Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.214 del 01/04/74 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento:

Ordine del giorno della seduta


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
L'ordine del giorno reca: Esame disegni di legge n. 142 - 143 - 144 relativi a contributi ad Enti locali, aziende pubbliche o a partecipazione pubblica e ad imprese private per investimenti nel settore dei trasporti.
Designazione dei rappresentanti della Regione nei Consigli di amministrazione del Politecnico, delle opere universitarie; nelle Commissioni regionali per il lavoro a domicilio e per la manodopera agricola.
Se nessuno obietta è approvato.


Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Franzi, Giovana, Besate.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati - Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Esame dei disegni di legge n. 142 - 143 - 144 sui contributi ad Enti locali, aziende pubbliche o a partecipazione pubblica e ad imprese private per investimenti nel settore dei trasporti


PRESIDENTE

Esame dei disegni di legge n. 142 - 143 - 144.
Relatore e il Consigliere Bianchi, al quale dò la parola.



BIANCHI Adriano, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, svolgerò la brevissima relazione riferendomi a tutti è tre i disegni di legge, come già preannunciato nel succinto schema che è stato distribuito.
L'argomento è molto importante e molto serio, ma anche molto concreto: è stato trattato con impegno davanti alla Commissione, dove è giunto con una seria preparazione. Il consenso sulle linee di indirizzo, con le riserve in ordine all'inquadramento delle norme di quelle che possono essere le indicazioni e le esigenze della programmazione; è apparso subito molto ampio e quindi la attenzione dei commissari, nel rapporto costante con l'Assessore, si è volta alla puntualizzazione di alcuni problemi che ha condotto a delle modificazioni, chiamiamoli impropriamente emendamenti, già recepiti nel testo distribuito al Consiglio.
Riassumendo: la legge 142 autorizza la spesa di cinque miliardi e mezzo per contributi da erogarsi a favore di aziende pubbliche o a partecipazione pubblica, a Enti locali singoli ed associati; questa indicazione vuole sottolineare l'incentivo all'associarsi da parte dei Comuni destinatari di questi contributi, per effettuare investimenti ai fini dell'acquisto di materiale. Il contributo, destinato agli Enti locali e alle società a larga partecipazione pubblica, è previsto nel 70 La legge contiene una previsione di carattere pluriennale, perch consentirà, con semplici leggine di rifinanziamento, di proseguire nel tempo la propria efficacia.
La seconda legge, la n. 143 invece destina dei contributi alle aziende private che esercitano linee pubbliche in concessione, anche qui per acquisto di materiale rotabile. Il contributo in questo caso è contenuto nella misura del 30% invece che del 70%, con un ulteriore limite di un massimo di nove milioni per gli autobus e di 12 milioni per gli auto snodati. La spesa complessiva è di 750 milioni ed è previsto il rifinanziamento per il 1975 e non per gli anni successivi. Con il rifinanziamento del '75 si chiude questo ciclo e potrà esserne riaperto un altro con un'iniziativa legislativa organica.
La terza legge prevede contributi alle aziende speciali pubbliche e agli Enti locali, ancora singoli od associati, per le operazioni di assorbimento da aziende concessionarie o di società private concessionarie di linea, con un contributo del 60% che, poi, in ordine all'oggetto, è specificato dall'art. 4 al quale rinvio i Consiglieri per non ripetere ci che è facilmente leggibile e che non ha bisogno di spiegazioni.
Lo stanziamento è di 700 milioni e anche qui la previsione è di natura pluriennale, perché si parla di rifinanziamento per l'anno '75 e successivi per cui questa diventa una legge base sulla quale si potrà operare in termini pluriennali.
La Commissione ha riconosciuto, credo di interpretare sostanzialmente il pensiero di tutti i Consiglieri, comunque ogni Gruppo potrà meglio specificare le differenze di sfumatura - che questi disegni di legge, con qualche più accentuata riserva in ordine al disegno n. 143 che prevede contributi per i privati si collocano nelle linee programmatiche formulate dalla Giunta ed approvate dal Consiglio, nel senso che le misure proposte mentre rispondono ad esigenze di intervento prioritario e congiunturale nel settore dei trasporti (uno dei settori che il programma aveva identificato come di intervento immediato) hanno anche un respiro di carattere pluriennale, che consente una più ampia previsione, un raccordo, un inserimento in un quadro programmatorio. Quindi sono preparatorie e non in contraddizione rispetto ad una più ampia attività di pianificazione.
La tendenza fondamentale espressa è quella della scelta per il mezzo pubblico e per le aziende pubbliche. Questo è reso esplicito, come abbiamo già fatto rilevare enunciando sinteticamente le caratteristiche delle singole leggi, della entità dei contributi da attribuire agli Enti locali e alle aziende pubbliche, dalla pluriennalità delle leggi e dalle loro dimensioni.
I contributi alle aziende private rispondono ad una constatazione che possiamo dire storica e realistica, cioè della esistenza di questo settore e di un suo ruolo ancora per degli anni, sia pure un ruolo in via di trasformazione e di assorbimento e dell'esigenza immediata di far sì che questi mezzi siano tradotti in efficienza del servizio anche in quello in concessione.
Le relazioni della Giunta che accompagnano i disegni di legge non sono quindi contraddette dalle conclusioni della Commissione. Come sempre quando si affrontano temi di questa importanza, il discorso si è allargato e potrà esserlo ancora qui dai singoli gruppi, a considerazioni e a valutazioni in ordine alla politica dei trasporti, in riferimento ai nuovi modelli di sviluppo, alle esigenze del mondo del lavoro, ai problemi della congestione urbana, in riferimento a quella serie di problemi scottanti che più volte ha trovata eco in quest'aula e che con questi provvedimenti di legge trovano delle risposte che non sono totali, che non sono esaurienti in modo completo, ma che si collocano in una linea politica che il relatore ritiene coerente ai fini indicati.
Si è provveduto, come ho già detto, a delle modifiche nel corso della discussione e del confronto cordiale con l'Assessore ed è da segnalare che il complesso delle risorse mobilitate, la tempestività con cui il Consiglio Regionale provvede serviranno, al di là dell'entità degli stanziamenti che non sono trascurabili, a dare un respiro, a dare ossigeno alle aziende che esercitano il trasporto pubblico e a segnalare, a sottolineare al pubblico che la Regione, dopo le enunciazioni programmatiche, passa ai fatti.
Per questo ritengo che queste leggi meritino da parte del Consiglio l'approvazione.
Ci sono degli emendamenti proposti in ordine agli aspetti tecnici e finanziari, ma di questi parleremo al momento del passaggio all'esame degli articoli.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Marchesotti, ne ha facoltà.



MARCHESOTTI Domenico

Signor Presidente, colleghi, il relatore Consigliere Bianchi ha già rilevato il contributo dato nell'elaborazione delle due leggi, la 142 e la 144, dalla consultazione e dalla mia parte politica.
Le leggi in discussione, rispetto a quelle precedenti del '72 e del '73, segnano un netto miglioramento sia di impostazione, sia di metodo che di merito, - sono cioè una prima testimonianza di contrastati passi avanti verso criteri più razionali di uso del potere pubblico e del denaro pubblico -, al fine di soddisfare almeno una parte dei bisogni arretrati accumulatisi nei settori dei trasporti pubblici su gomma.
L'impostazione delle leggi, con i miglioramenti apportati dalla consultazione e dal confronto in Commissione, pone sullo stesso piano e per certi aspetti privilegia la gestione pubblica rispetto alla concessione privata. Ciò non è avvenuto con la legislazione regionale del '73 e del '72. Il metodo di applicazione ed il meccanismo che prevedono, se non sono ancora la conseguenza di una precisa scelta programmatica, in quanto sono evidentemente il risultato di un compromesso e di un confronto tra le forze politiche della maggioranza, almeno suppongono non solo il concetto della programmazione, ma un piano programmatico che seppure dovrà essere definito, condizionerà l'applicazione delle leggi per gli anni a venire.
Questo del piano programmatico, per realizzare un efficiente servizio del trasporto pubblico a disposizione dei lavoratori e dei cittadini, è un problema aperto di fronte alle forze politiche ed al movimento di lotta che chiede la totale pubblicizzazione. Le resistenze che vengono dalla D.C.
potranno si ritardarne l'iter, ma non impedirne l'attuazione che a nostro modo di vedere si impone oggettivamente. I ritardi e le impostazioni conservatrici della D.C., su questi problemi, frenano la realizzazione di obiettivi di publicizzazione e di potenziamento dei trasporti rivelatisi urgenti; ma i dirigenti della D.C. saranno chiamati a rispondere non ai concessionari privati, bensì alla grande massa degli utenti insoddisfatti di come procedono le cose.
Nel merito rileviamo che le due leggi, sia la 142 sia la 144, accettano una parte delle proposte da noi avanzate nel dibattito sulla fiducia alla Giunta di centro sinistra: mi riferisco al piano di investimenti previsto dalla 142, per nuovo materiale rotabile da mettere a disposizione delle aziende pubbliche esistenti e da costituire, ed al contributo per la pubblicizzazione del trasporto urbano previsto dalla 144.
I cinque miliardi e 500 milioni previsti dalla 142 sono certamente una cifra rispettabile che finanzia la costruzione di 310/320 pullman nuovi ricordo che la nostra richiesta fu di 500 pullman all'anno, la cui attuazione però, è strettamente collegata all'aumento dello stanziamento della 144 e quindi dello sviluppo della pubblicizzazione. E' chiaro infatti che se i Comuni, le Province e le Comunità montane, dominate dalla D.C.
resistono alle giuste rivendicazioni di pubblicizzazione avanzate unitariamente dal movimento sindacale e dai partiti di sinistra, i 500 pullman, pure necessari per una gestione efficiente del servizio, possono sembrare persino eccessivi; ma l'alternativa e quella dello sviluppo ulteriore della motorizzazione privata, del contributo cospicuo ed ingiustificato alla gestione privata e quindi l'ulteriore aumento del caos della viabilità e del disservizio del trasporto pubblico.
Perciò, se la scelta quantitativa si fa con la proposta contenuta nella legge 142, da noi giudicata positiva, rileviamo la necessità di prevedere l'aumento dello stanziamento per il 1975 e per gli anni seguenti, al fine di soddisfare i bisogni arretrati e di prospettiva. Tale aumento dovrebbe riguardare il numero dei pullman da mettere a disposizione della gestione pubblica; (noi diciamo almeno 500 all'anno per tre anni), l'aumento del contributo previsto al 70% da portare fino al 100% per le Comunità montane e per i piccoli e medi comuni agricoli che non sono in grado di far fronte con i loro bilanci, ai bisogni delle popolazioni.
Questo sarebbe un primo riconoscimento, sia pure modesto, della Regione verso quelle popolazioni che hanno pagato un caro prezzo allo sviluppo industriale dominato dal profitto privato. Riteniamo cioè che nella direzione scelta con qualche timidezza, si possa andare avanti con speditezza per affermarne la validità e la giustezza.
La legge 144 accetta la nostra proposta di dare contributi anche per le pubblicizzazioni dei trasporti urbani. Anche questo è un positivo aspetto innovatore, incentivante di per sé, al riscatto del servizio in concessione. Il contributo del 60% è valido per i grandi e per i medi, ma può risultare insufficiente (come risulterà e come dalla consultazione è emerso) per le Comunità montane e per i piccoli e medi Comuni agricoli. Si pone anche qui il problema di sollevare, per gli anni futuri, queste Comunità da spese necessarie e utili che le stesse non sono in grado di sostenere.
I settecento milioni che la 144 prevede per il riscatto delle gestioni private, devono servire per realizzare il piano nel corso del 1974. Noi abbiamo indicato alcune linee nel dibattito attorno al programma della Giunta, riteniamo che questi siano sufficienti (condizionati, come vedremo da altri fattori) ad allargare la pubblicizzazione nell'alessandrino, a iniziare quella nel Cuneese, a Chieri per le filovie e per le autolinee, a Novara (sulla Camera - Galliate - Romentino), a Vercelli per le urbane, nel Verbano, nell'astigiano, a Ivrea e le linee di Pianezza, Alpignano e Rivoli.
Vi è un rapporto stretto tra la cifra stanziata di 700 milioni e l'avviamento commerciale. Infatti l'art. 4 della legge 144 prevede che l'esercizio commerciale sia riconosciuto e vada da un massimo del 70% ad un minimo del 50%.
Ritengo che dobbiamo fare in modo che l'avviamento commerciale non sia riconosciuto, noi non concordiamo nel riconoscimento dell'avviamento commerciale e a sostegno della nostra posizione, poiché su questa proposta non siamo soli, abbiamo un disegno di legge presentato al Senato il 30.6.72 firmato dai senatori Spagnoli (oggi Presidente del Senato), Buzio, Colombo e Macarrone della mia parte. Si tratta quindi di un disegno di legge unitario che porta norme per l'assunzione e la gestione diretta dei servizi pubblici degli Enti locali.
All'art. 5 tale disegno di legge recita: "Qualora il servizio pubblico sia già affidato in concessione a terzi, l'Ente locale può assumere l'esercizio diretto in economia o a mezzo di azienda speciale mediante riscatto. In caso di riscatto e corrisposta al concessionario un'indennità determinata in base al valore industriale dell'impianto e dei relativi materiali considerati utili agli effetti dell'esercizio, tenute presenti le clausole del contratto di cessione, le quote di ammortamento non maturate le somme versate a qualsiasi titolo dall'ente concedente ed i contributi versati dagli utenti per qualsiasi spesa di impianto. E' esclusa qualsiasi valutazione di lucro cessante".
E' chiaro che questa norma presentata a nome dell'ANCI e dell'UPI sostiene che il lucro cessante e quindi in pratica l'avviamento commerciale, non sia riconosciuto. Se l'avviamento commerciale non è riconosciuto è chiaro che i 700 milioni stanziati dalla 144 possono servire per sviluppare, per potenziare la rete pubblica dei trasporti urbani.
Questa è una prima osservazione che noi facciamo ed in riferimento alla quale abbiamo presentato un emendamento all'art. 4 della legge 144.
La seconda osservazione riguarda l'art. 1 della stessa legge, dove si dice che i contributi sono dati agli Enti locali, ma anche alle società e alle municipalizzate. Noi abbiamo detto in Consiglio - e la cosa è stata confermata dalla Giunta in risposta ai nostri interventi - che il bacino di traffico dovrebbe, a nostro modo di vedere, corrispondere al comprensorio con poteri politici dati all'assemblea (da costituire) del comprensorio stesso.
E' chiaro che se in questa direzione ci vogliamo muovere l'azienda, che gestisce, può essere soltanto uno strumento tecnico, non un soggetto di potere: il potere politico di decisione spetta all'organo del comprensorio o, se volete, all'organo del bacino di traffico, la gestione spetta all'azienda o alla società che dovrà gestire i trasporti.
Pertanto noi riteniamo che i contributi dati alla società o anche alle aziende municipalizzate devono essere condizionati alle decisioni del potere politico del comprensorio, poiché se così non fosse, il potere politico verrebbe ad essere subordinato ad un ente di gestione ad un ente puramente tecnico. Ciò sosteniamo con l'emendamento che presentiamo all'art. 1 della legge 144 e che se sarà necessario illustreremo anche meglio nel corso del dibattito articolo per articolo.
La terza osservazione che facciamo, ripresa anche dal relatore, è che i trasporti sono direttamente condizionanti dell'assetto territoriale derivano ed attuano il piano regionale di sviluppo. E' necessario pertanto che ci orientiamo verso la elaborazione di un piano di trasporti regionali che corrisponda sempre di più e nel merito, agli obiettivi che ci prefiggiamo per lo sviluppo del Piemonte e per riuscire ad eliminare gli squilibri che tutti denunciano. Occorre quindi che la legge sia applicata avendo presenti gli obiettivi di piano di sviluppo. Pertanto un nostro emendamento all'art. 5, sempre della proposta di legge n. 144, va nella direzione di mettere il Consiglio Regionale in condizioni di decidere sui piani che dovranno essere finanziati, anno per anno, poiché per finanziare le due leggi, 142 e 144, c'è bisogno di una leggina, a noi pare una richiesta di normale amministrazione, che non presuppone grandi questioni di carattere politico.
Due obiettivi rimangono di fronte alla Giunta, al Consiglio ed a tutti coloro che si fanno carico di questi problemi: il contributo da dare ai Comuni, ai Consorzi di Comuni per la costruzione di immobili nuovi necessari alle aziende pubbliche; la legge dello Stato è scaduta al 31.12.73, occorre fare una legge regionale che contribuisca, in questa misura alla costituzione degli immobili.
L'altro obiettivo, non meno importante, è quello del contributo di gestione alle aziende di trasporto pubblico che dovrebbe andare ai Comuni fino a 200.000 abitanti.
Noi non concordiamo invece sulla legge 143 che concede contributi ai privati per l'acquisto di autobus, anche se comprendiamo l'impostazione della Giunta. Questa legge assolve ad una sua funzione, ma a nostro modo di vedere (e l'ha detto anche la consultazione) non favorisce la realizzazione dell'obiettivo della totale pubblicizzazione dei trasporti nella nostra regione, ma sostiene le grandi concessionarie ed elimina i piccoli e i medi concessionari o comunque coloro che (si dice) non sono più in grado di gestire il servizio con qualche profitto per loro e con qualche utile per gli utenti. Può esserci quindi l'obiettivo nascosto (nascosto fino ad un certo punto, a noi pare abbastanza evidente) di dividere il trasporto tra gestione pubblica e grandi concessionari che si ritengono siano ancora efficienti, ma che invece continuano a chiedere contributi per provvedere al servizio.
Occorre gestire con il massimo impegno e coerenza programmatica le leggi per il settore pubblico, altrimenti potreste ancora una volta trovarvi di fronte al fallimento dei vostri obiettivi, come è avvenuto per gli anni passati. Infatti il confronto non è soltanto con noi, in questo Consiglio, ma con tutte le assemblee elettive del Piemonte e con il movimento di lotta che chiede il potenziamento, l'ammodernamento le pubblicizzazioni del trasporto pubblico, quale elemento primario per il superamento degli squilibri territoriali, economici e sociali di cui il Piemonte soffre. L'esperienza ci dice che tali obiettivi possono essere realizzati soltanto con una gestione pubblica del servizio, quindi con la pubblicizzazione di tutto il settore. Poiché la parte più conservatrice della D.C. non si pone questi obiettivi, come è stato espressamente dichiarato in Commissione, vuol dire che mette in discussione principi che potevano sembrare acquisiti a seguito del fallimento del modello di sviluppo, imposto all'Italia nell'ultimo quarto di secolo, tendendo invece a rilanciare i meccanismi generatori dell'attuale gravissima crisi.
Significative poi le prese di posizione sull'autostrada Torino Pinerolo, sulla metropolitana, sull'aeroporto di Caselle e anche sulla vendita della "Gazzetta del Popolo".
Tra i dirigenti democristiani, sembra non albergare il saggio principio che, in tutte le attività umane è possibile sbagliare e che quando si sbaglia occorre, per correggere, riconoscere l'errore. Ma quando gli errori sono tanto evidenti come quelli che conosciamo, riproporli è un segno di debolezza, di autoritarismo, di inutili prepotenze e di ricatto, a meno che i dirigenti della D.C. ritengano davvero di non sbagliare mai, ma questa è un'assurdità dimostrata dalla storia e battuta in Italia dalla lotta di Resistenza contro gli uomini della provvidenza. La lotta pertanto è più che mai aperta, credo se ne rendano conto le forze politiche più avanzate della maggioranza.
Pertanto le due leggi sul settore pubblico dei trasporti, pur non essendo risolutive dei problemi che si pongono, consentono a noi, al movimento, alle forze popolari e democratiche di condurre la battaglia ad uno stadio più avanzato, più ravvicinato e quindi anche più producente per i lavoratori pendolari e per gli utenti della città e della campagna.



PRESIDENTE

La parola al Consiglierei Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

I tre disegni di legge sui trasporti presentati e danno una risposta pronta ed adeguata alle necessità e alle urgenze di quanto nella versione aggiornata in cui vengono presentati alla discussione in Consiglio - di verificare e di valutare positivamente la volontà della Giunta di realizzare nei tempi e nei modi previsti il programma annunciato in questo settore, concordemente assunto come prioritario e particolarmente qualificante dell'azione politico-legislativa della Regione nell'attuale fase congiunturale, nella più ampia prospettiva della politica di piano.
Nel programma esposto dal Presidente della Giunta si prevedeva la presentazione di un disegno di legge che si ponesse come obiettivo quello di stimolare il potenziamento e l'ampliamento delle strutture pubbliche di gestione dei trasporti su strada, con la proposta di concessione di contributi in conto capitale al fine di mettere gli Enti locali in condizioni di effettuare gli investimenti necessari a migliorare i livelli dei servizi delle aziende municipalizzate, o a partecipazione pubblica, e di preordinare quegli interventi di pubblicizzazione che si impongono in alcune aree piemontesi.
I tre disegni di legge sono orientati appunto in questa direzione, e danno una risposta pronta ed adeguata alle necessità alle urgenze di una situazione che, mentre consente investimenti con tempi tecnici ravvicinati e quindi con risultati apprezzabili a non lungo termine, costituisce anche un banco di prova decisivo per impostare una politica dei trasporti che privilegi il trasporto collettivo.
L'irrazionale assetto delle nostre città ed una politica di inserimento delle industrie effettuata senza alcuna visione organica e razionale hanno determinato congestioni non solo nelle grandi concentrazioni, per le quali si verificano effetti moltiplicatori, ma anche nei centri urbani e suburbani di minor rilievo.
D'altra parte l'eccessivo spazio dato alla motorizzazione privata ha creato una spirale che sta soffocando le città, ha reso sempre più difficile l'utilizzo dei mezzi pubblici, mentre lo stesso trasporto individuale privato è divenuto sempre più lento, scomodo, congestionato inquinante e costoso.
Le conseguenze di questa politica si sono rivelate particolarmente gravi nei confronti del traffico urbano.
A questa politica occorre opporne una diversa che privilegi, come abbiamo detto, in via di priorità assoluta il trasporto collettivo, ed all'interno di questo il trasporto pubblico, sia per la capacità e l'economicità che il trasporto collettivo presenta quanto per i vantaggi ecologici ed energetici che produce.
Questa politica si fonda su strumenti tecnici che devono essere posti in stretto collegamento perché il loro esercizio sia il più integrato possibile e il servizio venga svolto nel modo più completo ed adeguato.
Ci si trova costretti, sotto l'urgenza degli eventi, ad affrettare i tempi per modificare indirizzi, provvedimenti e tendenze anche psicologiche.
I provvedimenti legislativi presentati si propongono così l'obiettivo di perseguire alcune linee fondamentali programmatiche, volte a privilegiare i consumi sociali e quindi il trasporto pubblico. Se è vero che il livello di mobilità raggiunto rappresenta una indubbia conquista sociale, è anche vero che il desiderio di muoversi, comunque individualmente, a danno delle esigenze primarie della collettività deve essere contenuto nella giusta misura, con la congestione della rete stradale delle zone urbanizzate e la..........
In Italia circolano 18 milioni e mezzo di automobili private sufficienti a contenere (quattro per vettura) tutta la popolazione nazionale. Se, invece i 55 milioni di abitanti del nostro paese dovessero trovare posto negli autobus urbani e di linea (circa 30.000) starebbero piuttosto stretti: 1833 persone per vettura.
Ogni minuto nascono in Italia due bambini e vengono immatricolate tre automobili private. Sono anche tanti due bambini ogni minuto, ma questo problema lo affronteremo in sede di discussione sul piano di sviluppo regionale perché noi programmiamo gli effetti e non le cause, che poi producono quegli effetti che ci fanno tanto soffrire.
Due automobili su tre vengono acquistate per ragioni di lavoro, per spostarsi cioè dall'abitazione alla fabbrica, all'ufficio, al cantiere. E' evidente che qualcosa non ha funzionato e continua a non funzionare nel sistema dei trasporti se un lavoratore è tuttora costretto a ricorrere al mezzo privato per raggiungere il proprio posto di lavoro.
La conseguenza diretta dalla concentrazione urbana è stato l'ulteriore incremento della domanda di trasporto, sia per il numero degli spostamenti sia per la loro lunghezza. Nell'ambito di tale processo è emerso con particolare gravità il problema dei pendolari: si calcola che nelle aree urbane tali spostamenti coprano oltre il 70% della domanda giornaliera di trasporto.
Si è realizzata una doppia distorsione, l'una nel campo dell'industria per essere stata favorita un'espansione sproporzionata del lettore automobilistico, l'altra nel campo dei trasporti pubblici, è passata, nel quinquennio '65/'69, da 12.574 Km. a 20.950, con un degradazione del servizio ad un ruolo complementare.
Le densità automobilistiche raggiunte oggi in Italia sono di poco inferiori a quelle rilevate in Gran Bretagna. Restringendo il confronto alle sole capitali, ai poco più di 2.000 autobus di Roma si oppongono i circa 10.000 di Londra; i londinesi dispongono però anche di 355 Km. di linee metropolitane e di 780 Km. di ferrovie urbane (e quindi 1.135 Km. di linee di trasporto rapido), oltre a 350 pullman sub-urbani.
L'Italia é, tra i paesi industriali, il più arretrato in materia. A Milano sono in servizio 22 Km. di rete metropolitana, a Roma 12 Km., a Napoli 10 Km.: in totale 44 Km. e non esistono vere e proprie reti, ma soltanto linee isolate.
L'esigenza di un trasporto rapido di massa è talmente sentita che oggi in almeno quaranta metropoli del mondo sono in costruzione nuove metropolitane, mentre sono in continua espansione e in rapido aggiornamento tecnologico le reti sorte a partire dagli anni sessanta del secolo scorso.
In alcuni paesi esistono addirittura delle norme secondo le quali quando le città raggiungono un milione di abitanti hanno il diritto di vedersi riconosciuta dallo Stato la costruzione della rete metropolitana.
Per i mezzi pubblici di superficie, a livello nazionale, la lunghezza di esercizio relativa a 65 aziende municipalizzate di trasporto è passata nel quinquennio '65/'69, da 12.574 Km. a 20.950, con un incremento del 66,6 Un incremento di rilievo, pari al 16%, è stato registrato anche nell'indice "vetture-chilometro" che è passato, nello stesso periodo, da 450 milioni a 526 milioni.
Le cause più evidenti dell'attuale paralisi del traffico si possono dedurre dall'esame degli ultimi dati disponibili che si riferiscono al 1971 per le 82 aziende municipalizzate esistenti in Italia. Rispetto al '65 i Km. di esercizio nel '71 sono quasi quadruplicati mentre il numero dei viaggiatori è sempre inferiore a quello del '65.
Nel '65 circolavano solo 5 milioni e mezzo di autovetture private, in sei anni il parco privato si è più che raddoppiato, con oltre 11 milioni di vetture nel '71, ed un incremento superiore al 100%.
E' significativa la disparità di crescita degli autobus rispetto alle automobili. Considerando non soli i mezzi in servizio pubblico, ma anche quelli privati e da noleggio, e prendendo in considerazione il decennio '62/'72, vediamo che mentre il parco automobilistico è passato da tre milioni di automobili a 12 milioni e mezzo, con un incremento del 400%, gli autobus sono passati da circa 29.000 a 36.000 (in cifre tonde) con un incremento del 26%.
Le automobili per quadruplicarsi hanno impiegato 10 anni, gli autobus circa 23.
Considerando che un autobus può portare contemporaneamente una massa di 80 persone, alquanto pigiate, possiamo concludere che l'intero parco di trasporti pubblici di superficie può in tutta Italia contenere non più di 2 milioni e mezzo di persone contemporaneamente, tenendo presente che gli autobus urbani ed extra urbani che circolano oggi in Italia sono circa 36.000.
Se consideriamo la massa degli spostamenti quotidiani degli abitanti in gran parte concentrati nelle ore di punta, risulta evidente l'assoluta impossibilità di servire l'intera popolazione con una rete di servizi pubblici di trasporti tanto carente.
Il Ministro del Bilancio Giolitti ha annunciato la predisposizione di un piano per la costruzione di 30.000 autobus da adibire al servizio pubblico: contemporaneamente sono state fornite indicazioni per la chiusura al traffico dei centri storici.
I provvedimenti intesi a scoraggiare la circolazione dei mezzi privati nell'ambito dei centri urbani fino al divieto assoluto di uso in alcune zone non comportano di massima oneri economici, e possono essere presi con immediatezza; l'attuazione di tali indirizzi potrà variare da città a città in relazione alle caratteristiche socio-economiche e topografiche, e con le articolazioni più opportune. Occorre però che le amministrazioni locali si pongano su questa prospettiva e di ciò ci dobbiamo preoccupare nel momento in cui cospicui stanziamenti stanno per essere assunti a carico del bilancio regionale. Perché le spese deliberate siano veramente produttive e provochino una effettiva inversione degli orientamenti. Questo per evitare che gli autobus che gli Enti locali verranno ad acquistare in base alle provvidenze assunte con le leggi regionali, non vadano ad ingolfare ulteriormente il traffico delle città. Questa è la ragione per cui noi riteniamo assolutamente essenziale un accordo od un rapporto della Regione con gli Enti locali al fine che questi regolino nel loro interno la circolazione viabile.
In questo richiamiamo l'opportunità di promuovere strumenti normativi per la costituzione nelle città capoluogo ad alta concentrazione urbana o industriale di Enti comprensoriali di trasporto, con l'obiettivo primario dell'integrazione e della riorganizzazione delle diverse strutture di trasporti insistenti sull'area, siano esse di pertinenza delle FF.SS., di Aziende Municipali, di Società a partecipazione pubblica e privata individuando le fonti finanziarie dalle quali ricevere le opportune graduali risorse; di proseguire l'aumento dei consumi sociali ricercando in accordo con le organizzazioni sindacali, i modi che consentano il necessario incremento degli investimenti pubblici nel settore del trasporto pubblico, individuando una più pertinente strategia per il risparmio di carburanti, che comporti una diversa e permanente disciplina del traffico privato; di promuovere la costituzione del Comitato regionale di coordinamento per l'elaborazione a tempi brevissimi di uno schema di piano per integrazione regionale dei diversi modi di trasporto per conto terzi e di una previsione dei finanziamenti necessari, limitato al soddisfacimento di bisogni arretrati, effettivamente accertati.
Nel collegamento con l'attività amministrativa dei Comuni dovrà essere severamente disciplinato l'uso dell'automezzo privato nelle ore di più intensa mobilità, in coincidenza cioè con il trasporto casa-luogo di lavoro e di studio, uso che potrà essere più ampiamente consentito nelle ore in cui il suo impiego è più caratteristico in rapporto a particolari attività economiche e culturali e alla necessita di diminuire in tali periodi la frequenza dei trasporti urbani.
Occorre infine scoraggiare la penetrazione nell'area metropolitana e nelle aree urbane congestionate dei mezzi di trasporto individuali per evitare che gli intralci di traffico si spostino dalle zone più centrali ai punti di inserimento. Ciò si potrà ottenere anche evitandola costruzione di grandi parcheggi centrali o subcentrali ed attestando le persistenti correnti di traffico nelle zone periferiche con la realizzazione di adeguati parcheggi.
La condizione indispensabile per favorire e consolidare il diverso orientamento della domanda di trasporto, perché cioè essa si trasferisca dal mezzo privato a quello pubblico e di ridurre i tempi per un accentuato potenziamento dei mezzi pubblici di superficie.
E' quanto si propone il disegno di legge n. 142 con il quale sarà possibile agli Enti locali ed alle aziende di cui all'art. 1 di realizzare investimenti di grosso impegno.
La pubblicizzazione, di cui al disegno di legge n. 144, da attuarsi con inevitabile gradualità, costituisce d'altra parte il presupposto non solo per un risanamento gestionale ma anche e soprattutto una garanzia per gli oneri che la collettività deve sopportare per migliorare e per rendere più efficiente il servizio.
La realizzazione di una progressiva pubblicizzazione richiede naturalmente l'impegno e la volontà dei Comuni, si inserisce in realtà locali difformi, e potrà certamente emergere se, accanto all'esaltazione delle autonomie locali, si promuoverà, come è previsto nel programma la costituzione di consorzi di trasporti secondo le esigenze di bacino subregionali o comprensoriali.
La previsione pluriennale del disegno di legge numero 144 si muove in questa direzione, alla quale non potrà non aggiungersi un non più funzionale ed esteso servizio locale delle FF.SS.
E' ormai accertato ed accettato che l'infrastruttura più congeniale per la penetrazione nel grande centro urbano è quello su rotaia in quanto con essa, oltre alle caratteristiche del trasporto di massa, non si hanno o vengono ridotte le difficoltà di circolazione.
L'attuazione di un vasto riassetto e potenziamento dei trasporti pubblici urbani e comprensoriali è ovviamente basata su una adeguata disponibilità finanziaria.
Gli oneri che complessivamente vengono a gravare sul bilancio della Regione per il 1974 ammontano a 7 miliardi.
Si tratta di oneri di una entità tale che implicano un immediato intervento delle Regioni sulle scelte politiche nazionali affinché le Regioni siano mosse in condizioni di poter fare una loro politica dei trasporti, attraverso la revisione della legislazione nazionale delle autolinee e con la partecipazione delle Regioni ai lineamenti delle nuove programmazioni di settore come quella delle ferrovie.
E' stato fatto osservare, giustamente, che fino ad oggi gli interlocutori principali nel dibattito sulla politica dei trasporti sono stati soltanto i produttori di servizi di trasporto ed i loro fornitori di materiali rotabili, di carburanti e di accessori.
Nei recenti incontri fra le Regioni e il Governo si intravedono segni di una diversa prospettiva che vede le Regioni come i nuovi interlocutori della politica nazionale e dei trasporti.
Occorre tuttavia uno spostamento del volume degli investimenti dello Stato a favore del settore dei trasporti pubblici, sul quale le Regioni possano operare la modifica del sistema, essendo evidente che le attuali risorse delle Regioni sono del tutto inadeguate od insufficienti.
Queste sono le linee sulle quali noi ci attestiamo ed in forza delle quali riteniamo di dare il nostro voto favorevole ai disegni di legge presentati dalla Giunta, con gli aggiornamenti che noi approviamo effettuati in occasione della discussione dei tre progetti di legge da parte della II Commissione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Carazzoni. Ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, colleghi, inizieremo questo breve intervento, che vale anche come dichiarazione di voto, sui progetti di legge 142 - 143 144, congiuntamente portati in esame dalla Giunta Regionale, con una considerazione di carattere generale. In questi ultimi tempi si è molto parlato e teorizzato sulla necessità di dar vita ad un nuovo modello di sviluppo, superando le contraddizioni, le carenze, gli squilibri del vecchio meccanismo che privilegiava i consumi individuali a tutto danno dei consumi sociali e collettivi. Se si vuole veramente incidere in questa direzione, cioè se si vuole veramente realizzare una inversione di tendenza, un meccanismo diverso, uno sviluppo che faccia registrare questo cambio di situazione, è fuor di dubbio che occorre affrontare in maniera prioritaria il problema del trasporto pubblico.
Ma qual è la situazione in questo campo, a livello nazionale? Non esiste - e noi diciamo che non esiste per l'imprevidenza dei Governi di centro-sinistra - un piano nazionale dei trasporti, anzi, non esiste neppure una definita, concreta politica dei trasporti, con le conseguenze negative che oggi sono davanti agli occhi di tutti. Il nuovo Governo ha affermato ancora una volta, in sede di presentazione di programma, la volontà, il proposito di affrontare il problema. Noi vogliamo augurarci che non si tratti della solita velleitaria dichiarazione ma di un prologo ad atti finalmente concreti, cioè di interventi legislativi per provvedimenti e per finanziamenti adeguati. Intanto, però, questo stato di cose viene a condizionare, in termini generali ed in termini particolari la politica della Regione nel settore dei trasporti, essendo ovvio - almeno per la nostra parte - che la completa disciplina di questa materia non può, e non deve, prescindere da un inquadramento nell'ambito della programmazione nazionale.
Detto questo, come osservazione tipica della situazione esistente a livello governativo, noi dobbiamo anche aggiungere che non migliore o più soddisfacente si presenta, a giudizio nostro, la situazione a livello regionale. Anche qui si avverte, infatti, la mancanza di una chiara e precisa linea di condotta, non essendosi ancora riusciti, da parte delle maggioranze che si sono succedute al Governo Regionale, a definire una completa politica dei trasporti, naturalmente inserita, come dicevamo prima, nella politica nazionale. Per esempio, la definizione delle dimensioni ottimali dei bacini di traffico non può essere ulteriormente ritardata, perché in caso contrario la politica regionale in materia di trasporti continuerà a restare priva di ogni valido supporto e mancando di un preciso quadro regionale di riferimento non ci sembra possibile parlare seriamente di pubblicizzazione delle aziende di trasporto, perché fino a quando questo non ci sarà, cioè fino a quando questo quadro non sarà dato la pubblicizzazione stessa sarà effettuata dagli Enti locali caso per caso senza validi criteri informatori.
In questa ottica crediamo che siano più che legittime alcune perplessità nostre sul fatto che, con i provvedimenti portati in discussione dalla Giunta, e pur riconoscendo ad essi un carattere innovativo in alcune loro parti, si possa assicurare decisamente una vera riforma nel campo del trasporto pubblico. Pensiamo infatti che i tre disegni di legge siano riconducibili più modestamente alla sfera di interventi per situazioni di emergenza, al di là di quelli che sono gli stanziamenti previsti e che riconosciamo essere considerevoli e incidenti sul bilancio regionale per notevole misura.
Non saremo tuttavia noi a contestare interventi della Regione in questo settore, per cui il nostro voto sarà favorevole anche se con riserve sulla disparità di trattamento previsto per le aziende pubbliche in rapporto a quelle private, che non ci sembra del tutto equo e ragionato; e anche se per ciò che attiene alla ripartizione dei contributi previsti, noi siamo dell'avviso che debba essere il Consiglio Regionale l'organo deliberante tenuto conto dei fondi disponibili, della situazione finanziaria degli enti richiedenti, del carattere di socialità delle spese per le quali -viene richiesto il contributo, e soprattutto della loro rispondenza alla programmazione regionale. Questa è una previsione non contemplata dal disegno di legge, e sulla quale noi dobbiamo esprimere il nostro dissenso.
Ma, come già detto, al di là di queste riserve non mancherà il voto favorevole della nostra parte di disegni di legge in esame.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Rossotto. Ne ha facoltà.



ROSSOTTO Carlo Felice

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, le tre leggi, che oggettivamente possono avere una loro validità, pongono seri problemi per gli stanziamenti che presuppongono e per l'assoluta mancanza di coordinamento con il bilancio e con quella azione programmatica cui la Giunta, nel presentarsi davanti al Consiglio, fece riferimento.
Siamo ormai ai primi di aprile, sono trascorsi mesi, le note di variazione di cui si era parlato in precedenza non sono ancora arrivate, e noi oggi ci vediamo proporre di autorizzare una spesa dell'ordine del 10 per cento delle disponibilità oggettive del 1973. E' indubbiamente un grosso intervento quello che la Regione si accinge a fare a favore del trasporto collettivo, in funzione del risanamento delle aziende di trasporto pubblico, delle municipalizzate che operano a livello regionale.
La prima considerazione cui siamo chiamati è indubbiamente per la situazione che si presenta nell'area metropolitana di Torino, e soprattutto nel Comune di Torino, con il pauroso disavanzo dell'Azienda trasporti municipale. In questa carenza di riferimenti programmatici di bilancio, e di fronte a quelle che giorno per giorno nel Paese sono le voci di ulteriore allarme per una situazione che si sta incancrenendo, una situazione di continuo deficit che viene ad impegnare tutte le possibilità del nostro sistema socio-economico, minacciandone la stessa sopravvivenza (faccio richiamo all'intervista che il Governatore della Banca d'Italia ha rilasciato giorni fa al "Corriere della Sera", in cui appunto venivano chiaramente individuate come non solo più di allarme ma di tragica rottura le situazioni di certi Enti locali, di certe amministrazioni, proprio come queste Aziende municipalizzate, le quali hanno adottato il sistema, per loro forse logico, ma indubbiamente illogico dal punto di vista economico di spendere e di continuare ad accumulare debiti nei confronti del mercato finanziario) si aggiungono i costi del mercato finanziario per operazioni di indebitamento da parte degli enti o provvidenziali o, rimanendo in questo settore, di enti pubblici che operano in situazioni di deficit: si arriva a tassi di interesse del 15-16-17 per cento.
Il mio non vuol essere un discorso di allarmismo ma un discorso di serietà. Nel momento in cui assumiamo un onere di questa portata dobbiamo anche avere ben presente che così non potremo assolutamente sanare i deficit delle Aziende municipalizzate di trasporto, delle Aziende pubbliche, se non avremo il coraggio nel contempo di porre rimedio alle cause di tale deficit. So bene che queste mie affermazioni possono farmi accusare di spirito asociale o di mancanza di sensibilità ai problemi che il momento attuale pone alla collettività, ma io dico che è opportuno che si incominci a pensare anche ad una politica delle tariffe, perché non è assolutamente concepibile, con gli aumenti dei costi di esercizio che inconfutabilmente ci sono stati, che si possa rimanere fermi a tariffe di trasporto pubblico immutate dal 1963, e che ci si illuda di poter risanare i deficit di queste aziende soltanto con interventi dell'entità di quelli cui queste leggi fanno riferimento. Il mio è indubbiamente un discorso che suscita grossi contrasti, ma la parte politica cui io appartengo si sente in dovere, proprio per il molo di opposizione che in democrazia deve essere sostenuto anche oltre il limite della impopolarità, di dire che non si pu proseguire, non si può fare una seria politica, anche soltanto limitata al campo dei trasporti, limitandosi ad uno stanziamento, sia pure di notevole entità, che però produce l'effetto di una goccia d'acqua su una piastra rovente. Secondo la chiara denuncia del Governatore della Banca d'Italia la nostra economia è ormai nel pieno di uno stato di collasso generale, di cui cominciamo a vedere le tragiche conseguenze.
Quindi, a monte di queste tre leggi devono esserci delle chiare predisposizioni programmatiche della Regione in rapporto a quello che la Giunta aveva indicato come suo intendimento in fatto di politica dei trasporti. Questi tre provvedimenti non devono essere un qualcosa che venga aggiunto, messo a lenimento di una ferita ben più grave e profonda. Nello stesso tempo, bisogna avere il coraggio politico di sostenere la necessità di certe scelte, di dire che le tariffe vanno aggiornate, perché altrimenti chi sarà a pagare dopo questi sette miliardi di cui ora si fa carico la collettività, insufficienti comunque a sanare la situazione, gli altri miliardi di deficit per gli interessi passivi che si accumulano - nella misura e nella entità di cui ho fatto cenno prima, e che sono ben note a tutti gli amministratori locali, a tutti gli amministratori, a tutti gli operatori politici - cui si arriverà inevitabilmente se ad un certo momento non si avrà il coraggio di affrontare l'impopolarità con il dire che una redistribuzione di questi costi deve essere fatta direttamente nei confronti dell'utente? Terzo punto, è mancata finora, a monte e nella discussione, la precisazione che i nostri investimenti devono essere finalizzati al riequilibrio dell'assetto regionale territoriale, che ha visto finora premiare sempre la concentrazione dell'area metropolitana torinese. Noi sappiamo perfettamente che questi provvedimenti andranno per il 90%, a favorire aziende che risiedono, che operano nella città di Torino, perch non inquadrati nella politica che la Regione vuole attuare, a livello non soltanto di enunciazione ma di impegno al riequilibrio regionale dei trasporti.
Su questi punti ci si può riallacciare ad altri interventi, ad altri ordini del giorno, ad altre interrogazioni che sono stati presentati: occorre una politica organica, che contempli un giusto equilibrio fra trasporti privati e pubblici, nel momento in cui, per l'impellenza degli avvenimenti, o per debiti con il passato, noi ci apprestiamo a premiare determinate forme di nuove infrastrutture che non sono indirizzate finalizzate nello stesso carattere con cui questi provvedimenti si presentano.
In base a quanto ho detto, serenamente, ma evidenziando la gravità della situazione, io dichiaro che se non verranno chiarimenti nel corso del dibattito e nel corso della replica da parte della Giunta il Gruppo liberale si asterrà nella votazione su questi provvedimenti, proprio per la loro mancanza di coordinamenti sul piano generale.



PRESIDENTE

Non ho altri iscritti a parlare. Se più nessuno chiede la parola inviterei a parlare l'Assessore Gandolfi, a nome della Giunta.



GANDOLFI Aldo, Assessore ai trasporti

Signor Presidente, signori Consiglieri, cercherò anch'io di riassumere ed illustrare succintamente, con riferimento agli interventi che sono stati svolti nel corso del dibattito, le ragioni che hanno indotto la Giunta a presentare questi disegni di legge Sono ragioni che, peraltro, nelle indicazioni programmatiche della Giunta erano già ampiamente individuate e spiegate, quando si indicava come problema prioritario il problema dei trasporti, e, come esigenza fondamentale di emergenza, in attesa di interventi di carattere strutturale più consistenti, sul breve e sul medio termine, quella di stimolare gli investimenti in materiale rotabile nel settore per quanto riguarda il problema del trasporto su strada. Direi che gli avvenimenti succedutisi dopo il momento della presentazione del programma hanno, se mai, accentuato questo tipo di esigenza: oggi possiamo fare previsioni di aumento nei prossimi due o tre anni dell'utilizzo del mezzo di trasporto collettivo, - soprattutto, data la carenza del sistema ferroviario, dell'autobus, per il trasporto su strada - non inferiori al 30%; l'ultimo rincaro della benzina, in particolare, sta accentuando fenomeni e tensioni di questo genere.
Ora, noi ci troviamo in Piemonte in presenza di un sistema che specialmente nelle ore di punta, cioè quelle che interessano il trasporto dei pendolari, ci fa trovare di fronte ad una completa saturazione di mezzi e di risorse. Il materiale rotabile a disposizione, considerando il complesso delle aziende di trasporto della Regione, per il servizio sia urbano che extra-urbano è costituito da 2270 autobus, totalmente impiegati nelle ore di punta, e che hanno, tra l'altro, una età media molto alta, da undici a tredici anni. E' dunque una situazione del tutto inadeguata ad affrontare i nuovi problemi emergenti. Si impone dunque in tutta evidenza la necessità di un piano di investimento straordinario. Noi con questi provvedimenti di legge riteniamo di poter stimolare una domanda, per il complesso delle autolinee urbane ed extraurbane del Piemonte, superiore ai 400 autobus e prossima ai 450 autobus per il 1974.
Direi che in questa logica la erogazione di contributi non solo alle aziende pubbliche ma anche alle aziende private si colloca come risposta alla esigenza di determinare una domanda complessiva sufficientemente ampia ed adeguata, nel senso che sarebbe del tutto controproducente ed illusorio cercar di stimolare la domanda da parte delle aziende pubbliche e lasciar invece cadere la domanda delle aziende private a livelli bassissimi.
Il secondo elemento che dobbiamo far rilevare, questo in risposta ad una considerazione che faceva poco fa il collega Rossotto a nome del Partito liberale, è che questi provvedimenti e stanziamenti non sono diretti tanto a risanare la situazione deficitaria delle aziende pubbliche ma fanno piuttosto riferimento ad una situazione nella quale abbiamo dovuto registrare che le aziende pubbliche, in conseguenza della situazione fortemente deficitaria, non fanno da alcuni anni a questa parte praticamente più investimenti. A parte un intervento dello Stato, con una legge del '72, di carattere straordinario anche questa, che, grosso modo ha concesso dei contributi dell'ordine del 50 per cento, le Aziende municipalizzate da alcuni anni hanno lasciato cadere in maniera decisa il loro volume di investimenti per il rinnovo del materiale rotabile, ridotto nelle condizioni che poco fa denunciavo. Per i trasporti interurbani, i dati che abbiamo presentato ai Consiglieri con i disegni di legge mi sembrano abbastanza significativi, da questo punto di vista: cioè, noi in questi ultimi due anni, per effetto delle leggi votate nel '72, abbiamo registrato un volume di investimenti dei privati sul trasporto interurbano di 75-80 autobus all'anno; le aziende pubbliche, invece, hanno toccato complessivamente in due anni un volume di rinnovi in totale di 15 autobus con un rapporto che è assolutamente sproporzionato al rapporto delle percorrenze, la cui misura è di 1-4 (il complesso delle percorrenze gestite dalle aziende pubbliche è cioè circa un quarto, anche un pochino di più, di quello delle aziende private in Piemonte).
Quindi, questi interventi si collocano nella logica non tanto di risanare dei deficit ma di stimolare gli investimenti delle aziende pubbliche, che altrimenti sono destinati a rimanere ad un livello bassissimo, e quindi non assolutamente in grado di dare una risposta adeguata all'aumento della domanda di trasporto che si va registrando.
In alcune riunioni che tecnici dell'Assessorato hanno fatto in aree fortemente industrializzate per discutere la soluzione di questi problemi si è proprio registrato che, mentre i privati hanno ancora una certa elasticità in termini di mezzi e di disponibilità, di manovra di mezzi per rispondere a richieste di aumento di utenze, le aziende pubbliche hanno ormai raggiunto il livello di esaurimento totale dei mezzi e dispongono di materiale particolarmente vecchio e inefficiente. Quindi, se vogliamo dare una risposta a questo ordine di problemi dobbiamo fare azione di stimolo e di incentivazione degli investimenti nelle aziende pubbliche.
Il deficit delle aziende pubbliche pone indubbiamente dei problemi, che vanno risolti anche in contesti e con azioni di tipo diverso.
Indubbiamente, incentivi di questo genere all'investimento ridurranno in prospettiva nei prossimi anni anche in parte i deficit delle aziende pubbliche, perché riducono le quote di ammortamento e di manutenzione che le aziende pubbliche devono sopportare. Ma il problema delle aziende pubbliche è anche problema di criteri di gestione non sempre corretti e di costi di personale pesantissimi, che alle organizzazioni sindacali noi abbiamo anche chiaramente segnalato. Perché se c'è un grosso problema di cui le organizzazioni sindacali devono farsi carico, questo è costituito dagli oneri per il personale che gravano sulle aziende municipalizzate particolarmente massicci e pesanti, e con tendenza ad un aumento particolarmente forte; e questo, tra l'altro, è un ostacolo anche sulla strada della pubblicizzazione, perché non c'è dubbio che le resistenze più decise ad ampliare la sfera della gestione pubblica vengono, se mai, dagli Enti locali, che hanno delle giuste, ragionevoli perplessità ad affrontare i costi di gestione che le pubblicizzazioni comportano.
Anche su questo piano, direi, in risposta ad alcune considerazioni che sono state fatte ed anche in risposta alle argomentazioni polemiche rivolte contro alcune componenti della maggioranza, la Giunta ha espresso un orientamento omogeneo e concorde su questo tipo di problemi: considerare in sostanza, che sì, si deve mirare ad un ampliamento della sfera di gestione pubblica in questo campo, se non altro per ragioni che definirei fisiologiche, perché è un campo che non presenta più le condizioni per una alimentazione del fenomeno di imprenditorialità e perché taluni problemi in situazioni particolarmente critiche possono essere risolti solo con l'intervento dei poteri pubblici, ma che sicuramente per molti anni il settore in Piemonte deve ancora puntare su un pieno utilizzo delle risorse degli imprenditori privati e della loro volontà, per chi l'avrà, di continuare a gestire attività imprenditoriali nel settore. Quindi, è una prospettiva di compresenza della mano pubblica e della mano privata nel settore che noi dobbiamo avviarci a gestire con oculatezza e con attenzione verso le dinamiche che il settore deve presentare.
Da questo punto di vista, pertanto, a completare le considerazioni che già ha fatto il relatore per quanto riguarda l'arco limitato di tempo, cioè due anni, degli interventi a favore degli imprenditori privati per gli investimenti in nuovi autobus, devo aggiungere che, come ho detto anche in Commissione, esamineremo nei prossimi mesi anche una possibilità di forme diverse di utilizzo dei fondi regionali in questa materia, ad esempio valutando se non possa essere più conveniente, dal punto di vista dell'intervento regionale, avviare forme di leasing piuttosto che forme di contributi in conto capitale ai concessionari di tutti i tipi.
Credo di aver così dato risposta a molte considerazioni che sono state formulate. Sulle riserve avanzate dal Consigliere Marchesotti, in particolare, legate a proposte di emendamento presentate dal Gruppo comunista, penso sia più corretto intervenire quando gli emendamenti verranno sottoposti all'approvazione del Consiglio.
Faccio presente, da ultimo, che a nome della Giunta, e d'accordo in particolare con l'Assessore Simonelli, competente per il settore, ho proposto alcuni emendamenti che riguardano in particolare i dispositivi di finanziamento, modificando il dispositivo precedente.



PRESIDENTE

E' così chiusa la discussione generale.
Prima di passare alla votazione, debbo informare il Consiglio che sono stati presentati alcuni emendamenti, fra i quali i tre emendamenti cui ha ora fatto cenno l'Assessore Gandolfi, riguardanti più specificamente la parte finanziaria.
Mi è stato fatto rilevare che sarebbe opportuno che su questi emendamenti si pronunciasse preventivamente la I Commissione. Sospenderei pertanto la seduta per alcuni minuti per permettere al presidente di convocare la I Commissione.



GARABELLO Enzo

La I Commissione è convocata seduta stante.



(La seduta, sospesa alle ore 17,05, riprende alle ore 17,25)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Disegno di legge n. 142, presentato dalla Giunta Regionale in data 5/2/'74: "Contributo agli Enti locali ed alle Aziende pubbliche o a partecipazione pubblica per l'acquisto di materiale rotabile".
Articolo 1 "Per favorire un programma straordinario di investimenti in materiale rotabile, la Regione Piemonte può concedere, a partire dall'esercizio 1974 contributi in conto capitale alle aziende pubbliche o a partecipazione pubblica e agli Enti locali.
I contributi vengono concessi: a) alle aziende speciali di cui al T.U. approvato col R.D. 15/10/1925 n. 2578 e alle aziende a prevalente partecipazione pubblica che effettuino investimenti in materiale rotabile per servizi di linea urbani o extraurbani, sia automobilistici che filoviari b) agli Enti locali, singoli o associati, che comunque effettuino investimenti per l'acquisto di materiale rotabile".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare? Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: Presenti e votanti 36 Hanno risposto SI 32 Consiglieri Si sono astenuti 4 Consiglieri.
L'art. 1 è pertanto approvato.
Articolo 2 "I contributi di cui al precedente articolo sono stabiliti nella misura del 70% delle spese riconosciute ammissibili e sostenute per l'attuazione degli investimenti indicati nell'art. 1 della presente legge".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare? Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: Presenti e votanti 35 Hanno risposto SI 31 Consiglieri Si sono astenuti 4 Consiglieri.
Anche l'art. 2 è pertanto approvato.
Articolo 3.
"Gli Enti e le Aziende dovranno presentare alla Giunta Regionale Direzione compartimentale dei Trasporti, apposita istanza di contributo corredata dalla documentazione necessaria alla istruttoria.
Dell'istruttoria delle domande e di ogni eventuale valutazione tecnico finanziaria è incaricata la Direzione compartimentale trasporti in concessione".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare? Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione sull'art. 3: Presenti e votanti 33 Hanno risposto SI 29 Consiglieri Si sono astenuti 4 Consiglieri.
Anche l'art. 3 è pertanto approvato.
Articolo 4 "Le spese da ritenere ammissibili a contributo dovranno riferirsi esclusivamente ad acquisto di materiale rotabile idoneo ed indispensabile all'esercizio dei trasporti per il quale l'azienda o l'Ente siano legittimati.
All'istanza di cui al precedente articolo deve essere allegata la dimostrazione della spesa effettivamente sostenuta, con acclusa fotocopia del documento che legittima la circolazione e la proprietà del materiale rotabile acquistato.
Le aziende o gli Enti di cui all'art. 1 sono altresì tenuti a fornire ogni ulteriore delucidazione e documentazione che, in sede di istruttoria o di accertamenti diretti, il competente ufficio ritenesse necessario acquisire ai fini della determinazione del contributo da concedere".
Chiede di parlare il Consigliere Calsolaro. Ne ha facoltà.



CALSOLARO Corrado

Solo per fare una osservazione a proposito della espressione che compare nel secondo comma, "con acclusa fotocopia del documento": penso vi sia stata una svista e che si volesse invece dire "con acclusa copia autenticata". La fotocopia non ha infatti alcun valore giuridico.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

La Giunta è d'accordo di modificare, adottando l'espressione: "fotocopia autenticata"



PRESIDENTE

Prego il proponente di formalizzare l'emendamento aggiuntivo, perché io lo possa mettere regolarmente in votazione.
Il Consigliere Calsolaro ha così formulato l'emendamento: scrivere anziché "con acclusa fotocopia del documento ..", "con fotocopia autenticata del documento.....".
Chi intende approvare l'emendamento è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è accolto all'unanimità.
Integrato secondo, l'emendamento, l'art. 4 può essere ora posto in votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione sull'art. 4: Presenti e votanti 35 Hanno risposto SI 31 Si sono astenuti 4 Consiglieri.
L'art. 4 è dunque approvato.
Articolo 5 "La concessione e l'erogazione dei contributi sono stabilite con decreto del Presidente della Giunta Regionale su conforme deliberazione della Giunta stessa.
Le somme non assegnate in un esercizio finanziario potranno esserlo nell'esercizio successivo".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare? Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione sull'art. 5: Presenti e votanti 32 Hanno risposto SI 29 Si sono astenuti 4 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
Articolo 6.
"I contributi di cui agli artt. 1 e 2 sono cumulabili con quelli per il rinnovo del materiale rotabile di cui alla legge regionale 20 agosto 1973 n. 22 o con benefici derivanti da eventuali leggi statali, purché il complesso dei contributi non superi il totale degli investimenti effettuati; in tal caso i contributi di cui alla presente legge vengono ridotti fino alla concorrenza della somma globale degli investimenti effettuati".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare? Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione sull'art. 6: Presenti e votanti 30 Hanno risposto SI 27 Si sono astenuti 3 Consiglieri.
Anche l'art. 6 e approvato.
Articolo 7 "L'ammortamento relativo alle quote degli investimenti sovvenzionati ai sensi della presente legge sono esclusi dal computo delle sovvenzioni di esercizio assegnabili a norma della Legge 2 agosto 1952, n. 1221".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare? Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: Presenti e votanti 29 Hanno risposto SI 26 Si sono astenuti 3 Consiglieri.
Anche l'art. 7 è pertanto approvato.
Per l'art. 8 sono proposti un emendamento soppressivo ed uno aggiuntivo sostitutivo.
L'emendamento soppressivo propone semplicemente di sopprimere l'art. 8.
E' sottoscritto dai Consiglieri Garabello, Dotti, Nesi e Calleri. Chi intende approvare la soppressione dell'art. 8 è pregato di alzare la mano.
Contrari? Astenuti? L'emendamento soppressivo è approvato con 26 voti favorevoli, senza contrari né astenuti.
L'emendamento sostitutivo, sottoscritto dai Consiglieri Garabello Nesi, Calleri, Gandolfi e Dotti, è in questi termini: "Per la concessione dei contributi di cui agli artt. 1 e 2 della presente legge è autorizza alla spesa di 5 miliardi e 500 milioni, a cui si provvede con una quota, di pari ammontare, della somma derivante dal riparto del fondo di cui all'art. 9 della legge 16 maggio 1971, n. 281, per l'anno 1974.
Nello stato di previsione della spesa per l'esercizio in corso sarà istituito il capitolo n. 1195, con la denominazione: 'Contributi in capitale agli Enti locali, alle Aziende speciali di cui al testo unico approvato con il R.D. 15 ottobre 1925, n. 2578, ed alle Aziende a prevalente partecipazione pubblica, nella spesa per l'acquisto di materiale rotabile", con lo stanziamento di 5 miliardi e 500 milioni; lo stanziamento di cui al capitolo n. 1401 relativo al fondo per il finanziamento dei programmi regionali di sviluppo sarà contestualmente ridotto nella misura indicata nel precedente comma.
Gli oneri per l'attuazione della presente legge nell'anno 1975 ed in quelli successivi saranno determinati con apposita legge regionale che ne stabilirà il relativo finanziamento.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Chi intende approvare l'emendamento è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
Passiamo ora alla votazione per appello nominale sull'art. 8 così emendato. Si proceda all'appello.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione sull'art. 8: Presenti e votanti 32 Hanno risposto SI 29 Si sono astenuti 3 Consiglieri.
Anche l'art. 8 è approvato.
Qualcuno desidera fare dichiarazioni di voto prima che si passi alla votazione per appello nominale sul testo complessivo della legge 142? Allora, si passi al voto.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione sul testo complessivo del disegno di legge n. 142: Presenti e votanti 31 Hanno risposto SI 29 Si sono astenuti 2 Consiglieri.
Il Consiglio Regionale ha così approvato il disegno di legge n. 142 che con questa approvazione diventa legge regionale.
Disegno di legge n. 143, presentato dalla Giunta Regionale in data 5/2/'74: "Contributo alle imprese private per le spese di acquisto di autobus nuovi".
Articolo 1 "Per stimolare un programma straordinario di investimenti in materiale rotabile, la Regione Piemonte può concedere alle imprese private esercenti autoservizi di linea di concessione regionale un contributo finanziario pari al massimo al 30 della spesa di acquisto di autobus nuovi.
Il contributo sarà concesso per gli autobus acquistati negli esercizi 1974 e 1975 e destinati ai servizi di linea, sulla base della somma risultante da documenti di acquisto e fino ad un massimo di L. 9.000.000 per gli autobus e 121000.000 per gli autosnodati".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede la parola? Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



BERTI Antonio

Chiedo la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Effettueremo la verifica subito dopo il conteggio dei voti e la proclamazione dell'esito della votazione, ormai avvenuta.
Comunico l'esito della votazione per l'art. 1: Presenti e votanti 33 Hanno risposto SI 19 Consiglieri Hanno risposto NO 10 Consiglieri Si sono astenuti 4 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
E' stata chiesta la verifica del numero legale. Si proceda a tale verifica, facendo l'appello dei Consiglieri.



(I Consiglieri del Gruppo comunista escono dall'Aula)



(Si procede alla verifica del numero legale per appello nominale)



CALSOLARO Corrado

Si sospenda la verifica: chi chiede la verifica dev'essere presente.



PRESIDENTE

Non ha obbligo di rimanere in aula dopo aver fatto la richiesta.



(Si riprende nella verifica del numero legale)



PRESIDENTE

Prego sospendere la chiamata per dare lettura di queste norme: "La Presidenza è tenuta a verificare se il Consiglio sia, oppure no, in numero legale per deliberare quando ciò sia richiesto da tre Consiglieri e il Consiglio stia per procedere a qualche votazione.
Non può essere chiesta la verifica del numero legale prima dell'approvazione del processo verbale né in occasione di votazioni che si debbano fare per alzata di mano per espressa disposizione del Regolamento.
Per verificare se il Consiglio è in numero legale, il Presidente ordina l'appello.
I Consiglieri che sono in congedo, entro un limite massimo di un quinto dei componenti il Consiglio, ovvero sono assenti per incarico avuto dal Consiglio, non vengono computati per fissare il numero legale. Se il Consiglio non è in numero legale, il Presidente può rinviare la seduta ad altra ora dello stesso giorno, con un intervallo di tempo non minore di un'ora, oppure toglierla; in quest'ultimo caso il Consiglio si intende convocato senz'altro per il prossimo giorno feriale all'ora medesima del giorno precedente, salvo diversa disposizione del Presidente da comunicare prima che la seduta sia tolta".
Occorre quindi comunicare al Consigliere Berti che la richiesta di verifica del numero legale dev'essere fatta da tre Consiglieri.



(Il Consigliere Berti rientra in aula)



PRESIDENTE

Devo comunicare al Consigliere Berti che la verifica del numero legale dev'essere chiesta da tre Consiglieri. Lo inviterei pertanto, se desidera rinnovarla, a farla appoggiare da altri due Consiglieri.



BERTI Antonio

Vista la solerzia del Presidente, che mai si è dimostrato tanto puntuale ed aggiornato, rinnovo la richiesta di verifica a nome di altri due mie compagni.



(Rientrano altri due Consiglieri comunisti)



BERTI Antonio

Siamo dunque in tre a chiedere la verifica del numero legale, come vuole il Regolamento.
Spero avrete compreso che il nostro è un gesto di carattere politico con il quale intendiamo evidenziare che le leggi passano alla Regione solo grazie alla presenza dei comunisti.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Questa legge non passerebbe comunque, perché voi votate contro.



BERTI Antonio

E' una questione di presenza.



PRESIDENTE

Si riprenda l'appello nominale per la verifica del numero legale.



CALSOLARO Corrado

Sono sempre dell'avviso che non si può chiedere la verifica ed uscire.



PRESIDENTE

Nessuno fa divieto ad un Consigliere di avanzare una proposta e poi allontanarsi: non mi pare che un Consigliere sia obbligato a far numero.



CALSOLARO Corrado

Se non vuole essere computato non fa neanche la proposta.



PRESIDENTE

Il Regolamento non stabilisce che debba stare in aula.



CALSOLARO Corrado

Il Regolamento presuppone il rispetto di certe regole di correttezza signor Presidente.



PRESIDENTE

Ora non si tratta di discutere sul Regolamento. Andiamo avanti.



(Si riprende la verifica del numero legale)



DOTTI Augusto

Secondo me, l'interpretazione più semplice, dell'articolo che ci ha letto il Presidente è che i tre Consiglieri che chiedono la verifica debbano essere presenti alla votazione ed essere computati nel numero legale: sono disposto a sostenere anche per iscritto questo principio. Se non fosse così, la verifica non avrebbe significato.



PRESIDENTE

I presenti sono 23; 5 Consiglieri però sono in congedo. Poiché l'art.
27, al quarto comma, dice che "I Consiglieri che sono in congedo, entro il limite massimo di un quinto dei componenti..., non vengono computati per fissare il numero legale", i Consiglieri, essendo in 23 su 45, sono in numero legale.



DOTTI Augusto

Vorrei comunque una risposta, ad evitare che si instauri la prassi che si può chiedere la verifica del numero legale e poi andarsene, in modo da non essere conteggiati.



PRESIDENTE

Il Regolamento non dà precise indicazioni in proposito, non dice che "i richiedenti sono computati nel numero" o che devono rimanere in aula dopo aver fatto la loro richiesta, come sarebbe stato indubbiamente esplicitato se questo fosse stato l'intendimento: prevede invece che si tenga conto dei Consiglieri in congedo.
Il Presidente non può arrogarsi di decidere quale sia la interpretazione da dare in questa circostanza.



MENOZZI Stanislao

Desidero comunque associarmi alle osservazioni fatte dal collega Dotti.
In quest'aula in cui è riecheggiato tante volte l'invito alla coerenza e soprattutto alla serietà, al di sopra e al di fuori delle norme regolamentari, non mi è sembrato un atteggiamento serio quello assunto dal Capogruppo comunista Berti e dai suoi compagni con l'essersi assentati subito dopo aver chiesto la verifica. Penso che in ogni momento si debba dar prova in questo Consiglio anche di quella serietà e di quella coerenza alla quale da certi banchi tante volte ci è venuto il richiamo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Zanone. Ne ha facoltà.



ZANONE Valerio

L'osservazione del Consigliere Dotti mi pare fondata; se un certo quorum di Consiglieri chiede di esercitare un diritto regolamentare ci presuppone la loro presenza nell'aula; diversamente, avremmo un diritto di latitanza oltre che un diritto di richiesta di verifica del numero legale.
Desidero anche risulti dal verbale di questa adunanza che su questa legge, su cui il Gruppo liberale si asterrà, la nostra presenza in aula al completo è determinante per il proseguimento dei lavori.



PRESIDENTE

La verifica è avvenuta. Sono risultati presenti 23 Consiglieri; cinque essendo in congedo, ed essendo 45 il numero cui si deve fare riferimento 23 rappresenta la maggioranza.
La verifica ha pertanto dimostrato la presenza in aula dei Consiglieri in numero legale.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Berti. Ne ha facoltà.



BERTI Antonio

A questo punto, ovviamente, il nostro Gruppo rientra in aula.
Come la maggior parte dei presenti penso abbia chiaramente compreso il Presidente ha indubbiamente dato prova di averlo capito -, il senso del nostro atteggiamento era quello di richiamare il Consiglio Regionale alla realtà dei fatti, confermata or ora dal collega Zanone con il chiedere che sia esplicitamente dato atto a verbale della essenzialità della presenza in aula dell'intero Gruppo liberale; la maggioranza, con le sue assenze, non è mai in condizioni di garantire l'approvazione delle leggi che essa stessa propone. L'accusa di mancanza di serietà rivolta alla nostra parte pertanto, è ridicola soltanto perché viene da Menozzi, ché altrimenti sarebbe cosa assai seria.
Noi vogliamo pertanto che risulti ben chiaro che in generale il Consiglio Regionale può procedere nei suoi lavori perché il Gruppo comunista, con la presenza costante della maggior parte dei suoi componenti, garantisce sempre il numero legale. In questa occasione, nella quale la perfetta conoscenza del Regolamento di cui il Presidente del Consiglio ha fatto sfoggio (mi voglio congratulare vivamente con lui, deve averlo studiato di notte), l'impasse della verifica è stato superato e si può proseguire ugualmente, se avessimo fatto tale richiesta in altre occasioni le cose sarebbero però andate in modo diverso. Poco male, poich la nostra intenzione non è certo di bloccare i lavori del Consiglio.
Naturalmente, chiediamo alla diligenza della Presidenza del Consiglio di richiamare i Consiglieri che non sono presenti, nelle forme che già altre volte abbiamo suggerito.



PRESIDENTE

Faremo come si è già fatto per i partecipanti alle Commissioni.
Chiede di parlare il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Sotto un certo profilo potrei compiacermi di questo incidente, perch credo che in qualche modo giovi alla funzionalità dell'assemblea. Vorrei però far garbatamente rilevare che ogni Gruppo è essenziale rispetto all'esercizio dei propri diritti e della propria attività politica per gli altri, quindi ciascuno lavora per sé e per gli altri: è una attività solidale quella che lega, sotto questo profilo, il lavori in una assemblea legislativa.
Dopo aver ricondotto in questo modo, per quanto mi riguarda, le cose nelle loro esatte dimensioni, faccio anche rilevare che molte volte membri della maggioranza, specie Assessori, sono impegnati in attività che sono funzionali rispetto a quelle dell'assemblea. Non mancano peraltro assenze che duole anche a me spesso lamentare e denunciare e che rendono qualche volta un po' ansiosa la mia presenza in Consiglio.



PRESIDENTE

Passiamo dunque alla votazione dell'art. 2.
Pregherei vivamente i Consiglieri di non allontanarsi, in modo che la votazione dei sei articoli di questo disegno di legge possa avvenire con regolarità e speditezza. Un primo richiamo lo faccio dunque in questo senso.
Articolo 2.
"Il contributo potrà essere accordato solo nel caso che il conto di esercizio dell'anno precedente a quello di acquisto degli autobus comprensivo dei contributi ricevuti a titolo di esercizio, di competenza dell'anno stesso, risulti passivo per tutto il complesso delle autolinee ordinarie di gran turismo ed internazionali concesse all'impresa dallo Stato, dalla Regione e dai Comuni.
In caso di pubblicizzazione la quota di investimenti sovvenzionata ai sensi della presente legge non potrà essere conteggiata ai fini dell'indennizzo".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare? Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione sull'art. 2: Presenti e votanti, 32 Hanno risposto SI 19 Consiglieri Hanno risposto NO 10 Consiglieri Si sono astenuti 3 Consiglieri.
Anche l'articolo 2 è approvato.
Articolo 3: "Il Contributo di cui all'art. 1 è cumulabile con quello per il rinnovo del materiale rotabile di cui alla Legge regionale 20 agosto 1973; n. 22 purché il complesso dei contributi non superi il totale dell'investimento effettuato; in tal caso, i contributi di cui alla presente legge vengono ridotti fino alla concorrenza della somma degli investimenti effettuati".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare? Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione sull'art. 3: Presenti e votanti 32 Hanno risposto SI 19 Consiglieri Hanno risposto NO 10 Consiglieri Si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
Articolo 4 "Le domande per la concessione del contributo dovranno essere indirizzate alla Giunta Regionale e presentate alla Direzione compartimentale dei Trasporti in concessione, allegando per ciascun veicolo acquistato i documenti di acquisto. Le domande, sotto pena di decadenza dovranno essere presentate almeno 30 giorni prima della scadenza dell'esercizio cui si riferisce il contributo richiesto.
Saranno ammessi a contributo i veicoli che dalle caratteristiche tecniche iscritte sulla carta di circolazione risulteranno essere autobus collaudati per servizi di linea ordinari ed acquistati entro l'anno per il quale viene chiesto il contributo.
L'ammontare del contributo sarà determinato sulla base della fattura di acquisto, che verrà raffrontata con il listino dei prezzi delle principali case costruttrici degli autoveicoli.
Ai fini dell'attuazione dell'art. 2, secondo comma, della presente legge, la Direzione compartimentale dei Trasporti potrà, con le modalità che verranno indicate dal Conservatore del Pubblico Registro automobilistico, iscrivere il contributo concesso sulla carta di circolazione o sul foglio complementare. La Direzione complementare dei Trasporti potrà inoltre iscrivere il vincolo di cui all'art. 25 della legge 28/9/1939 n. 1822 secondo il quale l'alienazione dell'autobus è subordinata all'autorizzazione della Direzione compartimentale trasporti.
L'Azienda dovrà altresì presentare, sotto la propria responsabilità, un dettagliato conto economico del complesso delle autolinee per l'esercizio precedente a quello di acquisto, in merito a tale conto la Direzione compartimentale trasporti è autorizzata ad effettuare presso l'azienda riscontri contabili ed amministrativi per accertare la veridicità e l'ammissibilità dei dati forniti.
Le somme non assegnate in un esercizio finanziario potranno esserlo in quello immediatamente successivo".
Non sono stati proposti emendamenti. Nessuno chiede di parlare? Si proceda alla votazione per appello nominale.
Chiede di parlare il Consigliere Berti. Ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Signor Presidente, desidero risulti a verbale di questa adunanza quanto segue.
Quando ha ordinato la verifica del numero legale, ed essendo stato quindi effettuato l'appello, ella ha concluso escludendo agli effetti del computo della maggioranza i Consiglieri considerati in congedo, da lei indicati in numero di cinque. In apertura di seduta, però, lei aveva dichiarato in congedo due Consiglieri. E' bensì vero che altri tre nomi sono stati aggiunti, ma questi Consiglieri non si possono considerare regolarmente in congedo in quanto non hanno presentato per iscritto tempestivamente, come stabilisce il Regolamento, che lei ha così diligentemente letto prima, la loro richiesta di congedo, perché fosse comunicato prima dell'inizio della seduta al Consiglio in modo che chi lo volesse potesse elevare opposizione.
Avendo lei conteggiato, per poter continuare i lavori, come in congedo cinque Consiglieri anziché due, a nostro giudizio le decisioni preso dopo la verifica del numero legale non sono valide.



PRESIDENTE

Faccio presente che la prassi costante.....



BERTI Antonio

La prassi non è legge.



PRESIDENTE

Finora mi sono sempre attenuto a quella che era una prassi già instaurata precedentemente, cioè che le domande di congedo in genere venissero comunicate non per iscritto, ma in assemblea, attraverso i Gruppi o i rappresentanti di Gruppo. Anche il congedo del Consigliere Besate, del vostro Gruppo, l'ho accettato per quanto la comunicazione mi sia stata fatta solo verbalmente da elementi della sua parte.
D'ora in poi, visto che ci si appella a questo principio, mi atterr strettamente al Regolamento, non accogliendo più richieste di congedo che vengano dai Gruppi anziché dall'interessato, e per iscritto.
A questo punto, chiedo al Consiglio di esprimersi: se si ritiene che al momento della verifica non vi fosse il numero legale, secondo l'obiezione sollevata dal Consigliere Berti, sono pronto a sospendere immediatamente la seduta, per riconvocarla tra un'ora.
Chiede di parlare il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Desidero esprimere una presa di posizione sulla quale ho meditato per qualche attimo. Poiché questo incidente ci consente di fare delle puntualizzazioni in ordine al Regolamento e di stabilire dei precedenti delle prassi, riterrei che la richiesta del numero legale, così come ogni altra domanda, interrogazione ed attività diretta a stimolare un intervento, una risposta, comporti necessariamente la presenza del richiedente. Non è certamente esatto dire che i richiedenti devono essere computati ancorché usciti dall'aula, se decidono di assumere questo atteggiamento; ritengo però che l'abbandono dell'aula dopo la richiesta di verifica del numero legale equivalga a rinuncia o decadenza dalla richiesta medesima.
Concludo pertanto con queste tre considerazioni: 1) i richiedenti, o vengono conteggiati, in quanto sono presenti, o, se si assentano, non si dà corso alla verifica del numero legale, secondo una prassi seguito anche nelle sedi giudiziarie (la costituzione della parte civile decade, ad esempio, se questa si allontana dall'aula) e che credo sarebbe seguita in sede parlamentare se un caso analogo si presentasse, ma non mi risulta ciò sia finora accaduto 2) mi rimetto alla interpretazione del Presidente in ordine ai modi per computare i presenti 3) non ho nulla da eccepire se la riunione viene sospesa per essere rinviata a fra mezz'ora, o un quarto d'ora, entro il termine più breve possibile.



PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta ha chiesto che si sospenda la seduta per potersi incontrare con i Capigruppo e studiare con essi la esatta interpretazione da dare in rapporto all'incidente sollevato. Il Regolamento non precisa nulla in proposito, e non vi sono precedenti del genere.
Sospendo pertanto la seduta e convoco i Capigruppo.



(La seduta, sospesa alle ore 18,30, riprende alle ore 18,55)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Comunico al Consiglio che nella riunione dei Capigruppo è stato fatto presente che la richiesta di verifica, come era d'altronde evidente non aveva un carattere burocratico o regolamentare, ma voleva essere un richiamo ai Consiglieri per le numerose assenze. Su questo punto non vi è alcun dubbio che il Presidente debba richiamare solennemente i Consiglieri specialmente trattandosi di tre leggi che hanno una grande importanza e che determinano un investimento di notevole valore.
La Presidenza dei Capigruppo ha poi convenuto che quanti avevano chiesto congedo successivamente alla comunicazione, non potevano essere computati nel numero perché la richiesta deve essere fatta per iscritto non può essere comunicata né attraverso i Gruppi, né attraverso singoli Consiglieri e deve anche essere affissa; deve quindi pervenire prima dell'apertura della seduta e in modo che si sappia quali Consiglieri hanno chiesto congedo e l'unico modo non può che essere quello per iscritto diversamente il Presidente non può controllare la veridicità di quanto gli è richiesto.
Nella Conferenza dei Capigruppo si è convenuto quindi che nel momento in cui l'assemblea è stata chiamata alla verifica non si potevano computare cinque Consiglieri in congedo perché solo tre lo erano regolarmente per cui, dato che nel momento in cui è stata formalizzata la richiesta non sussisteva il numero legale, fino all'art. 1 la legge 143 è stata regolarmente votata, successivamente non vi è stata regolarità di votazione.
A questo punto il Presidente, scaduto il termine regolamentare della sospensiva, dispone che la seduta riprenda iniziando nuovamente la votazione dall'art. 2. Spetta ancora al Presidente (cosa che ha già fatto in sede di Commissione e qui in aula) di richiamare solennemente i Consiglieri a voler essere presenti costantemente alle riunioni del Consiglio perché è inammissibile che si disertino sistematicamente le sedute; il Presidente si ripropone, a termini di regolamento, di comunicare all'assemblea quanti non sono stati presenti a queste sedute.
Vi è poi un altro aspetto rilevato dai Capigruppo: molti Consiglieri hanno altri incarichi e non possono, per ragioni che non spetta alla presidenza giudicare, frequentare le sedute del Consiglio.
Il Presidente ancora una volta richiama solennemente tutti i Consiglieri a voler compiere il proprio dovere.
Se non vi sono osservazioni riprende la votazione dall'art. 2.
Articolo 2 "Il contributo potrà essere accordato solo nel caso che il conto di esercizio dell'anno precedente a quello di acquisto degli autobus comprensivo dei contributi ricevuti ad ogni titolo, risulti passivo per tutto il complesso delle autolinee ordinarie di granturismo ed internazionali concesse all'impresa dallo Stato, dalla Regione e dai Comuni.
In caso di pubblicizzazione la quota di investimenti sovvenzionata ai sensi della presente legge non potrà essere conteggiata ai fini dell'indennizzo".
Nessuno chiede la parola.
Si passi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 32.
Hanno risposto SI 18 Consiglieri.
Hanno risposto NO 11 Consiglieri.
Si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Articolo 3 "Il contributo di cui all'art. 1 è cumulabile con i contributi garantiti dalla legge regionale 20.8.1973 n. 22, purché il complesso dei contributi non superi il totale dell'investimento effettuato; in tal caso i contributi di cui alla presente legge vengono ridotti fino alla concorrenza della somma degli investimenti".
Nessuno chiedendo di parlare, si passi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 32.
Hanno risposto SI 18 Consiglieri.
Hanno risposto NO 11 Consiglieri.
Si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
Articolo 4 "Le domande per la concessione del contributo dovranno essere indirizzate alla Giunta Regionale e presentate alla Direzione Compartimentale dei Trasporti in Concessione, allegando per ciascun veicolo acquistato i documenti di acquisto. Le domande, sotto pena di decadenza dovranno essere presentate almeno trenta giorni prima della scadenza dell'esercizio cui si riferisce il contributo richiesto.
Saranno ammessi a contributo i veicoli che dalle caratteristiche tecniche iscritte sulla carta di circolazione risulteranno essere autobus collaudati per servizi di linea ordinari ed acquistati entro l'anno per il quale viene chiesto il contributo.
L'ammontare del contributo sarà determinato sulla base della fattura di acquisto, che verrà affrontata con il listino dei prezzi delle principali case costruttrici degli autoveicoli.
Ai fini dell'attuazione dell'art. 2, secondo comma, della presente legge, la Direzione Compartimentale dei Trasporti potrà con le modalità che verranno indicate dal Conservatore del Pubblico Registro automobilistico iscrivere il contributo concesso sulla carta di circolazione o sul foglio complementare. La Direzione Compartimentale dei Trasporti potrà inoltre iscrivere il vincolo di cui all'articolo 25 della legge 28.9.1939 n. 1822 secondo il quale l'alienazione dell'autobus è subordinata all'autorizzazione della Direzione Compartimentale Trasporti.
L'azienda dovrà altresì presentare, sotto la propria responsabilità, un dettagliato conto economico del complesso delle autolinee per l'esercizio precedente a quello di acquisto. In merito a tale conto la Direzione Compartimentale Trasporti è autorizzata ad effettuare presso l'azienda riscontri contabili e amministrativi per accertare la veridicità e l'ammissibilità dei dati forniti".
Non vi sono emendamenti, si passi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 31.
Hanno risposto SI 18 Consiglieri.
Hanno risposto NO 10 Consiglieri.
Si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
Articolo 5 "Alle aziende che nella istanza di contributo ne facciano esplicita richiesta, la Giunta Regionale può concedere un anticipo del 50% del contributo ammissibile.
Il pagamento degli acconti verrà eseguito in base alle singole richieste delle aziende.
La Giunta Regionale delibera l'assegnazione del contributo al termine di ogni esercizio. Nel caso in cui la somma dei contributi ammessi superi per ciascun esercizio il relativo stanziamento del bilancio, la liquidazione definitiva sarà disposta riducendo proporzionalmente tutti i contributi ammessi.
Le singole erogazioni saranno disposte con decreto del Presidente della Giunta Regionale".
Nessuno chiede la parola? Si passi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 32.
Hanno risposto SI 18 Consiglieri.
Hanno risposto NO 11 Consiglieri.
Si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'articolo 5 e approvato.
All'articolo 6 vi è un emendamento soppressivo a firma Nesi - Calleri Garabello - Dotti: "Sopprimere l'art. 6".
Chi intende approvarlo e pregato di alzare la mano.
L'emendamento soppressivo è approvato. Emendamento sostitutivo: Articolo 6 "Per la concessione dei contributi e delle anticipazioni di cui agli artt. 1 e 5 della presente legge è autorizzata la spesa di 750 milioni, a cui si provvede con una quota di pari ammontare della somma derivante dal riparto del fondo di cui all'art. 9 della legge 16.5.1971 n. 281, per l'anno 1974 iscritto al cap. 1401 del bilancio di previsione 1974.
Nello stato di previsione della spesa per l'esercizio in corso sarà istituito il capitolo 1197, con la denominazione "Contributi in capitale alle imprese private esercenti autoservizi di linea di concessione regionale, nelle spese per l'acquisto di autobus nuovi e con lo stanziamento di 750 milioni; lo stanziamento di cui al capitolo 1401 relativo al fondo per il finanziamento dei programmi regionali di sviluppo sarà contestualmente ridotto nella misura indicata nel precedente comma.
Gli oneri per l'attuazione della presente legge nell'anno 1975 saranno determinati con apposita legge regionale che ne stabilirà il relativo finanziamento.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Chi intende approvare questo emendamento è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato.
Passiamo alla votazione per appello nominale, dell'art. 6 così sostituito.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 34.
Hanno risposto SI 20 Consiglieri.
Hanno risposto NO 11 Consiglieri.
Si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 6 è approvato.
Prima di passare alla votazione della legge nel suo complesso chiedo al Consiglio se qualcuno intende fare dichiarazioni di voto. Nessuno.
Passiamo allora alla votazione della legge nel suo complesso.



(Si procede alla votazione per appello nominale. )



PRESIDENTE

Presenti e votanti 34.
Hanno risposto SI 20 Consiglieri.
Hanno risposto NO 11 Consiglieri.
Si sono astenuti 3 Consiglieri.
Il progetto di legge n. 143 è approvato.
Disegno di legge n. 144 presentato dalla Giunta Regionale in data 5.2.74 "Contributi regionali per investimenti nel settore dei trasporti agli Enti locali e ad aziende pubbliche o a partecipazione pubblica".
Articolo 1.
"Per favorire lo sviluppo di gestione pubblica nei servizi di trasporto collettivo su strada, la Regione Piemonte può concedere, a partire dall'esercizio 1974, contributi in conto capitale.
l contributi vengono concessi: a) alle aziende speciali di cui al Testo Unico approvato col R.D.
15.10.1925 n. 2578 e alle aziende a prevalente partecipazione pubblica che effettuino investimenti per acquisire nuove concessioni o assorbire società private già operanti nel settore dei servizi di linea b) agli Enti locali singoli e associati che costituiscano aziende speciali di cui al T.U. approvato col R.D. 15.10.1925 n. 2578 oppure che acquisiscano partecipazioni in società aventi come scopo sociale l'esercizio di servizi di linea e che siano, o diventino per questo, a prevalente partecipazione pubblica".
Vi sono due emendamenti.
Emendamento aggiuntivo dei Consiglieri Berti, Rivalta e Marchesotti: "Al punto a) terza riga, dopo le parole 'a prevalente partecipazione pubblica che', aggiungere 'sulla base dei piani e dei programmi di Bacino di traffico elaborati dai Comuni e dai loro Consorzi' ".
Secondo emendamento, aggiuntivo, del Consigliere Gandolfi: "Al punto a), terza riga, dopo le parole 'a prevalente partecipazione pubblica che', aggiungere 'sulla base di piani di trasporto di comprensorio o di programmi proposti dagli Enti locali' ".
La parola al Consigliere Marchesotti.



MARCHESOTTI Domenico

Non desidero illustrare l'emendamento, ma annunciare che lo ritiriamo e sottoscriviamo l'emendamento presentato dal Consigliere Gandolfi, in quanto vi è analogia nel contenuto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gandolfi.



GANDOLFI Aldo, Assessore ai trasporti

Voglio solo precisare che l'emendamento l'ho presentato a nome della Giunta: ritenendo di accettare lo spirito delle considerazioni del Gruppo comunista, abbiamo però voluto formularlo in una maniera più corretta ed accettabile per la Giunta.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento aggiuntivo sottoscritto dal Consigliere Gandolfi.
L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione l'art. 1 così emendato, per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: Hanno risposto SI 32 Consiglieri Hanno risposto NO 3 Consiglieri.
L'articolo 1 è approvato.
Articolo 2.
"I contributi sono stabiliti nella misura del 60% delle spese riconosciute ammissibili e sostenute per l'attuazione degli investimenti indicati nell'art. 1 della presente legge".
Non vi sono emendamenti.
Passiamo alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 34.
Hanno risposto SI 31 Consiglieri.
Si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Articolo 3 "Gli Enti o le Aziende interessate al conseguimento del contributo ne richiedono il preventivo affidamento alla Giunta Regionale inviando alla Direzione Compartimentale dei Trasporti in Concessione una domanda corredata da un programma tecnico-finanziario e delle deliberazioni dei propri organi competenti.
La Giunta Regionale rilascia il preventivo affidamento anche in riferimento alle linee programmatiche della Regione in materia di assetto del territorio e di trasporti.
Gli Enti e le Aziende dopo la comunicazione dell'affidamento da parte della Regione dovranno presentare alla Direzione Compartimentale dei Trasporti apposita istanza di contributo, corredata dalla documentazione necessaria alla istruttoria.
Dell'istruttoria delle domande e di ogni eventuale valutazione tecnico finanziaria è incaricata la Direzione Compartimentale Trasporti in Concessione".
Nessuno chiede la parola? Si passi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 34.
Hanno risposto SI 31 Consiglieri.
Si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
Articolo 4.
"Nel caso di acquisizione di nuove concessioni, o di assorbimento di società, le spese da ritenere ammissibili a contributo si riferiscono a: rilievo o acquisto di materiale rotabile idoneo e indispensabile all'esercizio dei trasporti acquisiti acquisizione di immobili strettamente connessi e indispensabili all'esercizio dei trasporti acquisiti.
La spesa ammissibile per l'acquisto del materiale rotabile e degli immobili verrà calcolata in base a stima presentata alla Regione ed eventualmente da essa modificata.
Potrà anche essere riconosciuta la spesa relativa all'avviamento commerciale in misura non superiore al 70% di una annualità di prodotti valutata come media degli ultimi tre anni nell'ipotesi di coefficienti di esercizio inferiori a 1-2 e non superiori al 50% per coefficienti di esercizio uguali o superiori a 1,2".
Emendamento sostitutivo del quinto comma dell'art. 4 dei Consiglieri Berti, Rivalta e Marchesotti: "Sostituire il quinto comma che inizia con le parole 'Potrà anche' e termina con le parole 'superiore a 1,2' con la dicitura '7 esclusa qualsiasi valutazione di lucro cessante' ".
Desiderano illustrarlo? No.
La parola all'Assessore Gandolfi.



GANDOLFI Aldo, Assessore ai trasporti

Dichiaro a nome della Giunta che la stessa non può accettare l'emendamento per le ragioni già espresse in Commissione, cioè che non si tratta in realtà di un lucro cessante, ma del riconoscimento oltre al valore del capitale investito nell'azienda, anche di un'attività prestata dall'imprenditore in regime di prezzi amministrati e per un servizio pubblico sovente per molti anni.



BERTI Antonio

Deve riconoscere che l'espressione "lucro cessante" è felicissima.



PRESIDENTE

Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento sostitutivo del quinto comma.
L'emendamento non è approvato.
Pongo in votazione l'art. 4 nel suo testo originale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 33.
Hanno risposto SI 20 Consiglieri.
Si sono astenuti 13 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
Articolo 5 "La concessione e l'erogazione dei contributi sono stabiliti con decreto del Presidente della Giunta Regionale su conforme deliberazione della Giunta stessa.
Le somme non assegnate in un esercizio finanziario potranno esserlo nell'esercizio successivo.
L'erogazione è effettuata in proporzione alla realizzazione del programma di investimenti".
L'emendamento aggiuntivo a firma Berti Rivalta - Marchesotti dice: "Dopo le parole 'La concessione e l'erogazione dei contributi sono' aggiungere la frase 'sulla base del programma annuale approvato dal Consiglio' ".



MARCHESOTTI Domenico

Rinunciamo ad illustrarlo perché la cosa è chiara e non è nuova.



PRESIDENTE

L'Assessore Gandolfi?



GANDOLFI Aldo, Assessore ai trasporti

Devo precisare che la Giunta non può accettare l'emendamento perché si tratta di una funzione tipicamente amministrativa.



MARCHESOTTI Domenico

Non vuole.



GANDOLFI Aldo, Assessore ai trasporti

Non può perché non vuole evidentemente.
Deve anche fare rilevare che nella sostanza l'esigenza che pone il Gruppo comunista di valutazioni di programmi da parte del Consiglio si realizzerà nei fatti perché essendo previsto che ogni anno la Giunta debba ripresentare una legge di finanziamento, è ovvio che lo farà con delle indicazioni di programmi di intervento per l'anno che verrà preso in considerazione.



RIVALTA Luigi

Siete contro qualsiasi forma di programmazione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento aggiunto.
L'emendamento non è approvato.
Pongo in votazione l'art. 5, nel suo testo originale, per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 32.
Hanno risposto SI 20 Consiglieri.
Si sono astenuti 12 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
Articolo 6.
"Ai fini della concessione dei contributi di cui agli articoli 1 e 2 della presente legge è autorizzata la spesa di lire 700 milioni per l'anno finanziario 1974.
All'onere di cui al precedente comma si provvede iscrivendo la somma di L. 700 milioni nel capitolo n. 20 dello stato di previsione dell'entrata per l'esercizio in corso, relativo alla quota di riparto del fondo per il finanziamento dei programmi regionali di sviluppo, nonché istituendo nello stato di previsione della spesa per l'esercizio in corso il capitolo n.
1196 con la denominazione: "Contributi in capitale agli Enti locali, alle Aziende speciali di cui al testo unico approvato con il R.D. 15 ottobre 1925, n. 2578, ed alle Aziende a prevalente partecipazione pubblica, per investimenti nel settore dei servizi di trasporto collettivo su strada" e con lo stanziamento di L. 700 milioni.
Gli oneri per l'attuazione della presente legge nell'anno 1975 ed in quelli successivi saranno determinati con apposita legge regionale che ne prevedrà il relativo finanziamento.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Vi è un emendamento soppressivo dei Consiglieri Calleri, Nesi Garabello, Dotti: "Sopprimere l'art. 6".
Chi intende approvare l'emendamento è pregato di alzare la mano: è approvato all'unanimità.
L'art. 6 è soppresso.
Vi è ora un emendamento sostitutivo: "Per la concessione dei contributi di cui agli articoli 1 e 2 della presente legge è autorizzata la spesa di 750 milioni, a cui si provvede con una quota, di pari ammontare, della somma derivante dal riparto del fondo di cui all'art. 9 della legge 16 maggio 1971 n. 281, per l'anno 1974 iscritto al cap. 1401 nel bilancio di previsione 1974.
Nello stato di previsione della spesa per l'esercizio in corso sarà istituito il cap. 1196, con la denominazione: "Contributi in capitale agli Enti locali, alle Aziende speciali di cui al T.U. approvato con il R.D.
15.10.1925 n. 2578 ed alle Aziende a prevalente partecipazione pubblica nella spesa per investimenti nel settore dei servizi di trasporto collettivo su strada", con lo stanziamento di 750 milioni; lo stanziamento di cui al cap. 1401, relativo al fondo per il finanziamento dei programmi regionali di sviluppo, sarà contestualmente ridotto nella misura indicata nel precedente comma.
Gli oneri per l'attuazione della presente legge nell'anno 1975 ed in quelli successivi saranno determinati con apposita legge regionale che ne stabilità il relativo finanziamento.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.
L'emendamento è firmato dai Consiglieri Garabello, Calleri, Nesi Gandolfi, Dotti.
Chi intende approvare l'emendamento sostitutivo è pregato di alzare la mano. L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione per appello nominale l'art. 6 così emendato



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 31.
Hanno risposto SI 29 Consiglieri.
Hanno risposto NO 2 Consiglieri.
L'articolo 6 è approvato.
Prima di porre in votazione l'intero testo chiedo se qualche Consigliere desidera fare dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Rossotto, ne ha facoltà.



ROSSOTTO Carlo Felice

Signor Presidente, a nome del Gruppo liberale dichiaro che voteremo contro questo testo di legge e la giustificazione di ciò risale a quanto già annunciato nell'intervento sui tre testi cumulativamente: con un contributo di 700 milioni noi andiamo ad incrementare fonti di ulteriore disavanzo per gli Enti locali che si trovano nella situazione di grave dissesto ben nota a tutti. Questo non è il modo per affrontare seriamente i problemi che urgono ed il richiamo che ho fatto in precedenza a quanto osservato dal Governatore della Banca d'Italia sulla facilità con cui vengono assunti e gestiti i disavanzi da parte e gli Enti locali mi pare che dovrebbe imporci un atteggiamento negativo ad ulteriormente allargare le possibilità di indebitamento se non abbiamo risolto i motivi a monte ai quali ho accennato e che hanno portato all'astensione del gruppo.



PRESIDENTE

Nessun altro chiede di parlare? Pongo in votazione l'intero testo del disegno di legge n. 144: "Contributi regionali per investimenti nel settore dei trasporti agli Enti locali e ad aziende pubbliche o a partecipazione pubblica".
Si proceda all'appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Presenti e votanti 32.
Hanno risposto SI 30 Consiglieri.
Hanno risposto NO 2 Consiglieri.
Il disegno di legge n. 144 è approvato.
Vi sono ancora alcuni punti all'ordine del giorno, il Consiglio che cosa intende fare? E' stato chiesto che la seduta fosse rinviata.



BERTI Antonio

Chi l'ha chiesto?



PRESIDENTE

Il Consigliere Bianchi prega di rinviarla.



BERTI Antonio

Se ci prega, siamo d'accordo!!



PRESIDENTE

Non posso però non chiedere una brevissima riunione dei Capigruppo per fissare la data della Conferenza dei Presidenti dei Gruppi e della Giunta.
La seduta è tolta e sarà riconvocata a domicilio.



(La seduta ha termine alle ore 20)



< torna indietro