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Dettaglio seduta n.306 del 17/04/75 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento:

Ordine del giorno della seduta


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
L'ordine del giorno reca: Comunicazioni del Presidente Interpellanze ed Interrogazioni Esame proposte di legge nn. 17-74-140 concernenti i "Contributi agli Istituti di patronato ed assistenza sociale" Esame disegno di legge n. 250: "Interventi regionali in materia di sistemazioni idrauliche e forestali, opere idrauliche e difesa del suolo" Esame disegno di legge n. 260: "Convalida D.P.G.R. in data 6 febbraio 1975, n. 448, relativo a prelievo di somma dal fondo di riserva per le spese impreviste" Esame disegno di legge n. 200: "Istituzione dell'Albo regionale delle Associazioni Pro Loco" Esame disegno di legge n. 251: "Organico provvisorio del personale dell'E.S.A.P." Esame deliberazione Giunta Regionale: "Imposta locale sui redditi.
Determinazione dell'aliquota da applicare sui redditi dell'anno 1976.
Proposta" Esame disegno di legge n. 245: "Interventi regionali per lo sviluppo dell'agricoltura e delle foreste negli anni 1975-1976 e 1977" Esame proposta di legge n. 83: "Interventi a sostegno delle strutture e della cooperazione agricola e per l'associazionismo" Esame proposta di legge n. 48: "Individuazione ed istituzione dei Comprensori" Esame disegno di legge n. 254: "Individuazione ed istituzione dei comprensori nella Regione Piemonte".
Chiede di parlare il Presidente della Giunta, avv. Oberto.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Nel testo dell'ordine del giorno da me ricevuto come Consigliere mancava la voce "Interrogazioni ed interpellanze", che è stata inserita successivamente. Fra le interpellanze ve n'è una dei Consiglieri Ferraris e Fabbris alla quale competerebbe a me rispondere. Non sono però in grado di farlo, come ho già precisato ai proponenti, sia perché per il motivo che ho appena spiegato non mi ero preparato a farlo, sia perché la voluminosa documentazione in proposito mi è stata consegnata solo alle 23 di ieri sera, cioè al mio rientro da Roma. Trattandosi, tra l'altro, di questione assai importante, che comporterebbe addirittura una revoca o una sospensione di due decreti del Presidente della Regione, è necessario dunque rinviare la discussione dell'interpellanza.
I due proponenti hanno concordato su questa presa di posizione anche in relazione al fatto che un gruppo di cittadini della Baraggia sono venuti qui ed hanno esposto dei problemi che richiedono meditazione e che saranno esaminati entro la prossima settimana.



(Il pubblico in tribuna dissente)



PRESIDENTE

Faccio presente che al pubblico non è consentito né assentire n dissentire. Il Presidente della Giunta ha spiegato come gli sia stata consegnata solo ieri sera tutta la documentazione relativa all'importante problema. Ha ricevuto una delegazione e si riserva di proseguire oggi domani, dopodomani il suo esame.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Perdoni, ma devo interloquire ancora, perché un mio silenzio avallerebbe un impegno temporale da lei indicato - oggi, domani, dopodomani che io ho tassativamente escluso. Lo ho detto "nella settimana entrante" già prefigurando che sia la giornata di lunedì quella che mi consentirà di dedicare alla questione una delle ventiquattro ore soltanto che compongono anche le mie giornate.



PRESIDENTE

Per quanto riguarda gli Istituti professionali, l'Assessore Borando ha ricevuto, unitamente alle forze politiche, una delegazione, con la quale vi è stato un confronto su determinati temi prospettati. Il problema sarà ridiscusso martedì alle ore 20, poiché è stato fissato per tale data un nuovo incontro in merito alle scuole professionali.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente a) Congedi


PRESIDENTE

Sono in congedo i Consiglieri Gerini, Giovana, Nesi, Zanone, Minucci.


Argomento:

b) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha apposto il visto alla legge regionale 13/3/1975 concernente: "Integrazione a carico della Regione del fondo speciale per gli asili-nido".


Argomento:

c) Risposta scritta ad interrogazione


PRESIDENTE

E' stata data risposta scritta da parte dell'Assessore Petrini all'interrogazione del Consigliere Calsolaro in merito all'eventuale municipalizzazione dei servizi di acquedotto.


Argomento: Varie

d) Grave episodio di violenza fascista a Milano


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, un altro grave episodio di violenza fascista è avvenuto ieri sera a Milano, provocando la morte di un giovane studente Claudio Varalli, di 18 anni, abitante a Bollate, ucciso da alcuni criminali fascisti che hanno sparato da bordo di una vettura, dandosi successivamente alla fuga, in via Durini, nel centro di Milano. L'episodio si è verificato mentre dei giovani aderenti al Movimento studentesco, a seguito di una manifestazione, si trovavano in piazza Cavour. Da un'auto occupata da tre fascisti sono partiti dei proiettili che hanno ucciso il giovane studente.
E' stato già accertato che la vettura è di proprietà di un noto estremista di destra, neofascista.
L'episodio viene a porre un ulteriore elemento alla strategia della tensione, che è andata aggravandosi in quest'ultimo periodo ed ha visto gravissimi attentati, in Toscana e nelle Marche. Mentre esprimiamo il nostro cordoglio alla famiglia del giovane ucciso, sentiamo di dover ribadire l'impegno di tutte le forze democratiche ed antifasciste affinch venga stroncata questa strategia, anche in relazione al delicato momento che il Paese sta per affrontare con le elezioni, che tutti auspichiamo possano svolgersi in un clima di democrazia e di civile convivenza.



(L'assemblea, che ha ascoltato in piedi la rievocazione, osserva un minuto di silenzioso raccoglimento)



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

A nome della Giunta desidero esprimere piena solidarietà con il giudizio espresso dal signor Presidente del Consiglio e fatto proprio dal Consiglio Regionale.



PRESIDENTE

Qualcuno intende intervenire sulle comunicazioni? Ha allora la parola il Presidente della Giunta, per le sue comunicazioni.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente della Giunta Regionale


OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Signor Presidente, signori Consiglieri, in verità, non sono latore di notizie molto buone, e soprattutto molto precise.


Argomento: Università

a) Problemi dell'Università in Piemonte


OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Come loro sanno, ieri ho avuto un incontro a Roma con il Ministro Malfatti per i problemi delle Università in Piemonte. Il Ministro ha innanzitutto precisato che non aveva inviato al Presidente della Regione Piemonte, così come non aveva inviato ad alcun Presidente di Regione, il testo di una prima bozza di ipotesi risolutiva del problema dell'insediamento delle Università nelle varie Regioni italiane e che quanto è fuoruscito o è apocrifo o è frutto di consegna non debita di questo suo testo, presentato al CIPE, e sul quale si riserva ulteriori sue determinazioni quali Ministro della Pubblica Istruzione.
Ha successivamente confermato quanto in precedenti colloqui mi aveva detto, e che io ebbi opportunità di riferire al Consiglio Regionale, circa i criteri di fondo che la politica governativa segue in tema di università.
I criteri sono: valutazione globale, sì, del problema relativo agli insediamenti universitari, ma assoluta priorità, nella scelta delle collocazioni e delle ubicazioni delle istituende nuove università, alle Regioni italiane che sono fino a questo momento prive di istituto universitario, ovviamente in quanto il CIPE, esaminando la proposta presentata dal Ministro, concordi su di essa. Per Regioni prive di università, si intendono le Regioni che assolutamente mancano dell'istituto regionale e altre due o tre Regioni che hanno istituti non riconosciuti come abilitati a rilasciare diplomi o lauree validi: queste Regioni sono essenzialmente nel Meridione d'Italia, e ad esse anche sotto questo profilo verrà riservato un trattamento preferenziale. Solo successivamente, il discorso si porterà all'insediamento di altre università in altre Regioni.
Gli indirizzi dati nel documento costituiscono una linea indicativa che non esclude un successivo aggiornamento con aggiunte e non costituisce neanche un punto assolutamente fermo, essendovi disponibilità a recepire le osservazioni che possano ancora essere portate alla considerazione del Ministro e del Governo da parte delle Regioni.
Il Ministro ha precisato che la inclusione della istituzione, intanto nella parte orientale della Regione Piemonte di una università, senza determinazione specifica della collocazione in una città o in un'altra, ma certamente operativa in quella zona, vuol essere da parte della sua valutazione accettazione della segnalazione che è stata fatta dalla Regione Piemonte, riconoscendosi che la Università di Torino non solo scoppia ma è già scoppiata. Per cui, subito dopo il soddisfacimento dell'esigenza di Regioni prive di università, l'occhio e l'attenzione saranno portati a quelle Regioni, come il Lazio ed il Piemonte, che hanno assolutamente bisogno di trovare una soluzione per rendere attuabile, vivo, l'insegna mento a livello universitario.
Ho naturalmente prospettato al Ministro della Pubblica Istruzione la richiesta che è stata esplicitata in questo Consiglio Regionale da parte della Intercommissione che si è dedicata allo studio del problema universitario, studio che il Ministro ha dato prova di conoscere in termini molto precisi e, vorrei dire, esaurienti, così come gli ho fatto presente la richiesta avanzata dal Sindaco di Vercelli e dal Sindaco di Alessandria per essere successivamente ricevuti. Per la verità, questi Sindaci avevano chiesto di potermi accompagnare nella visita al Ministro, ed io ho dovuto rispondere loro che la convocazione era a titolo personale (naturalmente in quanto Presidente della Regione) e che non potevo arbitrarmi di far compiere loro un viaggio a Roma con il pericolo che non si potesse verificare la circostanza dell'incontro a tre, a quattro o più, soprattutto in quanto evidentemente avrei dovuto far correre questo stesso rischio alla Intercommissione, che non poteva essere estranea a questo colloquio.
La data non è stata fissata da parte dell'onorevole Ministro, il quale mi ha però assicurato che l'argomento sarà esaminato con la maggior rapidità possibile perché si possa verificare l'incontro a livello più ampio, sottolineando tuttavia l'opportunità di attendere che il CIPE prenda visione del documento almeno per una deliberazione iniziale, in maniera che il discorso successivamente cali in una possibilità realistica e concreta per quanto attiene alla soluzione dei problemi. Ha assicurato che il Piemonte è all'attentissima attenzione sua e che si augura che nell'arco di tempo prefigurato del 1985 possa risolversi parzialmente il problema che riguarda anche le università piemontesi.


Argomento: Unita' locali dei servizi sociali ed assistenziali e dei servizi sanitari

b) Ricorso alla Corte Costituzionale per la legge regionale concernente "Intervento straordinario a favore dei titolari di pensioni sociali in relazione al rincaro del costo della vita ed in particolare del riscaldamento"


OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Arrivato a Roma, ho avuto notizia che nella seduta-lampo del Consiglio dei Ministri, che era stata convocata quella mattina, e che, secondo un comunicato dell'Ufficio stampa della Presidenza del Consiglio dei Ministri iniziatasi alle 12,30, è terminata alle 12,50 (salvo errore di valutazione seduta veramente lampo, dunque, durata appena venti minuti), la Presidenza del Consiglio dei Ministri, dopo aver sentito la relazione del sen. Marcora in merito all'incontro dei Ministri dell'Agricoltura della CEE (che ha risolto la controversia sull'esportazione del nostro vino in Francia in modo relativamente soddisfacente, poiché effettivamente Marcora è riuscito puntando i piedi, ad ottenere qualcosa di concreto), dopo avere ascoltato la relazione dell'on. Cossiga, Ministro per la organizzazione della Pubblica Amministrazione, sull'esito positivo della vertenza con il pubblico impiego relativa alla indennità di contingenza, per cui sono rientrate manifestazioni di sciopero previste, dopo avere seguito la relazione dell'on. Pedini sul risultato positivo del negoziato svoltosi a Bruxelles nel Consiglio ESRO per la costituzione dell'Ente spaziale europeo dopo che l'onorevole Presidente del Consiglio ha ringraziato i tre relatori dopo che, su proposta del Presidente stesso, ha disposto un disegno di legge che proroga il termine stabilito dall'art. 2 della legge 14 agosto '74 (resosi necessario per consentire l'approfondimento delle complesse indagini sulle effettive esigenze di personale delle singole amministrazioni) ed ha varato due altri schemi di decreti del Presidente della Repubblica concernenti la riduzione delle dotazioni organiche dei ruoli del personale dei Ministeri degli Affari Esteri e dell'Interno dopo che su proposta del Ministro per gli Affari Esteri, on. Rumor, ha esaminato un disegno di legge per l'approvazione e la esecuzione dell'accordo con la Svizzera relativo alla imposizione dei lavoratori frontalieri alla compensazione finanziaria a favore dei Comuni italiani accordo che prevede eccetera eccetera oltre ad avere deliberato ancora la promozione a Consigliere della Corte dei Conti, come primo referendario, del dott. Silvio Pargamano, del dott. Lazzaro, del dott. Lenero, e la promozione a vice-avvocato generale dello Stato dei sostituti avvocati Graziano e Masini e la nomina a segretario generale della Programmazione del dott. Giovanni Landriscina procedendo ad un ritmo che dovremmo davvero prendere ad esempio, non le pare, signor Presidente del Consiglio, per imprimere maggior celerità ai nostri lavori, perché è cosa che lascia davvero attoniti che fra le 12,30 e le 12,50 si sia potuta svolgere una tale mole di lavoro ha preso un altro provvedimento, per noi di grande rilievo, del quale l'Ufficio stampa non dà notizia: quello della restituzione della legge che noi avevamo riadottato relativa alla corresponsione di contributi per l'ammontare di due miliardi riprendendo l'argomento in base al quale in precedenza già la legge era stata rinviata all'esame del Consiglio Regionale.
La cosa che più mi ha sorpreso è che, quando fui interessato in proposito da qualcuno che aveva avuto notizia di questo provvedimento seppi anche che intorno alle 18 di ieri sera era già stato notificato, a mezzo dell'Ufficiale giudiziario del Tribunale di Torino, a me, come Presidente della Regione, il ricorso del Presidente del Consiglio dei Ministri contro il Presidente della Regione Piemonte per la dichiarazione di illegittimità costituzionale della legge regionale 27 marzo '75, recante "Intervento straordinario a favore di titolari di pensioni sociali in relazione al rincaro del costo della vita ed in particolare del riscaldamento". Il mio stupore, signor Presidente, non è tanto di Presidente della Regione quanto di modesto avvocato, nel veder notificato alle 18 di sera un provvedimento che non poteva essere stato preso a Roma prima delle ore 12,50 di quello stesso giorno.
Ho letto il contenuto di questo ricorso: gli argomenti sono quegli stessi che figuravano nella lettera che aveva costituito motivo da parte del Consiglio Regionale di ripresa in esame il 6-7 marzo di quest'anno. La lettura ha accresciuto in me la convinzione che la Regione dovrà costituirsi dinanzi alla Corte Costituzionale per semplicemente ripetere gli argomenti che come modesti operatori del diritto e legislatori quali siamo, avevamo prospettato nel riadottare la legge, e cioè che si tratta di un intervento una tantum, che assolutamente non interferisce con la norma legislativa relativamente ai pensionati, si tratta semplicemente di corrispondere un contributo una tantum a cittadini che hanno un determinato status, quello appunto del pensionato, nei confronti del quale la Regione ha ritenuto opportuno determinare una particolare attenzione, che non offende certamente la pluralità dei cittadini e non interferisce nella legge sugli argomenti di previdenza e di assistenza sociale, e che costituisce un atto autonomo della volontà espressa dal Consiglio Regionale, accogliendo le proposte della Giunta Regionale stessa, il che verificandosi questa impugnativa, pare a me sia anche mortificazione in linea di fatto di libere scelte e determinazioni del Consiglio Regionale del Piemonte.
Mi farò premura di consegnare, a titolo di conoscenza, al Presidente del Consiglio il testo di questo ricorso, per l'eventuale trasmissione ai Capigruppo.
Una notizia parzialmente favorevole è quella che ho potuto assumere conferendo con il Ministero della Sanità: ho avuto l'assicurazione (mi spiace che non ci siano gli Assessori interessati) che entro quattro o cinque giorni, essendo firmato già il decreto, dovrebbe pervenire la quota (che sta tra i 7.345.000, e pertanto insufficiente) per il pagamento delle dovute mensilità agli organi ospedalieri.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

c) Situazione occupazionale: "Ferodo, Emanuel, Magnoni e Tedeschi"


OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Tra le vertenze di carattere sindacale, che aumentano sempre, ho il piacere di dire che una almeno è andata in porto, quella della Ferodo dove mi sono recato nel pomeriggio di lunedì, presenti anche i Consiglieri Soldano e Lo Turco. Ho preso contatto con la dirigenza, direi addirittura con l'amministrazione e successivamente con i rappresentanti dei lavoratori; è stata portata innanzi una certa opera di mediazione raccolta successivamente dal signor Pretore che è stato investito (ex art. 700 del Codice di procedura civile) per emettere dei provvedimenti di urgenza e che è riuscito, sulla linea che avevamo praticamente concordato, a far concludere abbastanza pacificamente ed in termini positivi la vertenza che comporta il licenziamento - evidentemente contestato dai sindacati - di soli 32 dipendenti, del mantenimento delle altre centinaia di operatori con la certezza che entro l'anno non vi saranno provvedimenti di quel genere e di un trattamento economico-finanziario nei confronti dei licenziati in maniera da contemperare un poco quelle che sono le difficoltà in cui vengono a trovarsi.
Ieri era una giornata particolarmente difficile per trovare i Ministri in sede, almeno quelli che erano interessati ai nostri problemi e così non ho potuto conferire personalmente con il Ministro delle Partecipazioni, con il Ministro del Lavoro, con il Ministro dell'Industria relativamente ai due principali problemi "caldi" che sono oggi all'attenzione della Regione Piemonte e del Consiglio Regionale piemontese: intendo dire quelli della Magnoni &Tedeschi e della Emanuel.
Tutti loro, passando qualche volta in Piazza Castello, avranno notato l'esigenza che la Regione allunghi ormai il muro di facciata perché lo spazio non consente la collocazione di altri striscioni che indicano manifestazioni dei lavoratori che volgono il loro sguardo e le loro attese alla Regione la quale - va ripetuto - è sostanzialmente impotente ad operare se non sul piano della buona volontà, dell'interesse attento a tutti i problemi sotto il profilo politico per chiedere a chi di ragione un pronto intervento.
Io vorrei, con tutto il rispetto, chiedere ai Consiglieri Regionali di voler rendere conto di questa situazione nei confronti dei rappresentanti dei lavoratori e dei lavoratori stessi: la Regione non ha in concreto nessuna possibilità operativa, la Regione ha una grossa carica di responsabilità politica responsabilmente assunta, per fare in maniera che qualcuno questi problemi riesca a risolverli; la Regione ha dato la misura di come, operando in questa direzione, qualche volta riesca a metterne a segno le soluzioni.
Vi dirò della questione Emanuel innanzi tutto.
Il problema Emanuel è gravemente compromesso dalla situazione giuridica in cui si trova, più ancora che giuridica, giudiziaria: vi è una dichiarazione di fallimento e il curatore sta andando, perché a lui questo compete, alla ricerca di soluzioni. Ad un certo momento comparve all'orizzonte un'azienda Rosso la quale ha condotto il discorso di trattative per dei mesi. Il discorso è stato sviluppato anche da parte dell'Assessore al Lavoro. Per la verità a me era stata prospettata anche una diversa soluzione, ne feci parola con il curatore il quale si adoper in quella direzione ricevendo tuttavia, a quel momento, una risposta non positiva. Tutti loro sanno ormai che quando c'è una dichiarazione di fallimento il problema diventa di difficile soluzione perché, dovendo il curatore procedere alla vendita dei beni che costituiscono la massa attiva del fallimento per soddisfare crediti privilegiati o chirografari dei creditori, egli è per legge tenuto - fatte le debite ricerche - a procedere alla vendita dei beni stessi. La valutazione degli immobili e dei fabbricati della Emanuel fatta dalla perizia della curatela fallimentare indica un valore di due miliardi e 200 milioni; l'offerta ultima che è stata fatta dal gruppo Rosso è di un miliardo e 200 milioni; non ritenuta sufficiente e congrua, è tuttavia oggetto di trattative nel senso che la curatela, con l'autorizzazione del giudice delegato, potrebbe diminuire la sua richiesta e la Rosso aumentare la sua offerta.
A questo momento si aprono le due altre (dico due, ma potrebbero anche essere tre) ipotesi di interesse di aziende torinesi e di un'azienda bolognese ed il curatore sta in questo momento esaminando e discutendo con queste imprese. Una di queste si propone però - ove l'acquisto dell'attività fallimentare venisse in capo suo - di trasformare completamente la materia di produzione, il che comporterebbe una riduzione drastica, e con carattere permanente, del personale. Anche se dal punto di vista economico valutabile attentamente da parte del curatore fallimentare che deve fare, per legge, gli interessi dei creditori della azienda fallita, costituisce una grossa situazione di difficoltà che il Presidente della Regione, l'Assessore al Lavoro, ma mi lascino sottolineare, tutta la Giunta Regionale (che è in questa direzione interessata, che ha sempre detto quelli che sono i limiti della sua competenza oltre che della sua capacità per risolvere questi problemi) giudicano insormontabile perché la direzione verso la quale si cammina è quella della salvaguardia del posto di lavoro. La cosa è fattibile nelle altre due operazioni, anche se in maniera graduale perché una certa diminuzione immediata di lavoratori dovrebbe e potrebbe esserci, ma la prospettiva è che la risalita in termini anche relativamente brevi possa avvenire.
Questo discorso l'ho fatto ripetutamente con i rappresentanti della Emanuel che con frequenza quasi quotidiana vengono a salutarmi per avere notizie.
A livello ministeriale ieri dalla Segreteria del Ministro ho avuto questa notizia: confermata la richiesta avanzata dall'Assessore al Lavoro di un incontro, quanto più possibile rapido; il discorso è aperto, ma il Ministero del Lavoro non ha in questo momento prospettive concrete di intervenire se questo non viene obiettivamente portato avanti dal curatore del fallimento con delle proposte definitive e decisive, sottolineando che il tentativo per fare intervenire anche in questa direzione la GEPI, non ha trovato - almeno sino a questo momento - accondiscendenza, per cui non bisogna creare delle illusioni per poi dare ulteriori delusioni. Il che certamente non esclude la continuità dell'impegno del Presidente, della Giunta e del Consiglio Regionale per trovare una soluzione.
Il problema della Magnoni &Tedeschi che è, nel quadro complessivo l'ultimo arrivato, è sostanzialmente forse quello più scottante. Nella giornata di sabato in Piazza Castello, davanti alla sede della Regione, vi sarà un incontro tra lavoratori, sindacati, forze politiche e la stessa Regione per richiamare, oltre che con gli striscioni, anche con i discorsi l'attenzione di tutta quanta la Regione Piemonte.
La Magnoni &Tedeschi è un grosso problema perché tocca l'intera vallata, la valle di Lanzo in modo particolare, ma non soltanto quella.
Il discorso è stato condotto da me con il dr. Palumbi al Ministero dell'Industria, ripeto, in assenza del Ministro on. Donat-Cattin. Quello che ho potuto acquistare da questo colloquio è che è in corso di registrazione il decreto che riguarda un piano generale per la ristrutturazione di tutte le aziende dell'Italia. Sembra - non mi è stato possibile accertare di più - che si tratti di un decreto che propone, in termini volitivi, il proposito del governo di intervenire; non sembra vorrei che fosse attentamente considerata questa cautela nelle mie dichiarazioni - o almeno non mi è stato detto, nonostante le reiterate sollecitazioni, che in questo decreto sia indicata già la somma che il governo metterebbe a disposizione per il rifinanziamento delle leggi che possono essere invocate come operative in questa materia. Il che evidentemente sarebbe proposito di buona volontà, ma concretamente manca poi il volano effettivo che è quello dei soldi necessari, nel caso concreto dei molti miliardi necessari, perché questo rifinanziamento possa concretamente operare.
Io mi auguro che nell'incontro che si è verificato ieri con il Ministro Colombo, Andreotti, Toros, e Donat-Cattin quanto quest'ultimo aveva energicamente sostenuto trovi accoglimento e che nella giornata di domani si possa arrivare ad una determinazione e ad un impegno da parte del Ministero del Tesoro della quantificazione di questo finanziamento.
Ove questo si verifichi bisognerà che ci siano delle prese di posizione, senza le quali la GEPI autonomamente non può intervenire e questo mi è stato dichiarato ancora nell'incontro avuto con il dr.
Grassini, in termini che mi sono appuntato per non andare al di là di quelle che sono le posizioni attuali. Bisognerà che a quel punto (nel caso concreto la curatela non è di fallimento, ma è di amministrazione) vi sia la richiesta di intervento da parte del prof. Picatti che produca il suo piano documentato di ristrutturazione, con la specificazione dei previsti investimenti. Se manca questo le sollecitazioni che l'organo governativo fa sulla GEPI cadono nel nulla perché non vi è la voce dell'interessato che chiede e che propone la ristrutturazione dell'azienda. Ho avuto a questo proposito dei contatti telefonici con il prof. Picatti, gliel'ho fatto presente e l'argomento sarà oggetto di un suo colloquio con il giudice del tribunale.
Ove questo sia, il contributo sul volume degli investimenti potrà arrivare fino ad una quota massima del 70%. Mi è stato precisato ancora dal dr. Palumbi che in ogni caso, a questo scopo, importante sarà l'esame del piano ed il parere che ne darà l'istituto prescelto per il finanziamento.
Tutta questa larga esposizione - che completo con le particolari precisazioni da me appuntate e fattemi dal prof. Franco Grassini che è il direttore generale della S.p.A., ricordiamocelo sempre, di una S.p.A, che ha un Consiglio di amministrazione, che ha delle responsabilità - in relazione a questo argomento chiarisce, a luce meridiana, che alla data del 14 o 18 maggio (cito a memoria) posta come termine per le indicazioni - ed i sindacati sono giustamente di questo preoccupati - non sarà possibile comunque (salvo che domani il finanziamento ci sia, salvo che dopodomani vi sia la richiesta da parte dell'azienda interessata e nel caso concreto del prof. Picatti con la presentazione di un piano di ristrutturazione e con l'indicazione di chi gestirà la Magnoni &Tedeschi) senza una partecipazione finanziaria procurata diversamente, che la gestione possa essere assunta in persona prima dalla S.p.A. GEPI. Il prof. Grassini - al quale ho obiettato che vi è un telegramma indirizzato dal signor Ministro dell'Industria all'Assessore al lavoro Conti nel quale si dice che il CIPE ha investito, o avrebbe investito la GEPI per questa operazione - dice: "Nessuna domanda di intervento della GEPI è pervenuta dalla Magnoni Tedeschi, ogni eventuale nuovo intervento della GEPI è subordinato alla disponibilità di adeguati mezzi finanziari per provvedere i quali da parte governativa è stato annunciato un provvedimento di cui (e conferma quello che io ho saputo attraverso il colloquio con il dr. Palumbi) non si conosce attualmente alcun particolare, né per l'ammontare, né per i tempi di erogazione". Precisa ancora il prof. Grassini che dal CIPE, unico organo competente per legge ad emanare direttive e a segnalare priorità alla GEPI nessuna segnalazione è ancora pervenuta relativamente alla Magnoni Tedeschi.
Le notizie di prima mano sono pertanto quelle che con tanta amarezza ho avuto il dovere di riferire al Consiglio Regionale. Aggiungo però che il prof. Grassini, di fronte alla gravità della situazione che vi ho illustrato, ha dato la sua assicurazione personale che se il meccanismo fosse messo in moto nei modi prescritti dalla legge, darebbe tutta la sua particolare e personale attenzione per risolvere in termini positivi la cosa essendo perfettamente a conoscenza dell'attuale drammatica situazione del nostro Piemonte.
Sono rammaricato, signor Presidente del Consiglio, colleghi Consiglieri, di aver dovuto fare questa esposizione, certamente molto amara, necessaria tuttavia per il rispetto dovuto alla verità, ma tutti dobbiamo assumere, nella pienezza della personale responsabilità, la convinzione che alla Regione si possono chiedere interventi di buona volontà politica a cui è disponibile, ma non si possono chiedere momenti risolutivi in termini concreti e questa dichiarazione la faccio con la pienezza di responsabilità perché, ripeto, non voglio creare per nessuno delle illusioni che potrebbero essere delle delusioni.
Loro conoscono anche il mio personale interessamento, fatte queste dichiarazioni accetteranno, detta in termini infinitamente più pacati, la dichiarazione piena della mia personale disponibilità, dell'Assessore al Lavoro e della Giunta ad ascoltare, ad accompagnare, a coadiuvare le attività di rivendicazioni perché il Piemonte non abbia ulteriormente questa sciagura di una disoccupazione che vuol dire per centinaia, per migliaia di lavoratori, (la crisi coinvolge 300.000 persone) il pericolo del lavoro che significa pericolo della tranquillità familiare, che può, in alcuni casi, significare anche la mancanza del pane.
La Regione, finché avrò la responsabilità di esserne alla testa, non trascurerà nulla, ma farà soltanto, ovviamente, quello che può fare.



PRESIDENTE

E' aperta la discussione sulle comunicazioni del Presidente della Giunta. La parola al Consigliere Besate.



BESATE Piero

Signor Presidente, incomincio dai problemi dell'occupazione e mi limito ovviamente alle due aziende sulle quali lei si è intrattenuto particolarmente, dando per scontato, ma per questo non meno importante, che la nostra attenzione è sempre rivolta a tutto il complesso del problema occupazionale, primo fra tutti quello della Montefibre.
Le dichiarazioni, dettagliate, circostanziate, concernenti la vicenda della Emanuel che lei ha reso stamattina dando un quadro più comprensibile anche per chi non si era direttamente interessato alla questione, ci dicono (e tralascio, non perché non sia importante, ogni altra considerazione circa la situazione dei lavoratori, che abbiamo già fatto tante volte) che tutti gli elementi che ne fanno parte, vale a dire proprietà, creditori curatore, lavoratori, tribunale ecc. entrano anche in conflitto, sono contraddizioni non volute da noi, non volute da nessuno, ma che sono obiettivamente in conflitto e tuttavia fra tutte le strade che ci si presentano noi ribadiamo, come è stato detto nell'ordine del giorno dell'altro ieri, che deve essere perseguita la soluzione che maggiormente assicura il proseguimento dell'attività per l'occupazione. Altre soluzioni ovviamente non possono interessare l'organo pubblico, la Regione, il Consiglio, anche se economicamente per i creditori possono essere più vantaggiose. Una liquidazione di tipo fallimentare o concordatoria si pu sempre trovare, ma se è una soluzione che può trovare un suo adempimento sul piano giuridico, ma non sul piano sociale evidentemente è una soluzione negativa. Per cui noi ribadiamo quanto è stato detto qui martedì: la soluzione va ricercata sempre e soltanto in questa direzione. Si è manifestata una differenza di prezzo per l'acquisto della Emanuel, di qualche centinaio di milioni senza trascurare che, pur con moneta svalutata, si tratta di centinaia di milioni (non venga frainteso quanto sto dicendo, non conosciamo nessuno di questi gruppi, né personalmente, n per sentito dire) quando ci si trova davanti a certi tipi di opposizione se di questo si tratta, dal punto di vista dei creditori che pure hanno i loro diritti e hanno anche la facoltà giuridica legale di farli valere e di bloccare il proseguimento di un'operazione si inserisce veramente l'intervento di natura politica in tutta la sua efficacia, in modo tale da portare alla soluzione.
Sabato ci sarà questo dibattito in Piazza Castello e lei signor Presidente, da quanto dicono i giornali, ha già dato la sua adesione assieme al Ministro Donat-Cattin.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Non con il Ministro, perché non so...



BESATE Piero

Lei non può rispondere del Ministro, questo è ovvio, ma mi pare che lei abbia già dato la sua adesione al dibattito.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Non ho potuto dare il consenso di attaccare gli altoparlanti alla luce elettrica della Regione perché avrei commesso un peculato.



BESATE Piero

Comunque ci vedremo lì a breve scadenza.
Per quanto riguarda la Magnoni &Tedeschi le sue dichiarazioni dicono che la situazione è veramente allarmante. Lei ha detto di essere amareggiato di voler fare quella comunicazione e che la necessità che la Magnoni &Tedeschi chieda l'intervento della GEPI è sempre più urgente. Il sistema posto in atto da una società finanziaria di gestione come la GEPI la quale usa criteri alquanto privatistici, a fronte di problemi del genere, che tutt'al più sente la pressione dei Ministri, ma poi decide col suo Consiglio di amministrazione sulla base del piano di ristrutturazione e delle valutazioni dell'istituto di credito interessato, crea discrasie a non finire e chi paga sono i lavoratori. Più che la buona volontà, direi che la politica che si deve perseguire deve essere tale da incidere anche sulla trasformazione di queste strutture, di questo tipo di organizzazione nell'intervento pubblico a livello centrale che veramente non lascia niente alle Regioni e poco allo stesso governo il quale manifesta della volontà e non può fare altro che mettere a disposizione dei quattrini, rifinanziare una legge e poi tutto passa nelle mani di un Consiglio di amministrazione che agisce come agisce.
E passo al problema dell'Università, che ha pure formato oggetto delle sue comunicazioni. E' stato detto che il documento presentato dai giornali non corrisponde alla realtà, io non lo so, per ora il documento non lo conosco, ne prenderò visione se lei ne è in possesso.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Non l'ho avuto perché destinato al CIPE.



BESATE Piero

E questo è molto strano. Quello che però non si capisce è se il Ministro, nel presentare al CIPE le sue idee circa le Università che si riferiscono poi sempre ad una legge, ha riferito quelle che sono le proposte delle Regioni o se ha fatto soltanto le sue proposte. L'importanza di tutto quanto va avanti risiede nei criteri che si devono stabilire, non solo quantitativi ma anche qualitativi. In particolare per quanto riguarda il Piemonte noi abbiamo indicato tre punti ben precisi che devono essere tenuti nella dovuta considerazione, seppure in una gradualità di intervento anche stante la limitatezza dei mezzi finanziari a disposizione.
Più importante ancora è sapere, come lei certamente saprà, signor Presidente, che il Consiglio di amministrazione della Università di Torino nel bilancio-programma presentato alcune settimane fa, ha un capitolo dedicato alle nuove Università col quale ribadisce di aderire pienamente alle determinazioni del Consiglio Regionale e critica molto fortemente quelle di alcune frange dell'Università di Torino che hanno favorito il sorgere di corsi così detti liberi in alcune province del Piemonte.
Noi credo ci dobbiamo attenere, fino a quando non modificheremo la nostra posizione (ma non credo che la modificheremo perché vale) alle delibere del Consiglio Regionale che vanno difese perché sono state prese con criteri che sono il frutto di una lunga elaborazione.
Ripeto, l'Università in un solo centro non è solo una individuazione del Consiglio Regionale piemontese, ma degli stessi legislatori nazionali che con la legge universitaria che non andò in porto per lo scioglimento anticipato del Parlamento lo avevano precisato, ed era la maggioranza parlamentare.
Quindi, quando lei dice signor Presidente, che il Ministro parla di Piemonte orientale in generale e che c'è chi considera ancora la possibilità di una proliferazione, della distribuzione di un certo tipo di strutture universitarie in Piemonte, ci allarma molto perché non pensiamo tanto se l'Università debba essere a Novara, a Vercelli, ad Alessandria o a Cumiana, ma che deve esserci il servizio universitario, un'Università veramente a livello delle esigenze del 1980. In questo senso l'azione che il Presidente e l'Intercommissione condurranno è determinata da una linea che è stata scelta dal Consiglio Regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Garabello.



GARABELLO Enzo

Sarò molto breve perché ritengo che purtroppo non ci sia molto da dire.
Sono passati solo due giorni dall'ultimo dibattito, il Presidente della Giunta ha puntualmente eseguito le cose che martedì si era impegnato di fare a Roma, ci porta delle notizie che francamente non sono quelle che attendevamo.
La situazione quindi rimane interlocutoria con un tono di preoccupazione. Mi pare che non si possa fare altro che riconfermare le posizioni che l'altro giorno il Consiglio ha preso: in merito alla Magnoni Tedeschi, sulla base delle dichiarazioni del CIPE e dei Ministri non sono chiare le posizioni: occorre quindi sapere qualcosa di più preciso.
Per quanto riguarda la Emanuel vi sono delle vie buie, qualcuna con un piccolo spiraglio. Seguiamolo, andiamo a toccare tutto quello che è possibile, per vedere di concludere qualcosa. Ritengo che non mancherà al Presidente della Giunta la completa solidarietà del Consiglio Regionale per fare quel poco, che nel poco generale anche noi possiamo fare, soprattutto come sostegno politico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Lo Turco.



PRESIDENTE

LO TURCO Giorgio



PRESIDENTE

Signor Presidente mi rendo conto che di fronte alla grandiosità dei problemi della Magnoni &Tedeschi e dell'Emanuel, dove è in gioco il posto di lavoro per centinaia di lavoratori, portare qui un'altra parola sulla questione della Ferodo può sembrare assurdo, voglio comunque spendere una parola lo stesso e, a differenza del tono un po' ottimista del Presidente ritengo che la conclusione a cui si è pervenuti è una sconfitta e non una vittoria perché se è vero che i licenziamenti sono soltanto 32, è anche vero che le richieste di licenziamento erano 36 e tutto ciò che è cambiato è il fatto che di fronte alla conclusione della vertenza verranno ritirate le denunce.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

C'è l'assicurazione per tutto l'anno però.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

LO TURCO Giorgio



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Io avrei voluto vedere quel giudice che di fronte alla lotta per difendere il posto di lavoro avrebbe avuto il coraggio di incriminare i lavoratori che non facevano altro che difendere un diritto che la stessa legge gli dà. E' una constatazione amara perché mentre - e giustamente per l'Emanuel, per la Magnoni &Tedeschi c'è stata la piena solidarietà degli enti locali, del Consiglio Regionale, della Regione, della popolazione, devo dire che a Mondovì questa solidarietà non c'è stata e secondo me si è persa una grossa occasione; sono state raccolte centinaia di firme per chiamare anche l'ente locale a dibattere pubblicamente la questione, ma è stato detto esplicitamente che non si crede in queste cose.
Ancora una volta chi paga è il Monregalese. Probabilmente nei giorni futuri si dirà che comunque l'occupazione aumenta. Io vorrei vedere dov'è che aumenta: l'Abitificio Rossi, la Richard Ginori, la Ferodo, probabilmente presto la Valeo e altre piccole imprese sono in crisi, il depauperamento del Monregalese continua e chi è che paga è ancora la gente che lavora.
Io dico queste cose anche perché quando ci siamo trovati con la signorina Soldano, ha detto di aver dovuto interrompere un dialogo perch si è trovata di fronte ad un muro, è una constatazione amara della nostra impotenza di fronte a dei padroni che chiamare straccioni è dir poco ancora una frase abbastanza ottimistica per non essere ancora più pesanti.
Il risultato è che 36 licenziamenti sono stati chiesti, di questi 32 vanno ad aggiungersi alle altre centinaia che si sono avuti nel Monregalese; questo deve farci riflettere, dobbiamo cominciare a fare qualcosa per vedere di coinvolgere quella gente che resta ancora fredda di fronte a questi drammi in una lotta che è una lotta di democrazia, di civiltà e di sviluppo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Franzi.



FRANZI Piero

Signor Presidente, ritengo mio dovere portare in sede di Consiglio le considerazioni della popolazione di Vercelli in relazione alle notizie diffuse dalla stampa quotidiana sulla possibilità di una correzione delle decisioni a suo tempo adottate dal Consiglio per quanto riguarda la collocazione dell'Università nel Piemonte orientale.
A suo tempo non si è avuta la possibilità di esaminare quel famoso documento dell'IRES, e non sono stati interpellati i rappresentanti delle popolazioni locali: sindaci e Presidente dell'amministrazione provinciale.
L'augurio che le popolazioni del Vercellese fanno tramite mio, è proprio quello che il CIPE tenga conto delle loro istanze.


Argomento:

Sul programma dei lavori del Consiglio Regionale.


PRESIDENTE

E' così chiusa la discussione sulle comunicazioni del Presidente della Giunta. La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Prima dell'inizio del dibattito avevo chiesto di poter parlare.
Il nostro Gruppo è preoccupato per quanto riguarda il modo di lavorare del nostro Consiglio in questi ultimi quindici giorni: ci sono alcune leggi qualificanti che sono state oggetto di discussione e di approvazione da parte dei Capigruppo che rischiano di non essere discusse.
Noi ci rendiamo conto che la situazione, anche dal punto di vista esterno, è drammatica e comporta l'afflusso continuo di delegazioni ma per quanto possibile occorrerebbe stabilire dei momenti di incontro durante i giorni di lavoro, mentre mi dicono che vari Assessori si dichiarano indisponibili ed invitano le varie delegazioni a venire qui il giovedì.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Questo è un grosso errore.



BERTI Antonio

La seconda questione è di ridurre al massimo gli argomenti che possono essere rimandati, e anche alcune leggi. Noi siamo preoccupati perché leggi qualificanti come quella dei comprensori rischiano di non essere approvate dal Consiglio Regionale. Sappiamo che in quest'ultima settimana la riunione dei Capigruppo per fissare il calendario ha funzionato in modo non ordinato, per cui la formazione dell'ordine del giorno è stata oggetto di discussione in un modo secondo me non giusto.
Chiediamo quindi che la conferenza dei Capigruppo sia convocata per fissare in modo tassativo le questioni che devono essere discusse in Consiglio, e tra queste noi diciamo fondamentalmente la legge istitutiva dei comprensori e le due leggi in agricoltura, anche se per discutere queste bisogna escluderne altre.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, l'argomento è delicato e preoccupa tutto il Consiglio: quando si è alzato il Capogruppo Berti stavo pensando a quali iniziative ulteriori sia opportuno far ricorso per garantire una conclusione quale quella che ci siamo proposti e che qui più volte abbiamo dichiarato di voler ottenere per questa nostra legislatura.
Ribadisco l'impegno formale e totale del mio Gruppo a portare prioritariamente a conclusione i due gruppi di leggi che riguardano i comprensori, anche quelle per l'agricoltura, senza preclusioni per altre leggi. Sono naturalmente disponibile per eventuali incontri e per l'organizzazione di questo scorcio dei nostri lavori nel modo più efficiente.



PRESIDENTE

Volevo dire, a conclusione e puntualizzazione degli interventi, che la riunione dei Capigruppo si può fare nella giornata di domani, perché vi sono degli impegni da parte di alcuni Presidenti di Gruppo e del Presidente della Giunta. E' possibile domani alle 15.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Alle 15 precise sì, al mattino sono indisponibile in termini assoluti.



PRESIDENTE

Comunico che i rappresentanti degli interessi della Baraggia hanno pregato di avere un incontro con i rappresentanti delle forze politiche al termine della seduta di stamane.



BIANCHI Adriano

Va bene alle 15 di domani la riunione dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Allora i Presidenti dei Gruppi sono convocati alle ore 15 di domani in Via Maria Vittoria per formulare il calendario definitivo delle sedute fino alla scadenza del Consiglio.



FABBRIS Pierina

Non ho capito quando ci sarà l'incontro con i rappresentanti della Baraggia.



PRESIDENTE

Al termine di questa seduta.



FABBRIS Pierina

Vorrei fare una proposta: senza interrompere i lavori del Consiglio potrebbe aver luogo contemporaneamente, sospendendola quando ci sarà la votazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

Io ritengo che la proposta della collega Fabbris verrebbe incontro anche alle esigenze della delegazione che è qui da stamane alle 8.



PRESIDENTE

Prego allora i rappresentanti dei Gruppi di riunirsi nelle sale superiori per dialogare con i rappresentanti degli interessi della Baraggia vercellese.


Argomento: Unita' locali dei servizi sociali ed assistenziali e dei servizi sanitari

Esame proposte di legge nn. 17-74-140 concernenti i contributi agli Istituti di patronato ed assistenza sociale


PRESIDENTE

Passiamo al punto terzo dell'ordine del giorno "Esame proposte di legge nn. 17-74-140 concernenti i contributi agli Istituti di patronato ed assistenza sociale". La parola al relatore, professoressa Soldano.



FASSINO GIUSEPPE



SOLDANO Albertina, relatore

Le proposte di legge regionale nn. 17, 74 e 140 hanno come argomento comune la ricerca e l'approfondimento di norme ritenute indispensabili per la determinazione di contributi da assegnare agli istituti di Patronato e di Assistenza sociale operanti in Piemonte, nell'intento di assicurare e migliorare in senso qualitativo il servizio da essi svolto.
Nel quadro della legislazione vigente, è indispensabile fare riferimento anzitutto al D.L. 29.7.1974, n. 804, art. 1 al fine di precisare che "l'esercizio dell'assistenza e tutela dei lavoratori e da loro aventi causa per il conseguimento in sede amministrativa delle prestazioni di qualsiasi genere di leggi, statuti e contratti regolanti la previdenza e la quiescenza, nonché la rappresentanza dei lavoratori davanti agli organi di liquidazione di dette prestazioni, spetta agli Istituti di Patronato e di Assistenza sociale".
In altri termini, un'azione mirante a sviluppare e potenziare l'assistenza e la tutela a favore dei lavoratori passa attraverso il miglioramento di tali enti o Istituti di Patronato e di Assistenza sociale e della loro attività.
Essi sono ormai operanti nella nostra Regione in tutti i capoluoghi di provincia e altresì nei centri più importanti; hanno una propria struttura organizzativa, usufruiscono di personale specializzato, sono convenzionati con medici, con legali particolarmente esperti in materia previdenziale e a livello zonale, comunale o frazionale, si avvalgono, ove necessario, di "corrispondenti" al fine di ottenere una diffusione capillare dell'azione assistenziale.
A favore degli Istituti di Patronato sono erogati contributi da parte del Ministero del Lavoro, a norma dell'art. 4 del suddetto D.L. 29.7.1947 n. 804. Lo stesso Ministero del Lavoro, mediante circolare n. 19 del 4.9.1974, ha stabilito nuovi e più moderni criteri per la valutazione dell'attività degli Enti di Patronato e per la ripartizione dei fondi.
La valutazione risulta effettuata attribuendo ai diversi tipi di pratiche un punteggio diverso ed anche più giusto, in relazione sia all'impegno che le varie pratiche richiedono a coloro che operano nel Patronato, sia ai benefici reali che ai lavoratori pervengono dall'espletamento delle pratiche stesse. Inoltre, a decorrere dal 1974, la ripartizione dei fondi avviene per l'88% relativamente alle pratiche svolte, per il 12% relativamente all'organizzazione degli uffici.
Resta comunque da precisare che, nonostante i contributi del Ministero del Lavoro, anche in rapporto alla proliferazione degli Istituti di Patronato e di Assistenza sociale, i fondi a disposizione dei singoli enti risultano oggi insufficienti a garantire la continuità di un'azione adeguata ai bisogni e, al tempo stesso, realizzata in senso promozionale.
Nell'ambito della legislazione attuale, può essere utile annoverare l'art. 12 della legge 20.5.1970 n. 300 ("Norme sulla tutela della liberta e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell'attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento") nonché l'art. 9 della stessa legge relativo alla "tutela della salute e dell'integrità fisica".
Infine, come risulta posto in evidenza anche nelle relazioni illustrative delle proposte di legge n. 17 e n. 74, l'art. 4 dello Statuto della Regione Piemonte, convenientemente integrato dall'art 6 dello stesso Statuto, richiama l'impegno, da parte della Regione, a "realizzare le condizioni atte a rendere effettiva la tutela dei diritti dei lavoratori" nonché a promuovere e attuare "un'azione legislativa e regolamentare intesa a creare ed organizzare gli strumenti più efficaci per un preciso intervento a tutela della salute dei cittadini". In particolare, la Regione "favorisce la partecipazione dei comitati di fabbrica, dei lavoratori e delle categorie interessate alla gestione degli organismi e degli strumenti antinfortunistici, di medicina preventiva, di igiene generale, di igiene mentale, nonché di medicina curativa e riabilitativa".
Attualmente, nonostante l'entità dei contributi erogati dal Ministero del Lavoro a favore degli Istituti di Patronato, una parte rilevante della spesa occorrente a realizzare un'efficace azione di tutela dei lavoratori finisce per essere affrontata con molte difficoltà dalle stesse organizzazioni sindacali o dalle associazioni di categoria, che pure sono state promotrici della costituzione e del riconoscimento giuridico degli Istituti di Patronato e di Assistenza sociale.
Analogamente occorre rilevare che, in rapporto alle limitate disponibilità finanziarie dei singoli enti, l'attività di questi a favore dei lavoratori diventa spesso incompleta o insufficiente.
Occorre dunque rilevare la necessita che i Patronati, oltre all'attività di tipo assistenziale rivolta ai singoli, svolgano pure un'azione più incisiva e qualificante sul piano promozionale e su quello divulgativo. D'altra parte spesso i lavoratori, sia quelli delle fabbriche sia quelli delle campagne, non possono conseguire vantaggi, oltre che per mancanza di strumenti legislativi adeguati, anche per un'insufficiente conoscenza della legislazione in atto.
Si rileva dunque l'opportunità di preparare nuove leve di animatori sociali, sino a realizzare una presenza degli Enti di Patronato più attiva e moderna, in senso formativo e promozionale, in modo da superare l'attuale rigida impostazione schematica dei contributi assegnati esclusivamente come premio correlato con il numero delle pratiche svolte. Tali considerazioni sono chiaramente emerse anche nel corso della consultazione dei rappresentanti regionali e provinciali degli Enti di Patronato e di Assistenza sociale, svoltasi a cura della III Commissione consiliare.
I rappresentanti delle organizzazioni sindacali e di categoria hanno infatti evidenziato la necessità di riqualificare l'attività dei vari Patronati, mirando a passare dall'assistenza individuale a quella di tipo collettivo. Inoltre è stata puntualizzata l'urgenza di potenziare l'attività di prevenzione, in attuazione di quanto sancito dallo Statuto dei diritti dei lavoratori (artt. 9 e 12) testé citato.
Altro problema sottolineato è quello relativo all'impegno per impedire le evasioni contributive.
Tenuto conto dell'opera svolta dai Patronati di emanazione sindacale o di categoria e dalle ACLI, nonché del loro apporto alla soluzione dei problemi relativi agli Enti previdenziali e assistenziali, è doveroso cogliere le difficoltà di carattere economico in cui essi si trovano, tanto che oggi neppure la loro attività tradizionale assicurata in modo adeguato sul piano dell'efficienza. Tuttavia, pur tenendo nella dovuta considerazione tali difficoltà di ordine economico-finanziario che condizionano i bilanci, i consultati hanno evidenziato che occorre valutare come prioritaria la necessità di riqualificare l'attività svolta da enti che oggi, in rapporto alle specifiche competenze della Regione, in taluni settori quali la sanità e la tutela della salute e la formazione professionale, risulta strettamente correlata con l'impegno regionale.
Si profila dunque la necessità di un intervento della Regione, non soltanto in senso economico, ma anche per poter qualificare, in un certo senso per rilanciare l'attività dei Patronati Occorre garantire, accanto all'attività meramente "assistenziale" rivolta al singolo, anche lo svolgimento di un'azione incisiva sul piano promozionale e divulgativo.
Sulla base dei risultati della consultazione, non pare tuttavia opportuno distinguere nettamente le due forme di attività con l'attribuzione del 50% dei fondi da destinare in modo identico a ciascuna.
Pertanto, ribadita l'importanza della scelta politica per l'attività promozionale, si suggerisce, in via sperimentale, una percentuale maggiore per l'attività tradizionale e una inferiore per quella promozionale. Se infatti, per attività promozionale si intende l'organizzazione di corsi con specifico riguardo alla prevenzione degli infortuni e delle malattie il controllo della nocività delle aziende, i ritmi di lavoro, ecc., questo tipo di attività presuppone una fornitura ai Patronati di particolari strumenti e anche di personale specializzato.
Pare dunque opportuno avviare la sperimentazione prima di giungere a una decisione definitiva. D'altra parte, si deve anche prendere atto della carenza, a livello nazionale, del mancato finanziamento del tipo di attività promozionale, mentre è previsto soltanto il finanziamento dell'attività espletata in senso "assistenziale" e valutata mediante il meccanismo freddo e spesso acritico del punteggio ministeriale.
L'attività promozionale è dunque un elemento innovatore di tutta l'opera sin qui svolta dai Patronati di emanazione sindacale o di categoria e, in prospettiva, può contribuire ulteriormente alla realizzazione di un efficace sistema di sicurezza all'interno delle aziende, sia per il servizio di assistenza globale che presuppone di realizzare, sia per l'opera capillare di sensibilizzazione dei singoli soggetti che tende a svolgere.
Parimenti, si rileva che l'attività concepita, nell'ambito delle proposte di legge in esame, per una politica organica del settore, dovrebbe prevedere, secondo quanto proposto dai presentatori (mi riferisco particolarmente alla proposta n. 74) lo stanziamento di un miliardo di lire.
Tuttavia, tenendo presente che occorre, di fatto, provvedere ad un primo avviamento di tale politica correlato con un'organica sperimentazione e analogamente tenendo conto delle disponibilità del bilancio, da parte della Commissione si propone uno stanziamento che globalmente può essere previsto in una somma non superiore ai 500 milioni. Quindi la cifra stanziata a bilancio potrebbe essere considerata sufficiente.
La Commissione, concludendo il proprio esame sul complesso problema, ha preso atto dell'assenza di un parere esplicito al riguardo da parte della Giunta Regionale. Analogamente ha preso atto del parere formulato, in senso affermativo, da parte della I Commissione consiliare permanente.
Per quanto concerne poi l'articolazione dettagliata, la Commissione presenta all'esame del Consiglio alcune proposte di modifica sulla base di quanto oggi risulta possibile e che è stato recepito in sede di consultazione.
Ritengo tuttavia doveroso precisare che tali proposte sono comunque subordinate al parere in merito da parte della Giunta e altresì devono essere confrontate con eventuali proposte che possono essere formulate dalla Giunta stessa.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Chiede di parlare l'Assessore Vietti, ne ha facoltà.



VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi sociali

Chiedo se non sia il caso di far distribuire gli emendamenti proposti dalla Giunta, così i Consiglieri ne possono prendere visione.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Stanno facendo le fotocopie e nel frattempo saranno distribuite.
Intanto potrebbe iniziare il Consigliere Calsolaro, al quale dò la parola.



CALSOLARO Corrado

Signor Presidente, signori Consiglieri, riteniamo importante che il problema degli Istituti di patronato ed assistenza sociale di emanazione sindacale venga finalmente portato al voto del Consiglio, così come non possiamo non esprimere la nostra soddisfazione per il fatto che ciò avvenga sulla impostazione ad esso data nella proposta di legge n. 74 presentata a suo tempo, il 16 gennaio '73, dal Gruppo socialista.
La legge, come ha fatto giustamente rilevare nella sua relazione il Consigliere Soldano, persegue due importanti obiettivi: il primo di tipo cottimale e tradizionale, diretto al riconoscimento della qualità e della quantità del lavoro svolto; il secondo, di tipo formativo o proporzionale diretto a stimolare nuovi investimenti sociali, a preparare nuove leve di animatori sociali, a perfezionare quelle già operanti, per offrire al mondo del lavoro strumenti più efficaci e più funzionali al fine di realizzare un'avanzata politica di assistenza sociale.
La duplicità degli obiettivi consente di superare l'attuale impostazione, rigidamente schematica, delle sovvenzioni intese unicamente come premio per il numero delle pratiche svolte. Non ci sembra, infatti sufficiente la concessione di contributi sulla base di questo solo parametro, destinato ad operare a valle delle scelte già compiute, quando cioè l'attività è già stata svolta. Riteniamo che tale criterio, peraltro non possa essere del tutto disatteso anche alla luce delle disposizioni della normativa statale che regola l'attività dei patronati, ma pare evidente la opportunità, nello stato di crisi permanente dei servizi di assistenza sociale provocato sia dalla carenza di personale qualificato che dalla eccessiva burocratizzazione della prassi aziendale seguita dai maggiori Enti costituiti nel settore, di predisporre i mezzi che consentano di operare scelte qualificate e coordinate ai fini dell'azione sociale che la Regione intende sviluppare.
Lo Statuto dei diritti dei lavoratori ha conferito ai Patronati di emanazione sindacale una rinnovata e più completa dignità, attribuendo ad essi il diritto di svolgere la loro attività all'interno dell'azienda, e facendo così di essi il preciso punto di riferimento per una adeguata capillarità degli interventi, che trova il suo momento più significativo nell'art. 6 dello Statuto regionale, che espressamente si indirizza verso la creazione e la organizzazione degli strumenti più efficaci per un preciso intervento a tutela della salute dei cittadini e più specificatamente con la partecipazione dei Comitati di fabbrica, dei lavoratori e delle categorie interessate alla gestione degli organismi e degli strumenti antinfortunistici, di medicina preventiva e di igiene generale.
La presenza dei Patronati di emanazione sindacale qualifica l'azione di coordinamento e di supporto tecnico-sindacale che le organizzazioni sindacali svolgono sul piano territoriale per la tutela della salute dei lavoratori, con una articolazione che passa attraverso la designazione di rappresentanti scelti fra i lavoratori dipendenti, la possibilità da parte di questi di intervenire durante il tempo di lavoro sul luogo in cui si ritiene che esistano elementi di pericolosità o di nocività al fine di rimuoverli, la partecipazione periodica sui posti di lavoro di funzionari dei Patronati, la disponibilità all'interno delle aziende di locali per lo svolgimento dell'attività tradizionale, unitamente alla facoltà di affissione di materiale informativo sulla sicurezza sociale, la possibilità di organizzare assemblee, corsi di formazione all'interno della fabbrica per approfondire i temi di più urgente interesse per i lavoratori.
L'intervento della Regione a sostegno dei Patronati come strumento pubblico gestito dai lavoratori, nella duplicità degli obiettivi proposti privilegiando l'iniziativa fondata sull'applicazione degli articoli 4 e 6 dello Statuto regionale, e con riferimento non più esclusivo ai dati statistici ed organizzativi riferiti all'attività tradizionale ancora valida, è destinato ad attuare quell'incontro fra la volontà politica di un organismo democratico e responsabile, quale si configura la Regione nelle linee direttrici del suo Statuto, e la partecipazione piena e attiva dei lavoratori alle scelte fondamentali dell'Ente.
L'attualità di un provvedimento legislativo di questa natura, che si propone di intervenire non solo nei confronti dei lavoratori delle fabbriche ma anche a favore dei lavoratori agricoli, degli artigiani e dei commercianti, e che corrisponde più particolarmente, a nostro avviso all'assunzione di un serio impegno politico da parte della Regione, risiede soprattutto nel fatto che si colloca nella drammatica situazione creata dalle ristrutturazioni aziendali in corso, nelle prospettive della integrità psico-fisica dei lavoratori, a fronte di politiche aziendali che si propongono di mantenere inalterati gli standard produttivi con una corrispondente riduzione della forza di lavoro impiegata.
In questo senso riteniamo importante quella parte del provvedimento che mira a garantire le condizioni di lavoro. La Regione non può, per parte sua, non impegnare tutto il suo peso politico per garantire che, alla luce dell'art. 12 della legge 20 marzo 1970 n. 300, gli accordi aziendali per la presenza dei patronati all'interno dei luoghi di lavoro vengano effettivamente conclusi e siano realmente operanti e non elusi. E' comunque un dato di fatto quello che ci fa constatare come in parecchie aziende siano già stati stipulati, proprio sulla linea della proposta di legge che oggi discutiamo, degli accordi aziendali, con la partecipazione e dell'Azienda e dei Comitati di fabbrica e dell'F.L.M., proprio per garantire ai lavoratori quella serie di diritti che discendono da una corretta interpretazione delle norme contenute nello Statuto dei diritti dei lavoratori e che sono riprese nella nostra proposta di legge.
Ho qui sotto gli occhi un verbale di accordo fra una Società di Omegna la Società Lagostina, il Comitato di fabbrica e l'F.L.M., con il quale appunto in applicazione dell'art. 12 dello Statuto dei diritti dei lavoratori, si "garantisce ai delegati preposti la possibilità di svolgere l'attività necessaria a rendere sempre più efficiente l'azione per l'applicazione delle leggi sociali, previdenziali, di prevenzione infortuni e malattie professionali; fornire ai delegati dei patronati nelle Aziende in ottemperanza al disposto dell' art. 9 della stessa legge 300, i dati necessari per lo svolgimento dell'attività relativa al controllo delle condizioni ambientali di lavoro; consentire la consultazione costante del registro aziendale degli infortuni; predisporre appositi albi murali per l'affissione di materiale di propaganda e di informazione dei patronati INCA, INA, SITAL; fornire tutti gli elementi atti a contestare le eventuali violazioni della legge da parte degli enti erogatori delle prestazioni economiche e sanitarie di malattia; consentire che rappresentanti aziendali e funzionari dei patronati possano realizzare permanenze durante le quali ricevere i lavoratori; dare la possibilità ai lavoratori di essere assistiti e di accedere ai locali durante l'orario di lavoro". Insomma tutta una serie di norme a garanzia e a tutela dei lavoratori.
E' un verbale che si colloca nella linea della proposta di legge, nella linea di una esatta interpretazione dello statuto dei diritti dei lavoratori.
I Sindacati, durante la consultazione, hanno detto, a nostro avviso una cosa molto importante: che non facevano questione di soldi, non si ponevano nella prospettiva di ottenere dei contributi. Pertanto, la stessa riduzione dello stanziamento rispetto alla previsione di spesa contenuta nella proposta di legge diventa un fatto secondario rispetto all'obiettivo primario della legge, che è quello di dare l'avvio ad una nuova politica dell'assistenza sociale che vede protagonisti i lavoratori, le loro organizzazioni, e quindi i Sindacati, i Consigli di fabbrica, i Patronati e contemporaneamente gli Enti locali elettivi, la Regione, tutti insieme responsabili e partecipi e promotori dello sviluppo civile e sociale della collettività. Anche i Sindacati - lo ha già fatto presente la collega Soldano - hanno espresso la loro adesione all'iniziativa legislativa sottolineando proprio l'aspetto promozionale della legge.
Siamo naturalmente disposti ad esaminare favorevolmente eventuali emendamenti che si collochino sulla linea di tendenza espressa nella proposta di legge, anche al fine di assicurarne la pronta approvazione da parte del Governo, con esplicito riferimento allo Statuto dei diritti dei lavoratori e alla formazione professionale degli operatori sociali, secondo le norme che attribuiscono la competenza in materia di istruzione professionale alla Regione.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE SANLORENZO DINO SANLORENZO

Ha chiesto di parlare il Consigliere Fassino. Ne ha facoltà.



FASSINO Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la proposta di legge che stiamo discutendo, è sulla cui sorte, in sede di concessione di visto governativo, una volta diventata legge regionale, siamo piuttosto perplessi, anche in considerazione di quanto abbiamo visto avvenire recentemente, può essere, a nostro avviso, considerata nelle sue finalità opportuna per colmare le difficoltà finanziarie nelle quali versano alcuni patronati e per incrementare in conseguenza le possibilità assistenziali dei patronati stessi.
Tale proposta di legge dovrebbe però essere articolata in modo da favorire anche i patronati più deboli, non soltanto i più forti. Viceversa l'art. 5, a nostro avviso, sembra redatto proprio per non tenere in considerazione quei patronati che operano al di fuori delle grandi organizzazioni sindacali, visto che dalla Commissione di cui parlerò dopo sono esclusi i rappresentanti di tutti i Sindacati minori.
Se consideriamo poi che il patronato è emanazione diretta di un sindacato, ci pare più corrispondente, più equo, come criterio di competenza, che della Commissione facciano parte direttamente i rappresentanti dei patronati, e non quelli del sindacato. Sarà poi compito di quei patronati, ove non fossero organizzati su un piano regionale, di organizzarsi rappresentativamente onde poter essere inclusi in quella Commissione.
Ci pare ancora che nella Commissione, per ragioni di imparzialità, non solo debbano essere rappresentati tutti i patronati ma anche i rappresentanti degli Enti assistenziali più importanti, quali i patronati operanti, quali l'INPS, l'INAIL, l'Ispettorato del Lavoro. In caso contrario, la legge finirebbe con l'essere uno strumento in mano delle tre organizzazioni sindacali e potrebbe segnare la fine per asfissia di tutti gli altri patronati sorti e funzionanti ancora oggi con gravi sacrifici talvolta anche di ordine personale.
Osservo che negli articoli 3 e 4 e nell'ultimo comma dell'art. 5 la Commissione è considerata un organo consultivo, mentre all'art. 5, primo comma, si stabilisce che la Commissione deve "determinare". Poiché un organo consultivo non può determinare nulla, quell'articolo va modificato: in tal senso noi abbiamo presentato anche un emendamento.
Per tali ragioni, quindi, il Gruppo liberale riserva il suo voto favorevole alla condizione per l'art. 5 venga modificato, e propone di modificarlo precisando, al primo comma, che "la Commissione consultiva è costituita al fine di uniformare i criteri per la valutazione della attività degli Istituti di patronato e di assistenza sociale e per la concessione dei contributi di cui all'art. 2", in sostituzione del termine "determinazione", in contrasto con quanto affermato negli articoli 3 e 4, e ancora, sopprimendo l'ultimo comma dell'art. 5 in quanto pleonastico rispetto a quanto affermato negli articoli precedenti. Infine, chiede di includere nella Commissione i rappresentanti di tutti i patronati, in luogo dei rappresentanti delle sole Organizzazioni sindacali, e i rappresentanti degli Enti assistenziali più importanti.
Ho precisato la sostanza dei tre emendamenti che il Gruppo liberale propone anche per abbreviare la discussione evitando di dover intervenire successivamente, al momento del voto.
Il voto del nostro Gruppo sulla legge, ripeto, è condizionato all'accoglimento di questi emendamenti, anche se il Gruppo, ripeto una volta ancora, non si oppone per principio ad una proposta di legge sotto molti aspetti valida, ma che così com'è formulata nutriamo fortissimi dubbi possa ottenere il visto in sede governativa.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE SANLORENZO DINO SANLORENZO

E' iscritto a parlare il Consigliere Berti. Ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Avrei preferito parlare dopo aver preso visione degli emendamenti di cui ha parlato l'Assessore Vietti, proposti dalla Giunta. Mi ha sollecitato a farlo ora, riservandomi eventualmente un secondo intervento, quanto ha detto poco fa il Consigliere Fassino, che l'accoglimento degli orientamenti che egli ha illustrato farebbe svanire l'interesse per questa legge e non varrebbe forse nemmeno la pena di farla.
La legge ha un suo significato - sono d'accordo in questo sulla introduzione che ne ha fatto la Signorina Soldano - essenzialmente per alcuni aspetti innovativi di grosso valore politico che essa introduce.
Cioè, noi qui inseriamo un elemento di qualità nel metodo di fare dell'assistenza, nel senso che ci basiamo su alcune delle conquiste sindacali stabilite nello Statuto dei diritti dei lavoratori e sugli articoli n. 6 e 4 del nostro Statuto, alla cui accettazione avevamo giustamente attribuito un grosso valore politico, a suo tempo, così come ci veniva proposto proprio dai lavoratori, in quella occasione della Pirelli per intervenire in modo diverso. Noi siamo d'accordo sulla stesura di questa legge quale ci è stata proposta dalla Commissione, perché introduce l'elemento di qualità costituito dal sostegno ad iniziative di carattere promozionale.
Noi non legiferiamo per dare dei contributi a chicchessia: sappiamo che istituti di patronato della cui attività si hanno pochissime notizie ne sorgono a decine. Si tratta di esaminare nel concreto la consistenza e la qualità di questi organismi di patronato e valutarne l'attività e la coerenza dell'iniziativa svolta con gli articoli dello Statuto dei diritti dei lavoratori e con gli articoli dello Statuto Regionale. Siamo pertanto d'accordo che il Consiglio la approvi essenzialmente nella misura in cui la legge assume questi elementi nuovi, qualitativi, dell'assistenza che svolge, e sono assistenza a tutela dei lavoratori che già hanno contratto diciamo così, delle malattie, che hanno bisogno di tutela; ma siamo anche per sostenere, e la legge si muove in questa direzione, iniziative nuove atte a costruire in concreto tutte le indicazioni contenute appunto negli Statuti e dei lavoratori e della Regione Piemonte.
Saremmo quindi decisamente contrari ad una legge della Regione che stabilisse contributi in modo indiscriminato per tutte le testate esistenti in Piemonte, perché altre ne sorgerebbero, in questo caso, a squalificare l'istituto del patronato e dell'assistenza che ha invece, se ben diretto una sua valida funzione, e ciò finirebbe con il vanificare gli elementi di fondo della legge che noi stiamo per approvare. Una legge che non credo vada varata essenzialmente e considerata per la cifra che stanzia, ma soprattutto per i caratteri politici che contiene, e che sono di grosso interesse.
Siamo quindi contrari a che gli emendamenti proposti dal Gruppo liberale vengano accolti, perché, ripetiamo, ne verrebbero snaturati lo spirito e la lettera di questa legge; siamo invece per concentrare l'attenzione della Regione in direzione di quegli istituti di patronato che si muovono, oltre che per la tutela, anche, e direi in modo nuovo, per la promozione di interventi nuovi nell'ambiente di lavoro e per favorire essenzialmente i lavoratori.
Da questo punto di vista, credo non sia accettabile nemmeno la richiesta di ampliare una Commissione di cui si chiede facciano parte i patronati stessi e non le organizzazioni sindacali. Noi riteniamo che la funzione delle organizzazioni sindacali sia insostituibile in quanto elementi direttori e promozionali di queste attività di assistenza all'interno della fabbrica, e che pertanto nel Comitato la loro funzione debba essere stabilita, così come questa proposta di legge ci propone.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE SANLORENZO DINO SANLORENZO

Non ho altri esponenti dei Gruppi iscritti a parlare. Dò pertanto la parola all'Assessore Vietti.



VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi sociali

La Giunta è sostanzialmente d'accordo sulla proposta di legge nel testo che è stato presentato dalla Commissione. Propone però alcuni emendamenti al fine di renderla più conforme alla legislazione vigente, anche per evitare che la legge presenti elementi per un eventuale rinvio da parte del Governo, e soprattutto per renderla più agile nell'applicazione.
Nella proposta di legge è previsto di assegnare il 70% dello stanziamento per l'attività tradizionale dei Patronati e il 30% per attività promozionali nuove.
Per quanto riguarda l'assegnazione del 70% dello stanziamento, in rapporto alle pratiche svolte, noi riteniamo che la Giunta Regionale non debba espletare l'istruttoria su tutte le pratiche ma debba far riferimento al punteggio assegnato ad ogni Patronato dal Ministero del Lavoro.
Riteniamo sarebbe una procedura abbastanza laboriosa e soprattutto uno spreco di tempo il rifare i conteggi e soprattutto effettuare i controlli su tutte le pratiche dei Patronati. Evidentemente, se non ci riferiamo al punteggio assegnato dal Ministero del Lavoro, saranno necessari altri controlli ed ispezioni, con duplicazione di lavoro. L'ultima circolare del Ministero del Lavoro in merito premia, con il concedere un punteggio superiore ai patronati man mano che raggiungono un maggior numero di pratiche, i Patronati maggiori. Quindi l'intento di premiare i Patronati più importanti, quelli che sono più presenti nell'ambito dei lavoratori, è già raggiunto con i nuovi indirizzi del Ministero del Lavoro.
Abbiamo poi proposto un emendamento che fissa lo stanziamento, come stabilito dalla I Commissione, in 250 milioni, secondo quanto previsto al momento dell'approvazione del bilanciò per il 1975. E' evidente poi che se il 70% dello stanziamento viene assegnato in rapporto al punteggio attribuito ad ogni Patronato dal Ministero del Lavoro per questa quota, la Commissione prevista dalla proposta di legge non ha più motivo di essere trattandosi di una assegnazione automatica, di una semplice operazione contabile. Rimane invece il 30% dello stanziamento da assegnare in rapporto ad attività promozionali. Per tale adempimento riteniamo che la Commissione debba esprimere dei criteri e non già dare dei pareri sulla cifra da assegnare. Per questo è stato presentato un emendamento in cui si stabilisce che la Commissione deve fissare criteri per l'attribuzione dei contributi, previsti in rapporto all'attività promozionale.
C'è poi un emendamento, che non ho presentato, ma che ritengo debba essere preso pure in considerazione: quello relativo alla sede di Biella.
La proposta di legge in discussione stabilisce che la domanda per ottenere i contributi dev'essere fatta dai responsabili delle sedi provinciali dei patronati e richiediamo la dichiarazione del Ministero del Lavoro che assegna un punteggio ad ogni Patronato (abbiamo anche fatto sfittare i termini di scadenza affinché gli uffici competenti abbiano il tempo necessario ad assegnare il punteggio). Poiché a Biella c'è l'Ufficio del Lavoro e pertanto i patronati biellesi hanno una loro autonomia facendo capo all'Ufficio del Lavoro competente per territorio (mentre in altre sedi, anche se ci sono uffici dei Patronati, essi fanno capo agli Uffici del Lavoro provinciali), è necessario stabilire che la domanda debba essere fatta dai responsabili provinciali "e della sede di Biella".
Ritengo che con questi emendamenti la legge possa avere maggior facilità di approvazione in sede governativa e soprattutto sia di più agevole applicazione, evitando di rifare conteggi e controlli che vengono già effettuati dagli Uffici del lavoro competenti.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE SANLORENZO DINO SANLORENZO

La discussione generale è quindi conclusa.
C'è una nutrita serie di emendamenti. I Gruppi ne hanno preso visione accurata e meditata e sono in grado di affrontare la discussione e votazione sui singoli articoli? Allora, procediamo.
La I Commissione ha fatto pervenire la lettera con cui il Presidente comunica che: "La Commissione I, nella seduta odierna, ha esaminato, ai sensi dell'art. 22 comma c) dello Statuto, il testo unificato concernente i contributi degli Istituti di patronato ed assistenza sociale ed ha espresso parere favorevole, rilevando però che l'elenco n. 3 allegato al bilancio '75, 'Fondo occorrente per far fronte ad oneri derivanti da provvedimenti legislativi in corso, cap. 1018 dello stato di previsione della spesa rubrica n. 10', al punto 3 prevede lo stanziamento di 250 milioni contro i 500 milioni previsti dall'art. 8 del progetto di legge in esame".
Passiamo allora all'approvazione dei singoli articoli.
Articolo 1 "La Regione promuove la tutela dei diritti dei cittadini nei settori della previdenza e della sicurezza sociale.
A tale fine è autorizzata, a decorrere dal 1 gennaio 1975, la concessione di contributi annui a favore degli Istituti di patronato e di assistenza sociale, riconosciuti giuridicamente ai sensi del decreto legislativo del Capo Provvisorio dello Stato 29 luglio 1947, n. 804, che operano nel territorio della Regione Piemonte".
Non sono stati proposti emendamenti a questo articolo. Nessuno chiede di parlare. Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE SANLORENZO DINO SANLORENZO

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 28 Hanno risposto sì n. 27 Consiglieri Si è astenuto n. 1 Consigliere.
L'art. 1 è approvato.
Articolo 2 "I contributi sono concessi in relazione: a) all'organizzazione degli uffici ed all'attività di patrocinio b) alle iniziative di promozione, di informazione, di prevenzione, di formazione nei settori dell'assistenza e della sicurezza sociale".
Non sono stati proposti emendamenti a questo articolo. Nessuno chiede di parlare. Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE SANLORENZO DINO SANLORENZO

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 28 Hanno risposto sì n. 27 Consiglieri Si è astenuto n. 1 Consigliere.
L'art. 2 è approvato.
Articolo 3 "I contributi previsti dall'art. 2, lettera a), sono concessi, previo parere della Commissione consultiva di cui all'art. 5, secondo i criteri che tengano conto: a) delle strutture organizzative degli Uffici regionali, provinciali zonali, capillari e corrispondenti b) delle strutture sanitarie e medico-legali c) delle pratiche previdenziali trattate, con particolare riguardo a quelle risolte in via di contenzioso amministrativo o legale d) dell'azione di risarcimento danni da lavoro.
A tal fine si applicano i punteggi stabiliti nella tabella allegata con un limite di L. 1.000 per punto, per quanto riguarda l'attività di patrocinio, riservando, per l'attività organizzativa degli Uffici, il 12 della parte dello stanziamento previsto per tutta la attività indicata nel presente articolo".
E' stato proposto un emendamento soppressivo e sostitutivo da parte della Giunta Regionale: "Sopprimere l'art. 3 e sostituirlo come segue: 'I contributi di cui all'art. 2 lettera a) sono ripartiti a favore di ciascuna sede provinciale degli Istituti di patronato e di assistenza sociale e della sede di Biella in misura direttamente proporzionale al punteggio assegnato dal Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale'".
Qualcuno intende intervenire in relazione a questo emendamento? Si passa allora alla votazione per alzata di mano. L'emendamento è accolto.
Pongo in votazione, per appello nominale, l'art. 3 del nuovo testo proposto con l'emendamento testé approvato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE SANLORENZO DINO SANLORENZO

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 35 Hanno risposto sì n. 25 Consiglieri Si sono astenuti n. 10 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE



PRESIDENTE

Articolo 4 "I contributi previsti dall'art. 2 lettera b) sono concessi, previo parere della Commissione consultiva di cui all'art. 5, secondo criteri che tengano conto delle iniziative assunte al fine di: a) organizzare e sviluppare, sui luoghi di lavoro e nell'ambito delle categorie interessate, l'azione per la difesa della salute, la prevenzione degli infortuni sul lavoro e di ogni altro danno causato dall'attività lavorativa, il loro risarcimento, la difesa della salute b) organizzare convegni, seminari e gruppi di studio per l'approfondimento di temi specifici interessanti la previdenza e la sicurezza sociale, la diffusione delle relative informazioni da parte delle categorie interessate e dei tecnici preposti all'attuazione dei servizi sociali c) formare, in seno alle categorie tutelate, operatori volontari che assicurino una capillare tutela sociale, con particolare riguardo all'interno dei luoghi di lavoro, come previsto dall'art. 9 e dall'art. 12 della L. 20 maggio 1970, n. 300, e dall'art. 6 dello Statuto della Regione Piemonte".
La Giunta ha proposto il seguente emendamento, soppressivo e sostitutivo: "Sopprimere l'art. 4 e così sostituirlo: 'Articolo 4 La Regione concede inoltre contributi agli Istituti di Patronato e di Assistenza sociale per l'attuazione di iniziative assunte al fine di: a) svolgere all'interno delle aziende le attività previste dall'art. 12 della legge 20 maggio 1970 n. 300 e altre attività volte alla tutela della salute e dell'integrità fisica dei lavoratori nell'ambito delle categorie interessate b) organizzare convegni, seminari e gruppi di studio per l'approfondimento di temi specifici interessanti la previdenza e la sicurezza sociale, l'acquisizione di dati conoscitivi, la diffusione della relativa informazione c) formare, aggiornare e qualificare gli operatori preposti all'attività degli Istituti di patronato e di Assistenza sociale anche per l'attuazione delle iniziative previste dalla lettera a) del presente articolo'".



PRESIDENTE

L'Assessore ha già illustrato l'emendamento nel corso del suo intervento, per conto della Giunta.
Chiede di parlare il Consigliere Calsolaro. Ne ha facoltà.



CALSOLARO Corrado

Dovrei proporre un emendamento all'emendamento, che accolgo. Dove si dice: "formare, aggiornare e qualificare gli operatori preposti all'attività" aggiungere "all'attività": "in oggetto dagli Istituti di patronato...", nel senso che gli operatori sono formati dai corsi indetti dagli Istituti di patronato, ma non sono necessariamente funzionari degli Istituti di patronato, possono anche essere operatori volontari.



VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi sociali

La Giunta accetta l'emendamento.



PRESIDENTE

Poiché nessun altro chiede di parlare sull'emendamento proposto dalla Giunta, di cui ho dato lettura, integrato dall' emendamento Calsolaro, lo pongo in votazione per alzata di mano. L'emendamento è accolto.
Pongo in votazione per appello nominale il nuovo art. 4.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 38 Hanno risposto sì n. 36 Consiglieri Si sono astenuti n. 2 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
Articolo 5 "Al fine di uniformare i criteri per la valutazione dell'attività degli Istituti di Patronato e di assistenza sociale e per la determinazione dei contributi è costituita una Commissione composta da: 1) il Presidente della Giunta Regionale o Assessore da lui delegato 2) un rappresentante per ciascuna delle tre organizzazioni sindacali dei lavoratori dipendenti più rappresentative 3) un rappresentante delle associazioni degli artigiani 4) un rappresentante delle associazioni dei coltivatori diretti 5) un rappresentante delle associazioni dei commercianti.
La Commissione esprime pareri in merito alle deliberazioni previste dagli articoli 3 e 4 della presente legge".
Sono stati proposti alcuni emendamenti. Emendamento presentato dalla Giunta, soppressivo e sostitutivo: "Sopprimere da 'Al fine' fino a 'composto da' e sostituire come segue: 'Al fine di stabilire i criteri per l'attribuzione dei contributi relativi all'attività degli Istituti di Patronato e di Assistenza sociale, prevista dall'art. 4, è costituita una Commissione composta da...' Sopprimere l'ultimo comma".
Pongo in votazione l'emendamento per alzata di mano.
L'emendamento è accolto.
Emendamento Rossotto-Fassino, modificativo: "Nel primo comma, parte prima, sopprimere le parole che vanno da 'Al fine di' a 'composta da', e sostituirle come segue: 'Al fine di uniformare i criteri per la valutazione dell'attività degli Istituti di Patronato e di Assistenza sociale per la concessione dei contributi di cui all'art. 2, e costituita una Commissione consultiva".
Si desidera illustrarlo?



FASSINO Giuseppe

Questo nostro emendamento non differisce sostanzialmente da quello della Giunta: la diversità sta più che altro nel termine adottato "uniformare" anziché "stabilire", in quanto, se per la Commissione si mantiene la denominazione di "consultiva", mi pare che essa non possa "stabilire" proprio nulla.



PRESIDENTE

Posso allora considerare ritirato l'emendamento? D'accordo.
Emendamento Fassino-Rossotto, modificativo: "Si propone di sopprimere i punti 2, 3, 4 e 5 e sostituirli con i seguenti: 'Un rappresentante di ciascun patronato regolarmente riconosciuto ed operante nella Regione; un rappresentante dell' Ispettorato regionale del Lavoro e della Previdenza Sociale; un rappresentante regionale dell'INPS; un rappresentante regionale dell'INAIL'".
Si desidera illustrarlo?



FASSINO Giuseppe

Nel dibattito avevo già esposto le ragioni che avevano indotto il nostro Gruppo a proporre questo emendamento, pur sapendo che non sarà certamente accolto. Ribadisco comunque il concetto: pare assurdo che ci siano degli Enti che debbano poi concedere qualcosa a se stessi: mi pare preferibile che la rappresentativa sia più estesa, per evitare una forma di ingiustizia.



PRESIDENTE

Qual è l'opinione della Giunta?



VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi sociali

Non accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento Fassino-Rossotto. Chi intende approvarlo è pregato di alzare la mano. L'emendamento è respinto.
L'emendamento Fassino-Rossotto per la soppressione dell'ultimo comma non ha più motivo d'essere, essendo l'ultimo comma già stato soppresso con emendamento della Giunta: si deve pertanto considerare ritirato.
Emendamento Carazzoni-Curci, modificativo "L'art. 5 è modificato come segue: 'Sono istituite conferenze periodiche di tutti i direttori dei Patronati e di Assistenza sociale delle Province del Piemonte costituite in seno alle organizzazioni dei lavoratori dipendenti ed autonomi. Tali conferenze, da tenersi in numero non inferiore a due ogni anno, sono presiedute dal Presidente della Giunta Regionale o da un Assessore delegato dal Presidente della Giunta, con la partecipazione degli Assessori Regionali al Lavoro e alla Previdenza sociale.
Le conferenze hanno lo scopo di consentire alla Giunta, e quindi al Consiglio Regionale, conoscenza effettiva dei risultati raggiunti dai singoli Patronati e della incentivazione che l'assistenza da essi prestata ha conseguito mediante l'utilizzo dei contributi erogati'".
Qual è l'atteggiamento della Giunta in rapporto a questo emendamento?



VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi sociali

Non è d'accordo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento Curci-Carazzoni, che non è accolto dalla Giunta, per alzata di mano. L'emendamento è respinto.
Non sono stati proposti altri emendamenti. Si proceda pertanto alla votazione per appello nominale dell'art 5 emendato con gli emendamenti accolti dal Consiglio.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 38 Hanno risposto sì n. 36 Consiglieri Hanno risposto no n. 2 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
Articolo 6 "Ai fini della concessione dei contributi, gli Istituti di Patronato e di Assistenza sociale devono trasmettere alla Regione, entro il 31 marzo di ogni anno, una relazione dell'attività svolta nell'anno precedente.
Alla relazione dev'essere allegata una copia delle tabelle statistiche delle strutture organizzative e dell'attività svolta, predisposte dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale per il controllo degli Istituti riconosciuti ai sensi di legge, e una copia del verbale dei controlli effettuati dall'Ispettorato del Lavoro territorialmente competente.
La Giunta Regionale può richiedere ulteriori dati ed informazioni sulle strutture organizzative e sull'attività degli Istituti, e predisporre opportuni controlli.
I fascicoli contenenti tutta la documentazione raccolta sono messi a disposizione della Commissione consultiva, che deve esprimere il proprio parere motivato in merito alla concessione dei contributi entro il 30 giugno di ogni anno".
Sono stati proposti alcuni emendamenti. Emendamento presentato dalla Giunta, soppressivo e sostitutivo: "Sopprimere l'art. 6 e così sostituirlo: 'Ai fini della concessione dei contributi, i responsabili provinciali degli Istituti di Patronato e di Assistenza sociale e della sede di Biella devono trasmettere, entro il 31 ottobre di ogni anno, domanda al Presidente della Giunta Regionale corredata da una relazione sull'attività svolta e da una dichiarazione rilasciata dagli Organi responsabili del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, attestante il punteggio globale conseguito nell'anno precedente, per l'attività svolta nel proprio ambito territoriale.
La Giunta Regionale può richiedere ulteriori dati ed informazioni sulle strutture organizzative e sull'attività degli istituti e predisporre opportuni controlli'".
Poiché la Giunta non ritiene più necessario illustrarlo, lo pongo in votazione per alzata di mano. L'emendamento è accolto.
Emendamento Curci-Carazzoni, soppressivo: "Il quarto comma dell'art. 6 è soppresso".
Lo pongo in votazione per alzata di mano. L'emendamento è respinto.
Non sono stati proposti altri emendamenti. Pongo pertanto in votazione per appello nominale l'art. 6 così, come emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 38 Hanno risposto sì n. 25 Consiglieri Si sono astenuti n. 13 Consiglieri.
L'art 6 è approvato.
Articolo 7 "La Giunta Regionale delibera la concessione e la liquidazione dei contributi entro il 31 ottobre di ogni anno, riservando il 70% dello stanziamento complessivo alle attività previste dall'art. 3 e il 30% a quelle previste dall'art. 4".
E' stato proposto un emendamento dalla Giunta Regionale,soppressivo e sostitutivo: "Sopprimere le prime tre righe fino alla parola 'ottobre', e così sostituirle: 'La Giunta Regionale delibera la concessione dei contributi entro il 30 novembre'".
E' previsto, in sostanza, lo slittamento di un mese.
Chi intende approvare questo emendamento è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto.
Pongo in votazione per appello nominale l'art. 7 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 36 Hanno risposto sì n. 35 Consiglieri Si e astenuto n. 1 Consigliere.
L'art. 7 è approvato.
Articolo 8 "All'onere di lire 500 milioni derivante dall'attuazione della presente legge per l'anno 1975 si provvede mediante una riduzione di pari ammontare del capitolo 1018 del bilancio di previsione per l'anno medesimo.
A decorrere dall'anno 1976, alla spesa annua di Lire 500 milioni, si provvede con l'iscrizione di un apposito capitolo nel bilancio preventivo della Regione.
Il Presidente della Giunta è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
E' stato proposto un emendamento dalla Giunta Regionale, soppressivo e sostitutivo: "L'art. 8 è soppresso ed è così sostituito: 'Per le finalità di cui agli artt. 3 e 4 della presente legge è autorizzata la spesa annua di 250 milioni All'onere di cui al precedente comma si provvede, per l'anno finanziario 1975, mediante una riduzione, di pari ammontare, del fondo speciale di cui al capitolo 1018 del corrispondente stato di previsione della spesa e la conseguente istituzione, nello stato di previsione medesimo, del capitolo n. 534, con la denominazione 'Contributi a favore degli Istituti di Patronato e di Assistenza Sociale', con lo stanziamento di 250 milioni.
Nel bilancio dell'anno 1976 e di ciascuno degli anni successivi sarà iscritto il capitolo n. 534, con la denominazione e lo stanziamento indicati nel precedente comma.
Agli oneri di cui all'art. 5 della presente legge si provvede per l'anno finanziario 1975 e per ciascuno degli anni successivi con lo stanziamento di cui al capitolo n. 53 dei corrispondenti bilanci.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio'".
In sostanza, si riduce da 500 a 250 milioni Nessuno chiede di intervenire? Pongo in approvazione per alzata di mano l'emendamento della Giunta di cui ho dato lettura. L'emendamento è accolto.
Pongo in votazione per appello nominale l'art. 8 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 36 Hanno risposto sì n. 24 Consiglieri Si sono astenuti n. 12 Consiglieri.
L'art. 8 è approvato.
Articolo 9 "Per l'anno 1975 il termine di cui all'art. 6 della presente legge è prorogato di 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge medesima".
E' stato presentato un emendamento soppressivo dalla Giunta Regionale: "Si propone di sopprimere l'art. 9".
Nessuno desidera intervenire? Lo pongo in votazione per alzata di mano.
L'emendamento è accolto. L'art. 9 è soppresso.
Articolo 10 "La presente legge entra can vigore il quindicesimo giorno successivo a quello della pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
E' stato presentato un emendamento soppressivo dalla Giunta Regionale: "Si propone di sopprimere l'art. 10".
Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano. L'emendamento è accolto.
L'art. 10 è pertanto soppresso.
Ci sarebbe ancora la tabella.



VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi sociali

La tabella era prevista all'art. 3: essendo questo articolo stato sostituito con un altro in cui non c'è più alcun riferimento alla tabella questa automaticamente cade.



PRESIDENTE

Passiamo allora alle dichiarazioni di voto. Chiede di parlare il Consigliere Berti. Ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Per i motivi che ho già illustrato prima, il nostro voto su questa legge sarà favorevole. Tuttavia, non posso fare a meno di denunciare il modo con il quale la Giunta è arrivata all'approvazione di questa legge nel senso che gli emendamenti proposti nel corso della discussione ne fanno in effetti una proposta di legge diversa, in quanto non sono emendamenti marginali ma che modificano notevolmente la legge, il che rende difficile il giudizio.
Poiché la legge ci interessa diamo, nonostante ciò, il nostro voto favorevole, ma nello stesso tempo invitiamo la Giunta a considerare che di questo la Commissione si occupava da mesi e che lo stesso Consiglio aveva sospeso l'esame di questa legge non per motivi di contenuto, in quanto tutto ormai sembrava risolto, ma di assenza di un Consigliere. Oggi, poi si arriva con questa abbondanza di emendamenti dell'ultimo minuto. Secondo me, non è un sistema molto positivo, questo.
Dobbiamo ancora sottolineare il fatto che noi ci siamo astenuti sull'art. 3, oltre che sul 6, che riguardano il problema delle tabelle perché conseguenti. La tabella proposta dalla legge, così come è stata mandata qui dalla Commissione, è il risultato di un lavoro svolto in collaborazione con le organizzazioni sindacali, che appunto tiene conto dello spirito e della qualità cui tutti abbiamo voluto si ispirasse questa legge. Certamente, le tabelle forzavano quelle ministeriali, ma con esse si mirava ad incentivare al massimo l'attività di carattere promozionale. Noi prendiamo atto di quanto ci è stato detto, che la legge, se votata con quelle tabelle, rischierebbe di non essere approvata. Noi non vogliamo certo una tale conclusione dell'iter: a noi interessa soprattutto che sia sancito il principio che in questa direzione ci si muove, così come abbiamo detto che probabilmente lo stanziamento è piuttosto limitato. Sappiamo che nella direzione di stabilire nuove tabelle a livello ministeriale si stanno muovendo soprattutto le organizzazioni sindacali: riteniamo che la Regione stessa possa farsi interprete di queste esigenze, che corrispondono allo spirito della legge che noi stiamo approvando.
Approviamo, quindi, la legge così come ci è stata proposta ed è stata approvata negli articoli, tenendo tuttavia fermo il nostro impegno di procedere ad una modifica di queste tabelle in relazione alle modifiche che saranno apportate dal Ministero in conseguenza delle iniziative assunte e dalle organizzazioni sindacali, e, noi diciamo, anche dalla Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Fassino.



FASSINO Giuseppe

Nel mio precedente intervento avevo dichiarato che il voto del mio Gruppo era legato all'accettazione o meno dell'emendamento che era stato da noi proposto; un emendamento, per la verità, proposto per una legge presentata dalla Commissione come il concentrato di tre proposte di legge e che risulta oggi diversa ancora perché gli emendamenti richiesti dalla Giunta l'hanno sostanzialmente modificata, come ha affermato giustamente poco fa il collega Berti.
Ci sarebbero altri motivi per giustificare il nostro voto negativo e potrei facilmente analizzarli accennando magari al sapore elettoralistico di una proposta di legge, che, messa in cantiere fin dal '72, viene presentata oggi a tamburo battente in un testo corretto all'ultimo minuto.
Ma mi limito a ripetere quanto già ho detto: del mancato accoglimento dell'emendamento da noi proposto per l'art. 5; soprattutto perché, anche se leggermente modificato dagli emendamenti proposti dalla Giunta non è risultata sostanzialmente come noi avremmo voluto; continuiamo a ritenere che la rappresentanza di tutti i patronati sarebbe stata molto più giusta che non la rappresentanza soltanto di alcuni.
Il voto del Gruppo liberale sarà pertanto un voto negativo.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Calsolaro. Ne ha facoltà.



CALSOLARO Corrado

Dichiaro il voto favorevole del Gruppo socialista alla legge, che, pur nella limitatezza dello stanziamento, ritengo qualificante dell'iniziativa regionale nel settore.
La legge approvata non mi pare risulti diversa da quella che è stata portata in aula da parte della Commissione, visto che le modifiche apportate sono state sulla stessa linea di indirizzo che era stata data a suo tempo con la proposta di legge presentata dal mio Gruppo.
Considero comunque estremamente positivo il fatto che su questa legge convergano tutte le forze politiche, ad eccezione di quelle di destra.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Biainchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Questa legge è il risultato di iniziative partite quasi all'inizio di questa legislatura per dare una risposta ad una richiesta che interessa direttamente e indirettamente il mondo del lavoro.
La legge ha avuto una elaborazione un pochino faticosa, è inutile volerlo nascondere: tutti avevano seri dubbi non sulla bontà di quanto veniva proposto ma sulla possibilità di ottenerne l'approvazione. Io mi auguro che il deciso intervento della Giunta, ancorché in questa fase finale, valga a garantire l'approvazione di uno strumento modesto ma sicuramente utile.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Semplicemente per dare una spiegazione in merito alla osservazione che è stata fatta per l'intervento non stravolgente ma migliorativo della proposta di legge pervenuta dalla Commissione.
La legge era venuta in aula in altra seduta senza il parere della Giunta, in quanto l'Esecutivo non era stato messo in condizioni di esprimere il suo parere. Dopo aver esaminato attentamente il testo, la Giunta ha ritenuto che c'è sempre spazio al meglio ed ha fatto delle proposte, che il Consiglio Regionale ha largamente condiviso accettato e fatto proprie. Non sarà un sistema da adottare abitualmente, ma nel caso specifico l'intervento della Giunta non va ritenuto inopportuno se varrà come tutti speriamo, a far passare per il vaglio governativo una legge che si prevede incontrerà difficoltà E questo al di là e al di qua del tempo elettorale.



PRESIDENTE

Hanno così termine le dichiarazioni di voto.
Pongo in votazione per appello nominale l'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 38 Hanno risposto sì n. 36 Consiglieri Hanno risposto no n. 2 Consiglieri.
Il Consiglio Regionale approva.
Il Presidente della VIII Commissione mi chiede di convocare la sua Commissione per una riunione di una decina di minuti nell'arco della seduta pomeridiana, durante lo svolgimento dei lavori.
Ha così termine la prima parte della seduta. Il Consiglio è riconvocato per le ore 15 precise.



(La seduta ha termine alle ore 13,15)



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