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Dettaglio seduta n.91 del 18/05/72 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE OBERTO


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Desidero informare succintamente il Consiglio dei primi passi che è stato possibile muovere nei confronti della Presidenza del Consiglio in merito al problema relativo alla delicata situazione dei tessili, di cui ci siamo occupati questa mattina.
In assenza del Presidente del Consiglio, on. Andreotti, ho potuto conferire con l'on. Bernabei, dal quale, dopo averlo ragguagliato sulla situazione, ho avuto queste notizie: oggi stesso l'on. Andreotti avrebbe dovuto incontrarsi con il Presidente e con il Direttore generale della GEPI, ma essendo questi impegnato a Perugia per una questione di estrema delicatezza, il colloquio è stato rimandato alla giornata di domani Bernabei si è impegnato ad informarmi domani stesso, probabilmente intorno alle 16, in modo che possa ancora riferire al Consiglio, se esso terrà riunione anche nella giornata di domani, sulle prese di posizione assunte.
Dal colloquio ho ricavato netta la sensazione che effettivamente il problema sia seguito con attentissima e responsabile considerazione dalla Presidenza del Consiglio. Mi sono pertanto astenuto dal prendere contatti con altri Ministeri di cui si era parlato questa mattina, proprio per non creare involontariamente ulteriore possibile confusione: se il Consiglio mi dicesse di farlo, sarei però disponibile a farlo fra le 16 e le 19, ora in cui i Ministri possono essere reperibili. Di fronte alla dichiarazione tassativa e precisa che l'incontro con i responsabili della Gepi è previsto per domani, e che nella giornata di domani mi si darà comunque una comunicazione in proposito, a me sembra sia opportuno soprassedere in attesa di conoscere l'esito di questo incontro.
Aggiungo che ho avuto da parte dell'Assessore per i problemi del lavoro della Regione l'assicurazione della sua piena disponibilità a partire in qualunque momento onde avere i contatti diretti che fossero sollecitati aggiungo che, ove ciò fosse opportuno o necessario, l'Ufficio di Presidenza del Consiglio, e credo anche la Giunta nel suo complesso, potrebbero completare la delegazione che prende questi contatti.
Per quanto si riferisce all'altra presa di contatti, con le delegazioni dei dipendenti della Regione, questa mattina ha avuto luogo un discorso in un certo senso preparatorio della ulteriore presa di contatto che si avrà nella mattinata di domani (mi pare sia stata fissata per le ore 8,30) da parte di una delegazione dei dipendenti della Regione, dei rappresentanti dei sindacati e di una delegazione della Regione che nel pomeriggio di oggi dovremmo vedere di comporre. Ho avuto occasione di un colloquio con il Presidente della Giunta, che è ancora leggermente indisposto, ed ho avuto conferma da parte sua anche dell'accondiscendenza alla determinazione che stamattina in sede di Commissione si è verificata; per cui, prima di terminare i lavori di questa seduta pomeridiana, appena il Vicepresidente sia rientrato, vedremo di costituire la Commissione che dovrà intervenire nell'esame soltanto di alcuni aspetti, che non impegnano quella che potrà essere in definitiva la soluzione del regolamento dei rapporti di lavoro con i dipendenti della Regione, la cui composizione, come tutti i Consiglieri sanno, è abbastanza, eterogenea perché vi sono alcuni aspetti di personale assunto direttamente, altri di personale comandato da Enti locali, e vi è infine la porzione abbastanza rilevante di comandati dalle Amministrazioni locali, per cui il problema dovrà essere visto nella composizione complessa di tutti gli aspetti, soprattutto senza creare con le scelte che domani la Commissione suggerirà e che la Giunta esaminerà compromissioni alla decisione definitiva, che spetta all'VIII Commissione innanzi alla quale sono giacenti alcuni disegni di legge, alcune proposte di legge per la regolamentazione complessiva dei rapporti del nostro personale. Prima di lasciarci, questa sera, quindi, ci incontreremo ancora brevemente per nominare la Commissione che domani mattina avrà i contatti con la Commissione dei delegati del Personale e dei Sindacati.
Con questo avrei esaurito il mio dovere di riferire sui lavori che si sono svolti questa mattina. Non ci sono contrasti o dissensi? Allora procediamo in questa direzione.
A parziale modifica ed a completamento di quanto avevo detto questa mattina, informo che il Vicepresidente Sanlorenzo, il quale aveva chiesto congedo per tutta la giornata, ha potuto invece intervenire alla seduta di questo pomeriggio, e mi ha comunicato che l'intervento chirurgico sulla signora è avvenuto, e si è svolto, tecnicamente parlando, nel modo migliore possibile. Noi rinnoviamo l'augurio che tutto prosegua nel modo più favorevole. Il Vicepresidente Sanlorenzo è quindi disponibile per un eventuale incontro con i Presidenti delle Commissioni, da svilupparsi nell'arco di tempo in cui discuteremo eventuali interrogazioni ed interpellanze, e ciò per non procrastinare le linee d'azione da concordare per il lavoro delle singole Commissioni.
Vorrei informare ancora che un ordine del giorni proposto a firma Lo Turco-Giovana-Nesi in merito al problema dei lavoratori della Viberti è da considerarsi non più all'ordine del giorno perché ritirato dagli stessi proponenti, e quindi senza necessità di discussione.


Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo per tutta la giornata il Consigliere Rossotto, che ha dovuto partire.
Ha chiesto congedo per l'intera giornata anche il Consigliere Segretario Gerini, egli pure per un piccolo intervento chirurgico. Anche per lui formuliamo molti auguri di un felice e rapido superamento dell'impasse.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Garabello. Ne ha facoltà.



GARABELLO Enzo

Mi permetterei di chiedere un'inversione dei punti all'ordine del giorno, con l'inizio della discussione sul punto 7 dell'ordine del giorno: "Proposta di legge n. 12 di iniziativa del Consigliere Sanlorenzo ed altri". La Commissione ha esaurito l'esame e la relazione è pronta ed è stata distribuita.



PRESIDENTE

Personalmente non ho difficoltà ad accogliere questa istanza. Devo per chiedere in proposito il parere del Consiglio. Ha facoltà di parlare il Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Il mio Gruppo è favorevole all'accoglimento della proposta. La pregheremmo però di comprendere nella inversione dell'ordine del giorno anche un altro punto importante, quello sulla applicazione della legge sulla casa: potremmo esaurire oggi, credo, l'uno e l'altro e rinviare a domani le mozioni.



PRESIDENTE

Se il Consiglio non ha motivo di opposizione, l'ordine del giorno risulterebbe così modificato: non si procederebbe alla messa in approvazione dei verbali delle sedute precedenti perché, per le note difficoltà, il verbale non è a disposizione; farei le comunicazioni brevi del Presidente; si rinvierebbero interpellanze e interrogazioni e mozioni alla seduta pomeridiana di domani, ore 16; discuteremmo invece questa sera i punti 6 e 7, tralasciando gli altri argomenti, anche per avere materia sufficiente per la seduta da tenersi domani.
Il Consiglio concorda? Ci sono obiezioni da parte dell'Assessore Paganelli?



PAGANELLI Ettore, Assessore alla programmazione

Sono perfettamente d'accordo. Rilevo solo che sarebbe opportuno che si facesse precedere alla trattazione del punto 6 quella del punto 7, perch non è ancora presente il Vicepresidente Cardinali: per non discutere in sua assenza un argomento in merito al quale spetterebbe a lui replicare.



PRESIDENTE

Benissimo. Ha chiesto di parlare il Consigliere Zanone. Ne ha facoltà.



ZANONE Valerio

Devo preannunciare l'assenza mia, e probabilmente di tutti i componenti del Gruppo liberale, alla seduta di domani, in quanto appunto domani si riunisce la Direzione centrale del nostro partito, La pregherei pertanto di rinviare alla seduta di giovedì 25 l'esame di quelle mozioni che risultano presentate dal nostro Gruppo ed anche di quelle altre - se posso sollecitare la cortesia dei colleghi - che ad esse sono strettamente connesse per ragioni di argomento, come quella relativa agli inquinamenti.



PRESIDENTE

Dopo che avremo portato un po' avanti i nostri lavori odierni terremo una riunione di Capigruppo, nel corso della quale concorderemo quali delle mozioni o interpellanze sarà opportuno rinviare ad una riunione successiva.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio (seguito)


PRESIDENTE

Passiamo allora alle mie brevissime comunicazioni, dopo di che passeremo all'esame dei punti 7 e 6, nell'ordine.
Il Consiglio Regionale del Piemonte non può, iniziando i suoi lavori di questa seduta, non esprimere, attraverso le parole del Presidente dell'Assemblea, il cordoglio ed il rammarico per quanto accaduto ieri mattina: l'uccisione, sulla soglia della sua casa, del Commissario di P.S.
Luigi Calabresi. Non abbiamo, fino a questo momento, elementi che ci consentano di approfondire le causali di questo fatto, che per le modalità di esecuzione e per la sostanza non può che essere qualificato sommamente incivile e barbaro: incivile perché ogni qual volta attraverso la violenza si intende manifestare una volontà propria, un atteggiamento proprio, si tradiscono i concetti fondamentali della libertà e della democrazia, e quando poi certi atti violenti si compiono barbaramente, vilmente, alle spalle, con un colpo alla nuca, evidentemente si dimostra anche, oltre ad una carica di violenza, una carica notevole di vigliaccheria E ciò non pu non essere vivamente deplorato. I giovani futuri diranno probabilmente quali ragioni abbiano determinato qualcuno ad armarsi, anzi, com'è assai più verosimile, qualcuno ad armare una mano perché compisse questo gesto di violenza. Si potranno raccogliere elementi da valutare in sede di discussione. Ma allo stato attuale delle cose io penso che il Consiglio Regionale non possa che unanimemente deplorare e deprecare che si passi la mano all'esercizio della violenza nel nostro Paese. Come anche in altri Paesi: perché anche in altri Paesi vi sono state in questi giorni manifestazioni che non si sono svolte in termini democratici ma che hanno dato la parola all'arma, quindi alla violenza.
Noi neghiamo credito all'arma e alla violenza, da qualunque parte si estrinsechino. Se responsabilità vi sono, queste debbono essere acclarate e condannate, ma nessuno può farsi ragione con le proprie mani, nessuno soprattutto, può dar credito alla vendetta di parte. Per cui, non entrando ripeto, in questo momento nel merito dell'episodio e formandomi soltanto alla estrinsecazione del gesto brutale di chi colpisce alle spalle, credo di poter e dover interpretare il pensiero dell'intero Consiglio Regionale deplorando, deprecando e condannando un gesto che si può solo qualificare di assoluta inciviltà e di barbarie. Tutte le discussioni potranno essere aperte, potranno essere fatte successivamente; ma non è sicuramente chiudendo una bocca che si rende servizio alla dignità dell'uomo e al senso di responsabilità civile della libertà.
Credo non sia necessario che noi sintetizziamo i nostri sentimenti di fronte a questo fatto in un ordine del giorno. Penso persino che non sia il caso di aprire la discussione per consentire interventi di adesione dei singoli Gruppi del Consiglio Regionale ma sia sufficiente che il Presidente del Consiglio, rendendosi interprete dell'unanime sentimento del Consiglio stesso, esprima una parola di cordoglio per chi è caduto barbaramente trucidato, com'è caduto il commissario di P. S. Luigi Calabresi, sulle soglie della sua casa, nella quale pochi istanti prima l'avevano salutato due sue creature e la consorte, che reca in grembo una terza creatura. Era un uomo che aveva scelto la strada di rendere servizio alla società in una forma oggi estremamente difficile e delicata, alcune volte anche contestata; un uomo pronto ad assumersi tutte le responsabilità che gli fossero state addebitate; un uomo che non poteva essere condannato ad una sanzione di carattere capitale da un ignoto tribunale. Non si può fare vera giustizia se non attraverso l'acclaramento delle posizioni di responsabilità di tutti e di ciascuno. Gli uomini che si fanno servitori della legge debbono poter operare in piena tranquillità, per il debito che la società stessa ha nei loro confronti.
Pare che il Consiglio Regionale piemontese sia consenziente su questa espressione di deprecazione e di condanna per quanto avvenuto, con l'auspicio che nel nostro Paese, maestro di civiltà, cose di questo genere non abbiano assolutamente a ripetersi.
Tanto più che questo episodio è venuto a seguito di un fatto di grande rilievo, la competizione elettorale, che si era svolta, pur nei contrasti nella vivacità dei dibattiti, in modo tale da dar prova di un costume di altissimo rilievo. Non vi erano stati episodi tali da determinare se non epidermicamente motivi di cruccio o di preoccupazione. La grande massa del popolo italiano ha votato in tranquillità, in serenità, democraticamente liberamente. Non voglio certo in questo momento, da questo banco commentare il risultato finale delle operazioni elettorali, ma mi sembra sia giusto che il Consiglio Regionale del Piemonte sottolinei che queste elezioni si sono svolte in un clima di democraticità, di libertà, di alta dignità e di altissimo senso di responsabilità dei cittadini.
Dalle elezioni sono risultati eletti il primo Presidente del Consiglio Regionale piemontese, Vittorelli, ed un Consigliere del Gruppo comunista Furia. Ho ritenuto mio dovere compiacermi e felicitarmi immediatamente con entrambi i nuovi parlamentari, soprattutto da essi sollecitando quella collaborazione, al livello nuovo in cui opereranno, perché la Regione Piemonte possa continuare proficuamente la sua attività. Ho ricevuto dal Presidente Vittorelli una cordiale risposta. Può essere che sia giunta anche quella dell'on. Furia, ma, data la situazione di sciopero del personale non ho in questo momento la possibilità di controllarlo. Sono comunque sicuro che anche da parte del neo-parlamentare Furia avremo come Consiglio Regionale quella collaborazione e quella cooperazione che noi ci attendiamo. Ho ritenuto opportuno indirizzare ai nuovi eletti come anche agli antichi eletti, ai confermati parlamentari del Piemonte un saluto a nome del Consiglio Regionale, soprattutto sollecitando la loro adesione a quelle che saranno le istanze che nel corso del tempo verranno proposte alla loro considerazione ed alla loro decisione.
Lunedì ho avuto occasione di rappresentare il Consiglio Regionale e contemporaneamente la Giunta Regionale a Bologna, dove si sono svolte alcune riunioni informali di Presidenti di Giunte Regionali e di Presidenti di Consigli Regionali. L'occasione è stata offerta dalla inaugurazione della sede di quella Regione: si tratta, forse, della prima Regione in Italia che si sia creata una sede propria. E' indubbiamente un edificio molto importante, che, non essendo stato creato appositamente per le esigenze della Regione, ha anche delle implicazioni meno positive: una sede che nel corso del tempo potrebbe anche essere diversamente strutturata, e forse anche trasportata. Il fatto è che in Emilia la Regione ha una sua sede.
In quella occasione abbiamo avuto modo di incontrarci con il Ministro Gatto, il quale ha fatto delle dichiarazioni di impegno di portare a compimento nel corso della prossima attività parlamentare l'iter delle leggi che interessano lo sviluppo e l'attività delle Regioni. Il Presidente del Consiglio Regionale dell'Emilia Romagna, Armaroli, ha introdotto i lavori; il Presidente della Regione toscana, Gabbuggiani, ha riferito in merito ai due Convegni sviluppatisi in precedenza, a Firenze nel gennaio e nel febbraio '72, ed in merito ad incontri avuti con il Presidente della Camera, on. Pertini, e del Senato, on. Fanfani, oltre che con il Presidente del Consiglio, on. Andreotti, soprattutto sotto il profilo dei rapporti delle Assemblee regionali con le Camere in relazione alla autonomia anche di natura finanziaria e contabile dei singoli Consigli, in rapporto anche ai problemi che sorgono con le Commissioni di controllo a carattere regionale.
E' previsto per un assai prossimo futuro un ulteriore incontro, ma intanto si è dato atto che il ministro Gatto è stato incaricato di predisporre un elaborato da trasformare poi in una specie di legge-quadro perché si possano rapidamente risolvere i problemi attinenti alla autonomia finanziaria delle singole Regioni. Si è concordemente ritenuto che il problema sia di tale delicatezza ed urgenza, anche in riferimento all'esercizio del potere del controllo dell'ente di controllo sulle Regioni, per cui, se a fine di giugno non vi saranno delle determinazioni vi sarà un incontro di carattere probabilmente più vasto e più generale per determinare quelle linee d'azione che ogni singolo Consiglio Regionale come sommessamente ho ritenuto opportuno sottolineare, o in concordio i diversi Consigli Regionali, prospetteranno al Parlamento e al Governo. Si è ritenuto di esaminare anche marginalmente alcuni problemi - che accenno soltanto - dei quali il tema sarà approfondito nella riunione dei Capigruppo: fra gli altri, quello della indennità spettante ai singoli Consiglieri Regionali, con riferimento anche ai contributi da corrispondere ai vari gruppi parlamentari. Si è trattato di una deliberazione dei due argomenti, non di un approfondimento completo: mi riservo in sede di riunioni dell'Ufficio di Presidenza e dei Capigruppo di riferire ulteriormente e più approfonditamente su questi argomenti specifici.
La maggioranza dei Presidenti di Consigli Regionali e dei rappresentanti, comunque, dei Consigli Regionali hanno concordato sulla non opportunità di sollecitare al Parlamento la creazione di nuovi strumenti legislativi, ritenendo che gli Statuti Regionali, che sono da considerarsi leggi, debbano essere come tali applicati attraverso interpretazioni di delibere o di leggi a carattere regionale. Perché si è detto, e mi sembra correttamente, che diversamente agendo noi metteremmo in condizione di minor validità la norma della legge statutaria, che è quella che deve regolare la vita di ogni singolo Consiglio Regionale.
In tema di bilancio - e questo è argomento di cui non penso potremo discutere nella giornata di giovedì venturo (esamineremo poi se giovedì dovremo o meno convocarci), d'altra parte il testo non appena pervenuto all'Ufficio di Presidenza è stato da me trasmesso alla Commissione ad hoc è stata rilevata a grande maggioranza l'opportunità che esso comprenda uno stanziamento a destinazione del Consiglio, il quale Consiglio fa poi una determinazione specifica di un bilancio interno rendendo ovviamente conto e al Consiglio stesso e nel quadro del bilancio di carattere generale.
Come i Consiglieri hanno appreso, siamo in una situazione, oggi abbastanza delicata e difficile, perché non disponiamo assolutamente di personale. Tuttavia, questa mattina la riunione ha approdato ad un qualcosa di concreto, cioè alla esigenza di ritrovarci domani mattina, o di stabilire chi dovrà trovarsi domani mattina, per il dibattito, e per poter scegliere i componenti della Commissione, Giunta e Consiglio. Io ravviserei l'opportunità che l'Assessore Chiabrando, che si occupa del personale ragguagli, ai fini limitati della designazione della formazione della Commissione che dovrà trattare domani, su quanto avvenuto in questo tempo.


Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Debbo aggiungere ancora la richiesta del Presidente della Giunta di congedo per la riunione di questo pomeriggio.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale - Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Sui problemi del personale della Regione


PRESIDENTE

Darei dunque la parola all'Assessore Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro, Assessore al personale

Prima di informare i colleghi sull'esito dell'incontro avvenuto questa mattina con i dipendenti, devo fare al Consiglio una comunicazione in rapporto ad una deliberazione presa il 30 marzo scorso a favore del Personale. Il 30 marzo era stata adottata all'unanimità del Consiglio Regionale una deliberazione con la quale in sostanza si prendevano tre provvedimenti: il primo stabiliva certe garanzie per il personale attualmente in servizio, per il proprio inserimento nel futuro organico regionale il secondo era relativo alla fissazione di livelli, seppur provvisori, di mansioni da tenere in considerazione già per il futuro organico (praticamente si fissavano nove livelli funzionali) il terzo, contenuto nella stessa delibera, indicava il contingente nuovo di personale da richiedere in comando per portare il numero di dipendenti dai 206 elementi precedentemente previsti a 425.
Il Commissario di Governo nei giorni scorsi ha inviato in merito a questa deliberazione la seguente lettera: "Vista la deliberazione del 30 marzo '72, con la quale il Consiglio Regionale del Piemonte ha stabilito i contingenti numerici e le qualifiche funzionali provvisorie del personale regionale, nonché le norme relative al personale comandato per la prima costituzione degli uffici premesso che, a norma dell'art. 65 della legge 53, spetta al Consiglio Regionale determinare il numero e le qualifiche dei funzionari di cui reputa necessario il comando dichiara che, nulla avendo da rilevare in merito alla determinazione dei contingenti numerici, se ne può consentire l'ulteriore corso".
(Uno dei tre provvedimenti ha praticamente ottenuto, dunque, parere favorevole).
"Rilevato, per contro, che le norme oggetto della deliberazione di cui trattasi, che hanno riferimento alla futura immissione o all'inquadramento nel ruolo regionale del personale necessario all'impianto e al relativo ruolo, dovranno essere adottate con legge della Regione, nell'ambito delle leggi della Repubblica la legge 62 e l'art. 81 dello Statuto della Regione, atteso che la ripartizione funzionale del personale comandato potrebbe, ove lo si ravvisasse necessario, formare oggetto di ordine interno di servizio ritenuta la necessità di chiarimenti e di elementi integrativi di giudizio in particolare in ordine ai motivi di attribuzione di qualifiche funzionali al personale comandato e della considerazione che vorrebbe darsi a situazioni di fatto nell'ambito del rapporto di lavoro, visti gli articoli...
invita l'Amministrazione Regionale a fornire i richiesti chiarimenti".
Questo è l'esito che la nostra deliberazione ha avuto presso la Commissione di controllo sugli atti della Regione. Quindi, praticamente noi abbiamo avuto l'approvazione del contingente numerico e abbiamo avuto la richiesta di chiarimenti per quanto riguarda gli altri aspetti del provvedimento.
Io ho già informato i delegati del personale sull'esito della deliberazione, e la Giunta Regionale proporrebbe, oltre che di informare il Consiglio di questo esito, di confermare comunque, anche se la risposta è stata praticamente negativa, o ci sono grosse riserve, il contenuto della deliberazione del 30 marzo, particolarmente per quanto riguarda gli articoli che si riferiscono al personale comandato. Uno di questi dice, ad esempio, che al personale comandato alla Regione dallo Stato o dagli Enti locali, in servizio presso la Regione Piemonte, salvo demerito, a norma delle disposizioni vigenti, a domanda, è assicurata l'immissione nei ruoli regionali che saranno istituiti con la prima legge Regionale; un altro immediatamente seguente, suona così: "Saranno comunque salvaguardate le posizioni di carriera, economiche e di anzianità già acquisite nel ruolo dell'ente di provenienza; e nella valutazione dell'attività espletata presso la Regione nella fase di primo impianto degli Uffici Regionali sarà tenuto conto delle mansioni eventualmente svolte a livello superiore".
Cioè, direi, noi proponiamo che il Consiglio Regionale, nonostante il non accoglimento di questi criteri da parte dei Commissari di Governo, confermi l'adozione di questi principi, nel senso che con il prossimo inizio delle trattative per la formazione dell'organico regionale noi possiamo comunque tenere in considerazione e fondare su di essi il nuovo provvedimento definitivo. Questa la proposta che fa la Giunta, sulla quale in sostanza anche il personale è d'accordo.
Ovviamente, se concordiamo su questa conclusione, la Giunta proporrebbe di non insistere, praticamente di non fornire al Commissario di Governo i chiarimenti che ci richiede, perché - e qui vengo all'incontro che c'è stato questa mattina - la Giunta avrebbe proposto, e stamattina avremmo concordato, di iniziare immediatamente le trattative per la formazione dell'organico regionale. Praticamente oggi noi dobbiamo perseguire questo obiettivo finale, che è il vero modo di risolvere il problema del personale. Io ho partecipato a Roma anche ad un incontro a livello nazionale con i sindacati. Pure in quella sede è stato detto che dobbiamo avviare immediatamente - e tutte le Regioni lo stanno facendo in questi giorni - i contatti, le trattative per predisporre l'organico definitivo in quanto soltanto con l'organico si risolvono veramente, e a fondo, alla radice, tutti i problemi pendenti.
Adesso verrei a parlare brevemente dell'incontro vero e proprio di questa mattina. Il personale ha fatto sciopero per due giorni, per una serie di motivi che sono stati esposti ancora questa mattina al Presidente del Consiglio ed ai Capigruppo, presenti anche i rappresentanti sindacali.
Noi non siamo entrati nel merito di ogni singolo problema, anche se il personale sosteneva che due sono gli aspetti: uno costituito dai problemi immediati, quelli che vorrebbero veder risolti subito, ed uno quelli che riguardano l'organico e possono essere determinati a più lunga scadenza. La conclusione è stata di costituire immediatamente quella Commissione che già avevamo concordato di creare e di investirla anche dei problemi più immediati, come l'orario e altri del genere. Abbiamo già persino fissato per domani mattina la riunione di questa Commissione, che dovrebbe essere composta, se il Consiglio concorda, da rappresentati della Regione suddivisi, a mio avviso, fra rappresentanti della Giunta e rappresentanti del Consiglio, da rappresentanti dei sindacati e da rappresentanti del personale. Sono già stati proposti dei numeri: tre rappresentanti della Giunta, cui potrebbero affiancarsene due del Consiglio (uso il dubitativo perché è questione sulla quale si potrà discutere), più tre dei sindacati e tre del personale. In questo modo si costituirebbe una Commissione di dieci dodici persone, non molto ampia dunque e quindi abbastanza snella per essere in grado di affrontare scioltamente i problemi. Alcuni dei quali ripeto, sono urgenti mentre altri potranno essere affrontati con maggior calma.
Se i Consiglieri sono d'accordo, non entrerei nel merito dei singoli problemi che costituiscono l'attuale vertenza, proprio perché questa Commissione che ci apprestiamo a costituire verrebbe investita immediatamente, già da domani mattina, di questi stessi problemi.
Ritengo di avere informato il Consiglio in modo conciso ma completo sulla situazione, a prescindere dai vari punti di contestazione fra il personale e la Regione. Si tratta più di stabilire una procedura, un metodo di lavoro, che non di discutere sui singoli argomenti.



PRESIDENTE

Il Consiglio concorda che questo argomento sia visto in sede di Capigruppo in un intervallo della seduta? Così credo che si snellirebbe notevolmente il corso dei lavori.
Allora, diamo anche atto a verbale che, con accettazione del Consiglio all'unanimità, i punti n. 3, 4 e 5 vengono aggiornati a dopo che siano stati discussi i punti n. 7 e quindi n. 6, che riteniamo preminenti, nella seduta di oggi. Il Consiglio non ha opposizioni né motivi di contrasto? Consigliere Viglione, ha facoltà di parlare.



VIGLIONE Aldo

Scusi, Presidente, ma non ho ben capito su che cosa concorda il Consiglio.



PRESIDENTE

Il Consiglio dovrebbe riunirsi attraverso i suoi Capigruppo praticamente per scegliere alcune persone che si uniranno a coloro che saranno designati dalla Giunta a far parte della Commissione che fronteggerà la Commissione dei dipendenti e dei Sindacati nell'esame dei problemi che sono stati motivo dello sciopero proclamato per ieri e oggi eventualmente prospettando anche una soluzione per il futuro, che ovviamente dovrà poi sempre passare al vaglio della VIII Commissione e......



VIGLIONE Aldo

Non intendevo affatto sollevare la questione delle competenze della VIII Commissione: desideravo soltanto sapere che cosa devono concordare i Capigruppo su mandato del Consiglio. E' un problema di Consiglio? Se lo assume il Consiglio? O è problema di Giunta? A questo punto vorremmo saperlo con chiarezza.



PRESIDENTE

Io ritengo personalmente che sia un problema di Giunta. Il Consiglio è stato investito, la delegazione dei dipendenti ha voluto che il Consiglio aiutasse ad accelerare l'avvio a soluzione di questo problema. Il Consiglio ha ritenuto opportuno sentirli ed ascoltarli. I Capigruppo, che in fondo sono coloro che rappresentano i singoli componenti del Consiglio, diranno successivamente: troviamo la maniera di far sì che domani Tizio, Caio o Sempronio, insieme agli Assessori X Y della Giunta, trattino questo problema. Se vogliamo invece aprire tutta la discussione sul criterio da adottare per la scelta dei rappresentanti del Consiglio sono a disposizione: però occuperemo l'intera seduta di oggi con questo solo argomento.



VIGLIONE Aldo

A me non sembrerebbe affatto fuori luogo dedicare un'intera seduta a questo problema, visto che ce lo trasciniamo dietro da parecchio tempo senza mai portarlo ad esaurimento. Perché lasciare ai Capigruppo la responsabilità della questione mi sembra significhi un po' che il Consiglio preferisce non entrare direttamente nel merito.



PRESIDENTE

Il Consiglio non se ne disinteressa affatto: solo indica delle persone di sua fiducia per formare la Commissione.



VIGLIONE Aldo

Cedo a questa sua... dolce violenza, pur manifestando i miei dubbi su questo modo di procedere.


Argomento: Piani pluriennali

Proposta di legge n. 12 dei Consiglieri Sanlorenzo e altri sulle procedure democratiche di formazione del II Piano di sviluppo regionale 1971-75


PRESIDENTE

Passiamo allora al punto settimo dell'o.d.g.: "Proposta di legge n. 12 di iniziativa dei Consiglieri Sanlorenzo e altri concernente 'Procedure democratiche di formazione del II Piano di sviluppo regionale 1971-75'.
Relazione della Commissione e deliberazioni conseguenti".
Chiede di parlare il Presidente della Commissione per illustrare la questione. Ne ha facoltà.



GARABELLO Enzo, relatore

La relazione è stata inviata per posta, però risulta che le poste non hanno funzionato bene in questi giorni, non tutti i colleghi hanno ricevuto il documento per cui, dato che non è molto lunga, la leggo.
Debbo fare presente, a chi la segue direttamente, che la relazione ha subito delle piccolissime modifiche di mia iniziativa, che spero la Commissione non vorrà smentire, per la buona conclusione dell'operazione relativa al documento stesso.
I Consiglieri Sanlorenzo, Berti, Rivalta e Besate, in rappresentanza del Gruppo consiliare del P.C.I., hanno presentato la proposta di legge n.
12 sulle "Procedure democratiche di formazione del II Piano di sviluppo regionale 1971-1975".
La I Commissione permanente l'ha presa in esame richiedendo alla Presidenza del Consiglio una proroga, per meglio definire la materia e anche per la coincidenza dell'inizio del dibattito attorno al d.d.l. n. 20 presentato dalla Giunta (e poi ritirato) per l'approvazione del bilancio 1972.
La proposta di legge n. 12 è stata posta all'ordine del giorno nelle sedute del 29 marzo, 7 aprile, 14 aprile, 18 aprile e 12 maggio della Commissione stessa. Al termine del dibattito la maggioranza della Commissione ha formulato il suo giudizio, di cui più oltre si dà conto, con una serie di considerazioni che la presente relazione provvede ad illustrare.
La maggioranza della Commissione ha, nel complesso, ritenuto che alcuni degli aspetti fondamentali che hanno informato la presentazione della proposta siano da tenere in debita considerazione, anche perch corrispondenti allo spirito dello Statuto ed allo stesso modo di intendere i problemi della programmazione e della partecipazione che più volte, e da gran parte delle forze politiche, sono stati inquadrati nel dibattito del Consiglio Regionale.
I proponenti, per parte loro, hanno valutato positivamente l'atteggiamento di fondo esplicitato dalla maggioranza della Commissione ed hanno ritenuto di non insistere nella richiesta avanzata per la consultazione degli Enti locali e delle Organizzazioni ed Associazioni rappresentative. Si sono, inoltre, riservati le decisioni in merito alla proposta di legge in rapporto allo sviluppo del dibattito in aula sulla presente relazione.
La Giunta Regionale ha partecipato alle sedute ed ha espresso il suo parere, sostanzialmente conforme a quello della maggioranza e dichiarandosi disposta a fissare per la fine del mese di giugno l'inizio dell'esame consiliare del rapporto preliminare elaborato dall'IRES.
1) la proposta dei Consiglieri del PCI ha assunto la forma di legge.
E' vero che lo Statuto regionale all'art. 75, comma primo, recita: "Le norme per la formazione, l'aggiornamento e l'attuazione del Piano di sviluppo regionale e dei programmi di settore sono fissate con legge regionale, assicurando il concorso degli Enti locali e l'autonomo apporto dei Sindacati dei lavoratori, delle organizzazioni di categoria, degli organismi economici e delle altre forze sociali".
Deve però necessariamente notarsi come lo Statuto parli di "norme per la formazione, l'aggiornamento e l'attuazione del Piano", cioè di un insieme molto più vasto e complesso di disposizioni che afferiscono all'intero iter formativo e gestionale del Piano, inteso come vera e propria carta programmatica per le attività della Regione. Alla proposta in esame non può evidentemente attribuirsi tale respiro, né tali ambizioni, ma piuttosto l'intenzione di definire una volontà politica, da collegarsi concretamente a scadenze impegnative e ad una attenta consultazione della volontà delle popolazioni interessate.
A parere della maggioranza della Commissione non è opportuno fissare tali impegni in un testo di legge, ritenendo vi siano altre procedure ed altri metodi a disposizione del Consiglio Regionale.
Non sarà inutile notare come, a larghissima maggioranza, le Regioni a Statuto ordinario, hanno preferito non prefigurare negli Statuti la formazione di una legge per le procedure di Piano, in ciò del resto conformandosi ad un criterio che attualmente pare prevalere anche a livello governativo-parlamentare, in merito al Piano nazionale.
I contenuti di sperimentazione e di flessibilità che vanno sempre più emergendo, mentre si approfondisce il discorso della programmazione economica, mal sopportano rigide determinazioni prefissate, facendo preferire piuttosto le decisioni specifiche, se pure a vasto respiro, ma adattabili allo svolgersi delle fasi di attuazione. In tal senso - e con un invito agli organi della Regione ad approfondire fin d'ora gli aspetti formali del comma primo dell'art. 75 dello Statuto - la I Commissione ritiene non si debba procedere a dare alla proposta avanzata dai colleghi proponenti la forma di legge 2) sui contenuti della proposta, che prevedono la responsabile partecipazione del Consiglio Regionale, nonché una vasta consultazione nella fase di esame preliminare del documento tecnico-scientifico, la Commissione si dichiara concorde.
Si ritiene da tutti, infatti, che la complessità dell'argomento in questione consigli una maturazione graduale da parte di tutti gli interessati sui temi in discussione. Del resto, è bene che gli organi regionali, prima di assumere responsabili decisioni di così ampie conseguenze per il futuro della Regione, possono assumere direttamente dalla comunità regionale quella messe di osservazioni, di indicazioni, di proposte, la cui elaborazione non potrà che incidere positivamente, in senso di concretezza e operatività, sulle decisioni stesse. In questa direzione la Commissione è unanime, anche se viene evidenziata dalla maggioranza la necessità che la Giunta produca un proprio documento di Introduzione al rapporto IRES, che contenga altresì gli orientamenti di fondo che l'amministrazione regionale intende proporre all'esame ed all'approfondimento. La consultazione e l'esame preliminare del Consiglio risulteranno, in tal modo, agevolati, e potranno quindi entrare, con maggiore concretezza, nel vivo dei temi proposti 3) in merito alle scadenze nel tempo indicate dalla proposta in esame - che in tal senso è da considerarsi un vero e proprio calendario - la Commissione ritiene che non si possa eccepire sul principio. Non vi è dubbio che il collocare concretamente nel tempo una serie di iniziative conferisca alle iniziative stesse una maggiore credibilità da parte dell'opinione pubblica, mentre impone agli organi preposti alla definizione finale degli atti esecutivi un impegnato ritmo di lavoro. Ciò, d'altronde è dovuto dalla Regione alle proprie popolazioni ora che l'attribuzione dei poteri effettivi, se pur limitati ed in parte deludenti, è avvenuta.
Un calendario rappresenta quindi un indubbio stimolo per gli "addetti ai lavori" ed un elemento di fiducia per tutti gli altri. Vi è soltanto da rilevare, ciò che la maggioranza della commissione ha fatto, che un calendario di scadenze deve tener conto di tutti i fattori in gioco e particolarmente: della necessità che gli Enti locali e gli altri consultandi abbiano modo di approfondire il materiale in esame, senza ripetere esperienze già compiute a tempi ristretti e non sempre, per questo motivo, ben commentate dai consultandi stessi dei tempi tecnici per la trasmissione e la raccolta dei documenti, nonch per l'elaborazione delle risultanze da parte delle Commissioni consiliari ed in particolare della I Commissione, affinché non risultino inutilmente e dannosamente compressi. Non sarà inutile rilevare che il lavoro cui si accingono gli organi della Regione Piemonte è assolutamente nuovo e tale per difficoltà intrinseche - da non poter escludere a priori la necessità di modificare procedure e metodi.
Ciò che deve essere solennemente e impegnativamente stabilito dal Consiglio è la volontà politica di dare alla comunità piemontese, con la sua fervida partecipazione, un piano di sviluppo economico e sociale che discenda da una precisa consapevolezza delle necessità e delle possibilità della Regione.
Per l'insieme di queste motivazioni, la I Commissione, pur cogliendone gli elementi positivi rilevati e qualora i proponenti non ritengano di accogliere l'invito, che ora loro rivolgo, a ritirare la proposta di legge propone al Consiglio Regionale il non passaggio agli articoli della proposta di legge n. 12.
Fin qui la parte formale. Aggiungerò, sul piano sostanziale, che evidentemente, proprio per le argomentazioni contenute nella relazione in base al dibattito avvenuto in Commissione, non si poteva chiudere in termini puramente negativi un discorso di questo genere. Pertanto i membri della Commissione, nella loro autonoma iniziativa consiliare, hanno ritenuto di dover proporre un'alternativa alla legge attraverso un ordine del giorno che dovrebbe essere sottoposto al Consiglio (e già stato presentato alla presidenza, con la firma di colleghi di vari gruppi) non più in forma di legge ma che accolga i principi dell'ampia consultazione dell'elaborazione del Consiglio e delle Commissioni, nonché uno schema di calendario (forse si avranno tempi un pochino più lunghi ma non per volontà di tirare in lungo, bensì per dare certezza che la consultazione si svolga in maniera più confacente, data l'importanza dell'argomento). Se il Consiglio Regionale approverà quest'ordine del giorno, ci troveremo ugualmente di fronte ad un piano di scadenze che a nostro modo di vedere dovrebbero essere tali da consentire una consultazione, un'elaborazione e conclusioni veramente positive.
Questo è il quadro. Io non leggo in questa sede l'ordine del giorno provvederà la presidenza non appena lo riterrà opportuno. Per parte mia (e credo di interpretare fin d'ora il pensiero del mio Gruppo) ritengo che la I Commissione abbia svolto un lavoro produttivo tale da garantirci uno sviluppo su un tema così importante e così nuovo dal punto di vista della programmazione economica e tale da consentire al Consiglio Regionale, in tempi sufficientemente brevi, di avere un documento che sia effettivamente la carta di carattere programmativo di fondo della vita del Consiglio Regionale stesso.



PRESIDENTE

L'o.d.g. firmato da lei, Simonelli, Zanone, Bianchi e Vera?



GARABELLO Enzo, relatore

Esatto.



PRESIDENTE

Va bene, ne daremo lettura subito dopo.
E' aperta la discussione. Chiede di parlare il Vicepresidente Sanlorenzo, ne ha facoltà.



SANLORENZO Dino

Colleghi Consiglieri, il Consiglio discute oggi una proposta di legge che, presentata il 9 di marzo attraverso un regolare lavoro di Commissione arriva nei termini fissi dal nostro regolamento all'esame definitivo dell'assemblea. Non è un fatto secondario né marginale quello del rispetto dei tempi e delle norme che noi stessi ci siamo dati, è un fatto positivo e qualificante, quali che siano l'esito e le decisioni che prenderemo in materia. Fissare dei termini (e rispettarli) entro i quali qualsiasi proposta di legge viene approvata o respinta, o comunque risolta, è una questione essenziale del governare in modo nuovo, in un Paese come il nostro dove la pratica del rinvio è forse più forte ancora del non fare e dove quasi sempre il non fare si traduce nel lasciare fare agli altri interpretando in modo un po' troppo letterale un grande statista piemontese che diceva che il 95 per cento delle cose politiche si risolvono da sole e l'altro 5 per cento bisogna farlo fare agli altri; ma era una battuta.
Purtroppo però nella nostra esperienza politico-parlamentare è stata assunta sovente come prassi di governo. Lasciar fare agli altri vuol dire sovente lasciar fare agli altri corpi del potere: economico, giudiziario militare, che appunto per questo divengono, a volte, corpi separati.
Partiamo da questo fatto positivo, ne diamo atto al Presidente della Commissione prima di tutto, ne raccomandiamo l'osservanza a tutti i Gruppi a tutte le Commissioni, a noi stessi in fondo, in ogni circostanza, anche se non ci nascondiamo che a volte circostanze oggettive che dovranno essere affrontate dal nuovo Regolamento (una nuova proposta è ormai pronta e sarà consegnata alla Commissione del Regolamento che tiene già conto di questa esperienza dei primi due anni di vita del Consiglio Regionale), rendono difficile, qualche volta persino impossibile rispettare i termini attuali.
Tuttavia il fatto che questa volta siano stati rispettati è, in quanto tale, positivo sul piano del metodo e dei contenuti. Quanti di noi possono dimenticare che il Parlamento della Repubblica Italiana è pieno zeppo di progetti di legge, a volte forse anche buoni, che non sono mai arrivati ad essere discussi, approvati o respinti che fossero da una qualsiasi maggioranza? Ma qui si è trattato non solo di una facilità della Commissione nel rispettare i termini, si è trattato, almeno in sede di Commissione, di una volontà politica che si è venuta formando (non voglio nemmeno attribuire ad un gruppo più che ad un altro la validità di questa politica) attraverso una discussione, un confronto di idee nelle cinque riunioni che la Commissione ha tenuto e di cui io qui voglio sottolineare il valore.
Quali sono stati i punti sui quali si è riscontrata progressivamente una volontà, un indirizzo comune e che sono riflessi anche nella relazione che la maggioranza della commissione ha presentato per bocca del Consigliere Garabello? 1) Prima di tutto i motivi ispiratori della proposta di legge, che la relazione di maggioranza dice devono essere tenuti in considerazione rispondono allo spirito dello Statuto, rispondono al modo di intendere i problemi della programmazione e della partecipazione 2) il fatto che per arrivare alla redazione del vero e proprio secondo piano regionale di sviluppo (che agli effetti sostanziali, voi capite bene finirà di essere il vero primo piano regionale di sviluppo e forse chissà nemmeno questo, perché il vero primo piano sarà quello che riusciremo a fare all'inizio dei cinque anni che sono stati finora assunti come termine di valutazione di un piano quinquennale nazionale, quindi non potrà non essere il termine di paragone che assumeremo per giudicare, per elaborare un piano regionale) è indispensabile una vasta consultazione di tutta la comunità. Anche su questo vi è stata comunità di intenti e di volontà 3) il fatto che tale vasta consultazione avvenga sulla base del documento preliminare dell'IRES, cioè sulla base del documento allegato e che noi attendiamo da tempo, ordinato se non erro (rivedevo gli articoli dei giornali) nel '70 dalla Giunta di allora che ne comandò all'IRES l'elaborazione. Sono passati due anni, aspettiamo questi elaboratori che stanno per essere consegnati e che saranno la base preliminare di consultazione della comunità regionale insieme al documento che la Giunta vorrà fornire sulla base del dibattito che avverrà nel Consiglio Regionale di modo che la comunità regionale possa avere tutti gli elementi di valutazione dell'IRES, della Giunta, del Consiglio su cui cominciare a dare il proprio contributo per la formazione del piano regionale 4) il fatto che occorre fissare una data precisa di inizio di questa procedura, una data intermedia di bilancio della consultazione e infine una data terminale oltre la quale la parola è poi al piano vero e proprio 5) che la consultazione deve avvenire anche a livello subregionale. Si è inteso, con questa dizione, che non si esclude qualsiasi livello di consultazione, ma si vuole introdurre quel livello nuovo previsto dal nostro Statuto, il livello comprensoriale, cioè una dimensione nuova che occorrerà al più presto definire. Il nostro Gruppo darà il proprio contributo attraverso la prossima presentazione di un progetto di legge che intende offrire al confronto delle idee degli altri Gruppi consiliari una determinata visione dei comprensori della comunità regionale.
Sono punti importanti, sono la sostanza di tutto ciò che ci aveva ispirato nel presentare la proposta di legge. Ma vi sono anche alcuni punti di divergenza che già abbiamo discusso in Commissione e che vogliamo riportare qui per un ultimo confronto perché noi crediamo nel confronto delle idee, crediamo persino nel confronto di una maggioranza così lontana da noi come quella che oggi governa la Regione Piemonte; permettete che vi dica che questo confronto di idee noi crediamo porti ad un risultato sempre migliore e porti, chissà, anche alla maturazione di idee diverse in questa maggioranza, forse anche sollecitati dal fatto che la consultazione popolare che recentemente si è tenuta non ha premiato la maggioranza che attualmente caratterizza la Giunta Regionale piemontese. Ma di questo parleremo in altra occasione.
Il primo punto di divergenza non è tanto il fatto della aderenza o meno del nostro progetto di legge all'art. 75 comma primo dello Statuto Regionale, perché è chiaro che il progetto di legge in questione non doveva istituire le procedure per ogni e qualsiasi piano di sviluppo che la Regione dovrà pur darsi. Era chiaro anche per noi e difatti la dizione letterale dello Statuto parla non soltanto di elaborazione del piano, ma anche di aggiornamento, cioè indica una procedura assai più complessa di quanto viene riflessa nel progetto di legge, che intende muoversi nella concreta situazione esistente oggi, anzi, esistente nel marzo del 1972 quando è stato presentato il progetto di legge, cioè dopo circa due anni di carenza del piano nazionale e anche regionale e stante il fatto che ciò che viene definito il piano Giolitti è qualcosa che per il momento non è altro dal punto di vista giuridico e politico, che un documento di un ex ministro, di un ex governo, di una ex maggioranza, discusso complessivamente in Italia da un centinaio di persone esimie, ma in un Paese di 56/57 milioni di persone che, credo, debbano partecipare in qualche modo alla definizione degli obiettivi, dei contenuti, delle prospettive dell'efficacia di un piano nazionale di sviluppo.
E badate che per quanto ci concerne, noi abbiamo giudicato quel documento come una base di discussione possibile, quindi non abbiamo un atteggiamento ideologicamente contrario, di ripulsa; vogliamo il confronto.
Tuttavia non possiamo non ricordare che quel documento fu licenziato poche ore prima che il ministro non fosse più ministro, che la maggioranza non fosse più maggioranza, che il governo non fosse più governo e le cose stanno andando in direzione per cui persino il discorso sulla programmazione del governo che ha da nascere, se nascerà, quando nascerà con chi nascerà? Non ci sfugge nessuno dei termini del problema nazionale e regionale. Ma proprio per questo, proprio perché non ci sfuggiva allora n ci sfugge oggi, vogliamo che il nostro piano regionale abbia una sua logica e tutta la nostra attività, la stessa discussione del bilancio che sta per venire in questo Consiglio Regionale sia ispirata almeno a ciò che dovranno essere i canoni fondamentali del piano regionale di sviluppo.
Da questo punto di vista avremmo preferito che se si è tardato tanto a consegnare, d'altra parte giustamente, credo, il documento preliminare dell'IRES, forse il direttore dell'IRES si sarebbe potuto risparmiare le dichiarazioni anticipatrici che ha fatto ad un settimanale francese. Noi abbiamo stima dei ricercatori dell'IRES, abbiamo fatto una battaglia perch l'IRES diventasse quello che è per la Regione Piemonte, ma non sposiamo nessuno e forse Detragiache poteva non ancora dire quello che disse all'Express: "Nous devons nous associer au pole industriel français, Lyon est ancien et traditionel, Marseille est nouveau et nous offre le pori dont nous avons besoin. L'axe Rhodanien tout entier doit devenir notre artere principale". Vedremo se sarà così, vedremo se le cose andranno proprio in questa maniera. Questa è una tesi, è una prospettiva, bisognerà vedere se siamo tutti d'accordo e in quale quadro se ne può discutere. Questa anticipazione infatti nessun politico l'ha poi fatta sua. Il corrispondente francese si è messo alla ricerca di uomini politici piemontesi (della maggioranza naturalmente) ma non ne ha trovato nessuno perché occupati nella campagna elettorale, ha solo trovato il direttore dell'IRES che dette quest'anticipazione di ciò che si farà. Riprenderemo la polemica, se polemica avrà da essere.
Dicevo che questo documento lo vogliamo al più presto per poterci confrontare. E' in questa situazione che abbiamo presentato un progetto di legge per le procedure democratiche. Ricordo che qualche collega in Commissione un po' si stupì della dizione "democratiche" ma non era eccessivamente fuori posto l'aggettivazione, perché la programmazione che finora abbiamo avuto in Italia è stata forse democratica negli intendimenti, ma non lo è stata nei fatti, non lo è stata nell'elaborazione, non lo è stata nell'esecuzione; è stata una programmazione di vertice. E per cosa? Per questo secondo concreto piano regionale, senza voler con questo dire che tutti i piani di sviluppo avrebbero dovuto necessariamente farsi come si dovrebbe fare questo che nasce di tre anni e non di due (speriamo che non sia di due anni e mezzo) e che si tratta di stabilire una procedura e una serie di scadenze che valgano per questo piano. Una sorta cioè di legge speciale. Questo era il nostro intendimento.
La maggioranza della I Commissione dice però che, pur condividendo lo spirito, la volontà e anche i modi che hanno ispirato questo progetto di legge, non è opportuna una legge, vi sono altre maniere per risolvere il problema. Infatti il Presidente della I Commissione propone che la questione sia risolta con un ordine del giorno. Badate, c'è qualcosa di serio anche nell'argomentazione che viene portata a sostegno del non fare la legge e non ci sfugge nemmeno questo. L'argomentazione è che la maggioranza delle Regioni non ha previsto negli Statuti la formazione di una legge per le procedure del piano e così è anche il prevalente parere in formazione rispetto al piano nazionale. C'è del vero anche in questo, siamo in una fase di sperimentazione, di flessibilità che non sopporta rigide determinazioni prefissate. Ma è questa l'argomentazione che attiene al nostro caso, alla nostra situazione, in questo momento? Anche a prescindere da ciò che esplicitamente, in senso inverso, dice il comma primo dell'art.
75 dello Statuto, ecco il punto: legge o non legge? Questo pare essere il nostro problema. "This is question" direbbe il direttore de "La Stampa" di Torino. Ma io penso che possiamo risolverlo più facilmente di come pensava di risolverlo e lo risolve il principe di Danimarca (la questione ha meno rilevanza) alla condizione però che questa sera - e questo e l'invito che rivolgo al Vicepresidente della Giunta, dato che non c'è il Presidente prima di stabilire se avrà da essere legge o non legge, prima di approvare l'ordine del giorno che il Presidente Garabello ha letto, vi sia una dichiarazione precisa, esplicita di volontà politica da parte di tutta la maggioranza e per essa del Vicepresidente della Giunta. Che esprima che cosa? La volontà di rispettare i tempi e i modi sui quali c'è stato l'accordo della Commissione, che in parte vengono dettagliatamente riflessi nell'o.d.g. che è stato letto; che non vi siano tempi morti, rinvii manovre di qualsiasi tipo; che il Consiglio licenzi davvero il suo giudizio sul piano dopo le consultazioni, entro novembre; che davvero lo inizi in giugno e che il rinvio sia al massimo ai primi di luglio (so già le cose che verranno dette perché il documento non c'è ancora). Ma il problema è di assumersi un impegno politico che non faccia la fine di tanti altri impegni che sono stati assunti perché giace consegnata alla cronaca (non usiamo la parola storia) di questo Consiglio, una mozione votata all'unanimità che deve essere indispensabile fare uno studio sulle piccole e medie industrie del Piemonte. Peccato che quando c'era la Giunta di centro sinistra non si fece niente. Ma non è che si sia fatto qualcosa quando c'era la Giunta appoggiata dai liberali, si è continuato a non fare niente. Quindi gli impegni a questo proposito non possono sortire l'esito di altri impegni in altre epoche accolti. Questa questione è troppo grossa perché si possa slittare nei tempi.
Chiedo quindi un pronunciamento esplicito al Vicepresidente della Giunta, prima di passare alla decisione sulla materia. E qui l'argomento non diventa più procedurale, né temporale né tecnico, ma diventa (permettetemi un rapidissimo riferimento) politico in senso più generale rispetto alla situazione che abbiamo in questo momento in Piemonte. Questa mattina, non è il caso di ricordarlo, abbiamo avuto drammaticamente la sensazione della gravità del settore tessile, ma al di là della questione particolare parlano i dati degli ultimi giorni che sono stati resi noti sulla situazione del Piemonte, dati davvero insospettabili, Consigliere Garabello, che ci provengono dal Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale, Previsione di occupazione nell'industria per il 1972, in confronto con il 1971; diminuzione dello 0,4 per cento in Italia, dello 0,5 per cento in Piemonte per gli stabilimenti che occupano più di 500 dipendenti; invece per quelle aziende che ne occupano di meno, si prevede per il 1972 l'1,5 per cento di calo su scala nazionale, il 2,4 per cento in Piemonte; nel dicembre 1972, rispetto al dicembre 1971, sono in aumento in Piemonte i disoccupati, proprio quelli iscritti (pensate a quelli che non si iscrivono mai) 39.121 rispetto a 37.809. Risulta anche che il Piemonte è la Regione che ha utilizzato la minor quota degli affidamenti bancari accordati. Non è il caso di finanziamenti che non vengono dati, no, ma di quelli che sono stati accordati e non utilizzati: sono stati accordati finanziamenti e prestiti per 6.836,2 miliardi, ne sono stati utilizzati 4.487 pari al 65,6 per cento. Questo è molto grave politicamente perché segna qualcosa che non ha tanto riferimento alla situazione, ma ad un disegno anche politico (almeno questo il nostro giudizio); chi non utilizza i soldi che le banche gli danno evidentemente deve essere sottoposto alla critica in una situazione politica come questa, può trovare giustificazioni nell'incertezza del futuro, ma allora il discorso politico si apre su tutti i piani. Sta di fatto che la situazione in Piemonte è questa: incremento della disoccupazione da una parte, mancanza di investimenti dall'altra addirittura nei confronti dei prestiti che vengono concessi. Crisi di fiducia? Ma allora abbiamo la responsabilità politica della crisi di fiducia. Constato, per intanto, che questa è la quota più bassa che esiste in Italia. E' certo un giudizio che bisogna esprimere sulla classe imprenditoriale piemontese, in una situazione come questa.
Voi sapete a chi attribuiamo la responsabilità di questa situazione, ma sapete altrettanto bene che la formulazione di un piano regionale di sviluppo tempestivo, prodotto con la partecipazione di tutta la comunità regionale, con un impegno serio delle forze politiche, può essere un elemento di responsabilità. E non è soltanto un problema di procedure del piano; se questa sera il Consiglio Regionale licenzia una serie di impegni e di scadenze precise, con la volontà di rispettarle e una metodologia che chiama tutta la comunità regionale a partecipare ad una prospettiva di questa natura, ebbene, questo è un elemento già di grande rilievo. Assieme a questo devono andare avanti con precisione di date quegli altri impegni che fanno tutt'uno con le procedure del piano e che sono la conferenza dei tessili, la conferenza dei chimici, le consultazioni e le conferenze agrarie che in qualche provincia già vengono assunte (come nella provincia di Novara che ne ha promesse tre quest'anno) attraverso la ricerca della partecipazione di tutte le componenti fondamentali della ripresa economica nel Piemonte la quale venga non a scapito dei lavoratori e non sulla pelle dei lavoratori, non sulla base della disoccupazione. Ripeto ciò che abbiamo detto altre volte: da una situazione economica difficile si esce sempre non c'è mai una situazione economica che rimanga stabile. Certo bisogna vedere come si esce, si può uscire anche buttando sul lastrico un paio di milioni di operai, con qualche morto ogni due o tre settimane per governo d'ordine; si esce sempre da una situazione difficile, sempre, il problema è di vedere come se ne esce. Qui si tratta di avvertire pienamente la responsabilità che abbiamo in questo momento, di uscire da una serie di impegni estremamente precisi che naturalmente collocano tutto il Consiglio Regionale, la Regione Piemonte nella direzione della programmazione. Una programmazione che naturalmente deve avviarsi in forma democratica e con la partecipazione di tutte le componenti fondamentali dello sviluppo economico della Regione.
Se queste assicurazioni verranno date il nostro Gruppo non passerà nemmeno alla votazione della propria tesi, ritirerà il progetto di legge ed esaminerà l'ordine del giorno che è stato suggerito dal Presidente della I Commissione, favorevolmente, per arrivare ad esprimere, anche in questo modo, una volontà unitaria che valga in questo momento politico come atto costruttivo per uscire da una situazione certamente seria e grave, da cui si esce soltanto con atti nuovi e con una volontà che rifletta in tutto ci che è stato scritto a suo tempo nello Statuto Regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Simonelli.
Vorrei, prima di dargli la parola, in relazione anche all'intervento fatto dal Consigliere Sanlorenzo, pregare il Consigliere Segretario di dare lettura dell'ordine del giorno che è stato proposto da Garabello ed altri in maniera che nella discussione si possa tenere presente quello che è il suo contenuto.



MENOZZI Stanislao

"Il Consiglio Regionale, a conoscenza della avvenuta elaborazione da parte dell'IRES del rapporto preliminare al piano regionale, ritenendo necessario che al problema della programmazione regionale venga dedicata con urgenza la massima attenzione da parte degli organi della Regione ritenendo altresì che la partecipazione prevista dallo Statuto debba trovare in quest'occasione un'attuazione particolarmente estesa e qualificata sia a livello di Enti locali, sia di organizzazioni sindacali che di associazioni rappresentative per consentire alla Regione di ottenere la più ampia messe di dati, notizie, orientamenti e richieste e proposte ritenendo infine che l'individuare termini di scadenza, pur con l'eventuale possibilità di adeguarli all'effettivo svolgimento delle varie fasi del lavoro, conferisca al processo preliminare di formazione del piano regionale concretezza di impegno politico stabilisce le seguenti iniziative ed i relativi tempi di attuazione: 1) entro il mese di giugno '72 lo svolgimento di un primo esame da parte del Consiglio del rapporto dell'IRES corredato dalle osservazioni preliminari della Giunta 2) entro il mese di novembre '72 lo svolgimento di un secondo esame da parte del Consiglio nella sua base della relazione che dovrà essere predisposta dalla I Commissione permanente, corredata da pareri delle altre Commissioni permanenti interessate e dai risultati delle consultazioni espletate fra gli Enti locali, a livello sub-regionale e le organizzazioni ed associazioni previste dallo Statuto 3) entro il mese di febbraio '73 lo svolgimento dell'esame da parte del Consiglio del documento conclusivo predisposto dalla Giunta per l'adozione del piano regionale.
Fa voti affinché la comunità regionale, attraverso una partecipazione attiva e consapevole, offra agli organi regionali l'espressione concreta della volontà di determinare il proprio sviluppo civile e sociale. F.to Garabello, Simonelli, Zanone, Bianchi, Vera".



PRESIDENTE

Il Consigliere Simonelli ha facoltà di parlare.



SIMONELLI Claudio

Signor Presidente, colleghi, il Gruppo socialista già in Commissione si era trovato d'accordo con la maggioranza sulla non opportunità di dar corso all'approvazione di una legge sulle procedure di formazione del piano regionale, non perché non condividesse l'esigenza che aveva mosso il Gruppo comunista a formulare la proposta di legge - esigenza che condividevamo e condividiamo come dirò subito - ma perché ritenevamo che nella materia ci che era urgente e indispensabile fare era provocare un impegno politico da parte di tutto il Consiglio e quindi anche della Giunta, sulle scadenze della programmazione regionale, più che non fissare per legge, in tempi forse anticipati rispetto a quelli che sarebbero stati necessari, una serie di procedure che al momento attuale non siamo neppure in grado di definire e di dettagliare in modo molto analitico.
Quello che conta dunque (e mi sembra che in questo senso l'intervento che ha fatto il collega Sanlorenzo sia stato indicativo di un'esigenza che noi condividiamo perfettamente) è di ottenere dal Consiglio un impegno politico ben preciso sulle scadenze e sull'iter di avvio della programmazione regionale.
L'impressione che abbiamo, non solo in questo settore, ma in generale sull'attività della Regione in questi ultimi mesi, è quella di assistere a scene riprese e trasmesse al rallentatore, come si vede nelle partite di calcio quando sulla moviola ci fanno vedere di ritorno la scena del goal che al rallentatore vede tutti i protagonisti dell'azione muoversi con estrema lentezza.



PRESIDENTE

E dove si capisce ancora meno!



SIMONELLI Claudio

Sì, talora si capisce meglio, tal'altra meno bene, ciò che comunque è certo è che in questo caso goals non ne sono stati fatti e direi che non si sono colpite neppure le traverse, si è fatto del palleggio e non all'insegna del bel gioco.
L'impressione che abbiamo di questi mesi di attività della Regione è esattamente questa: un'attività che ha proceduto al rallentatore, anche per indubbie difficoltà di ordine istituzionale. Non gettiamo la croce addosso alla Giunta, ma certo è il momento di cominciare a muoverci con ritmi diversi, vuoi perché abbiamo finalmente i poteri costituzionali, vuoi perché le scadenze di carattere generale ormai premono ed urgono. Abbiamo dunque necessità di cominciare a discutere seriamente, in termini operativi, della programmazione regionale. Il documento che viene proposto all'approvazione del Consiglio fissa una serie di scadenze di tempo estremamente precise e sottolinea due momenti essenziali della politica di programmazione: della partecipazione e dell'articolazione, due momenti che riteniamo indispensabili e che del resto sono fissati in modo che non si possono escludere nello Statuto della Regione. Approvando quest'ordine del giorno manifestiamo degli impegni precisi e ci assumiamo e si assume soprattutto la Giunta - l'impegno di mandare avanti in modo operativo l'iter di formazione del piano.
Quello che vorrei ancora sottolineare è la necessità che si cominci a verificare, alla luce delle esigenze, tutto ciò che incomincia ad essere compiuto dalla Regione, cioè che un quadro di coerenza cominci ad essere il punto di riferimento di tutte le azioni che la Regione manda innanzi giacché non illudiamoci, non commettiamo l'errore che spesso si è fatto soprattutto negli anni iniziali della politica di piano nel nostro Paese di ritenere che una volta redatto un ampio studio da parte dell'istituto di ricerche, il piano sia fatto e la programmazione proceda. Giustamente consideriamo lo studio che l'IRES ci consegnerà il punto di partenza, anche perché accanto a quel tipo di studio occorre un approfondimento che abbracci tutte le attività della Regione, se vogliamo fare della programmazione il metodo di governo, il metodo di gestione della cosa pubblica. Quindi c'è il discorso dell'approfondimento delle analisi dei settori industriali e c'è quello sull'organizzazione del territorio che seppure attribuito alle competenze di un assessorato diverso, rientra nella stessa logica, nello stesso discorso.
Abbiamo visto, discutendo la legge tessile l'importanza che hanno, se li vogliamo inquadrare nel discorso di programmazione, gli aspetti territoriali infrastrutturali dello sviluppo, accanto agli aspetti strettamente di investimenti e di incentivo alla ristrutturazione delle aziende. Così come non possono essere sottolineati i rapporti con gli Enti locali e tutta la tematica della finanza locale, che sono strettamente legati alla possibilità di operare del piano.
Un primo momento di verifica lo avremo già nel dibattito sul bilancio e in sede di discussione per l'approvazione dello stesso dovremo incominciare a fare la prima verifica di coerenza tra l'impostazione di bilancio e la volontà di cominciare davvero a fare della programmazione un metodo di gestione e di governo della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Qualcun altro chiede ancora di parlare? Dei Consiglieri nessuno.
Ha facoltà di parlare l'Assessore avv. Paganelli.



PAGANELLI Ettore, Assessore alla programmazione

Prendo la parola perché ho rappresentato io la Giunta alle riunioni delle Commissioni, anche se mi rendo conto che il Vicepresidente Sanlorenzo nel suo intervento ha più volte specificato che la risposta la vuole da un organo della Regione, cioè dal Presidente temporaneamente assente, in quanto non si fida degli Assessori.
Io sottolineo che la Giunta, come ho già avuto modo di esprimere in Commissione, concorda con le osservazioni del relatore e della maggioranza.
D'altra parte non posso non sottolineare quello che è stato un clima molto aperto, molto franco di confronto fra i vari Gruppi proprio per giungere all'approvazione del piano regionale, indipendentemente dal fatto che questo impegno avvenga in Consiglio Regionale, con l'adozione di un provvedimento legislativo, o con l'adozione di un impegno politico.
La Giunta, se concorda con le osservazioni che sono state fatte dal relatore e dal Presidente della I Commissione Garabello, è altresì consapevole che non si può respingere così, semplicemente, il progetto di legge che è stato presentato e capisce la fondamentale importanza di giungere al più presto alla predisposizione ed all'approvazione del piano.
Pertanto, poiché è stato presentato un ordine del giorno che fissa delle linee di operatività, debbo dire (e penso che questo sarà l'impegno che il Presidente potrà ribadire) come già d'altra parte avevo espresso a nome della Giunta negli incontri di Commissione, che questo ordine del giorno ci trova consenzienti, che la volontà politica di rispettare gli impegni consacrati nell'ordine del giorno è una volontà politica che anima la Giunta. D'altra parte stamane il Vicepresidente, quando trattava la questione dei tessili, osservava come questi problemi debbano essere inseriti proprio nel discorso di piano e questo discorso lo ribadiremo fra non molti, giorni, quando ci troveremo ad affrontare un altro grosso tema quello della conferenza del settore chimico. Mi scuso se questa conferenza dovrà subire uno scorrimento di qualche giorno, ma penso che il Consigliere Sanlorenzo ed i colleghi che hanno seguito anche questa questione sappiano che su questo punto la nostra volontà è precisa e che lo scorrimento di qualche giorno è determinato dal fatto di non fare comunque una conferenza ma di farla nel modo migliore possibile, dopo avere accertato la predisposizione e la presenza di tutte le forze politiche che vi debbono partecipare.
Ritornando all'ordine del giorno per quanto mi riguarda debbo dare la completa adesione della Giunta con un'osservazione che per l'assoluta chiarezza deve essere fatta: vi è quel termine iniziale che potrebbe anche per qualche giorno, non essere rispettato. I Consiglieri sanno che, anche se è imminente da parte dell'IRES la consegna del documento preliminare nel momento in cui parliamo di questo documento non lo abbiamo e poich deve essere presentato al Consiglio con le osservazioni della Giunta potrebbe esservi anche qui lo scorrimento di qualche giorno. Ragion per cui o il Consiglio nell'approvare l'o.d.g. concorda che una leggera elasticità del termine iniziale vi debba essere, oppure i proponenti e il Consiglio se vogliamo essere ossequienti fino in fondo a tutto ciò che è scritto nell'o.d.g., accettano di sostituire il termine "entro il mese di giugno 1972" con il termine "entro il 15 luglio 1972". Io mi rendo conto che vi deve essere questa discussione preliminare, in modo da poter, prima delle ferie estive, inviare la documentazione a tutti coloro che dopo le ferie dovranno essere consultati. Penso comunque che quindici giorni non spostino nulla. Nessuna difficoltà anche nell'approvare l'o.d.g. così come è presentato, se però vi è in tutti questa consapevolezza della elasticità che vi deve essere perché non ci venga addebitata un'inosservanza immediata dell'o.d g.



PRESIDENTE

C'è la proposta di modificare il termine o di non considerare come perentorio il termine del 30 giugno; indicando il 15 di luglio usciamo praticamente anche dalla discussione che potrebbe farsi sulla tempestività dell'esecuzione. L'altra formula, con il 30 giugno, quando si dichiari che non è un termine perentorio lascia ugualmente possibilità di uno spostamento.
La parola al Consigliere Garabello.



GARABELLO Enzo, relatore

Mi permetto, signor Presidente, di prendere la parola per una precisazione. Nell'o.d.g. è stato messo il termine "fine di giugno" perch a suo tempo la Giunta, convinta di poter avere il documento con anticipo rispetto al periodo in cui l'avrà, aveva in quel momento maggiori possibilità di elaborare la sua prima dichiarazione e l'abbiamo lasciato perché inserendoci nella nostra funzione di membri della Commissione che dovrà guidare la consultazione, affinché si possa svolgere bene la consultazione nell'autunno è indispensabile che la documentazione arrivi ai comuni, alle associazioni, a tutti coloro che consulteranno, prima delle vacanze estive, in modo che quando verso la metà di settembre potremo cominciare con le riunioni sub-regionali, coi sindacati, avremo la certezza che durante le ferie estive si sono avuti, per un paio di mesi, i documenti in mano.
A questo punto, non opponendomi a quel che dice l'Assessore Paganelli perché sarebbe veramente una cosa astratta il volersi opporre a slittamenti di questa natura, se ci mettiamo nelle condizioni fisiche di poter avere quando l'IRES lo consegnerà, immediatamente, mettendo in moto le tipografie, le litografie, quello che è necessario, tutto il materiale pronto, in modo che quando veniamo al Consiglio siano pronte le buste affrancate per spedirle o comunque i corrieri necessari per spedire il materiale, per conto mio si può benissimo mettere il 15 di luglio. Sarebbe assurdo in un o.d.g. di questo genere che i termini fossero visti come vincolativi, jugulatori, tenuto conto che se non sono rispettati i termini chi è che non li ha rispettati? E' il Consiglio, la Giunta in particolare che ha in mano quella fase dell'operazione, ma comunque siamo noi, non possiamo dare la responsabilità a nessun altro; in questo senso preferirei mettere 15 luglio, proprio per salvare il principio che se è possibile i termini li rispettiamo.
Il collega Paganelli ci ha indicato questa data ed io penso che sia realistica anche per qualche contatto che abbiamo avuto per conoscere la data presumibile della consegna; per mio conto non vedrei difficoltà a modificare in "15 luglio" la "fine di giugno". Tutto questo non sposta gli altri termini, perché i periodi di tempo intermedi sono sufficienti, con che ci sia quella condizione di fatto che io prima ho indicato, cioè la predisposizione tecnica, materiale per la trasmissione della documentazione.



PRESIDENTE

Gli altri firmatari della proposta dell'o.d.g. sono concordi nello spostare al 15 di luglio? Non ci sono delle opposizioni? Allora l'o.d.g. si intende presentato con il termine "15 luglio" anziché "fine di giugno".
Non essendoci più altro motivo di discussione e di intervento, salvo eventuali ulteriori precisazioni da parte della Giunta (ma mi sembra che l'Assessore Paganelli abbia dichiarato di fare proprie queste indicazioni) metterei in votazione l'o.d.g.
La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Prendo la parola per una breve dichiarazione di voto.
Il Vicepresidente non parla?



PRESIDENTE

In fondo ha accettato l'Assessore.



CARDINALI Giulio, Vicepresidente della Giunta Regionale

Io credo che ci sia poco da aggiungere a quello che ha detto l'Assessore Paganelli, come appare chiaramente dalla richiesta di parola di quindici giorni. Il fatto è che tutto è legato alla consegna da parte dell'IRES, se no non si starebbe a giocare sui 15 giorni. Noi abbiamo motivi fondati per ritenere che l'IRES si trovi come quei pittori che partecipano alle mostre con i quadri ancora bagnati e attendiamo di ora in ora la documentazione. C'è quindi spazio perché la Giunta esprima il proprio parere e si metta in moto prima delle ferie quel meccanismo cui faceva cenno il Consigliere Garabello.
E' evidente che l'impegno della Giunta non va valutato soltanto in relazione alla data, ma va valutato (credo fosse questa la richiesta del Consigliere Sanlorenzo) come un impegno ben preciso. Noi l'abbiamo tradotto in data, ma, anche per le parole dette dal collega Paganelli, è un impegno politico chiaro di dare allo strumento della programmazione quella caratteristica prioritaria che gli abbiamo sempre attribuita.



PRESIDENTE

Il Consiglio, prendendo atto di queste dichiarazioni, consente che possiamo passare, salvo le dichiarazioni di voto, alla votazione dell'o.d.g.? La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Desidero riaffermare alcune considerazioni peraltro già svolte dal compagno Sanlorenzo.
La presentazione da parte nostra di una legge su questa materia noi continuiamo a ritenerla fondata, intanto perché lo dice lo Statuto. Si pu proporre di verificare lo Statuto, la realtà però è che lo Statuto prevede che ci sia una legge. Quindi la nostra proposta risponde esattamente alle norme statutarie, ma occorre sottolineare che ancorché non comprensiva di tutti gli aspetti dello Statuto (attuazione, aggiornamento ecc. previsti dall'art. 75) aveva, come è stato detto dal relatore di maggioranza Garabello, un valore di impegno politico.
Purtroppo abbiamo dovuto prendere atto, in questi giorni, che in due anni di attività, che molti, troppi impegni assunti con regolare mozione sono poi stati regolarmente disattesi. Proprio in materia di programmazione economica abbiamo più volte dovuto richiamare la Giunta e criticare la maggioranza; ad esempio le conferenze di comprensorio che avevano lo scopo di porre a fuoco determinate situazioni di carattere economico e sociale non sono state organizzate, nonostante precisi impegni, nonostante le date precisate in mozioni approvate all'unanimità.
Noi accogliamo quindi positivamente, come ha fatto Sanlorenzo, la posizione della Commissione (che adesso è di tutta la maggioranza, compresa la Giunta) di accettare l'istanza che emerge dalla nostra proposta di legge e che è soprattutto politica, ma continuiamo a manifestare delle preoccupazioni circa l'effettiva consistenza dell'impegno, anche se non vogliamo fare il processo alle intenzioni e alle volontà che sono qui state chiaramente espresse. Noi quindi rinunciamo alla nostra legge, approviamo l'o.d.g. che è stato presentato e appellandoci al senso di responsabilità politica delle forze di maggioranza della Presidenza della I Commissione e della Giunta, che hanno fissata la data del 15 luglio, che noi abbiamo accettato, le invitiamo a mantenere questa volta gli impegni assunti.
E' chiaro che noi non siamo così schematici da non capire che slittamenti di 5/6/10 giorni si possono verificare e che la consultazione con le forze esterne deve avere tutto il tempo necessario per estendersi al massimo, l'importante è che l'impegno sia questa volta mantenuto nell'interesse di tutta la Regione e della collettività. In questo senso il nostro voto è favorevole.



PRESIDENTE

Non ci sono altre dichiarazioni? Allora porrei in votazione l'o.d.g. precisando che il termine indicato "entro il mese di giugno" è protratto "entro il 15 luglio 1972".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. L'o.d.g. è approvato all'unanimità.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Vorrei fare presente al Consiglio che ci sono due adempimenti, il primo riguarda me personalmente ed è quello di ricevere la delegazione dei lavoratori tessili che attendono una risposta in relazione a ciò che oggi è stato possibile fare; il secondo mi pare impegni il Vicepresidente Sanlorenzo con le varie presidenze delle Commissioni; il terzo impegno di questo pomeriggio è quello relativo alla costituzione della Commissione che domani mattina deve riunirsi. Per cui, se il Consiglio nulla oppone, salvo l'adempimento di questi impegni al di fuori dell'aula, rinvierei la seduta di questa sera perché tra l'una e l'altra cosa vuole dire arrivare alle 19 19,30 tenendo molti Consiglieri qui con un niente di fatto, mentre il problema della casa e le interrogazioni ed interpellanze potrebbero essere oggetto di discussione nella seduta di domani alle 16.
Il Consiglio nulla oppone a questa proposta?



BERTI Antonio

Quando ci riuniamo per decidere la delegazione del Consiglio che domani partecipa a quell'incontro?



PRESIDENTE

Dovete mettervi d'accordo con l'Assessore Chiabrando.


Argomento:

Interpellanze e interrogazioni (annuncio)


PRESIDENTE

Sono pervenute alcune interrogazioni che, come solitamente avviene, non leggiamo più perché le rimandiamo nel testo integrale all'o.d.g. di convocazione. Diciamo soltanto che sono presentate dai Consiglieri?



MENOZZI Stanislao, Segretario

Dal Consigliere Bono relativamente agli Ospedali di Verbania e di Domodossola.



PRESIDENTE

Coglierei l'occasione per chiedere: desidera la discussione in aula o una risposta scritta? E' un argomento abbastanza circoscritto.



BONO Sereno

Va bene anche una risposta scritta, purché sia sollecita.



MENOZZI Stanislao, Segretario

C'è quella del Consigliere Nesi che riguarda i dipendenti della ditta Nuova Fast.
Ci sono poi tre interrogazioni del Consigliere Calsolaro, l'una riguardante il nuovo edificio scolastico per il Comune di Osasio; la seconda relativa allo sviluppo edilizio sociale dell'I.S.E.S.; la terza che concerne la cappella San Bernardo per il sacello dei Caduti, per la quale il Comando della Regione militare ha negato la sua autorizzazione a suo tempo richiesta.



PRESIDENTE

Verranno trasmesse con l'ordine del giorno per la prossima seduta, non quella di domani, quella che converremo di fissare.
La seduta di oggi ha termine nel senso che ci riuniscono i Capigruppo con l'Assessore Chiabrando per combinare la Commissione che domani mattina dovrà sviluppare quel tale discorso, si riuniscono i Presidenti delle Commissioni con il Vicepresidente Sanlorenzo ed io sento i tessili.
La seduta è rinviata a domani alle ore 16.



(La seduta ha termine alle ore 18,15)



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