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Dettaglio seduta n.295 del 06/03/75 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Sono in congedo i Consiglieri: Chiabrando, Debenedetti, Giovana Zanone.
I rappresentanti dei Gruppi, unitamente al Presidente della Giunta hanno ricevuto una delegazione delle Confederazioni dei lavoratori e dei dipendenti regionali. E' stato consegnato un ordine del giorno con l'impegno di farlo pervenire a tutti i Consiglieri regionali e il Presidente della Giunta, che già si era impegnato, in una precedente occasione, a ricevere i rappresentanti dei lavoratori della Regione lunedì mattina, per il dialogo sui problemi interessanti i dipendenti regionali ha confermato l'impegno.
Vi sono delle dichiarazioni? La parola al Consigliere Marchesotti.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Avevamo convenuto che non si sarebbe detto niente, si viene meno agli impegni.



MARCHESOTTI Domenico

Chiederei al Presidente della Giunta di informarci giovedì prossimo quando si riunirà il Consiglio, sulle questioni del personale. La ringrazio.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Si viene meno alla parola data e agli accordi presi.


Argomento: Provvidenze per la costituzione di aree industriali ed artigiane attrezzate

Esame disegno di legge n. 189 "Interventi a favore dei Comuni e dei Consorzi di Enti locali per la costituzione di aree industriali attrezzate" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con la nostra seduta. Avevamo in corso l'esame del disegno di legge n 189 "Interventi a favore dei Comuni e dei Consorzi di Enti locali per la costituzione di aree industriali attrezzate" E' stata dichiarata chiusa la discussione generale, passiamo ora alle dichiarazioni di voto.
Vi sono Consiglieri che intendono intervenire? Nessuno. Passiamo alla votazione.
Art 1 - L'Amministrazione regionale è autorizzata a concedere a Comuni ed a Consorzi di Enti locali, situati nelle aree di cui al successivo articolo 2, e dotati di strumento urbanistico, che perseguono finalità di sviluppo industriale ed artigiano, contributi in conto capitale per le spese relative ad opere di urbanizzazione necessarie per l'apprestamento di aree per insediamenti industriali ed artigiani in zone per le quali si intervenga in armonia con i principi di cui all'articolo 27 della legge 22.10.1971 n. 865 e successive modifiche ed integrazioni.
Se nessuno chiede la parola si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 30 hanno risposto si: n. 21 Consiglieri si sono astenuti: n. 9 Consiglieri L'articolo 1 è approvato.
Art. 2 - Possono usufruire del contributo regionale i Comuni ed i Consorzi di Enti locali esistenti o costituiti nelle aree di Casale Monferrato, Mondovì, Borgosesia e Vercelli.
A fini della presente legge queste aree si intendono costituite dai seguenti Comuni: Area di Casale Monferrato: Balzola, Borgo San Martino, Bozzole Camagna, Camino, Casale Monferrato, Castelletto Merli, Cellamonte Cereseto, Cerrina, Coniolo, Conzano, Frassinello Monferrato, Frassineto Po Gabiano, Giarole, Lu, Mirabello Monferrato, Mombello Monferrato Moncestino, Morano sul Po, Murisengo, Occimiano, Odalengo Grande, Odalengo Piccolo, Olivola, Ottiglio, Ozzano Monferrato, Pomaro Monferrato Pontestura, Ponzano Monferrato, Rosignano Monferrato, Sala Monferrato, San Giorgio Monferrato, Serralunga di Crea, Solonghello, Terruggia, Ticineto Treville, Valmacca, Vignale Monferrato, Villadeati, Villamiroglio Villanova Monferrato, Motta dei Conti, Palazzolo Vercellese, Trino.
Area di Mondovì: Alto, Bagnasco, Bastia Mondovì, Battifollo, Belvedere Langhe, Bonvicino. Briaglia, Briga Alta, Camerana, Caprauna, Carr Castellino Tanaro, Castelnuovo di Ceva, Ceva, Cigliè, Clavesana, Dogliani Farigliano, Frabosa Soprana, Frabosa Sottana, Garessio, Gottasecca Igliano, Lequio Tanaro, Lesegno, Lisio, Magliano Alpi, Marsaglia Mombarcaro, Mombasiglio, Monastero di Vasco, Monasterolo Casotto Monchiero, Mondovì, Montaldo, di Mondovì, Montezemolo, Murazzano, Niella Tanaro, Nucetto, Ormea, Pamparato, Paroldo, Perlo, Pianfei, Piozzo, Priero Priola, Roascio, Roburent, Rocca Cigliè, Rocca de' Baldi, Roccaforte Mondovì, Sale delle Langhe, Sale San Giovanni, Saliceto, San Michele Mondovì, Scagnello, Somano, Torre Mondovì, Torresina, Vicoforte, Villanova Mondovì, Viola.
Area di Borgosesia: Ailoche, Alagna Valsesia, Balmuccia, Boccioleto Borgosesia, Breia, Brusnengo, Campertogno, Caprile, Carcoforo, Cellio Cervatto, Civiasco, Coggiola, Cravagliana, Crevacuore, Curino, Fobello Gattinara, Guardabosone, Lozzolo, Mollia, Pila, Piode, Postua, Pray Quarona, Rassa, Rima San Giuseppe, Rimasco, Rimella, Riva Valdobbia Roasio, Rossa, Sabbia, Scopo, Scopello, Serravalle Sesia, Sostegno Valduggia, Varallo, Villa del Bosco, Vocca, Grignasco, Prato Sesia Romagnano Sesia.
Area di Vercelli: Albano Vercellese, Alice Castello, Arborio, Asigliano Vercellese, Balocco, Bianzè, Borgo d'Aie, Borgo Vercelli, Buronzo Caresana, Caresanablot, Carisio, Casanova Elvo, Cascine San Giacomo Cavaglià, Cigliano, Collobiano, Costanzana, Crova, Desana, Formigliano Ghislarengo, Gifflenga, Greggio, Lenta, Lignana, Livorno Ferraris Moncrivello, Olcenengo, Oldenico, Pertengo, Pezzana, Prarolo, Quinto Vercellese, Rive, Ronsecco, Rovasenda, Salasco, Sali Vercellese, San Germano Vercellese, Santhià, Stroppiana, Tricerro, Tronzano Vercellese Vercelli, Villarboit, Villata.
In ciascuna di queste aree il contributo regionale non può essere concesso per più di un' iniziativa diretta alla creazione di una area industriale attrezzata.
Mi viene segnalato che nell'area di Vercelli bisogna correggere "Cascine San Giacomo" in "San Giacomo".



FABBRIS Pierina

Nell'area di Borgosesia c'é un errore, dopo "Postua" viene "Pray" con la "P" e non con la "B".



PRESIDENTE

Non vi sono altre precisazioni? La parola al Consigliere Gerini.



GERINI Armando

Mi permetto segnalare che il Comune di Alfiano Natta, mancante dall'area di Casale Monferrato, è nel comprensorio di Casale, è confinante con i Comuni di Odalengo Piccolo, di Ponzano, di Serralunga di Crea e perciò deve essere incluso.



PRESIDENTE

Faccia un emendamento.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Facciamoci dare il testo dell'Ires.



PRESIDENTE

Vi è un emendamento: "Aggiungere Alfiano Natta nella area di Casale Monferrato".
Vorrei conoscere il parere della Giunta.



PAGANELLI Ettore, Assessore all'industria

Il parere della Giunta è che si devono confrontare i Comuni elencati con quelli delle aree ecologiche dell'Ires. Io non posso dire se c'è Alfiano Natta; mandiamo a prendere i testi, confrontiamoli e poi daremo una risposta.
A questo punto direi di sospendere la seduta.



RASCHIO Luciano

Ero presente alla riunione sull' area ecologica di Casale. Il rappresentante di Alfiano Natta, per la verità, era venuto in quella sede a fare presente l'esigenza che il Comune facesse parte dell'area ecologica di Casale in quanto i suoi interessi economici hanno sempre gravitato su Casale. In quel momento però volevamo fare come I Commissione il discorso sulle funzioni della area ecologica, per cui non ci siamo assolutamente soffermati sulla delimitazione dell'area ecologica stessa.



PAGANELLI Ettore, Assessore all'industria

In che area ecologica è Alfiano?



PRESIDENTE

E' nel comprensorio di Casale.



RASCHIO Luciano

Non è però nell'area ecologica di Casale per la verità. Per quanto riguarda il tribunale, Alfiano Natta si rivolge a Casale e non ad Asti n ad Alessandria. Io però ritengo che non sia una questione di fondo anche perché, Assessore Paganelli, il problema dei Comuni che gravitano attorno a Casale non conta nulla ai fini dell'insediamento delle strutture industriali. Infatti sono Comuni come economia a grande elezione contadina: diventeremmo matti se dovessimo porre il quesito di togliere forza lavoratrice in quel di Alfiano Natta e di altri paesi ad elezione contadina per affidare loro problemi di insediamenti industriali.



PAGANELLI Ettore, Assessore all'industria

Ritengo che l'osservazione ultima del collega Raschio sia importante.
In ogni caso poiché ci ha detto (lo confronteremo ancora, ma il collega Raschio lo sa perfettamente) che come area ecologica, così come concepita dall'Ires, Alfiano è con Alessandria, siccome noi abbiamo seguito le aree ecologiche dell'Ires ritengo di dover mantenere le aree così come sono.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

E viene logico perché il circondario comprende Affiano Natta Altavilla, Balzola che invece qui non ci sono, quindi hanno seguito proprio dei criteri diversi, altro è il circondario, altro è l'area.



GERINI Armando

Ma se l'ha detto l'Ires, non l'ha detto Domineddio.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Ah no, ancora no.



PRESIDENTE

La Giunta ha dichiarato di non essere favorevole all'accoglimento.
Pongo in votazione l'emendamento "aggiungere Alfiano Natta all'area di Casale Monferrato".
Chi intende approvare l'emendamento è pregato di alzare la mano. Non è accolto.
Pongo in votazione l'articolo 2 così come formulato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 36 hanno risposto si: n. 24 Consiglieri si sono astenuti: n. 12 Consiglieri L'art. 2 è approvato Art. 3 -- Le aree industriali per la cui urbanizzazione è ammessa la richiesta di contributo dovranno avere una superficie unitaria non inferiore a 300.000 mq.
Per le aree di cui all'articolo 2 il cui territorio è prevalentemente classificato montano, qualora sia dimostrata l'impossibilità di utilizzare una superficie unitaria delle dimensioni indicate nel comma precedente, pu essere ammessa una articolazione dell'area industriale in due nuclei insediativi ferma restando l'unicità con sortile e di gestione.
Poiché nessuno chiede la parola, si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 36 hanno risposto si: n. 26 Consiglieri si sono astenuti: n. 10 Consiglieri L'articolo 3 è approvato.
Art. 4 - I Comuni ed i Consorzi di Comuni, di cui all'articolo 2 della presente legge, che intendono usufruire del contributo debbono presentare domanda al Presidente della Giunta regionale.
La domanda deve essere corredata di documenti cartografici atti ad individuare l'ubicazione e la dimensione dell'area industriale o dei nuclei insediativi di cui all'art. 3 che si intendono utilizzare ai fini della presente legge e deve essere accompagnata da una relazione illustrativa sulle caratteristiche delle aree prescelte, in rapporto alle destinazioni previste dagli strumenti urbanistici e all'attitudine sotto il profilo ambientale e geologico ad accogliere insediamenti produttivi.
La Giunta regionale delibera sull'ammissione al contributo e sulla misura dello stesso, previo parere tecnico di una Commissione di esperti nominata allo scopo dalla Giunta stessa e sentita la Commissione consiliare per il bilancio e la programmazione, tenendo conto dei seguenti elementi: a) ubicazione dell'area industriale coerente con le linee della programmazione e della politica industriale regionale b) attitudine dell'area a consentire insediamenti industriali c) facilità di collegamenti con le principali infrastrutture di comunicazione d) disponibilità di risorse energetiche e) presenza di strutture sociali f) priorità alle domande presentate dai Consorzi di Enti locali.
I contributi in conto capitale possono essere concessi nella misura massima del 70% della spesa riconosciuta ammissibile per l'attrezzatura dell'area, se erogati a favore di singoli Comuni e nella misura massima del 100%, se erogati a favore di Consorzi di Enti locali.
Con la deliberazione della Giunta regionale per l'ammissione a contributo, viene autorizzata ai sensi del 1° comma dell'articolo 27 della legge 22 ottobre 1971 n. 865, anche in variante allo strumento urbanistico in vigore, la formazione del piano per insediamenti produttivi e ne vengono fissati i termini per la presentazione alla Regione.
Se nessuno chiede la parola si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 36 hanno risposto si: n. 26 Consiglieri si sono astenuti: n. 10 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Art. 5 - Il piano di sistemazione dell'area per gli insediamenti produttivi, accompagnato, da una relazione indicante le opere di urbanizzazione che si intendono realizzare, il loro costo di massima e le previsioni insediative, viene approvato con deliberazione del Consiglio comunale o del Consorzio ai sensi e per gli effetti dell'art. 27 della legge 22.10.1971 n. 865 e successive modificazioni ed integrazioni.
L'approvazione del piano mediante decreto del Presidente della Giunta regionale costituisce approvazione ai sensi di legge della variante allo strumento urbanistico vigente nel caso che le previsioni relative della zona siano in contrasto con quelle del piano stesso.
Qualcuno chiede la parola? Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 36 hanno risposto si: n. 26 Consiglieri si sono astenuti: n. 10 Consiglieri L'articolo 5 è approvato.
Art. 6 - La concessione del contributo per l'esecuzione delle opere è disposta con decreto del Presidente della Giunta regionale previa approvazione dei progetti esecutivi delle opere stesse.
Le opere ammesse per le quali viene erogato il contributo dovranno riguardare l'urbanizzazione dell'intera zona, se concretamente interessata da programmi insediativi o di una parte di essa purché di dimensioni tali da costituire un nucleo sufficientemente organico e comunque non inferiore alla metà dell'area stessa.
Il contributo è erogato secondo le modalità fissate dalla Giunta regionale direttamente a favore del Comune o del Consorzio che esegue le opere.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 36 hanno risposto si: n. 26 Consiglieri si sono astenuti: n. 10 Consiglieri L'articolo 6 è approvato.
Art. 7 - Il piano per gli insediamenti produttivi dovrà attenersi alla seguente normativa generale: a) sono rigorosamente esclusi dall'area attrezzata gli edifici che non siano direttamente attinenti al processo produttivo. In particolar modo sono escluse le abitazioni, fatta eccezione per quelle destinate all'eventuale personale adibito alla manutenzione degli impianti civili e industriali; alla sorveglianza e ai servizi di custodia e vigilanza.
Nell'area attrezzata possono essere individuati lotti, destinati ad accogliere depositi e magazzini per lo stoccaggio e lo smistamento dei materiali destinati o provenienti dalle lavorazioni.
Possono altresì essere individuati lotti, in misura non superiore al 15% della superficie dell'intera area, per accogliere depositi e magazzini di merci varie destinate al rifornimento del sistema di distribuzione della zona gravitante sull' area.
b) Il piano per gli insediamenti produttivi deve indicare gli allacciamenti viari dell'area attrezzata con la rete stradale della zona, e gli eventuali raccordi ferroviari.
Inoltre deve contenere: la definizione dei tracciati stradali interni principali; la suddivisione dell'area in lotti edificabili: le reti di urbanizzazione primaria (energia elettrica, rete idrica, fognature e sistemi di depurazione e smaltimento delle acque industriali, rete telefonica, eventuale gas-dotto); le aree di uso comune (aree verdi parcheggi) e le aree per la costruzione di edifici da adibirsi a servizi sociali.
c) La parte dell'area attrezzata destinata agli insediamenti industriali deve essere suddivisa secondo una modulazione di lotti tale da permettere l'insediamento della più estesa gamma dimensionale di industrie.
I lotti di norma devono avere forma regolare e tale da consentire una razionale ed economica utilizzazione della superficie disponibile.
L'insieme dei lotti non deve superare il 70% della superficie dell'intera area attrezzata.
Il rapporto iniziale tra la superficie coperta e la superficie del corrispondente lotto non potrà superare lo 0,30. Il rapporto di copertura è calcolato tra la superficie coperta degli stabilimenti, laboratori magazzini e la superficie complessiva del lotto di pertinenza, al netto delle strade e delle fasce di arretramento.
Ogni edificio industriale deve sorgere isolato e avere distacchi dai confini o dai corpi di fabbrica dello stesso complesso pari almeno alla massima altezza degli edifici prospettanti, ma in nessun caso inferiori a mt. 10.
Fanno eccezione a detti limiti di altezza e di distacco come sopra definiti (ma sempre nel rispetto del distacco minimo dai confini) ciminiere, antenne, torri di raffreddamento, piani di carico, ponti mobili silos e strutture speciali strettamente connesse alla funzionalità dello stabilimento.
d) Le strade di penetrazione principale dell'area attrezzata devono essere costituite da almeno: due carreggiate di m. 7,50 ciascuna, separate da una banchina spartitraffico di m. 2 due marciapiedi laterali di larghezza non inferiore a m. 1,5 due fasce di rispetto laterali di larghezza non inferiori a m. 10.
La viabilità secondaria deve essere costituita da almeno: una carreggiata a tre corsie di m. 3,50 ciascuna due marciapiedi laterali di larghezza non inferiore a m. 1,5 due fasce di rispetto laterali di larghezza non inferiore a m. 7,5.
Le fasce di rispetto costituiscono demanio pubblico inalienabile.
e) Il piano per gli insediamenti produttivi dovrà precisare la localizzazione degli spazi pubblici o degli spazi destinati ad attività collettive, a verde pubblico o a parcheggio in quantità non minore a quanto previsto al sub 1) e sub 2) dell' art. 5 del D.M. 2.4.1968 n. 1444.
Poiché nessuno chiede di parlare, si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 36 hanno risposto si: n. 26 Consiglieri si sono astenuti: n. 10 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
Art. 8 - Per la concessione dei contributi di cui all'articolo 1 della presente legge è autorizzata la spesa di 2.000 milioni per ciascuno degli anni 1975, 1976 e 1977.
Alle spese di cui al precedente comma si provvede mediante l'accensione di mutui, dell' importo di 2.000 milioni per ciascuno degli anni 1975, 1976 e 1977, alle migliori condizioni di tasso e di durata possibili, da estinguere in semestralità costanti posticipate. La Giunta regionale è autorizzata ad assumere, con proprie deliberazioni, i mutui predetti.
Nello stato di previsione dell'entrata per l' anno finanziario 1975 sarà conseguentemente istituito il capitolo n. 100, con la denominazione "Provento del mutuo autorizzato per la concessione, a Comuni ed a Consorzi di Enti locali, di contributi in capitale nelle spese relative ad opere di urbanizzazione primaria di aree destinate ad insediamenti industriali ed artigianali", e lo stanziamento di 2.000 milioni; nel corrispondente stato di previsione della spesa la somma di 2.000 milioni sarà iscritta nel capitolo n. 1362, ivi istituito.
Nel bilancio degli anni 1976 e 1977 saranno iscritti il capitolo n. 100 di entrata e il capitolo numero 1362 di spesa, con la denominazione e lo stanziamento indicati nel precedente comma.
Le somme non impegnate in un esercizio potranno essere impegnate negli esercizi successivi, in relazione all'articolo 36, secondo comma, del R.D.
18 novembre 1923, n. 2440, con le successive modificazioni ed integrazioni.
All'onere derivante dall'ammortamento dei mutui, valutato in 300 milioni per l'anno finanziario 1975, si provvede con una riduzione dei fondi speciali di cui ai capitoli n. 1018 e n. 1406 del corrispondente stato di previsione della spesa, nella rispettiva misura di 270 milioni e di 30 milioni, nonché istituendo, nello stato di previsione medesimo, i capitoli numero 834 e numero 1415 relativi rispettivamente alle quote interessi e al rimborso del capitale per l'ammortamento dei mutui autorizzati ai sensi del secondo comma, con il rispettivo stanziamento di 270 milioni e 30 milioni.
Nel bilancio degli anni 1976 e successivi, fino alla completa estinzione dei mutui, saranno iscritti i capitoli n. 834 e n. 1415, con stanziamenti pari, in complesso, alle rate di ammortamento scadenti in ciascuno degli anni medesimi.
Al maggior onere ricadente nell'anno 1976 e valutato in 300 milioni, si farà fronte con una quota, di pari ammontare, della disponibilità derivante dalla cessazione, a partire dall' anno 1976, degli oneri stabiliti dalla legge regionale 20 gennaio 1975, n. 2.
All'ulteriore maggior onere ricadente negli anni 1977 e successivi valutato in 300 milioni, si farà fronte con una quota, di pari ammontare della disponibilità derivante dalla cessazione degli oneri stabiliti dalla legge regionale 20 gennaio 1975.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.



GARABELLO Enzo

Nell'ultima pagina, dopo le parole "20 gennaio 1975" bisogna mettere una virgola e poi "n. 2".



PRESIDENTE

Va bene, è una correzione materiale.
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 36 hanno risposto si: n. 26 Consiglieri si sono astenuti: n. 10 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
Vi sono delle dichiarazioni di voto? Nessuna.
Passiamo alla votazione dell'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 36 hanno risposto si: n. 26 Consiglieri si sono astenuti: n. 10 Consiglieri L'intero disegno di legge è approvato.


Argomento: Commissione di controllo sugli atti della Regione

Relazione annuale del Presidente della Giunta regionale sull'attività dei Comitati di controllo


PRESIDENTE

Passiamo ora agli altri punti all'ordine del giorno.
Ve ne sono due: la relazione annuale del Presidente della Giunta regionale sull'attività dei Comitati di controllo, che la Conferenza dei Presidenti di Gruppo ha stabilito di ascoltare rinviando la discussione alla prossima seduta; l'esame dei progetti di legge n. 231 della Giunta regionale e 184 del Comune di Nichelino concernenti "Integrazione a carico della Regione del Fondo speciale per gli asili nido" ed esame linee di piano pluriennale degli asili nido.
Darei la parola al Presidente della Giunta regionale, avv. Oberto, per la relazione annuale sull'attività dei Comitati di controllo.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente del Consiglio, signori Consiglieri! La Regione esercita la funzione del controllo sugli atti degli Enti locali da tre anni. Il periodo di tempo trascorso ha consentito di superare alcuni ostacoli di carattere organizzativo che la fase iniziale ha inevitabilmente comportato. Anche i consessi costituiti nei capoluoghi di circondario nel corso dell'ultimo anno sono stati in condizione di assicurare la funzionalità del servizio. Nel corso del 1974, infatti - tranne in alcuni casi, valutabili numericamente in poche unità e riconducibili a questioni interpretative -, non sono state segnalate lamentele e disfunzioni sia di metodo nell'esercizio delle funzioni, sia organizzative.
Il merito di tale situazione va ascritto in primo luogo ai componenti dei consessi, che, pur nella selva della vetusta vigente legislazione inadeguata a consentire agli Enti controllati l'esplicazione dei compiti che l'attuale organizzazione sociale italiana ha affidato ad essi, hanno saputo, con intelligente interpretazione delle norme, sopperire al mancato adeguato legislativo. Va peraltro anche menzionata la capacità organizzativa del personale preposto alla direzione dei rispettivi uffici e la diligenza in genere del personale ad essi assegnato, che spesso, privo di specifica esperienza e pur nella categoricità dei tempi imposti dalla legge per ottemperare, sotto il profilo procedurale, agli adempimenti esecutivi, ha contribuito con spirito di dedizione alla corretta funzionalità del servizio.
Nella relazione di tutti i consessi è stata messa in luce ad unanimità eccezion fatta per il consesso di Biella, la proficuità dei rapporti diretti stabiliti tra i consessi regionali e gli amministratori degli Enti controllati. Spesso, attraverso l'audizione su singoli atti soggetti al controllo si è riusciti a chiarire gli intendimenti e le finalità, non sempre emergenti dal testo deliberativo, e ad evitare in tal modo presumibili difformità dalle prescrizioni legislative, implicanti l'annullamento dell'atto.
Il prospetto di dati statistici allegati alle relazioni (che riassumer al termine della lettura di questa relazione) mette in evidenza come la percentuale degli annullamenti sia esigua e come conseguentemente gli Enti i cui atti sono stati assoggettati al controllo abbiano soltanto in casi sporadici incontrato ostacoli nell'esplicazione della loro attività amministrativa.
Ma va tenuto presente che anche in tali fattispecie il motivo dell'annullamento è determinato, nella maggior parte dei casi, da vizi puramente formali, ascrivibili, specie per gli Enti più piccoli, alla dotazione organica complementare spesso con quella di altri Enti con cui i primi sono consorziati; e, per le opere pie, alla circostanza che gli adempimenti burocratici sono affidati, per ragioni di carattere finanziario, a personale volenterosissimo ma privo di esperienza amministrativa.
Oltre ai dati statistici, nelle relazioni i vari consessi hanno messo in evidenza alcuni aspetti emersi nell'esercizio del controllo che meritano di essere illustrati: 1) - Le Province sono costrette a ricorrere ad anticipazioni di cassa per far fronte ad impellenti necessità. Tale forma di finanziamento implica il pagamento di altri tassi di interessi verso gli istituti anticipatori.
La procedura assume rilevanza quando vengono assunte deliberazioni di impegno per spese facoltative concernenti l'erogazione di contributi ad Enti vari non perseguenti i fini istituzionali dell'Ente erogatore. L' organo di controllo annulla tali deliberazioni tenendo conto che le Amministrazioni provinciali ricorrono già a mutui per finanziare spese obbligatorie.
2) - Alcune Amministrazioni provinciali hanno deliberato l'affidamento dell'incarico di pulizia dei locali scolastici (che, in base all'art. 7 del D.P.R. 31 maggio '74 n. 420, compete, per le scuole statali, ai bidelli) a ditte private.
3) - Per gli Enti ospedalieri i dati statistici dimostrano una percentuale superiore di annullamenti rispetto agli atti delle Province. Il fenomeno è dovuto alle circostanze della mancanza, per alcuni Enti minori (infermerie) di personale qualificato, ed al fatto che gli Enti ospedalieri, alcune volte, per le pressioni delle Organizzazioni sindacali sono costretti ad adottare provvedimenti in contrasto con le vigenti norme che disciplinano l'attività ospedaliera.
4) - Un particolare problema è costituito dalla difficoltà di espletamento dei concorsi ospedalieri, cui dovrebbe dare la soluzione una normativa in sanatoria di prossima emanazione.
5) - In alcuni casi si provvede alla nomina in ruolo di assistenti radiologici ed anestesisti non in possesso della specializzazione perentoriamente prescritta dal D.P.R. 27.3.1969 n. 130 - purché conseguano il titolo entro il successivo triennio; ciò perché manca il personale specializzato in quanto i rispettivi corsi universitari di alcune specializzazioni non riescono a soddisfare, sotto il profilo quantitativo la richiesta ospedaliera.
6) - La normativa di sanatoria per il collocamento in ruolo senza concorso del personale medico incaricato creerà dei problemi per il personale paramedico, tecnico ed amministrativo per il quale le Organizzazioni sindacali invocheranno una parità di trattamento.
7) - Altro aspetto è quello che concerne il Collegio dei revisori dei conti previsto dall'art. 12 della legge 12.2.1968 n. 132.
La legge ospedaliera ha previsto tale organo, ma ne ha determinato i compiti in modo estremamente generico, per cui ogni Collegio ha adottato un modus operandi, che in alcuni casi si concreta in un esame puramente formale delle contabilità degli Enti, e che perviene a soluzioni a volta antitetiche tra i vari ospedali.
Inoltre, la formazione di essi avviene con la nomina di rappresentanti di vari Ministeri, che spesso designano personale residente fuori sede (in alcuni casi anche a Roma), con conseguente difficoltà di riunione e costo dell' organo per la corresponsione di indennità di missione dovuti ad essi.
E' auspicabile, quindi, una revisione di tale normativa per quanto attiene sia alla determinazione dei compiti di tale organo sia alla sua composizione.
8) - Per i bilanci degli Enti ospedalieri, l'introduzione di un modello unificato proposto dall' Assessorato regionale alla sanità ha consentito una rilevazione omogenea dei dati di gestione. E' stato quindi possibile esaminare i bilanci di previsione degli Enti ospedalieri con la certezza che i dati esposti avrebbero trovato esatto riscontro nella situazione reale.
Al riguardo va messo in luce come la misura delle rette degli Enti ospedalieri della Regione Piemonte sia stata per il 1974 se non la più bassa, almeno tra quelle intermedie, pur essendo dotati i presidi ospedalieri di una notevole attrezzatura ed adeguato personale medico.
Vi sono altresì altri problemi segnalati che ritengo doveroso sottoporre al Consiglio perché, investendo aspetti metodologici o procedurali, su di essi si pronunci il Consiglio.
9) - La sopravvivenza o meno del controllo atipico, cioè quello di merito esercitato dal Prefetto (autorizzazione alla licitazione privata alla trattativa privata, all'appalto concorso, visto di esecutorietà sui contratti ed altri).
Per individuare l'estensione del trasferimento dei controlli sugli atti degli Enti locali dallo Stato alla Regione è necessario interpretare ed integrare le statuizioni esistenti negli artt. 59 e 60 della legge 62/1953 dedicati rispettivamente al controllo di legittimità e a quello di merito alla luce dell'art. 130 della Costituzione. Tale articolo, infatti, prevede un trasferimento integrale, senza eccezioni, dallo Stato ad un organo della Regione di tutti o controlli sugli atti degli Enti locali di legittimità e di merito (questi ultimi nei casi previsti dalla legge). Non c'è dubbio pertanto, che rientrino nella dizione costituzionale anche quei controlli comunemente detti "atipici" che si identificano sostanzialmente nei controlli di merito già esercitati dal Prefetto; la circostanza che il legislatore ordinario nella legge 62/1953 non abbia accennato, a proposito del trasferimento della funzione di controllo da Prefetto e G.P.A. ad organo regionale, a tali controlli atipici, sarà da interpretare come una occasionale omissione del legislatore stesso, cui comunque non può essere attribuita alcuna conseguenza applicativa data la sussistenza della norma costituzionale, che prevale sempre sulla legge ordinaria.
Pertanto, a proposito dei controlli "atipici", le citate disposizioni portano alle seguenti conclusioni: 1) innanzitutto, tali controlli continuano a sussistere, in quanto non è intervenuta alcuna disposizione normativa che, esplicitamente o implicitamente, abbia abrogato le norme che tali controlli prevedono quindi, gli stessi devono essere regolarmente esercitati 2) sul soggetto legittimato ad esercitare il controllo, non pare dubbio che esso sia, per le ragioni su esposte, la Regione titolare, secondo l' art. 130 della Costituzione, di tutti i controlli sugli atti degli Enti locali.
Se non si accettasse tale impostazione, si dovrebbe arrivare paradossalmente alla conclusione che al Prefetto sono rimasti non solo quei controlli che, come l'autorizzazione governativa agli acquisti di immobili e all'accettazione di lasciti e donazioni, servono in sostanza a rimuovere un limite generale di ordine pubblico, e quindi, come ha affermato la sentenza della Corte costituzionale n. 62 del 1973, debbono continuare ad essere esercitati dallo Stato, ma anche tutti quegli altri controlli di merito che erano di competenza del Prefetto prima della riforma regionale.
10) - Da qualche parte si afferma che tutte le norme giuridiche ancorché in vigore, non debbono trovare applicazione se in contrasto con principi e misure costituzionali. Su tale aspetto non credo necessario dilungarmi perché la precisa disposizione dell'art. 130 della Costituzione stabilisce che "quando la Corte dichiara l'illegittimità costituzionale di una norma di legge o di atto avente forza di legge, la norma cessa di avere efficacia dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione".
Ne discende, quindi, che fin quando una norma non sia stata dichiarata incostituzionale, a seguito di regolare giudizio, essa deve considerarsi in vigore e come tale deve trovare applicazione. Pertanto, anche laddove il contenuto di una legge dovesse essere in contrasto con un principio costituzionale, la legge medesima resta operante fino alla sua formale dichiarazione di incostituzionalità.
Una diversa interpretazione porterebbe (paradossalmente) ad attribuire a qualunque soggetto la competenza a valutare la incostituzionalità o meno di una norma; competenza che non può ritenersi attribuita neanche agli organi di controllo, perché essa rientra per la Costituzione nella competenza istituzionale soltanto della Corte Costituzionale.
11) - Sono stati formulati dubbi sulla adottabilità dei visti cosiddetti condizionati; ciò alla luce delle statuizioni contenute nell'art. 59 della legge 10/2/1953 n. 62 e dell'art. 6 del regolamento provvisorio per il funzionamento del Comitato regionale e delle sue sezioni decentrate approvato con deliberazione consiliare 28 giugno 1972 n. 47 ove è stato usato l'avverbio "esclusivamente".
Alla luce delle suddette norme è indubbio che i visti condizionati costituiscono provvedimenti non più adottabili. Sennonché, in proposito va distinto con attenzione il visto che contiene una vera e propria condizione da quelli semplicemente attergati che non contengono condizioni bensì unicamente osservazioni e che comunque non incidono nella sfera dei diritti soggettivi o interessi legittimi, ma esauriscono i loro effetti nell'ambito della organizzazione amministrativa. Questi ultimi sono diretti a far regolarizzare qualche omissione procedurale e tendono alla conservazione degli atti adottati; in definitiva, essi rimuovono ostacoli ed evitano un ritardo nell'attività amministrativa degli Enti locali.
12) - Da qualche parte sono state sollevate perplessità sulla rilevabilità in sede di controllo del vizio dell'eccesso di potere. E' indubbio che la dottrina e la consolidata giurisprudenza enumerano unanimemente tra i vizi di legittimità l'incompetenza, la violazione di legge e l'eccesso di potere.
Si deve quindi ritenere che in sede di controllo di legittimità devono essere rilevati tutti i vizi di tale tipo, e quindi tra essi anche l'eccesso di potere.
13) - E' stato ancora sollevato il problema dei termini di esecutività degli atti deliberativi concernenti strumenti urbanistici (piani regolatori regolamenti edilizi, piani particolareggiati, localizzazioni, ecc.). In realtà, si discute sulla compatibilità del termine di esecutività previsto dagli artt. 59 e 60 della legge 10.2.1953 e quello previsto dall'art. 20 della legge 6.8.1967 n. 765.
L'art. 20 della legge 765/1967 così recita: "Il controllo della Giunta provinciale amministrativa sulle deliberazioni dei Consigli comunali assunte ai sensi della presente legge viene esercitato entro il termine di 90 giorni dalla data di trasmissione della deliberazione. In mancanza di provvedimenti entro detto termine, la deliberazione si intende approvata".
Si noti che la "ratio" di tale norma fu quella di venire incontro alle esigenze dei Comuni, perché le disposizioni fino allora in vigore non prescrivevano i termini per l'approvazione degli atti deliberativi da parte della G.P.A., per cui il legislatore con la citata norma ha stabilito che gli atti dei Comuni concernenti la materia dovevano essere esaminati entro 90 giorni, altrimenti, in mancanza di un esplicito provvedimento, i medesimi si sarebbero dovuti considerare approvati.
E' altresì noto che l'anzidetta norma prevede una forma di controllo che si differenzia nettamente, per i termini e per le modalità, dal controllo di merito contemplato dall'art. 60 della legge 62/1953. Premesso pertanto che le due norme non possono integrarsi, l'interprete deve scegliere o l'una o l'altra, e procedere all'applicazione dell'una o dell'altra nella sua integrità. Si tratta pertanto di vedere quale delle due sia in vigore e quindi applicabile. Va subito chiarito che l'art. 20 della legge 765/1967 non può essere considerato, per la sua formulazione ed estensione, norma speciale nei confronti della legge 62/1953 (nel qual caso, secondo le regole, prevarrebbe). Anche la successione cronologica non è indizio sufficiente a risolvere il problema, in quanto, se è vero che la legge 765/1967 è posteriore a quella del 1953, è altrettanto vero che nel 1967 la legge 62/1953, pur essendo vigente, non era ancora efficace, non essendosi ancora costituite le Regioni a Statuto ordinario.
Poiché non sono sufficienti a risolvere il conflitto tra le due norme né il criterio della specialità né quello cronologico, si dovrà ricorrere al criterio sistematico, cioè accogliere delle due norme quella che più si armonizza con l'ordinamento vigente.
Peraltro, se si preferisse l'art. 20 della legge 765/1967, si dovrebbe non solo accettare il termine di 90 giorni invece di 20, ma (dato che, come si è detto, la norma non potrebbe essere applicata solo parzialmente) soprattutto riconoscere che è rimasto in vita, anche con il trasferimento del controllo di merito dalla G.P.A. all'organo regionale, l'istituto dell'approvazione previsto da detta norma. Ora, tale istituto è in assoluto contrasto con il nuovo procedimento di controllo regionale, che proprio in ciò si differenzia sostanzialmente da quello precedente; e quindi esso non può essere introdotto logicamente nel nuovo ordinamento.
Si ritiene, pertanto, che per ragioni sistematiche prevalga l'art. 60 della legge 62/1953 e che quindi le norme procedurali in esso contenute dovranno essere applicate anche nei casi previsti dall'art. 20 della legge n. 765.
14) - Altro problema sollevato è quello della applicabilità della legge 20.5.1970 n. 300 (Statuto dei lavoratori) al rapporto di pubblico impiego.
In proposito va tenuto presente che la legge 28.5 1970 n. 300 stabilisce all'art. 37 che le disposizioni di quella legge "si applicano altresì ai rapporti di impiego dei dipendenti degli Enti pubblici, salvo che la materia sia diversamente regolata da norme speciali".
E' ovvio, quindi, che la normativa contenuta nella citata legge n. 300 trova applicazione soltanto ove la fattispecie che si vuole disciplinare non sia regolata da speciali disposizioni di legge.
E' opportuno, ora, analizzare alcuni aspetti finanziari della vita amministrativa degli Enti locali.
15) - E' stato rilevato che i tassi di interesse praticati da vari Istituti di credito per mutui concessi agli Enti locali hanno raggiunto una percentuale del 18,40% al 22%, cui va aggiunto 1/8 per commissione. Il problema è ulteriormente complicato dalla riduzione del periodo di ammortamento da 25 a 15 anni.
Purtroppo, gli avvenimenti dell'economia generale del Paese, ed in particolare il grave stato di inflazione monetaria, hanno fatto trovare specialmente i Comuni dinanzi ad ostacoli gravissimi nella realizzazione di opere ed iniziative che, a suo tempo, avevano rinviato, o alle quali non avevano neppure pensato per non gravare i loro bilanci di quote troppo consistenti per ammortamento e per il pagamento degli interessi di mutui.
La situazione, già deteriorata a causa della quasi completa abolizione del diritto di imposizione diretta statuito dalla riforma tributaria, che rende i bilanci anelastici, e ulteriormente aggravata dal forte aumento dei costi per il mantenimento dei servizi pubblici e dal notevole ritardo con cui l'Intendenza di Finanza provvede al versamento delle somme sostitutive dei tributi soppressi (circostanza che impone agli Enti di ricorrere a costose operazioni di credito a breve termine per far fronte alle spese ordinarie e per evitare la paralisi dei servizi, con conseguenti ulteriori notevoli oneri per interessi, provvigioni, ecc.).
L'Istituto Nazionale Assicurazioni ed altri fanno inoltre decorrere la corresponsione degli interessi passivi dalla data di stipulazione del contratto di mutuo anziché da quella della effettiva erogazione dei singoli ratei.
Gli oneri derivanti agli Enti locali da tale modo di procedere di alcuni Istituti di credito finiscono con l'aggravare ulteriormente la già precaria situazione economico-finanziaria degli Enti medesimi.
La situazione così denunciata rende evidente la necessità che siano effettuati interventi presso la Cassa depositi e prestiti e il Ministero del tesoro affinché siano adeguatamente aumentati i fondi da destinare agli Enti locali a titolo di mutui a tasso agevolato, ad evitare che gli Enti stessi, per la realizzazione dei loro programmi e per l'adempimento dei compiti di istituto, siano costretti a ricorrere ad Istituti di credito che praticano le più onerose condizioni già riferite ed affinché, comunque vengano fatti decorrere gli interessi passivi dal giorno della effettiva somministrazione delle somme agli Enti mutuanti, come del resto viene già praticato da alcuni Istituti di credito.
Anche nel campo delle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, è da segnalare la difficoltà in cui tali Enti in generale si trovano, per l'improvviso aumento dei costi dei loro servizi, essendo rimaste ferme le rendite patrimoniali, che costituiscono ancora la base delle loro entrate.
A questo punto devo far presente che anche quest'anno il Ministero dell'interno, con circolare F.L. 1/75 del 13.1.'75, comunicata per conoscenza anche all'esponente, ha interessato i Prefetti perché gli Enti locali con bilanci deficitari fossero invitati a trasmettere al Ministero i bilanci medesimi per il loro esame, e per il pareggio dei quali deve provvedersi con ricorso al credito.
Pur essendo affermato in detta circolare soltanto in modo implicito essere competenza del Ministero l'esame dei bilanci, ritengo doveroso in questa sede confermare quanto ebbi già a sostenere nel dibattito svolto in Consiglio relativo alla attività di controllo per il 1973. In quell'occasione dichiarai nella maniera più decisa, confortato anche dalla volontà manifestata dal Consiglio, che in base alla vigente disciplina l'esame di tutti i bilanci è attribuito alla competenza degli organi regionali, senza alcuna distinzione tra bilanci, deficitari e non, degli Enti locali.
16) - Da più parti si fa presente l'esigenza di una legge regionale sull'esercizio della funzione di controllo sugli atti dei Comuni, Province ed altri Enti locali. A tale proposito si fa notare che era stato intrapreso presso gli uffici regionali lo studio di una bozza di disegno di legge sull'argomento.
Si ricorderà che non molto tempo fa la Corte costituzionale, con la sentenza n. 40 del 1972, affermò che "l'intera materia dei controlli sugli Enti locali non risulta attribuita ad alcuna tra le competenze normative regionali".
Va rilevato che dopo la citata sentenza il principio in essa affermato è stato praticamente superato dalle leggi che numerose Regioni hanno emanato sulla funzione di controllo sugli Enti locali, leggi che sono state ritenute legittime dal Governo. Ma anche le disposizioni di tali leggi salvo casi rarissimi ed abnormi, si sono strettamente tenute sulla linea della legge Scelba, proprio per l'impossibilità nella materia di derogare da parte della Regione alla normativa statale. Risultano pertanto alcuni limiti esterni, ed assumono tanto più rilevanza alcune ragioni che inducono a non approntare una legge regionale in materia, in questo momento, in quanto sono in corso di allestimento proposte di legge interregionali e disegni di legge governativi che una legge regionale sulla materia deve necessariamente tener presenti.
Sotto il profilo organizzativo va segnalato che da qualche Sezione decentrata, specie di recente costituzione, è stato richiesto il completamento della dotazione organica.
Messo in rilievo che il mancato completamento è dovuto unicamente alla contingente impossibilità di reperimento di personale qualificato, in particolare quello istruttorio, va precisato che la richiesta è stata già esaudita. Da altri consessi è stato peraltro richiesto l'aumento della dotazione già assegnata, motivando la richiesta con l'assenza dal servizio del personale in dotazione per malattia, maternità ed altre cause temporanee.
L'indicazione fatta nell'allegato prospetto della dotazione dei singoli collegi in relazione alla quantità degli atti rispettivamente controllati indica come non sempre, e non in tutti i casi, la richiesta appaia obiettivamente fondata. Deve infatti presumersi, sulla scorta della relativa comparazione, che essa sia determinata da impostazioni metodologiche funzionali, per cui, anche al fine di assicurare una uniformità nel controllo, dovrebbero essere riesaminate dai consessi anzidetti alcune modalità procedurali. A titolo esemplificativo va messo in rilievo come la legge 1953 n. 62 prescriva all'art. 59 che gli atti soggetti al controllo divengono esecutivi per decorrenza di termini.
Quindi, ad eccezione dei casi particolari (come gli eventuali controlli atipici ed altri sempre di entità relativamente limitata), gli atti soggetti al solo controllo di legittimità non dovrebbero essere restituiti con attergato di alcun genere, perché la loro esecutività interviene per decorrenza di termini dalla data di presentazione dell'elenco di essi alla segreteria dell'organo di controllo, data ricavabile dall'attergato apposto sull'elenco di trasmissione.
E' indubbio che una diversa impostazione richiede ulteriori adempimenti burocratici non necessari, con conseguente impiego di personale.
Risulterebbe altresì opportuno eliminare, in sede di adempimenti istruttori, tutto il lavoro ripetitivo di trascrizione degli estremi degli atti, causa peraltro di possibili errori.
Per ultimo, molti consessi hanno auspicato che siano indette riunioni collettive dei Presidenti e dei componenti dei vari consessi per l'esame di problemi generali concernenti i criteri e le modalità dell'esercizio della funzione ad essi demandata.
Personalmente, fino a questo momento non ho ritenuto di prendere una iniziativa del genere, con carattere di organicità istituzionale,perch essa verrebbe, o potrebbe essere, interpretata come diretta a comprimere l'autonomia nell'esercizio della funzione, della quale sono e resto invece, un convinto assertore.
Ho ritenuto di sottoporre all'attenzione del Consiglio tutti i principali argomenti segnalati dai vari consessi, sui quali ho formulato la mia personale opinione, perché sui medesimi si svolga il dibattito, nel corso del quale dovranno essere effettuate le scelte di indirizzo.
Ritengo che questa sia la sede per esprimere a nome dell'Assemblea il ringraziamento ai componenti dei vari consessi, che, per il senso di responsabilità, l'equilibrio e l'impegno, con la diligente collaborazione del personale, hanno consentito di esplicare la funzione loro assegnata e di formulare l'augurio che la funzione stessa sia resa meno faticosa, in prosieguo di tempo, e dalla esperienza acquisita e da una auspicabile legislazione, più consona alle attuali esigenze della vita amministrativa degli Enti locali.
Aggiungo alcuni dati statistici riassuntivi, riferentisi tutti all'intero arco di tempo del 1974, contenuti in dettaglio nella cartella che verrà distribuita.
Il CO.RE.CO. ha esaminato nel 1974 13.787 atti; ha apposto il visto a 10.448, cioè al 75,78%; ha richiesto chiarimenti su 1957 atti, con una percentuale del 14,19%; ha rinviato per gli esami 264 atti, cioè l'1,91 ha annullato 1.118 atti, cioè l'8,10 per le Province, sempre nel 1974, ha esaminato 22.440 atti; ne ha vistato 20.905, cioè il 93,15%; ha richiesto chiarimenti per 1043, cioè il 4,64%; ha rinviato per riesame 54 atti, cioè lo 0,24%; gli annullamenti sono stati 438, cioè l'1,95%.
Nella cartella troverete le indicazioni per ciascuna delle Sezioni (Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Torino, Vercelli, Alba-Bra Casale Monferrato, Ivrea, Mondovì e Pinerolo). Se il Consiglio mi esime dalla lettura - perché sarà oltre tutto opportuno anche un raffronto oculare, avendo cioè sotto gli occhi queste indicazioni -, citerei soltanto i dati complessivi, globali. Ospedali, Province, i vari Comuni ed altri Enti hanno avuto esaminati nel '74 complessivamente 345.701 atti; di questi ne sono stati vistati 321.467, cioè il 92%; sono stati richiesti chiarimenti per 18.772, cioè il 5%; sono stati rinviati per riesame 848 atti, cioè lo 0,25%; infine, sono stati annullati 5.861 atti, pari all' 1,69%.
Reputo opportuno concludere questa relazione ragguagliando il Consiglio anche circa il costo del servizio di controllo: per gettoni di presenza ai componenti, che sono 119, sono stati spesi 483 milioni 426.000 lire; per il personale, che ammonta a 157 persone, 468 milioni e mezzo; per canone di affitto di locali, 58 milioni e 733.880 lire; per canone di pulizia dei locali, 21 milioni e 652 mila lire; per uso di locali e per spese condominiali, per spese di corrispondenza, 70 milioni. Il costo complessivo globale è di 1 miliardo 165.829.880 lire.



PRESIDENTE

Ha così termine la relazione del Presidente della Giunta. Secondo l'intesa intervenuta fra i Presidenti dei Gruppi, il dibattito su tale relazione si svolgerà nella prossima seduta del Consiglio. E' pertanto esaurito per ora questo punto dell'ordine del giorno, che sarà per riportato prossimamente.


Argomento: Piani pluriennali - Asili nido

Esame progetti di legge n. 231 della Giunta regionale e 184 del Comune di Nichelino concernenti "Integrazione a carico della Regione del fondo speciale per gli asili-nido" ed esame linee di piano pluriennale degli asili-nido (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo quindi al punto nono dell'ordine del giorno: "Esame progetti legge n. 231 della Giunta regionale e 184 del Comune di Nichelino concernenti: 'Integrazione a carico della Regione del fondo speciale per gli asili-nido' ed esame linee di piano pluriennale degli asili-nido".
Ha chiesto di parlare il Consigliere Bianchi Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, penso si sia stabilita questa successione degli argomenti all'ordine del giorno per una svista, perché il piano pluriennale è preliminare alle leggi. Basta, d'altronde, leggere la relazione sul disegno di legge n. 231 per vedere come il riferimento sia fatto rispetto al piano.
Quindi, proporrei che, secondo logica, fossero esaminate prima le linee di piano, chiamiamole così, e poi il disegno di legge.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Berti. Ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Rilevo anzitutto che fra i documenti che vengono consegnati ai Consiglieri in inizio di seduta è stato inserito il progetto di legge della Giunta, n. 231, ma non quello del Comune di Nichelino, che evidentemente non viene portato all'esame del Consiglio, come dovrebbe invece essere. E dichiaro che noi respingiamo nettamente quanto detto nella relazione che accompagna il progetto di legge portato all'esame, anche perché potrebbe costituire un precedente, precisamente l'affermazione, al fondo di pag. 2 della relazione, che: "La IV Commissione, a maggioranza, ha da ultimo manifestato l'adesione all'indirizzo della Giunta , che ha ritenuto il presente disegno di legge assorbente la proposta di legge del Comune di Nichelino".
E' ben vero che una proposta della Giunta, come è già avvenuto in varie occasioni, può, in definitiva, confrontandosi con altre presentate da altri soggetti di iniziativa legislativa, assorbire le varie presentate. Ma né la Giunta né tanto meno la Commissione che opera in sede referente possono eliminare dal contesto una proposta di legge (e voglio credere che anche in questo caso non si sia proceduto in questo modo volutamente, ma per una svista). Ogni proposta di legge va portata in Consiglio, e solo questo ha competenza a rigettarla o ad assorbirla. E' contrario alla lettera e allo spirito dello Statuto e del Regolamento che sia la Commissione a decidere tale assorbimento.
Così stando le cose, noi pensiamo che la discussione non possa svolgersi in questo modo, non essendo state espletate tutte le formalità stabilite dallo Statuto e dal Regolamento.



PRESIDENTE

Altri intendono intervenire su questa pregiudiziale? Chiede di parlare il Consigliere Beltrami. Ne ha facoltà.



BELTRAMI Vittorio

Mi rendo conto che la frase della relazione citata dal Consigliere Berti può aver dato luogo a malintesi. In realtà, però, la Commissione non ha mai ritenuto, né in rapporto a questa proposta di legge né ad altre, di sostituirsi nelle decisioni al Consiglio regionale, agli organi ai quali indubbiamente compete pronunciarsi sull'avviso o sulla conclusione di una procedura.
Dicendo che "la IV Commissione, a maggioranza, ha da ultimo manifestato l'adesione all'indirizzo della Giunta, che ha ritenuto il presente disegno di legge assorbente la proposta di legge n. 184 del Comune di Nichelino" non abbiamo fatto altro che esprimere un giudizio di carattere politico associarci ad un indirizzo.
Questa proposta di legge di Nichelino era stata assegnata per l'esame insieme alle linee di piano, alla Commissione: non so quale altra procedura avremmo dovuto adottare per riconsegnare al Consiglio l'elaborato, il disegno, lo studio e la proposta di legge. Evidentemente, in questa sede ed in questo momento il Consiglio, nella sua sovranità, nella più ampia libertà, dovrà decidere se aderire a questo giudizio generico della IV Commissione - un giudizio che, ripeto, ha carattere squisitamente politico non tenta minimamente di menomare il giusto diritto del Consiglio regionale anche attraverso una proposta, che ogni Consigliere regionale ha la possibilità di avanzare, di non passaggio agli articoli, o se discutere la proposta di legge.
A me sembra, Consigliere Berti, che si stia ingrossando un problema che grosso non é, perché chi ha avuto la possibilità di seguire in passato l'esame dei disegni di legge sugli asili-nido dovrà dare atto che la proposta di legge di Nichelino di fatto era già in parte contenuta nel disegno di legge della Giunta del gennaio del 1973, comunque nella legge approvata dal Consiglio regionale nel gennaio '73. Nella sostanza, infatti la proposta di Nichelino tende a modificare una parte dell'art. 2 della legge originale, traduttiva, su un piano di regolamentazione e operativo della maggior legge dello Stato, e di fatto questo articolo era stato già in allora modificato. Questa seconda iniziativa della Giunta a modifica della prima legge regionale sugli asili-nido viene a perfezionare ulteriormente questo tipo di intervento sull'art. 2, per cui di fatto dovremo prendere atto e constatare che a proposito di quell'articolo 2 resterebbe ben poco da fare di quanto suggerito nella proposta del Comune di Nichelino, se il Consiglio ritiene di associarsi decisamente e in toto alla proposta della maggioranza.
Per il resto, ci si è attenuti fedelmente all'indirizzo fissato dalla legge regionale, della quale in questo momento mi sfugge il numero ed il richiamo, che stabilisce le procedure da adottarsi allorquando Enti locali affidano al Consiglio regionale una loro proposta di legge. Io ritengo che non si sia assolutamente usata - mi si passi il termine - violenza nei confronti del Consiglio regionale; anzi, rispettosi della competenza di decidere del Consiglio regionale, noi abbiamo restituito al consesso anche la proposta di legge di Nichelino con un nostro pronunciamento politico che era giusto noi facessimo e che nessuno poteva impedirci di fare affidando al Consiglio il pronunciamento sulle procedure, sulla volontà o meno di accogliere questo indirizzo che è della Giunta e della maggioranza che la Giunta rispecchia.



PRESIDENTE

Nessun altro desidera intervenire? Devo dire che effettivamente l'interpretazione che gli uffici hanno dato a quel punto della relazione, e che li ha indotti a non distribuire il testo della proposta di legge presentata dal Comune di Nichelino è erronea tanto più che all'ordine del giorno sono state iscritte entrambe le proposte di legge, n. 231 e n. 184.
Questo è uno dei punti che il Regolamento non ha risolto: quale sorte debbano avere le proposte di legge che riguardano materie consimili quando da parte della Commissione si è relazionato su una proposta di legge e la si manda all'aula. Devono pertanto essere allegate alla documentazione tutte le proposte di legge che riguardino specificamente il problema in discussione: nell'aula, se non verrà raggiunto un accordo per procedere in un dato modo, il proponente avrà diritto di vedere discussa la sua proposta di legge. Vi sono già precedenti di risoluzioni in questo senso. Secondo me, nel nuovo Regolamento non potrà essere disposto diversamente, tanto più che anche la Camera nel proprio Regolamento da una certa precedenza ai disegni di legge.
Visto comunque che il testo della proposta di legge del Comune di Nichelino non è stato consegnato ai Consiglieri insieme alla documentazione per l'odierna seduta, anche se mi si dice che era stato distribuito precedentemente, proporrei di sospendere brevemente la seduta per una riunione dei Capigruppo al fine di decidere in merito al da farsi per la discussione generale sul piano degli asili-nido e sulle sue proposte di legge.
Vorrei però ricordare ancora agli uffici che tutte le proposte di legge devono essere ammesse alla discussione in aula, dato che il Regolamento non stabilisce una diversa soluzione.



BELTRAMI Vittorio

La Commissione ha rassegnato.....



PRESIDENTE

Non faccio alcuna colpa alla Commissione: addebito invece agli uffici ma va tenuto presente anche lo sciopero in corso dei funzionari - di non aver provveduto a ridistribuire formalmente il testo della proposta di legge, stamani, per l'inizio della seduta.



BERTI Antonio

Gli uffici possono benissimo aver dato l'interpretazione che ho dato io a quel punto della relazione - che è un documento ufficiale, non una qualsiasi esposizione - in cui si dice che la proposta di legge n. 184 del Comune di Nichelino si ritiene assorbita.



PRESIDENTE

Il Consigliere Beltrami ha però spiegato a questo riguardo che la Commissione non ha assolutamente inteso usare il participio "assorbente" nel senso che si volesse considerare assorbito il disegno di legge.



BERTI Antonio

Le intenzioni possono essere state le migliori, ma quel che conta e ci che è scritto, poiché nella relazione è detto che la proposta di legge di Nichelino era assorbita, hanno ritenuto di non doverne più trasmettere il testo ai Consiglieri.



BELTRAMI Vittorio

Ma nel telegramma integrativo dell'ordine del giorno risulta anche segnalata la decisione....



PRESIDENTE

Sono perfettamente d'accordo che era evidente che il testo doveva essere consegnato.
Sospendo dunque la seduta perché si possa svolgere la riunione dei Capigruppo al fine di concordare l'ulteriore corso dei lavori.



(La seduta, sospesa alle ore 18, riprende alle, ore 19,05)


Argomento:

Ordine del giorno della prossima seduta


PRESIDENTE

La seduta riprende La Conferenza dei Presidenti dei Gruppi all'interno del Consiglio avrebbe deciso, stante l'importanza della materia e anche per il corretto rapporto regolamentare all'interno del Consiglio, di rinviare l'argomento a giovedì prossimo.
Nella seduta di giovedì si procederà secondo questo ordine: 1) prosecuzione dibattito sulla relazione annuale del Presidente della Giunta regionale sull'attività dei Comitati di controllo 2) deliberazione linee di piano pluriennale degli asili-nido 3) esame proposta di legge n. 184 del Comune di Nichelino: "Modifica dell'art. 2 della legge regionale n. 3 del 15.1 1973, avente per titolo: "Criteri generali per la costruzione, l'impianto, la gestione ed il controllo degli asili nido comunali, costruiti e gestiti con il concorso dello Stato di cui alla legge 6.12.1971 n. 1044 e con quello della Regione" 4) Esame disegno di legge n. 231 della Giunta regionale: "Integrazione a carico della Regione del fondo speciale per gli asili-nido per gli esercizi finanziari 1974/1975/'76" Comunico ancora che la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi ha ritenuto di non dover fissare seduta per il giovedì della settimana che inizia con lunedì 17 dato che in quei giorni si tiene il Congresso nazionale del Partito comunista, e ciò secondo una consuetudine ormai invalsa. L'attività dovrebbe riprendere la settimana immediatamente successiva.
Consigliere Beltrami, quando ritiene di convocare la Commissione IV?



BELTRAMI Vittorio

E' già convocata per lunedì pomeriggio.



PRESIDENTE

Poiché non avrò modo di darne comunicazione nella forme consuete, in quanto gli uffici resteranno chiusi fino a lunedì per lo sciopero dei funzionari addetti, invito i componenti la IV Commissione a prender nota dell'impegno a riunirsi lunedì alle ore 15,30.
Ripeto che il Consiglio è convocato per giovedì 13 alle ore 9,30 e al pomeriggio, con il seguente ordine di lavori: discussione sulle linee di piano degli asili-nido e votazione su conseguente deliberazione di approvazione esame del progetto di legge del Comune di Nichelino esame del disegno di legge della Giunta regionale a sostegno delle linee che saranno approvate nel piano stesso discussione sulla relazione del Presidente della Giunta in merito all'attività dei Comitati di controllo.
Ricordo ancora che giovedì 20 il Consiglio non terrà seduta, per la concomitanza del Congresso nazionale del Partito comunista, in ossequio alla prassi sempre seguita in casi consimili.
Avverto ancora il Consiglio che potrebbe darsi che la Commissione d'indagine sulle attività neofasciste proponesse di fissare una seduta lunedì 17. Nella riunione dei Capigruppo è stata presa in considerazione tale eventualità e i Capigruppo non hanno mosso obiezioni.
Pregherei i Consiglieri di trattenersi ancora per ascoltare le dichiarazioni che intende fare l'Assessore Conti in ordine ai problemi occupazionali molto urgenti ed importanti.
Ha la parola l'Assessore Conti.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazioni dell'Assessore al lavoro sui problemi occupazionali nella Regione


CONTI Domenico, Assessore al lavoro

Considerato che un primo quadro complessivo sulla situazione occupazionale nella Regione è stato fornito la settimana scorsa durante il dibattito sul bilancio, si ritiene opportuno limitare oggi l'informazione all'indicazione dei principali punti- crisi per i quali è in corso l'azione della Giunta.
Naturalmente nella mia esposizione, soprattutto per certi casi, dovrà essere conciso e anche riservato dato lo stadio della trattativa in corso.
Nella Provincia di Alessandria assumono particolare rilievo i casi della Claude Illumination di Pozzolo Formigaro e del Gruppo Bonzano di Casale.
La Claude - che fa parte dello stesso gruppo al quale appartiene la Faci-Standard di Milano e che provvede a realizzare il 70% della sua produzione - va nella direzione della SIP, quindi degli impianti telefonici; sono stati annunciati 110 licenziamenti corrispondenti agli addetti a due reparti dell'azienda, quello della fluorescenza e soprattutto quello delle apparecchiature telefoniche.
L'Assessorato aveva già sentito, nelle settimane passate, le Organizzazioni sindacali e i dirigenti della Società. Poiché una delle motivazioni principali addotte dall'azienda per giustificare la necessità della riduzione del personale, era collegata alla riduzione delle commesse da parte delle imprese pubbliche del settore, si è ritenuto opportuno interessare alla vertenza, d'intesa con le Organizzazioni sindacali, il Ministero del lavoro, considerato che lo stesso tipo di problemi viene posto anche da altre aziende, soprattutto quelle milanesi, operanti nel settore della produzione di materiale telefonico. In ogni caso si tratta di collegare i problemi occupazionali di questa azienda ad un complesso di problemi dello stesso tipo che hanno, come punto di riferimento, appunto la fornitura di materiale e di impianti idonei alla SIP, collegata con la STET; come sappiamo c'è di mezzo il problema delle tariffe telefoniche che dovrebbero consentire il rilancio degli impianti da parte della SIP e perciò un sostegno all'occupazione attraverso nuove commesse nella direzione delle aziende interessate.
C'è ancora il caso della Dellepiane. L'Assessorato di Tortona e di Novi si è particolarmente prodigato convocando l'azienda e il Presidente dell'Unione Industriale di Alessandria, chiedendo il massimo impegno e soprattutto un piano che permettesse di vedere chiaro nel futuro dell'azienda. Quest'ultima è successivamente passata ad amministrazione controllata, sono in corso dei tentativi di rapporto con l'attuale commissario appunto per verificare e controllare, sulla base di un eventuale piano, quale può essere l'avvenire dell'azienda dal punto di vista occupazionale e produttivo.
Per il Gruppo Bonzano (si tratta di tre aziende collegate dallo stesso tipo di proprietà su quattro stabilimenti e tutte operanti nell' area casalese) sono stati richiesti 29 licenziamenti. Presso l'Assessorato sono state sentite le Organizzazioni sindacali e l'azienda per un primo incontro a carattere interlocutorio per ricavare elementi in base ai quali poter impostare a condurre un tipo di trattativa inteso alla ripresa della produzione ed al riassorbimento di questi 29 licenziati.
Si è in attesa, da parte delle Organizzazioni sindacali, delle linee secondo cui intenderebbero svolgere la loro azione, tenuto conto degli elementi emersi nei precedenti incontri.
Per le Province di Novara e di Vercelli desta particolare preoccupazione la situazione della ditta Zacchetti che interessa 360 dipendenti operanti nel settore del legno, con stabilimenti in Gattinara e Romagnano Sesia. Sono già avvenuti contatti in precedenza con l'azienda soprattutto evidenziando le necessità di aiuto dal punto di vista della fiducia delle banche, per ciò che concerneva il finanziamento normale dell'azienda e siccome c'era un atteggiamento negativo da parte di alcune banche, soprattutto milanesi e lombarde, si è tentato anche tramite il Ministero dell'industria di ottenere una riunione che lo garantisse.
Purtroppo questa riunione ha avuto un esito negativo, perciò la Società ha inoltrato richiesta di amministrazione controllata; sono state inviate nel contempo lettere di licenziamento per un certo numero di dipendenti ancora da determinare con esattezza. Sono in corso contatti con il commissario nominato appunto per la verifica delle intenzioni e di quello che riguarda la possibilità di ripresa di queste aziende, proprio per evitare o il concordato preventivo o il fallimento.
La situazione dell'area torinese invece (parlo soprattutto dei casi più evidenti, certo non posso fare tutto l'elenco delle aziende con cui abbiamo rapporti) è caratterizzata in questi giorni dal fatto che alcuni grossi casi di crisi aziendale sono arrivati ad un punto decisivo per ulteriori sviluppi.
Intanto l'Emanuel. A che punto si trova la situazione? E' stato definito giorni or sono, da parte delle competenti autorità, lo stato passivo dell'azienda; dovrebbe essere imminente la presentazione dell'istanza di concordato a cui dovrebbe fare seguito l'acquisizione dell'azienda da parte di un nuovo gruppo, il gruppo rosso di cui ormai è noto il nome e la fisionomia. Esiste ancora un problema di carattere piuttosto determinante e che si riferisce al finanziamento di questa operazione. Sono appunto in corso dei contatti e delle sollecitazioni in ordine alla rimozione di questa difficoltà. Nel frattempo, appena si è delineata la possibilità per questo Gruppo di subentrare, o comunque di interessarsi al subentro, da parte dell'Assessorato sono stati presi contatti con l'unico obiettivo di difendere i livelli occupazionali e di favorire la ripresa produttiva dell'azienda. Sono avvenuti degli incontri non ancora ufficiali nel senso che, trattandosi di un interlocutore proprietario dell'azienda, sono discorsi in prospettiva per quel che riguarda l'occupazione. Tuttavia o discorsi svolti nell'Assessorato in due riunioni sono stati quelli appunto dell'impegno, di garantire i livelli occupazionali attuali, di considerare praticamente la ripresa della produzione come una continuità del rapporto di lavoro e quindi con tutta la garanzia rispetto ai livelli salariali, alla parte normativa, alla anzianità e a tutti i vantaggi maturati.
Rimane tuttavia ancora questo stato di incertezza e di ansia perch sono passati molti mesi ed i lavoratori, nonostante che ci si sia adoperati sia per il ricupero dell'assistenza malattia, sia per le integrazioni previste dalla legge sul piano della retribuzione, tuttavia hanno una preoccupazione anche perché la lotta si è prolungata, ormai è quasi un anno che questa questione è in piedi e bisogna assolutamente che si vada ad una conclusione.
Mi pare di poter dire che nella prossima settimana dovrebbe esserci lo sblocco, salvo che non si riesca a superare le difficoltà cui accennavo.
Ripeto, in questa vertenza l'Assessorato si è posto, senza guardare in faccia nessuno, unicamente dal punto di vista della tutela dell'occupazione e della ripresa produttiva dell'azienda e sta seguendo con la massima attenzione, nei limiti della sua competenza, la delicata fase dell' iter procedurale collaborando alla ricerca di una soluzione ormai improcrastinabile che sia caratterizzata dal mantenimento dei livelli occupazionali.
In particolare rilievo assume la situazione dell'azienda del tessile Magnoni con mille posti di lavoro, situazione che già da qualche settimana seguivamo con molta attenzione; si era già raggiunto sostanzialmente un accordo che avrebbe dovuto garantire la prosecuzione dell' attività, poi ci sono stati degli impegni disattesi, c'é stata l'azione di banche che hanno chiesto il rientro dei fidi per cui l'azienda, per evitare il peggio, ha dovuto ricorrere all'amministrazione controllata. Si è subito preso contatto con il commissario, sempre allo scopo di vedere come si poteva evidenziare un'ipotesi di ripresa e sempre salvaguardando i diritti che il commissario, per la sua funzione, deve necessariamente salvaguardare.
E' stato prospettato un piano di massima che però ha un punto debole: è basato pregiudizialmente sulla immissione di un nuovo capitale per circa 500 milioni da parte della proprietà. Attendo di ora in ora che ci venga comunicata la disponibilità della proprietà a procedere all'incremento del capitale, perché poi ci sarebbero altre operazioni quali quelle del ricupero di quel credito privilegiato già ratificato dalla Corte dei conti ma non ancora operante, di oltre 800 milioni per nuovi investimenti e ci sarebbe da cercare un finanziamento aggiuntivo normale di 500 milioni questo per rendere possibile l'attuazione di un piano di ristrutturazione sul quale, del resto, ci sarebbe già l'accordo delle Organizzazioni sindacali. Comunque il problema è preoccupante perché sono mille posti di lavoro che incidono particolarmente su Cafasse e su Mathi, quindi una zona già largamente colpita da fenomeni di recessione.
Sempre per quel che attiene all'area torinese, sono state portate all'attenzione dell'Assessorato la situazione di altre medie aziende, tra cui la Riber, la CMC, la Helvetia che hanno effettuato riduzioni di personale contestate dalle Organizzazioni sindacali. Si tratta di vertenze particolarmente difficili in quanto le aziende (questo è il punto) sostengono che la riduzione del personale nella misura richiesta è la condizione indispensabile per la sopravvivenza delle aziende stesse, non solo, ma per due di esse si tratta ormai di una lotta che dura da più di un mese, quindi rischia di deteriorarsi.
In ogni caso anche in queste situazioni, in base al principio della difesa dell'occupazione, che è il principio a cui si è sempre ispirata l'azione della Giunta e i pronunciamenti del Consiglio, si sta tentando di trovare degli accostamenti, delle vie di sbocco, in modo che anche queste vertenze possano avere una conclusione.
Nella Provincia di Asti si segnala ancora la situazione della IB-MEI relativa a circa 2000 dipendenti, alla quale è stata interessata la Giunta e la sua Presidenza, e per la quale c'è stato un impegno di massima a livello di Ministero dell'industria e di Ministero del lavoro, soprattutto nel quadro di quel rifinanziamento di alcune vecchie leggi per il credito agevolato. In questo quadro c'é un impegno ancora da concretare nel confronto col Ministero del tesoro per ciò che riguarda la provvista del denaro occorrente, un impegno di circa 500 miliardi di cui parte dovrebbe essere indirizzata con destinazione chiara alla salvezza, su basi nuove non una salvezza qualunque, di alcuni grossi complessi, tra cui anche l'IB MEI.
So che siamo nella fase dell'esame concreto e non semplicemente dell'esame delle intenzioni, si stanno proprio esaminando nel concreto alcune ipotesi da sottoporre alle Organizzazioni sindacali e agli Enti locali interessati. Può darsi che nella prossima settimana si abbia questo incontro di verifica per quel che riguarda le proposte relative alla soluzione IB-MEI. Naturalmente ci si mantiene in contatto, cercando sempre di sviluppare quella sollecitazione che il caso richiede.
Per l'ETI-Valle Susa devo fare un chiarimento. Naturalmente non sto a indicare tutti gli interventi fatti anche recentemente dal Presidente Oberto a nome della Giunta, ma devo chiarire che martedì 4 si è avuto l'incontro presso l'Unione Industriale tra le Organizzazioni sindacali e la direzione Valle Susa; in quella sede da parte dell'azienda è stata comunicata l'intenzione di portare l'orario di lavoro da zero a otto ore settimanali negli stabilimenti di Lanzo e di Susa, fermo restando l'orario di lavoro nelle altre fabbriche del Gruppo: 24 ore a Collegno e l'orario normale negli altri stabilimenti. Si tratta però di volontà di azienda e non di accordo; contrariamente a quello che è apparso sulla stampa non è stata raggiunta, né poteva essere raggiunta alcuna intesa su questa base da parte delle Organizzazioni sindacali. Anzi, bisogna osservare che nel corso dell'incontro l'azienda ha evidenziato il fatto di trovarsi in una difficile situazione finanziaria, per cui da queste dichiarazioni le Organizzazioni sindacali hanno tratto semmai ulteriori elementi di pessimismo circa gli sviluppi della situazione.
Per quel che riguarda Montedison-Montefibre, ieri ho partecipato alla riunione che si è svolta presso il Ministero del lavoro, condotta dall'on.
Anselmi in rappresentanza del Ministro Toros, per quel famoso accordo preventivo concernente il rientro dei lavoratori che erano stati messi a zero ore. Erano presenti le rappresentanze di tutte le aziende Montefibre anche quelle del sud, non soltanto quelle del Piemonte ed era presente la proprietà nella persona del dr. Lupo, capo del personale.
Ho potuto seguire la vertenza sino a notte, poi ho dovuto rientrare. La conclusione è avvenuta e gli elementi si possono ricavare dai giornali e del resto corrispondono, a mio avviso, all'andamento dei problemi che erano stati evidenziati e su cui appunto si discuteva da parte delle Organizzazioni sindacali e dell'azienda. L'accordo segna un punto di vantaggio perché toglie l'ostacolo costituito dal mancato reinserimento dei lavoratori. Quanto prima dovremo poter esaminare il piano famoso di ristrutturazione della Montefibre che dovrebbe interessare in modo massiccio il Piemonte per oltre settemila posti di lavoro.
Stamani si può presentare un gruppo di Sindaci della zona rappresentanze sindacali, di fabbrica, una folta schiera di lavoratori e anche la proprietà per il problema della Singer di Leinì con circa 2.000 dipendenti. Riferisco i casi più macroscopici, tra l'altro all'ETI Valle Susa, stando a quanto dichiarato dall'azienda, vi sono altri 3.500 dipendenti, anche se in questo momento sono 700 quelli più toccati.
La Singer appartiene ad un gruppo americano, produce frigoriferi per il 70% ed altri elettrodomestici.
La situazione di difficoltà in cui si trovano i lavoratori non è tanto offerta dal fatto che sono stati minacciati dei licenziamenti, anzi, è stato riconfermato stamattina l'impegno dell' azienda di rispettare l'accordo che non prevede licenziamenti collettivi per tutto il 1975 benché siano in corso riduzioni di personale attraverso il mancato turnover, gente che se ne va, ma ad ogni modo non si parla di licenziamenti collettivi.
La preoccupazione dei lavoratori di questo complesso e anche degli Enti locali, dei Sindaci, è l'avvenire della Singer in quanto risulterebbero bloccati gli investimenti (anche se la società sostiene di averli fatti in precedenza, a differenza di altre aziende del settore che li stanno facendo adesso) e mancano programmi precisi, sia pure basati su quel margine di ipoteticità che dipende dalla situazione del mercato, quindi desiderano trovarsi di fronte a dei programmi, a delle ipotesi produttive precise, che diano termini di garanzia, di confronto oltre che avere questi impegni, in un certo senso generici, che non verranno operati licenziamenti collettivi nell'anno.
Stamani è stata stabilita una scaletta di punti di verifica su cui lavoreranno l'azienda e i Sindacati per un confronto di queste proposte allo scopo di dare una risposta agli interrogativi che lavoratori Sindacati ed Enti locali pongono. Siamo quindi appena all'inizio della trattativa. Faccio presente che si tratta di un gruppo con capitale a maggioranza straniera, con decisioni che avvengono altrove e non in Italia quindi i margini di manovra sono relativamente ristretti.
Per quel che concerne la Venchi Unica (altri 2000 dipendenti) sono note le posizioni assunte in questi giorni. Posso dire che si è sempre sollecitato quel famoso incontro di verifica che avrebbe dovuto avvenire a livello di Ministero del lavoro circa i passaggi di proprietà, circa certe operazioni di consolidamento di base, tuttavia rimane aperto ancora il confronto sui programmi produttivi che è stato stabilito per la fine marzo.
Noi continuiamo ad insistere in questa direzione affinché si addivenga nella data prestabilita, almeno al confronto dei programmi produttivi ed in quella sede anche alla verifica di tutto il resto, se non ci verrà concesso prima. Posso affermare, tanto per dire come sono state trattate tutte queste cose, che gli interventi, sia che si trattasse di pressione politica, sia che si trattasse di concorso ad impostare soluzioni (perch abbiamo avuto anche di questi casi) non sono comunque stati mossi dal tentativo di perseguire un salvataggio qualsiasi, questa non è stata la linea delle Organizzazioni sindacali né tanto meno dell'Assessorato, si è sempre cercato di ottenere soluzioni che dessero una garanzia in ordine all'avvenire dell'azienda e non ad un suo funzionamento rabberciato.
Si è sempre operato per ottenere ad ogni costo la difesa dell'occupazione e la ripresa produttiva su basi concrete e consistenti dei complessi interessati.



PRESIDENTE

Chiede di parlare sulle dichiarazioni il Consigliere Berti. Ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Desidero soltanto osservare che le comunicazioni, molto puntuali dell'Assessore, fatte intervenendo in chiusura di seduta perdono molto della loro efficacia. Sarebbe auspicabile - e mi pare d'altronde che in questo senso ci si fosse accordati - venissero fatte in apertura di seduta quando ci sono i rappresentanti della stampa e l'assemblea è più numerosa e ha la possibilità se del caso di svolgere un minimo di interventi, senza preoccupazioni di orario.
Una sola osservazione intendo muovere, a proposito della Venchi Unica.
Non dobbiamo adagiarci sulle dichiarazioni rassicuranti secondo cui l'azienda è in netta ripresa e lavora a pieno regime di cui si è fatta eco anche la stampa pubblicando i relativi programmi, perché in realtà il pacchetto azionario non è ancora passato nelle mani dei nuovi acquirenti e la situazione pertanto rimane, per quanto risulta ai Sindacati, molto pericolosa, tanto che è stato chiesto ai dipendenti di anticipare a Pasqua una settimana di ferie.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Sanlorenzo. Ne ha facoltà.



SANLORENZO Dino

Prendo atto anch'io con piacere delle puntuali dichiarazioni dell'Assessore Conti, che iniziano un rapporto che deve però svilupparsi secondo le indicazioni che ha dato, a mio avviso assai opportunamente, il Capogruppo del mio Partito.
Vorrei solo fare due considerazioni per quanto riguarda la questione Montedison.
La Regione sta operando sulla base dell'ordine del giorno votato dal Consiglio regionale. Questo ordine del giorno fa precise previsioni.
Anzitutto, prevede un confronto ravvicinato fra il Consiglio regionale, la Giunta regionale, la Regione Piemonte e la Montedison, la quale non è ancora venuta a spiegarci in forma ufficiale (finora abbiamo avuto notizia dei suoi intendimenti solo attraverso le informazioni che qui puntualmente ci ha dato l'Assessore Paganelli su cose sentite dire e dette presso la sede del Ministero dell'industria) perché non ritiene più di fare gli impianti che si era impegnata a realizzare con gli accordi del 7 aprile '73. E siccome i Sindacati non sono affatto entrati nell' ordine di idee che si debba andare ad altri investimenti se non viene dimostrata l'impossibilità oggettiva di procedere a quegli investimenti, e, comunque indipendentemente dalla logica e dalla dialettica sindacale, c'é sempre da portare avanti una dialettica fra la Regione Piemonte e la Montedison a questo proposito.
Noi siamo rimasti fermi ad un incontro avvenuto fra Giunta, Montedison e rappresentanti dei Gruppi consiliari in cui la discussione verte va sulla eventualità di un intervento da parte della Regione Piemonte per procurare la ghiaia occorrente per costruire gli impianti, poiché pareva che ormai mancasse solo la ghiaia a dare il via alla costruzione (io continuavo a dire ai dirigenti della Montedison: "Non venite a dirci che adesso siete in difficoltà per la ghiaia", ed essi ribattevano: "E' proprio così, ci manca la ghiaia"). Adesso bisognerebbe indurre ad illustrare in termini un po' più concreti questa questione della ghiaia coloro che in quella sede dissero cose ben diverse da quelle che hanno poi detto ai giornali e al Ministro. Sollecito pertanto l'incontro, da tenersi al più presto, con la Montedison, che sia autonomo, indipendente dalla dialettica delle Organizzazioni sindacali, le quali oggi stanno raggiungendo una intesa mi sembra positiva per quanto riguarda il rientro degli operai in fabbrica.
Quello che a noi interessa discutere non è il rientro degli operai in fabbrica, anche se questa è la condizione preliminare, bensì i piani di investimento.
In secondo luogo, vorrei sapere perché non è avvenuto l'incontro che era stato preannunciato qui e sui giornali per il 4 marzo con il Ministro dell'industria e diretto non a far rientrare gli operai in fabbrica, a trovare un accordo su questo, ma appunto previsto per una discussione sugli investimenti. Controllo democratico sull'andamento occupazionale significa proprio questo: spiegare perché certi fatti accadono, e anche perché certi altri non accadono La mia opinione è sempre stata che quell'incontro non sarebbe stato determinante, per ragioni che abbiamo già sviluppato in precedenza, dato che a decidere non è il Ministro dell'industria (storicamente, il Ministero dell'industria conta quasi nulla), ma il CIPE e il Governo. Comunque, riconoscevamo l'utilità come fase istruttoria anche di questo rapporto con il Ministero dell'Industria, purché poi si arrivasse a questa intesa. Sottolineo che dalle assemblee pubbliche tenutesi pochi giorni fa in quasi tutto il Piemonte con gli operai della Montedison e con le forze politiche è emerso che questo punto di vista non era soltanto del Consiglio regionale ma di tutte le forze politiche presenti in queste riunioni. Io ho partecipato a quella di Novara, presenti l'on. Giordano per la Democrazia Cristiana, l'Assessore Fonio per il Partito socialista, altri deputati, noi comunisti eccetera, e la conclusione finale è stata precisamente questa. C'è anche, quindi, una iniziativa parlamentare dei parlamentari piemontesi tendente ad ottenere che il confronto sulla vicenda Montedison non sia solo a livello di Ministero dell'industria, un impegno da parte loro a portarlo al livello giusto. Ma naturalmente è prevedibile che si debbano lasciar trascorrere i tempi tecnici necessari per arrivare a questa verifica. Pur- tuttavia occorre che l'Assessorato, la Presidenza della Giunta, il Presidente della Giunta abbiano sempre ben presente che non è cosa indifferente individuare l'interlocutore corretto, quello che conta in questo caso, data la rilevanza dei problemi in gioco politici ed economici e quindi la necessità che ci sia sempre un impegno al massimo livello anche della Giunta regionale per portare in porto questa operazione e per confrontarci in tutte le tappe che l'operazione prevedrà.
Vorrei poi sapere se la Giunta si tiene in rapporto con tutti gli Enti locali del Piemonte interessati a questa vicenda e in caso affermativo se questo rapporto l'ha con ciascuno singolarmente o con una specie di Comitato che li colleghi tutti, in modo che Verbania, Vercelli, Ivrea eccetera siano sempre gli interlocutori nostri, e tutti insieme, in modo unitario se possibile (quando l'unità non ci fosse bisognerebbe verificare i contenuti per realizzarla), nei confronti del Governo e della Montedison.
Da ultimo, desidero proporre che alle informazioni che l'Assessore al lavoro o il Presidente della Giunta faranno di volta in volta su questi temi del lavoro, in apertura di seduta come è stato richiesto, ed alla breve discussione che seguirà sia data precedenza di verbalizzazione da parte delle collaboratrici stenografe che così mirabilmente seguono i nostri lavori, in modo che già il giorno successivo a quello di svolgimento della seduta sia possibile inviarne copia a tutti gli interessati: i Consigli di fabbrica delle aziende in questione, i Sindacati, gli Enti locali. Perché conoscere la versione che l'Assessore al lavoro dà dei fatti e dei contatti ecc. può esser utile alle Organizzazioni sindacali ed ai Comuni per verificare se vi sia coincidenza fra quel che risulta all'Assessore e quello che risulta loro sulla base dei contatti e dei rapporti che hanno con le parti padronali e con il Governo, di modo che non vi sia spazio alcuno per manovre o operazioni dubbie che sempre accompagnano tristissime situazioni come quelle che sono state qui enunciate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Garabello.



GARABELLO Enzo

Signor Presidente, unisco la mia voce a quella dei colleghi, intanto per dichiarare l'apprezzamento per la relazione che ci è stata data.
Effettivamente, ad ora così tarda sembra anche a me sprecata, perch condivido l'impostazione che a questo proposito ha dato il collega Sanlorenzo, che, siccome sono necessarie continue verifiche del mantenimento degli impegni che vengono presi, deve esser dato modo al Consiglio regionale di interloquire sulle questioni prospettate dalla Giunta in maniera da dare ad esse il massimo rilievo esterno, proprio a titolo di conferma, controllo, verifica di quel che è stato fatto.
Purtroppo, è ormai diventato, direi, un punto fisso dell'ordine del giorno dei nostri lavori quello di discutere delle grandinate, non sulle colture agricole ma sulla occupazione. Credo che per quanto concerne l'attività della Giunta, ed in particolare dell'Assessore Conti, assieme al Presidente, non ci sia da fare altro che prenderne atto, parlando per delle singole questioni nell'ambito delle nostre sedute in modo da darvi il maggior rilievo.
A proposito della vicenda Montefibre-Montedison, vorrei ricordare perché l'Assessore e la Giunta lo tengano presente, che proprio in occasione di una recente assemblea di Sindaci e di Consigli di fabbrica degli stabilimenti Valle Susa è stato raccomandato dai lavoratori e dagli amministratori locali di tenere il più possibile collegati tutti i problemi che vanno sotto l'insegna generale Montedison, perché abbiamo ormai la convinzione netta che il gioco del carciofo sia uno fra i preferiti di questa grossa azienda, per cui mentre si apre una schiarita da una parte si attua una chiusura dall'altra.
Certamente, il passaggio negli stabilimenti Valle Susa da zero ad otto ore formalmente è un fatto positivo, anche perché si possono riprendere certi contatti, ma certo io sono dell'avviso dell'Assessore, che non si pu ritenere questa una proposta che le Organizzazioni sindacali possano accettare o di cui ci si possa ritenere soddisfatti. Penso quindi che debba essere mantenuto sempre valido l'impegno che il Presidente della Giunta aveva assunto di fronte ai lavoratori, proprio per impedire che si prosegua in questa politica del carciofo, che per noi ha anche delle specificazioni territoriali (perché Montefibre vuol dire essenzialmente Novara- Vercelli anche se c'é Ivrea di mezzo, Valle Susa vuol dire particolarmente Provincia di Torino).
Quindi, riepilogando, dò atto all'Assessore ed alla Giunta dell'impegno profuso, chiedo anch'io che queste discussioni avvengano in un momento migliore e siano pubblicizzate al massimo, in modo che il Consiglio possa far sentire, pur con tutte le impostazioni critiche, il suo valido sostegno all'azione che la Giunta esplica per la difesa dell'occupazione operaia.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Besate. Ne ha facoltà.



BESATE Piero

Intendo recare il contributo alla discussione citando il caso di due aziende in crisi (ci sarebbe da parlare anche di altre, ma l'Assessore Conti ha avvertito che avrebbe passato in rassegna soltanto alcuni dei casi più macroscopici, urgenti, dolorosi).
Una è la Zacchetti, di Romagnano Sesia e Gattinara (due città che sono divise soltanto da un ponte sul quale è scritto: "Benvenuti in Valsesia" la zona per la quale oggi il Consiglio ha approvato l'istituzione di un'area industriale attrezzata). Si tratta di un'azienda sotto amministrazione controllata, in condizioni difficili. Credo che, oltre a quanto ha già detto l'Assessore, si debba studiare l'eventualità di un intervento particolare sugli Istituti di credito proprio per la situazione particolarissima della Valsesia e in considerazione del fatto che questa situazione è un riflesso della stasi nel settore edilizio.
L'altra azienda è l'Emanuel. Per questa azienda è venuto il momento di prendere una decisione. L'Assessore Conti ha espresso la speranza che la settimana prossima si arrivi ad uno sblocco. Ma siccome questo sblocco più volte si era prospettato, senza esito, e la situazione si è fatta effettivamente difficile, si deve ora scegliere coraggiosamente tra le posizioni del consulente, del curatore, della nuova ditta, della vecchia proprietà, le quali fanno naturalmente i loro interessi, dando la preferenza alla soluzione che meglio assicuri il livello occupazionale. Non aggiungo altro in questa sede, data la delicatezza di questa vicenda.
Ho citato due casi, ma non perché pensi che altre situazioni siano meno importanti. Se si pensa che in un territorio ristretto come quello del Biellese sono 14.000 i lavoratori interessati dalla minaccia del licenziamento o della cassa integrazione ci si rende conto di come ci si trovi veramente sotto l'imperversare di una grandinata estremamente distruttiva.



PRESIDENTE

Non ho altri iscritti a parlare. Chiudo pertanto la discussione sulle comunicazioni dell'Assessore Conti in merito ai problemi dell'occupazione in Piemonte.


Argomento:

Interpellanze, interrogazioni ed ordine del giorno (annuncio)


PRESIDENTE

Prima di concludere la seduta, diamo lettura delle interpellanze interrogazioni e ordine del giorno. Vorrei ancora ricordare ai Capigruppo che entro domani dovrebbero comunicare i nominativi di chi intende partecipare alla Conferenza di Napoli sul Mezzogiorno. Per ora è preannunciata la mia sola partecipazione, ma vorrei che insieme a me ci fosse anche qualche Consigliere.



FRANZI Piero, Consigliere Segretario

Interpellanza del Consigliere Lo Turco, rivolta al Presidente del Consiglio, per sapere quali iniziative intenda assumere per assicurare l'occupazione agli 80 dipendenti della C.C.A. fabbrica per la lavorazione del legno situata nel Comune di Canale, con viva raccomandazione di prendere contatti con lo stesso Comune a fini di salvaguardia dell'economia e dell'occupazionalità interpellanza dei Consiglieri Revelli e Lo Turco, rivolta al Presidente della Giunta, in merito al fatto che la Direzione della Cartiera di Ormea alla richiesta del Consiglio di fabbrica di conoscere la situazione produttiva dell'azienda, ha risposto con la proposta di porre in cassa integrazione tutti i lavoratori a partire dal 10 marzo, adducendo che vi sono in magazzino 20.000 quintali di carta contro una giacenza normale di appena 12.000, e per sapere se non si ritenga opportuno, unitamente all'Amministrazione provinciale di Cuneo, al Comune di Ormea, alla Comunità montana dell'Alta Valle Tanaro, convocare al più presto la proprietà della Cartiera al fine di conoscere i piani di ristrutturazione che intende portare avanti interpellanza dei Consiglieri Lo Turco e Revelli, rivolta al Presidente della Giunta, sul fatto che la popolazione della Valle Vermenagna, ed in particolare di Limone Piemonte, non riceve i programmi del secondo canale televisivo interrogazione urgente del Consigliere Besate in merito alla situazione dell'occupazione operaia alla Emanuel interrogazione con richiesta di risposta scritta del Consigliere Revelli, rivolta all'Assessore alla sanità, per conoscere se sia già stato approvato l'organico dell'Ospedale civile di Demonte interrogazione urgente con richiesta di risposta scritta del Consigliere Zanone, rivolta al Presidente della Giunta in rapporto al fatto che il Comitato di difesa dei fanciulli, che assiste nell'Istituto di strada Valpiana 31, a Torino, una ottantina di fanciulli, maschi e femmine si trova sprovvisto di fondi e che pertanto non può continuare nella propria benefica attività interrogazione urgente, con richiesta di risposta scritta, del Consigliere Zanone, per avere notizie circa il piano di ristrutturazione della Baraggia Vercellese ordine del giorno dei Consiglieri Carazzoni e Curci con cui si fanno voti perché il prezzo della benzina in Italia non venga ulteriormente aumentato, considerato che è già il più alto della Comunità europea.



PRESIDENTE

Ringrazio tutti i Consiglieri e dichiaro chiusa la seduta. La prossima riunione è fissata per giovedì prossimo, 13 marzo, alle ore 9,30 e alle ore 15.



(La seduta ha termine alle ore 19,50)



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