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Dettaglio seduta n.93 del 25/05/72 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE OBERTO



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Il punto primo all'o.d.g. "Approvazione verbale seduta precedente" deve essere rimandato perché il verbale non è ancora predisposto.
Le comunicazioni del Presidente del Consiglio le rimetterei a dopo "Interpellanze e interrogazioni" per restare fermo al criterio che per un'ora discutiamo di quelle.
Interpellanza Zanone-Fassino-Gerini-Rossotto, letta in Consiglio il 18 novembre '72 "riforma controllo e vigilanza nei settori dell'assistenza psichiatrica e sociale". Sono presenti gli interpellanti Rossotto e Fassino quindi l'interpellanza può essere trattata. Ad essa risponde l'Assessore Vietti.



VIETTI Anna Maria, Assessore alla sicurezza sociale

In realtà mi pare che l'oggetto non sia pertinente perché il riferimento all'assistenza psichiatrica è esclusivamente una premessa per l'intervento della magistratura. La richiesta mi pare che sia un controllo e una riforma nell'ambito dell'assistenza sociale.
Gli interpellanti, dopo aver rilevato le gravi carenze dell'attuale sistema assistenziale, facendo riferimento alle dichiarazioni che numerose associazioni hanno reso, in occasione della consultazione per le osservazioni al decreto delegato per il trasferimento delle funzioni amministrative in campo assistenziale, chiedono quali iniziative intenda assumere la Giunta per una riforma dell'intero settore.
E' innanzi tutto opportuno porre in evidenza che il decreto 15.1.1972 n. 9 ha trasferito alle Regioni solo alcune funzioni amministrative in precedenza esercitate dal Ministero dell'Interno e dalle Prefetture. Il trasferimento delle funzioni amministrative stesse non è stato preceduto dall'emanazione di una legge quadro che avrebbe dovuto permettere il mutamento sostanziale dell'attuale assetto assistenziale, caratterizzato dall'esistenza di molteplici enti a carattere nazionale, dagli enti comunali di assistenza, regolati da leggi ormai superate, da una ripartizione degli utenti in categorie di assistibili, ognuna con prestazioni assistenziali dissimili.
Le funzioni amministrative attualmente esercitate dalla Regione in materia di assistenza, debbono quindi essere svolte nel rispetto e nell'ambito delle leggi vigenti: nella maggior parte dei casi la Regione pur sentendone l'esigenza - non può pertanto innovare come desidererebbe ma deve limitarsi a sostituirsi al Ministero dell'Interno ed alle Prefetture nell'espletamento di funzioni amministrative ben definite e con modalità altrettanto ben definite.
Le dichiarazioni delle associazioni operanti nel settore, in occasione della consultazione per le osservazioni al decreto delegato, concordavano con le osservazioni proposte dalla Giunta, che richiedeva la competenza globale in materia assistenziale affinché la istituzione delle Regioni rappresentasse la grossa occasione per una radicale riforma del sistema assistenziale. Tali osservazioni non sono state recepite dal decreto delegato in questione.
Il decreto delegato n. 9, fortemente limitativo delle competenze regionali, non può certo permettere interventi decisamente innovativi nel settore; è quindi auspicabile una sollecita approvazione della legge-quadro nel campo assistenziale, come più volte dichiarato.
Allo stato attuale delle cose diventa anche difficile intraprendere una seria attività di coordinamento fra l'attività degli enti pubblici e di quelli privati, poiché, per ora, non sono state trasferite alle Regioni anche se abbiamo la promessa del Ministro Gatto che ciò avverrà - le competenze che i Prefetti hanno nel campo dell'assistenza privata.
Per quanto si riferisce invece ai controlli ed all'attività ispettiva si tratta di un settore trasferito alle competenze delle Regioni, seppur limitato agli ECA ed agli IPAB. Si sta studiando per procedere all'organizzazione di un servizio specializzato, svolto dal personale qualificato che intervenga, non in modo inquisitorio e fiscale, ma al fine sia di ovviare ad inconvenienti derivanti dal cattivo funzionamento, sia per migliorare l'attuale struttura degli enti.
Concordo con gli interpellanti sulla necessità di una più adeguata disponibilità di personale qualificato. Condizione essenziale per una più idonea politica assistenziale è una seria preparazione professionale degli operatori sociali da attuarsi ai più qualificati livelli.
La situazione attuale è fortemente carente ed è caratterizzata, in particolare nel settore del servizio sociale professionale, dalla mancata disciplina delle scuole e del titolo da esse rilasciato, mentre la preparazione di tali operatori sociali dovrà trovare collocazione nel quadro dell'ordinamento universitario per ancorarla al più avanzato livello scientifico.
Sono poi opportune iniziative varie, che sono allo studio, per la qualificazione e la riqualificazione degli operatori sociali ai vari livelli.
Per quanto riguarda le indagini conoscitive richieste, comunico che è stata esperita quella relativa agli asili nido, i cui risultati sono stati resi noti a tutti i Consiglieri Regionali. Sono stati acquisiti gli elenchi delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza che devono per essere aggiornati. Sono invece in fase di avanzato espletamento le indagini conoscitive sugli istituti per anziani e sugli istituti educativo assistenziali per minori normali e minori handicappati, per minori illegittimi e per ragazze madri. Tali indagini intendono acquisire dati relativi alla personalità giuridica di ogni ente, ai fini perseguiti, al numero dei posti disponibili, al numero delle presenza, allo stato di manutenzione delle strutture edilizie, all'organico del personale, al bilancio ed alla retta.
Il risultato di tali indagini conoscitive dovrà darci la fotografia delle attuali strutture assistenziali della Regione che potrà servire per un dibattito in Consiglio sul problema dell'assistenza sociale, come richiesto dai firmatari dell'interpellanza.



PRESIDENTE

La parola a chi degli interroganti la richiede.
Ha facoltà di parlare il Consigliere Fassino.



FASSINO Giuseppe

A nome del mio Gruppo prendo atto di quanto l'Assessore Vietti ci ha comunicato, tenendo conto che i decreti pervenuti non permettono gli interventi che noi desidereremmo avere.
Anche noi sollecitiamo invece - come altri colleghi hanno fatto in altre occasioni - quelle leggi quadro che ci permetterebbero di vedere in una situazione migliore tutto ciò che dobbiamo risolvere e che per il momento resta invece irresolubile.
La stessa cosa auspichiamo per quanto concerne la formazione del personale, gli operatori sociali, che diventano una condizione sine qua non perché possano essere risolti questi problemi.
Comunque prendo atto delle comunicazioni e ringrazio l'Assessore.


Argomento:

Interpellanze e interrogazioni (rinvio)


PRESIDENTE

Dovrebbe darsi corso, adesso, all'interpellanza 30 marzo '72 Berti Rivalta, non è presente il Presidente che dovrebbe rispondere quindi l'aggiornerei nel corso dell'ora, augurandomi che possa passare.
L'interrogazione Nesi 29.7.71. Il Consigliere Nesi non è in aula, ma non c'è neanche l'Assessore Borando che dovrebbe rispondere e non la posso far decadere.
Interrogazione Fonio-Nesi-Simonelli-Viglione. Fonio e Viglione sono in aula, l'Assessore Visone è presente, quindi possiamo dar corso all'interrogazione "Circolare intimidatoria del Provveditorato agli Studi ai direttori didattici e presidi in merito a decisioni del Consiglio di Stato".



VIGLIONE Aldo

Nesi arriva subito, se la volesse mettere in coda.



PRESIDENTE

Ma siete quattro firmatari! Ce n'è una del Consigliere Simonelli, ma non è presente e non c'è nemmeno l'Assessore che dovrebbe rispondere.
Interrogazione 30.3.72 Sanlorenzo, deve rispondere il Presidente, che non è presente, quindi non posso farla decadere, la aggiorniamo a dopo.



SANLORENZO Dino

Vorrei soltanto far rilevare che, stante la perenne assenza del Presidente della Giunta nella prima ora di convocazione del Consiglio c'è il rischio che le mie interrogazioni, che riguardano sempre argomenti che devono essere affrontati dal Presidente della Giunta, non abbiamo mai risposta. Vorrei sapere come si può risolvere il quesito. Suggerirei al Presidente della Giunta, che almeno una volta, nel corso dell'anno, sia presente alle 9,30 e possa dare qualche risposta alle numerose interrogazioni che lo riguardano.



PRESIDENTE

Questo vale anche per l'altra interrogazione "Ordine del giorno della Giunta Regionale. Pubblicazione sul bollettino Ufficiale della Regione".
Infine ci sarebbe l'interrogazione Nesi, che è ancora assente, ma è presente l'Assessore Visone "Richiesta intervento forza pubblica per sgombero atrio del Rettorato". La aggiorniamo.



BERTI Antonio

Bisognerebbe cominciare a farne decadere qualcuna però.



PRESIDENTE

L'unica che può essere fatta decadere è questa del Consigliere Nesi in quanto c'è l'Assessore Visone disposto a rispondere.



FONIO Mario

Siamo in due, possiamo rispondere noi.



PRESIDENTE

No, questa è firmata soltanto dal Consigliere Nesi.


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Fonio ed altri sulla circolare intimidatoria del Provveditorato agli Studi


PRESIDENTE

Possiamo passare invece l'altra di Fonio-Nesi-Simonelli-Viglione "Circolare intimidatoria del Provveditorato agli Studi".
La parola all'Assessore Visone.



VISONE Carlo, Assessore all'istruzione

Signor Presidente, effettivamente il Provveditorato agli Studi di Torino ha diramato la circolare n. 464 del 27.11.71 ai presidi degli istituti di istruzione secondaria di I e II grado di Torino e provincia e non ai direttori didattici, avente per oggetto "Condotta irregolare decisione giurisprudenziale" il cui contenuto, assai breve e senza commento, dice testualmente: "Per opportuna conoscenza, a nome delle SS.LL. si trascrive il contenuto della decisione del Consiglio di Stato Sezione VI del 7.10.59 n.
691. L'addebito disciplinare di riprovevole condotta può concretarsi anche in un sol fatto che costituisca indizio sufficiente di un dato modo di pensare e di agire e non è necessario che sia attinente esclusivamente alla condotta privata del dipendente".
La circolare porta la firma di un funzionario, evidentemente a nome del Provveditore.
Dirò subito che ci siamo interessati ed abbiamo cercato di conoscere il pensiero dei diversi ambienti, anche perché sappiamo che la circolare ha scatenato vive proteste da parte sindacale ed in genere nell'ambiente scolastico. Il tutto è dovuto al contenuto che non viene ritenuto una semplice comunicazione, ma rivesta invece carattere di particolare novità in quanto parla di norme a cui il dipendente dovrà attenersi.
Gli estensori hanno ritenuto di dover sottolineare che la sentenza in effetti vuole precisare che una condotta riprovevole si può realizzare anche con la manifestazione di un solo fatto (non è quindi necessaria una serie di fatti) sempre che esso sia indizio sufficiente di un dato modo di pensare e di agire, e non è necessario che il fatto sia attinente esclusivamente alla condotta privata del dipendente. Ne deriva quindi che si può avere una buona condotta per una serie di anni e poi un solo fatto di violenza può determinare un addebito di condotta riprovevole.
Naturalmente quel dato modo di pensare e di agire deve essere contrario alle norme che regolano la vita della società. Pertanto, stando alla sentenza del suo giusto spirito, non pare contenere aberrazioni giuridiche ed istituzionali, nonché politiche e morali.
Da parte sindacale viene precisato che la decisione del Consiglio di Stato, che in particolare tratta del caso di un dipendente dell'INPS, è stata presa nel 1959, anno in cui però non esisteva lo Statuto dei lavoratori; ed oggi che esiste, il contenuto di tale circolare è ritenuto in contrasto con quegli articoli che fanno divieto di indagare sulle opinioni e parlano di atti indiscriminatori.
Pertanto l'iniziativa, anche secondo i sindacati, oltre ad essere intempestiva è da considerarsi come un atto intimidatorio verso il cittadino che, secondo l'art. 21 della Costituzione, è libero di manifestare il proprio pensiero.
Trattandosi comunque di un richiamo a fatti che potrebbero verificarsi nell'ambito della scuola, ci pare obiettivo considerare il problema sotto l'aspetto educativo e formativo delle giovani generazioni; pertanto con tali riserve la circolare medesima può essere soltanto accettata come invito al rispetto di tutte le opinioni sia dei docenti, sia degli allievi che delle rispettive famiglie.



PRESIDENTE

La parola a chi la chiede degli interroganti.
Ha facoltà di parlare il Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Vorrei soltanto parlare, dopo la risposta dell'Assessore, dello spirito che ha animato questa circolare. Non era assolutamente necessario ribadire che una sentenza o una decisione del Consiglio di Stato maturata anni addietro dovesse essere portata a conoscenza.
Allora tutte le decisioni che emette il Consiglio di Stato o altri organi dovrebbero essere portate a conoscenza dei dipendenti? Ma quando si porta a conoscenza un fatto di questo genere, che ha carattere intimidatorio, noi vogliamo una parte positiva nella risposta dell'Assessore, ma da questo atto resta un fatto negativo.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa. Il Consigliere Nesi non è rientrato quindi passiamo alle comunicazioni del Presidente.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Sui termini per le risposte ad interrogazioni e interpellanze


BERTI Antonio

Vorrei fare una domanda, posso?



PRESIDENTE

Prego Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Le pongo un quesito che lei scioglierà adesso oppure nell'Ufficio di Presidenza.
Come lei sa il nostro Regolamento stabilisce che a interrogazioni e interpellanze si deve rispondere entro quindici giorni e entro trenta giorni. Se in questo termine, la risposta stessa non viene per assenza dell'interessato, lei cosa ritiene di fare, visto che il termine è superato?



PRESIDENTE

Dell'interessato ad avere la risposta o a darla?



BERTI Antonio

A darla.



PRESIDENTE

Credo che dovremo regolamentare una norma per cui ci sarà il richiamo da parte del Presidente del Consiglio.



BERTI Antonio

Io le pongo il quesito e la invito a scioglierlo nell'Ufficio della Presidenza. I regolamenti si fanno affinché siano rispettati; se ci sono cause eccezionali tutti sono disposti a capire, ma quando diventa un metodo non può assolutamente essere consentito.



PRESIDENTE

Nella prima riunione del Consiglio di Presidenza l'argomento sarà esaminato.


Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo per la mattinata il Consigliere Segretario Gerini e per l'intera giornata il Consigliere Conti.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Comunicazioni del Presidente del Consiglio


PRESIDENTE

Quest'oggi a Roma si insedia il Parlamento eletto il 7 e l'8 maggio.
Ritengo di sottolineare l'evento perché di notevole rilievo intanto in quanto si compiranno i primi adempimenti del funzionamento di quelle assemblee, ma di qui potrà nascere quella che sarà una successiva decisione relativa alla formazione del Governo.
Mi sembra di poter ripetere quanto fugacemente nella precedente riunione avevo avuto occasione di dire, che le elezioni si sono svolte in un clima di estrema civiltà e di grande senso di responsabilità. Noi formuliamo l'augurio che i due rami del Parlamento possano trovare modo di risolvere molto rapidamente alcuni dei problemi che assillano la vita del nostro Paese, che soprattutto riescano, attraverso riforme regolamentari che si sono date, a non lasciar decadere alcune delle decisioni legislative già assunte dall'uno dei rami del Parlamento, proponendosi all'altro ramo l'accettazione nelle forme esatte avvenute nel ramo che le ha decise.
Penso che ad avvenuta nomina dei Presidenti delle due assemblee interpreterò il pensiero dell'intero Consiglio rendendomi interprete di questo voto augurale, sostanzialmente e non formalmente augurale, per l'operatività intensa, preziosa del Parlamento, sottolineando soprattutto quanto attiene alla materia di carattere regionale.
Noi ritengo che non avremo più motivo di riunirci se non questo pomeriggio prima della ricorrenza del 2 giugno, festa della Repubblica; mi limito ad un richiamo a questa ricorrenza alla quale il Capo dello Stato intende dare anche quest'anno particolare solennità invitando, tra gli altri, al Quirinale i Presidenti delle Giunte Regionali e i Presidenti dei Consigli Regionali. Ne ho riferito nell'ultimo Ufficio di Presidenza e mi sono determinato, nonostante qualche motivo personale di perplessità, ad andare e a rappresentare il Consiglio perché il Piemonte non sia assente nella riaffermazione ideale dei valori della Repubblica e della Costituzione sulla quale la Repubblica è fondata.
Reputo che non sia il caso che si faccia qui, all'inizio di questa nostra seduta, una rievocazione di quanto il 2 giugno si è verificato ritengo però sia giusto che il Presidente, a nome del Consiglio, riaffermi questa fede nella Repubblica Italiana, sottolineando soprattutto l'aspetto fondamentale che è costituito dall'espressione "la Repubblica italiana è fondata sul lavoro" per trarre auspicio che gli organi della Repubblica si determinino il più rapidamente possibile a risolvere decisivamente tutti i problemi che interessano in vari settori il mondo del lavoro.


Argomento:

Documenti - Annunzio e assegnazione a Commissioni


PRESIDENTE

Il 15 maggio '72 la Giunta ha trasmesso il nuovo testo del bilancio per l'anno in corso, nonché la relativa relazione.
In data 16 maggio 1972 è stato trasmesso alla I Commissione per l'esame in sede referente. Il Presidente della I Commissione, Consigliere Garabello, mi ha informato ed io mi sono affrettato ad informare, come da Regolamento, il Presidente della Giunta, che nella seduta del 25 maggio ha preso in esame il bilancio e ha deliberato di svolgere le consultazioni di un limitato numero di enti e di associazioni. Ripeto che io debbo partecipare al Presidente della Giunta la richiesta di queste consultazioni.
Ritengo di informare il Consiglio perché il bilancio è un fatto di grandissima importanza, vorrei dire che è l'atto basilare, fondamentale per l'attività del Consiglio e, concordandosi, le consultazioni avverrebbero con queste date: lunedì 19 giugno '72 artigiani, associazione piccola industria, coltivatori diretti, cooperative; martedì 20 giugno CGIL, CISL UIL, CISNAL, industriali, costruttori edili, agricoltori, commercianti mercoledì 21 giugno Unione regionale Camere di Commercio, ARCI, CONI, PSI UISP, AIX, Italia nostra, Pro natura, ANCI, Unione Province, IRES.
Le riunioni naturalmente si svolgeranno in Via Maria Vittoria 18 e gli inviti - precisa il Presidente - verranno rivolti esclusivamente agli organismi regionali dei predetti enti ed associazioni. Si farà premura di accompagnare la convocazione con il testo del bilancio, in maniera che la consultazione possa avvenire a ragion veduta.
Ho fatto questa precisazione ai signori Consiglieri, per dire loro implicitamente che la previsione della discussione del bilancio deve essere allontanata nel tempo e si può arguire che possa avvenire alla fine del mese di giugno, nella seduta ultima del mese di giugno.
In data 19 maggio '72 la Giunta Regionale ha trasmesso le bozze di decreto del Presidente della Repubblica per il riordino al Ministero del Tesoro. In data 22 maggio '72 sono stati assegnati alla I Commissione per l'esame in sede referente.
Il 24 maggio sono pervenute le osservazioni che la Giunta Regionale ha formulato sullo schema di decreto delegato concernente il decentramento delle funzioni amministrative nel settore dei beni dello Stato, schema di decreto che è stato assegnato ancora alla I Commissione per l'esame in sede referente.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Comunicazioni del Presidente del Consiglio (seguito)


PRESIDENTE

Dal 14 al 18 giugno avranno luogo a Nizza i X Stati generali dei comuni d'Europa. L'argomento è stato delibato dall'Ufficio di Presidenza tenutosi come di consueto, lunedì. I temi in discussione sono: 1) i poteri locali esigono l'unificazione politica dell'Europa; loro compiti e responsabilità in quanto forze determinanti di un'Europa democratica; 2) il ruolo e le responsabilità dei poteri locali e regionali nell'attuazione di una politica europea per la protezione dell'ambiente naturale ed umano.
Entrambi gli argomenti, che verranno trattati dai X Stati generali dei Comuni d'Europa, interessano moltissimo anche la Regione Piemonte e l'Ufficio di Presidenza ha all'unanimità appreso l'avviso di inviare una delegazione della nostra Regione ed a tal fine sono stati già presi contatti con il Presidente della Giunta perché la delegazione abbia una rappresentatività organica dell'organo assembleare e dell'organo esecutivo.
Per il Consiglio, salvo ulteriori precisazioni e determinazioni che potranno essere prese anche nella riunione dei Presidenti dei Gruppi, con la partecipazione del Presidente della Giunta, si prevederebbe una delegazione composta da un rappresentante per ogni Gruppo, due per i Gruppi maggiori della D.C. e del PCI.
Alla Presidenza sono pervenuti i seguenti documenti: dal Comune di Asti un o.d.g. relativo al piano approvato da quel Consiglio Comunale, sul problema della difesa delle attività industriali di Asti dalla Federazione Italiana Trasportatori Artigiani, gruppo di Alessandria, un o.d.g. sui problemi della categoria.
In una precedente riunione avevo succintamente riferito delle linee programmatiche dei lavori per la sessione ordinaria di primavera del Consiglio Regionale, quali erano stati determinati nella seduta dei Capigruppo appositamente convocata. Secondo quanto si era deciso nel corso delle riunioni del 12 e del 26 aprile, in questa sessione primaverile dovrebbero essere trattati i seguenti argomenti: bilancio preventivo per il 1972, che contiamo di discutere a fine giugno; norme sugli organi di controllo sugli enti locali; disegno di legge su iniziativa legislativa e referendum; attuazione delle leggi nazionali, che delegano compiti alle Regioni (legge sulla casa, discussa il 19 maggio, sulla montagna, per la quale sono in corso, a quanto mi risulta, le consultazioni, leggi agricole ed in particolare quella sul finanziamento dello sviluppo della proprietà coltivatrice, la legge per la nuova disciplina di affitto dei fondi rustici e quella su FEOGA nonché la legge sugli asili nido); strumenti della vita interna del Consiglio Regionale (tra l'altro il Regolamento del Consiglio che si dimostra ogni momento più necessario che sia compilato nella forma definitiva); regolamento di amministrazione e di contabilità, per cui vi sono già delle proposte; definizione delle competenze per l'esercizio delle funzioni trasferite; leggi di attuazione dello Statuto; legge sulle indennità consiliari e finanziamenti ai gruppi strumenti per il programma nomina del Consiglio di Amministrazione dell'IRES; ente di sviluppo agricolo; ente di sviluppo per l'artigianato; della piccola e media industria, legge sui comprensori; decentramento amministrativo attraverso la delega agli enti locali.
Questi sono gli argomenti che la riunione dei Capigruppo con il rappresentante della Giunta Presidente, ha messo in cantiere nella previsione che possano essere trattati nella sessione di primavera. Credo di poter dire che difficilmente tutto questo programma potrà essere esaurito nel corso della sessione. E' indubbio - e io lo prospetto al Consiglio perché si esprima concordando o dissentendo - che dovrà essere data priorità assoluta al bilancio, senza di che non potremmo poi continuare la nostra attività; in seconda posizione dovrebbero essere i problemi connessi all'applicazione dei decreti delegati perché urgono, per rendere agibile la nostra stessa attività; legge sull'indennità e finanziamento ai gruppi; norme sui controlli con l'aspetto connesso delle indennità ai membri dei comitati e Regolamento del Consiglio.
Se i Consiglieri concordano, indirizzeremmo tutta l'attività, per questa sessione primaverile, su questi argomenti, tralasciando gli altri o occupandoci degli altri nel caso che questi siano rapidamente esauriti. A questo proposito gradirei avere dai Capigruppo la conferma sulla priorità che è stata, per motivi organici, indicata dal Presidente avendone fatto oggetto anche di considerazione all'Ufficio di Presidenza.
Ai sensi dell'art. 48 comma settimo del Regolamento provvisorio del Consiglio comunico che la Giunta ha dato risposta scritta alle seguenti interrogazioni che quindi decadono dall'elenco interrogazioni: 5 maggio '72 dei Consiglieri Besate, Giovana, Rivalta circa l'affidamento all'IRES di incarichi per studi connessi all'insediamento Fiat di Crescentino interrogazione 5 maggio '72 del Consigliere Besate in ordine alla ventilata soppressione di una corsa della linea Villata-Vercelli esercita dalla STAT interrogazione 18 aprile 1972 dei Consiglieri Fassino, Rossotto, Zanone e Gerini circa la viabilità nella Valle Soana.
Io ho qui i testi delle risposte scritte, gli interessati le hanno ricevute e quindi l'argomento può considerarsi esaurito.
Vorrei soltanto che i Consiglieri mi dicessero se concordano sulla priorità, così com'è stata annunciata al Presidente, nella trattazione dei lavori della sessione primaverile.
Il Consigliere Garabello chiede la parola, ne ha facoltà.



GARABELLO Enzo

Sul merito di questo primo punto signor Presidente, per quanto mi riguarda sono d'accordo sulla priorità che deve darsi alla discussione del bilancio e devo anche fare presente, a nome della I Commissione riferendomi ad alcuni passi della sua comunicazione, che la I Commissione come del resto mi aveva già incaricato di fare nella scorsa seduta parlando di consultazione sulla programmazione - ritiene che in questa nuova fase di vita del Consiglio le consultazioni che si fanno con enti, associazioni ecc. devono essere condotte in modo tale da portare il massimo frutto; il che vuol dire consentire agli enti consultati di prepararsi, approfondire e venire col massimo degli elementi di collaborazione.
Proprio per questo, usufruendo al massimo dei tempi consentiti dallo Statuto e dal Regolamento, abbiamo fissato per la fine di giugno la conclusione dei lavori sull'esame del bilancio. Aver fissato con una distanza di una ventina di giorni le consultazioni, dovrebbe consentire sia per il tempo che c'è dinanzi, sia per il numero più limitato di enti che si è ritenuto di sentire, di avere delle buone conclusioni. Il problema di fondo che vorrei rimarcare a nome della Commissione, è che gli inviti ed il materiale relativo devono essere inviati subito, in modo che gli enti possano riunire i loro organi direttivi, esecutivi, quel che crederanno avendo il materiale già da alcuni giorni e l'esame possa veramente essere approfondito.
Noi sappiamo che purtroppo (non lo giudico da un punto di vista generale, ma da un punto di vista strettamente pratico) la formalità dei diversi passaggi intermedi fra le decisioni della Commissione e l'invio del materiale, come previsto dal Regolamento, è un po' complessa; bisogna fare in modo che, seppure in presenza di una regolamentazione di questo genere non si perda ulteriore tempo.
Dirò inoltre, come ella ha già messo in rilievo riferendosi alla mia lettera di comunicazione, che la Commissione ha preso una determinazione che penso possa valere anche successivamente: questa volta noi sentiamo essenzialmente gli organi rappresentativi, cioè l'ANCI e l'Unione delle Province d'Italia, mentre in futuro, per altre consultazioni, ci riserviamo direttamente di sentire gli organi locali; per quanto riguarda le varie forme associative di cui c'era un certo elenco nella lettera, abbiamo deciso di sentirle soltanto a livello regionale e questo è anche un invito uno stimolo affinché tutte le associazioni, sindacati ecc. si pongano in condizioni di avere un organo regionale veramente efficiente, dotato di poteri di rappresentanza politica seri e profondi. Questo per evitare una dispersione inutile e avere una voce univoca di ciascuna di queste associazioni. Riteniamo così di costituire anche uno stimolo nei confronti delle associazioni perché si adeguino, qualora non l'abbiano fatto, al nuovo livello regionale che indubbiamente ha da portare risultati anche al di fuori degli organi ufficiali della Regione.



PRESIDENTE

Grazie Consigliere di questa precisazione. Siccome l'ultima consultazione la vedo prevista per il 21 giugno, è certo che giovedì 22 non potremo portare la discussione al Consiglio. Vorrei allora fare presente che il successivo giovedì, 29, è festivo, per cui il bilancio non potrà avere motivo di dibattito in Consiglio se non giovedì 6 luglio.
La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Signor Presidente, preliminarmente la pregherei di voler modificare il modo con il quale ci ha presentato le consultazioni della I Commissione sul bilancio. Non si tratta di una "richiesta" che le fa il Presidente della Giunta, ma di una "comunicazione" perché l'atto del Presidente della Giunta è un fatto dovuto, quindi non c'è nessuna richiesta.



PRESIDENTE

E' un lapsus.



BERTI Antonio

Vorrei che risultasse a verbale perché se non avessi detto niente potrebbe costituire un precedente da noi accettato.
Nel merito invece del calendario di lavoro, lei ha apportato delle innovazioni alla prassi normale. Io non ho niente in contrario a preparare il calendario in assemblea, con la partecipazione di tutti i Consiglieri ma il Regolamento prescrive che determinato un programma massimo di lavoro per la sessione, programma che evidentemente può essere sempre integrato dalle iniziative dei vari soggetti, il calendario lo si fa seduta per seduta, comunque sempre in riunione dei Capigruppo, cosa che io le avevo sempre chiesto già nella seduta scorsa per definire quali argomenti avremmo posto all'o.d.g.
Ora lei ha presentato il calendario in assemblea, ed io lì per lì non mi sentirei di accettarlo, anche perché mi pare di aver capito che sul programma trimestrale lei già fa una scelta di argomenti che dovrebbero impegnarci prioritariamente. Io chiedo di discutere queste cose con i Capigruppo per avere la possibilità di consultarmi rapidamente con i compagni perché si tratta di fare delle esclusioni che seduta stante non mi sentirei di fare. Nella stessa giornata di oggi credo che sia possibile tenere una conferenza dei Capigruppo in cui formulare il calendario delle sedute per il mese di giugno, con i punti da inserire all'o.d.g.
Aggiungerei che nel programma formulato ci sono altre questioni che credo debbano essere decise, anzi alcune di queste sono già in corso come il convegno sui chimici, convocato per il 20/23 giugno mi pare, iniziativa non dell'assemblea consiliare ma della Regione, mentre rimane ancora da stabilire (e rinnoviamo qui la richiesta) la conferenza tessile. Occorrerà porre un termine preciso.
C'è ancora un settore che riguarda le iniziative legislative in corso la IV e la VI Commissione hanno recentemente stabilito di procedere nell'esame delle proposte riguardanti l'assistenza gratuita o l'assistenza farmaceutica ai coltivatori diretti, iter che ritengo avrà termine nel giro dei trenta giorni ed è chiaro che in aula questo progetto di legge deve venire nei termini consentiti.
Le chiedo perciò di fare una riunione dei Capigruppo per vedere tutte le questioni prioritarie, oltre quelle che lei ha elencate, da porre in calendario.



PRESIDENTE

Io non ho nessuna difficoltà ad accogliere questa istanza, credevo che si potesse rapidizzare in sede di Consiglio, comunque i Capigruppo sono convocati alle 15 di quest'oggi.


Argomento: Industria (anche piccola e media) - Problemi del lavoro e della occupazione

Relazione del Presidente sugli sviluppi della situazione tessile


PRESIDENTE

Passiamo al punto quarto salvo che ci siano richieste di parola sulle comunicazioni: "Relazione del Presidente sugli sviluppi della situazione tessile".
I signori Consiglieri ne sono al corrente, anche perché pubblicato dai giornali (i quali sono oggi i nostri informatori di prima mano) ma io avevo preso l'impegno di riferire su quanto avvenuto dopo la seduta di giovedì scorso, nel corso della quale l'argomento era stato ampiamente trattato e discusso. C'era stato anche l'impegno, da parte del Presidente del Consiglio, di prendere contatti con i Ministeri competenti al fine di avere ulteriore conferma di quanto aveva riferito il Presidente della Giunta Regionale (che a Roma aveva incontrato il Ministro Taviani Presidente delegato al CIPE) e cioè che vi sarebbe stato l'incontro del CIPE per le determinazioni di sua competenza e poi il discorso del CIPE con la GEPI per trasferire a quest'ultima compiti, mezzi, strumenti per l'impostazione risolutiva dei problemi tessili che interessano circa 8000 lavoratori del Piemonte, anche se qualcuno dice che sarebbero meno e comunque anche se fossero meno la situazione è sempre seria.
Questi contatti sono stati presi, l'assicurazione è stata data, vi è stato soltanto uno spostamento dell'incontro al pomeriggio col CIPE perch era stato convocato il Consiglio dei Ministri al quale dovevano partecipare il Ministro Taviani ed altri.
Questo lunedì avevamo appena terminato i lavori dell'Ufficio di Presidenza quando fui informato dal Capogruppo del partito comunista e dal Vicepresidente Sanlorenzo che era in corso in Via M. Vittoria, 12 - cioè alla sede della Provincia dove era stato messo a disposizione un locale per la riunione dei tessili in agitazione e dei sindacati che li assistono una riunione, nel corso della quale si era peraltro rilevato qualche motivo di doglianza nei confronti della Regione. Il Consigliere Berti mi sottolineava questa posizione e con il Vicepresidente Sanlorenzo mi sollecitava l'opportunità di intervenire a questa riunione per dare pare delle precisazioni, cioè per non assumere supinamente, passivamente degli addebiti dei quali certamente il Consiglio Regionale non è responsabile.
Mi trasferivo allora in Via M. Vittoria 12 dove la riunione era sostanzialmente ultimata, ma c'erano ancora molti lavoratori, i rappresentanti sindacali che stavano stilando l'o.d.g. e qualche rappresentante delle amministrazioni locali interessate. Chiedevo di poter precisare quello che era stato l'iter del dibattito che si era avuto al Consiglio Regionale il giovedì precedente, rivendicando una presa di posizione che più ampia e più precisa non poteva essere, perché si era conclusa la sera con la ultima comunicazione telefonica (nel corso della giornata ve ne erano state sei o sette) a seguito della quale si prendeva impegno di partecipare ad una commissione di lavoratori, di sindacati, di rappresentanti di comuni che chiedeva di essere ricevuta dal Ministro Taviani. L'Assessore Visone, che di questo argomento si sta occupando con notevolissimo impegno e zelo, presente a questa ultima fase della serata di giovedì scorso, assumeva pieno, categorico e preciso impegno di partecipare in rappresentanza della Regione all'incontro romano. Si aggiungeva che ove si fosse ravvisata l'opportunità che di questa Commissione facessero parte anche uno o più rappresentanti del Consiglio, ci saremmo adeguati ad un'eventuale richiesta in tali termini.
La riunione di lunedì prendeva atto dell'atteggiamento tenuto dal Consiglio Regionale, molte delle persone che erano state presenti anche in aula e quindi affermavano, per conoscenza diretta, che cosa il Consiglio Regionale aveva fatto. Da parte di qualcuno si sollevava però l'eccezione che non ci si doveva accontentare di parole, ma che si doveva passare ai fatti. Rilevavo che quella convocazione non aveva interessato il Presidente del Consiglio Regionale né l'Ufficio di Presidenza; fu precisato allora che erano stati invitati i Capigruppo come tali e non l'Ente Regione e non il Consiglio Regionale. Tuttavia la cosa fu tranquillamente e pacificamente composta con l'assicurazione, da parte del Presidente del Consiglio, che avrebbe fatto seguire, alla richiesta telegrafica che sindacati lavoratori, rappresentanti di comuni inoltravano il mattino successivo al Ministro Taviani per essere ricevuti prima che il CIPE si riunisse e prendesse le sue determinazioni da trasferire poi alla GEPI, un telegramma del Consiglio. Ieri mattina alle ore 10 pervenne alla presidenza la comunicazione del telegramma inviato a Roma in questi termini: "Consigli di fabbriche aziende interessate intervento Gepi aziende tessili abbigliamento Piemonte segreterie sindacali Regione sindaci Torino, Vercelli, Cirié San Maurizio, Collegno, Rivoli, Grugliasco, San Germano, Varallo, Pombia Galliate, Verbania, Cossato Giunta e Consiglieri provinciali drammatico problema occupazione richiedono incontro CIPE mercoledì 24 ore 9 CGIL CISL UIL".
Nel corso della riunione a Palazzo Cisterna mi ero permesso anche di sottolineare l'esigenza di un coordinamento di queste attività, perch quando i Ministeri o gli Uffici competenti ricevono sollecitazioni dirette da parte di singoli comuni, sindacati, lavoratori, province e Regione si crea per lo meno uno stato di minore accessibilità al problema.
Se la Regione, come da più parti è stato insistentemente ripetuto, deve ad un certo momento essere l'interlocutore per la soluzione di questi problemi, deve - a sommesso avviso del Presidente che vi parla - essere l'elemento coordinatore il quale non vuole, non intende assolutamente eliminare le altrui iniziative ed attività, ma chiede che queste iniziative e queste attività vengano coordinate proprio per non avere dei momenti di minore capacità apprensiva. Appena ricevuto questo telegramma, alle ore 10 trasmettevo telegramma urgente del seguente tenore all'on. Paolo Emilio Taviani come Ministro del Bilancio e della programmazione economica e cioè CIPE: "A conoscenza richiesta telegrafica formulata lavoratori tessili piemontesi in agitazione sindaci et sindacati per essere ricevuti prima della decisione CIPE circa affidamento intervento Gepi che fu oggetto di colloquio vostra eccellenza con Presidenza Regione Piemonte dr. Calleri at nome Consiglio Regionale che dedico gran parte sedute 18 e 19 maggio come fu comunicato at suo Ministero et Gepi alla discussione argomento interessante molte migliaia lavoratori gravemente preoccupati et richiedenti essenzialmente garanzia conservazione posto lavoro presenti aula consiliare uniscomi richiesta incontro chiedendo essere informato fissazione per possibile partecipazione dovendo seduta giovedì riferire Consiglio aut cenno decisioni assunte. Ringrazio et ossequio".
Tutti loro hanno letto su un giornale milanese fin da ieri molte notizie che abbiamo letto sui giornali torinesi questa mattina, circa l'attività della Finanziaria così detta di salvataggio, la quale dovrebbe gestire aziende risanabili in breve tempo. Io mi astengo dal riferire dettagliatamente perché alla riunione ha partecipato l'Assessore Visone e potrà essere preciso. Credo però di poter ripetere l'impegno del Consiglio Regionale di continuare l'esame del problema nel senso che era stato qui sottolineato, cioè ad un certo momento sia la Regione ad essere interessata, insieme ovviamente agli organi ministeriali che mettono a disposizione le somme per il salvataggio, la conservazione, il riordinamento di questi stabilimenti, nel momento decisionale delle scelte.
Al telegramma che ho testé letto non ho avuto risposta diretta, vi è stata però una comunicazione telefonica fatta dal dr. De Juris (capo gabinetto del Ministero dei Bilancio) alle ore 18 di ieri sera, che leggeva il comunicato che stamattina tutti quanti abbiamo trovato e pubblicato sui giornali, su cui l'Assessore Visone potrà ulteriormente riferire.
La parola all'Assessore Visone.



VISONE Carlo, Assessore al lavoro

Signor Presidente, ecco brevemente i fatti come si sono svolti, in quanto come loro sapranno c'è stata un'anticipazione della riunione del CIPE (prevista per mercoledì) a martedì nel tardo pomeriggio, proprio per la concomitanza che ci sarebbe stata con la riunione dei Ministri. Il telegramma che lei signor Presidente ha mandato, nel quale si chiedeva di essere sentiti prima della riunione del CIPE, è arrivato (io ero presente a riunione ormai iniziata da oltre un'ora).
Comunque io vorrei rapidamente leggere il testo del comunicato stampa emesso al termine della riunione del CIPE nella tardissima serata di martedì per quanto riguarda il settore che ci interessa: "Il CIPE, esaminato il problema dei tessili, udita la relazione del Ministro del Lavoro, ritenuta l'opportunità di interventi idonei ad assicurare il mantenimento dei livelli occupazionali, preso atto della relazione presentata dalla Gepi il 16 maggio 1972, confermata la direttiva del 29 febbraio 1972 che dispone l'urgente intervento della Gepi per il risanamento delle imprese tessili in difficoltà nonché le direttive programmatiche globali per il settore tessile, il CIPE ha impegnato la GEPI a completare le istruttorie esaminando con priorità la situazione di alcune aziende tessili in difficoltà. Il problema del rifinanziamento della Gepi sarà esaminato dal Consiglio dei Ministri".
Ieri mattina, come loro sapranno, erano convocati a Roma amministratori comunali e rappresentanti dei lavoratori e dei sindacati. Io mi ero premurato martedì pomeriggio, durante la riunione del CIPE, di cercare lei signor Presidente, per avvisarla di questo spostamento, di cercare anche i lavoratori che erano in riunione presso l'Amministrazione Provinciale, per non ho più trovato nessuno. Ho poi parlato nella serata con i rappresentanti sindacali, i quali però hanno ribadito che sarebbero comunque venuti a Roma mercoledì mattina.
Ieri mattina ci siamo preoccupati di far sì che una rappresentanza degli amministratori e dei rappresentanti sindacali potessero avere un incontro diretto con i ministri interessati, anche per chiarire la portata di questo comunicato stampa e per sapere cosa c'era oltre le parole contenute nel medesimo. Siamo riusciti ad ottenere l'impegno di un incontro immediato, a conclusione del Consiglio dei Ministri; con il Ministro Taviani ed il Ministro del Lavoro. Devo riconoscere che la nostra delegazione ha atteso nella sala adiacente quella del Consiglio (ci è stato detto che la cosa non era mai avvenuta prima) e appena terminata la riunione del Consiglio ha avuto un incontro durato oltre un'ora con i due Ministri interessati.
In questa riunione sono state discusse le difficoltà che si frappongono e come deve essere articolato l'intervento della Gepi. Era stato chiesto da alcune parti che il CIPE fornisse un elenco dettagliato delle aziende su cui la Gepi avrebbe dovuto intervenire. Questo elenco non è stato fatto per un motivo - così c'è stato detto - abbastanza plausibile, cioè per non offrire alla Gepi il pretesto di non intervenire eventualmente su altre aziende non contenute in quell'elenco, in quanto sappiamo che le aziende in difficoltà sono parecchie.
A nome della Giunta Regionale ho ribadito quali sono le posizioni di salvataggio che interessano al Piemonte. E' stato chiarito, da parte del Ministro Taviani, che la parola "completare" contenuta nel comunicato stampa ha un altro significato in effetti, cioè quello di concludere al più presto. Ci è stato comunicato che il CIPE ha delegato i quattro Ministri particolarmente interessati e cioè quelli del Lavoro, delle Partecipazioni Statali, dell'Industria e del Tesoro a formare un comitato ristretto per discutere con la Gepi gli interventi. Questo comitato operativo dovrebbe riunirsi martedì e il Ministro Taviani ha affermato che probabilmente le conclusioni della discussione con la Gepi potrebbero già aversi nei primi giorni di giugno (ha parlato del 6/7 giugno).
E' stato ribadito che la Gepi ha un piano in cui prevede l'intervento su un certo gruppo di aziende. Il Comitato dei Ministri ha il compito di intervenire politicamente sulla Gepi perché anche le altre aziende siano incluse. Voi sapete che la Gepi è il frutto della partecipazione finanziaria di istituti che fanno capo ad alcuni Ministeri e sono proprio questi Ministri che compongono il comitato ristretto.
Il Ministro del Lavoro non ha nascosto una certa soddisfazione, sono state fatte dichiarazioni impegnative e rassicuranti, su specifica richiesta del rappresentante della Regione Piemonte, sui tempi, che devono essere estremamente brevi e sull'incisività degli interventi.
E' stata ribadita la richiesta che la Regione partecipi alle discussioni finali, richiesta che io ho rivolto, anche interpretando quanto era stato detto qui, al Ministro Taviani, il quale però mi ha risposto che il Presidente del CIPE non ha questo potere, ci ha indicato la via che dovevamo seguire per essere presenti e dialogare con la Gepi.
Nella giornata di ieri io ho cercato a Roma il prof. Grassini, ma era assente e non so come possa aver fatto le dichiarazioni che i giornali hanno riportato; probabilmente erano dichiarazioni fatte antecedentemente alla presa di posizioni del CIPE.
Vorrei sottolineare che i giornali, che lei ha citato come sua fonte di informazione, non hanno completato l'informazione. L'incontro è avvenuto con la partecipazione diretta, richiesta e sollecitata, di amministratori in quanto (questo è doveroso ricordarlo qui) accanto alle organizzazioni sindacali c'erano i rappresentanti degli Enti locali del Piemonte, della Regione, del Comune di Torino e di alcuni altri Comuni. La delegazione ricevuta dai Ministri è stata ristretta, però noi avevamo il conforto della partecipazione di tutti coloro che erano rimasti fuori e che hanno ribadito questa richiesta perché - questo ci tengo a sottolinearlo - il problema dell'occupazione (lo abbiamo detto anche là) riguarda anche e soprattutto gli Enti locali, gli Amministratori del Piemonte. Ad una mia precisa richiesta è stato detto che il mio discorso era settario, campanilistico (io parlavo solo a nome del Piemonte). Allora mi sono permesso di sottolineare che là comunque di Amministratori vi erano solo i piemontesi.



PRESIDENTE

Vogliamo aprire la discussione su questo argomento e vedere di esaurirlo nella mattinata? Va bene.
Chi si iscrive a parlare? Il Consigliere Besate e poi? Se ci fosse già qualcuno che mi dice che vuole parlare potremmo già avere un'idea. Nessuno allora si vedrà cammin facendo.
La parola al Consigliere Besate.



BESATE Piero

Signor Presidente, colleghi, credo di dover sottolineare che la riunione del CIPE dell'altro ieri martedì 23 maggio e gli incontri di ieri tra i rappresentanti dei lavoratori, delegazioni di lavoratori amministratori di Enti locali del Piemonte con vari Ministri, debbano ascriversi senz'altro nell'ordine delle cose positive prodotte dalla lotta dei lavoratori del Piemonte, dallo schieramento che si è creato tra i lavoratori, sindacati e Amministratori, non ultima la Regione, tra le assemblee rappresentative perché forse - e l'abbiamo rilevato nella discussione generale dell'altro ieri - questa presa in considerazione da parte dell'organismo interministeriale della situazione pesante e pericolosa in fatto di occupazione che investe il settore tessile e dell'abbigliamento, sarebbe stata procrastinata, o forse non ci sarebbe stata o comunque avrebbe avuto risultati di una portata diversa. Abbiamo rilevato, come dicevo, nell'altra discussione, che ci sono forze politiche e soprattutto, forze economiche che tendono ad avere una visione ben precisa del destino del settore tessile e dell'abbigliamento, il quale sta passando il calvario che conosciamo e che ha già formato, per diverse volte, oggetto delle discussioni nel nostro Consiglio. Quindi credo che sia necessario avere la consapevolezza che l'intervento attivo e incalzante delle Amministrazioni locali e della Regione è necessario, non solo, ma è anche produttivo agli effetti dell'occupazione dei lavoratori, i quali sono l'argomento che più ci sta a cuore non soltanto da un punto di vista di solidarietà umana, ma perché abbiamo presenti le loro condizioni di vita.
Parlare di rilancio dell'economia, o di programmazione, o di piano lasciando passare i disegni di attacco dall'occupazione, diventa una beffa diventa una ciarlataneria vera e propria. Il Consiglio Regionale invece è un organismo serio, si fa carico della condizione umana dei lavoratori e dei loro diritti, si fa carico, guardando più in là, della prospettiva del Piemonte e del Paese nel suo complesso. Pur tuttavia, se è vero che gli incontri avvenuti hanno un aspetto positivo, è anche vero che sono avvenuti per l'ennesima volta con una buona dose di incertezza, di non definizione dei provvedimenti. Troppe volte l'incertezza, nel passato, proprio in riferimento a questa vicenda, si è risolta nel silenzio, nel lasciare le cose come stavano, il che voleva dire, in realtà, permettere che il tempo logorasse le situazioni e si passasse all'altro disegno, perché il non intervenire, il non dire, il non definire, il non concretizzare è un modo ben preciso di assumere un atteggiamento, di fare delle scelte, mentre per i lavoratori, in primo luogo (poi vedremo l'aspetto economico), ogni giorno che passa ormai è molto pesante, quasi intollerabile. Sono vicende che ormai si trascinano da mesi e, per talune aziende, siamo nell'ordine dei dodici mesi, e anche di più, con lavoratori che vivono nell'incertezza del posto di lavoro e del pagamento dei salari, anzi, per qualcuno l'incertezza si è tradotta in sicurezza di non avere il salario.
Noi riteniamo che uno degli elementi fondamentali sui quali il nostro dibattito deve accentrare la propria attenzione sia quello di impegnare noi come Consiglio e come Regione a intervenire per sciogliere questa incertezza per quanto riguarda le aziende ed i lavoratori. Questo perché le cose demandate alla Gepi hanno sempre uno svolgimento abbastanza, secondo noi, strano; si è verificato che si mandano alla Rossari &Varzi (sono cose di dominio pubblico) esperti di aziende concorrenti, come quelli della Zegler (faccio nomi precisi) ad accertarne la situazione. Non solo, ma questi propongono che venga diminuita una certa parte della produzione di cotone e si produca invece maglieria. Si va in un'azienda come la Faini e si dice: no, non è positivo perché il mercato nazionale non ha più spazio per la maglieria.
E' evidente che ci sono cose che vanno al di là di un giudizio politico e di razionalità economica, si ha l'impressione (mi permetto di definirla così, se non fossi sui banchi del Consiglio la definirei diversamente) che ci siano gruppi che non solo giochino al ridimensionamento e alla ristrutturazione del settore, ma che cerchino di trarre dei benefici aziendali dalle vicende di ogni singola azienda dando determinati giudizi che poi diventano di natura pubblica, vengono pubblicizzati attraverso un organo come la Gepi, fanno testo.
Di qui l'estrema necessità che noi ci impegniamo come Ente ad intervenire presso il governo affinché queste incertezze siano dissolte per tutte le aziende. Ma non possiamo attendere il 6/7/8 giugno per intervenire. Ci sono situazioni come quella della Caesar, nella quale i licenziamenti diventeranno operativi; con il 1° giugno le lettere di licenziamento scatteranno con tutta la procedura che ne consegue, anzi, in sede sindacale la procedura era già terminata, ci sarà il licenziamento vero e proprio. Che significato avrebbe allora l'intervento della Gepi? In quel caso darebbe l'impressione di intervenire per poi procedere a delle riassunzioni, con quali criteri non si sa, ma sempre con il contagocce perché si dirà bisogna andare con i piedi di piombo per non ricaricarci di nuovo, come se i lavoratori fossero un carico. Quindi non si può aspettare occorre un intervento immediato altrimenti avremo i licenziamenti.
La stessa cosa vale per gli impiegati della Leumann. Qui siamo di fronte a casi in cui i lavoratori vengono messi sul lastrico, non c'è altra soluzione. L'intervento della Gepi deve avere il valore dell'assicurazione che i licenziamenti quanto meno vengano prorogati fino a definizione delle decisioni della Gepi, così come era stato fatto prima delle elezioni, con la proroga della efficacia dei licenziamenti. Si impone con assoluta priorità l'intervento della Regione presso il governo affinché: 1) vengano dissolte tutte le incertezze per quanto riguarda la Caesar e la Leumann, i licenziamenti abbiano una proroga per consentire che queste aziende abbiano la possibilità di ottenere l'intervento alle stesse condizioni delle altre aziende.
Perché dicevo di trattare in un secondo momento la questione economica? Perché nella situazione economica in cui ci si muove, il fatto che le aziende permangano in stato di incertezza fa sì che lo sbocco dei loro prodotti nel mercato si renda più difficile di giorno in giorno.
Nell'elenco che gira non appare mai l'azienda Faudella di Biella che invece va inclusa perché le sue ordinazioni travalicano l'anno, così come la Faini di Vercelli che ha per circa due miliardi di ordinazioni; qui siamo sul piano della cattiva amministrazione, con località dove si è avuta la perdita di duemila posti di lavoro su 56.000 abitanti, sono città che non possono assolutamente accettare nessuna soluzione negativa quale sia l'ordine dell'intervento e la caratteristica tecnica che viene determinata dalla Gepi.
Il discorso dell'economia lo lascio per ultimo per capirci tra di noi (anche se non ce n'è bisogno a questo livello). Basti vedere quale dimensione raggiungano oggi gli investimenti per creare un posto di lavoro (i dati li abbiamo sulle controverse questioni della Fonderia di Crescentino e della Lancia di Verrone). La Lancia e la Fiat dicono che per creare quegli stabilimenti, con i servizi sociali che occorrono, si va sull'ordine dei 20/30 milioni per ogni posto di lavoro. Un ordine di intervento finanziario a livello inferiore è anche nell'interesse dell'economia nel suo complesso; anche nelle altre aziende private, perch la produttività media del sistema finirebbe col condizionare tutto, e tanto più condizionerebbe la capacità di intervento della Regione e degli Enti locali.
Concludendo, propongo che al termine del dibattito sulle dichiarazioni del Presidente del Consiglio e dell'Assessore al Lavoro venga formulato un o.d.g. in cui si riprecisi l'impegno della Regione non solo di essere solidale, ma di farsi carico in prima persona (con gli altri Enti locali con i lavoratori) di questa situazione, chiedendo che vengano dissolte le incertezze sull'ampiezza e sulla natura dell'intervento e chiedendo urgentemente che, per quanto riguarda la Caesar e la Leumann, vengano prorogati i licenziamenti le cui scadenze sono vicine; infine che per quanto riguarda la definizione del provvedimento la Regione, gli Enti locali, i sindacati, siano partecipi, sia cioè una definizione partecipata a tutti i livelli, di tutte le componenti protagoniste in questa vicenda.



PRESIDENTE

Altri chiedono di parlare? La signora Fabbris, ne ha facoltà.



FABBRIS Pierina

Io vorrei aggiungere alcune cose a quanto è stato detto dal collega Besate in merito alla vicenda di cui dobbiamo discutere ancora una volta questa mattina.
Intanto per sottolineare la stranezza del metodo degli incontri avvenuti, stranezza che mi fa desumere che, tutto sommato, questi incontri non sono stati così positivi come pare volesse dimostrare l'Assessore Visone poc'anzi. Con questo non voglio togliere niente alla positività e al valore dell'iniziativa della Regione, anzi la sottolineo, ma proprio per questo mi pare che dobbiamo riuscire a scoprire tra le righe quello che c'è di preoccupante per vedere come perfezionare l'iniziativa della Regione e ottenere dei risultati positivi. Dico stranezza perché sono alcuni mesi che ci occupiamo della cosa e già il collega Sanlorenzo, nel precedente Consiglio, diceva che ci troviamo di fronte ad una vicenda che ha molto di sheakespiriano nel senso che ci domandiamo se alcune cose ci sono o non ci sono; mentre la vertenza doveva già essere conclusa tempo fa, tanto per non andare molto in là, nel periodo elettorale, purtroppo ce la troviamo ancora qui e a mio parere in maniera abbastanza preoccupante. Non è giusto che questo Consiglio non prenda atto e non sottolinei la negatività di questo dato di fatto, ma è positiva l'azione svolta dal Consiglio, dobbiamo sottolineare la negatività dei fatti che si sono svolti e partire da qui per vedere di perfezionare meglio l'iniziativa della nostra assemblea.
L'Assessore Visone tende a dare una certa interpretazione al fatto che il CIPE non ha fatto l'elenco delle aziende sulle quali bisognerebbe fare intervenire la Gepi, io invece do un'interpretazione completamente negativa nel senso che è vero che finché non siamo in presenza di un elenco preciso c'è sempre la possibilità di aggiungere, però c'è anche sempre la possibilità di togliere. L'elenco ci deve essere, comprensivo di nomi e numeri; cioè dei posti di lavoro per i quali la Regione deve battersi perché siano salvati. Questi sono due dati di fatto che dal Consiglio devono uscire ribaditi ben chiaramente, altrimenti il fatto che il CIPE non abbia ancora steso l'elenco delle aziende nelle quali la Gepi deve intervenire, a mio parere non ci può rassicurare, ci deve anzi preoccupare molto seriamente.
Io ho partecipato a quegli incontri, ma il comunicato delle organizzazioni sindacali - e lo riportano i giornali di stamane - dice che nell'orientamento del governo prevale di fatto la linea della Confindustria, del padronato tessile tesa ad emarginare le aziende in crisi, a impedire l'impegno del capitale pubblico in questo settore, senza neanche prevedere investimenti di carattere sostitutivo. Lo dicono le organizzazioni sindacali nel comunicato che hanno emesso dopo avere partecipato agli incontri, per cui io sono estremamente preoccupata e vorrei che uscisse qualche iniziativa concreta da parte del nostro Consiglio allo scopo di concretizzare l'impegno politico che ha preso nella riunione precedente, quando abbiamo fatto l'elenco (che non ripeto) per un numero complessivo di ottomila dipendenti. E io credo che ciò sia importante anche perché è indispensabile che sollecitiamo l'iniziativa concreta come diceva Besate prima: gli 800 della Gallo non sono più 800 ma sono 600 e rotti, ai quali si aggiungono quelli della Faldella di cui nessuno parla (ha già detto Besate che non è un'azienda in crisi, è un'azienda che ha lavoro, che ha commesse, è un'azienda - dice l'Eco di Biella di stamattina - che ha ordini e programmi per almeno un anno di attività per cui l'occupazione potrebbe addirittura essere notevolmente potenziata).
Noi dobbiamo precisare bene la posizione che il Consiglio deve prendere per perfezionare l'iniziativa, la Regione sia presente (concordo con la richiesta di cui ci informava l'Assessore Visone) sia partecipe della decisione conclusiva la quale deve avvenire al più presto, nei termini di tempo utili ad evitare che la situazione debba ulteriormente peggiorare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Garabello, ne ha facoltà.



GARABELLO Enzo

Signor Presidente, un breve intervento che si colloca nella stessa direzione, con lo stesso spirito che ha animato il mio Gruppo nelle precedenti discussioni in proposito e particolarmente il mio Capogruppo Bianchi.
Noi riteniamo che l'elemento migliore che possiamo cavare da questo stadio della vicenda è la presenza della Regione (è stato tempestivamente sollecitato dai lavoratori un impegno della Giunta Regionale e del Consiglio in proposito) anche il fatto che la partecipazione della Regione è stata accolta a livello centrale nei modi dovuti. Naturalmente non possiamo scostarci minimamente da questa linea di condotta, la presenza della Regione deve essere concreta e sicura fino al termine dell'intera vicenda.
Non abbiamo nessun dubbio nel riconfermare quanto già hanno detto altri colleghi sulla difesa dell'occupazione; se per parte sua il CIPE, su altro versante del suo lavoro (particolarmente il Ministero dell'Industria) assumerà impegni veramente concreti e tempestivi, dobbiamo lavorare per fare funzionare al più presto possibile le non molte ma comunque utili previsioni della legge tessile, particolarmente per gli investimenti sostitutivi; ecco che allora potremo avere questa specie di forbice; da un lato il rafforzamento, la difesa delle aziende con un'azione della Gepi (che certamente non possiamo definire tempestiva, non possiamo essere soddisfatti del funzionamento di questo organo, se vogliamo tecnico, ma che assume così enorme importanza politica) dall'altro un impegno molto più concreto per sveltire i procedimenti di utilizzazione della legge tessile.
Ieri sui giornali sono già venuti fuori degli elenchi, tant'è che ad alcuni colleghi che in Commissione mi chiedevano se avevo elementi in più non ho potuto fare altro che ripetere il nome delle otto aziende riportate su uno dei giornali come probabili destinatarie di intervento della Gepi nella nostra Regione.



BERTI Antonio

Era esclusa soltanto la Caesar.



GARABELLO Enzo

Infatti avevamo rilevato che dall'elenco, rispetto a quelle aziende il cui nome era corso in quest'aula e nella comunità regionale, risultava esclusa soltanto la Caesar Però ci siamo resi conto che era un'informazione che andava presa così com'era, tanto è vero che le precisazioni dateci dal Consigliere Visone ci consentono di essere in un certo senso ancora più preoccupati. Se noi avessimo già avuto un impegno politico nei confronti di otto delle nove aziende maggiormente interessate, non è che potremmo ritenerci soddisfatti perché dovremmo vedere il contenuto dell'azione, per si partirebbe da un punto di vista di rivendicazione ben più avanzato che partire da zero.
Mi pare sia stato detto che uno degli elementi che mancano ancora per una decisione definitiva siano gli approfondimenti, le indagini che la Gepi dovrebbe fare sulle condizioni delle aziende. Io sono molto preoccupato come penso lo siano tutti, per una certa vischiosità tecnica che caratterizza l'azione della Gepi. Mi conforta - e mi auguro che i risultati ci diano ragione - che dietro alla Gepi c'è il CIPE, o meglio, una sua commissione, meno elefantiaca, più concreta, formata dai Ministri che sono direttamente interessati al problema, che costituisce veramente la spina nel fianco, il pungolo, la linea di guida dell'azione della Gepi.
Le linee precedenti le confermiamo tutte, non possiamo tirarci indietro neanche di un millimetro nel senso che finché non ci sono delle soluzioni non possiamo dichiararci né soddisfatti né insoddisfatti, né possiamo esprimere un parere in merito. Mi riallaccio all'inizio del mio intervento quando dicevo che mi pareva significativa sia l'azione nostra, che l'accettazione della nostra presenza a livello del CIPE per dire che mentre vengono messi a punto questi strumenti di natura tecnica per orientare le decisioni, noi dobbiamo dichiarare - e sarei lieto che la Giunta, al termine del dibattito confermasse il suo impegno in questa direzione - di essere nuovamente presenti per esprimere un giudizio generale, ma anche per entrare nel merito del discorso.
La Consigliera Fabbris, con molto calore, ci ha ricordato che potremmo trovarci ad un certo punto che si è talmente ridotto il numero degli occupati, che l'intervento viene, ma c'è da chiedersi se è ancora quell'intervento che giustamente da un lato reclamano i lavoratori interessati e dall'altro lato le comunità locali di cui essi fanno parte.
La presenza politica, la sollecitazione politica, l'unità d'azione e di sensibilità che c'è nell'interno del Consiglio Regionale si devono ancora manifestare, quindi abbiamo segnato una tappa che ha qualche aspetto positivo, in un quadro che non possiamo ancora giudicare positivo. Il nostro impegno continui, sappiamo che l'impegno c'è da parte anche degli organismi esecutivi della Regione i quali devono ricevere dalla breve carrellata che abbiamo fatto su questo scottante problema, ulteriore spinta, ulteriore slancio per non fermarsi nell'azione che decisamente deve ancora continuare.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Sanlorenzo, ne ha facoltà.



SANLORENZO Dino

Vorrei soltanto proporre l'utilità di una presa di posizione del Consiglio Regionale che riassuma le discussioni già avvenute in questa sede e che hanno visto sempre i gruppi impegnarsi, sia in sede di assemblea sia in sede di riunione dei Capigruppo, ma che forse non ha ancora trovato una sua espressione politica unitaria con un documento che in questo momento è particolarmente importante anche in relazione all'estrema labilità dell'interlocutore a livello governativo. Oltre al fatto che abbiamo un governo dimissionario e che da questa mattina il Ministro Piccoli, Ministro fino a ieri, è probabilmente Presidente del Gruppo della D.C. alla Camera (secondo quanto è stato comunicato ieri sera) e viene a mancare come nostro interlocutore.
In tutti questi mesi c'è stata un'azione tendente a rinviare decisioni politiche perché il governo in carica era di minoranza delegando responsabilità ad altri, evitando confronti utili come potevano essere quelli da farsi nella sede della Regione Piemonte. E c'è quest'azione in corso, che continuerà. Non dobbiamo chiudere gli occhi, non possiamo nasconderci che quando i lavoratori erano alla sede della Giunta Regionale vi furono telefonate a Roma con un Ministro che rinviava di continuo la possibilità di dare una risposta perché c'erano questioni in ballo di questa natura: prima il suo interlocutore, collega di Ministero, non era in grado di dargli la risposta che chiedeva; poi abbiamo assistito tutti, nel corso della campagna elettorale, ad impegni assunti a titolo personale da certi ministri, in certe province; poi abbiamo assistito alla riunione del CIPE dodici ore prima che la delegazione partisse per andare a Roma per non incontrarla; poi abbiamo assistito all'incontro, perché non si poteva farne a meno; poi abbiamo assistito all'incontro a Roma con una delegazione di ventidue sindaci ai quali è stato detto: "Che cosa venite a fare qui, la soluzione del problema bisogna trovarla sul piano della globalità"; poi abbiamo assistito ad esponenti del governo che invece venivano a raccomandare soluzioni particolari e non quelle globali. Queste cose non possono sfuggire ai nostri occhi, sono di fronte a noi. Allora occorre che l'unico ente che ha una sua stabilità (sia pure non condivisa da tutte le parti del Consiglio) che consiste nel fatto che esistono una Giunta ed un Consiglio che funzionano e che possono persino scrivere al primo punto dell'o.d.g. delle loro sedute l'esame della situazione dei tessili dimostri la sua volontà politica.
Io mi permetto di proporre alla discussione un o.d.g. conclusivo di questa natura: "Il Consiglio Regionale piemontese, che ha costantemente seguito in tutti questi mesi, in diretto collegamento con i sindacati e con gli stessi lavoratori delle fabbriche tessili del Piemonte i problemi della loro occupazione, condanna la pratica del continuo rinvio delle decisioni della Gepi, del CIPE e del governo verso problemi che interessano 13.000 lavoratori tessili italiani, 8000 dei quali occupati nelle fabbriche piemontesi rileva la necessità che la Regione sia, nei comuni e alle organizzazioni dei lavoratori, diretta interlocutrice delle scelte che saranno compiute, sia nell'entità dei finanziamenti, sia nella forma di intervento della Gepi e soprattutto nella determinazione dei livelli di occupazione mentre riafferma il suo impegno per la difesa dell'occupazione e la necessaria convocazione della conferenza del settore tessile già annunciata a suo tempo dalla Giunta, sollecita un intervento immediato per il ritiro dei licenziamenti che stanno per diventare esecutivi alla Caesar e alla Leumann costituisce un comitato di coordinamento regionale, costituito da Regione, comuni, organizzazioni sindacali, consigli di fabbrica con sede in Via M. Vittoria 18 (dico questo come proposta poi si vedrà, se non c'e questa sede ben venga la sede della Giunta se la Giunta ha una sede di questa natura da offrire) per seguire tutti i problemi inerenti alle lotte in corso per la difesa della occupazione".
Naturalmente si può lavorare su questa proposta ed io chiedo che al termine del dibattito su questo punto ci sia una breve riunione dei Capigruppo per coordinare questo o un o.d.g. analogo, che fissi però con chiarezza l'impegno politico del Consiglio Regionale piemontese in ordine a tutti questi problemi.



PRESIDENTE

Desidero soltanto precisare che per quanto abbia parlato dal banco della presidenza, l'intervento del Consigliere Sanlorenzo è del Consigliere Sanlorenzo e non del Vicepresidente. Io posso consentire o dissentire personalmente da alcune o da tutte le proposte che sono state fatte, ma è opportuno che questa precisazione sia fatta.
La parola al Consigliere Simonelli che l'ha chiesta.



SIMONELLI Claudio

Prendo la parola molto brevemente per concordare anch'io con quanto i colleghi sono venuti dicendo in questo dibattito e cioè che se dobbiamo da un lato salutare come un dato positivo il fatto che si sia almeno sbloccata, a livello di esame del CIPE, la situazione per quanto riguarda gli interventi di urgenza da fare nel settore tessile, dall'altro permangono gravi preoccupazioni sul modo in cui dare soluzione al problema.
Abbiamo l'impressione che mentre vi è la legittima esigenza di ricondurre alla globalità i problemi, la mancanza di precise e concrete indicazioni sulle aziende nelle quali intervenire, faccia emergere una linea Gepi diversa rispetto a quella dei Ministeri interessati, che in definitiva si configuri come la linea di una finanziaria privata, che significhi soltanto, in pratica, un incentivo a quelle situazioni industriali già migliori perché escono dalla crisi. Viceversa noi riteniamo che il senso di questi interventi, le proposte avanzate, il tipo di lotta che i lavoratori hanno condotto, esigano da parte del capitale pubblico un ruolo che non sia solo di semplice sostegno e incentivo al capitale privato per farsi una ristrutturazione - che già avrebbe il suo fondamento - ma serva ad aiutare quelle situazioni nelle quali il capitale privato non ce la farebbe e nelle quali l'intervento pubblico mira alla salvaguardia dell'occupazione. In pratica non solo le aziende sane sono quelle nelle quali la Gepi deve intervenire, ma i problemi gravissimi dell'occupazione devono essere la frontiera sulla quale si attesta questo intervento che è straordinario proprio perché non tiene soltanto conto della mera efficienza aziendale.
Se non siamo in grado di garantire in tutte le fasi in cui si verrà sviluppando, un intervento di questa natura, corriamo il rischio che sotto l'apparente tecnicismo ed efficientismo della Gepi passi in realtà una linea che non è quella per la quale si battono i lavoratori, che a mio avviso non è neppure quella per la quale noi ci siamo battuti e sulla quale abbiamo discusso in Consiglio.
In questa situazione è indispensabile stabilire, nelle forme e nei modi che vedremo (e credo anch'io che ci si possa vedere per discutere insieme un o.d.g. da votare quest'oggi) un tipo di collegamento e garantire un tipo di presenza della Regione in tutta la fase che si sta aprendo, proprio perché la concretezza delle situazioni aziendali, di cui noi dobbiamo essere portatori come interlocutori dell'autorità a livello di governo, non sia accantonata e non prevalga quell'altra linea che davvero ci porterebbe ad avere interventi magari realizzatori, ma sulla pelle di alcune migliaia di lavoratori tessili.



PRESIDENTE

Qualcun altro chiede ancora di parlare? Il Consigliere Rossotto ne ha facoltà.



ROSSOTTO Carlo Felice

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, io aderisco in pieno all'impostazione del problema data dal collega Garabello che consente maggior respiro ed una maggiore serietà di intervento, con il risultato di ottenere una riqualificazione per le maestranze tessili (che sappiamo non potranno trovare tutte quante occupazione in questo settore).
Il problema però mi pare che per entrambe le impostazioni a forbice come ha detto Garabello, rimandi ai finanziamenti della Gepi ed alla ristrutturazione dell'industria tessile che presuppone, se vuole essere strumento veramente valido, ben diverse basi finanziarie. E qui si ripropone il problema politico di come sono stati utilizzati i mezzi di come è possibile reperire, in una situazione gravemente compromessa dell'economia nazionale, nuovi mezzi per permettere i risultati che ci proponiamo, che tutti concordemente riteniamo siano indispensabili perch tutti, non per ipocrisia, quando ci troviamo di fronte ai lavoratori diciamo che il nostro impegno morale di amministratori pubblici è quello di portare ad un risultato concreto e poi mancano i fondi, mancano le lire.
Ognuno di noi, nella serietà del proprio mandato, nella conoscenza di gravi drammatici momenti che la finanza pubblica sta incontrando, si deve rendere conto che è una questione strettamente politica di rilancio di un'economia che possa permettere agli organi dello Stato di reperire quei fondi che possono essere cautamente, avvedutamente destinati alla soluzione di questi drammatici problemi, sia pure con una visione a medio termine costituita dall'applicazione intelligente, pratica, attiva della legge tessile. I temi che emergono e che sono stati portati ancora oggi alla nostra attenzione non possono che lasciare gravemente preoccupati, per dobbiamo renderci conto che molte volte la volontà politica sorge dalla necessità contingente, drammatica di una certa finanza pubblica.



PRESIDENTE

Qualcun altro chiede di parlare ancora? C'è una richiesta di riunione dei Capigruppo per concordare su un o.d.g. da votare. E' opportuno, penso che andiamo avanti con l'esame delle mozioni e i Capigruppo invece di trovarsi alle 15 si trovino alle 14,30 e il voto sia dato nel pomeriggio, perché ho la sensazione che se si riuniscono adesso per discutere la predisposizione dell'o.d.g. in mattinata non facciamo più nulla.
Passiamo alla discussione di due o tre mozioni?



BERTI Antonio

La nostra proposta è di risolvere subito la questione, non mi sembra che l'o.d.g. debba essere così contrastato, è ancora unanime la volontà di sostenere le posizioni precedenti. E' meglio chiudere adesso con la votazione dell'o.d.g.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa, i Capigruppo si riuniscano.



(La seduta, sospesa alle ore 12, riprende alle ore 12,25)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Viene presentato da tutti i Capigruppo il seguente ordine del giorno: "Il Consiglio Regionale Piemonte, che ha costantemente seguito in tutti questi mesi, in diretto collegamento con i sindacati e con gli stessi lavoratori delle fabbriche tessili del Piemonte, i problemi della loro occupazione rileva che non può consentire ulteriori dilazioni della Gepi in attuazione delle direttive del CIPE rileva altresì la necessità che la Regione sia, assieme ai comuni e alle organizzazioni dei lavoratori, diretta interlocutrice delle scelte che saranno compiute sia per l'entità dei finanziamenti, sia per le forme di intervento della Gepi e soprattutto nella determinazione dei livelli di occupazione.
Mentre riafferma il suo impegno programmatico e generale per la difesa e lo sviluppo dell'occupazione e conferma che sarà convocata la conferenza regionale del settore tessile sollecita l'intervento immediato da parte del governo per il ritiro dei licenziamenti in tutte quelle aziende dove stanno per diventare esecutivi riconferma il suo impegno ad operare nell'ambito della collaborazione con Enti locali ed organizzazioni dei lavoratori per il raggiungimento degli obiettivi concordemente definiti".
Questo è il testo proposto.
Mi pare che non ci sia motivo di ulteriori illustrazioni perch conclude il dibattito che si è svolto; se nessuno chiede di parlare lo metterei in votazione.
La parola alla Consigliera Fabbris.



FABBRIS Pierina

Vorrei una precisazione E' stata fatta la proposta di costituire un comitato che coordini, mi è sfuggito se c'è nel testo o no.



PRESIDENTE

Non c'è, probabilmente è un motivo appendicolare che dovremo risolvere successivamente. Su questo si è raggiunto l'accordo unanime, il resto lo vedremo.



SANLORENZO Dino

Si può dire che tutti i Gruppi hanno constatato come di fatto esiste e ne facciano parte la Regione, i Comuni e le organizzazioni sindacali che hanno in tutti questi mesi operato di comune intesa. Però alcuni gruppi hanno rilevato la non opportunità di dargli una forma, di scriverlo nel comunicato, perché il comitato c'è e continuerà a funzionare, questa è la verità.



PRESIDENTE

Allora lo pongo in votazione. Prego un commesso di voler raccogliere le firme dei Capigruppo perché nel documento che mi è stato presentato non ci sono e siccome deve passare agli atti, anche se formalmente deve essere sottoscritto.
Chi lo approva è pregato di alzare la mano. L'o.d.g. è approvato all'unanimità.


Argomento:

Mozioni (rinvio)


PRESIDENTE

Mi hanno chiesto di posporre la mozione 27.4.72 dei Consiglieri Menozzi, Soldano e Giletta al pomeriggio perché probabilmente combinano un o.d.g. Quindi ci sono le due mozioni presentate da Viglione, Simonelli Calsolaro e Nesi del 19.4.1972, tutte e due con la stessa data. Chi dei proponenti intende illustrare la mozione (se si intende illustrarla) ne ha facoltà.
La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Faccio presente, signor Presidente, che la mozione che richiede un intervento adesivo ai ricorsi che le Regioni Emilia Romagna, Lombardia e Liguria hanno già presentato alla Corte Costituzionale, può essere rinviata perché riteniamo che occorra la presenza del Presidente. Saremmo dell'opinione quindi di discutere quella che invece riguarda specificamente il problema degli anziani.


Argomento: Spesa socio - assistenziale - Fondi sanitari

Mozione del Consigliere Viglione ed altri sull'aumento delle rette in ricoveri cittadini


PRESIDENTE

Allora la mozione in posizione terza nell'o.d.g. viene discussa, quella in posizione seconda viene sospesa. Va bene.



VIGLIONE Aldo

La mozione riguarda un problema inizialmente particolare che parte da una situazione determinatasi, sia al ricovero di Corso Unione Sovietica sia al pensionato di Via Maria Bricca in Torino. Nel ricovero di Corso Unione Sovietica la retta è stata portata da 2.400 lire al giorno a 4.200 nel pensionato di Via Bricca, invece, da 80.000 lire a 105.000 mensili.
La situazione non è certamente modificabile dal Consiglio Regionale spetta all'amministrazione del ricovero proporre la retta che deve essere corrisposta e alla commissione di controllo regionale approvarla o meno.
Siamo partiti da questi dati per mettere in evidenza l'assurdità della situazione: cioè al ricovero di Corso Unione Sovietica prevedono che i ricoverati, che in genere non hanno dei beni, e sono dei pensionati privi dell'assistenza familiare, di sola retta debbano corrispondere circa 130.000 lire al mese (se le 4.200 lire giornaliere si spendono per tutto il mese) e a quello di Via Bricca che ne debbano pagare 105.000.
E' noto che fra la gente che lavora, fra gli operai, non parliamo poi delle categorie autonome come i coltivatori diretti, i commercianti, gli artigiani, le pensioni non arrivano a 130.000 lire al mese, tali cifre sono molto rare anche nell'industria.
Il Consiglio non potrà modificare la situazione che è venuta a determinarsi, ma deve prendere conoscenza e coscienza di quanto avviene e dimostrare la volontà di iniziare una politica di assistenza sociale tale che possa dare delle garanzie a chi nella vecchiaia non ha dei redditi e vive spesso solo di pensioni che, ripeto, sono assai misere.
Che cosa è successo in questo caso? Questi istituti, non potendo ottenere dai pensionati una cifra che raggiungesse tali livelli sono ricorsi ai familiari per l'integrazione della retta, per cui questi anziani si trovano in condizioni di grave dipendenza da situazioni familiari spesso misere, non è infatti pensabile che le famiglie possano sborsare la differenza di 80/90.000 lire al mese quando le pensioni sono di 40/50.000 lire; qualcosa inoltre dovrà rimanere all'anziano per le piccole spese, per gli abiti, per le minute cose di una minima vita.
Gli stessi istituti previdenziali mutualistici, come l'INAM, che dovrebbero riconoscere al pensionato l'assistenza medica, ospedaliera, che cosa versano quando l'anziano è ricoverato? L'INAM versa 35.000 lire annue per l'Istituto di Corso Unione Sovietica e lire 10.000 annue per gli altri istituti. Somme del tutto insufficienti per un anziano che ha bisogno di cure! Che cosa dice poi la mozione? Certamente non si può pretendere che il Consiglio Regionale domani mattina modifichi questa situazione di cose, ma si chiede che assuma le necessarie misure affinché l'INAM e gli altri enti mutualistici assolvano ai loro obblighi di legge provvedendo ad un'assistenza equa. I consigli di amministrazione di assistenza e beneficenza riesaminino le delibere concernenti gli aumenti delle rette adottando tutte le misure necessarie per il massimo contenimento possibile in particolare richiedendo interventi diretti da parte dei comuni che spesso sono quelli che dovrebbero essere interessati, invece vengono interessati i familiari che in molte occasioni non possono provvedere.
Sia messo all'o.d.g. di un prossimo Consiglio Regionale un dibattito sulle linee generali che la Giunta intende perseguire nel campo dell'assistenza in genere e dell'assistenza agli anziani in particolare indicando anche quali sono le iniziative che intende prendere per la regolamentazione delle competenze ad essa trasferite dal decreto delegato in materia. Noi lo sappiamo e lo sa anche l'Assessore, quanto il Consiglio della Regione Piemonte e la Commissione abbiano lottato per quanto riguarda il decreto dell'assistenza e beneficenza, ma sono dei ricorsi storici.
Nel nostro Paese non si vuole più parlare di assistenza e beneficenza bensì di sicurezza sociale. Solo nel bilancio del Ministero degli Interni ci sono 106 miliardi per il capitolo dell'assistenza e beneficenza nelle sue varie sfumature; sappiamo quanto sia stato carente invece il decreto.
Sappiamo anche quanti Sottosegretari agli Interni siano andati distribuendo milioni a destra e a sinistra durante la campagna elettorale prendendoli proprio da quei capitoli che dovevano invece essere trasferiti alle Regioni. Sappiamo pure come ciò sia avvenuto anche nella nostra provincia dove prendendo spesso occasione da eventi atmosferici che vedevano giustamente le popolazioni preoccupate si prelevava dal capitolo della beneficenza proprio per intervenire in modo politico e spesso anche personale rispetto agli elettori ma non come beneficenza o assistenza bensì come intervento dello Stato diretto e ridurre le conseguenze che il fatto atmosferico aveva provocato. Ed a questo proposito potremmo citare molti esempi.
Il Ministero degli Interni ha passato soltanto le briciole invece di passare tutti i miliardi stanziati.
Noi chiediamo pertanto l'intervento della Giunta per quanto riguarda i pensionati e chiediamo anche di sapere in un prossimo dibattito quale sarà la linea che la Giunta vorrà seguire.



PRESIDENTE

Qualcun'altro chiede di parlare? Il Consigliere Lo Turco, ne ha facoltà.



PRESIDENTE

LO TURCO Giorgio



PRESIDENTE

Il nostro Gruppo aderisce a questa mozione anche per alcune considerazioni che vorremmo fare. A nostro giudizio vi è una palese violazione della legge sull'assistenza sanitaria in quanto l'INAM è tenuto per legge a garantire, oltre che la scelta del medico, tutta l'assistenza sanitaria: qui non solo non la garantisce, ma la elargisce attraverso una cifra forfettaria indecorosa, si arriva addirittura alla discriminazione tra un vecchio che ha bisogno di assistenza sanitaria e gli si danno 35.000 lire ed un altro che ha bisogno della stessa assistenza, dandogliene 10.000. Quindi c'è una palese violazione della legge e l'INAM deve essere richiamato a rispettarla.
Vi e però un altro aspetto: bisogna che la Giunta ci dica quali sono i suoi intendimenti in un prossimo dibattito. Noi pensiamo che il problema non lo si risolve, come diceva Viglione, modificando questo stato di cose dall'oggi al domani, ce ne rendiamo conto, però bisogna che si arrivi al dibattito consiliare con un piano d'azione per incominciare a dare un indirizzo nuovo che coinvolga i comuni chiamati direttamente in causa con le idee chiare. Non si può intervenire nell'assistenza all'anziano segregandolo in una casa di ricovero e poi elargendo dei fondi che spesso servono a scopi diversi da quelli per i quali si intende operare; bisogna dare una struttura nuova intervenendo con l'assistenza a domicilio investendo il comune della necessità di trattare il recupero dell'anziano ad una vita dignitosa nella società. Con questi intendimenti si può trovare il modo per assistere l'anziano in modo decoroso, ma se si pensa di aumentare le rette e lasciare le cose così come sono continuiamo con un'ingiustizia che non è degna della nostra società.
Per cui il nostro giudizio è positivo e la nostra adesione totale alla mozione.



PRESIDENTE

Altri chiedono di parlare sull'argomento? La parola all'Assessore Vietti.



VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi sociali

Desidero informare il Consiglio su alcuni argomenti che sono oggetto della mozione.
Ho seguito, attraverso incontri con le organizzazioni sindacali, con l'Assessore competente della Città di Torino, con rappresentanti dei pensionanti dell'Istituto di Via Bricca, il problema dell'aumento della retta degli istituti di Corso Unione Sovietica e di Corso Casale della nostra città. Sono anche intervenuta presso l'amministrazione dell'istituto di Corso Casale per fare revocare l'applicazione dell'aumento della retta prima che il Comitato di controllo l'avesse approvata.
L'aumento della retta dell'Istituto di Corso Casale è dovuto al fatto che lo scorso anno il bilancio economico è risultato deficitario in seguito al riassetto del personale, all'aumento numerico dei dipendenti da 100 unità a 163 quale conseguenza della riduzione dell'orario di lavoro da 44 a 40 ore settimanali.
Per quanto riguarda invece l'istituto di Corso Unione Sovietica l'aumento di retta per i ricoverati non autosufficienti, che è quello più consistente e denunciato nella mozione, è pure dovuto al riassetto del personale e all'aumento numerico dei dipendenti sia per la riduzione di orario, sia per il miglioramento del servizio. Si intende arrivare al rapporto di un dipendente ogni 3,3 ricoverati. D'altronde gli studi dicono che la situazione ottimale negli istituti per persone non autosufficienti sia di uno a due, pertanto non è che si raggiunga ancora una percentuale soddisfacente. Tale aumento è ancora in fase di istruttoria presso il Comitato di controllo ed ho avuto assicurazione dal Presidente dell'ente di Corso Unione Sovietica che il bilancio sarà riesaminato, al fine di giungere ad un lieve contenimento della retta.
L'intervento per l'assistenza sanitaria da parte dell'INAM agli ospiti degli istituti per anziani, viene effettuato attraverso convenzioni che fissano le prestazioni che l'istituto si impegna ad effettuare ed il compenso forfettario annuo che l'INAM si impegna a versare, compenso che in genere è superiore a quanto l'INAM spende in media per i pensionati che non sono ricoverati.
Concordo con quanto sostiene il Consigliere Lo Turco che la cifra è insufficiente, ma non si può parlare di discriminazione in quanto l'oggetto della convenzione è diverso da istituto a istituto.
Tali convenzioni evidentemente non permettono la libera scelta del medico da parte dell'assistito, libera scelta però che bisogna riconoscere sarebbe di difficile attuazione in istituti a grandi dimensioni come sono certi istituti per anziani della nostra Regione.
Tali convenzioni fissano cifre forfettarie annue diverse perché diverso è l'oggetto della convenzione stessa. Ad esempio la cifra forfettaria che l'INAM concede all'istituto di Corso Unione Sovietica è di lire 65.000 annue pro-capite a datare dall'1 /10/1971 e non di lire 35.000, come si afferma nella mozione. Tale convenzione prevede che l'istituto assicuri agli ospiti l'assistenza medico-generica, specialistica, ospedaliera e farmaceutica; è a carico dell'INAM esclusivamente l'assistenza integrativa ossia la fornitura di protesi dentarie, di occhiali, ecc.
Nell'istituto di Corso Casale, invece, la cifra forfettaria annua versata è di sole lire 10.000 annue pro-capite perché l'istituto si impegna esclusivamente all'assistenza medico-generica ed all'assistenza farmaceutica. Tale cifra, tuttavia, è insufficiente ed il Comitato di controllo, secondo le informazioni che mi sono state fornite dal Direttore amministrativo dell'ente, approvando la retta dell'istituto, ha invitato l'amministrazione oltre che all'aumento delle quote dei soci e all'alienazione dei beni non fruttiferi, anche alla revisione della convenzione con l'INAM.
Nella città e nella provincia di Torino 47 sono gli istituti per anziani convenzionati, accerterò comunque le varie situazioni anche nelle altre province. Devo tuttavia rilevare che la somma forfettaria annua di lire 65.000 pro-capite, veramente insufficiente, ma che è fissata dalla convenzione con l'istituto di Corso Unione Sovietica, è tra le più alte previste in sede nazionale; è più elevata soltanto la convenzione con un istituto per anziani di Milano che raggiunge le 70.000 lire, ma comprensiva dell'assistenza integrativa esclusa nella convenzione con l'istituto torinese.
E' certo auspicabile che il contenimento delle rette negli istituti per anziani avvenga, purché non pregiudichi un'adeguata assistenza agli ospiti.
Per quanto riguarda l'istituto di Corso Unione Sovietica, quello di corso Casale ed il pensionato di Via Bricca, l'Assessore competente della Città di Torino durante gli incontri con i rappresentanti sindacali, cui ho partecipato, ha assicurato che il Comune di Torino assumerà il maggiore onere per i ricoverati a totale suo carico, integrerà l'aumento di retta per gli ospiti a parziale suo carico ed assumerà l'aumento di retta per tutti gli altri ospiti le cui condizioni economiche richiedano la necessità di tale intervento.
Io concordo con l'avv. Viglione quando sostiene che una famiglia di operai non può certamente integrare delle rette di 50/60.000 lire per il proprio padre o per la propria madre; in questi casi l'Assessore ha assicurato che interverrà il Comune, però vuole fare una revisione perch ci sono anche dei casi eccezionali in cui i familiari hanno le possibilità economiche per integrare la retta.
E' inoltre da rilevare che molto elevata, sia in corso Casale, che in Corso Unione Sovietica, è la percentuale degli ospiti a totale carico del Comune di Torino. Nell'istituto di Corso Casale, per quanto si riferisce agli autosufficienti per cui è stata aumentata la retta da lire 35.000 a lire 45.000 mensili, su 370 ricoverati ben 290 sono a carico totale del Comune di Torino e altri ancora a carico parziale.
Nell'istituto di Corso Unione Sovietica su 798 ospiti non autosufficienti, per cui è richiesto un aumento di retta da lire 2.400 a 4.200 (abbiamo però delle promesse di un leggero contenimento poich l'aumento non è ancora approvato dal Comitato di controllo) ben 570 sono a totale o a parziale carico del Comune di Torino.
Concludendo accetto, come ho già affermato rispondendo all'interpellanza dei Consiglieri Zanone, Fassino, Gerini e Rossotto, di essere disponibile per discutere in un prossimo Consiglio le linee generali di intervento della Regione. Ritengo però che essendo in fase di avanzato espletamento l'indagine conoscitiva sugli istituti per anziani, sarebbe opportuno avere il risultato di questa indagine che potrà permetterci di conoscere meglio le strutture assistenziali della nostra Regione.
Evidentemente sarà un problema da affrontare in prospettiva, perché con il decreto delegato non è che abbiamo molte possibilità di intervento, perci concordo con Viglione nel dichiarare che è certamente il decreto delegato più limitativo delle competenze della Regione. In queste linee di politica assistenziale potremmo però accentuare il problema dell'assistenza domiciliare che potrà essere sostitutiva del ricovero degli anziani, tutte le volte che ciò sia possibile.
Penso però che la mozione non dovrebbe essere approvata così, potremmo trovarci per fare qualche piccola modifica.



VIGLIONE Aldo

Potremmo trovarci nel pomeriggio.



PRESIDENTE

Io non vorrei adottare qui il sistema che abbiamo nelle aule giudiziarie, dei rinvii, perché allora l'avere messo all'o.d.g. tutte queste mozioni vorrebbe dire non discuterne neanche una.



VIGLIONE Aldo

Io non ho difficoltà a farlo anche subito. Non si chiede niente dicendo "ad assumere necessarie misure affinché l'INAM e gli altri istituti mutualistici assolvano ai loro obblighi di legge". Quando si parla di assistenza si deve intendere: gratuità della prestazione, libera scelta del medico. Io comprendo che la libera scelta del medico sia difficile, credo invece che si debba facilmente arrivare alla gratuità della prestazione.
Dobbiamo infatti considerare che la vecchiaia è una malattia che può essere curata e pare che le opinioni più correnti siano quelle...



PRESIDENTE

Lo diceva già Cicerone!



VIGLIONE Aldo

Lo so, lo diceva già Cicerone ma non facciamo mai niente affinché da Cicerone in poi le cose abbiano a modificarsi.



PRESIDENTE

E non c'erano le mutue allora!



VIGLIONE Aldo

Lo so, ma non si può dare una cifra una tantum, bisogna considerare che non è un ospedale e non è un ricovero, quindi o l'anziano ha diritto ad una prestazione a carattere sanitario ospedaliero e l'INAM deve intervenire pienamente



PRESIDENTE

Io pregherei il Consiglio di consentire una sospensione brevissima, in maniera che la mozione possa essere chiusa.



(La seduta, sospesa alle ore 12,55, riprende alle ore 13,05)



PRESIDENTE

La seduta è aperta. La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Il testo suonerebbe così: "Impegna la Giunta Regionale ad assumere le necessarie misure affinch l'INAM e gli altri enti mutualistici assolvano ai loro obblighi di legge e che in ogni caso le convenzioni siano adeguate ai costi.
I Consigli d'Amministrazione delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, riesaminino le delibere concernenti gli aumenti delle rette adottando tutte le misure necessarie per il loro massimo contenimento possibile ed in particolare richiedendo interventi da parte dei comuni.
Sia messo all'o.d.g. di un prossimo Consiglio Regionale un dibattito sulle linee politiche generali che la Giunta intende perseguire nel campo dell'assistenza in genere e dell'assistenza agli anziani in particolare".



PRESIDENTE

La mozione, nel testo così modificato e letto testé dal Consigliere Viglione (se mi risparmiano la lettura mi fanno cosa gradita),viene posta in votazione.
Chi approva è pregato di alzare la mano. E' approvata all'unanimità.
Siccome è prevista la riunione dei Capigruppo per le ore 15 e poi il Consiglio deve riprendere i suoi lavori alle 15,30 sospendiamo la seduta e ci ritroviamo alle 15,30.



(La seduta ha termine alle ore 13,15)



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