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Dettaglio seduta n.9 del 06/10/70 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VITTORELLI



PRESIDENTE

La seduta è aperta. Prego un Segretario Consigliere di dare lettura dei verbali delle sedute precedenti.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


MENOZZI Stanislao, Segretario

Dà lettura dei verbali delle sedute antimeridiana e pomeridiana del 17 settembre 1970.



PRESIDENTE

Non essendovi obiezioni i verbali si intendono approvati.


Argomento:

Annunzio di interrogazioni e di interpellanze


ROTTA Cesare, Segretario

Dà lettura di una interrogazione e di una interpellanza pervenute alla Presidenza.


Argomento:

Annunzio di interrogazioni e di interpellanze

Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio Regionale


PRESIDENTE

Desidero fare alcune comunicazioni al Consiglio.
Prima di tutto informo che il 28 settembre si è svolta una riunione dei capi gruppo, nella quale è stato concordato il programma dei lavori di questo scorcio di sessione. Di questo programma voi trovate già notizia nell'o.d.g. con il quale è stata convocata la seduta odierna. E' evidente che quell'o.d.g. non potrà essere svolto integralmente nella seduta odierna e, se non finissimo, nella seduta di domani. Vi è un punto che riguarda interpellanze e interrogazioni: sarebbe mio proposito di fare svolgere nella seduta di oggi ed eventualmente in quella di domani, i punti da uno a quattro dell'o.d.g.; circa il punto 5) "Interpellanze e interrogazioni" prevedo di convocare il Consiglio il giorno 16, perché in quella data la Giunta sarà in grado di rispondere alla maggior parte delle interpellanze e interrogazioni presentate. Se in quella data fosse già pronto un testo di progetto di Statuto e fosse già stato distribuito ai Consiglieri, potrebbe avere inizio immediatamente la discussione sul progetto di Statuto. Se per in data 16 non fossimo giunti ancora a questo punto, prevederei di convocare il Consiglio - sempre in accordo con i capi gruppo - per il giorno 19. Vi è però un inconveniente relativo al giorno 19, che pone un problema di fondo che sarà esaminato nel corso dei prossimi giorni dall'Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale ed è che avendo avvertito, dopo la riunione dei capi gruppo, il Presidente della Provincia che il giorno 19 intendevo convocare il Consiglio Regionale in questa sede sono stato informato che il giorno 19 anche la Provincia intende tenere seduta. Noi siamo ospiti della Provincia e dobbiamo prendere atto di queste decisioni. Pur tuttavia col giorno 19 entriamo in un periodo di lavoro abbastanza intensivo, anche perché dovremo sospendere provvisoriamente la discussione allo scopo di consentire ai Consiglieri della D.C. di partecipare a un loro convegno nazionale sul problema degli Statuti regionali. Per raggiungere i nostri obiettivi tempestivamente non potremo subordinare la convocazione delle nostre riunioni alla disponibilità della sala. Pongo semplicemente il problema per informarne il Consiglio, ma è evidente che, a questo punto, si pone, con una certa urgenza, la questione della sede, almeno provvisoria, delle riunioni del Consiglio Regionale, che non possono essere subordinate a decisioni altrui, anche se abbiamo gradito finora la gentile ospitalità che ci è stata data dalla Provincia di Torino.
Desidero fare alcune altre comunicazioni.
Il giorno 22 settembre il vice presidente Oberto ha ricevuto una delegazione di lavoratori sospesi dell'officina SIAM 1922, accompagnata dal Consigliere Regionale Lo Turco e da un sindacalista della FIOM, Longo Giovanni. La delegazione era composta di cinque lavoratori, compreso l'unico membro di Commissione Interna attualmente ancora in azienda. I problemi esposti sono i seguenti: 1) sono state illustrate le condizioni e lo stato della vertenza della SIAM 1922 sia sul piano sindacale che su quello politico, rilevando in particolare l'attacco politico dell'azienda contro la struttura del sindacato nella fabbrica; 2) sono state esposte dai delegati dei lavoratori le condizioni tecniche di lavoro attualmente in atto presso l'azienda suddetta. In particolare sono stati chiariti i seguenti punti: che la ristrutturazione dell'azienda non è proceduta rispetto agli impegni presi in precedenza; che comunque le commesse di lavoro non mancano, come dimostra tutta la documentazione di commesse ed in particolare di lavorazioni date ad eseguire ad altre aziende similari della nostra provincia.
Queste sono state comunicazioni fatte al vice presidente Oberto, in rappresentanza dell'ufficio di Presidenza, da questa delegazione. E' stato inoltre ricordato che nei precedenti incontri - sempre della stessa delegazione operaia - l'azienda si era impegnata, in termini verbali ma su un piano molto preciso, che entro il 15 settembre sarebbero stati riassorbiti dall'azienda tutti i sospesi a cassa integrazione. Il vice presidente Oberto ha ascoltato tutte queste richieste ed ha assicurato il suo interessamento e l'intento di comunicare queste notizie al Presidente della Giunta e al Presidente dell'Assemblea. Essendo stata tale comunicazione fatta, il Presidente dell'Assemblea ha ritenuto utile darne comunicazione direttamente al Consiglio.
Ho ricevuto una lettera del sen. Giorgio Oliva che è stato eletto a presiedere la Commissione parlamentare per le questioni regionali e che contenendo auguri ai Consiglieri, al Presidente della Giunta e agli Assessori, va letta in Consiglio: "Signor Presidente, chiamato a presiedere la Commissione parlamentare per le questioni regionali costituita in adempimento al precetto dell'art.
126 della Costituzione della Repubblica, considero mio gradito dovere inviare a Lei e a tutti i membri del Consiglio regionale che Ella presiede il mio più vivo e deferente saluto.
Intendo con ciò sottolineare anzitutto lo spirito di cordialità in cui potranno svilupparsi i rapporti di informazione e di collaborazione tra la Commissione e le Regioni.
Desidero inoltre che il mio saluto porti a Lei e a tutti i Consiglieri regionali l'augurio più sincero per un comune lavoro che sempre meglio avvicini la legge ai bisogni e alle aspirazioni delle popolazioni.
Questo saluto e questo augurio La prego, signor Presidente, di voler specialmente partecipare a nome della Commissione al Presidente e agli Assessori della Giunta regionale e voglia altresì gradire il mio personale cordialissimo omaggio." Dalla Camera dei deputati mi è giunto anche un o.d.g. sottoscritto da parlamentari e amministratori di enti locali, di cui dò lettura perch interessa, a mio giudizio, il Consiglio Regionale: "Parlamentari amministratori degli Enti locali, Consiglieri Regionali, montanari delle valli del Cuneese, riuniti a Pradleves (Cuneo) il 27 settembre 1970 rilevando con viva preoccupazione che le leggi a favore della montagna sono ormai inoperanti chiedono che con la massima urgenza si proceda all'approvazione di una legge per il finanziamento ed una più efficace operatività delle disposizioni vigenti propongono che tale legge-ponte, limitata nel tempo e negli scopi, attribuisca alle Regioni ed agli Enti locali la facoltà di decidere sulla destinazione dei fondi, in base alla programmazione locale e regionale sollecitano dal Parlamento e dal Governo una rapida approvazione della legge organica sulla montagna che attribuisca alle Comunità montane i poteri decisionali ed operativi per lo sviluppo economico-sociale delle diverse zone." E' inutile che dica che questo o.d.g. era destinato anzitutto al Presidente della Commissione agricoltura della Camera dei Deputati, ma anche al Consiglio Regionale Piemontese, perciò ne ho dato lettura.
Il Consiglio direttivo della Pro Natura di Torino ha votato un o.d.g.
che mi ha pregato di comunicare al Consiglio, nel quale ribadisce la assoluta necessità che i problemi dei quali si occupa e cioè la conservazione della natura e sue risorse, vengano affrontati in modo organico dalle pubbliche autorità a tutti i livelli e auspica che i Consigli Regionali, recentemente eletti, riservino la dovuta attenzione alla difesa della natura così strettamente legata ad alcuni importanti settori di competenza legislativa regionale: agricoltura e foreste, caccia e pesca, turismo, urbanistica. E raccomanda ai partecipanti al convegno di Torino sul tema "Regione e montagna" di chiedere nell'o.d.g. alla chiusura dei lavori, l'istituzione nell'ambito degli enti Regione di un organismo che specificamente sia preposto ai problemi della conservazione della natura, suggerendo fra i compiti più urgenti la realizzazione in ogni Regione di parchi naturali. A questo convegno l'Ufficio di Presidenza è stato rappresentato dal vice presidente Oberto, che lo ha anche rappresentato al convegno di Bressanone. Non so se eventualmente l'avv.
Oberto voglia successivamente fare una comunicazione in proposito.
Dal comune di Verbania è pervenuto un o.d.g. del Consiglio Comunale di quella città nel quale, di fronte alla grave situazione venutasi a creare nello stabilimento Rhodiatoce, "si condannano energicamente i metodi repressivi e reazionari adottati dalla Società che tendono a colpire, con provvedimenti anticostituzionali, quali la serrata, il movimento dei lavoratori in lotta".
Dal Comitato Regionale per la programmazione ospedaliera del Piemonte mi giunge un o.d.g. comunicato al Ministero della Sanità e al Presidente della Giunta che ritengo opportuno di comunicare anche al Consiglio Regionale Questo ordine del giorno è stato approvato da quel Comitato nella seduta del 28 settembre 1970.
"Il Comitato Regionale per la Programmazione Ospedaliera del Piemonte nella sua seduta del 28 settembre 1970, presa visione con soddisfazione dell'o.d.g. approvato all'unanimità dal Consiglio della Regione Piemonte in data 17 settembre 1970 sui problemi dell'assistenza sanitaria ed ospedaliera concorda con i criteri e le conclusioni indicati nell'o.d.g. stesso ritiene opportuno per regolare la propria attività futura che l'Ente Regione faccia conoscere se questo Comitato debba continuare a svolgere le proprie funzioni secondo le attribuzioni derivanti dalla legge 12 febbraio 1968 n. 132 dichiara la propria disponibilità di continuare la propria attività condizionando la stessa alle indicazioni che l'Ente Regione vorrà dare impegna il Presidente a sollecitare i chiarimenti richiesti di ordine politico e giuridico anche di carattere finanziario, questione questa di primaria importanza per l'ulteriore prosecuzione di ogni attività programmatoria." In merito ad argomenti che sono indicati al punto 4) del nostro o.d.g.
mi è pervenuta una lettera del Presidente della nostra Giunta Regionale della quale darò lettura quando prenderemo in esame questo punto all'o.d.g.
E mi riservo anche di dare comunicazione, quando inizieremo la discussione di un comunicato della Camera del Lavoro di Vercelli e di un telegramma che mi è pervenuto dal Presidente della Provincia di quella città.
Da ultimo desidero comunicare al Consiglio Regionale due lettere in data 30 settembre 1970 del Consigliere Magliano.
La prima lettera dice: "Sarei molto grato alla S.V. On.le se volesse cortesemente dare comunicazione all'Assemblea delle mie dimissioni da Consigliere, dimissioni che qui rinnovo e che sono motivate da incompatibilità con il mandato parlamentare.
Mentre Le rinnovo mio assenso per l'opera fin qui svolta, formulo i migliori auguri per il lavoro avvenire." La seconda è del seguente tenore: "Gli uffici della Regione mi comunicano essere a mia disposizione un ordine di pagamento quale acconto sulle competenze derivanti dal mandato consiliare.
In analogia con quanto previsto dalla legge circa il divieto di cumulo tra emolumenti parlamentari e comunali, ritengo di dover rinunciare ai compensi citati e prego la S.V. On.le a voler disporre in merito." Delle dimissioni del Consigliere Magliano il Consiglio potrà occuparsi in una successiva seduta, quando tale lettera di dimissioni, pervenuta a Consiglio già convocato, sarà stata iscritta all'o.d.g. Mi riservo, al termine di questa seduta, nel comunicare l'o.d.g. della seduta successiva di dare pure comunicazione di un punto all'o.d.g. relativo a queste dimissioni.


Argomento: Statuto - Regolamento

Esame del progetto di stralcio di norme di Regolamento, elaborato dalla Commissione per il Regolamento. Deliberazione sul progetto medesimo


PRESIDENTE

Non ho altre comunicazioni da fare. Passiamo perciò al punto 3) all'o.d.g. "Esame del progetto di stralcio di norme di Regolamento elaborato dalla Commissione per il Regolamento. Deliberazione sul progetto medesimo".
Spero che tutti i Consiglieri abbiano ricevuto tempestivamente il testo del progetto di stralcio, accompagnato dalla relazione. Dando quindi per letto questo progetto e la relazione che l'accompagna e non considerando indispensabile una relazione orale in aggiunta a quella scritta, dichiaro aperta la discussione sul punto 3) all'o.d.g.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Armella. Ne ha facoltà.



ARMELLA Angelo

Signor Presidente, egregi Colleghi, abbiamo appreso che la Commissione del Regolamento e la Commissione dello Statuto hanno congiuntamente esaminato ed approvato, raccomandandone quindi al Consiglio l'adozione, il progetto di stralcio ora presentato per la discussione. Dall'esame del Regolamento, abbiamo rilevato il notevole sforzo fatto, certamente positivo e lodevole e con risultati apprezzabili, per regolare il funzionamento del Consiglio, le attribuzioni della presidenza e la discussione in seno al Consiglio stesso.
Poiché in questo momento, si desidera, opportunamente, abbreviare i tempi, ciò non consente di addivenire ad un esame particolare del documento, articolo per articolo. Ne consegue che occorre fare soltanto una valutazione generale. Pare però che si debba rilevare che alcuni punti, ad esempio le norme sul congedo dei Consiglieri, sia in relazione all'approvazione da parte della maggioranza dei singoli provvedimenti di legge, sia in relazione al conteggio del numero legale, esigono un ulteriore approfondimento.
Per quanto riguarda l'elezione del Presidente, l'indicazione di maggioranze qualificate (non contenute nel testo di legge attualmente in vigore) consente di attribuire alla presidenza quella particolare e giusta posizione che deve avere per la rilevanza dei lavori del Consiglio Regionale, ma si impone altresì la necessità di un approfondimento, perch la discordanza con un testo di legge in vigore potrebbe dare origine a contestazioni, nel caso in cui in una prima votazione si raggiunga una maggioranza sufficiente all'elezione secondo la legge, per quanto insufficiente secondo il regolamento.
Dovrebbe pure essere integrato il punto che riguarda l'attribuzione delle funzioni di Presidente ad un vice presidente, nel caso di un suo impedimento, stabilendo quale dei due vice presidenti deve assumere alternativamente o in esclusiva, dette funzioni.
Alcune indicazioni sono necessarie per chiarire i rapporti tra il bilancio dell'Ufficio di Presidenza e il bilancio che viene sottoposto al Consiglio, tenendo conto che è la Giunta a dover dare rendiconto al Consiglio Regionale. Altre osservazioni vanno fatte sulla composizione della Giunta delle elezioni e sul modo di regolare le nostre discussioni in maniera che esse diano dei risultati concreti, senza inutili divagazioni.
Noi votiamo il progetto di stralcio riservandoci di presentare, quando il Regolamento sarà portato all'approvazione del Consiglio, delle proposte di emendamenti ai singoli articoli. La nostra valutazione è, nell'insieme altamente positiva e vogliamo ringraziare i colleghi che si sono accollati questa fatica.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Nesi. Ne ha facoltà.



NESI Nerio

Poche parole per dire che il gruppo socialista valuta positivamente la conclusione dei lavori per lo stralcio del Regolamento. Credo che la Commissione del Regolamento abbia lavorato in modo soddisfacente e credo sia stato opportuno avere fatto delle riunioni congiunte della stessa con la Commissione dello Statuto per creare un coordinamento che serva anche per i lavori futuri. Noi dobbiamo essere riconoscenti al Presidente Vittorelli che ha diretto la Commissione Regolamento con la competenza che gli è propria.
Io credo che la logica del Regolamento potrà essere di esempio ad altri Consigli Regionali perché si basa su una precisa distinzione fra i compiti del Consiglio e i compiti della Giunta, con l'introduzione di norme che riguardano la legittimazione dei gruppi consiliari, con la conferenza dei presidenti e i compiti precisi dell'Ufficio di Presidenza, anche in ordine alla responsabilità di certe spese che competono allo stesso Ufficio di Presidenza.
Il gruppo socialista rimane fermo su questa determinazione, perch siamo gelosi custodi dell'autonomia del Consiglio nei confronti della Giunta e dell'autonomia della Giunta nei confronti del Consiglio interpretando in questo senso gli ordinamenti della Camera dei Deputati e del Senato nei riguardi del Governo, ai quali vogliamo attenerci più che non agli ordinamenti dei Consigli Comunali e Provinciali.
Diamo quindi la nostra piena approvazione a questo stralcio di ordinamento, la cui normativa, ripetiamo, deve essere anche alla base dell'ordinamento definitivo del Consiglio Regionale del Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Fassino. Ne ha facoltà.



FASSINO Giuseppe

A nome del gruppo liberale dichiaro che sia la relazione introduttiva del Presidente della Commissione come l'esame particolareggiato, fatto in sede di gruppo, dello stralcio di Regolamento, ci trovano perfettamente consenzienti con quanto la Commissione ha stabilito, pur ammettendo che alcune norme dovranno essere riviste e modificate dopo l'approvazione dello Statuto e riservandoci di intervenire in quella sede. Riconosciamo che la Commissione ha tenuto costantemente presente quella ricerca - cito le parole del presidente Vittorelli - di equilibrio fra esigenza di controllo democratico e degli organi decisionali. E soprattutto, e lo sottolineo, fra i diritti della maggioranza e i diritti dell'opposizione, equilibrio che proprio perché assicura la più completa garanzia di dibattito, se deve essere l'aspirazione di tutti i gruppi, è in particolare l'aspirazione dei gruppi minori. Proprio per questo noi consideriamo il progetto valido e ne annunciamo il parere o il voto - se si porrà ai voti - favorevole.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Marchesotti. Ne ha facoltà.



MARCHESOTTI Domenico

Signor Presidente, egregi Colleghi, il Regolamento di un'assemblea come la nostra, con funzioni legislative ed amministrative, ritengo dovrebbe corrispondere non soltanto, come afferma giustamente la relazione, alla "ricerca di equilibrio tra esigenze del controllo democratico ed esigenze degli organi di decisione, fra garanzie ed efficienza, fra diritti della maggioranza e diritti dell'opposizione, fra potere pubblico e partecipazione dei cittadini", ma anche ai problemi che ci derivano dalla corretta applicazione di tali principi. Penso che con il progetto di stralcio in discussione si sia su una buona strada. Semmai si tratta di andare avanti, respingendo nel futuro immediato le pressioni, le impostazioni, le argomentazioni di coloro che, accettando a parole i principi di democrazia avanzata, vorrebbero respingerli nella pratica dei rapporti politici, in questa assemblea e fuori di essa. Raggiungere questi obiettivi è compito dei Consiglieri Regionali, dei gruppi, dell'assemblea nel suo insieme. La maggioranza, come tale, potrebbe anche avere interessi contingenti o futuri, certo non legittimi, ma reali, per ritardare il libero e democratico svolgersi dei lavori della nostra assemblea. Il Regolamento quindi ha anche il compito di richiamare sempre, in modo oggettivo, gli Assessori, numerosi o meno, al loro dovere principale e primordiale, quello di Consiglieri Regionali e di membri di questa assemblea, prima ancora che di membri della Giunta.
Inoltre il Regolamento del Consiglio Regionale interessa anche i Consigli Comunali e Provinciali, per questo noi parliamo di fase costituente dei Comuni e delle Province. Ciò che noi facciamo e diciamo, è seguito dai lavoratori e dai cittadini, è importante non deluderli alimentandone e sviluppandone la fiducia con l'organizzazione della partecipazione e rispondendo positivamente alle loro attese.
Noi diamo un giudizio complessivamente positivo dei lavori della Commissione per il Regolamento. Vi è stato uno sforzo reciproco ed un nostro assiduo apporto, che riteniamo possa essere considerato da tutti critico e costruttivo, corretto e tempestivo, stimolante nell'affermare e nel tradurre i principi più avanzati nelle norme che dovranno regolare i lavori di questo Consiglio. Abbiamo proposto e sostenuto i principi e le scelte che giudichiamo avanzati e coerenti con le lotte in corso nel Paese.
Abbiamo contrastato e continueremo a contrastare quei principi e quelle scelte, che hanno come obiettivi l'aggravamento o il non superamento della crisi che la società italiana attraversa. Ci sembra di poter dire, che nel nostro atteggiamento, nelle nostre proposte, nei nostri sì e nei nostri no ai vari articoli, è sempre stato presente il rapporto che si deve stabilire in questo Consiglio tra i gruppi e tra l'assemblea regionale, il Parlamento, i Consigli Comunali e Provinciali, le popolazioni. Non abbiamo cioè guardato soltanto al rapporto, pure importante, determinante, tra maggioranza e minoranza, ma abbiamo cercato di guardare anche fuori da questa assemblea.
Sottolineo il giudizio positivo che noi diamo sul modo in cui verrà eletto il Presidente del Consiglio (Art. 3): la maggioranza qualificata richiesta nei primi scrutini, vuole porre il Presidente, quale garante di fronte al Consiglio, e fuori dalla funzione partigiana che potrebbe assumere con una maggioranza non qualificata. Ciò comporta nuovi rapporti tra i gruppi e precise responsabilità pubbliche per quelle maggioranze o minoranze che a tali nuovi rapporti non volessero andare. Partendo di qui abbiamo potuto affidare al Presidente compiti specifici e particolari.
Diamo giudizio positivo anche sulla istituzione della conferenza dei presidenti di gruppo e sui suoi poteri di determinare il programma, il calendario, l'o.d.g. del Consiglio (Art. 8). L'unanimità richiesta dal comma 4 (Art. 8) pone ai gruppi la ricerca in concreto di un livello più alto di responsabilità nel confronto, nello scontro e nell'accordo, ed obbliga ad una contrattazione proficua che, se non sarà leale e corretta potrà essere portata in Consiglio e quindi a conoscenza dell'opinione pubblica. Ciò pone tutti, Consiglio e Giunta, maggioranza e minoranza al riparo di atti non democratici, che potrebbero essere suggeriti da concezioni ormai superate che si richiamano al cesarismo.
Giudizio positivo ancora sulla funzione ed i compiti determinanti nella vita politica e legislativa della Regione Piemonte, dei gruppi consiliari, e sul riconoscimento che per esercitare le loro funzioni debbano beneficiare di locali, attrezzature e contributi a carico del bilancio dell'Ufficio di Presidenza (Art. 10,comma 4).
Non meno importante è l'affermazione che l'Ufficio di Presidenza funziona in modo collegiale (Art. 7). Ciò a noi dà garanzia per i compiti che gli sono stati affidati.
Mi sembra giusto sottolineare inoltre il modo con il quale si è risolto il problema degli interventi e del voto.
Nuova e positiva è la norma, sancita dall'art. 24, che le comunicazioni del Presidente e della Giunta possano essere discusse con un punto all'o.d.g. del Consiglio.
Abbiamo, come gruppo comunista, alcune riserve che esprimiamo qui e che riprenderemo nella discussione del Regolamento definitivo.
All'art. 4 comma 3, alla fine, sulle attribuzioni del Presidente: secondo noi potrebbe essere meglio formulato nel senso di un impegno alla ricerca, nel concreto, di quei nuovi rapporti tra gruppi, e tra Giunta e Consiglio, che sono grande parte del progetto in discussione.
L'art. 19 sulle sessioni straordinarie, riteniamo debba essere approfondito, se sia necessario o meno dare la possibilità al Presidente del Consiglio di convocarlo, mentre abbiamo serie perplessità nell'assegnare al Commissario di Governo la facoltà di chiedere la convocazione del Consiglio stesso.
Alla formulazione dell'art. 25 comma 1 "i processi verbali sono redatti dal Segretario Generale dell'Amministrazione Regionale" preferiamo "i processi verbali sono redatti dal Segretario Generale del Consiglio".
All'art. 46 comma 2, a parità di voti, la proposta si intende non approvata; potrebbe essere anche il contrario. Comunque è una questione da rivedere e approfondire.
Il gruppo comunista dà un giudizio complessivamente positivo sui lavori della Commissione, ferme restando le osservazioni espresse. Pertanto prende atto del progetto di stralcio di norme del regolamento e della sua provvisorietà, riservandosi l'esame del progetto definitivo e della sua organicità; è disponibile per ulteriori contributi in commissione ed in Consiglio, al fine di dotarci di un Regolamento democraticamente avanzato valido, non contraddittorio ed efficiente.
Con queste motivazioni il gruppo comunista vota l'o.d.g. presentato dalla Commissione alla conclusione della relazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Curci. Ne ha facoltà.



CURCI Domenico

Signor Presidente, signori colleghi, nel dare l'adesione del nostro gruppo all'o.d.g. proposto dalla Commissione per il Regolamento, dobbiamo avanzare alcune riserve che ribadiremo in sede di discussione generale allorché sarà sottoposto al Consiglio il progetto definitivo e che concreteremo in altrettanti emendamenti in sede di discussione degli articoli.
Una prima riserva riguarda le modalità per la costituzione dei gruppi consiliari. Il progetto che stiamo per adottare, fissa, all'art. 9, in tre il numero minimo di consiglieri necessari per la costituzione dei gruppi. A tal riguardo va anzitutto rilevata la notevole sproporzione esistente in questa materia tra il nostro progetto e l'analoga regolamentazione delle assemblee parlamentari. Queste ultime, infatti, fissano in venti, per la Camera dei deputati, e in dieci, per il Senato, il numero minimo occorrente per la costituzione di un gruppo, vale a dire meno di un trentesimo dei rispettivi plenum. Il nostro progetto, invece, fissa questo rapporto in meno di un diciasettesimo adesso e scenderà a un ventesimo allorché il Consiglio sarà composto da 60 componenti.
Nelle pagine 4 e 5 della relazione è detto che per l'elaborazione di questo progetto ci si è ispirati ai progetti di regolamento della Camera dei Deputati e del Senato. In particolare, si precisa a pag. 5, ci si è ispirati al principio posto nella relazione al nuovo progetto di regolamento della Camera dei Deputati, in base al quale si dà rilevanza al gruppo quale soggetto dell'attività parlamentare. Il regolamento della Camera dei Deputati è appunto in base a tale principio che favorisce la costituzione di gruppi organici di Deputati, andando al di là del quorum fissato dei venti, in quanto esso prevede la possibilità della costituzione di un gruppo anche con meno di venti iscritti, purché il gruppo rappresenti un partito organizzato nel Paese, che abbia presentato liste con lo stesso contrassegno in almeno venti circoscrizioni. Il regolamento della Camera ripeto, è inteso a favorire la costituzione dei gruppi, facilitando in tal modo i rapporti dei gruppi tra di loro e con l'Ufficio di Presidenza dell'assemblea.
Il progetto che stiamo per adottare invece, fissando un quorum troppo alto rispetto al plenum del nostro Consiglio, disattende quel principio.
Una seconda riserva dobbiamo avanzare in ordine alla formulazione del sesto comma dell'art. 49 relativo alle interpellanze. Con una aggiunta apportata all'ultimo momento si è voluto, infatti, svuotare il contenuto di quel comma che prevedeva nella sua formulazione originaria la possibilità per l'interpellante non soddisfatto della risposta, di trasformare la sua interpellanza in mozione chiedendone in tal modo una discussione generale.
I regolamenti delle assemblee parlamentari concedono tale facoltà e noi non vediamo per quale motivo non debba essere concessa analoga facoltà al Consigliere Regionale costringendolo, nel caso voglia promuovere una discussione generale su un argomento che ha formato oggetto di una sua interpellanza, a richiedere necessariamente l'adesione di altri colleghi.
Devo ancora una volta richiamarmi alla relazione e precisamente a pag.
5 dove è detto che protagonista del Consiglio è il Consigliere. Io non so quale valore abbia tale giusta affermazione, quando si toglie a quel protagonista uno degli strumenti validi con il quale egli possa esercitare compiutamente il suo ruolo.
Con queste riserve e con altre di uguale rilievo che ci proponiamo di riprendere più ampiamente in sede di discussione definitiva, annunciamo il voto favorevole all'o.d.g.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Debenedetti. Ne ha facoltà.



DEBENEDETTI Mario

Signor Presidente, signori Consiglieri, per quanto nella relazione già si evidenzi il carattere di provvisorietà delle norme di regolamento ritengo opportuno e corretto sottolinearlo in sede di dichiarazione di voto e non tanto per ragioni di dissenso sulla stesura del Regolamento, quanto per correttezza formale, essendo evidente che il Regolamento presuppone l'elaborazione dello Statuto e che ci sono norme del Regolamento che possono essere condizionate dalla regolamentazione statutaria.
Noi siamo d'accordo sui principi informatori che hanno mosso il Presidente e la Commissione nella redazione di questo stralcio di Regolamento, pertanto prendiamo atto della validità del lavoro svolto e dichiariamo che daremo voto favorevole.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Gandolfi. Ne ha facoltà.



GANDOLFI Aldo

Nell'annunciare il mio voto favorevole, a nome anche del Partito repubblicano, vorrei sottolineare quello che mi sembra il carattere più importante del voto che ci accingiamo ad esprimere su questo testo: esso è in sostanza la registrazione di un lavoro estremamente positivo che attraverso la composizione di istanze, sollecitazioni, prese di posizione diverse in sede di commissione, ha tuttavia permesso di formulare un progetto che, sia pure nella sua provvisorietà, è certamente uno strumento importante di lavoro del Consiglio Regionale per i prossimi mesi, e, direi al di là delle enunciazioni di principio con le quali alcuni gruppi hanno voluto accompagnarlo, è molto realisticamente anche l'indicazione di una volontà concreta di lavoro e di sollecito sviluppo dei lavori del Consiglio Regionale che certamente tutti i Consiglieri hanno voluto dare; la registrazione, mi pare, di una unità di intenti e di una capacità di trovare un accordo su alcuni fatti fondamentali che mi pare possiamo rilevare con molta soddisfazione.
Queste le poche considerazioni con le quali ritengo di dover accompagnare la mia dichiarazione di voto favorevole.



PRESIDENTE

Nessun altro chiede di parlare? Dichiaro chiusa la discussione.
La Commissione per il regolamento, dopo essere stata informata di uno scambio di idee avvenuto nella riunione dei Capi gruppo sul modo di deliberare attorno a questo progetto di regolamento, è addivenuta nell'idea di proporvi l'ordine del giorno che è stato allegato alla relazione, e del quale dò adesso lettura: "Il Consiglio Regionale Piemontese, presa visione del progetto di stralcio di norme di regolamento elaborato dalla Commissione per il Regolamento e da questa approvato all'unanimità preso atto dell'approvazione di queste medesime norme nelle riunioni congiunte delle Commissioni per lo Statuto e per il Regolamento approva tali norme e le dichiara applicabili al Consiglio Regionale medesimo fino alla emanazione di un regolamento definitivo." Desidero soltanto dare un chiarimento per quello che riguarda il carattere provvisorio di questo Regolamento. Esso è intanto più provvisorio in quanto, così concepito, non è evidentemente completo: la Commissione statuto e la Commissione regolamento hanno ritenuto di dover perfino escludere da questo progetto-stralcio alcune norme che probabilmente saremo chiamati ad elaborare abbastanza rapidamente ed anche ad approvare subito dopo lo Statuto, come quelle relative alla formazione delle Commissioni così come sono state escluse tutte le norme che si riferiscono alla elaborazione delle leggi regionali, perché si è ritenuto che fosse meglio attendere dallo Statuto la posizione di quelle premesse da cui poi trarre le conseguenze in sede regolamentare. Ciononostante, l'elaborazione di un Regolamento è sembrata alla Commissione regolamento - e la Commissione statuto è stata anch'essa concorde - utile anche per poter procedere con uno strumento più completo e più efficiente alla approvazione dello stesso Statuto quando saremo posti in presenza di un progetto di Statuto.
Per tranquillizzare i Consiglieri che si pongano il problema della possibilità giuridica di approvare un testo, sia pure provvisorio, prima dell'approvazione dello Statuto, desidero informare il Consiglio che tutte le Regioni a statuto ordinario si sono date un regolamento diverso da quello provvisoriamente stabilito dalla legge. La decisione che stiamo per prendere oggi ha dunque il significato di porre fine a quello stato di provvisorietà in sede regolamentare che è previsto dalla legge del 1953, la quale dispone, come ricorda del resto la relazione allegata al progetto di Regolamento, che sarà applicabile ai Consigli regionali il regolamento della Provincia fino a quando i Consigli stessi non si siano dato un proprio regolamento; stato di provvisorietà che legalmente non sarà più applicabile al Consiglio Regionale Piemontese con l'adozione delle norme di questo Regolamento provvisorio che evidentemente avranno valore fino a quando non avremo proceduto alla elaborazione di quello definitivo.
Credo non sia nemmeno necessario affermare che qualunque norma di questo Regolamento, anche provvisorio, si trovasse domani in contrasto con lo Statuto della Regione, anche prima che sia stata sostituita dalla norma definitiva, si dovrà considerare abrogata con il voto stesso con il quale si procederà all'approvazione di quella norma di Statuto. E' evidente pure che, una volta approvato lo Statuto, sarà cura del Consiglio provvedere quanto prima a darsi il proprio Regolamento definitivo in armonia con le norme statutarie.
Mi pare tuttavia che la elaborazione di un progetto di Regolamento provvisorio in questa fase presenti una utilità non indifferente, perch questo è probabilmente il primo progetto applicabile ad un Consiglio Regionale di una Regione a Statuto ordinario. Un'altra Regione ha già ripreso il nostro testo quando ancora esso non era stato emendato, e l'ha approvato in blocco: c'è dunque un'altra Regione che ha adottato il regolamento piemontese, in forma diversa e più completa di questa, prima ancora che questo regolamento avesse la sua formulazione definitiva, sia pure a titolo provvisorio, che noi abbiamo dato ad esso. Per una ragione molto semplice: che tutte le altre Regioni, per porre fine allo stato di provvisorietà stabilito dalla Legge del 1953, hanno preferito adottare a titolo provvisorio il regolamento di una Regione a Statuto speciale prendendo generalmente a modello il Regolamento della Regione Friuli Venezia Giulia.
Abbiamo ritenuto che nel nostro Consiglio Regionale - dato che era possibile dotarlo abbastanza rapidamente, prima che iniziasse la discussione generale dello Statuto, di un regolamento ad hoc, fatto proprio a sua misura e capace quindi di tener conto di tutte le innovazioni, anche di carattere democratico, introdotte negli studi relativi ai regolamenti non soltanto delle assemblee delle Regioni a Statuto speciale ma anche delle due assemblee parlamentari - non fosse male metterci all'avanguardia perfino rispetto alle due assemblee parlamentari introducendo nel nostro regolamento provvisorio quelle norme funzionali che purtroppo le due Camere non sono ancora riuscite ad applicare a se stesse perché debbono far fronte a regolamenti cristallizzati da molte generazioni che è assai difficile modificare.
Abbiamo ritenuto, per parte nostra, che fosse meglio iniziare i nostri lavori fin d'ora con norme moderne modificabili, adattabili, emendabili, ma che tuttavia fossero all'avanguardia in materia di regolamento specialmente per quello che riguarda i rapporti all'interno del Consiglio fra maggioranza e minoranza. Il costume che noi abbiamo introdotto in questo Consiglio nei rapporti fra la maggioranza che ha eletto la Giunta e le minoranze è certamente un costume encomiabile; però non dobbiamo addormentarci sugli allori e ritenere che l'idillio durerà sempre: l'idillio sarà garantito, garantendo a ciascuno i suoi diritti, soltanto nella misura in cui un regolamento approvato in questo clima di idillio, e cioè con il consenso di tutti, dia a tutti anche in avvenire quella garanzia che non ci si può attendere soltanto dalla buona volontà dei singoli Gruppi.
Pongo quindi in votazione, se non vi sono osservazioni, il progetto di ordine del giorno presentato dai dieci membri della Commissione regolamento. Ne dò ancora una volta lettura prima di porlo ai voti: "Il Consiglio Regionale Piemontese, presa visione del progetto di stralcio di norme di regolamento elaborato dalla Commissione per il Regolamento e da questa approvato all'unanimità preso atto dell'approvazione di queste medesime norme nelle riunioni congiunte delle Commissioni per lo Statuto e per il Regolamento approva tali norme e le dichiara applicabili al Consiglio Regionale medesimo fino all'emanazione di un regolamento definitivo." Faccio presente che, per essere valida, questa votazione deve avvenire con una maggioranza di almeno la metà più uno dei componenti questo Consiglio, maggioranza prevista dalla Legge del 1953.



(Si procede alla votazione per alzata di mano)



PRESIDENTE

Il Consiglio approva all'unanimità dei 46 Consiglieri presenti.


Argomento: Gruppi consiliari

Adesione ai gruppi consiliari


PRESIDENTE

Prima di passare al punto 4 dell'o.d.g. desidero invitare tutti i Consiglieri, in applicazione dell'art. 9 del Regolamento testé adottato, a dare comunicazione all'Ufficio di Presidenza per iscritto circa il Gruppo consiliare al quale intendono appartenere. Pregherei i Consiglieri, prima di andar via questa sera, di scrivere due righe e di trasmetterle a questo Ufficio di Presidenza. So che non tutti i Consiglieri sono presenti, ma ne mancano pochissimi. Anche se ci è noto l'orientamento dei singoli Consiglieri, è necessaria una comunicazione formale per poter successivamente, entro un brevissimo lasso di tempo, indire le riunioni dei Gruppi consiliari perché questi possano procedere formalmente alla costituzione dei loro uffici.
Si tratta di formalità che è indispensabile adempiere per poter immediatamente sapere come si compone in maniera definitiva la Conferenza dei Presidenti e procedere d'accordo con questa alla formazione della Giunta delle elezioni e della Giunta per il regolamento. Per quest'ultima suppongo che si concorderà tra i Gruppi di confermare l'attuale Commissione, eventualmente allargata dopo che tutti i Gruppi avranno concordato tra loro quale forma dare alla Giunta per il Regolamento.
Comunque, l'impegno che invito i Consiglieri ad assolvere immediatamente è quello di comunicare all'Ufficio di Presidenza a quale gruppo intendono appartenere.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Formazione di una Commissione speciale per lo studio dei problemi degli insediamenti industriali


PRESIDENTE

Ho una comunicazione del Presidente della Giunta regionale. Dò lettura della lettera inviatami dal Presidente Calleri: "Egregio Presidente impossibilitato per precedenti impegni a partecipare alla seduta del Consiglio fissata per il 6 ottobre p.v., Ti prego di voler riferire al Consiglio quanto segue, in ordine al punto 4 dell'o.d.g.: La Giunta conferma il suo intendimento, da me già espresso al Consiglio nell'ultima seduta, di formare una Commissione di Assessori per lo studio dei problemi degli insediamenti industriali, con particolare riferimento a Crescentino (Fiat) e Albiano (Olivetti). Tale Commissione intende avvalersi della collaborazione di una rappresentanza del Consiglio Regionale, pur restando ovviamente della Giunta la responsabilità dei lavori e il compito di riferire in merito al Consiglio. Ti prego di voler comunicare quanto sopra al Consiglio affinché possa esso assumere le determinazioni che ritiene opportuno." Nella riunione dei Capigruppo fu concordato che il Presidente della Giunta avrebbe confermato al Consiglio l'intenzione di costituire sul problema una Commissione di cinque membri, cioè di cinque Assessori Commissione che si sarebbe avvalsa dell'apporto consultivo del Consiglio attraverso la rappresentanza dei suoi membri, che nella riunione dei Capigruppo fu concordata nel numero di dieci, uno per gruppo e due per i gruppi del PCI e della Democrazia Cristiana. Il Presidente della Commissione, fu anche concordato, sarà designato dal Presidente della Giunta, perché la Commissione stessa è una Commissione della Giunta alla quale si aggiungono a titolo consultivo, per partecipare alle sue ricerche ai suoi lavori, anche dieci componenti del Consiglio stesso.
La Giunta, sotto la sua responsabilità, dopo aver sentito i risultati dei lavori di questa Commissione, riferirà al Consiglio. Sarebbe necessario, per dare atto di questa comunicazione e trarne le conseguenze che, conformemente alla decisione presa nella riunione dei Capigruppo, a meno che non vengano fatte altre proposte nel Consiglio stesso, venisse elaborato un ordine del giorno dei Capigruppo nel quale si prenda atto di questa intenzione della Giunta e si designino nominativamente i membri del Consiglio nella Commissione.
Comunicherei ancora due documenti relativi a questa materia, darei la parola a chi intenda fare osservazioni sia sulla comunicazione del Presidente della Giunta sia sugli accordi intervenuti fra i Capigruppo, e una volta che avremo discusso questa materia, se procediamo secondo gli accordi fra i Capigruppo, sospenderei la seduta per dar modo ai vari Gruppi di concordare un ordine del giorno e di indicare in questo ordine del giorno anche i nomi di chi si designa a far parte di questa Commissione.
Il primo dei due documenti che intendo portare a conoscenza del Consiglio, in aggiunta alle comunicazioni già fatte, è un comunicato trasmessomi appunto perché ne dessi notizia al Consiglio, della Camera del Lavoro di Vercelli, nel quale si dice fra l'altro, a proposito del problema del quale ci occupiamo, che "per quanto detto, la Camera del Lavoro sottolinea la necessità di affrontare l'insieme dei problemi emergenti in un apposito convegno, di cui dovrebbe farsi promotrice l'Amministrazione comunale di Crescentino in collaborazione con i Comuni del circondario invitando le forze politiche democratiche popolari, le organizzazioni sindacali, le Amministrazioni provinciali, la Regione eccetera".
L'altro è un telegramma pervenutomi dal prof. Antonino Villa Presidente della Provincia di Vercelli, con riferimento diretto a questo nostro progetto di formare una Commissione per lo studio dei problemi degli insediamenti. "Riferimento nomina Commissione insediamenti industriali, cui dovrà provvedere Consiglio Regionale seduta 7 ottobre, prego voler gentilmente considerare necessità che questa Amministrazione provinciale in quanto direttamente interessata al problema, sia rappresentata in seno at Commissione medesima da suo Presidente. Stessa procedura pregasi venga istituzionalizzata. Ringraziando per attenzione porgo distinti ossequi." Qualora qualche Consigliere intendesse parlare su questi problemi lo inviterei a pronunciarsi anche in merito a questo telegramma, perch dovremo poi, evidentemente, deliberare circa la composizione della Commissione stessa. Faccio presente che il Regolamento non prevede ancora in che modo debbano essere composte le Commissioni, ma che nello studio preliminare fatto dalla Commissione per il Regolamento si era pensato di comporre le Commissioni di soli Consiglieri, stabilendo poi una procedura di partecipazione al lavoro di queste Commissioni anche di persone estranee al Consiglio stesso.
Ora, lo Statuto dovrà certamente definire il modo in cui i rappresentanti degli enti locali o eventualmente anche altri esponenti della vita civile piemontese potranno dare il loro contributo ai lavori del Consiglio. Credo però che la richiesta che ci viene dalla Provincia di Vercelli ci ponga in un certo senso il carro davanti ai buoi, perché se accogliessimo questa richiesta creeremmo un precedente importante anche ai fini della forma di consultazione di persone estranee al Consiglio che dovremo stabilire nel nostro Statuto.
Il Consiglio, evidentemente, è sovrano di deliberare fin d'ora su questo punto: desidero soltanto attirare la sua attenzione sull'importanza della richiesta che viene formulata, perché riguarda uno dei più grossi problemi che dovranno essere risolti dallo Statuto, e cioè le forme di partecipazione di persone o enti estranei al Consiglio alla vita del Consiglio stesso.
Dò ora la parola a chi la chiede.
Ha chiesto per primo di parlare il Consigliere Marchesotti. Ne ha facoltà.



MARCHESOTTI Domenico

Noi concordiamo, in via eccezionale, sulle proposte che sono state fatte dal Presidente per la costituzione di questa Commissione. In via eccezionale, però, ripeto, perché riteniamo che questo non debba costituire un precedente. Siamo d'accordo con il Presidente anche per quanto concerne la partecipazione alle Commissioni di elementi esterni al nostro Consiglio.
Pensiamo che tutta la questione vada esaminata in modo serio, nel corso di una discussione approfondita, in cui esporremo alcune idee in merito alla formazione delle Commissioni permanenti legislative del Consiglio e di altri tipi di Commissione.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Nesi.



NESI Nerio

Signor Presidente, la questione della composizione di questa Commissione presenta due aspetti molto importanti: uno di principio, perch si tratta della prima commissione che ci apprestiamo a costituire, il secondo di sostanza.
Per quanto riguarda la questione di principio, io ebbi già occasione di dire, in sede di riunione dei Capigruppo, che il Gruppo Socialista dissente in linea generale da un tipo di Commissione siffatto, proprio per le ragioni che ho esposto a questa assemblea pochi minuti fa, per la necessità, cioè, di salvaguardare l'autonomia del Consiglio e della Giunta.
Abbiamo discusso molto, in sede di riunione dei Capigruppo, su cosa voglia dire una Commissione mista Giunta-Consiglio: siamo arrivati a questo compromesso perché la costituzione di questa Commissione è così importante che abbiamo ritenuto di dover passare sopra, eccezionalmente, anche a problemi di questo genere, ma siamo della ferma opinione che questo debba essere un fatto del tutto eccezionale. Le Commissioni o sono consiliari, o sono nominate dalla Giunta: se sono consiliari, rispondono al Consiglio, se sono di Giunta rispondono alla Giunta, la quale risponde poi al Consiglio.
E' un fatto del tutto fuori della normalità quello di una Commissione mista Giunta-Consiglio. Anche la partecipazione dei Consiglieri fatta in questo modo, come consulenti, in un certo senso irresponsabili, ci lascia molto perplessi: questo l'abbiamo detto in riunione dei Capigruppo, lo riaffermiamo qui.
Tuttavia, fatta questa premessa, devo dire che noi voteremo a favore della commissione proposta, ovviamente designando il nostro rappresentante in essa.
Sempre riguardo alla questione di metodo, e prendendo lo spunto dalla comunicazione che ci ha fatto adesso il Presidente relativamente alla richiesta del Presidente della Provincia di Vercelli, devo dire che non è di nostra competenza decidere un tal inserimento: la composizione della Commissione è quella che è stata stabilita dal Consiglio, cioè dieci Consiglieri e cinque membri della Giunta designati dalla Giunta stessa tutte le altre persone, tutti gli altri organismi e gli altri enti che dovranno essere ascoltati lo saranno in quanto tali. Non tocca certamente al Consiglio Regionale nominare il rappresentante in questa commissione del Consiglio Provinciale di Vercelli: sarà il Consiglio Provinciale di Vercelli che, se la Commissione riterrà opportuno sentire un rappresentante della Provincia di Vercelli, dovrà nominare il suo rappresentante. Questa mi sembra corretta prassi.
Per quanto riguarda, infine, la sostanza, io credo che il Consiglio faccia bene ad occuparsi in modo molto concreto dei problemi degli insediamenti industriali, soprattutto in Piemonte, dove la struttura economica, industriale e finanziaria è tale che il fatto che la Regione affermi la sua competenza assume un valore strettamente politico e di estrema rilevanza. Intendiamoci bene - debbo dirlo perché non ci si faccia illusioni -, non è che ci possiamo aspettare dall'indagine di questa Commissione grossi risultati.
Sappiamo bene che i gruppi che agiscono in Piemonte sono di tale importanza che i loro insediamenti sono di competenza del piano nazionale anzi, io sono personalmente convinto che quando, per lo stato di economia aperta in cui viviamo, la grande industria può far sorgere una sua fabbrica non dico scegliendo fra Torino, Crescentino e Albiano, ma fra Torino, la Calabria, Barcellona, Hong Kong, difficilmente anche il piano nazionale pu intervenire, perché non ha strumenti per farlo. E' chiaro che l'industria persegue suoi programmi di natura particolare, nei quali l'ordinamento democratico entra assai poco.
Io penso che la contrattazione, che è l'unico strumento che il potere pubblico ha in questo momento nei confronti della grande industria, pu essere realizzata, nel nostro ordinamento, soltanto a livello europeo attraverso misure di natura finanziaria come il controllo delle emissioni di obbligazioni e di azioni.
I compiti di questa Commissione saranno, quindi, di natura puramente ricognitiva, ma avranno ugualmente una grande importanza politica proprio perché con la sua costituzione si afferma un principio: quello che la Regione si costituisce come interlocutore. Cioè, di fronte alla grande industria non ci sarà soltanto, da domani in poi, il piccolo comune sprovveduto, che non è in condizione di tener testa alla grande industria alla forza del capitale, ma ci sarà una istituzione nuova che rappresenta milioni di persone, che ha la capacità di discutere, di contrattare, di scontrarsi e di mediare. E' in questo spirito che noi diamo la nostra approvazione alla costituzione della Commissione.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente! Signori Consiglieri! Abbiamo discusso, abbiamo, in sede di conferenza dei Presidenti, definito il carattere eccezionale e straordinario di questa Commissione, ed anche riconosciuta l'importanza politica, che è stata qui poc'anzi sottolineata, di intervenire in questo settore con la sua costituzione.
Io vorrei innanzitutto precisare un aspetto. Mi sembra che si fosse convenuto, e si debba ribadire qui in maniera inequivocabile, che questa Commissione, proprio per questo suo carattere particolare, che dà motivo a discussione e a critica, dovrà limitare la sua competenza, la sua durata esaurire i suoi compiti con l'esame del problema degli insediamenti industriali di Crescentino e di Albiano. Ritengo poi che non dobbiamo formalizzarci o allarmarci per la sua composizione, dal momento che una finalità comune vede convergere le due attenzioni, i due momenti di responsabilità politica, pur diversi, da distinguersi, che sono quelli della Giunta e del Consiglio. Tra poco, conclusi i nostri lavori in ordine allo statuto, sarà eliminata ogni possibilità di incertezza, di dubbio e di contrasto su questo punto, perché attraverso dibattiti, discussioni, sarà stata definita chiaramente la questione delle Commissioni, dei loro modi di formazione, della loro struttura.
Io non sarei però pessimista come il Consigliere che mi ha preceduto in ordine alle possibilità di ottenere risultati intervenendo in questo modo sempre che si sappia essere non vaghi e generici ma rigorosi, raggiungere conclusioni sostenibili sul piano politico, sul piano economico, sul piano umano, sul piano tecnico, porsi con la dovuta autorevolezza come interlocutori di fronte agli altri protagonisti di questa vicenda economica e sociale.
Noi daremo quindi la nostra approvazione alla costituzione di questa Commissione, sottolineando il fatto, quanto ai termini della partecipazione, che la Commissione sarà costituita in questa fase dai membri previsti, cinque espressi dalla Giunta e dieci direttamente dal Consiglio; quelle parti che sollecitano una partecipazione perch direttamente interessate dal punto di vista territoriale, sono, lo dico in tono che non ha alcun intento offensivo, l'oggetto dell'indagine, la controparte dell'indagine, e non possono quindi esserne gli esecutori.
L'indagine viene compiuta dal Consiglio Regionale, dalla Giunta regionale: il Presidente della Provincia di Vercelli è un interlocutore, che sarà sentito ogni qualvolta la Commissione lo riterrà opportuno e ogni qualvolta egli chiederà di esserlo, in ordine ai problemi che interessano la Provincia di Vercelli; e così dicasi di ogni altra forza o organismo che operi localmente. Dobbiamo far ben attenzione a non mescolare, a non confondere, a non spostare le parti facendo del controllato il controllore del protagonista di una vicenda colui che si mette dall'altra parte, dalla parte di chi deve giudicarne la validità. Mi sembra, quindi, che la Commissione sia da costituirsi con i membri previsti, senza aggiunte.
Naturalmente, tutto quanto andiamo dicendo in materia di partecipazione, tutto lo sforzo che si fa per esprimere tutti gli istituti più agili, più concreti, attraverso i lavori per la stesura dello Statuto troveranno sensibile di fatto la Commissione, che è poi espressa tra di noi e da noi, nell'esercitare le sue funzioni ed i suoi compiti.



PRESIDENTE

Nessun altro chiede la parola? Vedo che non sono sorte obiezioni all'accordo intervenuto l'altro giorno fra i Capigruppo. Penso quindi che il modo migliore per dare sollecita attuazione alle decisioni prese l'altro giorno consista nel sospendere la seduta per alcuni minuti, così da consentire ad alcuni Consiglieri, uno in rappresentanza di ciascun Gruppo di sedersi ad un tavolino e stilare le quattro o cinque righe relative all'o.d.g. con il quale si prende atto della comunicazione della Giunta e si delibera di dar luogo alla formazione della Commissione. Sarà bene che i rappresentanti dei Gruppi, prima di recarsi a questa riunione, si concertino con i loro compagni di Gruppo - questo vale particolarmente per i due gruppi che devono effettuare due designazioni - sui nomi dei Consiglieri che scelgono da parte loro per questa Commissione.



(La seduta è brevemente sospesa)



PRESIDENTE

La seduta è aperta. Riprendiamo la discussione del punto 4 dell'o.d.g.
Vorrei sapere innanzitutto se la Giunta ha già provveduto a designare i suoi cinque rappresentanti nella Commissione. A nome della Giunta parlerà l'assessore Falco.



FALCO Giovanni, Assessore

La Giunta ha designato i colleghi Calleri, Petrini, Garabello, Fonio Benzi.



PRESIDENTE

Allora, la Commissione designata dalla Giunta è composta dai cinque assessori dei quali è stato letto adesso il nome.
Nella riunione fra i vari Gruppi consiliari credo sia stato concordato un o.d.g. Ha facoltà di parlare il consigliere Bianchi, che ce ne leggerà il testo.



BIANCHI Adriano

Ecco il testo dell'o.d.g.: "Il Consiglio Regionale preso atto della richiesta della Giunta in ordine alla costituzione di una Commissione speciale ad hoc per una indagine ed uno studio sui problemi degli insediamenti industriali progettati nelle zone di Crescentino e di Albiano preso atto altresì che la Giunta ha designato quali propri membri della Commissione il Presidente della Giunta Calleri, e gli Assessori Petrini Garabello, Fonio, Benzi, e che si è impegnata di riferire al Consiglio l'esito delle indagini, assumendone la responsabilità nomina a far parte della Commissione, in rappresentanza del Consiglio i signori Consiglieri: Oberto, Bertorello, Furia, Rivalta, Simonelli Debenedetti, Zanone, Curci, Gandolfi, Giovana, con facoltà dei Gruppi di sostituire i loro rappresentanti che si rendessero indisponibili." Questo ordine del giorno è presentato, oltre che da me, dai colleghi Marchesotti, Nesi, Debenedetti, Fassino, Curci, Giovana e Gandolfi.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il vice-presidente Sanlorenzo.



SANLORENZO Dino

Suggerirei di usare sempre, non solo la prima volta, la dizione "Commissione speciale".



PRESIDENTE

Per parte mia, direi che c'è da togliere qualcosa nella dizione "Commissione speciale ad hoc": o "speciale" o "ad hoc".
Nessun altro chiede di parlare su questo progetto di ordine del giorno? Allora pongo ai voti l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Bianchi ed altri.



(Si procede alla votazione per alzata di mano)



PRESIDENTE

Il Consiglio approva all'unanimità.


Argomento:

Annunzio di interrogazione


ROTTA Cesare, Segretario

Dà lettura di un'interrogazione pervenuta alla Presidenza.


Argomento:

Ordine del giorno della prossima seduta


PRESIDENTE

Abbiamo così terminato questa parte dei nostri lavori. Potremo perci fare a meno di tenere seduta nella giornata di domani e riconvocarci per il 16 ottobre alle ore 16 con il seguente o.d.g.: 1) approvazione del processo verbale della seduta precedente 2) comunicazioni del Presidente 3) dimissioni del Consigliere regionale Terenzio Magliano e provvedimenti conseguenti ai sensi degli art. 16 (surrogazioni) e 17 (convalida degli eletti) della Legge 17 febbraio 1968 n. 108; dichiarazione di immediata eseguibilità ai sensi dell'art. 49 della Legge 10 febbraio 1953 n. 62 4) interpellanze e interrogazioni 5) esame del progetto di Statuto della Regione 6) formazione delle Commissioni permanenti 7) esame della mozione sui problemi dell'agricoltura.
Presumo che nella seduta del giorno 16 potremo dar luogo essenzialmente all'esame delle dimissioni del Consigliere Magliano, delle interpellanze e interrogazioni, e, se pronto, iniziare la discussione del progetto di Statuto. Quindi, il Consiglio è riconvocato, con questo ordine del giorno per il 16 ottobre '70 alle ore 16.
Vi sono osservazioni sull'ordine del giorno? Allora è approvato. La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18,40.)



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