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Dettaglio seduta n.309 del 24/04/75 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Proseguiamo con l'ordine del giorno.
Sono in congedo i Consiglieri: Debenedetti, Fonio, Giovana.
Ricordo che il Consiglio regionale è convocato per le ore 12 per la celebrazione del trentennale della Resistenza.
Esame progetti di legge n. 83 e 245 relativi ad interventi regionali sull'agricoltura: la VI Commissione sta ancora lavorando, quindi questo punto all'ordine del giorno non può essere affrontato I progetti di legge 48 e 254 li vedremo nel pomeriggio.
Esame progetti di legge n. 209, 216 e 267 su interventi di edilizia residenziale pubblica. La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

La Commissione ha esaminato il disegno di legge sull'edilizia ieri mattina (riferisco io in assenza del Consigliere Dotti). Sulla base di richieste di modifiche fatte dalla Commissione, la Giunta si è impegnata a fornire un'ultima stesura di cui non abbiamo copia. L' impegno era di trasmettere la copia alla Commissione, ma tuttora non è stata trasmessa.
Credo che anche qui si tratti di fattori di carattere tecnico.



PRESIDENTE

Le leggi sull'agricoltura stanno per essere ultimate; su quella dei comprensori vi è la relazione che fra poco verrà distribuita con tutti gli elaborati; per gli interventi di edilizia residenziale pubblica il Consigliere Rivalta ha detto che deve essere distribuita la copia della relazione.
Esame progetti di legge n. 81 e 208 relativi a contributi ai Comuni per formazione strumenti urbanistici.
La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Anche questa legge è stata licenziata con voto favorevole all'unanimità dalla II Commissione. E' una legge molto semplice che non pone preoccupazioni, potrebbe passare molto in fretta, ma anche per questa non è stato distribuito il testo.



PRESIDENTE

Lei ha ragione, ma non bisogna dimenticare che in questi ultimi giorni ne sono state preparate una ventina e non tutte sono state battute a macchina, aspettiamo che la tipografia ce le mandi.



BERTI Antonio

Invece di esaminare le leggi così alla buona, direi che sarebbe bene fare una riunione dei Capigruppo per vedere se non sia il caso di sospendere la seduta di stamane e riprendere oggi pomeriggio. Daremmo così il tempo di provvedere alla distribuzione degli atti.



PRESIDENTE

No perché a mezzogiorno c'è la commemorazione del trentennale della Resistenza.
Io direi di fare ancora qualcosa.
La parola al Consigliere Garabello.



GARABELLO Enzo

Devo fare presente che per gli stessi motivi tecnici, parecchi dei disegni di legge non hanno il visto della I Commissione in quanto non consegnati in tempo dalle Commissioni competenti. In pochi minuti la I Commissione può dare il suo visto, però è un atto obbligatorio.



PRESIDENTE

Sospendo la seduta per dieci minuti e convoco i Capigruppo ed il rappresentante del Governo regionale per stabilire esattamente il programma da seguire.



(La seduta, sospesa alle ore 10,30, riprende alle ore 10,40)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
I Capigruppo ed il Presidente della Giunta hanno concordato per stamane di affrontare i punti: 11) Esame disegno di legge n. 261 "Integrazione componenti Comitato regionale di coordinamento dei trasporti" 21) Esame disegno di legge n. 272 "Trasferimento alle Comunità montane delle funzioni in materia di bonifica montana" 22 bis) Esame disegno di legge n. 218 "Compensi ai componenti di Commissioni, Consigli, Comitati e colleghi operanti presso l'amministrazione regionale" 23) Esame disegno di legge n. 253 "Discplina della costituzione delle Commissioni giudicatrici di concorsi sanitari" 24) Esame disegno di legge n. 276 "Determinazione indennità di missione membri Consigli d'amministrazione e dipendenti Enti ospedalieri".


Argomento: Trattamento economico e normativo del personale

Esame disegno di legge n. 261 "Integrazione componenti Comitato regionale di coordinamento dei trasporti"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del disegno di legge n. 261.
La parola al relatore Consigliere Dotti.



DOTTI Augusto, relatore

Non c'è una relazione perché l'articolo unico tiene conto dell'invito del Commissario di governo ad introdurre un nuovo membro nel Comitato dei trasporti, che è l'Ispettore del Compartimento dei trasporti e della viabilità del Piemonte.
Non si tratta che di adeguarsi all'invito del Governo.
Non ho nient'altro da dire e credo che la Giunta sia d'accordo.



PRESIDENTE

Poiché nessuno chiede di parlare, passiamo alla votazione. Disegno di legge n. 261 "Integrazione componenti Comitato regionale di coordinamento dei trasporti".
Articolo unico - Fra i membri del Comitato, di cui all'art. 2 della Legge regionale 30.12.1974 n. 41, è incluso il Direttore dell'Ufficio Provinciale di Torino della Motorizzazione Civile e dei Trasporti in concessione.
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 23 hanno risposto sì: n. 18 Consiglieri si sono astenuti: n. 5 Consiglieri Il disegno di legge è approvato.


Argomento: Comunita' montane

Esame disegno di legge n. 272 "Trasferimento alle Comunità montane delle funzioni in materia di bonifica montana"


PRESIDENTE

Passiamo al punto ventunesimo dell'ordine del giorno: "Esame disegno di legge n. 272 'Trasferimento alle Comunità montane delle funzioni in materia di bonifica montana'".
La parola al relatore Consigliere Visone.



VISONE Carlo, relatore

La legge statale del 3.12.1971 n. 1102 dettante nuove norme per lo sviluppo della montagna e la legge regionale 11.8.1973 n. 17 che delimitava le zone montane omogenee piemontesi e costituiva le Comunità montane assegnavano a questi nuovi organismi le più ampie funzioni programmatorie per il comprensorio di loro competenza. Specificatamente l'art. 5 della legge nazionale 1102 stabiliva che, alla programmazione formulata dalla Comunità montana dovevano adeguarsi i piani degli altri Enti operanti nel territorio della Comunità. Tra gli Enti che operano nell'ambito territoriale delle Comunità montane rientrano i Consorzi di Bonifica montana i quali operano degli interventi ed attuano delle opere che non sono contemplate o che non sono viste con la stessa ottica prioritaria dai programmi predisposti dalla Comunità montana. Emerge quindi la necessità di regolare la materia e sciogliere quegli organismi le cui finalità coincidono praticamente con quelle delle Comunità montane onde evitare motivi di contrasto e di interferenze che potrebbero ostacolare la logica programmazione della Comunità montana. Tale esigenza è avallata inoltre per due ordini di motivi; il primo per dare piena attuazione di contenuto delle citate leggi istitutive delle Comunità montane e cioè nel riconoscere alle stesse il ruolo di unità minima di programmazione per un più organico sviluppo della montagna; il secondo per attuare quella linea reazionalizzatrice e moralizzatrice della pubblica amministrazione relativa alla soppressione degli Enti inutili che, voluta dal Governo, deve trovare nella Regione Piemonte un momento realizzativo. Su questa linea si è parimenti espresso il Consiglio della Regione Lombardia che, allo scopo di unificare le strutture e le sedi di programmazione e di intervento nelle zone montane, nella seduta del 26/3 u.s., ha soppresso le precedenti delimitazioni e trasferito le funzioni di Consorzio di Bonifica montana alle Comunità territorialmente competenti.
Da queste esigenze e da quanto è emerso dalla consultazione dei rappresentanti dei Consorzi di Bonifica montana piemontesi i quali, oltre a dichiararsi unanimemente favorevoli alla approvazione del disegno di legge in oggetto, hanno sottolineato la necessità che tale provvedimento venga approvato prima della scadenza del Consiglio regionale, si propone il presente disegno di legge con il quale si sopprimono gli esistenti Consorzi di Bonifica montana interamente ricadenti in territorio regionale e si trasferiscono le loro funzioni alle Comunità montane territorialmente competenti. Si tratta di 7 Consorzi di Bonifica montana e precisamente: Consorzio di Bonifica montana della Valle Stura di Demonte: opera su un Comprensorio di 202.136 ettari il cui territorio corrisponde alle zone montane omogenee delle Comunità Montane Valle Stura Valle Maira, Valle Grana, Valli Gesso-Vermegnana e Pesio.
Consorzio di Bonifica montana Valli Curone e Borbera: opera su un comprensorio di 44.681 ettari il cui territorio corrisponde alle zone montane omogenee delle Comunità montane Valli Curone - Grue Ossone e Val Borbera.
Consorzio di Bonifica montana del Torrente Cervo: opera su un comprensorio di 34.958 ettari il cui territorio corrisponde alle zone montane omogenee delle Comunità Montane Valle Mosso, Prealpi Biellesi, Alta Valle del Cervo, Bassa Valle del Cervo, Alta Valle dell'Elvo e Bassa Valle dell'Elvo Consorzio di Bonifica montana Val Vigezzo: opera su un comprensorio di 29.000 ettari il cui territorio corrisponde alla zona montana omogenea della Comunità montana Valle Vigezzo.
Consorzio di Bonifica montana Torrente Orco: opera su un Comprensorio di 61.697 ettari il cui territorio corrisponde alla zona montana omogenea della Comunità montana Valli Orco e Soana.
Consorzio di Bonifica montana fiume Sesia: opera su un comprensorio di 80.885 ettari il cui territorio corrisponde alla zona montana omogenea della Comunità montana Valle Sesia ed a quello di 4 Comuni della Comunità montana Valle Sessera.
Consorzio di Bonifica montana dell'Orco Inferiore: opera su un comprensorio di 17.207 ettari il cui territorio corrisponde alla zona montana omogenea della Comunità montana Valle Sacra ed Alto Canavese.
Il disegno di legge prevede anche la soppressione dell'Ufficio Raggruppato dei Consorzi di Bonifica montana della Regione Piemontese avente sede in Torino, via Sacchi 38, che opera nell'ambito territoriale dei Comprensori di Bonifica montana della Valle Vigezzo, del Torrente Orco del Fiume Sesia e dell'Orco Inferiore.
Il personale dipendente dal predetto Ufficio e dai soppressi Consorzi ammontante complessivamente a 32 unità al 31.12.1974, si prevede venga inquadrato, a domanda, nei ruoli regionali. Così operando, la Regione Piemonte, oltre a regolamentare in forma chiara e razionale l'organizzazione della montagna, può acquisire del personale con una preparazione ed esperienza altamente qualificata, che si renderà disponibile con l'entrata in vigore della presente legge.
L'art. 1 del testo di legge, oltre a stabilire la soppressione dei Consorzi di Bonifica montana costituiti ai sensi dell'art. 16 della legge 991, ne trasferisce le funzioni alle Comunità montane territorialmente competenti entro 30 giorni dalla entrata in vigore della presente legge.
L'art. 2 regola il trasferimento delle funzioni in materia di Bonifica montana tra le diverse Comunità montane interessate, nel caso in cui il disciolto Consorzio comprenda più zone montane omogenee.
Il successivo art. 3 stabilisce i rapporti tra il soppresso Ufficio Raggruppato dei Consorzi di Bonifica montana della Regione Piemontese con sede in Torino e le sue sezioni staccate e le Comunità montane interessate.
Il 4 ed ultimo articolo della presente legge prevede l'inquadramento del personale dipendente dai soppressi Enti nelle qualifiche regionali sulla base di una tabella di corrispondenza e la possibilità di comando dello stesso presso le Comunità montane.
Approvando il presente disegno di legge, il Consiglio regionale del Piemonte conclude una legislatura che si è rivelata per la montagna particolarmente feconda ed importante in quanto con più provvedimenti legislativi ha delimitato, costituito, finanziato ed organizzato la montagna ed il suo strumento di sviluppo rappresentato dalla Comunità montana.
Pertanto, con le motivazioni, che hanno indotto la Giunta regionale a farsi promotrice del d.d.l. n. 272, che la Commissione VIII ha fatto sue, e tenendo presenti le indicazioni favorevoli emerse nel corso della consultazione dei Presidenti dei Consorzi di Bonifica interessati e del Presidente regionale dell'U.N.C.E.M, che la Commissione ha pertanto rassegnato il presente d.d.l. all'esame del Consiglio regionale confidando in una favorevole accettazione.



PRESIDENTE

Comunico al Consiglio che la I Commissione è riunita nel mio studio per dare il parere su questo disegno di legge, mentre prosegue la discussione.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Sereno

Molto brevemente per dichiarare che il Gruppo comunista darà parere favorevole a questo disegno di legge. Noi riteniamo che queste misure si sarebbero potute prendere (e forse sarebbe stato meglio) in occasione della istituzione delle Comunità montane, il che avrebbe consentito di attribuire loro immediatamente i compiti che in passato erano attribuiti ai Consorzi di bonifica montana.
Come Gruppo comunista formuliamo anche l'auspicio che questo costituisca un primo passo non solo verso il superamento di Consorzi che sono anacronistici ormai con la realtà attuale, (i Consorzi di bonifica montana ne sono un esempio, vi sono dei Consorzi idraulici costituiti da Enti pubblici e privati che non sono più corrispondenti alle esigenze di una politica moderna) ma soprattutto verso il superamento di una serie di Enti inutili esistenti nel nostro Paese e verso la democratizzazione di certe attività, responsabilizzando maggiormente gli Enti locali.
Ecco perché, noi esprimiamo il voto favorevole nei confronti del disegno di legge.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame disegno di legge n. 218 "Compensi ai componenti di Commissioni Consigli, Comitati e Collegi operanti presso l'Amministrazione regionale"


PRESIDENTE

Mentre attendiamo il parere della I Commissione, prego il Consigliere Visone di voler fare la relazione sul disegno di legge n. 218 "Compensi ai componenti di Commissioni, Consigli, Comitati e collegi operanti presso l'Amministrazione regionale".



VISONE Carlo, relatore

Il disegno di legge n. 218 che la Commissione VIII ha esaminato nel corso delle sue ultime sedute e che ha licenziato con parere favorevole risponde all'esigenza di regolamentare la corresponsione di un compenso ai membri partecipanti a Commissioni, Consigli, Comitati o Collegi, previsti da leggi statali o regionali, costituiti od operanti nell'ambito dell'Amministrazione regionale.
Un'esigenza che si fa sempre più pressante proprio perché le numerose e svariate funzioni consultive e di amministrazione attiva che la Regione già oggi esercita e in maggior misura eserciterà in futuro con l'estendersi delle proprie competenze, presuppongono il formarsi e l'operare, presso l'Amministrazione regionale, di diversi organi collegiali e la conseguente regolamentazione degli aspetti economici della partecipazione alle adunanze degli organi medesimi.
L'art. 1 stabilisce al primo comma l'ammontare dell'indennità per i membri di tutti i consessi costituti ed operanti nell'ambito dell'Amministrazione regionale previsti da leggi statali o regionali. Tale indennità è attribuita sotto forma di un gettone di presenza, da corrispondersi per ciascuna giornata di partecipazione alle sedute valide in misure diverse per il Presidente del consesso da un lato, e per i componenti ed il segretario dall'altro.
Nell'articolo 2 si individuano le categorie di componenti dei detti Collegi alle quali non spettano le indennità di cui al precedente comma.
Esse sono: a) i dipendenti regionali. Si intendano inclusi in tale dizione tutti i dipendenti regionali a qualunque qualifica essi appartengano. Sono stati esclusi da tale beneficio i dipendenti regionali sia in conformità del principio della omnicomprensività stabilita nel progetto di legge concernente l'organico regionale, sia in base alla vigente legislazione statale relativa alla dirigenza ed alla corresponsione dell'assegno perequativo al rimanente personale, cui deve adeguarsi nel complesso il trattamento economico dei dipendenti regionali, che impone che l'eventuale compenso deciso a favore di questi ultimi dovrebbe essere versato a favore dello stesso Ente regionale, per cui si risolverebbe in futuro in una pura complicazione contabile per l'Ente.
b) Gli amministratori di Enti pubblici, quando partecipino alle sedute dei predetti consessi nell'esercizio dei propri compiti d'istituto.
Nella formulazione del testo è stato tenuto conto della circostanza che sovente la partecipazione a detti consessi di pubblici amministra tori rientra tra le funzioni di propria competenza per cui la partecipazione medesima deve essere considerata come esplicazione di compito d'istituto Per quanto riguarda invece i dipendenti degli altri Enti pubblici è stato opportuno fare richiamo alle vigenti norme che ne disciplinano il trattamento economico, applicando in definitiva per questi tutte le eventuali cause di esclusione previste dalle norme medesime.
Per quel che riguarda il rimborso delle spese di viaggio, l'indennità per il proprio mezzo di trasporto e l'indennità di trasferta, l'articolo 3 rinvia alle disposizioni della legge 18 dicembre 1973 n. 836, con l'avvertenza che l'indennità di trasferta è in ogni caso corrisposta nella misura prevista per il dirigente superiore dello Stato.
L'articolo 4 prevede l'abrogazione delle eventuali altre norme regionali regolanti la materia che dovessero risultare in contrasto con quelle contenute nella presente legge, facendo salvo quanto disposto nell'apposito regolamento per i componenti del Comitato di Controllo e delle sue sezioni decentrate.
L'articolo 5 prevede i mezzi finanziari necessari per l'attuazione della presente legge.
La Commissione VIII, riconoscendo l'urgenza e la necessità dell'iniziativa, ottenuto il parere favorevole della prima Commissione, ha ritenuto di rassegnare al Consiglio regionale il d.d.l. esprimendo all'unanimità il proprio parere favorevole.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Vecchione.



VECCHIONE Mario

Signor Presidente, stamane stiamo lavorando ad un ritmo troppo rapido: per esempio per parlare della 218 avrei bisogno anche del testo definitivo della 266 che è una delle tre leggi che riguardano le Commissioni ed il cui testo però non è ancora materialmente a nostre mani.
Per quanto riguarda la legge n. 218 noi riteniamo positivo che si arrivi a regolamentare con una legge i compensi ai componenti delle Commissioni, dei Consigli, dei Comitati che operano nell'ambito della amministrazione regionale. La differenza - e io penso che si possa colmare la divisione fra la maggioranza e l'opposizione - è determinata dall'ammontare dell'indennità: a noi pare spropositato che l'indennità giornaliera sia di 25.000 lise per i Presidenti e di 15.000 lire per gli altri componenti e i segretari. Se facciamo riferimento al solo Comitato dell'art. 20 della legge 386 che abbiamo istituito, ogni qualvolta questo Comitato si riunisce si devono erogare 750.000 lire circa al giorno; per di più la maggior parte dei componenti svolge già un compito di istituto e ci non di meno gli viene riconosciuto un diritto all'indennità.
Il nostro Gruppo pertanto chiede un ripensamento della maggioranza; ho preparato un emendamento all'art. 1 per la riduzione da 25 a 15 mila lire per i Presidenti e da 15 a 10 mila lire per quanto riguarda i componenti e i segretari. Questo è in linea con la riduzione che è stata fatta ieri per il Consiglio di amministrazione dell'IRES ed equipara sostanzialmente l'indennità alle funzioni e alle mansioni che svolgono la maggior parte di questi componenti.
La raccomandazione che facciamo alla Giunta, prima di presentare un emendamento formale, è di voler accedere a questa richiesta o di sospendere un attimo la seduta per poterci accordare; dall'eventuale risultato si determinerà la posizione di voto che noi assumeremo in proposito.



PRESIDENTE

Se i Consiglieri consentono, sospendo cinque minuti in attesa che la I Commissione mi dia il suo parere.



VECCHIONE Mario

In questo frattempo non potremmo avere un incontro con il Presidente della Giunta sulla legge 218?



PRESIDENTE

Auspichiamo l'incontro con il Presidente della Giunta.
La seduta è sospesa per cinque minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 11, riprende alle ore 11,10)


Argomento: Comunita' montane

Disegno di legge n. 272 "Trasferimento alle Comunità montane delle funzioni in materia di bonifica montana" (seguito)


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Mentre la I Commissione appronta gli emendamenti, direi di riprendere la discussione sul disegno di legge n. 272: "Trasferimento alle Comunità montane delle funzioni in materia di bonifica montana".
La I Commissione ha già espresso il suo parere; il relatore Visone ha svolto la relazione; è intervenuto il Consigliere Bono. Chiede ora di parlare il Presidente della Giunta, avv. Oberto.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Sia pur molto brevemente, mi sembra di dover sottolineare, come del resto ha già fatto il Consigliere Bono, la rilevanza di questa legge. Pu sembrare una legge semplice, marginale, ma è una legge che incide in tutto quello che sarà compito di programma per la soluzione dei problemi della montagna piemontese nel quadro della interpretazione della legge nazionale però nella esecuzione degli strumenti che la Regione Piemonte ha dato affinché le Comunità montane possano veramente assumere il ruolo che viene loro conferito e domandato per costruire l'avvenire della montagna.
Ringraziando il relatore, ringraziando chi è intervenuto ed ha sotto un profilo perfettamente concordabile rilevato la validità di questa decisione che il Consiglio regionale assume anche per conferire snellezza alla vita burocratica delle Comunità montane, così da distaccarci da una forma tradizionale che molte volte affossava le iniziative proprio per le lungaggini, per le distorsioni di tutto un iter procedurale, invito il Consiglio ad esprimersi nel voto in termini estremamente positivi per questa iniziativa, destinata a diventare legge complementare nell'interesse della difesa dei problemi montanari del Piemonte.



PRESIDENTE

Nessun altro desidera intervenire? Dichiaro allora chiusa la discussione generale. Passiamo alla votazione dei singoli articoli. Disegno di legge n. 272 "Trasferimento alle Comunità montane delle funzioni in materia di bonifica montana": Art. 1 - I Consorzi di Bonifica montana costituiti ai sensi dell'art.
16 legge 25.7.1952 che operano in Comprensori di Bonifica montana interamente ricadenti nel territorio regionale sono soppressi ai sensi dell'art. 62 del R.D. 13.2.1933 n. 215 e successive modifiche ed integrazioni e le loro funzioni sono trasferite, con decreto del Presidente della Giunta regionale, alle Comunità montane territorialmente competenti che subentrano ai Consorzi di Bonifica montana in ogni rapporto amministrativo e patrimoniale a decorrere dal 30 giorno della data di entrata in vigore della presente legge.
Non sono stati proposti emendamenti Nessuno chiede di parlare. Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti: n. 29 hanno risposto sì: n. 29 Consiglieri L'art. 1. è approvato all'unanimità dei presenti.
Art. 2 - Qualora il Consorzio di Bonifica montana operi in Comprensorio di Bonifica montana il cui territorio comprende più zone omogenee e pertanto le sue funzioni debbano essere trasferite a più Comunità montane la regolazione tra gli Enti interessati dei rapporti patrimoniali ed amministrativi è determinata con decreto del Presidente della Giunta regionale, sentita la Giunta stessa entro 60 giorni dalla data di soppressione.
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare. Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti: n. 29 hanno risposto sì: n. 29 Consiglieri L'art. 2 è approvato all'unanimità dei presenti.
Art. 3 - E' parimenti soppresso l'Ufficio raggruppato dei Consorzi di Bonifica montana della Regione Piemonte con sede in Torino e sezioni distaccate presso i Consorzi di Bonifica montana dell'Orco, della Valle Vigezzo e del fiume Sesia. Entro 60 giorni dall'entrata in vigore della presente legge l Presidente della Giunta regionale con proprio decreto su conforme parere della Giunta, regola i rapporti patrimoniali ed amministrativi tra l'ufficio predetto e le Comunità Montane interessate.
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare. Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti: n. 30 hanno risposto sì: n. 30 Consiglieri L'art. 3 è approvato all'unanimità dei presenti.
Art. 4 - Il personale di ruolo e quello assunto a tempo indeterminato in servizio presso i soppressi Enti alla data del 31.12.1974, sarà collocato a domanda, da presentarsi entro il termine perentorio di 30 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, nel ruolo unico regionale ed inquadrato nelle qualifiche di cui all'art. 3 della legge regionale 12.8.1974 n. 22 sulla base della seguente tabella di equiparazione: Categorie e classi stabilite dai vigenti contratti collettivi nazionali di lavoro per i dipendenti dei Consorzi di bonifica montana e degli Uffici raggruppati dei Consorzi di bonifica montana Qualifiche regionali Direttore Generale classi 1^-2^-3^ Dirigente di settore Direttore Generale classi 4^-5^ Capo Servizio Dirigente classi 4^-5 Dirigente classi 6^-7^-8^-9^ Istruttore Cat. 1^ classi 1^-2^-3^-4^-5 Categoria 2^ classi 1^-2^-3^ Capo ufficio Categoria 2^ classi 4^-5^ Segretario Categoria 3^ classi 1^-2^-3^-4^-5^ Operatore Specializzato Categoria 4^A - 4^B - 4^C Operatore Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare. Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti: n. 33 hanno risposto si: n. 33 Consiglieri L'art. 4 è approvato all'unanimità dei presenti.
Art. 5 - Ai fini dell'attuazione della presente legge è autorizzata, a partire dall'anno 1975, la spesa di 200 milioni.
All'onere di cui al precedente comma si provvede, per l'anno finanziario 1975, mediante una riduzione, di pari ammontare, dello stanziamento di cui al capitolo n. 1355 del corrispondente stato di previsione della spesa e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo: del capitolo n. 749, con la denominazione "Stipendi ed altri assegni fissi al personale già dipendente dai Consorzi di Bonifica montana e dall'Ufficio raggruppato dei Consorzi di Bonifica montana" e con lo stanziamento di 160 milioni del capitolo n. 750, con la denominazione: "Oneri riflessi, a carico della Regione, per il personale già dipendente dai Consorzi di Bonifica montana e dall'Ufficio raggruppato dei Consorzi di Bonifica montana" e con lo stanziamento di 40 milioni.
Nel bilancio dell'anno 1976 e di ciascuno degli anni successivi saranno iscritti i capitoli n. 749 e n. 750 con la denominazione e lo stanziamento indicati nel precedente comma.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.
E' stato presentato dal Consigliere Garabello un emendato modificativo: "Modificare il n. 749 in 750, modificare il n. 750 in 750/1".
Lo pongo in votazione per alzata di mano. L'emendamento è accolto.
Pongo in votazione per appello nominale l'art. 5 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti: n. 34 hanno risposto sì: n. 34 Consiglieri L'art. 5 è approvato all'unanimità dei presenti.
Se nessuno desidera fare dichiarazioni di voto, pongo in votazione per appello nominale l'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti: n. 32 hanno risposto sì: n. 32 Consiglieri Il Consiglio regionale approva.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame del disegno di legge n. 218 "Compensi ai componenti di Commissioni Consigli, Comitati e Collegi operanti presso l'Amministrazione regionale" (seguito)


PRESIDENTE

Il Consigliere Visone ha già tenuto la relazione al disegno di legge n.
218, è intervenuto il Consigliere Vecchione. Nessun altro intende intervenire? Passiamo all'esame dei singoli articoli.
Disegno di legge n. 218 "Compensi ai componenti di Commissioni Consigli, Comitati e Collegi operanti presso l'Amministrazione regionale": Art. 1 - Ai membri di Commissioni, Consigli, Comitati o Collegi comunque costituiti od operanti nell'ambito dell'Amministrazione regionale previsti da leggi statali o regionali, è corrisposto, per ciascuna giornata di partecipazione alle sedute valide, un gettone di presenza nella misura di L. 25.000 per i Presidenti e di L. 15.000 per i componenti ed i segretari.
Sono stati presentati due emendamenti.
Emendamento del Consigliere Visone, aggiuntivo: "All'art. 1, dopo le parole 'ai membri' aggiungere: 'ed ai segretari'".



VISONE Carlo, relatore

Il riferimento ai segretari c'è più avanti; ma lo scopo dell'emendamento è di precisare meglio, perché non possano nascere contestazioni.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento, che la Giunta accoglie. L'emendamento è accolto.
Emendamento del Consigliere Visone, sostitutivo: "All'art. 1, sostituire 'L. 25.000, per i Presidenti', con 'L. 20.000 per i Presidenti'".
Lo pongo in votazione per alzata di mano. La Giunta accoglie l'emendamento. L'emendamento è accolto.
Pongo in votazione l'art. 1 così emendato, per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti: n. 31 hanno risposto sì: n. 24 Consiglieri si sono astenuti: n. 7 Consiglieri E' approvato.
Art. 2 - Il gettone di cui al precedente articolo non compete: a) ai dipendenti della Regione Piemonte b) ai pubblici amministratori in relazione ai propri compiti di istituto.
Per il gettone spettante ai dipendenti di altri Enti pubblici si applicano, in connessione con la qualifica rivestita, le vigenti norme che ne disciplinano il trattamento economico.
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare. Pongo in votazione per appello nominale l'art. 2.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti: n. 30 hanno risposto sì: n. 23 Consiglieri si sono astenuti: n. 7 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 - Alle persone indicate nei precedenti articoli che, per partecipare alle sedute, debbono recarsi in Comune diverso da quello di residenza, sono corrisposti il rimborso delle spese di viaggio effettivamente sostenute, oppure l'indennità per il proprio mezzo di trasporto con le modalità e nella misura chilometrica previste dall'articolo 15 della legge 18 dicembre 1973, n. 836, e l'indennità di trasferta nella misura prevista per i dipendenti dello Stato con qualifica di dirigente superiore e con le modalità di cui agli articoli 1 e 3 della medesima legge.
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare. Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti: n. 31 hanno risposto si: n. 24 Consiglieri si sono astenuti: n. 7 Consiglieri L'art. 3. è approvato.
Art. 4 - S'intendono abrogate eventuali norme, regolanti la materia contenute in altre leggi regionali che dovessero risultare in contrasto con le disposizioni previste dalla presente legge, salvo quanto disposto nell'apposito regolamento per i componenti del Comitato regionale di controllo e delle sue Sezioni decentrate di cui alla legge 10.2.1953, n.
62.
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare. Si proceda alla votazione per appello nominale,.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti: n. 31 hanno risposto sì: n. 24 Consiglieri si sono astenuti: n. 7 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Art. 5 - Agli oneri derivanti dalla presente legge, si provvede con gli stanziamenti di cui ai capitoli n. 26, 244, 226, 384, 424, 680, 726, 892 dello stato di previsione della spesa per l'anno 1974 e per gli anni successivi.
E' stato presentato dal Consigliere Garabello un emendamento sostitutivo.
"All'art. 5, cancellare il cap. 26 e sostituirlo con il cap. 53; i capitoli 244, 226 e 384 e sostituirli con il 380, e invece dell'anno '1974' scrivere '1975'".
Lo pongo in votazione per alzata di mano. L'emendamento è accolto.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 5 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti: n. 30 hanno risposto: n. 23 Consiglieri si sono astenuti: n. 7 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Pongo in votazione per appello nominale ora l'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti: n. 30 hanno risposto sì: n. 23 Consiglieri si sono astenuti: n. 7 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Personale socio - assistenziale - Personale del servizio sanitario

Esame disegno di legge n. 253 "Disciplina della costituzione delle Commissioni giudicatrici di concorsi sanitari"


PRESIDENTE

Passiamo al punto ventitreesimo dell'ordine del giorno: Esame disegno di legge n. 253: "Disciplina della costituzione delle Commissioni giudicatrici di concorsi sanitari".
Relatore è il Consigliere Beltrami. Ha facoltà di parlare.



BELTRAMI Vittorio, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la materia riguardante i concorsi sanitari per i posti di Ufficiale sanitario, Medico eccetera è stata trasferita alla Regione parzialmente con il passaggio dell'assistenza ospedaliera.
Con normativa richiamata, viene stabilito che a far parte di queste Commissioni, a presiederle e a comporle ci sia del personale con una determinata qualificazione.
L'Amministrazione regionale, legata ad un modo di concepire l'organizzazione a livello dello Stato (qualifiche squisitamente statali) ha potuto fino a ieri costituire le predette Commissioni avvalendosi di personale distaccato, comandato presso le Regioni, avente le qualifiche previste dalle predette disposizioni legislative. Con l'inquadramento avvenuto nei giorni scorsi del personale regionale, questo viene a perdere le qualifiche necessarie per partecipare alle riunioni ed alle Commissioni in oggetto. E' necessario, quindi, stabilire una equiparazione fra le qualifiche regionali e quelle statali, ad evitare le conseguenze negative impugnative e quant'altro occorre su un piano negativo in materia.
La Giunta ha quindi predisposto questo disegno di legge, in cui si stabilisce l'equiparazione fra le qualifiche regionali e quelle statali, il che consente di riprendere l'organizzazione dei concorsi. Esso ha carattere transitorio, e pertanto postula una successiva revisione generale, ma viene certamente a colmare un vuoto e ad impedire il crearsi di soluzioni di continuità nella gestione della materia. Pertanto, se ne raccomanda l'approvazione.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Vecchione. Ne ha facoltà.



VECCHIONE Mario

Ancora una volta, signor Presidente, signori colleghi, si è persa un'occasione di intervenire in questa materia, trasferita dallo Stato alle Regioni in modo tanto più massiccio con il trasferimento dell'assistenza ospedaliera, per porre mano ad una diversa disciplina, non solo dei concorsi, ma delle stesse qualifiche, dello stesso personale che deve far parte delle Commissioni esaminatrici.
Con questo disegno di legge, portato oggi all'approvazione del Consiglio, non si tende a colmare un vuoto, come ha detto il Consigliere relatore, ma si percorre la vecchia strada: cioè, sostanzialmente non si fa altro che adottare una equiparazione di carattere burocratico fra certe qualifiche previste dalle leggi dello Stato e certo personale inquadrato nei ruoli della Regione. A nostro modo di vedere, la Giunta avrebbe dovuto invece esprimere una sua volontà innovatrice per porre mano seriamente a tutto il problema dei concorsi ospedalieri.
Poiché, dunque, questa legge non innova niente, anzi, si pone nel solco della strada tracciata con le altre leggi in materia non vediamo alcun segno di una nuova volontà politica all'interno di questa materia ed il nostro voto su questo disegno di legge sarà un voto decisamente contrario.



PRESIDENTE

Nessun altro Consigliere desidera intervenire? Passiamo allora alla votazione sui singoli articoli. Disegno di legge n. 253 "Disciplina della costituzione delle Commissioni giudicatrici di concorsi sanitari": Art. 1 - Per la costituzione, ai sensi del D.P.R. 14.1.1972 n. 4, delle Commissioni giudicatrici di concorsi: a) a posti di sanitario condotto ai sensi del D.P.R. 23.10.1962 n.
2211 b) di assunzioni presso Enti ospedalieri previste dal D.P.R. 27.3.1969 n. 130 c) per il conferimento delle sedi farmaceutiche vacanti o di nuova istituzione ai sensi dell'art. 4 della legge 2.4.1968 n. 475 la qualificazione prescritta dalla vigente legislazione statale per la nomina del Presidente e dei componenti delle Commissioni in argomento è equiparata a quella regionale stabilita dall'art. 62 della legge regionale 12.8.1974 n. 22 nel modo seguente: qualifica di ispettore generale, medico o amministrativo: qualifica di capo settore medico o amministrativo qualifica di direttore di divisione o equiparato, medico o amministrativo: qualifica di capo servizio, medico o amministrativo qualifica di direttore di sezione e consigliere o equiparato, medico o amministrativo: qualifica di istruttore medico o amministrativo qualifica di impiegato della carriera di concetto: qualifica di segretario e capo-ufficio qualifica di impiegato della carriera d'ordine: qualifica di operatore specializzato qualifica della carriera esecutiva: qualifica di custode o operatore In tutti i casi in cui le norme statali dispongono che le funzioni di segretario siano svolte da un funzionario amministrativo della carriera direttiva dello Stato, le funzioni stesse saranno affidate, di norma, ad un funzionario amministrativo dei ruoli regionali, con qualifica di istruttore, salvo che per la complessità dei lavori concorsuali non sia richiesta la nomina di un funzionario con qualifica superiore.
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare. Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti: n. 30 hanno risposto sì: n. 24 Consiglieri hanno risposto no: n. 6 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 - Le norme di cui all'art. 1 si osservano anche per la nomina di altre Commissioni e Comitati operanti nel settore sanitario le cui attribuzioni siano state trasferite (o delegate) dagli organi centrali o periferici dello Stato alle Regioni a Statuto ordinario, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 14.1.1972 n. 4, in attesa di una nuova disciplina della materia, che sarà attuata dopo l'emanazione della legge sulla organizzazione degli Uffici dipendenti e la loro sfera di competenza, ferma restando la partecipazione alle Commissioni e Comitato suddetti dei Medici e Veterinari provinciali, secondo le disposizioni delle leggi dello Stato.
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare. Si proceda quindi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti: n. 30 hanno risposto si: n. 24 Consiglieri hanno risposto no: n. 6 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 - Nelle Commissioni giudicatrici dei concorsi a posti di Ufficiale sanitario e di sanitario condotto, il componente di cui alla lettera d) degli artt. 2-8-10-12-13-14-17 e della lettera e) dell'art. 6 del D.P.R. 23.10.1963 n. 2211, è nominato dal Presidente della Giunta regionale.
La nomina verrà effettuata secondo le modalità di cui alla legge 8.3.1968 n. 220.
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare. Si proceda quindi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti: n. 29 hanno risposto sì: n. 23 Consiglieri hanno risposto no: n. 6 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Pongo in votazione l'intero disegno di legge, per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti: n. 29 hanno risposto sì: n. 23 Consiglieri hanno risposto no: n. 6 Consiglieri Il Consiglio regionale approva. Il disegno di legge è diventato legge.
Non essendoci più tempo per portare ad esaurimento altri argomenti all'ordine del giorno, visto che il Consiglio è stato convocato per mezzogiorno per la celebrazione del trentennale della Liberazione, sospendo la seduta per cinque minuti.



(La seduta, sospesa alle 11,50, riprende alle ore 12)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Devo comunicare al Consiglio che sarebbe opportuno inserire nell'ordine del giorno l'esame di un disegno di legge della Giunta, n. 277: "Norme in materia di concorsi a posti di ruolo presso Enti ospedalieri", che la Commissione VIII, cui era stato affidato, ha licenziato; sarebbe opportuno infatti trattarne insieme agli altri disegni di legge ai quali consegue.
Nessuno muove opposizione a questa proposta? Allora si intende inserito.


Argomento: Varie

Celebrazione del trentennale della Resistenza


PRESIDENTE

Il Consiglio regionale è convocato nel Palazzo delle Segreterie per il 24 aprile '75, alle ore 12, con il seguente ordine del giorno: "Celebrazione del trentennale della Resistenza".
Signori Consiglieri, siamo riuniti per ricordare una delle date più importanti della storia del nostro Paese. Domani, infatti, 25 aprile ricorre il trentesimo anniversario della liberazione da quella dittatura fascista che per vent'anni aveva oppresso l'Italia, impedendo ogni forma di espressione del pensiero, distruggendo le libertà fondamentali dell'individuo e della società, attuando ogni forma di violenza e sopraffazione, portando il nostro Paese ad una catastrofe economica, morale e sociale.
Contro la dittatura fascista si batterono le forze democratiche, uomini che per anni agirono nella clandestinità, oppositori che il regime fascista condannò dinanzi ai tribunali speciali e costrinse all'esilio ed al carcere.
La lotta partigiana fu l'espressione ultima in ordine di tempo di questa opposizione al fascismo. Questo, infatti, riteniamo sia stato il significato della lotta di liberazione e della partecipazione ad essa di tutte le forze democratiche, dai cattolici ai comunisti ai socialisti ai liberali.
La lotta partigiana, nella nostra Regione, fenomeno di massa, fu sì volontà di liberazione dal fascismo, ma si caratterizzò nel suo significato profondamente politico di ricerca di un nuovo modello di società. Nella lotta partigiana si concretizzarono infatti i principi della partecipazione, la volontà di giustizia e di libertà fra i cittadini. N gli oppositori del fascismo avrebbero potuto vincere senza l'appoggio determinante delle comunità locali, della popolazione antifascista.
Il significato politico della lotta di liberazione, al di là del 25 aprile, si tradusse nei principi che la Carta costituzionale ha recepito e che sono testimonianza di una volontà di pace, di progresso, e di un sistema politico basato su forme antitetiche a quelle del passato.
Trent'anni, però, sono passati. La ricostruzione è stata difficile, il progresso lento e sovente contrastato da quelle forze conservatrici e reazionarie che tanto peso hanno avuto ed hanno, soprattutto oggi, nel nostro Paese. E, cosa più grave, il fascismo, nelle sue diverse forme, non è stato mai definitivamente sconfitto, né poteva esserlo permanendo nell'Italia vaste sacche di miseria, emigrazione, spopolamento, problemi sociali ed economici che non sono stati mai affrontati alla radice.
Abbiamo parlato sovente anche in questo Consiglio regionale del problema del Mezzogiorno, che ha costituito per anni una zona di speculazione e strumentalizzazione da parte di quelle forze della reazione che hanno sempre cercato di approfondire gli squilibri già esistenti conservando i sistemi clientelari, la disoccupazione, la mancanza di istruzione, e che ancor oggi cercano di utilizzare questa realtà per un disegno che da conservatore e reazionario sta diventando di giorno in giorno sempre più chiaramente eversivo.
Il neofascismo, infatti, dagli anni della ricostruzione fino agli anni Sessanta, aveva per lo più avuto il volto del perbenismo, funzionale d'altronde, al disegno delle forze contrarie al progresso ed alla partecipazione. Negli anni, invece, a noi più vicini sta scoprendo la sua faccia di violenza eversiva, che si sta praticamente estendendo in questi ultimi mesi.
Il tempo non ci consente, in questa sede, un'analisi più approfondita di questo grave fenomeno. Ricordiamo qui i dati preoccupanti emersi dalla Commissione di indagine sull'attività di eversione fascista in Piemonte: dati che il Consiglio regionale si è impegnato a diffondere in tutta la Regione e che dimostrano quale serio pericolo venga al Paese da questa direzione, quale profondo attacco alle istituzioni si intenda portare attraverso questa strategia dell'eversione e della violenza, che ha assunto nell' ultimo anno un crescendo che non possiamo più limitarci a definire allarmante. Nei giorni in cui le forze democratiche stanno celebrando il trentennale della lotta di liberazione, le strade del nostro Paese si sono andate sempre più insanguinando.
Vogliamo ricordare con commozione che trent'anni or sono gli antifascisti, dopo lunghi anni di sofferenze e di lotta, hanno potuto sfilare vittoriosi nelle città. Ma proprio perché siamo antifascisti dobbiamo ricordare, anche accanto a queste pagine liete, che esistono oggi centrali di provocazione, i cui collegamenti sono ramificati fin nelle più alte sfere di potere del nostro Paese, con certi legami con le forze reazionarie fasciste e naziste anche all'estero; dobbiamo denunciare le lentezze, le carenze e, peggio ancora, le connivenze e collusioni certamente esistenti che non consentono di individuare i colpevoli, o peggio, dobbiamo pur dirlo, questo, che li individuano senza giungere tuttavia ad alcun serio provvedimento o indirizzo di condanna. I fatti di Brescia, i fatti dell'Italicus, i recenti attentati, gravissimi per proporzione e pericoli, di Firenze e delle Marche, l'assoluta oscurità intorno a questi episodi e tentativi di strage non possono non ingenerare in molti il sospetto che i ritardi nel ricercare i veri responsabili e mandanti sono addirittura voluti, e che potrebbero essere colmati se esistesse una precisa volontà in questa direzione.
Abbiamo già detto che non è più sufficiente esprimere angoscia e sdegno per quanto avviene. Come partigiani, antifascisti e democratici ripetiamo oggi che di fronte a questa spirale che va crescendo, che travolge i giovani, soprattutto i giovani, che rischia di disorientare i lavoratori dobbiamo costituire un argine fra tutte le forze autenticamente democratiche, operando ciascuno secondo il suo livello di responsabilità dando vita ad iniziative dirette non solo a mantenere le istituzioni ma a svilupparle in senso democratico.
Le autonomie devono dunque costituire un fermo argine antifascista, ma non con parole o mere dichiarazioni di principio. Come esponenti delle autonomie regionali dobbiamo sentire pressante questo impegno e dare risposte operative ed adeguate, dimostrando attraverso realizzazioni concrete a favore dei lavoratori, delle donne, dei giovani e degli studenti che le istituzioni nate dalla Resistenza sono dalla parte dei lavoratori e, in quanto tali, sono fermamente antifasciste.
Nel corso di questi ultimi due anni abbiamo impostato e realizzato una serie di attività a ricordo della lotta di liberazione che riteniamo siano state utili e necessarie soprattutto per far conoscere la realtà del periodo fascista. Ma costantemente abbiamo constatatola preoccupazione viva per questa strategia della tensione, che, soltanto ricordando gli ultimi giorni, ha provocato la morte di tre giovani studenti e il ferimento in parti diverse d'Italia di decine di persone.
Pertanto, in un momento come questo, in cui particolarmente i lavoratori sentono pesare su di sé gli effetti della crisi economica, su cui grava la prospettiva della Cassa integrazione, e di una globale recessione delle attività economiche del Paese, in un momento in cui il costo medio della vita aumenta con rapidità crescente, soltanto ricercando soluzioni concrete, dando una risposta concreta, adeguata a questi problemi, agli attuali problemi della nostra società, potremo dire di aver dato seriamente battaglia al fascismo.



SANLORENZO Dino

Con la comunicazione letta in Consiglio alla seduta antimeridiana del 26 aprile 1973, il Consiglio prese atto della volontà di sviluppare nella nostra Regione un programma di iniziative che per due anni, cioè sino ad oggi, fossero tali da rinnovare e ricordare quegli ideali che hanno dato vita, 30 anni or sono, alla lotta di Liberazione e poi alla Costituzione repubblicana.
Il Consiglio, oggi, prende conoscenza di alcuni dati dell'iniziativa svolta ma sa già, per l'esperienza che stiamo tutti vivendo in questi giorni, che tutto ciò che è stato fatto, ed è molto, è stato necessario. Ma ciò che deve ancora essere fatto è urgente e indispensabile e rimane in tutta la sua interezza il problema che ponemmo al centro della nostra azione di allora e di oggi: la difesa del patrimonio di conquiste democratiche, il loro rinnovamento, la risposta alle minacce e agli attentati alle libertà democratiche, contro le violenze fasciste che allora denunciavamo e che oggi denunciamo perché siano stroncate applicando la legge democratica e repubblicana.
Quando il Consiglio decise il programma di mostre, proiezioni di film dibattiti, incontri e convegni nazionali ed internazionali, l'Italia aveva già conosciuto l'eccidio di Milano ma non ancora quello di Brescia, il delitto Calabresi, ma non ancora l'uccisione dell'agente di P.S. Marino.
Dovevano ancora accadere: l'eccidio provocato dal Bartoli a Milano, la strage dell'Italicus, quella di Empoli compiuta dal fascista Mario Tuti, la catena di aggressioni squadristiche a Roma in margine al processo di Primavalle e la nuova ondata avviata con la strage tentata sulla Freccia del Sud che sarebbe stata la più grave nella storia della criminalità politica del nostro Paese.
Il Consiglio, quindi, non si è assunto nel 1973 una responsabilità la cui urgenza non sia stata, purtroppo, confermata dai fatti, non si è occupato di qualcosa che fosse estraneo alle sue competenze dato che suprema competenza delle istituzioni è proprio quella in ogni momento il punto di riferimento ideale, politico e pratico delle esigenze della comunità di cui sono espressione. Il risultato pratico di ciò che è stato fatto è già riflesso nei risultati e nelle conclusioni contenute nella relazione della Commissione di indagine sulle attività eversive di carattere fascista approvata dal Consiglio.
Se la Commissione ed il Consiglio hanno potuto rilevare che "la nostra Regione è comunque rimasta al di fuori dell'area investita dagli atti di terrorismo che ha avuto così gravi e sanguinosi esiti in altre parti d'Italia" questo lo si deve certo al radicato, convinto e genuino antifascismo delle popolazioni piemontesi, frutto della Resistenza del 1943/45, di quella più lontana del periodo clandestino e di quella tenuta viva in questi 30 anni, ma anche all'iniziativa costante, ampia, unitaria attuale che ha reso più difficili le forme estreme di provocazione fascista creando le condizioni di un automatismo della risposta democratica e antifascista e attivando un movimento politico ideale tale da mettere alle corde la strategia della tensione.
Hanno visitato la mostra dell'antifascismo, organizzata dai lavoratori dell'Acquedotto, oltre 200.000 giovani, studenti, lavoratori, cittadini del Piemonte, 19.000 della Lombardia e 76.000 del Mezzogiorno. La mostra è in questi giorni a Napoli dopo essere stata a Matera, a Potenza, a Reggio Calabria, a Taranto e percorrerà ancora altre regioni del Mezzogiorno. Ci che questo fatto ha prodotto nella coscienza dei giovani è riflesso nelle 6200 testimonianze scritte rilasciate sui libri approntati all'ingresso di ogni esposizione della mostra. Voglio qui ricordare alcuni giudizi scritti fra le migliaia raccolti: quello di una classe di alunni di Borgomanero "questa mostra ci ha fatto capire le cose che prima non capivamo". E quello di una studentessa di Ivrea "Ho capito finalmente com'era il fascismo con tutte le sue crudeltà e ingiustizie". E il monito di una ragazza di Savigliano "Nessuno ha solo il diritto di scandalizzarsi, tutti abbiamo il dovere di riflettere e agire".
Così pensiamo che al termine del terzo ciclo, a coloro che avranno assistito ai film sui "Problemi dell'Italia di ieri e di oggi" (e saranno oltre 150.000 in 94 Comuni del Piemonte) sarà risultato più chiaro ciò che occorre fare subito per risolvere i problemi di ieri e di oggi del nostro Paese, per togliere definitivamente le radici cui può periodicamente attingere il risorgente fascismo.
Quando il Consiglio regionale ha distribuito e consegnato ai lavoratori, ai soldati, ai giovani 43.000 copie delle "Lettere dei condannati a morte" ha svolto un'azione che avrebbe dovuto essere della scuola come ha ricordato il Presidente della Repubblica, mentre invece questo libro non è ancora entrato nei programmi di studio. Ma soprattutto i giovani che leggeranno quelle pagine avranno più chiaramente acquisito che l'unità antifascista fu un processo politico reso possibile al vertice perché sentito e vissuto dalle masse popolari e poi espressosi nella lotta armata e anche di fronte alla morte quando questa fu necessaria perch l'Italia avesse una vita ed un futuro nuovo e diverso.
Hanno partecipato ai pellegrinaggi ai campi di concentramento e di sterminio nazisti 837 giovani delegati da 645 Comuni del Piemonte. Ciò che hanno imparato da questa esperienza è riflesso in una lettera speditaci da un giovane: "Tutti i giovani d'Italia dovrebbero visitare Mauthausen e non soltanto pochi fortunati. Lo smarrimento che si prova è grande, ma quello che più importa è l'insegnamento che si porta via dal campo".
Ma tutta l'azione culturale, informativa, stimolatrice di altri autonomi e decentrati impegni si è poi fusa con l'inchiesta sulle attività eversive fasciste che ha raccolto e sintetizzato attraverso le risposte di 1.000 Comuni, l'espressione democratica e organizzata di tutta la comunità regionale. Il Consiglio l'ha discussa ed approvata. Non è compito mio ricordarne i dati ed il significato. Mi sia concesso però dire che i risultati dell'inchiesta sono già stati portati direttamente alle autorità di P.S., alla Magistratura, al Governo. Ci sia consentito rilevare che non vogliamo affatto che rimangano un documento culturale e sociologico. Il Consiglio, nel giorno stesso della morte del giovane Varalli a Milano, nel richiedere al Governo un urgente, aggiornato e fermo orientamento antifascista indispensabile per dare efficacia alla P.S. ed alla Magistratura, che deve tradursi in interventi immediati e preventivi tesi a colpire le organizzazioni e gli esecutori fascisti già individuati, ha rilevato che se ciò fosse stato fatto si sarebbero evitati i lutti che hanno insanguinato in questi giorni il Paese.
Anche in Piemonte l'inchiesta ha portato ad evidenziare 185 nomi, che sono stati segnalati alle autorità di P.S., alla Magistratura, di persone o implicate o condannate o indiziate di reati connessi con l'eversione fascista.
Molti di questi figurano fra i protagonisti ripetuti degli atti di aggressione e di squadrismo fascista. Chiediamo che sia eseguito un controllo preciso sugli elementi fascisti più pericolosi, nei prossimi giorni. Chiediamo che siano loro sequestrate le armi. Chiediamo che sia applicato l'art. 41 del testo delle leggi di pubblica sicurezza che prevede la perquisizione senza mandato del magistrato in caso di sospetto possesso di armi. In un mese si potrebbe, se si volesse, disarmare tutti i fascisti.
Chiediamo l'integrale accoglimento della piattaforma di provvedimenti contenuta nelle conclusioni della Commissione di indagine della Regione Piemonte.
Soprattutto non vogliamo che nelle prossime settimane, in Piemonte, si possa verificare il caso di un'aggressione o di un delitto fascista che si sarebbe potuto evitare se fossero stati messi in condizione di non nuocere coloro che sono stati identificati come esecutori abituali della strategia della tensione.
Una situazione come quella attuale richiede l'impegno comune in difesa della libertà e delle istituzioni di tutte le forze democratiche al di là delle divergenze su ogni altra questione.
Su questo tema l'unità del Consiglio regionale è stata raggiunta.
E' un punto segnato a vantaggio di tutta la comunità regionale.
La prima legislatura che si aprì con l'approvazione unitaria dello Statuto si chiude con un atto unitario come quello che compiamo oggi e che riproporremo domenica 27 nella grande manifestazione di Torino.
Questo vuol dire, io credo, che l'unità della Resistenza vive ancora oggi e se ha vinto nel 1945 può ancora vincere e portare fuori il Paese dalla sua crisi nella pace, con la democrazia.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, signori Consiglieri, ho avuto un attimo di incertezza e di trepidazione perché sento come sempre meno le parole riescano a tradurre i sentimenti che si portano dentro. Noi abbiamo pronunciato in questi trent'anni tante parole, che sono state di speranza di incitamento, volta a volta di sottolineatura di ascese e di conquiste e a volte di sgomento e in un certo senso di abbandono per quello che non siamo riusciti a realizzare.
Ieri sera mi è riuscito (da tanto tempo non lo facevo) di stare dinanzi ad un televisore per due ore e più ad ascoltare quelli che sono stati i protagonisti, in Piemonte, in Lombardia, in Liguria, della lotta di liberazione, soprattutto di quelli che sono stati i piemontesi, per un senso di solidarietà che è tanto naturale (che poi non erano tutti piemontesi di nascita, alcuni di adozione, già da allora, sbandati, usciti dall'Esercito in rotta, operai che incominciavano a lavorare nelle fabbriche, i primi uomini che erano saliti in Piemonte per cercare lavoro serenità e pace).
Sono rimasto profondamente turbato da quella visione plastica di vicende vissute, e sono ancora sotto tale impressione. Ma una cosa soprattutto mi ha colpito, ed è quella che qui riferisco a loro, colleghi del Consiglio regionale, come motivo di meditazione, dopo averla proposta per me stesso. Al termine quasi di questa teletrasmissione, un comandante partigiano narrava di essere stato sorpreso dalla stupita calda ammirazione della gente che andava loro incontro quando scendevano dalla montagna. E questo comandante partigiano denunciava il suo stupore perché in buona sostanza non si era fatto altro che il proprio dovere.
E rileggevo ieri sera quello che loro possono avere sottomano stamane il messaggio del CLN del 25 aprile, indirizzato ai piemontesi, che si conclude così: "Piemontesi, in piedi! Ognuno segua la via del dovere, come impavidamente l'hanno seguita i nostri gloriosi Caduti. La diserzione è tradimento".
Credo che nessun democratico abbia disertato, penso che qualcuno nell'arco di tempo di questi trent'anni durante i quali tutto si è ricostruito, ma non tutto si è compiuto su un piano di maggiore completa applicazione della giustizia sociale che deve accompagnare il valore e senso e significato di una vita democratica e una vita di libertà probabilmente ha da porsi l'interrogativo, con risposta non sempre in termini positivi: io, nel mio posto di lavoro (signori Consiglieri, mi consentano, con infinito rispetto, chiediamocelo anche noi), in questi anni di responsabilità, al mio posto di responsabilità e di lavoro, ho compiuto interamente il mio dovere? Pensino un momento, se tutto questo fosse avvenuto da parte di tutti, in ogni parte d'Italia, quelle attese che sono ancora angosciose per una non indifferente porzione del popolo italiano avrebbero potuto trovare realizzazione.
Non saprei concludere questo saluto, associandomi alle espressioni pur nobili del Presidente del Consiglio, facendo le mie e proprie del Governo regionale, se non con un impegno mio e un rispettoso invito a voi: celebriamolo questo trentennale, così, a incominciare da oggi, e per sempre, costi quel che costi, facendo tutto intero il nostro dovere.
Obbediremo all' insegnamento, al precetto, alla volontà di coloro che sono morti per compiere il loro dovere.



PRESIDENTE

Ha così termine la seconda parte della seduta del mattino.
Convoco il Consiglio regionale per oggi pomeriggio alle ore 15,30. La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,30)



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