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Dettaglio seduta n.297 del 13/03/75 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Sono in congedo i Consiglieri: Bertorello, Chiabrando, Conti, Giovana Lo Turco, Minucci, Nesi, Revelli.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazioni del Presidente


PRESIDENTE

Comunicazioni del Presidente.
Sabato scorso sono intervenuto ad un'assemblea della Compensati Canale dove - come ha già detto il Presidente della Giunta stamani e come è emerso nel corso della discussione - sono in corso dei licenziamenti, specialmente tra il personale femminile e fra i più giovani. Già l'Assessore Conti aveva preso contatto con le Organizzazioni sindacali al fine di risolvere questo importante problema che interessa tutta l'area di Canale verso Alba e tutti i paesi circonvicini ed io ho assicurato l'interessamento della Regione.


Argomento: Piani pluriennali

Deliberazione linee di piano pluriennale degli asili-nido


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'ordine del giorno.
Stamani abbiamo terminato con la relazione annuale del Presidente della Giunta regionale sull'attività dei CO.RE.CO.; restano i punti quinto, sesto e settimo che però riguardano lo stesso oggetto e cioè il piano pluriennale degli asili nido.
Il Presidente della IV Commissione, Beltrami, scrive: "Mi pregio comunicarle che la IV Commissione ha portato a termine l'esame del disegno di legge 231, della proposta di legge n. 184 presentata dal Comune di Nichelino e della proposta di deliberazione della Giunta regionale "Piano pluriennale degli asili nido".
Si allega pertanto copia dei provvedimenti in oggetto, integrati dalla relazione di maggioranza e dalla relazione di minoranza presentata dal Gruppo P.C.I.
La I Commissione si è così espressa al riguardo: "Mi pregio comunicarle che la I Commissione, nella seduta del 6 u.s.
ha esaminato ai sensi dell'art. 22 comma c) dello Statuto, il disegno di legge 231 "Integrazione a carico della Regione del fondo speciale per gli asili-nido per gli esercizi finanziari 1974/75/76" ed ha espresso parere favorevole.
Quindi abbiamo il parere della I e della IV Commissione.
Passiamo quindi al punto quinto "Deliberazione linee di piano pluriennale degli asili-nido", ma penso che in definitiva la discussione potrà essere unica.
Dò la parola al relatore Consigliere Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, relatore di maggioranza

Vorrei precisare che sono il relatore della maggioranza, così come ha indicato il Presidente e vorrei anche accettare la sua proposta di fare un'unica discussione, anche se la votazione si articolerà in tre momenti diversi, non solo per economia di tempo, ma anche per praticità.
Brevemente perché penso che i signori Consiglieri possiedano già decisamente la materia e abbiano avuto largo tempo per poterla approfondire dal mese di dicembre ad oggi, tanto è stato il tempo nel quale è stato trattenuto il progetto dalla IV Commissione.
La prima legge regionale, integrativa della 1044 statale, è del gennaio del 1973 e all'art. 2 precisa che la Regione integra il fondo per gli asili nido e precisa le somme per gli anni '72 e '73; specifica (ed è stata una scelta del Consiglio regionale) che per gli anni successivi la Regione definirà i fondi di integrazione sulla base di piani pluriennali, riferiti ai periodi di tempo propri del piano di sviluppo regionale. Il piano pluriennale degli asili-nido costituirà specificazione settoriale del piano di sviluppo regionale e delle sue articolazioni in piani comprensoriali.
Per la verità il piano di sviluppo regionale non è stato ancora presentato al Consiglio Regionale, ne consegue l'esigenza di stabilire i fabbisogni della comunità piemontese dei posti in asili-nido per il periodo 1974/1978, in coincidenza con i tempi fissati per il piano di sviluppo regionale. Si tratterà di stabilire un volume di interventi che investa gli anni '74/75/76, vale a dire quei tre anni entro i quali ancora è chiamata a operare la legge 6 dicembre 1971 n. 1044.
Il piano parte con una sua relazione attraverso una registrazione dello stato di consistenza delle dimensioni delle strutture esistenti e propone delle esigenze per una popolazione potenziale utente del servizio sociale che va dagli 0 ai 3 anni, residente nella Regione, e attraverso uno studio comparato e a una media di dati offerti dall'Ires e rilevati dalla stessa Giunta in appresso, si viene a stabilire, con cifre sufficientemente approssimative, che il numero dei bambini residenti in Piemonte da 0 a 3 anni, è determinato in 186.552 unità per il 1972, per il 1976 questa popolazione aumenta di oltre mille unità e per il 1978 arriverà a superare le 190.000.
Per la definizione del piano pluriennale si deve quindi fare riferimento decisamente a questi dati determinando, per ogni area ecologica, la percentuale di posti sui potenziali utenti ritenuta necessaria per soddisfare questo tipo di esigenze, tenendo conto delle caratteristiche delle aree, della percentuale delle donne che svolgono attività extra casalinghe sul totale della popolazione e dell'ipotesi di sviluppo dei posti di lavoro e degli indici di specializzazione.
Il piano viene definito di massima. In effetti il piano stralcio 1974/76 - ed è stato sottolineato dalla prima relazione della Giunta costituisce un'ipotesi, sia perché taluni aspetti non sono definiti con precisione nelle entrate dello Stato, sia perché è all'opera un'apposita Commissione di rappresentanti delle Regioni e di funzionari del Ministero della Sanità per elaborare una modifica della precedente legge 1044 che viene a scadere entro il 1976.
Inoltre la previsione globale delle utenze da sistemare entro le nuove strutture degli asili nido, deve avere un riferimento ai progetti che vengono presentati dalle singole comunità locali e quindi potranno aver luogo dei lievi spostamenti in ordine alle previsioni di piano; pertanto l'ipotesi di piano dovrà essere verificata di anno in anno.
Concludo - dal momento che esiste un'altra relazione e volendo ridurre ulteriormente i tempi - in appoggio al disegno di legge 231 che di fatto raccoglie i dati prospettati dal piano, ne fissa le dimensioni di intervento economico, precisando che gli asili nido che dovrebbero essere costruiti nel periodo dal 1974 al 1976, sono 141; poiché il contributo statale si suppone possa essere di 5 miliardi e 200 milioni, pensando ai 40 milioni necessari per la edificazione di ciascun asilo nido, dovrebbero potersi costruire 130 asili nido, quindi la Regione dovrà intervenire per coprire la spesa degli altri undici asili nido, con un primo intervento di 440 milioni.
Inoltre la Regione, superando le disposizioni dell'art. 2 della legge regionale del 10.9.1974 n. 35 sugli asili nido, nella quale veniva fissato in 25 milioni per gli anni '72/73 l'intervento integrativo del contributo statale, portando così a 65 milioni in totale l'intervento della comunità nazionale e regionale per la costruzione di queste opere, prendendo le cifre indicate dalle previsioni di legge come intervento economico, e il numero degli asili nido previsti dal piano in 141, per gli anni '74/76 interverrebbe con una somma che mediamente si aggirerebbe sui 60 milioni.
Quindi l'intervento medio della Regione per ciascun asilo è di circa cento milioni. Sommando i 440 milioni di prima con gli otto miliardi 460 milioni ottenuto moltiplicando 60 milioni per 141 asili, abbiamo un totale di 8.900.000.000, tanti sono previsti dalla legge.
Inoltre, con un intervento che si differenzia da quello in atto in altre Regioni d'Italia, stante il continuo processo di lievitazione dei costi, nell'art. 2 della proposta di legge che andremo ad esaminare più tardi viene previsto un ulteriore intervento complementare integrativo della Regione, là dove la lievitazione dei costi costringesse a delle revisioni di prezzi che superassero determinate dimensioni. Per questa necessità la legge prevede altri due miliardi, con un intervento massimo di venti milioni per ciascun asilo nido.
Concludendo questa illustrazione sommaria di un piano che è stato definito di larga massima, la IV Commissione, adeguandosi alle scelte fatte dalla Giunta, ne sollecita e ne raccomanda, l'approvazione, atteso il poco tempo a disposizione da qui alla scadenza del mandato.



PRESIDENTE

La relazione di minoranza è fatta dal Consigliere, signora Fabbris alla quale dò la parola.



FABBRIS Pierina, relatore di minoranza

Intanto una precisazione: il Consigliere Beltrami ha proposto un'unica discussione del piano e del disegno di legge di finanziamento. Questo presuppone però momenti diversi nel senso che per esempio quando si affronta la discussione del disegno di legge 231, vi sono delle valutazioni ulteriori da fare.



PRESIDENTE

E' la discussione generale che proponeva, non le dichiarazioni.



FABBRIS Pierina, relatore di minoranza

Noi abbiamo presentato, come Gruppo comunista, una relazione di minoranza che non vi leggo perché è stata consegnata a tutti voi stamattina, mi permetto solamente di illustrarla per sommi capi.
Abbiamo presentato questa relazione di minoranza per dei motivi molto precisi: innanzi tutto per evidenziare al Consiglio le dimensioni del fabbisogno in rapporto alle disponibilità attuali. E' scritto nelle linee di piano proposte dalla Giunta che i bambini fino a tre anni residenti in Piemonte sono 188.000. Assumendo come parametro la possibilità di frequenza media della scuola materna, che si aggira dal 70 al 75%, abbiamo una dimensione abbastanza attendibile del fabbisogno reale di questo servizio perciò l'obiettivo prospettato nelle linee di piano si può attribuire non tanto all'entità del fabbisogno, quanto alle possibilità di realizzarlo in relazione ad un certo impegno finanziario che si vuole affrontare. Mi permetto quindi di dire - e questa è una delle prime cose che abbiamo sottolineato nella relazione - che questo 10% di asili nido rappresenta l'obiettivo minimo che la nostra Regione si propone di realizzare durante il piano quinquennale.
Il secondo motivo per il quale riteniamo opportuno presentare una relazione, è per chiarire come mai non abbiamo proposto un ampliamento di questo obiettivo.
Il Consiglio ricorderà che tempo fa, sottolineando tutti insieme, in questo Consiglio regionale la necessità di istituire questo servizio per la prima infanzia, abbiamo chiesto un impegno della Regione che permettesse di estenderlo al massimo. Sulla scorta delle istanze presentate, in modo particolare dal Comune di Nichelino che ha una sua proposta di legge specifica che il Consiglio deve prendere in esame oggi stesso, e da alcuni Comuni del Biellese che non hanno potuto far giungere la loro proposta al Consiglio per un "sabotaggio" da parte del CO.RE.CO. locale; sulla scorta della non operatività delle promesse di apertura di credito più volte manifestate da parte dello Stato; sulla scorta delle esperienze non positive dell'applicazione dei piani 1972 e 1973, noi abbiamo fatto una riflessione che invitiamo il Consiglio a fare a sua volta in questa sede oggi stesso, in occasione della definizione del piano pluriennale: la riflessione ci ha portati a consigliare l'adozione di un dispositivo che non sia quello tradizionale dei contributi parziali della Regione integrativi di quelli dello Stato, ma di un dispositivo nuovo che cambi radicalmente il meccanismo del finanziamento parziale e ci consenta di dare avvio davvero, coprendo l'intero costo del servizio, alla costruzione degli asili nido nella nostra Regione, pur tenendo conto che una decisione di questo tipo ci porta a non costruire immediatamente, in senso estensivo gli asili nido, ma ci consente di cominciare a crearli davvero, ripeto il "davvero" e dirò poi il perché.
Quanto prospettato dalla Giunta ci ha convinti della necessità di portare in Consiglio questa riflessione perché non abbiamo alcuna garanzia che stiamo per imboccare una strada che ci porta verso una soluzione veramente incisiva.
Il Consigliere Beltrami, nell'illustrare la relazione di maggioranza ha già anticipato due motivazioni che io voglio riprendere e che sono alla base di queste preoccupazioni serie, profonde, per le quali noi ci sentiamo di insistere nei confronti del Consiglio perché si rifletta sul tipo di provvedimento che andiamo ad adottare. Si dice infatti, a pag. 5 della relazione della Giunta, che siamo di fronte a delle ipotesi, sia perché non possono essere previsti con certezza i fondi che affluiranno dallo Stato e dalla Previdenza sociale, sia perché sappiamo che si sta lavorando a livello nazionale per modificare la legge 1044. A parte il fatto - e qui apro brevemente una parentesi - che dalle notizie che ho io e che mi sono permessa di segnalare anche all'Assessore Vietti, le modifiche che si vogliono apportare alla 1044 non possono che tornare a nostro favore nel senso che si vuole operare per un rifinanziamento della legge e quindi si dovrebbe andare incontro ad una maggiore disponibilità di soldi e non ad una diminuzione, il mio Gruppo si permette di sottolineare la necessità di una meditazione sull'efficacia del provvedimento che andiamo ad adottare.
Infatti, il mantenerci ancorati a questo meccanismo della segnalazione da parte del centro, dei contributi che devono essere assegnati alla nostra Regione sul fondo degli asili nido per poter determinare i piani di anno in anno, ci porta alle lungaggini che ci fanno registrare oggi enormi ritardi nell'attuazione degli asili nido, che hanno causato gli enormi costi che oggi devono essere affrontati in termine di ulteriori contributi perché il tempo che abbiamo perso ha operato contro di noi e contro la volontà degli Enti locali.
Il meccanismo che propone oggi la Giunta, che vincola ancora una volta le nostre possibilità alle decisioni del centro, ci fa correre il rischio che abbiamo corso in questi anni di vincolare delle somme non indifferenti lo sottolineo, quali per esempio gli otto miliardi e 900 milioni che sono proposti dalla Giunta per finanziare queste linee di piano, ai quali si devono aggiungere i due miliardi per i contributi suppletivi e due miliardi dei piani '71 e '72, soldi che finora non sono stati spesi. In sostanza rischiamo di impegnare delle somme cospicue che in effetti non riusciamo a spendere.
Dalla consultazione con gli Enti locali, ai quali abbiamo sottoposto la proposta di piano della Giunta e la proposta di disegno di legge (i colleghi della IV Commissione e l'Assessore che vi hanno partecipato lo sanno), è venuta una grossa denuncia relativamente agli enormi aumenti dei costi degli appalti dichiarati dai rappresentanti dei Comuni e registrati dallo stesso Assessore Vietti nella risposta che ci ha dato ad una nostra precisa interrogazione, sul piano del '72 - che ancora non ha la prospettiva di essere attuato - affermando che tali aumenti vanno da un minimo del 30 ad un massimo del 70%. Questo ha portato ad una lievitazione enorme dei costi previsti dai progetti, al punto che alcuni Comuni dichiarano che nonostante il contributo suppletivo della Regione per il piano del '72, non hanno assolutamente la prospettiva di portare a compimento la costruzione dell'opera perché non riescono ad avere i mutui.
E' vero che la Giunta si è impegnata, è vero che l'Assessore Vietti è stata ripetutamente a Roma per vedere come la Cassa Depositi e Prestiti pu aprire il credito ai Comuni, il risultato però non cambia, siamo nel 1975 e il piano del 1972 non ha ancora nessuna garanzia di poter essere realizzato.
Da qui ha origine la proposta che abbiamo avanzato, prima di tutto in Commissione, formulata in maniera articolata, per l'istituzione di un fondo speciale che la Regione dovrebbe costituire con apposito dispositivo di legge e di finanziamento, operante subito per dare ai Comuni l'intero costo della costruzione dell'opera anticipando anche le somme che ancora non sono arrivate dallo Stato, per esempio quella del 1974. Noi oggi dobbiamo approvare il piano pluriennale degli asili nido che è la condizione per poter fare il piano del 1974, ma non abbiamo nessuna garanzia che possa essere realizzato con il meccanismo proposto dalla Giunta. Non solo, ma possiamo per ora fare il piano '74 contando solo sui contributi che ci ha indicato lo Stato perché manca la quota della Previdenza Sociale che è la quota maggiore.
Ecco quindi che altri ritardi si aggiungono a quelli che già abbiamo registrato. Ho appena detto che il piano del 1972 non ha ancora i crismi sufficienti per cominciare a costruire gli asili nido; per il piano del 1973 siamo a livello dell'approvazione dei primi progetti (notizie che ci dava l'Assessore Vietti in Commissione); per il piano del 1974 siamo vincolati a questi meccanismi della conoscenza dei contributi per poter decidere quanti asili nido fare ecc. Di questo passo, corriamo il rischio che scada la validità della legge quinquennale e gli asili nido non ci saranno ancora, mentre il bilancio regionale si gonfierà di residui.
Ecco perché noi insistiamo sulla nostra proposta che, è vero, aumenta l'impegno finanziario della Regione; a questo punto però mi domando: è ancora valido il metodo proposto di continuare a dare dei contributi parziali che impegnano ugualmente la Regione per delle cifre cospicue? Perché, tutto sommato, 11 miliardi sono una somma notevole, che tuttavia non sarà risolutiva ai fini della costruzione dell' opera.



RASCHIO Luciano

Così aumentano i residui passivi.



FABBRIS Pierina, relatore di minoranza

E' proprio per evitare quello, che noi proponiamo la istituzione del fondo speciale che sarà alimentato dai contributi dello Stato, della Previdenza Sociale (quando arriveranno), della Regione e di eventuali contribuzioni imprenditoriali. Tale fondo può essere attuabile immediatamente utilizzando i fondi di cui già disponiamo dello Stato e della Previdenza Sociale per il 1972 e 1973, dello Stato per quanto riguarda il 1974, i due miliardi della Regione per il '72 e '73.
Gradualmente, man mano che gli asili nido si realizzano e saranno necessari altri fondi, la Regione si preoccuperà di contrarre i mutui necessari per alimentare del proprio contributo il fondo stesso.
Da un conto che abbiamo fatto, considerando che il costo medio di un asilo nido si aggira intorno ai 140 milioni, secondo noi la Regione dovrebbe impegnarsi per un piano quinquennale, a partire dal 1972 fino al 1976, per una somma di 25 miliardi. Il resto, per coprire il costo complessivo, entrerà da parte dello Stato e della Previdenza Sociale.
Accanto all'impegno finanziario noi abbiamo chiesto anche (sono contenute nella relazione), alcune misure precise che da una parte consentono di dare un contributo tecnico valido ai Comuni, in relazione a determinate difficoltà che abbiamo registrato nella esperienza dei piani 1972/73 e che sono state anche confermate nella consultazione, e dall'altra consentono di realizzare un certo risparmio e cioè: predisporre dei progetti tipo che la Regione può fare in attuazione dei criteri stabiliti nella legge regionale. Ecco perché dico che aiutiamo i Comuni a superare determinate difficoltà perché i Comuni a loro volta, attraverso i loro uffici tecnici, possano adattare il progetto tipo alle esigenze della situazione locale.
In secondo luogo noi abbiamo proposto delle misure che portano allo sveltimento delle procedure di approvazione dei progetti. Si tratta di misure che altre Regioni prima di noi hanno assunto: mi riferisco a quelle adottate dalla Lombardia, del Lazio, dell'Emilia, la Toscana ed altre affinché sia possibile accelerare al massimo i tempi di approvazione dei progetti e quindi i tempi di avvio della costruzione di questo servizio.
Detto ciò nel merito del piano, desidero sottolineare alcune altre cose.
Innanzitutto, questa azione specifica che noi chiediamo alla Regione perché si giunga veramente alla costruzione degli asili-nido occorrenti nella nostra Regione non deve però farci dimenticare la necessità di operare in accordo con le altre Regioni nei confronti dello Stato perch mantenga i suoi impegni. Mi permetto pertanto di sollecitare la Giunta a rinnovare una iniziativa che già era stata presa l'anno scorso: di promuovere una riunione con gli Assessori delle altre Regioni e di chiedere un incontro con il Ministro e con la Commissione nazionale che sta lavorando per modificare la 1044, per portare in quella sede le istanze della nostra Regione, consistenti nel rifinanziamento della legge e nel rispetto degli impegni da parte dello Stato, della Previdenza Sociale e degli Enti assicurativi tenuti per legge ad alimentare questo fondo.
Io credo che una cosa di questo genere sia fattibile, e subito, perch si tratta di difficoltà di carattere generale. Queste difficoltà non le abbiamo solo noi ma tutte le Regioni, ed è per questo motivo che tutte le Regioni, almeno quelle che hanno maggiori possibilità, in questi ultimi tempi o hanno già apportato o stanno apportando modifiche e integrazioni alle loro leggi, per dare ai Comuni la possibilità di superare le difficoltà che incontrano. E' di questi ultimi giorni l'iniziativa adottata dalla Regione Emilia, in attuazione del piano '72, per il quale, d'altra parte, sono già funzionanti 6 asili-nido e 11 sono in fase di completamento dei lavori, e quindi di prossima apertura, di un provvedimento integrativo per dare ancora 60 milioni a quei Comuni che hanno difficoltà e consentir loro di portare a termine i lavori. Analoghe modifiche sono state apportate anche da altre Regioni.
Ecco perché, secondo me, la nostra Regione può assumere una iniziativa promozionale nei confronti delle altre Regioni, per operare insieme nei confronti del Governo e richiamarlo a prendere, assumendosi le proprie responsabilità, misure radicali urgenti, onde evitare che la 1044 risulti una legge dei sogni, una delusione unica. La stretta creditizia ha aggravato quella che era già la nostra previsione negativa circa l'attuazione della 1044: ricorderete come avessimo denunciato immediatamente, al momento del varo della legge regionale, come la 1044 abbia degli aspetti positivi per quanto attiene ai contenuti ma anche grossissimi limiti per quanto riguarda l'aspetto finanziario. Perci rinnovo l'invito alla Giunta a svolgere quell'azione promozionale nei confronti delle altre Regioni e nei confronti dello Stato.
Un'altra questione che desidero succintamente sottoporre alla nostra attenzione è quella che riguarda la formazione del personale. E' vero che non ci sono ancora tutti gli asili nido; ma non è logico neanche aspettare che tutti i nidi siano fatti per prendere misure concrete per affrontare e risolvere questo problema. Intanto, alcuni nidi ci sono, grazie allo sforzo degli Enti locali, ma sopratutto perché si tratta di una esigenza ormai impellente anche per il personale dipendente per esempio dell'ONMI, il quale reiteratamente ha chiesto iniziative da parte della Regione per l'aggiornamento oltre che per la formazione. Noi non possiamo fare una legge regionale, dire di essa che gli asili-nido sono un momento non di custodia ma di formazione del bambino - quindi, una istanza qualificante da questo punto di vista - e poi non dare personale adeguatamente qualificato per essere impiegato in queste strutture. Né possiamo accontentarci, d'altra parte, di sapere che la Clinica pediatrica dell'Università è disposta ad aumentare il numero dei posti per le puericultrici, poiché quella di puericultrice è una preparazione settoriale ed insufficiente alla preparazione del personale che vogliamo assolva una funzione formativa. Avevamo presentato a suo tempo un progetto di legge, e la Giunta ci aveva promesso una sua iniziativa in proposito: io mi permetto di sollecitare questa iniziativa, perché riceviamo in questo senso pressioni notevoli soprattutto da parte del personale che oggi opera negli asili esistenti e in modo particolare del personale dell'ONMI, che chiede iniziative di riqualificazione.
Infine ritengo che non possiamo concludere i nostri lavori senza prendere posizione sulla questione ONMI. Nei giorni scorsi è stato votato il bilancio dello Stato per il '75 che prevede per l'ONMI 54 miliardi contro i 12 miliardi che per il '74 lo Stato ha suddiviso fra le Regioni per gli asili-nido. Credo si debba portare avanti con coraggio la denuncia del fatto che l'ONMI sta attualmente svolgendo una delle funzioni contemplate dalla 1044 (una legge nazionale) ai suoi vari livelli - Comuni Province, Regioni - e in conseguenza rivendicare coerentemente le misure necessarie per giungere allo scioglimento di questo Ente e al passaggio dei finanziamenti, delle strutture, dei capitali di questo carrozzone agli organi dello Stato e operare di conseguenza. Altrimenti, non ha senso votare un ordine del giorno. Perché l'ordine del giorno è importante, è una presa di posizione politica, valida nella misura in cui si sa essere ad esso conseguenti.
Io credo, quindi, sia necessario che vengano promossi degli incontri da parte della Giunta, a livello regionale ed anche a livello nazionale. A livello nazionale per sollecitare, per esprimere la nostra volontà di giungere al superamento di questo Ente. E' in corso la discussione a livello nazionale sugli Enti. Perché non si assume una posizione chiara a questo proposito, e rivendicare le competenze, le strutture ed anche i capitali di questa organizzazione alle Regioni, anziché lesinare alle Regioni ed ai Comuni i mezzi necessari? In secondo luogo, propongo che la Regione promuova degli incontri con le forze politiche e con le Organizzazioni sindacali e con gli stessi dirigenti dell'ONMI a livello regionale, per vedere come facciamo, come ci predisponiamo a recepire ed a gestire questa nuova struttura. D'altra parte, le Organizzazioni sindacali l'abbiamo sentito l'altro ieri, sollecitano una iniziativa di questo tipo.
Credo quindi che dobbiamo agire, al più presto.
Queste, colleghi Consiglieri, le nostre proposte urgenti, da adottare immediatamente, a nostro parere, per rendere operante la legge regionale sugli asili-nido, per arrivare alla costruzione di questo servizio indispensabile per la prima infanzia - e questo aggettivo è stato ritenuto valido da parte di tutti i Gruppi di questo nostro Consiglio - e parallelamente creare la struttura necessaria per avviare una politica per la prima infanzia che risulti di formazione del bambino, come è detto nella legge nazionale e regionale, e anche di sostegno alla famiglia e alle lavoratrici.
Mi si consente una nota conclusiva di fiducia, da cui è del tutto assente l'intento polemico: credo che se si deciderà, con obiettività e con buona volontà, di accogliere questa nostra istanza, compiremo un passo importante nella direzione di realizzare veramente qualcosa capace di dare dimostrazione concreta che vogliamo non solo accogliere l'appello dell'ONU per l'anno internazionale della donna ma decidere l'indagine sulle sue condizioni di vita e di lavoro e agire concretamente a sostegno della donna, della famiglia e per lo sviluppo della nostra società.



PRESIDENTE

Hanno così esaurito il proprio compito il relatore di maggioranza e quello di minoranza. Se più nessuno intende chiedere la parola, invito a parlare l'Assessore Vietti.



VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi sociali

Ringrazio sia il Consigliere Beltrami, sulle cui affermazioni concordo pienamente, che la signora Fabbris, per l'interesse dimostrato al problema.
Come già è stato detto, il piano pluriennale è conseguenza dell'art. 2 della legge fondamentale sugli asili-nido. La signora Fabbris ha rilevato che nel piano non viene stabilito il fabbisogno, bensì si deduce il fabbisogno della possibilità finanziaria. Non ritengo sia possibile far coincidere il fabbisogno di posti in asili-nido con il fabbisogno di posti in scuole materne. Si afferma nella relazione di minoranza che il fabbisogno di posti in asili-nido dovrebbe essere stabilito nel 70-75% dei potenziali utenti, corrispondente al fabbisogno di posti nelle scuole materne. In realtà, dal numero dei potenziali utenti degli asili-nido bisogna detrarre una larga parte dei bambini da zero a sei mesi, poiché la legge che tutela le lavoratrici madri dà la possibilità alle donne di assentarsi dal lavoro in tale periodo ricevendo una percentuale del salario e, pertanto, salvo eccezioni, questa parte di potenziali utenti non usufruisce dell'asilo-nido. D'altronde, le esperienze verificate negli asili-nido esistenti dimostrano che difficilmente si supera la presenza del 15-16% anche là dove vi sono disponibilità di posti e tutti i piani che le Regioni hanno elaborato prevedono la necessità di posti su percentuali oscillanti dal 10 al 15%. Noi, mediamente, abbiamo fissato nel 14,54% la percentuale che riteniamo possa rappresentare il fabbisogno di posti in asili-nido nella nostra Regione al 1978, ricavando questa percentuale da un esame mediato della percentuale delle donne che svolgono attività extra casalinga per ogni area ecologica, dalle ipotesi dell'Ires sui posti di lavoro e sulle specializzazioni al '78 e anche dalle caratteristiche delle singole aree ecologiche. Tale media scaturisce da punte massime del 16 nelle zone di Borgosesia e di Biella, dove più numerose sono le industrie tessili e più alta la percentuale delle donne che svolgono attività extra casalinga, da percentuali del 15% nell'area di Torino, dove la presenza di una grande città fa sì che si siano determinate maggiori modifiche nelle strutture familiari e, pertanto, ci sia maggior esigenza di posti in asili nido e da percentuali più basse, fino al 12% sui potenziali utenti, nelle aree di Saluzzo-Savigliano-Fossano e Mondovì, dove è meno presente l'industria e dove ci sono percentuali più basse di donne che svolgono attività extra-casalinga.
Ma il dissenso di fondo con la relatrice di minoranza è quello relativo all'entità dei contributi da concedere ai Comuni che, secondo la sua richiesta, dovrebbe coprire integralmente la spesa. Inoltre, ancora una volta, la minoranza ha addebitato alla Giunta ritardo nell'approvazione del piano pluriennale e nell'attuazione dei piani precedenti. Vorrei rammentare che prima del luglio '74 non era possibile conoscere l'introito del fondo INPS del '73: soltanto allora abbiamo potuto fare una previsione degli introiti da parte dello Stato, per la parte relativa ai fondi 1973. Senza tali dati le previsioni non sarebbero state attendibili. Successivamente abbiamo dovuto attendere i dati dell'Ires, relativi alla stima del numero dei bambini residenti per ogni area ecologica al 1972, al 1976 ed al 1978 elaborati in base al censimento del '71. E' sì vero che anche gli uffici dell'Assessorato potevano fare delle previsioni sul numero dei bambini per ogni area ecologica, ma uno studio dell'Ires elaborato sui dati del censimento ci fornisce dati più attendibili.
Abbiamo dunque presentato il piano il 16 dicembre '74 e non credo sia addebitabile alla Giunta se le discussioni nell'ambito della Commissione si sono trascinate fino ad ora. E' giusto che si discuta, comunque, dal 16 dicembre ad oggi tempo ne è passato, e non per colpa della Giunta. Non era possibile approvare prima del piano pluriennale il piano relativo all'esercizio '74 perché prima dell'approvazione dell'ammontare dell'integrazione dei fondi regionali noi disponevamo esclusivamente per ogni asilo-nido di 40 milioni dello Stato e, certamente, dopo tutto quanto abbiamo affermato, dopo che già con una legge del settembre scorso abbiamo integrato di 25 milioni i contributi per gli asili-nido previsti nei piani '72 e '73, non sarebbe stato serio fare un'assegnazione di contributi esclusivamente di 40 milioni per ogni asilo-nido senza poter disporre dei fondi regionali per interventi integrativi.



FABBRIS Pierina, relatore di minoranza

Ma scusi, Assessore, è da quando abbiamo fatto la legge regionale che è contenuto nell'art. 2 l'impegno del piano...



VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi sociali

Comunque, l'impegno del piano era connesso alla definizione dei fondi di integrazione regionale relativi agli esercizi finanziari '74-'75-'76; ne consegue che bisognava conoscere l'entità del fondo INPS del '73 altrimenti le previsioni degli introiti dello Stato sarebbero state veramente previsioni non fondate su dati obiettivi. Anche perché il fondo INPS del '72 è stato veramente molto modesto: si prevedeva divenisse più elevato nel '73, come è avvenuto.
Veniamo ora alle denunce di ritardi nell'attuazione dei piani.
Innanzitutto, cominciamo con il ripetere quanto già è stato detto: parliamo sempre di piano 1972, in realtà la possibilità di attuazione di tale piano ha avuto inizio alla scadenza della data di presentazione dei progetti ai Geni civili, e cioè al 31.3.1974.
Mi pare si possa obiettivamente dire che dei passi in avanti, seppur con gradualità, si compiono: oggi, tra gli asili previsti dai piani '72 e dai piani '73, sono 14 gli asili-nido in fase di avanzata costruzione, 11 previsti dal piano '72 e 3 del piano '73; abbiamo poi 10 asili-nido in fase di gara d'appalto, 5 in fase di esproprio del terreno, 4 per cui si è ottenuto il mutuo della Cassa Depositi e Prestiti e per i quali è prossima quindi, l'indizione della gara d'appalto. Inoltre, come ho già comunicato la Giunta ha avuto contatti con il Consorzio di Credito delle Opere Pubbliche di Roma che è disponibile a concedere mutui ai Comuni per la costruzione di asili-nido ed ha già inoltrato, a tale Istituto di credito le domande che i Comuni hanno fatto pervenire. Sono pervenute, per ora alla Regione le domande di mutuo per la costruzione di 10 asili-nido e il Consorzio di credito delle Opere pubbliche ha già deliberato la concessione dei mutui, per un totale di 925 milioni 276.800 lire. Pertanto, quanto avevamo dichiarato, e cioè che tutte le domande di mutuo che fossero state inoltrate dopo l'approvazione dei progetti avrebbero trovato accoglimento da parte del Consorzio di credito, è diventato operante già per 9 asili nido. Posso anche dirvi quali domande di mutuo sono state accolte: per 4 asili-nido di Torino, per un totale di 496 milioni 676,800; per 1 asilo nido di Bellinzago, 130 milioni; per 1 asilo-nido di Pinerolo, 128 milioni per un asilo-nido di Lanzo Torinese, 70 milioni; per uno di Rivalta di Torino, 58 milioni e 600 mila lire; per uno di Giaveno, 42 milioni. Ho inoltre l'assicurazione che man mano invieremo le domande di mutuo dei Comuni con il relativo progetto approvato, il mutuo verrà concesso sulla parte di spesa eccedente il contributo regionale.
Pertanto, nel complesso, per il piano '72 abbiamo la suddetta situazione. Inoltre, su 66 asili-nido ammessi a contributo, 6 Comuni hanno ritardato a presentare i progetti e altri 8 Comuni non hanno inoltrato la domanda di mutuo tramite la Regione al Consorzio di Credito per le Opere pubbliche, ma trattano direttamente con Istituti di credito. Per il piano '73, la data di scadenza della presentazione del progetto era stata fissata al 31.10.'74 (anche se ci sono stati Comuni che hanno presentato il progetto più tardi e altri che non l'hanno ancora presentato). Su 56 asili nido ammessi a contributo sono stati approvati 27 progetti, 3 sono in corso di costruzione, ed è prossimo l'appalto per un altro, a Castelletto Ticino.
Mi pare dunque non si possa neanche affermare che sia davvero tanto laboriosa la procedura di approvazione: il fatto che già 27 progetti siano stati approvati dimostra che gli organi tecnici svolgono la loro funzione con una certa celerità.
Ma, come ho affermato, il contrasto di fondo sta nel provvedere al finanziamento in toto oppure nella concessione di contributi sulla spesa.
Certamente, l'impegno della Regione, una volta che la legge in discussione sia approvata, sarà notevole. Sarebbe auspicabile poter provvedere al 100 della spesa ma, date le nostre scarse disponibilità di bilancio, si dovrebbe diminuire il numero degli asili-nido finanziati, mentre la signora Fabbris afferma che l'obbiettivo di dotare la Regione di posti in asili nido corrispondenti al 14,53% sui potenziali utenti è insufficiente. Rilevo inoltre che il piano presentato ha una caratteristica del tutto diversa rispetto al passato.



FABBRIS Pierina, relatore di minoranza

Però, non abbiamo chiesto l'ampliamento del piano..



VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi sociali

Il finanziamento degli asili-nido si pone in una logica del tutto diversa dal passato, perché mentre i 2 miliardi d'integrazione della Regione stanziati per il '72 e '73 sono serviti per finanziare 25 nuovi asili-nido, ora, con un intervento di circa 11 miliardi, finanziamo soltanto, in 3 anni, 11 nuovi asili-nido senza intervento dello Stato.
Pertanto, tutto lo sforzo è volto ad integrare i contributi statali.
Potevano anche non essere 11, ovviamente quando si stabiliscono delle percentuali di previsione sui potenziali utenti non si può a priori stabilire il risultato. Per raggiungere i parametri fissati dovranno essere finanziati al 1976, 141 nuovi asili-nido di cui per 130 si dovrà integrare il contributo statale mentre per gli 11 in eccedenza il contributo ai Comuni dovrà essere totalmente a carico della Regione. Se noi volessimo provvedere per intero al finanziamento, con le possibilità di bilancio che abbiamo, dovremmo diminuire il numero degli asili-nido previsti ancora di quegli 11 e, per di più, non riusciremmo nemmeno ad integrare il contributo per tutti i 130 asili-nido per cui si otterrà il contributo da parte dello Stato.
Anche se i denari provenienti dall'INPS affluiscono alla Regione in ritardo, il problema non ha alcuna rilevanza, perché una volta approvato il piano, i tempi di attuazione sono lunghi e per di più ci si limita a dare un anticipo del 50% del contributo al momento della consegna dei lavori.
Quindi non vi sono problemi di cassa: l'inconveniente più grave è che non possiamo elaborare il piano impegnando i denari dello Stato non per il mancato versamento dei fondi ma per la mancata comunicazione dell'entità del fondo INPS, in base alla legge 1044. Infatti, l'ultimo bilancio che noi abbiamo approvato, avendo previsto nelle entrate la cifra presunta del fondo INPS per gli asili-nido, ha avuto dal Governo il rilievo che tale cifra era stata fissata in modo unilaterale e che pertanto non poteva essere impegnata fino a che non si fosse avuta la comunicazione della reale cifra da parte del Ministero della sanità.



FABBRIS Pierina, relatore di minoranza

E' stata approvata la legge di anticipazione dei sondi.



VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi sociali

Evidentemente, il meccanismo è molto più complesso, perché i fondi dello Stato...



RASCHIO Luciano

Che il meccanismo sia complesso è un fatto, ma è indubbio che la cosa e assolutamente irregolare.



VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi sociali

Noi li anticipiamo di fatto, ma non possiamo impegnare, dato che il piano è approvato dal Commissario del Governo ed è inviato al Ministero della sanità, la cifra del fondo INPS se prima non ci viene comunicata la sua entità da tale Ministero.
Il problema del progetto-tipo è già stato discusso in varie occasioni.
Dalla consultazione sul disegno di legge in esame m'è parso sia emerso che le Amministrazioni comunali desiderano affidare l'elaborazione dei progetti a tecnici di loro fiducia. D'altronde, avendo già almeno 70-80 progetti approvati dai Geni Civili con il parere favorevole del Medico provinciale non ritengo ci siano ormai difficoltà a reperire dei progetti che rispondano alle norme della legge regionale. Ho però assicurato, nella risposta ad una interrogazione in merito, che avremmo potuto fare una circolare più analitica sui criteri da seguire nella progettazione, da discutere eventualmente con la Commissione al fine di dare ulteriori indicazioni. L'esperienza mia è che i Comuni, che in genere sono tutti di una discreta entità demografica, non abbiano riscontrato reali difficoltà per quanto riguarda l'elaborazione e l'approvazione del progetto.
Accetto il discorso di riprendere l'iniziativa di discutere con il Governo per giungere ad un superamento della legge 1044, che fissa in modo rigido i contributi in 40 milioni per la costruzione e 20 milioni per la gestione senza alcun riferimento al numero dei posti dei bambini.
Evidentemente, 20 milioni possono essere forse sufficienti per la gestione di un asilo-nido di 25 posti, mentre non lo sono di certo per un asilo-nido di 75 posti. Ricordo che la Commissione che a tal fine si è costituita presso il Ministero della Sanità, composta di Assessori regionali e di funzionari del Ministero, è conseguente ad un incontro che abbiamo avuto a Bologna tra Assessori regionali, in cui ho portato io stessa la discussione sul problema degli asili-nido illustrando l'ordine del giorno votato dal nostro Consiglio: la Commissione è stata costituita e si è messa al lavoro proprio in seguito alla nostra presa di posizione, che ha altresì indotto il Ministero della Sanità alla revoca di un decreto di finanziamento parziale, contestato dalle Regioni. Di recente, un rappresentante degli Assessori regionali in tale Commissione, il Prof. Prezioso, ha comunicato che dovrebbe essere imminente un nuovo incontro di tutti gli Assessori per riprendere la discussione del problema: cercherò di sollecitare l'Assessore Prezioso e l'Assessore Bartoli, che fanno parte della Commissione, perch al più presto venga discusso il superamento di una normativa da tutti ritenuta non rispondente alle esigenze della istituzione del servizio degli asili-nido.
Si è parlato anche della formazione del personale, e si è detto che il personale dell'ONMI attende da tempo un corso di preparazione. Ho trattato a lungo con i rappresentanti dei Sindacati e dell'ONMI il problema di ottenere un corso che dia preparazione adeguata e riconosca la qualifica di puericultrice alle dipendenti dell'ONMI che da tempo svolgono questa attività. La Clinica Pediatrica di Torino si era dichiarata disponibile. In seguito, il Ministero della Sanità ha fatto sapere - quando già era pronto il bando per l'ammissione al corso - che non è possibile istituire un corso che dia un regolare titolo di studio - era questo che le dipendenti dell'ONMI chiedevano - ammettendo allieve in deroga ai limiti di età, e le dipendenti dell'ONMI hanno superato l'età stabilita nella normativa nazionale. Avuta così la certezza che il corso non sarebbe stato riconosciuto, si è dovuto rinunciare a realizzarlo. Ribadisco però quanto ho già detto in molte occasioni, che i corsi per le puericultrici sono aumentati: ce ne sono uno a Ivrea, due a Novara; a Vercelli si sta trattando per istituirlo. La Clinica Pediatrica di Torino aumenta di anno in anno il numero dei posti. Anche l'IPI di Torino sta trattando per istituire un corso per la qualificazione del personale dipendente. Si è detto che non è sufficiente la preparazione data dalla Clinica Pediatrica: per la verità, io stessa ho più volte detto che la preparazione sanitaria era preminente a scapito della preparazione psico-pedagogica; per esaminando con più attenzione i programmi di studio, che sono stati ultimamente aggiornati, si può ora rilevare che numerose ore del corso della Clinica Pediatrica, come di altre scuole, sono dedicate alla formazione psicologica ed alla formazione pedagogica.
Del problema dell'ONMI abbiamo parlato tante volte. Senza voler dare un giudizio negativo sull'attività svolta fin qui da questo Ente, sono del parere che l'Organizzazione verticalistica dell'ONMI sia ormai superata: l'organizzazione dei servizi sociali dev'essere decentrata sul territorio gestita dagli Enti locali e, pertanto, è giusto che si giunga alla soppressione degli Enti nazionali, in modo particolare dell'ONMI, proprio perché, avendo esso la gestione degli asili-nido, man mano che entreranno in funzione i nostri asili-nido, si verrebbero ad avere due tipi di gestione di asili-nido, il che è veramente inammissibile.
Tre settimane fa, c'é stato l'incontro degli Assessori regionali con la Commissione interi partitica costituita presso il Ministero dell'Interno per l'esame della legge-quadro dell'assistenza e si è discusso sulla possibilità di giungere ad una unificazione delle varie proposte presentate dai vari Gruppi politici. In quella occasione il problema del superamento degli Enti nazionali che svolgono attività in campo assistenziale ha trovato l'adesione unanime di tutti gli Assessori regionali.
Non mi pare però si possa affermare che i denari dati all'ONMI dal Governo siano soltanto per gli asili-nido. E' giusto affermare che l'ONMI debba cessare la sua attività in quanto le competenze ONMI devono essere affidate alle Regioni perché le esercitino su un piano legislativo e di indirizzo, mentre gli Enti locali dovranno avere la gestione dei servizi ma i 54 miliardi dati all'ONMI non servono certamente soltanto per gli asili-nido: sono utilizzati anche per la retribuzione del personale e per tutti gli altri compiti dell'ONMI. E non si può certo dire che l'ONMI navighi nell'oro, tanto è vero che sta dimettendo i bambini ospiti degli istituti a suo carico. D'accordo sulla richiesta di un suo superamento, ma è certamente imbarazzante in questo momento che l'ONMI non abbia la possibilità di far fronte al pagamento delle rette, questo non è più un punire l'ONMI, ma punire le famiglie e, più che le famiglie, i bambini perché in genere gli assistiti sono bimbi ai quali manca una famiglia normale e che non possono così ricevere adeguata assistenza; inoltre questa grossa difficoltà finanziaria può anche tradursi in una minore serenità nella gestione degli istituti stessi.
Pertanto, sono d'accordo per lo scioglimento dell'ONMI, e la Giunta è disponibile - anche il Presidente è certamente disponibile - ad incontri con i rappresentanti dell'ONMI, locali e nazionali (anzi, nei prossimi giorni ci dovrebbe essere un incontro a Milano con il Commissario dell'ONMI, e per la nostra Regione vi parteciperà un funzionario, avendo io per quel giorno purtroppo un altro impegno), non certamente per sostenere l'ONMI come Ente, ma per studiare insieme la situazione; poi faremo degli incontri con i presidenti dell'ONMI locali per esaminare le possibilità di un superamento della difficile situazione. Già avevamo tentato in altri incontri di giungere ad una convenzione fra ONMI e Comuni, perché la gestione degli asili-nido ONMI passasse ai Comuni, ma, come ho già avuto occasione altra volta di comunicare, in questo caso l'ONMI nazionale non avrebbe più versato i contributi e allora avremmo dovuto attingere al fondo a disposizione per nuovi asili-nido per gestire asili-nido per i quali un Ente riceve contributi dallo Stato, contributi che pertanto è giusto vengano spesi in questa direzione.
La competenza degli asili-nido non è una competenza prevista dall'art.
117 della Costituzione: è una competenza che la Regione ha in base alla legge 1044 e lo Stato non eroga soltanto contributi suoi ma i contributi versati dai datori di lavoro.
Ciononostante, la Regione si è accollata un notevole impegno finanziario. Nel '72 '73 abbiamo impegnato 5 miliardi e 600 milioni contro i 3 miliardi e 600 milioni dello Stato e dell'INPS insieme. Ora, nel '74 '75-'76, in base al disegno di legge in discussione, si prevede un introito dello Stato, comprensivo dei fondi INPS, di 7 miliardi e 250 milioni mentre la Regione impegnerebbe 8 miliardi e 900 milioni più 2 miliardi, di cui parlerò in seguito, e soltanto sul bilancio di quest'anno dovremo accendere un mutuo di 7 miliardi e 900 milioni. Ho detto che il fondo sale da 8 miliardi e 900 milioni a 10 miliardi e 900 milioni perché dalla consultazione è emerso che sovente i Comuni ritardano la esecuzione delle opere per il lievitare dei prezzi, che rende necessaria la revisione dei prezzi contrattuali durante l'attuazione delle opere appaltate, sicché si devono accendere mutui. Di fronte a questa situazione, alla denuncia di questa realtà, è stato aggiunto un articolo al disegno di legge, che prevede lo stanziamento di 2 miliardi per venire incontro, nel limite massimo di 20 milioni per gli asili-nido e di 9 milioni per i micro asili nido, ai Comuni nella evenienza di appalti in aumento e di revisioni di prezzi contrattuali. Le percentuali di aumento non sono tutte così elevate come è stato denunciato, si aggirano sul 25-30% (oggi c'è addirittura una battuta d'arresto nell'aumento dei prezzi: abbiamo visto che Carmagnola ha avuto un aumento soltanto del 4,50%). Con questa possibilità di contributo di ulteriori 20 milioni, in considerazione degli eventuali aumenti faciliteremo notevolmente l'esecuzione delle opere.
Ho detto che si tratta di un impegno finanziario considerevole, anche se non copre l'intero costo. D'altronde, un Comune che intenda realizzare un'opera importante come un asilo-nido deve avere la volontà politica di realizzarlo e, pertanto, dev'essere disponibile ad integrare i contributi tanto più che, come ho già detto prima, il Consorzio di Credito alle Opere Pubbliche è disponibile a concedere mutui, e lo ha già dimostrato deliberando un mutuo di circa un miliardo per gli asili-nido da costruire da parte dei Comuni che avevano presentato domanda. E' un impegno che ritengo tuttavia sia giusto che la nostra Regione affronti, sia perché si tratta di un servizio sociale indispensabile perché la donna possa liberamente scegliere fra l'attività extra-casalinga e l'attività casalinga, sia perché, se è necessario per tutte le donne, per tutte le aree del nostro Piemonte, lo è certamente in modo indifferibile per alcune aree altamente industrializzate della nostra Regione.



PRESIDENTE

La discussione generale è pertanto chiusa con le dichiarazioni dell'Assessore. Prima di passare alla votazione, qualcuno intende parlare per dichiarazione di voto? Chiede di parlare il Consigliere Fassino. Ne ha facoltà.



FASSINO Giuseppe

A nome del Gruppo liberale, pur consapevole delle difficoltà, cui ha accennato la collega Fabbris prima, che incontrano i Comuni per la costruzione degli asili-nido a causa degli aumenti terribili cui debbono sottostare data la difficoltà di ottenere i mutui da parte del centro debbo anche dire che, nonostante le riserve espresse dai miei colleghi di Gruppo in tante altre occasioni (nel senso che noi preferiremmo che la Regione si assumesse per intero l'intervento, in quanto così facendo eviterebbe ai Comuni cui alludevo prima tutte le difficoltà che oggi incontrano), noi siamo, tuttavia consapevoli, purtroppo, che oggi non è possibile realizzare nulla di risolutivo in quel senso. Essendo già così cospicuo l'impegno che la Giunta, si è assunto per la costruzione degli asili-nido, il nostro Gruppo si pronuncia quindi in senso favorevole alla delibera, che, secondo il nostro punto di vista, risolve per un certo numero di anni, almeno parzialmente, il problema. Ci auguriamo che possa essere risolto totalmente successivamente.
Anche la legge di finanziamento che voteremo successivamente - lo dico subito, per non dover più intervenire in proposito - trova il nostro consenso. Chi vive in periferia si accorge di quali e quante siano state le difficoltà per i Comuni, prima con i 45, poi con i 65 milioni, e ancor oggi nonostante l'aumento di 20 milioni che può portare fino ai complessivi 85 milioni, il contributo da parte della Regione. Perché ci rendiamo conto che questo possibile aumento, per maggiorazioni dei prezzi previsti dall'appalto stesso, significa per molti piccoli e medi Comuni la risoluzione almeno parziale del problema: è difficile che un Comune trovi il 50% di quanto gli necessita per costruire un asilo: più facile che riesca a trovare invece il 25-30% quanto cioè che ora occorre. Riteniamo quindi, che il finanziamento proposto sia valido al fine di aiutare i Comuni a costruire gli asili-nido, che sono veramente una necessità soprattutto per quelli in cui la mano d'opera femminile è largamente rappresentata. Per queste ragioni, e sulla delibera e sulla legge, il Gruppo liberale voterà a favore.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Berti. Ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Signor Presidente, credo che un dato emerga in modo incontestabile, al di là delle cifre, pur consistenti, ed è il fatto che, per quanto si sia iniziato nel 1972 a parlare di questa legge sugli asili, in questi mesi si sia dato avvio praticamente ad uno solo di essi.



VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi sociali

Ne sono in costruzione quattordici.



BERTI Antonio

"In costruzione" potrebbe voler dire che è stata posta la prima pietra.
Sulla base di quanto è stato dichiarato, la situazione di fatto, anche se si parla di piani pluriennali, si stanziano decine di miliardi - una realtà generale, che non investe soltanto la nostra Regione -, è che il numero degli asili-nido, e quindi il numero dei bambini che potranno usufruire di questi servizi, a tre anni dall'entrata in vigore della legge nazionale per gli asili-nido, è estremamente limitato, irrisorio rispetto alle previsioni. Credo che a nessuno possa sfuggire questo primo dato di fatto.
Noi non abbiamo nulla da obiettare sulla proposta di piano, in rapporto al numero degli asili che ci si propone di realizzare nell'arco di tre anni per i quali in effetti è previsto - dovrebbero essere cinque, gli anni, ma per gli altri due anni non si sa bene che fine farà -. Il nostro discorso parte dalla realtà di fatto che i miei colleghi ed io abbiamo posto di fronte al Consiglio per costruire un meccanismo nuovo. Se è vero che noi vogliamo prima di tutto dare un servizio che pressoché tutti ritengono essenziale, se nel contempo vogliamo, come si afferma in delibera, favorire il settore edilizio fornendo appunto alla mano d'opera attualmente non occupata occasioni di lavoro appunto derivanti dalla costruzione degli asili-nido, questi propositi, in sé validi e buoni, devono avere una rispondenza immediata. E la rispondenza immediata, secondo me, con questa proposta non c'è.
Può impressionare che la Regione stanzi otto miliardi, oggi, per integrare i fondi dello Stato (che, tra l'altro, poi nemmeno arrivano: quindi, c'è un grande imputato, che è lo Stato, prima di tutto); è un fatto di cui si può dare qualsiasi giudizio, ma è chiaro che è un fatto positivo che si provveda ad integrare, come del resto avevamo già stabilito nella prima legge, quella di cui si parla, la n. 3. Proprio partendo da questo noi abbiamo allora cercato di costruire un meccanismo nuovo di intervento.
Abbiamo anche osservato la situazione nelle altre Regioni. Io non sono personalmente convinto che l'esperienza dell'Emilia sia la migliore: la migliore mi sembra quella lombarda. La Regione Lombardia ha detto - facendo violenza, se si vuole, a certi miti che si sono costruiti - che è necessario trovare altri modi di intervento per realizzare quello che si è programmato senza girare a vuoto. Fatta una previsione di intervento, si è fissato un obiettivo, cento asili nido, ed ha deciso di costruirli a suo totale carico, per poi affidarne ai Comuni la gestione. A tal fine ha stabilito delle convenzioni con delle grandi aziende - sollevando non poche critiche, perché questa decisione ha colpito ovviamente gli interessi di piccole imprese - che per la loro capacità di intervento possono garantire costi più economici (se non sbaglio, l'Iri), per la costruzione di un certo numero di asili, sulla base di un unico modello.
Assessore, lei può benissimo dire che Carmagnola ha avuto un aumento solo del 4,50%; però, Carmagnola, per un asilo-nido, spende ben 200 milioni circa. Occorrerà invece orientarsi verso un tipo di progetto che non preveda costruzioni lussuose: gli asili devono essere confortevoli razionali, ma senza eccessi in fatto di lusso, che comporterebbero inutili sperperi. Una grande impresa può adottare un modello, e, realizzandolo a grande tiratura, per così dire, produrlo a costi più economici e molto più rapidamente. Io sono convinto che entro il '75 la Regione Lombarda riuscirà a disporre dei cento asili-nido programmati, perché questa grande impresa attrezzatasi adeguatamente, li potrà costruire.
Non dico che anche in Piemonte dobbiamo rivolgerci ad una grande impresa: si può però produrre uno sforzo perché determinate piccole imprese si consorzino, si adeguino. Da questo punto di vista la proposta del nostro Gruppo, che pertanto investe essenzialmente il meccanismo di finanziamento e di applicazione della legge, proponendo il fondo regionale, a che cosa porta? A raccogliere in questo fondo anche i contributi che gli imprenditori per un accordo con i Sindacati di cui abbiamo parlato a suo tempo dovrebbero versare per gli asili-nido (a tutt'oggi non mi risulta che alcuno di questi sia stato impiegato in un Comune), per utilizzarli razionalmente all'interno del piano che qui ci viene presentato.
A rapidizzare massimamente l'iter; perché se è la Regione che finanzia completamente gli asili-nido, nell'ambito di obiettivi ragionevoli, pu riuscire nel volgere di un anno a conseguire i risultati che si prefigge.
Poniamo il caso che ci siamo proposti di risolvere il problema degli asilo nido per il 15% degli aventi diritto: assumendoci l'intero carico finanziario, con i fondi a disposizione, anziché il 15% degli aventi diritto nei tre anni soddisferemo il 10%, costruendo 50-60-100 asili nido ma lo faremo nel giro di un anno. Ecco così che la Regione realizza nell'arco di tempo di un anno i propri obiettivi.
Noi riteniamo che continuando con l'attuale meccanismo di finanziamento della legge, la Regione rischi di immobilizzare un cospicuo numero di miliardi senza in effetti conseguire, con una certa sollecitudine anche, il risultato sperato, che in ultima analisi è quello di realizzare degli asili nido.
Ho voluto sottolineare in questa dichiarazione di voto il senso della nostra proposta, che parte da elementi di constatazione della realtà di cui nessuno può contestare la fondatezza.
Queste sono le considerazione che si inquadrano in quel discorso, che il nostro Gruppo ha ormai da qualche mese avviato, per il rinnovamento dell'azione regionale, che noi vediamo oggi ancora disatteso, nonostante emergano da ogni parte difficoltà ad operare concretamente. Le buone intenzioni che si esprimono, e che possono anche riscontrarsi nel numero notevole, secondo me, di miliardi predisposto per questo naufragano finiscono con il rimanere infruttuose, perché il meccanismo che si continua ad adottare è ancora quello che si è dimostrato inidoneo a realizzarle.
Concludo annunciando che, mentre ci asteniamo in merito alla previsione contenuta nel piano, che non intendiamo mettere in discussione, anche se avevamo suggerito, come ricorderete, altri criteri per la sua formazione voteremo contro le leggi di finanziamento per gli anni 1974-'75-'76.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Il Gruppo democristiano voterà a favore di questo piano e della legge proposta dalla Giunta, che, come è stato riconosciuto, costituisce un grosso sforzo, un grosso impegno della Regione in un settore importante qualificante e prioritario, per la consapevolezza che ha delle difficoltà che la Regione incontra nel tradurre i suoi propositi, le sue leggi in atti e fatti concreti, ma avendo anche coscienza che in questo caso i tempi lunghi per l'avvio della realizzazione di queste importanti opere sono già da supporre in larga misura consumati, per cui si è vicini al veder tradurre in modo diffuso le iniziative in fatti concreti.
La nuova legislatura potrà, sull'esperienza di tutto quanto è stato fatto ed indicato, apportare quegli ulteriori perfezionamenti legislativi e quelle iniziative di innovazione che renderanno ancora più efficace l'azione della Giunta.
Credo che a questo punto il complesso meccanismo affinato, curato seguito con grande attenzione e passione dalla Giunta e dall'Assessore per questo lavoro, stia per dare concreti risultati, che recheranno soddisfazione a tutti. Comunque, non restiamo in atteggiamento né di indifferenza, né di sprezzo nei riguardi di osservazioni e indicazioni intese a rendere più efficace e valida l'azione della Regione.



PRESIDENTE

Non ho nessun'altra richiesta di parola, e pertanto leggo il testo della deliberazione: "A relazione dell'Assessore Vietti, il primo comma dell'art. 2 della legge regionale 15 gennaio 1973, n. 3, recita: 'La Regione integra il fondo per gli asili-nido, di cui alla legge 6 dicembre 1971, n. 1044, nella seguente misura: lire un miliardo per l'anno 1972; lire un miliardo per l'anno 1973; per gli anni successivi la Regione definirà i fondi di integrazione sulla base di piani pluriennali, riferiti ai periodi di tempo propri del piano di sviluppo regionale. Il piano pluriennale degli asili-nido costituirà specificazione settoriale del piano di sviluppo regionale e delle sue articolazioni in piani comprensoriali'.
In attuazione a detta norma, anche in assenza del piano di sviluppo regionale, si è reso necessario stabilire il fabbisogno per ogni area ecologica dei posti in asili-nido per il periodo 1974/1978, in coincidenza con i tempi fissati per il piano di sviluppo regionale.
Inoltre, si è resa necessaria la definizione di un piano-stralcio relativo agli anni 1974-'75 e '76 al fine di definire l'ammontare dell'integrazione da parte della Regione del fondo per gli asili-nido per il periodo in cui è operante la legge nazionale 6.12.1971, n. 1044 relativa al piano quinquennale per l'istituzione di asili-nido.
Conseguentemente è stato predisposto dalla Giunta regionale il piano pluriennale degli asili- nido, unitamente al testo del d.d.l. regionale: 'Integrazione a carico della Regione del fondo speciale per gli asili-nido per gli esercizi finanziari 1974-'75-'76,' documenti approvati dalla Giunta stessa nella seduta del 16.12.1974.
Tale piano di massima si allega in copia alla presente deliberazione di cui fa parte integrante.
Poiché detto piano si fonda su dati ricavati da stime e previsioni, si renderà necessario, nella elaborazione dei successivi piani annuali provvedere alla loro verifica ed aggiornamento.
La Giunta regionale, unanime, udita la relazione dell'Assessore alla Sicurezza Sociale, propone pertanto al Consiglio regionale di adottare la seguente deliberazione: Il Consiglio regionale visti gli elaborati costituenti il piano pluriennale degli asili-nido predisposti dalla Giunta regionale viste le relative proposte delibera di approvare il piano pluriennale degli asili-nido costituente, in allegato, parte integrante del presente atto".
Pongo in votazione, per alzata di mano, la deliberazione di cui ho dato lettura. Chi intende approvare è pregato di alzare la mano.
La delibera è approvata con il seguente esito: presenti e votanti: n. 31 favorevoli: n. 22 Consiglieri astenuti: n. 9 Consiglieri


Argomento: Spesa socio - assistenziale - Asili nido

Esame proposta di legge n. 184 del Comune di Nichelino. Modifica dell'art. 2 della legge regionale del 15.1.73, avente per titolo: "Criteri generali per la costruzione, l'impianto, la gestione e il controllo degli asili-nido comunali, costruiti e gestiti con il concorso dello Stato, di cui alla legge 6.12.71 n. 1044 e con quello della Regione"


PRESIDENTE

Passiamo quindi al punto sesto dell'ordine del giorno: "Esame proposta di legge n. 184 del Comune di Nichelino. Modifica dell'art. 2 della legge regionale del 15.1.'73, avente per titolo: 'Criteri generali per la costruzione, l'impianto, la gestione e il controllo degli asili-nido comunali, costruiti e gestiti con il concorso dello Stato, di cui alla legge 6.12.'71 n.1044 e con quello della Regione"'.
Relatore è il Presidente della IV Commissione, Vittorio Beltrami. Gli dò pertanto la parola.



BELTRAMI Vittorio, relatore

Signor Presidente, dovrei ripetere cose che già sono state dette introduttivamente, in sede di discussione della delibera che abbiamo or ora approvato, recante le linee di piano per il '74-'78 e lo stralcio per il '74-'76.
Nella logica della discussione nella quale è avvenuto il confronto fra le diverse posizioni, il diverso modo di interpretare i passaggi traduttivi sul piano della operatività della legge statale 1044, insorge, ed è nell'aria, il parere - non dico di giudizio, perché la Commissione, come già abbiamo detto l'altra volta, non può dare giudizi ma solo esprimere indirizzi - della Commissione in merito a questa legge. Approvate le linee del piano, è specifico che questa legge difficilmente riesce a calzare con la deliberazione e con l'argomento che abbiamo or ora approvato.
La Commissione ha rilevato che il primo comma della proposta di legge di Nichelino è stato in larga parte recepito dagli articoli 1 e 2 della legge che abbiamo approvato fin dal settembre '74. D'altro canto l'iniziativa del Comune di Nichelino, ascende, anche proprio su un piano temporale, a quel periodo. Mentre, per quanto attiene al secondo comma di questa proposta di legge, considerato il carattere promozionale della legge sugli asili-nido, la Commissione ha ritenuto che la proposta di intervento retroattivo non possa conseguire l'obiettivo di una maggior diffusione sul territorio delle strutture sociali, che, tra l'altro - è stato sottolineato in sede di Commissione ed è stato confermato dagli indirizzi della stessa Giunta e nel dibattito chiuso poco fa sulla precedente deliberazione -, in sede di edificazione devono adeguarsi alle norme e agli indirizzi della prima legge regionale, del gennaio 1973.
Noi abbiamo adempiuto, nel rispetto dei disposti della legge regionale che investe il rapporto con gli Enti locali allorquando questi diventano proponenti di disegni di legge, a tutti i tempi e tutti i passaggi, ed espletato le procedure.
Per il disegno di legge che verrà discusso subito dopo questo, quello della Giunta regionale n. 231, abbiamo, nella stessa sede, consultato non solo il Comune di Nichelino ma anche gli Enti locali interessati al problema, e gli indirizzi che ne sono emersi sono già stati esposti nella discussione precedente. Evidentemente, il rilievo, le osservazioni fatte dalla IV Commissione non possono che inquadrarsi nella logica del provvedimento che abbiamo adottato come Consiglio regionale poco fa, e ben difficilmente riescono ad innestarsi ed a suggerire un discorso diverso.



PRESIDENTE

Apro la discussione sul disegno di legge 184 del Comune di Nichelino.
Chi intende prendere la parola a questo proposito? Nessuno intende prendere la parola. Non vi sono ordini del giorno in proposito...



BELTRAMI Vittorio, relatore

E' necessario che qualcuno proponga formalmente il non passaggio alla votazione. Poiché la richiesta non è venuta da altre parti, come io mi attendevo, mi assumo anche questo compito.
Pertanto, a nome del mio Gruppo, non più parlando in rappresentanza della maggioranza della Commissione, propongo ufficialmente il non passaggio alla votazione sull'articolo di questa legge.



PRESIDENTE

Vuol farmi pervenire per iscritto l'ordine del giorno? C'è una disposizione che stabilisce testualmente che: "Dopo la discussione sul progetto di legge, e prima del passaggio agli articoli, il Consiglio dovrà esaminare eventuali ordini del giorno diretti ad impedire il passaggio all'esame degli articoli che potranno essere illustrati e discussi secondo le norme previste al comma precedente".
Leggo il testo dell'ordine del giorno che mi è ora giunto: "Proposta di legge n. 184: si chiede il non passaggio all'esame e alla votazione dell'articolo" (si tratta infatti di un unico articolo) Poiché nessuno intende più parlare per dichiarazione di voto, pongo in votazione, per alzata di mano, l'ordine del giorno di cui ho dato lettura a firma Bianchi-Beltrami. Chi intende approvare è pregato di alzare la mano. L'ordine del giorno è approvato, e pertanto non si procede all'esame e alla votazione dell'articolo.


Argomento: Spesa socio - assistenziale - Asili nido

Esame disegno di legge n. 231 della Giunta regionale: "Integrazione a carico della Regione del fondo speciale per gli asili-nido per gli esercizi finanziari 1974-1975-1976"


PRESIDENTE

Passiamo al disegno di legge n. 231 della Giunta regionale "Integrazione a carico della Regione del fondo speciale per gli asili nido per gli esercizi finanziari 1974/75/76".
Gli emendamenti presentati sono stati distribuiti ai vari Gruppi.
La I Commissione comunica che ha esaminato, ai sensi dell'art. 22 comma c) dello Statuto, il disegno di legge n. 231 ed ha espresso parere favorevole.
Il relatore è il Presidente della IV Commissione, Consigliere Beltrami al quale dò la parola.



BELTRAMI Vittorio, relatore

Poiché tutto è già stato detto precedentemente e direi sufficientemente approfondito, vorrei risparmiare al Consiglio la lettura della relazione.
Quanto diamo per letto, principalmente il contenuto della legge, non costituisce altro che la conclusione naturale e logica di quanto è stato detto sino ad ora e di quanto è stato precedentemente deliberato in questa stessa seduta, dal Consiglio, sul piano degli asili nido per gli anni 1974/76.



PRESIDENTE

Qualcuno intende ancora intervenire? Nessuno.
Dichiaro chiusa la discussione.
Per guanto riguarda il titolo della legge vi è, un emendamento della Giunta: sopprimere "per gli esercizi finanziari 1974/1975/1976".
La parola all'Assessore Vietti.



VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi sociali

Vorrei spiegare il motivo per cui si sopprimono le parole "per gli esercizi finanziari 1974/75/76".
Poiché con l'art. 2 si stabilisce un fondo di due miliardi per contributi ai Comuni nell'evenienza di appalti in aumento e di revisione dei prezzi contrattuali, che può essere utilizzato anche per gli asili nido inseriti nei piani 1972/73, è evidente che l'impegno è riferito ad un più vasto arco di tempo.



PRESIDENTE

Qualcuno desidera intervenire? Nessuno.
Pongo in votazione l'emendamento presentato dall'Assessore Vietti.
Chi intende approvare è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
Passiamo ora ai singoli articoli.
Art. 1 - Il primo comma dell'art. 2 della legge regionale 15 gennaio 1973, n. 3, è sostituito dal seguente: "La Regione integra il fondo per gli asili-nido, di cui alla legge 6 dicembre 1971, n. 1044, nella seguente misura: L. 1.000.000.000 per l'anno 1972 L. 1.000.000.000 per l'anno 1973 L. 2.950.000.000 per l'anno 1974 L. 2.950.000.000 per l'anno 1975 L. 3.000.000.000 per l'anno 1976".
Vi è un emendato dell'Assessore Vietti: "Alla seconda e terza riga sostituire le parole "dal seguente" con le parole "dai seguenti commi".
Aggiungere: "Il piano pluriennale degli asili-nido, riferito ai periodi di tempo propri del piano di sviluppo regionale, costituirà specificazione settoriale del piano regionale medesimo e delle sue articolazioni in piani comprensoriali".
Desidera illustrarlo?



VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi sociali

Poiché la primitiva legge degli asili-nido prevedeva la integrazione dei fondi in base ad un piano, dapprima ci era parso che, avendo adempiuto ad approvare il piano ed a impegnare le cifre corrispondenti, il problema fosse risolto; ci è stato fatto notare che non si considerava più il piano pluriennale parte integrante del piano di sviluppo regionale. Di qui l'emendamento in discussione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Confesso di avere le idee abbastanza confuse, forse sono io che non capisco e quindi intervengo anche per poter capire meglio.
Noi abbiamo fatto una legge, n. 3, che al primo comma dice: "La Regione integra il fondo per gli asili nido, di cui alla legge 6 12 1971, n. 1044 nella seguente misura" e stabilisce, per gli anni 1972 e 1973, la cifra di un miliardo per ciascun anno. Aggiungo poi che per gli anni successivi quindi qualsiasi periodo di anni, la Regione definirà i fondi di integrazione sulla base del piano pluriennale "riferito ai periodi di tempo propri del piano di sviluppo regionale ecc.".
Sappiamo tutti che l'applicazione integrale di questo articolo non è possibile perché non abbiamo né il piano di sviluppo economico regionale né tanto meno quelli comprensoriali. Allora mi sembra che si cambi qualità all'articolo se si modifica il primo comma con la dizione "La Regione integra" fino al 1976 e poi dice "Il piano pluriennale degli asili nido riferito ai periodi di tempo propri del piano di sviluppo regionale costituirà" mi sembra che siano due cose diverse, cioè per gli anni 1974/75/76 la Regione integra con propri fondi, poi l'emendamento fa pensare ad un piano pluriennale che, si dice, dovrà costituire parte integrante del piano di sviluppo economico regionale.
In questo caso, se ho ben capito, il piano pluriennale non è quello che presentiamo, è un altro che si dovrà fare, questo è solo uno stralcio. Ma allora, non era molto più semplice dire: in attuazione dell'art. 2 della legge n. 3 ecc. e in base al piano pluriennale approvato adesso con delibera ecc., la Regione finanzia un primo stralcio di piano per gli anni 1974/75/76; questo finanziamento per tre anni in effetti è il finanziamento di uno stralcio del piano pluriennale che èe stato appena fatto, quindi non si può proporre il piano pluriennale come una cosa che si deve ancora fare noi dobbiamo operare in attuazione di quell'articolo della legge n. 3 e dire che intanto presentiamo uno stralcio che è finanziato per gli anni 1974/75/76.
In questo senso la cosa mi sembra corretta anche dal punto di vista delle cose che abbiamo appena fatto, avete appena approvato un piano pluriennale che va fino al 1978, mi sembra che la logica obblighi a dire che intanto, con legge a parte, si finanzia un primo stralcio di questo.
Sono abbastanza confuso rispetto a tutti questi emendamenti, al limite possiamo chiedere che il finanziamento arrivi fino al 1978, cioè finanzi tutto il piano pluriennale, anzi, noi abbiamo chiesto anche di più, ma adesso mi colloco nella vostra logica e dico che non vedo coerenza l'emendamento, secondo me non ha senso, occorre riferirsi all'art. 2 senza modifiche e in applicazione di questo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione e bilancio.

Mi pare che ciò sia in contrasto con quanto diceva l'Assessore Vietti prima: la modifica dell'art. 2 proposta dalla Giunta, nasce proprio dalla considerazione che quello che viene proposto al Consiglio è il primo piano triennale degli asili-nido e quindi si è ritenuto che dal punto di vista formale non fosse più possibile mettere nella legge l'indicazione che la Regione definirà i fondi sulla base di piani pluriennali, proprio perché in realtà, proponendo il primo piano triennale, questo meccanismo cominciava ad essere già realizzato e quindi non aveva più senso mettere nella legge una norma che invitava a realizzarlo.



BERTI Antonio

E in effetti noi diciamo "in attuazione".



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione e bilancio

In attuazione della legge, che però si modifica forse anche questo come normativa non è corretto.
Se ho inteso bene le obiezioni del Consigliere Berti, l'emendamento proposto dalla Giunta potrebbe essere di questo tipo, per tenere conto di quell'esigenza che mi pare sia comune: i successivi piani pluriennali degli asili- nido, riferiti ai periodi di tempo dei piani di sviluppo costituiranno specificazione; cioè a dire: adesso facciamo un primo piano triennale che è uno stralcio, perché non ci sono ancora il piano pluriennale di sviluppo e i piani comprensoriali e quindi dire non i piani pluriennali degli asili nido, ma i successivi piani pluriennali degli asili nido riferiti ai piani di sviluppo ne costituiranno la specificazione settoriale, per dire che questo primo meccanismo anticipa un meccanismo che sarà quello definitivo dei piani degli asili nido come specificazione dei piani di sviluppo.
Se questa considerazione può essere accolta l'emendamento si modifica così: i successivi piani pluriennali.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vietti.



VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi sociali

Vorrei solo fare un'altra osservazione: lei ha detto che nell'art. 2 si dice che la Regione definirà i fondi per gli anni successivi. Ma questo non vuol dire "per sempre", questa è una legge in attuazione della 1044 che ha validità fino al 1976, pertanto il primitivo disegno di legge che aveva presentato la Giunta stanziava le cifre di integrazione fino al 1976 perch si integravano i fondi dello Stato per il periodo in cui la legge è operante. Non è possibile prevedere l'integrazione di fondi oltre il 1976 perché tali fondi non sono più previsti. Poi, in accettazione dell'emendamento Rivalta in Commissione, abbiamo limitato l'integrazione fino al 1973, rinviando al piano l'integrazione per gli anni successivi.
Pertanto per "anni successivi" s'intendono i tre anni per i quali oggi fissiamo la somma di integrazione in base al piano stralcio che abbiamo approvato.
Dopo il 1976 ci dovrà essere una nuova normativa in rapporto alla nuova legge dello Stato



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Si tratta di eliminare alcuni equivoci che vi sono attorno alla concezione di un piano settoriale e che l'intervento di Simonelli mi pare non abbia diradati, anzi, li ha accentuati.
Quando, discutendo la legge iniziale sugli asili-nido, avevamo richiesto che all'art. 2 fosse specificato che dopo i primi due anni 1972/73 (che erano quelli in corso, quindi era una situazione di emergenza) si procedesse con un vero e proprio piano settoriale, il quale doveva essere parte integrante del piano regionale, volevamo in sostanza introdurre un metodo di organizzazione della spesa della Regione. Il piano avrebbe dovuto specificare anche le fonti di finanziamento necessarie per realizzare gli asili nido nella misura definita dagli obiettivi. Ora qui si dice che le fonti di finanziamento non sono certe perché non abbiamo ancora avuto i contributi nazionali; ciò non toglie però che il piano debba essere fatto egualmente. La previsione di finanziamento per gli asili che si vogliono costruire deve essere formulata ugualmente, prevedendo anche, nel caso che i fondi dello Stato non arrivassero globalmente, un criterio di priorità che destini i fondi regionali almeno ad una parte dei Comuni a cui gli asili nido sono stati assegnati.
Inoltre, questa predisposizione del piano noi l'abbiamo chiesta oltre che come strumento di predisposizione e di organizzazione della spesa regionale, anche strumento di organizzazione preventiva dell'attività che compete ai Comuni. I Comuni devono avere la certezza preventiva di una scelta da parte della Regione nell'assegnazione dei fondi; solo così essi possono procedere a tutte le adempienze di carattere urbanistico che sono necessarie per poter avere a disposizione i terreni, e procedere alla progettazione ed approvazione dei progetti, in modo tale che i tempi tecnici che al Comune sono richiesti, non abbiano ad assommarsi, ma coincidano con quelle necessari per l'erogazione del finanziamento. Fare un piano significa quindi organizzare nel tempo tutti gli operatori che sono chiamati ad attuarlo.
Il piano che ci viene presentato dà un'indicazione delle linee che la Giunta vuole tenere nei confronti della localizzazione degli asili-nido, a livello di area ecologica, ma non chiama assolutamente i Comuni ad essere sin da oggi (per un piano che tra l'altro riguarda il 1974/75/76 e siamo nel 1975), elementi attivi della sua attuazione, poiché non indica i Comuni a cui deve essere assegnato il fondo. Sotto questo profilo quindi non è un piano, è soltanto un orientamento per la suddivisione di questi fondi a livello di aree ecologiche. Non può essere assolutamente considerato un piano di intervento settoriale. Poiché nessun Comune è chiamato oggi a promuovere le pratiche necessarie per la realizzazione degli asili nido, ci troveremo di nuovo, pur avendo formulato orientamenti triennali di spesa da parte della Regione, nel momento in cui saranno erogati i fondi, a dover attendere che i Comuni realizzino tutte le pratiche burocratiche amministrative e progettuali necessarie. Perderemo così un altro anno e mezzo a partire da quel giorno. In questo modo si vanifica qualsiasi criterio di intervento pianificato.



PRESIDENTE

La Giunta vuole sospendere qualche minuto?



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione e bilancio

No, no.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento di cui ho dato lettura.
L'emendamento è approvato.
Non vi sono altri emendamenti per cui pongo in votazione l'art. 1 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 30 hanno risposto si: n. 22 Consiglieri hanno risposto no: n. 8 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 - La Regione può concedere contributi suppletivi ai Comuni ed ai Consorzi di Comuni, inseriti nei piani annuali per la costruzione, impianto ed arredamento degli asili-nido, per la maggior spesa eventualmente necessaria, in conseguenza di appalti in aumento e di revisione dei prezzi contrattuali.
Per ottenere i suddetti contributi suppletivi i Comuni ed i Consorzi di Comuni devono inoltrare domanda al Presidente della Giunta regionale l'entità del contributo viene determinata con deliberazione della Giunta regionale sulla scorta della documentazione presentata nel limite massimo di 20 milioni per ciascun asilo nido e di 9 milioni per ciascun micro asilo nido.
Per la concessione dei contributi suppletivi, di cui ai precedenti commi, è autorizzata la spesa di 2.000 milioni.
Le somme non impegnate nell'anno 1975 possono essere utilizzate negli anni successivi, ai sensi dell'art. 36, secondo comma del R.D. 18 novembre 1923, n. 2440, con le successive modificazioni ed integrazioni.
Se nessuno chiede la parola si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 31 hanno risposto si: n. 22 Consiglieri hanno risposto no: n. 9 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 - Alla spesa di cui all'articolo 1, relativa agli anni 1974 e 1975, si provvede, per la parte di 5.850 milioni, mediante l'accensione di mutui, di pari ammontare complessivo, alle migliori condizioni di tasso e di durata, da estinguere mediante semestralità costanti posticipate. La Giunta regionale è autorizzata ad assumere, con propria deliberazione, i mutui predetti.
Alla spesa di 2.950 milioni, ricadente nell' anno 1976, si provvederà con successiva legge regionale.
Nello stato di previsione dell'entrata dell' anno finanziario 1975 sarà conseguentemente iscritto il capitolo n. 78, con la denominazione "Proventi dei mutui per il finanziamento degli oneri relativi alla integrazione regionale del piano per gli asili-nido per gli anni 1974 e 1975" e la dotazione di 5.850 milioni.
Nel corrispondente stato di previsione della spesa sarà iscritto il capitolo n. 1171, con la denominazione "Contributi a carico della Regione per il piano di costruzione, impianto ed arredamento degli asili-nido per gli anni 1974 e 1975" e lo stanziamento di 5.850 milioni.
All'onere derivante dall'ammortamento dei mutui di cui al precedente comma, valutati in 700 milioni, per l'anno finanziario 1975, si provvede mediante una riduzione di 670 milioni del fondo speciale di cui al capitolo n. 1018 e mediante una riduzione di 30 milioni del fondo speciale di cui al capitolo n. 1406 del corrispondente stato di previsione della spesa nonch istituendo, nello stato di previsione medesimo, i capitoli n. 552 e n.
1407/1, relativi alle quote interessi ed alle quote di rimborso del capitale, con il rispettivo stanziamento di 670 milioni e di 30 milioni.
Nei bilanci di previsione degli anni 1976 e successivi saranno iscritti i capitoli n. 552 e n. 1407/1 con stanziamenti pari, in complesso, alle rate di ammortamento scadenti nei rispettivi anni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.
All'art. 3 vi è un emendamento a firma del Presidente della Giunta: Il primo comma dell'art. 3 è sostituito dal seguente: "Alla spesa di cui all'art. 1, relativa agli anni 1974 e 1975, si provvede, per la parte di 5.850 milioni, mediante l'accensione di mutui, di pari ammontare complessivo, ad un tasso non superiore al quindici per cento e per una durata non superiore ad anni trenta, da estinguere mediante semestralità costanti posticipate. La Giunta regionale è autorizzata ad assumere, con proprie deliberazioni, i mutui predetti".
Chi intende approvare l'emendamento è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione l'art. 3 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 32 hanno risposto si: n. 23 Consiglieri hanno risposto no: n. 9 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 - Al restante onere di 50 milioni ricadente nell'anno finanziario 1975, si provvede mediante una riduzione, di pari ammontare dello stanziamento di cui al capitolo n. 1018 del corrispondente stato di previsione della spesa e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, del capitolo n. 524, con la denominazione "Contributi, a carico della Regione, per la gestione, il funzionamento e la manutenzione di asili nido" e lo stanziamento di 50 milioni.
Allo stesso onere, ricadente nell'anno 1976, si provvederà iscrivendo nel corrispondente bilancio di previsione il capitolo n. 524, con la denominazione e lo stanziamento indicati nel precedente comma.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 27 hanno risposto si: n. 20 Consiglieri hanno risposto no: n. 7 Consiglieri L'articolo 4 è approvato.
Art. 5 - Alla spesa di cui all'articolo 2 della presente legge si provvede: per la parte di 860 milioni mediante una quota, di pari ammontare della disponibilità esistente nel fondo speciale di cui al capitolo n. 1018 del bilancio per l'anno finanziario 1974, ai sensi della legge 27 febbraio 1955, n. 64, e mediante l'istituzione, nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1975, del capitolo n. 1174, con la denominazione "Contributi suppletivi nelle maggiori spese per la costruzione di asili-nido" e lo stanziamento di 860 milioni per la parte di 1.140 milioni mediante l'accensione di mutui, di pari ammontare complessivo, alle migliori condizioni di tasso e di durata, da estinguere mediante semestralità costanti posticipate. La Giunta regionale è autorizzata ad assumere, con proprie deliberazioni, i mutui predetti.
Nello stato di previsione dell'entrata dell'anno finanziario 1975 sarà conseguentemente istituito il capitolo n. 79 con la denominazione "Proventi dei mutui per la concessione di contributi suppletivi nella maggiore spesa per la costruzione di asili-nido" e la dotazione di 1.140 milioni.
Nel corrispondente stato di previsione della spesa, la somma di 1.140 milioni sarà iscritta nel capitolo n. 1174, di cui al primo comma.
All'onere derivante dall'ammortamento dei mutui, valutato in 140 milioni per l'anno finanziario 1975, si provvede mediante una riduzione di 120 milioni del fondo speciale di cui al capitolo n. 1018 e mediante una riduzione di 20 milioni del fondo speciale di cui al capitolo n. 1406 del corrispondente stato di previsione della spesa, nonché istituendo, nello stato di previsione medesimo, i capitoli n. 553 e n. 1407/2, relativi alle quote interessi ed alle quote di rimborso del capitale, con il rispettivo stanziamento di 120 e di 20 milioni.
Nei bilanci di previsione degli anni 1976 e successivi saranno iscritti i capitoli n. 553 e n. 1407/2, con stanziamenti pari, in complesso, alle rate di ammortamento scadenti nei rispettivi anni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.
Vi è un emendamento modificativo dell'Assessore Simonelli: "Alle righe 12 e 13 le parole 'alle migliori condizioni di tasso e di durata' sono sostituite con le seguenti 'alle condizioni di tasso e per la durata previsti dall'art. 3' "'.
Chi intende approvare è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione l'art. 5 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 31 hanno risposto si: n. 22 Consiglieri hanno risposto no: n. 9 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Vi è un emendamento aggiuntivo dell'Assessore Vietti.
Art. 6 - La presente legge regionale è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, ai sensi del sesto comma dell'articolo 45 dello Statuto.
Chi intende approvare questo emendamento aggiuntivo è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Pongo in votazione l'emendamento aggiuntivo che diventa art. 6.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 29 hanno risposto si: n. 20 Consiglieri hanno risposto no: n. 9 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
Qualcuno desidera fare dichiarazioni di voto? Nessuno.
Pongo in votazione l'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 31 hanno risposto si: n. 21 Consiglieri hanno risposto no: n. 10 Consiglieri Il disegno di legge n. 231 è approvato.
Non vi sono altri adempimenti all'ordine del giorno.


Argomento:

Esame disegno di legge n. 231 della Giunta regionale: "Integrazione a carico della Regione del fondo speciale per gli asili-nido per gli esercizi finanziari 1974-1975-1976"

Argomento:

Disegno di legge. Presentazione ed assegnazione alla Commissione competente


PRESIDENTE

E' stato presentato un disegno di legge regionale "Programma straordinario regionale a sostegno della edilizia pubblica residenziale" che sarà assegnato alla Commissione competente.



VISONE Carlo

Avevo chiesto se si poteva discutere la proposta di legge n. 242.



PRESIDENTE

Questa proposta sarà valutata nella sede dei Presidenti dei Gruppi questa sera in ordine all'eventuale riunione che si farà per stabilire il calendario dei lavori.
Prego i Capigruppo di volersi riunire, unitamente al Presidente della Giunta, per stabilire gli adempimenti futuri.


Argomento:

Disegno di legge. Presentazione ed assegnazione alla Commissione competente

Argomento:

Interpellanza ed interrogazione (annuncio)


PRESIDENTE

Dò lettura di alcune interrogazioni e interpellanze che sono pervenute alla Presidenza.
Interpellanza urgente dei Consiglieri Ferraris e Fabbris in merito a due decreti del Presidente della Giunta regionale concernenti lo sfruttamento della Baraggia Vercellese.
Interrogazione del Consigliere Nesi sulla grave situazione in cui versa la Società Nuova Ceretti S.p.A. a causa della mancata concessione di mutui dall'IMI.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17,50)



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