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Dettaglio seduta n.266 del 07/11/74 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento:

Ordine del giorno della seduta


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
L'ordine del giorno reca: Approvazione verbali precedenti sedute Interrogazioni e interpellanze Comunicazioni del Presidente Esame disegno di legge n. 206: "Variazioni al Bilancio della Regione per l'anno finanziario 1974" Progetto pilota per l'area metropolitana torinese. Approvazione del Consiglio Regionale di affidamento di incarico Esame disegno di legge n. 199: "Proroga dell'efficacia della classificazione alberghiera 1973-'74" Esame disegno di legge n, 200: "Istituzione dell'Albo regionale delle Associazioni Pro Loco" Esame disegno di legge n. 169: "Istituzione del Comitato regionale di coordinamento dei trasporti" Nomine: a) nel Consiglio di Amministrazione dell'E.S.A.P.
b) nel Consiglio di Amministrazione dell'IRES c) nel Collegio sindacale dell'IRES d) nel Comitato regionale per gli studi sulla programmazione e) nella Commissione di controllo sull'Amministrazione Regionale: sostituzione di membro supplente dimissionario.
Esame disegno di legge n. 197: "Regolamentazione delle iscrizioni negli appositi ruoli dei soggetti non assistibili da Enti o Casse mutue" Esame disegno di legge n. 203: "Disposizioni provvisorie concernenti le strutture e gli organici degli enti ospedalieri" Esame disegno di legge n. 204: "Norme in materia di assistenza ospedaliera" Esame disegno di legge n. 205: "Norme per il finanziamento della spesa per l'assistenza ospedaliera" Esame disegno di legge n. 170: "Assistenza ai lavoratori dell'industria affetti da tumori professionali" Esame disegno di legge n. 210: "Erogazione di fondi per competenze derivanti al personale delle aziende concessionarie di autolinee dalla estensione del trattamento economico e normativo degli auto-ferro tramvieri" Esame disegno di legge n. 211. "Nuovo termine per la presentazione delle domande di cui all'art. 11 della legge regionale 12 agosto '74 n. 23".


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Punto primo dell'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute".
I processi verbali delle adunanze del 24 e 28 ottobre '74 sono stati distribuiti ai Consiglieri prima dell'inizio della seduta odierna. Non vi sono osservazioni sui verbali? Allora, i processi verbali si intendono approvati


Argomento: Opere pubbliche - Edilizia: argomenti non sopra specificati

Interrogazione dei Consiglieri Bono - Rivalta sul ripristino delle concessioni per l'estrazione di inerti dal fiume Toce


PRESIDENTE

Punto secondo dell'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze".
Non essendo ancora in aula l'Assessore Chiabrando, passiamo all'interrogazione Bono - Rivalta: "Ripristino delle concessioni per l'estrazione di inerti dal fiume Toce".
Ha facoltà di rispondere l'Assessore Petrini.



PETRINI Luigi, Assessore ai lavori pubblici

I Colleghi Consiglieri Bono e Rivalta, con interrogazione in data 3 ottobre 1974, chiedono di conoscere: 1) quali sono le ragioni che hanno determinato la revoca delle concessioni per l'estrazione di inerti dal fiume Toce 2) entro quale termine è prevista una ripresa di tale attività 3) se la Giunta non ritenga di condizionare le future concessioni di estrazione regolamentando i prezzi di vendita dei materiali suddetti impedendo di conseguenza speculazioni che incidono negativamente sulla ripresa dell'attività.
Premesso che la competenza in materia è residuata allo Stato, ai sensi del D.P.R. n. 8 del 15 gennaio 1972, ritengo tuttavia opportuno fornire i seguenti elementi, nell'intento di porre a disposizione degli interroganti e del Consiglio Regionale i ragguagli necessari ad una corretta analisi della situazione venutasi a creare.
Le estrazioni di materiali dagli alvei dei corsi d'acqua sono possibili e vengono di norma concesse solo quando si determinano situazioni idrauliche che ne consentano l'attuazione, compatibilmente con il buon regime dei vari corsi d'acqua, senza arrecare pregiudizi alla stabilità degli alvei stessi ed alla sicurezza delle opere pubbliche che direttamente o indirettamente li interessano.
In particolare, per quanto attiene al fiume Toce ed ai tronchi terminali dei suoi affluenti, faccio presente che dall'autunno del 1968 non si sono più verificate piene con notevoli trasporti solidi, per cui le estrazioni, se in un primo tempo avevano potuto certamente conseguire positivi risultati, avrebbero dovuto essere oggetto di verifica per valutare la opportunità della loro prosecuzione, stante la sopraddetta carenza di nuovi apporti.
Infatti, si era già rilevato nei primi mesi del corrente anno una grave situazione di depauperamento di tali riserve, per cui sembrava agli uffici competenti dello Stato di dover procedere a sospensioni cautelative di dette attività. Con il 1° luglio u.s. vennero infatti sospese le attività suddette.
Inoltre, desidero rammentare che il bacino del Toce presenta caratteristiche affini ai bacini idrografici meridionali del Cantone Ticino, ove, in conseguenza di analoghe valutazioni, le estrazioni di materiali alluvionali sono state sospese dal Governo elvetico a decorrere dal 1° gennaio 1973. In conseguenza anche di tale provvedimento svizzero le estrazioni di materiale dai corsi d'acqua italiani prossimi alle zone di confine hanno avuto un notevole incremento, proprio per sopperire alle richieste svizzere.
Alcuni dati riassuntivi possono efficacemente riflettere la situazione assumendo come parametri di valutazione da una parte i dati complessivi relativi ai quantitativi concessi per estrazione in provincia di Novara nella zona interessata, e dall'altra i dati sui materiali transitati in uscita al posto di confine di Piaggio Valmare.
A fronte del 1972, con mc 31.750 autorizzati e mc 26.500 transitati, e del 1973, con mc 47.700 autorizzati e mc 65.671 transitati, per il corrente anno siamo di fronte a quantitativi autorizzati, fino all'inizio del divieto, e cioè al 30/6/'74, di mc 40.350 di materiale, quasi il totale dell'intera quota dello scorso anno, e per contro, con riscontro al 30 settembre u.s., ad un passaggio accertato di me. 70.028, già superiore al totale del 1973.
Né si può sottacere che, alla stessa scadenza, per almeno 34.271 mc la provenienza della provincia di Novara è largamente presumibile e si avvicina al totale, allo stesso modo accertabile, dell'interno 1973.
Da questi rilievi si evidenzia il notevole incremento dell'attività estrattive dal Toce e dai suoi affluenti e l'altrettanto ingente aumento dell'esportazione dei materiali estratti.
Nei primi mesi dell'anno in corso tale situazione veniva rappresentata ufficialmente ai competenti Uffici statali da enti, organismi ed istituti (Comuni, Commissariato italiano per la Convenzione italo-elvetica sulla pesca, Comitato del Consiglio nazionale delle Ricerche, Sovrintendenza ai monumenti), preoccupati che il progressivo depauperamento delle riserve di materiali litoidi pregiudicasse l'assetto idraulico dei corsi d'acqua, con nocumento per la conservazione del territorio.
Inoltre, sono attualmente in corso, in zona, varie iniziative che hanno consentito di avvertire una preoccupante incentivazione nel campo delle attività estrattive.
Mentre i rilievi statistici sopra riportati parlano di circa 40.000 mc di materiali complessivamente licenziati al 30/6, a partire dalla data della cessazione dell'attività, il successivo 1° luglio, sono già state presentate richieste di estrazione di materiali alluvionali dal fiume Toce ed affluenti per complessivi mc 611.800, cui vanno aggiunti altri quantitativi non precisati, ma presumibilmente notevoli, oggetto di cinque domande.
Non bisogna dimenticare, infine, che per la realizzazione di opere di difesa idraulica, in corso di esecuzione a cura del Ministero dei Lavori pubblici, occorrono circa 200.000 metri cubi di materiali alluvionali indispensabili per la costruzione delle opere arginali nella "Lama" di Mergozzo.
Per quanto attiene alla seconda richiesta, relativa ai termini di ripresa dell'attività, si può assicurare che sono in avanzata fase di studio i rilievi di dettaglio dell'intera zona, per censire tutte le disponibilità e di conseguenza programmare e coordinare la ripresa di attività nel settore, pur con i limiti che la grave situazione rappresentata potrà consentire Sembra evidente che gli operatori del settore debbano prendere atto di tale situazione e valutarne l'importanza.
Infatti, una ripresa indiscriminata delle attività stesse, nei termini dei quantitativi oggetto di richieste già avanzate, non è assolutamente possibile senza gravi inconvenienti. Per cui l'eventuale prossima ripresa dovrà, a mio avviso, essere limitata a modesti quantitativi, operando selettivamente e con attenzione, al fine di disciplinare l'effettuazione dei prelievi.
In tal senso la Regione, per il tramite dell'Assessorato ai Lavori pubblici, si farà carico di ribadire il proprio punto di vista presso gli organi statali competenti.
Richiamato quanto già in premessa, e cioè che la materia è rimasta di competenza dello Stato ai sensi del D.P.R. 15 gennaio 1972, n. 8, e che quindi i provvedimenti di licenza competono agli Organi del Ministero dei Lavori pubblici, il problema si trasferisce su di un più ampio livello, che è quello della regolamentazione dei prezzi, in via generale prima che in ogni specifico settore.
La materia in quanto tale non può pertanto formare oggetto di risposta della presente interrogazione, se non sotto forma di auspicio e di invito da rivolgersi da parte della Regione agli organismi statali competenti per una azione regolamentatrice e calmieratrice, pur nel rispetto delle attuali norme di mercato.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante Consigliere Bono.



BONO Sereno

Prendo atto delle dichiarazioni dell'Assessore Petrini, il quale ha puntualizzato il problema. Mi pare però di dover fare alcune considerazioni.
L'Assessore Petrini ha ricordato come dopo l'alluvione del 1968 non vi siano state più piene eccezionali che abbiano determinato grande trasporto di inerti. Vorrei a mia volta ricordare che proprio quella alluvione fu tragicamente istruttiva nel merito: si registrarono proprio in seguito a tale alluvione disastrosi crolli di ponti sul Toce, sul San Bernardino sullo Strona, del ponte di Baveno; crolli dovuti tutti alla esistenza, a valle dei ponti stessi, di cave, di centri di estrazione di inerti non controllati minimamente dalle autorità a ciò preposte, cave ove il lavoro di escavazione si svolgeva nel modo più disordinato che si possa immaginare, per servire soltanto l'interesse speculativo di chi aveva ottenuto la autorizzazione per quella attività estrattiva.
Noi siamo quindi perfettamente d'accordo sulla necessità di regolamentare severamente l'estrazione di inerti dai fiumi, dai torrenti e mentre questo deve risultare ben chiaro, riteniamo invece controproducente bloccare drasticamente tale attività, con provvedimenti amministrativi così come si è detto.
Nel caso specifico, il fiume Toce, un fiume a carattere torrentizio molto precipitoso, accumula notevoli quantitativi di materiale, la cui estrazione regolare è una necessità per la vita stessa e per l'equilibrio del fiume nel suo insieme. A memoria d'uomo, si è sempre proceduto ad estrarre sabbia ed altri inerti, ma sabbia in particolare. La sospensione drastica di questa estrazione, a meno che non si portino più consistenti giustificazioni tecniche, che io ho sentito indicare solo in modo molto generico, può rappresentare un danno alla vita stessa del fiume.
So bene che negli ultimi mesi, dopo le restrizioni da parte svizzera per la estrazione di inerti dai fiumi, ha preso avvio un'attività irregolare di esportazione. Dico anch'io che è necessario che questa attività venga bloccata per tutto quanto vi è in essa di irregolare, ma fare questo non significa fermare l'intera attività economica ad essa collegata in un momento contingente tanto grave.
Vi sono dati significativi in proposito. Il provvedimento del Genio civile di Novara per intanto ha provocato alcuni effetti estremamente negativi. In primo luogo, ha creato serie difficoltà per l'industria edilizia della zona, gravando particolarmente sulle piccole e medie industrie che non riescono a procurarsi il materiale necessario alla prosecuzione dei loro lavori; e questo in un momento particolarmente grave come il presente per la situazione economica generale e per l'industria edilizia in modo particolare. Secondariamente, ha provocato anche gravi speculazioni nel merito. Il costo di estrazione degli inerti è calcolato lì, nel fiume Toce, fra le 500 e le 700 lire il metro cubo. Le tasse che vengono pagate per questa estrazione sono tra le 150 e le 200 lire il metro cubo, in alcuni casi. Fino a prima del divieto del Genio civile ad estrarre, la sabbia veniva venduta a 2.300 lire il metro cubo, quindi già con larghissimi margini di profitto per le aziende estrattive; dopo il decreto i prezzi al metro cubo sono saliti a 4.500-5.000 lire il metro cubo. E' significativo sottolineare che, forse avuto sentore, in questa nostra Italia dove certe notizie vengono tempestivamente conosciute dagli interessati, da parte degli estrattori sono state accumulate notevoli scorte che essi hanno poi distribuito in modo sapiente ai fini di realizzare i massimi prezzi possibili; e in conseguenza i prezzi dell'attività edilizia sono saliti alle stelle.
Pertanto, mentre ci dichiariamo in parte soddisfatti, perché finalmente ci viene data assicurazione che il Genio civile intende operare controlli costanti circa il modo in cui vengono estratti gli inerti dai fiumi dichiariamo la nostra insoddisfazione, o non completa soddisfazione, per la seconda risposta, che si collega alla prima, in riferimento ad un eventuale intervento della Regione per la regolamentazione dei prezzi di vendita trattandosi di concessioni che i privati hanno sulle proprietà demaniali perché, se anche, da parte dell'Assessore, è stata espressa la volontà di intervenire con i mezzi che si hanno a disposizione, ci sembra che questa volontà sia stata espressa ancora in modo non sufficientemente fermo, non sufficientemente convinto.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.
Vorrei pregare il Presidente della I Commissione di riunire i Consiglieri che ne fanno parte per emettere il parere in ordine alla legge n. 210: "Erogazione di fondi per competenze derivanti al personale delle aziende concessionarie di autolinee dall'estensione del trattamento economico e normativo degli autoferrotramvieri". Quello già dato, infatti non è sufficiente, essendo stata apportata una modifica.


Argomento: Opere idrauliche ed acquedotti - Calamità naturali

Interpellanza del Consigliere Cardinali in merito all'approvazione del progetto di esecuzione del II lotto del Canale Diramatore Alto Novarese. Valutazione dell'utilità dell'opera in relazione ai danni causati a terreni agricoli


PRESIDENTE

Interpellanza presentata dal Consigliere Cardinali, letta in Consiglio il 27/9/'74: "Approvazione progetto di esecuzione del II lotto del Canale Diramatore Alto Novarese. Valutazione dell'utilità dell'opera in relazione ai danni causati a terreni agricoli".
Chiede di parlare il presentatore Consigliere Cardinali, immagino per illustrare l'interpellanza.



CARDINALI Giulio

Signor Presidente, per l'economia dei lavori di questo Consiglio, non intendo fare una illustrazione vera e propria, ma solo richiamare l'attenzione della Giunta sul motivo della presentazione di questa interpellanza.
E' stata presentata per rispecchiare il grave malcontento che ha suscitato nelle due località novaresi di Vicolungo e Recetto il progetto di esecuzione del secondo tronco del Diramatore Alto Novarese (nel solo comune di Vicolungo, che conta poco più di mille anime, sono state raccolte ben trecento firme in opposizione), e con lo scopo di sollecitare la presa in considerazione di una soluzione alternativa che, oltre a far risparmiare la ingente somma occorrente per la realizzazione dell'opera (certamente oggi ci vorrebbe il doppio dei 2,6 miliardi già preventivati), eliminerebbe l'inconveniente di un attraversamento di due Comuni della Bassa Novarese che, pur effettuato con ogni accorgimento, comporterebbe sempre danni e guasti e creerebbe situazioni anomale.



PRESIDENTE

Ha facoltà di rispondere l'Assessore Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro, Assessore all'agricoltura

L'interpellanza mi dà modo di fornire alcuni dati sulla situazione dell'irrigazione nell'Alto Novarese.
Da molti anni il Canale Cavour non ha più una portata d'acqua sufficiente a soddisfare le esigenze irrigue del comprensorio risicolo tradizionale, che si estende nelle province di Vercelli, di Novara e di Pavia (Lomellina).
La sua portata è di mc al secondo 110 all'imbocco e di mc/s 85 all'est del fiume Sesia.
Una prima integrazione è stata realizzata con la costruzione del Canale Regina Elena, che dispone di una portata all'imbocco di mc/s 70. Questo canale, entrato in esercizio nel 1954, deriva l'acqua dal fiume. Ticino e si immette nel Canale Cavour a Veveri, nelle vicinanze di Novara assicurando la copertura della porta orientale del comprensorio irriguo che, grosso modo, si estende tra il torrente Agogna e il Ticino.
Nel 1965 si è verificata una sensibile riduzione della portata del Canale Cavour, che nel periodo aprile-maggio è stata di mc/s 25, in confronto ai 110 di competenza; nel tronco ad est del Sesia è stata di circa 15 mc/s contro gli 85 originari. Gli effetti sono stati gravissimi per terreni situati ad est del fiume Sesia fino alla zona est servita dalle acque del Canale Regina Elena. I danni, in questa zona, hanno superato i 7 miliardi.
Le carenze si sono ripetute negli anni 1968, '69, '70, '73 e '74, con danni variabili, e più sensibili nella zona prima indicata. Comunque, negli ultimi decenni la riduzione media della portata del Canale Cavour è di mc s 20.
Esisteva quindi la necessità di integrare questa riduzione di portata attraverso un diramatore, o un nuovo canale, in grado di coprire le esigenze irrigue nella zona ad est del fiume Sesia, compresa tra il fiume stesso e la zona servita dal torrente Agogna.
Tale esigenza viene soddisfatta con il derivatore Alto Novarese, che preleva mc/s 25 di acqua dal Canale Regina Elena e ne immette 23 mc/s ad est del Sesia nel Cavo Montebello e nel Canale Cavour. Infatti, nella parte terminale del diramatore sarà costruito un ponte-canale che scarica 13 mc/s nel Canale Cavour e mc/s 10 nel Cavo Montebello, dei 23 che questo canale viene a portare. La quota immessa nel Canale Cavour serve ad integrare le portate di tutta una serie di cavi o rogge che operano tra il Cavo Montebello e il torrente Agogna.
La superficie di terreno irriguo interessata alla integrazione della portata dei cavi esistenti è di circa Ha 50.000, di cui 8.000 serviti dal Cavo Montebello. Questi sono suddivisi tra alcune migliaia di coltivatori delle province di Vercelli e di Novara. Si tratta di una vasta area a tradizione risicola alla quale viene assicurata l'irrigazione e la tranquillità nel raccolto.
Il Diramatore Alto Novarese soddisfa in via primaria questa precisa esigenza, e viene realizzato in due lotti. Il primo lotto è già ultimato, e consiste nella derivazione del Canale Regina Elena, nell'ampliamento di un canale già esistente e di un tronco di un nuovo canale. Il secondo lotto riguarda la parte terminale del Diramatore, per una lunghezza di circa 4 chilometri, ed attraversa i territori dei Comuni di Vicolungo e Recetto.
Questi due Comuni non presentano problemi di carattere irriguo. Infatti e ciò in particolare per Vicolungo, nel 1973 sono stati ultimati i lavori di costruzione di canali distributori che estendono l'irrigazione alla parte del territorio che ne era ancora sprovvista. Anche quest'opera è stata eseguita dalla Associazione Irrigazione Est-Sesia-Consorzio di bonifica di II Categoria, con sede in Novara, che sovrintende alle opere di bonifica e di irrigazione in tutto il comprensorio che si estende tra i fiumi Sesia e Ticino e Po nelle province di Vercelli, Novara e Pavia, per una superficie complessiva di oltre 200.000 Ha. L'ultimo lotto di lavoro in Comune di Vicolungo, per un importo di lire 15.000.000, è stato finanziato dalla Regione Piemonte e collaudato il 22/4/1974.
La costruzione del Diramatore Alto Novarese comporta l'occupazione, e quindi l'esproprio, della striscia di terreni attraversati, i quali indubbiamente subiscono un danno. Di qui le resistenze e le opposizioni di un gruppo di proprietari danneggiati.
Le opposizioni dei Comuni di Vicolungo e di Recetto riguardano invece il tracciato del Diramatore, di cui si chiede lo spostamento. Tale spostamento, entro certi limiti, che non comportino maggiori oneri, e che rispettino le quote di livello necessarie, potrebbe anche essere discusso tra i Comuni indicati e i tecnici del Consorzio di bonifica.
La soluzione prospettata dal Consigliere Cardinali non è attuabile perché non soddisfa la necessità di integrazione del Cavo Montebello, e lascerebbe scoperti circa 8.000 Ha di terreno della necessaria integrazione di portata, cioè 10 mc/s come ho detto prima. Infatti, il Diramatore Alto Novarese, della portata terminale di 23 mc/s ne immette, come ho già detto 10 nel Cavo Montebello e 13 nel Canale Cavour.
Tale necessità è stata ampiamente riconosciuta dal Genio Civile di Novara, dal Comitato tecnico per la bonifica integrale della stessa provincia, dal Magistrato del Po e dal Consiglio Superiore dei Lavori pubblici, e le loro relazioni tecniche sono il supporto del finanziamento concesso dal Ministero dell'Agricoltura per l'esecuzione dell'opera.
Tecnicamente, la soluzione indicata dal Consigliere Cardinali non risolve il problema della garanzia di portata per la superficie più sopra indicata, e quindi non eliminai danni ricorrenti, e più o meno elevati della siccità.
Ho qui allegata una cartina molto dettagliata, precisa ed interessante a mio avviso, che illustra tutta la rete di irrigazione dei canali irrigui dell'Alto Novarese, e comprova, sul piano tecnico e schematico, quanto ho detto in questa mia risposta.



PRESIDENTE

La parola all'interpellante Consigliere Cardinali.



CARDINALI Giulio

Ringrazio l'Assessore Chiabrando, e gli sarò ancor più grato se mi farà avere copia degli elaborati che hanno formato argomento della sua risposta.
E' evidente che il problema indicato relativo al Cavo Montebello non è risolvibile con la proposta adombrata di utilizzare gli esistenti cavi delle rogge Molinara e Busca, per restituire la portata al Canale Cavour senza effettuare attraversamenti onerosi. Mi domando, però, se non si poteva allora prevedere un canale di soli 10 metri cubi, quindi di entità molto meno molesta e con la conseguenza di ridurre sensibilmente i danni (si pensi che il canale previsto ha una larghezza in superficie di circa 50 metri o giù di lì).
E' evidente che l'Associazione Irrigazione Sesia, che oltre tutto vende l'acqua, e ne ricava un buon utile, ha interesse a portare avanti questo tipo di soluzione. Lo sforzo anche tecnico per risolvere altrimenti il problema, mi pare venga confermato, non risolve il problema del Cavo Montebello, e questo è un dato che a me era sfuggito evidentemente per non conoscenza, mentre lo risolverebbe per il Cavo Cavour. Ma la domanda che mi pongo e, ripeto, se obiettivamente non poteva allora essere studiato un tracciato molto minimizzato, molto meno compromissivo dei terreni, per giungere alla surrogazione della portata del Cavo Montebello.


Argomento: Cave e torbiere - Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Sanlorenzo sull'autorizzazione all'apertura di cave per lo sfruttamento dei giacimenti di ghiaia e sabbia nel Comune di Varallo Pombia in violazione alla fascia di rispetto del Ticino. Orientamento ed eventuali iniziative della Giunta Regionale


PRESIDENTE

Interrogazione presentata dal Consigliere Sanlorenzo, letta in Consiglio il 17 ottobre '74: "Autorizzazione all'apertura di cave per lo sfruttamento dei giacimenti di ghiaia e sabbia nel Comune di Varallo Pombia in violazione alla fascia di rispetto del Ticino. Orientamento ed eventuali iniziative della Giunta Regionale".
Chiede di parlare il presentatore Consigliere Sanlorenzo. Ne ha facoltà.



SANLORENZO Dino

Poiché ho avuto assicurazione dall'Assessore Paganelli e dal Vice presidente della Giunta, Debenedetti, che si prenderebbe spunto dall'interrogazione per precisare nella prossima seduta di Consiglio il parere della Giunta sul più complesso problema del Parco del Ticino, e poiché in effetti l'interrogazione aveva sì lo scopo di ottenere una puntualizzazione della questione sollevata, ma anche e soprattutto quello di indurre la Giunta ad esporre il suo orientamento generale e le iniziative che ha in programma per addivenire a soluzioni simili o difformi quanto a forma ma eguali nella sostanza alle norme di salvaguardia che la Regione Lombardia ha fissato per una parte della riva del Ticino, rinuncia alla discussione in questa seduta dell'interrogazione che ho presentato.



PRESIDENTE

D'accordo. Allora, l'interrogazione è rinviata.


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Sanlorenzo in merito all'intervento urgente al fine di normalizzare la frequenza scolastica all'Istituto ITI di Novara per la carenza di riscaldamento nella scuola


PRESIDENTE

Interrogazione presentata dal Consigliere Sanlorenzo: "Intervento urgente al fine di normalizzare la frequenza scolastica all'Istituto ITI di Novara per la carenza di riscaldamento nella scuola".
Dovrebbe rispondere l'Assessore Borando, ma è assente, e pertanto è giocoforza rimandare la discussione.
Chiede di parlare il Consigliere Sanlorenzo. Ne ha facoltà.



SANLORENZO Dino

Mentre non ho avuto alcuna esitazione ad accettare che si procrastinasse la trattazione della precedente interrogazione, d'accordo con il Presidente e gli Assessori, ho molte perplessità di fronte al rinvio di questa discussione, presentata per una questione che ha carattere di urgenza. L'interrogazione riguarda infatti 1500 studenti che protestano perché costretti a rimanere al freddo in quanto da otto mesi la caldaia dell'impianto di riscaldamento e guasta. Mi sarei accontentato anche di una risposta scritta, per non tediare il Consiglio Regionale con una questione che non si tratta di discutere ma di risolvere.
Mi è stato detto che sono state acquistate di recente 25 stufe; ma ci non risolve nulla, perché le stufe non danno certo il calore che può dare una caldaia. Siccome, a parte il freddo, ci sono anche pericoli a spostarsi sul secondo piano di quell'istituto, si direbbe che ci sia bisogno della licenza di vivere per frequentare l'istituto I.T.I.
Insisterei pertanto per avere dall'Assessore Borando una risposta orale o scritta, ma entro la giornata di oggi, per conoscere quali possibilità vi sono di rimuovere il grave inconveniente lamentato da questi 1500 studenti.



PRESIDENTE

Quando arriverà l'Assessore Borando, lo inviteremo a fornire la risposta richiesta.
Colgo l'occasione per rilevare come si sia instaurata una certa disparità di diritti fra gli Assessori e i Consiglieri che presentano interrogazioni. Non è giusto che per effetto dell'assenza del Consigliere presentatore una interrogazione decada mentre in caso di assenza dell'Assessore competente si rinvii la discussione.



RIVALTA Luigi

In questo caso bisognerebbe far decadere non l'interrogazione ma l'Assessore.



PRESIDENTE

Il problema di questa disparità dovrà essere preso prossimamente in considerazione dalla Giunta.
Rimaniamo in attesa che la I Commissione, che è riunita in una saletta qui accanto, dia il suo parere sulla legge per i contributi ai dipendenti delle autolinee.


Argomento:

Interrogazione del Consigliere Sanlorenzo in merito all'intervento urgente al fine di normalizzare la frequenza scolastica all'Istituto ITI di Novara per la carenza di riscaldamento nella scuola

Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

Passiamo al punto terzo dell'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente".


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo per la seduta odierna i Consiglieri Conti Garabello, Giovana, Feltrami.


Argomento:

b) Apposizione visto del Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha apposto il visto alla legge regionale del 3/10/1974 concernente: "Provvedimenti per la depurazione delle acque: disciplina degli scarichi delle attività produttive".


Argomento:

c) Mancata apposizione visto del Commissario del Governo


PRESIDENTE

Non ha invece apposto il visto alla legge regionale del 26/9/'74 concernente: "Anticipazione per conto dello Stato di competenze spettanti agli agenti delle autolinee in concessione nel territorio regionale per l'estensione del trattamento economico e normativo degli autoferrotramvieri". Si tratta della legge che oggi viene ripresentata.


Argomento:

d) Disegni di legge - Presentazione e assegnazione a Commissioni


PRESIDENTE

Sono stati presentati i seguenti disegni di legge: n. 208 relativo a: "Concessione di contributi in conto capitale ai Comuni ed ai loro Consorzi nonché alle Comunità montane per la formazione di strumenti urbanistici"; la data di presentazione è 30 ottobre 1974: nella stessa data il documento è stato assegnato alla I e alla II Commissione per l'esame congiunto n. 209, relativo a; "Concessione di contributi ad operatori economici (cooperative e privati) per interventi di edilizia residenziale convenzionata"; la data di presentazione è 30 ottobre 1974: nella stessa data il documento è stato assegnato per l'esame alla II Commissione n. 210, relativo a: "Erogazione di fondi per competenze derivanti al personale delle aziende concessionarie di autolinee dall'estensione del trattamento economico e normativo degli autoferrotramvieri"; la data di presentazione è 5 novembre 1974: nella stessa data il documento è stato assegnato per l'esame alla II Commissione n. 211, relativo a: "Nuovo termine per la presentazione delle domande di cui all'art. 11 della legge regionale 12 agosto '74, n. 23"; la data di presentazione del documento è 5 novembre '74, nella stessa data esso è stato assegnato per l'esame alla VII Commissione.
Tutti questi disegni di legge sono stati presentati dalla Giunta Regionale.
Il 210 e il 211 sono già stati portati oggi in aula per la discussione.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione del Consigliere Nesi relativa alla situazione della Società "Elli Zerboni&C." di Torino (risposta scritta)


PRESIDENTE

All'interrogazione del Consigliere Nesi relativa alla situazione della Società "Elli Zerboni&C." di Torino sarà data risposta scritta


Argomento: Enti Locali - Forme associative - Deleghe: argomenti non sopra specificati

f) Giornata nazionale delle Regioni e delle Autonomie


PRESIDENTE

Comunico al Consiglio che, a seguito della discussione generale svoltasi nel corso della Conferenza dei Capigruppo, ho preso contatti con il Presidente della Provincia di Torino e con il Sindaco, per concordare le linee della manifestazione promossa dal Comitato d'intesa Regioni Province, Comuni. Da questa prima presa di contatto sarebbero scaturite le seguenti determinazioni.
Martedì 12 novembre prossimo avrà luogo a Torino una riunione congiunta del Consiglio Regionale del Piemonte e dei Consigli Provinciale e Comunale di Torino, alla quale saranno invitate forze sociali ed economiche ed autorità locali.
L'assemblea, che si svolgerà a Palazzo Madama, con inizio alle ore 17 sarà indetta congiuntamente dal Consiglio Regionale, dalla Provincia di Torino e dal Sindaco di Torino, sulla base del suaccennato invito rivolto a tutte le Regioni, le Province, e i Comuni italiani dal Comitato d'Intesa nazionale, tendente a promuovere un'azione unitaria per discutere i gravi problemi delle istituzioni locali e regionali e per illustrare all'opinione pubblica la piattaforma programmatica già consegnata ai Capigruppo.
Il programma della riunione del 12 novembre prevede, in apertura dei lavori, indirizzi di saluto da parte del Sindaco, del Presidente della Provincia e del Consiglio Regionale; la relazione di base dovrebbe essere svolta dal Presidente della Giunta Regionale, e dovrebbe illustrare il documento predisposto dal Comitato d'intesa. Lo stesso documento sarà oggetto del successivo dibattito, nel quale interverranno rappresentanti delle forze politiche e delle organizzazioni sindacali. Al termine dei lavori, l'ordine del giorno sarà posto in votazione.
Manifestazioni analoghe a quella in programma a Torino si svolgeranno nella stessa giornata del 12 novembre, proclamata "Giornata nazionale delle Regioni e delle Autonomie", in tutta Italia. Invito pertanto tutti i Consiglieri, ai quali faremo pervenire tempestivamente il documento e l'invito e la comunicazione, a non mancare il 12 novembre, alle ore 17 alla convocazione a Palazzo Madama: sarà una grande giornata per le autonomie e noi non potremo essere assenti da una così importante manifestazione.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

g) Presenza dei Consiglieri Regionali alle Commissioni permanenti ed alle sedute consiliari


PRESIDENTE

Voglio ancora ricordare al Consiglio che mi sono giunte nuovamente lettere di Presidenti delle Commissioni consiliari permanenti in cui si evidenzia il fatto che qualche volta le Commissioni non possono operare per mancanza del numero legale. Già nella riunione della Conferenza dei Capigruppo è stato sollevato il problema. Raccomando ancora una volta a tutti i Consiglieri di assolvere il loro impegno ad essere presenti e nelle Commissioni e in Consiglio. Anche oggi devo rilevare che, pur essendovi soltanto quattro richieste di congedo, i vuoti nei banchi del Consiglio sono assai numerosi.


Argomento: Commemorazioni

h) Commemorazione dello storico Luigi Salvatorelli, dell'avv. Cornelio Brosio e del senatore Franco Antonicelli


PRESIDENTE

Colleghi Consiglieri sono scomparse nei giorni scorsi alcune fra le più note figure dell'antifascismo e della democrazia italiana e piemontese: a Roma domenica 3 novembre, è mancato lo storico Luigi Salvatorelli; nei giorni seguenti sono improvvisamente deceduti due noti personaggi, difensori della libertà e della democrazia per il nostro Piemonte: Cornelio Brosio ed il sen. Franco Antonicelli.
La morte di questi illustri uomini, che sono stati protagonisti in varie forme della lotta antifascista, ci addolora profondamente.
Certamente, ne deriva un vuoto che potrà essere colmato solo dalle loro opere e dalla testimonianza di vita democratica e di attività costante a difesa dei valori della democrazia, che ha contraddistinto tutta la loro esistenza. Essi costituiscono per noi un ricordo ricollegato agli anni del fascismo ed alle diverse forme di lotta: culturale, clandestina ed armata che il popolo italiano, con tutte le sue risorse e capacità, espresse contro la dittatura nazifascista.
Con Luigi Salvatorelli scompare non soltanto uno degli storici italiani più insigni, ma un uomo che fu in prima linea nella lotta contro il fascismo e che fu esempio di coerenza ideologica, pagando di persona la sua opposizione, impegnandosi attivamente anche sotto il profilo politico con l'adesione al movimento "Giustizia e Libertà" e successivamente contribuendo alla formazione del Partito d'Azione.
Le sue numerose opere costituiscono un grande patrimonio, non soltanto storico e culturale, sono un contributo essenziale per comprendere che cosa è stato e che cosa ha significato per il nostro Paese questo fenomeno contro il quale si schierarono uomini coraggiosi che militavano nei più diversi ambienti della società italiana.
Ricordiamo qui, infatti, la diversa esperienza di Cornelio Brosio torinese, avvocato, che dopo l'8 settembre si pone attivamente alla riorganizzazione militare antifascista, divenendo membro del Comitato militare regionale piemontese.
In questa veste tenne i contatti con le formazioni partigiane del Piemonte e partecipò al C.L.N. piemontese. Nel '44 venne arrestato con tutto il Comitato militare, guidato dal generale Perotti, e condannato dal Tribunale speciale a due anni di reclusione; in seguito fu liberato dal carcere di Alba da un reparto di partigiani, ed è nuovamente presente a Torino nei giorni della Liberazione, costituendo uno tra i più nobili esempi di antifascismo del Piemonte.
Ma la scomparsa che più profondamente ci tocca e che è ricollegata sia all'attività svolta nel corso della Resistenza che alla militanza politica nei trent'anni successivi è quella del sen. Franco Antonicelli.
Gloriosa figura della Resistenza, personaggio di primo piano dell'antifascismo nazionale, Franco Antonicelli ha condotto la sua battaglia per la libertà e la difesa delle istituzioni democratiche fino a pochi giorni or sono.
Uomo di profonda cultura, letterato insigne, fece le sue prime esperienze di antifascismo ispirandosi alla intransigenza morale di Piero Gobetti. Più volte incarcerato negli anni del fascismo per le sue attività culturali, che andavano contro le disposizioni del regime, fu poi condannato a cinque anni di confino. In questi anni intorno a lui si raccolgono vecchi e nuovi antifascisti: Cosmo, Leone Ginzburg, lo stesso Salvatorelli.
Non intendendo riparare in Svizzera per sfuggire alla repressione partecipa a Roma all'organizzazione delle prime strutture clandestine della Resistenza; dopo essere stato rinchiuso a Regina Coeli, viene tradotto al Nord e riesce ad evadere. Entra a far parte del CLN piemontese, ne diventa presidente e presiede la Giunta consultiva dopo la Liberazione.
Ma la sua presenza e lotta antifascista non si ferma al periodo della Resistenza, bensì, continua con sempre rinnovato spirito democratico.
Tutti noi conosciamo la sua attività in questo senso svolta negli anni seguenti la Liberazione. Antonicelli era costante testimone dei valori della Resistenza, presente nelle più qualificate iniziative per far conoscere soprattutto ai giovani la recente storia del nostro Paese portando l'alto contributo della sua umanità e della sua profonda cultura.
Rimane sempre antifascista militante. E' presente nelle situazioni purtroppo numerose, più difficili ed oscure avvenute nel Paese negli ultimi anni. E' presente a Genova, a Bologna, a Torino, là dove è necessario esprimersi contro la limitazione della libertà, a difesa dei lavoratori; in questo senso vive la sua esperienza parlamentare, impegnandosi a fondo contro ogni forma di abuso, denunciando, con l'autorità che gli derivava dalla sua personalità e dal suo passato, ogni pericolo di degenerazione delle istituzioni e di ritorno al fascismo.
Onoriamo oggi, in Franco Antonicelli, il glorioso protagonista della Resistenza, l'uomo di cultura la cui figura viene a costituire, insieme a quella degli altri democratici antifascisti scomparsi, una pagina nobile della nostra storia recente, costituendo per noi tutti un esempio di vigilanza democratica per la convivenza pacifica del nostro Paese.
Ho così ultimato le mie comunicazioni. Nessuno desidera chiedere la parola su di esse? Se la I Commissione ha ultimato il suo esame, possiamo occuparci senz'altro del disegno di legge che figura al punto quindicesimo dell'ordine del giorno dei nostri lavori, quello recante il numero 210 relativo a: "Erogazione di fondi per competenze derivanti al personale delle Aziende concessionarie di autolinee dalla estensione del trattamento economico e normativo degli autoferrotramvieri".
Chiede di parlare il Consigliere Dotti. Ne ha facoltà.



DOTTI Augusto

Signor Presidente, per quanto concerne il "progetto-pilota", la nostra Commissione ha avuto notizia che la Giunta ha in animo di presentare una delibera su di esso. Dopo che l'avremo ricevuta saremo in grado di dare il nostro parere e parlarne in Consiglio.



PRESIDENTE

D'accordo. Ringrazio il Consigliere Dotti della sua comunicazione.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati - Trattamento economico e normativo del personale

Esame disegno di legge n. 210: "Erogazione di fondi per competenze derivanti al personale delle aziende concessionarie di autolinee dall'estensione del trattamento economico e normativo degli autoferrotramvieri"


PRESIDENTE

Poiché la I Commissione ha ormai concluso il suo esame ed è in grado di esprimere il suo parere, veniamo dunque al: "Disegno di legge n. 210 presentato dalla Giunta Regionale in data 5 novembre '74: 'Erogazione di fondi per competenze derivanti al personale delle Aziende concessionarie di autolinee dall'estensione del trattamento economico e normativo degli autoferrotramvieri".
Relatore è il Presidente Dotti, che ha facoltà di parlare.



DOTTI Augusto, relatore

Signor Presidente, non è stato possibile preparare una relazione scritta, neppur breve, date le circostanze: il nuovo disegno di legge è stato presentato soltanto ieri per l'esame alla I Commissione, alla quale l'Assessore ha riferito sul rinvio del nostro precedente disegno di legge n. 196. D'altra parte, i motivi che hanno indotto la Giunta a proporre il provvedimento sono ben noti.
Il rinvio da parte del Governo della nostra legge era, d'altronde previsto: sapevamo che il Ministro del Tesoro aveva già espresso il parere di non voler rimborsare gli anticipi che le Regioni avrebbero dato per conto dello Stato per l'applicazione del nuovo contratto nazionale a favore dei dipendenti delle imprese private del trasporto collettivo sulle linee in concessione. Questa ne è la riprova.
Siamo rammaricati di dover constatare che il Governo non si è sentito in dovere di mantener fede alla promessa fatta da un Ministro. Dobbiamo però dire che anche le Regioni, nel loro complesso, sono rimaste assenti da questa trattativa, mentre avrebbero avuto pieno diritto di reclamare che i termini della trattativa fossero portati in sede regionale.
La mia impressione (non so se solo personale o condivisa dalla Commissione) è che in questo apparente scollamento fra Ministro del Lavoro e Ministro del Tesoro vi sia stata poi, all'atto pratico, una collusione.
Già il Governo, infatti, si sta muovendo: è di questi giorni la proposta Giolitti che il nostro bilancio, il bilancio delle Regioni, sia effettivamente un bilancio di cassa, cioè un bilancio di erogazione nel corso dell'anno, per impedire che si accumulino presso le Regioni ingenti somme in residui passivi. Avrete certamente letto su un settimanale abbastanza diffuso in Italia, la settimana scorsa, quell'articolo del Presidente della Regione siciliana in cui si diceva che quella Regione tiene in deposito presso le banche fondi ancora da spendere per 500 miliardi. La stessa Regione Piemonte, come ben sappiamo, dispone di fondi che non saranno spesi né nel '74 né nel '75. Lo Stato sa che le Regioni dispongono ancora di somme discrete per finanziamenti di spese correnti, e forse è proprio in considerazione di ciò che il Ministro del Tesoro ha mantenuto il suo "no" al finanziamento ulteriore alle Regioni di queste somme. Ciò porta a raccomandare alla Giunta, personalmente al nostro Assessore al Bilancio, di fare in modo che effettivamente gli stanziamenti sia per investimento sia per spese correnti vengano utilizzati proprio nel corso dell'anno.
Per quanto riguarda in modo particolare questa legge, siamo avviati com'è già stato osservato in Commissione, verso premesse di una municipalizzazione, di una pubblicizzazione di queste aziende di trasporto.
Cioè, man mano che gli oneri che queste aziende sopportano divengono pari a quelli delle aziende pubbliche effettivamente sorge da parte della Regione l'esigenza che il trasporto delle aziende private possa corrispondere alle esigenze di un trasporto pubblico. Ovviamente, bisogna anche trovare l'Ente locale che effettui la pubblicizzazione. Però, raccomandiamo all'Assessore di vedere che almeno, poiché la Regione e generosa di contributi nei confronti delle aziende private, il servizio possa effettivamente corrispondere alle esigenze pubbliche del servizio collettivo del trasporto passeggeri; altrimenti noi non faremmo che aiutare i bilanci delle aziende private, senza migliorare la prestazione del servizio.
Non abbiamo nulla da aggiungere, salvo ribadire il nostro profondo rammarico che il Ministro del Lavoro non abbia trovato consenso da parte del Ministro del Tesoro, per cui ha speso una parola che non è stata mantenuta, il che è politicamente un grave inconveniente.



PRESIDENTE

E' aperta la discussione. Chi si iscrive a parlare? Il Consigliere Marchesotti. Ne ha facoltà.



MARCHESOTTI Domenico

Per la verità, non so se considerare questo ritorno della legge in Consiglio Regionale normale o una anormalità. A proposito di questa questione, del contratto dei dipendenti delle autolinee in concessione, ci troviamo di fronte ad un grosso pasticcio, e, secondo noi, ad una serie di errori di scelta commessi dal Governo, che poi non ha mantenuto gli impegni assunti.
Ho parlato di errori da parte del Governo. E' giusto che quando un Ministro interviene in una vertenza sindacale, deve farlo cercando di risolvere il dissidio. Ma quando interviene, come in questo caso, fra le concessionarie di servizi pubblici ed i loro dipendenti, senza la presenza delle concessionarie stesse, è evidente che crea una condizione di anormalità per cui la gestione privata del servizio pubblico e privilegiata nel confronti delle aziende pubbliche del settore, e quindi generando una situazione che espone il Governo e le Regioni a subire un continuo ricatto: se i dipendenti delle aziende che gestiscono il trasporto pubblico chiedono l'aumento, le aziende stesse si rivolgono al potere pubblico per ottenere l'aumento dei contributi.
Questa è una logica infernale, che porta a situazioni ed a condizioni gravissime e di confusione, per cui non si capisce più se i dipendenti delle aziende in concessione sono da considerare dipendenti pubblici o dipendenti delle concessionarie. Poiché, non vi è dubbio che dipendono da queste ultime, è chiaro che sono queste che devono risolvere i problemi che sorgono dal rapporto di lavoro; se poi hanno delle questioni che riguardano il rapporto con il potere pubblico che ha dato la concessione, questa è un'altra questione, in cui il rapporto fra padronato e lavoratori non c'entra per niente.
Occorre, secondo noi, chiarire bene questa questione, incominciare a chiarirla qui, anche per criticare quanto è avvenuto in passato, ma soprattutto per vedere, partendo dalla esperienza del passato, di risolvere in prospettiva questa questione. Personalmente, credo che in questa direzione i dipendenti stessi, e più che i dipendenti i sindacati, un momento di chiarezza lo debbano avere rispetto ai loro padroni, e rispetto agli obiettivi di pubblicizzazione. Perché altrimenti la questione diventa talmente seria che i concessionari, per ricattare il potere pubblico possono in definitiva appoggiarsi persino a giuste rivendicazioni di lavoratori che in un certo quadro possono sembrare ad una certa opinione pubblica anche non completamente fondate.
Bisogna che in questo senso si faccia chiarezza e che la Regione Piemonte, che si impegna con questa legge ad avviare a soluzione il problema, con un primo stanziamento di 770 milioni (ma non basteranno per l'avvenire), affronti nella Commissione, ed in Consiglio il problema della pubblicizzazione del trasporto pubblico in termini nuovi. Se sarà altrimenti andremo verso una situazione in cui le concessionarie finiscono con l'essere trattate in modo privilegiato appunto rispetto alle aziende pubbliche, il che non può né deve essere. Credo che se faremo i conti fra qualche mese di ciò che la Regione Piemonte dà, a mezzo contributi e sovvenzioni di gestione alle aziende concessionarie, aggiungendo l'onere che essa dovrà sobbarcarsi, per avviare a soluzione questo problema apparirà chiaro che la pubblicizzazione si impone, non solo più in termini di prospettiva, ma in termini di immediatezza, in termini cioè di efficienza e di costi del servizio.
Credo pertanto di dover ribadire qui che per il 1975 occorrerà che rivedendo le leggi per quanto riguarda il trasporto, la Regione Piemonte conceda contributi al Comuni del 100 per 100 per la pubblicizzazione, e contributi di gestione alle pubblicizzate, rivedendo il suo piano generale di pubblicizzazione.
E' chiaro che di questa situazione fino ad oggi a soffrirne sono stati i dipendenti delle aziende concessionarie, i quali, in conseguenza della mancata applicazione del contratto che il Ministro ha controfirmato senza poi poter mantenere gli impegni assunti, a partire dal mese di maggio hanno trovato nella loro busta paga circa ventimila lire in meno. Proprio tenendo conto della giustezza delle rivendicazioni dei lavoratori per un aumento del salario e delle condizioni disagiate nelle quali essi si trovano, noi approviamo anche questa legge, come già abbiamo fatto per quella che l'ha preceduta, naturalmente con tutte le osservazioni critiche che abbiamo detto.
Un'ultima considerazione. Sono d'accordo con il relatore Dotti quando osserva che se le Regioni, al momento della discussione del contratto fossero state più sollecite, più sensibili a ciò che stava per avvenire probabilmente si sarebbe potuto trovare una soluzione migliore. Si rafforza sempre più la considerazione che il Governo italiano, in relazione alla situazione finanziaria, economica e sociale, tenda ad utilizzare fondi che le Regioni non hanno speso, per compiti di cui deve farsi carico lo Stato stesso. E' un problema, questo, di carattere politico, che rientra per anche in questo provvedimento. Occorre perciò essere sensibili, presenti sempre a difendere le autonomie delle Regioni nel quadro degli interessi nazionali, per risolverei problemi con chiarezze di competenze e di responsabilità, con giusti rapporti, quindi sapendo chi deve pagare, chi non deve pagare, se vogliamo andare avanti meglio e più speditamente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Rossotto. Ne ha facoltà.



ROSSOTTO Carlo Felice

Signor Presidente l'iter di questa legge è una ulteriore riprova della situazione che il nostro Paese sta purtroppo conoscendo. E' stato siglato un accordo da un Ministro del Lavoro, è giunto un invito alle Regioni perché provvedessero ad anticipare soldi per conto dello Stato. Noi ci siamo attenuti a tale disposizione in previsione di ottenere dallo Stato il rimborso: poi abbiamo visto la legge precedente respinta perché il Ministro del Tesoro, collega del precedente Ministro del Lavoro, ritiene che l'onere non competa allo Stato e pertanto lo Stato non se lo debba assumere. Dobbiamo quindi rivedere la nostra posizione, assumendo direttamente gli impegni come Regione, senza alcun'altra possibilità successiva se non questo impegno formale di un Ministro del Lavoro che è stato disatteso.
Questa è una situazione che potrebbe dar luogo ad ulteriori discussioni che esulano forse dalla nostra stretta competenza di Consiglieri Regionali.
Ma siccome le Regioni sono investite del problema per questa necessità da parte nostra di sopperire oggi per evitare la situazione di caos che si verrebbe a determinare per le richieste di adeguamento che i lavoratori del settore avanzano, il Gruppo liberale, proprio con l'intento di sottolineare l'assurdità del fatto che le Regioni, non chiamate a partecipare alla determinazione dell'accordo sindacale del 31 luglio, debbano oggi correre ai ripari, indipendentemente dagli impegni assunti dal responsabile del Governo centrale, si astiene dal dare la sua approvazione a questo disegno di legge.



PRESIDENTE

Se non vi sono altri Consiglieri che chiedono di intervenire dò la parola all'Assessore Gandolfi.



GANDOLFI Aldo, Assessore ai trasporti

Signor Presidente, signori. Consiglieri, non sto a ripetere alcune considerazioni che sono state fatte già da alcuni intervenuti, devo per dire a nome della Giunta che il rinvio del disegno di legge 196, per quanto prevedibile, è stato un fatto particolarmente grave che deve indurci, in questa occasione, ad usare toni e ad esporre considerazioni che non avevamo fatto in occasione del dibattito sul precedente disegno di legge proprio nella speranza che da parte del Governo ci fosse un atteggiamento diverso.
Dobbiamo dire con molta franchezza intanto che riteniamo inconcepibile che un Ministro del Lavoro sigli, con le organizzazioni sindacali, un documento che ha l'apparenza e la struttura di un contratto nazionale di lavoro, in assenza della controparte, facendo quindi mancare uno degli elementi che determinano la validità giuridica di un documento di questo genere. Riteniamo poi inaccettabile che la Presidenza del Consiglio, con un telegramma, smentisca un atto del Ministro del Lavoro che, fino a prova contraria, ha apposto una firma a un documento di questo genere e successivamente ha invitato le Regioni ad anticipare per conto dello Stato.
Può darsi che il Ministro abbia agito senza preventivo consenso della Presidenza del Consiglio o del Ministero del Tesoro, ma questo è un fatto interno del Governo che deve vedere chiarimenti di responsabilità e sanzioni all'interno della compagine governativa, ma ciò che non possiamo accettare e che un atto politico di questa importanza assunto dal Ministro del Lavoro sia smentito in questo modo dal resto del Governo. E' vero che possono esserci stati errori di comportamento, ma resta il fatto, che forse non ha incidenza sul piano del diritto amministrativo, ma che sul piano politico ha un'enorme incidenza perché ha determinato aspettative e ha innescato certi meccanismi e cioè quello di un Ministro che in quel momento firmava un documento e successivamente assumeva impegni di una certa responsabilità nei confronti delle Regioni tramite i Commissari governativi.
Un terzo elemento che dobbiamo rilevare, pure particolarmente grave, è che si tende a scaricare sulla finanza regionale degli oneri che derivano dagli atti politici assunti dal Governo e addirittura da Governi precedenti.
In questa situazione tutte le Regioni, congiuntamente, hanno assunto la posizione di ribadire con molta decisione e molta fermezza che l'onere dell'applicazione integrale del contratto, nella misura in cui questo protocollo d'intesa e stato definito dal Governo, deve essere a carico della finanza statale. In via provvisoria le Regioni, di fronte alla situazione di tensione esistente nel settore, si accollano l'onere di procedere ad anticipazioni in attesa che a livello governativo si creino le premesse perché si ponga termine a questa vicenda in una maniera che non penalizzi pesantemente le Regioni.
Ed ora alcune considerazioni rispetto a quello che è stato detto qui.
Certamente è grave che le Regioni, nella trattativa che è nata a livello nazionale tra Governo e organizzazioni sindacali, siano state escluse perché questa è comunque materia di competenza regionale e una valutazione di merito - che non è stata possibile su questo documento - è doverosa garantirla da parte del Governo alle Regioni, specialmente in presenza di vicende di questo tipo.
E' stato osservato che le Regioni in un certo senso si sono estraniate.
Devo dire che io stesso, a nome della Giunta, all'inizio di quest' anno avevo fatto presente alle organizzazioni sindacali l'opportunità e la necessità che il discorso non si limitasse ad un rapporto tra organizzazioni sindacali e Stato, ma investisse anche le Regioni per la responsabilità della gestione globale che in questo settore le Regioni hanno. E qui si sono inseriti due fatti, da un lato l'atteggiamento delle organizzazioni sindacali che hanno creduto probabilmente di avere una controparte con cui più facilmente si potesse raggiungere un accordo su questi problemi a livello nazionale; dall'altro un certo disinteresse delle Regioni nella fase finale dell'accordo, nel senso che molte Regioni hanno ritenuto che essendoci un accordo siglato e garantito dal Governo in definitiva i problemi per le Regioni erano minori, con le conseguenze incresciose e particolarmente pesanti che ci troviamo così, a dover registrare.
Ma, torno a ripetere, la responsabilità più grossa è del Governo che ha escluso completamente le Regioni dalla trattativa, le ha convocate solo per una comunicazione formale poche ore prima di siglare l'accordo, ha dichiarato alle Regioni che sollevavano obiezioni o riserve che questo era comunque un accordo garantito dal Governo anche per la parte finanziaria e successivamente ha determinato una situazione quale oggi dobbiamo registrare, in cui tutto viene scaricato sulle nostre spalle.
I Consiglieri Dotti e Marchesotti hanno messo in evidenza come gli oneri aggiuntivi (a carico delle Regioni o dello Stato, comunque sia) per la gestione di questo settore pongano in altri termini il discorso della pubblicizzazione. E' vero che man mano che gli oneri di gestione complessivi delle aziende private si avvicinano a quelli delle azienoe pubbliche, uno degli elementi fondamentali che possono fare avanzare riserve nei confronti della pubblicizzazione viene a cadere o a ridursi. Ma qua vorrei che fossimo bene attenti a valutare, anche in termini economici questo problema: un onere come quello del protocollo d'intesa per i dipendenti delle aziende concessionarie che e per il Piemonte di circa due miliardi e 700/800 milioni all'anno, significa un costo chilometrico sulle percorrenze regionali di 60/70 lire al Km. Se la differenza, come abbiamo indicato in dibattiti precedenti, fra costo di gestione delle aziende pubbliche e private oscilla fra le 250 e le 300 lire al Km, è ben vero che in questo modo riduciamo questa differenza, che però resta ancora dell'ordine di 200 lire al Km, che nel complesso dei servizi regionali significa oneri aggiuntivi eventuali, in caso di una pubblicizzazione totale, per la Regione o per gli Enti locali di circa 8/9 miliardi all'anno. Dobbiamo perciò fare realisticamente i conti con questo dato per valutare fino a che punto il discorso della pubblicizzazione totale immediata è valido nella situazione della finanza locale e anche della finanza regionale perché ormai siamo ai limiti delle nostre disponibilità di bilancio.
E' vero che da questo punto di vista è facile fare gli imprenditori privati quando il Governo di fatto ha garantito che gli oneri del personale delle aziende vengono completamente assorbiti per il futuro, il che è un assurdo, è un fenomeno che non può essere consentito; viene veramente da dubitare dell'esatta comprensione di quello che i Ministri del Lavoro in questi ultimi tre anni hanno fatto siglando accordi e impegni di questo genere. Il problema è un altro: i contratti di lavoro nazionali devono determinarsi da un rapporto e da una libera dialettica tra organizzazioni sindacali e imprenditori e nella misura in cui parliamo di concessioni regionali e di un regime a prezzi amministrati, spetterà poi al potere pubblico, in una fase successiva, valutare la dinamica economico finanziaria del settore e adottare eventualmente dei provvedimenti, ma che non possono essere di questo tipo, cioè di garanzia di una copertura totale per il futuro di oneri del personale.
Siamo veramente in una situazione che è stata definita di confusione ma che è di un vero e proprio stravolgimento di qualsiasi impostazione corretta di questi problemi.
Un'ultima osservazione che ho sentito circolare tra i Colleghi è quella dell'entità degli acconti che in questo modo andiamo a dare. Vorrei che i colleghi non si facessero influenzare dalla cifra indicata nel disegno di legge: noi eroghiamo alle aziende 75.000 lire lorde, lo stipendio lordo aggiuntivo che si determinerà per i dipendenti è di circa 48.000 lire, il che significa 40.000 lire nette per il secondo semestre del 1974. Pregherei però i colleghi di tenere presente che per effetto della decadenza dell'accordo ponte precedente, i dipendenti delle autolinee in realtà dal mese di luglio percepiscono 22.000 lire lorde in meno; quindi l'acconto che noi andiamo a dare ai dipendenti in realtà, rispetto alle retribuzioni precedenti, si aggira, in più rispetto alle retribuzioni fino a tutto giugno, sulle 26.000 lire lorde, cioè 22/23.000 lire nette. Non siamo quindi andati a dare delle retribuzioni aggiuntive particolarmente alte abbiamo fatto il minimo che si poteva fare per riportare il settore ad una situazione di tranquillità, in attesa di trattare, assieme a tutte le altre Regioni e con il Governo, la questione.
Quello di cui stiamo parlando è un settore particolarmente delicato: in Piemonte si portano circa 150.000 pendolari con il sistema dei trasporti su strada, e quindi uno degli elementi portanti del sistema industriale e scolastico della nostra regione. Quindi lo sforzo che abbiamo fatto e che non è che premi particolarmente i dipendenti, è teso a creare condizioni di tranquillità che ci dia quel due o tre mesi di tempo necessari ad arrivare ad un chiarimento definitivo con il Governo.



PRESIDENTE

Comunico che la I Commissione ha esaminato il disegno di legge: "Mi pregio Comunicarle che la I Commissione, nella seduta odierna, ha esaminato, ai sensi dell'art. 22 comma c) dello Statuto, il disegno di legge n. 210 "Erogazione di fondi per competenze derivanti al personale delle aziende concessionarie di autolinee dall'estensione del trattamento economico e normativo degli autoferrotramvieri" ed ha espresso parere favorevole".
Vi è un emendamento all'art. 2 presentato dall'Assessore Gandolfi: "Per il periodo 1° luglio 1974-31 dicembre 1974 è autorizzato il pagamento delle aziende concessionarie di cui al precedente articolo, delle somme necessarie per la corresponsione di un acconto mensile per ciascun agente regolarmente iscritto sul registro matricola, comprensive degli oneri a carico del lavoratore dell'azienda. Le somme da erogare alle aziende sono fissate nella misura di lire 75.000 mensili per ciascun agente".
Passiamo ora alla votazione dei singoli articoli.
Disegno di legge n. 210: "Erogazione di fondi per competenze derivanti al personale delle aziende concessionarie di autolinee dall'estensione del trattamento economico e normativo degli autoferrotramvieri".
Art. 1 In attesa di provvedimenti governativi che definiscano l'applicazione del "protocollo di intesa", riguardante la estensione del trattamento economico e normativo dei ferrotramvieri agli agenti dipendenti delle aziende concessionarie di autolinee già disciplinati con il "Contratto ANAC", la Regione si assume, in via straordinaria, l'onere di anticipazione alle aziende concessionarie.
Nessuno chiede la parola? Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 31 Hanno risposto si 28 Consiglieri Si sono astenuti 3 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2.
Per il periodo 1° luglio 1974-31 dicembre 1974 è autorizzato il pagamento alle aziende concessionarie, di cui al precedente articolo, delle somme necessarie per la corresponsione di un acconto mensile, comprensivo degli oneri a carico del lavoratore e dell'azienda, per ciascun agente regolarmente iscritto sul registro matricola.
L'acconto mensile è fissato nella misura di 75.000 lire per agente.
C'è un emendamento di cui ho già dato lettura Vuole illustrarlo, Assessore Gandolfi?



GANDOLFI Aldo, Assessore ai trasporti

E' un emendamento puramente formale perché ci siamo accorti che con la dizione precedente si poteva anche intendere che l'acconto mensile da erogarsi agli agenti fosse di 75.000 lire, mentre in realtà è la somma da corrispondere alla aziende, che significa un acconto lordo agli agenti di 48.000 lire e che netto sarà di 40.000 lire.
Per non ingenerare equivoci si chiarisce che si erogheranno somme corrispondenti a 75.000 lire per agente alle aziende, le quali con le detrazioni relative alla Previdenza Sociale ecc. corrisponderanno una cifra netta agli agenti di 40.000 lire circa.



MARCHESOTTI Domenico

Signor Presidente, vuole rileggermi la seconda parte dell'emendamento?



PRESIDENTE

Glielo rileggo tutto.
"Per il periodo 1° luglio 1974-31 dicembre 1974 è autorizzato il pagamento alle aziende concessionarie di cui al precedente articolo, delle somme necessarie per la corresponsione di un acconto mensile per ciascun agente regolarmente iscritto sul registro matricola, comprensive degli oneri a carico del lavoratore dell'azienda. Le somme da erogare alle aziende sono fissate nella misura di lire 75.000 mensili per ciascun agente".
Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento proposto dalla Giunta.
L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione l'art. 2 così emendato, per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 35 Hanno risposto sì 31 Consiglieri Si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 L'acconto di cui al precedente articolo è disposto per il personale adibito agli autoservizi di linea regionali e comunali, nonché per il personale addetto agli autoservizi di linea interregionali, purché l'azienda esercente esplichi attività prevalente nel territorio della Regione.
Si passi alla votazione, per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 35 Hanno risposto sì 31 Consiglieri Si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 La determinazione degli importi da corrispondere sarà stabilita con decreto del Presidente della Giunta Regionale, in base a liquidazione disposta dalla Direzione Compartimentale dei trasporti in concessione, sulla scorta di appositi elenchi degli agenti in servizio, forniti dalle Aziende interessate.
Poiché nessuno chiede la parola, si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 35 Hanno risposto sì 31 Consiglieri Si sono astenuti 4 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Art. 5 Ai fini dell'attuazione della presente legge è autorizzata la spesa di L.
770 milioni per l'anno 1974.
Alla spesa di cui al precedente comma si provvede con una riduzione, di pari ammontare, dello stanziamento di cui al capitolo n. 1018 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1974. Nello stato di previsione medesimo sarà conseguentemente istituito il capitolo n. 613, con la denominazione "Erogazione di fondi per competenze derivanti al personale delle Aziende concessionarie di autolinee dall'estensione del trattamento economico e normativo degli autoferrotramvieri" e con lo stanziamento di L.
770 milioni.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 36 Hanno votato sì 31 Consiglieri Si sono astenuti 5 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Art. 6 La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'art. 45 dello Statuto Regionale ed entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione.
Si passi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 36 Hanno risposto sì 31 Consiglieri Si sono astenuti 5 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, colleghi, la Destra Nazionale non contesta l'opportunità e l'intrinseca validità dell'intervento regionale a favore dei dipendenti di autolinee disposto con questo disegno di legge; ma l'approvazione eventuale che ad esso disegno dovesse venire data significherebbe, in termini politici, anche l'approvazione di un'impostazione che non ci può trovare consenzienti, quella che è già stata rilevata da più parti, che noi già più di una volta abbiamo in quest'aula evidenziato e che ancora una volta riteniamo di dovere sottolineare: la contraddizione di fondo di una classe dirigente che, dopo avere provveduto a varare l'ordinamento regionale, di tutto poi sta facendo perché le Regioni non siano messe nella possibilità di funzionare, o quanto meno perché siano limitate nei loro compiti, nelle loro competenze, nelle loro funzioni.
Tutta la vicenda che qui è stata ricordata e una sottolineatura di questa denuncia, il tentativo cioè del Governo di sottrarsi a delle precise responsabilità con posizioni contraddittorie ed assurde, quale quella di un Ministro del Lavoro che viene smentito dalla parte restante dei suoi colleghi di Governo o quale quella di scaricare sulle finanze regionali un onere di spesa non indifferente.
Ed allora è perché non condividiamo questo stato di cose, è perch come abbiamo detto altre volte - noi pensiamo che le Regioni oggi che esistono, oggi che sono una realtà, debbono funzionare nel miglior modo possibile, o quanto meno nel meno peggio modo possibile, noi diciamo che la nostra astensione a questo disegno di legge altro non è che una valutazione in termini politici della situazione che siamo andati qui denunciando.



PRESIDENTE

Vi sono altre dichiarazioni? Nessuna.
Pongo in votazione l'intero disegno di legge



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 36 Hanno detto sì 31 Consiglieri Si sono astenuti 5 Consiglieri Il disegno di legge è approvato.


Argomento: Organizzazione turistica - Strutture ricettive (albergh., extra-albergh., campeggi e villaggi, classif., vincolo) e strutture e impianti turist. - Disciplina prezzi

Esame disegno di legge n. 199: "Proroga dell'efficacia della classificazione alberghiera 1973/74"


PRESIDENTE

Passiamo ora al disegno di legge n. 199: "Proroga dell'efficacia della classificazione alberghiera 1973/74".
Comunica il Presidente della VII Commissione "Mi pregio Comunicarle che in data odierna la VII Commissione ha approvato il disegno di legge ecc.".
Relatore è il Consigliere Cardinali, al quale dò la parola



CARDINALI Giulio, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, come loro ben sanno la classificazione alberghiera è regolata da una legge che risale al 1937 e che man mano è andata prorogandosi ed integrandosi finché siamo giunti alla scadenza dell'ultima proroga del 1974.
La validità del mantenimento di questa classificazione è ovvia perch consente la determinazione delle tariffe e soprattutto il riscontro dell'idoneità delle attrezzature per le quali viene fatta la classificazione.
E' evidente che alla Regione competerà con legge la possibilità di addivenire a nuovi termini della classificazione, ma questa legge non potrà operare che nell'ambito di una più generale legge quadro nazionale preannunciata e in corso di elaborazione, ma non ancora pervenuta.
Per tale motivo il disegno di legge della Giunta Regionale - ferma restando l'ipotesi che possa intervenire (ci auguriamo al più presto) la legge definitiva della Regione, propone la proroga al 31.12.1976 della classificazione così com'è, in modo da consentire le procedure che abbiamo riferito.
La legge si compone di due articoli: il primo è la proroga, il secondo rappresenta l'urgenza della pubblicazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Debenedetti.



DEBENEDETTI Mario

Assessore all'industria alberghiera, Signor Presidente, signori Consiglieri, questo scheletrico disegno di legge, come è già stato evidenziato dal Presidente della VII Commissione, si è imposto per la necessità di rinviare l'efficacia della legge del 30 luglio in quanto, come si sa, la materia della classificazione alberghiera attiene a quei principi generali fondamentali di competenza statale. Lo Stato dovrà, attraverso una legge generale dei principi, determinare alcuni criteri fondamentali per garantire l'uniformità dei criteri di valutazione e di merito che ogni singola Regione dovrà attribuirsi con legge regionale.
Per la verità inizialmente avevamo ritenuto più opportuno che nella legge si dicesse che la proroga operava fino all'emanazione di una successiva legge regionale, proprio in dipendenza del fatto che qualora lo Stato avesse emanato la legge dei principi le Regioni, ancor prima della scadenza prevista dei due anni di proroga, potessero operare con legge regionale la successiva normativa per la classificazione. E' ovvio che con questa impostazione, qualora intervenisse prima il provvedimento legislativo statale, ci troveremmo costretti ad abrogare la legge per emanarne una nuova.
Ho voluto fare questa precisazione per assicurare il Consiglio che la proroga (come del resto è già stato evidenziato nella relazione della VII Commissione) non provocherà alcun inconveniente in quanto ogni interessato può ricorrere avverso le deliberazioni di classificazione degli E.P.T.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

Signor Presidente, signori Consiglieri, pur affermando il nostro consenso su questa leggina, vorrei fare osservare molto brevemente alcune cose.
Intanto, opportunamente, la Commissione propone una modifica, accettata dalla Giunta, all'art. 1 dove viene previsto un termine preciso alla proroga, per cui entro il 31.12.1975 dovrà provvedersi, da parte della Regione alla classificazione degli esercizi ricettivi. Si tratta, infatti di una funzione trasferita con decreto delegato n. 6 lettera g) e che riguarda non soltanto, come recita l'art. 1 del disegno di legge, la classificazione degli immobili adibiti ad uso albergo, pensione o locanda ma anche i complessi ricettivi extra alberghieri, cioè campeggi, villaggi turistici ed ostelli.
Siamo d'accordo che tale incombenza può rappresentare alcuni inconvenienti, come si dice nella relazione al disegno di legge; ma questa è una competenza della Regione e gli inconvenienti devono essere superati attraverso opportune iniziative, ricerche e studi e nel rapporto con il Governo, con i Ministeri competenti e con il Parlamento.
Lo schema di legge quadro al quale si fa riferimento nella relazione stabilisce infatti all'art. 12 che la classificazione degli esercizi ricettivi e complementari è effettuata secondo le modalità stabilite con legge regionale. E' vero però che gli artt. 10 e 11 determinano che le categorie, i requisiti e le caratteristiche delle aziende ricettive e dei complessi ricettivi complementari sono stabiliti, sentite le Regioni, con decreto del Presidente della Repubblica, previa una serie di deliberazioni di proposte e di concerti.
A questo punto io mi pongo una domanda: se la legge quadro non si farà o quanto meno non si farà entro un termine ragionevole, cosa succederà? Le Regioni continueranno a prorogare le classificazioni, o prenderanno l'iniziativa a norma del dettato costituzionale e dei decreti delegati di legiferare in materia di classificazione? Mi rendo conto che debbano esistere dei criteri di massima uniformi pur nella considerazione delle difformi varie situazioni locali, ma se gli artt. 10 e 11 dello schema di legge quadro venissero approvati nell'attuale formulazione, non so proprio quale potrà essere il contenuto di una legge regionale che abbia per oggetto la classificazione delle aziende ricettive e dei complessi complementari.
Questa era un'osservazione che volevo fare perché mi sembra che la legge quadro svuoti completamente di contenuto il dettato costituzionale ed il decreto delegato che attribuiscono la competenza alle Regioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Sereno

Vorrei richiamare brevemente anch'io alcuni concetti che sono già stati espressi dal collega Calsolaro.
Innanzi tutto abbiamo insistito, come Commissione, per fissare il termine del 31.12.1976 affinché sia di stimolo alla Giunta e all'Assessorato competente per promuovere delle iniziative relative all'elaborazione di una legge organica che affronti i problemi del turismo compreso quello della classificazione alberghiera.
Non è possibile continuare a sostenere la tesi dell'attesa della legge quadro; è una tesi ormai largamente superata sul piano giuridico perché le Regioni le loro competenze le possono esplicitare anche senza la legge quadro, ma anche sul piano operativo perché se attendiamo che il Ministero del Turismo (il quale non ha mai voluto trasferire dei poteri) elabori una legge quadro che sia rispettosa delle competenze della Regione probabilmente passano ancora degli anni.
A mio parere deve essere emanata una legge regionale che affronti globalmente la tematica del turismo e nel contempo devono essere presi degli accordi con le altre Regioni al fine di elaborare una proposta di legge di principio rispettosa delle competenze delle Regioni e che tenga conto della necessità di usare una unica metodologia nella classificazione alberghiera.
In questo modo si esalta l'autonomia della Regione e si dà un contributo alla elaborazione di forme nuove e democratiche di gestione poiché a causa della burocrazia ministeriale esistente non si è in grado di recepire interamente tutto quello che di nuovo vi è.
Pertanto, dichiarando che voteremo a favore della legge, sollecitiamo e solleciteremo continuamente l'elaborazione della legge regionale necessaria e la promozione di eventuali intese con le altre Regioni per sopperire alle necessità che dicevo prima.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, colleghi, desideriamo assicurare che il nostro sarà un intervento brevissimo intanto in quanto potremmo, limitarci a ripetere sul piano politico, le medesime considerazioni che poc'anzi abbiamo manifestato a proposito di un altro disegno di legge.
Che cosa intendiamo dire con questo? Intendiamo dire che il problema centrale di questa discussione non può prescindere dal fatto che una volta ancora siamo portati ad assumere provvedimenti interlocutori poiché manca una legislazione a carattere nazionale, mancano cioè quelle famose leggi quadro o leggi di principio che la nostra parte politica riteneva dovessero essere assunte ancora prima del varo dell'ordinamento regionale. Così non si è fatto ed ecco che allora, anche in questo settore, la attività della Regione diventa oggi per così dire, un'attività subordinata, trainata, in quanto ci si limita ad invocare ed auspicare questa legge sui principi fondamentali della legislazione in materia turistica che il Ministero del Turismo, che il Governo e per esso la classe dirigente ancora non ha avuto la capacità di varare.
Ed allora noi pensiamo che sia addirittura degradante per il Consiglio Regionale di limitarsi a questa benevola attesa e di protrarre nel tempo una classificazione che, ci rendiamo conto, non potrebbe essere cancellata per il vuoto che indubbiamente verrebbe a creare nella materia; ma che, al tempo stesso, merita di essere aggiornata, riveduta.
Ecco perché, in conclusione, noi consideriamo questo provvedimento proposto dalla Giunta Regionale, come un intervento che ha sì le caratteristiche della necessità proprio per evitare il vuoto di cui prima parlavamo; ma che non ha le altre indispensabili caratteristiche che ogni progetto di legge dovrebbe avere, cioè quelle qualificanti di un'autonoma iniziativa regionale in materia.
Già si è detto, e anche noi vogliamo sottolineare questa esigenza, che compito della Regione dovrebbe essere quello, anzi, già avrebbe dovuto essere quello di prendere concrete iniziative al riguardo.
Noi quindi non ci sentiamo di approvare, con questo progetto di legge un modo di fare, un'azione che mira soltanto, per così dire, al piccolo cabotaggio, lasciando inalterate situazioni che invece meriterebbero di venire affrontate con ben altro piglio, con ben altra decisione, con ben più radicali interventi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Debenedetti.



DEBENEDETTI Mario, Assessore all'industria alberghiera

Nel rispondere ad alcune giuste osservazioni che sono state fatte nel corso del dibattito, vorrei fosse chiaro che i nuovi criteri fondamentali per una classificazione alberghiera, dovranno essere dettati dalla legge dello Stato per garantire una certa uniformità (e su questo le Regioni non sono in contrasto con il Governo) ad evitare che in una Regione si adottino dei provvedimenti, dei criteri di classificazione in netto contrasto con quelli di altre Regioni.
Nella primavera scorsa, in un incontro con il Ministro, si è discusso di questo specifico argomento e si dava già come pronto un disegno di legge che, tenuto conto delle osservazioni fatte dalla Regione, fosse portato avanti in modo sollecito. Oggi in realtà nessuna Regione si sente in grado di proporre una nuovo classificazione alberghiera, proprio per rispettare alcuni criteri di uniformità che siano validi per tutto il territorio nazionale.
Non è escluso che in mancanza di iniziative in tal senso da parte del Governo, le Regioni concordando tra di loro alcune modalità, accelerino i tempi. Oggi però ci troviamo costretti a ricorrere al sistema della proroga della legge attualmente in vigore.



PRESIDENTE

Chiusa la discussione, passiamo ora alla votazione degli articoli.
Disegno di legge regionale n. 199: "Proroga dell'efficacia della classificazione alberghiera 1973/'74".
Art. 1 La classificazione degli alberghi, delle pensioni e delle locande del Piemonte, determinata per il biennio 1973/1974, ai sensi del R.D.L.
18.1.1937 n. 975, convertito nella legge 30.12.1937 n. 2651 e successive modificazioni, prorogata al 31.12.1976.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 35 Hanno risposto sì 33 Consiglieri Si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte.
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 36 Hanno risposto sì 34 Consiglieri Si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Pongo in votazione l'intero testo del disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 36 Hanno risposto sì 34 Consiglieri Si sono astenuti 2 Consiglieri Il disegno di legge n. 199 è approvato.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Esame disegno di legge n. 170: "Assistenza ai lavoratori dell'industria affetti da tumori professionali o loro superstiti"


PRESIDENTE

Disegno di legge n. 170: "Assistenza ai lavoratori dell'industria affetti da tumori professionali o loro superstiti".
"Mi pregio Comunicarle che la I Commissione ha espresso parere favorevole".
A questo disegno di legge sono pervenuti tre emendamenti di cui poi dar lettura.
Comunico ancora che è ferma intenzione della Presidenza oggi procedere alle nomine che sono iscritte all'ordine del giorno. Siccome vi sono i funerali del sen. Antonicelli alle 15, ritengo possibile andare ad esaurimento dell'ordine del giorno ancora di stamane, mentre invito i Consiglieri a partecipare ai funerali.
La parola al relatore Falco.



FASSINO GIUSEPPE



FALCO Giovanni, relatore

"Assistenza ai lavoratori dell'industria affetti da tumori professionali o loro superstiti" presentato dalla Giunta Regionale il 18/6/1974.
Cap. 1 - Cause di morte a lavoratori esposti a sostanze carcinogenetiche - Letteratura.
Il problema dei tumori alla vescica nelle industrie specifiche adibite all'uso dei coloranti ha interessato tutte le parti del mondo, per i gravi riflessi sulla salute dell'umanità.
Numerosi studiosi hanno analizzato gruppi notevoli di lavoratori addetti all'industria dei coloranti per concludere che il cancro della vescica si verifica soprattutto dove il lavoro comporta l'uso di sostanze chimiche in senso lato.
E' stata segnalata l'alta incidenza dei tumori alla vescica nei lavoratori dell'industria dei coloranti da parte del tedesco Rehu per la prima volta nel 1895.
Negli anni susseguenti i tumori vescicali nei lavoratori dell'industria di coloranti sono stati individuati come "tumori da anilina".
La dizione "tumori da anilina" è stata accettata per molti anni, finch ulteriori studi non modificavano sostanzialmente il concetto eziologico di queste neoplasie.
Oggi si ritiene che le sostanze che, in particolare, producono il cancro della vescica siano: B-naftilamina, la Benzidina, l'amamina ed il 4 aminodifenile.
In tutti i paesi del mondo si è avuta una notevole incidenza di cancro vescicale occupazionale, che è stata fedelmente riportata nella letteratura.
Nel 1963 il Temkin riferisce che, a tale data, i casi di cancro alla vescica conosciuti nel mondo erano 1700.
L'incidenza dei tumori vescicali è considerata in costante aumento e si ritiene che circa il 5% dei tumori in generale sia rappresentato da quelli a locazione vescicale.
Ciò si spiega, considerando che lo sviluppo dell'industria dei coloranti e della gomma ha portato ad una maggiore produzione od impiego di sostanze con proprietà cancerifere sull'apparato urinario e conseguentemente ad un aumento delle maestranze esposte Nel 1953 Case, Mosker, Pearson e Mac Donald completavano un notevole studio epidemiologico sugli esposti ad amine oncogene nell'industria inglese e, dimostravano, in modo definitivo, l'attività neoplastica della benzidina e della B-naftilamina, specificando gli indici di potenzialità carcinogenetica.
Ancora nel 1954 Case poneva in risalto l'azione patologica dell'auramina e Williams del magenta (industria degli autoderivati).
Nel 1957 Bonser dimostrava che non tutte le sostanze capaci di riprodurre neoplasie sperimentali del tratto urinario posseggono un'attività oncogena diretta La benzidina e la B-naftilamina, per esempio, impiantate su vesciche isolate e non più a contatto con l'orina non producono tumori (Scott e Boyland - 1953, Mac Donald e Lund 1954).
Ovviamente, l'azione oncogena era ed è da riferire a sostanze veicolate dall'orina.
L'istituto di Medicina del Lavoro dell'Università di Torino - per opera dei Proff. Rubino e Coscia - ha iniziato da tempo uno studio completo su una popolazione di esposti ad amine aromatiche nell'industria dei coloranti.
Gli eminenti Professori ne hanno fatto oggetto di una relazione al Simposio internazionale sui tumori delle vie urinarie tenutosi a Tonno nel maggio del 1972.
Al di là dell'interesse scientifico lo studio dei Proff. Rubino e Coscia è utile per un impegno sociale e prevenzionale da parte di tutti gli organismi competenti e responsabili, non esclusa la Regione Piemonte.
Cap. 2 - Caso clamoroso in Piemonte - Colorificio I.P.C.A. di Ciriè.
Hanno inizio, nel 1970, le ispezioni da parte dell'Ispettorato del Lavoro di Torino, disposte a seguito di denunce presentate dall'INAIL di Torino susseguenti a richieste di indennizzo da parte di operai.
Nell'aprile dell'anno successivo il Dr. Arzano - Ispettore Chimico dell'Ispettorato del Lavoro - accertava che il colorificio I.P.C.A. di Ciriè faceva uso di benzidina, diluita al 7-8%.
A seguito di tale infrazione l'Ispettorato del Lavoro presentava regolare denuncia alla Magistratura, la quale notificava avviso di reato per "omicidio colposo plurimo" ed "omissione cautele contro gli infortuni sul lavoro" ai due proprietari dell'IPCA nonché al direttore tecnico e commerciale.
Dalle indagini svolte dall'INAS risulta che le sostanze nocive, o quanto meno sospette, impiegate dall'IPCA di Ciriè sono: Idrocarburi benzenici - benzidina - fenoli - acido cloridrico nitrosi - cloro - anilina - toluolo - solfuro di carbonio ed altri solventi.
I dati ufficiali avuti dall'INAIL - riferentesi al periodo gennaio 1958 28 febbraio 1972 - riguardanti il numero di operai che varia da 350 a 170 unità circa, sono i seguenti: denunce presentate per malattie professionali n. 93 di cui: n. 29 per papillomi, neoplasie e carcinomi, che hanno comportato complessivamente 1709 giorni di inabilita temporanea e 10 casi di inabilità permanente.
I casi mortali sono stati 11, considerando però i deceduti prima del 1958 e dopo il febbraio 1972, probabilmente si arriva a 16 decessi denunciati.
Dei 29 casi, 3 sono stati chiusa negativamente dall'INAIL perché non è stato accertato il nesso causale tra malattia e attività lavorativa, mentre un caso è stato chiuso negativamente perché la denuncia è stata presentata tardivamente (oltre i 10 anni).
n. 48 casi di dermatosi da cloro, nitrosi, anilina, benzidina ed altre sostanze solventi che hanno comportato 1220 giornate di inabilità temporanea.
n. 3 casi di bronchiectasie polmonari.
n. 5 casi di intossicazione da fenoli, anilina e toluolo.
n. 2 casi di intossicazione da benzolo.
n. 6 casi di malattie professionali varie.
Fra questi ultimi 6 casi risultano denunce di solfocarbonismo silicosi, asbestosi e n. 2 casi di cistiti croniche.
Relativamente ai casi di silicosi è bene precisare che la malattia dovrebbe essere stata contratta in altro ambiente di lavoro così come per la asbestosi.
L'I.N.A.S. rileva, inoltre, che nell'art. 139 del D.P.R. 30 giugno 1965, n. 1124 che prevede l'obbligo della denuncia per le malattie o pericolo di malattie professionali da parte dei medici, non viene interamente applicata per la considerazione che non risulta ancora emessa la tabella delle malattie professionali da parte del Ministero, come previsto dall'articolo stesso.
Del caso IPCA di Ciriè si è interessata pure la Segreteria Provinciale Federchimici Cisl-Torino, la quale ha fornito alla Regione copia della lettera di denuncia inviata, il 24/5/72, all'Ispettorato del Lavoro di Torino, al Pretore di Ciriè ed alla Procura della Repubblica.
La Federchimici ha fornito, inoltre, copia della lettera di risposta da parte dell'Ispettorato del Lavoro nonché copia del comunicato stampa diffuso a suo tempo.
Dell'argomento si è pure interessato il Consiglio Comunale di Ciriè in considerazione che la tutela della salute dei lavoratori nelle fabbriche impone un'azione incisiva di costanti accertamenti.
Cap. 3 - Intervento della Regione Piemonte A seguito di interrogazione presentata dai Consiglieri Regionali Nesi e Calsolaro in ordine ai fatti del colorificio IPCA di Cirié, l'Assessore alla Sanità, in data 19/9/1972, riferiva ampiamente al Consiglio Regionale informando che la Giunta aveva provveduto a raccogliere ogni elemento istruttorio, richiedendo notizie a: Medico Provinciale di Torino I.N.A.I.L. di Torino (Vice Direttore) Prof. Rubino (Direttore della Clinica del Lavoro dell'Università presso il C.T.O. di Torino) oltre che a: Ispettorato del Lavoro di Torino (Direttore Dr. Salerno) I.N.A.S. - Patronato CISL (Direttore Dr. Campagna) Segreteria Provinciale Federchimici CISL - Torino.
L'Assessore concludeva ponendo in risalto la necessità di una azione a fondo per eliminare in parte i gravissimi inconvenienti di ordine sanitario e socio-economico; assicurava, inoltre, il Consiglio che la Giunta si sarebbe impegnata ad approfondire tutti gli elementi istruttori sia sul quadro generale dell'uso di sostanze tossiche, sia nello specifico caso oggetto dell'istruttoria e di riferire al Consiglio per le ulteriori determinazioni.
La Giunta stessa, nella seduta dell'8/5/1973, adottava regolare delibera (n. 48-6885) per la nomina di una Commissione di indagine sui rischi professionali alla Società IPCA di Ciriè, assumendosi l'onere finanziario per il funzionamento della Commissione stessa, autorizzando la liquidazione e il pagamento delle relative parcelle e della documentazione per le spese di soggiorno, mediante provvedimento di impegno assunto ai sensi dell'art. 49 del R.D. 18/11/1923, n. 2440.
Il 24 luglio 1973 la Commissione - composta dai Proff. Giovanni Rubino Ugo Fasoli e Dr. Tommaso D'Errico - Ispettore Medico del Lavoro presentava una documentata relazione (31 pagg.) sull'esame della situazione igienica industriale della Ditta IPCA di Ciriè.
Cap. 4 - Disegno di legge n. 170 - "Assistenza ai Lavoratori dell'Industria affetti da tumori professionali o loro superstiti".
La Giunta Regionale nel Consiglio del 19/9/1972, per bocca dell'Assessore che rispondeva all'interrogazione dei Consiglieri Nesi e Calsolaro, si era impegnata di riferire al Consiglio per le ulteriori determinazioni.
In data 18/6/1974 la Giunta stessa presentava il disegno di legge n.
170 - oggetto "Assistenza ai lavoratori dell'industria affetti da tumori professionali o loro superstiti".
Il suddetto disegno veniva annunciato al Consiglio Regionale ed assegnato all'esame congiunto della III e IV Commissione in sede referente ed alla I Commissione in sede consultava.
Esso consta di 7 articoli: l'art. 1 garantisce un sussidio pari alla rendita che l'INAIL avrebbe corrisposto nel caso che la malattia si fosse manifestata entro i termini previsti dal D.P.R. 30/6/65 n. 1124 (10 anni tra la cessazione dal lavoro e la manifestazione della malattia).
L'importo del sussidio oscilla fra un minimo di L. 940.000 annue ed un massimo di L. 1.740.000 annue.
Nell'ambito dei predetti valori il sussidio, in linea generale, viene determinato sulla base della retribuzione annua corrisposta all'infermo durante i dodici mesi trascorsi prima dell'infortunio.
L'erogazione dell'assistenza è subordinata alle disagiate condizioni economiche dell'infortunato, per attribuire al sussidio il carattere assistenziale, in sostituzione di quello previdenziale previsto dalla legge dello Stato, facendo, pertanto, rientrare le disposizioni nell'ambito della competenza legislativa della Regione.
L'art. 2 estende il beneficio ai superstiti aventi diritto e si concreta in un sussidio pari alle seguenti percentuali: a) 50% alla vedova b) 20% per ciascun figlio, e comunque in misura non superiore al 100 del sussidio dovuto al diretto interessato.
Nello stesso articolo si prevedono sussidi ad altri superstiti in mancanza di famigliari.
L'art. 3 vuole adeguare il beneficio al principio generale che il sussidio deve essere globalmente non superiore a quanto corrisponderebbe lo Stato qualora la malattia si fosse verificata nel periodo massimo di indennizzabilità.
L'art. 4 garantisce all'Amministrazione regionale la possibilità di procedere agli accertamenti diagnostici dell'ammalato.
L'art. 5 subordina la concessione del sussidio alla richiesta documentata degli interessati e l'art. 6 dà una definizione dei tumori professionali delimitandone il numero.
L'ultimo articolo indica la spesa prevista per il 1974 relativa ad un solo semestre di applicazione e per gli anni successivi relativamente all'intero esercizio.
La spesa annua è stata valutata come massima a L. 1740.000 per ciascun infermo.
La spesa di L. 80.000.000 prevista per un solo semestre 1974 viene affrontata con una disponibilità data dalla mancata approvazione di un disegno di legge per l'estensione ad una categoria del personale dell'acconto sui miglioramenti economici.
L'onere di L. 160.000.000 relativo all'anno 1975 e seguenti viene affrontato nell'ambito del pareggio dei relativi bilanci.
Con il suddetto disegno di legge la Giunta vuole supplire alle carenze della legislazione in vigore, in quanto il T.U. sulle disposizioni per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e malattie professionali non riconosce il diritto a rendita per malattia professionale agli ex lavoratori portatori di tumori diagnosticati dopo 10 anni dalla cessazione del lavoro.
Conclusione Il problema dei tumori alla vescica nei lavoratori delle industrie adibite all'uso dei coloranti e loro prodotti intermedi ha interessato sia le predette industrie che l'ambiente lavorativo, intendendosi con questo termine le zone urbane poste in vicinanza dell'industria stessa e le zone urbane in cui queste sostanze potevano giungere attraverso molteplici possibilità di trasporto e di diffusione.
Oggi si ritiene di avere delle sufficienti cognizioni per poter affermare l'attività carcinogenetica di questi composti confermata in laboratorio dalla sperimentazione sugli animali.
I tumori provocati da sostanze coloranti hanno quindi una importanza storica non solo per la precocità delle segnalazioni fatte da molti autori ma anche perché costituiscono un tipico esempio di identificazione d'un fattore causale dei tumori umani.
E' chiaro che uno studio epidemiologico su una popolazione preordinata per essere valido deve essere multifattoriale, nel senso che deve prendere in considerazione molteplici possibili variabili che sono rappresentate dai fattori carcinogenetici esogeni e dai fattori carcinogenetici endogeni.
Per quanto riguarda il sesso vi è un rapporto di 2/4:1 tra incidenza della manifestazione nell'uomo e l'incidenza nella donna; per quanto riguarda uno stesso paese, nelle aree urbane l'incidenza è maggiore che non nelle aree rurali e per quanto riguarda la razza la malattia pare insorgere nella età più giovanile nei bianchi che non nell'individuo di colore specie per il sesso femminile.
Da tutte queste premesse risulta che i Membri della IV Commissione Sanità - che hanno approfondito l'esame della proposta, si sono resi conto della gravità della manifestazione carcinogenetica e della necessità di integrare, con provvedimento legislativo regionale, la insufficiente legislazione in materia di assicurazione obbligatoria.
Poiché la Commissione, in sede consultiva, ha pure espresso parere favorevole, ritengo di poter proporre al Consiglio Regionale l'approvazione del disegno di legge n. 170 "Assistenza ai lavoratori dell'industria affetti da tumori professionali e loro superstiti".



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Ha chiesto di parlare il Consigliere Vecchione, ne ha facoltà.



VECCHIONE Mario

Signor Presidente, su questo disegno di legge che stiamo per votare, la nostra posizione si preciserà sull'art. 4 in relazione all'emendamento che è stato proposto, quindi amplierò la discussione in quel momento ed in quella sede, quando discuteremo esclusivamente dell'emendamento all'art. 4.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

La parola al Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

Signor Presidente, signori Consiglieri, il disegno di legge presentato dalla Giunta ha la piena approvazione del Gruppo socialista.
Riteniamo infatti che in questo modo la Giunta abbia positivamente risposto, con un atto concreto di iniziativa legislativa, soprattutto con un atto di giustizia, ad una vistosa carenza della legge statale che non consente il riconoscimento di un diritto venuto a maturazione oltre i termini prescrizionali, ma che non per questo è meno degno di tutela e di opportuna considerazione.
Sono ben presenti a tutti noi le tragiche vicende venute alla luce in occasione delle denunce e delle indagini sui fatti dell'IPCA di Ciriè.
Quelle denunce e quelle indagini sono l'antefatto storico di questa legge che non può essere intesa come atto meramente riparatorio di una mancata previsione legislativa da parte dello Stato; ma come un'assunzione diretta da parte della Regione di più vaste e generali responsabilità - per le deficienze e l'incuria nei controlli, nella vigilanza, nelle analisi che hanno reso possibile ed inevitabile il verificarsi degli eventi.
Abbiamo denunciato i fatti dell'IPCA. Lo hanno fatto i lavoratori e le loro organizzazioni sindacali e di fabbrica. Lo ha fatto l'Amministrazione comunale di Ciriè.
Quelle denunce rimarranno a testimonianza di una degradazione dei rapporti umani e di uno sfruttamento del lavoro dell'uomo che costituiscono la condanna irrevocabile e senza appello di coloro che su di essi hanno fondato le loro fortune e di coloro che li hanno tollerati e resi possibili.
Siamo grati al relatore Consigliere Falco per avere citato nella sua relazione quell'interrogazione che ebbi a presentare con il collega Nesi, a nome del Gruppo socialista, all'epoca dei fatti dell'IPCA e che con i contemporanei interventi dell'Amministrazione comunale di Ciriè e delle organizzazioni dei lavoratori diedero il via all'inchiesta ed agli interventi della Regione.
La legge accoglie due principi molto importanti.
Il primo, contenuto nell'art. 1, è quello che estende l'intervento della Regione oltre il criterio della residenza per prendere in considerazione il territorio regionale come luogo in cui il rapporto di lavoro - causa dell'affezione tumorale - si è svolto. E' un principio che corrisponde ad un concetto di equità e di eguaglianza e pone correttamente sullo stesso piano tanto il cittadino residente nella regione, quanto il cittadino che ha prestato la sua opera nella regione.
Il secondo è quello dell'introduzione dell' azione surrogatoria nei confronti dei responsabili. E' un principio che appartiene al nostro ordinamento giuridico ed il cui accoglimento consente alla Regione di far valere non soltanto una facoltà di natura giuridica, ma di proporre e condurre un'azione al tempo stesso di carattere morale ed utile anche ai fini della prevenzione e della ricerca delle cause ambientali della malattia.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE



PRESIDENTE

Non ho altri iscritti a parlare. Procediamo quindi alla votazione degli articoli.
Art. 1 L'Amministrazione Regionale del Piemonte eroga un sussidio annuo vitalizio ai lavoratori dell'industria affetti da tumori professionali contratti nell'esercizio ed a causa delle lavorazioni indicate nell'allegato n. 4 del D.P.R. 30/6/1965, n. 1124, con le limitazioni di cui al successivo art. 3.
Il sussidio è corrisposto a coloro che, residenti in Piemonte, non percepiscono la rendita prevista dalle leggi dello Stato a causa del trascorso periodo massimo di indennizzabilità dalla cessazione del lavoro od ivi abbiano svolto attività lavorativa.
L'importo del sussidio è stabilito in misura uguale alla rendita prevista dal D.P.R. 30/6/1965, n. 1124 ed è calcolato in base alle seguenti retribuzioni: minimale Lire 940.000 annue massimale Lire 1.740.000 annue.
Si proceda alla votazione.



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

A me pare che quell'"od ivi abbiano svolto attività lavorativa" debba essere spostato dopo le parole "residenti in Piemonte".



PRESIDENTE

Si tratta di una meccanica trasposizione e si leggerà: "Il sussidio è corrisposto a coloro che, residenti in Piemonte o che ivi abbiano svolto attività lavorativa, non percepiscono." ecc.
Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 33 Hanno risposto sì 33 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 Se la malattia di cui all'art. 1 ha per conseguenza la morte del lavoratore, l'Amministrazione Regionale eroga un sussidio a favore dei superstiti.
A favore dei superstiti è, inoltre, corrisposto un assegno una volta tanto.
Il sussidio e l'assegno di cui sopra sono corrisposti nei casi e negli importi previsti dall'art. 85 del D.P.R. 30 giugno 1965, n. 1124.
Si proceda alla votazione



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 34 Hanno risposto sì 34 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Art. 3.
I benefici previsti dalla presente legge decorrono dal 1° luglio 1974.
Gli stessi sono ridotti dall'importo corrispondente a quello eventualmente percepito dai lavoratori o loro superstiti che fruiscono dell'indennità di infortunio o di malattia professionale per altra causa.
I benefici stessi saranno concessi sin tanto che, con legge statale alle categorie indicate nei precedenti articoli 1 e 2 non saranno concesse indennità o rendite, comunque denominate, in misura pari o superiore al sussidio regionale.
La concessione è altresì subordinata alla circostanza che i beneficiari non godano di un reddito imponibile superiore alle Lire 2.000.000 annue.
Qualcuno chiede la parola? Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 33 Hanno risposto sì 33 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
Art. 4.
Sino alla, data di entrata in vigore della riforma sanitaria, gli accertamenti diagnostici ed ambientali sulle condizioni morbose contemplate nella presente legge sono di competenza della Amministrazione Regionale, in stretta collaborazione con le Unità di Base. L'Amministrazione Regionale per l'esecuzione degli accertamenti, può disporre il ricovero in una clinica, ospedale od altro luogo di cura.
Vi è un emendamento dei Consiglieri Fabbris e Vecchione: "Emendamento aggiuntivo all'art. 4.
Le unità di base censiscono e rivelano i dati ambientali e delle lavorazioni, predispongono i registri sull'ambiente e quelli diagnostici e trasmettono i dati all'Amministrazione Regionale".
Desiderano illustrarlo? La parola al Consigliere Vecchione.



VECCHIONE Mario

Signor Presidente, signori Consiglieri, ho ritenuto di intervenire brevemente nella discussione generale perché con le modifiche che sono state apportate in Commissione, anche su nostra proposta, si è migliorato il testo presentato dalla Giunta in stretta collaborazione con tutti i membri della Commissione. Sull'art. 4 questo accordo non è stato possibile.
Si dice che questa legge si basa sul presupposto di inquadrarla a livello di sussidio riparatore ove l'INAIL non può intervenire. Se la legge è solo questo diciamo che è una legge di sussidi, mentre è possibile aprire già in questo disposto legislativo il momento della prevenzione. Come? Muovendo proprio dalla famosa delibera approvata dal Consiglio Regionale il 19 luglio 1973 alla quale il nostro emendamento si lega e che attribuisce alle unità di base la possibilità di censire le attività produttive e di contribuire alla rilevazione dei dati ambientali.
Noi pensiamo quindi che le lettere a) e b) del punto 1 di quella deliberazione inserite in questo contesto legislativo possano introdurre in una legge di meri sussidi un meccanismo di prevenzione. Questo non snatura il concetto e l'impianto generale della legge, ma ne amplia la portata in chiave riformatrice.
Ci potranno essere date delle risposte che io anticipo: si tratta di dare un sussidio, non di intervenire in prevenzione, si confonde il grano con il loglio, le unità di base non c'entrano, esse operano nell'ambito della delibera e non hanno a che fare con la legge 170. Si potrà dire, al limite, non si tratta nemmeno di un intervento curativo, il che è vero, ma di un mero intervento risarcitorio.
Secondo noi nessuna di queste affermazioni è valida, ove si consideri l'intervento della Regione nella sua globalità. In effetti non interessa tanto spendere del denaro pubblico per riparare in parte (perché siamo in presenza di decessi) a una situazione così grave e dolorosa, ma occorre prevenirla. La prevenzione non può che passare attraverso alla fase di un controllo, di un accertamento costante delle condizioni di lavoro e dell'ambiente. Se la Regione svolge, così come gli artt. 4 e 5 prevedono gli accertamenti diagnostici ed ambientali , nonché l'istruttoria dei singoli casi per vedere se sia possibile dare il sussidio, non si vede perché le unità di base che sono state istituite, su nostra richiesta, nel contesto legislativo che abbiamo di fronte, non possano intervenire in collaborazione con la Regione nella fase della rilevazione dei dati ambientali e dell'elaborazione della fase istruttoria per vedere se il lavoratore ammalato, colpito da tumore, si è trovato in una condizione ambientale che può essere per il futuro prevenuta. Accertare diagnosticare, istruire vuol dire poter conoscere le cause delle affezioni tumorali e quindi sul piano preventivo intervenire per rimuoverle. Qui è la discriminazione di fondo fra la linea di sussidio che la maggioranza porta avanti - e sulla legge diremo di sì perché voteremo a favore - e la linea invece di interventi preventivi e di base che portiamo avanti da tempo in questo Consiglio.
Mi si potrà anche dire, come è stato detto in Commissione, che del caso dell'IPCA le organizzazioni sindacali e i consigli di fabbrica se ne sono accorti in ritardo. Non è vero: il 17.12.1952 la Camera del Lavoro denuncia i primi casi di tumore all'IPCA; l'8 aprile del 1953 la direzione dell'IPCA risponde ad un'analoga richiesta delle organizzazioni sindacali sull'igiene e l'ambiente del lavoro, dicendo che non comprende il perché di questa richiesta di accertamento; nel gennaio del 1956 al congresso della CGIL di Torino la Camera del Lavoro di Ciriè presenta una memoria sul caso IPCA affermando che "l'ambiente è altamente nocivo, i lavoratori vengono colpiti da malattie di cui non si conoscono le origini"; nel 1960 muoiono due operai; I'11 ottobre del 1961 la Commissione interna dell'IPCA chiede una riduzione dell'orario essendo presente nella fabbrica una lavorazione nociva e gravosa. Muore un altro operaio dell'IPCA colpito da tumore alla vescica. Nel 1967 è investita la Provincia di Torino proprio per quel controllo delle condizioni igienico-ambientali che le Commissioni Interne di allora svolgevano in quella determinata situazione.
E così arriviamo al 1969, anno in cui la Commissione Interna propone alcune modifiche strutturali alla direzione dell'IPCA affermando che non è solo un problema di umanità, ma è un problema di coscienza al fine di consentire alla gente di lavorare in condizioni tollerabili e non creare sul caso dell'IPCA soltanto delle pubblicazioni che danno lustro a notabili della medicina.
E così arriviamo al 1972 col procedimento penale. La mia domanda è questa: se si fosse dato peso nel 1952, vent'anni prima dell'inizio del procedimento penale, alle denunce specifiche fatte dai lavoratori e dalla Amministrazione Comunale di Ciriè si sarebbe arrivati alla situazione drammatica e tragica nella quale oggi centinaia di operai si sono venuti a trovare? Preveniamo! Questa è la nostra richiesta e prevenire non vuol dire in questo caso solo erogazione del sussidio, ma considerare se il sussidio debba o no essere dato, vedere se le condizioni tumorali si sono create per l'ambiente di lavoro. Noi vediamo qui un momento specifico non di scontro ma di collaborazione tra l'unità di base che ha questi compiti di rilevazione dei dati dell'ambiente e l'Amministrazione Regionale nella fase dell'istruttoria per portare a termine la pratica.
E' per questo che abbiamo presentato l'emendamento, chiedendo che su questa legge di sussidio la Regione intervenga a concepire l'intervento preventivo, a concepire che la salute è una cosa che non si paga soltanto con il denaro, ma va garantita prima che venga deteriorata Ecco il significato dell'emendamento, null'altro che attribuire all'unità di base nell'ambito della meccanica del disegno legislativo, il potere di rilevare e trasmettere i dati e di collaborare con l'Amministrazione Regionale all'istruttoria della pratica che dovrà poi terminare con l'erogazione del sussidio.
Questa era la scelta qualificante, ed è una vecchia linea sulla quale ci battiamo da tempo e che riteniamo si debba introdurre in questo articolo.
La discussione, quindi, sulla legge in generale e sulle modificazioni che sono state portate con il nostro concorso ci trova concordi, ma l'emendamento proposto all'art. 4 rappresenta un momento di qualificazione della legge nel suo complesso collegandosi, colleghi Consiglieri, a quello che avete deliberato nel luglio del 1973.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Armella.



ARMELLA Angelo, Assessore alla sanità

La proposta di emendamento aggiuntivo è stata largamente esaminata e dibattuta nella Commissione che è pervenuta a larga maggioranza alla conclusione dell'inopportunità della sua inclusione in questa legge per tre ordini di considerazioni: la prima è che in effetti la portata della legge è limitata ad un indennizzo che si vuole dare a coloro che si trovano nella infelice, disgraziatissima condizione di non avere assistenza dagli Istituti previdenziali e infortunistici disposti dal nostro ordinamento perché è decorso il tempo di prescrivibilità. Si tratta di una precisazione che la nostra legge (come è stato rilevato dal Consigliere Calsolaro) pone in un termine anche lungo, di dieci anni, ma non sufficiente per garantire l'indennizzo a favore di coloro che queste malattie abbiano contratto Una legge di questo genere ha certamente un valore sociale rilevantissimo, ma è limitata all'indennizzabilità; non si pone il problema generale della prevenzione che per quanto riguarda l'aspetto negli ambienti di lavoro abbiamo affrontato con la delibera del luglio dello scorso anno delibera che la Giunta sta attuando in tempi possibili, secondo taluni relativamente brevi, secondo altri abbastanza lunghi, ma che comunque sta attuando. Quindi già sotto questo aspetto pare inopportuno l'emendamento.
Sotto un altro riflesso pare egualmente inopportuno perché verrebbe a stralciare una parte limitatissima della delibera approvata dal Consiglio e portata in una legge, lasciando fuori tutta l'altra parte che nella sua vastità comprende una serie di provvedimenti che la Regione è tenuta ad attuare.
Ora, stralciarne una parte così limitata e metterla in questa legge vorrebbe dire dare un significato di limitazione o come tale potrebbe essere interpretata; l'inopportunità poi verrebbe ancora rilevata sotto questo riflesso di non minore rilievo e cioè che questa legge si limita a delle affezioni (tumori maligni) determinati da alcune cause, indicate nell'art. 6 e che sono alquanto circoscritte proprio perché vogliono supplire ad una vistosa deficienza legislativa, ma è limitata ad alcuni punti perché per tutti gli altri casi c'è la provvidenza, cioè l'indennizzo da parte dell'INAIL.
Ora, mettere una norma di questo genere vuol dire fare degli accertamenti, dei rilievi da parte dell'unità di base che noi riteniamo debbano essere fatti in tutti i settori, m tutte le aziende, in tutte le fabbriche, limitarli esclusivamente a questo settore parrebbe dare un significato diverso dallo scopo che il Consiglio Regionale si è proposto con la delibera del luglio 1973.
Sono questi i motivi che hanno portato la Giunta, confortata in ciò in larghissima parte dalla maggioranza della Commissione, a non accogliere l'emendamento, mentre ha accolto con piacere gli altri emendamenti che sono stati proposti e che si prefiggono di integrare e migliorare la legge.



PRESIDENTE

La Giunta non si è dichiarata favorevole all'emendamento. Se nessun altro chiede la parola lo pongo in votazione per alzata di mano.
L'emendamento non è accolto.
Pongo in votazione l'art. 4 nella stesura originale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 35 Hanno risposto sì 24 Consiglieri Hanno risposto no 10 Consiglieri Si è astenuto 1 Consigliere.
L'art. 4 è approvato.
Art. 5 Le domande con la relativa documentazione probatoria, tra cui una dichiarazione dell' INAIL attestante la reiezione della concessione della rendita per trascorso periodo massimo di indennizzabilità, per ottenere i sussidi previsti dalla presente legge, devono essere presentate all'Amministrazione regionale, che provvederà alla loro istruttoria e definizione in collaborazione con le unità di base. Qualora si accertino responsabilità di terzi nella determinazione della causa dell'affezione tumorale, l'Amministrazione regionale esercita l'azione di rivalsa nei confronti dei responsabili.
Vi è un emendamento aggiuntivo dell'Assessore Armella: "in base alla legislazione vigente" Chi intende approvare è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità.
Pongo in votazione l'art. 5 integrato con l'emendamento.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha dato il seguente esito: Presenti e votanti 35 Hanno risposto sì 35 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Art. 6 Agli effetti della presente legge, per tumori professionali si intendono tutte le manifestazioni neoplastiche maligne dovute alle cause elencate nell'allegato n. 4 del D.P.R. 30.6.1965, n. 1124, alle voci 4, 5, 9, 21 23, 25, 34 e 35 Si proceda alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 35 Hanno risposto sì 35 Consiglieri.
L'art. 6 e approvato.
Art. 7.
Ai fini dell'attuazione della presente legge è autorizzata la spesa di 80 milioni per l'anno 1974 e di 160 milioni per ciascuno degli anni dal 1975 al 1977.
All'onere di 80 milioni per l'anno 1974 si provvede mediante una riduzione di pari ammontare, dello stanziamento di cui al capitolo n. 1018 del corrispondente stato di previsione della spesa e mediante l'istituzione nello stato di previsione medesimo, del capitolo n. 467, con la denominazione "Assistenza ai lavoratori dell'industria affetti da tumori professionali, od ai loro superstiti" e con lo stanziamento di 80 milioni All'onere di 160 milioni per ciascuno degli anni dal 1975 al 1977 si farà fronte con una quota di pari ammontare, della disponibilità residua, di 1060 milioni, derivante dalla cessazione, a partire dal 1975, dell'onere di cui al capitolo n. 1220 del bilancio 1974 ed iscrivendo, nello stato di previsione della spesa dei corrispondenti bilanci, il capitolo n. 467, con la denominazione indicata nel secondo comma e con lo stanziamento di 160 milioni.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto le occorrenti variazioni di bilancio.
Vi è un emendamento a firma Bianchi, Vera, Calsolaro: "Sostituire alle parole 'all'onere di 160 milioni' le parole 'al maggior onere di 80 milioni' e conseguentemente sostituire le parole 'con lo stanziamento di 160 milioni' con le parole 'con lo stanziamento di 80 milioni'".
E' puramente tecnico.
Pongo in votazione l'emendamento per alzata di mano.
E' approvato all'unanimità.
Pongo in votazione l'art. 7 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 34 Hanno risposto sì 34 Consiglieri.
L'art. 7 è approvato.
Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Poiché nessuno chiede di parlare passiamo alla votazione dell'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 35 Hanno risposto sì 35 Consiglieri.
Il disegno di legge n. 170 è approvato.


Argomento: Strutture ricettive (albergh., extra-albergh., campeggi e villaggi, classif., vincolo) e strutture e impianti turist.

Esame disegno di legge n. 211: "Nuovo termine per la presentazione delle domande di cui all'art. 11 della legge regionale 12 agosto 1974, n. 23"


PRESIDENTE

Disegno di legge n. 211: "Nuovo termine per la presentazione delle domande di cui all'art. 11 della legge regionale 12 agosto 1974, n. 23".
Relatore è il Consigliere Cardinali.



CARDINALI Giulio, relatore

Mi rimetto.



PRESIDENTE

Benissimo, passiamo allora alla votazione degli articoli.
Art. 1.
Per la presentazione delle domande di cui al primo e secondo comma dell'art. 11 della legge regionale 12 agosto 1974, n. 23, è fissato un nuovo termine che scadrà il 31 dicembre 1974.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 38 Hanno risposto sì 38 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
Art. 2.
La presente legge è dichiarata urgente a sensi dell'art. 45 dello Statuto Regionale ed entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 38 Hanno risposto sì 38 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Pongo in votazione l'intero disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione ha avuto il seguente esito: Presenti e votanti 36 Hanno risposto sì 36 Consiglieri Il disegno di legge n. 211 è approvato.
Convoco i Capigruppo per l'ulteriore definizione del programma della mattinata.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 13,05 riprende alle ore 13,30)



PRESIDENTE

Comunico che la conferenza dei Capigruppo ha ritenuto di sospendere la seduta odierna senza rinviarla al pomeriggio e di proseguire l'ordine del giorno giovedì prossimo con l'impegno di procedere in quella riunione e alla elezione di quanti saranno designati nei vari organismi e all'ulteriore materia già posta oggi all'ordine del giorno.
Ricordo che martedì alle ore 17, a Palazzo Madama, si apre la Giornata delle Autonomie locali, prego i Consiglieri di essere presenti.


Argomento:

Interrogazioni e interpellanze (annuncio)


FRANZI Piero, Segretario

Interrogazione del Consigliere Calsolaro sull'Asilo Infantile di Brandizzo Interrogazione del Consigliere Marchesotti sulle questioni nel Comune di Gavi Ligure Interrogazione del Consigliere Carazzoni sulle condizioni degli abitanti della Val Sermeniza (Vercelli) Interrogazione dei Consiglieri Zanone e Giletta sul prosciugamento del lago di Arignano (Torino) Interrogazione del Consigliere Carazzoni sulla "Commissione per l'assegnazione di alloggi popolari" Interrogazione del Consigliere Revelli sulla CBM di Bra Interrogazione del Consigliere Sanlorenzo sulla condizione di impiego della Signora Silvia Lambertenghi Interrogazione dei Consiglieri Calsolaro e Nesi sull'Assessorato ai trasporti della Regione Interrogazione del Consigliere Menozzi sulla "concessione" della riserva di caccia "Armarolo" Interrogazione del Consigliere Calsolaro sull'orario delle pasticcerie Interrogazione dei Consiglieri Revelli e Lo Turco sulla Cartiera di Ormea Interpellanza dei Consiglieri Curci e Carazzoni sull'uso di stupefacenti Interpellanza del Consiglieri Revelli e Lo Turco sulla decisione della Saint-Gobain di Savigliano.



PRESIDENTE

La seduta è tolta



(La seduta ha termine alle ore 13,40)



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