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Dettaglio seduta n.269 del 21/11/74 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Esame mozione dei Consiglieri Berti, Ferraris, Marchesotti sulle norme di attuazione degli interventi in agricoltura (seguito)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Sono in congedo i Consiglieri: Calleri, Carazzoni, Fassino, Giovana, Lo Turco, Minucci, Nesi, Rossotto, Soldano, Zanone.



BERTI Antonio

Potremmo conoscere l'ordine dei lavori per questo pomeriggio?



PRESIDENTE

Dopo che avremo terminato la discussione sulla mozione, per quanto mi risulta, il Consiglio dovrebbe occuparsi del disegno di legge n. 169, sulla "Istituzione del Comitato regionale di coordinamento dei trasporti".
Dovremmo inoltre prendere conoscenza di due comunicazioni, se così possiamo chiamarle, una per quanto riguarda il problema dei distretti scolastici di Torino, l'altra per la Sipra.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Desidero informare il Consiglio che per domani sono convocati i rappresentanti sindacali delle categorie direttamente interessate per sviluppare il discorso e portarlo quindi innanzi.



PRESIDENTE

Il Presidente ha dunque già mantenuto nel primo pomeriggio l'impegno che aveva assunto questa mattina. Gli siamo grati di questa sollecitudine.
Riprendiamo la discussione sulla mozione presentata dai Consiglieri Berti, Ferraris e Marchesotti. E' iscritto a parlare per primo il Consigliere Menozzi, presidente della VI Commissione.
Ne ha facoltà.



MENOZZI Stanislao

Cercherò di essere il più possibile conciso.
Vorrei anzitutto osservare, nella speranza di trovare tutti i Colleghi d'accordo nella affermazione che sto per fare, che niente di tutto ciò che l'uomo fa o collabora a fare o a creare può essere perfetto, ma che tutto è perfettibile; penso che di questo avviso sia anche e soprattutto il collega Ferraris, perché perfettibile è l'uomo...



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Qualche volta.



MENOZZI Stanislao

Spesso. O almeno dovrebbe accettare di esserlo.



MARCHESOTTI Domenico

Avremo modo fra poco di constatare se voi siete perfettibili.



MENOZZI Stanislao

Direi però, tra perfetto e perfettibile, di stare piuttosto attenti al perfezionismo.



RASCHIO Luciano

O all'innominabile, che è altra cosa.



MENOZZI Stanislao

...al perfezionismo, ricorrente normalmente nelle sfilate di moda, ma che anche li lascia molto a desiderare.
Il collega Ferraris questa mattina ha mosso una censura non solo all'Assessore, ma anche alle organizzazioni sindacali, nessuna esclusa, che per settimane e settimane hanno collaborato.



CHIABRANDO Mauro, Assessore all'agricoltura

Per otto mesi.



MENOZZI Stanislao

Ringrazio per la precisazione. Avevo però annotato, anche se soltanto in termini di settimane, che se una osservazione c'era da muovere, era che a furia di revisioni e di ritocchi, queste norme o istruzioni, che dir si voglia, sono state presentate con notevole ritardo.
Ciò premesso, direi che in rapporto all'attuale situazione certe osservazioni che qui sono state mosse possono anche essere condivise specialmente per quanto attiene ad alcuni riferimenti fatti, vuoi sul numero di unità lavorative richieste, vuoi sull'età del beneficiario e vuoi sulla durata del periodo nel corso del quale il beneficiario deve conservare la qualifica dichiarata per poter ottenere quei determinati benefici. Condivido pure anche i riferimenti fatti a certe attuali esigenze dei coltivatori della collina e della montagna. Personalmente, sono in particolare sensibile a quelle della collina perché opero in una provincia che è per ben il 97% collinare. Direi poi che queste osservazioni sono condivisibili soprattutto se si esaminano in rispondenza a trasporti di natura umana e di natura sentimentale, oltre a quelli più propriamente socio-economici.
Meno condivisibile mi pare il discorso sulla complessità della documentazione richiesta. Complessità si hanno soprattutto per quanto attiene alla scheda aziendale, un documento che però, presentato una volta ha validità illimitata, eccezion fatta per la necessità di precisare le eventuali variazioni che all'interno dell'azienda vengono per verificarsi.
Non si può, d'altra parte, ignorare quanto di innovativo detta scheda contiene: possibilità di fornire agli organi periferici della Regione ed alla Regione medesima una fotografia aziendale in base alla quale poter esprimere dei giudizi il più possibile rispondenti alla realtà.
Ritornando alle osservazioni ed ai trasporti di natura umana e di natura sentimentale, dobbiamo subito incominciare a fare dei "distinguo".
Quelle norme sono la logica conseguenza di scelte, di pronunciamenti, di principi affermati e riaffermati in questo Consiglio, che hanno costituito e caratterizzato la legislazione che da esso ne è scaturita. Se è vero che dobbiamo, come dobbiamo, partendo dalla situazione in essere, facendo tesoro delle esperienze acquisite, determinare inversioni di tendenza attraverso una nuova e migliore politica agraria, con scelte più appropriate, allora le osservazioni fatte dal collega Ferraris finiscono con il perdere notevolmente della loro efficacia. Le osservazioni fatte rapportate alla necessità di una inversione di tendenza più volte sollecitata dallo stesso Ferraris, condivisa e sostenuta da tutto il Gruppo politico al quale egli appartiene, si dimostrano incoerenti e contrastanti.
O noi cristallizziamo lo status quo, lasciandoci guidare da considerazioni validissime, ma pur sempre di carattere umano e sentimentale e che in quanto tali non possono favorire scelte politiche vere e proprie, o, se scelte dobbiamo fare, purtroppo dobbiamo avere la forza ed il coraggio di uscire da certe strettoie che, tali essendosi dimostrate nel passato, hanno finito con l'essere condannate da tutti.



RASCHIO Luciano

Quali strettoie? Quali cose? Non riesco a capire quel che intendi dire.
Sembra di ascoltare un discorso in cifrato, abbi pazienza!



MENOZZI Stanislao

Dovresti far appello alla tua pazienza, non a quella degli altri. Mi spiego subito con qualche esempio; ma ti faccio prima rilevare che ben raramente, anche se di tanto in tanto mi piacerebbe buttar là qualche battuta di spirito, mi son permesso di interrompere i colleghi comunisti ai quali non guasterebbe una certa dose di umiltà. E di questa grande dote si dà prova anche ascoltando in silenzio gli altri interventi.



PRESIDENTE

Consigliere Menozzi, la prego, prosegua senza raccogliere piccole punzecchiature di voci isolate.



MENOZZI Stanislao

Le mie esemplificazioni sono basate sui commenti più volte fatti sull'ultima legislazione agraria. Faccio riferimento, per maggior chiarezza, al primo e al secondo "Piano verde", ove si sosteneva e si sostiene che per aver voluto dare tutto a tutti si è finito con il dare poco o niente a tutti, arrivando alla polverizzazione degli interventi svuotandoli di contenuto, senza provocare positive inversioni di tendenza o lasciare segni di una precisa politica agraria.
Incominciamo dalle case. Si è rilevato che un vano e 25 per persona è insufficiente. Ovviamente, all'1,25 vanno aggiunti i servizi, per cui non solo ogni persona viene a disporre di un vano ma ha anche la possibilità com'è logico e doveroso, di offrire, quando se ne presenti l'occasione ospitalità ad amici e parenti. Se quei parametri fossero stati dilatati noi avremmo finito con il favorire domande (perché istanze in tal senso ce ne sono state parecchie) per predisporre le case, gli appartamenti, i vani per i cari assenti, per quelli che tornano il sabato, la domenica, le altre feste comandate, o per trascorrervi i periodi feriali. E allora saremmo usciti dalla politica della casa per il coltivatore, per colui che vive ed opera in agricoltura. Il discorso dei vani supplementari, degli appartamenti a latere di quello che deve servire come abitazione per il coltivatore, lo si affronterà quando si porterà avanti eventualmente il discorso dell'agriturismo. Ma qui si parla di case agrituristiche, si parla di case per il coltivatore.
Veniamo ai rustici, soprattutto per quanto attiene al ricovero del bestiame, cioè le stalle. In passato sono stati concessi contributi per rammodernare, ristrutturare stalle che insufficienti erano e insufficienti sono rimaste, incapaci di consentire un vero rinnovamento zootecnico, con il solo risultato di aver sprecato denaro pubblico. Io penso che tendere a favorire la creazione di ricoveri degni di questo nome, in cui l'allevamento possa essere portato a limiti accettabili e rispondenti ad un discorso zootecnico, sia orientamento serio e responsabile.
Cosa dire per le macchine? E' da tutti risaputo che il parco delle macchine agricole in Piemonte ha raggiunto una entità di gran lunga più elevata di quello che comporterebbero le esigenze dell'agricoltura piemontese e perché la meccanizzazione potesse essere un fatto positivo. E' quindi un fatto positivo per l'industria, ma per l'agricoltura è un fatto negativo, decisamente controproducente.



RASCHIO Luciano

Determinato da interessi economici.



MENOZZI Stanislao

E' indubbio che anche per questo bisognava fare un nuovo discorso determinare certi parametri perché l'aspetto positivo della meccanizzazione incominciasse ad intravedersi prima e consolidarsi poi.
Potrei continuare con queste osservazioni, ma spero che quel che ho detto finora sia stato sufficiente a rendermi intelligibile.
Ammesso e non concesso che il collega Ferraris possa avere totalmente ragione in quanto ha sostenuto, ampliando la sfera di intervento in modo da dare pressoché a tutti la possibilità di beneficiare delle relative provvidenze, fatte salve anche - perché c'è un discorso di natura finanziaria - le relative disponibilità, come la metteremmo con il più volte avanzato discorso sulla opportunità, anzi sulla necessità, di sviluppare e potenziare la cooperazione e l'associazionismo? E' proprio inflazionando gli interventi singoli che si stimola lo spirito solidaristico, presupposto indispensabile per favorire la menzionata cooperazione, sentiero quasi obbligato per lo sviluppo dell'agricoltura piemontese? L'agricoltura è caratterizzata da una miriade di piccolissime aziende agricole, che è persino improprio definire tali in quanto, nella maggioranza dei casi, si tratta di fazzoletti di terra, per giunta bucherellati, come già ebbi occasione di dire, perché inframmezzati ad altre proprietà, costituiti da minuscoli appezzamenti, non di rado distanti chilometri l'uno dall'altro. E' proprio incoraggiando al massimo l'intervento a favore delle aziende singole, incoraggiamento che trova ancora così facile esca nello spirito individualistico di parecchi nostri coltivatori che potremo ottenere i risultati che ci ripromettiamo? Non credo che i giovani, ai quali dobbiamo pensare e dei quali dobbiamo principalmente preoccuparci, perché senza il loro apporto l'ipotizzato discorso sullo sviluppo dell'agricoltura finirebbe con l'essere svuotato di ogni ragione d'essere e cioè col vanificarsi, siano quei giovani che sono alle prese con piccolissime aziende: si sentirebbero questi, forse maggiormente legati alla terra per il fatto che promuoviamo interventi che non apporterebbero alcuna sostanziale modificazione all'interno di esse? Io penso che per l'agricoltura piemontese, e soprattutto per i suoi giovani operatori - ce ne sono ancora, anche se il loro numero si è ridotto ad una cifra veramente preoccupante -, più che pensare ai piccoli, e in quanto tali insufficienti interventi, bisogna iniziare un grosso discorso di ristrutturazione di ordine generale, se non vogliamo continuare a collezionare delusioni, se non vogliamo allo sperpero del denaro pubblico aggiungere altro sperpero. E' il grosso discorso che con urgenza si pone, e che altre volte abbiamo avuto occasione di sollecitare; è quello di una radicale ristrutturazione fondiaria, sia strutturale che infrastrutturale che faccia conseguire alle singole aziende dimensioni di vere imprese e consentendo ai giovani di conseguire anche una maggior dignità professionale ed imprenditoriale.
Prendo comunque atto con compiacimento che l'Assessore si sia dichiarato disponibile a rivedere ciò che è rivedibile. Questo sarà necessario fare già nei prossimi mesi, non appena usciranno da questo Consiglio nuove leggi, e direi anche in riferimento ai fondi che il bilancio '75 vorrà contemplare.
Il collega Ferraris ha poi parlato di zibaldone in relazione a questo insieme di norme. E' una definizione piuttosto irriguardosa del fascicolo contenente le istruzioni o norme sugli interventi regionali a favore dell'agricoltura. Quel che importa, comunque, a parte le denominazioni, è che quel documento abbia coerentemente ribadito e codificato i principi e le scelte portate avanti da questo Consiglio, il che è stato in parte ammesso anche dall'illustratore della mozione, quando ha riconosciuto che vi è individuata e ben delineata la priorità di intervento nei riguardi dei coltivatori, ed ha sottolineato che la casa vi è considerata come un bene sociale perché deve servire l'uomo e non l'azienda; ciò che costituisce anche un punto altamente qualificante.



FERRARIS Bruno

Ma questo non è detto nel documento.



MENOZZI Stanislao

In rapporto al discorso zootecnico si è insistito perché la congiunzione fra terra e zootecnia e viceversa sia un fatto acquisito, e mi pare che anche questo concetto sia contemplato.
L'amico e collega Franzi ha adombrato che queste norme potrebbero suscitare obiezioni e interesse tra gli avvocati... Per quel che mi risulta, gli avvocati sono in questo momento fin troppo affaccendati in altre faccende, cioè nell'azione di tutela dei cittadini onesti, sempre più oltraggiati fisicamente, economicamente, socialmente ed anche politicamente da altri disonesti, e non hanno certo tempo di occuparsi di queste cose.
Dal momento che nelle norme o istruzioni in discussione non sono rilevabili pregiudizi di ordine giuridico, e tanto meno motivi di disonestà, non richiamati neppure dal collega Franzi, io sono certo che non vi saranno intralci sotto questo profilo.
Concludo affermando che, oltre ad una eventuale revisione di alcuni punti delle istruzioni, facendo tesoro dell'esperienza acquisita e che si va acquisendo (una esperienza che si doveva pur compiere, perché i nuovi indirizzi che tanto facilmente si invocano a parole vanno scelti in base all'esperienza che si matura giorno per giorno), occorre per i piccoli coltivatori, soprattutto per gli anziani - e sono tanti, nella nostra Regione - che si offra, più ancora che singoli interventi specifici di politica agraria, una efficace tutela e difesa con una migliore e più incisiva politica comunitaria, nazionale e regionale, nel campo della assistenza, della sicurezza sociale e della previdenza in generale. Molti di questi coltivatori non vengono da noi per muoverci osservazioni sulla complessità delle istruzioni, sulla ristrettezza delle medesime, bensì ad invocare l'applicazione di quelle direttive comunitarie in cui si fa riferimento ad una equa indennità di abbandono, perché, oltre ad avere desiderio di concedersi un meritato riposo, non sono più in condizioni fisiche e materiali tali da consentire loro di pensare a ristrutturazioni ed ammodernamenti di natura aziendale ed imprenditoriale, per cui sia per loro la benvenuta una nuova politica previdenziale.
Noi troveremo il modo, attraverso una vera politica di ristrutturazione fondiaria nei confronti dei giovani, ed attraverso una migliore politica previdenziale e di indennità di abbandono nei riguardi degli anziani, di determinare una svolta nuova per l'agricoltura piemontese.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Marchesotti. Ne ha facoltà.



MARCHESOTTI Domenico

Se con la nostra mozione ci fossimo preposti di creare tanta o poca confusione, credo che a questo punto potremmo dichiararci soddisfatti. Di questa confusione siamo tutt'altro che soddisfatti, perché l'obiettivo della nostra mozione era totalmente diverso.
Il fatto che l'Assessore si presenti a rispondere alla mozione, non difendendo le cose che ha fatto, potrebbe sembrare giusto se nello stesso tempo ci avesse detto che cosa intende fare e che cosa intende correggere.
Egli si è limitato a dire che queste sono istruzioni non vincolanti (vedremo poi che significato abbia questa definizione).
Dunque, la Giunta riconosce di avere sbagliato, ed è disposta ad apportare le necessarie modifiche.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Tutti possono sbagliare, il guaio è quando non si vuole riconoscere l'errore: quando si sbaglia e si dice di voler rimediare ci si comporta in modo estremamente onesto. Da parte vostra, a dire il vero, non si ammette mai di sbagliare, e si vuole imporre la propria volontà come oro colato.
Così stanno le cose.



MARCHESOTTI Domenico

Questo, signor Presidente, non è da lei il dirlo.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Soprattutto, non sarebbe da me il subirlo.



MARCHESOTTI Domenico

Anche questo lo verificheremo alla fine della discussione.
Dopo queste argomentazioni dell'Assessore, il Consigliere Franzi ha attaccato, giustamente, tali posizioni: gli ha fatto seguito il Consigliere Menozzi, che ha difeso, senza esserne richiesto, l'operato dell'Assessore Chiabrando, sostenendo che quanto contenuto nelle norme, è quasi tutto giusto, almeno come impostazione generale, anche se qualcosa forse non funziona perfettamente.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

La stessa cosa ha detto sostanzialmente il Consigliere Ferraris.



MENOZZI Stanislao

Capisco che per te sia sorprendente che due Consiglieri dello stesso Partito possano esprimersi in termini diversi: noi non veniamo in Consiglio per parlare sulla base di cliché preordinati, ma ciascuno di noi dice quel che ritiene di dover dire.



PRESIDENTE

Consigliere Menozzi, debbo richiamare proprio lei che poco fa aveva dichiarato di farsi scrupolo di non interrompere mai.



MARCHESOTTI Domenico

Da tutto ciò ne consegue che la Democrazia Cristiana, e in questo caso la Giunta - sentiremo poi cosa dirà il Presidente - o non è capace di far chiarezza in questa materia o non vuol farla. Da questi corni del dilemma non si scappa.
Mi auguro che non sia così, che si voglia far chiarezza, e assicuro che noi, come sempre, non per imporre, signor Presidente della Giunta, ma per esporre le nostre ragioni, le nostre conoscenze, le nostre valutazioni siamo disponibili a far chiarezza.
Perché è vero che quando si sbaglia occorre cambiare, ma cambiare tempestivamente, caro Chiabrando. Voi state discutendo da mesi su questa materia, ed oggi sei venuto a direi le cose che hai detto, Menozzi ci ha ancora dichiarato un momento fa che tutti questi punti li avete concordati con le organizzazioni sindacali e quindi dovrebbero andar bene, tu dici che siete disposti a cambiare... Ah no, non siete disposti a cambiare?! Allora riconoscete di aver sbagliato ma non avete intenzione di rimediare.
Insomma, mettetevi d'accordo, tu e il Presidente della Giunta.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Siamo già perfettamente d'accordo.



MARCHESOTTI Domenico

Vorrei che cercaste di farci capire bene quali sono le posizioni, dopo di che noi riusciremo probabilmente persino ad offrirvi qualche contributo (che poi voi lo respingiate, questa è altra questione). E' chiaro che a questo punto, così com'è, questa questione va sbloccata.
Chiabrando ha detto infatti: sono "istruzioni non vincolanti", la Giunta esaminerà caso per caso. Chiedo allora al Consiglio, a Chiabrando al Presidente della Giunta (che mi ha degnato di tre o quattro interruzioni, il che fa sempre piacere).



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Allora lo farò più spesso, per darle maggior piacere.



MARCHESOTTI Domenico

Lo faccia pure, vorrà dire che mi solleciterà ad interromperla a mia volta, quando mi si presenterà l'occasione.
Qual è la discriminante del caso per caso, visto che non può essere quella presentata? Perché, se si tratta di "istruzioni non vincolanti", la discriminante non è questa, sarà un'altra. E' quella dell'orientamento politico di chi ha fatto la domanda? Mi pare che non possa essere questa.
E' quella dell'organizzazione che ha firmato la scheda? Non mi pare che possa essere neppure questa. E' quella del professionista che ha firmato la scheda? Neanche. Allora, dobbiamo discutere su questa discriminante. E' chiaro che non può essere neppure quella delle 430 giornate.
Se veramente avete la ferma volontà di innovare in agricoltura, dovete trovare una strada diversa da quella del passato, diversa anche da quella prospettata in quelle norme, in modo che ci si richiami davvero alle leggi che abbiamo fin qui approvato e alle altre che approveremo in seguito. Un mese fa circa sono stato in un paese del Tortonese, Brignano Frascate, in alta collina, non ancora in montagna, ad inaugurare una sezione del Partito comunista. Sono intervenuti compagni nostri, contadini, gente. Si è discusso, dopo una introduzione. Fra l'altro mi sono state rivolte domande circa la questione delle leggi agrarie e delle norme. Ho saputo che la sera prima si era svolta in una riunione di Coltivatori Diretti, presenti un dirigente della Coltivatori Diretti e un dirigente della Comunità montana appunto una riunione esplicativa delle norme. Quei contadini di Brignano Fraseate, come tanti altri del Tortonese, o della Val Cerrina, o dell'Astigiano, o anche del Torinese, o del Vercellese, hanno subito pensato: se quelle norme vengono applicate così come sono, con il limite delle 430 giornate, noi non otterremo alcun contributo; la legge per la cooperazione non esiste, cooperative non se ne possono fare supposto che le vogliamo fare, eccetto che per la zootecnia; non ci resterà che andarcene anche noi. La risposta a queste obiezioni sarebbe stata: anche se non avete le 430 giornate troveremo il modo per far apparire l'azienda di 430 giornate lavorative.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Questo non è scritto nelle norme.



RASCHIO Luciano

Noooo!



MARCHESOTTI Domenico

Signor Presidente, io mi sono riferito ai presenti a quella riunione senza affermare che vi fosse l'Assessore o il Presidente della Giunta.
Quando Chiabrando mi viene a dire che quasi tutte le domande sono accettate, non posso desumere se non che quei contadini o non hanno presentato la domanda, o, se l'hanno presentata, sono andati a farsela compilare da qualcuno che l'ha fatto in modo non reale, per quanto riguarda non la quantità di terreno ma le coltivazioni. Questo è un modo errato Chiabrando, di affrontare la questione. Perché tu sai, e tutti noi sappiamo, che 430 giornate escludono fino a 5-6 ettari, se non si hanno due ettari coltivati a vigneto.
Diciamo allora: questa scelta voi la potete fare, se volete, per fatela ufficialmente, fissandola in una legge. Poi però vi dovete impegnare anche ad andare a controllare che le denunce siano fatte sulla base delle 430 giornate reali di coltivazione; non potete, dopo aver fissato 430 giornate, lasciar capire che il potere consiste nel fatto di esser capaci di fare il favore a questo o quello. Se pensate di continuare a svolgere con questi sistemi il mandato di dirigere l'agricoltura vi sbagliate di grosso, i contadini su questo terreno non vi seguiranno più, me ne sono reso ben conto in quella discussione.
Vorrei dunque invitarvi ad evitare di fare, in questa questione, delle scelte politiche astratte: fate scelte politiche che siano concrete, reali sulla base delle quali si possa veramente condurre una politica agraria.
Perché i contadini, è bene lo sappiate, davanti a fatti di questo tipo dicono, e non hanno torto: "La Regione nei nostri confronti si comporta peggio dello Stato". Noi non riteniamo che debba essere così, e tanto meno riteniamo che ci debbano essere atteggiamenti di organizzazioni contadine o politiche di Partiti presenti nel Consiglio Regionale che possano anche lontanamente favorire questa diseducazione, perché questa ha poi un riflesso politico sul piano del giudizio che si dà sui dirigenti politici e sulle assemblee elettive. Ecco perché dicevo all'inizio, noi non siamo soddisfatti di questa confusione. Riteniamo che quelle norme debbano essere modificate, il più presto possibile, ma con chiarezza e sulla base della realtà, che peraltro, dovete ammettere, al di là delle cose che qui avete detto questa mattina, essere quella che qui Franzi, Ferraris ed io abbiamo illustrato.



PRESIDENTE

Più nessuno desidera intervenire? Allora, dichiaro chiusa la discussione generale e do la parola ad uno dei presentatori della mozione per la replica cui ha diritto, in base all'art. 50 del Regolamento del Consiglio, subito dopo in termine della discussione.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Ferraris. Ne ha facoltà.



FERRARIS Bruno

Peccato che sia stato sostanzialmente un dibattito a tre voci: il gruppo che ha presentato la mozione, quello della DC e quello liberale assenti tutti gli altri; nonostante la ristrettezza del dibattito mi pare che ci sia stata un'articolazione che ci consente di dimostrare che le due questioni che con questa mozione abbiamo inteso sollevare non sono state smentite, ma hanno trovato ampia conferma anche nell'intervento del collega Menozzi il quale, come è già stato detto, ha assunto, ed era nel suo diritto, la posizione del difensore d'ufficio dell'Assessore; egli però ha dovuto riconoscere che l'unità virgola cinque pretesa per la concessione dei finanziamenti non è ottimale, o comunque suscita perplessità e che queste norme comportano un'applicazione restrittiva della legge, specie per la collina; il Consigliere Franzi poi ha dimostrato come operi in senso restrittivo ancora di più nella pianura, almeno in quella vercellese.
Mi pare che sostanzialmente le questioni di merito non sono state smentite da alcuno; e del resto lo stesso Assessore ha iniziato riconoscendo che queste norme possono essere criticabili.
Ma noi abbiamo sollevato, oltre alla questione di merito (sulla quale ritornerò più avanti) una questione di legittimità, di competenze ed io ritengo che questo Consiglio debba decidere in merito, non possa più transigere e lo chiedo anche al Presidente del Consiglio, all'Ufficio di Presidenza il quale deve farsi tutore delle prerogative del Consiglio. A me pare di aver dimostrato che le norme, al di sopra di ogni questione di sostanza, di merito sulle quali siamo disposti a discutere sempre rappresentano, per certi aspetti, l'integrazione della legge, per certi altri la trasformazione, per certi altri ancora assumono tutti i contorni e la configurazione del regolamento e questi sono tre appunti che costituiscono i motivi della censura nostra nei confronti delle norme.
Non si può venire a dire, come ha fatto Menozzi, che queste norme codificano gli orientamenti espressi dal Consiglio, le norme non possono codificare alcunché, devono soltanto stabilire i criteri di interpretazione della legge e per adesso, al di sopra delle discussioni che possono essere state fatte in materia di politica agraria in senso generale, quello che invece è stato tradotto nelle leggi non prevede né la definizione di quel tipo di famiglia che coltiva l'azienda, né la definizione delle 430 giornate lavorative, ne il vincolo scritto per un giovane a rimanere dieci anni nell'azienda. Ho detto prima, c'è il vincolo di destinazione delle strutture ed è cosa assai diversa, a mio parere.
Queste sono le questioni di diritto che intanto devono essere chiarite e per le quali noi chiediamo che tutto ciò che ha a che fare con questa esorbitanza della Giunta, dell'Assessore nelle competenze del Consiglio deve essere eliminato dalle norme, così come chiediamo che tutto ciò che invece si configura come norma regolamentare debba essere discusso ed approvato dal Consiglio, e semmai demandato alla Commissione VI perch esprima il proprio parere.
Voglio tornare soltanto per un attimo sulle questioni di sostanza e di merito, in risposta soprattutto al collega Menozzi che ha fatto riferimento al Piano verde e alle critiche che soprattutto noi abbiamo fatto sulla dispersione degli incentivi. In merito dobbiamo chiarire se si vuole far passare una determinata politica che sostanzialmente punta sulla grande azienda e poi su una fascia di medie aziende, abbandonando tutto il resto.
Noi potremo discuterne quando troveremo in applicazione delle norme comunitarie, potremo confrontarci, ma saremo in una situazione diversa dove ci sarà, quali che siano le conclusioni, delle condizioni compensative.
Come faranno a svilupparsi la cooperazione e l'associazionismo, che voi sostenete sempre (questo era l'appunto di Menozzi nei nostri confronti) se si continua a dare le strutture per questo e per quell'altro alla piccola azienda? Già Marchesotti ha ricordato il nostro impegno, la nostra sollecitazione per una legge sulla cooperazione e la conclusione è che si tratta di massificare l'intervento a favore della cooperazione e dell'associazionismo, si tratta di legarlo ai piani di zona per cui certe strutture non si danno più a nessuno. Ho letto sui giornali che ad un'assemblea a Bricherasio dove c'erano L'Assessore Chiabrando (relatore) l'ex Presidente e numerosi senatori e deputati DC, sono stati chiesti interventi del tipo che noi abbiamo sollecitato più volte e quando abbiamo discusso l'ente di sviluppo, e quando abbiamo discusso la legge sulla zootecnia, cioè che la Regione costruisca addirittura lei stessa determinate strutture e le dia in gestione. Allora a quel punto creiamo quelle convenienze per cui, in una Regione come la nostra, potranno forse egualmente, nonostante tutti i ritardi , svilupparsi l'associazionismo e la cooperazione.
Ma ecco, questo discorso non può investire la casa, invece la circolare così come è combinata e le norme che voi avete stabilito sul piano del merito vengono proprio a incidere su questo diritto, a limitarlo.
La difesa dell'Assessore è stata che si è sbagliato a denominarle "Norme per l'attuazione", io però ho la lettera dell'Assessore che porta per oggetto "Norme per l'attuazione degli interventi in agricoltura e foreste 1974" con la quale si annuncia che questo malloppo è in corso di stampa e quindi sarà ampiamente diffuso all'esterno della stessa amministrazione regionale.
L'Assessore ha detto che le norme non sono vincolanti, non sono tassative. Io non voglio ripetere le cose già dette dal mio compagno Marchesotti, ma l'Assessore ha detto una cosa diversa, ha parlato di affitto. E' vero, sono state snellite le norme per il riconoscimento dell'affitto, ma allora si verificherà ciò che ho detto io, ciò che si desume dalle statistiche, ciò che ha dimostrato anche il Consigliere Franzi per Vercelli. Se le domande saranno accolte al 90%, come ha detto Gerini (adesso non lo sappiamo ancora perché prima erano vincolanti, dopo le prime osservazioni e le prime critiche gli uffici sono stati autorizzati a riceverle e quindi l'esito lo avremo dopo) non vorrei che la discrezionalità arrivasse a far sì che a un bel momento ci troveremo in Piemonte con l'affitto che supera la superficie di proprietà, cioè in quella situazione che lei e come politico e forse anche come avvocato ha vissuto, ricorderà quanto è successo in quel di Caluso quando, a seguito di una grandinata, sono state fatte delle pratiche, il Credito agrario voleva certe superfici e invece è risultato (c'è stato anche un processo che coinvolgeva il sindaco ed alcuni funzionari di zona) che le pratiche fatte in quei quattro o cinque Comuni rappresentavano quasi tutta la superficie agraria della provincia di Torino se non del Piemonte.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Ma non c'è stato ancora nessun processo.



FERRARIS Bruno

C'è comunque un procedimento in corso, non c'è ancora stato il processo, ma lei conosce i fatti. Io non vorrei che dovesse verificarsi una situazione di questo tipo. Quindi, riconosciamo l'affitto, snelliamo tutte le procedure che consentono di riconoscerlo, ma fino a quando non si inseriranno nelle leggi disposizioni diverse, le leggi che abbiamo approvato tutti assieme o in modo articolato, magari una si, l'altra con astensione, l'altra con il nostro no, devono essere attuate senza interpretazioni arbitrarie ed illegittime.
La questione fondamentale è quella della serietà, i coltivatori diretti, tutti i soggetti previsti dalle nostre leggi debbono sapere in base alla norma di legge ciò che possono chiedere e ciò che possono ottenere e nessuna circolare può stabilire qualcosa di diverso.
Per cui riconfermo tutte quante le richieste del nostro Gruppo: indipendentemente dal giudizio che ognuno può dare sulla questione del merito e che può essere risolta domani in un senso e nell'altro, posso già anticipare che, per quanto ci riguarda, saremo rigidi nel difendere soprattutto la piccola azienda, mentre si tratterà di discutere per trovare la soluzione ottimale per non disperdere gli interventi; ma dopo aver fatto la scelta politica, dopo averlo scritto nella legge, la norma (l'Assessore all'agricoltura deve ricordare sempre che non ha i poteri del Ministro dell'agricoltura, come non li ha il Presidente) deve rimanere in quell'ambito e non esorbitare.



PRESIDENTE

Vorrei sapere se il Presidente della. Giunta desidera intervenire subito, o dopo.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Dopo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro, Assessore all'agricoltura

Io sto pensando se anziché perdere o impegnare comunque tanto tempo io gli uffici, i collaboratori, le organizzazioni, gli enti che abbiamo consultato, avessimo.



FERRARIS Bruno

E' ora che tu dica che non tutti erano d'accordo con te.



CHIABRANDO Mauro, Assessore all'agricoltura

No, no, non lo posso dire, stavo pensando che se non avessimo fatto questo lavoro e non avessimo dato queste istruzioni avremmo creato meno problemi, meno discussioni; avremmo potuto non fare niente perché già in passato una legge regionale sull'agricoltura venne attuata senza nessuna circolare; le leggi regionali che abbiamo fatto sulla zootecnia erano abbastanza dettagliate, tanto da non richiedere nessun chiarimento, nessuna istruzione particolare. Noi abbiamo ritenuto invece di fare questo lavoro anche se enorme, perché ritenevamo giusto dare un tono nuovo, una certa linea, stabilire noi stessi dei tempi brevi e un'autodisciplina anche nell'intento di interpretare più compiutamente la volontà del Consiglio Regionale, invece pare che abbiamo ecceduto, che abbiamo esagerato.
Comunque desidero fare le seguenti e chiare dichiarazioni: noi riteniamo che queste istruzioni (dirò dopo che valore hanno) interpretano correttamente sia le leggi regionali che quelle nazionali. Per convincermi del contrario avrei bisogno di prove che così non è, ma non ne sono emerse.
Io dichiaro che l'unità di misura usata dal Ministero dell'agricoltura è molto ampliata, praticamente abbiamo esteso ad un maggior numero di aziende il nostro intervento, quindi più aziende oggi ottengono il finanziamento rispetto alle aziende che ieri lo ottenevano dallo Stato e questo certamente anche per merito di quell'affitto che oggi consideriamo e che in passato, almeno per i miglioramenti fondiari, non era preso in considerazione.
Sono poi stati citati dei limiti per le giornate lavorative, dei limiti di spesa per ettaro. Questi sono parametri che non vanno visti uno per uno ma nel complesso, non possiamo modificare un parametro perché ci sposta tutto il meccanismo dei parametri che sono strettamente connessi tra di loro. La legge zootecnica regionale parla di interventi per organici complessi zootecnici, noi dovevamo pure dare alcuni parametri per interpretare questi organici complessi zootecnici che la legge regionale e anche le leggi nazionali indicavano: le 430 giornate lavorative, l'1,50, il milione per ettaro (che poi non è un milione, ma sono dieci i milioni) sono tutto un complesso di parametri concatenati e che danno come esito finale quella maggiore elasticità che noi realizziamo con le nostre leggi rispetto a quelle dello Stato.
Prima le circolari ministeriali parlavano di un milione per ettaro, ma non lo abbiamo ritenuto sufficiente, abbiamo voluto tener conto delle unità lavorative impegnate e che vanno al di là della superficie dell'azienda per venire incontro ad altri tipi, di aziende che prima non erano considerate.
Per quanto riguarda i documenti noi riteniamo di averli semplificati di molto, abbiamo accelerato le procedure e quindi la scheda aziendale e la planimetria, due documenti che fotografano l'azienda; è vero che sono impegnativi, però sono fatti una volta sola per sempre, e non ad ogni domanda.
E adesso, per dimostrare che questo complesso di parametri dà come esito finale un'elasticità ed un adattamento maggiori, ho i dati freschi freschi delle domande pervenute e di quelle che non sono state accolte: sono pervenute 1660 domande per i miglioramenti fondiari, di queste soltanto 92 sono state respinte per insufficienza di unità lavorativa o di giornate lavorative, pari al 5% del totale. Tengo a sottolineare, perché me l'hanno detto i funzionari, che di queste 92, l'80/90% sono aziende da non prendere in considerazione perché non agricole, ne rimangono 10/20/30 in tutta la Regione a cavallo tra il sì e il no.



FERRARIS Bruno

Tu mi devi dire: le aziende con 400 giornate lavorative, che vogliono dieci ettari e 50 capi di bestiame, le accetti o no? Le aziende di un ettaro e di tre ettari in un altro terreno, le accetti o no?



CHIABRANDO Mauro, Assessore all'agricoltura

Vedremo poi i casi, uno per uno.
Quindi sono 92, pari al 50%, quelle escluse dai parametri che ho detto prima, mentre sono 120, pari al 7,5% le domande escluse perché i richiedenti non sono imprenditori agricoli nel senso che abbiamo stabilito in Consiglio Regionale. Quindi c'è veramente elasticità, c'è adattabilità e anche se lì per li i parametri chissà che cosa appaiono, valutandoli viene fuori che le aziende hanno diritto alle agevolazioni.



MARCHESOTTI Domenico

Quindi non applichi le 430 giornate lavorative.



CHIABRANDO Mauro, Assessore all'agricoltura

Certamente, sono state applicate dagli uffici ed abbiamo già questo risultato che ritengo soddisfacente.
Dopo di che desidero ribadire che, siano norme, siano istruzioni, siano circolari, siamo d'accordo che essendo firmate dal Presidente della Giunta Regionale e non deliberate dalla Giunta è chiaro che non costituiscono un documento legale a cui si può ricorrere, perché sono istruzioni, circolari o norme, quello che volete, che danno un indirizzo, un'indicazione.
La procedura prevista è la seguente: coloro che ritengono di non essere stati inclusi per un'errata interpretazione della legge, possono presentare e fare il loro ricorso al Presidente della Giunta Regionale il quale lo esamina e su deliberazione della Giunta decide nella sede giusta.



FERRARIS Bruno

Io credo che possano ricorrere anche altrove.



CHIABRANDO Mauro, Assessore all'agricoltura

Può darsi, comunque certamente alla Giunta che sul piano regionale corrisponde al Ministro ed ha il potere di decidere in sede legittima se le domande e i ricorsi devono essere accolti o no. Una prima determinazione viene fatta dagli uffici periferici all'insaputa nostra, però è poi la Giunta Regionale che si pronuncia in sede definitiva.
Concludendo, io sono tranquillo, so che queste indicazioni non che siano perfette perché tutto è perfettibile, però sono molto vicine alla perfezione, e per una serie di motivi: per lo studio che è stato fatto, per l'approfondimento, per le persone qualificate che hanno collaborato alla loro elaborazione. Io sono convinto che interpretiamo le leggi sia regionali che statali nel senso giusto e andiamo incontro alle esigenze reali delle nostre aziende.
Per quanto riguarda la montagna abbiamo interpellato degli esperti i quali hanno proposto questo tipo di impostazione.
Io ripeto che noi, con queste indicazioni, siamo molto, molto, molto (tre volte) vicini all'interpretazione della legge e all'esigenza delle nostre aziende agricole. Quel margine di adattabilità che deve esserci nelle leggi è la Giunta Regionale che lo coprirà, secondo lo spirito che noi avevamo dato, e farà il confronto sulla regolarità o meno delle norme rispetto alla legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto ancora di parlare il Presidente della Giunta, poi vi saranno le dichiarazioni di voto, oppure si concorderà l'ulteriore seguito della mozione che puntualizza determinati fatti, però la soluzione deve essere ancora data.
La parola al Presidente della Giunta.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

La mozione sostanzialmente impegna la Giunta ad espungere dalle norme che sono state oggetto della discussione ogni disposizione di tipo regolamentare, in quanto di stretta appartenenza alla sfera delle competenze proprie del Consiglio Regionale; è la prima domanda che la mozione pone e pertanto riprende il discorso che stamattina sommariamente è stato collocato all'esame del Consiglio e fa parte di quelle considerazioni che devono essere tenute in conto per determinare i limiti di rispettiva competenza. Questa richiesta della mozione parte però da un presupposto che effettivamente si tratti di materia regolamentare, il che non è certamente stato nelle intenzioni dell'Assessore, né è stata intenzione della Giunta quando sommariamente l'Assessore ne ha riferito, meno che meno quando il Presidente ha formalizzato il documento per ragioni di sua competenza; anche questo è un altro aspetto da discutere, se possa essere dell'Assessore questa competenza o se sia invece del Presidente della Giunta.
Qui si è fatta una grande discussione, molto importante, molto interessante certamente, il problema dell'agricoltura lo abbiamo tutti a cuore e vorrà consentire, Consigliere Marchesotti, senza polemica, che difficilmente l'Assessore Chiabrando nel redigere questo testo si sia proposto di danneggiare gli agricoltori e soprattutto i modesti agricoltori, certamente no, se questo per ipotesi si verificasse sarebbe contro la sua volontà: tanto meno potete pensare che l'Assessore Chiabrando e il Presidente della Giunta abbiano voluto far circolare un documento che alieni la simpatia degli agricoltori piemontesi, che si sa essere in larghissima misura indirizzata verso il Partito al quale appartengono l'Assessore Chiabrando e il Presidente della Giunta Regionale, veramente saremmo da dichiarare dei dementi se ci fossimo volutamente e deliberatamente proposto questo.
Vi dobbiamo ringraziare se con i vostri interventi



BERTI Antonio

Speriamo che non sia questo il concetto che vi guida quando fate le cose.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Non ho capito il concetto.



BERTI Antonio

Lei dice: non vogliamo danneggiare chi ci dà i voti.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

No, lei non ha afferrato, io ho esposto due aspetti: proprio come ha fatto Marchesotti che ha proposto i due soliti corni del dilemma (che poi c'è sempre il terzo, il quarto, di corni ce n'è in abbondanza in tutti i campi).
Sinceramente non è pensabile, altrimenti dovremmo esservi veramente grati di averci messo in guardia per riparare a quelli che possono essere i guasti che ne derivano, al fine di evitare l'altro guasto di una perdita di voti.
Questo non è però. Quando il Presidente della Giunta ha detto che si è certamente commesso un errore, intendeva dire, e lo precisa, che l'errore è essenzialmente nell'intitolazione di questo complesso materiale, così come capita qualche volta che aprendo il giornale e fermandoti al titolo tu credi ad una certa notizia e leggendo il testo ti accorgi che la cosa è tutta diversa; non si è inteso di regolamentare, meglio, più corretto sarebbe stato scrivere "Istruzioni", non altro che questo. E in questo senso diciamo che non vi è niente di illegittimo, che non si straripa assolutamente da quelle che sono le norme delle leggi stabilite dalla Regione e nemmeno da quelle dello Stato, ma attraverso ad una circolare perché poi questa è la sostanza e la natura vera del documento - si possono qualche volta indicare delle cose che non vanno contro legge, tutte le volte che vi sia una legge che disponga qualche cosa, potrà essere un'illazione molto avanzata quella del dettare queste istruzioni, ma non è certamente con carattere di illegittimità, non impingendo nella valutazione e nell'interpretazione di una legge a carattere generale.
L'Assessore ha detto in questa assemblea, ma lo aveva detto prima alla Giunta e l'ha ripetuto al Presidente, che la elaborazione di questo complesso di istruzioni non è stata una invenzione sua e nemmeno dei suoi uffici, è frutto di larghe e lunghe consultazioni; attraverso alla dichiarazione del Consigliere Menozzi abbiamo saputo addirittura che da parecchi mesi si sta elaborando quella che, con una parola che a me non piace molto, è la fase per arrivare a determinare quello che sia il meglio.
Quindi contesto che possa essere effettivamente rilevante la richiesta della mozione diretta ad espungere quanto vi sia di regolamentare, nulla ritenendo che vi sia di regolamentare che sarebbe di competenza del Consiglio Regionale. Siccome però il discorso è aperto nello stabilire quali sono le competenze, anche su questo punto, come sugli altri due, la proposta che Presidente della Giunta fa è questa: è inutile schierarci in due posizioni con un voto sulla mozione che non porterebbe a nessun risultato perché quindici diranno in un modo, dodici diranno in un altro la mozione non passerebbe e la Giunta non farebbe nulla di quello che è stato richiesto; poiché invece parte di quello che è stato richiesto sembra accettabile, almeno come motivo di considerazione e di attenzione, la proposta che fa il Presidente della Giunta, partendo da questo punto seguendone altri, è che non si passi alla votazione della mozione, che ci si impegni a una riunione di Capigruppo con l'Assessore, eventualmente con il Presidente e che si stabilisca non soltanto nel discorso generico di impugnativa di legittimità, di non legittimità, ma si stabiliscano dei punti precisi, primo, secondo, terzo, quarto. Questi sono, a nostro avviso motivi di un regolamento per cui la competenza è del Consiglio Regionale ove questo non sia (non riteniamo che non sia), venga dimostrato e indicato, noi siamo pronti a rivedere le posizioni anche su questa linea.
La mozione impegna poi a rivedere, in collaborazione con la competente Commissione consiliare, tutte le disposizioni che con riferimento alle dimensioni aziendali e ai limiti di spesa escludono praticamente la stragrande maggioranza delle piccole aziende dalla possibilità di fruire.
Anche qui non credo che questo sia stato voluto, fatto e fabbricato dall'Assessore Chiabrando, dai suoi uffici con il proposito di far fuori le piccole aziende, di renderle non beneficiarie delle leggi. Se però ci sono dei casi di questo genere vediamo alla luce di questa riunione di Capigruppo da farsi nello spazio degli 8/10 giorni, anche tenendo conto della circostanza che queste istruzioni valgono per l'applicazione della legge per il 1974, cioè per la validità in ordine di tempo di una quarantina di giorni, là dove il discorso può essere rivisto, rifatto mediato, rimeditato per quella che sarà l'applicazione 1975 e anche alla luce dell'esperienza che nel frattempo si sarà verificata in questa direzione.
La proposta del Presidente della Giunta è quindi: troviamo il modo nello spazio di 8/10 giorni, di riunire i Capigruppo. Perché dico i Capigruppo e non la Commissione, come è chiesto nella mozione? Anche qui per una ragione di competenza e anche qui è da vedersi: tocca alla Commissione, o tocca all'organo, espressione politica del Consiglio di valutare e di valorizzare? Noi siamo in condizioni di farlo nello spazio di dieci giorni, rimediamo concretamente a quelle che possono essere le posizioni che sono indicate, che potranno essere perfezionate.
L'Assessore Chiabrando nel termine del pomeriggio ha assunto utilmente dai suoi uffici delle indicazioni, ne ha data l'illustrazione e la precisazione, ma alcune delle cose che sono state affermate, Consigliere Marchesotti, se le ha sentite con le sue orecchie non discuto, ma se le sono state riferite io sono sempre molto dubbioso nell'accettar per vero quello che viene riferito, non perché possa essere riferito in malafede, ma perché può non essere riportato perfettamente. Comunque sono accertamenti che l'Assessore Chiabrando farà, in maniera che in questa riunione la cosa possa essere valutata, vista in termini concreti, e veramente si giunga ad una conclusione positiva ed utile per tutti in un momento, se me lo consentono signori Consiglieri, particolarmente difficile, nel quale la Regione Piemonte viene a trovarsi, perché è di ieri sera la notizia datami che il riparto del fondo globale per il 1975 che noi pensavamo e speravamo superasse di molto l'importo di cui fruiamo per il bilancio del 1974, viene invece confermato praticamente, c'è l'aumento di qualche centinaio di migliaia di lire, e resta ricondotto alla somma di 52 miliardi 105 milioni 479.444.
Io voglio dire, prendendo occasione da questo discorso, pensiamoci tutti, abbiamo da costruire un bilancio, da portare avanti la esecuzione ed il compimento di leggi, quello che noi pensavamo potesse essere un grosso contributo da parte dell'organo centrale, si riduce esattamente a quello che era il contributo dell'anno scorso, ma questa, ripeto, è una comunicazione collocata qui unicamente per ragioni di meditazione da parte di tutti, mentre la risposta concreta sulla quale mi pare l'Assessore è d'accordo è quella di trovarci entro una decina di giorni, esaminare i due aspetti, quello di norme eventualmente regolamentari per cui possa esservi una competenza ecc., e l'altro, quello di merito, su una presa di posizione estremamente precisa e concreta.
Questo è l'invito che il Presidente della Giunta rivolge ai vari Gruppi perché possano valutare la validità della proposta.



PRESIDENTE

E' chiusa così la discussione. Si tratta di valutare da parte dei Gruppi politici la proposta fatta dal Presidente della Giunta. Vorrei sentire dai Presidenti dei Gruppi.
La proposta fatta dal Presidente della Giunta è di portare all'esame della Conferenza dei Presidenti dei Gruppi...



BIANCHI Adriano

Direi che è ovvio l'assenso per ragioni di colleganza e di coerenza, ma ovvio anche per la motivazione che il Presidente ha dato, che qualifica tutta quanta la discussione e la finalizza nel senso più costruttivo, in termini di un confronto pacato, su punti specifici. E' un'esperienza grossa che si è fatta, l'Assessore aveva di fronte una mole di norme legislative molte delle quali nuove, da ricondurre a unità, a sintesi e ha fatto un notevole lavoro, uno sforzo estremamente positivo nel suo complesso ma è possibile, come si deve concedere sempre per ogni opera umana, che ci siano delle cose da rivedere.
L'Assessore già stamattina e ancora adesso, pur rigorosamente difendendo le proprie tesi, e il Presidente offrono questo modo e questo terreno di confronto concreto; io sollecito anche le altre parti politiche a tentare di giungere a conclusioni realistiche sulla via che il Presidente ha indicato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Noi siamo d'accordo sulla proposta fatta. Naturalmente questa discussione per certi versi ci richiama a quella che abbiamo fatto stamattina e del resto anche il Presidente si è in parte rifatto alla discussione di stamane: a prescindere dalle competenze, che dovranno essere stabilite, rimane ferma la nostra opinione che i singoli Assessori devono comprendere qual è il tipo di rapporto da stabilirsi con le forze politiche o, in questo caso, con le Commissioni che rappresentano le forze politiche.
I rapporti con gli organismi esterni sono una cosa giusta, ma non unica e non possono che svolgersi in fase di consulenza, ma ogni decisione deve essere portata sempre nella sua sede naturale, che sono il Consiglio Regionale e la Commissione. Noi non accettiamo che l'Assessore (lo ha già fatto più volte) si trinceri dietro al fatto che ha interpellato esperti di varie parti politiche, gliel'ho detto una volta e glielo riconfermo: è giusto che segua il metodo di interpellare le organizzazioni sindacali, ma questo non può in alcun modo escludere il rapporto determinante che ci deve essere con gli organismi del Consiglio Regionale.
Quindi noi lo invitiamo ad adottarlo come metodo.
Sul merito abbiamo esposto stamane i motivi che ci hanno consentito di dimostrare che nelle norme, o istruzioni, o come dir si voglia, preparate dall'Assessore, ci sono dei punti regolamentari, lo abbiamo già detto, ma lo faremo ancora meglio e credo che valga sempre, come metodo determinante il confronto di merito punto per punto; emergeranno, se esiste la volontà politica, le possibilità di arrivare a delle conclusioni positive.
Accogliendo quindi la proposta credo di poter dire che sarà forse opportuno, per le prossime leggi che faremo, far seguire regolamenti di attuazione che sono una delle carenze delle nostre leggi, noi non ne abbiamo mai fatti, ci sono circolari interpretative che vengono adottate come regolamenti, ma provocano dei pasticci (tipo quello sull'istruzione e l'assistenza scolastica). Invece si fa una legge, dopo di che si applica e si approva il regolamento delle leggi e tutte le discussioni vengono eliminate.
In questo senso noi approviamo la decisione.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Solo una battuta, al di là del merito e della sostanza. Io sono d'accordo di fare il regolamento, però dico anche che se le leggi sono veramente fatte bene possono andare avanti senza regolamento perché molte volte il regolamento è fonte di altre discussioni. Cito una legge fondamentale ancora in vigore adesso, quella del 1865 sui lavori pubblici che è andata innanzi oltre un secolo senza avere il regolamento, quando hanno incominciato a fare delle circolari interpretative per adattarla ad esigenze nuove, l'hanno fondamentalmente guastata.
Chiusa la parentesi, è solo lo sfogo di un avvocato, non del Presidente della Giunta Regionale.



BERTI Antonio

Però non l'avevano mai usata per fare espropri, quando hanno cominciato a fare gli espropri hanno fatto una circolare.



PRESIDENTE

E' cosi chiusa la discussione.
Al termine convocherò i Capigruppo per fissare alcune modalità sia per quanto riguarda questa legge, sia per quanto riguarda la prosecuzione dell'ordine del giorno nella prossima settimana.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno sulla SIPRA


PRESIDENTE

Mi sono giunti tre ordini del giorno. Prima di procedere all'esame del disegno di legge n. 169 "Istituzione del Comitato regionale di coordinamento dei trasporti" darei lettura dei tre ordini del giorno.
"Il Consiglio Regionale del Piemonte, di fronte alla minaccia di smantellamento della Sipra, che esprime la presenza pubblica nel settore della pubblicità ribadisce i suoi orientamenti in difesa della libertà di stampa e di una obiettiva informazione, che ancora recentemente hanno motivato l'azione della Regione Piemonte per la riforma della RAI-TV esprime solidarietà con le iniziative dei lavoratori Sipra e delle organizzazioni sindacali CISL-CGIL-UIL chiede al Governo centrale un pronto intervento al fine di garantire la presenza pubblica nel settore pubblicitario, quale premessa per una effettiva riforma della pubblicità che assicuri un democratico ed equo finanziamento ai mezzi d'informazione nello spirito della recente sentenza della Corte Costituzionale ed allo stesso tempo permetta un positivo indirizzo della domanda dei consumi pubblici e privati dà mandato alla Giunta Regionale di mettere in atto tutte le azioni che si presentano necessarie per raggiungere gli obiettivi prima indicati anche per il significato di attività e di occupazione qualificata che verrebbero ulteriormente sottratte al capoluogo piemontese".
f.to: Bianchi, Vera, Besate, Simonelli.
L'ordine del giorno è chiaro, riassume già quanto il Consiglio ha detto nel precedente dibattito che è stato amplissimo sulla RAI-TV. Si tratta di ribadirlo al momento della scadenza della convenzione al 30 novembre.
Se nessuno chiede di parlare, come elemento rafforzativo della discussione che è stata qui fatta per la RAI-TV, porrei in votazione l'ordine del giorno per alzata di mano: è approvato all'unanimità.
Questo ordine del giorno sarà inviato domani al Presidente del Consiglio dei Ministri, alle Camere, ai Capigruppo parlamentari.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno per la cooperazione economica fra i Paesi d'Europa


PRESIDENTE

Secondo ordine del giorno: "Il Consiglio Regionale del Piemonte considerato che il superamento della crisi che investe tutti i Paesi europei, ed in particolare l'Italia, è possibile solo in un quadro di cooperazione economica tra tutti i Paesi d'Europa, indipendentemente dai loro orientamenti politici e sociali che in tale senso è indispensabile accelerare la convocazione della Conferenza europea per la sicurezza e la cooperazione che il rilancio dell'unificazione economica e politica dell'Europa implica l'assunzione di iniziative da parte dei Governi europei che le recenti proposte francesi di dedicare il prossimo vertice dei Capi di Stato e di Governo ai problemi politico-istituzionali dell'Europa e di avviare un'evoluzione graduale della comunità fissando a breve scadenza la data delle elezioni dirette del Parlamento europeo risultano adeguate a questo scopo domanda al Governo italiano di sostenere con ogni mezzo ed in tutte le sedi tale proposte ai Partiti dell'arco costituzionale di richiedere un dibattito al Parlamento italiano, prima del vertice, al fine di far emergere una netta posizione dell'Italia ricorda che l'approvazione del progetto di legge n. 1 di iniziativa popolare presentato al Senato (così come dei tre progetti analoghi di iniziativa regionale presentati in appoggio) per le elezioni unilaterali dei delegati italiani al Parlamento europeo costituisce il sostegno più concreto che l'Italia può offrire perché la vita alle elezioni europee generali sia specie dopo la caduta del veto francese, definitivamente aperta".
F.to: Bianchi, Gerini, Vera, Berti, Visone, Calsolaro.
Mi pare che sia chiaro, consegue all'iniziativa che ha assunto il Consiglio Regionale. Pongo pertanto in votazione questo ordine del giorno per alzata di mano.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Io lo approvo alla cieca, non l'ho letto, l'ho sentito leggere, io ho tanta fiducia nell'Europa, e in coloro che hanno redatto l'ordine del giorno.



PRESIDENTE

E' approvato all'unanimità.


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Ordine del giorno sui Circoli Didattici


PRESIDENTE

Terzo ordine del giorno: "Il Consiglio Regionale del Piemonte preso atto dell'ordine del giorno inviato dai Direttori Didattici di Torino e Provincia approvato nel corso di una loro assemblea del 12 novembre preso atto altresì delle analoghe posizioni assunte dal Comitato dei Sindaci della Provincia di Torino, dai Comitati di quartiere e dai Sindacati degli insegnanti constata l'urgenza dei problemi esposti nel succitato ordine del giorno al fine di una reale attuazione dei decreti delegati sugli organi collegiali della scuola, ed in particolare rilevata l'impossibilità di realizzare un'autentica partecipazione sociale alla gestione democratica della scuola nell'area torinese a causa della pletoricità dell'organico insegnanti dei Circoli di Torino e Provincia (150-200 insegnanti per Circolo); pletoricità dell'organico alunni (3.000-4.500 alunni per Circolo); pluralità di Plessi e di Comuni con estensione territoriale abnorme; non coincidenza del territorio di competenza dei Circoli didattici con il territorio della restante scuola dell'obbligo e dell'infanzia (scuola media e scuola materna); istituto di reggenza dei numerosi Circoli vacanti: inefficienza degli uffici di Segreteria delle Direzioni Didattiche per organizzare le elezioni in simile situazione rilevato altresì il grave pericolo che venga vanificata l'effettiva partecipazione e rappresentanza dei genitori alla vita della scuola infatti con un organico medio di 3.000-4.000 alunni per Circolo significa organizzare per le elezioni 6.000-7.000 genitori sparsi in un territorio non omogeneo con presenza di quartieri diversi, Comuni diversi, distretti scolastici diversi preso atto delle proposte avanzate dai Direttori Didattici, proposte condivise ed approvate dal Provveditorato agli Studi di Torino ed in particolare: a) la necessità urgente di ristrutturai i Circoli didattici di Torino e Provincia, ristrutturazione sulla base della quale organizzare l'elezione degli organi collegiali della scuola b) l'opportunità di affidare, in un primo tempo, al Direttore la convocazione delle elezioni, in qualità di reggente dei nuovi Circoli costituiti nell'ambito del suo attuale Circolo di titolarità c) che ad elezioni avvenute in ciascun nuovo Circolo assuma le funzioni direttive il collaboratore di cui al 3° comma dell'art. 3, Capo I, Titolo I del Decreto Presidente della Repubblica 31 maggio 1974, n. 416 invita il Ministero della Pubblica Istruzione a provvedere alla ristrutturazione dei Circoli Didattici di Torino e Provincia sulla base delle proposte avanzate dai Direttori Didattici e già presentate al Ministero dal Provveditorato agli Studi di Torino dà mandato alla Giunta Regionale di assumere le opportune iniziative, presso il Governo, il Ministero della Pubblica Istruzione al fine di sollecitare l'approvazione dei suddetti provvedimenti".
F.to: Revelli, Bianchi, Garabello, Gerini, Vera, Gandolfi, Simonelli.
Anche questo ordine del giorno è chiaro, si tratta di ristrutturare nell'ambito dei circoli, nuove unità.
Pongo in votazione per alzata di mano l'ordine del giorno: è approvato all'unanimità.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Esame disegno di legge n. 169: "Istituzione del Comitato regionale di coordinamento dei trasporti"


PRESIDENTE

Esame disegno di legge n. 169: "Istituzione del Comitato regionale di coordinamento dei trasporti".
La II Commissione, a mezzo del suo Presidente Dotti, comunica: "Si trasmette in allegato copia del disegno di legge 169 Istituzione del Comitato regionale di coordinamento dei trasporti assegnato a questa Commissione in sede referente ed esaminato dalla Commissione stessa con parere favorevole".
Darei la parola al relatore, Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano, relatore

Signor Presidente, si tratta di una relazione verbale molto breve.
Credo che tutte le forze politiche, tutti i Gruppi concordino sulla valutazione che la Giunta ha fatto proponendo questo disegno di legge, e cioè sull'esigenza di mettere in moto tutti i meccanismi più efficaci, al fine di ottenere il migliore coordinamento della politica e dell'azione nel settore dei trasporti.
Sappiamo quali sono i limiti di competenza della Regione, sappiamo per che sul territorio regionale operano le competenze delle aziende di Stato delle Ferrovie in particolare e dell'ANAS, sappiamo quanto i trasporti siano funzionali rispetto all'organizzazione del territorio, allo sviluppo economico, alla stessa validità del piano di sviluppo e quindi dobbiamo compiere il massimo sforzo per ricondurre a compatibilità, a coerenza e quindi al coordinamento le varie iniziative.
Il Comitato che viene proposto, quindi, ha vari compiti: ha un compito di richiamo, di spinta alla coerenza nel momento della formazione dei programmi, dei piani, dell'adozione dei progetti che le varie autorità regionali o enti locali, ma anche statali debbono compiere. Vi è poi il momento del coordinamento nella fase esecutiva; infine la presentazione in ogni circostanza di una consulenza qualificata, perché i vari componenti del Comitato sono anche espressione delle massime competenze tecniche oltre che delle competenze amministrative e politiche nel settore e quindi sono nella condizione di fornire una consulenza qualificata agli organi regionali, alla Giunta ed al Consiglio nei momenti in cui debbono assumere delle decisioni importanti.
Il Comitato comunque non è un organismo che in qualche modo, per delega, realizzi, attui, svolga la politica dei trasporti per conto della Regione, è un momento di coordinamento, di verifica, di ricerca di compatibilità, di indicazione, di consultazione. E' certo che l'esistenza di questo Comitato, se opererà secondo gli intenti della Giunta e del Consiglio, renderà molto più efficace l'azione di unificazione delle politiche dei trasporti perché queste, sappiamo, sono strettamente funzionali ai fini della politica di sviluppo.



PRESIDENTE

L'Assessore desidera intervenire e poi ancora replicare oppure vuole parlare al termine?



GANDOLFI Aldo, Assessore ai trasporti

Al termine.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchesotti.



MARCHESOTTI Domenico

Noi concordiamo con il disegno di legge in discussione, approvato e corretto dalla Commissione in accordo con la Giunta.
L'esigenza di costituire un Comitato regionale di coordinamento dei trasporti è sorta al momento in cui il decreto delegato, che assegnava i poteri alla Regione, poneva la stessa, lo Stato e i Comuni nella condizione di intervenire sullo stesso territorio. Di qui l'esigenza di coordinamento tra poteri diversi, che intervengono appunto su un unico territorio e che pertanto devono avere obiettivi analoghi, ma che possono avere e in qualche caso hanno invece obiettivi diversi e contrastanti.
Il compito del Comitato di coordinamento non potrà essere che consultivo, è chiaro sin d'ora che non si sostituisce ai compiti e alle responsabilità esecutive della Giunta Regionale, non si sostituisce al momento decisionale e programmatico, legislativo e regolamentare di confronto politico del Consiglio e della sua Commissione permanente e quindi non è e non può essere un Comitato tecnico.
Sulla formazione del Comitato c'è stato un dibattito serio ed approfondito, la Commissione in un primo momento, su nostra proposta, aveva concluso sulla necessità di includervi i Consiglieri regionali, ma la Giunta, per ragioni di principio se ho ben capito, si è opposta; la conclusione, sulla quale noi concordiamo, è che siano nominati dalle forze politiche, quindi dal Consiglio, degli esperti che entrando a far parte del Comitato portano la voce delle forze politiche rappresentate nel Consiglio Regionale.
La nomina degli esperti nel Comitato non muta e non può mutare certo i rapporti tra Commissione ed Assessorato per quanto concerne studi conoscenze, il rapporto politico e di indirizzo, anzi, il lavoro del Comitato imporrà una maggiore assiduità, un più attento esame dei problemi che nel Comitato stesso saranno portati e questi dovranno essere, a nostro modo di vedere, affrontati dalla Commissione per evitare che problemi propriamente politici siano affrontati e risolti, sia pure in termini consultivi, dal Comitato stesso.
Data questa interpretazione di indirizzo e di compiti del Comitato, noi votiamo la legge in discussione.



PRESIDENTE

Se nessun altro desidera intervenire, darei la parola all'Assessore Gandolfi.



GANDOLFI Aldo, Assessore ai trasporti

Signor Presidente, signori Consiglieri, il relatore collega Bianchi ha già illustrato le ragioni che hanno indotto a formulare questo disegno di legge per la costituzione del Comitato di coordinamento regionale dei trasporti. Vorrei aggiungere in breve alcune considerazioni direi più di carattere tecnico, di tecnica dei trasporti.
La Regione, come già ha ricordato il collega Bianchi, si è trovata con il trasferimento dei poteri amministrativi in un settore molto definito e molto limitato dei trasporti, quello dei trasporti su gomma - in presenza di un quadro di problemi la cui soluzione, nel momento in cui i sistemi di trasporto diventano una variabile fondamentale per garantire certe politiche di assetto del territorio, è essenziale. Si tratta di intervenire nel campo dei trasporti per ottenere una effettiva integrazione tra i vari sistemi, le varie modalità di trasporto ed una rispondenza dei sistemi di trasporto sul territorio regionale agli obiettivi della politica di assetto del territorio che la Regione si prefigge. Non c'è dubbio, dobbiamo ripeterlo ancora una volta, che non possiamo pensare di risolvere i problemi del trasporto limitando la nostra ottica ai trasporti collettivi su gomma: il trasporto è un problema che deve vedere nella sua globalità la interconnessione, la specializzazione, la caratterizzazione funzionale del trasporto su rotaia, dei trasporti su gomma, dei trasporti privati anche su gomma.
In questo contesto bisogna arrivare a momenti politici ed amministrativi di confronto e di sintesi fra una serie di politiche che purtroppo sono a tutt'oggi divise come competenze, in un quadro di amministrazioni diverse: l'Amministrazione regionale, l'Amministrazione statale attraverso le sue Aziende speciali, le Amministrazioni provinciali per quel che riguarda i problemi di viabilità minore. Noi dobbiamo arrivare ad una situazione nella quale la politica di assetto del territorio della Regione, man mano che si va precisando, sia sostenuta da un quadro di interventi di carattere infrastrutturale che dia innanzitutto priorità e valorizzi appieno tutte le possibilità insite negli impianti fissi, nel trasporto ferroviario, che riconsideri poi il ruolo dei trasporti collettivi su strada come ruolo comprensoriale e direi di alimentazione delle linee ferroviarie, che veda il problema del trasporto e della mobilità di persona e di merci sul sistema viario come problema di integrazione fra questi vari modi di trasporto. Questo, naturalmente, è possibile solo attraverso un confronto tra le varie Amministrazioni competenti. Il Comitato regionale dei trasporti vuole assolvere a questo tipo di funzioni, cioè di un rapporto tra tutte le Amministrazioni: quella regionale, quella statale, quelle provinciali, competenti in materia.
E' ovvio - dico in risposta al Consigliere Marchesotti - che l'Amministrazione regionale, la Giunta Regionale assumerà questo tipo di rapporto in due modi diversi, cioè o sulla base di indirizzi politici già espressi dal- Consiglio Regionale (si tratta evidentemente, allora, di posizioni che la Giunta andrà assumendo e proponendo avendo alla base ed alle spalle una discussione, delle determinazioni di carattere programmatorio già assunte in Consiglio), o in una dimensione diversa evidentemente in fase preventiva, ecco, di consultazione, prima di determinazioni che nella misura in cui risultano piani, interventi di carattere globale, interventi di programmazione, non potranno non essere poi condotti e ricondotti, per le determinazioni politiche, a livello di Consiglio Regionale. Quindi, credo che non possa sorgere il dubbio che questo Comitato abbia ad assumere funzioni di carattere politico che sono proprie del Consiglio. E' invece, come è già stato detto, l'organismo che si pensa che possa in maniera più produttiva determinare questa occasione di incontro tra le Amministrazioni competenti e le forze politiche economiche e sociali della Regione per arrivare ad un confronto di indirizzi politici, di indirizzi di carattere amministrativo, di piani di carattere generale ed esecutivo.
Con questo spirito la Giunta ha voluto proporre questo Comitato. Ci auguriamo che attraverso anche l'apporto che ad esso potranno dare le forze politiche ed i rappresentanti delle organizzazioni economiche e sociali della Regione, questo Comitato possa acquisire effettivamente il ruolo che noi vogliamo dare ad esso con questo tipo di legge. Naturalmente - in questo concordo con il collega Marchesotti - si aprirà, nella misura in cui il lavoro di rapporto con le Amministrazioni competenti in materia di questo terreno verrà svolto e sarà effettivamente fruttifero, un problema molto importante: di un confronto più frequente in materia di trasporti fra Giunta e Consiglio, confronto per il quale la Giunta non ha difficoltà a dichiarare la propria piena disponibilità.



PRESIDENTE

E' così chiusa la discussione. Passiamo pertanto alla votazione dei singoli articoli.
Disegno di legge n. 169: "Istituzione del Comitato regionale di coordinamento dei trasporti".
Articolo 1 "Al fine di realizzare il coordinamento tra i programmi degli Enti e delle Amministrazioni che gestiscono i servizi pubblici di trasporto o effettuano interventi nel campo dei trasporli sul territorio regionale, secondo gli indirizzi della programmazione regionale, è istituito il Comitato regionale di coordinamento dei trasporti.
Il Comitato ha in particolare il compito di: formulare pareri sui piani ed i progetti elaborati dalla Giunta regionale, dagli Enti locali, dalle Aziende di trasporto e dalle Ferrovie dello Stato e proposte per una loro armonizzazione svolgere funzione consultiva nei confronti della Giunta regionale per le scelte amministrative che riguardano la rete dei servizi di concessione regionale formulare proposte per migliorare le condizioni di integrazione e coordinamento tra i servizi di concessione regionale e i servizi che dipendono da Amministrazioni statali e da Enti locali formulare proposte e pareri, da avanzare nella sede competente, nei riguardi di infrastrutture interessanti la viabilità, la circolazione regionale, e il trasporto merci".
Nessuno chiede di parlare. Non sono stati proposti emendamenti.
Si procede alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 34 hanno risposto "sì" 33 Consiglieri; ha risposto no 1 Consigliere. L'art. 1 è approvato.
Articolo 2 - "Il Comitato è formato da: il Presidente della Giunta Regionale gli Assessori della Giunta Regionale competenti nei settori dei Trasporti, della Programmazione, dell'Urbanistica e della Viabilità i Presidenti delle Amministrazioni provinciali o Assessori da loro delegati il Direttore del Compartimento di Torino delle FF.SS.
il Direttore del Compartimento per il Piemonte dell'A.N.A.S.
tre rappresentanti dell'A.N.C.I. regionale, di cui uno della Città di Torino tre rappresentanti delle Organizzazioni sindacali tre rappresentanti degli operatori economici nove esperti di Economia e di Tecnica dei trasporti nominati dal Consiglio Regionale con espressione del voto limitata a due terzi.
Il Comitato è presieduto dal Presidente della Giunta, o, in sua assenza, dall'Assessore da lui delegato.
Per la validità dell'adunanza occorre la presenza di almeno la metà dei membri, oltre il Presidente, il cui voto prevale in caso di parità".
Vi sono due emendamenti proposti dal Consigliere Vera: uno è aggiuntivo: "Al primo comma aggiungere: 'Il Sindaco di Torino od 11 Assessore da lui delegato'"; l'altro è modificativo: "Al primo comma correggere: 'Tre rappresentanti dell'A.N.C.I. regionale, di cui uno del bacino di traffico di Torino'".
La parola al Consigliere Vera per l'illustrazione.



VERA Fernando

Avevo già sostenuto in sede di Commissione, ma per la verità la maggioranza della Commissione ha ritenuto di disporre altrimenti, la tesi che nel momento in cui si cercava di immettere in questo Comitato tutti gli operatori del settore del trasporto nell'ambito regionale (ed infatti sono stati reintegrati, dopo essere stati ad un certo punto esclusi, gli stessi rappresentanti degli operatori economici) era importante avere nel Comitato anche un rappresentante della Città di Torino, o attraverso l'Azienda municipalizzata, o attraverso altre aziende in cui è presente in misura maggioritaria, esercisce il trasporto pubblico per una larga fetta di questa attività nell'ambito della nostra Regione.
Non ritengo che la rappresentanza indicata con la espressione "tre rappresentanti dell'A.N.C.I., di cui uno della Città di Torino" - quindi teoricamente uno qualsiasi, senza fissare che debba essere il Sindaco o l'Assessore competente in materia delegato dal Sindaco - valga ad assicurare questa rappresentanza, e quindi ad avere nell'ambito del Comitato questo interlocutore, con il rischio che il Comune di Torino non si ponga come interlocutore nell'ambito di quest'opera di coordinamento che svolge il Comitato ma venga a trovarsi al di fuori di esso, quindi con una sorta di contestazione fra il Comitato stesso e la Città di Torino.
Ritengo pertanto che, come è prevista specificamente, ad esempio, la presenza dei Presidenti delle Amministrazioni provinciali della Regione che indubbiamente svolgono nel settore un'attività assai minore di quella che svolge il Comune di Torino, si debba precisare che il Comune di Torino dev'essere ufficialmente presente nel Comitato.
Evidentemente se si accoglie l'emendamento aggiuntivo: "Il Sindaco della Città di Torino o Assessore da lui delegato", ove si parla di "tre Rappresentanti dell'A.N.C.I. regionale, di cui uno della Città di Torino" ritengo più corretto che non sia più il rappresentante della Città ma un rappresentante di tutto il bacino di traffico, cioè dell'area metropolitana di Torino.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Marchesotti. Ne ha facoltà.



MARCHESOTTI Domenico

Signor Presidente, la proposta che ha qui avanzato con emendamento il Consigliere Vera per una parte era già presente nella proposta fatta dalla Giunta, in cui il Sindaco di Torino era previsto esplicitamente tra i membri del Comitato. La Commissione ha emesso invece questo testo, sul quale si è poi trovata d'accordo anche la Giunta, perché ha ritenuto che il discorso che il Consiglio Regionale deve fare in questo Comitato non è un discorso su questo o quel bacino di traffico ma è un discorso di carattere regionale, che riguarda tutta la Regione Piemonte. E nella misura in cui andiamo avanti a discutere, come nella riunione di ieri, per il piano territoriale dell'area ecologica di Torino emerge assai chiaramente che l'area ecologica di Torino condiziona il Piemonte e viceversa.
Penso faremmo bene a rimanere fermi alla indicazione: "tre rappresentanti dell'A.N.C.I. regionale, di cui uno della Città di Torino" che non esclude che questo possa essere lo stesso Sindaco di Torino. Non comprendo infatti perché il Sindaco della Città di Torino, in un Comitato di questo tipo, che sovrintende ai trasporti in tutta la Regione, debba essere presente in tale sua veste, cioè con la esplicita denominazione "il Sindaco della Città di Torino". Perché la Città di Torino dovrebbe avere un trattamento preferenziale rispetto a tutti gli altri Comuni? Perché è più grande, perché ha particolari problemi? Ma questi possono essere portati proprio mantenendo ferma la dizione: "Tre rappresentanti dell'A.N.C.I.
regionale, di cui uno della Città di Torino", o, se volete, posso anche accettare la dizione: "tre rappresentanti dell'A.N.C.I., di cui uno sia il Sindaco di Torino", per indicare che proprio si auspica la presenza del Sindaco.
Ma dobbiamo salvare il principio che la Regione Piemonte, quando affronta questioni di questo genere, ha una posizione di carattere unitario e di carattere politico.
Se ci sono altre ragioni che possano muoversi in direzione della proposta fatta da Vera le possiamo anche discutere, ma a me pare che questa conclusione sia ancora, per l'argomentazione che il proponente ha portato la più valida.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Berti. Ne ha facoltà. BERTI. Credo che noi dobbiamo considerare - l'abbiamo già fatto in Commissione - che uno degli obiettivi per cui noi costituiamo il Comitato è quello di coinvolgere, diciamo così, in esso per il necessario coordinamento tutti gli enti che hanno poteri di intervento nel campo dei trasporti e delle comunicazioni. Naturalmente, ad essi aggiungiamo degli esperti, i quali dovrebbero portare un contributo tecnico, per così dire, necessario per far emergere proposte e le altre cose che sono precisate all'art. 1.
Da questo punto di vista l'A.N.C.I. è una organizzazione politica dei Comuni che esprime orientamenti di carattere generale, e da cui non credo sia possibile pretendere orientamenti settoriali specifici, a meno che l'A.N.C.I. regionale non si organizzi (ma non lo ha ancora fatto fino ad oggi, direi quasi che non ha attività) in settori fra cui anche quello dei trasporti; e in questo senso la presenza dell'A.N.C.I. è qualificante ed utile per il tipo di apporto costruttivo e politico nel settore che esso porta al Comitato.
Sarebbe molto diverso se noi avessimo, con la istituzione dei comprensori, organismi cui noi vogliamo assegnare dei poteri effettivi attraverso deleghe eccetera. Allora, la presenza di questi organismi risponderebbe al duplice scopo di proposta e anche di controllo nell'attuazione vera e propria delle decisioni che a suo tempo il Consiglio Regionale con le sue leggi e delibere assumerà.
Se queste argomentazioni sono valide, pare a me che, non potendo disporre ancora dei comprensori e quindi di questi organismi di potere decentrato, diciamo così, di tutto il Piemonte, acquisti valore il fatto che assumere soltanto il Comune di Torino viene ad essere squilibrante rispetto ad un tipo di apporto che è valido se viene da tutti gli organismi del Piemonte. Non potendosi ancora realizzare questo obiettivo, pare a me che sia più opportuno (e in questo senso la Commissione si era poi definitivamente orientata), nonostante tutti i limiti, non scegliere il Comune di Torino a preferenza di altri, perché allora ci sono Alessandria Novara, tanti poli importanti che nell'organizzazione regionale dei trasporti dovranno avere la stessa importanza che ha Torino.
Quindi, io da questo punto di vista eviterei di specificare "il Sindaco di Torino", per non squilibrare la presenza degli Enti nel Comitato.
Mettiamo dunque l'A.N.C.I. - rappresentando però a questa Associazione la necessità di adeguarsi ai sempre nuovi compiti che le vengono attribuiti nella forma in cui è stato fatto nella proposta di legge presentata.
Noi insistiamo pertanto perché la proposta venga votata nei termini in cui è stata scritta: altrimenti, se si inserisse "il Sindaco di Torino", vi sarebbe l'esigenza di inserirne tanti altri e il Comitato diventerebbe troppo ampio, tale da non essere in grado di operare concretamente.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Garabello. Ne ha facoltà.



GARABELLO Enzo

Intervengo, in modo un po' estemporaneo, in rapporto alla proposta del Consigliere Vera. A mio avviso, vi sono aspetti ugualmente validi sia nelle considerazioni di chi la sostiene sia in quelle di chi non la sostiene, sia in quelle di chi vi si oppone, direi in maniera non frontale.
Indubbiamente, il fatto di impegnare direttamente la Città di Torino nella persona del Sindaco costituisce un confronto con forze reali.
Insomma, io sono d'accordo con Marchesotti che dice: non rimarchiamo l'aspetto torinese, cerchiamo di guardare alla Regione nel suo complesso però osservo che indubbiamente, in quanto ai trasporti e in quanto ai problemi in generale, il Comune di Torino è la forza più reale, anche se al limite si potrebbe dire: purtroppo. Dall'altro lato, fare un'apertura con un lungo elenco, comunque un più lungo elenco, di Sindaci di città capoluogo di particolare rilievo, comprometterebbe la funzionalità del Comitato.
Farei pertanto, riservandomi di concretizzarla, in termini di emendamento eventualmente correttivo di quello Vera, una proposta, sulla quale invito i Colleghi ad esprimere il loro punto di vista: anziché "tre rappresentanti dell'A.N.C.I.", prevedere "cinque rappresentanti dell'A.N.C.I.", sostituendo le parole "di cui uno della Città di Torino" con: "fra cui il Sindaco di Torino". In tal modo ci sarebbe una maggior possibilità di rappresentanza delle realtà regionali, ma al tempo stesso il Consiglio Regionale metterebbe in rilievo l'opportunità che sia presente una forza reale, con cui ci si deve necessariamente confrontare, quale la Città di Torino.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Vera. Ne ha facoltà.



VERA Fernando

Giudico interessante la proposta di emendamento correttivo fatta dal Consigliere Garabello. Muoverei un'unica osservazione: che sarà opportuno non fermarsi a richiedere la presenza del Sindaco di Torino ma considerare l'eventualità di una sua sostituzione in caso di necessità con un Assessore da lui delegato; questo guardando alla realtà delle cose, perché sappiamo bene tutti quali impegni gravino su chi ricopre la carica di Sindaco di una grande città come Torino, e non vorrei che questa presenza finisse con l'essere puramente simbolica, nel qual caso veramente cesserebbe lo scopo di aver presente un interlocutore reale.
Se pertanto il collega Garabello accede alla mia proposta, direi di scrivere: "Tra cui il Sindaco di Torino o un Assessore da lui delegato", in modo che ci sia veramente la rappresentanza dell'Amministrazione, io dichiaro di ritirare i miei due emendamenti per accettare il suo.
Mi rendo conto della logicità, su un piano astratto, delle ragioni che hanno qui addotto Berti e Marchesotti; però, dobbiamo anche guardare alla realtà delle cose, come già ricordava Garabello, e la realtà delle cose ci dice che il principale operatore nel settore del trasporto pubblico in Piemonte - attraverso la municipalizzata e le altre società di cui è proprietario (la Satti in linea assoluta, mi pare, e il Consorzio Torino Rivoli in linea largamente maggioritaria) - è proprio il Comune di Torino.
Non è opportuno escludere, sulla base di un ragionamento che, ripeto, ha la sua validità, la sua logica, la sua razionalità, il più grosso operatore nel settore che esiste nella Regione Piemonte.
Accetterei dunque, con quella piccola correzione, l'emendamento proposto dal Consigliere Garabello.



PRESIDENTE

Allora, il Consigliere Vera ha ritirato i suoi emendamenti. Rimane valido l'emendamento proposto dal Consigliere Garabello: "Cinque rappresentanti della Sezione Regionale dell'A.N.C.I., fra cui il Sindaco di Torino o Assessore da lui delegato".



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Non sarebbe meglio anteporre il Sindaco di Torino, scrivendo cioè: "Il Sindaco di Torino o Assessore da lui delegato, e quattro rappresentanti della Sezione regionale dell'A.N.C.I."?



PRESIDENTE

D'accordo. Allora, pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento proposto dal Consigliere Garabello, nella forma in cui risulta dopo la variante apportata dal Presidente della Giunta. Chi intende approvarlo è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità.
Pongo ora in votazione, per appello nominale, l'art. 2, del quale ho già dato lettura, integrato con questo emendamento.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 34; hanno risposto "sì" 33 Consiglieri; ha risposto "no" 1 Consigliere. L'art. 2 è approvato.
Articolo 3 - "Il Comitato è convocato dal Presidente almeno tre volte all'anno. Esercita le funzioni di segretario un funzionario della carriera direttiva della Regione.
Alle riunioni intervengono, su invito del Presidente, funzionari di pubbliche, amministrazioni o di enti di trasporto ed esperti, su specifici argomenti in discussione".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare? Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 33; hanno risposto "sì" 32 Consiglieri; ha risposto "no" 1 Consigliere. L'art. 3 è approvato.
Articolo 4 - "Al Comitato sono attribuite, per le funzioni amministrative trasferite alla Regione in base al D.P.R. 14 gennaio 1972 n. 5, le funzioni consultive già attribuite alla Commissione interministeriale di cui all'articolo 12 della Legge 14 giugno 1949, n.
410, all'art. 10 della Legge 2 agosto '52, n. 1221, e all'articolo 2 della legge 29 dicembre 1969, n. 1042.
Per l'espletamento di queste funzioni il Comitato è integrato da: un rappresentante del CRIPEL un rappresentante dell'ANAC un rappresentante della FENIT il funzionario regionale responsabile della Direzione compartimentale trasporti in concessione".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare? Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 34; hanno risposto "sì" 33 Consiglieri; ha risposto "no" 1 Consigliere. L'art. 4 è approvato.
Articolo 5 - "Il Comitato è nominato con decreto del Presidente della Giunta Regionale, dura in carica quanto il Consiglio Regionale e viene ricostituito in occasione del rinnovo del Consiglio Regionale".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare? Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 35; hanno risposto "sì" 34 Consiglieri; ha risposto "no" 1 Consigliere. L'art. 5 è approvato.
Articolo 6 - "Ai membri del Comitato, non appartenenti all'Amministrazione Regionale e non residenti nel Comune di Torino, spetta il rimborso delle spese di viaggio sostenute".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare? Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 34; hanno risposto "sì" 33 Consiglieri; ha risposto "no" 1 Consigliere. Anche l'art. 6 è approvato.
Articolo 7 - "Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, valutati in Lire 5.000.000 annui, si provvede con lo stanziamento iscritto nel capitolo n. 53 dello stato di previsione della spesa per l'anno 1974 e con gli stanziamenti che saranno iscritti nel capitolo n. 53 del bilancio di ciascuno degli anni 1975 e successivi".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare? Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 34; hanno risposto "si" 33 Consiglieri; ha risposto "no" 1 Consigliere. L'art. 7 è approvato.
Pongo ora in votazione l'intero testo del disegno di legge, per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 34; hanno risposto "sì" 33 Consiglieri; ha risposto "no" 1 Consigliere. Il disegno di legge è approvato nella sua integralità.


Argomento: Programmazione: argomenti non sopra specificati

Progetto pilota per l'area metropolitana torinese. Approvazione del Consiglio Regionale


PRESIDENTE

Rimane da esaminare il punto quinto dell'o.d.g. "Progetto pilota per l'area metropolitana torinese - Approvazione del Consiglio Regionale".
Do lettura del testo dell'ordine del giorno, recante le firme dei Consiglieri Dotti, Calsolaro, Vera, Gerini, Bianchi, Gandolfi, Rivalta Gara bello, che, se approvato dal Consiglio, si trasformerà in deliberazione consiliare: "Il Consiglio Regionale del Piemonte, considerata la proposta degli organi della programmazione nazionale di predisporre un progetto in ordine agli interventi da realizzare nell'area metropolitana di Torino, nel campo delle residenze, dei trasporti e dei servizi sociali preso atto che la Giunta Regionale, con delibera 2-4033 del 6 agosto 1971, ha deliberato la sua adesione di massima all'iniziativa assunta dal Ministero del Bilancio e della Programmazione economica ed ha espresso parere favorevole a che l'ISPE promuovesse, con finanziamento proprio, la realizzazione di questo progetto sulla base di un programma di studi concordato con la Regione Piemonte valutato che lo schema del progetto ed il programma delle ricerche sono stati definiti d'intesa tra l'ISPE, l'IRES e l'Assessorato alla Programmazione della Regione Piemonte, anche sulla base delle indicazioni fornite dalla I Commissione Bilancio e Programmazione, e che il progetto stesso viene a collocarsi, quanto a metodologia, obiettivi ed ambito spaziale, nel quadro dell'attività di pianificazione regionale in atto, ed in particolare si configura come una Specificazione progettuale dei processi di pianificazione dell'area ecologica torinese, definendo in termini di fattibilità gli interventi da operare nei tre settori su citati i quali costituiscono variabili di fondamentale importanza per l'organizzazione del territorio considerato che il Ministero del Bilancio e della Programmazione economica, su indicazioni dell'Assessorato alla Programmazione, intende affidare la redazione del progetto all'IRES, il quale potrà avvalersi della collaborazione di altri organi tecnici designati dal Ministero, e che è prevista la costituzione di un Comitato, espresso in maggioranza dalla Regione Piemonte e dagli Enti locali dell'area torinese, come organo di indirizzo delibera di esprimere il proprio parere favorevole alla redazione di un progetto di interventi nell'area torinese secondo il programma concordato tra l'IRES, l'Assessorato alla Programmazione della Regione Piemonte l'ISPE e il Ministero del Bilancio e della Programmazione, con le finalità e le caratteristiche sopra richiamate".
Nessuno chiede di parlare in rapporto a questo testo? Allora, pongo in votazione per alzata di mano la delibera di cui ho dato lettura. Chi approva è pregato di alzare la mano.
La delibera è approvata con una astensione.
Abbiamo così esaurito tutti gli argomenti che potevamo porre in discussione. Prego i Capigruppo ed i componenti la Giunta di non allontanarsi, perché si dovranno al termine concordare alcuni particolari circa i lavori futuri. La IV Commissione è convocata per adempiere ad alcune formalità.


Argomento:

Interrogazioni e interpellanze (annuncio)


PRESIDENTE

Prima di dichiarare chiusa la seduta, diamo lettura delle interpellanze ed interrogazioni pervenute.



FRANZI Piero, Segretario

Interpellanza Revelli - Lo Turco su iniziative da assumere in merito a lavori eseguiti in territorio del Comune di Robilante interpellanza urgente a firma Vecchione-Fabbris, per conoscere quali iniziative si intendano assumere nei confronti del CO.RE.CO.
interrogazione del Consigliere Nesi per sapere quali iniziative si intendono assumere da parte della Giunta nei confronti di coloro che hanno asportato materiale radioattivo dai depositi dell'Euratom per l'inquinamento dell'acquedotto di Roma interrogazione urgente dei Consiglieri Besate e Fabbris, per sapere quali iniziative si intendono assumere in favore dell'amministrazione dell'Asilo infantile di Brandizzo interpellanza urgente a firma dei Consiglieri Soldano e Visone per sapere quali iniziative si intendono assumere per adeguare la liquidazione dei contributi a favore degli Enti locali interrogazione urgente a firma Visone, per sapere se la Giunta non ritenga necessario adeguare il tasso di interesse in conseguenza dell'aumentato tasso applicato dalla Cassa Depositi e Prestiti interpellanza urgente del Consigliere Nesi per sapere se corrisponda al vero la notizia apparsa sui giornali di oggi secondo la quale sarebbe stata approvata la soluzione della crisi della Venchi-Unica interpellanza dei Consiglieri Revelli e Berti in ordine alla partecipazione della Regione all'ISEF, alla ristrutturazione e alla qualificazione dell'ISEF, in ordine alla modificazione della gestione dell'ISEF stesso, con radicale trasformazione dei piani di studio, alle condizioni e allo stato giuridico degli insegnanti, degli impianti, e alle prospettive dell'Istituto interrogazione Calsolaro per sapere quali provvedimenti ed iniziative si intenda assumere nei confronti dei lavoratori dell'ENEL di Novara che non hanno aderito alla costituzione dei Comitati delle squadre di pronto intervento interrogazione Calsolaro circa l'esodo volontario dei lavoratori dalla Manifattura di San Benigno Canavese interrogazione con richiesta di risposta scritta dai Consiglieri Besate e Fabbris per sapere quali iniziative si intendano assumere in favore dei lavoratori della FIMEC posti in cassa integrazione o licenziati.



PRESIDENTE

Ha così termine l'odierna seduta. E' prevedibile che il Consiglio sia riconvocato per la prossima settimana, ma non sono in grado di precisare il giorno, perché i Presidenti dei Gruppi non hanno ancora avuto modo di fissarlo. Convoco i Presidenti dei Gruppi e la Giunta, come preannunciato.



(La seduta ha termine alle ore 18,20)



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