Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.86 del 30/03/72 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE OBERTO


Argomento:

Interpellanze (rinvio)


PRESIDENTE

La seduta è aperta. Iniziamo con le interrogazioni.
La prima interpellanza è del Consigliere Carazzoni, letta al Consiglio il 14.10.71, relativa al miglioramento del collegamento su strada ferrata tra il Lago Maggiore e Torino. Dovrebbe rispondere l'Assessore Gandolfi però sono assenti l'interpellante e l'Assessore. Passiamo ad un'altra quella dei Consiglieri Zanone, Fassino, Gerini, Rossotto, letta in Consiglio il 18 febbraio 1971, per la riforma, controllo e vigilanza nei settori dell'assistenza psichiatrica e sociale. E' presente il Consigliere Rossotto, quindi si può dare corso.



ROSSOTTO Carlo Felice

Gradirei che fosse rinviata alla prossima seduta, perché della materia si è interessato il Consigliere Zanone.



PRESIDENTE

E' rinviata, a richiesta di uno degli interpellanti.
Interpellanza Besate-Ferraris; presentata il 18.11.71, letta in Consiglio "Divergenze tra il Consorzio Irriguo 'Angiono Foglietti' e la gestione Cogne circa pagamento tariffe". Dovrebbe rispondere l'Assessore Chiabrando, che però non vedo: quindi per impedimento dell'Assessore è rinviata.
L'interpellanza Simonelli 18.1.71, letta in Consiglio. Non c'è l'interpellante.
Interpellanza Berti - Revelli - Ferraris - Raschio - Bono - Besate Giovana, letta in Consiglio il 24.2.72 "Richiesta di interventi finanziari per urgente assistenza ai Comuni colpiti dalle avversità atmosferiche".
Dovrebbe rispondere l'Assessore Falco, ma non c'è.
Interpellanza del Consigliere Viglione, letta in Consiglio il 2.3.72 "Interventi vari per lenire la grave situazione della popolazione dell'Alta Langa". Dovrebbe rispondere l'Assessore Chiabrando, ma è assente.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza dei Consiglieri Revelli, Giovana e Viglione sull'intervento per garantire gli attuali livelli di occupazione dell'azienda Orsina e Cartiera Suchon


PRESIDENTE

Interpellanza Revelli-Giovana-Viglione, letta in Consiglio il 9 marzo 1972 "Intervento per garantire gli attuali livelli di occupazione dell'Azienda Orsina e Cartiera Suchon". Gli interpellanti sono presenti.
Risponde l'Assessore Visone.



VISONE Carlo, Assessore al lavoro

Per quanto riguarda l'interpellanza sull'azienda Orsina e sulla Cartiera Suchon desidero informare gli interpellanti che la scorsa settimana abbiamo avuto un incontro presso il Comune di Fossano con amministratori e rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei lavoratori delle due aziende interessate. E' stata esaminata la situazione e la Giunta ha provveduto a convocare per mercoledì prossimo i rappresentanti della Cartiera Burgo e della ditta Nestlè per approfondire la situazione che si è verificata, in quanto l'azienda Orsina fa parte del gruppo Nestlé e la Cartiera Suchon del gruppo Burgo, i quali hanno manifestato l'intenzione di ridimensionare le due aziende.
Come da intese scaturite nell'incontro avvenuto presso il Comune di Fossano, la Giunta ha provveduto a convocare per la prossima settimana le due aziende interessate per approfondire la questione, dopo di che ci incontreremo con le organizzazioni sindacali per concordare la prosecuzione dell'eventuale vertenza.



PRESIDENTE

Il Consigliere interpellante Revelli ha facoltà di parlare.



REVELLI Francesco

Signor Presidente, prendo atto che la Giunta dopo la nostra interpellanza e dopo l'incontro avvenuto a Fossano ha deciso di convocare per mercoledì prossimo la Burgo e la Nestlè. Avrei voluto che l'Assessore ricordasse altre proposte che sono state fatte nel corso di quella e di riunioni precedenti tra amministratori locali, provinciali, regionali. Noi riteniamo che la crisi della Suchon sia dovuta essenzialmente al fatto che la Burgo non ha mai proceduto ad alcun investimento, oggi tenta in modo scoperto di avviare una nuova produzione altrove licenziando 66 operai e nove impiegati. La situazione della Orsina però è ancora più grave perch non è in crisi e la Nestlè l'ha acquistata per eliminarla dal mercato. Va ricordato che la Nestlè è padrona anche della Locatelli in provincia di Cuneo.
Al di là di quanto è detto nell'interpellanza, che mi pare descriva sufficientemente la situazione, c'è da tener presente che l'operazione dell'Orsina va inquadrata in un quadro molto più vasto: il 1° aprile entra in vigore la liberalizzazione del mercato del latte all'interno del MEC, è prevista la proroga di un anno per la legislazione italiana sulle centrali del latte e alcuni anni di salvaguardia per le nuove norme circa la produzione del latte, l'igiene, gli allevamenti, le stalle ecc.
Intanto i gruppi monopolistici provvedono alla ristrutturazione ed è in questo quadro che la Nestlè ha acquistato la Orsina e la elimina dal mercato col proposito di mantenere i marchi e di far fare la stessa produzione ad aziende francesi che ha ultimamente assorbito nel suo gruppo quali la Mont Blanc Sovoyard. Questo è estremamente grave perché non si tratta soltanto di 140/150 dipendenti che non avranno più lavoro, ma di tutta una serie di decisioni che vengono prese contro i coltivatori diretti e in modo particolare contro i contadini del Piemonte. Noi sappiamo che da tutta questa strategia sono assenti il Governo, le Regioni, nessuno ne sa niente e intanto assistiamo ad una ristrutturazione che farà pagare un prezzo enorme sia ai lavoratori delle industrie di trasformazione, sia ai contadini sempre più taglieggiati, per quanto riguarda la nostra provincia da altre due grosse industrie quali la Biraghi e la Locatelli.
I sindacati hanno proposto che i sette grandi centri del cuneese, con l'Amministrazione Provinciale, studino subito la questione con l'intervento anche della Regione e dei coltivatori, al fine di giungere alla gestione dell'azienda impedendo, qualora la Nestlè non receda dalle sue decisioni di non proseguire l'attività, che venga chiusa.
Oltre a questo però nell'interpellanza (avrei voluto che mi rispondesse l'Assessore Visone o l'Assessore Paganelli) c'è una grossa questione che riguarda il cuneese, va sottolineato cioè che il momento difficile che attraversa il fossanese sul piano dell'attività industriale deve essere visto nel quadro di crisi generale della provincia di Cuneo E' di questi giorni la situazione gravissima del monregalese che si collega a quella di Fossano; la Richard Ginori dovrà chiudere dopo le ferie estive. Siamo di nuovo di fronte ad una serie di manovre padronali di grandi gruppi da un lato e di chiusura di piccole e medie aziende dall'altro.
Ecco perché chiediamo l'intervento della Regione affinché vengano salvaguardati in ogni modo i livelli di occupazione e ci si occupi anche della questione più generale con decisioni che riguardano direttamente i poteri della Regione in materia di agricoltura e di programmazione sollecitata ancora nelle ultime settimane da telegrammi della Provincia, da o.d.g. dell'Amministrazione Provinciale e di vari Comuni ed ultimamente anche del Comune di Mondovì in collegamento con tutte le forze sindacali e sociali, con riferimento anche alla situazione di Fossano.
Sono quindi profondamente insoddisfatto della risposta anche se mi rendo conto che in poco tempo forse non si poteva fare di più, ma su questi problemi una risposta precisa deve essere data. E una volontà precisa la Giunta la deve manifestare in ordine a due richieste specifiche che sono state fatte, quelle della conferenza economica provinciale e della conferenza provinciale sulla occupazione. Bisognerà riprendere la lotta nei riguardi di una Giunta che non si muove e nei riguardi soprattutto di un Presidente della Giunta che va in giro a dire tante cose ai contadini e agli operai che contrastano profondamente con altre che alle volte sfuggono agli Assessori.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Visone.



VISONE Carlo, Assessore al lavoro

Non mi stupisce che l'interpellante si sia dichiarato profondamente insoddisfatto, però vorrei richiamarlo a ciò che è avvenuto circa le iniziative che la Giunta avrebbe dovuto prendere.
Io avevo chiesto, per quanto riguarda la Orsina, se dovevamo sentire prima la Nestlè e che intenzioni avesse. Mi si è chiesto di intervenire immediatamente sulla Nestlè, cosa che ho fatto.



REVELLI Francesco

Vorrei che desse notizie anche di tutto il resto perché il Consiglio ne sia informato.



VISONE Carlo, Assessore al lavoro

Io non posso dare notizie sulle intenzioni della Burgo e della Nestlè prima di averle sentite. Mi pare che questo sia ovvio.



PRESIDENTE

L'interpellante Consigliere Viglione ha facoltà di parlare.



VIGLIONE Aldo

Colleghi Consiglieri, il fatto della Orsina e della Suchon ripropongono i temi dell'occupazione e di una pianificazione di carattere economico nella nostra provincia e nella nostra regione. Ciò che avremmo voluto sentire era non soltanto l'intervento dell'Assessore al Lavoro sempre assai attivo, ma gli orientamenti della Giunta in una situazione così delicata come quella dell'Orsina. Prima di esaminare il concetto della privatizzazione di questo settore ed in particolare di questa azienda sarebbe opportuno che la Giunta esaminasse gli orientamenti che si devono seguire nel campo dell'agricoltura e specificatamente nel campo della produzione e trasformazione del latte. Noi proponiamo che nella zona di Fossano, Savigliano e tutte le zone che partono dal saluzzese, dove la Orsina raccoglie il latte, si dia inizio ad una serie di cooperative per la trasformazione del latte.
Che cosa è avvenuto? E' avvenuto che ormai queste grosse industrie hanno monopolizzato la provincia di Cuneo e il contadino che vuole vendere diversamente non ha la possibilità di farlo. Senza l'intervento di due o tre grosse cooperative nella zona, si va ad un sicuro fallimento. Io non so come si possa arrivare ad una pubblicizzazione del settore, se non si dà inizio ad una forma di trasformazione cooperativa che sarebbe la base essenziale per battere questo potere economico che agisce ormai in regime di monopolio. Che cosa è avvenuto negli anni scorsi? Ad un certo momento i contadini non hanno più trovato chi comprava il latte, la zona era divisa c'era Biraghi dalla parte dei Morozzo, Peveragno, Cuneo, dall'altra parte c'era la Orsina e la Locatelli, dall'altra parte ancora ce n'era un altro e praticamente si trovavano prigionieri del loro prodotto. Questo lo potete dire voi che rappresentate la Coltivatori diretti, noi abbiamo assistito a tutte queste manovre. In alcune zone, come Demonte, Peveragno e Chiusa Pesio invece sono sorti dei piccoli centri caseari cooperativi. Ebbene, in quelle zone le cose sono andate meglio; diamo atto per esempio che il caseificio cooperativo di Demonte va assai bene, quello di Peveragno progredisce, la zona di Chiusa Pesio dei pascoli della Val Lellero trova una sua estrinsecazione nel prodotto e nella cura del bestiame. Questo noi volevamo sentire dalla Giunta. Io sull'attività dell'Assessore non ho dubbi, ma non sopperisce ancora ad una linea di condotta che la Giunta oggi non ci ha dato per cui, anche sotto questo aspetto, mi dichiaro insoddisfatto.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione dei Consiglieri Nesi e Giovana sulla libertà di riunione dei lavoratori dell'AEM su temi di rilevanza e di interesse regionale


PRESIDENTE

Proseguiamo con le interrogazioni.
Due sono del Consigliere Nesi, che non vedo però in aula.
Ce n'è una terza Nesi-Giovana (quest'ultimo è presente) letta in Consiglio il 14.10.71 "Libertà di riunione dei lavoratori dell'AEM su temi di rilevanza e di interesse regionale".
La parola all'Assessore Visone.



VISONE Carlo, Assessore al lavoro

Premetto che questa interpellanza è ampiamente superata perché le cose si sono aggiustate da sole. Se però l'interpellante desidera la risposta gliela do.
Anche attraverso una semplice elencazione dei fatti penso sia sufficiente dare un'idea di ciò che è avvenuto presso l'AEM intorno al 4 ottobre scorso e che ha provocato la presentazione della interpellanza a cui mi riferisco.
Premetto che nella seduta del Consiglio Comunale di Torino dell'11 ottobre l'on. Magliano ha esaurientemente esposto e giustificato l'atteggiamento della Direzione AEM. Ecco pertanto i fatti, secondo quanto è stato possibile appurare: 1) la manifestazione venne decisa dal Circolo della Resistenza che, pur avendo, tale circolo, un importante fondamento morale, non ha però alcuna veste giuridica 2) tramite il Circolo stesso vennero invitati i partiti, associazioni e confederazioni sindacali senza preventivamente chiedere ed ottenere la necessaria autorizzazione dell'AEM per l'uso dei locali, presso la quale era inteso tenere la manifestazione 3) il tema annunciato non aveva nulla a che vedere con l'organizzazione del lavoro (e tanto meno legato alla Resistenza) infatti trattava il problema del "dollaro" e la crisi valutaria internazionale.
Pertanto l'AEM non ha ritenuto opportuno concedere il permesso anche per i seguenti motivi: 1) chi intendeva promuovere la manifestazione non era né un'organizzazione sindacale e tanto meno aziendale. Infatti la legge sullo Statuto dei lavoratori parla di rappresentanze sindacali e non di estranei all'azienda.
2) non è poi da dimenticare che la manifestazione aveva un chiaro significato politico come lo dimostrano le persone, gli Enti e le Associazioni invitate.
Ritengo doveroso ricordare che il Presidente dell'AEM, seguendo le direttive avute e riferendosi alle citate norme dello Statuto secondo le quali "le riunioni devono essere di natura ed interesse sindacale e del lavoro e conforme alla convocazione precedentemente comunicata al datore di lavoro" provvide a comunicare, a mezzo lettera agli organizzatori ed agli oratori stessi che non era possibile concedere l'autorizzazione ad indire la manifestazione presso i locali dell'AEM, invitandoli nel contempo a non intervenire.
Siamo a conoscenza che la manifestazione è avvenuta lunedì 22 novembre 1971 sotto l'egida dell'Associazione Dipendenti (che fra i suoi fini ha pure quello culturale) e in collaborazione con il Circolo della Resistenza alla quale ha partecipato il maggior numero di oratori rispetto alla manifestazione che avrebbe dovuto tenersi il 4 ottobre.
Venendo alla richiesta di sapere "quali provvedimenti intenda adottare per salvaguardare e promuovere la libertà di riunione e di espressione dei lavoratori" invito gli interroganti a considerare non solo l'art. 1 e 14 dello Statuto dei lavoratori, ma in special modo gli art. 20 e 21 dove chiaramente sono stabilite le modalità da seguire nell'indire le riunioni nell'ambito dell'unità produttiva in cui i lavoratori prestano la loro opera. Io ritengo che il contenuto di tali articoli sia tale da dimostrare che il rispetto della legge è atto sufficiente a garantire la libertà di riunione e di espressione dei lavoratori auspicata dagli interroganti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giovana.



GIOVANA Mario

Sono dolente sia assente il collega Nesi che fu protagonista in prima persona, assieme a uno o due deputati, dell'episodio al quale si riferiva la nostra interrogazione.
Per quanto mi risulta (ed è questo il motivo per cui devo dichiararmi insoddisfatto della risposta testé data dall'Assessore) vi è stato da parte della presidenza dell'AEM un atteggiamento che andava contro la normale prassi instaurata nei rapporti tra il circolo costituito dai dipendenti dell'AEM e la presidenza. Questo circolo ha una lunga tradizione di dibattiti culturali, nato nello spirito e sull'onda degli ideali della Resistenza, ma proprio per questo tende a non essere circolo che si dedica semplicemente alle rievocazione e alle celebrazioni, e si dà invece dignità culturale nella misura in cui affronta non soltanto problemi che attengono a una sfera astratta della cultura, ma intende la cultura come presa di conoscenza e di coscienza di tutti i problemi dell'attualità politica economica, sociale e culturale. E' in questo quadro che il circolo, nella sua naturale autonomia, aveva inteso promuovere un dibattito attorno ad un tema in quel momento di scottante attualità politica e oserei dire culturale perché credo era quello posto dall'o.d.g. del circolo dell'AEM.
Di fronte a ciò, il Presidente dell'AEM - che è anche un nostro collega di Consiglio, quindi tanto più, a mio avviso, colpevole - ha assunto un atteggiamento non soltanto tendente a non consentire lo svolgimento del dibattito ma, per ciò che mi risulta, accompagnato da affermazioni di questo genere: "Qui non si discute di politica". Questo è un atteggiamento intollerabile, inaccettabile da qualunque Presidente di azienda rispetto ad un circolo di dipendenti che svolge un'attività culturale: tanto più da un Presidente di azienda municipale il quale è anche Consigliere Regionale e ha il dovere, la responsabilità di rifarsi in ogni momento ai principi e allo spirito dello Statuto di cui egli dovrebbe essere il garante in quest'aula e soprattutto fuori di quest'aula.
Ecco la ragione per cui noi abbiamo ritenuto assolutamente intollerabile un atteggiamento di tale natura, e giusta la protesta espressa dai dipendenti dell'AEM anche per il fatto che a quel dibattito culturale erano presenti rappresentanti del Parlamento e del Consiglio Regionale.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Prevenzione infortuni

Interrogazione dei Consiglieri Nesi, Fonio, Simonelli e Viglione sui provvedimenti per attenuare gli infortuni sul lavoro


PRESIDENTE

Interrogazione Nesi - Fonio - Simonelli - Viglione letta in Consiglio il 18.11.71.
La parola per la risposta all'Assessore Visone.



VISONE Carlo, Assessore al lavoro

Signor Presidente, signori Consiglieri, il fenomeno dell'infortunio sul lavoro presenta in Italia aspetti di chiara e persistente gravità.
L'analisi statistica curata dall'INAIL consente di valutare, attraverso diverse serie di dati assoluti e soprattutto di indici calcolati con riferimento agli operai-anno, il livello e l'andamento infortunistico non solo in tutto il territorio nazionale ma anche nelle singole Regioni e Province.
I dati non sono certamente confortanti, specie se raffrontati con quelli di altri paesi del MEC, anche se negli anni passati si è registrata una costante riduzione degli infortuni nell'industria, in particolar modo di quelli mortali e con esito di invalidità permanente, come si può meglio rilevare dalla successione degli indici di frequenza degli infortuni definiti con indennizzo a tutto il 31 dicembre dell'anno successivo a quello di avvenimento, indici che rappresentano i più significativi elementi di giudizio.
Per quanto riguarda la pericolosità dei vari settori produttivi ovverosia l'incidenza degli infortuni mortali e con esito permanente, il primo posto spetta al settore dell'edilizia e delle costruzioni stradali nel quale l'indice degli infortuni mortali indennizzati è pari a circa tre volte l'indice relativo al complesso degli infortuni mortali dell'industria. All'edilizia seguono, per gli incidenti invalidanti l'industria del legno e, per gli infortuni mortali, l'industria mineraria e mineralurgica.
Circa le cause degli infortuni si può affermare che, quanto alla forma dell'infortunio, vi è netta prevalenza degli urti e dei calpestamenti di oggetti, mentre nella graduatoria per agente materiale predominano gli impianti e le attrezzature. Per quanto in particolare attiene agli infortuni mortali, le causali più frequenti sono la cadute di persone e la caduta di travi.
Considerando poi la distribuzione regionale e provinciale degli infortuni industriali, non possiamo non rilevare la meno sfavorevole situazione nella provincia di Torino e nella regione piemontese rispetto al complesso del territorio nazionale. Infatti, nella serie degli indici di frequenza relativi agli infortuni denunciati nel quinquennio 1965-1969, il Piemonte risulta in testa alla graduatoria in ordine crescente di intensità del fenomeno, mentre per la provincia di Torino i corrispondenti indici sono inferiori.
A titolo esemplificativo ci riportano i seguenti dati riguardanti l'anno 1969, nonché una serie di indici relativi agli infortuni mortali avvenuti nel 1966 e definiti entro il 31 dicembre 1967, che consente anche una comparazione con i dati degli altri paesi della CEE.
Anno 1969 - Industria - indici di frequenza degli infortuni per mille operai-anno: per tutti i casi denunciati, Italia 212,36; per i casi mortali 0,45; Piemonte 167,44, 0,29; Torino provincia 166,79, 0,25.
Indici di frequenza per mille operai-anno degli infortuni mortali avvenuti nel 1966 ed indennizzati a tutto il 31 dicembre '67: Torino, 0,17 Piemonte 0,20; Italia 0,26; Olanda 0,12; Francia 0,13; Germania occ. 0,16 Belgio 0,25; Lussemburgo 0,40.
Nel raffronto dei dati del nostro Piemonte con quelli nazionali si pu anche rilevare che, per quanto in particolare riguarda l'edilizia, gli indici si discostano molto meno da quelli nazionali ed in alcuni casi li hanno addirittura superati, motivo per cui gli Ispettorati del Lavoro riservano a questo settore la maggior parte della loro attività antinfortunistica.
Il fenomeno infortunistico è influenzato, com'è noto, da numerosi fattori sociali, ambientali, umani e perciò richiede iniziative che operando secondo diverse direttrici, portino ad un generale miglioramento della condizione del lavoratore e dell'ambiente in cui è chiamato a fornire la sua prestazione.
Gli indirizzi fondamentali non possono peraltro che essere i seguenti: 1) l'azione dello Stato nell'imporre l'osservanza delle leggi in materia nel punire efficacemente gli inadempimenti e nel perseguire ogni volta violazione che possa negativamente influenzare la prevenzione degli infortuni (cottimismo illecito, impiego di minori al lavoro, dilatazione dell'orario di lavoro ecc.) 2) l'opera dell'ENPI nel campo della consulenza, delle indagini tecniche e della diffusione di una più sentita coscienza antinfortunistica 3) la qualificazione ed il perfezionamento professionale dei lavoratori dando particolare risalto alle materie dell'infortunistica e dell'igiene del lavoro 4) la costituzione di comitati aziendali di igiene e sicurezza del lavoro per una fattiva collaborazione tra le componenti dell'attività produttiva 5) il coordinamento dell'azione degli organi pubblici e degli organismi di rappresentanza degli imprenditori e dei lavoratori.
Sul piano normativo non ci rimane che auspicare un aggiornamento delle disposizioni in vigore e l'emanazione di norme per l'agricoltura; la revisione dovrebbe tra l'altro elevare l'entità delle sanzioni penali istituzionalizzare l'organizzazione della sicurezza all'interno delle fabbriche, introdurre norme efficaci riguardo alla costruzione ed al commercio di macchinari ed impianti.
Al riguardo appare auspicabile anche una sostanziale modificazione del sistema legislativo vigente, che porti alla realizzazione di una normativa più elastica, imperniata su una legge base, la quale, stabiliti gli scopi da raggiungere, i doveri essenziali in ordine alla sicurezza e le sanzioni penali, devolva all'amministrazione il compito di emanare norme tecniche specifiche e ciò al fine di permettere, con lo snellimento delle procedure un più facile e rapido aggiornamento.
Essenziale si presenta inoltre l'esigenza di potenziamento dell'Ispettorato del Lavoro che, pur riuscendo a svolgere un'intensa e decisiva azione di vigilanza antinfortunistica, è ben lungi, per la carenza di personale e per i molteplici compiti ad esso demandati, dal potere effettuare i suoi interventi con la dovuta regolarità e sistematicità. E sulla validità ed inderogabilità di tale specifica esigenza non possono esservi dubbi, dal momento che ancora rilevante è a tutt'oggi il grado di inosservanza delle norme di sicurezza, come chiaramente può dedursi sia dagli esiti delle inchieste dell'Ispettorato in merito ad infortuni, sia anche dall'elevato numero di contravvenzioni.
Si fa notare ad esempio che, nel 1970, in provincia di Torino, su ogni cento accertamenti sono stati trasmessi all'autorità giudiziaria circa 60 rapporti e verbali di contravvenzione, la maggior parte dei quali riferentisi a numerose singole infrazioni. Peraltro, di fronte alla persistente inadeguatezza dell'organo ispettivo non può essere producente un frazionamento tra vari Enti dei compiti di controllo degli ambienti di lavoro, in quanto è necessaria una visione globale e unitaria della problematica antinfortunistica, una uniformità di indirizzo, un completo e commisurato sviluppo dell'intervento ispettivo, così come può essere svolto soltanto dagli ispettori del lavoro, in virtù degli ampi poteri ad essi giuridicamente conferiti: facoltà di diffida, potere discrezionale funzioni di polizia giudiziaria.
Pertanto riteniamo che unicamente all'Ispettorato del Lavoro debba essere riconosciuta la funzione che lo Stato ha il dovere di svolgere per la tutela fisica dei cittadini lavoratori e che inoltre all'Ispettorato medesimo spetti il compito di coordinare le attività che gli altri organismi interessati alla prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali svolgono secondo le loro specifiche e diverse attribuzioni.
Citiamo in particolare, a mo' di esempio, come l'Ispettorato Provinciale del Lavoro di Torino, nella consapevolezza della insufficienza dei propri mezzi, abbia già di recente, non soltanto nel settore della tutela fisica dei lavoratori, impostato la propria azione nel quadro di tale auspicata prospettiva. E ricordiamo che: a) sono stati anzitutto effettuati particolari interventi in edilizia, con sostanziali risultati, per la prevenzione degli infortuni e per combattere il fenomeno dei subappalti e dell'intermediazione di manodopera b) sono in atto azioni di vigilanza in materia contributiva che vengono svolte da parte di gruppi specializzati, nei quali gli ispettori del lavoro sono affiancati da funzionari degli istituti previdenziali c) nel campo specifico della prevenzione degli infortuni e dell'igiene del lavoro sono state avviate intese e predisposti nuovi programmi di collaborazione con le associazioni imprenditoriali e con i sindacati dei lavoratori, al fine di porre in essere iniziative per il coordinamento delle attività d) siamo a conoscenza che esiste una più stretta collaborazione tra l'Ispettorato e la Magistratura ai fini di una sempre più incisiva azione nei confronti dei responsabili di atti omissivi a danno dei lavoratori.
Desideriamo inoltre qui far conoscere che il 9 c.m. (si tratta del mese di gennaio) sarà tenuta una riunione dei Comitato provinciale (che ha avuto luogo) per la prevenzione infortuni, alla quale sono invitati gli Assessori al Lavoro della Regione, della Provincia e del Comune.
E venendo ad una parte della richiesta degli interroganti per sapere "in quali misure siano osservate le norme per la prevenzione e la tutela della salute dei lavoratori" diremo che, sempre citando l'opera dell'Ispettorato del Lavoro di Torino, l'ENPI ha concordato con tale organo un vasto programma di indagine sulla condizione di sicurezza delle fabbriche e a tale scopo la sede stessa di Torino è in possesso di un elenco di aziende di taluni particolari settori produttivi.
Sappiamo inoltre che, per quanto riguarda l'igiene del lavoro, è stato recentemente compiuto un approfondito servizio speciale di vigilanza svolto con l'apporto di funzionari del servizio chimico dell'Ispettorato del Lavoro di Milano, nel settore della produzione e dell'applicazione delle vernici; che è in corso di attuazione un programma di potenziamento del servizio medico dell'Ispettorato di Torino, che prevede l'istituzione di un laboratorio di igiene industriale destinato alla verifica degli ambienti di lavoro. Nell'attesa che tale programma si realizzi e stante l'urgenza degli interventi, è stata richiesta la collaborazione dell'Istituto di Medicina del Lavoro dell'Università e dell'ENPI per quanto riguarda la determinazione strumentale dei rischi ambientali; che è attualmente in corso di svolgimento una speciale azione di vigilanza, presso le fonderie di prima e seconda fusione, a seguito della quale saranno disposti i suddetti accertamenti tecnici ai fini della prevenzione del rischio di silicosi.
Tutto questo lo sta sperimentando l'Ispettorato del Lavoro di Torino anche perché in questa città e nella sua provincia sono concentrate le più importanti industrie del Piemonte.
Attendiamo i risultati che ci auguriamo soddisfacenti e nel contempo auspichiamo che anche presso le sedi delle altre Province si cerchi di svolgere analoga attività. In questo senso la Giunta e l'Assessorato al Lavoro stanno prendendo i necessari contatti con gli ispettori delle altre province piemontesi.
Da ciò appare evidente che l'Ispettorato del Lavoro deve essere potenziato, ristrutturato e adeguatamente attrezzato e se tutte le forze politiche e sociali non mancheranno di incoraggiare e sostenere i suoi programmi, si potrà finalmente assistere ad un utile passo in avanti nella lotta per la sicurezza del posto di lavoro.
In questi ultimi tempi, su questo argomento, sono state fatte delle ricerche, analisi, disquisizioni, tavole rotonde. Ma per fronteggiare concretamente il doloroso fenomeno degli infortuni e delle malattie da lavoro e per ridurre il più possibile l'incidenza, così da salvaguardare meglio la serenità dei lavoratori e delle loro famiglie pensiamo sia giunto il tempo in cui, tutti insieme, si debba operare con sensibilità e responsabilità ed in questa direzione intendiamo operare mettendo in atto tutto quanto sta nella nostra competenza.
E concludo ricordando quanto ebbe a dire un sindacalista francese in occasione di un convegno sulla sicurezza: "Per un'efficace azione antinfortunistica occorre vigilanza e cuore".



PRESIDENTE

Gli interroganti sono quattro: Nesi, Fonio, Simonelli e Viglione.
Intendono parlare tutti? Lo chiedo per l'economia del tempo perché siamo arrivati alle 10,30 e secondo le intese con i Capigruppo dedicheremmo sempre la prima ora delle sedute alla discussione di interpellanze e interrogazioni.
La parola al Consigliere Simonelli.



SIMONELLI Claudio

Rispondo brevemente io a nome di tutti semplicemente per dire che non possiamo considerarci soddisfatti della risposta dell'Assessore, pur prendendo atto dell'impegno che egli ha manifestato di voler seguire con particolare cura questa importante e delicata materia.
Sul tema degli infortuni sul lavoro non solo esiste la situazione drammatica che abbiamo denunciato e che del resto è nota a tutti i Consiglieri, ma esiste anche in questa Regione una precisa disposizione statutaria che ci impegna ad intervenire.
Noi crediamo che si debba fare di più e che debba essere potenziata l'iniziativa della Regione; ci riserviamo quindi di riprendere in altra sede, in modo più approfondito, questo discorso.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Sulla discussione delle interpellanze


FERRARIS Bruno

Vorrei sollecitare la discussione di interpellanze che giacciono da parecchio tempo.



PRESIDENTE

L'Ufficio di Presidenza, d'accordo con i Capigruppo e con il Presidente della Giunta, ha preso il provvedimento che è entrato stamane in funzione sia pure con un poco di ritardo, di destinare la prima ora di tutte le sedute di Consiglio alle risposte delle interrogazioni e delle interpellanze; più solleciti di così non si potrebbe essere.



FERRARIS Bruno

Da come sono andate le cose stamattina....



PRESIDENTE

C'era una riunione non prevista di una Commissione che ha portato fuori dall'aula un certo numero di interroganti e quindi non si poteva iniziare che con un ritardo di un quarto d'ora, venti minuti. Comunque desidero assicurarla che è intendimento nostro portarle avanti rapidamente.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 1) dell'o.d.g. "Approvazione verbali delle precedenti sedute".
Pregherei il Segretario Consigliere di dare lettura dei verbali.



GERINI Armando, Segretario, dà lettura del verbale della seduta pomeridiana del 9 marzo 1972.



PRESIDENTE

Il verbale è stato letto, ci sono delle osservazioni? Nessuno chiedendo di parlare si intende approvato.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio


PRESIDENTE

Passiamo al punto secondo dell'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio".
Informo che il Consigliere Calsolaro ha comunicato che intende aderire al Gruppo consiliare del PSI.


Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo per la seduta di oggi i Consiglieri Chiabrando Fassino, Gandolfi, Marchesotti, Zanone ed Armella.


Argomento:

Documenti - Assegnazione a Commissioni


PRESIDENTE

Il 13 marzo '72 è stata assegnata all'VIII Commissione la proposta di legge n. 10 dei Consiglieri Marchesotti ed altri su "Ordinamento provvisorio Ufficio Regione. Qualifiche e contingenti numerici del personale". Nella stessa data è stata assegnata alla IV e VI Commissione la proposta di legge n. 11 dei Consiglieri Ferraris e altri "Assistenza farmaceutica ai coltivatori diretti". Alla stessa data è stata assegnata alla I Commissione la proposta di legge n. 12 dei Consiglieri Sanlorenzo ed altri "Procedure democratiche di formazione del secondo piano di sviluppo regionale '71/75". Alla stessa data è stata assegnata alla VI Commissione la proposta di legge n. 13 dei Consiglieri Ferraris ed altri "Istituzione Ente Regionale per lo sviluppo agricolo in Piemonte". In data 15 marzo '72 è stata assegnata alla III e VI Commissione la proposta di legge n. 14 presentata l'11 marzo dai Consiglieri Menozzi ed altri "Istituzione dell'albo professionale degli imprenditori agricoli di ciascuna Provincia della Regione Piemonte". In data 15 marzo '72 è stata assegnata alla VI Commissione la proposta di legge n. 15 presentata l'11 marzo dai Consiglieri Menozzi ed altri "Istituzione dell'Ente di sviluppo agricolo in Piemonte". Alla stessa data è stata assegnata alla III e VI Commissione la proposta di legge n. 16 presentata l'11 marzo dai Consiglieri Menozzi ed altri "Concessione dell'indennità complementare di reddito nei casi di cessazione di attività aziendale in agricoltura". Alla stessa data è stata assegnata alla III e VI Commissione la proposta di legge n. 17 presentata l'11 marzo dai Consiglieri Menozzi ed altri "Erogazioni di contributi agli Enti ed Istituti di patronato e di Assistenza Sociale operanti in Piemonte". Alla stessa data è stata assegnata alla III, IV e VI Commissione la proposta di legge n. 18 presentata l'11 marzo dai Consiglieri Menozzi ed altri "Estensione dell'indennità giornaliera per inabilità temporanea conseguente ad infortuni sul lavoro a favore dei lavoratori autonomi dell'agricoltura residenti in Piemonte". Alla stessa data è stata assegnata alla IV e VI Commissione la proposta di legge n. 19 presentata l'11 marzo dai Consiglieri Menozzi ed altri "Estensione Assistenza farmaceutica ed integrativa ai coltivatori diretti ed ai titolari di pensione della gestione speciale Coltivatori Diretti e corresponsione di un assegno di natalità alle Coltivatrici Dirette". In data 20 marzo '72 era stato assegnato alla I Commissione il disegno di legge n. 20 presentato il 16 marzo dalla Giunta Regionale "Bilancio preventivo 1972". In data 28 marzo la Giunta Regionale ha ritirato il predetto documento al fine di aggiornarlo con i nuovi dati resisi disponibili a seguito della comunicazione della quota del fondo nazionale attribuito alla Regione Piemonte.


Argomento: Interventi per calamita' naturali - Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati - Sanita': argomenti non sopra specificati

Comunicazioni del Presidente del Consiglio (seguito)


PRESIDENTE

Alla presidenza sono pervenuti i seguenti documenti dei quali si ritiene opportuno informare il Consiglio: documenti conclusivi del convegno dei Consiglieri Segretari svoltosi a Venezia il 26 febbraio relativi, uno al problema delle strutture delle assemblee regionali in riferimento al prossimo inizio delle funzioni trasferite, l'altro all'autonomia contabile e amministrativa dei Consiglieri Regionali; comunicazione del Comune di Aglié con cui si lamenta la sospensione da parte dell'organo di controllo della delibera di quel Comune con cui si approva il progetto esecutivo per la costruzione di un nuovo pozzo per il potenziamento della rete idrica comunale; ordine del giorno votato all'unanimità dal Consiglio Comunale di Balzola sulla multiforme attività eversiva e fascista in atto in varie parti d'Italia; ordine del giorno del Consiglio Comunale di Verbania che chiede alla presidenza della Giunta e all'Assemblea Regionale, di indire una Assemblea generale degli eletti del Piemonte per riaffermare la ferma volontà antifascista della popolazione piemontese ed invita a costituire una Commissione consiliare d'inchiesta sulle attività del movimento neofascista in Piemonte; ordine del giorno del Comune di Verbania con cui si sollecita il Presidente della Giunta Regionale ad emanare il decreto di individuazione dei soggetti portatori degli originali interessi dell'Ente per quanto attiene agli Ospedali riuniti in quella città; ordine del giorno del Consiglio Comunale di Carmagnola contro la recrudescenza del crimine ordine del giorno del Consiglio Comunale di Trecate sulla situazione creatasi a seguito delle recenti decisioni della manifattura Rossari Varzi; ordine del giorno del Consiglio Comunale di Cuneo riguardante l'istituzione di asili nido prevista dalla Legge 6 dicembre '71; ordine del giorno della Giunta Provinciale di Forlì di adesione all'azione promossa da varie Amministrazioni locali per la dichiarazione di illegittimità costituzionale del decreto del Ministero dell'Interno che bandisce concorsi per la copertura di varie sedi vacanti di Segretari Comunali e Provinciali segnalazione dei Sindaci di Alice Superiore, Settimo Vittone e Tiglieto circa i danni arrecati dalle recenti gravi calamità atmosferiche in quelle zone; un documento dell'Assemblea del Comitato di quartiere Vanchiglia Vanchiglietta sul problema dei servizi sociali per gli handicappati lettera del Consiglio di fabbrica dei lavoratori dello stabilimento Montedison di Spinetta Marengo in cui si denuncia l'intenzione della proprietà di smantellare la fabbrica; ordine del giorno approvato dagli impiegati e dagli operai della ditta Lamet durante lo sciopero generale del 21 marzo '72 con cui viene disapprovato l'atteggiamento intransigente assunto nei confronti della vertenza in corso; mozione finale approvata dall'XI Congresso Nazionale del sindacato nazionale odontotecnici circa i problemi della qualificazione professionale della categoria; un documento dell'Associazione nazionale dei sanitari dei consorzi provinciali antitubercolari, in merito alla circolare del Ministero della Sanità sul problema della lotta alle malattie sociali in relazione anche al trasferimento alle Regioni delle funzioni amministrative statali in materia di assistenza sanitaria e ospedaliera.
E' stato dato adempimento alla richiesta di cui a lettere 13 marzo, 16 marzo e 17 marzo nella quale ultima lettera i presentatori del progetto di Regolamento per il funzionamento dell'organo Regionale di controllo sugli atti degli Enti locali presentati il 12 gennaio u.s., visto l'art. 11 delle norme del Regolamento concernente le Commissioni del Consiglio, fanno espressa domanda affinché il progetto di cui trattasi venga iscritto all'o.d.g. del prossimo Consiglio e discusso nel testo proposto. La cosa trova il suo adempimento nell'iscrizione all'o.d.g. Credo che il Consigliere Berti possa esimermi dalla lettura della lettera con la quale tra l'altro, si formalizzava anche questa richiesta.
Qualcuno chiede la parola su queste comunicazioni?


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Dimissioni del Consigliere Regionale Nella Bar - Comunicazione e presa d'atto delle dimissioni - Surrogazione e immediata esecutività


PRESIDENTE

Passiamo allora al punto quarto dell'o.d.g. "Dimissioni del Consigliere Regionale Nella Bar. Comunicazione e presa d'atto delle dimissioni.
Surrogazione a' sensi dell'art. 16 della Legge 17.2.68 immediata esecutività dell'art. 49 Legge 10.2.53 n. 63".
E' pervenuta la seguente lettera alla presidenza del Consiglio Regionale: "Preso atto della decisione del Consiglio Regionale assunta nella seduta di giovedì 9 marzo '72 riguardante la surrogazione del Consigliere Furia del PCI con la sottoscritta, Le comunico che per i motivi già esposti in una mia precedente lettera di rinuncia al mandato che è agli atti del Consiglio Regionale Piemontese, Le presento le mie irrevocabili dimissioni dal Consiglio Regionale stesso".
Si tratta quindi di prendere atto e se nessuno chiede la parola pongo ai voti per alzata di mano la proposta di accettare le dimissioni della Consigliera Nella Bar dalla carica di Consigliere Regionale.
Chi prende atto è pregato di alzare la mano.
La presa d'atto è all'unanimità.
Dovrei brevemente sospendere la seduta perché la Commissione della Giunta delle Elezioni possa procedere agli incombenti necessari per la surrogazione del Consigliere Nella Bar.



GIOVANA Mario

La Commissione è convocata immediatamente nella saletta accanto.



(La seduta sospesa alle ore 10,50, riprende alle ore 11)



MENOZZI Stanislao, Segretario

Do lettura della Relazione della Giunta delle Elezioni.
"Il Presidente GIOVANA riferisce che in relazione alle determinazioni adottate dal Consiglio Regionale in data odierna in ordine alle dimissioni del Consigliere Regionale Sig.ra Nella BAR, occorre procedere, ai sensi dell'art. 16 della Legge 17.2.1968, n. 108, alla surrogazione del Consigliere dimissionario.
Ai sensi del citato articolo, il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa, anche se sopravvenuta, è attribuito al candidato che nella stessa lista e circoscrizione, segue immediatamente l'ultimo eletto.
La stessa norma si osserva anche nel caso di sostituzione del Consigliere proclamato a seguito dell'attribuzione fatta dall'ufficio Centrale Regionale.
Il Consigliere dimissionario era stato eletto nella lista del P.C.I. e nella circoscrizione di Torino.
Dal verbale dell'Ufficio circoscrizionale presso il Tribunale di Torino, risulta che all'ultimo eletto nel gruppo del Partito Comunista Italiano nella circoscrizione di Torino, Sig.ra Nella BAR, segue immediatamente il Sig. Mario VECCHIONE, al quale deve essere attribuito il seggio vacante.
La Giunta delle Elezioni esprime pertanto l'avviso che il Consiglio prenda atto che al Consigliere Nella BAR subentra, ai sensi dell'art. 16 della citata Legge n. 108, il Sig. Mario VECCHIONE.
La Giunta è altresì d'accordo che la predetta deliberazione relativa alla surrogazione del Consigliere Nella BAR con il Sig. Mario VECCHIONE sia dichiarata immediatamente esecutiva ai sensi dell'art. 49 della Legge 10.2.1953, n. 62".



PRESIDENTE

In relazione alla lettura del verbale della Giunta delle Elezioni test fatta, pongo ai voti per alzata di mano la proposta che il Consiglio prende atto che alla Consigliera Nella Bar subentra, ai sensi dell'art. 16 della citata Legge n. 108, il sig. Mario Vecchione. Chi approva è pregato di alzare la mano.
E' approvata all'unanimità.
In merito al punto relativo all'immediata esecutività ai sensi dell'art. 49 della Legge 10.2.53 propongo che la predetta deliberazione relativa alla surrogazione della Consigliera Nella Bar con il sig. Mario Vecchione venga dichiarata immediatamente eseguibile.
Faccio presente che la predetta proposta deve essere approvata a maggioranza assoluta dai componenti del Consiglio Regionale.
Chi approva è pregato di alzare la mano. Pregherei di fare la conta per stabilire se c'è questa maggioranza.
E' molto chiaro che c'è, allora il Consiglio approva con la richiesta maggioranza.
Per quanto attiene alla convalida dell'elezione del sig. Mario Vecchione ricordo che essa viene devoluta ai sensi dell'art. 13 dello stralcio delle norme di Regolamento alla Giunta delle Elezioni la quale accerterà che non sussistano nei confronti del neo Consigliere cause di ineleggibilità e di incompatibilità e successivamente riferirà.
Se il Consigliere Vecchione è nelle vicinanze dell'aula è pregato di entrare.
Io desidero salutarla, come Presidente del Consiglio, a nome di tutti i Consiglieri, augurarle buon lavoro in maniera che tutti insieme possiamo anche giovandoci della sua esperienza, camminare innanzi nel servizio che rendiamo come Consiglieri Regionali alla Regione Piemonte.
Vorrei anche salutarla, se me lo consente, come ebbi occasione di fare testé con il collega Calsolaro nella mia veste di collega anche nell'attività professionale.



VECCHIONE Mario

Grazie.



PRESIDENTE

Il Consigliere Bianchi aveva chiesto di parlare, ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Vorrei solo proporre al Consiglio una breve sospensione per una riunione dei Capigruppo al fine di esaminare alcuni problemi in ordine al punto quinto per non venire in aula impreparati dando luogo a qualche equivoco. Proporrei la sospensione e la convocazione dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Gli altri Capigruppo concordano su questa proposta? Allora la riunione è indetta subito e la seduta è nuovamente sospesa.



(La seduta sospesa alle ore 11,10, riprende alle ore 12,15)


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Dimissioni dell'Avv. Mario Vecchione da membro effettivo del Comitato Regionale di controllo. Comunicazione e presa d'atto delle dimissioni. Sostituzione


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Il punto quinto dell'o.d.g. reca "Dimissioni dell'avv. Mario Vecchione da membro effettivo del Comitato Regionale di controllo. Comunicazione e presa d'atto delle dimissioni".
Con lettera del 7 marzo '72 il collega Consigliere Vecchione scrive: "Con la presente comunico che intendo dimettermi a decorrere dalla mezzanotte di domani, dalla carica di componente effettivo del Comitato di controllo Regionale sugli atti delle Province e degli Enti ospedalieri".
Occorre procedere alla sostituzione e quindi all'elezione di un membro effettivo che deve essere un esperto nelle discipline amministrative, in sostituzione del dimissionario avv. Vecchione. Loro ricordano, perché siamo reduci da una elezione fatta abbastanza recentemente, che la votazione avviene su di un nome e quindi verranno distribuite le schede in maniera che si possa procedere alla votazione salvo che ci sia qualcuno che abbia delle dichiarazioni da fare.
Il Consigliere Bianchi chiede di parlare, ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Semplicemente per dichiarare, signor Presidente, che il mio Gruppo si asterrà nella votazione per favorire la nomina del rappresentante della minoranza in sostituzione del dimissionario.



PRESIDENTE

Altre dichiarazioni? Nessuna.
Passiamo allora alla distribuzione delle schede per la votazione.
Si può procedere all'appello.



GERINI Armando, Segretario, procede all'appello quindi allo spoglio delle schede.



PRESIDENTE

Votanti 37: Borio Giuseppe ha riportato 16 voti; schede bianche 20; una scheda nulla.
Pertanto risulta eletto, avendo riportato 16 voti, Borio Giuseppe.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Vorrei informare il Consiglio che mi sono pervenute da più parti richieste di esaurire alcuni argomenti in mattinata andando anche fin verso l'una, l'una e mezza e di non proseguire i lavori nel pomeriggio. Se il Consiglio è d'accordo accelereremmo alcune cose che richiedono una decisione oggi e rinvieremmo altri argomenti alla seduta successiva di giovedì.
Il Consigliere Viglione ha chiesto di parlare, ne ha facoltà.



VIGLIONE Aldo

E' stato scritto all'o.d.g. un argomento relativo al personale a seguito di una deliberazione che la Giunta ha trasmesso nella giornata di martedì affinché fosse portata urgentemente all'esame del Consiglio.
Gradirei che il Consiglio si pronunciasse su questo.
Intanto vorrei che lei consentisse all'VIII Commissione di riunirsi per procedere all'ulteriore esame della deliberazione.



PRESIDENTE

Proporrei questo programma di lavori: passare alla deliberazione relativa all'oggetto del n. 6 dell'ordine del giorno, con pronunciamento da parte del Consiglio sull'adozione di una procedura abbreviata per l'esame di due progetti di legge (non però di quello al terzo punto, cioè il "Disegno di legge n. 20" presentato dalla Giunta Regionale, essendo stato ritirato questa mattina il bilancio di previsione per l'anno finanziario 1972 per adeguarlo al maggiore stanziamento di cui si è avuta notizia nei giorni scorsi); discutere, come è stato richiesto, i punti n. 7 e n. 14 relativi a "Contingenti numerici e qualifiche funzionali"; se rimarrà margine, svolgere qualche altro argomento.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Berti. Ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Nella conferenza dei Capigruppo appena conclusa, preso atto di una situazione che vede impegnato il Consiglio nel mese di aprile impegnato nell'esame di molte questioni, si è ravvisata l'esigenza di stabilire insieme delle precedenze. In considerazione di ciò, anche la nostra richiesta di procedura d'urgenza per la formazione del Piano potrebbe non essere discussa qui, ma vista nel quadro di un esame che comprenda tutte le proposte di legge, che sono assai numerose, tanto che non credo che riusciremo a discuterle tutte nel mese prossimo.
La mia proposta è pertanto di sospendere per oggi l'esame dei punti 6 e 7, oppure di proporre il punto 7 al punto 9, sulla situazione dei tessili problema di grande attualità, che suscita vivissimo interesse, sul quale è opportuno che la Regione prenda posizione.



PRESIDENTE

Sempre disposto ad accettare le proposte della maggioranza del Consiglio, faccio però notare che la delibera n. 7 ha carattere di urgenza a quanto mi è stato detto, e che dovrei pertanto metterla senz'altro in approvazione: potrei proporla al n. 9 soltanto se ci fosse impegno da parte dei Consiglieri a rimanere in aula in modo da non far mancare il numero legale. Dato però che il punto 7 non credo comporti una discussione molto lunga, mentre il dibattito sul punto 9 può essere assai ampio, ritengo sarebbe meglio procedere secondo l'ordine che avevo proposto.
Ha facoltà di parlare il Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Una parte almeno della proposta del Consigliere Berti, cioè quella di rinviare la discussione del punto n. 6 nel suo complesso, tanto più che una parte di essa è venuta meno, mi pare senz'altro da accogliere. Il fatto che si possa o meno discutere il n. 7 non toglie che il n. 6 per le considerazioni che sono state appena abbozzate e che noi abbiamo peraltro presenti, possa essere proposto e portato in esame alla prossima seduta, ai fini della deliberazione, senza entrare nel merito se si debba o no concedere la procedura d'urgenza per questi argomenti.



PRESIDENTE

Il punto n. 6 verrebbe posposto ai punti 7 e 9: se non riusciremo a discuterli nella giornata di oggi verrebbe inserito nell'ordine del giorno di una seduta successiva.
Esamineremmo invece subito il punto in. 7, poi il punto 8 relativo alla Montedison, quindi il punto 9 sulla legge tessile.
Nel corso della discussione del punto n. 9 la Commissione potrebbe riunirsi. Pregherei di non riunirla subito, poiché si deve procedere a votazioni.


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali - Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame della proposta di deliberazione relativa a Sede della Regione Acquisto di immobili - Finanziamento


PRESIDENTE

Passiamo allora al punto settimo dell'o.d.g.
Poiché mi si dice che il testo della proposta di deliberazione non è pervenuto a tutti i Consiglieri, sarà opportuno darne lettura.



GERINI Armando, Segretario

Do lettura del dispositivo: "Il Consiglio Regionale, visto il proprio voto del 29 novembre '71 in ordine alla sede della Regione vista la propria deliberazione in data 28 gennaio '72 che autorizza l'acquisto di due immobili per la suddetta sede, delegando alla Giunta ogni modalità per il relativo trapasso di proprietà vista la relazione della Giunta Regionale in data 7 marzo '72 in ordine al finanziamento della spesa definita per tali acquisti, nonché degli oneri contrattuali conseguenti e degli interessi per il ritardato pagamento delibera: 1) gli oneri finanziari per l'acquisto degli immobili situati in Torino piazza Castello n. 161 e 165, saranno coperti per 500 milioni con una parte dell'avanzo resosi disponibile sui fondi assegnati nell'anno 1971 e per la differenza di 2 miliardi e 700 milioni mediante l'assunzione di mutui nella misura di 1 miliardo e mezzo nell'anno 1972, di 800 milioni nell'anno 1973 e di 400 milioni nell'anno 1974 2) gli oneri per la stipulazione dei relativi rogiti notarili nonché quelli di registrazione trascrizioni conseguenti ai quali non siano applicabili agevolazioni fiscali previste da norme di legge in vigore alla data della stipulazione medesima saranno coperti fino alla concorrenza di L. 150 milioni con la parte restante della disponibilità di cui sopra e per l'eccedenza maggiorando l'importo dei mutui di cui al punto ... della presente deliberazione gli interessi legali per il ritardato pagamento del prezzo convenuto per l'acquisto del palazzo di piazza Castello n. 161 saranno stanziati nel bilancio Regionale Titolo I dell'anno in cui devono essere corrisposti.
La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione, ai sensi dell'art. 65 dello Statuto".



PRESIDENTE

Sulla delibera è aperta la discussione. Chi chiede di parlare? Ha facoltà di parlare il Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Parlo per dichiarazione di voto. Noi avevamo già espresso in altra occasione il nostro punto di vista sui progetti di sistemazione della sede della Regione: avevamo chiesto che tale problema venisse visto in un quadro di programmazione dello sviluppo di queste strutture, che non è stato approntato; avevamo proposto - presentando un ordine del giorno che era stato votato dal Consiglio Regionale - che la Regione facesse i passi opportuni per acquisire a tal fine palazzi di carattere storico nel centro storico di Torino.
Non ci è poi stata data la possibilità di verificare quanto la Giunta ha fatto o sta facendo in rapporto a questi impegni assunti dal Consiglio Regionale, comunque non è stato presentato alcun piano di intervento o di utilizzo di edifici di carattere storico.
Alcuni Consiglieri del mio Gruppo avevano anche presentato, circa due mesi fa, in data 3 febbraio, una interrogazione urgente in cui si sollevava una serie di questioni inerenti alla validità degli strumenti edilizi che hanno dato luogo alla edificazione in piazza Castello (difficoltà insorte per l'approvazione del piano particolareggiato, difficoltà sollevate dalla Sovrintendenza ai monumenti) e si ponevano in evidenza certe circostanze per avere chiarimenti e anche perché venissero adottate misure per cautelarsi contro possibili speculazioni. Si precisava fra l'altro che il Consiglio Comunale di Torino aveva mesi prima approvato la vendita di una parte del terreno su cui insiste l'edificio all'angolo fra piazza Castello e via Palazzo di Città sulla base di centomila lire il metro quadrato. I 334 metri quadrati di proprietà Comunale erano stati venduti per 33 milioni e 400 mila lire, cifra irrisoria rispetto al valore fondiario che oggi viene speculato da parte di privati sulla cessione all'Ente pubblico Regione di questo palazzo. Stante ai prezzi richiesti alla Regione per l'acquisto, dodici milioni per ogni cento metri cubi all'incirca, di cui solo 3-4 sono per spese effettive di costruzione, è evidente che si effettua una speculazione sulla rendita fondiaria di 7-8 milioni ogni cento metri cubi.
Oltre a rilevare il fatto che dopo ben due mesi non si è ancora risposto ad una interrogazione che aveva carattere di urgenza, diciamo che rimane in noi la convinzione che non si sia proceduto con correttezza, che addirittura si è trascurato da parte dell'Ente pubblico, sia al momento della vendita di un patrimonio comunale pubblico, sia ora, al momento del riacquisto da parte della Regione di questo edificio, di controllare quanto avvenuto sul piano della speculazione delle aree.
Per queste ragioni, che mi paiono di fondo, noi voteremo contro la delibera presentata dalla Giunta.



PRESIDENTE

Altre dichiarazioni di voto? Ha facoltà di parlare il Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Il Gruppo socialista, che aveva votato a favore dell'acquisto del palazzo di piazza Castello, approverà oggi, ovviamente, la delibera che fissa le modalità finanziarie per tale acquisto.
Si permette, però, nel contempo, di ribadire le osservazioni che già aveva formulato in quella occasione. Ci si sta occupando dell'acquisto di questo palazzo per la Giunta, ma per la sede del Consiglio ancora non si è deciso nulla: si parla di palazzo Carignano, si dice che l'aula sarebbe libera, che vi sono delle prospettive, ma ancora non si è giunti a conclusioni.
In aggiunta a quelle obiezioni che già avevamo sollevato in rapporto al prezzo concordato, che anche a noi era sembrato eccessivo (purtuttavia avevamo aderito proprio perché pensiamo che il Governo della Regione debba avere sollecitamente una sua degna sede), facciamo rilevare che per quanto riguarda il Consiglio, le attrezzature del Consiglio, i locali per le Commissioni e per il loro funzionamento, tutto ciò che attiene all'impianto del Consiglio Regionale, ancora non si è provveduto. Mentre approviamo queste deliberazione per il Palazzo della Giunta, noi vi diciamo ancora: ricordiamoci che non si deve perdere di vista la necessità di provvedere ad una idonea soluzione per il Consiglio.



PRESIDENTE

L'Assessore Cardinali desidera fare una comunicazione che probabilmente consentirà di abbreviare la discussione su questo punto. Ne ha facoltà.



CARDINALI Giulio, Assessore all'urbanistica

Le comunicazioni in realtà saranno due, in risposta ai due aspetti che mi pare siano emersi negli interventi del Consigliere Rivalta e del Consigliere Viglione.
Il Consigliere Rivalta ha lamentato che non si sia ancora risposto all'interrogazione urgente presentata da lui e dal collega Berti. In realtà, la risposta è pronta da tre o quattro mesi: è il meccanismo del Consiglio che non ha finora permesso di inserirla opportunamente. Penso sia bene che la dia ora, senza attendere ulteriormente, visto che tra l'altro era iscritta all'ordine del giorno delle interrogazioni da discutere oggi.
Gli interrogati chiedevano alla Giunta "se fosse al corrente che il Piano Regolatore Generale del Comune di Torino prevede una larghezza della via Palazzo di Città di metri 14 (era scritto erroneamente 16) e che pertanto l'edificazione della parte di edificio incidente su tale previsto allargamento, contrastando con detta norma, è stata effettuata in base ad una licenza concessa in precario". Su questo punto la risposta è affermativa: sì, il piano regolatore prevedeva una larghezza stradale di 14 metri e la licenza venne concessa in precario.
Si legge ancora nell'interrogazione: "Per sapere a quale punto della procedura di approvazione si trova il piano particolareggiato che l'Amministrazione Comunale di Torino ha adottato a suo tempo in variante alle indicazioni del Piano regolatore generale, nell'ambito del quale è previsto il ripristino della larghezza della via nella sua dimensione ristretta originaria".
Effettivamente, il Comune aveva adottato questo piano particolareggiato, che ripristinava questa larghezza stradale. Il piano particolareggiato ha avuto tutte le approvazioni, sia dalla Sovraintendenza che dalla Sezione urbanistica, e sta in questo momento traducendosi in decreto da parte del Presidente della Giunta Regionale.
Leggo ancora dall'interrogazione: "Per sapere se la proprietà del terreno su cui era previsto l'allargamento di via Palazzo di Città risulta del Comune di Torino ed è stato ad esso di recente ceduto, ed in questo particolare caso come si intende garantire che la Società edificatrice non operi speculazioni".
Per l'acquisto nell'area risultante dal piano particolareggiato, cioè la differenza fra i 14 metri e quelli che rappresentano la larghezza effettiva della via Palazzo di Città, sono stati versati dalla Società costruttrice 35 milioni, e la delibera di cessione a queste condizioni è stata approvata dal Consiglio comunale di Torino all'unanimità.
"Per sapere quali sono i pareri espressi dalla Sovrintendenza ai monumenti e dal Provveditore alle Opere pubbliche, nonché dal Ministero ai Lavori pubblici in proposito, e per sapere se esistano valutazioni che abbiano indotto gli organi competenti a respingere il piano particolareggiato".
Il piano particolareggiato era stato inviato al Ministero dei Lavori Pubblici, il quale l'aveva restituito con alcune osservazioni. Il Comune di Torino aveva controdedotto a queste osservazioni, e le controdeduzioni erano state assegnate sia al Provveditorato alle Opere pubbliche che alla Sovrintendenza ai monumenti.
Come ho già detto, i due Uffici hanno espresso parere favorevole a questo piano particolareggiato riproposto dal Comune di Torino e alle relative controdeduzioni.
Tralasciando quello del Provveditorato alle Opere Pubbliche - Sezione urbanistica, che, ripeto, è di approvazione senza alcun tipo di condizione cito il parere della Sovrintendenza nei confronti di questo piano particolareggiato: "Questo Ufficio ha esaminato il piano particolareggiato indicato in oggetto e ritiene che in linea generale lo stesso possa essere approvato, alle seguenti condizioni: 1) che la facciata da ricostruirsi sulla Piazza Castello venga risolta con una soluzione simmetrica, secondo il progetto già esaminato da questa Sovrintendenza con esito favorevole. Si è rilevato, infatti, che, mentre l'impostazione generale del piano di che trattasi è senz'altro da condividere, perché tende a risolvere una frattura da anni esistente in uno degli ambienti più rappresentativi della città, una soluzione di facciata risolta ripetendosi metricamente il partito architettonico sarebbe più coerente con il carattere generale della piazza 2) che per quanto riguarda il fabbricato prospiciente sulla via Garibaldi e il relativo risvolto sulla via XX Settembre, venga in ogni caso assicurato il mantenimento delle facciate esistenti".
Quindi, il parere della Sovrintentenza riguardava puramente il lato architettonico della questione, e come tale va considerato come fatto di approvazione, tant'è che le costruzioni si sono attuate a queste disposizioni. Quindi, mi pare che la soluzione abbia sotto questo profilo tutti gli aspetti della regolarità, e sia, ripeto, conclusa nel momento stesso in cui questo piano particolareggiato, per le nuove competenze assegnate alla Regione, viene approvato dalla Regione stessa.
Quanto al discorso sollevato dal collega Viglione, mi limito a dar lettura delle comunicazioni che il Presidente della Giunta aveva predisposto in merito.
"In esecuzione della delibera del Consiglio Regionale del 28 gennaio '72, in data 18 febbraio uscente semestre, ho indirizzato al Ministro delle Finanze, e per conoscenza al Sovrintendente ai Monumenti del Piemonte istanza per l'utilizzazione quale sede del Consiglio Regionale e dei relativi servizi, di Palazzo Carignano, in Torino, appartenente al Demanio dello Stato.
Il Ministro Pella ha impartito sollecitamente disposizioni ai Servizi del suo Ministero, inviando a Torino un Ispettore Generale con il compito di esaminare la situazione di occupazione del Palazzo anzidetto e le possibilità di accoglimento della richiesta avanzata dalla Regione Piemonte. Nelle trattative che ne sono seguite, specie con la Direzione del Museo nazionale del Risorgimento italiano, il quale occupa attualmente la parte dell'edificio di più immediata necessità per le esigenze del Consiglio Regionale in particolare la grande aula del Parlamento italiano e l'adiacente galleria del Risorgimento europeo al primo piano, è emersa la possibilità di procedere in tempi brevi all'acquisizione delle predette sale e gallerie e di alcuni locali adiacenti per sistemarvi l'aula del Consiglio Regionale ed i servizi connessi ai lavori del medesimo.
La Direzione del Museo si è dichiarata disponibile per la dismissione dei locali, dietro l'assunzione da parte della Regione dei seguenti impegni: 1) assunzione da parte dell'Ente Regionale di tutte le spese che si renderanno necessarie per la sistemazione dei locali del Museo in conseguenza delle modifiche da apportare all'attuale sistemazione (opere di muratura, sanitarie, di tinteggiatura eccetera), secondo un progetto che è in corso di allestimento e che verrà inviato entro i prossimi giorni nonché delle spese di trasferimento di materiale 2) la possibilità per il Museo di disporre dei cosiddetti appartamenti dei Carignano, che già sono stati richiesti dall'Intendenza di Finanza alla Sovrintendenza alle gallerie, tali appartamenti essendo la sola parte del Palazzo che, per le sue caratteristiche museografiche, può essere inserita nel Museo senza alterarne l'impostazione, consentendo una almeno parziale sistemazione di alcune delle sale che saranno sacrificate 3) il rimborso delle spese rilevanti sostenute dal Museo per la sistemazione, avvenuta due anni or sono, della galleria prospiciente l'aula del Parlamento nazionale; spese che risulterebbero diversamente effettuate in pura perdita mentre la Regione se ne potrà avvantaggiare nel modo più immediato e completo 4) un preciso impegno da parte della Regione, che sarebbe bene assumesse forma di delibera consiliare, che alle collezioni relative alla lotta di liberazione verrà non appena possibile data degna e conveniente sistemazione, riconoscendosi così il significato che dette collezioni hanno per illustrare una parte così importante della storia piemontese.
Il Ministero delle Finanze, in data 17 marzo uscente semestre, ha inviato al Ministero della Pubblica Istruzione, Direzione generale delle Antichità e delle Belle Arti, e per conoscenza ad altri Enti interessati all'operazione, la lettera protocollo n. 100559, nella quale, fatto il punto della situazione di attuale utilizzazione dell'intero palazzo da parte di Enti e Associazioni varie, esprime l'avviso che si possa assicurare, previ accordi con alcuni Enti, la sistemazione immediata dell'aula del Consiglio Regionale, indicando inoltre future possibilità di ampliamento della dotazione di vani a favore della Regione, con lo sgombero della parte del palazzo utilizzata dall'Università. Di qui la necessità dell'assenso del Ministero della Pubblica Istruzione. Si ritiene infatti che nelle prospettive di potenziamento delle sedi dell'Ateneo torinese l'Università sia in grado di dismettere entro pochi anni i locali da essa occupati per Istituti delle Facoltà di geologia e di lettere, consentendo al Consiglio Regionale di insediarvi i servizi generali e le Commissioni".



PRESIDENTE

Preciso, unicamente per la collocazione formale: eravamo in sede di dichiarazione di voto; in realtà, il Vicepresidente della Giunta ha risposto ad una interrogazione che era fra quelle iscritte questa mattina a richiesta dei Consiglieri Rivalta e Berti. Possiamo considerare discussa tale interrogazione e depennarla?



RIVALTA Luigi

Vorrei avere la facoltà di dichiararmi soddisfatto o no di questa risposta.



PRESIDENTE

Ne ha facoltà.



RIVALTA Luigi

Colgo alcune delle indicazioni che ci sono state date dall'Assessore Cardinali in risposta alla nostra interrogazione, precisamente quelle in merito agli strumenti urbanistici.
Faccio solo notare che si è arrivati ad una situazione paradossale: dopo che la Sovrintendenza aveva sollevato alcune questioni in merito alle caratteristiche dell'edificio e all'approvazione del piano particolareggiato, ad acquisire questo palazzo è proprio la Regione, alla quale ora compete l'approvazione dei piani particolareggiati che danno convalida alla costruzione di questo palazzo.
Altro punto della risposta dell'Assessore Cardinali che mi pare non possa assolutamente essere considerato positivamente è quello relativo ai processi di speculazione che sono intervenuti nel giro di pochi mesi attraverso l'alienazione di un patrimonio comunale ed una proprietà privata e poi ancora nella cessione da parte della proprietà privata di questo patrimonio all'Ente Regione, quindi ad un Ente di carattere pubblico.
Questo palazzo viene valutato un miliardo e 900 milioni, e più del 50 per cento di questo valore (per stare in una indicazione minima, che non pu essere confutata) è coperta dalla rendita fondiaria. Il Comune di Torino aveva venduto circa un quarto di quell'area per 35 milioni; oggi la Regione acquista il valore fondiario di questo palazzo per qualcosa come un miliardo: dai 35 milioni incassati dal Comune per la cessione al quarto di miliardo che viene ora a pagare la Regione, il salto è veramente forte tanto più se si pensa che fra l'una e l'altra operazione è trascorso poco più di un anno. Ripeto che deploro che non si sia assolutamente posto mente a questa situazione e che il modo di procedere incauto da parte della Giunta Regionale abbia di fatto favorito tutto un processo di acquisizione di rendita fondiaria.
Sotto questo profilo mi ritengo assolutamente insoddisfatto della risposta che ci è stata data dall'Assessore Cardinali.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

La risposta dell'Assessore Cardinali evidenzia, a me pare, che in effetti si parla soltanto di una possibilità di un'aula. La possibilità che le Commissioni, gli Uffici di presidenza, tutte le strutture che ruotano attorno al Consiglio, trovino sistemazione a Palazzo Carignano dipende da una serie di circostanze il cui verificarsi richiederà non poco tempo.
L'Assessore Cardinali ha parlato di quattro-cinque anni almeno: dunque, per la prima legislazione del Consiglio Regionale non vi sarà possibilità di un idoneo funzionamento per il Consiglio Regionale. Ora, pagare un prezzo così alto come quello che ci viene richiesto - sotto forma di adattamenti, di rimborsi spese per lavori già effettuati, di garanzie, per cui si tratterà di decine, se non centinaia, di milioni - per avere la disponibilità soltanto di un'aula non mi pare conveniente: tanto vale rimanere in questa sede, pur con tutte le difficoltà che il suo utilizzo comporta per i lavori del Consiglio Provinciale e del Consiglio Regionale.
Si puntava su Palazzo Carignano nel suo complesso, perché esso ospitando il Consiglio Regionale con tutti i suoi addentellati, tornasse a rappresentare un qualcosa di vivo e di interessante, oltre a mantenere il suo valore storico: se ci si deve accontentare di quell'aula del Parlamento Subalpino nella quale Cavour e Garibaldi ebbero i loro scontri più feroci presenti alla mente di tutti coloro che hanno letto un po' di storia, tale scopo viene meno, e non vedo come la Regione possa spendere somme ingenti (forse cento o duecento milioni per una situazione così parziale). Non si può procedere in funzione di una pura aspettativa (che l'Università lasci liberi i locali che occupa attualmente, o che altri locali siano dati al Consiglio Regionale). Se la soluzione viene vista nella sua globalità, è opportuno che le trattative vengano condotte avanti, con l'intervento degli organi statali; ma se la disponibilità che ci si offre è soltanto di un'aula, tanto vale che il Consiglio continui a riunirsi in quest'aula della Prefettura di Torino.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Penso che il Consiglio Regionale dovrà discutere, anche sulla base di quanto scritto in una lettera che abbiamo ricevuto dagli esponenti del Museo del Risorgimento, delle iniziative da assumere in ordine a Palazzo Carignano. Quando tale discussione si farà, esporrò le mie opinioni, che dico subito, differiscono da quelle di Viglione, in quanto io opto per l'acquisizione, per intanto, dell'aula, per ovvi motivi, rimandando ad un secondo tempo una sistemazione più organica dei servizi connessi al Consiglio.
Ora desidero intervenire brevemente per dichiarazione di voto in ordine all'acquisto dei palazzi di Piazza Castello. Nella precedente discussione noi avevamo espresso parere contrario, che avevamo motivato con ragioni tuttora valide, sulle quali non ritorno. Rilevo soltanto che il Consiglio Regionale si appresta a decidere una spesa assai ingente, di oltre tre miliardi di lire, attraverso una deliberazione e non con legge. Ciò avviene in una situazione abbastanza complessa (non c'è ancora il bilancio ecc.
ecc.), dopo una precedente deliberazione. Di ciò avevamo discusso nella conferenza dei Capigruppo, già in quella sede ponendo in evidenza che noi riteniamo che questo non debba costituire un precedente. Noi dobbiamo decidere spese e scelte sulla base soprattutto di leggi: la deliberazione dovrebbe essere assunta solo in via eccezionale, per questioni di ordinaria amministrazione.
Quindi noi, oltre che continuare a votare contro, per i motivi già esposti nell'altra seduta, diciamo che questo sistema di deliberare una spesa di tre miliardi con una delibera e non con legge - non credo sia qui il caso di spiegare la differenza fra la deliberazione e la legge, che hanno due procedure di formazione completamente diverse - non debba avere seguito e debba essere limitato a casi di carattere veramente eccezionale.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare, per dichiarazione di voto, il Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Esprimo incidentalmente il mio apprezzamento per l'attività svolta dal Presidente della Giunta ai fini dell'acquisizione di Palazzo Carignano o dei locali che interessano ai fini della sistemazione del Consiglio Regionale.
Sono dell'avviso che eventuali inconvenienti e remore non debbono sospingerci ad ondeggiamenti per cui un giorno vogliamo a tutti i costi acquisire palazzi storici e il giorno dopo, di fronte a difficoltà facciamo marcia indietro. Piuttosto, sollecitiamo ulteriori interventi affinché i tempi vengano accorciati.
Quanto alla deliberazione che ci viene sottoposta, mi richiamo alle considerazioni che ho svolto in una precedente seduta, in base alle quali preannuncio il mio voto favorevole, e ritengo, quello del mio Gruppo.



PRESIDENTE

Nessun altro chiede di parlare per dichiarazione di voto? Allora, la delibera viene posta in votazione.
E' stata data lettura della proposta di deliberazione. Il Consiglio ritiene che si debba rileggere ancora, prima di procedere alla votazione per quanto tutti i Consiglieri l'avessero già ricevuta fra i documenti relativi alla precedente convocazione? Allora, non ne viene richiesta la rilettura.
Mi si fa rilevare che nell'ultima facciata del testo di questa proposta di delibera, per un errore di scritturazione è stata omesso il numero "1".
L'esatta dizione è: "per l'eccedenza maggiorando l'importo dei mutui di cui al punto 1 della presente deliberazione".
Chi approva la presente delibera così completata è pregato di alzare la mano. La delibera è approvata con 26 voti favorevoli, 11 contrari, 1 astensione.


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale - Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Sull'ordine dei lavori (seguito)


PRESIDENTE

Dovremmo passare al punto nono dell'o.d.g. Chiede di parlare il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, considerata l'importanza dell'argomento e la necessità di trattarlo in modo completo, diffuso e organico, proporrei che esso venisse iscritto all'ordine del giorno della prossima seduta, al primo punto o fra i primi punti.



PRESIDENTE

C'era però una richiesta del Consigliere Berti nel senso di discuterlo nella seduta odierna.



BERTI Antonio

Però, dato che abbiamo preso impegno di incontrarci adesso, insieme a tutti i Capigruppo, con i rappresentanti dei dipendenti delle Province, che da questa mattina attendono questo incontro dal quale deve scaturire una risposta ai loro problemi, in considerazione dell'importanza dell'argomento, che richiede una discussione fatta con tranquillità e senza vincoli di tempo, accediamo alla proposta che questo punto e quello sulla Montedison siano iscritti come primi due argomenti da trattare nella seduta di giovedì 6 aprile, cosicché adesso la seduta si concluda per consentirci questo incontro.



PRESIDENTE

Veramente, dobbiamo ancora trattare un argomento: "Contingenti numerici e qualifiche funzionali provvisorie del personale regionale - Norme relative al personale comandato per la prima costituzione degli Uffici", che ha carattere di urgenza. Potremmo sospendere la seduta per il tempo necessario allo svolgimento dell'incontro; nel contempo potrebbe riunirsi la Commissione VIII. Può essere sufficiente una sospensione di un quarto d'ora?



BERTI Antonio

Non credo assolutamente che un quarto d'ora possa essere sufficiente a risolvere una questione della complessità di quella dell'organico.
La mia proposta è pertanto di concludere ora la seduta, rinviando tutti gli altri punti, compreso il punto 9, alla cui trattazione nella giornata di oggi rinunciamo, accedendo alla richiesta avanzata dal Consigliere Bianchi, alla riunione successiva, quella fissata per il 6 aprile.



PRESIDENTE

Perché questa proposta possa essere accolta bisogna che non vi sia dissenso da parte di alcun Consigliere, e soprattutto che vi aderisca il Presidente della VIII Commissione.



VIGLIONE Aldo

Io non sono d'accordo: ritengo che questa deliberazione debba essere discussa oggi.



SANLORENZO Dino

A mio avviso sarebbe opportuno protrarre i lavori ancora un poco, penso non molto oltre le 14, per esaminare, subito dopo l'incontro che i Capigruppo devono avere con il personale delle Province, e la contemporanea riunione della Commissione 8^, i due punti in questione. L'incontro dei Capigruppo con i Sindacati dei Dipendenti delle Province non dovrebbe impegnare più di mezz'ora-quaranta minuti; e la discussione in aula del provvedimento che concerne la Commissione VIII, se la Commissione avrà esaminato preventivamente i vari aspetti della questione, non potrà essere molto lunga.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

La richiesta avanzata dal Capogruppo comunista Berti mi pare legittima e seria. Vorrei però conoscere le esigenze della Giunta in ordine al problema sollevato dal collega Viglione: perché non ritengo che si possano affrontare due problemi di questa gravità contemporaneamente. Penso in particolare ai colleghi unici rappresentanti di un Gruppo, che non hanno certo il dono dell'ubiquità.



NESI Nerio

Signor Presidente, la reazione piuttosto vivace del Consigliere e compagno Viglione si spiega con il fatto che egli è stato spesso ingiustamente accusato di aver ritardato, come Presidente della VIII Commissione, i lavori relativi all'oggetto della materia di cui si tratta.
Io condivido, pertanto, la sua impostazione. Se però ci fosse una richiesta ufficiale, messa agli atti, di sospensione da parte della Giunta si potrebbe aderire alla proposta di rinvio.
Qual è il parere della Giunta? L'VIII Commissione, e per essa il compagno Consigliere Viglione, è pronta a discutere oggi. Dica la Giunta se vuol chiedere ufficialmente di rinviare il dibattito. Su queste basi potremo discutere.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Vicepresidente della Giunta, Cardinali.



CARDINALI Giulio, Vicepresidente della Giunta Regionale

Personalmente, sono del parere che, una volta stabilito che il Consiglio Regionale tiene seduta mattino e pomeriggio, tale decisione va osservata. Altrimenti, a fare le spese dei rinvii finisce sempre con l'essere la Giunta.



BERTI Antonio

Tengo a precisare a chiare lettere che per quel che ci concerne siamo pronti a proseguire anche fino a mezzanotte.



CARDINALI Giulio, Vicepresidente della Giunta Regionale

L'urgenza di discutere questa delibera scaturisce dalla preoccupazione del personale per l'approssimarsi della data del 1° aprile, che segna il trasferimento di tutti i contingenti dello Stato. La delibera stabilisce un certo tipo di mansioni, di livelli, in cui può trovare collocazione il personale che già ha lavorato, ed in modo soddisfacente, in questa fase iniziale presso la Regione.
Io credo che sia possibile risolvere questo problema oggi, nei tempi che sono stati indicati; prontissimo, comunque, per quanto mi riguarda, a rimanere qui per tutto il tempo che sarà necessario.



BIANCHI Adriano

Dopo questa puntualizzazione da parte della Giunta, propongo che si proceda in questo modo: la Commissione, mentre i Capigruppo si recano all'incontro, precederà all'esame e il suo Presidente, al rientro in aula darà comunicazione delle conclusioni cui sarà pervenuta. Se da queste conclusioni apparirà la necessità di un lungo esame e dibattito esamineremo insieme l'opportunità di proseguirlo e concluderlo il 6 aprile se invece la soluzione si presenterà facile, porteremo a termine l'argomento.



BERTI Antonio

Sono due le questioni che io pongo.
Non posso dar torto a Viglione che, essendo stato accusato di condurre a rilento i lavori della Commissione, si premunisce da ulteriori eventuali accuse precisando di essere pronto e di voler discutere oggi. D'altra parte, non mi sento di discutere una deliberazione che riceviamo oggi: non voglio fare qualcosa che non potrei fare con cognizione di causa. E' vero che incombe sui dipendenti la scadenza del 1° aprile, ma non si pu decidere sotto l'assillo della fretta su una delibera di tale portata senza neppure avere avuto il tempo di rendersi conto di come stanno le cose. Non rinuncio al diritto di esaminare con calma la delibera. Altrimenti, tanto varrebbe delegare la decisione alla Commissione in sede deliberante. Un simile modo di lavorare non è accettabile. Sulle questioni del personale abbiamo sempre deliberato in questo modo, con poche ore di tempo a disposizione: eppure si tratta di questioni molto serie e delicate, e l'agitazione di oggi sta a dimostrarlo. Dateci il tempo di renderci conto di quel che si decide: se siamo arrivati al 30 marzo a discutere di queste questioni, la colpa non è nostra, ma ancora una volta della Giunta, che arriva sempre in ritardo.
Non ammetto però neppure che ci si accusi di chiedere continuamente la sospensione di lavori già programmati: per quanto riguarda il Gruppo comunista, chiedo ufficialmente che la seduta prosegua ogni pomeriggio.
Avevamo acceduto alla richiesta, che avevamo ritenuto accoglibile, di un gruppo di Consiglieri Regionali che in considerazione di una ricorrenza religiosa avevamo chiesto di avere oggi il pomeriggio libero, in un quadro di rapporti molto corretti, che tiene conto anche delle esigenze degli altri. Per quanto riguarda noi, siamo sempre disponibili a discutere tutti i punti iscritti all'ordine del giorno.
Ecco pertanto la mia richiesta: si voti sulla continuazione della seduta oggi pomeriggio per portare ad esaurimento l'ordine del giorno. La Commissione avrà così ampia disponibilità di tempo e noi potremo discutere e prender visione di quanto ci sta a cuore.



PRESIDENTE

Mi pare che non sia nemmeno necessario votare, dato che l'ordine del giorno già prevedeva la continuazione dei lavori nel pomeriggio e una proposta formale di sospensione dei lavori non è stata fatta, ma si aderiva tacitamente ad un accordo che era intervenuto in considerazione di certi motivi di opportunità che erano stati fatti presenti.
Dato che ora deve svolgersi l'incontro dei Capigruppo con i rappresentanti, io sospenderei i lavori per riprenderli, come era d'altronde già previsto, alle ore 16.
Si preferisce proseguire i lavori ora? Io sono disponibile a fare come il Consiglio ritiene meglio. D'altronde, sono le 13,30 e solitamente non concludiamo i lavori prima delle 14.



BERTI Antonio

Noi comunque ora andiamo ad incontrare la delegazione.



ROSSOTTO Carlo Felice

Se i lavori del Consiglio Regionale non ti interessano fa pure.



BERTI Antonio

Per me è importante discutere con i dipendenti, che da questa mattina sono in attesa di questo incontro.



ROSSOTTO Carlo Felice

Allora, chiedi la sospensione dei lavori.



BERTI Antonio

L'ho chiesta, ed il Presidente aveva persino già dichiarato la sospensione della seduta rimandando ad oggi pomeriggio la prosecuzione dei lavori.



PRESIDENTE

Veramente, era una proposta che faceva seguito alla sua richiesta.
Comunque, ad evitare altre discussioni, prego il Consigliere Bianchi di voler formalizzare, così da renderla ufficiale, la sua richiesta di sospensione dei lavori nella seduta pomeridiana, che si contrappone alla proposta del Consigliere Berti; dopo di che le metterò in votazione entrambe.



VIGLIONE Aldo

Noi opteremmo per questa soluzione: la seduta viene sospesa per permettere ai Capigruppo di incontrarsi con i dipendenti e alla VIII Commissione di riunirsi per decidere in merito al suo problema; alle 14,30 15 riprendono i lavori, e la Commissione VIII riferisce.



PRESIDENTE

Se vogliamo essere formali, dobbiamo procedere secondo un certo ordine.
Consigliere Bianchi, lei chiede formalmente che siano sospesi i lavori del pomeriggio?



BIANCHI Adriano

La mia richiesta, signor Presidente, in funzione di un accordo che sembra tacitamente avvenuto fra tutti i Consiglieri, era, proprio per rispetto delle esigenze del lavoro del Consiglio, della proposta della Giunta e dei problemi del personale, che si procedesse ad una sospensione temporanea di questa seduta ed alla sua continuazione e conclusione dei lavori della Commissione, che erano previsti come molto brevi da parte del suo Presidente, con rinvio al momento della ripresa della eventuale formalizzazione di una proposta di sospensione della seduta pomeridiana.
Comunque, poiché il Presidente ritiene opportuno che si voti fin d'ora sul da farsi, chiedo che la seduta pomeridiana non venga tenuta, si proceda se mai ulteriormente al prolungamento della seduta in corso fino ad esaurimento dei nostri lavori.



PRESIDENTE

Allora ci sono due richieste: quella del Consigliere Berti di concludere ora la seduta del mattino e riprendere i lavori al pomeriggio l'altra, avanzata ora dal Consigliere Bianchi, di aggiornare i lavori rinviando tutti gli altri argomenti alla seduta di giovedì ventuno, al termine del dibattito, che si potrà fare ancora questa mattina, sul punto n. 14 dell'ordine del giorno, dopo che la Commissione VIII abbia relazionato in merito ai lavori che ora svolgerà.
Metto innanzitutto ai voti la proposta fatta dal Consigliere Berti, in quanto fatta per prima, di continuare i lavori anche nel pomeriggio: chi approva questa proposta è pregato di alzare la mano.
La proposta è approvata da 12 Consiglieri, 20 sono contrari. Allora, la proposta del Consigliere Berti non è accolta. Ora dobbiamo votare sulla proposta del Consigliere Bianchi di sospendere momentaneamente la seduta per dar modo alla Commissione VIII di riunirsi, e di continuare poi i lavori considerandoli lavori della mattina. Chi è d'accordo su questa proposta è pregato di alzare la mano.
La proposta è approvata da 23 Consiglieri, nessun contrario, astenuti 10.
La seduta è sospesa. Pregherei la Commissione di esaurire se possibile i lavori in una mezz'ora.



(La seduta, sospesa alle ore 13,30, riprende alle ore 14,30)


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale - Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Contingenti numerici e qualifiche funzionali provvisorie del personale regionale. Norme relative al personale comandato per la prima costituzione degli Uffici


PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Viglione, Presidente della VIII Commissione.



VIGLIONE Aldo, Relatore

Colleghi Consiglieri, la VIII Commissione ha valutato positivamente la deliberazione proposta dalla Giunta. Praticamente con tale delibera viene liquidato il verticalismo dell'organizzazione del personale per far luogo a fasce funzionali che attengono a concetti più moderni.
La Commissione è pertanto disposta ad approvare la delibera, ma chiede un impegno della Giunta e due emendamenti, uno aggiuntivo ed uno soppressivo.
L'impegno è in relazione al punto 2, ove si legge: "Al personale comandato degli Enti locali e degli Uffici periferici dell'Amministrazione dello Stato nell'ambito della Regione, e, in quanto sia necessario, degli altri Uffici statali centrali, sono attribuite qualifiche funzionali in ogni caso non inferiori a quelle assimilabili rivestite presso le Amministrazioni di provenienza, individuate dalle tabelle ". La Commissione ha ritenuto che si debba chiedere alla Giunta una dichiarazione con la quale questa si impegni a provvedere a ciò entro il 30 maggio.
L'emendamento aggiuntivo riguarda l'art. 5, là dove si legge: "Al personale comandato alle Regioni dallo Stato di Enti locali, in servizio presso la Regione Piemonte, salvo demerito a norma delle disposizioni vigenti..." e consiste nell'aggiungere a questo punto: "a domanda".
L'Emendamento soppressivo riguarda la tabella A, ove vorremmo vedere scritto "operaio", con cancellazione della qualifica "comune", che è priva di significato.



PRESIDENTE

Qualcuno vuol parlare sulla relazione del Presidente della VIII Commissione? Ha facoltà di parlare il Consigliere Besate.



BESATE Piero

In merito a questo provvedimento, presentato proprio in extremis rispetto alla scadenza del 1° aprile, vorremmo osservare, intanto, che sarebbe molto opportuno che con un suo impegno la Giunta integrasse il dispositivo di delibera, precisando che la facoltà conferita all'organo esecutivo regionale di provvedere all'attribuzione delle qualifiche funzionali verrà esercitata nel più breve periodo di tempo possibile; il che vuol dire, contestualmente, che dev'essere preventivamente e sollecitamente nominata la Commissione mista fra Amministrazione e Dipendenti per l'esame in sede consultiva dell'attribuzione delle qualifiche funzionali.
Noi riteniamo che, proprio in ossequio al principio che ispira tutto il provvedimento, che è quello di salvaguardare gli interessi del personale presente attualmente alla Regione, e in posizione di comando e in posizione di fatturista, portellista, si debba procedere con rapidità a questa attribuzione. Pensiamo che, tutto sommato, il necessario esame possa essere svolto molto rapidamente e che la Giunta possa nel giro, al massimo, di una trentina di giorni, quindi entro il 30 aprile o poco più in là, esercitare la facoltà che le viene attribuita, previa costituzione e funzionamento della Commissione mista consultiva.
Chiederemmo pertanto un'assicurazione in proposito, in mancanza della quale ci vedremmo costretti a proporre un emendamento al dispositivo di deliberazione.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Presidente della Giunta.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Il principio informatore della delibera, al quale si è riferito il collega Besate, è precisamente quello di tutelare il personale che ha di fatto affrontato tutta la fase di primo impianto, non soltanto per quanto riguarda l'immissione nei ruoli regionali attraverso una particolare procedura ma anche per quanto riguarda il suo collocamento dal punto di vista della qualifica funzionale.
Per arrivare a portare a termine questo lavoro, trenta giorni sono, a mio giudizio, un periodo di tempo troppo limitato, che ci metterebbe in condizioni di non riuscire a tutelare adeguatamente sotto questo profilo il personale che già lavora per la Regione. Come voi sapete, lo Stato, per attuare il trasferimento di suo personale alle Regioni, si è riservato come comprovano i decreti delegati ed anche i telegrammi che pervengono dal Ministero delle Regioni, un periodo di transizione di tre mesi. Ritengo perciò doveroso porre al Consiglio l'interrogativo se non ritenga opportuno, proprio per non assumersi la responsabilità di procedere in modo non conforme all'intendimento con il quale è stato proposto il provvedimento, attendere di avere il quadro esatto della situazione del personale, anche di quello trasferito dallo Stato, per arrivare ad una collocazione in qualifiche funzionali che oggettivamente risponda alla posizione che il personale comandato ha avuto in tutta la fase di primo impianto, correlandola nel modo migliore possibile alla posizione dei funzionari che verranno trasferiti dallo Stato alle Regioni nelle materie di competenza proprie dei decreti delegati. E' una domanda sulla quale ritengo che il Consiglio Regionale debba soffermarsi un attimo a meditare prima di chiedere impegni di tempo. Non va dimenticato che, collocando in una determinata posizione i nostri funzionari senza aver prima il quadro esatto di ciò che ci è trasferito dallo Stato, rischieremmo di non venire incontro alle legittime aspettative del personale.
Prima di prendere un impegno in fatto di limiti di tempo, accettando una scadenza obiettivamente molto ravvicinata quale quella di trenta giorni, vorrei che questo problema fosse considerato attentamente, proprio ad evitare che la Giunta venga a trovarsi in una condizione di obiettiva difficoltà o di non lavoro anche con la stessa Commissione del personale che si interesserà di questi problemi.



VIGLIONE Aldo

Relatore. Vorrei precisare al Presidente che l'impegno chiesto dalla Commissione all'unanimità era di operare entro il 30 maggio, quindi entro sessanta giorni, non entro trenta. In sessanta giorni c'è la possibilità di avere un quadro preciso della situazione: entro aprile noi sapremo, almeno sulla carta, beninteso, quale personale sarà trasferito, entro maggio si potrà procedere.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Fatto presente questo, la Giunta non ha difficoltà ad accettare la scadenza del 30 maggio.



PRESIDENTE

Il Consigliere Besate non ha nulla da obiettare?



BESATE Piero

Se il Presidente della Giunta dichiara di accettare l'impegno a rispettare il termine di massima del 30 maggio, sono d'accordo anch'io.
Desidero sia chiaro che io interpreto le parole del Presidente Calleri nel senso di una preoccupazione intesa a salvaguardare la collocazione del personale attualmente facente parte degli Uffici della Regione, senza subordinarla alle esigenze del personale che nel futuro sarà trasferito alle Regioni dello Stato. E' giusta questa mia interpretazione?



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Giustissima.



PRESIDENTE

Nessun altro chiede di parlare? Allora possiamo passare alla votazione sulla delibera.
Il Presidente Calleri mi fa rilevare l'opportunità di correggere un errore materiale di somma al fondo dell'ultima pagina: il totale esatto è 425, anziché 424.
Pongo ai voti la delibera con l'emendamento aggiuntivo: all'art. 5 dopo le parole "disposizioni vigenti" aggiungere "a domanda". Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. E' approvata all'unanimità.
Pongo ai voti la delibera con l'emendamento soppressivo: dopo la parola "operaio" togliere la qualificazione "comune". Chi approva è pregato di alzare la mano. E' approvata all'unanimità.
Il Consiglio ritiene che occorra dare lettura della delibera quale risulta dopo l'approvazione degli emendamenti? Allora, pongo in votazione la delibera emendata nel suo complesso. Chi l'approva è pregato di alzare la mano. La delibera è approvata all'unanimità.


Argomento:

Interpellanze, interrogazioni e mozioni (annuncio)


PRESIDENTE

Sono pervenute all'Ufficio di Presidenza interpellanze, interrogazioni e mozioni.
Se ne richiede la lettura, oppure, come ormai mi sembra consuetudine invalsa, il Consiglio accetta che i documenti vengano allegati a quelli di convocazione della seduta di giovedì prossimo? Nessuno ha da eccepire a questa seconda soluzione? Prima di togliere la seduta, desidero porgere gli auguri per la prossima Pasqua ai colleghi Consiglieri, al Presidente della Giunta, alla Giunta ed a tutta la Regione Piemonte.



(La seduta ha termine alle ore 14,40)



< torna indietro