risolvere il problema dei cittadini che vanno a fare benzina dove costa meno, la legge apre una serie di contraddizioni che mi sembrano non corrette.
Vi è un secondo elemento di critica. Si dice che la legge limita il privilegio al residenti; io penso già con angoscia a tutti quegli alloggi vuoti nelle zone di confine, utilizzati peri fine settimana, che diventeranno oggetto di cambio di residenza. Per alloggi di proprietà, o nemmeno di proprietà, anche affittati, siti in un Comune magari di 800 abitanti ma con 30.000 posti letto in stanze costruite per andare a fare le vacanze, si produrrà un cambio di residenza da parte di numerosissime persone che, avendo la residenza in quel luogo, otterranno i buoni-benzina.
Per tutti questi motivi, ritengo che questa legge sia di incerta tecnica e di una certa demagogia sulla quale non mi pare di poter consentire.



PRESIDENTE

Chiede di intervenire per dichiarazione di voto il Consigliere Sartoris; ne ha facoltà.
SARTORIS Avevo già detto che avrei votato a favore, ma colgo quest'occasione per puntualizzare due cose dette dal Consigliere Chiezzi.
La residenza non viene concessa facilmente, infatti ci sono diverse persone che stanno cercando di prendere la residenza in Comuni di montagna in Piemonte, ma questa non gli viene data così facilmente come si crede perché comunque i vigili controllano se la residenza è effettiva o meno.
Comunque sia,concordo pienamente con quanto detto dal collega Buzio cioè che dobbiamo tenere presente che ci sono delle zone marginalizzate e che in Svizzera la benzina si paga 700 lire al litro, mentre noi paghiamo 1.100 lire di tasse più il costo della benzine; a questo punto, credo che nei confronti di quelli che sono molto vicini sia una cosa dovuta, si tratta di persone che tutto sommato hanno il coraggio di stare in queste zone e non le lasciano desertificare.
Il discorso della gente che corre non credo valga: i benzinai della Valle d'Aosta non hanno aderito allo sciopero di questi giorni, eppure non vi è accorsa molta gente. La gente non va più i in là oltre un certo limite di chilometri, perché se deve spendere di più per andare a fare il pieno non ha alcuna convenienza; la gente non fa 150 chilometri per andare a fare un pieno di benzina, è una cosa antieconomica che nessuno si permette di fare.
Credo, quindi, che la perplessità di qualcuno sul fatto che questo possa essere un qualcosa di demagogico, sia una scelta e una supposizione politica; questioni tecniche mi sembra non ce ne siano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.
MAJORINO Presidente, intervengo per una brevissima dichiarazione di voto. Il voto sarà favorevole in quanto, non da solo ma insieme al collega Zacchera sono stato presentatore di uno dei disegni di legge che oggi approdano nell'aula consiliare e quindi richiamo integralmente sia la motivazione esposta nella relazione di presentazione del disegno di legge sia le espressioni del collega Beltrami, che ha relazionato in aula.
Per queste ragioni voto favorevolmente.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 42 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 42 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 42 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 42 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 42 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 42 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 42 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 45 hanno risposto SI 42 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Province

Esame proposta di deliberazione n. 332: "Modificazioni alla DCR n. 290 16499 del 19 novembre 1991 recante 'Parere della Regione Piemonte in ordine all'istituzione della nuova Provincia del Verbano-Cusio-Orsola'"


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. la deliberazione n. 332.
Chi è favorevole all'iscrizione è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata con 42 voti favorevoli. Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 42 voti favorevoli e 1 voto contrario.
Pongo inoltre in votazione l'immediata esecutività della deliberazione ai sensi dell'art. 49 della legge n. 62/53.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 42 voti favorevoli (1 Consigliere non partecipa alla votazione).


Argomento:

Iscrizione documenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. gli ordini del giorno inerenti la grave situazione dei lavoratori dell'Arsa di Susa, l'unificazione europea e la situazione jugoslava.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Sono iscritti con 42 voti favorevoli.


Argomento: Polizia rurale, urbana e locale

Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Integrazione alla L.R. 30/11/1987, n. 58 concernente 'Norme in materia di polizia locale'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della legge rinviata dal Governo, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Zanoletti, che ha pertanto facoltà di parola.
ZANOLETTI, relatore Il 16 luglio scorso il Consiglio regionale ha approvato all'unanimità il disegno di legge, "Integrazione alla legge regionale 30 novembre 1987 n.
58 concernente norme in materia di polizia locale", con il quale la Regione ha inteso omogeneizzare gli aspetti tecnico-strumentali, e visibili, della polizia municipale piemontese.
Con nota 5 agosto 1991 il Commissario di Governo ha rinviato il disegno di legge anzidetto ad un nuovo esame del Consiglio, avendo il Governo formulato rilievi all'art. 7 riguardante "Variazioni alle uniformi, agli strumenti e ai mezzi operativi". Il rilievo governativo si riferisce specificatamente all'approvazione delle eventuali variazioni delle uniformi, ecc., approvazione che, a nonna della legge-quadro 7 marzo 1986 n. 65 sull'ordinamento della polizia municipale, deve avvenire con legge regionale e non già, come nel disegno di legge era stato previsto, con deliberazione consiliare.
La scelta di stabilire che l'approvazione delle variazioni predette avesse luogo con deliberazione anziché con legge era stata operata dalla Giunta unicamente per il fatto che la deliberazione era apparsa essere strumento operativo più agile, sia per la forma, sia per le modalità ed i tempi di attuazione di quanto deliberato.
In sostanza, proponendo l'approvazione con deliberazione consiliare, la Giunta non aveva inteso porsi in contrasto con la legge n. 65/86 e con la riserva di legge, ivi espressamente contenuta, in materia di caratteristiche di uniformi e distintivi degli addetti, nonché di mezzi e strumenti operativi: con il disegno di legge in esame ne era stata e ne è infatti data puntuale disciplina legislativa, come previsto dalla legge n.
65/86.
Considerando però che potrebbe facilmente verificarsi che, ad esempio un materiale, usato per il confezionamento e la costruzione di un qualsiasi accessorio di uniformi e mezzi, non si trovasse più in commercio, era stato ritenuto che la sostituzione dell'accessorio o altro potesse essere più prontamente approvata e più celermente attuata con una deliberazione, pur sempre dopo l'acquisizione del parere favorevole della competente Commissione tecnica regionale.
In ogni caso, preso atto del diverso avviso del Governo, la Giunta ha proposto l'accoglimento integrale del rilievo formulato e quindi la modificazione dell'art. 7 del disegno di legge, nel senso che le parole: "deliberazione del Consiglio regionale" vengono sostituite con: "legge regionale". Ricevutane la riassegnazione, ai sensi dell'art. 85 del Regolamento consiliare, la I Commissione ha riesaminato il disegno di legge, di cui si tratta, e ne ha quindi approvato l'emendamento su indicato.
In conseguenza di quanto sopra esposto si raccomanda al Consiglio la riapprovazione del disegno di legge nel testo che, rispetto a quello approvato il 16 luglio 1991, è stato ora modificato all'art. 7 unicamente per adeguarne il disposto al rilievo formulato dal Governo in data 5 agosto 1991.



PRESIDENTE

Poiché non vi sono richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 37 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 37 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 37 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 37 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è Il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 37 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 37 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 37 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 37 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 37 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 37 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
Non essendovi dichiarazioni di voto sull'intero testo, si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 37 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni - Referendum abrogativo e consultivo

Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Modifica ed integrazione della legge regionale 16/1/73, n. 4, in materia di referendum consultivo sulla istituzione di nuovi Comuni, con riferimento al nuovo testo dell'articolo 60 dello Statuto"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 11) all'o.d.g.
E relatore il Consigliere Grosso, che ha facoltà di parola.
GROSSO, relatore Illustre Presidente, Signori Consiglieri In data 24/9/91 il Consiglio regionale ha approvato all'unanimità la proposta di legge n. 170 "Modifica ed integrazione della legge regionale 16/1 73, n.4, in materia di referendum consultivo sulla istituzione di nuovi Comuni, la modificazione delle Circoscrizioni comunali e le denominazioni dei Comuni, con riferimento al nuovo testo dell'articolo 60 dello Statuto".
La legge si proponeva di consentire che il testo da sottoporre a referendum potesse provenire anche da una iniziativa dei soggetti titolari della potestà legislativa (gli stessi Comuni interessati ad es.); di prevedere che il referendum potesse essere limitato ad una parte del territorio comunale; di evitare il referendum In casi marginali, nei quali non vi è dubbio sulla volontà locale espressa dai Consigli comunali Tale legge regionale non ha però ottenuto il visto dal Governo, che l'ha rinviata a nuovo esame del Consiglio con un rilievo ed una osservazione.
Il rilievo concerne il comma 1 dell'articolo 4, nei confronti del quale è detto che il generico riferimento a "comprovate esigenze locali" risulta inidoneo alla delimitazione delle fattispecie da ricomprendere fra le deroghe ai principi in materia di referendum consultivo contenuti nell'art.
133 della Costituzione.
L'osservazione si riferisce all'articolo 5, ove risulta omesso, per il valido esperimento del referendum consultivo, ogni riferimento al quorum di partecipazione degli aventi diritto.
In sede di riesame del provvedimento rinviato la I Commissione ha deliberato di apportare al comma 1 dell'articolo 4 la modificazione occorrente, a giudizio del Governo, a renderlo maggiormente idoneo a delimitare le fattispecie per le quali è ammessa deroga al principio costituzionale del referendum consultivo, ma in proposito ha anche ritenuto di dover manifestare perplessità e sconcerto per il fatto che la norma incisa dal rilievo governativo altro non era se non la riproduzione - alla lettera - di una norma della legge della Regione Toscana, la n. 12 del 1976, attualmente vigente ed operante.
Tralasciando ogni considerazione circa la differenza e la disparità di valutazione e di valenza riservata ad una stessa norma in ambiti regionali diversi e riconoscendo obiettivamente che raccoglimento del rilievo non cambia né riduce, in sostanza; la sfera di applicabilità della deroga, che per casi marginali si intende introdurre a beneficio di una maggiore snellezza e celerità di adempimenti e procedure, la delimitazione delle fattispecie, di cui si tratta, può essere idoneamente ottenuta mediante il semplice inserimento dell'aggettivo "analoghe" nella locuzione "altre comprovate esigenze, locali", così come la Commissione propone ora al Consiglio, previo accordo in tal senso con i competenti uffici ministeriali.
Per quanto riguarda l'osservazione la I Commissione ha espresso l'avviso di non apportare modificazioni all'articolo 5, ma di ribadire soltanto nella relazione, a mo' di interpretazione autentica, che, come è esplicitato nel comma 2 dell'articolo 36 e come sembrava non equivoco, alla votazione deve partecipare la maggioranza degli aventi diritto e che soltanto se tale partecipazione maggioritaria c'è stata, il referendum pu essere ritenuto valido, di modo che il quesito referendario è poi dichiarato accolto, ai sensi del comma 3 dell'articolo 36, allorché, avendo partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, i voti attribuiti alla risposta affermativa non sono inferiori alla maggioranza dei voti validamente espressi.
Le deliberazioni della I Commissione sono state assunte all'unanimità dei Consiglieri presenti.
Per quanto sopra esposto si raccomanda l'approvazione unanime anche da parte di questa Assemblea del testo della proposta di legge, di cui si tratta, con la modificazione apportata al comma 1 dell'articolo 4 per tenere conto del rilievo al riguardo formulato dal Governo.



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 37 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Telecomunicazioni

Esame legge rinviata dal Governo relativa a: "Norme per il funzionamento del Comitato regionale per il servizio radiotelevisivo"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della legge rinviata dal Governo relativa al servizio radiotelevisivo, di cui al punto 12) dell'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Zanoletti, che ha pertanto la parola.
ZANOLETTI, relatore Illustre Presidente, signori Consiglieri, in data 24/9/ 1991 il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza il Testo unificato e coordinato del disegno di legge n. 74 e della proposta di legge n. 76 concernente "Norme per il funzionamento del Comitato regionale per i servizi radiotelevisivi".
La legge si proponeva, in particolare, di dare attuazione alla legge 6 agosto 1990 n. 223 (legge Mammì), ridefinendo ruolo e funzioni del Comitato regionale per il servizio radiotelevisivo nell'ambito di un più complessivo coinvolgimento della Regione nella materia specifica.
Tale legge regionale non ha però ottenuto il visto del Governo, che l'ha rinviata a nuovo esame del Consiglio con un rilievo e alcune osservazioni. Il rilievo concerne il comma 1 dell'art. 3, nei confronti del quale è detto che, prevedendo tra l'altro l'incompatibilità fra la carica di componente del Comitato radiotelevisivo e quella di parlamentare, viola la riserva di legge statale di cui all'art. 65 della Costituzione, atteso che spetta esclusivamente al legislatore statale la competenza di stabilir i casi di incompatibilità con l'ufficio di deputato o senatore.
Le osservazioni si riferiscono invece: all'art. 4, comma l, lettera c), ove non è esplicitato che la pubblicità sulla quale il Comitato esprime parere, è quella della Regione: l'art. 4, comma 5, ove non è precisato che la funzione di censire le imprese radiotelevisive è attribuita al Comitato unicamente se richiesta dal Ministero delle Poste e dal Garante all'art. 9, comma 1, ove non è indicato che il gettone di presenza non è corrisposto per ogni giornata-seduta.
In sede di riesame del provvedimento rinviato, la I Commissione ha deliberato, anche su proposta della Giunta, di apportare al comma 1 dell'art. 3 la modificazione occorrente a superare la censura governativa eliminando dal testo ogni riferimento alla carica di parlamentare quale causa di incompatibilità.
In proposito però la Commissione ha anche ritenuto di dover manifestare perplessità e sconcerto per il fatto che in materia di incompatibilità quando si tratti di organi regionali sui quali alla Regione è riconosciuta potestà legislativa, la Regione stessa può decidere, le incompatibilità che ritenga opportune.
Per quanto riguarda le osservazioni, la I Commissione ha espresso, d'intesa con la Giunta, l'avviso di coglierle tutte, recependo però nel testo, per ragioni di chiarezza, soltanto la terza ed inserendo per conseguenza, come suggerito dal Governo, nel comma 1 dell'art. 9 la parola "giornata." Immediatamente prima della parola "seduta", in modo che appaia evidente ed esplicito che il gettone di presenza è corrisposto ai componenti del Comitato per ciascuna giornata-seduta.
Le altre due osservazioni vengono pure esse accolte, come si è detto, ma nel senso che le precisazioni ritenute necessarie dal Governo sono riportate nella sola relazione di accompagnamento, a mo' di interpretazione autentica; in particolare: la pubblicità, cui si riferisce la lettera c) del comma 1 dell'art. 4, è ovviamente da intendersi quella della Regione la funzione di censire le imprese radiotelevisive, al sensi del comma 5 dell'art. 4, è attribuita al Comitato, se richiesta dal Ministero e dal Garante, come peraltro si evince dall'intero contesto del comma.
Le deliberazioni della I Commissione sono state assunte all'unanimità dei Consiglieri presenti.
Per quanto sopra esposto, si raccomanda l'approvazione unanime da parte di questa assemblea del testo della proposta di legge di cui si tratta, con la modificazione apportata al comma 1 dell'art. 3 per tenere conto del rilievo al riguardo formulato dal Governo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.
MARINO Non intervengo in generale sulla legge perché era già stata approvata da questo Consiglio; intervengo quindi su una parte delle osservazioni del Commissario di Governo che hanno riportato in aula questo provvedimento.
Tra le osservazioni fatte dal Commissario di Governo ce n'è una che riguarda la formulazione originaria dell'art. 3 di questa legge, che ha come titolo "Incompatibilità".
L'art. 3 al comma 1 diceva, nella versione originaria, "La, carica di componente del Comitato radiotelevisivo è incompatibile con quella di parlamentare e di Consigliere regionale".
Il Commissario di Governo ha osservato che la definizione delle incompatibilità dei parlamentari, in base ad un articolo della Costituzione che al momento non ho presente, spetta al Governo e non alle Regioni. Su questo particolare, che è solo apparentemente una questione marginale, c'è stato un dibattito in Commissione; al proposito voglio precisare che nella relazione del Consigliere Zanoletti c'è un'imprecisione, quando nella parte finale dice "le deliberazioni imprima Commissione sono state assunte all'unanimità dei Consiglieri presenti". Per quanto mi riguarda, non ho votato a favore del testo modificato in Commissione, quindi è un'imprecisione.
Il problema che si pone è apparentemente marginale e riguarda problema del quale in questi mesi sempre più si parla- i rapporti fra Stato e Regioni, e in particolare il costante atteggiamento di tipo vessatorio che il Governo ha in generale nei confronti degli Enti locali e in questo caso delle Regioni.
La cosa, oltre che inaccettabile, assume anche qualche aspetto di ridicolo, in quanto ci sono leggi della Regione Piemonte nelle quali è precisata una incompatibilità dei parlamentari Cito un caso che mi è capitato di leggere in questi giorni, quello della legge regionale sui parchi; in un certo articolo, di cui non ricordo il numero, si dice appunto che la carica di membro del Consiglio di amministrazione degli Enti Parchi è incompatibile con quella di parlamentare.
Nel momento in cui si va ad incontri nazionali di Consigli regionali come quello che si è svolto a Venezia, con un testo di legge che modifica addirittura alcuni articoli della Costituzione (quello più conosciuto con il nome di Labriola), con dichiarazioni di singoli Consigli regionali e addirittura dichiarazioni di Assise, di riunioni di tutti i Consigli regionali del nostro Paese, nelle quali si reclama una reale e consistente autonomia delle Regioni, mi sembra non sia il caso di fingere di non vedere l'ennesima vessazione che il Governo, attraverso i suoi funzionari, fa.
Malgrado le molte richieste - è un'esigenza comune di tutti - in quest'aula non abbiamo mai discusso del rapporto Stato-Regioni, che viene chiamato "un nuovo regionalismo"; in più occasioni si è affrontata tale questione fuori da quest'aula, ma nonostante le presenza di vari ordini del giorno in quest'aula la discussione non è mai avvenuta.
Mi sembrava quindi doveroso cogliere questa occasione per risottolineare la questione, seppure, attraverso un caso particolare come questo. Per questo motivo, visto il testo modificato della legge, ho fatto l'unica cosa che mi sembrava possibile fare, e cioè ho proposto un emendamento soppressivo del primo comma dell'art. 3, così come è stato modificato dopo le osservazioni del Commissario di Governo.
Il testo modificato, ovviamente, ha tolto la parola parlamentari e quindi, paradossalmente, il testo che voteremmo sosterrebbe che la carica di membro del Comitato radiotelevisivo è incompatibile con quella di Consigliere regionale mentre è compatibile con quella di parlamentare; per cui, seppure in astratto, un parlamentare di Catania può far parte di questo organo regionale piemontese, mentre un Consigliere regionale piemontese no.
Ho quindi proposto di eliminare anche la incompatibilità con i Consiglieri regionali, non perché ritengo particolarmente necessaria la presenza di Consiglieri regionali in questo organo, ma perché credo sia un modo per difendere un principio che si sta facendo strada, se vogliamo strumentalmente, anche perché ci si renda conto che la forma di stato va cambiata. Questo emendamento abrogativo ci permetterebbe di non far passare inosservata l'ennesima imposizione che lo Stato centrale fa nei confronti delle Regioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.
CHIEZZI Signor Presidente, colleghe e colleghi Consideri, non tornerò a richiamare le considerazioni generali che precedentemente mi hanno addotto a votare contro questa legge; richiamo soltanto il punto relativo alle osservazioni del Commissario di Governo, il quale; dal punto di vista legislativo ineccepibile, ha sollevato la questione che i Parlamentari sono ineleggibili nei casi decisi da leggi nazionali, però in questo ambito è indubitabile che i Consiglieri regionali a norma dell'art. 122 della Costituzione siano anch'essi ineleggibili, sulla base di leggi della Repubblica: Pertanto quella sorta di provocazione che ha fatto il collega Marino proponendo di eliminare ogni incompatibilità mi sembra sia una provocazione da accogliere con questa premessa. Ci troviamo di fronte a una soffocazione di legittimi diritti, che ritengo da un punto di vista politico la Regione possa avere, di determinare essa i casi di incompatibilità in organi sui quali è chiamata a legiferare.
Richiamo poi per memoria la norma, che sa di presa in giro, di escludere dalla elezione nel Comitato regionale di tutti gli esperti che in base al proprio lavoro continuano a essere tali. La ritengo una vera e propria presa in giro, foriera di cattiva amministrazione. Continuer quindi a votare contro questa legge, mentre voterò a favore dell'emendamento Marino.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.
MONTICELLI Signor Presidente e colleghi, mi voglio soffermare soltanto sulla questione che attiene alla modifica proposta con questa legge, dopo il rinvio del Governo e che ha a che fare anche con la proposta di emendamento fatta dal Consigliere Marino. In Commissione, quando si è discusso questo argomento fu largamente condiviso un ragionamento di estrema perplessità, per non usare parole più grosse, rispetto alle motivazioni del rinvio da parte del Governo. Mi scuso con il Consiglio, ma io vorrei riprendere brevemente questo ragionamento.
Il Governo ha rinviato questo provvedimento motivandolo col fatto che con il comma 1 dell'art. 3 nella prima formulazione dicevamo che non potevano far parte del Comitato radio-televisivo oltre ai Consiglieri regionali anche i parlamentari Il Governo dice che questa norma sui parlamentari non si può scrivere perché la Costituzione dice che le cause di incompatibilità o ineleggibilità dei parlamentari devono essere stabilite con legge nazionale.
Intanto c'è una prima osservazione da fare, cioè che la stessa cosa in altro articolo della Costituzione, come ricordava prima il Consigliere Chiezzi, viene detta anche per i Consiglieri regionali. Quindi chi ha preparato questa motivazione di rinvio conosce solo un pezzo della Costituzione e non la sua interezza, perché con quella motivazione il Governo avrebbe dovuto cassare anche il punto relativo ai Consiglieri regionali da cui la cosiddetta provocazione del Consigliere Marino col suo emendamento.
C'è però una questione più incredibile, se così posso dire. E' chiaro che è la legge nazionale che stabilisce quando si può concorrere alla carica di Parlamentare o Consigliere regionale, ma poi la Regione per un organo su cui ha piena potestà legislativa; qual è il Comitato per il servizio radiotelevisivo, può decidere che è incompatibile chiunque. Noi non diciamo che il membro del Comitato radio-televisivo non può fare il parlamentare o non può fare il Consigliere regionale, diciamo l'inverso! Fino a prova contraria, poiché è la Regione che ha potestà legislativa su questo Comitato, la Regione può dire, ovviamente con motivazioni che stiano in piedi, che chiunque è incompatibile.
Io ritengo che questo rinvio del Commissario di Governo avrebbe addirittura meritato - se ne è anche accennato in Commissione - la procedura che avrebbe portato alla discussione in Corte Costituzionale.
Siamo giunti in Commissione ad assumere un atteggiamento, se posso dire più realista, più remissivo forse: siccome siamo in clamoroso ritardo nell'istituire questo Comitato si è detto andiamo avanti, prendiamo per buona questa questione ed eliminiamo la norma che riguarda í parlamentari.
Detto questo però, colleghi, io non sono per nulla favorevole a togliere anche la norma di incompatibilità che vale peri Consiglieri regionali, perché noi con questo Comitato istituiamo un organo consultivo della Regione estremamente importante e non può essere che un Consigliere regionale faccia parte di un organo che dà pareri alla Regione medesima.
Non può essere, per cui la ragione più specifica della incompatibilità per i Consiglieri regionali resta tutta; pertanto, pur cogliendo lo spirito di provocazione che in qualche modo condivido, ritengo che la proposta di emendamento non sia accoglibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zanoletti.
ZANOLETTI Riconfermo la validità dei ragionamenti che avevano portato la Commissione a indicare le incompatibilità sia per i Consiglieri regionali sia per i parlamentari.
Ci siamo trovati di fronte a questo rilievo del Governo che abbiamo accettato per le motivazioni che ha ricordato il collega Monticelli, cioè non ritardare ulteriormente l'approvazione e dunque l'operatività del nostro provvedimento. Abbiamo peraltro protestato contro questo che riteniamo un indebito provvedimento e il testo della relazione, così come si era concordato in sede di Commissione, lo dice chiaramente: "In sede di riesame del provvedimento rinviato, la I Commissione ha deliberato anche su proposta della Giunta di apportare al primo comma dell'art. 3 la modificazione occorrente a superare la censura governativa, eliminando dal testo ogni riferimento alla carica parlamentare quale causa di incompatibilità.
In proposito però la Commissione ha anche ritenuto di dover manifestare perplessità e sconcerto per il fatto che in materia di incompatibilità quando si tratta di organi regionali sui quali alla Regione è riconosciuta potestà legislativa la Regione stessa può decidere le incompatibilità che ritenga opportune".
Per queste ragioni, se fosse accolto l'emendamento proposto dal Consigliere Marino cadrebbe anche la prima incompatibilità che invece a nostro parere va mantenuta. Anch'io propongo pertanto che venga respinto l'emendamento presentato. Mi scuso poi con il Consigliere Marino per l'imprecisione che in effetti è contenuta nella relazione. Ho sottomano il testo di trasmissione della votazione dove è indicato chiaramente che lui a nome del Gruppo misto, aveva espresso parere contrario.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vetrino.
VETRINO, Assessore alle politiche industriali La Giunta condivide le osservazioni del relatore.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 39 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 39 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
ART. 3 Emendamento presentato dal Consigliere Marino: - "Il comma 1 dell'art. 3 (incompatibilità) è abrogato". Pongo in votazione l'emendamento non accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 4 voti favorevoli, 37 voti contrari e 2 astensioni.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 3.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 37 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 39 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 39 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 39 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 39 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 39 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 39 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 39 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 39 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
Si proceda alla votazione sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno risposto SI 37 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'intero testo di legge è approvato.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Esame progetto di legge al Parlamento n. 144: "Modifica dell'art. 149 del Codice di Procedura Civile"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 144, di cui al punto 10) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Majorino.
MAJORINO, relatore E' una proposta di legge al Parlamento che porta la mia firma e quella dei colleghi Marchini e Grosso, ispirata dal fatto che il 7 giugno in aula c'è stato un dibattito sulla crisi della Giustizia Civile in Piemonte. Sono noti i dati allarmistici, ma purtroppo veri ed oggettivi, esposti dal Presidente del Tribunale, il quale ha fatto presente che sono pendenti davanti al solo Tribunale di Torino ben 50.000 cause civili.
Ispirandoci alla considerazione della presa d'atto di disfunzione proponiamo una norma a contenuto esclusivamente tecnico e ciò significa un piccolo passo per cercare di aiutare a risolvere la crisi della giustizia in generale e quella del Piemonte in particolare, con la quale - così come è già previsto nel nuovo Codice di Procedura Penale - si chiede che anche nella materia civile, sempre per snellire l'apparato, le notifiche degli atti giudiziali possano venire anche tramite gli stessi difensori.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo all'esame dell'articolo unico.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 40 hanno risposto SI 39 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'articolo unico è approvato.
Comunico che invierò - se il Consiglio non si oppone - questo progetto di legge, insieme al precedente sulla benzina, alla Camera dei Deputati.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. i progetti di legge n. 207, 209 e 210 e gli ordini del giorno relativi all'ACNA.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'iscrizione è approvata con 40 voti favorevoli.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.40)



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