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Dettaglio seduta n.106 del 13/11/91 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente" comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Sono in congedo i Consiglieri Bosio, Bresso, Cantore, Coppo, Croso Farassino, Fulcheri, Garino, Gissara, Grosso, Lombardi, Rivalta, Sartoris Vetrino.


Argomento: Parchi e riserve

Esame progetto di legge n. 40: "Modificazione atta L.R. 17/4/1990, n. 28. Sistema delle aree protette della fascia fluviale del Po. Istituzione"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 5) all'o.d.g.: "Esame progetto di legge n. 40".
La parola al relatore Consigliere Ferraris.



FERRARIS Paolo, relatore

La legge portata oggi all'approvazione del Consiglio regionale è il risultato di un processo che ha coinvolto inizialmente l'ente di gestione del tratto alessandrino del parco del Po e la Giunta regionale, e in secondo momento gli enti territorialmente interessati al parco, e la II Commissione consiliare.
In sede di approvazione da parte del Consiglio regionale della legge istitutiva del parco del Po, si approvò contestualmente un ordine del giorno che impegnava la Giunta regionale a procedere, entro due anni dall'entrata in vigore della legge, ad una verifica della funzionalità degli enti di gestione dei tratti fluviali oggetto di tutela e salvaguardia, a valutare gli effetti ambientali prodotti nelle aree protette nonché la loro delimitazione.
Prima risposta della Giunta a questo impegno fu la presentazione della proposta di legge ora in discussione, proposta che nacque da uno stretto rapporto con l'ente di gestione del tratto alessandrino del parco del Po unico ente già in allora funzionante.
La proposta della Giunta, che ha trovato l'accordo gli enti consultati in sede di Commissione, è stata peraltro oggetto di integrazioni relative ai confini sia del parco nel suo complesso sia nelle aree a maggiore protezione interne al parco.
Il positivo lavoro svolto in sede di Commissione da tutte le forze politiche ha portato pertanto alla correzione di alcuni confini interni tenuto conto di osservazioni emerse in sede di consultazione, pervenendo quindi all'ampliamento dell'area protetta nelle zone comprese fra i Comuni di Cantavenna e di Coniolo: ciò al fine di ricomprendere aree sottoposte al rischio di degrado ambientale. Grazie al positivo lavoro svolto in Commissione, che ha portato al voto unanime favorevole della stessa, si pu oggi affermare che l'approvazione della presente legge costituisce un primo fondamentale passo verso una corretta gestione territoriale del parco del Po.
Con questa legge si provvede inoltre ad inserire una rappresentanza del Comune di Castagneto Po nel Consiglio direttivo del Parco per il tratto torinese, correggendo cosi un'omissione contenuta nella legge regionale n.
28/90.
Per i motivi sopra richiamati propongo l'approvazione della legge al Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 27 hanno risposto SI 27 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 27 hanno risposto SI 27 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 27 hanno risposto SI 27 Consiglieri Il testo di legge è approvato.


Argomento: Beni librari (biblioteche, tutela ecc.

Esame proposta di deliberazione n. 284: "Piano per la determinazione dei contributi regionali a favore delle biblioteche civiche per acquisto libri. L. 170.000.000"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 8) all'o.d.g.: "Esame proposta di deliberazione n.
284", sul quale c'è stato ampio dibattito in Commissione.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 19 voti favorevoli e 6 astensioni.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale

Esame proposta di deliberazione n. 231: "Integrazione delle disposizioni attuative degli artt. 2 e 3 della DCR n. 8246656 dei 125-88 concernente: Modalità e criteri di organizzazione del Servizio mensa per il personale regionale - Approvazione della proposta della Giunta regionale"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 7) all'o.d.g.: "Esame proposta di deliberazione n.
231".
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata all'unanimità dei 26 Consiglieri presenti.


Argomento: Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 283: "Richiesta al Ministero dei Lavori Pubblici - C.E.R. di messa a disposizione dell'importo di L. 283.735.000 a favore dello I.A.C.P, di Torino, per il pagamento delle indennità ed interessi relativi all'acquisizione dell'area di proprietà della Centrale del latte S.p.A."


PRESIDENTE

Passiamo al punto 9) all'o.d.g.: "Esame proposta di deliberazione n.
283" La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Questa deliberazione, relativa al problema del riconoscimento del valore dei terreni a loro tempo soggetti a esproprio discussa due volte in Commissione, impegna ben 283 milioni, cifra notevole.
Ebbi modo anni fa di sollevare il problema su come la Regione Piemonte determina il valore dei terreni a loro tempo espropriati. In occasione della determinazione del valore dell'indennità di esproprio, ad esempio nei confronti di alcuni terreni siti nel Comune di Nichelino, la Regione Piemonte attraverso i propri uffici determinò un valore che variava dalle 70.000 alle 80.000 lire al metro quadrato. Successivamente, attraverso un accordo bonario tra la proprietà dei terreni e lo stesso Comune di Nichelino, si giunse ad una libera pattuizione di mercato dell'ordine di grandezza di 30/40.000 lire al metro quadrato.
La Regione Piemonte, quindi, fissò un valore più che doppio dei terreni, che non ha trovato alcun riscontro nelle effettive condizioni di mercato.
Il fatto è preoccupante in quanto i criteri alla base della determinazione di quel valore sono gli stessi che la Regione Piemonte continua ad utilizzare per determinare quale valore abbiano i terreni espropriati. La prassi della Regione non è cambiata; l'improprio modo di stimare il valore dei terreni ricade negativamente come costo sulla collettività, aggravando i costi della spesa pubblica. Alcuni Comuni devono indebitarsi fino a dover vendere o dare in garanzia alle banche immobili in cui si svolgono attività comunali, a causa della supervalutazione del valore dei terreni. Si tratta di una ricchezza ingente sottratta alla finanza pubblica e depositata nei conti correnti dei proprietari dei terreni in misura maggiore a quella che una trattativa di mercato comporterebbe.
Accuso la Regione Piemonte di far lievitare artificiosamente il valore dei terreni con procedure di stima assolutamente sfasate ed incongrue rispetto alla situazione di mercato. Questa è l'unica considerazione che si può trarre.
Chiesi a suo tempo L'ausilio di una Commissione per indagare su come vengono stimati i, terreni; mi si rispose che le stime vengono fatte dalla Regione Piemonte sulla scorta di quelle effettuate su richiesta dei Tribunali - delle Corti d'appello.
Sollevai il problema affinché la Regione Piemonte si facesse promotrice di un'attenta verifica di come vengono svolte le perizie. Infatti, se le modalità usate dalla Regione Piemonte, sbagliate, sono simili a quelle svolte per perizie del Tribunali, evidentemente anche le perizie svolte per questi ultimi non hanno riscontro razionale sulla situazione di mercato che determina il livello di valore di un immobile di un terreno espropriato.
Chiesi e chiedo tuttora un'azione della Regione con valenza d'indirizzo e di autorità politica. E' la Regione Piemonte che deve muoversi come istituzione, gettando l'allarme su questa sottrazione di denaro pubblico a favore di ipervalutazioni delle rendite dei terreni, che devono cessare.
Mi ritrovo, paradossalmente, di fronte ad un comportamento in base al quale chiedo che si rispettino i valori di mercato comprensivi delle rendite sui terreni! Chiedo alla Regione Piemonte di riconoscere le rendite sui terreni, in base a quelle riconosciute dal mercato. Non se ne inventino di superiori: la Regione sta infatti riconoscendo rendite superiori a quelle contrattate sul mercato.
Perché accade questo? Perché le stime - e nessuno ne parla, perché il trasferimento di denaro dalle casse pubbliche ai proprietari di terreni sta bene a tutti - vengono fatte seguendo questi criteri. Il PRG prevede che su un terreno si possa edificare un certo numero dimetri cubi. La stima tiene conto dell'ipotetica valorizzazione dei terreni in base alle cubature previste dal PRG, e astrattamente immagina che su quel terreno l'edificio venga costruito secondo tutta la cubatura consentita e che venga venduto tutto al prezzo di mercato. Ad operazione finanziaria e costruttiva finita viene effettuato il conteggio sulla percentuale di costo finale attribuibile al terreno su cui è stato costruito l'immobile.
L'astratto riconoscimento di questo valore sulla carta non tiene conto della necessità di reperire i capitali necessari per avviare la valorizzazione del terreno, non tiene conto che occorre trovare un'impresa costruttrice e un mercato che assorba, non a livello astratto, ma con atti di compravendita, tutta la cubatura costruita. Una cubatura riconosciuta senza tener conto dei rischi d'impresa e del reale livello di mercato in quella zona, è sbagliata dal punto di vista economico e delle regole del "libero" mercato.
Nessun dirigismo; in questo momento sto difendendo (pensate in che trincea mi trovo!) il libero mercato e la libera rendita, fate almeno questo! Queste stime riconoscono un valore eccessivo. In quanto il valore non viene messo a confronto con i rischi che l'operatore privato deve assumere per valorizzare quel terreno, così come prevede il PRG. Un privato che dispone di un terreno e che decide di valorizzarlo, deve trovare finanziatore e mezzi finanziari, pagare gli oneri, gli interessi, trovare l'impresa, pagare gli operai, costruire l'edificio anticipando i finanziamenti. Deve poi riuscire a venderlo per incassare le risorse relative ed infine valutare il ritorno dell'investimento effettuato. Nella stima fatta dalla Regione viceversa il proprietario del terreno, senza muovere un dito, viene ad incassare tutto l'ipotetico guadagno, che una complessa e rischiosa operazione finanziaria potrebbe mettere in campo.
Questa prassi va interrotta a partire dalla Regione Piemonte, non scaricando la responsabilità sul fatto che le perizie "di norma pare si facciano così". La Regione Piemonte contesti questo modo di fare le perizie, diventi soggetto attivo del cambiamento di questa prassi.
Interpelli 1 Tribunali, chieda loro una verifica su come effettuare le perizie, chieda un incontro con il Collegio e le organizzazioni dei periti discuta con essi in che modo si possa considerare congrua questa prassi, si colleghi con le Regioni che sono state più attive del Piemonte. La Regione Lombardia, tra l'altro retta dalla stessa compagine politica da anni - e non voglio fare riferimenti strumentali dal punto di vista politico - ha avuto un'altra attenzione verso questo problema. Si è attivata. I prezzi riconosciuti dalla Regione Lombardia si aggirano attorno alle 15-20 mila lire al metro quadrato. Si tratta di prezzi congrui, un po' al di sotto del mercato, com'è giusto che faccia un ente pubblico che tende a tutelare i problemi di istituzioni sorelle, quali Comune e Regione.
Invece qui c'è il più completo disinteresse ed una prassi burocratica che procede perché "è sempre stato così" e rispetto alla quale continuo alla Regione una diversa iniziativa.
Ho colto l'occasione di questa deliberazione per risollevare il problema. Quanti soldi dovranno essere destinati a retribuire maggiormente i terreni espropriati? Teniamo conto che queste risorse finanziarie vengono sottratte al comparto-casa, cioè a quel comparto che ha bisogno di finanziamenti e di risorse per costruire alloggi. Invece, le poche risorse che la Regione possiede in base al piano decennale vengono utilizzate amiche per costruire nuove case, per pagare i vecchi terreni espropriati dai Comuni.
Vogliamo che si rompa lo stridore tra emergenze; vogliamo che si costruiscano case pubbliche per chi ne ha bisogno. Il fatto che continuiamo a versare denaro a favore di chi non ha neppure avuto il rischio d'impresa per valorizzare il proprio terreno stride. Stride, questa prassi Presidente Brizio.
Chiedo se questa nuova Amministrazione - mi ero tanto sgolato con la precedente ed il Presidente Beltrami senza alcun risultato - intende prendere di petto la questione e sottoporti un programma di verifica alla Commissione competente di questi metodi di stima, dando prova di voler uscire da uno stato di cose che probabilmente fa comodo a chi conta, ma non; ad esempio, al Comuni. Penso che i Comuni debbano essere considerati dalla Regione Piemonte come un elemento concorrente all'interno del governo pubblico, con il quale colloquiare e con il quale non entrare in contrapposizione, con stime che valutano i terreni in modo superiore rispetto alle quotazioni fissate dal mercato.
Per questo motivo voterò contro la deliberazione e chiedo scusa ai colleghi se, partendo da questa deliberazione, ho voluto affrontare il problema che questo documento rappresenta in modo molto parziale. Rimanendo all'interno di questo problema, chiedo alla cortesia della Giunta dì dare una risposta ai temi sollevati in merito a questa deliberazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Signor Presidente, abbiamo avuto modo di confrontarci a fondo in Commissione sul contenuto di questa deliberazione e anche sui metodi e i criteri in base ai quali si perviene a certe valutazioni che, nel caso di corresponsione di indennità di esproprio, possiamo definire abnormi.
In Commissione abbiamo constatato la perfetta legittimità della proposta della Giunta regionale e la necessità di arrivare a votare favorevolmente questa deliberazione, autorizzando quindi l'Assessorato alla casa a richiedere al Ministero dei Lavori Pubblici l'erogazione della cifra necessaria alla conclusione di questa procedura di esproprio.
Detto questo, però, non possiamo esimerci da un giudizio sull'insieme della vicenda, svolgendo considerazioni analoghe a quelle del collega Chiezzi, non tanto perché se ne condividano le conclusioni, ma perché le questioni poste dal collega, per quanto e nei limiti di competenza della Regione Piemonte, devono obiettivamente avere una risposta.
Prendiamo atto che il Consigliere Chiezzi si è convertito alle regole del libero mercato; al di là delle battute però voglio dire che, se nel corso di questi decenni e soprattutto negli ultimi tempi, le Amministrazioni comunali avessero sempre agito in questo spirito probabilmente tutto un insieme di contenziosi non si sarebbe verificato.
Nel passato abbiamo invece assistito ad una vera e propria furia espropriativa, che trattava la proprietà privata con criteri che noi non abbiamo mai condiviso, per cui possiamo affermare, seguendo un antico adagio, "ad ogni esagerazione corrisponderà un'esagerazione completamente opposta".
E' chiaro però che sta a noi impedire che si verifichino le storture sta a noi dettare regole a cui devono attenersi gli organi regionali nonch regole che costituiscano atti di indirizzo per le Amministrazioni locali.
Siamo perfettamente d'accordo: non bisogna allinearsi supinamente ai criteri seguiti dai periti d'ufficio dei Tribunali per risolvere le vertenze giudiziarie, soprattutto in determinati casi. La Regione Piemonte nonostante la mancanza di un auspicabile quadro legislativo diverso, ha già, a nostro avviso, gli strumenti per intraprendere un'iniziativa politico-amministrativa che pervenga all'emanazione di un atto di indirizzo o perlomeno alla determinazione di criteri di riferimento.
La Giunta regionale ha agito correttamente; votiamo quindi con convinzione questa deliberazione, ma nel contempo chiediamo che questa problematica venga affrontata.
Io non ho le soluzioni e le certezze del collega Chiezzi; la materia è molto complessa e ovviamente, se è in posizione di stallo il legislatore nazionale, figuriamoci noi; nei limiti delle nostre competenze regionali.
Sta di fatto che l'intera materia può essere approfondita: la Giunta ha poteri di indirizzo e di iniziativa e per quanto ci riguarda siamo in attesa di iniziative in questo senso.
Siamo disponibili ad approfondire l'argomento; riusciamo ad addebitare fatti di questo genere in conto all'edilizia residenziale, ma sappiamo in quale difficoltà si dibattono le Amministrazioni comunali per quanto riguarda i problemi degli espropri.
Nel sottolineare questo, ribadiamo ancora che voteremo favorevolmente e con convinzione questa deliberazione.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Sulla deliberazione credo non ci siano osservazioni: siamo obbligati da una sentenza e quindi dobbiamo procedere in questo senso.
Sul tema più generale sollevato dal Consigliere Chiezzi debbo convenire che il problema esiste; l'intervento di Cavallera ha chiarito la situazione di fatto. Ci siamo trovati di fronte ad una serie di espropri facili quando il terreno non costava nulla: ora, c'è una mole di situazioni difficile da sanare, manca una legislazione nazionale: il tutto è ben chiaro ed evidente.
Le valutazioni fatte dagli uffici regionali possono generare qualche perplessità perché appaiono elevate; questa è una valutazione tecnica. E un fattore di cui dobbiamo tener conto; il problema, Chiezzi, ce lo siamo posto, ne abbiamo parlato in Giunta e probabilmente struttureremo in modo diverso questo servizio. Anche noi possiamo avere alcune perplessità sulle valutazioni, però bisogna tener presente che si tratta di valutazioni tecniche, in merito alle quali non possiamo in alcun modo intervenire proprio per quella indipendenza e quel ruolo preciso dei funzionari che anche la legge nazionale evidenzia, a cominciare dalle leggi n. 142 e 241.
L'Assessore Panella, che si interessa di espropri - e che al momento è assente - in carenza di una legge nazionale può indicare degli indirizzi ma non può certamente impartire l'ordine di modificare valutazioni al di fuori delle proprie competenze e che segnerebbero un'ingerenza sul terreno di una pratica con un suo preciso carattere burocratico.
Occorre una legge nazionale che chiarisca i criteri di esproprio.
Per quanto riguarda le nostre valutazioni il Consigliere Chiezzi ha fatto riferimento a definizioni bonarie a livelli inferiori, come a Nichelino. E' chiaro che definizioni bonarie a livelli inferiori possono sempre avvenire.



CHIEZZI Giuseppe

Sì, ma non della metà!



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Già nel periodo in cui era in carica l'Assessore Mignone si era largamente dibattuto il problema. Ricordo la questione di Nichelino e la bonaria definizione effettuata; era un complesso di tale rilievo che port a una definizione bonaria a prezzo inferiore - definizione che può sempre avvenire - però la valutazione non si discosta dai criteri seguiti dall'Ufficio tecnico erariale, organo competente dell'Erario. E' una valutazione tecnica difficile da modificare, tenendo anche conto del criterio oggettivo. La Corte Costituzionale, intervenuta di recente, ha parlato di prezzo di mercato. Per dimostrare qual è il prezzo di mercato bisognerebbe fare un'asta sui terreni o considerare i prezzi dei terreni vicini; è difficile dire che questa valutazione non , corrisponda ai prezzi di mercato. Talvolta può apparire eccessiva: probabilmente corrisponde a prezzi di mercato fortemente lievitati. Certo, l'esproprio rispetto alle condizioni attuali non è più penalizzante come in passato, ma che sia premiante - come sostiene il collega Chiezzi - mi pare che sia un discorso esasperato.
Senza entrare nel merito più di tanto - sarà compito dell'Assessore Panella - ribadisco la nostra attenzione al problema: ne abbiamo discusso in Giunta e pensato ad una ristrutturazione del Servizio, ad una sua diversa collocazione e ad un suo potenziamento. E' però problema di estrema delicatezza e complessità sul quale torneremo, così come richiesto sentendo anche il parere della Commissione del Consiglio. Non siamo assolutamente alieni da concreti possibili provvedimenti che possano mantenere le valutazioni su una linea di equità e validità oggettiva conferita dalla legislazione attuale, in riferimento ai prezzi di mercato.
Questo, in carenza di una legge nazionale che determini i prezzi di esproprio ed una legge di uso dei suoli, tuttora mancante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera per dichiarazione di voto.



ZACCHERA Marco

Annuncio il voto d'astensione del Gruppo MSI. Le valutazioni dell'Ufficio tecnico erariale creano notevole sconcerto; data la mia professione mi è spesso capitato di avere a che fare con perizie dell'Ufficio tecnico erariale: raramente rappresentavano la realtà.
Infatti, tale Ufficio ragiona spesso intermini di paragone con pregressi atti di compravendita in zone similari, senza pero considerare - salvo il caso di 1 kmq in aperta campagna, il cui valore è uguale dappertutto - la peculiarità dei terreni o di manufatti intrinsechi all'immobile. Il rifarsi a precedenti pronunciamenti dello stesso Ufficio, porta a grossolani errori di valutazione, spesso esasperatamente maggiori a quelle oggettive di mercato. Eventuali contestazioni in sede di Commissione non vengono in alcun modo tenute in considerazione, per cui se l'Ufficio tecnico erariale stabilisce che un determinato terreno vale "100" nel momento in cui viene messo in vendita un terreno vicino viene riproposta la stessa precedente valutazione, nonostante che in Commissione si sia avuto un abbattimento di tali prezzi: l'Ufficio tecnico erariale non può smentire se stesso. Sovente queste valutazioni vengono accettate in termini di compravendita, ma in termini fiscali si dichiarano cifre inferiori: si perviene, quindi, a situazioni insostenibili.
Il problema esiste, si presenta periodicamente, e personalmente spero non venga accantonato: concordo con il parere del Presidente Brizio in merito alla necessità di un chiarimento. Non sono però così sicuro che sia esclusiva competenza della Regione: a mio avviso è una normativa da coordinare, coordinata Tenete presente la giacenza di ricorsi per espropri effettuati a 100 cento lire al mq, alla fine degli anni '70 che attualmente valgono 100.000 lire al mq. Coloro che rifiutarono quel ridicolo indennizzo non sono ancora riusciti ad ottenere il rimborso che, obiettivamente spetterebbe loro.
Per questo stato di disagio esprimiamo un voto dì astensione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Il Presidente Brizio si è assentato; mi rivolgo quindi all'Assessore Carletto, che vedo assai interessato anche perché le risorse che stanno per essere destinate al pagamento di un giusto valore dei terreni sono sottratte alla possibilità d'intervento dell'Assessorato che dirige.
Al di là della diplomazia con cui il Presidente Brizio ha espresso le sue opinioni, è chiaro che i rilievi da me sollevati stanno preoccupando la Giunta.
"E' problema tecnico" ha detto il Presidente Brizio: è reale, ma non è vero che la Giunta non possa intervenire. Per quale motivo? Le stime si svolgono sui binari di due grossi filoni: stima analitica e stima sintetica. La stima analitica risulta da quel calcoletto adottato dagli Uffici che è lo stesso adottato dai periti del Tribunale. Perla stima sintetica si seguono parametri relativi ai prezzi di mercato; quello che io sostengo è che nel momento in cui tra un privato cittadino e un Comune si stipula un contratto di compravendita che fissa il valore di un terreno, la trattativa va inserita nella stima sintetica del valore dei terreni in quella zona.
Se la Regione Piemonte ha stimato per una determinata zona un valore di 80.000 lire al mq, mentre l'accordo contrattuale tra Comune e privato ammonta a 33.000 lire, chiedo che la Regione Piemonte domandi al propri uffici, senza interferire con questioni tecniche, come considerino dal punto di vista tecnico le due stime. Com'è possibile che una stima analitica deliberata come Giunta regionale fissi un valore 80.000 lire quando il mercato - con stima sintetica - valuta lo stesso valore a 33.000 lire - ammesso che si tratti di una trattativa senza turbamento di mercato in situazione, quindi, senza particolari problemi.
La perizia tecnica va lasciata ai tecnici, Presidente Brizio; ma i politici, di fronte a due strumenti tecnici che giungono a risultati tanto differenti, devono chiedere conto ai tecnici del loro operato, del loro metodo di utilizzo della tecnica adottata.
E questo, collega Zacchera, è un ruolo politico proprio della Regione Piemonte: non ivadiamo campi altrui. E' la Regione Piemonte che assegna le risorse per far fronte a questi pagamenti ed è ancora la Regione Piemonte che, come istituzione e autorità politica, deve chiedere al mondo tecnico dei periti come è possibile tenere in piedi due valutazioni tanto diverse: quella sintetica di mercato, a 33.000 lire, e quella analitica burocratica, a 80.000! E' compito per il quale non traspare il pericolo dell'omissione di atti d'ufficio, preoccupazione dell'ex Presidente della Giunta, Vittorio Beltrami.
Riconosco che questa possa essere una preoccupazione di chi governa e voglio farmene carico anche dall'opposizione. Sarebbe sufficiente richiedere una sospensione del metodo di valutazione per inefficacia dello stesso rispetto alla situazione di mercato: prassi legittima che metterebbe la Giunta regionale in grado di poter comprendere il modo d'uso di questi strumenti tecnici ed di indirizzarli nel senso dell'interesse generale.
Ritengo quella indicata una prassi possibile: senza invadere il campo di nessuno, senza omettere alcun atto da parte dell'Amministrazione regionale permetterebbe alla Regione Piemonte di assumere un ruolo di alta qualità e sostanza su un problema reale. Chiedo quindi all'assente Assessore competente Panella - che spende un miliardo in pubblicità per invogliare la gente a viaggiare sui tram, come se la gente non li utilizzasse e che gestisce delle risorse che vengono trasferite in modo incongruo a favore dei proprietari dei terreni - di venire in Commissione non per recitare una lezioncina, ma per scandagliare a fondo un metodo di lavoro della Regione Piemonte che va rapidamente mutato.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione la deliberazione il cui testo è a mani dei Consiglieri e verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 19 voti favorevoli, 6 voti contrari e 4 astensioni.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Partecipazioni azionarie regionali

Esame progetto di legge n. 100: "Interventi regionali in ambito attività COTRAO"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del progetto di legge n. 100 di cui al punto 11) dell'o.d.g.
La parola al relatore Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo, relatore

La ringrazio, Presidente.
Fin dal 1982 la Regione Piemonte partecipa, come è noto, a COTRAO (Comunità di Lavoro delle Alpi Occidentali) insieme alle italiane Regioni della Valle d'Aosta e della Liguria, alle francesi Regioni PACA (Provence Cóte d'Azur e Rhóne-Alpes) ed agli svizzeri Cantoni di Genéve e Vaud.
A sua volta COTRAO - che costituisce la struttura di collaborazione internazionale ed interregionale fra entità pubbliche nel settore occidentale dell'arco alpino, insieme ad ARGE ALP e ALPE-ADRIA (settori centrali ed orientali), formano il più efficace strumento di lavoro che le comunità alpine hanno istituito per la soluzione dei problemi di reciproco interesse.
Circa il contesto geopolitico in cui è collocato COTRAO, occorre precisare che fino ad oggi non si è mai pervenuti al formale riconoscimento di tale collaborazione mediante legge; da un lato per ragioni di "rodaggio" politico, dall'altro perché a livello nazionale non vi era chiarezza sufficiente in ordine ai limiti della partecipazione delle Regioni ad iniziative similari. Questa seconda preoccupazione di fatto si è data per superata, quando il Commissario di Governo ha apposto il visto alla legge regionale del Veneto del 1981, legge a cui la presente si accosta e si ispira.
Un'ulteriore spiegazione delle ragioni per cui oggi la Giunta regionale ha inteso procedere ex lege circa fattività COTRAO è quella relativa alla situazione finanziaria della Comunità. Essa opera ormai avvalendosi di un ufficio di Segreteria generale con sede a Ginevra, il cui funzionamento comporta alcuni costi permanenti. Inoltre sono programmate talune iniziative comuni a respiro pluriennale (valga per tutte la Mostra "L'uomo e la montagna" da realizzarsi in occasione delle olimpiadi invernali del 1992 nell'Alta Savoia e poi destinata a circolare nelle capitali delle regioni partecipanti; ma potrebbe anche aggiungersi il sistema delle borse di studio per degli stages di formazione professionale nelle regioni interessate a COTRAO e con scambio di esperienza) che comportano necessariamente un plafond di risorse fisse e costanti nel tempo. Su tale aspetto sono in corso le opportune trattative per rimeditare tutte le intese finanziarie fin qui definite, sia al fine di fissare i criteri più rigorosi e congrui sia per permettere controlli di efficacia sulle iniziative assunte.
Il disegno di legge presentato dalla Giuntava collocato nel quadro storico-politico così delineato. Il testo non comporta particolari innovazioni nei modi di collaborare fra la nostra Regione e le altre. La I Commissione permanente ha esaminato il disegno di legge di cui si tratta e dandone una valutazione positiva, lo ha approvato a maggioranza, dopo avervi apportato alcune modificazioni per quanto riguarda il finanziamento della spesa relativa all'anno 1991, nonché all'adeguamento formale del testo alle disposizioni ministeriali in materia di formulazione tecnica degli atti legislativi.
In conseguenza di quanto sopra esposto ed, in particolare, in considerazione dell'esigenza di dare, come si è detto; formale riconoscimento alla collaborazione internazionale ed interregionale in seno alla Comunità di lavoro dell'arco alpino occidentale, cui la Regione già da tempo partecipa, e di individuare ex lege un plafond fisso e costante, di risorse a sostegno di tale partecipazione, se ne raccomanda l'approvazione anche da parte di questa Assemblea.
Mi pare di avere così descritto le ragioni che portano ad un impegno istituzionalizzato della Regione Piemonte e mi sembra che si tratti di una iniziativa molto importante che va nel senso di rafforzare quello spirito europeo, quei nuovi orizzonti a cui siamo chiamati a dare il nostro contributo. Quindi questo è un elemento aggiuntivo che mi permetto di segnalare perché il Consiglio accolga ed approvi questo rinnovato impegno della Regione Piemonte intorno ad una istituzione come COTRAO, molto importante per la presenza di una nostra diretta espressione in sede internazionale in cui si svolge questo impegno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Nel pubblicare la scorsa settimana quell'agile volumetto sugli sprechi della Regione, avevamo scorto anche alcune iniziative similari a questa e la deliberazione che viene proposta oggi in Consiglio regionale va proprio nell'ottica dello spreco. Non dico che il COTRAO sia inutile, ma l'Assessore Gallarini, alle prese con la necessità di trovare i fondi per il bilancio, è la persona più indicata per dirci se questa spesa sia indispensabile oppure no. Tutto è utile, anche fare uno studio per le dimensioni delle pattumiere: bisogna vedere in una logica rigorosa - che penso debba essere affrontata - se queste cose siano indispensabili o meno.
Il COTRAO non è, a mio avviso, una cosa indispensabile, e lo si evince anche dall'articolato. Il pensare di affrontare delle spese di rappresentanza per collegarli con altre Regioni delle Alpi occidentali, mi porta a ricordare che abbiamo strutture che già lo possono fare; quello in discussione è un voler spendere ulteriormente alcune centinaia di milioni che in queste situazioni non sono indispensabili.
Questo è un esempio di come si potrebbe cominciare a risparmiare alcune centinaia di milioni, da far pagare in meno ai cittadini o da destinare ad altre necessità primarie della Regione, in termini legislativi, per le quali, ahimè, non abbiamo i fondi disponibili. Pertanto, dovendo fare scelte di priorità, il COTRAO non vi rientra: cominciamo a risparmiare alcune centinaia di milioni.
Dimostrate coi fatti l'intenzione di un certo rigore, se ci fossero maggiori disponibilità finanziarie potrebbe essere cosa da seguire, ma tali disponibilità finanziarie non ci sono. Chiedo che non si proceda su questa deliberazione o che il Consiglio regionale respinga questa ennesima costruzione di un ennesimo "carrozzone" interregionale che, se vogliamo essere degli rigorosi, in questa situazione non possiamo permetterci. Se poi vogliamo organizzare qualcosa per poter andare più o meno a spasso a spese della Regione a vedere le zone della Costa Azzurra o i Cantoni svizzeri e francesi bene, ma se vogliamo avere un minimo di rigore questa deliberazione deve essere accantonata per dare priorità alla risoluzione dei problemi finanziari del bilancio di quest'anno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Monticelli.



MONTICELLI Antonio

In Commissione il nostro Gruppo si era riservato di esprimere il voto su questo argomento in aula. In sostanza ci eravamo astenuti, sollevando due ordini di problemi che ora vorrei brevemente riproporre.
Una prima questione riguarda il ruolo di COTRAO e lo spirito l'indirizzo con cui la Regione Piemonte partecipa a questa associazione fra Regioni limitrofe alle Alpi. C'è una frase particolarmente rivelatrice che il collega Rossa ha letto nella relazione: "Il testo di legge non comporta particolari innovazioni nei modi di collaborare fra la nostra Regione e le altre": questa frase è rivelatrice: si conferma un qualcosa che non funziona.
L'impressione comune è che il COTRAO sia, allo stato attuale, un ente un'istituzione abbastanza inutile. E' vero, sono state fatte delle mostre qualche visita e qualche attività di tipo culturale, ma - parliamoci francamente - è di questo che ha bisogno il Piemonte nel rapporto con le Regioni a noi transfrontaliere? E' questo un contenuto di collaborazione fra le Regioni accomunate dalla partecipazione all'istituzione europea accomunate da problemi comuni, come quello di organizzare assieme qualche mostra? Non c'è forse invece bisogno di innovare abbastanza profondamente nel senso, nel contenuto, questa istituzione? La Giunta, ricordava il collega Chiezzi, si era impegnata a presentarsi in aula al momento dell'approvazione di questo disegno di legge con una comunicazione sull'attività e sugli indirizzi; questo è mancato. Al momento abbiamo questa frase della relazione di maggioranza secondo cui "non comporta particolari innovazioni nel modo di collaborare fra la nostra Regione e le altre" e questo è particolarmente insoddisfacente.
La seconda questione, che avevo sollevato personalmente in Commissione riguarda un aspetto che può sembrare marginale, ma a mio giudizio non lo è.
Stante la natura attuale di COTRAO, cioè un'istituzione che fa qualche mostra, avevo sostenuto la correttezza, dal punto di vista dell'impostazione del bilancio della Regione, del fatto che i milioni necessari a finanziare questo disegno di legge fossero presi dal capitolo dei contributi. In sostanza siamo di fronte a un'istituzione che organizza qualche mostra, a cui la Regione partecipa, cioè non siamo di fronte a una partecipazione strutturale della Regione a iniziative con certi contenuti chiari, semplicemente la Regione partecipa a qualche iniziativa che organizza COTRAO. Mi sembrava, quindi, che dal punto di vista di una corretta imputazione di questa spesa al bilancio, il capitolo più corretto fosse quello dei contributi, da cui togliere 100 milioni (vi sono 2 o 3 capitoli nel bilancio che afferiscono ai contributi di competenza della Giunta regionale) con i quali finanziare questo disegno di legge. E' stata scelta un'altra strada.
Ne riparleremo nelle prossime settimane, ma già fin d'ora mi auguro che la Giunta regionale, nell'impostare il bilancio 1992, si ponga un problema: quello che in tempi duri non si possono buttare via i soldi. Non è solo questo, è la cosa più piccola, parliamoci chiaro, non voglio fare demagogia, però c'è anche la questione dei contributi: è una manciata di miliardi che se ne va in contributi; incominciamo a porci un po' più seriamente questo problema. Questa forse era un'occasione per affrontare anche questo aspetto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cucco.



CUCCO Enzo

Premetto subito che sono particolarmente interessato - lo sottolineo a ogni attività di carattere europeo ed internazionale che la Giunta e la Regione nel suo complesso può - e deve r avviare in questo periodo di avanzata transizione all'unificazione del mercato europeo. Da questo punto di vista, anche COTRAO ha un ruolo importante.
Intervengo in questa sede per esprimere il fortissimo imbarazzo e disagio di fronte a progetti di legge di questa portata, più di significato che di peso specifico di intervento (100 milioni non sono una cifra enorme ma hanno un significato molto importante), i quali vengono timidamente difesi e argomentati da questa maggioranza. Bisognava premettere al disegno di legge un intervento che collocasse gli interventi COTRAO nell'attività generale della Giunta e della Regione in ambito europeo.
Il senso della richiesta che feci tempo fa con una lettera al Presidente della Giunta per essere informato sul disegno complessivo e sulle iniziative complessivamente avviate dalla Regione in ambito europeo era proprio questo.
Ricordo il caso - anche quello molto imbarazzante - "Ouverture" quando arrivò In aula un disegno di legge fatto e rifatto in due o tre sedute, e quindi fatto male, in fretta e senza la dovuta attenzione.
Credo che la Giunta abbia svolto fino ad oggi un ruolo abbastanza significativo: altre Regioni non hanno finora fatto nulla, al contrario, il Piemonte ha fatto qualcosa di molto importante. Spero che la Giunta sia più attenta a sostenere quanto presenta in quest'aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. La questione posta dal collega Cucco ha fondamento tant'è che in sede di esame del disegno di legge in Commissione avevamo richiesto - ed il Presidente Brizio aveva concordato - che a questo disegno di legge precedesse un'ampia comunicazione del Presidente della Giunta regionale sulle attività COTRAO dalla nascita a oggi, comunicazione mai pervenuta: A questo punto ritengo inopportuno discutere il disegno di legge senza la comunicazione, per varie ragioni: quelle ricordate dal Consigliere Cucco poc'anzi ed altre. Ad esempio, in ambito europeo vi è stata un'accelerazione di iniziative da parte delle singole Nazioni, e ultimamente anche da parte delle Regioni, In vista della prossima scadenza del 1992; tant'è che fra qualche settimana ci sarà un Convegno delle Regioni, a Stasburgo, al quale ho chiesto di partecipare. Anche le Regioni infatti, intendono partecipare in modo diverso dal passato ad una propria attività in ambito europeo.
Personalmente ci credo molto: quello cui non credo più è un'adesione generica a tutto ciò che si muove in ambito europeo. Bisogna discostarsi da adesioni portate avanti in modo poco meditato, quando si iniziava a costruire un punto di vista per l'Europa. Occorre scegliere come cooperare non siamo più nella prima fase di entusiastica adesione un po' superficiale; oggi siamo in presenza di un processo di integrazione europea che va avanti se si finalizzano e si scelgono le cose da fare. Anche in ambito europeo le risorse non sono illimitate. Vorrei capire come la COTRAO si inserisca in ambito d'integrazione europea, nei confronti di analoghe iniziative svolte dalla CEE a livello di Regioni di confine.
Questo è quanto chiedo; non dico che la spesa non debba essere fatta o che COTRAO debba essere chiusa e neppure che COTRAO debba essere l'unico elemento di intervento. Occorre però mettere in luce con chiarezza in quale modo l'attività di COTRAO - che comprende la Svizzera, che non fa parte della Comunità europea - e quindi la Regione Piemonte colloquiano con il complesso delle attività CEE e la coordino con quelle della Comunità europea per le zone di confine.
C'è un progetto specifico (denominato Interreg) della Comunità europea che è imperniato sulle zone di confine. Non si può più andare avanti caso per caso e aderire ad ogni tipo di iniziativa, bisogna finalizzare ogni iniziativa in modo serio, facendo conto delle risorse e integrando i programmi.
La sua prossima comunicazione, Presidente Brizio, chiedo che tenga particolarmente conto di questa esigenza: COTRAO è un'esperienza che va avanti per conto proprio, che chiede finanziamenti per fare mostre, e basta? Oppure la Regione Piemonte, anche in sede COTRAO è sensibile alle esigenze di coordinamento con gli interventi che, ad esempio con il progetto Interreg, porta avanti la Comunità europea? Progetto che nel marzo di quest'anno avrebbe già dovuto essere presentato anche dalla Regione Piemonte? Su questi temi chiedo un salto di qualità dell'adesione, che non pu più essere generica. Sì, bisogna lavorare per l'Europa, ma le iniziative devono essere specifiche, organizzate e correlate tra progetto e progetto in modo che quella della Regione Piemonte sia un'adesione di alta qualità ad un processo di integrazione che non può essere lasciato a se stesso o a generiche adesioni, caso per caso.
Chiedo di ritornare su questo progetto, di legge quando il Presidente potrà rendere al Consiglio una ricca relazione sulle attività della COTRAO.



PRESIDENTE

Comunico che è stato presentato un ordine del giorno dal Consigliere Zacchera, ai sensi dell'art. 79 del Regolamento, affinché non si proceda all'esame dell'articolato del progetto di legge n. 100.
La parola al Presidente della Giunta regionale, Brizio.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

A me non pare che si portino avanti questi progetti con timidezza. In Commissione abbiamo più volte parlato, ed anche in aula, di uno dei punti programmatici della Giunta regionale, quello di riprendere tutte le relazioni internazionali possibili e accentuarle in clima decisamente europeo. Il Piemonte è in una posizione strategica essenziale per la Comunità economica europea e per il Paese, che deve essere sfruttata positivamente.
C'è grande interesse intorno al Piemonte. In questo anno e mezzo di Presidenza ho avuto spesso occasione di incontri significativi con tutti gli ambasciatori dei Paesi della Comunità europea, dai Paesi Bassi alla Francia, e sempre con un'attenzione enorme ai rapporti con il Piemonte.
Rapporti che per parte nostra contraccambiamo nei confronti dei Paesi europei: l'arco a cavallo delle Alpi può essere di aggregazione importante e significativa perché costituisce un collegamento con l Europa.
Questa politica ci deve portare ad entrare attivamente anche in organismi da rivitalizzare. Sono convinto che CONTRAO debba essere rivitalizzato; venerdì si è tenuta una riunione a Lione cui è stato presente l'Assessore Nerviani, in linea con l'intenzione, da parte della Giunta, di essere sempre presenti a queste riunioni internazionali.
Riteniamo che questi organismi debbano trovare un loro momento di azione: non possiamo pensare che il Piemonte possa star fuor da organismi come questo, che stanno operando in vista dell'aggregazione economica europea, che per noi significa soprattutto Regione Rhòne-Alpes, con la quale abbiamo il più stretto collegamento. Questo è un elemento essenziale.
Mi ha fatto piacere, al Salone della tecnica, sentir evidenziare da parte dei rappresentanti del Governo che, nell'ultimo incontro Italia Francia, l'unico fatto concreto realizzato è stato l'accordo firmato fra i due Ministri dei trasporti per dare priorità all'alta velocità del collegamento Torino-Lione. Questo è il risultato del lavoro che stiamo portando avanti. Per la COTRAO potevamo approntare una deliberazione come abbiamo fatto tutti gli anni passati: se avessimo voluto fare una deliberazione l'avremmo fatta con la Giunta, visto che ne abbiamo i poteri.



ZACCHERA Marco

E i miliardi per la pubblicità, non sono uno spreco?



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Sui miliardi per la pubblicità discuteremo nello specifico e vedremo se si tratta di uno spreco o di un investimento utile e positivo. Tutto pu essere spreco: nel tuo elenco, sul "libro bianco" è spreco anche pagare i dipendenti e la mensa.
La questione va vista con più attenzione: non si tratta di una deliberazione, ma di una proposta di legge: abbiamo voluto dare dignità di proposta di legge a questa adesione, abbiamo investito il Consiglio del problema e abbiamo voluto anche limitare gli oneri finanziari alla parte di mera gestione, perché sui progetti specifici si verificheranno quelli effettivamente da finanziare. Non abbiamo alcuna intenzione di sprecare denaro: questa è l'impostazione.
Riconosco che c'è un difetto, ed è per questo che sono disponibile a far slittare il provvedimento - e non a votare il non passaggio agli articoli nel senso impostato dal collega Zacchera. Visto che in Commissione dissi che quando saremmo arrivati in aula ci sarebbe stata una relazione che non c'è - non ho difficoltà a posticipare l'argomento; lasciandolo all'o.d.g.: lo discuteremo quando sarà distribuitala relazione. Come mio costume, voglio mantenere gli impegni assunti; propongo quindi di sospendere la discussione che riprenderemo quando vi sarà l'allegato per il quale mi ero impegnato e che voglio effettivamente consegnare ai signori Consiglieri.
Tengo a chiarire che la cosa deve essere vista nella sua validità, come coinvolgimento del Consiglio sulla politica di connessione internazione che il Piemonte porta avanti.
La relazione del Consigliere Rossa dice con chiarezza che la Regione Alpe-Adria sul fronte est sta lavorando molto attivamente. Non possiamo far fare grossi lavori alla COTRAO standocene fuori, dobbiamo darle altro spirito entrandoci e partecipandovi. Se si ritiene che 100 o 200 milioni di partecipazione all'attività della COTRAO siano sciupati, ritengo che si perda il senso di cosa sia l'investimento pubblico.
Per il Piemonte, investire sui collegamenti con l'Europa e un investimento importante anche nelle connessioni di collaborazione culturale che si trasformano in collocazione economica. E' un punto tra i più importanti soprattutto in un momento in cui abbiamo difficoltà a portare aziende straniere in Italia e c'è, viceversa, una tendenza a fuggire che noi cerchiamo di contrastare; anche se con difficoltà in Piemonte si stanno verificandosi alcuni investimenti di aziende.
E' tutto un rapporto di connessioni e collegamenti di carattere culturale ed economico ai quali non possiamo dire di no senza fare una politica davvero piccola: non è con la politica piccola che il Piemonte pu uscire della propria crisi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Come relatore del disegno di legge il Presidente e i colleghi mi consentiranno alcune considerazioni. Aderirò alla proposta assunta dal Presidente Brizio di rinviare la discussione a quando sarà stata approntata una relazione com'è stato richiesto da qualche parte. Forse avremmo dovuto rinviare subito anche se non abbiamo perso molto tempo: potevamo fare a meno di aprire la discussione, nel momento in cui si riteneva indispensabile la relazione.
Cosa potrà sostenere la relazione? Un riassunto delle cose fatte, che probabilmente non saranno nemmeno molte: non ho sentore che il COTRAO sia qualcosa di pulsante, di forte e di vivo. Questa è parte che riguarda il passato: ho grande fiducia in questa idea, nata nel 1980, che ha coinvolto tutte le varie forze politiche che hanno guidato la Regione. Ho grande fiducia in quanto COTRAO dovrà fare, e per farlo avrà bisogno di un impegno più significativo. Questo è quanto voglio dire. Rinviamo pure la discussione. Colgo l'aspetto, che il collega Cucco ha sottolineato, del disagio; nel momento in cui in generale guardiamo all'Europa, diamo la nostra piena disponibilità, ma quando si tratta di affrontare operativamente un problema, mediante uno strumento di organizzazione di un'area importante di questa Europa, alziamo grossi polveroni per 200 milioni, e mio avviso bene impiegati.
Si fa presto a dire che è cosa inutile: si rischia però di chiudersi e precludersi ogni possibilità di operare verso un orizzonte più ampio. Credo che un investimento in questa direzione sia ben impiegato, e in questo senso altri risparmi e altri sacrifici sono dovuti. E' necessario - e noi socialisti siamo tra coloro che lo richiedono - un esame severo di tutte le varie spese. Non ci piace la superficialità, pur di guadagnare un po' di propaganda, come nel caso del libro bianco. Mi piace però che ci sia senso di responsabilità: siamo in tempi difficili, nei quali occorre impegnarsi in grossi sforzi. Bisogna però anche saper qualificare la spesa e individuare delle priorità, e credo che tra queste ultime ci debba essere quella "europea".
Quindi, aderisco anch'io alla deliberazione, anche se sarebbe stata opportuna un'adesione in termini positivi da parte di tutti: accolgo quanto diceva il collega Cucco, il quale, pur non risparmiando spesso critiche aspre, in questo caso ha sottolineato il valore delle iniziative.
Aderisco alla proposta, ma vorrei che guardassimo alla questione con impegno. Se ci sono osservazioni da recepire, vediamo quali possono essere ma finalizzando lo sforzo ad un impegno nuovo, ad un qualcosa di importante, altrimenti rischiamo di fare la parte di quelli che parlano, ma lavorano per quell'Italietta non ancora completamente scomparsa, anche nel libro bianco di Zacchera.
Noi non siamo per quell'Italietta: noi vogliamo un grande Paese. Un paese che sta attraversando un momento di grande difficoltà, e che forse ha bisogno di fare appello alle sue residue energie per evitare le difficoltà messe in evidenza ormai da più parti, anche da sedi autorevolissime. Non so se ce la farà la capacità di darsi zappate sui piedi è di pochissimi, ma la zappata potrebbero sempre dartela altri.
Credo si abbia la consapevolezza che osi hanno grandi disegni a grande respiro oppure si ricade in una situazione già sperimentata negativamente e dalla quale si vorrebbe fuggire. Dobbiamo rimetterci in cammino: mi auguro che la relazione sia pronta al più presto al fine di avviare, anche con legge, un impegno di carattere europeo che ci veda in primo piano.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Voglio rassicurare il collega Rossa: ho chiesto il rinvio della discussione esclusivamente perché dopo gli interventi dei consiglieri Chiezzi e Monticelli mi sono avveduto di aver mancato all'impegno assunto di accompagnare l'esame di legge con la presentazione di una breve memoria sull'attività della COTRAO.
Vi provvederemo in settimana, in modo che si possa al più presto approvare una legge, di grande rilevanza ed importanza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Per dire che, a questo punto, la richiesta di sospensione è superata e viene ritirata. Invito il Presidente Brizio, se vogliamo dare un taglio manageriale alla Regione, (quando parliamo di Europa, di alti profili, del fatto che vogliamo prendere una nuova strada, in realtà facciamo molto spesso "aria, fritta") ad allegare alla relazione: 1) l'elenco delle spese di carattere europeo per quanto riguarda il territorio interalpi sostenute negli ultimi anni dalla Regione Piemonte 2) l'elenco delle mostre e quanto esse siano servite sul tema alpino relativo alle comunicazioni tra ovest ed est delle Alpi 3) l'elenco e quanto siano costate le consulenze pagate per determinati convegni, per esempio "Gli uomini e le Alpi".
A questo punto, il collega Rossa si renderà conto di quante centinaia di milioni stiamo andando a spendere in un momento in cui siamo asfittici senza voce, cosi piccoli: in un'Italietta (ma anche la Provincia di Alessandria fa parte dell'Italietta). Chiedo, per favore, al Presidente di fornirci questi dati: auspico che d'ora in avanti nel presentare una proposta di legge come questa, si presenti anche una scheda di quanto venga a costare alla Regione la presenza in questi Enti comunitari e paracomunitari. Si dica soprattutto qual è la volontà: il contenuto di queste cose, al di là delle belle parole, sovente è nullo, senza alcun ritorno, se non allestire una mostra, magari fotocopia di altra mostra con altro nome in un altro posto, fanno precedente, che noi paghiamo due volte.
Anche queste sono cose sulle quali bisognerebbe scavare a fondo. Quindi attendiamo sia presentato questo allegato, con i costi del capitolo "Rapporti con Svizzera e Francia" e dei rapporti di maggiore coesione europea, con i costi sui diversi capitoli di bilancio. Cominciamo a vedere i costi della Regione, cominciamo per centri di costi, e poi scopriremo quante centinaia di milioni stanno dietro a questa bella idea. Qui siamo tutti europei, siamo tutti contenti, siamo tutti per l'alta velocità vogliamo andare in due ore e mezza a Lione: alla fine pero siamo impegnati in un rivolo incredibile di sprechi. Si può anche ironizzare sul Consigliere Zacchera fin che volete, ma di sicuro il sottoscritto (che non ha segretarie particolari a disposizione) pensa che a qualcuno, che non fa il fachiro, brucino parti nobili perché punzecchiate mica male. Anzi, in seguito ad informazioni che mi sono arrivate dopo la stampa del nostro opuscolo sugli sprechi regionali, preannuncio al Consigliere Rossa che tra qualche mese ne predisporremo una seconda edizione, perché sono emersi fatti ancora oltremodo interessanti.
E se alla fine verrà risparmiato un milione o un miliardo da parte della Regione, se non altro per non avere più la spudoratezza di proporre determinate spese all'Ente regionale - e mi scuso per essere uscito dal tema - le poche migliaia di lire per fare le fotocopie saranno state ben spese.



PRESIDENTE

Con il ritiro dell'ordine del giorno del Consigliere Zacchera si pu ritenere sospesa la discussione sulla deliberazione.


Argomento: Elezioni - Ineleggibilita' - Incompatibilita'

Esame progetto di legge n. 182: "Proposta di legge al Parlamento: Norme per l'attuazione dei diritto di voto dei cittadini italiani all'estero"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 182 di cui al punto 16) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Zanoletti, che ha pertanto la parola.



ZANOLETTI Tomaso, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, l'art. 48 della Costituzione italiana recita testualmente: "Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale, uguale libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico. Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità, morali, indicati dalla legge".
L'espressione del voto è quindi diritto primario di tutti i cittadini anche di quelli che, pur risiedendo all'estero, vogliono essere partecipi della vita del proprio Paese d'origine; anche ad essi occorre pertanto consentire l'esercizio del diritto/dovere costituzionale del voto attraverso forme ampie ed agevoli.
In questi anni sono state formulate diverse proposte legislative in materia, senza che le stesse abbiano tuttavia potuto trovare sbocco definitivo.
Non si può negare che in fatto di diritto di voto al cittadini residenti all'estero vi siano opinioni diverse tra le forze politiche; la stessa normativa pone complesse questioni tecnico-giuridiche.
Indiscutibile appare peraltro la volontà dei nostri connazionali all'estero di poter esercitare in modo efficace e significativo il proprio diritto di voto, come ha dimostrato la massiccia partecipazione all'elezione dei Comitati Emigrazione Italiana all'estero (COMITES), in particolare nell'America Latina.
L'iniziativa della Giunta regionale si pone dunque l'obiettivo di sollecitare in concreto l'iter di un provvedimento che già dal lontano maggio 1982 nella "Conferenza nazionale delle Regioni e delle Consulte regionali dell'Emigrazione" le Regioni hanno deciso di sottoporre al Parlamento ed al Governo, come è stato anche ribadito nel corso della II Conferenza nazionale dell'Emigrazione.
Pur consapevole delle difficoltà che ancora potrebbero frapporsi, la Giunta regionale ha ritenuto di dover proporre al Parlamento una legge volta a dare concreta attuazione al diritto di voto dei cittadini italiani all'estero.
Il disegno di legge nasce dalla constatazione che la Costituzione è stata scritta per tutti i cittadini italiani, dentro e fuori le frontiere senza che alcuni gruppi e categorie siano esclusi dal compimento dei diritti/doveri civili o abbiano, per compierli, un carico di oneri maggiore di altri, e dall'esigenza di assicurare l'esercizio di un diritto sancito dalla Costituzione anche a parte di cittadini residenti, loro malgrado, in altri Paesi.
Circa 5 milioni di italiani all'estero, pur senza essere incorsi in alcuna delle cause determinanti l'incapacità all'esercizio dei diritti civili e politici, non possono di fatto esercitare il voto, concorrendo alla vita politica e legislativa dell'Italia; di fatto questi concittadini che pure contribuiscono con le loro rimesse e con la loro attività allo sviluppo dell'Italia, sono privati di un fondamentale diritto di partecipazione.
Tra le opzioni possibili riguardo alla scelta della procedura di voto (voto per corrispondenza oppure voto nelle sedi consolari) il progetto di legge della Giunta regionale privilegia la prima, in quanto la seconda soluzione richiederebbe la costituzione di numerosissimi seggi all'estero con i connessi problemi di garantire la presenza dei rappresentanti di lista, la costituzione di circoscrizioni elettorali, ecc. Con una tale soluzione si correrebbe inoltre il rischio di limitare, in sostanza, la stessa partecipazione al voto, essendo i seggi istituibili soltanto presso le rappresentanze diplomatiche e le sedi consolari.
La scelta operata a favore del voto per corrispondenza mira invece al coinvolgimento di una vasta area di partecipazione.
Il voto per corrispondenza sembra dunque essere il sistema più adatto dato che elimina in pratica difficoltà organizzative e ostacoli di ordine politico nei confronti degli Stati ospitanti.
Con questo spirito è stata avviata la procedura che, dopo il voto del Consiglio regionale, porterà in Parlamento il disegno di legge di cui si tratta.
Il progetto consta di tre articoli: il primo fissa il principio del voto per corrispondenza; il secondo individua le procedure per esercitare il diritto di voto; il terzo delega, infine, il Governo ad emanare la normativa atta a disciplinare tale diritto.
La prima Commissione consiliare ha preso in esame il disegno di legge presentato dalla Giunta e, dandone una valutazione sostanzialmente positiva, lo ha approvato a maggioranza, dopo aver apportato al testo alcune modificazioni di carattere formale, volte ad adeguarlo alle disposizioni ministeriali in materia di formulazione tecnica degli atti legislativi.
In conseguenza di quanto sopra esposto se ne raccomanda l'approvazione da parte di questa assemblea.
Vorrei aggiungere un sentimento di soddisfazione per l'attenzione che la Regione sta dimostrando verso questo problema e sottolineare anche come da tempo, grazie e soprattutto all'azione dell'Assessore Cerchio, la nostra Regione abbia intrapreso numerose e utili iniziative in tutto il settore dell'immigrazione e dell'emigrazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Zacchera; ne ha facoltà.



ZACCHERA Marco

Intervengo per esprimere compiacimento e la mia totale solidarietà con questa proposta di legge, nonché il nostro voto favorevole. Sappiamo benissimo che queste proposte di legge al Parlamento raramente hanno un seguito - a maggior ragione in questo periodo di fine legislatura parlamentare - però penso che questo, seppure sia poco, sia un atto dovuto che la nostra Regione avrebbe già dovuto fare prima.
E' veramente una vergogna che alla collettività di un paese come l'Italia, che si definisce civile, che ancora oggi conta 5 milioni di italiani sparsi per il mondo, sia negato non solo il diritto di voto, ma anche tantissimi altri. E cosa triste, senza usare altri aggettivi. Ho avuto la fortuna di viaggiare molto per il mondo e ho potuto constatare quanto le collettività italiane siano vicine alla patria italiana - io dico "patria"con piacere - e come si trovino in situazioni di abbandono.
Dovreste vedere come sono conciate - con licenza parlando le nostre delegazioni all'estero. A parte le Ambasciate, i Consolati, quasi tutti onorari, sono abbandonati a se stessi anche per le spese allo stesso Console onorario, che sovente deve fare di tutto, magari anche correre per salvare la pelle di cittadini italiani.
E' tragico e vergognoso, per esempio, l'atteggiamento della radiotelevisione di Stato; pensate a come vi sentireste se foste a 10.000 chilometri dall'Italia e l'unica voce Italiana è un bollettino della radiotelevisione italiana che si capta per mezz'ora e malissimo, magari alle 5 del mattino, e se per avere notizie dall'Italia foste costretti a sentire Radio Svizzera Internazionale in lingua italiana che dal Canton Ticino informa gli svizzeri Italiani all'estero.
Siamo un Paese di 57 milioni di abitanti e non siamo in grado di avere dei servizi di diffusione di notizie italiane all'estero tramite la rete di Stato che, come tutti sappiamo, sperpera centinaia di miliardi. Mi sono sempre trovato In difficoltà quando mi si chiedeva - ricordo quest'anno In Burundi - "perché noi non possiamo votare per corrispondenza così come fanno i belgi, gli americani o i francesi?". E' evidente che nessun italiano del Burundi viene in Italia a votare, per cui la piccola collettività, rappresentata comunque da 1500 italiani che sono lì a lavorare sul serio, non può esercitare il proprio diritto di voto.
La proposta è quindi positiva, pur con piccole discrepanze, ad esempio sul sistema di voto. Ritengo che il sistema di voto proposto dalla Giunta sia il migliore; obiettivamente, votare nel Consolati è estremamente difficile, anche perché spesso o non ci sono o hanno formale presenza nell'appartamento di un residente a cui è stato dato anche l'incarico di Console.
Penso che il sistema di votazione tramite posta prescritto dall'articolato sia il più logico, il più semplice; mi auguro che il Parlamento, preso da 100.000 affari trovi il tempo, prima o poi, di permettere l'espletamento del diritto di voto ai cittadini italiani all'estero. Queste persone hanno diritto ad essere cittadini italiani anche perché hanno mantenuto e vogliono mantenere il passaporto italiano nonostante questo fatto sovente non sia loro neanche comodo.
Molte volte, all'estero, si scontano situazioni perlomeno equivoche della nostra diplomazia; spesso in conflitti locali nel Terzo Mondo non si riesce a capire l'Italia da che, parte stia, ammesso che si stia da qualche parte. Sentirsi più italiani e più vicini alla possibilità di scelta e di poter esprimere un parere anche all'estero, penso sia cosa doverosa.
Capisco perché il Parlamento, nell'espressione della sua maggioranza sia così restio a concedere il voto agli Italiani all'estero: forse il giudizio degli Italiani residenti all'estero non sarebbe cos? favorevole ai partiti politici che da 45 anni governano il Paese. Ritengo quindi che la proposta sia da appoggiare e invito i colleghi a votarla.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cerchio.



CERCHIO Giuseppe, Assessore ai movimenti migratori

Ci siamo resi conto, in questi anni, di come la presenza di piemontesi e di italiani all'estero sia stata significativa, e non certo indifferente.
E' una presenza che si riscontra a tutte le latitudini del mondo dal momento che in epoche passate l'Italia è stata terra di emigrazione per motivi sia economici sia politici. Alla fine del 1985, chi vi parla fece parte della delegazione del Consiglio regionale che partecipò per la prima volta ad una Conferenza interregionale sull'emigrazione in America Latina precisamente in Argentina, ed ebbe modo di constatare di persona in quelle comunità la totale assenza di rappresentanti istituzionali. La sola presenza fisica ci diede modo di riportare in tema piemontese la necessità di rispondere già in allora a quotidiane richieste non solo di attenzione ma di considerazione in ordine ad aspetti di carattere giuridico formale e quindi anche di voto.
Come conseguenza di quel fatto il Consiglio regionale approvò la legge regionale n. 1/87, prima legge quadro a porsi di fronte alle emergenti problematiche della nostra comunità all'estero. Questa proposta al Parlamento rientra in quel "pacchetto emigrazione" che abbiamo attivato non solo dopo aver fatto decollare la L.R. 1/87 e dopo circa tre anni e mezzo di applicazione, ma con l'indicazione, approvata alcuni mesi fa dal Consiglio regionale, del programma aggiornato per Il 1991 che attua nuove fattispecie di intervento nei confronti delle comunità piemontesi all'estero, rivolta in particolare al fenomeno, sempre massiccio dell'immigrazione di ritorno. Ritorno di nostri concittadini soprattutto da quei Paesi dalla situazione economica difficile; il riferimento all'America Latina è emblematico (Argentina, Brasile, Venezuela), ma si registrano ritorni anche finora dall'Oceania: Di fronte a questi problemi, abbiamo attivato una serie di percorsi in quello che abbiamo chiamato "pacchetto emigrazione", come quello di questo disegno di legge: rendere più agevole l'operazione di voto per italiani che vivono in altro Paese è un problema non solo di civiltà giuridica: infatti oltre a tutelare un diritto sancito dalla Carta Costituzionale non si deve scordare che chi rientra in Italia per poter votare (spesso da oltreoceano) deve sopportare costi economici non indifferenti, si è quindi di fronte all'impossibilità quasi totale di esercitare questo diritto-dovere costituzionale.
Il disegno di legge è anche conseguenza della Conferenza della settimana dell'emigrante piemontese che si è tenuta nel luglio scorso a Cuneo, alla presenza di tutte le nostre rappresentanze, durante la quale è stato tra l'altro votato all'unanimità un documento che chiede alla Camera dei Deputati di approvare rapidamente il disegno di legge che comprende nuove norme per ottenere sia la cittadinanza italiana sia la doppia cittadinanza. All'interno di questo pacchetto nei prossimi giorni la Giunta regionale presenterà il disegno di legge di modifica della stessa legge 1/87, legge che è stata punto di riferimento per tante altre Regioni proprio perché di fronte al problema dell'immigrazione di ritorno tale legge ha da essere ulteriormente ristrutturata, allo scopo di attivare iniziative che la stessa legge 1/87 prevede in particolare per coloro che intendono riattivare in patria attività produttive. Si tratta di garantire interventi strutturali che siano non solo di formazione, qualificazione professionale o acquisto di alloggio, ma anche di inserimento nel mondo produttivo, così come per l'inserimento dei figli degli immigrati nella realtà scolastica.
Sono problemi di ventaglio ampio che vanno al di là dell'immigrazione e che toccano questioni di identità culturale, di sanità, di assistenza, di edilizia. La presenza di oltre 5 milioni di italiani sparsi alle varie latitudini del mondo è problema che non può non essere preso in considerazione.
Il relatore ha richiamato molto opportunamente che nello scorso mese di maggio oltre 720.000 cittadini italiani all'estero hanno esercitato, là dove è stato possibile, il voto per eleggere i nuovi Comites (Comitati Italiani all'Estero): testimonianza non indifferente della sensibilità dei cittadini italiani all'estero, in questo caso anche piemontesi, ed elemento emblematico di come la possibilità di esercitare il voto attraverso la formula individuata, la più partecipativa, cioè il voto per corrispondenza sia il percorso più facile.
Ricordo infine che il primo eletto fra tutti i rappresentanti dei Comites, tal cavalier Negro Giuseppe residente a Mar de la Plata, è torinese: questo ci fa molto piacere.



PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri.
L' art. 3 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.
Il Consiglio prende atto che il ramo del Parlamento proposto cui inviare tale proposta di legge è il Senato della Repubblica.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita") - Edilizia commerciale e sportiva

Esame progetto di legge n. 184: "Interventi straordinari di edilizia sportiva in favore dell'Istituto Superiore di Educazione Fisica di Torino". Ordine del giorno n. 247.


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 184 di cui al punto 13) dell'o.d.g.
La parola al relatore Consigliere Fiumara.



FIUMARA Francesco, relatore

La ringrazio, Presidente.
L'Istituto Superiore di Educazione Fisica è nato a Torino nel 1958 in applicazione della legge del 7 febbraio 1958, n. 88, ad opera di un Comitato promotore di cui facevano parte le maggiori autorità cittadine.
Il 30 aprile 1959 venne approvata fra Comune. Provincia, Università Unione Industriale e Camera di Commercio di Torino, la convenzione che assicurava all'Istituto regolare funzionamento.
Con DPR n. 1429 del 10.12.1959 l'Istituto otteneva il pareggiamento.
L'Istituto è di grado universitario, ha personalità giuridica di diritto pubblico ed ha lo scopo di: a) promuovere il progresso delle scienze applicate all'educazione fisica b) formare la cultura scientifica e tecnica necessarie alla preparazione ed al perfezionamento professionale di coloro che intendono dedicarsi all'insegnamento dell'educazione fisica e agli impieghi tecnici nel campo sportivo.
Il corso di studi è triennale, al termine del quale viene rilasciato il diploma di Educazione Fisica. L'Istituto (unico in Italia) organizza anche due corsi di specializzazione post-diploma In "Attività motorie nell'età prescolare e nella scuola elementare" e in "Attività motorie per la terza età". La sede, in un primo tempo sita nei locali della Società Ginnastica di Torino, è stata successivamente trasferita in C.so Vittorio Emanuele 107 e, quindi, nel 1974, in P.zza Bernini, edificio ex GIL. ora di proprietà della Regione Piemonte. Attualmente l'Istituto occupa l'isolato compreso tra P.zza Bernini, Via Medici, Via Montano e C.so Tassoni.
L'Istituto conta 70 docenti, 150 assistenti e 1200 circa tra studenti in corso e fuori corso, provenienti per 1'88% province del Piemonte.
In relazione al nuovo ordinamento degli studi di educazione fisica e all'annunciata trasformazione degli ISEF in Facoltà universitarie si è avuta notizia della possibile esclusione di Torino quale sede della istituenda facoltà.
Il motivo di tale decisione è stato individuato nella carenza di strutture per l'attività peculiare di tale corso di studi.
Tale orientamento rappresenta un'ulteriore ingiusta penalizzazione della Regione Piemonte con la possibile mancata istituzione della Facoltà di scienze dello sport e dell'educazione fisica e motoria, che verrebbe attivata a Milano, Roma e Napoli.
Da successivi contatti con il Dicastero competente è stato assicurato che, qualora le strutture in dotazione dell'ISEF fossero state adeguate, la sede di Torino poteva essere riconsiderata tra quelle ove attivare la nuova facoltà.
Per il raggiungimento di tale obiettivo è stato quindi predisposto il presente disegno di legge. Si tratta di garantire, infatti, la costruzione di un'aula e di due palestre nei locali dell'ex cinema Bernini, nonché la trasformazione dei due campi da tennis esistenti nel cortile interno in impianti polivalenti.
E' quindi molto importante dimostrare la disponibilità di un'adeguata struttura tenendo anche conto che la spesa complessiva cui la Regione andrà incontro non è eccessiva.
Risulta evidente l'obbligazione che deriva alla Regione nella sua duplice veste di proprietà dell'immobile e di istituzione preposta all'incentivazione e sviluppo delle strutture sportive-educative-formative quali di fatto sono le destinazioni d'uso degli edifici e delle pertinenze dell'ISEF.
Le maturate esigenze imposte all'insegnamento moderno dell'educazione fisica, non possono essere disattese se non con grave discapito dei connessi livelli qualitativi.
Inoltre, il disegno di legge accluso si configura come intervento migliorativo dello stesso patrimonio immobiliare-impiantistico della Regione Piemonte.
Il provvedimento in questione definisce all'art. 1 le finalità generali, richiamando i principi statutari e le valenze positive della pratica sportiva e del suo corretto insegnamento.
Lo stesso articolo sottolinea l'opportunità a che siano realizzate strutture confacenti con gli standard di legge, atte a garantire l'esplicazione delle funzioni sia didattiche che ludico-motorie.
Nell'art. 2 sono esplicitate le tipologie impiantistiche - oggetto di intervento - ed evidenziata l'opportunità che le stesse siano in grado di soddisfare le norme igienico-sanitarie e di sicurezza, nonché garantiscano diversificate prestazioni sportive.
Si tratta in effetti di provvedere al rifacimento dei campi da tennis obsoleti, adattandoli ad uso polivalente, e di intervenire attraverso lavori di ristrutturazione interna dell'edificio già sede del "Cinema Bernini" trasformandolo in due palestre sovrapposte con servizi e locali ad uso didattico.
Con l'art. 3 si individuano le disponibilità finanziarie all'uopo destinabili per gli anni 1991 e 1992. Gli importi relativi ammontano rispettivamente a L. 850 milioni e L. 1500 milioni.
Con l'art. 4 si prevede, stante l'urgenza e la particolare rilevanza dell'intervento, di derogare al disposto di cui all'art. 15 della legge regionale n. 18/84 in materia di opere e lavori pubblici, consentendo una rapida utilizzazione delle risorse ed al pronto allestimento delle strutture.
La II Commissione ha avuto in assegnazione il provvedimento in data 24.9.1991 e l'ha esaminato in tempi rapidissimi, cogliendo e sostenendo in tal modo l'urgenza e la rilevanza del problema.
Nel corso del dibattito è stato suggerito alla Giunta di valutare l'opportunità di costituire, nel prossimo futuro, un Consorzio tra le maggiori istituzioni cittadine - Provincia, Comune, Università, ecc. - a sostegno, e non solo finanziario, dell'iniziativa regionale. Consorzio che si collocherebbe perfettamente in linea con la convenzione del 1959 che diede vita e linfa all'Istituto.
Si ritiene difatti che ciò rafforzerebbe a livello ministeriale la richiesta del Piemonte di una sede di Facoltà Universitaria di Scienze dello Sport e dell'Educazione Fisica e Motoria presso il capoluogo regionale ed ancora meglio potrebbe attestare l'interesse e le aspettative della Comunità piemontese.
La I Commissione, alla quale il disegno di legge è stato assegnato per l'esame della parte finanziaria, ha espresso parere favorevole a maggioranza in data 24.10.1991.
Voglio in ultimo fare una breve considerazione e lanciare un appello.
Da tutti e da tutte le parti viene denunciata a gran voce la progressiva mar ne del Piemonte sia rispetto alla realtà nazionale sia rispetto al "pianeta Europa". Marginalizzazione che rischia di trasformare nel 2000 la nostra regione in una regione ripiegata su se stessa con una crisi che da fisiologica diventerebbe strutturale.
Segnali preoccupanti di realtà già ora parzialmente asfittica ve ne sono, basti pensare alle immense iniziative originatesi a Torino e poi attratte da altre città, come Milano, ritenute di più sicura "piazza". Non permettiamo che anche l'ISEF di Torino venga escluso dal programma ministeriale: aggiungeremmo un'altra tessera oscura al mosaico di Torino e del Piemonte.
Per questo, Presidente e colleghi, raccomando la pronta approvazione con il più ampio possibile consenso, del disegno di legge 184.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo volentieri su questo disegno di legge perché tratta un argomento, quello della scienza dell'educazione fisica e dello sport, che ritengo abbia grande importanza all'interno della nostra società, ma che sino ad ora è stato sempre poco considerato da parte delle istituzioni pubbliche.
L'educazione fisica all'interno delle attività educative dello Stato ha avuto scarsa considerazione, che si è tradotta in carenza diffusa di strumenti per esercitarla a dovere. Se pensiamo allo stato dell'edilizia scolastica a tutti i livelli, dalla scuola elementare e media all'istruzione superiore, verifichiamo che, quand'anche gli investimenti in edilizia scolastica sono avvenuti, sono stati destinati per costruire "scatole" dentro le quali svolgere le lezioni delle materie interessate dal piano di studi. E già questo è stato sforzo ingente: ricordiamo tutti il problema dei doppi e tripli turni.
Tuttavia, le attività di educazione fisica sono state trascurate anche da questo tipo di investimenti: pensiamo a quante sono le scuole nelle nostre città a non disporre di spazi all'aperto per svolgere adeguatamente l'insegnamento dell'educazione fisica. Si tratta, dunque, di un settore dimenticato, tralasciato e ingiustamente considerato come non primario nella formazione della personalità dei giovani.
Ritengo invece che questo sia un settore che con la sua specificità debba essere considerato a livello di insegnamento universitario e che debba trovare maggiore spazio all'interno delle attività scolastiche giornaliere degli istituti di formazione obbligatoria e superiore.
A Torino, in particolare, con l'ISEF abbiamo avuto la fortuna di avere e vedere crescere - con proprie forze e pochissimo aiutata - una struttura che ritengo altamente qualificata, che vede impegno motivato da parte dei ragazzi che la frequentano. Ho avuto modo in passato di incontrare persone che hanno scelto questo corso di istruzione perché convinte e determinate.
Esprimo il mio pieno appoggio sia all'ISEF sia all'azione per ottenere a mio parere giustamente, che la Regione Piemonte e la città di Torino siano sedi dell'università in questione. MI sembra un giusto epilogo di un impegno, di chi ha lavorato all'ISEF, per dare sbocco positivo al livello universitario a questo settore.
Tutto ciò premesso, avanzo qualche dubbio sulla legge: siamo certi che con questi investimenti della Regione Piemonte (si potrebbe discutere se siano propri o impropri, ma data l'adesione che dò al fatto di conseguire l'obiettivo tralascio questa critica) di riqualificazione e potenziamento delle strutture ISEF in piazza Bernini ci sia la sicurezza di ottenere la sede universitaria? Piazza Bernini è area molto angusta e sacrificata.
Siamo sicuri che sostituendo i due campi da tennis con campi polivalenti e costruendo due palestre, anche un po' maldisposte, una sopra l'altra, in competizione con le altre aree che richiedono la sede universitaria, la spunteremo? Ho qualche, dubbio sulla forza di attrazione e persuasione del decisore politico di una struttura un po' "mingherlina", un po' chiusa in mezzo alle case.
L'area di piazza Bernini è veramente piccolissima, è chiusa da tre vie è un piccolo triangolo. Penso invece che un Istituto universitario delle scienze dello sport e dell'educazione fisica dovrebbe disporre di altri livelli di attrezzatura, di ampi spazi, di attrezzature moderne efficaci e anche capaci di estendersi nello spazio attorno a sé: l'investimento che effettuiamo è su un'area molto angusta.
Non so, non l'ho letto nella relazione, quale sicurezza abbiamo di ottenere, con questo tipo di intervento, la sede universitaria. Di certo la relazione ha detto che senza un qualche adeguamento siamo sicuramente scartati. Ma questo tipo di adeguamento (le due palestre e i due impianti polisportivi) è ritenuto sufficiente da chi dovrà prendere queste decisioni o no? Se è ritenuto tale, allora siamo sicuri che la Regione Piemonte, non so se in modo proprio, destina le poche risorse che ha per questo intervento in modo opportuno e risolutivo. Se così non è, ho il timore che investire queste risorse non porti ad alcun risultato.
Questi sono i dubbi che ho. Rimane un altro fatto: in legge mi sembra un po' strano destinare dei finanziamenti, com'è scritto all'art. 2 legandoli alla costruzione di due palestre sovrapposte. Mi sembra ci sia uno stridore tra i contenuti che devono essere generali in legge e questa precisione sul modo in cui i finanziamenti della legge devono venire effettuati. Anche per questo motivo trovo questa proposta di legge non chiara. Non so se vi siano degli elementi di improprietà amministrativa non vorrei che la legge potesse trovare qualche inciampo anche da questo punto di vista.
Al di là dell'adesione e del sostegno pieno, incondizionato all'elevamento del ruolo dell'educazione fisica e delle scienze dello sport ed all'aiuto che la Regione Piemonte deve dare affinché la sede universitaria venga individuata a Torino, ho espresso questi dubbi sul quali pregherei i proponenti di fornire qualche risposta per capire meglio il provvedimento che stiamo discutendo.



PORCELLANA FRANCESCO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Montabone: ne ha facoltà.



MONTABONE Renato

Intervengo per dire che mi trovo assolutamente d'accordo con la relazione del Consigliere Fiumara e anche per dire qualcosa in merito all'ultimo intervento del Consigliere Chiezzi, che ho apprezzato.
E' chiaro che quando si chiede se siamo sicuri di avere le strutture dell'ISEF di Torino non si può certo rispondere in assoluto, ma è altrettanto certo che le individuazioni del Ministro delle sedi a Milano.
Roma e Napoli, non si basavano sulle strutture degli attuali ISEF di Milano, Roma e Napoli.
Si può ben dire che pur in carenza di strutture sportive, l'ISEF di Torino è all'avanguardia rispetto ad altri, salvo l'ISEF di Roma che certamente ha impianti più congeniali per diventare Facoltà.
Quando si parla di struttura mingherlina, ricordo ai Consiglieri quanto riportato dal Consigliere Fiumara nella sua relazione e cioè che l'ISEF in altri tempi, quando aveva la propria sede in piazza Vittorio, pur con un numero inferiore di allievi rispetto ad oggi, aveva strutture inferiori alle attuali sia sotto l'aspetto quantitativo che qualitativo.
Se i Consiglieri regionali interessati alla questione andassero a visitare l'edificio di piazza Bernini e le varie ristrutturazioni attuate per gli impianti sportivi esistenti all'interno, avrebbero sorprese in positivo. Condivido che ci vorrebbero spazi non così compressi, ma nello stesso tempo individuo in tale sede un edificio funzionale soprattutto rispetto agli impianti coperti. Quello che manca all'ISEF per diventare istituto con tutte le attrezzature necessarie sono gli impianti sportivi all'aperto, quali piste per atletica e attività all'aperto, che ovviamente non si possono attuare in piazza Bernini.
Ricordo che la Provincia di Torino a suo tempo aveva messo a disposizione per questo tipo di strutture l'area limitrofa a corso Allamano.
Mi risulta che nei giorni scorsi l'Università di Torino, attraverso il proprio Consiglio di Amministrazione, abbia dato autorizzazione affinch l'ISEF di Torino possa diventare Facoltà universitaria, fatto secondo me estremamente importante. Detto questo, ricordo di aver presentato un ordine del giorno protocollato in data 6/9 che riassumeva i concetti che il Presidente della II Commissione ci ha oggi illustrati nella sua relazione.
Ribadisco che se da un lato l'intervento della Giunta di circa due miliardi agevolerà il fatto che l'ISEF di Torino diventi Facoltà universitaria dall'altro è altrettanto importante che ci sia un documento politico al di là della legge che rafforzi politicamente le posizioni della Giunta affinché non ci sfugga di mano la situazione. Chiedo venga ridistribuito l'ordine del giorno presentato allora, messo da parte in attesa della presentazione della legge in aula.
Ripropongo con forza l'ordine del giorno, che non va ad accavallarsi a questa proposta di legge sulla quale personalmente, ma credo da parte del mio Gruppo, si dà piena adesione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Vaglio. Ne ha facoltà.



VAGLIO Roberto

Relativamente a questo intervento, volevo anticipare il voto favorevole della Lega Nord, ma vorrei che quello che è un mio pensiero fosse avvalorato da una dichiarazione successiva che solleciterei al Presidente della Giunta.
Ritengo che l'intervento di poco meno di due miliardi possa essere giustamente inteso solo come intervento-tampone di una situazione che si deve necessariamente risolvere per ottenere la concessione di Facoltà universitaria.
Fermo restando questo punto, solleciterei Giunta e Consiglio ad un impegno formale affinché si identifichi, una volta ottenuta la concessione della Facoltà universitaria dell'ISEF di Torino, una sede più idonea come ha fatto rilevare con chiarezza cristallina il Consigliere Chiezzi, per lo svolgimento di attività addestrative che naturalmente non possono essere svolte con sufficiente profitto in un'area come quella di piazza Bernini.
Faccio rilevare che il campo sportivo più vicino è parco Ruffini, il cui raggiungimento comporta spostamenti decisamente onerosi in termini di tempo. A livello europeo e mondiale le Nazioni più evolute dispongono, per questo tipo di istruzione, di campus di ben altro respiro rispetto alla nostra povera struttura di piazza Bernini.
Preannunciando che comunque voteremo a favore del disegno di legge sollecito ancora una volta la Presidenza e i colleghi del Consiglio ad impegnarsi per ricercare una più adatta collocazione del sito universitario.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MONTABONE



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferrara.



FERRARA Franco

Signor Presidente, prendo la parola per esprimere il voto favorevole del Gruppo repubblicano sulla proposta di legge, che arriva dopo che il problema è stato portato alla ribalta della cronaca da interventi sui giornali e di altri enti locali; molte veline: si sono mossi in molti.
Voterò a favore anche perché l'avvio di questo dibattere sull'ISEF è stato determinato da un'interrogazione presentata dal Gruppo repubblicano cui è stato dato risalto sulla stampa cittadina. E' problema da affrontare con assoluta serietà, anche se il Vicepresidente Montabone sostenne che questa nostra iniziativa fosse un po' incauta.
Il fatto che non sia stata incauta è confermato oggi dal disegno di legge che forse non ci sarebbe stato senza qualche provocazione iniziale.
Naturalmente, il disegno di legge non dà la certezza che Torino sarà scelta come quarta Facoltà universitaria per l'ISEF, ma se quanto è stato fatto non ci fosse stato Torino sarebbe stata sicuramente esclusa. Questo mette in evidenza, al di là del fatto ISEF, l'incapacità complessiva della classe politica torinese, in ritardo rispetto a presenze e capacità di influenza di altre città italiane. E' un dato di fatto. Abbiamo saputo che il Ministero stava asservendo una scelta senza prendere in considerazione la nostra città. La necessità dell'ISEF a Torino credo non sia unicamente fatto storico e di nostalgia poiché abbiamo avuto la prima scuola di ginnastica fin dal 1800...: certamente queste cose sono reali, ma il problema non è solamente questo. Il problema vero, sollevato giustamente nella relazione del Consigliere Fiumara, è che esiste un processo di emarginazione continua di tutte le risorse torinesi. E questa risorsa qualificata stava per seguire la stessa strada; era il tassello di un disegno politico, perlomeno di una determinata politica, che porta la nostra città ad essere vieppiù emarginata rispetto al processo di crescita e di sviluppo complessivo.
Il Consigliere Chiezzi ha parlato della mancanza di strutture all'aperto e del fatto che la sede attuale sia un po' troppo compressa.
Forse quest'ultimo fatto è reale, ma sostenere che non ci siano strutture all'aperto è fatto alquanto curioso. Non credo si debba costruire uno stadio per l'ISEF; esistono strutture, come lo stadio comunale vecchio che sta per essere annoverato fra i ruderi della città, e lo stesso stadio nuovo che hanno una straordinaria pista di atletica, che spero servirà non solo ai bambini per giocare a birille...



CHIEZZI Giuseppe

E' in concessione: avete scelto la concessione...



FERRARA Franco

Il Consigliere Chiezzi è l'unico, in quest'aula, che non può portarmi fuori strada rispetto al nuovo stadio di Torino, perché è stato uno dei più grandi diffusori di confusione rispetto ai costi di ristrutturazione di uno stadio ...! Non possiamo certamente dire che Torino non abbia strutture sportive all'aperto; occorrerebbe l'iniziativa di qualcuno affinché queste strutture non rimangano chiuse o riservate a pochi (anzi, credo che ornai non siano neanche riservate a pochi, credo siano ormai veramente chiuse a tutti) per poi andare distrutte, logorate e messe definitivamente fuori uso.
Dovrebbe quindi esserci un'iniziativa della Regione Piemonte per cercare di dare nuova vita alle strutture all'aperto esistenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zacchera.



ZACCHERA Marco

Il nostro Gruppo vede favorevolmente questa deliberazione e quindi darà voto favorevole. Per non ripetere cose già dette posso dire che mi associo alle perplessità relative alla sede.
Volevo invece rivolgere alcune domande di carattere tecnico all'Assessore Gallarini, per quanto riguarda l'art. 3 poiché questa legge è passata il 10 ottobre in Commissione, ma era stata preparata prima, mi chiedo se abbia senso impegnare, a bilancio 1991, 1 miliardo e 900 milioni di cui 850 milioni per il 1991 e 1 miliardo e 50 milioni per il 1992. Non sarebbe opportuno provvedere, senza presentare emendamenti, da parte della Giunta, affinché ci sia uno slittamento temporale? Qual è il capitolo 1000 del bilancio che andiamo a depauperare? Per il resto, allineandoci quanto già detto, con l'augurio che ci possa essere utile per avere la Facoltà di educazione fisica, il nostro Gruppo esprime parere favorevole al disegno di legge n. 184.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Devo dire che sono stato preso in contropiede dalla serietà dell'intervento tecnico del collega Zacchera: mi aspettavo che ci ricordasse che questa attività, in altri tempi, ebbe più attenzione di quanta ne abbia avuta la cultura della Repubblica democratica fondata sul lavoro e sulla fatica.
Devo dire che in questa vicenda non ci siamo comportati bene, c'è stata una rincorsa assai scomposta al protagonismo. Qualcuno qui l'ha definita dannosa e pericolosa, la stessa firma del disegno di legge della Giunta solleva qualche perplessità.
Vorrei sapere se l'Assessore ai lavori pubblici ritiene di dover firmare le deliberazioni che riguardano il Politecnico. Queste cose le dico non tanto in termini censori, ma di preoccupazione, perché occuparsi del problema non è sufficiente, non basta occuparsene, bisogna occuparsene bene. Per fare questo bisogna essere certi che l'obiettivo che intendiamo perseguire, cioè l'adeguamento delle strutture per renderle compatibili con standard o comunque condizioni che non possono essere il pretesto per la chiusura della struttura, siano realmente ed oggettivamente realizzabili.
Quindi; nell'esprimere voto favorevole, chiedo che la Giunta nella gestione della legge sia molto attenta oltreché agli aspetti finanziari alla verifica che gli interventi fatti siano puntuali e coerenti rispetto alle questioni aperte, che le risorse vengano utilizzate opportunamente, ma non rispetto a questioni specifiche che potrebbero essere la determinante tra il si o il no dei livelli nazionali.
Occupiamoci delle cose, ma occupiamocene bene. Occuparsene In troppi talvolta crea qualche problema. E' vero, nei confronti dell'ISEF abbiamo tutti, soprattutto i non giovanissimi come me, qualcosa da farsi perdonare o perché l'hanno frequentata, o perché hanno cercato di frequentarla con poco successo, come il sottoscritto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossa.



ROSSA Angelo

Esprimo l'adesione, la disponibilità e l'impegno del Gruppo socialista al disegno di legge illustrato dal Presidente e dal collega Fiumara Presidente della H Commissione. Mi sembra molto importante che, intorno alla questione dell'ISEF, ci sia un impegno significativo della Regione Piemonte. Importante sia per il ruolo svolto dall'ISEF da quando è nato ad oggi sia perché si trova ad una svolta: credo sia giusto che la Regione dia tutto il suo sostegno affinché la svolta non si ripercuota negativamente sull'ISEF, sulla funzione avuta in Piemonte, ma essere di ulteriore sviluppo.
Si sta andando verso il riconoscimento e l'istituzione di una Facoltà di Scienze dello Sport: il progetto sembra privilegiare i grandi poli di Milano, Roma e Napoli, escludendo l'ISEF di Torino: se non faremo sentire la voce e il peso politico della Regione correremo il rischio di essere emarginati come di fronte ad altre prospettive, emarginati.
Se non riusciremo a far capire al Governo e al Ministero dell'Università, che l'ISEF di Torino e del Piemonte ha ogni potenzialità per essere sede di Facoltà universitarie, la questione rischia di essere senza prospettive. Se poi la mancanza di prospettive è dovuta alla mancanza di strutture, come quelle richiamate dal Presidente Fiumara, c'è da domandarsi se oltre alla volontà politica esistente da altre parti di emarginare la nostra funzione, non ci sia anche una nostra "connivenza" una nostra corresponsabilità nel farci emarginare.
In questi ultimi tempi ci siamo trovati di fronte a molti problemi, ma la dimostrazione della Regione è stata di essere "in campana" di saper reagire tempestivamente: dobbiamo sapere reagire con puntualità e tempestività anche rispetto all'istituzione della seconda Università piemontese senza ombra di dubbio. Bisogna dare questa risposta; la Regione Piemonte l'ha data finora in modo lineare, coerente e serio: credo debba farlo ancora. Allo stesso modo dobbiamo saper rispondere al Governo nazionale e a tutti coloro che cercano in qualche modo di circoscrivere annacquare, o stemperare la funzione che abbiamo svolto, che non siamo disposti a farci emarginare.
Non conosco i termini precisi, ma mi pare di capire che saremo in grado di dare risposta in termini d'individuazione di strutture, di mezzi e risorse finanziarie. Queste sono cose per le quali fare sacrifici.
L'ISEF svolge un ampio ruolo a livello regionale. In quest'importante questione, nella quale erano impegnate la Provincia di Torino già ai tempi della Presidenza di Grosso (che, come ho anche detto al figlio Federico, ho avuto la fortuna di conoscere) e la Camera di Commercio, sarei favorevole ad un maggiore coinvolgimento della Regione nelle sue articolazioni: l'Università (spero quanto prima anche l'Università tripolare con la sua autonomia, quindi non solo il Politecnico e l'Ateneo torinese), nonché le altre Province e i Comuni capoluogo di provincia.
Troppo sovente si assume il centro politico istituzionale del Piemonte a copertura di tutto il resto della Regione: dovremmo invece essere in grado davvero, visto che siamo al servizio di tutto il Piemonte con il dovere di coinvolgere le altre Province, di far sì che la Regione fosse veramente calata nella realtà: una Regione non soltanto cittadella con una grande periferia.
Come tutti sanno, io sono per una Regione con città-stato, non di cittadella con una grande periferia: è necessario, quindi, una chiamata di corresponsabilità estesa anche alle altre parti della periferia.
Se si istituisce questa Facoltà universitaria di scienze dello sport ne abbiamo titolo insieme a Milano e Napoli: ciò mi sta benissimo: Torino ha tutte le qualità e i meriti che occorre le vengano riconosciuti.
Prima abbiamo parlato del COTRAO in Europa; seni altro, una Facoltà universitaria di questo tipo, in questa parte di Piemonte significherà una Facoltà universitaria In una parte importante dell'Europa.
In occasione dell'apertura della mostra su Cavour la settimana scorsa autorevoli commentatori facevano considerazioni sulla sua figura e naturalmente sul suo rammarico nel vedere, poco per volta, la capitale dello Stato trasferita dal Piemonte a Firenze e poi a Roma.
A conforto di questo rammarico, che ha anche provocato alcune reazioni popolari e manifestazioni piuttosto vistose, veniva però messo in evidenza che, in fondo, la città di Torino, non più capitale del nuovo Stato nascente, poteva sentirsi impegnata proprio perché vicina all'Europa rappresentando un cuscinetto tra l'Italia che nasceva con la sua capitale a Roma, e l'Europa alla quale, in fondo, il Piemonte ha sempre guardato.
In questo quadro, credo vada senz'altro tenuto presente, anche per quanto riguarda l'ISEF, il ruolo di Torino come espressione dell'Italia nell'Europa.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Fiumara per la replica.



FIUMARA Francesco

Come relatore non posso che esprimere la mia soddisfazione per le dichiarazioni favorevoli espresse dai colleghi.
Condivido anch'io le perplessità e i problemi reali che i colleghi hanno esposto. Credo che la sede di Piazza Bernina abbia spazi minimi e che anche i locali concessi alla società Libertas limitino di fatto un miglioramento delle strutture a favore dell'ISEF. La spesa è molto contenuta: penso valesse la pena impegnare una somma di soli due miliardi e 300 milioni.
Ricordiamo che si tratta di un intervento migliorativo su immobili di proprietà della Regione Piemonte. Ricordo al Consigliere Chiezzi che nella mia relazione, ho detto "da successivi contatti con il Dicastero competente è stato assicurato che qualora - conditio sine qua non - le strutture in dotazione all'ISEF fossero state adeguate, la sede di Torino poteva essere riconsiderata tra quelle ove attivare la nuova facoltà".
Non abbiamo certezze, ma questa è condizione da soddisfare per non vedere Torino e il Piemonte ancor più emarginati.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, Assessore al bilancio

Ritengo opportuno svolgere alcune considerazioni che si sarebbero potute fare anche inizialmente e altre che invece è opportuno fare ora dopo aver ascoltato gli interventi. Già il collega Fiumara, in quest'ultima parte, ha sostanzialmente risposto ad alcuni dubbi sollevati dal Consigliere Chiezzi.
Occorre precisare che l'immobile è di proprietà della Regione e che gli 840 milioni che vengono caricati sul bilancio 1991 sono stati attinti dal capitolo 1000, relativo agli interventi sul patrimonio regionale. Gli 840 milioni sono stati attinti in sede di assestamento da questo capitolo. Il Consigliere Marchini, probabilmente è anche per questo che sostiene che la Regione s'è occupata della questione in un modo scomposto, e che sono intervenuti in troppi.
Personalmente penso che si sia dato un esempio di funzionalità. Ricordo che è passato meno di un mese da quando per la prima volta i dirigenti dell'ISEF sono stati ricevuti dal Presidente Brizio, il quale in seguito ha coinvolto me e i colleghi Cantore e Fulcheri. Assieme abbiamo studiato la questione, decidendo di stanziare 840 milioni in sede di assestamento nel mese di luglio - come potrete ricordare. Questo è uno degli esempi - ahimè pochi sotto certi aspetti - di una certa funzionalità, per cui se il lavoro di gruppo può servire a dare risposte efficaci, ben venga.
Condivido quanto diceva Zacchera: gli altri 950 milioni (questo in origine ci era stato chiesto in aggiunta agli 840, adesso sarebbero addirittura 1 miliardo e 60 milioni circa) li stanzieremo ovviamente sul bilancio del 1992. Non li abbiamo, ma se anche li avessimo non varrebbe assolutamente la pena impegnarli ora per mandarli a residuo, visto che il primo appalto stralcio viene fatto per 840 milioni.
Per quanto riguarda infine la questione relativa alla certezza della sede di Facoltà a Torino, riprendo quanto detto dal Consigliere Fiumara. A noi è stato detto che questo intervento era la "conditio sine qua non"per aspirare ad avere la sede universitaria: ritengo giusto avere stanziato questi quattrini in tal senso. Stando a recenti assunzioni di impegni sembra che le tre ipotizzate iniziali sedi saranno invece quanto meno sei: esiste la ragionevole previsione che con questo stanziamento si riuscirà a sfruttare questa iniziativa.
I colleghi Rossa e Ferrara hanno messo in evidenza come sia difficile per il Piemonte conquistare ascolto a livello nazionale. Mi permetto di ripetere una considerazione fatta in occasione dell'incontro di lunedì a proposito delle frequenze TV, che mi sembra possa essere valida ancora oggi. La Regione Piemonte è fra le Regioni che producono di più di quanto non sia l'indotto di cui beneficia per ristorno dal livello centrale (in Piemonte c'è la Fiat, l'Olivetti ed altri sistemi produttivi), a fronte invece della mancanza di compartecipazione al gettito IRPEF ed IVA regionalmente riscosso come prevede il disegno di legge Maccanico, affinch resti in Piemonte parte del prodotto lordo regionale, corriamo il rischio ed è rischio reale collega Rossa - di essere penalizzati doppiamente.
All'interno di quel pool di Regioni che danno più di quanto beneficiano, di cui facciamo parte, vi sono Regioni come la Lombardia che hanno l'autorevolezza di mettere in piedi un incontro come quello svoltosi sabato scorso a Milano con 5 Ministri, tra i quali il Vicepresidente del Consiglio Martelli, che hanno promesso 2.000 miliardi nei prossimi mesi alla Regione Lombardia. Il Piemonte sarà penalizzato doppiamente: oltre ad avere meno di quanto gli spetterebbe per collocazione geografica ed importanza dal punto di vista produttivo non ha l'autorevolezza e la situazione contingente tale da consentire di beneficiare di ulteriori finanziamenti. Certo, sfamo in periodo che può essere sospetto, a pochi mesi dalle elezioni politiche, ma 2.000 miliardi, in periodo sospetto o non sospetto sono pur sempre 2.000 miliardi: il Piemonte non è in grado neanche di farsi ascoltare sotto quest'aspetto.
Ho voluto citare questo esempio di fondo perché il tassello degli 840 milioni che aumenterà a 2 miliardi nel 1992, rappresenterà una conquista meritata a fronte di situazioni delle quali purtroppo, come Regione Piemonte dobbiamo constatare che non riusciamo a beneficiare.



PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 29 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 29 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 29 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 29 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 29 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.
Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 247 in materia, a firma dei Consiglieri Montabone, Picchioni, Cavallera e Ferrara, il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale del Piemonte Premesso che l'Istituto Superiore di Educazione Fisica nasceva a Torino nel 1958 in applicazione della L 88/58, ad opera di un comitato promotore presieduto dal prof. Giuseppe Grosso, allora Presidente della Provincia, e di cui facevano parte le maggiori autorità cittadine il 30 aprile 1959 veniva approvata fra gli Enti Comune, Provincia Università, Unione Industriale e Camera di Commercio la convenzione istitutiva che assicurava all'Istituto il regolare funzionamento; - con D.P.R. 1429 del 10/12/1959 l'Istituto otteneva il pareggiamento; - l'ISEF di Torino è digrado universitario, ha personalità giuridica di diritto pubblico, ha per scopo: a) di promuovere il progresso delle scienze applicate all'educazione fisica b) formare la cultura scientifica e tecnica necessarie alla preparazione ed al perfezionamento professionale di coloro che intendono dedicarsi all'insegnamento dell'educazione fisica ed agli impieghi tecnici nel campo sportivo il corso di studi è triennale, al termine viene rilasciato il diploma in Educazione Fisica l'Istituto (unico in Italia) organizza anche due corsi di specializzazione post-diploma in "Attività motorie nell'età prescolare e della scuola elementare" e in "Attività motorie per la terza età" secondo il disposto dell'art. 53 dello Statuto, la Provincia ed il Comune di Torino sono tenuti ad assicurare il servizio amministrativo e le prestazioni del personale subalterno; - la Regione Piemonte, con deliberazione della Giunta Regionale n. 186/36006 del 6/3/1990, ha concesso in uso all'ISEF i locali ubicati nell'immobile regionale sito in Torino Piazza Bernini, n. 12 - la Regione Piemonte ha previsto lo stanziamento di un miliardo e 700 milioni per la sistemazione della sede dell'I.S.E.F.
constatato che il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, che approva il piano triennale di sviluppo delle Università per gli anni 1991/1993 predisposto dal Ministro dell'Università stabilisce che: "Nell'ambito del complessivo disegno di riordinamento del settore dell'educazione fisica motoria e dello sport tenuto conto delle prospettive di riforma legislativa attualmente all'esame dal Parlamento, il Ministro dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica è autorizzato a emanare con proprio decreto, entro l'arco temporale del piano triennale disposizioni per L'istituzione delle Facoltà di Scienze dell'educazione fisica, motoria, e dello sport, da attivare presso le Università statali con una equilibrata distribuzione nel territorio.
L'attivazione delle predette Facoltà potrà essere effettuata anche mediante convenzione con gli ISEF, in atto funzionante nelle stesse sedi universitarie considerato che la eventuale esclusione comporterebbe la chiusura dell'ISEF, di Torino, forte oggi di oltre n. 1.200 allievi (provenienti oltre che dal Piemonte da tutto il Nord Italia), 70 docenti e 158 assistenti, in quanto sarebbe assurdo ritenere che gli studenti, sapendo attivare facoltà che rilasciano il diploma di laurea, si iscrivessero ancora ad un Istituto che dopo tre anni di studio può solo rilasciare un diploma; - il Rettore dell'Università di Torino, su richiesta della Direzione ISEF si è dichiarato disponibile e favorevole a prevedere l'istituzione di una Facoltà di Educazione Fisica accertato che in prima applicazione della legge di riforma sarebbero comunque escluse quelle sedi che non garantissero impianti sufficienti e funzionali ritenuto determinante per la Regione Piemonte dimostrare la disponibilità di una adeguata struttura: ciò premesso il Consiglio Regionale del Piemonte chiede al Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica che Torino venga inserita tra le città sedi di facoltà universitarie di educazione fisica, anche in considerazione del fatto che proprio Torino è stata culla della attività sportiva in Italia, riconferma la disponibilità a migliorare le strutture esistenti.
Impegna il Presidente della Giunta ad intervenire in ogni sede affinché venga assicurata a Torino la sede della facoltà universitaria di educazione fisica".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 29 voti favorevoli.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,30)



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