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Dettaglio seduta n.237 del 20/06/74 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazioni del Presidente della Giunta sulla vicenda delle Officine Moncenisio di Condove


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bertorello, Gerini, Giovana Ferraris, Debenedetti, Gandolfi.
Ha chiesto di parlare il Presidente della Giunta per fare alcune dichiarazioni in ordine al grave problema della Moncenisio. Ne ha facoltà.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Signor Presidente, signori Consiglieri, sono stato richiesto, in relazione a quanto è stato ampiamente scritto e sottolineato dai quotidiani torinesi a proposito dell'intervento della Regione per il reperimento di 5 miliardi occorrenti all'EGAM perché possa essere perfezionata, e rapidamente, l'operazione destinata a salvare, con la produzione, anche la garanzia del posto di lavoro, alle Officine Moncenisio, di riferire al Consiglio, facendo opportune precisazioni. Non intendo sottrarmi a tale istanza, ma chiederei che eventuali interventi in proposito siano rimandati a domani, per non ritardare il corso dell'approvazione delle importanti leggi che sono oggi all'esame del Consiglio.
Debbo fare una premessa che è una indispensabile precisazione. La Regione Piemonte si è interessata, e si interessa, alla sostanza del problema che ha nome Moncenisio sin dal suo sorgere, per ottenere, se possibile, una soluzione con intervento pubblicistico. Ciò al fine di mantenere una efficiente produzione, ripeto, assicurando il pieno livello occupazionale.
Incontri, convegni, dibattiti si sono susseguiti in Regione e a Roma presso il Ministero delle Partecipazioni e presso l'EGAM. Per disposizione del Ministro Gullotti, l'EGAM si è assunto il compito di portare innanzi la procedura, invero complessa, anche in relazione alla incombente ipotesi fallimentare della Moncenisio.
Chi vi parla, l'Assessore Conti, preposto al settore del Lavoro, e la Giunta non hanno tralasciato nulla di quanto fosse possibile fare. I sindacati ed i lavoratori della Moncenisio ne hanno dato atto. Si è giunti ora alla stretta finale: perché l'operazione EGAM vada in porto occorrono una decina di miliardi. L'EGAM ha reperito parte di tale somma; è dell'altro ieri, per quanto consta, l'impegno per due miliardi dell'IMI. E qui viene la seconda parte della precisazione. Il Presidente dell'EGAM avv. Einaudi, e il Ministro alle Partecipazioni Statali, On. Gullotti, mi hanno chiesto il personale intervento, ovviamente quale Presidente della Regione, presso le banche torinesi al fine di ottenere, se possibile un'anticipazione di cinque miliardi occorrente all'EGAM per condurre in porto l'operazione, i residui cinque miliardi. L'intervento nostro è dunque un intervento collaborativo, e non sostitutivo, e con tutta la sollecitudine del caso ho operato, nella speranza che il dialogo diretto con gli istituti bancari, fatto a livello regionale, possa approdare ad una conclusione positiva. Dopo un primo incontro con i dirigenti dell'Istituto San Paolo, della Cassa di Risparmio di Torino, della Banca Popolare di Novara, nel corso del quale il colloquio è apparso delicato, senza prospettive di immediata conclusione, ho informato il Ministro e l'EGAM non rinunziando tuttavia a proseguire l'operazione, attesa anche la larga disponibilità di buona volontà delle banche, ben consce della gravità della situazione che ancora una volta massacra la già tanto provata economia valsusina.
Le banche hanno tuttavia rilevato le molte difficoltà per il compimento dell'operazione in relazione alla stretta creditizia e alle tassative rigorose disposizioni emanate dal Governatore della Banca d'Italia. Il Presidente dell'EGAM si è dichiarato disponibile ad un incontro di chiarificazione con le banche, incontro che ha avuto luogo ieri, alla sede della Regione, ove si sono trovati anche i rappresentanti del Banco Ambrosiano, del Banco di Sicilia, dell'Istituto Bancario Italiano. La riunione, nel corso della quale il Presidente dell'EGAM ha fornito tutti i chiarimenti che gli istituti bancari chiedevano, si è chiusa con l'impegno di un ulteriore contatto rapido e definitivo tra le varie banche per dare alla Regione la risposta conclusiva circa il reperimento della somma, il cui versamento dovrebbe avvenire in due soluzioni. Mi sembra di poter dire che un passo avanti è stato fatto. La Regione sarà ben lieta di aver fornito questo contributo per la soluzione dell' angoscioso problema. La buona volontà e il senso di responsabilità delle banche consentono di non considerare cadute tutte le speranze. Al termine della seduta del Consiglio di questa mattina ho avuto un colloquio con il prof. Jona, Presidente dell'Istituto San Paolo, incaricato di coordinare l'intesa tra le banche.
Egli mi ha confermato che già questa mattina si è iniziato il lavoro in tale direzione. Assicuro i signori Consiglieri che non sarà trascurato nulla per far sì che l'operazione si realizzi, salvando dalla disoccupazione settecento lavoratori e le loro famiglie.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare sulle comunicazioni il Consigliere Besate.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Veramente, avevo precisato che facevo queste dichiarazioni con l'intesa che il dibattito seguisse domani, in quanto sono in attesa di ulteriori precisazioni. Comunque, se il Presidente del Consiglio le concede di parlare non posso oppormi.



RIVALTA Luigi

Mi pare che la prassi sia che quando il Presidente della Giunta fa delle dichiarazioni...



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Le ho fatte solo perché a ciò sollecitato, e le ho fatte dopo averle messe per iscritto, contrariamente alle mie abitudini, anche perch restasse bene specificato il desiderio che su queste comunicazioni, anche se fatte oggi, si rimandasse il dibattito a domani, per non turbare attraverso eventuali prese di posizione, un lavoro intelaiato di difficilissima conduzione. Comunque, si faccia come si ritiene meglio.



PRESIDENTE

Preciso a mia volta che il Presidente della Giunta, nel chiedermi di poter fare queste dichiarazioni, mi aveva già preannunciato la sua speranza di potere domani, dopo tutto un lavoro che poteva essere svolto nel pomeriggio di oggi, stasera e domani mattina, dare ulteriori comunicazioni per ragguagliare meglio il Consiglio. Prego quindi il Consigliere Besate di voler rinviare il suo intervento, per agganciarlo alle comunicazioni che probabilmente vi saranno domani.



BESATE Piero

Senza che ciò costituisca precedente per i futuri lavori del Consiglio prendendo atto che il Presidente del Consiglio ha ora comunicato che domani ci saranno ulteriori comunicazioni a completamento di quelle ora svolte dal Presidente della Giunta, rinuncio a parlare ora.



RASCHIO Luciano

Non è così, forse?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Non vorrei vedere stravolte le mie parole: io ho fatto l'ipotesi di essere in grado di fare ulteriori precisazioni domani, senza prendere alcun impegno, perché la cosa non dipende da me, ed ho inoltre detto semplicemente che è opportuno forse non svolgere in questo momento un dibattito per non compromettere con certe prese di posizione possibili soluzioni positive.



BESATE Piero

Vorrà dire che se domani ci saranno altre comunicazioni interverrò su quelle, altrimenti chiederò di intervenire ugualmente.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Consigliere Besate, è stato proprio lei a chiedermi questa mattina di fare il punto della situazione, per ragguagliare i dipendenti della Moncenisio, ed io le ho risposto che avrei fatto le dichiarazioni che ho fatto in questo spirito. Comunque, a questo punto tolgo ogni riserva e mi dichiaro disponibile a fare subito tutta la discussione che si voglia fare sulle mie comunicazioni, in piena libertà.



BESATE Piero

Presidente, lei sa bene che non è assolutamente il caso di prenderla su questo tono.



PRESIDENTE

Per parte mia, le rinnoverei la preghiera, Consigliere Besate, dato che sono in via di sviluppo delicate trattative, di voler rinviare il suo intervento sulla Moncenisio alle comunicazioni che potranno esserci domani sia in caso che l'esito sia positivo sia che sia negativo.



BESATE Piero

Sono disposto a rinviare a domani l'esposizione delle mie considerazioni, aderendo alle indicazioni date dal Presidente del Consiglio.



RASCHIO Luciano

Teniamo solo a che sia chiaramente stabilito che domani si potrà discutere sulla questione Moncenisio, ci siano o no dichiarazioni in merito, favorevoli o meno. Non vedo perché il Presidente della Giunta debba adontarsi per questa nostra richiesta.



PRESIDENTE

Rimaniamo allora intesi così.
Poiché uno dei due Consiglieri Segretari è in congedo e l'altro non è ancora giunto, pregherei il Consigliere Vecchione, quale più giovane componente l'assemblea, di venire a disimpegnarne momentaneamente le mansioni.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta") - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Esame proposta di legge n. 129 relativa alla salvaguardia del piano sanitario regionale


PRESIDENTE

Passiamo al punto primo dell'o.d.g.: "Esame proposta di legge n. 129: 'Per la salvaguardia del piano sanitario regionale'".
Ha facoltà di parlare il relatore, Consigliere Beltrami.



BELTRAMI Vittorio, relatore

Signor Presidente, la relazione è stata distribuita. Ne colgo riassuntivamente solo qualche aspetto, per lasciare il maggior spazio possibile agli interventi. L'argomento in questione è stato oggetto di ampia discussione in sede di Commissione ed ancora nel più recente dibattito che ha investito il Consiglio Regionale attorno ai problemi della Sanità.
Nell'una e nell'altra occasione, l'Assessore regionale del settore è diffusamente intervenuto, illustrando il pensiero e gli orientamenti della Giunta.
Quest'ultima, con comunicazione 11/3/1974, a firma del Presidente avv.
Gianni Oberto, esprimeva il seguente parere: "Le comunico che la Giunta Regionale, nella seduta dell'11 febbraio scorso, ha preso in esame, su relazione dell'Assessore alla Sanità, avv. Angelo Armella, la proposta di legge n. 129: "Per la salvaguardia del Piano sanitario regionale" presentata dai Consiglieri Vecchione, Berti e Fabbris. In merito alla stessa, la Giunta Regionale ha espresso parere che sia più opportuno soprassedere all'approvazione di una legge di salvaguardia, intendendo la Giunta presentare al più presto al Consiglio gli studi del Piano, per la sua formulazione". Piano che, d'altronde, è previsto dalla Legge 132 quale momento del maggior piano quinquennale per gli interventi relativi alle materie in cui la Regione stessa ha potestà legislativa.
Il Piano, secondo la Legge 132, deve indicare la previsione degli interventi regionali relativi all'impianto di nuovi ospedali, all'impianto trasformazione, ammodernamento o soppressione di quelli esistenti in relazione al fabbisogno dei posti letto distinti per acuti, cronici convalescenti e lungodegenti, all'efficienza dell'attrezzatura, alla rete viabile e alle condizioni geomorfologiche ed igienico-sanitarie della popolazione.
Prevede poi degli standard di popolazione da servire entro il bacino di utenza dello stesso piano intorno ai 25-50 mila abitanti; in più un ospedale fino a 400.000 abitanti e almeno un ospedale regionale per ogni Regione. Queste indicazioni vengono riprese di volta in volta, con gli opportuni aggiornamenti, dai vari progetti di riforma sanitaria. Nella Legge regionale, è ulteriormente specificato, secondo la Legge 132, devono essere indicati anche i mezzi finanziari per la costruzione di nuovi ospedali, l'ampliamento e la trasformazione. In chiave diversa questi argomenti vengono ripresi dal cosiddetto "decretone per il rilancio dell'economia". In questo decretone, attraverso, di fatto, un blocco dell'ulteriore licenza di trasformazione e ampliamenti, di nuovi insediamenti, di costruzione di nuove divisioni e sezioni nell'ambito degli ospedali, si dà però atto che il Governo regionale ha titoli, laddove si rivelassero casi e fatti di assoluta urgenza e indifferibilità, di intervenire al solo fine di concedere la debita autorizzazione.
Il D.P.R. 27/3/1969 n. 130 ripete, per quanto attiene al personale, gli stessi concetti e ne fissa gli ambiti operativi.
Le dichiarazioni programmatiche della Giunta Regionale del dicembre '73, dichiarazioni ampliate nel dibattito del gennaio 1974, hanno evidenziato la volontà di rassegnare al più presto al Consiglio il Piano regionale. Queste indicazioni, se tradotte in concretezza di deliberazioni oltre ad adempiere ai disposti della legge, costituiscono indubbiamente una precisa manifestazione di volontà politica, e se da parte della Commissione è stato fatto, direi all'unanimità, un voto, è quello che si passi al più presto alla traduzione in concretezza e operatività di questi impegni programmatici della Giunta.
Il progetto di legge n. 129, di fatto, tratta nell'enunciazione la salvaguardia del Piano sanitario regionale, ma la materia che esso specificatamente affronta - lo si avverte ad una attenta lettura - è in via precipua quella dell'organizzazione ospedaliera. E' un progetto che trova riscontro - è stato ricordato anche nel più recente dibattito svoltosi in quest'aula - che talune Regioni hanno già tradotto in legge, e già se ne è parlato diffusamente attorno ai diversi tipi di intervento. Nella sostanza le leggi approvate o gli studi in corso nelle altre Regioni manifestano un impegno di salvaguardia che non esclude, però, la possibilità di far fronte ad esigenze straordinarie ed indifferibili, e impegnano la Giunta Regionale, quasi sempre entro un anno dall'entrata in vigore della Legge di salvaguardia, a presentare un compiuto Piano ospedaliero. E' comunque convinzione comune che la materia debba essere ordinata e regolamentata pur nel carente quadro legislativo vigente ed alla luce delle competenze affidate alla Regione.
L'Assessore alla Sanità, avv. Armella, ha assicurato che nel volgere di brevissimo tempo può essere presentato al Consiglio, e per esso alla Commissione, il modello ottimale dell'ospedale di base, frutto degli studi di un nutrito gruppo di collaboratori dell'Assessorato, e che dovrebbe proporci il modello-tipo di ospedale, con tutte le specificazioni in ordine ai reparti tradizionalmente affidati agli Ospedali di zona ed alle specialità di routine (ortopedia, otorino, oculistica, dermoneuro urologia...).
Ospedale che dovrebbe calarsi entro una realtà territoriale omogenea che non può più necessariamente essere il tradizionale "bacino ospedaliero", ma deve dar luogo al rilevamento di una nuova dimensione Sanitaria legata ad un quadro di interventi che investe tutta la sfera delle iniziative potenzialmente sviluppabili che ruotano attorno alla salute dell'uomo, creando così quella cerniera di collegamento, di accostamento dei due momenti, quello ospedaliero e il più completo momento sanitario.
Sorge così, naturalmente, il problema della comprensorializzazione o zonizzazione del territorio in chiave sanitaria, momento anticipatore e di prefigurazione della riorganizzazione del territorio che sarà necessariamente introdotta dalla riforma sanitaria. Il provvedimento di riforma è atteso da tempo, è nell'aria da anni, rivisto e corretto ad ogni mutar di dirigenza governativa, invocato per sanare i molti mali che affliggono la gestione della salute, e contemporaneamente temuto, per la preoccupazione che possa essere gestito superficialmente, accrescendo i molti disagi, non ultimo quello legato alla crisi finanziaria degli enti oggi preposti alla salute dell'uomo, dagli ospedali alle mutue. Nel dibattito svoltosi al Consiglio Regionale è stata ricordata la diversa presenza ai diversi livelli dell'organizzazione territoriale, al di fuori anche degli schemi di organizzazione previsti dai progetti di riforma sanitaria: dai Circondari, dai Comprensori auspicabili, dalle Comunità montane ai Quartieri , ai Distretti scolastici a quant'altro ancora possa interessare l'organizzazione del territorio, domani l'Unità sanitaria locale, domani ancora le Unità locali dei servizi sociali, con gestioni elettive, altre non elettive. La perimetrazione del territorio così organizzato a volte non è coincidente e necessariamente dovrà essere ricondotta ad un grado di omogeneità.
Per concludere, anche per dar luogo alla discussione in termini brevi così come suggerito nella seduta di stamani, se, come è stato oggetto di dichiarazione programmatica della Giunta, il progetto di organizzazione sanitaria territoriale venisse ugualmente ripresentato in termini brevi - e non dimentichiamo che la Giunta già aveva presentato uno schema di studio attorno a questo problema -, il muoversi contemporaneo dei due momenti organizzativi, quello ospedaliero e quello sanitario, riuscirebbe forse a rimuovere ogni ombra di sospetto e a dare una risposta ai diversi problemi sollevati, anche a quelli relativi alla salvaguardia del Piano ospedaliero si affronterebbe, da ultimo, il grosso tema della prevenzione, sul quale non è il caso di diffondersi ora, ma che è oggetto di una insistente richiesta che sale dalla base nella stessa Regione Piemonte per indurre chi ha responsabilità di governo a procedere contro corrente, in relazione alla strada in discesa della cura della malattia, per avviarsi sulla via, più faticosa, ma certamente più moderna e civile, della tutela, della promozione della salute, principalmente a livello preventivo. La maggioranza della Commissione ritiene pertanto di rimettere all'aula il progetto di legge n. 129, adeguandosi al parere della Giunta, nella convinzione che il programma del Governo regionale, non certo frutto di occasionale inventiva, ed entro il quale la maggioranza della Commissione della Sanità si riconosce, possa incontrare tempi maturi per l'attuazione.
Questa conclusione della Commissione non sta certo a significare la proposta del classico colpo di forza fatto di maggioranze semplicemente numeriche attraverso le quali negare il libero svilupparsi delle procedure per evitare un confronto che non può essere evitato e che ha la sua sede naturale proprio qui, in quest'aula.
Le dichiarazioni di principio contenute nella relazione della IV Commissione, che ho ricordato nelle parti essenziali, costituiscono un'assunzione di responsabilità già fatta in quella sede. Esse consentono non già il pedissequo meccanico adeguamento ad uno stato d'animo di chi ha responsabilità di gestione, bensì l'accoglimento di una proposta di lavoro che ha una sua logica, si innesta su una base programmatica, è razionalmente corretta. Pertanto, le conclusioni della Commissione non sono irriguardose verso chicchessia, e nella fattispecie verso i proponenti: anzi, identificandosi e ritrovandosi nelle linee programmatiche della Giunta Regionale, esse esprimono un duplice ordine di idee: 1) l'esigenza di pervenire ad un serio progetto di pianificazione 2) riportare ogni provvedimento - anche perché, a differenza da altre Regioni, da noi non esistono riferimenti all'adozione di progetti a suo tempo portati avanti ad esempio dal Comitato regionale di programmazione ospedaliera - ad una visione organica contestuale all'iniziativa programmatoria.
Tutte queste argomentazioni, ad avviso di chi è relatore oggi, non possono che portare alla conclusione che ho già ricordato più sopra.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Vecchione. Ne ha facoltà.



VECCHIONE Mario

Signor Presidente, signori Consiglieri, devo dire, e non per aprire una polemica - non volevamo suscitare polemiche neppure nel corso del recente dibattito sulla Sanità - che mi spiace constatare l'assenza dell'Assessore all'apertura di una discussione che avrebbe dovuto svolgersi domani ed è stata anticipata ad oggi per sua esplicita richiesta. Aggiungo che non mi trova concorde la parte della relazione svolta oralmente dal Presidente della IV Commissione - al quale darò successivamente atto dello sforzo che ha fatto sia in Commissione sia nella stesura del testo della relazione ove si parla di assidua partecipazione dell'Assessore alla Sanità ai lavori della Commissione: l'intervento è stato uno solo, e dopo questo non c'è più stato niente.
Vediamo ora come si è giunti alla legge di salvaguardia del piano sanitario e quale ne è il significato politico. L'abbiamo definita di "salvaguardia del piano sanitario" anziché "ospedaliero" per un motivo molto semplice: se tendiamo tutti, a livello nazionale, o se si tende in genere a vedere la politica della Sanità e dell'Assistenza, e la politica ospedaliera come qualche cosa che sta all'interno di una politica sanitaria, è evidente che la salvaguardia delle strutture ospedaliere diventa al contempo una salvaguardia del futuro piano sanitario, in quanto tende ad evitare che sia compromessa la situazione dell'insediamento territoriale da parte di grosse strutture ospedaliere, tali da poter paralizzare o bloccare qualsiasi tipo di riforma su questa materia.
Questa legge che è stata proposta dal nostro Gruppo ha un collegamento specifico con la legge dello Stato, precisamente con l'art. 29 della 132 una delle leggi del pacchetto di norme della riforma che va sotto il nome di riforma Mariotti. Non direi, quindi, che vi sia stato alcunché di innovativo sotto questo profilo. Ma, essendo entrate in funzione le Regioni, le quali devono applicare cionondimeno la normativa nazionale, le regioni potevano operare sostanzialmente un recepimento specifico nell'ambito delle competenze loro interne per attuare questo disposto legislativo della legge 132. Quindi, non vi è assolutamente nulla di nuovo in questa legge, ma ci troviamo chiaramente nei canali di una previsione legislativa e oggi di una normativa vigente dello Stato italiano. Vi è necessita di avviare una programmazione politica in questo settore. Ora noi siamo - posso capire le difficoltà che può anche avere l'Assessorato come le può avere la Giunta, perché in questo momento il discorso è nei confronti dell'intera Giunta - in un campo, nel settore della Sanità, nel settore ospedaliero, completamente disastrato: direi cioè che non siamo più al momento in cui la barca fa acqua ma al momento in cui bisogna tirarla su dal fondo del mare o del lago in cui è già affondata. E' sufficiente vedere il modo, il funzionamento degli ospedali, la carenza di servizi l'impossibilità di funzionamento delle strutture ospedaliere, la stretta di carattere monetario nella quale esse si vengono a trovare, le anticipazioni di cassa, che hanno determinato una spirale delle rette che ci porta ad essere il Paese che da meno assistenza, direi, a livello mondiale ed ha i costi più alti, per capire che ci troviamo in una situazione estremamente difficile.
Perché abbiamo proposto questo disegno di legge, che ci spiace che come sentiamo fin d'ora dare per scontato, sia destinato ad essere spazzato via da un colpo di maggioranza, in quanto si deciderà di non passare ai singoli articoli? Per un duplice ordine di considerazioni.
Anzitutto, una considerazione analoga a quella che ci ha portati a promuovere il dibattito fatto nell'ultima seduta del Consiglio sull'insediamento di Borgaro e sulla necessità di un Piano territoriale di coordinamento. Si tratta di una questione identica, con mera trasposizione in campo sanitario: come là non si volevano insediamenti che stravolgessero l'assetto del territorio della Regione, qui non si vuole che ci siano insediamenti ospedalieri o si attui una politica di carattere ospedaliero che pregiudichi sostanzialmente un programma organico in materia sanitaria.
Questa è la linea di demarcazione fra maggioranza e opposizione: noi vi chiediamo sempre una chiara scelta programmatica di intervento, voi rispondete sovente con scelte settoriali, con cerotti applicati a seconda dei casi. Questo è il punto dirimente sotto questo profilo. Alcune battaglie si vincono, certo, anche in una forma diversa da quella che noi potremmo auspicare: per esempio, è stato un fatto positivo la soluzione data dal Consiglio Regionale in merito al tentato insediamento di Borgaro esprimendo la volontà politica di impedire uno scempio.
In questo settore siamo in una situazione per niente diversa, sia pure in campo differente, da quella che ci ha impegnato nel caso di Borgaro: qui, oltre alla necessità di una politica del territorio, c'è quella della localizzazione degli insediamenti ospedalieri; ci leghiamo cioè al discorso dell'unità sanitaria locale, al discorso della zonizzazione, ai gangli vitali attraverso i quali può passare una politica ospedaliera, una politica sanitaria. Vi è quindi una analogia completa fra i due tipi di interventi politici che il Consiglio Regionale può e deve realizzare.
Eppure a noi la risposta della Giunta appare contraddittoria: su un certo argomento mostra di intendere il problema ed assume un atteggiamento, per un altro analogo argomento, ci oppone un muro difficilmente superabile.
Il Presidente della IV Commissione ha svolto una relazione che meriterebbe di essere esaminata da tutti i Consiglieri attentamente, perch è il sintomo di una contraddizione che c'è nella maggioranza, non soltanto per quanto esprime chi l'ha personalmente curata, ma per quanto hanno espresso anche altri componenti della Commissione. Vi è un riferimento alla 132, vi è un riferimento alla necessità effettiva che certi determinati interventi sul piano ospedaliero abbiano una programmazione, un punto di riferimento a cui collegarsi; ma poi la logica della forza che la maggioranza esprime attraverso la Giunta riporta tutto nelle secche, porta a continuare sostanzialmente nel solito modo.
Questa legge ha avuto nella Commissione un iter tormentato. Il Consigliere Garabello ha compiuto un tentativo di mediazione, e noi non eravamo assolutamente contrari ad un accordo. Quali erano le nostre richieste? Noi abbiamo rilevato che questa proposta di legge di salvaguardia riguardava un programma di interventi ancora da approntare ed abbiamo chiesto di conoscere tale programma. Ci è stato risposto che entro la fine del mese di marzo del '74 avremmo avuto l'ospedale di zona l'ospedale tipo, e criteri o indicazioni di territorio. Siamo però arrivati a giugno senza ricevere da parte dell'Assessorato o della Giunta che una lettera datata 11 marzo con l'invito a soprassedere all'esame della legge in attesa della preparazione del programma. Questo non è più possibile, non è ammissibile rimanere ancora assenti in questo campo, a quattro anni dall'inizio del funzionamento delle Regioni, in un momento in cui la situazione si è fatta drammatica in tutti gli enti ospedalieri, in cui la ricerca di soluzioni alternative al vecchio tipo di meccanismo, di impianto del sistema sanitario assistenziale si fa assillante, in cui tutte le Regioni premono sul Governo, e tutti gli Assessori regionali hanno avuto contatti con il Governo attuale, con i Sindacati, a livello nazionale.
Noi non ne facciamo una questione di principio, perché la cosa cui teniamo maggiormente è che si giunga a soluzioni concrete, nell'interesse dei lavoratori, nell'interesse della popolazione. Questo è il punto essenziale, attraverso il quale possiamo esaminare i nostri comportamenti.
Se noi non abbiamo da parte della Giunta risposte, proposte, linee di indirizzo generale che si concretizzino in qualcosa di concreto, in qualcosa su cui si possa aprire il confronto, si possa avviare il dibattito, che cosa dobbiamo fare? Pestare l'aria in un mortaio? Dire che il problema della Sanità, e per altri versi il problema dell'Assistenza, è un qualcosa di definito, di chiuso nell'ambito della Regione Piemonte? Oppure spingere in una direzione diversa, per cercare di affrontarlo quando abbiamo già in Commissione proposte alternative, quando già ci sono indicazioni di zonizzazione, quando già le Organizzazioni sindacali dicono che si deve andare verso una localizzazione per gli interventi sanitari quando la stessa Provincia di Torino ha proposto una zonizzazione del territorio per quanto la concerne? Ecco il nodo essenziale che la maggioranza deve sciogliere, indipendentemente dall'approvazione o meno della legge di salvaguardia.
Francamente, non riesco a comprendere come possa reggere una collegialità all'interno della Giunta sotto questo profilo. Non posso certo riferire il contenuto di colloqui di carattere personale avuti con l'Assessore Gandolfi, che mi spiace sia ora assente, ma è evidente che avendo egli assunto, la volta scorsa, una posizione che fece incombere la minaccia di crisi sulla Giunta, per la totale carenza di politica del territorio, non potrebbe assumere un diverso atteggiamento in ordine a questa tematica. E non dovrebbe essere difficile immaginare quale posizione possono avere i socialisti all'interno della Giunta: in fondo, questa legge è esattamente l'applicazione concreta dell'art. 29 della legge 132, della legge Mariotti. Si vuol forse abrogare nella coscienza, nella volontà politica della Regione, una norma dello Stato? Vediamo allora quali sono i due articoli fondamentali di questa legge articoli che sono stati introdotti proprio al momento in cui le Regioni sono nate, cioè in un periodo successivo al 1968, quando fu varata la Legge ospedaliera 132.
Nell'ad. 1 si pone una preclusione alla possibilità di ampliamento, di ristrutturazione di organici, di ridefinizione, sostanzialmente, degli ambiti delle strutture in materia ospedaliera, dicendo che occorre attendere una programmazione, un piano; l'art. 2, sul quale però non si vuol discutere fino in fondo, dice che, in attesa di una programmazione gli interventi di carattere urgente, gli interventi necessari indispensabili, gli interventi per i quali non si può stare fermi, possono si essere autorizzati dalla Giunta Regionale, ma nell'ambito di una politica di piano, anche se questa politica è in via di formazione. Su questo punto si richiama la competenza della Commissione IV, che dovrebbe lavorare su documenti che arrivino dalla Giunta, che dovrebbe lavorare effettivamente su cose serie, su cose concrete, per esprimere il suo parere. Che questa non sia una legge nuova nella vita regionale lo dimostra un documento che ci è stato fornito dalla IV Commissione, al cui Presidente diamo atto di avere svolto un'attività di puntuale documentazione nell'ambito del lavoro che gli competeva. Da tale documento si evince che leggi analoghe o simili a quella sulla quale discutiamo ci sono già in Lombardia, nell'Emilia-Romagna, nel Veneto, nella Toscana, nel Lazio doveva essere presentata entro la fide di marzo, nella Basilicata (ed è già stata pubblicata) nell'Abruzzo (con legge del '74); la Campania ha un impegno preciso per la preparazione di un piano ospedaliero, e lo stesso vale per il Trentino-Alto Adige; in Liguria un progetto di legge sulle norme di salvaguardia è all'esame dell'Ufficio legislativo della Regione; nel Friuli Venezia Giulia si sta muovendo verso una presentazione del piano da parte dell'Assessorato; c'è in Sardegna ed anche in Puglia; infine, nel Molise vi è una deliberazione avente contenuto tipico della salvaguardia del piano.
Non v'è dunque nulla di nuovo! Le altre regioni stanno soltanto nei limiti di una corretta amministrazione della cosa pubblica, di una corretta volontà, e, direi, di una volontà politica specifica di muoversi in questa direzione, per sciogliere i nodi fondamentali che sono alla base di questa materia, mentre in Piemonte la situazione politica appare ben diversa e deteriore.
Purtroppo l'assenza dell'Assessore ci fa sempre più convinti che su questa materia è quasi impossibile parlare. Noi dobbiamo avere un dialogo un confronto, per portare avanti, sostanzialmente, la politica della Regione in tutti i campi. Questo è stato possibile, molte volte, in questo Consiglio. Io ricordo come esempio l'ultima seduta, quella per l'insediamento di Borgaro: sono cose che si ascrivono positivamente a tutte le forze politiche che hanno partecipato a quel tipo di battaglia, a quel tipo di operazione politica. Ma in questo campo la preoccupazione è grave sotto questo profilo. Noi non ammettiamo che possa mancare il dialogo: noi il dialogo e il confronto lo desideriamo, lo vogliamo, lo pretendiamo, su queste questioni.
Avviandomi a concludere, sostengo che occorre indurre la Giunta ad abbandonare la posizione di stallo nella quale si trova, al di là delle enunciazioni programmatiche che sono state fatte. La proposta di legge oltre ad essere attuativa della legge 132 del '68 - la presenza del collega Simonelli in Giunta mi induce a ricordare ancora che questa è una legge presentata da un Ministro socialista - muove appunto in questa direzione di stimolo, di proposta, di sollecitazione. Il nodo non può sciogliersi senza una volontà politica di fondo della collegialità della Giunta. Sul problema della Sanità, sul problema dell'Assistenza, occorre passare a fatti concreti. Io non vorrei dover dire che quando proprio stava per scadere, il 29 marzo, il termine per la presentazione dell'annunciato progetto di ospedale di zona, di un principio di zonizzazione o di localizzazione, vennero portati fuori dalla Commissione il progetto di zonizzazione che era stato presentato dall'Assessorato, il progetto di pronto soccorso e il progetto di emodialisi, con l'assicurazione che si sarebbe provveduto a ripresentarli. Non ci sono più questi progetti in Commissione, e nessuno sa qual è la volontà specifica della Giunta in proposito. Chiamo, quindi, tutta la Giunta ad esprimersi su questo punto perché è una scelta politica che la Giunta deve fare. Per questo, lo stimolo che essenzialmente questa legge voleva avere da parte dell'opposizione, stimolo ad andare verso la formazione di un piano sanitario, di un piano anche ospedaliero, se ci fosse stata una volontà politica molto più forte da parte della Giunta, deve essere raccolto; il non farlo comporta una responsabilità che coinvolge tutte le forze politiche all'interno del Consiglio e all'interno della maggioranza, molte delle quali sappiamo non essere d'accordo sull' impostazione politica che mira a paralizzare il progetto di legge che abbiamo presentato.
E' tempo che su questo problema si discuta e si giunga a una decisione chiara, semplice, aperta. L'11 marzo la Giunta ci chiedeva di soprassedere perché doveva preparare il piano. Il piano non è arrivato. Possiamo concludere questo dibattito di oggi rassegnandoci ad attendere ancora sulla base di promesse che di norma non vengono mantenute? Se così non è passiamo subito all'approvazione di questo progetto di legge, che, senza sottrarre alcun potere alla Giunta, permette un collegamento reale fra la Giunta e la Commissione e nella programmazione ospedaliera, e negli interventi di natura ospedaliera.



PRESIDENTE

Qualche Consigliere ancora desidera intervenire nella discussione? Il Consigliere Berti. Ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Signor Presidente, le chiedo di sospendere la seduta e riunire i Capigruppo, in quanto desidererei avanzare alcune proposte. Ciò in quanto al fatto che l'Assessore competente non abbia assistito alla parte iniziale di questo dibattito, che pure si è avviato a queste ore per sua espressa richiesta, non possiamo attribuire altro significato che quello di una prova di disprezzo per il Consiglio.



PRESIDENTE

Sospendo la seduta e convoco i Capigruppo e il Presidente della Giunta.



(La seduta, sospesa alle ore 15.55 riprende alle ore 16.30)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto di parlare il Presidente della Giunta.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Desidero fare alcune precisazioni in relazione alla richiesta avanzata dal Capogruppo comunista.
Ho avuto uno scambio di vedute con i vari Capigruppo ed ho anche conferito distintamente, in forma personale, con l'Assessore Armella. La cronologia dei fatti è effettivamente nei termini in cui li ha esposti il Consigliere Berti a nome del suo Gruppo. Questa mattina in effetti l'Assessore Armella aveva chiesto l'inversione dell'ordine del giorno non potendo egli partecipare alla seduta di domani, per ragioni familiari che tutti apprezziamo (deve assistere un figlio rimasto seriamente infortunato); e aderendo alla sua richiesta si era convenuto di aprire il dibattito su questa legge oggi pomeriggio alle ore 15. Alle 11.45 stamattina, l'Assessore Armella mi aveva detto che avrebbe approfittato dell'intervallo di tempo fra mezzogiorno e le 15 per andare ad Orio, ove l'ospedale si trova in situazione particolarmente difficile. Io stesso conoscendo i termini della questione, per esservi stato direttamente interessato dai medici, dal Sindaco, dai dipendenti di quel nosocomio, gli dissi che ritenevo opportuna questa sua disponibilità per un colloquio. Le cose però sono andate imprevedibilmente per le lunghe, e ciò l'ha costretto a ritardare il suo arrivo nell'aula consiliare alle 16. L'Assessore Armella è il primo a rammaricarsi di questo contrattempo, che ha messo il rappresentante del Gruppo Comunista in condizione di pronunciare il suo intervento senza la presenza dell'Assessore, che sarebbe sempre auspicabile per dar luogo ad una replica piena, completa e soddisfacente. Quanto è accaduto esula però dalla volontà dell'Assessore: è ben lungi da lui qualunque intenzione di snobbamento, e men che meno di offesa, per il Consiglio Regionale, ed anche specificamente per il Gruppo Comunista, il cui vivace risentimento si spiega anche con il fatto che esso è sempre ampiamente rappresentato - merito che non ho alcuna difficoltà a sottolineare una volta ancora - e che pertanto ha potuto anche interpretare, per essere presentatore di questa legge, che vi fosse un recondito pensiero di venir meno a quel dovere di rispetto.
L'Assessore Armella non è uomo capace di assumere atteggiamenti di questo genere, e io posso pertanto, a nome suo, avallando anche personalmente l'affermazione per la conoscenza che ho di lui, escludere che vi sia stata la benché minima intenzione da parte sua di recare comunque offesa al Consiglio Regionale. Anche perché, in definitiva, ove un'ipotesi del genere meritasse considerazione, a risentirsene dovrebbero essere anzitutto il Presidente della Giunta e la Giunta, della quale l'Assessore Armella è parte notevole, impegnato com'è in un settore di grandissimo rilievo e di fondamentale importanza.
Proprio in relazione a questo secondo aspetto, poiché nel suo intervento il Consigliere Vecchione ha svolto argomentazioni che meritano approfondimento, il Presidente della Giunta fa queste due proposte: non proseguire oggi nella discussione di questa legge, così da dar modo all'Assessore Armella di leggere l'intervento del rappresentante comunista e metterlo in grado di rispondere ponderatamente, ragionatamente, alle osservazioni; nel giro di otto-dieci giorni convocherei presso di me, con l'Assessore Armella, il Capigruppo del Consiglio Regionale, per puntualizzare insieme alcuni aspetti di questo problema relativo alla riforma sanitaria ed alle questioni ospedaliere, di guisa che, quando si riprenderà il discorso sul tema più ampio, in Consiglio, talune posizioni siano definitivamente chiarite. Prego il Consiglio di volere, dopo queste mie dichiarazioni, considerare chiuso l'incidente, da non considerarsi neanche tale.



PRESIDENTE

I Capigruppo hanno convenuto, dunque, di sospendere l'esame di questa proposta di legge, rinviando tutto alla discussione che sarà fatta nella riunione che il Presidente della Giunta ha testé preannunciato. La discussione su questa proposta di legge viene pertanto sospesa e rinviata a dopo la riunione che si terrà presso il Presidente della Giunta per i problemi della Sanità.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti - Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Esame progetti di legge n. 96 e n. 103 relativi alla depurazione delle acque reflue (seguito)


PRESIDENTE

Torniamo al punto terzo dell'o.d.g.: "Esame progetti di legge n. 96 e n. 103 relativi alla depurazione delle acque reflue".
Stamane si è conclusa la discussione generale. Ha poi chiesto di parlare l'Assessore Fonio. Ne ha facoltà.



FONIO Mario, Assessore alla tutela dell'ambiente

Signor Presidente, colleghi, data l'importanza della legge e visto l'iter travagliato che la stessa ha avuto, avevo pensato fosse utile intervenire subito dopo il relatore, per offrire alla discussione maggiori elementi su quella che è stata la scelta, l'impostazione della nuova Giunta. Così facendo ho finito con l'anticipare - ed era facile, dopo tutte le discussioni già svoltesi in Commissione - molte risposte, direi quasi tutte le risposte, agli interventi che si sono susseguiti, specie quelli che hanno ribadito qui i maggiori dissensi.
Voglio tuttavia replicare brevemente al Consigliere Bono che del tutto gratuita e di principio appare la sua affermazione che il testo di legge in discussione risulti più arretrato dei due testi originali, il 96 e il 103.
Per quanto riguarda in particolare le valutazioni in confronto al primo testo del Gruppo socialista e le accuse di autolimitazione e di arretratezza cui si sarebbe pervenuti, ha fatto brillantemente giustizia il Capogruppo Consigliere Calsolaro, ed alle sue argomentazioni e valutazioni politiche nulla ho da aggiungere né sono tenuto a farlo da questo banco.
Per quanto riguarda invece direttamente la Giunta, ritengo di poter dire che solo fossilizzazioni su infondate ragioni di principio possono impedire di ravvisare che c'è stata invece un'evoluzione, non fosse che sotto il profilo, che ritengo in questo caso di capitale importanza, di una responsabilizzazione diretta dell'amministrazione Regionale in un campo dove la responsabilità da assumere è grossa e contrastata da grossi interessi. E tino dei punti fondamentali sui quali mi rammarico di essere stato frainteso. A parte infatti tutte le ragioni di diritto e di merito che ho già sviluppato stamani, qui si tratta di delegare, se mai, più responsabilità che competenze. Non abbiamo certo voluto le Regioni per stabilire una specie di subcentralismo, o per menomare le autonomie locali: c'è un equivoco di fondo su tutto questo. A parte quello che ho già detto sulla situazione dei Comuni, sulla difficoltà di coordinare 1200 Comuni invece di 6 Province sui vincoli delle leggi statali vigenti, è proprio la soluzione inversa a quella recepita dall'ultimo testo di legge che finirebbe con il ledere l'autonomia comunale, come hanno scritto a tutte lettere i consulenti nominati, per valutare questa legge, da parte della Giunta e del Consiglio Ma, ci ha detto il Consigliere Bono, con i piani di risanamento e con la costituzione di consorzi tra i Comuni, i sindaci e i consorzi si vedrebbero esautorati dal fatto che la licenza per gli scarichi industriali è data dal Presidente della Provincia anche per quegli scarichi che potranno essere fatti nelle fognature comunali. Ma allo stato attuale delle leggi vigenti non c'è proprio altra via. Sono stati in quest'aula più volte citati pretori come esempi di lotta agli inquinamenti, al di là di ogni inadeguatezza delle norme vigenti. Ebbene, proprio in un volume scritto da un pretore si legge: "Ho già svolto in altra sede le considerazioni che mi sembra rendano più problematica la incriminazione degli amministratori municipali per gli scarichi contenuti nelle fognature, e a tali pagine rinvio. Qualche parola in più mi sembra invece meritino gli scarichi di origine industriale: il responsabile di tali immissioni dovrebbe sempre essere munito almeno dell'autorizzazione del Presidente della Provincia prevista all'art. 9".
In ugual senso - e stiamo cercando proprio di superare tutte le difficoltà che ci vengono dall'alto - c'è una specifica circolare del Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste, che dice: "Circa lo scarico dei rifiuti industriali in fognature comunali, si fa presente che, ove dette fogne, come avviene nella maggior parte dei casi, versino le loro acque in corsi o bacini d'acqua pubblica, è necessario che la ditta interessata sia fornita della prescritta autorizzazione, che dev'essere rilasciata con provvedimento della Giunta provinciale. Ciò in quanto, tenuto conto dello spirito delle vigenti disposizioni, che è quello di evitare l'inquinamento non può avere rilevanza alcuna che il versamento dei rifiuti industriali avvenga direttamente nelle acque pubbliche o a mezzo delle fognature comunali".
Purtroppo queste disposizioni hanno il conforto di tutta la giurisprudenza e della stessa Corte di Cassazione, della quale ho qui in mano una recente sentenza, che, citando appunto il decreto 10 giugno '55 n.
987 dice: "L'obbligo della preventiva autorizzazione non viene meno anche quando lo scarico dei rifiuti non avviene direttamente nelle acque pubbliche ma mediante una condotta in fognatura di scarico eccetera".
Sono difficoltà notevoli, quindi, quelle che ci hanno portato, al di là di tutte le ragioni già esposte questa mattina, a questa scelta. In ogni caso, mi pare che il difetto fondamentale che sta alla base dell'opposizione a questa legge consista nel non volersi render conto che essa rappresenta un primo tentativo di dettare una normativa in materia cercando di passare tra una goccia e l'altra di tutte le difficoltà che piovono non appena si pone mano alla sua elaborazione. Non per niente altre Regioni, partite magari anche prima, sono tuttora nel travaglio delle elaborazioni (vedasi, ad esempio, la Lombardia); ma nessuna, in ogni caso prevede la competenza dei Sindaci, nemmeno quella dell'Emilia Romagna.
Stando così le cose, pare certamente più esatta anche la nostra visione di questa prima legge come un tassello indispensabile, in attesa della legge quadro nazionale, di quel mosaico che è costituito dal complesso degli impegni della Giunta: piano di risanamento, piano delle acque eccetera.
Ragion per cui ribadisco che è assurdo che la legge debba comprendere essa stessa gli impegni per tutte le altre cose citate, specie se queste stanno già realizzandosi secondo i tempi e le scadenze fissati dai programmi e dalle previsioni di bilancio.
Quanto ai comprensori di risanamento, ho già avuto modo di ricordare come fosse stato lo stesso Consiglio, con la sua mozione del maggio '72, ad impegnare la Giunta per la loro delimitazione, studio e impostazione dei progetti.
Subordinare adesso tutto quanto a troppe altre cose sarebbe, oltre tutto, in contrasto con quel che ci è stato raccomandato nelle sedute scorse. E' stato detto che la Giunta rischia di studiare troppo, quasi all'insegna dell'esortazione napoleonica: "On s'egnage apres on y pensa".
Lasciamo a questa legge il compito specifico e arduo per cui speriamo trovi approvazione. Le cose che un anno fa, in mancanza di ogni programma potevano essere qui richiamate, ma che ormai, essendo quasi fatte, la complicherebbero soltanto, lasciamo che facciano la loro strada parallela per giungere presto anch'esse all'esame e al voto del Consiglio.
Né la legge, nei limiti in cui la concepiamo, di un primo intervento fra tutte le difficoltà ricordate, potrebbe in ogni caso farsi carico di risolvere i problemi a monte, come è stato detto, eliminando le cause e persino l'uso dei materiali inquinanti. Davvero, l'esito delle discussioni sulle nostre competenze sarebbe scontato in anticipo, e senza speranze.
Basterebbe poi vedere la legge, come noi la vediamo, anche in funzione dei piani di risanamento, per imporre alle industrie il trattamento prima dell'eventuale loro allacciamento alle fognature, perché sia chiaro che non abbiamo per niente abdicato anche al nostro principio del "paghi chi inquina". Mi pare di avere con questo risposto esaurientemente alle argomentazioni del Consigliere Bono. Vi è stato poi un altro notevole intervento, del Consigliere Carazzoni, che ha puntato le sue critiche, se ho compreso bene, essenzialmente sulla Commissione tecnica regionale, che finirebbe con l'avere compiti troppo ampi. Si chiede di realizzare cose concrete, cose che riescano ad operare, e poi, quando si mette insieme un organismo che appare anche a prima vista di tutta efficienza, ci si preoccupa magari che funzioni troppo a fondo.
In merito alla Commissione, un'altra osservazione del Consigliere Carazzoni è quella secondo cui c'è il pericolo che, essendo le industrie obbligate a rassegnare il loro progetto ed avere la verifica del progetto stesso prima della realizzazione, si rischi poi, quando gli effetti non fossero quelli voluti, di aver fatto delle spese inutili. E' una medaglia che presenta un suo rovescio, direi, altrettanto valido, ed è stata riscontrata soprattutto in Inghilterra, dove esiste l'Autorità delle acque che con un meccanismo analogo agisce in collaborazione con le industrie nel ricercare tutte le soluzioni migliori. E le industrie si sono rese conto che proprio in assenza di una collaborazione, di una verifica preventiva, e soltanto nel caso di un esame a posteriori attraverso poi gli scarichi rischierebbero veramente di fare delle spese enormi e inutilmente quando poi non trovassero accettazione, non trovassero risultati confacenti secondo le impostazioni della Commissione. Ad un certo momento si dovrà stabilire questa specie, oltre che di controllo, di consulenza, che dovrebbe proprio portare all'eliminazione di spese inutili quali potrebbero aversi qualora non ci fosse una preventiva valutazione da parte di un organo così competente.
Al di là di tutte le altre osservazioni marginali, sempre sulla questione della Commissione, anche il Consigliere Cardinali ha fatto un'osservazione sulla composizione e sul suo eventuale allargamento, ed ha presentato anche un emendamento ad hoc. E' stato uno dei punti più travagliati nell'ambito della Commissione, proprio perché se si fossero accettate tutte le richieste, (tutti gli Enti volevano essere rappresentati), sarebbe già stato incrinato quell'obiettivo di imparzialità che ci si proponeva nella Commissione, perché se è vero che tutte le categorie direttamente interessate avrebbero un certo diritto di essere presenti è altrettanto vero che sono automaticamente portatori di interessi i quali escludono quella obiettività alla quale tendono anche i successivi emendamenti che vorrebbero assicurare che i componenti siano svincolati da ogni interesse di parte.
Per quanto riguarda i membri del Consiglio Regionale, l'allargamento da tre a cinque può anche essere un argomento da prendere in considerazione nell'ambito della valutazione degli articoli. Per quanto riguarda l'emendamento sull'impegno che devono avere questi consulenti a non essere legati ad interessi, noi pensavamo - l'avevamo già detto nella discussione in Commissione nell'ambito della formulazione della legge - che la cosa appare ovvia, così come appariva ovvio il principio del risarcimento dei danni; ma il tutto è già previsto e contemplato dal Codice civile. Il Codice penale prevede che l'interesse privato in atti d ufficio sia da perseguire. Sono quelle forme di diffidenza esasperata di cui sono fin troppo permeate le nostre leggi, e la sostanza ci sembrava abbastanza implicita, soprattutto sotto un profilo di tecnica legislativa. Non è che siamo contrari al principio, che potrebbe anche essere accettato, secondo le valutazioni che faremo durante la seduta.
Altre osservazioni non mi pare ci siano state, se non la presa d'atto del Consigliere Franzi, che ha svolto tutta una serie di considerazioni positive con l'augurio che la legge possa andare avanti. Io mi auguro che le valutazioni del Consigliere Franzi possano diventare le valutazioni di tutto il Consiglio, soprattutto ai fini di una legge di cui la Regione ha tanto bisogno.



PRESIDENTE

E' così chiusa la discussione.
Passiamo ora alla votazione delle proposte di legge n. 96 e 193 - testo unificato della V Commissione: "Provvedimenti per la depurazione delle acque: disciplina degli scarichi delle attività produttive".
"Articolo 1 - Scarichi Le immissioni dirette ed indirette in acque superficiali ed in fognatura di scarichi liquidi provenienti dalle attività industriali artigianali, zoo-agricole, sono subordinate alla preventiva autorizzazione dell'Autorità competente.
Sono vietati gli scarichi liquidi provenienti dalle suddette attività sul suolo e nel sottosuolo, nel caso in cui possa derivarne pericolo od inquinamento. Tali sistemi di smaltimento, ove già in funzione, devono cessare entro due anni dall'entrata in vigore della presente legge.
E' pure vietato scaricare rifiuti solidi e residui di cui alle precedenti attività in acque superficiali ed in fognatura.
Chi trasgredisce alle prescrizioni del 2° e 3° comma del presente articolo è soggetto ad una sanzione pecuniaria amministrativa da 100.000 a L. 2.000.000, secondo le modalità previste nel successivo articolo 8".
Il Presidente della Giunta propone una correzione formale, che pu apportare direttamente l'Ufficio di Presidenza: anziché "chi trasgredisce alle prescrizioni..." scrivere: "Chiunque trasgredisce alle prescrizioni...".
Non sono stati proposti emendamenti. Si proceda pertanto, con appello nominale, alla votazione sull'art. 1 nel testo ora letto.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti 33 Hanno risposto SI' 33 Consiglieri L'art. 1 è pertanto approvato.
"Articolo 2 - Autorizzazioni agli scarichi.
Fermi restando gli obblighi e le competenze stabiliti dalla normativa vigente in materia di tutela delle acque, le autorizzazioni agli scarichi di cui al I° comma dell'articolo precedente, sono rilasciate, anche ai sensi dell'art. 43 del decreto del Presidente della Repubblica 10 giugno 1955 n. 987, dal Presidente della Giunta Provinciale".
Sono stati proposti due emendamenti. Emendamento Bono-Fabbris-Ferraris sostitutivo: "Alle righe 5^, 6^ e 7^ sostituire le parole 'anche ai sensi dell'art.
43 del D.P.R. 10 giugno '55 n. 987, dal Presidente della Giunta Provinciale' con le parole: 'dal Sindaco'".
Il Consigliere Bono chiede di illustrare l'emendamento. Ne ha facoltà.



BONO Sereno

Desidero illustrarlo perché si tratta di un emendamento alla cui sorte è legata quella di tutta una serie di emendamenti presentati per gli articoli successivi.
Debbo dire con estrema franchezza che le argomentazioni addotte dall'Assessore sia nella sua relazione di questa mattina che nella replica di oggi non ci hanno assolutamente convinti della validità della tesi sostenuta dalla Giunta. A nostro parere non si può negare ai Sindaci questa competenza senza mortificare l'autonomia non delle Province come erroneamente ha affermato l'Assessore, che ai fini della tutela dell'industria della pesca debbono comunque essere interpellate per disposizione di legge, ma dei Comuni, considerandoli organismi troppo deboli e fragili per poter affrontare le situazioni reali.
Si è parlato di comuni che sarebbero soggetti a pressioni psicologiche a ricatti circa l'insediamento o la permanenza o meno sul loro territorio di strutture industriali, circa la mancanza di strumenti tecnici eccetera.
Mi pare che a questo proposito si debba dire che è per lo meno strano che avendo essi competenza di titolari in prima persona di una legge e di una materia importante come quella urbanistica, non siano considerati in grado di esercitare con la medesima autorità la loro competenza anche in questa materia. Tutti loro sanno, d'altronde, che prima di rilasciare licenze edilizie il Sindaco deve chiedere pareri, per esempio, ai Vigili del fuoco per determinati impianti: in questo caso il parere verrebbe richiesto, in base alla proposta che noi facciamo, alla Commissione regionale, perch questa accerti se i progetti degli impianti di depurazione sono adeguati. A mio parere, se la Giunta accoglie questa proposta di emendamento, dimostra apertura verso i Comuni; diversamente, esprime una volontà ed una tendenza verso un centralismo che assolutamente non può essere ammesso, perch invece che ad innovare porterebbe a retrocedere rispetto al passato.
Aggiungo che nella stessa relazione di maggioranza, in merito alle competenze dei Comuni, si sottolinea che in particolare l'art. 217 delle leggi sanitarie - già ricordato questa mattina dal collega Zanone recita: "Quando scoli di acque, rifiuti solidi o liquidi provenienti da manifatture o fabbriche (siamo nella fattispecie che più direttamente ci interessa) possono riuscire di pericolo o di danno per la salute pubblica, il Sindaco prescrive norme da applicare per prevenire od impedire il danno o il pericolo e si assicura della loro esecuzione ed efficienza". Ora, a noi pare che sarebbe estremamente più qualificante un agganciamento delle competenze al Comune, facendo riferimento ai problemi della salute pubblica, che sono problemi che investono un arco molto più ampio che non quello che investe le province con la legge sulla tutela della pesca.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare sull'emendamento il Consigliere Zanone. Ne ha facoltà.



ZANONE Valerio, relatore

In riferimento alla relazione che il collega Bono ha voluto cortesemente ricordare, nonché alle successive dichiarazioni dell'Assessore, ed anche in previsione di analoghe considerazioni che si potranno fare sui successivi emendamenti presentati dal collega Bono e da altri Consiglieri del Gruppo comunista, desidero ricordare qual è l'orientamento prevalso in sede di lavori di commissione.
Non si tratta di una scelta politica, nel senso che si voglia fare qui una scelta di tipo, per così dire, filo-provinciale ed anti municipalistico: si tratta di una valutazione di legittimità, che, come tutte le valutazioni, è affidata a casi futuri dell'iter di questa proposta di legge ma che per intento ci è apparsa, dal punto di vista delle cognizioni in nostro possesso, insuperabile. Si è ritenuto che la normativa sull'inquinamento idrico non rientri se non per aspetti marginali nell'ambito dei regolamenti di polizia urbana, i quali, come ho ricordate nella relazione di stamane, si limitano a disciplinare la nettezza dell'abitato e non coinvolgono quindi i problemi degli scarichi delle attività produttive che sono l'oggetto specifico di questa legge.
E' pur vero che vi sarebbe la possibilità di trasferire la competenza dei Comuni dall'ambito dei regolamenti di polizia all'ambito dei regolamenti di igiene, ed a tal fine appunto si è ricordato nella relazione quali sono le competenze dei sindaci in materia. Ma mi corre qui obbligo anche di ricordare che, in base all'art. 6 del Decreto delegato sulla Sanità, la Regione non ha una competenza legislativa su questa materia, in quanto l'art. 6 del decreto citato riserva esplicitamente alla competenza dello Stato la normativa sull'inquinamento delle acque. Per cui assegnare la competenza ai Sindaci sulla base dei regolamenti di igiene, a nostro avviso, farebbe sorgere gravi dubbi di legittimità su questa legge regionale.
Per questa ragione, la Commissione, a maggioranza, ha ritenuto di doversi orientare nell'affidamento di questo potere ai Presidenti delle Amministrazioni provinciali. Ritengo quindi non si possano accogliere insieme a questo emendamento, anche gli altri analoghi presentati dal Consigliere Bono relativamente agli articoli 3, 4, 5, 7 e 8.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Prescindo dalle considerazioni giuridiche che sono state ampiamente svolte dal relatore e dall'Assessore. Mi preme dire qualcosa su un punto politicamente sensibile: quello della considerazione, in cui si terrebbero i sindaci, e verrebbero viste le autonomie locali secondo la soluzione che la maggioranza propone.
Ritengo che se c'è una materia che richiede una disciplina ed un intervento sovracomunale è proprio questa. Perché le norme sanitarie in funzione delle quali è riconosciuta una competenza del Sindaco riguardano attività i cui effetti si esauriscono, o si presume si esauriscano nell'ambito comunale. Per una materia per la quale, come dimostra la realtà di ogni giorno, il Comune in cui gli inquinamenti si producano non è in genere affatto toccato dagli effetti negativi, mentre lo sono altri lontani e che non hanno possibilità di intervento, la ragione politica dovrebbe suggerirci di identificare un'autorità diversa e maggiore, la quale sia capace di interpretare l'interesse generale, senza mortificazione di quello più limitato e senza violazione delle autonomie. Questa autorità esiste, ed è la Provincia, che può operare sulla base della legge sulla pesca - poich la vita del pesce agisce all'incirca come una cartina di tornasole: quando le acque sono tali da consentire un normale sviluppo dell'ittiologia, sono anche nella miglior condizione dal punto di vista biologico. Una legge quindi che, fortunatamente, anche se può sembrare settoriale, consente interventi molto più penetranti di quanto l'opinione comune non ritenga attraverso i Laboratori provinciali, che sono insufficienti, saranno da integrare, ma esistono. Ad Alessandria, per citare un esempio, il dialogo il confronto con la Montedison e con aziende di questo genere è avvenuto a livello provinciale. Può esserci un intervento, se si vuole, dei Comuni, ma è proprio la Provincia che ha queste incombenze. Del resto, i Sindaci hanno un potere tale di pressione e di intervento sulla Provincia da poter evitare quelle situazioni di menomazione in cui essi potrebbero trovarsi quando dovessero affrontare questioni di esclusivo interesse comunale.
A me sembra proprio che si voglia proporre una questione di principio in relazione ad una situazione che non consente di fare affermazioni di principio così drastiche. Mi sembra quindi che tutto suffraghi la scelta che è stata fatta, rendendomi conto peraltro che, dal punto di vista giuridico, esiste un problema molto più ampio ancora di quello che è stato affrontato qui in relazione alle competenze.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Bono. Ne ha facoltà.



BONO Sereno

Desidero solo far osservare sommessamente al collega Bianchi che in quarant'anni di applicazione di quella legge sulla pesca attraverso la competenza delle Province siamo arrivati alla totale distruzione del patrimonio ittico. Non è il caso, quindi, di richiamarci ad una legge che non ha alcuna capacità operativa, come dimostrano i risultati pratici.



BIANCHI Adriano

Prima però non c'era questa legge.



RIVALTA Luigi

Non c'era Fonio Assessore: è questo che vuoi che ti diciamo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Marchesotti. Ne ha facoltà.



MARCHESOTTI Domenico

Su questa questione non avrei detto nulla se il collega Bianchi non avesse citato Alessandria.
A me pare che escludere i Sindaci voglia dire non risolvere il problema. Certo, se diamo autorità al Presidente della Provincia di concedere o meno la licenza, l'autorità di decidere compete a lui. Ma, al di là di questo, chi ha il potere di controllare e di obbligare le varie industrie a fare le opere che devono essere fatte, in quanto ha il potere di concedere la licenza edilizia, non è il Presidente della Provincia ma soltanto il Sindaco. Per cui, decidere che il Presidente della Provincia ha tali poteri, togliendoli ai Sindaci, vuol dire avviare una doppia competenza e delle situazioni che creano almeno confusione.
Mi riferisco anch'io all'esempio della Montedison in provincia di Alessandria, già citato dal collega Bianchi. La Provincia di Alessandria che pure in questa direzione qualcosa ha cercato di fare, nei confronti della Montedison non ha alcuna possibilità di intervenire se non interviene, come sta facendo, con buone prospettive, il Comune di Alessandria, perché la Società, per quanto riguarda le sue opere, deve ottenere la firma del Sindaco, non quella del Presidente della Provincia: questa l'ha già avuta, sborsando dieci milioni (o non sborsando niente) continuando comunque a scaricare come sempre, tant'è che il Bormida risulta inquinato per tutto il suo corso.
Altro esempio: la raffineria Maura di Casale ha chiesto l'autorizzazione per un aumento da 300.000 tonnellate a un milione di tonnellate. La Provincia ha detto di sì, mentre i Sindaci di alcuni Comuni nel cui territorio dovrebbe passare l'oleodotto, necessario per tale incremento di produzione si oppongono a concedere la licenza; così, la Maura dovrà contrattare le opere da effettuare contro l'inquinamento discutendo con i Sindaci. Sono due esempi che dimostrano chiaramente come dando l'autorità al Presidente della Provincia si crei confusione duplicazione di poteri, senza risolvere la questione del rapporto diretto fra i Sindaci e le fabbriche che queste opere devono realizzare. Invito pertanto la maggioranza, prima di approvare una norma di questo tipo, a riflettere, per evitare che invece di far chiarezza, si finisca con il determinare ulteriore confusione.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Zanone. Ne ha facoltà.



ZANONE Valerio, relatore

Chiedo scusa, signor Presidente, se intervengo una seconda volta sullo stesso argomento, ma vorrei rispondere al collega Marchesotti in merito ad un problema che egli ha sollevato poco fa e che anche la Commissione si è posto, esaminandone a lungo i vari aspetti.
Io credo che qui non si debba in alcun modo confondere la licenza di edificare, che compete al Sindaco, con la licenza di autorizzare lo scarico, che compete al Presidente della Provincia. D'altra parte, le competenze del Sindaco in materia di permessi edilizi vengono confermate in questa legge al successivo art. 4.
Ma l'obiezione che pone il collega Marchesotti, cioè che con la formulazione dell'art. 1 noi istituiremmo una duplicazione di competenze, a me pare varrebbe invece proprio nel caso inverso, tant'è che, come ha ricordato poco fa l'Assessore, la giurisprudenza costante ritiene che anche nel caso di scarichi che versino in fognature municipali o in canali comunali o privati, quando queste fognature o questi canali sbocchino senza depurazione in acque demaniali, l'autorizzazione del Presidente dell'Amministrazione provinciale sia comunque obbligatoria. Per cui, se noi decidessimo che occorre anche l'autorizzazione del Sindaco, allora si creerebbe una duplice competenza, dato che in nessun caso potremmo sottrarre al Presidente dell'Amministrazione Provinciale il potere che gli compete a norma della legge sulla pesca. Ecco perché ci pare sia questo l'unico modo per mantenere unica l'autorizzazione allo scarico.



PRESIDENTE

Qual è il parere del Presidente della Giunta?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

La Giunta ritiene di accogliere le considerazioni fatte dalla maggioranza della Commissione e pertanto di non accogliere la proposta di emendamento.



PRESIDENTE

Metto in approvazione l' emendamento sostitutivo proposto dai Consiglieri Bono-Fabbris-Ferraris.
Chi intende approvarlo è pregato di alzare la mano.
L'emendamento non è accolto.
Emendamento aggiuntivo a firma Bono-Fabbrisferraris: "Aggiungere il seguente comma: 'Per gli scarichi in fognatura il Sindaco rilascia l'autorizzazione sentito il parere del Consorzio, ove esiste, che gestisce gli impianti di depurazione delle acque'".
Ha facoltà di parlare il Consigliere Bono.



BONO Sereno

Questo emendamento ovviamente aveva significato solo in caso di accoglimento dell'emendamento precedente. Pertanto mi pare automatica la sua decadenza.



PRESIDENTE

Viene pertanto ritirato.
Non vi sono altre proposte di emendamento per l'art. 2 che viene quindi messo in votazione per appello nominale nel suo testo originario, di cui ho dato lettura.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti 36 Hanno risposto SI' 27 Consiglieri Hanno risposto NO 9 Consiglieri L'art. 2 è stato approvato.
"Articolo 3 - Limiti di accettabilità degli scarichi Il rilascio dell'autorizzazione allo scarico da parte del Presidente della Giunta Provinciale è subordinato all'osservanza dei limiti di accettabilità stabiliti nella tabella allegata alla presente legge. La tabella può essere aggiornata con deliberazione proposta dalla Giunta Regionale ed approvata dal Consiglio. Chi scarica senza osservare i limiti di accettabilità di cui al presente articolo è soggetto, secondo le modalità previste nel successivo articolo 8 ad una sanzione pecuniaria amministrativa da L. 200.000 a L. 4.000.000".
Vi è un emendamento sostitutivo a firma Bono, Fabbris, Ferraris: "Alla seconda riga sostituire le parole 'Presidente della Giunta Provinciale' con la parola 'Sindaco'".



BONO Sereno

Non essendo passato l'altro emendamento, questo viene a decadere pertanto viene ritirato.



PRESIDENTE

Non vi sono altri emendamenti, si passi alla votazione.
(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione.
Presenti e votanti 35 Hanno risposto SI' 26 Consiglieri Hanno risposto NO 9 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
"Articolo 4 - Nuovi insediamenti produttivi Per i nuovi insediamenti industriali, artigianali e zoo-agricoli o per quelli già esistenti che intendono ristrutturarsi o ampliarsi, deve essere presentato il progetto degli impianti di depurazione degli eventuali scarichi di lavorazione, unitamente alla domanda per il rilascio della licenza edilizia.
Qualora siano previsti scarichi di lavorazione, il Sindaco trasmette gli atti alla Commissione Tecnica regionale, di cui al successivo articolo 6, che esprime il proprio parere circa l'idoneità del progetto per la depurazione degli scarichi entro 60 giorni, dandone comunicazione al Sindaco e al Presidente della Giunta Provinciale.
A lavori ultimati, il Presidente della Giunta Provinciale, sentito il parere della Commissione Tecnica regionale circa l'efficiente realizzazione degli impianti di depurazione, rilascia un'autorizzazione provvisoria allo scarico, dandone comunicazione al Sindaco agli effetti dell'autorizzazione all'esercizio degli insediamenti.
Entro sei mesi dall'entrata in funzione degli impianti, il Presidente della Giunta Provinciale concede l'autorizzazione definitiva allo scarico di cui all'art. 2 della presente legge, previo esito favorevole del Controllo degli scarichi stessi".
Vi è un emendamento soppressivo dei Consiglieri Bono, Fabbris Ferraris: "Al secondo comma sopprimere alla sesta e settima riga le parole 'e al Presidente della Giunta Provinciale'".
Intende illustrarlo?



BONO Sereno

Anche questo emendamento, come quelli sostitutivi sempre relativi all'art. 4 sono da ritenersi decaduti e pertanto li ritiriamo.



PRESIDENTE

Va bene.
C'è un emendamento aggiuntivo Carazzoni-Curci: "Al secondo comma, dopo le parole 'Qualora siano previsti scarichi di lavorazione, il Sindaco.' aggiungere le parole "ove il responsabile dell'azienda che scarica lo richieda'".
Desidera illustrarlo? La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Illustro contemporaneamente questo emendamento ed il successivo intanto in quanto entrambi sono stati da noi presentati con richiamo alle specifiche funzioni che in sede di intervento generale stamane abbiamo cercato di definire per la Commissione tecnica regionale: tutti e due gli emendamenti tendono a presentare, così come da noi sostenuto questa mattina, che la Commissione tecnica regionale debba essere organo tecnico al quale gli imprenditori possono fare ricorso per avere un parere su progetti elaborati da ditte o da tecnici di loro fiducia, fermo restando comunque il principio - questa è la tesi nostra - che l'autorizzazione a scaricare sia in ogni caso e comunque, sempre e soltanto concessa dall'organo competente e non quindi da questa Commissione.
I due emendamenti hanno la logica spiegazione in questi termini.



PRESIDENTE

Possono essere votati in un'unica votazione?



CARAZZONI Nino

Sì.



PRESIDENTE

La Giunta?



FONIO Mario, Assessore alla tutela dell'ambiente

La Giunta è contraria a questi emendamenti perché vengono a impingere in quello che ora il ragionamento di fondo dell'organizzazione che si voleva dare.
Qui si sono fatti i casi della Montedison e della Maura e ad un certo momento, al di sopra e al di là del Presidente della Provincia che deve rilasciare l'autorizzazione di scarico, ci deve essere la valutazione di una Commissione tecnica regionale; ed era proprio attraverso l'assenza di questo mezzo, che responsabilizza direttamente la Regione, che si verificavano tutte quelle carenze che avevano potuto esistere fino ad oggi pur nel rispetto della legge. In mancanza di questa valutazione obiettiva e uniforme per tutte le province, non si potrebbe realizzare quella uniformità che abbiamo cercato per l'applicazione della legge, venendo a mancare il supporto dell'organo tecnico regionale al quale e demandato pertanto diventerebbe soltanto facoltativo e di consulenza secondo il principio. Invece perché la legge sia veramente efficace e producente in questo settore, deve essere demandato alla Commissione tecnica l'esame preventivo dei progetti affinché si possa esprimere così come avviene per il disinquinamento atmosferico.



PRESIDENTE

Se più nessuno chiede la parola pongo in votazione i due emendamenti Carazzoni-Curci; dell'uno ho dato lettura, l'altro è il seguente: "Al comma terzo, dopo le parole '...il Presidente della Giunta Provinciale...' sopprimere le parole 'sentito il parere della Commissione tecnica regionale circa l'efficiente realizzazione degli impianti di depurazione'".
Chi intende approvare gli emendamenti è pregato di alzare la mano.
Gli emendamenti non sono accolti.
Pongo in votazione, nel suo testo originario, l'art. 4.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione.
Presenti e votanti 36 Hanno risposto sì 24 Consiglieri Hanno risposto no 2 Consiglieri Si sono astenuti 10 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
"Art. 5 - Insediamenti produttivi esistenti E' fatta salva la validità delle autorizzazioni allo scarico già concesse, purché rispettino i limiti di accettabilità previsti dalla tabella allegata alla presente legge.
Gli stabilimenti industriali, artigianali, zoo-agricoli, non contemplati nell'articolo precedente e non ancora in possesso dell'autorizzazione di cui al comma precedente, devono presentare, qualora non abbiano già provveduto, entro 60 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, domanda al Presidente della Giunta Provinciale per ottenere l'autorizzazione allo scarico, allegando una relazione contenente i dati sulla lavorazione praticata, la portata e la composizione dell'effluente allo scarico ed i loro limiti di variabilità.
Chi omette la presentazione della domanda di cui al comma precedente è soggetto, secondo le modalità previste nel successivo articolo 8 ad una sanzione pecuniaria amministrativa da L. 50.000 a L. 500.000.
In base ai rilievi, alle analisi ed al parere del Laboratorio Provinciale di Igiene e Profilassi, il Presidente della Giunta Provinciale concede l'autorizzazione allo scarico, di cui all'art. 2, se sono osservati i limiti di accettabilità di cui alla tabella allegata alla presente legge oppure rilascia una autorizzazione provvisoria richiedendo la presentazione, entro il limite massimo di un anno, del progetto degli impianti di depurazione degli scarichi.
Il Presidente della Giunta Provinciale, sentito il parere della Commissione tecnica regionale, di cui all'articolo 6 della presente legge circa l'idoneità del progetto per la depurazione degli scarichi, prescrive il termine, non superiore a 2 anni, entro il quale gli impianti di depurazione devono entrare in funzione.
Chi non realizza gli impianti di depurazione entro i termini prescritti è soggetto, secondo le modalità previste nel successivo articolo 8, ad una sanzione pecuniaria amministrativa da L. 200.000 a L. 2.000.000 ed alla revoca dell'autorizzazione provvisoria di cui al quarto comma del presente articolo. Scaduti i termini prescritti per la realizzazione degli impianti sarà applicabile, nei confronti di chi effettua scarichi privi di autorizzazione, una sanzione pecuniaria amministrativa da L. 200.000 a L.
2.000.000; secondo le modalità previste nel successivo articolo 8. Al fine di contenere quanto più possibile il grado di inquinamento degli scarichi gli stabilimenti di cui sopra, dopo la presentazione della domanda e fino alla data prescritta per l'entrata in funzione degli impianti di depurazione, devono dare esecuzione alle misure che saranno richieste dal Presidente della Giunta Provinciale, sentita la Commissione Tecnica regionale".
All'art. 5 vi sono nove emendamenti.
Chiedo al Consigliere Bono se i suoi emendamenti sono una conseguenza di quelli precedenti.



BONO Sereno

Sì, e vengono ritirati.



PRESIDENTE

Passiamo all'emendamento dei Consiglieri Curci e Carazzoni: "Al primo comma, dopo le parole '...una relazione contenente...' sopprimere le parole '...i dati sulla lavorazione praticata'".
Vuole illustrarlo? La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Per quanto sia di evidenza chiara, noi vogliamo soltanto richiamare l'attenzione del Consiglio sulla delicatezza di imporre la formulazione nella domanda da presentarsi, dei dati sulla lavorazione praticata.
In una situazione come quella del nostro Paese, dove le industrie, in modo particolare le piccole e medie industrie, sono gelose per così dire delle loro "ricette di lavorazione", il richiedere ad esse dati che sono accuratamente custoditi e che domani (non vogliamo formulare alcun dubbio o accusa) potrebbero, per leggerezza colpevole, essere diffuse dagli stessi componenti della Commissione, ci sembra essere una cosa assolutamente da evitare.
La formulazione dell'emendamento risponde a questo fine.



PRESIDENTE

La Giunta?



FONIO Mario, Assessore alla tutela dell'ambiente

La Giunta non ritiene di accettare l'emendamento e a tranquillità del Consigliere Carazzoni vorremmo fare presente che questa impostazione deriva dall'analoga impostazione della 615 per gli inquinamenti atmosferici che prescrive le stesse cose. In verità, sotto il profilo delle argomentazioni portate dal Consigliere Carazzoni molte industrie tendono, con la scusa di non svelare i loro segreti di lavorazione, a stare nel vago e nel generico per cui il Comitato atmosferico non riesce a dare una reale valutazione. In definitiva oggi gli impianti sono abbastanza standardizzati attraverso a quelle che sono le offerte delle industrie del disinquinamento per cui, la presentazione dei progetti di depurazione relativi ai dati di lavorazione può essere più facilmente correlabile e valutabile. D'altra parte, se come per una Bemberg di Gozzano non avessimo i dati di lavorazione non sapremmo che escono delle acque cupro-ammoniacali e non si potrebbe fare nessuna valutazione sugli impianti, sarebbe veramente vanificare tutto mentre ripeto, con la standardizzazione degli impianti non si richiedono certo i segreti professionali, ma il tipo di lavorazione per vedere se l'impianto è idoneo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento Curci-Carazzoni.
Chi intende approvare è pregato di alzare la mano.
L'emendamento non è accolto.
Emendamento sostitutivo dei Consiglieri Dotti e Fassino: "Al comma quinto sostituire le parole 'non superiore a due anni' con le parole 'non superiore a tre anni'".
La parola al Consigliere Fassino.



FASSINO Giuseppe

Vorrei solo fare rilevare come sia sorto in noi un dubbio legittimo sulla possibilità di rispettare tale termine. A questo proposito cito la proposta di legge lombarda che parla di dieci anni e pare sia recepita dalla futura legge che il Governo sta preparando in collaborazione con le Regioni.
Per queste ragioni proponiamo l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Sereno

Noi riteniamo che l'emendamento proposto dai Consiglieri Dotti e Fassino non possa essere accolto per la semplice ragione che abbiamo già una situazione estremamente precaria: la legge prevede un anno di tempo per la preparazione dei progetti, dopo questo anno potrebbero passare altri 7/8 mesi prima della loro approvazione, poi ci sono altri due anni di tempo per la realizzazione degli impianti, per cui, per bene che vada, gli impianti saranno realizzati quando le acque non esisteranno più in senso pulito. Che fa Regione lombarda abbia accolto la proposta dei dieci anni sono affari che giudicherà il Consiglio Regionale lombardo, a noi sembra già che questo spazio di tempo sia più che sufficiente per impegnarsi con buona volontà a realizzare degli impianti indispensabili ed urgenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Sono sostanzialmente d'accordo con le considerazioni del Consigliere Bono. Farei però una proposta: se i presentatori dell'emendamento volessero, si potrebbe modificarlo leggermente. Non è una modifica di compromesso, ma pratica: si preveda alla scadenza dei due anni la possibilità della proroga di un anno a seguito di un motivato giudizio, che è una cosa diversa dal mandare fino ai tre anni perché ci si trova al termine di fronte a delle situazioni rigide. Alla scadenza dei due anni solo per casi e situazioni particolari che comportino un esame, una motivazione, si potrà eventualmente concedere una proroga di un anno.



FASSINO Giuseppe

Ricordando che la nostra proposta si rifaceva alla proposta di legge socialista che parlava di tre anni, mi dichiaro comunque d'accordo sulla proposta Bianchi, ritiro l'emendamento e faccio nostro l'emendamento Bianchi.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

La questione dei termini nelle leggi è sempre una cosa estremamente delicata e difficile da valutare sufficientemente nel momento in cui si fa la legge. Qui peraltro è una legge che attiene alla salute pubblica, non soltanto alla difesa delle acque. Se noi continuiamo a slittare sapendo che le acque sono avvelenate, sapendo che l'agricoltura soffre, sapendo che la fauna ittica deperisce, sapendo che l'uomo stesso soffre di questo inquinamento, praticamente autorizziamo l'avvelenamento e la soppressione di questi beni naturali.
Il termine è già praticamente di tre anni perché un anno è quello consentito per la presentazione del progetto e i due anni decorrono da quel momento. So anche, perché me ne hanno parlato, che spesso vi sono da affrontare delle spese non indifferenti da parte degli opifici, degli stabilimenti per adattare lo scarico dei detriti ad evitare l'inquinamento delle acque.
Io non avrei e la Giunta non avrebbe, ritengo, difficoltà ad accettare uno slittamento nei casi particolarmente delicati, ma faccio presente che nascerà una grossissima difficoltà dell'applicazione perché non vi sarà un caso eccezionale ma diventeranno tutti casi eccezionali e si metterà chi deve giudicare dell'eccezionalità del caso in una difficoltà estrema: "perché a lui sì e a me no?". Per cui dovrebbe esservi non una discrezionalità lasciata al Presidente della Regione, alla Giunta, ma si dovrebbe stabilire in termini assoluti (faccio un'ipotesi perché questa cosa deve essere formalizzata molto bene, si tratta di modificare sostanzialmente questo articolo della legge) l'importo della spesa da affrontare e la complessità degli strumenti che debbono essere adattati per evitare che vi sia l'inquinamento. Se lo si lascia alla discrezionalità ritengo che commettiamo un gravissimo errore. Nessuna difficoltà a consentire che si possa esaminare, ma dovrebbe essere scritto in termini che non aprono nulla a un giudizio discrezionale.



PRESIDENTE

Quindi sostanzialmente la Giunta non accoglie l'emendamento?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

La Giunta non si oppone che si sospenda un momento la seduta e che si avvicinino le richieste formulate, ma c'è questa esigenza che penso tutti i Consiglieri avvertano: o è scritto in termini chiarissimi, o niente.



PRESIDENTE

Sospendo la seduta per cinque minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 17.40 riprende alle ore 17.50)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Il Consigliere Fassino intende ritirare il suo emendamento. E' stato presentato un emendamento aggiuntivo del Consigliere Bianchi all'art. 5 comma quinto: "Tale termine può essere prorogato per non oltre un anno quando particolari esigenze tecniche lo richiedano e l'installazione degli impianti sia in avanzata fase di esecuzione".
La Giunta?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

La Giunta accoglie.



PRESIDENTE

Chi intende approvare l' emendamento aggiuntivo è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto.
Emendamento soppressivo dei Consiglieri Carazzoni e Curci: "Al quinto comma, dopo le parole '.all'art. 6 della presente legge' sopprimere le parole "...circa l'idoneità del progetto per la depurazione degli scarichi'".
Vuole porlo in votazione o ritirarlo?



CARAZZONI Nino

Porlo in votazione.



PRESIDENTE

La Giunta?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

La Giunta non accoglie.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento Carazzoni-Curci.
L'emendamento non è accolto.
Emendamento soppressivo e sostitutivo dei Consiglieri Carazzoni e Curci: "Al sesto comma sopprimere le parole 'Chi non realizza gli impianti...' e sostituirle con le parole "Chi non realizza efficienti impianti...'".
Desidera illustrarlo? No.
La Giunta?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

La Giunta non accoglie.



PRESIDENTE

Chi intende approvare l' emendamento è pregato di alzare la mano.
L'emendamento non è accolto.
Non essendovi più emendamenti, pongo in votazione l'art. 5 con l'emendamento Bianchi.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti 35 Hanno risposto SI' 24 Consiglieri Hanno risposto NO 2 Consiglieri Si sono astenuti 9 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
"Articolo 6 - Commissione tecnica regionale - Composizione e funzioni E' istituita presso la Regione una Commissione Tecnica regionale nominata con decreto del Presidente della Giunta Regionale. La Commissione dura in carica per l'intera legislatura in cui è stata nominata ed è composta: a) dall'Assessore regionale alla tutela dell' ambiente che la presiede o da un suo delegato b) da tre funzionari della Regione di cui uno medico dell'Ufficio del Medico Provinciale ed uno ingegnere dell'Ufficio del Genio Civile c) da tre esperti designati dal Consiglio Regionale con rappresentanza delle minoranze d) da un esperto designato dall'Unione delle Province Piemontesi e) da un esperto designato dall'Unione piemontese dell'Associazione Nazionale dei Comuni d'Italia f) da un esperto designato dall'Unione regionale delle Camere di Commercio.
I membri di cui alle lettere c), d), e), f) devono essere prescelti fra gli esperti nelle materie chimiche o biologiche o di medicina igienistica o di ingegneria.
La Commissione Tecnica regionale: esprime i pareri di cui agli artt. 4 - 5 - 8 della presente legge coordina il censimento degli scarichi delle attività produttive, che dovrà essere effettuato entro un anno dall'entrata in vigore della presente legge, dalle Province, in collaborazione con i Comuni, e mantenuto costantemente aggiornato coordina, ai fini dell'applicazione della presente legge, l'attività ed i metodi tecnici dei Laboratori Provinciali di Igiene e Profilassi.
La Commissione potrà sentire i medici provinciali, gli ufficiali sanitari ed i direttori dei Laboratori Provinciali di Igiene e Profilassi di volta in volta interessati.
La Commissione Tecnica regionale può articolarsi in Sottocommissioni di lavoro per l'istruttoria delle pratiche".
All'art. 6 vi sono quattro emendamenti. Emendamento modificativo dei Consiglieri Cardinali e Fassino: "Al secondo comma lettera c) modificare le parole 'da tre esperti' con "da cinque esperti'".
Desiderano illustrarlo? La parola al Consigliere Cardinali.



CARDINALI Giulio

Molto brevemente e molto francamente. Non c'è nessun dubbio che i liquami sono "apolitici", ma i provvedimenti che variamo e soprattutto la gestione di queste leggi sono politici. D'altra parte, in maniera anche giusta, è sempre stato richiesto che gli esperti fossero nominati dal Consiglio Regionale, cioè nell'ambito delle forze politiche. Ora avviene che il numero di tre esperti, di per sé probabilmente sufficiente, abbia sempre una ripartizione che taglia fuori alcune componenti del Consiglio Regionale, anche se qui non si tratta di componenti politiche, ma di componenti con chiari e precisi riferimenti d ordine tecnico.
La proposta di portarli a cinque si spiega da sé, consente di avere presenti componenti di tipo diverso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Sereno

Noi potremmo anche essere d'accordo su questa proposta di emendamento ma ad una condizione: siccome nell'articolo si dice genericamente "da tre esperti designati dal Consiglio Regionale con rappresentanza delle minoranze" noi potremmo essere d'accordo se si specificasse che dei cinque componenti due devono essere rappresentanti della minoranza, altrimenti se si vuole solamente coprire le esigenze della maggioranza inserendo quattro rappresentanti di maggioranza e uno di minoranza noi ci esprimeremo in senso contrario.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

E' evidente che qui non si tratta di rappresentanti politici, ma di esperti che vengono designati volta a volta; potrebbero esserne designati due dalle minoranze e tre dalla maggioranza, può darsi invece che questa circostanza non si verifichi, ma quando vi sia l'espressione precisa "con rappresentanza della minoranza" l'uno che avrebbe adesso, sempre vi sarebbe, anche quando fossero cinque i componenti.
Pertanto la Giunta dichiara di accogliere l'emendamento proposto di passare da tre a cinque esperti designati dal Consiglio Regionale con rappresentanza delle minoranze. Poi la determinazione, due, cinque, la si vedrà volta per volta; ripeto, è un aspetto tecnico, non politico.



RASCHIO Luciano

Vorrei ricordare al Presidente della Giunta che in occasione dell'approvazione della legge sull'artigianato, all'art. 7 si è specificato, ed è stato accolto, anche il quorum delle minoranze.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

E' una cosa diversa.



RASCHIO Luciano

Riguardava proprio il Comitato tecnico. Questo per dire che non ci sono problemi per quanto riguarda la specificazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Berti, ne ha facoltà.



BERTI Antonio

La risposta del Presidente non ci convince. Non credo voglia considerarci dei sottosviluppati.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Semmai dei "soprasviluppati"!



BERTI Antonio

La richiesta del Consigliere Cardinali è stata molto esplicita; passare da tre a cinque per garantire le quattro componenti della maggioranza.
Questo è il discorso. Allora l'emendamento ha solo questo scopo, garantire che tutti i componenti della maggioranza abbiano il loro rappresentante.
Questa impostazione fa giustizia della risposta che lei abilmente ha tentato di dare. Se però lei vuole essere coerente diciamo cinque voti limitati a tre. E allora, indipendentemente dall'appartenenza politica, il rapporto è sempre quello. Ma proprio perché noi pensiamo che sia puramente un gioco di rappresentanza, di presenza e non a livello di esperti, ma a livello di forze politiche, proponiamo che rimanga così come la Commissione lo aveva licenziato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zanone.



ZANONE Valerio

Intervengo a titolo personale e non come relatore sulla legge, per sottolineare come l'esigenza di un adeguato livello di competenza tecnica ricordata dal Presidente della Giunta, sia garantita dal comma successivo che rigorosamente stabilisce che gli esperti debbano essere prescelti fra alcune materie di diretto contenuto scientifico. Credo abbia anche un fondamento la preoccupazione sollecitata stamattina dal Consigliere Carazzoni nel senso che le varie competenze di ordine tecnico-scientifico che concorrono a formulare un giudizio su questo tipo di pareri che la Commissione deve esprimere, cioè le competenze oltre che degli ingegneri e dei medici che saranno comunque rappresentati da funzionari della Regione (medici provinciali e ingegneri del Genio Civile) dei chimici e dei biologi, debbano avere una possibilità di presenza in questa Commissione tecnica. Penso quindi che in questo senso l'emendamento Cardinali debba essere accolto, proprio perché l'estensione da tre a cinque degli esperti designati dal Consiglio offre maggiore possibilità di assicurare questa rappresentanza di ordine tecnico.
Ciò premesso mi pare ovvio che si debba rispettare un criterio di ripartizione che è stato uniformemente seguito sinora dalla Regione in tutti i suoi provvedimenti legislativi e che perciò si debba a questo punto emendare ulteriormente l'art. 6 punto c) come proponeva il Consigliere Berti: cioè "cinque esperti designati dal Consiglio Regionale, con voto limitato a tre nominativi". Mi pare questa sia la formulazione corretta la quale non esclude tutti quegli accordi, anche al di sopra o al di fuori dei rigidi rapporti di maggioranza e di minoranza consiliare, atti a garantire il risultato che questi cinque esperti siano persone dotate delle capacità occorrenti per svolgere la loro funzione.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Bisogna che chi ha proposto l'emendamento lo corregga.



CARDINALI Giulio

La proposta di emendamento si inquadrava in un criterio di questo genere, fermo restando che la votazione sarebbe comunque avvenuta con un voto limitato. Se ci sono dei dubbi si può specificare "con votazione limitata a tre".



PRESIDENTE

Allora correggiamo direttamente l'emendamento "da cinque esperti con voto limitato a tre".
Pongo in votazione l'emendamento Cardinali-Fassino così emendato.
L'emendamento è approvato. Emendamento soppressivo e sostitutivo dei Consiglieri Curci e Carazzoni: "Sopprimere il terzo comma e sostituirlo con il seguente: 'I membri di cui alle lettere c), d), e), f) devono essere prescelti tra esperti nelle materie chimiche, biologiche, di medicina igienistica e di ingegneria, in modo tale che tra essi figurino obbligatoriamente almeno un chimico, un biologo, un medico igienista ed un ingegnere sanitario iscritti nei rispettivi Albi"".
Desiderano illustrarlo? La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Il principio per cui siamo stati determinati alla presentazione di questo emendamento è già stato da noi illustrato stamane in sede di intervento nel dibattito generale. Ripetiamo qui che, per quanto paradossale possa sembrare ad una prima lettura il testo dell'emendamento nostro, tuttavia si vuole evitare il risultato che nella Commissione perché questo si potrebbe verificare - in ipotesi non abbia ad essere rappresentato neanche un chimico, cioè non ci sia la rappresentanza di un chimico in una Commissione che è essenzialmente destinata a dibattere e a trattare problemi chimici. Questa è la ragione per cui noi insistiamo sull'emendamento presentato.



PRESIDENTE

La Giunta?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

La Giunta ritiene di non dover accogliere l'emendamento.
Praticamente la dizione del testo della legge è chiara: ". .devono essere prescelti fra gli esperti nelle materie chimiche o biologiche o di medicina igienistica o di ingegneria". Specificare che ce ne deve essere uno esperto in chimica, uno esperto in biologia ecc. può far sorgere delle difficoltà esecutive. Pertanto, essendo formalmente garantita la presenza di elementi tecnici in questa materia, ritiene di non accogliere l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento Carazzoni-Curci.
L'emendamento non è accolto.
Emendamento aggiuntivo Bono, Rivalta, Fabbris: "Dopo il sesto comma aggiungere il seguente: 'E' inibito ai membri della Commissione tecnica, pena l'immediata decadenza dall'incarico, avere rapporti di lavoro o di interesse direttamente o indirettamente con le aziende soggette all'applicazione della presente legge, con le Associazioni industriali di categoria e con le ditte ed enti che progettano costruiscono ed installano impianti di depurazione. I membri della Commissione tecnica dovranno quindi, al momento dell'insediamento dichiarare per iscritto alla Regione che nessuno dei motivi sopra citati sono presenti'".
Intendono illustrarlo? Mi pare chiaro.



CARAZZONI Nino

Chiedo la parola per mozione d'ordine. Non è per fare una questione di priorità, ma ci permettiamo osservare che prima di questo emendamento ne venne presentato uno pressoché analogo dal Gruppo nostro. Non è che aspiriamo alla qualifica di primi della classe, ma tanto vuole che, ai sensi di verità, si dica.



PRESIDENTE

Può darsi, non ho l'ordine di presentazione dei due documenti.



CARAZZONI Nino

Possiamo anche unificare gli emendamenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bono.



BONO Sereno

A me pare che l'emendamento si illustri da sé. Io ho chiesto la parola solo per fare una correzione, e dire "...che nessuno dei motivi sopra citati è presente" e non "sono presenti".



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Dovrebbe essere formulato in modo assolutamente diverso l'emendamento non mi pare si possa dire che "E' inibito ai membri della Commissione ecc."; "I membri della Commissione non possono...".



FONIO Mario, Assessore alla tutela dell'ambiente

Noi avevamo ritenuto che come per il risarcimento dei danni c'è il Codice civile, per l'interesse privato in atti d'ufficio c'è il Codice penale. Questo era il discorso e su questi principi si era conclusa la discussione in Commissione.



RIVALTA Luigi

Il Codice penale non dice niente.



PRESIDENTE

Se permettete devo ancora risolvere un problema: essendo stato presentato prima l'emendamento Curci-Carazzoni devo darne lettura: "Dopo il sesto comma aggiungere il seguente nuovo comma: 'I membri della Commissione tecnica regionale non possono avere rapporti di lavoro o di interessi diretti od indiretti con le aziende sottoposte alla legge in oggetto, con le loro associazioni industriali o di categoria e con industrie od enti che progettano, costruiscono ed installano impianti di depurazione'".
Desiderano illustrarlo?



CARAZZONI Nino

No.



PRESIDENTE

Possono anche non essere unificati, ma comunque la materia trattata è la stessa e per non trattarla due volte direi di discutere contemporaneamente i due emendamenti.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Bono.



BONO Sereno

Se si tratta di sospendere cinque minuti per trovare, come proponeva il Presidente, una formulazione più adeguata, purché la sostanza sia rispettata noi non abbiamo niente in contrario.
Ci può anche non essere l'interesse privato in atto pubblico...



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

In atti d'ufficio.



BONO Sereno

...però bisogna specificare che c'è incompatibilità perché sappiamo benissimo che l'autonomia dei tecnici rispetto al potere economico è sempre stata qualcosa di molto labile; l'interesse privato in atto d'ufficio pu non sussistere, però l'incompatibilità è bene precisarla perché si stanno organizzando le industrie del disinquinamento e coloro che oggi realizzerebbero nuovi profitti sul disinquinamento sono gli stessi che ieri li hanno realizzati operando l'inquinamento.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa per cinque minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 18.15 riprende alle ore 18.30)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
I Consiglieri Bono e Rivalta intendono ritirare il loro emendamento?



BONO Sereno

Sì.



PRESIDENTE

E' stato presentato un emendamento che così suona: "I membri della Commissione tecnica regionale all'atto della nomina dovranno dichiarare per iscritto di non avere rapporti di lavoro o di interesse diretti o indiretti con le aziende sottoposte alla legge in oggetto, con le loro associazioni industriali o di categoria e con industrie od enti che progettano, costruiscono ed installano impianti di depurazione".
I Consiglieri Carazzoni e Curci intendono mantenere il loro emendamento?



CARAZZONI Nino

Sì.



PRESIDENTE

Prima di mettere in approvazione l'emendamento testé letto, a firma Bianchi e Bono, pongo in votazione l'emendamento Carazzoni-Curci di cui ho già dato lettura.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

La Giunta accoglie l'emendamento Bianchi- Bono.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento Curci-Carazzoni.
Chi intende approvare è pregato di alzare la mano.
L'emendamento non è accolto.
Pongo in votazione l'emendamento Bono- Bianchi.
L'emendamento è accolto.
Non essendovi altri emendamenti, pongo in votazione l'art. 6 con l'emendamento Bono- Bianchi.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti 33 Hanno risposto SI' 31 Consiglieri Si sono astenuti 2 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
"Art. 7 - Servizi di vigilanza, analisi, controllo I servizi di vigilanza, analisi e controllo sugli scarichi delle attività produttive sono normalmente svolti dalle Province.
La Regione può stipulare apposite convenzioni con le Province al fine di potenziare i servizi di cui al comma precedente. Nelle convenzioni pu prevedersi, in accordo con Comuni e Consorzi di Comuni, l'istituzione anche presso le sedi di tali Comuni o Consorzi, di sezioni staccate dei Laboratori Provinciali di Igiene e Profilassi a norma dell'arti 82 del T.U.
delle leggi sanitarie approvato con R.D. 27 luglio 1934 n. 1265.
La Regione può inoltre stipulare convenzioni con Istituti pubblici di ricerca specializzati nella materia".
Vi sono degli emendamenti dei Consiglieri Bono, Ferraris e Fabbris.



BONO Sereno

Sono emendamenti che decadono in conseguenza della non accettazione di emendamenti precedenti.



PRESIDENTE

Pongo allora in votazione l'art. 7.
(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti 35 Hanno risposto SI' 26 Consiglieri Si sono astenuti 9 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
"Art. 8 - Sanzioni Salve le sanzioni penali contemplate nella legislazione vigente, le sanzioni pecuniarie amministrative previste dalla presente legge sono applicate dal Presidente della Giunta Provinciale, sentito il parere della Commissione di cui all'art. 6.
L'ammontare delle sanzioni è determinato, nell'ambito dei limiti fissati dai precedenti articoli, tenuto conto dell'intensità e della durata dello scarico illegittimo, della gravità del danno arrecato, dell'eventuale inosservanza dei provvedimenti amministrativi precedentemente adottati dalle autorità competenti.
La decisione del Presidente della Giunta Provinciale è impugnabile in via amministrativa, entro 30 giorni, con ricorso alla Giunta Regionale.
Le somme che le Province introiteranno con l'applicazione delle sanzioni dovranno essere utilizzate per il potenziamento dei servizi di vigilanza, analisi e controllo di cui all'articolo precedente".
Vi sono degli emendamenti Bono e altri. Sono ritirati?



BONO Sereno

Sì, perché sono conseguenti al decadimento degli altri emendamenti.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'art. 8.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti 34 Hanno risposto SI' 25 Consiglieri Si sono astenuti 9 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
"Art. 9 - Disposizioni finanziarie Agli oneri derivanti dall'attuazione del precedente articolo 6 si provvede con lo stanziamento del capitolo n. 380 dello stato di previsione della spesa per l'anno 1974 e per i singoli anni successivi.
Per l'espletamento dei servizi indicati nel precedente articolo 7 è autorizzata la spesa di 400 milioni per l'anno 1974, di 400 milioni per l'anno 1975 e di 200 milioni per ciascuno degli anni 1976 e successivi.
All'onere di 400 milioni per l'anno 1974 si provvede mediante riduzione di pari importo dello stanziamento di cui al capitolo n. 1018 del corrispondente stato di previsione della spesa e la contemporanea istituzione, nello stato di previsione medesimo, del capitolo numero 381 con la denominazione 'Spese per l'espletamento dei servizi di vigilanza analisi e controllo degli scarichi delle attività produttive' e con lo stanziamento di 400 milioni.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Non essendovi emendamenti, pongo in votazione l'art. 9.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti 33 Hanno risposto SI' 24 Consiglieri.
Si sono astenuti 9 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
"Art. 10 - Disposizioni finali Entro 90 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, la Giunta Regionale presenterà al Consiglio un disegno di legge per l'approvazione dei Piani regionali di depurazione delle acque e di smaltimento dei rifiuti solidi, e per il finanziamento delle opere relative".
Vi è un emendamento soppressivo dell'intero articolo ed un emendamento sostitutivo a firma Bono - Ferraris - Fabbris: "Entro 90 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, la Giunta Regionale presenterà al Consiglio per l'approvazione, ai sensi dell'art. 16 lettera m) dello Statuto della Regione Piemonte, i piani regionali di depurazione delle acque e di smaltimento dei rifiuti solidi, articolati per comprensori e definendone la durata, i contenuti ed i finanziamenti".
Desiderano illustrarlo? La parola al Consigliere Bono.



BONO Sereno

L'emendamento che abbiamo proposto può, a chi non è molto attento sembrare superfluo nel senso che da una lettura superficiale non si notano grandi differenze, invece le differenze ci sono. Noi abbiamo rispettato nel presentare l'emendamento sostitutivo, il testo quasi integrale di un accordo che era già stato raggiunto in sede di Commissione circa la dimensione e l'impostazione dei piani per il risanamento delle acque e per lo smaltimento dei rifiuti solidi.
Mentre ho la parola mi permetto di collegarmi all'emendamento aggiuntivo all'art. 11 se il Presidente lo consente, perché riteniamo importante che tutte le attività e i programmi settoriali debbono ricollegarsi naturalmente al piano di sviluppo della Regione. Noi correremmo il rischio, se dovessimo proseguire sulla strada che qualche volta si è profilata e che sembra debba profilarsi anche sul piano dell'ecologia, di trovarci nel giro di alcuni mesi ad avere nelle medesime aree comprensori sovrapposti di dimensioni diverse, con autorità diverse per ogni settore specifico: si parla di comprensori turistici, di comprensorio per la depurazione delle acque, di comprensorio per lo smaltimento dei rifiuti solidi, si parla del bacino di traffico, del comprensorio o del distretto scolastico, del comprensorio per i problemi della salute ecc. Questo è un modo non di programmare, ma di avviarci gradualmente, prendendo a pretesto un fantomatico perfezionismo sul piano tecnico che non può esistere, per arrivare a creare veramente un gravissimo stato di confusione.
La nostra proposta tende a richiamare tutto alla dimensione comprensoriale entro la quale devono svilupparsi la programmazione economica ed i piani di sviluppo della nostra Regione. Certo, l'adeguamento a questa dimensione comporterà determinate correzioni sul piano delle esigenze settoriali per ogni singolo problema, ma riteniamo che comportino minore danno che non il creare dieci tipi di consorzi, di entità e di autorità politiche (perché poi diventano autorità politiche nel settore) diversi per ogni singola materia.
E' una prova del nove alla quale pensiamo che debba essere sottoposta anche la maggioranza in quanto è un elemento qualificante che indica la volontà di rispettare una determinata impostazione in riferimento ai piani di sviluppo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Non vorrei introdurre nella fase finale elementi di sconcerto e quindi affermo subito che le argomentazioni tecniche del Consigliere Bono e le altre considerazioni che abbiamo colto nella relazione e nell'intervento dell' Assessore hanno tutta la loro validità, così come ha una validità fondamentale l'impegno che la Giunta può assumere di fronte al Consiglio di svolgere determinate attività, di prendere determinate iniziative. Troverei mal collocato l'impegno di un'attività politica della Giunta assunto per legge; ci prepariamo veramente a fare riempire dei libri umoristici con le considerazioni che potranno essere fatte a questo riguardo.
E' poi da considerare che l'attuale legge non può vincolare nessuna attività legislativa futura, gli impegni politici sono molto più validi se espressi dalle forze politiche o dagli organi in sede propria, non in sede che diventa obiettiva, quella della legge. Quindi è molto più valido se il Presidente della Giunta si alza e dice: in occasione dell'approvazione di questa legge dichiaro al Consiglio che questa Giunta si comporterà così e così, farà queste cose, seguirà questo indirizzo, si confronterà su queste altre col Consiglio, piuttosto che inserire una dichiarazione di questo genere che è risibile come contenuto giuridico, perché non ha nessuna coattività e non vincola. In futuro potremo approvare una legge che abroga questa legge: l'attività legislativa futura non è vincolabile con una legge attuale. Quindi io sarei per accogliere l'emendamento abrogativo ma non per sostituirlo ("peso el tacon del buso" dicono i veneti) con un altro che articola ancora di più le cose; mentre non volendo sfuggire all'impegno politico sono d'accordo che la Giunta formalmente dichiari quello che deve dichiarare e che è interesse dei vari gruppi sollecitare.



PRESIDENTE

Più nessuno chiede la parola.
La Giunta?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

La Giunta non accoglie l'emendamento, d'altronde il discorso di stamattina dell'Assessore Fonio e la replica di quest'oggi sono stati in grande misura incentrati proprio su questo argomento e sono già state fatte le dichiarazioni che vengono sollecitate. Il Presidente della Giunta non può che ripeterle con l'impegno di fare l'ulteriore completamento di questa legge sul piano operativo non appena i comprensori possano essere organicamente delimitati.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento soppressivo e sostitutivo dell'intero art. 10 a firma Bono-Ferraris-Fabbrisi



BIANCHI Adriano

Scusi signor Presidente, si vota cumulativamente la soppressione e la sostituzione?



PRESIDENTE

Facciamo pure due votazioni separate.
Metto in votazione l'emendamento soppressivo dell'intero articolo.
L'art. 10 è soppresso.
Metto in votazione l'emendamento sostitutivo testé letto.
L' emendamento sostitutivo è respinto.
Emendamento aggiuntivo (che nella sistemazione della legge diventerà l'art. 10) a firma Bono-Fabbris-Ferraris: "Per la realizzazione e la gestione delle opere pubbliche occorrenti all'attuazione dei piani di cui al precedente articolo, la Regione promuove la costituzione di Consorzi di Comuni nei limiti comprensoriali previsti dai piani regionali di risanamento.
I limiti comprensoriali di cui al comma precedente, devono tener conto delle articolazioni del piano di sviluppo regionale.
I piani di risanamento possono equiparare singoli Comuni ai Consorzi.
I Consorzi ed i Comuni ad essi equiparati hanno facoltà di gestire i servizi per il disinquinamento delle acque e lo smaltimento dei rifiuti solidi a norma del R.D. 15.10.1925 n. 2578, mediante aziende speciali nelle quali possono essere riuniti i servizi di acquedotto, fognatura depurazione delle acque, gas, raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani".
Desiderano illustrarlo?



BONO Sereno

C'è un richiamo esplicito ai piani comprensoriali ai quali sarebbe bene che la Giunta si attenesse.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Mi pare che in questo momento la votazione sulla legge registri un momento di particolare confusione. La discussione e la votazione sugli emendamenti hanno eliminato dalla legge un punto di notevole importanza, un punto che - fatte salve le nostre considerazioni che nell'elaborare il piano entro 90 giorni si tenesse conto della dimensione comprensoriale - è un impegno a rendere questo intervento più organico; infatti il meccanismo della votazione ha fatto sparire dalla legge l'art. 10 che personalmente ritengo uno dei più importanti.
Io chiedo alla maggioranza: si è consapevolmente prestata a questa votazione per togliere dalla legge questo impegno, o si è trovata inconsapevolmente coinvolta nel meccanismo della votazione e intende riconfermare che entro 90 giorni sarà preparato? Se è così allora propongo che seduta stante sia fatto un articolo aggiuntivo in cui si riprende la sostanza dell'art. 10, altrimenti la legge è monca.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Non è che la legge sia monca, mi pare che le osservazioni che sono state fatte siano veramente pertinenti; non è che si debba qui prendere con una norma di legge, un impegno legislativo, c'è un impegno politico che è già contenuto nel programma della Giunta, che praticamente trova già un suo rilievo addirittura nel bilancio che è stato approvato dalla Giunta C'è una dichiarazione che fa responsabile il Presidente che entro la metà...



BERTI Antonio

Nella legge sul personale abbiamo scritto che entro tre mesi si faceva...



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

E' un'altra cosa, è una legge che si riferisce proprio alla sistemazione organica del personale, qui invece è qualcosa di diverso. Mi sembra che se si fosse seguita attentamente la relazione di Fonio si sarebbe visto che l'impegno è di presentare a metà luglio (è persino stata data un'indicazione) questa nuova disposizione legislativa, tenendo conto di quelle che saranno le determinazioni dei comprensori. Non c'è stata confusione.



BERTI Antonio

Questa è la vostra legge, se non ci fosse stato il nostro emendamento lo avreste lasciato.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

La proposta di legge è venuta così dalla Commissione, sono state fatte delle proposte di sopprimere questo articolo, l'abbiamo condivisa questa proposta di soppressione perché non turba assolutamente quella che è la linea e l'armonia della legge e pertanto non c'è stata confusione. Tuttavia c'è l'impegno preso categoricamente oltre che dall'Assessore addetto a questa materia, anche dal Presidente della Giunta a nome della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zanone.



ZANONE Valerio, relatore

Circa l'emendamento dei Consiglieri Bono ed altri, che propone di aggiungere l'art. 11, credo non si possa procedere ad una votazione in quanto questo articolo aggiuntivo fa riferimento ad un articolo precedente che è già caduto nella votazione. Poiché tuttavia sia il Consigliere Berti sia il Presidente della Giunta sono entrati in considerazione sulla votazione già avvenuta, desidero chiarire che mi sono astenuto sulla votazione degli emendamenti all'art. 10 perché ritengo che non si possa porre in votazione in fasi distinte un emendamento come quello del Consigliere Bono che propone di sopprimere per sostituire. Noi abbiamo votato prima l'intenzione di sopprimere e poi quella di sostituire e quindi abbiamo dato un significato al voto del Consiglio che probabilmente non registra l'effettiva volontà politica delle sue componenti. Se questa è la sostanza credo che, senza ritornare sul voto che è già stato espresso, si potrebbe raccogliere quello che era l'art. 10 della proposta di legge uscito dai lavori della Commissione, nonché gli artt. 10 e 11 degli emendamenti del Gruppo comunista, in un ordine del giorno del Consiglio da votare a conclusione di questa legge.



PRESIDENTE

Passiamo alla votazione per alzata di mano dell'emendamento aggiuntivo art. 11 Bono-Fabbris-Ferraris.
L'emendamento aggiuntivo non è accolto.
Emendamento aggiuntivo dei Consiglieri Bono-Ferraris-Fabbris.
"Art. 12 - Piano regionale delle acque La Giunta Regionale provvederà a far approntare un piano regionale delle acque che prevede: a) il censimento delle risorse idriche, sotterranee e superficiali disponibili nella Regione Piemonte b) una previsione di consumi riferibile ai prossimi 50 anni tenendo conto delle seguenti esigenze prioritarie: usi potabili usi agricoli sistemazione idrogeologica per difesa dell'ambiente sviluppo della piscicoltura usi industriali produzioni energetiche trasporti c) il razionale utilizzo delle risorse disponibili rispettando le priorità di cui al punto b).
La redazione del Piano regionale delle acque sarà affidata all'I.R.E.S.
il quale potrà avvalersi di contributi specialistici esterni.
Il piano regionale delle acque sarà approvato dal Consiglio Regionale entro otto mesi dall'entrata in vigore della presente legge.
Agli oneri derivanti dalla redazione del piano regionale delle acque si provvede con lo stanziamento di L. 400 milioni del capitolo n. 382 dello stato di previsione della spesa per l'anno 1974".



PRESIDENTE

Desiderano illustrarlo? La parola al Consigliere Bono.



BONO Sereno

Mi pare che l'emendamento aggiuntivo si illustri da sé. E' nella volontà dei proponenti di stabilire nell'impostazione del piano regionale delle acque una serie di priorità che si riferiscono non solo all'impostazione del censimento delle risorse, alle previsioni dei consumi ma soprattutto al razionale utilizzo delle risorse idriche. Vi è poi un elemento determinante: chi farà il piano, per chi lo farà. Noi sappiamo che un piano delle acque è uno strumento di estrema importanza, agli effetti delle prospettive dello sviluppo socio-economico, là dove vi sono risorse idriche vi possono essere insediamenti industriali, insediamenti abitativi sviluppo dell'agricoltura, ecc.; chi gestisce il patrimonio idrico ha in mano una chiave importante per la gestione dello stesso piano di sviluppo.
Per questo noi indichiamo l'opportunità che il piano delle acque sia affidato all'IRES il quale potrà avvalersi anche di apporti tecnico scientifici esterni. Abbiamo anche indicato, come era previsto nel bilancio, il capitolo della spesa dal quale si può attingere per la redazione di questo piano. Mi pare che non vi sia l'elemento di contrasto che veniva sostenuto prima circa il fatto che verrebbe imposta con una legge regionale un'attività programmatoria della Giunta; vengono stabilite delle linee alle quali sarà opportuno uniformarsi. Questo al fine di evitare di trovarci di fronte a dei fatti compiuti dai quali diventa difficile ritornare indietro per gli impegni assunti dalla Giunta (come nel caso specifico che verrà fuori dal piano di depurazione delle acque e di smaltimento dei rifiuti solidi) con decine, con centinaia di Sindaci, di fronte ai quali il Consiglio Regionale avrà estrema difficoltà ad intervenire nel merito ed apportare le eventuali modificazioni che riterrà opportune, anche se teoricamente queste possibilità al Consiglio Regionale dovrebbero sempre essere conservate.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

La Giunta non ritiene di accogliere questo emendamento aggiuntivo per le ragioni che sono già state dette. Pur non respingendo le linee indicative dell'azione che l'Assessore, che la Giunta stessa dovranno realizzare per presentare la legge di cui si parlava nell'art. 10 soppresso precedentemente, non possono essere oggetto di un articolo di legge.



BONO Sereno

Non per una replica al Presidente della Giunta, ma siccome vi è una proposta del Consigliere Zanone - che mi sembrava fosse accolta anche dalla Giunta - di raggruppare il significato del defunto art. 10 con l'art. 11 in un ordine del giorno che potrebbe essere anche approvato nella seduta di domani, se la Giunta, come ha detto il Presidente, è d'accordo sui principi, inseriamo assieme ai contenuti degli artt. 10 e 11 anche il contenuto di questo articolo in modo che l'ordine del giorno possa essere completo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento aggiuntivo art. 12 a firma Bono Fabbris - Ferraris.
Chi intende approvarlo è pregato di alzare la mano.
L'emendamento aggiuntivo non è accolto.
Nell'articolo di legge si fa riferimento anche alla tabella, se si ritiene che debba essere approvata lo possiamo fare, per evitare delle questioni.
Pongo in votazione la tabella che prevede le caratteristiche "Scarico Limite accettabile dell'affluente; corsi d'acqua corrente superficiali acque lacuali e stagnanti; canalizzazioni di fognatura pubblica".



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: Presenti e votanti 30 Hanno risposto SI' 30 Consiglieri La tabella è approvata.
Proseguiamo con le dichiarazioni di voto. La parola al Consigliere Bono.



BONO Sereno

Abbiamo già dichiarato che riconosciamo negli elementi che hanno mosso la formazione ed elaborazione di questa proposta di legge, degli obiettivi importanti ai quali abbiamo noi stessi contribuito. Riteniamo che una normativa che regolamenti gli scarichi delle acque industriali, artigianali e zoo-agricole sia assolutamente indispensabile al fine di porre termine al dilagare di questa grossissima piaga degli inquinamenti. Tuttavia abbiamo proposto emendamenti che riteniamo avrebbero potuto migliorare sensibilmente la proposta di legge, ma sono stati sistematicamente respinti dalla maggioranza. Pertanto il voto favorevole che avremmo voluto esprimere se vi fosse stato l'accoglimento di alcuni emendamenti, non può da noi essere espresso; daremo invece voto di astensione proprio a significare che noi consideriamo inderogabile la necessità di arrivare ad una normativa della materia, purtuttavia questa normativa non ci soddisfa come avremmo desiderato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sciogliamo la riserva formulata stamane in sede di intervento nel dibattito generale dichiarando che il Gruppo del M.S.I. Destra nazionale non può dare voto favorevole alla proposta di legge che sta per essere messa in votazione.
Noi abbiamo, nella discussione sull'articolato, presentato diversi emendamenti nella cui validità credevamo e crediamo. Gli emendamenti nostri sono stati respinti, diremmo con gusto di faziosità addirittura, da parte della maggioranza e non possiamo sottrarci in questo momento ad una constatazione che è veramente emblematica, che è significativa dello spirito che sovente, che sempre nei confronti nostri anima la maggioranza e l'opposizione di sinistra. Avevamo presentato un emendamento all'art. 6 sul quale si è sviluppata una certa discussione; crediamo che quell'emendamento si sarebbe potuto benissimo accogliere anche se era firmato da due rappresentanti del M.S.I. Destra nazionale; siamo invece arrivati all'assurdo che si è preso l'emendamento presentato per iscritto su carta intestata del Consiglio Regionale del Piemonte, Gruppo del M.S.I. Destra nazionale, si sono cancellate le firme di Curci e Carazzoni, le si sono sostituite con la firma del Capogruppo della D.C. e di un rappresentante del Gruppo comunista; si è tolta una parola e si è varato l'emendamento come apporto di altri. E si è fatto molto male, tra l'altro, perché si è introdotto nella legge un principio di questo genere e lo segnaliamo all'attenzione del Presidente della Giunta il quale, con felice espressione, ha detto ad un certo punto che lui mangia il Codice penale, se abbiamo afferrato bene.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

No no, mangio sempre cose digeribili!



CARAZZONI Nino

Allora ho capito male.
Si è varato il principio che i membri della Commissione tecnica regionale "all'atto della nomina dovranno dichiarare per iscritto di non avere rapporti di lavoro o di interesse diretti od indiretti ecc." Cioè all'atto della nomina; il che lascia aperta proprio quella possibilità che noi volevamo, con il nostro emendamento e che forse anche il Consiglio Regionale voleva, assolutamente evitare se non fosse stato accecato da questa solita faziosità: la possibilità che veramente poi, a nomina avvenuta, questi rapporti, queste complicità, queste connivenze si possano stabilire.
Questo è il risultato brillante di una scelta che è stata fatta da tutto il Consiglio regionale.
Per non dilungarci oltre su questo argomento perché non pensiamo ne valga la pena, se noi dovessimo agire con lo stesso spirito, se noi dovessimo ragionare con la medesima mentalità, se noi dovessimo essere mossi da eguale faziosità vi diremmo: signori, noi votiamo contro, questa è una legge vostra, non ci interessa niente, volete escluderci da questo sistema? Ci escludiamo. Ma il fatto è che noi cerchiamo di ragionare ancora non con il fegato ma con il cervello ed allora, siccome abbiamo riconosciuto qualcosa di valido in questa proposta di legge (lo abbiamo detto anche stamani) il Gruppo del M.S.I. Destra nazionale, pur non votando a favore si asterrà.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Signor Presidente, signori Consiglieri, mi consentano poche parole che mi sembrano più ancora che opportune, doverose.
Con l'approvazione di questa legge e stando a quelle che sono state le dichiarazioni di voto, che pure nei contrasti su taluni particolari è tuttavia unanimemente consentita nei principi ispiratori e nelle linee essenziali, si fa un passo innanzi. La Giunta che presiedo vede attuato un altro punto caratterizzante del suo programma legislativo ed operativo che si è proposto di realizzare.



BERTI Antonio

Speriamo che faccia anche le deleghe ai Comuni, cosa che fa anche parte del suo programma!



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Ho detto che andiamo avanti un passo dopo l'altro.



BERTI Antonio

Con questo le do atto che lei realizza il programma.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Ma la soddisfazione è assai più grande se si pone mente che la Regione Piemonte, attraverso al voto del Consiglio pone, a suo titolo di merito non certo in una vanitosa gara prioritaria che sarebbe sterile se soltanto si avesse riguardo al primato, il fatto di avere realizzato un dettato normativo in materia così importante dando, prima tra le Regioni a statuto ordinario, uno strumento che, se bene e rigorosamente applicato, non potrà non dare con i completamenti previsti e preannunziati, risultati positivi.
E ciò avviene in carenza di quelle tali leggi quadro o cornice o di principio che si voglia dire, passando dal grande parlare che si fa, e non sempre a proposito, di ecologia, alla concretizzazione di un primo fatto sotto più di un aspetto, interessante, che i cittadini piemontesi, ritengo apprezzeranno come già è stato sottolineato qui in qualche intervento.
Detto questo, vorrei esprimere una parola di apprezzamento e di ringraziamento a quanti hanno particolarmente lavorato alla legge: all'Assessore Fonio che si è prodigato con passione e con responsabile competenza; alla V Commissione ed al suo Presidente Zanone, la cui relazione accompagna degnamente la legge; e a tutti i Consiglieri che hanno contribuito al varo della legge.
Questa sera parteciperò ad una tavola rotonda che si svolge nella città di Torino per la presentazione di un libro dall'impegnato e drammatico titolo "Perché l'uomo sopravviva"; e sarò veramente lieto di poter comunicare in quella sede che il Consiglio Regionale del Piemonte, con l'approvazione di questa legge, ha recato un suo contributo. Il nostro compito resta quello di continuare e di migliorare l'impegno che abbiamo preso.



BERTI Antonio

E' quello per il quale avete stanziato 90 milioni?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Noi non abbiamo stanziato 90 milioni per un libro.



BERTI Antonio

Un libro sul Piemonte.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Ma si tratta di quei libri che diamo alle scuole. Siamo invece molto parsimoniosi, non abbiamo neanche la possibilità di fare il dono di un libro ai nostri visitatori perché non abbiamo uno strumento legislativo al quale ancorarci.



BERTI Antonio

Potevate fare una legge!!



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Faremo una leggina, come dite voi!



BERTI Antonio

Intanto avete stanziato 90 milioni!!



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Ma l'ha visto il libro scolastico?



BERTI Antonio

Ho visto solo i 90 milioni, altrimenti non avrei nemmeno saputo che lo fate.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Il libro che è stato distribuito alle scuole elementari l'anno scorso curato molto opportunamente e anche con grande dignità dalla passata Giunta, viene ristampato con qualche adattamento e distribuito quest'anno alle scuole medie.
La cosa è stata estremamente gradita e pertanto questi 90 milioni sono spesi nel quadro di quella generica assistenza scolastica alla quale la Regione deve dedicarsi.



BONO Sereno

Era infelice il titolo della delibera.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Prego l'addetto ai lavori della Giunta di prendere atto anche dei titoli delle delibere.



BERTI Antonio

Non abbiamo capito l'omissis.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Si omette tutto quello che solitamente dice "visto l'articolo tale" "vista la legge tale".



PRESIDENTE

Hanno così termine le dichiarazioni di voto.
Passiamo alla votazione dell'intero progetto di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione finale: Presenti e votanti 36 Hanno risposto SI' 26 Consiglieri Si sono astenuti 10 Consiglieri La proposta di legge è approvata.
Comunico al Consiglio che la seduta si terrà domani alle ore 15 puntuali.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20)



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