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Dettaglio seduta n.278 del 14/01/75 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento:

Ordine del giorno della seduta


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
L'ordine del giorno reca: Approvazione verbali precedenti sedute Interpellanze ed interrogazioni Comunicazioni del Presidente Osservazioni del Governo sulla legge regionale concernente "Prime disposizioni in materia di assistenza ospedaliera"; provvedimenti conseguenti Esame deliberazione Giunta regionale relativa all'istituzione del Comitato regionale di coordinamento dell'attività degli Enti mutualistici dei lavoratori autonomi e dipendenti con la programmazione regionale e con l'attività degli Enti ospedalieri Esame disegno di legge n. 224: "Restituzione della denominazione del Comune di Roreto Chisone in Roure" (relatore Calsolaro) Esame deliberazione Giunta regionale concernente modifiche ed integrazioni al regolamento sull'utilizzo del parco autoveicoli di proprietà della Regione Esame disegno di legge n. 181: "Disposizioni per l'elaborazione dei piani pluriennali di sviluppo economico sociale delle Comunità montane;" Esame disegno di legge n. 230: "Convalida del Decreto del Presidente della Giunta regionale 30 ottobre 1974, numero 4204, relativo a prelievo di somme dal fondo di riserva per le spese impreviste;" Istituzione Commissione tecnica regionale (art. 6, L.R. 8/11/1974 n.
32): designazione di 5 esperti nelle materie chimiche o biologiche o di medicina igienistica o di ingegneria.
L'Assessore Armella mi ha chiesto di fissare per il pomeriggio la trattazione degli argomenti posti ai punti 4 e 5 dell'o.d.g. al fine di consentirgli di essere presente. Successivamente mi ha fatto comunicare che spera di poter essere in aula già stamani alle 11.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Passiamo al punto primo dell'ordine del giorno: "Approvazione verbali precedenti sedute".
I processi verbali delle adunanze del 23 dicembre 1974 sono stati distribuiti ai Consiglieri prima dell'inizio della seduta odierna. Se nessuno ha da sollevare obiezioni si intendono approvati.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza dei Consiglieri Revelli e Lo Turco, concernente le iniziative per riprendere le trattative tra la Direzione della Cartiera di Ormea e i Sindacati al fine di giungere alla revoca della cassa integrazione


PRESIDENTE

Interpellanza dei Consiglieri Revelli e Lo Turco, concernente le iniziative per riprendere le trattative tra la Direzione della Cartiera di Ormea e i Sindacati al fine di giungere alla revoca della cassa integrazione.
Il Consigliere Revelli desidera illustrarla o intende intervenire in sede di replica?



REVELLI Francesco

Mi sono già accordato con l'Assessore nel senso che, trattandosi di questione molto vecchia, mi basterà ricevere risposta scritta.



PRESIDENTE

Allora, verrà data risposta scritta.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza Revelli-Lo Turco, concernente la ripresa delle trattative tra l'azienda Saint-Gobain di Savigliano e le organizzazioni dei lavoratori per evitare la cassa integrazione degli operai


REVELLI Francesco

Anche per questa interpellanza è sufficiente risposta scritta.



PRESIDENTE

L'interpellanza si dà quindi per discussa.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza Revelli-Lo Turco sui contatti con gli organi responsabili delle FF.SS. per evitare la costruzione di un soprapasso nel Comune di Robilante, regione Montasso


PRESIDENTE

C'è un'altra interpellanza dei Consiglieri Revelli-Lo Turco del 21.11.1974 concernente i contatti con gli organi responsabili delle FF.SS.
per evitare la costruzione di un soprapasso nel Comune di Robilante regione Montasso.
Il Consigliere Revelli desidera illustrarla? Allora ha la parola per la risposta l'Assessore Gandolfi.



GANDOLFI Aldo, Assessore ai trasporti e comunicazioni

L'interpellante sollecita un intervento in relazione ad un progetto di soprapasso in corso di realizzazione da parte delle Ferrovie dello Stato nel territorio del Comune di Robilante, che, secondo la valutazione degli interpellanti, presenta gravi pericoli, e, oltre tutto, aspetti controproducenti dal punto di vista urbanistico.
Devo comunicare agli interpellanti che l'Ufficio del Genio civile di Cuneo, interessato dal collega Assessore Petrini, in data 3 dicembre ha effettuato un sopralluogo con il Sindaco del Comune di Robilante, i tecnici dello stesso Comune e quelli dell'Amministrazione provinciale. Nella relazione trasmessa dall'Ingegnere capo del Genio civile di Cuneo - che, se gli interpellanti lo desiderano, potrò poi far consegnare loro - si dice tra l'altro: "Il paventato pericolo di esondazioni d'acqua, a parere di questo ufficio, è da ritenersi pressoché impossibile"; e si conclude: "Pertanto, dal lato idraulico, l'opera non appare pregiudizievole alla sicurezza dell'abitato, e anzi potrebbe costituire una difesa arginale".
Sotto il profilo della viabilità, poi, si dichiara: "L' opera, sia che venga attuata con l'esecuzione delle opere progettate dall' amministrazione delle Ferrovie dello Stato, sia che venga realizzata con la costruzione della via sopraelevata, come proposto dal Comune, rappresenta una notevole miglioria, e, in ogni caso, sia un progetto che l'altro presentano, dal punto di vista urbanistico, lo stesso tipo di inconvenienti".
In conseguenza di questa relazione dell'Ufficio del Genio civile, e tenuto presente che l' opera comporta una spesa di 200 milioni mentre, se venisse realizzata secondo le richieste del Comune, la spesa salirebbe a 500-600 milioni, la Giunta regionale ritiene di poter tranquillizzare gli interpellanti ed accettare come valido sotto tutti i profili il progetto in via di realizzazione.



REVELLI Francesco

Dalla sua risposta, Assessore, traspare in modo evidente che si accetta che il progetto venga realizzato così com'é. Per il solito andazzo, che sarebbe tempo di modificare, per cui, una volta che un progetto è stato fatto, anche se ha cinque o dieci anni di vita per cui sarebbe opportuno ritoccarlo, non si può più cambiare niente.
Nel caso specifico, gli stessi tecnici dicono che sarebbe meglio anziché creare dei terrapieni, costruire piloni o altro, e ritengono che la differenza in aumento del costo meno pesante di quanto ha dichiarato l'Assessore. Ma che fa, quando le cose sono state decise, e qui sono state decise a discapito della popolazione locale, a discapito del Comune, che tra l'altro dovrebbe contribuire con una quota, è inutile discutere. La nostra interpellanza, quindi, rimane lettera morta di fronte a questa sorta di solidarietà burocratica, che prescinde dalla considerazione di eventuali pericoli insiti nell'opera. Già in altri casi ci si è attenuti a questi principi, per cui, una volta effettuata una scelta, non la si modifica più cascasse il mondo (il caso del Vajont insegna).
Dato questo modo di funzionare e di governare degli uffici periferici della Regione, è perfettamente inutile invitare i Comuni, non dico le popolazioni, a partecipare ad una programmazione e definizione delle opere: si troveranno sempre davanti al muro delle cose già decise.
E' poi singolare che trancino giudizi il Prefetto, trancino giudizi tutti, meno quelli che dovrebbero essere i più direttamente interessati come il Consiglio regionale. Il mio non vuol essere un atto di sfiducia o di accusa: dico soltanto che bisognerebbe rivitalizzare i rapporti fra le amministrazioni periferiche e la stessa Regione, far capire un po' alla volta a queste che la Regione è cosa diversa dallo Stato, che intende comportarsi in modo diverso nei riguardi delle Amministrazioni locali, non continuare con i sistemi di un tempo, oggettivamente soffocanti.
La nostra interpellanza, con la quale ci facevamo portavoce degli interessi della popolazione di quel Comune e delle sue perplessità circa la buona riuscita del soprapasso realizzato secondo il progetto in corso di esecuzione, avrebbe meritato ben altra risposta. Le informazioni che l'Assessore ci ha dato le conoscevamo da sei mesi: non era più il caso di darle qui commentando una lettera scritta dal Prefetto su falsariga di una valutazione del Genio civile.
Prendiamo dunque atto che non è possibile far niente, soprattutto in merito a questa questione, anche perché non c'è un interesse immediato e diretto da parte dell'Assessorato.



GANDOLFI Aldo, Assessore ai trasporti ed alle comunicazioni

Delle osservazioni che il Consigliere Revelli ha portato, quelle di metodo mi sembrano accettabili e da accogliere, nel senso che opere di questo genere andrebbero preventivamente esaminate con gli Enti locali interessati. Per quanto concerne invece la valutazione di merito, la Giunta non ritiene accettabile il giudizio che si dà della competenza tecnica e del parere tecnico espresso dal Genio civile, che, fino a prova contraria è l'organo tecnico alle cui indicazioni ci dobbiamo attenere: quando l'Ufficio del Genio civile dichiara per iscritto che l'opera, dal punto di vista idraulico, non appare pregiudizievole alla sicurezza, ma anzi pu costituire una difesa arginale, mi sembra che a questo parere tecnico dobbiamo rigorosamente attenerci.



PRESIDENTE

Con questa precisazione dell'Assessore, l'interpellanza è discussa.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza del Consigliere Ferraris ed interrogazione dei Consiglieri Menozzi-Visone in merito all'intervento della Regione per la revoca delle procedure di licenziamento avviate dalla Direzione IB-MEI di Asti nei confronti di 850 dipendenti


PRESIDENTE

Vengono discusse congiuntamente l'interpellanza del Consigliere Ferraris e l'interrogazione dei Consiglieri Menozzi-Visone, entrambe relative all'intervento della Regione per la revoca delle procedure di licenziamento avviate dalla Direzione della IB-MEI di Asti nei confronti di 850 dipendenti.
Il presentatore intende illustrare l'interpellanza o parlare in sede di replica? FERRARIS.
Il Presidente della Giunta è sufficientemente informato sulla questione, per essere stato proprio ieri ad Asti..



PRESIDENTE

Allora, risponde il Presidente della Giunta, avv. Oberto.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Come ha detto il Consigliere Ferraris, sono informato sulla questione per aver partecipato ieri ad un incontro promosso dal Sindaco della Città di Asti, con intervento del Presidente della Provincia, delle Organizzazioni sindacali e di una cospicua rappresentanza diretta dei lavoratori della IB-MEI. Alla riunione ha partecipato anche l'Assessore al Lavoro, così come aveva partecipato ad un incontro che si era svolto in precedenza presso la sede della Regione, su richiesta ancora del Sindaco del Presidente della Provincia, della Camera di Commercio, dei Sindacati. A quella riunione avevano assistito anche alcuni Consiglieri regionali della zona, così come ieri era presente il Consigliere Ferraris.
Noi oggi, presi ed assillati come siamo dalla situazione bruciante di Torino - Fiat, Lancia ed altre aziende torinesi di minore entità quantitativa ma con problemi non meno preoccupanti, siamo un poco sviati dalla considerazione che dev'essere portata e dall'attenzione che dev'essere prestata anche al deteriorarsi delle condizioni dell'economia e dell'occupazione in tutto quanto il Piemonte. Il Monregalese torna ad essere in grave crisi, Vercelli ha serie preoccupazioni, Biella ne ha di non minori. L'Astigiano risente in particolare della minaccia di massicci licenziamenti alla IB-MEI: ben 850 dipendenti avrebbero il posto di lavoro in pericolo. A questa preoccupazione si aggiunge, come abbiamo appreso qualche giorno addietro e più specificamente, più chiaramente, ieri, quella che deriva dalla situazione al Saclà di Asti. E' disastrosa anche la situazione in un altro stabilimento, che occupa un numero modesto di lavoratori, settanta persone; ma anche questo dissesto ci preoccupa vivamente, perché, come ebbi occasione di dire ieri, la Regione non prende come metro il numero delle persone che sono investite dai provvedimenti di riduzione del lavoro: la dignità ed i problemi anche di una sola persona meritano considerazione e tutela allo stesso modo di quelli di mille, di cinquantamila persone.
La situazione ad Asti è resa forse ancor più difficile dal fatto che come si è potuto stabilire, il 5 per cento circa della mano d'opera occupata negli stabilimenti artigiani è di importazione, formata da gente che viene dal resto d'Italia, ed in maniera preminente dal Sud d'Italia. Il che porta anche ad una diversa condizione soggettiva per le varie persone che lavorano negli stabilimenti astigiani: un 50 per cento riuscirebbe a trovare un certo temperamento alla evenienza della disoccupazione attendendo a casa a lavori di natura agricola, o trovando utilizzazione comunque nell'attività agricola, ma l'altro 50 per cento è in posizione di assoluto sfavore e pertanto doppiamente meritevole di tutte le considerazioni.
L'incontro che si era tenuto presso il Palazzo della Regione, in questa stessa piazza Castello, si era concluso con questa intesa: la Regione avrebbe svolto tutti i passi necessari perché il provvedimento di licenziamento per 850 persone, che già era stato posto in esecuzione venisse ritirato. Questo risultato la Regione ha potuto conseguirlo con la partecipazione del Sindaco, del Presidente della Provincia, della Camera di Commercio del luogo, e attraverso l'interessamento anche dei Sindacati. Due o tre giorni dopo l'incontro (si era sotto Natale) ricevemmo la notizia confortante che i licenziamenti erano stati sospesi.
La soluzione non poteva però considerarsi raggiunta in questi termini e in questi limiti: c'era da considerare la necessità del finanziamento occorrente perché l'azienda, che aveva avuto delle difficoltà, potesse riprendersi, e dare garanzia che il ritiro del provvedimento di licenziamento avesse un carattere di definitività e non soltanto di temporaneità.
Di questo problema di natura finanziaria si sono occupate le autorità locali, e ieri sera, in quella riunione alla quale accennava il Consigliere Ferraris, l'argomento è stato riportato alla ribalta, alla presenza dei dirigenti degli istituti bancari con sede in Asti e nell'Astigiano ma dipendenti evidentemente dalle case madri, dalle centrali torinesi e anche non torinesi. Sono in corso oggi e si svilupperanno domani altri discorsi a quel livello, per esaminare la possibilità di trovare il finanziamento in maniera da rendere tranquilla la situazione, che aveva anche una componente di deterioramento negli impegni delle persone che, interessate in un primo tempo in questa direzione, l'avevano poi abbandonata, e che sono state nuovamente sollecitate, sembra con successo (non è che io abbia avuto ieri assicurazioni in via assoluta, ma mi è stato detto che vi è buona probabilità di successo nel senso di rientro, il che darebbe anche un affidamento alle maestranze).
Ieri sera abbiamo sviluppato il discorso anche per quanto si riferisce ai 70 licenziamenti alla SICA, e pensiamo che nella giornata di oggi o domani il Sindaco di Asti possa anche in questa direzione dire qualcosa di preciso, in maniera che la Regione ne prenda atto. Ove fosse necessario ancora un intervento, l'Assessore al Lavoro, che è intervenuto anche parlando nella riunione di ieri e soprattutto ricordando l'esigenza che si dia a questi incontri una certa metodologia, perché possano svolgersi in termini concreti, seguirà anche dettagliatamente questo problema.
Desidero assicurare agli interroganti ed agli interpellanti che la Regione segue con tutta l'attenzione possibile questo problema, anche se in apparenza di dimensioni ridotte, per le ragioni che già ho esplicitato.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Ferraris, interpellante. Ne ha facoltà.



FERRARIS Bruno

Credo che il Presidente abbia fatto bene ad inquadrare la situazione alla IB-MEI nella situazione che si va profilando nel capoluogo e nella provincia di Asti. Una situazione che è anche più drammatica di quanto sia apparsa nelle sue parole: chi ha letto "La Gazzetta del Popolo" di domenica o "La Stampa" di oggi ha appreso che sono in crisi anche aziende di altri settori, per esempio di quello alimentare, con la Saclà, altra importante azienda, che non rinnova i contratti agli stagionali ed avanza richiesta di licenziamento per dipendenti fissi. In complesso, sono in difficoltà nell'Astigiano, una ventina di aziende, piccole e grandi - "grandi" relativamente all'Astigiano, non in senso assoluto, poiché in realtà si tratta di medie aziende. - Come ieri è stato detto, si è giunti ormai a un milione e mezzo di ore a cassa integrazione. Un'azienda modesta, ma pur sempre da tenere in considerazione per le motivazioni dianzi esposte dal Presidente, ha cessato l'attività, licenziando i 70 dipendenti.
In questo quadro, che del resto noi non avevamo mancato di presentare proprio in data 22 ottobre in questa sede, con una interpellanza, chiedendo un momento appunto di approfondimento, di attenzione, di intervento preventivo, si inserisce il problema specifico della IB-MEI, con i suoi 1.800 dipendenti e le richieste di licenziamento di 850 persone, senza molte garanzie di continuità di lavoro per i restanti. E' vero che, grazie all'attività di un comitato che opera a fianco del Sindaco, e grazie all'intervento della Regione, si sono superate alcune difficoltà momentanee e si è ottenuto il congelamento delle procedure di licenziamento. Ma il mese di sospensione che era stato concordato sta per scadere, le lettere di licenziamento sono già pronte (come ha detto ieri qualcuno in fondo alla sala), mentre le possibilità di soluzione su cui si è lavorato finora, mi si consenta di dirlo, appaiono abbastanza fumose: lo stesso Comitato non è mai riuscito a conoscere neppur fisicamente la persona presentata dal Vescovo al Sindaco che si starebbe adoperando per ottenere i cinque miliardi indispensabili a scongiurare i 850 licenziamenti.
Siamo vivamente preoccupati, e soprattutto preoccupate sono le maestranze che ormai da oltre un mese lavorano e nello stesso tempo controllano quel che avviene all'interno e all'esterno dell'azienda, per impedire eventuali manovre di trasferimento di macchinari e simili. Queste gravi preoccupazioni traggono motivo, forza e ragione dalla situazione di questo complesso. Ci troviamo di fronte ad una azienda valida, competitiva con tecnologia avanzata, che però fa parte di un gruppo finanziario di carattere particolare, un gruppo finanziario che ha costruito una fortuna industriale rincorrendo di volta in volta gli incentivi pubblici collocando le proprie aziende nelle zone di sottosalario. Per questa via sono nate, ad Asti, prendendo origine dalla BECME, che una volta operava a Torino, la IB-MEI e poi la IB-MEC, per un complesso di 2500-2600 dipendenti; sono pure state create un'azienda a Rovigo, sempre con intervento pubblico, un'altra in Spagna, con l'aiuto dello Stato spagnolo un'altra, di carattere commerciale, in Germania. Alle spalle di tutto c'è la IB-ELCAM, la finanziaria, con sede a Zurigo.
Ci sono stati contrasti nella Direzione aziendale, un complesso di situazioni hanno reso evidentemente molto difficoltoso il mantenimento degli impegni che erano stati assunti. Ciò rende insicure le maestranze, le quali chiedono finalmente una situazione di chiarezza, e chiedono anche un intervento che nella misura del possibile riesca a determinare un serio controllo e delle modificazioni nella (direzione aziendale e nella proprietà. La preoccupazione si va aggravando di giorno in giorno proprio perché quelle soluzioni appaiono, soprattutto ai lavoratori della IB-MEI troppo vaghe. Non a caso la notizia che lei sarebbe stato ad Asti ha fatto sì che immediatamente tutte le sale del Consiglio comunale si riempissero ieri sera: questo dimostra l'attesa dell'intervento della Regione; e non a caso oggi è qui presente l'intero Consiglio d'azienda di questa fabbrica.
Noi riteniamo che occorra stringere i tempi, che occorra, come del resto avevo detto nell'incontro svoltosi un mese fa, con la sua partecipazione (lei però era già uscito quando sono intervenuto), che sarebbe stato necessario un immediato inserimento dell'Assessore o della rappresentanza della Regione in quel Comitato che ha finora condotto le trattative, in modo da verificare quella soluzione che adesso dovrebbe finalmente chiarirsi per non trovarsi, allora dicevo, ad un bel momento appunto con i licenziamenti in atto, senza aver predisposto altre soluzioni.
Si chiede ormai un intervento più concreto, più incisivo, un contatto diretto, e qui è necessario l'intervento della Regione, del Presidente e degli Assessori nei confronti del Governo, in particolare presso il Ministero delle Partecipazioni statali, presso i Ministeri competenti.
Iniziative ed azioni che a nostro avviso avrebbero già dovuto essere state predisposte, impostate e percorse. A tutt'oggi, invece, tutto è rimasto fermo alla ricerca di un individuo che a sua volta opererebbe per quell'intervento. Di qui l'incertezza, di qui la esigenza, appunto, di un intervento più deciso, e non soltanto di una presa di coscienza, che invoco da parte di tutto il Consiglio, di questa particolare situazione, e più in generale della difficoltà della situazione occupazionale della Provincia di Asti.
I lavoratori della IB-MEI, come lei ha potuto constatare, hanno dato prova finora di alto senso di responsabilità, continuando a lavorare, e come dicevo prima, vigilando sull'azienda, presidiandola praticamente notte e giorno. Pari al loro senso di responsabilità è la loro volontà di lotta e di giungere alla soluzione di questo problema. Certo, tutte le attese hanno dei termini, e io credo che siamo al limite di questi termini. Ecco quindi, l'esigenza di un impegno più concreto, più preciso.
Concludendo, mi permetto, proprio perché è qui presente nella sua interezza il Consiglio d'azienda, di chiedere che il Presidente l'Assessore competente ed eventualmente i Capigruppo trovino il modo, nel corso di questa mattinata, di avere un incontro con questi rappresentanti per dare loro ulteriori assicurazioni e per raccogliere in una sede ristretta le ulteriori informazioni che essi ci vogliono dare; che essi volevano dare a lei, Presidente, ieri, ciò che non han potuto fare perch quell'incontro si è trasformato in una grande assemblea, importante per certi aspetti ma che non ha potuto andare al concreto delle cose. Termino dunque con questa richiesta: mi dica, signor Presidente, in quale momento di questa mattinata sarà possibile avere questo incontro.



PRESIDENTE

La parola, per gli interroganti, al Consigliere Visone.



VISONE Carlo

Sarò molto conciso, avendo già il Consigliere Ferraris illustrato ampiamente la situazione.
Sono lieto che il Presidente della Giunta abbia potuto rendersi conto di persona della situazione non soltanto alla IB-MEI ma nell'intera area astigiana, situazione che già era stata prospettata in quest'aula in occasione delle vicende "Spalla rossa", "Perlino", proprio per far presente in modo particolare ciò che era prevedibile si verificasse a breve termine nell'area astigiana e che in effetti si è puntualmente verificato.
Il fatto che il Presidente abbia ricordato la composizione sociale della maestranza della IB-MEI mi induce a richiamare la sua attenzione sul fatto che alla Saclà la situazione sotto questo aspetto è anche peggiore: i lavoratori della IB-MEI sono per oltre il 40 per cento immigrati, quelli della Saclà son quasi tutti immigrati, ed appartengono per lo più a quelle stesse famiglie in cui il capofamiglia o i figli sono occupati alla IB-MEI.
Pertanto, la crisi alla Saclà viene ad aggravare la situazione di una cerchia di persone che non hanno altra risorsa che il loro posto di lavoro cosicché una eventuale prosecuzione della cassa integrazione, un ulteriore aggravamento della crisi alla IB-MEI porterebbe evidentemente a tensioni sociali nell'ambito della città veramente drammatiche.
Alla riunione di ieri il Consigliere Menozzi ed io non abbiamo partecipato per il semplice fatto che non eravamo stati invitati altrimenti avremmo certamente trovato il modo di non mancare, disdicendo gli impegni che avevamo entrambi a Torino (io per la Commissione, Menozzi per la Coltivatori diretti).
Ringrazio la Giunta per l'impegno che dedica a questo problema e raccomando vivamente, a nome anche del collega Menozzi, di proseguire in questa azione, data la gravità della situazione occupazionale astigiana.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Dico subito che non so se nel corso della mattinata mi sarà possibile trovare il tempo necessario per l'incontro cui mi sollecita il Consigliere Ferraris: devo rimanere in aula per fare ulteriori dichiarazioni e per seguire i lavori del Consiglio.
Potrebbe essere l'Assessore Conti a dare udienza ai rappresentanti dei lavoratori della IB-MEI.



FERRARIS Bruno

Potrebbe esserci subito un incontro con l'Assessore Conti, nel quale vedere anche di concordare l'incontro con lei, Presidente, che in caso di particolare urgenza potrebbe anche avvenire al termine di questa seduta.



PRESIDENTE

Per consentire all'Assessore Conti di assentarsi dall'aula per ricevere i delegati della IB-MEI, darei la precedenza all'unica interrogazione cui egli deve rispondere: è stata presentata dal Consigliere Calsolaro e letta in Consiglio il 21 novembre '74: "Iniziative per evitare la ristrutturazione della Manifattura Lane di San Benigno Canavese, con il conseguente licenziamento e la messa in cassa integrazione dei dipendenti".



CALSOLARO Corrado

Mi sono accordato con l'Assessore Conti perché mi faccia pervenire risposta scritta.



PRESIDENTE

Con questa intesa l'interrogazione si intende discussa.
Passiamo alle altre interpellanze: quelle dei consiglieri Sanlorenzo e Rossotto, entrambi in congedo, verranno riportate nella riunione di giovedì, secondo l'intesa raggiunta dai Capigruppo per cui in caso di assenza per congedo la decadenza viene dichiarata solo dopo presentazione del documento in una seconda riunione, qualora l'assenza degli interessati perdurasse.



BERTI Antonio

Colgo l'occasione, prima che si passi alle altre interrogazioni, per segnalare, in rapporto all'esigenza emersa nella riunione dei Capigruppo di non sottrarre troppo tempo ai normali lavori del Consiglio con le risposte che il nostro Gruppo, aderendo all'invito rivolto dal Presidente a tutti i Gruppi che compongono la nostra assemblea di non eccedere nella presentazione di interpellanze ed interrogazioni, ha scelto in vari casi la via dell'interrogazione con richiesta di risposta scritta.
Devo però segnalare che molte nostre interrogazioni di questo tipo presentate da tempo, non hanno ancora ricevuto risposta, e fra queste ve ne sono due dichiaratamente urgenti: una firmata dai Consiglieri Fabbris e Besate sull'applicazione della legge tessile, recante la data del 26 settembre, l'altra del 10 dicembre, avente per oggetto la situazione di un'altra fabbrica, la Texiline.
Noi, dunque, il metodo dell'interrogazione con richiesta di risposta scritta l'abbiamo adottato largamente, ma non potremo continuare su questa strada se le risposte non saranno più sollecite.



PRESIDENTE

Prendo lo spunto da questo rilievo per comunicare che il Presidente della Giunta mi ha informato che cercherà di inserire nella seduta di giovedì la discussione del maggior numero possibile di interrogazioni ed interpellanze, per cercare di esaurirle (ne rimangono da discutere soltanto una decina).



CONTI Domenico, Assessore ai problemi del lavoro ed al commercio

Le due interrogazioni segnalate non mi pare siano state trasmesse a me ma forse all'Assessorato all'industria. Comunque, controllo.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Prego il dott. Clemente di voler appurare a chi sono state inoltrate le due interrogazioni in questione, in modo che giovedì possano avere esse pure risposta.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interrogazione presentata dai Consiglieri Besate e Rivalta, sulla costruzione di un edificio in Vercelli. Accertamento di eventuali violazioni di leggi o di norme comunali per la salvaguardia del centro storico dell'abitato


PRESIDENTE

Si passa ora all'interrogazione dei Consiglieri Besate - Rivalta sulla costruzione di un edificio in Vercelli. Accertamento di eventuali violazioni di leggi o di norme comunali per la salvaguardia del centro storico dell'abitato.
La parola all'Assessore Benzi per la risposta.



BENZI Germano, Assessore all'urbanistica ed assetto territoriale

In evasione all'interrogazione n. 106, a firma dei Consiglieri Besate e Rivalta, si comunica quanto segue.
Il Sindaco di Vercelli ha rilasciato, su parere conforme della Sovrintendenza ai Monumenti, la licenza edilizia in oggetto relativa a lavori di restauro e ristrutturazione di edificio preesistente in via Camillo Leone angolo via Gallardi, in data 31 marzo 1970. I lavori destinati ad eliminare, con un'opera di risanamento, una superfetazione digradante, sono iniziati in data 26.4.'73, dopo due successivi rinnovi della licenza stessa, e la cubatura risulterebbe inferiore a quella dell'edificio preesistente.
La licenza è stata rilasciata dal Sindaco di Vercelli in quanto ritenuta non in contrasto con l'art. 17, V comma, della legge 6.8.'67 n.
765, che consente opere di consolidamento e restauro senza alterazione di volumi nei casi in cui l'agglomeramento urbano rivesta carattere storico artistico o di particolare pregio ambientale.
La Sovrintendenza ai Monumenti, esaminato il progetto, e previo sopralluogo, con lettera in data 17 marzo '70 al Comune di Vercelli diede parere favorevole alla realizzazione, potendosi questa configurare fra le operazioni edilizie ammissibili a norma degli esposti all'art. 17, comma V della legge 6.8.'67 n. 765. Inoltre, già al momento dell'ultimo rinnovo trovava applicazione nel Comune di Vercelli il nuovo piano regolatore adottato con delibera consiliare il 22.3.'71, che all'art. 13 delle norme tecniche di attuazione consentiva che la edificazione a seguito di licenza edilizia potesse attuarsi per risanamento conservativo, ristrutturazione e soluzione edilizia.
Pur senza entrare nel merito del parere espresso dalla Sovrintendenza la quale ha ritenuto di autorizzare l'intervento in oggetto, la Giunta ritiene, sulla base della documentazione ricevuta, di non poter considerare l'intervento come nuova costruzione, anche alla luce dell'ampia dizione dell'art. 13 delle norme di attuazione del piano regolatore di Vercelli, e quindi che non trovi applicazione il VI comma dell'art. 41 quinquies della legge n. 1150, il quale non può essere applicato alle trasformazioni conservative come quella in oggetto.
Per quanto attiene invece all'attuazione di una organica politica di salvaguardia dei valori storici monumentali, pur nell'attuale insufficienza del sistema normativo e in attesa di una legge-cornice che delimiti e precisi le competenze della Regione in materia, si fa presente che questo Assessorato, a mezzo degli Uffici preposti all'istruzione e all'approvazione degli strumenti urbanistici, attua un'ampia tutela degli agglomerati che rivestono carattere storico, artistico e di particolare pregio ambientale, richiedendo ai Comuni una specifica normativa regolamentare, tesa a conservare i valori culturali locali espressi in vecchie costruzioni che, pur non essendo considerate di particolare valore storico ed artistico, assumono un rilevante interesse nel contesto ambientale di cui fanno parte.



PRESIDENTE

Chiede di parlare, in sede di replica, l'interrogante Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Devo dichiarare la più completa insoddisfazione per la risposta datami dall'Assessore, sottolineando che l'Assessorato e la Giunta si dimostrano assolutamente sordi al problema che ho posto con questa interrogazione, e che già avevo evidenziato in altre interrogazioni nei mesi e negli anni precedenti.
Nel caso di Vercelli si ripete quel che già avevo denunciato in rapporto ad interventi edilizi a Carmagnola ed a Torino. Per Torino cito gli esempi di via Barbaroux angolo via XX Settembre, di via San Francesco da Paola (nello stesso isolato ove ha sede il Consiglio regionale), quelli di via Lagrange (in prossimità di corso Vittorio) e di via Bogino (sempre nell'isolato ove ha sede il Consiglio regionale). In tutti i casi che ora ho citato, come pure in quello di Vercelli, non si può parlare di restauro conservativo né di ristrutturazione: si tratta di demolizione completa dell'edificio preesistente. Quindi, la licenza edilizia che per restauro è stata concessa è stata disattesa, oppure è stata concessa irregolarmente una licenza edilizia a tutti gli effetti per una nuova costruzione edilizia.
Noi ci siamo rivolti alla Giunta con questa interrogazione non certo per sentirci spiegare come si sono svolti i fatti, ma per richiamare l'Assessorato ai suoi compiti di vigilanza in materia edilizia. La legge è infatti estremamente chiara a proposito dei nuovi edifici: essa stabilisce infatti che per essi non si possa superare la cubatura di 3 metri cubi per metro quadrato; l'art. 17 della legge-ponte trasferito nell'art. 41 della legge urbanistica, per superare questi limiti di cubatura richiede lottizzazioni o piani particolareggiati estesi all'intera zona. E per "intera zona", ai sensi appunto di questo articolo della legge urbanistica si deve intendere quella parte del territorio comunale individuato a seguito di quel complesso di operazioni che costituiscono l'azzonamento, e cioè, secondo la migliore dottrina - cito in proposito il Testa, un giurista certo non di parte -, "quella divisione del territorio comunale in comprensori ben individuati per quanto riguarda la destinazione degli edifici (zonizzazione funzionale) e le loro caratteristiche costruttive (zonizzazione architettonica), vale a dire i caratteri e i vincoli da osservare nella edificazione nelle varie località".
Nel caso di Vercelli, come in quegli altri che ho già citato, la ricostruzione dell'edificio preesistente, completamente demolito, avviene per cubatura superiore ai 3 metri cubi per metro quadrato (a Vercelli, ben 7,5 metri cubi per metro quadrato), senza che si sia proceduto alla lottizzazione, o alla redazione del piano particolareggiato, esteso all'intera zona. Chiediamo dunque alla Regione di intervenire contro questi illeciti commessi nei confronti della legge urbanistica. Non pu assolutamente essere ammesso che si tollerino violazioni di questo genere tanto più che questo vincolo, per cui i rifacimenti, le costruzioni che superino i 3 metri cubi per metro quadrato debbono essere promosse attraverso un piano particolareggiato, o un piano di lottizzazione, ha fondate motivazioni di carattere urbanistico: ritiene cioè necessario che alla edificazione di nuovi edifici si accompagni l'introduzione di standard urbanistici, rispondenti ad esigenze sociali ormai assolutamente inderogabili. E' con riferimento sia a questo problema di carattere giuridico sia al problema sociale della ristrutturazione dei centri abitati al fine di dotarli di servizi urbanistici, che l'Assessorato e la Giunta devono operare.
L'Assessore ha detto che nel caso dell'edificio di Vercelli si è ridotta la cubatura: in effetti, il volume della nuova costruzione è di mc.
10.337 invece dei precedenti 11.000 e si è passati da 8 metri cubi per metro quadrato a 7 e mezzo (una riduzione del tutto ridicola). Dal punto di vista urbanistico, questa cubatura, pur inferiore, comporterà quasi sicuramente una domanda di servizi superiore; alla riduzione della cubatura corrisponderà probabilmente un aumento della superficie di solaio, poich si sarà operata la riduzione dell'altezza dei piani; d'altra parte le minori dimensioni delle stanze, e la stessa miglior funzionalità del nuovo edificio avrà reso meglio sfruttabile l'intera volumetria, per cui l'edificio potrà ospitare un numero di persone superiore al passato. Di qui la necessità di intervenire occorre attenersi scrupolosamente alla legge per poter garantire che si dia risposta alla domanda di servizi presente nei centri storici e per salvaguardare i valori ambientali.
La posizione della Giunta, quando dice che per i casi denunciati non si tratta di ricostruzione, è falsa. Se l'Assessore vorrà passare in via Lagrange, si accorgerà ancor oggi che sono rimasti in piedi solo alcune parti della facciata della vecchia costruzione, se ha osservato questa estate i lavori svolti nell'edificio di via Bogino, che prospetta nel cortile del Consiglio regionale, si sarà accorto che la demolizione è stata completa. Dunque, non si tratta di opere di restauro e di ristrutturazione ma di costruzioni nuove. L'interpretazione data dai Sindaci è senza dubbio sbagliata, e l'Assessore ha il dovere di intervenire per far rispettare la legge.
Questa è l'ultima nostra richiesta a livello di interrogazione: d'ora in poi dovremo procedere attraverso altre vie, non esclusa la denuncia per mancato intervento su illeciti posti a vostra conoscenza.
Il fatto che queste edificazioni abbiano avuto il benestare della Sovrintendenza ai Monumenti non ha alcun valore, se si tien conto del modo con cui hanno operato in generale nel passato le Sovrintendenze ai Monumenti, in particolare quella del Piemonte (non occorre essere degli esperti per rilevare le offese che sono state recate all'ambiente con il permesso della Sovrintendenza ai Monumenti, tanto queste sono evidenti).
Proprio l'esperienza del passato ci dice dunque che dobbiamo guardarci anche dalla Sovrintendenza ai Monumenti. E' quindi necessario anche un intervento sulla Sovrintendenza affinché, in presenza del nuovo istituto regionale, segna una linea di salvaguardia molto più rigida, culturalmente più valida.
Quanto all'ultima considerazione fatta dall'Assessore, secondo cui l'Assessorato svolgerebbe l'azione di tutela dei centri storici attraverso l'approvazione dei piani regolatori, i fatti dimostrano che ciò non è vero.
Se consente la ricostruzione al di là dei limiti di legge vuol dire che anche ammesso che a livello di normativa di piano regolatore si prenda cura della tute la dei centri storici, poi, di fatto, non ne cura l'applicazione sul piano operativo.



PRESIDENTE

L'interrogazione è così discussa.


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione dei Consiglieri Fabbris - Vecchione - Rivalta sulla cessazione dell'attività delle scuole materne statali alle ore 14. Iniziative al fine di ovviare al disagio delle famiglie causato dall'adozione del provvedimento


PRESIDENTE

Interrogazione presentata dai Consiglieri Fabbris, Vecchione e Rivalta letta in Consiglio il 12 dicembre relativa alla cessazione dell'attività nelle scuole materne statali alle ore 14. Iniziative al fine di ovviare al disagio causato alle famiglie dall'adozione del provvedimento.
La parola, per la risposta, all'Assessore Borando.
BORANDO Carlo, Assessore all'istruzione, formazione e assistenza scolastica Signori Consiglieri, in esito all'interrogazione presentata il 12 dicembre "per conoscere quali iniziative intenda prendere la Giunta regionale per ovviare al disagio derivante alle famiglie dei bambini che frequentano le scuole materne statali dall'entrata in vigore nelle stesse del nuovo orario", posso comunicare quanto segue.
Il problema evidenziato con l'interrogazione è derivato dalla riduzione dell'orario delle assistenti nelle scuole materne da 42 a 36 ore. Ciò ha determinato la necessità di scegliere fra il limitare l'orario e l'avere a disposizione dei supplenti.
In data 13 dicembre ho riunito presso l'Assessorato della Regione alcuni sindaci della cintura torinese, direttori didattici, insegnanti di scuole materne, l'Assessore comunale di Torino, dott.ssa Viziale e l'Assessore all'Istruzione della Provincia, on. Picchioni. Nel corso di detta riunione è stato preso da parte di tutti formale impegno a sollecitare il Ministero della Pubblica Istruzione a reperire i 400 milioni occorrenti per assicurare, tramite l'assunzione di supplenti, lo svolgimento dell'orario completo presso le scuole materne succitate. In particolare, l'on. Picchioni, che è anche membro della Commissione Istruzione alla Camera dei Deputati, si era impegnato ad intervenire personalmente presso il Ministro, facendogli rilevare le difficoltà che insorgono soprattutto a Torino a causa di questo nuovo stato di cose.
Si è comunque provveduto, al termine di tale riunione, ad inviare un telegramma al Ministro della Pubblica Istruzione, on. Malfatti, nei termini seguenti: "Comitato Enti locali Regione Piemonte, Torino e Provincia chiedono provvedimento transitorio immediato per proroga autorizzazione nomina supplenti copertura orario prolungato scuole materne statali fino a termine corrente anno scolastico. Firmato: Assessore regionale Borando, Assessore comunale Viziale, Assessore provinciale Picchioni".
Il suddetto telegramma, a quanto mi risulta, è rimasto fino ad oggi senza risposta, per cui non so quali decisioni intenda prendere il Ministro, a tale proposito.
Dopo d'allora non ho avuto più alcuna notizia neppure dal Comune di Torino né dalla Provincia. E' però in programma per domani mattina, 15 gennaio, alle ore 9, un incontro con il Sindaco e l'Assessore al Comune di Torino con lo scopo di concertare l'ulteriore azione da svolgere. Secondo me, occorre insistere con accresciuta energia presso il Ministero al fine di ottenere i 400 milioni; se non si riuscirà a sortire questo effetto bisognerà o limitare l'orario o procurarsi altrimenti i 400 milioni.
Questo è quanto posso dire fino a questo momento. Non escludo che domani la situazione possa svilupparsi così da permetterci di dare indicazioni più concrete.



PRESIDENTE

Chiede di parlare l'interrogante Consigliere Rivalta. Ne ha facoltà.



RIVALTA Luigi

La nostra interrogazione risale al 12 dicembre scorso. La prima parte della risposta che ci ha dato l'Assessore avrebbe potuto soddisfarci, per lo meno parzialmente, se fosse venuta nei giorni immediatamente successivi.
A distanza di più di un mese, visto che il problema non si è risolto, è chiaro che le iniziative intraprese - l'incontro con l'Assessore della Provincia e l'Assessore del Comune di Torino, l'invio di un telegramma al Ministro - si sono dimostrate inidonee alla risoluzione di questa questione, e non possono costituire più, in alcun modo, una risposta alla nostra interrogazione.
Il fatto è che l'attività scolastica nelle scuole materne statali da più di una settimana termina alle 3 del pomeriggio; anzi, da questa settimana la chiusura è stata anticipata alle 2, per l'applicazione di un secondo punto del contratto nazionale dei dipendenti delle scuole materne.
Ciò reca grave disagio, sia dal punto di vista pedagogico, sia dal punto di vista pratico, perché in molte famiglie, ove entrambi i genitori lavorano padre o madre sono costretti a chiedere permessi o a consumare giorni di ferie per poter accudire i bimbi lasciati liberi alle 2, o per partecipare a quella manifestazione, attualmente in corso, che si esplica attraverso la presenza dei genitori nella scuola materna statale fino alle 18. E' una situazione non sostenibile. Se la scuola materna statale, che comporta grossi oneri per lo Stato, ed anche per la Regione, non svolge pienamente il suo compito, diventa impossibile alle donne lavoratrici continuare a lavorare; esse sono costrette a rimanere assenti dal lavoro, con ripercussioni gravi sulla stessa struttura produttiva del Paese, oggi già così colpita.
E' passato già un mese e non possiamo più rimanere ad aspettare: dobbiamo cercare e avviare delle iniziative più efficaci per risolvere immediatamente il problema.
Penso, condividendo la posizione dell'Assessore, che il primo passo debba ancora essere mosso nei confronti del Ministro: trattandosi di scuole statali, tocca allo Stato rispondere pienamente alle esigenze. La Regione dev'essere però più efficace nel portare avanti l'azione rivendicativa nei confronti dello Stato: non possiamo limitarci ad addossare allo Stato le responsabilità della situazione; dobbiamo avere una iniziativa decisa perché è interesse dello stesso istituto regionale, come rappresentante della comunità regionale, che i servizi dello Stato funzionino. Qualora la risposta dello Stato fosse negativa, dovremmo comunque farci carico di reperire i 400 milioni necessari per risolvere il problema.



PRESIDENTE

Anche questa interrogazione è discussa.


Argomento: Navigazione (lacuale e fluviale)

Interrogazione del Consigliere Beltrami in merito al trasferimento di 17 dipendenti della Navigazione del Lago Maggiore dalla Sede di Verbania a quella di Arona


PRESIDENTE

Interrogazione presentata dal Consigliere Beltrami, letta in Consiglio il 23 dicembre '74 in merito al trasferimento di 17 dipendenti della Navigazione del Lago Maggiore dalla sede di Verbania a quella di Arona.
Ha la parola per la risposta l'Assessore Petrini.



PETRINI Luigi, Assessore alla navigazione lacuale

Il collega Consigliere Beltrami, con l'interrogazione cui mi accingo a rispondere, ha chiesto di conoscere quali iniziative la Giunta regionale sia in grado di assumere in ordine alle disposizioni impartite dalla Direzione della Navigazione del Lago Maggiore per trasferire 17 dipendenti dalla sede di Verbania a quella di Arona, evidenziando il disagio che il provvedimento arrecherebbe alle maestranze interessate, e alla comunità locale, e segnalando l'opportunità di invitare la gestione responsabile a riesaminare alla radice il problema onde contemperare le esigenze di servizio con quelle dei dipendenti e delle loro famiglie.
Premetto che il trasferimento dell'ufficio principale della Navigazione da Verbania, dove rimarrà una dipendenza, ad Arona, attua un programma di ristrutturazione dei servizi tecnico-amministrativi della gestione governativa da tempo predisposto ed approvato dal Ministero dei Trasporti e che i lavori di costruzione dei nuovi locali in Arona hanno avuto inizio da oltre un anno e sono in fase di ultimazione; che, allo stato dei fatti appare inevitabile il trasferimento degli uffici da Verbania ad Arona. Che da informazioni assunte risulta che i trasferimenti a tutt'oggi disposti riguardano soltanto tre dipendenti che hanno gradito il provvedimento e che, rendendosi necessario trasferire ancora dagli otto ai dieci dipendenti, la Direzione predetta provvederà a sceglierli, d'accordo con i rappresentanti sindacali, tra coloro che avranno manifestato la loro adesione in proposito, allo scopo di evitare ogni disagio.
Tutto ciò esposto, questo Assessorato ha iniziato dei contatti con la Direzione della Navigazione del Lago Maggiore perché verifichi ogni possibilità di contemperamento delle esigenze del servizio con quelle esposte dai dipendenti, anche in vista della necessità di una più ampia collaborazione tra i servizi di gestione e quelli che la Regione esplica direttamente a mezzo dei propri uffici distaccati ad Intra.
Assicuro comunque il collega interpellante che i contatti di cui sopra saranno proseguiti nell'intento di soddisfare, per quanto è possibile le richieste del personale interessato.



PRESIDENTE

Chiede di parlare l'interrogante Consigliere Beltrami. Ne ha facoltà.



BELTRAMI Vittorio

Signor Presidente, signor Assessore, le dimensioni del problema da me prospettato sono di per sé tenui - vi sono interessate diciassette persone di fronte ai grossi argomenti del mondo del lavoro sollevati stamani in quest'aula, e penso che di per sé potrebbero scomparire se non mi tornasse motivo di conforto la dichiarazione fatta dal Presidente Oberto, che la presenza anche di una sola persona in stato di sofferenza è motivo di sollecitazione per la Regione ad intervenire in favore della stessa comunque là dove esiste un problema di carattere umano.
Questo problema affonda anche le sue radici nel tipo di gestione legato alle tradizioni locali - si tratta di un traghetto che da tempo immemorabile ha collegato il Piemonte con la Lombardia - e nel volume di lavoro che viene esercitato nella sede locale. Io ho chiesto semplicemente e la risposta dell'Assessore è stata intonata perfettamente alla mia domanda - di contemperare le giuste esigenze di servizio con quelle dei dipendenti e delle loro famiglie. La sensibilità e il taglio con il quale l'Assessore porta avanti l'attività dell'Assessorato sono motivo di garanzia che quanto egli ha affermato possa essere conseguito nella pienezza del diritto della persona umana.
Devo semplicemente sollecitare un approfondimento di questo tipo di intervento proprio per questi risvolti di carattere umano. La gestione della Navigazione Lago Maggiore è governativa, perché interessa due Regioni, quanto meno, e poi mi pare che sovrintenda all'esercizio della navigazione su tre laghi. La incompletezza e la frammentarietà dei decreti delegati in materia sono tali che non consentono alla Regione di intervenire oltre certi limiti. La Regione, però, interviene per quanto attiene ai porti, al personale tecnico degli ispettorati eccetera, quindi c'è anche denaro regionale investito nel settore. Comunque, il denaro che viene speso anche conseguentemente a questo trasferimento è denaro della comunità, è denaro, da ultimo, del singolo cittadino.
Io chiederei semplicemente, concludendo, all'Assessore di verificare con quel calore che egli sa infondere in queste iniziative, se è necessario e indispensabile questo trasferimento, perché su ciò in me sono insorti dubbi e perplessità anche in seguito a contatti che ho avuto con i dipendenti della Navigazione; se è vero che il servizio può essere ugualmente funzionale mantenendolo a Verbania; se è vero che in un primo tempo questi locali, oggi resi per ufficio dell'Amministrazione, erano stati destinati ai dipendenti tecnici del cantiere, che oggi alloggiano ancora in baracche nella stessa Arona, mentre potrebbero forse convivere i due distaccamenti.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali - Boschi e foreste

Interrogazione dei Consiglieri Bono - Ferraris sulla consistenza del patrimonio arboreo delle foreste demaniali trasferite alla Regione Piemonte ed eventuali iniziative per il suo miglioramento


PRESIDENTE

Interrogazione presentata dai Consiglieri Bono e Ferraris, letta in Consiglio il 23 dicembre, sulla consistenza del patrimonio arboreo delle foreste demaniali trasferite alla Regione Piemonte ed eventuali iniziative per il suo miglioramento.
Risponde l'Assessore Paganelli.



PAGANELLI Ettore, Assessore al demanio

Signor Presidente, in merito alla prima parte dell'interrogazione, si fa presente che il decreto ministeriale 28 ottobre '74, con il quale sono stati trasferiti alla Regione Piemonte circa 10.300 ettari di foreste, è stato emanato su parere dell'Amministrazione regionale, espresso a seguito di un considerevole scambio di note con il Ministero dell'Agricoltura circa l'esatta consistenza delle foreste statali esistenti in Piemonte. Tale decreto, però, riguarda soltanto le foreste per le quali non sono sorte particolari difficoltà di individuazione. Il Ministero dell'agricoltura infatti, ha ritenuto finora di non dover trasferire anche le riserve naturali Monte Motta e Valgrande, nonché i terreni dell'azienda pilota dimostrativa agro-pascolativa "La Benedicta", per un totale di circa 4.100 ettari, sulla considerazione che le funzioni concernenti le riserve naturali e le aziende silvo-pastorali rientrassero nell'ambito delle competenze riservate allo Stato.
L'Amministrazione regionale, convinta com'é che tale tesi è in aperto contrasto con l'art. 11 della legge 16 maggio '70 n. 281 e con l'art. 1 lettera n) del D.P.R. 15 gennaio '72 n. 11, conformemente al precedente atteggiamento, con lettera del 9 dicembre scorso, indirizzata ai competenti Ministeri, ha rivendicato la proprietà di tutte le foreste statali ricadenti nell' ambito del proprio territorio. Qualora i Ministeri interessati dovessero persistere nell'escludere dal trasferimento i 4.100 ettari circa di foreste richiesti, saranno esperiti tutti i necessari rimedi giurisdizionali per la tutela degli interessi regionali.
Per quanto riguarda la seconda parte dell'interrogazione, si rileva che la consegna delle foreste trasferite è stata effettuata soltanto nel novembre scorso. E' mancato, quindi, il tempo materiale per far eseguire un esame sulla consistenza del patrimonio arboreo esistente nelle foreste stesse. Tale esame sarà certamente eseguito il più presto possibile, anche per avere precise indicazioni in ordine alle iniziative più idonee da assumere per il miglioramento dell' intero patrimonio forestale.
Per ora, la Giunta, con deliberazione del 28 ottobre scorso, ha autorizzato la spesa di 21 milioni per interventi di manutenzione rimboschimento, ricostituzione di cedui degradati e di altre operazioni colturali nelle foreste trasferite e l'Assessorato al Patrimonio sta studiando il modo più idoneo per amministrare, conservare e migliorare il patrimonio forestale ed i parchi regionali.



PRESIDENTE

Chiede di parlare l'interrogante Consigliere Bono. Ne ha facoltà.



BONO Sereno

Prendo atto, signor Presidente, della dichiarazione fatta dall'Assessore che la Regione Piemonte è stata interpellata, come la legge disponeva, dal Ministero prima del passaggio del patrimonio forestale dello Stato al patrimonio della Regione, e che la interpretazione che è stata data finora dal Ministero circa la consistenza del trasferimento è in contrasto con la interpretazione della Regione e con quanto la legge stessa stabilisce. Infatti, su circa 17.500 ettari che costituiscono il patrimonio forestale dello Stato nella Regione Piemonte, il trasferimento mi pare interessi 10.200-10.300 ettari; rimangono dunque circa 7.200-7.300 ettari dei quali 2.500 non ancora trasferiti, non si sa perché (ho sentito parlare di un possibile secondo lotto di trasferimenti), mentre i 4.700 ettari residui interessano il patrimonio delle riserve e delle aree che lo Stato contesta se debbano essere trasferite alla Regione.
Prendo atto che la Regione è intenzionata a rivendicare il trasferimento di tutto il patrimonio forestale demaniale, compresi i parchi nazionali, in quanto la gestione dei parchi, che non è stata condotta finora dallo Stato in modo soddisfacente, non sia continuata da questo con il contributo finanziario delle Regioni, senza che le stesse Regioni abbiano alcuna competenza ad intervenire.
Mi pare che invece il discorso debba essere più preciso per quanto attiene al potenziamento del patrimonio arboreo. Non è il caso di dilungarci nell'illustrarne le ragioni, perché tutti ci rendiamo perfettamente conto dell'importanza di ricostruire un patrimonio forestale nel nostro Paese: importanza di ordine economico, in primo luogo, in quanto siamo importatori di legname dall'estero, e questa importazione pesa per parecchi miliardi sul disavanzo della nostra bilancia commerciale, mentre potremmo benissimo produrlo nel nostro Paese, e inoltre importanza ai fini della difesa idrogeologica, per la funzione di consolidamento dei terreni che il bosco svolge.
Ho avuto recentemente notizia dal Bollettino della Regione che la Giunta ha incaricato l'Ires della redazione di un piano regionale di sistemazione idrogeologica e forestale. Bisogna accelerare il più possibile i tempi per queste realizzazioni, perché questi investimenti potranno dare risultati positivi solo se fatti con la dovuta tempestività.



PRESIDENTE

Sono state così discusse tutte le interpellanze e le interrogazioni, ad eccezione delle due che saranno riportate nella seduta di giovedì prossimo.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Debenedetti, Fabbris, Giovana Minucci, Rossotto, Vecchione, Sanlorenzo, Chiabrando.
Come già i Consiglieri avranno saputo, il Vice Presidente della Giunta Assessore Debenedetti, ha avuto un incidente d'auto in cui ha riportato delle lesioni e si trova ora ricoverato in ospedale. Vorrei invitare i Consiglieri ad una maggior prudenza, perché eventi di questo genere si stanno verificando con troppa frequenza da un anno a questa parte, a danno di membri del nostro Consiglio. Forse li espone a questi infortuni anche il tipo di vita, di attività, di lavoro che i Consiglieri regionali conducono.


Argomento:

b) Apposizione visto del Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario di Governo ha apposto il visto alle seguenti leggi regionali: "Istituzione del Comitato regionale di coordinamento dei trasporti" "Regolamentazione delle iscrizioni in appositi ruoli dei soggetti non assistibili da Enti o Casse mutue" "Disposizioni provvisorie concernenti le strutture e gli organici degli Enti ospedalieri" "Norme per il finanziamento della spesa per l'assistenza ospedaliera" "Variazione al Bilancio della Regione per l' esercizio finanziario 1974" "Disposizioni finanziarie per l'acquisto della sede del Consiglio regionale" "Concessione di un contributo annuo agli Istituti storici della Resistenza in Piemonte e all'Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza di Torino" "Norme per l'applicazione dell'imposta sulle concessioni statali dei beni del demanio e del patrimonio indisponibile".


Argomento:

c) Presentazione ed assegnazione disegni di legge


PRESIDENTE

Presentazione ed assegnazione alle Commissioni dei seguenti disegni di legge: N. 236 relativo a: "Rifinanziamento di interventi per lo sviluppo dell'agricoltura", presentato dalla Giunta regionale in data 23 dicembre 1974 ed assegnato alla VI Commissione in data 24 dicembre 1974 N. 237 relativo a: "Adeguamento dei tassi agevolati previsti da leggi regionali di intervento sul credito agrario", presentato dalla Giunta regionale in data 3 gennaio 1975 ed assegnato alla VI Commissione in data 9 gennaio 1975 N. 238 relativo a: "Interventi straordinari per l'assistenza scolastica agli alunni della scuola dell'obbligo", presentato dalla Giunta regionale in data 3 gennaio 1975 ed assegnato alla III Commissione in data 7 gennaio 1975 N. 239 relativo a: "Norme per l'incentivazione delle iniziative di Enti locali, di Enti ospedalieri e di istituzioni di assistenza e beneficenza, assistite da contributo regionale, ed istituzione di organi consultivi in materia di opere pubbliche di interesse regionale" presentato dalla Giunta regionale in data 3 gennaio 1975 ed assegnato alla II Commissione in data 9 gennaio '75 N. 240 relativo a: "Intervento straordinario, a favore del Comune di Torino, per provvedere alla contingente sistemazione alloggiativa di nuclei familiari", presentato dalla Giunta regionale in data 8 gennaio 1975 ed assegnato alla II Commissione in data 9 gennaio 1975 N. 241 relativo a: "Provvidenze speciali per il risanamento delle acque a favore di consorzi e degli altri Enti locali previsti dal relativo piano regionale", approvato dalla Giunta regionale nella seduta del 17 luglio 1974 - "Modificazioni alle disposizioni finanziarie e contabili" presentato dalla Giunta regionale in data 8 gennaio 1975 ed assegnato alla V Commissione.


Argomento:

d) Risposta scritta ad interrogazioni


PRESIDENTE

E' stata data risposta scritta ad interrogazioni: da parte dell'Assessore Chiabrando al Consigliere Carazzoni in merito alla definizione di imprenditore agricolo da parte dell'Assessore Fonio al Consigliere Calsolaro in merito alla costruzione di un impianto per la lavorazione del calcestruzzo nella frazione Salto di Cuorgn da parte dell'Assessore Chiabrando al Consigliere Carazzoni in merito alla tutela del formaggio gorgonzola.


Argomento: Commemorazioni

e) Commemorazione dello scrittore e pittore Carlo Levi


PRESIDENTE

Illustri Consiglieri, in questa riunione, che è la prima dell'anno 1975, il Consiglio regionale sente il dovere di ricordare con profonda commozione la scomparsa di un grande scrittore ed artista. Il 4 gennaio è mancato, all'età di 72 anni, Carlo Levi, uno fra i maggiori scrittori contemporanei, il cui nome è legato a tante opere ed in particolare a quel "Cristo si è fermato ad Eboli" che fece conoscere ad un vastissimo pubblico le condizioni tragiche di vita e di povertà in cui la mancanza di risorse economiche costringeva a vivere migliaia di contadini e braccianti della Lucania. Attraverso quest'opera, in cui lo scrittore espresse con mirabile capacità ed umanità le realtà di miseria e di rassegnazione che aveva direttamente visto e conosciuto fra i contadini lucani, Carlo Levi rievoc gli anni in cui il regime fascista l'aveva confinato nel Mezzogiorno.
Nato a Torino, laureatosi in medicina, Carlo Levi fu profondo antifascista, collaboratore di Gobetti e dei fratelli Rosselli. Ma l'esperienza che doveva segnare definitivamente la sua vita egli la fece negli anni del confino, a confronto con il mondo contadino della Lucania, a cui rimase legato in tutta la sua opera seguente, e che come pittore volle illustrare anche recentemente, nella cartella litografica che si ispira appunto a "Cristo si è fermato ad Eboli", oltre che in quella mirabile opera, che il Consiglio sta trattando per acquisire, che è "Rocco Scotellaro".
Al problema del Mezzogiorno, ai lavoratori meridionali costretti ad emigrare dalla loro terra, Carlo Levi dedicò tutta la vita, illustrando attraverso le sue opere ed i suoi ritratti il volto del Sud più povero, che più ha pagato i profondi squilibri economici e sociali del Paese.
Per questa profonda conoscenza della realtà del Meridione, per l'umanità con cui ha saputo vivere e sentire il dramma della povertà e dell'emigrazione, Carlo Levi si colloca come una delle figure che hanno continuato la battaglia antifascista per tutta la loro vita. Dopo la Torino di Gobetti, gli anni del confino, della Resistenza, egli è sempre stato presente e protagonista nelle lotte condotte nell'interesse dei lavoratori per la soluzione dei problemi più gravi e difficili dei nostri anni, quali l'emigrazione, la questione del Mezzogiorno, militando attivamente nella vita politica, portando in essa il contributo della sua sensibilità e fermezza di obiettivi.
Per la grandezza e profondità della sua opera di pittore e scrittore per la sua attività di antifascista militante, ci sentiamo particolarmente colpiti dalla scomparsa di Carlo Levi. Sentiamo di essere uniti, in questo sincero cordoglio, non soltanto a tutti gli esponenti del mondo dell'arte e della cultura italiana ma a tutti gli antifascisti democratici. Ma in particolare ci uniamo, nel ricordarlo oggi, a quelle migliaia di immigrati della Lucania e del Sud che sono venuti in questi anni a Torino e nel Piemonte, e che certamente hanno ritrovato nell'opera e nella figura di Carlo Levi un profondo e sincero conoscitore della loro realtà, un uomo che ha sentito l'anima del Sud e le sofferenze collegate all'emigrazione riuscendo a farle comprendere a grandi masse di lavoratori, che hanno visto nella sua scomparsa la perdita di un amico e di un convinto assertore della causa di tutti i lavoratori del nostro Paese.
Apro la discussione sulle dichiarazioni del Presidente, oppure altre dichiarazioni che i Consiglieri intendessero fare. Nessuno chiede di parlare? Allora ha la parola il Presidente della Giunta, per una comunicazione che desidera fare.


Argomento: Industria (anche piccola e media) - Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazioni del Presidente della Giunta


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta regionale. Ne ha facoltà.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Devo informare il Consiglio che la Giunta, con rincrescimento ma anche considerando la fondatezza della ragione, si è indotta a rinviare nel più breve tempo possibile la presentazione della legge sul personale in quanto è risultato non possibile realizzare l'aspetto relativo al settore della sanità, proprio per la complessità dei problemi che sono emersi in questi giorni e che debbono avere un loro assestamento al fine di rendere la legge pienamente credibile anche in quella direzione.
Continua frattanto il discorso con i rappresentanti dei dipendenti e dei sindacati per accelerare le loro ipotesi relative alla costituzione di questa legge.
La Giunta è intervenuta con una lettera del Presidente indirizzata ai sindacati ed all'azienda FIAT per prendere una posizione - rispettosa naturalmente del dialogo che si è instaurato ad un livello, secondo noi molto corretto e molto giusto - dichiarando la disponibilità della Regione come in passato ad intervenire in qualunque momento in cui il suo intervento potesse essere ritenuto utile. Il Consiglio sa che tre Assessori (Paganelli, Simonelli e Conti) sono permanentemente interessati ai contatti con la FIAT per conoscere, anche sotto un profilo programmatorio, quali sono le iniziative che intende prendere.
Questa mattina sono stato richiesto di una dichiarazione a questo proposito che ho reso alla radio e che è stata trasmessa alle 10 sul programma speciale GR; nel corso di questa dichiarazione ho sottolineato come il problema alla FIAT e della Lancia ed altri che vi si connettono non sia soltanto piemontese, ma nazionale e sia soprattutto un problema nord-sud, informando - e questo lo facciamo anche nei confronti loro signori Consiglieri - che nella prima quindicina di febbraio (la ipotesi sta tra il 13 e il 20 di febbraio) avrà luogo a Torino un incontro al quale sono stati già invitati i Presidenti di tutte le Regioni meridionali incominciando dall'Abruzzo e le isole, per esaminare insieme la difesa del livello di occupazione, della retribuzione, dell'occupazione nei raffronti di quelli che sono i problemi a carattere nazionale governativo per gli insediamenti al sud di complessi collegati ad aziende del nord, in modo particolare alla FIAT.
Questo convegno, era stato oltre tutto sollecitato, tra gli altri, dal Capogruppo del P.C.I. e la Giunta ha ritenuto, esaminata la proposta, di fare propria l'iniziativa e di informarne i Consiglieri. L'incontro numericamente non sarà prestigioso, si potrebbe pensare a 50/60 persone come massimo, proprio per dargli un responsabile senso di minuto studio e disamina dei problemi, tanto più che sappiamo che vi sarà successivamente un altro incontro a carattere molto più ampio, che potrà far proprie conclusioni che in questo primo incontro potranno derivare, con la partecipazione, non ancora definita e non ancora concordata, dei rappresentanti delle forze sindacali, delle forze del lavoro, anche questi in numero ristretto per non snaturare l'essenza di questo fatto che - tutti quanti ne coglieranno l'importanza - è veramente un'iniziativa di grosso rilievo collocata nel momento in cui si sviluppa e si svolge.
L'incontro avrà l'intitolazione "Nord-Sud" proprio per essere aderenti alle sollecitazioni avute, allo spirito del nostro Statuto e alla esigenza di questi tempi.
Debbo informare il Consiglio che la situazione ospedaliera, per quanto attiene al Piemonte, è estremamente delicata e seriamente preoccupante. Non vi sono state delle scosse nel momento del passaggio 31 dicembre - 1 gennaio, vi è stata un po' di preoccupazione a Torino per il temuto mancato rifornimento del latte ad alcuni ospedali, superata molto rapidamente per avere trovato disponibilità da parte dei dirigenti della Centrale del Latte.
Altri motivi di turbativa in Piemonte non se ne sono avuti; se ne ha uno a carattere permanente ed è quello del finanziamento. Noi non abbiamo mancato di far presente come il fondo globale nazionale sia insufficiente e carente di una dotazione che, a calcoli fatti, non è minore di 600 milioni che devono essere aggiunti ai due miliardi e 700 milioni attualmente fissati.
Questo discorso riteniamo di doverlo portare innanzi perché se è vero che si potranno discutere in avvenire i criteri seguiti per l'assegnazione alle singole Regioni delle somme relative, è lo stanziamento di fondi di base che è indispensabile sia elevato, perché qualunque sia il criterio prescelto, se si deve sempre dividere soltanto quella indicazione di cifra non arriviamo ad avere una copertura quale il Piemonte esige.
Io non sto a leggere ciò che i giornali hanno largamente pubblicato con dei titoli che per il lettore superficiale danno motivo di pensare che ormai tutto è finito; "passati i fondi alle Regioni", "dati i soldi alle Regioni" dicono i giornali, invece le Regioni stanno ancora battendosi per avere l'anticipo relativo intanto ai mesi di gennaio e febbraio in una cifra assolutamente non sufficiente e che porterà a creare delle difficoltà simili a quelle che esistevano nel periodo della gestione mutualistica.
Desidero soltanto assicurare il Consiglio che continueremo ad insistere fino ad ottenere rigorosamente il rispetto dei tempi, anche perché toccare nella cassa della Regione è estremamente difficile intanto sotto un profilo di natura giuridico-contabile, ma è un principio al quale vogliamo sottrarci essendo compito dello Stato fornire questi mezzi.
C'è un problema molto grave che preoccupa sotto un altro verso il Piemonte e del quale ci stiamo interessando (alcuni Consiglieri hanno avvicinato gli uffici della Presidenza regionale, l'Assessore al Lavoro l'Assessore all'Assistenza Vietti) ed è il problema dei frontalieri: che tormenta tutta la zona dell'Ossola e del Verbano, questione contingente ma anche con una proiezione nel futuro. Ed io mi propongo di portare questo argomento, insieme ad altri (ovviamente non è il solo) nella discussione di quel convegno sull'emigrazione nazionale che avrà luogo a Roma tra il 24 febbraio e il 2 marzo, arricchito anche di quell'esperienza fatta per il contatto avuto con le comunità piemontesi in Argentina e nel Brasile. Siamo veramente ai due punti estremi del fenomeno: una emigrazione che ha tre generazioni di gente che è andata in quelle terre; una emigrazione oscillante, quella dei frontalieri, che rappresentano 5/6.000 lavoratori i quali ove non potessero rientrare in Svizzera o in Germania creerebbero a sé stessi, alle loro famiglie, a noi delle preoccupazioni profonde perch si dovrebbe cercare di stabilizzarli nell'ambito della nostra Regione Piemonte sotto il profilo occupazionale che è già estremamente preoccupante.
Il problema riguarda anche la Lombardia e pochi giorni or sono incontrandomi a Milano con il Presidente di quella Regione, Golfari, ho fatto oggetto di questo argomento come disamina comune da portarsi avanti per affrontarlo, insieme ad altri problemi che abbiamo visto con il Presidente Fanti, con il Presidente Tomelleri del Veneto e con il Presidente Dagnino della Liguria che interessano in modo particolare le Regioni del nord.
Notizia buona per tutti è quella relativa alla vicenda della Moncenisio che attraverso l'opera che è stata svolta dalla Regione, la mediazione fatta dalla Regione, alla possibilità del reperimento di quei quattro miliardi è andata in porto, Oggi nessuno si ricorda di questo personalmente possiamo anche non dolercene, ma la Regione non è stata collocata al posto giusto nella valutazione dell'apporto che ha dato per la soluzione di questo problema, comunque, quello che veramente conta è che sia andata in porto.
Il piano territoriale, quello che vorremmo dire piano di vincoli, che prevedeva un incontro dei componenti delle Commissioni con la Giunta per lunedì venturo è in forse perché ancora una volta (e questo mi è stato detto ieri pomeriggio dal dr. Detragiache) il terminale dell'IRES non riesce a ricevere dal centro elettronico dell'Università che ha subito dei guasti e ha dei sovraccarichi per cui non è in grado di funzionare; in sostanza cadono le linee.
Per la Mandria abbiamo avuto un parere legale che è allo studio dell'Assessore al patrimonio Paganelli, il quale, approfondita la cosa, la porterà in Giunta per le determinazioni del caso in maniera da poter riferire dettagliatamente e concretamente al Consiglio al più presto possibile.
Infine domani si porrà fine a quella lunga Via Crucis relativa all'acquisto di Palazzo Lascaris da destinarsi a sede del Consiglio regionale, che se avessimo potuto portare avanti senza gli intoppi creati dalla burocrazia (lo dico sottovoce, ma ben lieto che sia registrato a verbale) in una lungaggine che va dal momento in cui avevo l'onore e la responsabilità di presiedere il Consiglio regionale, al momento operativo finale, avrebbe fatto risparmiare più di un miliardo alla nostra Regione.
Questo è un motivo di attenta meditazione che dobbiamo tenere presente.
Comunque la cosa viene conclusa, mentre non si tralascia su sollecitazione venuta dai banchi del Consiglio, l'altro argomento relativo ad acquisizione di palazzi antichi da ripristinare in una misura accettabile, da poter servire ad altre necessità - e sono moltissime - che si presentano alla vita della Regione.



PRESIDENTE

Apro la discussione sulle dichiarazioni del Presidente della Giunta.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Berti, ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Riteniamo di grande importanza la decisione della Giunta di indire questo convegno che si vuol chiamare "Nord-Sud"; in realtà di tratta di esaminare i problemi dell'occupazione in rapporto alla situazione esistente.
Questa situazione, come è a tutti noto, si sta drammatizzando di giorno in giorno: oggi i lavoratori della FIAT riprendono il lavoro dopo la lunga parentesi della cassa integrazione, ma con la prospettiva (questo emerge dalle notizie che si leggono e anche da fonte sindacale) di un altro periodo di almeno venti giorni di cassa integrazione per tutto il complesso FIAT e cioè 90.000 persone, tra febbraio e marzo. La cosa è doppiamente grave: rispetto alla prima decisione di messa in cassa integrazione nel successivo accordo ci si impegnava a non produrre iniziative di questo genere per tutto il 1975 ed aveva sollevato determinate speranze di una certa sicurezza nelle imprese indotte, quelle che lavorano per la FIAT.
La drammaticità della situazione oggi emerge e per gli operai Fiat che da questa seconda decisione (notizia di oggi che riguarda anche la Lancia) non traggono motivi di auspicio per il futuro, e soprattutto per le aziende indotte che potrebbero essere portate a fare dei licenziamenti. Siamo cioè in presenza di un pericolo molto serio.
Noi pensiamo quindi che il ruolo della Regione che si esprime sul piano politico a livello appunto di grande importanza con il convegno "Nord-Sud" che vuole chiedere alla Fiat e al Governo la strategia che debbono porre in atto, affinché ognuno abbia un quadro di riferimento preciso, si esprime poi anche per il riflesso positivo che può assumere nei confronti delle industrie che lavorano per la Fiat. Voi sapete che si era ottenuta la cassa integrazione per i lavoratori Fiat, ma il problema era rimasto del tutto aperto per le aziende che lavorano per quella azienda; in questo caso noi pensiamo sia indispensabile che ci si pronunci per impedire ogni licenziamento risolvendo ogni questione al tavolo delle trattative e comunque a livello di cassa integrazione. Sarebbe una situazione probabilmente senza vie d'uscita quando si ponesse in atto una azione di licenziamento.
Volevo precisare questo per porre maggiormente in rilievo l'iniziativa: si tratta di non fare un convegno di massa, ma di convocare Presidenti Assessori, eventualmente Capigruppo delle varie Regioni interessate (giustamente la questione ha dimensioni nazionali), sindacati, imprenditori con i quali poi, messa a punto una certa piattaforma, si potranno avere degli incontri.
A noi pare tuttavia che i tempi dovrebbero essere accelerati proprio perché certe decisioni possano rientrare, ma se le notizie che abbiamo sono esatte, l'iniziativa della Regione avrà un maggiore successo, perché si colloca nel momento giusto, come del resto ha detto il Presidente e il momento giusto forse è prima del 15 febbraio, dovremmo cercare di metterla in atto nella prima settimana di febbraio, come del resto mi pare fosse nelle intenzioni del Presidente qualche tempo fa.
Detto questo, il nostro Gruppo assume l'impegno, se verrà richiesto, di dare il suo contributo per la messa a punto della piattaforma.
Vorrei ancora dire una cosa a proposito degli ospedali; l'azione delle Regioni nei confronti del Governo ha ottenuto lo stanziamento quanto meno della prima tranche, anche se in quantità ridotta rispetto alle previsioni.
Io non entro nel merito perché ci sarebbe bisogno di un discorso più ampio, ma siamo in tema di risposta alle comunicazioni e il tempo è limitato, eventualmente lo riprenderemo. Mi preme però mettere in luce una cosa: noi dobbiamo rivendicare dal Governo il pagamento dei debiti arretrati, le Regioni non possono farsi carico neanche di una lira, il pericolo e che gli ospedali aggiungano debiti a debiti che poi dovrà pagare la Regione. Dovendo iniziare questa nuova gestione (e siamo tutti convinti che alle prossime elezioni il vero banco di prova saranno gli ospedali) bisogna dare possibilmente delle risposte positive, denunciando quello che c'è da denunciare, opponendo azione politica nei confronti dei ritardi che vengono dal Governo, dagli organismi centrali, ma assumendo anche delle posizioni responsabili in sede locale. Che cosa voglio dire? Che se è giusto rivendicare dal Governo quello che si è impegnato a dare, come il ripianamento dei debiti vecchi, in modo che la gestione possa partire senza questo grosso handicap, la richiesta al Governo perché lo stanziamento sia pari al costo attuale della gestione secondo me merita una precisazione noi dobbiamo richiedere anche questo al Governo. Ma io non sarei del tutto d'accordo di richiederlo nel senso di pagare la gestione dell' ospedale così come è avvenuto sino ad oggi, perché nel momento in cui la retta sparisce (e questa è una conquista della 386) dobbiamo chiedere agli amministratori degli ospedali di fare non i ragionieri, ma di fare della politica ospedaliera.
Io sono convinto che è possibile razionalizzare la gestione ospedaliera ottenendo delle economie, non mi sento di assolvere tutte le gestioni ospedaliere. Per cui chiediamo al Governo che la somma sia ripartita a livello delle gestioni passate, ma per utilizzarla in altre direzioni eventualmente per dei servizi nuovi, perché intervengano dei modi nuovi di gestire. Uno dei problemi ad esempio è quello della degenza: non si capisce perché in Italia la degenza deve essere mediamente di venti giornate all'anno, quando dappertutto è di 6/8 giornate. Sono dei meccanismi che non si mettono in moto da un giorno all'altro, ma gradatamente.
Partecipando l'altro giorno a Roma ad una riunione di Capigruppo presso il mio Partito, ho appreso notizie interessanti: in un ospedale di Roma si organizza l'accettazione con altri servizi dell'ospedale adottando un sistema di questo tipo: l'ammalato - che oggi può andare personalmente all'ospedale per farsi ricoverare, ed è una grossa conquista - viene accolto, ma nella giornata e nella notte funzionano i servizi di analisi per cui il giorno dopo viene ricoverato o viene dimesso perché si curi a casa, in base però ad una analisi precisa che dimostra che non ha bisogno di ospedale. Questo ha consentito di rimandare a casa una percentuale piuttosto elevata di persone che volevano farsi ricoverare.
Si è parlato di dipartimento di emergenza, di rapporto con l'accettazione, di funzionamento dei servizi di analisi che oggi, sappiamo lavorano prima per soddisfare le esigenze delle casse private e poi quelle dei malati ricoverati negli ospedali; bisogna capovolgere la situazione ed attraverso ad alcuni accorgimenti razionalizzare il servizio. Risulterà probabilmente che la somma per la gestione può essere inferiore a quella degli anni precedenti, miglioreremo il servizio e potremo investire in altre direzioni. L'unica preoccupazione è che il tutto si risolva in una diminuzione delle degenze, licenziando i vecchietti che in questo periodo trovano nell'ospedale riscaldamento e vitto sarebbe sbagliato, non è questa la soluzione, il problema si risolve creando attrezzature esterne di tipo diverso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Prendo la parola su altri punti sollevati dal Presidente Oberto. Il primo è quello che riguarda i piani territoriali di coordinamento, rispetto al quale ribadisco l'urgenza di mandare avanti i lavori.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Può anche darsi che si faccia la riunione, non è detta l'ultima parola lo dirò giovedì.



RIVALTA Luigi

Se la riunione si potrà fare il 20 rispetteremo i tempi che abbiamo stabilito nell'ultima riunione e quindi nulla da eccepire; se dovessimo rimandarla sollecito che avvenga comunque al più presto. E colgo questa occasione, visto che la causa del ritardo è dovuta all'impossibilità di utilizzare le macchine di calcolo, per dire come sia necessario, urgente ormai, che la Regione realizzi il proprio strumento di calcolo, sulla base delle indicazioni che il Consiglio ha dato l'anno scorso.
Certo, l'istituzione del sistema di informazione della Regione con l'Università avverrà comunque in tempi diversi da quelli previsti per l'elaborazione del piano territoriale, ma ci servirà per impedire che successivamente, soprattutto nella prossima legislatura, su problemi di importanza analoga a quella del piano territoriale di coordinamento si debbano avere degli impedimenti operativi.
Per quel che riguarda "La Mandria", risollecito l'urgenza di una discussione sulle procedure operative che ci devono consentire di acquisirla sulla base dei valori del terreno che erano stati fissati.
Richiamando la Giunta ed il suo Presidente, per quello che riguarda i parchi, non soltanto alla questione de "La Mandria", ma alle altre che abbiamo posto per l'area torinese: Stupinigi, Le Vallere, la collina torinese, la collina di Rivoli e Avigliana. Più in generale sollecito che questa legislatura si concluda con la predisposizione di un piano dei parchi regionali, sapendo che molte decisioni possono essere assunte anche senza un'approfondita lettura del territorio: vi è possibilità di individuare parchi e di procedere alla loro acquisizione, soprattutto (problema che ho già posto diverse volte in sede di interrogazione e di interpellanza) là dove esistono proprietà demaniali dei Comuni e in particolare là dove sono in atto delle svendite di queste proprietà da parte dei Comuni.
Infine, problema di Palazzo Lascaris. I ritardi, certamente, sono sempre onerosi, soprattutto in un periodo di inflazione e di aumento dei costi, quindi avremo oltre tutto l'aumento anche di opere di sistemazione degli uffici nel vecchio palazzo. Qui richiamo l'attenzione sul fatto che è la prima occasione che la Regione ha di dimostrare come, entrando in un palazzo storico di pregio monumentale, si possano introdurre delle funzioni moderne, efficienti, salvaguardando i valori culturali che il palazzo contiene. Sotto questo profilo direi che ci si deve muovere acquisendo tutte le garanzie necessarie.
Sull'ultima questione indicata dal Presidente della Giunta circa la possibile acquisizione e ricupero di altri palazzi per esigenze della Regione, io sollecito (cosa che già ho fatto nelle discussioni relative alla sistemazione degli uffici regionali) la predisposizione di un piano che ci consenta di procedere secondo una linea preordinata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Prendo anch'io atto con soddisfazione della comunicazione del Presidente in ordine al convegno "Nord-Sud" ed al modo di organizzarlo per ottenere dei risultati operativi e per coinvolgervi tutte le componenti che hanno una capacità decisionale e di pressione politica.
E' indubbio che la crisi che prosegue, le sue dimensioni nazionali ed internazionali, ci indicano che si imporranno riformulazioni della stessa struttura industriale, specie nella nostra Regione, ma noi teniamo qui ad affermare (e l'intervento ha questo solo scopo) che tutte queste operazioni non potranno e non dovranno passare attraverso fasi di vasta disoccupazione o di licenziamenti e questo innanzi tutto per le ragioni sociali, umane e politiche che inducono a difendere strenuamente la occupazione, per le incidenze che avrebbero su altri tipi di decisioni, chiamiamole così, di natura storica, sulle famiglie, ma anche per la valutazione tecnico economica, da farsi sulla irreversibilità, sulla tragicità, sulla non controllabilità dei fenomeni economici e sociali che deriverebbero da scelte di questa natura. Credo che il Paese tutto, nelle sue componenti responsabili, si orienti in questa direzione; bisognerà trovare le formule per salvare le aziende, salvarne la efficienza e la vitalità e nello stesso tempo difendere strenuamente l'occupazione, la capacità di vita e di spesa nella famiglia.
Questo come impostazione pregiudiziale e questo lo spirito con cui noi aderiamo e partecipiamo a questo convegno.



PRESIDENTE

Hanno così termine gli interventi.
Passeremmo ora (sono le 12,20) all'ordine del giorno.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Il Consigliere Garabello aveva chiesto, avendo un impegno giovedì, se era possibile nella giornata di oggi provvedere alla convalida del Decreto Presidente della Giunta regionale 30.10.1974 n. 4204, relativo al prelievo di somme dal fondo di riserva per le spese impreviste.
Se il Consiglio non avesse difficoltà, stante che vi è un articolo unico, passerei immediatamente a questo punto così il Consigliere Garabello potrà essere libero giovedì.
Non vi sono obiezioni, passiamo quindi al punto nono).


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Esame disegno di legge n. 230: "Convalida del Decreto del Presidente della Giunta regionale 30 ottobre 1974, n. 4204, relativo a prelievo di somme dal fondo di riserva per le spese impreviste"


PRESIDENTE

Esame disegno di legge n. 230 "Convalida del Decreto del Presidente della Giunta regionale 30 ottobre 1974, n. 4204, relativo a prelievo di somme dal fondo di riserva per le spese impreviste".
Relatore è il Consigliere Garabello, al quale do la parola.



GARABELLO Enzo, relatore

Signor Presidente, la leggina (chiamiamola così per le sue dimensioni) che la Giunta ha presentato, è relativa alla applicazione di un articolo della legge di bilancio che riguarda il prelievo di somme dal fondo di riserva per necessità urgenti, quindi, poiché è stata attuata come previsto, dalle leggi di bilancio, tramite un decreto del Presidente della Giunta, deve essere convalidata nei termini che sono stati indicati e che vengono rispettati.
La sostanza della convalida del decreto è relativa al fatto che la Giunta ha dovuto rimpinguare dei capitoli di ordinaria amministrazione: al capitolo 51, 15 milioni per l'aumento di spese di ufficio; al cap. 82, 10 milioni per aumento dei costi relativi al carburante per il parco autoveicoli; al cap. 176, 15 milioni per aumento di spese dei Comitati di controllo; ai capitoli 416, 420 e 758 per aumento di spese relative a locali per i medici ed i veterinari provinciali, cioè di carattere patrimoniale; al cap. 722, 10 milioni per aumento di fondi per spese negli uffici dell'agricoltura; al cap. 724, 20 milioni per rinnovo del parco autoveicoli passatoci dallo Stato.
La Commissione ha approvato a maggioranza questo provvedimento, facendo però nel suo complesso una raccomandazione alla Giunta relativa al cap. 724 che riguarda essenzialmente il parco automobilistico venuto alla Regione per trasferimento degli uffici dell'agricoltura. La Giunta nella legge fa presente che questo patrimonio è in gran parte obsoleto, e ha bisogno di rinnovi, di manutenzione straordinaria. La Commissione - che si trova praticamente di fronte ad un notevole numero di automobili oltre quelle in questi ultimi tempi acquistate direttamente dalla Giunta per i servizi generali della Regione - deve quindi valutare un autoparco diventato molto significativo perché nel complesso pare che sia dell'ordine di una settantina di automezzi.



BERTI Antonio

126, per la precisione.



GARABELLO Enzo, relatore

La Commissione raccomanda alla Giunta che si faccia un'esatta rilevazione dello stato d'uso e che, tenuto conto del grande patrimonio in termini numerici e per conseguenza in termini finanziari e di gestione che ne conseguono, tenuto conto che esiste un regolamento per l'autoparco regionale (se non vado errato all'ordine del giorno vi è anche una modifica del regolamento per l'uso degli automezzi) applichi la massima severità nell'uso degli automezzi. Fra l'altro è un discorso che è già stato affrontato dai Ministeri e da altri Enti pubblici e le polemiche che ci sono state relative ad una certa privatizzazione dell'uso di automezzi pubblici, anche se per caso non fossimo toccati dalla sostanza dell'argomento ci deve rendere attenti, perché al di là del reato commesso molte volte con l'uso di mezzi di questa natura, vi deve essere una certa dignità nell'usarli.
Devo dire che il Gruppo comunista, nell' ambito della Commissione, ha annunciato il suo voto contrario a questo provvedimento e probabilmente lo motiverà anche meglio, però mi corre l'obbligo di fare presente che, lungi dal voler essere un voto contrario a tutto quanto riguarda un comportamento sul bilancio della Regione, è di particolare stimolo a questo discorso di severità nell'azione di controllo della Regione che è condiviso da tutta la Commissione che ne fa motivo di particolare attenzione e raccomandazione alla Giunta.



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione su questo argomento.
La parola al Consigliere Raschio.



RASCHIO Luciano

Brevemente, signor Presidente, anche perché, come sempre, il Presidente della I Commissione è stato molto fedele nel chiarire davanti al Consiglio quali siano stati i temi di maggiore interesse discussi in Commissione chiarendo nel contempo anche le argomentazioni sollevate in quella sede dal Gruppo comunista.
Noi abbiamo detto, e lo ripetiamo, che non diamo mai aprioristicamente un voto contrario, o positivo, collegato ad un voto precedente, negativo, o positivo, ma di volta in volta vogliamo ragionare sulle cose, vedere come stanno e quindi poi decidere la relativa posizione.
In effetti il nostro voto è negativo non perché la Giunta chiede con questa variazione di Bilancio un arricchimento dello stanziamento per quanto riguarda le sedi ed il funzionamento degli Ispettorati, medici veterinari (necessità che emerge da una situazione nuova sia di funzionamento quanto patrimoniale) "saremmo sciocchi a pronunciarci in senso contrario su queste cose", noi riteniamo invece, dando il voto contrario, richiamare l'attenzione della Giunta e quindi di tutto il Consiglio sull'esigenza che si dica la parola "fine" per quanto concerne la gestione del parco automezzi.
Pertanto: 1) Chiediamo alla Giunta finalmente una rilevazione sulla consistenza del parco automezzi direttamente a disposizione del Consiglio e della Giunta e indirettamente indicato col passaggio dallo Stato alla Regione rilevazione del numero di macchine, dell'efficienza delle stesse, delle condizioni di manutenzione e di guida delle stesse 2) vedere da chi vengono usate e perché.
Occorre una regolamentazione sull'utilizzazione delle macchine complessivamente per tutta la Regione, è una cosa indubbiamente importante però noi riteniamo che prima di giungere a questo sia bene che i Capigruppo siano in possesso di questi dati di utilizzazione delle macchine a livello regionale: chi le adopera, per conto di chi o se per conto proprio (mi riferisco particolarmente agli uffici decentrati che con la scusa di andare ad ispezionare il paese tale o tal'altro per controllare il settore agricolo possono utilizzare la macchina per altre cose). Ci pare strano, ad esempio, signor Presidente della Giunta, (come ci riferiva in Commissione il Presidente Garabello) che l'Assessore all'agricoltura abbia chiesto di utilizzare 70 macchine, pare di essere davanti al secondo reggimento autieri di Alessandria, ai tempi d'oro (Bianchi lo sa)! Per l'Assessorato all'agricoltura 70 automezzi mi sembrano veramente troppi, anche se abbiamo diversi uffici decentrati di Ispettorati agrari, tanto più che risulta a tutti non essere dei "razzi" gli uffici degli Ispettorati agrari, e quindi non è che si diano molto da fare per controllare immediatamente i problemi nelle campagne! Ricordo che quando Franzi era Assessore all'agricoltura doveva fare i salti mortali per avere in tempo ed in modo responsabile tutti i dati sulle alluvioni che avevano colpito la nostra regione al fine di riferirli al Consiglio regionale. Quindi 70 macchine mi sembrano un numero esagerato se le rapportiamo all'esigenza complessiva della Regione Piemonte.
Queste sono le cose che ci portano a dare un voto negativo.
Evidentemente non lo diamo solamente per quanto concerne il capitolo di bilancio 724, ma anche in relazione al cap. 82 in cui vi è una richiesta di integrazione di dieci milioni di aumento per la benzina. Si può trattare sic et simpliciter dell'aumento del costo della benzina (e credo che questo sia per l' 89-90%) però facendo un discorso sul cap. 724, dobbiamo fare riferimento anche al cap. 82.
Queste sono le osservazioni che noi riteniamo doveroso fare, signor Presidente del Consiglio e signor Presidente della Giunta. Se ci sono da prendere delle misure prendiamole tutti insieme, in modo responsabile, per è meglio che non giri molto la voce sulla questione delle 70 macchine in quanto faremmo ridere anche i polli nelle cascine!



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Berti, ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Non voglio far diventare la questione più grossa di quello che è, non siamo nel Medioevo, sappiamo benissimo che oggi ci si muove con la macchina per lavorare, i rapporti devono essere svolti molto dinamicamente e ci rendiamo conto che l'uso della macchina è indispensabile per svolgere determinate funzioni. Ridimensionato il problema nei suoi termini esatti faccio tuttavia notare che l'intervento di Raschio va colto in tutta la sua importanza. Noi non accusiamo nessuno, non diciamo Tizio o Caio ha esagerato, cogliamo una tendenza e la collochiamo in un contesto più ampio ma dobbiamo affermare che oggi, a livello di Enti pubblici, l'uso della macchina è forse diventato sproporzionato rispetto alle necessità, mentre il servizio potrebbe essere razionalizzato meglio. Credo che per taluni personaggi (parlo in generale) l'uso della macchina sia diventata una questione di prestigio, oggi un uomo politico è tale non per le idee che esprime, per quello che scrive, per quello che dice, ma per il modo in cui si muove; alcuni, specialmente le nullità dal punto di vista intellettuale ritengono di trarre prestigio, di contare nei confronti della gente (e devo dire che serve per un certo tipo di elettorato che bada poco alla sostanza) solo se hanno questo tipo di servizio attorno: la macchina, l'autista ecc.
Noi siamo dell'opinione contraria, ognuno di noi ha un prestigio personale (ammesso che la cosa più importante sia questa, il che non è) perché ognuno di noi vive e fa politica per il contributo che sa dare e che dà in effetti alla costruzione di una politica generale, la tendenza è invece di servirsi della politica per porre in evidenza la propria persona, c'è chi non sa resistere a questa tendenza, ha bisogno di essere personaggio, e il personaggio ha bisogno della macchina.
Quando noi facciamo queste considerazioni cogliamo un aspetto abbastanza marginale della situazione politica italiana che, come voi ben sapete, è sottolineata da ben altre corruzioni, il nostro Paese, le nostre strutture sono sulla strada della bancarotta da questo punto di vista protetti da una magistratura che lascia correre o quanto meno non interviene tempestivamente, tant'è che nonostante che gli scandali siano denunciati, in galera non ci va nessuno.
Volevo cogliere questa occasione così non torno più sull'argomento che come sapete, mi sta molto a cuore; qualcuno dice che finisce per annoiare e può anche essere vero. Ho detto prima che non siamo nel Medioevo e non vogliamo costringere tutti ad andare in tram, o in bicicletta, o a piedi la macchina serve, ci sono esigenze di rappresentanza che vanno rispettate e che noi abbiamo riconosciuto nel momento in cui abbiamo fatto il regolamento ed abbiamo riconosciuto l'esigenza di mantenere un certo decoro, perché è il decoro di tutto il Consiglio, fermo rimanendo che il decoro si misura ancora sempre da quello che i Presidenti scrivono sul giornale: qualcuno dirà: questo è uno che pensa e scrive cose giuste qualcun altro invece dice: ma costui quand'è che la finisce di scrivere? (la mia è una battuta naturalmente).



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta regionale

Qualche volta si scrive anche in macchina!!!



BERTI Antonio

Appunto. Ma ho detto che oltre alle cose che dite e scrivete voi Presidenti, c'è il problema di come viaggiate, lo riconosciamo. Gli Assessori, per esempio, devono spostarsi spesso e noi auspichiamo che tutti si spostino molto nelle province del Piemonte per i contatti, le assemblee i rapporti con i sindaci, gli incontri. E' una verifica che speriamo di fare prima o poi, in modo che sia dimostrata la necessità di avere a disposizione una macchina, ma deve servire per il lavoro, sarebbe non del tutto giustificato l'uso permanente della macchina anche per gli Assessori quando servisse essenzialmente al trasporto dal luogo di lavoro alla propria abitazione.
Gli Assessori sono impegnati per 10/12 ore al giorno, hanno anche il bisogno fisico di essere trasportati, ma questo vale per tutti, anche noi siamo impegnati tante ore al giorno, però vogliamo riconoscere a chi ha una funzione di maggiore responsabilità personale, come l'Assessore, un logorio fisico per diminuire il quale occorre servirlo. Noi siamo vigili e attenti nei confronti di quei Consiglieri regionali investiti di determinate responsabilità che ritengono, per il solo fatto di esserne investiti, di dover avere a disposizione certi servizi. Noi pensiamo che il servizio debba essere disponibile in rapporto all'attività, in relazione all'incarico che ogni Consigliere, il Presidente di Commissione, i membri dell'Ufficio di Presidenza svolgono in conseguenza del mandato ricevuto.
Questi erano i principi che ci avevano guidati quando, per regolamento chiedemmo la istituzione di due parchi macchine: uno della Giunta e uno del Consiglio, con due macchine personali per il Presidente del Consiglio e per il Presidente della Giunta.
Ripeto, noi continuiamo a vigilare su ogni abuso rispetto al regolamento che è stato approvato dal Consiglio regionale. Non ci interessano deliberazioni eventualmente assunte dai rispettivi organi ancorché previsti dalla legge, le assumeremo comunque come problema politico.
Questo mi pare di poter dire in questa occasione per rendere pubblica una questione che più volte abbiamo discusso in termini non sempre giusti.
Io mi assumo sempre la mia parte di responsabilità, non mi piace il ruolo di moralista per eccellenza perché non lo sono, ma mi piace mettere i puntini sugli "i" e lo faccio per una questione di giustizia e allora dico: se qualcuno mi dimostra e mi convince che è giusto servirsi dell'automezzo per il trasporto anche personale dal luogo di abitazione al luogo di lavoro, a questo punto occorre rivedere la indennità, rivedere il meccanismo, ma io ritengo sommamente ingiusto che chi per spostarsi dalla propria casa alla Regione ha a sua disposizione un mezzo, possa contemporaneamente percepire l'indennità viaggio che mi sembra vada da un minimo di 125.000 lire ad un massimo di 200/250.000 lire. E' sbagliato, è moralmente sbagliato. Ecco perché più volte ho sollevato la questione e oggi la risollevo anche perché noto molte cose: mi consenta il Capogruppo D.C., anche il suo è un ruolo importante, rappresenta il partito di maggioranza, avrebbe il diritto di farsi portare avanti e indietro con la macchina sì o no rispetto ad altri? Ma io vedo sempre Bianchi arrivarsene col treno e da Porta Nuova fin qui a piedi, o in taxi, ma sono fatti suoi se va in taxi se lo paga; vedo Presidenti di Commissione che se ne arrivano regolarmente con la propria macchina e non vengono da Torino, vengono magari da Asti o da qualche altra parte. E' una questione di coscienza? Io dico che la cosa deve essere rivista, non permetteremo che ci siano degli abusi alla Regione Piemonte.
Concludendo, siamo perché sia regolamentata la questione, perché si riconfermi che l'uso della macchina è in rapporto al mandato e ad incarichi specifici, e quando ci fossero dei motivi ben giustificati si riveda l'indennità di trasferta. In questo caso si registra un equilibrio. Questo per quanto concerne il Consiglio.
Per quanto riguarda gli altri, leggo per esempio che c'è una macchina personale con autista anche per i Capi Divisione, l'ho rilevato dall'elenco dei numeri telefonici: Tizio, autista ing. Momo. Devo presumere che costui abbia un autista personale, quindi con macchina. Ma non siamo mica impazziti? Chi l'ha deciso, e per cosa? Se mi sbaglio sono pronto ad ammetterlo, ma l'ho letto nell'elenco, autista ing. Momo. Questo è il nome che mi viene in mente perché è quello con il quale siamo più in contatto C'é un parco macchine, quando si deve spostare si sposta, oppure anche costui viene portato a casa?



BENZI Germano, Assessore all'urbanistica ed assetto territoriale

Lo escludo nella maniera più assoluta



BERTI Antonio

Ne prendo atto, ma che bisogno c'è di un autista, di una macchina personale? Sta scritto lì e se non è così fate modificare l'elenco. Io non parlo mai a vanvera, così ho letto e così dico, quegli elenchi non li ho fatti io, li avete fatti voi e allora dimostratemi che chi li ha fatti si è sbagliato



BENZI Germano, Assessore all'urbanistica ed assetto territoriale

Non conosco l'elenco, ma te lo dimostrerò.



BERTI Antonio

Non vorrei che adesso, perché ho fatto il nome, si dicesse che ce l'ho con Momo, anzi ne apprezzo le altissime qualità di carattere culturale e urbanistico come abbiamo avuto sovente modo di constatare.
Ma a parte questo, c'è il funzionario anche di alto grado che si deve muovere, ma ne ho visti alcuni anche di altissimo grado muoversi con il proprio mezzo. Sono queste differenze che mi urtano, e che credo urtino i miei compagni, io parlo liberamente, esprimo cose che sento, ma sono convinto che sono condivise dai miei compagni.
Noi abbiamo ricevuto un'eredità pesante dagli uffici periferici dello Stato dove l'uso della macchina è un metodo, prima portavano addirittura avanti e indietro i propri parenti, speriamo che non sia più così, mi risulta che in alcuni Assessorati sono state date disposizioni precise e ne prendo atto, ma forse qualcosa di più occorrerà fare. Determinati Assessorati, per esempio quello dell'agricoltura, hanno un numero maggiore di macchine, ne hanno probabilmente bisogno, per le rilevazioni ecc. ma occorrerà essere attenti perché l'uso corrisponda veramente al bisogno sarà forse opportuno che nel Notiziario che diligentemente l'Assessore ci manda, dal quale possiamo anche apprendere che si fanno i corsi per i dipendenti (naturalmente tenuti soltanto da rappresentanti della D.C.) ci sia anche l'elenco dei sopralluoghi, in modo che possiamo renderci conto se questa disponibilità di macchine è eccessiva, se non è eccessiva ci batteremo perché ne abbiamo ancora di più, ma dobbiamo vederlo.
Queste sono le considerazioni che volevo fare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Menozzi.



MENOZZI Stanislao

Signor Presidente, signori Consiglieri, io sono particolarmente grato al Capogruppo del P.C.I., Berti, per aver voluto intrattenersi molto più diffusamente di quanto non ebbe a fare la prima volta, quando l'argomento macchine venne portato all'attenzione di questo Consiglio e anche per il diverso atteggiamento assunto. E mi si scusi un riferimento personale: in quella occasione, risalente a tanti mesi or sono, il sottoscritto rivolse raccomandazione al Consiglio ed alla Giunta, onde contenere al massimo il numero di macchine a disposizione, ed il collega Berti mi accusò di fare del moralismo. Il mio discorso di allora, anche se meno ampio del suo d'oggi, tendeva proprio a prevenire le lamentele qui avanzate e che in parte condivido, senza con questo parlare di abusi. Il regolamentarne l'uso diventa una cosa estremamente difficile, le esigenze sono quelle che sono ogni uomo è portato a legarsi più alle comodità che alle difficoltà, per cui auspico anch'io che quando il problema verrà preso in esame, come dalla documentazione predisposta dalla Giunta regionale, si abbia ad arrivare non solo a delle definizioni generiche, ma ad una regolamentazione chiara e precisa, per eliminare alcune incongruenze che, oltre ad aumentare le spese, potrebbero anche intaccare la dignità e la moralità di ogni membro di questo Consiglio e dei funzionari che al servizio dello stesso e della Giunta operano.
Io direi (è una anticipazione che voglio fare, in attesa che si discuta più approfonditamente il problema) che si dovrebbe limitare il più possibile l'uso delle macchine, salvo per coloro che ne debbono essere i titolari e semmai rilevare le esigenze che lo stesso collega Berti ha qui evidenziato, andando a rivedere eventualmente i compensi in essere per quanti viaggiano con mezzi propri. Gli uffici periferici, non possono assolutamente essere privati dei mezzi, ma vi sono funzionari la cui idoneità fisica, per loro fortuna, gli consente di viaggiare anche senza autisti; dove è possibile contenere il numero delle macchine e trovare funzionari disposti ad usare le proprie si potrebbe offrir loro due o tre volte tanto quello che è il costo presunto per chilometro, ci comporterebbe pur sempre un vantaggio notevole per la Regione.
E' indubbio che dobbiamo sentirci legati alle esigenze della società moderna, ma anche a quelle di natura politica (e concludo come conclusi allora) per compiere un gesto, non di pseudo moralismo, ma di moralità vera e propria, facendo della Regione uno strumento per una migliore politica nell'uso dei beni e del patrimonio posti a sua disposizione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Assessore alle finanze e patrimonio. Prendo la parola io anche perch non c'è il Presidente.
La discussione è partita dall'impinguamento di due capitoli di bilancio che - molto correttamente devo dire - il Presidente della Commissione e il collega Raschio hanno ammesso essere necessario; l'aumento del carburante l'una tantum che si è dovuta pagare per gli autoveicoli nel corso dell'anno, hanno reso i due capitoli di bilancio ormai non più capienti e quindi si è dovuto tenerne conto.
Per quanto riguarda invece il problema generale che è stato sollevato debbo dire semplicemente questo: non si tratta affatto di essere quasi un rompiscatole come diceva il Capogruppo comunista, ma si tratta di una questione di correttezza amministrativa, non parlo di moralismo, che trova pienamente consenziente la Giunta. E' evidente che è un campo molto difficile, del tutto particolare, per cui si potrebbero anche fare delle illazioni che non hanno poi sostanzialmente del fondamento. Ma è un settore che deve essere costantemente controllato perché questa correttezza amministrativa ci sia in ogni momento e da parte di tutti, a cominciare dai rappresentanti della pubblica amministrazione, dai politici e dai funzionari.
La Giunta non si sottrae certamente a questo controllo continuo, ma è evidente che l'argomento deve essere approfondito soprattutto perché è stato fatto un nome, nato certamente da un equivoco. Io ho sempre visto l'ing. Momo viaggiare con i suoi mezzi e ritengo che sia stato erroneamente indicato nell'elenco. E' evidente che l'autovettura con relativo autista è a disposizione dell'Assessorato per trasportare ad esempio gli architetti che devono fare i sopralluoghi, per i controlli in loco dei piani regolatori, dei piani di fabbricazione e questo dico perché così mi risulta. Se poi si vorrà impostare anche il discorso di una revisione dell'indennità, che per ora è unica, ma che potrebbe anche essere scissa ad esempio come diaria per il vitto, per la permanenza in città e per il trasporto, la Giunta è pienamente disponibile.
In sostanza, ripeto, correttezza amministrativa sulla quale è in primo luogo impegnata la Giunta.



PRESIDENTE

Passiamo ora alla votazione dell'articolo unico.
Disegno di legge regionale n. 230 "Convalida del Decreto del Presidente della Giunta regionale 30 ottobre 1974, n. 4204, relativo a prelievo di somme dal fondo di riserva per le spese impreviste".
"Articolo unico - Il decreto del Presidente della Giunta regionale n.
4204 in data 30 ottobre 1974, emesso ai sensi dell'art. 6 della legge regionale 5 luglio 1974, n. 20, su conforme deliberazione della Giunta in data 24 settembre 1974, è convalidato".
Nessuno chiede di parlare? Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha dato il seguente esito: presenti e votanti: 31 hanno risposto si: 19 Consiglieri hanno risposto no: 11 Consiglieri si è astenuto: 1 Consigliere Il disegno di legge n. 230 è approvato.
Se il Presidente della Giunta lo consentisse vorrei che oggi pomeriggio i Capigruppo arrivassero qualche minuto prima della riunione perché vi sarebbe la questione della composizione del Comitato che in Commissione non è stato licenziato.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Non possiamo passare adesso la legge di Roure?



PRESIDENTE

Se non ci sono difficoltà passiamola pure.


Argomento: Comuni - Istituzione nuovi comuni - Mutamento denominazioni

Esame del disegno di legge n. 224: "Restituzione della denominazione del Comune di Roreto Chisone in Roure"


PRESIDENTE

Passiamo quindi al punto sesto dell'ordine del giorno "Esame del disegno di legge n. 224 'Restituzione della denominazione del Comune di Roreto Chisone in Roure' "'. Relatore è il Consigliere Calsolaro, al quale do la parola.



CALSOLARO Corrado, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, a norma del 2° comma dell'art.
133 della Costituzione "La Regione, sentite le popolazioni interessate, pu con le sue leggi istituire nel proprio territorio nuovi Comuni e modificare le loro circoscrizioni è denominazioni." L'art. 1 del D.P.R. 15 gennaio 1972, n. 1, trasferisce alle Regioni tutte le funzioni esercitate dagli organi centrali e periferici dello Stato in materia di circoscrizioni comunali, in particolare, alla lettera b), le funzioni relative alla denominazione dei Comuni, delle frazioni e delle borgate.
La procedura del referendum consultivo per la modificazione delle denominazioni comunali, previste dall'art. 133, 2° comma, della Costituzione, è regolata dal Titolo III della legge regionale 16 gennaio 1973, n. 4.
In applicazione dell'art. 33, 1° comma, della citata legge regionale il Consiglio regionale ha deliberato il referendum consultivo con provvedimento del 28 maggio 1974, su iniziativa assunta dalla Giunta con atto in data 15 maggio 1974.
La deliberazione del Consiglio regionale favorevole alla effettuazione del referendum consultivo indicava, ai sensi del 2° comma dello stesso articolo 33, il quesito da sottoporre a votazione "Approvate che sia cambiata la denominazione del Comune di Roreto Chisone in Roure? " e il Comune (Roreto Chisone) in cui gli elettori erano chiamati a consultazione.
Il referendum consultivo veniva indetto - secondo quanto dispone l'art.
34 della legge regionale in questione - con decreto 30 maggio 1974 del Presidente della Giunta regionale: con esso si fissava la data di convocazione degli elettori per i giorni di domenica 6 ottobre e lunedì 7 ottobre 1974.
Il decreto, emanato nei termini previsti dal citato articolo 34, era notificato e comunicato agli organi indicati dal 2° comma dello stesso articolo.
Ogni altro adempimento elettorale è stato regolarmente effettuato nei termini e nelle forme previste dalla legge.
La consultazione popolare ha dato i seguenti risultati: elettori 923 votanti 806 - hanno risposto SI 566 elettori - hanno risposto NO 203 elettori - schede bianche 11 - schede nulle 26.
L'Ufficio centrale circoscrizionale costituito presso il Tribunale di Torino ha proceduto nella pubblica adunanza dell'8 ottobre 1974 agli accertamenti di cui al 2° comma dell'art. 36 della legge regionale ed alla conseguente proclamazione dei risultati del referendum consultivo.
Il quesito è stato dichiarato accolto in quanto i voti attribuiti alla risposta affermativa (566) non sono stati inferiori alla maggioranza (462) degli elettori votanti per le elezioni regionali (923), iscritti nelle liste elettorali del Comune di Roreto Chisone.
In data 27 novembre 1974 la Giunta regionale ha presentato, in adempimento della norma di cui all'art. 38 della legge regionale 16 gennaio 1973, n. 4, il disegno di legge n. 224 che ha per oggetto la "Restituzione della denominazione del Comune di Roreto Chisone in Roure".
Il disegno di legge è stato assegnato all'VIII Commissione in sede referente in data 28 novembre 1974.
Con il R.D. 12 aprile 1937, n. 751, il Governo fascista mutava la denominazione del Comune di Roure in quella di Roreto Chisone.
La denominazione di Roure è antichissima: da documenti rinvenuti presso gli archivi della valle risulta che intorno al 1484 esisteva già un "Sindico di Roure". Il toponimo è solo in apparenza francese; in realtà è forma alpino-provenzale tuttora in uso nella parlata locale. Derivato pertanto dal patois locale, il suo significato è quello di rovere, e cioè di luogo dove questa pianta cresce in abbondanza.
Già numerosi comuni della provincia di Torino i cui nomi erano stati artificiosamente italianizzati sotto il regime fascista (come, ad esempio Oulx, Salbertrand ed Exilles) hanno ripreso le loro denominazioni storiche originarie.
I cittadini di Roreto Chisone hanno espresso democraticamente la loro volontà nella consultazione elettorale del 6/7 ottobre 1974.
Peraltro, il Consiglio Comunale di Roreto Chisone, sin dal 26 agosto 1972, aveva deliberato all'unanimità di chiedere che al Comune venisse concesso di riassumere la vecchia e storica denominazione di Roure, dando mandato al Sindaco di inoltrare istanza ai competenti organi regionali ai fini di ottenere la sollecita esecuzione della deliberazione secondo le norme vigenti.
L'istanza, democraticamente convalidata dal voto della richiesta maggioranza dei cittadini di Roreto Chisone, è altresì conforme allo spirito e alla lettera dell'art. 7 dello Statuto.



L'VIII Commissione, concludendo l'esame del disegno di legge, lo rassegna al Consiglio esprimendo all'unanimità il proprio parere favorevole.



PRESIDENTE

Qualcuno desidera intervenire? Dichiaro chiusa la discussione generale.
"Articolo unico - Il Comune di Roreto Chisone assume la denominazione di Roure. La presente legge sarà pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Piemonte".
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti: 33 hanno risposto si: 31 Consiglieri si saio astenuti: 2 Consiglieri Il disegno di legge è approvato.
Il Consiglio è convocato per oggi pomeriggio alle ore 15,45.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,15)



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