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Dettaglio seduta n.105 del 12/11/91 - Legislatura n. V - Sedute dal 6 maggio 1990 al 22 aprile 1995

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Proseguimento esame progetto, di legge n. 98: "Modifica alla legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56"


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Proseguiamo l'esame del progetto di legge n. 98, di cui al punto 3) all'o.d.g.
109 bis) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: All'art. 9, sesto capoverso dopo i due punti aggiungere al fondo le parole: "I componenti di cui alle lettere b), c) e d) sono tenuti a segnalare per iscritto alla Commissione Tecnico Urbanistica, prima dell'esame da parte della stessa, gli atti alla cui redazione hanno partecipato o collaborato, pena l'immediata revoca della nomina".
La parola Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Con questo emendamento propongo un contrappeso alla linea di comportamento innovativa che ho suggerito, in quanto, a fronte dell'eliminazione di questi divieti e di queste ipocrite incompatibilità propongo, da un lato,1a visibilità delle attività di ciascuno e dall'altro, la compatibilità di queste attività con lo svolgimento del ruolo di esperto presso la Commissione Tecnica Urbanistica.
Il contrappeso sta nell'indicazione che gli esperti sono tenuti a segnalare per iscritto degli atti alla cui redazione hanno partecipato: se non lo fanno o se la dichiarazione non è corretta, scatta l'immediata revoca della nomina. Questo è l'altro aspetto di quella linea innovativa pure respinta - per ora - da questo Consiglio, nella quale continuo a credere e a lavorare per discutere con tutti i colleghi dell'opportunità di cambiare registro.
Ritengo sia un errore da parte del Consiglio continuare a percorrere la vecchia strada dei divieti e delle norme che dicono alla gente di non poter fare ciò che la gente in realtà è costretta a fare per vivere in base alle proprie esigenze.
Ho svolto un'illustrazione sintetica di questo secondo corno non tanto colleghi, perché ritengo che su questa questione le cose si chiudano oggi quanto per affermare tra noi un confronto, che se non trova risoluzione oggi penso possa trovarla più avanti nel tempo attraverso la meditazione dei reciproci punti di vista. Ho ritenuto comunque utile spendere qualche parola su questa questione per chiarire meglio i propri punti di vista.
Conservo dunque l'emendamento e chiedo che sia messo in votazione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 109 bis) presentato dal Consigliere Chiezzi.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli, 25 contrari e 5 astensioni.
109 ter) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: All'art. 9, viene soppresso e così riformulato: il settimo comma del nuovo art. 76: "I rappresentanti degli enti locali possono partecipare alle sedute in cui si discutono atti ai quali sono direttamente interessati con facoltà di essere coadiuvati da esperti; alle sedute sono altresì invitati i rappresentanti delle Amministrazioni Pubbliche direttamente interessate".
Poiché è già stato illustrato, pongo in votazione l'emendamento n. 109 ter).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 26 voti favorevoli e 5 astensioni.
110) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Miglio e Segre: Dopo il settimo comma dell'art. 76, aggiungere il seguente nuovo ottavo comma: "8. Alle sedute della Commissione partecipano altresì, senza diritto di voto: un esperto designato rispettivamente dall'Ordine degli Ingegneri dall'Ordine degli Architetti, dall'Ordine degli Agronomi, dall'Ordine dei Geologi; un esperto designato rispettivamente dalle Associazioni ambientaliste, degli agricoltori, degli artigiani".
Tale emendamento viene ritirato dal Consigliere Miglio.
111) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Miglio e Segre: All'art. 9 del disegno di legge n. 98, che sostituisce l'art. 76 della LR n. 56/77 e s.m, ed i., sono, apportate le seguenti modificazioni: dopo il settimo comma dell'art. 76, aggiungere il seguente nuovo ottavo comma: "8. Alle sedute della Commissione partecipano altresì, senza diritto di voto: un esperto designato rispettivamente dalle Associazioni ambientaliste, degli Agricoltori e degli Artigiani".
La parola al Consigliere Miglio che lo illustra.



MIGLIO Mario

Ritiriamo l'emendamento n. 110) e manteniamo il n. 111), che ci sembra più indicato rispetto all'evoluzione precedente: brevemente illustro i motivi che ci portano a riproporre tale questione. A nostro modo di vedere proprio perché la Commissione Tecnica Urbanistica vuole diventare un luogo in cui vanno a convergere esperienze e visioni diverse rispetto all'atteggiamento che si deve avere nei confronti del territorio (e quindi nei confronti degli strumenti urbanistici in primo luogo), ci sembrava opportuno recuperare in altra forma, cioè non introducendoli direttamente come membri effettivi, i rappresentanti di queste Associazioni. Abbiamo inteso recuperare queste tre particolari esperienze, ma siamo aperti anche ad altre. D'altra parte già in passato, in alcuni casi, si prevedevano dei membri di diritto appartenenti a tutti gli effetti alla Commissione e dei membri che invece partecipavano alle sedute senza diritto di voto, ma solo di espressione.
Con questo emendamento si ripropone una questione che per noi è importante e che in qualche modo si ricollega ad un emendamento successivo del Consigliere Marchini, con il quale già avevamo discusso. Il collega propone che alle sedute possano essere invitati esperti "in rappresentanza e su designazione di organizzazioni regionali delle categorie produttive" (ovvero l'emendamento 113 A).
Se si accetta questa linea di pensiero, non si deve restringere la casistica ma allargarla, recuperando tutte le espressioni di istanze speciali che si vengono a formare e che hanno necessità di esprimersi.
E' difficile fare un ragionamento in questa sede, ma l'invito è riuscire ad accogliere le diverse proposte nella stessa direzione coscienti del fatto che la formulazione data demanda ad altro momento - ad esempio quello del Regolamento della struttura interna della Commissione le modalità attraverso le quali si concretizza la partecipazione di questi altri membri. La partecipazione può tradursi, in un intervento limitato temporalmente o nella presentazione seduta stante di memorie scritte, con facoltà di poter comunque seguire i lavori e di uscire dalla sede della Commissione al momento del voto.
Questo è quanto ci sentivamo di riproporre;vorremmo capire l'orientamento dell'Assessore anche in relazione all'emendamento presentato dal Consigliere Marchini, che sarà analizzato successivamente e che ripropone, per altri versi, la stessa questione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'urbanistica

L'intenzione della Giunta è di accogliere l'emendamento proposto dai colleghi Marchini. Cavallera, Fiumara, Goglio e Vetrino, che consente di poter invitare ai lavori della CTU "esperti in rappresentanza e su designazione delle organizzazioni delle categorie produttive", con possibilità di richiedere loro contributi conoscitivi.
Ci pare che questo emendamento, anche alla luce del dibattito fatto in più sedi su questo problema, raccolga per un verso la necessità di mantenere alla CTU la caratteristica di essere organismo tecnico e non di mediazione sociale, e che per contro consenta, quando lo si riterrà utile e necessario, di avere su casi specifici i contributi delle categorie produttive.
L'orientamento della Giunta è quindi di accogliere l'emendamento 113 A) e non gli altri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segre.



SEGRE Anna

Intervengo per dichiarazione di voto del nostro Gruppo. Dopo la risposta dell'Assessore, non capisco quale differenza ci sia tra le categorie produttive - che vengono riconosciute come esperti invitati alle sedute della Commissione urbanistica, per cui bisognerebbe specificare anche quali sono - e le associazioni ambientaliste, alle quali non viene dato un analogo riconoscimento.
Questo fatto è molto grave e spero che anche altri Consiglieri intervengano su questo punto, anche perché la rappresentanza di un'associazione ambientalista è già stata rigettata come membro effettivo della Commissione urbanistica.
Le associazioni ambientaliste potrebbero per lo meno - e mi sembra assolutamente riduttivo - essere invitate in qualità di esperti, così come vengono invitate le categorie produttive; diversamente, queste associazioni non entrerebbero a far parte della CTU a nessun titolo e per nessuna ragione, né come membri permanenti né come esperti. Vorrei sapere se per categorie produttive s'intendono tutte le categorie, e non solo quelle legate all'industria, perché con l'emendamento n. 111) riproponevamo, oltre alle associazioni ambientaliste, anche i rappresentanti degli agricoltori e degli artigiani.
Tagliare completamente fuori da una Commissione Tecnica - così come l'ha definita l'Assessore - le associazioni ambientaliste è per noi inaccettabile. Certamente voteremo contro; chiediamo però un ripensamento all'Assessore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

In definitiva le associazioni ambientaliste danno proprio fastidio perché si tratta di associazioni che continuano a proporre il punto di vista in base al quale i problemi di produzione della ricchezza vengono posposti ai problemi prioritari di conservazione e di tutela dell'ambiente.
Queste associazioni ambientaliste si configurano in modo molto vario e plurale: vanno dai fondamentalismi fino ad una visione dell'ambiente addirittura in connubio con certi fondamenti produttivi, quindi molto variegata. Il nocciolo sostanziale, quello che né ha assunto posizioni fondamentaliste né ha ceduto a basse pratiche di governo, rimane agli occhi della maggioranza come qualcosa di sghembo rispetto ai problemi di questa società. Non si spiega altrimenti la volontà di escludere le associazioni ambientaliste da una CTU che, quando discuteremo il prossimo emendamento il 113 A), sarà accessibile a tutti coloro che hanno qualche buon amico nei luoghi che contano. La CTU diventerà un falansterio", nel quale entreranno tutti tranne le associazioni ambientaliste, perché quelle "rompono le scatole" e sono capaci di porre su ogni provvedimento la questione dell'ambiente.
Penso che la nostra società abbia bisogno, nei luoghi dove si prendono decisioni di carattere urbanistico, proprio di questi "rompiscatole".
Abbiamo bisogno di persone che hanno messo al primo posto del proprio impegno civile e politico una lotta decisa, motivata e costante a favore dell'ambiente. E' bene inserirle nei luoghi dove si sviluppa il conflitto tra ambiente, produzione e trasformazione del territorio.
Mi stupisce questa esclusione perché, andando avanti, in questa composizione del CUR ci saranno tutti, meno i rappresentanti delle associazioni ambientaliste.
Tra i tanti danni che il territorio subisce - danni collegati alla fase produttiva della nostra società (inquinamenti industriali, inquinamenti delle automobili) - quelli che il territorio subisce in conseguenza di piani sbagliati o di scelte di sviluppo inadeguate, sono tra i più rilevanti, non solo della società italiana in generale, ma anche di quella piemontese.
Il territorio è un bene prezioso, una delle leve che come piemontesi abbiamo per progettare un futuro in cui la parola "sviluppo" possa essere sostenuta, sì da ricchezza materiale crescente per tutti, ma all'interno di un ambiente qualificato per tutti.
Fare a meno in un organismo così decisivo dei punti di vista, della cultura, delle sollecitazioni che provengono dalle associazioni ambientaliste è sbagliato, significa rimuovere un problema. Ad un certo punto diventa anche un'offesa, nel senso che ha il significato che queste associazioni, per l'istituzione regionale, sono un elemento di disturbo, al punto da vietarne l'ingresso nei luoghi dove la Regione discute del futuro del territorio.
Ritengo molto sgradevole e sbagliata dal punto di vista politico l'esclusione e la messa all'indice di una massa di associazioni, che ritengo stiano lavorando in piena autonomia ed in una direzione che va senz'altro sostenuta.
Per questo auspico anch'io che ci sia un ripensamento da parte di tutto il Consiglio sull'emendamento che chiede la presenza delle associazioni ambientaliste nella CTU.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Intervengo malgrado il disinteresse, forse solo apparente, sulla discussione in atto. Intervengo perché il non accoglimento dell'emendamento mi sembra stia svelando un'idea di demolizione della legge urbanistica maggiore di quella che inizialmente prevedevo.
La legge è partita male, separando con una forzatura le questioni strettamente urbanistiche da quelle di pianificazione territoriale. E' iniziata malamente, separando, con una forzatura che fa a pugni con un minimo di cultura della complessità della materia, le questioni strettamente urbanistiche da quelle di pianificazione territoriale di cui discuteremo successivamente in sede separata, con un altro Assessore, su un altro disegno di legge.
Ci si è appellati alla necessità di snellire, di rendere meno burocratico Il CUR: qualcuno, anche dall'opposizione, ha parlato addirittura di centro di potere e, tutto sommato, queste esigenze hanno fatto breccia su tutti. Personalmente, ma credo anche altri nelle forze di opposizione, non condivido l'idea che un organismo, per essere adeguato alla tutela ambientale, debba essere pesante, numeroso, burocratico: deve soltanto funzionare, avendo però al suo interno i rappresentanti delle diverse posizioni sulle questioni di cui si discute.
Siamo arrivati ad un punto grave rispetto al quale porrei un problema agli altri Gruppi, agli altri Consiglieri di opposizione: bisogna chiedersi qual è il significato della nostra presenza, nel momento in cui viene rifiutato l'emendamento n. 111) e accolto quello a firma del Consigliere Marchini, emendamento gravemente peggiorativo della cultura già criticabile di questa proposta di legge. Il rifiuto dell'uno e l'accoglimento dell'altro fa diventare la CTU un organismo che formalmente ha sicuramente meno possibilità di intervenire del vecchio CUR. che viene consultato solo su alcune cose e su decisione dell'Assessore, non della Giunta, lasciando aperta la porta a quegli interessi particolari che hanno la forza di chiedere di essere ascoltati.
L'emendamento del Consigliere Marchini, gravemente peggiorativo, è la strada attraverso la quale, seppure non votando, si può ascoltare la voce degli interessi particolari di una categoria (qui si parla di categorie produttive), offrendo quindi indirettamente la possibilità di poter esprimere per lo meno la propria opinione, qualunque essa sia. Questo praticamente avviene ormai per tutti, tranne che per le Associazioni ambientaliste, che non sono una categoria, non sono un ordine,' come dicevo già stamani, e che in genere non portano interessi particolari ma sono portatori, quando sono in grado di farlo, di interessi generali. Ognuno, al di là della categoria o dell'ordine a cui appartiene, ha la possibilità di valutare questi interessi generali, e quindi in ogni momento ha la possibilità di far prevalere il proprio interesse particolare di agricoltore, di industriale, di architetto o di qualunque cosa sia con il suo interesse generale di cittadino, per il quale probabilmente la distruzione di una parte del territorio, per una qualunque iniziativa urbanistica non in equilibrio con l'ambiente, è irreversibile: come cittadino, non avrà più la possibilità di fruire di quella risorsa ambientale.
Qui si rifiuta la possibilità che ci siano almeno orecchie per ascoltare; non c'è altro, non c'è nessun altro ruolo se non quello di andare lì e sapere che la CTU sta discutendo, forse, se l'Assessore lo ha ritenuto, di una questione, di una scelta urbanistica che forse ha una particolare rilevanza sui territorio di quel Comune. Respingendo questo emendamento, si vuole rifiutare che ci siano almeno delle orecchie che ascoltano e quindi coloro che avessero per caso, come prioritaria l'esigenza di tutelare quel territorio non saranno neanche in grado di conoscere quali interventi su quel territorio si stanno preparando.
Ritengo che questa posizione, che forse avevo anche sottovalutato inizialmente, sia gravissima e ritengo soprattutto grave, forse anche per errore dei Gruppi dell'opposizione, che scelte di tale portata vengano fatte in una situazione di apparente disinteresse generale: sono scelte gravissime che non possono passare nel silenzio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Posto che i sottoscrittori dell'emendamento sul quale ragioniamo sarebbero stati quelli titolati a ricevere un emendamento che consentisse l'accoglimento delle istanze testé formulate, faccio presente che, al di là degli aggettivi usati, il nostro emendamento è puntuale, nel senso che non trasforma il CUR in una sede di conoscenza ma in una sede dove la Giunta può chiedere contributi conoscitivi.
A questo riguardo ricordo, anche se non siamo in tema di illustrazione che per loro natura i processi produttivi non si possono mai ridurre a livelli comunali, ma hanno valenza e scala diversa; quindi, la possibilità di poter chiedere alle categorie produttive la loro valutazione su ipotesi al massimo, è in riduzione. Colleghi, se si chiede il parere ad un'organizzazione produttiva è in ordine ad un'ipotesi di insediamento produttivo, e ciò sta ad indicare che c'è una riflessione della Giunta tendente a verificare che quell'ipotesi, per certi versi potenzialmente pregiudiziale del territorio, sia fondata.
In questo caso l'Assessore non chiede ad una categoria se ritiene che l'intervento vada fatto: probabilmente chiede un contributo conoscitivo ad una categoria per essere certo che quel tipo di intervento non riguarda soltanto la velleità di qualche gruppuscolo sul territorio o di qualche amministratore un po' ambizioso. Quindi è una preoccupazione tendente a ridurre, non a fare di più; l'introduzione che i colleghi Verdi intendono fare non ci sembra compatibile sistematicamente con il nostro emendamento perché tende ad inserire la presenza di persone sicuramente tecnicamente qualificate, portatori di interessi generali che vanno apprezzati, ma che hanno processualmente un ruolo diverso.
Senza volermi sostituire alla Giunta, voglio dire che il nostro emendamento per sua natura deve rimanere proprio, se del caso integrato da un altro emendamento che crea una categoria per qualche verso diversa. L'ha anche detto il collega che è intervenuto: il rappresentante dell'organizzazione ambientalista non è lì, a disposizione, per fornire gli elementi conoscitivi, ma sostanzialmente - diciamocelo con franchezza - per sorvegliare la politica urbanistica dal punto di vista ambientale. E' un altro ruolo, incompatibile con la tecnica del nostro emendamento. Ritengo invece che la Giunta possa, anzi - se mi consente l'Assessore - debba valutare chiusa questa discussione con una qualche serenità: mi chiedo se non sia il caso di introdurre a livello regolamentare qualche strumento che consenta occasioni di dialogo diverse e ulteriori rispetto a quelle previste dalla legge.
Personalmente, intendo come forza politica, devo dire che dò un apprezzamento significativo nei confronti di queste categorie e dico anche che, poiché l'accoglimento di questo emendamento è da considerarsi da parte mia e dei colleghi della maggioranza un risultato politico, io anticipo, ma non vuol essere una maraldonata, che nel caso che la rappresentanza consiliare ci vedesse coinvolti e interessati, noi metteremo la rappresentanza di competenza a disposizione delle categorie ambientaliste.
Sono convinto - lo ripeto - che se al nostro Gruppo competerà un ruolo di designazione nella CTU, questo spazio lo lasceremo a disposizione delle categorie ambientaliste, perché è proprio in quella sede che hanno il diritto, come espressione del Consiglio, di svolgere un ruolo politico. Con questo emendamento le organizzazioni produttive hanno un ruolo di collaborazione con la Giunta, perché tendono a far operare la Giunta nel modo migliore, ma non mettono in discussione e non fanno politica.
Nell'espressione invece di ordine consiliare, che evidentemente è quel pezzo di CTU rispetto al quale la Giunta si misura in termini politici perché è l'espressione del Consiglio, mi sembra giusto consentire alle associazioni ambientalistiche di svolgere un ruolo politico, non più di collaborazione a migliorare, che è la ragione d'essere del nostro emendamento.
Quindi da parte mia non c'è, e sicuramente neppure da parte degli altri estensori dell'emendamento, alcuna pregiudiziale; c'è la volontà di non stravolgere un meccanismo molto rigoroso che la Giunta aveva immaginato e che essa stessa si rende conto deve essere gestito e definito in termini molto aperti. Ringraziamo la Giunta dell'accoglimento del nostro emendamento, anche se ritengo che in futuro, sedimentato questo nostro lavoro che comincia a diventare poco raccordabile ai suoi diversi elementi non è escluso che la Giunta immagini delle sedi e delle modalità di intervento, di concertazione e di verifica con la società civile al di là degli estremi di legge, in ogni caso, ripeto, da parte del nostro Gruppo e in questo senso quindi della maggioranza- ci si farà carico affinché la rappresentanza politica del Consiglio e quindi dell'interlocutore della Giunta abbia al proprio interno rappresentanze significative e qualificate del mondo ambientalista. Ce ne facciamo personalmente carico e assumiamo l'impegno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Quando questa mattina l'Assessore Carletto respinse prima l'emendamento del collega Marino che chiedeva fossero inseriti due rappresentanti nella Commissione Tecnica Urbanistica e poi quello presentato da me insieme ai colleghi Buzio e Bresso che chiedeva ci fosse il rappresentante di Italia Nostra - e in quell'accezione di rappresentare le associazioni, per certi versi l'ambientalismo, tenuto conto della caratterizzazione di Italia Nostra dall'urbanistica alla sua evoluzione fino ad assumere i problemi ambientali - avevo capito che l'Assessore, pur respingendo quegli emendamenti, avrebbe comunque garantito la presenza delle associazioni ambientaliste ai lavori della Commissione Tecnica Urbanistica come invitati. Forse l'Assessore Carletto non era stato neanche reticente, ma evidentemente avevo capito male perché mi pareva, sotto il profilo culturale del riconoscimento dell'esistenza di questo grande problema direi prioritario nella nostra società, che non fosse ragionevole ed opportuno per nessuno, neppure per la coscienza, anzi insignificante respingere la presenza delle associazioni ambientaliste, ancorché - io dico in una forma di non diritto pieno, senza diritto di voto, nei lavori della Commissione Tecnica Urbanistica.
Sono dunque davvero sorpreso della situazione che vengo a scoprire. Mi auguro che prossimamente le questioni ambientali alleggeriranno il loro peso sul nostro futuro, ma certo in questa fase storica - quello che ho fatto è solo un augurio per ora - il disconoscere che in un comitato consultivo su problemi di pianificazione urbanistica e territoriale i rappresentanti delle associazioni ambientaliste non possano avere presenza neppure nella forma degli invitati senza diritto di voto mi sembra una questione paradossale che ha dell'assurdo! Quando ho detto che mi pareva culturalmente e sul piano della sensibilità non possibile che venisse rifiutata questa proposta - e ciò mi ha indotto quindi in errore consideravo quella mia aspettativa un pronunciamento definitivo, ma non ho fatto riferimento invece alle ragioni politiche. Non l'ho fatto volutamente, coscientemente, perché scopro oggi che le ragioni politiche di questa Giunta e di questa maggioranza stanno tutte dalla parte degli operatori che loro malgrado (forse dovrei togliere questa espressione) sono una componente, grande e rilevante del deterioramento dell'ambiente, dell'aggravamento della situazione ambientale; di questo strisciante processo che ci può portare a situazioni non solo drammatiche, perché queste sono già presenti, ma molto gravi! Non credo che sia solo per un'estrapolazione fantastica che perfino molti scienziati parlano di un rischio di catastrofe. Facciamo bene tutti a dire di non abbandonarci al catastrofismo, ma questo ci sprona ad una maggiore reazione, a non abbandonarci ad una realtà data per scontata.
Facciamo bene a non accettare il catastrofismo, ma dobbiamo assumere un atteggiamento il più possibile responsabile nei confronti delle decisioni che possono implicare apporti anche limitati, ma che si accumulano sulla questione ambientale in maniera da generare processi degenerativi molto rischiosi.
Scopro che la ragione politica - in questa Regione si parla di tutto ma non si fa politica - della maggioranza, della Giunta, dell'Assessore è quella di dimenticarsi del problema ambientale, perché così è se in una legge ci si rifiuta perfino di collocare, come invitati alla Commissione Tecnica Urbanistica, chi porta avanti una battaglia di interesse generale che potrà avere anche delle soggettività specifiche di espressione e collocazione, ma è certamente una battaglia generale. Quindi la ragione politica della Giunta è chiara.
Sto scoprendo che nell'assunzione di ruolo politico la DC non solo sta rincorrendo il Partito liberale, malo sta sovrastando. Se ho inteso bene se non è una "fumisteria" - permettimi Marchini - il Consigliere Marchini dice che se toccherà a lui cederà il posto agli ambientalisti. Io credo che gli ambientalisti il posto lo vogliano di diritto. Egli dice di spendere la sua parte di possibilità nel definire le scelte degli esperti a favore degli ambientalisti, e lo colgo come elemento positivo. Scopro invece che la DC tira questa corsa a destra, sovrastando persino il Partito liberale credo che il Consigliere Marchini debba preoccuparsi perché una corsa a destra di questo tipo, nella situazione politica attuale, alle prossime elezioni può anche far scomparire il Partito Liberale! Mi preoccuperei davvero, collega Marchini, prenderei le distanze, cercherei di essere un po' più dissimile da una DC di questo tipo, cercando spazi più ragionevoli.
Quello che mi lascia davvero perplesso e preoccupato è che, per una volta che si fa politica (credo che dal giorno in cui si è presentata la Giunta non si discuta realmente di politica), non si capisce quale sia il ruolo del Partito socialista nella maggioranza; faccio questo riferimento proprio perché per noi il Partito socialista è un partito di rapporto, non solo storico, ma anche futuro e fondamentale.
Nel dibattito sulla legge urbanistica che dura ormai da alcune sedute dopo la relazione del Consigliere Fiumara non abbiamo sentito alcun intervento dei compagni socialisti. La discussione è fra di noi, non solo fra persone, ma tra forze politiche, e spero di avere sollecitato qualche compagno socialista a prendere la parola.
Credo che anche per il Partito socialista si pongano problemi di orientamenti ed indirizzi futuri, di rapporti con la società e le altre forze politiche; mi chiedo davvero come il Partito socialista possa stare in silenzio su tutti gli argomenti posti ed affrontati. Ho percepito e colto sin dall'inizio questo atteggiamento di silenzio e distacco del Partito socialista su una questione che nel passato lo ha visto giocare un grande ruolo all'interno della Regione, come Partito di Astengo e, fuori dalla Regione, come Partito a cui erano iscritti i maggiori urbanisti italiani, da Piccinato ad Astengo, ecc.
Sulla questione del verde, lo dico adesso e avrei voluto dirlo già la volta scorsa, quando mi sono sentito torcere dentro fino alla rabbia: considero tale questione, soprattutto nelle grandi città, un dato di grande civiltà, forse uno dei più grandi insieme a quello del rapporto di solidarietà, in particolare per le persone più deboli (e cito ancora la questione degli handicap). La volta scorsa mi sono solo arrabbiato, oggi lo voglio dire: come è possibile pensare che come norma generale, non come fatti singoli e specifici, ma come casuali di necessità, si consideri verde (nel senso di forestazione ambientale, di creazione di spazi agibili all'interno di una città) quello che verde non può essere considerato? Certo, creare il verde fuori delle città è più facile; anche li è utile, ma lo è ancora di più dentro la città.
Una scelta di presenza consultiva senza diritto di voto, in una Commissione Tecnica Urbanistica dove sono rappresentati quasi tutti, viene rifiutata. Ma è questo il segno che la Regione dà, modificando 1a legge n.
56, alla società nel suo complesso? Posso collocarmi con responsabilità in tante scelte della vita della Regione, anche quando le decide la maggioranza, ma in questo caso non mi sento corresponsabile; quindi vi invito a pensare se è questa l'immagine che la Regione vuole dare. Lo chiedo al Presidente della Giunta, anche lui sempre in silenzio. Qualche segno; qualche lampadina che si illumina e lancia qualche raggio di speranza alla comunità regionale, se c'è, è proprio piccola, ha una potenza limitata, rischia persino di diventare simbolica.
Credo che il contributo degli ambientalisti sia importante, ma rischi di diventare simbolico e si faccia una battaglia che assume le implicazioni che ho già detto.
Chiedo quindi agli amici e colleghi, ad alcuni dei quali ho parlato un po' duramente, nell'ambito di un corretto rapporto politico e sul piano della vita comune che facciamo, di ripensare a questa questione e di accettare che la formulazione espressa dal Consigliere Marchini ed altri colleghi, can riferimento alle forze produttive, sia quella con la quale viene accettata la presenza dell'Associazione ambientalista all'interno della Commissione Tecnica Urbanistica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Staglianò.



STAGLIANO' Gregorio Igor

Ritengo del tutto superfluo, a questo punto della discussione, ripetere gli ampi argomenti riportati dai colleghi che mi hanno preceduto, in ultimo anche dal collega Rivalta.
Questa è una questione davvero significativa: pensiamo che la discussione apertasi meriti la massima attenzione da parte del Consiglio e di tutte le forze politiche, al di là dei confini entro cui ciascuno conduce questa battaglia secondo la propria posizione.
A nome degli altri colleghi del Gruppo Verde, ritengo che su questo punto si possa dare un segnale di disponibilità nei confronti di quella società civile che si auto-organizza e che ha voce in capitolo sulle questioni che devono essere decise, affinché i propri argomenti possano pesare.
Non mi voglio dilungare poiché nel merito le cose sono state già dette mi limito a formulare una proposta anche a nome dei colleghi. La proposta è di riscrivere l'emendamento presentato dal Consigliere Marchini ed altri aggiungendo, laddove fa riferimento agli esperti designati dalle organizzazioni regionali delle categorie produttive, il richiamo alle associazioni ambientaliste. Riteniamo che, laddove si prevede la possibilità, così come si afferma nell'emendamento, di richiedere loro contributi conoscitivi, questi contributi debbano a maggior ragione essere portati da chi in maniera disinteressata, cioè senza avere gli studi professionali attrezzati ad hoc, porti un punto di vista di sensibilità culturale, sociale, ecc.
Manifestando la disponibilità del Gruppo Verde a ritirare l'emendamento n. 111), la proposta è dunque di riscrivere l'emendamento, di cui è primo firmatario il Consigliere Marchini, con la firma di tutti i rappresentanti del Consiglio. Pensiamo che su una questione di questo genere non si possa accettare che questa o quella forza politica più o meno sensibile conceda il proprio spazio a chi si auto-organizza per rappresentare una sensibilità precisa; il tempo delle costituzioni "octroyées" è passato da molto, non vedo perché noi, alle soglie del Duemila, dovremmo riprendere questa infausta - almeno per come poi le cose si sono sviluppate - abitudine di qualche secolo fa.
Quindi, signora Presidente, formulo la seguente proposta: il Gruppo Verde è disponibile a ritirare il proprio emendamento e a firmarne uno assieme a tutte le altre forze politiche, riformulato nei termini esplicitati poc'anzi.



PRESIDENTE

Chiede di intervenire il Consigliere Marchini. Ne ha facoltà.



MARCHINI Sergio

Sostanzialmente si chiede, la nostra disponibilità a sottoscrivere un altro emendamento. Nella misura in cui i colleghi sottoscrivono il nostro emendamento integrato, vuol dire che noi ne sottoscriviamo un altro: di questo si tratta.
La maggioranza, o almeno il sottoscritto, non si pone su questo problema e lascia la Giunta arbitra di valutare, dal punto di vista dell'accettabilità o meno, questa impostazione, disposta evidentemente a sottoscrivere i documenti conseguenti. La maggioranza, pero, non ritiene avendo avuto una dichiarazione di accettazione del proprio emendamento da parte della Giunta, di essere scorretta nei confronti di quest'ultima modificando l'emendamento. Quindi noi sottoscriveremo i documenti che saranno utili ad accogliere la valutazione della Giunta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'urbanistica

Sulla questione, che giustamente sta molto a cuore al Consiglio regionale, inerente alle associazioni ambientaliste, lasciando perdere le colorazioni delle forze politiche, cioè parlando a nome della Giunta, dico che non sono assolutamente disattento al problema e alle giuste aspettative di questo mondo, che ha come obiettivo la tutela dell'ambiente.
La tutela dell'ambiente è un obiettivo da perseguire non da soli perché penso che non siano solo le associazioni ambientaliste ad occuparsi di problemi ambientali: questo deve essere sottolineato. Penso, spero e mi auguro che ci siano tante persone che, pur non facendo parte di un'associazione ambientalista, portino avanti nella società il problema dell'ambiente, anche se le associazioni ambientaliste sono sicuramente un pezzo importante di questo lavoro di maggiore attenzione nei confronti dell'ambiente.
La Giunta non ha mai inteso sottovalutare questo problema né sottrarsi al suo dovere di confrontarsi con queste associazioni: credo che il Consiglio regionale e la Giunta lo facciano abitualmente. Il problema era di capire come mantenere alla CTU quelle caratteristiche che io in più occasioni ho ripetuto e che riteniamo debba avere, ovvero di essere uno strumento tecnico che collabora con la Giunta regionale. Siamo talmente d'accordo su questa impostazione che quando poc'anzi abbiamo cercato di definire le caratteristiche di professionalità che debbono avere i nominati dal Consiglio regionale, fra quelle professionalità abbiamo inserito quella di esperto di questioni ambientali, proprio per caratterizzare e significare l'attenzione che il Consiglio regionale vuol dare a questa materia. Credo che questo non sia sfuggito ai colleghi, ed è una scelta che peraltro il Consigliere Marchini richiamava nel suo intervento, addirittura dicendo - e come Capogruppo di una forza politica credo lo possa fare legittimamente - che vi è anche la disponibilità a lasciare il posto che toccherà, se mai toccherà, alla propria forza politica ad un rappresentante di questo mondo. Mi pare dunque che, da questo punto di vista, tutto il Consiglio regionale si riconosca in questa opportunità e nel ruolo che queste associazioni hanno nella società civile.
Un ulteriore segnale è legato alla questione posta in riferimento alle categorie produttive, nel senso che da più parti viene evidenziato che se possiamo invitare le categorie produttive, appare assolutamente non opportuno e non corretto che non possano essere invitate le associazioni ambientaliste; mi sembra un'osservazione, un ragionamento (il collega Staglianò lo ha richiamato) giusto, che la Giunta condivide.
La mia proposta, colleghi, è di lasciare inalterato l'emendamento presentato dalle forze politiche di maggioranza, e da questo punto di vista non mi permetto di toccarlo, perché giustamente il Consigliere Marchini se ne aggiudicava come Gruppo la titolarità; proporrei a nome della Giunta di presentare un subemendamento di integrazione all'emendamento n. 113 A), che propone di aggiungere, dopo la parola "produttiva", le parole "delle associazioni ambientaliste". Relativamente a quali siano tali associazioni la questione è definita nello stesso emendamento, dove si parla di organizzazioni regionali ambientaliste.
A me pare, questa, una soluzione equilibrata che tiene conto delle osservazioni emerse. Ripeto: presenterei quindi un subemendamento che integra l'emendamento presentato dai colleghi dei Gruppi di maggioranza che mi sembra vada nella direzione delle questioni poste e che va visto in relazione ad una scelta già operata dalla Giunta rispetto agli esperti quando ha indicato la professionalità di tutela dell'ambiente fra quelle che dovranno essere rappresentate nella CTU. Si tratta di un ulteriore rafforzativo della scelta stessa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Fiumara.



FIUMARA Francesco

Grazie, signor Presidente. Non voglio e non penso di dover polemizzare con il collega Rivalta, ma visto che mi ha chiamato in causa gli devo una brevissima risposta.
Prenotandomi, avendone diritto a norma di Regolamento, per la replica come relatore della legge al termine della discussione generale, voglio anticipare al collega Rivalta che il PSI non è silenzioso perché non sa cosa dire, ma per due precisi motivi. In primo luogo, perché il PSI ha già operato una propria scelta nel momento in cui è arrivato in aula con le modifiche alla legge, rispetto alle quali il PSI è protagonista.
In secondo luogo, il PSI non condivide questo di tipo di dibattito: questo per noi è ostruzionismo. Posso anche riconoscere che in questo mare di emendamenti ci possa essere qualcosa di interessante e meritevole di qualche discussione, ma bisognava allora seguire la strada di ridurre questo mare a pochi emendamenti sui quali ci si poteva confrontare serenamente: scelta la strada dell'ostruzionismo, il PSI ha deciso di non seguirla. Ecco i motivi del nostro silenzio, Consigliere Rivalta. Non ci sono altre motivazioni. Condividiamo le modifiche apportate, ne siamo protagonisti e le difendiamo. Nelle repliche, il collega potrà ascoltare la voce del PSI in modo compiuto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino per dichiarazione di voto.



MARINO Massimo

Mi pare si stia facendo una grande confusione, non di forma ma di sostanza. Stiamo formalmente discutendo l'emendamento n. 111) presentato dal Consiglieri Chiezzi, Miglio e Segre, che dal punto di vista formale è completamente diverso dall'emendamento cui primo firmatario è il Consigliere Marchini. La dizione proposta dal Consigliere Marchini non è confondibile con quella del Consigliere Miglio e altri: "Alle sedute della Commissione partecipano senza diritto di voto, un esperto designato dalle associazioni ambientaliste, dagli agricoltori e dagli artigiani".
Personalmente, come ho già detto stamattina, non condivido l'avallo di un metodo che affianca le associazioni ambientaliste agli industriali, agli artigiani, agli agricoltori, ai salumieri ed ai panettieri. Ritengo che la volontà di chi ha presentato questo emendamento non fosse questa: nei fatti, però, questa è la cultura che sta passando, anche nelle differenze in questo Consiglio.
Voglio ricordare all'Assessore Carletto che è vero che ci saranno probabilmente degli artigiani.
degli industriali e dei panettieri sensibili alle questioni ambientali.
Per carità, ce ne sono anche, per fortuna, in quasi tutte le forze politiche, ma un'associazione istituita e costituita per occuparsi della tutela ambientale è cosa diversa: il che non ha niente a che fare con il fatto che un Consigliere, se lo ritiene, faccia eleggere al suo posto un ambientalista.
Ho l'impressione che le associazioni ambientaliste rifiuteranno comunque questa logica di apparente compromesso cui stiamo arrivando: in ogni caso, non è confondibile l'emendamento a prima firma Miglio con una modifica dell'emendamento Marchini e colleghi che parla d'altro: "Alle sedute possono, essere altresì invitati - e quindi se l'Assessore lo ritiene - esperti in rappresentanza e su designazione delle organizzazioni..." Se l'Assessore volesse esprimere una qualche disponibilità, faccia riferimento all'emendamento n. 111) e non al n. 113).
Il n. 111) dà alle associazioni ambientaliste, la dignità, seppure miserabile, di membro che non vota, ma che non ha bisogno di essere invitato. Nella legge è previsto come membro che presenzia soltanto, senza possibilità di voto e di esprimere il punto di vista di chi si occupa degli aspetti generali delle questioni e non degli interessi particolari. Altra cosa è che ci sia un ambientalista che viene consultato se l'Assessore lo ritiene (cosa che a mio parere non avverrà mai). La modifica dell'emendamento 113 A) è un compromesso da rifiutare, e personalmente voterò contro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cavallera.



CAVALLERA Ugo

Dopo quanto detto dai colleghi di maggioranza , e dall'Assessore in ordine al problema della presenza di forze produttive e di associazioni ambientaliste in seno alla CTU mi resta poco da aggiungere. Intendo richiamane la disponibilità della maggioranza nei colloqui che si sono svolti informalmente dopo i lavori di Commissione ad accogliere la richiesta di ampliamento della presenza di esperti - sottolineo il termine esperti nel senso a cui faceva riferimento l'Assessore - eletti dal Consiglio regionale, che abbiamo individuato nel numero di otto.
Che questo fosse un nodo difficile da sciogliere era risaputo, e il dibattito lo sta dimostrando. Mi sembra però che si intraveda una soluzione: chiederei di non formalizzarsi, a questo punto, in bizantinismi dal punto di vista procedurale, visto che le questioni di principio sono state tutte precisate. Bene ha fatto il collega Marchini a svolgere le proprie considerazioni, come pure l'Assessore a rispondere puntualmente seguito dalle puntualizzazioni del collega Fiumara. Ritengo non resti nient'altro che chiedere ai presentatori dell'emendamento n. 111) di ritirarlo e di convergere sul n. 113 A), con l'integrazione del subemendamento dell'Assessore Carletto e, ovviamente, apponendo la firma dei presentatori del n. 111) all'emendamento n. 113 A), che avrebbe così un largo consenso. In questo senso farei un appello al Capogruppo dei Verdi ed agli altri firmatari dell'emendamento n. 111), che mi sembra stiano discutendo in questo senso: mi auguro che la questione si possa concludere in questo modo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 111) presentato dai Consiglieri Miglio, Segre e Chiezzi. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 10 voti favorevoli. 22 contrari e 3 astensioni.
112) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Miglio: All'art. 9 del disegno di legge n. 98, che sostituisce l'art. 76 della LR n. 56/77 e s.m, ed i., sono apportate le seguenti modificazioni: dopo il settimo comma aggiungere il seguente nuovo ottavo comma: "8. Alle sedute della Commissione partecipano altresì, senza diritto di voto: un esperto designato rispettivamente dalle Associazioni ambientaliste, e degli agricoltori".
L'emendamento viene ritirato.
113) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Miglio e Segre: All'art. 9 del disegno di legge n. 98, che sostituisce l'art. 76 della LR n. 56/77 e s.m, ed i., sono apportate le seguenti modificazioni: dopo il settimo comma aggiungere il seguente nuovo ottavo, comma: "8. Alle sedute della Commissione partecipano altresì, senza diritto di voto: un esperto designato rispettivamente dall'Ordine dei Geologi dall'Ordine degli Agronomi, dalle Associazioni ambientaliste, e degli agricoltori".
L'emendamento viene ritirato.
Subemendamento 113 A/1) presentato dalla Giunta regionale: All'emendamento 113 A), presentato a firma Marchini, Cavallera Fiumara, Goglio, Vetrino, Staglianò, Miglio, Segre e Rivalta: dopo la parola "produttive" aggiungere le parole: "e delle Associazioni ambientalisti e maggiormente rappresentative".
La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Chiedo all'Assessore di chiarire questo punto, perché così com'è l'emendamento dice "Alle sedute possono essere altresì invitati esperti...".
Visto lo spirito delle proposte presentate fino ad oggi, l'eventuale aggiunta dopo le parole "le categorie produttive" delle parole "associazioni ambientaliste" è priva di qualunque significato. Non capisco perché l'Assessore dovrebbe, su una precisa questione, ascoltare le associazioni ambientaliste. Se lo vuole fare: in ogni caso nessuno glielo vieta, ed eventualmente lo potrà fare non nella sede formale della CTU, ma a questo punto forse sono più significative altre sedi che la CTU.
Chiedo - se questo è lo spirito - di modificare l'emendamento, in modo che alle parole "possono essere"siano sostituite "sono altresì invitate le associazioni ambientaliste e possono essere invitati esperti", che ha un significato lievemente diverso. In caso contrario, voterò contro. Non vorrei che i colleghi si facessero prendere un po' dalla confusione con la quale stiamo discutendo: rispetto alla discussione fatta finora, il subemendamento, così come viene proposto, è privo di qualunque significato.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa per ragioni procedurali.



(La seduta, sospesa alle ore 17,09, riprende alle ore 17,12)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Stiamo discutendo il subemendamento n. 113 A/1) presentato dall'Assessore Carletto: alcuni Consiglieri hanno presentato una nuova formulazione dell'emendamento.
I Consiglieri proponenti l'emendamento n. 113 A), cioè i Consiglieri Marchini, Cavallera, Fiumara, Goglio e Vetrino dichiarano di ritirarlo sostituendolo con una pagina firmata dai Consiglieri Marchiasi, Cavallera Fiumara, Goglio, Vetrino, Staglianò, Miglio, Segre e Rivalta. Il nuovo emendamento recita: dopo la parola "produttive", aggiungere le parole "e delle associazioni ambientaliste maggiormente rappresentative".
A seguito di questa nuova formulazione, anche l'Assessore Carletto ritira il suo subemendamento. Rimane quindi in piedi il subemendamento Chiezzi n. 113 A/2) "e delle organizzazioni sindacali competenti".
Ha chiesto la parola per l'illustrazione il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

L'emendamento proposto è chiarissimo. Chiedo che, nel momento in cui si invitano le categorie produttive, contestualmente vengano invitate le associazioni sindacali competenti di ordine regionale.
Per quanto riguarda il complesso dell'emendamento, ero favorevole all'ampliamento dell'invito alle Associazioni ambientaliste, anche se auspicavo qualcosa di più di un semplice invito, essendo stato sostenitore di una modifica in base alla quale le Associazioni partecipavano a pieno titolo alla CTU, pur senza avere diritto di voto. Quindi se l'Assessore Carletto avesse mantenuto il subemendamento, avrei votato a favore; poich l'articolo è stato ritirato e riformulato in forma unitaria, non voterò a favore di quest'ultimo.
Chiedo però l'integrazione con le organizzazioni sindacali.



PRESIDENTE

Il subemendamento n. 113 A/ 1) presentato dalla Giunta regionale è ritirato.
Subemendamento n. 113 A/2) presentato dai Consiglieri Chiezzi Maggiorotti e Calligaro: dopo le parole "categorie produttive" aggiungere: "e delle Organizzazioni sindacali competenti".
Pongo quindi in votazione il subemendamento n. 113 A/2 presentato dai Consiglieri Chiezzi, Maggiorotti e Calligaro, non accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 8 voti favorevoli, 21 contrari e 7 astensioni.
Pongo in votazione l'emendamento n. 113 A) a firma dei Consiglieri Marchini. Cavallera, Fiumara, Goglio, Vetrino, Staglianò, Miglio, Segre e Rivalta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 22 voti favorevoli e 10 astensioni.
113 A/2) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: All'art. 9, l'ottavo comma del nuovo art. 76 è così modificato: dopo la parola "interessati" il punto e virgola è sostituito con un punto e sono soppresse le parole: "possono inoltre assistere alle sedute i Consiglieri regionali".
113 bis) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: All'art. 9 al nono capoverso dopo i due punti sono soppresse le parole: "possono inoltre assistere alle sedute i Consiglieri regionali".
114) Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Rivalta e Buzio:' Al primo comma, non capoverso dopo i due punti, sostituire le parole "possono inoltre assistere" con le parole: "possono inoltre partecipare".
114 bis) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: All'art. 9 dopo il nono capoverso dopo i due punti aggiungere il seguente capoverso: "l Consiglieri regionali possono partecipare alle sedute accompagnati da esperti".
La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'urbanistica

Nell'incontro fatto è emersa questa giusta osservazione: i Consiglieri regionali hanno diritto di partecipare senza alcuna necessità di scriverlo nella legge; si propone dunque di sopprimere questa dizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Chiedo di specificare meglio, perché non ho capito. La legge n. 56 dice "alle riunioni del CUR possono partecipare i Consiglieri regionali"; con la parola partecipare si intende una cosa precisa, nel senso che i Consigliere possono intervenire, ovviamente non votano, ecc. Quindi non cerchiamo dì far passare delle cose nella disattenzione generale.
L'Assessore Carletto aveva presentato un emendamento usando, non casualmente, un verbo diverso "i Consiglieri regionali possono inoltre assistere alle sedute". Questa è una cosa diversa, che vuol dire che i Consiglieri possono assistere, possono vedere il film ma non esserne attori.
Il Consigliere Macchini, se ricordo bene. Nella discussione fatta in Assessorato evitò di affrontare di petto la questione dicendo: "Non sta bene scrivere in una modifica della legge che i Consiglieri regionali possono assistere ad un organismo regionale".
Chiedo che l'Assessore dia un chiarimento, perché questo è un altro punto su cui, in una situazione di particolare gravità, stiamo giocando sulla confusione, sulla stanchezza e sul disinteresse generale.
Probabilmente è anche colpa di molti di noi, lo devo riconoscere, ma una cosa è ripristinare il punto che c'era prima nella legge, e cioè che i Consiglieri regionali possono partecipare alle riunioni del CUR. ora CTU altro è non mettere nulla: è una cosa diversa.
Faccio un esempio, per essere molto chiari e precisi, altrimenti sembra che qui si voglia far perdere del tempo a qualcuno. Il giorno 14 il CUR dovrebbe discutere del Piano regolatore del Comune di Bruino: c'è, una proposta fatta dagli Ambientalisti di Bruino e firmata da 230 abitanti su 6000 che chiede una modifica affinché il parco del castello di Bruino diventi parco regionale.
Voglio capire se un Consigliere regionale, ai sensi di questo nuovo camma, può partecipare alle riunioni della CTU per sostenere le posizioni che probabilmente, viste le modifiche che si stanno apportando alla legge nessun ambientalista avrà la possibilità di esporre in quella sede. Chiedo che l'Assessore chiarisca se i Consiglieri regionali possono o meno partecipare alla riunione della CTU, nel senso di intervenire e ovviamente a che titolo, anche se questo mi pare chiaro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi sull'insieme degli emendamenti presentati (nn. 113 A/2), 113 bis), 114) e 114 bis) inerenti la partecipazione dei Consiglieri regionali alle sedute della CTU.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo soprattutto sulla proposta di sopprimere l'esplicito riferimento alla possibilità di partecipare alle sedute dei Consiglieri regionali; che è l'emendamento proposto dalla maggioranza. Ritengo questo un fatto che genera confusione, perché togliere il riferimento esplicito a questa partecipazione può generare l'interpretazione che è stata tolta ai Consiglieri regionali la possibilità di partecipare. Lo ritengo un fatto da evitare, tanto più se l'Assessore dice che ritiene addirittura implicito nei compiti e nei poteri dei Consiglieri regionali quello di partecipare.
Se è così, allora è proprio bene non creare degli equivoci o necessità di interpretazioni, circolari, rassicurazioni successive. Nel comma 12 era previsto: continuiamo a mantenerlo! Quello che chiederei in più è quanto propongo con l'emendamento n.114 bis), laddove si prevede che i Consiglieri regionali possano partecipare a queste sedute facendosi accompagnare da esperti per avere maggiore intelligibilità delle questioni discusse alla CTU ed anche allo scopo di mettere in pari condizioni di operare i Consiglieri che partecipano alla CTU come Assessori e membri del governo e i Consiglieri come semplici eletti in Consiglio regionale.
Chiedo quindi che questa discussione, ove fosse accolta dalla maggioranza, sia svolta in termini unitari per rendere possibile la votazione sulla proposta che i Consiglieri regionali partecipino alla CTU con l'appoggio, se lo ritengono s'intende, di un esperto.



PRESIDENTE

Se non vi sono obiezioni, la discussione viene svolta sull'insieme degli emendamenti.
La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'urbanistica

Debbo confermare ai colleghi che sono intervenuti e a tutto il Consiglio che il Consigliere regionale può partecipare alle sedute della CTU così come poteva partecipare alle sedute del CUR. potendo interloquire durante i lavori, ma dovendo uscire dall'aula prima dell'espressione del voto.
Abbiamo presentato questo emendamento, perché nell'incontro avuto con i Gruppi, qualche Gruppo di opposizione aveva sollevato il fatto che fosse di cattivo gusto scrivere nella legge che i Consiglieri regionali potevano partecipare. Condivido, tutto sommato, questa tesi ed è per questo motivo che ho accolto tale richiesta. Se il Consiglio ritiene che ciò possa generare confusione, poiché per la Giunta è chiarissimo che il Consigliere regionale può partecipare, può interloquire; ma deve uscire, come escono dall'aula tutti i soggetti che non hanno diritto di voto prima che il voto sia espresso, io non ho alcuna difficoltà, se il Consiglio ritiene che non sia chiaro; a ritirare, l'emendamento da me presentato. Lo ritiro perch non ritengo opportuno vi siano delle non chiarezze.
Per quanto riguarda il fatto che i Consiglieri regionali si facciano assistere da esperti, devo esprimere la mia contrarietà perché non è vero che il Consigliere regionale è nella stessa situazione del Consigliere comunale; ti Consigliere comunale è espressione di un ente locale che viene a discutere di un piano, mentre il Consigliere regionale può disporre degli esperti della Giunta. La struttura della Giunta è composta di esperti ai quali il Consigliere regionale,, in qualsiasi momento, prima, durante e dopo la seduta della CTU, può rivolgersi per avere tutti i chiarimenti e si trova quindi nella stessa condizione nella quale si trovano l'Assessore e il Presidente della Giunta. Mi pare quindi assolutamente inutile e pertanto non accolgo tale emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 113 A/2) presentato dall'Assessore è ritirato, così come l'emendamento n. 113 bis) del Consigliere Chiezzi: Per quanto riguarda l'emendamento n. 114) presentato dai Consiglieri Bresso, Rivalta e Buzio, come si esprime la Giunta?



CARLETTO Mario, Assessore all'urbanistica

Non lo accogliamo perché abbiamo lasciato il testo iniziale, avendo ritirato l'emendamento da noi presentato.



PRESIDENTE

Pongo pertanto in votazione l'emendamento n. 114) presentato dai Consiglieri Bresso, Rivalta e Buzio, non accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 5 voti favorevoli, 21 contrari e 4 astensioni.
Pongo ora in votazione l'emendamento n. 114 bis) presentato dal Consigliere Chiezzi.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 7 voti favorevoli, 23 contrari e 1 astensione.
114 ter) Emendamento presentato dall'Assessore Carletto: All'art. 9, il nono comma del nuovo art. 76 è sostituito dal seguente: "1 pareri della Commissione sono espressi in presenza dei soli componenti elencati al terzo comma".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo all'Assessore Carletto quali soggetti sono rimasti dopo le modifiche apportate al terzo comma.



CARLETTO Mario, Assessore all'urbanistica

Sono i seguenti: a) l'Assessore regionale; b) 8 esperti; c) 3 esperti; d) 6 esperti (avendo introdotto l'Associazione dei centri storici).
Pertanto, i soggetti che hanno diritto di voto sono In totale 18.



CHIEZZI Giuseppe

Se ho ben capito, si sostituisce una dizione positiva con una dizione negativa.



CARLETTO Mario, Assessore all'urbanistica

No, questo emendamento chiarisce: è un fatto tecnico proprio per non creare confusione.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione l'emendamento n. 114 ter) presentato dall'Assessore Carletto.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 31 voti favorevoli e 4 astensioni.
115) Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Rivalta e Buzio: Al primo comma, al termine del nono capoverso aggiungere: "1 dirigenti regionali dei settori interessati possono partecipare con diritto di parola alle sedute".
La parola al Consigliere Rivalta per l'illustrazione.



RIVALTA Luigi

Nella legge è detto che, insieme alle adunanze del Comitato; oltre a studiosi e tecnici particolarmente esperti, in speciali problemi, possono essere invitati i dirigenti regionali dei settori interessati. Con il nostro emendamento intendiamo introdurre il principio che i dirigenti regionali dei settori interessati, in rappresentanza dell'Assessore possano partecipare con diritto di parola e non solo se invitati. Un dirigente di settore può essere al corrente che si discute o si decide...



CARLETTO Mario, Assessore all'urbanistica

Stamattina, quando ho replicato su questo tema, ho detto non solo di essere d'accordo, ma che nel regolamento della CTU indicheremo l'elenco dei settori della Regione che hanno attinenze al territorio, quindi che partecipano alla CTU con diritto di parola.



RIVALTA Luigi

Il "può" significa quindi rimandare al regolamento che deciderà?



CARLETTO Mario, Assessore all'urbanistica

E' un mio impegno politico affinché nel regolamento sia indicato non solo che partecipano", ma siano definiti i settori che dovranno partecipare, naturalmente con diritto di parola.



RIVALTA Luigi

Sulla base di questo impegno di futura precisazione nel regolamento ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 115) viene ritirato dal Consigliere Rivalta.
116) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Miglio e Segre: All'art. 9 del disegno di legge n. 98, che sostituisce l'art. 76 della LR n. 56/77 e s.m, ed i., sono apportate le seguenti modificazioni: al decimo comma dell'art. 76 le parole "di cui alle lettere b), c) e d) del terzo comma del presente articolo" sono soppresse.
La parola al Consigliere Miglio.



MIGLIO Mario

Ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

117) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Miglio e Segre: All'art. 9 del disegno di legge n. 98, che sostituisce l'art. 76 della LR n. 56/77 e s.m, ed i., sono apportate le seguenti modificazioni: dopo il decimo comma aggiungere il seguente nuovo undicesimo comma: "11. L'iniziativa per la proposta di revoca dei membri della Commissione Tecnico Urbanistica può essere assunta anche dal Consiglio regionale; in tale caso occorre il parere favorevole dell'organo o ente che li ha designati".
La parola al Consigliere Miglio per l'illustrazione.



MIGLIO Mario

Mantengo l'emendamento, ma con la soppressione della parte: "in tale caso occorre il parere favorevole dell'organo o ente che li ha designati" perché mi sembra superflua.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'urbanistica

Credo che non sia corretto che il Consiglio regionale revochi da membro del CUR una persona designata da altri enti.



MIGLIO Mario

Non è chiaro, perché parlo di iniziativa. Non dico che è il Consiglio che revoca; dico che un Consigliere può segnalare all'Assessore o alla Giunta la possibilità di considerare l'ipotesi di revocare un membro, ma le procedure rimangono quelle previste, cioè la revoca effettiva è assunta dal Presidente della Giunta sentendo anche gli enti.



CARLETTO Mario, Assessore all'urbanistica

Poiché è una materia delicata perché attiene a persone ed a comportamenti, a come le persone designate rispondono all'affidamento della responsabilità che viene loro data dall'ente che designa, chiederei di farla rimanere com'è.
Se poi ci fossero fatti gravi relativamente ad alcune persone, ci sono gli strumenti (lo Statuto ed il regolamento) per intervenire.



PRESIDENTE

Non è mia materia, ma non penso che questo emendamento sia legittimo nel senso che può essere ricompreso dagli strumenti ordinari che ha il Consiglio (le interrogazioni, gli ordini del giorno e le mozioni).Pertanto proporrei di ritirare l'emendamento perché comporta un eccesso di potere.
La parola al Consigliere Miglio.



MIGLIO Mario

A questo punto ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto sull'art. 9.



CHIEZZI Giuseppe

Desidero svolgere una dichiarazione di voto poiché si tratta di uno degli articoli più importanti della legge e perché l'eliminazione del CUR e la nascita di una Commissione Tecnica Urbanistica è un fatto molto importante.
A mio parere, anche con gli emendamenti introdotti, non si raggiunge un nuovo livello di qualità per l'organismo. Probabilmente è un organismo nato snello, ma che, dopo gli emendamenti, non lo è più: è un organismo che conserva tutti i pericoli del precedente. Si può tentare a questo punto una sperimentazione, anche se temo che il salto di qualità che deve svolgere tale organismo sia ancora tutto da fare. Solleciterei quindi l'Assessore che ha in animo di affrontare una revisione della legge urbanistica, in termini globali, di non abbandonare il tema relativo alla ricerca del modo e della forma di un organismo tecnico di alta consulenza per l'Amministrazione regionale su temi così delicati.
Il mio voto è quindi contrario.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, si proceda alla votazione per appello nominale dell'ari. 9 nel testo modificato.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 41 hanno risposto SI 26 Consiglieri hanno risposto NO 14 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 9 è approvato.


Argomento: Comunita' montane

Esame progetto di legge n. 185: "Contributo straordinario alle Comunità montane"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 185, di cui al punto 15) all'o.d.g.
Su questo punto c'è una scadenza, nel senso che oltre il 15 novembre non si può accedere ai finanziamenti.
La parola al relatore, Consigliere Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, relatore

Già il Presidente ha ricordato l'urgenza dell'approvazione di questa legge regionale, che interviene per alleviare lo stato di gravità e di confusione finanziaria entro la quale si trovano ad operare le Comunità montane.
L'argomento è noto e la mia relazione è fatta in termini di estrema contenutezza. E' giustamente utile che oggi passi questo provvedimento perché le nuove norme relative alla legge di contabilità regionale prevedono che le varie disposizioni d'intervento di spesa siano assunte entro la fine del mese di novembre.
Il finanziamento statale dei Piani di sviluppo socio-economici delle Comunità montane è stato, per l'esercizio 199l, ridotto da 150 a 100 miliardi: in sede di ripartizione di trasferimenti sono stati poi recuperati 15 dei 50 miliardi. E' evidente lo stato di disagio delle Comunità montane, che peraltro erano state sollecitate dalle singole Prefetture a proporre nei bilanci i trasferimenti uguali a quelli dell'anno 1990, aumentati del 5%, pari al tasso di inflazione programmato.
Di fatto lo Stato ha decapitato circa il 33% dei Piani di sviluppo 1991; le Comunità montane si sono trovate in stato di grossa difficoltà e la Regione ha ritenuto di intervenire - questo è stato più volte sollecitato anche in sede di discussione del bilancio - per sopperire almeno a una parte del vuoto creatosi entro il Piemonte perle Comunità stesse. La Regione ha ritenuto di proporre, attraverso quattro articoli di questa leggina. (intervento per una somma di 2 miliardi: è un discorso riecheggiato più volte in quest'aula.
Termino sottolineando come il provvedimento legislativo erogherà il contributo, secondo l'art. 14 della LR n. 17 del 1973, ripartendolo tra le Comunità montane per il 50% in funzione dell'estensione territoriale e per il 50% in funzione della popolazione residente. Questa relazione è il frutto di un combinato intervento operativo di intelligenze della I Commissione con la Commissione permanente per gli adempimenti istituzionali attuativi della legge n. 142 del 1990, che hanno espresso entrambe parere favorevole. Ne raccomando l'approvazione.



PORCELLANA FRANCESCO



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Buzio; ne ha facoltà.



BUZIO Alberto

Su questo disegno di legge certamente c'è larghissima convergenza anche perché noi avevamo già varato questo provvedimento, ritornato in aula per motivi tecnici, che è il frutto di un dibattito svolto in sede di bilancio, in cui sostanzialmente non dicevamo nulla di più se non riconoscere alle Comunità montane quello che spettava loro di diritto.
Questo impegno regionale non è ancora adeguato rispetto alle problematiche della montagna; è semplicemente - come lo stesso Consigliere Beltrami riconosceva - un recupero del mal tolto a livello governativo.
Purtroppo anche la Finanziaria non dà segni positivi nel senso di recuperare 1150 miliardi previsti negli anni precedenti, anzi al riguardo è tutto molto nebuloso e le linee di tendenza sono quelle di non riconoscere questo importo. Tuttavia auspico che in sede del prossimo bilancio regionale si recuperino interventi propri della Regione sulla montagna indipendentemente dai finanziamenti statali, soprattutto finanziando le leggi della montagna mai finanziate.
Ci sono parecchie leggi sulla montagna rimaste lettera morta per moltissimi anni, ultima in ordine cronologico è la n. 23 (risalente a un anno fa) che addirittura nel disegno di legge regionale si vuole cancellare.
Penso che un intervento significativo sulla montagna vada ripreso e colto in tutta la sua importanza strategica come obiettivo generale della Regione; questo è semplicemente un atto dovuto rispetto alle Comunità montane che da mesi attendono questi, finanziamenti per pagare il personale e per fare l'ordinaria amministrazione. Ha fatto bene, dunque, il Consiglio regionale ad accelerarne la procedura in aula e a varare questo provvedimento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Sartoris; ne ha facoltà.



SARTORIS Anna

Anche noi siamo d'accordo con questo finanziamento alle Comunità montane; ci preoccupano solo due cose. Primo, sperando che sia soltanto una dimenticanza, il fatto che non sia stata fornita una tabella precisa fermandosi solo all'indicazione del 50% in base alla popolazione e del 50 in base al territorio: avremmo voluto vedere in un elenco come questi soldi vanno a incidere sul territorio; ovvero sulle 45 attuali Comunità montane.
Tengo a sottolineare "attuali" Comunità montane, perché rispetto al progetto di legge della Giunta regionale, se ci fosse stata la nuova legge i soldi sarebbero stati distribuiti ben diversamente.
Non vorremmo, e questa è la seconda preoccupazione dovuta anche a voci già sentite in loco, che questi spiccioli - tenendo presente che la Regione Piemonte conta 45 Comunità montane e che molto del suo territorio è montano, due miliardi di contributi sono un po' pochino rispetto alle condizioni in cui versano le Comunità montane - fossero uno scambio per far deglutire il boccone molto amaro dell'uscita dalle Comunità montane. Non vorremmo che il denaro fosse utilizzato come interscambio: "Vi diamo qualche soldino così voi fate i braci e non fate troppo rumore, accettando di buon grado questa legge che vi butta fuori dalle Comunità montane finite i lavori progettati e poi ritiratevi in buon ordine", e tutto finisce li.
Questa è la preoccupazione: non vorremmo, in loco, sentire questi discorsi. Vorremmo semplicemente, com'è giusto e doveroso, che la Regione pensasse alle 45 Comunità montane e a questi due miliardi come ad un aiuto ad amministrazioni che fanno molto sul territorio. Ricordo che nelle passate consultazioni i rappresentanti delle Comunità montane hanno fatto presente che il denaro che viene dato loro si trasforma in servizi: molte Comunità montane trasformano il poco denaro che viene dato loro in servizi che noi come Regione non possiamo garantire se non passando attraverso le Comunità montane.
Concordo con il collega Buzio sul fatto di dover, nella prossima legge finanziaria, prevedere maggiori finanziamenti per le Comunità montane, come sicuramente meritano. Ciò tenendo presente il discorso, tuttora aperto della ristrutturazione del territorio delle Comunità montane. Come Gruppo voteremo comunque a favore.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, passo la parola all'Assessore Nerviani..



NERVIANI Enrico, Assessore agli enti locali

E' nota l'origine di questa iniziativa, che intendeva compensare le Comunità montane per la mancata assegnazione dei fondi attesi nella misura prevista da parte dello Stato.
Credo che il Consiglio regionale dimostri con questo intervento una minima sensibilità nei loro confronti e assolva il suo dovere di prestare attenzione a momenti particolari, quali quelli di un'attesa delusa, che sembrava presentarsi nel momento in cui si è deciso di erogare alle Comunità montane questo contributo straordinario.
Non credo che si possa collegare questa erogazione con l'intenzione di cancellare un certo numero di Comuni dall'elenco dei quelli appartenenti a Comunità montane, un tempo inseriti nelle stesse, ma sui quali si nutrono comunque obiettivi dubbi. La legge, che peraltro la collega Sartoris dovrà votare insieme a tutti gli altri membri del Consiglio regionale - la cui approvazione, quindi, sarà affidata al Consiglio regionale e non alla Giunta soltanto - intende, nel suo attuale momento di proposizione difendere fino in fondo le caratteristiche di montanità e privilegiare la montanità rispetto alle condizioni di forzatura che avevano inserito alcuni Comuni in queste realtà che non sono loro proprie.
Assumo personalmente le preoccupazioni della collega Sartoris in termini esattamente rovesciati, cioè nel senso della raccomandazione a dare di più e riservare maggiore attenzione a chi è obiettivamente della montagna. Ciò con una costruzione e con un impianto che non sia da piagnisteo, ma che immagini un futuro più organizzato e più solido come si addice ad una realtà che si appresta, non soltanto per legge ma nei fatti a diventare a tutti gli effetti ente locale con la sua particolare dignità.
Non c'è quindi alcuna intenzione di minimalizzazione nella nostra iniziativa, che ripeto è ancora in termini di proposta, anche se è stata largamente diffusa e conosciuta, e che è stata in itinere, grazie alle avvenute consultazioni e grazie agli interventi dei colleghi opportunamente modificata - e sicuramente ancora lo sarà, in quello spirito che abbiamo sovente ricordato, di "provvedimenti aperti" per quanto attiene all'applicazione della legge n. 142, fin dove è possibile e fin dove l'obbligo della decisionalità finale lo consente.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento pongo in votazione per appello nominale l'aut. 1.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 33 Consiglieri.
L'intero testo della legge è approvato.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPAGNUOLO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sartoris.



SARTORIS Anna

Vorrei chiedere se è possibile far avere ai Gruppi la tabella di quello che spetta alle varie 45 Comunità Montane.



PRESIDENTE

La sua istanza è più che giustificata. La Giunta sarà sicuramente attenta e precisa nei confronti dei colleghi Consiglieri, informandoli dettagliatamente su quanto andrà a decidere.



BRIZIO Gian Paolo, Presidente della Giunta regionale

Non appena la legge sarà diventata tale.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Esame progetto di legge n. 175: "Modifiche ed integrazioni alla LR 1/3/79 n. 10: 'Programma di intervento per l'impiantistica sportiva'"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del progetto di legge n. 175, di cui al punto 12) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Peano, che ha facoltà di intervenire.



PEANO Piergiorgio, relatore

Il disegno di legge regionale discusso presso la IV Commissione necessita, stante la ristrettezza dei tempi dati per l'attuazione del provvedimento, di alcuni emendamenti di natura finanziaria e procedurale finalizzati, per l'appunto, a rendere fattibile l'iniziativa legislativa in questione.
Nel programma d'intervento sono stabiliti gli adempimenti da osservarsi a cura dei soggetti titolari al fine di completare l'istanza di finanziamento.
I 30 giorni assegnati nella normativa per l'integrazione e la presentazione degli allegati tecnici ed amministrativi previsti dal provvedimento si applicano esclusivamente per le istanze del 1991: pare opportuno, onde evitare la reitèrazione di medesimi atti, che le stesse disposizioni vadano attivate anche nei confronti delle istanze da presentarsi per l'anno 1992 a scadenza naturale il 31 luglio.
Teniamo presente che sono a finanziamento e a bilancio circa 2 miliardi.
Le stesse Amministrazioni locali possono sin d'ora elaborare le progettazioni e valutare le possibilità d'intervento senza i vincoli derivanti dall'urgenza della scadenza.
In termini finanziari l'emendamento che si propone è finalizzato al trasferimento sul bilancio 1992 dello stanziamento 1991 in aggiunta alle disponibilità che saranno definite per tale anno, in quanto le obbligazioni scadranno effettivamente nel prossimo anno.
E' un disegno di legge di 5 articoli.
Con l'art. 1, "Finalità", la Regione provvede all'incentivazione delle iniziative di impiantistica sportiva per l'anno 1991 conformemente alle disposizioni, ai criteri ed alle modalità previste dal Programma d'intervento di cui all'art. 2.
L'art. 2 prevede il Programma d'intervento, strumento attuativo delle finalità di cui all'ari. 1. L'art. 3 contiene le norme finanziarie, le quali prevedono per quest'anno 2 miliardi.
La presente legge ha una certa urgenza, stante il fatto che entro 1130 novembre dovrebbe essere approvata per consentire all'Assessore di trasmettere i finanziamenti.
Molti progetti sono già pervenuti; l'Assessore mi sembra abbia indicato in Commissione una sua volontà di destinare i contributi di quest'anno alle ultimazioni di impianti, in particolare per l'illuminazione pubblica degli impianti sportivi esistenti e quindi credo che le Amministrazioni comunali interessate dovranno provvedere a ripresentare le istanze entro 130 giorni successivi all'approvazione della presente legge.
La parola al Consiglio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Bortolin: ne ha facoltà.



BORTOLIN Silvana

Intervengo anche per dichiarazione di voto, quindi sarò brevissima.
Abbiamo discusso in Commissione questa proposta, anche con una certa urgenza, come ce l'ha sottoposta l'Assessore; e ci preme ricordare alcune valutazioni fatte in sede di Commissione e gli impegni assunti.
E' una proposta di modifica di legge che vede un finanziamento di due miliardi a fronte di circa 200 miliardi o poco meno di richieste da parte delle Amministrazioni comunali della nostra Regione. Ci sono stati esposti i criteri e le priorità che l'Assessore intende seguire, che noi crediamo siano molto importanti e che sicuramente saranno seguiti per erogare i finanziamenti.
Riteniamo pero che questo finanziamento, e per questa ragione ci siamo astenuti e ci asterremo anche in aula, a fronte delle richieste e delle necessità espresse dalle Amministrazioni locali, sia insufficiente.
In futuro occorrerà integrare, quindi investire di più in impianti o attrezzature sportive: in questo modo non soltanto si è presenti sul territorio con attività sportive vere e proprie ma, l'abbiamo detto in Commissione e ci preme ribadirlo, riteniamo importante, anche nei punti più decentrati della nostra Regione, fare attività di socializzazione soprattutto in direzione dei giovani. Abbiamo impegnato l'Assessore a ritornare in Commissione per esporci in modo più ampio e dettagliato la politica che la Regione vorrà seguire con il prossimo impegno finanziario per il bilancio 1992 e chiediamo, anche in sede di Consiglio regionale, che sia possibile una volta affrontare queste tematiche che sono per noi di estremo interesse.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parole, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 30 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri L'art, l è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 30 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 30 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 30 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 30 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 37 hanno risposto SI 30 Consiglieri si sono astenuti 7 Consiglieri L'intero testo della legge è approvato.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Proseguimento esame progetto di legge n. 98: "Modifica alla legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del progetto di legge n. 98, di cui al punto 3) all'o.d.g.
118) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Miglio: "L'art 10 è soppresso".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghe e colleghi Consiglieri, questo articolo tratta delle nuove funzioni che saranno attribuite a questa nuova Commissione Tecnica Urbanistica. Nell'articolo precedente abbiamo visto che il CUR veniva ridotto nella sua composizione perdendo le caratteristiche di conferenza di servizi per assumere la caratteristica di una Commissione la cui composizione è anche dèterminata dalle scelte discrezionali dell'Assessore. In questo articolo vediamo che viene ridotta anche la funzione della Commissione Tecnica Urbanistica, così ridotta e gestita in modo discrezionale, nei riguardi degli strumenti urbanistici che deve esaminare.
In particolare, l'art. 10 prevede che la Giunta regionale non si serva obbligatoriamente della Commissione Tecnica Urbanistica per l'esame delle revisioni e varianti degli strumenti urbanistici generali dei Comuni aventi popolazione residente inferiore a 10.000 abitanti.
Questo è un fatto molto negativo, perché la rilevanza dei problemi urbanistici che possono verificarsi su un territorio comunale non è in funzione del numero della popolazione residente nel Comune, ma è in funzione dello specifico intervento o programma di sviluppo che viene ad interessare quel Comune in conseguenza dello strumento urbanistico proposto, sia esso la revisione del piano regolatore o una sua variante.
In un piccolo Comune un avventato programma di sviluppo indotto da una variante al piano regolatore può provocare alla comunità sociale ed economica del Comune stesso dei guasti rilevanti, può comunque indurre delle modificazioni rispetto alle quali l'esame da parte di una Commissione a sostegno della decisione della Giunta dev'essere previsto.
Di fronte a questa, che mi sembra una semplicissima considerazione, sta invece la volontà di prendere e consentire decisioni di basso livello e di alta resa economica, perché si tratterà poi di questo, da parte di tutti i Comuni che lo riterranno. Anche in questo caso, rilevo che le norme sono state elaborate per indurre dei comportamenti non virtuosi, anzi per indurre in tentazione i Comuni ad agire secondo regole più sfilacciate e meno riconducibili a un quadro generale nei progetti di trasformazione del proprio territorio. Questo è devastante per l'attività urbanistica e per quella dei Comuni.
Per questo motivo il primo emendamento segnala che il cambiamento proposto non è migliorativo né l'innovativo della legge urbanistica regionale, ma è solo peggiorativo di alcuni elementi contenuti nella legge stessa. Pertanto ho presentato un emendamento soppressivo di questo articolo di legge.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'urbanistica

La Giunta non accoglie l'emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione l'emendamento n. 118 presentato dai Consiglieri Chiezzi e Miglio.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 8 voti favorevoli, 24 contrari e 3 astensioni.
119) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Miglio e Segre: "ART. 77 - Compiti della Commissione Tecnico Urbanistica..
La Commissione Tecnico Urbanistica svolge funzioni consultive per il Consiglio regionale esprimendo pareri in merito ai disegni di legge nonch ai regolamenti, programmi o piani ed altri atti regionali per i quali è prevista l'acquisizione del parere della Commissione consiliare competente o l'approvazione da parte dello stesso Consiglio regionale.
La Commissione Tecnico Urbanistica è organo consultivo della Giunta regionale che esprime parere obbligatorio sui seguenti atti: a) Piani Regolatori Generali di ogni Comune formati e adottati ai sensi del Titolo III della presente legge b) revisioni e varianti degli strumenti urbanistici generali e intercomunali c) Piani per l'Edilizia Economica Popolare Piani particolareggiati Piani per gli Insediamenti produttivi che comportano variante del Piano Regolatore Generale d) strumenti urbanistici sui quali la Giunta ragionale o l'Assessore competente all'urbanistica intendano comunque acquisire il parere della Commissione e) strumenti urbanistici generali esecutivi e Piani Regolatori Generali intercomunali, per i quali, rispettivamente, il Comune o la Comunità montana o il Consorzio, abbiano richiesto alla Regione, con la deliberazione di adozione, l'espressione del parere della Commissione Tecnica Urbanistica".
L'emendamento n. 119) viene ritirato dai proponenti.
120) Emendamento presentato dai Consiglieri Miglio, Segre e Chiezzi: All'art. 10 del disegno di legge n. 98, che modifica l'art. 77 della LR n. 56/77 e s.m, ed i., sono apportate le seguenti modificazioni: il periodo introduttivo del primo comma dell'art. 77, da "La Commissione" a "seguenti atti" e la lettera a) sono soppressi e così sostituiti: "La Commissione Tecnica Urbanistica svolge funzioni consultive per il Consiglio regionale esprimendo pareri in merito ai disegni di legge nonch ai regolamenti, programmi e piani od altri atti regionali per i quali è prevista l'acquisizione del parere della Commissione consiliare competente da parte dello stesso Consiglio regionale.
La Commissione Tecnica Urbanistica è organo consultivo della Giunta regionale che esprime parere obbligatorio sui seguenti atti:".
La parola all'Assessore.



CARLETTO Mario, Assessore all'urbanistica

La Giunta non accoglie questo emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Miglio per dichiarazione di voto.



MIGLIO Mario

La dichiarazione di voto è ovviamente a favore di questo emendamento avendolo presentato.
La considerazione che intendo proporre è la seguente. Nel dibattito in sede di Commissione era emerso un ragionamento che verteva a verificare la possibilità di sdoppiare i compiti della Commissione, ritenendo che potesse essere in parte organo della Giunta e in parte organo del Consiglio.
Con questo emendamento, ho tentato di recuperare il discorso fatto in quella sede, rendendomi comunque conto che non poteva essere organo del Consiglio regionale per tutti i casi previsti, ma che si doveva introdurre comunque una distinzione. Distinzione che si è espressa recuperando la possibilità da parte dei Consiglieri In quanto membri di Commissione di chiedere alla Commissione Tecnica Urbanistica di esprimersi su quelli che per noi sono gli atti più importanti che vengono assunti dal Consiglio regionale, ovvero i disegni di legge e gli strumenti di programmazione di ordine superiore, in qualche modo, il nostro emendamento si differenzia da quello successivo presentato dal PDS che propone in toto che la Commissione sia organo della Regione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 120) presentato dai Consiglieri Chiezzi, Miglio e Segre.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 9 voti favorevoli e 25 contrari.
121)Emendamento presentato dai Consiglieri Rivalta, Bresso e Buzio: Al primo comma, secondo capoverso dopo le parole "della Giunta regionale" aggiungere: "e del Consiglio regionale".
La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'urbanistica

La Giunta non accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento n. 121).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 23 contrari e 4 astensioni.
122) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Miglio e Segre: All'art. 10 del disegno di legge n. 98, che modifica l'art. 77 della LR n. 56/77 e s.m, ed i., sono apportate le seguenti modificazioni: alla lettera a) dell'art. 77, sono soppresse le parole: "sui quali la Giunta regionale intende acquisire il parere della Commissione".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

La soppressione del punto "sui quali la Giunta regionale intende acquisire il parere della Commissione" tende a riproporre la necessità che i disegni di legge, i regolamenti, i programmi, i Piani della Regione o altri atti regionali acquisiscano obbligatoriamente il parere della CTU.
L'esercizio della discrezionalità deve avere l'onere della motivazione e non deve essere lasciato ad opzioni di cui l'Assessore non è tenuto ad esplicitare il senso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'urbanistica

La Giunta non accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione l'emendamento n. 122) presentato dai Consiglieri Chiezzi, Miglio e Segre.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 11 voti favorevoli, 24 contrari e 3 astensioni.
123) Emendamento presentato dai Consiglieri Rivalta, Bresso e Buzio: Al primo comma, secondo capoverso, lettera a), dopo le parole "La Giunta regionale" aggiungere: "o la competente Commissione consiliare intendono".
La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'urbanistica

La Giunta non accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

Subemendamento n. 123 A) presentato dai Consiglieri Chiezzi e Buzio: Al primo comma, secondo capoverso, lettera A), dopo le parole: "La Giunta regionale"aggiungere: "o le Commissioni consiliari intendono".
La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Non vedo i colleghi Rivalta e Bresso che avrebbero potuto illustrare questo emendamento che mi pare abbia una certa importanza. Ritengo che il potere di iniziativa di inviare alla Commissione Tecnica Urbanistica gli atti relativi ai disegni di legge e regolamenti sui quali assumere un parere sia un potere da esplicitare in legge ed appartenga non solo alla competente Commissione consiliare. Per questo motivo chiedevo la presenza dei colleghi, perché la dizione più giusta potrebbe essere "le competenti Commissioni consiliari", nel senso che non è detto che sia solo "una" Commissione.
Qual è poi la competente Commissione consiliare? La CTU tratta tanti argomenti che possono interessare molte Commissioni. Quindi presenterei il subemendamento "le competenti Commissioni consiliari". Lo ritengo un accenno utile, sul quale mi pare non vi siano divisioni politiche. Infatti in Commissione si è detto che su certi atti la Commissione può pronunciarsi a favore di una richiesta alla CTU di un parere su una determinata legge o provvedimento della Giunta o anche solo su un determinato problema che pu nascere in Commissione.
Quindi, anche se non ne sono il firmatario, caldeggio l'accoglimento di questo articolo con la dizione "le competenti Commissioni consiliari".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Buzio. Ne ha facoltà.
BUZIO Il Consigliere Chiezzi non mi ha citato, anche se sono un estensore dell'emendamento; evidentemente gli è sfuggito. Accolgo comunque il suo subemendamento e ritiro l'emendamento anche a nome dei colleghi.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 123) è quindi ritirato dal Consigliere Buzio e sostituito con il subemendamento presentato dal Consigliere Chiezzi.
La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'urbanistica

Ho già detto stamattina che la procedura non esclude questa possibilità passando attraverso i canali previsti, quindi attraverso la Giunta. La cosa non è esclusa e non mi pare opportuno inserirla nella legge in questi termini. L'emendamento, quindi, non è accolto.



PRESIDENTE

Pongo in votazione il subemendamento n. 123 A) a firma dei Consiglieri Chiezzi e Buzio.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 5 voti favorevoli e 27 voti contrari.
123 bis) Emendamento presentato dai Consiglieri Rivalta, Bresso e Buzio: Al primo comma, secondo capoverso dopo i due punti, alla lettera c) sopprimere le parole: "superiore a 10.000 abitanti".
La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'urbanistica

Si tratta di un emendamento chiaro e ritengo inutile spiegarlo.
Pertanto, la Giunta non lo accoglie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Avrei voluto intervenire non per dichiarazione di voto, quanto nel tentativo di convincere l'Assessore. Avrei gradito sapere preliminarmente dall'Assessore quanti sono i Comuni superiori ai 10 mila abitanti.



CARLETTO Mario, Assessore all'urbanistica

Sono circa una sessantina.



CHIEZZI Giuseppe

Sì, sono 62 o 65.
Presidente, mi rivolgo direttamente a lei che come noi ha seguito attentamente il dibattito. Con la dizione dell'articolo sulle funzioni della CTU, la Commissione Urbanistica non esprimerà alcun parere, quindi l'Assessore e la Giunta lavoreranno senza un confronto con la Commissione per 1150 Comuni su 1209. Per 1150 Comuni, cioè, la Regione Piemonte non si interessa di cosa succederà riguardo le revisioni e varianti di Piano regolatore che potranno anche essere varianti generali.
Lo trovo un fatto stupefacente; da un lato, non perdiamo occasione - è successo anche ieri nel convegno sulla RAI ed anche su quello per l'Agenzia per il lavoro - per rinnovare la volontà del Consiglio di affermare un ruolo forte della Regione e, dall'altro, assistiamo stupefatti ad una legge che, a partire da un'indicazione puramente numerica ed astratta, intende disinteressarsi del livello di qualità consentito dall'attivazione della Commissione Tecnica Urbanistica su quanto succede in 1150 Comuni del Piemonte. L'ho già citata una volta - Presidente - come interprete della necessità di rafforzare il ruolo della Regione in ogni suo momento, anche in quello relativo a come si svolgono i lavori in aula, e le segnalo proprio perché la conosco come persona attenta a questi problemi - la stridente contraddizione che esiste tra le perorazioni, che forse accomunano moltissimi di noi, affinché la Regione faccia fronte ai compiti ai poterne alle funzioni che ha da un lato, e, dall'altro lato, allo smantellamento di poteri e funzioni regionali importantissime, come quelle di indirizzo dello sviluppo di 1.150 Comuni.
Questo nasce dall'irrigidimento, da parte dell'Amministrazione regionale, sul numero 10.000, che mi sembra veramente poco sostenibile. Si potevano trovare almeno delle forme di attenuazione di questa visione manichea della realtà, secondo cui tutto quello che è sotto 10.000 abitanti non interessa, qualunque cosa accada.
Tra l'altro, la CTU si occuperà dei provvedimenti di 50-60 Comuni, come revisioni e varianti. Mi sembra veramente una rinuncia stridente, sulla quale chiedo ancora all'Assessore, come ultima possibilità, di riflettere presentando anche una modificazione di questa rigida normativa sotto i 10.000 abitanti che consenta alla Giunta di interpretare i numeri in funzione dell'importanza degli interventi urbanistici che avvengono nei Comuni.



PRESIDENTE

Considerato il fatto che il Consigliere Chiezzi mi ha chiamato in causa come Presidente del Consiglio, mi permetto molto sommessamente di far riflettere anche l'Assessore sul fatto che dopo il 1992 avremo una marea di società, di gruppi finanziari, di realtà straniere che verranno a investire nel nostro Paese e che probabilmente potrebbero scegliere Comuni di questa dimensione.
Pensando a tutto ciò, la perplessità che avverto è che probabilmente se noi abbiamo questa dimensione, qualche problema si può verificare. Mi permetto di dire questo, dopodiché penso anche a tutta la parte che avete normato con grande attenzione di carattere commerciale.
Dico queste cose molto sommessamente non essendo un'esperta; parlo in base a una riflessione immediata che mi è venuta in mente e che esprimo ad alta voce, che già mi sono permessa di sottoporre all'Assessore Carletto.
Chiede di intervenire il Consigliere Carletto; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, presento un subemendamento "con 5.000 abitanti".



PRESIDENTE

Sub 123 bis) Subemendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: "sostituire 10.000 abitanti con 5.000".
Il Consigliere Chiezzi ha già illustrato il subemendamento inerente a 5.000 abitanti. Ci rendiamo conto che tutto questo non è cosa da poco.
La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'urbanistica

La situazione che si determina non può essere considerata, come dice il Consigliere Chiezzi, allo sbando, perché i provvedimenti urbanistici vengono, com'è sempre stato e come la legge vigente prevede, esaminati dalla Regione.
I provvedimenti urbanistici, così come proposto dal disegno di legge della Giunta, vengono divisi in due categorie. Una categoria è rappresentata da quelli che obbligatoriamente devono andare alla CTU; e sono i provvedimenti urbanistici più significativi, secondo una logica di quantità che finora ha determinato scarsissima qualità del lavoro del CUR E a tal proposito noi, fin dal primo giorno, abbiamo sempre sostenuto una limatura sulla quantità, per lavorare sulla qualità.
L'altra categoria è la parte dei provvedimenti urbanistici che non vanno più alla CTU, ma che ovviamente sono sottoposti ad un esame serio e approfondito da parte della Giunta, attraverso la struttura. Quindi non è vero che i piani non vengono esaminati: non c'è il parere della CTU su quelli più piccoli (intanto non c'è il parere obbligatorio), ma questo non esclude - l'ho già detto - che ci possano essere dei provvedimenti urbanistici anche di Comuni piccolissimi con problemi importanti, da mandare alla CTU. Questo non è dunque escluso, anzi è previsto dalla legge ed è lasciato alla valutazione della struttura, dell'Assessore e della Giunta, i quali, in presenza di un piano di un piccolo Comune con particolari problemi, decidono di mandarlo alla CTU per sentire il pensiero e la valutazione che questa ne fa. La questione è quindi un po' diversa da come l'ha presentata il collega Chiezzi.
Mi rifaccio al problema di fondo: se noi continuiamo a voler mandare tutti i provvedimenti alla CTU, quest'ultima farà la fine del CUR. cioè quantità, con assoluta mancanza di qualità. I provvedimenti che arrivano mese per mese sono tanti e credo che non vogliamo trovarci nella situazione in cui mi sono trovato quando sono arrivato in questo Assessorato di avere 800 provvedimenti urbanistici giacenti nella Regione. Non dico che questo dipenda solo ed esclusivamente dal lavoro del CUR. ma naturalmente anche dal lavoro del mio Assessorato: posto che il mio Assessorato riesca a organizzarsi e lavorare in modo da avere una produttività maggiore di quella avuta nel passato, il CUR è un collo di bottiglia.
Alla Giunta è sembrato utile mandare in CTU i provvedimenti più significativi dei Comuni, e comunque i provvedimenti che, anche se di Comune piccolo, hanno delle particolari difficoltà o delle caratteristiche specifiche. Per i provvedimenti urbanistici di Comuni che hanno particolare rilievo dal punto di vista turistico, ambientale, ecc. è previsto che la Giunta possa decidere comunque di mandarli alla CTU, e questa è chiaramente un'assunzione di responsabilità della Giunta. Credo sia giusto che la Giunta si assuma le proprie responsabilità e che, se non le assume, paghi i prezzi politici previsti.
Noi non siamo comunque i titolari delle decisioni finali, ma ne rispondiamo, sul piano tecnico la struttura e sul piano politico la Giunta e l'Assessore, al Consiglio regionale, quindi respingo questa interpretazione. Ripeto, la scelta che abbiamo fatto è quella di individuare i progetti più significativi per discuterli alla CTU nei tempi e nei modi necessari, che possono anche voler dire ore o giornate su uno stesso provvedimento, cosa che oggi non si fa mai. Oggi il tempo medio di esame di un provvedimento è di 15-20 minuti e mi chiedo in 20 minuti che cosa possiamo esaminare: questa è una scelta che dobbiamo fare.
Ripeto: noi abbiamo scelto di ridurre la quantità per occuparci della qualità: se il Consiglio ritiene che questa sia una scelta sbagliata ritorniamo nella condizione in cui operiamo oggi, ed è sufficiente che i colleghi vengano una volta al CUR (giovedì mattina c'è il CUR) per vedere come lavoriamo, non per scelta nostra ma per dovere di servizio, perché se tutti i mesi abbiamo 50-60-70 pratiche da vedere i tempi sono quelli che sono.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Buzio.



BUZIO Alberto

Noi manteniamo il nostro emendamento e diamo voto favorevole all'emendamento del Consigliere Chiezzi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marino.



MARINO Massimo

Avrei voluto intervenire in seguito sui due emendamenti che ho presentato, ma lo faccio subito perché mi sembra che le cose dette dall'Assessore meritino una qualche forma di contestazione.
Le modifiche dell'art.10, insieme a quelle apportate agli artt. 2 e 3 sono molto più rilevanti di quanto non sembrino ad una prima lettura l'Assessore ci ha detto che al suo arrivo all'Assessorato all'urbanistica ha trovato ben 800 pratiche inevase, ma così come stanno le cose, con questa nuova legge entro breve tempo la CTU non avrà quasi nulla da fare.
Vorrei che verificassimo, punto per punto, di cosa esattamente si occupa la CTU. L'art. 10, modifica all'art. 77, dice che "la Commissione tecnico urbanistica è organo consultivo della Giunta.
regionale. Essa esprime parere sui seguenti atti... " Faccio notare che viene modificata la dizione "parere obbligatorio non vincolante".
Successivamente si indicano i punti da a) fino a f) rispetto alle situazioni sulle quali la CTU può esprimere parere; non si dice quanto abbiamo - o meglio avete - già votato, agli artt. 2 e 3 e cioè rispetto ai Piani regolatori, indicati al punto b) dell'art. 10. Mi pare di ricordare che l'Assessore abbia ritirato la frase "ove del caso". Il che vuol dire che i Piani regolatori passano tutti dalla CTU.
In Piemonte la gran parte dei Comuni ha ormai predisposto i Piani regolatori; non so quanti siano i Comuni che ne sono sprovvisti, ma mi pare siano davvero pochi...



CARLETTO Mario, Assessore all'urbanistica

Ne mancano quasi 300.
I Comuni di una certa rilevanza sono pochissimi...



CARLETTO Mario, Assessore all'urbanistica

I Comuni sprovvisti di Piano regolatore generale ai sensi della legge n. 56 sono quasi 3001



MARINO Massimo

Al punto a) dell'art. 10 si dice che la CTU dovrebbe essere consultata su disegni di legge, Regolamenti, programmi o Piani della Regione sui quali la Giunta intende acquisire il parere della Commissione. Ho l'impressione che non capiterà molto spesso che un Assessore o una Giunta - che comunque possono consultare in qualunque forma gli esperti che fanno parte della CTU convocheranno una specifica consultazione su un disegno di legge presentato dalla Giunta per avere Il parere della CTU; ho l'impressione che questo non avverrà molto frequentemente.
Il punto b) è quello relativo ai Piani regolatori generali.
Il punto c) riguarda le revisioni e le varianti per i Comuni sopra 110.000 abitanti o per strumenti urbanistici generali intercomunali - che non sono moltissimi, credo - per Comuni sopra i 20.000 abitanti. Voglio ricordare che nelle sedute precedenti abbiamo drasticamente ridotto i casi che vengono considerati varianti; al di là della soglia dei 10.000 abitanti, i casi in cui si riconosce l'esistenza di una variante sono drasticamente ridotti rispetto al passato. Sul punto c), per quello che ricordo, è rimasta la frase "ove del caso", il che vuol dire che l'Assessore coinvolge la CTU per i Comuni sopra i 10.000 abitanti, per affrontare delle varianti - e i casi di varianti nel frattempo sono stati drasticamente ridotti - "ove del caso", se ritiene.



CARLETTO Mario, Assessore all'urbanistica

Per i Comuni sopra 110.000 abitanti il parere della CTU è obbligatorio l'"ove del caso" si riferisce ai Comuni con abitanti inferiori a 10.000.



MARINO Massimo

Sicuramente, allora l'Assessore accoglierà i miei emendamenti! Il punto d) recita: Revisione varianti agii strumenti urbanistici generali dei quali l'esame regionale abbia richiesto la rielaborazione di cui al primo comma... ": in questo caso è certa la clausola "ove del caso".
Ci sono altri punti - e) ed f) - sui quali non intervengo anche se sono decisamente rilevanti. Chiederei che nel discutere, nel votare, nel respingere gli emendamenti presentati si chiarisca con precisione - anche perché certi emendamenti potrebbero essere ritirati - quali sono i casi in cui la CTU viene consultata, a prescindere dalla valutazione personale dell'Assessore, ma per legge. Chiedo che nel votare gli emendamenti si dia loro una precisa interpretazione e si indichino i casi nei quali la convocazione della CTU è prevista, a prescindere dalle valutazioni personali dell'Assessore o dei funzionari interessati al caso specifico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Il nostro Gruppo si ritrova totalmente nel ragionamenti anticipati dalla Giunta sia pure in termini incidentali, nonché sul testo uscito dalla Commissione, e quindi ha qualche riserva ad immaginare che possano essere accolti gli emendamenti indicati dal Consigliere Marino, dai quali escono letture datate. La Commissione tecnica urbanistica - è scritto - è un organo consultivo della Giunta: il decisore ultimo è la Giunta. La Giunta ha scelto, con questa proposta, di avvalersi di uno strumento di valutazione tecnica che si è riservata di usare in tutte le occasioni che riterrà opportune. Ha poi ritenuto di definire per legge alcuni casi rispetto ai quali si avvarrà di questo organo consultivo. L'intervento appena ascoltato dà l'impressione che la Giunta sia subordinata a valutazioni di altri. Non è più cosi! Bisogna svuotare l'impressione che questa CTU sia soggetto titolare di potere: questo tipo di struttura deve con grande spirito di servizio, supportare l'Assessore nelle sue decisioni e non essere un interlocutore e un contraltare. Questa è la novità introdotta, e a me pare che siamo andati abbastanza avanti.
Se questa cultura non si afferma, rischiamo - come diceva l'Assessore che si ricrei nuovamente non una sede di governo occulto, ma di polemiche improprie fra due soggetti portatori di poteri contrapposti mentre così non è.
L'intervento del Presidente del Consiglio pecca, a mio modo di vedere di grande ottimismo. Il 1993 sarà sicuramente l'inizio di una fase di rilocalizzazione, nel pianeta Europa, del sistema industriale avanzato europeo. Ma questo non vuol dire che l'Italia si stia ponendo rispetto a questo processo come un'area fortemente appetibile per cui dobbiamo "mettere in pista" meccanismi e filtri di governo di questo fenomeno.
Si localizza infatti un'impresa nuova e giovane, non è un'impresa consolidata e matura. Dobbiamo costruire dei sistemi, quindi dobbiamo costruire le condizioni territoriali, urbanistiche, soprattutto di risorse culturali, di servizio alla persona altamente qualificate e diffuse sul territorio.
Torna quindi d'attualità l'approccio - che riteniamo debba essere rivisto - in ordine all'Area Metropolitana, in quanto il Piemonte verrà investito da questo processo.
Il convegno di ieri ha confermato quanto abbiamo sempre sostenuto: l'unica area tecnologica esistente in Italia è Torino.
Quindi, sono d'accordo con il Presidente sul fatto che bisogna inventare un processo di valutazione urbanistica, e addirittura di disciplina urbanistica. Sicuramente tutto ciò sarà attuato non appena avremo definito l'Area Metropolitana, che probabilmente diventerà un soggetto particolare e specifico della normativa urbanistica. L'Area Metropolitana dovrà avere una speciale attenzione, ma prima degli aspetti tecnici e legislativi bisognerà tenere presenti le intuizioni politiche.
Per il futuro dobbiamo immaginare di governare i servizi alla persona e i servizi sociali, o di governare le grandi prospettive e le responsabilità.
Purtroppo, collega Rivalta, sono due cose inconciliabili.
Stiamo entrando in un periodo in cui la Regione dovrà cercare risorse non per gli asili nido, ma per la grande ricerca. Abbiamo davanti due visioni molto diverse che ci dividono trasversalmente, e qui non c'entra maggioranza o opposizione e di questo sono convinto.
Non dovremo misurarci sulle risorse da dare agli asili infantili, ma sulle risorse da dare al Politecnico e ai centri di ricerca. Questo è il futuro brutto, ma anche entusiasmante che abbiamo di fronte.
Questi discorsi li ho già sentiti e mi ricordo, collega Rivalta, quando si paventavano gli Inconvenienti che sarebbero derivati a Torino dalla terziarizzazione portata dall'autostrada della Valle di Susa. E' una cultura politica che vi è caratteristica, che vi è rimasta e che ritrovo 20 anni dopo quando ci si dice: "Attenzione, guardiamoci dalla modernizzazione selvaggia che ci viene dall'integrazione europea". Non è così: l'autostrada della Valle di Susa a Torino non ha portato nulla in termini di modernizzazione, perché non siamo stati capaci di governare la scelta delle organizzazioni territoriali.
L'apertura verso l'Europa sarà positiva perla nostra economia e il nostro sistema se ne costruiamo le condizioni in termini di prospettiva.
Su questa vicenda l'approccio liberale progressista è uno, l'approccio conservatore è un altro. Ieri sera il Presidente Necci, in un'intervista alla televisione, ha detto che il modello italiano della conservazione delle Partecipazioni statali è il modello più avanzato nei confronti sia della politica dell'est, sia del "capitalismo conservatore".
Se c'è un modello non conservatore è il capitalismo, perché è permanentemente rivoluzionario e la sua forza sta proprio nel fatto che non è mai uguale a se stesso, ma si riproduce e si rinnova ogni anno.
Caro Rivalta, cosa vogliamo fare? Cosa vogliamo governare? Con quale criterio giudichiamo i PRG? Questa è la verità che dovrebbe venire dal Consiglio, non gli strumenti. Lo strumento è il mezzo, ma l'importante è capire cosa si vuole costruire. Il disegno della Giunta tende a registrare che siamo in una fase nella quale si può immaginare che 1 Comuni a certi livelli sono responsabili delle loro decisioni, che possono essere giudicate dal complesso dei funzionari della Giunta e dell'Assessore senza bisogno di altri consulenti. Questo è un dato politico, non un dato tecnico e legislativo; è la registrazione dello stato d'essere del nostro presente.
Dobbiamo essere capaci - e a mio modo di vedere dobbiamo farlo - di aprire il nostro territorio ad esperienze più avanzate, che creeranno le occasioni che richiamava il Presidente.
Ripeto un esempio ormai storico: stavamo discutendo sui nostri banchi per cercare di convincere 1a SITAF e Consusa a concorrere ad un progetto in Valle di Susa, con cui costruiremo un'area attrezzata artigianale ed imprenditoriale. Al netto del contributo CEE, le aree attrezzate, senza servizi all'impresa, costeranno almeno 100 mila lire al metro quadro.
Dall'altra parte del tunnel, a Modane, le aree attrezzate con servizi alle imprese per 5 anni vengono offerte a 6 mila lire al metro quadro.
Quindi, il problema non è di chiudere il tunnel e le imprese che vengono in Italia, ma il tunnel e le imprese che vanno all'estero.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'urbanistica

Volevo solo fornire un chiarimento al collega Marino che ha posto il problema e ha presentato degli emendamenti in ordine a tale questione. Mi rendo conto che per chi non ha dimestichezza con la legge può non essere chiaro, ma preciso che i commi per i quali è obbligatorio il parere della CTU sono i commi b), c) e d).



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo semplicemente per esprimere il mio punto di vista. Ha ragione il collega Marino; cosa farà la CTU?A1 punto a) si dice che esaminerà le leggi, i regolamenti o i programmi sui quali la Giunta regionale intenderà assumere dei pareri. Al punto b) è detto che esaminerà obbligatoriamente, i PRG di ogni Comune, in pratica non li esaminerà proprio: vediamo perché. L' Assessore Carletto all'inizio della discussione ha fatto capire che i tempi per una vera nuova legge urbanistica in realtà sono tempi indecifrabili, perché dipendono da condizioni che bisogna costruire. Allora, nel lasso di tempo che va da oggi alla fine della legislatura, penso che i Comuni non faranno più PRG, ma solo revisioni e varianti, che non richiedono né deliberazione programmatica né passaggio presso la CTU.
Quindi, cosa farà la CTU? Esaminerà le revisioni e le varianti di quei 60 Comuni al di sopra dei diecimila abitanti. Esaminerà poi le revisioni e le varianti degli strumenti urbanistici per i quali la Regione ha chiesto il rinvio al Comune: ma non è detto che la Regione chieda il rinvio sugli strumenti urbanistici, può chiederlo: se non lo chiede non vengono esaminati.
In merito al punto e), in pratica l'utilizzo della Commissione Tecnico Urbanistica, quando sarà a regime, finita questa serie di Piani regolatori in parte già esaminati, alla fine sarà un utilizzo discrezionale della Giunta regionale e solo per 60 Comuni. Solo nel momento in cui i Comuni proporranno varianti o revisioni, sarà obbligatoriamente utilizzata dalla Giunta regionale. E un disastro dal punto di vista del ruolo che verrà ad assumere la Regione, è un netto depotenziamento, è un venir meno a compiti di alto livello che la Giunta regionale sulla materia urbanistica dovrebbe viceversa mantenere.



PRESIDENTE

Poniamo in votazione il subemendamento n. 123 bis presentato dal Consigliere Chiezzi, che fa riferimento ai 5000 abitanti.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli, 23 contrari (Il Presidente Spagnuolo non ha partecipato alla votazione).
Pongo ora in votazione l'emendamento n. 123 bis) presentato dai Consiglieri Rivalta, Bresso e Buzio. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 10 voti favorevoli, 23 contrari (il Presidente Spagnuolo non ha partecipato alla votazione).
124) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Miglio e Segre: All'art. 10 del disegno di legge n. 98, che modifica l'art. 77 della LR n. 56/77 e s.m, ed i., sono apportate le seguenti modificazioni: la lettera c) dell'art. 77 è così modificata: "revisioni e varianti degli strumenti urbanistici generali di tutti i Comuni fatta eccezione per quelli aventi popolazione residente inferiore a 10.000 abitanti, nei caso di singolo Comune, o a 20.000 abitanti, nel caso di più Comuni specificamente indicati dal Piano Territoriale od elencati in apposita delibera di Consiglio regionale".
La Giunta non accoglie l'emendamento.
La parola al Consigliere Miglio per l'illustrazione.



MIGLIO Mario

Questo emendamento propone in forma diversa la preoccupazione che emergeva prima, ovvero che non così sistematicamente la dimensione demografica dei Comuni corrisponde all'intenzione degli stessi, attraverso le varianti e le revisioni degli strumenti urbanistici, di recepire quelle sollecitazioni anche etero-dirette che potrebbero provocare, alla risultanza dei fatti; un danno sul sistema ambientale, sul territorio e sul patrimonio esistente.
Allora, accettando come dato di fatto che è improponibile l'analisi di tutte le varianti per tutti i Comuni del Piemonte, in questo senso è anche accettabile l'idea di identificare uno sbarramento in termini demografici sui 10.000 o 20.000 abitanti nel caso di strumenti intercomunali.
Quello che ci preoccupava è che non esiste una correlazione tale per cui questa dimensione demografica non corrisponde a sollecitazioni che possono avere dei risultati negativi, di introdurre dei criteri .che permettevano non di decidere di volta in volta se chiedere appunto il parere della Commissione, ma preliminarmente ad assumere quegli atti che ci permettevano di fare queste considerazioni, così come mi pare sia previsto per i programmi pluriennali di attuazione. In quel caso, si fa riferimento a tre casi specifici, cioè la situazione particolare dal punto di vista delle sollecitazioni turistiche, di quelle industriali e una fragilità dal punto di vista del sistema ambientale si configurano come tre parametri attraverso i quali valutare con un'indagine sistematica sul territorio tutti quei Comuni che potevano, attraverso un atto specifico, rientrare in questa fattispecie.
Noi proponevano due ipotesi: una, il piano territoriale; l'altra, la deliberazione del Consiglio regionale, come strumenti attraverso i quali poter identificare insieme e non caso per caso quei Comuni che, pur essendo al di sotto dei 10.000 o dei 20.000 abitanti, per le loro caratteristiche e per il tipo di proposte avanzate attraverso le varianti e per il sentore che si aveva, soprattutto in alcuni casi, era preferibile sottoporre al parere della Commissione.
Mi riferisco per esempio alla montagna: la Presidente prima ha richiamato il fatto che stiamo assistendo ad un processo massiccio di richieste per una trasformazione sul piano turistico che sta assumendo connotati preoccupanti. Pensiamo ad esempio alle vicende dell'Alpe Veglia e ad alcuni atteggiamenti di Comuni come quello di Trasquera dove, con la scusante di realizzare una variante per una strada e per un parcheggio, si favorisce l'acquisizione da parte delle società immobiliari di tutti gli edifici in alpeggio, con l'evidente scopo di realizzare nuovi insediamenti turistici e stravolgendo di fatto, guarda caso, un luogo che la Regione aveva reputato essere particolare e da istituire a parco.
11 senso di questo emendamento, nella sostanza, è questo: accettiamo pure che non tutti gli strumenti siano sottoposti sistematicamente all'analisi della Commissione, accettiamolo sbarramento dei 10.000 o 20.000 abitanti, cerchiamo però di definire un criterio preventivo attraverso il quale si identificano comunque quei Comuni che, sottoposti a particolari sollecitazioni o per caratteristiche proprie, riteniamo sia necessario sottoporre anche all'analisi della Commissione.



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione l'emendamento n. 124) presentato dai Consiglieri Chiezzi, Miglio e Segre. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 7 voti favorevoli, 20 contrari e 3 astensioni.
125) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Miglio e Segre: All'art. 10 del disegno di legge n. 98, che modifica l'art. 77 della LR n. 56/77 e s.m, ed i., sono apportate le seguenti modificazioni: la lettera c) dell'art. 77 è così modificata: "revisioni e varianti degli strumenti urbanistici generali comunali e intercomunali".
La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'urbanistica

La Giunta non lo accoglie.



PRESIDENTE

Lo pongo quindi in votazione (emendamento n. 125) presentato dai Consiglieri Chiezzi, Miglio e Segre.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con voti 5 favorevoli, 25 contrari e 3 astensioni.
126) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Miglio e Segre: All'art. 10 del disegno di legge n. 98, che modifica l'art. 77 della LR n. 56/77 e s.m, ed i., sono apportate le seguenti modificazioni: alla lettera f) dell'art. 77, il periodo da "rispettivamente" a "urbanistica" è soppresso e così modificato: "un terzo dei Consiglieri del Comune, della Comunità montana o del Consorzio, abbiano richiesto alla Regione, l'espressione del parere della Commissione Tecnica Urbanistica".
La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'urbanistica

La Giunta non lo accoglie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Questa richiesta è in analogia a quanto previsto, dalla legge n. 142 in materia di controlli per quanto riguarda la possibilità dei Consiglieri comunali di richiedere l'esame da parte del Commissario di Governo di una deliberazione. Con questo emendamento si dà la possibilità di richiedere l'esame da parte della Commissione Tecnica Urbanistica dell'atto amministrativo votato in Consiglio comunale. Quanto proposto nell'emendamento mi sembra un diritto facilmente confrontabile. La legge n.
142 è attenta alla questione dei diritti delle minoranze perché, pur avendo trasferito alla Giunta molti dei poteri una volta assegnati al Consiglio si è comunque preoccupata di consegnare alle minoranze maggiori poteri di controllo prevedendo ad esempio che un terzo dei Consiglieri comunali possa chiedere l'invio della delibera al Co.Re.Co. Noi proponiamo, analogamente sugli atti più delicati e importanti che assume un Comune (quelli in materia di trasformazione del territorio) di consentire - ove lo chieda un terzo dei Consiglieri comunali - l'invio dell'atto per l'esame alla Commissione Tecnica Urbanistica. Mi sembra una tutela delle minoranze e una vivificazione di un rapporto dialettico all'interno delle regole democratiche particolarmente utile da inserire in legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta che illustra l'emendamento n. 127) che è di tenore simile a quello presentato dai Consiglieri Miglio, Segre e Chiezzi.



RIVALTA Luigi

Anche noi abbiamo presentato un emendamento per salvaguardare i diritti delle minoranze in una procedura che ha sempre meno momenti riprendo le parole dette dal Consigliere Marchini - di valutazione e di confronto, che per la modernità - come dice ancora Marchini - viene semplificata fino al punto di eliminare le possibilità di intervento. Ebbene noi abbiamo chiesto, come già è stato detto nelle precedenti sedute, che le minoranze possano chiedere che questa procedura abbia un momento consultivo in sede regionale. Quando le minoranze non solo sono sovrastate dal voto della maggioranza, ma sentono che le loro ragioni hanno delle motivazioni fondate, a me pare che sia giusto dare loro la possibilità di chiedere che intervenga quell'organo consultivo che invece non avrebbe possibilità di esprimersi.
Lo sostengo perché ritengo che non siamo in un periodo di progresso bensì di schiacciamento da parte delle maggioranze sulle minoranze: è questo il fenomeno che sta emergendo. Noi ci sentiamo molto vicini a tutte le minoranze, per questo siamo contrari allo sbarramento del 5% e così via.
Capisco che un partito che ha un'ispirazione culturale che è di maggioranza da secoli e che sulla base di questa ispirazione culturale ha schiacciato culture e persino religioni che non erano la propria, abbia a difficoltà a comprendere che cosa significhi la difesa di una minoranza. Penso sia comunque giusto proporre e sostenere questa questione, per cui la riproponiamo, non ritiriamo (emendamento, sperando che - per quello che pu valere questa procedura -1a maggioranza si ricreda rispetto a questa linea che è di eliminazione di tutte le possibilità di valutazione critica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

Ritengo di dover considerare una chiamata in correo gli interventi dei colleghi in ordine alla tutela delle minoranze. Penso anch'io che, per non vanificare le attenzioni delle minoranze rispetto ad alcuni processi senza peraltro stravolgere l'impianto della Giunta, forse uno sforzo andrebbe fatto, considerando che i margini, a mio modo di vedere, ci sono. In ogni caso, infatti, c'è la possibilità dell'Assessore di avocare sostanzialmente questa questione, cioè di sottoporre all'esame della Commissione Tecnica Urbanistica lo strumento urbanistico: è una facoltà che l'Assessore si è riservato e riteniamo sia uno strumento significativo. Rifletto sull'ipotesi - peraltro non ho i testi sotto mano, quindi lascerei ai colleghi un eventuale approfondimento - di immaginane che debba essere trasmesso all'Assessorato o alla Giunta il verbale di richiesta che la minoranza fa al Comune, cioè di esame della Commissione Tecnica Urbanistica.
Qualora ciò avvenga, gli atti della richiesta (non la richiesta perch quest'ultima non può che essere fatta dal soggetto istituzionalmente complessivo), quindi il verbale con il quale viene formulata la richiesta deve essere inviato per conoscenza all'Assessorato, perché questo pu essere un argomento utile a far valutare all'Assessore l'opportunità di far esercitare il suo potere di chiamata, alla Commissione Tecnica Urbanistica dello strumento urbanistico.
Lascio questa riflessione perché è un elemento che potrebbe indurre le minoranze a motivare significativamente le ragioni per le quali ritengono che lo stesso strumento debba essere oggetto di un'indagine più partecipata: la trasmissione degli atti dei quali la minoranza fa la richiesta. L'Assessore, sulla scorta degli argomenti che gli sono trasmessi, valuterà poi l'opportunità di esercitare il proprio diritto di chiedere il parere del CUR.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'urbanistica

Dico al collega Marchini, ma anche ai proponenti dell'emendamento, che l'opportunità proposta dal collega come riflessione, può essere utilizzata dalla Giunta, poiché la richiesta di esame alla CTU deve essere presente nella deliberazione di adozione del provvedimento, quindi la Regione ha comunque la deliberazione di adozione e la esaminerà, se ci saranno degli elementi che fanno emergere un dibattito all'interno del Consiglio comunale, la Regione ha la notizia, quindi l'opportunità, se lo ritiene, di poter fare esaminare alla CTU quel provvedimento urbanistico, anche se la maggioranza del Consiglio comunale non ha votato tale richiesta.
Può quindi esserci un comportamento della Regione in questa direzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Rivalta. Ne ha facoltà.



RIVALTA Luigi

Quanto ha detto il collega Carletto è uri intenzione che rimane fra noi, pochi intimi: come possiamo far sapere ai Consigli comunali che le cose stanno così?



CARLETTO Mario, Assessore all'urbanistica

Più che farla sapere ai Consigli comunali, credo sia utile lo sappia il Consiglio regionale. C'è un impegno formale in questa direzione che assumo a nome della Giunta, quindi non è tanto un problema dei Consigli comunali quanto un problema di comportamento della Regione.
Ho dichiarato che, sulla base delle osservazioni dei colleghi che hanno presentato l'emendamento e dell'osservazione del collega Marchini intendo comportarmi nei termini e modi che ho già annunciato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Poiché mi sembra che le considerazioni del collega Marchini non abbiano lasciato il tempo che trovano, ma siano state intese da tutti come osservazioni sensate, preferirei riuscire ad inserire all'interno di questo articolo il concetto espresso dal Consigliere Marchini, recepito anche dall'Assessore sul piano dei fatti.
Mi sembra importante indicare nella legge la possibilità (che non è quella richiesta, è qualcosa in meno, ma è meglio poco che nulla) delle minoranze di segnalare nelle deliberazioni questa richiesta, in modo che la Giunta, ricevendo gli atti urbanistici, ne venga informata.
Secondo me è importante riuscire a mettere questo punto all'interno dell'articolo. Per questo motivo, signor Presidente, vista l'ora e continuando il lavoro su tutti gli emendamenti dell'articolo, se l'Assessore fosse d'accordo a posticipare la votazione dell'intero articolo a domani mattina, potremmo trovare il modo di inserire uri piccolo emendamento prima di passare alla votazione finale.
Dico subito, Assessore, che a mio parere e con la fretta che è necessaria, mi sembra doveroso inserire al punto e) dell'articolo la dicitura "anche su segnalazione di un terzo delle minoranze dei Consigli comunali". Se riusciamo a fare questo subito, tanto meglio; se non riusciamo a formularlo e siamo d'accordo sulla necessità di farlo, si potrebbe prendere stasera o domani, prima della votazione dell'intero articolo, il tempo necessario.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'urbanistica

Credo sia possibile lasciare al punto e), quindi alla discrezionalità dell'Assessore, gli strumenti urbanistici sui quali la Giunta regionale o l'Assessore all'urbanistica intendono acquisire il parere della Commissione, compresi quelli per i quali un terzo dei Consiglieri ne abbiano fatto richiesta. Quindi, è lasciato alla discrezionalità dell'Assessore.



PRESIDENTE

Lasciamo allora il tempo alla Giunta di formalizzare l'emendamento.
La parola al Consigliere Marchini.



MARCHINI Sergio

La dicitura "un terzo" è di nuovo l'introduzione di un elemento istituzionale di una fattispecie, mentre non è così. Un terzo vuol dire comunque non una minoranza, non un'opinione, ma una quantità; mi pare che non fosse questo il problema. Il problema che ci si poneva era se avesse avuto qualche conseguenza una qualche argomentazione svolta e non fatta propria dalla maggioranza in termini di merito, a prescindere dalla valenza politica che c'è dietro. A mio modo di vedere, si dovrebbe sviluppare alla lettera e) il concetto dell'Assessore, "il parere della Commissione", anche sulla scorta degli elementi formati nella deliberazione di adozione, in particolare quelli sottolineati a questo riguardo. Sono gli elementi della deliberazione che devono far emergere...



CARLETTO Mario, Assessore all'urbanistica

Solo per capirci: mi pare che tu dica che non è tanto un fatto di numeri in Consiglio comunale, quanto piuttosto di elementi. Gli elementi possono essere portati anche solo da un singolo Consigliere comunale, se sono elementi così importanti; se noi mettiamo un terzo è limitativo, per certi versi. Bene, ho capito il tuo ragionamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

L'obiettivo è quello di segnalare con chiarezza ai Consiglieri comunali che, ove lo ritengano, devono far inserire in deliberazione una frase esplicita che richieda questo; bisogna che la legge sia chiara in tal senso. Invece, i termini usati dal collega Marchini sono un po' generali.
Troviamo una dizione che dica chiaramente ai Consiglieri comunali che se vogliono segnalare all'Assessore con chiarezza che richiedono il parere della Commissione Tecnica Urbanistica devono far mettere a verbale nella deliberazione una frase esplicita con questa richiesta.



CARLETTO Mario, Assessore all'urbanistica

Potremmo dire: "strumenti urbanistici sui quali, anche sulla scorta delle richieste emerse nel corso della discussione in Consiglio comunale" prima avevamo messo "elementi", ma per dare un messaggio ai Consiglieri comunali...



RIVALTA Luigi

... "anche sulla scorta dei rilievi a questo proposito richiesti dal Consiglio comunale o da sue minoranze, riportati nella deliberazione".



PRESIDENTE

Lo formalizziamo così, Assessore? Consigliere Rivalta, lo pu rileggere.



RIVALTA Luigi

Dopo "il parere della Commissione": "anche sulla scorta dei rilievi a questo proposito formulati dal Consiglio comunale o da sue minoranze riportati nella, deliberazione".



PRESIDENTE

Va bene questa formulazione?



CARLETTO Mario, Assessore all'urbanistica.

Allora, il testo è: "strumenti urbanistici sui quali, anche sulla scorta di rilievi a questo proposito formulati dal Consiglio comunale o sue minoranze e riportati nella delibera di adozione, sui quali la Giunta regionale o l'Assessore all'urbanistica intendano comunque acquisire il parere della Commissione".



PRESIDENTE

Questo comporta il ritiro dell'emendamento n. 126), così sostituito.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto con 30 voti favorevoli e 1 astensione.
127) Emendamento presentato dai Consiglieri Bresso, Rivalta e Buzio: Al primo comma, secondo capoverso, punto f), dopo le parole "o il Consorzio" aggiungere: "o un numero di loro Consiglieri pari almeno ad 113 delle rispettive assemblee, o del Consiglio regionale".
L'emendamento n. 127) è ritirato.
128) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Miglio e Segre: All'art: 10 del disegno di legge n. 98, che modifica l'art. 77 della LR n. 56/77 e s.m, ed i., sono apportate le seguenti modificazioni: aggiungere al primo comma dell'art. 771a seguente lettera g): "g) Piani per l'Edilizia Economica Popolare, Pian particolareggiati e Plani per gli insediamenti produttivi che comportano varianti del Piano Regolatore Generale".
La Giunta non accoglie, pongo quindi in votazione l'emendamento n.
128).
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto con 3 voti favorevoli, 23 contrari e 4 astensioni.
129)Emendamento presentato dal Consigliere Marino: Aggiungere al fondo: "Il parere della CTU sulle materie di cui alle lettere b), c) e d) è obbligatorio, non vincolante".
La parola all'Assessore Carletto.



CARLETTO Mario, Assessore all'urbanistica

L'emendamento n. 129) riguarda il problema cui avevo fatto riferimento prima: "Il parere della. CTU sulle materie di cui alle lett. b), c) e d) è obbligatorio e non vincolante" è accolto dalla Giunta perché è già così quindi è pleonastico, ma è accolto.



PRESIDENTE

Pongo dunque in votazione l'emendamento n. 129 presentato dal Consigliere Marino.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato con 29 voti favorevoli e 1 astensione.
130) Emendamento presentato dal Consigliere Marino: Aggiungere al fondo: "Il parere della CTU sulle materie di cui alla lettera b è obbligatorio".
L'emendamento n. 130) decade.
Passiamo quindi alla votazione dell'ara. 10 nel testo modificato.
Si proceda alla votazione per appello nominale.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 24 Consiglieri hanno risposto NO 9 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere L'art. 10 è approvato.


Argomento:

Proseguimento esame progetto di legge n. 98: "Modifica alla legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56"

Argomento:

Interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno (annunzio)


PRESIDENTE

Le interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegate al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.50)



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