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Dettaglio seduta n.281 del 30/01/75 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento:

Ordine del giorno della seduta


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
L'ordine del giorno reca: Approvazione verbali precedenti sedute Interpellanze ed interrogazioni Comunicazioni del Presidente Esame disegni di legge presentati dalla Giunta regionale n. 191 e 241 relativi a "Provvidenze speciali per il risanamento delle acque a favore dei Consorzi e degli altri Enti locali previsti dal relativo piano regionale" Approvazione Statuto della Comunità montana "Alta Valle Orba e Valle Erro" Esame deliberazione Giunta regionale relativa all'istituzione del Comitato regionale di coordinamento dell'attività degli Enti mutualistici dei lavoratori autonomi e dipendenti con la programmazione regionale e con l'attività degli Enti ospedalieri Relazione della Giunta regionale sui problemi occupazionali Esame disegno di legge n. 240 presentato dalla Giunta regionale: "Intervento straordinario a favore del Comune di Torino per provvedere alla contingente sistemazione alloggiativa di nuclei familiari" Esame disegno di legge n. 227 presentato dalla Giunta regionale: "Intervento straordinario a sostegno dei redditi più bassi in relazione al pesante rincaro del costo della vita ed in particolare del riscaldamento" Esame seguenti disegni di legge presentati dalla Giunta regionale: n. 219: "Modifiche alla legge regionale 20 agosto 1973, n. 22, recante norme sui contributi per il rinnovo e l'efficienza del materiale rotabile alle imprese concessionarie di autoservizi di linea per viaggiatori" n. 220: "Rifinanziamento del contributo in capitale ad Enti locali, ad aziende pubbliche o a partecipazione pubblica per investimenti nel settore dei trasporti pubblici di cui alla legge regionale 6 maggio 1974 n. 16" n. 221: "Contributi a favore di aziende pubbliche o a partecipazione pubblica per spese di esercizio di autoservizi di linea di nuova assunzione" n. 222: "Modifiche e rifinanziamento della legge regionale 6 maggio 1974 n. 15, 'Contributi ad imprese private per spese di acquisto di autobus nuovi'" n. 223: "Modifiche e rifinanziamento della legge regionale 6 maggio 1974 n. 14: 'Contributi agli Enti locali e alle aziende pubbliche o a partecipazione pubblica per l'acquisto di materiale rotabile'" Esame seguenti progetti di legge: n. 158: "Interventi per lo sviluppo dell'elettrificazione delle zone rurali", presentato dai Consiglieri Ferraris, Revelli, Marchesotti n. 163: "Provvedimenti per favorire la costruzione, l'ampliamento ed il riattamento dei fabbricati rurali per i coltivatori e lavoratori agricoli" presentato dai Consiglieri Ferraris, Marchesotti, Revelli e Rivalta n. 167: "Provvedimenti straordinari ed integrativi per lo sviluppo della proprietà coltivatrice singola ed associata", presentato dai Consiglieri Ferraris, Marchesotti e Revelli n. 168: "Interventi per la difesa, lo sviluppo ed il miglioramento qualitativo delle coltivazioni pregiate", presentato dai Consiglieri Ferraris, Marchesotti e Revelli n. 164: "Interventi per miglioramenti fondiari e per le case di abitazione dei produttori agricoli", presentato dai Consiglieri Gerini Fassino, Rossotto e Zanone n. 116: "Interventi per danni alle colture del mais", presentato dai Consiglieri Curci e Carazzoni n. 124: "Interventi per l'elettrificazione rurale", presentato dai Consiglieri Curci e Carazzoni Esame proposta di legge n. 101 presentata dai Consiglieri Nesi Simonelli, Viglione, Fonio, Calsolaro: "Concessione di un contributo annuo per il finanziamento dell'Istituto universitario di Studi europei di Torino" Istituzione Commissione tecnica regionale (art. 6 legge regionale 8.11.1974 n. 32): designazione di cinque esperti nelle materie chimiche o biologiche o di medicina igienistica o di ingegneria.
Se non vi sono opposizioni, l'ordine del giorno si intende approvato tale quale l'ho letto.


Argomento:

Ordine del giorno della seduta

Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Il punto primo dell'o.d.g. reca "Approvazione verbali precedenti sedute".
I processi verbali delle sedute del 14 e 16 gennaio '75 sono stati distribuiti ai Consiglieri prima dell'inizio della seduta odierna. Se non vi sono opposizioni, si intendono approvati.


Argomento:

Interrogazioni ed interpellanze


PRESIDENTE

Passiamo al punto primo bis dell'o.d.g. "Interpellanze ed interrogazioni".


Argomento: Comuni - Personale socio - assistenziale - Personale del servizio sanitario

Interpellanza del Consigliere Visone sulle ventilate dimissioni dei Sindaci di 67 Comuni astigiani a seguito delle decisioni del T.A.R. in ordine al trattamento economico e normativo dei Sanitari condotti


PRESIDENTE

Interpellanza presentata dal Consigliere Visone relativa alle ventilate dimissioni dei Sindaci di 67 Comuni astigiani a seguito delle decisioni del T.A.R. in ordine al trattamento economico e normativo dei Sanitari condotti.
Il presentatore desidera illustrarla? Ha la parola il Consigliere Visone.



VISONE Carlo

Signor Presidente, l'interpellanza trae origine da un ordine del giorno, che è stato inviato anche alla Presidenza del Consiglio e penso anche al Presidente della Giunta, sottoscritto da 67 Sindaci dell'Astigiano in merito ad una sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale sugli emolumenti dei sanitari. I Sindaci sono vivamente preoccupati di questa sentenza, perché essa viene ad imporre gravosissimi oneri finanziari e nello stesso tempo è in contrasto con la legittima autonomia dei Comuni.
Infatti, l'art. 3 della legge 15 febbraio 1963 n. 151, al secondo capoverso, stabilisce: "Il Consiglio comunale fissa gli stipendi dei sanitari condotti... In ogni caso gli stipendi minimi non possono essere inferiori, per i medici e i veterinari condotti, allo stipendio degli impiegati dello Stato aventi diritto al coefficiente 271 ai sensi della tabella allegata al decreto del Presidente della Repubblica 11.1.1956, n.
19". La norma suddetta sancisce la discrezionalità del Consiglio comunale nella determinazione del trattamento economico dei sanitari condotti. Unico limite: "i minimi non possono essere inferiori a quelli stabiliti dalla tabella allegata al D.P.R. 11.1.1956 n. 19 (L. 813.000 annue per il medico ed il veterinario)" Il Consiglio di Stato, in data 3 luglio 1968, affermava che il riferimento ai coefficienti relativi ai dipendenti statali "non comportava l'estensione automatica al personale sanitario comunale dei miglioramenti di retribuzione che sarebbero in avvenire accordati ai dipendenti dello Stato".
In data 27 marzo 1973, la V Sezione dello stesso Consiglio di Stato si esprimeva in senso nettamente contrario "ma senza alcuna motivazione".
"Nuova Rassegna" (sul n. 17 del 1974), conformità al parere espresso da vari esperti in diritto amministrativo", si manifesta "dell'avviso che le Amministrazioni comunali possono disattendere tale affermazione" in quanto: 1) - "spetta esclusivamente alle amministrazioni dei Comuni, secondo le precise disposizioni dell'art. 2 della citata legge 15.2.1963 n. 151 di stabilire il trattamento giuridico ed economico del personale sanitario condotto, con rispetto soltanto dei limiti minimi di stipendio stabiliti dall'art. 3" 2) - Secondo quanto è disposto dal quinto comma dell'art. 228 del T.U.
della Legge comunale e provinciale 3.3.1933 n. 383, "Il richiamo (nella fissazione del trattamento economico dei dipendenti comunali) a disposizioni riguardanti i dipendenti dello Stato deve intendersi limitato esclusivamente alle disposizioni in vigore alla data in cui viene fissato detto trattamento" 3) - Le nuove affermazioni della V Sezione del Consiglio di Stato del 27 3.'71, in contrasto con quanto deciso dallo stesso Consiglio di Stato in data 3 luglio 1968, risultano prive di qualsiasi motivazione.
Ora, per concorde avviso della giurisprudenza, "non devono essere prese in considerazione decisioni di un organo giurisdizionale con cui viene contestata altra decisione emanata dallo stesso organo su un eguale argomento , allorché la contestazione non sia efficacemente motivata".
Il Tribunale Amministrativo Regionale, accogliendo alcuni ricorsi discussi nelle udienze del 16 e 17 ottobre, disconosce in pratica il potere discrezionale dei Consigli comunali, sancito agli artt. 2 e 3 della Legge 15.2.1963 n. 151, e dimostra di non tenere alcun conto sia del pronunciamento del Consiglio di Stato del luglio 1968, sia del concorde avviso della giurisprudenza sulle "contestazioni non motivate".
Sul piano politico, la decisione del T.A.R., oltre ad una non giusta ingerenza nella sovranità dei Consigli comunali, viene a determinare un non giustificato appesantimento delle già precarie condizioni finanziarie dei Comuni.
Inutile, infine, ricordare che la figura del "Sanitario condotto" è istituto superato dal sistema attuale di assistenza sanitaria e da ogni concezione che rifiuti l'assurdo concetto della non più concepibile beneficenza legale.
E' notizia di questi giorni (mi riferisco a "La Stampa") che sono oltre un centinaio i Comuni del Cuneese che trascinano da mesi una vertenza con i sanitari condotti - medici, veterinari ed ostetriche.
Alle difficoltà in cui si trovano i 67 Sindaci dell'Astigiano firmatari dell'ordine del giorno dobbiamo unire quelle di tutti i piccoli Comuni piemontesi, soprattutto i piccoli centri della pianura, della collina e delle valli, i quali vedono messi in crisi i magri bilanci a causa delle cifre, spesso ammontanti a decine di milioni che, fra nuovi stipendi e arretrati, anche di dodici anni, i Comuni devono corrispondere a medici veterinari e ostetriche.
Considerata la gravità di queste notizie, io ritengo auspicabile un preciso intervento della Regione atto a mettere ordine in una situazione così controversa e complessa, che viene a recare ai piccoli Comuni, già molto colpiti, difficoltà finanziarie in certi casi insormontabili. Dato che non si può non riconoscere la giustezza delle rivendicazioni dei sanitari, si deve trovare una forma di conciliazione ed evidentemente di intervento straordinario perché per i piccoli Comuni, in questa, diciamo giurisprudenza, così contrastata, ci sia una certezza di diritto.
Vorrei, a conclusione del mio intervento, citare un caso che è divenuto di pubblico dominio grazie a "La Stampa": il Comune di Rocca de' Baldi, nel Monregalese, dovrebbbe pagare 50 milioni di soli arretrati a fronte di un bilancio che supera appena i 70 milioni.



PRESIDENTE

Risponde il Presidente della Giunta, avv. Oberto.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Il problema sollevato con l'interpellanza dal Consigliere Visone è indubbiamente di notevole interesse e rilievo, ma praticamente, a mio avviso almeno, non lascia intravedere alcuna possibilità di concreta soluzione: oltre un certo punto non si può proseguire.
C'è una legge di carattere nazionale che contiene disposizioni invocate dai medici condotti, dai veterinari condotti e dalle ostetriche condotte: applicata in varie parti d'Italia, non lo è stata in alcune province della Regione piemontese, per esempio il Cuneese, che per primo ha posto la questione, ottenendo che si svolgesse in merito un incontro alla Regione al quale hanno partecipato molti rappresentanti dei Comuni del Cuneese, con parlamentari e con Consiglieri regionali, e l'Astigiano, che è venuto di rincalzo con questa presa di posizione dei Comuni dell'Astigiano richiamata nell'interpellanza che stiamo svolgendo.
La legge stabilisce che ai medici condotti, ai veterinari condotti alle ostetriche condotte spettino determinate indennità. I Comuni, invece considerano questo come una specie di imposizione che non tiene conto della realtà dei singoli bilanci comunali, sottraendo quindi anche una certa possibilità di valutare discrezionalmente, caso per caso, se applicare o non applicare tali disposizioni.
Alcuni medici condotti hanno fatto ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale piemontese, che ha pronunciato già alcune sentenze - non siamo più ad una o due sentenze soltanto - tutte conformi, riconoscendo questa indennità come dovuta, sulla base della interpretazione di una norma di legge. E' esattissimo quello che ha detto il Consigliere Visone, che il Consiglio di Stato ha avuto delle oscillazioni. Sembra però che alcune pronunce difformi siano state dei momenti di impennata che non hanno poi trovato una coerente presa di posizione ferma per cui possa sperarsi in un indirizzo giurisprudenziale del Consiglio di Stato in termini favorevoli ai Comuni.
Che cosa resta da fare in questo momento? Niente altro, per quei Comuni che abbiano subito una pronuncia condannatoria da parte del Tribunale Amministrativo Regionale, che impugnare dinnanzi al Consiglio di Stato, non so con quante probabilità di successo, le sentenze stesse. Nella riunione che si è avuta con tutti i Sindaci del Cuneese - l'ho già riferito in separata sede anche al Consigliere Visone - si è convenuto che le preoccupazioni sorgeranno al momento in cui queste sentenze saranno notificate, accompagnate da una ingiunzione di pagamento, da un precetto e probabilmente da un pignoramento mobiliare o immobiliare, a seconda della entità del credito e delle disponibilità dei Comuni. Prima che tutto questo si verifichi, e cioè al momento della notifica della sentenza o della conoscenza delle sentenze, i Comuni dovrebbero, se lo ritengono opportuno impugnare la decisione davanti al Consiglio di Stato, aspettandosi dal Consiglio di Stato quello che da esso può venire.
La risposta all'interpellanza, su questo punto, è dunque in questo senso: andiamo per una strada che è sbarrata da una norma di legge non superabile se non attraverso una diversa interpretazione a livello di Consiglio di Stato e con carattere di uniformità, cosa della quale dubito moltissimo.
L'interpellante, rendendosi conto della situazione che in concreto viene a verificarsi in molti Comuni, cioè della difficoltà estrema di far fronte con bilanci striminziti al pagamento di quanto è dovuto per anni arretrati, cioè un appesantimento notevolissimo, pone il quesito se non si ritenga da parte della Regione di intervenire, facendosi parte diligente con il promuovere l'immediata modifica di questa legge, attraverso la riforma sanitaria, di cui si occupa la Regione e particolarmente l'Assessore Armella. Il problema è già stato visto in questi termini, e la Regione ha preso impegno, a valere dal 1975, però, non certamente con valore retroattivo.
Si chiede ancora, da parte del Consigliere Visone, sensibile alle esigenze dei Comuni dell'Astigiano (la stessa cosa è stata però chiesta dai rappresentanti del Cuneese) un intervento, tenendo conto della rigidità finanziaria delle entrate comunali, da parte della Regione per aiutare a sopperire alla mancanza di copertura finanziaria per questo pagamento. Il Consigliere Visone sa bene che la rigidità finanziaria c'è per i Comuni ma c'è anche per la Regione. Io non intravedo - la Giunta comunque potrà ulteriormente approfondire l'argomento - dove possa eventualmente cercarsi e trovarsi il modo di un intervento regionale di natura finanziaria a favore di questi Comuni per l'adempimento di obbligazioni che sono convalidate da una sentenza del T.A.R.
La risposta è dunque concreta e positiva relativamente a far tempo dal 1975 (riforma sanitaria, determinazione quindi di queste indennità spettanti o non spettanti, con legge regionale); per il passato, le cose stanno purtroppo nei termini che ho detto.



PRESIDENTE

Il Consigliere Visone desidera ancora intervenire. Ne ha facoltà.



VISONE Carlo

Ringrazio il Presidente della Giunta per la sua risposta, di cui prendo atto. Desidero però ancora sottolineare che l'interpellanza è stata presentata non con l'intento di negare che le richieste dei sanitari siano giuste, anche in relazione ad una giurisprudenza che è discussa, perché è evidente che ci sono alcune Province che non hanno applicato quelle norme perché c'erano state valutazioni che potevano consentire discrezionalità nella applicazione o meno di esse: la preoccupazione, che permane, è per quel che potrà succedere, stante la rigidità dei bilanci dei piccoli Comuni (ancor maggiore della rigidità del bilancio regionale), se saranno eventualmente attuate quelle imposizioni ingiuntive che vedranno praticamente saltare pressoché tutti i bilanci della maggioranza dei piccoli Comuni dell'Astigiano, una giusta preoccupazione, perché si arriverà indubbiamente alla paralisi amministrativa, che purtroppo è già in atto ma che si aggraverà in modo drammatico.
Pertanto pur rendendomi conto dei limiti, delle difficoltà prego ancora la Giunta non far mancare la propria assistenza, si dovrà studiare in quale forma concessa, a questi Comuni.



PRESIDENTE

L'interpellanza e discussa.
Quella che segue è del Consigliere Nesi, che è in congedo e d'altronde ha fatto sapere che gli sarà sufficiente ricevere risposta scritta


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali

Interpellanza dei Consiglieri Berti, Rivalta e Sanlorenzo in merito alla posizione degli inquilini dell'ala nuova di Palazzo Reale


PRESIDENTE

Interpellanza presentata dai Consiglieri Berti-Rivalta-Sanlorenzo concernente la posizione degli inquilini dell'ala nuova di Palazzo Reale.
Qualcuno dei presentatori desidera illustrarla? Allora, risponde il Presidente Oberto.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Il Consiglio regionale può esser lieto che vi siano interventi esterni che riescono risolutivi prima ancora che si verifichi un intervento diretto della Regione. Avrete letto anche voi, colleghi, sul maggior quotidiano torinese, sia pure nella edizione, se non ricordo male, pomeridiana, che per l'intervento di quel giornalista l'Intendente di Finanza di Torino si è determinato a sbloccare una parte del giardino che era interdetto alla utilizzazione della Comunità torinese. E' dunque veramente importante che si presentino interrogazioni ed interpellanze, visto che la loro pubblicazione sui giornali fa sì che qualcuno sia indotto ad interessarsi brevi manu delle questioni e con fortuna diversa da quella che può talvolta incontrare l'amministratore pubblico, ottenendo almeno parzialmente un successo.
Gli interpellanti pongono peraltro il problema in termini che non sono soltanto quelli dell'Utilizzazione di questo giardino, pur importante per la città, ma della eventuale utilizzazione della "manica nuova", per così dire, di Palazzo Reale.
Dell'argomento si era parlato qui già altra volta. Eravamo andati sul posto, avevamo visitato i locali, avevamo iniziato - quando ero Presidente del Consiglio - trattative con il Ministero delle Finanze e specificatamente con l' allora sottosegretario alle Finanze, on. Alpino per vedere se c'era la possibilità di sbloccare la situazione e di divenire acquirenti o assegnatari di questo palazzo.
Non starò ora ad entrare nel merito della utilizzazione del palazzo: non ho mai fatto mistero delle mie opinioni personali in proposito, che cioè la soluzione a mio avviso non sarebbe ideale; una opinione che potrebbe essere corretta se progetti, disegni di persone tecnicamente competenti dimostrassero il contrario.
Dopo aver fatto questa proposizione relativa al passato, anche a seguito di interventi non specifici, marginali ma usciti dal Consiglio regionale, ho rinnovato una istanza al Ministero delle Finanze per riprendere in termini concreti il discorso per quella utilizzazione.
Immagino che gli interpellanti, ora che hanno avuto la risposta, sia pure in termini non soddisfacenti, abbiano un'altra curiosità: sapere quanti siano gli alloggi e le camere abitate, quali i canoni di affitto pagati al Demanio, quale il titolo in forza del quale questi inquilini occupano gli alloggi, e l'elenco e le qualifiche dei funzionari fruitori dei vari alloggi.
Assunte le debite informazioni presso l'Intendente di Finanza...



BERTI Antonio

Che abita lì, se non sbaglio...



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

No, ci abita il suo predecessore.
Lo stabile, facente parte dei beni in dotazione alla Corona, è stato assegnato per legge al Ministero delle Finanze, il quale ne ha destinato la parte inferiore - piano terreno e primo piano - ad uffici dell'Amministratore generale dei Canali Cavour e della Delegazione provinciale del Sovrano Militare Ordine di Malta, Archivio della Corte dei Conti, Archivio della Ragioneria provinciale dello Stato, Archivio della ex Amministrazione provinciale dei beni demaniali già in dotazione alla Corona. Abbiamo a suo tempo visto gli archivi, e ci siamo resi conto di come sono tenuti: anche da ciò potremmo trarre ampi motivi di intervento.



BERTI Antonio

Si potrebbe dire che si tratta di archivi "ben conservati"...



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Probabilmente, soltanto i topi hanno il coraggio di addentrarvisi mentre vi sarebbero certo elementi molto interessanti per la cultura e lo studio.
Al secondo piano vi sono 14 alloggi, assegnati in uso a dipendenti dell'Amministrazione finanziaria e del Tesoro. Anche questi alloggi sono stati allora visitati dalla Commissione, costituita mi pare dai Consiglieri Capigruppo, e credo che tutti coloro che li hanno visti converranno che la loro funzionalità è estremamente ridotta, direi proprio "da centro storico", per intenderci con una battuta.



BERTI Antonio

Pagheranno anche poche tasse, considerato che vivono in topaie.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Le loro condizioni di manutenzione in molti casi portano quasi ai margini dell'abitabilità. Dietro una facciata interessantissima, imponente insomma, c'è una retrofacciata che lascia molto a desiderare.
Ammesso che dovessimo e potessimo rapidamente utilizzare l'edificio, la sistemazione importerebbe spese notevolissime. Tuttavia, assicuro al Consiglio che il discorso né è caduto né si pensa di lasciarlo cadere: l'Assessore al Patrimonio, Paganelli, continua a curare la realizzazione eventuale di questo utilizzo, perché le necessità per la Regione saranno sempre maggiori e sempre crescenti, trovandoci anche al momento attuale in condizione di non poter collocare molti dei servizi regionali.
Qual è la situazione attuale relativamente a questi 14 alloggi e a questi uffici? Per rimuovere gli uffici si dovrebbe procurare la disponibilità di locali in cui trasferire tutto quel che attiene alla attuale occupazione. Quanto agli archivi, si dovrebbe fare l'inventario di quanto vi è contenuto. Si dovrebbe provvedere alle necessità del Demanio generale dei Canali Cavour, istituto indubbiamente importantissimo. Si pensi poi che la Delegazione del Sovrano Militare Ordine di Malta, a quel che mi consta, ha addirittura attribuzioni di extra-territorialità: figurarsi se a livello regionale dobbiamo affrontare problemi che toccano la extra-territorialità di un Ente. Per lo sgombero dei 14 alloggi, poi, ci si troverebbe di fronte ad una situazione umana oltre che ad una situazione giuridica (come può essere invocata ed applicata la legge relativa al blocco degli affitti). Comunque, se anche riuscissimo a liberare gli alloggi con azione coattiva, ci si presenterebbe il problema di aiutare gli sfrattati a trovare una diversa sistemazione.
Le persone che occupano con le loro famiglie questi alloggi sono quattordici. Se mi è consentito, anziché i loro nomi preciserò le loro qualifiche. C'è un Intendente di Finanza a riposo, attualmente Presidente e membro della Commissione di I Grado delle Imposte dirette; c'è un Amministratore generale dei Canali Cavour; poi un Intendente di Finanza in servizio (che non è quello che ha oggi tale incarico: ha la qualifica di intendente ma non è l'attuale intendente); vi sono quindi Ispettori generali della Ragioneria provinciale dello Stato; Direttori aggiunti di Divisione dell'Intendenza di Finanza di Torino; un ex dipendente del Ministero della Pubblica Istruzione che è pensionato statale, un preside di Scuola media statale, il Prefetto della Basilica di Superga, un dipendente statale insegnante, un altro dipendente statale in servizio presso l'Intendenza di Finanza di Torino, ed altre quattro persone, delle quali ho i nomi, non la qualificazione.



SANLORENZO Dino

Non c'è per caso fra essi un bracciante di Lumellogno...



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Come cognome o come qualifica?



SANLORENZO Dino

E' un errore, evidentemente.



BERTI Antonio

O uno dei pensionati cui vogliamo dare il cherosene...



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Comunque, sono situazioni di fatto che tutti quanti noi conosciamo. Ci rendiamo perfettamente conto di situazioni abbastanza anomale che ci sono nella nostra città, nella nostra Regione, come in tutte le città e in tutte quante le Regioni.
Resta il terzo punto di curiosità da soddisfare: l'ammontare del canone annuo di questa occupazione. Che è una occupazione abbastanza difficile da definire anche sotto il profilo giuridico; non è un vero e proprio contratto di affitto, di locazione, ma una concessione, una dazione in uso che resta in vigore per quanto tempo? rescindibile unilateralmente con preavviso di tre mesi, un anno? Vale in questo caso la legge sul blocco dei fitti? Anche sotto questo profilo c'è un grosso punto interrogativo.



RIVALTA Luigi

Si tratta di un privilegio feudale, insomma, non regolabile con le leggi moderne.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Battuta per battuta, direi che quei privilegi feudali potevano essere rimossi molto più rapidamente, con semplice decisione del feudatario. Era un regime diverso, quello...



RIVALTA Luigi

Sono rimasti i privilegi, ma non i feudatari...



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

L'importo complessivo che viene corrisposto a titolo di canone è di 5 milioni 534.800 lire, di cui il 50 per cento è riferito ad alloggi concessi in uso, con un canone ridotto della misura del 60 per cento rispetto a quello che viene determinato in regime di libero mercato, e ciò in relazione - ecco che non c'è il feudatario - ad una circolare ministeriale n. 337 del 27 gennaio '69, che prevede appunto questo tipo di agevolazione a favore dei dipendenti statali in attività di servizio.
Comunque, il problema, chiaramente delicato, va approfondito. Io ascolterò con attenzione quello che gli interpellanti diranno in relazione a questa risposta. Posso soltanto dire che la pratica, anche sotto questo profilo, è nelle mani ottime del collega Paganelli, Assessore al nostro Patrimonio. Rendiamoci tuttavia conto che abbiamo da risolvere dei problemi altrettanto urgenti e gravi per la sistemazione dei locali della Regione senza aspettare il lontano giorno in cui anche quest'ala del Palazzo reale se quel giorno spunterà, sarà posta a disposizione della Regione.



PRESIDENTE

Chi degli interpellanti desidera intervenire? Il Consigliere Sanlorenzo. Ne ha facoltà.



SANLORENZO Dino

Sono grato al Presidente della Giunta di aver voluto rispondere sollecitamente su questa questione. I Consiglieri, ascoltando la enunciazione di queste informazioni (che suscitava in loro a mano a mano che l'esposizione procedeva sentimenti diversi, difficili a definirsi nel loro complesso) avranno rilevato un elemento unificatore, in questo groviglio di protagonisti: essi sono tutti collegati dal comun denominatore di un titolo nobiliare, o di antica data (chi ha a che vedere con la Corona, chi con la Corte dei Conti), o recente (ispettori generali direttori generali, intendenti generali, sia in attività di servizio che in quiescenza).
Persino il posto dove tutto questo accade riesce ad inquadrare molto bene l'atmosfera che abbiamo cercato di delucidare in qualche modo: e devo dire che le delucidazioni sono venute in parte, perché la precisione avrebbe voluto che si facessero persino i conti, per arrivare ad essere ancor più precisi, cioè i conti del canone di affitto mensile di questi 14 alloggi. Si può desumerlo - io però non ho avuto il tempo materiale per farlo - da quanto lei ha esposto e noi abbiamo ascoltato: se ho inteso bene, l'ammontare complessivo sarebbe di 5-6 milioni l'anno; sottraendo il 60% dividendo per 14, poi ancora per 12, dovrebbe risultare che queste persone pagano 10-12 mila lire il mese di affitto.
Ho ascoltato con attenzione l'elencazione delle qualifiche di coloro che usufruiscono di questi alloggi a canone così ridotto, per vedere se ci fosse una qualsiasi qualifica che avesse riferimento con l'attività produttiva, cioè con coloro che in questo momento, per esempio, sotto di noi stanno giustamente protestando perché manca loro il lavoro, ed a molti anche la casa.
Ma la cosa che mi sconvolge di più è che i due Ministri che in qualche modo hanno l'incombenza, tramite i loro funzionari, di accertare l'esistenza di queste situazioni, di risolverle, di eliminarle, il Ministro Colombo e anche il Ministro delle Finanze e del Tesoro che ha preceduto l'attuale (se non erro, c'è stato persino La Malfa alla carica di Ministro delle Finanze e del Tesoro, uno di quei parlamentari che sono prontissimi a scrivere articoli su articoli, a fare la predica ai Sindacati, alle forze della sinistra circa gli sperperi, circa le situazioni di ingiustizia che tollerano, circa le rivendicazioni eccessive che avanzano, capaci di mettere in crisi il Governo addirittura se spende un miliardo in più o in meno negli investimenti produttivi) non abbiamo trovato il tempo in tutti questi anni di fare una legge o un accertamento: si sono mossi soltanto per accreditare, e addirittura autorizzare giuridicamente, coloro che godono di quelle condizioni di favore; perché l'unica circolare che lei ha citato è una circolare tendente appunto ad autorizzare questi benefici. Insomma, nei confronti dei superburocrati, in attività o in pensione, si largheggia emanando con prontezza circolari, concedendo affitti bassi, alloggi rispettabili, nel centro storico, con giardini a disposizione dei bambini con divieto agli altri addirittura di avvicinarsi a queste posizioni feudali di allora e di oggi; a coloro invece, che si dibattono nelle difficoltà, che lottano per avere una casa, soltanto le prediche.
Ho letto recentemente un articolo del Ministro Colombo su "La Stampa" piuttosto interessante, dal quale appaiono evidenti tentativi di scaricare sugli Enti locali, sulle Regioni, la responsabilità della situazione attuale, dato che, a suo dire, il Governo avrebbe avuto scarse capacità esecutive in tutti questi anni. In altre parole, le cose in Italia sarebbero andate male perché i Governi sono stati troppo controllati perché l'Italia è un Paese troppo democratico, in cui vi è troppo poco centralismo e per converso troppa autonomia, in cui non è consentito all'Esecutivo di fare tutto quel che deve, tutto quel che può, tutto quel che sarebbe necessario.
Anche la discussione che stiamo facendo questa mattina si potrebbe definire un'azione di controllo, in questa guisa. Cominciamo allora a vedere se, oltre al controllo che abbiamo esercitato, alle risposte che abbiamo ottenuto, potremmo eventualmente fare qualche cosa, non prendere solo atto di questa vergognosa situazione su cui "La Stampa", l'opinione pubblica hanno messo ora il dito, dopo però che il Gruppo comunista l'aveva denunciata tre anni fa. Ricordo di aver fatto a quel tempo lo Sherlock Holmes, allorché eravamo alla ricerca di una sede per il Consiglio regionale; ricordo di essere andato a girare personalmente nei vari palazzi, taccuino alla mano, e di avere così scoperto proprio allora - e ne discutemmo in Consiglio regionale - l'esistenza di questi alloggi, così come l'esistenza dell'Istituto per l'Africa orientale italiana e di tanti strani Enti inutili che continuano ad occupare palazzi impedendo alla Regione di usufruirne e costringendola a spendere miliardi, che potrebbero essere più fruttuosamente indirizzati verso l'edilizia economica popolare per dare le necessarie sedi agli uffici della Regione.
Certo, ora che abbiamo sollevato la questione sarebbe drammaticamente colpevole non procedere ad assumere le decisioni conseguenti. Per esempio non è assolutamente indispensabile che gli uffici dell'Amministratore generale dei Canali Cavour rimangano lì: possono benissimo essere spostati a Vercelli, nella zona in cui si trovano i Canali, tanto per indicare una possibile soluzione.
Si fa presente che le spese occorrenti per rendere quei locali usufruibili per altra destinazione ammonterebbero ad oltre tre milioni per alloggio...



RIVALTA Luigi

Per locale, non per alloggio.



SANLORENZO Dino

Quindi, l'economicità di una soluzione va vista raffrontando quel che ci offre l'iniziativa privata, cui tante volte si è solleciti ad accedere a quel che si può fare anche intervenendo in strutture antiche per dare ad esse la giusta definizione, a prezzi infinitamente più convenienti. Ci sono molti problemi che riguardano la questione che abbiamo sollevato: l'invito che rivolgiamo al Presidente della Giunta è di esaminarli tutti; l'impegno che la Giunta deve assumere è di adoperarsi perché questa vicenda che è stata resa ora di pubblica ragione e le altre che ci sono in Torino città vengano eliminate una ad una, intervenendo in tutte le sedi perché queste situazioni scandalose siano una buona volta liquidate.
L'opinione pubblica è oggi turbata, sfiduciata nel vedere i propri principi di giustizia violentati giorno per giorno. Il fatto che uno scandalo denunciato non trovi adeguate soluzioni può influire nocivamente sull'opinione pubblica tanto quanto l'angoscia per gli eventi che dai giornali vengono ogni giorno rivelati: assassini, rapine eccetera. Il Sen.
Fanfani si preoccupasse della nocività che hanno sull'opinione pubblica generale fatti di questa natura tanto di quella della criminalità, di cui si è interessato recentemente, ed intervenisse con solerzia organizzativa puntualità e tempestività per eliminare questa catena di privilegi che scandalizzano tanto quanto altri avvenimenti, farebbe opera meritoria per il suo Partito e per il Paese. Siccome la questione riguarda anche il Partito di maggioranza relativa, che governa tanta parte del Piemonte e dell'Italia, l'invito non è rivolto soltanto alla Giunta in carica ma anche al Governo nazionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Berti. Ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Lo spazio che il nostro Gruppo dedica a questa interpellanza potrebbe sembrare eccessivo. Noi vogliamo in questo modo esprimere la nostra indignazione per l'insensibilità di cui danno prova funzionari dello Stato che (nel caso, del settore Finanza e Tesoro) indubbiamente ricevono stipendi ad alto livello, non sentendosi in dovere di affrontare spontaneamente dei problemi che credo dovranno essere risolti per forza.
D'altronde, il contesto politico in cui si discute questa interpellanza vede l'opinione pubblica a sua volta offesa ed indignata per quanto sta avvenendo a livello di alti funzionari dello Stato. Mi riferisco alla vertenza dei magistrati (è noto, e l'ho appreso da un giornale non della nostra parte, che il costo del finanziamento dei Partiti, per il quale si levano così alti lai e si grida tanto allo scandalo, 45 miliardi, è notevolmente inferiore alla somma che verrebbe a costare l'aumento richiesto dai magistrati, che già godono di altissimi stipendi); e mi riferisco all'applicazione della legge 336, con il pensionamento anticipato e tutte le questioni che esso ha comportato, che hanno gettato una luce sulle strutture ministeriali, e non soltanto ministeriali, comunque statuali, ad alto livello del nostro Paese.
Noi speriamo che la stampa, tutta la stampa, non soltanto il foglio che ha sollevato la questione, consentendoci di riprendere oggi l'argomento (forse noi, componenti del Gruppo comunista, dobbiamo muoverci un'autocritica, nel senso che, avendo affrontato il problema per primi, non abbiamo poi insistito su una questione che è di grande importanza, anche per l'esempio che essa può costituire), voglia prendere spunto anche da questo caso per condurre a fondo quella campagna che a parole e in articoli di eminenti scrittori e giornalisti si dice continuamente di voler condurre, contro la corruzione, contro il sottogoverno, contro le concessioni favoritistiche. Vogliamo impegnare le forze politiche, la stampa che rappresenta l'opinione pubblica, a risolvere questo caso in Piemonte? E' una domanda che io pongo. Per quanto riguarda il nostro Gruppo, questo impegno lo assumiamo. Vorrei sentir dire altrettanto dagli altri Gruppi. Non dobbiamo limitarci a prendere atto della situazione abnorme.
Certamente, il lato umano della questione, che concerne coloro che occupano quegli alloggi, possiamo anche affrontarlo: nessuno vuol cacciarli fuori come dei farabutti. Ci sono casi che vogliamo esaminare, tenuto conto che di quel complesso fa parte anche la palazzina in cui abitano famiglie di ex funzionari di Casa Savoia. (Abbiamo chiesto a quale titolo a queste persone sia concesso di abitare lì: perché se l'essere stati dipendenti di Casa Savoia è titolo per il quale si ha diritto all'abitazione gratuita, ci sono probabilmente milioni di altre famiglie che hanno acquisito meriti altrettanto validi per ottenere la casa alle stesse condizioni). I casi umani vogliamo affrontarli, ripeto, da un punto di vista umano. Sono per perfettamente convinto che una pressante azione politica non potrebbe lasciare insensibili i Ministri da cui dipendono queste concessioni. E mi risulta che all'interno della Giunta e del Consiglio numerosi Consiglieri dopo la visita, erano fermamente convinti che quella costruzione, del resto attrezzata per essere ministero, si sarebbe prestata ottimamente ad essere sede della Regione.
Mi pare di poter affermare, che da parte della Giunta, preso atto che lì c'erano delle situazioni difficili, intricate da affrontare, si sia poi preferito sorvolare. Forse una proposta è stata anche fatta, ma poi nessuno se n'è più occupato. Occorre, invece, fare, per esempio, dei passi specifici in direzione del Ministero. Se non provvederà la Giunta posso già anticipare che il nostro Gruppo parlamentare presenterà in Parlamento una interpellanza a questo proposito, perché non può più essere consentito che si continui in questo modo. Se si fosse trattato soltanto dei dipendenti di Casa Savoia, che forse sono dei pensionati, o di altra gente del genere personalmente avrei lasciato correre, ma il sentire che si tratta di funzionari a quel livello e con quelle possibilità mi indigna grandemente.
Non si può passare sotto silenzio una situazione del genere, anche perch la Regione, pur disponendo di queste possibilità, come già ha osservato Sanlorenzo, spende miliardi per dare una sede ai suoi uffici.
Ho saputo, per esempio, proprio in questi giorni, che la Giunta (tra parentesi, rilevo che queste cose avvengono poi sempre in modo un po' misterioso: possibile che non si debba discuterne anche in Consiglio?) ha affittato, o acquistato, la ex sede della Democrazia Cristiana, in corso Stati Uniti, per sistemarvi altri uffici della Giunta. E pensare che quando si era parlato del palazzo di piazza Castello si era detto che lì vi sarebbe stato posto per tutto: uffici, Consiglio... Invece, evidentemente occorrono altri locali. Penso, lo dico per inciso, che sarebbe opportuno discutere un giorno ampiamente in Consiglio sulla esigenza e l'utilizzazione degli uffici della Giunta, come già si è fatto per gli uffici del Consiglio. Dicevo che oggi si è affittato, o acquistato, non so quel palazzo di corso Stati Uniti, una grossa costruzione, importante. Ma ce n'era veramente bisogno? E sarà almeno l'ultimo palazzo che acquisiamo quello?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Non credo proprio.



BERTI Antonio

Non è una risposta che possa soddisfarci questa, signori: non potete mentre dichiarate che ci vorranno altri palazzi, non fare un passo per ottenere quelli che già ci sono.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Là risolviamo il problema nell'immediato, qui lo potremo risolvere fra cinque anni.



BERTI Antonio

E' una risposta, questa, che lei, avv. Oberto, mi ha dato quattro anni fa. Se allora lei avesse affrontato decisamente la questione, probabilmente oggi potremmo disporre del palazzo.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Ma noi l'abbiamo affrontata.
Comunque, fate pure una interpellanza perché se ne discuta in Parlamento. Non è da noi che può dipendere la soluzione.



BERTI Antonio

Avvocato Oberto, noi presenteremo interpellanze al Parlamento e faremo altri passi, ma abbiamo il diritto di chiedere contemporaneamente che cosa fa la Giunta per questo. Le contestiamo che, mentre non avanzano concretamente soluzioni di quel genere, nemmeno sul piano dell'informazione, contemporaneamente vanno avanti affitti o acquisti di altri palazzi. E non dico altro a proposito di quel palazzo, e del suo proprietario.
Visto che la indignazione mi sta prendendo la mano, concludo dicendo che chiediamo una risposta più impegnata, chiediamo alla Giunta, o al Consiglio, di fare un passo politico preciso nei confronti dei dipendenti dello Stato che occupano quei locali. Dev'essere solo il Gruppo comunista a muoversi? Qualcuno che dirige la Giunta o il Consiglio faccia sentire a quei signori che abitano lì dentro che il Consiglio regionale desidera che essi trovino da sé una soluzione al problema: se non lo faranno, dovremo vedere di assumere le opportune iniziative.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Per la precisione, l'iniziativa a livello ministeriale è stata assunta da me, quale Presidente del Consiglio regionale, tre anni fa. Quando sono stato chiamato alla Presidenza della Giunta regionale, ho ripreso il discorso, che non era affatto stato accantonato dall'Assessore Paganelli addetto al Patrimonio.
Ci sono state risposte elusive ed interlocutorie da parte dei rappresentanti del Ministero delle Finanze. Per parte nostra, non si è nemmeno trascurato di sottolineare al precedente Intendente di Finanza di Torino, e ora anche all' Intendente attuale, dott. Amitrano, l'esigenza di risolvere il più sollecitamente possibile la questione. Mentre per quanto attiene alla occupazione di alloggi la cosa può anche essere vista nel termine di un anno, con disponibilità da parte di coloro che li occupano per gli uffici e per gli archivi si potrà procedere solo se si troveranno altri uffici e altri locali per archivio. Né penso che la Regione potrebbe prendersi carico a scatola chiusa di archivi e uffici come quelli che occupano attualmente quei locali.
Il discorso è stato ripreso anche documentalmente e formalmente, con scritti indirizzati dal Presidente della Giunta, sentito il parere e confortato dell'opinione della Giunta e dell'Assessore Paganelli, al Ministero delle Finanze. Stiamo aspettando che ci venga data una risposta.
Non è che si possa accusare la Giunta di inerzia, dunque: che la Giunta non riesca a risolvere determinati problemi che non dipendono esclusivamente dalla sua volontà è nell'ordine naturale delle cose. Tutti noi chiediamo qualcosa: se lo possiamo risolvere noi, siamo in colpa quando non lo risolviamo, ma se sono altri a doverlo risolvere, o aiutarci a risolvere non si può evidentemente farne addebito alla Giunta.
Desidero, per completezza di discorso, avendolo omesso nella prima risposta, assicurare che il dott. Amitrano, attuale Intendente di Finanza ha dichiarato di essere a piena e completa disposizione per risolvere il problema, sia nel senso di riprendere il discorso relativo all'acquisizione o all'assegnazione a livello di Ministero delle Finanze, sia nel senso di provvedere nel lasso di tempo che sarà indispensabile all'allontanamento di coloro che ora occupano Palazzo Reale.



PRESIDENTE

L'interpellanza è discussa. Passiamo ora alle interrogazioni.
Al Consigliere Nesi, che è in congedo, verrà inviata risposta scritta come d'altronde da lui stesso richiesto.
Interrogazione presentata dal Consigliere Garabello, letta in Consiglio il 14 gennaio '75 sulle iniziative per ottenere un provvedimento, anche transitorio, per garantire la rappresentanza dei minori assistiti dagli Enti locali negli organismi scolastici previsti dai Decreti delegati.
Dovrebbe rispondere l'Assessore Borando.



GARABELLO Enzo

Vista l'assenza, per lo meno momentanea, dell'Assessore Borando, per parte mia sono disposto ad accettare risposta scritta, in termini di tempo ragionevoli.



PRESIDENTE

Abbiamo così discusso le interpellanze e le interrogazioni.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Debenedetti, Dotti, Giovana, Nesi Beltrami.


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario di Governo ha apposto il visto alle seguenti leggi regionali: Legge regionale del 18.12.1974 relativa a "Contributo regionale per l'assistenza farmaceutica ed integrativa agli esercenti attività commerciali" Legge regionale del 18.12.1974 relativa a "Contributo regionale per l'assistenza farmaceutica ed integrativa ai coltivatori diretti" Legge regionale del 18.12.1974 relativa a "Contributo regionale per l'assistenza farmaceutica ed integrativa degli artigiani" Legge regionale del 18.11.1974 relativa a "Rendiconto generale della Regione Piemonte per l'esercizio finanziario 1973" Legge regionale del 23.12.1974 relativa a "Esercizio provvisorio del bilancio per l'anno 1975" Legge regionale del 23.12.1974 relativa a "Seconda variazione del bilancio della Regione per l'anno finanziario 1974".


Argomento:

b) Apposizione visto Commissario del Governo

Argomento:

c) Proposta di risposta scritta


PRESIDENTE

Proposta di risposta scritta da parte dell'Assessore Armella all'interrogazione presentata dai Consiglieri Berti e Rivalta relativa al trasporto in incubatrici dei neonati ai centri di cura.


Argomento:

c) Proposta di risposta scritta

Argomento:

d) Risposta scritta ad interrogazione


PRESIDENTE

Da parte dell'Assessore Conti è stata data risposta scritta all'interrogazione dei Consiglieri Besate e Fabbris relativa alla Fimec di Livorno Ferraris.


Argomento:

d) Risposta scritta ad interrogazione

Argomento:

e) Presentazione ed assegnazione progetti di legge


PRESIDENTE

Sono stati proposti i seguenti progetti di legge: Proposta di legge regionale n. 244 relativa a: "Variazione legge regionale 13.8.1973, n. 21, per la caccia in Piemonte", presentata dai Consiglieri Bono e Cardinali in data 15 gennaio 1975 ed assegnata alla VII Commissione in data 17 gennaio 1975 Disegno di legge regionale n. 245 relativo a: "Interventi regionali per lo sviluppo dell'agricoltura e delle foreste negli anni 1975-1976 e 1977", presentato dalla Giunta regionale in data 22 gennaio 1975 ed assegnato alla VI Commissione in data 24 gennaio '75 Disegno di legge regionale n. 246 relativo a: "Erogazione di fondi per competenze derivanti al personale delle aziende concessionarie di autolinee dall'estensione del trattamento economico e normativo degli autoferrotramvieri", presentato dalla Giunta regionale in data 24 gennaio 1975 ed assegnato alla II Commissione nella stessa data Disegno di legge regionale n. 247 relativo a: "Intervento straordinario a favore dei titolari di pensioni sociali in relazione al rincaro del costo della vita ed in particolare del riscaldamento" presentato dalla Giunta regionale in data 24 gennaio 1975 ed assegnato alla IV Commissione nella stessa data Proposta di legge regionale n. 248 relativa a: "Interventi straordinari per la scuola materna statale ad integrazione della legge 2.9.1974, n. 27", presentata dai Consiglieri Besate, Rivalta, Fabbris Berti in data 24 gennaio 1975 ed assegnata alla III Commissione in data 28 gennaio 1975 Disegno di legge regionale n. 249 relativo a: "Modifiche ed integrazioni alla L.R. 2.9.1974, n. 29, costituzione in Ente regionale dell'Istituto Ricerche Economico-sociali del Piemonte (IRES) ed istituzione del Comitato regionale di Studi sulla programmazione", presentato dalla Giunta regionale in data 29 gennaio 1975, che verrà assegnato alla Commissione competente Disegno di legge n. 250, relativo a: "Interventi regionali in materia di sistemazioni idrauliche e forestali, opere idrauliche e difesa del suolo", presentato dalla Giunta regionale in data 29 gennaio '75, che sarà poi assegnato.
Per quanto riguarda le Scuole materne, la Presidenza del Consiglio unitamente ai rappresentanti dei Gruppi, ha ricevuto una delegazione di famigliari, di forze sociali, di Sindacati ed anche di insegnanti di un gruppo di Scuole materne della città di Torino. Vi erano problemi molto gravi da trattare: essenzialmente quello dell'orario, in quanto il Ministero aveva dato disposizione perché venisse adottato un certo orario per nulla soddisfacente per le madri che lavorano, le quali non potevano ritirare i figli all'ora stabilita; e con questo altri problemi collaterali e connessi. E' stato fatto presente che il problema non è di pertinenza della Regione ma del Ministero della Pubblica Istruzione: la Regione pu intervenire in surroghe eventuali qualora io decidano le forze politiche regionali.
Era giunta al tempo stesso comunicazione che un parlamentare torinese che era stato interessato da una parte delle famiglie e delle forze sociali appartenenti alle Scuole materne aveva preso contatto con il Ministro per la Pubblica Istruzione, on. Malfatti, e ne aveva avuto assicurazione che il problema relativo all'orario era stato risolto; che un incontro con il Ministro dei rappresentanti delle Scuole materne e dei Sindacati era andato deserto per un equivoco. Con il parlamentare, che avevo convocato per sabato mattina, unitamente ad una rappresentanza delle famiglie e delle forze sociali interessate alle Scuole materne (è venuto un rappresentante delle forze sociali) abbiamo preso contatto dal mio ufficio con la Segreteria del Ministro, per ottenere in primo luogo assicurazioni circa un nuovo incontro, da tenere in luogo di quello andato deserto per equivoco, e circa la effettiva risoluzione del problema quanto meno per quel che attiene all'orario.
Il rappresentante dei Sindacati e delle famiglie doveva andare a Roma martedì scorso per problemi sindacali: è stato incaricato di prendere contatti con il parlamentare per accertarsi della fissazione dell'incontro con il Ministro e avere assicurazione che in effetti fossero risolti questo problema e tutti gli altri collaterali, da affrontare con il Ministro Malfatti. Sono in attesa di apprendere se, come e quando si potrà avere l'incontro con il Ministro.
Insieme con il Presidente della Giunta, Oberto, l'Assessore al Lavoro Conti, e i rappresentanti dei Gruppi, ho ricevuto stamane le delegazioni di due ditte in difficoltà nel settore alimentare. Una è la Helvetia produttrice di conserve vegetali, nel cui stabilimento di Moncalieri sono stati annunciati 86 licenziamenti. Nel corso di un primo incontro l'Unione Industriale ha confermato a nome dell'azienda i licenziamenti. I rappresentanti sindacali hanno proposto come soluzione alternativa ai licenziamenti il ricorso alla cassa integrazione, nella speranza che sia possibile riprendere il discorso con la proprietà. La seconda azienda in gravi difficoltà, i cui delegati di fabbrica sono stati da noi ricevuti, e la Dreher, a capitale anglo-olandese, per il cui stabilimento di via San Donato è stata chiesta la totale chiusura entro il 31 gennaio. Anche per questo caso i lavoratori hanno chiesto la revoca dei licenziamenti per aprire un discorso più ampio per l'intero gruppo a livello ministeriale. I rappresentanti della Regione hanno assicurato il loro deciso intervento presso il Ministero del Lavoro.
Apro la discussione su queste comunicazioni. Ha chiesto di parlare il Consigliere Besate. Ne ha facoltà.



BESATE Piero

Desidero intervenire sulla parte delle comunicazioni che concerne le Scuole materne e statali...



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Scusi se la interrompo. A proposito appunto delle Scuole materne avendo avuto ieri, a Roma, un incontro con il dott. Di Palma, che era incaricato di seguire la questione, posso assicurare al Consiglio, a completamento delle dichiarazioni fatte dal Presidente del Consiglio, che per quanto concerne l'orario nelle Scuole materne della città di Torino sono state impartite nella stessa giornata di ieri alle autorità competenti disposizioni che permettono di considerare risolto felicemente il problema.



BESATE Piero

Sono lieto di questa precisazione del Presidente della Giunta, che conferma quanto già aveva detto il Presidente del Consiglio.
Rilevo tuttavia che, se non si fosse prodotto nella città di Torino come anche in altre località del Piemonte, e forse d'Italia, un deciso movimento contro tale anomala situazione, le cose sarebbero rimaste al punto in cui erano. Per comprovare come la questione non riguardi soltanto Torino, basterebbe leggere quanto scrive un giornale di Cuneo, "La guida" dal quale si deduce che il Comune di Cuneo ha dovuto intervenire per garantire nelle Scuole materne statali di Cuneo, in alcune almeno, non credo in tutte, l'orario dalle 8,30 alle 18 di sera. Provvedimenti del genere sono d'altronde in corso, a carico delle magre finanze dei Comuni anche in altre parti del Piemonte. Sono però iniziative che non potranno essere sorrette all' infinito: occorre quindi una sistemazione che riguardi Torino e l'intero Piemonte, ove gli alunni delle Scuole materne statali sono diventati oltre 27 mila. Senza un intervento risolutivo, le Scuole materne statali rischiano di diventare le scuole delle donne disoccupate o casalinghe, perché le donne che lavorano si vedono nell'attuale situazione costrette a scegliere tra il lavoro e la custodia del figlio, e di fronte a questa alternativa la decisione non può essere dubbia, la custodia del figlio, evidentemente, in quanto questa è la funzione preminente della donna nella famiglia, con conseguenza di ulteriore disoccupazione.
L'intervento del Ministro è stato, a quanto pare, abbastanza sollecito ma è limitato nel tempo e nel territorio. E poi bisognerà vedere in concreto come esso si svilupperà.
Noi ribadiamo quindi la necessita di un intervento organico urgente per il quale il Gruppo comunista ritiene sempre, da una parte, che debba essere il Governo a dare sbocco a questa situazione, ma che nello stesso tempo la Regione, la nostra Regione, insieme con le altre Regioni naturalmente (perché non si tratta di un problema solo piemontese), in carenza di interventi governativi, debba farsi carico temporaneamente sempre tenendo puntato il tiro sul Governo, in quanto tocca al Governo risolvere organicamente e definitivamente il problema dell'orario nelle Scuole materne statali.
In proposito, come ha detto il Presidente nelle sue comunicazioni, il nostro Gruppo ha presentato una proposta di legge per un intervento straordinario della Regione in questo campo per tutto il Piemonte, limitato al 1975, appunto in base al concetto che deve trattarsi di un intervento straordinario, perché la soluzione definitiva al problema deve darla il Governo. Quindi, la presentazione del nostro progetto di legge ha questo doppio significato: di un intervento immediato di carattere generale e di uno stimolo per tutta la Regione a farsi promotrice di un intervento sul Governo per la soluzione del problema.
Ora, credo che, sempre sulla base delle assicurazioni date dal Ministro, la Regione debba appunto guidare la delegazione, anzi, essere essa stessa ad organizzarla - dal momento che il Ministro è disponibile, e non poteva non essere così -, che deve andare nuovamente a Roma a proporre e sentire con quali mezzi e in quali tempi il Governo dia assicurazioni per giungere ad una soluzione, in modo che il 1° settembre '75, all'apertura delle Scuole materne, questo problema non si ripresenti come uno dei tanti insoluti. In particolare, noi ci faremo carico del massimo di accelerazione per il progetto di legge che è stato presentato.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Garabello. Ne ha facoltà.



GARABELLO Enzo

Signor Presidente, desidero dire anch'io poche parole sul merito del problema sollevato, dando atto che il movimento generale che si è determinato particolarmente nella città di Torino ha consentito alle forze istituzionali - la Giunta regionale e gli Enti locali - di svolgere presso il Governo quel tipo di pressione che ha prodotto il risultato positivo che ci è stato comunicato.
Concordo con l'impostazione data dal collega Besate, nel senso che il problema si può considerare risolto transitoriamente (il che è già importante, perché effettivamente l'alternativa che prospettava Besate per il caso che non si fosse risolta la questione dell'orario nelle Scuole materne è gravissima e metterebbe decisamente in condizioni di profondo disagio proprio le famiglie che più hanno bisogno della Scuola materna particolarmente di quella di Stato).
Ritengo che si debba ora andare avanti per giungere ad una soluzione definitiva e radicale. In tal senso sono state ricordate le iniziative intraprese; ne potrei aggiungere qualcuna anch'io, di parlamentari che hanno svolto la loro parte nei confronti del Ministro dell'Istruzione.
L'importante, comunque, è che la considerazione del problema non si fermi ad una soluzione transitoria ma si punti decisamente ad una soluzione definitiva, risolvendo la nota dicotomia fra legge istitutiva e contratti sindacali, nella quale appunto sta l'insufficienza di funzionamento delle Scuole materne.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l'Assessore Gandolfi. Ne ha facoltà.



GANDOLFI Aldo, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

Vorrei chiedere, a nome della Giunta, sempre che i Gruppi siano d'accordo, l'iscrizione all'ordine del giorno della seduta odierna del disegno di legge n. 246, che è stato licenziato dalle Commissioni. La richiesta si basa sul fatto che il disegno di legge prevede la erogazione anche per il bimestre gennaio-febbraio degli acconti che erano già stati decisi con legge regionale peri dipendenti delle autolinee.
Dati i tempi che intercorrono fra l'approvazione della legge e la possibilità di erogazione da parte della Giunta dei relativi fondi, se anche l'approvazione potrà avvenire oggi, noi ci troveremo nell'impossibilità di far fronte ad impegni che abbiamo assunto in un accordo globale fra Regioni e Sindacati prima della fine di marzo. Sarebbe pertanto estremamente utile guadagnar tempo, ad evitare tensioni fra il personale interessato.



PRESIDENTE

A questo riguardo vorrei sentire il parere dei Gruppi. Hanno difficoltà a che si discuta questa piccola legge, che non era stata iscritta all'ordine del giorno ma che è indubbiamente urgente, poiché la sua sollecita approvazione varrà a scongiurare gravi tensioni sociali? Allora viene inserita nell'ordine del giorno.
Il Presidente della Giunta, avv. Oberto, ha chiesto di fare alcune comunicazioni. Ne ha facoltà.


Argomento: Programmazione: argomenti non sopra specificati - Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale


OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Devo intanto informare il Consiglio che ancora una volta indipendentemente dalla volontà e dai propositi della Giunta, deve essere rinviata la trattazione di un argomento molto importante. Il Direttore dell'IRES mi scrive infatti: "Sono spiacente di doverle comunicare che per venerdì 31 gennaio l'Ires non disporrà ancora degli elaborati relativi al piano territoriale necessari per l'esame da parte della Regione. Sono infatti intervenute le seguenti difficoltà: sciopero generale del 23 c.m., sciopero parziale dell'Ires, e assemblee dei dipendenti in tre giornate successive.
Inoltre, l'applicazione del complesso modello matematico ha rivelato la necessità di introdurre alcuni vincoli in ordine alla velocità dei cambiamenti nella dislocazione dei servizi e delle residenze a seguito della modificazione del sistema di comunicazioni. Sono lavori molto complessi, che stiamo compiendo a ritmi molto intensi, perché questi intoppi possono purtroppo determinarsi.
Dall'esame del lavoro da compiere fatto stamane, credo di poter affermare che, se non si verificheranno altre gravi interruzioni di lavoro all'Ires o al Centro di calcolo dell'Università, noi potremo essere pronti a partire da giovedì 6 febbraio p.v.".
Faccio questa comunicazione al Consiglio essenzialmente per radicare attraverso la testimonianza di un verbale la volontà della Giunta di portare avanti il discorso e la impossibilità relativa. Il 6 di febbraio è un giovedì, ed è prevista pertanto la convocazione del Consiglio regionale il 7 e l'8 si svolge a Torino (stamattina hanno ricevuto il relativo invito, oltre al Presidente del Consiglio e ai componenti l'Ufficio di Presidenza, i Capigruppo) l'incontro Nord-Sud, che impegnerà le due giornate del 7 e 8 febbraio, venerdì e sabato. Prevedo pertanto che l'incontro della Intercommissione con la Giunta per l'esame dei documenti che l'IRES avrà nel frattempo apprestato non possa avvenire prima di lunedì 10, alle ore 15 Ho accennato all'incontro Nord Sud. Ieri ho avuto assicurazione da sette dei Presidenti delle Regioni del Sud della loro personale partecipazione all'incontro. Abbiamo esteso l'invito alle Organizzazioni sindacali a livello nazionale, alla Confindustria ed alla Federazione della piccola industria a livello nazionale. Naturalmente, il convegno è aperto ai Consiglieri della Regione Piemonte, che ospita praticamente la manifestazione.
Ho già detto dell'incontro per la Scuola materna. Al Ministro, in assenza del Ministro Malfatti, trattenuto al Ministero degli Esteri per l'intera giornata, ho conferito con il direttore generale Di Palma in merito all'incombenza che mi era stata affidata dalla Intercommissione problemi universitari, e sono pertanto in condizione di poter riconfermare che il proposito degli uffici del Ministero e del Ministro della Pubblica Istruzione è di affrontare prioritariamente il problema delle Università per le Regioni d'Italia che non hanno attualmente alcuna sede universitaria. Affrontato e risolto questo problema, si porterà innanzi la disamina per l'approfondimento degli altri aspetti della riforma universitaria di tutte le altre Regioni, avendo di vista anche alcune esigenze che sono emerse al Ministero attraverso le indicazioni fatte dalle varie Regioni, di promuovere prioritariamente un incontro fra due o tre Regioni che possono avere interessi comuni alla soluzione degli impianti universitari (si veda, in modo specifico, per il Piemonte e la Lombardia in quanto è prevista nel piano lombardo la istituzione, per esempio, di una università a Varese, che dev'essere calcolata e valutata omogeneamente, ma si tratta di un progetto di non imminente realizzazione), mi sono fatto interprete della richiesta di un colloquio con il Ministro. Compatibilmente con le molteplici altre esigenze urgenti, il Ministro, attraverso il direttore generale Di Palma, ha dichiarato la sua disponibilità a ricevere quando sia stato fatto il preliminare incontro interregionale.
Fondi per gli ospedali. E' opportuno che il Consiglio sappia che si è dovuto ricorrere ad una anticipazione di cassa, assai onerosa, perch dobbiamo pagare degli interessi, per la corresponsione di salari, di stipendi e il pagamento di una parte delle somministrazioni per il mese di gennaio. Ieri è stato firmato dai tre Ministri competenti - Sanità, Tesoro e Lavoro, per quanto di sua competenza - il decreto relativo alla erogazione delle prime assegnazioni di somme che dovrebbero valere a copertura del bimestre gennaio-febbraio. Sono stati già predisposti mandati di pagamento e gli accreditamenti alle varie Regioni. Si ritiene di poter in via breve ottenere da parte della Corte dei Conti la registrazione del decreto, in modo che per febbraio dovremmo ottenere il versamento di queste somme. Il che lascia sperare che poi, nei mesi successivi, le cose possano anche andar bene.
Si doveva ieri discutere, in una riunione incominciata alle 4 e finita alle 9,45, anche il problema relativo alle Inter-regioni, con i Ministri del Bilancio, dei Trasporti, dell'Agricoltura e delle Regioni, il problema relativo al bilancio dello Stato, all'intervento delle Regioni nella valutazione del bilancio dello Stato, alla riforma della legge finanziaria delle Regioni e alla possibilità di utilizzare quel 25% di cui noi abbiamo fruito, almeno come impostazione di bilancio, che altre Regioni hanno collocato nel loro bilancio in misura leggermente inferiore, e che è stato dal Consiglio dei Ministri approvato con la riserva della definitiva approvazione, per cui il nostro bilancio può andare avanti.
Tenendo conto di queste considerazioni, la discussione che segue in Commissione, che seguirà il Consiglio potrà puntualizzare.
Rispettosissimamente mi rivolgo ancora al Presidente ed ai componenti della I Commissione, sottolineando l'assoluta urgenza che la discussione possa avvenire entro il 20 febbraio-22 febbraio in Consiglio regionale, perché si abbia certezza che entro il 20-22 marzo, scaduto il termine dell'approvazione del bilancio, qualora il bilancio dovesse tornarci senza visto, vi sia ancora tempo da parte del Consiglio - che, se le notizie che circolano e danno per certa la elezione del Consiglio regionale alla data dell'8 giugno, cesserà il suo funzionamento con il 26-27 aprile - di correre ai ripari per evitare che il bilancio possa rimanere nelle penne.



RASCHIO Luciano

Certo che senza relazione al bilancio, che abbiamo avuto solo questa mattina, bisognerebbe essere dei funamboli per districarsi fra tante cifre...



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Caro Consigliere, non posso non essere d'accordo con lei nella espressione del rammarico per il ritardo della presentazione di questa relazione. Gli uffici regionali sono quel che sono, i problemi urgenti non mancano. Aggiunga ancora che il collega Simonelli è stato indisposto per alcuni giorni, il che non ha potuto evidentemente contribuire ad accelerare i tempi così come era nelle intenzioni della Giunta e del suo Presidente.
Ho partecipato, con l'Assessore Vietti, alla fase preparatoria della Conferenza dell'Immigrazione, sulla quale mi riservo di parlare più specificamente in occasione di una riunione che il Presidente del Consiglio vorrà disporre con i Capigruppo per assumere una certa determinazione, una certa posizione.
Mi permetto anche di ricordare al Presidente che era stata prevista una riunione di Capigruppo al termine della seduta odierna, per l' esame dei problemi relativi all'Ires, che sono piuttosto brucianti.
Non sono in condizioni di puntualizzare esattamente in questa seduta i problemi relativi alla Mandria. Mi riservo di farlo nella prossima riunione del Consiglio.



FASSINO GIUSEPPE



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Ha chiesto di parlare il Consigliere Garabello, ne ha facoltà.



GARABELLO Enzo

Due riferimenti alle comunicazioni del Presidente: per quanto riguarda il piano territoriale di coordinamento, purtroppo, non essendo pervenute le informazioni che aspettavamo il rinvio si rende necessario, tanto più che le informazioni che deve fornire l'Ires sono richieste dall'Intercommissione.
Vorrei soltanto, in proposito, unire la mia voce e l'impegno della I Commissione per quanto si riferisce ai problemi emergenti per l'Ires come organizzazione. E' stata annunciata la nuova legge di modifica della precedente, per parte nostra ci rendiamo pienamente disponibili per svolgere i lavori nel minor tempo possibile.
Vorrei soltanto permettermi relativamente a una delle ultime comunicazioni del Presidente in rapporto al bilancio, fare presente come per poter giungere a mantenere i tempi che il Presidente auspicava, la I Commissione praticamente dovrà sedere in fase di consultazione mattino e pomeriggio, per ben otto giornate a partire da lunedì 3 febbraio, cioè 3 4, 5 e 7 di febbraio, 10, 11, 12 e 14, con il solo intervallo delle giornate di giovedì in cui penso si debba riunire il Consiglio. Quindi diventa necessario concordare non soltanto i giorni, ma anche le ore per consentire alla Commissione di svolgere il suo lavoro senza ulteriori ritardi; a questo proposito mi permetto di ricordare alla Giunta, come pure ai Consiglieri, in particolare ai Presidenti di Commissione, la mia comunicazione fatta il 10 gennaio per conto della Commissione sulle presenze, i contatti ecc.
Per quanto riguarda la previsione di una eventuale riunione verso il 10, bisognerà intendersi bene con gli Assessori che in quei giorni saranno in udienza con la Commissione. Certo è opportuno, in linea più generale che ogni eventuale iniziativa di carattere collegiale venga concordata, al fine di non impedire alla Commissione il mantenimento di questo strettissimo calendario di una quindicina di giorni di tempo superpieno per i Consiglieri che la compongono, ma è l'unico sistema per arrivare verso il 20 in aula.
Io voglio ricordarlo alla Presidenza della Giunta con deferenza, come pure alla Presidenza del Consiglio: bisogna stare attenti a non rompere questo itinerario fissato altrimenti il bilancio non potrà giungere in tempo utile.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

La parola al Consigliere Raschio.



RASCHIO Luciano

Mi sono permesso di fare una brevissima interruzione circa le comunicazioni sul bilancio non per mancanza di rispetto al Presidente della Giunta, ma per ribadire che il tema della interruzione sarà poi oggetto di intervento in Commissione e in aula.
Due cose per il momento vorrei dire, signor Presidente della Giunta: la prima, anche quest'anno - e lei lo deve sapere, come massimo responsabile dell'organismo di governo della Regione Piemonte - per la ennesima volta ci presenteremo alle consultazioni con le varie associazioni economiche, con i Sindacati e con le Organizzazioni di categoria, senza aver inviato la relazione al bilancio. Il "leit motiv" ricorrente di questi anni è sempre stato la giusta e doverosa critica per la mancanza della relazione da parte dei consultati nei confronti innanzi tutto delle forze antistanti, i membri della Commissione I, per poi alzare il tiro e colpire la Giunta nella sua ridotta. E' bene ripetere anche in sede di Consiglio che un bilancio non è comprensibile anche in contenuti tecnico-contabili oltre a quelli politici enunciati senza la presenza di una relazione politica e amministrativa. Per tanto sforzo che si possa fare (e lei signor Presidente della Giunta sa che la I Commissione è composta di Consiglieri che per la loro lunga esperienza nella trattazione dei bilanci non sono alle prime armi) le Organizzazioni e gli Enti consultati, privi della relazione politica, ci domanderanno sempre che intendimenti politici ha la Giunta, quali leggi essa intende proporre quali iniziative prendere in relazione alle postazioni finanziarie assunte dal Bilancio.
Quindi, signor Presidente, questa volta sarà necessario che alle consultazioni un Assessore spieghi chiaramente questi ritardi e gli orientamenti politici della Giunta in quanto io come Consigliere di minoranza, non intendo assolutamente giustificare l'ennesima carenza che, a questo riguardo, la Giunta ha per l'ennesima volta palesato.
La seconda cosa che intendo evidenziare è il tempo ridotto che abbiamo a disposizione per esaminare il Bilancio. E però auspicabile già in occasione delle consultazioni che il Presidente Garabello ha fissato esattamente un mese fa, avere almeno un brogliaccio di quella che è in sintesi (se non nel dettaglio) la reale situazione della chiusura di cassa del 1974: cioè un brogliaccio sul rendiconto consuntivo del 1974. Certo siamo in carenza di un centro di calcolo, lo abbiamo detto e ripetuto, per senza avere almeno un'idea di come si preannuncia il consuntivo del 1974, a mio giudizio, non è possibile portare avanti valutazioni al fine di arricchire nuove postazioni di spesa.
So che è una questione seria, che il tempo è poco, purtuttavia è indispensabile per la serietà del nostro lavoro. Questo discorso deve essere fatto perciò responsabilmente anche da parte della stessa Giunta.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Se più nessuno chiede di parlare passerei, in base all'accordo con il Consiglio, all'esame del disegno di legge regionale n. 246 "Erogazione di fondi per competenze derivanti al personale delle aziende concessionarie di autolinee dalla estensione del trattamento economico e normativo degli autoferrotramvieri".
Ha la parola l'Assessore Gandolfi.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

L'Assessore Simonelli fa adesso delle precisazioni di cui non ero a conoscenza perché assente da Torino da domenica. La relazione è stata distribuita.



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione e bilancio

E' in corso di distribuzione.



RASCHIO Luciano

Scusi Presidente, lei è fuori dalla mischia, però la relazione io membro di Commissione, la riceverò questa mattina, mentre le organizzazioni consultate hanno ancora da riceverla. Quindi Presidente, non faccia l'avvocato d'ufficio per difendere questa questione in quanto è votato a far brutta figura.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

E' avvocato anche lui, basta da solo, non ne ha bisogno!



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione e bilancio

Preciso che la relazione al bilancio è in corso di distribuzione.
Adesso non posso dire quali degli Enti consultandi l'abbiano ricevuta e quali no.



RIVALTA Luigi

Nessuno.



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione e bilancio

No no, è in corso da martedì la distribuzione, naturalmente non so a quali degli Enti sia stata gia recapitata e a quali no, però qualcuno l'ha ricevuta; le ultime relazioni saranno distribuite in giornata ai Consiglieri e agli ultimi consultandi.



RASCHIO Luciano

Comunque dovevamo partire il 10 di gennaio!



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione e bilancio

Il dibattito in Consiglio sarà tra un mese, non basta un mese per leggere la relazione? Adesso facciamo delle tragedie per un ritardo di quindici giorni!



RIVALTA Luigi

Se la poni in questi termini allora discutiamo, il ragionamento che fai non è accettabile.



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione e bilancio

Siamo in ritardo di quindici giorni nella distribuzione della relazione, però entro oggi l'avranno tutti.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Prendiamo atto delle comunicazioni dell'Assessore e prego i colleghi di non intervenire.


Argomento: Trattamento economico e normativo del personale

Esame disegno di legge n. 246 "Erogazione di fondi per competenze derivanti al personale delle aziende concessionarie di autolinee dall'estensione del trattamento economico e normativo dagli autoferrotramvieri"


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Passiamo ora all'esame del disegno di legge n. 246 "Erogazione di fondi per competenze derivanti al personale delle aziende concessionarie di autolinee dall'estensione del trattamento economico e normativo degli autoferrotramvieri".
La parola all'Assessore Gandolfi.



GANDOLFI Aldo, Assessore ai trasporti e comunicazioni

Su questo disegno di legge la Giunta propone l'estensione della corresponsione di acconti ai dipendenti delle autolinee che era stata già decisa con la legge regionale del 4 dicembre 1974, a tutto il mese di febbraio. Questa estensione per un bimestre si è resa necessaria dopo una riunione tra le Regioni rappresentate dagli Assessori ai trasporti e dalle confederazioni sindacali di categoria, che ebbe luogo a Roma il 15 gennaio u.s. In questa riunione si è raggiunta l'intesa di chiedere urgentemente un incontro con il Governo per un esame definitivo della situazione relativa all'applicazione del protocollo siglato dal Governo, per il rinnovo del contratto nazionale della categoria e per poter garantire, con l'erogazione degli acconti a tutto il 28 febbraio da parte delle Regioni, una relativa tranquillità del settore, in attesa di un chiarimento su una materia che purtroppo è molto intricata e difficile. Si vorrebbe chiedere in sostanza al Governo, congiuntamente da parte della Regione e delle Organizzazioni sindacali, il rispetto dell'impegno che si era assunto l'estate scorsa con la firma del Ministro del lavoro Bertoldi relativo ad un intervento finanziario per porre fine alla vertenza che ormai in questo settore è aperta da più di un anno.
Si tratta quindi ancora di una soluzione provvisoria che viene data in questo modo da tutte le Regioni per il bimestre gennaio-febbraio, in attesa di una definizione del problema con il Governo. La materia si inquadra nei problemi complessi di rapporto tra Regioni e Governo anche su altre materie, le Regioni hanno già avuto modo di chiarire che non è possibile dar corso all'applicazione integrale dell'accordo sottoscritto dal Ministro del Lavoro se da parte del Governo non c'è un intervento finanziario adeguato. Nelle prossime settimane ci dovrebbe essere, ripeto, un incontro definitivo che permetterà di chiarire in che forme il Governo pu intervenire e quindi in che modo le Regioni possono chiudere definitivamente la vertenza.
L'urgenza che abbiamo posto al disegno di legge deriva dal fatto che dal momento in cui è approvato al momento in cui le Regioni concretamente possono erogare questi acconti, intercorrono mediamente due mesi e quindi c'è la necessità di non trovarsi eccessivamente scoperti nei confronti dei dipendenti di questo settore dati gli impegni di erogazione che ci siamo assunti.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Non avendo altri iscritti a parlare, passiamo alla votazione del disegno di legge n 246: "Erogazione di fondi per competenze derivanti al personale delle aziende concessionarie di autolinee dalla estensione del trattamento economico e normativo degli autoferrotramvieri" Art. 1 - Il pagamento dell'acconto previsto dalla Legge Regionale 4 dicembre 1974 n. 35 è esteso ai mesi di gennaio e febbraio 1975.
Si passi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 35 hanno risposto sì: n. 35 Consiglieri L'art. 1 è approvato all'unanimità.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE



PRESIDENTE

Art. 2 - Ai fini dell'attuazione della presente legge è autorizzata la spesa di 250 milioni. All'onere di cui al precedente comma si provvede mediante una riduzione, di pari ammontare, del capitolo n. 1018 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1975 e la conseguente istituzione, nello stato di previsione medesimo del capitolo n. 605 con la denominazione "Erogazione di fondi per competenze derivanti al personale delle aziende concessionarie di autolinee dall'estensione del trattamento economico e normativo degli autoferrotramvieri" e lo stanziamento di 250 milioni.
Il Presidente della Giunta regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.
Qualcuno chiede la parola? Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 37 hanno risposto sì: n. 37 Consiglieri L'art. 2 è approvato all'unanimità Art. 3 - La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'art. 45 dello Statuto regionale ed entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione.
Poiché nessuno chiede la parola, si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 37 hanno risposto sì: n. 37 Consiglieri L'art. 3 è approvato all'unanimità.
Passiamo alla votazione del disegno di legge nel suo insieme.
Vi sono dichiarazioni di voto? La parola al Consigliere Marchesotti.



MARCHESOTTI Domenico

Voglio solo dire che il Gruppo comunista vota questa legge richiamando le dichiarazioni e le riserve fatte all'approvazione in Consiglio della legge n. 35 del 4.12.1974.



PRESIDENTE

Altri desiderano fare dichiarazioni di voto? Si passi alla votazione del disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: n. 37 hanno risposto sì: n. 37 Consiglieri Il disegno di legge n. 246 è approvato.


Argomento: Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati - Problemi del lavoro e della occupazione

Relazione della Giunta regionale sui problemi occupazionali


PRESIDENTE

Proseguiamo con l'ordine del giorno.
Ma pare opportuno passare al punto sesto "Relazione della Giunta regionale sui problemi occupazionali" invertendo l'ordine del giorno,se non vi sono opposizioni. Non vedo opposizioni quindi si intende approvata l'inversione. Passiamo al punto sesto.
La parola al Presidente della Giunta avv. Oberto.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Innanzi tutto vorrei fare una precisazione: l'indicazione dell'ordine del giorno potrebbe essere interpretata nel senso che si faccia oggi una discussione di carattere generale su tutti i problemi inerenti alla occupazione nel Piemonte. La intesa stabilita nella riunione con i Capigruppo ha ridimensionato il problema, limitandolo all'argomento relativo alla Montedison e specificamente Montefibre. Io posso immaginare che degli sconfinamenti siano anche fattibili, ma la relazione della Giunta resta invece squisitamente indirizzata a quella che era l'intesa pervenuta e la relazione, a nome della Giunta, la farà l'Assessore Paganelli che abbiamo delegato intanto in quanto malgrado del problema si siano interessati evidentemente anche gli altri Assessori ed il Presidente, e l'Assessore al quale è stato affidato l'incarico, direi da sempre, dal momento in cui il problema Montefibre è emerso, di trattarlo e di esaminarlo.
Iniziando questo dibattito che si svilupperà sulla relazione della Giunta, tenendo conto di un documento che è stato presentato in materia, mi preme soltanto di dire che effettivamente l'argomento è angosciante determina delle serie preoccupazioni, si inserisce in un tessuto già largamente deteriorato del mondo occupazionale della Regione Piemonte e ha degli aspetti anche di natura giuridica di grossissimo rilievo per certe denunce che vengono fatte, e di cui dirò in breve subito dopo, non senza precisare che la Regione darà, come ha dato in passato e come dà attualmente, tutta la sua attenzione al problema, ma sottolineando che l' argomento è da valutarsi e da trattarsi prioritariamente, direi per ragioni di competenza, a livello del Ministero della Industria, trattandosi di argomento che non interessa soltanto la Regione Piemonte, ma interessa diverse implicazioni più vaste e più larghe. Non ho mancato personalmente di intrattenermi, sia pure soltanto telefonicamente non essendo stato possibile fare diversamente, con il Ministro dell'Industria che ritiene l'argomento, come tutti noi lo riteniamo, molto delicato e molto grave e mi risulta che ulteriori contatti sono stati presi ancora ieri sempre per l'esame della situazione.
Tutti quanti loro sanno che Vercelli s'è fatta capofila di questa manifestazione, il Sindaco di quella città ha convocato rappresentanti sindacali e delle forze del lavoro, parlamentari, rappresentanti del Consiglio regionale ad una riunione al termine della quale è stato rivolto invito al Presidente della Giunta regionale di farsi promotore di un incontro con i parlamentari della Regione. Ho soprasseduto a questa iniziativa informando il Sindaco della città di Vercelli che ritenevo opportuno che intanto si svolgesse un dibattito (che è quello che sta per iniziare in quest'aula del Consiglio) anche per raccogliere degli elementi per un eventuale successivo incontro con parlamentari, ma soprattutto per chiarimenti a livello di Ministero dell'Industria.
Il Sindaco di Vercelli, come Presidente della assemblea, ha consentito sull'opportunità di soprassedere a quell'incontro per vedere che cosa sarebbe emerso nel corso del dibattito di oggi e per conoscere quelle che sono le linee di azione che si propone il Ministro dell'Industria.
Debbo, per completezza di discorso e perché coloro i quali ritengono di intervenire successivamente nel dibattito, ne siamo a conoscenza, avendo ciascuno di loro avuto il testo del documento (che come di solito è senza data, noi riusciamo sempre a fare tutte le cose senza una data) che riassume il punto di vista delle Segreterie regionali della CGIL, CISL UIL, che mi pare sia stato espresso anche ai vari Capogruppo, mi preme dicevo, di render noto che in data 22 gennaio l'Amministratore delegato della Montefibre mi trasmetteva per doverosa informazione e per l'interesse con il quale fa Regione ha sempre seguite le vicende della Montefibre in Piemonte, copia della lettera che è stata inviata al Consorzio per lo sviluppo del Basso Toce. Ritengo opportuno che i Consiglieri conoscano il contenuto di questa lettera, in modo che sulla scia della relazione di Paganelli il discorso possa svilupparsi in tutta la sua completezza.



SANLORENZO Dino

Chi ha firmato questa lettera?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

La lettera è firmata da Antonio Belloni, Amministratore delegato della Montefibre ed è indirizzata in pari data, 22 gennaio, al Consorzio per lo sviluppo del Basso Toce, recita: "La sottoscritta Montefibre S.p.A., in persona del suo Amministratore delegato dr. Antonio Belloni Premesso che in data 5 aprile 1974 è stata stipulata tra il Consorzio per lo Sviluppo del Basso Toce e Montefibre una convenzione avente ad oggetto il trasferimento a questa Società di alcune aree site nel cd. piano CBT, con l'impegno di essa di ivi realizzare una serie di impianti produttivi con i relativi servizi tecnologici e generali che con Protocollo aggiuntivo sottoscritto in pari data si è stabilito (art. 1) che la validità e l'efficacia della Convenzione era da intendersi subordinata all'avveramento di tutte le condizioni, che di seguito si riportano testualmente "a) emanazione entro il 30.4.1974 del o dei decreti di concessione a favore di Montefibre dei finanziamenti a tasso agevolato richiesti ai sensi della Legge 8.8.1972, n. 464, con domande presentate in data 27 dicembre 1974" "b) emanazione da parte delle Autorità competenti del o dei decreti recanti le deliberazioni per l'esecuzione delle opere di difesa idraulica in sponda sinistra del fiume Toce secondo il progetto approvato dal Magistrato del Po in data 17.12.1973 e per gli stanziamenti relativi; detti decreti dovranno consentire l'effettivo inizio dei lavori entro il 30.6.1974 ed il loro completamento entro il 31 dicembre 1975" "c) disponibilità effettiva ed indisturbata a partire dal 30.6.1974 per Montefibre dei terreni soggetti ad uso civico" che, con atto modificativo del 15 maggio 1974, si è deciso (art. 3) di prorogare al 30 giugno 1974 il termine originario del 30 aprile 1974 fissato dall'art. 1, lett. a), del riportato Protocollo aggiuntivo per l'emanazione dei decreti di concessione dei finanziamenti a tasso agevolato che, con ulteriore atto modificativo del 28 giugno 1974, si è stabilito (art. 2) di spostare al 30 dicembre 1974 il termine di cui al precedente capoverso; e parimenti di prorogare alla stessa data del 30 dicembre 1974 l'originario termine del 30 giugno 1974, fissato dall'art. 1 lett. c), del Protocollo aggiuntivo per la resa in disponibilità effettiva ed indisturbata a Montefibre dei terreni soggetti ad uso civico considerato che nessuna delle dette condizioni temporali si è avverata.
Infatti: a) nessun decreto di concessione a favore di Montefibre dei finanziamenti a tasso agevolato richiesti ai sensi della Legge 8.8.1972, n.
464 è stato emanato entro la data del 30 dicembre 1974 b) che i lavori di arginatura del fiume Toce non sono stati iniziati entro il 30 giugno 1974 c) che non è stata fornita a Montefibre la disponibilità effettiva ed indisturbata dei terreni soggetti ad uso civico entro il termine del 30 dicembre 1974 rilevato che, conseguentemente, si rende applicabile il disposto dell'art. 2 del Protocollo aggiuntivo 5 aprile 1974, ai sensi del quale, in caso di mancata verificazione anche di una sola delle condizioni contemplate dal precedente art. 1, "la Convenzione intervenuta tra il Consorzio del Basso Toce e la Montefibre si intenderà sospesa e la Convenzione stessa potrà essere risolta, su semplice dichiarazione scritta di ciascuna delle parti qualora non intervenga entro un mese dalla data di sospensione diverso accordo tra le stesse" dichiara per i sensi e in applicazione del richiamo art. 2 del Protocollo aggiuntivo 5 aprile 1974, di essere disponibile per un incontro al fine di esaminare la situazione".
Non è una denunzia in termini assoluti della questione, è però una dichiarazione di disponibilità e la Regione dichiara di essere favorevole come sempre lo è stata, ad intervenire in tutte le condizioni possibili di sua competenza per evitare una rottura definitiva con le conseguenze gravissime che sono immaginabili.



CARAZZONI Nino

Che data ha quella lettera?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

22 gennaio 1975.



SANLORENZO Dino

Io chiedo che ne sia data fotocopia subito ai Gruppi.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Un momento, è una lettera indirizzata al Presidente e il Presidente l'ha letta, poi vedremo. Queste disposizioni lasciatele alla competenza di chi ha la responsabilità.



SANLORENZO Dino

Certo, ma l'ha resa pubblica e adesso la chiediamo noi in copia.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Va bene, al momento opportuno se ne darà la copia.



SANLORENZO Dino

Chiedo la parola.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Fino a prova contraria i documenti vengono prodotti da chi ha il dovere o il diritto e la facoltà di produrli. C'è una richiesta, mi riservo di vedere.



PRESIDENTE

Scusi Consigliere Sanlorenzo...



SANLORENZO Dino

Parlo solo su questa questione.



PRESIDENTE

Va bene, ha la parola.



SANLORENZO Dino

Io avanzo formale richiesta che questa lettera di cui il Presidente della Giunta ha reso edotto il Consiglio e che è piuttosto importante e grave secondo me, di cui nessuno dei Gruppi era a conoscenza e che introduce...



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Nooo!



SANLORENZO Dino

Nessuno dei Gruppi ne era a conoscenza, se permette è così, anche per la data in cui è stata mandata.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

E' del 22 gennaio, siamo al 30, ne avete anche la copia fotostatica.



SANLORENZO Dino

Non è vero, Presidente, non l'abbiamo, nessuno ce l'ha e quindi chiedo che sia immediatamente distribuita ai Gruppi per fare in maniera che si acquisisca agli atti e serva al dibattito che si svilupperà oggi.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Mi riservo di farlo.



SANLORENZO Dino

Ma come, si riserva?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Mi riservo di pensarci un momento.



SANLORENZO Dino

Ma sulla base di che cosa?



BERTI Antonio

Ma su che cosa si riserva? Quali sono queste riserve?



SANLORENZO Dino

L'ha letta qui!!



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Il Presidente della Giunta destinatario di questa lettera, fino a prova contraria sono io, ho adempiuto al mio dovere di leggerla al Consiglio, mi si chiede di averne copia, consentitemi che ci pensi un momentino.



BERTI Antonio

Ma questa lettera è pubblica, l'ha appena letta, che cosa c'è di segreto?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Niente.



BERTI Antonio

E allora ce la dia!!



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Scusi, ma io desidero un momento riflettere sulla richiesta prima di rispondere alla richiesta stessa.



BERTI Antonio

Ma riflettere su che cosa? E' un atto dovuto...



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

No no, assolutamente no, non è un atto dovuto.



PRESIDENTE

Scusate, siccome ne è stata data lettura, al termine della seduta ne faremo fotocopia e la consegneremo come Consiglio, a parte la questione di principio che non voglio qui esaminare.
Proseguiamo nella discussione.



BERTI Antonio

Non è possibile. Se è un capriccio di Oberto, questo, che si è impuntato, è una cosa, ma...



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Oberto non fa mai dei capricci.



BERTI Antonio

Ma allora che senso ha?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Oberto vuole pensare un momento sulla richiesta.



BERTI Antonio

Ma su che cosa deve pensare?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Lo so io.



BERTI Antonio

Io non riesco a capire, ma che cosa passa nel suo cervello? C'è una lettera, l'ha letta qui e la chiediamo.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Pensi a che cosa passa nel suo cervello.



BERTI Antonio

Io le dico qui apertamente che cosa mi passa. Insomma, lei quali interessi difende qui?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta ragionale

Io difendo degli interessi? Consigliere Berti, la prego di ripetere questa frase.



BERTI Antonio

Mi risponda.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

A che cosa? Io difendo degli interessi?



BERTI Antonio

Lei mi risponda, non ho detto quali, mi dica lei quali interessi difende.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Quelli della Regione Piemonte, anche per questo problema.



BERTI Antonio

E allora ci dia questa lettera, perché noi siamo parte integrante della Regione Piemonte, lo sappia, non sono documenti suoi personali.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Se avessi voluto evitavo di leggerla al Consiglio, di riferirne anche.



BERTI Antonio

E allora io mi chiedo quali interessi difende.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Nessuno se non quelli della Regione Piemonte, come lei e più di lei.



BERTI Antonio

E noi siamo parte della Regione Piemonte, quindi lei ci dà lettera perché è inconcepibile che si impunti su questo.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Lei non lo concepisca, io ho bisogno di rifletterci su qualche minuto



BONO Sereno

Lei sta violando lo Statuto.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Ma non violo niente, fatemi il piacere!



PRESIDENTE

Vorrei richiamare un momento il Consiglio su questo: il Presidente sta pensando se consegnare questa lettera, noi abbiamo già detto che, a parte la questione di principio, ne daremo copia al termine della seduta, quindi non è un problema.
Il problema che viene sollevato invece è certamente molto importante ma attiene a determinati rapporti e non voglio entrarci.



BERTI Antonio

Io chiedo la riunione dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Va bene, la riunione è sospesa e riunisco i Capigruppo.



(La seduta, sospesa alle ore 12,20, riprende alle ore 12,40)



FASSINO GIUSEPPE



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Comunico che il Presidente della Giunta mi ha fatto pervenire la lettera in questione che verrà distribuita ai Capigruppo. In questo modo la questione viene risolta.
Qualcuno intende parlare? La parola al Consigliere Sanlorenzo.



SANLORENZO Dino

Desidero confermare al Presidente della Giunta che se per caso il tono con cui ho chiesto la lettera è stato irriguardoso o poteva lasciar pensare che ci fosse qualche altra intenzione, la mia era un'intenzione molto banale, molto didattica, molto strumentale, scolastica, relativa al dibattito che si sarebbe svolto dopo. Poiché normalmente il nostro Gruppo quando ci sono questioni di questo genere, cerca di intervenire documentato e cerca di non parlare per impressioni, ma citando fatti, parole ecc. ed essendo venuto a conoscenza del testo integrale della lettera dalla lettura che ne ha fatto il Presidente, la richiesta della lettera serviva unicamente per poter intervenire citando fatti, elementi che nella stessa erano contenuti.
Questo era lo spirito e la sostanza della richiesta e nessun altro.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Prendo atto.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

La questione è così chiusa. La parola all'Assessore Paganelli.



PAGANELLI Ettore, Assessore all'industria

Dopo l'introduzione del Presidente richiamo brevemente i fatti anche a nome dei colleghi Conti e Simonelli che con me seguono la situazione.
I problemi del settore fibre in Piemonte ed in particolare il programma di ristrutturazione concordato tra la Montefibre e le Organizzazioni sindacali, sono stati più volte esaminati e dibattuti in Consiglio regionale, per cui credo sia sufficiente richiamare per linee generali il quadro complessivo, per soffermarsi invece sugli ultimi preoccupanti sviluppi di questa vicenda e sulle iniziative che intendiamo assumere.
Come è noto l'accordo sindacale del 7 aprile 1973, sul quale la Regione ha espresso un giudizio positivo, prevedeva la riconversione degli stabilimenti esistenti e la creazione di otto nuove unità produttive, 1 ad Ivrea, 3 a Vercelli e 4 a Mergozzo. In questi nuovi insediamenti si sarebbero dovuti creare circa 5.600 posti di lavoro, pari al 64% degli attuali occupati in questi tre centri e 3.270 di questi nuovi posti di lavoro riguardavano attività diverse dalle fibre, confezioni e manufatti per arredamento.
Non sto ora a richiamare l'impegno posto dalla Giunta regionale, nei vari settori, per garantire la puntuale realizzazione di questo programma che compiva un significativo passo innanzi con la firma della convenzione tra il Consorzio per lo sviluppo del Basso Toce e la Montefibre a cui si è arrivati il 5 aprile dello scorso anno dopo una lunga trattativa a cui abbiamo costantemente partecipato.
A fronte delle difficoltà che ancora si presentavano e dei ritardi che si registravano nell'attuazione del piano di investimenti ed in relazione anche all'ampiezza assunta dall'intervento della cassa integrazione - che riguardava già 3.900 lavoratori, 1.250 in cassa integrazione straordinaria e 2.650 in cassa integrazione ordinaria - nel mese di ottobre abbiamo promosso una verifica della situazione prima con la Montefibre, l'11 ottobre e la settimana successiva con i Sindacati.
In quell'incontro la Montefibre ribadì la propria volontà di realizzare pienamente il programma di ristrutturazione concordata, sottolineando per (come già aveva fatto in precedenza e come è detto nell'accordo sindacale dell'aprile '73 e nella convenzione relativa agli insediamenti di Mergozzo), che essa intendeva attuare questo programma "con ricorso alla legislazione di sostegno dei processi di riconversione industriale". In altre parole la fattibilità dei nuovi investimenti era subordinata dall'ottenimento dei finanziamenti agevolati previsti dalla legge 464, per i quali la Montefibre aveva avanzato domanda.
Indipendentemente da tale questione, si presentavano ulteriori difficoltà per alcune iniziative, in specie per le attività di confezioni in seguito alla mancata individuazione di partner che la Montefibre riteneva necessari, ma questo problema non veniva presentato come un grave ostacolo al proseguimento dei lavori.
Sia nell'incontro con la Montefibre che in quello con le Organizzazioni sindacali, la Giunta si impegnava ad ottenere dal Governo un chiarimento sugli intendimenti esistenti a livello nazionale affinché, nel quadro di una valutazione complessiva dell'indirizzo da imprimere alla Montedison gruppo a rilevante partecipazione pubblica, vi fosse una piena assunzione di responsabilità per garantire l'attuazione del programma di ristrutturazione e comunque la piena salvaguardia dei livelli occupazionali.
La crisi di Governo in atto in quel periodo non consentì allora un agevole colloquio con l'esecutivo, ma appena insediato il nuovo Governo abbiamo chiesto al Ministro della Industria di verificare la disponibilità finanziaria che presentava la legge 464, l'accertamento dei programmi della Montedison e la definizione di una precisa posizione da parte del Governo stesso.
In base agli elementi che ci sono stati forniti dal Ministero, è intanto certo che al momento attuale la legge 464 è praticamente priva di fondi, ed emerge anche e questo è l'aspetto più grave e preoccupante che da parte della Montedison si rimette in discussione la possibilità di realizzare nuovi investimenti a prescindere dalia concessione o meno del finanziamento agevolato, giudicando la Società scarsamente realistico il programma che essa stessa ha predisposto Il problema della validità, sul piano strettamente economico, delle attività sostitutive previste dalla Montefibre lo avevamo già sollevato nel corso dei ripetuti contatti ed incontri nei primi mesi del '73 ed era stato esplicitamente riproposto nella risposta che aveva dato in Consiglio ad una interrogazione il 22 marzo 1973.
Alle nostre obiezioni la Montefibre aveva allora opposto di ritenere pienamente fattibile il suo piano ed e quanto meno sconcertante che solo oggi ci si accorga che il programma formulato non è economicamente valido.
In seguito a questa dichiarazione della Montedison, risulta che il Ministero dell'Industria ha richiesto una puntuale e specifica elaborazione del programma che il gruppo intende proporre ai Sindacati e che dovrebbe essere presentato nei prossimi giorni.
Questo piano come abbiamo già richiesto e come ribadiamo in questa sede dovrà essere esaminato congiuntamente in un apposito incontro dagli organi Ministeriali e dalla Giunta regionale, che si farà carico dei necessari contatti con gli Enti locali e le Organizzazioni sindacali, in modo che sia possibile esprimere sulla proposta una valutazione globale ed individuare gli interventi da porre in atto.
Per parte nostra, mentre riproviamo la linea tenuta dalla Montedison che nel corso di questi anni è venuta mano a mano a porre sempre nuovi problemi senza una sicura linea di azione, dichiariamo che non esiste un pregiudiziale rifiuto a considerare ancora in qualche caso possibilità alternative, a condizione che esse si dimostrino fondate sul piano produttivo ed occupazionale e siano di rapida attuazione.
La situazione di Ivrea, ma soprattutto di Vercelli e Verbania, le centinaia di operai da lungo periodo in cassa integrazione non consentono ulteriori indugi; una soluzione definitiva deve essere fissata con estrema chiarezza nelle prossime settimane, facendovi prontamente seguire l'avvio e la ripresa dei lavori necessari.
A livello locale la Montefibre ha ora richiesto al Consorzio del Basso Toce (adesso sappiamo in che modo lo ha richiesto) un incontro per esaminare la situazione, essendosi a suo dire prodotte le cause di sospensione della convenzione prevista dal protocollo aggiuntivo alla convenzione stessa Questa richiesta è stata contemporaneamente portata a conoscenza della Regione e, come ci siamo adoperati perché la convenzione venisse stipulata siamo ora disponibili per una corretta applicazione di quell'accordo ritenendo comunque che qualunque modifica o sospensione non possa intervenire prima che a livello governativo e sindacale si sia raggiunta un'intesa seria e completa.
Eguale impegno di intervento da parte della Giunta regionale sussiste per lo sblocco delle situazioni di Ivrea e di Vercelli Il nostro contatto con il Ministro dell'Industria Donat Cattin che segue attentamente la situazione, sarà continuo e pressante, perché siamo convinti che solo una azione coordinata dei vari organi dello Stato, degli Enti locali e delle Organizzazioni sindacali, potrà portare in porto una ristrutturazione cui la Regione ha sin dall'inizio guardato con molto impegno per i riflessi di diversificazione industriale e di mantenimento dei livelli occupazionali che rappresenta.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

La parola al Consigliere Bono.



BONO Sereno

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Consiglio Comunale di Verbania, che è tra i Comuni direttamente interessati e tra i più minacciati dai provvedimenti Montedison, nella serata di martedì ha discusso a lungo di questo problema e ha steso un ordine del giorno da inviare alla Regione e al Governo. Siccome di tale ordine del giorno non ne ho sentito parlare nelle dichiarazioni della Giunta vorrei sottolineare alcuni suoi aspetti ed informarvi tra l'altro che è stato approvato all'unanimità.
Il Consiglio, che ha appreso dalla stampa le dichiarazioni rilasciate dal Presidente della Montefibre, che nella sostanza anticipano i contenuti della lettera ufficiale di disdetta dell'accordo, non poteva non manifestare tutta la sua preoccupazione e mentre ha preso atto dello stato d'animo che si è determinato tra i lavoratori, ha espresso loro la sua solidarietà ed ha invitato il Governo nazionale e la Regione ad un più fermo impegno affinché con il peso dell'autorità politica loro conferita dal mandato popolare e con gli strumenti giuridici ed amministrativi di cui dispongono, impegnino seriamente l'azienda al rispetto degli accordi sottoscritti.
La forte presenza del capitale pubblico nella Montedison costituisce un inderogabile impegno per il Governo ad intervenire affinché la gestione della società sia esclusivamente orientata all'interesse nazionale. Ciò che ha colpito in modo particolare i lavoratori è che la Montedison, mentre minaccia queste smobilitazioni di aziende e non interviene con la necessaria serietà per ripristinare una situazione atta a garantire gli attuali livelli di occupazione, investe ingenti capitali in attività editoriali e di altro tipo che nulla hanno a che fare con i compiti istituzionali della società, ne distolgono il capitale vivo e mettono in serio pericolo il mantenimento delle aziende.
La pubblicazione dei bilanci della Montedison che hanno fatto registrare per il 1974 quasi il raddoppio del fatturato rispetto all'anno precedente (a questo raddoppio ha contribuito notevolmente anche il settore Montefibre, nonostante che vi sia stata una riduzione di occupazione si è registrato un aumento considerevole della produzione) dimostrano che la società, se ne ha la volontà, indipendentemente anche dai contributi statali che possono venire, dispone di ampie possibilità di autofinanziamento per la ristrutturazione di quegli impianti che in passato le hanno consentito notevoli profitti.
Ora, la denuncia dell'accordo da lei comunicato, signor Presidente all'inizio del suo discorso e la dichiarazione che il Presidente della Montefibre ha rilasciato dopo l'incontro avuto con il Ministro dell'Industria, non potevano non creare una svolta nuova in tutta la vertenza. La situazione sta diventando veramente tragica, da ormai 19 mesi migliaia di lavoratori sono in cassa integrazione totale e il Presidente della Montedison parla di 7.500/7.700 licenziamenti che si dovrebbero verificare in Piemonte.
Le Organizzazioni sindacali in un'assemblea pubblica che si è tenuta negli scorsi giorni hanno deciso di impostare la lotta su terreni più avanzati, hanno deciso unanimemente che i lavoratori sospesi rientrino in fabbrica e questo probabilmente avverrà nei prossimi giorni.
La situazione quindi sta raggiungendo dei toni molto caldi e non pu assolutamente essere presa sottogamba non dico dalla Regione Piemonte, che questo ha dimostrato di non voler fare, anzi, bisogna darle atto di aver preso alcune importanti iniziative, però bisogna intervenire con tempestività per evitare che la esasperazione determini delle situazioni che potrebbero diventare insostenibili e pregiudicare ulteriormente delle possibilità di accordo.
Il Governo non può più essere latitante, il Presidente della Montedison ha denunciato attraverso la stampa (e lo sappiamo da una documentazione seria) che parecchie richieste che sono state avanzate al Governo non hanno avuto risposta: questo non e moralmente accettabile perché una risposta era doveroso darla, positiva o negativa che fosse, ci sarebbe poi stato il confronto con i responsabili del Governo sul tipo di risposta data e si sarebbe visto come portare avanti diversamente il problema.
Quindi la richiesta che viene avanzata con estrema forza è quella di impegnare il Governo ad un incontro nel quale dica con chiarezza che cosa pensa debba succedere in Piemonte e se è d'accordo che la situazione sia lasciata allo stato attuale per cui nei prossimi mesi alla crisi dell'automobile si aggiungerà anche la chiusura delle fabbriche di fibre tessili artificiali.
Le dichiarazioni del Presidente della Montedison sono state gravissime e l'ufficializzazione della lettera ne riconfermano, anzi, ne accentuano la gravità, esse sono un colpo non soltanto per le famiglie dei lavoratori minacciati di licenziamenti e che da quasi due anni sono in cassa integrazione, ma per la struttura economica della nostra Regione, per quel poco di diversificato che c'è ancora nella struttura produttiva rispetto all'industria dell'automobile; se vengono a scomparire anche queste fabbriche in Piemonte saremo veramente in balia di un tipo di economia che non dà nessuna garanzia per il futuro.
La Regione, ho detto prima, non è stata inerte, come non lo sono stati i Sindacati, i Comuni, il Consorzio del Basso Toce ed i lavoratori, per quel che è stato fatto fino ad ora non basta più, la situazione invece di volgere verso prospettive sicure si va oscurando sempre di più e allora, se ciò che abbiamo fatto non è sufficiente non possiamo accontentarci di dire che abbiamo fatto il nostro dovere, dobbiamo tutti insieme individuare il di più che deve essere fatto e farlo.
In sostanza, signor Presidente - non mi voglio dilungare perché altri compagni del mio Gruppo intendono chiedere la parola - bisogna che dalle parole si riesca a passare ai fatti perché a chi da venti mesi pesa sulla testa la minaccia della disoccupazione, del licenziamento, della smobilitazione, non si può più fare solamente delle promesse, alle parole bisogna fare seguire i fatti e i fatti possono venire fuori da un confronto e da un'assunzione di responsabilità che il Governo nazionale nel caso specifico deve assumersi.
Questa è una denuncia che noi ci sentiamo di dover fare nel modo più fermo perché riteniamo che su questo terreno tutte le forze che fino ad ora hanno operato per portare avanti positivamente la soluzione del problema Montefibre, possono e debbono ritrovarsi unite per impegnare seriamente il Governo in questa assunzione di responsabilità.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Vera, ne ha facoltà.



VERA Fernando

Ci troviamo di fronte ad un problema che impegna in modo determinante e preoccupante tutto lo sviluppo dell'area nord, orientale della nostra Regione attraverso le province di Vercelli, Novara e attraverso l'Eporediese.
Io ho avuto occasione di partecipare, con il collega Besate, alla riunione indetta dal Sindaco di Vercelli nella biblioteca comunale di quella città la settimana scorsa e da questa riunione ho ricavato l'impressione di una reale mobilitazione di tutte le forze sindacali e politiche locali nei confronti della vicenda Montefibre, mobilitazione che del resto mi è stata confermata in un successivo incontro che ho avuto con gli esponenti locali del mio Partito e che trova oltre tutto giustificazione in un quadro particolarmente preoccupante, che penso sia il caso di sottolineare, della situazione occupazionale della zona del Vercellese.
I documenti sull'accordo Montefibre che abbiamo avuto qui questa mattina, se da un lato possono portare qualche giustificazione alla posizione dell'azienda, direi che portano giustificazioni formali, ma non possono lasciare la convinzione che sia venuta a mancare una volontà, che possiamo anche definire politica, non soltanto da parte dell'azienda, ma anche da parte del Governo. Non sono mancati invece, e bisogna darne atto la volontà e l'impegno intenso della Giunta regionale, confermata dall'importante relazione che ci ha testé fatto l'Assessore Paganelli. Ed è sulla posizione espressa dall'Assessore Paganelli che io penso che tutte le forze politiche del Consiglio regionale debbano impegnarsi acciocché si arrivi ad una soluzione positiva di questa vicenda, soluzione positiva nella quale occorre che la presenza della Regione nel momento in cui si arriverà, a livello governativo, alla stesura di questo piano per la Montefibre, non sia soltanto espressa attraverso ordini del giorno solleciti, telegrammi, quasi noi fossimo dei postulanti, ma ne sia parte operante, interprete della volontà delle popolazioni e dei lavoratori di questa area del Piemonte. E occorre che la conclusione della vicenda avvenga con il pieno mantenimento del livello occupazionale dei lavoratori della Montefibre, anzi, con lo sviluppo attraverso le necessarie diversificazioni di produzione dell'industria del settore - dell'attività di questa industria, tenendo conto della preoccupante situazione occupazionale di tutta la zona che registra non soltanto la messa in cassa integrazione dei lavoratori della Montefibre, ma di migliaia di lavoratori di altre industrie del settore tessile o meccanico-tessile a cui occorre in qualche modo trovare uno sbocco; e uno sblocco lo si può trovare se c'è una volontà da parte del Governo, da parte di un'azienda dell'importanza e diciamo pure anche delle responsabilità economiche e politiche della Montedison, di intervenire in questo senso e non invece con una smobilitazione che tocca drammaticamente il Piemonte, perché se è vero che in passato si è fatto un discorso che evidentemente è ancora valido, che riconosciamo valido, di un riequilibrio nord-sud della situazione di sviluppo industriale, vediamo purtroppo come questo concetto viene in realtà impiegato per costruire delle cattedrali del deserto nel nostro meridione, o per destinare dei finanziamenti ad attività di carattere clientelare, mentre al nord il riequilibrio viene attuato attraverso la riduzione del potenziale lavorativo, attraverso la disoccupazione dei lavoratori molti dei quali, non dimentichiamolo, sono degli immigrati meridionali. E non credo assolutamente che questo travisamento, questa forzatura del concetto di riequilibrio possa da noi essere accettato.
Concludendo come ho già detto nella riunione di Vercelli, voglio qui ribadire l'impegno pressante del nostro Partito nei confronti dell'azione della Giunta, affinché sia richiesta perentoriamente al Governo la presenza della Regione non come postulante, come raccomandante, ma come parte attiva, come attore di questa vicenda.



PRESIDENTE

Avrei ancora iscritti a parlare i Consiglieri Franzi, Sanlorenzo e Besate. Se il Consiglio è d'accordo darei la parola a Franzi, quindi rinvierei al pomeriggio.



FRANZI Piero

Signor Presidente, signori Consiglieri, ho ascoltato con particolare interesse la preoccupata relazione dell'Assessore Paganelli, ma soprattutto ho letto con altrettanto interesse la preoccupante lettera dell'Amministratore delegato della Montefibre, anche se riguarda solo una località di tutte quelle interessate dalle precedenti intese.
A mio avviso le giustificazioni che il Gruppo Montedison-Montefibre adduce (e qui una precisazione occorre: se è vero che il problema riguarda il settore fibre e quindi la Montefibre, è altrettanto vero che questa Società è collegata alla Montedison, ed i suoi problemi li sta discutendo il Presidente della Montedison) per non rispettare gli impegni assunti nell'aprile del 1973 con le Organizzazioni sindacali per la ristrutturazione dei complessi industriali produttivi Montefibre, lascia veramente stupefatti. Non è il caso di usare aggettivi pesanti, tuttavia non si può non stigmatizzare l'atteggiamento ingiusto e mortificante che la Montefibre-Montedison, per bocca del suo Presidente Cefis, intende assumere nei confronti del Governo, dei Sindacati e di tutti gli Enti locali, allo scopo di eludere gli impegni che a suo tempo aveva assunto e liberamente sottoscritti.
Non credo sia il caso di ricordare ai colleghi le pericolose conseguenze che si determinerebbero nei confronti dell'occupazionalità e dell'economia regionale, qualora si realizzassero i piani di smobilitazione a suo tempo proposti dalla Montedison. Ne abbiamo già parlato in Consiglio regionale e la stampa quotidiana vi ha sempre dato ampio spazio. Ritengo però opportuno riconsiderare la situazione a suo tempo denunciata dalla Montedison e le conclusioni a cui la stessa azienda è pervenuta in sede di trattativa con il Governo ed i Sindacati.
La Montedison denunciava infatti, nel lontano 1972, una pesante situazione economico-aziendale, in particolare per il settore fibre tessili che richiedeva un'immediata verifica per l'individuazione di concreti programmi di ristrutturazione finalizzati al mantenimento dei livelli occupazionali esistenti a quella data.
La situazione aziendale, esaminata e riconosciuta fondata a livello politico e sindacale, ha fatto scaturire la legge 464 dell'agosto 1972 e l'accordo sindacale del 7 aprile 1973; proprio in virtù di quest'ultimo la Montedison assumeva specifico impegno di garantire il processo di ristrutturazione della Montefibre, salvaguardando i livelli occupazionali allora esistenti e dava assicurazione di reintegrare gli organici che nel caso della ristrutturazione stessa avessero subito riduzione rispetto alla situazione allora in atto, anche per cause indipendenti dalla volontà dell'azienda. Queste sono le testuali parole dell'accordo dell'aprile 1973.
Questi impegni e queste garanzie sono chiaramente indicati, senza motivo di dubbio alcuno, all'art. 1 del citato accordo sindacale e sono ribaditi al successivo art. 8 dove si precisa che Montedison e Montefibre nel garantire la piena realizzazione del piano di ristrutturazione ecc. Si dice quindi che Montedison garantisce ed assicura, senza alcuna altra specifica condizione o riserva, salvo la generica dizione dell'articolo 6 ove si precisa che Montedison realizzerà il programma per il rifinanziamento e lo sviluppo del settore fibre con ricorso alla legislazione di sostegno dei processi di ristrutturazione e riconversione industriale.
Orbene, questa legislazione di sostegno è solo quella costituita dalla legge 8 agosto 1972 n. 464 che prevede specifici interventi per i lavoratori dell'azienda in fase di conversione e il finanziamento agevolato per aziende con non più di 1500 operai e solo in casi particolari ed a seguito di decreto del Ministro del Lavoro, di concerto con i Ministri per il Tesoro, l'Industria e le Partecipazioni statali, anche per imprese con più di 500 operai.
La Montedison quindi, nel momento in cui firmava l'accordo e assumeva il proprio impegno, fornendo garanzie ed assicurazioni, sapeva di poter contare giuridicamente soltanto sulle provvidenze di ordine sociale integrazione salariale a favore dei lavoratori e non anche, come oggi intende sostenere, su finanziamenti agevolati.
La Montedison, alla data in cui firmava l' accordo, aveva già avuto le assicurazioni da parte dei competenti Ministeri per eventuali finanziamenti? E' una domanda alla quale bisogna dare una risposta.
Credo tuttavia che nessuna assicurazione allora la Montedison avesse avuto perché proprio in sede di accordo sottoscriveva le parole "realizzerà con il ricorso alla legislazione"; diversamente avrebbe forse detto "realizzerà con i finanziamenti della legge 464".
Qui sorge spontanea la comparazione dell' accordo dell'aprile 1973 con l'accordo stipulato con il Consorzio del Basso Toce ove si voleva fare riferimento anche alla possibilità di finanziamento; la Montedison si è garantita questa possibilità e ne ha voluto la indicazione in sede di accordo, mentre per quanto riguarda gli altri comprensori, quelli di Vercelli e di Ivrea, non ha preteso nessuna specifica precisazione.
Pare quindi fuori dubbio che nel momento dell'accordo si volesse fare riferimento solo ed unicamente al ricorso ai benefici della cassa integrazione per i periodi eccedenti la durata massima prevista dalla precedente legge del 1968 che era di nove mesi; che tale interpretazione sia corrispondente a quella reale e alla volontà delle parti è suffragato dal fatto che veniva previsto un programma di investimenti quinquennali quando la legge 464 prevedeva impegni di spesa solo per quattro anni.
Questa secondo me è l'interpretazione logica che si può attribuire al verbale di accordo del 7 aprile 1973, così infatti hanno dichiarato i rappresentanti dei Sindacati in data 19 aprile 1974 a Vercelli, in occasione di un incontro con i rappresentanti degli Enti locali e della Regione per verificare lo stato di inadempienza della Montedison. Per la verità in quella occasione il rappresentante della Regione, dr. Gatti precisava che la Montedison aveva avuto assicurazioni dal Governo per un finanziamento di 200 miliardi sulla legge 464 per il settore fibre e di altri mille miliardi per il settore chimico ed è proprio in seguito a questa precisazione che il rappresentante dei Sindacati dichiarava che in occasione della stipula del verbale di accordo non si prevedevano finanziamenti di cui alla legge 464, né tanto meno se n'era parlato durante le trattative.
Queste le dichiarazioni dei rappresentanti dei Sindacati ed io non mi sento di esprimere un parere diverso. Tale situazione, tuttavia, non modifica minimamente la logica dell'accordo dell'aprile 1973, perch solamente quello e il documento che può e deve costituire il supporto per stabilire le vere responsabilità della Montedison. Non possiamo accettare le dichiarazioni di Cefis secondo le quali oggi non sarebbe possibile portare avanti il programma di ristrutturazione del Gruppo, causa il venir meno di alcuni presupposti sulla base dei quali erano state a suo tempo definite le intese fra l'azienda e le Organizzazioni sindacali, non le possiamo accettare perché, almeno per quanto concerne l'accordo del 1974 che riguardava Vercelli ed Ivrea, mancano di qualsiasi conferma e come già dimostrato l'accordo non è stato condizionato ai finanziamenti agevolati previsti dalla legge più volte richiamata.
La conferma viene proprio dalla nota del 22 gennaio indirizzata al Consorzio del Basso Toce. E' evidente che non si tratta di scorporare questa o quella iniziativa, però è indispensabile che l'azienda dia inizio subito ai lavori ove è possibile iniziarli; solo così può dimostrare la propria volontà e solo così Cefis dimostra di onorare la propria firma.
A Vercelli si possono iniziare i lavori perché da almeno un anno e mezzo quel Comune ha messo a disposizione della Montedison i terreni necessari per dare inizio alle costruzioni.
Cefis e i Sindacati, nel momento della stipulazione dell'accordo infatti non ignoravano la portata della legge e solo nella dimensione giuridica della legge si è definito l'accordo. Se ancora una prova è il caso di fornire, questa viene offerta dall'art. 3 ove, per la parte che pu riguardare la legge 464, è stato chiaramente indicato e precisato e infatti si è richiesto il ricorso alla cassa integrazione nella sua estensione massima prevista dalla legge stessa.
Le considerazioni che oggi sostiene Cefis non sono altro che espedienti per eludere i propri impegni e portare avanti solo interessi aziendalistici. Non possiamo infatti non considerare le manovre finanziarie che all'interno ed all'esterno dell'azienda da alcuni tempi si vanno intrecciando; sono manovre che hanno come solo ed unico scopo quello di ulteriormente potenziare la portata economica aziendale per assicurare la massima remunerazione del capitale. Non possiamo certo contestare il diritto della remunerazione del capitale investito in processi produttivi tuttavia non si può accettare l'attuale impostazione che realizza tale condizione a scapito del lavoro.
E' di questi giorni, infatti, la notizia secondo cui il bilancio della Montedison 1974 potrà liquidare un dividendo di 25/30 lire per ogni azione ed è di questa mattina ancora la notizia che il bilancio della Montedison raggiungerà il tetto di 4.000 miliardi.
L'aliquota di dividendo per le azioni pari al 5/6% del valore nominale è molto elevato se si considera che proprio nel corso del 1974 il reddito nazionale ha avuto un aumento zero. Lascia perciò veramente allibiti la richiesta di finanziamenti agevolati avanzata da Cefis perché in definitiva sono finanziamenti che gravano su tutta la collettività, quando l'azienda è in condizioni così floride e tali da poter remunerare così lautamente il capitale.
Ma l'aspetto maggiormente criticabile è la posizione quanto meno agnostica del capitale pubblico inserito nella Montedison (ENI-IRI) che non si oppone a tale abnorme situazione. A conoscenza di tali condizioni non possiamo accettare che sia ancora una volta la classe più debole a pagare lo scotto per fini più o meno leciti o per manovre più o meno speculative.
Non possiamo certo ignorare l'incetta che da tempo si va facendo di azioni Montedison (pare centomila) che e la vera ragione di queste manovre che si stanno portando avanti.
La Regione deve perciò respingere le dichiarazioni di Cefis e del Presidente delle collegate secondo cui la mancata concessione dei finanziamenti deve interpretarsi come una vera e propria condizione esterna indipendente dalla volontà della società che impedisce l'attuazione dei programmi concordati.
Per semplice correttezza ritengo che sia anche il caso di accertare quali effettive promesse di finanziamento a suo tempo il Governo fece senza però accettare altra logica, altri atteggiamenti, o nuovi compromessi. Gli accordi a suo tempo assunti e sottoscritti liberamente devono essere rispettati. La dignità umana dei nostri lavoratori deve essere in ogni caso salvaguardata. Si sono assunti impegni non certamente imposti, per cui onestà vuole che siano rispettati nella loro piena interezza, perché se un vero ed autentico diritto oggi esiste è solo ed unicamente quello di assicurare la continuità occupazionale alle migliaia di lavoratori interessati.
E come Vercellese certo non posso non ricordare che l'occupazione dei 1650 operai della ex Chatillon interessati alla ristrutturazione rappresenta anche la struttura più importante e vorrei dire veramente portante di tutta l'economia cittadina. Credo perciò di poter fondatamente dichiarare che la intera popolazione di Vercelli non solo solidarizzerà con questi lavoratori, ma in massa si opporrà ad ogni tentativo di licenziamento e di smobilitazione dello stabilimento. Vercelli non pu accettare altre riduzioni di proposte di lavoro: per dimostrare la gravità del problema basti dire che se si dovesse realizzare il piano Montedison Vercelli perderebbe il 25% dei posti di lavoro.
Sono certo, signor Presidente, che lei continuerà con l'impegno finora dimostrato, a far sì che la situazione dell'economia regionale sia difesa con l'urgenza che il caso richiede. Questo nostro esasperato stato d'animo è determinato dalla situazione che ogni giorno ci turba e che veramente grava sul nostro spirito.



PRESIDENTE

Siamo arrivati alle 13,30 per cui mi pare che sarebbe opportuno rinviare alle 15,30, quindi riconvoco per le 15,30 il Consiglio regionale per la prosecuzione della discussione sull'occupazione Montedison.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,25)



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