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Dettaglio seduta n.283 del 05/02/75 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento:

Ordine del giorno della seduta


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
L'ordine del giorno reca: Approvazione verbali precedenti sedute.
Interpellanze ed interrogazioni.
Comunicazioni del Presidente.
Esame disegni di legge presentati dalla Giunta Regionale nn. 191 e 241.
Esame deliberazione Giunta Regionale relativa all'istituzione del Comitato regionale di coordinamento dell'attività degli Enti mutualistici dei lavoratori autonomi e dipendenti con la programmazione regionale e con l'attività degli Enti ospedalieri.
Esame disegno di legge presentato dalla Giunta Regionale n. 240 "Intervento straordinario a favore del Comune di Torino per provvedere alla contingente sistemazione alloggiativa di nuclei familiari".
Esame disegno di legge n. 227 presentato dalla Giunta Regionale "Intervento straordinario a sostegno dei redditi più bassi in .relazione al pesante rincaro del costo della vita ed in particolare del riscaldamento".
Esame seguenti disegni di legge presentati dalla Giunta Regionale: n. 219 "Modifiche alla legge regionale 20 agosto 1973 n. 22 recante norme sui contributi per il rinnovo e l'efficienza del materiale rotabile alle imprese concessionarie di autoservizi di linea per viaggiatori" n. 220 "Rifinanziamento del contributo in capitale ad Enti locali, ad aziende pubbliche o a partecipazione pubblica per investimenti nel settore dei trasporti pubblici di cui alla legge regionale 6 maggio 1974 n. 16" n. 221 "Contributi a favore di aziende pubbliche o a partecipazione pubblica per spese di esercizio di autoservizi di linea di nuova assunzione" n. 222 "Modifiche e rifinanziamento della legge regionale 6 maggio 1974 n. 15: contributi ad imprese private per spese di acquisto di autobus nuovi" n. 223 "Modifiche e rifinanziamento alla legge regionale 6 maggio 1974 n. 14: contributi agli Enti locali e alle aziende pubbliche o a partecipazione pubblica per l'acquisto di materiale rotabile".
Esame seguenti progetti di legge: n. 158 "Interventi per lo sviluppo dell'elettrificazione delle zone rurali" presentato dai Consiglieri Ferraris, Revelli, Marchesotti n. 163 "Provvedimenti per favorire la costruzione, l'ampliamento ed il riattamento dei fabbricati rurali per i coltivatori e lavoratori agricoli" presentato dai Consiglieri Ferraris, Marchesotti, Revelli e Rivalta n. 167 "Provvedimenti straordinari ed integrativi per lo sviluppo della proprietà coltivatrice singola ed associata" presentato dai Consiglieri Ferraris, Marchesotti, Revelli n. 168 "Interventi per la difesa, lo sviluppo ed il miglioramento qualitativo delle coltivazioni pregiate" presentato dai Consiglieri Ferraris, Marchesotti e Revelli n. 164 "Interventi per miglioramenti fondiari e per le case di abitazione dei produttori agricoli" presentato dai Consiglieri Gerini Fassino, Rossotto e Zanone n. 116 "Interventi per danni alle colture del mais" presentato dai Consiglieri Curci e Carazzoni n. 124 "Interventi per l'elettrificazione rurale" presentato dai Consiglieri Curci e Carazzoni n. 125 "Agevolazioni per l'impiego di energia elettrica nelle campagne" presentato dai Consiglieri Curci e Carazzoni.
Esame progetto di legge n. 101 presentato dai Consiglieri Nesi Simonelli, Viglione, Fonio, Calsolaro "Concessione di un contributo annuo per il finanziamento dell'Istituto Universitario di Studi europei di Torino".
Istituzione Commissione tecnica regionale: designazione di cinque esperti nelle materie chimiche o biologiche o di medicina igienistica o di ingegneria.
Esame disegno di legge n. 249 "Modifiche ed integrazioni alla L.R.
2.9.1974 n. 29 costituzione in Ente regionale dell'Istituto Ricerche Economico-sociali del Piemonte (IRES) ed istituzione del Comitato regionale di studi sulla programmazione".
Esame disegni di legge presentati dalla Giunta Regionale n. 236 "Rifinanziamenti di interventi per lo sviluppo dell'agricoltura" e n. 237 "Adeguamento dei tassi agevolati previsti da leggi regionali di intervento sul credito agrario".
Designazione di un rappresentante dell'Amministrazione regionale nel Consiglio di Amministrazione dell'ENIT ai sensi dell'art. 3 della legge 2.8.1974, n. 365.
Nomina del rappresentante della Regione nel Consiglio di Amministrazione del Teatro Regio di Torino.


Argomento:

Ordine del giorno della seduta

Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Nella conferenza dei Capigruppo si è convenuto che nella seduta odierna fossero affrontate le leggi nn. 240 e 227, iniziando poi la discussione sui disegni di legge 191 e 241; si dovrebbe poi procedere alle due nomine che sono abbastanza urgenti. Domani la seduta riprenderà con l'ordine del giorno.
Nessuno ha da fare osservazioni? La parola al Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

Vorrei solo fare osservare che comunque ed in ogni caso, domani mattina si deve iniziare la discussione relativa alla legge 191.



PRESIDENTE

Che cosa vorrebbe dire?



CALSOLARO Corrado

Se per esempio questa sera le due leggi così dette assistenziali non arrivassero alla loro conclusione e si dovesse proseguire in una successiva seduta, vengano posposte alla legge per il risanamento delle acque.



PRESIDENTE

Allora lei sarebbe d'accordo...



CALSOLARO Corrado

Purché domattina, in ogni caso, cominci la discussione della legge sulle acque.



PRESIDENTE

Lei e quindi per sollecitare la discussione sulla legge delle acque.



CALSOLARO Corrado

Si, per sollecitarla.



PRESIDENTE

Va bene, mi pare anzi che non vi siano obiezioni da parte del Consiglio sull'ordine dei lavori.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori

Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Approvazione verbali precedenti sedute. I verbali sono stati distribuiti, se nessuno ha delle osservazioni da fare si intendono approvati.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute

Argomento:

Comunicazioni del Presidente


PRESIDENTE

Si è convenuto che non si sarebbero discusse interrogazioni ed interpellanze.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri: Benzi, Chiabrando, Conti Debenedetti, Giovana, Simonelli.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Apposizione visto Commissario del Governo: alla legge regionale 14.1.1975 "Prime disposizioni in materia di assistenza ospedaliera".


Argomento:

b) Apposizione visto Commissario del Governo

Argomento:

c) Disegno di legge - Presentazione ed assegnazione a Commissione


PRESIDENTE

Presentazione disegno di legge n. 250 "Interventi regionali in materia di sistemazioni idrauliche e forestali, opere idrauliche e difesa del suolo" da parte della Giunta regionale in data 29 gennaio 1975 ed assegnato alla V Commissione in data 31 gennaio 1975.


Argomento:

c) Disegno di legge - Presentazione ed assegnazione a Commissione

Argomento:

d) Risposta scritta ad interrogazioni


PRESIDENTE

Risposta scritta ad interrogazioni: da parte dell'Assessore Petrini all'interrogazione del Consigliere Fassino in ordine ad interventi sull'ANAS per la costruzione del ponte sul torrente Grana da parte dell'Assessore Vietti all'interrogazione dei Consiglieri Fabbris, Rivalta, Vecchione relativa al numero degli asili-nido in Piemonte da parte dell'Assessore Conti all'interrogazione dei Consiglieri Fabbris, Besate relativa alla I.T.L. di Biella.


Argomento: Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati - Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno sulla Montedison-Montefibre


PRESIDENTE

Nel processo verbale della seduta pomeridiana del 30.1.1975, è riportato integralmente l'ordine del giorno sulla Montedison-Montefibre corretto dal Consigliere Bianchi al termine della seduta stessa. Purtroppo nella fretta del momento alla stampa è stata data una bozza di copia priva della frase "Considerato che il Gruppo stesso avanza, a sua giustificazione, la mancata attuazione di impegno degli Enti locali e del Governo" che invece avrebbe dovuto esserci. L'ordine del giorno viene quindi integrato in questo modo, mentre sui quotidiani è stato pubblicato incompleto.
Non si dovrebbero leggere i documenti in bozza, però qualche volta le circostanze lo impongono, comunque per l'avvenire ovvieremo a questo inconveniente.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Carazzoni, ne ha facoltà.
Prego i Consiglieri di un po' di silenzio, stasera e domani avremo delle sedute piuttosto pesanti, per cui prego i Consiglieri, se è possibile, di non parlare durante la seduta, se hanno bisogno di parlare vadano fuori altrimenti non si capisce niente.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18,20, riprende alle ore 18,25)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ripeto: prego i Consiglieri che hanno bisogno di parlare di uscire dall'aula altrimenti non si può seguire la discussione e non si dà uno spettacolo edificante. Da questo momento non tollererò più che in Consiglio si disturbi, chi vuole parlare può andare in corridoio o negli uffici.
La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, rendo omaggio innanzi tutto al suo gesto autoritario e spero che non si insospettisca per questo riconoscimento, ma soprattutto la ringrazio per la precisazione che, come le avevo richiesto, lei ha voluto cortesemente fare a proposito dell'ordine del giorno Montedison Montefibre votato nell'ultima seduta e distribuito alla stampa in una versione mutilata, in una versione tale cioè da stravolgere completamente soprattutto sul piano politico, il voto che la mia parte aveva dato.
Non ho alcuna difficoltà - come già ho fatto per iscritto - a ripetere verbalmente che l'inconveniente è stato determinato dall'urgenza e dalla fretta con le quali sul finire di una seduta particolarmente lunga ed impegnata si è provveduto alla stesura materiale del testo dell'ordine del giorno.
Ma vorrei, con il suo consenso, sottolineare ancora una volta - e credo che già altre volte sa stato fatto da parte nostra - l'assoluta necessità per la migliore funzionalità dei lavori, ma direi per la dignità stessa di questa assemblea, che non si proceda a votazione di documenti non distribuiti preventivamente ai Gruppi, che non si vada avanti con il sistema delle relazioni consegnate all'ultimo momento, che non ci si metta di fronte a proposte e talvolta anche a leggi che non sono state sufficientemente meditate da parte di tutti i Gruppi.
Io ho colto il significato positivo della sua assicurazione che questo per il futuro non avrà a ripetersi e voglio concludere augurandomi sinceramente che d'ora in avanti sia possibile una maggiore attenzione perché desideriamo potere svolgere tutti quanti il nostro incarico nel migliore dei modi, ma vogliamo anche avere le condizioni sufficienti per poterlo compiere nel modo più serio consentito.
La ringrazio.



PRESIDENTE

Dò assicurazione che per l'avvenire tutti i documenti presentati non verranno più letti in bozza.
Per quanto riguarda le leggi invece purtroppo la situazione in cui ci troviamo spesso ci porta a doverle portare con urgenza in aula. L'ordine del giorno in discussione invece è pronto da più settimane e quindi, per questo documento che penso ci porterà a lavorare per lunghe giornate questo problema non si pone.
Il Presidente della Giunta ha chiesto di fare alcune dichiarazioni, ne ha facoltà.


Argomento: Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati - Parchi e riserve

Comunicazioni del Presidente della Giunta Regionale


OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

La prima è per spiegare come mai in questa seduta, contrariamente a quanto avevo previsto nella precedente, non sia ancora possibile dare le comunicazioni complete in ordine al problema relativo a La Mandria sulla quale ha relazionato lungamente ieri l'Assessore Paganelli, che in questo momento sta trattando con i rappresentanti della proprietà su alcuni particolari che devono avere un approfondimento e degli accertamenti.
Il problema non si presenta più complesso e più delicato di quanto non potesse sembrare; restando fermissima la volontà della Giunta di portare l'operazione a compimento nel tempo più breve possibile, si ravvisa con tutta probabilità l'opportunità che, fatti questi ulteriori accertamenti si convochi da parte del Presidente del Consiglio (se la cosa è fattibile dalla stessa Presidenza della Giunta) i Capigruppo con i quali esaminare la situazione in maniera da arrivare al dibattito in Consiglio dopo di avere un poco dipanata la situazione, di avere chiariti alcuni aspetti importanti, anche in relazione a certi avvicinamenti che debbono essere fatti con la proprietà di una parte de La Mandria che non è del Marchese Medici del Vascello, ma della Bonomi che dovrebbe essere contattata o per la cessione volontaria, o per l'esproprio di una parte del territorio de La Mandria che è oggi di sua proprietà.
Ripeto, l'Assessore Paganelli ha in questo momento un colloquio in corso e forse anche nell'intervallo della seduta si potrà dire qualcosa ai Capigruppo circa la previsione di quella convocazione.
Incontro Montefibre-Presidenza del Consiglio.
Il Presidente della Giunta si è fatto carico immediatamente di prendere contatti telefonici e telegrafici con il Presidente del Consiglio on. Moro il quale peraltro, come i Consiglieri sanno, è stato particolarmente impegnato per ragioni di sua necessaria presenza ai lavori del Consiglio nazionale della D.C. come componente di quel Partito, ma anche come Presidente del Consiglio dei Ministri, quindi del Governo, per cui la cosa non è stata agevole. Ancora ieri, terminati i lavori del Consiglio, mi sono fatto parte diligente, ho ricercato il Sottosegretario Salizzoni, ma non era a Roma e pertanto non è stato possibile parlare con lui ma soltanto con alcuni esponenti della sua segreteria e successivamente con alcuni esponenti della Segreteria del Presidente del Consiglio Moro.
Ancora stamattina sono stati ricercati ed ottenuti dei contatti, sempre a livello del Gabinetto del Presidente del Consiglio on. Moro essenzialmente il dialogo era diretto ad avere la conferma che il Presidente era a giorno della richiesta fatta dal Presidente della Regione per espresso incarico avuto dal Consiglio Regionale e relativa ad una partecipazione diretta della Regione - a livello di Presidenza del Consiglio e di altri eventuali Ministri - al colloquio con la Montedison Montefibre, per stabilire le basi di quelle convenzioni che adesso vengono sostanzialmente denunciate, pur dimostrandosi disponibile la parte ad avere ulteriori colloqui e cioè non sbarrando le porte.
La situazione è diventata un pochino inquietante perché due giornali questa mattina danno notizie, sia pure difformi, di incontri previsti per l'11 febbraio, l'uno dei giornali dice a livello di Ministero del Lavoro l'altro dice a livello del Ministero dell'Industria.
L'annotazione fatta dall'onorevole Presidente del Consiglio sul telegramma che egli ha mandato al Ministro dell'Industria sottolinea l'urgenza del problema e chiede al Ministro dell'Industria, al quale assegna il compito di stabilire questi rapporti, di dare notizia al Presidente del Consiglio di quelli che saranno i risultati.
Mi sono fatto scrupolo di insistentemente cercare il Ministro dell'Industria, non mi è stato possibile raggiungerlo personalmente, ho parlato invece con il suo Capo o Vice Capo di Gabinetto il quale mi ha risposto che non era perfettamente a giorno di notizie che confermassero o non confermassero il previsto incontro per l'11 di febbraio. Io ho detto che fino alle sei meno qualche minuto sarei stato disponibile per una telefonata alla sede della Regione, che successivamente sarei stato disponibile per una telefonata qui per potere ragguagliare più esattamente il Consiglio, il quale peraltro, se non ci sono notizie prima delle otto ha quanto meno queste informazioni sull'osservanza dei compiti assegnati alla Regione, alla Giunta ed al suo Presidente per sbrigare la cosa. Se non dovessimo avere in giornata delle risposte certamente nella mattinata di domani continuerei a farmi diligente anche in relazione allo sviluppo che questo delicato e grave problema va assumendo con le prese di posizione da parte dei lavoratori i quali partecipano in questo momento ad una lotta piuttosto viva ed attiva di protesta per quello che è accaduto e forse ancora meglio per quello che non si è verificato e non è accaduto e per la denuncia, ripeto, di queste convenzioni.
Ritengo di poter dire qualcosa stasera, in ogni caso nella mattinata di domani.



PRESIDENTE

Apro la discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio e del Presidente della Giunta.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Rivalta, ne ha facoltà.



RIVALTA Luigi

Sulle comunicazioni del Presidente della Giunta, per quanto concerne il problema de La Mandria, non posso non richiamare l'attenzione di tutti sulla lentezza con cui l'esecutività della decisione del Consiglio, circa l'acquisizione del parco, viene portata avanti.
Siamo ormai quasi a due anni dalla deliberazione del Consiglio, e l'impressione che dobbiamo ricavare dalle informazioni che il Presidente della Giunta saltuariamente ci dà, è che la Giunta non presti l'attenzione necessaria per affrontare un problema di tanta "difficoltà e delicatezza" (uso due parole pronunciate dal Presidente Oberto). E' certo che non si pu pensare di acquisire una proprietà di quelle dimensioni soltanto attraverso qualche incontro occasionale con la proprietà; si tratta di sviluppare una politica che tenga conto di tutte le soluzioni possibili, compresa quella dell'esproprio; solo in questo modo si potrà verificare se è possibile acquisirla con la trattativa privata.
Certamente è un problema delicato anche quello dell'utilizzo e dell'organizzazione e della gestione futura di questo parco, ma non per questo dobbiamo rallentare la procedura di acquisizione.
Voglio poi ancora sottolineare che il Presidente della Giunta continua a tacere nel merito dell'acquisizione di Stupinigi e delle Vallere che assieme a La Mandria, erano oggetto della deliberazione dell'estate del 1973. Per quanto riguarda Stupinigi si tratta di una proprietà dell'ordine del Mauriziano; per il tipo di gestione credo che dovrebbe essere più facile ancora che per La Mandria trovare la soluzione: le stesse forze politiche che governano alla Regione gestiscono il Consiglio di Amministrazione del Mauriziano; in entrambi i casi si tratta di esponenti della D.C., e ciò dovrebbe rendere facile l'iniziativa del Presidente della Giunta e la soluzione dovrebbe essere ancora più sollecita.
Io quindi denuncio ancora una volta il mancato adempimento del mandato di acquisire non solo La Mandria, ma anche il parco di Stupinigi e delle Vallere. Chiedo che si ponga termine a questa inadempienza, e che la Giunta si metta in condizione di poterci presentare un progetto di acquisizione con delle linee di intervento ben definite, con tempi precisati.



PRESIDENTE

Hanno così termine le dichiarazioni.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame disegno di legge n. 240 "Intervento straordinario a favore del Comune di Torino per provvedere alla contingente sistemazione alloggiativa di nuclei familiari"


PRESIDENTE

Passiamo ora, secondo gli impegni assunti, all'esame del disegno di legge n. 240 "Intervento straordinario a favore del Comune di Torino per provvedere alla contingente sistemazione alloggiativa di nuclei familiari" Mi sono stati trasmessi i pareri della I e II Commissione.
"La I Commissione, nella seduta odierna, ha esaminato, ai sensi dell'art. 7 del Regolamento provvisorio delle Commissioni, il disegno di legge n. 240 'Intervento straordinario a favore del Comune di Torino per provvedere alla contingente sistemazione alloggiativa di nuclei familiari' ha espresso parere favorevole".
"La II Commissione trasmette in allegato copia del 240 'Intervento straordinario a favore del Comune di Torino per provvedere alla contingente sistemazione alloggiativa di nuclei familiari' assegnata a questa Commissione in sede referente, ed esaminata dalla Commissione stessa in data 29.1.1975 con parere favorevole".
Non so chi sia il relatore.



VIETTI Anna Maria, Assessore alla sicurezza sociale

Alla riunione della Commissione cui ho partecipato, il Presidente Dotti ha detto che avrebbe incaricato della relazione il Consigliere Garabello il quale avrebbe fatto propria la relazione della Giunta.



PRESIDENTE

Ci siamo già trovati in Consiglio in situazioni analoghe; se il Consiglio non si oppone si dà per letta la relazione che è stata consegnata a tutti i Consiglieri e si apre la discussione.



CALSOLARO Corrado

Signor Presidente, io non ce l'ho, non è stata consegnata nessuna relazione, se Ella mi consente.



PRESIDENTE

Gli uffici possono sbagliare, ma mi pare assai improbabile che la relazione non sia stata consegnata. Ella Consigliere l'ha avuta l'altra volta perché questo è un ordine del giorno che prosegue, probabilmente nei suoi atti, che non ha portato questa sera, c'è la relazione, mi spiace per lei, ma la potrà leggere domani.
Se il Consiglio non si oppone, diamo per letta la relazione che è già stata consegnata a suo tempo.



CARAZZONI Nino

E' la relazione della Giunta.



VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi sociali

Che è stata fatta propria dalla Commissione.



PRESIDENTE

Comunico al Consiglio che la relazione è stata approvata dall'intera Commissione che l'ha fatta propria.



CALSOLARO Corrado

Allora avevo ragione io.



PRESIDENTE

La Commissione può fare propria la relazione di maggioranza, o quella di minoranza e quella del presentatore del disegno di legge. In questo caso la Commissione ha scelto ed ha approvato. I signori Consiglieri vogliono che se ne dia lettura?



CALSOLARO Corrado

No.



PRESIDENTE

Allora diamo per letta la relazione e si apre la discussione generale.
Qualche Consigliere desidera intervenire? La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Intervengo per dichiarare il voto favorevole del mio Gruppo a questo dispositivo di legge, che di per sé non richiederebbe altri commenti. Mi sollecita però un intervento il problema della casa entro il quale questo dispositivo si colloca.
Questo provvedimento viene in soccorso all'Amministrazione comunale di Torino che si è impegnata a sostenere le spese conseguenti alla requisizione ed assegnazione di alloggi a coloro che nell'autunno scorso hanno condotto quella lotta per la casa che ha portato all'occupazione di alloggi. Noi avevamo già allora espresso il nostro giudizio nei confronti di quel tipo di lotta, dicendo che non ritenevamo fosse propria della classe operaia, e che poteva provocare delle lacerazioni all'interno del movimento popolare. Ci siamo però fatti allora carico della situazione di coloro che erano stati costretti, dalla drammaticità della loro situazione abitativa, a perseguire una tale iniziativa, richiamando le responsabilità vere che stanno nel non aver risolto il problema della casa e nel lasciarlo aggravare nel corso di questi anni. La linea di intervento edilizio basata sulla produzione privata ha portato a questa situazione lacerante e quindi a queste conseguenze. La responsabilità sta quindi nelle forze politiche che hanno governato il nostro Paese sino ad oggi.
Ora è necessario farci completamente carico della situazione (e chiediamo lo facciano anche le altre forze politiche); è necessario intervenire con dei provvedimenti che avviino a soluzione il problema della casa. Sotto questo profilo ricordo che si deve dare corso al disegno di legge per interventi di edilizia abitativa che la Giunta ha presentato nel mese di novembre, apportandovi le modifiche che sono state indicate dalla discussione in Commissione e dalla consultazione; modifiche che peraltro corrispondono ai contenuti della proposta di legge presentata dal mio Gruppo nello stesso mese di novembre.
Siamo al mese di febbraio, sono passati mesi che dovevano essere utilizzati per la discussione in aula e per l'approvazione della legge doveva trattarsi di un provvedimento straordinario ed urgente. Nel mese di ottobre sono state prese iniziative propagandistiche da parte della Giunta Regionale: i vari Assessori che si occupano dei problemi del settore (urbanistica, programmazione, finanze) sono stati più volte effigiati sui giornali; si è detto che erano disponibili cento miliardi per un intervento straordinario sulla casa. Ora, a febbraio, di quelle promesse non si ha neppure più sentore. La Commissione ha proceduto alle consultazioni sulla legge della Giunta e sulla legge del Partito comunista fin dal mese di dicembre; è pronta per la discussione in aula e rimane in attesa di una risposta della Giunta sulle richieste di modifica. Se questa risposta non verrà sollecitamente, noi come Gruppo chiederemo che venga discussa in aula la nostra proposta di legge. Non possiamo lasciare che di fronte ad un problema drammatico come quello della casa la nostra proposta rimanga ferma.
A lato di questa sollecitazione a discutere nei prossimi Consigli, il progetto di legge sul problema della casa, chiedo anche alla Giunta di farsi promotrice di un'iniziativa affinché i finanziamenti promossi e stanziati con la legge 865 siano sollecitamente erogati. Poco tempo fa le informazioni che ci provenivano dallo stesso Assessorato regionale all'urbanistica ci dicevano che soltanto una parte di quei 63 miliardi era stata erogata, e per l'altra parte, circa il 50%, non c'era ancora nessuna disposizione. E' finito il triennio '71/'73 per il quale la legge era stata varata, siamo ormai nel '75, e non tutti i soldi promessi sono stati erogati: è un altro esempio della lentezza del potere pubblico, da cui si originano quelle situazioni drammatiche che non possono che far nascere delle lotte disperate.
Altro appunto che mi sollecita la presentazione di questo provvedimento, è quello relativo alle dichiarazioni che ha fatto l'on. Moro nel corso del Consiglio nazionale della D.C., circa l'impegno di promuovere un intervento per la produzione di centomila alloggi, di cui diecimila a Torino. E' certamente positivo l'impegno per l'edilizia pubblica, anche se è in una dimensione ancora insufficiente. Vogliamo sperare che questa promessa non rimanga latente come quelle del passato, inefficaci anche quando si sono tradotte in impegni legislativi. Intanto è necessario che sul tipo di meccanismo che l'on. Moro ha proposto per l'intervento nel settore della casa, la Regione prenda una posizione, esprima una propria opinione. Il meccanismo di intervento indicato è quello della commessa a industrie come la FIAT, la Montedison, l'ENI, dell'intera operazione, sia per quanto riguarda la progettazione, l'ingegnerizzazione, che per quanto riguarda l'esecuzione; per la successiva gestione delle abitazioni sono indicati come soggetti l'Istituto Autonomo Case popolari e la cooperazione.
Questa indicazione di intervento data dall'on. Moro contrasta sostanzialmente con le linee operative della legge 865, secondo la quale la Regione è centro della politica di intervento nel settore della casa per quel che riguarda la localizzazione, e per la quale l'esecuzione degli interventi e non solo la gestione, è affidata attraverso alla Regione, agli IACP ed alla cooperazione.
Le proposte dell'on. Moro, da quello che si è letto sui giornali smentiscono questo indirizzo attribuendo non già l'attuazione dei programmi di edilizia pubblica alle Regioni, all'IACP ed alla cooperazione, ma alle grandi imprese, anche private. Dobbiamo con fermezza dichiarare che le responsabilità della non attuazione della 865, non gravano sulla Regione che ha ottemperato tempestivamente agli impegni a cui era chiamata, n sugli IACP che ogni qualvolta hanno avuto a disposizione i fondi hanno fatto gli appalti, hanno costruito le case; né sul movimento cooperativo che soprattutto in questi ultimi anni, è stato molto sollecito a completare i propri programmi, Le responsabilità della non applicazione della legge 865 sono da rimandare esclusivamente e completamente alle autorità ministeriali e governative, che non hanno provveduto all'erogazione dei fondi.
L'atteggiamento dell'on. Moro invece sembra voler punire proprio Regione, Istituto Autonomo e movimento cooperativo. Noi non possiamo lasciar passare inosservata una proposta di intervento di questo genere perché verrebbe a ledere le prerogative della Regione in questo settore.
Chiedo quindi alla Presidenza del Consiglio ed alla Presidenza della Giunta di accettare un dibattito su questo argomento e di farsi promotrici di una iniziativa della Regione nei confronti del meccanismo d'intervento proposto.
Se noi porteremo a termine tempestivamente i vari impegni che abbiamo di fronte: rapida approvazione della legge regionale per un intervento straordinario sul problema della casa; sollecitazione di una rapida e completa erogazione dei fondi della 865 promessi per il triennio 1971/'73 impegno di discutere la proposta dell'on. Moro - ecco che compiremo degli atti concreti per la soluzione del problema della casa, e non soltanto un'azione di sussistenza come oggi siamo costretti a compiere.



PRESIDENTE

Altri Consiglieri desiderano intervenire? Il Presidente della Giunta?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

No, salvo l'assicurazione di interessarci a questa sollecitazione di esame del problema.



RIVALTA Luigi

Non con i tempi de La Mandria!!



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Adesso non voglio aprire un discorso, ma vorrei che veniste a sedervi qui per vedere quanta differenza c'è...



RIVALTA Luigi

Proprio al suo posto, non verrei, ma vicino...



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Pro tempore naturalmente, non con destinazione successoria, soltanto per un motivo conoscitivo



PRESIDENTE

Vi sono dichiarazioni di voto? La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, colleghi, il Gruppo della Destra Nazionale darà voto contrario a questa legge, lo darà riconoscendo e sottolineando tutta la drammaticità del problema della casa, ma aggiungendo altresì che questo fabbisogno di case, che è senza dubbio alcuno vasto ed urgente, era e doveva essere esattamente prevedibile da tempo, per lo meno dal 1964, cioè dall'anno in cui il ritmo di costruzioni...



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Non c'erano ancora le Regioni!



CARAZZONI Nino

Certo, ma c'era già la D.C. al Governo disgraziatamente!



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

E ci sarà ancora!!



CARAZZONI Nino

Ma!!? E non ha saputo assolutamente far fronte alla richiesta crescente di abitazioni da parte di nuove famiglie, da parte di immigrati, di bisognosi.
La costruzione annuale - vogliamo ricordare solo questo dato - è scesa oggi a 170.000 alloggi e questa cifra, a parere degli esperti e secondo le statistiche dell'ONU, vale a coprire solo il 35% del fabbisogno nazionale.
Ora, a fronte di questa situazione che esplode noi assistiamo a situazioni che non possono avere il nostro assenso neppure indiretto, quale saremo costretti a dare qualora votassimo questa legge; intendiamo riferirci allo scoppio di violenze che ha portato a Torino oltre mille famiglie ad occupare alloggi della GESCAL e dell'IACP e che sono state per così dire legittimate in questa loro azione da un decreto del Prefetto che non solo ha disposto le consuete requisizioni, ma addirittura - il che è gravissimo, almeno dal nostro punto di vista e secondo la nostra valutazione - ha innovato la legge civile stabilendo la precettazione, per così dire, degli alloggi che dovessero comunque rendersi ad un certo punto disponibili, vale a dire imponendo ai proprietari di stipulare privati contratti di locazione con le persone scelte dal Comune.
La legge della Regione Piemonte interviene in soccorso di questo modo per noi abnorme di procedere ed è quindi non soltanto - come diceva precedentemente l'oratore comunista - un intervento di rattoppo, ma è soprattutto un intervento di sanatoria di una situazione assolutamente inaccettabile. Non è questa, a nostro avviso, la strada giusta per affrontare e risolvere il problema della casa.
Noi crediamo che questo che è un problema urgente e drammatico e che spinge a lotte di contenuto gravido di sviluppi quali quelli a cui abbiamo assistito a Torino, possa essere affrontato e risolto solo con una seria volontà politica capace di bandire, una volta per tutte, la demagogia e seguire la ragione.
Sono questi i motivi per cui noi voteremo contro questa proposta di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

Signor Presidente, questo intervento straordinario era già stato considerato in termini politici in ordine alle dichiarazioni programmatiche che erano state effettuate nello scorso dicembre e valutato in Commissione in sede di variazioni di bilancio dell'anno 1974 con i riflessi anche per l'attività nel 1975 e la dichiarazione del fallimento della politica urbanistica nella città di Torino. Pertanto il voto che qui si esprime non può non considerare le mancanze e le carenze che si sono verificate in ormai cinque anni di attività dell'Ente comunale di Torino ed in quelli precedenti che hanno portato alla situazione che si è evidenziata in modo drammatico, anormale, pericolosissimo, direi eversivo, con tutte le conseguenze d'ordine sociale e politico che la nostra fragile situazione di stabilità democratica non ci può consentire. E quindi i provvedimenti di urgenza adottati dal punto di vista politico non possono che portare a considerare la situazione estremamente drammatica e pericolosissima che si è creata calpestando le norme di diritto che un Paese democratico si pone e tutti i dubbi di ordine anche etico e non soltanto politico sul modo in cui è opportuno agire. L'Amministrazione comunale di Torino ha indubbiamente adottato provvedimenti che non possono essere riconosciuti come legittimi c'è da considerare però - cosa ben più grave di fronte alla situazione venendo meno, per imprevidenza o per demagogia, alla possibilità di impedire le risultanze di quelle drammatiche giornate.
L'Amministrazione comunale, la maggioranza che regge il Comune di Torino ha posto in essere il tamponamento di una situazione mentre poteva portare con atti di ristabilimento dell'ordine, del rispetto dei diritti del rispetto di questa che si è chiamata, di nuovo con demagogia, "di guerra tra i poveri", a ristabilire i diritti di coloro che avevano aspettato fiduciosi delle leggi, degli ordinamenti di questo nostro Stato.
E' per questo che fermamente denunciamo tutte le carenze di un certo tipo di politica, carenze che riscontriamo nel settore della casa ed in tutti quegli altri settori che quotidianamente affrontiamo e che portano tanto discredito nei confronti dei pubblici amministratori e, cosa ancor più grave, nei confronti dello stesso istituto democratico nel suo complesso.
Noi come Gruppo liberale denunciamo fermamente queste mancanze dovute ad incapacità politica di prevedere, e di assumersi delle responsabilità che indubbiamente avrebbero portato a dei contrasti politici violenti in Consiglio Regionale, ma avrebbero portato ad agire; il rimandare continuamente per mediare uno scontro che non si vuole non porta assolutamente a nulla di attivo ma alla paralisi delle cose e ciò lo conosciamo nei fatti. Pertanto il nostro giudizio è negativo. Però di fronte al fatto che con questo provvedimento si è evitato di creare condizioni ancora più sfavorevoli in relazione alle note situazioni di stabilità democratica, il voto nostro, proprio per marcare il significato negativo della situazione che si è dovuta tamponare, non può che essere di astensione, valutando però il fatto in sé stesso positivo se ben peggiori potevano essere le conseguenze se si fosse voluto all'improvviso ristabilire con forza quella situazione che purtroppo la mancanza di forza precedente aveva reso drammatica.



PRESIDENTE

Se nessun altro chiede di parlare procediamo con la votazione.
Art. 1. - La Regione eroga la somma di lire 300.000.000 all'Amministrazione comunale di Torino, a titolo di contributo straordinario, per l'integrazione dei canoni d'affitto a favore dei nuclei familiari inadeguatamente sistemati che sono in attesa di assegnazione di alloggi da parte di Enti pubblici di edilizia popolare.
Non vi sono emendamenti; nessuno chiede di parlare? Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha dato il seguente esito: Presenti e votanti n. 31 Hanno risposto sì n. 26 Consiglieri Hanno risposto no n. 2 Consiglieri Si sono astenuti n. 3 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2. - All'onere di 300 milioni, di cui al precedente articolo, si provvede mediante una quota, di pari ammontare, della disponibilità esistente nel fondo speciale di cui al capitolo n. 1018 del bilancio per l'anno finanziario 1974, ai sensi della legge 27 febbraio 1955 n. 64, e mediante l'istituzione, nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1975, del capitolo n. 532, con la denominazione "Intervento straordinario, a favore del Comune di Torino, per provvedere alla contingente sistemazione alloggiativa di nuclei familiari" e lo stanziamento di 300 milioni.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.
Nessuno ha chiesto di parlare, si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha dato il seguente esito: Presenti e votanti n. 31 Hanno risposto sì n. 27 Consiglieri Hanno risposto no n. 2 Consiglieri Si sono astenuti n. 2 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Procediamo alla votazione dell'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha dato il seguente esito: Presenti e votanti n. 32 Hanno risposto sì n. 27 Consiglieri Hanno risposto no n. 2 Consiglieri Si sono astenuti n. 3 Consiglieri L'intero disegno di legge è approvato.


Argomento: Presidi socio-assistenziali pubblici e privati

Disegno di legge n. 227: "Intervento straordinario a sostegno dei redditi più bassi in relazione al pesante rincaro del costo della vita ed in particolare del riscaldamento"


PRESIDENTE

Disegno di legge n. 227: "Intervento straordinario a sostegno dei redditi più bassi in relazione al pesante rincaro del costo della vita ed in particolare del riscaldamento".



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Sul testo c'è "247" e non "227".



PRESIDENTE

Si, è vero, il disegno di legge portava il n. 227, ripresentato gli è stato assegnato il n. 247.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Con una intitolazione leggermente diversa.



PRESIDENTE

Sì. La I e la IV Commissione hanno fatte pervenire il parere in merito al disegno di legge n. 427: "Mi pregio comunicarle che nella seduta odierna la I Commissione permanente ha preso in esame, ai sensi dell'art. 7 del Regolamento provvisorio delle Commissioni il disegno di legge 247 riguardante 'Intervento straordinario a favore dei titolari di pensioni sociali in relazione al rincaro del costo della vita ed in particolare del riscaldamento' ed ha espresso parere favorevole".
"Mi pregio comunicarle che la IV Commissione ha portato a termine l'esame del disegno di legge n. 247 riguardante 'Intervento straordinario a favore dei titolari di pensioni sociali in relazione al rincaro del costo della vita ed in particolare del riscaldamento'".
"Tale disegno di legge sostituisce, emendandolo, il precedente disegno di legge 227 'Intervento straordinario a sostegno dei redditi più bassi in relazione al pesante rincaro del costo della vita ed in particolare del riscaldamento'".
Relatore è il Consigliere Falco, al quale do la parola.



FALCO Giovanni, relatore

Signor Presidente, Signori Consiglieri, il Consiglio Regionale, altre volte, esaminò il problema degli anziani, adottando provvedimenti tendenti a sollevare moralmente e materialmente la sorte di coloro che, dopo aver speso tutta la loro vita nel lavoro dell'officina e dei campi, rischiano di trascorrere in difficoltà gli ultimi anni della loro esistenza.
Ricordo la legge votata in Consiglio Regionale nel settembre u.s.
relativa alla promozione dell'assistenza domiciliare agli anziani nonché il funzionamento di centri di incontro per gli anziani stessi.
Il rincaro del costo della vita, e, in particolare, l'incidenza della spesa di riscaldamento, hanno consigliato la Giunta Regionale a presentare una nuova proposta di legge al fine di autorizzare l'erogazione di un intervento straordinario a favore degli anziani che versano in più difficile situazione economica.
Dall'esame della relazione della Giunta Regionale, la IV Commissione ha potuto rilevare che dall'ottobre 1973 all'ottobre 1974 il costo della vita è aumentato del 26% e quello del riscaldamento a gasolio per un alloggio medio della superficie di circa 70 mq oscilla, per l'inverno 1974/'75 dalle 120 mila lire alle 170 mila lire contro le 90 mila lire medie della stagione invernale 1973/'74.
Se si considerano poi gli impianti individuali alimentati a Kerosene utilizzati nelle abitazioni dei centri storici e delle zone periferiche riscontriamo che gli aumenti di spesa sono superiori.
La Regione, con il presente disegno di legge n. 247, si prefigge l'obiettivo di intervenire a sostegno dei redditi dei titolari di pensioni sociali, che non vivono in ambienti comunitari, mediante l'erogazione di un contributo straordinario.
E' noto che un ben più vasto numero di pensionati, peraltro non facilmente individuabili, ha un reddito insufficiente, ma l'entità dello stanziamento ha determinato l'esigenza di limitare l'intervento ai titolari di pensioni di minori entità, quali sono coloro che fruiscono delle pensioni sociali.
L'Assessorato competente ha assicurato che continuano le trattative con l'AGIP, al fine di giungere ad una diminuzione del prezzo del Kerosene che come a tutti è noto, è il combustibile usato dalle persone che vivono nei centri storici ed entro la fascia dei redditi più bassi.
Da un calcolo si rileva che il numero dei pensionati sociali residenti nella Regione Piemonte è di 54.631 unità, da cui si può detrarre un numero di pensionati aggirantesi sul 10%, che vivono in ambienti comunitari.
Si può quindi desumere che il contributo straordinario da assegnarsi si aggiri sulla cifra di L. 40.000 cadauno.
Il disegno di legge presentato dalla Giunta consta di quattro articoli.
Al primo articolo si stabilisce l'erogazione di un contributo straordinario ai titolari di pensioni sociali che non vivano in ambienti comunitari.
Al secondo articolo si prevede che l'entità del contributo sia stabilito dalla Giunta Regionale in base al numero degli aventi diritto e che l'erogazione abbia luogo tramite le Amministrazioni comunali.
Al terzo articolo si precisa in L. 2 miliardi lo stanziamento e si fissano le modalità per il finanziamento della spesa.
Con il quarto ed ultimo articolo la legge viene dichiarata urgente, ai sensi dell'art. 45 dello Statuto, al fine di poter provvedere all'erogazione dei contributi con la maggior sollecitudine possibile.
La IV Commissione, Sanità e Sicurezza Sociale, in più sedute, ha esaminato attentamente la proposta della Giunta ed ha voluto consultare al riguardo le forze sindacali.
Considerando che la I Commissione ha espresso parere favorevole al riguardo e che sarebbe opportuno che il provvedimento, a favore degli anziani in più difficile situazione economica, possa avere esecuzione al più presto, propongo il voto favorevole del Consiglio Regionale al disegno di legge n. 247 presentato dalla Giunta Regionale il 2/12/1974, avente per oggetto "Intervento straordinario a sostegno dei redditi più bassi in relazione al pesante rincaro del costo della vita ed in particolare del riscaldamento".



PRESIDENTE

Apro la discussione sulla relazione.
La parola al Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

Nel dichiarare il voto favorevole del mio Gruppo a questo disegno di legge, voglio sottolineare il fatto che stanziamo due miliardi venendo incontro ad esigenze che tutti in questo Consiglio Regionale giudicano gravose, pesanti per mancanza di un ordinamento statale, in un particolare momento in cui c'è stato, nel settore del riscaldamento, un così, alto rincaro. Prima il collega Rivalta ricordava quella legge di intervento nel settore della casa e si richiamava a quella drammatica situazione che abbiamo dovuto tamponare a Torino, questo è un tamponamento molto più ampio che si rivolge direttamente al consumo, direttamente alla spesa delle famiglie e non credo che possa rientrare in quel quadro di programmazione di attività che si impone alla Regione, a tutti gli Enti locali per portare risposte concrete ad esigenze ben più drammatiche.
E' con questa sottolineatura che il Gruppo liberale dà il suo voto facendosi carico delle precarie condizioni in cui versano le persone che godono di pensioni sociali.
Io chiederei però ai colleghi Consiglieri di meditare sul significato ambiguo delle ultime due parole dell'art. 1 che possono creare domani, in sede di applicazione, interpretazioni discordi: che cosa vogliamo dire con "ambienti comunitari"? Coloro che già sono assistiti da Enti pubblici oppure che convivono con familiari che non godono di questa situazione?



VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi sociali

In Istituti.



ROSSOTTO Carlo Felice

Appunto, in istituti, ma allora diciamolo chiaramente perché "ambienti comunitari" può dare l'interpretazione più lata, più generica, mentre il termine, proprio per un richiamo specifico al diritto all'erogazione di questo contributo, mi pare che debba essere precisato: istituti di diritto pubblico, istituti privati o quello che sia per permettere ai nostri funzionari una più serena applicazione delle disposizioni legislative.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Questa legge ha avuto una lunga discussione in Commissione perch diversi erano gli orientamenti delle forze politiche.
Per quanto riguarda la posizione del nostro Gruppo, credo opportuno esprimerla in modo molto sintetico, poiché da questa posizione deriva la sottolineatura che noi facciamo del carattere di intervento straordinario che la legge afferma e che a nostro giudizio è irripetibile, perché altre devono essere le forme di intervento. Irripetibile perché data l'esiguità dello stanziamento è ovvio - e lo si nota dal contenuto della legge - che si può intervenire in una fascia molto ristretta di persone, quando invece sappiamo che le famiglie a basso reddito sono in numero notevolmente superiore a quelle delle pensioni sociali. E' un intervento che o ha dimensioni tali (che la Regione Piemonte non può permettersi) e allora interviene a livello di tutte le categorie, attraverso un'indagine la più approfondita possibile, oppure, come in questo caso, non può che scegliere la strada delle pensioni sociali.
Voi avrete notato che la legge dei due miliardi e 860 milioni decide qui per due miliardi, la relazione afferma l'impegno, non divide le due somme; in Commissione era emersa l'esigenza che per l'altra parte della somma stanziata in variazione di bilancio si attendesse una seconda decisione che deriverà appunto dal tipo di accordo che con l'AGIP si potrà fare per l'intervento sul Kerosene. Ma l'impiego che noi avevamo proposto per questa somma era di tipo diverso, cioè noi eravamo dell'opinione che la Regione dovesse intervenire, sia pure con carattere contingente, come appunto la situazione richiedeva ed in forma straordinaria, comunque in settori di sua competenza e aventi carattere produttivo. In questo senso pur non disattendendo la richiesta di intervenire a favore dei pensionati nei confronti dei quali mi sembra siamo tutti d'accordo, sottolineavamo che non era questo il tipo di intervento a cui miravamo ma a quello che attiene alle pensioni, ai servizi che ad essi si danno e a molte altre cose di cui abbiamo già discusso, dando contributi che possono portare a dei risultati positivi sul costo della vita. Facemmo allora alcune scelte fondamentali per esempio, se intervento a sostegno delle categorie più deboli ci deve essere, perché non scegliere per esempio il settore trasporti intervenendo a favore delle aziende pubbliche di trasporto, accollandosi di fatto il peso del trasporto e degli anziani e degli studenti? Perché non intervenire nel settore della distribuzione? Noi ponemmo in evidenza quando ne discutemmo in Commissione ed anche nel confronto con le organizzazioni sindacali, l'esigenza di valutare in tutta la sua importanza l'esperienza che i gruppi di acquisto di dettaglianti stavano compiendo. In realtà i dettaglianti, associandosi e quindi ponendo sul mercato la merce ad un prezzo ragionevolmente inferiore rispetto a quello generale, esercitavano un influsso calmieratore nei confronti del costo della vita.
In questo modo i tre miliardi (questi ed altri) ottenevano, a nostro giudizio, tre scopi: il primo quello di intervenire indirettamente, a sostegno delle categorie più basse, le quali potendo accedere ai trasporti od ai generi di prima necessità a prezzi inferiori ne ritraevano un vantaggio; il secondo di intervenire in settori di competenza della Regione. Voi sapete che noi non pensiamo che le competenze siano uno schema al di fuori del quale non si esce, ma in questo caso attenersi alle competenze voleva dire investire in modo contingente in settori che vanno comunque rafforzati, introducendo modi di intervento diversi dal solito; il terzo di intervenire nel settore distributivo a sostegno di una categoria quella dei dettaglianti, che ha un vantaggio notevole per sé e per gli altri, nella misura in cui opera associandosi, e quindi nella misura in cui dispone di attrezzature necessarie per esercitare questa funzione.
Raggiungevamo lo stesso scopo senza trovarci, diciamolo pure, in quel complesso di difficoltà che si sono poi avute amministrando, da un punto di vista meramente assistenziale, questa somma. Comunque - anche perché le organizzazioni sindacali hanno insistito e perché questo tipo di impostazione era emerso in un incontro sindacati-Giunta - abbiamo ritenuto di non insistere sulla nostra proposta iniziale accedendo a quella che oggi ci viene qui presentata e che si rivolge in questo momento soltanto alla categoria di persone con pensioni sociali, si tratta quindi di una fascia molto ristretta (si parla di 50.000 persone) a cui va un contributo che rapportato all'entità delle pensioni, è certamente notevole. Saranno i pensionati ad utilizzarla, per il riscaldamento o per altre cose.
Rimane aperto il secondo tipo di intervento, cioè la destinazione degli 860 milioni - in accordo con l'AGIP - verso un prezzo politico del fustino tenuto conto che, salvo casi sporadici, chi si serve del kerosene soprattutto nelle grandi città come è detto nella relazione, sono famiglie a basso reddito che non vivono in case attrezzate con forme più moderne di riscaldamento.
Ho voluto rendere note le nostre proposte che (non per il fatto che non sono state qui prese in considerazione) rinunciamo a portare avanti infatti le abbiamo sostenute in variazione di bilancio e continuiamo a sostenerle e le sosterremo nel bilancio 1975 anche in rapporto alle leggi per l'agricoltura e per il commercio che stanno per essere varate.
Il nostro voto comunque è positivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cardinali.



CARDINALI Giulio

Signor Presidente, il mio Gruppo - il che significa "io" - voterà questa legge proposta dalla Giunta Regionale, ma con molte riserve, molte delle quali sono già state anticipate dal collega di parte comunista; io ne vorrei aggiungere altre.
Sono convinto che l'intervento regionale può realizzare determinati scopi, ma attraverso canali ben differenti. A mio modo di vedere l'intervento regionale diventa dispersivo nel momento in cui insegue il miraggio di intervenire in settori come questi. La stessa osservazione la feci in occasione della prima votazione sulla legge per i libri di testo a tutti, perché andare in questa direzione significa disperdere delle somme consistenti con risultati che non possono essere considerati notevoli. Io credo invece che l'obiettivo regionale debba essere quello tipicamente promozionale, intervenendo cioè in quei settori ed in quelle strutture attraverso i quali è possibile realizzare realmente ed incisivamente gli obiettivi che si vogliono raggiungere, in questo caso una riduzione sensibile del costo della vita.
Ciò detto è evidente che noi non ci sottrarremo ad un compito che comunque ha la sua enorme importanza e che ha sollevato già attese consistenti in categorie le quali, pur nella loro magra vita che conducono finiranno con l'essere considerate purtroppo, da altre categorie addirittura privilegiate.
Con questo spirito e con queste osservazioni, noi votiamo la legge presentata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Menozzi.



MENOZZI Stanislao

Anticipo subito, per autorizzazione concessami dal Capogruppo collega Bianchi, il voto favorevole del Gruppo della senza con ciò dispensarmi dal muovere alcune osservazioni che avevo pensato di esternare prima ancora di ricevere detta autorizzazione.
Senza voler sottovalutare la realtà, veramente drammatica, nella quale si trovano costretti a vivere i percettori di pensioni sociali, (e sotto questo aspetto e condividibile la legge che ci accingiamo ad approvare) non posso non condividere quanto sostenuto dal collega Cardinali sul carattere dispersivo che vengono ad avere questi interventi, meglio sarebbe poterli utilizzare in forme più organiche affinché lascino di sé un'impronta più incisiva.
Ciò premesso, vorrei rivolgere un invito alla Giunta: nel momento in cui devolverà la somma ai diretti interessati, effettui (ovviamente nel limite del possibile) i relativi controlli perché credo non basti essere titolari di una pensione sociale, per vivere realmente in uno stato di indigenza. Lo sa il sottoscritto e penso lo sappiano tutti i Consiglieri presenti o anche gli assenti che anche le pensioni sociali si possono ottenere attraverso strade tortuose e persone che potevano benissimo vivere senza la pensione, la ottengono; potrei citare molti altri esempi, ma mi limito ai famosi presalari di infausta memoria che, ahimè, si continua ad erogare e ché in molti casi finiscono, non per alleviare le fatiche dei genitori che mandano i figli all'Università, ma, per consentire agli studenti di fare sfoggio di cose esteriori che non servono, anzich soddisfare esigenze vitali.
Concludo col rinnovare l'invito alla Giunta di approfondire, al di sopra dei dati statistici m suo possesso, le indagini per individuare quei casi che senz'altro esistono e che io mi sono permesso di denunciare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, colleghi, il Gruppo della Destra Nazionale - che tra parentesi non si riduce a me solo, perché grazie al cielo si trova ad operare in diverse condizioni di quanto non sia costretto il Gruppo socialdemocratico e che noi ci auguriamo abbia ad aumentare - si asterrà sulla proposta di legge 247 presentata dalla Giunta Regionale.
Vi è coerenza tra il voto contrario da noi dato al precedente progetto di legge e l'astensione che abbiamo or ora annunciato. Abbiamo prima votato contro quella proposta di legge affermando che non ci sentivamo di sanare una situazione chiaramente illegittima che sta a monte della proposta stessa; ci asteniamo adesso perché qui in effetti non si tratta di concedere sanatorie a situazioni illegittime, quanto piuttosto di prendere semplicemente atto di situazioni realmente drammatiche che esistono e sulle quali la Giunta ha ritenuto di intervenire in questa forma. Sennonché è coerente l'osservare che non può essere tranquillamente approvata una legge che, da tutte le parti politiche, è stata considerata e giudicata come un intervento di tipo dispersivo, come un intervento che va soltanto a favore di ben determinate e ridotte fasce sociali e soprattutto che finirà col dare contributi di ben modesta entità, come d'altra parte riconosce la proposta di legge stessa. E allora ancora una volta il problema è a monte è innanzi tutto nella disgraziata, nella drammatica situazione in cui si trovano a vivere molti, moltissimi cittadini, anche se sono vere le denunce che poc'anzi faceva il collega Menozzi su titolari di pensioni sociali che forse sono meno bisognosi di altri che non godono neppure di questo tipo di assistenza; ma è pur vero che non è, che non deve, che non può essere compito dalla Regione un intervento di tipo puramente assistenziale, là dove si impone invece un intervento di tipo più incisivo, che valga a lasciare una traccia, ad incidere realmente in quella che è la realtà di questa nostra Regione. Ed allora ecco che l'astensione nostra concilia da una parte il rispetto dovuto nei confronti di categorie alle quali bene o male (più male che bene) con questo tipo di intervento qualcosa si viene a dare, ma dall'altra riafferma la denuncia che noi riteniamo di dovere anche in questa contingenza fare nei confronti di un'azione dispersiva disorganica, e, ci si consenta, non poco velata di demagogia, anche se è vero, come è vero, che tutte le altre parti politiche, pur criticandola finiscono con l'approvare la proposta di legge forse nel timore giustificato delle reazioni di opinione pubblica che ne possono derivare.
Siccome noi non abbiamo questi complessi, ci asteniamo.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Perché non avete pensionati che la pensino così, non avete quella preoccupazione.



PRESIDENTE

Si chiude così la discussione generale.
Ha chiesto di parlare l'Assessore Vietti, ne ha facoltà.



VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi sociali

Molto brevemente, a nome della Giunta, dichiaro di concordare con la relazione del Consigliere Falco che recepisce largamente la relazione della Giunta.
E' stato detto che si sarebbe potuto intervenire in modo diverso. Il provvedimento e conseguente alla mozione che è stata votata nel settembre del 1974 da questo Consiglio, in seguito alla relazione del Presidente della Giunta sulla situazione dell'economia piemontese. In quell'occasione la Giunta si è impegnata ad un certo numero di provvedimenti relativi alla casa, al credito agevolato per le imprese artigiane, al turismo, ai lavori pubblici, ed inoltre si è impegnata per un'azione di sostegno dei redditi più bassi, in relazione al pesante rincaro del costo del riscaldamento.
Ora, dopo lunghe discussioni, in Commissione si è registrato che è difficile e che diverrebbe intempestivo intervenire in modo diverso.
Precedentemente la Giunta aveva presentato un disegno di legge che demandava ai Comuni la scelta delle famiglie che maggiormente necessitano di un intervento assistenziale, fissando l'entità dei contributi in L.
35.000 o in L. 50.000 per famiglia, a seconda se il nucleo familiare era composto da una persona sola o da più persone. In seguito, dopo numerose discussioni in Commissione, si è rilevato che i pensionati che vivono nel Piemonte e che hanno la pensione minima sono circa 700.000. Si è pertanto dedotto che sarebbe stato molto difficile per le Amministrazioni comunali individuare i nuclei familiari che potessero rientrare nella fascia dei beneficiari, soprattutto sarebbe diventata molto laboriosa l'indagine ed il provvedimento non avrebbe potuto diventare operante tempestivamente, come era nelle intenzioni della Giunta. Allora abbiamo ritenuto che non ci fosse altra possibilità che individuare come beneficiari coloro che hanno le pensioni più basse e cioè i pensionati sociali che hanno una pensione di L.
29.200 mensili, già tenendo conto dell'aumento che si è realizzato dal 1 gennaio 1975. Pertanto si è ritenuto che tale categoria sia quella maggiormente bisognosa di un intervento assistenziale e che per di più il provvedimento può divenire presto operante.
Il Consigliere Menozzi ha messo in rilievo come anche fra i pensionati sociali vi siano persone che non necessitano di un contributo per il caro riscaldamento. Ogni provvedimento può dare adito a situazioni di questo genere: è certo però che tra le persone che hanno veramente necessità di interventi assistenziali vi sono, in grande maggioranza, i titolari delle pensioni sociali.
Rendo noto al Consigliere Berti che non abbiamo rinunciato a trattare con l'AGIP per ottenere una diminuzione generalizzata del prezzo del kerosene, combustibile che viene utilizzato in modo particolare dalle persone a più basso reddito: le trattative che abbiamo avuto finora però ci danno poche speranze di ottenere un esito positivo. Continueremo comunque negli incontri con i dirigenti dell'AGIP per esaminare le concrete possibilità di un provvedimento che realizzi tale obiettivo.
Concordo con chi ha sostenuto che si deve trattare di un intervento straordinario che non deve essere ripetuto, ma nello stesso tempo ritengo che, di fronte alla difficile situazione dell'economia piemontese, alla precaria situazione economica delle persone a basso reddito, l'erogazione del contributo previsto può alleviare la situazione di un certo numero di cittadini del Piemonte (circa 50.000 famiglie) su cui certamente grava il pesante rincaro del costo della vita ed in particolare del riscaldamento.



PRESIDENTE

Ha così termine l'intera discussione.
Qualcuno chiede la parola per dichiarazione di voto? Passiamo alla votazione degli articoli.
Art. 1. - La Regione, al fine di svolgere un'azione di sostegno dei bassi redditi dei titolari delle pensioni sociali, in relazione al rincaro del costo della vita ed in particolare del riscaldamento, assegna contributi a favore di tutti i titolari di pensioni sociali, residenti in Piemonte, che non vivono in ambienti comunitari.



VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi sociali

Il collega Rossotto ritiene ambigua l'espressione "in ambienti comunitari"; si potrebbe sostituire con "in istituzioni comunitarie".



PRESIDENTE

Vuole formalizzarlo?



VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi sociali

Nell'ultima riga sostituire l'espressione "ambienti comunitari" con "istituzioni comunitarie".



PRESIDENTE

C'è un emendamento dell' Assessore Vietti, chi intende approvarlo è pregato di alzare la mano. E' approvato.
Pongo in votazione l'art. 1 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha dato il seguente esito: Presenti e votanti n. 32 Hanno risposto sì n. 30 Consiglieri Si sono astenuti n. 2 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2. - L'entità dei contributi da assegnarsi, a titolo di intervento straordinario, a ciascun titolare di pensione sociale è determinato dalla Giunta Regionale, ripartendo l'importo complessivo dello stanziamento per il numero degli aventi diritto.
L'erogazione del contributo avviene tramite le Amministrazioni comunali della Regione.
Se nessuno chiede la parola si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 32 Hanno risposto sì n. 30 Consiglieri Si sono astenuti n. 2 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3. - Ai fini dell'attuazione della presente legge è autorizzata la spesa di 2 miliardi.
All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante una quota, di pari ammontare, della disponibilità esistente nel fondo di cui al capitolo n 1018 del bilancio di previsione per l'anno finanziario 1974, ai sensi della legge 27/2/1975, n. 64, e mediante la conseguente istituzione, nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1975, del capitolo n. 515 con la denominazione "Intervento straordinario a favore dei titolari di pensioni sociali, in relazione al rincaro del costo della vita ed in particolare del riscaldamento", e con lo stanziamento di 2 miliardi.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.
Poiché nessuno chiede la parola si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 31 Hanno risposto sì n. 29 Consiglieri Si sono astenuti n. 2 Consiglieri.
L'articolo 3 è approvato.
Art 4 - La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi dell'art. 45 dello Statuto, ed entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale )



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 32 Hanno risposto sì n. 30 Consiglieri Si sono astenuti n. 2 Consiglieri L'articolo 4 è approvato.
Pongo in votazione l'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha dato il seguente esito: Presenti e votanti n. 31 Hanno risposto sì n. 29 Consiglieri Si sono astenuti n. 2 Consiglieri Il disegno di legge è approvato.


Argomento: Nomine

Designazione di un rappresentante dell'Amministrazione regionale nel Consiglio di Amministrazione dell'Enit e del Teatro Regio di Torino


PRESIDENTE

La Giunta ha chiesto che fossero poste in votazione due nomine: di un rappresentante dell'Amministrazione regionale nel Consiglio di Amministrazione dell'ENIT e di un rappresentante della Regione nel Consiglio di Amministrazione del Teatro Regio di Torino.
Siccome la Giunta non ha fatto nomi nella deliberazione, sarebbe opportuno sospendere pochi minuti (sono le 20) per sentire dai Capigruppo quali sono le designazioni che vengono fatte.
La seduta è sospesa, i Capigruppo e la Giunta sono convocati.



(La seduta, sospesa alle ore 20, riprende alle ore 20,10)



PRESIDENTE

Comunico che nella riunione dei Capigruppo unitamente al Presidente della Giunta si sarebbe convenuto di passare brevemente alla nomina dei due rappresentanti perché ha carattere di urgenza, successivamente si procederà alla relazione ...



VISONE Carlo

Anche la votazione del comitato ospedaliero è urgente.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Vorrei allora chiarire che l'urgenza è dovuta al fatto che il Ministro del Turismo e dello Spettacolo richiama l'adempimento di un atto dovuto da parte del Consiglio entro la data del 5 febbraio e a mezzanotte scade la data del 5 febbraio. Questa è la ragione dell'urgenza.



PRESIDENTE

Abbiamo preso atto di questa situazione.
Vuole il Presidente della Giunta formulare le due proposte ed indicare esattamente i termini delle nomine?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Le delibere che sono state proposte al Consiglio pongono in evidenza come sussistano delle ragioni per arrivare alla designazione e pertanto anche alla votazione di chi deve rappresentare la Regione nell'Ente nazionale del turismo e di chi deve rappresentare la Regione nel Consiglio di Amministrazione del Regio.
Si è di fronte a due casi che si distaccano da quella che può essere la generalità delle scelte e delle elezioni di componenti del Consiglio o di estranei che rappresentino la Regione in Enti esterni al Consiglio Regionale, si è cioè di fronte all'esigenza di funzionalità per quanto attiene alla rappresentanza dell'ENIT e la Giunta mi ha espressamente dato l'incarico di formulare la proposta che sia l'Assessore che sviluppa la delega del turismo, pro tempore, a rappresentare la Regione.
Per quanto si riferisce al Consiglio di Amministrazione del Regio la Giunta mi ha incaricato di proporre (ed io ho superato delle difficoltà personali che potevano non consentirmi di accettare questa indicazione, che a rappresentare la Regione, pro tempore), sia il Presidente della Giunta per mettere la Regione nelle stesse condizioni in cui è il Comune di Torino e cioè sia rappresentata dal vertice.
Pertanto la proposta che a nome della Giunta formulo è che nella delibera si dia atto che la Giunta propone nell'un caso l'Assessore delegato al Turismo, nell'altro caso il Presidente della Regione, pro tempore. Chiaramente il Consiglio ha la facoltà di votare o di non votare in questa direzione, la votazione deve essere fatta però sui nomi perch non può essere indicata genericamente la sola funzione in quanto i due decreti di nomina da parte dei Ministri devono riferirsi a persone.



PRESIDENTE

Se il Consiglio non ha nulla da obiettare che l'Assessore al turismo ed il Presidente della Giunta in carica siano proposti per le due nomine provvediamo rapidamente alla votazione.
Designazione di un rappresentante dell'Amministrazione regionale nel Consiglio di Amministrazione dell'ENIT ai sensi dell'art. 3 della legge 2 agosto 1974 n. 365.
E' proposto l'Assessore Debenedetti.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 34 Ha riportato voti: Ass. Debenedetti n. 18.
Schede bianche n. 16.
Proclamo eletto nel Consiglio di Amministrazione dell'ENIT l'Assessore Debenedetti.
Nomina del rappresentante della Regione nel Consiglio di Amministrazione del Teatro Regio di Torino.
E' stato proposto il Presidente della Giunta, avv. Gianni Oberto.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Ha riportato voti: Pres. Oberto: n. 20 Schede bianche: n. 14.
Proclamo eletto il Presidente della Giunta, avv. Gianni Oberto, quale membro dell'Ente Autonomo lirico Teatro Regio di Torino.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici

Esame disegni di legge n. 191 e 241 relativi a "Provvidenze speciali per il risanamento delle acque a favore dei Consorzi e degli altri Enti locali previsti dal relativo piano regionale"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto quarto: Esame disegni di legge presentati dalla Giunta Regionale n. 191 e 241 relativi a "Provvidenze speciali per il risanamento delle acque a favore dei Consorzi e degli altri Enti locali previsti dal relativo piano regionale".
Proporrei questo metodo di lavoro: ascoltiamo la relazione del Consigliere Calsolaro, dopo di che ci aggiorniamo a domani mattina alle ore 9,30.
La parola al relatore avv. Calsolaro.



CALSOLARO Corrado, relatore

L'art. 5 dello Statuto della Regione Piemonte stabilisce che "La Regione, nella politica di programmazione, adotta le misure necessarie a conservare e difendere l'ambiente naturale per assicurare, alla collettività ed ai singoli, condizioni che ne favoriscano lo sviluppo civile e ne salvaguardino la salute". In particolare che la Regione nell'ambito delle proprie competenze, "agisce contro le forme di inquinamento per eliminarne le cause".
Con il D.P.R. 15 gennaio 1972, n. 8 sono state trasferite alle Regioni le funzioni amministrative esercitate dagli organi centrali e periferici dello Stato in materia di lavori pubblici di interesse regionale e, fra questi, "le opere igieniche di interesse locale", tra cui le fognature e gli impianti di depurazione delle acque.
Alle Regioni è altresì delegato, con il D.P.R. 14 gennaio 1972, n. 4 e ai sensi dell'art. 17, lettera b) della legge 16 maggio 1970, n. 281 l'esercizio delle funzioni amministrative concernenti "l'igiene del suolo e dell'ambiente, l'inquinamento atmosferico e delle acque e gli aspetti igienico-sanitari delle industrie insalubri".
Nel quadro della vigente normativa la Giunta Regionale ha presentato in data 1 agosto 1974, un disegno di legge contenente "Provvidenze speciali per il risanamento delle acque a favore dei Consorzi e degli altri Enti locali previsti dal relativo piano regionale".
Al disegno di legge, che reca il n. 191, sono stati allegati: a) la relazione generale al piano regionale di risanamento delle acque b) le relazioni e le tabelle di sintesi dei singoli piani comprensoriali.
Il piano - che si sviluppa secondo una previsione di tempo che va dal 1974 al 1985 - individua, nell'ambito del territorio regionale, ventidue comprensori e sedici unità comunali equiparate ai comprensori, quali oggetto dell'intervento legislativo per il risanamento delle acque.
Nell'ambito dei comprensori e delle unità comunali equiparate è previsto che le opere vengano realizzate dai singoli Comuni o dai Consorzi di Comuni. A questi sono equiparate le Comunità montane.
La gestione dei servizi di disinquinamento può effettuarsi a mezzo delle aziende speciali di cui al R.D. 15 ottobre 1925, n. 2578.
La procedura per la concessione dei contributi in conto capitale per la costruzione dei collettori e degli impianti di depurazione - fissati nella misura del 75% della spesa ritenuta ammissibile, ivi compreso il costo dei terreni - si apre con la presentazione, da parte degli Enti locali interessati, entro il 31 marzo di ogni anno, di una domanda documentata al Presidente della Giunta Regionale.
La domanda è esaminata, entro il 15 maggio, da una Commissione tecnica costituita presso l'Amministrazione regionale. Questa Commissione esprime il proprio parere motivato sulla conformità dei progetti al piano regionale di risanamento e dà indicazioni alla Giunta Regionale sui programmi annuali di finanziamento e sull'ordine di priorità degli interventi.
Entro il 31 maggio la Giunta Regionale delibera sui programmi di intervento e sui relativi finanziamenti; e ne dà tempestivo avviso agli Enti interessati.
I Consorzi e gli altri Enti locali devono poi presentare, entro il 30 novembre, e cioè entro sei mesi dalla deliberazione di concessione dei contributi assunta dalla Giunta Regionale, i progetti esecutivi delle opere, la cui approvazione equivale a dichiarazione di pubblica utilità nonché di urgenza e di indifferibilità dei lavori.
Entro due mesi, e cioè entro il 31 gennaio dell'anno successivo il Presidente della Giunta Regionale emana il decreto di concessione del contributo ed approva i progetti esecutivi delle opere.
I costi di gestione del servizio sono ripartiti, oltre che fra gli Enti locali partecipanti, anche fra le aziende che immettono scarichi, in rapporto al grado di utilizzazione, delle opere ed al carico di inquinamento prodotto, e secondo tariffe stabilite nei regolamenti dei Comuni, dei Consorzi o delle aziende speciali.
La spesa prevista per l'attuazione della legge è di 26 miliardi di lire per il quadriennio 1974/77, da assumersi per i 25 miliardi e 200 milioni di lire del triennio 1975/'77 con l'accensione di mutui per il rispettivo ammontare annuo di lire 6 miliardi e 200 milioni, 9 e 10 miliardi.
Ulteriori disposizioni sono dettate per far fronte ai maggiori oneri derivanti dall'ammortamento dei mutui e dalla prestazione della garanzia della Regione agli Enti che non abbiano sufficienti cespiti da delegare per la contrazione dei mutui a copertura della quota di spesa a loro carico.
Il disegno di legge è stato assegnato per competenza alla V Commissione consiliare in sede referente.
In data 13 settembre 1974 la Commissione ha provveduto alla designazione del relatore e successivamente, in data 27 settembre 1974, ha iniziato l'esame della proposta legislativa.
Il disegno di legge ha richiesto la soluzione di alcune questioni preliminari.
Innanzitutto la determinazione del rapporto intercorrente fra la legge o meglio il provvedimento all'esame del Consiglio, e il piano di risanamento delle acque.
Il disegno di legge ha infatti per oggetto "Provvidenze speciali per il risanamento delle acque", e cioè la concessione di contributi in conto capitale a favore dei consorzi e degli altri Enti locali per la costruzione di collettori e di impianti di depurazione degli scarichi di acque reflue.
I Comuni ed i loro consorzi interessati al provvedimento - le cosiddette unità di intervento per il risanamento delle acque - sono individuati in una elencazione, contenuta nella relazione generale al disegno di legge, cui corrispondono singoli studi di massima a dimensione comprensoriale e comunale volti a fornire indicazioni sulla localizzazione degli impianti di depurazione e sullo sviluppo delle canalizzazioni consortili di collegamento delle reti comunali di fognatura agli impianti.
Ogni studio contiene altresì indagini sulla popolazione, sulle attività industriali, sulle modalità e le caratteristiche degli scarichi liquidi l'indicazione degli elementi tecnici per la definizione dei progetti di massima; la valutazione dei costi di costruzione e degli oneri di gestione la ricerca sull'organizzazione amministrativa da ritenersi più efficiente ai fini previsti dal provvedimento legislativo.
Si tratta, senza dubbio, di una documentazione imponente che affronta in modo ampio e particolareggiato la situazione dei singoli comprensori in tutta la vasta gamma delle relative implicazioni.
Il problema della recezione nella legge regionale del piano di risanamento delle acque - e conseguentemente dei piani comprensoriali che compongono il piano regionale - si poteva risolvere: o con l'introduzione diretta nel testo legislativo degli elementi essenziali del piano, con l'indicazione dei criteri di priorità e l'individuazione degli obiettivi, l'elencazione dei comprensori e la loro delimitazione, la localizzazione degli impianti di depurazione e lo sviluppo delle canalizzazioni, i costi di costruzione e gli oneri di esercizio delle opere o con l'approvazione di un allegato al testo di legge, quale documento rappresentativo del piano, e da assumersi pertanto come parte integrante della legge.
La Commissione ha ritenuto opportuno di orientarsi verso la seconda ipotesi, invitando il competente Assessorato all'ambiente a redigere, sulla base degli elementi contenuti nella prodotta documentazione, un piano organico degli interventi programmati che potesse costituire la necessaria integrazione legislativa del testo normativo, e come tale suscettibile di immediata valutazione e giudizio, e delle conseguenti successive verifiche ed adeguamenti.
Una seconda questione preliminare si è posta in rapporto alla denominazione di comprensori data alle unità di intervento per il risanamento delle acque.
E' stato più volte fatto rilevare durante i lavori del Consiglio Regionale e delle Commissioni permanenti l'inopportunità di un uso generalizzato, ed alle volte improprio, dell'espressione comprensoriale per designare unità amministrative o territori sovracomunali operanti in settori diversi di competenza e di intervento della Regione. Infatti, in carenza di una legislazione regionale che definisca la natura giuridica e la struttura amministrativa dei comprensori, e ne delimiti la circoscrizione territoriale, si potrebbero verificare nella realtà ipotesi di prospettazioni difformi o non coordinate che avrebbero l'effetto di creare delle sovrapposizioni e delle disfunzioni in ordine ad una corretta organizzazione dell'assetto territoriale. E' necessario, cioè, evitare che con il termine di comprensorio la legislazione regionale sparsa qualifichi entità giuridiche , territoriali ed amministrative fra di loro non omogenee, creando confusione di principi e di applicazioni pratiche interferenze di autorità variamente costituite, difficoltà di indirizzo e di coordinamenti programmatici.
Nella fattispecie, poi, i comprensori previsti dal disegno di legge non costituiscono, contro la lettera dello stesso disegno di legge, effettive unità di intervento per il risanamento delle acque in quanto non hanno una propria fisionomia autonoma, giuridica e programmatica; ma al loro interno operano, in modo autonomo, i Consorzi o i singoli Comuni.
E' sembrato quindi alla Commissione più perspicua, in luogo di quella usata nel disegno di legge della Giunta, in accordo con il competente Assessorato, l'adozione di una diversa terminologia quella di aree di intervento per il risanamento delle acque, come meglio corrispondente all'oggetto in esame.
Questa denominazione consente una semplificazione nomenclativa a tutto vantaggio della lettera e della interpretazione della legge.
Si avranno così aree di intervento per il risanamento delle acque costituite da una pluralità di Comuni (i comprensori del disegno di legge) ed aree la cui circoscrizione corrisponde al territorio di singoli Comuni (i Comuni equiparati del disegno di legge).
Nell'ambito, poi, delle aree costituite da una pluralità di Comuni il Piano regola le ipotesi in cui siano i singoli Comuni o i Consorzi a realizzare le opere.
In adempimento del voto espresso dalla Commissione, l'Assessorato competente ha presentato il documento rappresentativo del Piano, costituito da una relazione introduttiva e da tabelle, due per ciascuna delle aree di intervento, contenenti gli "elementi statistici" e gli "elementi tecnici ed economici di progetto". Questo documento è allegato alla legge e, approvato contemporaneamente ad essa, ne farà parte integrante.
Dal documento si rilevano i criteri di priorità generale e specifica.
Generale nel senso che gli interventi sono indirizzati inizialmente verso quelle aree che dalle indagini risultano essere maggiormente inquinate specifica nel senso che fra le aree maggiormente inquinate viene ulteriormente individuata una categoria di aree nelle quali lo stato dell'inquinamento è particolarmente grave e l'intervento più urgente.
Il documento contiene l'elencazione e la delimitazione territoriale delle aree interessate, la localizzazione degli impianti di depurazione e lo sviluppo delle canalizzazioni.
La relazione illustrativa del Piano contiene altresì l'indicazione dei criteri seguiti sia per la previsione delle canalizzazioni e degli impianti di depurazione da costruire, che per la determinazione dei costi di costruzione.
Emerge dalla relazione e dai dati tecnici del Piano il concetto informatore rivolto al contenimento quantitativo degli impianti ai fini di una loro più razionale gestione, con una conseguente riduzione dei punti di scarico per facilitarne il controllo. Essendo gli oneri di esercizio comprensivi della gestione e dell'ammortamento, sicuramente elevati l'aumento della dimensione degli impianti e la loro concentrazione in limitate unità consentono una maggiore economicità di gestione, essendo stato proprio il minor costo di esercizio possibile il parametro seguito per una soluzione ottimale degli interventi.
Le consultazioni degli Enti locali da parte della Commissione hanno evidenziato alcune osservazioni principali: 1) è stato rilevato da parte delle Province che il disegno di legge in oggetto non prevede la loro partecipazione ai consorzi.
La Commissione - pur facendo rilevare che dal testo del disegno di legge, e precisamente dall'art. 3, si può implicitamente dedurre che esse siano comprese nella generale dizione di "Consorzi tra Enti locali" ritiene opportuno di proporre una specifica norma che sciolga esplicitamente ogni dubbio interpretativo.
Del resto la legge regionale 8 novembre 1974, n. 32, sulla disciplina degli scarichi delle attività produttive prevede, come indirizzo di politica legislativa, e conferma, la competenza delle Province in merito alla autorizzazione degli scarichi; allo svolgimento dei servizi di vigilanza, analisi e controllo; all'applicazione delle sanzioni pecuniarie amministrative; nonché la loro partecipazione alla Commissione tecnica regionale.
La V Commissione ritiene che, per opportune ragioni di coordinamento dell'attività delle Amministrazioni provinciali nel settore degli inquinamenti delle acque, debba essere accolta l'istanza da esse presentata di partecipare, con un proprio rappresentante, alla Commissione tecnica di cui alla presente legge.
Analoga decisione è stata assunta in ordine alla partecipazione alla predetta Commissione di un esperto in rappresentanza delle Amministrazioni comunali piemontesi.
2) E' stato rilevato da parte di numerosi amministratori locali che l'iter burocratico, che si sviluppa dalla presentazione della domanda fino al momento finale del decreto di concessione del contributo, non considera che molti Comuni hanno da tempo costituito il relativi consorzi provvedendo altresì a redigere i progetti esecutivi delle opere; quando addirittura non abbiano già in corso l'esecuzione dei lavori.
In questa ipotesi sembra inopportuno, ed addirittura assurdo, che i Comuni, o i Consorzi in questione, debbano attendere il lungo periodo di tempo previsto dal disegno di legge, che intercorre dalla data di scadenza della presentazione della domanda (31 marzo) a quella (30 novembre) della presentazione dei progetti esecutivi delle opere, ai fini della decisione definitiva di concessione del contributo.
La Commissione ritiene che l'osservazione sia del tutto fondata.
Se è vero che non si può pensare di abbattere immediatamente l'inquinamento e che necessariamente si deve procedere con gradualità; che la Regione deve farsi parte attiva nella promozione dei Consorzi e nel predisporre tutte quelle iniziative che rendano effettivamente operante la legge, secondo la scala di priorità del Piano; è anche vero che là dove l'inquinamento è più massiccio e preoccupante si sono già costituite o sono in avanzata fase di costituzione - ad iniziativa degli Enti locali interessati - gli strumenti idonei al risanamento delle acque.
La Commissione ritiene che nel caso in cui i Comuni o i loro Consorzi presentino alla data del 31 marzo, anziché la domanda preliminare di concessione del contributo di cui all'art. 5 del disegno di legge, una domanda contenente, oltre alla relazione generale di compatibilità con il Piano, i progetti esecutivi delle opere, di cui al 2° comma dell'art. 8 del d.d.l., sia opportuno e possibile procedere con maggiore celerità omettendo la fase intermedia che intercorre appunto dalla comunicazione dell'assegnazione del contributo di cui al 1° comma dell'art. 8 del disegno di legge sino al termine fissato per la presentazione del progetto esecutivo.
Le domande così formulate saranno sottoposte, dopo il termine di scadenza del 31 marzo, al parere della Commissione tecnica regionale ed alla deliberazione della Giunta Regionale relativa ai programmi di interventi annuali ed ai relativi finanziamenti; dopo di che il Presidente della Giunta Regionale, sentito l'ulteriore parere della Commissione tecnica sui progetti esecutivi, emette il decreto di concessione del contributo.
Si realizza pertanto, in queste ipotesi, una accelerazione di circa sette mesi sul normale iter procedurale delle pratiche.
3) Alcune Amministrazioni locali hanno posto l'accento sull'entità del contributo regionale che il disegno di legge determina nella quota fissa in capitale pari al 75% della spesa riconosciuta ammissibile. In particolare sulle difficoltà che potranno incontrare i Comuni e i consorzi di Comuni a coprire il restante 25% della somma occorrente per la costruzione dei collettori consortili e degli impianti di depurazione, nonché per l'acquisto dei terreni.
Nel corso dei lavori della Commissione, in accoglimento delle istanze presentate dagli Enti locali, la Giunta Regionale ha dato la sua adesione alla elevazione del contributo in conto capitale all'80% della spesa ritenuta ammissibile.
Il contributo è ulteriormente elevato fino ad un massimo del 90% a favore delle aree svantaggiate attraverso il criterio obiettivo della capacità finanziaria degli Enti attuatori per la realizzazione di collettori consortili e di impianti di depurazione che siano a servizio di una popolazione non superiore a 20.000 abitanti.
Poiché, secondo le previsioni finanziarie del Piano, gli oneri complessivi ammontano a L. 164.300.376.000, di cui, secondo il disegno di legge della Giunta n. 191, L. 123.225.282.000 a carico della Regione e L.
41.075.094.000 a carico degli Enti attuatori, l'elevazione dell'intervento regionale all'80% della spesa ammissibile implica un ulteriore onere a carico della Regione di L. 8.215.018.800 (e ciò per complessive 131.440.300.800), con una corrispondente uguale riduzione dell'onere a carico degli Enti attuatori, e così a L. 32.860.075.200.
Essendo altresì previsto che in presenza di particolari condizioni il contributo regionale possa essere elevato fino al 90%, e ancora che la Regione possa prestare la garanzia fidejussoria a favore dei Comuni e dei consorzi che non abbiano sufficienti cespiti da delegare per la contrazione di eventuali mutui a copertura della quota di spesa a loro carico, appare evidente l'entità dell'intervento finanziario della Regione a sostegno di una politica ambientale che affronti il problema dell'inquinamento delle acque in una prospettiva che dovrebbe permetterle di risolverlo.
Le provvidenze speciali contenute nella legge si propongono altresì di realizzare un momento importante nella collaborazione operativa fra Regione ed Enti locali, coinvolgendo questi nella responsabilità di attuazione del Piano con conseguenti opportune ed adeguate scelte politiche e programmatiche da assumersi in piena autonomia e consapevolezza.
La maggioranza della Commissione si è orientata nel senso indicato mentre da parte dei Consiglieri del Gruppo comunista si è insistito per una gestione diretta del Piano da parte della Regione con l'assunzione dell'intera spesa prevista per l'attuazione del programma. Analoghe riserve, pur con un'adesione di massima al disegno di legge, sono state espresse dal Presidente della Commissione in quanto rappresentante del Gruppo liberale.
Di particolare difficoltà è apparsa la soluzione del problema relativo al concorso delle aziende nell'ammortamento dell'intero capitale investito nella realizzazione delle opere, non essendosi ritenuto sufficiente il previsto concorso di esse alle spese di esercizio, e cioè alla gestione ed all'ammortamento della quota di capitale investita dagli Enti attuatori sia pure in proporzione al grado di utilizzazione delle opere ed al carico di inquinamento prodotto.
La maggioranza della Commissione ha ritenuto di accogliere la formulazione, proposta dalla Giunta nel corso dell'esame del disegno di legge, che fissa il concorso delle aziende industriali, artigiane e zoo agricole nell'ammortamento del capitale investito nella realizzazione delle opere per una quota pari al 50% del capitale medesimo, in proporzione al grado di utilizzazione delle opere ed al carico di inquinamento prodotto da ciascuna azienda.
La determinazione della misura del concorso, nel quadro della normativa di principio stabilita dalla legge regionale, è attribuita alla competenza degli Enti attuatori, Consorzi, Comuni ed aziende speciali, che destineranno la quota di ammortamento percepita dalle aziende agli oneri di manutenzione e di sistemazione straordinaria delle opere.
La proposta, contenuta nell'art. 9 del testo licenziato dalla Commissione, deve collegarsi alla legge regionale 8 novembre 1974, n. 32 sulla disciplina degli scarichi delle attività produttive.
Le immissioni dirette ed indirette in acque superficiali ed in fognatura di scarichi liquidi provenienti da attività industriali artigianali e zoo-agricole sono subordinate alla preventiva autorizzazione dell'Autorità competente e a limiti provvisori e finali di accettabilità.
Le aziende dovranno pertanto provvedere - quando già non lo abbiano fatto - ad adeguarsi alla nuova normativa regionale.
D'altra parte, anche ai fini di una gestione meno onerosa a carico degli Enti attuatori, è opportuno che si operi il collegamento fra aziende ed impianti pubblici: questo collegamento non può, a sua volta, non comportare una compartecipazione delle aziende stesse alle spese per la realizzazione dei collettori consortili e degli impianti di depurazione.
La quota fissata nell'art. 9 si richiama, in difetto di dati analitici più precisi e sicuri, a criteri di ordine equitativo, ai quali soccorrono gli elementi obiettivi della proporzionalità al grado di utilizzazione delle opere ed al carico di inquinamento prodotto. E' da ritenersi che in questo modo sia consentito un adeguamento del concorso con maggiore approssimazione possibile alle reali condizioni di uso delle opere.
In data 8 gennaio 1974 la Giunta Regionale ha presentato il disegno di legge n. 241 contenente modificazioni alle disposizioni finanziarie e contabili di cui agli articoli 11, 12 e 13 del disegno di legge regionale n. 191.
Tali modificazioni, recepite nel testo licenziato dalla Commissione per l'esame del Consiglio Regionale, si sono rese necessarie in quanto le disposizioni finanziarie e contabili del disegno di legge n. 191 erano state impostate in base al bilancio dell'esercizio finanziario 1974, al quale non possono più essere introdotte modificazioni.
Le disposizioni finanziarie e contabili, così predisposte e come tali recepite, introducono le variazioni sul bilancio dell'anno 1975 del quale è in atto l'esercizio provvisorio.
La Commissione ritiene infine di far osservare: a) Le funzioni dei consorzi possono essere assunte dalle Comunità montane.
Da un esame delle circoscrizioni delle aree di intervento si è rilevato che esse non coincidono con le circoscrizioni delle Comunità montane. Si ritiene tuttavia che con il consenso dei Comuni interessati alla realizzazione del Piano di risanamento delle acque è opportuno che le Comunità montane assumano le funzioni dei Consorzi, senza che ciò, d'altra parte, possa comportare oneri finanziari nei confronti di quei Comuni membri della Comunità non compresi nel Piano; e, con le opportune determinazioni, consentano l'eventuale partecipazione all'esercizio delle funzioni di quei Comuni che pur non facendo parte della Comunità montana sono tuttavia uniti nel consorzio per il risanamento delle acque con Comuni membri della Comunità.
b) E' opportuno che ai Consorzi ai quali sono affidati il coordinamento e la gestione delle opere pubbliche attinenti ai servizi idraulici di igiene ambientale ed alle aziende speciali che potranno gestirli a norma del R.D. 15 ottobre 1925, n. 3578, unificando i servizi di acquedotto fognatura e depurazione delle acque, vengano affidati - dalla futura legislazione regionale e per quanto possibile - i compiti relativi a materie connesse, quali lo smaltimento dei rifiuti solidi.
Ciò non soltanto ai fini di una più razionale e coordinata gestione dei servizi di igiene ambientale, ma anche per evitare la proliferazione di Enti con compiti affini ed indipendenti fra di loro, con conseguenti aggravi di spese a carico della collettività.
c) Con particolare rigore sono state fissate le norme per le incompatibilità dei componenti la Commissione tecnica regionale, al fine di consentire ad essa decisioni quanto più possibile obiettive ed impedire ogni contraria suggestione.
Il disegno di legge nel testo emendato dalla Commissione consta di 13 articoli.
L'articolo 1 enuncia le finalità della legge.
L'articolo 2 delinea le strutture amministrative degli Enti attuatori.
L'articolo 3 determina i contributi regionali.
L'articolo 4 regola le formalità della domanda di concessione del contributo.
L'articolo 5 istituisce la Commissione tecnica regionale.
Gli articoli 6, 7 e 8 statuiscono le norme procedurali relative al sistema delle verifiche delle compatibilità al Piano regionale di risanamento delle acque, al Piano regionale di sviluppo ed alle sue articolazioni in aree ecologiche, nonché quelle attinenti l'approvazione dei progetti esecutivi e le modalità di erogazione dei contributi.
L'art. 9 stabilisce il concorso nelle spese delle aziende industriali artigiane e zootecniche.
Gli articoli 10, 11 e 12 contengono le disposizioni finanziarie e contabili.
L'articolo 13 dichiara l'urgenza della legge.



PRESIDENTE

Ringraziamo il relatore e, come ci siamo riproposti, ha termine la seduta che riprenderà puntualmente alle 9,30 di domani mattina.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20,55)



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