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Dettaglio seduta n.215 del 11/04/74 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento:

Ordine del giorno della seduta


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
L'ordine del giorno reca: Approvazione verbali precedenti sedute Comunicazioni del Presidente; Interpellanze ed interrogazioni; Designazione dei rappresentanti della Regione: a) nei Consigli di Amministrazione: del Politecnico (1 rappresentante) delle Opere universitarie del Politecnico (3 rappresentanti , di cui 1 della minoranza) delle Opere universitarie dell'Università (3 rappresentanti, di cui 1 della minoranza) b) nelle Commissioni regionali: per il lavoro a domicilio (3 rappresentanti, di cui 1 della minoranza) per la mano d'opera agricola (1 rappresentante effettivo e 1 supplente) Esame mozione presentata in data 7 febbraio 1974 dai Consiglieri Rossotto Zanone - Fassino - Gerini.
Nessuno ha osservazioni da fare circa questo ordine del giorno? L'ordine del giorno allora si intende approvato.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Passiamo al punto primo dell'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute".
I processi verbali della tornata 28-29 marzo e 1^ aprile '74 sono stati distribuiti ai Consiglieri prima dell'inizio della seduta odierna. Vi sono osservazioni in merito? Allora si intendono approvati.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente


PRESIDENTE

Passiamo al punto secondo dell'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente".


Argomento:

Comunicazioni del Presidente

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Debenedetti, Giovana, Menozzi Soldano (incaricata di partecipare al Convegno per l'Artigianato), Curci Carazzoni, Falco, Gerini (pure al Convegno per l'Artigianato), Garabello (impegnato nel lavoro preparatorio per il bilancio '74).


Argomento:

a) Congedi

Argomento:

b) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario di Governo ha apposto il visto alla Legge regionale 7/3/'74: "Provvedimenti per l'ammodernamento tecnologico e l'incremento della produttività nel settore dell'artigianato".
Per decorrenza di termini, come stabilito al secondo comma dell'art.' 5 dello Statuto, è implicitamente vistata anche la Legge regionale 7/3/'74: "Erogazione dei contributi per l'acquisto dei libri di testo e materiale scolastico agli alunni delle Scuole medie statali od autorizzate a rilasciare titoli di studio riconosciuti dallo Stato esistenti sul territorio della Regione Piemonte".


Argomento:

b) Apposizione visto Commissario del Governo

Argomento:

c) Progetti di legge. Presentazione e assegnazione a Commissioni


PRESIDENTE

E' stata presentata in data 5 aprile dai Consiglieri Revelli, Besate Rivalta la proposta di legge: "Norme per il funzionamento e l'attività culturale delle Biblioteche di Enti locali"; in data 8 aprile '74 è stata assegnata per l'esame alla III Commissione.


Argomento: Comunita' montane

d) Presentazione Statuti Comunità Montane


PRESIDENTE

Sono pervenuti in data 8-9 aprile gli Statuti delle Comunità montane delle valli Dora Baltea Canavesana Varaita e Maira; sono stati assegnati per l'esame alla VIII Comimissione.


Argomento:

d) Presentazione Statuti Comunità Montane

Argomento:

e) Risposte scritte ad interrogazioni


PRESIDENTE

Sono state inviate le seguenti risposte scritte ad interrogazioni: da parte dell'Assessore Fonio all'interrogazione dei Consiglieri del Gruppo del PLI in merito ai danni provocati dalle piogge: da parte dell'Assessore Gandolfi alle interrogazioni dei Consiglieri Beltrami e Carazzoni sulla cessazione di ogni attività dei servizi di linea delle autolinee Verbano da parte del Presidente della Giunta, avv. Oberto, alla interrogazione del Gruppo PLI concernente l'applicazione della Legge 8 agosto '72 n. 464.
Il 9 aprile è stata promulgata dal Presidente della Giunta Regionale la legge: "Erogazione dei contributi per l'acquisto di libri di testo e materiale scolastico agli alunni delle Scuole medie statali od autorizzate a rilasciare titoli di studio riconosciuti dallo Stato esistenti sul territorio della Regione Piemonte". Infatti, non essendo sopraggiunta alcuna comunicazione da parte del Commissario di Governo in merito a tale provvedimento, il visto alla legge, ai sensi delle vigenti disposizioni statali, si ha come apposto. Attesa l'urgenza del provvedimento, e le scadenze temporali previste dalla legge connesse alla data di pubblicazione, in data 10 aprile '74 è stata stampata una edizione straordinaria del Bollettino Ufficiale.
Ritengo che l'entrata in vigore di tale legge possa costituire motivo di viva soddisfazione, perché si tratta di un provvedimento che risponde ad una esigenza vivamente sentita dalla popolazione. Essa costituisce un primo significativo intervento della Regione nel settore dell'assistenza scolastica, in armonia con l'impegno statutario per il diritto allo studio.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

f) Pianta organica dell'ospedale "La Bertagnetta" di Vercelli


PRESIDENTE

Comunico che in data 4 aprile mi è pervenuta una lettera del Presidente dell'Ospedale specializzato provinciale "La Bertagnetta" di Vercelli, che dopo aver richiamato l'iter dello scorporo dell'Ospedale dall'INPS e la conseguente creazione di un ente ospedaliero con propria responsabilità giuridica, ricorda che con atto n. 19 del 25/11/'71 il Commissario ha emanato la pianta organica del personale. Nella lettera si afferma che tale pianta organica non supererebbe "i limiti numerici che già esistevano sotto la gestione INPS e costituisce inoltre una condizione preliminare indispensabile per permettere il trasferimento del personale di provenienza INPS nei ruoli dell'Ente". Si lamenta che a tutt'oggi il competente Assessorato non abbia ancora espresso il parere necessario ai fini dell'approvazione, affermando che "tale lentezza ha generato uno stato di diffuso malcontento, che minaccia di inasprirsi considerevolmente se non verranno adempiuti gli atti ormai da tanto tempo attesi".


Argomento: Commemorazioni

g) Commemorazione del Presidente della Repubblica francese Georges Pompidou


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, ricordiamo oggi in quest'aula l'immatura scomparsa del Presidente della Repubblica francese, Georges Pompidou, deceduto il 2 aprile.
Alla ribalta politica da moltissimi anni, Pompidou fu diretto collaboratore del generale De Gaulle fin dal 1944, quando fu nominato Consigliere dell'Informazione ed Educazione. Da allora, la sua presenza ed importanza nella vita politica della Francia crebbero sempre più. Ebbe numerosi incarichi e missioni, fu membro del Consiglio di Stato.
Ritiratosi temporaneamente dalla politica per assumere impegni nel mondo dell'alta finanza, ritornò nel 1958 a collaborare con De Gaulle quale direttore del suo Gabinetto. Nel 1961 ebbe il delicato incarico di trattare con i dirigenti della rivoluzione algerina; anche a seguito di queste trattative si concluse la lunga vicenda della guerra con l'indipendenza dell'Algeria.
L'anno successivo, il 1962, Pompidou sostituisce Michel Debrè nella carica di Primo Ministro. Viene eletto Presidente della Repubblica francese il 15 giugno 1969.
Dotato di grande fermezza, tenacia e capacità di lavoro, abile diplomatico, svolse funzioni molto delicate, portando a termine incarichi complessi.
Consapevoli dei problemi che la scomparsa di Pompidou apre nella Repubblica francese, esprimiamo il nostro cordoglio e commemoriamo oggi in quest'aula la scomparsa dell'uomo e dello statista, a cui rivolgiamo il nostro deferente pensiero.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Mi associo, a nome della Giunta, alle nobili parole di commemorazione del Presidente del Consiglio, rinnovando le espressioni di cordoglio che indirizzai, tramite il Consolato di pancia, alla vicina Repubblica per la scomparsa del suo Presidente. Sarà la storia a dire di Georges Pompidou quanto dovrà essere detto, quando la distanza di tempo delle vicende più prossime alla sua scomparsa potrà consentire una valutazione serena. Come uomini, come amministratori della cosa pubblica, mi sembra però che non possiamo non mettere in risalto come Egli, minato da un male del quale era perfettamente consapevole, abbia continuato fino all'ultimo ad operare al servizio del suo Paese.
Un tale comportamento merita ammirata considerazione e deve esser preso ad esempio da tutti noi, spronandoci ad astrarci da situazioni strettamente personali anche di malattia e di dolore per perseverare nel dare, al nostro Paese, il servizio che ci siamo prefissi di prestare.



BERTI Antonio

Vorrei sapere perché non ci si attenga più alla prassi che valeva per le precedenti formazioni di Giunta che le commemorazioni vengano fatte dal Presidente del Consiglio a nome di tutti i componenti il Consiglio. Da quando si è insediata la nuova Giunta l'avv. Oberto, che la presiede, non lascia passare occasione senza aggiungere le sue considerazioni. Alla stessa stregua potrebbero intervenire i rappresentanti dei vari Gruppi. Non capisco perché si debba innovare e si debba parlare, parlare in ogni circostanza...



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Ho ritenuto di dover dire qualcosa anch'io, ma la mia aggiunta non ha richiesto più che un minuto. D'altronde, non mi pare vi sia alcuna norma di Regolamento che vieti al Presidente della Giunta di esprimere il proprio pensiero: il Presidente della Giunta ha, per Regolamento e per Statuto, la facoltà di fare anche le sue comunicazioni.



BERTI Antonio

Anche noi abbiamo questa facoltà.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Nulla vi impedisce di avvalervene.



BERTI Antonio

Quella che io pongo è una questione di metodo: il Presidente del Consiglio parla a nome di tutti. Quando era lei Presidente non parlava nessun altro.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Possibile che lei abbia sempre da eccepire? In fin dei conti, non è il Presidente del Consiglio, ma semplicemente il capo di un Gruppo. La smetta una buona volta con questo suo atteggiamento da "voglio, posso, comando".


Argomento: Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali

Interpellanza del Consigliere Revelli sui danni causati dai nubifragi che hanno colpito le zone della pianura del Cuneese, dell'Albese e del Comune di Sommariva Bosco


PRESIDENTE

Passiamo al punto terzo dell'o.d.g.: "Interpellanze ed interrogazioni" Interpellanza presentata in data 27 settembre '73 dal Consigliere Revelli: "Danni a seguito di nubifragi che hanno colpito le zone della pianura cuneese, dell'Albese e del Comune di Sommariva Bosco.
Provvedimenti".
E' competente a rispondere l'Assessore Chiabrando.
Ne ha facoltà.



CHIABRANDO Mauro, Assessore all'agricoltura

Pur risalendo al 27 settembre '73, questa interpellanza è ancora attuale, tanto che proprio in questi giorni sono pervenute notizie che sono oggi in grado di comunicare.
L'interpellanza si riferisce alle avversità atmosferiche che hanno colpito nel mese di settembre ('73,precisamente nei giorni 17 e 18, la provincia di Cuneo. In tale zona, in conseguenza di queste avversità, si sono avuti ingenti danni: alle strade interpoderali ed impianti irrigui per complessivi 15 chilometri, con un ammontare di circa 80 milioni; alle produzioni frutticole per complessivi 200 ettari, con un ammontare di circa 200 milioni.
E' stata chiesta al Ministero dell'Agricoltura e Foreste l'applicazione della legge 25/5/1970 n. 364, con segnalazione del Presidente della Giunta n. 2726 dell'8 novembre 1973, chiedendo l'inclusione dei Comuni interessati fra quelli aventi diritto alle agevolazioni previste in tale legge.
Tale segnalazione conteneva anche la proposta dei seguenti interventi: 1) applicazione dell'art. 4, secondo comma, per il ripristino delle strutture fondiarie a servizio di più aziende (strade interpoderali impianti irrigui) nei territori dei Comuni di Baldissero d'Alba Cavallerleone, Margarita, Montà d'Alba, Sanfré, S. Stefano Roero, Sommariva Bosco, Sommariva Perno 2) applicazione dell'art. 7 della stessa legge, che prevede prestiti di esercizio alle aziende danneggiate al tasso agevolato dell'1% - 0,5% - 3 nei territori dei Comuni di Scarnafigi, Cavallermaggiore, Rocchetta Belbo Savigliano 3) applicazione dell'art. 11 per le agevolazioni fiscali e tributarie per le aziende danneggiate che abbiano perso almeno il 30% del prodotto ordinario del fondo 4) applicazione dell'art. 13 per il ritiro da parte dell'AIMA della frutta danneggiata da destinare alla distillazione.
Questi provvedimenti cui questi Comuni avrebbero avuto diritto con la classificazione prevista dalla legge.
Si ricorda, a titolo informativo, che ai sensi del D.P.R. 15/1/1972 n.
11, che trasferisce alla Regione i poteri in materia di agricoltura, rimane riservata allo Stato la competenza del "Fondo di solidarietà nazionale" istituito con la legge n. 364, mentre è stata delegata alla Regione soltanto la formulazione delle proposte e la successiva erogazione dei fondi assegnati, di volta in volta, dallo Stato. Quindi, il meccanismo coinvolge lo Stato, insieme alla Regione: la Regione propone, lo Stato deve stanziare i fondi da assegnare alla Regione perché questa provveda a distribuirli.
A fine marzo purtroppo la classificazione richiesta non era ancora avvenuta. Anzi, con Decreto ministeriale del dicembre scorso, pubblicato sulla "Gazzetta Ufficiale" dell' 11 febbraio, tutti i Comuni suddetti sono stati esclusi.
Pertanto, nei giorni scorsi abbiamo inviato al Ministero dell'Agricoltura e Foreste un telegramma di protesta e di richiesta di emanare un decreto integrativo per i Comuni in questione. Da successive comunicazioni telefoniche dei giorni scorsi abbiamo avuto assicurazione che la nostra richiesta sarà accolta e quindi la classificazione avverrà.
Restiamo però in attesa che il Ministro firmi il decreto di inclusione di questi Comuni in zona riclassificata.



PRESIDENTE

La parola dell'interpellante Consigliere Revelli.



REVELLI Francesco

E' ancora di attualità, questa interpellanza, proprio perché, trascorsi vari mesi, nulla di concreto è ancora stato fatto, e tra le popolazioni profondamente deluse, cresce il discredito nei confronti della stessa Amministrazione regionale.
Prendo atto di quanto ha qui dichiarato l'Assessore Chiabrando. Ricordo però che è importante che si faccia una azione di effettiva sollecitazione e di intervento concreto per raggiungere questi risultati. Perché non si è trattato dei soliti danni che provoca il maltempo: sono state allagate intere cittadine, come Sommariva Bosco, con sconvolgimento addirittura delle attività produttive.
Per il momento non mi posso pertanto dichiarare soddisfatto. Ritengo però sia importante che l'Assessore e la Giunta continuino in quest'opera.
Le popolazioni lo hanno ricordato a tutti gli amministratori regionali, e non credo l'abbiano fatto per campanilismo.
Pregherei poi l'Assessore di farmi avere copia della sua risposta a questa interpellanza.



PRESIDENTE

L'interpellanza è discussa.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanze dei Consiglieri Bono, Sanlorenzo sulla nomina del Commissario straordinario negli Ospedali Riuniti di Verbania e del Consigliere Carazzoni sulla crisi dirigenziale nello stesso Ospedale


PRESIDENTE

Vi sono ora due interpellanze, entrambe del 14 febbraio '74: dei Consiglieri Bono e Sanlorenzo - "Nomina di Commissario straordinario in vece del Consiglio di amministrazione negli Ospedali Riuniti di Verbania e richiesta di emanazione del decreto di individuazione degli Enti portatori degli originari interessi dell'Ente ospedaliero"; del Consigliere Carazzoni: "Intervento per normalizzare la crisi dirigenziale negli Ospedali Riuniti di Verbania".
L'Assessore Armella, competente a rispondere, non è però presente.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Rispondo io, se vi accontentate di quello che posso improvvisare sulla base delle conoscenze che ho acquisito in proposito.
La situazione negli Ospedali Riuniti di Verbania era alquanto delicata e complessa, per l'accavallarsi di situazioni di crisi, tanto che già la passata Giunta aveva adottato dei provvedimenti, poi praticamente rimasti inattuati perché si erano verificati con il passare del tempo dei ripristini del vecchio Consiglio di amministrazione, composto, come l'interpellante sa benissimo, da elementi nominati con la vecchia legge relativa agli Ospedali.
Ha perfettamente ragione, l'interpellante, a lamentare che la Regione abbia tardato a procedere alla designazione dei portatori degli interessi degli enti originari. La scelta, però, presentava difficoltà che non si potevano superare se non attraverso uno studio piuttosto approfondito: E' altrettanto vero che da parte dell'Amministrazione provinciale di Novara non ci si decideva a fare la designazione del proprio rappresentante in seno al Consiglio d'amministrazione di questo Ospedale, mentre il Comune di Verbania aveva già provveduto. Ad un certo momento, venuto a mancare il numero legale, il Consiglio d'amministrazione si è trovato nell'impossibilità di riunirsi. In queste condizioni la Giunta non ha potuto fare a meno di prendere atto di questa situazione, e, pur con il rammarico di non avere ancora designato, per quanto di sua competenza alcuni rappresentanti degli enti originari, provvedere allo scioglimento del Consiglio d'amministrazione, e, successivamente, tramite il presidente procedere alla nomina di un Commissario. La nomina dei Commissari è demandata alla competenza personale del Presidente della Giunta, il quale procede alle scelte valutando un complesso di circostanze. Così è avvenuto anche per la scelta del Commissario nella persona di un componente il Consiglio provinciale di Novara.
Devo peraltro precisare che: subito dopo, l'accertamento degli Enti originari è stato fatto; che si chiede la immediata designazione da parte di questi enti dei rappresentanti in seno al Consiglio d'amministrazione di Verbania; che il Commissario nominato è informato che il suo periodo di attività sarà contenuto in molto meno dei sei mesi di durata normale. Da parte della Provincia di Novara si è avuta assicurazione che in questi giorni si provvederà, se già non è stato fatto, alla designazione del suo rappresentante, di modo che, il Consiglio d'amministrazione possa essere normalizzato e la fase del commissariamento abbia a cessare. Pertanto, il Consiglio d'amministrazione degli Ospedali di Verbania tornerà ad essere presto funzionante nelle forme perfettamente e concretamente democratiche.
Una interpellanza per molti versi uguale a quella ora discussa è stata presentata dal Consigliere Carazzoni, oggi assente. Penso di poter considerare la mia risposta valida anche per tale interpellanza.



PRESIDENTE

La parola all'interpellante Consigliere Bono.



BONO Sereno

Signor Presidente, avrei preferito ricevere la risposta dall'Assessore Armella, per la semplicissima ragione che è Assessore alla Sanità, preposto a quel compito, mi pare, da quando esiste il Consiglio Regionale, e quindi in grado di dare spiegazioni su tutta la parte retrospettiva, che lei avvocato Oberto, non può conoscere a fondo avendo assunto l'incarico di presidente della Giunta soltanto qualche mese fa.
Abbiamo presentato l'interpellanza sulla questione degli Ospedali Riuniti di Verbania non tanto per avere una verifica del metodo procedurale che è stato seguito quanto per sottolineare come da semplice problema di esecuzione procedurale quale doveva essere essa sia divenuta, per il modo in cui è stata trattata, per il tempo trascorso, per gli effetti che questo rilassamento nel tempo ha prodotto, una vera e propria questione di costume. Perché mi sembra profondamente sconveniente che la Regione Piemonte debba fra i suoi primi atti adottare delle procedure squalificanti come quello che sono state seguite per gli Ospedali Riuniti di Verbania.
Noi non possiamo trovare alcuna attenuante al comportamento della Giunta nel suo insieme, per il gravissimo ritardo che ne è derivato. La Giunta, in possesso della necessaria documentazione da più di tre anni precisamente del marzo 1971, aveva richiesto ancora, nel frattempo, al Comune e alla Direzione degli Ospedali Riuniti di Verbania, per altre due volte, copia di tale documentazione. Nel maggio 1972 chi vi parla interpellava espressamente il Presidente della Giunta per sapere se era sua intenzione appunto emanare con sollecitudine detti decreti, facendo presente che a causa del ritardo ci si stava avviando alla paralisi dei rispettivi Consigli di amministrazione (parlavamo anche dell'Ospedale di Domodossola), con grave pregiudizio per la vita degli Enti.
Un Consiglio di amministrazione monco non poteva certo funzionare con la pienezza delle forze che sarebbe necessaria per il buon andamento di un ospedale di circa 400 posti letto: comunque il Consiglio in nomina ha sempre soddisfatto egregiamente i suoi impegni.
L'Assessore, nel 1972, rispondeva in modo vago, senza assumere alcun impegno, dicendo che si stava studiando. Era evidente già in quella risposta la mancanza di una volontà positiva mancanza di volontà che poi ha fatto il gioco di forze locali che noi definiamo, senza esagerazioni e senza esitazioni, forze retrive ed intriganti, perché hanno operato più volte per pura faziosità per far decadere quel Consiglio di amministrazione. Dobbiamo dire che purtroppo il tempo che l'Assessore ha lasciato scorrere in attesa di giungere alla individuazione degli enti originari ha fatto il gioco di queste forze, che ho definito retrive ed intriganti, interne ed esterne allo stesso ospedale, che non volevano il rispetto della legge, non volevano un Consiglio d'amministrazione funzionante. E' particolarmente grave che l'Assessore e la Giunta si siano fatti chiaramente strumenti di queste manovre, che sono, oltre che illegittime anche dequalificanti per la Regione. Lo sdegno che si è determinato contro questa situazione, e che si è manifestato in più assemblee cittadine, nelle assemblee e nei comitati di quartiere, nello stesso Consiglio comunale, in assemblee pubbliche dei dipendenti, è vasto e profondo, bisogna che la Giunta se ne renda ben conto. Noi riteniamo che tale comportamento abbia arrecato un danno gravissimo allo stesso istituto regionale, che, con il comportamento della Giunta nel caso specifico non ha rappresentato, di fronte all'opinione pubblica, un momento innovativo del vecchio Stato, ma solamente un momento ed uno strumento di faziosità politica.
Era poi tanto difficile questa scelta? Come ho già detto, c'era tutta la documentazione necessaria, agli atti della Regione fin dal 1970. Non sto a riprendere gli studi che sono stati fatti dal dott. Bertone, che è un noto esponente della Democrazia Cristiana locale, presidente della Comunità montana del Cusio, direttore degli Ospedali, oltre che serio studioso di storia locale, il quale già dal 1966 individuava nel Comune e nell'Ente comunale di assistenza gli enti portatori degli originari interessi.
Quindi, chi avesse avuto buona volontà, non avrebbe dovuto avere dubbi. Si sono persi tre anni solo per assecondare, per permettere che si concretizzasse, un determinato gioco. Tra l'altro, nel frattempo vi è stata anche una decisione del Consiglio di Stato, già ricordata in una interpellanza che il nostro Gruppo aveva in precedenza presentato; ma l'Assessore, tanto diligente, o non l'ha presa in considerazione o non ne è nemmeno venuto a conoscenza.
Quanto alla scelta del Commissario, mi permetta di dire, signor Presidente, che è a parere di tutti, la più infelice e la più inopportuna che si potesse fare: lei ha nominato commissario degli Ospedali Riuniti di Verbania il rappresentante di una Amministrazione che per tre anni ha trascurato di assolvere il suo compito di designare il rappresentante nel Consiglio d'amministrazione degli Ospedali di Verbania, tanto che vien fatto di pensare che l'Amministrazione novarese abbia tergiversato sulla nomina del suo rappresentante per arrivare ad avere un Commissario. Si tratta poi di un Commissario talmente spregiudicato nelle sue affermazioni che in una intervista rilasciata ad un giornale locale accetta chiacchierata come questa: "La sua nomina, chiacchierata oltre misura e programmata con abile regia (e quindi chi ha fatto questa nomina si è reso strumento di questa abile regia che l'ha programmata) ha provocato interventi positivi, e cioè lo stanziamento da parte dell'Ente Regione di 800 milioni di lire, la fase di progettazione dei nuovi lavori già in corso". Se questi fatti dichiarati dal signor Commissario eletto per gli Ospedali di Verbania sono veritieri, bisogna chiedere alla Giunta Regionale di spiegare perché queste cose sono state fatte, se non sono tali, la Giunta Regionale sconfessi il Commissario che ha nominato.
In questa strada del commissariamento degli Ospedali di Verbania proprio lei, signor Presidente, che ha sempre manifestato sentimenti antifascisti, si è trovato in una compagnia piuttosto sgradevole: il Consigliere del MSI-Destra nazionale, Carazzoni, nella sua interpellanza ha ricordato che fin dal '72 aveva chiesto un Commissario per gli Ospedali di Verbania. Tutte le forze più reazionarie, più retrive, più accentuate alla faziosità antidemocratica volevano che ci fosse non un Consiglio d'amministrazione funzionante ma un commissario. Così, dunque la destra più intrigante della Democrazia Cristiana si è trovata d'accordo con i fascisti in quella soluzione.
Ma le manovre non sono finite. Un'altra manovretta sta forse ora venendo avanti, ed è rappresentata - chiederò alla Giunta di farmi conoscere eventualmente per iscritto il suo parere, visto che la risposta è già stata data - dal fatto che si pensa di unificare con gli Ospedali Riuniti di Verbania la Infermeria di Cannobio, cioè di unire ad un ospedale che ha circa 400 posti letto in ospedale, così definito impropriamente, con circa una quindicina di posti letto. Per quale ragione viene svolta questa operazione? Forse per modificare gli equilibri che verrebbero a determinarsi all'interno del Consiglio di amministrazione con l'apporto di altri enti originari? Se le cose stanno in questi termini bisogna agire subito, in modo durissimo, non solo nei confronti di chi porta avanti politiche di questo genere ma anche nei confronti di chi come l'Assessore Armella, per tre anni ha tenuto il sacco e intende continuare a tenerlo davanti a situazioni di questo tipo.



PRESIDENTE

L'interpellanza è discussa.


Argomento: Viabilità

Interpellanza del Consigliere Bono sulla soppressione del servizio di linea Verbania-Torino e sulle iniziative per migliorare le comunicazioni pubbliche nell'alto Novarese


PRESIDENTE

Interpellanza del Consigliere Bono presentata in data 28 febbraio: "Soppressione del servizio di linea Verbania-Torino. Iniziative per migliorare le comunicazione pubbliche nell'alto Novarese".
Se il presentatore non intende darne illustrazione, inviterei a parlare l'Assessore Gandolfi, competente a rispondere.



GANDOLFI Aldo, Assessore ai trasporti

Sono in grado di confermare che la Società Autolinee Verbano ha presentato domanda in data 14 gennaio per ridurre il programma di esercizio dell'autolinea Verbania - Stresa - Borgomanero - Torino da una corsa feriale a una corsa trisettimanale a un programma esclusivamente estivo.
Gli Uffici regionali hanno ritenuto di dover accogliere la domanda per un duplice ordine di ragioni: anzitutto, perché la situazione economica dell'Azienda si è particolarmente aggravata in questi ultimi mesi, tanto che l'Azienda ha praticamente negli stessi giorni notificato alla Regione che intende sospendere i servizi, comunicando che cesserà l'attività a fine marzo.
L'Amministrazione regionale si è preoccupata, quindi, intanto di alleggerire, almeno per questa parte, di alcuni oneri questa azienda, per esperire, come è andata facendo, tutti i tentativi possibili per garantire la continuità dei servizi con altre soluzioni; altre soluzioni che saranno per quanto riguarda i servizi intercomunali gestiti nella zona delle Autolinee Verbano, o nel, senso di pubblicizzazione (sempre che gli Enti locali della zona si rendano disponibili al rilievo di queste attività), o nel senso comunque di un trasferimento di queste concessioni a concessionari privati, che si sono già dichiarati disponibili a questo.
L'accettazione della domanda è stata, quindi, motivata dalla considerazione, innanzitutto, delle particolari e precarie condizioni dell'azienda in questione. Secondariamente, si è anche rilevato che la consistenza del traffico, che mediamente non è stato negli ultimi mesi di più di sei-sette-otto passeggeri per corsa, non giustificava la continuazione, in una tale situazione aziendale, dei servizi, dato che esistono anche collegamenti ferroviari con Torino non certo molto validi ed efficienti ma comunque in grado di garantire il soddisfacimento delle esigenze di spostamento da parte della popolazione. Comunque, per quanto riguarda le iniziative tendenti a migliorare le comunicazioni tra l'alto Novarese ed il capoluogo regionale, la Giunta Regionale ritiene che il risultato di un miglioramento consistente di questi servizi sia conseguibile con interventi di carattere strutturale sul sistema ferroviario, e da questo punto di vista la Giunta Regionale non può che confermare che il proprio impegno è diretto ad ottenere miglioramenti sensibili del servizio ferroviario sulla direttrice principale Domodossola Arona - Novara, e quindi, con gli scambi poi con la linea Milano-Torino e con interventi dei quali stiamo valutando la possibilità con studio apposito sulla Arona-Santhià per eventuali collegamenti diretti.



PRESIDENTE

La parola all'interpellante Consigliere Bono.



BONO Sereno

Ero già a conoscenza di parecchie questioni e sapevo che vi erano stati, fra il Consorzio per lo sviluppo del basso Toce, il Sindaco di Verbania e l'Assessorato, anche alla presenza di chi vi parla e di altri Colleghi, contatti per portare avanti un determinato programma. Infatti, si sta costituendo praticamente il Consorzio di gestione, per assumere, come Enti locali, tutti i servizi di trasporto della zona, anche relativamente alle esigenze che si determinano con la creazione della nuova industria e l'insediamento Montefibre a Mergozzo.
A questo proposito, tra l'altro, informo che domani sera, a Verbania si terrà un Convegno- - dibattito - l'Assessore ha già ricevuto l'invito a partecipare - per fare il punto sulla situazione dei trasporti. Mi auguro che l'Assessore possa presenziare a quel Convegno, destinato a meglio concretizzare tutta una serie di aspetti particolari del problema.


Argomento: Industria (anche piccola e media)

Interpellanza dei Consiglieri Revelli e Lo Turco in merito agli accordi con l'Amministratore Provinciale di Cuneo e il Comune di Mondovì al fine di richiedere che il progettato nuovo stabilimento della "Vestebene-Miroglio" venga insediato a Mondovì


PRESIDENTE

Interpellanza presentata dai Consiglieri Revelli e Lo Turco il 14 marzo: "Accordi con l'Amministrazione provinciale di Cuneo e il Comune di Mondovì al fine di richiedere che il progettato nuovo stabilimento della Vestebene-Miroglio' venga insediato a Mondovì".
E' competente a rispondere l'Assessore Paganelli. Il Consigliere Revelli desidera illustrare l'interpellanza? Ne ha facoltà.



REVELLI Francesco

L'interpellanza è già sufficientemente chiara, e quindi mi limiterò ad una sottolineatura. So che giustificare l'insediamento tessile - che poi è risultato non essere tutto della Vestebene-Miroglio- nella zona di Benevagienna, anziché a Mondovì si adduce il fatto che questa zona, che fa parte dell'area ecologica individuata dall'Ires di Fossano - Savigliano Saluzzo, è entrata a far parte poi del circondario di Mondovì, e costituisce quindi un ulteriore insediamento nell'area monregalese, e anche la considerazione che il Comune di Mondovì, in contatti avuti, con il concorso di tutte le forze politiche, con gruppi industriali, proprio nei giorni più duri della lotta sia per la Richard-Ginori lo scorso anno sia per l'Abitificio Rossi, si è sentito da essi rispondere che non ritenevano opportuno fare nuovi investimenti nel Comune di Mondovì e nel comprensorio monregalese.
L'intento con il quale abbiamo presentato questa interpellanza, è essenzialmente quello di mettere in evidenza come questa sia un'area che non ha più margini per una ripresa, senza una corretta politica in agricoltura, una corretta politica verso le zone montane, ma al tempo stesso se non si riuscirà a rivitalizzare quel tessuto industriale che è entrato in crisi, come abbiamo rilevato parlandone varie volte in questo Consiglio Regionale negli ultimi tre anni, perché fatto di industrie obsolete, di industrie nate spesso anche sul terreno speculativo all'inizio del secolo.
La situazione di Mondovì, in particolare dal punto di vista dell'occupazione femminile, è tale da richiedere che veramente si operi che si passi dalle parole ai fatti, che la Regione e gli altri Enti locali non si adagino più nel sistema del lasciar correre, pensando che queste popolazioni hanno sempre dimostrato di sapersi "arrangiare", di sapersi adattare anche a gravissime pendolarità. Vorrei che in particolare, se possibile, l'Assessore mi rispondesse, pur avendo già approntato uno schema di risposta, in merito alla pendolarità che si verrà a stabilire con l'insediamento di Benevagienna una pendolarità che interesserà Fossano oppure che sarà utile alla occupazione di mano d'opera rimasta inutilizzata in seguito alla chiusura di industrie nel Comune di Mondovì. In secondo luogo, è necessario, perché si possa avere l'insediamento nel Monregalese di nuove industrie, piccole e medie, che non ci si continui ad attenere al metro di una politica comunale, che per gli incentivi e per favorire anche gli insediamenti industriali vede Mondovì come comune non depresso al centro di una zona totalmente depressa, ma si riprenda in considerazione la necessità di una politica comprensoriale; politica per la quale già ci sono gli strumenti nel Monregalese di associazione fra i Comuni (lo stesso CEM ne è un esempio), che possono consentire una certa programmazione e dare prospettive e sicurezza a coloro che vogliono impiantare attività produttive.
In tal senso, credo che la Regione entro certi limiti, non essendo ancora stato approvato il piano di programmazione, possa svolgere il ruolo di interlocutore politico, anche con altri mezzi di diretto intervento, per promuovere alcune scelte in Piemonte tendenti a migliorare la situazione in alcune aree - non lo dico certo con spirito campanilistico - già individuate anche dal nostro Gruppo nel programma presentato in occasione della formazione di questa Giunta, fra le quali, oltre al Casalese ed al Vercellese, anche il Monregalese.
Siamo tutti consapevoli del momento veramente drammatico che sta attraversando il Monregalese, dei rischi di deterioramento politico ed anche di sfiducia nelle istituzioni da parte della popolazione che si corrono se questi processi di crisi continueranno ad andare avanti. Per questo sollecito, in rapporto a queste due brevi aggiunte, una risposta dell'Assessore che sia per lo meno confortante sul piano immediato ed apra prospettive di azione programmata in questa direzione.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Paganelli.



PAGANELLI Ettore, Assessore all'industria

Secondo le informazioni assunte, l'insediamento in oggetto presenta caratteristiche sostanzialmente diverse da quelle evidenziate nell'interpellanza. Si tratta, infatti, di una filanda nella quale il gruppo Miroglio ha solamente una partecipazione minoritaria, ma soprattutto con dimensioni occupazionali limitate a 50-60 addetti, in prevalenza maschili.
Tenendo conto che nel Comune di Benevagienna si registra attualmente una pendolarità intorno alle 85 unità, in larga misura gravitanti su Mondovì, questo insediamento potrebbe assorbire una parte di pendolari, con un evidente beneficio sociale, e noi esplicheremo in tempo successivo un intervento perché questa pendolarità su Mondovì venga, nei limiti del possibile, eliminata. Quanto al contributo del Comune, esso risulta inferiore ai 25 milioni e concerne unicamente alcune opere di urbanizzazione primaria. Senza disconoscere le gravi esigenze di Mondovì che sono ben presenti alla Giunta Regionale, e per le quali esiste un fermo impegno della Giunta stessa - rispondendo alla aggiunta fatta verbalmente dal Consigliere Revelli, posso dire che la discussione, che dovrebbe essere abbastanza prossima, della legge per le aree industriali attrezzate dovrebbe fornire l'occasione per la puntuale verifica della volontà della Giunta di seguire certe strade e certi indirizzi già determinati -, non pare pertanto ravvisarsi un valido motivo per opporsi all'insediamento a Benevagienna, tenendo conto che, per i suoi limiti occupazionali, esso non sarebbe in grado di modificare sostanzialmente l'economia monregalese mentre, si è detto, può giocare un ruolo di indubbia utilità sociale nel Comune di Benevagienna. Comunque, siamo perfettamente d'accordo sulle due linee che sono state praticamente enunciate nell'aggiunta del Consigliere Revelli: eliminazione, per quanto possibile, della pendolarità, e individuazione dell'area monregalese come area debole della nostra Regione per cui occorre un immediato, preciso intervento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Revelli.



REVELLI Francesco

Prendo atto di queste dichiarazioni dell'Assessore Paganelli. Desidero aggiungere ancora una considerazione, che avevo dimenticato prima di fare: le popolazioni, e quindi anche le Amministrazioni comunali, anche le due Comunità montane del Monregalese, restano perplesse di fronte ad un processo di sviluppo che viene avanti: non tanto perché noi comunisti, per le nostre idee, per le nostre posizioni, contestiamo l'Asse Alba-Cuneo, ma anche per il fatto che proprio su questo terreno, dello sviluppo di nastri stradali che dovrebbero favorire gli insediamenti - impostazione sulla quale noi non concordiamo - è semmai prioritario rispetto a tutto, a nostro avviso, quell'asse che va verso la Liguria, che apre un rapporto proficuo di scambi con la Liguria; un asse che l'autostrada non ha sufficientemente vitalizzato, lungo il quale si trovano la Val Tanaro e il Cebante, con importanti concentrazioni industriali, e vi sono ulteriori prospettive.
Una azione corretta della Regione, come è stata qui prospettata dall'Assessore Paganelli, servirà a ridare fiducia anche agli operatori economici, alla parte sana dell'economia monregalese, offrendo valide prospettive di investimento e certezza di sviluppo.
Naturalmente, per quanto ci riguarda, continueremo la nostra opera di stimolo: se ci troveremo d'accordo, evidentemente ciò non potrà che tornare a vantaggio di queste popolazioni.



PRESIDENTE

L'interpellanza è discussa.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Interpellanza dei Consiglieri Revelli, Lo Turco, Ferraris sull'intervento regionale per un riordino di tutto il settore dell'irrigazione nei Comuni dell'Alto Cuneese


PRESIDENTE

Interpellanza dei Consiglieri Revelli - Lo Turco - Ferraris.
Intervento per un'adeguata soluzione nel quadro di un riordino di tutto il settore dell'irrigazione nei Comuni dell'Alto Cuneese.
Desiderano illustrarlo? No.
La parola all'Assessore Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro, Assessore all'agricoltura

Vi è intanto il problema di carattere generale del riordino di tutto il settore dell'irrigazione in Piemonte, citato anche dagli interroganti.
L'Amministrazione Regionale lo ha già affrontato dando incarico all'I.R.E.S, di effettuare uno studio preliminare sulla irrigazione in Piemonte.
Tale studio, pubblicato nel settembre del 1973 è stato condotto effettuando interviste a tecnici, dirigenti di consorzi di bonifica, di irrigazione e ad agricoltori. Oltre ad illustrare i problemi dell'irrigazione in Piemonte, lo studio tende a mettere in evidenza la connessione stessi con l'agricoltura e la programmazione territoriale.
Circa la mancata disponibilità di acque di irrigazione per le 250 aziende agricole delle frazioni di San Lorenzo, San Magno e Santa Margherita del Comune di Peveragno, si porta a conoscenza che il programma di bilancio della Giunta, per l'anno 1974, prevede appositi stanziamenti per il settore dell'irrigazione per la concessione di mutui trentennali al tasso agevolato del 3% in pianura e del 2% in montagna e zone depresse. Per le opere irrigue nei comprensori di bonifica integrale sono previsti contributi fino al 78%, per lavori di manutenzione di canali etc. Esistono pertanto i mezzi finanziari necessari per affrontare questo ed altri problemi della irrigazione.
Le aziende interessate e i loro consorzi potranno pertanto presto predisporre i loro programmi di intervento e le progettazioni per migliorare ed economizzare la distribuzione dell'acqua irrigua e presentare le relative domande di finanziamento.
Per quanto riguarda il problema specifico, dei dati raccolti dagli uffici dell'Assessorato la situazione attuale irrigua di Peveragno e delle zone vicine risulta la seguente: le irrigazioni territoriali dei Comuni di Boves e di Peveragno traevano anticamente la loro alimentazione dai torrenti Gesso e Vermenagna attraverso apposito canale derivatore denominato Naviglio di Boves e di Spinetta; il Naviglio si dirama alle porte di Boves in due canali principali: il Naviglio di Spinetta che adduce le sue acque in Comune di Cuneo ed il Naviglio di Boves che è costituito da tre diramazioni denominate: Braida, Bealasso (comprendente anche il Bedale), Badina; la portata del Naviglio di Boves risulta pari a 11 moduli (1100 litri al 1") e si suddivide per 2/7 nel canale Braida, per 3/7 nel Bealasso-Bedale e per i residui 2/7 nella Badina; il canale Bradia irriga esclusivamente in territorio del Comune di Boves; i canali Bealasso (ramo Bedale) e Badina dopo aver alimentato le irrigazioni in territorio di Boves si prolungano in territorio del Comune di Peveragno riducendosi gradualmente di sezione e di portata.
La situazione generale può così essere riassunta.
L'irrigazione in territorio di Boves è largamente soddisfatta anche nei periodi più siccitosi; in Comune di Peveragno la disponibilità di acque irrigua è piuttosto limitata; la portata che viene ceduta da monte è ridotta per quanto concerne la durata ed è di entità insufficiente per il fabbisogno, specialmente nelle stagioni irrigue più siccitose. Considerata la portata d'acqua normalmente a disposizione in rapporto all'intero comprensorio irriguo dominato dal Naviglio, si ritiene che, con una opportuna opera di ripartizione e di disciplina nell'erogazione dell'acqua il problema possa trovare soluzione.
Richiamo pertanto quanto detto prima: è necessario da parte di questi enti dare uno sguardo generale, chiedere i finanziamenti che il bilancio prevede e riordinare il tutto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Revelli.



REVELLI Francesco

Io credo che se l'avv. Viglione non fosse stato Presidente se ne sarebbe occupato direttamente di questo argomento.
Abbiamo voluto portare il problema generale e quello più particolare perché nella VI Commissione si sta redigendo il testo per gli interventi in zootecnia i quali, giustamente si diceva, vanno alle aziende a conduzione familiare nella misura in cui siano in grado di produrre la metà del foraggio in pianura, un terzo in collina, un quarto in montagna. Questa zona, che è ricchissima di capi di bestiame, può produrre, pur essendo di tipo basso collinare, oltre la metà del foraggio necessario e se teniamo conto che con iniziative opportune assunte negli anni passati c'è stato un riordino degli alpeggi sia della Valle Pesio che della Valle Colla, si era in grado di rafforzare notevolmente il reddito dei coltivatori e serviva ad esempio, come è stato fatto successivamente in Valle Stura, per tutto l'arco alpino, che è un patrimonio enorme di alpeggi nella provincia di Cuneo, tenendo conto che una parte minore di terreno può dare grandi frutti nella coltivazione delle colture ortofrutticole pregiate, fragole, lamponi e via discorrendo. Quando si arriva ad avere i campi in siccità, per una battaglia dell'acqua (che poi è una mancata disciplina dell'acqua) e si è costretti a pagare 15/25.000 lire a giornata per avere alcune ore di irrigazione, è chiaro che si chiudono le stalle, la gente se ne va e se verranno altre aziende tipo la Michelin nel cuneese dopo l'ultimo rastrellamento nelle valli non rimarrà più nessuno su questi terreni, con un gravissimo danno per tutta la comunità provinciale. E' opportuna anche un'azione (quando abbiamo approvato lo Statuto abbiamo parlato di informazione, di partecipazione) che non venga solo dal basso, dalla Giunta. L'Assessorato, se del caso, indica una riunione con l'amministrazione provinciale, con le Comunità in cui ricadono questi Comuni che vanno dal Gesso al Pesio ed illustri la situazione e le modalità per ottenere i mutui per queste opere giacché diventa estremamente importante riconsiderarle nella loro complessità non solo per produzioni pregiate, ma per la zootecnia mettendola in condizioni di usufruire del piano-carne che, bene o male, si sta portando avanti con la legge che verrà approvata tra qualche settimana in questo stesso Consiglio. Tutto questo chiedono i contadini, siamo arrivati al punto che propongono delle soluzioni che le stesse amministrazioni comunali e provinciali non sono in grado di vedere. C'è anche una grande tradizione cooperativa in queste zone, con un piccolo intervento si può far sì che non vadano dispersi interventi più preziosi che le Regioni a questi Comuni fanno rispetto alla produttività generale.
Con le difficoltà che ha oggi la zootecnia cuneese e in genere piemontese una delle rivendicazioni è proprio quella delle irrigazioni, se pensiamo che la nostra è una delle zone più ricche d'acqua e meno acqua è disponibile per l'agricoltura la questione credo possa essere risolta in termini abbastanza brevi.


Argomento: Commercio

Interpellanza dei Consiglieri Ferraris, Rivalta, Lo Turco sull'arbitraria decisione della G.P.A. di Torino sul ricorso presentato dalla S.p.A. 'La Rinascente', e la riforma della rete distributiva commerciale


PRESIDENTE

Interpellanza Ferraris, Rivalta, Lo Turco, "Arbitraria decisione della G.P.A. di Torino sul ricorso presentato dalla S.p.A. 'La Rinascente'.
Riforma della rete distributiva commerciale".
Desiderano illustrarla? La parola al Consigliere Ferraris.



FERRARIS Bruno

L'interpellanza presenta, come del resto è indicato nel testo, parte dalla denuncia di un arbitrario ed illegittimo atto della G.P.A. in ordine all'accoglimento del ricorso della S.p.A. "La Rinascente" contro le decisioni negative del sindaco di Settimo in merito ad una licenza commerciale da utilizzare in località "svincolo dell'autostrada Torino Milano e Torino-Aosta", sempre in territorio di Settimo, che pone alcune questioni: l'esigenza di entrare nel merito della dinamica, come abbia potuto verificarsi un caso simile; quale intervento la Giunta abbia posto in essere o intenda predisporre a tutela delle proprie competenze, perch la G.P.A. si è appropriata di competenze che sono della Regione; quali siano, in definitiva, gli indirizzi di questa Giunta in materia di riforma della distribuzione ed in particolare nei confronti della cosiddetta rete di gravitazione esterna, cioè in merito ai "shopping-centers" agli ipermercati ecc. Ma fin qui non ho detto nulla più di quanto emerge dal testo dell'interpellanza.
Ciò che invece, anche a nome degli altri interpellanti, desidero illustrare e sottolineare, è il rilievo di questa vicenda in cui si è occupata la stampa nazionale per la pericolosità delle implicazioni che emergono, tanto è vero che l'Espresso parla di uno scontro che vede scendere in campo la Standa, la Rinascente e, tanto per fare un po' di confusione, ci mette anche la Coopitalia che non c'entra per niente, non è possibile fare nessun accostamento tra la Coopitalia e questi grandi del capitale finanziario. Si capisce che si tratta di uno scontro tra grandi quando si viene a sapere che il punto di vendita dovrebbe avere una superficie di 20.000 mq., uno dei più grandi certamente della nostra regione, forse di tutto il paese. E allora, se le cose stanno così, bisogna cercare di capire che cosa si muove qui sotto e se non ci siano addirittura elementi di contatto con altri grossi scandali che si sono verificati; è un accostamento che mi viene suggerito dal momento che attraversiamo, parlo dei petrolieri e via di seguito. Dato e non concesso che il Comune di Settimo Torinese abbia equivocato per troppo zelo nel senso che per rispettare il suo indirizzo di piano commerciale e di piano urbanistico (il Comune li ha adottati entrambi) abbia immediatamente approvato, senza tante verifiche, una richiesta di licenza che essendo giunta due o tre giorni prima dell'entrata in vigore della legge 426 per l'edilizia commerciale poteva essere ritornata alla società interessata perché la documentasse in relazione alle nuove norme, è possibile che la G.P.A. non abbia immediatamente visto queste difficoltà e non abbia ritornato la pratica chiedendo - se non voleva confermare nel merito il giudizio esatto dato dal Comune di Settimo - affinché venisse adeguatamente documentato ai sensi appunto della nuova legge? Infatti l'art. 43 della legge 426 dispone che "le domande di licenza in corso di istruttoria, all'atto di entrata in vigore della presente legge, possono essere riproposte mantenendo la data originaria di presentazione all'autorità competente, in base alle norme della presente legge 426 che dovranno essere integrate con la documentazione richiesta dalla nuova proceduta e cioè quella precisata dall'art. 25 della legge 426 1971 che fra l'altro prescrive la precisazione di due elementi fondamentali: l'ubicazione dell'esercizio che si intende aprire e l'indicazione della superficie di vendita".
La Rinascente, con un comportamento subdolo o comunque malizioso, non aveva indicato la superficie di vendita, la quale cosa risulta a mio parere fatta apposta per evadere la procedura della legge e per trarre in inganno il sindaco di quel Comune. Infatti, non avendo la Rinascente indicato la superficie di vendita, si è seguita la procedura cui si riferisce l'art.
32, mentre ovviamente si doveva seguire la procedura per i grandi centri di vendita di cui all'art. 28 e la G.P.A. era del tutto incompetente appartenendo invece tale competenza alla Giunta o al Presidente della Regione.
La G.P.A., anziché confermare il giudizio negativo del Comune, o sollevare eccezione per vizio di forma, o dichiarare la propria incompetenza ha colto il ricorso della Rinascente superando vizi di forma di merito e assumendo attribuzioni e competenze non più sue.
La richiesta della Rinascente contrasta con le norme del piano commerciale e con quelle del piano regolatore già adottati; e qui è singolare come si esprime la G.P.A. in merito alla presenza di quest'ultimo strumento non ritenendolo determinante ed importante, non tenendo conto della decisione comunque assunta dal Consiglio comunale, ma facendo valere una nuova fonte di informazioni e di decisioni (il maresciallo dei Carabinieri se non sbaglio) che nessuna legge, nessun regolamento, prevede che sia consultato.
Ma a chiarire ogni dubbio sulle reali intenzioni della Rinascente e a dimostrare che quella prima domanda è stata presentata con una certa malizia, sta la richiesta fatta al Comune di Settimo da parte di questa Società, mi pare nel mese di marzo, dell'immediata esecuzione della decisione della G.P.A. (che tra l'altro il Comune ha provveduto ad impugnare) e del rilascio di una licenza per l'esercizio di vendita di 20.000 mq. E' un insediamento, come ho già detto, enorme, tra i più grandi o il più grande d'Italia, per cui si comprende l'eco che la vicenda ha avuto sulla stampa nazionale. Il disegno interessa per ora il Comune di Settimo, ma perché non anche quello di Borgaro, o Borgaro come alternativa se certi progetti relativi alla città satellite andranno in porto? Quando ho parlato di malizia intendevo anche questo: evidentemente la Rinascente ha cercato di precostituire una sua posizione, di acquisire una specie di prelazione in quella zona.
Come è noto il Comune di Settimo è ricorso al Tribunale amministrativo regionale contro la G.P.A., contro la Rinascente ed in contraddittorio con la Regione Piemonte nella persona del suo Presidente, cointeressato. Già nell'interpellanza noi avevamo chiesto come intendeva intervenire la Regione; speriamo che da allora ad oggi abbia preso qualche iniziativa a tutela delle proprie prerogative nei confronti della G.P.A., in difesa degli orientamenti del Consiglio Comunale il quale si è costantemente espresso in senso contrario agli ipermercati. In ogni caso come intende comportarsi oggi di fronte al ricorso del Comune di Settimo, nella sua veste di cointeressato, il Presidente della Giunta? A questo punto si impone non solo un preciso intervento, ma io mi chiedo se l'intera vicenda, proprio perché così singolare, non meriti un approfondimento, una inchiesta da parte della Regione. In ogni caso si impone un atto non solo politico, ma amministrativo ed esecutivo che espliciti chiaramente ed in forma inequivocabile l'orientamento della Giunta in materia di riforma della rete distributiva, con riferimento alle varie forme di vendita ed in particolare ai centri di gravitazione esterna la Giunta deve superare una volta per sempre, l'equivoco atteggiamento per cui è solita dichiararsi tendenzialmente contraria agli ipermercati riservandosi però di valutare caso per caso. Una simile posizione è sbagliata, per non dire profondamente scorretta, in quanto si tratta di una scelta politica tra tipi diversi di reti; qui non si tratta di scegliere fra i supermercati, fra l'associazionismo e la cooperazione, si tratta di dire si o no a questi enormi centri di gravitazione esterna. La Giunta non dice certamente di sì, però vuole valutare caso per caso. Dalla SITECO non può venirci nulla di nuovo, è inutile attendere quello studio che era meglio non commissionare, perché almeno questa scelta fondamentale di principio appartiene a noi, all'organo politico, alla Giunta e non ha bisogno di nessun sussidio di carattere tecnico o di elaborate indagini, o di studi.
Del resto questa questione è stata sollevata dalla intera Commissione comunale di cui alla legge 426 di Torino e interessa tutti i Comuni della cintura. In questa incertezza gli stessi piani per lo sviluppo della urbanistica commerciale non hanno senso perché possono essere svuotati annullati, le loro previsioni buttate all'aria, distrutte dalle decisioni caso per caso, della Giunta. Basta una licenza di questo tipo per mandare all'aria tre o quattro piani, compreso quello di Torino.
A questo punto si impone la conferma di un indirizzo che è già stato assunto dal Consiglio, ma che deve diventare una norma costante. Per quanto riguarda invece il ricorso credo che la Regione chiamata in causa come cointeressata, debba assolvere non ad una funzione passiva ma attiva contro chi in modo arbitrario le ha sottratto le sue prerogative.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Conti.



CONTI Domenico, Assessore al commercio

Con domanda del 14 luglio 1971 (all. 1), la Rinascente S.p.A. di Milano ha chiesto al Sindaco di Settimo Torinese - ai sensi del R.D.L. 12.2.1926 n. 2174 - la licenza per vendere numerosissimi prodotti che vanno dagli alimentari alle calzature, ai motori marini, autovetture, trattori ed altri, indicando molto genericamente la località ("Svincolo delle autostrade Torino-Milano e Torino-Aosta") e soprattutto non precisando la superficie di vendita dell'emporio da aprire. In seguito è entrata in vigore la Legge 11 giugno 1971 n. 426 sulla nuova disciplina del commercio che ha abrogato il R.D.L. 2174, che disciplinava le licenze ordinarie di vendita, ed il R.D.L. 21.7.1938 n. 1468, che riguardava i "grandi magazzini", per i quali sussistevano una competenza del Prefetto ed un'altra di secondo grado del Ministro dell'industria e del commercio.
La Legge 426 ha sottoposto l'apertura dei centri commerciali - che per dimensione e collocazione geografica siano destinati a servire vaste aree di attrazione eccedenti il territorio comunale e la cui superficie di vendita superi i 1500 mq. - al nulla osta della Giunta Regionale, sentiti i pareri della Commissione Comunale del commercio (artt. 28 e 43 Legge 426) e della Commissione Regionale del commercio (art. 27 Legge 426). In data 24 marzo 1972, il Sindaco ha inviato l'istanza alla Commissione comunale applicando il citato art. 43 che prevede; con una norma di transizione, che le domande in corso di istruttoria alla entrata in vigore della Legge 426 possono essere riproposte, mantenendo la data originaria, alle competenti autorità, integrandole con i necessari documenti.
La Commissione ha espresso parere contrario nello stesso giorno 24 motivandolo con la mancanza della necessaria documentazione. A questo punto appaiono inspiegabili sia l'assunzione della competenza da parte del Sindaco, sia il suo mancato invio della domanda alla Regione per il prescritto parere (art. 27 Legge 426).
Al riguardo, richiesto dall'Ente regionale, egli ha comunicato di non aver trasmesso la domanda perché non contenendo essa alcuna indicazione sulla superficie dei locali, era difficile stabilire se l'apertura dell'esercizio era vincolata alle condizioni di cui all'art. 27. Peraltro è agevole osservare che l'ingentissimo numero e le dimensioni dei generi compresi nell'istanza dovevano far pensare alla richiesta di un centro di vendita di vastissima portata.
La Rinascente - che, secondo il Comune, avrebbe dovuto regolarizzare la domanda in base al citato art. 43, riproponendola con la data originaria ha inoltrato ricorso alla Giunta Provinciale Amministrativa della Prefettura contro il diniego di autorizzazione del Sindaco. La G.P.A. ha svolto la sua istruttoria, chiedendo fra l'altro le controdeduzioni di rito al Comune: quest'ultimo, nella risposta, non ha accennato alla superficie del nuovo emporio.
La G.P.A. ha poi accolto il ricorso in data 31 gennaio 1974 neppure essa menzionando l'importante elemento relativo alla misura dell'area.
La Prefettura, richiesta di notizie dalla Regione, ha reso noto che alla G.P.A. non risultava che la pratica rientrasse nella di lei competenza.
Anche questa comunicazione appare insostenibile di fronte all'evidenza delle voci che formano oggetto della richiesta licenza.
La Rinascente, avuta la notifica dell'accoglimento del reclamo, ha chiesto al Sindaco in data 13.3.1974 l'esecuzione della decisione della G.P.A. mediante il rilascio dell'autorizzazione con riferimento ad una superficie di vendita di ben 20.000 mq., svelando le vere proporzioni della sua istanza.
Risulta che il Comune ha esperito ricorso giurisdizionale sia al Tribunale Amministrativo regionale, entrato in funzione da poco tempo, sia al Consiglio di Stato, per chiedere l'annullamento della decisione della G.P.A., prevenendo anche possibili dubbi sulle rispettive competenze.
Per quanto concerne l'indirizzo della Giunta Regionale in materia di riforma della rete distributiva, con particolare riguardo alla grande distribuzione avente gravitazione esterna, si comunica che l'art. 27 della Legge 426 stabilisce la competenza della Giunta Regionale al rilascio di nulla osta per centri commerciali al dettaglio o per punti di grande distribuzione, quando gli stessi siano in grado di servire vaste aree di attrazione eccedenti il territorio comunale. La comprensione di detto articolo trova suo riferimento specifico nell'art. 32 del Regolamento di attuazione approvato con D.M. 14.1.1972 laddove si fa riferimento ai piani di assetto del territorio e delle indicazioni programmatiche e di urbanistica commerciale approvate dalla Regione.
La Legge 426 pertanto prevede un giudizio di merito che deve scaturire da una valutazione socio-economica del territorio regionale e che si esprime attraverso una precisa volontà politica. Sotto l'aspetto politico e programmatico, la Giunta, nell'attuale congiuntura, non ritiene di massima di dover concedere nulla osta ad ipermercati o centri commerciali (supercomunali) in quanto attualmente gli stessi, non trovando ancora giustificazione per un intervento regionale in una prospettiva di pianificazione, finirebbero con il pregiudicare l'impostazione di un nuovo modello di sviluppo, urbanistico e commerciale, quale va delineandosi nell'espressione democratica dei comuni (piani commerciali) e nella tendenza a forme di integrazione territoriale.
In ogni caso l'obiettivo specifico della programmazione commerciale non può essere che, come sancito dallo Statuto Regionale, la difesa del consumatore, e ciò con particolare riferimento al potere d'acquisto dei salari e delle pensioni, la difesa dell'occupazione mediante il potenziamento della produttività delle imprese che operano nel settore.
Per intanto, la Giunta assicura la ferma opposizione a tutte quelle strutture che alterino l'equilibrio ecologico, urbanistico, economico commerciale del territorio affinché, nella proiezione di una pianificazione regionale, le forze commerciali, le Organizzazioni sindacali, l'indirizzo dei consumatori si evolvano verso una nuova dimensione, una forma attiva di collaborazione, verso un sistema più umano, verso un modello di vita più democratico.
Venendo alla parte dell'interpellanza che chiede quale posizione il Presidente della Giunta intenda assumere sul provvedimento adottato dalla G.P.A. sembra necessario un attento esame giuridico del comportamento dell'Amministrazione comunale ed in particolare del Sindaco.
Appare senza dubbio cosa contraddittoria il fatto che, dopo aver richiesto alla Società la superficie dell'area di vendita - ciò in stretta conformità con le indicazioni legislative vigenti e un fondato riferimento all'estesissima gamma di prodotti compresi nella domanda - sia stato assunto, senza attendere risposta, il provvedimento di reiezione della medesima.
Poiché l'autorizzazione all'apertura di ciò che prima era considerato "grande magazzino" spettava prima al Prefetto, mentre ora spetta alla Giunta Regionale, il Sindaco avrebbe invece dovuto dichiarare la propria incompetenza.
D'altra parte anche la G.P.A. avrebbe dovuto accertare la superficie dell'area, poiché avvertita dal lungo elenco di merci comprese nell'istanza.
A questo punto la Giunta si riserva di esaminare ulteriormente il problema per ciò che attiene l'eventualità di un suo intervento, atteso che ora ne sono stati interessati direttamente il tribunale amministrativo ed il Consiglio di Stato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ferraris.



FERRARIS Bruno

Dico subito che non possiamo dichiararci soddisfatti in ordine ai punti contenuti nell'interpellanza e da me prima illustrati.
Intanto questo insistere da parte dell'Assessore (l'ha già fatto anche in altra sede) nell'attribuire le stesse responsabilità al Comune di Settimo il quale riconosce di essersi comportato ingenuamente mi pare che non sia corretto.
E' vero che l'Assessore dice che le argomentazioni della G.P.A.
appaiono insostenibili, ma non va oltre, mentre in ogni caso, anche se non si fosse trattato di una superficie di 20.000 mq., la G.P.A. non era legittimata, in base agli artt. 24, 43, 11, 12 della legge 426, a decidere in merito al Ricorso. Sarebbe stato molto meglio, è vero, che il sindaco avesse subito inviato la domanda alla Regione, nessuno lo contesta, per l'organo tutorio, così zelante in genere nell'esaminare le pratiche e le varie procedure previste dalla legge e dai regolamenti, non ha individuato vizi di forma e non ha saputo prendere l'unico atteggiamento che doveva prendere, dichiarare la sua incompetenza e passare la pratica alla Regione o invitare il sindaco a farlo.
Infine, da quando è stata presentata l'interpellanza, da quando si è saputo che c'è, oltre al ricorso al Consiglio di Stato, quello al tribunale amministrativo regionale che ci chiama in causa, sia pure come cointeressati, un atteggiamento preciso a difesa delle prerogative della Regione, indipendentemente dal merito, avrebbe già dovuto essere preso, il sapere che la Giunta "studierà" non ci soddisfa per nulla. Così come non ci soddisfa, sul piano politico, che la Giunta continui a trincerarsi nella comoda posizione di chi in linea di massima non ritiene di dover concedere le autorizzazioni agli ipermercati. In questo modo non rispondete alle istanze presentate dai sindacati, alla richiesta, se è esatto quanto mi risulta, avanzata ufficialmente dalla Commissione del Commercio del Comune di Torino, la quale insiste da tempo dicendo che fino a quando non c'é un orientamento ben preciso e definito si trova nell'impossibilità di varare un piano, di fare delle previsioni. Non c'é bisogno, per fare questa scelta, né del piano regionale di sviluppo, né del modello che in modo anche qui poco corretto e arbitrario è stato affidato alla SITECO.



PRESIDENTE

E' scaduta ampiamente l'ora dedicata alle interrogazioni ed interpellanze. Il Presidente della Giunta ha dovuto allontanarsi perché ha un incontro con i Presidenti Bassetti e Dagnino, passerei quindi alle nomine. Prima però, anche per vedere se il quadro delle nomine è completo sospenderei cinque minuti la seduta.
La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Chiederei soltanto, signor Presidente, di far constatare quanti sono i Consiglieri in aula e di darne pubblicità ai giornali.



PRESIDENTE

Il Segretario ha già provveduto.



FRANZI Piero, Segretario

Un momento fa erano 21.



BERTI Antonio

Di cui?



FRANZI Piero, segretario

La suddivisione non è stata fatta, ma se vuole la facciamo.



PRESIDENTE

Mentre il Segretario procede alla suddivisione, sospendo la seduta per cinque minuti.



(La seduta sospesa alle ore 11.15 riprende alle ore 11.55)


Argomento: Nomine

Designazione del rappresentante della Regione nel Consiglio di Amministrazione del Politecnico di Torino


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Passiamo al Punto quarto dell'o.d.g.: "Designazione del rappresentante della Regione nel Consiglio di Amministrazione del Politecnico di Torino (un rappresentante): "Mi pregio rimetterle in allegato copia della lettere che il Rettorato del Politecnico di Torino mi ha inviato in data 25.10.73 relativa alla designazione da parte della Regione di un membro del Consiglio di amministrazione del Politecnico di Torino".
Si proceda alla distribuzione delle schede e quindi all'appello nominale.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 36 Ha riportato voti: Gian Carlo Caracciolo Franco 21 Schede nulle 3 schede bianche 12 Proclamo eletto quale rappresentante della Regione nel Consiglio di amministrazione del Politecnico di Torino l'avv. Gian Carlo Caracciolo Franco.


Argomento: Nomine

Designazione dei rappresentanti della Regione nel Consiglio di Amministrazione delle Opere Universitarie del Politecnico di Torino


PRESIDENTE

Si proceda alla designazione dei rappresentanti della Regione nel Consiglio di amministrazione delle opere universitarie del Politecnico di Torino (tre rappresentanti con scheda a voto limitato, due alla maggioranza e uno alla minoranza).
Si procede all'appello nominale.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 37 Hanno riportato voti: Aldo Valabrega 21 Luigi Sappa 21 Remo Guerra 15 Proclamo eletti quali rappresentanti della Regione nel Consiglio di amministrazione delle opere universitarie del Politecnico di Torino: Luigi Sappa, Aldo Valabrega, Remo Guerra.


Argomento: Nomine

Designazione dei rappresentanti della Regione nel Consiglio di Amministrazione delle Opere Universitarie dell' Università


PRESIDENTE

Designazione dei rappresentanti della Regione nel Consiglio di amministrazione delle opere universitarie dell'Università (tre rappresentanti, di cui uno della minoranza, scheda limitata a due nomi) Si procede all'appello nominale.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 39 Hanno riportato voti: Paolo Ferrero 24 Adriano Vitelli 24 Marca Enrico 15 Proclamo eletti quali rappresentanti della Regione nel Consiglio di amministrazione delle opere universitarie dell'Università: Paolo Ferrero Adriano Vitelli e Marca Enrico.


Argomento: Nomine

Designazione dei rappresentanti della Regione nella Commissione Regionale per il lavoro a domicilio


PRESIDENTE

Designazione dei rappresentanti della Regione nella Commissione Regionale per il lavoro a domicilio (tre rappresentanti, di cui uno della minoranza, scheda limitata).
Si proceda alla distribuzione delle schede e quindi all'appello nominale.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 39 Hanno riportato voti: Lidia Lanza 25 Carlo Formica 25 Egidio Sulotto 13 schede bianche 1 Proclamo eletti rappresentanti della Regione nella Commissione Regionale per il lavoro a domicilio: Lidia Lanza, Carlo Formica ed Egidio Sulotto.


Argomento: Nomine

Designazione dei rappresentanti della Regione nella Commissione regionale per la manodopera agricola


PRESIDENTE

Designazione dei rappresentanti della Regione nella Commissione regionale per la manodopera agricola (un rappresentante effettivo ed uno supplente). La legge non limita il voto, per cui si vota contemporaneamente senza alcuna limitazione.
Si proceda alla distribuzione delle schede e quindi all'appello nominale.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 39 Hanno riportato voti: quale membro effettivo Terenziani Odisseo 23 Magliano 1 Martinengo 1 quale membro supplente Bellone Giuseppe 24 Clemente Domenico 1 schede nulle 1 schede bianche 13 Proclamo eletto membro effettivo Terenziani Odisseo, membro supplente Bellone Giuseppe.


Argomento: Zootecnia - Commercio

Ordine del giorno dei Consiglieri, Bianchi, Revelli, Fassino. Calsolaro Vera e altri sulla grave crisi del settore della zootecnica lattiero casearia


PRESIDENTE

Do lettura di un ordine del giorno che mi è pervenuto: "Il Consiglio Regionale del Piemonte, vivamente preoccupato per la drammatica crisi che ha investito in agricoltura i settori della zootecnia lattiero-casearia considerato che la situazione di mercato è divenuta per gli allevatori insostenibile, provocando la continua chiusura di numero stalle preso atto che le attuali condizioni di crisi possono vanificare tutti i piani zootecnici che si vanno predisponendo anche da parte della Regione che si appresta a varare la legge per gli interventi a favore della zootecnia rilevato che per lo stato di grave disagio che sta attraversando tutta l'economia del Paese la cui origine non è soltanto nazionale, non è più possibile adottare una politica che punti a risolvere i problemi del costo della vita chiedendo nuovi ed ulteriori sacrifici alle categorie agricole produttive richiamati fermamente il Parlamento, il Governo e l'opinione pubblica sulla necessità di attuare provvedimenti concreti ed urgenti per arrestare la crisi che ha già letteralmente decimato il patrimonio zootecnico piemontese e nazionale.
Impegna la Giunta Regionale ad intervenire presso il Governo affinch si proceda sollecitamente ad una regolamentazione dell'importazione dei prodotti lattiero-caseari e della carne, nonché all'immediata abrogazione dei montanti compensativi affidando il controllo dell'importazione della carne all'AIMA sollecita la Giunta Regionale ad intervenire presso i Prefetti delle varie Province ed in particolare di quella di Cuneo, affinché al più presto si pervenga alla definizione di un equo prezzo del latte alimentare alla stalla invita la Giunta ad assumere le opportune iniziative affinché si aprano immediate trattative fra l'Assolatte ed i produttori per un nuovo prezzo del latte industriale attraverso alla definizione ed all'approvazione di un'apposita normativa di cui la Regione sia promotrice e garante." Qualcuno desidera illustrarlo? No.
Essendo unanimemente proposto da questa assemblea, lo metto in votazione. La Giunta?



CHIABRANDO Mauro, Assessore all'agricoltura

La Giunta si associa.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno per alzata di mano.
L'ordine del giorno è approvato.
La seduta e convocata per oggi pomeriggio alle ore 15.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.50)



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