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Dettaglio seduta n.57 del 21/09/71 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VITTORELLI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Prego un Consigliere Segretario di dare lettura dei verbali delle sedute precedenti.



GERINI Armando, Segretario

Dà lettura dei verbali delle sedute del Consiglio del 16 luglio, del 29 luglio (antimeridiana e pomeridiana), del 9 settembre (antimeridiana e pomeridiana


Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Passiamo al secondo punto all'o.d.g.
Desidero fare alcune comunicazioni: hanno chiesto congedo l'avv. Oberto e l'Assessore Fonio per le sedute odierne, l'Assessore Franzi per ragioni di malattia, i Consiglieri Curci e Carazzoni trattenuti da impegni di partito nelle giornate di oggi e di domani, l'Assessore Armella perch convocato a Roma dal Ministro della Sanità per l'insediamento del Comitato Nazionale Sanità, il Consigliere Giovana per la seduta pomeridiana.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio


PRESIDENTE

Si è riunita, il 14 settembre, la conferenza dei Presidenti con la partecipazione del Presidente della Giunta; ha preso in esame il programma dei lavori di questa sessione ed una serie di argomenti che interessano l'organizzazione del Consiglio. Dò comunicazione delle decisioni che possono interessare la nostra assemblea.
Per quello che riguarda le leggi rinviate all'esame del Consiglio sul personale e sul consuntivo, esse sono all'ordine del giorno della seduta odierna e come i signori Consiglieri avranno potuto notare, la Giunta ha fatto alcune proposte che ho inserito ieri all'o.d.g. della seduta odierna dandone comunicazione telegrafica a tutti i Consiglieri Regionali.
E' stata presa in esame anche la questione del calendario dei lavori del Consiglio che dovrà, a decorrere da un certo momento, quando il Consiglio avrà cominciato a svolgere un lavoro più regolare, comportare la suddivisione delle giornate di lavoro dei Consiglieri Regionali in giorni dedicati ogni settimana a sedute del Consiglio e di Commissione. Si è tuttavia ritenuto che, in questa fase, in cui è necessario dedicare parecchie giornate di lavoro all'esame dei decreti delegati, sui quali sfamo chiamati ad esprimere un parere con carattere d'urgenza contro 60 giorni da quando il testo del decreto delegato o del decreto presidenziale è pervenuto alla Giunta Regionale, sia più opportuno non stabilire ancora giornate fisse della settimana, ma consacrarne il numero necessario per potere con estrema sollecitudine esprimere il parere della Regione.
Tuttavia, non appena la Regione avrà iniziato un'attività legislativa più normale, sarà necessario concordare la suddivisione del lavoro in maniera da consentire anche ai signori Consiglieri di sapere in quali giornate ogni settimana sono impegnati a Torino o per i lavori dell'assemblea o per i lavori delle Commissioni. Ciò che forse potrà essere concordato, è un sistema che consenta ai signori Consiglieri, tenendo conto della loro distribuzione fra le varie Commissioni, di poter dedicare per esempio una giornata del loro tempo a sedute in aula e un'altra giornata, o prima o dopo di questa, alle sedute di Commissione, così da concentrare al massimo il loro lavoro e consentire loro di fare le necessarie ricerche e di svolgere tutte quelle altre attività che sono attinenti al mandato di Consiglieri Regionali.
E' stato preso in esame anche il problema della discussione delle interrogazioni e delle interpellanze. Certamente anche per questo si troverà una soluzione più metodica quando il Consiglio avrà potuto regolare meglio i propri lavori; quando il Consiglio si riunirà regolarmente una volta alla settimana, potrà dedicare un'ora di ciascuna seduta all'esame di interrogazioni e interpellanze. Purtuttavia, non essendo ancora stato possibile stabilire questa regolarità delle riunioni del Consiglio, si è ritenuto di iscrivere d'ufficio il tema "Interrogazioni e interpellanze" in ogni tornata delle sedute di Consiglio, in modo che, a mano a mano che interrogazioni e interpellanze siano pronte per una risposta, possano essere prese in esame. La distribuzione della discussione delle interrogazioni e interpellanze, in questa fase, secondo l'accordo raggiunto tra i Capigruppo, avverrà o all'inizio o alla fine delle sedute, in maniera da consentire, per esempio, attraverso la discussione di alcune interrogazioni, la preparazione degli ulteriori temi all'ordine del giorno di quella seduta.
Questa mattina procederemo all'esame di alcune interrogazioni che sono già pronte e ne è stata già data comunicazione ai Consiglieri interroganti o interpellanti.
E' stata presa in esame anche la richiesta di sessioni straordinarie del Consiglio. Ci si è domandati se sia possibile richiedere o meno una sessione straordinaria durante una sessione ordinaria del Consiglio e si è convenuto all'unanimità che il termine "sessione", che è contenuto nel nostro Statuto, vada interpretato nel modo più specifico di "seduta" ragion per cui si è ritenuto che un quarto dei Consiglieri abbia il diritto, anche nel corso delle sessioni ordinarie, di chiedere l'iscrizione d'urgenza all'o.d.g., con una seduta specifica, di un argomento, secondo la procedura stabilita dallo Statuto.
E' stata anche esaminata la questione della pubblicazione del nostro Statuto e con sollecitudine i servizi della Regione provvederanno a farne due edizioni, una tascabile e una un po' più lussuosa, da distribuire, o da vendere, in maniera che biblioteche, istituti ed Enti pubblici possano finalmente disporre di un'edizione completa, definitiva, dello Statuto, in una stampa facilmente leggibile.
E' stato richiesto, nel corso di questa riunione, a quale punto stessero i lavori della Commissione per gli insediamenti industriali. Il Presidente della Giunta ha fatto sapere che l'Assessore Petrini sta preparando la relazione finale e che non appena sarà pronta si potrà riferire al Consiglio sulle conclusioni cui è pervenuta la Commissione.
Il Presidente della Giunta si riserva, nel corso delle sedute di questi due giorni, di fare alcune comunicazioni su un altro argomento, quello dei progetti di legge che la Giunta si predispone a presentare nelle prossime settimane al Consiglio in vista dell'attuazione dello Statuto.
Per quello che riguarda i decreti delegati già pervenuti e che non sono ancora all'ordine del giorno del Consiglio, dopo consultazione con i Presidenti delle Commissioni competenti, la conferenza dei Capigruppo stabilirà le date che riterrà più opportune.
Nel corso della conferenza dei Capigruppo è stato anche convenuto che superate alcune difficoltà tecniche, si procederà speditamente, attraverso l'iniziativa degli uffici della Regione, alla pubblicazione dei resoconti stenografici delle sedute del Consiglio: queste, per consentire ai Consiglieri, specialmente per quello che riguarda una parte importante dei lavori del Consiglio, e precisamente le sedute che furono dedicate all'esame dello Statuto, di avere un punto di riferimento e anche un elemento di interpretazione delle norme statutarie che potessero essere oscure; attraverso la lettura dei resoconti stenografici delle sedute dedicate all'approvazione di quelle norme, si potranno interpretare più agevolmente.
Vi è un'altra esigenza che si manifesta con estrema urgenza ed alla quale si cercherà di far fronte non appena saranno stati risolti i problemi del personale ed è quella della pubblicazione dei resoconti sommari sia delle sedute di Commissione, sia delle sedute del Consiglio. E' un'attività estremamente delicata e complessa da organizzare perché la pubblicazione dei resoconti sommari presenta interesse nella misura in cui questa pubblicazione avvenga immediatamente dopo che le sedute di Commissione e le sedute di Consiglio si sono svolte. Occorre infatti mettere i colleghi della stampa in condizione da avere dei resoconti sommari immediatamente dopo le sedute o durante le stesse, per quello che riguarda la prima parte delle sedute, affinché abbiano un punto di riferimento preciso circa il lavoro che è stato compiuto nelle ore immediatamente precedenti. Questa pubblicazione, che presenta certamente un interesse storico successivamente, suscita un assai minore interesse giornalistico e un assai minore interesse anche per lo svolgimento dei lavori del nostro Consiglio se viene effettuata con estremo ritardo. Alla Camera ed al Senato resoconti sommari delle sedute di Commissione e delle sedute d'aula vengono diramati nella giornata stessa in cui le riunioni si svolgono. Però la preparazione di un corpo di resocontisti specializzati è probabilmente uno dei compiti più difficili da adempiere per l'amministrazione regionale. E' per questa ragione che, fino ad oggi non abbiamo provveduto alla pubblicazione dei resoconti, per non dare ai Consiglieri ed alla stampa dei testi che non fossero un resoconto fedele di quanto è accaduto.
Nella conferenza dei Presidenti sono stati discussi anche l'adeguamento, e la revisione ed il completamento del Regolamento: adeguamento alle norme statutarie, revisione di quelle norme che si sono dimostrate inefficaci, completamento per quel che riguarda le norme del Regolamento che non furono inserite. L'Ufficio di Presidenza sta esaminando questa questione e si riserva di sottoporre alla Commissione per il Regolamento un proprio progetto di revisione e completamento del Regolamento. Ricordo però che ciascun Consigliere ha facoltà di proporre norme nuove o emendamenti a quelle esistenti che verranno poi presi in esame dall'apposita Commissione. Se, perciò, qualcuno volesse esercitare questo diritto, sarebbe utile che lo esercitasse subito anche per ragioni pratiche, perché una volta che la Commissione per il Regolamento avrà riveduto il Regolamento, provvederemo a ristamparne l'edizione definitiva.
Pregherei dunque i signori Consiglieri di non farsi promotori di nuove revisioni una volta che avremo proceduto alla ristampa del Regolamento in edizione definitiva, anche se è sempre facoltà di chiunque di proporre nuove revisioni in un periodo successivo.
Comunico inoltre che da parte di molti Comuni delle varie province piemontesi è stata sollecitata la formazione di Sezioni decentrate di controllo sugli atti dei Comuni. All'ordine del giorno delle sedute di oggi e di domani vi è un'interrogazione che riguarda questo argomento. La Giunta ha comunicato che si riserva, nel rispondere a questa interrogazione, di dare i chiarimenti che sono richiesti anche nelle numerose sollecitazioni che sono venute dai diversi Comuni.


Argomento:

Disegni di Legge e documenti - Annuncio e assegnazione a Commissioni


PRESIDENTE

Desidero fare un'altra comunicazione. Nei mesi di giugno e luglio sono pervenute alla Regione delibere di diversi Comuni del Biellese, che approvavano l'iniziativa di presentare alla Regione stessa una proposta di legge per l'istituzione del circondario di Biella. Poiché l'iniziativa era carente dei requisiti formali previsti dagli artt. 51 e 52 dello Statuto in materia, articoli immediatamente operanti a' sensi della prima norma transitoria dello Statuto stesso, il Presidente del Consiglio Regionale sentito l'Ufficio di Presidenza (come prevede lo Statuto), cui compete il giudizio preliminare sulla ricevibilità ed ammissibilità formale della proposta, fece presente tali requisiti al Presidente del Consiglio dei Comuni della zona biellese. Sono state ora presentate dal Comune di Biella che da solo annovera il prescritto numero di elettori, e da altri comuni tra cui Gaglianico, Donato, Pralungo, Cavaglià, le proposte di legge con i requisiti prescritti, come ha accertato l'Ufficio di Presidenza nella riunione del 13 settembre. Di tale presentazione dò quindi notizia al Consiglio e informo che si tratta del disegno di legge n. 4 della Regione Piemonte e lo assegno alla Commissione competente in sede referente, ossia alla VIII. Da oggi decorre quindi il termine di tre mesi perché la Commissione presenti la relazione, termine previsto dall'art. 52 comma 2) dello Statuto. Da comunicazioni che il Presidente della Giunta ha fornito alla conferenza dei Capigruppo, ritengo che la Giunta stessa debba prendere un'iniziativa in questo campo e fare osservazioni anche in merito al progetto che è stato presentato dal Comune di Biella, il cui testo sarà distribuito ai signori Consiglieri.
Comunico inoltre di avere assegnato all'esame in sede referente della II Commissione il decreto delegato su urbanistica e lavori pubblici; alla II Commissione il decreto del Presidente della Repubblica sul riordinamento del Ministero dei LL.PP.; all'esame congiunto delle Commissioni V, VI, e VII il decreto delegato sull'agricoltura e foreste, caccia e pesca nelle acque interne che contiene materie che sono di competenza di ciascuna di queste Commissioni. Le tre Commissioni potranno eventualmente deliberare dopo essersi riunite congiuntamente, di suddividersi il lavoro per le materie di loro competenza, l'assegnazione comunque è fatta congiuntamente e la relazione verrà quindi presentata in maniera unitaria dalle tre Commissioni insieme. Comunico anche di avere assegnato all'esame in sede referente della IV Commissione il decreto delegato sulla beneficenza pubblica e di avere pure assegnato all'esame in sede referente della IV Commissione il decreto delegato sull'assistenza sanitaria e ospedaliera.


Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Mi perviene ora la comunicazione che hanno chiesto congedo anche i Consiglieri Minucci, Furia e Revelli dalle riunioni del Consiglio che si svolgeranno in questi due giorni.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Sull'inversione dell'ordine del giorno


PRESIDENTE

Sull'o.d.g. della seduta odierna vorrei proporre io stesso alcune inversioni; mi risulta che da parte delle Commissioni competenti verrà chiesta una modifica dell'ordine in cui verranno esaminati i vari decreti delegati. Per quello che mi riguarda, vorrei proporre di prendere in esame immediatamente la convalida dei Consiglieri Rossotto e Visone, avendo già qui la comunicazione della Giunta delle Elezioni circa la convalida stessa di procedere successivamente all'esame di alcune interrogazioni e di passare poi al nostro ordine del giorno così com'è formulato, salvo le modifiche che verranno adesso richieste.
Ha facoltà di parlare il Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, le Commissioni che devono riferire sul decreto di riordino del Ministero dei Trasporti e del Ministero dell'industria, hanno constatato che alcuni argomenti, principalmente quello che riguarda l'esercizio delle funzioni di indirizzo e di coordinamento, meritano un ulteriore approfondimento e un coordinamento tra le due Commissioni trattandosi di questioni di principio che saranno riprese dal Consiglio nell'esame degli altri decreti di riordino dei Ministeri. Pertanto proporrei - credendo di interpretare anche l'opinione dei Presidenti dell'altra Commissione - di spostare il punto 5) al punto 8) e l'8° al 9 anticipando il 9° al 7°, cioè mettendo in coda l'esame dei due decreti di riordino del Ministero dei Trasporti e del Ministero dell'Industria.
Preciso che non si tratta di ritardo nella stesura delle relazioni che sono già stampate, ma la delicatezza della materia impone un momento di riflessione.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Menozzi.



MENOZZI Stanislao

Se nulla osta, per altri motivi, ma ritenuti sempre giustificati chiedo al Consiglio e soprattutto alla relatrice, collega Soldano, di anticipare le sue due relazioni, alle quali dovrebbe far seguito quella del sottoscritto.



PRESIDENTE

Ha qualche difficoltà, signora Soldano?



SOLDANO Albertina

Per quanto concerne la prima relazione sull'assistenza scolastica musei e biblioteche di Enti locali, se il Presidente della Commissione non ha nulla in contrario, io potrei anche accettare l'anticipazione della presentazione. Desidererei però venisse chiarito se tale presentazione avverrà ancora stamattina, oppure oggi, nel pomeriggio.
Per ciò che riguarda la seconda relazione, mi permetto fare presente che la stesura definitiva dovrebbe ancora essere rivista dalla VII Commissione in una riunione che noi penseremmo di tenere oggi, alle 15,30 se il Presidente Benzi è d'accordo.



PRESIDENTE

Le proposte che vengono fatte sono di anteporre il punto 4) alla serie dei punti 3), cioè "Comunicazioni della Giunta delle Elezioni circa la validità dell'elezione dei Consiglieri Rossotto e Visone"; subito dopo di esaminare alcune interrogazioni e interpellanze; successivamente, per quel che riguarda l'esame del decreto del Presidente della Repubblica e dei decreti delegati, l'ordine che seguiremmo potrebbe essere questo: al punto 5) - che è poi il primo punto concernente l'esame dei decreti delegati l'esame dello schema di osservazioni al decreto delegato sull'assistenza scolastica, musei e biblioteche di Enti locali, relatrice Soldano; al punto 6) rimane in questo caso l'esame dello schema di osservazioni su fiere e mercati, relatore Menozzi; al punto 7) ancora la prof.ssa Soldano, se è pronta, o altrimenti, dato che sta alla fine, accogliendo la proposta Bianchi, l'esame del decreto del Presidente della Repubblica sul riordinamento del Ministero dei Trasporti e successivamente l'esame dello schema di osservazioni al decreto del Presidente della Repubblica sul riordinamento del Ministero dell'Industria. Questi due decreti delegati andrebbero esaminati uno dopo l'altro perché verrà sollevata una questione di principio che si riferisce ad entrambi e che consiglia di esaminarli uno dopo l'altro per facilitare anche l'intendimento della questione di principio che verrà illustrata.
Se non vi sono obiezioni si può dare per accolta questa proposta di inversione dell'ordine del giorno. Non vi sono obiezioni, quindi è accolta.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Comunicazioni della Giunta delle Elezioni circa la validità dell'elezione dei Consiglieri Regionali Rossotto e Visone


PRESIDENTE

Dò ora lettura, in merito al punto d) all'o.d.g., che è stato anteposto agli altri, delle comunicazioni della Giunta delle Elezioni circa la validità dell'elezione del Consigliere Rossotto e del Consigliere Visone.
Il Presidente della Giunta delle Elezioni comunica, in merito all'elezione dei Consiglieri Regionali Rossotto e Visone, che in data 29 agosto 1971 si è riunita la Giunta delle Elezioni la quale ha proceduto alla verifica delle condizioni di eleggibilità dei Consiglieri Regionali Rossotto e Visone ed ha a tal fine espresso parere favorevole alla convalida degli stessi.
Qualcuno chiede di parlare su questa comunicazione? Nessuno chiede di parlare. Pongo ai voti, per alzata di mano, la convalida del Consigliere Regionale Carlo Felice Rossotto subentrato con deliberazione 17 giugno 1971 n. 23 al Consigliere Regionale Cesare Rotta dimissionario. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. E' approvata.
Pongo ora ai voti, sempre per alzata di mano, la convalida del Consigliere Regionale Carlo Visone subentrato con deliberazione 6 luglio 1971 n. 25 al Consigliere Regionale Giovanni Borello dimissionario. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. E' approvata.


Argomento:

Interpellanze e interrogazioni


PRESIDENTE

Procediamo ora all'esame di alcune interrogazioni e interpellanze. Vedo che l'Assessore Vietti è presente. Vi è un'interrogazione sull'intervento nel settore della scuola materna presentata dai Consiglieri Zanone, Rotta Fassino e Gerini. Ha facoltà di rispondere all'interrogazione l'Assessore Vietti, successivamente uno degli interroganti potrà replicare per dichiararsi soddisfatto o insoddisfatto e spiegarne le ragioni.


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Zanone ed altri sugli interventi nel settore della scuola materna


VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi sociali

In risposta agli interroganti dichiaro di concordare sull'osservazione che la legge 18.3.1968 n. 444, istitutiva della scuola materna statale, non è stata per ora sufficientemente operante.
Ogni anno, all'apertura delle scuole, si registra e viene evidenziata dalla stampa l'impossibilità di tante famiglie di iscrivere i propri figli ad una scuola materna mentre la frequenza di tale scuola non solo è indispensabile per i figli delle donne lavoratrici le quali, durante le ore di lavoro, debbono avere la certezza che essi si trovano in un ambiente igienicamente e moralmente sano ed affidati a personale professionalmente qualificato, ma, come affermano gli interroganti, tale frequenza "è soprattutto strumento per la riduzione del divario culturale fra soggetti di condizione sociale diversa" e deve tendere ad integrare l'opera della famiglia per stimolare i processi conoscitivi, sia pure iniziali del bambino ed a realizzare un'azione formativa e di sviluppo della personalità infantile.
In proposito va rilevato che per la legge 18.3.68 n. 444, a tutt'oggi non è stato ancora emanato il regolamento di esecuzione che, in base all'art.24, doveva essere emanato entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge. Ciò è causa di precarietà per il funzionamento della scuola materna statale e di insicurezza per il personale dipendente che non ha potuto essere assunto nei ruoli organici per il mancato espletamento dei concorsi.
Ho per ora effettuato degli accertamenti sulla situazione della scuola materna limitatamente alla Provincia di Torino. Mi riservo di estendere l'indagine all'intera regione. Nella provincia di Torino, alla fine dell'anno scolastico '69/70, funzionavano 541 scuole, di cui 47 statali 141 gestite da Enti pubblici e 353 da privati. Per l'anno scolastico '70/71 funzionano 65 scuole materne statali, con complessive 140 sezioni e 167 insegnanti. Nel mese di agosto u.s., in base all'art. 3 della legge che prevede piani annuali, è stata inoltrata al Ministero della Pubblica Istruzione da parte del Provveditorato agli Studi di Torino la richiesta di istituzione di altre 72 scuole materne statali per un totale di 143 sezioni.
Da calcoli effettuati risulta che per l'anno '71 i bambini in età prescolare, dai tre ai sei anni, e quindi ammissibili alla scuola materna superano, nella provincia di Torino, le 120.000 unità mentre i posti disponibili sono 42/43.000 quindi corrispondenti soltanto ad un terzo dei potenziali frequentanti. Va inoltre rilevato che la situazione edilizia è carente e che alcune scuole materne private non sono altro che "sale di custodia" e quindi necessitano di interventi perché possano adempiere al loro ruolo educativo.
Nelle proposte della Giunta, accolte dal Consiglio, sulle osservazioni allo schema del decreto delegato, concernente il trasferimento alle Regioni delle funzioni amministrative statali in materia di istruzione artigiana e professionale, all'art. 7, si è rivendicato il passaggio alle Regioni "di tutte quelle materie che costituiscono la necessaria premessa o la conseguenza dei processi formativi". Rientra certamente in tale richiesta anche la competenza sulla scuola materna che, per una delle sue peculiarità, quella di essere scuola al servizio della famiglia, può meglio funzionare se gestita dagli Enti locali.
Se tale competenza non sarà concessa dal decreto delegato, la Giunta concorda nella richiesta degli interroganti di sollecitare la delega amministrativa al riguardo, a norma del secondo comma dell'art. 118 della Costituzione. Ciò permetterà anche alla Regione di sollecitare e di coordinare in modo più efficace gli interventi dei Comuni che in base all'art. 6 della legge 18.3.68 n. 444, devono fornire le aree per la costruzione degli edifici e le cui richieste devono essere tenute in considerazione per il programma annuale di sviluppo, in base all'art. 3 della citata legge.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare, per dichiararsi soddisfatto o insoddisfatto, il Consigliere Zanone.



ZANONE Valerio

Ringrazio l'Assessore per i dati fornitici, con la speranza che sia possibile alla Giunta raccogliere anche quelli relativi alle altre province della Regione, in modo da poter disporre di un quadro globale della situazione della scuola materna nella Regione Piemonte.
Mi pare che ci troviamo d'accordo con la valutazione testé espressa dall'Assessore: la legge per l'introduzione della scuola di Stato anche in questa parte dell'istruzione pubblica non ha finora funzionato sia per ragioni politiche di carattere nazionale che ritardano tuttora l'approvazione del relativo Regolamento di attuazione, sia anche per l'impossibilità da parte degli Enti locali di corrispondere agli oneri che la legge addossa loro, soprattutto per il reperimento delle aree.
Noi esprimiamo quindi l'augurio che le competenze amministrative che saranno affidate alla Regione in sede di attuazione dei decreti delegati rendano possibile un nostro intervento operativo, dato anche il rilevante aspetto assistenziale che ha questo settore dell'istruzione.
Mi dichiaro soddisfatto della risposta della Giunta.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione del Consigliere Fabbris sul licenziamento del personale della Pettinatura Italiana di Vigliano


PRESIDENTE

Prendiamo ora in esame l'interrogazione della Consigliera Fabbris sul licenziamento del personale della Pettinatura Italiana di Vigliano.
Risponde l'Assessore Visone che ha facoltà di parlare.



VISONE Carlo

Assessore ai problemi del lavoro e dell'occupazione. Rispondendo all'interrogazione della Consigliera Fabbris, devo dire che questo rientra nel contesto di tutta la crisi che investe il settore tessile del biellese.
La Giunta ha predisposto un incontro che dovrebbe aver luogo nella giornata di giovedì, presenti l'Assessore all'industria, il Presidente della Giunta e una delegazione degli operai tessili del biellese per analizzare i motivi della crisi e vedere quanto la Regione potrà fare per risolverla.
Se la collega Fabbris è d'accordo, mi riservo di dare un resoconto di questa riunione alla prossima seduta del Consiglio.



PRESIDENTE

Ha facoltà di rispondere per dichiararsi soddisfatta o insoddisfatta la Consigliera Fabbris.



FABBRIS Pierina

Accetto la proposta della Giunta, anche perché essendo stata l'interpellanza, presentata tempo fa, per una determinata azienda, oggi viene a scadere l'attualità e investe la necessità di un esame più globale.
Ieri sera ho partecipato ad una riunione del direttivo del Consorzio dei Comuni alla quale era presente una delegazione di lavoratori ed abbiamo accettato l'invito che ci è stato rivolto di esaminare la possibilità di un incontro per discutere la situazione in senso generale.
Accetto quindi l'invito della Giunta di rinviare la discussione.


Argomento: Trasporti su gomma - Trasporti su ferro - Viabilità

Interrogazione del Consigliere Rossotto ed altri sul collegamento fra il Verbano-Cusio-Ossola e il capoluogo della Regione


PRESIDENTE

Prendiamo ora in esame l'interrogazione presentata dai Consiglieri Rossotto, Zanone e Fassino sul collegamento fra il Verbano-Cusio-Ossola e il capoluogo della Regione.
Ha facoltà di rispondere l'Assessore Gandolfi.



GANDOLFI Aldo, Assessore ai trasporti e comunicazioni

Le comunicazioni tra l'alto novarese e Torino presentano delle notevoli carenze sia dal punto di vista del numero delle corse che per quanto riguarda la velocità delle stesse. Circa il numero dei collegamenti tra l'alto novarese e Torino, questo può essere solo incrementato da un potenziamento dei mezzi a disposizione del Compartimento delle FF.SS. che è fortemente carente sul piano delle automotrici termiche. Per quanto concerne invece la velocità commerciale, occorre fare presente che il tracciato non consente velocità superiori agli 80 Km, orari; tenuto conto della necessità di fermate per il servizio dei passeggeri e di fermate agli incroci trattandosi di una linea a semplice binario, la velocità commerciale non può superare, nella migliore delle ipotesi, i 50 Km orari.
Per ovviare a questi inconvenienti la Giunta si propone di svolgere un'azione di pressione sul compartimento delle FF.SS., affinché il problema sia risolto con una maggiore dotazione di mezzi di trazione alla linea e perché attraverso un'azione di miglioramento e di accelerazione delle comunicazioni con Novara, soprattutto in coincidenza con i direttissimi da e per Torino, si possano ridurre i tempi di percorso tra l'alto novarese e Torino. Del resto sembra che il Compartimento delle FF.SS. si sia orientato in questa direzione migliorando le comunicazioni soprattutto con Novara.
Devo ancora fare presente che le comunicazioni tra il Lago Maggiore e Torino sono attualmente servite anche da una linea automobilistica in partenza da Intra che copre l'intero percorso in circa tre ore. La linea è giornaliera durante il periodo estivo e trisettimanale nei mesi invernali.
Se la Giunta verificherà un interesse degli Enti locali a migliorare il servizio automobilistico, farà in modo di intensificare anche questi servizi.



PRESIDENTE

Ha facoltà di replicare il Consigliere Zanone.



ZANONE Valerio

Ringrazio l'Assessore per la risposta e ritengo che proprio perché si tratta di una zona del Piemonte particolarmente decentrata rispetto al capoluogo e che in realtà gravita molto debolmente sull'area piemontese propriamente detta, un intervento della Regione per migliorare questo sistema di trasporti così carente e deficitario sia necessario.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Ferraris ed altri sul disagio dei pendolari provenienti da Asti e da altri centri


PRESIDENTE

Prendiamo ora in esame l'interrogazione presentata dai Consiglieri Ferraris, Marchesotti e Raschio sul disagio dei pendolari provenienti da Asti e da altri centri.
Ha facoltà di rispondere l'Assessore Gandolfi.



GANDOLFI Aldo, Assessore ai trasporti e comunicazioni

La Giunta ha seguito, pur senza partecipare, quanto è stato fatto in sede compartimentale dal Comitato coordinamento trasporti di cui facevano parte le rappresentanze sindacali, in merito ai problemi dei pendolari e alle proposte che sono emerse per ridurre il disagio del viaggio tra Asti e Torino.
Per migliorare complessivamente il servizio tra Asti e Torino, sono state presentate alle Ferrovie dello Stato nove proposte, di queste ne vennero accettate sette, cinque delle quali saranno attuate a partire dal 26 di questo mese con il nuovo orario invernale delle Ferrovie (due erano state attuate in precedenza). Le lacune che non trovano per il momento soluzione per mancanza e di personale e di mezzi di trazione, sono l'assenza di un treno che consenta il ritorno ad Asti senza perdita di tempo degli operai del primo turno e che cioè parta da Torino intorno alle 15,10 anziché alle 15,43 e la necessità di una partenza da Asti verso le 21,45 destinata agli operai che devono venire a Torino per il terzo turno.
L'impegno della Giunta è di sollecitare il Dipartimento ferroviario e la Direzione generale delle Ferrovie dello Stato perché si provveda soprattutto supplendo alla lamentata carenza di mezzi che è la causa determinante dell'assenza di questi servizi.



PRESIDENTE

Ha facoltà di replicare il Consigliere Ferraris.



FERRARIS Bruno

Prendo atto dell'impegno della Giunta. I colleghi sapranno che proprio in relazione a questi fatti in questi giorni sedici persone, tra operai e studenti, si trovano davanti al Tribunale di Asti sotto l'accusa di blocco della ferrovia e con la previsione di una sentenza con la richiesta di anni di reclusione. Dall'andamento del processo e per dichiarazione dello stesso rappresentante delle Ferrovie, è emerso che le rivendicazioni dei pendolari di Asti erano sacrosante e che nella massima parte potevano essere soddisfatte, tant'è che il rappresentante delle FF.SS. del Compartimento del Piemonte ha affermato che tutte tranne una (la più importante naturalmente) erano nel frattempo state soddisfatte, mentre per quella la decisione doveva essere presa in sede nazionale.
Poiché però non si tratta soltanto dei pendolari della zona di Asti, ma anche di altre zone, il problema potrà essere risolto in modo globale solo quando ci impegneremo ad affrontare l'assetto dei trasporti in tutta la Regione.
Visto come sono andate le cose per i pendolari di Asti io credo che un incontro della Giunta con il Compartimento, con il Comitato di coordinamento del quale fanno parte rappresentanti dei sindacati e rappresentanti dei pendolari, possa in via provvisoria eliminare molti degli inconvenienti che vengono lamentati che spesso possono essere risolti anche soltanto attraverso piccoli cambi di orari, inserimento di qualche vettura e aggiunta di qualche corsa.


Argomento: Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Fabbris e altri sull'accordo tra l'Università di Torino e l'ONMI per l'assistenza dei figli dei dipendenti


PRESIDENTE

Prendiamo ora in esame l'interrogazione presentata dai Consiglieri Fabbris, Revelli e Besate sull'accordo tra l'Università di Torino e l'ONMI per l'assistenza ai figli dei dipendenti.
Ha facoltà di rispondere l'Assessore Vietti.



VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi sociali

Questo Assessorato ha disposto, in merito a quanto segnalato dagli interroganti, degli accertamenti dai quali è risultato che effettivamente nell'aprile del c.a., l'Università degli Studi di Torino non essendo in grado di istituire e gestire degli asili nido per i figli dei propri dipendenti - provvedimento del resto non opportuno perché l'asilo nido deve essere situato vicino alla residenza della famiglia - si è rivolta all'ONMI di Torino per conoscere se l'Ente in questione avesse potuto ospitare i minori anzidetti nei propri asili. L'ONMI ha fatto presente che per poter prendere in esame la richiesta era necessario conoscere il numero degli aspiranti e le sedi presso le quali gli interessati avrebbero dovuto essere accolti.
L'Università richiedente ha quindi accertato che gli aspiranti in realtà erano soltanto tre, rispettivamente di 18, 19 e 22 mesi, perch l'ONMI non ritenne opportuno prendere in esame la quarta richiesta relativa a un neonato di giorni sei.
Nel corrente mese l'ONMI, cui è stato comunicato il numero degli aspiranti, ha informato l'Università che non riteneva possibile stipulare una convenzione, ma che i dipendenti dell'Università potevano rivolgere domanda di accoglimento dei propri figli presso gli asili nido dell'Ente come tutti gli altri cittadini.
In realtà quindi non è stata finora stipulata la convenzione, oggetto della presente interrogazione, ne si ritiene che essa venga stipulata.
Per quanto attiene alla richiesta conclusiva formulata dagli interroganti, concernente la discussione di una mozione sull'ONMI presentata da lungo tempo, presumo che essa non sia stata finora messa all'ordine del giorno perché, per accordi intervenuti, le richieste formulate prima della presentazione del programma della Giunta dovevano essere incluse nella discussione fatta in Consiglio sul programma presentato dal Presidente.
La Giunta però è sempre disponibile ad un eventuale dibattito al riguardo, pur facendo presente che l'argomento sarà esaminato in sede di discussione delle osservazioni da formulare sul decreto delegato della beneficenza pubblica.



PRESIDENTE

Ha facoltà di replica la Consigliera Fabbris.



FABBRIS Pierina

Prendo atto delle affermazioni dell'Assessore Vietti in merito all'interrogazione che ci siamo sentiti in dovere di presentare e sono lieta che ci siano stati dei motivi che hanno impedito di attuare questa convenzione. Penso sia inutile illustrare ai signori Consiglieri l'opportunità di fare in modo che si vada verso un superamento di questo Ente che risulta più che mai squalificato, così come abbiamo affermato nell'interrogazione. Questo giudizio negativo è stato dato anche dall'Amministrazione Provinciale di Torino recentemente, quando ha votato unitariamente una mozione per chiedere il passaggio agli Enti locali Comuni, Province e Regione di tutto il patrimonio dell'Ente in questione.
La ragione della nostra interrogazione partiva, sì, da quella situazione locale, ma aveva un aggancio con la situazione di carattere generale ed è per questo che ci siamo sentiti in dovere di chiedere anche notizie circa la discussione sull'ONMI. Io concordo con l'Assessore Vietti che questa sarà oggetto di discussione in occasione dei decreti delegati e avremo ancora occasione di parlarne in modo particolare a proposito dell'interpellanza che abbiamo presentato sulla questione dell'Istituto San Giovanni XXIII di Lessona.
Ritenevamo opportuno ribadire l'importanza dell'impegno diretto degli Enti locali in una materia che è loro propria e non delegabile ad altri che non hanno competenza alcuna.


Argomento: Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati

Interpellanza del Consigliere Fabbris sulle indagini circa il funzionamento di Istituti medico-pedagogici


PRESIDENTE

Vi è poi un'interrogazione, presentata sotto forma di interpellanza dalla Consigliera Fabbris, su: "Indagini sul funzionamento di istituti medico-pedagogici".
Faccio rilevare che a termini di Regolamento, art. 48, l'interrogazione consiste nella semplice domanda per sapere se un fatto sia vero, se alcuna informazione sia pervenuta alla Giunta o sia esatta, se la Giunta intenda comunicare al Consiglio determinati documenti o abbia preso o intenda prendere alcuna risoluzione su oggetti determinati, o comunque per sollecitare informazioni o spiegazioni sull'attività dell'Amministrazione Regionale, laddove viceversa, a termini dell'art. 59 comma I del Regolamento l'interpellanza consiste nella domanda fatta alla Giunta circa i motivi o gli intendimenti della sua condotta su determinati problemi.
In questo testo, presentato sotto forma di interpellanza, si domanda se risultino veri alcuni fatti, materia che può formare oggetto di interrogazione; se sia vero che tale istituto funziona, altro fatto; se non ritenga opportuno la Giunta, in presenza di fatti analoghi, incaricare la Commissione permanente del Consiglio, e questo sarebbe effettivamente materia per interpellanza, ed infine se la Giunta non giudichi necessario aprire un dibattito in Consiglio, e siamo ancora nell'ambito dei fatti.
Se la Giunta si dichiarasse disponibile ad aprire un dibattito, questo potrebbe essere iscritto all'ordine del giorno di una successiva seduta ed essere eventualmente, se così concordato tra interrogante e Giunta, oggetto di interpellanza su cui aprire un dibattito. Conferisco a questa interpellanza, pertanto, carattere di interrogazione, salvo poi convertirne una parte in interpellanza.
Ha facoltà di rispondere l'Assessore Vietti.



VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi sociali

Le richieste contenute nei punti 1) e 2) dell'interrogazione riguardano il funzionamento dell'Istituto "Giovanni XXIII"di Lessona.
L'Istituto è gestito da una Società privata, che ha presentato domanda di agibilità in data 8/7/69. Il Comitato provinciale ONMI di Vercelli ha espresso, ad unanimità dei presenti, parere favorevole al suo funzionamento in data 16/12/69 e la Giunta esecutiva del Comitato Nazionale dell'ONMI ha concesso l'autorizzazione all'agibilità con provvedimento in data 27/2/70 n. 395.
Sotto il profilo burocratico, l'Istituto è quindi in regola.
Ho effettuato un sopralluogo in data 14/6 u.s. presso quell'Istituto per rendermi personalmente conto dell'idoneità, dell'organizzazione e dell'attrezzatura dell'Istituto stesso. Sono giunta, non preannunciata durante l'ora del pasto, e in quell'occasione non ho rilevato alcunché di anormale. Vi erano ospitati 81 bambini, di cui 10 a carico dell'Amministrazione Provinciale di Novara, 3 dell'ONMI di Vercelli e gli altri a carico della Amministrazione Provinciale di Vercelli; sette di essi frequentano l'Istituto in qualità di esterni.
Nell'Istituto stesso sono state istituite 8 classi speciali della scuola statale, le cui 8 insegnanti dipendono gerarchicamente dall'autorità scolastica. Al funzionamento dell'Istituto erano preposti inoltre 12 assistenti che alloggiano nell'Istituto stesso, 10 ausiliarie, di cui 3 hanno i propri figli ospitati nell'Istituto medesimo, un laureando in pedagogia, una direttrice, il medico condotto di Lessona ed un neuropsichiatra esterno che prestano la consulenza medica.
Circa i fatti denunciati nell'interrogazione, ho accertato che all'inizio del febbraio scorso erano giunti al Presidente del Comitato ONMI della provincia di Vercelli, nella cui giurisdizione è ubicato l'Istituto alcune segnalazioni concernenti episodi che si sarebbero in esso verificati. Il Presidente di quel Comitato provinciale, in attuazione del potere di vigilanza e di controllo attribuito all'Opera dall'art. 52 del Regolamento per l'esecuzione della Legge 10.12.25 n. 2277, approvato con R.D. 15.4.26 n. 718, inviò in loco un'equipe del Centro psicomedico pedagogico al fine di accertare la fondatezza delle notizie di cui era venuto a conoscenza e per controllare il regolare funzionamento dell'Istituto.
Allorché l'equipe incaricata presentò la sua relazione, il Presidente dell'ONMI ne inoltrò, in data 9.3.71, una copia al Medico provinciale di Vercelli, una copia al Prefetto di Vercelli ed una copia al Giudice tutelare presso il Tribunale di Biella, il quale, a sua volta, l'ha trasmessa alla Procura della Repubblica.
Nulla sono in grado di affermare circa eventuali responsabilità di natura penale, perché gli episodi emersi sono tuttora all'esame della competente autorità, la quale ha esperito accertamenti di polizia giudiziaria, interrogando i ragazzi ospiti dell'Istituto.
Vi è stata pure una visita di un ispettore del Ministero della Sanità il quale ha consigliato all'equipe del Centro psicomedico pedagogico dell'ONMl di Vercelli di seguire in modo particolare l'Istituto per suggerire e far attuare i necessari miglioramenti.
L'Amministrazione Provinciale di Vercelli ha esaminato i problemi emersi dalla relazione della suddetta equipe in varie riunioni della Commissione provinciale per l'assistenza: nella prima riunione del mese di giugno, all'unanimità, ha ritenuto di rinviare ogni decisione in merito alla fine dello scorso anno scolastico, per evidenti motivi di opportunità.
Nei mesi di agosto e settembre detta Commissione, che si avvale della collaborazione di un gruppo di tecnici, ha esaminato la situazione generale degli handicappati residenti in provincia accolti in Istituto ed in particolare degli ospiti di Lessona. Il giorno 16 c.m. i componenti la Commissione hanno dibattuto il problema con i rappresentanti dei maggiori Comuni del vercellese. Dall'esame della situazione dei ragazzi accolti nell'Istituto di Lessona è emerso che 60 di essi sarebbero dimissibili se esistessero strutture esterne valide, in particolari laboratori protetti.
Domani la Commissione si riunirà nuovamente per decidere gli interventi operativi: si presume che alcuni ragazzi ritorneranno in famiglia, altri frequenteranno la scuola speciale statale di Lessona, in funzione di seminternato, ed i più gravi resteranno nell'Istituto in attesa del pronunciamento della Magistratura. C'è nel contempo l'impegno del Consiglio Provinciale di Vercelli di non inviare nell'Istituto altri ragazzi, in attesa di tale pronunciamento. Ritengo che l'operato dell'Amministrazione Provinciale e dell'ONMI di Vercelli dia piena garanzia in merito.
Per quanto attiene al terzo punto dell'interrogazione, concernente la richiesta di un'indagine, rilevo che per quanto riguarda la Provincia di Torino è già stata interessata l'autorità giudiziaria da parte della "Unione per la promozione dei diritti dei Minori".
Inoltre, la Giunta non mancherà di intervenire per disporre le necessarie indagini allorquando saranno stati ad essa segnalati o comunque essa sarà venuta a conoscenza di specifici episodi che dovessero mettere in luce inidoneità di gestione o comunque responsabilità di natura penale amministrativa ed educativa a carico delle persone cui è affidata la gestione degli Istituti.
Dal 1° gennaio 1972, poi, in applicazione dei decreti delegati, si potrà intervenire in modo più incisivo nel settore.
Per quanto attiene al quarto punto dell'interrogazione, la Giunta concordava sull'opportunità di discutere in Consiglio le linee per la riforma dell'assistenza sociale, sulla base del documento elaborato dagli otto Assessori che hanno indetto il Convegno di Bergamo. Non era stato fatto inizialmente perché tale elaborato era stato accolto dai partecipanti al Convegno come un documento di larga massima su cui la Commissione degli otto Assessori era stata invitata a proseguire il proprio lavoro, che si è concluso con altri incontri ad Ancona ed a Bologna.
I lavori del nostro Consiglio Regionale, impegnato nella discussione sulle osservazioni alle bozze dei decreti delegati, hanno fatto rinviare tale discussione, che ritengo possa essere ora effettuata congiuntamente al prossimo dibattito sulle osservazioni al decreto delegato per la beneficenza pubblica.



PRESIDENTE

Ha facoltà di replica la Consigliera Fabbris.



FABBRIS Pierina

Essendo l'interpellanza diventata interrogazione, mi rendo conto di dover limitare la durata del mio intervento.



PRESIDENTE

Data la circostanza, cioè dato che la conversione è stata annunciata da me all'ultimo minuto, non le imporrò il rispetto del limite di tempo previsto per le interrogazioni.



FABBRIS Pierina

Grazie, ma credo che non dovrò superarlo ugualmente.
Discutere a notevole distanza di tempo una questione di questo genere è piuttosto imbarazzante, non tanto perché il fatto sia superato - purtroppo non lo è, e lo stesso Assessore nella sua risposta ha dato conferma che la questione è tuttora soggetta ad esame - quanto perché, quando abbiamo presentato questa interpellanza, l'obiettivo che ci eravamo prefisso non era certo di carattere strumentale o propagandistico. Sarebbe veramente di cattivo gusto speculare su situazioni che comportano sofferenza per qualcuno, in specie se si tratta, come nel caso specifico, di bambini.
Intendevamo essenzialmente, anzitutto, verificare l'esattezza o meno di certe voci su brutture compiute in questo Istituto, ed estendere l'indagine ad altri istituti esistenti nella provincia di Vercelli, dove risultano esistere situazioni analoghe; ma soprattutto ci è parso opportuno cominciare ad esaminare la situazione esistente nel Piemonte nel campo dell'assistenza per prefigurare come potremo e dovremo muoverci per attuare come Ente pubblico i compiti in fatto di assistenza e beneficenza che la Costituzione ci attribuisce, compiti sui quali discuteremo in occasione della relazione della Commissione e della Giunta sui decreti delegati in tale materia.
Quest'opera di pressione che noi abbiamo cercato di esercitare a cominciare dalla Regione è stata ovviamente estesa anche alla Provincia: così, il Consiglio Provinciale di Vercelli ha dedicato un'intera giornata alla discussione di questo argomento, e quanto è stato finora fatto è appunto il frutto di intese unitarie raggiunte nell'ambito di quella discussione. Il problema, però, rimane, perché se è vero che esiste un'equipe specialistica che non solo sta continuando la propria indagine ma sta cercando di trovare soluzioni alternative a quella dell'Istituto di Lessona, è altrettanto vero che non mancano le difficoltà, e non ci si deve limitare alla questione di Lessona ma si deve considerare l'intero complesso dell'assistenza che viene effettuata da parte dell'Amministrazione Provinciale di Vercelli, ed inoltre lo stesso problema si pone per altre Province.
Ecco perché ci è parso necessario promuovere un esame globale di tutta la materia da parte della Commissione prima e del Consiglio Regionale poi: la stessa questione si pone per tutte le Amministrazioni Provinciali, in quanto che è risaputo che in mancanza o in carenza di una strutturazione di un servizio diretto da parte degli Enti pubblici, questa attività viene svolta da Enti privati, sui quali noi finora, diciamolo chiaro, non abbiamo avuto alcun potere. Perché è vero che è richiesto un certificato di agibilità da parte dell'ONMI; pero - la cosa sarebbe addirittura umoristica se non ci fossero di mezzo la salute e la vita dei bambini, e di molti bambini - il Comitato ONMI di Vercelli, per fare un esempio, si è riunito nel corso dell'anno due volte, e solo per esservi stato sollecitato pungolato, da questa situazione specifica. Come può un Comitato provinciale esercitare, in queste condizioni, un'azione di controllo e di vigilanza sull'attività, sulla funzione e sulla funzionalità di questi Enti privati presso i quali l'Amministrazione Provinciale manda i propri assistiti, e pagando fior di quattrini (se non vado errata, la retta per ogni assistito della Provincia di Vercelli presso l'Istituto in questione è di quattromila lire al giorno). Si tratta di un impiego di danaro pubblico. Come possiamo noi, con un Ente così centralizzato, così burocratico, quale è l'ONMI che non ha alcun legame concreto, diretto, con la vita che si svolge in questi istituti, effettuare un'azione di vigilanza e di controllo? E' pertanto necessario, a mio parere, che noi riusciamo ad accelerare al massimo l'attività della Commissione e portare il dibattito in Consiglio su questo argomento, non per motivi di carattere propagandistico (un'intenzione del genere è ben lungi da noi, sarebbe mostruosa) ma perch sono in gioco la vita, la salute di molti bambini, che non fanno altro che pagare le conseguenze del tipo di società nella quale viviamo, che crea delle esigenze che poi non è in grado di soddisfare.
Questi, fondamentalmente, i motivi, a mio avviso pienamente validi, per cui noi abbiamo presentato questa interpellanza.
Ora, necessariamente, le cose sono andate un po' avanti: alcune si stanno sistemando, sul complesso del problema è in corso tutto un dibattito anche a livello delle organizzazioni politiche, sindacali, a livello regionale.
Recentemente, nel mese di luglio, le organizzazioni sindacali, le Acli e i Comitati di quartiere, hanno indetto un convegno a carattere regionale: sarà opportuno che cerchiamo di acquisire i risultati di questo convegno cui ha partecipato l'Assessore Vietti, perché, a quanto mi consta, ci sono stati interventi molto interessanti.
Recentissimi sono pure i decreti delegati ora all'esame della IV Commissione, per i quali è in programma nel corso di questa settimana la consultazione.
In considerazione di questi fatti, io penso che noi dobbiamo innanzitutto non ritenere chiuso il discorso - e da questo punto di vista ringrazio l'Assessore che a nome della Giunta si impegna a continuare il discorso - ma portarlo avanti, soprattutto con la prospettiva di creare soluzioni alternative e di impegnare il potere pubblico ad attuare al più presto possibile queste soluzioni alternative alla istituzionalizzazione che, tutti lo sappiamo, è una forma di assistenza che in senso generale è stata dichiarata superata ed è auspicabile venga gradatamente abbandonata.
Per questo motivo io accetto che il problema venga, per così dire accantonato come problema di carattere generale. Non appena potremo avere ben chiara, in seguito anche all'esito della consultazione e della documentazione che riusciremo a reperire nel corso della consultazione stessa, la situazione di carattere regionale, impegneremo il Consiglio a deliberare le linee di intervento che possano permettere di superare l'attuale situazione di grave carenza e di attuare i presupposti che a noi vengono affidati dall'art. 117 della Costituzione.


Argomento: Controlli amministrativi: argomenti non sopra specificati

Comunicazioni del Commissario del Governo in ordine alle leggi regionali approvate dal Consiglio Regionale il 6 agosto '71 ed eventuali deliberazioni


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del terzo punto dell'ordine del giorno: "Comunicazioni del Commissario del Governo in ordine alle leggi regionali approvate dal Consiglio Regionale il 6 agosto '71 ed eventuali deliberazioni".
Su queste comunicazioni avevo già espresso alcune considerazioni a nome di tutti i Gruppi del Consiglio nella seduta precedente. Ritengo che i Gruppi possano desiderare, prima di passare all'esame delle conseguenze da trarre da questa comunicazione del Commissario del Governo, esprimere un giudizio sul fatto stesso del rinvio all'esame del Consiglio Regionale di queste due leggi.
Prima di dare la parola a chi la richieda, vorrei tuttavia comunicare al Consiglio un'ulteriore osservazione, che scaturisce dalla reazione che si è già manifestata in alcune Regioni rispetto ad atti della stessa natura.
Ho comunicato nella scorsa seduta che la notificazione del Commissario del Governo comportava la trasmissione di un telegramma a firma del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Antoniozzi. Dal testo di questo telegramma non risultava quale fosse l'autorità che aveva deliberato di rinviare al Consiglio Regionale l'esame di queste due leggi. Orbene sorge il dubbio che la deliberazione del Governo non sia stata presa nei termini che sono previsti dalla Costituzione, nel qual caso il rinvio sarebbe anche illegittimo per vizio di forma. A norma dell'art. 127 comma III della Costituzione, infatti, è al Governo che spetta il potere di rinviare le leggi regionali, e per Governo si deve intendere l'organo collegiale, Consiglio dei Ministri. Questo punto è stato chiarito espressamente dalla Corte costituzionale nella sentenza febbraio 1967 n. 8 che si trova in Giurisprudenza costituzionale anno 1967 pag. 69 e in particolare pag. 82. Su questo aspetto del problema è unanimemente concorde anche la dottrina.
Si può allora trarre o no una conseguenza da questa illegittimità? Data l'importanza relativamente scarsa del contenuto delle due leggi che siamo chiamati a riprendere in esame, il Consiglio potrebbe anche non essere dell'avviso di eccepire, in questo caso particolare, la eccezione di illegittimità. Ho desiderato tuttavia fare questo rilievo perché non escludo che altri rinvii possano avvenire successivamente, su materie assai più importanti, sulle quali evidentemente la Regione si riserva fin d'ora il diritto di eccepire l'eccezione di illegittimità.
Se tale eccezione fosse sollevata, la Regione avrebbe la possibilità di adire due vie.
Se si ritenesse che l'atto di rinvio e viziato da illegittimità, esso sarebbe del tutto inefficace, e il Presidente della Regione potrebbe, e dovrebbe, procedere senz'altro a promulgare le leggi contestate come se il rinvio non fosse avvenuto, una volta scaduto il termine di trenta giorni dal ricevimento delle leggi da parte del Commissario del Governo stabilito dall'art. 127 della Costituzione e dall'art. 110 della Legge 10 febbraio 1953 n. 62 ed entro dieci giorni dalla scadenza di detto termine, ai sensi dell'art. 45, terzo comma, dello Statuto Piemontese. Naturalmente occorrerebbe, in tal caso, accertarsi prima, anche mediante espressa interpellanza degli organi statali, che realmente non vi sia stata la prescritta deliberazione del Consiglio dei Ministri.
Se invece si ritenesse che l'atto di rinvio, pur viziato, fosse ugualmente efficace, ed impedisse quindi la promulgazione della legge, la Regione potrebbe proporre alla Corte costituzionale conflitto di attribuzioni contro l'atto di rinvio medesimo entro sessanta giorni dalla conoscenza dell'atto. Infatti, secondo la Giurisprudenza della Corte Costituzionale, deve considerarsi impugnabile per conflitto di attribuzioni non solo l'atto che abbia effettivamente invaso la competenza dell'altro Ente, nel caso specifico della Regione, ma anche l'atto che ha come effetto di impedire il legittimo esercizio delle competenze dell'altro Ente, nella specie la competenza della Regione a legiferare specificamente la competenza del Presidente della Regione a promulgare la legge.
Ho sollevato questa questione non tanto per sottoporla alla considerazione del Consiglio, perché in questo caso vi sono due proposte della Giunta, fatte proprie dalle due Commissioni competenti, che permettono di superare le difficoltà, ma perché era utile che queste cose fossero dette al Consiglio Regionale del Piemonte per il caso in cui rinvii della stessa natura fossero operati con identica procedura e si costatasse che la deliberazione di rinvio non è stata presa dal Consiglio dei Ministri. Era utile che questo si dicesse perché è evidente che la Regione Piemonte e le altre Regioni non possono rinunciare al pieno esercizio della potestà legislativa per deliberazione di rinvio che non sia presa secondo le forme previste dalla Costituzione.
Sulle comunicazioni del Commissario del Governo, punto 3 dell'ordine del giorno, apro ora la discussione. Successivamente, poi, discuteremo ciascuna delle due questioni che sorgono dal rinvio all'esame del Consiglio Regionale delle leggi che sono state in precedenza approvate.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Nesi. Ne ha facoltà.



NESI Nerio

Vorrei fare una breve dichiarazione a nome del Gruppo socialista lasciando poi ai colleghi Simonelli e Viglione di illustrare le varie posizioni nei singoli problemi.
Noi siamo grati al Presidente del Consiglio per le utili informazioni che ci ha dato sul piano giuridico e costituzionale; informazioni preziose anche perché ci provano che sul piano politico la controversa decisione è stata presa non dal Governo nel suo complesso ma da una parte del Governo



PRESIDENTE

Noi non lo sappiamo, Consigliere Nesi.



NESI Nerio

Ma il problema è politico, oltre che ovviamente giuridico costituzionale. Noi riteniamo che l'atteggiamento di questa parte del Governo sulle prime leggi regionali non sia che uno dei tanti aspetti del nuovo corso che minaccia di travolgere quel tanto di politica di sinistra che è possibile in un Governo di questo genere.
Il Gruppo socialista ha già compiuto un passo ufficiale nei confronti dei Ministri socialisti, affinché il problema venga posto all'ordine del giorno della prima riunione del Consiglio dei Ministri: siamo certi che i nostri compagni che fanno parte del Governo nazionale si batteranno coerentemente con la idea del nostro partito affinché questo avvenga.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Bianchi. Dopo di lui parlerà il Consigliere Berti.



BIANCHI Adriano

Il Presidente del Consiglio ha già ampiamente espresso, ritengo, lo stato d'animo del Consiglio Regionale Piemontese e le sue preoccupazioni in ordine a questo rifiuto di apporre il visto ai primi due modestissimi provvedimenti di carattere legislativo deliberati dal Consiglio Regionale Piemontese.
Non vi sono, nel mio Gruppo, elementi dotati di ipersensibilità che li spinga a manifestare disdegno anche qualora siano ripresi per un errore in cui sono incorsi, sempre possibile quando ad operare sono chiamati gli uomini. Non avremmo, quindi, alcuna difficoltà a rivedere provvedimenti, a correggerne la forma, ad avviare l'attività legislativa del Consiglio Regionale su un terreno solido, di certezza giuridica, di chiarezza di impostazione. Ci preoccupa però il fatto che i due provvedimenti sono stati respinti, mescolando insieme, con la stessa rapidità e con le stesse motivazioni, argomenti almeno opinabili o con qualche fondamento con argomenti destituiti di qualsiasi fondamento. Un siffatto comportamento da parte delle Autorità governative rischia di apparire come una presa di posizione di principio, come indice di una sofferenza da parte dei poteri centrali, dell'Amministrazione, dell'alta burocrazia che prepara e presenta questi provvedimenti, di una ridotta sensibilità degli organi centrali stessi rispetto alle esigenze di avviare con serietà l'attività legislativa delle Regioni. Proprio in questi giorni stiamo lavorando e faticando per proporre nelle varie sedi opportune tutte le questioni che valgano ad ottenere il trasferimento alla Regione di tutte le materie, di tutte le competenze che le spettano in sede legislativa. Questo non facciamo per vederci poi compressi in due direzioni: nella prima, col trasferirci deleghe di carattere amministrativo in luogo dei poteri primari che spettano alla Regione in sede legislativa; nella seconda, una volta ottenuti, o strappati, insufficienti poteri in sede legislativa, con il trovarceli contestati con interventi dubbi, sia sotto il profilo giuridico generale, di merito, sia sotto il profilo costituzionale.
Quindi, riteniamo che prima di fare processi alle intenzioni, o prima di ravvisare, mi consenta, Consigliere Nesi, in questo un disegno per non realizzare tutto quanto si sta proponendo di avanzato e di progressista - a parte il fatto che non ritengo si possa identificare l'avvio di una autentica politica di autonomia regionale con una politica di sinistra, ma si tratta qui di realizzare un'autentica politica costituzionale e democratica di autonomie che noi rivendichiamo - dobbiamo, con fermezza ma senza accentuazioni politiche particolari, rendere edotto il Governo delle nostre preoccupazioni, e pregheremmo pertanto chi rappresenta questo Consiglio, e soprattutto chi ha la rappresentanza della Regione, il Presidente della Regione e della Giunta, di farsi portatore, in forme ufficiali e nelle forme, qualche volta ancor più efficaci, di carattere ufficioso, di questi sentimenti. Nessuno ha da guadagnare da un conflitto permanente, da una diffidenza permanente fra Stato e Regione. Noi non ricerchiamo contrapposizioni strumentalizzabili, non vogliamo mostrare delle ipersensibilità anche laddove possiamo essere richiamati a modi di operare, a procedure, più precise e giuridicamente più corrette: però non possiamo neanche tacere - e siamo pronti a reagire come il caso richiede di fronte ad atteggiamenti che possono apparire quasi sprezzanti per soffocare all'origine le aspirazioni di vera autonomia, che si esprime nell'attività legislativa.
I due provvedimenti oggi in questione sono modesti, e dalla soluzione che sul piano pratico e concreto la Giunta ha indicato e che le Commissioni stanno proponendo si vede che in rapporto ad essi si poteva decidere anche diversamente: il merito non è tale da sconvolgere alcun rapporto fra i poteri dello Stato. Ma in futuro verranno man mano al nostro esame, e quindi saranno presentati al Governo e allo Stato, provvedimenti legislativi di ben altra portata. E allora è legittima, ce lo consenta il potere centrale - il Governo - la nostra preoccupazione, vedendo negare in modo così drastico ed indiscriminato il benestare per provvedimenti così opinabili e così modesti come questi, per quello che potrà accadere quando la Regione affronterà l'attività legislativa nelle materie di maggiore incidenza e di maggiore importanza.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Berti. Ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Negare che la situazione si sia deteriorata e si sia fatta preoccupante vorrebbe dire mettersi fuori della realtà: la sua gravità traspare da tutti gli atti e politici e amministrativi. Siamo in fase di discussione di decreti delegati di riordino dei Ministeri, Bianchi lo sa benissimo, e non possiamo non rilevare come emerga chiaramente da questi documenti la tendenza a considerare le Regioni in funzione subordinata all'autorità statale. D'altronde, negare che i dinieghi alle prime leggi regionali si collegano ai contenuti negativi dei primi decreti delegati di riordino dei Ministeri sarebbe negare un'altra realtà. Condivido pertanto il giudizio espresso dal Capogruppo socialista, e ritengo che sarebbe un suicidio da parte nostra cercare diversivi o annegare la realtà della situazione in argomentazioni un po' superficiali, mi consenta il collega Bianchi: la realtà bisogna considerarla in tutta la sua crudezza, per poterla affrontare nel modo esatto.
L'intervento del Commissario di Governo, se si vuole del Sottosegretario, tra l'altro, ci porta alle considerazioni che proprio ieri sera abbiamo fatto in Commissione a proposito della funzione di indirizzo e coordinamento, di intervento del singolo Ministro eccetera eccetera. La situazione traspare già anche da questo elemento. Noi non possiamo, quindi astenerci da un giudizio fortemente negativo e di condanna di questo fatto.
Secondo me - ma lo si deduce dal documento che la Commissione ci ha dato la risposta del Consiglio dev'essere prima di tutto sul piano politico.
Quella che Nesi chiama "politica di sinistra " o "quel poco di politica di sinistra di una parte del Governo", in realtà è semplice attuazione della Costituzione.
Non entro qui nel merito - avremo modo di farlo successivamente - dei contenuti dei decreti delegati, in cui lo Stato, attraverso l'istituto della delega, si attribuisce funzioni primarie della Regione, con ci dimostrando di voler esercitare un ruolo che colloca la Regione in funzione subordinata. Non a caso tutte le risposte che oggi vengono a proposito di decreti delegati e di riordino dei Ministeri colgono in generale queste carenze, contro le quali occorre, credo, lottare sul piano delle risposte che sono date e delle osservazioni che saranno fatte dalla nostra Regione e dalle altre Regioni, ma occorre anche battersi sul piano politico.
Quindi, pare a me abbastanza importante, anzi, essenziale, l'invito che emerge da questo primo documento della I Commissione alle Regioni perch assumano tutte le iniziative necessarie per contatti sul piano politico con il Governo, a livello di Regione Piemonte o come iniziativa di tutte le Regioni su proposta della Regione Piemonte. E' necessario un atto politico perché stiamo andando verso una situazione in cui - mi rifaccio ad una parte positiva di una relazione Calleri - la Regione, come strumento di intervento nuovo, viene completamente messa sotto i piedi. Noi non possiamo tacere questo.
A mio parere, quindi, occorre sottolineare fortemente, in primo luogo il carattere negativo sul piano politico di questo rinvio, e poi avvertire l'opinione pubblica del pericolo serio che corre la Regione. Io mi sento a disagio - non so se lo stesso capiti anche a voi - nei confronti dell'elettorato quando penso all'opinione che esso può essersi formato della nostra reale funzione, ad un anno e mezzo ormai dall'attuazione dell'istituto regionale. E' vero che sono intervenuti tutta una serie di fatti di carattere politico che attengono alle carenze, agli scontri, agli incontri relativi alle formule che reggono la Giunta eccetera; ma in realtà c'è anche una difficoltà oggettiva per la Regione, che viene da difficoltà di carattere nazionale, dalle resistenze di carattere politico, che occorre superare, secondo me, addirittura appellandosi all'opinione pubblica ricercando nell'opinione pubblica piemontese il consenso all'azione di rigetto di queste manovre ritardatrici, ottenendo non soltanto l'informazione ma anche l'aiuto, la comprensione, la pressione necessaria per vincere questa che noi riteniamo essere una battaglia fondamentale.
Fatta questa sintetica premessa, di carattere politico, e dichiarata l'accettazione della proposta della I Commissione di iniziativa della Regione Piemonte o delle Regioni italiane, vorrei sottolineare - anche se in proposito ho le idee un po' confuse e non ho nemmeno potuto consultare i colleghi di Gruppo - la comunicazione che ha fatto or ora il Presidente Vittorelli, non certo di secondo piano e sulla quale penso che dovremmo riflettere profondamente. Vittorelli ha detto: dell'eccezione di illegittimità potremo avvalerci in caso di altri eventuali rinvii. A mio avviso, però, se c'è un elemento di illegittimità, come mi è parso di capire, la risposta sulla questione del rinvio, che già oggi è di grosso contenuto politico, può sostanziarsi anche di contenuti giuridici: l'appello alla Costituzione per dimostrare che l'intervento del Sottosegretario (accerteremo la provenienza, comunque la firma è di un Sottosegretario e non della Presidenza del Consiglio come dovrebbe essere...)...



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

No, è del sottosegretario Antoniozzi, segretario della Presidenza del Consiglio.



PRESIDENTE

Quello che non sappiamo, Consigliere Berti, è se il Sottosegretario ci faccia questa comunicazione in seguito a deliberazione del Consiglio dei Ministri o no. Se la materia fosse di maggiore entità, non soltanto l'informazione andrebbe richiesta, ma, qualora fosse confermato che il Consiglio dei Ministri non ha deliberato, l'eccezione andrebbe sollevata.
L'unica cosa che, proprio per ossequio alla prassi cui si attiene normalmente l'azione di questa Regione forse non è consigliabile, è di farci ripetere eventualmente dal Consiglio dei Ministri quello che già ci è stato comunicato dal Sottosegretario e di essere costretti poi a trarne delle conseguenze pratiche: perderemmo tempo su una materia che per noi è molto delicata, come quella dell'organico. Caso mai, l'eccezione si potrebbe sollevare per l'altra legge, che però siamo già decisi a rivotare tale e quale e quindi risolviamo comunque la questione. Comunque, il Consiglio è libero di deliberare.



BERTI Antonio

Capisco. Certo, se noi fossimo in grado oggi di sapere esattamente chi ha dato questa risposta, se legittimamente il Sottosegretario a nome del Governo o se l'iniziativa è stata essenzialmente di un Ministero, il Ministero degli Interni, la questione cambierebbe completamente aspetto: avremmo già un terreno per una lotta concreta. A questo punto io mi sentirei di proporre un decreto del Presidente della Regione che renda applicabili le due leggi, senza necessità di alcun ricorso.
Rimane però una questione da risolvere. Come conciliare il ricorso a questa possibilità di carattere politico estremamente positiva con l'esigenza che tuttavia abbiamo di superare una impasse, essenzialmente quella del personale? Già nell'altra seduta avevamo votato una delibera provvisoria perché sentivamo il bisogno di avere gli strumenti tecnici funzionanti. Che via scegliere? Penso di interpretare il pensiero anche dei miei compagni dicendo che sarà opportuno adeguarci alla situazione: prendendo nota dell'avvertimento che ci viene dal Presidente del Consiglio denunciando con decisione, sul piano politico, il tentativo che traspare da questo fatto di limitare la potestà legislativa, l'intervento e la funzionalità dell'Ente Regione, e accettando nel contempo le due proposte che le Commissioni ci fanno, una, credo, di rivotazione pura e semplice della delibera relativa al rendiconto, l'altra di deliberazione invece che di legge circa l'assunzione di personale (non ho ancora potuto esaminare il documento relativo), sul che siamo d'accordo tanto più che eravamo stati noi stessi a suggerire questa forma per un provvedimento che doveva considerarsi provvisorio, intendendo con questo dire che con la legge si risolve il provvedimento definitivo). Concluderei però con la richiesta che la Giunta e la Presidenza del Consiglio accettino la proposta della Commissione di una decisa risposta sul piano politico.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Gaindolfi. Successivamente potrà parlare il Consigliere Fassino.



GANDOLFI Aldo

Gli oratori che mi hanno preceduto hanno portato in discussione due tipi di valutazione: una valutazione, direi, politica, di carattere generale, sulle difficoltà che le Regioni a statuto ordinario incontrano a varare il proprio ordinamento, ad acquisire pienezza ed organicità di poteri, che devono essere, sono d'accordo, innanzitutto poteri legislativi ed una valutazione di merito su quello che si è verificato in tema di controlli, approvazioni, visti sulle prime leggi regionali che non solo il nostro ma anche altri Consigli Regionali italiani hanno varato.
Sono due discorsi che, a mio avviso, andrebbero un pochino distinti perché non mi sembra che possiamo fare un unico fascio delle valutazioni su due problemi di ordine diverso per denunciare volontà politiche a livello nazionale di blocco dei poteri regionali.
Noi dobbiamo aver presente, secondo me, che la prima fondamentale limitazione ai poteri della Regione viene non dalla volontà del Governo ma dalla legge finanziaria regionale approvata nel 1970, che, modificando la legge Scelba, vi ha sostituito un articolo fortemente regionalista e favorevole ai poteri regionali (e che prevedeva che il trasferimento di poteri dovesse essere preceduto dalla emanazione di leggi-quadro, e quindi da una definizione di direttive nell'ambito delle quali poi i Consigli Regionali avrebbero potuto legiferare ed innovare rispetto alla legislazione statale) con una norma che di fatto vincola le Regioni a legiferare nei limiti attuali e in base alle disposizioni attuali vigenti nell'ordinamento legislativo nazionale. In tal modo si è posto un grosso limite alle potestà legislative regionali.
Su questo punto le forze politiche devono essere chiare: esse, tutte indistintamente, quando si è discussa in Parlamento la legge finanziaria non hanno avuto la minima percezione del vincolo che si poneva ai poteri regionali in tema legislativo, la minima consapevolezza delle difficoltà che con questo articolo si creavano per il futuro alle Regioni, che sono quelle che oggi registriamo nella discussione dei decreti di trasferimento delle funzioni amministrative. Perché, certo, possiamo lamentarci che si diano poteri disorganici alle Regioni, ma quello che non possiamo disconoscere è che trasferiscono le funzioni amministrative così come è previsto nel quadro dei vincoli legislativi che oggi esistono e che ci sono consegnati per intero dalla legge finanziaria. E' necessaria, direi, un po' più di precisione, di consapevolezza della reale entità dei problemi politici che noi abbiamo di fronte: non è giusto scaricare sul Governo adducendo presunte volontà politiche di bloccare l'acquisizione di poteri da parte delle Regioni, questo tipo di problema, ma avere la consapevolezza che si pone un delicato problema di carattere costituzionale, che pu essere superato solo facendoci promotori e sollecitando al Parlamento l'approvazione di leggi-quadro che modifichino questo tipo di vincolo.
Anche per quanto concerne l'altro ordine di problemi, e cioè il meccanismo che si è instaurato e le reazioni che si sono verificate in quest'ultimo mese in conseguenza del fatto che il Governo ha respinto alcune leggi, fra cui le due che abbiamo in esame questa mattina, non dobbiamo drammatizzare ma essere coscienti che interferiscono anche a questo proposito meccanismi costituzionali ben precisi, contenuti da un lato nelle norme della Costituzione e dall'altro nella legge Scelba, che concedono in casi ben precisi al Governo la possibilità di impugnare per vizi di illegittimità o per valutazioni di merito le leggi regionali, alla Regione di riproporre, nel caso che ci sia certezza di legittimità e di validità di merito, le leggi che il Consiglio Regionale abbia approvato.
L'art. 127 della Costituzione e le norme della Legge Scelba al riguardo del Titolo II sono abbastanza precisi e fissano procedure costituzionali ben determinate, e direi che noi possiamo benissimo denunciare il tentativo di un tipo di controlli anche di merito che in certi casi, l'abbiamo visto sono pretestuosi, se abbiamo la certezza, come abbiamo per uno dei due provvedimenti in questione, che le proposte non siano state formulate in modo da prestare il fianco a rilievi da parte delle Autorità centrali, e riproporre con fermezza, come faremo per la legge sull'approvazione del conto consuntivo, le nostre argomentazioni, o correggere con una deliberazione più appropriata la deliberazione precedente, come si farà nel caso della legge sul personale, riaffermando il principio che le Regioni non devono essere sottoposte a controlli di merito così minuziosi come in certi casi si sono voluti fare; e per un caso, ripeto, lo possiamo chiaramente denunciare, anche pretestuosi, dobbiamo avere la sicurezza che ci troviamo di fronte non tanto ad un problema di contrapposizione di volontà politiche o di concezioni di sfere di potere fra l'organo centrale e gli organi regionali ma certamente invece di fronte ad un iter costituzionale molto preciso, definito e dalla Costituzione e dalla Legge Scelba, rispetto al quale noi siamo pienamente garantiti e lo possiamo essere evidentemente riproponendo per intero le deliberazioni e le leggi sulle quali abbiamo la certezza che, al limite, sarà o il Parlamento o la Corte Costituzionale a pronunciarsi.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Fassino. Ne ha facoltà.



FASSINO Giuseppe

Sarò brevissimo. A qualcuno potrà apparire forse imbarazzante una presa di posizione da parte dei componenti il Gruppo liberale, di chi, cioè appartiene ad una parte politica che a suo tempo ha condotto una decisa battaglia contro l'istituzione dell'Ente Regione. Ma con la stessa lealtà con la quale allora noi ci battemmo, oggi riteniamo che se l'autonomia regionale esiste essa debba essere rispettata. Per questo, io mi associo a nome del mio Gruppo a quanto dichiarato dal collega Bianchi e successivamente dal collega Gandolfi.
D'altronde, l'invito che emerge dalla proposta della I Commissione, e credo anche per le leggi che debbono essere riviste o ripresentate così come sono, a seconda dei casi, l'invito ad un incontro fra la Giunta e il Governo, fra il Consiglio e le Commissioni e la Commissione parlamentare mi pare sia chiaramente significativo, tenda cioè al fine di evitare che questi fatti si possano ripetere nel futuro. Non suscitiamo conflitti fra Stato e Regione, diceva Bianchi, ed io concordo con lui. E non pensiamo neppure a diffidenze che a mio avviso sono forse più nella parte burocratica dello Stato che non nella sua parte politica; nel rispetto dello stato di diritto pretendiamo il rispetto dell'autonomia regionale.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Giovana. Ne ha facoltà.



GIOVANA Mario

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, io condivido ampiamente l'opinione che ha espresso poc'anzi il collega Berti. Ho chiesto la parola unicamente per manifestare il mio stupore per l'atto di integrale difesa che il collega Gandolfi ha fatto or ora dei modi, delle forme con cui da parte del Governo centrale si disattendono, ormai con una lunga e palese serie di atti, tutti i doverosi impegni del Governo centrale rispetto alla tutela, al rispetto dell'autonomia regionale. Sono stupefatto, perché, per quanto mi consta, nel corso particolarmente di questi ultimi mesi, è stato un continuo e costante levarsi di voci da ogni Consiglio Regionale, e direi al di là di ogni barriera politica; e noi, per quanto ci compete, ne abbiamo una verifica nei lavori delle Commissioni, dove si manifesta un incontro di opinioni pressoché unanime nel rilevare come queste carenze non possano più essere imputate a fatti estemporanei. Anche questo prendere come bersaglio la burocrazia centrale, questa entità astratta ed indipendente dal potere politico, diventa un alibi di comodo. Certo, tutti conosciamo il peso, la vischiosità, l'inerzia della burocrazia centrale; ma ad un dato momento, o diciamo che l'Italia è governata dalla burocrazia centrale e manca di una classe dirigente politica, di un Governo, oppure riconosciamo che esiste un Governo con le sue responsabilità politiche e diciamo che per la serie di atti che fino ad oggi abbiamo visto esprimere rispetto ai problemi delle autonomie regionali e prima ancora rispetto alle autonomie degli Enti comunali e provinciali, con una serie lunghissima di episodi che costituiscono ormai una penosa consuetudine, denota una volontà permanente di blocco, di compressione delle autonomie locali. Questa è del resto, tutti quanti ce lo siamo detto nel corso dei lavori delle Commissioni che hanno preso in esame i decreti delegati - la "filosofia" che corre all'interno dei decreti delegati. Ed io davvero debbo ribadire il mio stupore per la difesa d'ufficio che il collega Gandolfi ha voluto fare ancora una volta in questo Consiglio, unica, credo, non solo qui ma forse anche in altri Consigli, perché, ripeto, mi consta che c'è una sollevazione generale, nei riguardi delle renitenze e delle reticenze centralistiche contro le potestà regionali, in tutti i Consigli d'Italia, al di là delle differenze di partito.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Presidente della Giunta, ne ha facoltà.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

La posizione che la Giunta ha assunto in ordine all'atteggiamento preso dal Governo rispetto alle due prime leggi che la Giunta ha proposto e che il Consiglio Regionale ha approvato, è nota ed è stata ispirata, come già è stato sottolineato, ad un atteggiamento di carattere pragmatista. Nella sostanza una di queste leggi riguardava l'organico del personale, la Giunta aveva ritenuto di doverlo inquadrare in un quadro di direttive che fossero stabilite da una legge regionale. La Giunta credeva, con questo, di essere nella pienezza dei poteri e nella pienezza dei poteri era anche - a giudizio della Giunta - il Consiglio Regionale nell'approvare la legge in questione.
Analogo caso è capitato per quanto riguarda la seconda legge proposta e precisamente quella relativa al consuntivo di bilancio. Io credo però che volendo assumere una posizione politica al di là di questo atteggiamento pragmatista che noi proponiamo per vedere di sbloccare la situazione, non dobbiamo guardare all'attuale atteggiamento che, in una fase ancora di messa a punto dei vari istituti regionali e dei vari organi di controllo il Governo ha assunto. Noi possiamo anche deprecare il ritardo nella formazione della Commissione di controllo sulla Regione, ritardo peraltro veramente molto lungo (tra l'altro questo ritardo è una delle motivazioni con cui si respinge la legge n. 2 della Regione); noi possiamo anche sollevare delle eccezioni di legittimità in ordine alla comunicazione che è stata data alla Regione dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antoniozzi, (nel dubbio, peraltro, molto forte, che sia stata una risposta non di carattere collegiale del Governo, ma di un organo sostitutivo).
Certamente noi non possiamo non rilevare questi ritardi nella formazione della Commissione, che sicuramente hanno impedito alla Regione di avere dei colloqui preliminari in ordine all'approvazione di queste leggi. Che sorgano dubbi di legittimità in noi circa la Commissione preposta al controllo della Regione, nulla di male, ma se questo organo fosse stato costituito e insediato a Torino, con ogni probabilità sarebbe stato possibile instaurare un dialogo che avrebbe chiarito al Consiglio Regionale, così come alla Commissione di controllo, l'effettiva portata di queste leggi che la Regione ha deliberato. Quindi non possiamo non sottolineare - come Consiglio Regionale - il ritardo da parte degli organi centrali nel mettere a punto tutti i dispositivi relativi al funzionamento della Regione e alla garanzia di questo funzionamento: questa è la proposta che, a nome della Giunta, io ritengo di dovere formulare.
Non vi è dubbio tuttavia che al di là del fatto episodico, occorra risalire alla legge finanziaria su cui tutti i partiti si sono dichiarati d'accordo.
Io ho avuto modo, nella presentazione del programma, di sottolineare come vi fosse un preciso spostamento determinato da questa legge finanziaria, dall'obbligo che la Legge Scelba demandava al Parlamento di approvare le leggi quadro prima del trasferimento delle funzioni amministrative, a quanto invece la legge finanziaria contiene abrogando un articolo della Legge Scelba, di sottolineare cioè che il potere legislativo era successivo al trasferimento delle funzioni amministrative, questo era un atteggiamento politico che indubbiamente privava le Regioni di una larga possibilità di potestà legislative e attribuiva alle Regioni un potere di carattere meramente amministrativo contrariamente a quanto la Costituzione non prevedesse. Sottolineando questo, mi riferivo anche a ciò che sarebbero stati poi i rapporti tra l'autorità centrale e le Regioni (con una facile profezia che constatiamo essere vera). Oggi il Governo in una certa misura interpreta questo indirizzo che è stato dato con una legge approvata dall'intero Parlamento, poiché la legge finanziaria è stata approvata all'unanimità con un accordo tra i vari gruppi politici e con delle astensioni.
Noi dobbiamo riferirci a questa legge e non scaricare tutto addosso al Governo che la interpreta, pur con tutti i ritardi nella costituzione delle Commissioni di controllo, e cercare di dividere, nell'interno del Governo coloro che sono progressisti e portatori di una politica di sinistra da coloro che invece sarebbero attestati su posizioni di carattere anche autonomista, comunque conservatore reazionario. Credo che questo non sia servire la verità, né servire in modo valido gli interessi di autonomia e la linea di autonomia che i Consigli Regionali, nel loro insieme, in applicazione della Costituzione, intendono assumere. Quindi, se vi è semmai una responsabilità, questa risale anche alla rapidità e alla elaborazione approssimativa che è stata fatta nella legge finanziaria e che è quella che anticipando il trasferimento delle funzioni amministrative rispetto alle leggi quadro, priva la Regione di leggi di indirizzo che le darebbero un potere di intervento assai più largo che rientrerebbe in quel contenuto di osservazioni che il Presidente del Consiglio ha fatto ed in particolare rientrerebbe nel potere del Governo e quindi del Consiglio dei Ministri di dare un giudizio preciso. Non a caso la sentenza della Corte Costituzionale citata dal Presidente Vittorelli, è riferita alle Regioni a statuto speciale che operano nell'ambito di una legge quadro statutario, tra l'altro ben precisa, che il Parlamento ha per esso emanato.
Credo che non sia analoga la posizione delle Regioni a Statuto ordinario rispetto a questo potere di controllo che chiaramente, da un articolo della Legge Scelba non abrogato, viene demandato alla Commissione presieduta dal Commissario del Governo ed in assenza di essa viene esercitato dalla presidenza del Consiglio e dal Ministero delle Regioni.
Trattandosi in sostanza di un giudizio di legittimità ed essendo rinviabile al Consiglio Regionale, è abbastanza evidente che si tratta di un semplice rinvio a norma della Costituzione, rinvio che lascia largamente aperta al Consiglio Regionale la possibilità di riadozione e conseguentemente la possibilità di instaurare un processo dialettico con l'autorità di Governo in ordine alla legittimità delle deliberazioni assunte dal Consiglio stesso.
Io penso che la valutazione politica in ordine a questo atteggiamento che è stato assunto non soltanto nei confronti della Regione Piemonte, ma anche nei confronti di altre Regioni, vada riferita in modo particolare al fatto di avere anticipato il trasferimento delle funzioni amministrative all'emanazione delle leggi quadro. E non vada disattesa la posizione, che io credo condividiamo tutti, senza fare dei drammi e senza fare un processo alle intenzioni, che obiettivamente con questi atteggiamenti, si mortifica l'autonomia delle Regioni, si mortifica la capacità delle Regioni di darsi delle leggi, di darsi degli indirizzi di carattere legislativo che rispondono a delle valutazioni che nella loro autonomia i Consigli Regionali sono in condizioni di dare.
Gli aspetti di carattere marginale di legittimità si possono anche comprendere, vi è anche l'istituto delle sospensioni da parte delle Commissioni di controllo per chiedere chiarimenti, perché si può verificare che nella stesura di un provvedimento si possano avere quanto meno dei dubbi di legittimità per cui non vi è nulla di male se si instaura questo processo di dialogo con le Commissioni di controllo, proprio per una maggiore chiarezza nell'elaborazione legislativa da parte delle Regioni.
Ma la posizione politica io credo non debba assolutamente trascurare il fatto (che peraltro è stato sottolineato da Gandolfi, ma che già io avevo ritenuto di dover portare tempo fa all'attenzione del Consiglio Regionale) che queste posizioni nascono da una legge che, a giudizio di tutti coloro che approfondiscono questo problema di carattere legislativo e costituzionale, blocca l'attribuzione alle Regioni di una potestà legislativa ampia, quale quella loro assegnata dalla Costituzione.
Detto questo, desidero sottolineare che a nostro giudizio una modificazione della legge finanziaria, per lo meno di quell'articolo in cui si stabilisce questo tipo di trasferimento o una legge di interpretazione che non liberi l'autorità centrale, cioè il Parlamento, il Governo dall'emanazione delle leggi quadro (come invece questa legge di fatto pu liberare) sia un indirizzo che le Regioni - e in particolare la Regione Piemonte - dovrebbero assumere. Ferma restando la possibilità di legiferare ad avvenuto trasferimento delle funzioni amministrative, sia pure in base alle leggi vigenti ed in base a eventuali leggi quadro, si dovrebbe fare una modifica a questa legge che fa carico al Governo di proporre entro l'arco di tempo di un anno le leggi quadro relative alle materia demandate dall'art. 117 alla potestà legislativa delle Regioni. Senza queste leggi quadro io sono convinto che ci troveremo a legiferare desumendo dalle leggi vigenti intanto in un ambito estremamente ristretto ed in secondo luogo andando incontro a dei conflitti di competenza, di legittimità che sicuramente saranno mortificanti per i Consigli Regionali e per qualunque attività di carattere programmatico che attraverso opportune leggi le Regioni vogliano portare avanti.
Consegno questa valutazione (al di là del fatto episodico del blocco di queste due leggi da parte dell'autorità centrale) al Consiglio Regionale perché mi sembra che aprire un dibattito su questo sia un fatto di chiarificazione fra di noi e consenta un utile apporto di considerazioni anche per i lavori delle Commissioni legislative che il nostro Consiglio ha eletto. La posizione della Giunta quindi, sul piano politico, mi pare che si possa esprimere in questo modo: l'avere respinto queste due leggi della Regione è un episodio di un quadro più vasto che va fatto risalire all'art.
17 della legge finanziaria. Sarebbe perfettamente inutile, a mio giudizio ogni volta deprecare l'atteggiamento delle autorità di Governo se l'atteggiamento stesso discende di fatto da una legge che il Parlamento ha approvato e che l'autorità di Governo non può che interpretare nel suo indirizzo e nella sua precisa stesura.
La proposta è quella di approfittare di questo atteggiamento che il Governo ha assunto non solo nei confronti della Regione Piemonte ma anche di altre Regioni, per promuovere un'integrazione alla legge finanziaria che faccia obbligo al Parlamento di emanare entro un periodo il più possibilmente ristretto le leggi quadro che inquadrino i poteri legislativi demandati alle Regioni dall'art. 117 della Costituzione.
Per quanto riguarda la proposta specifica in ordine ai problemi che oggi dobbiamo discutere, relativi alle due leggi e alle proposte fatte dalla Giunta, ritengo che i Presidenti delle Commissioni I e VIII riferiranno direttamente al Consiglio. D'altra parte credo che questa posizione sia a conoscenza di tutti i Consiglieri e che rappresenti quanto sul piano dell'opportunità, convenga oggi fare per rendere il più svelta possibile la rispondenza di questa deliberazione del Consiglio Regionale alle esigenze dei lavori della nuova struttura regionale.



PRESIDENTE

La discussione è chiusa.
Mi risulta che i Presidenti delle due Commissioni competenti desiderano fare alcune proposte circa passi da compiere. Penso che le proposte testé fatte dal Presidente della Giunta, nonché quelle che verranno fra poco enunciate dai Presidenti delle due Commissioni potrebbero essere oggetto di un o.d.g.
Il dr. Calleri mi comunica adesso che è intendimento della Giunta proporre un disegno di legge di iniziativa regionale da sottoporre al Parlamento nazionale, per quel che riguarda la proposta da lui testé fatta.
I Presidenti delle Commissioni, viceversa, suggeriscono alcuni passi politici intesi a chiarire i rapporti tra Regione e Governo. Adesso sentiremo le proposte e vedremo in quale forma deliberare sulle stesse.
Il nostro o.d.g. prevede due punti 3) bis e 3) ter che dovremmo esaminare in modo separato: il primo riguarda la proposta di delibera sul personale regionale; il secondo l'approvazione del rendiconto finanziario.
Le proposte dei due Presidenti, viceversa, riguardano un po' il merito di tutta la materia, forse potremmo sentirle nel contesto della discussione generale e poi esaminare separatamente le due delibere che il Consiglio sarà chiamato ad emanare.
Darei prima la parola al Presidente della I Commissione, collega Garabello e successivamente al Consigliere Viglione, quindi passeremmo all'esame delle due leggi.
Ha facoltà di parlare il Consigliere Garabello.



GARABELLO Enzo

La Commissione stamane ha tenuto una rapida seduta in cui...



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Garabello. Ho già informato il Consiglio che i due Presidenti faranno delle proposte che mi pare siano analoghe e siccome le due Commissioni sono giunte a questa deliberazione separatamente, ma la deliberazione è praticamente analoga, nessuna delle due ha la paternità della proposta, ce l'hanno tutte e due insieme. Vedo che lei scalpita Consigliere Viglione, per non avere ottenuto la parola per primo.
Prosegua pure Consigliere Garabello.



GARABELLO Enzo

Stamane la Commissione ha compiuto un rapido esame della situazione che le è stata sottoposta e proprio per riferire meglio sulle sue conclusioni la relazione è estremamente contenuta nel testo in quanto la Commissione stessa non ha approfondito le questioni di carattere più strettamente giuridico, due delle quali sono state...



PRESIDENTE

Non riferisca sul contenuto, perché su quello parlerà dopo, ma sulle proposte che la Commissione voleva fare, altrimenti avrebbe priorità l'altra questione che verrebbe prima all'o.d.g. Lei ha facoltà di parlare nel quadro della discussione generale, in modo da formulare proposte che permettano di dare un senso concreto alla discussione che si è svolta poco fa.
Mi scusi, Consigliere.



GARABELLO Enzo

Va bene, signor Presidente. Fra l'altro la I Commissione ha ritenuto che proprio per togliere ogni significato di contrapposizione frontale alle decisioni del Governo centrale e per rimarcare la volontà di collaborazione che dalle Regioni sale nei confronti dell'autorità centrale, con la riaffermazione dei diritti caratteristici che la legge assegna alle Regioni stesse, ha ritenuto che si debba spostare una polemica a distanza in un tentativo di approfondimento e di chiarificazione dei compiti della Regione, le sue possibilità e i suoi diritti. In questo senso la Commissione raccomanda che avvengano fra le Regioni e lo Stato dei contatti a livelli omogenei, che la Giunta provveda a prendere opportuni contatti con il Governo, con la Presidenza del Consiglio dei Ministri al fine di chiarire i propri orientamenti e sollecitare un comportamento conseguente da parte dell'organo di Governo. Per parte sua il Consiglio Regionale viene richiesto di contatti con la Commissione Parlamentare per gli affari regionali, cui fin dall'epoca dello Statuto ci siamo tutti richiamati come una sede di interlocuzione fra Consiglio e Parlamento, al fine di risolvere in partenza, nella reciproca responsabilità, i possibili problemi di controversia che potessero sorgere successivamente. Evidentemente il rischio di dover ricorrere, per questioni relative ai nostri diritti, alla Corte Costituzionale e di essere trascinati di fronte alla Corte Costituzionale, non è la linea politica che la I Commissione propone al Consiglio Regionale.
Pertanto in questa direzione, con contatti a livello della Commissione parlamentare per gli affari regionali, vi potrebbero essere i chiarimenti necessari, anche in vista della richiesta qui avanzata prima dal Presidente della Giunta di accelerazione nell'approntamento delle leggi quadro ed eventualmente di quelle proposte che la Giunta stessa vorrà portare innanzi.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Vorrei soltanto sapere se esaminiamo ora le proposte che sono state suggerite dalla Commissione e se l'intervento si farà nel pomeriggio perché avrei un intervento che vorrei leggere e data l'ora tarda, se riprendiamo nel pomeriggio tanto vale rimandare.



PRESIDENTE

Sarebbe un po' strozzata la discussione se la facessimo in fine di mattinata. Dopo che avrà fatto questa comunicazione sospenderemo la seduta e la riprenderemo nel pomeriggio.



VIGLIONE Aldo

La VIII Commissione permanente, in merito alla legge regionale n. 1 respinta dall'autorità di Governo, ha preso in esame il documento proposto dalla Giunta; ritiene valide le osservazioni contenute nel documento aderisce all'ulteriore proposta di deliberazione con la precisazione che agli effetti della nuova legge che si dovrà varare per il personale non costituisce principio la suddivisione della carriera così come formulata.
La Giunta in precedenza aveva formulato un diverso ordine: carriera direttiva, intermedia, ausiliaria ed esecutiva, cioè tre ordini di carriere e il fatto che il Commissario del Governo abbia sollevato questo principio è già una cosa che attenta non alla legittimità ma al merito della questione e va respinta. Si aderisce alla deliberazione nel solo intento di sbloccare la situazione il che, come è stato detto dai due Presidenti, è un fatto di estrema urgenza, che tutti quanti dobbiamo favorire nella sua soluzione. Respinge le osservazioni del Governo come limitatrici della sovranità regionale sancita dalla Costituzione; propone al Consiglio la nomina di una Commissione che rappresenti, alla Commissione parlamentare ed al Governo, la situazione così come si è determinata e le preoccupazioni del Consiglio Regionale piemontese.
Queste le proposte formulate dalla Commissione, le osservazioni mi riprometto di farle oggi pomeriggio.



PRESIDENTE

Siccome il punto 3) all'o.d.g. prevede anche eventuali deliberazioni sulle comunicazioni del Commissario del Governo, io suggerirei ai Presidenti delle due Commissioni I e VIII di concordare insieme eventualmente consultando i colleghi dei vari gruppi, un testo di mozione da sottoporre all'approvazione del Consiglio che integri le proposte che vengono dalle due Commissioni.
Ha facoltà di parlare il Presidente della Giunta.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Vorrei solo precisare che ai fini di un ordinato lavoro del Consiglio e anche a chiarimento dei rapporti tra i diversi organi del Consiglio stesso queste proposte non mi sembra possano nascere dalle Commissioni, ma possano nascere dai singoli Consiglieri. La Commissione ha dei compiti specifici rispetto alle proposte che vengono fatte dalla Giunta o dai Consiglieri in ordine all'esame delle leggi. Siccome le proposte pervenute alle Commissioni sono proposte della Giunta, su questo le Commissioni fanno la loro relazione che immagino sia unanime rispetto alle proposte formulate ma proprio perché l'economia dei lavori deve svolgersi in un quadro rispettoso del regolamento e delle attribuzioni che anche a termini statutari le Commissioni hanno, mi sembra opportuno dire che la Giunta ritiene che le proposte in ordine ad iniziative da assumersi in relazione all'esame della legge da parte del Governo non possano venire dalle Commissioni ma debbano venire da un gruppo di Consiglieri, da tutti i gruppi anche. Questo per non dare alle Commissioni ciò che le stesse, a giudizio della Giunta e anche a norma di Statuto, non mi sembra possano avere.
Questo lo devo dire anche a chiarimento dei rapporti nell'ambito del Consiglio Regionale.



PRESIDENTE

Il suo rilievo è fondato, le proposte che giungono al Consiglio non sono proposte collegiali delle Commissioni. I due Presidenti che hanno sentito le proprie Commissioni se ne fanno interpreti, sentono altri gruppi ed evidentemente la mozione che verrà sottoposta all'approvazione del Consiglio non porta la firma di Garabello e Viglione, quali Presidenti delle Commissioni, ma dei Consiglieri Garabello, Viglione ed eventualmente, altri. La mozione risponde quindi ai termini di regolamento perché è sottoscritta da singoli Consiglieri e non c'è nessuna infrazione.
Circa l'esame delle deliberazioni da assumere in merito ai due argomenti che sono all'o.d.g. ai punti 3) bis e 3) ter, ci sono dei testi sottoposti dalla Giunta, approvati dalle Commissioni e sono quelli che verranno presentati per l'approvazione del Consiglio.
Io suggerirei di utilizzare questo periodo di tempo (è abbastanza presto) fino alla ripresa per poter eventualmente alla riapertura della seduta addirittura concludere l'esame del punto 3) all'o.d.g. con la deliberazione di un testo che contenga suggerimenti che emanano dalle varie parti del Consiglio.
La seduta riprende alle ore 16 per la continuazione dell'ordine del giorno.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,55)



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