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Dettaglio seduta n.305 del 15/04/75 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento:

Ordine del giorno della seduta


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
L'ordine del giorno reca: Approvazione verbali precedenti sedute Comunicazioni del Presidente Prosecuzione esame disegno di legge n. 239 dall'art. 5"Norme per l'incentivazione delle iniziative di Enti locali, di Enti ospedalieri e di Istituzioni di assistenza e beneficenza, assistite da contributo regionale e istituzione degli organi consultivi in materia di opere pubbliche d'interesse regionale".
Ordine del giorno del Consiglio Regionale a conclusione del dibattito sul problema occupazionale.
Esame e disegno di legge n. 250: "Interventi regionali in materia di sistemazioni idrauliche e forestali, opere idrauliche e difesa del suolo" Esame disegno di legge n. 260: "Convalida D.P.G.R. in data 6 febbraio 1975, n. 448, relativo a prelievo di somma dal fondo di riserva per le spese impreviste" Esame disegno di legge n. 200: "Istituzione dell'Albo regionale delle Associazioni Pro Loco" Esame disegno di legge n. 251: "Organico provvisorio del personale dell'E.S.A.P." Esame deliberazione Giunta Regionale: "Imposta locale sui redditi.
Determinazione dell'aliquota da applicare sui redditi dell'anno 1976.
Proposta".


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

I processi verbali delle adunanze del 10 aprile sono stati distribuiti ai Consiglieri prima dell'inizio della seduta odierna. Se non vi sono osservazioni, si intendono approvati.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente


PRESIDENTE

Il punto secondo dell'o.d.g. reca "Comunicazioni del Presidente".
Hanno chiesto congedo per la seduta odierna i Consiglieri: Borando Giovana, Rossotto, Nesi.
Il Presidente Oberto è impegnato in una riunione per problemi del lavoro, e potrà essere qui soltanto alle 10,30, in tempo però per partecipare al dibattito sui problemi occupazionali di cui all'ordine del giorno della seduta precedente.


Argomento: Unita' locali dei servizi sociali ed assistenziali e dei servizi sanitari - Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Prosecuzione esame e conseguente votazione del disegno di legge n. 239 a partire dall'art. 5 "Norme per l'incentivazione delle iniziative di Enti locali, di Enti ospedalieri e di istituzioni di assistenza e beneficenza assistiti da contributo regionale ed istituzione degli organi consultivi in materia di opere pubbliche di interesse regionale"


PRESIDENTE

Passiamo alla "Prosecuzione esame e conseguente votazione del disegno di legge n. 239 dall'art. 5: 'Norme per l'incentivazione delle iniziative di Enti locali, di Enti ospedalieri e di istituzioni di assistenza e beneficenza, assistiti da contributo regionale, e istituzione degli organi consultivi in materia di opere pubbliche di interesse regionale' ".
Nella precedente seduta il Consiglio aveva sospeso i lavori data l'ora tarda, mentre era in discussione l'art. 5.



BERTI Antonio

Veramente, non per l'ora tarda ma per mancanza del numero legale. Non vedo perché non si debbano dire le cose con esattezza.



PRESIDENTE

Riprendiamo dunque i lavori dall'art. 5 della legge 239. L'Assessore Vietti desidera fare una dichiarazione. Ne ha facoltà.



VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi sociali

A chiarimento del dibattito avvenuto nell'ultima seduta del Consiglio preciso che non c'é mai stata volontà da parte della Giunta di incrementare le costruzioni di nuove Case di riposo e di Istituti educativi assistenziali. Anzi, ci siamo tenacemente opposti alla tendenza in atto in alcune province verso la proliferazione delle Case di riposo.
Per quanto riguarda gli Istituti educativi ed assistenziali, non è mai stato concesso alcun contributo per nuovi istituti; solo due modesti contributi, rispettivamente di 2 milioni e 40 mila lire annue e di 5 milioni e 400 mila lire annue, sono stati stanziati per il completamento di due Istituti educativi assistenziali, rispettivamente a Savigliano ed a Rocca de Baldi di Mondovì.
Anche per le Case di riposo, gli interventi sono stati volti soprattutto a consentire lavori di completamento, o alla costruzione di nuove realtà edilizie per il superamento di strutture fatiscenti, e solo in casi eccezionali, per zone sprovviste di posti in Case di riposo, per nuove realtà assistenziali, ma sempre di modesta entità.
Tale volontà la Giunta Regionale l'ha manifestata proponendo, per il 1973, un contributo modesto sul capitolo 1172 relativamente a tali interventi, e precisamente un contributo annuo trentacinquennale di 100 milioni, stanziamento che è stato elevato a 300 milioni dal Consiglio su proposta della Commissione in seguito a richieste avanzate durante la consultazione. Lo stanziamento per il '74 è stato di 200 milioni, perci diminuito rispetto al '73, ma necessariamente non riportato ai primitivi 100 milioni in considerazione della necessità di intervenire sugli stanziamenti dell'anno '73 per appalti in aumento e per revisione di prezzi contrattuali.
Lo stanziamento di 400 milioni previsto dalla legge in discussione teneva conto dell'esigenza di conguagliare i contributi dal 4 al 9% sugli interventi previsti nel 1974, visto che la Cassa Depositi e Prestiti non concede più, in genere, mutui per tali opere La somma necessaria per il conguaglio era, quindi, di 250 milioni annui, rimanendo disponibili per nuovi interventi 150 milioni, che, ponendo mente all'aumento del contributo dal 4 al 9%, riduceva ad appena il 30% rispetto all'anno precedente la possibilità di intervenire, mentre il campo degli interventi si estendeva anche alle ristrutturazioni, anziché soltanto alle nuove costruzioni ed ai completamenti, come previsto dalla legge nazionale.
Tutto questo, tuttavia, è stato superato dall'accoglimento della richiesta della Commissione di dare retroattività alla legge facendola valere, anziché dal '74, dal '73. Lo stanziamento previsto di 400 milioni salvo rinunzie da parte di enti beneficiari del contributo, è quindi insufficiente a far fronte ai conguagli per gli interventi del '73 e del '74 e pertanto serve esclusivamente ad integrare contributi già concessi negli anni antecedenti.
Quanto ho detto vuol essere chiarimento ed integrazione di quanto avevo affermato nel corso del dibattito svoltosi nella precedente seduta del Consiglio.



PRESIDENTE

Qualcuno intende parlare a proposito delle dichiarazioni dell'Assessore Vietti? Il Consigliere Berti. Ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Ho chiesto la parola anche per fare una dichiarazione in rapporto alle interpretazioni che alcuni organi di stampa hanno voluto dare al modo in cui si è conclusa la seduta precedente.
Il fatto è stato presentato come un attacco da parte nostra al Presidente Oberto: Oberto se ne va, si è detto, e i comunisti bocciano una legge. Questa interpretazione, piuttosto grossolana, va denunciata, perch è strumentale e serve soltanto determinati interessi. Nella realtà, noi non abbiamo affatto inteso protestare per l'uscita del Presidente Oberto, che sapevamo impegnato altrove, con il nostro compagno Bono ed altri Consiglieri. Desidero precisare che il nostro allontanamento dall'aula è stato determinato in parte dai contenuti di carattere di grande conservazione che erano emersi dal dibattito, in particolare proprio dalle dichiarazioni, concise ma molto specifiche, dell'Assessore Vietti, in parte da un senso di sdegno, se volete, nei confronti della maggioranza, che almeno sino a quel momento dimostrava di voler ignorare una realtà anche di carattere politico che soprattutto in questi ultimi tempi si è venuta costruendo, riproponendo, in termini schematici, il consueto tema del rapporto Esecutivo-Consiglio su posizioni indubbiamente negative. Che la nostra uscita dall'aula per queste considerazioni politiche abbia coinciso con il fatto che la maggioranza non fosse comunque in condizioni di garantire il numero legale - ma non è la prima volta che questo succede è pura coincidenza.
Quanto alle dichiarazioni fatte oggi dall'Assessore Vietti, devo dire che vi ho colto una sensibile differenza da quelle fatte nella precedente occasione: il loro tenore, ed anche il tono con il quale sono state pronunciate, sono nettamente diversi. L'Assessore non ha più affermato come aveva fatto l'altra sera, che "la Regione Piemonte finanzia gli istituti privati, che svolgono una funzione molto sociale in Piemonte"; una presa di posizione che non potevamo accettare, e non abbiamo accettato.
Nella dichiarazione di questa mattina rileviamo un atteggiamento diverso in rapporto a questo problema rispetto alle cose dette giovedì sera La interpretiamo - visto che la formulazione della legge rimane immutata sia pur temperata negli effetti concreti dal nuovo atteggiamento manifestato - come una specie di impegno politico della Giunta.
Poiché si è parlato di una discrezionalità che la Giunta ha, e si è detto - e su questo torneremo - che il programma di intervento viene formulato dalla Giunta, ed è in questa sede che la Giunta manifesterà la sua intenzione di non costituirsi in soggetto passivo ma di operare delle scelte, ferma rimanendo questa competenza della Giunta alla formulazione dei programmi, noi, prendendo lo spunto dalla dichiarazione che questa mattina l'Assessore Vietti ha fatto, vorremmo sentirci assicurare che questa posizione di discrezionalità, per quanto riguarda i finanziamenti agli Istituti privati di assistenza, vedrà la Giunta impegnata in posizioni di negazione quasi assoluta, salvo casi di eccezionalissima necessità.
Sollecitiamo questo impegno per avere la garanzia che la dichiarazione di questa mattina non è soltanto un atteggiamento formale ma corrisponde ad una volontà effettiva di operare della Giunta.



PRESIDENTE

Chiede di parlare l'Assessore Vietti. Ne ha facoltà.



VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi sociali

Noi abbiamo dichiarato che nello stanziamento di quest'anno non vi sono possibilità di nuovi interventi - salvo eccezionali rinunce dei beneficiari degli anni scorsi - perché i 400 milioni sono insufficienti ad integrare gli stanziamenti del 1973 e del 1974.
Poiché la Giunta dovrà fare delle dichiarazioni in occasione dell'approvazione del bilancio, in quella circostanza vedremo di assumere gli impegni per i programmi di ogni singolo anno. Si può certo affermare che gli interventi per le Istituzioni private saranno del tutto eccezionali e che la priorità sarà data agli interventi per gli Enti pubblici.



PRESIDENTE

Con i chiarimenti intervenuti hanno termine le comunicazioni.
Riprendiamo dunque l'esame della legge a partire dall'art. 5.
Mi è pervenuto il seguente emendamento aggiuntivo, proposto dal Consigliere Bianchi, che mi pare sia già stato distribuito a tutti i Consiglieri, o quanto meno ai Gruppi: "Nuovo articolo da inserire dopo l'art 4: "La Giunta Regionale, in occasione della presentazione del bilancio preventivo, sottopone ogni anno al Consiglio i criteri generali per la formazione dei programmi di intervento in materia di opere pubbliche".
Il presentatore desidera illustrarlo? Ha facoltà di parlare.



BIANCHI Adriano

Più che illustrare l'emendamento, che per la sua semplicità non necessita di spiegazioni, vorrei fare alcune brevi considerazioni, poich questo argomento è tornato più volte a motivo di discussione, di dialogo di confronto tra i Gruppi in questo Consiglio.
Già in altre occasioni ho espresso al riguardo il nostro punto di vista, che riassumo. Noi siamo favorevoli a spingere i rapporti fra gli organi del Consiglio ai limiti più ampi, ai fini della conoscenza, del controllo, del giudizio tempestivo, non solo a posteriori, sull'operato generale e sulle competenze in particolare della Giunta. E' nostro interesse, lo ribadisco in questo momento, che l'attività amministrativa sia inquadrata in norme, in principi, in prassi, in comportamenti, in rapporti tra gli organi che garantiscano il massimo di obiettività, che escludano ogni tentazione di forme, come si usa dire, clientelari, o di scelte, soprattutto in questo caso, in materia di opere pubbliche, che derivino solo dalle presenze occasionali di diligenze o di negligenze da parte degli Enti richiedenti o dei loro sostenitori.
Questo emendamento tende ad impegnare ulteriormente la Giunta, al di là di quella che è già una volontà precisa, ma in forma obiettiva, che vincola gli organi oltre che le persone, a darsi precise regole di condotta, a darsi norme, ad assumere impegni obiettivi verso il Consiglio, verso l'opinione pubblica, verso i destinatari e gli utenti, in modo che il funzionamento delle istituzioni sia considerato in maniera non discutibile assolutamente corretto ed improntato al principio del bene pubblico, delle priorità da stabilire.
Siamo però contrari a che questo risultato si cerchi di ottenere tanto più che siamo convinti che non lo si ottiene, ma si ottiene un qualcosa di diverso - addivenendo a forme di collaborazione, di commistione fra la Giunta e le Commissioni, nelle quali si attenua una attività vera di controllo per arrivare invece ad una attività di compartecipazione, di corresponsabilizzazione, che non dà molte garanzie più di quanto ne dia il funzionamento di ciascun organo rispetto ai criteri generali di obiettività e di rispondenza a norme ed a principi prestabiliti che vorremmo invece sempre più instaurare, correggendo insufficienze ed errori che nel passato si sono più volte manifestati nella nostra amministrazione, in tutta la nostra amministrazione, da chiunque sia stata gestita.
Le Commissioni sono strumenti ed organi del Consiglio, il controllo lo esercita il Consiglio nelle forme che ritiene di adottare direttamente attraverso l'iniziativa politica in aula, deferendo alcune attività preparatorie di relazione, referenti, alle Commissioni, o diversamente.
Credo che, se insisteremo su queste scelte, quali che siano le vicende politiche, le alternanze delle maggioranze, delle coalizioni, le diverse situazioni, questi criteri saranno sempre e comunque validi: altri potrebbero esserlo meno.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Berti. Ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Su questa questione potremmo riaprire un grosso discorso, che abbiamo fatto soprattutto nei primi anni di vita di questo istituto regionale.
Dobbiamo dire che successivamente la questione circa il rapporto fra Esecutivo e Consiglio si è attenuato, per una prassi che, di fatto, si è stabilita, in particolare per alcune Commissioni. Anche nel settore della Sanità, che pure ha costituito il settore sul quale più duri sono stati gli scontri, alla fin fine, sia pure attraverso l'aggancio con una legge, siamo pervenuti ad una conclusione: quella del Comitato (colgo l'occasione per dire che è l'unico comitato che si riunisce, tra l'altro; la Giunta non è stata ancora in grado di mettere in funzione un comitato, né quello dei Trasporti, né quello del Commercio, e tanto meno quello dell'IRES per la programmazione). Certo, quello che atteneva alle competenze del Consiglio Regionale è stato fatto. Ma c'é una responsabilità politica che attiene invece al sollecito da farsi nei confronti di coloro che non ottemperano alle decisioni. Persino nel campo della Sanità siamo pervenuti ad un metodo di lavoro indubbiamente nuovo e diverso.
A noi è parso che proprio questa legge, che pure era partita con auspici (ne ho parlato molto nell'intervento durante il dibattito precedente, e non tornerò ora su tali questioni) interessanti, per l'importanza che riveste (dirò qualcosa di più in sede di dichiarazione di voto), al di là delle premesse positive, abbia poi fatto stringere poco tra le mani di nuovo, di innovativo, e abbia riproposto in termini secondo noi inaccettabili il rapporto Esecutivo-Consiglio. Cioè, nel momento in cui si fa una legge che è anche di procedura non si può soltanto più accettare che sia seguita una certa prassi in via amichevole: bisogna che essa rispecchi una realtà politica che si è venuta evidenziando. In questo senso abbiamo assunto una posizione piuttosto dura la volta scorsa.
Potrei aggiungere molte cose sul rapporto Commissioni-Consiglio, ma non voglio ripetere qui questo discorso. E' una caratteristica precisa della maggioranza, e direi in particolare della Democrazia Cristiana Piemontese questa: in qualsiasi altra Regione le Commissioni hanno poteri assai più ampi, di quelli affidati qui, in Piemonte. Dopo cinque anni ormai di attività, abbiamo dovuto prendere atto di una ostinata volontà da parte della maggioranza di limitare i poteri alle Commissioni. Con ciò essa si assume una responsabilità. Comunque, ripeto, non voglio polemizzare su questo: le teorizzazioni di Bianchi sono sempre interessanti, ma molte volte nascondono malamente un suo integralismo che si esprime in modo molto esplicito appunto in determinate occasioni.



BIANCHI Adriano

Confondi il rigore con l'integralismo.



BERTI Antonio

Tutte le posizioni servono sempre degli interessi politici: quando c'è la volontà politica di estendere al massimo le partecipazioni, partendo dagli organismi interni del Consiglio per arrivare a quelli esterni, le formulazioni giuridiche hanno minor valore; quando, però, si parte dalle interpretazioni giuridiche per difenderle con ordine, vuol dire che si serve una volontà politica che non vuole estendere al massimo la partecipazione. Questa mi sembra la questione più importante.



BIANCHI Adriano

Non è cosi.



BERTI Antonio

Ho già detto, avv. Oberto, mentre lei non c'era, che noi respingiamo l'interpretazione data da qualche organo di stampa della nostra uscita dall'aula come diretta contro di lei. Non era quello il nostro intento.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Questo lo sapevo benissimo



BERTI Antonio

Ho voluto dirglielo perché ci tengo alla chiarezza.
Comunque, la proposta di emendamento presentata segna essa pure un passo avanti rispetto alla seduta precedente, ma è molto equivoca: si vuol fare il passo, ma non lo si fa fino in fondo. La formulazione più logica e completa, che io suggerisco, è la seguente: "I criteri generali per la formazione dei programmi di intervento in materia di opere pubbliche sono deliberati dal Consiglio Regionale, su proposta della Giunta, in occasione della presentazione del bilancio preventivo". Dicendo: "La Giunta, in occasione della presentazione del bilancio preventivo, sottopone ogni anno i criteri generali...." non si è sufficientemente chiari, si lascia adito alle più diverse interpretazioni.



BIANCHI Adriano

Se la Giunta lo porta in Consiglio dà luogo ad una deliberazione.



BERTI Antonio

Ma allora bisogna scriverlo, questo, bisogna dar chiarezza alle leggi che si fanno. O si scrive che i criteri sono approvati dal Consiglio o si dice, al limite, che al Consiglio sono segnalati a puro titolo di informazione. Ma l'informazione va bene per tutti, non per il Consiglio: e dev'essere il Consiglio ad approvare i criteri, se si vuol dare concretezza alle teorizzazioni che anche l'altra sera Bianchi ha fatto nella riunione dei Capigruppo.
Non riusciamo a comprendere bene cosa significhi un emendamento in cui si dice: "...sottopone al Consiglio....". Chiediamo alla maggioranza una scelta più precisa in questo senso.



BIANCHI Adriano

Il dialogo è già implicito, e non c'è bisogno di aggiungere altro. E' più che sufficiente dire: "Sottopone ogni anno al Consiglio, che li approva, i criteri generali per la formazione dei programmi....".



BERTI Antonio

Prendo atto di questo. Coglierei però ancora l'occasione per domandare: a chi spetta poi verificare i programmi? E come di questi programmi verrà data conoscenza al Consiglio? Attraverso la distribuzione di una relazione sui risultati del lavoro svolto? E' anche questo da precisare: fissiamo i criteri, la Giunta su questi criteri lavora. Per conoscere poi i risultati dovremo fare una interrogazione, o sarà la Giunta a preoccuparsi di informarci sui risultati e sul programma? Vorrei una risposta anche su questa questione.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Io non posso prendere un impegno particolare, perché siamo alla scadenza del mandato, ma negli intendimenti, che penso non verranno rinnegati, della Giunta è, avendo essa avuto indicazioni dal Consiglio, di comunicare al Consiglio quel che avrà fatto. Mi pare sia quasi consequenziale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l'Assessore Conti. Ne ha facoltà



CONTI Domenico, Assessore al commercio

Per una precisazione, visto che il Consigliere Berti nel suo intervento si è riferito al mancato funzionamento del Comitato regionale per i Trasporti e di quello per il Commercio.
Nella realtà, è stata fatta una prima riunione, è stato dato un documento di lavoro, che è stato illustrato, sono state sentite le categorie. Una parte delle proposte emerse ricevono la loro risposta dalla legge che verrà in approvazione in Consiglio; per l'altra parte, le categorie si sono riservate di precisare nella successiva riunione le loro posizioni sul documento di lavoro presentato dall'Assessore, pur sostanzialmente esprimendo di massima un parere positivo.
Se non ho pubblicizzato l'incontro è perché lo ritenevo di avvio, e quindi non ancora meritevole di una evidenziazione di risultati. Questo fatto può aver dato luogo alla disinformazione relativamente al funzionamento del Comitato.



PRESIDENTE

Torniamo allora all'emendamento aggiuntivo, che suonerebbe in questo modo, con la modifica apportata: "La Giunta Regionale, in occasione della presentazione del bilancio preventivo, sottopone ogni anno al Consiglio, che li approva, i criteri generali per la formazione dei programmi di intervento in materia di opere pubbliche"



BERTI Antonio

Anche il "che li approva" non mi pare espressione esatta.



BIANCHI Adriano

E' l'espressione in uso anche in sede parlamentare.



BERTI Antonio

Fa pensare che ci sia per legge obbligo di approvare.



BIANCHI Adriano

Certo, non penso che il Consiglio vorrà rifiutarsi di approvare delle opere pubbliche.



BERTI Antonio

Dato che non è questione di sostanza ma di forma, perché non potremmo modificare il testo nel modo in cui dicevo io, usando così una dizione meno ambigua?



BIANCHI Adriano

Vorrei tener ferma la responsabilità elettiva della Giunta, la quale viene come organo a rendere conto e a chiedere l'approvazione al Consiglio su quello che vuol operare, come si dice, in una casa di vetro, sotto il profilo dei criteri anche politici, non solo dell'esercizio della discrezionalità.



BERTI Antonio

Basterebbe dire: "Sottopone al Consiglio per l'approvazione".



BIANCHI Adriano

Sono disposto ad accettare la modifica, proprio perché non sembri che mi irrigidisco; ma ripeto che l'espressione "che li approva" è proprio la formula classica delle dizioni legislative.



PRESIDENTE

Allora, l'ultima versione del testo dell'emendamento è la seguente: "La Giunta Regionale, in occasione della presentazione del bilancio preventivo, sottopone ogni anno al Consiglio, per l'approvazione, i criteri generali per la formazione dei programmi di intervento in materia di opere pubbliche".
Chiede di parlare il Consigliere Dotti. Ne ha facoltà.



DOTTI Augusto, relatore

Io ritengo che l'emendamento Bianchi poteva essere accolto così come formulato. Se mettiamo "per l'approvazione" o "che li approva" effettivamente la Giunta si prende carico di puntualizzare, ad ogni piè sospinto, se deve in certo qual modo apportare delle modificazioni che si possono rendere necessarie ai criteri della Giunta. Anche perch l'espressione "i criteri per la formazione dei programmi" non dice assolutamente niente. Se i criteri sono vaghi, evidentemente la Giunta ha più ampio e indiscriminato potere di variare i programmi come tali: altrimenti, se li vogliamo poi precisare, la Giunta dovrà seguire passo passo, ed allora evidentemente è il Consiglio che diventa la Giunta, non è più la Giunta che ha la possibilità di adattare di volta in volta i programmi secondo le esigenze, sempre nell'ambito generale di una approvazione del Consiglio, cui essa dovrà dar conto della sua politica.
Io veramente non comprendo perché si voglia inserire in una legge una parte così squisitamente politica, che fa parte del sostegno stesso politico per cui la Giunta si afferma in Consiglio come la maggioranza con l'accordo critico dell'opposizione: si stravolge assolutamente tutto.
Perché i criteri, di per sé stessi, non dicono assolutamente niente: sui criteri siamo sempre tutti d'accordo.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, avv. Oberto.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Mi pare che l'emendamento sia largamente accettabile e condivisibile anche perché abbiamo già una esperienza alle spalle: da un anno questi criteri sono esaminati dalla Giunta, proposti dall'Assessore competente portati all'esame della Commissione. Adesso, facciamo un passo più in là: li portiamo, una volta l'anno, come criteri di larga massima, all'esame del Consiglio. Mi pare che non ci sia uno sconvolgimento dello spirito della legge, e pertanto la Giunta accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione, per alzata di mano, l'emendamento aggiuntivo presentato dal Consigliere Bianchi. L'emendamento è approvato all'unanimità.
Pongo ora in votazione, per appello nominale, l'art. 4 bis che diventerà poi 5 (per la verità, io non darei questa collocazione, ma come Presidente ho solo il diritto di dichiarare la mia opinione).



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 35 Hanno risposto si n. 25 Consiglieri Si sono astenuti n. 10 Consiglieri Il Consiglio Regionale approva.
Articolo 5.
"Ad integrazione del contributo in capitale o in annualità concesso sulla spesa risultante dall'approvazione del progetto, può essere accordato un contributo suppletivo, nella stessa misura percentuale ed in base ad una domanda dell'Ente interessato, sulle ulteriori spese riconosciute necessarie per l'aggiudicazione dei lavori con aumento sul prezzo d'appalto, per lavori suppletivi imprevisti, per danni di forza maggiore per tacitazione di riserve, per revisione dei prezzi contrattuali e per altre spese che, a norma di legge, risultino a carico dell'Ente per il compimento dell'opera a regola d'arte, in conformità al progetto approvato.
Per garantire il regolare corso dei lavori ed il tempestivo assolvimento degli impegni contrattuali, il contributo suppletivo è concesso con decreto del Presidente della Giunta Regionale, o con decreto dell'Assessore regionale ai Lavori pubblici a ciò appositamente delegato in base a deliberazione della Giunta Regionale, con riferimento alle risultanze dell'istruttoria tecnico-amministrativa.
Spetta in ogni caso al Presidente della Giunta Regionale l'approvazione, con proprio decreto, del collaudo dei lavori o del certificato attestante la regolare esecuzione dei medesimi, nonché la definitiva determinazione del contributo.
La Giunta Regionale determina annualmente, con apposita deliberazione la quota percentuale degli stanziamenti del bilancio di competenza da riservare agli oneri di cui al primo comma, in base al presumibile ammontare degli oneri medesimi.
Le somme non impegnate nell'esercizio finanziario di competenza del bilancio, per i capitoli indicati nei successivi articoli 11 e 12, nonch le somme conservate nel conto dei residui di precedenti esercizi, le quali risultino non utilizzate per gli interventi finanziari eseguibili ai sensi delle leggi indicate nei relativi capitoli, possono essere impegnate ai fini della concessione dei contributi previsti dalla presente legge, nel limiti di cui all'articolo 36, secondo comma, del R.D. 18 novembre 1923, n.
2440".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare. Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 35 Hanno risposto si n. 25 Consiglieri Si sono astenuti n. 10 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Articolo 6.
"Agli Enti che siano ammessi a fruire del contributo in annualità costanti trentacinquennali, a carico dei bilanci regionali degli anni 1973 e 1974 e che, all'atto dell'entrata in vigore della presente legge, non abbiano ottenuto la disponibilità del mutuo dalla Cassa Depositi e Prestiti o da altro Istituto mutuante, può essere attribuito il beneficio della elevazione del contributo medesimo al 6 per cento oppure al 9 per cento affinché ne restino facilitati il finanziamento e la realizzazione delle opere programmate.
L'integrazione del contributo a favore degli Enti ospedalieri, di cui al quarto comma del precedente articolo 3, è effettuato nella misura occorrente al totale ammortamento, compresi gli oneri per spese di interessi, dei mutui da contrarsi.
La spesa derivante dalle operazioni predette graverà sui competenti capitoli del bilancio regionale per l'anno 1975.
Per ottenere l'integrazione del contributo gli Enti interessati dovranno presentare apposita domanda al Presidente della Giunta Regionale entro trenta giorni dall'entrata in vigore della presente legge confermando se intendono contrarre il mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti o con altro Istituto mutuante.
La mancata presentazione della domanda entro il termine predetto comporta l'esclusione del beneficio.
L'integrazione del contributo è deliberata dalla Giunta Regionale.
La Giunta medesima delibererà l'ammontare della quota da accantonarsi cautelativamente sui capitoli del bilancio 1975 interessati, per consentire il soddisfacimento tempestivo delle domande regolarmente presentate.
L'eventuale rimanenza di detta quota verrà utilizzata in aggiunta a quella accantonata ai sensi dell'articolo precedente".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare. Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione Presenti e votanti n. 38 Hanno risposto si n. 29 Consiglieri Hanno risposto no n. 9 Consiglieri L'articolo 6 è approvato.
Articolo 7 "Allo scopo di facilitare l'inizio e il compimento dei lavori non finanziati dalla Cassa Depositi e Prestiti è consentita l'anticipazione alla ditta appaltatrice, all'atto della consegna dei lavori, della prima rata di pagamento prevista nel capitolato speciale di appalto e l'anticipazione delle rate successive potrà aver luogo subordinatamente all'approvazione dello stato d'avanzamento dei lavori relativi al rateo già corrisposto.
Il pagamento dell'ultima rata sarà invece effettuato in uno con l'approvazione del collaudo.
Qualora l'appalto preveda il totale pagamento in unica rata l'anticipazione all'atto della consegna dei lavori sarà limitata al 50 per cento del suo importo.
I certificati di pagamento delle anticipazioni sono vistati dall'Ufficio del Genio Civile competente.
Nel caso di opera ammessa a godere del contributo in capitale, l'Ente appaltante farà richiesta, rata per rata, tramite l'Ufficio del Genio Civile, dell'importo dovuto dalla Regione in base alla misura percentuale del contributo concesso.
Ad accreditamento ottenuto, l'Ente corrisponderà alla ditta appaltatrice anche la quota a proprio carico.
Le ditte aggiudicatarie non sono esentate dal deposito cauzionale definitivo che resta a garanzia dell'esecuzione dei lavori a regola d'arte fino alla liquidazione finale degli stessi.
Le ditte medesime, in caso di inadempimento degli obblighi contrattuali, sono perseguibili ai sensi di legge per il risarcimento del danno ed escluse dal partecipare a gare d'appalto, per lavori assistiti dal contributo regionale.
L'inadempimento sarà altresì segnalato ai competenti Uffici dell'Albo Nazionale dei Costruttori.
Gli Enti appaltanti, ove ritengano conveniente concedere le facilitazioni di cui sopra, dovranno farne esplicita menzione nel capitolato speciale d'appalto, includendola inoltre nelle lettere di invito alla gara di appalto".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare. Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 37 Hanno risposto si n. 27 Consiglieri Hanno risposto no n. 10 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
Articolo 8 "I Comuni sprovvisti di Ufficio tecnico che, ai sensi delle leggi vigenti, sono classificati montani o depressi, e quelli con popolazione inferiore ai 3.000 abitanti, possono inoltrare istanza all'Ufficio del Genio Civile competente per territorio, perché provveda alla redazione del progetto assistito dal contributo regionale ed alla direzione dei relativi lavori.
Nel progetto redatto dall'Ufficio del Genio Civile può essere contemplata una quota forfetaria per sole spese generali, calcolata nella misura del 2 per cento dell'importo progettuale.
Alle operazioni di collaudo dovrà essere presente il rappresentante del Comune al quale l'opera verrà formalmente consegnata".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare. Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 37 Hanno risposto si n. 27 Consiglieri Hanno risposto no n. 10 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
Articolo 9 "Spetta agli uffici del Genio Civile la sorveglianza sull'andamento dei valori di cui alla presente legge.
Il collaudo è disposto dalla Regione e per lavori non superiori alla spesa di 50 milioni, può essere sostituito dal certificato di regolare esecuzione del direttore dei lavori, vistato dall'Ingegnere Capo del Genio Civile competente.
Fino a quando non venga diversamente disposto con legge organica regionale, la progettazione, l'appalto, l'esecuzione ed il collaudo delle opere contemplate dalla presente legge e quant'altro attiene ai procedimenti amministrativi ai pareri tecnici ed alle approvazioni sono regolati dalla presente legge, da altre leggi regionali, nonché dalle leggi e dai regolamenti vigenti per le opere pubbliche dello Stato.
Vi è un emendamento modificativo dei Consiglieri Zanone, Fassino e Rossotto: "Nel secondo comma, seconda riga, sostituire le parole '50 milioni' con le parole '70 milioni' ".
La parola al Consigliere Zanone.



ZANONE Valerio

Scopo dell'emendamento è quello di adeguare la legge regionale al limite stabilito nella legge statale di snellimento delle procedure di collaudo delle opere pubbliche, che è già stata approvata dal Senato e che è ora all'esame della Camera dei Deputati.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Petrini.



PETRINI Luigi, Assessore ai lavori pubblici ed infrastrutture

Intanto non è ancora legge dello Stato in quanto un ramo del Parlamento la deve ancora approvare.
La legge dello Stato precedentemente fissava il limite a 10 milioni che con la legge regionale è stato portato a 50. Premesso che non si fa una discriminazione tra le opere, se si trattasse di lavori di movimento di terra e la direzione dei lavori fosse oculata la cosa potrebbe andar bene ma se si tratta di impianti elettrici, di impianti termici o altro, un maggior controllo oltre i 50 milioni ci pare quanto mai opportuno. Chi fa i lavori dovrebbe anche dare il giudizio conclusivo, qualche garanzia in più quindi penso non guasti ed il collaudatore può guardare con maggiore obiettività lavori più delicati.
Non si ritiene perciò di elevare in misura maggiore il limite previsto in quanto ciò comporterebbe la rinuncia a quelle maggiori garanzie che l'atto formale di collaudo comporta e che sarebbe opportuno evitare quando i lavori assumono una considerevole importanza.
Per questo motivo la Giunta è contraria all'emendamento.



PRESIDENTE

Altri Consiglieri desiderano intervenire? Pongo in votazione l'emendamento modificativo testè letto. Chi intende approvarlo è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto.
Si passi alla votazione dell'art. 9 nel testo originario.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 39 Hanno risposto si n. 24 Consiglieri Hanno risposto no n. 11 Consiglieri Si sono astenuti n. 4 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
Articolo 10 "Le spese derivanti dal completamento del programma straordinario di interventi in lavori stradali, in fognature ed in acquedotti nelle zone depresse, avviato e finanziato ai sensi della legge 20 ottobre 1971, n.
912, nonché gli oneri per la revisione dei relativi prezzi contrattuali sono a totale carico della Regione".
Poiché nessuno chiede la parola si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 39 Hanno risposto si n. 28 Consiglieri Hanno risposto no n. 11 Consiglieri L'articolo 10 è approvato.
Articolo 11 "Ai fini dell'attuazione della presente legge, sono autorizzate, per l'anno 1975: 1) la spesa di 5.000 milioni, per i contributi di cui al precedente articolo 2, numeri 1 e 2 2) la spesa di 5.000 milioni, per i contributi di cui al precedente articolo 2, numero 3 3) la spesa di 2.500 milioni, per i contributi di cui al precedente articolo 2, numero 4 4) la spesa di 500 milioni, per gli oneri di cui al precedente articolo 10.
All'onere di 13.000 milioni si provvede, per la parte di 5.000 milioni con gli stanziamenti dei capitoli n. 1210, n. 1212 e 1218 dello stato di previsione della spesa per l'anno 1975, e per la parte di 8.000 milioni con l'accensione di mutui, di pari ammontare complessivo, ad un tasso non superiore al quindici per cento e per una durata non superiore ad anni trentacinque da estinguersi mediante semestralità costanti posticipate.
La Giunta Regionale è autorizzata ad assumere, con proprie deliberazioni, i mutui di cui al precedente comma.
Nello stato di previsione dell'entrata per l'anno finanziario 1975 sarà conseguentemente istituito il capitolo n. 89 con la denominazione "Provento dei mutui relativi alla concessione dei contributi in capitale nella spesa per opere pubbliche di competenza di enti locali" e la dotazione di 8.000 milioni.
Nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1975 saranno iscritte la somma di 1.500 milioni nel capitolo n. 1210, la somma di 3.000 milioni nel capitolo n. 1212 e la somma di 3.000 milioni nel capitolo n. 1218 e sarà istituito il capitolo n. 1304 (Rubrica 11 Categoria IX), con la denominazione "Spese ed oneri suppletivi per il completamento del programma di interventi straordinari avviato ai sensi della legge 22 luglio 1966, n. 614, con il finanziamento statale di cui alla legge 20 ottobre 1971, n. 912" e con lo stanziamento di 500 milioni.
All'onere per l'ammortamento dei mutui di cui ai precedenti commi valutato in 500 milioni per l'anno finanziario 1975, si provvede mediante una riduzione di 430 milioni del fondo speciale di cui al capitolo n. 1018 e mediante la riduzione di 70 milioni del fondo speciale di cui al capitolo n. 1406 dello stato di previsione della spesa del corrispondente bilancio ed istituendo, nello stato di previsione medesimo, i capitoli n. 696 e n.
1417, relativi alle quote interessi ed alle quote di rimborso del capitale con il rispettivo stanziamento di 430 milioni e di 70 milioni.
Al maggior onere ricadente negli anni 1976 e successivi, valutato in 500 milioni, si farà fronte con la disponibilità derivante da una riduzione di pari ammontare, a partire dall'anno 1976, degli oneri iscritti nel capitolo n. 1316 del bilancio per l'anno finanziario 1975.
Nel bilancio dell'anno finanziario 1976 e di ciascuno degli anni finanziari successivi saranno iscritti i capitoli numero 696 e n. 1417 con stanziamenti pari, in complesso, alle quote interessi ed alle quote capitali di ammortamento, fino alla completa estinzione dei mutui.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
C'è un emendamento soppressivo dei Consiglieri Berti, Rivalta e Marchesotti: "Sopprimere il terzo comma dell'art. 11 del disegno di legge n. 239 che recita 'La Giunta Regionale è autorizzata ad assumere con propria deliberazione, i mutui di cui al precedente comma' ".
La parola al Consigliere Marchesotti.



MARCHESOTTI Domenico

In conseguenza dell'inclusione dell'art. 4 bis, l'emendamento viene ritirato.



PRESIDENTE

Si passi alla votazione dell' art. 11.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 38 Hanno risposto si n. 27 Consiglieri Hanno risposto no n. 11 Consiglieri L'art. 11 è approvato.
Articolo 12 "Per la concessione dei contributi costanti trentacinquennali, ai sensi dell'articolo 3 della presente legge, sono autorizzati, per l'anno finanziario 1975, i limiti d'impegno: 1) di 1.400 milioni, per le opere di cui all'articolo 2, numero 3 2) di 2.100 milioni, per le opere di cui all'articolo 2, numeri 1 e 2 3) di 600 milioni, per le opere di cui all'articolo 3, lettera b) 4) di 100 milioni, per le opere di cui all'articolo 3, lettera c) 5) di 100 milioni, per le opere di cui all'articolo 3, lettera d) 6) di 100 milioni, per le opere di cui all'articolo 3, lettera e) 7) di 150 milioni, per le opere di cui all'articolo 3, lettera f) 8) di 150 milioni, per le opere di cui all'articolo 3, lettera g) 9) di 400 milioni, per le opere di cui all'articolo 3, terzo comma 10) di 600 milioni, per le opere di cui all'articolo 3, quarto comma.
All'onere di 5700 milioni si provvede, per la parte di 5500 milioni mediante una riduzione, di pari ammontare, del fondo speciale di cui al capitolo n. 1404 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1975, e per la parte di 200 milioni mediante una riduzione, di pari ammontare, del fondo speciale di cui al capitolo n 1401 - Rubrica 3 n. 1 - dello stato di previsione medesimo.
Le somme di cui ai punti nn. 1, 2, 3, 4, 8, 9 e 10 del primo comma saranno iscritte, rispettivamente, nei capitoli n. 1214, n. 1221, n. 1314 n. 1154, n. 1308, n. 1172 e n. 1148 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1975. Nello stato di previsione medesimo saranno istituiti: il capitolo n. 1367/2 - Rubrica n. 13, Categoria XI con la denominazione "Contributi costanti trentacinquennali, a Comuni o loro Consorzi, per la costruzione, la sistemazione e l'ampliamento di strutture commerciali e di mercati" e con lo stanziamento di 100 milioni il capitolo n. 1317 Rubrica n. 11, Categoria XI con la denominazione "Contributi costanti trentacinquennali a Comuni o loro Consorzi, per la costruzione di edifici destinati ad attività culturali di loro competenza" e lo stanziamento di 100 milioni il capitolo n. 1118 -. Rubrica n. 7, Categoria XI con la denominazione "Contributi costanti trentacinquennali per la costruzione di impianti per l'incenerimento dei rifiuti solidi urbani" e lo stanziamento di 150 milioni.
Le annualità derivanti dai limiti di impegno di cui al primo comma saranno iscritte, nel bilancio degli anni 1976 e successivi, nei capitoli indicati nel precedente comma.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 37 Hanno risposto si n. 26 Consiglieri Hanno risposto no n. 11 Consiglieri L'articolo 12 è approvato.
Articolo 13 "Per la prestazione della garanzia di cui all'articolo 3, quinto comma della presente legge, è autorizzata la spesa di 100 milioni a partire dall'anno finanziario 1975 e per tutta la durata dell'ammortamento dei mutui accesi dagli Enti ospedalieri.
All'onere di cui al precedente comma provvede, per l'anno finanziario 1975, mediante una riduzione del fondo speciale di cui al capitolo n. 1018 del corrispondente stato di previsione della spesa e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, del capitolo n. 695, con la denominazione "Oneri conseguenti la prestazione di garanzia fidejussoria ai mutui accesi da Enti ospedalieri per la costruzione, il completamento l'ampliamento e la ristrutturazione di opere ospedaliere e con lo stanziamento di 100 milioni".
Nel bilancio degli anni 1976 e successivi sarà iscritto il capitolo n.
695, con la denominazione e lo stanziamento indicati nel precedente comma.
Le spese relative e conseguenti alla prestazione della garanzia sono obbligatorie ai sensi e per gli effetti dell'articolo 40 del R D. 18 novembre 1923, n. 2440.
Qualora la Regione debba intervenire nel pagamento delle rate di ammortamento oltre il limite delle somme stanziate nel capitolo n. 695 del bilancio relativo all'esercizio di competenza o conservate nel conto dei residui, la Giunta Regionale disporrà la necessaria integrazione dello stanziamento di cui al capitolo stesso mediante prelevamento dal fondo per le spese obbligatorie e d'ordine.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Se nessuno chiede la parola si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 33 Hanno risposto si n. 24 Consiglieri Hanno risposto no n. 9 Consiglieri L'articolo 13 e approvato.
Articolo 14 "Per l'erogazione alle Province del contributo annuo nella spesa relativa alla manutenzione ordinaria delle strade di cui al precedente articolo 2, e autorizzata, a partire dall'anno finanziario 1975, la spesa di 3130 milioni.
All'onere di cui al precedente comma, ricadente nell'anno 1975, si provvede: per la parte di 1565 milioni con lo stanziamento di cui al capitolo n. 692 del corrispondente stato di previsione della spesa per la parte di 1565 milioni mediante una riduzione, di pari ammontare, del fondo speciale di cui al capitolo n. 1018 dello stato di previsione medesimo e mediante l'iscrizione di tale somma nel capitolo n.
692.
Il Presidente della Giunta Regionale e autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 28 Hanno risposto si n. 21 Consiglieri Hanno risposto no n. 7 Consiglieri L'articolo 14 è approvato.



TITOLO II

Articolo 15 "Fino a quando non saranno diversamente definite le procedure in materia di opere pubbliche, in funzione della programmazione regionale e della istituzione dei comprensori, sono organi consultivi regionali il Comitato Regionale per le Opere Pubbliche e l'Ingegnere Capo del Genio Civile.
I pareri del Comitato Regionale e dell'Ingegnere Capo del Genio Civile sostituiscono quelli di ogni altro organo consultivo della Regione, singolo o collegiale, in materia di opere pubbliche d'interesse regionale, salvo quelli specificamente previsti da leggi regionali".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 30 Hanno risposto si n. 22 Consiglieri Hanno risposto no n. 8 Consiglieri L'articolo 15 è approvato.
Articolo 16 "Il Comitato Regionale per le opere pubbliche nell'ambito delle sue funzioni consultive esprime parere in materia di opere pubbliche sui seguenti argomenti: 1) norme e procedure di massima interessanti l'esecuzione di opere pubbliche 2) studi e consulenze, anche relativamente a problemi connessi con l'assetto del territorio, forniti nell'interesse della Regione 3) regolamenti, capitolati generale e speciale di appalto e disciplinari tipo 4) materie in merito alle quali i decreti delegati prevedono che sia sentita la Regione 5) classificazione e declassificazione di strade regionali e provinciali 6) classificazione e declassificazione di porti, e vie navigabili 7) classificazione e declassificazione dei comprensori di bonifica integrale e di bonifica montana, dei bacini montani, nonché piani generali di bonifica 8) classificazione e delimitazione delle zone depresse 9) classificazione e declassificazione degli abitati da consolidare o da trasferire 10) progetti di opere pubbliche interessanti due o più province 11) progetti anche di variante e suppletivi relativi ad opere di importo superiore a 300 milioni e verbali di nuovi prezzi per dette opere che comportino aumento di spesa 12) vertenze sorte con le imprese in corso d'opera o in sede di collaudo, per maggiori compensi e per l'esonero da penalità contrattuali purché ciò che si chiede di promettere, abbandonare o pagare sia determinato o determinabile in somme eccedenti i 5 milioni 13) proposte di risoluzioni o rescissioni di contratti 14) affari per i quali la legge dello Stato abbia prescritto il parere di organi consultivi statali quando siano di importo eccedente i 300 milioni 15) ogni altra questione in materia di opere pubbliche che il Presidente della Giunta Regionale gli sottoponga.
I pareri del Comitato devono essere forniti entro un tempo massimo di 60 giorni a decorrere dalla data di ricevimento della documentazione completa relativa".
C'è un emendamento aggiuntivo al primo comma, dei Consiglieri Berti Rivalta e Marchesotti: "Dopo la parola '...argomenti:' aggiungere 'l) programmi annuali per la concessione dei contributi di cui agli artt. 2 e 3 della presente legge' " La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

In parte l'ho già illustrato nel mio precedente intervento. Desidero tuttavia aggiungere ancora alcune considerazioni anche perché il secondo emendamento parla di criteri tecnici per la formazione dei programmi di opere pubbliche.
Faccio brevemente la storia di questo Comitato. Nella prima stesura della legge era previsto un Comitato costituito prevalentemente da funzionari e da tecnici; sin dalla prima riunione noi obiettammo che il Comitato deve esprimere pareri in materia di programmazione, tant'è che si è parlato di Comitato di programma ed abbiamo rilevato che deve essere composto, come è già successo per altri settori, anche da rappresentanti politici. Il riferimento è specificamente alla legge per i programmi scolastici dove il Comitato regionale è costituito da Sindaci oltre che da tecnici, proprio perché il suo compito è quello di esprimere dei pareri in ordine alla formazione di programmi.
Da questo punto di vista abbiamo fatto alcune proposte che hanno portato alla formazione di un Comitato che, oltre ad esprimere dei pareri sulle questioni di carattere tecnico, avesse anche il compito di esprimere un parere sulla formazione dei programmi annuali per la concessione dei contributi.
Di questo si è già parlato molto e ci siamo sentiti dire che non è possibile concedere alcunché; se in altre leggi in iter, ai Comitati corrispondenti a questo è demandato il compito di esprimere pareri sui programmi annuali, non si capisce perché non deve essere valido per il settore delle opere pubbliche. Da quanto mi è parso di capire (ed è questa la nostra preoccupazione) non solo questo non dovrebbe avvenire, ma addirittura la posizione che si assume in ordine alla legge comprometterebbe in senso negativo le elaborazioni positive che sono già state acquisite nelle altre proposte di legge. Al limite saremo costretti a subire per questa legge, se la maggioranza non vorrà modificare, ma chiediamo già in questa sede un pronunciamento perché ciò non costituisca precedente per altre leggi che sono in iter.
Per noi sono due cose diverse la formazione dei criteri e approvazione o il parere sui programmi annuali che sono elaborati in rapporto ai criteri fissati. Abbiamo appena approvato un emendamento che assegna al Consiglio il compito, su proposta della Giunta, di approvare i criteri, abbiamo sollevato la questione circa la coerenza dei programmi annuali con i criteri, abbiamo sentito il Presidente della Giunta dire che naturalmente questo verrà presentato in Consiglio, nelle forme che si decideranno, noi insistiamo quindi perché al Comitato nel quale sono inclusi rappresentanti delle amministrazioni degli Enti locali (che secondo noi sono presenti all'unico scopo di esprimere pareri sui programmi, perché non ha senso che debbano esprimere pareri su questioni tecniche) sia consentito di esprimere pareri sui programmi annuali elaborati dalla Giunta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Petrini.



PETRINI Luigi, Assessore ai lavori pubblici ed infrastrutture

Questa norma tratta delle competenze riservate al Comitato regionale per le opere pubbliche. Una prima serie di esse concerne affari di carattere generale e in questi casi il parere richiesto al Comitato ha per oggetto studi, documenti, convenzioni, regolamenti e si estrinseca in suggerimenti e valutazioni idonei a servire di base a provvedimenti che la Regione intenda adottare, o a pareri che esso debba fornire ad organi dello Stato.
Altre competenze più specifiche, riguardano i pareri da fornirsi sui progetti di singole opere pubbliche e su delle vertenze connesse. Infine il parere può essere richiesto su qualsiasi altro affare o argomento che interessi il settore delle opere pubbliche regionali.
I criteri per la formulazione dei programmi li abbiamo inclusi nella legge e sono ora di competenza del Consiglio Regionale; per cui allo stato attuale gli emendamenti dei colleghi Berti e Bianchi mi pare non possano essere accolti.
Per le altre leggi la Giunta si esprimerà quando queste saranno portate all'attenzione del Consiglio Regionale.
Il parere della Giunta sugli emendamenti è quindi negativo.



PRESIDENTE

Visto che gli emendamenti sono stati accomunati nella stessa sorte dalla Giunta, leggo anche l'emendamento aggiuntivo al comma primo, del Consigliere Bianchi: "Dopo la parola 'argomenti', aggiungere: 1) criteri tecnici per la formazione dei programmi di opere pubbliche".
Desidera illustrarlo? La parola al presentatore Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, questo emendamento notoriamente era stato presentato nel tentativo e nello sforzo di interpretare il minimo comun denominatore delle volontà del Consiglio e di risolvere un contrasto che era vivace e che ha avuto alcune conclusioni e soluzioni questa mattina, che ritengo valide.
Anticipo quindi - e l'avrei detto prima che si passasse, per lealtà al voto dell'altro emendamento - che io ritiro il mio, per ovvie considerazioni che si richiamano a quanto ho già detto e cioè che in questo caso riservare un giudizio finale, che è squisitamente politico, agli organi che questo potere hanno, mi sembra essenziale; secondo, che con l'introduzione dell'art. 5 nuovo e con la norma di cui all'art. 16 punto 15, è aperta perfettamente la via per sottoporre al Comitato ogni valutazione e ogni considerazione che il Consiglio ritenga sul programma che la Giunta presenterà. Per cui il Presidente della Giunta potrà sottoporre al Comitato ogni altra questione che egli nella sua funzione come interprete della Giunta, o come mandatario del Consiglio - a seguito delle conclusioni che avverranno per effetto dell'introduzione dell'art. 5 potrà operare.
Introdurre proprio adesso questi emendamenti significherebbe deferire al Comitato un potere distinto, distaccato e non collegato con i poteri di controllo e di ultima finale valutazione politica che sono riservati al Consiglio Regionale ed agli organi della Regione nella loro rappresentanza politica più squisita.
Pertanto, ripeto che ritiro l'emendamento e per il caso non venisse ritirato (come solleciterei) l'altro emendamento, dovrei votare contro.



PRESIDENTE

Resta così l'emendamento Berti, Rivalta, Marchesotti, che pongo in votazione.
L'emendamento non è accolto.
Pongo in votazione l'art. 16 nel suo testo originario.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 38 Hanno risposto si n. 25 Consiglieri Hanno risposto no n. 10 Consiglieri Si sono astenuti n. 3 Consiglieri L'art. 16 è approvato.
Mi è giunta una comunicazione: "I lavoratori della Magnoni &Tedeschi, riuniti in Piazza Castello e giunti in corteo dalla Ciriè Lanzo, e la Federazione unitaria tessile dell'abbigliamento, chiedono un incontro con una delegazione del Consiglio Regionale e della Giunta senza interrompere la seduta del Consiglio".
Siccome ci sono solo più quattro articoli, potremmo proseguire con la votazione ed intanto i Capigruppo...



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Ma non è possibile!!



PRESIDENTE

Se ho letto questa comunicazione, è perché ho valutato la cosa, signor Presidente della Giunta, perché se continuiamo con la votazione e poi passiamo alle dichiarazioni di voto ed alla votazione finale, arriviamo alle 12,30, dopo di che resta ancora da affrontare il problema dell'ordine del giorno.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Lei è il Presidente del Consiglio, io sono il Presidente della Giunta.
C'è una legge che non deve assolutamente cessare dall'essere votata perch mi sembra che oltre tutto sia una prassi anche del Parlamento, quando una legge è in corso, se non crolla il soffitto va al suo termine. Qui non crolla assolutamente il soffitto, il problema della Magnoni &Tedeschi lo conosciamo in tutta l'estensione dei termini, in venti minuti approviamo la legge e dopo abbiamo tutto il tempo di esaminare i nuovi problemi che ci presentano.
Questo è il punto di vista del Presidente della Giunta .



PRESIDENTE

Vorrei sentire i rappresentanti dei Gruppi.
La mia proposta è di ricevere la delegazione senza sospendere la seduta.
La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

La posizione del Presidente della Giunta è ineccepibile, ma se possiamo trovare una formula che consenta di non interrompere la seduta, mentre prosegue la votazione qualcuno di noi intanto comincia ad interessarsi di questo problema e giungendo alla conclusione integreremo la delegazione che potrà ascoltare.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Io non ho niente in contrario, ma desideravo essere presente nel ricevere gli operai della Magnoni anche per una continuità di dialogo che abbiamo instaurato. I Presidenti dei Gruppi sono autonomi e fanno quello che credono, poi dovremo riprendere da capo per discutere, mi sembrava invece che l'unicità dell'incontro avesse un suo senso, un suo significato.
Naturalmente però mi rimetto a quello che i Capigruppo ritengono di fare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Credo che noi dobbiamo sempre valutare l'importanza delle leggi, ma le situazioni premono e sono di carattere drammatico per cui quando i lavoratori vengono alla Regione (e noi vogliamo che vengano sempre, anche lei vuole che vengano) dobbiamo renderci conto che il loro stato di tensione è molto acuto.
Io sono d'accordo con Bianchi: valutiamo l'esigenza di mandare avanti le leggi, ma anche l'esigenza di rispondere ai lavoratori i quali propongono questo incontro.
Ci sono quindi due proposte possibili: la prima è continuare i lavori presenti i Capigruppo i quali dovranno fare delle dichiarazioni di voto, e non ci sarà il Presidente, oppure sospendiamo mezz'ora, riceviamo con la delegazione più qualificata i rappresentanti della Magnoni e poi riprendiamo i nostri lavori. Forse questa è la cosa migliore, in mezz'ora c'è il tempo di sentire, di dare una risposta e di tornare in Consiglio a riprendere i nostri lavori.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

La Giunta è d'accordo per la proposta che uno per Gruppo vada, in maniera che i lavori per la legge possano proseguire.



PRESIDENTE

La delegazione chiede la presenza del Presidente della Giunta e dei rappresentanti dei Gruppi, l'ho già detto.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Nel frattempo avremmo approvato già due articoli.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa per mezz'ora.



(La seduta, sospesa alle ore 11,30, riprende alle ore 12,20)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Articolo 17 "Il Comitato Regionale per le Opere Pubbliche è presieduto dal Presidente della Giunta Regionale, o, per sua delega, dall'Assessore ai Lavori Pubblici ed è composto dai seguenti membri effettivi con diritto di voto: 1) otto esperti di particolare competenza nella materia dei lavori pubblici, eletti per la durata della legislatura dal Consiglio Regionale, è con voto limitato a cinque.
2) quattro esperti in rappresentanza dei Comuni e delle Amministrazioni Provinciali di cui tre designati dalla Sezione Regionale dell' ANCI e uno designato dalla Sezione Regionale dell'UPI: 3) il Dirigente del Settore amministrativo e quello del settore tecnico dell'Assessorato ai Lavori Pubblici 4) nove funzionari regionali scelti dalla Giunta Regionale nell'ambito degli altri Assessorati, di cui uno dell'ufficio legale regionale 5) l'Ingegnere Capo dell'Ufficio Provinciale del Genio Civile per la Provincia interessata.
Possono essere invitati a far parte del Comitato, di volta in volta quali membri aggiunti per le sole materie di competenza e senza diritto al voto i rappresentanti di Organi e Uffici centrali e periferici dello Stato.
Alle sedute del Comitato possono e quando ne facciano richiesta devono essere sentiti i rappresentanti degli Enti locali e delle Amministrazioni Pubbliche interessate agli affari posti all'ordine del giorno.
I relatori sono nominati dal Presidente fra i membri effettivi del Comitato. Gli esperti collaborano all'esame delle pratiche anche nella fase istruttoria.
Esercita le funzioni di segretario un dipendente regionale dell'Assessorato ai Lavori Pubblici nominato dalla Giunta Regionale.
Per la validità delle adunanze è richiesta la maggioranza dei membri effettivi del Comitato.
Il Comitato delibera a maggioranza ed in caso di parità prevale il voto del Presidente.
La nomina dei dipendenti regionali e degli esperti componenti il Comitato di cui ai precedenti numeri 2), 3), 4) e 5) è deliberata dalla Giunta Regionale.
Ai componenti del Comitato che non siano amministratori regionali o dipendenti è corrisposto un gettone di presenza e, qualora non risiedano in Torino, è corrisposta una indennità di trasferta".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 37 Hanno risposto si n. 27 Consiglieri Hanno risposto no n. 10 Consiglieri L'articolo 17 è approvato.
Articolo 18 "L'Ingegnere Capo del Genio Civile esprime parere in materia di opere pubbliche sui seguenti argomenti: 1) progetti di opere pubbliche d'importo fino a 300 milioni 2) perizie di variante e suppletive e verbali di nuovi prezzi relativi a progetti sui quali abbia già espresso il proprio parere, quale che sia il maggiore importo delle perizie stesse e dei nuovi prezzi 3) verbali di nuovi prezzi relativi a progetti sui quali abbia espresso parere il Comitato Regionale e non comportanti aumento di spesa 4) progetti di opere di bonifica integrale e di sistemazione montana in sostituzione del Comitato Provinciale della bonifica integrale 5) vertenze sorte con le imprese in corso d'opera o in sede di collaudo, per maggiori compensi o per l'esonero da penalità contrattuali purché ciò che si chiede di promettere, abbandonare o pagare sia determinato o determinabile in somme non eccedenti i 5 milioni 6) affari di competenza degli organi locali della Regione e degli Enti locali per i quali la legge dello Stato abbia prescritto il parere di organi consultivi statali, quando siano di importo inferiore ai 300 milioni 7) concessione di proroghe, quale che sia l'importo dell'opera e la durata della proroga 8) revisione dei prezzi contrattuali 9) altre materie ed affari, non attribuiti alla competenza del Comitato Regionale, per quali sia richiesto dalla vigente legislazione il parere dell'Ufficio del Genio Civile.
L'Ingegnere Capo può sentire preventivamente e secondo le occorrenze il parere del medico provinciale o di un qualificato esperto e può chiedere al Presidente della Giunta Regionale, che siano sottoposti al parere del Comitato Regionale, progetti, affari o materie che, pur rientrando nella propria competenza, presentino aspetti di eccezionale rilevanza.
I pareri dell'Ingegnere Capo del Genio Civile devono essere forniti entro un tempo massimo di trenta giorni a decorrere dalla data di ricevimento della documentazione completa relativa".
Poiché nessuno chiede di parlare si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 38 Hanno risposto si n. 27 Consiglieri Hanno risposto no n. 11 Consiglieri L'articolo 18 è approvato.
Articolo 19 "Per gli oneri relativi al funzionamento del Comitato Regionale per le Opere Pubbliche, di cui al precedente articolo 15, è autorizzata la spesa annua di 15 milioni.
All'onere di cui al precedente comma si provvede per l'anno 1975 mediante una riduzione di 15 milioni del fondo speciale di cui al capitolo n. 1018 del corrispondente stato di previsione della spesa e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, del capitolo n 679, con la denominazione "Spese per il funzionamento del Comitato Regionale per le Opere Pubbliche" e con lo stanziamento di 15 milioni.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Qualcuno chiede la parola? Si passi alla votazione.



(Si procede anzi votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto seguente esito: Presenti e votanti n. 38 Hanno risposto si n. 27 Consiglieri Hanno risposto no n. 11 Consiglieri L'articolo 19 è approvato.
Articolo 20 "La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'art. 127 della Costituzione e dell'art. 45 dello Statuto ed entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione.
La presente legge regionale è pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione.
E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e farla osservare come legge della Regione Piemonte".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 38 Hanno risposto si n. 27 Consiglieri Hanno risposto no n. 11 Consiglieri L'articolo 20 è approvato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto.



BIANCHI Adriano

Se non erro, purtroppo frastornati da molte cose, abbiamo passato l'art. 20 che forse doveva arrestarsi alla fine del primo comma.



PRESIDENTE

Questa sarà una correzione materiale che faremo noi.



BIANCHI Adriano

Gli ultimi due capoversi vanno tolti.



PRESIDENTE

Infatti, è pleonastico e provvederemo in sede di correzione di stesura.
Passiamo alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

E' l'ennesimo intervento su questa legge, ma proprio per questo sar brevissimo avendo detto tutto quanto il nostro Gruppo poteva e intendeva dire sulla questione.
Riassumo gli elementi fondamentali del nostro dissenso. Noi abbiamo guardato inizialmente, lo ripeto, con un certo interesse, a questa proposta di legge poiché conteneva elementi di razionalizzazione, in sostanza tendeva a porre un certo ordine nel modo di intervenire nella concessione dei contributi in tempi non lontani, in cui le clientele prosperavano.
Abbiamo a suo tempo dato anche atto all'Assessore di avere tentato quanto meno un tipo di procedura che per certi versi attenuava questa politica clientelare, ma non era soltanto questo il punto di interesse, noi accoglievamo questa legge come una possibilità per la Regione di non essere soltanto più un soggetto passivo - quello che recepisce le richieste che vengono da Enti esterni, tentando, per quanto possibile, con criteri discrezionali, di porre un certo ordine - ma di incominciare ad assumere la veste di soggetto attivo nel senso che avendo compiute alcune scelte fondamentali, avrebbe potuto usare le proprie finanze per ottenere dagli Enti locali destinatari dei contributi delle scelte coerenti con quelle della Regione. Ci rendiamo conto che questo non è che si realizzi di colpo ma pensavamo che attraverso il meccanismo della legge potesse essere compiuto un passo in questa direzione. Abbiamo pertanto assunto una posizione critica prima e di proposta poi in ordine ai campi di intervento che nella proposta della Giunta erano amplissimi: la Regione interviene con contributi in tutti i settori, dai più ai meno importanti, ma qualora non volesse escludere determinati interventi in settori di minore importanza dovrebbe quanto meno graduare la quantità e la qualità dell'intervento scegliere fra i settori tradizionali nei confronti dei quali si concede il massimo del contributo o un contributo inferiore.
Era già intanto una manifestazione di volontà politica l'andare in questa direzione e nella discussione precedente abbiamo avanzato delle proposte precise conseguenti ad osservazioni che a noi pareva dovessero essere fatte. Tipico è stato da questo punto di vista il problema per esempio dei mattatoi, delle sedi dei municipi, delle grandi strade provinciali non collocate in un programma coerente con i piani di sviluppo comprensoriale e regionale; tipica è stata la discussione per quanto riguarda il finanziamento delle istituzioni ospedaliere e dobbiamo dire che a fronte di questa nostra proposta (di cui credo non possa sfuggire l'importanza politica a nessuno che voglia proporsi di rinnovare il modo di intervenire anche in questo settore) la maggioranza in effetti non ha compiuto una scelta, ha solo fatto la dichiarazione di questa mattina che per quanto riguarda le istituzioni assistenziali private vuole intervenire solo in casi di carattere eccezionale. Ma non è stato accettato il principio che noi ponevamo e che costituiva elemento di interesse in questa legge.
Un'altra delle questioni che abbiamo posto al centro del nostro intervento durante i lavori di Commissione e durante la discussione in Consiglio Regionale, anche attraverso emendamenti, è stata quella che attiene alle procedure relative ai provvedimenti che la Regione emana: c'è un problema di competenza del Consiglio per quanto riguarda i criteri attraverso cui si formano programmi regionali per la concessione dei contributi ed abbiamo chiesto che al Comitato costituito per esprimere pareri tecnici in ordine alla legge fosse assegnato anche il compito di esprimere un parere sul programma definitivo elaborato dalla Giunta, perch pensiamo che gli organismi di partecipazione esterna al Consiglio non possano essere chiamati sempre e soltanto ad esprimere pareri consultivi ma debbano poter prendere in esame i programmi che la Regione affronta.
Questo mette in crisi, come diceva il Capogruppo della D.C. i poteri del Consiglio o della Giunta? Noi crediamo di no poiché ogni parere, essendo consultivo, non vincola in alcun modo il potere decisionale né della Giunta né tanto meno del Consiglio; semmai i pareri espressi da organismi esterni contribuiscono ad una migliore formazione dei nostri programmi.
In ultima analisi, se costituiamo questi organismi e assegniamo loro soltanto compiti minori di carattere tecnico, non ritenendoli idonei ad esprimere anche pareri di carattere politico, a noi pare che questa partecipazione non corrisponda all'impegno politico che abbiamo assunto in fase di stesura dello Statuto.
Perciò, pur avendo dato atto sin dall'inizio del dibattito della buona predisposizione dell'Assessorato e della Giunta a ricercare un punto di incontro sulla formazione di questa legge e malgrado alcune nostre proposte siano state introdotte nella bozza presentata in Consiglio, noi per questi tre motivi che riteniamo validi, ma che non sono stati accettati dalla maggioranza, dobbiamo votare contro questo provvedimento di legge che oggi il Consiglio ci propone.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Siamo alla conclusione e anch'io cercherò di essere rapido per non intralciare l'ulteriore corso dei lavori.
Direi che poche leggi hanno subito un iter formativo, sono state oggetto di un confronto minuzioso, ripetuto, paziente, hanno trovato la disponibilità della Giunta e dell'Assessore a risottoporre, a riverificare ogni formulazione quale questa legge che già si presentava, nel momento in cui è stata licenziata dalla Giunta, come un notevolissimo sforzo per dare delle risposte positive ai problemi. Quello della razionalizzazione, della nuova metodologia nell'azione regionale, quello drammatico degli interessi passivi, quello del rispetto insieme delle volontà degli Enti locali e della razionalizzazione della formulazione per programmi; e per dare una risposta a tutte queste domande.
Non tutte le richieste dell'opposizione sono state certamente accolte moltissimi dei risultati qui raggiunti sono il frutto più che di una mediazione o di una compensazione reciproca fra i Gruppi, di una collaborazione, direi intellettuale, dei Consiglieri che si sono applicati immettendosi nella logica della legge, si sono applicati a darle la soluzione migliore. Ritengo che questa legge non sia considerata dall'Assessore e dalla Giunta, che pure hanno dedicato un impegno così qualificante perché ottenesse i risultati voluti, come il punto d'arrivo finale, come l'atto riformatore definitivo, come l'esempio di una metodologia assolutamente nuova e tale da dare le risposte a tutti i problemi che sono davanti a noi; è stata, secondo me, il punto massimo raggiungibile in questa fase, in questa condizione per garantire la continuità, per operare un salto di qualità.
La previsione dei programmi regionali e di settore, la previsione ed il passaggio al contributo in capitale da erogarsi nell'ambito dei programmi la previsione delle possibilità di anticipazione per non bloccare il corso dei lavori, la possibilità di redazione dei progetti per conto degli Enti locali da parte dei Geni Civili e quindi questo intervento diretto di iniziativa da parte della Regione, la semplificazione, la razionalizzazione dei metodi di intervento e delle procedure, l'istituzione del Comitato delle opere pubbliche, la vastità dei suoi compiti che sono, sì squisitamente tecnici ma sono anche di significato politico in quanto anche la tecnica non è totalmente indifferente alle conclusioni ed ai risultati la previsione poi dell'ipotesi dei comprensori e quindi l'indicazione che è già di prospettiva di una prossima modificazione e revisione della costituzione dei comprensori e dell'istituzione dei comitati comprensoriali che prevede un nuovo tipo di gestione, probabilmente lì avverrà l'incontro l'idea dominante di Berti che ha una sua originalità e validità e cioè quella della Regione che si fa carico di assumere l'iniziativa di proporre un programma che ha già in sé, nel momento in cui viene formulato, le garanzie della sua realizzazione totale; lì avverrà l'incontro della formulazione dei programmi da parte degli Enti locali e della sintesi da parte della Regione che potrà fornire strumenti e mezzi per la realizzazione senza che vi sia un fatto di centralizzazione dell'iniziativa nella realizzazione delle opere pubbliche.
Io credo che l'emendamento che abbiamo presentato questa mattina vada al di là delle richieste che venivano fatte, al fine di creare dei momenti di confronto e di partecipazione che possono però facilmente degenerare in camere di compensazione in cui si trattano poi le soluzioni. Noi abbiamo cercato di portarle al giusto livello, non con spirito rigido, ma sempre aperto a capire le ragioni e le finalità valide che ogni altra forza politica si propone, anche se non sempre riteniamo di poter totalmente o parzialmente abdicare alle nostre impostazioni.
Il fatto di responsabilizzare la più vasta assemblea nel momento decisionale di scelta di principi, credo che apra una prospettiva efficace e valida; approvando questa legge, proprio mentre l'atmosfera si fa più tesa per l'imminente chiusura della legislatura, noi adempiamo al nostro compito istituzionale, diamo l'esempio di non fare delle leggi di carattere elettorale, ma di misurarci con tutta la compostezza possibile, con tutto l'impegno possibile in leggi di grande impegno, di prospettiva che non sono mai il punto finale d'arrivo, ma che sicuramente, come in questo caso creando intanto una piattaforma di operatività e di efficienza considerevoli, aprono la via all'ulteriore formulazione di mezzi e di modi di intervento più efficaci e più immediati.
Concludo esprimendo anche il mio personale apprezzamento all'Assessore non solo per il lavoro fatto nella preparazione (insieme alla Giunta) della legge, ma per il modo in cui ha condotto con grande disponibilità pazienza, mi si consenta la parola, umiltà, malgrado conoscesse profondamente i problemi che si trattava, il lavoro di Commissione e anche la discussione davanti al Consiglio.
Io quindi, e penso il mio Gruppo, daremo con soddisfazione ancora una volta il voto favorevole a questa legge.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, avv. Oberto.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Ritengo doveroso ed opportuno sottolineare l'importanza di questa legge e muoverò dal punto in cui ha terminato il suo intervento Presidente del Gruppo D.C. per dire, a nome della Giunta, una parola di particolare compiacimento al collega Petrini che è stato, di questa legge l'elaboratore attento e paziente (giustamente è stato detto) che l'ha illustrata saggiamente ai colleghi della Giunta che l'hanno varata, con un respiro che qui è stato un poco censurato perché troppo ampio e poi rientrato. Rientrato attraverso ad elaborazioni e a rielaborazioni che sono frutto dell'esame portato a questo testo dalla Commissione poiché in copertina del disegno di legge che stiamo per approvare in termini definitivi trasformandolo pertanto in legge, si legge "Testo emendato dalla II Commissione, in accordo con la Giunta ed approvato a maggioranza".
Qui permane, nel momento finale, un momento non positivo, anzi espressamente negativo. Io non sono certamente l'interprete di quello che è lo spirito del Gruppo comunista, mi è parso però, attraverso alle responsabili espressioni del Capogruppo, di avvertire un certo travaglio nell'arrivare alla conclusione finale del voto negativo, perché vi è stata la dimostrazione chiara e completa di un largo interesse portato alla legge per quelli che sono i fini che si propone di raggiungere; vi sono state delle posizioni differenziate, ci saranno sempre, inevitabilmente, ma la sostanza della legge è accettata come impostazione, come fine, e, mi si consenta di dire, proprio al termine di questa legislatura, come strumento estremamente importante ed interessante, che potremo affidare a coloro i quali avranno la responsabilità nel futuro Consiglio Regionale e sopratutto nel futuro Governo regionale. Vorrei dire che è una legge che sostanzialmente riguarda tutti e quanti i 1209 Comuni, le sei Province del nostro Piemonte e vari altri Enti.
Non voglio entrare assolutamente in polemica con le dichiarazioni di voto che sono state fatte, ma vorrei dire che non è del tutto esatto affermare che qui non si interviene come soggetti, anche in termini operativi, quando nella legge c'è, come c'é, la disposizione di intervento diretto della Regione sulle Province, per un aspetto dell'attività delle Province, che è quello della viabilità. Mi sembra di cogliere in questo una partecipazione soggettiva proprio come soggetto dell'Ente Regione.
Questi 1209 Comuni, queste sei Province, questi altri Enti potranno beneficiare della legge nelle condizioni attuali. La legge ha la caratteristica, come altre che abbiamo votato e che mi auguro si possano ancora votare, di una previsione chiara, precisa nella sua impostazione del verificarsi di un fatto nel quale crediamo e che ci augureremmo di potere discutere ancora prima del termine della nostra legislatura ed è l'assetto nuovo che la Regione si darà attraverso la creazione dei comprensori. Mi sembra che questo debba essere ulteriormente sottolineato almeno come proposito, come volontà. In questa legislatura, non troveremo il tempo sufficiente per approfondire l'argomento, ma certamente con la legge di oggi si manifesta chiaramente una volontà non soltanto di programma, ma di strumento che viene creato a quel fine. E' pertanto certamente una legge qualificante, che ha il grande vantaggio di abbreviare i termini di tutte le procedure che in precedenza mangiavano persino la possibilità di realizzare concretamente talune opere e che definisce in termini chiari, precisi, univoci le procedure. Noi diciamo, soprattutto come penalisti, che la procedura non è la sostanza, ma è la garanzia della sostanza perché fissando determinate norme chiare, per tutti uguali effettivamente consente di arrivare al termine della valutazione politica politica anche nel campo del diritto, intendiamoci, di quelle che sono le proposizioni contenute nelle norme.
Ecco pertanto che questa definizione precisa delle procedure è un elemento che deve essere tenuto in alta considerazione e soprattutto credo di poter dire che questa legge crea della fiducia, cioè i Comuni, le Province, gli altri Enti che hanno i contatti con gli uffici tecnici per ottenere contribuzioni, aiuti, per l'esecuzione di opere, acquistano una certa fiducia che sta anche nella brevità dei termini operativi, per cui non dovranno verificarsi più quei ritardi dei quali ci siamo mille volte lamentati, acquisendo proprio una certezza dell'assolvimento dei compiti che si sono proposti con questa certezza, chiarezza e, aggiungerei semplicità di procedura.
E' una legge che ha anche un certo respiro di contenuto come finanziamento perché sono, in definitiva, 22 miliardi che servono in parte a coprire il finanziamento di opere rimaste scoperte del 1973 e del 1974 e che si propongono naturalmente di finanziare le altre opere che nel corso del 1975, a legge approvata, saranno finanziabili. In questo modo si apre veramente, per gli Enti locali, una larga possibilità d'azione che è garantita dal contributo che non è poi indifferente perché (sottolineiamolo questo aspetto di natura finanziaria e di impegno) è un contributo che, a seconda della natura dell'opera, varia dal 6 al 9%. Vero che siamo stati per un certo periodo di tempo, presi dal vortice di interessi che andavano al 18, al 20, al 22%, ma dare un contributo di questo genere con carattere costante e con la sola differenziazione per la natura dell'opera, che va dal 6 al 9% ritengo che possa essere considerato un aspetto altamente positivo da aggiungersi a tutti gli altri che - molto brevemente, anche per rispetto del Consiglio, tenuti presenti l'ora e l'impegno che ancora abbiamo non potendoci riunire nel pomeriggio - ho ritenuto opportuno di esporre, ringraziando il relatore di questa legge, ringraziando la Commissione che l'ha vagliata e che l'ha portata, e, senza alcuna forma che non sia corretta psicologicamente, ringraziando lo stesso Gruppo comunista che stimolando l'approfondimento di un certo argomento, sia pure non ringraziandoci poi con un voto positivo, ne ha determinato l'accoglimento che certamente contribuisce a migliorare la legge. Ancora una volta pertanto, gli apporti positivi che rientrano in quella che è la responsabilità e la volontà del Governo regionale, sono accettati e valutati.



PRESIDENTE

Passiamo quindi al voto complessivo sulla legge. Si proceda.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 37 Hanno risposto si n. 26 Consiglieri Hanno risposto no n. 11 Consiglieri Il disegno di legge è approvato.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno a conclusione del dibattito sul problema occupazionale


PRESIDENTE

Passiamo al punto quarto: Ordine del giorno del Consiglio Regionale, a conclusione del dibattito sul problema occupazionale.
Nella seduta precedente è stata data lettura di un ordine del giorno pervenuto dal Consiglio di fabbrica della Fiat Mirafiori che poneva l'accento sul "grave stato del problema occupazionale, con riferimento alla C.M.C., Riber, Elvetia, Refit, Mulier, Cimat, Magnoni e in modo particolare ai lavoratori della Emanuel che resistono da un anno per affermare il diritto al lavoro sancito dalla Costituzione, la dignità di uomini, il patrimonio tecnico professionale acquisito.
Nei confronti di questi lavoratori, simbolo della Resistenza e della volontà operaia, questo Consiglio di fabbrica si impegna a dare il massimo contributo sia in termini operativi sia politici che portino alla soluzione positiva della vertenza.
Il Consiglio di fabbrica della Fiat Mirafiori invita altresì il pubblico potere, in particolare quello regionale, la sua Giunta, il suo Consiglio ad operare rapidamente nell'ambito della sua autonomia superando incertezze che possono ancora essere presenti per arrivare ad una rapida e giusta soluzione della vertenza".
Nella seduta precedente si era discusso sull'acquisizione dell'ordine del giorno, oppure sulla presentazione e discussione di un ordine del giorno da parte del Consiglio Regionale.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Besate, ne ha facoltà.



BESATE Piero

Signor Presidente, questa discussione nasce dall'iniziativa politica del Consiglio di fabbrica della Mirafiori che interpreta una situazione reale molto grave e in via di aggravamento; a questo si aggiunga la lotta della Emanuel che da un anno si protrae ed ha forme molto responsabili e molto incisive; stamattina è giunto un ordine del giorno del Consiglio di fabbrica della Aspera Motor (che è stato distribuito ai Consiglieri).
Nel Consiglio Regionale della settimana scorsa è stato deciso di non procedere puramente e semplicemente all'acquisizione dell'ordine del giorno del Consiglio della Mirafiori, ma di intervenire efficacemente.
Come ho detto, la situazione va rapidamente aggravandosi, anzi esasperandosi rispetto al precedente stato dell'occupazione. Questo ci dice che tutto il sistema occupazionale, il sistema industriale del Piemonte non regge, evidentemente ci sono motivi politici, ma anche di crisi più generale, dei quali noi siamo sempre, in ogni caso, perfettamente consapevoli e dai quali sempre partiamo, che ci dicono che questa situazione richiede mutamenti di scelte della politica economica nazionale e fa sì che i più assidui frequentatori delle tribune del nostro Consiglio siano gli operai delle fabbriche piemontesi che hanno in pericolo l'occupazione, ma anche i contadini lavoratori diretti, vale a dire i produttori piemontesi dell'industria e dell'agricoltura.
Ricordiamo, primo fra tutti, il problema della Montefibre non solo per le sue dimensioni, molto importanti per il Piemonte e per l'Italia, ma anche per i contraccolpi che provoca a decine e decine di aziende piemontesi e per gli aspetti di diversificazione e di riqualificazione del sistema industriale piemontese e italiano. Oggi i giornali ci dicono che alla base della situazione che si era creata nella Montedison c'era la scalata dell'ENI, ma senza spiegare perché questa azienda di Stato aveva questo obiettivo. Sono interrogativi che richiedono una risposta perché non vorremmo che si trattasse semplicemente di un comportamento di tipo quasi privatistico di Gruppi che tentano di fagocitare gli altri, impiegando denaro pubblico sulla pelle già scottata di decine di migliaia di lavoratori senza avere i temi della programmazione e della funzione dell'industria chimica in Italia.
Il Piemonte nella vicenda della Montedison-Montefibre può e deve giocare un ruolo che, partendo dalla difesa dei livelli occupazionali incida profondamente nella vicenda del sistema industriale italiano, della programmazione e delle scelte di politica economica nazionale ed internazionale più in generale. Noi abbiamo ricevuto poco fa, con la Giunta, una delegazione della Magnoni &Tedeschi ed abbiamo puntualizzato la posizione del nostro Gruppo in rapporto a questa vertenza che oltre alle critiche per le lungaggini, le incertezze da parte del Governo, dei Ministeri e così via, si riassume nella richiesta di un intervento capace di portare la GEPI (secondo gli impegni assunti dal CIPE e dai Ministri competenti) ad operare quegli adempimenti che sono necessari, attraverso l'indagine degli esperti, ma con l'elemento qualificante ed inderogabile della presenza e della partecipazione dei lavoratori e dei sindacati perch in passato troppe volte la GEPI ha incaricato, per le relazioni da fare al Consiglio di amministrazione, industriali o dirigenti di aziende che erano guarda caso interessati più che altro alla scomparsa di aziende competitive e concorrenziali.
Ricordiamo i problemi della Mondialfil (collegata con la Montefibre e la Snia Viscosa) della Cimat, della IB-Mei, delle aziende di Alessandria del Biellese (14/15.000 lavoratori in un comprensorio considerato geograficamente molto ristretto).
Abbiamo anche stilato un documento finale che abbiamo distribuito ai Gruppi perché venga esaminato e che può essere la base di un pronunciamento unitario del Consiglio. Quello che vogliamo sottolineare e che non è tanto in discussione l'impegno morale e materiale degli Assessori interessati e del Presidente (è stato più volte dimostrato dai fatti che il Presidente della Giunta e gli Assessori al Lavoro, all'Industria, alla Programmazione si impegnano intorno ai problemi dell'occupazione. Questo è fuori discussione, come è fuori discussione l'impegno del Consiglio) quanto al fatto che, sia pure tenendo conto dei limiti dei poteri della Regione, si ha l'impressione, del resto espressa anche dall'ordine del giorno della Fiat Mirafiori e riconfermata dalle dichiarazioni del Presidente della Giunta giovedì scorso, che la Regione, attraverso la Giunta, non riesca ancora ad esprimere tutto il potenziale possibile sui problemi dell'occupazione. Si ha l'impressione (ma oggi non è più soltanto una impressione) che questo modo di procedere, sia pure impegnato, è per dispersivo, scoordinato a livello politico, tecnico e burocratico.
La situazione è eccezionale, sono 300.000 i lavoratori dell'industria in Piemonte colpiti da riduzioni di orario o licenziati; dai 200.000 di qualche mese fa si è arrivati ai 300.000 di oggi con un aumento rapido del 33%. E' eccezionale e senza precedenti, occorrono quindi misure adeguate per valutare collegialmente gli interventi da operare. L'esempio della Emanuel è quanto mai significativo; il Presidente della Giunta ha dato un giudizio a questo proposito, ne prendiamo atto, ma il problema resta, dal giudizio devono discendere le conseguenze decisionali, occorrono delle strutture che seguano in continuità, coordinatamente, organicamente, sotto tutti gli aspetti, i problemi dell'occupazione perché hanno caratteristiche generali comuni, ma hanno anche delle fisionomie che si diversificano da caso a caso.
L'ordine del giorno della Mirafiori ha un significato che è quasi superfluo mettere in evidenza, ed è tanto più importante in quanto i lavoratori della Mirafiori hanno conquistato con la lotta un accordo che almeno per un certo periodo di tempo, l'intervento di questo grande complesso è un fatto politico di carattere nazionale che va sottolineato tanto più che non si tratta di lavoratori che abbiano, nell'immediato almeno, un problema angoscioso come quello della Magnoni, della Emanuel e di tante altre aziende del Piemonte che sono sull'orlo del licenziamento.
L'ordine del giorno della Mirafiori sottolinea la situazione della Emanuel; perché? Prima di tutto perché si tratta di un gruppo di lavoratori che da un anno stanno dando una dimostrazione di consapevolezza, di capacità, di tenacia, di sacrificio che veramente deve essere additata come la base di una moralità proletaria, di una moralità pubblica, di un senso dell'interesse pubblico veramente eccezionali. Questi lavoratori non portano a casa la busta da mesi, hanno situazioni familiari difficili e sopportano un peso tale per questa lotta che devono essere additati a tutto il Piemonte e a tutta l'Italia.
Ma non si tratta soltanto di un fatto morale, è, prima di tutto, un fatto politico, la difesa della Emanuel dalla liquidazione come posto di lavoro, come azienda. La soluzione della liquidazione fallimentare sarebbe facile - si trova sempre il modo di cedere a qualcuno, a prezzi fallimentari, quello che c'è in magazzino, le macchine, i terreni ed i fabbricati -, ma non può esser presa in considerazione perché porterebbe anche alla liquidazione dei posti di lavoro, che vogliamo invece difendere.
La difesa contro la liquidazione dei posti di lavoro dell'attività produttiva è una indicazione per tutti i lavoratori del Piemonte e per tutti i poteri pubblici del Piemonte, dai Comuni alla Regione fino al Governo nazionale, per tutti coloro che operano e lottano in difesa dell'occupazione, per uscire dalla crisi, che deve essere presa in considerazione in modo particolare. Questo viene sottolineato dall'ordine del giorno della FIAT Mirafiori.
Nella nostra proposta di ordine del giorno, che ancora non abbiamo fatto pervenire ufficialmente alla Presidenza perché manca di alcune firme (naturalmente, si tratta di una bozza che proponiamo alla considerazione della Giunta per il caso che si addivenga ad una formulazione unitaria: l'ho data in visione anche all'Assessore Conti, essendo lei, signor Presidente, in quel momento assente, oltre che a tutti i Gruppi), per l'Emanuel, oltre a ribadire i motivi politici e morali di questa lotta chiediamo - e credo che su questo si possa tutti convenire - che la Regione, attraverso la Giunta, intervenga sul Governo affinché il credito agevolato che già è stato concesso dall'IMI a quel gruppo che sarebbe dovuto intervenire, e che poi, secondo le comunicazioni del Presidente di giovedì scorso, avrebbe lasciato cadere ogni interessamento, venga mantenuto integralmente per lo scopo specifico della ripresa occupazionale dell'Emanuel. Oggi da parte dell'IMI credo che non ci siano molte possibilità di concedere mutui a tasso agevolato, e pertanto chiediamo che quell'intervento venga assicurato per l'occupazione della Emanuel e non venga dirottato verso altre situazioni, anche se si tratta pur sempre di lavoratori; un tale dirottamento suonerebbe a condanna di una lotta che ha valore di simbolo per i lavoratori del Piemonte, per la Regione Piemonte in quanto istituzione, per i Comuni del Piemonte e per tutto il Paese.
In secondo luogo, chiediamo di garantire che l'area su cui sorge l'Emanuel resti vincolata ai fini dell'azienda. L'esperienza ci dice infatti che molte volte, attorno a vicende di questa natura, si possono anche sviluppare appetiti non espressi ma molto potenti, che portano alla liquidazione dell'azienda in quanto tale per rendere disponibile l'area su cui sorge (tra l'altro, questa fabbrica si trova in una zona dell'area di Moncalieri che un tempo era emarginata dall'abitato ma oggi è in essa inglobata) a fini di speculazione edilizia, il che ostacolerebbe il cammino verso una composizione della vicenda.
Chiediamo che la Giunta, infine, persegua la soluzione - con gli organi di Governo competenti, naturalmente, altrimenti non si potrà addivenire ad un risultato: ho parlato poco fa dell'IMI, - evitando il metodo delle azioni a senso unico, che del resto furono già criticate dal Presidente della Giunta, soprattutto perché fanno protrarre la soluzione del problema, con danno per quei lavoratori (ogni giorno in più dopo un anno è estremamente pesante; si sa cosa è un giorno di disoccupazione, cosa è una settimana, un mese, ma non si sa cosa è un anno, e non si sa cosa è un anno e un giorno: è ben diverso, quel giorno dopo un anno, rispetto al primo giorno, evidentemente), incalzando rigorosamente le possibili alternative, tra le quali devesi pure riproporre quella delle partecipazioni statali.
Naturalmente lei, signor Presidente della Giunta, mentre si reca in ufficio per svolgere il suo lavoro di ogni giorno, passa tra i lavoratori della Emanuel che stazionano in permanenza davanti all'edificio della Regione, e penso si fermi a dialogare con essi. Lo stesso faccio io, ogni tanto, per incarico del mio Gruppo, e lo stesso fanno anche altri Consiglieri. Abbiamo così appreso che essi hanno assunto, per sabato prossimo, insieme con i Sindacati, unitariamente, l'iniziativa di un dibattito pubblico in piazza Castello, al quale certo parteciperemo (hanno invitato tutti i Gruppi, la Giunta ed altri esponenti della Provincia di Torino, non so quali, ad ogni modo si tratta in primo luogo di noi della Regione). Vorremmo che a quel dibattito la Regione potesse presentarsi non dico con le mani pulite, la faccia pulita, la coscienza a posto, ma, nei limiti delle sue possibilità, essendo in grado di annunciare ai lavoratori qualche prospettiva concreta per la soluzione del problema. In particolare quei lavoratori vorrebbero da parte del Presidente della Giunta - pur senza farsi illusioni di sorta: sappiamo tutti e riconosciamo la difficoltà e complessità della situazione - l'assicurazione che ci si sta impegnando e ci sono possibilità almeno in prospettiva di composizione (alcune cose vennero già dette al riguardo, sia pur con la dovuta prudenza, nella passata seduta del Consiglio).
Chiediamo che questi impegni che noi abbiamo sottolineato in generale per l'occupazione, per tutta l'occupazione in Piemonte, questa necessità di veder di organizzare strutture, strumenti che eliminino la dispersione degli interventi e possano far esprimere alla Regione tutto il potenziale politico ed anche operativo, burocratico e tecnico dell'intervento, queste indicazioni che abbiamo dato in particolare ancora per quanto riguarda la Emanuel con i punti precisi, siano considerate non dico con la dovuta serietà - perché questa non è mai mancata - ma come uno dei punti assolutamente prioritari rispetto a tutto quanto il Consiglio e la Regione hanno davanti a sé. Ogni altro problema rischia di diventare, nella coscienza dei piemontesi, un fatto astratto, fumo, parole vuote, come ci siamo sentiti dire poco fa, nella riunione per la Magnoni, da amministratori molto responsabili. E' vero che si è risposto, ma è una impressione della quale non si può assolutamente non tener conto. Portare sabato, alla conferenza pubblica in piazza Castello per la Emanuel, con alcuni elementi che possano far delineare una prospettiva concreta di soluzione a questo problema, anche se non ancora significare la definitiva soluzione, sarebbe il segno che la Regione Piemonte sui problemi dell'occupazione intende operare una svolta anche nel suo impegno soprattutto nella qualità del suo impegno.
Per un simile orientamento il Gruppo comunista non solo è pienamente disponibile ma intende operare unitariamente con tutte le altre forze che qui in Consiglio e fuori del Consiglio, soprattutto con i lavoratori, sono impegnate in questa battaglia per il raggiungimento di questi obiettivi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, puntualmente, ad ogni riunione del Consiglio Regionale, il Presidente della Giunta riferisce sugli interventi che la Giunta, quale interprete, in ogni caso, e mandataria di tutto il Consiglio opera quotidianamente per affrontare i problemi dell'occupazione e per mostrarsi all'altezza della fiducia che, qualche volta anche in forma comprensibilmente polemica, il mondo del lavoro ha in essa riposto considerandola l'interlocutore primo e più valido per la soluzione dei propri problemi in un momento così travagliato.
Non ripetiamo qui il discorso sui limiti delle competenze e sulle possibilità concrete economiche e finanziarie dell'istituto: sono note a tutti. Il fatto politicamente importante è che la Regione ha assunto questo ruolo in modo totale, senza risparmio di energie, acquistando giorno per giorno credibilità nelle due direzioni: in quella che comporta un rapporto fra l'istituzione e il mondo del lavoro e nel confronto delle altre articolazioni dello Stato. La voce della Regione Piemonte si è fatta sempre più interprete autorevole delle istanze piemontesi nei confronti del Governo, delle banche, della finanza, del mondo imprenditoriale, ed ha affinato anche i mezzi e le tecniche per ottenere risultati positivi attraverso strumenti e mezzi che in quanto propri sarebbero in sé limitati e insufficienti.
La ricerca delle soluzioni - mi sembra di dover sottolineare anche questo aspetto - si è attestata su posizioni sotto ogni profilo corrette perché, partendo dal presupposto fondamentale, indiscutibile, della difesa dell'occupazione, delle condizioni di lavoro, della salvezza delle imprese con le quali in efficienza bisogna uscire dalla crisi, la Regione ha patrocinato, ha sostenuto ed ha ottenuto più volte soluzioni egualmente corrette sotto il profilo delle valutazioni economiche, produttive e finanziarie. E' quindi una maturazione ed e un patrimonio importante che è stato acquisito.
Purtroppo, tutto questo impegno non è certamente valso a risolvere radicalmente situazioni, o molte ancora premono nella difficoltà generale e attendono anche sbocchi che sarebbero, come è stato indicato, emblematici.
Lo credo che, proseguendo in un rapporto che è insieme dialettico e unitario tra le forze politiche e le forze sindacali, tra il mondo del lavoro e le istituzioni, queste soluzioni a breve termine si dovranno ottenere, a tutti i costi, con il significato che ha in democrazia questa espressione. A tutti i costi, perché qui è impegnato l'avvenire delle famiglie, è impegnata la condizione umana, è impegnata l'economia della nostra Regione, è in gioco il raggiungimento dei presupposti per un salto qualitativo che ci porti, uscendo da questa crisi, verso una società migliore.
Ritengo che in particolare si debba ribadire come le soluzioni che riguardano le aziende, le imprese in crisi non debbano e non possano mai consentire, in funzione di un bene unico, che è quello dell'occupazione forme speculative su aree, su impianti, su attrezzature o su quant'altro.
E' emerso ormai a livello generale dell'opinione pubblica - e la Regione in questo, credo, ha svolto il suo ruolo - un dato fondamentale: che prescindendo dagli immensi valori umani e personali di democrazia che sono dietro le lotte dei lavoratori in questi giorni, esiste anche l'altra valutazione, che le maestranze di una fabbrica, delle nostre fabbriche costituiscono dei valori anche tecnici, economici, di competenza che non possono assolutamente essere dispersi, perché questi appartengono a coloro che li costituiscono ma appartengono anche a tutta quanta la comunità. E in questo anche è valido l'impegno del Consiglio Regionale, che ancor oggi si ribadisce (io ho predisposto un ordine del giorno che credo si differenzi solo su alcuni punti da quello che è stato testè enunciato, ricordato dal Consigliere Besate), e si può vedere quanto conta, che siamo insieme impegnati per difendere l'occupazione, che siamo insieme impegnati a sollecitare nuovi, più accentuati indirizzi e interventi di politica economica atti a bloccare il corso della recessione e tendenti a risolvere il problema dell'occupazione, utilizzando i margini anche di fiducia che sul piano economico e finanziario sono stati conquistati con l'azione che io ritengo si debba riconoscere su questo piano al Governo, si debba dare atto dell'impegno che la Regione e la Giunta hanno posto nel patrocinare queste cause, senza però sedersi, perché non si sono raggiunti risultati soddisfacenti, ma sollecitando in modo comune gli organi regionali a sviluppare un'azione ancora più efficace e più puntuale e più, diremmo raffinata, pertinente, proprio per l'esperienza fatta.
Infine, proprio per la vertenza emblematica dell'Emanuel, sollecitare ogni intervento perché, dopo il lungo calvario ormai percorso, è tempo di trovare nella responsabilità generale una soluzione soddisfacente che non solo tranquillizzi e rassereni questi lavoratori, che hanno condotto una così dura, lunga ed aspra lotta, ma anche significhi per tutti che non solo sono aperte le speranze ma che ogni giorno si confermano maggiori certezze di uscire dalla crisi, o quanto meno di uscirne senza troppo pesante pregiudizio per le aspirazioni dei lavoratori, che sono poi quelle di essere occupati, di partecipare in modo attivo alla costruzione del bene comune.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Cardinali. Ne ha facoltà.



CARDINALI Giulio

Signor Presidente, nella riunione scorsa del Consiglio avevo ritenuto e, tutto sommato, non sono ancora adesso di parere difforme che l'ordine del giorno presentato dal Consiglio di fabbrica della Fiat Mirafiori potesse esser fatto proprio dal Consiglio Regionale. Oggi, però, mi associo alla presentazione di un ordine del giorno che scaturisce dal Consiglio, e che ribadisce una serie di impegni già più volte affermati.
Ho la sensazione - una amara sensazione di impotenza, lo dico francamente - ogni qual volta noi discutiamo di questi problemi, di assistere ad una serie di scivolamenti verso situazioni che diventano sempre più precarie e sempre più difficili. Si trattasse di situazioni che hanno aspetti di un certo tipo, potremmo anche limitarci alla constatazione, senza drammatizzare eccessivamente; ma quando sono in gioco situazioni come il posto di lavoro, la certezza, la serenità delle famiglie, il problema diventa drammatico e non può un Consiglio Regionale limitarsi ad auspicare che il Presidente della Giunta risieda in permanenza a contatto con delegazioni di sindacati e di lavoratori, sottraendo, oltre tutto, anche molto del suo tempo, che dovrebbe essere dedicato ai compiti di istituto, non facendo poi niente altro, o aspettando la successiva relazione.
Questo stato di impotenza, a mio parere, noi non lo risolveremo certo con ordini del giorno. Sono anche convinto che se avessimo avuto tempo e modo di approntare meccanismi, o apparati, o istituti che avessero potuto intervenire nella realtà economica del nostro Piemonte, oggi forse saremmo in grado di mettere in movimento situazioni alternative; perch obiettivamente, al di là della risoluzione di certi avvenimenti specifici la mia constatazione è che sono solo le possibilità alternative in grado di assorbire la disoccupazione e creare nuove certezze e nuove situazioni di lavoro.
Credo che, alla scadenza del nostro mandato elettorale, il discorso non possa essere ancora approfondito l'abbiamo approfondito - tante volte per il fatto che sfocerebbe fatalmente in affermazioni di tono elettoralistico, là dove le promesse sono molte ma poi, dietro le promesse non c'è mai una realtà consistente.
Ho voluto dire queste cose perché credo che le parole non siano mai in grado di suffragare esigenze gravi e penose come quelle che si stanno verificando nella nostra Regione. Io penso, e mi auguro di aver ragione (direi che la sensazione è percettibile un poco in tutta l'economia nazionale), che qualche cosa in senso di miglioramento si stia verificando.
E' un qualche cosa che si sta appena accennando timidamente, ma legato indubbiamente ad una serie di provvedimenti governativi, forse giunti tardi, nel senso che non si è fatto nulla per impedire preventivamente la massiccia forma di recessione che avevamo tutti preannunciato nel momento in cui la stretta creditizia non poteva non avere conseguenze in quel settore.
Ma proprio per questa ragione, proprio perché si stanno aprendo degli scorci, io credo che la solidarietà che noi esprimiamo debba ancora una volta confluire nell'unico canale che abbiamo a disposizione, e cioè l'impegno dell'organo esecutivo a mobilitare capacità, a mobilitare sforzi tendenze verso direzioni che possano dare una risoluzione concreta almeno ai problemi più angoscianti. Ed è certamente, quello dell'Emanuel, il problema di maggiore drammaticità, perché chiunque arrivi in piazza Castello, a Torino, da qualsiasi parte provenga, non può non arrossire per la vergogna di fronte alla manifestazione cui sono costretti i lavoratori: non, per carità, perché sia una manifestazione indecorosa, ma perché non è ammissibile che in una comunità come la nostra, dove la sera, oltre tutto i night-clubs vengono invasi da gente che si diverte, ci siano lavoratori costretti a bivaccare in permanenza davanti alla Regione per rivendicare un pezzo di pane e il mantenimento del posto di lavoro.
Quindi, questo impegno sia un impegno serio, un impegno che dia risultati, e soprattutto un impegno che abbia il supporto di spinte verso il coinvolgimento della situazione piemontese in una più generale situazione nazionale, dal momento che i problemi non li possiamo risolvere tutti qui, per conto nostro, ma li dobbiamo inserire in un quadro più generale.
Ecco la ragione per cui, pur avendo dichiarato che il Gruppo socialdemocratico che rappresento era disposto a far suo l'ordine del giorno del Consiglio di fabbrica della Fiat Mirafiori, ben volentieri ho sottoscritto questo altro impegno, che mi auguro possa portare a rapide conseguenze positive.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Calsolaro. Ne ha facoltà.



CALSOLARO Corrado

Signor Presidente, il problema della difesa dell'occupazione, come è stato fatto rilevare dai colleghi che mi hanno preceduto, è stato sicuramente in questi ultimi due anni di vita del Consiglio Regionale, il motivo di maggior preoccupazione ed impegno da parte della Regione, da parte del Consiglio, da parte della Giunta, e segnatamente del suo Presidente e dell'Assessore al Lavoro, Conti.
Già nel recente dibattito sul bilancio avevo fatto rilevare, a nome del Gruppo socialista, che le linee direttrici di un'azione efficace della Regione nei confronti dei problemi della collettività stavano da una parte nella promozione delle autonomie locali e dall'altra nella difesa dell'occupazione. In particolare, per quanto riguarda la difesa dell'occupazione, avevo avuto occasione di richiamare come fatto emblematico e caratterizzante la lotta dei lavoratori della Emanuel in difesa della occupazione, del salario, delle più elementari esigenze di vita, gravemente compromesse, quando non addirittura cancellate, dallo stato di crisi, dalle ristrutturazioni in corso, dai licenziamenti, dalla messa in cassa integrazione, da tutti quei fatti, insomma, che caratterizzano la vita politica ed economica della città di Torino e della nostra Regione.
Ho definito caratteristica ed emblematica la lotta dei lavoratori della Emanuel perché attorno a questa lotta si è realizzata una solidarietà che è andata al di là della solidarietà dei Sindacati, degli stessi Gruppi politici, per coinvolgere anche le forze culturali che hanno portato il loro contributo alla sensibilizzazione dell'opinione pubblica.
Un'ora fa abbiamo ricevuto i lavoratori della Magnoni &Tedeschi venuti ad illustrarci un'altra situazione drammatica, che va ad incidere in una valle già fortemente colpita dalla disoccupazione e dalla chiusura di aziende un tempo prospere. Poche settimane fa avevamo ascoltato i lavoratori della Gutermann, di un' azienda, cioè, impiantata in un'altra zona essa pure già duramente colpita dalla disoccupazione. La prospettiva che si profila è quella della formazione di aree desertiche in cui le aziende finiscono con il diventare un reparto di carattere archeologico da inserire magari in quei parchi che noi stiamo per istituire con una legge apposita. Questa la fine che faranno le nostre zone di provincia più direttamente colpite dalla disoccupazione.
In questa lotta, tuttavia, ci è di conforto il fatto che gli Enti locali hanno assunto una posizione di tutto rilievo a difesa dell'occupazione, affiancando la Regione, promuovendo essi stessi un intervento della Regione nel settore dell'occupazione, in quanto rappresentanti diretti e responsabili degli interessi della collettività.
Il problema dell'occupazione sarà sicuramente il motivo di fondo dei dibattiti dei prossimi mesi, e finirà purtroppo con il determinare l'impegno predominante, se non esclusivo, delle forze politiche.
Noi siamo convinti che le sorti stesse della Democrazia sono legate allo stato dell'occupazione nel nostro Paese in generale e nella nostra Regione in particolare. E' chiaro che la Democrazia si rafforza nella misura in cui i cittadini, i lavoratori vedono e riconoscono nelle istituzioni la garanzia prima e piena per lo sviluppo della propria personalità, delle proprie famiglie, della propria elevazione civile e sociale. Del resto, nelle stesse conclusioni dell'inchiesta sulle trame nere presentate in questo Consiglio dalla Commissione incaricata, ed in particolare dal suo Presidente Bianchi, è stato posto l'accento particolare sulle cause che determinano i movimenti eversivi di destra, individuandole proprio nei fenomeni di sottoccupazione, in quei fenomeni che oggi sono di fronte a noi, capaci di provocare un attacco alle istituzioni democratiche del nostro Paese.
Mi è sembrato peraltro di rilevare nelle parole pronunciate questa mattina dal Presidente Oberto il senso di responsabilità con cui i lavoratori hanno portato avanti, in tutte le occasioni, le loro lotte in difesa dell'occupazione. Un uguale impegno e senso di responsabilità mi pare si possa riconoscere all'intero Consiglio Regionale, alla Giunta ed al suo Presidente.
Invitiamo la Giunta a proseguire su questa strada; siamo d'accordo che nessuna soluzione deve consentire speculazioni da parte di chicchessia come appunto si recita nell'ordine del giorno (speculazioni cui ha apertamente accennato il collega Bianchi). Conveniamo che occorra da parte della Giunta una parallela azione di pressione sul Governo perché attui una politica economica che corrisponda alle effettive esigenze dei lavoratori.
In questo stesso quadro, del resto, si colloca l'ordine del giorno, al quale si riferiva il collega Cardinali, presentato dalla Fiat Mirafiori che contiene un indirizzo di fondo largamente condivisibile.
Mi sembra che l'ordine del giorno da me sottoscritto recepisca la sostanza di quel documento. Purtroppo - e mi richiamo alle frasi finali dell'intervento del compagno Cardinali - si tratta pur sempre di manifestazioni, indubbiamente sincere, di volontà e di solidarietà, alle quali non sempre, e non certo per colpa della Regione, seguono poi fatti concreti. Ma è chiaro che un impegno da parte di tutti potrà conseguire risultati positivi, e in questo spirito invito la Giunta a continuare nell'azione finora svolta, che approvo pienamente a nome del Gruppo socialista.



PRESIDENTE

Non ci sono altri iscritti a parlare. Dò pertanto lettura del testo di un ordine del giorno che mi è pervenuto: "Il Consiglio Regionale piemontese, esaminato ed apprezzato l'ordine del giorno del Consiglio di fabbrica della Fiat Mirafiori constatato con viva preoccupazione l'aggravarsi della recessione in Piemonte, con una accentuata caduta dei livelli produttivi ed occupazionali, con ormai 300 mila lavoratori dell'industria ad orario ridotto ed un crescente numero di licenziamenti, mentre si protraggono da mesi diverse situazioni di grave pericolo per l'occupazione senza che a tutt'oggi sia possibile intravedere per molte di esse soluzioni positive ribadisce la necessità di nuovi indirizzi ed interventi di politica economica, industriale e creditizia come condizione indispensabile alla ripresa del processo di crescita economica e sociale del Piemonte, ripresa che deve essere qualificata dalla ripresa dei livelli occupazionali, dallo sviluppo dei consumi sociali e dal superamento degli squilibri territoriali, primo fra tutti quelli fra il Nord ed il Mezzogiorno sentite ed approvate le dichiarazioni del Presidente della Giunta Regionale sull'azione svolta per condurre a soluzione secondo le indicazioni del Consiglio le vertenze in atto impegna la Giunta Regionale a proseguire nell'azione a sostegno dell'occupazione, sviluppando interventi che possano essere ancor più efficaci e puntuali sottolinea in particolare la necessità di dare una rapida e positiva conclusione alla vicenda della Emanuel, dove da un anno i lavoratori, con grandi sacrifici, lottano per impedire lo smantellamento dell'Azienda e la liquidazione dei posti di lavoro, intervenendo sul Governo affinché vengano anche assicurati finanziamenti a tasso agevolato là dove si rendano necessari per salvaguardare l'occupazione, garantendo che l' area su cui sorge l'Emanuel resti vincolata ai fini dell'Azienda e comunque non venga utilizzata a fini speculativi, e più in generale operando di concerto con i competenti organi governativi ed evitando dispersive iniziative unilaterali per individuare tempestivamente le possibili soluzioni, fra le quali devesi pure riproporre quella delle Partecipazioni statali".
L'ordine del giorno reca le firme: Bianchi, Berti, Cardinali e Calsolaro.
Esauriti gli interventi, ha facoltà di parlare il Presidente della Giunta, avv. Oberto, che intende fare alcune dichiarazioni.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Desidero semplicemente dichiarare che accetto questo ordine del giorno personalmente e a nome della Giunta, senza ripetere quanto è stato più volte detto, ma ringraziando tutti i firmatari, tutti i presentatori, tutti i Consiglieri, dell'apprezzamento per l'impegno che è stato dimostrato fin qui dalla Giunta, dall'Assessore che ha la delega del Lavoro e personalmente dal Presidente.
Questo documento si inserisce nella storia del Consiglio Regionale in termini di grosso rilievo. Siamo a quindici giorni dalla cessazione della funzione del Consiglio Regionale, e pertanto è come un impegno che viene lasciato alla Giunta, la quale continuerà fino alla costituzione di un nuovo Governo regionale a reggere le sorti del nostro Piemonte senza avere più l'ausilio del Consiglio Regionale. Questo è dunque come un viatico che viene consegnato a coloro che hanno questa responsabilità, e desidero formulare l'assicurazione piena e completa che l'impegno dimostrato fino ad oggi sarà continuato e in un certo senso anche accentuato, perché diminuita sarà la nostra forza per la mancanza dell'apporto prezioso del Consiglio Regionale.
Per quanto attiene particolarmente all'Emanuel, desidero una volta ancora rinnovare pubblicamente l'impegno alla soluzione di questo particolare problema nel quadro di tutto un tessuto largamente deteriorato nel mondo occupazionale del nostro Piemonte, e mi auguro che le occasioni di incontro che ho tutte le sere ormai con coloro che, rappresentando l'Emanuel, affollano l'atrio della Regione e salgono per avere notizie confortanti, incontro sempre improntato a grande umanità, a grande civiltà dimostrate da coloro che soffrono e penano da tanto tempo, possano cessare quanto prima, non perché mi dispiaccia questo contatto umano, che anzi è per me fonte di gioia, ma perché la Emanuel trovi la sua soluzione.



PRESIDENTE

Pongo in approvazione per alzata di mano l'ordine del giorno del quale ho dato lettura. Chi intende approvarlo è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità dei 27 Consiglieri presenti.


Argomento:

Interpellanze, interrogazioni ed ordine del giorno (annuncio)


PRESIDENTE

Dò lettura delle interpellanze, interrogazioni ed ordine del giorno presentati: Interpellanza dei Consiglieri Menozzi, Bertorello, Franzi e Giletta rivolta al Presidente della Giunta e all'Assessore al lavoro, per conoscere se non intendano esercitare urgenti pressioni nei confronti del Governo nazionale onde far cessare immediatamente il boicottaggio nei confronti dei vini italiani Interpellanza del Consigliere Beltrami rivolta all'Assessore al lavoro per sapere quali iniziative la Regione intenda assumere a favore delle maestranze della CASPA di Baveno, per le quali si profila la minaccia oltre che della perdita del posto di lavoro, di una dura contrazione della dimensione economica del trattamento di quiescenza Interrogazione urgente, con richiesta di risposta scritta, del Consigliere Zanone, rivolta all'Assessorato regionale alla Sicurezza sociale, in merito ai servizi di assistenza scolastica nel Comune di Moncalieri Interrogazione con richiesta di risposta scritta dei Consiglieri Fassino e Gerini al Presidente della Giunta sulle iniziative da assumere per conoscere le ragioni per le quali il Ministro della Pubblica Istruzione, disattendendo il parere a suo tempo espresso dal Consiglio Regionale piemontese sulle Università di Alessandria e Cuneo, le abbia per ora depennate Interrogazione dei Consiglieri Zanone, Gerini e Fassino in riferimento ad alcune notizie relative alle norme di spedizione postale della stampa periodica, che arrecherebbero un ulteriore aggravio ai già precari bilanci dei periodici minori Interrogazione urgente del Consigliere Garabello con richiesta di informazioni sulle iniziative assunte e da assumere in merito alla Valentinigomma di Ciriè, i cui lavoratori sono in Cassa integrazione a zero ore Interrogazione con richiesta di risposta scritta del Consigliere Carazzoni, rivolta all'Assessore competente, per sapere quali giustificazioni possano essere date al provvedimento di nomina di un commissario dell'Azienda autonoma di soggiorno e turismo del Lago d'Orta Interrogazione urgente, con richiesta di risposta scritta, del Consigliere Signora Fabbris, rivolta al Presidente della Giunta e all'Assessore competente, per sapere se siano a conoscenza del fatto che alla Società Manifattura di S. Maurizio Canavese nei giorni scorsi è stata iniziata la procedura per l'amministrazione controllata e se hanno notizia della difficile situazione occupazionale nel settore tessile del Biellese con richiesta di essere informati sulle iniziative che la Giunta intenda assumere per seguire gli sviluppi di tale situazione Ordine del giorno dei Consiglieri Curci e Carazzoni con richiesta di un'indagine su tutti i tipi di violenza che si manifestano in Piemonte.
Con la lettura delle interpellanze ed interrogazioni ha termine la seduta. Pregherei i Capigruppo e il Presidente della Giunta di fermarsi ancora brevemente per concordare meglio l'ordine del giorno dei lavori della seduta di giovedì prossimo.



(La seduta ha termine alle ore 13,45)



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