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Dettaglio seduta n.267 del 14/11/74 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Le delegazioni ospedaliere sono qui in Regione per esporre i loro problemi, pertanto convocherei i Capigruppo ed il Presidente della Giunta per discuterli.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10,17, riprende alle ore 11)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
I Capigruppo, il Presidente della Giunta e l'Assessore alla Sanità si sono incontrati con le rappresentanze dei lavoratori. Dopo un'approfondita discussione, si è convenuto che oggi non passeranno i disegni di legge che riguardano il settore della sanità; nel pomeriggio alle 17 avrà luogo un incontro fra le rappresentanze dei lavoratori (in numero di 20 altrimenti non è possibile puntualizzare il problema), il Presidente della Giunta l'Assessore alla Sanità, i Capigruppo ed il Presidente del Consiglio. In quella riunione verrà esaminata l'opportunità o meno di portare in Consiglio i disegni di legge all'ordine del giorno.
E' stata data quindi piena soddisfazione alle rappresentanze dei lavoratori...



(Proteste dalla tribuna del pubblico)



PRESIDENTE

Ripeto, è stata data piena soddisfazione ai lavoratori e garanzia che avrà luogo l'incontro richiesto e sono stati fissati i temi che dovranno formare oggetto di un'approfondita discussione.
Convoco quindi i Capigruppo e i membri dell'Ufficio di Presidenza ed il Presidente della Giunta per le ore 17.



(Proteste dalla tribuna del pubblico)



PRESIDENTE

Si è praticamente conclusa la prima parte con questo reciproco impegno.
Vi prego caldamente...



(Proteste dalla tribuna del pubblico)


Argomento:

Ordine del giorno della seduta


PRESIDENTE

Vi prego, altrimenti dequalifichiamo la nostra azione.
L'ordine del giorno reca: Approvazione verbali precedenti sedute Interrogazioni ed interpellanze Comunicazioni del Presidente Esame disegno di legge n. 206: "Variazioni al Bilancio della Regione per l'anno finanziario 1974" Progetto pilota per l'area metropolitana torinese. Approvazione del Consiglio Regionale.
Esame disegno di legge n. 200: "Istituzione dell'Albo Regionale delle Associazioni Pro-Loco" Esame disegno di legge n. 169: "Istituzione del Comitato Regionale di coordinamento dei trasporti" Nomine: nel Consiglio di amministrazione dell'ESAP (nove esperti in problemi agricoli) nel Consiglio di amministrazione dell'IRES (nove componenti) nel Collegio sindacale dell'IRES (nove componenti) nel Comitato regionale per gli studi sulla programmazione (nove componenti) nella Commissione di controllo sull'amministrazione regionale: sostituzione di membro supplente dimissionario nella terna degli esperti in discipline amministrative Esame disegno di legge n. 197: "Regolamentazione delle iscrizioni in appositi ruoli dei soggetti non assistibili da Enti o Casse mutue" Esame disegno di legge n. 203: "Disposizioni provvisorie concernenti le strutture e gli organici degli enti ospedalieri" Esame disegno di legge n. 204: "Norme in materia di assistenza ospedaliera" Esame disegno di legge n. 205: "Norme per il finanziamento della spesa per l'assistenza ospedaliera".



(Proteste dalla tribuna del pubblico)



ROSSOTTO Carlo Felice

Signor Presidente, questo è un Consiglio Regionale, dobbiamo farci rispettare.



PRESIDENTE

Vi prego, altrimenti devo sospendere la seduta del Consiglio, non posso ulteriormente consentire questo atteggiamento.



(Proteste dalla tribuna del pubblico)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11,05, riprende alle ore 11,25)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Berti, ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Signor Presidente, ritengo di dover fare una dichiarazione su quanto è avvenuto stamattina in questo Consiglio.
Prima io ho reagito abbastanza violentemente di fronte al modo in cui si stava svolgendo la pressione nei confronti dell'istituto regionale; ho invitato i lavoratori (a fianco dei quali noi siamo da sempre) a riflettere sulle forme di lotta e sulla scelta degli interlocutori.
Nell'atteggiamento che ho assunto e di cui mi accollo ogni responsabilità personalmente perché non desidero coinvolgere il mio gruppo sta tutta la consapevolezza - che abbiamo altre volte sottolineato - che la situazione del Paese è estremamente difficile, precaria, che gli stati di tensione sono molti, che gli sbocchi sono talvolta drammatici e in pericolo sono la democrazia e le istituzioni democratiche che ne sono fondamento e caposaldo.
Noi sappiamo che nelle giuste e sacrosante lotte dei lavoratori sempre più si inseriscono elementi di provocazione. Da tempo i lavoratori soprattutto quelli degli ospedali, rivendicano interventi capaci di smuovere situazioni di tipo contrattuale e anche aspetti che attengono alla riforma vera e propria del settore, continuamente disattesi. Ma nella conduzione di queste lotte occorre saper distinguere tra istituzione gestione della istituzione e interlocutore capace di dare risposte positive; quando si parla di contratto occorre sapere che il contratto è una questione nazionale, che la richiesta alla Regione pertanto non può che essere quella di averla al proprio fianco nei confronti del governo, dello Stato che la firma del contratto ritarda; occorre che i lavoratori sappiano che l'istituto regionale è prima di tutto una loro conquista, per rompere una struttura centralizzata che fino ad oggi ha soltanto fatto gli interessi delle classi reazionarie e che lo si difende dagli attacchi con la consapevolezza dei limiti delle possibilità politiche che invece esso ha.
Di qui l'invito alle organizzazioni sindacali dei lavoratori a farsi carico di questo stato di cose e a dirigere responsabilmente le lotte sindacali affinché possano essere positive.
Ciò affermato, affermato che l'istituto regionale non può essere preso d'assalto e che le discussioni devono avvenire sulla base di una ragionevolezza il cui confronto possa essere concreto, desidero tuttavia affermare che gli stati di tensione, il malcontento, le reazioni talvolta incontrollate sono determinati dall'assenza macroscopica di interventi politici che chiama chiaramente in causa le forze politiche che governano il paese e la Regione Piemonte.
L'esempio di questa mattina deve far comprendere a noi ed ai lavoratori che occorre sapere esattamente qual è la direzione da prendere, un monito deve venire alle forze politiche che da 43 gg. tengono il Paese senza governo, quel governo che dovrebbe dare le risposte alle istanze dei lavoratori. Dalla manifestazione di stamattina, per certi versi incontrollata, emerge un severo biasimo, signor Presidente, alla conduzione ed alla politica sanitaria che si fa nella Regione Piemonte ed è, al limite, una conseguenza dei contrasti anche drammatici che all'interno del Consiglio da tempo si svolgono.
La tensione potrà essere allentata se la gestione della politica sanitaria avrà una dimensione più democratica; non bisogna perdere altro tempo a costruire gli strumenti di gestione democratica di cui abbiamo parlato recentemente, per condurre lì intanto un discorso costruttivo con le forze degli operatori sanitari e sindacali.
Ho voluto prendere la parola, affinché le mie espressioni nei confronti dei lavoratori non vengano interpretate da elementi provocatori di professione come un atteggiamento negativo del P.C.I. verso la lotta degli ospedalieri, è una messa a punto che, ferme rimanendo le responsabilità di tutti (e noi le abbiamo assunte questa mattina) richiama essenzialmente le responsabilità di coloro che devono dare le risposte.
Io la invito, signor Presidente, a cogliere questo monito perché se la risposta negativa dovesse ancora esserci, direi allora che le reazioni anche se incontrollate, sarebbero ampiamente giustificate.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Gandolfi, ne ha facoltà.



GANDOLFI Aldo

Devo dichiarare anch'io, signor Presidente, che quanto è successo stamattina è particolarmente grave e deve indurci a dire che in generale per il modo in cui le istanze dei lavoratori vengono incanalate in forme di lotta, certe scelte che le organizzazioni sindacali fanno in questa come in altre circostanze, sono estremamente pericolose. Alludo in particolare al fenomeno che si sta diffondendo della disobbedienza civile e che la mia parte politica valuta come una forma scarsamente costruttiva ma molto pericolosa, non rivolta a raggiungere un determinato obiettivo, bensì a creare un atteggiamento di qualunquismo e di rifiuto totale nei confronti delle istituzioni.
Dico questo perché l'episodio di contestazione nei confronti dell'istituto regionale che si è svolto qua questa mattina è un aspetto di questo atteggiamento generale che sull'onda di una certa spinta sindacale si sta determinando. Dobbiamo dire con molta fermezza e molta chiarezza alle organizzazioni sindacali che rivendicazioni anche valide, soprattutto se sono valide, quando assumono questo tipo di atteggiamento e di articolazione finiscono per risolversi in un danno per i lavoratori contribuendo a determinare un atteggiamento di qualunquismo e di sfiducia nelle istituzioni. Naturalmente vi sono anche responsabilità della classe politica, dei partiti in generale che devono indurci a riflettere, ma non possono permetterei di essere indulgenti verso manifestazioni di questo genere.
Senza intenzione di polemizzare perché riconosciamo la dignità e l'obiettività con la quale il Presidente e tutto l'Ufficio di Presidenza presiedono le sedute, devo però dire che sarebbe auspicabile che in casi di questo genere nel momento in cui le tribune si affollano di manifestanti la Presidenza del Consiglio precisasse in maniera decisa qual è il tipo di comportamento consentito al pubblico in quest'aula e fosse estremamente decisa nel far mantenere forme compatibili con lo svolgimento della seduta.
Se non si agisce con sufficiente fermezza rischiamo veramente di coinvolgere il Consiglio Regionale e la Regione tutta in spiacevoli e soprattutto poco dignitose situazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

Signor Presidente, prima di tutto debbo ringraziare non come collega ma come cittadino, il Consigliere Berti per il senso di responsabilità dimostrato di fronte a una manifestazione di eccessiva utilizzazione di libertà; simili manifestazioni possono portare alla conseguenza dallo stesso Consigliere chiaramente detta nel suo intervento: la fine della democrazia. La libertà ha dei limiti e proprio per il rispetto a questa forza politica dell'opposizione che in tanti anni ha sostenuto battaglie sento un profondo senso di riconoscimento per la lezione che ci è stata data con parole che, anche se dure, hanno richiamato tutti quanti alla drammatica situazione che stamattina si è realizzata.
E' allora opportuno che noi diciamo chiaramente, come amministratori regionali, che non possiamo anche per il settore sanitario accettare quel giochetto che è già stato fatto per il settore dei trasporti in cui si sono delegate le Regioni a compiere funzioni statali per poi togliere il rifinanziamento delle erogazioni che erano loro state richieste e già effettuate. Noi abbiamo dei compiti istituzionali nei confronti di tutta la collettività e non possiamo cedere di fronte a richieste settoriali che ricadono in quell'ampio disegno che più volte qui tutti abbiamo condannato (specialmente noi forza di opposizione).
Noi abbiamo sempre denunciato questa situazione e abbiamo detto chiaramente che vi sono quattro milioni e mezzo di cittadini italiani che ancora producono ricchezza, l'unica che ci permette di parlare di programmi di investimenti e di modifica di certi tipi di strutture vecchie e sclerotizzate che il nostro paese conosce. I settori produttivi hanno combattuto le più aspre battaglie, che a volte forse sono andate oltre i limiti di sopportazione, ma hanno pagato direttamente sui loro salari queste battaglie di modificazione. Queste sono le verifiche che si possono fare a distanza di cinque anni nei confronti di chi ha una responsabilità che molte volte è facile raggiungere con la demagogia oppure nei confronti di tutto un paese che è serio, che vuole, che erede nella democrazia, che crede in certi valori di fondo connaturati allo spirito della nostra gente e che non vuole vedere, per il gioco di poche persone, di alcuni mestatori tutto quanto andare a catafascio.
Ed io ringrazio l'esperienza di stamattina perché ci porta di fronte alle gravi situazioni che il paese sta vivendo ed alla necessità che da parte nostra si assumano tutte le responsabilità. L'opposizione la sua se la assume in pieno ed è necessario che la Giunta - più volte sollecitata non soltanto nel settore sanitario, ma in tutti gli altri settori a diventare momento di ripresa della nostra economia - se ne renda conto.
Malgrado l'incapacità di una classe politica che in sede nazionale non vuole capire quali sono stati gli errori di fondo di tredici anni di conduzione e che ancora indugia sui giochetti e sui ripensamenti, sulle lettere e sui francobolli, è ancora possibile salvarci se ognuno assumerà le proprie responsabilità. Questa mattina in effetti sono stati scelti in modo villano ed inesatto dei contradditori (come ha detto giustamente il collega Berti) e si è tentato di ottenere una vaga soddisfazione, da parte nostra però bisogna dire loro chiaramente che certe cose non si possono ottenere immediatamente e in maniera facile come alcuni possono pensare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Cardinali. Ne ha facoltà.



CARDINALI Giulio

Signor Presidente, ci sono, negli avvenimenti di questa mattina, due aspetti che vorrei rilevare. Uno è quello formale, che personalmente non tendo a drammatizzare: ricordo di aver avuto, all'epoca in cui rappresentavo la Giunta, incontri anche più turbolenti di questo, che traevano motivo dallo stato di insoddisfazione e di indubbia agitazione in cui si trovavano gli interlocutori, cioè i lavoratori ed i loro rappresentanti. L'altro aspetto, più grave, risiede, secondo me, nel fatto che, in concomitanza, vi era una riunione del Consiglio regionale, per cui la contestazione finiva con il sovrapporsi alla riunione stessa impedendone il regolare svolgimento. Donde l'accorato richiamo a dare una regolamentazione a tutto questo, il che credo possa ottenersi, e debba esser fatto in termini precisi. Se ci lasciamo guidare soltanto dal desiderio di apparire popolari sempre, dovunque, comunque, finiremo con l'incappare in tanti casi simili, e la conseguenza sarà la paralisi di questo Consiglio, una paralisi dalla quale poi ogni Consigliere regionale finirebbe con il trarre anche le proprie conclusioni, dal punto di vista dell'apporto che intende o ritiene di poter dare individualmente.
Dico questo perché c'è stato anche in quanto accaduto questa sera un qualche cosa che non mi è piaciuto. Essendo relatore della IV Commissione per le leggi di carattere sanitario contemplate nell'ordine del giorno ritengo sia assolutamente intollerabile che una qualsivoglia organizzazione, una qualsivoglia formazione, ponga una specie di veto alla presentazione di leggi da parte della Regione Piemonte. I contenuti possono essere oggetto di tutte le contrattazioni possibili, ma che si dica di no a priori a questo tipo di leggi evidentemente non è ammissibile, se noi partiamo dal presupposto che questa che abbiamo davanti è una Giunta che funziona, una Giunta che queste scelte le fa, io ritengo, collegialmente consultandosi con tutte le forze politiche, anche con quelle che magari poi si divertono, sotto sotto, a fomentare episodi di questo tipo, e quindi ho ragione di ritenere che si tratti di un atteggiamento cosciente, del quale la Giunta deve rispondere in primo luogo al Consiglio regionale.
Mentre ho colto nelle affermazioni del collega Berti alcuni elementi significativi, devo dire che altri elementi non sono accettabili. La contestazione nella riunione di questa mattina si era chiaramente profilata fin dal momento in cui i sindacati, nella giornata di sabato, avevano dichiarato la loro netta opposizione all'approvazione delle leggi sanitarie proposte dalla Giunta regionale. Noi abbiamo, oltre tutto, verificato lo scarso impegno della Giunta stessa nel momento in cui, pressata da questo tipo di richiesta, essa ha finito con l'accettare di procrastinare l'esame di leggi su cui il Consiglio regionale ha tutto il diritto di esprimersi.
Non c'è alcun dubbio sulla validità delle richieste dei lavoratori, per quello che riguarda il grave problema del contratto nazionale in particolare, ma anche (sono d'accordo con i Sindacati) per cercar di modificare o correggere le leggi che la Regione ha presentato. Mentre il collega Berti parlava, io coglievo però nel senso di responsabilità delle sue parole anche un ricordo che mi veniva alla mente, quello del Cardinale di Retz, il quale era solito farsi sparare quattro archibugiate contro la carrozza, ben dirette ma tali da non colpirlo, per poterne poi uscire indenne e dire quindi che era, oltre tutto, anche l'uomo miracoloso, l'uomo capace di salvare la situazione.



BERTI Antonio

E' vergognoso che tu ti permetta di fare il processo alle intenzioni in questo modo, arrivando ad insinuare che l'atteggiamento da me assunto questa mattina sia strumentale. Questo è provocazione!



CARDINALI Giulio

Ma se per sette giorni siete andati dicendo a destra e a manca che sarebbero venuti i lavoratori ad impedire di votare queste leggi!



BERTI Antonio

Il dovere della Giunta era di intervenire nel merito. Perché non lo dici, questo?



CARDINALI Giulio

Se la Giunta è una Giunta responsabile, in tutte le sue componenti accetterà di discutere: discutiamo pure fino al parossismo. Ma è questa la strada da seguire, non altre.



BERTI Antonio

Sono i vostri dirigenti socialdemocratici che conducono questa lotta. E voi avete il coraggio di dirci che siamo qui a strumentalizzare la situazione. Date risposte positive alla gente, se volete evitare per il futuro episodi di questo genere!



CARDINALI Giulio

Noi diamo risposte positive.



PRESIDENTE

Sospendo per qualche minuto la seduta. Darò poi la parola al Consigliere Calsolaro.



(La seduta, sospesa alle ore 11,50, riprende alle ore 11,55)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Calsolaro. Ne ha facoltà.



CALSOLARO Corrado

Ci associamo alle dichiarazioni del Consigliere Berti per quanto riguarda l'analisi critica del tipo di lotta sostenuto da chi commette l'errore di vedere nella Regione un ostacolo sulla strada della riforma in rapporto a problemi che coinvolgono addirittura la responsabilità di altri.
E' stata chiaramente individuata nel Governo la parte responsabile della situazione che si è venuta creando e che è andata esplodendo. Quello di oggi è, a nostro avviso, un metodo pericoloso per le istituzioni democratiche, e rischia di portare i lavoratori su di una strada non corretta, di fare quindi lo stesso gioco delle forze eversive che intendono strumentalizzare certe situazioni.
Naturalmente, però, non possiamo non ribadire l'impegno a che i problemi della Sanità, che stanno esplodendo, come sono esplosi e stanno esplodendo i problemi della scuola e della casa, vengano affrontati e risolti in modo organico, sia per quanto riguarda le competenze proprio della Regione sia anche per quanto riguarda quell'attività di spinta che la Regione deve portare avanti nei confronti dell'autorità di Governo per le carenze della sua azione e per quelle degli organismi centrali in questi giorni una strategia comune nei confronti del Governo per l'applicazione corretta della legge 386, e, in prospettiva, per l'attuazione della riforma sanitaria.
Questi principi, del resto, sono stati evidenziati da tutte le forze politiche dell'arco costituzionale proprio nel corso della giornata delle Autonomie, due giorni fa, a Palazzo Madama. E in quella occasione c'è stato un impegno preciso di risolvere i problemi della collettività nel quadro dell'autogoverno locale.
Il nostro Gruppo, fatte queste considerazioni, si dichiara disponibile a tutti gli incontri destinati ad approfondire il problema e ad affrontarlo in tutta la sua complessità affinché il Consiglio possa adempiere, per quanto riguarda il settore di sua competenza, i compiti che la legge ad esso attribuisce nei tempi che l'urgenza della situazione richiede, e che ci impone a lavorare con maggior efficacia e maggior intensità.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, io non ho assistito alla fase iniziale di questa calda seduta, e quindi eviterò di pronunciare giudizi che potrebbero non corrispondere esattamente alla situazione.
Affermo innanzitutto che, di fronte alla gravità, alla drammaticità dei problemi che investono la Sanità, con il peso che sta per essere trasferito sulla Regione senza che siano ancora bene individuati gli strumenti ed i mezzi perché tale peso possa essere sopportato, ci troviamo responsabilmente impegnati ad esaminare tutte le, soluzioni che siano conformi e compatibili con le nostre competenze e con la definizione che noi continuiamo a dare della Regione come ente autonomo, partecipato, che ascolta, sente, consulta, tiene conto, ma che infine sa di essere un momento, una articolazione dello Stato.
Non possiamo dimenticare che, se presentiamo, come abbiamo presentato ancora, in questi giorni questa interpretazione costituzionale, noi avvertiamo anche la dignità che questa nostra funzione assume. Attraverso lo Stato sono i cittadini che riformano, che agiscono, che si muovono nell'ambito della legge, della correttezza dei rapporti e dei confronti.
Quindi, nessuna forma di intimidazione, nessuna forma di pressione stravolgente può essere tollerata. Diciamo una volta per tutte che anche le cause che fossero, al limite, meritevoli di qualche considerazione, mal si presenterebbero se lo fossero con un metodo inaccettabile, e ciò proprio per la gravità del momento in cui ci troviamo. Il metodo, poi, il modo di operare degli organi rappresentativi diventa essenziale, e fa addirittura premio sulla sostanza.
Qui tra noi, ancora, io penso che la calma, la dignità, la misura nei contenuti e nella forma debbano essere osservati chiamando a raccolta tutte le capacità di autocontrollo. Non vale solo appellarsi alla Presidenza, che non può sostituirsi ai nostri stati d'animo. Quanto più il momento è difficile, si fa difficile, tanto più si impone a ciascuno di noi questo autocontrollo, perché nell'invocare verso l'esterno le dovute forme di rapporto e di contatto con una istituzione che rappresenta tutto il popolo dobbiamo avere noi stessi piena coscienza della dignità di cui siamo investiti. Perché i lavori siano proficui, perché un intervento strumentalizzato, di persone che pur hanno da rivendicare questioni serie ed importanti, non stravolga i lavori, non modifichi gli ordini del giorno non ci faccia precipitare nella confusione.
Riprendiamo, dunque, pacatamente e serenamente i contatti, i rapporti la discussione in ordine a questo che è il più grosso problema che si profili in questo scorcio di anno, per presentarci al 1° gennaio, almeno la Regione, con le carte in regola nei confronti della popolazione piemontese dei lavoratori impegnati nel settore della Sanità, dello Stato, in modo che tutta la collettività nazionale sia chiamata a dare risposte positive a questa situazione.



BERTI Antonio

Per te, l'essenziale è che manteniamo tutti la calma. Naturalmente, non occorre, secondo te, che la Giunta dia risposte precise al problema per rimuoverne le cause.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta Regionale, Avv. Oberto.



BIANCHI Adriano

Non tocca a me, Berti, dare le risposte, ma al Presidente della Giunta.
E il Presidente della Giunta parla adesso.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Signor Presidente del Consiglio, signori Consiglieri! E' un momento indubbiamente delicato, questo, che ha anche degli aspetti drammatici, per un complesso di questioni delle quali il Consiglio Regionale è spesso chiamato ad occuparsi. Quanto è accaduto stamattina, in forma forse particolare, in un certo senso eccezionale, non è, d'altra parte, cosa nuova: quest'aula ha già in passato conosciuto la presenza di lavoratori, di agricoltori, di portatori di istanze che hanno travalicato quelli che dovrebbero essere i modi, non dico i termini, di un colloquio serio, capace di portare ad una conclusione altrettanto seria, precisa positiva. Più d'una volta vi sono state prese di posizione in un certo senso prevaricanti le conseguenze proprie dell'organismo istituzionale Regione. Occorrerà che sempre più si affini il senso di responsabilità di tutti in ordine a questo rispetto, che non può non essere a fondamento di tutto il dialogo che può aprirsi. Il giorno in cui si accettasse , o semplicemente si tollerasse, un'aggressione sopraffatrice delle competenze proprie della Regione, saremmo noi gli affossatori di quella autonomia di cui abbiamo parlato nei giorni passati.
Ciò premesso, vorrei, con infinito rispetto, dire a tutti i Colleghi Consiglieri regionali che non dobbiamo sciupare il poco tempo che ci resta per affrontare dei problemi di estrema gravità, dei quali quello dell'assetto sanitario è il più urgente, il più delicato e nello stesso tempo il più difficile, perché questo primo ciclo di vita della Regione si concluderà con la caduta sulle sue spalle - spalle ancora gracili, ancora in via di formazione - di tutto il complesso di un problema estremamente delicato, difficile e deteriorato, quello dell'assistenza sanitaria nel suo complesso, quello dell'assetto ospedaliero, che è una porzione di questo atteggiarsi del problema sanitario, con la copertura di una grave posizione debitoria da parte delle Mutue nei confronti degli Ospedali. Sicch l'impegno della Regione, che ha mille altri argomenti ancora da portare innanzi, è gravato dall'urgenza di disporre degli strumenti legislativi a ciò necessari, che non possono non essere esaminati dal Consiglio, solo organo competente, in definitiva, a dire sì o a dire no alla prospettiva della Giunta che si è sostanziata nei disegni di legge che sono stati presentati. Che possa essere opportuno sentire ancora, consultare ancora non lo contesto né lo nego, e dirò subito che la Giunta ha questa mattina per bocca del Presidente, postergato al pomeriggio un colloquio che sia pacato, serio, tranquillo, da tenere, insieme con i Capigruppo, con il Presidente del Consiglio se riterrà di essere presente, e una rappresentanza ristretta di lavoratori. Ciascuno di voi sa per esperienza che se si parla con venti persone si arriva ad una conclusione, se si parla, come stamattina, ad un centinaio di persone non e possibile approdare ad alcunché di concreto e serio.
Questo pomeriggio saranno esaminati, sia pure rapidamente, e in superficie, ma con il proposito di un approfondimento, i vari argomenti, in primo luogo quello che è stato qui anche accennato e richiamato, che ha importanza e rilevanza a livello nazionale ma anche a livello regionale del contratto, per quanto di competenza della Regione. Saranno viste le proposizioni legislative che sono all'ordine del giorno. Ho respinto personalmente istanza per il depennamento dall'ordine del giorno della proposizione di questa discussione, poiché considero che ciò sia di competenza specifica ed esclusiva della Commissione dei Presidenti dei Gruppi, che stabiliscono l'ordine del giorno con il Presidente del Consiglio: per cui, a mio avviso, l'argomento dovrà essere riproposto discusso se sarà raggiunto quel tanto di approfondimento ulteriore eventualmente rinviato come motivo di discussione ancora, ma assolutamente non depennato perché si mortificherebbe non soltanto la volontà politica del Consiglio Regionale ma lo stesso istituto del Consiglio Regionale.
Proprio ieri l'Assessore Simonelli è stato a Roma, ove ha avuto contatti relativamente ad alcuni aspetti di natura finanziaria. Egli non ha avuto modo, al rientro di fare che un accenno fugacissimo al Presidente in proposito. Riferirà oggi ai Capigruppo ed a coloro che con i Capigruppo verranno per la disamina del problema.
Questa la dichiarazione della Giunta. Alla quale vorrei aggiungere qualche altra considerazione. Momenti difficili nella vita individuale familiare, sociale, sono quelli che reclamano veramente un autogoverno.
Quando noi parliamo di autonomia vogliamo contemporaneamente dire autogoverno, cioè governarsi con disposizioni, con norme, con leggi proprie, ma soprattutto governare se stessi, perché se non governiamo noi stessi non possiamo governare gli altri. Con infinito rispetto per tutti dico: non lasciamoci (uso il noi perché lo dico anche per me, perch qualche volta i nervi sono saltati a me pure) prendere dal nervosismo, in quest'ultimo scorcio di vita di queste compagine consiliare. Il nostro Consiglio ha davanti a se, in concreto, cinque mesi esatti di tempo per operare. Dovendo le elezioni svolgersi ai primi di giugno, per essere nell'arco di tempo di scadenza, già da quarantacinque giorni prima, e quindi al 15 di aprile, non ci sarà più la possibilità di convocarci per deliberare. Saranno quindi cinque mesi di altissimo e grandissimo impegno.
Le Commissioni hanno da esaminare disegni di legge, proposte di legge di rilevanza notevole. In dicembre dovremo affrontare e discutere un argomento di particolare rilievo, la legge sul bilancio. Se non prepareremo in tempo la possibilità di vita, di spesa, soprattutto, per l'anno successivo 1975 non potremo consegnare a coloro che avranno la responsabilità del governo della Regione nel 1975 gli strumenti per la loro funzionalità. Sarà una discussione di alto impegno, sarà, a quel momento, anche la verifica di quanto la Giunta ha realizzato del programma evidenziato e prospettato.
Molte cose, non ho alcuna difficoltà a riconoscerlo, sono state portate innanzi tenendo presente il contegno collaborativo e di cooperazione delle varie forze di opposizione, o meglio, direi, di minoranza, e la Giunta manifesta ancora adesso il proposito di continuare a procedere per questa strada. Spirito di collaborazione e di cooperazione, evidentemente, non significa però dover accettare sempre le istanze presentate via via dalle forze di opposizione o, all'esterno, dalle forze sindacali: è evidente che la responsabilità è propria del Governo regionale, il quale deve seguire il programma che è stato impostato, nella confluenza di volontà dei partiti che costituiscono questa maggioranza. Non sono possibili cedimenti, è auspicabile che ci siano incontri, accettazione dei suggerimenti che portino a migliorare le condizioni legislative, amministrative.
La disponibilità a mantenere questo comportamento nei cinque mesi che ci restano è piena, completa, generosa. Contiamo, peraltro, di trovare nelle minoranze, nelle opposizioni, ancor più radicato, per così dire, lo spirito di una critica costruttiva, di cui già in grandissima misura d'altronde, hanno dato prova fino a questo momento. Non si deve avere la pretesa di invertire le parti: spetta alla maggioranza governare, alla minoranza criticare e stimolare. Non è detto che questa non possa conquistare la maggioranza, rovesciando quella attuale: dipenderà dal giudizio che il corpo elettorale, in un momento ormai non lontano, dovrà esprimere. Mi si consenta però di affermare che fino ad oggi la Giunta ha coscienza di aver fatto, compatibilmente con i mezzi a sua disposizione quello che si era proposta di fare attraverso il programma che era stato presentato. All'esterno del Consiglio, Colleghi, ma qualche volta anche all'interno, si crede che la Giunta, per la sua azione, possa contare su ingenti disponibilità finanziarie. Proprio in questi giorni, in realtà, ci stiamo destreggiando per vedere se vi è la possibilità di ottenere disponibilità per quei cento miliardi dei quali abbiamo più di una volta parlato in questa sede e fuori di questa sede, necessari per mettere in movimento alcune operazioni che senza alcun dubbio favorirebbero la soluzione di problemi che urgono. Ma è necessario che tutti sappiano e dicano che questa disponibilità al momento attuale non c'è, anche se è deprecabile che non ci sia, ed è difficile trovare la maniera per superare le difficoltà che si frappongono alla utilizzazione.
La Giunta non esclude alcun momento per poter risolvere anche questo problema. Una tale soluzione potrebbe in larga misura favorire quel settore sanitario che ci sta particolarmente a cuore specie ora, quando viene a cadere sulle spalle della Regione - ripeto quanto ho già detto in precedenza - quasi all'improvviso, senza una strumentazione legislativa chiara e sufficiente, ma soprattutto senza mezzi, con la situazione, che è stata denunciata, di fallimento - è la sola espressione che si possa usare di un prestito a livello nazionale che era stato proposto per ottenere i fondi con i quali provvedere al pagamento dei debiti che le mutue hanno nei confronti degli ospedali. I quali si trovano pertanto con questa radice marcia: al momento, non hanno sempre la possibilità di corresponsione dei salari e stipendi ai propri dipendenti, né di acquistare materie prime che sono necessarie per il funzionamento degli ospedali, non avendo credito presso i fornitori, questi ultimi danneggiati a loro volta gravemente soprattutto i piccoli, con pericolo addirittura, a quanto ci è stato denunciato e comunicato, di istanze di fallimento. Il problema è complesso ma lo vogliamo esaminare attentamente.
Dopo l'incontro piuttosto tumultuoso di questa mattina, che si è concluso in definitiva con l'accettazione delle proposte fatte dal Presidente della Giunta, a nome della Giunta stessa, di aggiornare i lavori al pomeriggio, un'altra parte della componente del problema ospedaliero e sanitario attende di essere ricevuta: si tratta di medici e amministratori degli ospedali. Noi sentiremo, se il Presidente del Consiglio lo crederà opportuno, al termine di questa riunione, con la partecipazione, suppongo di tutti i Capigruppo, anche queste altre voci. E' necessario far presto, è opportuno far bene. Questo è il proposito della Giunta, posso dichiarare responsabilmente. In questo contesto chiariremo anche l problema che è stato sollevato nel corridoio di questa manifestazione, e cioè la costituzione di un Comitato - ex art. 20, ex art. 8 -, in una pienezza di disponibilità quale quella che avevo espresso già al termine del mio intervento nella seduta precedente.
Mi pare che queste precisazioni dovrebbero veramente indurre tutti noi ad affrontare serenamente e tranquillamente questi problemi con la prospettiva di una soluzione che mi auguro possa essere la migliore. Certo però, come Presidente della Regione, riaffermo il dovere del massimo rispetto che l'organo di governo deve avere per le prerogative del Consiglio e tutta quella responsabilità di prerogativa e di attività che la stessa Giunta deve sentirsi riconoscere e dal Consiglio e soprattutto dal mondo esterno. Noi accettiamo il dialogo, e ne abbiamo dato la dimostrazione ampia, mi pare, con tutte le componenti della vita socio economica, e non respingiamo istanze. L'istanza che è stata protestata come motivo di ritardo questa mattina è pervenuta a me, Presidente della Giunta Regionale, se la memoria non mi tradisce, con una lettera da parte delle organizzazioni sindacali, in data 28 ottobre. Ero in quel momento assente per ragioni che preciserò fra breve, con una brevissima comunicazione, e del resto a conoscenza di tutti; sono rientrato l'11 novembre e mi sono dichiarato disponibile al dialogo per il 13 di novembre. Non si deve esasperare le situazioni, oltre tutto facendo dichiarazioni assolutamente infondate: non è accettabile che si cerchi di enucleare in un giudizio complessivo una persona che ha una delega, e che è, naturalmente, proprio per questa delega, più esposto di altri ad avere contatti con coloro che sono interessati ai problemi. Non mi sembra giusto voler far cadere su una persona, nel caso specifico l'Assessore alla Sanità, delle responsabilità che non sono sue proprie personali ma che sono eventualmente della Giunta.
Ben disposti a discuterle, queste responsabilità eventuali della Giunta, a correggere il tiro se dev'essere corretto, ma sempre con la dichiarazione di fondo che la volontà maturata dalla Giunta, così com'è stato dichiarato dal Consigliere Cardinali e dal Consigliere Calsolaro, questa volontà manifestata collegialmente, deve ottenere pieno rispetto.
Queste le dichiarazioni che ho ritenuto di dover fare in risposta agli interventi svolti in questo dibattito che si è inserito, mi pare giustamente - se non c'era urgenza in questa circostanza penso che non ci sarà mai più. Ritengo che esse possano venire considerate conclusive di una primitiva disamina della questione. Si tornerà a discutere nell'incontro di oggi pomeriggio, dopo di che il Consiglio dovrà prendere, quanto prima, una decisione in merito agli strumenti legislativi ai quali ho fatto in precedenza riferimento.



PRESIDENTE

La discussione su questo argomento ha così termine.
Mi è stato chiesto un incontro, da tenersi al termine della seduta, da parte di numerosi amministratori e presidenti di Ospedali del Piemonte unitamente ai Capigruppo e alla Giunta. Riterrei opportuno accogliere questa richiesta. Invito pertanto il Presidente della Giunta, l'Assessore alla Sanità, i Capigruppo, i componenti la IV Commissione a trattenersi al termine della seduta per una riunione congiunta con gli amministratori ospedalieri.
Chiede di parlare il Consigliere Berti. Ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Con la prospettiva di una riunione dei Capigruppo al termine di questa seduta e di un altro incontro alle 17, come potrà articolarsi il lavoro del Consiglio?



PRESIDENTE

La situazione questa mattina ci ha costretti a rivoluzionare il nostro programma di lavoro. A me era stato chiesto un incontro con una delegazione di lavoratori: ma la delegazione che si è presentata era assai più numerosa del previsto e la discussione non ha potuto pertanto svolgersi nel clima adatto ma ha proceduto in moto caotico, com'è stato evidenziato. In aula è successo quel che tutti abbiamo visto e sentito e che ha suscitato in noi un'amarezza indicibile. Resta il fatto, tuttavia, che quello così caoticamente evidenziato è effettivamente un problema di estrema gravità.
Io riterrei comunque opportuno procedere, se non altro, agli adempimenti cui ci eravamo impegnati: effettuare le nomine, e discutere la mozione presentata dal Gruppo comunista. A meno che il Consiglio ritenga di limitarsi oggi a procedere alle nomine, rimandando alla prossima seduta sia la discussione della mozione che gli altri punti all'ordine del giorno.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Passiamo pertanto rapidamente in rassegna i vari punti dell'ordine del giorno: punto primo "Approvazione verbale precedente seduta".
Il processo verbale relativo alla seduta di giovedì 7 novembre è stato consegnato ai Consiglieri. Se nessuno chiede di parlare, lo si intende approvato.
"Interrogazioni e interpellanze" La discussione in merito dev'essere rinviata perché è assente l'Assessore Conti, competente a rispondere, e il Consigliere Revelli ha chiesto congedo.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo per l'odierna seduta i Consiglieri: Dotti Giovana, Lo Turco, Nesi, Zanone, Paganelli, Revelli, Fonio.


Argomento:

b) Disegno di legge. Presentazione e assegnazione a Commissione


PRESIDENTE

E' stato presentato il disegno di legge n. 212 relativo a: "Modificazione e integrazione alla legge regionale 8/2/1974 n. 6, recante 'Provvedimenti a favore dei Comuni per agevolare la realizzazione di opere pubbliche relative all'urbanizzazione primaria'", e assegnato alla II Commissione in data 12/11/1974.
La mozione dei Consiglieri Berti, Ferraris e Marchesotti si intende rinviata alla prossima settimana.
Il Presidente della Giunta ha chiesto di fare una ulteriore comunicazione.


Argomento: Questioni internazionali

Comunicazioni del Presidente della Giunta


OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Desidero fare un breve accenno al mio recente viaggio in Sud-America per visitare le Comunità piemontesi dell'Argentina e del Brasile.
Riservandomi di relazionare più dettagliatamente, mi limito oggi ad assolvere l'incarico che mi era stato affidato dalle Comunità di Buenos Aires, Cordoba, Sante Fè, Rosario, San Francisco, San Paolo, Sant'Andrea e Osasco, di recare il loro saluto al Consiglio Regionale.
Vi sono stati incontri, particolarmente interessanti, proprio circa i compiti istituzionali dell'Ente Regione: ho rilevato molta curiosità circa quello che potrà fare la Regione anche in direzione dei rapporti con queste cospicue comunità che vivono all'estero (Brasile e Argentina ospitano circa due milioni, accertati, di piemontesi. Una rappresentanza, quindi, assai nutrita).
Vorrei sottolineare in particolare l'interesse dimostrato da tali comunità quando si è specificato che la Regione è praticamente figlia della Costituzione, così come la Costituzione è figlia della lotta di liberazione e di resistenza. Uomini che hanno partecipato alla Resistenza sono attualmente al Governo di quelle Comunità. Cito per tutti il Presidente della Federazione delle varie associazioni piemontesi in Argentina e il Presidente della Comunità di San Paolo, che sono stati partigiani combattenti.
Ho avuto occasione di incontrare anche diversi nostri conterranei piemontesi, che hanno prospettato problemi loro particolari. Uno di questi Altare Guido, mi ha incaricato di recare un saluto particolarmente caloroso al Presidente del Consiglio Regionale, del quale è stato compagno di lotta partigiana.
Mi riservo, come ho già detto, di fare ulteriori comunicazioni in proposito in un momento in cui sia possibile dedicare a questa esposizione il tempo necessario.



PRESIDENTE

Ringrazio il Presidente della Giunta della sua comunicazione personale che mi torna assai gradita perché mi ricorda una persona che da tempo avevo perso di vista.


Argomento: Nomine

Nomine nel Consiglio di Amministrazione dell'E.S.A.P


PRESIDENTE

Procediamo con le nomine.
Consiglio di Amministrazione dell'ESAP (nove esperti in problemi agricoli).
Il voto è limitato ai due terzi, quindi sei alla maggioranza e tre alla minoranza.
Si distribuiscano le schede.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: hanno riportato 13 voti Clerico, Zanone, Cisnetti; hanno riportato 23 voti Boffa, Celato, Fenoglio Rusca, Turello, Piga. Una scheda bianca.
Proclamo pertanto eletti nel Consiglio di Amministrazione dell'ESAP (art. 4 L.R. 24.4.1974 n. 12): Boffa Roberto, Celato Elio, Fenoglio Arrigo Rusca Arnaldo, Turello Giovanni, Piga Guido, Clerico Sergio, Zanone Walter Cisnetti Luigi.


Argomento: Nomine

Nomine nel Consiglio di Amministrazione dell'I.R.E.S


PRESIDENTE

Consiglio di Amministrazione dell'IRES (nove componenti eletti dal Consiglio regionale a scrutinio segreto con voto limitato ai due terzi).
Si proceda alla distribuzione delle schede.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: hanno riportato 22 voti Lombardi, Rey, Bullo, Vietti, Castagnone, Giglioli; hanno riportato 13 voti Sulotto, Alasia, Porta. Nessuna scheda bianca.
Proclamo pertanto eletti: Lombardi Giorigio, Rey Mario, Bullo Francesco, Vietti Nebiolo Mauro, Castagnone Vaccarino Aurelia, Giglioli Alfredo, Sulotto Egidio, Alasia Giovanni, Porta Stafano.


Argomento: Nomine

Nomine nel Collegio sindacale dell'I.R.E.S


PRESIDENTE

Collegio sindacale dell'IRES (art. 10 L.R. 2.9.1974 n. 29).
Il Collegio dei sindaci è composto da tre membri effettivi, (di cui uno con funzioni di Presidente) e da due supplenti. Il Presidente del Collegio sindacale , gli altri due sindaci effettivi ed i due sindaci supplenti sono nominati con decreto del Presidente della Giunta Regionale, previa deliberazione del Consiglio regionale; la designazione di uno dei sindaci effettivi a Presidente spetta alla minoranza, mentre la maggioranza vota due membri effettivi e due supplenti.
Poiché è stata erroneamente interpretata la legge, la scheda porta anche la parola "Presidente", perciò ricordo che accanto alla parola "Presidente", non si deve scrivere nulla poiché non spetta al Consiglio farlo.
Si proceda alla distribuzione delle schede: la maggioranza vota due membri effettivi e due supplenti; la minoranza: vota un membro effettivo.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: ha riportato 13 voti Passoni hanno riportato 22 voti Neiretti, Musso, Racca, Bello.
Proclamo pertanto eletti: Neiretti Marco, Musso Tito, Passoni Luigi (membri effettivi); Racca Osvaldo e Bello Giustino (membri supplenti).
Vi sono ora due altre nomine: una relativa al Comitato regionale per gli studi sulla programmazione (ma dobbiamo ancora verificare come proporre le terne, quindi aspettiamo che prima si completi il Consiglio di Amministrazione dell'IRES e che si formi il Comitato); l'altra relativa alla sostituzione del membro dimissionario nella Commissione di Controllo sull'Amministrazione regionale.
La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

A me pare che non siano esaurite le nomine dell'IRES, mancano i membri del Comitato.



PRESIDENTE

Lei ha ragione, ma ho chiesto appunto se era possibile rinviare a dopo la composizione del Consiglio dell'IRES perché a mio giudizio potrebbe avere delle implicazioni il fatto che altre istituzioni nominino dei membri del Consiglio.



BERTI Antonio

Ma questo non l'abbiamo discusso, qui procediamo alle nomine di tutti i rappresentanti della Regione, nell'IRES.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Forse perché il Presidente ha espresso queste valutazioni, ritenevo fosse implicito che, pur avendo i nomi, si dovesse attendere l completamento di questo quadro per procedere poi alla nomina da parte del Consiglio, quindi sono un po' sorpreso, lo confesso.


Argomento: Nomine

Nomine del Comitato regionale per gli studi sulla programmazione


PRESIDENTE

Io ho espresso la mia opinione, però sono dispostissimo a procedere alle nomine.
Il Comitato è presieduto dal Presidente della Giunta Regionale, ovvero da un Assessore da lui delegato, anche per singole sedute; il Comitato è composto da 30 membri, di cui nove per il Consiglio regionale; ogni Consigliere non può votare più di sei nomi.
Se i Consiglieri sono d'accordo di procedere subito alle nomine io non ho alcuna difficoltà. Si distribuiscano le schede.
Il voto è limitato ai due terzi, sei alla maggioranza, tre alla minoranza.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: hanno riportato 12 voti Rivalta, Libertini, Guerrini; hanno riportato 19 voti Bianchi, Paganelli Petrini, Garabello, Piffari, Vera.
Proclamo pertanto eletti nel Comitato regionale per gli studi sulla programmazione: Bianchi Adriano, Paganelli Ettore, Petrini Luigi, Garabello Enzo, Piffari Simeone, Vera Ferdinando, Rivalta Luigi, Libertini Lucio Guerrini Fulvio.
Resta soltanto più la nomina del membro supplente nella Commissione di controllo; andremo a verificare la necessità delle terne.
La prossima seduta del Consiglio è prevista per il prossimo giovedì alle ore 9,30.
Convoco i Capigruppo per l'incontro con la delegazione degli ospedalieri ed anche per un breve esame al fine di determinare l'ulteriore corso delle sedute del Consiglio.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,20)



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