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Dettaglio seduta n.246 del 25/07/74 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento:

Ordine del giorno della seduta


PRESIDENTE

Dichiaro aperta la seduta.
L'ordine del giorno reca: Approvazione verbali precedenti sedute Comunicazioni del Presidente Interpellanze ed interrogazioni Comunicazioni del Presidente della Giunta sul Centro di Calcolo Esame disegno di legge n. 180 relativo a "Costituzione in Ente regionale dell'Istituto Ricerche economico-sociali del Piemonte (IRES) ed istituzione del Comitato regionale di studi sulla programmazione" Esame progetti di legge n. 92-106-179 sull'assistenza scolastica Esame proposta di legge n. 145 "Provvidenze straordinarie ed urgenti per il risanamento delle cantine sociali" Esame proposta di legge n. 83 "Interventi a sostegno delle strutture della cooperazione agricola e per l'associazionismo" Esame progetti di legge relativi alla modifica dell'art. 2 della legge regionale n. 3 del 15.1.1973 sugli asili-nido Esame deliberazione Giunta Regionale relativa all'istituzione di un ufficio legale all'interno dell'Amministrazione Regionale Approvazione nuovi statuti Comunità montane Decisioni circa disegno di legge regionale n. 181 "Disposizioni per l'elaborazione dei piani pluriennali di sviluppo economico-sociale delle Comunità montane".
Mi corre l'obbligo di chiedere un'inversione nell'ordine del giorno: abbiamo pronti la n. 180 sull'IRES, la modifica alla legge sugli asili nido, la deliberazione relativa all'istituzione di un ufficio legale, gli Statuti delle Comunità montane. Potremmo quindi iniziare con l'approvazione dei verbali delle precedenti sedute; Comunicazioni del Presidente Interpellanze ed Interrogazioni; Comunicazioni del Presidente della Giunta sul Centro di calcolo e poi passare ai quattro punti che ho sopra indicato.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Il processo verbale della seduta antimeridiana del 18.7.74 è stato distribuito ai Consiglieri all'inizio della seduta odierna. Se nessuno ha da fare delle osservazioni lo si intende approvato.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Conti, Giovana, Minucci, Simonelli.


Argomento:

b) Disegno di legge - Presentazione e assegnazione a Commissione


PRESIDENTE

Presentazione e assegnazione disegni di legge: n. 185 relativo a modificazioni e integrazioni della legge regionale 15.1.73 n. 3 recante norme sugli asili-nido (è iscritto nell'ordine del giorno della seduta odierna).


Argomento:

c) Mancata apposizione visto del Commissario del Governo


PRESIDENTE

Mancata apposizione visto del Commissario di Governo alla legge approvata dal Consiglio Regionale il 20.6.74 relativa a provvedimenti per la depurazione delle acque e disciplina degli scarichi delle attività industriali.
A questo proposito devo dire che ieri ho incontrato il Ministro Toros il quale prenderà contatto con il Presidente della Giunta per vedere di apportare delle modificazioni, in modo che non debba dare luogo a impugnative per illegittimità costituzionali.


Argomento:

d) Risposte scritte ad interrogazioni


PRESIDENTE

Risposte scritte a interpellanze ed interrogazioni: da parte del Presidente della Giunta ai Consiglieri Nesi e Lo Turco relativa all'interrogazione sulla situazione occupazionale della Carrozzeria Vignale da parte del Presidente della Giunta all'interrogazione del Consigliere Fabbris relativa all'insufficiente elettrificazione rurale delle località Cavaglià Morondo, Cavaglià di Mezzo, Cavaglià Sterne da parte dell'Assessore Chiabrando all'interrogazione del Consigliere Besate in ordine all'azione in corso da parte del Commissario per la liquidazione degli uffici civici nel Comune di San Nazzaro Sesia da parte dell'Assessore Benzi all'interrogazione dei Consiglieri Marchesotti e Rivalta, in esito al piano regolatore generale di Acqui da parte dell'Assessore Borando all'interrogazione dei Consiglieri Zanone Gerini, Fassino relativa alle attuali strutture dei centri di lavoro protetto per un migliore recupero e l'inserimento dei minorati psicofisici.
Legge regionale "Provvedimenti per la depurazione delle acque". Ai sensi e per tutti gli effetti della Costituzione comunico che il Governo ha rinviato la legge regionale "Provvedimenti per la depurazione delle acque.
Disciplina degli scarichi e delle attività produttive. Nuovo esame del Consiglio Regionale" rilevando che lo stato della vigente legislazione in specie al riferimento art. 6 n. 7 Decreto P.R. 14.1.72 n. 4, art. 8 secondo comma lett. a) D.P.R. 15.1.72 n. 8, sussistono rilevanti perplessità circa la competenza legislativa nella materia della disciplina degli scarichi industriali e dell'inquinamento delle acque. Di conseguenza il Governo ha rilevato l'opportunità che l'intero contenuto della legge in parola sia riconsiderato sotto il profilo della sussistenza della competenza regionale ai sensi della vigente legislazione.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo

e) Incontro degli Uffici di Presidenza dei Consigli Regionali italiani con il Presidente della Repubblica, svoltosi a Roma il 24 luglio 1974


PRESIDENTE

Comunico che ieri mercoledì 24 luglio si è svolto a Roma un incontro degli Uffici di Presidenza dei Consigli Regionali italiani con il Presidente della Repubblica.
I quotidiani danno oggi un rilevante spazio a quest'incontro nel corso del quale il Presidente Leone ha rivolto un messaggio al Paese sottolineando come in questo delicato momento sia indispensabile lavorare con "operosità e fermezza" per superare la crisi che si sta attraversando.
Il Presidente Leone ha riconfermato il ruolo fondamentale delle autonomie regionali, per la lotta al fascismo che si attua operando concretamente, rispondendo con attuazione e sensibilità alle istanze dei lavoratori.
A nome del Consiglio Regionale del Piemonte e degli altri Consigli Regionali italiani ho rivolto un saluto al Presidente della Repubblica ricordando le iniziative svolte dalle Regioni per la celebrazione del trentennale della Resistenza; ho ribadito la volontà antifascista delle popolazioni italiane, ponendo delle specifiche richieste di impegno antifascista, quali emergono dal testo del discorso che ho sottoposto ai Capigruppo ed al Presidente della Giunta nei giorni scorsi Non credo di dover sottolineare l'importanza di questo incontro che ha consentito al Capo dello Stato di sottolineare il ruolo delle autonomie regionali, quale istituzione determinante strettamente collegata alle realtà umane e territoriali nel contesto di un impegno antifascista nell'applicazione delle leggi dello stato democratico e della Costituzione.
La riconferma di voler uscire dalla crisi che attraversa il Paese e di voler operare per sconfiggere definitivamente ogni forma di fascismo riemergente, è motivo per noi tutti di fiducia e di soddisfazione soprattutto in questo delicato momento che vede nuovi fermenti democratici nell'area mediterranea, in paesi quali la Grecia, la Spagna, fino ad oggi caratterizzati da regimi fascisti. Ci auguriamo pertanto che questi nuovi fermenti trovino sempre maggior spazio e consolidamento nell'interesse di uno sviluppo democratico delle popolazioni del Mediterraneo.
Se nessuno chiede la parola sulle comunicazioni, passerei alle interpellanze ed interrogazioni.


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati - Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati

Interpellanza dei Consiglieri Franzi, Menozzi, Bertorello e Giletta sulla mancata erogazione da parte di alcuni Istituti di Credito dei prestiti di conduzione ai sensi della legge regionale 12 marzo 1974, n. 7


PRESIDENTE

Interpellanza dei Consiglieri Franzi-Menozzi-Bertorello e Giletta.
"Mancata erogazione da parte di alcuni Istituti di Credito dei prestiti di conduzione ai sensi della legge regionale 12 marzo 1974 n. 7".
Desiderano illustrarla? No.
Ha la parola l'Assessore Chiabrando



CHIABRANDO Mauro, Assessore all'agricoltura

Colgo l'occasione per riferire sulla situazione del credito agrario di conduzione.
Le assegnazioni erano state fatte ai Consorzi agrari, al Federagrario San Paolo e ad altri istituti minori, in quantità ridotte.
Alla data del 30 giugno 1974 i Consorzi agrari hanno utilizzato 137 milioni sui 170 assegnati; il Federagrario 25 milioni su 480; il San Paolo 15 su 120; gli istituti minori invece devono ancora utilizzare i 30 milioni loro assegnati. In totale sono 177 milioni utilizzati, su 800, con una differenza di 622 milioni ancora da utilizzare. E' stato utilizzato un 22/23% delle somme assegnate, quantità molto scarsa rispetto alle necessità ed alle domande che gli operatori agricoli hanno presentato.
Il motivo del non utilizzo va ricercato nel fatto che il Credito Agrario di esercizio, con decreto interministeriale dei Ministri dell'Agricoltura e del Tesoro per l'anno 1974, ha fissato un tasso di interesse del 10%. La Regione è tenuta a rispettare tale tasso infatti, ai sensi del D.P.R. 15.1.1972 n. 11 resta ferma la competenza degli organi statali in ordine ai limiti massimi praticabili per il credito agrario agevolato.
Gli Istituti di credito, ed in particolare quelli specializzati, non sono in grado di erogare dei prestiti al tasso del 10% poiché, come asseriscono - e credo sia la verità - i fondi che reperiscono sul mercato monetario hanno un costo superiore al 12%. Tali difficoltà di carattere generale che interessano tutto il settore del credito, destano vive preoccupazioni poiché il programma di interventi a favore dell'Agricoltura predisposto dalla Regione per l'anno 1974 si basa su prestiti e mutui a tasso agevolato.
La Giunta è intervenuta presso i Ministri dell'Agricoltura e del Tesoro per sollecitare lo sblocco del credito agrario, così come è intervenuta presso altri Ministri per gli altri settori. Se ne è occupato il Presidente della Regione direttamente e il sottoscritto ha inviato un telegramma Ministro dell'Agricoltura il 20 giugno scorso, fino ad oggi senza esito positivo.
In conclusione, la Giunta segue attentamente la situazione del credito agrario, riservandosi di fare eventuali storni da Istituti ad altri per utilizzare tutte le somme stanziate, visto che dai dati che ho, risulta che gli Istituti hanno utilizzato l'80% delle somme assegnate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Franzi.



FRANZI Piero

Prendo atto con soddisfazione delle dichiarazioni finali dell'Assessore Chiabrando, cioè di voler favorire quegli organismi che più di altri sono stati capaci di impegnare i soldi destinati all'agricoltura. Dobbiamo tenere presente che il credito di conduzione - la parola stessa lo qualifica - riguarda unicamente gli investimenti che i produttori agricoli devono fare per la conduzione dell'annata; se aspettiamo ancora che questi quattrini vengano impegnati, non si tratterà più di conduzione, ma di raccolto, il che non rispetta la destinazione che il Consiglio aveva voluto attribuire a questi finanziamenti.
Ci rendiamo conto che il costo del denaro oggi è alto, supera anche il 12%, però voglio chiedere come mai i consorzi agrari sono stati in grado di spendere il cento per cento e le altre banche no, tanto più che i consorzi agrari non sono istituti di raccolta ma sono solo degli istituti di erogazione, o meglio delle cooperative autorizzate all'erogazione del credito agrario.
Questo dimostra ancora una volta che gli istituti di credito non sempre hanno una piena disponibilità e una volontà di essere rispettosi degli impegni che assumono, soprattutto di riconoscere i particolari momenti di difficoltà in cui si trovano certi settori economici regionali e nazionali.
Auspico veramente che il Presidente della Giunta e la Giunta stessa vogliano deliberare subito, prima delle ferie estive, storni per rimpinguare la dotazione dei consorzi agrari, togliendoli agli altri istituti di credito che non hanno saputo spendere.
Altra raccomandazione che mi permetto fare è quella di essere giornalmente presenti con richieste al Comitato interministeriale per il credito perché nella distribuzione dei 500 miliardi che quanto prima saranno raccolti, ci si ricordi dell'agricoltura. Ci sono altri settori in condizioni di bisogno, quali la piccola e media industria, l'artigianato e le zone del meridione, tutto vero, però ricordiamo che anche l'agricoltura è un settore depresso che merita di essere aiutato.
Ringrazio ancora la Giunta per quanto ha fatto sollecitando i Ministeri a ricordarsi del settore dell'agricoltura, però prego di voler insistere ancora.


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Interrogazione del Consigliere Franzi in merito alle iniziative al fine di garantire l'erogazione dell'acqua agli utenti del "Consorzio Irriguo Angiono Foglietti" di Cigliano


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Franzi "Iniziative al fine di garantire l'erogazione dell'acqua agli utenti del 'Consorzio Irriguo Angiono Foglietti di Cigliano'". Risponde l'Assessore Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro, Assessore all'agricoltura

Questa è una questione che nei giorni scorsi ci ha dato notevoli preoccupazioni e che, se non è stata risolta, per lo meno è stata rinviata.
Gli impianti idroelettrici di Mazzè (Torino) di proprietà del Demanio sono gestiti fin dal 1964 da una "Gestione autonoma" della Società Nazionale Cogne, la quale provvede al pompaggio dell'acqua per gli usi irrigui del Consorzio Angiono Foglietti per i quattro mesi estivi utilizzando gli impianti nel residuo periodo per la produzione di energia elettrica.
Come ricorda l'interrogante, la preannunciata rinuncia alla concessione demaniale della Gestione autonoma Cogne a partire dall'1.1.1975 ed il preavviso di licenziamento ai 27 dipendenti della centrale di Mazzè, poneva in stato di agitazione i lavoratori, i quali per la difesa del loro posto di lavoro hanno programmato scioperi anche ad oltranza con conseguente blocco dell'irrigazione.
Del problema si sono occupati i Prefetti di Torino e Vercelli preoccupati dell'ordine pubblico, le Federazioni dei Coltivatori diretti di Torino e Vercelli, la Provincia di Vercelli e altri Enti locali, cui si aggiunse la mediazione del collega Assessore al Lavoro Conti e dell'ufficio dell'Assessorato all'agricoltura. Ci fu anche un incontro a Roma presso il Ministero delle Partecipazioni Statali, presenti le parti interessate, e la conclusione fu che si poté scongiurare la parte più dura dello sciopero anche grazie al senso di responsabilità di lavoratori della centrale evitando l'interruzione ulteriore del servizio, avviando l'esame delle possibili soluzioni future dello spinoso problema.
Condizione preliminare era poter avere uno spazio di tempo sufficiente per discutere la soluzione della gestione degli impianti demaniali. La delegazione recatasi a Roma ha ottenuto positivi risultati, poiché la Gestione autonoma Cogne, per l'interessamento del Ministro Gullotti, presso l'EGAM, ha assicurato la gestione anche per tutto il 1975. In tal modo vengono revocati i preannunciati licenziamenti dei dipendenti e la Direzione generale del Demanio deve disporre il ritiro dell'offerta di appalto già predisposto.
Il problema è comunque solo rinviato e non risolto.
Si prospettano però varie soluzioni, che dovranno essere valutate dai competenti organi: passaggio della gestione all'ENEL; passaggio della gestione all'AEM; eventuale temporanea gestione dell'ESAP, che potrà essere esaminata dal futuro Consiglio di Amministrazione dell'ente; gestione diretta da parte del Consorzio.
Da informazioni assunte la gestione non dovrebbe essere passiva anche se l'impianto, vecchio di 50 anni, ha bisogno di urgenti lavori.
La Giunta Regionale seguirà ora l'evolversi della situazione, per una definitiva soluzione della questione. Concludendo, desidero ricordare al Consiglio l'opera che l'interrogante Consigliere Franzi ha già svolto in favore degli utenti del Consorzio Angiono Foglietti, prima per il contenimento dei canoni di irrigazione a cifre ragionevoli, ed ora nella recente vertenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Franzi.



FRANZI Piero

Il problema dell'impianto di Mazzè è vecchio di vent'anni, e merita di essere risolto. Chi può risolverlo è la Regione Piemonte.
Noi non dobbiamo attenderci iniziative da parte del demanio o dell'ENEL o di altre aziende, il problema deve essere risolto in sede regionale.
Dai contatti che ho avuto in queste ultime settimane, devo dire che ci sono delle possibilità, magari anche attraverso l'A.E.M. Al di là di quelle che saranno le iniziative che la Regione e il Presidente della Giunta in modo particolare dovrà portare avanti, mi è doveroso ringraziare almeno quattro persone, o quattro organismi oltre all'amico Chiabrando; il collega Assessore Conti che si è fatto premura di salvaguardare l'occupazione delle 24 persone che dipendono dalla Gestione autonoma Cogne e che avevano già ricevuto la lettera di licenziamento; i sindacati per la sensibilità dimostrata e perché, benché preoccupati per il licenziamento degli operai da loro rappresentati, compresi dei gravissimi danni che avrebbero arrecato all'agricoltura, hanno sospeso ogni ulteriore manifestazione di sciopero e si sono mantenuti solo in stato di agitazione; il Ministro Gullotti per la tempestività dimostrata nell'invitare l'EGAM e per esso la Cogne a gestire ancora per il 197 5 l'impianto; il Direttore generale del demanio che ha capito la delicatezza del problema e ha revocato il provvedimento di concessione e di messa in appalto dell'impianto di Mazzè.
L'Assessore Chiabrando dice che la gestione è attiva, a me pare invece che sia passiva e che annualmente il Demanio debba intervenire con 40/50/60 milioni (l'ultimo intervento è stato dell'ordine di 90 milioni).
Al di là di tutto questo prendo atto con soddisfazione di quanto è stato fatto da parte della Regione, però mi sia permesso di impegnare anche in questa occasione, ufficialmente, la Giunta perché veda di risolvere nel corso del 1975 il problema, per evitare di doverci ritrovare nel 1976 ad affrontare situazioni analoghe a questa e forse anche peggiori.
Rinnovo il ringraziamento al collega Conti, ai sindacati della CGIL e della CISL, al Ministro Gullotti e al direttore generale del Demanio per tutta la collaborazione e la sensibilità che hanno dimostrato in questa occasione.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Non per allungare la lista dei ringraziamenti, ma soltanto per informare il Consiglio che anche il Presidente della Giunta è stato interessato da parte di parlamentari, di sindaci e direttamente dai dipendenti e che ha avuto dei contatti a livello Cogne e a livello Ministero e assicura pertanto che questi interessamenti insieme a quelli specifici degli Assessori al lavoro e all'agricoltura, saranno continuati al fine di risolvere positivamente la questione.


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Interrogazione dei Consiglieri Bertorello e Menozzi sulla corretta applicazione delle leggi regionali concernenti provvidenze in favore dell'agricoltura


PRESIDENTE

Interrogazione dei Consiglieri Bertorello-Menozzi: "Corretta applicazione delle leggi regionali concernenti provvidenze in favore dell'agricoltura". Risponde l'Assessore Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro, Assessore all'agricoltura

Questa interrogazione trae spunto da preoccupazioni che circolano nel mondo dell'agricoltura sull'utilizzazione dei fondi che la Regione sta mettendo a disposizione degli operatori agricoli.
L'individuazione dei soggetti che hanno titolo a beneficiare delle provvidenze in favore dell'agricoltura già aveva portato, nell'applicazione delle varie leggi statali, a difficoltà di interpretazione, con le conseguenti polemiche e lamentele soprattutto da parte della categoria dei coltivatori diretti.
Sono note le richieste da parte delle organizzazioni di categoria per una precisa determinazione dell'imprenditore agricolo avente diritto alle provvidenze legislative. Basti ricordare la proposta di legge sull'albo professionale, che è in esame alla VI Commissione e che giungerà, speriamo dopo il periodo estivo, all'esame del Consiglio Regionale.
E' chiaro che soltanto con l'istituzione dell'albo professionale possiamo stabilire chi ha diritto e chi non ha diritto alle provvidenze. In attesa dell'Albo quindi e del recepimento in legge statale della Direttiva comunitaria sulla figura dell'imprenditore agricolo, la Regione Piemonte ha stabilito di riservare la priorità, ed in qualche caso l'esclusività, degli interventi a coloro che rivestono la qualifica di coltivatore diretto, così come prevista dalle leggi in vigore.
E' in questa logica che saranno diramate le circolari per l'attuazione di tutti gli interventi in agricoltura per l'anno 1974 e che si opererà nel settore della zootecnia nel triennio 1975/77, con la legge recentemente approvata.
L'accertamento della qualifica di coltivatore diretto è previsto che venga effettuato usando tre fonti diverse: dichiarazione del Sindaco dichiarazione del Servizio contributi unificati attestante l'iscrizione negli elenchi appositi dei coltivatori diretti; accertamento diretto da parte degli Ispettorati provinciali per l'agricoltura.
Si spera quindi di poter acquisire sufficienti elementi di valutazione in merito.
Posso assicurare gli interroganti che gli uffici preposti all'esame delle domande saranno scrupolosi nell'esame della qualifica professionale soprattutto nei casi che si prestano a dubbi.
Inoltre, raccogliendo la richiesta fatta dai Consiglieri interroganti informo che sottoporrò al Presidente della Giunta l'invito ai Sindaci della Regione affinché usino cautela ed effettuino seri accertamenti prima di rilasciare le dichiarazioni sulla qualifica professionale di coltivatori diretti. Questo invito sarà inviato nei prossimi giorni, dopo l'entrata in vigore delle norme di attuazione dei provvedimenti per l'agricoltura.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bertorello.



BERTORELLO Domenico

Prendo atto delle dichiarazioni dell'Assessore e mi compiaccio che abbia accettato di mandare quella lettera. Io credo sia meglio prevenire i casi dubbi e per prevenirli occorre partire dal Sindaco; perciò è valida quella lettera al fine di spiegare che cosa vogliamo e chi deve prendere queste precauzioni.
Secondo me, è fondamentale spiegare chiaramente a quali difficoltà vanno incontro i sindaci, perché una decisione può divenire falso in atto d'ufficio. Finché non c'era niente da dividere, nessuno voleva essere coltivatore; adesso tutti vogliono esserlo, ma dobbiamo agire con attenzione perché, così facendo, possiamo squalificare l'opera della Regione.


Argomento: Opere idrauliche ed acquedotti

Interrogazione del Consigliere Nesi sull'irregolare funzionamento dell'acquedotto nel Comune di S. Francesco al Campo


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Nesi: "Irregolare funzionamento dell'acquedotto del Comune di San Francesco al Campo".
Risponde l'Assessore Petrini.



PETRINI Luigi, Assessore ai lavori pubblici

Siccome non ho il piacere di svolgere oralmente l'interrogazione del collega Nesi (essendo egli assente) chiedo a lei se mi è concesso, dato che l'interrogazione è urgente, di dare risposta scritta.



PRESIDENTE

Va bene.
Rilevo con soddisfazione che si risponde già alle interrogazioni ed interpellanze dell'11 luglio, quindi la situazione è notevolmente migliorata.



FABBRIS Pierina

Io sollecito la risposta dall'Assessore Armella ad una mia interrogazione.



PRESIDENTE

Va bene.
Interrogazione del Consigliere Nesi: "Affidamento senza concorso da parte della Società SAGAT dell'incarico di progettazione della pista dell'Aeroporto di Caselle ad un progettista privato".
Poiché manca il Consigliere Nesi, prego l'Assessore Gandolfi di dare risposta scritta.



GANDOLFI Aldo, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

Va bene.



PRESIDENTE

Tutte le interpellanze ed interrogazioni sono state discusse.


Argomento: Sistema informativo regionale

Comunicazioni del Presidente della Giunta sul Centro di calcolo


PRESIDENTE

Comunicazioni del Presidente della Giunta sul Centro di calcolo.
Ha la parola l'avv. Gianni Oberto.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Se il Presidente del Consiglio me lo consente vorrei far precedere due altre comunicazioni.
Una è quella relativa alla partecipazione della Regione nella riunione che si tiene domani presso il Ministro del Bilancio Giolitti (con il concorso di tutte le Regioni) per l'esame del bilancio dello Stato. Non potendo andare perché c'è la seduta del Consiglio, ho delegato espressamente l'Assessore Simonelli il quale andrà alla riunione.
Desidero informare che quest'oggi al Ministero del Lavoro vi è un incontro al quale partecipa l'Assessore al Lavoro Conti per l'esame di alcune vertenze di natura sindacale relative al giornale "Gazzetta del Popolo", mentre per quanto attiene alla natura politica del problema, in una riunione che si è svolta nei giorni scorsi sono stato incaricato di coordinare le varie iniziative che si presenteranno come possibili di una soluzione. Sentiremo che cosa oggi intanto al Ministero del Lavoro sarà fatto, dopo di che prenderò contatti con la proprietà del giornale, con la direzione del giornale e ancora con i rappresentanti sindacali e i dipendenti giornalisti e lavoratori.
Continua il nostro interesse per il problema della Emanuel, che in questo momento è bruciante anche per determinate prese di posizione che sono state assunte dal personale il quale intende di avere delle risposte abbastanza rapide, abbastanza concrete, con l'incontro quest'oggi con il prof. Picatti, con il dr. Giasolli e con il curatore Cerri e successivamente con il giudice delegato Venditelli, al fine di esaminare quelle che possono essere situazioni di particolare emergenza nell'emergenza generale onde sbloccare la situazione.
Ieri c'è stata una riunione presso il Ministro del Lavoro a Roma, vi hanno partecipato l'Assessore al Lavoro della Regione, della Provincia, del Comune e, per quanto mi è stato riferito, mentre si sollecita su piano regionale la mediazione del Presidente della Giunta, che certamente non la rifiuta, anzi, l'accoglie con tutto il possibile interesse, è stato concordato un incontro tra il Ministro del Lavoro Bertoldi ed il Ministro delle Partecipazioni Gullotti; ed è prevista una visita a Torino da parte del Ministro del Lavoro Bertoldi per un'assemblea aperta che si terrà nella giornata di lunedì alla Emanuel. E' prevista, non ne do la notizia in termini assoluti perché si tratta di una previsione.
Il Presidente del Consiglio ha fatto la comunicazione relativa alla legge sui provvedimenti delle depurazioni delle acque di inquinamento ecc.
che il Consiglio Regionale aveva assunto ed approvato e che è stata restituita da parte del Commissario del Governo per la Regione Piemonte rilevando appunto che vi sono delle perplessità circa la competenza legislativa nella materia da parte della Regione. Vorrei soltanto aggiungere, (salvo l'approfondimento e concordando sulla sottolineatura che ha fatto il Presidente Viglione dell'urgenza di riprendere in considerazione e di riproporre all'esame del Consiglio il testo della legge) che già si sono avuti dei rapidi contatti informali, e continueremo ad averli nella forma più precisa e più vincolante, con il Ministro delle Regioni, rilevando che se è vero che l'art. 117 della Costituzione non elenca espressamente fra le materie di competenza legislativa regionale quella degli inquinamenti e della depurazione delle acque, è però evidente come la legge regionale in questione si basi sulle competenze che la Costituzione attribuisce alle Regioni in materia di pesca interna e anche in materia sanitaria. Questo è stato rilevato nella riunione di Giunta dell'altro giorno quando siamo venuti a conoscenza della restituzione del testo.
Ora è certo che questi due campi di competenza sono assolutamente propri della Regione e pertanto sembra che ciò possa giustificare l'emanazione di una legge che tocchi anche gli inquinamenti e la depurazione delle acque. Il fondamento dell'assunto (che la Giunta si propone di approfondire rapidamente per essere confortata anche da pareri di giuristi che accompagnino quella che è già un'intima convinzione della Giunta stessa) che l'incompetenza della Regione in materia non sia pacifica risulta del resto comprovata dalla circostanza che lo stesso Governo, nel restituire il testo legislativo parla di "perplessità" in merito.
Ora la Giunta - ed il suo Presidente ne riferisce oggi al Consiglio ha rilevato che sarebbe auspicabile che quando una legge viene restituita o respinta, o se ne richiede il riesame da parte del Consiglio occorrerebbe che dall'organo governativo che respinge vi fosse quanto meno la certezza della illegittimità, si affermasse quanto meno la certezza dell'illegittimità e non soltanto sotto un profilo di perplessità, a meno che si voglia interpretare la cosa come un atto di estrema cortesia verso il Consiglio Regionale e verso la Regione perché esprima un parere che in qualche misura sia poi vincolante nell'accettazione da parte dell'organo del Governo.
Per quel che riguarda il riferimento fatto dal Commissario a norma dei due decreti delegati di trasferimento delle funzioni, la Giunta rileva che detti decreti hanno trasferito alle Regioni le funzioni amministrative e pertanto ad essi ci si deve riferire per individuare l'ampiezza e la consistenza di tali funzioni; ma per la funzione legislativa, il parametro cui ricorrere per conoscere la competenza o meno della Regione, a legiferare, deve sempre essere il 117 che abbiamo in precedenza ricordato.
Il problema, ripeto, sarà approfondito ulteriormente dalla Giunta e comunicheremo il più rapidamente possibile al Presidente del Consiglio il nostro avviso, chiedendo che la legge sia riproposta con molta rapidità.
Abbiamo avuto conoscenza di interessamenti esterni, piuttosto vivi, ma portatori di interessi...



SANLORENZO Dino

Un po' pesanti...



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Ecco, io nella mia responsabilità di Presidente della Giunta, sento il pesante e non... Sono intervenuti certamente dei rappresentanti di interessi perché la legge, nella sua obiettività, nella sua serenità, è anche una legge severa e si capisce che una legge severa possa creare dei disturbi a chi invece avrebbe interesse ad avere una certa elasticità.
Fatte queste comunicazioni, passo alla relazione relativa al Centro di calcolo.
Io non ripeterò quello che già è stato detto qui e la Giunta, per potere esaminare concretamente tutti gli aspetti di questo problema, ha costituito una Commissione presieduta dal Presidente e composta dagli Assessori Benzi, Conti, Gandolfi, Paganelli e Simonelli alla quale partecipano il dr. Clemente, il prof. Gaboardi, funzionario dell'Amministrazione Regionale, il dr. Gatti Consulente alla Programmazione ed il prof. Detragiache, Direttore dell'IRES.
Questa Commissione si è riunita cinque volte: il 4, l'11, il 18 ed il 25 giugno ed ancora il 9 luglio, al fine di prendere in considerazione tutti gli aspetti che sono stati portati innanzi.
Nella seduta dell'11 giugno è stata ascoltata la relazione fatta dall'Università in proposito, che ha rilasciato anche un documento - e quando parliamo di Università intendiamo parlare di Università degli Studi e del Politecnico che è altrettanto direttamente interessato al problema.
L'incontro con l'Università, mi pare che lo avevo accennato in una rapidissima comunicazione fatta al Consiglio, era particolarmente rilevante perché uno dei motivi che ha indotto la Regione ad affrontare questa problematica era dato proprio dalla situazione precaria in cui si trovava fino a pochi mesi fa, il Centro di calcolo dell'Università e in quella occasione si è potuto stabilire ed accertare che in seguito a miglioramenti anche di natura organizzativa e funzionale hanno potuto essere rimossi i più pressanti elementi di preoccupazione, il che ha consentito e consente di impostare un discorso di maggiore respiro che è necessario proprio per la complessità del problema, senza essere eccessivamente condizionati dall'urgenza della situazione preesistente.
Nello stesso tempo, nell'ottica dell'impostazione metodologica che la Commissione aveva assunto, è stato richiesto all'IRES di predisporre un primo studio in cui si approfondissero le diverse componenti ed i tratti peculiari di quel sistema informativo regionale che la Commissione ha poi elaborato a sua volta ed ha presentato all'esame della Giunta.
Informo il Consiglio che al termine di questa relazione questa mattina stessa verranno distribuiti ai signori Consiglieri, perché ne abbiano diretta e specifica conoscenza, tanto il testo elaborato dall'Università e Politecnico, quanto il testo elaborato dall'IRES.
Mi scuso della parentesi, ma anche per accogliere quello che mi è parso almeno attraverso alla lettura di un giornale di questa mattina - il richiamo fatto dal Presidente della Repubblica ad una certa gestione economica della vita regionale e quindi anche degli aspetti economico finanziari, caricherò i Consiglieri del peso, per portarsele a casa, di altre due relazioni che si riferiscono al tema relativo alle prime linee di attuazione del piano territoriale. Si tratta della relazione predisposta dall'IRES e di quella precedente fatta dalla Sezione urbanistica, integrata e che costituisce il titolo definitivo sul quale i Consiglieri sono chiamati ad esaminare la questione.
Nella riunione conclusiva la Commissione, sulla base dei documenti attraverso ad una comparazione tra gli stessi, ha redatto un testo schematico ma non troppo, da portare all'esame della Giunta la quale è responsabile dei provvedimenti che debbono essere presi.
Fatta questa breve premessa, mi rifaccio a quelli che sono gli elementi che risultano dalla relazione della Commissione, in ordine al sistema informativo regionale che la Giunta propone all'attenzione e alla considerazione del Consiglio, obbedendo all'invito che il Consiglio aveva fatto alla Giunta stessa di essere in proposito pronta a fornire gli elementi per la discussione in questa sede, oggi, o nel giorno che si riterrà più opportuno, sulla scorta di tutti gli elementi.
La Commissione ha ritenuto anzitutto di muoversi lungo delle linee che sono state già tracciate dall'Intercommissione consiliare, precisando gli aspetti metodologici del suo lavoro, per affrontare in termini corretti ed adeguati il problema del Centro di Calcolo e dei rapporti tra la Regione l'Università ed il Politecnico, nella prospettiva indicata dal Consiglio Regionale di ricercare una soluzione comune per la gestione di un centro di elaborazione delle informazioni.
Nel corso di questa impostazione preliminare dell'ipotesi di lavoro da assumere, si è cercato di definire con chiarezza il ruolo del Centro di calcolo e si è convenuto che esso non può essere visto concluso in s stesso o come obiettivo principale e definitorio del più ampio problema dell'acquisizione e dell'elaborazione di informazioni per tutte le necessità e gli interessi degli enti regionali, ma deve essere considerato come un elemento di un più ampio sistema rispetto al quale assolve un ruolo funzionale e strumentale.
Ponendosi in questa ottica la Commissione si è proposta di delineare nelle sue linee generali, configurazione e caratteristiche di questo sistema informativo regionale, individuando e specificando in primo luogo le esigenze proprie della Regione, in relazione ai suoi diversi ruoli ed in ordine all'acquisizione, trattamento e gestione, di tutti i dati e delle informazioni.
Si sono individuate pertanto tre aree di interessi, tra loro complementari e connessi, in riferimento proprio alla pluralità di esigenze tecniche e politiche ed al diverso esplicarsi dell'attività della Regione.
La prima di queste aree attiene all'attività burocratico-amministrativa della Regione intesa come "azienda" e si concretizza nella sostituzione delle attuali procedure manuali attraverso le quali si esplica l'attività dei diversi Assessorati e dei loro uffici, con procedure automatizzate che facendo uso delle moderne tecniche informatiche, permettono di realizzare una maggiore organizzazione e razionalizzazione Infatti, tra le diverse attività gestionali ed amministrative della Regione, numerose sono quelle che si prestano ad un'immediata utilizzazione delle tecniche informatiche; in primo luogo quelle connesse alla formazione del bilancio preventivo, alla sua gestione attraverso la contabilizzazione degli impegni di spesa e di entrata e delle relative liquidazioni , fino alla formazione del consuntivo finale; l'inventario del patrimonio mobiliare ed immobiliare; la gestione funzionale ed economica del personale; la gestione ed il controllo delle opere pubbliche; l'analisi dei bilanci degli enti assoggettati al controllo amministrativo della Regione la formazione di un repertorio delle leggi e delle deliberazioni regionali il controllo dell'iter burocratico delle pratiche. L'automazione di tutti questi aspetti del funzionamento dell'Ente Regione deve rispondere a due obiettivi fondamentali, quello dell'efficienza e della razionalità, e quello di rendere al massimo grado trasparente il funzionamento dell'amministrazione.
Nell'ambito di questa panoramica, sia pure sommaria delle principali attività suscettibili di tale trasformazione, la Commissione ha ritenuto di individuare nelle procedure relative alla formazione e alla gestione del Bilancio e in quelle relative alla gestione funzionale ed economica del personale, i settori di intervento prioritari nella realizzazione di un "Sistema informativo della Regione".
Una seconda area di interessi si ricollega all'attività di Governo e pianificazione della Regione e si realizza attraverso un sistema che permetta la conoscenza continua dello stato e dell'evoluzione del sistema socio-economico e territoriale regionale, che rappresenta appunto l'oggetto dell'attività di Governo dell'Ente Regione. Si configura in questo modo la necessità di un "Sistema informativo sulla Regione" (inteso come sistema socio-economico e territoriale) che provveda all'acquisizione conservazione ed elaborazione di informazioni sui più diversi aspetti di questa realtà, al fine di fornire in modo continuativo e completo, oltre che rapido, la risposta alle esigenze di conoscenza che i diversi organi della Regione (Giunta, Assessorato, Consiglio) presentano quotidianamente.
Oltre che all'operatore Regione questo sistema dovrebbe essere aperto (pur nel rispetto dei vincoli posti dalla riservatezza di alcune delle informazioni) ad altri utilizzatori esterni e quindi diventerebbe un importante supporto per l'attività di una serie molteplice di operatori.
Le principali finalità di un simile "Sistema informativo sulla Regione" possono essere indicate globalmente individuando in questo il punto di riferimento unico per ogni ricerca di informazioni quantitative sulla realtà regionale. Più analiticamente tra le funzioni cui dovrebbe assolvere si possono indicare: la predisposizione della documentazione statistica di base per la formulazione dei piani regionali e comprensoriali oltre che di piani settoriali il controllo dell'attuazione degli interventi di pianificazione l'applicazione al sistema regionale o a sue parti di modelli matematici per l'analisi delle tendenze in atto o la valutazione degli effetti di interventi di piano la configurazione della base di partenza e del quadro di riferimento per la conduzione di analisi dettagliate su particolari aspetti del sistema reale.
Tra le caratteristiche che questo sistema dovrà possedere emergono come essenziali quelle della "flessibilità", intesa come capacità di assolvere compiti diversi ed essere utilizzato secondo una pluralità di approcci e quella della "integrazione", per cui le diverse informazioni contenute nell'archivio del sistema siano facilmente correlabili ed il sistema stesso possa realizzare collegamenti con altri sistemi informativi; infine tale sistema dovrà essere "aperto" nel senso che sia possibile in ogni momento procedere ad aggiornamenti ed arricchimenti.
Gli elementi principali di tale sistema sono pertanto rappresentati da una base dati, intesa come l'archivio generale delle informazioni originali, un sistema di procedure per la sua gestione (aggiornamento controllo, estrazione delle informazioni), un insieme di procedure per il calcolo di indicatori, un insieme di procedure per la visualizzazione delle informazioni, ed infine un sistema di modelli matematici.
Una realizzazione sia pure parziale e limitata, di un simile "Sistema informativo sulla Regione" e già stata attuata presso l'IRES, che non soltanto ha provveduto alla raccolta ed alla conservazione sistematica di un ampio volume di informazioni statistiche su tutto il sistema regionale ma ha predisposto anche le necessarie procedure automatiche per l'aggiornamento e la elaborazione di tale archivio. Questo archivio viene attualmente arricchito dalle informazioni che l'ISTAT ha in corso di trasmissione alla Regione e può essere ancora ampliato e completato con le informazioni che si potranno ricavare da indagini speciali su settori particolari o mediante apposite convenzioni con l'ISTAT che inseriscano la Regione nei canali di trasmissione delle informazioni statistiche di base.
Una terza area di interessi deriva dalla constatazione dell'esistenza nell'ambito territoriale della Regione di una pluralità di enti pubblici che già sono dotati, o stanno per esserlo, o ancora che potrebbero dotarsi di apparecchiature informatiche o quindi hanno o possono realizzare propri sistemi informativi. L'esigenza in questo caso è quella di una integrazione tra questi sistemi, in vista di un più efficiente scambio di informazioni una utilizzazione più razionale delle risorse esistenti, una maggiore facilità d'accesso alle tecniche informatiche da parte di enti che ne sono ancora sprovvisti, ed infine l'estensione di questa tecnica a settori operativi di interesse sociale che coinvolgono una pluralità di enti e di operatoli.
E' prevedibile, cioè, l'emergere di una domanda di nuovi servizi, tutti legati alle possibilità offerte dalle nuove tecnologie informatiche: ad esempio, la nascita di una anagrafe sanitaria individuale è una delle possibili iniziative che da più parti viene sollecitata e che intorno al sistema informativo integrato regionale è possibile promuovere. Senza pretesa di completezza, o di ordine, alcuni dei nuovi servizi saranno possibili nei campi della sanità (diagnosi automatica, integrazione delle unità sanitarie locali ai centri specializzati) dell'istruzione (accesso automatico alle biblioteche) del controllo del traffico e del controllo degli inquinamenti e dei bacini idrici.
L'obiettivo finale deve essere in questo caso la realizzazione di un unico "Sistema informativo regionale integrato" che risulti dalla connessione ed integrazione di tutti i sistemi informativi pubblici che già sono operanti o saranno realizzati nell'ambito del territorio regionale.
Confluirebbero così, in questo sistema integrato, anche i due sistemi più sopra individuati: quello "della Regione" e quello "sulla Regione", il quale ultimo verrebbe ad avere una sua realizzazione completa proprio dalla integrazione dei diversi sistemi informativi degli enti pubblici operanti nella Regione, soprattutto attraverso alla messa in comune, come in un'unica base dei dati, di tutte le informazioni specifiche di ogni sistema.
La Commissione ha poi preso visione del documento mediante il quale l'Università ed il Politecnico hanno definito le loro esigenze e possibilità di azione nei confronti di un sistema informativo regionale.
Le Università vengono viste, in questo documento, sia sotto l'aspetto aziendale, analogo a quello già visto per la Regione a proposito del "Sistema informativo della Regione", sia sotto quello scientifico-didattico nella loro duplice veste di utilizzatori di sistemi informativi per le attività di ricerca e di didattica e quella di produttori di servizi di pubblica utilità, sia come elaborazione di procedure e sistemi, sia come formazione di personale qualificato; infine le Università sono considerate nella prospettiva del futuro sistema universitario regionale, che in un sistema informativo a base regionale può trovare uno degli elementi fondamentali per la sua realizzazione ed il suo funzionamento.
Dall'analisi di questo documento la Commissione ha rilevato la simmetria e la complementarietà della posizione dell'Università rispetto a quella della Regione nei confronti di un sistema informativo integrato a base regionale, caratteristiche che possono rappresentare la base di un'azione comune.
Per quanto attiene al primo dei campi individuati - quello relativo al sistema informativo della Regione - la Commissione ha ritenuto di prospettare alla Giunta che l'Ente Regione debba dotarsi di un'appropriata interfaccia, alla quale affidare il compito di analizzare la Regione come azienda in modo da individuare le linee secondo cui procedere alla introduzione dell'automazione.
La Commissione pertanto suggerisce di attribuire la priorità all'automazione delle funzioni relative alla gestione del Bilancio e del Personale.
Automatizzare le funzioni burocratico-amministrative dell'Ente Regione significa analizzare le procedure e realizzare il software necessario.
In questo compito, l'indicata interfaccia può essere potenziata con il ricorso all'acquisizione di competenze esterne, particolarmente sviluppate in questo campo, per l'utilizzo dei sistemi di software per l'automazione della gestione burocratico-amministrativa degli enti pubblici che già sono stati predisposti, e che però debbano essere resi specifici per le applicazioni proprie dell'Ente Regione.
E' possibile fin d'ora dimensionare questa "interfaccia" affermando che può nascere da un nucleo di tre persone, con compiti di analisti di sistemi in grado, quindi, sia di procedere autonomamente nell'analisi dell'apparato burocratico-amministrativo della Regione, sia di mantenere contatti con eventuali collaboratori esterni, sia in un secondo tempo, di coordinare il lavoro dei collaboratori interni.
Quanto all'hardware sul quale basare il sistema informativo della Regione, esso dovrà essere definito in conformità agli obiettivi definiti per il terzo campo, quello relativo al sistema informativo integrato regionale. Poiché a quel livello, il sistema informativo della Regione ne sarà uno dei poli, è prevedibile che occorrerà dotare questo sistema di capacità elaborative, anche se modeste.
Per quanto attiene al secondo dei campi individuati - quello relativo al sistema informativo sulla Regione - la Commissione ha proposto alla Giunta l'individuazione nell'IRES di un primo nucleo, già esistente, di questo sistema informativo. Appare quindi opportuno che venga affidato all'IRES il compito di elaborare un progetto per sviluppare e rendere organico - sia nei dati che nelle procedure - questo primo nucleo.
Anche in questo caso, la progettazione deve essere coordinata agli obiettivi generali definiti per il terzo campo, relativo al "sistema informativo integrato regionale".
Per quanto attiene infine al terzo dei campi individuati - quello appunto del "sistema informativo integrato regionale" - la Commissione dopo un approfondito esame delle economie di scala conseguenti, ha ritenuto opportuno che l'Ente Regione si connetta con altri operatori pubblici, che abbiano interessi comuni alla Regione in ordine a questo sistema, siano portatori di esigenze complementari rispetto a quelle della Regione e possano garantire una serie di competenze tecnico-scientifiche non reperibili nell'Ente Regione stesso.
Dalla relazione presentata dalle Università torinesi (Università e Politecnico) e dall'esame che su tale documento ha condotto la Commissione prima e la Giunta poi, si è riconosciuto nelle Università un partner avente le caratteristiche sopra dette.
Le Università, infatti, sono interessate alla realizzazione del sistema informativo integrato sia come "produttrici di servizi di informatica in campo pubblico", sia come "centro del futuro sistema universitario regionale".
Come "utenti di servizi informatici", presentando esigenze complementari rispetto a quelle della Regione, garantiscono indubbiamente un'ampia gamma di competenze tecniche e scientifiche.
Poiché l'unica forma giuridica possibile per le Università di collaborare con altri enti pubblici è quella del Consorzio, questa è la forma giuridica che la Commissione propose che fosse assunta come riferimento: e la Giunta, concordando di massima, intende approfondire i termini giuridici e di fatto per l'istituzione del Consorzio; al quale potrebbero partecipare come soci fondatori, la Regione Piemonte l'Università ed il Politecnico di Torino, le Province piemontesi, il Comune di Torino e potranno aggregarsi, come soci ordinari, gli enti pubblici operanti sul territorio delle regioni ed eventualmente anche altri operanti in regioni limitrofe.
Primo compito da affidare al Consorzio ed in conformità al quale il Consorzio dovrebbe poi organizzarsi, è quello di progettare il sistema di calcolo, cioè di macchine e di programmi, di programmi, di dati e di organizzazione, necessario a conseguire gli obiettivi di integrazione tra i diversi sistemi informativi dei consorziati e di introduzione di automazione in settori operativi di interesse sociale.
Tale progetto passerà alla base operativa per segmenti, corrispondenti da un lato ad una gradualità di interventi verso l'integrazione, e da un altro allo sviluppo di progetti speciali di automazione, secondo priorità stabilite dal momento politico.
Secondo compito da affidare al Consorzio è la realizzazione progressiva degli stadi individuati nella progettazione.
Terzo compito quello di collaborare alla progettazione sia del "Sistema informativo della Regione" sia del "Sistema informativo sulla Regione".
E' possibile individuare tre fasi di funzionamento del Consorzio: nella prima fase, quella di progettazione del sistema, è prevedibile che il Consorzio debba poter disporre di 5-7 progettisti (con competenze che coprano i problemi relativi alle macchine e al programma dell'organizzazione dei dati e dei sistemi) in grado di organizzare la collaborazione con le competenze espresse dai ricercatori delle Università dai sistemisti della Regione e dall'IRES.
In questa prima fase, è inoltre necessario che ai progettisti sia garantito l'accesso ad un sistema di calcolo nella seconda fase, quella di realizzazione progressiva di segmenti del sistema informativo integrato, è prevedibile che il Consorzio debba poter disporre anche di un'appropriata struttura gestionale (analisti di sistemi programmatori-operatori). La realizzazione delle comunicazioni di informazioni tra i singoli sistemi informativi, la costruzione di procedure standard e la accessibilità di un sistema di calcolo da parte dei consorziati comporta inoltre, in questa fase, la disponibilità di un sistema di calcolo la terza fase rappresenta infine il compimento della precedente sfociando in un sistema che integri i diversi tipi di sistemi informativi dei consorziati e la realizzazione di alcuni progetti di automazione di elevato interesse sociale. Lo sviluppo del Consorzio, in questa fase avviene in termini di estensione dei servizi forniti a nuovi utenti e i termini di realizzazione di nuovi progetti speciali.
La Commissione ha presentato alla Giunta, tentando una prima valutazione, l'onere dei costi delle operazioni proposte, costi che sono limitati in relazione ai primi due campi del sistema informativo e alla fase progettuale del Consorzio, mentre un maggior onere comporterà il funzionamento del "Sistema informativo integrato regionale" realizzato ad opera del Consorzio stesso.
Tale onere proviene dal costo del personale, valutabile in 25/30 persone e dalle infrastrutture (locali, comunicazioni, energia elettrica materiali di consumo) ed è stimabile in prima approssimazione intorno ad un miliardo, un miliardo e mezzo di lire.
A tale onere si potrebbe far fronte, fondamentalmente, attraverso ad un apporto annuo da parte dei singoli consorziati, valutato per quote proporzionali alla partecipazione ed attraverso la vendita dei servizi. I servizi potrebbero essere quotati diversamente a seconda che siano resi ai partecipanti al Consorzio, in questo caso praticando dei prezzi inferiori o siano resi ad altri utenti, in questo caso praticando dei prezzi commisurati ai costi pieni.
Si deve peraltro tenere presente che a Consorzi di questo tipo, a cui cioè partecipino le Università, il Ministero della Pubblica Istruzione concede contributi annui, che per il 1974 sono ammontati all'ordine di due miliardi.
In conclusione, la Commissione ha proposto alla Giunta Regionale 1) di procedere alla costituzione di un nucleo interno - indicato in tre analisti di Sistemi - per il trattamento delle informazioni e l'automazione delle procedure, da avviare inizialmente utilizzando anche apporti esterni, nei settori del Bilancio, delle Finanze e del Personale 2) di affidare all'IRES l'elaborazione di un progetto per il potenziamento del suo Centro di Calcolo, come elemento portante del "Sistema informativo sulla Regione" 3) di richiedere al Consiglio Regionale il mandato a promuovere insieme con l'Università ed il Politecnico di Torino e possibilmente con le Province piemontesi e con il Comune di Torino, un Consorzio per la progettazione e la realizzazione del "Sistema informativo integrato originale".
La Giunta, valutate attentamente le proposte, ha di massima espresso parere per l'accoglimento e per le definitive sue determinazioni attende ora di conoscere il parere del Consiglio al quale rassegna oggi stesso come ho detto all'inizio, a complemento di questo mio intervento l'elaborato sia dell'Università che del Politecnico e il rapporto dell'IRES La Giunta intanto, in attesa di conoscere il pensiero del Consiglio approfondisce in termini più precisi gli aspetti economico-finanziari relativi all'impianto ed alla gestione del Centro che comporta anche l'assunzione di personale altamente specializzato, che deve essere congruamente remunerato perché altrimenti non lo si può trovare considerando tuttavia in questa valutazione anche quello che può essere un costo sociale che l'operazione giustifica e che deve essere calcolato in termini concreti.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FASSINO



PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta ha concluso la sua relazione.
Chiede di parlare il Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Devo dare atto al Presidente della Giunta del valore del contenuto della sua comunicazione su questo problema. Sotto certi aspetti è di conforto al lavoro dell'Intercommissione, poiché nella comunicazione del Presidente della Giunta ritroviamo alcuni elementi di impostazione che erano stati introdotti dall'intercommissione. La comunicazione della Giunta ha approfondito, ha fatto avanzare quell'impostazione portandola oggi ad un livello che ci dovrebbe consentire di procedere sollecitamente e dare avvio alla costituzione di un sistema di informazione, attraverso al quale la Regione possa trovare soddisfazione alle proprie esigenze.
Mi rammarico che queste discussioni avvengano attraverso le comunicazioni e non con metodi di confronto che ci consentano di intervenire più ampiamente; questo mio rammarico è attenuato in questo caso dal contenuto della comunicazione del Presidente.
L'approfondimento ci è certamente di ausilio per andare avanti; la stessa articolazione in tre punti dei problemi che la Regione ha di fronte a sé, relativamente al sistema informativo, è un elemento che ci potrà aiutare quando opereremo concretamente; ma nel medesimo tempo non disconosce quell'assunto fondamentale posto dall'Intercommissione, della stretta interdipendenza e unità di questi tre momenti. Il problema del bilancio preventivo della Regione come azienda, della contabilizzazione della spesa e delle entrate, richiamato dal Presidente della Giunta, non possono essere assolutamente disgiunti da quel secondo punto che attiene all'attività di pianificazione. Questo secondo punto a sua volta, come già diceva il Presidente della Giunta, non può essere disgiunto dall'intera costruzione di un sistema regionale che raccolga l'informazione necessaria per la conoscenza della realtà e per l'analisi della sua evoluzione.
Ribadita dalle comunicazioni del Presidente, è l'indicazione che l'Intercommissione aveva già dato del rapporto Regione-Università, visto non soltanto come condizione per condividere l'ammontare delle spese, ma come intervento che consente all'Università di qualificare la propria attività didattica e di ricerca scientifica, e d'altra parte come contributo che l'Università può dare al funzionamento del sistema di informazione.
Stante quindi il contenuto di questa comunicazione, dobbiamo dichiarare la nostra completa adesione all'impostazione ed all'approfondimento che la Giunta ha fatto in questa direzione.
Nella parte conclusiva della comunicazione il Presidente della Giunta richiamava come punto fondamentale, da attuare con immediatezza, quello della costituzione di un'interfaccia all'interno della Regione, e quindi poneva il problema dell'assunzione di tre sistemisti. Non so se devono essere tre o quattro, ma comunque la costituzione di un'interfaccia ci vede particolarmente consenzienti. Tutta l'attività interna della Regione, e l'organigramma del personale che la Regione si è impegnata a darsi la volta scorsa subito dopo la approvazione della legge provvisoria sul personale devono tener conto di questa nuova strumentazione. Condividiamo l'incarico all'IRES perché definisca le proprie esigenze di raccolta di informazioni e sosteniamo ovviamente (era stata una nostra proposta sin dall'inizio) la costituzione del consorzio tra Regione e Università per la progettazione e la costruzione del sistema di informazione.
Stando così le cose credo non ci siano contrapposizioni alla richiesta di una deliberazione che approvi la relazione fatta dal Presidente della Regione, e che impegni la Giunta ad operare concretamente ed immediatamente, secondo i tre punti indicati. Per quanto concerne la costituzione del Consorzio con l'Università ed il Politecnico, e con gli Enti locali, va precisato che un rapporto di priorità dovremo realizzarlo con l'Università di Torino, che è quella che in questo anno e mezzo ha contribuito a creare e a definire la posizione che è stata stamane ribadita dal Presidente della Giunta.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Garabello, ne ha facoltà.



GARABELLO Enzo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, credo che, come è già stato sottolineato, la seduta di oggi, con queste comunicazioni fatte in una forma non particolarmente solenne, ma con notevole contenuto di merito, sia da ascriversi, pur nello scorcio di sessione, come una seduta importante soprattutto perché voglio mettere in rilievo - come del resto ha fatto il Presidente della Giunta all'inizio delle sue comunicazioni - come il lavoro compiuto dal Consiglio in fase preliminare di impostazione, compiuto dalla Giunta in fase di ricerca di soluzioni tecniche, mi pare sia valido, con tempi lunghi ma necessari perché l'argomento era delicato, difficile nuovo.
Per parte mia, avendo partecipato a suo tempo ai lavori dell'Intercommissione, non posso che ritenermi soddisfatto sia dell'aspetto generale del problema, cioè della collaborazione fra le Commissioni del Consiglio e la Giunta, sia delle conclusioni a cui la Giunta è pervenuta quindi penso che questo grosso sforzo di impostazione che si è compiuto e che dovrebbe avere il significato di ricondurre all'unità tutta l'attività di progettazione e di gestione delle varie forme di pianificazione su cui la Regione deve vivere, sia certamente molto significativo e come tale da approvarsi con particolare interesse e soddisfazione.
Ritengo anch'io che oggi, nei termini in cui lo ha posto il Presidente della Giunta, si debba addivenire ad una formulazione di parere del Consiglio Regionale. E' pur vero che il Presidente della Giunta ci ha fornito dei documenti; io gli chiederei se è possibile che ancora in mattinata, disponendo delle attrezzature necessarie, o comunque nell'ambito di queste sedute, venga distribuita anche la sua comunicazione, che ritengo sia utile affinché il Consiglio si possa esprimere.
Il collega Rivalta ha proposto una deliberazione ed io non sarei contrario in linea di principio, c'è soltanto una difficoltà: che dovendo il documento definire possibilmente anche aspetti finanziari, non so se la forma della delibera sia la migliore, possiamo discuterne. Se il Presidente del Consiglio lo ritiene si potrebbe fare una riunione, comunque dovrebbe essere votato almeno un ordine del giorno in cui si fissano i punti di impegno per la Giunta; non si deve lasciare cadere la cosa. Evidentemente si potrà anche concordare un tempo per la presentazione della delibera esecutiva, però essendo noi sullo scorcio della sessione, avendo davanti a noi un periodo abbastanza lungo di interruzione, essendo questo un problema che viene a ricadere anche sugli altri enti non possiamo rinviarlo alla sessione autunnale, ma dobbiamo definire alcune cose. Ad esempio quelle cose che non comportano un immediato esborso di denaro, una fissazione di impegni finanziari, siano immediatamente intraprese dalla Giunta, di modo che gli enti esterni e l'IRES sul secondo punto, gli uffici regionali sul primo punto, comincino subito a mettere in moto un lavoro preparatorio. In tal modo la Giunta potrà completare, secondo tempi che, come dico, si potranno concordare, la stesura definitiva del documento formale con gli impegni finanziari, mentre per il resto si può senz'altro procedere.
Comunque non credo che la proposta di Rivalta o la mia siano in contrapposizione, ma ricercando la formula migliore, possano essere discusse ad esempio in una riunione di Capigruppo con la Giunta e l'Ufficio di Presidenza per addivenire alla formulazione di quello che si riterrà il più conveniente dei documenti nel quadro della situazione.
Concludendo, come ho già detto prima, do atto con soddisfazione al Presidente della Regione e alla Giunta intera del lavoro compiuto. Questa è una seduta importante che certamente non potrà non avere un seguito nelle prospettive di vita della Regione; stiamo prendendo una decisione estremamente importante da consegnare alla prossima legislatura in termini concreti e poiché alla prossima legislatura mancano alcuni mesi questi debbono essere utilmente spesi nella direzione attuativa dei propositi degli impegni che qui sono stati annunciati.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Curci, ne ha facoltà.



CURCI Domenico

Signor Presidente, nel nostro intervento dello scorso mese di marzo pur essendoci dichiarati di larga massima favorevoli alle conclusioni cui era pervenuta l'Intercommissione, avevamo rilevato come le preoccupazioni i timori, dubbi che in quella sede aveva espresso il Presidente della Giunta intorno a questo problema, in ordine al quale la scelta una volta compiuta è veramente irreversibile, trovavano in noi una completa e totale rispondenza, giacché dall'esame della relazione che a suo tempo era stata predisposta dall'Intercommissione ci eravamo resi conto quale responsabilità comportasse la scelta.
E questo non perché le conclusioni cui era pervenuta l'Intercommissione non fossero da noi ritenute valide, ma per tutta quella serie di problemi di ordine pratico, funzionale, organizzativo, economico, di controllo, di riservatezza che quelle conclusioni appunto comportavano.
Oggi la scelta è stata compiuta. Noi riteniamo, oggi come allora, che non si possa discutere il principio che la Regione debba essere dotata di attrezzature che le consentano una adeguata elaborazione dell'informazione né che si possa discutere il principio che tale attività non rientri nei compiti fondamentali dell'Università. Perciò l'opportunità della costituzione di un Centro di elaborazione al servizio di entrambi è più che evidente ed il Presidente della Giunta oggi ci ha efficacemente illustrato i vantaggi che sia alla Regione, sia all'Università ne deriverebbero.
Avevamo posto però, in quel nostro intervento, alcuni interrogativi ai quali né allora il Consigliere Conti, né oggi l'avv. Oberto, hanno dato una risposta del tutto soddisfacente.
Un interrogativo, signor Presidente della Giunta, riguardava l'autonomia e la riservatezza dell'informazione: in che modo, chiedevamo e chiediamo tuttora, queste potranno essere garantite? I tecnici, almeno quelli che noi abbiamo potuto consultare, ci hanno illustrato come la riservatezza sia estremamente difficile da assicurare allorché l'accesso alle apparecchiature è consentito ad un numero indefinito di utenti.
Un altro interrogativo riguardava la gestione del Centro, nella relazione si parlava di gestione autonoma, ma non si precisavano i criteri con i quali questa gestione avrebbe dovuto articolarsi; oggi il Presidente della Giunta ci ha detto che sarebbe attuata da un consorzio.
Rilevavamo inoltre la contraddittorietà tra la volontà dichiarata di realizzare un sistema pubblico di trattamento automatico dell'informazione con l'esigenza di garantire ad ogni utente appunto la riservatezza dell'informazione stessa. Prospettavamo inoltre il pericolo che attraverso l'inglobamento ed il collegamento dei vari centri esistenti nell'area degli enti pubblici e la conseguente centralizzazione del sistema - allora non si sapeva, adesso è stato detto da chi sarà controllato, pilotato questo Centro - fatalmente si arriverebbe alla creazione di un altro grosso Centro di potere inevitabilmente portato a privilegiare alcuni e a discriminare altri sulla base di istintive scelte politiche e clientelari.
Si vuole evitare la proliferazione di iniziative difformi e dispersive si diceva nella relazione, ed oggi è stato giustamente ripetuto dal Presidente. Tutto questo è giusto signor Presidente, ma non ci è stato spiegato come si assicura un servizio equo per tutti, che non favorisca certe iniziative e ne mortifichi o impedisca altre.
Riguardo poi al principio, che noi riteniamo tecnicamente valido, del collegamento a distanza dei vari utenti con il Centro (come si diceva nella relazione dell'Intercommissione) chiediamo se è stata fatta un'analisi dei costi che questo comporta. Chiediamo ancora, dal punto di vista strettamente organizzativo, chi eserciterà il controllo. Ci è stato detto se abbiamo ben capito, l'IRES. E chi garantirà che il controllo sarà soltanto di carattere tecnico e funzionale e non entrerà invece anche nel merito? Il Presidente ci ha delineato l'esigenza di affrontare un piano generale, ma noi riteniamo che proprio da un tale piano scenderanno inevitabilmente tutte le implicite conseguenze di favoritismi per gli uni e di discriminazione per gli altri di cui ho detto prima.
E' evidente perciò da tutto questo come il punto chiave stia proprio nelle strutture giuridico-amministrative del Centro e dei poteri che ad esso verranno attribuiti, nel senso che se i poteri saranno di carattere meramente amministrativo è facile ipotizzare la paralisi completa del Centro nel giro di pochi mesi, se, al contrario, si attribuirà al Centro un eccesso di tali poteri, essi si trasformeranno inevitabilmente in un potere del sì e del no a favore degli uni e a danno degli altri.
Ci riserviamo pertanto - non essendo ancora a nostro avviso sostanzialmente modificata la situazione sotto questi aspetti rispetto a quella del mese di marzo - di esaminare nuovamente il problema quando ci saranno fornite le linee del piano che verrà predisposto e ci saranno dati i relativi documenti.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Solo alcuni minuti perché il nostro parere è già stato espresso dal compagno Rivalta.
Sottolineo ancora che noi consideriamo questo, insieme ad alcuni altri atti, come quello del piano territoriale di coordinamento per l'impostazione culturale e operativa, un atto fondamentale del Consiglio Regionale piemontese. E' un atto di quelli probabilmente non recepibili dall'opinione pubblica, anche perché non producono effetti immediati, ma è una pietra fondamentale attorno a cui si costruisce, in modo culturalmente più moderno ed elevato, con metodo scientifico, si costruisce un modo nuovo di governare, dove l'empirismo è ridotto al minimo e dove invece si procede all'insegna dell'organicità, che è uno degli elementi di fondo soprattutto quando a questo si accompagnano alcuni altri atti che noi speriamo in questo ultimo prosieguo di anni si compiranno, quali quello del piano di sviluppo economico regionale, disponendo così di strumenti fondamentali attorno a cui rendere organica l'attività della Regione.
Notiamo ancora un certo disinteresse nel Consiglio, anche se bisogna osservare che la pratica delle riunioni dei Capigruppo e di altri nel mentre si svolgono i lavori del Consiglio Regionale, è una cosa che, per quanto è possibile, bisogna evitare, soprattutto quando si svolgono atti come questo. Continuo a parlare di "atti" per venire a parlare di una proposta che ha fatto Rivalta.
Noi siamo del parere che se non oggi dato che molto probabilmente avremo un'altra seduta il 1? agosto (e noi insistiamo perché si faccia) c'è il tempo necessario per arrivare a quell'atto deliberativo del Consiglio che approvando la relazione e l'impostazione della Giunta gli dà il mandato di operare per quelle o per altre proposte che sono già emerse dalla relazione.
Noi pensiamo che tutta una serie di altre questioni saranno chiarite definite dal Consorzio. Siamo di fronte ad un meccanismo che avrà una sua complessità, una sua ampiezza per la quale è impossibile oggi definire tutti i particolari, il problema di fondo è mettere in movimento il meccanismo e questo, a nostro avviso, si fa con un atto deliberativo del Consiglio che, mentre appunto mette ufficialmente in movimento il meccanismo del Centro di calcolo, lo sancisce con maggiore autorità di un ordine del giorno (ne abbiamo già fatti cinque). Io sarei dell'avviso di arrivare nella prossima seduta con la deliberazione con la quale si stabilisce questo, in quattro parole, ma la cosa sarebbe messa finalmente in movimento nel modo più opportuno.
Devo ancora aggiungere che per le considerazioni fatte dal Presidente circa l'onere finanziario che può comportare, fatte salve le debite divisioni tra i vari contraenti ecc., il parere dei comunisti è che tuttavia per impegni di questo tipo i soldi sono spesi bene e che quindi valga la pena di spenderli perché ciò che si mette in movimento è di importanza forse non ancora da tutti e da noi stessi valutabile nel momento in cui assumiamo questa decisione.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Vorrei dare una risposta agli interrogativi che sono stati rivolti soprattutto dal Consigliere Curci che ha delle riserve. Evidentemente tutto dovrà essere approfondito, d'altra parte la Giunta non si è tenuta nascosta la complessità degli argomenti come quello per esempio della segretezza dei dati e della loro distribuzione, ma è un aspetto squisitamente tecnico che verrà affrontato al momento opportuno. Passato questo primo momento e avvicinatici alla costituzione del Consorzio che avrà anch'esso dei momenti di difficoltà per la creazione dello strumento giuridico, evidentemente ci cauteleremo. Penso che anche il Consigliere Curci conosca un articolo sulla informatica che è stato pubblicato su una rivista che viene mandata, credo a tutti quanti i Consiglieri, in cui si fa richiamo alla mentalità italiana alquanto diffidente nei riguardi della segretezza dei dati amministrativi quindi non è una cosa nuova.
Ringrazio gli altri Consiglieri che sono intervenuti a nome della Giunta e della Commissione che aveva predisposto il lavoro anche in relazione alla Giunta e vedremo a livello di Capigruppo quali saranno le formalità, le modalità da stabilire.


Argomento: Asili nido

Esame progetti di legge relativi alla modifica della legge regionale n. 3 del 15 gennaio 1973 sugli asili nido


PRESIDENTE

Siccome l'IRES ha 19 articoli da votare, volevo riservarlo per il pomeriggio. Se stamane potessimo risolvere gli altri problemi sarebbe meglio: quello sugli asili nido e la deliberazione di cui si è parlato l'altro giorno per l'istituzione di un ufficio legale all'interno dell'Amministrazione Regionale.
Ha spiegato il Presidente della Giunta che giungono sempre più numerosi i ricorsi al Tribunale amministrativo regionale per cui la Regione rischia non avendo un ufficio legale interno, di rimanere assente e quindi, come tutti gli assenti, di avere sempre torto e di essere soggetta a delle pesanti condizioni. La deliberazione passa oggi in VIII Commissione che si riunisce alle ore 15.
Possiamo fare quella degli asili nido.
Ha la parola il relatore, Consigliere Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, relatore

Signor Presidente, abbiamo diffuso tardivamente la relazione, attesi i tempi ristretti intercorsi tra la presentazione del disegno di legge e l'approvazione dello stesso in sede di Commissione.
Noi abbiamo approvato alla fine del 1972 la legge relativa ai "Criteri generali per la costruzione, l'impianto, la gestione ed il controllo degli asili nido" legandoci all'art. 6 della legge statale 1044. Stabilivamo allora uno stanziamento suppletivo del fondo assegnato dallo Stato, a carico del bilancio regionale per gli anni 1972/'73 in ragione di circa un miliardo di lire per il 1972 e di un altro miliardo per il 1973 riservandoci successivamente per gli anni 1974/'75 di definire o fondi di integrazione nel piano pluriennale riferito ai tempi propri del piano di sviluppo regionale.
Allora risultava che nel Piemonte esistevano circa 97 asili nido con una rappresentanza sulla popolazione attiva da O a 3 anni di circa il 3,29%.
La legge regionale dilatava in quel momento e suscitava molte speranze ed attese negli Enti locali i quali, con relativa tempestività, hanno provveduto ad iniziare lo sviluppo delle procedure e le hanno perfezionate anche in tempi relativamente sopportabili.
Si precisava all'art. 2 che è oggetto di modifica con il provvedimento che viene proposto ora al Consiglio Regionale che i contributi per ciascun asilo nido non potevano superare i 40 milioni per la costruzione e i venti milioni per la gestione e si stabiliva ulteriormente che l'intervento regionale non poteva essere cumulato con quello dello Stato. Le note difficoltà che hanno investito l'economia del Paese, la particolare lievitazione dei costi nel settore edilizio nel quale è stato impedito il perfezionamento di molte gare di appalto, addirittura proponendo la rinuncia ad appalti già conferiti, purtroppo hanno toccato anche questa "preziosa" iniziativa, dal profondo contenuto sociale, ponendo in forse la capacità di molti Enti locali a colmare la differenza tra il contributo di lire 40 milioni e l'effettivo costo delle costruzioni, aggirantesi mediamente sui 100/120 milioni di lire.
Il cresciuto costo del denaro, il difficile ricorso alla contrazione dei mutui per la somma mancante, ulteriormente condizionato dalla capacità di realizzare l'ordinato svilupparsi della politica della spesa degli Enti locali, in parte privati della potestà di imposizione fiscale causa la nota articolazione della riforma tributaria, hanno arrischiato di vanificare lo sforzo economico-politico dello Stato e della Regione.
Importante, quindi, si potrebbe affermare "vitale" il proposto intervento della Regione, integrativo del contributo statale per i piani annuali relativi agli esercizi finanziari 1972/'73.
Tale intervento cresce nella misura massima di 25 milioni il precedente contributo, offrendo la possibilità agli Enti locali di acquisire somme per un importo massimo di 65 milioni per la costruzione degli asili nido. E' un notevole sforzo finanziario assommante complessivamente a tre miliardi e 600 milioni. A questo vanno aggiunti i due miliardi già stanziati con la legge del dicembre 1972 e a questi ancora vanno aggiunti circa tre miliardi e 700 milioni (tanti si presume potranno entrare attraverso l'intervento dello Stato) quindi un intervento complessivo assommante attorno ai dieci miliardi di lire per questo importante settore sociale.
Anche se tale sforzo che porta a lire 65 milioni massimi i limiti dell'intervento a favore degli Enti locali, non copre la spesa media complessiva delle opere, è certo che esso consentirà ai promotori delle iniziative di cogliere una nuova occasione per non disperdere tante energie, procedendo decisamente alla realizzazione di quelle strutture sociali oggi indispensabili e irrinunciabili.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Fabbris.



FABBRIS Pierina

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il provvedimento che ci apprestiamo a votare oggi è stato ripetutamente sollecitato dal nostro Gruppo per le ragioni che ricordava poc'anzi il collega Beltrami ed è, come egli ha illustrato, attuativo della legge nazionale che si propone di istituire nel nostro Paese un servizio indispensabile per la prima infanzia.
Questo provvedimento che, come ricordava il Consigliere Beltrami a nome della IV Commissione, impegna per somme notevoli il bilancio della Regione è molto importante e consistente da un punto di vista finanziario. Tuttavia mi permetto richiamare alla vostra attenzione il fatto che viene estremamente in ritardo in quanto che i Comuni che hanno predisposto i piani per il '72 e '73 e ottenuto la promessa di contributo da parte della Regione, si trovano oggi nell'impossibilità di costruire perché i soldi non sono sufficienti. E' stato appunto ricordato dal Consigliere Beltrami come nonostante lo sforzo notevole che la Regione compie impegnando questi tre miliardi e 600 milioni del proprio bilancio, si arrivi sì e no a coprire la metà del costo effettivo dei progetti per gli asili nido.
I Comuni quindi, che nonostante le difficoltà finanziarie degli Enti locali hanno intenzione di predisporre questo servizio e a suo tempo non solo hanno elaborato i progetti, ma hanno anche cercato di reperire i fondi necessari attraverso mutui, si trovano oggi nell'impossibilità di accedere a tali mutui in seguito alla stretta creditizia adottata dal nostro Governo. Per cui il pericolo è che, nonostante l'impegno cospicuo che andiamo ad affrontare, questo non sia sufficiente per mettere i Comuni nelle condizioni di creare il servizio.
Io mi permetto quindi non solo di richiamare al Consiglio questo fatto ma di fare due proposte: la prima è di votare come Consiglio Regionale un ordine del giorno che sottolinei al Governo la necessità di misure urgenti che deliberino gli Enti locali dalla stretta creditizia e li mettano in condizioni di iniziare o di proseguire le opere di carattere sociale che hanno a suo tempo predisposto.
Per rendere ancora più efficace questa azione, mi permetto di proporre la costituzione di una delegazione composta di rappresentanti della Regione e di sindaci (che mi risulta sono numerosi) che possano andare a conferire con il Ministro delle Finanze allo scopo di sveltire le pratiche per dare ai Comuni questa possibilità.
Sottolineo questa seconda richiesta non per sminuire il valore che pu assumere un ordine del giorno che è una presa di posizione politica del Consiglio Regionale, ma per significare - a me risulta che la situazione sia questa - che sui 53 Comuni che hanno ottenuto il contributo per la costruzione degli asili nido nel piano del '72, siano solamente cinque o sei che hanno disponibilità del proprio bilancio. Si tratta quindi della quasi totalità dei Comuni che hanno intenzione e volontà di costituire questo servizio ma sono nell'impossibilità di farlo per mancanza di fondi.
Ritengo quindi che un passo di questo tipo, predisposto dalla Regione in collaborazione con i Comuni, sia un atto altamente politico che traduce in pratica la volontà della Regione di sviluppare l'autonomia degli Enti locali e di fare tutto quanto è nelle sue possibilità per mettere i Comuni nelle condizioni di far fronte ai propri compiti ed ai propri obiettivi.
Mi permetto infine di richiamare l'attenzione del Consiglio e della Giunta sui compiti che a noi spettano per l'elaborazione del piano del 1974.
Il piano per il '74 deve risultare parte del piano pluriennale in base a quanto stabilisce l'art. 2 della nostra legge. Ne deriva quindi che entro il 31 ottobre, dobbiamo predisporre il piano pluriennale, preventivarne il costo globale, indicare le fonti di finanziamento.
Circa il finanziamento, mi risulta che presso il Ministero della sanità sta lavorando una Commissione mista alla quale oltre ai rappresentanti sindacali partecipano anche alcuni Assessori regionali, per concordare le modifiche alla legge nazionale allo scopo di fissare cifre diverse superiori alle attuali, sia per la costruzione che per la gestione degli asili nido.
Credo sarebbe opportuno che l'Assessore prendesse contatti con il Ministero ed informi successivamente il Consiglio perché ne tragga le opportune conclusioni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vietti.



VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi sociali

Come è già stato ricordato, al momento dell'approvazione della legge sugli asili nido, avevamo rilevato che nella nostra Regione il servizio era molto carente poiché era soltanto disponibile un numero di posti corrispondente al 3% dei potenziali utenti. In quella occasione avevamo ritenuto che lo sforzo finanziario della Regione dovesse essere teso, in modo particolare, verso l'incremento del servizio e verso la sua diffusione sul territorio anziché per l'integrazione dei contributi ai Comuni, anche perché l'esperienza della Regione Piemonte metteva in rilievo come già prima della legge alcuni Comuni, seppure in numero limitato, avevano provveduto a totale loro spesa alla costruzione di asili nido.
Da allora ad oggi la situazione è nettamente cambiata, poiché si è registrata una notevole lievitazione dei costi connessi al diminuito potere di acquisto della moneta e il deterioramento della situazione della finanza locale. Pertanto i contributi di 40 milioni per la costruzione degli asili nido sono del tutto insufficienti. Diventa così indispensabile la modifica dell'art. 2 della legge 15/1/1973 n. 3, recante norme sugli asili nido, ed un ulteriore intervento finanziario per integrare i contributi concessi ai Comuni in base ai piani relativi agli esercizi finanziari 1972 e 1973. Il numero degli asili nido previsti in tali piani si aggira sui 120; bisogna però prevedere anche altri stanziamenti in quanto il Governo, in particolare il Ministero della Sanità, ha accettato la richiesta delle Regioni ed anche il nostro voto espresso in occasione dell'approvazione del piano 1973, di consentire alle Regioni di approvare piani suppletivi per il 1973 in base ai fondi che ancora affluiranno tramite l'INPS e tramite altre gestioni previdenziali.
Pertanto per il piano relativo all'esercizio finanziario 1973, dovremo ancora fare un riparto per i fondi affluiti tramite l'INPS per il secondo semestre che si presume siano di L. 509.150.000 e un riparto su un supplemento di fondi INPS oltre che di altri fondi che dovranno affluire allo Stato da altre gestioni previdenziali, come previsto dall'art. 2 della legge 16.4.1974 n. 114, per una cifra complessiva di circa L. 795 milioni.
Lo stanziamento previsto deve quindi permettere l'integrazione dei contributi concessi in base ai piani già approvati oltre che l'integrazione dei fondi che ancora affluiranno sull'esercizio 1973 ed eventualmente sull'esercizio 1972.
Accetto l'invito della Consigliera Fabbris di approvare un ordine del giorno che richieda al Governo un intervento per il superamento dell' attuale stretta creditizia che privilegi gli Enti locali per l'accensione di mutui per opere sociali e per opere infrastrutturali. A parer mio si potrà costituire una delegazione di sindaci per tale intervento soltanto se non avrà esito positivo l'azione che il Presidente della Giunta svolgerà secondo quanto previsto dall'ordine del giorno che il Consiglio si appresta ad approvare.
Certo l'onere medio di spesa per la costruzione degli asili-nido supera i 100 milioni e pertanto i Comuni dovranno ancora reperire una cifra rilevante; ritengo tuttavia di evidenziare il notevole impegno finanziario che la Regione Piemonte ha compiuto e si ripromette di compiere, impegno che ritengo superiore a quello affrontato da tutte le altre Regioni.
Infatti, malgrado la legge degli asili-nido nazionale si prefiggesse di realizzare un notevole incremento del servizio degli asili nido, i fondi statali relativi agli esercizi finanziari 1972 e 1973, pur facendo delle previsioni ottimistiche, per la nostra Regione ammonteranno a tre miliardi e 700 milioni, mentre gli stanziamenti della Regione per i piani relativi al 1972 e 1973 sono superiori perché ammontano a 5 miliardi 600 milioni pertanto l'impegno finanziario nostro è notevolmente superiore agli stanziamenti provenienti dai fondi statali sommati ai contributi dei datori di lavoro che affluiscono tramite le gestioni previdenziali. Mi pare sia una realtà da sottolineare.
E' però un impegno che merita di essere affrontato, in modo particolare per le caratteristiche della nostra Regione, ove è vivamente sentita l'esigenza del servizio degli asili-nido, il cui incremento è sollecitato dagli amministratori locali e dai cittadini in genere.
Pertanto nell'attesa della predisposizione del piano pluriennale degli asili-nido, per il quale l'IRES sta facendo uno studio al fine di prevedere l'aumento o la diminuzione del numero dei bambini dagli 0 ai 3 anni residente per ogni area ecologica della nostra Regione, ed anche in attesa della modifica della legge nazionale degli asili-nido, come è stato annunciato dal Ministero della Sanità, volta a modificare l'entità dei contributi stabiliti nella legge ed a dare più ampia possibilità d'intervento alle Regioni, ritengo importante approvare questo ulteriore intervento finanziario per incrementare un importante servizio sociale a favore della famiglia e della prima infanzia.



PRESIDENTE

E' chiusa la discussione generale, possiamo passare alla votazione degli articoli.
Comunico che l'VIII Commissione è convocata non nella sede di Via M.
Vittoria, ma qui alle ore 15.
Disegno di legge n. 185 "Modificazioni ed integrazioni della legge regionale 15.1.1973 n. 3 recante norme sugli asili nido".
Art. 1. - Il secondo comma dell'art. 2 della legge regionale 15/1/1973 n. 3 è sostituito dal seguente: L'ammontare dei contributi a carico della Regione viene determinato per ciascun asilo-nido con deliberazione della Giunta Regionale, tenendo conto della spesa effettiva per la costruzione e gestione dell'asilo-nido medesimo.
Nessuno chiede di parlare, si passi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione.
Presenti e votanti n. 34.
Hanno risposto sì n. 34 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2. - La Regione integra i contributi, a favore dei Comuni e dei Consorzi di Comuni per la costruzione, l'impianto e l'arredamento degli asili-nido, previsti dai piani annuali relativi agli esercizi finanziari 1972 e 1973.
La Regione integrerà i contributi da assegnarsi ai Comuni ed ai Consorzi di Comuni, in base ad ulteriori riparti di fondi disposti dallo Stato, per gli esercizi 1972 e 1973.
L'integrazione regionale di cui ai precedenti comma non potrà superare la misura di venticinque milioni per ciascun asilo-nido e di dodici milioni per ciascun micro asilo-nido.
Non vi sono emendamenti, nessuno chiede la parola, si passi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione.
Presenti e votanti n. 36 Hanno risposto sì n. 36 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3. - Agli oneri di cui al precedente articolo 2 valutati in 3.600 milioni, si provvede mediante l'accensione di un mutuo di pari importo alle migliori condizioni di tasso e di durata possibili, da estinguere in semestralità costanti posticipate. La Giunta Regionale è autorizzata ad assumere, con propria deliberazione, il mutuo predetto.
Nello stato di previsione dell'entrata per l'anno finanziario 1974 sarà corrispondentemente istituito il capitolo n. 78, con la denominazione "Provento del mutuo autorizzato a copertura della spesa per l'integrazione dei contributi, a favore dei Comuni e dei Consorzi di Comuni, per la costruzione, l'impianto e l'arredamento degli asili-nido previsti dai piani annuali relativi agli esercizi 1972 e 1973 e di quelli assegnati in base ad ulteriori riparti di fondi disposti dallo Stato per gli esercizi medesimi" e con la dotazione di 3.600 milioni.
Nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1974 sarà conseguentemente istituito il capitolo n. 1171 con la denominazione "Integrazione dei contributi a favore dei Comuni e dei Consorzi di Comuni per la costruzione, l'impianto e l'arredamento degli asili-nido previsti dai piani annuali relativi agli esercizi finanziari 1972 e 1973, e di quelli assegnati in base ad ulteriori riparti di fondi disposti dallo Stato per tali esercizi" e con lo stanziamento di 3.600 milioni.
Le somme non impegnate nell'esercizio 1974 potranno essere impegnate negli esercizi finanziari successivi, in relazione al disposto dell'articolo 36, secondo comma, del R.D. 18 novembre 1923, n. 2440, con le successive modificazioni ed integrazioni.
A partire dall'anno 1975 e fino alla completa estinzione del mutuo di cui al primo comma, negli stati di previsione della spesa dei singoli anni saranno istituiti il capitolo n. 550 con la denominazione "Quote interessi per l'ammortamento del mutuo autorizzato a copertura degli oneri derivanti dall'integrazione dei contributi a favore dei Comuni e dei Consorzi di Comuni per la costruzione, l'impianto e l'arredamento degli asili-nido previsti dai piani annuali relativi agli esercizi finanziari 1972 e 1973, e di quelli assegnati in base ad ulteriori riparti di fondi disposti dallo Stato per tali esercizi", con lo stanziamento di 440 milioni, ed il capitolo n. 1407 con la denominazione "Quote capitali per l'ammortamento del mutuo autorizzato a copertura degli oneri per l'integrazione dei contributi a favore dei Comuni e dei Consorzi di Comuni per la costruzione l'impianto e l'arredamento degli asili-nido previsti dai piani annuali relativi agli esercizi 1972 e 1973 e di quelli assegnati in baie ad ulteriori riparti di fondi disposti dallo Stato per gli esercizi medesimi" e con lo stanziamento di 60 milioni.
Ai maggiori oneri derivanti dall'ammortamento del mutuo di cui ai precedenti commi, valutati in 500 milioni per ciascuno degli anni 1975 e successivi, si farà fronte fino alla concorrenza di 300 milioni con la residua disponibilità di pari ammontare derivante dalla cessazione, a partire dall'anno 1975 dell'onere di 900 milioni, autorizzato ai sensi dell'articolo 5 e 7, quinto comma, della legge regionale 2 luglio 1974, n.
18, relativa ad interventi nel settore dell'agricoltura, iscritto nel capitolo n. 1331 del bilancio per l'esercizio 1974 e finanziato con le normali entrate di tale bilancio e per la differenza di 200 milioni con una quota di pari ammontare derivante dalla cessazione, a partire dall'anno 1975, dell'onere di 400 milioni iscritto nel capitolo n. 1040 del bilancio per l'anno 1974, quale ultima rata del prezzo di acquisto della sede degli uffici e dei servizi per l'Amministrazione Regionale pure finanziata con le normali entrate del bilancio medesimo.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.
Se nessuno chiede la parola si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione.
Presenti e votanti n. 39 Hanno risposto sì n. 39 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Vi sono dichiarazioni di voto? La parola al Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

A nome del Gruppo liberale dichiaro che voteremo questa legge, pur mantenendo tutte le nostre riserve sull'operatività dello strumento legislativo che subisce soltanto una modifica di quantità, non di qualità e su questo differente avviso che esiste tra la Giunta che ritiene di poter rispondere con questo strumento alle esigenze pressanti che la nostra realtà sociale regionale e la nostra diversa valutazione, cioè la necessità di trovare mezzi più diretti per permettere ai Comuni di dare immediata risposta a queste esigenze; ci sarà il confronto nei consuntivi.
Io ritengo che anche con questa legge, noi incrementeremo quei residui passivi-attivi su cui abbiamo già ampiamente polemizzato, pei quali c'è stata una diversa valutazione e che vorranno però dire che gli asili nido non saranno realizzati proprio per l'impossibilità di spesa da parte degli Enti locali, quelli che ne hanno più bisogno, che hanno più istanze sociali che ci premono e pressano La necessità di risolvere tali problemi, in questo particolare momento di stretta creditizia impedirà, anche se questi contributi sono in conto capitale, ma presuppongono sempre la disponibilità di un capitale che pu appena pervenire agli Enti locali tramite dei mutui, di dare la risposta che poteva invece essere data con i mezzi finanziari che abbiamo a disposizione, ove gli stessi fossero stati integralmente utilizzati dalla Regione.



PRESIDENTE

Più nessuno chiedendo la parola per dichiarazione di voto, pongo in votazione l'intero testo del disegno di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione finale.
Presenti e votanti n. 36 Hanno risposto sì n. 36 Consiglieri Il disegno di legge n. 185 è approvato.
Sono pervenuti due ordini del giorno, il primo porta le firme dei Consiglieri Beltrami, Zanone, Fabbris, Vera, Calsolaro: "Il Consiglio Regionale del Piemonte in sede di approvazione della legge 'Modificazioni ed integrazioni della legge regionale 15 1.1973, n. 3 recante norme sugli asili-nido' considerato il rilevante sforzo della Regione che per i piani degli asili nido, relativi agli esercizi finanziari 1972/1973, ha integrato il fondo nazionale di ben 5.600.000.000 di cui 3.600.000.000 reperiti con accensione di mutuo, constatato che il provvedimento legislativo approvato in data odierna, è conseguente alle note difficoltà in cui versano gli Enti locali sia per la rilevante lievitazione dei costi connessa al diminuito potere d'acquisto della moneta, sia per il deterioramento della situazione della finanza locale invita il Presidente della Giunta Regionale ad intervenire presso gli organi centrali di Governo affinché, in superamento dell'attuale stretta creditizia, vengano privilegiati gli Enti locali per l'esecuzione di opere e infrastrutture sociali per dare adeguata risposta alle esigenze delle comunità locali ed anche per non vanificare il rilevante sforzo della Regione per l'incremento di un importante servizio sociale quale è quello degli asili nido".
La parola alla Consigliera Fabbris.



FABBRIS Pierina

Io desidero fare una richiesta alla Giunta: nel mio intervento ho posto due questioni: avevo chiesto di votare un ordine del giorno che poi è stato formulato in questo modo e, data l'urgenza necessità di intervenire nei confronti del Governo perché sblocchi immediatamente per attuare con urgenza i piani 1972/1973 degli asili nido, di costituire una delegazione di rappresentanti della Regione e di Sindaci per andare dai Ministri competenti a presentare queste istanze.
Vorrei sapere che cosa pensa la Giunta al riguardo perché l'ordine del giorno è importante in quanto, come ho già dichiarato nell'intervento precedente, rappresenta una presa di posizione politica del Consiglio Regionale e quindi è una cosa estremamente valida, ma c'è la necessità di intervenire con urgenza (in questo senso colgo anche le perplessità del collega Rossotto) circa la possibilità di rendere operanti questi fondi della Regione che si stanziano per integrare i contributi ai Comuni.
Desidererei avere una risposta in merito.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Debenedetti.



DEBENEDETTI Mario, Vicepresidente della Giunta Regionale

Per incarico del Presidente devo dire che lo stesso accetta di buon grado lo spirito informatore di questo ordine del giorno e anche l'impegno di intervento contenuto nell'invito relativo alla formulazione dell'ordine del giorno stesso.
Mi pare che la successiva richiesta fatta dalla Consigliera Fabbris possa essere subordinata a questo primo passo che il Presidente della Regione farà sulla base delle indicazioni contenute nell'ordine del giorno riservando eventualmente l'assunzione dell'iniziativa da lei proposta successivamente a questo intervento. Mi pare che questo possa essere un programma che soddisfa le esigenze indicate dal documento.



PRESIDENTE

Nessun altro intende prendere la parola? Pongo in votazione per alzata di mano l'ordine del giorno di cui è stata data lettura: è approvato all'unanimità.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Ordine del giorno per la salvaguardia dell'Istituto autonomo per le Case popolari di Biella


PRESIDENTE

Il secondo ordine del giorno porta le firme dei Consiglieri Bianchi Berti, Fabbris, Zanone, Vera, Calsolaro: "Il Consiglio Regionale del Piemonte, rilevato che l'Istituto autonomo per le case popolari di Biella, il più antico tra gli IACP del Piemonte e l'unico a carattere non provinciale nella regione, ha sempre svolto la sua attività con risultati estremamente positivi per la collettività e per i lavoratori di Biella richiamato il valore degli organismi locali, espressione delle collettività territoriali e, in particolare, l'importanza di un Istituto che si inserisce, in un settore essenziale, nella realizzazione di un sistema di amministrazione comprensoriale, secondo una tendenza di cui ha segnato un passo significativo la legge regionale n. 1 del 7 gennaio 1972, istitutiva del circondario di Biella invita il Governo a salvaguardare , in relazione alla legge n. 865 del 1971 ed al D.P.R. n. 1036 del 1972, non solo l'esistenza ma anche, e soprattutto, la piena funzionalità dell'Istituto; impegna inoltre la Giunta Regionale ad assumere ogni iniziativa affinché all'Istituto autonomo per le case popolari di Biella sia riconosciuto nel settore un ruolo pari a quello attribuito agli analoghi Istituti a carattere provinciale e affinch l'Istituto stesso possa estendere la sua attività all'intero territorio circondariale".
Qualcuno desidera illustrarlo? Nessuno.
Chi intende approvare l'ordine del giorno e pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unananimità.
La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Le chiederei soltanto per oggi pomeriggio una breve riunione dei Capigruppo per determinare esattamente le questioni che discuteremo oggi e domani; visto che l'ordine del giorno si presentava piuttosto nutrito, si tratta di compiere alcune scelte che è bene determinare nella riunione dei Capigruppo.



PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta ed i Capigruppo sono convocati per le ore 15.



BESATE Piero

Visto che c'è la riunione alle 15 prego anche i membri della III Commissione di riunirsi in questa sede per l'esame della legge sull'assistenza scolastica.



PRESIDENTE

Va bene.
Il Consiglio e convocato per le ore 15,30. La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,25)



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