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Dettaglio seduta n.68 del 01/12/71 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VITTORELLI


Argomento: Elezioni - Ineleggibilita' - Incompatibilita'

Elezione di tre delegati della Regione Piemonte per l'elezione del Presidente della Repubblica


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Questa mattina abbiamo un solo punto all'ordine del giorno: "Elezione di tre delegati della Regione Piemonte per l'elezione del Presidente della Repubblica".
Come i signori Consiglieri sanno, l'art. 83, secondo comma della Costituzione, dispone - che "all'elezione del Presidente della Repubblica partecipano i delegati dei Consigli Regionali" e in particolare che "all'elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio Regionale, in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze".
Su questa stessa questione l'art. 17, lettera d) dello Statuto della Regione Piemonte, approvato con Legge 22 maggio 1971 n. 338, dispone che il Consiglio elegge nel proprio seno tre delegati della Regione ai quali spetta di partecipare, ai sensi dell'art. 83 della Costituzione all'elezione del Presidente della Repubblica. Per l'elezione dei delegati ciascun Consigliere vota non più di due nomi. Le schede che saranno distribuite contengono quindi due righe sulle quali i Consiglieri possono segnare due nomi.
In relazione al combinato disposto delle ricordate norme, i tre delegati debbono quindi rivestire la qualifica di Consiglieri Regionali e uno di essi dev'essere espressione delle minoranze consiliari. Si potrà quindi ora procedere alla votazione e concludere la seduta con la proclamazione del risultato della votazione stessa.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Curci, ne ha facoltà.



CURCI Domenico

Signor Presidente, signori Consiglieri, in sede nazionale, è stato stipulato un accordo di vertice tra i Partiti del Centro-Sinistra, il Partito Comunista, il Partito Socialproletariato ed il Partito Liberale relativo all'elezione dei Consiglieri Regionali che dovranno partecipare all'elezione del Presidente iella Repubblica.
Il M.S.I. dichiara al riguardo che, se tale accordo raggiunto tra i Partiti che pretendono di rappresentare essi soli i diritti e i doveri costituzionali, portasse ad un'elezione discriminante dei Consiglieri Regionali che faranno parte per la prima volta dell'assemblea nazionale per l'elezione del Capo dello Stato, la stessa elezione della suprema magistratura della Repubblica risulterebbe, evidentemente, viziata di incostituzionalità. E' davvero enorme, infatti, in sede di giudizio morale prima ancora che politico e costituzionale, che si possa pensare di escludere dall'elezione del Presidente della Repubblica la rappresentanza di milioni di italiani. Se possono volere questo i Comunisti ed i Socialproletari, è comprensibile, ma che i Partiti di Governo e persino il Partito Liberale, si associno a tale manovra che è in palese contrasto con l'art. 87 della Costituzione, e che è intesa e tendano a fare scadere il Presidente della Repubblica a rappresentante di una nazione, è veramente ignobile.



PRESIDENTE

Desidero dichiarare come Presidente di questa assemblea che l'elezione che avviene in questo come in tutti gli altri Consigli Regionali, ha luogo senza nessuna coartazione della volontà dei Consiglieri Regionali i quali a norma dell'art. 83 della Costituzione e nel caso nostro dell'art. 17 del nostro Statuto, esprimeranno questa mattina il loro voto per inviare tre delegati della Regione Piemonte all'assemblea nazionale.
Se questi Consiglieri avessero subito una coartazione qualunque della propria volontà, l'eccezione che è stata sollevata dal Consigliere Curci potrebbe avere una validità; nulla però può vietare a forze politiche democratiche, in un Paese libero, di concludere accordi in un arco costituzionale tra i partiti che a questa Costituzione credono perch l'hanno elaborata e perché con la lotta per la Resistenza che ha preceduto l'adozione della Costituzione hanno indicato il chiaro intendimento politico di fare dell'Italia un Paese democratico e civile e di fare in modo che anche oggi vengano mantenute queste promesse.
Dal punto di vista formale debbo dichiarare che ciò che può impedire l'elezione di un delegato del M.S.I. all'assemblea nazionale, non è l'accordo tra i partiti, è la mancanza di forza politica di questo partito che non riesce a utilizzare le norme della Costituzione e in particolare del nostro Statuto per l'elezione di un Consigliere. Quindi, dal punto di vista sia formale che sostanziale, l'elezione avviene nelle condizioni di massima libertà che consentono a minoranze che ne abbiano la forza, di esprimere la loro opinione e di ottenere l'elezione di un delegato.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Nesi, ne ha facoltà.



NESI Nerio

Signor Presidente, signori Consiglieri, il Gruppo Socialista esprime la propria profonda soddisfazione per l'accordo raggiunto in sede nazionale fra tutti i partiti democratici, accordo che segna - ancora una volta l'emarginazione, sul piano politico e - visto che si è usata questa parola anche sul piano morale, delle forze del fascismo rappresentato dal M.S.I.
Le ragioni che così nobilmente ha espresso il Presidente Vittorelli, il Gruppo socialista le fa proprie. Non era pensabile, in questa circostanza che si mandassero ad eleggere la più alta magistratura della Repubblica proprio le forze avversive del nostro sistema.
Questo accordo in sede nazionale, significa per il nostro Partito, in Piemonte, un grave sacrificio, perché prevede la non rappresentanza del Gruppo socialista piemontese. Questo sacrificio è ancora più grave, tenuto conto della personalità che il nostro partito aveva designato nella terna dei nomi, quella del sen. Vittorelli, Presidente del Consiglio Regionale che credo avesse in sé piena capacità di rappresentanza politica dell'intero Consiglio Regionale.
Non essendo questo avvenuto, il Gruppo socialista dichiara che metterà i propri voti a disposizione del candidato dei compagni comunisti (per quei profondi legami di classe che ci sono fra i nostri Partiti) e per uno dei candidati della D.C. Così facendo, il nostro Gruppo intende mantenere fede all'accordo nazionale, augurandosi che questo accordo venga mantenuto inalterato in tutte le Regioni nelle quali ancora si deve votare. Non solo ma intende anche affermare che bisogna ritornare, in questo Consiglio, a quelle larghe maggioranze così rappresentative che hanno informato di s tutta l'attività del nostro Consiglio Regionale e che hanno permesso di portare a compimento lo Statuto della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

E' iscritto ha parlare il Consigliere Furia, ne ha facoltà.



FURIA Giovanni

A nome del Gruppo del P.C.I. vorrei, sottolineare il significato ed il valore che anche noi attribuiamo all'accordo che è stato realizzato tra i partiti che si richiamano alla Corte Costituzionale per l'elezione dei delegati regionali all'elezione del Presidente della Repubblica.
Noi abbiamo lavorato per questo obiettivo ed ora sottolineiamo con soddisfazione che questo risultato è stato raggiunto. Questo risultato noi lo consideriamo non solo legittimo (e mi associo a quanto detto in proposito dal Presidente della nostra assemblea; vorrei ricordare, tra l'altro, che la nostra non è una Costituzione neutra, ma è chiaramente antifascista) ma anche opportuno e necessario, che sottolinea l'ispirazione democratica che ha mosso le forze che hanno lavorato per il raggiungimento di questo fine.
Noi sottolineiamo il significato ed il valore di questo accordo, anche se, come P.C.I. da un punto di vista numerico non ne abbiamo avuto un vantaggio; data la consistenza della rappresentanza comunista in tutte le Regioni, con ogni probabilità avremmo potuto avere in tutte le Regioni un nostro rappresentante. Andiamo quindi a questa soluzione con la coscienza di aver fatto forse un piccolo sacrificio, che tuttavia valeva la pena di fare perché a nostro avviso l'accordo raggiunto ha un significato molto importante.
Naturalmente, come ha già detto il sen. Vittorelli, ogni Consigliere è libero di scegliere chi vuole, ma noi ci atterremo all'accordo che prevede nella Regione Piemonte, l'elezione di un rappresentante del nostro partito.
Ma voglio dire che ci saremmo attenuti a questo accordo anche nel caso in cui il medesimo avesse escluso un rappresentante- comunista della Regione Piemonte.
Noi ci limitiamo qui a votare i delegati della nostra Regione per l'elezione del Presidente della Repubblica e noi voteremo per il nostro Capogruppo compagno Berti, ma mi sia consentito di auspicare che l'accordo raggiunto tra le forze democratiche e costituzionali del nostro Paese possa essere di buon auspicio anche all'elezione di un Presidente della Repubblica che abbia il significato di un pieno rispetto della Costituzione, di un impegno allo sviluppo della democrazia, ciò che non pu realizzarsi, anche in quella sede, se non con una netta preclusione nei confronti delle forze della destra.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Fassino, ne ha facoltà.



FASSINO Giuseppe

Nei lavori preparatori per la redazione dello Statuto, noi liberali avevamo proposto che, per rispettare le norme costituzionali, che prevedono la rappresentanza delle (sottolineo il "le") minoranze e non solo della minoranza più forte, per la nomina dei tre delegati all'elezione del Presidente della Repubblica, ciascun Consigliere votasse un solo nome; ci che, a nostro avviso, avrebbe garantito oggi una più larga rappresentanza delle forze componenti il Consiglio. Tuttavia la tutela delle minoranze è stata ora riconosciuta con un accordo nazionale, in base al quale il Partito Liberale avrà due delegati eletti in altre Regioni.
Tale accordo, per quanto concerne il Piemonte, prevede che per la maggioranza, siano eletti due Consiglieri della D.C. Il Gruppo liberale pertanto darà i suoi voti ai due Consiglieri proposti dalla maggioranza.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Giovana, ne ha facoltà.



GIOVANA Mario

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, a nome del mio partito desidero dichiarare che noi riteniamo un fatto altamente positivo analogamente a quanto prima detto dai Consiglieri Nesi e Furia, il raggiungimento di un accordo da parte dei partiti dell'arco costituzionale che si richiamano agli ideali della Resistenza e che sono stati gli artefici della Costituzione democratica e repubblicana che ci governa.
Riteniamo altamente positivo il raggiungimento di un accordo che intende portare alla Presidenza della Repubblica, (a qualsiasi parte l'uomo che vi andrà, appartenga) un uomo che comunque rappresenti quegli ideali e quelle ragioni per le quali noi abbiamo lottato e nelle quali la democrazia italiana vede riposare le sue garanzie di continuità e di sviluppo.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Bianchi, ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, forse mai come in questa occasione l'attenzione del nostro Paese è stata rivolta, con così viva partecipazione e senso di trepida attesa all'elezione della massima magistratura della Repubblica.
Noi vogliamo che, per modalità di elezioni, per serietà di rapporti tra le forze politiche, per dignità delle persone indicate, questo Consiglio contribuisca a dare al Paese la netta sensazione che tutti abbiamo coscienza dell'importanza di queste elezioni, importanza che deriva dalla necessità di garantire le istituzioni democratiche, di garantire un libero sviluppo del Paese verso traguardi di giustizia, dalla necessità di respingere tutti i timori e tutte le sollecitazioni, da qualunque parte essi vengano, che possano volgere a involuzioni antidemocratiche.
La D.C. ha partecipato ad un accordo che ha indubbiamente, come tutti gli accordi, un significato politico ed il primo è quello del rispetto della pluralità delle forze che compongono il Parlamento e l'Italia; senza di questo la rigidità necessaria del meccanismo elettorale avrebbe portato ad uno schiacciamento di posizioni crescenti nell'ambito della maggioranza e della minoranza. Questo accordo quindi s'imponeva alla saggezza politica innanzi tutto perché i risultati democratici, i più ampi, potessero essere raggiunti. E ad evitare che maggiori sacrifici avvenissero nell'ambito delle maggioranze e in quello delle minoranze, si è pervenuti a queste conclusioni.
Credo non possa dolersi, legittimamente, il M.S.I. se, proponendosi un'esigenza del tutto democratica di temperamento di un sistema così rigido, le forze repubblicane e democratiche, nell'ambito della maggioranza per le sue competenze e le minoranze, per le loro, non hanno creduto di poter estendere le stesse ragioni di accordo al M.S.I. La ragione dell'accordo è dunque troppo ovvia, e non è né scandalosa, né inficia, come bene ha già detto il Presidente, la validità, non dico giuridico-politica ma neanche morale dell'elezione del Presidente della Repubblica.
La D.C. indica, come propri candidati, il Presidente della Regione credendo con questa prima indicazione di conferire alla delegazione del Consiglio Regionale piemontese una rappresentanza che idealmente è più ampia di quella che è costituita dalla rappresentanza consiliare della D.C., e l'Assessore Luigi Petrini che, per quanto riguarda anche il nostro partito, è espressione di una zona che non ha rappresentanza parlamentare per cui crediamo che, al di là della dignità che egli ha, piena e completa ai fini della rappresentanza del nostro Gruppo, possa anche efficacemente integrarla nell'elezione della massima magistratura dello Stato.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Gandolfi, ne ha facoltà.



GANDOLFI Aldo

Signor Presidente, signori Consiglieri, è già stato detto da molti degli oratori che mi hanno preceduto come sia particolarmente importante l'elezione del Presidente della Repubblica che i parlamentari e i delegati delle Regioni si accingono a svolgere nelle prossime settimane.
Particolarmente importante perché si inserisce in una crisi politica e istituzionale del Paese che presenta sintomi di particolare gravità, che non è certamente qua il caso di analizzare, ma che ha responsabilità che ricadono su molte parti politiche, su molti settori della vita nazionale.
Ciò che però è chiaro è che da un punto di vista politico - e questo è l'elemento che vale la pena di rilevare - tutte le forze politiche che hanno concorso a questo accordo nazionale per l'elezione dei delegati regionali alla Presidenza della Repubblica, sono forze politiche che non solo si riconoscono nella Costituzione che è uscita dalla lotta di liberazione, ma sono forze politiche tutte tenacemente tese oggi, ciascuna sul proprio versante, ciascuna con le proprie motivazioni e il proprio bagaglio ideologico, a cercare una via di uscita dalla crisi che si collochi nel rispetto e nella continuità del contesto politico che la Resistenza ci ha consegnato.
Il M.S.I. non solo per l'ispirazione a cui si collega, ma per l'azione politica concreta di questi anni, è un movimento che tenta di raccogliere la protesta contro il sistema, di incanalare una tensione che è tutta rivolta a capovolgere il sistema politico democratico così come ci è stato consegnato dalla Costituzione. Quindi in termini politici e non costituzionali e più che naturale che questo accordo di carattere nazionale escluda in questo momento i rappresentanti del M.S.I. Non ci sono certo motivi di incostituzionalità che possano essere accampati in questa sede per lamentare l'esclusione di delegati del M.S.I.
Devo ancora aggiungere che il P.R.I. a livello nazionale ha dato un'indicazione precisa ai propri parlamentari, all'unico delegato regionale che avrà, che è quella di votare per un candidato laico. Ciò non toglie che in questa sede e in seguito all'accordo di carattere nazionale riconoscendosi il P.R.I. nella maggioranza di Centro-Sinistra, voterà per i candidati della maggioranza di Centro-Sinistra e in questo caso per i due delegati proposti dalla D.C.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare i] Consigliere Benzi, ne ha facoltà.



BENZI Germano

Signor Presidente, signori Consiglieri, e la prima volta che la Regione Piemonte è chiamata a delegare i propri rappresentanti per l'elezione del Presidente della Repubblica.
Gli accordi raggiunti a Roma fra i venti partiti sono da noi accettati in pieno e rigettiamo le opposizioni fatte dal collega Curci in quanto che non hanno nessun valore.
Dichiariamo che voteremo per i due candidati della maggioranza.



PRESIDENTE

Ricordo ancora una volta - non essendoci più nessun iscritto a parlare che il disposto dell'art. 17 lettera d) dello Statuto, dove è detto che "il Consiglio elegge nel proprio seno tre delegati della Regione ai quali spetta di partecipare, ai sensi dell'art. 83 della Costituzione all'elezione del Presidente della Repubblica; per l'elezione dei delegati ciascun Consigliere vota non più di due nomi ". Il "non più" vuole dire evidentemente non più di due e non vuole dire "non meno", ciò che consente di votare o uno o due nomi. Saranno quindi valide tutte le schede che recheranno due nomi o un nome; non saranno valide quelle che contenessero eventualmente più di due nomi.
Prego di procedere alla distribuzione delle schede.
Si procede all'appello nominale per la votazione a scrutinio segreto.
Ciascun Consigliere, alla chiamata del suo nome, deporrà nell'urna la propria scheda.
Prego un Segretario Consigliere di procedere all'appello dei presenti.



GERINI Armando, Segretario

Procede all'appello



PRESIDENTE

Tutti hanno votato, quindi la votazione e chiusa.
Prego di raccogliere le schede per procedere allo scrutinio.
Proclamo il risultato della votazione: presenti: 47 votanti: 47 hanno riportato voti: CALLERI: 32 PETRINI: 28 BERTI: . 17 CURCI: 2 schede bianche: nessuna.
Proclamo quindi eletti delegati della Regione Piemonte per l'elezione del Presidente della Repubblica, i Consiglieri Regionali Calleri, Petrini e Berti, quest'ultimo in rappresentanza delle minoranze.
Il Consigliere Carazzoni ha chiesto la parola che non posso concedere in quanto abbiamo esaurito l'o.d.g. e la votazione non si commenta.



CARAZZONI Nino

Intendo contestare....



PRESIDENTE

Non le dò la parola.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,30)



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