Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.272 del 28/11/74 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame disegni di legge n. 203 - 204 - 205 relativi all'assistenza ospedaliera (seguito)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Hanno chiesto congedo per questo pomeriggio i Consiglieri: Bono Calleri di Sala, Curci, Giovana, Lo Turco, Nesi, Simonelli e Zanone.
Riprendiamo l'esame dei disegni di legge n. 203 - 204 - 205.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Garabello Ne ha facoltà.



GARABELLO Enzo

Signor Presidente, egregi colleghi, siamo giunti a questo dibattito conclusivo sulle leggi per gli ospedali dopo una preparazione che è stata varia, difficile, anche pesante, articolatasi in lunghe riunioni della Commissione, in interventi anche esterni di vario genere per premere in direzioni diverse. Credo però che nell'animo di tutti i Consiglieri regionali, particolarmente di quelli che hanno avuto il compito, meno grato ma certamente interessante, di occuparsi più direttamente della preparazione per l'aula, si sia formata la convinzione che in effetti queste leggi ci volevano, perché i tempi erano maturi, volendo essere pronti per il 1° gennaio. Per cui anche le polemiche che qua e là si erano aperte su una graduatoria di urgenza fra l'una e l'altra legge sono state opportunamente superate.
Avendo partecipato a gran parte dei lavori della IV Commissione per questa preparazione, sento il dovere di dare atto anche qui della pazienza dimostrata dal collega Beltrami nella sua veste di Presidente di Commissione, della pazienza, qualche volta superiore al prevedibile, e per questo motivo forse maggiormente apprezzata, di cui ha dato prova lo stesso collega Assessore Armella, e della collaborazione di tutti i colleghi che con molta misura, pur difendendo i propri punti di vista, sono intervenuti in proposito.
Credo si possa dire da parte di tutti che, tenuto conto della fretta che ha caratterizzato questa preparazione (anche se le cose in effetti sono andate abbastanza per le lunghe perché i tempi tecnici non sono certo facili e non sono sempre superabili per una serie di impegni di tutti i Consiglieri regionali), il progetto che il Consiglio Regionale oggi sta per varare sia indubbiamente perfettibile. Gli stessi titoli di almeno due dei tre disegni di legge che stiamo discutendo, l'uno che li definisce "provvisori", in attesa di ulteriore legislazione statale, l'altro che li definisce "prime disposizioni" (il 203 e il 204) ci consentono di dire che accingendoci a questa esperienza della gestione diretta dell'attività ospedaliera, auspichiamo che questa ci dia indicazioni utili per il futuro per cui fra un anno saremo in grado di effettuare aggiornamenti aggiustamenti, di apportare miglioramenti.
Questa mia affermazione non deve essere intesa come diminutiva dell'importanza del complesso dei testi che oggi il Consiglio voterà: è semplicemente una ammissione che, pur avendo fatto del nostro meglio avendo dovuto operare con la fretta, può anche darsi che abbiamo lasciato dei punti suscettibili di perfezionamento. In alcuni punti, a parere di molti, i testi sono già stati migliorati durante la preparazione in Commissione, qualcosa dev'essere perfino ancora definito durante la seduta di Consiglio. Credo che l'unica preoccupazione che dobbiamo avere sia quella di ricercare anche in quest'ultima fase quelle soluzioni che a ragion veduta ci consentono di sperare in un funzionamento migliore delle leggi stesse.
Abbiamo avuto tutti l'impressione che l'attuale assetto del settore ospedaliero sia un abito stretto per la realtà di oggi; e lo hanno evidenziato i lavoratori e i loro sindacati con interventi non tutti accettabili nella forma (mi riferisco a quanto avvenuto in una recente seduta del nostro Consiglio) ma che, secondo me, al di là di queste manifestazioni che abbiamo giustamente, doverosamente deplorato, hanno un contenuto che non può che essere definito positivo nelle intenzioni.
Si è parlato a lungo dell'accordo nazionale del 23 giugno '74, accordo che obiettivamente, rispetto alle leggi vigenti, rispetto alla normativa rispetto al quadro che ci troviamo di fronte da gestire, è, potrei dire molto ricco di prefigurazioni, molte delle quali non hanno ancora, se non nel desiderio, una convalida nel diritto. Ora, noi, mentre da un lato dobbiamo farci carico, dal punto di vista legislativo, di non uscire dal seminato, fra l'altro proprio per non pregiudicare la normale approvazione superiore, senza rinvii (il che ci costringe forse al di là del voluto a mantenerci in limiti che non siano discutibili, che non siano colpibili dalla superiore autorità che deve ratificare le leggi e che deve vistarle) non possiamo però non farci carico di una valutazione che io non voglio certo fare qui ma che ritengo sia un impegno personale e collettivo del Consiglio Regionale, della Giunta Regionale, di un ulteriore approfondimento dell'accordo nazionale.
Tale accordo, dicevo, è ricco di prefigurazioni che il fatto che non siano recepite oggi dalle leggi vigenti dello Stato non significa che non abbiano ugualmente un valore sostanziale, un valore che deve guidare verso obiettivi concreti, verso una modifica. Del resto, è noto a tutti che questo accordo è stato visto dai lavoratori che sono venuti da noi come un tentativo di superare le strettoie della legge per avvicinarsi il più possibile alle linee della riforma sanitaria. Noi non possiamo, pur precisando che non recepiamo queste richieste soltanto per prudenza legislativa, ritenere che esse siano da scartare soltanto perché non si inquadrano nelle leggi attuali. Facciamoci quindi carico di approfondire auspicando nel contempo che questo accordo che non è diventato di fatto ancora un contratto nazionale, erga omnes, non so se per un atto unilaterale del Governo, del Ministro in carica, su cui non si possono nutrire dubbi, ma certamente per un ulteriore approfondimento del discorso fra le categorie interessate, lo possa diventare presto.
Si è sentito dire, non so con quanto fondamento, perché non ho collegamenti diretti, che le due controparti - da un lato le varie organizzazioni sindacali, dall'altro le amministrazioni ospedaliere - siano intenzionate ad una ripresa di contatti che consenta di proporre quei punti come proposta di legge, in modo tale che essi non costituiscano più un inciampo per la stesura, la definizione del contratto.
Io credo che il problema del contratto, del quale non ci possiamo far carico da un punto di vista formale, abbia una sua importanza notevole perché sarebbe molto difficile, assumendo la sovrintendenza generale dell'attività ospedaliera, portare avanti un discorso quando le parti non sono conciliate fra loro da un documento che valga di fronte a tutti.
Quindi è certamente un auspicio di natura politica che in qualche modo, nel modo migliore, con il limite massimo di recepibilità da parte della legislazione attuale e soprattutto in fretta, si giunga alla stesura definitiva del contratto. Nello stesso tempo, però, dobbiamo farci carico di approfondire quegli argomenti che oggi siamo costretti a metter da parte, facendone oggetto di studi, di preparazione affinché, non appena possibile, il contratto reso più disponibile in tutti i suoi aspetti, possa avere veramente piena attuazione.
Un altro aspetto che credo meriti rilievo nel discorso generale è quello della partecipazione alla responsabilità che la Regione si assume.
E' stato qui richiesto già in altre sedute, prima dell'esame concreto delle leggi, e poi durante l'esame delle leggi, che un organo consultivo ampio consenta due funzioni: una di partecipazione concreta, effettiva di tutti gli interessati allo studio, all'approfondimento, alla decisione che riguardano la attività sanitaria, e quindi anche all'approfondimento, alla preparazione di quelle prefigurazioni di cui parlavo poco fa; l'altra di coinvolgimento di tutte le parti interessate - molte delle quali sono in una posizione, direi anche di difesa di interessi particolari che, fin che sono legittimi e validi, ordinabili all'insieme, noi non possiamo trascurare - perché anche nella operatività della gestione sia preso in considerazione il punto di vista di tutti. Punto di vista raccolto non in forme esterne, non con la necessità di manifestazioni che troverebbero in questo caso la Regione come controparte - questo nei limiti del possibile vogliamo evitarlo, per una gestione tranquilla e ordinata -, ma che ci fa anche dire che la Giunta, cui nessuno contesta il diritto e il dovere di amministrare i fondi relativi all'attività ospedaliera, si troverà però da oggi, dal 1° gennaio, ad amministrare per questo settore di lavoro qualcosa che è il doppio del bilancio ordinario della Regione. Il sentire pareri, il discutere, il confrontare, il creare una specie di stanza di compensazione delle varie esigenze credo costituisca anche per la Giunta un alleggerimento di responsabilità; non perché diminuiscano le sue responsabilità ma perché nasce, almeno su un piano politico, su un piano anche psicologico, un coinvolgimento che io non posso ritenere che positivo.
In rapporto al Comitato, si son sentite dire tante cose. I Capigruppo questa mattina ne hanno discusso con il Presidente della Giunta, e sulle conclusioni di tale incontro non siamo ancora stati edotti nei particolari.
Io ritengo di auspicare che questo Comitato contenga le forze interessate così come sono, senza eccezioni, al fine di evitare quelle contestazioni dall'esterno che possono turbare la maggior regolarità, il maggiore scambio che ho poco fa auspicato nella gestione anche amministrativa e finanziaria del fondo sanitario. Dovremo, penso, adoperarci per fare in modo da evitare fughe di tipo corporativo che pure sono presenti, e non poco, in questo argomento, in questo settore, e che debbono trovare un posto dove manifestarsi e dove inquadrarsi in una visione superiore, di interesse generale e di bene comune.
Il Comitato dovrà essere poi ordinato con i suoi scopi, con i suoi obiettivi di lavoro. Però già in queste leggi esso trova un'applicazione concreta: nella 203, come è già stato del resto anche ricordato, per l'autorizzazione alle deroghe per l'istituzione e l'attrezzatura di nuovi reparti, nuove divisioni, nuove sezioni, e, come è stato richiesto anche da me già qui in Consiglio e poi anche in Commissione, nella legge 205 all'art. 7, per la determinazione dei coefficienti di applicazione degli articoli 4-5-6 relativi al finanziamento, e, mi pare, per una logica concatenazione, nell'art. 12, dove è prevista la integrazione dei bilanci.
Già all'atto della stesura in Commissione dei testi finali (è stato ricordato, ed è osservazione giusta, che i testi finali non c'erano, si stanno ancora addirittura mettendo a punto in questo momento) si è avuta una discussione in merito al problema della utilizzazione del personale proveniente dalle mutue, che si è risolta cercando, con l'ultimo comma dell'art. 1 della legge 204, di dare al testo legislativo statale un risvolto più positivo, in funzione delle esigenze della Regione. E' una grossa preoccupazione quella del trasferimento del personale delle mutue preoccupazione per noi che dobbiamo pensare, come Regione, di essere il principale destinatario, certamente il più qualificato, trovandoci di fronte migliaia di persone e quindi con la necessità di risolvere questo problema non in maniera fredda ed automaticistica, però non dimenticando anche l'interesse di quelle categorie che hanno dei rapporti di lavoro, di diritto pubblico, ed hanno, quindi, anche diritto a trovare la migliore collocazione.
Ritengo che questa impostazione, più impositiva per la Regione, di espressione di volontà che va anche oltre, che precisa meglio il pensiero dell'art. 19 della 386, sia un fatto positivo, e ne do atto ai colleghi ed anche alla Giunta che hanno consentito a questa definizione.
Rispetto ai testi, dirò che in questo momento ritengo che sia stato bene modificare la stesura dell'art. 1 della legge 205, quella relativa ai cento miliardi sui quali tanto si è discusso. Non c'è dubbio che la legge debba avere delle previsioni precise in questa materia; però, non ho bisogno di aggiungere altro a quanto stamattina è stato già detto sulla opportunità di trovare una formula diversa. Mi permetterei di far presente che sarebbe bene, in linea generale, che decisioni di questo genere, tenuto conto dello scopo e del particolare significato e delle modalità di questa disponibilità finanziaria, fossero prese dopo essere state esaminate a livello delle Commissioni consiliari e soprattutto inquadrate anche nella conoscenza che se ne dà all'esterno in maniera corretta; altrimenti si rischia, obiettivamente, di dar adito a distorsioni, come si è verificato in questo caso, da parte dell'opinione pubblica. Ritengo sia bene, quindi che oggi il Consiglio Regionale, nell'approvare queste leggi, metta un po' di ordine in questo settore, pur rendendoci conto che probabilmente non potremo fare a meno di far fronte, speriamo per pochi mesi, alle esigenze degli ospedali in attesa che lo Stato assolva completamente i suoi compiti.
Non mi dilungo oltre, sia per non tediare troppo i colleghi, sia perch mi pare che ulteriori approfondimenti potranno venire nel corso dell'esame dei singoli testi di legge.
La Regione, cui l'assistenza sanitaria, ed in particolare ospedaliera è demandata istituzionalmente, come vuole la Costituzione della Repubblica italiana, pensava, sperava e spera tuttora di poter esercitare correttamente il diretto controllo di una attività di servizio sociale così importante per la comunità dei cittadini e per l'intera comunità regionale.
Si è però trovata, per una infinità di ragioni, a ricevere in mano, senza guanti, una enorme patata bollente. Credo che ne abbiamo tutti quanti piena consapevolezza. E' necessario, quindi, che gli atti che seguiranno nella vita della Regione e proposito della gestione ospedaliera tengano conto di questa realtà, che è indiscutibile anche se si vorrebbe che non fosse tale.
Per cui occorre che orientiamo alcune delle attività della Regione con chiarezza di vedute.
Prima di tutto, nell'azione politica nei confronti del Governo. C'è un Governo di nuova nomina: le Regioni devono saper agire collegialmente collettivamente, con vastità di documentazione, con chiarezza, con capacità di pressione, di mobilitazione anche delle forze politiche a livello parlamentare, per ottenere che i finanziamenti che la legge 386 prevede pervengano al più presto, con regolarità e nella misura dovuta; in attesa che, fatto il computo anche delle somme che saranno previste dal fondo sanitario nazionale, si possa eventualmente anche correggere, per consentire un'azione di promozione. Certo, stando a quello che ci ha detto l'Assessore Simonelli dopo l'incontro ad hoc avuto a livello del Ministero della Sanità, non vi sono molti spazi nelle previsioni di fondo comune per una espansione, per un lavoro di sviluppo e di programmazione serio.
Occorre un'azione politica coordinata con le forze sociali, con le categorie interessate; perché a questo passaggio vorremmo, proprio perch l'autorità amministrativa diventa la Regione, corrispondesse un miglioramento nel servizio ospedaliero. E in questo senso il fatto che l'autorità politica responsabile sia vicina alle categorie, sia vicina alle forze sociali può essere di incentivo a che tutti si impegnino a far funzionare meglio questi importanti stabilimenti della salute.
Credo che occorra, da parte particolarmente della Giunta Regionale e dei suoi organi tecnici, un'azione di vigilanza concreta sul funzionamento degli ospedali. Certamente, gli organi dello Stato che ora sono della Regione in passato hanno esercitato la loro azione di vigilanza: si deve approfondire, si deve puntualizzare, si deve andare negli ospedali pensando che chi va in un ospedale in forma ispettiva agisce in rappresentanza dei degenti, di coloro che purtroppo a volte si trovano nella necessità di ricorrere agli ospedali. E perché questo funzionamento prosegua, migliori si adegui alle necessità della gente, occorre l'immediata messa a punto di studi che sono già stati avviati a livello della Giunta e la definizione di un concreto programma di qualificazione, di riqualificazione, del personale ospedaliero a tutti i livelli. Dobbiamo cioè dare alla gente l'impressione netta, palmare, che la Regione si impegna non soltanto per compiti formali freddi e preoccupanti, quali sono quelli amministrativi, ma svolge un'azione effettiva di promozione.
Al di là dell'approvazione di queste leggi, di quest'ultima discussione su alcuni punti particolari, per i quali io mi auguro non ci siano più controversie - se dovessero esserci vedremo di chiarirle in sede di discussione sui singoli testi -, noi dobbiamo collocarci in una prospettiva concreta: di non lasciarci dominare dalla preoccupazione, che pure è viva in tutti, per quanto riguarda la situazione finanziaria, la situazione amministrativa. Se noi avessimo potuto trovare facile soluzione a questo problema discuteremmo molto di più nel merito di cosa fare per migliorare l'assistenza ospedaliera; ma non facciamoci far velo da queste difficoltà alla necessità di migliorare tale assistenza. L'assistenza ospedaliera è in qualche modo, una prima parziale attuazione settoriale della riforma sanitaria: la dobbiamo cogliere sostanzialmente in questa misura, in questa visione, anche nel rapporto delle richieste che le forze sociali hanno fatto, e di cui parlavo prima, specialmente in rapporto all'accordo dei lavoratori ospedalieri. Occorre quindi affermare che, superato questo primo scoglio, dobbiamo affrontare la questione in termini assolutamente concreti, portando all'esame della Commissione consiliare gli studi già completati, accelerando la conclusione di quelli ancora da ultimare, perch al più presto si definisca quella zonizzazione sanitaria della nostra Regione che potremmo definire la carta geografica della salute dei piemontesi; nel contempo, affinché non sia uno studio statico, si affrontino concretamente i problemi della partecipazione di tutti, delle forze sociali organizzate come tali, ma più in generale dei cittadini, alla gestione delle cose relative alla loro salute.
Credo quindi che con l'augurio che la discussione finale per l'esame dei testi consenta una sufficiente concordanza generale del Consiglio attorno a queste leggi, dobbiamo assumere questo impegno: lo dovrà assumere la Giunta in primo luogo, perché ad essa spetta il compito di guida dell'attività politica della Regione, trovando certamente disponibile il Consiglio a portare avanti il discorso. La riforma regionale degli ospedali è soltanto un primo passo: compiamolo consapevoli che dovremo attenderci difficoltà più che soddisfazioni, e consideriamolo comunque come base di lancio per un discorso più avanzato, più completo, per la salute dei piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Calsolaro. Ne ha facoltà.



CALSOLARO Corrado

Signor Presidente, signori Consiglieri, chi ha avuto occasione di seguire, anche solo in modo puramente superficiale od occasionale, l'iter dei quattro disegni di legge regionali relativi all'applicazione della 386 non ha potuto non rendersi conto della notevole complessità della materia e della necessità e dell'urgenza di una profonda riforma del settore, che accanto alla definizione dei rapporti giuridici, realizzi la pienezza di un servizio sanitario corrispondente all'indirizzo costituzionale ed alle esigenze della collettività.
Non posso non rilevare l'impressione - che potrà anche non essere giusta e magari contestata - che qui più che altrove vengano a scontrarsi addirittura nell'ambito di una stessa categoria, interessi corporativi divergenti di pressione e di conservazione, e come, al di là di una apparente convergenza sugli obiettivi di riforma, non si tenga sovente conto del primo ed essenziale motivo dell'impegno riformatore, che è quello di offrire ai cittadini un servizio efficiente e valido, essendo proprio gli utenti - potenziali ed attuali del servizio, praticamente tutti gli abitanti, la collettività intera - il punto di riferimento prevalente e fondamentale. Sarebbe come se la riforma della scuola venisse fatta o intesa come riforma per gli insegnanti. Certo, gli insegnanti partecipano anzi, devono partecipare, al moto di rinnovamento della scuola; ma accanto alla società, nelle sue varie espressioni, e quindi accanto alle famiglie agli studenti, agli Enti locali, alle organizzazioni dei lavoratori.
Qui invece sembra che le cose siano, da alcune parti almeno, intese in modo diverso, e che l'opportunità e la bontà di una iniziativa legislativa sia posta piuttosto in rapporto ad esigenze contingenti e particolaristiche.
Riesce veramente difficile orientarsi, in mezzo al diluvio di osservazioni che sono state presentate nelle varie occasioni d'incontro quando si consideri che esse muovono da posizioni a livelli diversi, e che quindi, accanto alle proposte che si pongono nell'ottica della salvaguardia dei principi della riforma, e quindi della logica della programmazione sanitaria e della partecipazione della collettività attraverso le sue rappresentanze democratiche, alle scelte ed ai programmi legislativi ed operativi della Regione, ve ne sono altre che ci sembrano ancora legate ad una concezione meramente aziendalistica della politica sanitaria, che vede nell'utente l'oggetto, la materia della propria attività, anziché il soggetto di diritti costituzionalmente e legislativamente riconosciuti concezione che ha concepito gli enti mutuo-previdenziali come feudi clientelari e centri di potere, che ha concepito le baronie mediche e burocratiche, le molteplici forme di industria e commercio di malati che vanno dalla speculazione farmaceutica alle case di cura private attraverso un vasto sottobosco di mezzani, motivo che impose a suo tempo l'arresto della riforma sanitaria assieme ad altre riforme.
Quando nella memoria dell'Ospedale civile di Ivrea si dice, con riferimento alla stesura originaria dell'art. 3 del disegno di legge n.
204, che non sembra congrua l'aggettivazione di "gratuita" dell'assistenza ospedaliera con il diritto costituzionale alla tutela della salute e con gli oneri sociali tuttora gravanti sugli aventi titolo all'assistenza ospedaliera, si dice una cosa sicuramente ovvia. Tanto ovvia che nel testo presentato per il voto al Consiglio l'aggettivazione è sparita, senza osservazione od opposizione alcuna. Ma resta il fatto della permanenza di una concezione che pur ha trovato collocazione nell'originario disegno di legge della Giunta e che finisce con l'essere il modo tipico di pensare del burocrate e della gente bene, per cui il lavoratore che viene ricoverato in un ospedale pubblico approfitta dell'assistenza e della carità pubblica mentre chi spende centinaia di migliaia di lire o milioni per farsi ricoverare nelle case di cura private è un benefattore della collettività perché non grava sulle sue finanze e sui suoi bilanci. Poi invece le cose stanno esattamente al contrario. Ma tant'è: questo è il modo di ragionare di certe categorie che pur hanno un peso nel nostro Paese.
Nel testo del disegno di legge originario, n. 204, erano stati dimenticati gli ospedali acattolici, regolati dalla legge 16 novembre 1973 n. 817. Si è trattato sicuramente di una svista, anche se il fatto mi sembra abbastanza singolare dato che l'art. 1 del disegno di legge riproduceva una elencazione contenuta nell'art. 18 della 386 e che l'omissione non poteva non apparire del tutto giustificata.
A questa omissione, che era già stata fatta rilevare nella nota dell'Ospedale di Ivrea, e successivamente dagli Ospedali interessati, si è riparato con la nuova dizione dell'art. 1 e dell'art. 10. Penso che l'attuale formulazione corrisponda alle esigenze ed ai giusti rilievi avanzati dagli Istituti acattolici: si tratta, a nostro avviso, di cosa di non poco conto, trattandosi in questo caso non più di una questione relativa alla "sanità", ma di una questione attinente ai principi di uguaglianza dei cittadini e di tutela delle minoranze religiose, tutelati fra l'altro dalla norma costituzionale.
L'art. 1 della legge 203 fa riferimento alla istituzione di nuove divisioni, sezioni e servizi sulla base di quanto stabilito dalla legge 386. E si muove anzi, esattamente, dal principio informatore del divieto della loro istituzione regolamentando le relative eccezioni.
Abbiamo quindi un complesso di norme che bloccano, sino alla data di entrata in vigore della riforma sanitaria, e, direi, meglio fino all'approvazione del piano sanitario regionale, l'espansione incontrollata degli enti ospedalieri, sottoponendoli ad un rigoroso controllo degli organi regionali.
Nella 386 non si fa analogo riferimento nei confronti delle case di cura private: abbiamo assistito in questi ultimi anni ad una continua proliferazione delle case di cura private, per cui una delle conseguenze del blocco dell'espansione degli enti ospedalieri potrebbe essere l'aumento sconsiderato dei posti-letto nelle case di cura private, con effetti non facilmente valutabili nel tempo, in quanto è evidente che queste non potranno mai rispondere a criteri di logica programmazione nell'ambito regionale e provinciale, ma saranno esclusivamente il frutto di una iniziativa privata a carattere speculativo.
Per queste ragioni avremmo visto, e vedremmo bene una norma - che potrebbe essere prevista nella legge 204 - con la quale si garantisca in prime cure una copertura economicamente valida nei confronti degli ospedali pubblici a fronte delle case di cura private.
Sappiamo perfettamente che da parte del cittadino sprovveduto (lo stesso vale per il cittadino consumatore per quanto riguarda la spesa giornaliera) esiste una certa tendenza, anche a costo di un grave indebitamento, ad avviarsi verso la casa di cura privata per le apparenze di efficientismo che queste pretendono di rappresentare: secondo le norme consuete, esse poi seguiteranno invece a ricoverare i casi più semplici e meno costosi, mentre la quota di casistica veramente grave ed impegnativa ricadrà, come a tutt'oggi accade, sugli istituti ospedalieri pubblici.
In questo senso ci pare opportuna ed urgente l'istituzione di un servizio di elaborazione dati altamente specializzato a livello regionale che potrebbe essere collegato con l'istituendo Centro di calcolo Regione Università, che serva a dirottare i ricoveri nelle case di cura private solo nel caso in cui non esistano posti letto disponibili negli ospedali delle unità sanitarie locali o dei comprensori.
Ma credo che per intanto si potrebbe introdurre una norma, la cui formulazione ho rappresentato in un emendamento e che ho tratto dalla nota dell'Ospedale di Ivrea che ho citato più volte (anche per la correttezza e la conseguenza delle osservazioni che ha presentato alla Commissione) secondo cui: "Le convenzioni con le case di cura private, in possesso dei requisiti previsti dalla legge 12 febbraio '68 n. 132, potranno essere stipulati soltanto in presenza di obiettive esigenze dell'assistenza ospedaliera che non possono essere soddisfatte negli ospedali dipendenti dagli enti ospedalieri ne negli altri istituti pubblici di ricovero e cura".
Sulla 203, all'art. 5, vorrei riproporre una osservazione che già ebbi occasione di fare, e che riguarda la diversa impostazione dei criteri di procedura per l'istituzione di nuove divisioni, sezioni e servizi per gli enti ospedalieri, da una parte, le cliniche e gli istituti universitari convenzionati dall'altra.
Mentre cioè per gli enti ospedalieri ci si preoccupa di una valutazione estremamente obiettiva e rigorosa della rispondenza delle nuove istituzioni ad esigenze effettivamente provate - almeno da un punto di vista teorico e formale -, per il caso delle cliniche e degli istituti universitari convenzionati esse devono essere corredate da certi elementi stabiliti alle lettere a), b), c), e d), e dalla deliberazione del Consiglio di amministrazione, mentre non sono previsti né il parere del Consiglio sanitario né la consultazione con le organizzazioni sindacali.
Anche se il Consiglio sanitario non appare di sicura istituzione perfettamente democratica, pur se vicina ad una rappresentatività globale delle categorie tecnicamente interessate, non si riesce a comprendere come il suo parere non possa essere richiesto appunto nel caso delle cliniche e degli istituti universitari che risultano nella Regione Piemonte totalmente integrati in istituzioni ospedaliere pubbliche. Lo stesso discorso vale evidentemente per la consultazione delle organizzazioni sindacali. Ci sembra cioè che non si possa perpetuare una concezione degli istituti universitari quali rocche sacre ed intangibili dal potere pubblico e professionale, concezione che ha criticamente e negativamente inciso sulla vita culturale e sulla preparazione professionale nel nostro Paese, e che mi sembra anche non perfettamente in linea con la politica fin qui seguita dalla Regione nei rapporti con l'Università, che è stata in questi ultimi tempi di collaborazione e di reciproche intese, e che ha portato a vedere da parte dell'Università nella Regione l'interlocutore politico privilegiato delle sue istanze e dei suoi programmi.



BESATE Piero

Certo, qualcuno ha parlato dell'Università di Medicina.



CALSOLARO Corrado

Ci sembra anche importante un'altra questione, che viene evidenziata a proposito dell'art. 3 della legge 203, e che riguarda la salvaguardia del personale attualmente in servizio, in carenza della previsione della legge 386 per il personale ausiliario. Si tratta di personale assunto in soprannumero a causa della mancanza di personale qualificato (parlo degli infermieri generici e professionali: tutti sanno che i concorsi per queste categorie vanno in larga parte deserti e che in luogo dell'assunzione degli infermieri generici e professionali vengono assunti ausiliari senza qualifica). Questo personale, che in realtà sostituisce quel personale qualificato che non c'è, potrebbe venire a trovarsi privo di tutela legislativa, secondo un'interpretazione restrittiva e meramente letterale della norma.
In questo senso mi pare che si fosse concordemente assunto un impegno per la presentazione di un ordine del giorno al quale abbiamo già dato e diamo pur ora la nostra adesione.
Da un punto di vista generale, mi pare, infine, che si possa dare un giudizio complessivamente positivo sulle leggi, soprattutto per le modifiche che esse hanno subito nel corso delle consultazioni e dei lunghi lavori della Commissione. Certamente, esse potrebbero essere ulteriormente migliorate - questa, del resto, è una considerazione che vale per qualsiasi legge. Io ho voluto solo fare alcuni rilievi e proporre alcuni ritocchi che mi sembra potrebbero essere opportunamente introdotti senza alterare l'equilibrio dell'articolato.
Non mi soffermo sul problema dell'art. 20: è stato discusso nel corso della riunione dei Capigruppo, e credo che su questi problemi riferirà il Presidente della Giunta o l'Assessore alla sanità, su questo punto essendoci già stata una intesa nella riunione di questa mattina.
Mi sembra inoltre che l'approvazione di queste leggi sia l'occasione per avviare quelle iniziative di promozione e di anticipazione della riforma sanitaria sulle quali si è discusso ampiamente già in Consiglio in occasione del dibattito di qualche settimana fa sulla proposta di legge del Comune di Settimo per la programmazione sanitaria regionale, la zonizzazione e l'impostazione istituzionale delle unità locali, temi tutti questi, che dovranno appunto costituire il fondamento della politica sanitaria della Regione.
Esiste un preciso impegno della Giunta in questo senso e ne caldeggiamo in questa circostanza il sollecito adempimento, nella convinzione che l'attuazione della riforma non dipende dagli adempimenti degli enti mutualistici o degli organi dello Stato ma dalla capacità delle Regioni di realizzare il presupposto per il trasferimento completo delle funzioni.
In questo modo la Regione diventa il centro propulsore della riforma e la garanzia della sua realizzazione, determinandosi la coincidenza tra attuazione della riforma sanitaria e integrazione della sfera di competenza che la Costituzione assegna alle Regioni in materia sanitaria.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Gandolfi. Ne ha facoltà.



GANDOLFI Aldo

Signor Presidente, signori Consiglieri, non starò a ripetere quanto hanno già detto molti colleghi sulla importanza del passaggio delle competenze in materia ospedaliera alla Regione, sulla situazione drammatica di questo settore che lo Stato ci consegna. Vorrei soffermarmi invece su un aspetto particolare di questo complesso problema, che pure è molto importante, cioè sulla situazione di dissesto finanziario nella quale versano gli ospedali.
Gran parte della responsabilità di questa situazione deficitaria va certamente addebitata al potere centrale e al Governo, per tutto quello che non è stato fatto in questi anni. Ma, come giustamente è stato detto dal collega Berti, l'indicazione di responsabilità non può essere in una direzione unica. Cioè, molto della condizione drammatica in cui si dibattono gli ospedali dal punto di vista finanziario dipende anche dal modo in cui a livello locale sono stati gestiti gli enti ospedalieri.
Perché non c'è dubbio che per gli enti ospedalieri in questi anni è stato relativamente facile scaricare attraverso il meccanismo delle rette, una crescita continua di costi che non si volevano controllare a sufficienza su enti esterni che niente avevano a che fare con la gestione ospedaliera.
Con l'approvazione, alcuni anni fa, della riforma ospedaliera, si è dato vita, infatti, ad una situazione abnorme, che certamente ha incentivato la deresponsabilizzazione su quello che era la quadratura dei bilanci ospedalieri. Perché nel momento in cui si affidava al meccanismo delle rette, che di fatto era un meccanismo che permetteva di eludere dei problemi, il raggiungimento della parità di bilancio, che era poi una parità fittizia, si dava mano libera, evidentemente, alle istituzioni, ai Consigli di amministrazione, ad una corsa continua all'espansione di servizi e di organici, senza una adeguata responsabilizzazione a quello che doveva essere invece il cardine di una corretta gestione, cioè una calibratura degli interventi in base a priorità e quindi con una ricerca di corrispondenza tra le entrate dell'ente e le effettive possibilità di spesa.
Con i disegni di legge che il collega Armella ha presentato, a nome della Giunta, mi pare si venga incontro alla esigenza di spezzare la spirale per cui certi enti che avevano responsabilità solo sulla spesa, non si preoccupavano minimamente di rapportare le uscite alle entrate, mentre altri enti, nella fattispecie le mutue, non potevano erogare oltre certi limiti e comunque finivano poi con il contestare qualsiasi tipo di spesa per quanto legittima questa fosse.
A ciò giovano, a mio avviso, due tipi di intervento ben precisi: da un lato il blocco della espansione degli organici e delle strutture ospedaliere, in attesa di provvedimenti di programmazione ospedaliera che è compito della Regione assumere, dall'altro le norme per il finanziamento della spesa, che introducono criteri giustamente, validamente restrittivi di controllo sulla gestione ospedaliera.
Quello che vorremmo additare in questa sede, in particolare all'attenzione del collega Armella, è l'estrema importanza di un controllo continuo e preciso sui dati di gestione degli ospedali. E' un meccanismo quello che mettiamo in moto, che richiede come condizione fondamentale che i Consigli di amministrazione degli ospedali non trovino una via d'uscita facendo rientrare dalla finestra il meccanismo delle rette, che è uscito dalla porta. Quindi, è opportuno che questi meccanismi di attribuzione di coefficienti in base ai posti letto partano, intanto, da dati certi e sicuri sulla situazione attuale, proprio perché non si possa permettere che questi coefficienti siano poi utilizzati per ottenere quello che questa legge sul finanziamento della spesa in realtà, non dovrebbe consentire cioè una amministrazione abbastanza facile, che non tenga conto dell'obiettiva limitatezza delle risorse e della necessità, quindi, di una amministrazione estremamente oculata e che si attenga soprattutto alle priorità che la Regione sul piano della programmazione ospedaliera vorrà indicare.
Questo ho ritenuto di dover far rilevare al collega Armella in primo piano nonché, a tutto il Consiglio, perché a giudizio del mio Partito fra gli elementi fondamentali dei problemi che abbiamo di fronte sono la rigorosa ed oculata gestione delle risorse da parte degli enti ospedalieri e la capacità di far percepire ai Consigli di amministrazione la necessità di un mutamento di atteggiamento mentale verso questi problemi. Ogni anno alla fine dell'anno, si fisseranno le cifre assegnate ai vari Consigli di amministrazione: competerà loro garantire una gestione che permetta di ottenere una effettiva parità tra entrate ed uscite, senza ricorrere alla scappatoia di meccanismi di indebitamento sul tipo di quelli che sono stati utilizzati negli scorsi anni.
Naturalmente, tutto ciò richiede - è già stato detto da molti colleghi la creazione di condizioni strutturali anche di tipo diverso. Si potrà avviare una gestione della struttura ospedaliera in termini di costi nella misura in cui ci sarà maggior rigore nell'accettazione, nella misura in cui, soprattutto, il tessuto ospedaliero si inserirà in una organizzazione di servizi a monte del momento ospedaliero che debbono essere elemento determinante per garantire che effettivamente cessino gli abusi sul piano dei ricoveri non strettamente necessari o comunque eccessivamente prolungati.
Resta aperto il discorso della riforma sanitaria, nel suo complesso.
Questo non è che un inizio: occorreranno certamente determinazioni ed interventi di carattere strutturale più ampi, più organicamente collegati a quello del momento ospedaliero. Ci auguriamo, comunque, che con questo primo intervento ci si possa rapidamente avviare ad una organizzazione complessiva dei servizi sanitari del nostro Paese che abbia queste caratteristiche di organicità, di razionalità e di interdipendenza fra i vari momenti dell'intervento.
Ho voluto richiamare, a nome del Partito repubblicano, l'attenzione su quello che è uno degli elementi essenziali che il Consiglio Regionale e l'Amministrazione regionale devono aver presenti nell'impostare questi problemi per o prossimi anni. Naturalmente, le determinazioni che prenderà la Giunta circa i provvedimenti da adottare, sui quali dovrà intervenire poi il Consiglio Regionale, in tema di programmazione ospedaliera, saranno di fondamentale importanza per verificare l'effettiva validità di questo tipo di interventi e per verificare la misura in cui essi concorrono effettivamente a risanare, a rendere più sicura, più stabile, più corretta la gestione degli ospedali, e per farci uscire in definitiva dalla situazione drammatica che stiamo vivendo.



PRESIDENTE

A questo punto la discussione sarebbe terminata, quanto al problema generale. Darei però ancora la parola al Consigliere Berti, che l'ha chiesta, penso, per formulare alcune richieste già discusse stamani in sede di riunione dei Capigruppo con il Presidente della Giunta.
Il Consigliere Berti ha facoltà di parlare.



BERTI Antonio

Preciso che non parlerò per dichiarazione di voto ma per riprendere ancora alcune questioni.
Noi tutti ci siamo resi conto che questa discussione, iniziata all'insegna di una tensione piuttosto marcata, diciamo pure a livello di scontro, si è poi, nel prosieguo dell'attività, svolta in funzione di un impegno più costruttivo e di un confronto concreto, che ha consentito di ottenere modificazioni su vari aspetti delle leggi. All'interno della Commissione, dopo le consultazione e gli incontri con le organizzazioni sindacali, noi abbiamo operato anche sulla base delle proposte di modifica e di emendamento che le stesse avevano avanzato, aggiungendo naturalmente l'impegno personale, specifico dei Gruppi nel merito delle singole questioni, nell'intento di arrivare alla soluzione più concreta possibile dei problemi che ci stanno di fronte.
Quindi, prescindendo a questo punto dalle questioni concrete, relative però ai singoli articoli delle varie leggi, sono ancora rimaste aperte alcune delle questioni di fondo emerse e nel confronto con le forze sindacali e nel confronto con le forze politiche, in particolare con il nostro Gruppo, su cui credo la Giunta dovrebbe dare una risposta, il più possibile precisa, affinché il nostro atteggiamento possa determinarsi avendo a disposizione i vari elementi della discussione.
Voi tutti sapete che uno dei motivi di confronto e del contrasto che è sorto dopo l'incontro con le forze sindacali è stato la richiesta che queste ci hanno fatto di assumere politicamente il contratto. Com'è noto, a chi ha letto, il contratto, ancorché non firmato da tutte le componenti, ma di fatto reso operante, e soprattutto reso operante da chi ha la volontà politica di assumerlo, non si limita a proporre normative in ordine alle questioni salariali, economiche eccetera, ma introduce delle modifiche che per una certa parte attengono alle condizioni di lavoro del personale e che proprio per questo già investono aspetti di riforma della sanità. La richiesta era già stata avanzata nel corso di quell'incontro in piazza Castello con i Capigruppo, l'Assessore e il Presidente; non era stata per definita la posizione del Consiglio Regionale in rapporto a questa richiesta, a cui noi attribuiamo una importanza fondamentale, di assumere politicamente il contratto nelle sue parti, le più importanti, per lo meno riguardanti la riforma sanitaria.
Riassumendo a grandi linee, per ridurre ai minimi termini questo mio intervento, dirò che l'attenzione si è poi concentrata - in quanto per altri aspetti i lavori della Commissione hanno permesso di superare positivamente gli scogli, con l'accoglimento di gran parte delle osservazioni - su alcune questioni.
Anzitutto, quella relativa alla formazione del Comitato, non assunto come filtro tra i lavoratori e la Regione, ma come organismo che segna l'avvio a nuovi modi di gestione della politica sanitaria, della politica regionale, in questo come in altri settori, nel senso che la gestione si estende e costruisce con i rappresentanti delle varie forze sindacali politiche e di categoria presenti nel Comitato le decisioni da assumere.
Quindi, la formazione del Comitato, oltre che ad impegni di carattere tecnico, dovrà corrispondere, fondamentalmente, ad una scelta politica che la Regione Piemonte fa anche nel settore della sanità per una sua gestione democratica.
Da questo punto di vista la riunione di questa mattina dei Capigruppo con l'Assessore alla sanità e il Presidente della Giunta ha dato una risposta che noi vorremmo fosse resa in questa aula nei termini in cui noi l'abbiamo intesa questa mattina, affinché resti un impegno preciso. Se l'impegno sarà assunto nei termini convenuti stamane, possiamo affermare che uno del problemi aperti di grande importanza si potrà considerare superato.
In secondo luogo, il problema della formazione professionale, di cui già si sono occupati il collega Vecchione ed altri nei loro interventi.
Tutti noi, penso, ci rendiamo conto che, se si assume politicamente, la cosa può essere assunta a parole, può anche essere assunta nei fatti, nei contenuti; ma, al di là della richiesta di carattere politico, sta la realtà che qualunque innovazione si voglia portare nella gestione degli ospedali, nella gestione della politica sanitaria, per realizzarla occorre disporre di personale qualificato in misura adeguata. La stessa differenza fra ospedali e case di cura private sta nella possibilità di mettere a disposizione personale qualificato in misura tale da rendere qualificato il servizio. Quindi, noi pensiamo, facendo nostra questa richiesta di fondo che le organizzazioni sindacali hanno avanzato, di poter chiedere alla Giunta di dirci se intende assumersi l'impegno, da attuare in brevissimo volgere di tempo, con provvedimenti da inserire nel quadro delle decisioni che prossimamente saranno assunte o con legge specifica o con le leggi o la legge in merito alla formazione professionale, di affrontare il problema della formazione professionale all'interno degli operatori sanitari, per il personale medico ma in particolare per quello paramedico. Questa è una delle questioni più politiche, per così dire, che si aprono davanti a noi e vorremmo che chi risponderà a nome della Giunta - il Presidente o l'Assessore - precisasse senza possibilità di equivoci qual è l'impegno che la Giunta si assume in questa direzione. Voi sapete che noi avremmo voluto che nel contesto della legge fosse inserito che quanto stabilito riguardo all'accettazione ha carattere transitorio fino alla formazione dei dipartimenti di emergenza e di accettazione. Noi insistiamo su questa dizione, che mentre impegna la Regione molto concretamente in questa direzione, rimanda tuttavia l'esercizio della formazione professionale al futuro progetto di legge, alle future iniziative che la Regione assumerà in questo campo.
Terzo punto, il problema del riferimento al Consiglio dei delegati. Che la questione abbia una rilevanza notevole, avv. Oberto, trova riscontro e conferma nell'importanza che in più occasioni il Consiglio Regionale ha attribuito al rapporto con i Consigli dei delegati. Voi sapete benissimo che il Consiglio Regionale, tramite chi vi parla, i Consiglieri Calsolaro e Garabello, ma credo, successivamente, tramite gli stessi Assessori alla sanità e all'assistenza, ha avuto contatti con i Consigli delegati, per esempio della Pirelli, con ciò dimostrando di attribuire l'importanza che merita al rapporto con questi organismi fondamentali che anche negli ospedali si stanno adesso formando.
Oltre a queste tre questioni fondamentali ce n'è una quarta, quella relativa al finanziamento della spesa. La richiesta era, da una parte, di un impegno ad operare in fase di anticipazione quanto meno nei primi giorni, nel primo mese del 1975, poiché si darebbe per scontato che il Governo non farà fronte ai suoi impegni, senza però iscrivere quella somma di cento miliardi all'art. 14. D'accordo su tutte le considerazioni che sono state fatte a questo riguardo, mi pare di aver capito che la Giunta abbia rinunciato a porre la questione in quei termini e pensi invece di fare una iscrizione in entrata e in uscita nel bilancio '75, il che, mentre consente eventualmente di operare anticipazioni, costituisce un richiamo fondamentale e politico al Governo a rispettare non entro cinque mesi ma nel termine del mese di gennaio - questa è la richiesta, evidentemente, da sostenere - gli impegni che si è assunto. Noi proponiamo, in rapporto a ciò, un ordine del giorno, che del resto altre Regioni hanno già formulato perché il Governo sappia che in questa direzione deve operare il più rapidamente possibile.



PRESIDENTE

Nessun altro Consigliere desidera intervenire in sede di discussione? Allora, la discussione generale è chiusa.
La parola al Presidente della Giunta, avv. Oberto.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Cercherò di rispondere nel modo più chiaro e più responsabile possibile alle ultime richieste che sono state specificamente formulate, ma vorrei anche brevissimamente replicare su quanto è stato detto da altri Consiglieri in precedenza.
Intanto, respingo, almeno come addebito fatto alla Giunta, quanto è stato rilevato circa una consultazione che sarebbe stata strozzata. La Giunta non ha strozzato niente: se la Commissione ha ritenuto, nella sua sovranità, di limitare questa consultazione, non si può muovere addebito alla Giunta. Questo perché le cose siano estremamente chiare e ciascuno si assuma le proprie responsabilità.
Prendo atto di quanto è stato detto praticamente da tutti gli intervenuti: che evidentemente qualche passo innanzi si è fatto. La Regione Piemonte non intende avanzare titoli di priorità, ma peraltro il titolo di priorità nell'approvazione di queste leggi penso che effettivamente le spetti, perché se non vado errato nessun'altra Regione ha fino a questo momento adempiuto a quel dovere al quale stiamo adempiendo noi nei termini nella misura, nella accezione larga dei temi che devono essere affrontati.
Indubbiamente, Consiglieri Vecchione e Garabello, devo dare atto che la Commissione ha recato degli apporti positivi al primo testo: lo ha fatto con la partecipazione ai lavori del rappresentante della Giunta responsabile, l'Assessore Armella. Sapete che ho esercitato per molti anni e qualche volta la esercito ancora, la professione di avvocato. So quindi per esperienza che ci sono normalmente tre gradi di giudizio, e qualche volta capita anche che il secondo o il terzo guasti quello che aveva operato magnificamente il primo. Anche qui, evidentemente, ci sono tre gradi: presentazione di una proposta di legge o di un disegno di legge quindi, esame, approfondimento da parte della Commissione, che attraverso la consultazione raccoglie forse anche degli elementi che potevano mancare al proponente; in terzo grado, è il Consiglio Regionale che, raccogliendo le esperienze degli uni e degli altri, deve definire responsabilmente le conclusioni da recepire nel testo definitivo della legge.
Mi spiace che ancora una volta il Consigliere Rossotto, il quale colloca sempre delle istanze, non sia presente quando il Presidente risponde: vogliano i suoi colleghi di Gruppo farsi interpreti di questa risposta, perché dubito che egli possa trovare poi il tempo per leggere il testo stenografico, che oltre tutto a noi giunge sempre a notevole distanza di tempo.
Gli devo rispondere in particolare in rapporto a quanto egli ha detto sul tema "camere speciali", che sono previste dall'art. 40 della legge. Gli vorrei domandare: si è posto il problema di che cosa conseguirebbe se effettivamente si spugnasse questa che è una realtà, che è una necessità? si è domandato se non si aumenterebbe quell'avvio alle cliniche ed agli ospedali svizzeri che è già larghissimo in questo momento? si è domandato se effettivamente, togliendo la possibilità di questa gestione delle camere speciali, non si aumenterebbe il numero delle cliniche private, anche se la gestione di queste cliniche private possa in qualche maniera, ad un certo momento, essere disciplinato, sorvegliato, controllato dalla Giunta? Sono interrogativi che occorre porsi prima di arrivare ad una cancellazione di questo elemento, che è certamente molto importante, che comporta una responsabilità, da valutarsi forse anche nel tempo, attraverso quelli che saranno gli apporti che potranno derivare dalla consultazione di un Comitato, di una Commissione di cui parlerò.
Al Consigliere Carazzoni, egli pure assente, vorrei dire che andare a monte è sempre abbastanza comodo come motivo politico, soprattutto polemico. La Giunta non cancella certamente le responsabilità dei venti venticinque anni passati, che vanno addebitate - io vorrei sempre far presente, con tutto il rispetto, ad entrambi gli organi, quello governativo e quello parlamentare. Molte volte, anche attraverso interventi vivaci delle minoranze, si sono imposte delle soluzioni alla maggioranza, e ne sono derivate delle norme di legge non sempre produttive di effetti migliorativi. Si può quindi dire che, se i Governi sono stati carenti altrettanto lo è stato il Parlamento.
Arrivano a noi, alla vigilia del 1975, sulle braccia, certamente gracili, dell'Ente Regione, che ancora sta formandosi le ossa, dei pesi effettivamente enormi. Noi appena riusciamo a raffigurarci, questa sera, in quest'aula, che cosa comporterà in effetti avere la gestione di tutta questa attività sanitaria ospedaliera a partire dal I gennaio 1975. C'è certamente di che turbare la tranquillità, la serenità di chi abbia la responsabilità del Governo regionale. Perché anche qui bisogna sempre che ciascuno si collochi al proprio posto: il Consiglio stimola, nel senso allargato della espressione limitativa che ha voluto dare lei ieri sera Consigliere Berti, quando io ho fatto presente che la minoranza stimola sia certo che io do una accezione larghissima al termine di stimolo riconoscendo gli apporti critici e costruttivi di suggerimento -, ma la responsabilità compete all'organo esecutivo del Governo regionale, a coloro i quali si trovano a dover risolvere questi problemi, in una situazione drammatica come quella che è stata questa mattina ancora una volta evidenziata da tutti sui quali ricadrà il grosso impegno, di non facile soluzione, di una diversa gestione dei complessi ospedalieri, come è stato sollecitato, pacatamente ma energicamente, per esempio dal Consigliere Calsolaro e da altri intervenuti. E' indubitato che bisogna trovare una forma nuova di gestione, perché anche nella forma di gestione probabilmente è andata accrescendosi in passato tutta una ragione di turbativa che ha condotto alla situazione nella quale tutti quanti gli ospedali sono venuti praticamente a trovarsi.
Ecco, mi pare di aver già toccato tutti i punti particolari: al Consigliere Gandolfi, circa la gestione oculata degli organi amministrativi, la risposta è venuta con quella per il Consigliere Calsolaro Ritorniamo allora agli elementi di sfondo.
Accordo nazionale del giugno '74. La questione è stata sollevata da Vecchione e Garabello e ripresa con una puntualizzazione particolare specifica da Berti. Ecco, di fatto una grossa parte di quella che è l'ispirazione di questo contratto nazionale, non ancora perfezionato, non ancora avente forza cogente nei confronti di tutti, ma tuttavia espressione di una volontà politica di ordinamento programmatorio di tutta la situazione ospedaliera - è stato riconosciuto da tutti loro - ha fatto ingresso nella Commissione attraverso apporti modificativi delle leggi presentate oggi alla disamina del Consiglio. Dunque, un recepimento delle linee indicative - prescindendo da tutto quello che può essere l'aspetto tecnico, burocratico, amministrativo, per cui veramente bisognerà che ci sia l'ulteriore approfondimento e il consenso effettivo di tutte le parti perché altrimenti non avrebbe valore -, espressione di volontà politica, è stato di fatto accettato, a nome della Giunta, nel limite delle cose possibili, dallo stesso Assessore Armella. Se in questi termini è sollecitata la risposta della Giunta, non ho esitazioni a dire che la Giunta è pronta a recepire tutto quanto è recepibile politicamente su una linea democratica, di rispetto degli interessi e dei doveri di tutte le componenti del mondo sanitario, senza con questo assumere, secondo l'espressione usata dal Consigliere Berti, formalmente questa realtà a scatola chiusa, evidentemente con l'ampia possibilità di discuterne l'essenza nello spirito che ha guidato la formazione delle leggi che ci dobbiamo proporre di discutere fra poco. E lo sarà nel momento attuativo del programma anche attraverso la realizzazione di quel Comitato o Commissione di cui si è largamente parlato.
Si sarebbero forse potute evitare tante parole se io fossi stato più chiaro, se il Consiglio fosse stato più incisivamente presente nella valutazione delle dichiarazioni fatte in due sedute passate del Consiglio quando la Giunta si è dichiarata disponibilissima a costituire com'è suo dovere il Comitato a norma dell'art. 20 della legge per determinati fini della trattazione dell'argomento mutualistico; ma fin da allora, e poi anche nei discorsi fatti con gli interessati, il Presidente della Giunta si è dichiarato, a nome della Giunta, espressamente consultata su questo argomento, disposto a creare una Commissione aggiunta o ad allargare quel Comitato affidando alla Commissione quei compiti che sono stati sollecitati anche questa mattina nella riunione dei Capigruppo, riportati alla ribalta di questa discussione. Certamente, la questione sarà risolta con un atto deliberativo che sarà proposto al Consiglio dalla Giunta nello spazio ragionevole di quindici giorni che sono indispensabili per poter mettere a punto la costituzione di questo Comitato, anche cercandone le componenti Comitato di cui, del resto, questa mattina sono stati indicati, nel dibattito coni Capigruppo, compiti e funzioni.
Anche qui bisogna che ci intendiamo chiaramente su un termine: che cosa si intende quando si parla di un Comitato così allargato che gestisca insieme all'organo regionale esecutivo, l'affare ospedaliero o l'affare sanitario? Una gestione concettuale, nel senso che ad un tavolo attorno al quale siano riuniti la Giunta, organo esecutivo, la Commissione, Consiglio Regionale, si discutano, si accolgano, si respingano delle proposte che vengono fatte da questo Comitato, questa Commissione allargata? E' certamente così. Una gestione, nell'accezione consueta della parola impossibile ad accettarsi perché l'organo esecutivo verrebbe meno ad una responsabilità propria, perché si gestirebbe, allora, nel nome di terzi che nessuna responsabilità accolgono, e i terzi si innesterebbero in una gestione che è di competenza esclusiva della Giunta, sicché potrebbero anche dire: scrollo le spalle, tanto responsabile è la Giunta. Ma nel senso di una gestione concettuale, culturalmente comune, questo senza alcun dubbio, perché altrimenti non varrebbe veramente la pena di costituire un Comitato, una Commissione allargata a 40 - 50 componenti, quanti sono quelli che questa mattina si sono prefigurati, per il gusto di convocarli per il gusto di starli ad ascoltare e per il gusto poi di disattendere l'apporto indubbiamente valido e positivo che tutte le componenti, in un dialogo collegiale, sono in condizioni di poter dare. Quindi, pienezza di responsabilità in questa direzione, pienezza di responsabilità nel termine dei quindici giorni necessari per costituire effettivamente questo Comitato nello spirito che ho detto.
Gli amici che sono con me in Giunta sanno quante volte io sia ritornato sul concetto della formazione professionale dei nostri dipendenti innanzitutto, e anche di quella esterna. Ho solo il rammarico di non essere riuscito fino a questo momento a muovere passi più veloci in questa direzione. Io sono da sempre convinto dell'esigenza della formazione professionale a tutti i livelli: tanto che - e il Consigliere Berti pu darmene atto, poiché ha avuto modo di seguire questo lavoro -, come Provincia, anticipando quelle che sono state poi delle indicazioni future creammo qui, in via Andrea Doria, una realtà che è ancora attuale, che è ancora viva, proprio per questa formazione professionale. Formazione professionale che poi allarga naturalmente il suo campo d'azione quando caliamo nella realtà dell'esercizio effettivo non soltanto dei servizi resi alla collettività, non soltanto dei servizi che si vedono poi all'interno dell'ente pubblico, ma quando si parla di formazione professionale a tutti i livelli dei lavoratori dell'industria, del commercio, dell'agricoltura di tutti i settori. Figuriamoci dunque se la Giunta non assume volentieri per bocca del suo Presidente, questo impegno: di fare in modo che la capacità professionale di coloro che gestiscono, non amministrativamente ma in concreto, l'esercizio della sanità nel campo ospedaliero, quelli che possiamo dire operatore del settore ospedaliero, abbia una attenta considerazione da parte della Regione attraverso quella formazione professionale che è stata sollecitata e che certamente l'Assessore si propone di portare innanzi.
Si chiede che sia inserita la dizione: "sino a che non entrino in funzione dipartimenti. ecc.". Desidero anche a questo proposito essere chiaro. Che cosa sarà quel dipartimento, come funzionerà, non lo so, non riesco a figurarmelo, e credo che nessuno dei signori Consiglieri abbia questa sera in merito delle idee estremamente precise. Per concettualmente la Giunta - anche questo è già stato dichiarato in una precedente riunione - è d'accordo sulla creazione di questo dipartimento.
Discuteremo sulla sua strutturazione, sul suo modo di impiego, ma concettualmente posso dichiarare senza alcuna restrizione mentale, a nome anche di chi ha la delega per questo settore particolarmente delicato, che è l'Assessore Armella, che siamo disposti ad aprire il discorso per il dipartimento.
Chiedo allora se l'inserire la frase "fino a che non vi sia il dipartimento" debba considerarsi valida ed esplicita in sostanza come dichiarazione di volontà del Consiglio Regionale in una legge. Teniamo sempre presente la natura e la struttura di una legge che in definitiva dovrebbe essere proprio una norma che codifica alcuni atteggiamenti, alcune normative, senza arrivare a dei contenuti di principio. Non so quanto possa essere utile e necessario quell'inserimento, dopo che vi è stata questa espressa, esplicita, chiara dichiarazione di impegno che il Presidente della Giunta in questo momento fa, a nome della Giunta.
E' invece per me particolarmente delicato e non mi trovo in questo momento in condizioni di dare una risposta categorica, precisa, come ho dato alle altre quattro domande, il quesito relativo al riferimento al Consiglio dei delegati. Ecco, che cosa si intende, che cosa si vuole? Si crea una situazione di disagio per taluni di coloro che operano? Si vuole innalzare, senza una possibilità di responsabilizzazione completa e concreta, una forza che può pensar di riuscire a fare qualche cosa ma che forse poi nella realtà concreta non riuscirà a concludere molto? Su questo punto avrei delle perplessità, Il Gruppo comunista, che ha dimostrato viva attenzione a queste leggi, condividendo, penso, con il resto del Consiglio la grossa responsabilità di assumerle, con quel carattere di temporaneità che esse non possono non avere, penso comprenderà il mio imbarazzo. Noi non abbiamo da scrivere nella legge: dura un anno, due anni, tre anni; ma indubbiamente incombe alle nostre spalle il fatto grosso della riforma sanitaria, che tutti vogliamo, che tutti chiediamo. E può essere che a quel momento le leggi che noi in questo momento facciamo per poterci assumere a partire I gennaio '75 i nostri impegni, dovranno essere riviste modificate, forse anche in larga misura modificate, quando non stravolte.
Non possiamo in questo momento prefigurarci il fatto incombente che è alle nostre spalle, alla luce dell'esperienza delle tre o quattro proposte di legge che sono arrivate fin sulla soglia del Parlamento e poi sono ritornate nello spazio di questi dodici-tredici-quattordici mesi, nel tempo in cui si discute di questa.
Ecco, il limite mio è la mancata possibilità di approfondimento di questo argomento su cui mi è stata chiesta una risposta. Non vorrei dire n sì né no, perché assolutamente in questo momento non sarei in condizioni di rispondere coscienziosamente né in un senso né nell'altro. Mi dichiaro tuttavia disponibile - credo che la Giunta condividerà questa mia posizione ad esaminare anche questo aspetto del riferimento al Consiglio dei delegati, e se la cosa tornerà ad essere possibile, anche attraverso una aggiunta alla legge o attraverso un atto deliberativo, potrà trovare il suo assolvimento completo.
Credo di essere stato chiaro, preciso, univoco.
Resta l'ultimo argomento, che è stato sollevato dal Consigliere Rossotto, il quale è giunto ora, proprio in tempo per ascoltare questa parte di riposta che lo riguarda, e dal Consigliere Gandolfi: il problema del finanziamento.
Il problema del finanziamento se l'è posto subito la Giunta. Quando si è parlato dei cento miliardi, la Giunta non ha avuto alcuna esitazione a ritenere che risolvere il problema in quei termini sarebbe stato certo psicologicamente dannoso, perché tutti quanti avrebbero pensato che i cento miliardi fossero quelli destinati a finanziare leggi che non possono diventare operative in relazione al problema della stretta creditizia, e pertanto artigiani, commercianti, agricoltori si sarebbero preoccupati perché avrebbero potuto trarre la logica deduzione: questi cento miliardi se indirizzati alla riforma ospedaliera o sanitaria, non serviranno più, n in conto capitale né in conto interesse, a finanziare le leggi per cui erano stati erogati. Peraltro, la Giunta ha varato la legge così, con la persuasione che si sarebbe, cammin facendo, trovata la strada corretta e giusta, che poi in effetti si è trovata.
Non pongo qui la questione del primo della classe, non sto a guardare se sia arrivata prima la Commissione o la Giunta, attraverso l'Assessore Armella: certo, in Giunta si è parlato dell'argomento, e in Giunta si è fatta la proposta, che oggi io rinnovo esplicitamente a nome dell'organo esecutivo e che collima con indicazioni emerse anche in sede di Commissione. Tutti abbiamo una certa dose di fosforo nel cervello, e nessuno quindi scopre l'America, che è già scoperta. Ad un certo momento abbiamo detto: poiché dobbiamo avere 200 miliardi e rotti dallo Stato introduciamo nel bilancio del 1975 - è una dichiarazione anticipata questa, che fa il Presidente della Giunta - alla voce "Entrata", i 200 e più miliardi che lo Stato ci deve dare, e mettiamo in uscita la corrispondente cifra per affrontare i problemi. Avremo così risolto la questione sotto il profilo psicologico, tranquillizzando coloro i quali attendono ed aspettano che vengano attuate leggi già votate e varate, e non determineremo quell'altro motivo psicologico cui ha fatto riferimento da ultimo il Consigliere Berti, che cioè, trovandosi segnati 100 miliardi, il Governo, che certamente non avrà assolto i suoi impegni entro le fine del mese di gennaio, possa dedurre: se hanno stanziato quella cifra vuol dire che ne avevano disponibilità e quindi possono andare avanti tranquillamente per cinque mesi, per cui il nostro ritardo (venti miliardi al mese mi pare sia la somma necessaria) non li paralizzerà.
Nel bilancio che la Giunta esaminerà domani mattina sarà fatta, ripeto questa indicazione, che il Consiglio può ritenere, attraverso le mie dichiarazioni, un impegno assoluto e formale; tanto assoluto e formale che proporremo che nella stessa legge, dove si parla del finanziamento, si dica a chiare lettere che il finanziamento avverrà attraverso le entrate previste del contributo dello Stato e la spesa conseguente.
Credo di avere detto quanto necessario perché ciascuno possa prendere le proprie determinazioni. Condivido il tormento, il cruccio di tutti di doversi far carico di una situazione deteriorata, bruciante; ma spero che tutti veramente sentano il bisogno, proprio per queste circostanze, di condividere lo spirito che anima la Giunta, l'organo esecutivo, che animerà la Commissione e il Comitato che andremo formando, che anima certamente il Consiglio, di voler risolvere nel modo migliore e più rapido questo grosso problema che angustia tanti piemontesi sotto il profilo della sanità.



PRESIDENTE

Conclusasi la discussione con le dichiarazioni del Presidente della Giunta, si dovrebbe passare alla votazione delle singole leggi, a meno che qualcuno intenda ancora parlare per dichiarazione di voto, o sulle tre leggi globalmente o su ciascuna singolarmente, come preferirà il Consiglio.
Devo far presente che è pervenuto alla Presidenza un ordine del giorno dei Consiglieri Curci e Carazzoni. Non penso però che sia necessario porlo in votazione in un momento particolare, in quanto non è preclusivo del passaggio al voto degli articoli.
Chiede di parlare il Consigliere Carazzoni. Ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, colleghi, l'art. 38 del Regolamento provvisorio del Consiglio Regionale, che detta disposizioni in merito all'ordine delle discussioni, dice testualmente, al capo V: "Prima che si apra la discussione generale, o nel corso di essa, possono essere presentati ordini del giorno concernenti il contenuto della legge, che ne determinino o ne modifichino il concetto e contengano direttive od istruzioni alla Giunta per la loro applicazione ecc. ecc.".
Noi abbiamo presentato questo ordine del giorno nel corso della discussione generale. L'ordine del giorno contiene, ad avviso nostro indicazioni circa appunto l'applicazione delle leggi stesse. Ci richiamiamo solo più al passo successivo del paragrafo già citato, per ripetere che "gli ordini del giorno sono votati, anche per divisione, prima del passaggio alla discussione degli articoli". Ci sembra pertanto corretto e consequenziale che il nostro ordine del giorno venga posto in votazione a questo punto.



PRESIDENTE

Pur senza volermi soffermare a discutere il contenuto dell'ordine del giorno, non posso non rilevare che esso contiene frasi per lo meno intempestive, come: "Ottenere la massima efficienza sanitaria e l'assoluta uniformità di prestazione degli enti ospedalieri."



CARAZZONI Nino

Veramente, nell'ordine del giorno si chiede un'altra cosa: il varo entro il '75 della legge di programmazione sanitaria.



PRESIDENTE

Quella è una legge che non ha nulla a che vedere con quanto si discute oggi, perché la programmazione investe anche la legge Mariotti... Comunque chiedo al Consiglio se intende discutere l'ordine del giorno immediatamente, prima del passaggio alla votazione dei singoli articoli.



CARAZZONI Nino

Mi pare sia logico. Però, in questo Consiglio tutto è possibile...



PRESIDENTE

Do lettura, comunque, dell'ordine del giorno, il cui testo è già stato distribuito: "Il Consiglio Regionale del Piemonte impegna la Giunta a predisporre ed a presentare entro il 31 marzo '75 la legge di programmazione ospedaliera, ispirata ai seguenti criteri generali: a) ottenere la massima efficienza sanitaria e l'assoluta uniformità di prestazione degli enti ospedalieri compatibilmente con le reali possibilità economiche della comunità b) determinare rigorosamente gli standard minimi richiesti per divisioni sezioni e servizi ospedalieri nonché per i presidi extra-ospedalieri c) ridurre il numero degli ospedali tenendo conto delle reali risorse che la comunità può mettere a disposizione dell'assistenza ospedaliera, sì che quelli che resteranno in funzione siano veramente in grado di elargire una assistenza altamente qualificata sia come personale sia come attrezzature d) creare capillarmente dei centri sanitari che provvedano alla diagnosi e cura dei pazienti non necessitanti delle qualificate prestazioni ospedaliere e i pazienti dimessi dagli ospedali per cure post-ospedaliere e) istituire territorialmente, usufruendo quanto possibile degli attuali ospedali ed infermerie che verranno aboliti, divisioni di lungo-degenti e riabilitazione dipendenti dagli ospedali f) costituire dei Comitati regionali di controllo sulla funzionalità ospedaliera sia dal lato tecnico che dal lato amministrativo".
Se nessuno chiede di parlare, porrei in votazione l'ordine del giorno.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Berti. Ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Non c'è anche un ordine del giorno presentato dai vari Gruppi relativamente ad impegni da chiedere al Governo?



PRESIDENTE

Ne ho sentito parlare, ma finora a me non è pervenuto.



BERTI Antonio

A me pare che potremmo passare subito alle votazioni e poi, alla fine in un unico momento, esaminare i vari ordini del giorno presentati.



PRESIDENTE

Il Consigliere Carazzoni è d'accordo?



CARAZZONI Nino

Va bene. Discuteremo alla fine.



PRESIDENTE

Disegno di legge n. 203: "Disposizioni provvisorie concernenti le strutture e gli organici degli enti ospedalieri" Articolo 1 - Istituzione nuove divisioni, sezioni o servizi.
"Fino alla data di entrata in vigore della riforma sanitaria è vietato agli Enti ospedalieri ed agli Ospedali psichiatrici di realizzare nuove strutture, di istituire ed attrezzare nuove divisioni, sezioni o servizi quando questi non rispondano a specifiche ed inderogabili esigenze di assistenza sanitaria delle Comunità locali che non possono essere soddisfatte mediante l'utilizzazione di analoghe strutture esistenti in ospedali limitrofi e quando questi, nel caso delle Cliniche o degli Istituti universitari convenzionati, non rispondano ad imprescindibili esigenze di didattica e di ricerca".
Sono stati proposti due emendamenti a questo articolo, entrambi dai Consiglieri Fabbris e Vecchione, uno soppressivo e uno aggiuntivo.
L'emendamento soppressivo è in questi termini: "All'art. 1 della legge 203 sopprimere le parole: 'ed agli Ospedali psichiatrici'".
Si intende illustrarlo? Ha facoltà di parlare il Consigliere Vecchione.



VECCHIONE Mario

Signor Presidente, nella concezione generale della malattia mentale in questi ultimi anni si è superata la divisione fra ospedale psichiatrico ed ospedale comune, e quindi, da un punto di vista meramente concettuale, un divieto che concernesse anche gli Ospedali psichiatrici non mi troverebbe dissenziente. La realtà è che questa dizione, introdotta nella legge in discussione, dizione che non esiste nella 386, cioè la legge di riferimento sulla quale noi fondiamo queste leggi, rappresenta la conclusione logica del tentativo, portato avanti dal Comitato di controllo sugli atti degli Enti ospedalieri, di paralizzare tutto il processo di ristrutturazione degli ospedali psichiatrici della Provincia di Torino.
Il Presidente della Giunta, rispondendo, sei o sette mesi fa, ad una interpellanza in ordine all'atteggiamento del Comitato di controllo, che aveva bocciato una deliberazione della Provincia di Torino per l'istituzione di servizi aperti, manifestò la sua posizione politica in ordine al tipo di ristrutturazione che veniva fatta in campo psichiatrico e sottolineò che proprio nel 1970, quando egli era ancora Presidente della Provincia, aveva avuto avvio quel processo di ristrutturazione di servizi di istituzione di divisioni e servizi aperti, che ha fatto sì che oggi negli ospedali psichiatrici di Torino il numero dei ricoveri sia esattamente dimezzato rispetto al 1970. Questo è il dato politico essenziale della deliberazione della Provincia, questo è il dato politico essenziale del noto protocollo aggiuntivo siglato dalle organizzazioni sindacali, dalla Provincia di Torino e dagli ospedali psichiatrici.
L'introduzione di questa normativa nella legge dei divieti evidentemente dà in mano al Comitato di controllo lo strumento legislativo repressivo che permetterà a questo di impedire il processo di ristrutturazione. Ecco, noi troviamo ciò estremamente grave, perché pone una istituzione contro un'altra, la Regione contro la Provincia, ma soprattutto pone per la prima volta una scelta chiara - questa volta non si tratta più della copertura del Comitato di controllo, ma di una scelta di politica che va contro l'indicazione data dalla Provincia di Torino, dalle Organizzazioni sindacali, dall'Opera Pia degli ospedali psichiatrici di Torino.
Signori Consiglieri, vi invito a soppesare accuratamente questo emendamento. Dico fin d'ora che altri emendamenti presentati da noi potranno venir ritirati, in relazione ad alcune manifestazioni politiche del Presidente della Giunta; ma su alcuni, come su questo, la scelta è di estrema gravità.
Aggiungo ancora che non mi si può rispondere su questo punto che, in fondo, l'ospedale psichiatrico sta nella programmazione ospedaliera, perch se così fosse non capisco perché in questa norma il divieto non venga esteso alle infermerie non erette in enti ospedalieri, alle Case di riposo.
E non mi si dica che queste infermerie non sono contemplate in questa legge, perché nell'art. 8 della 205 abbiamo anche una norma, contro la quale abbiamo presentato all'ultimo momento un emendamento soppressivo, per cui dal fondo di riparto ospedaliero si attinge per alimentare le Case di riposo, non integrate nella rete ospedaliera.
Questo è un discorso che lego con quello che dovrò fare in fondo. Io mi auguro che proprio la sensibilità politica, l'atteggiamento politico che abbiamo assunto, manifestando qui la nostra volontà in ordine alla deliberazione sugli ospedali psichiatrici, la considerazione della tensione che determinerebbe la reiezione di questo emendamento, facendo rientrare conquiste che i lavoratori, i degenti, i parenti dei degenti, la stessa Opera Pia, la Provincia hanno conseguito, inducano il Consiglio Regionale a meditare seriamente prima di fare una scelta di estrema gravità.



PRESIDENTE

Risponde il Presidente della Giunta, avv. Oberto.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

E' indubbiamente suggestiva la proposta di emendamento soppressivo, e l'avv. Vecchione, appunto perché avvocato, la rende più suggestiva cercando di coinvolgere, chiamando in causa il Presidente della Provincia di allora il Presidente della Giunta Regionale di adesso.
Posso assicurare che mi sono fatto scrupolo di esaminare attentamente questa questione. Rivediamo insieme tutto l'articolo. Quando è che "fino alla data di entrata in vigore della riforma sanitaria è vietato agli enti ospedalieri ed agli ospedali psichiatrici di realizzare nuove strutture ecc."? Ogni qual volta queste "non rispondono a specifiche ed inderogabili esigenze di assistenza sanitaria delle comunità locali che non possono essere soddisfatte mediante l'utilizzazione ecc. ecc.". Si tratta, allora di un giudizio discrezionale, che dev'essere dato evidentemente, penso io dalla Giunta, al limite dal Consiglio Regionale.



BIANCHI Adriano

In proposito vale l'art. 2



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Se si sopprimono quelle parole e un ospedale psichiatrico decide di istituire nuove divisioni, sezioni o servizi, la sua delibera, prima di diventare operante, deve passare al controllo, all'approvazione non più della Giunta, organo esecutivo, o del Consiglio, ma dello stesso Comitato di controllo. Questo non equivale ad una abdicazione alle nostre competenze? E' un interrogativo che propongo a mia volta al Consiglio invitandolo a valutare molto attentamente. Mi rendo ben conto che vi potrebbero essere degli inconvenienti, ma quando chiaramente noi diciamo che siamo d'accordo, come abbiamo già dichiarato in altre circostanze sulle attività che gli ospedali psichiatrici vanno svolgendo in direzione diversa da quella del passato, e diciamo che se un ospedale psichiatrico quale che sia - Alessandria, Torino, Novara e via dicendo - ha da proporre effettivamente l'istituzione di divisioni, di sezioni o di servizi che rispondano ad inderogabili esigenze siamo disponibili a concedere, valutate voi se questa concessione la debba fare la Giunta o il Consiglio, o la debba fare il CO.RE.CO., l'organo di controllo.



PRESIDENTE

Dopo queste spiegazioni, il presentatore intende mantenere l'emendamento?



VECCHIONE Mario

Lo ritiro, a patto che ci sia a verbale la dichiarazione fatta dal Presidente della Giunta.



PRESIDENTE

Questo è implicito. Allora l'emendamento è ritirato.
Emendamento aggiuntivo all'art. 1: "Dopo le parole 'ospedaliere' aggiungere: 'nonché alle case di cura private'".
La parola al Consigliere Vecchione, per l'illustrazione.



VECCHIONE Mario

Signor Presidente, questo emendamento aggiuntivo in ordine alle case di cura private, che rappresentano, specialmente nel meccanismo della 386, una grossa valvola che dev'essere severamente controllata dalla Regione, si pone anche sul piano delle strutture.
Prevedo che mi si dirà che, in base alla legge 130, artt. 51 e seguenti, la Regione ha la vigilanza sulle case di cura private.
Riprendendo il punto di riferimento della riforma sanitaria, in cui la Casa di cura privata è considerata solo se integrata nella rete ospedaliera - e questo lo dice anche la 386 -, la domanda che io pongo su questo emendamento è con quale tipo di atteggiamento politico la Giunta si accinge ad esercitare la propria potestà discrezionale sulle case di cura private quando abbiamo un blocco generalizzato di divieti che corre su tutte le strutture ospedaliere, anche sulle strutture degli ospedali psichiatrici speriamo non anche sulle strutture dei servizi e delle divisioni degli stessi, altrimenti ci troveremmo veramente a non rispondere più agli impegni.
Vorrei dal Presidente della Giunta una risposta precisa in rapporto a ciò.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Sono d'accordo sulla sostanza politica della cosa, perché senza alcun dubbio un estendersi di queste case di cura private nella vacazione della norma di carattere generale potrebbe costituire, al momento in cui si farà il programma, un motivo di turbativa. Mi chiedo: ai fini del visto della legge la materia in questa direzione è competenza della Regione o sfugge ad essa? In altri termini, se noi inseriamo in questo testo: "nonché alle case di cura private", e la competenza non è della Regione, la legge, inviata a Roma, ci torna indietro, con la conseguenza di travolgere tutto il sistema.



VECCHIONE Mario

Scusi, Presidente, è competenza trasferita dal decreto delegato del '72.



OBERTO Gianni, Presiedente della Giunta Regionale

Per quel che si riferisce all'amministrazione.



VECCHIONE Mario

Vigilanza e autorizzazione alla istituzione.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Collega Vecchione, le dirò che personalmente sono disponibile: la responsabilità, però, la lascio al Consiglio. Se noi esorbitiamo dai nostri poteri corriamo il rischio di vederci ritornare la legge. Mentre, per la completezza del discorso, c'è un emendamento ad altro articolo di altra legge, presentato dal collega Calsolaro, che peraltro pone, secondo me abbastanza al riparo da atteggiamenti che potrebbero essere assunti dalle case di cura. Se il Presidente consente, ne do subito lettura: "Le convenzioni con le case di cura private in possesso dei requisiti previsti dalla legge '68 n. 132 potranno essere stipulate soltanto in presenza di obiettive esigenze dell'assistenza ospedaliera che non possano essere soddisfatte negli ospedali dipendenti dagli enti ospedalieri né dagli istituti pubblici di ricovero e di cura". Attraverso una accorta politica si potrebbe far sentire alle case di cura che la convenzione potrà essere stipulata soltanto se avranno a loro volta tenuto conto di queste esigenze.
Comunque, per me la sostanza è anche accettabile: è la forma che mi preoccupa.



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

Teniamo il testo Calsolaro.



VECCHIONE Mario

Signor Presidente, desidero solo puntualizzare, sull'art. 52 della 130 che è indubbiamente materia trasferita: "I progetti per le costruzioni l'ampliamento, la trasformazione di case di cura private devono essere approvati dal Medico provinciale, sentito il Consiglio provinciale di sanità".
E' tutta materia oggi trasferita a noi. Ora, io pongo questo problema: considerare, certo, nello spirito dell'emendamento del Consigliere Calsolaro l'intero problema è molto importante: ma possiamo discuterne già ora ed allora si vede che la casa di cura per essere autorizzata deve essere integrata, deve, cioè avere tutto il meccanismo dei servizi ospedalieri, che non sia soltanto l'albergo.
Se c'è un impegno politico da parte del Presidente della Giunta nel senso che in base alla legge che noi stiamo approvando sui divieti delle strutture degli enti pubblici il comportamento dell'Amministrazione regionale in fatto di materia trasferita, di autorizzazione, avrà gli stessi rigori, noi ritiriamo l'emendamento. Se questa dichiarazione politica, però, non c'è.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Ma l'ho già fatta, implicitamente. Comunque, se lo si desidera esplicito questa volontà politica, questa direzione del governo previsionale e prevenzionale, se vogliamo anche dire, di tutta la gestione in questa direzione.
Noti che, le ripeto, io sarei anche disponibile alla accettazione, ma ho gran timore che la legge ci torni non approvata.



PRESIDENTE

Dopo questa dichiarazione, l'emendamento viene ritirato.
Non essendo stati proposti altri emendamenti, per quanto mi consta pongo in votazione l'art. 1 nella sua struttura primitiva, per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 36 hanno risposto sì 26 Consiglieri ha risposto no 1 Consigliere si sono astenuti 9 Consiglieri.
L'articolo 1 è approvato.
Articolo 2 - Autorizzazione della Giunta Regionale.
"Le richieste degli Enti di cui all'art. 1 di realizzare nuove strutture, di istituire ed attrezzare nuove divisioni, sezioni o servizi per specifiche ed inderogabili esigenze di assistenza sanitaria delle comunità locali, devono essere autorizzate dalla Giunta Regionale, sentito il Comitato di cui all'art. 20 della legge 17/8/1974, n. 386." Sono stati proposti un emendamento aggiuntivo dal Consigliere Vecchione ed un emendamento modificativo dal Consigliere Bianchi.
Emendamento aggiuntivo del Consigliere Vecchione: "All'art. 2 aggiungere, dopo le parole 'della legge 17/8/1974, n. 386': 'previa consultazione con gli Enti locali interessati e le Organizzazioni sindacali'".



VECCHIONE Mario

Vorrei correggere questo emendamento sia in relazione alla questione del Comitato, sia in relazione anche alla modifica di tutto il testo dell'articolo proposta dal collega Bianchi. Le parole da aggiungere si ridurrebbero a: "previa consultazione con gli Enti locali interessati".



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Ritengo superflua, e dello stesso parere è la Giunta nel suo complesso tale aggiunta. Gli Enti locali designano nei Consigli di amministrazione che tali resteranno fino a che non vi sia la riforma fondamentale, loro rappresentanti; quindi, l'Ente locale ha modo di farsi sentire addirittura nel Consiglio d'amministrazione.



VECCHIONE Mario

Quanto al metodo, io penso che sarebbe opportuno mettere prima in votazione la proposta del Consigliere Bianchi, che ridefinisce il testo.
Per quanto riguarda il nostro emendamento, risolto il problema secondo le dichiarazioni del Presidente della Giunta sul Comitato di cui all'art. 20 nel quale sono comprese le Organizzazioni sindacali, per cui, come ho già detto, le parole "e le organizzazioni sindacali" vanno cancellate, rimane il problema: Ente locale interessato.
Ora, è vero che l'Ente locale è per delega indiretta per i sei rappresentanti dell'ANCI nel Comitato, così come può essere vero che c'è un rappresentante dell'Ente locale nel Consiglio di amministrazione dell'ente deliberante; ma, dato che - e questo è il punto sul quale noi crediamo si debba fare un discorso complessivo - la legge 386, proprio facendo il quadro, la cornice entro la quale si deve collocare la 203, ci dice che queste divisioni, sezioni o servizi, possono essere autorizzati quando rispondano a specifiche inderogabili esigenze di assistenza sanitaria delle comunità locali (art. 6 lettera a), allora il problema che ci poniamo è un problema di rapporto con la comunità locale interessata in quel momento. E non sarà un Comune: potrà essere un consorzio di Comuni, potrà essere una Comunità montana, potrà essere un'area ecologica. Insomma, è tutto il contesto della comunità locale interessata. In questo caso sorge la necessità di avere questo rapporto organico con la comunità e la necessità di mantenere questo emendamento, che è niente altro se non una forma di applicazione concreta della 386, perché mi si deve dire chi pone all'ente ospedaliero il problema della rispondenza alle esigenze della comunità locale delle proposte di costruzione di strutture od istituzione di divisioni o quant'altro.



PRESIDENTE

Allora, secondo la richiesta, dei tre emendamenti leggo quello del Consigliere Bianchi, che modifica l'intero art. 2: "L'autorizzazione a realizzare nuove strutture, ad istituire ed attrezzare nuove divisioni sezioni o servizi per specifiche ed inderogabili esigenze di assistenza sanitaria delle comunità locali, è concessa agli enti di cui all'art. 1 dalla Giunta Regionale, sentito il Comitato di cui all'art. 20 della legge 17/8/'74 n. 386".
Se non vi sono altri che desiderano parlare, pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento del Consigliere Bianchi, che la Giunta accoglie. Chi intende approvare è pregato di alzare la mano.
L'emendamento Bianchi è approvato.
A questo punto, mettiamo in discussione l'emendamento del Consigliere Vecchione sugli Enti locali.
Chiede di parlare il Consigliere Berti. Ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Insisterei ancora per l'accoglimento del nostro emendamento, perché se anche è vero che le varie richieste saranno esaminate dalla Giunta sentito il Comitato di cui fan parte l'ANCI e l'UPI e le Organizzazioni sindacali è altrettanto vero che l'ente richiedente si avvale anche della partecipazione di un rappresentante del Consiglio comunale interessato, noi riteniamo comunque che non sarebbe di troppo che in rapporto alle ristrutturazioni degli Ospedali si sentisse anche il Comune interessato.



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

Tutti i Comuni interessati? Perché ci sono ospedali provinciali ospedali di zona e così via.



BERTI Antonio

Unicamente il Comune interessato. Cito un caso preciso: quello di Omegna. Il locale ospedale ha richiesto l'autorizzazione per sopraelevare di un piano l'attuale costruzione. L'Amministrazione comunale si oppone anche perché la sopraelevazione è in contrasto con il piano regolatore che il Comune ha adottato, e propone l'alternativa della costruzione di servizi diversi esterni all'ospedale.
In considerazione di casi come questo, e del fatto che il Comune interessato è portatore di interessi i più diversi, fra cui anche, per esempio, le previsioni di carattere urbanistico, le intenzioni che esso ha a proposito di eventuali piani di servizi, non vi pare che sarebbe bene stabilire che si deve sentire il Comune interessato? Aggiungiamo che lo facciamo per quel particolare motivo? Se il problema interessa un Comune, sarà sentito lo stesso Comune; se si tratta di attrezzature che riguardano una comunità di valle, sarà sentito il Presidente della comunità di valle; si valuterà caso per caso.
E' ovvio che per la istituzione di una nuova divisione, per esempio, questa esigenza potrà anche non esserci, ma in occasione di nuovi ospedali, di nuove strutture, è indispensabile, per i riflessi che ciò ha, sentire l'Amministrazione comunale interessata.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Cardinali. Ne ha facoltà.



CARDINALI Giulio, relatore

Devo ripetere quanto avevo detto questa mattina: ho l'impressione che il meccanismo della consultazione in questi termini crei una situazione obiettiva di ingolfamento nelle decisioni. Credo che il problema potrà essere invece facilmente risolto in sede di regolamentazione dei lavori del Comitato. Cioè, è chiaro che nel momento in cui il Comitato è sentito per quello specifico problema, tutti coloro che sono interessati a questo problema, cioè gli Enti locali, le Comunità montane eccetera, sono in esso rappresentati. Sotto questo profilo mi pare che il risultato si possa raggiungere. Generalizzare in termini tali per cui in un domani possa essere invocata una consultazione anche contrastante di altri enti allargherebbe enormemente le dimensioni del problema, a mio modo di vedere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, condividendo le preoccupazioni, ma non del tutto le conclusioni del Consigliere Cardinali, riterrei che si potrebbe risolvere la questione pregando il proponente di ritirare l'emendamento a questo articolo e prevedendo di inserire all'art. 5 nella elencazione degli atti che devono accompagnare la richiesta, il parere espresso dal Comune interessato. In questo modo si procederebbe in maniera più corretta. Il Comune interessato potrà poi, se lo vorrà, rivolgersi direttamente alla Giunta, alla stregua di ogni cittadino, di ogni ente, per far presenti le proprie preoccupazioni e per influenzare, o meglio preparare, la decisione.
Si tratterebbe di aggiungere nell'art. 5, dopo la lettera g, una lettera h, all'incirca in questi termini: "copia del parere espresso dal Comune interessato, o dagli Enti locali o dalle Comunità interessate". Ci consentirebbe al Comune di essere tempestivamente interessato e di poter poi svolgere tutta la sua azione.



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

La questione era già stata ampiamente discussa in Commissione e si era addivenuti ad una definizione.
Anzitutto, bisogna considerare che noi avremo estrema difficoltà a pagare le spese correnti, per cui istituzioni di nuove divisioni, sezioni o servizi eccetera saranno assolutamente eccezionali, in relazione ad esigenze particolari: vuoi emodialisi, vuoi sistemi che attualmente possono essere carenti per inefficienza delle Amministrazioni o per nuove necessità. Si tratta di casi limitatissimi, mentre, se si allargassero come proposto i termini, si incentiverebbero, in misura che noi non possiamo neanche prevedere oggi, le amministrazioni ospedaliere, ad avanzare sostenute dalle Amministrazioni locali, che proprio nulla hanno da spendere in proposito, nuove richieste, anche eccessive, in accoglimento di tutte le pressioni dei sanitari locali per la creazione di nuovi posti per aiuti primari e via dicendo.
Per evitare queste conseguenze, abbiamo detto con tutta chiarezza - e mi pare che fosse stato talmente acquisito dalla Commissione che l'art. 2 è stato formulato di comune accordo e steso in modo particolare anche su richiesta del Consigliere Berti - che questa attività si poteva svolgere soltanto in un Comitato in cui i Comuni fossero rappresentati globalmente perché soltanto lì poteva avvenire che le singole richieste, spesso presentate da interessi settoriali, da interessi territoriali, locali mosse da campanilismi, trovassero una propria composizione, tenuto conto delle nostre possibilità di spesa che saranno alquanto limitate. Proprio per questo si era definita una posizione che mi pare del tutto valida, e cioè che queste proposte fossero esaminate dalla Giunta, dopo aver sentito il Comitato di cui fanno parte largamente Comuni, Province e così via, ma che si potesse quindi vedere in una situazione globale. Se noi aggiungiamo ulteriori elementi di richiesta, che possono soltanto costituire elementi di perturbazione, ritorniamo alla situazione del passato, perfino aggravandola. Accettando l'emendamento proposto ci avvieremmo in direzione opposta a quella che ci siamo proposti di seguire con tutto il sistema della 386. Questo articolo dev'essere formulato sulla base di una valutazione generale, non di una valutazione determinata esclusivamente da interessi locali. Non possiamo ripetere l'esperienza del passato, dopo aver lavorato e sofferto per imboccare tutt'altra strada. Pregherei pertanto i proponenti di ritirare l'emendamento e il Consiglio di non accettarlo comunque.
Vorrei aggiungere ancora una considerazione: è ben vero che il disegno di riforma affida la gestione di queste attività sanitarie ai Comuni o Consorzi di Comuni; però stabilisce anche qualcos'altro, cioè che il finanziamento delle Unità sanitarie locali è fatto globalmente dalla Regione, e che quindi essi devono tenere necessariamente sotto controllo i bilanci delle Unità sanitarie locali, richiamandole a contenere le spese nei limiti dei finanziamenti stabiliti dalla Regione. Se noi, che siamo chiamati a distribuire tra gli ospedali un fondo, li mettiamo in condizioni di indirizzarci richieste in misura incontrollata, ampliate ancora magari da richieste da parte degli Enti locali, i quali, non dovendo prelevare nulla dai propri bilanci a questo proposito perché non son tenuti ad alcun finanziamento, non avranno alcun motivo di freno ad avanzarle, ci ritroveremo effettivamente in grosse difficoltà.
In definitiva, ulteriori emendamenti diretti ad estendere la consultazione non possono essere accolti: in sede di regolamentazione del Comitato potranno essere largamente sentiti tutti gli Enti locali interessati, tutti i Comuni, non soltanto quello dove ha sede l'ospedale ma anche quelli viciniori, anche le Comunità montane e quanti altri possano essere interessati al servizio sanitario.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Berti, Ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Il pericolo che l'Assessore Armella ha evidenziato di una incentivazione delle richieste degli enti ospedalieri ad opera dei Comuni non può sussistere. Infatti, quello che il Comitato e la Giunta esaminano sono le richieste che pervengono dagli Enti ospedalieri, e solo in presenza di queste richieste e in funzione di esse i Comuni vengono interpellati.
Tra l'altro, l'esempio che io ho portato è proprio di un Comune che anzi respinge la richiesta dell'ente ospedaliero, ma si tratta di un caso particolare. Il problema, dunque, non si pone, e comunque non si pone in quei termini. Non si possono stravolgere i fatti.



PRESIDENTE

Consigliere Bianchi, ha qualcosa da aggiungere circa la proposta che aveva abbozzato?



BIANCHI Adriano

Ho l'impressione che essa non sia stata compresa, forse per difetto di chiarezza da parte mia.
La mia proposta non porta ad inserire altri emendamenti in questo articolo, bensì a spostare il problema sull'art. 5 aggiungendo in questo nella elencazione che vi è contenuta, un punto presso a poco in questi termini: "Il parere espresso dal Comune o dalla Comunità interessati, con speciale riferimento alle eventuali implicazioni urbanistiche delle realizzazioni proposte".
Sono d'accordo con l'Assessore sulla eccessività di una ulteriore consultazione di carattere generale, che estenda la già ampia consultazione prevista dall'art. 2.



PRESIDENTE

Su questa proposta qual è il parere della Giunta, Assessore Armella?



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

Per quanto riguarda l'urbanistica, prima di tutto preciso che noi ci siamo guardati bene dal concedere una qualche autorizzazione a costruire comunque, le autorizzazioni a costruire sono sempre ovviamente vincolate al parere del Comune, cui compete concedere la licenza edilizia.
La questione urbanistica dunque non sussiste. Volendo, si può fare un'aggiunta in proposito, ma secondo me è puramente pleonastico.
Quanto alla consultazione sulla opportunità di istituire divisioni sezioni o servizi, ho già detto che la Giunta non può che esprimersi negativamente.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Berti. Ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Vorremmo sapere se il Consigliere Bianchi, che ha formulato una proposta in alternativa al nostro emendamento, intende formalizzarla, nel qual caso noi potremmo anche ritirare il nostro emendamento.



MARCHESOTTI Domenico

A patto, però, che, dopo essere stata presentata, sia anche mantenuta al momento opportuno.



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

La Giunta, come ho già detto, accoglierà, al momento di discutere l'art. 5, l'emendamento in relazione alle esigenze urbanistiche, anche se si tratta di affermazione pleonastica.
La proposta, invece, di allargare ancora la consultazione ai Comuni che tra l'altro sarebbero tutti i Comuni della zona per gli ospedali di zona, tutti i Comuni della provincia per gli ospedali della provincia, e l'Amministrazione provinciale, ovviamente, per gli ospedali provinciali (per l'ospedale regionale non so chi dovrebbe essere consultato), pone in effettiva difficoltà la Giunta, e ritengo che non possa, allo stato attuale della situazione obiettiva, essere accettata.



MARCHESOTTI Domenico

Quello che dice lui è immutabile....



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

Io non dico proprio nulla, lascio che sia il Consiglio a decidere.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Cardinali. Ne ha facoltà.



CARDINALI Giulio, relatore

Cerchiamo di essere concreti. Se si inserisce, come richiede il collega Berti, la proposta di un parere - a parte l'evidente declassamento dell'Ente locale a puro e semplice passa-pareri -, trattandosi, come giustamente osserva l'Assessore, di un ospedale di zona, si dovrà procurarsi il parere di tutti i Comuni che gravitano sulla zona, e così di seguito.
A me sembra molto più logico che, avendo costituito il Comitato questo è un altro degli impegni che vengono assunti - sia nel Comitato stesso che si possano sentire i pareri, diremo così, in dialettica con gli Enti locali interessati o le Comunità montane. A questo punto è chiaro che la consultazione avviene, perché di consultazione si tratta, non di pareri vincolanti, ed avviene nella sede più idonea, ove oltre tutto può esserci un contraddittorio con coloro i quali, a loro volta, esprimono poi un giudizio che suffraga la decisione della Giunta.



BIANCHI Adriano

Non intendo formalizzare la mia proposta. Ci sono già in questo caso due interlocutori: i proponenti di un emendamento e la Giunta. L'una parte o l'altra può, se lo ritiene opportuno, far propria la proposta nei termini più rispondenti alle proprie valutazioni.



PRESIDENTE

Visto che non si sblocca la situazione, in quanto il Consigliere Bianchi non intende formalizzare la sua proposta e la Giunta ha dichiarato che non accetta l'emendamento del Gruppo comunista, non mi resta che porre in votazione l'emendamento stesso.



BERTI Antonio

Vorrei sentire prima il parere del Presidente della Giunta.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Chiedo scusa per l'assenza. Stavo parlando di istruzione professionale ed anzi dovrò poi interessare alla questione l'Assessore Borando.
Qual è la questione sulla quale mi si vuole interpellare?



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, si discute in rapporto all'emendamento del Gruppo comunista, con il quale si propone di aggiungere al testo approvato a seguito dell'accoglimento di un mio emendamento sostitutivo la dizione: "previa consultazione con gli Enti locali interessati". I proponenti hanno anche fatto cancellare l'indicazione: "e le organizzazioni sindacali" in quanto con la struttura che è venuto assumendo il Comitato non c'è bisogno di questa specificazione.
L'Assessore eccepisce che non vi sarebbe necessità di convocare ancora i singoli Comuni per sentirli su queste richieste dell'Ente ospedaliero per giungere a modificare e creare nuove strutture, in quanto il Comitato, così come è costituito, già comprenderebbe le rappresentanze in via generale degli enti e non sarebbe opportuno sollecitare eventuali concorrenze campanilistiche tra l'Ente ospedaliero e il Comune. Si controbbietta dall'altra parte, che il Comune, invece, può avere delle valutazioni da fare in ordine urbanistico, di ordine socio-economico e così via, per cui la consultazione non dovrebbe disturbare, non sarebbe una aggiunta inutile.
Si osserva ancora dall'altra parte: l'iter formativo di una decisione di tipo amministrativo verrebbe appesantito fino a renderlo simile all'iter formativo di una legge, per la quale tale scrupolo è giustificato.
Nell'intento di spostare nella sede istruttoria l'eventuale audizione del Comune, io, improvvisando - e mi rendo conto anche della criticabilità della proposta - avevo pregato i proponenti di ritirare l'emendamento così come formulato e di consentire che all'art. 5, lettera h, si dicesse sostanzialmente, che l'ente ospedaliero si fa carico di presentare con la documentazione anche "il parere espresso dal Comune o dalle Comunità interessate, con speciale riferimento alle implicazioni urbanistiche". Mi è stato obiettato, e giustamente, a proposito dell'inciso finale, che le implicazioni urbanistiche sono già regolate dagli strumenti urbanistici esistenti, per cui ogni Comune provvede, o non provvede, a questo riguardo.
Potrei ancora controbbiettare che, ancorché l'ultima parola in termini di edificazioni, spetti al Comune, ci potrebbero essere delle edificazioni consentibili dal punto di vista dello strumento urbanistico, ma inopportune da un punto di vista della politica di investimenti e urbanistica che viene fatta attraverso le iniziative degli Enti pubblici. Comunque, si potrebbe sopprimere il riferimento alle implicazioni urbanistiche: se il parere resta espresso dal Comune interessato, evidentemente il Comune interessato dalla presenza del presidio ospedaliero potrà esimersi principalmente in ordine a queste implicazioni, che sono quelle delle conseguenze sul tessuto urbano per la dilatazione di un servizio.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Mi pare che la questione sia in fondo abbastanza semplice. Gli Enti locali, come tali, hanno una loro rappresentatività nel Comitato attraverso l'Unione delle Province, il rappresentante dell'ANCI eccetera per cui stabilire obbligatoriamente, a norma di legge, una consultazione che dovrebbe essere fatta nei confronti di tutti gli Enti locali equivarrebbe ad appesantire la situazione.



FABBRIS Pierina

Non si chiede che siano consultati tutti gli enti, ma solo quelli interessati.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Niente esclude che il Comune che abbia particolare interesse a farsi sentire chieda di essere sentito e sia sentito, per prospettare tutte quelle considerazioni che vuol mettere in evidenza. Il fissarlo nella legge porterebbe invece a dover tassativamente consultare tutti gli Enti locali quindi costituirebbe veramente una complicazione.



PRESIDENTE

Allora, pongo in votazione, per alzata di mano, l'emendamento Vecchione Fabbris: "Dopo le parole: 'della legge 17.8.74 n. 386' aggiungere: 'previa consultazione con gli Enti locali interessati' Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'emendamento non è accolto.
Vi è ancora, in collegamento con l'art. 2, un emendamento per l'aggiunta di un articolo 2 bis, che è stato discusso stamattina nella riunione dei Capigruppo. Riguarda la composizione del Comitato ed è formulato in questi termini: "Emendamento aggiuntivo - Costituzione del Comitato.
Dopo l'art. 2 aggiungere il seguente articolo 2 bis: Per le finalità e per i compiti previsti dall'art. 20 della legge 17/8/'74 n. 386, ivi inclusi quelli per la programmazione sanitaria, è istituito, con decreto del Presidente della Giunta, un Comitato presieduto dall'Assessore regionale alla sanità composto: dai rappresentanti delle Mutue, dipendenti ed autonomi, in ragione di un rappresentante per mutua dai rappresentanti delle FIARO, ANAAO, ANEOP, AMOPI, in ragione di un rappresentante per organizzazione da tre rappresentanti delle Organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL da un rappresentante della FLO da sei rappresentanti nominati dall'ANCI da sei rappresentanti nominati dall'UPL da nove esperti eletti dal Consiglio Regionale con voto limitato a due terzi".
Presentatori di questo emendamento aggiuntivo sono i Consiglieri Vecchione, Fabbris e Berti. Si vuole illustrarlo? Chiede di parlare il Consigliere Berti. Ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Abbiamo già detto molto su questo Comitato, La nostra proposta è di inserire contestualmente alla legge l'istituzione del Comitato. Visto che la decisione è di arrivarvi comunque, a noi pare che si guadagnerebbe tempo stabilendo nel contesto della legge la sua istituzione: in tal modo legge e Comitato opererebbero insieme.
Abbiamo detto che il Comitato poteva essere previsto "per le finalità e per i compiti previsti dall'art. 20 della 386", ma ci pare opportuno segnalare che noi lo costituiamo anche in rapporto ai compiti che ad esso vengono conferiti dalle leggi che stiamo appunto approvando e discutendo ora: 203-204-205, in cui si fa ad esso riferimento in vari articoli. Lo stesso art. 2 di cui stiamo parlando dice appunto che il Comitato dev'essere sentito per le autorizzazioni.
Abbiamo fatto delle proposte circa il numero dei rappresentanti delle Mutue, dipendenti ed autonomi, i rappresentanti della FIARO, dell'ANAAO della ANEOP, della AMOPI in ragione di un rappresentante per organizzazione, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali CGIL, CISL UIL, della FLO, cioè l'organizzazione ospedaliera, dell'ANCI, dell'UPI e gli esperti eletti dal Consiglio Regionale.
Nella riunione di questa mattina, poiché la proposta della Giunta invece preferiva gli ordini professionali, mi sembra si sia raggiunto un accordo di massima che comunque mantiene invariato l'inserimento dei rappresentanti della FIARO, della ANAAO eccetera e degli esperti eletti dal Consiglio Regionale.
La risposta sull'emendamento va data essenzialmente in questa direzione: intende la Giunta recepirlo adesso, come articolo di legge? Abbiamo già una risposta non positiva in questo senso, anche se è stato preso impegno di rivedere la questione entro i prossimi quindici giorni.
Sarebbe comunque opportuno che il Presidente della Giunta informasse il Consiglio sugli orientamenti di massima emersi questa mattina circa la formazione del Comitato.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Sostanzialmente, questa mattina, e anche prima di questa mattina, si era venuti nella determinazione di formare questo Comitato, dando ad esso le competenze di cui abbiamo largamente parlato. La cosa resta confermata.
Confermiamo anche che si ritiene invece meno opportuno inserire nel testo di legge questa formulazione, perché una qualunque modifica che si dovesse fare dovrebbe avvenire mediante un'altra legge, mentre siamo pienamente consenzienti a che si provveda con un atto deliberativo - proposto dalla Giunta, portato al Consiglio, su questo ci accorderemo - che stabilisca la presenza dei nove esperti, con l'accettazione che ci sia la votazione su un nome solo, in maniera che siano rappresentate anche le minoranze. Prego l'Assessore di tener conto dell'impegno a presentare entro quindici giorni una delibera operativa in proposito.



BERTI Antonio

Prendendo atto delle dichiarazioni del Presidente e della responsabilità che è stata riversata con le sue parole sull'Assessore delegato, dal quale naturalmente noi attendiamo entro quindici giorni l'atto di proposta deliberativa, noi ritiriamo l'emendamento.



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

Deve attenderlo dalla Giunta, non dall'Assessore delegato.



BERTI Antonio

Mi sono richiamato a quanto ha detto il Presidente.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Mi sono riferito all'Assessore quanto alla formulazione del testo.



PRESIDENTE

L'emendamento è quindi ritirato.
Pongo in votazione pertanto per appello nominale l'art. 2 nel testo proposto dal Consigliere Bianchi, che è stato approvato dal Consiglio.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 33 hanno risposto sì 22 Consiglieri hanno risposto no 2 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri.
L'articolo 2 è pertanto approvato.
Articolo 3 - Organici del personale.
"Fino alla data di cui al primo comma dell'art. 1, è vietato agli Enti ospedalieri ed agli ospedali psichiatrici di aumentare gli organici e di assumere anche temporaneamente nuovo personale in eccedenza alle dotazioni organiche.
Le assunzioni in via temporanea sono consentite soltanto per le supplenze di personale collocato in aspettativa senza assegni o in congedo per gravidanza e puerperio".
Sono stati proposti due emendamenti dai Consiglieri Vecchione e Fabbris: uno soppressivo ed uno aggiuntivo.
L'emendamento soppressivo è nei seguenti termini: "Al primo comma dell'art. 3 sopprimere le parole: 'ed agli ospedali psichiatrici'".
L'emendamento aggiuntivo è così formulato: "Al secondo comma dell'art. 3, dopo la parola 'puerperio' aggiungere: 'o in aspettativa per malattia retribuita o in congedo per perfezionamento professionale'".
Si desidera illustrare gli emendamenti? Chiede di parlare il Consigliere Secchione. Ne ha facoltà.



VECCHIONE Mario

Ovviamente, ritiriamo per ragioni consequenziali l'emendamento rispetto agli ospedali psichiatrici, e così faremo anche a proposito dell'art. 5.
L'aggiunta "o in aspettativa per malattia retribuita o in congedo per perfezionamento professionale" viene proposta alla maggioranza sotto forma di raccomandazione, nel senso che la legge 130 consente appunto al personale di allontanarsi dal servizio anche in questi casi. E' vero che la 386 non prevede nulla di analogo, ma è altresì vero che dobbiamo preoccuparci della assistenza prestata ai ricoverati, per cui ritengo che nulla osti a che si contemplino anche questi casi, cioè del personale in malattia per un periodo superiore a tre mesi - consideriamo cosa voglia dire superiore a tre mesi - o per perfezionamento professionale.
Non possiamo, quando ci viene accollata la responsabilità della gestione ospedaliera, non tener conto della necessità che gli Enti ospedalieri hanno di coprire posti che si rendono vacanti e che non possono altrimenti coprire. E' evidente che questo emendamento non può essere respinto perché si toglierebbe ai rappresentanti degli Enti ospedalieri ogni margine di possibilità di intervento.
Raccomandiamo, ripeto, alla maggioranza di accettare l'inserimento di questo disposto, che dà la possibilità agli Enti ospedalieri di mantenere i livelli di prestazione quando il personale è in queste particolari condizioni. Nella legge 130 del '69 sono previsti questi casi; c'è pertanto un conflitto di norme fra la 130 e la 386, e non credo che noi siamo vincolati così rigidamente alla 386 da non poterci consentire questa aggiunta. Visto come si è voluto esorbitare dalla portata e dal contenuto della 386 introducendo gli ospedali psichiatrici, non vedo per quale ragione si dovrebbe respingere il nostro emendamento.
Comunque, sia chiaro che se la Giunta non accetta questa raccomandazione e non fa proprio l'emendamento, che tende a garantire meglio l'assistenza negli Ospedali, noi lo ritiriamo.



PRESIDENTE

Qual è il parere della Giunta? La parola all'Assessore Armella.



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

La discussione su questo punto è già avvenuta. La Giunta accoglie la raccomandazione e farà il possibile nel senso di trovare, dopo l'approvazione della legge, una soluzione a questo problema, che certamente si porrà. Ricordo però che oggi, purtroppo, la 386 ha un disposto tassativo, e che l'art. 117 della Costituzione contiene un principio fondamentale cui le Regioni devono attenersi, che comporta anche la responsabilità per quanto riguarda i dirigenti, cioè gli amministratori degli ospedali. L'emendamento pertanto non può essere accolto in oggi se non con il rischio di vedersi bocciare la legge.



PRESIDENTE

Dopo le assicurazioni dell'Assessore i presentatori intendono mantenere l'emendamento? Allora, l'emendamento viene ritirato. Pongo in votazione l'art. 3 nel suo testo originario, per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 33 hanno risposto sì 22 Consiglieri ha risposto no 1 Consigliere si sono astenuti 10 Consiglieri.
L'articolo 3 è approvato.
Articolo 4 - Trasformazione posti di organici.
"Nell'ambito delle dotazioni organiche può essere autorizzata la trasformazione di posti in relazione a specifiche ed inderogabili esigenze di assistenza sanitaria.
A tal fine gli Enti ospedalieri e gli ospedali psichiatrici devono adottare apposita deliberazione del Consiglio di Amministrazione comprovante la necessità della trasformazione dei posti in questione.
In particolare gli atti deliberativi dovranno indicare: a) la dotazione organica complessiva b) la dotazione organica vigente per i posti da trasformare c) il maggior costo richiesto per la trasformazione d) ove trattasi di personale sanitario ausiliario, le variazioni che si verificano nel tempo minimo di assistenza al malato e) il parere del Consiglio dei sanitari o del Consiglio sanitario centrale ove trattasi di servizio igienico organizzativo e di diagnosi e cura f) copia del verbale della consultazione delle organizzazioni sindacali interessate".
C'è un emendamento dei Consiglieri Vecchione e Fabbris: "Sopprimere le parole 'e degli ospedali psichiatrici'".
E' ritirato.
La parola al Consigliere Garabello.



GARABELLO Enzo

Vorrei fare presente, agli effetti formali, che con lo spostamento dell'art. 5 all'art. 2 operato dalla Commissione, manca una definizione di poteri in quanto, seguendo l'art. 4, gli enti ospedalieri deliberano per conto loro le modifiche degli organici.
La legge dice: può essere autorizzata la trasformazione di posti in relazione ecc., a tal fine gli Enti ospedalieri deliberano. Mentre prima l'art. 2, che era quello che dava i poteri di autorizzazione alla Giunta era l'art. 5, quindi veniva dopo tutti gli altri, essendo stato messo prima questo rimane senza poteri di autorizzazione. Quindi, se non si dice "dalla Giunta Regionale", gli ospedali deliberano per conto loro.



BIANCHI Adriano

Segnalo solo per la correzione formale: "In particolare gli atti deliberativi devono indicare" e non "dovranno".



PRESIDENTE

Va bene, è stato corretto. Scusi, Consigliere Garabello, vorrei sapere quale soluzione dà al suo intervento.



GARABELLO Enzo

Veramente è la Giunta che dovrebbe darla: comunque, secondo me bisogna mettere, dopo le parole "può essere autorizzata" le parole "dalla Giunta Regionale".



PRESIDENTE

"Nell'ambito delle dotazioni organiche può essere autorizzata, dalla Giunta Regionale, la trasformazione ecc.".



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

E' implicito, fanno la delibera la quale deve pure essere vista da qualcuno. Si presenti un emendamento e si aggiunge, ma le leggi hanno una loro fisionomia, vogliamo fare un emendamento, facciamolo, lo aggiungiamo e facciamo molto prima.



BERTI Antonio

E' autorizzata, con la procedura di cui all'art. 2, la trasformazione.



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

Se si tratta di trasformare il posto di portantino in autista, o di tre infermieri generici in infermieri professionali facciamo tutta la procedura dell'art. 2? Bisogna rendersi conto di come si svolgerà il nostro lavoro.



PRESIDENTE

Emendamento proposto dal Consigliere Garabello: "Dopo la parola 'autorizzata' nel comma primo aggiungere 'dalla Giunta Regionale con la procedura prevista dall'art. 2'".
Chi intende approvare l'emendamento è pregato di alzare la mano.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Scusi, Presidente, consenta che io faccia una dichiarazione. Io non sono più disposto, sulle proposte di legge, a continuare con questo sistema degli emendamenti sugli emendamenti che ci portano fatalmente a fare delle leggi che tradiscono lo spirito e la sostanza delle leggi stesse. Non è possibile legiferare così, perché questo discorso, fatto pacatamente in Commissione, porta a stabilire: dobbiamo convocare un Comitato di 50 persone perché ci dicano se sissignori, quella delibera che attiene ad una modesta trasformazione, è valida, non è valida, ecc. Bisogna proprio che moltiplichiamo il lavoro, che è già grandissimo, non vogliamo camminare con il buon senso, vogliamo burocratizzare sempre di più anche l'organo regionale? Mi scusino questo sfogo, ma veramente gli emendamenti che sono passati prima almeno si possono considerare, si possono valutare. Non è possibile continuare con una discussione di questo genere che va avanti da ore, siamo alle 18,20, con quattro o cinque emendamenti che esaminati e visti prima si sbloccavano in dieci minuti.
Se volete che ci sia quella procedura il Consiglio si prenda la responsabilità: per spostare uno da un posto a un altro blocchiamo l'attività di un ospedale perché dobbiamo convocare il Comitato, dobbiamo sentire il suo parere, dobbiamo prendere un provvedimento e un decreto del Presidente della Giunta.



BERTI Antonio

Per fare come dice lei, occorre modificare il regolamento del nostro Consiglio Regionale il quale invece dà la facoltà di introdurre degli emendamenti anche nel corso della discussione.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Con grano salis.



BERTI Antonio

Per quanto ci riguarda gli emendamenti li abbiamo presentati, ma non escludo che nel dibattito (il dibattito si fa apposta) possano emergere degli aspetti che ci inducono a presentare altri emendamenti. Il fatto di modificare la procedura credo debba essere fatto appunto con grano salis come dice lei, ma senza ciò voglia dire impedire al dibattito di concretizzarsi con ulteriori emendamenti, al di là di quanto avviene nelle Commissioni. Se la Commissione per il regolamento si riunirà, potrà esaminare anche questo problema.
Devo aggiungere subito, signor Presidente, che noi non ci preoccupiamo molto del tempo, possiamo star qui fino a domani mattina, oppure riprendere domani o dopodomani, non apriamo il capitolo della fretta perché potremmo forse allungare il tempo, ma prendiamoci tutto il tempo necessario per evitare degli errori.
Io non voglio interpretare il pensiero del Consigliere Garabello, ma la sua proposta non può essere intesa come lo spostamento di un portantino perché si parla di trasformazione di posti in relazione a specifiche e inderogabili esigenze di assistenza sanitaria. E' il caso di un portantino? Bisogna collocarsi nel modo giusto rispetto alle formulazioni ed è certo che "inderogabili esigenze di assistenza sanitaria" sono le stesse per le quali noi istituiamo il Comitato. Sarà questione di interpretazione, ma non può che essere questa e noi, proprio perché interpretiamo in questo modo la proposta del Consigliere Garabello, siamo del parere che avendolo stabilito per ogni altro tipo di intervento l'autorizzazione si intende con la procedura di cui all'art. 2.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Proponga l'emendamento.



PRESIDENTE

E' già proposto.



MARCHESOTTI Domenico

E' già scritto.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Io non ce l'ho. Il Presidente della Regione sono io, la responsabilità è mia, intendo assumermela anche a norma di regolamento. Io devo avere l'emendamento scritto.



BERTI Antonio

Sospendiamo la seduta e si dia l'emendamento da leggere al Presidente della Regione.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Come volete, la responsabilità è mia, la legge, se passata, la promulgo io.



BERTI Antonio

La responsabilità di spostare un portantino?!



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

No no, voglio vedere il testo dell'emendamento, voglio almeno leggerlo e collocarlo dove deve essere collocato. Io non ce l'ho.



PRESIDENTE

L'emendamento è stato dato al commesso che adesso lo porterà in copia per i Gruppi.
Il Consigliere Garabello ha chiesto di parlare, ne ha facoltà.



GARABELLO Enzo

Signor Presidente, io veramente sono stupito di essere stato investito dal Presidente della Giunta in questo modo in quanto non credo proprio di avere minimamente ostacolato i lavori di approvazione di questa legge in particolare ed in generale dell'attività del Consiglio. Io non ho presentato un emendamento, ho fatto presente che per effetto di movimenti intervenuti in Commissione nel numero degli articoli, questo articolo rimaneva scoperto di un potere. Il Presidente della Giunta dice che si interpreta, se si ritiene che si interpreti io non ho nessuna difficoltà a ritirare un emendamento che non avevo presentato e che ho formalizzato soltanto nel momento in cui si è ritenuto che il significare che qualcuno doveva autorizzare questa deliberazione degli Enti ospedalieri, doveva pur essere fatto.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

L'emendamento è accolto dalla Giunta.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento di cui ho dato lettura, proposto dal Consigliere Garabello e che la Giunta ha accolto.
Chi intende approvarlo è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione l'articolo 4 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 34 hanno risposto sì 23 Consiglieri hanno riposto no 2 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri.
L'articolo 4 è approvato.
Articolo 5 - Procedure per l'istituzione di nuove divisioni, sezioni o servizi.
"Gli Enti di cui all'art. 1 che intendono realizzare nuove strutture istituire ed attrezzare nuove divisioni, sezioni o servizi, devono comprovare, nella relativa deliberazione, la sussistenza delle condizioni derogative di cui al precedente art. 1.
In particolare gli atti deliberativi dovranno indicare : (anche qui bisogna mettere "devono, indicare" anziché "dovranno indicare").
a) i locali e le attrezzature necessarie per il funzionamento dei nuovi presidi b) la dotazione organica del personale occorrente c) le spese di impianto, il costo annuo di servizio d) l'eventuale inesistenza di analoghi presidi presso ospedali viciniori e) relazione..."



BIANCHI Adriano

Scusi Presidente, ma dopo la lettere d) occorre aggiungere, dopo il punto e virgola "ed essere accompagnati da" perché il verbo "indicare" non può reggere.



PRESIDENTE

"d) l'eventuale inesistenza di analoghi presidi presso ospedali viciniori ed essere accompagnati da: e) relazione del Direttore sanitario sulla necessità e rispondenza a specifiche e inderogabili esigenze assistenziali del nuovo presidio f) copia del parere del Consiglio dei sanitari o del Consiglio sanitario centrale g) copia del verbale della consultazione delle organizzazioni sindacali interessate.
Nel caso delle cliniche e degli Istituti universitari convenzionati gli atti deliberativi dovranno essere corredati dalla documentazione di cui alle lettere a, b, c, d, nonché della deliberazione del Consiglio di Amministrazione dell'Università attestante la rispondenza dei nuovi presidi ad imprescindibili esigenze didattiche e di ricerca".
C'è un emendamento del Consigliere Calsolaro che dice: "Aggiungere alle lettere a, b, c, d, le lettere f e g". Penso che lei intenda dire di aggiungerle nell'ultimo comma, dopo le parole "a, b, c, d".



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

La Giunta accoglie.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento del Consigliere Calsolaro, accolto dalla Giunta per alzata di mano.
E' accolto all'unanimità.
Pongo in votazione l'articolo 5 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 34 hanno risposto sì 23 Consiglieri hanno risposto no 2 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri.
L'articolo 5 è approvato.
Articolo 6 - Disposizione finale.
"La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Si passi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 35 hanno risposto sì 24 Consiglieri hanno risposto no 2 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri.
L'articolo 6 è approvato.
Io proporrei di passare alle dichiarazioni di voto alla fine di tutte le votazioni, se non ci sono difficoltà.



BERTI Antonio

Penso sia meglio farlo subito, perché per le prossime leggi potremmo anche votare a favore, o contro. Comunque per noi è importante farla adesso.



PRESIDENTE

Va bene. La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Il nostro voto tiene conto del complesso contesto politico in cui queste leggi sono state formulate e discusse, le carenze che ha; noi contestiamo che la legge 386 sia un anticipo della riforma sanitaria, essa può contenere elementi di interesse verso la riforma sanitaria alla condizione che siano esercitate, soprattutto da parte del governo, una serie di incombenze, di impegni di cui si è scritto anche nella proposta di ordine del giorno che viene presentata. Noi riteniamo di estrema importanza che la Regione - e mi pare che lo faccia intanto con questo ordine del giorno - chieda perentoriamente allo Stato di mantenere fede agli impegni e di anticiparle i fondi sin dal gennaio 1975.
Secondo elemento di giudizio è la reazione che ha ottenuto la presentazione delle quattro proposte di legge da parte della Giunta; noi ne siamo tutti testimoni per aver partecipato all'ultima seduta del Consiglio Regionale in cui la posizione delle organizzazioni sindacali, la nostra e di altri organismi è stata di opposizione netta alle proposte presentate.
E' quindi un contesto in cui le difficoltà sono state rese più acute da un iniziale atteggiamento della Giunta ed un confronto esplicito sulle singole questioni che sono oggetto di approvazione oggi.
In questi giorni però, e per la pressione del movimento sindacale, e per l'iniziativa delle varie forze politiche (noi diciamo per l'iniziativa costruttiva, sia pure pressante) del nostro Partito, si è giunti a una modificazione del metodo di discussione, tant'è che nel corso di incontri prima tra organizzazioni sindacali, Presidente della Giunta, Assessori e Capigruppo, successivamente con la Commissione incaricata, in un clima che è già stato sottolineato, ancorché teso in certi momenti, ma sempre rivolto alla ricerca della costruzione positiva, sono stati introdotti nelle varie leggi emendamenti in parte sollecitati dalle organizzazioni sindacali e in parte proposti dal nostro Gruppo.
Dobbiamo tuttavia sottolineare, pur prendendo atto che il metodo presenta oggi degli aspetti più positivi rispetto a quelli che si delineavano 15/20 giorni or sono, che persistono ancora le questioni di fondamentale importanza politica che abbiamo già sottolineato in un intervento precedente quali: la formazione professionale, i dipartimenti di emergenza e di accettazione, il modo in cui si finanziano ed altre ancora.
Noi dobbiamo prendere atto che la Giunta Regionale non ha accettato l'inclusione di questi emendamenti, ma si è impegnata a sostenerli firmando l'ordine del giorno e a presentarli rapidamente al Consiglio per l'approvazione.
Il nostro è quindi un voto di astensione che, mentre prende atto dei mutamenti positivi di metodo e di contenuti, prende atto dei limiti che ancora esistono e del fatto che sulla base degli impegni sottoscritti dalle forze politiche nell'ordine del giorno e già assunti pubblicamente dal Presidente della Giunta, prossimamente affronteremo nel merito le questioni che, per la verità, in larga parte sono già state positivamente delineate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

Signor Presidente, signori Consiglieri, dichiaro il voto favorevole del Gruppo socialista alla legge.
Ritengo importante e qualificante l'accoglimento da parte della Giunta dell'emendamento relativo alle cliniche e agli istituti universitari per quelle ragioni che ho esposto nel corso dell'intervento. Ritengo altresì che in questo modo si introduca una più compiuta ed effettiva democratizzazione nei rapporti che si svolgono all'interno dell'Università e all'esterno di essa con le esigenze della collettività e con l'attività programmatica della Regione.
Secondo quanto è codificato dalla legge di riforma ospedaliera è anche compito dell'Ente ospedaliero di promuovere la ricerca e la didattica: con l'accoglimento dell'emendamento si evita una discriminazione fra gli istituti ospedalieri di prima e di seconda classe: infatti i direttori di clinica, gli assistenti e gli aiuti di clinica fanno parte del Consiglio sanitario e sono tenuti per legge a dare il proprio parere, secondo la legge che approviamo, per le eventuali modificazioni ed istituzione di nuove divisioni, sezioni e servizi.
Ci sembra, questo, un intervento legislativo molto importante, una vera e propria riforma, seppure nei limiti di quanto consentito dalla nostra legge, che opera su vecchie strutture baronali e burocratiche, e riteniamo giusto dare atto alla Giunta dell'atteggiamento responsabile ed innovativo che ha assunto sulla proposta socialista.
Do anche atto all'Assessore dell'impegno che ha assunto nel corso del dibattito sulla tutela del posto di lavoro dei così detti ausiliari problema che però soltanto attraverso un'efficiente politica della formazione professionale potrà essere concretamente affrontato e risolto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Fassino.



FASSINO Giuseppe

Solo per confermare quanto ha dichiarato il Consigliere Rossotto questa mattina: il Gruppo liberale si asterrà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Dichiaro il voto favorevole del Gruppo, ringraziando la Giunta per il lavoro che ha svolto ed anche per la funzione dialettica, al di là della costituzione della maggioranza e quindi nel rapporto tra Giunta e Consiglio, da un lato essendo ampiamente disponibile a considerare ogni suggerimento ed ogni apporto e dall'altro vigile nel cercare di interpretare nel modo migliore le funzioni che le spettano.
Con questo anticipo anche la dichiarazione di voto - salvo che si presentino particolari ragioni per intervenire - rispetto alle altre leggi perché è un giudizio di carattere generale.



PRESIDENTE

Non vi sono altri iscritti a parlare, per cui pongo in votazione l'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 35 hanno risposto sì 23 Consiglieri hanno risposto no 2 Consiglieri si sono astenuti 10 Consiglieri.
Il disegno di legge è approvato. Passiamo ora al disegno di legge n.
204.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Chiederei un quarto d'ora di sospensione per consultarmi con la Giunta sulla prosecuzione dei lavori.



PRESIDENTE

E' concesso il quarto d'ora di sospensione.



(La seduta, sospesa alle ore 18,50, riprende alle ore 19,10)



PRESIDENTE

Disegno di legge n. 204 - Prime disposizioni in materia di assistenza ospedaliera.
Articolo 1 - Trasferimento dei compiti di assistenza ospedaliera degli Enti anche previdenziali alle Regioni ed individuazione dei soggetti assistibili.
"Con decorrenza dalla data del decreto del Ministro della Sanità di cui al IV comma dell'art. 12 della legge 17.8.1974 n. 386, la Regione eroga l'assistenza ospedaliera sinora di competenza degli Enti anche previdenziali che gestiscono forme di assistenza contro le malattie comunque denominati e strutturati, nonché delle Casse Mutue anche aziendali.
L'assistenza è erogata, in forma diretta e senza limiti di durata, agli iscritti e rispettivi familiari che ne abbiano titolo, avvalendosi degli Enti ospedalieri nonché, a seguito di apposite convenzioni, delle Cliniche ed Istituti Universitari, degli Istituti di ricovero e cura riconosciuti a carattere scientifico, degli Istituti ed Enti di cui all'art. 1, penultimo comma, della legge 12.2.1968 n. 132, degli Enti di cui alla legge 26.11.1973 n. 817 e delle case di cura private; viene altresì erogata agli iscritti nei ruoli di cui alla legge regionale..." Qui non c'è nessun numero, ma mettiamo il n. 197 no? Nel regolamento è data possibilità al Presidente di fare una correzione formale e un coordinamento, quindi per ora mettiamo il n. 197.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, io credo che la soluzione non sia quella dei numeri ma quella del titolo della legge.



PRESIDENTE

Comunque è l'attuale 197 che poi andrà secondo l'ordine, ma a questo provvederà la Presidenza.
".ed ai non abbienti aventi diritto all'assistenza gratuita.
La Regione assicura, in base ai vigenti ordinamenti degli Enti mutualistici, l'assistenza ospedaliera all'estero nei confronti degli aventi diritto che si trovino fuori dal territorio nazionale per ragioni di lavoro.
Sino all'entrata in vigore della legge sulla riforma sanitaria restano ferme le norme di cui al Regio Decreto 23 settembre 1937, n. 1918 convertito nella legge 24 aprile 1938, n. 831, relative all'assistenza dei marittimi all'estero.
Gli oneri sostenuti dalle Casse Marittime dagli altri Enti mutualistici per l'assistenza ospedaliera all'estero sono rimborsati dalla Regione limitatamente ai marittimi ed agli altri assistibili residenti sul territorio regionale.
Sino alla data di entrata in vigore della legge di riforma sanitaria la Regione eroga altresì l'assistenza ospedaliera in forma indiretta nei confronti dei soggetti assistibili che ne abbiano diritto in base ai vigenti ordinamenti dei rispettivi Enti o Casse mutue di malattia.
Gli Enti di cui al secondo comma hanno l'obbligo di comunicare al competente Ente gestore di assistenza malattia la data di ricovero, con la relativa diagnosi e, al termine della degenza, la data di dimissione del ricoverato avente diritto all'indennità economica di malattia.
Per l'attuazione dei compiti connessi con il trasferimento dell'assistenza ospedaliera, la Regione si avvale, secondo le proprie esigenze, di personale degli Enti mutualistici, nonché degli Enti pubblici operanti nel settore dell'assistenza sanitaria".
A questo articolo vi è un emendamento modificativo del Consigliere Bianchi che dice: "Sostituire la dizione 'comunque denominati e strutturati' con 'comunque costituiti e denominati' nel primo comma; il terzo comma dovrebbe assumere la seguente dizione: 'la Regione assicura, in base ai vigenti ordinamenti degli Enti mutualistici, l'assistenza ospedaliera all'estero nei confronti degli aventi diritto'".
La Giunta?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

La Giunta accoglie questi due emendamenti modificativi e il Presidente nell'accoglierli, manifesta anche una personale sua soddisfazione in relazione al viaggio che ha fatto tra i lavoratori in Argentina e in Brasile per dire che l'argomento porrà alla considerazione della Giunta e del Consiglio l'opportunità di proporsi qualche argomento di contatto anche di natura specifica con i lavoratori della Regione Piemonte che sono fuori del Piemonte per ragioni di lavoro.
Comunque i due emendamenti sono accettati dalla Giunta.



PRESIDENTE

Pongo in votazione, per alzata di mano, i due emendamenti di cui ho dato lettura.
Gli emendamenti sono approvati con due astensioni.
Pongo pertanto in votazione l'articolo 1 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 33 hanno risposto sì 22 Consiglieri si sono astenuti 11 Consiglieri.
L'articolo 1 è approvato.
Articolo 2 - Modalità procedurali per il ricovero.
"Gli Enti ospedalieri salvo i limiti derivanti dalla specializzazione dell'ospedale e dalle particolari esigenze tecniche legate alla forma morbosa che si presenta, hanno l'obbligo di ricoverare, senza particolare convenzione o richiesta di alcuna documentazione, i cittadini italiani e stranieri che necessitano di urgenti cure ospedaliere per qualsiasi malattia o per maternità o per infortunio.
Sulla necessità del ricovero decide il medico di guardia. Gli accertamenti in ordine al diritto alle prestazioni ospedaliere gratuite sono successivi al ricovero.
L'ammissione degli infermi negli ospedali è fatta sotto la vigilanza del Direttore sanitario, il quale decide eventuali casi controversi.
Il ricovero, in tutti i casi in cui sia ritenuto necessario, deve avvenire previa la visita sanitaria da effettuarsi presso l'ospedale ricoverante.
Il sanitario addetto al servizio accettazione deve giudicare sulla necessità del ricovero, avvalendosi anche di tutti i mezzi diagnostici necessari, nonché della documentazione sanitaria in possesso del richiedente, anche con l'eventuale collaborazione del medico curante.
Se il ricovero è giudicato necessario, il medico del servizio accettazione fisserà la data di ammissione, tenuto conto della disponibilità di posti letto".
Vi sono degli emendamenti modificativi ed integrativi a firma del Consigliere Bianchi: "Al comma primo inserire una virgola dopo Enti ospedalieri e sostituire i termini 'il paziente' in luogo della particella 'si' tra le parole 'che' e 'presenta".
"Al comma secondo inserire dopo il termine 'ricovero' la parola d'urgenza'".
"Al comma quarto sopprimere l'inciso 'in tutti i casi in cui sia ritenuto necessario' e sostituire con 'negli altri casi'".
La Giunta?



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

Al primo comma la frase corre meglio dicendo "che il paziente presenta".
Al secondo comma l'inserimento della parola "d'urgenza" non è necessario, perché per tutti i ricoveri decide il medico di guardia.



BIANCHI Adriano

E' un pasticcio, perché sono in tre a decidere.



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

Sarà un pasticcio, ma su tutti i ricoveri decide il medico di guardia.
Nel terzo comma l'emendamento modifica il testo.



PRESIDENTE

Sentiamo allora la spiegazione del Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Ho introdotto questi emendamenti perché mi sembrava, nella logica e anche nella collocazione del comma rispetto all'articolo, che si volesse dare rapidità, sveltezza e certezza al ricovero di chi ha necessità (cittadino italiano o straniero) di cure immediate, urgenti, da parte del medico di guardia, senza che vi siano procedure o altre valutazioni da fare.
Però più avanti si dice che l'ammissione degli infermi negli ospedali è fatta sotto la vigilanza del Direttore sanitario; è una norma generale che è mal collocata, questo comma dovrebbe essere in fondo se la vigilanza è di carattere generale, sia sui ricoveri d'urgenza che sugli altri.
E poi ancora "Il ricovero, in tutti i casi in cui sia ritenuto necessario", parlando di ricovero è da sopprimere perché diventa una superfetazione ; "deve avvenire previa la visita sanitaria da effettuarsi presso l'ospedale ricoverante", quindi la visita sanitaria è già qualcosa che è previa rispetto al giudizio del medico di guardia. Infine ancora "Il sanitario addetto al servizio di accettazione deve giudicare sulla necessità del ricovero", diventano allora due, più uno, tre a giudicare su questa necessità. Mentre mi sembrava che nella logica dell'articolo l'urgenza la decide il medico di guardia e non se ne parla più; negli altri casi, con la vigilanza generale del medico sanitario, decide il servizio di accettazione che fa le analisi, gli esami e così via.
Questa è la logica con la quale, con piccoli ritocchi, ho cercato di dare una forma all'articolo.



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

Sentite queste osservazioni accogliamo l'emendamento.



PRESIDENTE

La Giunta accoglie gli emendamenti modificativi e integrativi all'art.
2 proposti dal Consigliere Bianchi.
Chi intende approvarli è pregato di alzare la mano.
Sono approvati all'unanimità.
Emendamento aggiuntivo dei Consiglieri Vecchione e Fabbris: "All'apertura dell'articolo iniziare con 'Sino all'istituzione del dipartimento di emergenza'".
Vogliono illustralo? Ve n'è ancora uno aggiuntivo: "Quarto comma, dopo la parola 'necessario' aggiungere 'e sino all'istituzione del dipartimento di accettazione'" La parola al Consigliere Vecchione.



VECCHIONE Mario

Questi due emendamenti vengono ritirati in quanto sono trasfusi nell'ordine del giorno che è stato concordato. Comunque è molto chiaro che nella distinzione che faceva il Consigliere Bianchi si diceva la stessa cosa, cioè l'articolo ha due impostazioni per l'urgenza e per l'accettazione normale.



PRESIDENTE

Sono così accolti gli emendamenti del Consigliere Bianchi, mentre vengono ritirati gli altri due.



BIANCHI Adriano

Nell'ultimo comma quel futuro "fisserà" deve essere cambiato in "fissa".



PRESIDENTE

E' esatto.
Pongo in votazione l'articolo 2 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 31 hanno risposto sì 21 Consiglieri si sono astenuti 10 Consiglieri.
L'articolo 2 è approvato.
Articolo 3 - Modalità di ricovero per i soggetti non assistiti da mutue e non iscritti nei ruoli speciali e negli elenchi comunali.
"La non iscrizione alle Mutue, ai ruoli speciali ed agli elenchi comunali comporta il pagamento del costo di degenza giornaliero onnicomprensivo stabilito dal successivo art. 5.
L'ipotesi di cui al comma precedente non può, in alcun caso, comportare il rifiuto di prestazioni ospedaliere di urgenza".
La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

"La non iscrizione alle Mutue, nei ruoli speciali e negli elenchi" e non "ai ruoli e agli elenchi".



PRESIDENTE

E' stato corretto. Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 32 hanno risposto sì 19 Consiglieri si sono astenuti 13 Consiglieri.
L'articolo 3 è approvato.
Articolo 4 - Dimostrazione del diritto all'assistenza.
"I ricoverati, per usufruire delle prestazioni ospedaliere, devono dimostrare con l'apposita documentazione, di essere assistiti da Enti mutualistici, Casse Mutue aziendali o da altri Enti, ovvero di essere iscritti negli elenchi comunali degli aventi diritto all'assistenza gratuita oppure negli elenchi di cui alla legge regionale n. 197.
Gli Enti ricoveranti devono registrare gli estremi della documentazione prodotta".
Vi è un emendamento del Consigliere Bianchi: "Sopprimere l'inciso 'per usufruire delle prestazioni ospedaliere'".
Vuole illustrarlo?



BIANCHI Adriano

Brevemente, signor Presidente.
C'era un'alternativa: se si rispetta il più possibile il testo con il soggetto "i ricoverati", non si può lasciare questo inciso perch sembrerebbe che prima si ricovera, poi si fanno gli accertamenti per cui si crea anche il reparto di coloro che attendono che si facciano gli accertamenti burocratici.
Forse si poteva dire: "Per usufruire delle prestazioni ospedaliere occorre dimostrare con l'apposita ecc.".



PRESIDENTE

La Giunta?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Accoglie.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento Bianchi per alzata di mano.
E' approvato all'unanimità.
Pongo in votazione l'articolo 4 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 33 hanno risposto sì 22 Consiglieri si sono astenuti 11 Consiglieri.
L'articolo 4 è approvato.
Articolo 5 - Determinazione e versamento della quota di degenza.
"La Giunta Regionale determina annualmente, con atto deliberativo, per le diverse categorie di ospedali di cui all'art. 20 della legge 12.2.1968 n. 132, il costo della degenza giornaliera per i soggetti di cui al precedente art. 3, tenuto conto del costo medio sostenuto nel primo semestre dell'anno precedente.
Le quote riscosse devono essere versate all'Amministrazione regionale".
Non vi sono emendamenti, si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 33 hanno risposto sì 20 Consiglieri si sono astenuti 13 Consiglieri.
L'articolo 5 è approvato.
Articolo 6 - Recupero quote "L'Ente ricoverante addebiterà la quota di degenza di cui all'art. 5 della presente legge a carico dell'interessato che non abbia provato il titolo all'assistenza gratuita.
In caso di inadempienza l'Ente darà corso, nei confronti dell'interessato, alla procedura prevista dal T.U. 14.4.1910, n. 639".
La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Intanto anziché "addebiterà", "addebita", ma meglio ancora "pone la quota di degenza di cui all'art. 5 della presente legge a carico dell'interessato" perché se dice "addebita" addebita non a carico, ma all'interessato.



PRESIDENTE

"Addebita all'interessato".



BIANCHI Adriano

E poi "gratuita" è da sopprimere.



PRESIDENTE

E' vero.
Così formalmente modificato lo pongo in votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha dato il seguente esito: presenti e votanti n. 32 hanno risposto sì 19 Consiglieri si sono astenuti 13 Consiglieri.
L'articolo 6 è approvato.
Articolo 7 - Rivalsa nei casi di responsabilità civile.
"Gli Enti ricoveranti, nel caso di ricovero dovuto a responsabilità di terzi, notificheranno sollecitatamente al responsabile ed all'Istituto assicuratore, se conosciuti, l'avvenuto ricovero; dopo il dimissionamento notificheranno l'importo da corrispondere all'Amministrazione regionale in base alle quote giornaliere di cui all'art. 5 della presente legge.
Contestuale comunicazione dovrà essere data all'Amministrazione regionale che eserciterà il diritto di rivalsa secondo la vigente legislazione".
C'è un emendamento modificativo del Consigliere Bianchi; testo proposto: "Gli Enti ricoveranti, nel caso di ricovero per lesioni od infermità determinate da fatti attribuiti alla responsabilità di terzi, notificano al responsabile ed al suo assicuratore l'avvenuto ricovero e, dopo la dimissione, l'importo della somma dovuto all'Amministrazione regionale con invito ad effettuarne il pagamento.
Contestuali comunicazioni devono essere date all'Amministrazione regionale che, occorrendo, esercita l'azione di rivalsa".
La Giunta?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Accoglie.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento Bianchi.
E' approvato all'unanimità.
Pongo in votazione l'articolo 7 così modificato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 33 hanno risposto sì 22 Consiglieri si sono astenuti 11 Consiglieri.
L'articolo 7 è approvato.
Emendamento aggiuntivo dopo l'art. 7, che diventa art. 7 bis, dei Consiglieri Vecchione e Fabbris: Destinazione sale speciali "Sino alla ristrutturazione delle corsie comuni, le sale speciali degli Enti di cui all'art. 1, II comma, della presente legge, vengono destinate dal medico di guardia o dal sanitario addetto al servizio di accettazione sino alla istituzione del dipartimento di emergenza e di accettazione, al ricovero dei degenti per esigenze proprie delle loro condizioni di salute e di cura.
Il ricovero in sale speciali, disposto ai sensi del precedente comma eccezione fatta per gli aventi diritto di cui al precedente art. 8, non determina un onere aggiuntivo per gli assistiti.
In ogni caso il ricovero in sale speciali previsto dal precedente art.
8 e dal primo comma di questo articolo non deve determinare differenziazione nella erogazione delle prestazioni curative".
Desiderano illustrarlo? La parola al Consigliere Vecchione.



VECCHIONE Mario

Signor Presidente, non "precedente art. 8", ma "seguente art. 8".
Io dovevo dare una risposta al Presidente della Giunta quando nella discussione di carattere generale abbiamo parlato della destinazione delle camere speciali: noi non intendiamo (e l'emendamento mi pare sufficientemente chiaro) privare chi ha diritto alle camere speciali, vale a dire i mutuati che hanno diritto a tale tipo di ricovero, di questa possibilità e non intendiamo aprire quella valvola che porta alla Svizzera e alle case di cura private. E proprio per questo l'articolo comincia con una fase programmatoria e cioè "Sino alla ristrutturazione delle corsie comuni", il che vuoi dire bisogna tenere particolarmente in evidenza che queste corsie, così come sono strutturate, sono disumane e anticurative.
Detto questo, l'articolo permette a coloro che hanno il diritto riconosciuto dai propri ordinamenti convenzionali mutualistici, di farsi ricoverare nelle camere speciali, ma il punto centrale - e questo è un punto politico - è che la scelta per ottenere il ricovero nelle camere speciali per coloro che non ne hanno diritto, non deve essere fatta per ragioni di censo, ma per ragioni di cura. Sarà il medico di guardia, sarà il medico del servizio di accettazione, saranno i dipartimenti (che la Giunta si è impegnata a proporre) che destineranno l'ammalato a quel determinato tipo di ricovero in relazione soltanto alla malattia che ha e alla necessità terapeutica di cui ha bisogna.
Questa è la ragione del nostro emendamento che su questa legge è il primo qualificante e che chiediamo che la Giunta accolga.



PRESIDENTE

La Giunta?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Io vorrei fare una rettifica.
Consigliere Rossotto, io avevo inteso male, cioè che lei si associasse alle considerazioni fatte dal Consigliere Vecchione, invece lei dissentiva e mi scuso per averle dato un motivo di critica.



ROSSOTTO Carlo Felice

Il motivo etico e sociale che portava avanti il collega Vecchione e che era comune a quello espresso dall'Assessore era l'opportunità di mantenere ancora la differenza per quelli che sarebbero stati i danni economici che avrebbero subito gli Enti ospedalieri e per il vantaggio che avrebbe subito invece direttamente la speculazione privata di cliniche.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Allora resta valido il mio giudizio di stamattina.



PRESIDENTE

La Giunta?



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

In relazione a quanto il Presidente ha dichiarato sulle sale speciali e per tener conto di questa esigenza che pure è stata espressa e che aveva già trovato accoglimento, propongo al proponente di ritirare l'emendamento e di sostituirlo con questo: "Le sale speciali devono essere destinate anche per la necessità terapeutica dei pazienti, senza distinzioni di sorta".



PRESIDENTE

Lo mettiamo in fondo all'articolo 8? Cominciamo con il leggere l'art. 8, poi vediamo.
Articolo 8 - Quote per ricoveri in sale speciali.
"Gli aventi diritto all'assistenza sanitaria gratuita che chiedono il ricovero od il passaggio in sale speciali, devono corrispondere direttamente all'Ente ricoverante l'importo giornaliero del trattamento differenziale, stabilito annualmente con atto deliberativo della Giunta Regionale.
Per gli assistiti aventi diritto in base ai vigenti ordinamenti dei rispettivi Enti di assistenza malattia al ricovero in sale speciali la quota di cui al comma precedente è posta dall'Ente ospedaliero a carico degli Istituti medesimi".
Dal primo periodo allora togliamo al parola "gratuita".



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

Il testo è così riformulato: "Le sale speciali devono essere utilizzate anche per i ricoverati, senza distinzioni di sorta, che presentino particolari necessità terapeutiche".
Per cui il titolo "Quote per i ricoveri in sale speciali" deve essere modificato in "Ricovero in sale speciali".



PRESIDENTE

L'emendamento dell'Assessore Armella è aggiuntivo.



VECCHIONE Mario

Noi ci siamo preoccupati di aggiungere, nell'ultimo comma dell'emendamento, che in caso di ricovero in sale speciali previste dal precedente articolo, questo ricovero non deve determinare un onere aggiuntivo per gli assistiti nel senso che se si ricovera quello iscritto negli albi speciali, se si ricovera quello mutuato che non abbia la convenzione per la sala speciale e la ragione del ricovero nella sala speciale sia solo determinato da ragioni di carattere curativo, è ingiusto porgli a carico un onere differenziato.



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

Infatti nella relazione abbiamo detto che si deve pagare solo la differenza alberghiera, ma una norma di questo genere impone poi di metterne un'altra per la libera attività professionale, è per questo che è stata esclusa.



VECCHIONE Mario

Questa se la tiene a carico la Regione.



RIVALTA Luigi

"Senza distinzioni di sorta" è una formulazione inadeguata.



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

Senza distinzioni di sorta né oneri aggiuntivi per l'assistito.



VECCHIONE Mario

Ecco, benissimo.
C'è ancora una questione di carattere formale perché secondo me c'è un'erronea formulazione.
L'articolo inizia con "Gli aventi diritto all'assistenza sanitaria." e parla del ricovero nelle sale speciali. La legge 386 prevede il ricovero in sale speciali soltanto per gli iscritti alle mutue, allora noi dobbiamo trasformare "gli" in "I mutuati" che mi pare sia in aderenza con la 386. E' una correzione che ritengo formale.



PRESIDENTE

Allora, all'inizio sostituire la parola "Gli" con "I mutuati".



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

Potrebbero anche essere quelli che si iscrivono all'assistenza nei ruoli speciali, se no facciamo una discriminazione.



VECCHIONE Mario

Scusi Assessore, ma questa è proprio un'indicazione di linea sulle sale speciali e ne avevamo parlato informalmente: che si iscrive nei ruoli speciali sono persone non mutuate che hanno delle possibilità economiche e che con il pagamento delle 40/50.000 lire hanno diritto all'assistenza ospedaliera nella Regione e negli ospedali. Questi soggetti risolvono così il loro problema e a richiesta, senza esigenze curative, possono farsi ricoverare nelle sale speciali. Io questa la trovo un'ingiustizia rispetto al lavoratore che magari non ha la sua mutua convenzionata con case di cura speciali e che paga, nell'arco dell'anno, 120/130.000 lire con trattenute sulla busta paga. Per quelli iscritti nel ruolo speciale, il ricovero nella sala speciale dovrebbe essere determinato, come sosteniamo noi esclusivamente (perché la 386 non ci consente altro) da ragioni strettamente curative. Dilatare, invece, in questo modo l'assistenza nella camera speciale mi pare che non sia logico Questo emendamento lo abbiamo presentato perché richiede una risposta politica della maggioranza.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Vorrei solo fare osservare che quando si dice "Gli aventi diritto all'assistenza sanitaria gratuita" non si escludono certamente i mutuati e quindi non vi è motivo di preoccupazione che i disoccupati non ne possano usufruire. Si può allargare l'utilizzazione ad altri, la norma vostra è molto restrittiva, questa è onnicomprensiva e non disturba certamente o mutuati.
Pertanto la Giunta non accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

Vuole ritirarlo?



VECCHIONE Mario

No.



PRESIDENTE

Allora lo mettiamo in votazione.
Intanto la parola "gratuita" è stata soppressa.
Emendamento sostitutivo all'art. 8: "Sostituire all'inizio della frase la parola "Gli" con le parole "I mutuati".
La Giunta ritiene che "Gli aventi diritto all'assistenza" sia comprensivo e non accoglie l'emendamento.
Chi intende approvare l'emendamento Vecchione-Fabbris è pregato di alzare la mano. L'emendamento non è accolto.
Emendamento aggiuntivo dell'Assessore Armella: "Le sale speciali devono essere utilizzate anche per i ricoverati senza distinzioni di sorta, che presentino particolari necessità terapeutiche".



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

"Senza distinzioni né oneri aggiuntivi per l'assistito".



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento dell'Assessore Armella per alzata di mano: è approvato con due astenuti.
Non vi sono altri emendamenti.
Pongo in votazione l'articolo 8 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 31 hanno risposto sì 19 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri.
L'articolo 8 è approvato.
Articolo 9 - Assistenza in case di cura private.
"Fino alla stipulazione delle convenzioni di cui all'art. 18 della legge 17.8.1974 n. 386, l'assistenza ospedaliera nei confronti di coloro che ne abbiano diritto in base ai vigenti ordinamenti dei rispettivi Enti mutualistici o Casse Mutue, è erogata dalla Regione anche per il ricovero in case di cura private.
L'assistenza è praticata: a) in forma diretta nelle ipotesi di case di cura private e per reparti convenzionali, alle condizioni previste dalle rispettive convenzioni b) in forma indiretta nelle ipotesi di ricovero in case di cura non convenzionate, mediante rimborso all'interessato della quota di degenza di cui al seguente comma.
La Giunta Regionale determina annualmente, con atto deliberativo l'entità della quota da corrispondere agli aventi diritto a titolo di rimborso per assistenza indiretta ai sensi della lettera b) del presente articolo. Tale quota sarà determinata tenuto conto della spesa media sostenuta dalla Regione per analoghe prestazioni nelle case di cura convenzionate".
Non vi sono emendamenti, si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 31 hanno risposto sì 19 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri.
L'articolo 9 è approvato.
Articolo 10 - Controllo sui ricoveri nelle case di cura private ed in altri Istituti diversi dagli Enti ospedalieri - Impegnativa.
"I ricoveri degli aventi diritto all'assistenza ospedaliera diretta ed indiretta nelle case di cura private e negli Istituti diversi dagli Enti ospedalieri, classificati infermerie, devono essere preventivamente autorizzati con impegnativa disposta dall'Ufficiale sanitario del luogo di residenza dell'assistito o dei medici a ciò incaricati dall'Amministrazione regionale.
Le case di cura private e gli altri Istituti convenzionati diversi dagli Enti ospedalieri, classificati infermerie, hanno l'obbligo di notificare entro cinque giorni al competente ufficio regionale, l'avvenuto ricovero.
L'Amministrazione regionale esercita il controllo sulla necessità dei ricoveri e sulla durata del medesimo".
Emendamento aggiuntivo del Consigliere Calsolaro: "Le convenzioni con le case di cura private, in possesso dei requisiti previsti dalla legge 12.2.1968, n. 132, potranno essere stipulate soltanto in presenza di obiettive esigenze dell'assistenza ospedaliera che non possono essere soddisfatte negli ospedali dipendenti dagli Enti ospedalieri, né negli istituti pubblici di ricovero e cura".



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità.

La Giunta accoglie.



PRESIDENTE

Chi intende approvare l'emendamento è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto.
Pongo in votazione l'articolo 10 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 31 hanno risposto sì 19 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri.
L'articolo 10 è approvato.
Articolo 11 "Gli Enti ospedalieri e le case di cura convenzionate hanno l'obbligo di acquisire tutte le notizie e i dati statistici, relativi ai ricoverati che saranno stabiliti dall'Amministrazione regionale alla quale saranno trasmessi ogni qualvolta ne sarà fatta richiesta".
Emendamento sostitutivo del Consigliere Bianchi: "Gli Enti ospedalieri e le case di cura convenzionate hanno l'obbligo di acquisire e trasmettere le notizie ed i dati statistici, relativi ai ricoverati, richiesti dall'Amministrazione regionale".
Emendamento sostitutivo Vecchione-Fabbris-Rivalta: "Gli Enti di cui all'art. 1 della legge regionale n. 197 e le case di cura hanno l'obbligo di acquisire, ai fini della programmazione regionale sanitaria, tutte le notizie ed i dati statistici relativi ai ricoverati secondo i metodi ed attraverso gli strumenti di registrazione e di elaborazione che saranno stabiliti dall'Amministrazione regionale".



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

La sostanza è la stessa, con la precisazione che si tratta delle Case di cura convenzionate sulle quali effettivamente la Regione ha una possibilità di intervento, mentre per le altre no.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

La sostanza non mi pare sia identica, anche se le intenzioni forse possono essere considerate analoghe.
L'emendamento da noi presentato precisa le ragioni e il carattere delle informazioni che si intendono raccogliere, nell'intento di rendere sempre più chiare e certe le leggi. La formulazione dell'articolo 11 in discussione, è quanto mai generica ed incerta. Va precisato per quali fini vogliamo raccogliere queste informazioni: ci interessano le informazioni sui ricoverati per i fini specifici della programmazione regionale sanitaria.
La prima precisazione che si intende introdurre con questo emendamento sostitutivo è appunto di definire i fini, che sono quelli della programmazione regionale sanitaria; ha quindi implicazioni sul piano politico e sul piano del metodo.
La seconda precisazione è quella...
Mi rendo conto, signor Presidente, che a quest'ora dover discutere di tali questioni può essere fastidioso, soprattutto per chi ha impegni altrove, ma chiederei un minimo di attenzione, senza gesti di fastidio.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Guardi che se io ho una dote è quella magari di dare l'impressione che non sto ascoltando, ma di sentire, stia pur certo.



RIVALTA Luigi

La ringrazio.
La seconda precisazione da noi indicata riguarda il modo con cui queste informazioni devono essere fornite ed utilizzate. E' necessario precisare con quale linguaggio si comunica tra Amministrazione regionale ed ospedali e con quali metodi le informazioni raccolte possono poi essere utilizzate e trattate. Altrimenti ci si potrebbe trovare di fronte ad una quantità di informazioni non utilizzabili perché non sono finalizzate alla elaborazione richiesta, o perché non sono omogenee.
Pertanto è necessario, con chiarezza, fissare che per la raccolta dei dati e delle informazioni ci si atterrà alle disposizioni, metodi e strumenti indicati dall'Amministrazione regionale, cioè sarà la Regione a determinare ai fini del proprio utilizzo, i dati da raccogliere e a fissare gli strumenti e i metodi che devono essere adottati.
E qui certo ci sono implicazioni politiche che vanno al di là di questa semplice indicazione procedurale; con questo vogliamo dire che la Regione ha competenza sull'attività degli ospedali, e nell'espletamento di questo ruolo, indirizza e coordina il lavoro di raccolta delle informazioni e la loro trasmissione.
In questo modo si avrà garanzia di omogeneità di indirizzo per tutti gli operatori sanitari e si eserciteranno le responsabilità e le competenze della Regione.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

L'emendamento Bianchi, la Giunta lo accetta, accetta anche di aggiungere "richiesti dall'Amministrazione regionale secondo i metodi ed attraverso gli strumenti di registrazione e di elaborazione che saranno stabiliti dall'Amministrazione regionale". Si potrebbe proporre il testo emendato.



BIANCHI Adriano

Volevo appunto proporre una fusione dei due testi, osservando però che sia i dati statistici, che le notizie, non sono solo raccolti ai fini della programmazione regionale, possono essere anche raccolti a fini principali e precipui dell'indirizzo delle cure e così via.
"Gli Enti ospedalieri e le case di cura convenzionate hanno l'obbligo di acquisire e trasmettere, anche ai fini della programmazione regionale sanitaria, tutte le notizie ed i dati statistici, relativi ai ricoverati richiesti dall'Amministrazione e secondo i metodi ed attraverso gli strumenti di registrazione e di elaborazione dalla stessa fissati".



RIVALTA Luigi

Così formulato l'emendamento Bianchi, ritiriamo il nostro.



PRESIDENTE

Allora gli emendamenti sono ritirati e viene presentato un emendamento Bianchi riformulato: "Gli Enti di cui all'art. 1 della legge 203 e le case di cura convenzionate hanno l'obbligo di acquisire e trasmettere, anche ai fini della programmazione regionale sanitaria, le notizie ed i dati statistici richiesti dall'Amministrazione regionale, secondo i metodi ed attraverso gli strumenti di registrazione e di elaborazione stabiliti dalla stessa Amministrazione".



RIVALTA Luigi

Io direi "della legge sulle disposizioni provvisorie concernenti le strutture e gli organici degli Enti ospedalieri".



PRESIDENTE

Concernente strutture ed organici, va bene.
Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento Bianchi.
L'emendamento è accolto.
Pongo in votazione l'art. 11 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 32 hanno risposto sì 30 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'articolo 11 è approvato.
Articolo 12 - Disposizione finale.
La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 34 hanno risposto sì 23 Consiglieri si sono astenuti 11 Consiglieri.
Vi sono dichiarazioni di voto? Nessuna. Pongo in votazione l'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti n. 33 Hanno risposto sì 20 Consiglieri Si sono astenuti 13 Consiglieri.
Il disegno di legge n. 204 è approvato.
Disegno di legge n. 205 - Norme per il finanziamento della spesa per l'assistenza ospedaliera.
Articolo 1 - Ripartizione del fondo nazionale.
"Lo stanziamento assegnato ai sensi dell'art. 17 del D.L. 8.7.1974 n.
264 convertito nella legge 17.8.1974 n. 386 viene ripartito tra gli Enti ospedalieri sulla base dei criteri stabiliti nei successivi articoli della presente legge.
In sede di ripartizione una quota del fondo sarà utilizzata per fronteggiare gli oneri derivanti dall'attuazione degli altri compiti connessi con il trasferimento alla Regione dell'assistenza ospedaliera".
Si passi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 34 hanno risposto sì 21 Consiglieri si sono astenuti 13 Consiglieri.
L'articolo 1 è approvato.
Articolo 2 - Classificazione delle spese e delle entrate degli Enti ospedalieri.
"Le spese e le entrate degli Enti ospedalieri sono raggruppate nelle seguenti classi: Classe 1^: Costi fissi Classe 2^: Costi variabili Classe 3^: Costi residui Classe 4^: Costi speciali Classe 5^: Oneri compensativi delle entrate Classe 6^: Poste rettificative dei costi fissi Classe 7^: Poste rettificative dei costi variabili Classe 8^: Entrate detraibili Classe 9^: Entrate speciali" Il piano dei conti per la redazione del bilancio di previsione degli Enti ospedalieri di cui all'allegato A della presente legge, definisce la classe di appartenenza per ciascun capitolo del bilancio.
Qualcuno chiede la parola? Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 34 hanno votato sì 21 Consiglieri si sono astenuti 13 Consiglieri.
L'articolo 2 è approvato.
Articolo 3 - Criteri per la determinazione della quota di riparto.
"La quota di riparto dello stanziamento di cui al I comma dell'articolo 1 della presente legge è costituita dalla somma degli importi destinati al finanziamento dei: a) costi fissi b) costi variabili c) costi residui d) costi speciali.
Per le voci di cui ai punti a) e b) devono essere portate in detrazione anche le poste rettificative ad esse imputabili.
Gli importi di cui ai punti a) e b) (previa detrazione di cui al comma precedente) c) e d), devono essere diminuiti delle entrate detraibili al netto degli oneri compensativi ad esse imputabili nonché delle entrate speciali".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 34.
Hanno risposto sì 21 Consiglieri si sono astenuti 13 Consiglieri.
L'articolo 3 è approvato.
Articolo 4 - Modalità per la determinazione dei costi fissi.
"La misura della quota regionale per il finanziamento dei costi fissi è determinata in base al numero dei posti letto accertato annualmente per ciascun Ente ospedaliero moltiplicato per il relativo coefficiente.
La Giunta Regionale determina i coefficienti annui relativi ai costi fissi, differenziati per le diverse divisioni".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 34 hanno risposto sì. 23 Consiglieri si sono astenuti 11 Consiglieri.
L'articolo 4 è approvato.
Articolo 5 - Modalità per la determinazione dei costi variabili.
"La misura della quota regionale destinata al finanziamento dei costi variabili è stabilita in modo diverso per i degenti acuti e per gli altri ricoverati.
I corrispondenti coefficienti sono determinati: I) per gli acuti in base ai parametri che la Giunta Regionale fisserà annualmente tenendo conto del numero dei ricoverati, dell'indice di occupazione dei posti letto e della durata media della degenza nonché dei ricoverati in specifiche divisioni II) per gli altri ricoverati sulla base dei rispettivi costi riferiti ad una giornata di degenza differenziati per le diverse categorie di ricoverati.
La quota regionale per il finanziamento dei costi variabili sarà individuata: a) per i malati acuti moltiplicando il relativo coefficiente per il numero dei ricoveri b) per gli altri ricoverati moltiplicando il relativo coefficiente per il numero delle giornate di degenza".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 33 hanno risposto sì 21 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri.
L'articolo 5 è approvato.
Articolo 6 - Modalità per il finanziamento dei costi residui.
"La misura della quota regionale da destinare al finanziamento dei costi residui è determinata in base ad una percentuale, stabilita annualmente dalla Giunta Regionale, che verrà applicata alla somma degli importi assegnati ai sensi dei precedenti artt. 4 e 5".
Poiché nessuno chiede di parlare si passi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 34 hanno risposto sì 21 Consiglieri hanno risposto no 13 Consiglieri.
L'articolo 6 è approvato.
Articolo 7 - Altri elementi integrativi per il finanziamento.
"I coefficienti di cui ai precedenti artt. 4 e 5 e la percentuale di cui al precedente art. 6 sono suscettibili di integrazioni con i fattori correttivi in conseguenza della variazione dei costi derivanti dalla localizzazione territoriale dei singoli presidii ospedalieri e di altri elementi.
La determinazione dei coefficienti e dei fattori correttivi viene effettuata sulla base dei dati preventivi e consuntivi degli Enti ospedalieri, nonché mediante indagini campionarie atte a determinare il costo dell'assistenza ospedaliera.
Entro trenta giorni dalla data in cui viene comunicato l'importo dello stanziamento di cui all'art. 1 della presente legge, la Giunta Regionale determina la misura dei coefficienti e della percentuale previsti rispettivamente agli artt. 4, 5 e 6 e provvede all'assegnazione della quota di riparto spettante a ciascun Ente ospedaliero".
Vi è un emendamento aggiuntivo dei Consiglieri Vecchione e Fabbris: "Al terzo comma, dopo le parole 'Giunta Regionale', aggiungere 'sentito il Comitato di cui all'art. 20 della legge 17 aprile 1974, n. 386'".
Vuole illustrarlo? No.
La Giunta?



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

Accoglie.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento accolto dalla Giunta, per alzata di mano.
E' accolto.
Pongo in votazione l'art. 7 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 32 hanno risposto sì 19 Consiglieri si sono astenuti 13 Consiglieri.
L'articolo 7 è approvato.
Articolo 8 - Criteri per il finanziamento ad altri Enti.
"Agli Enti ospedalieri di cui all'art. 65 della legge 12.2.1968, n. 132 nonché alle infermerie non erette in Enti ospedalieri, potrà essere assegnata una quota di riparto in base ai costi effettivi, qualora questi risultino inferiori a quelli espressi dai rispettivi coefficienti".
Vi è un emendamento soppressivo dei Consiglieri Vecchione e Fabbris: "Sopprimere l'inciso 'nonché alle infermerie non erette in Enti ospedalieri'".
Desiderano illustrarlo? La parola al Consigliere Vecchione.



VECCHIONE Mario

Questo è un emendamento che sulla legge di finanziamento deve essere pesato attentamente da tutti i componenti del Consiglio: noi finanziamo gli Enti ospedalieri, non le case di riposo o le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza che non si sono erette in Enti ospedalieri.
L'articolo contrasta con la legge dello Stato: contrasta con gli artt. 3 e 65 della legge 12 febbraio 1968, n. 132, contrasta con la legge 386 che non prevede il finanziamento nei confronti delle infermerie e delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza ed io mi chiedo in che modo, dal punto di vista della legittimità, una norma di questo genere possa essere mantenuta in questa importante materia, tanto più che là dove abbiamo istituito il regime dei divieti, non si è fatto cenno alle case di riposo e alle infermerie non erette in Enti ospedalieri, il che vuol dire che mentre questi possono espandersi, avere organici e rafforzarsi avanti di questo passo, dall'altra, con la legge che stiamo per licenziare, le finanziamo anche e questa è una contraddizione che la maggioranza del Consiglio deve sciogliere.
Noi manteniamo fermo l'emendamento che diventa qualificante sull'atteggiamento della legge.



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

Non possiamo non valutare la situazione oggi esistente in Piemonte: nel Piemonte vi sono ancora numerose infermerie che non sono state erette in Enti ospedalieri per non creare delle aspettative che possono sconvolgere o pregiudicare le decisioni programmatorie che il Consiglio vorrà prendere.
Queste infermerie peraltro oggi ricoverano degli infermi perché le Mutue le hanno sempre considerate in grado di farlo. Ora non possiamo chiudere improvvisamente queste infermerie e dobbiamo loro assicurare il finanziamento minimo necessario alla loro esistenza ed è per questo che la Giunta ritiene di dovere insistere sulla possibilità di finanziarle perch esistono tuttora e perché è un'esigenza che non si può improvvisamente sopprimere. Potrà aver luogo a programmazione avvenuta.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento Vecchione-Fabbris. L'emendamento non è accolto. Pongo in votazione l'articolo 8.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 34 hanno risposto sì 21 Consiglieri hanno risposto no 9 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri.
L'articolo 8 è approvato.
Articolo 9 - Criteri per la formazione dei bilanci.
"Entro il mese di ottobre l'Amministrazione regionale comunica a ciascun Ente ospedaliero la quota di riparto per l'anno successivo calcolata sulla base dei criteri indicati ai precedenti articoli, ad esso attribuita in via provvisoria per il finanziamento dei costi correlativi.
Entro il mese di novembre gli enti ospedalieri deliberano il bilancio di previsione delle entrate e delle spese per l'anno successivo, da redigersi secondo il piano dei conti e le modalità indicate nell'allegato A alla presente legge.
La quota di riparto indicata al primo comma del presente articolo viene iscritta al capitolo 201.01.
L'eventuale eccedenza dei costi speciali rispetto alla somma delle entrate detraibili, al netto degli oneri compensativi ad esse imputabili, e delle entrate speciali, viene iscritta nella misura in cui tale eccedenza non sia finanziabile tramite la quota di riparto di cui al primo comma al capitolo 304.01.
L'eventuale eccedenza delle entrate rispetto alle spese, viene iscritta al capitolo 614.01 "Fondi di riserva".
L'eventuale eccedenza della somma dei costi fissi, dei costi variabili e dei costi residui rispetto alla quota di riparto di cui al primo comma viene iscritta al capitolo 201.01 bis, con oggetto "Quota di riparto integrativa gestione corrente".
E' escluso il ricorso a finanziamenti straordinari per conseguire il pareggio di bilancio".
Si passi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 34 hanno risposto sì 21 Consiglieri hanno risposto no 9 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri.
L'articolo 9 è approvato.
Articolo 10 - Procedura per il controllo sui bilanci.
"Il bilancio deve essere sottoposto all'esame del competente organo regionale di controllo ai sensi dell'art. 16 della legge 12.2.1968 n. 132 ed una copia di esso deve essere trasmessa alla Giunta Regionale.
L'organo regionale di controllo esaminerà i bilanci preventivi degli Enti ospedalieri sulla base della rispettiva quota assegnata, da parte dell'Amministrazione regionale, ai sensi dell'art. 7 e delle eventuali assegnazioni integrative di cui all'art. 12 della presente legge".
Qualcuno chiede la parola? Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 34 hanno risposto sì 21 Consiglieri hanno risposto no 9 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri.
L'articolo 10 è approvato.
Articolo 11 - Esercizio provvisorio degli Enti ospedalieri.
"Fino alla intervenuta esecutività delle deliberazioni di bilancio le Amministrazioni ospedaliere potranno impegnare e ordinare, per ogni mese o frazione di esso, spese correnti, nella misura di un dodicesimo della somma stanziata nel bilancio preventivo dell'esercizio precedente, oltre a quelle aventi carattere pluriennale".
Se nessuno chiede la parola, passiamo alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 34 hanno risposto sì 21 Consiglieri si sono astenuti 13 Consiglieri.
L'articolo 11 è approvato.
Articolo 12 - Modalità per l'integrazione dei bilanci.
"Nel caso previsto dal quarto comma dell'art. 9 della presente legge l'Ente ospedaliero allega al bilancio una relazione illustrativa dei motivi che hanno determinato una eccedenza di costi speciali rispetto alla somma delle entrate speciali e delle entrate detraibili, nonché il dettaglio analitico del programma delle spese in conto capitale di cui ai capitoli costituenti le categorie 701, 702, 703.
Nel caso previsto dal penultimo comma dell'art. 9 della presente legge l'Ente ospedaliero deve elaborare un analitico programma di ristrutturazione dei servizi per la progressiva eliminazione delle cause che provocano costi di gestione superiori alla norma, al fine di pervenire entro un determinato periodo di tempo, al contenimento del costo dell'assistenza prestata nei limiti della quota di riparto.
La Giunta Regionale determina annualmente, vagliati tali programmi nei limiti di stanziamento disponibili, l'entità della eventuale quota di riparto integrativa alla luce dei programmi di cui ai precedenti commi.
Gli Enti ospedalieri devono presentare, allegata ai bilanci di previsione per gli esercizi interessati al programma di ristrutturazione una relazione analitica dei provvedimenti adottati per l'attuazione del programma medesimo, dei risultati conseguiti e delle eventuali modifiche".
Si passi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 34 hanno risposto sì 21 Consiglieri si sono astenuti 13 Consiglieri.
L'articolo 12 è approvato.
Articolo 13 - Erogazione delle quote assegnate.
"La Giunta Regionale erogherà, entro il giorno 20 di ciascun mese, rate di acconti non superiori ad un dodicesimo delle quote attribuite in via provvisoria a ciascun ospedale".
Si passi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 34 hanno risposto sì 21 Consiglieri si sono astenuti 13 Consiglieri.
L'articolo 13 è approvato.
Articolo 14 - Disposizioni finanziarie e contabili.
"Ai fini dell'attuazione della presente legge regionale, la quota di riparto che risulterà assegnata alla Regione Piemonte sul fondo nazionale di cui all'art. 14 del D.L. 8 luglio 1974 n. 264, convertito nella legge 17 agosto 1974, n. 386, sarà interamente iscritto in apposito capitolo che verrà istituito nello stato di previsione dell'entrata del bilancio regionale.
Nel corrispondente stato di previsione della spesa, saranno istituiti appositi capitoli per l'erogazione delle quote di riparto assegnate agli Enti ospedalieri, per le spese di cui all'art. 1 della presente legge.
Per l'anno finanziario 1975, la Giunta Regionale è autorizzata a disporre con proprie deliberazioni, prima del riparto di cui all'art. 1 della presente legge, l'erogazione agli Enti ospedalieri di acconti mensili sulle presunte quote di riparto spettanti, nonché l'assunzione degli altri oneri di cui all'art. 1, nei limiti della somma di 100 miliardi, che sarà iscritta nel bilancio di previsione di tale anno.
La somma che risulterà assegnata alla Regione Piemonte sul fondo nazionale per l'assistenza ospedaliera, in eccedenza a quella indicata nel precedente comma, sarà iscritta in appositi capitoli del bilancio regionale dell'anno 1975, in base al provvedimento di ripartizione del fondo di cui all'art. 1 della presente legge. Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio".
Vi è un emendamento soppressivo del Consigliere Bianchi: "Sopprimere l'ultima parte del terzo comma 'nei limiti della somma' e sopprimere il quarto comma".
Vuole illustrarlo?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

La Giunta accoglie questo emendamento in relazione a tutto quello che è stato il discorso che si è fatto.



BIANCHI Adriano

Con un chiarimento, che l'iscrizione a bilancio avverrà per l'intera somma, non per i cento miliardi, quindi 200, o i 220/240 miliardi che dovrebbero spettare nel riparto. Per cui anche il dire al terzo comma che le deliberazioni della Giunta prima del riparto saranno assunte nei limiti della somma di cento miliardi, ha lo stesso valore che ha il dire nel limite della somma di 200 miliardi; il condizionamento viene dalla disponibilità effettiva di effettuare i pagamenti, anche se si attendono dei proventi in relazione alle somme che si hanno in cassa. Per cui facendo punto qua, si precisa, nella fase di passaggio in relazione ai tempi di approvazione del bilancio che questa facoltà della Giunta è riferita all'iscrizione, sia nelle entrate che nelle uscite, dell'intera somma del riparto. I limiti saranno poi costituiti dalla situazione di fatto che si determinerà. Oltre tutto con questa soluzione diventa ancora più esplicito l'atteggiamento di pressione nei confronti dello Stato, del Governo affinché provveda per non lasciare scoperta una situazione di questo genere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Signor Presidente, devo innanzi tutto ribadire quello che ho detto prima e che adesso è stato ripreso dal Consigliere Bianchi: l'esigenza di premere sul governo perché mantenga i suoi impegni; mi chiedo se per esempio la nostra Regione non potrebbe, con l'ordine del giorno che approviamo, impegnarsi a prendere gli opportuni contatti con le altre Regioni per un passo immediato nei confronti del Governo.
Abbiamo letto sui giornali oggi che un decreto del Governo stabilisce di intervenire nella situazione debitoria degli ospedali, per la somma di 1900 miliardi. Noi vogliamo cogliere questo come un elemento che alleggerisce la tensione esistente, anche se non risolve il problema.
Se la Giunta è d'accordo, noi proporremmo che con l'ordine del giorno e comunque con una dichiarazione del Presidente della Giunta, si assuma l'impegno di invitare le altre Regioni ad un passo immediato, al fine di ottenere dal I gennaio l'erogazione dei fondi. Riaffermiamo il fatto che alle casse dello Stato confluiscono regolarmente le somme versate dai lavoratori, dagli impiegati, da tutti, non so se si possa arrivare al limite del 100 per cento, ma è presumibile che con l'approssimazione dell'80 per cento questi soldi ci sono e quindi è possibile chiedere allo Stato di intervenire rapidamente.
Se questa premessa è valida, io devo esprimere alcune perplessità sulla proposta di emendamento e mi si consenta di esprimerle il più succintamente possibile, ma con alcune argomentazioni che a me paiono importanti.
Le osservazioni sorte circa la formulazione dell'articolo 14 relativa ai limiti di cento miliardi, erano due: in primo luogo secondo noi iscrivere questo significava concedere al Governo praticamente cinque mesi di tempo, quando invece noi stiamo affermando che occorre intervenire perché lo faccia subito, quindi era sbagliato politicamente dare questo spazio, per quanto purtroppo, nonostante i passi che faremo, probabilmente nel mese di gennaio forse non sarà possibile disporre delle anticipazioni necessarie; in secondo luogo le anticipazioni fino a cento miliardi venivano assicurate tenendo conto che nelle casse delle banche giacciono circa cento miliardi di leggi regionali inattive.
Nei confronti di questa impostazione noi opponevamo l'esigenza che compito della Regione non fosse quello di mantenere dei soldi in banca per ricevere interessi e usandoli per anticipazione di cassa, ma quello di rendere operanti le leggi; nella discussione di ieri sull'operazione di bilancio abbiamo anche sottolineato la necessità di rendere operante, ad esempio la legge sugli asili nido, quindi anticipando contributi in conto capitale, o in altro modo, ma avendo come obiettivo fondamentale quello di ridurre sensibilmente e continuamente questa giacenza, promuovendo quindi contemporaneamente iniziative nel campo dell'edilizia e nei vari campi in cui le leggi devono operare La proposta di emendamento rispetto a queste osservazioni praticamente non cambia niente, è ben vero, che la Giunta è d'accordo di iscrivere a bilancio interamente, perché questa diventa una pressione, è stato detto nei confronti del Governo, è un atto politico di notevole importanza, se però malauguratamente lo Stato non dovesse distribuire i fondi (è una pura ipotesi, speriamo di no) noi autorizziamo la Giunta per l'anno finanziario 1975 a dare delle anticipazione utilizzando non si sa bene quali fondi, se prevale l'orientamento che i fondi giacenti devono essere attivati; quindi non mi pare che si possa dire "per l'anno finanziario".
La nostra proposta è che l'art. 14 si fermi alla fine del secondo periodo, perché secondo noi consente comunque alla Giunta di fare delle anticipazioni. Io ho assunto informazioni in Emilia e mi hanno detto che loro, che come la Regione Piemonte, faranno delle anticipazioni, le faranno con atto amministrativo, non le scrivono nella legge.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

E' un peculato per distrazione grosso così!



BERTI Antonio

Non cambia niente.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

No no, autorizzati con legge possiamo pagare.



BERTI Antonio

Ma con cosa? Dove prende lei i fondi per dare quelle anticipazioni?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Fondi che ci sono in cassa, che non hanno un nome.



BERTI Antonio

E' la stessa cosa.



ROSSOTTO Carlo Felice

Ma allora siamo corresponsabili tutti.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

No, con la legge non sei più responsabile.



BERTI Antonio

Avv. Oberto, è la stessa cosa: se lei mi dice che la Giunta Regionale è autorizzata a disporre, con proprie deliberazioni, di acconti mensili agli Enti ospedalieri sulle presunte quote di riparto, poi potrà non dire sino a cento miliardi, ma mi deve dire e dovrà dirlo al Commissario di Governo dove prende i fondi per dare questi acconti, invece non lo può dire perch i fondi sono ancora quelli che ha disponibili.
Io affermo che bisogna fermarsi lì, se nel mese di gennaio non ci saranno i soldi dello Stato sarà forse possibile, avendo già anche fatto il bilancio, deliberare delle anticipazioni rispetto alle decisioni assunte col bilancio, adesso non mi pare opportuno. Quindi la nostra proposta è che l'emendamento si fermi alla fine del secondo periodo per provvedere, alla luce delle decisioni che verranno, quali ulteriori iniziative assumere per provvedere all'anticipazione di cassa.
Noi non ci sentiamo di autorizzare la Giunta per i motivi che ha or ora esposto, ad impegnarsi in questo modo addirittura per tutto il 1975.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

Sull'argomento sono già intervenuto parlando delle tre leggi e mi richiamo a quanto già espresso in maniera negativa sulla formulazione dell'articolo 14 presentato dalla Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Intanto un emendamento formale: nella prima riga propongo di togliere "legge regionale" e lasciare soltanto "legge".
Siamo tutti d'accordo nell'iscrivere a bilancio quella che sarà la somma di riparto all'entrata e di metterla in corrispondente uscita; da calcoli fatti anche sommariamente questo pomeriggio, la cifra dovrà essere superiore a quella che abbiamo ipotizzato stamattina, intorno ai 220 miliardi per arrivare molto verosimilmente intorno ai 280 miliardi, per cui anche l'erogazione di una o due mensilità pesa già moltissimo sulle condizioni della cassa della Regione.
Si dice: provvedete voi Giunta togliendo dal testo della legge, con degli atti deliberativi, pagando i mesi di gennaio, febbraio e marzo quanto è necessario, prima che vi sia da parte del Governo la corresponsione delle somme. La Giunta non ha la potestà di deliberare in questo senso, perch farebbe un atto autonomo di manifestazione di volontà disponendo di denaro senza che vi sia stato da parte dell'organo legislativo, che è il Consiglio, una specifica autorizzazione a spendere determinate somme che devono venire da un riparto.
Verissimo quello che dice Berti, però il riparto concretamente a gennaio-febbraio non lo potete avere.



BERTI Antonio

Io parlavo di deliberazione del Consiglio, non davo alla Giunta questo incarico.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Se invece la norma di legge autorizza a disporre, la cassa della Regione ha in questo momento 300 miliardi i quali, salvo che abbiano una specifica destinazione non soltanto prevista dalla legge, ma già fissata sono denaro confuso, non è che ci sia il mucchio dei 50 miliardi o il mucchio dei 100 miliardi ai quali posso o non posso attingere, c'è la somma complessiva che mi consente di fare questa erogazione per un mese. Noi quindi insistiamo perché il Consiglio voglia mettere la Giunta in condizioni di potere deliberare assumendo tutte le responsabilità del caso in forma di una legge, mentre accolgo, e saremo premurosissimi, l'istanza che è stata fatta perché congiuntamente le Regioni si muovano al fine di ottenere la rapida corresponsione da parte del Governo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Paganelli.



PAGANELLI Ettore, Assessore alle finanze e patrimonio

Ritengo doveroso, in assenza del collega Simonelli che ha trattato l'argomento nella I Commissione, fare qualche puntualizzazione.
E' stato detto che la formulazione del terzo comma: "La Giunta Regionale è autorizzata a disporre ecc." viene fatta per alleggerire una responsabilità che altrimenti sarebbe anche di ordine penale, se la Giunta agisse autonomamente. E' indubbio che se è possibile inserire qualche cosa in una legge è meglio perché si copre l'organo che agisce più che non il semplice atto amministrativo. Ma a mio avviso anche la formulazione del terzo comma non cambia molto le cose perché autorizza a disporre, con deliberazione, l'erogazione di acconti mensili: ma su quale somma? Su quella somma che noi iscriviamo a bilancio e che deve venire alla Regione dallo Stato, altrimenti il discorso che il Presidente faceva poco fa ha un limite molto ristretto nella disponibilità di cassa che comunque si pu riferire a somme che entrano nel 1975 nelle casse regionali e che non sono ancora state impegnate, perché per tutte le somme che oggi sono nelle banche e che sono già state impegnate con deliberazioni o con provvedimenti legislativi, non vedo come si possa avere questa disponibilità. La stessa si potrà invece avere per il mese di gennaio attingendo alle somme che in quel mese, attraverso una quota iniziale di fondo comune, o ad altre entrate che la Regione potrà avere, non siano ancora state destinate con deliberazioni in altri settori.
Mi sembra che questo debba essere chiaramente precisato perché risponde ad una correttezza amministrativa e perché non possiamo, di fronte alla situazione emergente degli ospedali, determinare nella Regione delle illusioni; penso che la ragioneria potrà fare un intervento limitato al mese di gennaio, forse al mese di febbraio, ma è certo che non si potrà andare oltre.
Il problema resta quello che è stato posto con molta chiarezza dal Capogruppo comunista, cioè un problema di ordine politico, di posizione delle Regioni nei confronti dello Stato perché è solo attraverso l'erogazione delle somme iscritte a bilancio che potrà mettersi in movimento correttamente la macchina amministrativa della Regione nei confronti degli ospedali.



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

La Giunta accoglie l'emendamento.



BIANCHI Adriano

Ci sarebbe da chiarire che nell'emendamento soppressivo deve anche essere inclusa la parola "presunte" perché le quote sono presunte nell'importo, ma che spetti una quota è pacifico.



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

Le quote sono certe, è presunto l'importo.



BIANCHI Adriano

Ecco, ma parlando di acconti (e quindi è già qui la facoltà discrezionale di valutazione perché si tratta di un acconto, non di corresponsione della quota) bisognerebbe dire "nella misura presunta" per cui anche la dizione diventa più corretta nel senso che viene autorizzata una spesa su di una quota che non è per niente presunta, ma è spettante e con acconti perché questa è la misura prudenziale non avendo ancora la disponibilità materiale e totale della somma.



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

Prima di "nonché degli altri oneri di cui all'art. 1" bisognerebbe dire "sulle quote di riparto nella misura presunta".



PRESIDENTE

Va bene "sulle quote di riparto spettanti".



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

Probabilmente spettanti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Se ho ben capito, l'Assessore Paganelli condivide le nostre preoccupazioni però dice: noi possiamo stabilire di dare acconti soltanto in riferimento ai miliardi che ci vengono dallo Stato, a quella che sarà la somma, solo in questo modo è possibile scrivere che si possono dare degli acconti, ma deve essere preciso.



PAGANELLI Ettore

Assessore alle finanze e patrimonio. Oppure utilizzando somme non ancora impegnate.



BERTI Antonio

E ha detto gennaio, forse febbraio, quindi non può essere scritto: "anno finanziario 1975". Io continuo a pensare che sia saggio per tutti fermarsi alla fine del secondo periodo, intervenendo con una deliberazione o con un atto legislativo se sarà indispensabile, al momento opportuno e a bocce ferme, perché adesso si rischia di scrivere nella legge cose che poi si riveleranno sbagliate. Se la Giunta invece ritiene che si debba articolare comunque così, forse sarà meglio sospendere un momento e trovare una soluzione adeguata.



PRESIDENTE

Ha la parola il Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

Dalle osservazioni dell'Assessore Paganelli che richiamava la necessità di affrontare con forza politica le responsabilità e il dovere che il Governo centrale ha nei nostri confronti, trovo esatto fermarsi al secondo comma proprio per non fornire, attraverso alla legge,una scappatoia al governo. Se posta con l'ordine del giorno presentato alla Presidenza del Consiglio, non verrà data risposta, il problema potrà essere affrontato di nuovo con un dibattito in Consiglio di fronte alla crisi determinata dalla mancanza dell'assunzione dei propri doveri e dei propri obblighi da parte del Governo.
Quindi ritengo corretto, proprio come logica conseguenza del ragionamento fatto dall'Assessore Paganelli, fermarci al secondo comma: "all'art. 1 della presente legge".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Garabello.



GARABELLO Enzo

Sotto l'aspetto tecnico (non parlo degli aspetti politici perché ormai li abbiamo chiariti e la Regione deve farsi parte diligente, visto che è stato notato come finora non sono uscite altre leggi in materia, dovremmo essere fra i primi) ritengo ineccepibile l'intervento dell'Assessore Paganelli, per quello che può valere il mio punto di vista. E' mia opinione che il contenuto del terzo comma sia tecnicamente da riferirsi piuttosto ad una legge di bilancio che non ad una legge sostanziale come questa eventualmente anche nella legge di esercizio provvisorio, poiché il bilancio con ogni probabilità non arriverà in porto per il 31 dicembre. A pensarci bene non mi pare che questo motivo sia sufficiente per cancellare del tutto la preoccupazione che può avere la Giunta quando arriveranno le sue responsabilità erogatorie, per cui, dopo aver sentito il Capogruppo Bianchi, naturalmente credo che si potrebbe lasciare il terzo comma che però cominci con le parole "La Giunta" cancellando il riferimento all'anno finanziario 1975.
Così è meno definito, ma dà un'estensione nel tempo che indubbiamente come preoccupa Berti, preoccupa noi e certamente la Giunta.
Il problema però dovrebbe comunque essere ripreso in sede di esercizio provvisorio dove si possono realizzare quelle condizioni di natura finanziaria cui faceva cenno il collega Assessore Paganelli.



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

La Giunta accetta l'emendamento ritenendo che la situazione possa essere rivista nel 1976 nell'ambito del Consiglio Regionale.



PRESIDENTE

Sospendo la seduta per cinque minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 21,15, riprende alle ore 21,20)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
E' stato proposto un emendamento a firma Bianchi: "Sopprimere al terzo comma, 'per l'anno finanziario 1975' e 'sulle presunte quote di riparto spettanti".
Il comma suonerebbe in questo modo: "La Giunta Regionale è autorizzata a disporre con proprie deliberazioni, prima del riparto di cui all'art. 1 della presente legge l'erogazione agli Enti ospedalieri di acconti mensili, nonché l'assunzione degli altri oneri di cui all'art. 1".
Viene soppresso, secondo la richiesta dell'emendamento Bianchi, il quarto comma.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Noi abbiamo valutato ancora la questione, tuttavia rimaniamo fermi sulla precedente proposta che l'articolo si fermi alla fine del secondo periodo perché non possiamo, nel momento in cui assumiamo politicamente l'impegno di operare nei confronti dello Stato perché assolva al suo impegno di determinare la quota di ripartizione delle Regioni immediatamente per legge dare già per scontato il contrario.
Pare a noi che scrivere questo nella legge vanifichi di fatto l'impegno politico che assumiamo e non voglio fare il catastrofico, ma al limite, se ciò non avvenisse e la Regione non intervenisse con tutta la forza necessaria per costringere il Governo a fare questo riparto, noi potremmo trovarci, dopo due o tre mesi, nella condizione di non assolvere ai nostri impegni.
Il fatto che siamo dell'idea di fermarci vuol dire che ignoriamo il problema? Certamente no, tenuto conto che siamo al 28 novembre, che il problema si presenta ancora con dei termini non lunghi ed è possibile prendere ulteriori iniziative, diremmo di non stabilire adesso questo e alla luce delle risposte e assicurazioni che il Governo darà (e le darà in modo tanto più positivo quanto più pressante sarà l'azione delle Regioni) se la questione si presenterà in termini drammatici faremo una legge di un articolo unico in cui impegneremo la somma in acconti nella direzione proposta da Paganelli prima. Non basterà per il mese di gennaio? Faremo un'altra legge di un articolo per il mese di febbraio.
A noi pare che questa sia un'assunzione di responsabilità che non ignora le conseguenze, ma che non dà tutto per scontato, anzi, se non scriviamo questo vi sarà un impegno maggiore ad operare nei confronti del Governo perché divida quei soldi che gli arrivano puntualmente.
Quindi noi siamo contrari - e mi dispiace - all'emendamento e proponiamo che, la legge si fermi lì.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, l'argomento è materia sicuramente molto tormentata ed è motivo di perplessità in ogni senso, quale che sia il tipo di soluzione che oggi noi assumiamo in sede legislativa. Ritengo che così come il testo viene a risultare per effetto dell'emendamento soppressivo di cui lei ha dato lettura, la Giunta, per la Regione, è autorizzata ad effettuare quell'intervento, che qui appare chiaramente come ponte, per i primi di gennaio ed assume un significato anche politico sull'altro versante.
Non sminuisce l'impegno, la volontà di premere nei confronti del Governo nel modo più energico, ma nello stesso tempo, poiché la Regione ha questa competenza primaria e fondamentale, mostra la volontà della Regione di esercitare anche quelle supplenze che le consentono di dare una risposta alle attese che già oggi, ansiosissime, ci sono, tendendo a normalizzare il più possibile la situazione.
Dico poi - ed è una dichiarazione di natura politica - che il Governo che si accinge ad affrontare i problemi più gravi e più spinosi del Paese con responsabilità e quindi per le adesioni che in modo diretto e indiretto ha raccolto a questo riguardo, non potrà sicuramente lasciare insoluto un problema di questa dimensione e di questa portata che mette in crisi non solo un servizio, ma addirittura le istituzioni. Quindi io ritengo che l'atto da un lato di fermezza, dall'altro, di responsabilità della Regione Piemonte così come abbiamo cercato di formularlo, con tutte le cose che vengono ad integrarsi con le dichiarazioni consenzienti e dissenzienti che si integrano e si sommano nel loro valore politico, potrà ottenere i risultati voluti.
Concludendo, anche restringendo al minimo (e così abbiamo fatto) non possiamo non avere presenti le attese, le preoccupazioni e le conseguenze anche d'ordine economico che immediatamente si produrrebbero se lasciassimo totalmente nell'equivoco il problema del finanziamento. Ci sono delle situazioni che maturano proprio per effetto di come si è andato svolgendo l'iter formativo di questa legge e questi fatti diventano fatti obiettivi fatti politici di cui non si può non tener conto.
In sostanza ritengo che con questo testo non pregiudichiamo assolutamente l'azione che la nostra e le altre Regioni faranno dimostriamo, nei limiti della nostra responsabilità, la volontà di adempiere ai compiti che ci sono propri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sanlorenzo.



SANLORENZO Dino

Vorrei amabilmente polemizzare con il Consigliere Bianchi sul punto principale della sua argomentazione che, se non erro, è che la dizione del terzo capoverso dell'articolo sarebbe indispensabile per gestire una situazione transitoria. E questa è certamente l'intenzione che muove il Consigliere Bianchi nel proporla, ma io vorrei che qualcuno, dal punto di vista letterale, trovasse nella dizione così come scritta questa interpretazione transitoria. Io non la trovo, giacché leggo: "La Giunta Regionale è autorizzata a disporre, con proprie deliberazioni, prima del riparto di cui all'art. 1 della presente legge, l'erogazione agli Enti ospedalieri di acconti mensili nonché degli altri oneri di cui all'articolo 1".
Dov'è la transitorietà di questo impegno? Qui si afferma a chiare lettere l'autorizzazione alla Giunta ad anticipare per un mese, per un giorno, per sempre, non c'è nemmeno l'anno finanziario 1975, qui c'è in eterno, e all'interpretazione letterale la Giunta è eternamente autorizzata ad anticipare i fondi: che poi tu, io, lui, l'altro pensiamo che non è così è un nostro pensierino.
Seconda questione: normalmente, tu dici, questa è una concezione di ponte, già ma il ponte è sempre qualcosa che collega una riva ad un'altra.
Noi siamo di fronte a delle supposizioni, permettete allora che fra tante supposizioni, ne avanzi una anch'io di quelle che presiedono a questa paradossale situazione: abbiamo già detto a iosa tutti quanti che dal I gennaio ci rifilano questa faccenda senza per il momento darci i quattrini.
Io ho l'impressione che dietro tutto questo ci sia la piena consapevolezza che le Regioni hanno operato, legiferato, ma hanno anche accumulato alcune centinaia di miliardi di residui passivi e che questa consapevolezza ce l'abbiamo in parecchi, anche il Ministro del Tesoro. Abbiamo già tutti detto essere, questa, materia opinabile circa la possibilità di usare i fondi passivi come anticipazioni, dato che sono impegnati da leggi precedenti, ma io sono dell'opinione che è impossibile fare una cosa del genere proprio per ragioni che possono portarci in galera tutti quanti.
Ma prendiamo l'altra interpretazione che dice: va bene, voi dal I gennaio avete facoltà di anticipare i fondi, non saranno i cento miliardi dei fondi passivi, ma dato che dal I di gennaio venite in possesso delle quote di riparto tradizionali, normali che vengono assegnate alle Regioni un po' di miliardi siete in grado di anticiparli. Questo lo sanno tutti perché è vero che noi dal I gennaio possiamo impegnare i fondi già destinati da altre leggi, saranno, questi miliardi, quelli del fondo comune che viene assegnato a noi, del fondo generale per i piani di sviluppo della Regione? Può essere. Saranno i fondi delle entrate tributarie tradizionali della Regione? Può darsi. Ma qui si apre un'altra questione: noi possiamo essere indotti da una situazione di eccezionale gravità ad emettere una legge speciale che ci autorizza un mese ad anticipare 25 miliardi su un bilancio generale che sarà di 150/160 miliardi per tutto l'anno 1975, per far fronte ad una situazione che se non si affronta si chiudono gli ospedali, la gente muore per le strade, ecc.; una situazione di questa natura possiamo concepirla, ipotizzarla, e, ancorché sia lecito fare tutto ciò di cui stiamo discutendo, ripulire tutte le casse, vedere tutto ciò di cui si può disporre, prendere i residui del 1973, ma io mi rifiuto di pensare che sin d'ora dobbiamo scrivere qualcosa nella legge che lungi dal costituire un ponte fra una situazione ed un'altra ci dia addirittura la possibilità di avvalorare delle ipotesi che, voglio essere smentito dai fatti, possono invece essere coerenti con tutta un'azione tendente a bloccare ogni forma di spesa pubblica, a restringere ancor più di quanto non sia stata ristretta la facoltà delle Regioni di fare e di non fare.
La situazione economica è grave, non sono affatto d'accordo con una politica di quel tipo, so però che questa politica viene perseguita e se qualcuno volesse rendersi conto a che livello viene teorizzata si legga l'ultimo numero dell'Europeo si legga l'articolo di Ermani e sappia che è assai vicino alle posizioni di uno dei partiti di governo, in questo caso neanche la D.C., ma il Partito repubblicano. Non sono idee quindi, è una politica, può non essere il caso riferito agli ospedali, dobbiamo fare tutto il possibile perché non succeda per il 31 dicembre, ma voglio dire non stiamo parlando di follie, stiamo parlando di linee che hanno come supporto il fatto che da una situazione di inflazione non si riesce a uscire che con una manovra deflazionistica, finora almeno dal punto di vista della teoria liberistica corrente e quindi si manovrano gli strumenti che si hanno e quando si reputa, sbagliando, che l'unica via d'uscita è quella di stringere tutti i cordoni delle borse in questa faccenda, si pu anche arrivare a concepire un disegno di questo genere, bloccare tutta l'attività finanziaria della Regione, rifilarle gli ospedali e vedere che cosa succede. Spero che non sia così, bisogna fare tutto il possibile perché non sia così; ma non scriviamo qui dentro qualche cosa che lasci credere che siamo disposti ad accettare una politica di questa natura e non soltanto per gli ospedali che sono tuttavia importantissimi ma per altre cose più importanti ancora.



PRESIDENTE

La parola al Vice Presidente Debenedetti.



DEBENEDETTI Mario, Vice Presidente della Giunta Regionale

Chiederei cinque minuti di sospensione per una riunione della Giunta.



PRESIDENTE

Va bene.



(La seduta, sospesa alle ore 21,40, riprende alle ore 22,25)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
E' stato presentato un emendamento, mentre sono stati ritirati tutti gli altri.
La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Propongo che l'articolo 14 si concluda con il secondo comma e vengano quindi soppressi tutti gli altri commi; che venga creato un articolo 14 bis (che poi diventerà 15 nella numerazione della legge) così formulato: "Norma transitoria In via transitoria la Giunta Regionale è autorizzata a disporre, con proprie deliberazioni, in eventuale attesa del riparto di cui all'articolo 1 della presente legge, l'erogazione agli Enti ospedalieri di acconti mensili nonché l'assunzione degli altri oneri di cui all'articolo 1".
Si è pensato che si potesse vedere una limitazione bimestrale in ordine a questa anticipazione, ma si è abbastanza largamente convenuto che la previsione di un periodo di questo genere comportava già un obbligo e uno spostamento nel tempo, mentre con questa formulazione che non muta molto nella sostanza, ma muta nello spirito accentuando carattere meramente di emergenza transitoria dell'intervento a cavallo dell'anno che si conclude e all'inizio dell'altro, lascia il Consiglio ancora con le facoltà ed iniziative che ha anche nei confronti della Giunta e la Giunta stessa, che poi non è che sia scissa dal Consiglio nelle sue responsabilità, nelle possibilità nel corso del mese di gennaio di assumere - dopo aver adempiuto ai propri obblighi di fronte alle attese che ci sono nei suoi confronti in relazione alle sue pur limitate possibilità - gli atteggiamenti di ulteriore rigidezza che sarebbero allora giustificati; oggi con un atteggiamento di rottura, stante i tempi naturali che sono davanti a noi davanti al Governo, con tutta la buona volontà che ci può essere, andremmo ad accentuare noi stessi delle difficoltà che invece si auspica, come si è detto, che trovino naturale responsabile soluzione.



PRESIDENTE

In precedenza mi aveva passato un emendamento: sopprimere il terzo ed il quarto comma dell'art. 14. In questo modo l'articolo 14 terminerebbe al secondo comma.
Debbo quindi porre in discussione questo emendamento soppressivo dei due commi. Se nessuno prende la parola lo metto in votazione.
E' approvato all'unanimità.
Pongo in votazione l'articolo 14 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 31 hanno risposto sì 18 Consiglieri si sono astenuti 13 Consiglieri.
L'articolo 14 è approvato.
Articolo 14 bis - Norma transitoria.
"In via transitoria la Giunta Regionale è autorizzata a disporre, con proprie deliberazioni, in eventuale attesa..." Forse è bene togliere quell'"eventuale".
".in attesa del riparto di cui all'articolo 1 della presente legge l'erogazione agli Enti ospedalieri di acconti mensili nonché l'assunzione degli altri oneri di cui all'articolo 1".
Ha chiesto di parlare il Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

Per quanto si capisca che la maggioranza ha tenuto presenti le osservazioni che sono state fatte, questo articolo non cambia assolutamente il tenore e la portata del precedente, continua a togliere quella forza politica di denuncia nei confronti del Governo centrale che invece da parte del Gruppo liberale si riteneva necessario, con riferimento specifico all'ordine del giorno. Pertanto voteremo contro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Anche noi riconfermiamo la posizione di prima aggiungendo, alle considerazioni già svolte, che gli orientamenti dell'attuale Governo o in parte delle forze e degli uomini che lo compongono e che tendono ad accentrare presso la Banca d'Italia i depositi delle Regioni, ci preoccupano molto. Il ragionamento semplicistico, antiregionalista, molto cinicamente tende, in un contesto in cui si preannunciano il blocco dei salari e le altre cose che voi sapete, a utilizzare i fondi che le Regioni hanno depositati per finanziare queste spese e per consentire al Governo di utilizzarle eventualmente in altra direzione.
Questa prospettiva ci conferma anche che è politicamente sbagliato concedere queste chances al governo, quindi noi siamo contro l'emendamento.



PRESIDENTE

Nessun altro chiede di parlare? Pongo in votazione per alzata di mano l'articolo 14 bis.
L'articolo 14 bis è approvato.
Pongo in votazione per appello nominale l'articolo 14 bis.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 30 hanno risposto sì 17 Consiglieri hanno risposto no 13 Consiglieri.
L'articolo 14 bis è approvato.
Articolo 15 - Disposizione finale.
"La presente legge entra in vigore il I gennaio 1975. Ciascun Ente ospedaliero deve adottare la deliberazione concernente il bilancio di previsione per l'esercizio 1975 entro il 31 dicembre 1975".
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 31 hanno risposto sì 18 Consiglieri si sono astenuti 13 Consiglieri L'articolo 15 è approvato.
Metterei in votazione anche l'allegato A per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 31 hanno risposto sì 18 Consiglieri si sono astenuti 13 Consiglieri.
L'allegato A è approvato.
Vi sono dichiarazioni di voto? Nessuna. Pongo in votazione l'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: presenti e votanti n. 31 hanno risposto sì 18 Consiglieri si sono astenuti 13 Consiglieri.
Il disegno di legge è approvato.
Vi sono ora due ordini del giorno, di cui uno ho già dato lettura l'altro è il seguente: "Il Consiglio Regionale del Piemonte richiamandosi alla mozione approvata a Venezia dagli Assessori regionali alla sanità il 23 settembre u.s.
preso atto che in sede di conversione di legge del D.L. 8/7/'74 n. 264 recante norme per la estinzione dei debiti degli Enti mutualistici nei confronti degli Enti ospedalieri, per il finanziamento dell'assistenza ospedaliera e per l'avvio della Riforma sanitaria il Parlamento ha accolto alcune proposte migliorative presentate dalle Regioni prevedendosi in particolare più incisivi interventi delle Regioni attraverso il coordinamento dell'attività assistenziale degli Enti mutualistici con la programmazione regionale e lo scioglimento dei Consigli d'amministrazione degli Enti predetti ed il relativo commissariamento preso atto altresì che il Governo ha presentato al Parlamento il progetto di legge di riforma sanitaria ritenuto che la legge 17 agosto 1974, n. 386, può costituire un reale momento di avvio del processo per l'attuazione della riforma sanitaria e non un mero provvedimento congiunturale, a condizione che alla legge medesima si dia completa, tempestiva e corretta attuazione, soprattutto in ordine alla sollecita estinzione dei debiti degli Enti mutualistici ritenuto altresì che l'approvazione della legge 386/1974 e la contestuale presentazione al Parlamento del progetto di riforma sanitaria costituiscono un fatto politico rilevante sulla via del rinnovamento del sistema sanitario, a condizione che siano ora accompagnati da una ferma determinazione e da una chiara volontà politica di procedere secondo i propositi enunciati considerato che la crisi finanziaria degli Enti ospedalieri diventa ogni giorno più grave e drammatica, mettendo anche in pericolo la possibilità di attuazione della legge 386/1974 nei suoi aspetti innovatori in particolare per quanto concerne il trasferimento delle competenze in materia di assistenza ospedaliera degli Enti mutualistica alle Regioni dal I gennaio del prossimo anno, se non si garantirà alle Regioni stesse un finanziamento sufficiente a coprire la reale spesa ospedaliera considerato altresì che la crisi finanziaria rende difficilissimo l'espletamento della normale attività degli ospedali, compromette i livelli di assistenza e la continuità delle prestazioni erogate ai degenti invita il Governo a dare immediata attuazione agli adempimenti previsti dalla legge 386/1974 attraverso il sollecito ripianamento delle esposizioni debitorie esistenti e la determinazione del fondo nazionale per l'assistenza ospedaliera, al fine di assicurare alle Regioni i mezzi necessari per assolvere i nuovi compiti ad esse trasferiti fa appello a tutte le forze democratiche, al Parlamento, al Governo perché sia decisamente realizzata la riforma sanitaria, che costituisce l'inderogabile strumento per la soluzione della crisi finanziaria e strutturale del sistema sanitario italiano e ne rappresenta l'unica prospettiva di rinnovamento.
In relazione agli esiti della discussione ed alle dichiarazioni rese dal Presidente della Giunta impegna la Giunta: a) a presentare al più presto una proposta per la soluzione del problema della formazione professionale degli operatori dei servizi sanitari e sociali b) a proporre al Consiglio l'istituzione del dipartimento di emergenza e del dipartimento di accettazione nello spirito della riforma sanitaria".
Firmato dai Consiglieri Rossotto, Berti, Bianchi, Cardinali, Gandolfi Calsolaro.
Pongo in discussione i due ordini del giorno. La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Solo per una questione di procedura: chiedo che si ponga in votazione prima l'ordine del giorno presentato dalle varie forze politiche in quanto attiene direttamente alle quattro leggi che abbiamo fatto.



CARAZZONI Nino

Veramente anche il nostro ordine del giorno attiene alle leggi.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno a firma Rossotto, Berti Bianchi, ecc. per alzata di mano.
L'ordine del giorno è approvato.
Pongo ora in votazione l'ordine del giorno a firma Curci e Carazzoni per alzata di mano.
Non è accolto.
Ci sarebbe ora la legge per gli Istituti storici della Resistenza, se il Consigliere Bianchi volesse illustrarlo.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, mi consenta, se lo facciamo giovedì prossimo non cade il mondo; le do atto e l'ammiro per la sua volontà di andare avanti a rullo compressore, però credo che non ci sia un'emergenza tale da farlo adesso.



PRESIDENTE

Va bene.



RIVALTA Luigi

Siccome non ne ha dato lettura, vorrei solo avere conferma che sono state consegnate le interrogazioni in data odierna.



PRESIDENTE

Non ho ancora tolto la seduta.
Si dia lettura delle interrogazioni e interpellanze pervenute alla Presidenza.


Argomento:

Interrogazioni (annuncio)


FRANZI Piero, Segretario

Interrogazione del Consigliere Fassino sull'interruzione della statale n.
22 Interrogazione del Consigliere Carazzoni sulle difficoltà della bilancia commerciale. Interrogazione del Consigliere Carazzoni sulla qualifica dell' "imprenditore agricolo" Interrogazione del Consigliere Carazzoni sulle preoccupazioni dei lavoratori frontalieri dell'Alto Novarese Interrogazione del Consigliere Carazzoni circa la pubblicazione degli atti del V Simposio internazionale sull'educazione stradale Interrogazione dei Consiglieri Minucci, Rivalta, Berti sull'impegno della Giunta per l'acquisizione di aree per destinarle a parchi pubblici Interrogazione dei Consiglieri Berti, Besate sulle iniziative per la ripresa occupazionale all'Emanuel Interrogazione del Consigliere Calsolaro in merito all'autorizzazione concessa dal Comune di Cuorgné per la costruzione di un impianto per la lavorazione del calcestruzzo Interrogazione del Consigliere Calsolaro sui provvedimenti per la tutela dell'ambiente del progettato parco montano dell'Orsiera-Rocciavrè.



PRESIDENTE

La seduta è riconvocata per giovedì prossimo per la prosecuzione dell'ordine del giorno ed eventuali aggiunte di altri punti, che saranno comunicate ai Consiglieri.
Ringrazio, è stato fatto un buon lavoro, abbiamo passato ben cinque leggi in una giornata e mezza.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 22,45)



< torna indietro