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Dettaglio seduta n.285 del 06/02/75 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici

Esame disegni di legge nn. 191 e 241 relativi a "Provvidenze speciali per il risanamento delle acque a favore dei Consorzi e degli altri Enti locali previsti dal relativo piano regionale" (seguito)


PRESIDENTE

La seduta è aperta. Chiediamo scusa al Consiglio del ritardo, ma avevamo una riunione per la sede, che si e protratta più del previsto.
Hanno chiesto congedo i Consiglieri Conti, Debenedetti, Falco, Giovana Nesi.
Eravamo rimasti all'art. 9 della legge in esame, ed era stato proposto dal Consigliere Bianchi un emendamento aggiuntivo al penultimo comma. La presentazione di tale emendamento mi induce a pensare che forse, di fronte alla proposta del loro Capogruppo, i Consiglieri Giletta, Menozzi Bertorello e Franzi intendono ritirare il loro.



MENOZZI Stanislao

Signor Presidente, per la verità noi non conosciamo ancora nella sua stesura definitiva l'emendamento Bianchi, che questa mattina era stato appena abbozzato.



PRESIDENTE

Allora, Consigliere Menozzi, ne darò lettura: "Emendamento aggiuntivo al penultimo comma dell'art. 9: 'La misura del concorso, dal quale sono comunque escluse le aziende agricole ad indirizzo zootecnico previste e disciplinate dalla legge regionale n. 17 del 2/7/'74...'". Consiste cioè nell'inserire l'inciso ora letto, dopo le parole: "La misura del concorso".



MENOZZI Stanislao

Per non procrastinare eccessivamente i lavori di questo Consiglio dichiariamo di ritirare il nostro emendamento, augurandoci comunque che la legge, che verrà varata, possa essere una legge chiara per dell'acqua limpida, sul che incomincio ad avere qualche dubbio.



PRESIDENTE

Apro la discussione sull' emendamento Bianchi, che rimane l'unico presentato, dopo il ritiro dell'emendamento Menozzi ed altri.
Chiede di parlare il Consigliere Calsolaro. Ne ha facoltà.



CALSOLARO Corrado

Non sono certo, non avendolo consultato, di interpretare il pensiero del Gruppo socialista, ma per quanto personalmente mi riguarda non vorrei dover arrivare a dire che con questo emendamento si stabilisce un nuovo principio, quello secondo cui di fronte alla tutela dell'ambiente i cittadini, almeno i cittadini che inquinano, e quindi anche le aziende sono uguali per la legge, meno le aziende zootecniche, che sono "più uguali" degli altri. Certo, a me sembra che denoti serietà e senso di responsabilità la considerazione che ha fatto questa mattina l'Assessore Fonio, con il dire esplicitamente che in merito a questa legge si fa un discorso di carattere ecologico, e quindi o ci si attiene a questi principi o questi principi si disattendono, ed allora si stravolge la natura, il significato, lo spirito della legge; altrimenti, a questo punto io mi potrei domandare perché non vengano escluse da questa normativa, per esempio, le aziende artigiane che abbiano soltanto cinque dipendenti, o perché non vengano escluse le aziende industriali che abbiano gli operai in cassa integrazione. Faccio delle domande così, a caso, le prime che mi vengono alla mente. L'art. 9 non dice che queste aziende debbano senz'altro pagare, ma fissa dei parametri obiettivi, che sono il grado di utilizzazione delle opere ed il carico di inquinamento, in base ai quali stabilire se esse siano o no tenute a pagare. (Gli odori, se mi consente il Consigliere Dotti, in questa legge non c'entrerebbero: faremo magari poi una legge sugli odori, ma oggi non è di questo che stiamo parlando).
Il collega Bono chiedeva stamattina di fissare nuovi parametri nei confronti delle aziende, stabilendo altre percentuali, di cui si è tra l'altro anche molto discusso in sede di Commissione. Si può quindi essere o no d'accordo su quel 50%: quello che è importante è che non si può non essere d'accordo sul principio che chi inquina, chiunque esso sia, deve pagare, come pagano tutti i cittadini.
Se poi questa norma vuol essere soltanto una superfetazione legislativa, non la dobbiamo inserire nella legge, perché se queste aziende non scaricano, o scaricano senza inquinare, non sono tenute, evidentemente a pagare, secondo la normativa stabilita dall'art. 9; se invece scaricano inquinando, non vedo motivo perché siano esonerate da un carico; a meno che, ripeto quel che dicevo prima e non volevo dire, le aziende agricole siano di fronte alla legge "più uguali" che non le aziende industriali e gli artigiani e tutti gli altri cittadini. Quindi, si tratta di una questione di principio, di una questione equitativa, che a mio avviso non si può disattendere, pena lo stravolgimento, ripeto, dei principi relativi a quel discorso ecologico al quale mi sembra facesse giustamente richiamo questa mattina l'Assessore Fonio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Vera. Ne ha facoltà.



VERA Fernando

Nel presentare il loro emendamento originario, gli amici Menozzi ed altri si proponevano evidentemente di esentare da un gravame forse eccessivamente oneroso la piccola proprietà agricola, che a tutti sta a cuore e che indubbiamente nell'ambito degli obiettivi della comunità ha anche un carattere prioritario rispetto agli stessi fini ecologici. Non sono però affatto sicuro che questo obiettivo si possa raggiungere attraverso questo tipo di emendamento, che discrimina tra aziende che hanno un certo tipo di struttura agricola e altre che hanno invece un carattere industriale, per cui, ammesso che in Piemonte esistesse una proprietà terriera latifondistica sul tipo di quella dei principi Torlonia, questa rispetto alla piccola industria di cento operai, si troverebbe in una posizione privilegiata pur essendo una grossa impresa di carattere agricolo e zoo-agricolo.
Posso anche ammettere che in vista di obiettivi di carattere collettivo si soprassieda a considerazioni sia pur degne di carattere ecologico, per queste devono, a mio giudizio, discriminare una piccola proprietà rispetto ad una grossa proprietà, mentre questo tipo di discriminazione francamente, non lo trovo nell'emendamento presentato dal collega Bianchi e ciò mi lascia profondamente perplesso, al punto da farmi ritenere che tutto sommato, tenendo conto anche dell'osservazione che faceva il collega Calsolaro sul fatto che l'onere è correlato al grado di inquinamento, sia meglio lasciare le cose come stanno, evitando emendamenti che rischiano veramente di peggiorare la situazione, di creare altre discriminazioni in aggiunta alle precedenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Franzi. Ne ha facoltà.



FRANZI Piero

Signor Presidente, signori colleghi, forse saremo ancora una volta considerati dei corporativi, accusati di metterci il paraocchi per difendere l'agricoltura; ma è una considerazione che ci lascia indifferenti anche sotto questo profilo.
E' superfluo dire che la preoccupazione che già ha manifestato questa mattina il collega Menozzi è anche mia. Qualcuno ha detto che non ci pu essere una distinzione fra la normativa della legge approvata il 3 ottobre dello scorso anno e la normativa che si intende approvare oggi. Ora, la legge del 3 ottobre riguarda "provvedimenti per la depurazione delle acque e la disciplina degli scarichi delle attività produttive"; quella che si sta per approvare oggi ha tutta un'altra logica consequenziale, riguarda "provvidenze speciali per il risanamento delle acque nell'interesse dei consorzi". Noi rappresentanti dei produttori agricoli, nel mese di ottobre 1974 non avevamo sollevato alcuna eccezione perché ci era stato assicurato ben chiaramente dall'Assessore che là, ove si menzionavano le attività "zoo agricole" ci si riferiva solo alle attività di allevamento e di agricoltura non strettamente connesse alla figura dell'imprenditore agricolo ma a quelle extra-agricole. Oggi, invece, abbiamo la sorpresa che come attività zoo-agricole si devono intendere anche le attività vere e proprie dell'imprenditore agricolo.
Si è detto, anche, che è difficile distinguere a qual punto l'agricoltura diventa industria. Però, a me pare che all'art. 2135 del Codice Civile - l'Assessore all'Ecologia, che è avvocato, lo sa meglio di me - si dia una precisa interpretazione di quel che si deve considerare attività agricola. Di conseguenza, quando noi abbiamo una azienda nella quale si alleva bestiame e ci si attiene alle disposizioni della legge regionale del 3 ottobre non si può parlare di deflusso inquinante. Perch la logica per noi è questa: visto che l'azienda agricola deve avere il proprio depuratore, in ogni caso pulire i liquami, depurarli, se del caso nel momento in cui vengono immessi nelle condutture pubbliche, essa non deve più essere obbligata a pagare il contributo di una ulteriore depurazione. Questo è il caso che ha voluto prospettare il collega Menozzi questo è il caso che sostengo anch'io. Noi dichiariamo che i produttori agricoli non intendono certo opporsi alla difesa ecologica del territorio tanto più che sono proprio essi ad utilizzare le acque di discarica, (che sono anche quelle di discarica pubblica), per irrigare i prati, le risaie i terreni. E, guarda caso, il più delle volte sono proprio essi a subire il danno dell'inquinamento delle acque a causa dei prodotti che vi vengono scaricati dalle industrie, non certamente dall'agricoltura. Solo da alcuni anni a questa parte, da quando cioè le industrie hanno introdotto l'uso di prodotti inquinanti, quali solventi ed altri composti chimici del genere si verificano casi di intossicazione del bestiame. Prima, anche se venivano scaricati nei torrenti o nei fiumi liquami di stalle agricole, non c'era inquinamento.
Accettiamo l'emendamento Bianchi, e lo voteremo, se sarà posto in votazione, anche a costo di esser posti in minoranza, però, sia chiaro che dichiariamo di voler osservare la legge dell'ottobre '74 per la depurazione delle acque per essere ossequenti a norme precise della Regione; tuttavia se questi liquami, già depurati per esigenze tecniche, fossero immessi in quelle condutture di cui alla legge che si sta per approvare, si insiste che i produttori agricoli siano esonerati da ogni obbligo di pagamento.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Cardinali. Ne ha facoltà.



CARDINALI Giulio

Cercherò di non aggiungere confusione ma di dare un contributo di chiarezza.
A mio modo di vedere, l'art. 9 andava bene così com'era. Per comprendo le perplessità espresse circa il far gravare su aziende agricole non tanto i compiti della depurazione quanto onerosi esborsi finanziari inerenti al costo delle depurazioni. Perché di due cose diverse si tratta: da una parte di depurare, dall'altra di dare un contributo finanziario.
Ricordo di essermi trovato una volta a fare un progetto di fognatura e di aver constatato la difficoltà di farla funzionare a causa dell'esistenza in quella zona di un grosso allevamento di maiali, che creava problemi di scarico obiettivamente pressoché insolubili. Ora, è chiaro che non si poteva non pretendere che chi svolgeva quell'attività contribuisse in qualche modo o si preoccupasse di purificare le acque al momento della loro immissione nella fognatura pubblica. Ma per lo più nelle cascine delle nostre pianure - Novarese, Vercellese, Casalese, Astigiano eccetera - il liquame viene utilizzato per i terricciati eccetera ed in fognatura materiale solido non ne arriva, per cui danni non ne vengono.
Io proporrei allora una lievissima modifica all'art. 9, sostituendo al termine "zoo-agricole" quello "agricolo-industriali", cosicché essa suoni: "Le aziende industriali, artigiane e agricolo-industriali che immettono scarichi pretrattati a norma della legge regionale..." (quindi, c'è una condizione, occorre la pretrattazione a norma di quella legge, il che significa che la legge interviene, perché se non è rispettata è anche prevista la sanzione). Così il problema sarebbe risolto, perché così classificheremmo quelle che hanno...



BIANCHI Adriano

E' un termine che per noi andrebbe bene, ma che non è accettato come risolutivo...



BERTORELLO Domenico

E' proprio l'espressione che io avevo proposto di usare.



FRANZI Piero

Basterebbe che la Giunta desse assicurazioni che questa è la sua interpretazione.



CALSOLARO Corrado

Ma cosa significa? Allora, tanto vale fissare il numero limite di maiali oltre il quale si passa da azienda agricola ad azienda industriale.



PRESIDENTE

Nessun altro intende intervenire? L'argomento è stato d'altronde sufficientemente sviscerato, ed è tempo di passare alla votazione.
Per permettere ulteriori chiarimenti, sospendo la seduta per alcuni minuti.



(La seduta, sospesa alle 16,30, riprende alle 17,05)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Leggo la formulazione, che mi è pervenuta ora, dell'emendamento a firma del Consigliere Cardinali: "Proposta di emendamento all'art. 9 - Il primo capoverso va così modificato: 'Le aziende industriali, artigiane ed agricolo-industriali che immettono.., ecc.'", cioè esso contiene la modifica già illustrata dal Consigliere Cardinali.
Qual è l'atteggiamento della Giunta sui due emendamenti Bianchi e Cardinali, rimasti in discussione dopo il ritiro dell'emendamento Menozzi ed altri?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

La Giunta, vagliata attentamente la questione, e fattasi carico di tutte le considerazioni e le ragioni che sostengono i vari interventi e le proposte anche di questi emendamenti, rileva, come primo argomento, che potrebbe apparire soltanto formale ma ha la sua ragione di sostanza, che non è opportuno a breve distanza di tempo adottare in leggi afferenti ad argomenti omogenei, come questo, per esempio, del settore dell'agricoltura una terminologia difforme, poiché questo potrebbe comportare una interpretazione distorta. Io penso che gli Uffici legislativi della Camera dei Deputati e del Senato - e potrebbe essere utile anche un Ufficio legislativo al Consiglio Regionale - abbiano proprio questa funzione: ricondurre ai principi, ricordare al legislatore, impegnato in mille cose un certo precedente, una certa formulazione alla quale è bene attenersi per evitare interpretazioni distorte.
La Giunta si è però molto preoccupata del sottofondo di questo discorso, e cioè che vi possano essere interpretazioni che comportino per certe piccole aziende un onere che potrebbe metterle in difficoltà. Si è peraltro fatta anche quest'altra considerazione: se un'azienda, anche di non grandi dimensioni, e pertanto scarsamente inquinante, o molto ridottamente inquinante, o per niente inquinante, proprio per la possibilità di una raccolta fatta all'interno, oggi si serve di un servizio, che può derivare dall'impianto del collettore, della raccolta di questi liquami, può sorgere un problema che deve essere valutato: come è costituito questo collettore, chi lo costituisce? Molto verosimilmente lo costituiscono dei consorzi. E' possibile pretendere che questi consorzi gestiscano il collettore senza ricevere da questi coltivatori, da questi proprietari di aziende sia pur ridotte un contributo? Ecco un altro problema importante.
Però, dopo una disamina, vorrei dire in un certo senso statistica, di rilevazione, si è convenuto da parte degli esperti, di coloro che confortano il Presidente in questa sua affermazione, che il problema in termini concreti, in Piemonte, per quanto si può conoscere, è limitato a pochissimi casi. La Giunta è pertanto arrivata a questa conclusione: di non accettare questi emendamenti, così come sono stati proposti, pur riconoscendone la validità nell'interpretazione che è a monte di quello che Cardinali e Bianchi hanno detto, affinché non si creino delle distorte interpretazioni. Però, la Giunta deve farsi carico di questa situazione e risolverla, a volta a volta che venisse evidenziata, attraverso un intervento che non sia proprio di questa legge omogenea e di fondo ma attraverso l'applicazione di quelle norme di contributo che possono far riferimento alle altre leggi che assistono la dinamica dell'attività agricola, intervenendo, se mai, in quella forma caso per caso, proprio per la modestia della dimensione di questo problema.
Informo pertanto i Consiglieri che hanno proposto l'emendamento che la Giunta non è in grado in questo momento di accoglierlo: si rimette all'esito della votazione del Consiglio.



BIANCHI Adriano

Ritiro il mio emendamento.



PRESIDENTE

Anche il Consigliere Cardinali ritira il suo emendamento.
Chiede di parlare il Consigliere Menozzi. Ne ha facoltà.



MENOZZI Stanislao

Dopo le dichiarazioni del Presidente, dichiariamo che daremo parere favorevole sulla legge in generale.
Sull'art. 9 ci erano sorte molte riserve: confidiamo - penso che al Presidente sia sfuggito per stringatezza di discorso - che quanto così chiaramente dichiarato venga altrettanto chiaramente esplicitato nelle norme regolamentari. Se così sarà il nostro voto sarà doppiamente favorevole.



PRESIDENTE

Allora passiamo al voto per appello nominale sull'art. 9, del quale avevo già dato lettura.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 33 Hanno risposto sì n. 24 Consiglieri Hanno risposto no n. 9 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
Art. 10. - "Ai fini dell'attuazione della presente legge sono autorizzate le seguenti spese occorrenti per la realizzazione dei programmi approvati dalla Giunta Regionale, ai sensi del precedente articolo 6 secondo comma: 800 milioni per l'anno 1974 6.200, milioni per l'anno 1975 9.000 milioni per l'anno 1976 10.000 milioni per l'anno 1977 Con successive leggi regionali saranno autorizzate le spese occorrenti alla realizzazione di ulteriori stralci pluriennali del piano di cui all'articolo 1 della presente legge.
All'onere di 800 milioni si provvede, ai sensi della legge 27 febbraio 1955, n. 64, con una quota, di pari ammontare, della disponibilità esistente nel fondo di cui al capitolo n. 1401 del bilancio per l'anno finanziario 1974 e mediante l'istituzione, nello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno finanziario 1975, del capitolo n. 1136, con la denominazione 'Contributi in capitale a favore di Consorzi e di altri Enti locali, nelle spese per la costruzione di collettori e di impianti di depurazione degli scarichi di acque reflue (spesa per l'anno 1974) e lo stanziamento di 800 milioni'.
Agli oneri di cui al primo comma, ricadenti negli anni dal 1975 al 1977 compresi, si farà fronte con l'accensione di mutui, dell'ammontare annuo ivi indicato, alle migliori condizioni di tasso e di durata possibili, da estinguere in semestralità costanti posticipate. La Giunta Regionale è autorizzata ad assumere, con proprie deliberazioni, i mutui predetti.
Negli stati di previsione dell'entrata e della spesa per gli anni dal 1975 al 1977 compresi, saranno rispettivamente iscritti il capitolo n. 77 con la denominazione 'Provento del mutuo autorizzato per il finanziamento di contributi in conto capitale, a favore di Consorzi e di altri Enti locali, nelle spese per la costruzione di collettori e di impianti di depurazione degli scarichi d'acque reflue' ed il capitolo n. 1137, con la denominazione 'Contributi in capitale a favore di Consorzi e di altri Enti locali, nelle spese per la costruzione di collettori e di impianti di depurazione degli scarichi di acque reflue' e gli stanziamenti indicati nel primo comma.
Le somme non impegnate in un esercizio finanziario potranno essere impegnate in esercizi finanziari successivi, in relazione all'articolo 36 2° comma, del R.D. 18 novembre 1923, n. 2440, con le successive modificazioni ed integrazioni".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare. Si proceda pertanto al voto per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 35 Hanno risposto sì n. 26 Consiglieri Hanno risposto no n. 9 Consiglieri L'art. 10 è dunque approvato.
Art. 11. - "A partire dall'anno 1975 e fino alla completa estinzione dei mutui di cui all'articolo 10, nei bilanci di previsione saranno iscritti il capitolo n. 396 ed il capitolo n. 1405, riguardanti rispettivamente la quota interessi e la quota di rimborso del capitale per l'ammortamento dei mutui autorizzati ai sensi del quarto comma, con stanziamenti pari, in complesso, alle rate di ammortamento scadenti in ciascuno degli anni medesimi.
Al maggior onere derivante dall'ammortamento dei mutui, valutato in 300 milioni per l'anno 1975, si provvede mediante riduzione dei fondi speciali di cui al capitolo n. 1018 e di cui al capitolo n. 1406 dello stato di previsione della spesa del corrispondente bilancio, nella rispettiva misura di 270 milioni e di 30 milioni.
Al maggior onere ricadente nell'anno 1976, valutato in 700 milioni, si farà fronte con una quota, di pari ammontare, della disponibilità derivante dalla cessazione degli oneri iscritti nei capitoli n. 33 e n. 35 del bilancio per l'anno finanziario 1975, relativi alla rinnovazione del Consiglio Regionale.
Al maggior onere ricadente nell'anno 1977, valutato in 1.400 milioni si farà fronte con la disponibilità di 200 milioni derivante dalla riduzione dell'onere di cui all'articolo 19, secondo comma, della legge regionale 2 luglio 1974, n. 27, nonché con le disponibilità di 950 milioni e di 250 milioni derivanti rispettivamente dalla cessazione degli oneri di cui all'art. 21, terzo comma, della legge regionale 2 luglio 1974, n. 27, e di cui all'articolo 10, quarto e quinto comma, della legge regionale 2 luglio 1974, n. 19.
Al maggior onere ricadente nell'anno 1978 e negli anni successivi valutato in 1.400 milioni, si farà fronte con le disponibilità di 200 milioni e di 170 milioni derivanti dalla riduzione, rispettivamente dell'onere di cui all'articolo 19, secondo comma della legge regionale 2 luglio 1974, n. 17, e dell'onere di cui all'articolo 13, quarto e quinto comma, della legge regionale 9 aprile 1974, n. 10, nonché con le disponibilità di 480 milioni e 550 milioni derivanti dalla cessazione rispettivamente, dell'onere di cui all'articolo 21, terzo comma, della legge regionale 2 luglio 1974, n .17, e degli oneri di cui alla legge regionale 19 agosto 1974, n. 25".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare. Si proceda pertanto alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 33 Hanno risposto sì n. 24 Consiglieri Hanno risposto no n. 9 Consiglieri Anche l'art. 11 è approvato.
Art. 12. - "Per la concessione della garanzia di cui all'articolo 7 ultimo comma, della presente legge, è autorizzata la spesa di 70 milioni per l'anno 1975, di 180 milioni per l'anno 1976, di 300 milioni per ciascuno degli anni dal 1977 al 1994, di 230 milioni per l'anno 1995 e di 120 milioni per l'anno 1996.
Nei bilanci di previsione per gli anni 1975 e seguenti sarà iscritto il capitolo n. 1138 con la denominazione 'Prestazione di garanzia fidejussoria per l'ammortamento dei mutui accesi da Consorzi ed altri Enti locali per la costruzione di collettori ed impianti di depurazione degli scarichi di acque reflue', e con stanziamenti pari alla somma autorizzata ai sensi del precedente comma.
Ai maggiori oneri conseguenti la prestazione della garanzia di cui ai precedenti commi, si farà fronte con una disponibilità di 300 milioni derivante dalla cessazione, a partire dall'anno 1975, di una quota di pari ammontare dell'onere iscritto nel capitolo n. 382 del bilancio per l'anno 1974, ai sensi della legge regionale 4 gennaio 1973, n. 1.
Le somme non impegnate in un esercizio finanziario potranno essere impegnate in esercizi finanziari successivi, in relazione all'articolo 36 secondo comma, del R.D. 18 novembre 1923, n. 2440, con le successive modificazioni ed integrazioni.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
E' stato presentato un emendamento dai Consiglieri Garabello, Zanone Calsolaro: "L'art. 12 è sostituito dal seguente: 'per la concessione della garanzia di cui all'art. 7, ultimo comma della presente legge, è autorizzata la spesa di 50 milioni per l'anno 1975 di 180 milioni per l'anno 1976, di 200 milioni per il 1977 e per ciascuno degli anni successivi fino all'estinzione dei mutui di cui all'art. 7 ultimo comma della presente legge.
All'onere di 50 milioni per l'anno 1975 si provvede mediante la riduzione di pari importo dello stanziamento di cui al capitolo 1018 dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno medesimo e mediante la istituzione del capitolo n .1138 con la denominazione 'Prestazione di garanzia fidejussoria per l'ammortamento dei mutui accesi da Consorzi ed altri Enti locali per la costruzione di collettori ed impianti di depurazione degli scarichi di acque reflue' e lo stanziamento di 50 milioni.
Nei bilanci degli anni 1976 e successivi sarà iscritto il capitolo n.
1138 con la denominazione di cui al precedente comma e con stanziamenti pari alle somme indicate per ciascun anno nel primo comma del presente articolo. Al maggior onere ricadente negli anni 1976 e successivi si farà fronte con una disponibilità di 150 milioni derivanti dalla riduzione a partire dall'anno 1976 degli oneri di cui alla legge regionale 8/11/'74 n.
32.
Le somme non impegnate in un esercizio finanziario potranno essere impegnate in esercizi finanziari successivi, in relazione all'art. 36 secondo comma, del R.D. 18 novembre 1923, n. 2440, con le successive modifiche ed integrazioni.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio'".
Mi pare si tratti soltanto di una variante di natura tecnica.
Chi intende approvare l'emendamento è pregato di alzare la mano. E' approvato a maggioranza.
Si proceda al voto sull'art. 12 nella nuova stesura ora approvata per alzata di mano. La votazione avviene per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 33 Hanno risposto sì n. 24 Consiglieri Hanno risposto no n. 9 Consiglieri L'art. 12 è approvato.
Da parte dell'Assessore Fonio viene proposta la seguente norma transitoria, da collocarsi dopo l'art. 12: "Per il primo anno di applicazione della presente legge, le domande di cui all'art. 4 devono essere presentate entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge medesima".
Mi pare sia chiaro. La parola al Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

Per me non è chiaro affatto. Perché se le domande potranno essere presentate anche con un ritardo di due mesi, tutti i termini dovranno essere spostati di identico periodo; quindi dovrà essere dilazionato di sessanta giorni il termine del 15 maggio, ed altrettanto quello del 30 novembre e quello del 15 gennaio.
Mi domando piuttosto se non sarebbe opportuno, anziché adottare una norma transitoria di questo tipo, che implica comunque lo spostamento di sessanta giorni di tutti i termini previsti dalla legge, dare comunicazione agli Enti interessati del fatto che il Consiglio Regionale ha approvato questa legge, che si presume torni approvata entro il 6 marzo, e li si inviti a predisporre la presentazione delle domande entro il 31 marzo prossimo. Gli Enti che hanno in programma l'attuazione degli impianti di depurazione e dei collettori saranno praticamente già pronti per la presentazione della domanda: se si darà da parte dell'Assessore questo avviso agli Enti attuatori - con l'indicazione, ripeto, che la legge dovrà tornare approvata entro il 6 marzo e che quindi entro il 31 marzo essi dovranno presentare la domanda - si eviterà una norma un po' complicata che implica lo spostamento di tutti i termini (non soltanto di quello di presentazione della domanda).
Comunque, sono sostanzialmente d'accordo sull'emendamento proposto dall'Assessore Fonio, facendo però presente che bisogna avere l'avvertenza di precisare che per il primo anno di applicazione della legge tutti i termini si intendono spostati di 60 giorni, a far tempo, però, dall'entrata in vigore della legge. Secondo me, tanto varrebbe fare una leggina a parte ad evitare una complicazione per gli Enti locali ed un carico considerevole di lavoro per gli uffici.



PRESIDENTE

Mi pare che l'articolo aggiuntivo sia chiaro su quanto ha detto lei Consigliere, perché è di questo genere: "Per il primo anno di applicazione della presente legge, le domande di cui all'art. 4 debbono essere presentate entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge medesima...".



CALSOLARO Corrado

Ma bisogna aggiungere che "di sessanta giorni si intendono spostati tutti gli altri termini di cui alla legge". Se non si spostassero anche questi termini si avrebbe l'assurdo che una domanda può essere presentata entro il 31 maggio ma la Commissione deve decidere in merito quindici giorni prima.



FONIO Mario, Assessore alla tutela dell'ambiente ed uso delle acque

Possiamo dire: "Conseguentemente, tutti gli altri termini vengono dilazionati di sessanta giorni".



PRESIDENTE

Rileggo l'emendamento, nella forma più completa: "Per il primo anno di applicazione della presente legge le domande di cui all'art. 4 debbono essere presentate entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge medesima, e conseguentemente tutti gli altri termini vengono dilazionati di sessanta giorni".
Mi pare che questa nuova formulazione rispecchi quanto il Consigliere Calsolaro intendeva precisare. E' così?



CALSOLARO Corrado

Così va bene.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'articolo aggiuntivo di cui ho dato lettura proposto dall'Assessore Fonio. Essendo presentato da un Assessore, è implicito che la Giunta lo accoglie. Chi intende approvarlo è pregato di alzare la mano.
E' approvato a maggioranza.
Passiamo ora al voto per appello nominale per l'approvazione dell'art.
13, che sarà costituito dalla norma transitoria ora votata.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 35 Hanno risposto sì n. 26 Consiglieri Hanno risposto no n. 9 Consiglieri L'art. 12 bis, che diventa art. 13, è approvato.
Art. 13. - La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'articolo 127 della Costituzione e dell'art. 45 dello Statuto regionale ed entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione.
Se nessuno intende prendere la parola si passa alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 35 Hanno risposto sì n. 26 Consiglieri Hanno risposto no n. 9 Consiglieri L'art. 13 (diventato art. 14) è approvato. Passiamo alla votazione dell'intero disegno di legge.
La parola al Consigliere Calsolaro per dichiarazione di voto.



CALSOLARO Corrado

Signor Presidente, signori Consiglieri, il Gruppo socialista vota a favore di questa legge che qualifica in modo positivo l'attività della Giunta e del Consiglio della nostra Regione. Essa anticipa in modo evidente e l'ha detto durante l'intervento di stamattina il collega Zanone - la legge regionale per la tutela delle acque quale appare delineata nella bozza predisposta dal Comitato parlamentare di studio sul problema delle acque in Italia. Questa infatti prevede - o meglio, conferma - la competenza delle Regioni per la redazione dei piani regionali di risanamento delle acque, per la direzione del sistema di controllo degli scarichi e degli insediamenti, per il coordinamento e la verifica di coerenza dei programmi degli Enti locali. Conferma la competenza delle Province in materia di controllo degli scarichi per quanto attiene ai limiti di accettabilità. Prevede, ancora, che i servizi pubblici di acquedotto, fognature e depurazione delle acque usate vengano gestiti da Comuni o da Consorzi idraulici intercomunali obbligatori; che questi siano istituiti con legge regionale e che le Comunità montane possano essere equiparate ad essi. Che i servizi in oggetto siano gestiti in forma unitaria, con un medesimo bilancio, mediante aziende speciali.
Contiene, in sostanza, tutta una serie di norme, oltre a quelle già indicate, largamente recepite tanto nella legge sugli scarichi, attualmente in vigore, quanto nella legge che stiamo per approvare.
Riteniamo che così operando la nostra Regione si ponga all'avanguardia nella politica di tutela dell'ambiente, così come è avvenuto per esempio con la legge per la difesa dagli incendi boschivi, per la legge sulla caccia, per quella sulla flora e per quella, già citata, sugli scarichi delle attività produttive.
Non abbiamo ritenuto opportuno accogliere (anche se ci rendiamo conto che si tratta di una proposta che ha un suo fondamento e sulla quale ci riserviamo di approfondire lo studio e la ricerca in materia, cosa che potrà essere esplicitata in occasione della discussione sul bilancio) la proposta che è stata avanzata dal collega Berti di una gestione diretta del piano da parte della Regione, pur con la riserva che ho detto, in quanto a nostro avviso ci sembra che ciò potrebbe determinare, al di là delle intenzioni dei proponenti, suggestioni centralizzatrici da parte del potere, o di alcuni settori del potere, regionale; un margine, anche ridotto, di onere finanziario a carico dei poteri locali ed il riconoscimento a favore di essi delle più ampie facoltà di gestione dei servizi inerenti al piano - tanto in fase di progettazione quanto di esercizio - sono destinati a promuovere lo sviluppo autonomo di programmi in sede locale, a rendere cioè responsabili le Amministrazioni locali delle loro scelte. Ma su questo argomento, come ho detto, ci riserviamo di puntualizzare ulteriormente la nostra posizione.
Confidiamo che l'iniziativa legislativa regionale possa costituire anche un'occasione di promozione di una legislazione nazionale che nel rispetto delle competenze regionali e locali ponga a loro disposizione i mezzi per l'attuazione di un'efficace politica dell'ambiente e che le Regioni, per conto loro e con risorse limitate, stanno avviando tra obiettive difficoltà di studio, di ricerca e di impegno finanziario.
Abbiamo sentito accennare a progetti speciali a mezzo dei quali si dovrebbero affrontare i problemi di tutela dell'ambiente, almeno in tre grandi aree della nostra Regione (l'area metropolitana di Torino, il Lago Maggiore, lo Scrivia). 55 miliardi, ha detto stamattina l'Assessore Fonio dovrebbero soccorrere l'entità dello stanziamento che per ora grava esclusivamente, in carenza di interventi del potere centrale, sui bilanci della Regione e degli Enti locali ai fini del risanamento delle acque.
Sull'ultimo numero di una rivista che noi tutti riceviamo, che mi pare sia "Italia Regioni", c'era in prima pagina una frase tra virgolette "C'è chi crede nei progetti speciali" e poi nell'interno della rivista l'articolo sui progetti speciali non c'era. Mi sembra abbastanza significativo ed ho voluto citare il fatto per confermare l'opinione che hanno molti Consiglieri Regionali, non soltanto io, su questi progetti speciali. La questione mi sembra posta molto bene da questa rivista, con il grosso titolo in prima pagina (coloro che credono all'esistenza, alla validità di questi progetti speciali) mentre poi nell'interno non c'è l'articolo. Non voglio entrare in argomento, l'ho solo citato per dire che abbiamo delle perplessità, che credo abbastanza fondate, sulla volontà politica di portare avanti i progetti speciali.
La copertura di spesa, comunque, fino al 1977 consentirà, in occasione del rifinanziamento della legge, la possibilità di esaminare - alla luce delle condizioni di bilancio della Regione e degli Enti locali - le eventuali modifiche da apportare alla legge stessa, correggendo quelle discrasie che si fossero evidenziate fra gli obiettivi enunciati nel provvedimento e la loro pratica realizzazione.
Certo che non possiamo non consentire - con quello che proprio stamattina diceva il collega Zanone - sul fatto che, votato un piano per l'intervento della Regione a favore dei Consorzi dei Comuni, sembra abbastanza difficile che con un'altra legge generica si possa intervenire a sostegno di depuratori e di collettori di Enti locali. E' convinzione del Gruppo socialista che la legge regionale che oggi votiamo esaurisca le possibilità di intervento della Regione sui depuratori e sui collettori degli Enti locali. Se così non fosse salterebbe l'opportunità di fare una legge di questo tipo e dovremmo dire che non esiste nessuna scala di priorità. Se c'è una legge che stabilisce quali sono le aree nelle quali si deve intervenire, non ha senso che poi Comuni sparsi nel territorio regionale abbiano le stesse possibilità che vengono invece date, in misura piuttosto cospicua, a favore di Comuni e di Consorzi di Comuni che rientrano nella problematica aperta dal piano. Ma io sono convinto che anche su questo problema, come su quello che era stato sollevato a proposito dell'art. 9, interverrà quel criterio di saggia ragionevolezza e prudenza che ha dimostrato la Giunta in questa occasione e che sicuramente non mancherà nella discussione sul progetto di legge n. 241.
Il Gruppo socialista esprime il voto favorevole alla legge, nella convinzione che essa corrisponda pienamente agli obiettivi di tutela dell' ambiente e segnatamente delle acque, verso le quali la Regione ha indirizzato ed operato una scelta programmatica di priorità assoluta sulla quale noi concordiamo.



PRESIDENTE

Se più nessuno desidera intervenire per dichiarazione di voto, pongo in votazione l'allegato a cui si fa riferimento nel testo della legge.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 34 Hanno risposto sì n. 27 Consiglieri Hanno risposto no n. 7 Consiglieri L'allegato è approvato.
Pongo in votazione l'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 36 Hanno risposto sì n. 29 Consiglieri Hanno risposto no n. 7 Consiglieri Il disegno di legge è approvato.


Argomento:

Esame disegni di legge nn. 191 e 241 relativi a "Provvidenze speciali per il risanamento delle acque a favore dei Consorzi e degli altri Enti locali previsti dal relativo piano regionale" (seguito)

Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Dovremmo proseguire con l'ordine del giorno, però le leggi per i trasporti sono esattamente cinque ed è impensabile che, per quanta buona volontà dimostri il Consiglio Regionale, possano essere tutte approvate questa sera con la discussione generale.
Lo proporrei di rinviare alla prossima seduta tutte e cinque le leggi perché penso che la discussione sarà unica e di passare all'ordine del giorno per quanto riguarda le modificazioni dell'IRES che probabilmente impegnano meno.
La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Signor Presidente, vorrei farle notare che all'ordine del giorno è iscritta la costituzione del Comitato sanitario. Si tratta di un problema che doveva essere risolto entro 15 giorni dal momento in cui abbiamo approvato le leggi, quindi a dicembre, sono passati due mesi e le leggi devono essere gestite contestualmente alla formazione del Comitato. In una riunione di Capigruppo siamo rimasti ad una fase interlocutoria, non avendo trovato l'accordo sulla proposta di deliberazione della Giunta che secondo noi disattendeva lo spirito e le decisioni emerse dal dibattito consiliare.
A questo punto chiedo quali intenzioni ha la Giunta; noi una proposta l'abbiamo, ma la Giunta intende arrivare all'approvazione di questa deliberazione, o intende proporre dei tempi lunghi?



PRESIDENTE

Qualcun altro intende chiedere la parola su questo argomento? La parola all'Assessore Armella.



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

Faccio solo rilevare che la Giunta ha provveduto, nell'adunanza del 30 dicembre a fare la proposta d'istituzione del Comitato, ma è giacente presso il Consiglio. Questa deliberazione della Giunta rispecchia esattamente gli accordi presi fra i Capigruppo in una riunione precedente al 30 dicembre, ciò nonostante successivamente si sono fatte altre osservazioni che niente vieta che possano essere prese in esame, se formulate con un minimo di precisione, superando l'aspetto di una generica doglianza.
La Giunta non ha nessuna difficoltà - penso - a rivedere questa proposta, che peraltro era uscita da un accordo preso da tutti i Capigruppo.



PRESIDENTE

Potremmo affrontare la legge dell'IRES e dopo sospendere alcuni minuti per discutere la questione del Comitato.
La parola al Consigliere Garabello.



GARABELLO Enzo

A prescindere dalle decisioni del Consiglio devo fare presente al signor Presidente che l'esame della legge sull'IRES richiede una seduta della Commissione presumibilmente non superiore ai 15 minuti, forse anche meno ed in rapporto a fatti che il signor Presidente conosce ritengo occorra anche una riunione dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Farei questa proposta: i Capigruppo potrebbero esaminare la delibera per il Comitato, mentre la I Commissione risolve il suo problema, poi la I Commissione può incontrarsi con i Capigruppo per l'esame della composizione del Comitato.



VISONE Carlo

Non vorrei soltanto che succedesse come ieri sera, che dopo la sospensione rimaniamo in cinque o sei.



PRESIDENTE

Io invito tutti i Consiglieri a rimanere in aula.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17,50, riprende alle ore 18,45)


Argomento: Enti strumentali

Esame disegno di legge n. 249 "Modifiche ed integrazioni alla legge nazionale 2/9/1974 n. 29 inerente a: Costituzione in Ente regionale dell'Istituto Ricerche economico-sociali del Piemonte (IRES) ed istituzione del Comitato regionale di studi sulla programmazione"


PRESIDENTE

La seduta riprende.
La Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, unitamente alla Giunta, ha esaminato la deliberazione relativa all'istituzione del Comitato Regionale di coordinamento. E' stato trovato un terreno di intesa, solo che bisogna ribattere la deliberazione che è molto lunga, in settimana sarà compiuto questo lavoro e pertanto giovedì prossimo, in apertura, sarà nominato il Comitato di coordinamento dell'attività degli Enti mutualistici dei lavoratori autonomi e dipendenti.
Si è deciso invece di proseguire con l'esame del disegno di legge n.
249. Vi era la richiesta di sospensione di una settimana o quindici giorni però i Capigruppo hanno deciso, stante l'urgenza del problema, di passare all'esame dei singoli articoli.
Disegno di legge n. 249 "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 2.9.1974 n. 29 'Costituzione in Ente regionale dell'Istituto Ricerche economico-sociali del Piemonte (IRES) ed istituzione del Comitato regionale di studi sulla programmazione'".
La parola al relatore Consigliere Garabello.



GARABELLO Enzo, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, la presente legge, a modifica ed integrazione della L.R. 2/9/1974, n. 29, si rende necessaria per chiarire e precisare taluni punti incerti della normativa in vigore, per rimediare ad errori materiali intervenuti nella pubblicazione della legge e soprattutto per consentire il pieno funzionamento dell'IRES in questa fase di trapasso dal precedente regime all'assetto determinato con la nuova legislazione regionale che costituisce l'IRES in Ente Regionale.
La legge intende pertanto evidenziare che il nuovo Ente Regionale succede ad ogni effetto ed in ogni rapporto al precedente Istituto di Ricerche Economico-Sociali, quale era stato definito dalla deliberazione del Consiglio Regionale 3/2/1972, n. 37, sia in ordine alle strutture dell'istituto che al trattamento del personale il cui rapporto di lavoro era di natura privatistica.
In considerazione delle caratteristiche peculiari dell'IRES si ritiene di dover mantenere nell'ambito del diritto privato questo trattamento affidandone la determinazione al Consiglio di Amministrazione, il quale dovrà sottoporre all'approvazione del Consiglio Regionale le proprie decisioni sugli aspetti normativi ed economici del rapporto di impiego del personale.
Si è ritenuto altresì necessario garantire il pieno funzionamento del Consiglio di Amministrazione e del Comitato Regionale di Studi per la programmazione nel periodo intercorrente tra il termine del loro mandato in connessione allo scioglimento del Consiglio Regionale alla cui vita sono legati, e la costituzione dei nuovi organi, al fine di evitare vuoti e carenze di direzione che potrebbero compromettere la funzionalità dell'IRES.
E' parso infine opportuno regolamentare l'attribuzione delle indennità di carica ai componenti il Consiglio di Amministrazione, il Collegio sindacale ed il Comitato regionale per gli studi sulla programmazione determinandone con la legge l'ammontare.
Con questo provvedimento legislativo non vengono minimamente intaccati la logica e l'indirizzo complessivo della legge precedente, la quale riceve solo alcuni affinamenti e precisazioni per garantire un pronto e regolare avvio della nuova gestione dell'IRES.
La Commissione I ha preso in esame il disegno di legge proposto dalla Giunta e lo ha approvato, per una parte rilevante degli articoli all'unanimità: l'art. 5, che determina il trattamento economico del Consiglio di amministrazione dei Sindaci, è stato votato a maggioranza.
La Commissione, su richiesta delle confederazioni sindacali a livello regionale, ha sentito anche le segreterie le quali intendevano riservarsi ulteriore tempo per alcune proposte di carattere pratico. Attesa l'estrema urgenza di dare una sistemazione agli organi ed al funzionamento dell'Istituto, soprattutto in presenza di una nota agitazione del personale che rallenta anche lo svolgimento delle ricerche fatte per conto della Regione, il problema è stato esaminato prima dalla Commissione e poi dai Capigruppo i quali hanno deciso di andare avanti. Evidentemente il Consiglio Regionale, secondo forme che stabilirà l'Ufficio di Presidenza avrà ulteriori rapporti con le organizzazioni sindacali per chiarire meglio qualche problema che possa essere rimasto insoluto.
In tal senso, pertanto, a maggioranza, la I Commissione intende proporre al Consiglio Regionale l'approvazione del disegno di legge.



PRESIDENTE

E' aperta la discussione. La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Siamo stati sollecitati ad approvare rapidamente questa modifica all'originale legge per l'IRES, in quanto i lavoratori, i quali avanzano delle rivendicazioni di carattere normativo e salariale, hanno bisogno che sia risolto il problema dell'organismo che deve discutere queste questioni individuato nel Consiglio di Amministrazione a cui questi poteri verrebbero affidati.
L'interesse politico che noi abbiamo è costituito dal fatto che l'IRES sta lavorando per il piano territoriale di coordinamento di Torino che rischia di non avere una sua definizione proprio per lo stato di agitazione esistente all'interno dell'IRES e che abbisogna invece di una soluzione per poter rapidamente concludere.
Siamo quindi favorevoli a discutere, anche se non ignoriamo le richieste che i dipendenti delle organizzazioni sindacali hanno avanzato.
Per quanto riguarda le questioni del personale, queste non potranno che essere risolte dall'organismo che andiamo ad eleggere; per le richieste di partecipazione al Comitato di programmazione previsto dalla legge sull'IRES, noi abbiamo detto agli stessi interessati che siamo del parere che il Comitato funzioni così com'è stato definito, nel contempo riconosciamo a tutti i funzionari che lavorano all'IRES il diritto di partecipare alla formazione dei programmi all'interno dell'IRES, attraverso una regolamentazione che noi auspichiamo possa avvenire al più presto possibile.
Riteniamo quindi giusta la loro richiesta, ma riconfermiamo che secondo noi deve essere regolamentata all'interno dell'IRES. Per questo siamo stati favorevoli a che si discutesse subito la legge questa sera. Ci spiace che la consultazione con le organizzazioni sindacali non abbia avuto luogo perché hanno chiesto ulteriore tempo, ma la pressione che viene dai dipendenti ci costringe a muoverci in questa direzione.
Devo dire che tuttavia, rispetto al testo che ci viene proposto, in noi permangono delle serie perplessità che probabilmente ci costringeranno a votare contro e riguardano l'articolo 5 in cui sono previste delle indennità. Io non vorrei stancare il Consiglio con argomentazioni che abbiamo svolto più volte in questa assemblea, mi limito a dire che non possiamo ammettere che non si respiri più se non si è pagati. Oggi noi andiamo ad eleggere nella scuola degli organismi collegiali che chiameranno ad un impegno serio coloro che saranno eletti nei Comitati di classe, e nei Consigli di Istituto, o di circolo, alcuni cittadini saranno impegnati forse due, tre, quattro volte alla settimana, ma non gli sarà corrisposta nemmeno una lira, parteciperanno per dovere civico, per dovere politico.
Noi non vediamo perché si debba stabilire addirittura un'indennità mensile considerato il fatto che un'indennità mensile rivaluta un organismo che abbiamo costituito non potendo disporre altrimenti, viste le difficoltà sorte per l'applicazione della prima legge.
A noi riesce abbastanza difficile prevedere un'attività intensa di un Consiglio di Amministrazione i cui compiti sono abbastanza delimitati e quindi siamo contrari a fissare un'indennità addirittura mensile. A noi pareva che la Giunta avesse in animo di regolamentare con una legge, con un gettone di presenza come mi sembra abbiamo fatto per altre leggi, forse per l'ente di sviluppo, il rimborso delle spese, il che è giusto, ma non vorrei che la permanenza di una mezza giornata alla settimana venisse pagata 50.000. Sappiamo anche che sono state avanzate dal Presidente in carica rivendicazioni ben più importanti: macchina, autista. Costui deve aver perso la testa forse ritenendo di essere chissà quale personaggio. Sarà bene ridimensionarlo.
Quindi noi siamo nettamente contrari e se la Giunta manterrà questo articolo saremo costretti a votare contro la legge.



PRESIDENTE

Se nessun altro chiede di parlare dichiaro chiusa la discussione generale.
La Giunta intende fare qualche dichiarazione al riguardo? Nessuna.
Vi sono delle dichiarazioni di voto? Passiamo allora alla votazione dei singoli articoli.
Art. 1. - Gli articoli 4, 6, 7, 12, 16 e 18 della L.R. 2/9/1974, n. 29 vengono modificati ed integrati come specificato dai successivi articoli della presente legge.
Se nessuno chiede la parola, si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto seguente esito: Presenti e votanti n. 27 Hanno risposto sì n. 19 Consiglieri.
Ha risposto no n. 1 Consigliere Si sono astenuti n. 7 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2. - Al secondo comma dell'art. 4 dopo le parole "Consiglio Regionale" è aggiunto il seguente periodo: "Fino all'insediamento del nuovo Consiglio di Amministrazione sono prorogati i poteri del Consiglio scaduto".
Qualcuno chiede la parola? Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 29 Hanno risposto si n. 20 Consiglieri Ha risposto ho n. 1 Consigliere Si sono astenuti n. 8 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3. - All'art. 6, dopo il capoverso h) si aggiunge il capoverso i) "di effettuare - sentite le proposte del Direttore e nel quadro delle linee stabilite al riguardo dal Comitato Regionale per gli Studi sulla Programmazione - le assunzioni del personale e gli eventuali licenziamenti".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 35 Hanno risposto sì n. 26 Consiglieri Ha risposto no n. 1 Consigliere Si sono astenuti n. 8 Consiglieri L'art. 3 è approvato Art. 4. - All'ultimo comma dell'art. 7 sono soppresse le parole "con apposita legge regionale" sostituite da "dal Consiglio' di Amministrazione ed approvati con deliberazione del Consiglio Regionale".
Sino a tale momento continua ad operare il trattamento economico e normativo in atto. Qualcuno chiede la parola? Nessuno. Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 36 Hanno risposto sì n. 27 Consiglieri Ha risposto no n. 1 Consigliere Si sono astenuti n. 8 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Art. 5. - All'art. 12 è aggiunto il seguente comma: "Al Presidente, al Vice Presidente, ai Consiglieri di Amministrazione ed ai Sindaci spetta un'indennità di carica, fissata nella misura di: Lire 200.000 mensili lorde per il Presidente Lire 120.000 mensili lorde per il Vice Presidente Lire 80.000 mensili lorde per i Consiglieri di Amministrazione Lire 1.440.000 annue lorde per il Presidente del Collegio dei Sindaci Lire 960.000 annue lorde per i Sindaci. La parola al Consigliere Calsolaro".



CALSOLARO Corrado

A titolo personale dichiaro di condividere le osservazioni che sono state fatte dal collega Berti sul testo dell'articolo 5 e pertanto ritengo come impegno morale, di non poterne condividere la formulazione, per cui voterò contro questo articolo.



PRESIDENTE

Nessun altro chiede di parlare? Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 33 Hanno risposto sì n. 20 Consiglieri Hanno risposto no n. 11 Consiglieri Si sono astenuti n. 2 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Art. 6. - Il capoverso b) del secondo comma dell'art. 16 è sostituito dal seguente capoverso: "seguire lo svolgimento degli studi affidati all'IRES, predisponendo al termine di ogni esercizio una relazione sull'attività scientifica svolta dall'Istituto".
Al secondo comma dell'art. 16 è aggiunto il seguente capoverso c) "esprimere proposte e pareri sull'attività di ricerca da affidare ad altri organismi, pubblici e privati".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 33 Hanno risposto sì n. 24 Consiglieri Ha risposto no n. 1 Consigliere Si sono astenuti n. 8 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
Art. 7. - Al quarto comma dell'art. 18 dopo le parole "Consiglio Regionale" è aggiunto il seguente periodo: "Fino all'insediamento del nuovo Comitato sono prorogati i poteri del Comitato scaduto".
All'art. 18 è aggiunto, il seguente comma: "Ai membri del Comitato è attribuito un gettone di presenza ed al Segretario, di cui all'art. 19 della presente legge, un'indennità per lo svolgimento delle funzioni assegnategli. L'ammontare dell'indennità al Segretario è determinato dalla Giunta Regionale.
L'ammontare del gettone di presenza è determinato da legge regionale in materia".
Qualcuno chiede la parola? Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 32 Hanno risposto sì n. 23 Consiglieri Ha risposto no n. 1 Consigliere Si sono astenuti n. 8 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
Art. 8. - Alla L.R. 2/9/1974, n. 19 è aggiunto il seguente art. 23 "L'Istituto Ricerche Economico-Sociali del Piemonte-IRES, costituito in Ente Regionale con L.R. 2/9/1974, n. 29, subentra, in forza dell'art. 1 della predetta legge, in ogni rapporto all'Istituto di eguale denominazione di cui alla deliberazione del Consiglio Regionale 3/2/1972, n. 37 rispetto al quale rappresenta continuazione a tutti gli effetti.
Appartengono quindi all'IRES le attrezzature, i libri, i mobili, il materiale di ricerca, di documenti amministrativi, debiti, crediti rimanenze di cassa esistenti alla data di entrata in vigore della L.
2/9/1974, n. 29".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 32 Hanno risposto sì n. 23 Consiglieri Ha risposto no n. 1 Consigliere Si sono astenuti n. 8 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
Prima di passare alla votazione dell'intero disegno di legge chiedo se qualcuno desidera parlare per dichiarazione di voto.
La parola al Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

A titolo personale dichiaro che, pur avendo votato a favore di tutti gli articoli del disegno di legge, ad eccezione di uno, ritengo così pesantemente dequalificante il voto favorevole dato dal Consiglio all'art.
5 che mi asterrò dal votare la legge.



PRESIDENTE

Altre dichiarazioni di voto? Nessuna.
Si passi alla votazione dell'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 33 Hanno risposto sì n. 23 Consiglieri Ha risposto no n. 1 Consigliere Si sono astenuti n. 9 Consiglieri.
Il disegno di legge è approvato.


Argomento:

Esame disegno di legge n. 249 "Modifiche ed integrazioni alla legge nazionale 2/9/1974 n. 29 inerente a: Costituzione in Ente regionale dell'Istituto Ricerche economico-sociali del Piemonte (IRES) ed istituzione del Comitato regionale di studi sulla programmazione"

Argomento:

Interpellanze ed interrogazioni (annuncio)


PRESIDENTE

Dò lettura delle interrogazioni ed interpellanze pervenute.
Interpellanza dei Consiglieri Berti, Rivalta e Sanlorenzo sull'effettiva posizione degli inquilini dell'ala nuova di Palazzo Reale Interpellanza del Consigliere Nesi sulla situazione della Società per azioni Venchi Unica Interpellanza del Consigliere Visone concernente l'opposizione di 67 Comuni astigiani alle decisioni del Tribunale Amministrativo Regionale che ha accolto alcune richieste di carattere economico e normativo dei sanitari condotti Interrogazione dei Consiglieri Berti, Vecchione e Fabbris sull'eventuale incorporazione del preventorio di Orio Canavese nell'Ente ospedaliero "Regina Margherita" Interrogazione dei Consiglieri Berti, Vecchione e Fabbris sul personale degli Enti mutualistici comandato alla Regione Interrogazione dei Consiglieri Berti, Vecchione e Fabbris sul comportamento illegittimo di alcune case di cura private Interrogazione dei Consiglieri Vecchione e Fabbris sul mancato ricovero di assistiti da Enti mutualistici in camere speciali nei complessi ospedalieri torinesi Interrogazione dei Consiglieri Vecchione e Fabbris relativa alla concessione di un contributo alla Casa di riposo Umberto I di Cuorgnè per la costruzione della nuova sede dell'Ente Interrogazione dei Consiglieri Vecchione e Marchesotti relativa all'apertura della rubrica "Massimario del CO.RE.CO." sul notiziario della Giunta Regionale e notizie circa il decentramento del controllo sugli atti degli Enti ospedalieri Interrogazione del Consigliere Vecchione relativa alla richiesta "se i gettoni di presenza del CO.RE.CO. vengono erogati anche a coloro che fruiscono di compensi omnicomprensivi, e, dove ciò avvenga, quali iniziative debbano prendersi" Interrogazione del Consigliere Sanlorenzo concernente il sollecito intervento della Giunta Regionale in ordine alla grave situazione della Bemberg Interrogazione del Consigliere Nesi concernente la chiusura dello stabilimento di Divignano della S.a.s. De Giorgi e le iniziative per la difesa dei livelli occupazionali Interrogazione del Consigliere Nesi relativa alle notizie circa l'attuazione delle convenzioni stipulate dalla Regione con gli Istituti bancari per i prestiti all'artigianato Interrogazione dei Consiglieri Curci e Carazzoni sulla ristrutturazione degli organici delle truppe alpine Interrogazione del Consigliere Carazzoni relativa alla promozione di campagne pubblicitarie all'estero per la conoscenza dei vini tipici piemontesi a denominazione d'origine controllata Interrogazione del Consigliere Menozzi in merito all'applicazione della legge regionale 8 novembre 1974, n. 32, recante "Provvedimenti per la depurazione delle acque: disciplina degli scarichi delle attività produttive" ed interpretazione autentica del termine "attività zoo agricole".
Convoco i Capigruppo ed il Presidente della Giunta per alcuni adempimenti in ordine alla prossima seduta che probabilmente sarà per giovedì prossimo.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,30)



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