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Dettaglio seduta n.71 del 23/12/71 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE OBERTO



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo il Presidente Vittorelli e per questa ragione presiedo la riunione di questa mattina.
Hanno chiesto altresì congedo i colleghi Consiglieri Fabbris, Franzi Garabello tutti e tre indisposti, ai quali accompagno i voti di una pronta guarigione perché possano riprendere presto il loro posto di lavoro. Ha chiesto anche congedo il Consigliere Curci che è fuori sede. Sono assenti ovviamente giustificati, il Presidente Calleri ed i Consiglieri Berti e Petrini.



RASCHIO Luciano

E' anche assente il collega Marchesotti, ammalato.



PRESIDENTE

Allora viene associato nell'augurio di pronto ristabilimento.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio


PRESIDENTE

Devo informare il Consiglio che questa mattina troveranno scoperti alcuni servizi. La Provincia di Torino ha fatto pervenire al Segretario Generale della Regione una lettera della quale dò lettura: "Con riferimento ai colloqui a suo tempo intercorsi relativi all'utilizzazione degli uscieri e degli addetti alla pulizia della Provincia in occasione delle sedute del Consiglio Regionale, spiace dover comunicare che non è più possibile fornire il suddetto personale in quanto al presente sussiste una notevole carenza di dipendenti con le qualifiche di cui trattasi. A tale specifico motivo si deve aggiungere che l'attuale necessità di ultimare i giorni di congedo ordinario e la forte percentuale di assenze per malattia rendono ancora più precaria la situazione del citato personale".
Nel dare notizia di quanto sopra e pregando quindi i Consiglieri di sopportare questa situazione di disagio, non posso che auspicare che la difficoltà sia rapidamente superata, in modo che i servizi del Consiglio possano procedere con quella speditezza e quell'ordine che tutti quanti desideriamo.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

L'ordine del giorno del Consiglio reca: "Approvazione verbali sedute precedenti".
Prego uno dei Consiglieri Segretari di darne lettura.



GERINI Armando, Segretario

dà lettura dei verbali delle sedute del Consiglio del 1^ dicembre, ore 16 e del 2 dicembre, ore 10



PRESIDENTE

I signori Consiglieri hanno ascoltato la lettura dei verbali delle sedute precedenti. C'è qualche osservazione da fare? Nessuno chiedendo la parola si intendono approvati senza alcuna riserva.


Argomento:

Documenti - Annuncio e assegnazione a Commissioni


PRESIDENTE

Informo che sono pervenuti dalla Giunta Regionale i seguenti documenti tutti già assegnati per l'esame in sede referente, alle competenti Commissioni consiliari: parere della Giunta Regionale sul decreto relativo al riordino del Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste, pervenuto alla Presidenza in data 13 dicembre, trasmesso ai Presidenti delle Commissioni V, VI e VII che avevano già in esame il decreto in data 14 dicembre progetto di regolamento per il funzionamento del Comitato regionale di controllo e delle sue speciali sezioni decentrate, che è pervenuto alla Presidenza il 15 dicembre ed assegnato per l'esame in sede referente all'VIII Commissione in data 16 dicembre; decreto del Presidente relativo al riordino del Ministero della Sanità, pervenuto alla Presidenza in data 16 dicembre ed assegnato per l'esame in sede referente alla IV Commissione il giorno stesso; parere della Giunta Regionale relativo al riordino del Ministero della P.I., pervenuto alla Presidenza in data 20 dicembre trasmesso al Presidente della IV Commissione, che già aveva in esame il decreto del Presidente della Repubblica, il 21 dicembre 1971.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio (seguito)


PRESIDENTE

Il 7 dicembre 1971 il Vice Rettore dell'Università di Torino prof.
Cansacchi, trasmetteva al Presidente del Consiglio Regionale una relazione documentata sullo stato attuale dell'Università torinese; di tale relazione il Presidente trasmetteva copia, per opportuna conoscenza, ai Capigruppo consiliari.
Il 15 dicembre perveniva al Presidente del Consiglio un telegramma dello stesso prof. Cansacchi, recante il testo della deliberazione del Consiglio di amministrazione dell'Università con cui questo rassegnava il proprio mandato al Ministero della P.I. Dò lettura, per completezza dell'informazione del testo del verbale di adunanza del Consiglio di amministrazione del 13/12/1971 dell'Università degli Studi di Torino: "Il Consiglio di amministrazione riafferma di non essere in grado di gestire in modo efficace, nell'attuale situazione, l'ateneo torinese.
Pertanto all'unanimità ritiene di dover rassegnare il proprio mandato al Ministro della P.I. In attesa della nomina da parte del Ministro di un nuovo Consiglio di amministrazione o di un commissario ministeriale, il Consiglio provvederà soltanto agli atti inerenti al normale funzionamento.
A questa grave decisione è pervenuto per i seguenti motivi: a) nonostante i pressanti inviti più volte rinnovati dal 4 ottobre in avanti, il Consiglio di amministrazione è solo parzialmente costituito in quanto il Ministro, il Comune e la Provincia non hanno provveduto alle nomine dei loro rappresentanti b) i rimanenti componenti del Consiglio sono scaduti e rimangono in carica solo per proroga di legge c) è in atto dal 24 novembre, ininterrottamente, uno sciopero del personale non insegnante che impedisce ogni attività amministrativa.
La richiesta principale del personale, il mantenimento della posizione retributiva, pur considerata giustificata non può essere accolta perch contraria alla legge Signorello e il Consiglio di amministrazione non ha la possibilità di disporre contro la legge.
Il Consiglio di amministrazione dà mandato al vice Rettore di informare telegraficamente i Ministri, il Prefetto, la Regione, la Provincia, il Comune e la Camera di Commercio della presente deliberazione".
La trasmissione di questo documento è accompagnata altresì da una lunga relazione sullo stato attuale dell'ateneo torinese indirizzato al Ministro della P.I. che è agli atti per quanto potesse interessare a qualche Consigliere e a disposizione per l'approfondimento del problema.
Il 16 dicembre, per incarico del Presidente del Consiglio sen.
Vittorelli e del Presidente della Giunta dr. Calleri, ho ricevuto, presente anche il collega Vicepresidente Sanlorenzo, una delegazione unitaria dell'Associazione della Stampa Subalpina e dei Sindacati della CGIL della CISL e della UIL. La delegazione ha illustrato i motivi dello sciopero effettuato mercoledì 15 dicembre per l'occupazione, la libertà di stampa e la difesa della pluralità delle testate in Piemonte. E' stata sottolineata l'incombente minaccia che mette in pericolo l'esistenza stessa della più antica testata torinese, rischiando di creare, oltre a preoccupanti conseguenze per i livelli occupazionali del settore, una situazione di monoinformazione regionale, gravissima per la libertà di stampa e l'obiettività di informazione. La delegazione ha chiesto un fermo impegno della Regione in difesa di uno degli istituti fondamentali di un regime democratico, impegno che, partendo da intese e consultazioni a livello di Giunta, Capigruppo consiliari e assemblea, si traduca in precise iniziative di intervento innanzi tutto a difesa della testata in pericolo e quindi in un quadro più vasto a favore di una globale ed organica riforma dell'editoria. Ho assicurato la delegazione che sarà provveduto ad una tempestiva informazione (cosa che è stata fatta) dei Presidenti Vittorelli e Calleri; ho concordato con la delegazione che è interesse preminente della Regione conservare in Piemonte una pluralità di voci e di informazione e pur senza anticipare risposta ho dichiarato che la Regione non potrà mantenersi estranea e indifferente di fronte alla grave crisi che travaglia il settore. Il Vicepresidente Sanlorenzo ha per parte sua garantito il proprio interessamento perché la questione sia al più presto portata in Consiglio e discussa.
Sono pervenuti alla Presidenza i seguenti o.d.g.: della Giunta Regionale d'Abruzzo relativo alla Commissione di controllo sugli atti della Regione, approvato in data 18/11/1971. Se il Consiglio desidera che ne sia data lettura lo faccio, altrimenti è agli atti anche questo documento con il quale si chiede la precisa osservanza della circolare n. 200/6320 del 28/11/1970 della presidenza del Consiglio dei Ministri per quanto attiene alle deliberazioni regionali dichiarate immediatamente eseguibili ai sensi dell'art. 49 della legge 1953 n. 62. A questo o.d.g. della Giunta Regionale dell'Abruzzo evidentemente può essere data adesione perché rispecchia un punto di vista che può essere largamente condiviso da tutte le Regioni.
E' pervenuto un o.d.g. da parte del Comune di Sant'Antonino di Susa trasmesso da quel sindaco che denuncia preoccupazione per le numerose denunce ed arresti di partecipanti alle due giornate di lotta in difesa dell'occupazione dell'economia della Valle di Susa, considerato il valore morale e sociale di tali manifestazioni promosse unitariamente dalle organizzazioni sindacali unitarie, dalle comunità montane della valle, dai Consigli Comunali, dai Consigli di fabbrica, dalle Acli, dalle associazioni di categoria, tenuto conto che le manifestazioni si sono svolte con senso di responsabilità e di civismo, che nessuna contestazione nel corso delle stesse è stata mossa a singoli o a gruppi da parte dei tutori dell'ordine né vi sono state richieste di generalità, fermi o arresti, precisato che tali manifestazioni erano rivolte non a contestare l'ordine democratico delle istituzioni, bensì a denunciare le manovre di certi gruppi imprenditoriali indirizzati come sempre a sacrificare al personale egoismo l'economia dell'intera valle, è certo che le autorità preposte terranno conto dei valori sociali e morali che furono alla base di tali manifestazioni.
La comunità montana della bassa Valle di Susa e della Valle Cenischia trasmette un o.d.g. approvato all'unanimità dal Consiglio della comunità montana nella seduta del 27/11/1971 relativa alla stessa manifestazione.
I lavoratori della ditta SALL di Moncalieri, riuniti in assemblea sindacale hanno votato all'unanimità un o.d.g. da consegnare al Consiglio Comunale di Moncalieri, al Consiglio Provinciale, alla Regione Piemonte con il quale chiedono che si intervenga con la massima tempestività per porre fine all'aumento indiscriminato dei prezzi, istituire centri di vendita di generi alimentari e abbigliamento a prezzi controllati, gestiti e controllati da cooperative; che si impegnino le riforme sanitarie perch divenga quanto prima un fatto concreto; che si affronti il problema della viabilità, il costo del trasporto pubblico urbano inteso come velocità di esercizio prima ancora che di tariffa di utenza; la difesa del salario e dell'occupazione attraverso a queste rivendicazioni che non devono essere più ritardate o annullate; chiedono infine la nazionalizzazione dell'industria farmaceutica e chiedono che venga tolta l'Iva dai generi di prima necessità.
Il Consiglio di fabbrica delle Officine Viberti di Nichelino ha trasmesso un ordine del giorno che denuncia l'incontrollato aumento dei prezzi dei beni di consumo, specialmente quelli alimentari, che chiede per i trasporti di cercare i modi per snellire il traffico sui percorsi dei mezzi pubblici, in maniera che i lavoratori con le otto ore giornaliere non abbiano a sopportarne altre tre o quattro di viaggio; chiede anche che se saranno fatti degli aumenti, che i prezzi dei tesserini per chi si reca al lavoro e per gli studenti non subiscano variazioni; che la piena occupazione, auspicata e difesa con la maggior forza possibile dai lavoratori, sia tale che comporti che i costi attuali della vita, se sorgesse l'esigenza di essere messi in cassa integrazione, o con una riduzione di orario, o peggio ancora di essere licenziati, non aumentino in modo da poter far fronte alle necessità della vita. Gli operai della Viberti dichiarano pertanto tre ore di sciopero.
I lavoratori della Emanuel e i lavoratori dell'EMAC trasmettono al Consiglio Regionale Piemontese e per conoscenza anche alla Regione Piemonte oltre che al Comune di Moncalieri, due altri o.d.g. relativi alle assemblee che i lavoratori di quelle fabbriche hanno tenuto, sempre in relazione all'aumento dei prezzi, ai trasporti e alle esigenze di istituire strumenti di controllo per le vendite di generi alimentari.


Argomento:

Mozione (annuncio)


PRESIDENTE

Al Consiglio è pervenuta altresì una mozione che reca la firma dei Consiglieri Menozzi, Bertorello e Giletta, della quale si chiedeva la discussione con carattere di urgenza (pare che questa richiesta non sia più mantenuta però) di cui dò lettura per aggiornare eventualmente la discussione alla prossima seduta del Consiglio: "Il Consiglio Regionale, constatata la grave situazione verificatasi nel settore agricolo, a causa del vuoto che si è creato nel pubblico finanziamento, in ragione fino ad oggi della non avvenuta erogazione degli stanziamenti previsti dalla legge 4/8/1971, cosiddetta legge ponte per il piano verde n. 2 e della legge 14/8/1971 avente per titolo 'Disposizioni per il rifinanziamento delle provvidenze e per lo sviluppo della proprietà coltivatrice'; constatato inoltre come a tutt'oggi non si sia ancora provveduto all'emanazione dei previsti decreti ministeriali per la delimitazione ai sensi dell'art. 2 della legge 25/5/1970 sulla istituzione del fondo di solidarietà nazionale; tenuto conto che non si è ancora provveduto a dotare il nostro paese degli strumenti legislativi atti a recepire le direttive CEE per la riforma dell'agricoltura, con la conseguenza che l'Italia dovrà pagare come tutti la sua parte, senza poter godere di nulla, mentre già oggi giacciono a nostra disposizione inutilizzati, un miliardo e 400 milioni di dollari di finanziamenti nelle casse europee, che non possono utilizzarsi proprio per le carenze dei mezzi legislativi suddetti esprime disappunto e viva preoccupazione per la presente situazione di disinteresse nei confronti dell'agricoltura e del mondo rurale ancora una volta afflitto da un'ingiusta penalizzazione, in un momento assai complesso come l'attuale, in considerazione anche del previsto trapasso di competenze per il settore a livello regionale.
Invita pertanto il Governo della Repubblica a sollecitamente intervenire affinché le leggi nazionali vigenti a favore del settore diventino concretamente operanti nell'interesse degli operatori agricoli e di tutto il Paese".
Sulle comunicazioni del Presidente c'é qualcuno che chiede di parlare? Nessuno. Allora le comunicazioni sono fatte e passano a verbale.


Argomento: Nomine

Elezione degli esperti nelle discipline amministrative per le sezioni decentrate del Comitato di controllo sugli atti degli Enti locali di Alessandria, Asti, Cuneo, Novara, Torino e Vercelli (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo al terzo punto g. "Elezione degli esperti nelle discipline amministrative per le sezioni decentrate del Comitato di controllo sugli atti degli. Enti locali di Alessandria, Asti, Cuneo, Novara, Torino e Vercelli".
I Consiglieri sono a questo proposito pronti per discutere e passare alle elezioni?



SANLORENZO Dino

Mi consta che i Capigruppo stanno definendo gli ultimi particolari per arrivare alla votazione in aula, forse sarebbe opportuno passare ad un altro punto all'o.d.g.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Esame dello schema di osservazioni al decreto del Presidente della Repubblica relativo al riordinamento del Ministero della Agricoltura e delle Foreste (Rinvio)


PRESIDENTE

Sospendiamo allora per un momento i punti tre e quattro e passiamo al numero cinque dell'o.d.g.: "Esame dello schema di osservazioni al decreto del Presidente della Repubblica relativo al riordinamento del Ministero della Agricoltura e delle Foreste".
Questo documento era stato inviato ai Presidenti della V, VI e VII Commissione. Vorrei sapere dai Presidenti di queste Commissioni se i lavori sono giunti al punto per cui si possa procedere alla discussione.



MENOZZI Stanislao

Se i colleghi della V e della VII me lo consentono, come Presidente della VI Commissione rendo noto che non siamo ancora in grado di discutere il decreto di riordino, saremo pronti per la prossima riunione consiliare.



PRESIDENTE

Rilevo dalla lettera a suo tempo inviata dal Presidente Vittorelli che i termini entro i quali occorre trasmettere al competente Ministero il parere, scadrebbe il 14 gennaio '72; conseguentemente debbo fare presente ai Presidenti delle Commissioni che devono mettere in condizioni il Consiglio di esaminare l'argomento e prendere in proposito le sue decisioni tempestivamente, entro tale data.



MENOZZI Stanislao

Diamo assicurazioni che saremo senz'altro pronti per mettere il Consiglio in condizioni di discutere le osservazioni entro i termini previsti.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Zanone, Presidente della V Commissione, ne ha facoltà.



ZANONE Valerio

Mi associo alle dichiarazioni del collega Menozzi. Desidero soltanto fare osservare che l'impossibilità di presentare queste osservazioni nella riunione odierna non dipende dal programma di lavoro delle Commissioni, ma dalla mancanza del testo del decreto delegato sul trasferimento delle funzioni.


Argomento: Comitato regionale e sue sezioni

Regolamento provvisorio per il funzionamento del Comitato regionale di controllo e delle sue speciali sezioni decentrate


PRESIDENTE

Allora l'argomento posto al quinto punto dell'o.d.g. viene rinviato ad una prossima riunione del Consiglio e passiamo al punto sei: "Regolamento provvisorio per il funzionamento del Comitato regionale di controllo e delle sue speciali sezioni decentrate". Il testo del regolamento provvisorio è stato inviato dal Presidente del Consiglio al Presidente dell'VIII Commissione permanente, in data 17/12/1971 e l'argomento è stato iscritto all'o.d.g. del Consiglio convocato per oggi, con la riserva che tale esame avverrà se la competente Commissione sarà in grado di riferire.
Il Presidente dell'VIII Commissione Viglione, che cosa ha da dirci in proposito?



VIGLIONE Aldo

La Commissione è stata investita del problema soltanto il 17 di questo mese, si è riunita, però non è in grado di dare un parere, anche perché, in ossequio allo Statuto, data anche l'importanza dell'argomento, ha ritenuto che fosse necessario procedere alle consultazioni degli Enti interessati al controllo ed anche delle associazioni che rappresentano i Comuni e gli Enti locali. La Commissione quindi chiede che l'argomento sia portato all'o.d.g.
della prossima riunione di Consiglio, in modo che possa essere approfondito e si possano effettuare le consultazioni di tutti i Comuni della Regione e di tutti gli altri Enti interessati al controllo. Mi pare perciò che possano essere superate anche le altre argomentazioni di ordine formale per il semplice fatto che la Legge n. 62 del 1953 stabilisce alcuni strumenti essenziali per il funzionamento delle Commissioni e dobbiamo ritenere che fin verso la fine di gennaio non saranno insediati. A quel momento il Consiglio potrà essere investito appieno con una panoramica completa dell'opinione di tutti gli Enti, Comuni e Province che sono soggetti a questo controllo, opinione alla quale noi teniamo molto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Vicepresidente della Giunta Cardinali, ne ha facoltà.



CARDINALI Giulio, Vicepresidente della Giunta Regionale

La Giunta si è incontrata con l'VIII Commissione a proposito del regolamento provvisorio, che forse sarebbe meglio chiamare "insieme di norme provvisorie per il funzionamento degli Enti di controllo". La Commissione ha ritenuto che, sia pure nel suo aspetto provvisorio, il regolamento dovesse essere oggetto di ampia consultazione. La Giunta riconosce che la consultazione - di cui proprio stamani abbiamo avuto richieste di notevole importanza da parte di alcuni Enti locali - sia uno strumento necessario per arrivare, sia pure nella determinazione di un regolamento provvisorio, a formare qualche cosa di organico e di bene accettato anche da tutti gli Enti locali, per cui non ha nulla in contrario ad attenersi a quei tempi di scivolamento che sono stati proposti dal Presidente dell'VIII Commissione.



PRESIDENTE

Allora il Consiglio voglia prendere atto che anche l'argomento al sesto punto all'o.d.g., per le ragioni che sono state illustrate dal Presidente dell'VIII Commissione e per le considerazioni svolte dal Vicepresidente della Giunta, viene aggiornato ad una prossima seduta del Consiglio.
Potremmo, in attesa che i Capigruppo sciolgano le riserve relativamente agli argomenti oggetto dei punti 3 e 4, procedere all'esame di mozioni e o.d.g. sugli argomenti sui quali la Giunta si è dichiarata disponibile a rispondere.


Argomento:

Interpellanze e interrogazioni (annuncio)


PRESIDENTE

Prego soltanto il Consigliere Segretario di dare lettura di interpellanze e interrogazioni che sono pervenute, in maniera che il Consiglio ne sia informato.



GERINI Armando, Segretario

dà lettura di interpellanze e interrogazioni pervenute alla Presidenza


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Mozione del Consiglio Regionale sull'azienda Caesar


PRESIDENTE

Passiamo al numero sette dell'o.d.g.: Esame di mozioni e o.d.g. sui seguenti argomenti: a) provvedimenti per l'azienda Caesar.
La mozione reca le firme del Consigliere Giovana e di altri Consiglieri.
Il Consigliere Giovana intende illustrarla, ne ha facoltà.



GIOVANA Mario

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la mozione che a nome di un gruppo di colleghi ho il compito di sottoporre all'attenzione del Consiglio, riguarda le vicende di un'azienda torinese del settore dell'abbigliamento. Dal momento della presentazione di questo documento all'Ufficio di Presidenza del Consiglio alla data odierna, è intervenuto un fatto che ha rinviato nel tempo quella che pareva una crisi precipitante della situazione aziendale. Dietro sollecitazione dei lavoratori che dopo due mesi di occupazione dell'azienda si sono rivolti alla Regione per un suo intervento, la Regione stessa, nella persona dell'Assessore Visone (al quale siamo lieti di dare questo riconoscimento) è intervenuta affinch fossero fatte scattare le procedure della Legge 1115, così da non rendere immediati quei licenziamenti collettivi che già l'azienda aveva annunciato e rinviando a data ulteriore la revisione dello stato generale di quello stabilimento. Tuttavia è chiaro che il destino dell'azienda, anche se rinviata di parecchi mesi la questione dei 200 licenziamenti preventivati su un totale di manodopera di 670 persone, rimane ancora in sospeso.
Noi pensiamo che discutendo della situazione della Caesar valga la pena di allargare il discorso su un piano più generale, ad una serie di situazioni che hanno caratteristiche più o meno analoghe. Ancora stamani la Giunta e un gruppo di Consiglieri hanno avuto occasione di ricevere una delegazione di operai del complesso Leumann di Torino, che ci ha sottoposto la prospettiva a scadenza assai ravvicinata di un'eventuale chiusura dell'azienda, la quale però non incontra difficoltà di natura finanziaria o di mercato tali da giustificare il provvedimento che i proprietari hanno preannunciato alle maestranze. E del resto, se rivediamo il panorama complessivo di queste situazioni, constatiamo che ricorrono elementi di estrema preoccupazione i quali riguardano alcuni dati ritornanti. Ci troviamo cioè di fronte o ad aziende la cui conduzione è in condizioni di particolari difficoltà, oppure ad aziende la cui situazione di precarietà è dovuta alla cattiva gestione, o ancora di fronte ad aziende (é questo il caso della Leumann) che non paiono poter fornire alcuna giustificazione di natura gestionale, finanziaria, di mercato per prendere i provvedimenti di chiusura preannunciati, provvedimenti che vanno riportati a una palese intenzione dei proprietari di distogliere capitali da un'attività produttiva per impiegarli in altre attività che daranno loro maggiori e più tranquilli profitti.
La situazione della Caesar si colloca all'interno di questo quadro; e non è a caso che attorno alla lotta dei suoi operai e attorno alle loro rivendicazioni portate in sede regionale e da noi sostanzialmente tradotte nel testo della mozione che abbiamo presentato, si è trovato solidale il complesso delle forze operaie di una parte importante della realtà produttiva torinese quale è quella della Barriera di Milano e della zona di Vanchiglia. Queste forze hanno mandato, assieme ai delegati della Caesar, i loro rappresentanti alla Regione in un'assemblea presieduta dal Vicepresidente Sanlorenzo e alla quale ha partecipato l'Assessore Visone.
In quella sede si è constatato come le rivendicazioni di quegli operai trovavano momenti unificanti con quelle avanzate da tutte le altre maestranze di aziende con una diversificazione produttiva estesa su un arco abbastanza vasto. Che cosa hanno detto questi lavoratori alla Regione? Hanno intanto richiamato tutti noi all'osservanza di un vincolo di principio che ci dettato dalle norme statutarie, quello della difesa dell'occupazione; in secondo luogo - e lo sottolineo come già fece in quella occasione Sanlorenzo - i lavoratori non sono venuti a dirci nonostante il rischio di perdere la loro fonte di vita: "signori, operate un intervento perché comunque siano dati dei quattrini ai proprietari dell'azienda affinché possano provvedere alle nostre esigenze". Sono venuti a farci un discorso ben più responsabile e politicamente molto serio.
Quello cioè di come, in un quadro generale di prospettiva programmata, le forze politiche che saranno chiamate a programmare, intendono ovviare ad un vecchio e malsano criterio che ha prodotto conseguenze deleterie, quello del continuo flusso alle casse di piccoli e medi industriali di danaro pubblico senza alcun controllo da parte dei pubblici poteri e delle organizzazioni dei lavoratori. Sono quindi venuti a circi che i poteri pubblici non devono più dare una lira ai padroni della Caesar come di qualsiasi altra azienda senza che su quanto viene erogato esistano possibilità di controllo.
Infine, ci hanno richiamati alla necessità di un intervento affinché un organismo fondamentale dell'informazione pubblica qual'é la RAI-TV non avochi a sé in modo arbitrario il diritto di fare dei servizi sulla condizione operaia, senza confrontarsi con i lavoratori e senza trarre dagli stessi l'informazione necessaria al fine di mandare in onda dei servizi che corrispondano alla realtà.
Vorrei sottolineare quanto è contenuto nel secondo punto della nostra mozione, che è anche il secondo punto di quell'ordine del giorno votato all'unanimità dai delegati presenti in sede di Regione e a cui diede la sua adesione, a nome della Giunta, l'Assessore Visone. A me pare che questo secondo punto debba introdurci in un discorso che dobbiamo incominciare a fare. Abbiamo appreso da notizie di stampa che il Presidente della Regione tempo fa avrebbe dichiarato (immagino che i giornalisti non se lo siano inventato) di avere in cantiere (non so se si trattasse di un cantiere personale o del cantiere della Giunta) il progetto di un fondo di rotazione per ciò che riguarda gli interventi a favore della piccola e media industria. Esiste o no questo progetto? Ecco intanto un interrogativo che credo sia lecito, da parte del Consiglio, rivolgere alla Giunta. In ogni caso non possiamo più indugiare, anche nella prospettiva delle incombenze programmatorie che andiamo ad affrontare, a stabilire come i pubblici poteri e la Regione si collocano di fronte alla tematica degli interventi rispetto al settore gravemente in crisi della piccola e media industria.
Da molto tempo si parla della Finanziaria pubblica regionale ed è un tema sul quale penso si debba fermare la nostra attenzione perché non mi sembra ancora sufficientemente approfondito che cosa s'intenda per Finanziaria pubblica generale. Alcuni tendono a dare a questo Ente le caratteristiche di una Finanziaria gestionale pubblica, caratteristiche sulle quali ho molti dubbi. Altri tendono a richiamare il tema della Finanziaria pubblica come intervento del potere politico rispetto alla gestione, alla distribuzione del credito, alla selezione di questo credito rispetto ai settori della piccola e media industria in ragione anche e soprattutto di una diversificazione produttiva nel quadro dell'area metropolitana torinese, in modo da riequilibrare tutto il territorio piemontese e fornire degli strumenti promozionali che pongano la piccola e media industria in grado di affrontare le esigenze e di rinnovamento tecnologico e d'espansione di mercato. Finanziaria pubblica quindi pu essere una cosa nuova, ma può anche essere una cosa molto vecchia. Pu essere una Finanziaria privata che si ammanta dell'etichetta di "Finanziaria pubblica", che tende a ripetere un indirizzo di rastrellamento di capitali per sovvenzionare aziende le quali fanno comodo all'area monoproduttiva che condiziona lo sviluppo di tutta la Regione. Invece, se diversamente concepita, può essere davvero un elemento di promozione e di sostegno dell'occupazione e di rinnovamento del tessuto produttivo della Regione.
E' in questo quadro che va collocato il problema della Caesar e non possiamo lasciarlo arrivare alle scadenze determinate dal meccanismo della 1115 per ciò che riguarda lo scarico di 200 unità produttive dell'azienda.
Anche perché, quando ripercorriamo la cronaca delle vicende di questa ditta, è facile constatare come in essa si ritrovano tutti quegli elementi di ambiguità, di percorso ondulatorio da parte della dirigenza aziendale, e sul piano della gestione e sul piano degli indirizzi produttivi e delle stesse richieste finanziarie, che inducono quanto meno a serie riserve.
Credo che la Regione non possa, né per la Caesar, né per altri casi simili, rinviare ad un futuro da determinarsi l'applicazione di una ricerca rapida sul terreno degli interventi per la piccola e media industria. E' questo un nodo centrale senza il quale e una vuota chiacchiera tutta la tematica che ci proponiamo di affrontare sul terreno della programmazione.
Noi partiamo da un quadro di riferimento estremamente chiaro entro il quale collochiamo il nostro orientamento rispetto a questi problemi, o dobbiamo dire che agiamo da impotenti, mentre la controparte padronale fa la sua programmazione.
Anche l'atto di cui ci hanno reso edotti stamani i lavoratori della Leumann, che cioè i proprietari di questa azienda hanno deciso di stornare i capitali da uno stabilimento avente tutte le caratteristiche per prospettarsi un avvenire, perché ha già un presente molto solido, è un atto di programmazione della controparte dei lavoratori. Noi abbiamo il dovere di non lasciare passare questo tipo di programmazione perché esso non è nell'interesse della collettività, cioè delle forze i cui interessi noi siamo qui chiamati preminentemente a servire ed alle quali siamo chiamati a rispondere.



PRESIDENTE

Qualcun altro dei firmatari chiede ancora di parlare sulla mozione? Nessuno chiedendo la parola l'Assessore competente può, se vuole, dare delle precisazioni.



VISONE Carlo, Assessore al lavoro

Signor Presidente, signori Consiglieri, io potrei illustrarvi i termini dell'accordo definiti dall'Assessorato al Lavoro della Regione in collaborazione con l'Assessorato al Lavoro del Comune di Torino.
Nell'ultima seduta avevo avuto modo di preannunciare la possibilità di soluzione della vertenza Caesar e i provvedimenti concordati fin dal 29 novembre tra le organizzazioni sindacali e i due su citati Assessorati.
L'accordo prevedeva: il rinvio dei licenziamenti degli operai (che si erano già ridotti da 165 a 110); procedura della Legge 1115 (art. 2 per gli operai, cioè cassa integrazione speciale, art. 8 per gli impiegati, cioè disoccupazione straordinaria); verifica della situazione dell'azienda a sei mesi data.
Le organizzazioni sindacali proposero la definizione in sede ministeriale, anche per la garanzia della durata e per l'applicazione della 1115 che è di competenza del Ministro del Lavoro. Venne inviato un telegramma al Ministro del Lavoro per ottenere un incontro ed il Ministro convoco le parti per il 6 dicembre a Roma; in tale sede è stata sottoposta all'esame la seguente ipotesi di soluzione: impiegati, l'azienda consente fino al 28.12.71 la presentazione di richieste di dimissioni volontarie impegnandosi ad erogare i dimissionari, entro tale data, un extra contrattuale pari ad un mese e mezzo di stipendio. Successivamente al 1 gennaio '72 l'azienda procederà alla risoluzione del rapporto di lavoro fino alla concorrenza di quindici unità; operai e intermedi: sulla forza presente al 3 novembre '71 nello stabilimento di Torino, l'azienda ha proceduto alla richiesta di collocamento a cassa integrazione a zero ore di 110 operai e cinque intermedi. Gli operai sospesi daranno posti in turno di rotazione per la metà al momento della proroga del trattamento previsto dalla Legge 1115 art. 2. Le unità che prima e durante il periodo di cassa integrazione si renderanno dimissionarie, saranno sottratte dal numero globale dei 115 di cui sopra. L'azienda s'impegna a mettere a disposizione dell'Ufficio del lavoro di Torino la somma di 5 milioni per gli interventi ritenuti opportuni, a favore delle maestranze della Caesar poste in cassa integrazione nel periodo considerato. Le parti s'incontreranno periodicamente durante il periodo predetto, per l'esame della situazione aziendale. L'azienda in data 7 dicembre, a mezzo telegramma, informava il Ministro del Lavoro dell'accettazione di tale ipotesi di soluzione e così pure avveniva da parte delle organizzazioni sindacali e da parte dei dipendenti che erano stati convocati in assemblea. L'attività produttiva è stata ripresa il 16 dicembre e si ha garanzia da parte dell'azienda che fino al termine dell'applicazione della Legge 1115 l'avvicendamento degli operai messi a cassa integrazione non subirà altri mutamenti.
Questo è il testo dell'accordo. E' evidente che da parte di questo assessorato si seguirà la cosa perché l'accordo sia rispettato, soprattutto il secondo punto della mozione che avevo accettato a nome della Giunta quindi sarà mia preoccupazione accertare se questi finanziamenti saranno di origine pubblica e che la garanzia dell'occupazione venga mantenuta. Noi abbiamo cercato di sdrammatizzare la situazione e i 200 licenziamenti sono stati ridotti a 130; per quanto riguarda gli impiegati c'è l'impegno con altri Enti di trovare loro un'altra occupazione; per ciò che concerne i 115 messi a cassa integrazione c'è l'impegno dell'azienda di riassorbirli avendo in progetto di ristrutturare la società e di aumentarne il potenziale.
Forse il Vicepresidente ha qualcosa da dire in proposito.



PRESIDENTE

Semmai può chiedere dopo di parlare, visto che adesso non è presente in aula.
Vengo informato che sono pronti a passare ai punti tre e quattro dell'o.d.g. Siccome le operazioni sono piuttosto lunghe, io ritornerei nell'ordine, e poi proseguiremo nella discussione delle altre mozioni.



GIOVANA Mario

La mozione presentata che fine fa? Viene messa ai voti?



PRESIDENTE

Mi pare che sia stata sostanzialmente accettata dalla Giunta. Sentiamo che cosa ha da dire il Vicepresidente.



CARDINALI Giulio, Vicepresidente della Giunta Regionale

Mi pare che si debba rispondere qualcosa alla più che legittima richiesta del Consigliere Giovana circa il progetto della Giunta e dirò con franchezza che era stato stabilito di costituire un fondo per il finanziamento di prestiti soprattutto alle piccole e medie industrie, che potessero essere erogati al di fuori dei così detti limiti di scarto che sono richiesti dalle banche. Il procedimento implicava la costituzione di un fondo da parte di alcune banche, garantito opportunamente da forme di assicurazione. Di questo progetto il Presidente ha parlato in Giunta, ha specificato i nomi delle banche che avrebbero dovuto intervenire per costituire il fondo che avrebbe dovuto ascendere a un miliardo, con la capacità quindi di un'erogazione pari a circa cento miliardi. Il perfezionamento dell'atto non ha però avuto luogo per l'assenza del Presidente Calleri. Ho fatto chiedere al Presidente che desse le indicazioni della strada da seguire per accelerare questi incontri, perch sono del parere che non si può promettere una cosa e poi non perfezionarla.
E mi pare che questa del finanziamento è una delle richieste maggiormente pressanti.
Io mi auguro che il ritorno del Presidente - anche per ciò che concerne la soluzione romana - sia il più rapido possibile e ritengo che nei primi giorni di gennaio il provvedimento potrà essere perfezionato.



PRESIDENTE

I firmatari della mozione accettano queste dichiarazioni o chiedono che venga messa in votazione? La risposta dovrà forse essere completata al ritorno del Presidente.



GIOVANA Mario

Personalmente chiederei la messa in votazione e credo che i colleghi che con me l'hanno firmata abbiano la stessa intenzione.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Rossotto, ne ha facoltà.



ROSSOTTO Carlo Felice

Se è messa in votazione vorrei avere la parola per dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto ha facoltà di parlare il Consigliere Rossotto



ROSSOTTO Carlo Felice

A nome del Gruppo liberale ringrazio il collega Giovana ed i firmatari della mozione per aver portato all'esame del Consiglio Regionale la drammatica situazione che esiste per molti lavoratori, non soltanto per quelli legati da rapporti di lavoro al gruppo Caesar, ma per tutto il settore tessile.
Prima di dichiarare la nostra posizione in ordine alla mozione vorremmo richiamare quanto in questo Consiglio si disse in occasione della discussione sull'insediamento della Lancia nel biellese e quanto ripetemmo in occasione di quell'esame più ampio che fu fatto a seguito delle conseguenze economiche che avrebbe subito la nostra regione a seguito dei provvedimenti presi il 15.8.71 dal Governo nord-americano.
Noi abbiamo sempre richiamato l'attenzione della classe politica dirigente sulla gravità dei problemi che investono il settore tessile e sulla necessità di conoscerne la reale situazione. Quella tessile è un'industria di paesi poveri, a tasso d'industrializzazione basso e proprio per questo l'Italia subisce le conseguenze di una competitività internazionale alimentata da paesi con tasso industriale inferiore al nostro.
L'importante quindi non è ricorrere soltanto a dei palliativi, noi non possiamo permettere che gente che ha compiuto il proprio dovere lavorando e procurando a sé stessa ed alle proprie famiglie le condizioni essenziali per sopravvivere subisca dannose conseguenze. Noi riconosciamo quindi la necessità di trovare delle soluzioni valide ed efficaci per non trovarci tutti coinvolti in posizioni che non portano ad alcuno sbocco positivo. La Legge 1115 ha trovato in alcuni casi queste soluzioni immediate. Bisogna però fare delle grosse scelte e quando si parla di livello d'occupazione occorre esaminare totalmente il quadro d'azione e non limitarci settorialmente ad interventi ed all'esclusiva tutela di coloro che lavorano nelle industrie.
Sono quindi d'accordo con il collega Giovana quando afferma che questo discorso va ampliato e che si debbano creare le premesse affinch nell'opera di programmazione si tenga conto di tutto ciò. Ma noi vogliamo anche che sia ribadito in questa assemblea che la difesa del posto di lavoro non la si deve attuare solo nel momento della crisi, ma permettendo alla classe imprenditoriale delle scelte autonome e responsabili e non creando continui impedimenti, condizionamenti, o con l'esame aspro e critico di opere negative che non sono soltanto ed unicamente imputabili agli imprenditori, bensì a tutto il contesto generale.
Stamani abbiamo visto nella piazza qui sottostante dei cartelli che chiedono e dicono cose sacrosante, però c'è una grossa responsabilità di una classe politica (di sinistra), che sentendosi dire da più parti che sarebbero arrivati questi momenti, nulla ha fatto per evitarlo ed ha creato soltanto alcuni strumenti che sono dei palliativi.
I problemi non li si risolve attraverso una rubrica televisiva; proprio per il rispetto che sentiamo di portare verso fratelli che conoscono questa drammatica situazione e quindi non possiamo che accettare l'impostazione relativa ad un riesame di tutto il problema. Non possiamo accettare alcuni concetti di questa mozione e pertanto dichiaro che noi sulla stessa ci asteniamo.



PRESIDENTE

Il Consigliere Nesi chiede di parlare, ne ha facoltà.



NESI Nerio

A nome del Gruppo socialista dichiaro che votiamo a favore della mozione, che d'altra parte reca le nostre firme.
Vorrei però aggiungere alcune rapide considerazioni che non avrei fatto se il Consigliere Rossotto non avesse dato colpa alla classe politica di non aver visto in tempo che l'industria tessile, assieme ad altre industrie, andava male. E' molto di moda dare colpe alla classe politica io invece credo che si debba fare un discorso molto chiaro sulla responsabilità della classe imprenditoriale.
Intanto penso che dovremmo dare un giudizio di merito su come la proprietà della Caesar si è comportata in questa circostanza. I proprietari di quell'azienda non sono dei piccoli operatori che per difetto di liquidità si siano trovati in cattive acque; essi si chiamano Cravetto Bosso, Zegna; tutti sappiamo chi sono; noi non pensiamo che i complessi e le forze industriali che essi rappresentano si possono trovare improvvisamente in una situazione d'illiquidità, e che siano stati quindi costretti a prendere i provvedimenti che hanno preso. Direi il contrario: è proprio quando questi industriali si sono trovati in una situazione che essi hanno contribuito a creare, che i politici sono venuti in loro soccorso, perché le finanziarie di soccorso, nazionali e regionali, con tutti i difetti che possono avere (condivido quanto ha detto il collega Giovana) sono creazioni dei politici. Ho avuto ieri un colloquio col direttore della GEPI, il quale mi ha detto che i proprietari della Caesar sono andati ad offrire alla GEPI la loro azienda. Che cosa è la GEPI? Non è altro che lo strumento politico creato dal Governo, dal Parlamento, per venire incontro a queste necessità. E anche qui sono d'accordo con Giovana: quando e come deve intervenire la Finanziaria Pubblica? Che cosa dev'essere la Gepi? Abbiamo già avuto un caso clamoroso d'intervento richiesto all'ultimo momento dall'industriale De Quarti per la Magnadyne; vogliamo tornare a fare un'altra operazione Seimart? Si vuole tentare un'altra operazione del tipo Magnadyne creando altre centinaia o migliaia di disoccupati? Questo credo che il Consiglio Regionale non possa accettarlo.
Io penso che noi dovremmo fare, senza faziosità, ma con pacatezza un'analisi di che cosa voglia dire essere un industriale nel 1971. Dovremmo cominciare a chiedere se si ha diritto, dopo gli anni in cui si è guadagnato (molto o poco, ma si è guadagnato), nel primo anno in cui non si guadagna di chiudere la fabbrica e consegnarla al potere pubblico. La funzione dell'imprenditore ha una precisa identificazione che è il rischio se gli industriali non accettano questo tipo d'identificazione e vogliono fare gl'imprenditori dei tempi delle vacche grasse e nel momento delle vacche magre vogliono consegnare i loro stabilimenti al potere pubblico perché le gestisca, mandi in cassa integrazione i dipendenti e gliele riconsegni risanate, noi diciamo che questo non è il compito del potere pubblico.
Queste sono le poche cose che volevo dire molto pacatamente ai colleghi liberali, confermando il nostro voto alla mozione su cui stiamo discutendo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Bianchi, ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Signori, pur non condividendo l'impostazione della mozione (forse non abbiamo neanche avuto modo e tempo di concordarla) siamo a favore della stessa attenendoci al suo significato essenziale esprimente volontà di difendere l'occupazione e la vita di un'azienda importante per la nostra economia e soprattutto di difendere il posto di lavoro di quanti oggi lo vedono minacciato.



SANLORENZO Dino

Il nostro Gruppo voterà a favore della mozione e aggiungerò pochissime parole a quanto già detto dai colleghi dei Gruppi che vi aderiscono.
Le cose che voglio aggiungere non sono riferite tanto alla questione della Caesar quanto ai suggerimenti che la mozione dà a ciascuno di noi. In effetti possiamo innanzitutto rilevare che la Regione ha svolto una funzione positiva e questo ci conforta. Anche se ci sono pareri diversi da parte del Comitato della programmazione circa i poteri della Regione negli interventi di carattere industriale, noi abbiamo manifestato in quest'occasione un potere politico che interviene nella direzione giusta e riesce a mutare le situazioni. Quando i lavoratori della Caesar sono venuti per la prima volta a chiedere l'intervento della Regione la situazione era molto più difficile di adesso e questo ci dà conforto sulla forza che la Regione può esprimere, se lo vuole. Ma se pensassimo o tentassimo di risolvere i singoli problemi che ci vengono sottoposti, senza una visione di programmazione regionale, sbaglieremmo. Né possiamo demandare il momento di una programmazione regionale a quando avremo finito l'esame del progetto nazionale, a quando il progetto nazionale sarà divenuto piano, a delineare una forma d'interventi sui casi che ci vengono sottoposti. Non possiamo attendere la fine del '72. Io credo anzi che la discussione su questa mozione ci induca a riflettere, a decidere che entro il mese di gennaio, al massimo entro i primi di febbraio la Regione Piemonte sia messa in condizione di discutere le linee di un piano d'intervento a carattere regionale, nel quale piano siano contenute quelle misure a cui il Presidente Calleri ha fatto riferimento nella sua dichiarazione ai giornali, a cui il Vicepresidente Cardinali ha fatto riferimento nella sua replica oggi, ma che non può che essere una delle misure che dobbiamo prendere se vogliamo avere una visione seria dei problemi della piccola e media industria e se vogliamo intervenire con tutta la potenzialità politica che è oggi nelle nostre mani e che lo sarà sempre di più se verranno trasferiti entro il 31 dicembre i poteri alle Regioni, come è stato votato nel telegramma dei Presidenti delle Giunte e purtroppo non firmato dal Presidente della Giunta Regionale piemontese che ha voluto anche in quest'occasione, manifestare il suo assenteismo un po' da tutti gli incarichi fondamentali che ha, per dedicarsi alle note incombenze di corrente che in questo caso non hanno molto riferimento con gli interessi della Regione Piemonte.
Se tutti questi poteri ad un certo momento saranno trasferiti, noi abbiamo il dovere di usarli immediatamente come linea di programmazione e credo che questa mozione abbia un senso se è accompagnata dall'impegno della Giunta di presentare entro il mese di gennaio una serie d'indirizzi programmatici d'intervento su tutta la complessa materia delle piccole e medie aziende.



PRESIDENTE

Altre richieste di parola per dichiarazione di voto? Chiede di parlare il Consigliere Vera, ne ha facoltà



VERA Fernando

Noi riteniamo che alcuni argomenti proposti dalla mozione richiederebbero un maggior approfondimento. Pensiamo anche che sarebbe auspicabile che mozioni di questo tipo che impegnano il Consiglio Regionale su un piano di concreta solidarietà con delle categorie di lavoratori sarebbe preferibile uscissero come espressione unitaria del Consiglio Regionale piuttosto che come espressione di parte. Ma enucleando quei problemi che la mozione presenta e che andrebbero maggiormente approfonditi e vedendo nella mozione l'espressione di un interessamento ad una grave situazione contingente dei lavoratori di un'azienda della nostra regione noi diamo voto favorevole alla mozione, che va però inteso nel senso limitato che ho detto.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Vicepresidente della Regione Cardinali, ne ha facoltà.



CARDINALI Giulio, Vicepresidente della Giunta Regionale

Mi pare che sostanzialmente ci sia accordo sul significato che c'è dietro la mozione che è stata presentata.
Vorrei dire, a nome della Giunta, che riconosciamo anche noi la validità di quanto sostenuto e cioè che il problema generale debba essere inquadrato in un non più indilazionabile avvio della programmazione regionale.
E' evidente anche - e vorrei richiamare l'attenzione dei colleghi Consiglieri su questo punto - che siamo già tuttora incalzati da problemi per i quali il quadro generale non può essere offerto come una prospettiva perché richiedono interventi immediati e che non possono essere dilazionati. Vorrei richiamare i colleghi alle difficoltà in cui la Giunta viene a trovarsi quando deve affrontare i problemi che le vengono presentati si può dire quotidianamente, senza avere altre possibilità che un appoggio generale politico (che non è mai negato), un riconoscimento generico (che scaturisce anche dalla mozione odierna); in realtà l'efficacia dell'intervento regionale fino a questo momento non ha dato prova di ottenere risultati concreti ed apprezzabili. Quindi mi pare indispensabile che il quadro venga completato.
Proprio oggi verrà presentato un o.d.g. in cui si proporrà al Consiglio di richiedere l'immediato trasferimento delle funzioni alle Regioni, così come le Regioni le hanno chiesto, perché solo in questo ambito potrà essere avviato il discorso programmatorio che è gia iniziato e che la Giunta sta già predisponendo in alcuni indirizzi di massima. Non facendo riferimento a date specifiche, noi riconosciamo l'urgenza del problema e c'impegniamo ad operare perché questa urgenza sia osservata ed al più presto si possa ricavarne un quadro sul quale attivamente lavorare.



PRESIDENTE

La mozione è discussa ed è posta in votazione.
La mozione è approvata con tre astenuti.
Ritornando all'argomento di prima, dicevo che ho avuto dai Gruppi della D.C., del PSDI, del PLI, del PRI l'indicazione di essere disponibili per passare alla votazione degli esperti in discipline amministrative per la formazione delle sezioni decentrate del Comitato di controllo per gli atti dei Comuni e degli altri Enti locali.
Gli altri Gruppi sono pronti?



NESI Nerio

A nome del Gruppo della minoranza di sinistra dichiaro che siamo disponibili.


Argomento: Nomine

Elezione degli esperti nelle discipline amministrative per le Sezioni decentrate del Comitato di controllo sugli atti degli Enti locali di Alessandria, Asti, Cuneo, Novara, Torino, Vercelli


PRESIDENTE

Allora ritorniamo al punto tre dell'o,d.g. Debbo, a questo proposito dare lettura al Consiglio degli artt. 56 e 57 della Legge 10 febbraio '53 n. 62 che dispongono: "Lo Statuto Regionale provvede a stabilire se il controllo sugli atti dei comuni debba essere esercitato dallo stesso Comitato, di cui all'art.
55 del capoluogo di Regione, o se debba svolgersi in forma decentrata nei capoluoghi di provincia; nel secondo caso il Presidente della Giunta Regionale procede alla costituzione di speciali sezioni del Comitato. Ogni sezione è composta: di tre esperti nelle discipline amministrative iscritti nelle liste elettorali di un comune della provincia, eletti dal Consiglio Regionale; di un membro nominato dal Commissario del Governo; del funzionario di grado più elevato dell'amministrazione provinciale. Per la prima categoria saranno nominati due membri supplenti, per le altre due categorie, un supplente. La sezione elegge nel suo seno il Presidente da scegliersi tra i membri di cui alla lettera a); per l'elezione degli esperti nelle discipline amministrative ciascun Consigliere vota per due membri effettivi e per un membro supplente. Rimangono eletti i tre effettivi e i due supplenti che ottengano il maggior numero di voti.
Lo Statuto Regionale può disporre che una o più sezioni esplichino la loro funzione nei capoluoghi di circondario, o in taluni tra essi determinandone la modalità".
L'art. 57 recita: "Incompatibilità relative al Comitato e alle sezioni di controllo. Non possono far parte del Comitato o delle sue sezioni i Senatori e i Deputati al Parlamento, i membri del Consiglio Provinciale, dei Consigli Comunali e delle rappresentanze degli altri Enti i cui atti sono soggetti ai controlli del Comitato stesso, coloro che si trovino in condizioni d'ineleggibilità o di incompatibilità alle cariche di cui alla precedente lettera b), gli stipendiati, i salariati, i contabili delle Province, dei Comuni e di altri Enti i cui atti sono soggetti ai controlli del Comitato, i parenti fino al secondo grado e gli affini di primo grado con l'esattore o col ricevitore provinciale durante l'esercizio dell'esattoria o della ricevitoria.
Le incompatibilità previste alle lettere c) e d) non si applicano ai membri di cui alle lettere b) e c) degli artt. 55 e 56".
Il Presidente della Giunta, con sua nota del 27 settembre chiedeva: "Onde consentirmi di procedere alla formazione dei capoluoghi delle sei province piemontesi, delle sezioni decentrate del Comitato di controllo per gli atti dei comuni la prego di voler iscrivere all'o.d.g. dei lavori del Consiglio Regionale la nomina per ogni provincia della Regione degli esperti in discipline amministrative, di cui all'art. 56, comma secondo lettera a) e terzo della Legge 10.2.53 n. 62.
In attesa delle determinazioni del Consiglio Regionale porgo i migliori saluti".
La presentazione delle candidature dovrebbe avvenire in maniera che tutto il Consiglio sia messo al corrente in modo preciso; una certa cautela dovrebbe esserci nel senso che votando si debba presumere che chi ha presentato le candidature abbia anche in certa misura accertato che le persone designate sono in possesso dei titoli richiesti dalla legge. Se questa presentazione avvenisse, credo che la presunzione potrebbe dedursi dal fatto stesso che la presentazione avviene in termini pubblici.
Ovviamente l'Ufficio di Presidenza deve riservarsi di accertare il possesso dei requisiti richiesti, chiedendo per esempio ai singoli membri eletti il certificato d'iscrizione nelle liste elettorali e un breve curriculum vitae. Anzi, a questo proposito, interpretando il pensiero espresso dal Presidente Vittorelli, e credendo d'interpretare quello del collega Sanlorenzo e dei Segretari, pregherei i Capigruppo di volersi fare interpreti di questa esigenza presso i singoli eletti, in maniera che si possa rapidamente raccogliere quanto è necessario per ritenere dotati dei requisiti richiesti dalla legge coloro che passeremo a votare.
Per la presentazione delle candidature i singoli Gruppi chiedono di parlare? Il Consigliere Nesi chiede di parlare, ne ha facoltà.



NESI Nerio

Signor Presidente, scusi se mi permetto di farle osservare che c'era stato, nella riunione dei Capigruppo, un accordo unanime in forza del quale si riteneva che la presentazione da parte dei singoli Gruppi di maggioranza e di minoranza di questi nominativi, comportasse il riconoscimento di quelle qualità richieste per i rappresentanti designati. Evidentemente se qualcuna di queste persone si trovasse poi in una situazione d'incompatibilità, si procederebbe secondo la legge. L'accordo però era questo e lo dico per non fare verifiche adesso, nome per nome, cosa che sarebbe lunga e difficile a farsi.



PRESIDENTE

Questa dichiarazione però dev'essere fatta in sede di Consiglio da parte di tutti i Capigruppo, perché una cosa è la determinazione che prendono i Capigruppo riuniti, altra cosa è quella che deve risultare dagli atti dell'assemblea.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Raschio, ne ha facoltà.



RASCHIO Luciano

Sono incaricato dal Gruppo comunista di fare le stesse dichiarazioni che poc'anzi ha svolto il collega Nesi per il Gruppo del PSI.
Noi abbiamo esaminato i vari candidati che proponiamo e riteniamo essere idonei a ricoprire quei posti e ad assumere quelle responsabilità salvo che possano esistere motivi d'incompatibilità ed allora in quel caso il Consiglio Regionale prenderà i suoi provvedimenti. Però noi garantiamo sulla serietà e capacità degli elementi che andiamo ad indicare.



PRESIDENTE

Il Consigliere Giovana chiede di parlare, ne ha facoltà.



GIOVANA Mario

Confermo pienamente le dichiarazioni fatte dal collega Nesi rispondenti alle decisioni assunte nella conferenza dei Presidenti di Gruppo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Fassino.



FASSINO Giuseppe

Non ho nulla di diverso da dire: i tre candidati che abbiamo proposto sono stati tutti e tre Consiglieri comunali fino alle penultime elezioni, e quindi posseggono le qualità richieste. Anche noi ci riserviamo di produrre, se saranno eletti, tutta la documentazione necessaria per confermare quanto sopra.



PRESIDENTE

Il Consigliere Bianchi chiede di parlare, ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Il mio Gruppo ha verificato preventivamente - salvo il margine possibile di errori - l'esistenza dei titoli, sia formali, cioè l'iscrizione nelle liste elettorali e così via, sia la presenza dei requisiti richiesti dalla legge non solo con la valutazione soggettiva e politica, ma con una valutazione obiettiva, secondo la formulazione della legge. Si tratta di persone dotate o di lunga e qualificata esperienza amministrativa, o di titoli di studio, o dell'una e dell'altra cosa che le qualifichino a ricoprire questo ruolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gandolfi.



GANDOLFI Aldo

Desidero anch'io attestare la corrispondenza ai requisiti di legge per la candidatura proposta dal partito repubblicano e a nome del mio partito ho già trasmesso al Presidente del Consiglio, alcuni giorni or sono, il curriculum della persona proposta.



PRESIDENTE

Il Consigliere Vera chiede di parlare, ne ha facoltà.



VERA Fernando

Identica dichiarazione a quella che hanno fatto gli altri Capigruppo per quanto riguarda i tre candidati proposti dal Gruppo Socialista Democratico.



PRESIDENTE

Si tratta adesso di formalizzare le operazioni di voto. E' stata approntata una scheda che permette di fare la votazione nel suo complesso iscrivendovi le indicazioni per le varie sezioni decentrate, di Alessandria, Asti, Cuneo, Novara, Torino e Vercelli. Per i membri effettivi, sono tracciate due linee di puntini: ad evitare eventuali complicazioni, chiarisco che resta inteso che la scheda sarà accettata anche se sarà indicato un solo nome, mentre non potrà essere considerata valida se saranno scritti più di due nomi di membri effettivi.



CARAZZONI Nino

Chiedo di parlare per dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Eravamo già praticamente in fase di votazione. Comunque, ha facoltà di parlare.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, pur rendendomi conto di quanto sia inutile sul piano pratico la protesta che mi accingo ad elevare, ho voluto chiedere la parola non potendo lasciar passare sotto silenzio l'ennesima discriminazione che con la nomina contrattata e preventivamente decisa dei componenti i Comitati di controllo sugli atti dei Comuni delle sei Province piemontesi viene a consumarsi ancora una volta a danno del Movimento Sociale Italiano.
E' noto, infatti, che in un primo momento, e su diretta proposta del Presidente del Consiglio, si era pensato di suddividere proporzionalmente tutti i posti disponibili fra i Gruppi politici presenti nell'Assemblea regionale. L'accordo è mancato perché il Partito Socialista ha imposto ed ottenuto l'esclusione del Movimento Sociale Italiano. Si è giunti così ad una nuova intesa, questa volta ristretta fra i partiti del cosiddetto arco costituzionale, intesa in forza della quale si è ancora una volta anche in questa occasione stabilito di negare ogni legittima rappresentanza alla destra piemontese.
In nome di che cosa, noi ci chiediamo, e chiediamo al Consiglio e all'opinione pubblica esterna, si tenta d'imporre questa che è una scelta discriminante, una scelta faziosa, una scelta settaria una scelta antidemocratica? In nome dell'antifascismo, forse? Già, l'antifascismo. Ma l'antifascismo come formula unitaria, l'antifascismo come punto d'incontro come luogo geometrico degli autentici interessi del Paese, l'antifascismo come garanzia di libertà, l'antifascismo come elemento di coagulo, questo antifascismo è caduto come un birillo nella sconcertante, e per molti aspetti squalificante, vicenda delle elezioni presidenziali, che è tuttora in corso.



BONO Sereno

E' caduto sul naso di Curci.....



CARAZZONI Nino

E' una battuta alla Bono.
Allora, se l'antifascismo non ha più un senso, perché è finito lacerato, dilaniato, sbeffeggiato dai suoi stessi apologeti, come si pensa di giustificare questa scelta discriminante? La verità è che la soluzione discriminante che non concede al MSI alcun rappresentante nei Comitati di controllo (una soluzione, lo ripetiamo, imposta dal Partito Socialista ma anche supinamente accettata dai democristiani, dai socialdemocratici, dai repubblicani e dagli stessi liberali) altro non è che una discriminazione assurda e sciocca....



GIOVANA Mario

Nesi Nerio, sei uno Starace.



CARAZZONI Nino

Se non proprio uno Starace, per lo meno un aspirante Presidente. E' una discriminazione sciocca, perché rivela ancora una volta all'opinione pubblica piemontese il rancore bilioso di un partito, e soprattutto degli esponenti regionali di questo partito, il Partito Socialista, che tende a qualificarsi a fronte di questa medesima opinione pubblica come becero promotore di ogni sorta di faziosità politica. E poi è una discriminazione assurda, in quanto non colpisce tanto il vertice di un partito politico quanto invece novantamila elettori piemontesi, cui sono da aggiungersi le decine di migliaia di altri elettori che a noi si sono avvicinati, dopo il giugno del 1970, e che noi già sentiamo di rappresentare in quest'aula.
A tanta faziosità, sciocca ed assurda, lo ripetiamo ancora una volta il Movimento Sociale Italiano risponde con la serena pacatezza che ad esso deriva dal crescente conforto quotidiano di consensi e di adesioni alla sua battaglia politica e che voi, supposti democratici, ben vi guardate dal verificare attraverso una consultazione elettorale. E' per questa ragione che il Movimento Sociale Italiano, per mia voce, affida e rivolge questa protesta all'opinione pubblica esterna, dichiarando che non prenderà parte a questa votazione che irride ai tanto conclamati principi di libertà e di democrazia.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione. Prego voler distribuire le schede. Per la raccolta, data la mancanza di personale, i singoli Consiglieri, man mano che saranno chiamati, per appello nominale, dovranno recarsi a deporre la scheda nell'urna direttamente nell'emiciclo.



GERINI Armando, Segretario

Procede all'appello in ordine alfabetico e i singoli Consiglieri si recano a depositare la propria scheda nell'urna



PRESIDENTE

Proclamo l'esito della votazione: presenti 39 votanti 38 hanno riportato voti: Sezione decentrata di Alessandria membri effettivi VASONE Aristide 24 PIACENTINI Mario 24 PIZZORNO Diola 14 PASINO Iride 6 MOTTA Mario 8 membri supplenti MORANDI Vittorio 24 UBALDESCHI Dario 14 Sezione decentrata di Asti membri effettivi MARCHIA Cesare 24 BOLLA Mauro 24 CANESTRI Giancarlo 14 AMERIO Pasquale 6 ARCHIMEDE Elio 8 membri supplenti STERPONE Lorenzo 24 GAETA Giuseppe 14 Sezione decentrata di Cuneo membri effettivi GASCO Mario 24 GUARINO Sebastiano 24 ROMITA Domenico 14 TANGOLO Oronzo 6 MIGLIETTI Domenico 8 membri supplenti EINAUDI Rodolfo 24 MUSELLA Franco 14 Sezione decentrata di Novara membri effettivi RAVASIO Giuseppe 24 MILANESI Angelo 24 BIGNOLI Paolo 14 FERRARIS Vittore 6 GRAZIANI Renato 8 membri supplenti DONETTI Rolando 24 BRACCHI Alfredo 14 Sezione decentrata di Torino membri effettivi MARTEGIANI Mauro 23 LIVERIERO Carlo 24 ORLANDINI Gianfranco 14 GROSSO Giuseppe 6 GARBAGNATI Bruno 8 SINISCALCO Marco 1 membri supplenti



AGRESTI Antonio Arnaldo 24

FUBINI Guido 14 Sezione decentrata di Vercelli membri effettivi COMOLI Roberto 24 CANETTI Ferdinando 24 NESTORIO Giovanni 14 SALVAI Franco 6 PEDRON Giancarlo 8 membri supplenti RICCI Luigi 24 ZELLA Maura 14 Proclamo quindi eletti i seguenti esperti: nella Sezione di Alessandria VASONE, PIACENTINI e PIZZORNO quali membri effettivi, MORANDI e UBALDESCHI quali membri supplenti; nella Sezione di Asti MARCHIA, BOLLA e CANESTRI effettivi, STERPONE e GAETA supplenti; nella Sezione di Cuneo GASCO GUARINO e ROMITA effettivi, EINAUDI e MUSELLA supplenti; nella Sezione di Novara RAVASIO, MILANESI e BIGNOLI effettivi, DONETTI e BRACCHI supplenti nella Sezione di Torino LIVERIERO, MARTEGIANI e ORLANDINI effettivi AGRESTI e FUBINI supplenti; nella sezione di Vercelli COMOLI, CANETTI e NESTORIO effettivi, RICCI e ZELLA supplenti.


Argomento: Nomine

Elezione degli esperti nelle discipline amministrative per l'istituenda Sezione decentrata del Comitato di controllo sugli atti degli Enti locali di Biella


PRESIDENTE

Dobbiamo passare adesso all'adempimento dell'altra votazione, per l'elezione dei membri della Sezione decentrata di Biella. E' necessaria questa votazione distinta perché, come i signori Consiglieri ricordano abbiamo votato una legge per la creazione del circondario e per l'istituzione di questa Sezione decentrata. La legge non è ancora ritornata approvata e non è decorso il termine per il passaggio a validità: diventerà operante soltanto o con il visto o per la decorrenza dei termini di legge e con la pubblicazione sul bollettino ufficiale. La votazione, quindi, è subordinata all'entrata in vigore della legge con la quale si è istituito il circondario e si è provveduto al decentramento.
Prego di voler distribuire le schede.



GERINI Armando, Segretario

procede alla chiamata in ordine alfabetico e si procede allo scrutinio.



PRESIDENTE

Proclamo il risultato delle votazioni.
presenti e votanti 39 hanno riportato voti: membri effettivi MARCONE Giuseppe 25 AGLIETTA Giuseppe 25 DE BERNARDI Ferruccio 14 BORTOLIN Silvano 6 POZZATO Bruno 7 FANFANI Tristano 1 membri supplenti CENEDESE Angelo 25 FERRARIS Pietro 14 Proclamo quindi eletti membri dell'istituenda Sezione decentrata di Biella del Comitato di Controllo MARCONE, AGLIETTA e DE BERNARDI quali membri effettivi e CENEDESE e FERRARIS quali membri supplenti.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Dovremmo ora prendere in esame la mozione relativa alla situazione edilizia a Bardonecchia; poi quella relativa alla diffusione dello Statuto Regionale nelle scuole piemontesi e la sua illustrazione agli studenti poi, la proposta per la ricerca e la raccolta di documentazione relativa agli epistolari di ex Combattenti; infine, esaminare interpellanze ed interrogazioni. Devo informare che sono pervenute altre mozioni ed un ordine del giorno che reca la firma di tutti i Capigruppo e che pertanto si chiederebbe di porre immediatamente in votazione: al termine della seduta procederemo alla lettura di queste interrogazioni.
Chi chiede di parlare sulla situazione edilizia a Bardonecchia? Il Consigliere Conti ne ha facoltà.



CONTI Domenico

A nome del Gruppo democristiano, chiederei un rinvio della discussione di questa mozione, perché vorremmo poter approfondire l'argomento, anche per individuare bene i compiti eventuali, la sfera di competenze da assegnare alla Commissione speciale, o d'inchiesta o d'indagine, di cui si fa menzione nel testo della mozione. Tale rinvio potrà consentire al mio Gruppo l'opportunità di associarsi con piena convinzione con i firmatari della mozione. Si tratta infatti di un problema di estrema importanza, che va approfondito, come ritengo, nella unanimità e con la solidarietà di tutto il Consiglio Regionale.



PRESIDENTE

I presentatori della mozione cosa hanno da dichiarare sulla istanza?



GIOVANA Mario

Per parte mia, sono d'accordo. Pregherei soltanto i colleghi democristiani di essere il più possibile solleciti, in modo da poter porre in votazione la mozione alla prima seduta che terremo nel nuovo anno.



VISONE Carlo, Assessore al lavoro

Per parte mia, potrei mettere a disposizione la documentazione che già mi sono procurato.



PRESIDENTE

Qual è il parere degli altri firmatari?



NESI Nerio

Il Gruppo socialista è d'accordo.



SANLORENZO Dino

Il Gruppo comunista pure.



PRESIDENTE

Allora, consenzienti tutti i firmatari, la mozione sarà riportata in esame alla prossima riunione del Consiglio.
Come economia dei nostri lavori, potremmo ora continuare con l'esame delle mozioni poste all'ordine del giorno alle lettere c) e d): quella per la diffusione dello Statuto e quella per la ricerca e la raccolta di documentazione relativa agli epistolari di ex combattenti, che penso possano dar luogo a brevissima discussione.
Avrei però bisogno di sapere se il Consiglio preferisce che ci si ritrovi questo pomeriggio per discutere interrogazioni, interpellanze ecc.
o che si concluda questa mattina, dopo gli interventi su queste due mozioni, anche in relazione ad una istanza venuta dal Vicepresidente della Giunta, che ha convocato la Giunta stessa per questo pomeriggio. Il Consiglio è d'accordo di proseguire ora i lavori prendendo in esame le due mozioni e rinviare le risposte alle interrogazioni ad altra seduta? Non ci sono opposizioni a questa proposta?


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Mozione del Consiglio Regionale sulla diffusione dello Statuto Regionale nelle scuole piemontesi


PRESIDENTE

Allora, il Consigliere Sanlorenzo, presentatore della mozione relativa alla diffusione dello Statuto Regionale nelle scuole piemontesi, ha facoltà di parlare.



SANLORENZO Dino

Non devo aggiungere che pochissime parole al testo della mozione, che si illustra da sola. Come i Consiglieri avranno presente, la mozione si divide in due parti.
Nella prima parte, si raccomanda la pubblicazione entro il marzo '72 di una edizione esplicativa e commentata dello Statuto della Regione Piemonte.
E' bene che i Consiglieri Regionali sappiano che attualmente negli uffici della Regione Piemonte rimangono a disposizione soltanto 50 copie del testo dello Statuto, per cui se i Consiglieri perdessero la propria o qualche delegazione venisse alla Regione a richiederlo per prenderne conoscenza saremmo ben presto nell'impossibilità di soddisfare le esigenze minime di diffusione. Questa questione andrebbe risolta a brevissima scadenza: l'Ufficio di Presidenza dovrebbe, di concerto con la Giunta, provvedere non solo alla stampa dello Statuto ma alla predisposizione di una edizione commentata, in quanto è comune parere che una tale edizione servirebbe a rendere lo Statuto comprensibile non solo per i suoi principi ma per tutte le potenzialità di attuazione che nelle norme in esso comprese sono previste.
Per quanto riguarda invece la specifica questione dell'insegnamento dello Statuto nelle scuole, posso precisare le indicazioni che mi sono venute da una consultazione che ho svolto presso i Presidi dei Licei della mia città, di Novara: ho avuto infatti contatti con il Provveditore agli Studi, con il Preside dell'Istituto magistrale, con il Preside del Liceo classico, con quello del Liceo scientifico, con quello dell'Istituto industriale, con quello dell'Istituto professionale, con esponenti della principale Scuola media della città, con docenti ed insegnanti. E questi insegnanti e docenti mi hanno fatto rilevare il loro vivo interesse per una iniziativa del genere, che permetterebbe loro di porre con molta chiarezza il problema dell'educazione civica nelle scuole, oggi materia negletta anche perché i testi in circolazione, in genere noiosi, rendono la materia ostica e invisa ai giovani. Quasi tutti hanno suggerito di far commentare la materia più che da un giurista, da un giornalista, in grado di usare una forma che renda facilmente comprensibili le norme dello Statuto e ne metta in evidenza l'attualità, la modernità, il collegamento, in fondo, con le aspirazioni ed anche con le lotte che i giovani studenti stanno conducendo nel movimento studentesco. Tutti hanno fatto presente l'indispensabilità della formazione degli insegnanti, per metterli in grado d'insegnare lo Statuto della Regione Piemonte, ed hanno fatto presente anche che il numero di ore di cui essi dispongono per questa materia è estremamente ridotto nell'arco di un mese, per cui la questione dovrebbe essere vista appunto con il Provveditorato regionale, ed anche con il Ministero della Pubblica Istruzione. Non hanno frapposto, comunque, difficoltà di sorta ad una iniziativa di questa natura. Essendo state in quella sede interpellate tutte le massime autorità scolastiche di una città, posso ritenere che questa consultazione sia stata ampiamente rappresentativa delle volontà del mondo della scuola.
Se volessimo tener conto già, intanto, di queste indicazioni, dovremmo prevedere la stampa di un numero rilevante di copie dello Statuto. Perch tutti gli insegnanti, tutti i Presidi hanno suggerito una distribuzione degli esemplari dello Statuto fatta in forma solenne, all'inizio dell'anno scolastico, con la presenza dei Consiglieri Regionali, che abbia quindi tutta la dignità che un atto di questo genere comporta. Numerosi di questi Presidi hanno suggerito di prendere direttamente, senza neppure attendere il prossimo anno, un contatto preliminare con gli organismi di scuola che dirigono e gestiscono le assemblee d'istituto affinché una presentazione dello Statuto nei suoi termini generali e particolari possa essere compiuta nelle scuole del Piemonte dai Consiglieri Regionali, da tutte le rappresentanze nel Consiglio. Ed io penso che questa sia una proposta di grande validità democratica, che debba essere naturalmente accolta e tradotta immediatamente in iniziativa che la Giunta e il Consiglio possono concertare per portare immediatamente questa questione a conoscenza del mondo studentesco.
Per dare concreta attuazione a questa iniziativa ritengo che potremmo entro il mese di gennaio prendere un contatto con l'Università di Torino per studiare le modalità per indire il seminario che si è previsto fra i docenti di educazione civica del Piemonte. Entro gennaio Giunta ed Ufficio di Presidenza, come è previsto nella mozione, potrebbero promuovere un incontro con i Provveditorati agli Studi di tutta la Regione, in primo luogo con il Provveditorato regionale, per un esame dettagliato di tutte le misure che si rendono necessarie per dare attuazione a tutto il dispositivo della mozione.
Questo è quanto ho creduto di dover illustrare. Sottolineo la grande importanza del fatto che la mozione sia firmata da tutti i Gruppi e rilevo che la Regione Piemonte, se attuerà prontamente tutti questi dispositivi sarà la prima in Italia (anche se non la sola, dato che anche la Regione campana e quella abruzzese si stanno muovendo in questa direzione) ad attuare un principio non secondario di divulgazione, di acquisizione democratica dei motivi ideali dai quali ha tratto vita la Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Qualche altro firmatario del progetto di deliberazione intende illustrarlo? Nessuno chiedendo la parola, prego la Giunta, nella persona dell'Assessore competente, collega Visone, di voler esprimere il proprio avviso.



VISONE Carlo, Assessore al lavoro

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, vorrei dire che la diffusione dello Statuto della Regione Piemonte nelle scuole è argomento che già abbiamo trattato in Commissione Istruzione tempo addietro. Il Sovrintendente regionale, con il quale ho discusso l'argomento, si è detto perfettamente d'accordo e penso che già nei prossimi giorni, in occasione di altra riunione, potrò interpellare tutti i Provveditori del Piemonte, al di fuori di una eventuale convocazione ufficiale.
Sulla diffusione dello Statuto nelle scuole, possibilmente commentato c'è dunque pieno accordo.



PRESIDENTE

Si chiede la votazione della mozione o si ritiene sufficiente l'impegno espresso dalla Giunta?



SANLORENZO Dino

Sarebbe meglio che il Consiglio si pronunciasse esplicitamente.



PRESIDENTE

Chi approva la mozione è pregato di alzare la mano.
La mozione è approvata all'unanimità.


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Mozione del Consiglio Regionale sulla ricerca e raccolta di documentazione relativa agli epistolari di ex combattenti


PRESIDENTE

L'altra mozione che abbiamo deciso di esaminare è quella relativa alla raccolta di libri in cui sono riprodotte lettere di ex combattenti. Reca anch'essa numerose firme. Chi chiede di parlare per illustrarla? Ha facoltà di parlare il Consigliere Sanlorenzo



SANLORENZO Dino

Anche questa mozione, di cui i colleghi penso abbiano il testo sotto gli occhi, mi pare si illustri da sola. Devo tuttavia sottolinearne la novità e anche l'originalità. I riferimenti allo Statuto sono immediati: stanno nella finalità dell'attività della Regione Piemonte e anche in quell'articolo specifico che riguarda la tutela di tutti i tipi di patrimonio della Regione. Questo patrimonio che noi vogliamo salvare è certamente il patrimonio più prezioso, perché raccoglie la testimonianza trasmessaci da coloro che sono stati protagonisti delle vicende del nostro Paese negli ultimi cinquanta-sessanta anni di vita.
Mi limiterò a leggervi soltanto alcune lettere che mi sono pervenute da alcuni fra i principali storici del nostro Paese, in cui è manifestato un interesse vivissimo per l'iniziativa della nostra Regione.
Uno degli storici più apprezzati, per aver saputo individuare nella raccolta di questi epistolari, non solo da adesso, una delle fonti più vive della storia vera del nostro Paese, Nuto Revelli, cui si riferisce anche l'indicazione contenuta nella mozione di uno dei libri che stanno avendo maggior successo nell'editoria italiana, scrive: "L'iniziativa di salvare dal macero e dalla dispersione epistolari e lettere e diari di guerra mi trova più che consenziente. Certo, è già un po' tardi, e non si deve più perdere tempo. La mia esperienza è limitata al Cuneese, ma forse abbastanza valida per l'intero Piemonte. Pensi che ho comprato da uno straccivendolo di Cuneo quattromila lettere, cioè l'ultima lettera di quattromila soldati e ufficiali caduti su tutti i fronti, morti in tutte le prigionie. Erano proprietà del Distretto militare. Mi creda, il progetto di deliberazione che mi ha cortesemente inviato mi dice che finalmente si apre la strada giusta, mi dice che la Regione esiste ed affronta i problemi di fondo, sono a sua disposizione per un incontro".
Il giornalista e storico Enzo Forcella scrive: "L'idea di provvedere alla raccolta del materiale epistolare mi sembra ottima, ed individua una delle direzioni concrete sulle quali può essere orientata una politica culturale nell'ambito regionale. Quanto al valore storiografico di questo tipo di fonti, ne sono un convinto assertore da anni e sono quindi lietissimo che esso sia riconosciuto ed accettato dalle nuove strutture regionali".
Il direttore dell'Istituto Gramsci, Franco Ferri, dice che "l'iniziativa è di grande interesse in assoluto, per il solo fatto che salvaguarda materiale prezioso, ed anche in relazione al tipo di analisi che predispone per lo storico futuro. La delibera, così com'é formulata salvo precisazione, dice l'essenziale". Quindi, c'è anche un consenso alla metodologia che viene indicata nella delibera.
Il prof. Paolo Alatri si mette a disposizione per un incontro che la Regione Piemonte voglia indire per approfondire tutti i dettagli, anche organizzativi, che dalla delibera possono derivare.
Il prof. Monticelli, dell'Università degli Studi di Perugia, ringrazia in una lunga lettera, e suggerisce concrete metodologie per attuare il dispositivo che la mozione suggerisce.
Io credo che abbiamo, con questa iniziativa, una funzione pilota, per fare in modo che la storia del nostro Paese non sia soltanto scritta come è stata scritta finora. Noi abbiamo, nella storia del nostro Paese in questi ultimi cinquanta-sessant'anni, fatto la guerra a tutti i Paesi del mondo grandi e piccoli, due, tre volte; centinaia di migliaia di uomini hanno vissuto esperienze tremende, che possono essere ricavate talvolta soltanto dagli epistolari che hanno intavolato con i loro famigliari e che questi hanno conservato gelosamente, come unico ricordo del loro congiunto non più ritornato. In questi epistolari sono descritte le miserie, le grandezze gli eroismi, gli errori, le tragedie che stanno dietro questi singoli momenti della storia del nostro Paese.
Adottare questa iniziativa, che non comporta grandi spese, vuol dire assolvere una funzione fondamentale della Regione Piemonte. Poiché attiene ai valori culturali, morali, ideali per cui una Regione ha giustificazione (nel caso specifico la Regione Piemonte ha avuto la sorte di essere protagonista, in tutti i sensi, della storia del nostro Paese, dal principio del secolo ad oggi), questa mozione che noi oggi ci accingiamo a licenziare credo serva dignitosamente, nobilmente, ideali che sono affermati nello Statuto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Rossotto, ne ha facoltà.



ROSSOTTO Carlo Felice

Signor Presidente, signori Consiglieri, oltre a dichiarare la mia accettazione di questo progetto di deliberazione, voglio esprimere piena adesione alle parole del Consigliere Sanlorenzo ed osservare come questa iniziativa acquisti un duplice significato, molto importante nel momento politico che stiamo attraversando: da un lato, c'è un profondo rispetto per le sofferenze, i dolori, i drammi derivati ai cittadini dalla loro partecipazione alla guerra, indipendentemente dalla questione se i comandi fossero giusti o sbagliati, come cittadini legati ad un senso del dovere che la nostra Costituzione ancor oggi richiama all'art. 52; rispetto quindi, per tradizioni che appartengono alla storia del nostro Paese e che non possono essere strumentalizzate da alcuno per interessi soltanto di parte; dall'altro, di denuncia delle guerre dichiarate, con la parola e con gli scritti, quando la violenza batte alle porte, contro la violenza contro le guerre fra i popoli. Se non si mostra ai giovani il dramma che si nasconde dietro il lato eroico, il lato bello della guerra, quello delle divise scintillanti e delle marce trionfali si fallisce all'opera educativa che ci compete. E visto che si parla a tutti i livelli, oggi, di partecipazione, mi pare che proprio la testimonianza di coloro che furono i partecipi, coloro che ebbero parte attiva di quegli eventi drammatici possa essere la via migliore per far comprendere alle nuove generazioni che non è con la guerra e con la violenza che si risolvono i contrasti, che si progredisce nella storia dell'umanità.
Ritengo utili anche le citazioni tipo quella di "Isonzo '17" di Silvestri, uno studioso di fisica, non uno storico, che pure ha saputo scrivere con una tecnica storiografica perfetta questo magnifico libro, in cui denuncia che nelle giornate epiche, trionfali delle undici battaglie dell'Isonzo per conquistare tre chilometri forse si sbagliò completamente nell'impostazione di tutta quanta una strategia. Sono fatti che vanno resi noti, nel pieno rispetto di quei seicentomila che là caddero, di quei valorosi che non possono essere misconosciuti da nessuno perché fanno parte non soltanto delle tragedie delle nostre singole famiglie o di coloro che ne furono colpiti direttamente, ma proprio di un patrimonio che abbiamo poi visto sottoposto a pesanti ipoteche negli anni successivi, in quel periodo triste della storia del nostro Paese, perdita della libertà democratica proprio perché soltanto alcuni vollero difendere quel patrimonio ed ebbero facile accesso presso l'adesione popolare.
In questo momento di lotte fra i partiti che rappresentano l'insieme di questo arco costituzionale del nostro Paese e che hanno visioni e volontà diverse di risolvere i problemi che ci assillano, non è giusto che alcune forze possano farsi paladine di questi valori e strumentalizzarli non a fine di bene, non con lo scopo di far comprendere ai giovani che attraverso la violenza nulla si risolve, ma per creare di nuovo i presupposti di situazioni che si risolvono soltanto con le fanfare militari e con le divise scintillanti. Le parole di coloro che compirono gesti di gloria o di dovere devono ispirare a noi il massimo rispetto per questi valorosi, ma anche dissuadere le giovani generazioni dal ricadere negli stessi nostri errori pregressi, dal mettersi in condizione di fare scrivere altre pagine drammatiche.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Viglione, ne ha facoltà.



VIGLIONE Aldo

Signor Presidente, abbiamo già dato adesione all'iniziativa contenuta in questa mozione. Noi riteniamo che essa miri a due scopi altamente apprezzabili. Uno è quello di non lasciar disperdere un patrimonio storico di eccezionale importanza. Perché di fatto questa iniziativa è già in attuazione nella provincia di Cuneo? Perché questa si è sempre trovata nelle condizioni direi peggiori nei momenti in cui sono state combattute le guerre. I monumenti dedicati ai Caduti, nel Cuneese, hanno incisi lunghi elenchi di nomi: quello di Carrù, per esempio, dove mi sono recato domenica scorsa, per una riunione, annovera più di duecento nominativi per la guerra '15-'18 ed altrettanti per la guerra '40-'45. La provincia di Cuneo è forse, fra quelle che hanno lasciato il maggior numero di Caduti in ogni parte d'Europa. Ma questo non è l'aspetto più importante dell'iniziativa.
Qualcuno di voi avrà letto certamente in questi giorni (sono state pubblicate, o forse ristampate, perché già le avevo viste mesi addietro) le ultime lettere di soldati tedeschi a Stalingrado: quelle lettere suscitano nel lettore un senso di ribellione; da esse scaturisce netta la constatazione che la guerra, sempre, giusta o sbagliata che possa sembrare nel significato che ha avuto fino ad oggi (non di difesa dei patrimoni democratici, o di libertà o di progresso), è sempre e solo stata pretesto per l'assassinio e la rapina, ha sempre sostanzialmente chiamato i poveri a battersi fra di loro perché i ricchi potessero prosperare. Questo è il profondo insegnamento che promana da tutte le lettere che si sono reperite.
I protagonisti del dramma si chiedono perché si trovano chi in Russia, chi sul fronte francese, a sparare, nel giugno 1940, contro altri lavoratori che stanno dietro l'opposta barricata, chi in Jugoslavia a partecipare al massacro di due milioni e 300 mila jugoslavi.
Ecco dunque i due significati dell'iniziativa: non disperdere un patrimonio storico d'archivio di eccezionale importanza, denunciare la tragica inutilità della guerra. Proprio oggi mi è capitato di gettare lo sguardo su lettere di soldati tedeschi a Stalingrado, e mi ha colpito in particolare lo sconforto di quel giovane che scrive al padre generale ricordandosi della frase con la quale egli l'ha salutato al momento del distacco: "Per il grande Reich, va! ", gli obietta: "No, tu non mi hai mandato qui a fare grande il Reich, mi hai mandato soltanto ad un autentico massacro, in cui tutti veniamo sacrificati senza scopo alcuno". Questa la tematica che balza da ogni riga di quelle lettere, per cui esse serviranno a far capire alle generazioni future che non possono esservi guerre giuste o guerre sbagliate, perché la guerra è sempre un errore ed è sempre una cosa orrenda, che dobbiamo fare ogni sforzo per evitare. Ecco il grande insegnamento che viene da quelle lettere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Giovana, ne ha facoltà.



GIOVANA Mario

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, ho sottoscritto questa proposta di mozione, che il collega Sanlorenzo ha già illustrato lucidamente, esponendo molte delle ragioni che avrei voluto portare io stesso. Vorrei soltanto sottolineare, per chiarire ancora con quale spirito ho aderito ed aderisco alla iniziativa propugnata nella mozione, un aspetto che a mio avviso è fondamentale. L'iniziativa non ha soltanto finalità conservativa - pur essa giusta ed importante, perché anche attraverso gli archivi inesplorati si conservano alle generazioni future documentazioni che sono monumento di storia - ma servirà a dare agli storici la possibilità, quanto mai attuale e sollecitata dal convergere di orientamenti storiografici diversi, di passare da una storia delle classi dirigenti, quella che sempre ha prevalso finora negli indirizzi storiografici, ad una storia delle classi subalterne, storicamente subalterne.
Fare una storia delle classi storicamente subalterne non vuol dire soltanto recuperare la storia della maggioranza del popolo: vuol dire operare un recupero della cultura essenziale di questo popolo. Perch l'espressione generale, nella sua globalità e nella sua intensità, di un dato culturale non è mai venuta dalla storia di ristretti gruppi, ma sempre dalle motivazioni e dalle tonalità diverse di cui si riempie la storia dei ceti diversi che fanno parte delle classi subalterne. Dal dolore, dalla sofferenza, dalla descrizione dei campi d'Italia che fa il soldato mettendoli a confronto con i campi russi, ove è stato portato a combattere e lo stesso vale per tante altre situazioni, si ricostituisce tutto un itinerario di cultura contadina, operaia e intellettuale che è il fondamento stesso del recupero di una autentica civiltà. In questo senso io credo soprattutto che valga modernamente e in senso storiograficamente serio affrontare un'iniziativa di questo genere, mettere a disposizione per quanto ci concerne come Regione, tutti gli strumenti e le energie possibili, perché è solo in questo senso penso noi poniamo le basi per aiutare davvero quello che è l'indirizzo nuovo della ricerca che si apre alla visione globale della storia della nostra collettività.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Bianchi, ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Non posso che associarmi, in linea di massima, alle motivazioni qui portate per l'approvazione di questa mozione; mi richiamo principalmente all'intervento del Consigliere Sanlorenzo.
Al di là degli schematismi anche critici, di giudizio storico e politico, a nome del mio Gruppo dò l'adesione a questa mozione, con sincera convinzione, proprio perché si tratta di portare alla luce una versione della storia così come vissuta e così come sofferta dagli umili, dai contadini, dai montanari, da coloro che la fanno, facendo politica senza parlarne, cioè scrivendola con la fatica, con il sangue, con il lavoro, con le infinite umiliazioni. Il riscrivere la storia, il demistificarla, anche vedendola sotto l'angolo visuale della sapienza implicita nel comportamento e nei giudizi che si esprimono nei momenti tragici della verità, di fronte ai problemi della vita e della morte, così come vennero affrontati da un popolo nella sua parte migliore, quella dei più semplici e più umili, credo sia indispensabile contributo da dare alle generazioni nuove, ai giovani che oggi su vari fronti sembrano più che mai orientati a seguire miti irrazionali, miti tragici di violenza, che si sposano fra di loro dall'estrema sinistra all'estrema destra. Sarà poi da stabilire quali sono le classi più o meno dominanti o quelle subalterne che hanno portato alla guerra e quali e se da essa hanno tratto vantaggio: perché mi pare evidente che, quali che potessero essere gli intendimenti di categorie e classi responsabili della guida politica, il risultato di tanto sconvolgimento non è stato altro che la prospettiva e il rischio della fine dell'Europa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Vicepresidente della Giunta, ne ha facoltà.



CARDINALI Giulio, Vicepresidente della Giunta Regionale

La Giunta è consenziente con la mozione e con la proposta di deliberazione, per motivi che non starò a ripetere in quanto sono già stati nobilmente espressi da molti Consiglieri.
E' evidente che l'intendimento che ha mosso ad una tale deliberazione è quello di acquisire alla nostra Regione un insieme di testimonianze che rappresentano l'espressione più viva delle forze popolari della Regione; ed è altrettanto vero che la cosa acquista maggiore importanza in quanto questi documenti fanno riferimento a momenti drammatici della vita della Nazione e che da essi traspare, come monito per le future generazioni l'inutilità e l'assurdità di ogni forma di conflitto. L'insegnamento che da essi scaturisce dovrebbe anche essere interpretato nel senso di condanna di quella forma risolutiva attraverso la violenza delle vertenze, vuoi tra i popoli vuoi all'interno di un popolo, anche perché la guerra di cui noi oggi parliamo, le guerre che vi sono state, hanno tendenza a trasferirsi nel futuro, attraverso spartiacque che certamente non investiranno settori puramente nazionali, sul piano di vere e proprie guerre di tipo civile.
Credo che la raccolta di documentazioni di questo genere vada fatta allo scopo d'insegnare alle giovani generazioni, a tutti che soltanto la risoluzione dei problemi attraverso la libera espressione democratica pu impedire, e a livello internazionale e a livello nazionale, ogni forma di violenza e di guerra.



PRESIDENTE

La discussione sull'argomento è chiusa.
Per formalizzare questo progetto di deliberazione varrebbe forse la pena di presentare alla prossima riunione del Consiglio una proposta per la formazione della Commissione, così com'é richiesto nel testo che abbiamo dinanzi - che non è una mozione e che non è neanche una deliberazione in termini concreti - che dovrà predisporre i criteri di raccolta, di scelta di queste lettere. Penso che l'Ufficio di Presidenza, d'accordo con la Presidenza della Giunta, potrebbe prendere accordi per fare alla prossima riunione del Consiglio una proposta in tal senso. Se il Consiglio concorda diamo per approvata, poiché non vi sono stati assolutamente dei dissensi questa proposta di deliberazione, che concretizzeremo nel modo che ho testè letto.


Argomento:

Mozioni e interrogazioni (annuncio)


PRESIDENTE

Vorrei pregare il Consiglio, stante l'ora piuttosto tarda, di consentirmi di dare formalmente per letti due testi molto lunghi: si tratta di una mozione firmata dai Consiglieri Fonio, Nesi, Bono, Giovana e Raschio che ha per oggetto il problema degli inquinamenti, e di cui, a meno che i presentatori esigano la lettura, manderemo, come già fatto in analoga occasione, il testo ai singoli Consiglieri, in maniera che ne abbiano conoscenza diretta; e di una interrogazione dei Consiglieri Nesi e Viglione diretta all'Assessore alla sanità e alla sicurezza sociale, per sapere quali provvedimenti egli intenda adottare e di quali iniziative intenda farsi promotore presso le competenti autorità locali e nazionali affinch venga al più presto a cessare una situazione grave, che danneggia la parte più indifesa della popolazione, quella creatasi all'Asilo nido dell'OMNI di via Coppino 154, in Torino. Se i due presentatori accettano questa sommaria indicazione in Consiglio, verrà trasmessa direttamente all'Assessore competente.


Argomento: Esercizio delle funzioni amministrative trasferite o delegate dallo Stato alle Regioni

Ordine del giorno del Consiglio Regionale sull'approvazione dei decreti delegati


PRESIDENTE

C'è poi un brevissimo ordine del giorno, recante le firme di tutti i Capigruppo, e che quindi penso potremmo mettere senz'altro in votazione: "Il Consiglio Regionale del Piemonte, costatato che il Governo non ha ancora approvato i decreti delegati per il trasferimento delle funzioni in materia di beneficenza pubblica, assistenza scolastica, trasporti, fiere e mercati, chiede al Governo che tali decreti siano tempestivamente approvati, accogliendo integralmente le osservazioni unanimemente espresse dai Consigli Regionali chiede inoltre che la decorrenza del trasferimento delle funzioni alle Regioni sia contemporanea per tutte le materie previste dall'art. 117 della Costituzione".
Se i presentatori non ritengono di doverlo illustrare - è così chiaro di per se stesso -, metterei ai voti come ordine del giorno quanto ho testè letto. Chi approva è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità.


Argomento: Varie

Auguri per le prossime festività


PRESIDENTE

Siamo, colleghi Consiglieri arrivati al termine anche di questa nostra seduta. Procedendo alla formalità della dichiarazione di chiusura di questa seduta ed anche di chiusura della sessione ordinaria del Consiglio, che verrà riconvocato in gennaio (non è possibile precisare ora con esattezza a quale data, ma senz'altro molto presto, perché vi sono da compiere adempimenti per i quali sono previste scadenze), mi consentano di formulare, non soltanto come aspetto formale, gli auguri più vivi e cordiali, a nome del Presidente Vittorelli, assente, che me ne ha dato incarico, ma anche mio personale.
Gli auguri hanno un contenuto in quanto sono fatti in termini di estrema sincerità e di grande lealtà. In questo spirito la Presidenza li rivolge a tutti i singoli Consiglieri. Nel corso di quest'anno vi possono essere stati momenti di tensione, discrepanze, contrasti, divergenze conflitti: direi che tutto questo fa parte di quella componente che rende salda e più vigorosa la realtà e l'esigenza stessa della democrazia. Quando avremo la possibilità di stendere una specie di bilancio di quanto si è fatto - ed anche di quanto non si è fatto e non si è potuto fare -, un bilancio che registri il complesso della buona volontà che si è messa in cantiere, il complesso delle cose che si sono realizzate, il tormento e l'ansia per quelle che non sono state realizzate, noi, tirando le somme costateremo che l'anno che volge al termine non è stato da noi inutilmente impiegato nei lavori del Consiglio. E' stato un difficile periodo di rodaggio, all'indomani della fatica grossa della creazione dello Statuto in cui ci si è trovati dinanzi a problemi imponenti e difficili da superare, e tuttavia si è realizzato qualcosa di concreto, si sono espresse le prime volontà legislative, si è data una struttura. Noi crediamo di poter dire in definitiva, tirando le somme, al di sopra di quelle che possono essere divergenze di natura contrastante, anche in termini di polemica, che in effetti abbiamo tutti lavorato per questa nostra Regione.
Il mio augurio è rivolto a tutti loro, colleghi carissimi, alle loro famiglie, se me lo consentono, ai partiti ai quali appartengono: io credo fermamente nella validità di queste componenti politiche, di queste componenti partitiche. Credo che se in definitiva noi non abbiamo incontrato difficoltà insuperabili, se siamo riusciti ad emergere da situazioni delicate che potevano farci andare a fondo, se riusciremo, come riusciremo, a superare anche quella pagina, indubbiamente non tra le più belle, che si sta scrivendo proprio in questi giorni, lo dobbiamo al senso di responsabilità dei vari partiti che colloquiano e che parlano fra di loro. Questi contrasti sono forieri di certezza nella saldezza della democrazia: laddove questi contrasti tra i partiti non esistono non vi è vera libertà, non vi è vera democrazia.
Il mio augurio è, dicevo, per loro, per le loro famiglie, per i loro partiti, e aggiungo per il nostro Consiglio Regionale. Senza lasciarmi andare sulla corda del sentimento, formulo un auspicio, in aderenza a quello che è stato l'ultimo argomento che noi abbiamo discusso oggi: che quella pace che può essere raggiunta solo se gli uomini operano in spirito di buona volontà si consolidi talmente da permettere che negli anni futuri i Consigli Regionali, i vari consessi politici, non debbano attardarsi a chiedere la conservazione delle lettere scritte dai combattenti in guerra ma possano invece dedicarsi a suggerire la conservazione delle lettere scritte dagli operatori di pace, dai facitori di pace, dai giovani che nel campo del lavoro, nel campo della produzione, nel campo della cultura, nel campo della civiltà si scambino espressioni infinitamente più vive e più valide di quelle pur validissime che vengono da chi affronta nel termine dell'adempimento del proprio dovere il rischio anche mortale in guerra.
Conoscendo la bruttura della guerra, conoscendo l'onta del campo di concentramento, dove solo la dignità salva l'uomo, conoscendo il conflitto dell'uomo che spara contro un altro uomo che neppure conosce, auspico che si possa ad un certo momento fare la raccolta di lettere che i cittadini di questa Europa, che non deve andare verso la sua fine ma verso una nuova edizione di produzione culturale e di civiltà, si scambiano fra di loro dicendo che la cosa più grande, la più bella che si possa avere è la pace.
E la pace non è tale se non è accompagnata e sorretta dalla libertà e dalla giustizia: senza questo sarebbe semplicemente un aspetto esterno, che non ha radice profonda ed intima.
In questo spirito, colleghi Consiglieri, porgo a tutti loro gli auguri più vivi, più cordiali di una pace buona e di un nuovo anno fecondo di lavoro per il Consiglio Regionale, per la gente piemontese che guarda a noi come ai costruttori di un avvenire migliore, per gli uomini che vivono oggi, ma, se mi consentono, colleghi Consiglieri, soprattutto per i giovani del mondo del lavoro e della scuola, per coloro che attendono, anche attraverso quelle consultazioni che quasi ad ogni nostra seduta si ripetono, che il Consiglio Regionale dica veramente una parola nuova buona, serena, di pace e di giustizia.
La seduta è tolta. La sessione ordinaria del Consiglio è chiusa.



(La seduta ha termine alle ore 14,40)



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