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Dettaglio seduta n.307 del 17/04/75 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Hanno chiesto congedo i Consiglieri: Giovana, Minucci, Nesi, Zanone.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti - Difesa idrogeologica

Esame disegno di legge n. 250 "Interventi regionali in materia di sistemazioni idrauliche e forestali, opere idrauliche e difesa del suolo"


PRESIDENTE

Passiamo al punto quarto dell'o.d.g.: "Esame disegno di legge n. 250: 'Interventi regionali in materia di sistemazioni idrauliche e forestali opere idrauliche e difesa del suolo'".
Relatore è il Consigliere Giletta, che ha facoltà di parlare.



GILETTA Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, "La Regione Piemonte, nella politica di programmazione, adotta le misure necessarie a conservare e difendere l'ambiente naturale per assicurare alla collettività ed ai singoli condizioni che ne favoriscono lo sviluppo civile e ne salvaguardano la salute. Essa, nell'ambito delle proprie competenze, predispone ed attua piani di difesa del suolo, di sistemazione idrogeologica, di bonifica, di utilizzazione delle risorse idriche e di riassetto territoriale." Ciò è quanto si legge nell'art. 5 dello Statuto della Regione Piemonte ove è chiaramente espressa la volontà della Regione di risolvere gli annosi problemi che riguardano la difesa del territorio dalle esondazioni, dalle erosioni, dalle frane e dai dissesti di ogni genere, provocati dalle alluvioni che si abbattono spesso, e con eccezionale violenza, su quasi l'intero territorio piemontese.
La Regione non poteva rimanere inerte al cospetto di eventi di tale gravità, che mettono in pericolo beni pubblici e privati e talvolta anche le stesse vite umane.
Nell'ambito delle iniziative già promosse in materia di tutela dell'ambiente, e sulla base degli impegni assunti nelle proprie dichiarazioni programmatiche, la Giunta Regionale, in data 29 gennaio 1975 ha presentato al Consiglio il disegno di legge "Interventi regionali in materia di sistemazioni idrauliche e forestali, opere idrauliche e difesa del suolo", predisposto nel quadro della normativa statale vigente e nel rispetto del suddetto art. 5 dello Statuto Regionale.
Pare opportuno, a questo punto, ricordare brevemente le disposizioni statali che si occupano di opere idrauliche e di sistemazione del suolo: a) R.D. 25 luglio 1904 n. 523, che istituisce la classificazione delle opere idrauliche in cinque categorie, per la cui realizzazione e manutenzione stabilisce la costituzione di consorzi idraulici volontari ed obbligatori. Sono a totale carico finanziario dello Stato le opere di I e II categoria; a carico di Enti pubblici e privati con il contributo dello Stato le altre opere idrauliche classificate; a carico dei frontisti le opere non classificate b) Legge 30/6/1904 n. 293, che finanzia le opere di somma urgenza a difesa degli abitati e opere pubbliche in genere da erosioni e frane provocate da fiumi e torrenti c) R.D. 30/12/1923 n. 3267, che stabilisce le norme per la sistemazione ed il rimboschimento dei terreni montani. In base a questo RD, le opere per la sistemazione idraulico-forestale dei bacini montani sono a totale carico dello Stato d) R.D. 13/2/1933 n. 215, che stabilisce le norme per la bonifica integrale. Anche questo RAD; contiene norme per l'esecuzione di opere di bonifica montana a totale carico dello Stato e) D.L. 12/4/1948 n. 1010, che consente il finanziamento di opere di pronto intervento per calamità naturali f) Legge 25/7/1952, n. 991, che istituisce la costituzione di consorzi anche coattivi di prevenzione tra privati.
La materia nella quale la Regione intende intervenire, avvalendosi dei poteri conferitile con i decreti delegati n. 8 e n. 11, è esplicata dall'art. 2 del disegno di legge in esame e riguarda le seguenti opere: a) rimboschimento di terreni e ripristino di boschi deteriorati ai fini della difesa del suolo b) consolidamento delle pendici franose e difesa dei terreni dalle erosioni c) opere di prevenzione e difesa dalle cadute di valanghe d) opere di sistemazione idraulico-forestale e) opere idrauliche di IV e V categoria e non classificate ai sensi della legge 25/7/1904 n. 523 e successive modifiche ed integrazioni.
Le competenze regionali nelle suddette materie si configurano nell'art.
2, lettera e), del D.P.R. 15/1/1972 n. 8 e nell'art. 1, lettera h), del D.P.R. 15/1/1972 n. 11.
Con il primo decreto, infatti, sono state trasferite alle Regioni a Statuto ordinario le funzioni amministrative relative alle opere idrauliche di IV, V categoria e non classificate, mentre con il secondo sono state trasferite le competenze in materia di opere di bonifica montana e di sistemazione dei bacini montani, nonché la redazione, l'approvazione e l'attuazione di piani generali di bonifica e di programmi di sistemazione dei bacini montani e delle zone depresse.
La competenza regionale nelle materie oggetto del disegno di legge sembrerebbe piuttosto limitata. In effetti, però, da un esame critico della classificazione delle opere idrauliche nel territorio piemontese risulta quanto segue: a) non esistono opere idrauliche di I categoria, dal momento che i confini di Stato non costeggiano longitudinalmente nessuno dei corsi d'acqua naturali, ma ovunque questi sono tagliati trasversalmente b) le opere idrauliche di II categoria sono limitate all'asta principale del Po a valle di Moncalieri e agli ultimi tratti dei maggiori suoi affluenti c) le opere idrauliche di III categoria sono limitate solo ad alcuni tronchi di fondovalle dei maggiori corsi d'acqua piemontesi d) non esistono opere idrauliche classificate nelle categorie IV e V ma sono state assorbite dai consorzi di III categoria.
I territori classificati montani, inoltre, riguardano 486 Comuni sui 1209 della Regione ed interessano una superficie di 12.303 kmq, pari al 48 circa della superficie piemontese.
Appare quindi evidente che la competenza della Regione in materia di difesa del suolo si estende su quasi tutto il territorio regionale.
Tale competenza, poi, sembra destinata ad accrescersi con il probabile trasferimento alle Regioni a Statuto ordinario delle opere idrauliche di III categoria e di altre materie inerenti la difesa del suolo.
Malgrado le numerose disposizioni legislative statali sopra richiamate le Amministrazioni pubbliche non sono state finora in condizione di poter intervenire per il risanamento e la salvaguardia di molta parte del territorio, particolarmente nelle zone di pianura. Spesso le disposizioni di una legge interferiscono con quelle di un'altra; altre volte non si riesce ad inquadrare alcune opere idrauliche in nessuna delle disposizioni vigenti, per cui non si sa come finanziarle.
E' da escludere anche, al momento, di pensare a creare consorzi obbligatori fra privati per l'esecuzione o la manutenzione delle opere non classificate o per il rimboschimento di terreni montani.
I consorzi idraulici, tranne qualche rara eccezione, si sono mostrati inefficienti ed incapaci a garantire la difesa del suolo, soprattutto a causa della ristrettezza dei mezzi finanziari.
La confusione della legislazione vigente, inoltre, ha impedito la formulazione di programmi organici, favorendo gli interventi saltuari con opere di "pronto intervento" e con sussidi e contributi versati di volta in volta alle popolazioni disastrate.
Con il presente disegno di legge la Giunta Regionale, quindi, ha inteso mettere ordine in una materia così delicata e dalla quale dipende la salvaguardia di beni pubblici e privati che sono soggetti a frequenti alluvioni che si abbattono, spesso con eccezionale violenza, su quasi tutto il territorio piemontese.
Il presente disegno di legge, infatti, riassume in un unico strumento legislativo le competenze regionali in materia: di sistemazione idrogeologica e forestale; prevede lo studio e la redazione di piani di bacino; stabilisce che il finanziamento delle opere debba essere a totale carico della Regione; consente alla Regione di intervenire in qualsiasi punto del territorio, sia in montagna che in pianura, ove la legislazione statale consentiva di intervenire solo raramente; supera il concetto del consorzio affidando in concessione l'esecuzione e la manutenzione delle opere alle Comunità Montane o alle Province o prevedendo l'intervento diretto dell'Amministrazione regionale nell'esecuzione delle opere stesse attraverso i propri uffici periferici del Genio Civile e degli Ispettorati forestali.
Sono escluse dal disegno di legge, molto opportunamente, le opere di pronto intervento, quelle a difesa speciale degli abitati e le altre relative alla bonifica integrale, in quanto si ritiene che esse debbano essere materia della più vasta programmazione regionale sulle opere pubbliche e sugli interventi a favore dello sviluppo agricolo.
Il finanziamento delle opere è previsto a totale carico della Regione.
Ciò consente di poter intervenire nell'esecuzione delle opere con maggior rapidità e soprattutto con maggior chiarezza; vengono superate, infatti quelle strutture amministrative, come i consorzi fra privati ed enti pubblici, che non sono più in grado di gestire l'esecuzione né la manutenzione delle opere.
Il disegno di legge prevede che le opere debbano essere realizzate e gestite direttamente dalla Regione o date in concessione alle Province o alle Comunità montane.
La procedura per il finanziamento e la realizzazione delle opere prende l'avvio con la stesura dei piani di bacino e dei programmi annuali di intervento che dovranno essere predisposti entro il 30 aprile di ogni anno dall'Ufficio regionale preposto alla tutela dell'ambiente con la collaborazione degli uffici regionali periferici del Genio Civile e degli Ispettorati forestali, tenendo conto dei piani di sviluppo delle Comunità montane.
Entro il 31 maggio successivo di ogni anno la Giunta Regionale adotta i programmi d'intervento. I progetti esecutivi delle opere facenti parte dei programmi d'intervento adottati verranno approvati e finanziati con decreto del Presidente della Giunta Regionale entro il 31 gennaio dell'anno successivo.
In questo lasso di tempo sono compresi i tempi occorrenti per i rilievi in situ, la stesura e la redazione dei progetti esecutivi, il loro esame da parte degli organi preposti ad esprimere il parere.
I lavori, poi, dovranno essere iniziati e completati nel tempo di un anno dalla data della emanazione del decreto.
A tutti gli effetti, quindi, il disegno di legge prescrive che le opere in esso previste dovranno essere progettate, finanziate e realizzate nell'arco di tempo di due anni, che risulta essere il minimo prevedibile a causa dei tempi tecnici, e soprattutto dello scarso numero di giornate lavorative disponibili in montagna, ove si prevede che sarà realizzata la maggior parte delle opere.
Un altro punto saliente contenuto nel disegno di legge riguarda la possibilità, per le amministrazioni preposte all'esecuzione delle opere, di eseguire i lavori anche in economia consentendo loro di assumere la mano d'opera necessaria a tempo determinato, nei termini e con le modalità prescritti dai contratti collettivi di lavoro, per un periodo non superiore a 151 giornate lavorative, superando però di gran lunga, in accoglimento delle proposte avanzate dai Sindacati di categoria degli operai addetti alle opere di sistemazione idraulico-forestale agraria, le 60 giornate lavorative previste dalla legge 12 aprile 1962 n. 205.
Il disegno di legge, in data 31 gennaio 1975, è stato assegnato alla V Commissione in sede referente ed alla I Commissione in sede consultiva.
La V Commissione ne ha iniziato subito l'esame, designando in data 18 febbraio 1975 il relatore e fissando per il giorno 21 marzo 1975 le necessarie consultazioni, che hanno interessato le Comunità montane e le Province, che erano state invitate a sentire preventivamente Comuni ed in particolare quelli più colpiti da dissesti idrogeologici, i Sindacati l'IRES, Istituti universitari ed Enti specializzati nel settore della sistemazione idrogeologica.
Le consultazioni hanno evidenziato, da una parte, la necessità di poter disporre con urgenza di uno strumento legislativo che orienti gli interventi della Regione nella materia della sistemazione idrogeologica e forestale ad essa trasferita dai decreti delegati, riconoscendo al disegno di legge il pregio di una sufficiente chiarezza e di una buona duttilità degli interventi in esso previsti. D'altra parte, hanno evidenziato l'importanza delle funzioni di prevenzione e controllo che dovrebbero essere esercitate con particolare attenzione per una buona applicazione degli interventi previsti dal disegno di legge in discussione.
La vigilanza e la prevenzione dovrebbero essere esercitate sia a livello tecnico con persone altamente specializzate, sia a livello operativo attraverso squadre di operai opportunamente attrezzate. Sempre nell'ambito della prevenzione e stato anche proposto di limitare od impedire insediamenti là dove si verifica maggiore tendenza evolutiva della morfologia del terreno.
E' stato anche proposto che le Comunità montane siano chiamate a destinare una quota dei fondi a loro disposizione per le opere di sistemazione idrogeologica e forestale.
Alcune delle categorie rappresentate hanno infine richiamato l'opportunità di una più ampia composizione della Commissione.
La Commissione, poi, anche sulla scorta delle indicazioni emerse in sede di consultazione, ha preso in esame l'articolato del disegno di legge apportandovi alcune modifiche: a) All'articolo 3, secondo comma, è stato opportunamente precisato che i piani di bacino ed i programmi annuali di intervento devono tenere conto delle situazioni di maggior dissesto idrogeologico risultanti dal piano settoriale di sistemazione idrogeologica e forestale del territorio piemontese. La promozione di tale piano è stata oggetto della deliberazione della Giunta Regionale n. 7-8036 dell'8 ottobre 1974, che ne ha affidato la redazione all'IRES b) All'articolo 5 si è ritenuto opportuno che i progetti esecutivi di opere di sistemazione idrogeologica e forestale superiori all'importo di 100 milioni siano sottoposti al parere della Commissione per la sistemazione idrogeologica e forestale di cui al successivo articolo 8 nella quale sono stati elevati da 3 a 5 gli esperti designati dal Consiglio Regionale ed è stato inserito un rappresentante del Magistrato per il Po.
Quest'ultimo inserimento è stato ritenuto opportuno in base alle seguenti considerazioni: 1 - che i programmi regionali di sistemazione idrogeologica devono integrarsi con i programmi predisposti dallo Stato per le opere di sua competenza 2 - che le opere idrauliche di competenza regionale (IV e V categoria e non classificate) possono esercitare conseguenze dirette ed indirette sulle opere idrauliche di competenza statale.
c) Nell'articolo 8, poi, si sono fissate precise norme per le incompatibilità dei componenti la Commissione per la sistemazione idrogeologica e forestale al fine di consentire ad essa decisioni quanto più possibile obiettive d) All'articolo 10, infine, tenuto conto dei rilievi gia formulati dal Governo su altre leggi regionali, si è ritenuto di fissare il tasso e la durata dei mutui che l'Amministrazione Regionale dovrà assumere per far fronte alle spese previste dalla legge.
Per quanto riguarda i problemi della vigilanza e della prevenzione, la Commissione ha convenuto con il rappresentante della Giunta che essi vadano affrontati e risolti nell'ambito della legge sulla strutturazione degli uffici regionali, nella quale dovranno essere previsti compiti e funzioni degli uffici del Genio Civile e degli Ispettorati Forestali nelle materie relative alla sistemazione idrogeologica e forestale, dotando tali uffici di personale adeguato sia a livello ispettivo e di controllo, sia a livello operativo.
Il disegno di legge, nel testo emendato dalla Commissione, consta di 12 articoli.
Per l'esame dettagliato dei singoli articoli, mi pare che le caratteristiche di ciascuno possano risultare evidenti attraverso la lettura diretta che singolarmente il signor Presidente si accinge a fare in sede di votazione. Pertanto, al fine di abbreviare i lavori di questa seduta, salvo il rispetto dovuto ad ogni Consigliere, mi permetto di pregare i colleghi di far riferimento a tale lettura diretta.
Concludendo, auspico che il Consiglio Regionale approvi con convinta adesione il presente provvedimento, per la sua importanza ed anche per l'efficace incisività che esso può esercitare per la soluzione di gravi problemi della nostra Regione.



FASSINO GIUSEPPE



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Ringraziamo il relatore.
E' aperta la discussione. Ha chiesto di parlare il Consigliere Bono. Ne ha facoltà.



BONO Sereno

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il disegno di legge che abbiamo di fronte, nella versione che è stata licenziata dalla Commissione è certamente migliore del testo che era stato trasmesso dalla Giunta, anche se dobbiamo dire che il tempo che la Commissione ha avuto a disposizione è stato troppo limitato per permettere un esame serio ed approfondito del problema, e che l'urgenza, direi anzi la precipitosità dimostrata dalla Giunta nel voler portare avanti nell'ultimo scorcio della legislatura questo disegno di legge non trova certamente riscontro nella presenza in quest'aula della maggioranza per la discussione in Consiglio.
Anche se questo testo è migliore di quello che era stato trasmesso dalla Giunta, a nostro avviso in esso permangono alcuni grossi limiti che ne pregiudicano seriamente la validità e che dimostrano che la complessiva visione politica del problema rimane ancora strettamente legata alla logica di un certo tipo di sviluppo e punta prevalentemente alla riparazione dei danni piuttosto che alla loro prevenzione.
Il primo, fondamentale rilievo che dobbiamo muovere relativamente a questo disegno di legge concerne l'entità dello stanziamento per il 1975 fissato in 5 miliardi. Noi riteniamo che questo stanziamento nell'anno in corso non possa essere in alcuna misura utilizzato, per cui il fatto che si parli adesso, alla vigilia delle elezioni, di 5 miliardi stanziati per il riassetto idrogeologico della Regione può far pensare che si tratti di una indicazione di cifra con valore più elettorale che non pratico. La legge se verrà approvata oggi dal Consiglio, nella migliore delle ipotesi entrerà in vigore entro la fine del mese di maggio, e, se i colleghi hanno tempo e pazienza per considerare i vari passaggi che essa impone, si renderanno conto che, ammesso che le cose filino lisce, senza il minimo intoppo, non potrà avere effetto prima della fine del mese di luglio, per tutte le domande che devono essere presentate, per i progetti che debbono essere approntati, e che, quindi, i 5 miliardi che vengono stanziati per il 1975 ben che vada, potranno avere inizio di utilizzazione verso la fine del 1976.
Ora, noi riconosciamo che prima di giungere all'esecuzione delle opere è necessario passare attraverso alcune fasi di studio e di progettazione però, sarebbe stato, a nostro parere, molto più corretto iscrivere a bilancio una cifra adeguata, prevista nella stessa legge, proporzionata agli effettivi impegni che si sarebbero dovuti assolvere nel 1975.
Va altresì osservato che non può più essere eluso, anche discutendo di questo disegno di legge, di questo problema, l'impegno per una seria pianificazione del territorio regionale, pianificazione che dev'essere il punto di partenza e il momento unificante di tutti i programmi settoriali che interessano la difesa del territorio, la regolamentazione delle acque l'uso delle risorse idriche, lo stesso uso del territorio. L'imperante disordine urbanistico che esiste nel nostro Paese, con lo sviluppo caotico delle città, con la speculazione edilizia, con l'abbandono della montagna e della campagna, con le trasformazioni incontrollate delle attività agrarie costituiscono, a nostro parere, i punti di partenza, le cause prime del dissesto idrogeologico. Ma a tutto questo né il disegno di legge né la relazione della Giunta e della Commissione fanno il minimo cenno: le cause fondamentali non vengono assolutamente individuate, e con questo disegno di legge ci si propone unicamente di apportare correzioni, di mettere delle pezze su certe conseguenze.
Questa impostazione non costituisce solo, a nostro parere, un grave limite dell'attuale disegno di legge, ma anche un limite più vasto, di interpretazione politica del problema; un limite che si collega a delle scelte politiche che sono state operate in passato. Solamente qualche anno fa si diceva di voler modificare: ma oggi evidentemente si è mutato avviso e non si parla più di modificare le scelte politiche che sono state realizzate a sostegno dell'attuale struttura economica e dell'attuale tipo di sviluppo. Basti pensare all'accentuazione degli squilibri che si sono determinati fra la città e le campagne ed alla sempre maggiore subordinazione dell'attività agricola all'attività industriale. Durante le consultazioni con i rappresentanti delle Province di Asti e di Alessandria abbiamo sentito chiaramente dichiarare come l'allontanamento dell'uomo dalla terra costituisca uno degli elementi che più contribuiscono a provocare il dissesto idrogeologico. E questo noi lo sapevamo, perché i problemi del dissesto idrogeologico li seguiamo da parecchi anni, e sappiamo quanto abbia favorito questo dissesto l'abbandono della montagna da parte dei montanari.
Come è stato poi ampiamente osservato nelle consultazioni particolarmente da parte di esperti e di docenti universitari, questa legge interviene ancora una volta a posteriori, cioè a cose fatte, senza prevedere alcuna misura di prevenzione. Noi consideriamo questo un gravissimo limite a tutta l'impostazione che viene data dalla Giunta limite che, tra l'altro, comporta anche costi umani. La prima efficace azione preventiva può essere proprio rappresentata da una valida pianificazione del territorio. E io sarei stato lieto che questo disegno di legge fosse venuto in discussione in Consiglio dopo che il Consiglio avesse deliberato sui comprensori e sui compiti dei comprensori, in riferimento alla pianificazione territoriale, perché questo sarebbe stato il modo più corretto per affrontare il problema nella sua globalità. Una valida pianificazione del territorio, che delimiti le aree sulle quali per ragioni di ordine geologico o idrogeologico sono vietate le costruzioni di manufatti e movimenti del suolo, costruzioni che spesso costituiscono momenti di accelerazione dei processi di dissesto, o, quanto meno, che per la loro salvaguardia si debbono costruire manufatti protettivi di notevole costo per la collettività Un secondo ed importante momento di prevenzione avrebbe dovuto consistere nell'organizzare la continua conoscenza della realtà sulla quale operiamo; realtà che, non dimentichiamolo, non può essere studiata una volta per sempre, in quanto è in continuo movimento. Alcuni studiosi, anche qui, nelle consultazioni, hanno a questo proposito avanzato una serie di ipotesi; ipotesi che poi, per la fretta con la quale si doveva procedere non sono state recepite dalla maggioranza e dalla Giunta. Si proponeva, per esempio, la costituzione di un corpo o di uffici di vigilanza sulla stabilità del suolo, formato da personale altamente qualificato nelle diverse discipline (nella idraulica, nella geologia, nella forestazione) che mettesse preventivamente in evidenza le situazioni pericolose o suscettibili di sviluppi pericolosi. Alcuni istituti universitari, ci è stato detto, hanno in animo di realizzare corsi specifici in Scienze forestali e di sistemazione idrogeologica e forestale.
Ora, di tutti questi problemi, nonostante la discussione che si è cercato di fare all'interno della Commissione, non è stato recepito niente.
La prospettiva di una possibile occupazione di questi specialisti, tra l'altro, potrebbe anche essere di stimolo alla formazione dei corsi. La spesa, poi, che questa azione di vigilanza e di prevenzione comporterebbe (è stato ancora una volta dimostrato) non dovrebbe superare annualmente il 2-3% dello stanziamento di 5 miliardi previsto per il 1975, ossia si potrebbe arrivare, come massimo, ad una spesa a livello regionale intorno ai 100-150 milioni, per portare avanti con serietà quest'opera di prevenzione, quest'opera che ci potrebbe consentire di evitare domani interventi enormemente più costosi; spesa, quindi, non solo sopportabile ma capace di far risparmiare ingenti somme per la riparazione dei danni recati da situazioni non preventivamente controllate.
Un terzo momento di prevenzione avrebbe dovuto essere rappresentato dall'organizzazione, che dovrebbe pure essere affidata con i necessari mezzi alle Comunità montane ed agli Enti locali, per la manutenzione e la conservazione di semplici strutture che per l'abbandono della terra da parte dell'uomo stanno andando completamente alla rovina. Quelli di noi che hanno vissuto o vivono in montagna, in collina, in pianura, sono ben consci della funzione fondamentale che viene svolta per il mantenimento della stabilità dei terreni da certi terrazzamenti o sistemazioni spesso di antichissima data, realizzati per strappare terreno per la coltivazione della funzione che queste strutture, questi interventi modesti dell'uomo hanno sempre esercitato ed esercitano per il mantenimento complessivo della stabilità idrogeologica. E' stata citata, nel corso della consultazione, la funzione della presenza di questi terrazzamenti proprio in Valle di Susa ma noi lo potremmo verificare in tutte le vallate, in tutte le zone del nostro Piemonte.
Anche queste opere di manutenzione preventiva, se realizzate senza soluzione di continuità, potrebbero dare risultati rilevanti, con costi economici certo notevolmente inferiori a quelli che si dovrebbero affrontare per riparare i danni provocati dalle frane o da straripamenti.
Queste sono le osservazioni di fondo più importanti che muoviamo al disegno di legge che è stato presentato dalla Giunta, anche se, con le correzioni fatte dalla Commissione, esso è stato migliorato, e significativamente, in alcuni suoi aspetti. Era anche questa una legge che avrebbe, a nostro parere, potuto qualificare l'attività del Consiglio Regionale, ma che per certe visioni, per certe impostazioni, per certi arroccamenti a principi ormai superati, si è voluto mantenere entro certi limiti e che pertanto viene fuori come una legge monca e di non completa soddisfazione.
Vi sono poi osservazioni minori.
La Giunta si è impegnata ad incaricare l'IRES dell'elaborazione di un piano generale per la sistemazione idrogeologica in Piemonte. Ora, noi affermiamo che questo impegno, pur positivo, è venuto con un gravissimo ritardo, perché questo affidamento all'IRES data solamente dal mese di ottobre del 1974, ossia da pochi mesi prima della scadenza del mandato del Consiglio Regionale, della scadenza di questa legislatura, mentre questo problema si sarebbe potuto affrontare molto più opportunamente con il dovuto anticipo.
Dei Consorzi idraulici, nella relazione della Giunta, si dice che hanno completamente fallito il compito, e che sono ampiamente superati come strumenti per la risoluzione dei problemi che abbiamo di fronte. Sono strumenti, noi diciamo, che non hanno svolto alcun compito sul piano del riassetto idrogeologico, ma hanno svolto una notevole funzione clientelare.
E avremmo desiderato che nella relazione della Giunta, con un atto di coraggio, fosse stata anche fatta qualche proposta seria circa la strada da scegliere per il loro totale superamento.
Prendiamo atto che ci è stato consegnato, la settimana scorsa, il disegno di legge della Giunta n. 272 per il trasferimento alle Comunità montane delle funzioni in materia di bonifica montana. Si prevede dunque con ciò la soppressione dei Consorzi di bonifica montana. Questo è bene però riteniamo sia solamente un primo passo che viene compiuto in questa direzione: oltre a giungere al superamento dei Consorzi di bonifica montana, visto che oggi discutiamo di un disegno di legge che interessa i Consorzi idraulici, si dovevano assumere impegni non generici ma precisi anche per il superamento dei Consorzi idraulici.
Nella relazione e nell'articolato si parla di "Piano generale per i problemi del riassetto idrogeologico", che è stato affidato all'IRES. Noi riteniamo che questo piano debba essere discusso ed approvato dal Consiglio Regionale: questo, a nostro parere, emerge dallo Statuto della Regione emerge dalla nostra regolamentazione interna. Noi vorremmo che in occasione di questo dibattito la Giunta e l'Assessore prendessero questo impegno: di portare il piano che sarà preparato dall'IRES all'esame ed all'approvazione del Consiglio Regionale.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Il piano potrà essere predisposto dall'IRES , ma sarà sempre il piano della Giunta.



BONO Sereno

Direi, del Consiglio Regionale.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

In primo luogo della Giunta, che lo porta al Consiglio.



BONO Sereno

Che lo presenta al Consiglio per l'approvazione.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Perfettamente.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Chiede di parlare il Consigliere Ferraris. Ne ha facoltà.



FERRARIS Bruno

Concordo pienamente su quanto ha fin qui detto il mio compagno Bono.
Non posso però rinunciare ad intervenire per dichiarare alla Giunta all'Assessore ed al Presidente, che modo più barbaro per affrontare questo problema non ci poteva essere. Dirò qui le stesse cose che ho detto in seno alla Commissione per l'Agricoltura: avrei quindi potuto risparmiarmi l'intervento, ma mi pare sia bene invece che io svolga anche qui le mie considerazioni, che poi riprenderò, per la parte che rimarrà valida, quando discuteremo quel che resta del cosiddetto Testo unico.
I problemi della sistemazione idraulico-forestale, della difesa idrogeologica, della difesa del suolo e delle sue risorse naturali, come ha detto giustamente e correttamente il mio compagno Bono, vanno affrontati nel quadro generale di una politica programmata di sviluppo economico e sociale, di pianificato riequilibrio territoriale, e anche proprio, di conseguenza, in modo ancorato, correlato ai vari settori produttivi ed ai valori generali della collettività.
Noi qui discutiamo una legge per la quale si prevede questo stanziamento di miliardi. Poi troviamo nelle leggi agrarie un articoletto che forse verrà, nella misura in cui l'Assessore e la Commissione accoglieranno una parte dei nostri emendamenti, migliorato, impinguato. Ma è indubbio che questo rimane un modo barbaro di procedere, conseguenza del non aver voluto seguire quella concezione dipartimentale per cui uno, due o tre Assessori devono unirsi ed operare insieme, e anche con un'unica legge organica, per settori dove le connessioni sono così strette come in questo caso. Ma questo sistema rientra in un certo tipo di gestione del potere, in una concezione della lottizzazione del potere e delle competenze, per cui in genere quello che fa la mano destra non deve sapere quello che fa la mano sinistra (nel caso specifico, quello che fa Fonio, collochiamolo alla sinistra, non deve interferire con quello che fa Chiabrando). Così arriviamo a questa legge, e poi a quell'altra, senza che nell'una o nell'altra si affrontino correttamente, organicamente, questi problemi senza che nell'una o nell'altra legge abbiamo un articolo o una spesa che avvii a soluzione una delle esigenze fondamentali, quella dell'acquisizione di nuovi terreni: nudi, cespugliati, boscati, sottoboscati, soggetti o meno al cosiddetto vincolo idrogeologico (ma comunque incominciamo da quelli vincolati), terreni tutti da rinsaldare, da rimboschire, e così terreni interessati da interventi in atto o da programmi di bonifica, di sistemazione idraulico-forestale, di rimboschimento, di miglioramento e via di seguito; terreni che siano adatti alla costituzione di aziende pilota, o di aziende produttive a prevalente indirizzo silvo-pastorale eccetera.
Niente di tutto questo, nella legge Fonio, niente di tutto questo nell'altra legge.
Ma come potete pensare di spendere bene questi 5 miliardi, e magari quell'altro miliardo o miliardo e mezzo che si potrà avere sulla legge agricola. Come potete pensare di realizzare programmi che non è possibile settorializzare, di operare, senza tener conto che il rimboschimento estensione della forestazione e del bosco risponde ad una molteplice serie di funzioni: quella produttiva, che del resto e in questo momento di rilevante interesse, visto che fra i vari deficit o le varie voci che concorrono al deficit della bilancia dei pagamenti il bosco concorre per un miliardo e mezzo al giorno, mi pare, se non di più, e tutta un'altra serie di fini che ha gia ricordato il mio compagno Bono, che sono appunto quelli della difesa idrogeologica, della difesa e del consolidamento del suolo della tutela e del miglioramento dell'ambiente circostante, montano e non montano ? Se è quindi importante proseguire, e direi accelerare, l'opera pubblica di sistemazione idrogeologica estensiva e l'azione di rimboschimento sui terreni più dissestati e marginali, non si deve dimenticare che in molte aree a prevalente destinazione forestale, in cui il bosco può esplicare quelle molteplici funzioni di interesse pubblico, ma non le può esplicare in modo a sé stante, o comunque non è più sufficiente, si ripeterebbero, se voi continuerete a procedere in questo modo, gli errori del passato creando boschi che per il loro scarso interesse economico (e in questo mi rifaccio poi alla legge sull'agricoltura) rimarrebbero colturalmente abbandonati dal proprietario privato, o che assai poco favorirebbero il razionale assetto e la razionale utilizzazione delle risorse primarie locali.
Vi è dunque il problema di inserire le colture forestali che hanno prevalente finalità, sia o non di carattere produttivo, nell'ambito di aziende che ne assicurino una razionale gestione nel tempo. Di qui la necessità di prevedere un graduale ampliamento del demanio pubblico, come noi abbiamo chiesto nelle leggi agrarie.
Ma l'Assessore dice che questo è competenza di un altro Assessore. E perché non si è potuto vedere insieme questo problema? Perché non hanno potuto i due Assessori insieme e le due Commissioni insieme affrontare questo problema, dell'ampliamento del demanio pubblico su molte aree della nostra montagna o di alto colle (penso alla Langa, penso agli Appennini, in generale alla collina più disastrata eccetera, ove non è più possibile contare sull'azione privata, sia singola che associata)? Le aree acquisite o da acquisire dal demanio pubblico potranno essere gestite anche da privati, anche da forme associate di coltivatori, e via di seguito, o potranno essere gestite, in mancanza di iniziative di quel tipo direttamente dalla Regione, o attraverso una propria azienda, o affidate mi pare che questo l'abbia già detto Bono - per la gestione tecnica ad aziende speciali consorziali, alle Comunità montane in primo luogo. In queste aree si potrà e dovrà allora attuare una intensa opera di riordino culturale, di rimboschimento, di miglioramento delle formazioni forestali esistenti, di sistemazione idraulico-forestale, valorizzando le risorse esistenti ai fini sociali secondo programmi di sviluppo locali ed assicurando alla manodopera locale appunto un lavoro più sicuro e costante.
Del resto, l'intervento pubblico per la difesa idrogeologica e per la forestazione, e più in generale di bonifica montana, com'è già stato detto non si limita certo ai soli territori montani o ai territori di bonifica montana, ma deve avere efficacia anche per tutti i territori soggetti a disciplina vincolistica ai sensi della legge forestale del 1923, la 3267.
Ed e proprio anche qui, in queste zone collinari dissestate, e propense al dissesto idrogeologico (mi pare che Bono già l'abbia messo in rilievo), in queste aree, ove oggi le tradizionali capillari sistemazioni idraulico forestali dei terreni, quelle cui si riferiva Bono e che erano il frutto dell'opera dell'uomo, la cui presenza si è fatta sempre più rara, non vengono più curate, il che favorisce la formazione di estese forme di dissesto nelle pendici, che sconvolgono la viabilità primaria, secondaria minacciando la stabilità degli insediamenti ivi esistenti e di tutte le altre infrastrutture, che la creazione di un mantello protettivo forestale o comunque l'attuazione di opere di sistemazione estensiva, può spesso risultare di grande utilità ai fini del raggiungimento di un più stabile e definitivo equilibrio geologico.
Ma, ecco, tutto ciò non emerge né dall'una né dall'altra proposta di legge: tutto ciò doveva e poteva invece emergere da un concerto dei due Assessori attraverso il quale si fosse emanata un'unica legge, discussa dalle due Commissioni congiunte, ove fosse stata meno sentita l'esigenza che mi pare sia stata prevalente e determinante in ciascuno dei due Assessori (io non so qui a chi addebitare la colpa maggiore) di avere il proprio orticello, la propria legge, il proprio gruzzolo di milioni, o miliardi, da spendere secondo criteri totalmente diversi.
No, Bianchi, non devi scuotere la testa, perché non è possibile concepire come le due cose possano trovare una correlazione quando.



BIANCHI Adriano

Veramente, scrollavo la testa per ribadire i concetti, anche se non condivido interamente il tuo punto di vista.



FERRARIS Bruno

Mi fa piacere che tu lo condivida almeno in parte, e spero che in altra parte lo condivida l'Assessore Fonio, perché così posso pensare che almeno nella gestione di questa legge, dato che siamo a questo punto, ci sarà quell'indirizzo unitario atto a consentire, sia pure da provvedimenti inadeguati come questi, perché settoriali, di avere risultati più confortanti di quelli che si potrebbero certamente avere altrimenti.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Se nessun altro Consigliere intende intervenire darei la parola all'Assessore Fonio.



FONIO Mario, Assessore alla tutela dell'ambiente, sistemazioni idrogeologiche

Anche se in parte le consideravo scontate, sono meravigliato delle critiche, dato che in Commissione queste cose erano state ampiamente illustrate. E' vero però che il testo di legge non era ancora stato approntato...



RIVALTA Luigi

E' una meraviglia un po' artificiosa, visto che considerava le critiche scontate...



FONIO Mario, Assessore alla tutela dell'ambiente, sistemazioni idrogeologiche

Le consideravo scontate in questa sede.
Ovviamente, nel corso del mio intervento obietterò ad alcune argomentazioni, che ritengo contraddittorie, se non assurde.
Siamo sempre stati tutti d'accordo nel ritenere il piano dell'Ires il presupposto essenziale dal quale muovere per fare qualche cosa di quello che si vuol fare con questa legge, in netta relazione al Piano delle risorse idriche. Adesso Ferraris afferma, per partire dalle ultime osservazioni, che i due Assessorati operano come due compartimenti stagni.
A me non pare proprio che sia così: nel caso specifico, questo disegno di legge e il disegno di legge sullo sviluppo dell'agricoltura sono stati anzi, discussi ed approvati contemporaneamente dalla Giunta Regionale tenendo presenti tutte queste osservazioni e tutti questi presupposti. E' chiaro, però, che i due testi hanno due finalità che in parte coincidono ma in parte sono divergenti: perché quella del disegno di legge sull'agricoltura è principalmente di dare contributi in capitale e in interesse a privati, quella del disegno di legge ora in discussione invece ha come presupposto l'assunzione totale di spesa a carico della Regione per la realizzazione e la manutenzione di opere di sistemazione idrogeologica e forestale che rivestono il carattere di pubblico e generale interesse per la collettività, secondo quanto emerge da tutto il contesto della legge.
E così mi sembra estremamente teorico e slegato da un concetto pratico il rilievo fatto dal collega Bono secondo il quale, con questa legge, si interviene soltanto a posteriori, per riparare i danni, senza fare alcuna opera di prevenzione. Abbiamo tutti una certa conoscenza di quello che si è fatto o non si è fatto negli anni passati, e sappiamo che il poco che si è fatto è stato fatto sempre lungo il corso dei fiumi principali, trascurando proprio la forestazione, la cura dei rivoli e rigagnoli della montagna dai quali deriva poi il dissesto generale. Con questa legge si vuol intervenire, e io pensavo lo si fosse ormai largamente recepito, proprio là dove non vi è mai stata alcuna possibilità di intervenire: non vi pare che ciò costituisca di per sé stesso opera di prevenzione? La prevenzione ha un significato in quanto sia un qualche cosa di concreto: e sta proprio nella forestazione, nell'intervento là dove dovrebbero esserci, e non ci sono, i consorzi di quarta e quinta categoria, o per i corsi d'acqua non classificati, dove non si è mai fatto niente. In questo senso si fa la prevenzione. Prima digestio fit in ore; e noi curiamo la bocca per arrivare a curare anche lo stomaco.
A proposito di Consorzi, il Consigliere Bono ha detto: non si prevede nulla per il loro superamento. A me sembra che, forse anche per la frettolosità con cui ha dovuto lavorare la Commissione, egli non abbia considerato attentamente le cose. Perché, in questa sede noi dobbiamo parlare unicamente del superamento dei Consorzi che ricadono nella sfera di competenza della Regione, cioè quelli che ci sono stati trasferiti dallo Stato, quelli di quarta e quinta categoria, e le opere non classificate: non possiamo parlare di superamento dei Consorzi di terza, seconda o prima categoria, che sono rimasti interamente di competenza dello Stato. Facciamo questa legge per intervenire indipendentemente dall'esistenza dei Consorzi di quarta e quinta categoria, che non hanno mai funzionato, proprio per superare lo stato di stagnazione creato da quella situazione, per superare i Consorzi.



BONO Sereno

Però i Consorzi esistenti li manteniamo, perché sono carrozzoni che fanno comodo.



FONIO Mario, Assessore alla tutela dell'ambiente, sistemazioni idrogeologiche

Vorrei che me ne indicassi qualcuno, di quarta e quinta categoria. E poi, la legge, impostata per fare le opere direttamente, o attraverso le Comunità montane, attraverso le Province, prescinde totalmente dai Consorzi di quarta e quinta categoria: più superamento di questo non so dove si possa andarlo a cercare. Negare questo mi pare sia proprio voler stravolgere il significato della legge, quanto meno non averne recepito esattamente il contenuto.
Il Consigliere Bono ha parlato di legge di carattere elettorale.
Ebbene, non vedo proprio quale interesse elettorale ci possa essere ad andare nelle zone di montagna più disperse, più disabitate, più spopolate a fare qualche cosa: piantare alberi, sistemare griglie e cose del genere.
Per la prima volta, nel '74, quando io, che mi sono sempre occupato di questi problemi, sono tornato in Giunta, il Bilancio ha contenuto una previsione di 1100 milioni per sistemazioni idrauliche: fatto a giugno del '74 il bilancio, nel luglio dello stesso anno già avevamo approvato il programma con l'impegno di tutto l'ammontare stanziato. Per il '75 avevamo deciso, anche in considerazione di quanto emerso nelle riunioni congiunte di impostare un piano, la cui elaborazione è stata affidata all'Ires, e di impostare una legge per poter operare, visto che anche i miliardi che avevamo destinato nel '74 avevamo dovuto trasferirli di capitolo e affidarli direttamente alla Forestale non essendoci possibilità di spesa in quanto la Regione avrebbe dovuto dare contributi ai Consorzi di quarta e quinta categoria, inesistenti (appunto per superare la situazione di questi Consorzi la Regione opera direttamente o attraverso le Comunità montane).
L'Ires sta predisponendo il piano, di cui la prima parte dovrebbe essere gia pronta (mi è stato detto ieri che deve solo più essere dattiloscritto).
E' un peccato che non abbia potuto già oggi presentare in Consiglio questa parte generale. I piani di bacino dovranno essere pronti per il mese di luglio. Ciò appunto per dotare la Regione di un mezzo per poter intervenire e spendere le cifre stanziate non a posteriori ma in quell'attività di rimboschimento che costituisce naturalmente una efficace opera di prevenzione.
Noi abbiamo tolto dal bilancio del 1975, da quei 1100 milioni che erano ancora quelli del 1974, 600 milioni che oggi permettono, a titolo di mutui di finanziare cinque miliardi di spesa; e che sia tardi non lo credo perch come si è arrivati in due mesi a fare i programmi e le progettazioni per quei 1100 milioni, entro il prossimo inverno certamente i cinque miliardi saranno programmati e progettati e nella primavera del 1976 dovrebbero iniziare i lavori.
Se c'era da fare qualcosa per arrivare in tempo, era di avere, sulla scorta di quello che è il piano che ormai è quasi confezionato, lo strumento legislativo perché, stante le competenze che ci sono state trasferite dallo Stato, se non superiamo con questa legge (ecco la contraddittorietà paradossale) alcune critiche mosseci, non arriveremo a fare niente.
Il relatore ha già ampiamente illustrato il disegno di legge inteso a predisporre i piani di bacino, a redigere progetti esecutivi, a finanziare le opere. Volevamo soltanto mettere ordine in una materia dove gli interventi pubblici si sono mostrati sempre sporadici e privi di organicità anche per l'inadeguatezza degli stanziamenti venuti dallo Stato. E una volta che ci si muove con uno stanziamento, con una cifra che in rapporto al problema, alle dimensioni enormi di quando lo discutevamo preso a s lontani dal momento caldo dell'approvazione della legge, era ritenuto uno dei più assillanti, i cinque miliardi vengono oggi ritenuti cifre astronomiche.
Io penso proprio che "La gata 'd Valensa, quel che la fa la pensa", è forse più elettorale il tuo discorso che l'impostazione della legge, perch meno di così non si sarebbe potuto fare.



BONO Sereno

I cinque miliardi forse sono insufficienti, ma non per il 1975.



FONIO Mario, Assessore alla tutela dell'ambiente, sistemazioni idrogeologiche

Entro il 1975 si farà il programma, si faranno i progetti che cominceranno nella primavera del 1976. In ogni modo il disegno di legge prevede innanzi tutto lo studio di carattere generale dei piani di bacino che pongono in evidenza le necessità di intervento per ogni singolo bacino idrografico. Questo mi premeva sottolineare.
Nell'ambito dei piani di bacini poi, vengono predisposti annualmente programmi organici per l'attuazione dei piani.
I piani di bacino ed i programmi annuali d'intervento sono volti alla sistemazione dei corsi di acqua di IV e V categoria e non classificati, al consolidamento delle pendici franose, alla sistemazione idraulico forestale, ecc. Particolare cura è riservata al risanamento del manto vegetale in genere e al rimboschimento in particolare.
Non vedo perché tutto quello che sotto questo profilo ha ricordato Ferraris, non debba essere poi operativamente svolto nell'ambito di questa legge per quanto riguarda la parte non economica del bosco, ma la parte del bosco che ha questo specifico fine. Si tratta solo di dotare la Regione come cerchiamo di fare, di un mezzo per poter intervenire. La Regione si è mossa su questa via, affidando all'IRES quel piano generale per avere anche il presupposto tecnico su cui muoversi. Ho già detto che entro il mese di luglio dovranno essere pronti anche i piani di bacino e attraverso un'analisi critica, bacino per bacino, degli elementi raccolti dai pubblici uffici competenti localmente (gli Ispettorati Ripartimentali delle Foreste e gli Uffici del Genio civile in primo luogo) si passerà alla fase operativa.
Il rapporto analizzerà criticamente le valutazioni che tali Uffici hanno finora compiuto, sia quale aggiornamento ordinato del piano orientativo dei fiumi di cui alla legge 19 marzo 1962 n. 184, sia su richiesta della Commissione Interministeriale per lo studio sulla sistemazione idraulica e la difesa del suolo, in base alla legge del 1967.
Merita poi ricordare che l'incarico all'IRES contempla anche lo studio di alcuni piani di bacini idrografici ritenuti rappresentativi dell'intero territorio piemontese, con il compito di mettere a punto una metodologia di studio di piano di bacino che possa essere estesa a tutti i bacini del territorio piemontese.
Inoltre, per ogni bacino, potranno risultare diverse ipotesi di riassetto globale che dovranno essere valutate in base al rapporto costi benefici: in particolare i benefici dovranno essere valutati in termini di entità e di probabilità dei danni evitati.
Abbiamo voluto richiamare l'attenzione del Consiglio sull'incarico già da tempo affidato all'IRES per la stesura di un rapporto sui problemi della sistemazione idraulica nel territorio piemontese, e su cui abbiamo già relazionato alle competenti Commissioni ma mai in aula consiliare, per evidenziare che i programmi annuali di intervento per la sistemazione idrogeologica e forestale, non potranno essere programmi astratti, ma dovranno tenere conto in particolare, come recita l'art. 3 del disegno di legge oggi in discussione, "delle situazioni di maggiore dissesto idrogeologico risultanti dal piano settoriale per la sistemazione idrogeologica e forestale del territorio piemontese".
Si tratta appunto del piano in corso di elaborazione da parte dell'IRES.
Ci preme ancora sottolineare che questi interventi saranno studiati programmati, progettati e realizzati a totale carico finanziario della Regione che può affidare le opere in concessione anche alle Comunità Montane per i territori montani e alle Province per i territori non montani.
Si è ritenuto opportuno, oltre che utilizzare gli uffici regionali competenti, anche affidare in concessione la progettazione e l'esecuzione di opere di sistemazione idrogeologica e forestale alle Comunità montane e alle Province.
Per le nascenti Comunità montane si ritiene che questo sia uno stimolo ad operare nella giusta direzione per la salvaguardia e la rinascita del territorio e delle popolazioni montane; al contrario non si è ritenuto malgrado le pressioni, di avvalersi della collaborazione dei Consorzi di bonifica montana e neanche di quelli di bonifica normale come è già stato discusso nella riunione che è stata proposta oggi dal Consorzio di bonifica della Baraggia.
Per quanto riguarda l'affidamento in concessione di opere di sistemazione alle Province, da una parte si ritiene che rientri negli impegni della Regione di delega delle funzioni agli Enti locali e dall'altra sia un riconoscimento delle capacità tecniche che le Province possiedono e che per una certa parte sono inutilizzate perché non più orientate come un tempo, ed è un fatto positivo, alla progettazione e realizzazione di strade.
Particolare attenzione si è voluta dare, ed il relatore collega Giletta l'ha già sottolineato, ai problemi di occupazione della mano d'opera in montagna, e nemmeno questo fatto positivo è stato colto, semmai nell'intervento di Ferraris è stato disatteso, proprio per non voler dare atto che il progetto di legge se n'è fatto un notevole carico, elevando l'assunzione temporanea degli operai addetti alle opere di sistemazione idraulica, forestale e agraria dalle 60 giornate previste dalle leggi dello Stato alle 151 giornate lavorative che permettono a tali operai di godere delle previdenze e dei sussidi per i periodi di forzata disoccupazione.
E se non è anche questo un provvedimento tendente a mantenere nelle località montane la gente, io non so quale altro sforzo maggiore avrebbe potuto fare la Regione quando, per la soluzione più organica e definitiva del problema, bisognerà che ci si rifaccia alla ristrutturazione del personale della Regione.
Questi nuclei che in questo modo vengono incoraggiati a rimanere in montagna, costituiranno il primo presidio del territorio.
Particolare rilevanza si è anche voluto dare nel disegno di legge alla necessità di collaborazione tra gli Uffici regionali e gli Uffici statali preposti alle opere di sistemazione idrogeologica e forestale: si è pertanto detto all'art. 3 che i piani di bacino dei programmi annuali di intervento predispdsti dalla Regione devono tenere conto dei programmi predisposti dallo Stato per le opere di sua competenza, e, nella Commissione per la sistemazione idrogeologica e forestale di cui all' art.
8, è stato incluso un rappresentante del Magistrato per il Po.
Una correzione (forse può avere indotto anche questo a fare alcune valutazioni) da apportare è che per un errore è saltato come membro della Commissione proprio l'Assessore all'Agricoltura per quei rapporti, quella correlazione che ci devono essere tra i due settori nell'ambito di questi problemi. E quindi sotto l'osservazione che mi sono permesso di fare in replica agli interventi, noi vediamo con questo progetto di legge un primo avvio concreto, serio alla soluzione dei dissesti idrogeologici verificatisi nella nostra regione per assumere uno strumento, soprattutto di prevenzione di altri dissesti, qualora non si riesca ad intervenire in un modo organico e programmato, partendo soprattutto dalla parte montana.
Pensiamo pertanto che al di là delle critiche che sono state rivolte e che io ho già definito con un detto piemontese, finalmente si riesca a fare qualcosa in questo settore che non è importantissimo ma è prioritario rispetto a tanti altri e il disegno di legge trovi il voto favorevole del Consiglio.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE



PRESIDENTE

Poiché nessun altro chiede la parola dichiaro chiusa la discussione generale.
Mentre aspettiamo che giungano in aula i Consiglieri dell'VIII Commissione (che sono in riunione) comunico che la Giunta Regionale ha presentato quattro disegni di legge: "Modifiche e integrazioni alla legge regionale del settembre 1974 'Costituzione in legge regionale dell'IRES'" "Proroga del termine previsto dalla legge regionale 11.9.1974 recante il titolo 'Provvidenze straordinarie e urgenti per il risanamento delle Cantine sociali'" "Modificazione della legge regionale 2.9.1974 recante 'Norme in materia di assistenza scolastica in favore degli alunni delle scuole materne e dell'obbligo'" "Interventi a favore dei Comuni per l'acquisto di scuolabus da adibire al trasporto degli alunni della scuola materna e dell'obbligo".
Passiamo alla votazione dei singoli articoli del disegno di legge n.
250 "Interventi regionali in materia di sistemazioni idrauliche e forestali, opere idrauliche e difesa del suolo".
Articolo 1 "La Regione provvede, in coerenza con il piano di sviluppo regionale e le sue articolazioni comprensoriali, a realizzare interventi di sistemazione idrogeologica e forestale, con la redazione di piani di bacino idrografico e la predisposizione di programmi annuali di opere di protezione e difesa, previa consultazione delle Comunità montane e delle Province".
Poiché nessuno chiede la parola si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 34 Hanno risposto sì n. 26 Consiglieri Si sono astenuti n. 8 Consiglieri L'articolo 1 è approvato.
Articolo 2 "Gli interventi della Regione per la sistemazione idrogeologica e forestale riguardano le seguenti opere: a) rimboschimento di terreni e ripristino di boschi deteriorati ai fini della difesa del suolo b) consolidamento delle pendici franose e difesa dei terreni dalle erosioni c) opere di prevenzione e difesa dalle cadute di valanghe d) opere di sistemazione idraulico-forestale e) opere idrauliche di IV e V categoria e non classificate ai sensi della legge 25 luglio 1904 n. 523 e successive modifiche ed integrazioni.
La Regione può sostituirsi alle Amministrazioni provinciali e comunali e ad altri Enti nei casi in cui essi non intendano esercitare le facoltà loro riconosciute dalla legge 25 luglio 1904 n. 523".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 33 Hanno risposto sì n. 25 Consiglieri Si sono astenuti n. 8 Consiglieri L'articolo 2 è approvato.
Articolo 3 "I piani di bacino ed i programmi annuali di intervento di cui al precedente articolo 1 sono predisposti dall'Ufficio regionale preposto alla tutela dell'ambiente con la collaborazione degli Uffici del Genio Civile e degli Ispettorati Forestali, entro il 30 aprile.
Essi devono tenere conto: a) delle situazioni di maggior dissesto idrogeologico risultanti dal piano settoriale per la sistemazione idrogeologica e forestale del territorio piemontese b) dei piani di sviluppo e dei programmi stralcio annuali delle Comunità montane di cui all'articolo 5 della legge 3 dicembre 1971 n. 1102 c) degli eventuali programmi predisposti dallo Stato per le opere di sua competenza".
Se nessuno chiede la parola si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 34 Hanno risposto sì n. 25 Consiglieri Si sono astenuti n. 9 Consiglieri L'articolo 3 è approvato.
Articolo 4 "La Giunta Regionale, sentita la Commissione regionale per la sistemazione idrogeologica e forestale, di cui all'articolo 8 della presente legge, adotta annualmente, entro il 31 maggio, programmi di intervento per nuove opere e per opere di manutenzione".
Qualcuno chiede la parola? Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 34 Hanno risposto sì n. 25 Consiglieri Si sono astenuti n. 9 Consiglieri L'articolo 4 è approvato.
Articolo 5 "Gli interventi previsti dall'articolo 2 della presente legge sono a totale carico della Regione, che provvede alla loro realizzazione direttamente o attraverso le Comunità montane per i territori classificati montani e le Province per i restanti territori. I relativi lavori possono essere eseguiti in amministrazione diretta o in appalto.
Per le opere eseguite dalla Regione, i relativi progetti esecutivi sono predisposti dagli Uffici del Genio Civile e dagli Ispettorati Forestali nell'ambito delle rispettive competenze per materia e per territorio.
I progetti esecutivi delle opere, redatti dagli Uffici del Genio Civile e dagli Ispettorati Forestali o dagli Enti concessionari di cui al primo comma del presente articolo, sono approvati con decreto del Presidente della Giunta Regionale entro il 31 gennaio dell'anno successivo, su parere degli Uffici regionali preposti alla tutela dell'ambiente per opere di importo fino a lire 100 milioni e su parere della Commissione per la sistemazione idrogeologica e forestale di cui all'articolo 8 della presente legge per opere di importo superiore a lire 100 milioni.
Con il medesimo decreto con cui approva il progetto esecutivo delle opere, il Presidente della Giunta Regionale ne determina il finanziamento.
Per i lavori da eseguirsi a cura degli Uffici regionali, con il decreto di approvazione del progetto è disposto l'accreditamento dei fondi necessari".
C'è un emendamento sostitutivo del Consigliere Franzi: "Al primo comma sostituire le parole 'in appalto' con le parole 'in concessione'".
Lo vuole illustrare? La parola al Consigliere Franzi.



FRANZI Piero

Più che altro serve a chiarire la portata del primo comma in parte concordato con lo stesso Assessore, perché non viene specificato quali sono gli esecutori di queste opere in correlazione a quanto è detto: al comma terzo dove si parla di Enti concessionari; e all'art. 6 comma quarto dove si parla di esecuzioni di opere date in concessione agli Enti concessionari. C'è sì un richiamo ai concessionari, però tra i presupposti di coloro che devono eseguire le opere non si fa riferimento alle concessioni.
E' vero che l'Assessore Fonio dice che devono intendersi come concessionarie le Comunità montane e le Province, però le Comunità montane e le Province hanno iniziativa propria di proporre le opere in riferimento alla legge 25.7.1904 n. 523. Quindi, o le Province hanno iniziativa autonoma di proporre e di richiedere i finanziamenti e di eseguire le opere, oppure sono concessionarie, però il portatore del diritto resta sempre la Regione.
Sarebbe meglio quindi, anziché dire "amministrazione diretta o in appalto" che comporta la possibilità di eseguirle direttamente o di cederle in appalto, si dicesse "amministrazione diretta o in concessione". E' una maggiore possibilità che là Regione ha di poter manovrare per quanto riguarda l'affidamento dei lavori.



FONIO Mario, Assessore alla tutela dell'ambiente, sistemazioni idrogeologiche e forestali

Noi abbiamo valutato seriamente la proposta del Consigliere Franzi, ma forse andava meglio alla terza riga "o attraverso concessione alle Comunità montane per i territori classificati e le Province"; tutta la legge parla di concessione, ma quest'ultima parte dall'ultimo comma "eseguiti in amministrazione diretta o in appalto" vuole dire esplicitamente che o li fa la Forestale direttamente o li fa in appalto, la concessione è gia un qualcosa che sta a monte.



FRANZI Piero

L'impostazione dell'articolo, così com'è, è perfetta, in quanto riconosce alle Comunità montane e alle Province il diritto di assumere l'iniziativa e quindi di proporre alla Regione l'opera per la sistemazione idraulica. Nell'ultima riga, si dice "in amministrazione diretta o in appalto": è evidente che quando si parla di amministrazione diretta amministra la Regione, è una forma di gestione che può fare in economia o con la formula dell'appalto, che è sempre amministrazione diretta. La legge cui si fa riferimento all'art. 1, cioè opere idrauliche di quarta e quinta categoria non classificate, prevede la possibilità per l'organo (allora era lo Stato, oggi è la Regione), di dare ad Enti locali la concessione di eseguire queste opere.
Io volevo riproporre la stessa possibilità per la Regione di eseguire opere in concessione.



FONIO Mario, Assessore alla tutela dell'ambiente, sistemazioni idrogeologiche e forestali

Senonché all'art. 6 si dice: "L'esecuzione delle opere date in concessione ai sensi del precedente art. 5" perché quando si dice che la Regione "provvede alla loro realizzazione direttamente o attraverso le Comunità montane per i territori classificati montani e le Province per i restanti territori", vuol già dire attraverso la concessione, che è poi ribadita in tutti gli articoli.



FRANZI Piero

Allora tu limiti la possibilità alle Comunità montane e alle Province di assumere delle iniziative autonome di proposizione dei lavori, perché tu le consideri solo come concessionarie.



FONIO Mario, Assessore alla tutela dell'ambiente, sistemazioni idrogeologiche e forestali

Si capisce.



FRANZI Piero

Allora riduci la possibilità operativa di questi Enti locali che invece noi vogliamo valorizzare. Nella relazione è stato detto che si è voluto fare un salto di qualità, impegnare soprattutto le costituenti Comunità montane ad assumere autonome iniziative. In questo caso non hanno nessuna autonoma iniziativa perché sono solo delle concessionarie.



FONIO Mario, Assessore alla tutela dell'ambiente, sistemazioni idrogeologiche e forestali

Allora tutto quello che deve fare la Commissione va in fumo. In base ai programmi, in base ai piani di bacino si fa la concessione alle Comunità montane o alle Province.



PRESIDENTE

Scusate, ma il Consigliere Franzi ha illustrato il suo emendamento, la Giunta ha dichiarato che non lo accoglie, quindi pongo in votazione l'emendamento Franzi.
L'emendamento è respinto Pongo in votazione l'art. 5 nel suo testo originario.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto seguente esito: Presenti e votanti n. 33 Hanno risposto sì, n. 23 Consiglieri Ha risposto no n. 1 Consigliere Si sono astenuti n. 9 Consiglieri L'articolo 5 è approvato.
Articolo 6 "Per i lavori non eccedenti l'importo di L. 30 milioni, è sufficiente in luogo del collaudo, il certificato di regolare esecuzione redatto dal Direttore dei lavori e vistato dall'ufficio regionale competente.
Per le opere eccedenti l'importo di lire 30 milioni, il collaudatore è nominato dal Presidente della Giunta Regionale o da un suo delegato.
Con successivi provvedimenti il Presidente della Giunta Regionale, o un suo delegato, approva gli atti di collaudo e dispone la liquidazione dei lavori.
Per quanto non previsto dalla presente legge, si applicano le norme in vigore per i lavori pubblici dello Stato.
L'esecuzione delle opere date in concessione ai sensi del precedente articolo 5 è sottoposta alla sorveglianza degli Uffici Regionali. Gli Enti concessionari potranno utilizzare per le spese generali una quota non superiore al 15% dell'importo progettuale delle opere.
I programmi annuali di intervento, di cui all'articolo 3 della presente legge, dovranno prevedere un accantonamento di fondi, pari al 10% dello stanziamento globale, da destinare al finanziamento degli eventuali oneri suppletivi che potranno insorgere dopo l'approvazione dei progetti esecutivi.
L'approvazione dei progetti esecutivi concernenti opere di sistemazione idrogeologica e forestale implica la dichiarazione di indifferibilità ed urgenza delle medesime".
C'e un emendamento sostitutivo del Consigliere Franzi: "Al primo e secondo comma sostituire 'lire 30 milioni' con 'lire 50 milioni'".



FONIO Mario, Assessore alla tutela dell'ambiente e sistemazioni idrogeologiche e forestali

La Giunta, per uniformarsi alla legge sui lavori pubblici, accetta.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento Franzi.
L'emendamento è accolto.
C'è un altro emendamento della Giunta che dice: "All'ultimo comma, dopo le parole: 'implica la dichiarazione di' inserire le parole 'pubblica utilità'".
Mantiene il suo emendamento?



FONIO Mario, Assessore alla tutela dell'ambiente, sistemazioni idrogeologiche e forestali

Sì.



PRESIDENTE

Chi intende approvare l'emendamento è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione l'art 6 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha dato seguente esito: Presenti e votanti n. 33 Hanno risposto si n. 24 Consiglieri Si sono astenuti n. 9 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
Articolo 7 "Le opere previste nei progetti esecutivi approvati con decreto del Presidente della Giunta Regionale, ai sensi dell'articolo 5 comma 3 della presente legge, devono essere ultimate entro un anno dalla data di approvazione del progetto, salvo comprovati casi di forza maggiore derivanti da gravi avversità atmosferiche".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 34 Hanno risposto sì n. 25 Consiglieri Si sono astenuti n. 9 Consiglieri L'articolo 7 è approvato.
Articolo 8 "Presso la Regione è costituita, con decreto del Presidente della Giunta Regionale, la Commissione per la sistemazione idrogeologica e forestale composta da: a) l'Assessore regionale alla tutela dell'ambiente che la presiede b) l'Assessore regionale ai lavori pubblici o un suo delegato c) l'Ispettore regionale delle Foreste d) un funzionario tecnico degli uffici regionali preposti alla tutela dell'ambiente e) un funzionario tecnico assegnato agli uffici regionali dei lavori pubblici f) cinque esperti nelle discipline di ingegneria idraulica, scienze geologiche e scienze forestali designati dal Consiglio Regionale con voto limitato a tre nominativi g) un rappresentante del Magistrato per il Po.
Esercita le funzioni di segretario della Commissione un funzionario addetto agli uffici regionali per la tutela dell'ambiente.
La Commissione formula: a) il parere di cui all'articolo 5, 3° comma, della presente legge, sui progetti esecutivi delle opere di sistemazione idrogeologica e forestale b) il parere di cui al precedente articolo 4 sui programmi annuali di intervento.
Gli esperti designati dal Consiglio Regionale devono dichiarare all'atto della nomina di non avere rapporti di lavoro o di interesse diretti od indiretti con Enti o imprese interessate alla realizzazione delle opere di cui alla presente legge.
La Commissione dura in carica cinque anni e scade comunque con lo scioglimento del Consiglio Regionale".
Emendamento aggiuntivo della Giunta: "Al primo comma, dopo la lettera b), aggiungere 'c) l'Assessore regionale all'Agricoltura o un suo delegato'. Conseguentemente le lettere c), d), e), f), g) diventano d), e) f), g), h)".
Chi intende approvare l'emendamento è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione l'art. 8 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha dato il seguente esito: Presenti e votanti n. 34 Hanno risposto sì n. 25 Consiglieri Si sono astenuti n. 9 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
Articolo 9 "Agli operai assunti a tempo determinato per lavori eseguiti in amministrazione diretta dalla Regione o dagli Enti concessionari si applicano i contratti collettivi di lavoro.
L'assunzione non può superare in ogni caso la durata massima di 151 giornate lavorative".



VISONE Carlo

Vorrei sapere perché si parla di 151 giornate lavorative.



PRESIDENTE

Questo deve spiegarlo l'Assessore Fonio.



FONIO Mario, Assessore alla tutela dell'ambiente, sistemazioni idrogeologiche e forestali

In rapporto al contratto sindacale, è il massimo consentito, senza che debbano passare direttamente alle dipendenze della Regione.



PRESIDENTE

E' una norma contrattuale di lavoro.
Pongo in votazione l'art. 9.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n 34 Hanno risposto sì n. 25 Consiglieri Si sono astenuti n. 9 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
Articolo 10 "Ai fini della realizzazione dei programmi di cui all'articolo 2 della presente legge è autorizzata la spesa di L. 5.000 milioni per l'anno 1975.
Le spese occorrenti alla realizzazione dei programmi per gli anni 1976 e successivi saranno autorizzate con apposite leggi regionali.
Alla spesa di cui al 1° comma si provvede mediante l'accensione di mutui, di pari ammontare, ad un tasso non superiore al 15% e per una durata non superiore a trent'anni, da estinguere in semestralità costanti posticipate. La Giunta Regionale è autorizzata ad assumere, con propria deliberazione, i mutui predetti.
Nello stato di previsione dell'entrata per l'anno finanziario 1975 sarà conseguentemente istituito il capitolo n. 87, con la denominazione 'Proventi dei mutui autorizzati per gli interventi di competenza regionale in materia di sistemazioni idrauliche e forestali, opere idrauliche e difesa del suolo' e la dotazione di Lire 5.000 milioni. Nel corrispondente stato di previsione della spesa sarà istituito il capitolo n. 1130, con la denominazione 'Spese per gli interventi di competenza regionale in materia di sistemazioni idrauliche e forestali, opere idrauliche a difesa del suolo' e lo stanziamento di L. 5.000 milioni.
All'onere per l'ammortamento dei mutui di cui ai precedenti commi valutato in 375 milioni per l'anno finanziario 1975, si provvede mediante una riduzione, di pari ammontare, degli stanziamenti di cui ai capitoli n.
1018 e 1406 del corrispondente stato di previsione della spesa, nella rispettiva misura di 350 milioni e di 25 milioni, e mediante l'istituzione nello stato di previsione medesimo, del capitolo n. 394, con la denominazione 'Quote interessi per l'ammortamento dei mutui autorizzati per le spese in materia di sistemazioni idrauliche e forestali, opere idrauliche e difesa del suolo', e lo stanziamento di 350 milioni, nonch del capitolo n. 1420, con la denominazione 'Quota capitale per l'ammortamento dei mutui autorizzati per le spese in materia di sistemazioni idrauliche e forestali, opere idrauliche e difesa del suolo' e lo stanziamento di 25 milioni.
Al maggior onere ricadente nell'anno 1976 ed in ciascuno degli anni successivi, valutato in 375 milioni, si farà fronte, fino alla completa estinzione dei mutui di cui ai precedenti commi, con una quota, di pari ammontare, della disponibilità derivante dalla cessazione, a partire dall'anno 1976, degli oneri previsti dalla legge regionale 20 gennaio 1975 n. 4.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
C'è un emendamento della Giunta: "Tra il sesto e il settimo comma aggiungere il seguente comma: 'Alla spesa di funzionamento della Commissione di cui al precedente art. 8 si provvede a partire dall'anno finanziario 1975 con lo stanziamento del capitolo n. 53 del bilancio regionale'".
Chi intende approvare l'emendamento è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione l'art. 10.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 34 Hanno risposto sì n. 25 Consiglieri Si sono astenuti n. 9 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
Articolo 11 - Norma transitoria "Il termine di cui all'articolo 3 è prorogato per il primo anno di applicazione di 150 giorni a far tempo dall'entrata in vigore della presente legge. Sono di conseguenza differiti i termini di cui agli articoli 4 e 5".
Poiché nessuno chiede di parlare, si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 34 Hanno risposto sì n. 25 Consiglieri Si sono astenuti n. 9 Consiglieri L'articolo 11 è approvato.
Articolo 12 "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'articolo 127 della Costituzione e dell'articolo 45 dello Statuto regionale ed entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 34 Hanno risposto sì n. 25 Consiglieri Si sono astenuti n. 9 Consiglieri L'articolo 12 è approvato.
Vi sono delle dichiarazioni di voto? La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Il nostro voto di astensione deriva dalla considerazione dell'urgenza di intervenire in situazioni anche gravi di dissesto idrogeologico situazioni che derivano dalle politiche che sono state condotte finora sul territorio, politiche di abbandono di interi territori (in particolare quelli montani) e di rapina, in particolare nelle valli alpine, ove si è portato più attenzione agli insediamenti turistici di speculazione, alla costruzione magari di infrastrutture stradali e autostradali che non alla difesa del suolo. Si pensi ad esempio che per la costruzione di un Km di autostrada si spende quanto la Regione intende spendere nel corso di un anno per intervenire sull'intero assetto idrogeologico del Piemonte.
Proprio stamane e ieri pomeriggio in Commissione abbiamo ancora discusso da posizioni contrapposte, della costruzione dell'infrastruttura autostradale (o di superstrada) nella Valle di Susa, per la quale si spenderanno centinaia di miliardi, mentre sarebbe necessario utilizzare queste risorse per la sistemazione idrogeologica. Una situazione quindi quella che dobbiamo affrontare, che ha dei responsabili, che noi individuiamo nelle forze di maggioranza che hanno governato in tutti questi anni, e che governano tutt'ora.
L'intervento che voi proponete oggi, tende solo marginalmente a rimediare alla distruzione che viene prodotta quotidianamente da una politica dissennata di uso del territorio che voi stessi consentite, e quindi il nostro giudizio non può che essere critico. C'è comunque l'esigenza di intervenire in alcuni casi con immediatezza per non lasciare che la situazione si aggravi, e per questo il nostro giudizio critico per il merito, nel voto si traduce in un atteggiamento forzato di astensione.
Il nostro giudizio critico permane nella sostanza: è di fondo, e deriva dalla visione settoriale a cui il provvedimento è informato. Questo provvedimento non coglie le interdipendenze che devono esistere tra assetto idrogeologico e politica economica in generale, ed in particolare politica agraria e del territorio. Non si collega ai programmi di intervento dell'agricoltura e non informa i programmi di intervento dei lavori pubblici. Quanto denunciava il mio collega Ferraris circa la frammentarietà degli interventi mi pare più che palese: non riesco a capire come l'Assessore Fonio possa disconoscere questa frammentarietà, che per altro abbiamo sentito denunciare dagli stessi Assessori nel corso dei dibattiti in Commissione.
Siamo alla chiusura della legislazione, non si è prodotto nessuno strumento e non si è data nessuna indicazione di coordinamento e di indirizzo per l'uso del territorio. Da parte della Regione non è venuta quella politica d'indirizzo e di organizzazione territoriale che avrebbe dovuto essere la struttura portante di tutte le politiche settoriali, e quindi dell'assetto idrogeologico.
Questa colpa non è certamente imputabile al solo Assessore Fonio; anzi noi riconosciamo che l'Assessore Fonio anche in Commissione ha dimostrato di voler superare questi limiti. La responsabilità è della Giunta che ha dimostrato di non saper superare i limiti di un intervento frammentario; si è mossa e continua a muoversi attraverso interventi scoordinati fra di loro, e non è in grado di dare una visione unitaria alla propria politica.
Le ragioni sono probabilmente da un lato di carattere culturale, dall'altro sono di carattere politico, connesse all'intreccio ed all'articolazione clientelare con cui i Partiti di maggioranza promuovono il consenso all'interno della Regione. E' comunque una Giunta che non è chiaramente in grado di formulare un progetto, di indicare una linea unitaria e non contraddittoria dello sviluppo regionale.
Questi giudizi critici di fondo che emergono nel valutare il provvedimento legislativo che stiamo votando, creano in noi l'esigenza di una negazione di validità a quello che state facendo, e soltanto la necessità di intervenire con urgenza a tamponamento di situazioni che si sono fatte gravissime, ci inducono al voto di astensione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, la legge che abbiamo testé votata negli articoli e che il mio Gruppo si appresta a votare favorevolmente nel suo insieme, è una legge importante e qualificante per il settore che affronta e per le sue dimensioni; non è elettorale, basta pensare alle zone in cui è destinata ad operare, ai tempi che sono previsti per la sua operatività, ai tipi di interventi che saranno spiegati.
Io non ho difficoltà ad ammettere - e questo non svaluta l'azione della Giunta e quella personale dell'Assessore - che gli effetti degli strumenti legislativi che stiamo per approvare debbono essere nella loro determinazione coordinati e impostati in una visione di insieme, ma credo che non occorra uno sforzo dialettico per dimostrare che la distinzione degli strumenti legislativi in questo caso si giustifica perfettamente per l'iscrizione delle materie. In materia di agricoltura si sono dettati alcuni provvedimenti atti ad incentivare le attività di rimboschimenti per la finalità strettamente produttiva, mentre qui l'impostazione e le finalità sono totalmente diverse. Questo non toglie che nella gestione delle leggi la Regione debba darsi strumenti di coordinamento tali da utilizzare nel modo più efficace e più razionale tutti quanti i mezzi a disposizione. Le cause dei dissesti idrogeologici e delle situazioni che riguardano il nostro Paese: dagli sboscamenti sistematici colossali avvenuti durante la prima guerra mondiale, alla campagna del grano all'aumento enorme di popolazione, agli errori di politica urbanistica agli stessi errori in materia di politica agraria, agli eventi non sempre controllati dagli uomini, sono fatti che interessano e che preoccupano il mondo intero.
Per quanto attiene alle nostre responsabilità noi constatiamo che con le capacità che ci sono date cerchiamo di affrontare questi temi e questi problemi nel modo più efficace.



PRESIDENTE

Non essendovi altri iscritti a parlare, si proceda alla votazione dell'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 35 Hanno risposto sì n. 27 Consiglieri Si sono astenuti n. 8 Consiglieri Il disegno di legge n. 250 è approvato.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Esame disegno di legge n. 260 "Convalide D.P.G.R. in data 6 febbraio 1975 n. 448, relativo a prelievo di somma dal fondo di riserva per le spese impreviste"


PRESIDENTE

Il punto quinto dell'ordine del giorno reca: "Esame disegno di legge n.
260: 'Convalida D.P.G.R. in data 6 febbraio 1975, n. 448, relativo a prelievo di somma dal fondo di riserva per le spese impreviste'".
Relatore è il Consigliere Garabello.



GARABELLO Enzo, relatore

Lo stanziamento di sei capitoli del bilancio di previsione per l'anno 1974 è risultato insufficiente, in base alla situazione degli impegni assunti ed alla valutazione delle spese non differibili da assumere entro il 31 dicembre 1974, per un ammontare complessivo di 80 milioni.
I capitoli in questione sono: n. 14 relativo a spese per l'acquisto di libri, rassegne, riviste quotidiani, periodici ed altre pubblicazioni n. 30 relativo a spese per la stampa e la pubblicazione del Bollettino Ufficiale della Regione n. 46 relativo a compensi per lavoro straordinario per l'Assessorato alle Finanze, Patrimonio, Demanio, Industria ecc.
n. 82: spese per i mezzi di trasporto, comprese le assicurazioni, gli oneri di circolazione e l'eventuale noleggio, sempre a carico del predetto Assessorato n. 442: spese per la ospedalizzazione di ammalati affetti da morbo di Hansen, a carico dell'Assessorato della Sanità n. 720: spese per l'affitto e oneri per l'uso di locali relativi agli uffici dell'Ispettorato compartimentale e degli Ispettorati provinciali dell'agricoltura, a carico del relativo Assessorato.
Poiché tali capitoli non sono relativi né a spese obbligatorie e d'ordine né a spese per la restituzione di somme in deposito od introitate per conto di terzi, per integrarne lo stanziamento con la somma ritenuta necessaria si è fatto ricorso alla procedura prevista dall'art. 6 della legge regionale 5 luglio 1974, n. 20 (che è la legge di approvazione del bilancio di previsione per l'anno 1974) e cioè al prelievo dal fondo di riserva per le spese impreviste mediante decreto del Presidente della Giunta Regionale, su conforme deliberazione della Giunta stessa.
Questa procedura, che è statutaria, prevista dalla legge citata, ripete nell'ambito della contabilità regionale l'art. 40 del R.D. 18.11.1923 n.
2440 relativo alla contabilità dello Stato.
A questo fine la Giunta Regionale, con deliberazione in data 18 dicembre 1974, ha autorizzato l'integrazione dello stanziamento dei sei capitoli motivando per ciascuno di essi la causa dell'insufficienza.
Ai sensi della predetta norma il decreto deve essere presentato al Consiglio per la convalida con legge regionale entro 30 giorni dalla sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione.
Il decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 448 in data 6 febbraio 1975, emesso in conformità a tale deliberazione, è stato pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione il 25 febbraio 1975 Il disegno di legge predisposto si compone di un solo articolo relativo alla convalida.
La Commissione I propone al Consiglio Regionale di approvare il disegno di legge n. 260.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Raschio.



RASCHIO Luciano

Signor Presidente, noi riteniamo corretta l'impostazione data dalla Giunta circa là delibera di integrazione del bilancio, con il giungere infatti alla proposta di legge con un unico articolo per convalidare con la manovra interna di carattere finanziario. Non possiamo però dare il voto favorevole perché evidentemente il nostro discorso rientra in quello che abbiamo fatto sul bilancio. Sono state indispensabili alcune correzioni ai fini di poter far fronte alle necessità di spesa, però alcune di queste erano già state proposte allorché criticammo il Bilancio presentato dalla Giunta. Noi riteniamo però comunque doveroso compiere questo atto di carattere amministrativo rispettando questo tipo di procedura che impegna in primo luogo il Consiglio Regionale a determinare con legge le correzioni degli stanziamenti. Pertanto ci asteniamo proprio perché il contendere è di grande importanza e non può trovare il voto nostro contrario.



PRESIDENTE

Non essendovi altri che chiedono di parlare si passa alla votazione dell'articolo unico del disegno di legge n. 260 "Convalida D.P.G.R. in data 6 febbraio 1975, n. 448, relativo a prelievo di somma dal fondo di riserva per le spese impreviste".
Articolo unico "Il decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 448 in data 6 febbraio 1975, emesso ai sensi dell'articolo 6 della legge regionale 5 luglio 1974, n. 20, su conforme deliberazione della Giunta in data 18 dicembre 1974, è convalidato".
Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 29 Hanno risposto si n. 21 Consiglieri Si sono astenuti n. 8 Consiglieri Il disegno di legge 260 è approvato.


Argomento: Turismo: argomenti non sopra specificati

Esame disegno di legge n. 200 "Istituzione dell'Albo regionale delle Associazioni Pro loco"


PRESIDENTE

Esame disegno di legge n. 200 "Istituzione dell'Albo regionale delle Associazioni Pro Loco".
Relatore è il Consigliere, professoressa Soldano.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

In relazione a quanto avevamo detto, e cioè che alle 18 la Giunta ha un impegno, poiché sono le 18 meno 10 sarebbe bene avere una previa indicazione degli interventi: se non sono molti posso telefonare alle persone che dobbiamo incontrare per dire loro che ritardiamo di un quarto d'ora, se così non è il problema è diverso. Avevo avvertito prima, non lo dico in questo momento, che la Giunta e non soltanto la Giunta, aveva degli impegni.



PRESIDENTE

Vi sono molti interventi? La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Io credo che si debbano rispettare gli impegni che ciascuno, per ragioni politiche, assume, d'altra parte non è possibile pensare di votare delle leggi con dei tempi prestabiliti e se questi tempi sono ridotti non è neanche possibile incominciare la discussione.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Mi assento io personalmente e resta qualcun altro e la Giunta quando avrà finito, almeno alle 19 verrà.



PRESIDENTE

La presenza della Giunta non è decisiva per la discussione, ma è decisiva per la formazione della maggioranza.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Ma è mai possibile dare delle indicazioni al mattino sul comportamento della giornata, per poi arrivare a questo momento e non poter.



RIVALTA Luigi

Io non credo che si debba drammatizzare, il mio intervento precedente tendeva appunto a rendere serena la soluzione del problema. Noi siamo disponibili a continuare a discutere, ma se ci sono impegni politici per cui la Giunta non può essere presente in relazione anche al tipo di provvedimento che si tratta di prendere in esame siamo d'accordo di sospendere la seduta. Quello che riteniamo importante, se si deve sospendere, è che nei dieci minuti che ci rimangono si discuta e si approvi l'ordine del giorno sull'attività antifascista.



PRESIDENTE

Io direi di discutere questo disegno di legge e l'ordine del giorno. E' d'accordo il Consiglio?



RIVALTA Luigi

Io ero molto più permissivo.



(Non tutti i Consiglieri sono d'accordo su questa procedura)



PRESIDENTE

Allora sentiamo la relazione rinviando la discussione, quindi passiamo alla discussione e votazione dell'ordine del giorno.
La parola alla professoressa Soldano.



SOLDANO Albertina, relatore

La VII Commissione ha regolarmente provveduto ad esaminare il disegno di legge n. 200, presentato dalla Giunta il 10 ottobre 1974 e assegnato alla stessa Commissione il 14 ottobre .
In particolare, la Commissione ha approvato le motivazioni che costituiscono la premessa del disegno di legge, sia sul piano legislativo sia su quello più spiccatamente legato alle esigenze concrete di aggiornamento e di adeguamento emergenti dalla realtà regionale e, in particolare, dal settore tecnico-operativo delle Associazioni "Pro Loco".
Giova pertanto richiamare all'attenzione dei signori Consiglieri quanto già risulta evidenziato nella relazione illustrativa del disegno di legge in esame, predisposta dalla Giunta Regionale, con specifico riferimento alla normativa statale, della quale evito di dare lettura completa per ragioni di tempo. Comunque ritengo sia mio dovere richiamare la loro attenzione almeno sul D.M. 7 gennaio 1965, modificato in Decreto 19.7.1965 che prevede la costituzione di un "albo nazionale", nel quadro generale di un secondo tentativo di verifica di tipo selettivo compiuto dal Ministero del Turismo e dello Spettacolo.
Le condizioni per l'iscrizione all'albo nazionale delle Associazioni Pro Loco sono, in realtà, alquanto precise e restrittive: anzitutto si stabilisce che l'Associazione sia istituita in località non riconosciuta stazione di cura, soggiorno o turismo, e dove l'Ente provinciale per il turismo non abbia già riconosciuto altra Associazione Pro Loco in secondo luogo si richiede che la località, nella quale è stata istituita l'Associazione, possegga attrattive turistiche e disponga di un minimo di attrezzatura ricettiva, in particolare riguardo agli esercizi pubblici terza condizione è che la costituzione dell'associazione abbia avuto luogo con atto notarile e che lo statuto sia stato approvato dall'EPT al quarto punto si stabilisce che le norme statutarie prevedano idonee iniziative per la valorizzazione turistica della località interessata infine, si chiede che la previsione di bilancio per quote associative locali e contributi vari, ivi compresi i proventi dell'imposta di soggiorno, sia stata ritenuta adeguata dall'EPT al proseguimento degli scopi statutari dell'associazione.
Mi sia ancora consentito richiamare una circolare diramata dal Ministero del Turismo nel 1969, la quale raccomanda caldamente agli EPT di "incoraggiare le iniziative dirette a promuovere la costituzione di nuove associazioni Pro Loco".
A questo punto è opportuno evidenziare il ricorrente fenomeno del moltiplicarsi delle Pro Loco in modo disorganico, tanto che in alcuni Comuni si è verificata l'esistenza contemporanea di più associazioni nello stesso ambito territoriale, a volte in contrasto tra loro, anche se in qualche modo rispondenti a particolari esigenze di natura locale. Così oggi alcune associazioni risultano regolarmente istituite, ma non iscritte all'albo; altre, regolarmente costituite, sono iscritte all'albo; altre ancora, pur possedendo i requisiti per l'iscrizione all'albo, per motivi diversi hanno optato per la rinuncia all'iscrizione.
Il disegno di legge presentato dalla Giunta tende dunque al riordinamento della complessa materia, mirando a salvaguardare il principio della libertà associativa e nel contempo a verificare l'entità stessa del fenomeno associativo, superando altresì le limitazioni contenute nelle disposizioni di legge tuttora in vigore. Resta comunque ribadito il principio in base al quale tutte le associazioni Pro Loco possono essere ammesse ai contributi regionali, purché siano iscritte all'albo. Questo è il principio di fondo. Nel corso dei lavori di studio e di approfondimento del problema, la VII Commissione, mantenendo un costante rapporto di ricerca collaborativa con l'Assessorato competente, ha preso atto delle proposte avanzate dalla Giunta; inoltre ha ritenuto di dover puntualizzare alcuni caratteri innovativi indispensabili per conferire alle Pro Loco un'adeguata fisionomia operativa. In particolare si è sottolineata la necessità di riconoscere alle Pro Loco il ruolo promozionale da esse assunto nell'ambito dell'attività turistica, con tutte le conseguenti connessioni della stessa con le attività di valorizzazione del patrimonio in senso lato, culturale, nonché con quelle del tempo libero.
Alcune modifiche sono altresì proposte al fine di chiarire i compiti e le funzioni degli Enti provinciali per il turismo nei loro rapporti con le associazioni Pro Loco e con l'Ente Regione. Analogamente si è cercato di superare o almeno di correggere eventuali difficoltà di rapporti a livello locale, tra le Pro Loco e i Comuni competenti per territorio.
Ribadiamo comunque che le proposte di modifica che la VII Commissione presenta all'attenzione del Consiglio, sono il risultato dell'esame svolto in collaborazione con l'Assessorato regionale per il turismo.
Passando all'esame dettagliato dei singoli articoli, mi sia permesso ancora esprimere quali che osservazione: l'art. 1 pone in evidenza la funzione di promozione turistica svolta dalle Pro Loco, oltre l'istituzione dell'Albo regionale l'art. 2 determina le condizioni per ottenere l'iscrizione all'Albo regionale, al fine di evitare possibili concomitanze, mentre regola i criteri di costituzione mediante atto pubblico, nonché la definizione delle finalità di valorizzazione turistica nell'ambito dello Statuto l'art. 3 fissa le modalità di presentazione della domanda d'iscrizione all'Albo l'art. 4, sulla base della legislazione statale vigente, richiama l'opportunità di collaborazione, a livello decisionale, con l'amministrazione comunale competente per territorio l'art. 5 prevede la verifica annuale della persistenza dei requisiti indispensabili per l'iscrizione all'Albo regionale al fine di evitare possibili incomprensioni o confusioni o, peggio, doppioni di istituzioni affini l'art. 6 stabilisce che l'iscrizione all'Albo è condizione indispensabile per accedere ai contributi regionali.
Concludendo, la Commissione ritiene opportuno dichiarare che il presente disegno di legge, pur nei limiti imposti dalla normativa statale e dalle esigenze di bilancio regionale, offre la possibilità di avviare un graduale processo di tutela, miglioramento e valorizzazione delle risorse turistiche locali, ivi comprese le caratteristiche ambientali e paesaggistiche.
In tale quadro generale, le associazioni Pro Loco costituiscono un nucleo essenziale della promozione turistica di base. E, come tali, devono trovare nella legislazione regionale un riconoscimento adeguato, anche ai fini di salvaguardare, a livello di opinione pubblica, l'azione capillare di sensibilizzazione ai complessi problemi del turismo quale importante componente dello sviluppo programmato della nostra Regione.



PRESIDENTE

Ringraziamo la professoressa Soldano e, come ci eravamo accordati rinviamo la discussione alla prossima seduta.
Do ora lettura dell'ordine del giorno che mi è pervenuto: Il Consiglio Regionale del Piemonte di fronte alla nuova offensiva criminale fascista della strategia della tensione che negli ultimi giorni ha fatto registrare l'attentato alla Freccia del Sud che avrebbe potuto provocare centinaia di vittime l'attentato alla sede della Regione ad Ancona, l'uccisione per mano fascista del giovane studente Claudio Varalli e oggi la morte di un altro giovane lavoratore a Milano, Gianni Zibecchi di 26 anni investito da una camionetta dei carabinieri rinnova la condanna per le organizzazioni, i mandanti, gli ispiratori e gli esecutori fascisti della strategia della tensione che tocca regolarmente le sue punte estreme in prossimità delle consultazioni elettorali richiede al Governo un urgente, aggiornato e fermo orientamento antifascista indispensabile per dare efficacia alla P.S. e alla Magistratura. Ciò deve tradursi in interventi immediati e preventivi tesi a colpire le organizzazioni e gli esecutori fascisti già individuati. Se ciò fosse stato fatto si sarebbero evitati lutti che hanno insanguinato in questi giorni il Paese.
Il Consiglio Regionale del Piemonte di fronte a tutte le minacce e le azioni che tendono ad esasperare lo scontro politico e a far precipitare il Paese nel caos invita tutte le Organizzazioni antifasciste, i lavoratori, i cittadini, i giovani a trovare la via dell'unità e della risposta democratica e antifascista, a respingere tutte le provocazioni sotto qualunque sigla siano mascherate, consapevoli che solo la più larga unità antifascista sarà vincente e saprà garantire la convivenza civile tra tutti i cittadini.
Firmato Bianchi, Calsolaro, Vera, Sanlorenzo.
Qualcuno desidera intervenire? Pongo in votazione per alzata di mano l'ordine del giorno di cui ho dato lettura: è approvato all'unanimità.
Secondo l'intesa che abbiamo assunto in precedenza anche con il Presidente della Giunta, la seduta è sospesa. Domani vi è la riunione dei Presidenti dei Gruppi alle ore 15.



VISONE Carlo

C'era la legge dell'ESAP...



PRESIDENTE

Io sono disponibile anche fino a domani mattina, ma quando mi si dice che la seduta deve avere questo svolgimento per precedenti impegni, non posso fare diversamente.
Domani alle ore 21 vi è la riunione dell'Intercommissione in Via Maria Vittoria 18, sui comprensori.
Domani alle ore 15 sono convocati i Presidenti dei Gruppi e il Presidente della Giunta.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18)



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