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Dettaglio seduta n.270 del 27/11/74 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento:

Ordine del giorno della seduta


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
L'ordine del giorno reca: Approvazione verbali precedenti sedute Comunicazioni del Presidente Esame disegno di legge n. 206: "Variazioni al bilancio della Regione per l'anno finanziario 1974" Esame disegno di legge n. 197: "Regolamentazione delle iscrizioni in appositi ruoli dei soggetti non assistibili da Enti o Casse Mutue".
Esame disegno di legge n. 203: "Disposizioni provvisorie concernenti le strutture e gli organici degli enti ospedalieri" Esame disegno di legge n. 204: "Norme in materia di assistenza ospedaliera" Esame disegno di legge n. 205: "Norme per il finanziamento della spesa per l'assistenza ospedaliera" Esame disegno di legge n. 214: "Disposizioni finanziarie per l'acquisto della sede del Consiglio Regionale del Piemonte" Comunico che è pronto inoltre il disegno di legge per il finanziamento degli Istituti Storici della Resistenza in Piemonte, è stato approvato dalla Commissione e pertanto sarà posto all'esame del Consiglio nella seduta di domani, se non vi sono opposizioni.
Non essendovi osservazioni all'ordine del giorno, lo si intende approvato.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

I processi verbali delle adunanze del 21 novembre 1974 sono stati distribuiti ai Consiglieri prima dell'inizio della seduta odierna. Se non vi sono osservazioni, li intendo approvati .


Argomento:

Comunicazioni del Presidente

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Sono in congedo i Consiglieri: Giovana, Lo Turco, Menozzi, Zanone Nesi, Bono.
Comunico al Consiglio che il Consigliere Lo Turco qualche tempo fa ha avuto un serio incidente che gli ha impedito di partecipare alle riunioni.
So, perché mi ha telefonato, che è in via di guarigione, speriamo di averlo presto qui con noi. Gli mando un augurio a nome di tutto il Consiglio.


Argomento:

b) Apposizione visto del Commissario di Governo.


PRESIDENTE

Apposizione visto Commissario del Governo: alla legge regionale 17.10.'74 concernente "Norme per l'assistenza dialitica domiciliare".


Argomento:

c) Disegni di legge - Presentazione e assegnazione a Commissioni


PRESIDENTE

Presentazione ed assegnazione disegni di legge: n. 218 relativo a compensi ai componenti di Commissioni, Consigli, Comitati e Collegi operanti presso l'Amministrazione regionale, presentato dalla Giunta Regionale in data 27 novembre 1974 ed è stato assegnato alla VIII Commissione nella stessa data n. 219, relativo a modifiche alla legge regionale 20.8.1973 n. 22 recante: "Norme sui contributi per il rinnovo e l'efficienza del materiale rotabile alle imprese concessionarie di autoservizi" n. 220, relativo al rifinanziamento del contributo in capitale ad Enti locali, aziende pubbliche o a partecipazione pubblica per investimenti nel settore dei trasporti pubblici n. 221, relativo ai contributi a favore di aziende pubbliche o a partecipazione pubblica per spese di esercizio di autoservizi di linea n. 222, relativo a modifiche e rifinanziamento della legge regionale 6.5.1974 n. 15 "Contributi ad imprese private per le spese di acquisto di autobus nuovi" n. 223, relativo a modifiche e rifinanziamento della legge regionale 6.5.1974 n. 14 "Contributi agli Enti locali ed aziende pubbliche o a partecipazione pubblica per l'acquisto di materiale rotabile" presentato dalla Giunta Regionale in data 26.11.1974 e già assegnato alla II Commissione nella stessa data n. 224, relativo a restituzione della denominazione del Comune di Roreto Chisone in Roure, presentato dalla Giunta Regionale in data 27 novembre 1974.


Argomento:

d) Risposta scritta ad interrogazione


PRESIDENTE

Risposta scritta, da parte del Presidente della Giunta Oberto, ad interrogazione del Consigliere Calsolaro relativa alla protrazione dell'orario di chiusura delle pasticcerie.
Richiesta di iscrizione all'ordine del giorno della leggina sugli Istituti Storici della Resistenza.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Attrezzature sanitarie (presidi di diagnosi e cura delle USSL) - Personale del servizio sanitario - Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Comunicazioni del Presidente della Giunta


PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta desidera fare una comunicazione, ne ha facoltà.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Mi sembra opportuno informare il Consiglio rapidamente di una situazione che lo interessa certo molto da vicino; ed è lo stato attuale di alcune aziende che hanno come contenuto un problema grosso relativo all'occupazione e al mantenimento in vita e in efficienza delle aziende a soluzione di problemi che attengono ad aspetti socio-economici della nostra Regione.
Intendo riferirmi innanzitutto alla questione del Cotonificio Valle Susa: il signor Presidente del Consiglio mi ha informato che ieri c'è stata una riunione a livello di Consiglio, di Capigruppo che hanno chiesto sia investita la Giunta dell'esame della situazione e non appena avremo avuto da parte del Presidente del Consiglio, le indicazioni, non mancheremo, con l'Assessore al Lavoro, di prendere in carico anche quest'altra vicenda piuttosto pesante, da quello che mi pare di capire.
Venchi Unica. Mi limito a dire che la situazione mi appare ancora anche alla luce di quanto e accaduto ieri, cioè rinnovo di un Consiglio di amministrazione da parte di un'assemblea di soci regolarmente convocata con la presenza di un pacchetto azionario che guidava l'operazione (42.000 azioni), con dei lati incerti, con dei contorni non ben definiti, non arrivo ad esprimermi in termini di confusione ma certo di una non assoluta tranquillità e chiarezza di comportamento. Per quanto si sente dire vi sarebbe addirittura, da parte di chi ultimamente aveva prospettata l'entrata non personale, ma attraverso al pacchetto di azioni che assumeva di detenere, il barone Vassallo, una certa volontà ad impugnare le determinazioni alle quali è giunta l'assemblea dei soci nella riunione di ieri ed alla quale un suo incaricato avrebbe dovuto andare, mentre invece portatore di queste 42.000 azioni, è risultato ancora l'anziano membro del Consiglio di amministrazione, Girardelli.
Sono delle impressioni, non delle certezze; la Giunta, l'Assessore al Lavoro, il Presidente continuano, naturalmente senza volere impedire che si sviluppi un ordinato lavoro, augurandosi che possa svilupparsi attraverso questo Consiglio di amministrazione eletto, ad avere dei contatti per eventuali altre soluzioni che possano portare alla risoluzione del delicato e grave problema. Del quale ci siamo intrattenuti ieri, molto brevemente con l'Assessore Conti e con il Presidente dell'Unione Industriale di Torino.
Emanuel. Anche questa questione è stata succintamente esaminata ieri con il Presidente dell'Unione Industriale e ci riproponiamo di riconsiderare un momento con il movimento sindacale, perché è una situazione che dura ormai da lungo tempo senza smuoversi assolutamente.
Anche qui dovremo ad un certo punto avere dei chiarimenti con l'attuale Ministro al Lavoro on. Toros, per sapere se il problema dell'Emanuel resta anch'esso avocato all'organo centrale o se la Regione può o deve continuare ad occuparsene.
Vignale. Anche questo argomento è stato ripreso in considerazione con un esame rapido, ieri, e vorrei dire abbastanza radicalizzato. Il Presidente della Vignale ha confermato al Presidente dell'Unione Industriale che ce lo ha riferito ieri, il proposito di continuare sulla strada della liquidazione della Società e dello stabilimento, senza prospettive di una riapertura, salvo a rivalutare e a riconsiderare le proposte che sono state fatte per un equo trattamento, il più largo possibile, dei dipendenti in maniera da ridurre le loro situazioni di disagio sotto l'aspetto della remunerazione che potrebbe arrivare teoricamente, a coprire una specie di corresponsione di salario e di stipendio sino a tutto aprile - maggio 1975. Su questa strada vi sono delle possibilità di miglioramento, sembra invece che vi sia una radicata presa di posizione circa l'impossibilità di una riconversione dello stabilimento con una strutturazione diversa e con un'indicazione lavorativa diversa da quella attuale.
Questa mattina ho riferito al rappresentante sindacale della Vignale questa situazione e ci siamo ripromessi, ancora ieri con l'Assessore Conti di riprendere in considerazione e in esame la situazione che si presenta estremamente difficile e dura.
Vi è poi la situazione di fondo - dico di fondo per l'imponenza e per l'importanza del caso - della Fiat e della Lancia. Tutti loro signori Consiglieri, hanno avuto la possibilità di vedere attraverso i comunicati stampa di questi giorni, che qualche cosa sembra muoversi in questa direzione, sembra che questa sera a Roma vi sia una prima presa di contatto informale per aprire un'ulteriore possibilità di disamina del problema in termini che possono essere considerati accettabili dal mondo del lavoro operaio, dei dipendenti e accettabile anche dalla parte imprenditoriale.
Tuttavia la Regione a questo problema ha dato sempre una grandissima importanza, ricordo i dibattiti che si sono svolti in questo Consiglio Regionale, ricordo gli ordini del giorno e i voti qui dati, mi è sembrato opportuno puntualizzare la situazione, ieri, con una lettera che ho indirizzato al Presidente della Fiat e poiché è breve ritengo di doverla leggere al Consiglio: "Illustre Presidente Lei sa bene con quale preoccupazione si sia valutato da parte della Regione Piemonte il ricorso della Fiat alla cassa integrazione guadagni.
Non si disconoscono e non si sottovalutano problemi reali che la rilevante, persistente caduta di domanda sul mercato interno ed internazionale, viene a porre all'industria automobilistica; parimenti per non è possibile ignorare non solo le conseguenze salariali (ne sono conferma gli atteggiamenti assunti in questi giorni dalle forze sindacali) ma più in generale i riflessi esterni, economici, politici e sociali di un così ampio intervento della cassa integrazione, a cui si è fatto ricorso disattendendo la mediazione governativa.
Le modalità di riduzione nel breve periodo della produzione automobilistica non possono essere isolate da una più ampia e articolata definizione della strategia del Gruppo Fiat per i prossimi anni, strategia che indubbiamente diventa più difficile formulare in una situazione in cui diversamente dal passato, la domanda automobilistica assume maggiore elasticità e risente quindi in modo più accentuato degli andamenti congiunturali.
Anche per questo motivo trova conferma di validità l'indicazione da tempo avanzata dalla Regione Piemonte e che costituisce uno degli obiettivi centrali della nostra politica di programmazione in ordine alla diversificazione produttiva della economia piemontese.
Questa diversificazione non riguarda soltanto l'insieme del sistema industriale del Piemonte, ma in primo luogo proprio la Fiat che ha già una larga presenza in settori e comparti diversi da quello automobilistico e che per le loro caratteristiche strutturali possono assumere un ruolo trainante per una ripresa di sviluppo a livello regionale e nazionale.
Un più chiaro e deciso impegno della Fiat in questa direzione pu contribuire non solo ad impostare una politica industriale rispondente alle esigenze complessive del Paese, ma credo possa anche concorrere ad aprire una nuova prospettiva a quel confronto con le organizzazioni sindacali che è auspicabile sia prontamente ripreso e trovi soddisfacente conclusione anche per quelli che sono aspetti immediati e contingenti.
Mentre Le confermo la disponibilità ad un chiaro e rigoroso approfondimento del discorso, Le porgo i migliori saluti".
Ho letto la lettera perché l'ho fatta recapitare ieri e credo mio dovere informare il Consiglio di quanto, in questa direzione, è stato fatto. Non ho ancora avuto delle risposte dirette, se non una indiretta ieri sera molto tardi, che mi annunciava appunto che questa sera, a Roma probabilmente si sarebbero mosse delle pedine per portare avanti sulla scacchiera, che ci preoccupa tanto da vicino, il discorso.
Un secondo aspetto che brevemente ricordo al Consiglio, è quello della gravissima e drammatica situazione ospedaliera. Noi dovremo occuparci oggi domani, a seconda di quella che sarà la sistematica che daremo ai lavori delle leggi sanitarie; c'è però un problema estremamente grave e contingente che è quello della corresponsione degli stipendi e dei salari ai dipendenti degli ospedali per questo mese di novembre, per il prossimo mese di dicembre, nonché la 13^ mensilità che deve essere corrisposta nella prima metà del mese di dicembre. La situazione è apparsa particolarmente acuta nel Cuneese, tanto che ieri vi sono state delle manifestazioni ed i Presidenti dei Consigli di amministrazione degli ospedali hanno richiesto di essere questa settimana ricevuti, per rappresentare la situazione.
Io do un'indicazione sola: allo stato attuale le ragioni di credito degli ospedali piemontesi nei confronti delle mutue ammontano: alla somma veramente vertiginosa di 124 miliardi, il che fa inquietare tutti coloro i quali abbiano dimestichezza con i bilanci e con le possibilità di esecuzione. La situazione, in sé difficile, è tale che un ospedale che ha inaugurato da poco per esempio tutta l'attrezzatura dell'emodialisi, ha mezzi sufficienti per portare avanti questa struttura per due giorni; se non vi è un intervento ulteriore da parte delle banche in questa direzione uno strumento ed un servizio così delicato ed urgente come quello della emodialisi resterebbe bloccato.
Abbiamo sentito pertanto la necessità di contattare gli istituti bancari che fanno da tesorieri di questi ospedali e questa mattina in una riunione, della quale dirò ancora brevemente per gli altri aspetti, si è riusciti - rappresentando a loro un certo dovere di carattere sociale prima ancora che politico, prima ancora che economico - si è riusciti ad avere l'assenso di dieci dei dodici istituti bancari presenti alla riunione perché non sorgano delle posizioni di difficoltà peri mesi di novembre e di dicembre, cioè per la corresponsione di salari, stipendi, 13^ mensilità.
Sono due posizioni che speriamo possano essere aggirate, veramente soltanto per quanto attiene al mese di dicembre, perché per il mese di novembre anche queste due posizioni sarebbero rientrate.
Il problema è molto grave e mi riservo di rendere edotto di questa situazione il nuovo Ministro della Sanità on. Gullotti nella giornata di domani, precisando che le banche hanno successivamente chiaramente detto che se non attraverso ad un nuovo discorso da farsi eventualmente con la Regione - che dal I gennaio 1975 avrà sulle braccia questo grosso servizio senza avere anche qui gli strumenti per potere fronteggiare la situazione non si dichiarerebbero più disponibili a queste anticipazioni di fondi che vanno da una media del 30/35 per cento sulle rette che si corrispondono ad un massimo dell'80 per cento in pochi casi, quelli evidentemente più limitati come portata.
Dichiaro che anche la questione delle anticipazioni è delicata e grave perché vengono fatte attraverso alla corresponsione di interessi che sono nella misura del 18 per cento mediamente.
Questa mattina abbiamo ritenuto, in adempimento di un dibattito che si era sviluppato in Giunta, di convocare presso la sede della Regione dodici Istituti Bancari San Paolo di Torino e undici Casse di Risparmio del Piemonte, cioè gli istituti bancari che hanno i Consigli di amministrazione eletti su designazione in grande misura, o totalmente, da parte degli Enti locali; questo per iniziare un grosso discorso in relazione anche a quanto era stato detto in questo Consiglio, cioè di prendere quei contatti che possano ad un certo momento portare all'esame del comportamento del sistema bancario piemontese, in relazione alla esigenza che questi istituti bancari siano coinvolti in una politica economica che la Regione si propone di fare.
Il discorso ha avuto questa mattina tre linee indicative: la prima quella ospedaliera, di cui ho già riferito; la seconda, quella relativa al problema della casa per cui vi sarà una risposta in termini concreti non appena le proposte di legge della Giunta, del Gruppo comunista e quell'altra che è pervenuta in questi giorni da parte dell'IACP che io ho avuto come comunicazione ma che non so se introdotta ritualmente o no (comunque sono degli apporti anche quelli che verranno tenuti in considerazione) saranno esaminate. A quel momento le banche diranno quale potrà essere il loro apporto per la soluzione di questo problema estremamente delicato e complesso.
Il discorso è stato invece più approfondito ed avviato con la prospettiva di un nuovo incontro verso la metà del mese di dicembre per quello che si riferisce alla Finanziaria regionale, che è proposito della intera Giunta, è proposito del Consiglio Regionale di rendere non più allo stato semplicemente di discorso, ma di farlo diventare realizzazione concreta prima del termine del nostro mandato, aprile 1975.
Nella riunione che faremo a metà del mese di dicembre attraverso alcune linee indicative che la Giunta si è riservata di far pervenire alle varie banche (Casse di Risparmio, specificherò subito dopo) il discorso sarà ulteriormente approfondito ritenendo di poter avere dalle banche risposte ad interrogativi che vengono a loro proposti.
La riunione della banche di questa mattina, ad evitare equivoci ed interpretazioni, è stata volutamente ristretta dalla Giunta alle Casse di Risparmio, all'Istituto San Paolo perché i Consigli di amministrazione di queste banche sono di elezione (parte almeno) degli organi locali ed è parso quindi che fosse necessario che il dialogo anche politico, anzi vorrei dire primieramente politico e poi economico e poi finanziario dovesse svilupparsi in questa direzione. Devo dare atto che tutte le banche presenti questa mattina si sono dichiarate disponibili a continuare il discorso dando l'apporto concreto della possibilità di un intervento ravvisando tutti i presenti nell'istituto finanziario, anche se sorge in un momento particolarmente difficile per la vita economica del nostro Paese il volano che consentirà alla futura legislazione regionale, alla seconda edizione della Regione, di portare a compimento quanto è stato iniziato da questa e a completare, attraverso norme di legge, attraverso interventi, il programma che noi andiamo faticosamente delineando.
Queste sono le comunicazioni che ho ritenuto opportuno fare, ripeto molto succintamente, perché il Consiglio ne sia informato, disposto alle chiarificazioni che possono, forse meglio nella giornata di domani che non questa sera, propongo io, per poter accelerare i tempi in relazione ad esigenze di Assessori che debbono allontanarsi, essere perfezionate.



PRESIDENTE

Sulle comunicazioni del Presidente ha chiesto di parlare il Consigliere Berti, ne ha facoltà.



BERTI Antonio

E' chiaro che se noi proseguiamo con l'ordine del giorno così come è stato stabilito, la discussione sulla variazione di bilancio pu comprendere alcune risposte o alcune considerazioni alle questioni poste sarebbe però opportuno deciderlo questo, perché se dovesse prevalere l'orientamento che ho sentito da parte di alcuni, di anticipare la discussione sulle leggi sanitarie allora io dovrei dire subito alcune cose.
Per intanto quindi chiedo che si decida su questo dopo di che, se si faranno le leggi sanitarie, io interverrò sulle comunicazioni per dire già anche se in limiti ristretti, alcune cose su quell'argomento.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

L'Assessore Simonelli deve trovarsi domani a Bologna dove c'è una riunione di Assessori che esaminano insieme alcuni aspetti di carattere finanziario per quanto attiene a impostazioni di bilancio ecc., anche in relazione alla suddivisione fatta a livello governativo del così detto fondo globale di cui ebbi occasione di dire che c'è stato l'aumento di un miliardo contro i dieci minimi che erano stati prospettati.
L'Assessore Armella ha a sua volta l'esigenza di essere libero nel pomeriggio di domani per un impegno che lo deve portare posdomani a Venezia.
Se i due Assessori concordano io chiederei che si facesse questa sera la discussione della sistemazione di bilancio, che se resta del tempo si inizi la discussione di carattere generale anche sulle leggi sanitarie e comunque domani mattina, e per tutta la giornata, per quanto necessario, si discutano le leggi sanitarie.
E' una proposta che evidentemente deve trovare anche il consenso dei due Assessori interessati.


Argomento: Variazioni di bilancio

Esame disegno di legge n. 206: Variazione al Bilancio della Regione per l'anno finanziario 1974


PRESIDENTE

Mi pare che vi sia l'unanime consenso di proseguire con l'ordine del giorno così come è stato fissato.
Esame disegno di legge n. 206: "Variazione al Bilancio della Regione per l'anno finanziario 1974".
Mi è giunta questa comunicazione: "Mi pregio comunicarle che nella seduta odierna la I Commissione consiliare permanente ha preso in esame il disegno di legge n. 206 'Variazioni al Bilancio della Regione per l'anno finanziario 1974' ed ha espresso parere favorevole". Firmato: il Presidente Garabello.
Do ora la parola al relatore, Consigliere Dotti.



DOTTI Augusto, relatore

Siccome l'Assessore al Bilancio si riserva di intervenire, sar piuttosto breve in quanto il tecnicismo degli storni delle assegnazioni sarà illustrato dall'Assessore al Bilancio.
Il testo che è davanti a voi è stato concordato nelle diverse riunioni della I Commissione con l'Assessore. Dovrei dire che si è persa un'occasione veramente importante di raccordo delle somme che sono state reperite e non impegnate nel bilancio del 1974 con il bilancio 1975, se avessimo conosciuto l'avanzo del 1973 e avessimo aggiunto anche i residui della chiusura finanziaria al 31.12.1972. Questa era un'ottima occasione per poter dare un intervento più incisivo alla politica della Regione nel campo sociale ed economico in questo drammatico momento della nostra economia.
Devo dire che la relazione è strettamente tecnica e non si dilunga per nulla ad illustrare l'indirizzo politico della Giunta. Noi comprendiamo che vi è urgenza che queste cose siano fatte, abbiamo anche rilevato che la Giunta con le variazioni di bilancio ha incominciato a far corpo alle intenzioni della Giunta nel documento che il Presidente ha letto al Consiglio nel mese di settembre, però ci rammarichiamo che non abbia detto qualcosa sul bilancio del 1975 e sull'avanzo del 1973. Riteniamo inoltre che avrebbe potuto dirci quello che ha intenzione di fare per il servizio di tesoreria, strumento indispensabile per una vasta e seria politica di mutui.
Abbiamo anche visto come la relazione, fatta un po' in fretta, non dica nulla circa gli impegni che la Giunta vuole prendere per quanto riguarda l'organico che non è ancora ben definito, almeno come esigenza di personale; il personale deve essere efficiente anche nel numero adeguato ad ogni Assessorato, è lo strumento di attuazione di una politica operativa perché non basta fare le leggi, bisogna anche attuarle.
Per esempio l'iniziativa della Giunta sulle aree industriali attrezzate è una piccola cosa se questa è tutta la politica che vogliamo fare come decentramento dell'area ecologica torinese. Lo stesso intervento sulla casa è ancora un po' per aria perché non conosciamo, in definitiva, le vere possibilità che la Regione ha in questo settore indispensabile per alleviare il disagio di molte persone che ancora non hanno la casa, o la hanno, ma assolutamente inabitabile. Noi avremmo voluto anche costantemente gestire tutte le risorse regionali, se non fa questo tentativo l'intervento sarà sempre episodico.
Inoltre (e qui purtroppo abbiamo pochi elementi, li abbiamo discussi solo ieri sera) le variazioni apportate nel settore dell'agricoltura le abbiamo accettate come Commissione, pur essendo la Commissione al bilancio o alla programmazione che avrebbe dovuto tutelare l'esecuzione del bilancio già approvato per l'anno 1974). Sono troppo ampi questi spostamenti sull'agricoltura all'interno dei capitoli originari e vorremmo che l'Assessore all'Agricoltura (che qui non vedo) li illustrasse al Consiglio per l'approvazione, in fondo sono variazioni qualificanti nella politica agricola, abbiamo sentito che la maggior parte degli stanziamenti vanno all'allevamento per ingrasso piuttosto che all'allevamento per riproduzione. E mentre noi cerchiamo disperatamente di restringere la fascia che va dal produttore al consumatore, abbiamo l'impressione che con questi ulteriori provvedimenti avremo maggiori disponibilità di carne, ma con prezzi crescenti da cui non trarranno vantaggio i consumatori e senza che vi sia una incisiva politica per ridurre il prezzo dell'agricoltura al consumatore. Facevo ieri in Commissione un esempio (ho voluto perfezionare i miei ricordi di carattere statistico leggendo un giornale economico): oggi il suino grasso vale 610 lire al Kg, e 650 il suino vivo, mentre gli insaccati mediamente variano da 2.500 a 3.000 lire. Rispetto a 24 anni fa quasi un quarto di secolo, il suino vivo è passato da 300 a 600 lire, ma i prezzi degli insaccati al consumo sono aumentati di oltre 2000 lire. E' chiaro che c'è qualche sfasamento nel passaggio dal produttore al consumatore, quindi desidererei che l'Assessore all'agricoltura ci dicesse se queste cifre così elevate stanziate per far fronte alle domande degli agricoltori (che sono sacrosante) non potevano trovare una soluzione diversa, dato che abbiamo dei miliardi di cui disporre, con un intervento più incisivo nella politica della distribuzione. Anche l'opposizione ha fatto cenno ad un'iniziativa di carattere strumentale nella distribuzione che serva al produttore agricolo, al commerciante e al dettagliante per la conservazione dei prodotti agricoli, perché una delle cause che più incidono sull'aumento dei prezzi alla distribuzione è il deterioramento dei prodotti agricoli; se noi evitassimo questo deterioramento, quindi il calo della quantità, probabilmente potremo offrire gli stessi prodotti a prezzi inferiori.
Comunque non è una cifra indifferente i circa cinque miliardi che vengono spostati da un capitolo all'altro, senza una precisa illustrazione da parte dell'Assessore all'agricoltura.
Il Presidente della Commissione per l'agricoltura ed i Consiglieri che ne fanno parte non essendo presente l'Assessore potranno darci questi chiarimenti e portare la loro adesione a queste variazioni, ma il Consiglio non le può accogliere così semplicemente, solo perché è possibile tecnicamente spostare delle somme da un capitolo all'altro.
Pur lodando la Giunta per questa sollecita raccolta di fondi da destinare in una politica della casa, vorremmo sapere dall'Assessore al bilancio quanto vuole destinare, se quei quattro miliardi del disegno di legge della Giunta vengono mantenuti o se sono invece aumentabili in un breve periodo, magari con il concorso del bilancio 1975, perché noi dobbiamo ancora fare la consultazione su un disegno di legge e su due proposte (una dei compagni comunisti e una dell'IACP) e dobbiamo sapere quali sono le disponibilità della Regione.
Nella relazione che viene presentata ufficialmente, nulla si dice di tutto ciò e quindi bisogna che il Consiglio ne sia edotto attraverso assicurazioni della Giunta.



PRESIDENTE

Darei ora la parola all'Assessore Simonelli; seguirà la discussione generale; replicherà infine il Presidente della Giunta o l'Assessore.
La parola all'Assessore Simonelli.



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione e bilancio

Signori Consiglieri, la Giunta ha predisposto, come il Consiglio sa, la legge di variazione di bilancio per il 1974 in ossequio alla mozione approvata dal Consiglio Regionale il 17 settembre 1974, che richiedeva alcuni interventi di emergenza prioritari, da realizzare in considerazione della difficile situazione congiunturale della Regione Piemonte.
Dal settembre ad oggi la situazione si è certamente aggravata. Faccio grazia al Consiglio dei dati analitici che comprovano questa realtà. Certo tutti noi sappiamo come la congiuntura stia diventando pesante, come i livelli occupazionali subiscano continui attacchi, come il problema del carovita si sia in questi ultimi due mesi ulteriormente aggravato.
Quell'impegno, dunque, che il Consiglio Regionale aveva assunto nel settembre non soltanto resta oggi pienamente valido, ma rende ancor più necessario ed urgente l'intervento che dobbiamo predisporre.
Sulla base delle indicazioni della mozione del Consiglio è stato pertanto approntato un pacchetto di misure di emergenza, che comprendono essenzialmente interventi in quattro settori: nel settore della casa, nel settore della difesa dei redditi delle famiglie a reddito più basso, nel settore dei lavori pubblici e nel settore delle strutture della distribuzione.
Chiarirò subito che questo pacchetto di interventi trova solo parziale copertura nella legge di variazione al bilancio: è un insieme di misure che la Giunta si impegna a predisporre, e che, mentre hanno già copertura per una parte in questa legge, per un'altra parte avranno bisogno di ulteriori provvedimenti legislativi, che saranno portati al Consiglio nei prossimi tempi.
Sul problema della casa, che costituiva uno dei punti essenziali della mozione del Consiglio (anzi, il Consiglio parlava essenzialmente di "iniziativa pilota di edilizia convenzionata"), credo sia doveroso dire quello che in altre occasioni e già stato detto, e cioè che sarebbe illusorio aspettarsi dalla Regione un intervento decisivo per far decollare la legge 865. Le dimensioni stesse del problema richiedono interventi finanziari di natura tale da sormontare qualsiasi capacità della Regione: la Regione può soltanto esercitare un intervento attivo che sia complementare alla specifica primaria responsabilità del Governo e del Parlamento.
Quindi, gli interventi che noi ci apprestiamo a varare sono interventi che hanno essenzialmente una natura complementare e di sostegno, e che si giustificano alla luce della gravità della situazione del settore. Gravità che si manifesta sotto un duplice punto di vista: da un lato, per la domanda di abitazioni, che è crescente proprio nella misura in cui non è soddisfatta, e che conosce punte di particolare bisogno: dall'altro, per la situazione occupazionale del settore edile, che richiede comunque interventi anche a breve termine per un rilancio della produzione.
Il relatore Dotti ha opportunamente ricordato che in materia esistono due disegni di legge della Giunta, un progetto di legge del Gruppo consiliare comunista, un altro, di cui non abbiamo avuto ufficialmente notizia ma che è stato annunciato ai giornali, da parte del Consorzio regionale degli Istituti autonomi delle Case popolari, mentre proposte operative precise sono state anche formulare dalle Associazioni delle Cooperative. Tutto questo insieme di proposte dovrà essere discusso raffrontato ed esaminato in un tempo successivo. Quello che la Giunta si impegna oggi a fare, davanti al Consiglio, è predisporre un intervento che affronti tutto un ventaglio dei possibili settori da interessare con la politica della casa, quindi un intervento che spazi su tutte le utenze a norma della 865, prendendo in considerazione, quindi, la domanda che deve essere soddisfatta dagli Istituti autonomi delle Case popolari, dalle cooperative a proprietà indivisa, dalle cooperative a proprietà individuale, dagli interventi di edilizia convenzionata dei privati nelle aree di 166. A questo proposito, è in atto la ricerca per reperire fondi ulteriori da aggiungere ai 4 miliardi che erano previsti, dei quali 2 miliardi e 70 milioni erano stati reperiti per l'appunto con la legge di variazione che il Consiglio sta discutendo.
A questo proposito, dirò subito, inserendo un inciso che peraltro credo al Consiglio possa interessare, che la ricerca di questi ulteriori finanziamenti non è né agevole né necessariamente rapida. Noi ci troviamo in una situazione difficilissima, che avremo modo di illustrare meglio fra pochi giorni, quando affronteremo l'esame del bilancio '75. Un discorso nel quale credo potranno avere completa soddisfazione, come del resto è giusto le esigenze che poneva il relatore Dotti di una discussione globale sulla situazione della finanza della Regione e delle possibilità di intervento.
Un discorso che è giusto fare, e che sarà bene che il Consiglio affronti in modo approfondito, anche perché ci occupiamo di una situazione della finanza regionale che è particolarmente difficile, siamo di fronte a strozzature rilevanti nelle nostre capacità di spesa, e - lo abbiamo detto lo preciseremo, lo documenteremo con esattezza - ci troviamo in una situazione nella quale, se non si inverte la linea di tendenza che il Governo centrale ha mostrato di avere nei confronti della finanza regionale, le Regioni arriveranno ad una completa paralisi delle loro iniziative legislative. Vale a dire che non saremo in grado di finanziare nuove leggi perché non ne avremo le disponibilità sul bilancio. E' una situazione gravissima, che è giusto denunciare nei suoi termini reali e che affronteremo in sede di bilancio L'impegno cui il Presidente poco fa accennava, della riunione di domani degli Assessori al Bilancio di numerose Regioni, è proprio il tentativo di predisporre un fronte comune delle Regioni per porre con tutta l'evidenza e la drammaticità che sono necessarie questo problema davanti al Governo.
Ora, pure in una situazione di questo genere è chiaro che dev'essere compiuto lo sforzo massimo possibile per reperire risorse per questo intervento sulla casa, al fine di non vanificare l'intervento con un finanziamento che non sarà sufficiente neppure per addivenire a quelle realizzazioni-pilota che erano nel programma iniziale della Giunta. A questo proposito diciamo subito che nella stessa legge di variazione sono stati reperiti ancora negli ultimi giorni, dopo l'iniziale stesura della legge, altri 300 milioni che vengono fatti affluire al fondo globale di cui all'art. 1404, con destinazione per interventi sulla casa. E quindi in questa legge sono stanziati 2 miliardi e 370 milioni che dovranno confluire per il finanziamento dei provvedimenti legislativi sulla casa.
A questo discorso, degli interventi nel settore dell'edilizia, devono essere aggiunti due necessari corollari, che io faccio brevemente. Per il primo, mi aggancio a quanto ha detto il Presidente a proposito delle banche: siamo del tutto convinti, come credo lo sia il Consiglio, come certamente è stata la I Commissione, che ha discusso ampiamente di questo problema, che è centrale il confronto con gli istituti di credito perch possa andare avanti un discorso di intervento regionale nel settore dell'edilizia, ma io arriverei a dire in tutti i settori nei quali le nostre leggi postulino degli interventi del credito; cioè, non ha più senso, in una situazione difficile come l'attuale, che la Regione faccia nuove leggi se non ha la garanzia, o quanto meno un notevole affidamento che queste troveranno sul mercato del credito la loro copertura.
Altrimenti, noi ci avvieremo non solo a mantenere elevati i residui passivi e le somme non spese, ma addirittura ad irrigidire ulteriormente il bilancio con impegni che da un lato non consentono l'erogazione di fondi ma dall'altro bloccano la spesa in altri settori. Sarebbe un duplice vincolo quello apportato da leggi che non si possono realizzare: oltre a non realizzarsi, impediscono di realizzarne altre. E siccome il bilancio si avvia ad una rigidità totale, è sommamente dannoso, è un rischio da evitare a tutti i costi, quello di prendere degli impegni che poi potranno avere la loro estrinsecazione.
Il secondo discorso che necessita di un approfondimento in relazione anche alle iniziative legislative della Regione è quello di una verifica degli interventi governativi nel settore dell'edilizia. Noi abbiamo appreso dai giornali che tra i punti fondamentali di politica economica del Governo Moro c'è la necessità di un rilancio nel settore dell'edilizia. Ora, è opportuno che si compiano, non appena possibile, tempestive e rapide verifiche per vedere quali sono i programmi del Governo in questa materia.
Non tanto perché noi ci possiamo liberare del dovere che ci siamo assunti di far qualcosa come Regione, perché, tra l'altro, i tempi dei provvedimenti del Governo saranno comunque tempi non brevissimi; cioè, si prevede occorra qualche mese prima che i provvedimenti eventuali varati dal Governo possano andare a compimento. Si tratta soltanto di verificare quali sono gli indirizzi che il Governo intende assumere e quindi in che modo le nostre iniziative si possono coordinare con quelle del Governo.
Un intervento particolare, poi, oltre a quelli che ho già indicato, nel settore della casa, riguarda la decisione assunta dalla Giunta di intervenire con contributi per il pagamento di affitti per alloggi nei quali ospitare in via provvisoria le famiglie dei senzatetto nel Comune di Torino, praticamente arrivando con questo nostro contributo a render possibile la disponibilità di un 150 alloggi per un periodo di due anni.
Il secondo tipo di impegni contenuti nel pacchetto in ossequio alla mozione votata dal Consiglio Regionale riguardava quello che nella mozione era testualmente definito: "azione di sostegno ai redditi più bassi in relazione al pesante rincaro del costo del riscaldamento, tenuto conto delle indicazioni delle organizzazioni sindacali".
Questo discorso è stato già fatto in Consiglio Regionale e ampiamente in Commissione, e sono state anche avanzate, nel corso della discussione alcune riserve sulla utilità di questo tipo di intervento; riserve che peraltro abbiamo ritenuto, anche in questo d'accordo con la Commissione, di superare dopo un approfondito esame con le organizzazioni sindacali. Cioè da un lato c'era la preoccupazione di un intervento che fosse esclusivamente destinato ad un tipo di assistenza alle famiglie più bisognose, dall'altro ci è stato però avanzato, e fondatamente, a nostro giudizio, l'invito non solo a rispettare un impegno che era stato assunto in sede di contrattazione con le organizzazioni sindacali, ma a tener conto che tra gli elementi che incidono più pesantemente sul costo della vita viene ad avere una rilevanza particolare per i ceti a reddito più basso cioè per le famiglie particolarmente bisognose, proprio il costo del riscaldamento, in specie il prezzo del cherosene, che è il combustibile più usato per il riscaldamento delle famiglie più bisognose. Di conseguenza questo intervento si traduce, in forme diverse, che sono le uniche compatibili con la nostra possibilità di intervento, nella fissazione di una sorta di prezzo politico di materiale per il riscaldamento, e quindi in un intervento che, applicato evidentemente secondo rigidi criteri che vadano a favore esclusivamente di chi veramente ne ha bisogno, può dare qualche risultato.
La dizione della legge di variazione, nella stesura definitiva, che è quella presentata all'esame del Consiglio, a questo proposito parla di "interventi da stabilire con apposite leggi regionali", prevedendo quindi che la somma destinata a questo fine venga compresa nel fondo globale di cui all'art. 1018 e quindi venga distribuita con legge regionale attraverso la concessione dell'ammontare ai Comuni con una legge di delega che stabilisca anche le direttive fondamentali da seguire nella erogazione e quindi anche nella individuazione del tipo delle famiglie e dei livelli di reddito che devono essere ammessi a beneficiarne. La Giunta, nella prossima seduta, varerà questa legge, che poi verrà immediatamente passata alle Commissioni perché la discutano e l'approvino.
Il terzo settore di intervento compreso nel pacchetto è quello dei lavori pubblici: anche questo ha trovato nella mozione del Consiglio Regionale una sua specifica previsione. Il settore dei lavori pubblici è un settore nel quale, in particolare per le opere di competenza dei Comuni strade, acquedotti, fognature ed edifici comunali - vi sono scoperture gravissime rispetto alla domanda, che noi abbiamo potuto sovvenire in misura molto limitata: le esigenze sono notevoli, gli interventi possibili per soddisfarle purtroppo non incidono che in minima parte.
La Giunta mantiene ferma la proposta fatta di destinare, con questa legge di variazione, un miliardo agli interventi sulla legge 181 per le strade comunali, nella convinzione che questo sia uno di quegli interventi che per loro natura possono essere avviati con immediatezza, poich trattasi di un contributo in conto capitale, e quindi possono attivare subito la spesa dei Comuni. Ci rendiamo conto che intervenire con un miliardo di contributi a fronte di domande inevase dei Comuni per una spesa dell'ordine di 51-52 miliardi, è ben poca cosa: però, è pur sempre un qualche cosa. Né, d'altra parte, può essere trascurata questa esigenza anche se le Amministrazioni hanno tanti altri problemi: anche all'esigenza delle strade, per una certa fetta, bisogna provvedere in qualche modo.
In questa legge di variazione non è presa esplicitamente in considerazione la questione degli asili nido. Peraltro, in relazione alla possibilità di un finanziamento da parte del Consorzio di credito per le Opere pubbliche, l'Assessore all'assistenza sta predisponendo un'azione di coordinamento e di unificazione delle domande dei Comuni, in modo che anche il piano degli asili nido, per la parte che è finanziata dalla Regione e che può essere coperta dagli interventi del Consorzio di credito delle Opere pubbliche, sia immediatamente avviato. Anche a questo proposito comunque, nella riunione di questa mattina abbiamo interessato le banche per interventi integrativi che consentano il decollo. Pur essendosi da parte del Consorzio di credito delle Opere pubbliche, sia da parte della Cassa Depositi e Prestiti, preso impegno ad intervenire subito per far fronte alle richieste dei Comuni, abbiamo ritenuto opportuno interessare anche le banche per un intervento complementare del sistema creditizio.
L'ultimo dei punti contenuti nel pacchetto d'emergenza riguarda il settore della distribuzione, anzi, io direi, le nuove forme di distribuzione, Questo tema, che il Consiglio Regionale non aveva affrontato nel dibattito sulla mozione del 17 settembre, è stato discusso in Commissione, e ci siamo trovati d'accordo nel ritenere importante un intervento sulle strutture del sistema distributivo, cioè ci siamo trovati d'accordo nell'individuare due nuove realtà che meritano di essere valorizzate ed aiutate dalla Regione: da un lato, i Centri di commercializzazione dei prodotti agricoli, dall'altro, le iniziative dei gruppi di acquisto e delle forme associative fra i dettaglianti. Sono due tipi di intervento che vanno nella direzione giusta, nel senso cioè di ridurre gli oneri per consumatori, soprattutto per quanto riguarda i prodotti alimentari di maggior consumo, e contemporaneamente di far saltare alcune catene del processo distributivo che hanno fin qui appesantito i costi di distribuzione ed hanno impedito una razionalizzazione del settore.
Rischiano peraltro, ove non siano inquadrati in una visione organica aiutati, e in definitiva incanalati in un processo anche di scelte politiche della Regione, di vanificarsi, di ridursi ad iniziative sporadiche non sufficientemente collaudate, di non reggere alla prova dei tempi ed anche al sabotaggio che viene operato in proposito.
Questo discorso, di cui si è fatto portatore in particolare il Gruppo comunista all'interno della I Commissione, ha trovato d'accordo tutti i Commissari su questa impostazione. Del resto, era una impostazione presente nella legge sul commercio predisposta dall'Assessore al commercio, anche se il discorso è stato quello di praticamente accelerare questa parte di intervento nel settore del commercio, puntando su una soluzione a breve con carattere di emergenza che vada nella direzione delle infrastrutture.
Concludendo su questo punto, la Giunta è d'accordo di impostare attraverso un provvedimento legislativo che verrà sottoposto al Consiglio un piano di intervento in conto capitale per le strutture, quindi di intervento in conto capitale per queste nuove forme del settore distributivo. Intervento che, date le difficoltà del nostro bilancio, la Regione può coprire assumendo un mutuo e stanziando - trattandosi di interventi in conto capitale e possibile seguire questa via - il corrispettivo a favore di esso. Il relativo provvedimento legislativo verrà portato quanto prima all'esame del Consiglio, tenendo conto della necessità di saldare i due momenti di questo intervento, cioè la legge sul commercio e gli interventi sulla cooperazione, che sono di competenza dell'Assessorato all'agricoltura.
Questo, come il Consiglio ha potuto apprendere, l'insieme degli interventi che costituiscono il pacchetto di emergenza. Oltre a ciò, c'è l'impegno di destinare, sull'avanzo di amministrazione del 1973, una somma di 300 milioni per integrazione della legge regionale sull'assistenza scolastica.
Le misure che ho concisamente illustrato trovano in parte copertura nel disegno di legge che è all'approvazione del Consiglio, in parte dovranno invece essere tradotte in quei provvedimenti legislativi che ho enunciato e che verranno portati quanto prima.
Dopo questa disamina un po' più ampia, passo ad illustrare velocemente la legge di variazione. Essa muove complessivamente mezzi finanziari per 13 miliardi e 180 milioni, e potrebbe essere idealmente divisa in due parti: in primo luogo, il finanziamento di una parte del pacchetto di emergenza cioè delle misure che ho illustrato, secondariamente, un assestamento di bilancio che si fa in prossimità della chiusura dell'esercizio, e quindi già potendo ridistribuire le risorse sui capitoli in modo più conforme alle esigenze che sono venute maturando. Abbiamo ritenuto di unificare in un solo provvedimento queste due filosofie, se volete, questi due modi di procedere, per ragioni di economia e di comodità, considerando che essendosi ormai giunti praticamente a dicembre, quell'assestamento di bilancio che in genere si fa a fine anno potesse avvenire in un unico contesto con le misure di emergenza, proprio per rapidità di discussione.
I mezzi finanziari, dunque, cioè i 13 miliardi e 180 milioni provengono, per 10 miliardi e 20 milioni, dallo storno di somme non impegnabili sui vari capitoli del bilancio '74; per 3 miliardi e 160 milioni dall'utilizzo dell'ultima quota ancora disponibile dell'avanzo finanziario dell'esercizio 1972. Resta pertanto fuori da questa legge l'avanzo dell'esercizio '73, che scaturirà dal rendiconto '73 e che sarà portato quanto prima all'esame del Consiglio per un ammontare che, come già è stato indicato, si presume di poco superiore ai 4 miliardi.
All'art. 1 è collegata la tabella contenuta nella legge che iscrive tutte le somme da elencare nei vari capitoli e successivamente precisa da quali capitoli le somme sono stornate; compreso quello relativo al fondo di riserva per le spese obbligatorie, dal quale abbiamo stornato 100 milioni ritenendo più che congruo lo stanzia residuo in rapporto al breve periodo per cui il fondo deve operare.
La somma di 10 miliardi e 20 milioni, cioè quella che deriva dallo storno sul bilancio '74, viene ripartita in questo modo. Due miliardi e 620 milioni sono destinati al capitolo 1404, cioè al "fondo globale per gli investimenti"; di questi, 2 miliardi e 370 milioni (con l'aggiunta quindi di 300 milioni) sono destinati a parziale copertura degli oneri indicati in "provvedimenti legislativi riguardanti l'edilizia". Abbiamo adottato questa dizione generica, "provvedimenti legislativi riguardanti l'edilizia" proprio per avere la possibilità di procedere ad una integrazione dei diversi documenti, delle diverse iniziative legislative in atto e possibilmente di arrivare ad un provvedimento unico. Duecentocinquanta milioni andranno a parziale copertura delle spese per il piano degli scarichi urbani. Seicento cinquanta milioni sono destinati all'altro fondo globale, quello dell'art. 1018, per le spese correnti, e serviranno a finanziare, per 400 milioni, le leggi sull'assistenza farmaceutica, per 250 milioni ad integrazione del capitolo 236 (che riguarda l'assistenza scolastica, abbiamo cioè soppresso il riferimento contenuto inizialmente nel capitolo riguardante l'integrazione dei patronati scolastici, che ci sembrava un modo distorto e sbagliato di riutilizzare queste somme per l'assistenza scolastica, e le abbiamo destinate ad integrare il capitolo 236). Un miliardo viene destinato al capitolo 1212, "contributo in conto capitale per la sistemazione di strade".
I residui 329 milioni dell'assistenza scolastica vengono ripartiti sui due capitoli nei quali rimane una possibilità di intervento, cioè il 232 per il "trasporto degli alunni della scuola dell'obbligo", per il quale c'è stato un impegno dell'Assessore alla pubblica istruzione a concentrarli nelle Comunità montane, e per la somma restante all'art. 1312: "Contributi ai Comuni nelle spese per la edilizia scolastica minore".
Per 4 miliardi e 800 milioni si tratta di quegli spostamenti all'interno dei capitoli dell'Agricoltura ai quali ha già fatto cenno il relatore, che consentono il trasferimento di somme non spese in capitoli nei quali c'è invece la possibilità e la necessità di spenderle.
Di 400 milioni sono stati integrati i capitoli relativi alla sistemazione idraulico-forestale.
Di 221 milioni sono stati integrati, infine, sedici capitoli relativi al funzionamento di diversi uffici e servizi regionali.
La somma di 3 miliardi e 160 milioni che residua dall'avanzo di amministrazione '72, viene destinata per intero al "Fondo globale" di cui all'art. 1018, per essere a sua volta, con separati provvedimenti legislativi, destinata al riscaldamento, e, per una parte esigua nell'ordine di 300 milioni circa, a quell'intervento cui ho fatto cenno relativo all'affitto di alloggi per i senza tetto nel Comune di Torino.
Questo è l'insieme delle misure che compongono questa legge di variazione. Nel chiedere il voto del Consiglio a questa legge credo di dovermi richiamare, a conclusione di questa breve illustrazione, alle parole del relatore Dotti, allorché egli ha invitato la Giunta ad effettuare un'ampia disamina della situazione economica e finanziaria della Regione Piemonte ed a farne oggetto di una verifica e di un confronto in Consiglio. Ho già detto, e ribadisco in chiusura: credo che questo esame che ha richiesto il collega Dotti sia non solo legittimo, ma addirittura indispensabile.
Ritengo sinceramente che il lavoro che si è svolto in Commissione, sede istituzionale per il confronto su questi problemi, sia stato altamente proficuo, e credo sia doveroso darne atto al Presidente ed a tutti i componenti: il lavoro che essi hanno svolto, insieme a me, è stato faticoso ma molto utile, e ci ha consentito di approfondire in modo positivo gli aspetti legati a questa variazione di bilancio, che è venuta assumendo un valore ed un significato non soltanto contabile ma anche di iniziativa politica. Ci auguriamo che nel dibattito in aula sul bilancio '75, e quindi sulle linee della finanza regionale, ci possa essere un confronto altrettanto fruttuoso e altrettanto aperto, attraverso il quale si possa giungere a tracciare insieme la strada per la Regione; un futuro che è colleghi del Consiglio, molto difficile, il che rende ancor più impegnativa la nostra fatica.



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale. Per ora si sono iscritti a parlare i Consiglieri Rossotto, Berti, Garabello.



ROSSOTTO Carlo Felice

Non sarebbe il caso che, dopo che è intervenuto l'Assessore Simonelli parlasse anche l'Assessore Chiabrando, per dare chiarimenti in merito ai cinque miliardi previsti nella variazione di bilancio in rapporto all'agricoltura, dal momento che lo stesso relatore sul disegno di legge ha dichiarato che avrebbe voluto avere dall'Assessore, o dal Presidente della Commissione, delucidazioni in merito?



CHIABRANDO Mauro, Assessore all'agricoltura

Purtroppo sono arrivato in ritardo e non ho avuto modo di ascoltare l'intervento cui lei fa cenno.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, quando il Presidente della Giunta, a metà settembre di quest'anno, ritenne opportuno porre in discussione la drammatica situazione congiunturale, il Gruppo liberale espresse un voto di astensione, auspicando che la Giunta, mediante la legge di variazione al bilancio, potesse modificare quegli errori politici di impostazione del bilancio '74 che il Gruppo stesso aveva evidenziato durante la discussione nel mese di maggio.
Avendo chiara la visione di quanto drammatico sarebbe stato il domani quello che ora è divenuto l'oggi e quello ancor più preoccupante che verrà quale è ipotizzabile in una seria previsione, noi rappresentanti liberali dicemmo, e ribadimmo nella discussione fatta in settembre, che il bilancio prevedeva molti, troppi interventi, e che questa dispersione in infiniti rivoli dell'azione regionale, non avrebbe potuto portare a risposte immediate, mentre ci avrebbe esposti a dover tamponare situazioni ben più gravi, con costi finanziari che le nostre misere disponibilità non potevano permetterci di affrontare, e ci avrebbe fatto distogliere somme da quella attività di intervento, diretta a trasformare strutture e modificare situazioni incancrenite da tempo nella realtà regionale, che ci siamo sempre prefissi.
L'astensione dimostrava appunto la speranza che dei nostri rilievi si tenesse conto. Devo purtroppo dire che, nonostante la piena disponibilità evidenziata dall'Assessore al bilancio ed alla programmazione nell'incontro con la Commissione, ci troviamo ad esprimere un giudizio purtroppo negativo, come forza politica di opposizione nei confronti della Giunta per come ha operato a proposito di questa legge di variazione. Un giudizio negativo che è convalidato dalle lusinghiere parole di apprezzamento che l'Assessore ha avuto per i componenti della I Commissione dalle quali si deduce che quanto vi è di positivo in questa impostazione dell'attività della Giunta si deve alle modifiche apportate dalla Commissione, la quale ha molte volte espresso una volontà diametralmente opposta a quella che si evidenziava a monte del provvedimento, espressione della Giunta stessa.
L'Assessore ha avuto la sensibilità di accogliere e trasferire nel testo osservazioni, impressioni, suggerimenti, contestazioni, approfondimenti portati avanti, in Commissione e nei precedenti dibattiti dal Gruppo comunista, con particolare incisività su certi temi (non voglio certo farmi bello delle penne altrui) ma anche dalla componente liberale.
Noi liberali abbiamo da tempo individuato in due settori gli interventi indispensabili per l'immediato, e l'abbiamo precisato in quell'ordine del giorno che a suo tempo non fu molto discusso (già allora dicemmo che la risposta della Giunta non era stata soddisfacente, e ne riparlammo in occasione della discussione a settembre) ma che pensavamo sarebbe stato poi recepito nel bilancio: agricoltura ed edilizia.
In merito all'agricoltura, abbiamo saputo ieri sera in I Commissione in occasione dell'ultima messa a punto della legge di variazione del bilancio, che l'Assessore All'agricoltura aveva chiesto di effettuare spostamenti per 5 miliardi (una entità che veniva quasi a raddoppiare la cifra contenuta nella legge di variazione quale in un primo tempo era stata prospettata) proprio per l'urgenza - e questo può essere una valida giustificazione - di rispondere con provvedimenti legislativi regionali all'accavallarsi di provvedimenti legislativi nazionali.
Già avevamo a suo tempo sottolineato la macroscopica inoperatività di certi provvedimenti legislativi a causa dell'eccessivo culto del moltiplicatore degli interventi, forse anche perché, nell'intento di colpire con la vastità dei nostri interventi, pur essendo il nostro bilancio così modesto, di convincere dell'importanza dell'Ente Regione, si è mirato a gonfiare i piccoli stanziamenti che si potevano fare applicando ad essi il moltiplicatore dell'intervento in conto interessi, per quanto si prevedesse fin da allora che, data l'impossibilità per molti di contrarre mutui, queste leggi avrebbero finito con il rimanere inefficaci.
Io penso che si sia errato nel volersi adeguare a leggi nazionali non in pieno afferrate, senza avere chiare le idee su quella che sarebbe stata la reazione della realtà sociale, economica, agricola della nostra Regione di fronte a questi tipi di provvedimenti, insistendo in queste errate impostazioni ancora nei mesi di febbraio, marzo, maggio di quest'anno quando già si sapeva quale sarebbe stata la situazione del mercato finanziario. Ricordo come il rapporto, previsto dal bilancio 1974, di un terzo a favore di interventi in conto capitale e due terzi a favore di interventi in conto interessi fosse già stato allora denunciato come limite di non operatività di questo bilancio. Oggi abbiamo modo di constatare come quella osservazione fosse esatta. E penso che sia questa una delle ragioni ma avrei voluto accertarmene ascoltando l'Assessore all'agricoltura esporre i motivi della sua richiesta di trasferimenti di somme da un capitolo all'altro - dell'inutilità di certi tipi di interventi e della mancanza di fondi per altri tipi di stanziamenti. Dovremo tenerne conto in rapporto all'azione da portare avanti nel bilancio '75.
La Giunta, nell'esporre le motivazioni della variazione di bilancio, ha parlato anche dell'assistenza ai più bisognosi, che era stata indicata come condizione di nell'ordine del giorno presentato a settembre, da attuare concedendo un aiuto per affrontare le spese di riscaldamento. Questa è una riprova di quanto sia più pesante il costo degli interventi che vengono operati in ritardo, quando hanno ormai agito i fattori negativi di cicli produttivi verso i quali nulla si è fatto da parte della componente regionale per determinare, in un momento di crisi com'è questo, iniziative già in opera, non che devono essere prese, il cui inizio di attività è stato indubbiamente molto dilazionato visto che ancor oggi non abbiamo i testi legislativi pronti; specialmente se si tratta di interventi nel settore dell'edilizia, per tutto quello che il ciclo indipendentemente dalla nostra volontà e capacità, o i cicli burocratici impongono perché si giunga a dare inizio all'effettivo lavoro. E lo si nota dai 3 miliardi e 660 milioni che costituiscono l'indubbia risposta ad istanze che si sono portate avanti. Una risposta che non sappiamo quanto sarà pertinente quanto sarà efficace, se ancor oggi, alla ricerca di alcuni elementi per dare questo aiuto a chi più ne ha bisogno, abbiamo individuato il combustibile del povero nel cherosene, ma, nello stesso tempo, per non premiare coloro che in questa situazione di bisogno non si trovano, punendo tutti quelli che, avvalendosi di impianti moderni, utilizzano del gasolio il che ha determinato ad un certo momento...



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione e bilancio

E' questione di soldi, non di fare scelte....



ROSSOTTO Carlo Felice

No, ci sono difficoltà a rendere operativo il settore, determinate da certe situazioni. Però, c'erano a monte possibilità di soluzione più concrete. Noi prendiamo atto che la Giunta si trova in condizioni di estrema difficoltà - e le componenti la realtà sociale della nostra Regione, che si sono occupate di questi problemi, si sono poste quesiti sull'utilità dell'intervento come pure sul modo di renderlo più serio possibile. Noi non avremmo dovuto attendere ad intervenire sotto la spinta di situazioni drammatiche come quelle che si sono conosciute sia per il riscaldamento sia specialmente attraverso la cosiddetta "guerra dei poveri", come è stata chiamata dopo gli episodi di occupazione di alloggi verificatisi a Roma, ma accaduti anche a Torino: con i 300 milioni che oggi diamo per contribuire anche noi a pagare degli affitti, con la regola dei moltiplicatori, si sarebbero potute mettere in moto, quando era possibile contrarre mutui per il settore dell'edilizia, risposte ben più concrete forse molto più serie, che avrebbero forse evitato di giungere a momenti di tensione estrema, ora soltanto sopiti e che da un momento all'altro possono riesplodere, anche strumentalizzati da forze che non amano certo i consessi democratici e forse attraverso queste manifestazioni cercano di ridurne ancora la credibilità.
La Giunta ha nuovamente appreso qui dalle opposizioni la realtà di una risposta concreta. Perché, se nel mese di settembre non si prevedeva questa situazione di estrema tensione, questo clima da "guerra dei poveri", e si poteva parlare di un progetto-pilota di edilizia convenzionata, che era la risposta concreta alla necessità di dare più lavoro possibile al settore e di aiutare coloro che avevano un piccolissimo risparmio e che potevano, con l'aiuto della collettività, investire in un bene sicuro come la casa questo piccolo risparmio che, lasciato invece in obbligazioni o in altre forme di risparmio, viene polverizzato da quella ingiusta tassa che è l'inflazione a ottobre si sono modificate certe situazioni di realtà sociale nella nostra regione e nel capoluogo della regione. La risposta doveva essere data non più in base all'art. 72 della 865, ma anche all'art. 67, relativo cioè alla proprietà indivisa e agli Istituti autonomi Case popolari.
E questo è stato evidenziato alle forze politiche con la proposta di legge del PCI nella quale il Gruppo liberale riconosce elementi di valore sotto questi aspetti: 1) dà una risposta concreta, anche se riduce la possibilità di realizzazione di immobili, nei confronti di coloro che non hanno la possibilità di fare investimenti nella casa e quindi interventi a carico della collettività al 100 per cento, proprio per rispondere a delle domande di estrema indigenza che ci costringe oggi a spendere 600 milioni in affitto 2) il metodo di indicare le zone di crisi, se noi facciamo interventi che devono risolvere un momento di tensione, dobbiamo avere anche la forza come legislatori e come amministratori di questa Regione di individuare i settori di intervento, proprio per non fare carico a noi di compiti e di oneri che sono a carico dello Stato e quindi l'indicazione anche coraggiosa e indubbiamente non molto elettoralistica che ci potrà esporre tutti quanti ad accuse da parte delle zone non prescelte, ma che può fare immediata risposta premiando il capoluogo della regione in quella percentuale che potrà essere discussa; ma che deve essere ben superiore per il pericolo di tensione, per situazioni di indigenza maggiore e di bisogni che qui si conoscono.
Ma questo tipo di intervento modificato e che stasera l'Assessore al bilancio ha riconosciuto come principio di azione della Giunta nel settore dell'edilizia, è completamente diverso dal disegno di legge presentato dalla Giunta che prevedeva 18 miliardi di interventi accesi con mutuo per permettere ai Comuni che sono in condizioni di cassa disastrose di procedere alle opere di primaria e secondaria urbanizzazione ai sensi della 167 e per permettere il realizzarsi dell'edilizia ai sensi della 865. Ma allora anche questa legge, per dare questo senso di percezione che bisogna fare in fretta e rapidamente, saltando tutti quelli che possono essere gli iter, deve essere correlata al disegno di legge di intervento nell'edilizia, cioè forse recuperando anche qui ulteriori disponibilità finanziarie che possono essere messe a disposizione dell'edilizia contrarre gli interventi a favore di quelle zone dove si prevede, con la legge di costruzione di nuove case, la possibilità di costruirle. E' inutile erogare contributi a Comuni che non potranno poi beneficiare della realizzazione di quel disegno politico e legislativo che si chiama oggi intervento a favore della casa.
E proseguendo oltre si è parlato di opere pubbliche. La visione della Giunta in materia direi che è troppo da manuale scolastico: opere pubbliche, bitumazione di strade. Penso che in un momento così altamente drammatico, con crisi occupazionale, il pensare a bitumare le strade con un miliardo alla vigilia delle elezioni potrebbe dare l'impressione di una vecchia concezione elettoralistica; non si risolve nulla e si pu aspettare, dicevano ieri in Commissione I i colleghi dell'opposizione comunista. Da parte liberale si dice invece che come opere pubbliche si doveva andare molto più a fondo, per esempio provvedendo agli asili nido perché come ho già osservato nel mese di maggio, nonostante che l'Assessore dica che tutto procede regolarmente, che abbiamo anche fatto le convenzioni, la realtà che noi conosciamo, attraverso le denunce, le dichiarazioni che gli amministratori nelle zone di maggiore tensione sociale fanno, è ben diversa perché non c'è possibilità di accedere alla legge dello Stato; però bisogna avere coraggio e un pizzico di fantasia e considerare anche questi come opera pubblica affinché con gli stanziamenti che ormai la Regione ha effettuato in questo settore, si possa diventare noi direttamente esecutori di queste opere nell'interesse degli stessi Comuni in un momento in cui, gravati da tanti impegni, disattendono questo problema che noi abbiamo riconosciuto come fondamentale rendendoci conto che la realizzazione di asili nido vuole dire occupazione sicura immediata, ben superiore a quella che può derivare dalla bitumazione delle strade.
Ed infine, ultimo dato di fatto che ci porta ad esprimere una certa amarezza, abbiamo l'impressione che non ci si vuol rendere conto della drammatica situazione che la nostra terra sta conoscendo, di quelle che stanno diventando sempre più ridotte disponibilità finanziarie; la realtà con la quale come amministratori pubblici ci batteremo sarà la necessità di migliorare il tipo di intervento di spesa pubblica per quel poco che avremo a disposizione. E' risultato che l'Assessorato al commercio agiva su certe linee che riteneva essenziali con certi interventi strutturali per facilitare l'associazionismo spontaneo che se realizzato poteva ridurre i costi. Esiste il capitolo 1335 che sta operando una totale ristrutturazione partendo dal basso, a tutela di quelle situazioni che il relatore Dotti ha indicato e che portano a continui squilibri per cui ogni tipo di intervento, di incentivo che diamo all'agricoltura si ritorce a danno dello stesso coltivatore che crede di poter realizzare, attraverso una maggiore quantità di prodotto, valori nominali uguali a quelli che in precedenza aveva; invece si sono determinate forti perdite per la riduzione che il maggior prodotto destinava sul mercato. La mia componente politica attraverso questa legge di variazione al bilancio, ha avuto l'impressione che esistesse una mentalità normale nel momento dell'eccezionalità mentre proprio per la gravità del momento, occorreva un pizzico ulteriore di fantasia nel ricercare una risposta concreta nel bilancio.
Noi abbiamo 90 miliardi nelle casse degli istituti di credito che verranno utilizzati per sostenere l'economia della Regione Piemonte, ma sono 90 miliardi che dovevano dare risposte concrete che non vengono date questo vuol dire che qualche cosa non ha funzionato e noi lo abbiamo detto un anno fa, signor Presidente, proponendo col nostro ordine del giorno degli obiettivi chiari e precisi di concentrazione; già allora avevamo indicato delle possibilità che oggi potevano dare concreta risposta a quella che invece rimane una possibilità di disegni di legge che verranno in seguito e che, per quello che abbiamo visto, sono completamente disattesi per le dichiarazioni che l'Assessore al bilancio ha fatto. Quindi i tempi continuano ad allungarsi, gli impegni che la Giunta assume vengono trasferiti a una verifica di un secondo momento; ha dimostrato ancora di voler camminare su questi quindici progetti speciali, 23 disegni di legge mentre a settembre, avevamo detto, sarà un momento di crisi, chiudiamo invece non abbiamo l'impressione che così sia.
E' per questi motivi che l'astensione che noi avevamo dichiarato esistere nel mese di settembre, in attesa di aiutare la Giunta a comprendere quanto grave fosse il momento e a vedere la necessità di dare una risposta alle istanze giuste che sorgevano per errori di passate gestioni, non abbiamo la possibilità di trasformarla in un voto favorevole e pure apprezzando la volontà espressa dall'Assessore durante la discussione in I Commissione, pur apprezzando questo sforzo di apprendimento di elementi che venivano portati avanti dalle componenti responsabili della Commissione, il voto rimane negativo, signor Presidente



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Berti, ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Devo ringraziare innanzitutto il Consigliere Rossotto per i giudizi che ha dato sul nostro modo di proporre che deve essere stato talmente convincente da riprendere praticamente tutte le nostre proposte per inserirle nel suo intervento. Questo ci fa piacere, ma ci induce a dare un giudizio diverso dei lavori della Commissione: la Giunta indubbiamente ha una sua dinamica, un suo modo di collocarsi diverso dal punto di vista politico del bilancio della Regione, è una serie di interventi che rispondono a impegni precisi che il Consiglio Regionale si è assunto. Noi quella mozione non l'avevamo votata, ma per altre questioni, interventi di questo tipo erano stati da noi condivisi e quindi il giudizio che diamo dal punto di vista politico ci consente di collocarci al di fuori della logica generale di intervento della Regione per esaminare concretamente le singole decisioni e vedere se corrispondono ad esigenze di carattere immediato che anche noi avevamo sottolineato.
La Giunta è venuta con una sua proposta di variazione che rispondesse secondo i suoi orientamenti, alla mozione, nella Commissione è emerso un discorso molto concreto in cui l'elenco fondamentale era la volontà costruttiva di ogni forza politica presente e se di volta in volta la Giunta ha riesaminato le sue proposte alla luce delle discussioni e delle questioni che venivano avanzate nella Commissione, io credo che siamo di fronte ad un metodo giusto. Infine prevale la ragione, che penso sia la cosa più importante: se ci si trova di fronte a proposte di carattere ragionevole, credo siano nell'interesse della Regione e nell'interesse di un metodo politico che non crea barriere, ma tende a recepire i contributi di carattere positivo che vengono appunto da questo modo di operare.
Noi quindi dal lavoro della Commissione traiamo elementi di interesse per l'attività della Regione, al di là del giudizio di merito sulle singole questioni che può anche divergere (certamente su alcuni problemi diverge) ma è indubbio che quando la volontà è essenzialmente quella di aderire alle esigenze della gente, della collettività così come drammaticamente emergono, alla fin fine non ci possono essere gravi distinzioni. Le distinzioni sono evidenti quando ci troviamo di fronte per esempio a impostazioni generali di politica in cui possono seguirsi strategie diverse, anche se abbiamo più volte affermato che la situazione economica e quella politica del nostro Paese oggi per certi versi propone delle vie obbligate, non a caso l'esigenza di andare alla creazione di un nuovo modello di sviluppo è stata più volte affermata in questo stesso Consiglio Regionale e ciò costituisce, da un punto di vista concettuale, un punto da cui si può partire per discutere ragionevolmente le varie proposte che vengono fatte. Noi traiamo l'auspicio che questo metodo non abbia a modificarsi, anzi, abbia ad ampliarsi perché in definitiva non può che venirne un esito positivo per l'attività dell'istituto che si rafforza nella misura in cui si pongono in atto metodi nuovi nel modo di fare politica.
Queste mie considerazioni non attengono alla formula politica che dirige la Regione Piemonte, ma essenzialmente alle questioni che in questo ultimo periodo ha discusso la I Commissione in rapporto all'impegno assunto nel settembre scorso. Io non voglio ripetere il discorso che è stato fatto in quell'occasione, ma da allora la situazione economica è peggiorata, voi lo sapete e oggi sono poste molto drammaticamente di fronte a noi questioni che sono state assunte prima dal Presidente della Giunta.
Aggiungo un altro elemento a favore del lavoro della Commissione fatto in termini così interessanti e costruttivi: io non posso non dare atto che l'Assessore al bilancio e alla programmazione, indubbiamente per mandato della Giunta, ha reso disponibile questo modo di lavorare col suo atteggiamento largamente favorevole a questo modo di fare della politica.
Lo dico per sottolineare che in certi altri settori non è così proprio perché sono presenti uomini che rappresentano correnti che si oppongono a mezzi di questo tipo; la questione potrebbe essere rapportata alla crisi generale del Paese, alla soluzione di governo e alle spinte di destra che non hanno ancora rinunciato a far correre avventure al nostro Paese e che hanno teso a respingere le indicazioni che il Paese ha dato anche nell'ultimo, molto marginale ma molto significativo, test elettorale delle elezioni amministrative.
Vorrei dirle, signor Presidente, che le vicende delle fabbriche in crisi del Piemonte, in particolare della provincia di Torino, sono molto serie, tuttavia vorrei puntualizzarne alcune. Se parlando della Vignale incominciamo a dire che è possibile un discorso sulle indennità di liquidazione accettiamo già la smobilitazione della fabbrica, noi invece dobbiamo respingerla, adesso c'è il Governo e noi pensiamo che la Regione ed il Governo hanno gli strumenti per indurre alla ragione i proprietari della fabbrica che, ancorché stranieri, non possono essere così avulsi dalla situazione politica del nostro Paese da poter fare come vogliono.
D'altra parte credo che nessuno possa ragionevolmente pensare che un complesso tecnologicamente avanzato come quello della Vignale possa essere posto in liquidazione vendendo le macchine utensili al miglior offerente ci sono strutture (non ripeto le cose dette da Bianchi l'altro giorno) che le forze responsabili del Paese devono vedere di occupare; mi si consenta di dire: sdrammatizziamo la situazione che mi sembra vada avanti anche per il senso di responsabilità dei lavoratori interessati, in un clima in cui il padrone sente di poter tranquillamente operare le proprie scelte che sono soltanto scelte di profitto, come emerge sempre più chiaramente.
Io le faccio una proposta, signor Presidente: noi Consiglio Regionale voi Giunta, dovremmo mettere a punto una iniziativa sui problemi dell'occupazione in Piemonte. Lei ha scritto quella lettera alla Fiat invitandola a riprendere il dialogo, ma credo che la Regione Piemonte debba oggi fare, in vista del prossimo dibattito sul piano di sviluppo economico regionale, una specie di verifica degli indirizzi di piano, a che punto stanno alla luce però dell'attuale situazione occupazionale, in modo che la Regione, in un convegno a cui siano invitate le forze sindacali, gli Enti locali ecc., rappresenti la questione con l'ampiezza e il peso politico indispensabili. Forse la Regione si accolla un peso troppo rilevante, al di là delle proprie possibilità, invece deve farsi promotrice di un'iniziativa a vasto raggio in cui gli operatori economici locali, le forze politiche gli Enti locali del Piemonte, siano messi a confronto col Governo che qui deve venire per dire cosa intende fare.
Noi non siamo affatto rassicurati, sentiremo quel che avrà da dire il Presidente del Consiglio Moro, ma le anticipazioni in materia di politica economica non ci rassicurano, danno anzi la sensazione che la recessione abbia a continuare, quindi è bene che la Regione Piemonte prenda un'iniziativa di carattere nazionale e operi per i rapporti nord-sud che sono sempre uno dei problemi di fondo del nostro Paese, guai a noi dimenticare che per risolvere i nostri problemi a monte sta la soluzione di quelli, con un'iniziativa di carattere politico, in un convegno di notevole importanza la Regione dovrebbe far sentire al governo che occorre intervenire con tutto il peso necessario per sanare le varie situazioni esistenti. Un'iniziativa di questo tipo sarebbe un monito alle forze imprenditoriali, alle forze bancarie tipo Sindona il quale, per quanto sottoposto a inchiesta, sottoposto a non so quanti procedimenti (l'esempio della Venchi Unica lo dimostra) pare ancora avere le mani in pasta. Tutti devono sentire che il Piemonte, il governo della Regione è intenzionato a giocare tutte le sue carte prima che siano poste in liquidazione attività di carattere industriale quali quelle che sono appunto in discussione. Si parla di altri 10.000 a cassa integrazione, si parla di licenziamenti alla Fiat, bisogna verificare queste notizie, ma è bene verificarle in un contesto politico-economico partendo dagli studi che la Regione ha già fatto e sta facendo.
Per quanto riguarda ospedali ne parleremo nel dibattito successivo; la Giunta ha detto, attraverso il Presidente, di avere assunto iniziative nei confronti delle banche e che per novembre-dicembre sarebbero garantiti gli stipendi. Signor Presidente, io credo che anche qui occorra l'azione responsabile della Regione per affrontare localmente le questioni che sorgono, ma non deve, secondo noi, rendersi autarchica, ci sono delle responsabilità del governo che devono essere continuamente richiamate, non possiamo limitarci a prendere atto che il governo, dopo di avere fatto quel po' po' di prelievo fiscale che avrebbe dovuto portare ai 2700 miliardi per ripianare i debiti delle mutue in effetti non ha sortito alcun risultato.
Quindi noi, nella misura in cui ci facciamo carico della situazione debitoria delle mutue, nei confronti degli ospedali, collochiamo in primo piano l'azione politica per pretendere che il governo risponda; è un governo che nasce, lo mettiamo subito alla prova, non si può prendere in giro il Paese parlando di prelievo fiscale che, pur se con sacrifici sarebbe stato per il bene di tutti, in realtà i sacrifici li hanno fatti certe categorie di persone e il bene non è che si veda molto.
Così come credo che un discorso anche se può essere abbastanza impopolare, debba essere fatto agli ospedali: io non accetto a scatola chiusa la dichiarazione degli ospedali di questa situazione creditizia, di tale dissesto, io vorrei vedere come sono stati gestiti sino ad oggi secondo me ci sono delle responsabilità nel modo di gestire degli ospedali nel modo di usare i patrimoni c'è una responsabilità che chiama in causa gli amministratori degli ospedali i quali non possono presentarsi come le uniche vittime della situazione addebitando al potere politico tutte queste responsabilità nel momento in cui si interverrà per sanare occorrerà modificare qualcosa nella gestione degli ospedali, occorrerà avviare un disegno nuovo quale è appunto quello per il quale noi ci battiamo da tempo.
Il discorso sugli istituti bancari a questo punto è una delle iniziative che la Regione deve fare.
Signor Presidente, noi siamo stati piuttosto precisi nella proposta di legge che abbiamo presentato per la casa, lei avrà notato, se l'ha letta che nella relazione e nell'articolo di legge (credo sia l'art. 1) è stata posta come condizione, perché la legge sia resa operante e ci siano stati dei risultati concreti, che la Regione si convenzioni con le banche occorre un atto scritto, abbiamo dei precedenti di altre Regioni, che lei certamente conoscerà, comunque noi diciamo che è indispensabile che la Regione Piemonte si faccia carico dei problemi del credito per il coordinamento, ma anche per ottenere dalle banche una convenzione che riguardi la selettività dell'intervento e anche i tassi di sconto che possono proporre. Devo aggiungere che le banche sono interlocutrici importanti per noi in quanto hanno delle giacenze della Regione del livello di cento miliardi e per il fatto che dovranno, credo, consorziarsi per costituire la tesoreria della Regione Piemonte. Quindi il discorso non pu essere soltanto questo: vi invitiamo, fatevi carico; no, le banche hanno delle precise responsabilità e devono essere sollecitate non a fare delle promesse, ma a prendere degli impegni precisi, principalmente quelle di diritto pubblico per affrontare con la Regione nelle forme consentite dalle leggi bancarie (in attesa della riforma delle leggi stesse) i problemi che ci stanno di fronte.
Aggiungerò subito che se l'accenno da lei fatto alla Finanziaria pubblica regionale tende a collocarla, al di fuori di un campo che sembra ormai da tutti accettato, cioè come strumento per realizzare il piano di sviluppo economico regionale essenzialmente per intervenire sulle strutture e per consentire lo sviluppo della piccola e media industria, se qualcuno pensa che la Finanza regionale possa essere costituita per intervenire in altri settori credo occorra chiarirci le idee.
Noi siamo dell'opinione (ma credo anche voi) che i provvedimenti legislativi che riguardano le questioni decise del pacchetto debbano essere presi con carattere d'urgenza e la proposta che noi facciamo alla Giunta è che le leggi che dovranno rendere operanti le decisioni che stiamo per assumere (interventi sul riscaldamento, sull'assistenza scolastica, ecc.) siano seguite nel giro di pochi giorni da provvedimenti deliberativi o legislativi per mettere subito in cantiere queste cose che credo il Consiglio, le Commissioni esamineranno in brevissimo tempo.
Noi abbiamo fatto alcune considerazioni che possono riguardare singole proposte, ma possono anche riguardare il modo di intervenire, di legiferare della Regione. Stamane abbiamo appreso dai giornali che la Giunta ha preparato quattro leggi sui trasporti, per una spesa di otto miliardi: che i giornali debbano sapere le notizie prima di noi dando l'impressione all'opinione pubblica che le cose siano già fatte è un metodo che non mi convince. Fermi rimanendo il diritto della stampa di attingere dove ritiene le notizie, queste debbono comunque essere date in una forma che consenta all'opinione pubblica di recepirle nel modo giusto. Per esempio il fatto che la Giunta abbia già preparato ed approvato quattro leggi, sui trasporti, per otto miliardi, ci fa pensare che le linee del bilancio 1975 siano già state discusse; sarebbe stato bene (sono d'accordo con Dotti) che lo avessimo saputo anche noi per poter collocare la discussione sull'operazione di bilancio in un contesto più ampio. Noi abbiamo sostenuto con tutti che le variazioni di bilancio devono rispondere a esigenze di carattere contingente, ma devono anche andare verso una più ampia prospettiva, cioè rispondere contemporaneamente, per quanto possibile, alle due esigenze.
Ho voluto sottolineare questo per proporre delle questioni emerse nella Commissione e che Dotti ha qui riportato.
Il modo nuovo di fare le leggi, signor Presidente, è questo, non possiamo assistere tranquillamente al fatto che quei 90 miliardi di giacenze di cui abbiamo parlato 6/7/8 mesi fa siano oggi cento miliardi destinati ad aumentare domani. La domanda che ci siamo posti è se si tratta di inefficienza operativa della Giunta, di impossibilità per gli enti contraenti ad accendere mutui. Abbiamo risposto a questa domanda con altri due argomenti, uno è quello del credito e cioè la esigenza che la Regione si faccia carico anche del coordinamento del credito, naturalmente non con una legge, ma con un'azione politica e noi ne abbiamo suggerita una; il secondo è proprio il tipo di iniziativa legislativa che la Regione porta avanti. In sostanza, noi dobbiamo fare un salto di qualità, il tempo delle leggi promozionali, delle leggi dei contributi secondo cui la Regione esprime degli intenti, degli indirizzi, determinati criteri, deve essere ampliato, modificato, trasformato, noi non possiamo fare leggi che danno contributi a quegli enti, a quelle persone, a quei Comuni che faranno le cose che diciamo nella legge perché sappiamo per esperienza (vedi i cento miliardi depositati) che poiché il rendere attive le leggi è esclusivamente nelle mani degli altri, o per cattiva volontà o per altre ragioni le leggi rimangono inattive. Occorre a questo punto modificare il modo di fare le leggi: nel momento in cui le facciamo indichiamo anche dove dovranno operare; lei vedrà che la legge che noi abbiamo fatto per la casa propone dieci miliardi all'anno per 25 anni, che è il minimo per dare un po' di consistenza all'intervento e mentre dichiariamo che rimane fondamentalmente dello Stato il compito di intervenire in questo settore, traduciamo già questi orientamenti nella stessa proposta di legge quando diciamo che la legge interviene nei comuni capoluogo sede di IACP per costruire questo tipo di case ecc.
Se questo orientamento è valido, c'è lo spunto per chiedere che i quattro settori di intervento: casa, assistenza scolastica, commercio riscaldamento, abbiano un quinto tipo di intervento e cioè un meccanismo capace di attivare le leggi ferme.
Colgo subito l'occasione per dire, signor Presidente, che a questo noi siamo stati spinti proprio dall'uso che di questa giacenza di cassa si è inteso o si intende fare. Noi diciamo che compito della Regione non è avere questi fondi in banca (magari anche ricevendone l'11 per cento) o per fare delle anticipazioni di cassa, ma è di intervenire per attivare le leggi e il modo migliore per farlo, oltre all'intervento della cassa depositi e prestiti, è il contributo in conto capitale.
Noi siamo d'accordo sui tre miliardi e 168 milioni per l'assistenza siamo d'accordo con le dichiarazioni dell'Assessore circa la questione del cherosene, e un intervento di carattere politico e così com'è stato espresso lo accettiamo; fermi rimanendo gli altri interventi, cioè l'assistenza farmaceutica ai coltivatori diretti, artigiani e commercianti (che assumono anche essi carattere contingente perché vanno in direzione di piccole proprietà contadine che presentano le stesse difficoltà di tutte le altre categorie); ferme rimanendo le spese previste per il settore dell'assistenza scolastica, rimane aperto il problema dei mille milioni per le strade comunali e provinciali. Ci è stato fatto osservare che la mozione del settembre stabiliva che occorreva intervenire nel settore dei lavori pubblici e l'intervento relativo alle strade comunali e provinciali sarebbe una risposta a questa esigenza, ma la invitiamo, signor Presidente, a riflettere ancora; devo dire che in questo senso obiezioni sono venute in Commissione anche da Dotti e da altri, credo dallo stesso Rossotto, i quali hanno espresso la loro perplessità su un intervento di questo tipo. Noi pensiamo che utilizzare questo miliardo per contributo in conto capitale in determinati settori di opere pubbliche risponda meglio a certe esigenze immediate sul piano dell'attività edilizia, ma anche sul piano sociale.
La proposta che abbiamo fatto e che riproponiamo qui è che prendendo atto purtroppo del fatto che il piano degli asili nido non si è concretizzato dopo due anni, ci sono, per quanto ci è stato detto, sei o sette comuni che hanno appaltato, ma rispetto al piano che ci siamo fatti di soddisfare al 10 per cento della domanda in questo settore, c'è una differenza enorme.
Io non dico di fare come la Regione lombarda che ha deciso di fare cento asili nido e poi darli in gestione ai Comuni. Io non arrivo a tanto perché non sono convinto di questo, penso invece che questi mille milioni suddivisi con contributi in conto capitale fra tutti i Comuni possono consentire di aprire decine e decine di cantieri per fare gli asili nido e nel contempo di soddisfare la domanda che attende da troppo tempo una risposta. Questo vuol dire cancellare dai nostri impegni le strade comunali e provinciali? No, noi in Commissione abbiamo detto che se la questione risulterà urgente la affronteremo con l'avanzo del 1973, con i quattro miliardi di cui si parla, se non è possibile l'affronteremo con bilancio 1975, non saranno due o tre mesi in più che faranno crollare le sorti di quel Comune perché il contributo per la strada non è venuto. Pare a noi che i mille milioni usati per contributi in conto capitale per la costruzione di asili nido ai Comuni che già hanno avuto il contributo, possa oggi immediatamente rispondere a esigenze di carattere contingente, ma anche a esigenze di carattere più politico, più generale, rispondere cioè a una domanda sociale di estrema importanza che credo tutti noi abbiamo valutato.
Io non avrei nient'altro, signor Presidente, da dire e concludo con un'anticipazione rispetto al discorso che faremo in modo più ampio: se il pacchetto di cui si parla si arricchisce oltre che dell'accettazione della nostra richiesta di spostare a dopo l'intervento per le strade, anche di un meccanismo capace di attivare le leggi con contributo in conto capitale ai Comuni, credo che daremmo al complesso degli interventi una validità superiore agli obiettivi che ci si era proposti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Garabello.



GARABELLO Enzo

Signor Presidente, mi pare che la problematicità della relazione succinta portata dal collega Dotti a nome della Commissione e gli stessi interventi che si sono succeduti, particolarmente quelli dei colleghi dell'opposizione, testimoniano l'apertura che il discorso della variazione di bilancio ha determinato in tutte le forze politiche. Di questo dialogo aperto è stato testimonio il lavoro della I Commissione tentando di rapportarsi in ogni momento alla realtà sociale cui i provvedimenti relativi alla variazione di bilancio vogliono portare, particolarmente in questo momento di congiuntura, ad una soluzione; la Commissione - si consenta al Presidente di ringraziarne i componenti - ha visto da parte di tutti il tentativo di dare un concreto contributo per ottenere il massimo risultato pratico e per conseguenza il massimo impegno politico che la variazione di bilancio comporta in rapporto anche agli impegni presi dalla mozione del 17 settembre. Ho detto "da parte di tutti" e in garbata polemica con il collega Rossotto dirò che il dibattito sulla nota di variazione ha confermato un atteggiamento che non è nuovo della Giunta in questo campo (ricordo i dibattiti che si ebbero in proposito fin dall'epoca in cui sedeva all'Assessorato il collega Paganelli) e che si è riconfermato ora con il collega Simonelli, quello di una serie di proposte a cui la Giunta perviene, disponibile però a recepire quello che la Commissione dice, a confrontare i punti di vista e in questo caso direi che il risultato va ben oltre il contenuto della nota di variazione, prevede tutta una serie di provvedimenti che la Giunta dovrà presentare al Consiglio per riempire il pacchetto relativo alla nota del Consiglio Regionale.
Credo sia giusto quindi dare atto alla Giunta di questo atteggiamento non mi pare, Rossotto, che si tratti soltanto di venire con una scatola aperta perché il Consiglio la riempia, la Giunta presenta delle proposte le difende, le confronta, è pronta a modificarle, è pronta ad andare oltre alle proposte stesse e questo lo devo dire in rapporto a quello che è venuto in I Commissione non soltanto dall'Assessore al bilancio, ma anche da altri Assessorati importanti, dal dibattito iniziale con l'Assessore all'assistenza fino al dibattito finale con l'Assessore al commercio chiamati in causa da proposte, da sollecitazioni della Commissione stessa.
Vorrei anche dire che non è stata intenzione della I Commissione prevaricare le altre Commissioni, mettendosi a discutere e a definire dei progetti di legge, caso mai è l'occasione politica di un confronto affinch sulle proposte che la Giunta farà le singole Commissioni, che hanno maggiore competenza settoriale, possano esprimersi concretamente Sulla base di tutto questo ho ricavato alcune considerazioni, parte delle quali nello stesso modo o con qualche modifica, sono già state qui presentate e che mi permetto semplicemente di ricordare.
C'è una prima considerazione da fare ed è quella dello stato finanziario della Regione e delle sue possibilità di intervento nella realtà regionale. E' stata discussa in Commissione una tesi che nel suo intervento il collega Berti ha ricordato, che è quella di un taglio diverso da dare alle leggi, meno leggi di indirizzo e di contribuzione e di stimolo, più leggi pianificate nel loro intervento con una forma di finanziamento più concretamente individuata.
Io credo che questo argomento meriti una meditazione da parte nostra e può darsi che in proposito si debba sviluppare un dibattito; sono convinto che le leggi che hanno in sé un piano di attuazione e una destinazione degli interventi a monte fatti dalla Regione abbiano un grande valore e siano da preferirsi nel momento congiunturale, nel momento cioè in cui tutti quanti ci rendiamo conto che l'avere, all'interno delle banche, i famosi 90 o 100 miliardi, contrasta con le esigenze della comunità regionale. E' chiaro che parte di questi depositi sono ampiamente giustificati su un piano formale, qualcuno lo è di più sul piano sostanziale, qualche altro un po' meno, dipende dal fatto che vuoi le leggi di Stato da noi ereditate, vuoi le leggi da noi fatte ci pongono in una prospettiva che non trova la possibilità - è stato detto dagli Enti locali di farle funzionare. E' certo che in un momento congiunturale in cui anche il denaro che gli enti pubblici possono investire determina elementi di equilibrio economico e di equilibrio sociale, questa è una strada sociale che deve essere modificata. In momenti diversi può darsi che non sia così, affermo essere giusta la tendenza a puntare ad un piano organico complessivo, non so però se sempre, anche in momenti di maggiore tranquillità, dobbiamo sostituirci quasi completamente agli Enti locali facendone ad un certo punto sostanzialmente delle agenzie attuative della nostra volontà.
E' un dibattito che dovremo approfondire, mi pare però che anche la richiesta di studiare dei metodi per attivare leggi ferme sia valida.
In Commissione, sempre sotto il profilo finanziario, è venuto fuori il discorso di un nuovo modo di intervento della Regione nei confronti degli istituti bancari, soprattutto per garantire agli Enti locali la possibilità di trovare i fondi e accendere mutui per realizzare le opere che hanno programmato, specialmente nell'ambito delle leggi regionali.
Qui si è parlato di asili nido: le leggi sugli asili nido ci parevano sufficienti a garantire un movimento molto più rapido, ci rendiamo conto che oggi la differenza fra il contributo della Regione e l'effettiva spesa pochi Comuni sono in grado di affrontarla. Pertanto un modo che deve essere incrementato sarà quello di aprire noi stessi il credito e dare contributi in conto capitale, inoltre agevolare in ogni modo, sia a livello di istituti di credito nazionale, sia a livello delle, banche pubbliche locali, la possibilità per i Comuni di fare prestiti.
Un secondo argomento mi è parso sorgere ieri in Commissione di cui s'è fatto in parte portatore il collega Dotti nella relazione parlando dei problemi dell'agricoltura. Credo che in un momento congiunturale sia per il mondo agricolo, sia per i consumatori, il problema più grosso dell'agricoltura che dobbiamo risolvere sia quello alimentare, cioè come collegare la produzione ed il consumo.
La proposta che è stata avanzata dall'opposizione, filtrata dalla Commissione che l'ha ritenuta valida - al limite direi anche nel settore dei lavori pubblici perché costruire dei magazzini vuol dire dare lavoro alle imprese edilizie - per favorire particolarmente il settore delle vendite collettive, degli esercenti associati, dei gruppi di acquisto ha però suscitato la necessità di un coordinamento fra il settore dell'agricoltura e quello del commercio, cioè la commercializzazione dei prodotti agricoli non è settoriale, non riguarda soltanto l'agricoltura ma anche i consumatori e pertanto e un problema della distribuzione molto importante. Bisogna quindi che senza intralci, ma con collegamenti operativi seri, i due Assessorati ricerchino insieme il coordinamento delle leggi agricole, già approvate e in gestione, con la legge del commercio.
Terzo argomento di cui si è discusso anche nella Commissione I unificata con la II, quello della casa. Sarebbe illusorio pretendere che la Regione risolva il problema della casa, però può dare un contributo, pu farsi parte diligente per individuare dei metodi di lavori che consentano di smuovere il settore e farlo camminare. E qui siamo di fronte a progetti di legge che hanno contenuti in parte analoghi, in parte complementari bisogna affrontarli; c'è una legge unificata che la Regione deve approvare (mi riferisco al disegno di legge della Giunta e alla proposta di legge del Gruppo comunista) però abbiamo rilevato nelle riunioni fatte ad hoc che il problema pregiudiziale è poter definire, fra il disegno di quattro miliardi, e una proposta di dieci miliardi, qual è effettivamente la disponibilità che la Giunta ha da mettere su questo tavolo.
La proposta avanzata dal Gruppo comunista che dà l'indicazione di una legge pianificata con prospettive definite, al fine di non rinviare a scelte volontaristiche degli Enti locali che certamente trasporterebbero nel tempo l'efficacia della legge, è da prendere in considerazione. Mi pare che si accoppi bene a questo discorso il disegno di legge di modifica di quello esistente per gli oneri di urbanizzazione per la 167 che può essere a sua volta uno strumento attuativo della legge sulla casa. Qui la Giunta dovrà tenere conto: dei due miliardi e 370 milioni che nella variazione vengono accantonati a questo scopo; del miliardo già stanziato con legge per i centri storici che dovrebbe qui trovare alcuni significativi dati di avvio; quattro miliardi che si prevedono al prossimo avanzo del rendiconto 1973 e seguire la strada che riterrà più opportuna.
Credo pregiudiziale per i lavori della II e della I Commissione la definizione della somma che la Giunta può definitivamente inserire come dotazione finanziaria della legge.
Il collega Berti ha accennato alla loro proposta e alla non concorde conclusione sul miliardo previsto per le strade che i colleghi comunisti proponevano di utilizzare diversamente esponendo più di un'alternativa tutte quante interessanti, una delle quali, quella riguardante le strutture commerciali, dovrebbe trovare una soluzione esterna. Io sono d'accordo che soprattutto per l'aspetto occupazionale, è più entusiasmante il costruire uno stabile che asfaltare, riparare, sistemare strade comunali; io non ho sposato completamente questa tesi, però se la Giunta vorrà vedere se vi è una possibilità di attuazione in tempi rapidi di una proposta di questo genere, non mi sentirei di respingerla a priori, però non si tratta di una cifra tale da dover dividere il Consiglio Regionale, fossero cifre più sostanziose si potrebbe approfondire il discorso, ma costì non mi sento di respingere la proposta dandole un significato politico, ritengo quindi che un'eventuale modificazione dell'attuale stesura della nota di variazione debba avvenire nel momento in cui la Giunta accerti uguale tempestività nell'utilizzazione di quel denaro. E' certo, la scelta degli asili nido come linea alternativa è allettante da ogni punto di vista, anche perché è un'iniziativa della Regione per la quale abbiamo già previsto delle grosse spese (che per il momento abbiamo fatto in minima parte); inoltre trattandosi di opere relative a impianti di servizi sociali, sembra più coerente come investimento, ad una mera sistemazione di strada secondaria che sembra di più ad una spesa corrente.
Io ho ritenuto di non prendere una posizione formale proprio perch vorrei che ci attenessimo anche alla rapidità della spesa, però per quanto mi riguarda sono disponibile ad eventuali ulteriori precisazioni della Giunta.
Ultimo punto: i redditi bassi. Non credo sia il caso di ripetere qui le discussioni che si sono svolte in Commissione, in cui sono stati avanzati dubbi in merito all'entità della cifra, e soprattutto sul modo in cui i tre miliardi e rotti vengono spesi, non certamente dubbi sullo stato di necessità di chi ne dovrebbe beneficiare, perché ci rendiamo conto che nell'attuale quadro del costo della vita qualsiasi aiuto, per piccolo che sia, è significativo. I Comuni, per la verità, erano schierati su questa linea di dubbio circa l'entità complessiva: hanno presentato, però, in fase di consultazione, delle alternative che noi in parte almeno soddisfiamo con un rimpinguamento delle previsioni di spesa nel settore dell'assistenza scolastica, essa pure elemento di sostegno dei redditi più deboli.
Soltanto, mi permetterei di far presente alla Giunta, dopo aver dato atto che la richiesta venuta unanime dai consultati esterni così come anche dall'interno della Commissione, di una modifica del sistema di distribuzione, è stata accolta, che quello che è importante è la presentazione immediata di un testo di legge, e, direi, mentre il testo di legge fa il suo iter, di informare al più presto i Sindaci, sia pure in maniera informale, della iniziativa, affinché questa, che sarà sul piano operativo di una certa difficoltà, se non altro per la identificazione degli elenchi nei singoli Comuni, si attui nel minor tempo possibile. So che l'Assessore è d'accordo in questo senso: mi auguro che la Giunta, anche se si tratta di una forma un po' insolita, possa emanare le sue disposizioni, le sue circolari, pur con tutte le riserve del caso, affinch i Comuni comincino a preparare il lavoro.
Mi pare che, per quanto riguarda i settori dell'assistenza scolastica si sia data risposta a due richieste che sono state portate avanti dagli Enti locali: da un lato quella di sovvenire alle maggiori spese che le Comunità montane affrontano per i trasporti - e questo è opportuno, va bene dall'altro, quella di tener conto al limite estremo - da un lato le Comunità montane, dall'altro lato particolarmente i centri industriali dei maggiori costi per le mense scolastiche. Mi pare che sia coerente anche se non completo come entità, rispetto alle indicazioni che ci hanno dato gli Enti locali, che anche i sindacati hanno confermato, e quindi la Commissione in questo senso ritiene di dare la sua approvazione unanime.
Ora occorre che i disegni di legge, i provvedimenti amministrativi che vengono a seguito dell'approvazione in questa nota di variazione siano approntati al più presto. In questo senso stimoliamo la Giunta, che direi non ne ha bisogno perché tutti gli Assessori sono pronti, evidentemente, ad utilizzare i fondi che la nota di variazione mette a loro disposizione: però, non dimentichiamo che si tratta di un provvedimento congiunturale, e la congiuntura bisogna combatterla anche con la rapidità, anche con un impegno nel tempo.
Mi pare, in conclusione, che sostanzialmente la mozione del 17 settembre abbia ricevuto da parte della Regione una risposta coerente come indirizzo. Ci rendiamo conto, però, che più completa coerenza si sarebbe potuto dare se i mezzi a disposizione fossero stati maggiori, cioè se la nota di variazione avesse potuto rivelarsi più ricca, insomma; perché, in ultima analisi, all'ultimo momento l'hanno un po' arricchita, come entità globale, i provvedimenti presi e richiesti dall'Assessore all'agricoltura i quali però si risolvono essenzialmente all'interno e quindi non hanno potuto certamente essere deviati verso altre zone o altri settori di lavoro.
L'Assessore al bilancio, nel fare, questa sera, la sua relazione, ci ha ricordato la dura situazione finanziaria in cui indubbiamente si trovano ormai le Regioni, non solo la nostra ma pensiamo anche le altre; situazione finanziaria che mette molte volte il dubbio se l'Istituto regionale sia stato preso, complessivamente, dagli organi governativi, nei modi costituzionali e secondo le volontà, politiche espresse.
Mi rendo conto che, dicendo queste cose, può sembrare che ci si voglia unire alla schiera di coloro che sparano a zero, con estrema facilità contro gli organi dello Stato. Non possiamo dimenticare, però, che gli organi dello Stato, anche a livello centrale, sono formati da uomini dei nostri stessi partiti, vuoi di maggioranza, vuoi di opposizione. Quindi non possiamo sciacquarci la bocca con una lamentela rivolta soltanto verso gli organi centrali: occorre una azione seria di documentazione, di presentazione, diciamo, delle situazioni effettive in cui versano le Regioni.
Mi pare che la riunione degli Assessori al bilancio, cui partecipa domani il collega Simonelli, possa essere una occasione seria per sondare la volontà del nuovo Governo, che sappiamo animato da intenzioni di rinnovamento in molti settori, per vedere che intenzioni siano quelle che esso ha nei confronti delle Regioni. Mi auguro che le intenzioni siano quelle che abbiamo noi, cioè di determinare un nuovo modo di amministrare la cosa pubblica alleggerendo il centralismo, favorendo il decentramento e non soltanto il decentramento ma l'autonomia politica, l'autonomia amministrativa.
Ritengo quindi che il Governo appena formato, fra i tanti problemi che deve affrontare, debba, stimolato dalle Regioni, affrontare anche quello dando con ciò un concreto segno della sua volontà politica, di stanziare una somma adeguata da ripartire fra le Regioni. Questo costituirà un banco di prova per il Governo. Se le cose dovessero rimanere invariate si potrebbe concludere che non è cambiata la volontà politica. Noi riteniamo invece che debbano esserci dei mutamenti nella volontà politica, e dobbiamo sollecitarli, affinché le Regioni possano meglio svolgere, in questo momento di congiuntura, ma ci auguriamo presto anche in momenti di maggiore normalità, la loro funzione nei confronti della Comunità regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Gandolfi. Ne ha facoltà.



GANDOLFI Aldo

Signor Presidente, signori Consiglieri, vorrei, a nome del Partito repubblicano, fare alcune brevi considerazioni su questa variazione di bilancio. Sono ovviamente considerazioni di appoggio alla Giunta per questo tipo di proposta, ma anche di preoccupazione per uno degli interventi che in questo quadro complessivo è stato proposto.
Innanzi tutto, va detto - e direi con compiacimento, come fatto, in fondo, di qualificazione anche per gli interventi regionali nel loro complesso - che la Regione, se non altro, in questo momento, con un intervento di modificazione e di revisione della struttura di bilancio per il 1974, dimostra di essere un organismo che riesce a prendere tempestivamente un certo tipo di decisioni. In un momento in cui lo Stato ha dato e dà dimostrazioni notevoli di inefficienza, di mancanza di tempestività, di estrema lentezza nell'affrontare le situazioni emergenti la Regione dà la dimostrazione di essere un ente che, sia pure con tutte le difficoltà e tutte le remore che oggi ostacolano rapide decisioni degli enti pubblici, ha, se non altro, la capacità di dare indicazioni e l'esempio di un intervento che potremmo definire congiunturale, che ha caratteristiche, se non altro, di sufficiente rapidità e tempestività.
In questo quadro, gli interventi che sono proposti nel campo delle opere pubbliche, dell'edilizia, dell'assistenza scolastica hanno una loro logica: rispetto ad essi altri potrebbero essere proposti, ma, direi, hanno comunque una giustificazione, e, se non altro, nel quadro delle difficili condizioni di bilancio della Regione, sono anche delle scelte di un certo coraggio e dimostrano la volontà di intervenire là dove si può e soprattutto là dove l'iniziativa pubblica nel suo complesso è obiettivamente più carente, come indicazione di volontà politica, come sollecitazione per interventi di carattere più globale che, come nel caso dell'edilizia popolare, devono venire evidentemente da decisioni di carattere politico nazionale.
Le preoccupazioni che intendevo esprimere riguardano l'intervento di tipo assistenziale, per erogazioni a fronte di spese di riscaldamento.
Sappiamo benissimo come è nato questo tipo di decisione, di sollecitazione in che momento è nato, cioè quando si apriva il discorso della Cassa integrazione; sappiamo poi che è nato sulla base di una spinta e di una richiesta precisa delle organizzazioni sindacali che in una certa misura in questo momento, in Piemonte non si poteva disattendere, Quindi, non è tanto su questo aspetto del problema che io vorrei soffermarmi, quanto piuttosto sulle caratteristiche che si vengono ad introdurre nel campo degli interventi regionali con questo tipo di intervento.
Abbiamo già detto in altre occasioni che gli interventi regionali devono essere interventi che in qualche misura hanno caratteristiche strutturali, cioè che modificano realmente le condizioni di un settore o di un campo di intervento regionale, che creano servizi, che incentivano in particolare investimenti, che modificano sostanzialmente le condizioni strutturali dei settori sui quali la Regione ha competenza. Questo è indubbiamente un intervento che non ha queste caratteristiche, e che quindi presta il fianco a considerazioni negative.
Un intervento di questo genere, a mio avviso, è accettabile a patto che sia veramente un intervento di carattere straordinario, che si configuri quindi, in termini di straordinarietà, di intervento una tantum a fronte di una situazione sociale difficile come quella che noi dobbiamo oggi affrontare. Sarebbe veramente grave se la Regione, sull'onda di una necessità e di una spinta di questo genere, accettasse poi una logica di intervento, cioè di erogazione di contributi alle persone o ai nuclei familiari, di questo tipo anche per il futuro.
Quindi, la riserva, per usare un termine che è improprio, che io devo esprimere a nome del Partito repubblicano su un intervento di questo genere è che, ove interventi di questo genere si riproponessero in futuro, non più come interventi straordinari ma come interventi che assumono carattere continuativo nel tempo, la mia parte politica non potrebbe più accettarli.
D'altronde, ritengo che questa sia una valutazione condivisibile da parte delle altre forze politiche. La Regione deve essere chiara e precisa in questo momento, perché non capiti che quando verrà in discussione il bilancio 1975 venga riproposta una spinta, una sollecitazione di questo genere, il che sarebbe grave date soprattutto le condizioni della finanza regionale.
Confermo, in definitiva, il voto favorevole del mio Partito.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Rivalta. Ne ha facoltà.



RIVALTA Luigi

Il mio intervento non verterà sull'insieme delle indicazioni riguardanti la variazione di bilancio, ma su talune di esse.
Mi ha indotto a prendere la parola l'andamento della discussione che si è svolta questo pomeriggio, in cui unanime è stata la denuncia della inefficienza della politica fin qui svolta dal Governo. Condivido questa valutazione critica e aggiungo che dobbiamo evitare che in qualche misura questa inefficienza abbia a caratterizzare l'operatività della Regione.
Proprio sotto questo profilo voglio richiamare l'attenzione dei colleghi Consiglieri, in particolare della Giunta, su un problema che è stato trascurato: il problema degli asili nido. L'Assessore Simonelli ha parlato di una possibile soluzione di tale problema. Per il completamento dei finanziamenti regionali sarebbero a disposizione dei Comuni fondi della Cassa depositi e prestiti; inoltre questa mattina la Giunta avrebbe interpellato banche per l'apertura di mutui.
La Regione ha predisposto con i piani 1972 e 1973, un contributo in conto capitale di 65 milioni per 120 asili nido. Di questi asili, al 14 ottobre '74, soltanto sei erano stati appaltati (questo è quanto abbiamo appreso dall'Assessorato). Si tenga pur conto delle lentezze burocratiche ma il fatto è che dei 120 asili nido che sono stati finanziati con i bilanci 1972 e 1973 (non quello del '74; per quest'anno il piano è ancora da fare), soltanto sei sono stati appaltati. Con i due bilanci la Regione ha stanziato (65 milioni di contributo per 120 asili) 7 miliardi e 800 milioni. La quasi totalità di questa cifra, fatta eccezione per la parte esigua, corrispondente ai sei asili nido appaltati, è rimasta nelle casse della Regione, senza attivare alcuna costruzione, senza quindi influire sull'occupazione nel settore edilizio né sulla dotazione del servizio sociale. A causa dell'incremento che hanno subito in questi ultimi due anni i costi delle costruzioni, oggi, per dare completezza esecutiva a quei programmi predisposti nel '72 e nel '73, occorrerebbero circa 24 miliardi.
Gli asili nido che sono stati appaltati, secondo le informazioni che si hanno - noi chiediamo all'Assessorato di informarci con maggiore esattezza e puntualità - hanno fatto registrare costi intorno ai 200 milioni l'uno contro i 120 preventivati. Rispetto ai 7 miliardi stanziati con i bilanci '72 e '73, mancano ben 16 - 17 miliardi.
Ora, io domando se la soluzione indicata dall'Assessore Simonelli è in grado di mettere a disposizione i 16 - 17 miliardi che ora sono necessari per utilizzare gli stanziamenti già fatti. Questa è una domanda a cui è necessario rispondere nel momento in cui discutiamo la variazione di bilancio del '72, e a cui si dovrà prestare attenzione quando discuteremo la variazione di bilancio del '73. Se vogliamo evitare l'inefficienza palesata dallo Stato, e qui denunciata, dobbiamo saper indicare come reperire questi 16 - 17 miliardi necessari per dare compiutezza al programma di costruzione degli asili nido.
Non si tratta soltanto di individuare gli istituti di credito disposti a concedere i mutui: è necessario verificare se i Comuni ai quali sono stati assegnati i contributi parziali, hanno la possibilità di accendere questi mutui. Ecco allora che la variazione di bilancio che stiamo discutendo, e quelle successive, dovrebbero contenere un'analisi più ampia di quella che è stata presentata, circa l'utilizzo dei soldi che sono in cassa.
Ho dubbi che le indicazioni date dall'Assessore Simonelli siano valide senza con questo voler disconoscere gli apporti positivi che egli ha dato già messi in rilievo dal mio collega Berti, nella discussione in Commissione, al fine di tener conto delle nostre obiezioni riguardanti la variazione di bilancio proposta. Se noi vogliamo effettivamente dare concreta esecutività ai programmi del passato - e quello degli asili nido è un caso esemplare -, dobbiamo trovare i 16 - 17 miliardi occorrenti per poter costruire gli altri 114 asili nido non ancora appaltati. Dobbiamo verificare se i Comuni sono in grado, quando le banche li concederanno, di accendere o mutui, e in caso contrario intervenire noi direttamente ampliando il finanziamento. Se alla fine di queste considerazioni scoprissimo che per questi asili nido non possono comunque essere trovati i finanziamenti necessari, allora, dovremmo avere il coraggio di ridurne il numero, di concentrare i finanziamenti a disposizione, ma costruire quelli che risulteranno così finanziabili.
Per recuperare i 16 - 17 miliardi - una cifra veramente ingente - oltre a rivolgerci alle banche per ottenere tutto quello che sarà possibile, è necessario racimolare anche le briciole a disposizione della Regione.
Quando ci si trova a dover raccogliere somme ingenti, il modo corretto di operare consiste, nello stabilire priorità e nel promuovere economie.
Allora, l'assorbire anche il miliardo ora destinato alle strade - mi rifaccio come esempio a questo, ma probabilmente ci sono altri stanziamenti su cui operare - diventa importante; condivido l'opinione di chi, come i colleghi Berti, Rossotto, Dotti, ha detto in Commissione e qui, che l'asfaltatura delle strade può benissimo essere rinviata di alcuni mesi.
Quel miliardo potrebbe essere utilizzato per formare quella cifra di 16 17 miliardi che è necessario trovare per attivare il programma degli asili nido.
Solo applicando scrupolosamente il metodo di una rigorosa selezione della spesa riusciremo a trovare fa somma necessaria. Chiedo quindi alla Giunta di rimeditare sul miliardo destinato alle strade, e su altri destinati ad opere non prioritarie. Difficilmente il completamento del finanziamento degli asili nido potrà essere risolto dai Comuni soltanto facendo ricorso agli istituti di credito.
Come secondo punto di riflessione, indotto dalla discussione in merito alla efficienza ed alla operatività degli interventi, ricordo che i criteri che sono stati adottati nel disegno di legge per le aree industriali quelli che caratterizzano la nostra proposta di legge per la casa garanzia della totalità di finanziamento, procedure e tempi definiti devono caratterizzare tutte le leggi. E sotto questo profilo, allora, anche il disegno di legge per il commercio che si sta discutendo nella Commissione apposita, e di cui si è discusso di riflesso nella I Commissione, deve essere sostanzialmente modificato.
Il disegno di legge sul commercio, così come è stato presentato dalla Giunta, fornisce dei contributi parziali - parte in conto interesse, parte in conto capitale - a chi ne farà richiesta. Ecco, questo è il modo sbagliato di procedere: altre cifre rimarranno nelle casse della Regione senza trovare pratica utilizzazione. Noi chiediamo che anche questo intervento, giusto nella linea e negli obiettivi - volto alla costruzione di strutture per la conservazione e la trasformazione dei prodotti agricoli e quindi alla loro commercializzazione - preveda un programma preciso di realizzazione che indichi sulla base delle disponibilità finanziarie, le strutture da realizzare e la loro localizzazione. Si può evidentemente individuare qual è il costo di una struttura tipo, e sulla base delle disponibilità finanziarie derivare quante strutture si possono creare.
Questa analisi mostrerà che si possono soltanto fare quattro, cinque o dieci strutture? Ebbene, queste strutture finanziate al cento per cento dalla Regione saranno costruite. Altrimenti rischiamo di lasciare una parte di quei soldi a stagnare per alcuni anni. Decidiamo di intervenire in quei Comuni che abbiamo individuato come quelli in cui, per la presenza, ad esempio, di organizzazioni di dettaglianti associati, del movimento cooperativo, è più opportuno e fattivo intervenire.
Se noi opereremo secondo questa linea, a partire dalle leggi future - e quella sul commercio può essere uno dei casi - non ci ritroveremo fra un anno o due ad avere qualche miliardo non speso, come i sette per gli asili nido.
Ecco allora, che sotto questo profilo, la variazione di bilancio non è soltanto un fatto contabile, ma è un atto politico di fondo, che permette di ripensare al modo in cui abbiamo fatto le leggi, al modo in cui abbiamo operato in questi anni, e che da una giusta valutazione critica consente di trarre le giuste conclusioni di revisione della impostazione legislativa e operativa della Regione.



PRESIDENTE

Per alcune precisazioni in rapporto agli asili nido ha chiesto di parlare l'Assessore Vietti.



VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi sociali

Consigliere Rivalta, non è che non intenda dare le risposte che mi sono state richieste sul programma degli asili nido: è che si chiedono informazioni così dettagliate (quante ditte hanno partecipato all'appalto quali i prezzi in aumento) che per darle è necessaria una ricerca abbastanza laboriosa.



RIVALTA Luigi

E' l'unica maniera per approfondire l'argomento.



VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi sociali

Poiché avevo già fatto svolgere una indagine sullo stato dell'attuazione dei piani degli asili nido quindici o venti giorni fa, non ho potuto richiedere nuovamente ai Comuni, a così breve distanza di tempo un altro quadro preciso, Comunque, risponderò alle domande che mi sono state rivolte: mi si dia soltanto qualche giorno di tempo per poter reperire, se non presso i Comuni, almeno presso i Geni Civili, i dati relativi.
Vorrei precisare, però, che non è esatto che siano soltanto sette gli asili nido che sono stati appaltati: sono sette gli asili nido per i quali già sono stati iniziati i lavori, mentre per altri quindici o venti è stato indetto l'appalto; però, alcuni appalti sono andati deserti e i Comuni hanno chiesto l'autorizzazione alla licitazione privata; per altri sono in corso le gare per l'assegnazione dei lavori.



RIVALTA Luigi

L'ordine di grandezza rimane comunque molto basso.



VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi sociali

Dobbiamo però riferirci soltanto ai 60 asili nido previsti nel piano per il '72; non possiamo riferirci a tutti i 120 asili nido, perché, come ho già detto più volte, i Comuni beneficiari dei contributi per la costruzione di asili nido in base al piano '73 dovevano presentare il progetto per il 30 ottobre di quest'anno, e pertanto i progetti sono in fase di approvazione presso i Geni Civili. Quindi le notizie comunicate - 7 asili nido iniziati e 15-20 asili nido per cui l'appalto è in fase di espletamento oppure è andato deserto e c'è la richiesta di licitazione privata - si riferiscono ai 60 asili nido previsti dal piano '72.



RIVALTA Luigi

Gli stessi problemi si riproporranno per il '73.



VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi sociali

D'accordo, però i dati esposti si riferiscono ad un numero più limitato e non già al complesso dei 120 asili nido.
Vorrei aggiungere qualche notizia per quanto riguarda l'intervento creditizio. Ancora questa mattina sono stata alla Direzione della Cassa Depositi e Prestiti, che già avevamo sollecitato, in seguito al voto del Consiglio, e che aveva risposto dichiarando la propria disponibilità a concedere mutui per gli asili nido (infatti diversi Comuni hanno già ottenuto la promessa di concessione di mutuo da parte della Cassa Depositi e Prestiti), ed ho avuto la riconferma di tale risposta positiva. Tuttavia ben conoscendo come siano lunghi i tempi necessari per ottenere i mutui dalla Cassa Depositi e Prestiti, non ci siamo limitati a tale intervento.
Esplicitando quanto ha già detto l'Assessore Simonelli, preciso che abbiamo trattato con il Consorzio di Credito per le Opere pubbliche di Roma. Questo Istituto di credito si è dichiarato disponibile a concedere immediatamente mutui per un importo di 3 miliardi, necessario per realizzare gli asili nido dei Comuni che già hanno il progetto approvato. Occorre però che gli istituti di credito locali acquistino titoli dal Consorzio di Credito per le Opere pubbliche, ed è a tale fine che vi è stato stamattina un intervento del Presidente della Giunta nell'incontro con i responsabili degli istituti di credito locali. Il nostro interessamento continuerà per rendere sollecita la concessione di mutui da parte del Consorzio di Credito per le Opere pubbliche ai Comuni che, interpellati, hanno dichiarato in larga maggioranza, la disponibilità ad accendere il mutuo con tale ente, al fine di realizzare con sollecitudine gli asili nido.
Ha ragione, Consigliere Rivalta, ad affermare che il problema non è risolto: infatti, con il Consorzio di Credito per le Opere pubbliche abbiamo già affrontato il discorso per i mutui che saranno necessari per gli asili nido da costruirsi in base al piano '73, i cui progetti sono in fase di approvazione.
Il ricorso ai mutui presso tale Istituto di credito è già stato attuato nell'Emilia Romagna e sono convinta che anche in Piemonte si otterranno risultati positivi. Evidentemente è nostro vivo impegno seguire da vicino i Comuni nello svolgimento delle pratiche necessarie; a tal fine le domande di mutuo saranno inoltrate tramite l'Assessorato alla Sicurezza Sociale per un loro sollecito accoglimento e perché gli asili nido programmati diventino al più presto realtà.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola all'Assessore Chiabrando per la sua replica comunico che la I e la III Commissione sono convocate, su richiesta specifica dei rispettivi Presidenti, per le ore 9 di domani, qui, nel Palazzo delle Segreterie.
Ha facoltà di parlare l'Assessore Chiabrando, per alcune delucidazioni in ordine agli interventi.



CHIABRANDO Mauro, Assessore all'agricoltura

Signor Presidente, sono stato richiesto, prima mentre ero assente e poi anche me presente, di alcuni chiarimenti riguardo agli spostamenti da un capitolo all'altro nel settore dell'agricoltura da me proposti.
In proposito avevo già riferito alla Commissione agricoltura, riunitasi ieri, prima della Commissione bilancio, e la Commissione aveva riconosciuto sostanzialmente, all'unanimità dei presenti, la necessità di questi spostamenti.
Gli spostamenti sono di due tipi: l'uno diretto a raccogliere somme avanzate su alcuni capitoli per impinguarne uno, quello dei miglioramenti fondiari, per cui le domande superano le disponibilità previste, l'altro di entità più ragguardevole, tendente ad incrementare la cifra da distribuire in premi per ingrasso a scapito di quella da distribuire in premi per l'allevamento dei vitelli.
Due ragioni hanno reso necessaria la seconda, più cospicua, variazione.
La prima sta nel fatto che la legge statale Marcora, che noi abbiamo recepito, non ha per ora stanziato, o comunque assegnato alla Regione Piemonte, alcuna somma; e quindi per essa noi siamo in credito verso lo Stato di 2 miliardi e 600 milioni che molto probabilmente - lo diceva ancora un momento fa il prof. Gaobardi e mi pare che il collega Simonelli lo confermi - non arriveranno. Quindi, ci troveremo con 2 miliardi e 600 milioni in meno sotto questo titolo. Ma quella principale concerne la preferenza data dagli allevatori ai premi di ingrasso rispetto ai premi di allevamento del bestiame. I premi di ingrasso (cinquantamila lire), che noi abbiamo istituito perché previsti dalla legge nazionale Marcora, sono più facilmente conseguibili rispetto a quelli di allevamento: infatti non comportano il risanamento ed impegnano l'allevatore soltanto per dieci mesi invece dei venti - venticinque, che equivalgono al periodo di gravidanza della vitella. Cosa si è verificato? Quello che altri colleghi avevano previsto, mentre io ero di diverso avviso, lo ammetto: la grande maggioranza degli allevatori ha fatto domanda per i premi di ingrasso.
Pertanto, dai previsti 40.000 vitelli per cui, secondo le nostre previsioni, sarebbe stata avanzata domanda di premi di ingrasso si è saliti a 100.000, mentre le domande di premi di allevamento, che calcolavamo intorno a 70-80.000, arriveranno a mala pena a 30.000. Quindi, si tratta dello stesso tipo di premio, solo che gli allevatori hanno fatto domanda in massa per quello che è indubbiamente più facile da ottenere, più vantaggioso e più immediato.
Appunto in considerazione di questi dati, che abbiamo raccolto negli ultimi giorni, ci siamo indotti a chiedere al Consiglio Regionale questa variazione di bilancio.



PRESIDENTE

Se più nessuno chiede di parlare, darei la parola al Presidente della Giunta, avv. Oberto.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Signori Consiglieri, l'ora avanzata e i vuoti nei banchi del Consiglio che denunciano ancora una volta la stanchezza di molti Consiglieri, mi inducono a restringere al massimo la mia replica, che avrei voluto poter fare con ampiezza assai maggiore.
E' stato molto giustamente sottolineato che questo assestamento di bilancio non è soltanto un accorgimento di natura tecnica, adottato per avvicinarsi ad una realtà di carattere finanziario, economico amministrativo della gestione della Regione: si tratta veramente di un momento politico della manifestazione della volontà. Intanto, perché si fa una certa scelta accogliendo o non accogliendo delle istanze, e poi perch si tratta di dare delle linee indicative le quali non potranno in certo qual modo non influire sulla previsione di bilancio per il '75, della quale, dico per inciso, la Giunta si occuperà in seduta straordinaria fissata per questo venerdì, per poterla rapidamente portare all'esame della Commissione prima e del Consiglio poi.
Le evidenti implicazioni politiche del problema sono emerse ben chiare dalla sottolineatura che è venuta da parte di tre degli intervenuti: il Consigliere Berti, il Consigliere Garabello e un terzo che ora non riesco ad individuare con sicurezza. Pensiamo un momento a quel che dovrà avvenire in futuro per la fase finale del bilancio: oggi ci troviamo a disporre, per l'utilizzazione, di fondi che in realtà non dovrebbero esserci; se noi riuscissimo a fare veramente delle leggi a misura delle esigenze, e con una indicazione più concreta e più esatta di questa, noi dovremmo arrivare alla spesa corretta, nel corso dell'esercizio finanziario, di quasi tutto quello che è stato stanziato per il loro finanziamento. E' stata anche sottolineata un'altra esigenza, su cui dovremo ad un certo momento, non certo questa sera, discutere: quella di trovare un diverso modo, come è stato detto, di fare le leggi. In un certo senso accolgo questa proposta sulla quale per altro verso non mi trovo consenziente. E' vero che noi abbiamo fatto fino ad ora essenzialmente leggi promozionali, ma dobbiamo anche tenere presente che è stato il primo momento della gestione della vita della Regione e che pertanto ci mancavano elementi, che in buona sostanza ci mancano anche oggi. Non c'è ancora, infatti, quella famosa "banca dei dati" che dovrebbe essere essenziale vuoi per programmare vuoi anche per fare le leggi. Lei sorride, Consigliere Rivalta, perch evidentemente pensa: ne abbiamo parlato più di una volta. Veda, fra l'essere al suo banco, dove lei sta benissimo, e l'essere a quest'altro dove io fatico a tirare avanti, c'è una differenza fondamentale, quella che c'è fra il dire e il fare. Comunque, rivolgere sollecitazioni è estremamente valido, e d'altronde è compito specifico delle minoranze stimolare, insistere. Al collega Rossotto, che si è allontanato, se fosse presente, dopo averlo ringraziato dei rilievi fatti in passato, e anche di quelli fatti oggi, quando ha osservato che certi errori non sono stati corretti, avrei detto che farebbe bene ad insistere fino a che questi errori non siano stati effettivamente corretti.
Dicevo del tipo di leggi che in futuro dovranno essere fatte. Già al presente, però almeno per un settore, qualcosa del genere è stato realizzato. Quando abbiamo esaminato il problema relativo agli insediamenti industriali, noi non abbiamo più fatto soltanto una legge di carattere promozionale, ma abbiamo esaminato concretamente delle situazioni. Con o senza la "banca dei dati", abbiamo realizzato una disamina concreta, tratto deduzioni e fatto una legge che è aderente alla linea di condotta che si auspica per il futuro.
L'argomento leggi meriterebbe invero un lunghissimo discorso. Mi limito a dire che l'argomento a me interessa, che penso interessi alla Giunta, e che queste sottolineature saranno tenute nella debita considerazione nel momento promozionale di altre leggi fino all'aprile del 1975.
Devo una parola di ringraziamento al relatore Dotti anche per la parte critica della sua relazione, e per il richiamo da lui fatto, evidentemente parlando a nome della Commissione, alla Giunta. La quale queste critiche le accetta, come ha preso atto dei riconoscimenti venuti e dal Consigliere Berti e dal Consigliere Garabello di una sua presenza attiva caratterizzata da disponibilità al dialogo, alla accettazione di suggerimenti che la Commissione ha dato. Non posso che compiacermi con l'Assessore Simonelli di questo suo atteggiamento, che è l'atteggiamento che la Giunta si propone di mantenere nel lavoro che si sta compiendo a tutti i livelli con le diverse Commissioni, e che intendiamo approfondire ancora, proprio per dare la misura dell'accettazione di tutto ciò che è il momento collaborativo da parte dei Consiglieri, i quali, poi, in buona sostanza, un poco anticipano nei lavori di Commissione il giudizio che verrà espresso dai vari Gruppi in sede di Consiglio Regionale.
Fatta questa dichiarazione, debbo limitarmi, nella replica, a prendere atto che si concorda sulle scelte fatte dalla Giunta, dicendo che politicamente si doveva andare in quella direzione.
Si è parlato anche dell'intervento a carattere assistenziale, e in proposito l'Assessore Gandolfi ha posto la Giunta sull'avviso che non si deve trattare di un qualcosa che si ripete poi come una costante. Noi abbiamo detto esplicitamente: è un assestamento di bilancio che ci impegna in questa direzione, dato il momento particolare contingente; questo non significa assolutamente che un impegno di questa natura debba rinnovarsi nei bilanci successivi.
Si è anche fatta una anticipazione per indicare una nuova scelta da parte del Gruppo comunista, indirettamente sostenuta, mi è parso, dal Consigliere Rossotto, discussa e non accettata, pur valutandone l'importanza e la sostanziale bontà, dal Consigliere Garabello, su quello che sarà per essere il residuo del bilancio del 1973 Si hanno delle cifre approssimative, di massima, che si possono però dire ancorate già a raccolta di dati estremamente validi: 4 miliardi e 100 milioni. Si badi però che noi - ecco dove si rivela nuovamente la differenza fra chi occupa questo posto e chi è nella fase dialettica della contestazione e dell'opposizione - dobbiamo tener conto di quella rigidità di bilancio di cui tutti hanno parlato e di esigenze alle quali non possiamo sottrarci fra cui la remunerazione dei dipendenti della Regione, che importa un aumento di un miliardo e mezzo di lire; per poter soddisfare questa esigenza non ci sarà altra possibilità che attingere a questo residuo dei quattro miliardi, cosicché la cifra verrà senz'altro ridotta di una fetta non indifferente.



BERTI Antonio

Scusi, Presidente, non può essere così, perché questa è una voce ricorrente, non un "una tantum".



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

E' una integrazione. Posso parlare con tutta sicurezza, perché la questione è stata approfondita in sede di Giunta. Gli aumenti, quindi, che sono stati operati per il 1972/73 trovano applicazione nel bilancio del '73 attraverso un altro assestamento di bilancio che dovrà essere fatto.
Quindi, c'è già un depauperamento, e notevole, del quale bisogna ovviamente tener conto.
La richiesta sostanziale, che ha trovato appoggio nella valutazione più larga fatta dal Consigliere Rivalta, è quella di vedere di distrarre, cioè di collocare diversamente, il miliardo che a richiesta della Giunta dovrebbe andare ai Lavori pubblici, più precisamente in lavori stradali quindi agli Enti locali, Comuni e Province, per destinarlo piuttosto agli asili nido.
A parte la situazione piuttosto critica che si è rivelata attraverso il discorso fatto dal Consigliere Rivalta, e il conseguente ritardo da parte di coloro che sono i titolari del diritto-dovere della costruzione degli asili nido, cioè i Comuni, sono, come è stato detto, 120 gli asili nido che hanno le carte in regola per poter avere da parte della Regione delle sovvenzioni. Bene, se noi ci mettiamo, armati di carta e matita, a fare i calcoli, devolvendo il miliardo ai 120 asili nido, a ciascuno spetterebbero 8 milioni e 150 mila lire: una cifra veramente irrisoria perché possa servire al completamento di queste opere, della cui validità siamo tutti perfettissimamente convinti; non incentiveremmo minimamente l'ulteriore svilupparsi della costruzione di questi asili nido.
Ecco perché la Giunta, avendo valutato e ponderato questa situazione insisterebbe nel mantenere la destinazione che è stata data al miliardo per le esigenze in campo stradale, che sono, per converso, immediatamente assolvibili, con tempestiva messa in circolazione del denaro e possibilità di realizzare alcune opere che segnano il tempo.
Tutto questo che cosa significa? Non certo che noi pensiamo di trascurare il problema degli asili nido. Al contrario, noi intendiamo approfondire anche alla luce delle indicazioni critiche che sono venute dai Consiglieri comunisti questa sera, in maniera da poterlo affrontare il più rapidamente possibile proprio nel bilancio del 1975, per quanto di nostra competenza.
Vi è stata un'altra osservazione che mi ha molto colpito, nella direzione degli impegni per la casa. Un grosso problema, questo, che se dovessimo proprio esaminarlo minuziosamente, facendo analisi logica e grammaticale, dovremmo dire che non è di competenza specifica della Regione. La Regione sente di dover intervenire in questo settore, in questa direzione, per la sensibilità politica che il Consiglio Regionale del Piemonte ha sempre dimostrato in proposito e dimostra anche in questa circostanza, in questo momento; ma sia detto chiaramente che è un intervento non precisamente di carattere istituzionale. Noi abbiamo proposto di mettere a disposizione la somma necessaria per l'affitto di 150 alloggi per la durata di due anni proprio nell'intento di sbloccare una situazione che stava per precipitare nel drammatico, e il nostro concorso e contributo è valso anche a qualche cosa.
Dicevo che qualcosa mi ha sorpreso, ed è stata la censura: perché non vi siete indirizzati nei confronti degli Istituti Case popolari? perché non avete voluto indicare questa strada come quella che dovrebbe essere percorsa per poter risolvere in termini concreti il problema? Vorrei qui dire al Consiglio che non è che la Giunta non abbia prospettato questa soluzione: l'ha considerata però di non prossima possibilità di realizzazione. Ed anche la sollecitazione che è venuta recentemente, con la presentazione di una proposta di legge, da parte del Consorzio degli IACP volontario - che quindi non ha una sua struttura giuridica, e non so nemmeno, al limite, se abbia titolarità per tale presentazione, più di quanto ne abbia un qualsiasi privato cittadino ove ricorrano tutte le circostanze che sono previste dalla legge, numero di firme eccetera: comunque, non intendiamo respingere un apporto che può venire anche da quella parte - la Giunta l'ha esaminata, tanto che si è fatta promotrice a tempi brevissimi della compilazione di un regolamento per formare effettivamente il Comitato regionale degli IACP, un regolamento che è stato mandato già a Roma per l'approvazione, dopo di che potremo istituzionalizzare questo ente regionale ed agire in quella direzione.
Questo dimostra che ancora una volta, quando le critiche sono, come nel caso concreto, effettivamente valide, la Giunta è disponibilissima, sempre ad accettarle. Si consenta però che rimanga ferma la destinazione del miliardo per i lavori pubblici sulle strade, mentre la Giunta prende impegno per quello che sarà invece il problema specifico degli asili nido.
Il Consiglio Regionale ha avuto certamente presente in questa discussione la grossa difficoltà in cui si trova la Regione Piemonte ed in cui si trovano tutte le Regioni per quanto attiene al momento finanziario che attraversano. Ho detto in anticipo: avremo 52 miliardi sulla quota globale, dieci in meno di quanto era stato richiesto come minimo dall'Assessore Simonelli nella penultima riunione che si tenne a livello interregionale. Se non riusciremo ad impostare un bilancio realistico, noi non potremo fare assolutamente niente. Capisco che la minoranza l'opposizione stimoli egualmente il potere esecutivo a fare, a fare, a fare. Anche il potere esecutivo vorrebbe fare, fare, ma si trova di fronte alla legge inesorabile dei limiti fissati dai fondi di cassa, dalle disponibilità.
Fatte queste dichiarazioni, mi sembra di poter veramente chiedere, non tanto al Gruppo liberale, che ha annunciato la sua astensione, quanto al Gruppo comunista, che per le altre voci ha espresso il suo assenso, di esprimerlo anche in merito alla destinazione di questo miliardo per i lavori pubblici stradali, con l'impegno, ripeto, da parte della Giunta di sopperire rapidamente all'altra esigenza, quella degli asili nido.



PRESIDENTE

Ha così termine la discussione. Passerei alla votazione dei tre articoli, poi alle dichiarazioni di voto dei singoli Gruppi; a meno che si preferisca fare prima queste, visto che il regolamento stabilisce che "i Consiglieri, prima delle votazioni che seguono la discussione, possono dichiarare di astenersi e dare una succinta spiegazione del proprio voto".
Chiede di parlare il Consigliere Berti. Ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Preferirei parlare subito per dichiarazione di voto.
Alcune questioni che sono emerse dalle risposte degli Assessori ed anche del Presidente della Regione danno maggior forza al voto che noi ci eravamo proposti di esprimere. In particolare, la risposta dell'Assessore all'agricoltura, il quale ha dovuto ammettere esplicitamente che nella legge sulla zootecnia si è commesso un errore, nel senso che, mentre ci si proponeva di intervenire per produrre delle situazioni positive, insistendo sui premi di allevamento, di miglioramento delle razze, si è ottenuto il risultato di incentivare la domanda di premi all'ingrasso, quelli ai quali noi ci eravamo giustamente opposti. E' una decisione che brucia un po' dopo aver preso atto a malincuore dell'indirizzo sbagliato, nei confronti degli scopi della legge, assunto dalla domanda, indirizzo che però la legge consentiva, quella di stornare la ragguardevole somma di 4 miliardi e 800 milioni, che era stata destinata in direzione organica, quella dei premi di allevamento, per spostarla in modo da incrementare la cifra per i premi all'ingrasso, visto che la domanda è rivolta essenzialmente a questi. Non siamo affatto convinti che questi cinque miliardi così saranno spesi bene e la dichiarazione dell'Assessore che neppure la Giunta era intenzionata ad usarli in questa direzione, però resa possibile dal contesto della legge convalida le perplessità sorte in vari membri della Commissione, di cui il Consigliere Dotti si è fatto portavoce in aula.
Così, la risposta dell'Assessore all'assistenza e del Presidente della Giunta circa il problema degli asili nido e anche sul problema della casa è una risposta che non risponde: in effetti, non è stata accettata la nostra richiesta di intervento sugli asili nido. Signor Presidente, noi non abbiamo chiesto di intervenire destinando mille milioni ai 120 asili nido.
Il collega Rivalta, in modo molto più esplicito di quanto avessi fatto io ha detto che, qualora ci accorgessimo, attraverso opportune indagini potremmo ridurre il numero degli asili nido e intervenire consistentemente su quelli che possiamo realizzare. E' questa la nostra proposta politica Non ci si può dunque rispondere: dando dieci milioni per ciascun asilo non cambieremmo in meglio la situazione. Sembra a noi che la Giunta non abbia colto il senso a nostro parere positivo della nostra proposta.
Infine, io non accetto il ruolo che lei più volte ci ha assegnato dicendo: "L'opposizione stimola a fare, a fare, a fare". Noi non stimoliamo a fare, noi facciamo sempre delle proposte concrete. Non siamo qui per dire: voi dovete fare. Su ogni questione avanziamo proposte concrete, tanto concrete che nella Commissione devono poi essere accettate. Altro che stimolo a fare! Noi siamo parte diligente. Noi non stimoliamo tanto per stimolare: ci facciamo carico delle questioni ed avanziamo proposte non demagogiche, all'interno dei problemi, della situazione della Regione.
Quindi lei non ci può liquidare dicendo: fate bene a stimolare. Noi ripeto, non ci limitiamo a stimolare.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Ho detto che abbiamo accettato delle vostre proposte. Più di così...



BERTI Antonio

Però ha anche detto varie volte che è più difficile stare al governo che all'opposizione. Io il cambio vorrei proprio farlo.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Io anche. Gliel'ho già persino preconizzato.



BERTI Antonio

Proviamo ad invertire le parti, Può essere che noi ci illudiamo, per dopo questi quattro anni di esperienza, noi, chissà perché, siamo convinti che qualcosa di meglio potremmo forse realizzare.
Ma lasciamo stare questi discorsi, che rientrano nelle cose ipotetiche non provate. Ho voluto solo fare questa precisazione perché non si continui ad assegnarci solo il ruolo di chi stimola: noi siamo dei proponenti riteniamo seri.
Comunque, poiché su questa questione, pur non essendoci una risposta positiva, noi riteniamo che il discorso venga lasciato aperto, rimanendo in attesa di vedere come saranno le leggi in merito al problema della casa tenendo conto che su altre questioni, e in Commissione e qui, c'è stato un discorso di carattere costruttivo, il nostro Gruppo esprimerà un voto di astensione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, devo dar atto di due posizioni espresse dalla Giunta, molto costruttive: da un lato, l'Assessore Simonelli ci ha ricordato i limiti del bilancio, i compiti della Regione, la collocazione dei provvedimenti che vengono proposti in relazione a questo quadro, in relazione alle competenze, alle inadempienze, o ai ritardi dello Stato, e ci ha consentito di esprimere un giudizio ragionato su alcune scelte particolari; dall'altro lato, la Giunta ha voluto dare puntuale risposta ed adempimento agli impegni che aveva assunto davanti al Consiglio riassumendo le indicazioni che da tutto il Consiglio erano venute, con le accentuazioni e le sottolineature che ogni parte ha creduto di fare valutando l'emergenza, la situazione di crisi.
Alcuni degli interventi che la legge di variazione di bilancio rende possibili hanno un chiaro carattere di supplenza rispetto a situazioni di emergenza che rientrano nella più ampia competenza statale; in particolare gli interventi per l'edilizia e per l'assistenza. Ora, mentre ci accingiamo a consentire la effettuazione di questi interventi, dobbiamo soffermarci un momento a meditare su queste iniziative.
E' già stato detto, e il Presidente della Giunta ha già precisato, come si tratti di una situazione particolare, di emergenza, e quindi ha riconosciuto che questi provvedimenti hanno più carattere di presenza, di sensibilizzazione, di tempestività politica, che non la pretesa di dare risposte aventi quantitativamente la capacità di avviare veramente a soluzione i problemi in questione in tutta la loro vastità. Quindi, hanno un significato politico positivo, ma un limite quantitativo, per cui a mio avviso, la validità principale dei provvedimenti che dovremo mettere a punto successivamente, che oggi sono resi possibili, sta nel trovare le procedure, i modi, le rapidità di attuazione, nello scegliere i punti più deboli su cui intervenire affinché l'intervento regionale si giustifichi come un modo per dimostrare alla società nel suo complesso, allo Stato, che esiste uno strumento nuovo, capace di dare risposte valide e tempestive nei settori più scottanti, e quindi abbia un carattere esemplare, emblematico al fine della politica regionale, della politica che anche lo Stato in futuro dovrà svolgere. Se questo non fosse, i dubbi, che del resto serpeggiano in mezzo a tutti noi, diventerebbero ancora più forti metterebbero in forse anche l'opportunità di procedere in certe direzioni.
Io credo che quando questi provvedimenti, ancorché efficaci, studiati bene e con la collaborazione di tutti, con l'apertura più ampia ad ogni apporto, li vedremo nel momento consuntivo, ci accorgeremo che saranno stata povera cosa rispetto a quello che poteva essere invece, che so?, un intervento nei settori di competenza specifica istituzionale della Regione.
Intervenire con tre miliardi per contribuire alle spese di riscaldamento è il modo più nobile di aiutare coloro che non hanno mezzi, in un inverno che tutti i meteorologici prevedono durissimo, è cosa che nessuno osa pensare non si debba fare; ma se andremo a vedere il reale vantaggio, le cose che si sarebbero potute fare con questi tre miliardi, indubbiamente a posteriori avremo, sul piano della razionalità, delle conferme che già sentiamo dentro di noi maturare.
Pur tuttavia, l'emergenza, la situazione difficile, l'interpretazione che di certe domande dà il mondo sindacale e via dicendo ci portano a compiere questi gesti, a prendere queste iniziative, pur sapendo che hanno un carattere positivo principalmente nel significato che prima ho voluto sottolideare, che credo sia anche abbastanza largamente condiviso.
Questo vuol significare il voto positivo che noi diamo: tempestività nel recepire il variare della situazione alla fine dell'estate tempestività nella ricerca di indirizzare i mezzi raccolti verso i settori più dolenti, ricerca di strumenti e di modi efficaci, tempestivi, esemplari rispetto alle lentezze dello Stato, che in certi momenti di emergenza, di euforia monetaria, decide di reperire fondi e poi di fatto li raccoglie quando si è in fase depressiva e bisognerebbe invece sgravare fiscalmente e così via. Delibera interventi propulsivi nei settori dell'edilizia nei momenti in cui c'è bisogno di estendere l'occupazione e poi questi arrivano quando invece si dovrebbe restringere per cui tutto va avanti con un andamento piuttosto sussultorio. La Regione dovrà riuscire a dimostrare con alcuni interventi di essere uno strumento di cui lo Stato deve potersi avvalere molto più largamente in questi settori, per affrontare le questioni di sua competenza.
Poche parole anche circa i problemi asili nido, lavori pubblici agricoltura.
Non vorrei che noi alimentassimo nei confronti anche dei Comuni una continua aspettativa di ulteriori interventi, di ulteriori aggiornamenti sì da fiaccare la volontà locale di ricercare, facendo tutti i sacrifici possibili, gli strumenti ed i mezzi per intervenire in questi settori. Non vorrei che incominciassimo ad accreditare l'opinione che, se si rimane fermi sarà la Regione, alla fin fine, a fare quel che c'è da fare, che è meglio reperire fondi per fare altre cose che stanno magari egualmente a cuore, anche se sono globalmente urgenti, soprattutto se l'intervento è molto modesto.
Un intervento sulle strade, considerata la domanda che c'è, considerato che è un intervento in conto capitale, che quindi è un intervento che pu soddisfare subito delle esigenze, e tenuto conto che può essere un aiuto risolutivo per quella serie di Comuni piccoli, piccolissimi, di situazioni molto serie e gravi, perché è sufficiente un chilometro di strada impraticabile ad isolare, a far sentire divisi dal resto del mondo civile credo non sia da permettere. Penso sia una proposta meditata quella che la Giunta ha fatto, sulla base di una serie di dati.
Quando all'agricoltura, non intendo smentire il collega Berti ma richiamarlo ad una realtà che io ricordo diversa. Io ricordo, cioè l'Assessore all'agricoltura caparbiamente, quasi nervosamente, secondo il suo temperamento ostile ad ogni tipo di finanziamento che andasse innanzitutto in modo indiscriminato a tutti gli allevatori, anche a quelli che non avevano il bestiame risanato, e in particolare che andasse per l'ingrasso. La Giunta aveva in mente interventi a favore degli allevamenti per la prospettiva e la continuità degli allevamenti medesimi. La legge dello Stato, la cosiddetta legge Marcora - e anche a proposito di questa legge non posso non deprecare qui vivacemente che si facciano delle leggi allo scoperto, impegnando le Regioni ad intervenire e poi non adempiendo ad impegni che in fondo non richiedono cifre colossali se si considera che ormai si parla abitualmente di cifre di decine e decine di miliardi. Queste inadempienze sono, credo, anche molto gravi, non esito a sottolinearlo sotto il profilo istituzionale, perché mettono lo Stato in condizioni di essere criticato sul piano della credibilità.
E allora si è fatta questa legge, che non è la legge sulla zootecnia la legge sulla zootecnia, fatta secondo l'iniziativa, la volontà, il disegno della Regione, entrerà in vigore, credo, nel 1975 - non è fatta in modo da favorire e stimolare questo tipo di sollecitazioni ma altri. Questo è un provvedimento a tempo, è il provvedimento legato alla cosiddetta legge Marcora. Peraltro, io ritengo che non avesse sbagliato del tutto il Parlamento pensando che fosse opportuno fare questa legge data l'emergenza.
Deve essersi detto: prescindendo dai problemi del risanamento e altro stimoliamo, nel tempo brevissimo, l'allevamento in Italia, sosteniamo l'allevamento. E io ricordo colleghi, anche del Gruppo comunista, che dicevano: se fissiamo delle condizioni alla concessione dei premi, come l'obbligo del risanamento, coloro che si dedicano soltanto all'allevamento per l'ingrasso non potranno beneficiarne. E prospettavano particolari situazioni, della provincia di Asti e via dicendo Si era dunque accettata la soluzione adottata nel solco dell'indicazione della legge Marcora e nella considerazione dei limiti anche temporali di essa, pensando: per quest'anno saranno concessi contributi sotto questa forma, per questi fini con l'anno prossimo entreranno in vigore le norme della Regione e tutto il sistema muterà.
E' mia convinzione, però, che ci sia del positivo anche in questi provvedimenti a tempo breve: la gente delle campagne, che è sempre scettica nei confronti dei provvedimenti governativi - dello Stato nelle sue varie articolazioni, fra cui la Regione - per la prima volta ha visto che si procedeva con estrema sollecitudine: non era ancora approvata la legge e già si potevano fare le domande, non era ancora approvata la legge e già c'era la prospettiva di ricevere il contributo. Si è creata così una credibilità in ordina, ai provvedimenti della Regione anche in prospettiva di altri provvedimenti.
Quindi, anche se ora la spinta all'ingrasso è un po' eccessiva, ora che c'è l'ammasso delle carni (AIMA eccetera), per cui da un lato il consumo diminuisce, le scorte aumentano, i costi variano senza una regola precisa mentre si continua ad importare per cifre colossali e gli allevatori per contro sono in difficoltà perché non riescono a spuntare prezzi ragionevoli e si verifica anche quello che il collega Berti ha poi rilevato, che, in sostanza, il vantaggio per il consumatore e il vantaggio per l'allevatore sono relativamente limitati, ritengo che noi dobbiamo essere totalmente adempienti nel tempo breve e in quest'anno perché anche questa spinta all'allevamento per l'ingrasso sostiene, sia pure in modo indiretto, gli allevamenti, evita la chiusura delle stalle e costituisce uno stimolo a proseguire nell'attività zootecnica. Quindi, ritengo che, visto in modo limitato, ristretto, questo provvedimento, se ha anche degli aspetti negativi, ne ha altri più ampi che sono estremamente positivi.
Mi scuso di essere andato un po' oltre limiti di un intervento per dichiarazione di voto. Ho voluto piuttosto tranquillizzare chi avesse maggiori dubbi che contrastare o polemizzare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Carazzoni. Ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, colleghi, vogliamo solo dichiarare, per quanto possa essere precisazione superflua, che il nostro "no" alla legge di variazione del bilancio '74 ha una sua caratterizzazione squisitamente ed esclusivamente politica.
Per essere chiari, noi non contestiamo la validità - Bianchi ha detto la nobiltà - dell'intervento, ad esempio, a sollievo dei maggiori oneri per il riscaldamento in favore di famiglie bisognose: contestiamo, invece, la capacità politica di questa maggioranza, sempre più sfumata nei suoi confini verso sinistra, di riuscire finalisticamente ad operare in modo positivo nel quadro politico di questa Regione. Poiché noi ci troviamo - è stato detto da più parti - a votare non un documento contabile, ma un documento politico, è una risposta politica quella che dalla nostra parte deve essere data, nei termini in cui noi l'abbiamo qui preannunciata. Anche perché sino a quando non muterà questo contesto politico, a noi, nonostante il nostro impegno di formulare proposte valide e concrete, non sarà mai data la ventura di sentirle dire, signor Presidente della Giunta, che la Giunta da lei presieduta è aperta anche ai contributi che possono giungere dai banchi della Destra Nazionale. A fronte di questa chiusura aprioristica nei nostri confronti noi non possiamo rispondere che in termini politici con una opposizione frontale, globale, sistematica. Di qui il nostro "no".



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola per dichiarazione di voto possiamo passare alla votazione dei singoli articoli.
Disegno di legge n. 206 - Variazioni al bilancio della Regione per l'anno finanziario 1974.
Articolo 1 - Variazioni alla spesa "Nello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno finanziario 1974 saranno introdotte le variazioni di cui alla tabella A) annessa alla presente legge.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le variazioni di bilancio di cui al precedente comma".
La tabella è stata consegnata, per chiarezza, in allegato a tutti i Consiglieri. Penso di potermi esimere dal darne lettura.
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare su questo articolo? Si proceda allora alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti n. 34.
Hanno risposto sì 22 Consiglieri hanno risposto no 2 Consiglieri si sono astenuti 10 Consiglieri.
L'articolo 1 è approvato.
Articolo 2 - Utilizzo dell'avanzo finanziario di precedente esercizio.
"E' autorizzato l'utilizzo di una quota di L. 3.160.104.614 dell'avanzo finanziario dell'esercizio 1972, accertato in base al relativo rendiconto e l'iscrizione di una somma di pari ammontare nel capitolo n. 1018 dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno finanziario 1974 ai fini di interventi straordinari da stabilire con apposite leggi regionali.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare? Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 33.
Hanno risposto sì 22 Consiglieri hanno risposto no 2 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri.
L'articolo 2 è dunque approvato.
Articolo 3 - entrata in vigore della legge.
"La presente legge regionale è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, ai sensi del sesto comma dell'art. 45 dello Statuto".
Nessuno chiede di parlare? Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 33.
Hanno risposto sì 22 Consiglieri hanno risposto no 2 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri.
Anche l'articolo 3 è approvato.
Pongo in votazione per appello nominale l'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione presenti e votanti 33.
Hanno risposto sì 22 Consiglieri hanno risposto no 2 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri.
Il Consiglio Regionale approva, e quindi il disegno di legge n. 206 "Variazioni al bilancio della Regione Piemonte per l'anno finanziario 1974" è approvato e diventa legge.
Riprenderemo i nostri lavori domattina alle ore 9,30. Raccomando la massima puntualità. La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 21,15)



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