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Dettaglio seduta n.11 del 02/10/90 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Insediamento Commissioni consiliari


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Prima di riprendere il dibattito sulle questioni della Valle Bormida desidero comunicare che nell'intervallo si sono riuniti i Consiglieri e si è proceduto all'insediamento di quattro Commissioni consiliari.
Sono stati nominati: I Commissione Tomaso Zanoletti - Presidente Paolo Ferraris e Angelo Rossa - Vicepresidenti II Commissione Francesco Fiumara - Presidente Ugo Cavallera e Luigi Squillario Vicepresidenti III Commissione Nereo Creso - Presidente Ferruccio Dardanello e Marco Zacchera - Vicepresidenti IV Commissione Giampiero Leo - Presidente Piergiorgio Peano e Giancarlo Tapparo - Vicepresidenti.
Ha chiesto la parola il Consigliere Monticelli. Ne ha facoltà.
MONTICELLI Mi scuso con lei, Presidente, e con i colleghi che hanno già avuto modo di sentire la questione che mi accingo a porre, anche se in forma telegrafica.
D'altra parte, l'elenco dei nomi relativi ai Presidenti e Vicepresidenti delle Commissioni dice già in modo eloquente ciò che è avvenuto. In quanto Presidente del Gruppo - se mi si permette l'espressione di maggioranza relativa all'interno dell'opposizione (non voglio togliere nulla al Gruppo del Presidente Brizio) mi sento in obbligo di chiarire ulteriormente il senso di quanto è avvenuto e anche trarre una brevissima considerazione. Quanto è avvenuto, in sostanza, è questo: sono stati eletti Presidenti e Vicepresidenti delle Commissioni, salvo l'eccezione del collega Zacchera del Gruppo MSI-DN, esclusivamente Consiglieri dei Gruppi di maggioranza.
E' la prima volta che accade un fatto del genere nella Regione Piemonte dal 1970, cioè da quando la Regione è stata istituita. Qualsiasi fossero le maggioranze che si sono succedute in questi 20 anni, si è sempre arrivati ad una composizione delle presidenze delle Commissioni che tenesse conto come è scritto nel nostro Regolamento - della pluralità delle forze e dei Gruppi presenti nel Consiglio regionale.
Questo risultato non si è avuto perché, fin dall'inizio,la maggioranza si è presentata bloccando le presidenze delle Commissioni su nomi appartenenti ai Gruppi della maggioranza, e quindi mettendo le minoranze parlo evidentemente per quello che riguarda il nostro Gruppo - nella condizione di dover accettare una specie di diktat della maggioranza sulle presidenze e nella condizione di dover, in questo modo, accettare una impostazione del ruolo delle Commissioni consiliari che noi riteniamo in profonda contraddizione con lo spirito e la lettera del nostro Statuto regionale, che prevede un ruolo importante del Consiglio regionale. Questo fatto è stato spiegato con la necessità di garantire l'operatività delle scelte della Giunta all'interno delle Commissioni, e noi riteniamo questa impostazione gravemente lesiva dell'autonomia del Consiglio regionale. Per questo abbiamo detto, fin dall'inizio, che non eravamo disponibili per ruoli di vicepresidenza all'interno delle Commissioni. Noto con soddisfazione che anche altri Gruppi di minoranza hanno condiviso questa nostra impostazione, tant'è vero che non sono presenti nelle Vicepresidenze. Noto, infine, che l'unico Gruppo di minoranza che ha condiviso l'impostazione della maggioranza è il Gruppo MSI-DN. Credo che tutto ciò rappresenti un allarme per l'attività del nostro Consiglio. Non vogliamo drammatizzare oltre misura questo fatto, ma certo è accaduto qualcosa che può avere delle ripercussioni sul funzionamento del Consiglio.
Mi auguro che questo possa costituire un motivo di riflessione per tutti i Gruppi consiliari, ma in particolare per la maggioranza e per la stessa Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.
MAJORINO Ho chiesto la parola per il riferimento che il Capogruppo comunista Monticelli ha ritenuto di fare nei confronti della mia parte politica. Al riguardo desidero ricordare e sottolineare che nel corso delle prime quattro legislature si è sempre caratterizzata una discriminazione nei confronti della nostra forza politica, quantunque fin dalla prima legislatura noi avessimo sostenuto puramente e semplicemente che anche il Gruppo MSI-DN aveva il diritto politico, visto che i suoi Consiglieri regionali sono stati fin dalla prima legislatura liberamente eletti dai piemontesi, di partecipare sia all'Ufficio di Presidenza sia, in ruoli magari a livello di Vicepresidenze, nelle Commissioni. Questo perché si tratta di incarichi istituzionali che nulla avrebbero tolto, come nulla toglieranno in questa occasione, al nostro atteggiamento politico di ferma opposizione - come è stato nelle passate quattro legislature - alla maggioranza pentapartitica formata si nel luglio 1990. In questa situazione. e aderendo a quella che è stata la tesi portata avanti nella prima riunione dei Capigruppo nella quale si parlò di Presidenze e di Vicepresidenze, cioè a dire che sono funzioni istituzionali e anche le minoranze hanno il diritto di partecipare, non vedo la ragione per la quale (solo perché il Gruppo comunista ha assunto una posizione di insoddisfazione per come è stata congegnata la distribuzione delle Presidenze) da parte nostra non si dovesse far valere questo diritto politico di partecipare istituzionalmente alle cariche delle Commissioni attraverso l'attribuzione di una Vicepresidenza in concreto assegnata al collega Zacchera. Ripeto, questo è un ruolo istituzionale che ovviamente nulla toglierà alle ferme motivazioni di queste prime quattro legislature della nostra opposizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sartoris.
SARTORIS Come ho detto in Commissione, la nostra posizione è diversa da quella del Gruppo comunista. Il problema che ho posto all'attenzione della Giunta e del Consiglio è che non è stata fatta alcuna apertura. Ci sono stati dei Gruppi che non hanno voluto partecipare alla votazione perché non si sono ritenuti soddisfatti; altri Gruppi, tipo il mio, non possono nemmeno dirsi insoddisfatti perché sono stati ignorati del tutto.
Secondo me, ignorare il fenomeno che rappresentiamo è estremamente grave e per questo non abbiamo partecipato alla votazione. Voi ci avete ignorati e noi signorilmente ignoriamo voi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.
ROSSA Signor Presidente, colleghi, non drammatizzerei questa situazione...
(Interruzioni dai banchi comunista e liberale) ROSSA Esprimo il rammarico del Gruppo socialista che appartiene a questa maggioranza che viene accusata di avere acquisito più potere o invaso momenti istituzionali importanti. Mi auguro che sia possibile arrivare ad una soluzione che interessi e coinvolga tutte le parti del Consiglio.
Questo è l'impegno che come socialisti abbiamo portato avanti e che intendiamo continuare a portare avanti.
Abbiamo modificato le Commissioni: avevamo otto Commissioni e qualche altra Commissione speciale, certo che nella quantità è più facile poter equilibrare i rapporti anche nei confronti delle minoranze e dell'opposizione. Riducendole drasticamente a quattro è chiaro che ci sono problemi di qualità. Riducendo il numero ci sono anche esigenze di carattere politico. Questo non impedirà di verificare le cose in futuro anche perché si coglie da parte dei colleghi che alcune di queste Commissioni sono molto pesanti, avranno delle difficoltà e quindi credo si tratti di vedere se il lavoro fatto nella scorsa legislatura ha dato dei risultati; se non li ha dati, come abbiamo auspicato allora, vuol dire che nulla ci impedirà di vedere che cosa possiamo fare. Pertanto il Gruppo socialista è predisposto in questa direzione.
E' stato sollevato dal collega Monticelli il fatto che è stata riconosciuta una Vicepresidenza al Gruppo MSI-DN. E' un problema che durava da molto tempo, che coglieva un po' tutti, maggioranza e opposizione, e credo sia venuto il momento di dire sì. Non si poteva più continuare a mantenere quella situazione nel momento in cui, tra l'altro, cambiano parecchie cose, non solo qui, ma in tutto il mondo. Avrei visto da parte dei colleghi una disponibilità anche ad accettare le Vicepresidenze come segnale di disponibilità e mi dispiace che questo non sia avvenuto...
MONTICELLI Collega Rossa, voi siete arrivati qui dicendo: "Noi le vogliamo tutte".
ROSSA Ma questo non vi impediva di fare il vostro comunicato e di prendere le vostre posizioni, vi consentiva di poter dire: "Signori, questa è la nostra disponibilità a .fronte di un vostro atteggiamento rigido". Io comunque vi dichiaro la nostra volontà di verificare le cose. perché se le cose non funzionano in un momento delicato quale quello nel quale ci troviamo, credo che sia dovere da parte nostra di dare le risposte che in questo momento abbiamo pensato fossero date in un certo modo e che la luce delle cose magari dimostrerà che non sono, lo mi auguro che le cose possano andare nel senso da tutti quanti auspicato.



PRESIDENTE

Informo il Consiglio che verrà interessata la Commissione per il Regolamento per sancire le modalità che in questo Regolamento non sono previste in maniera espressa sull'elezione dei due Vicepresidenti. Quindi ho già anticipato alle Commissioni che verrà inviata una lettera alla Commissione Regolamento.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame ordine del giorno n. 19 relativo all'inquinamento della Valle Bormida (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo il dibattito sull'ordine del giorno n. 19 relativo all'inquinamento della Valle Bormida, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Zanoletti.
ZANOLETTI Signor Presidente e colleghi, il Gruppo della Democrazia Cristiana ha partecipato volentieri alla formulazione dell'ordine del giorno scaturito dall'incontro tra i rappresentanti delle Amministrazioni e dell'Associazione per la rinascita della Valle Bormida con la Presidenza del Consiglio e i Capigruppo consiliari. E lo vota con convinzione perch ritiene importante e significativo che il Consiglio regionale all'inizio del suo mandato, ribadendo delle posizioni che il Consiglio regionale del Piemonte aveva già preso in precedenza, dica una parola chiara su questo importante problema.
Problema che, nei suoi aspetti esterni oggettivi, è di estrema complessità. Questo non ce lo dobbiamo nascondere, perché per un verso c'è un inquinamento esteso, diffuso, come forse non c'è in nessun'altra parte del Paese. e per altro verso c'è uno stabilimento, ci sono centinaia di operai, ci sono migliaia e migliaia di tonnellate di scorie, e c'è - e questo è uno degli aspetti più pericolosi - la volontà da parte dell'industria e da parte anche del Governo forse di giocare, di scommettere su questo caso estremamente difficile la grossa partita della conciliazione tra lo sviluppo e l'ambiente.
Però il problema nella sua definizione, nel suo concetto, è estremamente semplice: qui si tratta, a mio parere, di non far altro che applicare le leggi dello Stato, quelle leggi che fan sì che Sindaci siano stati rinviati a giudizio per cose estremamente più lievi che non per quello che è successo e continua a succedere nella Valle Bormida e di rendere giustizia a quella parte del Piemonte.
Nel passato si è creata questa situazione per motivi diversi: mancavano le leggi, c'è stata carenza delle istituzioni, c'era un bisogno di lavoro che ha fatto sì che una larga parte di popolazione accettasse questa condizione difficile e precaria. Ma ora la situazione è cambiata. Ci sono leggi diverse, c'è un'altra coscienza, c'è un altro contesto economico che può rispondere in altro modo al bisogno di lavoro. Dunque, è stata giusta e sacrosanta la sollevazione delle coscienze prima, che poi si è tramutata in protesta di quella gente che ha anche sensibilizzato noi e ha fatto sì che la Valle Bormida, il caso dell'ACNA, diventasse un caso nazionale e se ne discutesse variamente in questa sede e in sede di Parlamento.
Purtroppo però il caso non è ancora definito e ci sono fatti nuovi che ci devono allarmare. Di questi, i più essenziali e significativi a mio parere sono due. Innanzitutto il problema dell'inceneritore: qui si sta cercando un rimedio che è sicuramente peggiore del male, perch l'inceneritore, che è un qualcosa di sperimentale che non dà affidamento e che rischia addirittura di estendere l'inquinamento dall'acqua all'aria, è già un pericolo di per sé, perché basta parlarne per far sì che l'immagine di quella zona del Piemonte e di quelle contigue che hanno una grande agricoltura, sia già danneggiata. La linea del no all'inceneritore deve essere, come è stato detto da un Sindaco della Valle, la linea del Piave oltre la quale assolutamente non possiamo arretrare. Si creerebbe in questo caso, in modo ancor più grave che in casi simili di cui abbiamo già discusso in quest'aula, il paradosso che per difendere in modo sbagliato l'occupazione ci si chiede non solo di mantenere una situazione ambientale pessima, ma si rischia di aggravarla! Credo che questo sia assolutamente inaccettabile.
Il secondo elemento negativo è la carenza idrica con la conseguente necessità dei provvedimenti che i Sindaci hanno assunto e di cui ha già parlato questa mattina l'Assessore Garino. I Sindaci hanno già evidenziato anche con documenti come il discorso della carenza idrica, abbinato all'inquinamento del fiume, faccia sì che non solo l'agricoltura sia danneggiata, ma che vengano anche danneggiate attività con conseguente grave danno dell'occupazione. Per cui anche per questo verso si rischia di tentare, in modo sbagliato. di salvare l'occupazione di una parte, e dall'altra si mettono in pericolo centinaia di posti di lavoro.
La Regione deve fare per le sue competenze, deve fare per la sua autorevolezza, la Regione Piemonte deve fare anche perché c'è un'altra Regione, la Liguria, che ha preso delle posizioni molto nette riguardo a questo problema, a nostro parere, sbagliando perché ha preso una posizione miope, con una difesa serrata dei posti di lavoro, non tenendo conto - lo ripeto - che il contesto economico in cui ci troviamo, nel 1990 in Piemonte, con le disponibilità finanziarie che ci possono venire da interventi dello Stato per il risanamento, può consentire delle soluzioni occupazionali alternative. Guai se anche noi sposassimo questa miopia! E soprattutto - ci tengo a sottolinearlo - la Regione Liguria sta disattendendo ad un impegno preciso che si era assunta nei mesi in cui si discuteva con il Parlamento: sta venendo meno all'impegno di indicare un sito per porre, eventualmente, l'inceneritore quando si fossero creati quei presupposti di garanzia che comunque non ci sono. Tant'è che adesso si discute chiaramente di mettere l'inceneritore nel paese della fabbrica e purtroppo, sempre facendo leva su quel ricatto occupazionale che c'è stato e che continua ad esserci, il Comune di Cengio mi pare abbia già dato il suo parere favorevole.
La Regione sta discutendo di un ordine del giorno che è opportuno, ma va detto chiaramente che non è sufficiente, anzi potrebbe essere una illusione fuorviante se noi ci limitassimo a prendere una posizione quantunque chiara, e poi non facessimo altro. Noi dobbiamo fare di più dobbiamo passare a degli atti concreti su questo problema! Anzitutto dobbiamo intervenire sul Ministero e sui parlamentari affinché non venga assolutamente distorta e modificata, per nessun interesse, quella presa di posizione della Camera che ha significato una presa di posizione precisa una vittoria, sia pur parziale, del movimento che difende gli interessi della Valle Bormida. La Regione deve poi fare ciò che è di sua competenza: i controlli e una discussione molto seria e molto tempestiva sul Piano di risanamento e di bonifica pretendendo che questo piano permetta una bonifica integrale del sito e che porti effettivamente quelle incentivazioni all'agricoltura, al turismo, all'attività imprenditoriale della Valle. Ma - e anche questo va detto subito con chiarezza - facendo riferimento a quelle che sono le situazioni più difficili della Valle.
Perché ci sono situazioni diverse! E, com'è scritto anche nel documento della Camera, l'attenzione precisa e prioritaria deve essere per gli insediamenti nelle zone di influenza occupazionale dell'ACNA. Nel momento in cui noi chiediamo a quella zona e a quei paesi di fare un sacrificio sull'occupazione, dobbiamo essere coerenti e assicurare loro una occupazione alternativa.
La Giunta ha dimostrato questa disponibilità e questo interesse. Ho partecipato con interesse all'incontro che è avvenuto tra una delegazione della Valle Bormida e il Presidente Brizio e gli Assessori Garino e Lombardi. Ho preso atto con soddisfazione dei passi successivi che sono stati fatti, come ci ha ricordato l'Assessore. Quello che chiedo, a nome del Gruppo della Democrazia Cristiana, è di proseguire con tempestività con decisione, con concretezza a questo impegno perché questa è la strada necessaria - ripeto - per rendere giustizia e per far applicare solamente le leggi del nostro Stato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riba.
RIBA Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'ordine del giorno dell'inizio di agosto, che per la verità ha atteso un po' troppo il suo turno di discussione in Consiglio, si riferisce a tre argomenti in particolare: l'inceneritore, l'emergenza idrica e i danni economici specifici causati dall'ACNA all'agricoltura della Valle, la riconvocazione del Comitato Stato-Regioni, che non si riunisce dal 30 gennaio 1990.
Non posso non denunciare le pesanti responsabilità delle istituzioni di principale riferimento: l'esecutivo regionale - non dico questo ma quello precedente, certamente - ed il Governo soprattutto, per il fatto che a distanza di tre anni dalla dichiarazione di zona ad alto rischio e dalla richiesta di rimozione della fabbrica dei veleni e nonostante la presenza di un movimento, "La rinascita della Valle Bormida" che non ha uguali in Italia per partecipazione, maturità e autorevolezza, la situazione è poco distante da quella di partenza e anzi si aggrava, con la sfrontata pretesa dell'ACNA di "modernizzare" la situazione con l'aggiunta di un impianto che, di fatto, aggiungerebbe a quelli esistenti l'inquinamento aereo, a più largo raggio di effetto.
L'atteggiamento del Governo e dello stesso Ministro Ruffolo conferma costantemente la sua evidente, ancorché non dichiarabile, volontà di consentire all'ACNA di continuare ad operare e ad avvelenare la Valle migliorando addirittura le "ragioni di scambio" dal momento che, a fronte della tentata (per il momento) costruzione dell'inceneritore, ha già annunciato la riduzione di 80 occupati e se ne prevede la riduzione di altre 200 unità. Questo, assieme al fatto che è stata già eliminata quasi tutta l'occupazione indotta (i lavori precedentemente appaltati sono ora svolti direttamente dalla maestranza), fa scendere l'occupazione diretta sotto le 500 unità e quella complessiva di almeno 350 unità nel giro di pochissimo tempo.
Il Governo sta assecondando questo progetto? Tanti elementi purtroppo confermano questa ipotesi: il Ministro Ruffolo che non convoca il Comitato Stato-Regioni dal 31 gennaio, lo stesso Comitato tecnico che non si convoca da mesi; il Parlamento che non dà corso alla proposta di legge della Regione Piemonte, lo stesso sibillino telegramma del Ministro De Lorenzo...
sono tutti elementi che illustrano una intenzione di prendere tempo, forse nell'illusione che la lotta si sfianchi, certamente per continuare in vari modi a ricercare soluzioni che accontentino l'ACNA.
A questo si può aggiungere come elemento di non chiarezza il rinvio della comunicazione di Ruffolo al Parlamento, rispetto alla quale, a questo punto, chiedo alla Giunta regionale di pretendere che prima della comunicazione del Ministro convochi il Comitato Stato- Regioni.
Sul Re-Sol. la risoluzione parlamentare del 30/1/90 dice espressamente che tale impianto non deve essere costruito nella Valle, né nel versante piemontese né in quello ligure. Naturalmente questo impegno dovrà essere rispettato "alla lettera". D'altra parte gli stessi Comuni liguri di Cairo Dego e Millesimo hanno già respinto qualsiasi ipotesi che riguardi il loro territorio. Allarma, però, il fatto che il Comune di Cengio, in una seduta in cui il Sindaco - che si era detto contrario al favoreggiamento costante dell'ACNA - era assente, abbia deliberato la disponibilità ad avere l'inceneritore sul proprio territorio. Ma, mi domando, un Comune come Cengio è "libero di volere" in materia ACNA? E poi: non è questo un tentativo di invalidare la delibera parlamentare? Bisogna poi dire che il codice Re-Sol non è più esatto, perché non si tratta più di un "recupero solfati", ma di un inceneritore modulare che, in pratica, sarebbe una piattaforma di smaltimento per tutta l'area chimica Montedison, da collocare nella zona del Bormida aumentando il tasso di rischio. Necci è stato chiaro: si dice disponibile ad esaminare la chiusura dell'ACNA, ma vuole l'inceneritore del progetto Lurgi sul modello di quello costruito a Francoforte, che tuttavia è un impianto per rifiuti urbani e non chimici e, anche così, crea non pochi problemi, proteste, emissioni di diossina.
Non mancano gli aspetti paradossali di un Gardini che afferma, come ha fatto, di essere disposto a chiudere la fabbrica - che colloca tra gli errori della organizzazione della chimica e, a quel punto. Paolo Gentiloni il Direttore di "Nuova Ecologia" parla di un Gardini che prende addirittura in contropiede il movimento ambientalista - e di uno Stato che difende l'ACNA: ma è evidente che si tratta solo di diversi aspetti di uno stesso gioco.
A questo punto va denunciata la sinergica connessione con l'intenzione di mantenere viva l'ACNA degli altri due progetti in corso: quello per la bonifica del sito e quello per il risanamento della Valle, che sembrano continuamente muoversi nell'ipotesi di tenere in funzione la fabbrica dei veleni. Spiego perché.
La bonifica del sito, dove giacciono oltre 30.000 mc di depositi da rimuovere, arriva ora - dopo le previsioni di spesa prima di 30 e poi di 60 ad un'ipotesi di 400 miliardi: contro la previsione di almeno 1.000 miliardi occorrenti indicata dagli esperti. Ciò vuol dire una cosa sola: piano minimale per restare all'interno delle convenienze ACNA.
Sul progetto di risanamento della Valle, so che si fa dell'imbonimento facendo circolare la notizia che sarebbero stanziati 1.200 miliardi nella finanziaria 1991: con 426 miliardi (tra l'altro la fetta più grossa andrebbe in Liguria) per opere socio-economiche. Poi ci sarebbero 215 miliardi per la depurazione idropotabile e altro.
Ma qui la discussione è tutta da fare: la prima condizione deve essere la rimozione della fonte di inquinamento, nel senso che non si potrà mai scambiare acqua avvelenata contro un campo sportivo. La conversione ecologica della produzione non può certo consistere nel mantenimento delle produzioni inquinanti sviluppando la fabbrica della deputazione come antidoto.
Vengo ora al punto - l'ultimo del mio intervento - che riguarda i danni all'agricoltura: sono parecchi miliardi, anche se alcuni Comuni hanno ritirato e poi però in qualche caso ripristinato i divieti di irrigazione.
Oltretutto le caratteristiche dei terreni agricoli della Valle Bormida alessandrina sono tali che la mancata distribuzione d'acqua comporta effetti di desertificazione. La mancanza d'acqua, che compromette fortemente l'economia della città di Acqui, va largamente riconnessa alla impossibilità di usare il flusso naturale del Bormida.
La Coldiretti - sotto la spinta di una urgenza, che capisco - svolge una battaglia meno condivisibile: quella per l'autorizzazione ad irrigare rinunciando - mi pare - alla accentuazione della richiesta danni e rimozione della fonte di inquinamento. Ma anche se si continua a produrre in una condizione di sovrapproduzioni ed eccedenze e di richiesta della "qualità totale" anche in agricoltura, quali prospettive di mercato avranno i prodotti del lungo Bormida una volta nota la loro origine geografica? Il telegramma del Ministro De Lorenzo evidenzia una ambiguità inaccettabile là dove dice: "La situazione mostra ampi margini sicurezza" tuttavia rimangono "questioni irrisolte per mancanza dati et criteri, come problema... con possibili effetti sinergici varie sostanze aut gruppi di esse, nonché problema odore et sapore". Perciò "uso irriguo acque Bormida venga riservato at situazioni di accertata necessità et mediante canalizzazioni: uso normale est sconsigliato ecc.".
Indicazioni di questo genere ammettono chiaramente la presenza del rischio e del danno. E dato che la situazione rimane giuridicamente più che provata, il PCI chiede che sia attivata la causa per danni in sede civile nei confronti dell'ACNA con la costituzione da parte della Regione di una quipe giuridica che proceda insieme alle rappresentanze dei coltivatori ai Comuni ed alla Associazione Rinascita nei confronti della ditta inquinatrice, che è stata condannata per il mancato rispetto delle tabelle della Legge Merli rispetto alla legge nazionale e nei cui confronti già sono in corso processi per danni. Nel frattempo occorre - ma qui sarebbe grave se fossimo ancora ai preliminari - la dichiarazione di calamità naturale, che doveva essere richiesta dalla Regione per ottenere, come misura minima urgente, l'intervento pubblico per danni generalizzati prodotti da cause esogene al fatto imprenditoriale delle aziende danneggiate.
Bisognerebbe aggiungere l'inadeguatezza del sistema di monitoraggio finora impiantato: mancano ad esempio i prelievi diretti allo scarico. C'è il problema dei rifiuti tossici ACNA trovati a Bergamo, Cremona e altrove il non funzionamento dell'Ufficio Seveso.
Mi limito però ai titoli perché il Gruppo PCI intende presentare, nelle prossime settimane, una specifica mozione sullo stato della situazione della vertenza ACNA.
Concludo riconfermando tutto l'impegno del PCI a fianco delle popolazioni del Bormida e con la richiesta, che rivolgo con forza all'esecutivo regionale, di produrre con più sollecitudine risultati positivi lungo il percorso della chiusura dell'ACNA e del risanamento della Valle.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Farassino.
FARASSINO Signor Presidente. colleghi Consiglieri, il telegramma testè citato del Ministro De Lorenzo. così ottimista e teso a sminuire la situazione. è tipico di chi chiaramente vive a centinaia di chilometri di distanza da quella che è la Valle Bormida e sicuramente non ha vissuto e non partecipa a quelle che sono le preoccupazioni di tutta la gente piemontese, non solo della Valle Bormida. Sarei tentato di invitare il signor De Lorenzo ad una vacanza termale in quel di Acqui Terme in modo che possa rendersi conto di persona di com'è la situazione. Come sappiamo tutti, da quanto risulta rigorosamente documentato, in Valle Bormida non si può certo parlare di semplice inquinamento, ma si deve parlare di avvelenamento totale: acqua aria, superficie, falda, suolo e prodotti agricoli. Avvelenamento che si esplica anche attraverso inalazioni, contatti, ingestione, soprattutto in modo subdolo, per accumulo attraverso la catena alimentare di cui l'uomo purtroppo, rappresenta uno degli ultimi anelli.
I prodotti agricoli, ammesso e non concesso che non vengano irrigati con tali acque, risentono ugualmente della situazione a causa della continua ricaduta al suolo, per effetto dell'inversione termica, delle sostanze chimiche organiche molto volatili, provenienti direttamente dall'acqua del fiume e il caratteristico odore, definito molto eufemisticamente dalla gente del posto "puzzo di farmacia", si percepisce lungo tutta l'asta fluviale.
L'atmosfera è contagiata dalle emissioni gassose delle ciminiere e dei camini di scarico dell'ACNA che ammontano incredibilmente ad oltre cento.
In questa spirale di effetti negativi non vanno dimenticati i rifiuti solidi che per l'ACNA ammontano, secondo le stime ufficiali della Regione Liguria, a 40.100 tonnellate all'anno: 20.000 sono state accumulate "provvisoriamente" all'interno dello stabilimento, per le rimanenti 20.000 tonnellate si conosce il destino di circa 4.000, delle altre 15.000 non si sa nulla.
La discarica abusiva di Saliceto, scoperta recentemente, qualcosa dice in proposito, come del resto il deposito trovato alla periferia di Acqui e gli enormi accumuli stoccati nel capannone di Cassine, o ancora la recentissima indagine della Magistratura di Grosseto in merito al ritrovamento di oltre 2.500 tonnellate di rifiuti ACNA in una discarica di quella provincia.
Fatto questo cappello sulla situazione, vorrei riportarmi molto tecnicamente a quello che era il senso dell'interpellanza presentata dalla Lega Nord. In questo momento specifico noi abbiamo due aggravanti pericolose. La prima è rappresentata dall'inceneritore, per il quale abbiamo una risoluzione del Parlamento in data 30 gennaio che continua ad essere ignorata. Sappiamo che le intenzioni di poterlo far funzionare sono pressanti, il potentato economico sicuramente non dorme e sicuramente opererà con i mezzi che gli sono soliti, le dovute spinte, le dovute ingerenze, le dovute pressioni a chi di dovere, magari regalando piscine campi da tennis, campi da golf, circoli rionali, ecc. Ma l'inceneritore è una conseguenza della disperazione dell'ACNA, perché è l'ultimo tentativo per sopravvivere: senza l'inceneritore l'ACNA è costretta a chiudere. Su questo dobbiamo avere una ferma e risoluta posizione di rifiuto perch rifiutando l'inceneritore noi decretiamo la chiusura dell'ACNA.
Ovviamente il pericolo di emergenza è rappresentato dall'acqua.
Infatti, irrigare le campagne o adoperare per la produzione l'acqua dell'ACNA è impossibile, perché in tale acqua non sono mai stati trovati pesci nonostante specifiche attrezzature di ricerca. Tutto ciò significa che negli ultimi dieci anni nella Valle Bormida non è cambiato nulla: il fiume è biologicamente morto; anche risalendo nel tempo i risultati sono identici, la tossicità delle acque persiste da oltre trent'anni.
Addirittura nel 1956 il laboratorio chimico provinciale di Cuneo effettuava alcuni test con acqua prelevata a valle dall'ACNA e riscontrava nel tempo massimo di un'ora e trenta minuti la morte di tutte le carpe utilizzate pur essendo questi pesci molto resistenti. Ovviamente è impossibile adoperare tale acqua per l'irrigazione delle campagne e soprattutto per l'industria casearia (riporto la situazione del Caseificio Merlo di Acqui Terme che ha una situazione disastrosa, oltre tutto dopo l'ordinanza del Sindaco del Comune di Acqui che in data 13 agosto 1990 ha sospeso del tutto l'erogazione dell'Acquedotto comunale). E' una situazione disastrosa: attorno al Caseificio ruota tutto un indotto, in quanto l'elencazione di massima dei danni subiti da questo Caseificio è la riduzione delle quantità prodotte, il trasporto dell'acqua a mezzo autocarri di terzi, il trasporto acqua a mezzo autocarri propri, l'impiego di autobotti normalmente adibiti a trasporto latte, impiego di autisti normalmente adibiti a trasporto latte e formaggi, pagamento di straordinari, allacciamento provvisorio all'ENEL acquisto di strumenti attingimento e potabilizzazione, acquisto acqua a prezzi maggiori rispetto alla norma. Questa situazione va presa di petto va presa con molta determinazione dall'esecutivo regionale perché non possiamo accettare che la nostra Regione continui ad essere penalizzata da una situazione di questo tipo, rendendo sempre più precaria la vita delle popolazioni della Valle Bormida.
Abbiamo avuto dei danni economici spaventosi, l'impossibilità per 140 km e per 160.000 persone di ogni utilizzo dell'acqua, il mancato sviluppo agricolo, turistico, industriale, evidenziato da cinquant'anni di involuzione economica, lo spopolamento della valle (il più alto del Piemonte, non sito in zona montana); i costi per approvvigionamento idrico a scopi potabili e le difficoltà per il reperimento dell'acqua sono tali da mettere in forse i 500-1.000 posti di lavoro nei prossimi mesi se non piove. Mettendo insieme le migliaia di posti di lavoro persi negli anni passati significa il collasso dell'economia valligiana, già provata dalla perdita secca per il mancato afflusso di turisti e villeggianti.
Non evidenzio i danni alla salute che poco interessano la classe politica.
Sappiamo che esiste una bozza di piano di risanamento per la Valle Bormida, pertanto auspichiamo che l'esecutivo regionale prenda una posizione ferma e decisa a favore della Valle Bormida per far sì che le popolazioni di questa nostra terra severa e generosa possano tirare finalmente un sospiro di sollievo.



FOCO ANDREA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.
STAGLIANO' Signor Presidente, è la prima volta che in questa legislatura si riparla di ACNA. L'ultima volta che se ne parlò fu il 13 marzo scorso per l'approvazione della legge di iniziativa regionale che mira alla chiusura definitiva dell'ACNA di Cengio, legge di cui ebbi l'onore di essere primo firmatario e relatore. A proposito segnalerei un paio di errori materiali nell'ordine del giorno n. 19 in discussione, poiché la legge fu approvata il 13 marzo anziché il 27, anche perché in tale giorno il Consiglio regionale era già sciolto. Tale legge fu l'atto conclusivo di lunghe discussioni che percorsero l'intera passata legislatura e provocarono fra l'altro le dimissioni di Fracchia dal Gruppo repubblicano per la dura repressione - a suo dire - che egli subì in quanto cofirmatario della legge, nonché conseguente sostenitore delle ragioni ampiamente affermate in quest'aula (anche familiari) e conseguente oppositore al mantenimento in vita di questa attività produttiva.
Noi approvammo quella legge con una volontà che, a mio avviso, è inequivocabile: la fabbrica di Cengio (che qualcuno ha ribattezzato "della morte") non è, né può essere resa compatibile con l'ambiente, con la salute delle popolazioni che vivono attorno ad essa, soprattutto a causa dei milioni di metri cubi di rifiuti tossici accumulati in un secolo di attività produttive e su cui affonda le radici l'attuale stabilimento.
Quindi, non è risanabile, come più volte si è dibattuto - anche se su questo sappiamo che i riferimenti tecnici sono conflittuali fra di loro -.
D'altra parte abbiamo osservato, in più di una circostanza in questo Consiglio, come la politica aziendale in quell'area è stata di subordinazione medioevale del territorio all'attività produttiva.
L'esemplificazione che altre volte abbiamo fatto è stata l'acquisizione del "diritto di pesca", magari per occultare - come faceva osservare opportunamente poc'anzi il collega Farassino - che pesci non ce ne sono nell'acqua perché il fiume è biologicamente morto. Questo ad esemplificazione di un rapporto assolutamente inaccettabile di governo e di rapporto con il territorio che le istituzioni democratiche che vogliono governare democraticamente il territorio non possono più subire.
Dicevamo con quel voto, che fu massiccio a favore di quella legge.. che occorre chiudere i rubinetti del veleno e voltare finalmente pagina per lo sviluppo di una economia ecologicamente compatibile.
Noi dobbiamo registrare con preoccupazione come le cose non stiano andando nella direzione auspicata a larghissima maggioranza da questa assemblea: la settimana scorsa è stato riaperto il reparto Oleum. che fu chiuso in seguito ad un incidente con fuoriuscita di gas tossici. Un incidente analogo a quello della Farmoplant che portò alla chiusura definitiva di quella fabbrica.
Quindi. le cose non stanno andando nella direzione auspicata. Anche perché - e vengo ai dati di attualità - ad esempio i fondi pubblici previsti per intervenire su quest'area di crisi anziché essere finalizzati a costruire nuove opportunità di lavoro (agendo - come viene specificato espressamente nella legge che qui approvammo - anche sulla leva fiscale e contributiva per consentire che si impiantino nuove attività pulite compatibili, a basso impatto ambientale) vengono usati, come dice il piano di bonifica, per un'opera di vera e propria corruzione amministrativa, o se volete "inquinamento amministrativo". Anziché parlare di nuove cose da fare. si punta a tacitare qualche Comune o Provincia riottosa con una pioggia di miliardi per costruire tre strade e trafori, un palazzetto dello sport, due piscine, cinque palestre, un campo da golf, otto campi di calcio, svariati campi da tennis, e così via discorrendo. Mentre invece non si intravede nulla di alternativo a quanto finora conosciuto.
Lo stesso documento, Assessore - e io qui lo denuncio con tutta la forza di cui il sottoscritto e il suo Gruppo può essere capace - è l'ennesima fotocopia di una fotocopia che costò più di 2 miliardi del piano elaborato dall'Ansaldo per il risanamento del bacino del Lambro, Seveso Olona; su questo abbiamo prodotto a suo tempo una documentazione: Ci premureremo di documentare anche questa ulteriore truffa che verrebbe perpetrata ai danni del denaro pubblico e anche alla dignità delle Istituzioni.
Quindi mi pare più che motivato l'atteggiamento dei Comuni di Cortemilia, Acqui Terme ed altri che hanno deliberato ancora una volta dopo il rinnovo delle cariche amministrative, il rifiuto dei 1150 miliardi che anziché essere previsti per la rinascita della propria comunità, della propria economia. della propria vita sociale e per la salvaguardia della propria salute, sono finalizzati per quelle altre opere di inquinamento amministrativo. Sono costretto a fare riferimento a documenti che ufficialmente non ci sono stati ancora trasmessi, perché l'Assessore questa mattina diceva che il Piano è stato consegnato in queste ultime ore.
GARINO, Assessore all'ambiente La relazione dei tecnici questa mattina, il Piano prima di una settimana fa.
STAGLIANO' Mi fa piacere questa sua precisazione. Mi sarei aspettato. allora. che la Giunta si sentisse in dovere di trasmetterlo a tutti i Gruppi consiliari in maniera che potessero analizzarlo. E' vero che le Commissioni non erano ancora state insediate, però ciò non impedisce che l'organo di governo metta in condizione tutte le forze politiche consiliari di acquisire documentazione. Noi siamo andati in Liguria dove questo documento lo distribuiscono ad ogni angolo di strada e abbiamo potuto constatare come mentre si promettono soldi per campi da golf e così via, per la bonifica vera e propria sono previsti 122 miliardi. quando la Commissione tecnico scientifica ha valutato in almeno 400 miliardi quelli necessari soltanto per la bonifica del sito ACNA, quindi non di tutta l'asta fluviale. E' una presa in giro che noi non possiamo accettare, quindi registriamo con grandissima amarezza il fatto che questi inganni vengano in qualche misura legittimati da un Ministro che vuole offrirsi all'ambientalismo italiano come attento alle sue ragioni e in questo senso chiedendo l'attenzione, che certamente lui non ricambia, alle nostre ragioni.
In questo quadro il Re-Sol è la ciliegina su una torta immangiabile scaricando ancora una volta sul Piemonte gli effetti devastanti dell'attività produttiva. Come tutti sappiamo i rifiuti ACNA sono stati trovati dappertutto, e con l'effetto della chiusura delle frontiere al traffico di veleni (Romania, Africa ed altri Paesi) la fabbrica è costretta a bruciarli, e vorrebbe bruciarli appunto sul confine con il Piemonte devastando ulteriormente la salute delle nostre comunità.
Sul Re-Sol in specifico, l'ordine del giorno mi pare molto chiaro, in particolare il richiamo alla risoluzione della Camera dei Deputati del gennaio scorso. Quindi, ok su questo ordine del giorno che abbiamo firmato con il nostro Capogruppo, però noi diciamo una cosa in più: dobbiamo proseguire con convinzione, certamente con molta pazienza in quanto sappiamo che non ci sono scorciatoie al riguardo, ma con altrettanta fermezza sulla strada che ha sancito il voto del 13 marzo scorso in quest'aula.
Ieri mi sono permesso di inviare al Presidente del Consiglio una lettera (che qualche organo di informazione ha voluto rendere pubblica in alcune sue parti) con la quale si propone che ci sia un incontro. al più presto, con i vertici dei due rami del Parlamento per ottenere un esame rapido di quelle nostre volontà. Quella legge di iniziativa regionale. a cui pervenimmo attivando una prerogativa costituzionale molto chiara che ci è offerta dalla Carta fondamentale della nostra Repubblica, non deve restare un atto burocratico.
Signor Presidente, mi auguro che domani, visto che l'ufficio di Presidenza all'unanimità ha convenuto sull'opportunità di questo incontro a tempi brevissimi con i vertici della Camera e del Senato, la Conferenza dei Capigruppo voglia comporre materialmente la delegazione che dovrà portare le nostre ragioni a Roma. La grande opera di rinascita di un'intera comunità richiede uno strettissimo rapporto fra le istituzioni e la propria gente: noi non possiamo permetterci nessuna altra rottura, come abbiamo dovuto registrare nei mesi e negli anni passati, tra questa istituzione e chi dovrebbe rappresentare. Quindi, in questo senso, dobbiamo cercare di corrispondere con i nostri atti quotidiani alla volontà di chi ci ha mandato qui, e in questo senso cercare di offrire alla nostra gente un atto molto semplice: la nostra gente, su questa materia, aspetta da un secolo un semplice atto di giustizia. Grazie.



PRESIDENTE

Ha ora la parola il Consigliere Ferrara.
FERRARA Signor Presidente, colleghi Consiglieri, mi verrebbe quasi voglia di cominciare questo mio intervento dicendo: "ci risiamo". Abbiamo parlato tante volte nella passata legislatura di ACNA e all'inizio di questa legislatura riprendiamo a parlare di ACNA. E' un problema certamente molto importante ed è giusto quindi che ci sia una presa di posizione da parte di questa Regione, anche se io credo che le prese di posizione debbano essere coerenti in ogni momento della vita di una maggioranza e di una Giunta e non possano mutare al mutare delle circostanze e delle occasioni.
Ho sentito gli interventi che mi hanno preceduto. lo non mi avvarrò dei dieci minuti che mi competono, perché il mio sarà un intervento più breve.
Il Consigliere Zanoletti ha dato un 'interpretazione e una lettura della Democrazia Cristiana e della Giunta di questo ordine del giorno. E' una lettura di chiusura dell'ACNA e di superamento quindi dell'azienda ACNA rispetto ad altre cose. Zanoletti parlava di "posizione giusta e sacrosanta delle popolazioni". Posizione che ho sempre ampiamente riconosciuto. Credo che sia giusto che le popolazioni pongano un problema che cade direttamente su di loro, e devo dire che lo hanno posto con molta dignità fino ad oggi.
Ricordo altri movimenti e altre sollevazioni in altre parti del nostro Paese dove rivendicazioni certamente meno importanti erano state fatte con atteggiamenti sicuramente più censurabili, anzi decisamente censurabili. E' con grande dignità che queste popolazioni pongono il problema della loro salute e della loro Valle. Non altrettanto si può dire della Regione Piemonte. L'ho denunciato la volta scorsa e molte altre volte nella passata legislatura quando dicevo che la Regione Piemonte aveva rinunciato alla propria autorevolezza non andando agli incontri con il Ministro, assumendo atteggiamenti altalenanti, cambiando posizioni. Credo che la Regione Piemonte allora abbia perso delle occasioni per far valere la propria autorevolezza. Dicevo prima: "ci risiamo" perché ho paura che si riprenda questa strada.
Zanoletti parlava, a proposito di questo ordine del giorno, di illusione fuorviante. lo ho la sensazione che questo sia tutto un ordine del giorno che possa determinare illusioni forvianti. Qualcuno deve spiegarci qual è il significato di questo ordine del giorno. lo credo che si vadano a creare demagogiche attese di riconoscimento di chiusura, di risarcimento danni senza aver verificato, con un confronto serio con il Governo, queste questioni. E' poi un ordine del giorno contraddittorio al suo interno, che vuol dar ragione a tutti: da una parte dice che prende atto della proposta di legge di iniziativa regionale sulla chiusura e subito dopo dà atto e chiede che venga scrupolosamente osservata la risoluzione parlamentare che aveva superato quell'ordine del giorno. Ma per non dare torto e ragione a nessuno, basta citare tutte e due le cose così si creano quelle situazioni di ambiguità che qualcuno ha denunciato e che rimangono tutte in questo ordine del giorno. La Regione Piemonte deve assumere posizioni più chiare, che sono quelle contenute nel programma, se i programmi hanno un senso e se non sono soltanto delle cose scritte al momento di formazione della Giunta per ottenere una maggioranza.
Ha ragione il Consigliere Riba quando sostiene che il programma dice un'altra cosa, non dice quello che c'è scritto qui sopra. Il programma, che dovrebbe essere la base degli atteggiamenti di questa maggioranza, da una parte dice che la Regione deve essere coinvolta in un difficile rapporto col Governo sui problemi del risanamento della Valle, e dall'altra dice che dovrà farsi garante nei confronti delle popolazioni perché tutti i controlli necessari siano adempiti con il consenso e la fiducia delle popolazioni. Questi sono i due aspetti che vengono posti nel programma rispetto al problema dell'ACNA. Né l'uno, né l'altro sono contenuti in questo ordine del giorno. Là dove si parla di un confronto per valutare le compatibilità, qui è superato e si fa riferimento ad una proposta di legge di chiusura. Là dove si parla di Re-Sol, cioè mantenimento di quell'ordine del giorno approvato dal Parlamento, non c'è un impegno più forte. Credo debba essere mantenuto questo impegno. lo ho sempre avuto molte perplessità rispetto a questa scelta del Parlamento. Il Parlamento dovrebbe stabilire se questo inceneritore è dannoso. E se così fosse, sarebbe dannoso in Piemonte come in Liguria, per cui non deve essere fatto ma deve essere superato. Trovo molto strano che un Parlamento decida di non farlo in un luogo perché in quel luogo fa male e dica di farlo in un altro. Comunque questa è una scelta che ha fatto il Parlamento, e tutti quanti abbiamo preso atto di questo fatto. La Regione Piemonte deve impegnarsi perch questo impegno assunto dal Parlamento sia mantenuto o quanto meno il Parlamento ci spieghi perché lo supera nei fatti, se lo supera nei fatti.
Questo è l'atteggiamento che dovrebbe tenere questa Regione: non chiedere che sia nuovamente e celermente esaminata la proposta di legge regionale perché ciò è contraddittorio rispetto alle cose che dicevamo prima. Vorrei ora superare questo aspetto della discussione, in quanto ho appreso adesso che il Partito comunista presenterà un nuovo ordine del giorno sull'ACNA e quindi ne riparleremo tra pochi giorni.
Vorrei ora porre un problema politico al Presidente della Giunta. Il problema politico, che a me pare importante, è capire il significato del programma che abbiamo sottoscritto. Ci sono delle cose precise e puntuali che noi abbiamo rivendicato rispetto a certe accuse che ci giungevano dai deserti banchi del Gruppo comunista: ci dicevano che le cose contenute nel documento programmatico non contano nulla, le novità non ci sono. Visto che c'erano delle novità, noi vorremmo capire se ci sono tre posizioni: quella del Partito comunista che dice che non ci sono novità nel programma, quella del Partito repubblicano che ritiene ci siano delle novità nel programma che devono essere mantenute e quella della Giunta che dice che ci sono delle novità che possono essere trascurate ed accantonate. Se così fosse.
sarebbe bene chiarirlo subito in modo che non vi siano dei dubbi in futuro nell'attività di questa Regione, signor Presidente della Giunta. Là dove sono scritte delle cose impegnative, concordate a fatica tra le forze politiche, devono essere mantenute. Mi pare che l'ordine del giorno che oggi viene proposto sia il primo significativo esempio di accantonamento di scelte precise che si sono fatte al momento del programma. Questo atteggiamento, al di là dell'autorevolezza, ha portato la passata Giunta a fare poche cose. E' stato uno degli elementi che ha impedito alla passata Giunta di dare un minimo di impulso all'attività della Regione Piemonte. Se si comincia già adesso su questa base credo che anche questa Giunta correrà il rischio, alla fine dei cinque anni, di produrre poco. A questa ipotesi il Partito repubblicano sarebbe oltremodo perplesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Majorino.
MAJORINO Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il nostro Gruppo aderisce incondizionatamente all'ordine del giorno proposto e di cui siamo stati anche firmatari.
Desidero ringraziare il Consigliere Zanoletti per la fermezza delle motivazioni con le quali ha arricchito le pur già chiare motivazioni dell'ordine del giorno.
Poco fa il Consigliere Ferrara accennando al passo contenuto nel programma relativo all'ACNA ha affermato essere questo passo contraddittorio rispetto all'ordine del giorno o quanto meno diverso. In questo momento non ricordo con esattezza il passo che riguardava l'ACNA contenuto nel programma, però ricordo perfettamente che i proponenti della costituenda Giunta nel presentare il loro programma avevano fra l'altro affermato e sottolineato che questa costituenda Giunta e il relativo programma non sarebbero stati altro che la continuazione del quinquennio precedente. Se queste affermazioni, al di là delle parole usate nel documento programma tic o relativamente alla questione ACNA, hanno un senso devo ricordare, se è esatta l'affermazione che venne approvata quasi all'unanimità, escluso il Gruppo repubblicano, la proposta di legge al Parlamento per la chiusura dell'ACNA e per il suo risanamento con tutte le ulteriori importanti e rilevanti considerazioni fatte in questa proposta di legge al Parlamento. Penso che la Giunta attuale sia impegnata, anche perché la Giunta dell'epoca e le maggioranze, che sono poi le stesse che oggi sostengono l'odierna Giunta, approvarono incondizionatamente la proposta di legge per la chiusura dell'ACNA. Ecco perché questa mattina mi sono meravigliato dopo la pur chiara, lucida e precisa esposizione dell'Assessore Garino (il quale ha fra l'altro ricordato che esiste una lettera datata 6 settembre 1990 del Presidente Brizio al Ministro dell'Ambiente con la quale gli ricorda l'impegno Re-Sol) che l'intervento non si sia concluso con l'affermazione che il governo regionale avrebbe appoggiato incondizionatamente questo ordine del giorno. al di là del fatto, pur politicamente di grande rilevanza, che è sottoscritto da quasi tutti i Capigruppo della maggioranza.
Fatte queste doverose considerazioni devo ricordare che il nostro atteggiamento di totale e incondizionata adesione a questo ordine del giorno è perfettamente coerente con l'atteggiamento che sia il nostro Gruppo consiliare alla Regione Piemonte e sia il Gruppo consiliare missino alla Regione Liguria, in perfetta sintonia fra di loro, tennero sin dal momento in cui la Valle Bormida venne dichiarata area a rischio ambientale per la chiusura. Questo in sintesi delle sintesi, anche se il problema è di gran lunga più complesso. Enuncio questa motivazione in maniera estremamente sintetica, ma è la motivazione sulla quale poggiava sia la nostra presa di posizione pro chiusura e sia in definitiva la presa di posizione di tutti coloro i quali in tal senso si pronunciarono, cioè a dire che fra i due beni in contrasto, occupazione conservazione del posto di lavoro da una parte e salute delle popolazioni e salvezza del territorio dall'altra, occorreva necessariamente sacrificarne uno. Fra i due beni non abbiamo avuto esitazioni (e non siamo stati solo noi perché la proposta di legge al Parlamento è fin troppo chiara in tal senso) nel preferire il sacrificio dei posti di lavoro pur con tutte le garanzie di recuperarli attraverso la conversione od altro. Quindi, adesione incondizionata e soprattutto richiamo al fatto che non può essere consentito al Ministro dell'Ambiente o a chicchessia che abbia poteri di governo di violare e non mantenere fede alla risoluzione del 30 gennaio 1990, la quale è fin troppo chiara perché dice "no" al Re-Sol nella Valle Bormida e impegno al progetto di bonifica. Noi riteniamo che si debba marciare su questa linea non senza ribadire ancora una volta il contenuto politico del progetto di legge al Parlamento per la chiusura definitiva dell'ACNA e per il risarcimento di tutti i danni causati alle popolazioni.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Porcellana.
PORCELLANA Signor Presidente, colleghi Consiglieri, credo che alcune considerazioni fatte da un cittadino che vive in quella zona, che conosce da vicino da tanti anni le esigenze e le istanze delle popolazioni che vivono nella Valle Bormida. siano importanti, perché accanto alle parole credo debbano nascere i fatti e questo documento che viene presentato oggi dovrebbe portare a dei fatti importanti.
Innanzitutto credo che per chi percorre le strade della Valle Bormida si renda conto della situazione drammatica in cui vive quella popolazione.
E' vero che da una parte ci sono gli operai che potrebbero non trovare collocazione e altro lavoro essendo lasciati a casa dall'ACNA di Cengio dall'altra parte abbiamo decine di migliaia di cittadini che si lamentano e sono in condizioni gravi e disagiate per una serie di problemi mai risolti.
Un problema che non ha solo pochi anni, bensì decenni perché il problema ACNA non è mai stato risolto. Allora abbiamo avuto lo spopolamento: vi sono Comuni ridotti al lumicino, vi sono economie che (altro che quelle delle Regioni povere!) sono in condizioni disperate. Abbiamo i raccolti del settore agricolo che non solo sono stati danneggiati da anni terribili come il 1989 e il 1990 per la siccità, ma abbiamo il problema terribile del prodotto che non si vende o si deve svendere: dal prodotto fieno al prodotto nocciola, all'uva. Sono prodotti che non si riesce a vendere bisogna svendere. Hanno ragione quindi i cittadini della Valle Bormida che hanno scritto, vicino al ponte che attraversa Monastero Bormida o alle porte di Cessole e di Vesime, frasi inquietanti: "ACNA ci sta facendo morire lentamente"; "ACNA, la valle sta morendo".
Questi non sono slogan, colleghi Consiglieri, ma temi troppo importanti per la pelle di quelle popolazioni, per la gente che là vive, che là opera con molta serietà e grande impegno. Agli amministratori di quelle terre alla gente che ha un'attività commerciale, agricola o turistica, è troppo importante che questo Consiglio regionale dia una risposta e la deve dare in termini ben precisi sui due argomenti che stanno dinnanzi a noi. E' molto importante ciò che possono scrivere coloro che vivono a 700 km da Torino o dalla Valle Bormida, ma è ancor più importante quello che andiamo a decidere noi, impegnati in questo Consiglio regionale, che dobbiamo rendere conto alla gente che qui ci ha inviati ad operare per loro, per queste popolazioni. Mentre arrivano i documenti da Roma e che possono anche essere importanti, noi dobbiamo cominciare a dire che il famoso inceneritore Re-Sol non ha possibilità e non deve avere spazio perch significherebbe davvero la catastrofe e peggiorerebbe ulteriormente le condizioni di vita di quella gente. nonché le condizioni della economia di quella valle. Questa è già penalizzata dal problema dei trasporti: per raggiungere quelle valli bisogna essere delle persone abili e capaci perch vi sono moltissime curve e quindi l'economia ha già delle difficoltà a espandersi a causa delle vie di comunicazione.
Abbiamo poi il problema non del Mar Rosso, che può essere una meta importante per il turismo internazionale o almeno lo è stato nel passato ma questo è il fiume rosso perché attraversando queste zone si vede Solamente un'acqua rossastra, marrone scuro, non c'è più vegetazione, non c'è più segno di vita, non c'è più nulla che cresca lungo il fiume Bormida.
Ritengo che questo sia un consesso di persone sicuramente responsabili e attente ai problemi delle popolazioni di tutto il Piemonte, il problema Valle Bormida, che non è ancora giunto sul tappeto in questa nuova legislatura, è stato sicuramente motivo di attenzione nella passata legislatura. Oggi questo grande tema che è l'inceneritore deve vedere da parte nostra un no corale, accanto a questo dobbiamo dire un altro no corale perché l'ACNA chiuda, perché diversamente io credo che quelle valli saranno destinate a scomparire. Dei paesi di oggi con i 200 abitanti di Serole e i 180 di Olmo Gentile, piccoli Comuni che noi vedremo scomparire rimarranno una famiglia o due ancora abbarbicate a sopravvivere di quel poco o di quel nulla perché non c'è più interesse: ad esempio a coltivare la vite anche se il prodotto vite non si vende: il prodotto bestiame è difficile a vendersi; il prodotto ortofrutticolo spedito all'estero viene bloccato al confine svizzero e tedesco e abbiamo le partite di nocciole e di frutta che non vengono accettate in quanto il prodotto è inquinato, ha un gusto particolare, sa di zolfo e quindi non è vendibile. Ecco perch l'economia di questa valle è in estrema difficoltà e allora le forze politiche che oggi hanno stilato questo ordine del giorno trovano, sia pur parzialmente, il consenso di un cittadino che da tanti anni vive ed opera in quella zona. Credo che il no all'inceneritore debba essere rafforzato con un sì alla chiusura in modo totale della azienda ACNA, perché questa azienda è davvero qualcosa di terribile per quelle popolazioni che vivono in Provincia di Cuneo, Asti e Alessandria. In questo lembo di terra così importante, come è stata nel passato la zona della Valle Bormida, la gente estremamente corretta, lavoratrice ed onesta oggi è tesa al massimo senza poter vedere risolto il problema. Il nostro impegno e la nostra attenzione debbono essere posti giorno per giorno, ora per ora, fino alla soluzione del problema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.
CUCCO Signor Presidente e colleghi, svolgerò una breve dichiarazione di voto più che un intervento perché non credo sia necessario ripetere le argomentazioni che così bene sono state illustrate da coloro che mi hanno preceduto. Una dichiarazione di voto che si richiama al punto centrale di questo documento, alla questione centrale che ha a che fare con l'ACNA cioè la chiusura definitiva, completa, di questo stabilimento. Non ci sono soltanto argomentazioni di tipo storico, culturale o anche ambientale per la chiusura di questo stabilimento: ci sono anche argomentazioni di tipo economico, che purtroppo anche da parte di alcuni Consiglieri della maggioranza, continuano a non essere recepite.
L'azienda è stata riconosciuta economicamente non più interessante.
Interessa soltanto dal punto di vista strategico di politica industriale di un colosso che ha assegnato all'ACNA un ruolo di cui noi conosciamo soltanto una parte. Conosciamo la parte delle destinazioni delle lavorazioni e anche delle lavorazioni stesse che si fanno in questo stabilimento. L'ACNA deve essere chiusa: è una condizione a nostro avviso pregiudiziale, assolutamente prioritaria rispetto a qualsiasi altro aspetto della questione, ed è per questo che voglio sollecitare la Giunta e il Consiglio a dedicare un po' meno tempo ai dibattiti di quest'aula e un po' più tempo alle azioni di pressione nei confronti delle altre Istituzioni soprattutto nei confronti del Governo e del Parlamento perché si vada in questa direzione. Voterò a favore di questo ordine del giorno perch contiene il richiamo alla legge che la Regione Piemonte ha approvato, che ha sostenuto e che spero venga tradotta in atti concreti da parte della Regione nei confronti delle istituzioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Maggiorotti.
MAGGIOROTTI Signor Presidente e colleghi Consiglieri, giunti ad un certo punto del dibattito può sembrare rituale l'intervenire laddove una serie di punti di vista, prevalentemente convergenti, sono stati espressi. Mi verrebbe da dire che in realtà le cose dette siano banali (nel senso positivo del termine), perché è nell'ordine comune del buon senso affermare che il diritto alla salute è prioritario rispetto ad altre questioni pur rilevanti, pur importanti, ma che possono trovare, con gli strumenti legislativi a disposizione, altre soluzioni, sempre che lo si voglia. Il problema è che le banalità in effetti sono complicate da chi ha, con falsa coscienza, ritenuto che siano da difendere altri interessi. La storia di questa vicenda è lunga nel tempo, è una storia che negli ultimi cinque anni, in realtà, non ha portato a quello che era l'obiettivo finale a cui le popolazioni miravano, vale a dire la chiusura dell'ACNA. Solo di recente (il 13 marzo) è stata approvata la proposta di legge di iniziativa popolare regionale per la chiusura dello stabilimento, per la bonifica e la rinascita della Valle Bormida. Nel 1989 le genti delle valli (Langa Bormida) hanno effettuato un referendum sulla questione del Re-Sol. Tutti sappiamo che il referendum ha escluso la possibilità che questo Re-Sol (che in realtà è un inceneritore) potesse trovare comunque una logica collocazione nella Valle Bormida. Numerose deliberazioni di Consigli comunali hanno escluso tale collocazione e una risoluzione parlamentare del 30 gennaio determinava, su iniziativa governativa, che in Valle Bormida l'ACNA non dovesse costruire il Re-Sol. Determinava anche che la Regione Liguria si assumesse l'impegno di trovare in tre mesi un sito idoneo. lo direi che - e anche questa può essere una banalità - trovo ovvio che la Regione Liguria non abbia individuato questo sito. La gente, anche dalla parte della Regione Liguria, ha capito che si sarebbe trovata un manufatto che avrebbe prodotto inquinamento atmosferico e inquinamento delle acque.
Il problema quindi ritorna nelle mani del governo e delle Amministrazioni regionali che debbono assumere delle ovvie, e io ripeto banali determinazioni: si tratta, in sostanza. di chiudere l'ACNA: senza ACNA non si pone più il problema del Re-Sol.
Io credo che invece sia avvenuto e stia avvenendo un palleggiamento di responsabilità. Sono abbondantemente scaduti i termini imposti alla Regione Liguria nel protocollo Stato Regioni, però di tale ritardo finora non si è avuto nessun riscontro effettivo in Parlamento nelle competenti Commissioni. Sembra che l'ACNA abbia presentato un progetto di costruzione di un impianto di incenerimento in Cengio. E allora. che tipo di decisioni e di analisi si potrebbero fare? lo ritengo, ma non solo il sottoscritto.
che l'atteggiamento dell'ACNA, quindi della Montedison, sia quello di tendere ad una trasformazione di questa industria chimica in azienda di smaltimento di rifiuti tossici nocivi per un vasto bacino di utenza. Questa scelta, tra l'altro. comporterà la riduzione degli addetti da 750 a 150 perché sono più che sufficienti a far funzionare questi inceneritori. Altre cose si dicevano nell'ordine del giorno che molti Gruppi consiliari hanno presentato, ed erano sostanzialmente l'impegno sulla questione Re-Sol e rammentare l'esigenza di spingere celermente l'approvazione della proposta di legge. C'era la richiesta di dichiarazione di stato di calamità naturale, perché sembrava necessario un intervento eccezionale dello Stato rispetto alle situazioni di siccità e vi era la necessità che migliaia di aziende agricole fossero risarcite. Mi sembra che a fronte di tale richiesta nel corso dei due mesi passati dalla presentazione di questa proposta (cioè dall'1 agosto) poco o nulla sia stato fatto. Non è stato detto nulla rispetto a questa richiesta di stato di calamità naturale, n della domanda in sé, tanto meno con quali risorse si interverrà rispetto al risarcimento delle aziende agricole, rispetto allo sviluppo necessario delle strutture di irrigazione, rispetto alla necessità di risollevare le condizioni degli agricoltori delle valli. Rispetto a questo problema noi avevamo alcune osservazioni da fare. E' vero che l'Assessore Garino ha incontrato i Sindaci sulla questione della carenza idrica. Tuttavia in questo incontro, cui erano presenti alcuni Consiglieri di maggioranza.
mentre la minoranza non era stata coinvolta, si è affrontata la questione delle ordinanze dei Sindaci che negavano appunto la possibilità di utilizzare l'acqua a scopi irrigui, applicando i limiti stabiliti da un decreto ministeriale. Il fatto che questi limiti fossero superati veniva dimostrato da analisi fatte da un laboratorio pubblico dell'USSL. Ora, si tratta di un problema di merito e di metodo: noi riteniamo che o si ammette che la normativa va cambiata, e allora si interviene attraverso i canali corretti perché questa normativa venga mutata, o la legge viene rispettata.
Il problema sostanzialmente non era tanto quello di chiedere una ulteriore analisi delle acque, quanto quello di un intervento di emergenza con la dichiarazione di calamità naturale. Questo non è stato fatto, è stata scelta una strada traversa. E' stato chiesto un parere suppletivo all'Istituto Superiore di Sanità, che ha tardivamente risposto in maniera assolutamente ambigua. Le ordinanze dei Sindaci nel frattempo sono decadute il 31 settembre, però ritengo che il problema resti. Ed è preoccupante l'affermazione fatta nel telegramma del Ministro della Sanità, dove si dice che "sono parzialmente irrisolti. per mancanza di dati e criteri, i problemi delle miscele e dei possibili effetti sinergici di varie sostanze o gruppi di sostanze". Non ci è detto in questo telegramma (ma allora bisognerebbe chiedere una relazione più dettagliata) quali siano innanzitutto le 20 sostanze che sono state testate. Vorremmo sapere quali ipotesi si possano fare circa le interazioni di quelle sostanze. Mi viene il dubbio che ci possa essere una interazione fra mercurio e composti metilici con la formazione di mercurio metilato che, come sappiamo, è cancerogeno e teratogeno.
Il mio Gruppo ha promosso con altri questo ordine del giorno; ritiene che vada approvato; ritiene di doversi associare ad alcune procedure seguite e che hanno portato a questa risposta telegrafica da parte del Ministero della Sanità. Riteniamo che la chiusura dell'ACNA sia l'obiettivo prioritario e che si possa raggiungere attraverso l'approvazione della proposta di legge.
E' quindi importante che si spinga soprattutto nella direzione della proposta di legge. Importante che non soltanto l'Ufficio di Presidenza, ma i Capigruppo, le popolazioni (Associazione Rinascita ed enti Locali) possano essere presenti all'incontro con i Parlamentari piemontesi, con le Commissioni che si occupano della questione.
Ritengo che in questa occasione debba essere ampliata il più possibile la possibilità di partecipazione della gente per portare anche un esempio di democrazia.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Rabellino. Ne ha facoltà.
RABELLINO Signor Presidente, credo che con la discussione sull'ACNA abbiamo battuto tutti i record di questa legislatura. La media di presenza in aula è stata di 20 Consiglieri, di cui mediamente la metà sta facendo altre cose. Per cui credo che l'interesse non sia stato dei più brillanti.
Tornando alla questione dell'ACNA vorrei richiamare la nostra interpellanza, presentata in data 12 luglio, dove mettevamo in guardia la Giunta regionale sul problema che poteva verificarsi. Avevamo addirittura posto una scadenza, e cioè che la situazione dell'acqua potabile non sarebbe stata sopportata in valle per più di 30 giorni; ci siamo sbagliati di un giorno, perché il 13 agosto il Comune di Acqui ha sospeso l'erogazione dell'acqua. Per cui vorrei sapere dalla Giunta regionale che cosa è stato fatto in quei 30 giorni, visto che noi avevamo sollecitato degli interventi urgenti. A quanto pare non è stato fatto nulla, altrimenti non saremmo arrivati nella situazione drastica del 13 agosto. Per cui la latitanza della Regione sui problemi immediati ha portato ad aggravare quei danni che ormai si prevedevano già da alcuni mesi. Nella riunione dell'1 agosto i Sindaci della valle avevano avanzato, tra le tante richieste quella di poter ottenere dalla Regione Piemonte una commissione tecnico giuridica per poter intervenire. Ma intervenire in che senso? I danni ci sono stati (questo è indubbio e in tutti gli interventi sono stati sottolineati), pertanto qualcuno dovrà pagarli.
Noi riteniamo che la figura principale che dovrà risarcire questi danni è sicuramente la Montedison, che è ACNA. Ma per arrivare a questo occorrerà avviare un'azione giudiziaria nei confronti dell'ACNA. lo credo che dovranno essere i Sindaci in prima fila, con l'appoggio della Regione, a promuovere un'azione del genere. E' indubbio che un'azione del genere ha comunque dei costi.
Noi, all'epoca, a livello polemico ma nemmeno troppo, come Gruppo politico avevamo proposto di patrocinare l'azione legale dei Sindaci nei confronti dell'ACNA. Lo ribadiamo nella speranza. però. che la Giunta regionale si sostituisca, perché è assurdo che un Gruppo politico debba proporre una cosa del genere. Dovrebbe essere la Regione in quanto tale, e soprattutto la Giunta, a fare questo passo. Dalle parole che si sono dette tutti sono favorevoli alla chiusura dell'ACNA e tutti hanno ammesso che ci sono dei danni. E allora passiamo dalle parole ai fatti! Assessore Garino, la Giunta è disponibile a un discorso del genere? Ci vogliono delle risposte chiare. Naturalmente voteremo l'ordine del giorno che comunque ci pare abbastanza "molle". Già all'epoca avevamo espresso delle perplessità su questo ordine del giorno e forse per la fretta avevano commesso l'errore di non ufficializzare la proposta di impegnare la Regione Piemonte a patrocinare l'azione legale. Comunque adesso sentiremo se la Giunta regionale è disponibile a questo discorso.
Riteniamo comunque che il problema ACNA possa essere risolto soltanto passando ad una azione ben precisa e dovremmo veramente smetterla di discutere sempre delle stesse cose.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.
MARCHINI Signor Presidente, colleghi Consiglieri, dico subito che questo documento mi disturba molto, anche perché la sua lettura dà ad intendere che il documento abbia sviluppato tutta la sua valenza in un 'altra sede.
Questo è un pronunciamento della Conferenza dei Capigruppo e mi resta difficile capire perché lo esaminiamo in questa sede. Non si fanno queste cose. Se qualcuno ritiene che la Conferenza dei Capigruppo sia un organo che ha valenza esterna faccia pronunciare la Conferenza dei Capigruppo.
Queste cose vanno alla pubblica opinione e passano agli atti. Ma non si pu più parlare di ordine del giorno del Consiglio regionale. Quindi ho qualche difficoltà a capire perché questo argomento sia stato introdotto in questa sede attraverso questa forma. Vi pregherei di credere che non pongo questo tipo di questioni per velleità formalistica, ma perché questo sottende sostanzialmente ad un notevole disordine che caratterizza l'avvio di questa legislatura. Mi sembra necessario fare chiarezza sulla concezione che ognuno di noi e le singole forze politiche hanno delle istituzioni. Questo problema è già stato posto, la centralità del Consiglio e la responsabilità della Giunta. Centralità del Consiglio non significa svuotare la Giunta delle proprie responsabilità. Sono due cose che possono convivere. La responsabilità della Giunta vuoI dire chiedere alla Giunta pronunciamenti atteggiamenti, risposte e risultati. Non si rispetta il ruolo della Giunta stringendola nell'angolo con documenti che stravolgono il principio dialettico. Il Parlamento giudica e controlla l'esecutivo, ma non si sostituisce neanche in tèrmini di iniziativa all'esecutivo. Perché dico questo? Perché siamo nella quinta legislatura, per cui ho l'impressione che la Giunta abbia il dovere, anche alla luce di quanto diceva il collega Ferrara in ordine alle indicazioni programmatiche, di fare una forte riflessione su cosa intende fare in ordine all'ACNA. La politica è fatta di coerenza, ma non è certo fatta di testardaggini, non sono la stessa cosa.
Pertanto riteniamo che la vicenda ACNA debba approdare in Consiglio quando siano maturate le condizioni per un atteggiamento definitivo ed univoco (non equivoco come diceva giustamente il collega Ferrara). Siamo sulla pregiudiziale chiusura ACNA o rifiutiamo o non coltiviamo questa pregiudiziale? Siccome questo è un nodo politico, avviarci con un documento per larga parte ipocrita, contraddittorio e senza chiarezza, è una partenza sbagliata. Quindi, visto che questa materia deve essere affrontata sul piano della razionalità e non più sul piano della solidarietà, vorrei richiamare questo argomento. lo sono tra quelli che ha portato il Gruppo liberale, che sicuramente non era compatto su questo, a votare i documenti nei termini più garantisti e più solidali nei confronti delle popolazioni.
Essendo all'inizio della legislatura, è probabile però che al valore della solidarietà, che abbiamo espresso, si debba sovrapporre ed accompagnare il valore della razionalità e dell'opportunità di governo su questa materia.
Il e consegue quindi una richiesta precisa ai colleghi di maggioranza affinché riflettano sull'opportunità di ritirare la loro firma da questo documento, non perché gli argomenti non siano condivisibili, ma perch vengono introdotti in un'occasione impropria senza una sufficiente riflessione ed assunzione di conseguenti responsabilità da parte della Giunta e da parte della maggioranza nel suo complesso. E' una partenza molto delicata per la maggioranza e per la Giunta. A me sembra opportuno che questa partenza, che potremmo discutere nel merito in altra sede, debba essere avviata con forte senso di responsabilità e chiarezza di disegno politico da parte della Giunta, con il conforto della maggioranza.
A questo punto si apre il dibattito con tutte le forze consiliari.
Immaginare che l'ACNA diventi nuovamente un argomento sul quale è facile mettere insieme verdi democristiani, liberali, repubblicani e socialisti mi pare che attenga alla fase della solidarietà. Prendo atto che le popolazioni hanno colto che c'è stata una forte solidarietà da parte di tutte le forze politiche rispetto al problema. Ma la forte solidarietà con le popolazioni locali non significa identità di vedute sulle singole questioni, anzi, è bene che su questo il principio dialettico si riaffermi in tutta la sua valenza.
Quindi suggerisco alla riflessione dei colleghi di maggioranza l'opportunità che questo ordine del giorno non prosegua, ma che venga riproposta la stessa questione quando gli approfondimenti, che la Giunta non ha potuto fare perché il documento è arrivato da poco e la relazione è stata depositata in termini ancora non completi, consentiranno appunto alla Giunta e alla maggioranza di fare l'ubi consistam, nel senso di capire dove siamo su questa vicenda per non continuare una navigazione sulla scia di spinte molte volte dettate da elementi non di razionalità, ma di solidarietà e magari di calcolo elettorale.
Non mi scandalizzerò né mi adonterò se i colleghi di maggioranza riterranno che questo documento è bene che prosegua e che venga approvato.
Per segnare però questo imbarazzo mio personale, che è più procedurale ed istituzionale che di merito, non parteciperò al voto. Spero che i colleghi colgano il senso, non si tratta di votare a favore o contro. Solo per un problema di eliminazione sono Capogruppo. Con il mio comportamento nel voto non intendo condizionare e rappresentare il collega, che tra l'altro è espressione dell'area geografica in questione. Lo lascio pertanto libero di esprimere il voto che riterrà più opportuno.
Prego ancora i colleghi di maggioranza di riflettere molto. Non voglio richiamare l'esperienza che molti di noi hanno su queste cose, una materia di questa natura non si affronta ripetendo gli argomenti della passata legislatura, perché "repetita non iuvant", annoiano e soprattutto fanno venire meno il senso dell'essere politico.
Signor Presidente, nel caso venga confermato, questo documento va formalmente riproposto. Pongo la questione perché non è corretto voler giocare con un argomento su due tavoli per ottenere due rappresentanze esterne. Se questo è un documento della Conferenza dei Capigruppo non ha legittimazione in questa sede, quindi viene reiscritto non alla Conferenza dei Capigruppo del Consiglio regionale piemontese, ma nel Consiglio regionale piemontese. Pertanto viene riscritto e viene rifirmato. E' semplice il giochetto: si cerca di avere valenza esterna, quindi presenze sui mass media, se non c'è il Consiglio lo si fa nella Conferenza dei Capigruppo, si mandano le veline, si spera che vengano pubblicate, poi la stessa questione si porta in Consiglio regionale. Questo non è corretto.
Allora, per piacere, fate almeno lo sforzo, colleghi firmatari, di riscriverlo in modo corretto, dopodiché, se verrà confermato, non parteciperò al voto. Ritengo che la maggioranza, in particolare il sottoscritto, non abbia visto maturare elementi di novità rispetto al pregresso, perché la Giunta non li ha portati se non per iniziative molto lodevoli ed apprezzabili in ordine a questa materia, ma che non attengono allo specifico: lo specifico non esponenziato, come ha detto bene il collega Ferrara, è se siamo per la pregiudiziale chiusura" sì", chiusura "no". Questo è il vero nodo sul quale le forze politiche si devono misurare. Siccome questo argomento è introdotto, ma non è sviluppato, mi sembra fuorviante approfondirlo.
La non partecipazione al voto è una forma di cortesia e di correttezza nei confronti del collega, rispetto al quale non intendo in alcun modo creare ragioni di imbarazzo con un voto contrario che ci farebbe essere diversi su una questione sulla quale probabilmente la pensiamo nello stesso modo. In altre condizioni di processo è probabile che il mio voto sarebbe favorevole, ma in queste condizioni no, perché non è consentito - signor Presidente. richiamo la sua responsabilità - che la Giunta sia puntualmente messa nella situazione di dover correre in salita. Le moderne democrazie vedono al centro l'iniziativa dei Governi. Qui invece abbiamo avviato un processo per colpa del sistema dei Partiti, certamente non del Presidente del Consiglio, per cui da una serie di Consigli regionali alcuni argomenti vengono proposti e risolti dal Consiglio regionale, non avendo consentito alla Giunta l'assunzione di responsabilità e la riflessione che deve precedere l'assunzione di responsabilità. E' questa la ragione principale.
MONTICELLI Ha avuto tre mesi di tempo la Giunta per pensare.
MARCHINI Il fatto che qualcuno non rispetti il proprio ruolo e non faccia le cose che deve fare, deve significare la sua morte politica. Ma attenzione non il cambiamento dei ruoli! E ho fatto un esempio: se io vado al mercato a comprare le mele, e chi dovrebbe fornire le mele non le fornisce, deve vedersi revocata la licenza: ma io continuo ad essere un consumatore di mele, non divento un venditore di mele! Allora questo Consiglio deve pungolare, contestare, richiamare la Giunta ma non sostituirsi. Quindi la centralità del Consiglio è nella funzione di stimolo, nella funzione di messa in discussione.



(Interruzioni)



PRESIDENTE

MARCHINI



PRESIDENTE

Ognuno di noi ha la propria concezione.
Ricordo che nel Parlamento della tanto declamata Repubblica francese che viene considerata quanto di più avanzato ci sia nella modernità delle Istituzioni, e la richiamiamo qui come capacità di governo e di sintesi tra gli interessi democratici e quelli dell'efficienza, l'ordine del giorno è scritto dal Presidente della Repubblica, o dal suo primo Ministro (chiedo scusa di questa riflessione). Mi pare che invece in questa legislatura ripeto non per colpa della Presidenza del Consiglio, si sia avviato un meccanismo rispetto al quale si tratta di capire: o è in ritardo la Giunta e allora dovrà rispondere, o noi (organismo regionale) non consentiamo alla Giunta tempi e spazi decorosi. Siccome io sostengo la maggioranza, ho il dovere di verificare che non sia questo il rischio che stiamo correndo con questi atteggiamenti. Ma il nostro ruolo, soprattutto quello dell'opposizione, non è quello di andare a vendere le mele, ma quello di contestare a qualcuno che non è in grado di vendere le mele.



PRESIDENTE

Questo intervento è fonte di grande riflessione. Gli ordini del giorno sono molto importanti, ma auguriamoci che non siano la materia permanente della discussione del Consiglio regionale.
Vorrei riassumere un attimo i lavori. C'è la richiesta di intervento del Consigliere Rossa. Gli interventi dei Consiglieri Segre e Cavallera sono stati trasformati in dichiarazione di voto. Tuttavia esiste un problema che sottopongo al Consiglio: poiché la Conferenza dei Capigruppo si era orientata a concludere la discussione sul Bormida questa mattina tuttavia le comunicazioni della Giunta regionale hanno condotto il dibattito un po' per le lunghe, di conseguenza la questione del Bormida si è affrontata nel pomeriggio. Sennonché l'Assessore Garino, che parte fra poco, deve concludere la sua presenza in Consiglio verso le ore 18. Per cui, presentando questa esigenza, inviterei il Consigliere Rossa ad un intervento di cinque minuti, in modo che l'Assessore Garino possa rispondere e poi partire, dopodiché potranno esserci le eventuali dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Rossa.
ROSSA Signor Presidente, cercherò di stare nei tempi affinché l'Assessore possa prendere l'aereo in tempo e poter così svolgere bene il suo lavoro.
Mi sembra si sia data un'interpretazione forzata all'ordine del giorno.
E' giusto che si faccia una sollecitazione al Parlamento perché compia una rivisitazione delle posizioni che ha tenuto nel gennaio scorso, per verificare come stanno le cose in Liguria e all'ACNA Non vorrei - e sono in parte d'accordo con quanto diceva il collega Ferrara - che si ricominciasse la solita danza delle posizioni. Credo che occorra uscire dall'ambiguità perché non è solo un problema di metodo, al quale si riferiva il collega Marchini, ma è un problema politico. Ambiguità che, mi sembra, coinvolge in parte anche la maggioranza. quindi è necessario essere chiari. La posizione dei socialisti è quella di tentare ogni sforzo per coniugare l'ambiente e lo sviluppo. Quindi dobbiamo andare a vedere come stanno effettivamente le cose, perché da una parte c'è il dramma della crisi idrica e dell'inquinamento, dall'altra c'è il problema di una azienda nella quale sono stati fatti molti interventi. Bisogna verificare cosa è ancora necessario fare, perché assumere atteggiamenti definitivi mi pare che non sia la posizione migliore. Semmai la posizione migliore è quella di rivendicare alla Regione un ruolo più incisivo, che in parte possiamo svolgere e in parte dobbiamo chiedere che venga svolto: un ruolo più incisivo nei confronti della Regione Liguria.
La Regione Liguria non può chiedere l'acqua del torrente Scrivia, che serve per dissetare Genova (in proposito abbiamo aperto un dialogo da tempo che spero porterà a risultati positivi) e poi ignorare l'esistenza del problema ACNA di Cengio. In questo senso chiedo al Presidente della Giunta che venga inviato un messaggio preciso alla Regione Liguria. Occorre un'iniziativa politica per verificare la questione dell'inceneritore; non si può pensare di mettere la discarica sul versante piemontese, oppure mettere l'inceneritore sul versante piemontese. Bisogna che si rispettino le decisioni del Parlamento.
La nostra posizione è stata sempre quella: verificare se ci sono o meno le condizioni per risolvere il problema. I fondi debbono essere erogati alle Regioni in proporzione dell'incidenza dei territori e della loro influenza. Credo che questa mattina l'Assessore Garino abbia dato un contributo significativo in questa direzione; mi sembra che esistano dei grossi problemi per verificare il piano delle acque, per verificare come uscire dall'emergenza idrica, per verificare come risanare e disinquinare.
Quando si discusse il Piano Ansaldo 1 tutti si sono levati in coro a dire che era un piano che bisognava rifare. Non vorrei che si tornasse sullo stesso tasto. Bisogna essere chiari tra di noi, capire se dobbiamo mandare avanti il dato complessivo: l'intervento sull'azienda, il grado di inquinamento che essa determina. Ma nello stesso tempo non possiamo condizionare l'avvio del piano di disinquinamento e di bonifica al fatto che l'ACNA venga chiusa o rimanga aperta. Altrimenti continueranno a passare degli anni. Ne sono già passati da quando Ruffolo ha fatto la dichiarazione ad alto rischio ambientale, e da quando il Governo ha stanziato 1158 miliardi: sono quasi passati cinque anni senza che si sia spesa una lira e il problema della Valle Bormida è rimasto qual è.
Questa è la nostra posizione: ritengo sia giusto che si mandi al Parlamento questa sollecitazione. e che si chieda una risposta, ma si chieda anche un coinvolgimento più incisivo. non solo della Regione Piemonte ma anche della Regione Liguria. I problemi li dobbiamo affrontare in modo globale e non a spizzichi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Garino.
GARINO, Assessore all'ambiente Mi scuso con il Consigliere Capogruppo, nonché compagno Rossa, ma ho assunto questo impegno convinto che la discussione sarebbe terminata entro le ore 13, per cui avrei dovuto rispondere nel primo pomeriggio.
Intendevo innanzitutto acquisire agli atti ciò che ha detto il collega Ferrara, cioè che ci sono problemi di coerenza e di incoerenza. E' indubbio che il Consigliere Ferrara abbia ragione, allorché rileva che nello stesso ordine del giorno, al punto a), si dica: "Venga scrupolosamente osservata la risoluzione parlamentare 31/1/1990 a non consentire la realizzazione dell'impianto Re-Sol e/o trattamenti termici affini per smaltimento in ACNA e in Valle Bormida", e allorché al punto c) si dica: "Sia celermente predisposto l'esame della proposta di legge richiamata in precedenza" perché il punto c) richiama indubbiamente la posizione che è stata espressa molto chiaramente di chiusura dell'ACNA.
Farei un passo indietro per quanto riguarda la mia intelligenza se non dicessi chiaramente che la maggioranza del Parlamento, allorché ha pensato che il Re-Sol dovesse collocarsi non in ACNA, ma comunque esistere, è perché pensava che l'ACNA dovesse vivere, altrimenti questa posizione non sarebbe stata ovviamente presa.
Ci troviamo di fronte ad un ordine del giorno che per una parte riguarda gli impegni della Giunta e del Consiglio regionale laddove si dice nei punti a) e b) successivi: "a) verificare specificatamente le dimensioni e lo stato di emergenza idrica": "b) adottare le immediate iniziative che si rivelassero indispensabili" ad una parte invece in cui si chiede chiaramente ad altri di fare il loro dovere.
A me pare di poter dire che i due punti, che indubbiamente rappresentano un momento, se si vuole, di non coerenza, per non parlare di incoerenza totale. possano però essere quanto meno subordinati. Ed è per questo, credo, che alcuni dei Consiglieri regionali che sono favorevoli alla chiusura, hanno accettato di firmare un documento nel quale si parla di Re-Sol, sia pure non in ACNA e non altrove.
Ora, su questi problemi la posizione della Giunta regionale è stata di una chiarezza ineccepibile, perché in un momento non certo sospetto, la Giunta regionale attraverso il sottoscritto, ma soprattutto con l'autorevolezza del suo Presidente e dopo l'incontro con i Sindaci della Valle Bormida, ha espressamente chiesto su questo argomento una posizione molto chiara. La Giunta regionale ha detto in quella sede, e ha ripetuto per iscritto, che noi siamo fermi alla trincea del 31/ 1/1990. Il Re-Sol non può essere in ACNA e non può essere in Valle Bormida per le ragioni che avevamo sottolineato.
Il Consigliere Riba diceva: "Il Piano di disinquinamento sta circolando dappertutto e non circola qui". Sia chiaro che il Piano di disinquinamento e di bonifica del Bormida è un Piano pubblico, perché è una deliberazione dei Consigli dei Ministri, che non è segreta per nessuno. Tant'è vero che i Consiglieri che ancora oggi hanno fatto domanda di una copia, già l'hanno a loro mani, compreso uno dei Consiglieri comunisti. Il problema è semplicemente questo: essendo giunto questo Piano di disinquinamento e dovendo attivare la Regione l'iter procedurale per la sua approvazione, ho ritenuto - credo correttamente e se mi sono sbagliato lo si dica - per intanto di investire i tecnici che questa Regione aveva indicato per le controdeduzioni al Piano Ansaldo, che erano soprattutto coordinati dalla Finpiemonte, l'Università, il Politecnico, l'IRES, l'Idrodata, la Foster Willer. Perché? Perché essi stessi avevano elaborato le proposte che questo Consiglio regionale aveva fatto proprie in quella sede e ritenevo di dover chiedere a loro innanzitutto un contributo tecnico da mettere immediatamente a disposizione (questa mattina ho parlato di 15 giorni.
credo di poterlo fare forse anche prima. ma non posso prometterlo) della Giunta e della Commissione. che solo oggi si è insediata, perché si incominci a studiare il problema. Non abbiamo nascosto nulla mi pare, nulla nasconderemo nel futuro per quanto riguarda il Piano di disinquinamento.
Sono totalmente d'accordo con quanto affermato dal Consigliere Staglianò. laddove diceva che non si può certamente fare un piano per tacitare coscienze o comunque proteste nella valle. Un piano deve avere delle priorità che noi dovremo indicare e le priorità non possono che essere iniziative tese ad aumentare l'occupazione in loco e a disinquinare ciò che è inquinato. Quindi, per quanto riguarda la Giunta posso assicurare che nessuno di questi campi da tennis può sostituire gli interventi che riterremo tutti insieme di dover affrontare. La Valle Bormida non ha bisogno di essere presa in giro in questo modo.
Oggi mi è giunta notizia che un mezzo di stampa o televisivo avrebbe diramato un comunicato con il quale si dichiarava che lo Stato avrebbe finanziato oggi stesso 1.200 miliardi per la Valle Bormida. E' evidente che qualche operatore di stampa ha confuso il Piano di disinquinamento che prevede oltre 1.000 miliardi - se sarà approvato - di interventi in Bormida con un sogno. Debbo invece dire che due ore fa ho ricevuto un messaggio Ansa di questo tenore: "Un taglio di 967 miliardi. meno 55,5%. Dei fondi destinati all'ambiente dalla finanziaria 1991 rispetto a quella del 1990.
Risorse in meno nel biennio, pari a 818 miliardi. meno 20%. L'attuale manovra finanziaria ha mostrato una preoccupante disattenzione nei confronti delle politiche ambientati". Queste sono le parole del Ministro Ruffolo: "Nel 1991 il Piano triennale che noi dovremo firmare entro tre mesi potrà contare su 300 miliardi in meno". La legge per l'Adriatico è stata privata di 100 miliardi perché per le leggi in via di approvazione (parchi, ristrutturazione nel Ministero dell'Ambiente, incentivi per veicoli ecologici e valutazione di impatto ambientate) i miliardi in meno nel 1991 sono 347. Il Ministro Ruffolo ha comunque sottolineato che nel prossimo anno il Ministero dell'Ambiente, oltre agli stanziamenti di competenza, dispone di 1.500 miliardi provenienti da residui di esercizi precedenti che compensano i tagli in termini di massa spendibili e non di investimento.
Ho detto questo per ulteriore precisazione nei confronti di chi si fosse sbagliato a trasmettere una notizia che non ha alcun fondamento. Il Consigliere Rabellino chiedeva risposte della Giunta. Le risposte della Giunta credo siano venute, Consigliere Rabellino. Credo che la Giunta abbia fatto il proprio dovere in presenza o in assenza di ordini del giorno o di interrogazioni. Primo, incominciando ad instaurare un nuovo rapporto con i Sindaci di quella zona, che immediatamente sono stati ricevuti e l'Assessore all'ambiente sarà in Valle Bormida entro poco tempo e incomincerà un'azione per fare in modo, se è possibile. che un rapporto di fiducia si instauri tra le istituzioni e quella gente per discutere la questione aspetto per aspetto.
Per quanto riguarda l'acqua, mi creda Consigliere Rabellino. che cos'altro poteva fare la Giunta (che non ha più una lira sul bilancio sull'articolo acqua) se non inserire immediatamente, come è stato fatto gli interventi in Valle Bormida per quanto riguarda la legge n. 183. E come ancora questa mattina abbiamo ripetuto agli amministratori dei Comuni di Acqui e Comuni contermini, la nostra attenzione per quella zona è veramente viva. Abbiamo ancora ripetuto che qualora si aprisse uno spiraglio e non possiamo saperlo, ma con queste notizie Ansa le cose sono poco confortanti quella sarebbe la zona che questa Giunta vuole privilegiare.
Ha ragione il Consigliere Rossa quando afferma che il vero problema è un rapporto che noi dobbiamo instaurare con la Liguria. Finora è stato impossibile instaurarlo, la Giunta si è riunita una settimana fa. Il vero rapporto dobbiamo instaurarlo con la Liguria, sapendo che non sarà il Ministero dell'Ambiente a dire dove il Re-Sol deve andare, ma per la legge italiana, trattandosi di uno stabilimento, sarà la Regione Liguria a dire dove questo inceneritore Re-Sol deve essere fatto. Allora occorrerà instaurare un nuovo rapporto con la Liguria, ma non solo a questo proposito.
Non posso dimenticare - e rispondo in qualche modo anche al Consigliere Ferrara - che questa Regione ha fatto il suo dovere sul controllo di quella zona, ma non mi pare che la Regione Liguria abbia fatto altrettanto per quanto riguarda la sua parte. In altre parole esistono due ordini di problemi: da una parte i desideri e le specifiche richieste che facciamo ad altri, al Governo da una parte e alla Liguria dall'altra, sui quali bisognerà muoverci, sapendo però che sono delle richieste che dovremo fare sulla base dell'autorità che ci deriva dal fatto di rappresentare delle popolazioni che hanno tanto sofferto. Dall'altra parte ci sono invece le cose che dobbiamo fare noi, come giustamente diceva il Consigliere Rabellino. A me pare di dover insistere soprattutto su queste. Primo: fare in modo che se sulla legge n. 183 ci sono fondi disponibili vadano prioritariamente in quella zona. La Regione per quanto può, e lo sta facendo dall'1 gennaio 1990, attui un controllo continuo, costante preciso, sul territorio piemontese (purtroppo non possiamo agire sul territorio ligure) con il monitoraggio, con le stazioni che abbiamo già funzionanti pienamente a Saliceto e a Camerana. Inoltre, l'approvazione nei termini più brevi dell'osservazione al piano di disinquinamento per dare una risposta alle attese della gente della Valle Bormida che è stufa di parole e che vuole qualche fatto. Da ultimo, non meno importante, cercare di istituire un nuovo rapporto di fiducia, non tanto di un Assessore o della Giunta, ma di questo Consiglio regionale con le popolazioni della Valle Bormida. Questo è l'impegno della Giunta regionale piemontese.
RIBA Vorrei sapere qualcosa in merito alla richiesta di calamità naturale.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Brizio.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale La richiesta di calamità naturale non mi risulta che sia stata presentata, però devo dire che è un problema che concerne complessivamente l'agricoltura.
Vorrei chiarire ancora che l'ordine del giorno non è stato predisposto dalla Giunta, la quale si è assunta tutti gli oneri e gli impegni possibili. Per quello che attiene invece la presunta contraddizione, mi pare abbia spiegato molto bene l'Assessore Garino che a suo tempo c'è stata una presa di posizione del Consiglio per la chiusura dello stabilimento: la presentazione di un disegno di legge al Parlamento. I Gruppi consiliari ritengono che questa sia la richiesta di massima da ribadire e questa è la posizione implicita nell'ordine del giorno. E' chiaro, poiché siamo realisti, che non possiamo non tenere conto che c'è stata una successiva presa di posizione del Parlamento in ordine al problema Re-Sol. Posizione favorevole da un lato, perché esclude un intervento nella zona, ma questo provvedimento deve avere un presupposto di continuità. Noi ci muoviamo su questa linea per quello che riguarda gli impegni e i rapporti con l'esterno. Per quello che riguarda i nostri impegni ci muoviamo sulla linea indicata dall'Assessore Garino, che mi pare molto precisa e puntuale.



PRESIDENTE

Passiamo alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Ferrara.
FERRARA Signor Presidente, intervengo per dichiarazione di voto soprattutto dopo l'intervento dell'Assessore Garino. Mi chiedo se in una situazione di questo genere la Regione non possa e non debba avere uno scatto di reni rispetto ad un problema scottante che la interessa da vicino.
Condivido le perplessità del collega Marchini, il quale ha fatto una proposta ragionevole. Non mi pare che sia autorevole per questa Regione lasciare spazio all'ambiguità. L'Assessore Garino ha confermato che questo ordine del giorno ha in sé degli elementi di ambiguità. Per quale motivo un 'istituzione come la Regione Piemonte deve mantenere uno stato di ambiguità? Per quale motivo la Regione Piemonte, al di là dei consensi facili che si possono ottenere in questo momento, non ritiene opportuno avviare un serio e preciso confronto con il Governo per verificare seriamente le condizioni di apertura o di chiusura di questa azienda, senza posizioni pregiudiziali alle sue spalle? Se si giunge a questa determinazione in modo concreto e serio, credo io che questa Regione avrà l'unanimità in questa posizione. Ma non può avere l'unanimità nel momento in cui la Giunta stessa ammette che un ordine del giorno (che peraltro non la coinvolge perché non è sua espressione) ha in sé elementi di ambiguità.
A chi giova mantenere questa ambiguità? Credo giovi a nessuno. Non giova alla Regione, non giova alle popolazioni che in qualche modo hanno il diritto di non sentirsi prese in giro. Crediamo che Si debba accogliere in parte l'ordine del giorno del Consigliere Marchini. La Regione Piemonte si faccia carico di questo problema al di fuori di esigenze immediate di consenso o di non consenso, e si faccia carico del problema in coerenza con quanto ha scritto nei suoi programmi, che devono pur avere un qualche valore. Rinviamo quindi ad un ordine del giorno completo, con una posizione precisa della Giunta, senza vizi di ambiguità. La proposta del Consigliere Marchini deve seriamente essere presa in considerazione dai Presidenti di maggioranza e una posizione di questo genere è anche un elemento di rispetto nei confronti dei cittadini della Valle Bormida.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segre.
SEGRE Riduco come avevo promesso a una dichiarazione di voto quello che voleva essere un intervento più lungo. Sostengo l'ordine del giorno che a suo tempo avevo firmato e verifico che effettivamente sono passati tre mesi dal momento in cui avevamo presentato l'ordine del giorno ad oggi, momento in cui lo discutiamo.
Penso che la contraddizione tra il programma della Giunta e quanto è espresso in questo ordine del giorno esista. Ero stata io stessa a rilevarla la prima volta che si è discusso di programma in quest'aula consiliare e lo avevo ribadito per la seconda volta nel giorno in cui c'era stato l'incontro dei Capigruppo con la delegazione dei Sindaci e degli amministratori della Valle Bormida. Mi ero chiesta quanto una proposta di legge di iniziativa regionale partita da quest'aula fosse compatibile con un programma, che era stato votato dalla maggioranza. che indicava chiaramente che la Regione andava ancora alla ricerca di una compatibilità ambientale - si diceva addirittura - di quell'industria ligure, come si volesse allontanare il problema e come non sapessimo che i problemi dell'ACNA si riflettono in gran parte in territorio piemontese. Ritengo però, al contrario di quanto hanno espresso i Consiglieri e soprattutto il Consigliere Ferrara - che quest'ordine del giorno in verità faccia chiarezza. In questo senso: nel momento in cui un ordine del giorno è firmato da rappresentanti della maggioranza e della minoranza, che richiama una proposta di legge che è uscita da questo Consiglio, deve essere portato avanti, altrimenti rischiamo di essere noi a bloccare l'iniziativa.
Ripropongo quello che già ha detto il Consigliere Staglianò nel suo intervento a proposito della proposta che lui stesso ha fatto in sede di Ufficio di Presidenza, cioè di formare una delegazione composta dall'Ufficio di Presidenza, dai Capigruppo e da quei Consiglieri che volessero prenderne parte, per costituirci parte promotrice presso il Parlamento nazionale affinché la legge vada avanti.
Credo che la popolazione della Valle Bormida, che è sempre presente ai nostri dibattiti, e già molte volte è andata a Roma da sola a perorare la propria causa, a questo punto abbia diritto all'appoggio della Regione. So che il problema dell'ACNA è stato ampiamente sviscerato durante tutta l'altra legislatura. Vuol dire che oggi, se non altro, dobbiamo mettere un punto fermo con l'approvazione di questo ordine del giorno che mi sembra improrogabile.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Cavallera. Ne ha facoltà.
CAVALLERA Signor Presidente, nell'affrontare questa problematica intendiamo appunto agire con il massimo della razionalità. Innanzitutto non vediamo quelle grandi contraddizioni, che sono state fatte rilevare da qualcuno tra i lineamenti programmatici della Giunta regionale (che sono stati discussi all'atto dell'insediamento della Giunta stessa) e alcune affermazioni di questo ordine del giorno. Ribadiamo in questa sede la volontà che era stata espressa dalle forze di maggioranza. e fatta propria anche dalla costituenda Giunta, di essere più incisivi nel rapporto con lo Stato e anche con la Regione Liguria su questo problema. Ad esempio. di affrontare in modo diverso le problematiche della bonifica e dello sviluppo della valle, di sollecitare quello che è stato un atto importante di questo Consiglio regionale, cioè l'approvazione o perlomeno la discussione da parte dell'assemblea parlamentare della proposta di chiusura dell'ACNA che purtroppo è ubicata in un'altra regione e quindi al di fuori della giurisdizione della Regione Piemonte.
Ovviamente le forze di maggioranza non hanno pensato di esaurire le loro proposte in questa materia solamente nell'affermazione prioritaria o nella valutazione dei più (che è opportuno e necessario chiudere lo stabilimento dell'ACNA), ma si è fatta tutta una serie di subordinate, si sono anche ipotizzati passaggi graduali e si è data l'indicazione di massima dell'attività probabile e pensabile da parte della Giunta regionale. Abbiamo già avuto, nelle dichiarazioni dell'Assessore e anche del Presidente, riscontro di questa volontà fattiva, di questo atteggiamento che, secondo noi, è più incisivo. Già dai primi passi e dai primi atti abbiamo avuto la possibilità di rilevarlo. Però se da un lato si chiede coerenza a tutti coloro che siedono in questo Consiglio, a tutte le parti che in qualche modo hanno dato sostegno ed approvato il programma della Giunta regionale, non possiamo dall'altro dimenticare che la stessa coerenza, lo stesso rispetto delle normative e delle leggi deve essere richiesto anche a coloro che queste leggi disattendono, ad esempio, non rispettando completamente le normative che riguardano gli scarichi.
Esistono dei problemi reali che le popolazioni hanno la possibilità di constatare ogni giorno. Sono queste le ragioni e non il tentativo di forzare, in sede di ordine del giorno, degli accordi di maggioranza. C'è la necessità di dare risposta a problemi reali che ogni giorno si pongono alla nostra attenzione e che qui hanno anche avuto eco e puntuale corrispondenza negli interventi che abbiamo avuto modo di ascoltare.
Al di là delle valutazioni più generali, che andranno fatte ovviamente nella sede opportuna, a fronte magari di una relazione più ampia della Giunta regionale (che potrà accompagnare, per esempio, il primo esame del documento di bonifica del Piano di risanamento di bonifica e di sviluppo della valle), noi in questa sede intendiamo attenerci solamente alle enunciazioni del documento stesso. Documento che vuole fare propria, almeno questa era l'intenzione nostra, la volontà espressa in Parlamento per evitare che l'impianto Re-Sol sia collocato nell'ambito della Valle Bormida e, quindi, richiamare all'attenzione la questione dell'ACNA. Qui abbiamo avuto modo di rilevare che anche il Presidente ha scritto al Ministro dell'ambiente in questo senso. Ovviamente dal documento emergono gli elementi collegati all'emergenza idrica, elementi che in pratica si riferiscono alle situazioni di cui ha ampiamente parlato l'Assessore Garino nel suo intervento e nelle sue comunicazioni. Proprio per le ragioni che sono state esposte dai rappresentanti della Giunta regionale noi siamo d'accordo a votare questo ordine del giorno, pensiamo che sia opportuno farlo anche dopo aver passato alcune ore a discuterlo. E' chiaro che se ci fosse una richiesta da parte della Giunta regionale di sospendere questo ordine del giorno per poterlo abbinare, eventualmente, a pronunciamenti da fare in modo più complessivo (mi rendo conto che questo ordine del giorno non è esaustivo di tutti quelli che sono i problemi legati all'ACNA e alla Valle Bormida) noi potremmo esaminare questa eventualità, ma in assenza di ciò (stante le dichiarazione della Giunta regionale che abbiamo avuto modo di ascoltare) noi riteniamo opportuno passare alla sua votazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.
MONTICELLI Signor Presidente e colleghi, è stato detto in alcuni interventi che l'ordine del giorno presenterebbe degli elementi di ambiguità. lo intendo sostenere, al contrario, che l'ordine del giorno è estremamente chiaro e che, se elementi di ambiguità sono emersi dal dibattito di oggi, questi elementi attengono esclusivamente alle contraddizioni interne alla maggioranza e in specie alle interpretazioni diverse sulle questioni dell'ambiente, in particolare sulla questione dell'ACNA, che chiaramente esistono fra i Partiti della maggioranza. Tant'è che, se ricordo bene, il documento che ha accompagnato l'elezione della Giunta sulla questione ACNA è appunto un documento ambiguo. caro Ferrara, perché si scorda completamente quello che c'era alle spalle, in particolare il fatto che il Consiglio regionale in quest'aula, non tanti mesi fa, ha votato a larghissima maggioranza una proposta di legge al Parlamento nazionale. Di quel fatto non si fa menzione nel documento della maggioranza e quella è l'ambiguità.
Nell'ordine del giorno questa ambiguità non esiste, perché qui si ricorda semplicemente che il Consiglio regionale del Piemonte ha votato una proposta di legge al Parlamento nazionale e si sollecitano gli organi della Regione a compiere quello che è semplicemente il loro dovere istituzionale.
Cari signori. se un Consiglio regionale vota una proposta di legge al Parlamento nazionale e poi non la considera più figlia sua, è chiaro che non si compie un dovere. Si sollecita, quindi, un dovere istituzionale e poi si rappresenta comunque la necessità (qualcuno l'ha chiamata una subordinata) di tener fede ad un impegno del Parlamento, perché, se ricordo bene, ci fu un ordine del giorno o una mozione del Parlamento che indicava esplicitamente che il sito per l'inceneritore Re-Sol non poteva essere la Valle Bormida. Questo si dice nel documento, e dov'è l'ambiguità? L'ambiguità, secondo me, non è in questo testo, l'ambiguità o la contraddizione è fra quelle forze della maggioranza che danno per scontato che l'ACNA vada bene e altre forze della maggioranza che non hanno chiuso il discorso e continuano a pensare che forse l'ACNA non vada bene. Quindi l'ambiguità risiede sui banchi della Giunta e sui banchi della maggioranza e credo che nessuno possa togliere al Consiglio il diritto di pronunciarsi su questi argomenti. Queste sono questioni che la maggioranza dovrebbe risolvere al suo interno e non cercare di scaricarle sul Consiglio, in qualche modo impedendo al Consiglio stesso di pronunciarsi su argomenti che sono politici e non tecnici. Si fanno sollecitazioni alla Giunta e agli organi nazionali e il Consiglio non può dire queste cose? Deve chiedere il permesso alla Giunta prima di dire queste cose? Non credo che lo Statuto del Piemonte preveda cose di questo tipo.
Vorrei approfittare del minuto e mezzo che mi resta per sottolineare un punto molto serio che è emerso dal dibattito ed in particolare dalla dichiarazione e dalla breve replica del Presidente Brizio. Il Presidente della Giunta Brizio ha qui dichiarato che non sa se la Giunta regionale abbia richiesto la dichiarazione di stato di calamità per l'emergenza idrica in Valle Bormida. Ma se non lo sa lui, cosa stiamo a fare su questi banchi? Quella richiesta era stata sollecitata dai Sindaci venuti qui in Consiglio regionale. Credo sia stata sollecitata ulteriormente dai Sindaci che si sono incontrati con la Giunta qualche settimana fa. L'argomento era presente in questo ordine del giorno, depositato a luglio, e il Presidente della Giunta regionale non sa se la Regione abbia chiesto la dichiarazione di stato di calamità! E allora, per chiudere, chiederei al Presidente della Giunta regionale di rinfrescarsi la memoria. Se scopre che questa richiesta non è stata fatta, per favore la presenti, se possibile, domani mattina.
Questo ordine del giorno non è aria fritta e non ci può essere un atteggiamento che crei sfiducia nei rapporti con la popolazione, un atteggiamento di irresponsabilità quasi totale da parte dell'organo esecutivo della nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.
BRIZIO, Presidente della Giunta regionale Circa le osservazioni sulla richiesta di stato di calamità devo dire con molta chiarezza che non esiste uno strumento giuridico, se non quello per l'agricoltura. Finora non è stata avanzata alcuna richiesta perch attendiamo di avere tutta la documentazione da parte dei Comuni. Ho conferito anche con l'Assessore Lombardi. Una richiesta nostra di rinvio dell'ordine del giorno su questo argomento, oggettivamente non ha motivazioni. L'iniziativa non è nostra. La posizione della Giunta per quello che ci compete è chiara su tutti i punti. Se i Capigruppo che l'hanno siglato ritengono di ritirarlo, è una posizione che dovranno assumere loro. La Giunta non chiede il ritiro di un ordine del giorno che non è di sua produzione.
Ribadisco anche, per quello che riguarda lo stato di calamità, che l'ordine del giorno per noi è accettabile.
La Giunta mantiene una posizione molto chiara, per quanto riguarda i suoi impegni.



PRESIDENTE

All'ordine del giorno n. 19 i Consiglieri Rabellino, Segre Maggiorotti, Vaglio, Monticelli, Cucco e Majorino presentano il seguente emendamento: inserire dopo l'ultimo punto del documento: "C) costituire una Commissione tecnico-giuridica per patrocinare gli enti locali della Valle Bormida nelle cause per il recupero dei danni subiti ad opera dell'inquinamento".
La parola all'Assessore Lombardi.
LOMBARDI, Assessore all'agricoltura Non comprendo quali possano essere i danni che gli Enti locali abbiano subito dalla siccità. Comprendo invece che ci siano delle iniziative economiche che possono aver avuto dei danni derivanti da siccità. In questo caso mi sembra che l'emendamento avrebbe un significato.
Pensavo di aver capito che i danni derivassero dall'inquinamento per il fatto che, essendo l'acqua inquinata, non poteva essere usata. Per cui ci sono stati dei danni a soggetti economici, agricoli ed anche non agricoli derivanti dal fatto che ci sono stati dei divieti nell'uso dell'acqua.
Allora in questo caso, se così interpreto l'emendamento, bisognerebbe fare alcuni approfondimenti perché esistono già delle leggi che prevedono delle procedure di individuazione dei danni.
C'è una legge nazionale che prevede delle procedure che sono essenzialmente: la segnalazione del danno da parte del Comune l'accertamento da parte dei Servizi periferici o anche centrali dell'Assessorato regionale all'agricoltura, e in base all'accertamento dei danni oltre a una determinata percentuale e cioè oltre al 35%, la Giunta regionale propone la delimitazione della zona a livello nazionale. Se il livello nazionale, che normalmente delimita quello che la Regione Piemonte propone, a sua volta riconferma questa delimitazione, in questo caso entrano in funzione le provvidenze previste dalla legge n. 590 che consistono in prestiti a tasso agevolato o in contributi a fondo perduto.
Tutte queste procedure sono già in atto. Possiamo anche inserire nell'ordine del giorno questa richiesta, ma mi sembrerebbe superfluo in quanto tutto quello che è previsto per far fronte ai danni derivanti dalla siccità è gia stato messo in atto. Se invece si parla di altri danni e di altri problemi vorrei capire meglio di che cosa si tratta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rabellino.
RABELLINO Voglio illustrare brevemente questo emendamento perché non è stato capito.
Questo emendamento non fa altro che venire incontro ad una richiesta che ci avevano fatto i Sindaci nell'incontro del 1 agosto. Tra l'altro, nel mio intervento precedente avevo fatto una richiesta precisa su questo argomento all'Assessore Garino, che abilmente non ha risposto e cioè è quella di costituire una Commissione tecnico-giuridica per patrocinare gli Enti locali (Comuni e Comunità montana) in una eventuale causa nei confronti dell'ACNA. visto che - e questo mi è parso chiaro dagli interventi dei Consiglieri Zanoletti, Porcellana e di altri colleghi - si vuole individuare nell'ACNA la causa principale dell'inquinamento della valle. E' anche la causa principale dei danni avuti dagli agricoltori anche per la siccità, se questo si può intendere, ma in particolare per l'inquinamento del Bormida. Questo era lo spirito dell'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.
CAVALLERA Per una serie di ragioni, ad iniziare dalle dichiarazioni della Giunta regionale, sentiti anche gli ulteriori chiarimenti dei proponenti dell'emendamento, personalmente ritengo che non si possa approvare questo emendamento allo scopo di non invadere le competenze della Giunta regionale, che ovviamente non mancherà di costituirsi, nei giudizi che verranno eventualmente instaurati, presso le autorità giudiziarie competenti, da parte dei soggetti che lo hanno già ritenuto, o riterranno in futuro di adire la via legale. Inoltre ritengo, proprio per la volontà espressa da tutti gli Assessori che sono intervenuti e anche dal Presidente. che la Giunta potrà anche cercare di coordinare l'eventuale costituzione in sede di giudizio dei vali Enti locali. Non dimentichiamo le competenze primarie delle Province. anche alla luce della nuova legge che stabilisce nuovi compiti delle Province in materia di tutela ambientale e delle risorse idriche.
Per queste ragioni diamo un giudizio negativo sull'emendamento proposto da Rabellino e da altri.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno originario ha una serie di firmatari. una parte dei quali ha presentato un emendamento. Non esiste una normativa nel Regolamento, quindi mi pronuncerei in analogia con quanto abbiamo fatto precedentemente per altri ordini del giorno, per cui se l'insieme dei proponenti non accetta l'emendamento, lo stesso non può essere accolto.
Pongo pertanto in votazione l'intero ordine del giorno nel testo originario: "Il Consiglio regionale del Piemonte considerata debitamente la proposta di legge di iniziativa. del Consiglio regionale del Piemonte presentata il 27 marzo 1990, recante 'Norme per la chiusura dell'ACNA di Cengio, per la bonifica e la rinascita della Valle Bormida e per lo sviluppo dei livelli occupazionali ambientalmente compatibili' tenendo presente l'esito plebiscitario del referendum popolare inerente l'impianto di recupero solfati proposto dall'ACNA - che dimostra la ferma opposizione delle popolazioni locali a tale ipotizzato impianto richiamate, su medesimo argomento, le numerose deliberazioni assunte dai Consigli comunali delle Langhe e dell'Albese esaminato il testo del documento consegnato il 18 luglio scorso ai Prefetti di Alessandria, Asti e Cuneo da numerosi Sindaci della zona dal quale si evince che la locale emergenza idrico irrigua è attualmente gravissima ed '...è dovuta all'impossibilità di usare le acque del fiume Bormida a causa della presenza costante di microinquinanti..' per cui i medesimi chiedono '...la rimozione della causa' richiama la Presidenza del Consiglio dei Ministri ed i Ministri competenti affinch a) venga scrupolosamente osservata la risoluzione parlamentare del 31 gennaio 1990 che impegnava il Governo '...a non consentire la realizzazione dell'impianto Re-Sol e/o trattamenti termici per smaltimento in ACNA e in Valle Bormida... ' b) sia celermente predisposta l'emanazione della dichiarazione di stato di calamità naturale (con un'eventuale, conseguente. apertura di un contenzioso nei confronti dell'ACNA) e si preveda un adeguato risarcimento per le migliaia di aziende agricole - nonché di altre attività produttive che. non potendo utilizzare la risorsa idrica naturale, stanno subendo gravissimi danni economici, come testimoniano le numerose prese di posizione di Sindaci. associazioni di categoria. Consiglieri provinciali ed Associazione Rinascita c) sia celermente predisposto l'esame della proposta di legge richiamata in precedenza d) sia sollecitamente convocato il Comitato Stato-Regioni richiama altresì la Giunta regionale a a) verificare specificatamente le dimensioni e lo stato di emergenza idrica, riferirne in occasione della riunione del prossimo Consiglio regionale, proponendo l'assunzione di idonei provvedimenti b) adottare quelle immediate iniziative che si rivelassero indispensabili ad evitare o ad alleviare le difficoltà di approvvigionamento idrico per le aziende agricole e zootecniche e scongiurare quelle relative allo stesso consumo domestico".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 40 voti favorevoli e 2 contrari.


Argomento: Problemi energetici - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Esame mozione n. 11 e ordine del giorno n. 32 sul tracciato elettrodotto Moncenisio-Piossasco elaborato dall'ENEL


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della mozione n. 11 e dell'ordine del giorno n. 32 sul tracciato elettrodotto Moncenisio-Piossasco elaborato dall'ENEL, di cui al punto 6) dell'o.d.g.
La parola al Consigliere Picchioni.
PICCHIONI Vorrei ricordare che nella Conferenza dei Capigruppo si era giunti all'opportunità di un'audizione con l'ENEL. Mi pare che ieri non fosse presente alcun rappresentante della Giunta. tanto meno l'Assessore alla pianificazione territoriale.
Pertanto il problema dell'impatto ambientale merita una risposta puntuale e precisa da parte della Giunta stessa. Indipendentemente da questo, inoltre, mi pare che in sede di riunione con i Sindaci si fosse detto che ci sarebbe stato prima di un dibattito in aula, con una presa di posizione formale. un ulteriore incontro per verificare le posizioni emerse dal confronto con l'ENEL.
Pertanto credo che a questo punto non si sia ancora arrivati ad una completezza degli elementi conoscitivi necessari per poter prendere delle posizioni congrue e pertinenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bresso.
BRESSO Vorrei porre una precisa domanda alla Giunta, dopodiché delibereremo su come procedere.
Ieri dall'incontro con l'ENEL (non abbiamo potuto verificarlo perch non c'era alcun rappresentante della Giunta) è emersa una convinzione dell'ENEL stesso di avere di fatto un placet della Giunta al progetto mentre a noi non risulta, anzi, ci risultano due azioni contrarie. Vorremmo un chiarimento da parte della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.
MARCHINI Signor Presidente, ho concorso con altri colleghi ad auspicare il massimo di raccordo tra la Giunta e gli amministratori locali, così come ritengo che ci debba essere un massimo di conoscenza dei Gruppi rispetto alle popolazioni locali in ordine ai pronunciamenti che dovranno assumere.
Però non vorrei che questo fosse considerato un appiattimento della Giunta sugli enti locali. Questo non significa che io ritenga che ci debba essere un appiattimento della Giunta sugli enti locali. perché non è possibile governare un problema di questo genere, facendo la sommatoria delle istanze localistiche. La Giunta deve dare la somma delle considerazioni che vengono e trarre le linee di interpretazione di questo problema. In effetti mi ha preoccupato molto sentire quanto diceva la collega Bresso ieri e cioè che l'ENEL ha l'impressione di avere raccolto una valutazione complessiva della Giunta, assommata ad una serie di valutazioni di accettazione, sia pure in linea minoritaria, da parte dei singoli Comuni. Questo meccanismo è inaccettabile. Non si può dire al Comune "se non accetti questo facciamo quello che è Ancora peggio", dopodiché riferire alla Giunta "abbiamo ottenuto dal Comune di Novalesa l'adesione non ché si risalga di tre piloni sopra le cascate". Ho l'impressione che questa vicenda richieda grande partecipazione delle comunità locali, grande attenzione ai loro problemi, ma proprio perché è un problema che richiede anche un approccio filosofico, che prescinde dalla questione specifica di come si affronta un problema di questo genere rispetto al quale contrariamente a quanto dice l'ENEL non c'è tanta letteratura, non vorrei che fosse considerata dalla Giunta l'esigenza di un forte confronto con gli amministratori come la richiesta di trasformare la Giunta in un gendarme degli enti locali. La Giunta deve avere la capacità di assumere dal complesso delle valutazioni degli enti locali una linea forte, perché il progetto che ci hanno presentato ieri è chiaramente un progetto con cui si è passati da una linea che poteva essere ottimale, almeno da certi punti di vista, ad una linea peggiorativa, ma che è la conseguenza di avere dato a tutti qualcosa. Il risultato è che ne è uscito il peggiore progetto possibile contrattato con le popolazioni locali. Dopodiché le stesse certamente non saranno d'accordo. ma saranno comunque d'accordo con questo progetto rispetto ad altri progetti che non sono stati considerati possibili per il continuo palleggio tra Regione ed enti locali. Ripeto, su questa vicenda la Giunta ha nuovamente il dovere di ascoltare tutti. decidere in proprio e venire a confrontare con noi le conclusioni alle quali sarà pervenuta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.
RIVALTA Signor Presidente. abbiamo vissuto in queste prime sedute del Consiglio la vicenda di Balangero, con rinvio di discussione e conclusione della stessa quando le decisioni erano già state prese. Chiedo che la questione odierna venga posta con estrema chiarezza e che al rinvio sulla questione di questo elettrodotto non faccia seguito l'analoga esperienza già vissuta per Balangero. Chiedo l'impegno a che non si prendano decisioni prima di aver discusso in quest'aula nella maniera più approfondita possibile. In questo senso può essere giusto rinviare e raccogliere tutti gli elementi conoscitivi. Vorrei indicare due impegni che secondo me la Giunta regionale dovrebbe assumere da subito. Questo elettrodotto pone dei problemi di impatto ambientale sotto due profili: uno è quello dell'impatto sulle zone di vincolo idrogeologico, e l'altro è quello dell'impatto paesistico (Legge Galasso). Queste competenze stanno in capo alla Giunta regionale, in specifico al Presidente della Giunta riguarda il vincolo idrogeologico ed all'Assessore Nerviani quello della Legge Galasso. Queste due competenze devono essere esercitate al meglio e questo significa non con un intervento a posteriori sul progetto dell'ENEL, ma con un intervento che abbia una funzione preventiva sul progetto dell'ENEL. L'impatto ambientale lo si valuta quando il progetto non c'è ancora, sulle varie possibilità e varianti che possono emergere. Sotto questo profilo non solo la Regione deve tenere conto di queste due sue autorizzazioni come problemi importanti rispetto alla formulazione delle decisioni che si prenderanno in Consiglio regionale, ma deve chiedere all'ENEL di non fare i progetti senza aver fatto prima le valutazioni di impatto ambientale. In passato abbiamo avuto l'esperienza dell'autostrada in Valle di Susa. ma allora la Regione non aveva ancora le competenze e abbiamo dovuto intervenire dopo, e faticosamente.
Credo di essere stato chiaro, invito la Giunta a non prendere decisioni prima della discussione, e per prendere decisioni in maniera corretta occorre chiedere all'ENEL di non andare avanti nella progettazione senza che contemporaneamente vada avanti la valutazione di impatto ambientale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vaglio.
VAGLIO Signor Presidente, tutto sommato sarei anche d'accordo a rinviare alla settimana ventura la discussione sul tracciato dell'elettrodotto in Valle di Susa, fermo restando che non si vada alle calende greche. Abbiamo l'impressione che l'ENEL, forse sbagliando, abbia inteso che questo implicito permesso da parte della Regione ci sia; questa è stata anche la mia impressione (ho perfino visto dei documenti che loro ritengono riservati, ma che sono protocollati).
Sull'intervento svolto dal Consigliere Marchini voglio fare una piccola precisazione. Probabilmente non ha centrato il problema, perché ha parlato di un tracciato peggiorativo in quanto trattato con i Comuni, ma non è vero! il tracciato non può essere peggiorativo di niente, è brutto così.
Piuttosto sappiamo che in questo periodo l'ENEL si sta dando molto da fare ad offrire ai Comuni contropartite per il passaggio, e non modifiche del tracciato. Peggio di così non potevano fare, addirittura offrire strade ai Comuni affinché venga concesso il placet.
Personalmente sono allarmato da questo modo di muoversi dell'ENEL, non è che mi preoccupi più di tanto dell'impatto. L'unica cosa che mi preoccupa è che in Valle fra un po' non ci sarà più posto per passare; adesso passerà parallelamente ad un altro elettrodotto anche questo. Raccomanderei, se possibile, alla Giunta e agli Assessori competenti di risolvere decisamente nella prossima seduta di Consiglio questo problema con una risposta che soddisfi le esigenze della popolazione, la quale non vuole il passaggio di questo elettrodotto. Non penso che la Valle di Su sa sia l'ultimo passaggio del mondo.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Vetrino.
VETRINO, Vicepresidente della Giunta regionale Io vorrei rispondere non per le competenze che ho attualmente, ma per il fatto di aver seguito questa questione fino all'ultima riunione che si è verificata nella settimana dal 20 al 25 luglio, in qualità di Assessore alla Pianificazione Territoriale.
Occorre innanzitutto chiarire che ci troviamo di fronte ad un intervento che per la sua portata energetica non è di competenza regionale.
L'autorizzazione è stata data infatti dal competente Ministero dei Lavori Pubblici, sentiti tutti gli altri Ministeri. Esiste quindi un'autorizzazione per quanto riguarda questa linea. Ciò considerato, noi abbiamo delle competenze e possiamo far valere tutta la nostra autorità di Regione.
CUCCO C'è l'intenzione di costruire la linea oppure c'è il decreto di inizio dei lavori? VETRINO, Vicepresidente della Giunta regionale No, il decreto di inizio dei lavori non c'è, semmai ci sarà quando saranno pervenuti i nostri pareri. Dicevo che noi abbiamo una serie di competenze (come giustamente riferito da Rivalta), aggiungendo che è un parere che devono dare tutti i Comuni interessati, cioè il parere di congruità urbanistica. Parere che la Regione aveva richiesto ai Comuni in un'epoca non opportuna, se vogliamo, perché questi Comuni avrebbero dovuto dare questo parere entro l'inizio di luglio o i primi di agosto (se ben ricordo). Successivamente la Regione ha ritenuto di inviare una lettera ai Comuni spostando questo termine, che credo sia ormai scaduto. Tra l'altro credo che i Comuni abbiano tutti espresso un parere negativo. L'equivoco nel quale sta giocando l'ENEL è questo: la Regione relativamente a questo problema aveva ritenuto di costituire il Comitato tecnico, che era lo stesso che a suo tempo aveva valutato a posteriori il progetto di valutazione di impatto ambientale della Valle Susa: allora la Giunta aveva deciso di approfittare dell'esistente gruppo tecnico per affidare a questo uno studio in anteprima (come diceva Rivalta) rispetto alla costruendo linea. Ci sono stati degli incontri tra questo gruppo tecnico e l'ENEL, e si è pervenuti insieme, gruppo tecnico della Regione e ENEL, alla individuazione di un tracciato che la Regione ha individuato come, se non ottimale, possibile rispetto a questa costruendo linea. L'ENEL interpreta questa lettera (firmata dall'Assessore alla pianificazione territoriale e nella quale si comunica che il tracciato che si è venuto a determinare costituiva l'accordo tra Comitato tecnico ed ENEL) come una autorizzazione "in pectore". Nella stessa lettera però c'è scritto che la Regione attendeva di ricevere i progetti definitivi per una verifica puntuale, sia rispetto alle autorizzazioni, ai sensi della legge del vincolo idrogeologico, sia in relazione al parere che deve esprimere la Regione, ai sensi della L. n. 431, per quei tratti che riguardano la 431, perché non tutto il tracciato insiste sulla 431.
Il problema però, al di là degli aspetti puntuali rispetto all'autorizzazione, è ancora più vasto. Noi abbiamo vissuto insieme nella passata legislatura tutti gli aspetti che si riconnettevano di più alla preoccupazione di carattere sanitario rispetto a questa linea, proprio perché questa linea così potente ha determinato da parte delle popolazioni locali l'implicazione di ordine sanitario. Credo che a questo punto la Giunta si debba orchestrare, anche se c'è una preminenza assoluta su questo problema da parte della pianificazione territoriale. Esistono interferenze di ordine sanitario e ambientale più vasto, quindi ritengo che l'incontro con l'ENEL possa essere propedeutico e importante per una maggiore documentazione e una maggiore informazione, e che soltanto alla fine la Giunta possa esprimere pareri sia per quanto riguarda la 431, sia per quanto riguarda il vincolo idrogeologico.
Non credo che oggi noi siamo in condizione di esprimere come Giunta una valutazione, perché, ripeto, l'ENEL ha detto che il progetto esiste. Nella riunione tenutasi con i Sindaci nel mese di luglio, ed erano presenti anche dei Consiglieri regionali, l'ENEL si era riproposto di mettere a disposizione dei Sindaci l'intero tracciato: è vero che i Sindaci devono esprimere il parere di congruità urbanistica rispetto al tratto che insiste sul loro territorio, però. credo che giustamente i Sindaci debbano essere posti in condizione di conoscere l'intero tracciato per poter esprimere un parere corretto di coerenza urbanistica rispetto ad un'opera che non è limitata solo alloro territorio, ma si estende attraverso 13 o 14 Comuni (tanti erano i Sindaci convenuti in quella riunione).
Al di là di quello che vorrà ancora dire eventualmente l'Assessore Nerviani rispetto a momenti successivi che possono essere intervenuti vorrei precisare che non esistono autorizzazioni definitive della Giunta a questo riguardo, e che la Giunta (e credo di poter prendere questo impegno) darà questa eventuale autorizzazione a seguito di quel dibattito che è in corso con le popolazioni locali, che è avviato con l'ENEL, e che il tracciato che dovrà esserci, se ci sarà, sia quello ottimale, quello possibile, quello condiviso dalla maggior parte delle amministrazioni locali e anche dalla Regione.



PRESIDENTE

Il Consigliere Cucco chiede la parola in fase procedurale.
CUCCO L'Assessore ha ritenuto di entrare nel merito della questione e per questo la ringraziamo, però in realtà si trattava di discutere l'ordine del giorno adesso oppure no. Secondo me dovrebbe arrivarci dalla Giunta un 'ulteriore assicurazione sui tempi di approfondimento e di discussione in Consiglio di questa vicenda. Noi chiediamo quando la Giunta è pronta. Mi sembra un atto di cortesia nei confronti della Giunta e necessario anche per il dibattito consiliare, che però deve avvenire entro brevissimo tempo.



PRESIDENTE

Consigliere Cucco, ricordo che domani mattina alle ore 11.30 ci sarà la riunione dei Capigruppo per definire l'o.d.g.
La parola all'Assessore Nerviani.



PRESIDENTE

NERVIANI, Assessore alla pianificazione territoriale



PRESIDENTE

Io continuo il percorso che è stato iniziato dalla collega Vetrino, dal momento in cui c'è stato l'incontro dell'E NEL con i Comuni interessati.
Ribadisco punto per punto tutto quanto ha detto con assoluta precisione la collega Vetrino. Aggiungo che successivamente sono stati espressi dubbi da parte della Sovrintendenza ai Beni Ambientali, della Sovrintendenza per i Beni Archeologici, le quali anche se non in forma perentoria manifestano l'opportunità di sottoporre il progetto ad una valutazione di impatto ambientale preventivo.
Personalmente ho conosciuto la questione soltanto alla fine di settembre, ho sollecitato gli Uffici affinché si organizzasse un incontro con l'ENEL e con i Comuni interessati. L'ENEL peraltro era già stato ripetutamente sollecitato a presentare un progetto diverso dal precedente o comunque le correzioni che erano state dichiarate possibili già nell'incontro del 23 luglio. nonché i nuovi profili. Credo che non si possa promettere un tempo brevissimo: certamente l'impegno immediato da parte mia esiste, come pure esiste l'impegno richiesto dal collega Rivalta a non procedere prima di avere espletato tutte le operazioni che sono state ricordate. Quindi non intendiamo far esistere nulla di definitivo prima di aver approfondito insieme il tema in questione. Per quanto riguarda i tempi non credo che una settimana sia sufficiente signor Presidente. Posso assicurare di essere a disposizione immediatamente per un lavoro approfondito come Giunta, ma anche su segnalazione dei Consiglieri e, non appena saremo pronti, ad una riflessione comune in Consiglio regionale.
PRESIDENTE



PRESIDENTE

Questo punto è così concluso. Ricordo che domani mattina ci sarà la riunione dei Capigruppo per definire l'o.d.g. della prossima seduta evidentemente si discuterà quando porre questo argomento all'o.d.g del Consiglio. Le garanzie sono due: la garanzia che il Consiglio non si trovi di fronte ad un fatto compiuto nei confronti dell'ENEL e la garanzia che avvengano i contatti con le amministrazioni da parte delle altre realtà locali. Quindi interpretando la volontà del Consiglio concluderei i lavori di questa seduta.


Argomento:

XXXXX


PRESIDENTE

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno



PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.00)



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