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Dettaglio seduta n.232 del 30/05/74 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento:

Comunicazioni del Presidente


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Hanno chiesto congedo ai Consiglieri: Berti, Fassino, Gandolfi Garabello, Giovana, Visone.
Stamani si è chiusa la discussione generale sul bilancio che proseguirà domani con la replica del Presidente e dell'Assessore e con le dichiarazioni di voto dei gruppi.
Comunico inoltre che nel corso del viaggio in Puglia i giovani studenti e lavoratori piemontesi hanno ricevuto in omaggio una targa ricordo della gita da parte del Circolo culturale di Gallipoli ed un veliero da parte del Presidente del Consiglio Regionale della Puglia che nel messaggio di accompagnamento ha dichiarato che l'incontro ha costituito un momento di interpretazione positiva di quelli che dovrebbero essere i rapporti costanti fra le due aree territoriali del Paese.


Argomento: Varie

Ordine del giorno sullo scontro fra bande fasciste delle SAM e forze dell'ordine nella boscaglia presso l'Aquila


PRESIDENTE

E' stato presentato un ordine del giorno, che leggo: "Il Consiglio Regionale del Piemonte, di fronte allo scontro a fuoco avvenuto fra una banda fascista delle SAM e le forze dell'ordine nella boscaglia presso l'Aquila, mentre constata che l'episodio costituisce l'ennesima prova di un piano eversivo fascista di cui l'ultimo criminale attentato di Brescia non era che una barbara espressione, richiede al governo di adottare, nella sua riunione di oggi, un piano d'azione generale e immediata che utilizzando le leggi esistenti e l'istituzione dello Stato repubblicano coordina i servizi di sicurezza dell'ordine pubblico colpisca immediatamente tutte le manifestazioni, le organizzazioni e le persone che si sono rese colpevoli di attentati alla libertà e alle istituzioni democratiche.
Il Consiglio Regionale esprime inoltre, alle forze dell'ordine e ai carabinieri feriti nel conflitto a fuoco presso l'Aquila, la riconoscenza di tutti i democratici e di tutti gli antifascisti e l'augurio di pronta guarigione ai feriti stessi".
Ha chiesto di parlare il Consigliere Sanlorenzo, ne ha facoltà.



SANLORENZO Dino

La gravità di quanto è successo oggi consiste essenzialmente in due elementi: il primo è la conferma dell'esistenza di campi armati militari fascisti che hanno potuto costituirsi, esercitarsi, attrezzarsi prepararsi, sparare, probabilmente a salve, in attesa di sparare sulle persone fisiche; il secondo è che questi "militari" non hanno esitato, una volta scoperti, ad aprire il fuoco nei confronti delle forze dello Stato repubblicano, democratico e antifascista.
Aggiungerei anche che questi campi paramilitari, di cui questa volta l'esistenza è stata drammaticamente confermata, hanno un nome e si chiamano SAM, "Squadre d'azione Mussolini". C'è sempre bisogno in Italia che qualcuno muoia perché le verità, che sono sulla bocca di tutti, siano sancite in una forma del tutto indiscutibile.
E poi c'é un'altra considerazione da fare, che smentisce, purtroppo, le parole dette dal Questore di Brescia dopo i gravi fatti degli scorsi giorni: allora non si è trattato del gesto di un esaltato o di un pazzo questo secondo e più grave fatto, dal punto di vista generale, dimostra che c'era un piano, che questo piano aveva una serie di obiettivi e di tappe che questi atti potranno, nelle prossime giornate, continuare perché la trama, che c'è dietro a questi piani, ha degli obiettivi che possono essere realizzati soltanto se si susseguono con un certo ritmo, con una certa scadenza, per provocare gradini diversi di esasperazione della situazione civile e politica del Paese.
Se si vuole far fronte a questa situazione è tempo di rompere tutti gli indugi, di ricuperare il tempo perso e poiché oggi, in questo momento, il governo sta per riunirsi e per esaminare la situazione, ci pare che l'ordine del giorno sia estremamente opportuno a dimostrazione di una sensibilità che il Consiglio Regionale del Piemonte non ha mai mancato di esprimere, e per richiedere un piano che intervenga soprattutto attraverso a due linee fondamentali: 1) coordinamento dei servizi di sicurezza e dell'ordine pubblico perch finiscano i conflitti di competenza che sono stati una (e non certamente la maggiore) delle cause di così colpevoli ritardi e di oscurità altrettanto colpevoli 2) farla finita subito con tutte le persone, con tutte le manifestazioni e le organizzazioni che già si conoscono e che si sono rese colpevoli di delitti e di attentati alla libertà e alla democrazia.
Questo piano immediato ed urgente è il contenuto politico di questo ordine del giorno che raccomando assieme agli altri firmatari.
Un'altra questione che crediamo di dover rilevare da questo atto, pur così grave, è che le forze dell'ordine repubblicano questa volta hanno fatto il loro dovere, hanno dovuto sparare, e, forse se si fosse qualche volta sparato prima non si sarebbe dovuto registrare qualche morto in più dopo e soprattutto, si sarebbe dovuto e potuto mettere in galera prima quelli che dovevano essere messi.
Noi rivolgiamo da questa tribuna un augurio ed un ringraziamento a coloro che hanno fatto il proprio dovere ed un augurio soprattutto ai feriti perché siano presto riconsegnati alle loro famiglie ed al loro servizio per l'Italia democratica e repubblicana. L'Italia democratica e repubblicana ha le forze e gli strumenti per intervenire immediatamente e per stroncare tutto ciò che deve essere stroncato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Rossotto.



ROSSOTTO Carlo Felice

I fatti che hanno portato il mio Gruppo a sottoscrivere l'ordine del giorno di cui lei signor Presidente ha dato lettura, sono di una gravità estrema e noi liberali, non di fronte alla suggestione del momento, o di fronte all'emozione che colpisce drammaticamente tutti coloro che credono nella democrazia e nel valore dell'individuo, ma perché da tempo, da anni o meglio da sempre li condannano. Non occorrono misure eccezionali, occorre soltanto il senso del dovere, il rispetto verso coloro che compiono il proprio dovere al servizio dello Stato democratico, con stipendi assolutamente inadeguati alle pesanti responsabilità loro imposte e nel continuo e offensivo riconoscimento di quella che è la loro attività. Mi pare che con l'ordine del giorno siamo sulla strada giusta, quella che invoca il rispetto della legge e coloro che ne sono tutori, coloro che dalla legge costituzionale sono stati posti ad armare la legge in senso materiale per poter reprimere tutte le offese ai singoli e, quello che è ancora più grave, le offese a quel bene comune che è la libertà, devono intervenire per sciogliere qualsiasi tipo di organizzazione paramilitare o addirittura militare esistente, come ci stiamo rendendo conto che esisteva.
Ebbene, come ha dichiarato ieri il Segretario generale del mio Partito uscito da quel consulto di tutte le forze democratiche di fronte ai fatti gravi che stanno minacciando il nostro Paese, col significato delle espressioni dette ieri dallo stesso e già dette per lunghi anni in Parlamento o in tutte le assise democratiche da noi liberali, molte volte non ascoltati, io sono lieto dei giusti riconoscimenti, dei giusti ammonimenti e delle giuste richieste di intervento da parte dell'autorità governativa che l'ordine del giorno che ha a sue mani, signor Presidente rappresenta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Carazzoni, ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, vorremmo innanzi tutto fare un'osservazione preliminare.
Crediamo che l'ordine del giorno presentato da più parti politiche sia stato ispirato e motivato dalle notizie apparse sui giornali del pomeriggio che parlano di un avvenuto scontro a fuoco fra una formazione delle cosiddette SAM e le forze dell'ordine a Fiamignano, in provincia di Rieti.
Noi pensiamo che gli stessi sottoscrittori dell'ordine del giorno non dispongano al momento di informazioni più controllate e più approfondite di quelle che sono a nostra conoscenza e quindi potrebbe anche, da questo punto di vista, essere raccomandabile una maggiore cautela; ma sicuramente questo sarebbe forse non affrontare nella sua vera sostanza il problema di fondo di un episodio che è estremamente grave e che non può essere sottovalutato, lo riconosciamo noi stessi. Vogliamo altresì aggiungere che questa potrebbe forse essere davvero l'occasione propizia ed opportuna per indagare finalmente e sino in fondo sulla struttura, sulle caratteristiche sulla consistenza di queste fantomatiche SAM che da qualche anno sono apparse sulla scena politica, macchiandosi di reati comuni, di crimini che non abbiamo alcuna esitazione a condannare e soprattutto nuocendo indirettamente, per quella campagna di linciaggio morale che sempre viene esercitata in momenti del genere, alla nostra parte politica.
Si faccia dunque luce sino in fondo sulle SAM, i cui connotati sono ancora molto strani e molto vaghi se è vero, come è vero, che non più tardi di ieri gli stessi giornali ai quali ci ispiriamo oggi per questo documento davano notizia che nella casa di un "colonnello" delle "brigate rosse" erano stati trovati matrici e volantini appunto firmati dalle SAM. Quindi si vada pure fino in fondo, senza nessun timore e senza nessuna preoccupazione.
Ma, detto questo, noi vogliamo altresì aggiungere che questo ordine del giorno, condivisibile senza dubbio nella sua sostanza, ci sembra forse essere carente in una parte: noi suggeriremmo ai proponenti di aggiungere addirittura che al di là dell'affermata e riconosciuta, crediamo globalmente esigenza di un piano immediato e generale, tempestivo e deciso dello Stato per stroncare la violenza comunque colorata e da qualunque parte proveniente, si debba aggiungere non più l'auspicio o la sollecitazione ma l'invito fermo ed energico al Parlamento perché siano finalmente portate in discussione e varate quelle proposte di legge che giacciono da mesi, disattese e non esaminate, presentate per prime all'inizio di questa legislatura, nel maggio del 1972 proprio dal M.S.I.
Destra nazionale per lo scioglimento di tutte le formazioni paramilitari di qualunque colore siano, come abbiamo detto prima.
In questo modo il documento ci sembrerebbe ancora più completo.
Non abbiamo assolutamente niente da dire sulla seconda parte, che condividiamo pienamente, quanto al riconoscimento ai carabinieri, alle forze dell'ordine sottoposti da mesi, da anni ad una campagna di persecuzione, di diffamazione: è un riconoscimento dovuto e sentito. Ci associamo a questo ringraziamento, ci associamo come democratici perch tali ci riteniamo, non ci associamo come antifascisti perché tali non ci qualifichiamo.
E detto questo, io desidero che sia chiaro a questa assemblea e desidero che sia ripreso nel verbale, che il M.S.I. Destra nazionale condivide la sostanza di questo ordine del giorno, non ne condivide la forma perché ancora una volta si cerca di strumentalizzare un episodio per infiammare, per accendere ancora di più quella che abbiamo definito prima una campagna di linciaggio morale nei confronti della Destra nazionale e che ha portato già nella giornata di ieri a episodi di intolleranza, di violenza, di disordine in tutta Italia di cui non soltanto noi abbiamo fatto le spese, ma in molte situazioni gli stessi rappresentanti o del Partito liberale (vedasi il caso di Biondi che non ha potuto parlare al comizio di Roma) o della D.C. la cui sede di Monza - tanto per fare un esempio - è andata distrutta dalle violenze degli estremisti di sinistra.
Ripeto quindi che noi ne condividiamo la sostanza ma non ne condividiamo la forma, non condividiamo cioè il modo come è stata espressa questa condanna che ci trova peraltro consenzienti in quelle che sono le finalità ultime, ossia l'esigenza che lo Stato ritrovi se stesso, che lo Stato affermi la propria esistenza esattamente come finora o da molto tempo non ha più saputo fare, che lo Stato colpisca, senza alcuna debolezza senza alcuna complicità, senza alcuna connivenza tutte le formazioni estremistiche, siano esse della destra extra parlamentare, siano esse della sinistra extra parlamentare e che ripristino nella nostra nazione disastrata e travagliata, condizioni di civile convivenza.
Per queste ragioni il documento, quando sarà messo in votazione, non avrà l'approvazione nostra: il M.S.I. Destra nazionale non parteciperà alla votazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Bianchi, ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, è veramente preoccupante il fatto che quasi ogni giorno l'opinione pubblica sia scossa e questa assemblea sia richiamata alla necessità di esprimere un giudizio, di assumere un atteggiamento in relazione a fatti gravissimi che avremmo pensato irriproducibili impossibili nel nostro Paese dopo la fondazione della Repubblica democratica che offriva larghe possibilità di affermazione, di presenza, di confronto a tutte le forze politiche e a tutte le persone fisiche, comprese quelle che avevano assunto gravi responsabilità in momenti tragici della nostra patria.
Purtroppo così non è e noi siamo chiamati ad assumere le nostre responsabilità e le assumiamo. Questo ultimo fatto rivela che esistono legami, che esistono piani, che esistono diffuse tendenze al ricorso alla violenza organizzata volta a fini politici di eversione. La violenza quando si manifesta in forma diretta e di rottura nei confronti delle istituzioni, è sempre storicamente fascista secondo il significato che noi attribuiamo a questo aggettivo, anche quando diversamente si qualifichi e si giustifichi sul piano ideologico.
Questi piani tendono a drammatizzare la situazione politica italiana che è grave, che è pesante, ma non è certo tale da consentire il pensiero del ricorso ad una guerra civile. Questi piani e queste azioni preoccupano proprio perché vaste masse, già preoccupate dalle condizioni economiche suggestionate da un'infinità di sollecitazioni che i mezzi di comunicazioni moderne finiscono per moltiplicare dando l'apparenza di consistenza anche a cose che, vagliate con spirito critico, consistenza profonda e vera non hanno. Noi affermiamo che non esistono nel nostro paese i presupposti sociali, economici, culturali, civili per una guerra civile, per uno scontro e per modificare le istituzioni. Quindi condanniamo ancora una volta innanzi tutto i criminali, perché di criminalità politica si tratta.
Ancora l'altro giorno dicevamo che oggi non solo coloro che operano sul terreno squisitamente politico in modo criminale devono essere respinti al margine, ma oggi si è offerta una giustificazione alla criminalità comune che si riveste, quasi ogni giorno, di ideologia o di pseudo ideologia. E allora occorre non solo fare richiamo alla forza dello Stato perch intervenga, perché elimini, tagli alla base questi movimenti, ma bisogna fare un richiamo quotidiano a tutte le forze politiche e culturali del paese perché si disinneschino le ancor più pericolose organizzazioni di tipo criminale ideologico, perché queste rischiano di raccogliere vittime tra giovani inconsapevoli i quali possono pensare di offrire un proprio impegno, anche tragico, ad un pseudo ideale.
Quindi condanniamo duramente ancora una volta questo atto nazista nazifascista perché i gruppi di bande armate in un paese civile e democratico, mite come è il nostro, sono frutto di un'ispirazione folle mitologica quale quella che abbiamo visto in un periodo di follia dell'Europa col nazismo.
E sono d'accordo che si debba fare richiamo a che il governo, lo Stato agisca con gli strumenti di cui dispone, certo diversamente coordinandoli certo diversamente assistendo che forze che intervengono anche perché non dobbiamo consentire a che cresca la tensione, non dobbiamo alimentarla lasciarci prendere dalla psicosi del dramma incombente; esiste una situazione grave, seria, ma per chi ha i nervi saldi, è una malattia periferica rispetto al grande corpo della società italiana e in tale zona periferica deve essere mantenuta. Perciò nei nostri atteggiamenti, nel votare gli ordini del giorno, nel motivarli, negli atteggiamenti che prendiamo di fronte alle masse, al pubblico, ai lavoratori, a tutti i cittadini, dobbiamo dimostrare fermezza, ma serenità volta a disinnescare anche questo processo di progressiva salita della temperatura.
E, nei confronti delle forze dell'ordine si colloca opportunamente questo riconoscimento, questa riconoscenza, ricordando da parte mia che le forze dell'ordine hanno da essere rispettate sempre e un po' di più, non vanno né strumentalizzate, né messe in condizioni di non avere quella libertà d'azione che consenta di colpire tutte le forze di criminalità.
Diciamolo tutti insieme: la criminalità politica non ha colore politico e allora va colpita ovunque essa si trovi, in qualunque modo essa si mascheri, comunque si presenti, senza timore. E se a questo riconoscimento reciproco siamo arrivati, non c'è bisogno che nessuna forza politica tema di essere in qualche modo coinvolta in un giudizio negativo. Le forze politiche costituzionali, che sono presenti nel Parlamento italiano e in questa assemblea, non sono da nessuno sospettate di utilizzare o di strumentalizzare azioni di criminalità politica. E allora, se così è ciascuna di queste forze deve avere il coraggio di separare non timidamente, ma duramente da sé la responsabilità di gruppi esaltati che rischiano di trascinare, se qualche errore si dovesse commettere, o se la congiuntura politica ed economica dovesse rendere la situazione più pesante, rischiano di farci precipitare in fondo al baratro.
Mi scuso se mi sono dilungato, ma l'occasione credo fosse opportuna per dire che non si allontanano gli spettri dello scontro accettando sorridendo, magari qualche volta con compiacimento, le grida di "uniti si ma contro la D.C.". Anche questi atteggiamenti che vanno diffondendosi hanno un tono e un suono che è estremamente pericoloso. Si ricordi che la D.C. è fatta soprattutto di miti e tutti sanno che dalla ira dei miti ci si deve guardare. Abbiamo sufficiente senso dello stato, le nostre forze non sono esaurite, non siamo disposti a farci coinvolgere in certi giudizi, ad accettare azioni che portano alla frattura nel nostro paese; sappiamo di rappresentarne una parte troppo importante perché questo possa avvenire.
E' per queste ragioni che abbiamo firmato, con tutta serenità di coscienza, questo ordine del giorno, perché non abbiamo complessi di inferiorità, non abbiamo timori di sorta da assumere gli atteggiamenti che sono da assumere a difesa delle libertà civili e della pace del nostro Paese.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Cardinali. Ne ha facoltà.



CARDINALI Giulio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, sono certo che se non fosse giunto dopo il tragico fatto di Brescia, l'avvenimento di cui i giornali del pomeriggio hanno dato notizia in modo così vistoso forse avrebbe avuto uno spazio ed un risalto minori, trattandosi, a mio modo di vedere, di una normale operazione di polizia contro delinquenti che io ritengo abbiano la caratteristica di delinquenti comuni, anche se ricercano ammantamenti di carattere ideologico e di carattere politico.
Abbiamo sottoscritto l'ordine del giorno per un duplice ordine di motivi: perché non possiamo non esprimere soddisfazione tutte le volte che ci capita di renderci conto che l'apparato dello Stato fa il proprio dovere e questa volta il dovere è stato compiuto, anche con rischio personale e con conseguenze nel corpo vivo degli agenti che hanno partecipato all'azione ---, ma soprattutto perché riteniamo che la strada da seguire sia proprio quella di avere la massima fiducia nell'apparato dello Stato e mettere l'apparato dello Stato in condizioni di fare interamente il proprio dovere. Giova qui ricordare che quando, qualche anno fa, si farneticava sul disarmo della polizia, sulla necessità di togliere alle nostre forze dell'ordine i pochi mezzi di cui potevano disporre, furono proprio i Gruppi parlamentari della socialdemocrazia ad opporsi, molto energicamente, a questo.
Noi crediamo che si debba tendere ad una situazione di ordine civile in cui le forze di polizia possano circolare disarmate. Ma non mi pare che i tempi siano maturi per questo. Il pericolo non è tanto costituito dalla presenza di bande armate o di gruppuscoli che possano attentare ad una democrazia come la nostra, dato che essa ha fondamenta solide che non temono fatti di questo genere: è che si possa arrivare ad una sfiducia generica nelle forze dello Stato, nelle loro capacità di sopperire da sole ai loro compiti istituzionali; perché in questo caso, evidentemente, ci sarebbe la tentazione di mutuare al altre forze compiti che ad esse non competono.
Io credo che dalla manifestazione svoltasi ieri in tutta Italia nonostante qualche nota stonata che - ha posto in rilievo giustamente, a mio modo di vedere, l'amico Bianchi, Capogruppo della Democrazia Cristiana sia emersa soprattutto questa grande volontà del Paese di affidarsi agli organi che lo rappresentano, alle forze di polizia, che hanno il compito di tutelare l'integrità dei cittadini, per la risoluzione di questi problemi. Credo che questa sia una prova di maturità politica che, unita anche ad altre prove recentissime, che il Paese ha saputo dare con il modo in cui è uscito da determinate consultazioni elettorali costituisca l'auspicio migliore di un facile superamento dei pericoli che incombono su di noi.
Ho preso atto, devo pure ammetterlo, di quanto ha detto il rappresentante in quest'aula della Destra nazionale. Non so se è una proposta di candidatura ad entrare nell'arco costituzionale. Direi comunque che occorreranno prove di volontà ben maggiori da parte sua: non basta esprimersi in termini che almeno per certi aspetti, però, non possiamo non apprezzare.



CARAZZONI Nino

Dovete prima dimostrare che noi siamo fuori dall'arco costituzionale.



CARDINALI Giulio

Il testo di questo ordine del giorno è accolto dal nostro Partito come testimonianza del riconoscimento che si agisce nel modo giusto e soprattutto del riconoscimento alle forze dello Stato che lungo questa strada si deve proseguire per allontanare tutti i pericoli che possono minacciare la nostra democrazia.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Simonelli. Ne ha facoltà.



SIMONELLI Claudio

Signor Presidente, a nome del Gruppo consiliare del Partito socialista italiano desidero associarmi anch'io ai sottoscrittori di questo ordine del giorno, con il quale si vuol deprecare questo nuovo episodio della escalation della violenza, dopo i fatti luttuosi, gravissimi, di Brescia.
Questa volta dobbiamo rimarcare la tempestività con la quale le forze dell'ordine hanno assunto l'iniziativa. Era finalmente tempo che si cominciasse non soltanto a far luce sulla realtà delle trame eversive che vengono prendendo corpo nel Paese, ma si cominciasse a stroncarle con decisione, senza alcuna debolezza, volontaria o involontaria, nei confronti di tentativi sediziosi ormai da parte fascista portati avanti apertamente chiaramente, nella realtà del Paese.
Direi, quindi, che, insieme con il senso di riconoscenza verso le forze dell'ordine, e il saluto ai feriti che questo ordine del giorno dà dev'essere formulato da parte di tutti i democratici l'invito alle forze dell'ordine a fare fino in fondo il loro dovere. Le forze dell'ordine sono al servizio dello Stato repubblicano, al servizio di uno Stato che nella sua Costituzione non riconosce dignità di cittadinanza nel nostro Paese al Partito fascista ed ai suoi epigoni, di uno Stato, quindi, per il quale è dovere reprimere il fascismo in tutte le sue forme ed in tutte le sue manifestazioni. Al di là, quindi, della violenza, che deve essere sempre combattuta, da qualunque parte venga e di qualunque colore essa sia, c'è per il fascismo un altro tipo di reiezione, che è la reiezione costituzionale, contemplata nella Carta fondamentale dello Stato: i fascisti sono diversi da tutti gli altri e vanno combattuti non solo in quanto violenti ma in quanto fascisti.
E' chiaro che, dopo questo episodio, che segue quello gravissimo di Brescia, dev'essere forte, chiaro il discorso che invita alla responsabilità e all'unità le forze antifasciste, il discorso che faceva in una certa misura, questa mattina, in quest'aula, il mio collega di Gruppo Nesi: un discorso che è ben presente al Governo, come dimostra l'incontro che il Presidente del Consiglio, Rumor, ha avuto ieri con i rappresentanti di tutti i Gruppi parlamentari dell'arco costituzionale. C'é l'esigenza cioè, di una unione solida fra tutte le forze cui si devono la Resistenza e la Carta costituzionale. Di fronte alla gravità del momento c'è la necessità di una unione operativa, al di là delle divergenze politiche, fra tutte le componenti democratiche del nostro Paese. Questa è l'unità alla quale noi richiamiamo. Ognuno certamente è libero di mantenere le proprie connotazioni politiche, ma tutti uniti da un disegno comune, che è quello di difendere questa democrazia, di impedire che da parte fascista si attenti alle regole del gioco democratico e della convivenza civile.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Presidente della Giunta.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Signor Presidente, signori Consiglieri, nessuno di noi certo avrebbe pensato che quest'oggi avremmo dovuto riprendere la parola, fermamente anche se brevemente, per ribadire la condanna e l'augurio che certe situazioni non abbiano più a ripetersi nel nostro Paese. La piazza di Brescia è ancora segnata del sangue di sei vittime che già dall'Abruzzo echeggiano colpi di moschetto sparati dalle forze dell'ordine contro appartenenti e componenti delle squadre che si intitolano al nome di Mussolini, del Mussolini del 1919, del Mussolini del 1943, dell'uomo che ha condotto a rovina il nostro Paese, associandosi alla follia di Hitler.
La Giunta non sottoscrive l'ordine del giorno come ordine del giorno del Consiglio, ma lo fa proprio, attraverso le parole del suo Presidente nella sua interezza, sottolineando la grande opportunità di dire, con l'autorità che è propria del Consiglio Regionale del Piemonte, alle forze dell'ordine una parola di solidarietà viva e piena e di compiacimento con l'augurio che queste forze dell'ordine, nel compimento del loro dovere siano ferme, precise, decise, e non abbiano le mani legate perché in altra occasione, se questo non fosse avvenuto, forse talune espressioni di violenza sarebbero rientrate, prima di manifestarsi come si manifestano adesso.
Mi permetterei di proporre che il testo di questo ordine del giorno non venga trasmesso soltanto, sollecitamente, alla Presidenza del Consiglio perché possa esser tenuto in considerazione al momento di assumere delle decisioni, ma sia trasmesso anche a tutti i comandi delle Forze Armate che si occupano di mantenere l'ordine nel nostro Paese.
Vorrei, associandomi allo spirito dell'ordine del giorno, dire una mia impressione personale. E' giusto quel che ha detto il collega Bianchi, che il nostro Paese è saldo, civile, democratico, dopo avere esperimentato le difficoltà per la riconquista della libertà, per cui, come ha chiaramente detto il Ministro degli Interni nel discorso dinanzi ai due rami del Parlamento, affermando: "Il fascismo è morto con il 25 aprile del 1945" quelle forze non prevarranno. Tuttavia, si registrano dei sussulti che fanno pensare che il cadavere abbia ancora delle espressioni quanto meno di tentativo e di volontà di rianimarsi. E allora bisogna che tutto questo non sia visto in funzione di un fantasma ma di un qualche cosa che, com'è accaduto una volta, potrebbe accadere ancor oggi. Anche allora - e per gli uomini della mia età il ricordo è tuttora vivo - si era detto: "E' una cosa che passerà". Ma ci vollero venti anni di esperienza, e ci vollero soprattutto altri anni di sofferenza, di patimento, da parte di coloro che volevano veramente ridonare alla patria la sua libertà, per cancellare, per spugnare - e forse non sufficientemente e non con adeguata energia questo fenomeno del fascismo, che attraverso questi sussulti dà l'impressione di voler ritornare. Esattamente è stato detto dal collega Cardinali, se non erro, che è un problema costituzionale: è la Costituzione che priva il fascismo del diritto di cittadinanza in Italia.
Ebbene, questa invocazione che parte dal Consiglio Regionale del Piemonte, di questo Piemonte che lo ha combattuto, questo malanno pernicioso per la vita del Paese, sia rapidamente portata alla Presidenza del Consiglio, perché senta, anche attraverso questo ordine del giorno, la richiesta che si è levata ieri nel corso di tutte le manifestazioni di piazza alle quali il popolo italiano ha largamente partecipato.
Se mi è consentito, poiché è presente la stampa, che può raccogliere le voci che escono da questo Consiglio, farei una postilla in merito a quanto è stato fatto nel mondo della scuola. La scuola ieri è stata chiusa, ai ragazzi sono stati mandati a casa, in moltissimi casi senza sapere perch non si tenevano le lezioni. Si sarebbe almeno dovuto spiegare loro il motivo della vacanza imprevista. Un mio nipotino di otto anni, alle 8 e mezzo del mattino, è rientrato a casa ed ha detto a sua madre: "Viva Brescia! Viva Brescia! "Perché 'Viva Brescia! ", gli abbiamo domandato.
"Perché grazie a Brescia abbiano un giorno di vacanza". La scuola, che dovrebbe farsi portatrice di certe istanze, educatrice dei giovani, dei ragazzi, avrebbe dovuto spiegare che non si trattava di un giorno di vacanza, ma di un giorno di lutto, di meditazione, di tremenda responsabilità. Se non si incomincia a fare questo, qualcuno potrà continuare a dire: non mi interessa più niente, non mi preoccupo più di niente, abbandono il campo. A coloro che credono che il fascismo possa risorgere anch'io dico, come ha detto autorevolmente il Ministro degli Interni, che il fascismo non risorgerà. Certo, tentativi in questo senso ci sono, e i tentativi significano vite umane, danni morali, possibilità di divisione tra gli spiriti.
La Giunta Regionale, il Governo regionale, il Piemonte si associano pienamente e completamente alla protesta contenuta nell'ordine del giorno ed auspicano che la trasmissione dell'ordine del giorno venga fatta immediatamente alla Presidenza del Consiglio, perché abbia una sua efficacia nel momento deliberativo. Questo Governo, che dovrà ritrovare anche in queste manifestazioni unitarie la forza per lavorare, per decidere prontamente, fermamente, deve avere immediatamente il conforto del sostegno di tutti i democratici. Essere al posto di responsabilità può qualche volta rendere perplessi sulla immediatezza delle esecuzioni: ma quando, essendo in un posto di alta responsabilità, si sente che vibrano tutti gli spiriti degli uomini veramente liberi dei partiti democratici, dei partiti che vogliono veramente la libertà, le decisioni che possono essere prese vengono adottate con maggior tranquillità e maggior sicurezza.
Concludo formulando per me, signor Presidente e signori Consiglieri, ma anche per loro, l'augurio che questo Consiglio Regionale non abbia più ad occuparsi d'ora innanzi di questioni come quelle di cui ci siamo occupati in passato così intensamente in questi giorni. Che veramente la presa di coscienza del popolo italiano riverberi sugli organi di Governo l'esigenza di una presa di posizione energica, ferma, decisa, atta ad impedire il verificarsi di altre vicende così tristi. E ci inchiniamo ancora, qui dinnanzi agli uomini che nel compimento del loro dovere hanno rischiato un'altra volta la vita, per il bene di tutti, per la difesa di tutti.
Signor Presidente del Consiglio, signori Consiglieri, la Giunta unanime sottoscrive, attraverso le mie parole, il testo di questo ordine del giorno, e chiede che esso sia trasmesso immediatamente alla Presidenza del Consiglio.



PRESIDENTE

Comunico al Consiglio che, su suggerimento del Presidente della Giunta avrei ritenuto di apportare due lievi modifiche al testo; usare il verbo essere al presente nella frase: "L'ultimo criminale attentato di Brescia non era che una barbara espressione" e cancellare l'avverbio inoltre nella frase: "Il Consiglio Regionale esprime inoltre alle forze dell'ordine ed ai carabiniere feriti nel conflitto a fuoco presso l'Aquila la riconoscenza di tutti i democratici, di tutti gli antifascisti e l'augurio di guarigione dei feriti". L'ordine del giorno reca le firme: Bianchi, Sanlorenzo Simonelli, Cardinali, Rossotto.
Pongo in votazione, impegnandomi a trasmetterlo subito telegraficamente al Presidente del Consiglio e al Ministro degli Interni ed a comunicarlo successivamente a tutti i Comandi dei carabinieri e alle Questure, l'ordine del giorno che avevo già letto ma che desidero rileggere ora: "Il Consiglio Regionale del Piemonte di fronte allo scontro a fuoco avvenuto fra una banda fascista delle SAM e le forze dell'ordine nella boscaglia presso l'Aquila, mentre costata che l'episodio costituisce l'ennesima prova di un piano eversivo fascista di cui l'ultimo criminale attentato di Brescia non è che una barbara espressione, richiede al Governo di adottare, nella sua riunione di oggi un piano d'azione generale e immediata che, utilizzando le leggi esistenti e le istituzioni dello Stato repubblicano, coordini i servizi di sicurezza e dell'ordine pubblico e colpisca immediatamente tutte le manifestazioni le organizzazioni e le persone che si sono rese colpevoli di attentati alla libertà e alle istituzioni democratiche.
Il Consiglio Regionale esprime alle forze dell'ordine e ai carabinieri feriti nel conflitto a fuoco presso l'Aquila la riconoscenza di tutti i democratici, di tutti gli antifascisti, e l'augurio di pronta guarigione ai feriti". Firmato: Bianchi, Sanlorenzo, Simonelli, Cardinali, Rossotto.
Pongo in votazione per alzata di mano. Chi approva è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato.
Prego la Segreteria di provvedere alla spedizione del telegramma urgente ai destinatari indicati.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

...dando atto che la Giunta ha aderito attraverso le parole del suo Presidente.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Esame del disegno di legge n. 165 sugli interventi per lo sviluppo dell'agricoltura


PRESIDENTE

Punto sesto dell'o.d.g.: "Esame del disegno di legge n. 165: 'Interventi per lo sviluppo dell'agricoltura".
Relatore è il Consigliere Bianchi, al quale do senz'altro la parola precisando che la Commissione ha apportato una modifica al testo aggiungendovi un articolo che io chiamerei 3 bis.



BIANCHI Adriano, relatore

Signor Presidente, prendo la parola brevissimamente, perché si tratta di un disegno di legge che è già illustrato dalla relazione della Giunta nei suoi termini e nei suoi limiti formali ed anche di contenuto. Avverto inoltre che lo faccio senza aver preso visione del testo ribattuto così come formulato e rinviato in sede di commissione per un ritardo determinato da pure ragioni tecniche, cui si ovvierà tra poco.
Si tratta di uno strumento di applicazione, diciamo, volto a rendere efficaci le previsioni del bilancio in relazione a disposizioni di legge statali che non sono più operanti e in ordine alle quali pertanto era legittimo dubitare bastasse una previsione di spesa in sede di bilancio che non trovasse puntuale fondamento in uno strumento legislativo. E' stato così approntato dalla Giunta questo disegno di legge, che ha ricevuto gli emendamenti e le modificazioni che lo stesso Presidente ha già ricordato.
La materia è quella stessa, per gran parte della zootecnia e dell'agricoltura, in ordine alla quale stiamo completando un quadro che questa sera avrà già rilievo e contorno preciso e pertanto io non faccio perdere altro tempo ai Consiglieri. Devo dar atto che ci sono alcuni dissensi, o desideri di alcuni chiarimenti, da qualche parte politica, del Gruppo comunista in particolare, che già aveva sollevato alcune obiezioni su questa materia e che intende chiarire la propria posizione al riguardo.
Ritengo che il modo di procedere sia corretto e ci tuteli al di là di ogni dubbio. Qualcuno poteva anche teorizzare che non occorresse far ricorso a questo strumento ma essendo sorti seri e fondati dubbi sulla efficacia e validità dello strumento di cui si disponeva, credo fosse doveroso da parte della Giunta ovviare ad incertezze, il che è stato fatto attraverso questa legge che ritengo adeguata e rispondente allo scopo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Rossotto. Ne ha facoltà.



ROSSOTTO Carlo Felice

Signor Presidente la legge che stiamo esaminando, che porta il numero 165, e che tecnicamente ritengo sia indispensabile, in sede di I Commissione ha dimostrato ancora una volta uno stato di continua disarticolazione della nostra attività.
E' pervenuto, questo testo di legge, con modifiche effettuate all'ultimo momento senza un preciso e chiaro riferimento a quelle che potevano essere le imputazioni di spesa dei singoli capitoli, e soltanto grazie alla eccezionale dedizione dei componenti l'ufficio di contabilità è stato poi possibile alla Commissione valutare in pieno i singoli capitoli.
Questo sistema di procedure, in cui anche le opposizioni, che hanno il dovere continuo non soltanto di rendersi merito di quello che con il loro contributo viene compiuto dagli organi della Giunta, ma di sottolineare le carenze mi fa sentire il dovere di denunciare questo sistema di legiferare con modificazioni apportate all'ultimo momento e che creano ancora le possibilità in sede del Consiglio non di contrasti sui motivi di merito che possono portare le opposizioni a contrastare la volontà politica della Giunta, ma proprio nelle formulazioni che meglio possano rispondere al significato della legge, corresponsabilizzando tutto il Consiglio Regionale, che all'esterno rappresenterà l'espressione e la volontà politica di questo Consiglio. E prego la Giunta di essere meno precipitosa in certi momenti e più tempestiva in altri, acciocché non ci si ritrovi nella impossibilità di valutare a fondo il significato stesso della legge non si costringano le opposizioni a sostituirsi per senso di responsabilità ai promotori e si consenta loro un più sereno esame.
Noi ci siamo trovati in I Commissione con una legge che all'ultimo momento portava un articolo 4 che non aveva alcun riferimento sulla parte finanziaria, che quindi rimaneva così, in aria, con la necessità pertanto prima di esprimere un giudizio, di riconsultare i competenti Uffici regionali. Non è un modo serio di fare per portare avanti un valido operato legislativo.
L'astensione, pertanto, che a nome del Gruppo liberale dichiaro su questa legge non riguarda il merito ma il metodo con cui provvedimenti di questo tipo vengono portati avanti dalle forze di maggioranza di questo Consiglio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Menozzi. Ne ha facoltà.



MENOZZI Stanislao

Prendo atto con compiacimento dell'avvenuta presentazione e approvazione a maggioranza da parte della Commissione, come ha detto il relatore Bianchi, del disegno di legge n. 165 presentato dalla Giunta provvedimento che viene per cautelare Consiglio e Giunta nell'esercizio delle loro rispettive funzioni.
Con l'approvazione di questo disegno di legge ci si verrà a cautelare in relazione agli stanziamenti a bilancio previsti per leggi statali, e ci in rapporto al fatto che alcuni di questi non sono più stati rifinanziati.
Annuncio che abbiamo provveduto alla presentazione di emendamenti aggiuntivi per quanto attiene ad articoli non contemplati nel predetto disegno di legge e che fanno espresso riferimento all'art. 15 (interventi per favorire e consolidare le colture arboree specializzate) e all'art. 17 per quanto attiene alla estensione della elettrificazione nelle campagne.
C'erano dei dubbi se fosse qui il caso o no di inserirli nel disegno di legge, ma, per motivi sempre di ordine cautelativo, abbiamo ritenuto necessario presentare gli emendamenti che discuteremo a suo tempo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Ferraris. Ne ha facoltà.



FERRARIS Bruno

Signor Presidente, colleghi, il disegno di legge n. 165, che pure è frutto, o conseguenza, di un contributo di natura giuridica e politica portato dal nostro Gruppo in sede di Commissione Bilancio, non può trovare il nostro consenso, e quindi la nostra approvazione. E ciò non tanto e non solo per ragioni di forma, di procedura, per il modo, cioè, in cui è stato presentato e discusso (su cui si è soffermato testè il collega Rossotto con considerazioni indubbiamente valide: una situazione di questo tipo non deve ripetersi, e questa procedura deve rimanere una eccezioni limitata a questa legge e all'altra che approveremo dopo, forse ancora per quella sul risanamento), quanto per ragioni di ancor maggiore consistenza. La nostra opposizione trae motivazione dal fatto che la Giunta e la sua maggioranza per inerzie passate ed anche recenti, si è trovata ancora una volta a dover accogliere - e di questo prendiamo atto - il nostro contributo solo per quanto concerne l'aspetto giuridico, e soltanto nel timore della impugnativa del bilancio, o di questi capitoli di spesa, ma non ha accolto appunto per quella inerzia cui ho fatto riferimento, la sostanza del discorso fatto ripetutamente da parte del nostro Gruppo, riproposto dal nostro Capogruppo in sede di Commissione, sull'esame del bilancio, che si richiama al ruolo autonomo della Regione, delle sue potestà e prerogative legislative, che qui ancora una volta non vengono assolte.
Insomma, con questa legge si superano difficoltà o pericoli di carattere giuridico ma nella sostanza nulla si innova sul piano legislativo e sul piano operativo. Noi, a differenza da altri Gruppi e dai colleghi socialisti, due anni fa abbiamo ritenuto di fare una eccezione. Ma due anni fa le cose stavano ben diversamente. Se sono valide le osservazioni che ha reso questa mattina qui il collega e compagno Nesi, quella eccezione poteva valere allora, ma oggi non dovrebbe più valere per nessuno, in quanto questi pochi o tanti miliardi (non sono molti 4500 milioni) vengono ancora spesi su quattro articoli del Piano verde, e in parte su un'altra legge quella della piccola proprietà contadina, secondo il sistema dispersivo di sempre, senza alcun criterio di priorità, senza neppure quelle modeste innovazioni che pur siamo riusciti tutti insieme a far introdurre nella legge approvata ieri.
Potrei ancora dire, come ho detto in Commissione, che per quanto riguarda l'art. 2 l'Assessore si è cautelato; ma, direi, si è cautelato in funzione anticontadina , andando a ripescare la più vecchia delle leggi per la proprietà contadina, non certo la più favorevole per il suo sviluppo. E così si può dire per quanto riguarda gli altri due articoli, che nell'insieme certo soddisfano esigenze presenti, esigenze che tutti noi abbiamo affrontato (non solo noi comunisti, anche qualche altro Gruppo); ma abbiamo affrontato attraverso la presentazione di quei quattro o cinque progetti di legge che sono stati via via sottoposti e sui quali la Giunta anticipandoci, avrebbe potuto presentare sui disegni di legge, così da giungere almeno in questo 1974 a legiferare in modo autonomo, nuovo coerente e congruente con la realtà agricola della nostra Regione e soprattutto con gli obiettivi che noi ci dobbiamo porre e ci poniamo per il rilancio, la riprese, lo sviluppo dell'agricoltura regionale.
Queste sono le ragioni di fondo che ci impediscono di dare il nostro assenso a questa legge. Naturalmente, non chiederemo e non porremo il problema, per esempio, del non passaggio all'esame degli articoli, ma ci esprimeremo e sugli articoli e nel contesto della legge nel senso che ho ora detto, cioè in senso negativo.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Carazzoni. Ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, desidero fare una brevissima dichiarazione di voto dato che così si può intendere la comunicazione che qui faccio per conto del mio Gruppo di astensione dal voto sul provvedimento di legge n. 165 di cui stiamo ora discutendo.
Ci asterremo non soltanto per ragioni di difformità procedurale che già sono state illustrate da altre parti politiche, che condividiamo e facciamo nostre, ma anche e soprattutto per una precisa ragione politica, che enunciamo molto brevemente.
Anche questa legge è una legge di rifinanziamento di provvedimenti statali, che rientra quindi in quella logica di azione che è portata avanti, che è stata portata avanti e tuttora viene perseguita, a livello nazionale, nei confronti del vitale settore dell'agricoltura. Una logica che la mia parte politica ha sempre contrastato e combattuto, e che adesso viene qui, con carattere di ordinaria amministrazione, ripetuta e ripresa a livello regionale.
Noi diciamo, dunque, una valutazione politica alla legge: di insufficienza di inventiva, di fantasia, vorremmo dire, ad operare costruttivamente in un settore che richiederebbe ben diversi e ben più incisivi impegni che non semplici provvedimenti di rifinanziamento.
Per queste ragioni, come ho detto, mi asterrò sul progetto di legge in esame.



PRESIDENTE

La discussione generale è così chiusa.
Sospendo per dieci minuti la seduta, perché la Segreteria possa provvedere a far stampare e distribuire ai Consiglieri copie dei quattro emendamenti che sono stati presentati.



CALSOLARO Corrado

E la legge?



PRESIDENTE

La legge n. 165 è stata distribuita circa dieci-quindici giorni fa e non ha trovato modificazioni salvo negli emendamenti che sono stati presentati da appena dieci minuti. Per consentire a tutti di avere gli emendamenti sospendo dieci minuti e informo che sarà distribuito l'altro testo della legge, cioè quello che la Commissione ha licenziato. Vorrei però far presente che sono stati presentati degli emendamenti che non corrispondono più al vecchio testo.



MARCHESOTTI Domenico

Infatti avevamo un testo diverso.



PRESIDENTE

Ad un certo punto sospenderemo per un quarto d'ora venti minuti la seduta per l'esame dell'altro testo di legge. Per ora è sufficiente una sospensione di dieci minuti, in attesa degli emendamenti.



(La seduta, sospesa alle ore 17,30 riprende alle ore 17,45)



PRESIDENTE

La seduta riprende. Mi pare che ora tutti gli Consiglieri abbiano gli emendamenti.
Se non vi sono richieste di parola possiamo passare alla votazione sui singoli articoli.
Disegno di legge regionale n. 165: "Interventi per lo sviluppo dell'agricoltura", presentato dalla Giunta Regionale in data 17 maggio 1974.
Articolo 1.
"E' autorizzato, per l'anno 1974, il limite d'impegno di 2.800 milioni ai fini della concessione, nella misura e con le modalità di cui agli articoli 9 e 16 della Legge 27 ottobre 1966, n. 910, delle agevolazioni creditizie ai prestiti relativi a strutture zootecniche, case di abitazione per coltivatori diretti ed altri miglioramenti fondiari, nonché ai prestiti relativi a strutture zootecniche associative per la conservazione dei prodotti".
A questo articolo è stato presentato un emendamento soppressivo e sostitutivo per la Giunta, firmato Chiabrando: "E' autorizzato, per l'anno 1974, il limite d'impegno di 2.800 milioni, ai fini della concessione nella misura e con le modalità di cui agli articoli 9 e 16 della Legge 27 ottobre 1966, n. 910, del contributo negli interessi sui mutui trentennali relativi a strutture zootecniche, case di abitazione per coltivatori diretti, altri miglioramenti fondiari e alle strutture zootecniche associative di produzione, nonché sui mutui trentennali integrativi per le strutture agricole e zootecniche associative di conservazione trasformazione e commercializzazione dei prodotti, con estensione del contributo medesimo ad un periodo massimo di preammortamento di un biennio".
Si desidera illustrarlo? Allora, lo pongo in votazione per alzata di mano: chi intende approvarlo è pregato di alzare la mano. E' approvato.
Si proceda alla votazione di questo articolo sostitutivo per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 24 Consiglieri hanno risposto NO 8 Consiglieri si sono astenuti 4 Consiglieri.
L'articolo 1 è così approvato.
Articolo 2 "E' autorizzato, per l'anno 1974, il limite d'impegno di 500 milioni ai fini della concessione, nella misura e con le modalità di cui all'art. 27 della Legge 2 giugno 1961, n. 454, di prestiti relativi alla formazione e all'arrotondamento della priorità contadina ai sensi del D.L. 24 febbraio 1948, n. 114, e successive modificazioni ed interrogazioni".
E' stato proposto un emendamento sostitutivo e soppressivo, da parte della Giunta: "E' autorizzato, per l'anno 1974, il limite d'impegno di 500 milioni ai fini della concessione, nella misura e con le modalità di cui all'art. 27 della Legge 2 giugno 1961 n. 454, del contributo negli interessi dei mutui trentennali per la formazione e l'arrotondamento della piccola proprietà contadina, ai sensi del Decreto legislativo 24 febbraio 1948 n. 114 e successive modificazioni ed integrazioni".
Si desidera illustrarlo? Qualcuno chiede di parlare sull'emendamento? Allora, lo pongo in votazione: chi intende approvarlo è pregato di alzare la mano. L'emendamento è approvato.
Si proceda alla votazione di questo articolo sostitutivo di quello presentato, per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 26 hanno risposto SI 24 Consiglieri hanno risposto NO 9 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 2 è così approvato nel nuovo testo.
Articolo 3.
"E' autorizzato, per l'anno 1974, il limite d'impegno di 350 milioni ai fini della concessione, nella misura e con le modalità di cui all'articolo 16 della legge 2 giugno 1961, n. 454, di contributi costanti quinquennali per ai prestiti relativi all'acquisto di bestiame ed attrezzature zootecniche".
Non mi risultano finora presentati emendamenti. Nessuno intende proporne, o parlare su questo articolo? Si proceda, allora all'appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 9 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
Anche l'art. 3 è approvato.
Vi sono ora tre emendamenti aggiuntivi, che, se accolti, verranno a costituire tre nuovi articoli: 4, 5 e 6.
Primo emendamento aggiuntivo, a firma Menozzi Bianchi Franzi (Art. 4).
"Dopo l'art. 3, aggiungere: E' autorizzata, per l'anno 1974, la spesa di L. 500 milioni per la concessione, nella misura e con le modalità di cui all'art. 15 della Legge 26/10/1066 n. 910, di contributi in conto capitale per promuovere e incoraggiare lo sviluppo ed il miglioramento delle coltivazioni arboree, erbacee e frutticole".
Qualcuno desidera illustrarlo? Ha facoltà di parlare il Consigliere Menozzi.



MENOZZI Stanislao

Avevo già preannunciato questo emendamento nel corso del breve intervento svolto in occasione della discussione generale. Aggiungo soltanto che esso trova una sua particolare giustificazione nella necessità di dare copertura certa all'importo di 500 milioni previsto per le colture arboree ed erbacee, con particolare riferimento a quelle arboree, anche in coerenza a quanto ebbi a sostenere nel corso del dibattito di questa mattina, per la esigenza dei reimpianti e dei vivai, specie in viticoltura.



PRESIDENTE

Se nessun altro desidera intervenire, pongo in votazione l'emendamento aggiuntivo che ho testè letto. Chi intende approvarlo è pregato di alzare la mano. L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione per appello nominale l'emendamento ora approvato per il suo inserimento nella legge come art. 4.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione sull'art. 4: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 25 Consiglieri hanno risposto NO 8 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
Secondo emendamento aggiuntivo, a firma Menozzi Franzi, Giletta Bianchi Soldano (art. 5): "Dopo l'art. 3 (ora dopo il 4), aggiungere il seguente art. 4 (ora 5): 'E' autorizzata, per l'anno 1974, la spesa di 1000 milioni per la concessione, nella misura e con le modalità di cui all'art. 8, della Legge 2 giugno 1961 n. 454, agli artt. 16, 17, 18, 19, 20, 32 della Legge 27 ottobre 1966 n. 910, nonché alle altre norme legislative che vi sono richiamate, di contributi in capitale per opere di miglioramento fondiario o di bonifica integrale e montana".
Se nessuno desidera illustrarlo, pongo in votazione questo emendamento aggiuntivo. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consigliere Segretario Gerini, protesta vivamente per il fatto che non può adempiere con sufficiente sicurezza il suo compito in quanto alcuni Consiglieri non esprimono chiaramente il loro voto.



MENOZZI Stanislao

Desidero dichiararmi solidale con il collega Gerini, se non altro per essergli stato vicino, nello svolgimento del lavoro di segreteria, per oltre tre anni. Il suo atteggiamento merita comprensione: un Segretario non può svolgere il suo incarico con la dovuta serietà se chi è chiamato a votare non si degna neppure di alzare in modo evidente la mano.



PRESIDENTE

Ci associamo alla dichiarazione di solidarietà al Segretario.
Poniamo ora in votazione per appello nominale l'emendamento aggiuntivo ora approvato, per il suo inserimento nella legge come art. 5.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 22 Consiglieri hanno risposto NO 9 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
Anche l'art. 5 è approvato.
Terzo emendamento aggiuntivo, a firma Calsolaro-Vera-Franzi-Menozzi Bianchi (art. 6): "I prestiti dei mutui previsti dalla presente legge sono assistiti dalla garanzia sussidiaria del Fondo interbancario di garanzia di cui all'art. 36 della Legge 2 giugno '61 n. 454 ed all'art. 56 della Legge 27 Ottobre 1966 n. 910".
Se nessuno dei presentatori desidera illustrarlo, pongo in votazione questo emendamento aggiuntivo. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. L'emendamento aggiuntivo è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'emendamento aggiuntivo ora approvato, per il suo inserimento nella legge come art. 6.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 23 Consiglieri hanno risposto NO 9 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
Anche l'art. 6 è approvato.
Articolo 4, diventato ora art. 7: "Agli oneri di cui agli articoli 1, 2 e 3 della presente legge valutati in 3.650 milioni per l'anno 1974, si provvede utilizzando una quota di pari ammontare dell'assegnazione spettante alla Regione Piemonte in base al riparto, per lo stesso anno 1974, dei fondi per il finanziamento dei Piani regionali di sviluppo di cui all'articolo 9 della Legge 16 maggio 1970, n. 281.
Nello stato di previsione della spesa per l'anno 1974 lo stanziamento di cui al capitolo u. 1401 sarà ridotto di una quota pari a 3.650 milioni e saranno contemporaneamente istituiti: il capitolo n. 1332, con la denominazione 'Contributi costanti trentennali sugli interessi per la concessione di mutui relativi a strutture zootecniche, case di abitazione per coltivatori diretti ed altri miglioramenti fondiari, nonché per la concessione di mutui integrativi relativi a strutture zootecniche associative di produzione e a strutture agricole e zootecniche associative per la conservazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti', e con lo stanziamento di 2800 milioni il capitolo n. 1333, con la denominazione 'Contributi costanti trentennali negli interessi per la concessione di mutui relativi alla formazione e l'arrotondamento della piccola proprietà contadina', e con lo stanziamento di 500 milioni Il capitolo n. 1336, con la denominazione "Contributi costanti quinquennali negli interessi per la concessione di prestiti relativi all'acquisto di bestiame ed attrezzature zootecniche", e con lo stanziamento di 350 milioni.
Agli oneri per le annualità conseguenti la concessione dei contributi valutati in 3.650 milioni per ciascuno degli anni dal 1975 al 1978 ed in 3.300 milioni per ciascuno degli anni dal 1979 al 2005, si provvederà iscrivendo tali somme nei capitoli n. 1332, 1333 e 1336 dei bilanci dei corrispondenti anni, a valere sulla quota spettante alla Regione Piemonte in base al riparto di fondi per il finanziamento dei Piani regionali di sviluppo.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le correnti variazioni di bilancio".
A questo art. 4, diventato 7, è stato proposto un emendamento soppressivo e sostitutivo, da parte del Consigliere Bianchi.
Mi si chiede, per un attento controllo del contenuto di questo emendamento, dato che vi figurano molte cifre in cui già è stata rilevata una inesattezza, di sospendere la seduta per pochi minuti.



MARCHESOTTI Domenico

E' inammissibile che si vada avanti a singhiozzo in questo modo, interi rompendo ogni dieci minuti la seduta perché vi possiate mettere d'accordo.
E' una bella confusione.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Da parte di chi, Consigliere?



MARCHESOTTI Domenico

Non certamente da parte mia. Si tratta sempre di emendamenti presentati dai Consigliere democristiani....



(La seduta sospesa alle ore 18,05, riprende alle ore 18,15)



PRESIDENTE

La seduta riprende. Leggo l'emendamento soppressivo e sostitutivo all'art. 4, che diventerà art. 7, integrato con l'ultima parte aggiunta nel corso della sospensione, presentatore il Consigliere Bianchi: Emendamento soppressivo e sostitutivo all'art. 4, del Consigliere Bianchi: "Agli oneri di cui agli articoli 1, 2 e 3 della presente legge valutati in 3.650 milioni per l'anno 1974, si provvede utilizzando una quota, di pari ammontare, dell'assegnazione spettante alla Regione Piemonte in base al riparto, per lo stesso anno 1974, del Fondo per il finanziamento dei piani regionali di sviluppo, di cui all'articolo 9 della Legge 16 maggio 1970, n. 281.
Nello stato di previsione della spesa per l'anno 1974, lo stanziamento di cui al capitolo n. 1401 sarà ridotto di una quota pari a 3.650 milioni la quale sarà iscritta: per la parte di 2.800 milioni nel capitolo n. 1332, (Contributi costanti trentennali negli interessi sui mutui relativi a strutture zootecniche, case di abitazione per coltivatori diretti, altri miglioramenti fondiari e strutture zootecniche associative di produzione nonché negli interessi sui mutui integrativi per le strutture agricole e zootecniche associative di conservazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti) per la parte di 500 milioni, nel capitolo n. 1333, 'Contributi costanti trentennali negli interessi sui mutui per la formazione e l'arrotondamento della piccola proprietà contadina' per la parte di 350 milioni, nel capitolo n. 1336, 'Contributi costanti quinquennali negli interessi sui prestiti relativi all'acquisto di bestiame ed attrezzature zootecniche'.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.
Agli oneri relativi alle conseguenti annualità, valutati in 3.650 milioni per ciascuno degli anni dal 1974 al 1978, in 3.300 milioni per ciascuno degli anni dal 1979 al 2003, ed in 2.800 milioni per ciascuno degli anni 2004 e 2005, si farà fronte mediante l'iscrizione di tali somme nei capitoli n. 1332, 1333 e 1336 del bilancio dei corrispondenti anni, a valere sulla quota spettante alla Regione Piemonte in base al riparto del fondo relativo al finanziamento dei Piani regionali di sviluppo, di cui all'articolo 9 della Legge 16 maggio 1970, n. 281.
All'onere di 500 milioni, autorizzato ai sensi dell'articolo 4 della presente legge, si provvede con lo stanziamento, di pari importo, di cui al capitolo n. 1330 dello stato di previsione della spesa per l'anno 1974.
All'onere di un miliardo, autorizzato ai sensi dell'art. 5 della presente legge, si provvede con lo stanziamento di pari ammontare di cui al capitolo 1331 dello stato di previsione della spesa per l'anno 1974".
Farei solo una proposta: di spostare la frase: "Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio" a conclusione dell'emendamento.
D'accordo? Il presentatore non ritiene di dover illustrare l'emendamento? Nessuno chiede la parola? Allora, pongo in votazione il testo che ho letto or ora: chi intende approvarlo è pregato di alzare la mano. L'emendamento è approvato.
Si proceda alla votazione per appello nominale sull'emendamento ora approvato, per il suo inserimento nella legge, in luogo del testo precedentemente proposto, come art. 7.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 22 Consiglieri hanno risposto NO 8 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 7 è approvato.
Articolo 5 (che diventa art. 8): "La presente legge regionale è dichiarata urgente, ed entra in vigore lo stesso giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte".
Nessuno chiede di parlare? Si proceda allora alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione presenti e votanti 35 hanno risposto SI 23 Consiglieri.
hanno risposto NO 9 Consiglieri.
si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 8 è approvato.
Qualcuno ancora desidera parlare per dichiarazione di voto? Allora pongo in votazione per appello nominale l'intero disegno di legge. Si proceda.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 34.
hanno risposto SI 22 Consiglieri.
hanno risposto NO 8 Consiglieri.
si sono astenuti 4 Consiglieri.
L'intero disegno di legge è così approvato.
Prima di passare all'esame del disegno di legge n. 166 sospenderei dieci minuti la seduta, anche per consentire il completamento della consegna della relativa documentazione ai Consiglieri.



(La seduta, sospesa alle ore 18,30 riprende alle ore 18,45)


Argomento: Zootecnia

Esame disegno di legge n. 166 sui provvedimenti urgenti per la zootecnia in attuazione della legge 18/4/1974, n. 118


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Punto settimo dell'o.d.g.: "Esame disegno di legge n. 166: 'Provvedimenti urgenti per la zootecnia in attuazione della legge 18/4/1974 n. 118".
Ha facoltà di parlare il relatore, Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano, relatore

Signor Presidente, colleghi, com'é noto, il Parlamento ha approvato una legge dal titolo: "Provvedimenti urgenti per la zootecnia", che viene identificata meglio con il nome di Legge Marcora ed altri, che prevede interventi urgenti con finanziamenti obiettivamente modesti, cui le Regioni dovrebbero dare attuazione entro trenta giorni.
Noi arriviamo dunque oggi tempestivamente, confidando che questa cambiale, se così la possiamo chiamare, che è stata firmata dallo Stato possa essere interamente onorata.



PRESIDENTE

Certo, avrebbero potuto pubblicarla anche un po' prima: la pubblicazione ha tardato un mese.



BIANCHI Adriano, relatore

Per quanto ci riguarda, questa legge ci ha offerto la possibilità di adottare uno strumento che costituisce un valido raccordo rispetto alla legge fondamentale, il Piano zootecnico, che abbiamo approvato il 27 maggio, e che opererà per tre anni.
Eravamo ovviamente tenuti a restare nei limiti stabiliti del quadro governativo, e questo è stato fatto operando però delle precisazioni e delle integrazioni sostanziose, che qualificano questa legge in modo particolare, mettendo a disposizione dell'agricoltura e della zootecnia ingenti mezzi che potranno essere spesi in questo anno stesso.
Il problema principale che si è presentato alla Giunta ed alla Commissione è stato quello di non contraddire possibilmente, creando elementi di confusione e di equivoco, i principi e gli indirizzi stabiliti con la legge fondamentale alla quale abbiamo fatto riferimento. Dall'altro canto, non ci poteva non ottemperare ad alcune indicazioni e scelte che erano state fatte dalla legge nazionale.
Si è così deciso di fondere il contributo, previsto come premio esclusivamente alla nascita, con quello per l'ingresso, e rispettivamente il premio previsto ancora per la nascita e quello per l'allevamento con il secondo titolo, legando ai due premi in uno come incentivo unico per l'ingrasso e per l'allevamento alle diverse condizioni previste dall'art. 1 e dall'art. 2. Elemento, dato particolarmente qualificante di questa legge come scelta regionale, mi sembra quello che porta alla corresponsione del premio, che è consistente, in un'unica soluzione ed in via anticipata. E' un tipo di rapporto nuovo e di fiducia che si concede all'allevatore, sulle cui indicazioni viene effettuato l'intervento.
Anche le condizioni monetarie, gli sviluppi monetari e le situazioni di urgenza che vi sono in questo settore ci consigliano di operare un intervento sollecito, immediato, tangibile, facilmente riconoscibile.
La legge, dunque, si presenta in termini abbastanza semplici, di applicazione relativamente facile, destinata agli imprenditori agricoli, in relazione ai quali è stata ripresa e riportata una definizione che era già stata elaborata. La corresponsione, come ho detto, è immediata e sollecita.
Naturalmente, le infrazioni, le inadempienze, saranno punite, e sono previste anche sanzioni penali dalla legge dello Stato, che ha competenza ad irrogarle. Vi sono poi i contributi limitati al numero dei capi per ogni imprenditore, per non contraddire, anche qui, i criteri seguiti con la legge fondamentale: trenta capi per l'ingrasso e trenta per l'allevamento tenuto conto che la legge opera su un arco di circa sei mesi - salvo diverse determinazioni conseguenti ad emendamenti che sono stati preannunciati, ma che non modificano nella sostanza l'arco di tempo costituiscono già un intervento di ampiezza sufficiente, atto a non escludere nessuno, ma a consentire con una limitazione l'intervento su scala ampia, il che è consentito anche dall'entità delle integrazioni che la Regione compie da un lato fidando, per ora teoricamente, sull'apporto dello Stato di 2 miliardi e 400 milioni. Se questo non verrà, sarà nostra responsabilità, a tempo debito e con gli strumenti dovuti, provvedere alle integrazioni, con utilizzazione di fondi di bilancio consistenti.
Questa legge potrebbe essere un tutt'uno con la legge fondamentale già approvata: arriverà tempestivamente a dare una prima risposta su un quadro molto ampio, con poche restrizioni, a tutti gli allevatori; per la parte che lo consente non contraddice i criteri che abbiamo scelto.
In ordine alla situazione della zootecnia, alle motivazioni di fondo valgono le argomentazioni che abbiamo già esposto presentando la legge approvata qualche giorno fa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Ferraris. Ne ha facoltà.



FERRARIS Bruno

Signor Presidente, Consiglieri, questa legge, la legge di riperimento della legge nazionale 118 Marcora-Artioli, corrisponde almeno quanto alla sua ispirazione, alla proposta di legge regionale n. 152, presentata in data 6 marzo 1974, con primo firmatario il nostro Capogruppo Antonio Berti che contemplava, come voi ricorderete, "Provvedimenti urgenti straordinari a favore della zootecnia".
Le ragioni che ci avevano indotti a presentare questa nostra proposta di legge sono note, soprattutto a coloro che hanno avuto la compiacenza di leggerne la relazione introduttiva ma anche a coloro che hanno seguito il mio intervento di venerdì scorso, discutendosi la legge regionale. Pertanto non ripeterò concetti già espressi, se non per estrema sintesi.
Nei riguardi di questa legge c'é indubbiamente da parte del nostro Gruppo un atteggiamento diverso, da quello di maggioranza e anche un atteggiamento diverso una valutazione diversa, soprattutto sulla legge dello Stato, avendo noi presentato in anticipo una proposta di legge similare. I motivi che ci hanno portato a presentare questa legge sono contingenti, emergenti da una situazione estremamente difficile. Abbiamo insistito perché i vari interventi nel quadro di una legge generale sulla zootecnia come quella che avevamo presentato nel '73, come quella che abbiamo approvato l'altro giorno, alla quale, compagno Calsolaro, noi saremmo stati favorevoli, fossero massimamente, non solo genericamente ancorati ai Piani zonali di sviluppo. Chi ha letto le nostre proposte di legge, chi ricorda gli emendamenti da noi proposti in Commissione, sa che noi avremmo voluto collegare tutto ai piani zonali di sviluppo, per avviare veramente un piano di carattere organico.
Qualcuno potrebbe obiettare: ma qui c'è una grossa dicotomia, perché da una parte volete una legge che incida fondamentalmente nelle strutture, che ancori tutto ai piani zonali di sviluppo, dall'altra proponete, secondo il progetto di legge presentato da Berti, di destinare lì diciotto o venti miliardi. Non c'é contrasto: la crisi della zootecnia, l'abbiamo già detto nella scorsa seduta, è grave a tal punto che c'è da dubitare che gli interventi strutturali, che sono indubbiamente quelli decisivi ai fini del rilancio, possano essere fruiti, cioè c'è da dubitare abbia voglia di vere perché bere, cioè chiedere contributi ed interventi, vuol dire in questo caso affogare, andare al fallimento, fino a che non si arrivi ad un equilibrio fra costi e ricavi.
Dal momento che tutta l'azione, l'iniziativa giusta, impostata anche da noi, chiesta al Governo, per abolire ai montanti compensativi, per bloccare le importazioni, contrasta con gli orientamenti e le decisioni e ai vincoli che il nostro Paese ha assunto entrando nel MEC, per cui una vera deroga si potrà avere soltanto attraverso una uscita temporanea dal Mercato Comune (questo concetto, del resto, è stato poi illustrato molto bene, quando lei Presidente, era già andato via, dal sen. Boano, illustre rappresentante del suo Partito e del Parlamento italiano, del Senato, a Bruxelles, il quale ci ha posto nell'alternativa: o usciamo dal MEC o è inutile rimestare questo problema; personalmente non credo che le cose siano in termini così ultimativi, ma la situazione è giunta a questo punto), è necessario un massiccio intervento immediato, in attesa che vengano a svilupparsi altri meccanismi indispensabili per un naturale riequilibrio di costi e ricavi.
Certo, noi non siamo per un'agricoltura sovvenzionata in eterno dalle finanze pubbliche, bensì per un sovvenzionamento momentaneo, che riesca ad integrare, in un momento di crisi così acuta, i redditi per poi avviare per le vie giuste, per le vie corrette, attraverso le riforme di struttura, il rilancio della zootecnia come di qualsiasi altro settore.
Ho voluto sinteticamente richiamare queste condizioni perché si comprenda il nostro atteggiamento diverso nei riguardi della legge dello Stato. Di tutte le critiche che in Commissione sono state rivolte alla legge dello Stato (che qui non sono state riportare per decoro e per decenza) ne accettiamo soltanto una, perché riteniamo che il legislatore nazionale si sia reso conto della difficoltà e delle conseguenze anche di carattere psicologico, anche di carattere politico, al limite, e abbia teso a provocare un intervento massiccio, immediato, capace di incidere e integrare i redditi. Purtroppo lo sforzo del legislatore nazionale, che pure non aveva raggiunto i limiti del giusto, è stato ancora bloccato dal Ministro del Tesoro: i 130 miliardi previsti per questa legge, destinata ad operare un anno, ad anticipazione del piano zootecnico, che egli aveva previsto, sono stati ridotti appunto dal Ministro del Tesoro, allora La Malfa, con un primo colpo di scure, a 65 miliardi; e ci risulta esservi in atto un tentativo (la cosa non è certo sfuggita a chi ha letto ai giornali di stamani, ed io ho comunque il testo integrale licenziato dal Consiglio dei Ministri, che è andato in Commissione proprio ieri, a confermarlo) del Governo di operare una ulteriore decurtazione,nel senso che quei 65 miliardi verrebbero ripartiti in un quinquennio, anziché essere destinati alla spesa di un anno. Cosicché riceveremmo dallo Stato i classici fichi secchi.
Come pensiamo di affrontare il problema noi comunisti, al Parlamento e qui? Certo, attraverso un'azione, una lotta di tutte le Regioni, per ottenere che, non diciamo per cinque anni, ma per un anno, per un anno e mezzo (poi dovrebbero cessare) ci sia un finanziamento adeguato, e nell'attesa ci sia immediatamente l'intervento della Regione.
Colleghi che state per votare questo progetto di legge, i singoli articoli e i finanziamenti, non dimenticate le attese che si sono diffuse nelle campagne, giustificate dalla necessità ed anche dai reiterati annunci, per questi premi. Tra l'altro, una parte degli agricoltori stanno ancora aspettando di ricevere i premi previsti dal Regolamento della CEE fino a 150 mila lire per ogni bovina, una concessione che verrà a scadere alla fine di questo anno, per il che in Italia - almeno da parte della nostra Regione - poco o nulla è stato messo in atto per cercare di farne beneficiare i nostri allevatori. Comunque, i produttori impegnati nell'allevamento attendono questi premi della CEE, che rischiamo di perdere, attendono i premi previsti - annunciati dai giornali, dalla radio e dalla televisione - per la legge 118, e attendono qualcosa da parte della nostra Regione.
Abbiamo già detto che la legge regionale entrerà in applicazione soltanto dal (175: occorreva compiere lo sforzo previsto da parte nostra con la legge 152 (i colleghi della maggioranza si sono comportati in modo diverso, non ripeterò qui le critiche alla legge Marcora-Artioli). Andiamo alla sostanza. Questa legge, con carenza di finanziamenti, prevede comunque questi premi: da 25 a 50 mila per natalità, se oltre, o congiuntamente alla natalità si opera l'ingrasso o l'allevamento per la rimonta, e che possano essere elevati dal 50% per i territori di montagna. Qui, nella legge, come è stato risolto questo problema? Interpretando questa esigenza nel modo più restrittivo: si è unificato per i due premi - e fin qui passi, potrebbe essere una formula tecnica per armonizzare il più possibile questa legge con quella che andrà in vigore l'anno prossimo, o per facilitare l'iter burocratico, l'istruzione delle pratiche -, ma tutto al livello più basso; si è omesso di considerare anche la sola possibilità di ogni differenziazione fra territori collinari e montani e altri territori richiamata espressamente invece dalla legge n. 118; si è ancora una volta come del resto sempre, respinto l'uso della delega ai Comuni, agli Enti locali e ad altri enti, anche se si prevede largo ricorso alla collaborazione ed alla utilizzazione degli uffici degli Enti locali.
Questi sono limitazioni non certo di lieve entità. Ma, al di sopra ancora di questi limiti, noi troviamo che ai finanziamenti, previsti, se non sbaglio, in cinque miliardi e 350 milioni, in 3 miliardi per i premi di natalità e ingrasso e 2 miliardi per i premi di natalità e allevamento sono poi nella loro misura quantitativa insufficienti a coprire le richieste che indubbiamente, certamente riceveremo. Interpretazione restrittiva anche perché si comincia ad applicare nel secondo semestre anziché operare per l'intero arco dell'anno.
Queste alcune critiche che ho ritenuto di dover sommariamente fare anche a giustificazione di una serie di emendamenti migliorativi che il nostro Gruppo ha ritenuto di dover presentare. Naturalmente, emendamenti annunciati e grosso modo almeno illustrati in Commissione, non sfoderati all'ultimo momento, come quelli avanzati mezz'ora fa, presentati dai commissari, dalla Giunta, dall'Assessore, di cui non era stata data alcuna notizia in Commissione. Certe regole di correttezza noi ci siamo fatti dovere di rispettarle.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Franzi, ne ha facoltà.



FRANZI Piero

Signor Presidente, signori colleghi, quasi quasi rinuncerei all'intervento per il fatto che il mio Capogruppo e relatore avv. Bianchi ha chiarito parecchi dei dubbi che avevano fino a pochi minuti fa e che sorgevano dalla lettura del precedente testo; con la lettura del nuovo testo questi dubbi sono scomparsi, almeno in parte.
Comunque alcune considerazioni penso sia opportuno farle se non altro per indicare il mio personale pensiero sui problemi relativi alla zootecnia.
E' indubbio che l'allevamento del bestiame può essere considerata attività agricola, specialmente quando è connesso all'utilizzazione dei prodotti del suolo, siano essi foraggi o altro, quindi rientra nelle competenze specifiche della Regione ai sensi dell'art. 117. Però qui siamo chiamati ad interpretare l'art. 2 della legge 118 che parla di premi di natalità alle aziende, quindi finalizza il premio a due scopi: che ci sia la natalità e che ci sia l'azienda. E' evidente che per la connessione azienda-zootecnia si deve trattare di un'azienda agricola e non commerciale.
Al quarto comma si dice che i premi di cui al primo comma non potranno superare le lire 25.000 per capo, mentre nel testo della legge si parla di lire 50.000 per capo.-Non vorrei che ci fosse un eccesso di potere perch dove la legge ha voluto lasciare una certa facoltà di iniziativa al legislatore regionale, ha usato il condizionale "potrebbero" e "dovrebbero", mentre dove ha voluto definire in via prioritaria le competenze della Regione dice "i premi di cui al primo comma non potranno" e usa un termine tassativo. Giustamente l'avv. Bianchi, nella sua garbata replica, fa rilevare che nell'art. 1 si fa riferimento alla legge 512 ove si dice che i fini della legge riguardano l'adeguata valutazione dell'esigenza delle imprese familiari singole od associate ai fini del loro potenziamento e della loro valorizzazione. Di conseguenza, quando si parla di impresa familiare per il suo potenziamento, per la sua valorizzazione ci può stare il più, che raccoglie anche il meno.
Giustamente Bianchi dice ancora che è finanziata dalla Regione attraverso i fondi della 512, però qui mi permetto di fare osservare che sarebbe stato forse meglio redarre la legge facendo riferimento agli obblighi che le Regioni hanno e all'ultimo comma dell'art. 1 e al quarto quinto e sesto comma dell'art. 2 dove si dice "le Regioni emaneranno, nel quadro dei principi stabiliti dalla presente legge dai punti due e tre dell'art. 2 della legge '52, le necessarie disposizioni legislative regolamentari ed amministrative". Quindi si devono emanare delle disposizioni.
Al quarto comma si dice ancora "i premi di cui al primo comma non potranno superare lire 25.000 per la nascita, lire 50.000 per l'allevamento o per l'ingrasso"; poi all'ultimo comma dell'art. 2 si dice che le Regioni stabiliranno le modalità per la corresponsione dei premi e viene detto che la modalità è recepita nella liquidazione in via anticipata. Cerchiamo di dare un'interpretazione la più elastica possibile a questa modalità e soprattutto forme di controllo idonee ad assicurare il conseguimento delle finalità connesse con le istituzioni del premi medesimi. Le Regioni devono stabilire le forme di controllo che nella legge non sono specificatamente indicate se non attraverso l'interpretazione, e anche qui molto elastica dell'art. 6 ove si fa riferimento alla possibilità di delega anche agli enti locali.
Sono considerazioni che ho voluto fare a voce alta non per contestare la validità della legge, considero valida, e che sicuramente darà risultati positivi per la nostra zootecnia e potrà assicurare un dinamico rilancio di tutte le iniziative connesse al settore dell'allevamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Menozzi, ne ha facoltà.



MENOZZI Stanislao

Cercherò di restituire il tempo che ho rubato stamattina ammesso che l'abbia veramente rubato: comunque sarebbe un reato non ancora punibile! Signor Presidente, colleghi Consiglieri, rispondo subito all'amico e collega Franzi, il quale ha fatto rilevare che non sono stati rispettati nella 118, certi parametri, debbo riconoscere lo sforzo compiuto dalla Giunta, e per essa dall'Assessore al Bilancio e dall'Assessore all'Agricoltura, nell'aver cercato di rendere possibile l'attuazione della legge. Perché di fronte a stanziamenti globali, dei quali non si conoscono né riparti, né tempi di assegnazione, penso che, qualsiasi osservazioni potrebbe trovare una risposta piuttosto dura nei confronti del legislatore nazionale e dei due proponenti, l'uno Marcora appartenente al mio Partito e l'altro Artioli del Partito comunista.



MARCHESOTTI Domenico

Non del governo, di quelli che hanno proposto la legge.



MENOZZI Stanislao

Io ritengo che anche il legislatore debba preoccuparsi dei tempi e dei modi dei finanziamenti, prima di prospettare determinati provvedimenti di natura legislativa: altrimenti un'attività così seria ed impegnata diventerebbe talmente elementare e superficiale, che non ci sarebbe più bisogno di disturbare la dignità di certe aule e di certi ambienti.
Per cui un riconoscimento vivo e sentito, va alla Giunta, perché, con gli stanziamenti a bilancio e con quelli della legge in fase di approvazione, vengono posti (impropriamente per il 1974, perché, in effetti, ci separano sei mesi dal 31 dicembre) undici miliardi circa che tutto sommato, di fronte alla legge approvata il 27 scorso che ne contempla il 17 circa, dobbiamo riconoscere che c'è stato uno sforzo veramente notevole ed è in tal senso che si ispira il riconoscimento che io ho tributato all'esecutivo.
Secondo motivo di compiacimento è dato dal principio della priorità riconosciuta una volta ancora all'impresa familiare diretto-coltivatrice recependo così quello che ormai è un indirizzo costante, ormai anche codificato nella legge 512 del 7.8.1973.
Altro motivo di compiacimento è dato dalla tempestività di recepimento della normativa statuale e dalla concessione della più ampia fiducia concessa ai beneficiari e cioè agli allevatori.
Un ultimo motivo che non va sottovalutato è l'impegno che la Giunta sempre tramite gli Assessori all'agricoltura Chiabrando e al Bilancio Simonelli, si assume, assicurando, comunque, l'integrazione dei fondi che si rendessero necessari, nel caso in cui i dati prefigurati dovessero in effetti risultare decisamente superiori e anche nell'aver avuto il coraggio di firmare cambiale in bianco di 2400 milioni, poiché il riparto della 118 (se e quando sarà effettuato) sarà sicuramente inferiore e non superiore. E di questo, prendendone atto, dobbiamo darne esplicito riconoscimento alla Giunta.
Concludo con una sola preoccupazione che non riguarda il timore dell'insufficienza degli stanziamenti previsti, quanto piuttosto per la brevità del tempo che ci separa dal 31.12.74, che non si riesca ad impegnare interamente gli stanziamenti medesimi.



PRESIDENTE

Ha la parola il Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, solo per precisare rapidamente il nostro atteggiamento, anche se la dichiarazione di voto in effetti andrebbe proposta.
Tanto perché sia noto fin d'ora il nostro atteggiamento, noi vogliamo solo dire che ci troviamo costretti a ripetere, anche in questo caso, le medesime considerazioni che avevano già manifestato allorquando stavamo per passare alla votazione del progetto di legge n. 165 e che, come è noto avevano poi determinato la nostra astensione. Vale a dire: 1) considerazioni negative per la metodologia che si è seguita anche in questo caso portando al nostro esame una proposta di legge solo poche decine di minuti fa e con emendamenti che ci vengono distribuiti in questo momento 2) considerazioni negative per il fatto che anche in questo caso la Regione non trova in sé la forza di esprimere, di portare avanti nel campo dell'agricoltura e nel disastrato settore della zootecnia una politica veramente innovativa, limitandosi al contrario a muoversi nell'ottica di quella legislazione statale che la nostra parte politica denuncia da molto tempo e che considera chiaramente insufficiente data l'emergenza della situazione.
E qui risparmiamo tutte le considerazioni negative che pure dovremmo fare a riguardo della cosiddetta legge Marcora che ha sollevato tanta giustificata e legittima rabbia proprio da parte degli allevatori ai quali in particolare si indirizzava.
Infine considerazioni negative per la ragione che in questo caso particolare, cioè con preciso e specifico riferimento al progetto di legge e all'esame nostro, consideriamo inadeguati ed insufficienti gli stanziamenti che sono stati previsti, pur rendendoci conto delle disponibilità di bilancio al riguardo.
Discende da queste considerazioni negative la posizione di astensione che noi manterremo anche su questo progetto di legge.



PRESIDENTE

E' così chiusa la discussione generale.
"Provvedimenti urgenti per la zootecnia in attuazione della legge 18.4.1974 n. 118".
Articolo 1 (Scopi) La Regione Piemonte, per l'attuazione dei "Provvedimenti urgenti per la zootecnia" di cui all'art. 2 legge n. 118 del 18.4.1974 e nel quadro dei principi stabiliti dai punti 2 e 3 dell'art. 2 della legge 7.8.1973 n. 512 istituisce, a favore di imprenditori agricoli singoli od associati con priorità alle imprese familiari diretto-coltivatrici, premi di nascita, di ingraddo e allevamento e prestiti per l'acquisto di bestiame nonch contributi sulle spese di gestione a favore delle cooperative.
Gli interventi previsti dalla presente legge sono riservati ad allevatori le cui aziende abbiano una capacità produttiva di almeno il 60 o il 40% del fabbisogno alimentare del bestiame allevato, se poste rispettivamente in pianura od in collina e montagna.
Sono considerate zone di montagna quelle definite come tali dalla legge 25.7.1952, n. 991 e successive modificazioni; zone di collina quelle così classificate nei Decreti Ministeriali 7.11.1961 e 23.3.1963 che potranno essere modificate con provvedimenti del Consiglio Regionale su proposta della Giunta; zone di pianura le restanti.
Qualcuno chiede di parlare? Passiamo alla votazione dell'art. 1 per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 33 hanno risposto SI 31 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
Articolo 2 (premio di nascita e di ingrasso) Agli imprenditori agricoli di cui all'art. 1 è concesso un premio di nascita e di ingrasso di lire 50.000 per ogni capo bovino nato in azienda destinato alla produzione di carne, e allevato fino al peso di 400 Kg. se maschio e di 350 Kg. se femmina, oppure fino alla eruzione dei denti picozzi da adulto.
Il premio è concesso anche per i vitelli provenienti da altre aziende agricole, a condizione che sia dimostrata la permanenza nell'azienda del beneficiario per almeno sei mesi ed abbiano raggiunto le condizioni richieste al precedente comma.
L'agevolazione è accordata per un numero massimo di 30 capi per ogni imprenditori, e senza limiti per le stalle sociali.
Il premio è corrisposto in unica soluzione ed in via anticipata alla nascita o all'acquisto, sempre ci si tratti di capi nati dopo l'entrata in vigore della presente legge o comunque non prima del 30 giugno 1974.
A questo articolo vi sono due emendamenti.
Emendamento sostitutivo: "All'ultimo comma, terza riga, sopprimere le parole 'dopo l'entrata in vigore della presente legge o comunque non prima del 30 giugno 1974' e sostituirle con 'dopo il 30 aprile 1974' ".
Desiderano illustrarlo?



FERRARIS Bruno

Si guadagnano due mesi a favore degli allevatori.



PRESIDENTE

La Giunta?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Non accoglie.



PRESIDENTE

Metto in votazione l'emendamento Ferraris Marchesotti Gerini: non approvato.
Emendamento aggiuntivo: "Dopo il primo comma dell'art. 2 aggiungere il seguente comma 'Nei territori montani e collinari in cui al terzo comma dell'art. 1 della presente legge, il premio può essere elevato a lire 75.000".
Desidero illustrarlo?



FERRARIS Bruno

Attendiamo gli amici della montagna alla prova.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Non è quello il problema, si tratta di coerenza, e per coerenza con l'altra legge la Giunta non lo accoglie.



FERRARIS Bruno

Nell'altra legge c'era un motivo.



PRESIDENTE

Metto in votazione per alzata di mano l'emendamento a firma Ferraris Marchesotti, Gerini. L'emendamento non è approvato.
Metto in votazione l'art. 2 per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 19 Consiglieri si sono astenuti 10 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Articolo 3 (Premio di nascita e di allevamento di bestiame bovino femminile da rimonta) Agli imprenditori agricoli di cui all'art. 1, è concesso un premio di nascita e di allevamento di L. 70.000 per ogni vitella destinata alla rimonta, nata in azienda o eccezionalmente acquistata entro i primi 4 mesi di vita e portata fino al parto o alla eruzione dei denti picozzi da adulto.
Il bestiame deve risultare immune da tubercolosi e da brucellosi e deve fare parte di allevamento che aderisce ai piani di bonifica sanitaria per la tubercolosi e per la brucellosi a norma delle vigenti leggi.
L'agevolazione è accordata per un numero massimo di 30 capi per ogni imprenditore, e senza limiti per le stalle sociali.
Il premio è corrisposto in unica soluzione ed in via anticipata alla nascita o all'acquisto sempre che si tratti di capi nati dopo l'entrata in vigore della presente legge o comunque non prima del 30 giugno 1974.
Vi sono due emendamenti.
Emendamento Ferraris Marchesotti Gerini: "Dopo il primo comma inserire il seguente comma 'Nei territori montani e collinari di cui al terzo comma dell'art. 1 della presente legge il premio può essere elevato a 85.000 lire".
Chi intende approvare l'emendamento è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto.
Emendamento Ferraris Marchesotti Gerini: "All'ultimo comma alla terza riga sopprimere le parole 'dopo l'entrata in vigore della presente legge o comunque non prima del 30 giugno 1974' e sostituirle con 'dopo il 30 aprile 1974' ".
La Giunta?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Non accoglie.



PRESIDENTE

Metto in votazione l'emendamento per alzata di mano.
L'emendamento è respinto.



FERRARIS Bruno

Questa Giunta che respinge tutto quello che viene dalla opposizione deve cercare di garantirsi la maggioranza perché una volta o l'altra la lasciamo a piedi.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Ma io vado anche volentieri a piedi!!



PRESIDENTE

Metto in votazione l'art. 3 per appello nominale nel suo testo originale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 18 Consiglieri si sono astenuti 11 Consiglieri.
L'articolo 3 è approvato.
Articolo 4 (Contributi su spese di gestione delle Cooperative) L'Amministrazione Regionale concede contributi nelle spese di gestione fino all'80% del loro ammontare in favore delle cooperative di servizio previste all'articolo 3 della legge 18.4.1974.
Non vi sono emendamenti, nessuno chiede la parola, si proceda all'appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 27 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
Articolo 5 (Agevolazioni creditizie per l'acquisto di bestiame) a) Agli imprenditori agricoli di cui all'art. 1, i cui allevamenti aderiscono ai piani di bonifica sanitaria per la tubercolosi e per la brucellosi a norma delle leggi vigenti, sono concessi contributi in conto interessi su prestiti triennali per l'acquisto di giovane bestiame bovino da destinare alla riproduzione, proveniente da stalle indenni da tubercolosi ed immuni da brucellosi.
b) A favore di imprenditori agricoli singoli o associati sono pure concessi contributi in conto interessi su prestiti triennali per l'acquisto di giovane bestiame da destinare all'ingrasso.
L'agevolazione di cui al comma precedente è accordata per il numero di vitelli pari al bestiame femminile posseduto in età di riproduzione e comunque non superiore a cinquanta capi annui per ogni imprenditore.
L'interesse annuale a carico dei beneficiari è stabilito nella misura del 3%, restando a carico dell'Amministratore regionale la differenza tra tale tasso e quello praticato dagli Istituti ed Enti esercenti il Credito agrario.
Vi sono due emendamenti.
Emendamento soppressivo Ferraris Marchesotti Gerini: "Al terzo comma seconda riga, dopo la parola 'vitelli' sopprimere le parole 'pari al bestiame femminile posseduto in età di riproduzione e comunque' ".
La parola al Consigliere Ferraris.



FERRARIS Bruno

Intendo illustrarlo per due ragioni fondamentali: 1) chi ha seguito la legge Marcora, o almeno la sua relazione e chi ha letto la legge e conosce il disegno del governo che recupera la legge Marcora, nota che emerge una filosofia ben precisa contraria ai nostri orientamenti in quanto si privilegia l'ingrasso per i motivi noti, cioè in relazione alla situazione della bilancia dei pagamenti, ecc.
E' vero che lo Stato ci dà così pochi soldi per cui noi possiamo dire che facciamo quel che vogliamo, però questo primo elemento non so se pu poi essere causa di impugnativa.
2) Anche in Piemonte, soprattutto per il basso prezzo, nelle campagne e soprattutto nelle colline, molti hanno abbandonato la buona pratica di tenere le vacche e quindi le fattrici dei vitelli e si sono invece dati ai piccoli allevamenti; che si tratti di una politica diversa, d'accordo, ma non si può non dare nulla mentre vi sono quelli che attendono un aiuto perché ci hanno rimesso anche loro, come ci hanno rimesso quelli che vendono il latte e non hanno magari neppure un capo grosso ma hanno 10-15 20 vitelli, sono degli autentici coltivatori diretti.
Dato che questa legge opera per un anno, se si vuole fare una riduzione, anziché 50 mettere 25, sono d'accordo, ma non dare niente se non hanno un capo grosso, quando abbiamo centinaia di migliaia di stalle in quella condizione è una responsabilità che lascio all'Assessore, a questa Giunta.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

La Giunta rileva soltanto che la durata pratica della legge è di sei mesi e non di un anno e comunque, per essere coerenti con la dizione della legge precedente, non può accogliere questa proposta.



FERRARIS Bruno

Guardi che non è coerente con la legge attuale.



CHIABRANDO Mauro, Assessore all'agricoltura

E poi c'è il fondo di rotazione che opera già senza questo limite quindi possibilità ce ne sono.



PRESIDENTE

Metto in votazione l'emendamento per alzata di mano.
L'emendamento è respinto.
Emendamento aggiuntivo del Consigliere Menozzi: "Dopo l'ultimo comma aggiungere il comma seguente 'I prestiti previsti dal presente articolo sono assistiti dalla garanzia sussidiaria del fondo interbancario di garanzia, di cui all'art. 36 della legge 2.6.1961 n. 454 ed all'art 5 della legge 27.10.1966 n. 910' ".



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

La Giunta lo accoglie per essere conforme con la precedente legge.



PRESIDENTE

Chi intende approvare l'emendamento è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
Metto in votazione l'art. 5 per appello nominale.



(Si passa alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 18 Consiglieri si sono astenuti 11 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
Articolo 6 (Procedure) Le domande per le agevolazioni previste dagli artt. 2 e 3 devono essere presentate entro 90 giorni dalla nascita o dall'acquisto, accompagnate da fotocopia della bolletta di fecondazione naturale o del certificato di fecondazione artificiale della bovina madre.
Analogo documento deve essere presentato relativamente al soggetto femminile portato alla gravidanza di cui all'art. 3, punto b).
Le domande di cui al primo comma devono contenere l'impegno a portare i vitelli alle condizioni previste dagli artt. 2 e 3.
Tutte le istanze relative alle agevolazioni previste dalla presente legge dovranno essere presentate ai competenti uffici dell'Assessorato all'Agricoltura, i quali cureranno tutti gli adempimenti istruttori.
La concessione delle agevolazioni viene deliberata dalla Giunta Regionale.
L'Amministrazione Regionale, per l'attuazione della presente legge pu avvalersi degli uffici di Enti locali e della collaborazione degli stessi e di altri Enti, nonché di associazioni ed istituti interessati convenendo i relativi rimborsi di spesa.
Emendamento aggiuntivo del Consigliere Bianchi "Aggiungere al primo comma la seguente frase 'ai sensi dell'art. 2 della legge 3.2.1963 n. 126' ".
Desidera illustrarlo? No.
La Giunta?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

La Giunta lo accoglie.



PRESIDENTE

Chi intende approvare l'emendamento Bianchi è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
Emendamento modificativo del Consigliere Menozzi: "Al primo comma, quarta riga dopo la parola "naturale" cancellare le parole 'o del certificato di fecondazione artificiale' ".
Vuole illustrarlo?



MENOZZI Stanislao

Le pezze giustificative che comprovano l'avvenuta fecondazione, sia naturale che artificiale, si chiamano entrambe "bollette" e non "certificato".



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

La Giunta lo accoglie.



PRESIDENTE

Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'emendamento Menozzi è approvato.
Metto in votazione l'art. 6, così emendato per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 29 hanno risposto SI 18 Consiglieri si sono astenuti 11 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
Articolo 7 (Divieto di cumulo) Le provvidenze di cui alla presente legge non sono cumulabili con altre previste per le stesse finalità.
Nessuno chiede la parola, si proceda all'appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 27 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 7 è approvato.
Articolo 8 (Restituzioni e sanzioni) Come previsto dall'art. 4 della legge 18.4.1974 n. 118, è vietato macellare i vitelli per i quali sia stato assunto l'impegno di allevamento o di ingrasso.
Le infrazioni alle disposizioni di cui al precedente comma sono punite con l'ammenda di L. 100.000 a L. 500.000 per ciascun capo, la relazione alla gravità del fatto e all'eventuale carattere di recidività. E' disposta in ogni caso la restituzione delle somme indebitamente percepite.
Restano comunque salve le sanzioni previste dal codice penale e da altre leggi speciali.
Non vi sono emendamenti, nessuno chiede di parlare, si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 27 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'articolo 8 è approvato.
Articolo 9 (Spese generali) Le spese generali per l'attuazione delle iniziative previste dalla presente legge sono fissate nella misura massima del 2% dei limiti di impegno di cui all'art. 10.
Tali spese comprendono anche il rimborso degli oneri sostenuti dagli Enti, Associazioni ed Istituzioni di cui all'art. 6.
Se non vi sono emendamenti e nessuno chiede di parlare, si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 27: hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 9 è approvato.
Articolo 10 (Disposizioni finanziarie) Per la concessione dei premi di cui all'articolo 2 della presente legge è autorizzata, per l'anno 1974, la spesa di 3.000 milioni.
Per la concessione dei premi di cui all'articolo 3 è autorizzata per l'anno 1974, la spesa di 2.000 milioni.
Per la concessione dei contributi di cui all'articolo 4 è autorizzata per l'anno 1974, la spesa di 100 milioni.
Per la concessione dei contributi costanti triennali relativi ai prestiti di cui all'articolo 5, lettera a), sono autorizzati il limite d'impegno, di 150 milioni per l'anno 1974 e le conseguente annualità, di pari ammontare, per ciascuno degli anni 1974, 1975 e 1976.
Per la concessione dei contributi costanti triennali relativi ai prestiti di cui all'articolo 5, lettera b) sono autorizzati il limite d'impegno di 100 milioni per l'anno 1974 e le conseguenti annualità, di pari ammontare, per ciascuno degli anni 1974, 1975 e 1976.
All'onere di 5.350 milioni per l'anno 1974 si provvede utilizzando l'intera quota che risulterà attribuita alla Regione Piemonte in base al riparto dei fondi di cui alla legge 18 aprile 1974, n. 118, e la quota attribuita alla Regione per l'anno 1974 sui fondi di cui alla legge statale 7 agosto 1973, n. 512, fino alla concorrenza della parte disponibile di 2.750 milioni, nonché, occorrendo, la parte disponibile della somma spettante alla Regione per l'anno medesimo in base al riparto del fondo di cui all'articolo 9 della legge 16 maggio 1970, n. 281.
Nello stato di previsione dell'entrata dal l'anno 1974, lo stanziamento di cui al capitolo n. 18 sarà conseguentemente aumentato in misura pari all'intera quota di cui alla legge 18 aprile 1974, n. 118.
Nel corrispondente stato di previsione della spesa, lo stanziamento di cui al capitolo n. 1402 sarà conseguentemente ridotto fino alla concorrenza della disponibilità di 2.750 milioni, esistente, e lo stanziamento del capitolo n. 1401 sarà ridotto ove occorra, in misura pari alla differenza tra l'ammontare di 5.350 milioni e la somma delle quote di cui al sesto comma.
Nello stato di previsione, la spesa di 5.350 milioni, autorizzata ai sensi della presente legge, sarà iscritta: per la parte di 3.100 milioni, nel capitolo numero 1339 "Provvedimenti urgenti per la zootecnia - Premi di nascita e di ingrasso di bestiame bovino, nonché contributi nelle spese di gestione alle Cooperative di cui all'articolo 3 della legge 24 aprile 1974, n. 118" per la parte di 250 milioni, nel capitolo numero 1340 "Provvedimenti urgenti per la zootecnia. Contributi costanti triennali negli interessi dei prestiti per l'acquisto di bestiame destinato all'ingrasso od alla riproduzione" per la parte di 2.000 milioni, nel capitolo numero 1341 "Provvedimenti urgenti per la zootecnia. Premi di nascita e di allevamento di bestiame bovino femminile da rimonta".
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.
Agli oneri di cui al quarto e quinto comma, per gli anni 1975 e 1976 si farà fronte iscrivendo nei corrispondenti bilanci il capitolo n. 1340 con la denominazione di cui sopra e con lo stanziamento di 250 milioni, a valere sulle quote di riparto del fondo di cui all'articolo 9 della legge 16 maggio 1970, n. 281, spettanti alla Regione per gli anni medesimi.
Le somme non impegnate nell'esercizio finanziario 1974 potranno essere impegnate negli esercizi finanziari successivi.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Al quarto comma, terza riga, vi è un errore materiale, si deve leggere "lettera a".



PRESIDENTE

Va bene, facciamo questa modificazione.
C'è un emendamento sostitutivo Ferraris Marchesotti Gerini: "Al primo comma terza riga sostituire le parole '3.000 milioni' con le parole '4.000 milioni'; al secondo comma terza riga sostituire le parole '2.000 milioni' con 'tre miliardi e 500 milioni'; al sesto comma prima riga sostituire le parole '5.350 milioni', con le parole '7.850 milioni' all'ottavo comma settima riga sostituire le parole '5.350 milioni' con le parole '7.850 milioni'; al nono comma prima riga, sostituire le parole '5.350 milioni' con le parole '7.850 milioni'; al nono comma capoverso prima riga, sostituire le parole '3.100 milioni' con le parole '4.100 milioni'; al nono comma terzo capoverso prima riga sostituire le parole '2.000 milioni' con le parole '3 miliardi e 500 milioni' ".
Desidera illustrarlo? La parola al Consigliere Ferraris.



FERRARIS Bruno

Approfitto nell'illustrarlo per dire in ogni caso la mia sull'art. 10 così com'é.
Intanto devo dare atto all'Assessore Simonelli di aver trovato per l'art. 10 una soluzione più decorosa e corretta rispetto a quella decisa dalla maggioranza della VI Commissione, compreso l'Assessore, perché quella soluzione era veramente un dribblare in modo scorretto e disonesto.
Qualcuno ha detto che si potrebbe ritirare l'emendamento, visto che tutti gli emendamenti sono stati respinti, ma io lo sapevo che li avreste respinti tutti, non mi facevo illusioni, vi ho solo messi alla prova.
Pur prendendo atto di questo fatto positivo che impegna la Regione, la Giunta a far fronte a questi due stanziamenti, anche se non ci saranno i soldi da parte dello Stato, a meno che non avvenga tutto quel movimento che abbiamo detto in base ai calcoli, pur prudenziali, dei vitelli che avranno diritto a questi premi, con tutte le limitazioni che sono state introdotte io sono convinto che la somma necessaria all'art. 2 è di quattro miliardi e mezzo e all'articolo 3 è di tre miliardi e mezzo; i vitelli che nascono sono 300.000 150.000 in sei mesi, 75.000 femmine e 75.000 maschi, ma per le femmine abbiamo posto condizioni di restrizione e diventano soltanto 50.000 50.000 per 70.000 non c'é dubbio che fanno tre miliardi e mezzo; dato che le bovine non destinabili all'allevamento possono conseguire i tre quintali e mezzo e diventare bestiame da macello, mettiamone non 25.000, ma solo 5.000 per 80.000 e sono quattro miliardi. Allora gli stanziamenti posti sono inadeguati per far fronte alle esigenze previste, per cui, a meno che le organizzazioni contadine (la Coldiretti, perché l'alleanza non lo farà) intendano sabotare questa legge e scatenarsi per presentare, e giustamente le domande di tutti coloro che hanno diritto, io voglio vedere in quale situazione vi troverete e ne discuteremo a quel momento.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Basta integrare la legge, se si presenta questa necessità.



FERRARIS Bruno

E allora facciamolo subito come avete fatto un momento fa su quell'altra legge, tanto più che i soldi ci sono, si potrebbero trovare abbiamo dimostrato dove prenderli.
Comunque, questo è l'emendamento che noi presentiamo perché prevediamo una determinata situazione, siamo convinti che almeno quelli che rientrano nelle condizioni previste debbano avere questo premio, senza discriminazioni, nel qual caso naturalmente ne riparleremo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Menozzi.



MENOZZI Stanislao

Abbiamo già avuto modo di prendere atto dell'impegno assunto dagli Assessori Simonelli e Chiabrando di predisporre le eventuali integrazioni qualora si rendessero necessarie. Non mi pare che il collega ed amico Chiabrando abbia bisogno di avvocati difensori, ma devo dire che mi stupisce sentire da un collega sempre così corretto, com'é il collega Ferraris, ai termini "scorretto e disonesto". Come Presidente della VI Commissione, debbo riconoscere, invece che l'Assessore, unitamente a tutti i Commissari, ha cercato la via migliore per uscirne ed è indubbio che la parola più autorevole, dopo quella del presidente della Giunta non poteva essere che quella del responsabile dell'Assessorato al bilancio, per cui nessuna scorrettezza e nessuna disonestà da parte dell'Assessore Chiabrando.
L'amico Ferraris ha dichiarato decisamente insufficiente la somma stanziata. Siccome si è agito in base a delle presunzioni, noi riteniamo che l'insufficienza qui denunciata non vi sia; si vede che il collega Ferraris ha contatti personali o epistolari con Sant'Antonio Abate, per sapere quanti saranno i vitelli che nasceranno. Noi questi rapporti non li abbiamo, ma l'essenziale è, come abbiamo richiesto, che sia mantenuto fede all'impegno, e non abbiamo motivo di dubitarne di provvedere con eventuali integrazioni.
Circa poi l'incetta di domande che si andrà a fare, dal momento che è stata citata un'organizzazione che mi sta a cuore, devo dire che l'organizzazione farà il suo dovere, assistendo i coltivatori, come si deve; certo non siamo andati a parlare di domande preventive (anzi, si chiamano "prodomande"). Un invito simile è stato, invece rivolto anche a mezzo della stampa quando ancora non si conoscevano le disposizioni tecniche, da una organizzazione che si chiama "Alleanza dei contadini".



MARCHESOTTI Domenico

E ha fatto bene, ti dispiace ma ha fatto bene!



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Vorrei solo fare una precisazione: sono stanziati nel bilancio che domani, mi auguro, sarà approvato, dei fondi che possono, in caso di bisogno, essere destinati a queste integrazioni, l'Assessore al Bilancio me lo ha assicurato.



FERRARIS Bruno

Ne prendiamo atto.



PRESIDENTE

L'emendamento?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale.

Non viene accolto, ma se volete votare, votate.



FERRARIS Bruno

Viene mantenuto.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento.
L'emendamento è respinto.
Pongo in votazione l'art. 10.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione.
presenti e votanti 27 hanno risposto SI 16 Consiglieri hanno risposto NO 9 Consiglieri.
si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'art. 10 è approvato.
Articolo 11 La presente legge regionale è dichiarata urgente ed entra in vigore lo stesso giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte.
Se nessuno chiede la parola, si passi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione.
presenti e votanti 28 hanno risposto SI 18 Consiglieri si sono astenuti 10 Consiglieri.
L'art. 11 è approvato.
Vi sono dichiarazioni di voto? Mi pare che le posizioni siano chiarite, per cui procediamo alla votazione dell'intero testo di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione.
presenti e votanti 26 hanno risposto SI 17 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri.
Il disegno di legge è approvato.
Il Consiglio è convocato per domani alle ore 15 perché sarà un'altra giornata pesante.
Diamo lettura delle interrogazioni e interpellanze e mozioni.


Argomento:

Interpellanze (annuncio)


FRANZI Piero, Segretario

Interpellanza del Consigliere Sanlorenzo sull'insediamento di uno stabilimento nel comune di Vespolate, in provincia di Novara.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20,15)



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