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Dettaglio seduta n.275 del 18/12/74 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


FASSINO GIUSEPPE


Argomento:

Ordine del giorno della seduta


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

La seduta è aperta.
L'ordine del giorno reca: Approvazione verbale precedente seduta Comunicazioni del Presidente Esame disegni di legge nn. 175-176-177: "Contributo regionale per l'assistenza farmaceutica ed integrativa agli esercenti attività commerciali, ai coltivatori diretti ed agli artigiani" Piano pluriennale degli asili nido Esame disegno di legge n. 227: "Intervento straordinario a sostegno dei redditi più bassi in relazione al pesante rincaro del costo della vita ed in particolare del riscaldamento" Dibattito su finalità ed obiettivi del piano regionale delle acque Esame disegno di legge n. 228: "Rendiconto generale della Regione Piemonte per l'esercizio finanziario 1973" Esame disegno di legge relativo all'esercizio provvisorio del Bilancio per l'anno 1975. Dichiarazioni Presidente Giunta Regionale sullo stato di attuazione del programma regionale.


Argomento:

Approvazione verbale precedente seduta


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Il processo verbale dell'adunanza precedente e stato distribuito ai Consiglieri prima dell'inizio della seduta odierna. Se nessuno chiede di parlare lo considero, a tutti gli effetti, approvato.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Sono in congedo i Consiglieri: Benzi, Debenedetti, Fabbris, Giovana Minucci, Petrini, Visone, Zanone, Fonio, Garabello, Menozzi.


Argomento:

b) Disegno di legge - Presentazione e assegnazione a Commissioni


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

E' stato presentato il disegno di legge n. 231 relativo a "Integrazione a carico della Regione del fondo speciale per gli asili nido per gli esercizi finanziari 1974/'75/'76" presentato dalla Giunta Regionale in data 18 dicembre 1974. Verrà assegnato alla Commissione competente.


Argomento: Varie

c) Conferenza nazionale a Reggio Calabria sull'inchiesta delle Regioni sul neofascismo


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Vivo successo di partecipazione hanno fatto registrare le manifestazioni indette congiuntamente dai Consigli Regionali della Calabria e del Piemonte svoltesi il 15 e 16 dicembre a Reggio Calabria.
La Mostra della Resistenza, inaugurata nel pomeriggio di domenica 15 dal Vice Presidente della Camera dei deputati on. Boldrini, presente un folto pubblico composto soprattutto di giovani, è stata allestita a Reggio Calabria dal Circolo della Resistenza "La Rosa bianca" dell'Azienda Acquedotto Municipale di Torino. Accanto alla Mostra della Resistenza è stata aperta anche una mostra della strage di Brescia con numerose fotografie (talune inedite) sul sanguinoso attentato di Piazza della Loggia.
Sia nella giornata inaugurale, che nei giorni successivi la Mostra, che resta aperta sino al 22 dicembre, è stata visitata da un numeroso pubblico.
Visite-guida sono state organizzate per gli studenti calabresi, mentre il locale Circolo del Cinema ha partecipato all'iniziativa con significativi cicli di conferenze e di proiezioni cinematografiche.
Positivo esito ha registrato anche la conferenza nazionale sul tema "Inchiesta delle Regioni sul neofascismo". Nei due centri di lavoro, in cui erano presenti fra gli altri: il Vice Presidente del Senato Albertini, il Vice Presidente della Camera Boldrini, il Sottosegretario Scardaccioni in rappresentanza del Governo, in rappresentanza del Consiglio Regionale piemontese il Presidente Viglione, il Vice Presidente Sanlorenzo, il Consigliere Segretario Gerini, esponenti delle organizzazioni antifasciste partiti democratici a livello nazionale, è stato ribadito il fermo impegno antifascista delle Regioni.
Dopo i saluti del Sindaco di Reggio Calabria, del Presidente della Giunta della Calabria, la conferenza nazionale si è svolta su tre relazioni base. Ampio e qualificato è stato il dibattito al termine del quale è stato approvato, all'unanimità, il seguente documento: "Le Regioni italiane, riunite a Reggio Calabria il 15 e 16 dicembre per la Conferenza nazionale sul tema "Inchieste delle Regioni sul neofascismo" rilevano la concordanza di valutazioni e di intenti, emersa dalle relazioni e nel corso del dibattito, sulla persistente gravità dei fenomeni di eversione fascista, che si concretizzano nel costante ripetersi di provocazioni, aggressioni, attentati squadristici e atti di terrorismo e di criminalità organizzata, tutti finalizzati ad una strategia che punta seminando panico, sfiducia e qualunquismo, a sconvolgere la vita nazionale e ad aprire la via a soluzioni antidemocratiche ed anticostituzionali richiedono che il nuovo Governo, sulla base degli impegni assunti in Parlamento, prosegua con coerenza e sempre maggiore efficacia l'azione tesa ad accertare tutte le verità sulle trame nere e a fare completa giustizia corrispondendo alle indilazionabili attese che animano la stragrande maggioranza degli italiani rilevano a tal fine che una delle condizioni indispensabili è che la Magistratura proceda sollecitamente, evitando rinvii e conflitti di competenza che procrastinano il momento dell'accertamento della verità e delle conseguenti sentenze ribadiscono che l'intendimento con il quale è stata promossa la grande inchiesta di massa sull'attività fascista e parafascista, che impegna Regioni, Comuni; organizzazioni politiche, sociali, culturali antifasciste è quello di contribuire all'azione delle autorità di P.S., della Magistratura, dello Stato per la necessaria vigilanza democratica raccogliendo l'appello alla partecipazione popolare, per la salvaguardia e il risanamento delle istituzioni, rivolto al Paese dal Presidente del Consiglio dei Ministri si impegnano a continuare nella elaborazione di una politica ispirata all'antifascismo come ideologia del rinnovamento per tutte le autonomie locali del Paese constatano che la Conferenza ha segnato anche un nuovo momento di consapevolezza della questione meridionale come questione nazionale da cui dipende la soluzione dei principali problemi del progresso economico sociale e quindi democratico del Paese esprimono la coscienza unanime che un ulteriore ritardo dei vecchi e nuovi problemi del Mezzogiorno d'Italia possa creare basi nuove non solo all'eversione fascista, ma a disegni di involuzione autoritaria e di esplicito attacco alle istituzioni democratiche. A tal fine occorre tagliare le radici profonde da cui trae alimento tale disegno, liquidare parassitismi e vuoti di responsabilità che, favorendo qualunquismo e sfiducia, ne aiutino lo sviluppo concordano che per questo è indispensabile un profondo rinnovamento della vita nazionale da attuarsi con un effettivo decentramento delle decisioni, con la riforma dello Stato, la piena realizzazione della riforma regionale, lo sviluppo della partecipazione popolare".


Argomento: Assistenza farmaceutica (organizzazione, servizi ecc.

Esame disegni di legge nn. 175 - 176 - 177: "Contributo regionale per l'assistenza farmaceutica ed integrativa agli esercenti attività commerciali, ai coltivatori diretti e agli artigiani"


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Se nessuno chiede la parola sulle comunicazioni, passo al punto successivo: "Esame disegni di legge nn. 175-176-177: "Contributo regionale per l'assistenza farmaceutica ed integrativa agli esercenti attività commerciali, ai coltivatori diretti ed agli artigiani".
Ho ricevuto in questo momento dal Presidente della I Commissione la comunicazione che è stato espresso parere favorevole sulle tre proposte di legge in discussione.
Credo che il Consiglio sia d'accordo di fare un'unica relazione e un unico dibattito su tutte e tre le leggi.
Ha la parola il Consigliere Cardinali.



CARDINALI Giulio, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, credo che la relazione sui disegni di legge 175-176-177 possa essere estremamente breve in quanto i provvedimenti si qualificano da sé.
E' ovvio che si tratta di interventi settoriali conseguenti a quelli già effettuati dalla Regione con le leggi del 22.8.1972 con le quali veniva assicurato il contributo di assistenza farmaceutica ed integrativa ai titolari di pensioni delle tre categorie in discussione.
I tre disegni di legge rappresentano la logica estensione dell'assistenza farmaceutica ed integrativa a tutte le categorie. In attesa della riforma sanitaria che provvederà in termini diversi ad un assetto definitivo dell'importante materia, l'obiettivo è quello di rendere il più possibile vicini i contributi di assistenza fra lavoratori autonomi e lavoratori dipendenti: infatti, mentre per i lavoratori dipendenti vi è una parte di contributi che spetta al datore di lavoro, per i lavoratori autonomi tutto grava direttamente sulle loro spalle. I tre disegni di legge tendono quindi a contribuire, qualora le Casse mutue interessate lo deliberino, alla estensione della integrativa e della farmaceutica.
Si tratta, in sostanza, di intervenire per alleviare le categorie interessate, i familiari dei titolari e degli associati alle mutue artigiane, coltivatori diretti e commercianti, dagli oneri che verrebbero assunti a carico della Regione.
L'intervento riguarda un certo settore, ma era logica la conseguenza di una perequazione che riguardasse non soltanto i pensionati, ma anche gli attivi.
Non credo ci sia altro da aggiungere e ritengo che i tre disegni di legge possano essere votati.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Apro il dibattito sulle tre leggi.
La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Signor Presidente, l'estensione dell'assistenza farmaceutica ed integrativa ai coltivatori diretti, artigiani e commercianti era stata dal nostro Gruppo proposta un paio d'anni fa, quando abbiamo assunto le prime decisioni in materia; in quell'occasione la maggioranza non accolse la nostra proposta e infatti le leggi in quel periodo furono emesse con quei limiti che in questo momento si tenta di allargare.
Voi ricorderete che in particolare l'attenzione del Consiglio regionale si appuntava sull'esigenza di intervenire a sostegno delle categorie con reddito più basso (era il primo dibattito sul piano di sviluppo economico regionale) linea che in un prosieguo di tempo si è confermata come linea fondamentale. Si voleva portare il riequilibrio del reddito tra le varie categorie produttrici e uno degli interventi era quello verso il settore dell'agricoltura: si trattava di intervenire sulle strutture produttive e per certi versi di colmare le differenze che sul piano sociale e civile separavano queste da altre categorie produttive che invece questo tipo di assistenza sociale avevano da tempo conquistato.
Alla luce di questo noi presentammo allora tre proposte di legge che contemplavano contemporaneamente un intervento collegato ad una politica di piano che poi si è espressa in sede di altre proposte nei settori della zootecnia, dell'artigianato e del commercio.
Mi pare tuttavia di poter dire che nel corso dei mesi, degli anni sino ad oggi, sia venuta precisandosi sempre meglio che la funzione fondamentale del nostro Consiglio Regionale e delle Regioni in generale (e su questo mi pare ci sia concordanza) è quella di limitare al massimo gli interventi di tipo contributivo per concentrare le risorse della Regione (che, come è noto, sono piuttosto limitate) in investimenti così detti di carattere produttivo, cioè a favore delle strutture per modificarle, per porle in grado di ottenere dei risultati che appunto, in quanto più positivi dimostrassero che l'elevamento del reddito di queste categorie era decisivo.
Alla luce di queste considerazioni credo valga una osservazione critica, che del resto abbiamo già avuto modo di fare e cioè che forse oggi, in relazione all'avvicinarsi della riforma sanitaria e a tutto quello che bolle in pentola nel settore della sanità, è forse meno giustificato oggi colmare quel vuoto che sarebbe stato giusto colmare anni fa. Ci ha quindi un po' sorpresi che proprio in questo periodo la maggioranza abbia ritenuto di applicare una norma che per conto nostro avrebbe ottenuto maggiori risultati due anni fa. Ci preme quindi sottolineare che questo intervento arriva in un momento in cui, per la situazione in cui si trova la finanza regionale e per l'approssimarsi della riforma sanitaria probabilmente arriva tardi, troppo tardi.
Mentre prendiamo atto di questo, comunque, è chiaro che noi riprendiamo con maggior forza la nostra pressione politica perché il Governo e il Parlamento approvino al più presto la riforma sanitaria, che naturalmente dovrebbe escludere interventi di questo tipo, anzi, dovrebbe far cessare la validità di queste leggi.
Devo sottolineare ancora un altro aspetto: recentemente l'assistenza ospedaliera è passata alle Regioni come un segno dei tempi, cioè si va (noi ci auguriamo, molto rapidamente) verso l'estinzione delle mutue e verso l'istituzione di un servizio sanitario nazionale che con strumenti nuovi (le unità sanitarie locali) provvederà all' erogazione di tutto il servizio; quindi le mutue scompariranno. Voi sapete da quanti anni si parla della riforma e quando il Consiglio Regionale approvò, queste leggi era già in corso una proposta di riforma sanitaria che veniva presentata come prossima ad essere discussa dal Parlamento e quindi rapidamente data al Paese.
In considerazione di questa evenienza politica di grande rilievo, noi fummo contrari all'assegnazione della gestione di questo intervento integrativo alle mutue, ritenendo che gli enti destinati alla gestione di questo intervento fossero i Comuni i quali hanno il diritto e il dovere di gestire, attraverso le unità sanitarie locali, il servizio. Votammo quindi contro, o ci astenemmo, non ricordo esattamente, l'importante è che non accogliemmo interamente la proposta proprio perché non condividevamo questo tipo di gestione.
Siamo costretti ora a prendere atto, oltre alle considerazioni che facevo prima sul ritardo con il quale si arriva a questa integrazione, che si insiste sulla gestione di questo intervento da parte delle mutue le cui carenze, i cui ritardi sono ampiamente noti e che non danno molte garanzie.
Noi non abbiamo presentato emendamenti perché conosciamo l'orientamento della maggioranza qualora le forze politiche o parte delle stesse esprimessero l'intenzione di procedere a modifiche di questo tipo, potremmo anche proporre un emendamento di modifica all'articolo della legge.
Noi siamo più che mai convinti che le ragioni che ci avevano indotti due anni fa a chiedere che la gestione di questo intervento fosse assegnata ai Comuni, come anticipazione della riforma, siano ancora più valide oggi che la riforma e al Consiglio dei Ministri ed è nel programma di Moro anche se in forma sfumata. E' chiaro che se questo Governo una riforma farà, sarà questa, anche perché il settore vive momenti estremamente drammatici, quindi qualcosa bisognerà pur fare, soprattutto per questo sosteniamo con maggior forza l'esigenza che la gestione sia data ai Comuni.
D'accordo quindi sulla sostanza dell'intervento, per quanto riguarda la gestione chiediamo alla maggioranza di esaminare ancora la possibilità, per le ragioni che prima ho esposto, di conferirla agli Enti locali come anticipazione della riforma sanitaria.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

E' iscritto a parlare Consigliere Rossotto. Ne ha facoltà.



ROSSOTTO Carlo Felice

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, nell'affrontare il complesso di queste tre leggi è opportuno far riferimento a quello che esse significano per il bilancio '75, su cui questa mattina dai giornali abbiamo avuto alcune indicazioni, e che esamineremo nella riunione di lunedì 23 dicembre. Sono 2 miliardi e 100 milioni che vengono destinati nel 1975 a favore di tre categorie che indubbiamente meritano ogni attenzione e considerazione da parte delle forze politiche regionali.
Va però tenuto conto anche che questi interventi li facciamo con riferimento al capitolo 45 che concerne gli interessi maturati su somme non spese dalla Regione negli anni precedenti, una entrata, quindi, del tutto straordinaria, che non avrebbe dovuto verificarsi se tutto ciò che si va dicendo da tempo e da parte delle forze di opposizione e talvolta anche da parte della maggioranza, degli organi direttivi della Regione, avesse trovato riscontro nei fatti.
Il mio discorso va oltre quello che ha detto il Capogruppo del Partito comunista, Consigliere Berti. Noi affrontiamo, come collettività nazionale e come collettività regionale, un momento di estrema gravità, fermamente determinati a mantenere, modificando quanto e necessario modificare, in piedi il nostro sistema economico. Il permanere di quelle strutture democratiche che da ventotto anni ci siamo date presuppone però un discorso di severità, perché la spesa corrente sta assottigliando, fino a consumarle completamente, tutte le disponibilità che abbiamo per poter intervenire costruttivamente.
E' indubbio, ripeto, che queste tre categorie meritano da parte nostra attenzione per le difficoltà che incontrano a causa di necessità non soddisfatte negli anni passati. Ma io penso anche che in un momento in cui il Governo centrale si pone in maniera drammatica il problema di garantire i livelli di retribuzione della classe operaia, nel momento in cui viene applicata la politica della lesina e delle sforbiciate alle disponibilità finanziarie concesse alle Regioni, mentre è ancora in discussione l'accettazione di quell'aumento del 20-25 per cento nei confronti delle erogazioni che devono essere fatte in applicazione della legge 281 con quelle modifiche che i due rami del Parlamento sembrano avere già accettato, con un bilancio in condizioni di assoluta rigidità, io penso sia tempo che il Consiglio Regionale del Piemonte, anche per la serietà che ha sempre dimostrato nell'affrontare con sensibilità i problemi e nel non cadere in facili tentazioni di voler risolvere tutto, cominci a dire qualche "no". E potrebbe cominciare proprio con queste categorie, che, se versano in condizioni di estrema precarietà in quanto la loro attività economica è in fase negativa, possono giocare su una certa elasticità nei loro bilanci proprio perché la loro attività comporta un andamento di maggior libertà.
Per questo, andando oltre l'intervento fatto dal collega Berti, noi liberali, pur sentendo la necessità di far qualcosa anche in questo settore, riteniamo che in questo momento si sarebbe dovuto dire "no", non soltanto perché c'è una riforma sanitaria da compiere, che arrecherà giustizia in questo come in tanti altri settori, ma perché noi saremo chiamati nei prossimi mesi ad operare interventi il più possibile massicci in settori per i quali purtroppo non ci sono mezzi sufficienti a dare concrete risposte.
Il Gruppo liberale fin dal febbraio dell'anno scorso indico i due settori di interventi prioritari nell'agricoltura e nell'edilizia. In agricoltura effettivamente il Consiglio Regionale ha cercato di operare in maniera concreta; nel settore dell'edilizia cominceranno domani pomeriggio le consultazioni con le forze vive della realtà regionale sui vari disegni di legge all'esame delle forze politiche rappresentate in questo Consiglio Regionale, in relazione alla drammatica situazione occupazionale. Ora, noi riteniamo di doverci opporre alla destinazione di 2100 milioni, rimasti disponibili in conseguenza di una cattiva gestione dei fondi messi a nostra disposizione, quando sappiamo che avremo una sempre minor disponibilità nel contesto delle effettive esigenze e a causa del drammatico aumento dei costi che si sta verificando per i processi inflazionistici di origine internazionale e prettamente strutturale italiana, pur sapendo quanto questo possa essere anche demagogicamente strumentalizzato nei nostri confronti in maniera negativa. Noi diciamo, proprio per richiamare alla realtà quelle forze che credono ancora nel sistema libero - artigiani commercianti, agricoltori -, la cui vita di categoria presuppone proprio un sistema economico libero, che occorre cominciare anche a tradurre in atti concreti quelle lacrime e quel sangue cui molte volte coloro che sono preposti alla vicenda pubblica fanno appello rivolgendosi al Paese. E' un momento di duri "no", e forse proprio un "no" detto a spese correnti come queste, in favore di categorie che, pur avendo bisogno, possono ancora avere un margine di elasticità, consentirà a noi di dire dei "sì" per altre iniziative che sappiamo essere immediatamente produttive e fonte di un bilancio almeno limitato dalle nostre possibilità di attività economica.
Non è per speculazioni di alcun genere, pertanto, che il nostro giudizio su questi disegni di legge non sarà positivo. L'astensione del Gruppo liberale su questi tre disegni di legge ha questo significato di richiamo: le componenti politiche delegate ad amministrare la Regione, che stanno per affrontare il dibattito su questo bilancio '75, l'ultimo prima di passar la mano, dopo l'esame elettorale, ad altri che a noi subentreranno, devono fare alcune chiare scelte di "no" e di "sì". Perch la situazione, per quanto a noi appaia drammaticamente seria, non è riconosciuta da tutto il contesto della nostra realtà sociale: c'è chi continua ad aver fiducia nello stellone d'Italia e pensa che sia soltanto per incapacità nostra di amministratori ad impegnarci sufficientemente che le cose stanno andando male.
Siamo ai limiti delle nostre possibilità di intervento e per poter mantenere un minimo margine di manovra dobbiamo incominciare a dire qualche "no". A nostro parere, avremmo dovuto farlo proprio partendo dai tre settori indicati, dalle tre categorie, dicendo loro che, come per il passato esse, in momenti forse di maggior benessere, non avevano avuto aiuti, era opportuno che in questo momento di grave difficoltà continuassero a vivere con un certo spirito di sacrificio, accettando rinunce che tutti quanti, come collettività, dobbiamo seriamente prepararci a compiere, se vogliamo mantenere in piedi le nostre strutture.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Chiede di parlare il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, abbiamo già espresso in altre occasioni le nostre perplessità ogni volta che la Regione viene sospinta, trascinata, portata ad interventi di natura meramente assistenziale, ed esulanti dalle sue competenze istituzionali, posto che abbiamo anche il realistico senso delle proporzioni e sappiamo che questi interventi sono sostanzialmente inadeguati sotto il profilo quantitativo. Ma essi si giustificano per una serie di ragioni che hanno portato più volte la Regione ad esercitare delle funzioni di supplenza e di stimolo nei confronti dello Stato o di altre istituzioni.
In relazione specifica a questi provvedimenti di legge, noi ricordiamo l'importanza del ruolo umano, sociale ed economico che le categorie dei lavoratori autonomi svolgono; ricordiamo le difficoltà contingenti in cui queste categorie in particolare si trovano; ricordiamo l'esigenza, sentita vivamente - la nostra è ancora una istituzione che ha contatti molto diretti con le realtà sociali -, di stabilire condizioni di eguaglianza di trattamento fra categorie di lavoratori (e sappiamo ormai che certo, nella loro stragrande maggioranza, i lavoratori autonomi di queste categorie non sono certo privilegiati).



BERTI Antonio

Non posso non rilevare che mentre parla il Capogruppo della Democrazia Cristiana i banchi di quel Partito sono pressoché vuoti. E' una bella prova di sensibilità....



BIANCHI Adriano

Ci sono molte assenze giustificate.
Da ciò l'azione di stimolo, come ho detto prima, e di segnalazione allo Stato della necessità di provvedimenti che le difficoltà congiunturali e strutturali del momento rendono ancor più ardui ma che dovranno avere sbocco e soluzione nella riforma della sanità e dell'assistenza.
Ecco il perché delle perplessità che permangono. Ogni volta che le esprimiamo non lo facciamo solo per giustificare in modo retorico dei provvedimenti, ma per mostrare che continua a permanere una condizione di resistenza verso spinte che sono ben più forti, quotidiane per interventi della Regione in vari settori.
Tutto calcolato, abbiamo limitato questi debordamenti, e anche dei provvedimenti di natura congiunturale che sono stati proposti hanno precipuamente un significato politico al di là di quello della presunzione di voler risolvere problemi di vastità tale da trascendere largamente le possibilità e competenze della Regione.
Quanto al discorso sulla gestione, noi ci richiamiamo, senza intenzioni polemiche, di contrasto, alle motivazioni già precedentemente date in questa materia, che oggi riteniamo più valide che mai, perché lo sdoppiare strutture, il creare strumenti nuovi e diversi per erogazioni parziali, se da un lato può anche essere utile - in fondo, sollecitiamo l'interessamento di Enti, Comuni, di realtà che domani potranno avere un ruolo nella riforma sanitaria -, porterebbe a sdoppiare funzioni e compiti, con aggravamento dei costi senza apprezzabili risultati. Mi rendo conto che si tratta di materia che ha un aspetto di opinabilità; sarà comunque rapidamente superata dagli sbocchi che la riforma sanitaria dovrà dare a questi problemi.
Naturalmente, per queste motivazioni voteremo a favore di questi provvedimenti.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE



PRESIDENTE

Non avrei altri iscritti a parlare. Dichiaro pertanto chiusa la discussione generale.
Per la Giunta, risponde l'Assessore Armella.



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

Le osservazioni che sono state fatte non hanno, pur essendo egregie e pregevoli, il carattere della novità. E' verissimo che or sono due anni circa è stato richiesto che la farmaceutica fosse estesa a tutta la categoria dei lavoratori autonomi; è altresì vero che allora si disse che per operare un intervento valido bisognava coprire interamente un settore quello dei pensionati, anziché dare poco ripartendo quel poco fra tutti.
Questa fu la ragione che allora ci spinse a scegliere la strada dell'intervento parziale, ma un intervento che si ritenne sufficiente per giovare effettivamente almeno ai pensionati. Così venne fatto e a distanza di due anni dobbiamo dire che le leggi regionali in questa materia hanno funzionato, perché l'erogazione è avvenuta, ed è avvenuta anche proprio perché allora abbiamo superato alcune difficoltà ed alcune perplessità affidando questo nostro intervento alle cure delle Mutue coltivatori diretti, esercenti attività commerciali ed artigiane, i quali, avendo una rete di distribuzione in effetti molto estesa nel territorio, potevano garantire un espletamento di questa delega in modo diverso da quello che avrebbero potuto fare per un intervento così settoriale i Comuni.
Nessuna difficoltà, pertanto, oggi a ribadire questa posizione. Noi non abbiamo motivi per non affidare ai Comuni questa delega. Senonché, sarebbe un'attività così limitata che i Comuni dovrebbero costituirsi tutta una costosissima attrezzatura, mentre l'Amministrazione regionale, e il Consiglio Regionale in particolare, hanno confermato l'esigenza di non gravare la finanza della Regione di ulteriori spese oltre a quella dell'erogazione pura e semplice dei contributi.
Che sia necessario, e direi quasi indispensabile, questo intervento della Regione lo dimostra un fatto: che la spesa, proprio perché fatta a rimborso, è estremamente limitata. Oggi non parliamo più per ipotesi: parliamo dopo aver fatto l'esperienza dell'erogazione della farmaceutica ai pensionati, esperienza che ci ha dimostrato che nelle nostre campagne e per le altre categorie di lavoratori autonomi la spesa è stata effettivamente direi quasi straordinariamente, contenuta, e così da essere inferiore non dico alla metà, non dico ad un terzo, ma addirittura, in qualche caso, ad un quarto della spesa che si verifica nelle altre categorie di lavoratori dipendenti, che hanno l'assistenza diretta e quindi vanno direttamente alle farmacie e possono ottenere i medicinali dietro semplice presentazione della ricetta medica.
Questa strada che noi abbiamo percorso e che intendiamo ancora percorrere è una strada giusta, al di là delle osservazioni che sono state fatte; anzi, oltre alle osservazioni che sono state fatte, molto giuste che cioè bisogna avviare questa categoria ad avvicinarsi quanto meno alla patita dei redditi, c'è anche un aspetto che mi pare molto rilevante proprio per quanto riguarda esplicitamente la riforma sanitaria.
La riforma sanitaria vuol essere una riforma che interviene sulla generalità dei cittadini, in modo gratuito per tutti. E su questa strada certamente v'è un provvedimento, v'è questo provvedimento, che si propone di dare l'assistenza gratuita e generalizzata. Ed inoltre perché noi stiamo per assumere una grossa spesa. Quante volte il Presidente della Regione ha espresso in questi giorni le sue preoccupazioni vivissime per la spesa relativa all'assistenza ospedaliera! Ora, non v'è dubbio che un'assistenza ospedaliera quale prevista dalla recente legge che abbiamo esaminato in Consiglio in occasione delle leggi sanitarie per il trasferimento dell'assistenza ospedaliera dalle Mutue alla Regione, essendo intera mente gratuita e senza limiti di durata, è facile debba essere estesa ad un numero di persone più elevato di quello di coloro che ne godevano in passato e la richiesta sia in misura tanto maggiore quanto meno numerosi possono essere gli interventi fatti a livello domiciliare, e per qualche misura, certamente non quantificabile, anche nel caso in cui non ci fosse un'assistenza farmaceutica a vantaggio degli assistiti. Se gli assistiti hanno la sicurezza di poter almeno fruire dell'assistenza farmaceutica possono determinarsi almeno in un certo numero a non ricorrere all'ospedale, dove, oltre all'alloggio e al vitto, ricevono gratuitamente anche i medicinali. Non è lontana dall'esperienza l'informazione, che ci è pervenuta da coloro che in questa materia lavorano, che taluni ricorrono alle cure degli ospedali per avere, se non altro, quella gratuità totale che non possono avere quando rimangono nella loro abitazione.
Sotto questo aspetto, la spesa indicata in queste proposte, in questi disegni di legge, non è una spesa che possa preoccupare le finanze, non più di ampie possibilità, della Regione, e sotto questo aspetto prego il Consiglio di esaminare anche che ci sono delle spese che paiono in un primo momento eliminabili, non sopportabili, insostenibili, e poi in realtà, in questo servizio pubblico e nazionale, finiscono con il dimostrarsi, sotto altro riflesso, un effettivo risparmio.
La Giunta raccomanda pertanto l'approvazione delle leggi così come sono state proposte, e come, a parte alcune valutazioni settoriali o di Gruppi relativamente a singoli punti, mi sembra siano state accolte.



PRESIDENTE

Hanno così termine tutti gli interventi. Vi sono altre dichiarazioni prima che si passi alla votazione dei singoli articoli delle singole leggi? Chiede di parlare il Consigliere Berti Ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Dichiaro l'astensione del mio Gruppo per la questione della gestione.



PRESIDENTE

Passiamo allora alla votazione. Prego i Consiglieri di rimanere in aula, essendo necessaria la presenza di almeno 21 Consiglieri (poiché 10 sono in congedo, la maggioranza si calcola su 40).
Disegno di legge regionale n. 175: "Contributo regionale per l'assistenza farmaceutica ed integrativa agli esercenti attività commerciali".
Articolo 1 "La Regione Piemonte integra l'assistenza sanitaria a favore degli esercenti attività commerciali, loro familiari coadiutori e familiari a carico assistiti, a norma della Legge 27.11.1960 n. 1397, dalle Casse Mutue provinciali di malattia per gli esercenti attività commerciali della Regione, contribuendo alle spese per l'erogazione dell'assistenza farmaceutica, nonché di quella integrativa relativa a cure balneotermali ed idropiniche, ortofoniche, occhiali, protesi acustiche, dentarie ortopediche e presidi terapeutici, sempre che le Casse Mutue medesime abbiano deliberato o deliberino di estendere tali provvidenze ai propri assistiti".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare? Si proceda allora alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 26 Hanno risposto sì n. 15 Consiglieri Si sono astenuti n. 11 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Articolo 2 "Gli interventi della Regione, previsti dalla presente Legge, decorrono dal 1° luglio 1974 e cesseranno allorché lo Stato, con proprio provvedimento, stabilirà analoghe provvidenze a favore dei soggetti indicati all'articolo precedente".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare? Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 26 Hanno risposto sì n. 15 Consiglieri Si sono astenuti n. 11 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Articolo 3 "La Giunta Regionale si avvale, ai sensi dell'art. 68 dello Statuto e senza onere alcuno per il bilancio regionale, degli uffici della Cassa Mutua provinciale di malattia per gli esercenti attività commerciali di Torino, per ripartire il contributo tra le singole Casse mutue provinciali di malattia, tenuto conto delle situazioni economiche locali nonché del costo delle prestazioni sostenute nell'anno precedente da ciascuna di esse per l'erogazione dell'assistenza prevista all'art. 1 a favore degli esercenti, attività commerciali".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare? Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 27 Hanno risposto sì n. 16 Consiglieri Si sono astenuti n. 11 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Articolo 4 "Le singole Casse mutue provinciali di malattia per gli esercenti attività commerciali del Piemonte, nel limite della disponibilità derivante dal riparto del contributo regionale, sostengono l'onere finanziario relativo all'assistenza farmaceutica ed integrativa, erogata e finanziata secondo quanto previsto dalle Leggi 27/11/1960 n. 1397 e loro successive modificazioni. Le Casse Mutue provinciali tengono una contabilità separata per l'assistenza farmaceutica ed integrativa erogata agli esercenti attività commerciali della provincia. I rendiconti consuntivi annuali sono sottoposti all'approvazione della Giunta Regionale".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare? Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 28 Hanno risposto sì n. 17 Consiglieri Si sono astenuti n. 11 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Articolo 5 "Ai fini dell'attuazione della presente legge è autorizzata la spesa di 100 milioni per l'anno finanziario 1974 e la spesa di 450 milioni per gli anni finanziari 1975 e successivi.
All'onere di 100 milioni per l'anno finanziario 1974 si provvede mediante una riduzione, di pari ammontare, dello stanziamento di cui al capitolo n. 1018 del corrispondente stato di previsione della spesa e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, del capitolo n.
479/3, con la denominazione "Assistenza farmaceutica ed integrativa agli esercenti attività commerciali" e lo stanziamento di 100 milioni.
Al maggior onere di 350 milioni ricadente nell'anno 1975 ed in ciascuno degli anni successivi si farà fronte con il maggior provento accertato per gli introiti di cui al capitolo n. 45 del bilancio regionale, nonch iscrivendo nei corrispondenti bilanci il capitolo n. 480, con la denominazione indicata nel precedente comma e lo stanziamento di 450 milioni.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Chiede di parlare su questo articolo il Consigliere Berti. Ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Rileggendo questo testo, ho pensato che scrivere che "ai fini dell'attuazione della presente legge è autorizzata la spesa di 100 milioni per l'anno finanziario 1974 e di 450 milioni per il '75 e anni successivi" sia in contrasto con gli auspici che tutti facciamo perché la riforma sanitaria si attui nel giro di qualche mese. Mi domando se non dovremmo limitarci a prevedere il finanziamento per il '75. Al limite, potremo sempre intervenire con un'altra legge. Non possiamo dare così, evidente prova di sfiducia.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Meglio tenere l'ombrello aperto.



BELTRAMI Vittorio

Scusa, Berti, non ho sotto mano il testo, ma ho l'impressione che quanto scritto qui ricalchi lo schema della legge in favore dei pensionati INPS.



FRANZI Piero

D'altronde, l'art. 2 dice, a completamento: "Gli interventi della Regione..., cesseranno allorché lo Stato, con proprio provvedimento stabilirà analoghe provvidenze a favore dei soggetti indicati all'articolo precedente". Quindi, è già implicita la cessazione dell'intervento, quando la riforma sia un fatto compiuto.



BERTI Antonio

Ma è proprio in coerenza con ciò la mia osservazione. Quel che ho detto ha anche lo scopo di darci la possibilità di impegnare per gli anni successivi queste somme in altre direzioni. E' anche una scelta politica intendiamoci: visto che noi ci impegniamo a batterci perché la riforma sanitaria si attui, prevediamo i fondi per il '75, non per gli anni successivi, altrimenti non potremo tener conto per il '76 di 450 milioni che forse serviranno per altri interventi, dato che intanto sarà intervenuta la riforma sanitaria.



PRESIDENTE

Sospendo la seduta per pochi minuti, affinché si trovi un accordo su questo punto.



(Le seduta, sospesa alle ore 11,05, riprende alle ore 11,30)



PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta Regionale, avv. Oberto, ha presentato un emendamento all'art. 5, in questi termini: "Al primo e terzo comma dell'art. 5 sopprimere le parole: 'e successivi' e 'ed in ciascuno degli anni successivi'".
Chi intende approvarlo è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione per appello nominale l'art. 5 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 28 Hanno risposto sì n. 16 Consiglieri Si sono astenuti n. 12 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Articolo 6 "La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione, ai sensi del 6 comma dell'art. 45 dello Statuto".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare? Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 27 Hanno risposto sì n. 16 Consiglieri Si sono astenuti n. 11 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
Pongo in votazione l'intero testo del disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 27 Hanno risposto sì n. 16 Consiglieri Si sono astenuti n. 11 Consiglieri L'intero disegno di legge è approvato.
Disegno di legge regionale n. 176: "Contributo regionale per l'assistenza farmaceutica ed integrativa ai coltivatori diretti".
Articolo 1 "La Regione Piemonte integra l'assistenza sanitaria a favore dei coltivatori diretti e loro familiari a carico, assistiti a norma della Legge 22.11.1954, n. 1136, e successive modificazioni, contribuendo alle spese per l'erogazione dell'assistenza farmaceutica, nonché di quella integrativa, sempre che le Casse Mutue comunali abbiano deliberato o deliberino di estendere tali provvidenze ai propri assicurati".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare? Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 27 Hanno risposto sì n. 16 Consiglieri Si sono astenuti n. 11 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Articolo 2 "Gli interventi della Regione previsti dalla presente Legge decorrono dal 1.1.1974 e cesseranno allorché lo Stato assumerà a proprio carico l'onere finanziario delle prestazioni a favore dei soggetti indicati nell'articolo precedente".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare? Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione.
Presenti e votanti n. 27.
Hanno risposto sì n. 16 Consiglieri Si sono astenuti n. 11 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Articolo 3 "La Giunta si avvale degli Uffici della Cassa mutua provinciale di malattia per i coltivatori diretti di Torino per ripartire, tramite le Casse mutue provinciali del Piemonte, il contributo tra le singole Casse mutue comunali di malattia tenuto conto del costo delle prestazioni concesse e sulla base del numero degli aventi diritto all'assistenza risultante dai ruoli comunali compilati nell'anno di erogazione dagli Uffici provinciali del servizio per i contributi agricoli unificati.
Le Casse mutue comunali e quelle provinciali renderanno conto, alla fine di ogni anno, delle erogazioni e dei versamenti effettuati alla Giunta Regionale.
Durante la gestione annuale è autorizzata la corresponsione di anticipazioni complessivamente non superiori all'80% del contributo medio presumibile.
Al fine di attuare quanto previsto dal presente articolo, la Giunta Regionale stipulerà con la Cassa mutua provinciale di malattia per i coltivatori diretti di Torino apposita convenzione, nella quale saranno stabilite le modalità di utilizzo degli uffici della Cassa medesima e gli oneri relativi, previsti in un ammontare massimo di L. 50.000.000 annui".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare? Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 27 Hanno risposto sì n. 16 Consiglieri Si sono astenuti n. 11 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Articolo 4 "Ai fini dell'attuazione della presente legge è autorizzata la spesa di 250 milioni per l'anno finanziario 1974 e la spesa di L. 100 milioni per gli anni finanziari 1975 e successivi.
All'onere di 250 milioni per l'anno finanziario 1974 si provvede mediante una riduzione, di pari ammontare, dello stanziamento di cui al capitolo n. 1018 del corrispondente stato di previsione della spesa e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, del capitolo n.
479/1, con la denominazione "Assistenza farmaceutica ed integrativa ai coltivatori diretti" e lo stanziamento di 250 milioni.
Al maggior onere di 850 milioni ricadente nell'anno 1975 ed in ciascuno degli anni successivi si farà fronte con il maggior provento accertato per gli introiti di cui al capitolo n. 45 del bilancio regionale nonch iscrivendo nei corrispondenti bilanci il capitolo n. 478 con la denominazione indicata nel precedente comma e lo stanziamento di 1.100 milioni.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Il Presidente della Giunta, avv. Oberto, ha presentato il seguente emendamento soppressivo: "Al primo e terzo comma dell'art. 4 sopprimere le parole "e successivi" e "e in ciascuno degli anni successivi"".
Chi intende approvare l'emendamento è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Allora, pongo in votazione l'art. 4 così emendato, per appello nominale. Si proceda.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 28 Hanno risposto sì n. 17 Consiglieri Si sono astenuti n. 11 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Articolo 5 "La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione, ai sensi del 6° comma dell'art 45 dello Statuto".
Non sono stati proposti emendamenti. Qualcuno chiede di parlare? Pongo in votazione l'art. 5 per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 27 Hanno risposto sì n. 16 Consiglieri Si sono astenuti n. 11 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Pongo in votazione per appello nominale l'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 25 Hanno risposto sì n. 14 Consiglieri Si sono astenuti n. 11 Consiglieri L'intero disegno di legge è così approvato. Disegno di legge regionale n. 177: "Contributo regionale per l'assistenza farmaceutica ed integrativa agli artigiani".
Articolo 1 "La Regione Piemonte integra l'assistenza sanitaria a favore dei titolari artigiani e dei loro familiari a carico assistiti, a norma della Legge 29/12/1965, n. 1533, dalle Casse mutue provinciali di malattia per gli artigiani della Regione, contribuendo alle spese per l'erogazione dell'assistenza farmaceutica, sempre che le Casse mutue medesime ne abbiano deliberato o deliberino l'erogazione ai propri assistiti".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare ? Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: Presenti e votanti n. 24 Hanno risposto sì n. 13 Consiglieri Si sono astenuti n. 11 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Articolo 2 "Gli interventi della Regione previsti dalla presente Legge decorrono dal 1 /7/1974 e cesseranno allorché lo Stato, con proprio provvedimento stabilirà analoghe provvidenze a favore dei soggetti indicati all'articolo precedente".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare? Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione.
Presenti e votanti n. 26 Hanno risposto sì n. 15 Consiglieri Si sono astenuti n. 11 Consiglieri L'ad. 2 è approvato.
Articolo 3 "La Giunta Regionale si avvale, ai sensi dell'art 68 dello Statuto, e senza onere alcuno per il bilancio regionale, degli uffici della Cassa mutua provinciale di malattia per gli artigiani di Torino (Sede della Delegazione regionale) per ripartire il contributo fra le singole Casse mutue provinciali di malattia, tenuto conto del costo delle prestazioni sostenute nell'anno precedente da ciascuna di esse per l'erogazione dell'assistenza prevista all'art. 1 a favore degli artigiani mutuati nonché della proporzione della "tangente" versata dal mutuato all'atto dell'acquisto del medicinale".
Non sono stati proposti emendamenti Nessuno chiede di parlare? Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 26 Hanno risposto sì n. 15 Consiglieri Si sono astenuti n. 11 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Articolo 4 "Le singole Casse mutue provinciali di malattia per gli artigiani del Piemonte, nel limite della disponibilità derivante dal riparto del contributo regionale, e del contributo integrativo aziendale, sostengono l'onere finanziario relativo all'assistenza farmaceutica erogata e finanziata secondo le norme della legge 29/12/1956, n. 1533, e successive modificazioni.
Le Casse mutue provinciali tengono una contabilità separata per l'assistenza farmaceutica erogata agli artigiani della Provincia.
I rendiconti consuntivi annuali sono sottoposti all'approvazione della Giunta Regionale".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare? Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 28 Hanno risposto sì n. 17 Consiglieri Si sono astenuti n. 11 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Articolo 5 "Ai fini dell'attuazione della presente legge, è autorizzata la spesa di 125 milioni per l'anno finanziario 1974 e la spesa di 550 milioni per gli anni finanziari 1975 e successivi.
All'onere di 125 milioni per l'anno finanziario 1974 si provvede mediante una riduzione, di pari ammontare, dello stanziamento di cui al capitolo n. 1018 del corrispondente stato di previsione della spesa e mediante l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, del capitolo n.
479/2, con la denominazione "Assistenza farmaceutica ed integrativa agli artigiani" e lo stanziamento di 125 milioni.
Al maggior onere di 425 milioni ricadente nell'anno 1975 ed in ciascuno degli anni successivi si farà fronte con il maggior provento accertato per gli introiti di cui al capitolo n. 45 del bilancio regionale, nonch iscrivendo nei corrispondenti bilanci il capitolo n. 479, con la denominazione indicata nel precedente comma e lo stanziamento di 550 milioni.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Il Presidente della Giunta, avv. Oberto, ha proposto il seguente emendamento soppressivo: "Al primo e terzo comma dell'art. 5, sopprimere le parole "e successivi" e "ed in ciascuno degli anni successivi". Chi intende approvare l'emendamento è pregato di alzare la mano. L'emendamento è approvato.
Si proceda alla votazione dell'articolo così emendato, per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 29 Hanno risposto sì n. 18 Consiglieri Si sono astenuti n. 11 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Articolo 6 "La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione, ai sensi del 6° comma dell'art. 45 dello Statuto".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare? Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 28 Hanno risposto sì n. 17 Consiglieri Si sono astenuti n. 11 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
Pongo in votazione l'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti n. 29 Hanno risposto sì n. 18 Consiglieri Si sono astenuti n. 11 Consiglieri Il disegno di legge è così approvato. Abbiamo così approvato le tre leggi.


Argomento: Piani pluriennali - Asili nido

Piano pluriennale degli asili-nido (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo al punto quarto dell'o.d.g. sul piano pluriennale degli asili nido. La parola all'Assessore Vietti.



VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi sociali

La Giunta ha approvato il piano pluriennale ed il disegno di legge per l'integrazione del fondo degli asili nido a carico della Regione, ma l'approvazione è avvenuta soltanto lunedì scorso e pertanto la Commissione competente non ha ancora potuto esaminarli.
Con l'occasione però vorrei fare alcune comunicazioni al Consiglio: innanzitutto che la Giunta ha deliberato il piano per i contributi ai Comuni per la gestione degli asili-nido relativi all'anno 1974. Sono state accolte le domande di tutti i Comuni che avevano i requisiti richiesti. La Giunta ha pure approvato il piano suppletivo relativo all'esercizio finanziario 1973 per la costruzione, impianto ed arredamento degli asili nido.
Infatti, come da noi richiesto in un ordine del giorno del Consiglio il Ministero della Sanità ha accreditato i fondi per gli acconti del secondo semestre affluiti tramite l'INPS, come previsto dall'art. 9 della legge 1044, relativa al piano quinquennale per gli asili-nido sull'esercizio 1973 ed ha invitato le Regioni ad utilizzarli in base alle domande pervenute entro il 30 aprile 1973.
I criteri stabiliti per l'assegnazione dei contributi sono quelli già adottati in precedenza, ossia l'assegnazione è avvenuta per aree e subaree ecologiche, in base al numero dei bambini residenti da O a 3 anni ed alla percentuale delle donne che svolgono attività extra casalinga sul totale della popolazione.
Sono stati assegnati contributi per la costruzione di 14 asili-nido e precisamente ai seguenti Comuni: due per il Comune di Torino - uno da localizzarsi nell'area dell'ex ospedale psichiatrico di Via Giulio ed un altro nella zona di Porta Palazzo -, uno ad Alpignano, uno a Caselle, uno a Venaria, uno a Volpiano, uno a Racconigi, uno a Cumiana, uno a Villar Perosa, uno a Romentino, uno a Crevoladossola, uno a Canelli, uno ad Alessandria per la zona di Spinetta Marengo e uno a Pontecurone.
Il prospetto, che sarà distribuito ad ogni Consigliere, precisa le modalità con cui sono stati assegnati i contributi.
Poiché il Consigliere Rivalta, in una precedente riunione di Consiglio aveva chiesto di essere informato sull'attuazione dei piani degli asili nido, voglio fare alcune precisazioni.
La media del costo degli asili-nido relativa ai 57 progetti approvati è di 125 milioni; le gare di appalto prevedono, in genere, un aumento del 25/30% anche se c'è da rilevare che per il Comune di Carmagnola l'aumento è stato soltanto del 4,5%. Inoltre bisogna rilevare che gli asili-nido appaltati sono quelli che hanno avuto il progetto approvato in un periodo più lontano, mentre gli ultimi progetti, che sono stati considerati per determinare la media, hanno già dei prezzi aggiornati.
Come già più volte da me affermato, il riferimento allo stato di attuazione dei piani per gli asili-nido può essere fatto esclusivamente per il piano relativo all'esercizio finanziario 1972, poiché i progetti relativi all'esercizio finanziario 1973 dovevano essere presentati ai Geni Civili entro il 31/10 u.s. e perciò, salvo qualche eccezione, si trovano presso tali uffici per l'approvazione.
Il piano 1972 prevedeva contributi per 66 asili-nido, di cui due modesti contributi per completamenti e precisamente ai Comuni di Cameri e di Grignasco. L'asilo-nido di Grignasco è già in funzione e quello di Cameri è in fase di ultimazione.
Dai 64 asili-nido rimanenti, bisogna dedurre otto asili-nido del Comune di Torino, i cui progetti, essendo comprensivi di scuola materna, hanno una procedura di approvazione più laboriosa essendo subordinati al parere della Commissione per l'edilizia scolastica. Era previsto tale esame per la riunione del 29 novembre u.s., ma non sono state esaurite le pratiche all'ordine del giorno per cui si prevede che saranno esaminati nei prossimi giorni.
Rimane quindi da analizzare la situazione dei rimanenti 56 asili-nido: sei progetti non sono stati ancora approvati per ritardi nella loro elaborazione da parte dei Comuni interessati; degli altri 50 la situazione è la seguente: per 10 asili-nido sono stati assegnati i lavori, per altri 7 sono in corso le gare d'appalto, altri sette Comuni hanno reperito i fondi necessari, ma sono in corso le procedure di esproprio del terreno di cui soltanto una, per il Comune di San Mauro, la pratica è ancora nella fase istruttoria presso l'Assessorato all'Urbanistica, mentre per gli altri si stanno già facendo le comunicazioni ai proprietari per procedere all'acquisto; altri sette Comuni hanno ottenuto la promessa di contributo dalla Cassa Depositi e Prestiti; ai rimanenti 19 Comuni che hanno difficoltà a reperire i fondi necessari sono stati inviati i moduli perch tramite la Regione, possano inoltrare la domanda di mutuo al Consorzio di Credito per le opere pubbliche di Roma, che si è dichiarato disponibile a concederli.
Le difficoltà sono notevoli, ma non ritengo che la situazione sia statica, tanto è vero che già due Comuni, inseriti nel piano 1973, hanno dato inizio ai lavori e pertanto sono dodici gli asili-nido per cui è in corso la costruzione.
Mi è inoltre parsa chiara la volontà dei Comuni di realizzare tale servizio dal fatto che, fra tutti i Comuni inseriti nei piani 1972/73 interpellati per la richiesta di contributo integrativo in base alla legge 2 settembre 1974 n. 28 ed invitati ad esplicitamente dichiarare di impegnar si a realizzare l'opera, soltanto due non hanno risposto, mentre tutti gli altri hanno richiesto il contributo integrativo e si sono impegnati a realizzare gli asili nido.



RIVALTA Luigi

Si tratta di quei 25 milioni aggiuntivi?



VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi sociali

Sì, al momento in cui abbiamo invitato i Comuni a presentare la domanda per ottenere i 25 milioni aggiuntivi a tutti i Comuni (122-123) abbiamo richiesto che nella domanda dichiarassero la volontà di eseguire l'opera.
Tutti meno due hanno presentato la domanda, dichiarando quanto richiesto.
Molto sinteticamente ho fornito alcune notizie anche perché mi pare che il problema sarà più correttamente discusso ed approfondito al momento in cui la Commissione competente avrà esperito l'esame del piano pluriennale e del conseguente disegno di legge di finanziamento che la Giunta ha presentato e che potrà essere discusso prossimamente.



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione sulla relazione dell'Assessore Vietti.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Rivalta, ne ha facoltà.



RIVALTA Luigi

Rimandando la formulazione di altre considerazioni al momento in cui discuteremo il nuovo programma di intervento per gli asili nido, che è stato presentato ieri in Commissione, ma che non abbiamo ancora avuto modo di esaminare, mi limito ora a poche osservazioni. Prendo atto che - anche per le sollecitazioni che il mio Gruppo ha più volte fatto alla Giunta per avere dati sull'attuazione del programma degli asili nido per gli anni 1972/73 - questa mattina l'Assessore ci ha dato un quadro conoscitivo per lo meno completo. Se non ancora esauriente è comunque completo per quanto concerne i 66 asili nido del programma 1972.
Da questa informazione emerge che alla fine del 1974, per una serie di ragioni, alcune oggettive, ma altre dipendenti dai limiti della legge regionale, soltanto dieci del programma del 1972 sono andati in appalto. Ad essi se ne aggiungono due del programma del 1973.



VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi sociali

Assegnati i lavori.



RIVALTA Luigi

Ecco, qui abbiamo il segno di una serie di carenze della politica regionale e nazionale. Da due anni somme stanziate non sono utilizzate anzi perdono costantemente e progressivamente di valore a causa dei processi inflittivi. L'aumento del costo dei lavori richiede incrementi negli appalti del 25 e del 30% che non sono neanche marginalmente compensati dagli interessi, qui tanto vantati, che ci vengono dal deposito in banca.
Questa, che mi sembra la questione fondamentale, ci deve indurre ad un continuo controllo dell'attuazione dei nostri dispositivi legislativi e delle deliberazioni amministrative. Si deve evitare che per gli asili nido (per i quali non è ancora stata iniziata alcuna procedura di realizzazione se non l'approvazione del progetto, e per gli altri per i quali i Comuni hanno ottenuto una semplice promessa di contributo) ci possano essere ulteriori dilazioni.
Ma il discorso vale anche per altri settori. Nel documento che ci è stato consegnato per il bilancio consuntivo del 1973, compare che alla fine di quell'anno ben 68 miliardi, più del 50% dell'intero bilancio consuntivo non erano stati assolutamente erogati (e in questi certamente ricadono le somme non utilizzate per gli asili nido).
Noi abbiamo bisogno di un controllo costante della procedura di attuazione dei vari dispositivi legislativi e amministrativi. E' necessario disporre di informazioni del tipo di quella che, in forma ancora sintetica ma pur valida, ci è stata data dall'Assessore Vietti questa mattina Sintetica: non ancora sufficiente quindi. L'informazione deve entrare ancor più nei particolari. L'Assessore Vietti mi diceva stamattina che sta cercando di avere ulteriori informazioni: noi abbiamo chiesto di conoscere tutti i meccanismi di attuazione del programma, dal suo avvio fino agli appalti e all'ultimazione dei lavori, per individuare dove si generano intoppi, per capire quali sono le ragioni che non consentono di rendere immediatamente operanti i programmi. Stamane ci è stato detto che alcuni Comuni dispongono di finanziamenti propri, altri li hanno avuti o li avranno attraverso istituti di credito. E' necessario entrare maggiormente nel merito, in modo tale da individuare gli inceppamenti che dipendono dai limiti delle nostre leggi, e apportare ad esse le modifiche necessarie.
Per cui, prendendo atto delle informazioni che l'Assessore ci ha dato dobbiamo denunciare che per la gran parte degli asili nido finanziati si deve ancora avviare la fase operativa: i lavori non sono stati iniziati per una parte non sono ancora stati neanche definiti i rapporti di finanziamento con gli istituti di credito. Pertanto chiediamo all'Assessore di rendere permanente questo tipo di osservazione e di controllo dell'attuazione del programma per il 1972 e di estenderlo al 1973, in modo che già per il prossimo triennio si possa tener conto delle esperienze negative fatte nel passato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Anch'io, seguendo la comunicazione puntuale, precisa, diligente dell'Assessore sono rimasto ancora una volta colpito dall'esistenza di certe difficoltà nel tradurre le decisioni in fatti concreti. E qui credo proprio non si possa fare il minimo appunto alla diligenza e all'impegno dell'Assessorato che si è applicato al massimo a questi fini. Pertanto credo proprio che si debba tentare di fare un passo in avanti e che la ricerca delle soluzioni e delle proposte alternative, anche da portare a livello statale, debba scaturire in questo modo e faccio quindi una proposta che mi viene così, è improvvisata: si costituisca un Comitato ristretto di Assessori che hanno le competenze specifiche in materia di realizzazione di opere pubbliche, il quale verifichi le varie fasi tecniche e finanziarie e segnali una serie di proposte che potrebbero poi essere oggetto di esame da parte della Commissione e una proposta da portare anche a livello governativo, per non mostrare innanzi tutto di accettare, come un fatto ineluttabile e immodificabile, una situazione che può essere invece modificata. Proprio l'emergenza, la gravità della crisi che attraversiamo deve darci la spinta per fare un salto di qualità in questa direzione.
Il mio è un intervento estemporaneo, ma lo formulerò meglio al Presidente e alla Giunta perché veda di coordinare le esperienze e le competenze, al fine di uno studio approfondito in questo settore, con una proposta che venga portata al Consiglio Regionale per darle un rilievo politico. E credo non sarà inopportuna e mal collocata in un tempo come questo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

Mi riservo di parlare dopo che la Commissione avrà esaminato quanto l'Assessore stamattina ha esposto in materia.
Prendo atto però, al termine di questo dibattito, dell'interessante ed importante dichiarazione propositiva, per adesso ancora a livello di volontà, ma mi auguro che possa tradursi rapidamente in qualcosa di concreto, esposta dal Capogruppo della D.C. E' un anno e mezzo che come forza di opposizione segnaliamo e sollecitiamo la necessità di studiare i mezzi per essere più operativi, pronti e sensibili a quelle che sono le difficoltà che la realtà ci pone di fronte. Mi pare che la proposta del Consigliere Bianchi rappresenti la volontà, di rendere l'attività regionale più snella e quindi attendiamo gli sviluppi di questa richiesta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Ringrazio il Consigliere Bianchi della sensibilità politica con cui ha dimostrato di saper cogliere le ragioni delle reiterate sollecitazioni del nostro Gruppo per conoscere la situazione attuativa del programma degli asili nido, come di quelli riguardanti altri settori. Mi sembra che egli abbia colto lo spirito delle nostre richieste, che è quello, al di là del controllo normale e di verifica che l'opposizione deve esercitare sull'andamento dell'attività amministrativa, di svelare i nodi politici finanziari, amministrativi che rendono impossibile alla Regione di attuare tempestivamente i propri programmi; nodi che possono essere legati ai limiti della politica creditizia e della legislazione nazionale, ma anche dei dispositivi amministrativi e legislativi regionali.
A maggior ragione quindi ribadisco la richiesta che la Giunta esamini questi vari problemi (e direi che ogni capitolo di bilancio dovrebbe essere esaminato sotto il profilo indicato anche dal Consigliere Bianchi) e rapidamente metta a conoscenza l'intero Consiglio sull'attuazione dei programmi stabiliti nei vari bilanci 1972/73/74, per tutti i capitoli di spesa, in modo da consentire una reale discussione sul come ha operato la Regione, e sui suoi limiti operativi, e di derivare decisioni di modifica della politica regionale e di iniziativa anche nei riguardi dello Stato e del Governo per modificare la situazione attuale di inefficienza e immobilismo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sanlorenzo.



SANLORENZO Dino

Voglio solo fare una domanda che serve per un discorso di carattere generale e per affrontare, anche già lunedì, ma anche oltre, il discorso più generale sulla nostra efficienza, sull'efficienza delle nostre Regioni.
La domanda è molto precisa: riusciremo, prima della fine della legislatura, ad inaugurare un asilo nido? La domanda non riveste critica nei confronti di nessuno, è una domanda che esigerebbe una risposta - se è in grado di darcela - per capire se il nostro per caso è un Paese in cui quando viene deciso nel 1972 di fare un asilo nido, si può prevedere nel maggio del 1975 di inaugurarlo.
L'Assessore è in grado di darmi questa risposta?



VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi sociali

Voglio innanzi tutto dire che il piano relativo all'esercizio finanziario 1972 è stato approvato nel maggio del 1973, perché prima è stato necessario approvare la legge relativa, perciò, dato che i primi asili nido sono stati iniziati nel luglio scorso e che quasi tutti i verbali di consegna lavori prevedono dodici mesi di tempo per l'esecuzione delle opere, i primi asili nido saranno ultimati nel luglio 1975 e pertanto evidentemente sarà difficile inaugurarli nella presente legislatura.
Ci sono dei completamenti, come per il Comune di Grignasco, che sono ultimati, ma le nuove costruzioni saranno pronte per giugno-luglio 1975.



SANLORENZO Dino

La ringrazio.



PRESIDENTE

Chiudiamo così questa parte del discorso al punto quarto.
Mi pare che l'impegno sia di portare, a breve scadenza, tutto il piano degli asili nido all'esame del Consiglio Regionale.


Argomento: Unita' locali dei servizi sociali ed assistenziali e dei servizi sanitari

Esame disegno di legge n. 227: "Intervento straordinario a sostegno dei redditi più bassi in relazione al pesante rincaro del costo della vita ed in particolare del riscaldamento" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo al punto quinto dell'o.d.g.: Esame disegno di legge n. 227: "Intervento straordinario a sostegno dei redditi più bassi in relazione al pesante rincaro del costo della vita ed in particolare del riscaldamento".
Da quanto mi risulta la Commissione sta esaminando il problema e non vi è ancora la relazione.
Vorrei sentire in proposito il relatore, Consigliere Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, relatore

Ieri abbiamo avuto un incontro con i sindacati regionali, in rappresentanza anche del settore particolarmente interessato, vale a dire quello dei pensionati e si sarebbe convenuto un aggiornamento della discussione in sede di Commissione in quanto sono scaturite proposte concrete, sul piano operativo, da parte della delegazione sindacale.
La Giunta, nella persona dell'Assessore Vietti, si è riservata di approfondire queste proposte, di discuterle nella prossima riunione di Giunta, dopo di che rientreranno alla Commissione la quale, di fatto, ha già anticipato i tempi della consultazione (che erano stati stabiliti per il 3 gennaio) attesa l'urgenza del provvedimento ed è intenzionata a risolvere il tutto non appena superato l'impasse costituito da questo nuovo indirizzo proposto dal mondo sindacale. Per cui si ha motivo di pensare che nella settimana entrante il discorso possa tornare in Commissione, anche se le feste natalizie impediranno di portarlo a termine prima di Natale, per siamo intenzionati a definire la questione tra Natale e Capodanno se la Giunta scioglie le riserve.
Abbiamo anche superato la questione delle consultazioni, le abbiamo concentrate, forse anche un pochino soffocate, ma l'urgenza della materia lo invocava.



PRESIDENTE

Vi sono altre richieste di parola? Il Consiglio allora potrebbe accogliere la richiesta di rinviare alla Commissione perché concluda i suoi lavori, perché la prima seduta di Consiglio prevista dalla conferenza dei Presidenti di Gruppo è per il 9 gennaio.
La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Per confermare quel che ha detto Beltrami, ma anche perché risulti chiaramente che la causa del rinvio e da attribuirsi all'impostazione del tutto nuova della legge che risulterebbe dall'incontro avuto ieri.
Devo dire che proprio noi, nella Conferenza dei Capigruppo, avevamo sostenuto che occorreva concludere rapidamente l'iter di questa legge anche a costo di limitare la consultazione precedentemente prevista per il 3 gennaio, ritenendo che interventi di questo tipo, non ripetibili e che possono essere collocati soltanto in un contesto molto drammatico come l'attuale, hanno una validità se sono risolti immediatamente. Con l'accordo di tutti quindi ci siamo mossi per fare le consultazioni, che hanno avuto luogo ieri.
Come è noto, la questione del riscaldamento è nata da un incontro sindacati-Giunta e questa proposta in linea di massima ha trovato lì per lì l'accordo dei presenti, tra cui l'Assessore, ma giustamente deve essere riportata in Giunta e quindi ripresentata, se sarà possibile, nelle forme opportune. Questo ci porterà al 9 gennaio e sarà un termine avanzato ma ancora utile rispetto alle previsioni che potevano farci andare oltre.



PRESIDENTE

Rinviamo quindi alla Commissione. Sappiamo che vi sarà una seduta al 9 e poi al 12 per Statuto, dove il problema potrà essere discusso.


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi) - Difesa idrogeologica

Dibattito su finalità ed obiettivi del piano regionale delle acque (rinvio)


PRESIDENTE

Mi è giunta una lettera del Presidente della V Commissione: "Illustre Presidente, la V Commissione, riunita in data odierna, ha stabilito il calendario dei propri lavori: le prossime riunioni si terranno il 27.12 e il 3.1.75, pertanto la relazione sul progetto di piano delle acque, redatto dalla Giunta Regionale, sarà predisposto per la riunione del Consiglio Regionale del 9 gennaio.
A nome della Commissione la prego di voler pertanto rinviare il punto all'ordine del giorno delle riunioni del Consiglio Regionale".
Questo quindi va al 9 gennaio per il fatto che la Commissione non è ancora in grado di esprimere il proprio parere.
Qualcuno chiede di parlare su questo punto? Nessuno.
Passiamo allora al punto settimo.



BERTI Antonio

Chiedo la parola per mozione d'ordine.
Noi abbiamo il Consiglio convocato per oggi, per domani e per lunedì.
Poiché a quanto pare si esauriscono in mattinata gran parte degli argomenti all'ordine del giorno, rimanendo solo quello che, siamo d'accordo, deve costituire un dibattito più ampio di verifica del programma ecc., questo vuol dire che non ci ritroviamo domani, o vuol dire che il dibattito inizierà domani per continuare lunedì? Il che sarebbe una cosa ottima.



PRESIDENTE

Io non ho difficoltà a scegliere l'una o l'altra soluzione, rilevo per che rimandare a lunedì vuol dire e per la Giunta e per i singoli Consiglieri che vorranno intervenire, potersi preparare su argomenti di grande rilevanza e di grande importanza. La previsione era che se ne dovesse parlare lunedì, quindi mi riesce difficile pensare che domani l'argomento possa essere introdotto con una relazione, dal momento che avevamo previsto il dibattito per lunedì e dal momento che so che la Giunta sta elaborando il suo intervento, come mi ha detto il Presidente Oberto.
Dato che l'argomento è molto importante, questi quattro giorni possono servire di meditazione e di preparazione per tutti, si potrebbe non tenere Consiglio domani e incentrare tutta la giornata di lunedì sul dibattito relativo al tema economico che è all'ordine del giorno.
Mi pare quindi di poter concludere la mattinata in questo modo: siamo arrivati al rendiconto generale che era previsto per lunedì, con le dichiarazioni del Presidente della Giunta Regionale previste per lunedì.
Lunedì si comincerebbe alle 9,30 per proseguire tutta la giornata.
Non vi sono opposizioni, vedo che tutti sono concordi su questa linea e non essendomi pervenute interrogazioni, né interpellanze, né mozioni rinvio la seduta di Consiglio a lunedì alle 9,30 che proseguirà per tutta la giornata.
La seduta e tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,40)



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