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Dettaglio seduta n.220 del 02/05/74 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento:

Ordine del giorno della seduta


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
L'ordine del giorno reca: 1) Approvazione verbali precedenti sedute 2) Comunicazioni del Presidente 3) Esame disegno di legge n. 153: "Stato giuridico e trattamento economico del personale regionale. Norme transitorie per il primo inquadramento".
4) Nomina componente effettivo sezione decentrata di Cuneo in sostituzione di quello dimissionario.
Nessuno chiede la parola? L'ordine del giorno è approvato.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

I processi verbali delle adunanze del 17 e 24 aprile 1974 sono stati distribuiti ai Consiglieri all'inizio della seduta odierna. Non vi sono osservazioni? I processi verbali si intendono approvati.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri: Carazzoni, Curci, Gandolfi Giovana, Minucci.


Argomento: Comunita' montane

b) Presentazione Statuto Comunità Montane


PRESIDENTE

Presentazione statuto Comunità montana della Bassa Valle dell'Elvo assegnato alla VIII Commissione in data 30.4.74.


Argomento:

c) Risposta scritta ad interrogazione


PRESIDENTE

Risposta scritta ad interrogazione da parte dell'Assessore Gandolfi ai Consiglieri del Gruppo PLI in merito al completamento del raddoppio della linea ferroviaria Torino-Modane.


Argomento: Varie

d) Onorificenza a Cavaliere di Gran Croce al Consigliere Giovanni Falce


PRESIDENTE

Onorificenza al Consigliere regionale Giovanni Falco. Il Capo dello Stato ha concesso al Consigliere Falco l'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce. A nome del Consiglio mi felicito con il dr. Giovanni Falco.
Vi sono richieste di parola sulle comunicazioni del Presidente? Nessuna.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame del disegno di legge n. 153. Stato giuridico e trattamento economico del personale regionale. Norme transitorie per il primo inquadramento


PRESIDENTE

Siccome la seduta è assai pesante per questa legge così attesa e che reca tanti articoli, sarebbe opportuno che procedessimo rapidamente.
Per ora ho due iscritti a parlare, uno del Gruppo comunista e uno del Gruppo liberale.
Si inizia la discussione sul punto terzo disegno di legge n. 153.
Il relatore e il Presidente della VIII Commissione, dr. Visone. Ha la parola.



VISONE Carlo, relatore

Signor Presidente, Signori Consiglieri, il disegno di legge presentato oggi all'esame del Consiglio Regionale, riguarda una delle materie più importanti per l'attività della Regione e costituisce certamente uno dei provvedimenti più attesi e oggetto di ampia discussione da parte dei rappresentanti della Giunta e del personale.
Il Consiglio oggi è chiamato infatti ad approvare il disegno di legge n. 153 presentato dalla Giunta Regionale in data 12 marzo 1974 relativo a "Stato giuridico e trattamento economico mito del personale regionale.
Norme transitorie per il primo inquadramento".
Il disegno di legge è stato assegnato alla VIII Commissione in sede referente ed in relazione alla notevole attesa esistente, è stata richiesta la procedura d'urgenza.
L'iter seguito dal presente provvedimento legislativo prima di giungere alla presentazione in Commissione è stato particolarmente laborioso. Nella precedente Giunta, infatti, l'Assessore al personale aveva costituito una Commissione composta dai membri dell'VIII Commissione permanente del Consiglio Regionale e dai rappresentanti delle Organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL. I lavori presieduti dall'Assessore sono durati a lungo successivamente la Commissione è stata integrata con dipendenti delegati dai diversi servizi, provenienti da tutte le Province, che hanno discusso la stesura del disegno di legge, dando il loro contributo di esperienza e lavoro.
E' necessario, prima di passare all'esame più dettagliato del disegno di legge, ricordare i motivi che hanno determinato una elaborazione che si è prolungata nel tempo.
Il personale regionale infatti ha tre ordini di provenienze: comandato dagli Enti locali, trasferito dallo Stato, avventizio, cioè direttamente assunto dalla Regione in relazione agli ingenti compiti ed esigenze a cui far fronte.
Tale eterogeneità di provenienza, di posizioni, di collocazione di carriera ha richiesto una disamina approfondita per consentire l'inquadramento di tutto il personale tenendo conto di tutte le complesse situazioni di origine.
La situazione di fatto, la volontà di predisporre un disegno di legge che potesse ottenere il prescritto visto del Governo e la non sempre facile trattativa con i rappresentanti del personale hanno richiesto mesi di lavoro.
Uno dei più grossi problemi, cui ci si è trovati di fronte è stato la struttura degli Uffici, che si voleva rispondente alle esigenze di questa nuova realtà regionale, le cui caratteristiche e compiti sono prevalentemente legislativi e programmatori.
Altro aspetto di cui bisognava tener conto era il problema inerente le deleghe di funzioni regionali che qualora attuate ed operanti avrebbero certamente inciso sul tipo di organizzazione degli uffici.
L'attuale Giunta Regionale si è trovata pertanto di fronte a questa non facile situazione dovuta alla aspettativa del personale regionale di avere finalmente chiarezza nella propria collocazione di lavoro e anche nel trattamento economico: aspetto questo non irrilevante soprattutto per la difficile condizione di molti dipendenti il cui stipendio complessivo è attualmente inferiore a quello goduto nell'ente di provenienza.
Queste ed altre motivazioni del personale, anche avventizio e pertanto con una retribuzione assolutamente insufficiente, hanno contribuito a creare situazioni talvolta di tensione all'interno del personale stesso.
Le organizzazioni sindacali pertanto si sono dichiarate favorevoli al documento alla cui elaborazione avevano contribuito, richiedendo la sollecita approvazione dello stesso.
La Giunta prima e la Commissione VIII poi, si sono dichiarate disponibili a tale richiesta portando pertanto all'approvazione del Consiglio questo documento su cui si può ritenere esista la convergenza di massima del personale regionale.
In generale si può osservare che il documento e la normativa soprattutto per l'aspetto inerente il trattamento economico, possa ritenersi soddisfacente.
Per quanto riguarda la strutturazione organica delle unità organizzative e degli uffici regionali, si è concordato con le organizzazioni sindacali stesse, di rinviarla a successivo provvedimento legislativo, stante l'attuale improrogabile esigenza di disporre di una legge di inquadramento del personale, volta altresì a determinare il trattamento economico.
Il presente disegno di legge tuttavia, all'art. 1 inerente "la struttura dell'organizzazione regionale" fissa un principio di rilevante importanza, prevedendo la articolazione in dipartimenti delle unità organizzative fondamentali e degli uffici regionali.
E' inoltre previsto che tale struttura venga determinata tenendo conto delle funzioni legislative, di programmazione, di indirizzo e di controllo dell'ente e dell'istituto di delega agli Enti locali di funzioni amministrative di competenza regionale.
E' importante sottolineare che, al proposito, il presente disegno di legge prevede un impegno ad operare entro 4 mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge.
Il termine massimo di quattro mesi, proposto dalla maggioranza della Commissione, sentito anche il rappresentante della Giunta, viene a migliorare l'originario testo del disegno di legge che prevedeva un termine di sei mesi.
Sul testo pervenuto la Commissione VIII ha provveduto ad aprire le Consultazioni alle quali sono state invitate le Segreterie regionali della CGIL, CISL e UIL che hanno ribadito la convergenza di massima sul disegno di legge, presentando inoltre in un documento una serie di emendamenti, per lo più recepiti dalla Commissione.
E' stata inoltre sentita, su richiesta della maggioranza della Commissione, L'Associazione Sindacale Funzionari direttivi regionali che ha avanzato esplicita richiesta scritta in tal senso; anche questa Associazione ha formulato una serie di osservazioni redatte in un documento consegnato alla Commissione.
Il documento presentato all'approvazione dell'assemblea consiliare deriva pertanto da una elaborazione che trova per lo più consenzienti i diretti interessati. La Commissione ha apportato variazioni che non modificano nella sostanza il testo della legge ma volte a chiarire o a migliorare il testo senza alterarne in alcun modo l'orientamento.
Fatta eccezione per la nuova formulazione del 5° e 6° comma dell'art.
1, su cui si è già fatto riferimento nel corso della presente relazione, le modificazioni più rilevanti apportate, sentito anche il rappresentante della Giunta Regionale, riguardano il riconoscimento delle mansioni svolte presso l'Ente Regionale del personale comandato e l'inquadramento del personale non di ruolo per il quale non era prevista la decorrenza del collocamento nel ruolo; viene altresì esplicitata la decorrenza del trattamento economico.
Il presente disegno di legge si compone di 77 articoli.
Il titolo primo è riservato all'ordinamento degli uffici con la previsione suddetta di separati provvedimenti legislativi entro 4 mesi dall'entrata in vigore della presente legge.
Il titolo secondo è inerente lo stato giuridico ed il trattamento economico del personale regionale inquadrato in un ruolo unico; ed elenca 8 qualifiche funzionali, e precisamente: custode, operatore, operatore specializzato, segretario, capo ufficio, istruttore, capo servizio dirigente di settore.
Si precisa che la ripartizione nei vari livelli funzionali avverrà a seguito delle leggi sull'ordinamento degli uffici previste all'art. 1.
Al successivo art. 4 viene descritto il contenuto professionale delle qualifiche funzionali ed i requisiti per accedervi.
L'art. 8 prevede la figura del coordinatore, con incarico a tempo determinato.
Gli art. 9 e 10 riguardano le figure del Capo di Gabinetto del Presidente della Giunta e dei Segretari particolari.
Gli articoli seguenti, fino al 22, riguardano le modalità di assunzione ed i requisiti necessari.
Seguono norme inerenti l'orario di ufficio, i congedi, i permessi e le malattie e i casi di aspettativa.
L'art. 34 prevede l'organizzazione da parte della Regione di corsi di formazione e perfezionamento professionale; viene altresì ipotizzata la partecipazione a corsi di aggiornamento e specializzazione indetti da enti vari al fine di disporre di un personale idoneo a svolgere i nuovi e complessi compiti legati alla natura dell'istituto regionale.
L'art. 36 regolamenta il diritto di associazione e di attività sindacale; viene fatto esplicito riferimento agli accordi ANCI-UPI e Organizzazioni Sindacali.
Gli articoli 38 e 30 riguardano l'incompatibilità con altre attività, e la responsabilità degli atti compiuti.
In attuazione della delega delle funzioni amministrative, ai sensi dell'art. 118 della Costituzione, si prevede, all'art. 40, la facoltà per l'Amministrazione Regionale di disporre il comando del proprio personale presso gli enti delegati.
Gli articoli seguenti fino al 54 trattano il giudizio di demerito, le sanzioni disciplinari e le altre cause di cessazione del rapporto di impiego.
L'art. 55 prevede il trattamento economico del personale regionale.
Viene, inoltre, prevista l'entità percentuale degli aumenti periodici di stipendio.
L'eventuale conferimento di funzioni superiori alla qualifica di appartenenza è previsto all'art. 57, previa deliberazione della Giunta Regionale.
Il titolo terzo è riservato alle norme transitorie per il primo inquadramento del personale.
Gli art. 62 e 64 riguardano il personale di ruolo trasferito dallo Stato e comandato; seguono le modalità di inquadramento, le norme per la ricostruzione economica della carriera e per il riconoscimento giuridico dei servizi prestati alle dipendenze delle Amministrazioni di provenienza.
Il personale con rapporto di lavoro a tempo indeterminato è inquadrato secondo le disposizioni dell'art. 69.
E' costituita una apposita commissione paritetica per l'inquadramento del personale (art. 70) la cui decorrenza è fissata all'art. 73.
Il personale comunque in servizio presso la Regione Piemonte viene inquadrato con le modalità previste all'art. 71, che la Commissione ha ritenuto di emendare secondo quanto già detto.
L'art. 72 riconosce le mansioni svolte da almeno un anno a livello superiore.
L'ultimo articolo contiene disposizioni di carattere finanziario su cui è chiamata ad esprimersi la Commissione I, in sede consultiva.
Va rilevata infine la disposizione dell'art. 76: "Le norme della presente legge, relative allo stato giuridico e al trattamento economico all'assistenza e quiescenza del personale regionale, saranno alla scadenza del primo anno di applicazione sottoposte a riesame, sentite le Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative".
Ne deriva che l'approvazione del presente testo di legge consentirà un periodo di verifica della validità della stessa e che eventuali carenze o divergenze di posizioni attualmente esistenti su aspetti, anche rilevanti della legge, potranno essere successivamente ovviate o ricomposte.
Il presente documento di cui si auspica l'approvazione da parte del Consiglio ha ottenuto il voto favorevole della maggioranza della Commissione.
Tengo a precisare inoltre il voto contrario del Gruppo P.C.I. e la riserva di comunicare il proprio orientamento durante il dibattito in aula del Gruppo PLI, poiché data la procedura di urgenza seguita nell'esame del disegno di legge le riunioni della Commissione sono avvenute durante il congedo del rappresentante liberale.
La Commissione VIII, infine, ritiene di aver mantenuto gli accordi assunti con il Presidente del Consiglio e con i rappresentanti del Personale per un sollecito esame del disegno di legge e di questo, come Presidente della Commissione, faccio merito ai Consiglieri che hanno seguito i lavori ringraziandoli per l'impegno profuso nel corso delle sedute di Commissione.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Presidente ed i membri della VIII Commissione che hanno mantenuto i tempi, in quanto si era prevista la discussione per il 2 di maggio.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Zanone, ne ha facoltà.



ZANONE Valerio

Signor Presidente, signori Consiglieri, vorrei anzitutto rivolgere una parola di felicitazione alle capacità di sintesi dimostrate dalla Giunta Regionale la quale, dopo tre anni di discussione sulla legge del personale è riuscita a condensare la relazione illustrativa di questo disegno di legge in meno di una pagina.
Si tratta di una legge di carattere dichiaratamente provvisorio che dovrebbe essere riesaminata entro un anno; ci sarà forse qualche difficoltà a rispettare questa scadenza, visto che a quel momento ci troveremo al culmine di una campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio Regionale.
D'altra parte credo si debba tenere presente che su materie come questa che stabiliscono l'acquisizione di diritti soggettivi, le norme provvisorie molto spesso sono difficili da rivedere.
Certo la legge su cui il Consiglio si accinge a pronunciarsi è palesemente incompleta e contiene anche alcuni espliciti rinvii a provvedimenti di legge successivi, rinvii, che, per la verità, non hanno una rilevanza legislativa particolare, ma si limitano a determinare le lacune del provvedimento in esame.
Vengo subito alla incompiutezza del provvedimento che a nostro avviso ne costituisce il difetto fondamentale; essa consiste nel mancato coordinamento tra lo stato giuridico ed economico del personale e la definizione dell'ordinamento degli uffici della Regione.
Il rinvio, che è contenuto nel primo articolo della legge, è un'inversione logica e politica nostro avviso non ammissibile, anche perch essendo trascorsi più di tre anni dal momento in cui la Giunta Regionale presentò il disegno di legge n. 1 che concerneva per l'appunto l'ordinamento degli uffici della Regione e che col trascorrere del tempo è scomparso dalla VIII Commissione e dal Consiglio Regionale, non si pu certo dire che sia mancato il tempo per pensare a come si dovessero organizzare gli uffici. D'altra parte anche le Regioni che hanno già stabilito con norme di legge lo stato del personale (se non vado errato il Veneto, la Toscana, il Lazio e gli Abruzzi) hanno fatto precedere allo stato del personale la legge sull'ordinamento degli uffici.
Qui invece si è seguita una procedura alla rovescia; anziché definire quali sono gli uffici della Regione e poi stabilire il personale che occorre per gestirli, si è definito qual è il personale della Regione e poi si cercherà un ordinamento degli uffici adatto a giustificarlo.
Così stando le cose è impossibile dare una valutazione oggettiva sui contingenti numerici del personale indicati all'art. 3 della legge; non si può stabilire per esempio se 250 Capi ufficio sono troppi o sono pochi non sapendo quali sono gli uffici di cui dovrebbero essere a capo.
Credo che questo rilievo, a nostro avviso pregiudiziale, basti a spiegare perché il voto liberale non può essere favorevole. Fra l'altro il rovesciamento di quella che avrebbe dovuto essere la successione logica non consente neppure di valutare l'aderenza di questa legge alla norma costituzionale del terzo comma dell'art. 118 che prevede che la Regione si avvalga della propria amministrazione degli uffici degli Enti locali.
Detto questo devo anche riconoscere, per obiettività, che il ruolo provvisorio stabilito all'art. 3 prevede dei contingenti di personale notevolmente inferiori a quelli di tutte le altre Regioni; in base alle statistiche che sono state compilate da alcuni funzionari del Consiglio, e che cortesemente mi sono state date in visione, risulta ad esempio che in base ai contingenti stabiliti il Piemonte avrà un dipendente regionale ogni 3850 abitanti, contro un dipendente per 1800 abitanti nel Veneto e nella Emilia, uno per 1600 in Liguria, uno per 1300 in Toscana, uno per 950 in Abruzzi. Quindi dobbiamo dare atto che la burocrazia regionale piemontese si avvalga nella propria amministrazione degli uffici degli Enti locali.
Vengo brevemente all'illustrazione di merito su alcuni articoli. Quanto alla dizione che ricorre al primo articolo e in molti successivi circa le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative noi accettiamo questa dizione ritenendo che essa faccia riferimento alla giurisprudenza in materia e cioè che indichi quelle organizzazioni sindacali che rappresentano effettivamente un maggior numero di dipendenti, nel complesso e nei diversi settori dei dipendenti regionali.
Per quanto riguarda la nomina dei dirigenti superiori crediamo che un difetto essenziale di questa legge sia quello di stabilire che l'accesso alle cariche più alte della burocrazia regionale debba essere determinato a parte la laurea, in base alla sola anzianità. Ciò potrebbe impedire alla Regione di acquisire elementi di particolare qualificazione anche in compiti nuovi di carattere tecnico o amministrativo che ora od in futuro la Regione volesse assumersi. Siamo quindi, come linea di principio - ed essendo una determinazione di principio ho i miei dubbi di riuscire a tradurre questa nostra inclinazione in un emendamento - per i concorsi aperti, in modo che la Regione nel determinare soprattutto le cariche di dirigenza superiore, possa avere le più ampie opportunità di scelta. Non traduco questo principio in un emendamento perché credo che vi risulterebbero gravi difficoltà di ordine giuridico, ma ritengo vada qui affermato il concetto che se si vuole davvero fare della burocrazia regionale, come si diceva nel '68/69 e come poi di fatto non è avvenuto una alternativa a quella tradizione dello Stato e degli enti pubblici in generale, occorrerebbe dare quelle aperture che la carriera burocratica tradizionale non consente.
Alcuni emendamenti saranno presentati dal Gruppo liberale agli artt. 6 7 e 70 che prevedono la costituzione di Commissioni, in maniera da garantire la rappresentanza del Consiglio Regionale in tali Commissioni.
Per quanto riguarda il punto più critico e più delicato della legge cioè lo sviluppo delle carriere, voglio precisare un nostro orientamento di principio: a nostro avviso si dovrebbe, anche in questo caso, rimediare a un difetto tradizionale della carriera pubblica per cui si retribuiscono troppo poco le fasi iniziali e forse troppo le fasi terminali della carriera e con ciò scoraggiando l'accesso alla carriera pubblica degli elementi più attivi e più qualificati.
E' noto d'altra parte che le esigenze familiari sono più acute negli anni giovanili e tendono a attenuarmi col progredire dell'età, per cui a nostro avviso la progressione di carriera stabilita all'art. 55 del disegno di legge, dovrebbe essere riveduta; e dovendo scegliere un modello alternativo credo, tanto per dimostrare la nostra imparzialità "ideologica", che dovremmo preferire allo schema di questo disegno di legge, lo schema emiliano, il quale è appunto basato su una progressione della carriera rapida nei primi dieci anni e che si riduce progressivamente con le fasi successive. Penso che su questo presenteremo un emendamento sostitutivo.
Devo anche aggiungere un'osservazione per quanto riguarda i contingenti indicati all'art. 3 e precisamente per quanto concerne i dirigenti superiori, ossia i capi settore.
Ferma restando l'obiezione principale, cioè il fatto che anche qui non si può stabilire quanti debbano essere i capi settore, visto che non sappiamo bene quanti siano i settori, tuttavia a prima vista appare troppo ridotta la cifra di venti capi settori prevista dal disegno di legge; sia in riferimento al livello immediatamente inferiore, perché è anche politicamente sbagliato stabilire 110 capi servizio tra i quali si reclutano soltanto venti capi settore, stabilendo una strozzatura di tipo drastico nell'ultimo grado di accesso della burocrazia regionale; sia dal punto di vista comparativo: ad esempio la Liguria, che ha meno popolazione del Piemonte ed ha anche 300 dipendenti in meno, ha tuttavia 40 capi settore; la Lombardia che ha all'incirca il doppio dei nostri dipendenti ha più di cento capi settore. Per cui presenteremo un emendamento affinch questa cifra sia ampliata.
Su questi punti e su alcuni altri il Gruppo liberale si riserva di presentare emendamenti nel corso del dibattito, confermando nel complesso il proprio giudizio non favorevole sul disegno di legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Marchesotti. Ne ha facoltà.



MARCHESOTTI Domenico

Signor Presidente, colleghi, la legge che abbiamo in discussione oggi cioè la 153, che reca il titolo: "Stato giuridico e trattamento economico del Personale regionale - Norme transitorie per il primo inquadramento" è a mio modo di vedere, una legge brutta, una legge strutturata male, direi in certe parti, persino scritta male.
Di cose e di uomini che sono brutti si dice, a volte: "E' brutto ma simpatico", oppure: "E' una cosa brutta ma che rivela intelligenza", per dimostrare che vi è, nonostante la bruttezza, qualche caratteristica particolare che merita di essere presa in considerazione. In questa legge non vi è proprio niente, né di simpatico né di intelligente.
Che sia brutta ed equivoca viene ammesso da parte di tutti, anche da parte di questo o quell'altro appartenente alla maggioranza. Ma né la Giunta né la maggioranza sono disponibili, o sono stati disponibili, a cambiarla. Infatti, i nostri emendamenti determinanti, quelli essenziali di fondo, che pur non avevano l'obiettivo di fare un'altra legge, che andasse in una direzione giusta, ma quello di migliorare in qualche modo la legge stessa, in Commissione sono stati respinti dalla maggioranza.
Se qualcuno non fosse convinto di quanto ho detto, lo pregherei di andarsi a leggere il secondo, terzo e quarto comma dell'art. 1 e di vedere se riesce a capire ed a spiegare in modo chiaro e soddisfacente che cosa questi commi vogliano dire: essi appaiono come un compromesso equivoco fra due concezioni che si sono scontrate, quella dei Sindacati e quella della Giunta. Il risultato è un insieme di parole che non hanno alcun senso preciso, se non quello negativo di lasciare tutto aperto per i Sindacati e di lasciare mani libere alla Giunta, di fare quello che ritiene di potere o dover fare, decidendo essa in questo caso, al di là sia degli accordi eventuali con i Sindacati sia delle decisioni del Consiglio. A mio avviso dobbiamo dire francamente che questo non è un modo serio di fare le leggi altrimenti non ci renderemmo conto degli errori perché si è giunti a tale conclusione.
La titolarità della presente legge è della Giunta, formalmente e sostanzialmente, ma il Presidente della Giunta dice: "noi l'abbiamo concordata con i Sindacati"; e i Sindacati dichiarano lo sciopero, uno sciopero di quindici giorni, ed affermano: "la legge non ci piace così com'è (e in Commissione VIII presentano una serie di emendamenti), ma a questo punto, anche se brutta, la vogliamo presto, in quanto il Personale non può essere lasciato oltre senza trattamento economico, senza stato giuridico, senza un primo inquadramento". Penso che sia impossibile dar torto ai Sindacati, dar torto al Personale, in quanto il Gruppo della Democrazia Cristiana e la maggioranza, in quattro anni di esistenza della Regione, in tre anni di lavoro, e in due in particolare, dal '72 al '74, ci hanno portati ad un risultato di cui gli stessi uomini della Democrazia Cristiana mostrano di vergognarsi, per quanto, all'atto pratico, siamo disponibili a sostenerlo e a votare la legge.
Vorrei ricordare a chi lo avesse dimenticato - ma credo che non l'abbia dimenticato nessuno - che il potere di fare le leggi spetta all'Assemblea regionale, al Consiglio Regionale e a nessun altro. La difesa di questa prerogativa del Consiglio Regionale non può essere lasciata soltanto al Gruppo del PCI: dev'essere assunta da tutti i Gruppi, anche da coloro che discutono e trattano con la Giunta Regionale.
C'è stata una polemica sul fatto, se la Giunta sia o no la controparte dei Sindacati per discutere accordi, per discutere i problemi del personale. Io credo che dobbiamo discutere questa questione. Il mio parere è che dobbiamo considerare la Giunta - poiché ha in mano il potere esecutivo e rappresenta una maggioranza - la controparte dei Sindacati, ma non per concordare degli articoli di leggi, bensì per concordare dei punti di accordo, o di disaccordo: se si discutono proposte o disegni di legge controparte possono essere solo il Consiglio Regionale e le sue Commissioni. L'errore di metodo e di sostanza della Giunta è stata dunque quello di discutere non un accordo, ma un testo di legge che, è stato poi presentato al Consiglio e quindi alla VIII Commissione.
Noi, quindi, per chiarezza, partiamo dal presupposto che il disegno di legge 153 è stato presentato dalla Giunta, e ad essa ci richiamiamo per le precise responsabilità di metodo, di merito e di tempo. Quattro anni, a mio avviso, sono più che sufficienti per fare una buona legge. Invece, non è stato così. Ma, come ben sapete, anche personalmente, colleghi del Consiglio, signor Presidente del Consiglio e signor Presidente della Giunta, non potete certo muovere a noi l'accusa di aver negato il nostro apporto. Infatti, nel '72 abbiamo presentato una proposta di legge sulle strutture e abbiamo sempre dato il nostro costruttivo contributo in Consiglio e in Commissione, ogni qual volta è stato richiesto. La verità è che vi siete persino sottratti, come maggioranza e come Giunta, al nostro controllo, al controllo della minoranza, ed avete assunto personale - non so di che tipo né a quali livelli - senza, discutere in Consiglio o nella VIII Commissione il numero di persone che intendevate assumere. Il Consiglio non sa nemmeno quanti dipendenti sono stati assunti in questi ultimi anni. Sulla questione del personale ci sono dunque alcuni problemi di principio che devono essere discussi e precisati, di competenza e di responsabilità.
Il disaccordo non è di poco conto, in quanto riguarda la concezione stessa che noi abbiamo della Regione e del modo di fare politica e di gestire il potere. Lo scontro - non neghiamocelo, non nascondiamoci dietro a delle parole - è su questi concetti. Per noi comunisti - mi limito a ripetere sinteticamente un concetto che abbiamo già espresso - la Regione vuol dire: innanzitutto, buone leggi, magari poche ma buone; vuol dire decentramento del potere, quindi deleghe; vuol dire coordinamento e direzione politica delle iniziative autonome degli Enti locali, quindi sviluppo di una struttura orizzontale della Regione e liquidazione della burocrazia verticistica, che poggia su una struttura di potere verticale perciò autoritaria e corporativa. Finora né la maggioranza, né il Gruppo della Democrazia Cristiana, ci hanno detto che, cosa vogliono fare. E tutti gli equivoci, le brutture della legge provengono anzitutto da qui, perch la Democrazia Cristiana e la maggioranza non sono state capaci di tradurre nei fatti concetti su cui pure a parole si dichiarano d'accordo.
Bisogna rendersi conto che la struttura verticistica dello Stato, con gli attuali Ministeri (ricordo bene che quando abbiamo discusso in Consiglio della ristrutturazione dei Ministeri abbiamo fatto tutti critiche sostanziali e di merito, tant'è che tali osservazioni sono stati approvati alla unanimità) ha ormai fatto il suo tempo e proprio con il sorgere dell'istituto della Regione ha segnato il punto più acuto della sua crisi del suo fallimento. E' quindi un assurdo voler reintrodurre, in un Ente nuovo come è la Regione, delle strutture che sono in crisi, che sono fallite.
Per andare, quindi, nella direzione giusta occorre affermare, e affermare nella legge, come altre Regioni italiane hanno fatto, che il Personale della Regione è al servizio delle esigenze dei cittadini, in primo luogo dei lavoratori. Con queste esigenze, non si devono misurare dunque, soltanto il Consiglio Regionale e la Giunta, ma si devono misurare anche il personale. Perciò, il personale della Regione ha uno scopo ben preciso da raggiungere, ed è l'attuazione degli obiettivi fissati dallo Statuto ai quali si deve sempre richiamare. Per ottenere ciò, occorre quindi avere dei collaboratori capaci e pensanti. Il Consiglio Regionale non può volere degli esecutori più o meno pedestremente allenati ad ubbidire ad ordini e non perché lo dice il Gruppo comunista, bensì perch la Giunta, la maggioranza, soltanto così possono lavorare concretamente possono realizzare degli obiettivi nuovi ed avanzati. L'impiegato, il funzionario, la dattilografa, l'autista eccetera per noi devono essere collaboratori attenti, capaci, impegnati.
E' chiaro che si pone a questo punto il problema di come concretizzare negli articoli della legge i nuovi rapporti che devono intercorrere tra la Giunta ed il personale della Regione, tra la Regione, insomma, ed il suo Personale.
Se si è intenzionati ad andare nella direzione che noi sosteniamo naturalmente, occorrerà affermare che il potere viene esercitato attraverso la delega, e quindi le strutture degli Assessorati sono organizzate orizzontalmente, sulle gare di dipartimenti che raccolgono più materie. Ci comporta la possibilità di disporre di un personale capace e limitato nel numero, con una visione nuova ed anche sperimentale del suo lavoro, che risponda alle esigenze in primo luogo di promozione, in secondo luogo di coordinamento. La legge è brutta ed è equivoca, perché nella Democrazia Cristiana e nella stessa maggioranza, non c'è la volontà di muoversi nella direzione giusta: perché se la volontà ci fosse, certo in due-tre anni di lavoro, magari richiamandosi a quanto fatto da altre parti, copiando, se non c'era in chi era ed è titolare di queste iniziative, inventiva, poteva e doveva venire fuori qualcosa di molto diverso dal progetto che ci è stato presentato.
Che sia così lo dimostra il fatto che non esista nemmeno uno studio (se esiste è segreto, e quindi è come se non esistesse, perché non lo conosciamo, il Consiglio Regionale non lo conosce) sul modo di organizzare gli uffici degli Assessorati. In quattro anni, almeno uno studio si poteva fare. Lo hanno fatto i Sindacati e lo hanno presentato nei colloqui con la Giunta Regionale; lo abbiamo fatto noi, nel '72 - certo oggi è da aggiornare in alcune parti -. Ma alla Giunta non piacciono né l'uno ne l'altro, né lo studio dei Sindacati né le nostre proposte. Però, non ci viene detto, né della relazione del Presidente della VIII Commissione n della relazione della Giunta, che cosa si vuol fare, non ci vengono neanche indicate le linee che si vogliono seguire, non ci viene presentato nulla di tutto questo. Lo dimostra poi il fatto che nella legge, nell'insieme della legge in discussione, non vengono né presentate, né riaffermate idee vecchie oppure idee nuove, sulle quali vi sia possibilità di avviare una discussione. E lo dimostra ancora che la preoccupazione maggiore è quella appunto di assumere personale da mettere a disposizione degli Assessori.
Credo che certi Assessorati abbiano anche bisogno di personale, ma nessuno di noi sa cosa dovrebbe fare, dove vengono messi e perché devono andare lì nessuno di noi è in grado di dare un giudizio, tutto vien fatto fuori dai poteri del Consiglio.
Ecco allora che si pone un problema di metodo, di rapporto, di contenuto, di indirizzo e di concezione della Regione; un problema (se volete, maggioranza e Democrazia Cristiana potete eluderlo con questa legge: avete già evitato di esprimere per iscritto, con delle proposte l'indirizzo che volete seguire, che sta a monte della legge che discutiamo ma è solo una finzione) al quale non vi potete sottrarre, perch sottrarvisi vuol dire rifare tutto ciò che si è detto e fatto a proposito delle fallimentari strutture dello Stato, sottrarvisi vuol dire riesumare strutture fallite da dare ad un ente noto con obbiettivi opposti.
A questo punto a me viene un dubbio, ed è un dubbio molto serio: questa situazione, così come essa è, non servirà per caso a qualcuno? E in tal caso, se serve, a chi serve? E se a questo qualcuno serve così, quali sono le conseguenze politiche? Badate, sentiamo molte volte dire: "ah, la colpa di questo è della burocrazia". Ci sono incapacità politiche, ritardi, incoerenze, della maggioranza, di maggioranze o di governi. La conclusione è però sempre: "la responsabilità non è nostra, è la burocrazia che è vecchia, malfatta funziona male, non la possiamo dirigere e ci porta a queste condizioni".
Quante volte l'abbiamo sentito dire, quante volte lo abbiamo letto sui giornali! Ho dei dubbi molto seri che sia così, ma ammettiamo che lo sia visto che stiamo creando la nuova struttura della Regione, facciamo in modo che quelle brutture non vi compaiano più. Così come stanno ora le cose nessuno è in grado di garantirci che facciamo una cosa diversa dal passato.
Non pretendo che sia quella che propongono i comunisti, non chiedo neanche che una cosa precisa, tutta studiata, perché mi rendo conto che è anche difficile; ma qualcosa di nuovo, che vada nella direzione da tutti auspicata. Ebbene, in questa legge non c'è.
Certo, il Presidente Oberto può dire: "nel primo articolo, a parte i tre commi che ho già citati, si dice che noi vogliamo i dipartimenti". Beh sì, è detto che si vogliono i dipartimenti, la stessa cosa è detta anche in altre parti degli atti della Regione. Ma li volete davvero? A questo punto non potere più limitarvi a dire: sì, noi vogliamo i dipartimenti; dovete precisare che cosa sono, in che modo devono essere strutturati, in che direzione devono operare. La mia impressione è che ci sia anche chi li vuole, ma nello stesso tempo ci siano forti resistenze ad organizzare la struttura della Regione in dipartimenti in modo orizzontale e quindi a liquidare la burocrazia verticistica. E qui è chiaro che ci sono delle precise responsabilità, che, ripeto, devono essere attribuite alle scelte non fatte ai ritardi, alla mancanza di studio, probabilmente anche a contrasti tra un assessore e l'altro, tra questo e quell'altro personaggio della Democrazia Cristiana, oppure anche tra questo e quell'altro dei Gruppi che compongono la maggioranza. Sarebbe bene che tutto questo risultasse in modo chiaro.
Vorrei porre ancora due problemi che ritengo essenziali. Il primo è il rapporto tra Giunta e Consiglio. In questa legge, così com'è, non si rispetta il potere di controllo delle minoranze, anzi, questo potere è negato totalmente, senza eccezioni. E sì che i democratici cristiani si sono sempre attribuiti il ruolo di paladini della democrazia in Italia e che pertanto...



BIANCHI Adriano

Non mi pare sia il caso di chiamare in causa concetti troppo importanti in campo generale...



MARCHESOTTI Domenico

Anche queste cose sono molto importanti, Bianchi, e te lo dimostrerò.



RIVALTA Luigi

Bianchi tende sempre a banalizzare.



MARCHESOTTI Domenico

Ma no, sa perfettamente anche lui che queste cose sono importanti; sa però anche che non riesce, pur volendolo, forse, ad andare nella direzione giusta, ed allora dice: non sono molto importanti.
Su queste cose dobbiamo dire chiaramente ciò che pensiamo. Io non ho mai creduto che i democratici cristiani possano insegnare la democrazia, e tanto meno che possano insegnarla ai comunisti.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Crede però che i comunisti possano fare questo insegnamento.



MARCHESOTTI Domenico

E infatti così può essere, signor Presidente, e adesso lo proverò, con dati alla mano: la sua interruzione è un invito.
Dicevo che non ho mai creduto ai democratici cristiani paladini della democrazia. Ma adesso non ci credete più nemmeno voi. Perché, se ci credeste, a questa vostra funzione democratica da assolvere nella Regione Piemonte, avreste potuto vedere - e avrete anche visto, perché io non credo che non ci sia alcuno fra voi che abbia letto la legge regionale dell'Emilia-Romagna - che cosa hanno stabilito i legislatori dell'Emilia Romagna in merito ai rapporti fra Giunta e Consiglio. Ascolti, signor Presidente, e poi mi dirà obiettivamente se questo, indipendentemente dalle scelte che fa lei, è più democratico o meno democratico di quanto contenuto nella legge che ci è stata proposta.
Art. 20 - Coordinatore. - "La Giunta, sentita la Commissione Bilancio e Affari generali, può attribuire fino a 16 collaboratori regionali appartenenti al settimo livello funzionale retributivo, l'incarico di coordinatore". Sentita la Commissione Bilancio e Affari generali sottolineo.
"Art. 13 - Sentita la Commissione Bilancio e Affari generali, pu disporre all'interno dello stesso livello funzionale retributivo il passaggio di un collaboratore da una qualifica funzionale ad un'altra professionalmente omogenea ecc. ecc." "Art. 20 - Commissione di esami - 'Le Commissioni di esami sono nominate dal Consiglio Regionale e sono composte, tra l'altro, da due Consiglieri regionali eletti dal Consiglio con voto limitato'". Noi abbiamo proposto in Commissione, Presidente Oberto, che si adottasse la dizione: "la Giunta nomina e il Consiglio elegge due Consiglieri con voto limitato".
Ma lei, signor Presidente, che si dichiara molto democratico, ed i Commissari della D.C. che cosa hanno fatto? Hanno detto di no.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

La prego di essere preciso: io non ho detto di no, io sono partito dalla premessa che non intendevo alterare neanche di una virgola il testo.
Mi appello alla sua lealtà e alla lealtà del Consigliere Vecchione, che faceva parte della Commissione. Io ho partecipato a tutti i lavori. Avevo preso con i dipendenti e con i Sindacati l'impegno di non alterare neanche di una virgola quanto concordato, rimettendomi a quella che sarebbe stata la decisione del Consiglio. Questo mi pare sia tener fede ad una parola data ed essere democratici.



MARCHESOTTI Domenico

Signor Presidente, lei si è assunto questo impegno.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

E l'ho dichiarato preliminarmente.



MARCHESOTTI Domenico

Io però continuo a sostenere che titolare della legge è la Giunta. Se lei, quindi, in Commissione poteva anche attenersi a quel principio, i Commissari, che questo impegno non avevano assunto, che cosa hanno risposto? Hanno respinto il nostro emendamento.
Quindi, prima di atteggiarvi a maestri di democrazia, cercate di applicarla almeno nei termini della concezione della democrazia borghese che alla minoranza consente il controllo (al Consigliere Zanone). Tu per questo non l'hai chiesto.



ZANONE Valerio

Ma se abbiamo presentato un emendamento in proposito!



MARCHESOTTI Domenico

Non l'ho visto, ma se l'avete presentato benissimo.
Non credo si possa dire che i comunisti, quei comunisti che avete sempre accusato di essere antidemocratici, pretendano di insegnare la democrazia ad altri ...



RIVALTA Luigi

Abbiamo sempre dovuto difenderci.



MARCHESOTTI Domenico

Appunto. Ma in questo caso qualcosa da imparare dai comunisti forse c'è, in fatto di rispetto dei poteri del Consiglio.
Altro punto da considerare: i rapporti fra la Giunta e l'Ufficio di Presidenza.
Il discorso che si fa in proposito nella legge, così com'è, è questo: il potere tutto alla D.C. ..., no, no, scusate, tutto alla Giunta (è poi da vedere cosa contano gli Assessori, i Vicepresidenti di Giunta e gli altri componenti, ma questo è problema che non riguarda noi ma gli alleati della D.C.). Nella legge della Regione Emilia-Romagna, fatta dai comunisti che secondo i D.C. di democrazia ne masticano poca, all'articolo 8, "Personale assegnato al Consiglio Regionale", è detto: "L'Ufficio di Presidenza propone alla Giunta i provvedimenti che riguardano il Personale assegnato al Consiglio Regionale. La Giunta adotta o propone al Consiglio, i suddetti provvedimenti, in conformità alle proposte dell'Ufficio di Presidenza".
Sapete indicarmi quale punto di questa legge in cui si precisi qualcosa di simile per quanto riguarda i rapporti in questione? Al massimo Presidente Oberto, c'è scritto che "si sente l'Ufficio di Presidenza", ma di "conformità" proprio non si parla. Anche gli emendamenti che abbiamo presentato in questo senso non sono stati accettati: mi auguro lo siano nel prosieguo della discussione.
Veniamo alla questione dei parametri. E' noto che noi comunisti sosteniamo sia giusto fermare il parametro massimo a 360. Pensiamo che il Personale della Regione debba essere equamente remunerato: proprio perch vogliamo un Personale qualificato, quindi nella misura del possibile anche ridotto rispetto a quantità passate: che debba inoltre assolvere quelle funzioni già dette. Ma vedete, gli stipendi iniziali dei due ultimi gradi quello dei capiservizio, fissato, per intenderei, al parametro 370, e l'ottavo, quello dei dirigenti di settore, fissato al parametro 460 - sono stipendi iniziali che nessuno percepirà in tale misura, perché a capo servizio, a dirigente di settore, si arriva attraverso l'istruttore, il laureato, e quindi, senz'altro, a quel livello cominciano ad esserci stipendi annuali di molto superiori, collegati cioè all'anzianità.
Il meccanismo nel quale questi parametri iniziali sono inseriti non si soddisfa affatto, e d'altronde non soddisfa neanche i liberali. I parametri 370 e 460 devono essere a parer nostro commisurati sulla base degli anni di lavoro già svolti presso la Regione, altrimenti lo stipendio annuo non sarà L. 4.662.000 o di 5.796.000, ma arriverà a cifre ben più alte in relazione appunto alla anzianità. Tenete conto che queste cifre sono al lordo dell'indennità integrativa speciale e della tredicesima mensilità, come recita il secondo comma dell'art. 55.
Noi riteniamo pertanto eccessivo il distacco tra i parametri bassi e i parametri alti, e perciò proponiamo in un emendamento che i parametri siano avvicinati, elevando quelli bassi e fermando il parametro massimo a 360.
La Giunta si è impegnata, con l'emendamento apportato all'ultimo comma dell'art. 1, a presentare la legge sulle strutture entro quattro mesi. Noi con un emendamento chiediamo che il tempo sia ridotto a tre mesi, per ragioni che illustreremo al momento di discutere l'emendamento. Ciò che desidero dire fin d'ora è che poiché vi è, indubbiamente, uno stretto rapporto fra strutture ed inquadramento, occorre, se davvero la Giunta vuole avere una consequenzialità, che l'art. 76 preveda la contestualità della legge sulle strutture con la legge sull'inquadramento, indispensabili appunto per fare un buon inquadramento. Anche la proposta da noi fatta in questo senso in Commissione è stata respinta. Il che fa sorgere il dubbio ma se si va avanti il dubbio diverrà certezza - che la Giunta non pensi affatto di presentare davvero la legge entro il termine di quattro mesi come si è impegnata a fare. Perché, pur essendo qui precisato questo termine, se la Giunta, per ragioni, le più disparate, non la presentasse nessuno di noi potrebbe mettere sotto processo il Presidente della Giunta inviandogli, che so, una citazione, un avviso di reato ... Tutt'al più, ne discuteremmo qui, la maggioranza deciderebbe un altro termine e tutto finirebbe lì.
Occorre pertanto che la legge sia migliorata nel senso che i tempi e le contestualità siano elementi determinanti per andare nella direzione giusta.
Pongo un'ultima questione. Non so se il Gruppo della Democrazia.
Cristiana presenterà emendamenti su questa legge. Naturalmente, non voglio contestarne la legittimità. Vorrei però richiamare i Colleghi della Democrazia Cristiana ad un rapporto più corretto. Noi - a vostro parere sarà un nostro difetto, secondo noi invece è un nostro merito - in Commissione abbiamo precisato le nostre osservazioni, dichiarato quali emendamenti intendevano proporre. Se però io dovessi, in base alla discussione svoltasi in Commissione, dire come la pensa il Gruppo della Democrazia Cristiana e gli altri Gruppi della maggioranza, come la pensa davvero la Giunta, al di là degli impegni che lei, signor Presidente, ha preso con i Sindacati di non mutar niente, non sarei in grado di farlo. Vi pare che ciò sia giusto? che ciò sia corretto? Secondo me, non lo è. Quando si fa una discussione in Commissione, si devono confrontare le idee in modo schietto. A me pare che non possiate rimproverarci di non avere su queste questioni espresso sempre il nostro pensiero, molto lealmente ed apertamente: voi pensate di aver fatto altrettanto nei nostri confronti? Dico che non l'avete fatto: non per incapacità, probabilmente per ritardi dovuti al fatto che avete ancora dei problemi da decidere, delle scelte da fare in seno al vostro Gruppo. Ma perché questi problemi non si possono conoscere? Mi chiedo perché dobbiamo fare una legge così brutta - eppure, non si può dar torto ai Sindacati, al Personale, che hanno fretta di averla comunque, - perché voi avete delle questioni in sospeso e non vi decidete a giungere ad una definizione dei problemi aperti. E' possibile che, a quattro anni dalla istituzione della Regione, e dopo due anni e mezzo e più di lavoro, si sia ancora a questo punto? Vorrei che qualcuno ci illuminasse, ci dicesse perché siete in queste condizioni, e in che modo i Gruppi della maggioranza pensano di venirne fuori.



PRESIDENTE

Non mi risultano altri iscritti a parlare.



MARCHESOTTI Domenico

Mi era parso che intendesse intervenire il Consigliere Vera, che per ora non è in aula. L'argomento penso meriterebbe maggior ampiezza di dibattito.



PRESIDENTE

Comunque, il Presidente della Giunta, al termine degli interventi, darà certamente una risposta.



MARCHESOTTI Domenico

Ma il Presidente della Giunta è uno ...



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Però parla a nome della Giunta, quindi dovrebbe valere per tredici, un numero contro il quale personalmente non ho alcuna prevenzione.



PRESIDENTE

Vorrà dire che il Consigliere Vera, se ha qualcosa da dire, potrà farlo in sede di dichiarazione di voto, il regolamento non lo vieta.
Chiede di parlare il Consigliere Cardinali. Ne ha facoltà.



CARDINALI Giulio

Dirò qualcosa io, non essendoci il mio collega di Partito, anche se lo faccio con un certo imbarazzo dovendo improvvisare su un argomento così importante.
Desidero anzitutto sottolineare un aspetto che credo di cogliere nella presentazione del disegno di legge della Giunta: l'intenzione evidente di arrivare alla conclusione di un iter che è stato lungo, tormentato fin dall'inizio, e che, a mio modo di vedere, si è scontrato con la realtà del personale comandato, del personale che poi è stato trasferito, che ha creato una serie di problemi di non facile soluzione.
Io non sono dell'avviso del collega e amico Marchesotti, che la legge sia brutta, assolutamente negativa: direi che è una legge che rivela alcuni aspetti di provvisorietà, che tende a dare un assetto lasciando apertura per miglioramenti successivi e soprattutto per verificare in base all'esperienza del funzionamento degli uffici alcuni elementi che potranno essere poi successivamente codificati, o modificati. Credo che sotto questo aspetto il personale sia in fondo molto in attesa di un provvedimento di legge che non solo gli dia un inquadramento ma gli consenta di poter guardare al futuro con un minimo di certezza, il che fino a questo momento non si è verificato, con conseguenza in molti casi di crisi e prospettive di allontanamento anche per personale di alta qualificazione e di provata esperienza. Noi dobbiamo dunque arrivare a questa conclusione, e credo che il disegno di legge della Giunta debba pertanto essere approvato.
Ritengo però che non si possa non considerare proprio questo aspetto di transitorietà, e direi che anche in questo ambito vi sono degli elementi che dovrebbero essere oggetto di attento esame in questa fase di approvazione dei singoli articoli. Uno degli elementi è certamente costituito dai parametri, un altro è dato da alcuni aspetti dell'assetto giuridico del Personale.
Il problema dei parametri potrebbe implicare determinati ritocchi a livello dei gradi più bassi. Però, secondo me, anche questo deve essere verificato in funzione dell'entità numerica del Personale, che sarà effettivamente necessario ed anche delle possibilità che consentirà il Bilancio regionale. Sono anch'io convinto che si debba arrivare ad una elevazione delle retribuzioni per alcuni gradi inferiori, per i quali evidentemente può apparire eccessiva la differenza rispetto ai parametri superiori. Come sia possibile arrivarvi in questo momento, quando del resto gli specchi comparativi dimostrano che non siamo distanti dai concetti che esistono attualmente nella scala di retribuzioni da parte dello Stato, è problema che non possiamo che demandare ai perfezionamenti previsti per il futuro.
Un intervento più particolareggiato merita, secondo me, la questione dell'inquadramento del personale non di ruolo, ma forse questo argomento potrà essere sviluppato meglio al momento dell'esame degli articoli. Il Personale non di ruolo viene inquadrato, con questo disegno di legge, in termini che a mio giudizio non si possono considerare soddisfacenti stabilendosi un plafond di collocazione che prescinde dalla elementare constatazione che per lo più si tratta di personale che da parecchi anni ormai svolge mansioni di un certo tipo all'interno della Regione. Io credo cha anche per questo Personale, pur non essendo un Personale di ruolo proveniente da altri enti pubblici, si debba trovare il modo di riconoscere quelle caratteristiche e quelle mansioni che sono state effettivamente svolte, consentendo collocazioni superiori a quella fascia minima che invece viene conferita e che evidentemente non può dare ad esso soddisfazione.
Mi riservo di intervenire più approfonditamente in proposito, se mai al momento della votazione degli articoli.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Brevemente per dire che il mio Gruppo è consapevole dei limiti pragmatici e normativo-contrattuali che ha questa legge e quindi l'interruzione mia - della quale mi scuso, ma l'amicizia col collega Marchesotti sul piano personale è tale che forse è quella che ha spinto ad un'osservazione - trova sproporzionato che si coinvolgessero giudizi di carattere storico, morali o moraleggianti in relazione ad un aspetto che è importantissimo perché investe il problema del personale della Regione, ma in questo caso atteneva più a dei limiti di carattere tecnico.
Aggiungo ancora, perché c'è la necessità, la ragione politica di arrivare ad una conclusione...



MARCHESOTTI Domenico

Non ho fatto questioni né morali, né moraleggianti, ma politiche.



BIANCHI Adriano

A me è sembrato di cogliere questi aspetti.
L'aspetto positivo e quello di dare un assetto alla posizione del personale con un minimo di tranquillità e di prospettiva avendo coscienza che restano da risolvere una serie di altri problemi che non vengono pregiudicati dall'approvazione di questa legge.
Dico ancora - e spero di non mettere in difficoltà il Presidente della Giunta - che il Gruppo ritiene di non essere completamente impermeabile all'esame di possibili emendamenti e di possibili ritocchi e miglioramenti che si possono adottare nel corso dell'esame per l'approvazione della legge.



PRESIDENTE

Non ho più iscritti a parlare, dichiaro pertanto chiusa la discussione.
Se la Giunta vuole esprimere il suo parere, darei la parola all'avv.
Oberto.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Molto brevemente, ma doverosamente, al Consigliere Zanone che è reduce dal congresso del suo Partito dove ha battagliato forte e dove certamente la critica e l'ironia devono essere state il suo forte. Accetto quella battuta della capacità di sintesi che la Giunta ha manifestato nella paginetta che accompagna il disegno di legge, è una critica bonaria e comprenderà anche perché la fretta induce qualche volta ad essere veramente sintetici per non dire, o per dire meno cose inesatte di quelle che si potrebbero dire.
Sono perfettamente d'accordo con lui che si tratta di un disegno di legge incompleto ed è precisamente per questa considerazione che dico al Capogruppo della D.C. che certamente in questa sede, che è la sede nella quale si fa la legge, la Giunta è ampiamente disponibile ad accettare tutte quelle forme di esame che saranno suggerite e quei ritocchi che saranno ritenuti opportuni per migliorare il disegno di legge.
Debbo al Consiglio una precisazione. Questa legge è stata elaborata negli anni decorsi, attraverso ad un'azione della Giunta, ma in modo particolare dell'Assessore Chiabrando delegato della Giunta, con i rappresentanti dei dipendenti della Regione e dei sindacati dei dipendenti stessi. Questa elaborazione è riaffiorata all'esame quando, dopo il 21 dicembre, avendo preso l'impegno di portare rapidamente una legge che riguardasse la posizione giuridica del personale entro un determinato spazio di tempo, io la rividi, la Giunta la riesaminò prendendo ripetuti contatti con il personale e con i sindacati. E dovemmo, ad evitare ulteriori prese di posizione che hanno portato in concreto a cinque giorni di sciopero (gli scioperi sono sempre pesanti) decidere di accogliere l'istanza formale che è stata presentata dai dipendenti e dai sindacati e di presentare all'esame della Commissione e poi del Consiglio quel disegno di legge che era stato strutturato, concordato, per il quale avevamo chiesto delle modifiche per la verità, modifiche che non hanno voluto nemmeno concretamente discutere perché si aveva il preciso proposito di arrivare all'esame del Consiglio entro la data del 2 maggio (non ho mai capito perché) ancorata alla data del 12 maggio. E ad evitare appunto proclamazione di altri scioperi, la Giunta ha mandato, con quella sintetica relazione, il testo del disegno di legge così com'era stato coordinato.
Il Consigliere Zanone mi è venuto in grosso aiuto per una risposta che debbo al Consigliere Marchesotti quando si è fatto parte diligente andando a vedere qual è la proporzione del personale che la regione Piemonte attaccata forse anche per la presenza di un vecchio piemontese a quella che è la tradizione del passato ha parsimoniosamente fino a questo momento assunto.
Se il Consigliere Marchesotti sapesse quanti Assessori mi hanno fatto perdere un poco di pazienza perché si aumentasse la dotazione del personale e come peraltro tutti gli Assessori concordemente siano rientrati poi nel proposito di non elevare un plafond di dipendenti proprio per consentire che la ulteriore scelta di personale sia fatta non più per chiamata a titolo temporaneo, ma per concorso, dovrebbe consentire che è un modo di comportarsi certamente democratico.



MARCHESOTTI Domenico

No signor Presidente, io ho chiesto la quantità e il modo.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Le dirò tutto, dall'a alla zeta.
Intanto ci siamo proposti di prefigurare una quantità di dipendenti assunti inferiore notevolmente, o almeno apprezzabilmente, rispetto alla previsione del numero del personale che nel disegno di legge si prevede che ad un certo momento potrà essere assunto. Ed anche quella è una previsione molto relativa perché a seconda che le deleghe ci saranno e saranno in un certo modo piuttosto che in un altro e le deleghe al momento giusto certamente ci saranno, il numero del personale dipendente della Regione potrà stare nella cifra semplicemente indicativa di duemila, potrà restare sui 1700/1800 proprio per il proposito che abbiamo di non creare una doppia o tripla burocrazia.
Ecco quindi che il Piemonte continua a restare, in questo caso veramente all'avanguardia, il che dimostra che il personale lavora, si sobbarca ad impegni, accetta quello che noi abbiamo detto essere volontà della Giunta, di averli non dipendenti, ma collaboratori come lei ci suggerisce Consigliere Marchesotti. Ed io leggo nella relazione che ho presentato al Consiglio Regionale, testualmente quello che ebbi l'onore, il piacere, la responsabilità di dire: per operare abbiamo bisogno di esecutori che siano dei collaboratori volenterosi e generosi. Ecco perch il suo suggerimento arriva quanto meno in ritardo. Questa è la volontà politica, il modo di operare della Giunta e la prego di volerne prendere atto perché è stato detto in questa sala quando si è presentato il programma politico della Giunta.
Lei dice che questa legge è brutta, male strutturata, male scritta. E io devo precisare che è un disegno di legge, la legge esce dal Consiglio la Giunta ha presentato un disegno che può essere tutto modificato e il brutto può diventare bellissimo. Noi abbiamo presentato quello che è stato nel corso di due anni, il frutto di una certa elaborazione con i dipendenti e con i rappresentanti sindacali dei dipendenti. I quali, se adesso o in Commissione, o nei Gruppi che li hanno consultati, propongono o sono disponibili a modifiche, benissimo, ci trovano perfettamente concordi ad esaminarle, a valutarle in sede di approvazione di legge, attraverso agli emendamenti, altrimenti finirebbero per assumere la funzione di Saturno che fa i figli e poi se li mangia. Perché questa era stata l'intesa precisa che il disegno di legge comunque doveva partire così, venire al Consiglio entro il maggio così ed essere approvato prima del 12 maggio, così. Le modifiche sono tutte aperte e tutte disponibili.
Per questo io le ho fatto l'osservazione (che ha fatto un po' sorridere anche il collega Rivalta che se ne intende perché lui disegna) sulla differenza tra il disegno e la legge, certo, disegno perché? Ma proprio per quel rispetto alla prerogativa del Consiglio che lei ha richiamato qui proprio perché è competenza e prerogativa del Consiglio di fare le leggi di approvarle; e quando una legge esce brutta eventualmente, esce brutta non perché il disegno sia stato brutto, ma perché il Consiglio ha voluto che la legge fosse in quei termini.
E poi vorrei fare un'altra precisazione: io respingo che la Giunta sia controparte, non facciamo un contratto con i nostri dipendenti; il Consiglio Regionale fa una legge che è una cosa ben diversa da un contratto di lavoro dove ci sono due parti che contrattano e convengono e scrivono il contratto. Ho sempre respinta questa posizione dell'uomo che tratta come parte. Abbiamo presentato un disegno di legge, la legge diventerà esecutiva, vincolerà tutti, dal Presidente agli Assessori, ai Consiglieri ai dipendenti della Regione, ma non come contratto, come legge.
E ad un certo momento, proprio perché non sono controparte, proprio perché la Giunta non è controparte e siccome si deve prefigurare attraverso a quella esperienza alla quale ha fatto riferimento il Consigliere Cardinali molto opportunamente, si sono stabiliti dei termini che sono duplici: il primo per una revisione della legge nel suo contesto, che è revedibile entro un termine fissato e che diventerà operante sempre, non ha nessuna importanza neanche l'ipotesi della crisi che sottovoce è venuta fuori, anche se una Giunta fosse in crisi, questi adempimenti li deve fare sarà il Consiglio che, appena potrà deliberare, li prenderà in considerazione e li esaminerà, li approverà, li boccerà, farà quello che deve, in sostanza, fare.
Lei dice: avete assunto del personale senza discutere con il Consiglio l'assunzione. Qui veramente dobbiamo tornare al punto di partenza, la competenza del Consiglio è quella di fare le leggi, la competenza della Giunta è quella di essere un organo esecutivo e come tale sceglie responsabilmente, numero e persone; fino a che la legge non imponga, come è giusto che imponga, il concorso attraverso al quale l'assunzione avverrà.
E tuttavia la curiosità io desidero soddisfarla ...



MARCHESOTTI Domenico

No no, non è una curiosità!



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

E' una legittima curiosità, il desiderio di sapere.



MARCHESOTTI Domenico

No, è un dovere della Giunta portare qui...



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

No, questo lo respingo che sia un dovere.
Tuttavia le dò l'informazione e la dò al Consiglio non soltanto a lei naturalmente, che attualmente al 30 aprile '74 sono in servizio, presso la Giunta, nei vari uffici, 1088 dipendenti, ai controlli 124 dipendenti, al Consiglio, all'Ufficio di Presidenza del Consiglio ed al Consiglio 42 persone, delle quali 200 sono direttivi, 412 di concetto, 485 esecutivi 157 ausiliari. Questa è la forza. E specificherò ancora che di questo complesso di personale 724, una proporzione notevole, sono i trasferiti per cui le assunzioni sono state contenute in misura che, vorrei ripetere, fa sentire tutto il senso di responsabilità alla piemontese.
Debbo precisare che proprio in data 30 aprile la Giunta ha deliberato l'assunzione di altro personale, vivamente sollecitata dalle esigenze dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio e del Consiglio stesso e di vari Assessori, per un complesso di 172 persone delle quali 16/17 vanno all'Ufficio di Presidenza e le altre nei vari altri uffici.
Per cui si vuole prefigurare quella che sarà la forza del personale al 30 giugno, cioè quando la delibera avrà avuto il suo crisma di approvazione e quando attraverso le prove, gli esperimenti, sarà assunto questo personale, non c'è che da aggiungere a 1254 i 172 che si vanno ad assumere attualmente.
Io, respingo la tesi di una concezione autoritario-corporativa, diamo la dimostrazione chiara che non è né autoritaria né corporativa, diamo la sensazione, ma non a parole, richiamandoci invece a un documento, che consideriamo i nostri dipendenti, tutti, dei collaboratori, fino all'ultimo usciere. Sono d'accordo invece che bisognerà organizzare lo studio che il Consigliere Marchesotti dice, sugli Assessorati. Il problema ci porterebbe molto lontano se lo dovessimo veramente affrontare, in realtà la Regione non è strutturata su Assessorati, né la Regione Piemonte, né le altre Regioni; sono ancora delle deleghe di volta in volta concordate, sono degli incarichi a dei compiti che vengono assegnati ad un Assessore che si occupa dell'agricoltura, ad un altro che si occupa della Sanità. E' certo che dobbiamo, ma non soltanto come Regione Piemonte, darci una struttura che costituisca (non per copiare il Ministero) un organo al quale si pone a capo un Assessore, organo che abbia i suoi dipendenti e cioè la sua ossatura burocratica a carattere permanente, di talché qualunque sia la persona che viene demandata all'assolvimento di quel compito trovi alle sue spalle un nucleo di collaboratori fedeli e capaci che lo aiutino nell'assolvimento del suo compito.
Lei ha fatto una domanda: qui prodes questo disegno di legge? Le confesso, se me ne vorrà dare spiegazione dopo, fuori del Consiglio, non capisco: a chi interessa questo disegno di legge? Indubbiamente interessa alla Regione per avere una certa configurazione di natura giuridica della personalità dei propri dipendenti; interessa ai dipendenti che l'hanno chiesta insistendo. A chi altri? Per uno sfruttamento? Per un'interpretazione deviazionistica? Veramente questo concetto, collega Marchesotto, non l'ho assolutamente inteso.
Così come mi sembra sia giusto che io dica a nome della Giunta che noi trovandoci di fronte a molte difficoltà, non abbiamo mai una sola volta dato colpa alla nostra burocrazia di quello che per avventura non funzionasse nella Regione, nella Giunta, mai una volta; abbiamo sempre assunto insieme la responsabilità di quello che è l'andamento del lavoro e dell'attività che sviluppiamo.
E l'ultima domanda, mi consenta Marchesotti, è troppo intelligente per non accettare che io le dica che è cattiva. Ma li volete veramente i dipartimenti? Ma lei crede che una Giunta, che un Presidente di Giunta accetti di scrivere nell'art. 1 di questo disegno di legge che la strutturazione sarà fatta per dipartimenti, senza volerlo e senza impegnarsi a farlo? Ma lei crede che proprio quella che è stata la mia proposta sia stata buttata lì senza un senso di responsabilità, senza un minimo di credibilità, senza un minimo di volontà di adempirla? Mi scusi se lei aveva bisogno di questa riconferma l'ha avuta mi pare, piena, ampia completa attraverso a questa dichiarazione.
Quelli che sono i rapporti tra Giunta e Consiglio meritano anche qui un ulteriore approfondimento, non è soltanto di oggi il problema, non è certamente questa la sede che possa consentire una definizione completa. E' uscita recentemente una sentenza del tribunale amministrativo regionale del Piemonte che alcune linee indicative le dà attraverso ad un giudizio di magistratura, approfondiremo anche questo. E' certo, per quanto dipende da me, dai colleghi Assessori di Giunta che noi desideriamo rispettare le prerogative del Consiglio, attribuire nella realizzazione concreta delle cose quelle che sono le competenze dell'Ufficio di Presidenza in perfetta armonia, senza che vi siano delle discrasie che potrebbero portare ad un grosso senso di responsabilità.
Tralascio l'aspetto marginale della D.C. che non può insegnare la democrazia a nessuno, che respingete ecc.
Io, per quello che mi riguarda, non sono la D.C. sono un iscritto alla D.C., in questo momento investito di una responsabilità pesantissima che è quella di essere il Presidente di questa Regione e pertanto devo rappresentare anche il Partito dal quale provengo responsabilmente, ma io penso che la D.C. non abbia mai preteso di insegnare la democrazia, credo che la D.C. abbia sempre esercitato, in tutte le sue attività, un piano che si chiama veramente democratico lasciando a tutti la possibilità di intervento, di parola, di dibattito, non chiudendo la bocca a nessuno accettando le critiche e portando insieme, così come stiamo facendo anche in questo Consiglio Regionale, responsabilmente, la conduzione di una legge.
Sulla questione dei parametri il Consigliere Marchesotti sa, per averlo io, detto, in sede di Commissione, mi pare anche in un discorso informale avuto con lui, che il mio punto di vista (che è anche il punto di vista della Giunta) è quello non di appiattire, ma di far salire e cioè di partire da remunerazioni più giuste, più sicure per i dipendenti a livello più basso, ma non sottacendo che se noi non abbiamo un parametro che soddisfi l'esigenza di quelli che lei ha chiamato i macchinisti in quella seduta di Commissione ...



MARCHESOTTI Domenico

E' lei che li usa come macchinisti.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Ma io vorrei essere capace di condurre una locomotiva, credo che per me sarebbe molto più difficile condurre una locomotiva che condurre i lavori della Giunta, là certamente il treno deraglierebbe, qui spero proprio che non ci siano dei deragliamenti, me lo auguro.
A questo punto vorrei dire; pensate bene, fra due o tre anni, quando i posti andranno a concorso, se non avremo delle retribuzioni che tengano il parallelo a quelle dell'attività privatistica, delle aziende private, noi ma non noi Regione soltanto, ma le Province, i Comuni, non troveremo più del personale che venga ad assumere quella responsabilità di lavoro e quella collaborazione che noi anche da loro aspettiamo.
Al Consigliere Cardinali ho per implicito risposto dicendo che sono d'accordo, è una legge che ha una sua caratteristica di provvisorietà chiaramente enunciata, determinata da una esigenza di urgenza per risolvere i problemi portati innanzi con istanze premuranti da parte del personale e le sono grato anche di aver voluto sottolineare quello che in definitiva è ciò che ha portato noi ad accettare questo disegno di legge da presentare al Consiglio, cioè il titolo di sperimentazione.
Al Consigliere Bianchi ho risposto dicendo che siamo disponibili per quegli esami che possono essere fatti con eventuali ritocchi.
Ma io devo un'ultima risposta che mi è stata esplicitamente chiesta dal Consigliere Marchesotti e per implicito dal Consigliere Zanone. A me piace questo disegno di legge? No, non ho la minima esitazione a dire che non mi piace, non perché, come lei dice, è anche sgrammaticato; non mi piace perché io ritenevo che sarebbe stato meglio ed opportuno fare una legge organica, che avesse la previsione di quello che è lo stato giuridico del personale e nello stesso tempo la strutturazione degli uffici, senza alcun dubbio questo sarebbe stato meglio. La cosa non è stata possibile e quando le cose non sono possibili si rimedia così come si può e questo disegno di legge rimedia alle istanze, alle urgenze fatte dal personale, soddisfa questo loro bisogno e mette il Consiglio Regionale nella condizione di dare questa soddisfazione per camminare il più rapidamente possibile, salvo a rivedere nel tempo, ma dopo che il personale attraverso al suo riconoscimento di stato giuridico sia tranquillo e sicuro, rivedere il testo della legge per farne una meno brutta, meno difficile, meno contorta meno equivoca.



PRESIDENTE

La discussione generale è chiusa.
Mi pare che fosse sorta l'esigenza di riunire i Capigruppo ed il Presidente della Giunta per vedere di concordare i numerosi emendamenti che sono stati presentati, perché se si trovasse l'accordo su alcuni di questi sarebbe facilitato anche il compito di voto.
Sono però le 11,30, l'esame non è né lieve né facile e ritengo che non prima della mezza possa essere concluso, sorge quindi l'opportunità di rinviare la seduta alle ore 15, con la preghiera di essere puntuali.
Nel frattempo, visto che i Consiglieri presenti sono abbastanza numerosi, mi permetto di riferire quanto alcuni Presidenti di Commissione mi hanno fatto presente e cioè che è opportuno che i Consiglieri partecipino ai lavori delle Commissioni, molte sedute delle quali vanno deserte per mancanza del numero legale.
Convoco il Presidente della Giunta e i Capigruppo per l'esame degli emendamenti.
E' stato presentato un ordine del giorno per la Moncenisione che sottoporrò ai Capigruppo.
La seduta è rinviata al pomeriggio.



(La seduta ha termine alle ore 11,35)



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