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Dettaglio seduta n.213 del 29/03/74 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Hanno chiesto congedo i Consiglieri: Beltrami, Cardinali, Conti Fassino, Franzi, Garabello, Giovana e Gandolfi.
Apposizione visto del Commissario del governo alla legge regionale 28.2.74 "Contributi nelle spese di funzionamento delle Comunità montane".


Argomento:

Ordine del giorno della seduta


PRESIDENTE

L'ordine del giorno, che aveva ieri subito una inversione, reca: "Norme per l'autonomia contabile del Consiglio Regionale in attuazione della legge 6.12.73 n. 853: modificazione del testo approvato il 26 aprile e 6 giugno 1973".
Rendiconto delle spese sostenute dalla Presidenza Consiglio Regionale nel corso dell'anno 1973.
Esame proposta di legge regionale n. 104.
Designazione dei rappresentanti della Regione nei Consigli di amministrazione del Politecnico, delle opere universitarie del Politecnico e dell'Università; nelle Commissioni regionali per il lavoro a domicilio e per la manodopera agricola.
Se nessuno chiede la parola, l'ordine del giorno è approvato.
Comunico ancora che i disegni di legge n. 142-143-144 relativi ai contributi ad Enti locali, aziende pubbliche o a partecipazione pubblica e ad imprese private per investimenti nel settore dei trasporti, sono rinviati alla seduta di lunedì 1^ aprile alle ore 15.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Norme per l'autonomia contabile del Consiglio Regionale in attuazione della legge 6.12.73 n. 853: modificazione del testo approvato il 26 aprile e 6 giugno 1973


PRESIDENTE

Come i Consiglieri sanno, questa legge determina l'autonomia contabile e funzionale dei Consigli Regionali delle Regioni a statuto ordinario.
Articolo 1.
"Per le esigenze funzionali dei Consigli Regionali, le regioni istituiscono nel propri stati di previsione della spesa, nel titolo I di cui all'articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 3 dicembre 1970, n. 1171 (spese correnti), sezione I (amministrazione generale) categoria "Servizi degli organi statutari", apposita rubrica da intestare alla Presidenza del Consiglio Regionale".
Articolo 2.
"La rubrica è ripartita nei seguenti 6 capitoli: 1) spese per le indennità di carica è di missione spettanti ai componenti del Consiglio Regionale 2) spese di rappresentanza del Presidente del Consiglio Regionale 3) spese postali, telefoniche, di cancelleria, di resocontazione, di stampa, di documentazione e biblioteca, e in genere di economato; spese per attrezzature e arredamento 4) spese per il personale addetto al Consiglio Regionale 5) contributi per il funzionamento dei Gruppi consiliari 6) compensi, onorari e rimborsi per consulenze prestate da enti o privati a favore del Consiglio Regionale; convegni, indagini conoscitive studi e ricerche".
Articolo 3 "Gli stanziamenti da iscrivere nei capitoli di spesa di cui ai - punti 1), 4) e 5) dell'articolo 2 devono essere sorretti da leggi regionali.
Gli stanziamenti di cui ai punti 2), 3) e 6) del medesimo articolo 2 possono trovare fa loro disciplina nel regolamento interno del Consiglio Regionale".
Articolo 4 "I fondi iscritti nei capitoli di bilancio di cui alla presente legge sono messi globalmente a disposizione del Presidente del Consiglio Regionale mediante titoli di spesa intestati al Presidente stesso.
I regolamenti interni dei Consigli disciplinano le modalità di assunzione delle deliberazioni di spesa e le modalità di stipulazione di convenzioni e contratti.
Gli atti amministrativi e di gestione relativi a detti fondi non sono soggetti al controllo di cui all'art. 125 della Costituzione".
Articolo 5 "La presidenza del Consiglio Regionale sottopone all'assemblea consiliare, secondo le norme previste nel regolamento interno di questa apposita rendicontazione delle spese. Le correlative risultanze finali sono incluse nel rendiconto generale della Regione".
In base a questa legge sono state apportate al vecchio regolamento alcune modifiche, il regolamento è stato trasmesso alla I Commissione e questa ha nominato relatore il Consigliere Dotti.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Carazzoni, ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, io non so se questo mio intervento sia ortodosso dal punto di vista procedurale, ma mi consenta ciò nonostante di domandare a lei ed ai colleghi se è dignitoso per l'assemblea regionale affrontare una discussione in queste condizioni. Sono presenti in aula quindici Consiglieri; della maggioranza è rappresentato il solo Gruppo della D.C.
mentre sono assenti gli altri tre gruppi componenti il quadripartito.
Forse non spetterebbe a me, visto i sospetti di cui sono sempre gratificato, ma chiedo al Presidente del Consiglio, al Presidente della Giunta, ai colleghi: veramente pensiamo di rendere credibile la vita della Regione in questo modo? Ripeto, non so se sono nei canoni della ortodossia procedurale, ma riterrei molto più serio sospendere la seduta.



PRESIDENTE

Io accolgo la richiesta e siccome il suo intervento suona come una richiesta di verifica del numero legale, sospenderei per alcuni minuti la seduta.



BESATE Piero

Si chiede in occasione delle votazioni la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Possiamo anche non sospenderla, io non ho particolari motivi per farlo.
La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, lei ha visto che stavo parlando con il Consigliere Dotti. Per qualsiasi relatore credo non sia gradevole esporre la propria relazione, anche in funzione del lavoro della Commissione, in queste condizioni.
Per questo motivo quindi, se i colleghi sono d'accordo, direi di sospendere per alcuni minuti.



PRESIDENTE

Consigliere Besate.



BESATE Piero

A nome del mio Gruppo, per le ragioni addotte dal Consigliere Bianchi e non per ragioni di regolamento perché non siamo in votazione per appello nominale (caso in cui è possibile chiedere la verifica del numero legale) e soltanto per questa ragione accettiamo la sospensione.



PRESIDENTE

Infatti io ho detto che poiché l'intervento suonava quasi come una richiesta di verifica, accettavo di sospendere.
La seduta è sospesa per cinque minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 15,40, riprende alle ore 15,55)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Norme per l'autonomia contabile del Consiglio Regionale in attuazione della legge 6.12.73 n. 853: modificazione del testo approvato il 26 aprile e 6 giugno 1973.
La parola al relatore Consigliere Dotti.



DOTTI Augusto, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, il Presidente del Consiglio ha già dato lettura della legge quadro 853 per la disciplina dell'autonomia contabile - e molto efficacemente è stato detto dal legislatore, "e funzionale" - dei Consigli Regionali delle Regioni a statuto ordinario. In base a questo titolo della legge quadro dello Stato proporrei una modifica di forma del nuovo testo delle norme per cui invece di leggere semplicemente "Norme per l'autonomia contabile" che è una cosa un po' troppo strettamente amministrativa, per sottolineare meglio l'autonomia stessa, come ha fatto il legislatore, aggiungerei "contabile e funzionale del Consiglio Regionale". così diamo, mi sembra, non solo una panoramica più ampia, ma siamo anche nel rispetto della legge nazionale.
Dovrei ringraziare l'Ufficio di Presidenza che ha voluto stendere un nuovo testo che si differenzia ben poco da quello già approvato dal Consiglio il 4 maggio 1973 e le differenziazioni sono unicamente quelle che di necessità dovevano essere apportate al vecchio testo per la pubblicazione di una legge quadro.
Salva una modifica di carattere tecnico per cui l'ufficio di ragioneria non si chiama più così, ma ufficio finanze e bilancio, le altre, che adesso illustrerò, sono ben poca cosa. Comunque voglio informare che il testo predisposto dalla Presidenza del Consiglio è giunto alla I Commissione che lo ha esaminato e, salvo alcune piccole cose che sono state concordate e che fanno parte integrante del testo distribuito ieri ai Consiglieri ritengo non vi sia molto da aggiungere, comunque l'accordo nella I Commissione è stato unanime.
Le novità, come dico, non sono molte, però appare da questa nuova stesura che effettivamente il Consiglio ha un bilancio proprio, con proprie entrate e con proprie spese, mentre nella vecchia edizione apparivano di più le spese che le entrate.
Naturalmente erano già compresi anche prima i sei capitoli di spesa però dice la nuova legge all'art. 2 che questi sei capitoli di spesa devono far parte di una rubrica, nel bilancio di previsione della spesa della Regione, intestata alla Presidenza del Consiglio Regionale. Inoltre afferma che tre di questi capitoli, esattamente il cap. 1, 4 e 5, devono essere sorretti da leggi regionali, cioè riguardano le indennità dei Consiglieri le retribuzioni del personale e i contributi ai Gruppi consiliari. Invece le spese di cui ai capitoli 2, 3 e 6 devono esser regolamentate dal regolamento interno del Consiglio Regionale e riguardano le spese di cancelleria, prestazioni e consulenze esterne e le spese di rappresentanza del Presidente del Consiglio.
Qui abbiamo una piccola modifica: mentre nel testo precedente approvato il 4.5.73 si parlava in genere di spese di rappresentanza del Consiglio, ma si nominavano i Consiglieri, le Commissioni, i Presidenti di Commissione l'Ufficio di Presidenza adesso invece tutte le spese di rappresentanza sono intestate al Presidente del Consiglio il quale delega i Consiglieri o chi per essi in modo da rappresentare degnamente il Consiglio a seconda delle diverse manifestazioni ed occasioni.
Viene anche un po' più regolamentato l'ufficio economato e in proposito è apparso alla Commissione, d'accordo con l'Ufficio di Presidenza, che per quanto riguarda le cariche attribuite all'Economo, queste attribuzioni vadano inserite nella prossima legge regionale che speriamo sia varata prima della fine della legislatura, sull'organico del personale, in quanto che la figura dell'economo non sarà solamente propria del Consiglio, ma sarà anche propria della Giunta Regionale o di altre persone che fanno parte del personale addetto al funzionamento dei diversi assessorati.
Credo quindi che per quello che potrà riguardare le indennità di carica dell'Economo o la cauzione che esso dovrà prestare sia meglio che tutte queste cose siano regolate dalla nostra legge regionale sull'organico del personale.
Credo di non avere molto altro da aggiungere, se non che se ai Consiglieri fosse stato distribuito il vecchio testo avrebbero potuto facilmente confrontare, articolo per articolo quanto poco è stato cambiato.
Mi rammarico che non sia stato distribuito, io comunque l'ho qui e posso dire che gli articoli che sono stati oggetto di modificazione per l'introduzione dei suggerimenti portati dalla legge nazionale sono quelli che vi ho citato.
Nella Commissione comunque abbiamo raggiunto l'unanimità sul testo che vi viene presentato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Carazzoni, ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, motiviamo la posizione della nostra parte politica con una brevissima dichiarazione che sarà e dichiarazione di principio e dichiarazione di merito, ma che contrariamente alla prassi, anteporrà la dichiarazione di merito a quella di principio.
La dichiarazione di merito è questa. Il Consiglio Regionale è chiamato a votare un regolamento. Noi ci domandiamo e chiediamo all'assemblea, pur sapendo che esiste una possibilità di risposta scontata, se non era il caso, al di là della facoltà riconosciuta dalla legge 6.12.73 n. 853, di varare invece una legge.
Esplicitamente l'art. 3 della legge citata dice: "Gli stanziamenti da iscrivere nei capitoli di spesa di cui ai punti 1), 4) e 5) dell'art. 2 devono essere sorretti da leggi regionali".
In questo caso quindi non esiste facoltizzazione, deve essere varato un apposito provvedimento legislativo.
"Gli stanziamenti di cui ai punti 2), 3) e 6) del medesimo art. 2 possono trovare la loro disciplina nel regolamento interno del Consiglio Regionale".
E' su quel "possono" che noi richiamiamo l'attenzione dell'assemblea. A nostro avviso forse sarebbe stato preferibile provvedere con legge anche in questi casi e varare oggi una legge e non un regolamento.
Questa è l'osservazione di merito.
Quanto all'osservazione di principio, pur trattandosi di norme attuative di una legge statale, noi dobbiamo dire che per logica e per coerenza con la posizione assunta a livello parlamentare del M.S.I. Destra nazionale noi daremo voto contrario a questo regolamento, lamentando e deplorando soprattutto il fatto che si sia voluto statuire che gli atti amministrativi di gestione, relativi ai fondi stessi, non sono soggetti al controllo di cui all'art. 125 della Costituzione. Vale a dire - e la critica la rivolgiamo alla legge statale, non certo alle norme attuative della legge regionale - che si sono sottratti al controllo della Corte dei Conti la gestione dei fondi assegnati alla Presidenza del Consiglio.
E' quindi, come dicevamo, per logica e per coerenza che noi voteremo contro questo regolamento.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Raschio, ne ha facoltà.



RASCHIO Luciano

Signor Presidente, signori Consiglieri, nel ribadire il nostro voto favorevole al regolamento contabile e funzionale del Consiglio Regionale del Piemonte (anche perché abbiamo, per parte nostra, già nel precedente regolamento contribuito in modo sostanziale alla sua stesura, ed oggi alla sua lieve modifica) colgo l'occasione, se lo permettono il signor Presidente del Consiglio ed al signor Presidente della Giunta, per rinnovare in modo esplicito, la richiesta alla Giunta Regionale di presentare un progetto di legge per il servizio di tesoreria della Regione.
Voi conoscete le vicissitudini del disegno di legge della Giunta di due anni fa, bloccato dalla Giunta stessa mentre era davanti alla 1 Commissione regionale in quanto a pareri erano sostanzialmente divisi: e cioè se gestire direttamente il fondo della tesoreria regionale, o se impegnare in consorzi di banche a gestirlo.
Dal momento che ci accingiamo, con il voto di oggi, a concludere uno degli atti più importanti della vita regionale: quello del funzionamento contabile e generale del Consiglio, è necessario non rimandare otre per provvedere a sottoporre al Consiglio Regionale un disegno di legge per la tesoreria facendo finalmente luce sugli orientamenti che si sono posti e che si pongono come elementi di scelta. Noi potremmo anche eventualmente suggerire....



CARAZZONI Nino

Oppure che la Giunta accetti la proposta di legge in argomento presentata dalla nostra parte.



RASCHIO Luciano

Ma io la tua parte non la conosco, conosco i progetti della Giunta perché li abbiamo discussi in Commissione, dove eravamo sempre presenti mentre voi facevate come al solito "Carlo Magno" quindi eravate fuori dalla discussione.
Mi rivolgo perciò non al Consigliere Carazzoni ma al Presidente della Giunta.
Pertanto mi permetto di suggerire di sottoporre, prima di decidere il parere della Giunta sul servizio di Tesoreria alla I Commissione, affinch si possa riprendendo il discorso di Commissione fatto due anni fa con i dovuti modi e forme collaborative, analizzare le proposte per una gestione diretta oppure tramite il consorzio di banche.
Un altro elemento che mi permetto, a nome del Gruppo comunista sottoporre al Consiglio Regionale è quello di giungere alla compilazione di un regolamento dell'Economato Regionale. Esiste un Economato dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale indubbiamente importante, ma limitato, lo sapete bene; però esiste un grande Economato e quindi una spesa di Economato della Giunta e della Presidenza della Giunta Regionale.
Orbene, non c'è nessun regolamento che coordini il lavoro di tutta l'attività degli uffici Economato della Regione Piemonte, esistono interpretazioni varie sulla figura dell'Economo dell'Ufficio di Presidenza e su quella dell'Economo della Regione.
E' più che mai urgente pertanto definire questa figura e affrontare tutta la problematica dell'Economato, ma non con una legge bensì con un regolamento.
Chiedo scusa ai Consiglieri se mi sono permesso a nome del Gruppo comunista di mettere in discussione questo argomento, ma noi crediamo di non essere troppo fuori tema: sono elementi importanti proprio nel momento in cui passiamo ad una decisione per quanto riguarda il regolamento contabile e funzionale del Consiglio Regionale.



PRESIDENTE

Nessun altro chiede di parlare? Ha la parola il relatore Consigliere Dotti.



DOTTI Augusto, relatore

Signor Presidente, permetta che io esprima il mio vivo disappunto per l'intervento del Consigliere Carazzoni. Mi sembra veramente strano che un apporto anche utile sia portato in quest'aula ignorando i lavori della Commissione, in questo caso della I Commissione dove si può discutere vagliare l'utilità di alcuni emendamenti, di alcuni suggerimenti. Quando non si frequentano le Commissioni sistematicamente, e senza darne motivazioni, questo può innervosire il relatore perché poteva cogliere fuori e presentarlo in aula il contributo comunitario del lavoro di Commissione.
Per quanto riguarda il merito, vorrei dire che già il primo capitolo di spesa è sorretto da legge regionale, come lo è quello che riguarda il funzionamento dei gruppi consiliari e sta per essere sorretto da legge regionale quello che riguarda il personale del Consiglio. Quando invece la legge all'art. 3) permette che i punti 2), 3) e 6) passano essere regolamentati direttamente dal Consiglio, senza ricorrere ad una legge riconosce la validità, la potestà, la capacità autonoma del Consiglio Regionale stesso; ricorrere ad una legge che passi al controllo del Commissario di governo e sia approvata dal governo centrale sarebbe un'assurdità, avvaliamoci se non altro delle nostre competenze che ci sono riconosciute dalla stessa legge quadro.
Quindi nel merito devo respingere i suggerimenti del Consigliere Carazzoni.
Per quanto riguarda le altre sue motivazioni non voglio dilungarmi perché non riesco ad apprezzare in questo momento quanto da lui suggerito cosa che avremmo potuto fare deliberandola in seno alla Commissione.



PRESIDENTE

Il Presidente della Giunta ha chiesto la parola, ne ha facoltà.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Vorrei intanto rilevare che, come è stato sottolineato dal relatore, si tratta di una ripresa di quelle norme che erano state deliberate dal Consiglio Regionale nell'adunanza del 4.1.1973 con alcuni adattamenti di carattere pratico.
Ricordo a me stesso, perché allora Presidente del Consiglio Regionale e che avevamo, dopo un'attenta delibazione del problema, convenuto sull'opportunità di prospettare questo complesso non sotto un profilo di vero e proprio regolamento, ma di norme per avere una certa linea di indirizzo nell'esercizio di quell'autonomia contabile del Consiglio Regionale oggi opportunamente sottolineato, amplificato anche sotto un altro profilo.
Non era previsto, in quel complesso di norme, nulla che attenesse all'argomento relativo ai contratti che invece trovano una collocazione esplicita nel titolo II di queste norme che vengono presentare oggi la nostra considerazione. Niente in contrario che vi sia anche l'eventualità di una autonomia ai fini del contratto, del resto previsti attraverso ad alcune indicazioni di legge, ma mi sembra di dover sottolineare che l'art.
4 della legge 6.12.1973 n. 853 alla quale si fa riferimento, stabilisce nel secondo capoverso dell'art. 4: "I regolamenti interni dei Consigli disciplinano le modalità di assunzione delle deliberazioni di spesa e modalità di stipulazione di convenzioni e contratti".
Sembra pertanto a me che la collocazione dell'argomento relativo ai contratti non possa trovare una collocazione nelle norme che dobbiamo oggi adottare o non adottare, ma che debba essere invece organicamente collocato in quel regolamento del Consiglio che deve trovare, naturalmente al più presto possibile, una sua attuazione.
Non vorrei che si dicesse che vi è uno straripamento di potere portando in questo concetto generale e generico di norme quello che invece è materia che deve essere esplicitamente, per richiesta di legge nazionale, contenuto nelle modalità previste dal capoverso dell'art. 4 in una legge nazionale.



PRESIDENTE

Vedo che il Consigliere Bianchi ha presentato un emendamento, ma non dice a quale legge fa riferimento.
Sospendo per alcuni minuti la seduta.



(La seduta sospesa alle ore 16,20, riprende alle ore 16,30)



PRESIDENTE

Riprendiamo la seduta.
Si sono così concluse le dichiarazioni e gli interventi ed il regolamento può essere messo in votazione mediante deliberazione.
Ci sono ancora delle osservazioni?



RASCHIO Luciano

Che cosa stiamo ancora spettando? Poiché il Consigliere Bianchi ha le nostre stesse responsabilità e quindi non ha diritti maggiori degli altri dica al Consiglio di aspettare un attimo il suo intervento in quanto sta materialmente scrivendo un emendamento: almeno questo riguardo lo dovrebbe avere nei confronti dei Consiglieri regionali!



BIANCHI Adriano

Io non ho chiesto niente.



RASCHIO Luciano

Allora andiamo ai voti signor Presidente!



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Io ho sollevato una questione, desidererei sapere il pensiero del Presidente del Consiglio su questa eccezione perché non sorgano poi delle difficoltà.



PRESIDENTE

Il pensiero del Presidente è preciso: le norme per l'autonomia contabile e funzionale del Consiglio Regionale sono state mandate alla I Commissione, questa le ha licenziate, sono state fatte delle osservazioni di carattere generale da una parte e di carattere specifico dall'altra. Il Presidente ritiene che si possa passare ai voti nel testo che è stato licenziato dalla I Commissione.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Chiedo sia dato atto a verbale che questo testo la Giunta ed il Presidente della Giunta non lo hanno conosciuto come tale, ma l'hanno ricevuto ieri sera insieme ad altri documenti.



PRESIDENTE

Io lo so perché la Commissione l'ha licenziato soltanto l'altro giorno e appena ricevuto l'ho distribuito, ma allora si deve dire che non è stato conosciuto tempestivamente. E' una prassi che si è seguita anche per altre leggi, la distribuzione è avvenuta due o tre giorni prima e poi si è discusso. Non lo ritengo quindi un motivo valido.
Qualcuno chiede di intervenire ancora? La parola al Consigliere Dotti.



DOTTI Augusto, relatore

Signor Presidente, confrontando il testo che ho ancora qui con i miei appunti fatti in Commissione e quello distribuito ai Consiglieri, all'art.
15 noto che e stata introdotta una parola che desidererei sopprimere perch non è la trascrizione di quello che abbiamo concordato in Commissione.
L'art. 15 nel testo distribuito è uguale tranne una parola che si trova esattamente al quart'ultimo rigo e cioè "iniziative e manifestazioni". Nel testo che avevamo approvato c'era "rassegne e manifestazioni", mancava la parola "iniziative" che è stata successivamente aggiunta. Quindi chiederei che per la correttezza della stesura fosse mantenuto il testo concordato in Commissione, togliendo "iniziative".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Raschio.



RASCHIO Luciano

Signor Presidente, colleghi, sono spiacente per questo contrattempo avrei preferito che il relatore collega Dotti, davanti ad un eventuale dissenso sull'edizione del testo, avesse riunito la Commissione, perché le cose (lo ricordo bene perché sono stato presente in Commissione dal primo momento all'ultimo) non sono andate così! Chiedo scusa al Consiglio se debbo parlare di queste cose in aula. In realtà si è giunti a mettere la parola "iniziative" a seguito di un intervento del collega Gerini il quale aveva detto di togliere un "eccetera" che era il termine del periodo e di mettere invece "tra l'altro". Io non ho in questo momento il verbale della I Commissione, quindi riferisco a memoria. Siccome suonava male non perch non fosse giusta la correzione del consigliere Gerini, ma perché nel contesto di tutto il periodo non andava, si è messa la parola "iniziative".
Forse Dotti non ricorda più questi particolari della discussione perch non siamo dei notai e quindi non abbiamo con noi tutti i verbali con le relative originali annotazioni; quindi chiedo al Presidente Dotti di riunire la Commissione, chiamare i funzionari presenti a quella riunione prendere un attimo in esame il verbale ed allora Dotti vedrà che le cose sono andate come è scritto in questo testo e non come invece ha sostenuto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Nesi.



NESI Nerio

Mi pare che data la situazione che si è creata sia opportuno riunire pochi minuti la Commissione e metterci d'accordo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Nulla da eccepire alla convocazione della I Commissione. Per facilitare le cose e togliere ogni argomento polemico io sono pronto a presentare un emendamento soppressivo in relazione a quella parola e tutto può procedere senza intoppi.



BERTI Antonio

La parola "iniziative"?



BIANCHI Adriano

Si.



BERTI Antonio

Abbiamo sentito il segretario della D.C.; che è entrato qui dentro suggerirle l'emendamento. Tra l'altro questa è una questione che bisogna chiarire.



BIANCHI Adriano

Mi spiace fare un dialogo, ma se il Presidente me lo consente vorrei dire che io ho il testo personale del dr. Dotti in cui ci sono le modifiche e dal quale risulta chiaramente che questo termine non era espresso, a parte altre considerazioni e altri rilievi.



BERTI Antonio

Il Segretario della D.C. (che è sempre qui dentro tra l'altro) si è introdotto in aula, legge alla mano e ha detto "iniziative no". Allora il discorso è un altro. A parte il fatto che la prossima volta che entra qui dentro chiederò che lei lo butti fuori.



DOTTI Augusto, relatore

Questa è una pura coincidenza e si può anche non negare quanto affermi però ho voluto andare a vedere il vecchio testo perché non volevo essere in contraddizione con me stesso. Te lo voglio far vedere, c'é anche "tra l'altro" che è stato cancellato.



BERTI Antonio

Te ne dò atto, ma dato che dai conferma...



DOTTI Augusto, relatore

No, dico che non sono in grado di negare quello che tu dici.



BERTI Antonio

Che cosa vuol dire per il Consiglio Regionale che un segretario di Partito intervenga durante il dibattito a suggerire che tipo di emendamento occorre portare?



DOTTI Augusto, relatore

Per correttezza ho voluto andare a vedere se qualche cosa era mantenibile o sopprimibile. Devo dire che nel testo che ho sotto mano e nell'originale presentato dall'Ufficio di Presidenza non c'era la parola "iniziative". Tutto quello che la Commissione ha aggiunto, è "materiale illustrativo ed artistico"; c'è qui il mio appunto a mano e la mia calligrafia e facilmente riconoscibile, non ci sono cancellature né di gomma né di altro, è il testo integrale. Se poi è stata aggiunta, anche per sbaglio, nella battitura, la parola "iniziative" non so, ma non figurava ripeto, nel testo che la Commissione ha presentato all'Ufficio di Presidenza. Abbiamo solo tolto "eccetera" e aggiunto "materiale illustrativo ed artistico", ma la parola "iniziative" non esisteva. C'era: "mostre, rassegne e manifestazioni di carattere sociale e culturale".
Gerini può dirlo se nel vecchio testo c'era. Non c'era. E' una pura coincidenza. Non sta a raccontare la storia della processione, perch piovesse, poi finalmente è piovuto e il parroco disse: "Ah! quale felice coincidenza! ". Sono coincidenze che capitano.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il consigliere Gerini, ne ha facoltà.



GERINI Armando

Mi spiace dover contraddire l'amico Dotti. Come egli scrive chiaramente i suoi emendamenti anch'io lo faccio e qui c'é la parola "iniziative".
Desidero dire la verità, nient'altro che la verità. Anche l'amico Raschio è stato improprio quando ha detto che....



RASCHIO Luciano

No no!



GERINI Armando

Lasciami spiegare.
Ad un certo punto c'era la parola "eccetera" che unanimemente fu riscontrata non corrispondente ad un testo di regolamento. Ne convenni anche se io non era il compilatore e suggerii di mettere "fra l'altro". Non Raschio, che "fra l'altro" suonasse male, non venne forse recepito quello che io proposi. Ecco la rettifica che devo fare. Togliendo l'eccetera si volle togliere il "fra l'altro". Questa è la verità.
Circa la parola "iniziative" debbo dire che io qui l'ho scritta. Forse in quel momento avevamo tutti un po' premura data anche l'ora tarda e Dotti, non la ricorda, ma queste cose le ho scritte e sono state dette.
A questo punto, se si dovesse convocare la I Commissione per cinque minuti, io direi che sarebbe cosa saggia e lo propongo.



PRESIDENTE

Accetto la proposta di convocazione della I Commissione.
Sospendo la seduta e prego la I Commissione di convocarsi.



(La seduta, sospesa alle ore 16,40, riprende alle ore 17,50)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola il Presidente della Giunta.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Innanzi tutto per completare la risposta al Consigliere Raschio che aveva sollecitato che si predisponesse quanto prima la legge sulla tesoreria e per assicurarlo che l'argomento è oggetto di attenzione da parte della Giunta, che sottoporrà poi alla I Commissione anche la regolamentazione del servizio di Economato della Regione come tale, così come avviene per il Consiglio Regionale.
Per quanto attiene al testo delle norme per l'applicazione del decreto 3.12.70, in relazione all'ultima legge 6.12.73 numero 853, in aderenza a quanto mi era occorso di dire all'inizio del dibattito, e cioè che la Giunta non aveva potuto conoscere il documento se non ieri sera, quando era terminata la giornata piuttosto laboriosa e faticosa e che quindi non poteva esprimere un parere, un giudizio, di modo che quello che io stavo dicendo era un mio pensiero personale e non altro che questo, essendo insorte delle difficoltà di interpretazione e di opportunità di valutazione di alcune circostanze che sono in queste norme dettate, chiedo alla cortesia del Presidente e dei colleghi del Consiglio di volere consentire il differimento della discussione. La Giunta esaminerà l'argomento e si ripromette di esprimere, il più rapidamente possibile, il suo pensiero in proposito alla I Commissione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Nesi, ne ha facoltà.



NESI Nerio

Signor Presidente, credo di poter parlare anche a nome degli altri Gruppi della maggioranza nell'accettare la proposta che viene dal Presidente della Giunta per superare alcune difformità di giudizio che si sono rivelate nel corso della discussione.
Naturalmente, secondo la prassi, dopo che la Giunta a norma di statuto e di regolamento avrà espresso il suo parere, tutto dovrà ritornare alla I Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Desidero fare una dichiarazione, intanto dico che noi siamo d'accordo che l'argomento sia rinviato così come è stato proposto. Tuttavia, proprio per quello che è emerso e che ha portato prima alla sospensione e adesso al rinvio della discussione, credo che occorra mettere in guardia coloro che si ritroveranno per definire la questione da un grosso pericolo: tutti in questa sala abbiamo avvertito in forma anche più esplicita di ieri, che i tentativi di messa in crisi di questa Giunta diventano sempre più evidenti.
Abbiamo sentito dire apertamente "su questa questione cade la Giunta".



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Ma non cade mai!!



BERTI Antonio

Non è che io ne faccia una malattia se lei è Presidente della Giunta! Ma vorrei fosse chiaro che se cade non me ne importa proprio niente, tanto per fare una messa a punto. La prenda a titolo personale: per quello che ha dimostrato di fare in questi mesi, al limite qualcuno prenderà atto che per fare bisogna andare in una direzione diversa, non a destra, ma a sinistra.
Voglio soltanto sottolineare che l'intervento del Segretario regionale della D.C. che è entrato in aula e ha detto "iniziative no", e l'aggiunta fatta che su questo dissenso cade la Giunta, danno la sensazione esatta dell'atmosfera che aleggia. Lei può anche far finta di non accorgersene contento lei!!



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

E' di una corrente diversa da quella di "iniziativa", solo per quello.



BERTI Antonio

Dicendo che sulla parola "iniziative" cade la Giunta, vuole forse dire che non bisogna prendere delle iniziative per non farla cadere? Può anche essere così.
Stante l'entità del bilancio del Consiglio Regionale, su gran parte del quale pesano le indennità dei Consiglieri, l'uso che si può fare di questa parola è limitato; l'opposizione che si manifesta sulla parola "iniziative" ha un riferimento preciso, si riferisce all'iniziativa che l'Ufficio di Presidenza ha assunto in materia di antifascismo.



CARAZZONI Nino

Ha ragione!



BERTI Antonio

L'insistenza della maggioranza sull'esclusione di questa parola ripeto, stante i limiti del bilancio del Consiglio Regionale che non consente ampie iniziative, non può che avere questo riferimento.
Questo l'ho voluto dire perché i Gruppi della maggioranza e la I Commissione ne tengano conto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Non per aggiungere qualcosa a quanto ha detto, a nome dei Gruppi della maggioranza, il Consigliere Nesi e anzi associandomi, ma per alcune precisazioni.
Innanzi tutto, all'inizio della seduta il Presidente della Giunta (qui si vede e si sente quasi tutto, credo che si sarebbe dovuto vedere o sentire anche questo) prima ancora di prendere la parola, aveva manifestato la propria preoccupazione perché vi erano alcuni punti sui quali riteneva di dover portare la propria attenzione e di dover richiamare l'attenzione della Giunta. Venne a conferire col relatore, venne a consultarsi con me e poi fece le sue dichiarazioni. Quindi non c'é stato nessun intervento esterno a suggerire, con un'iniziativa improvvisa, un atteggiamento che dovesse essere assunto da parte dei Gruppi, ma la cosa era tanto presente che il Presidente della Giunta aveva addirittura un appunto scritto su questi argomenti e neanche a mano, ma già battuto a macchina.



MARCHESOTTI Domenico

Vuol dire che lo sapeva già da ieri?!



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Mi è stato consegnato ieri sera al termine dei lavori.



BERTI Antonio

Abbiamo approvato leggi sul personale avendole ricevute un quarto d'ora prima!!



BIANCHI Adriano

Penso che ne approveremo altre arrivate all'ultimo minuto, quando non sorgano problemi, e quando sorgono, come si è già dato atto qui, si affrontano serenamente, si aggiorna, si ritorna sopra senza impuntature che non hanno luogo quando si devono fare le cose per il meglio.
In secondo luogo, direi che è anche pericoloso, indebito caricare di un significato così presente un dissenso, quale quello che ci può essere su alcune formulazioni, traendone delle deduzioni e delle conclusioni che sono almeno soltanto soggettive, che non sono oggettivamente accettabili: un emendamento determinato significa qui un siluro di atteggiamenti antifascisti e alla Resistenza! E' assolutamente sproporzionato e non accettabile, non è una deduzione che può essere trattata debitamente, a nostro avviso, quali che siano le conseguenze delle meditazioni che la Giunta dovrà fare, delle proposte che potranno venire in Consiglio per la libertà dei singoli Gruppi di proporre degli emendamenti.
Ribadisco qui che i nostri atteggiamenti in ordine alla riaffermazione di quelli che sono i fondamenti della Repubblica democratica, in questo Consiglio non sono posti in gioco, guai se lo fossero, avremmo già veramente immiserito tutto in dissensi che attengono alla definizione dei rapporti tra gli istituti e tra gli organi. Ad un certo punto, forse, una questione limitata ha assunto un significato maggiore ed è bene che ci si pensi un momento perché solo questo è messo in gioco e non altro, noi non intendiamo mettere in gioco altri valori in relazione a queste cose.



PRESIDENTE

Mi pare di aver compreso, che l'argomento deve essere aggiornato e rimesso alla Commissione attraverso la quale la Giunta esprime il suo parere, per cui lo aggiorniamo.



RASCHIO Luciano

Scusi Presidente, ma quella parola era giusta!



PRESIDENTE

Ah si! Dal verbale si è tratto che la parola "iniziative" era stata unanimemente immessa. Questo per correttezza lo devo dire.
L'argomento è aggiornato.


Argomento: Parchi e riserve - Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Esame proposte di legge n. 104 dei Consiglieri Zanone, Fassino, Gerini Rossotto sugli interventi per la prevenzione ed estinzione degli incendi forestali


PRESIDENTE

Passiamo al punto settimo: Esame proposta di legge regionale n. 104 presentato dai Consiglieri Zanone - Fassino - Gerini - Rossotto.
"Interventi per la prevenzione ed estinzione degli incendi forestali".
Relatore il Consigliere Giletta.



GILETTA Giuseppe Chiaffredo, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la presente proposta di legge viene presentata all'approvazione del Consiglio Regionale per l'attuazione di "interventi per la prevenzione e l'estinzione degli incendi forestali".
Trattasi del primo intervento legislativo regionale in materia di tutela dell'ambiente e si colloca in quel quadro più ampio che dovrà comprendere tutti gli interventi necessari a salvaguardare, sotto ogni aspetto, l'equilibrio ecologico dell'ambiente naturale.
Il fenomeno degli incendi boschivi, avvertibile durante tutto il corso dell'anno, ma particolarmente nella nostra regione nei periodi secchi autunnali o primaverili, rappresenta una delle minacce più gravi al patrimonio naturale.
Basti pensare che ogni anno in media in Piemonte vengono distrutti 2.300 ettari di bosco e che nel 1973 ne sono stati distrutti addirittura 8.212,32 corrispondenti allo 0,33% dell'intero patrimonio boschivo regionale. La frequenza e l'intensità degli incendi risulta dalla seguente tabella fornita dall'Ispettorato Regionale delle Foreste e relativa all'anno 1973:



PERIODO INVERNO-PRIMAVERA

mese numero incendi superficie. HA gennaio 3 17,00 febbraio 68 1738,44 marzo 84 2739,74 aprile 41 1522,95 maggio 1 2,00 _________ ___________ Totale Periodo 197 6014,13



PERIODO AUTUNNO

mese numero incendi superficie. HA settembre 2 17,00 ottobre 4 32,50 novembre 45 1201,80 dicembre 25 946,32 _________ __________ Totale Periodo 76 2198,20 Totale annuale 273 8212,32 Nei mesi di giugno, luglio, agosto non è stato segnalato alcun incendio boschivo.
Particolare gravità assume il fenomeno se si riflette sul fatto che la superficie che ogni anno viene rimboschita è notevolmente inferiore a quella che è stata distrutta dal fuoco.
Per meglio comprendere l'urgenza e la necessità degli interventi e delle norme contenute nella presente proposta di legge, è opportuno anzitutto rilevare che il bosco è l'unica entità vivente capace di adempiere contemporaneamente a compiti produttivi, protettivi, ricreativi.
Dalla presenza della foresta dipendono in modo inscindibile, la stabilità idrogeologica, la produzione del legno, la riciclazione e l'economia delle acque, la purezza e le salubrità dell'aria, l'attenuazione dei rumori, la possibilità ricreativa, la conservazione estetica del paesaggio, la vita e la protezione della fauna, lo sviluppo di un particolare tipo di flora.
Già l'agricoltura e l'allevamento del bestiame hanno contribuito da lungo tempo al sacrificio di immense superfici boschive, ma negli ultimi decenni soprattutto lo sviluppo industriale e l'urbanesimo hanno determinato il nascere di problemi sempre più complessi.
La continua pressione antropica ha causato lo spogliamento di interi versanti boscati delle nostre montagne; la irresponsabile speculazione edilizia e l'espandersi dell'attività industriale minacciano sempre più le zone di interesse naturalistico.
A tutto ciò va aggiunta la non irrilevante osservazione circa, da una parte, il bisogno sempre più avvertito, date le notevoli conquiste sociali ottenute ed il conseguente "benessere" raggiunto al prezzo di una vita urbana, malsana e alienante, di un ritorno alla natura ed ai beni fondamentali che essa ci offre; dall'altra il progressivo abbandono delle montagne da parte delle popolazioni locali che, con la loro presenza costante, garantivano la pulizia del sottobosco da foglie e sterpaglie e la sicurezza di un rapido avvistamento e di un tempestivo intervento centro i focolai di incendio.
Ora l'uomo di città cerca di raggiungere le oasi di natura sana ancora disponibili ma a ciò consegue, purtroppo, il verificarsi di ingenti danni provocati anche dagli incendi dei boschi.
L'entità di questi danni è innanzitutto di carattere "diretto" cioè economico per la perdita del legno distrutto o dei capitali che devono essere investiti nei rimboschimenti, e delle risorse naturali, connesse al bosco, ma è soprattutto di carattere "indiretto" o ecologico, relativo al dissesto idrogeologico, al deterioramento del paesaggio, alla distruzione della flora e della fauna.
La perdita della copertura vegetale, fornita soprattutto dal sottobosco, è infatti la causa principale dei dissesti dei suoli, corrosi più facilmente dalle acque, con conseguenti frane e smottamenti. Inoltre l'eliminazione della massa verde delle chiome comporta la fine della produzione di ossigeno, nonché variazioni climatiche, a volte dannose per le zone circostanti.
Per quanto riguarda le cause degli incendi, esse sono principalmente di natura antropica, colposa e dolosa; molto raramente di origine naturale o ancor più raramente per autocombustione.
Gli incendi dolosi e colposi sono i più frequenti, perché scarsa è l'educazione civica di chi si reca nei boschi senza rispetto delle più elementari norme di prudenza e attenzione e inoltre perché molti sono gli interessi conseguenti alla scomparsa di ampie fasce verdi. A ciò devono essere aggiunte cause tradizionali risalenti ad arcaici sistemi rurali.
Ora, considerando che l'incendio nei boschi, per i motivi su esposti è da considerarsi un attentato contro l'incolumità pubblica oltre che contro il patrimonio; considerando che le risorse naturali sono un "bene sociale" e che le funzioni da esse esplicate sono di "pubblica utilità"; la Regione ha il diritto-dovere di disciplinare questa materia, colmando almeno in parte la grave lacuna legislativa oggi esistente e soprattutto la scarsa disponibilità di mezzi.
Infatti, oltre alle disposizioni contenute nel R.D.L. del 30.12.1923 n.
3267, e nella legge n. 950 del 9.10.1967, l'unica normativa esistente in materia è rappresentata dalle "prescrizioni di massima e di polizia forestale " redatte a cura delle Camere di Commercio di ogni provincia.
Pur essendo necessaria una normativa generale per disciplinare tutti gli aspetti della tutela ambientale, la presente proposta di legge per ragioni di gravità e urgenza del problema si limita a disciplinare i provvedimenti contro gli incendi boschivi, in analogia con leggi già promulgate da altre Regioni a statuto ordinario, come la Lombardia e la Toscana.
Ciò non esclude tuttavia la possibilità che con successivi provvedimenti, le norme della presente proposta di legge siano integrate da ulteriori norme regionali per una più organica disciplina della tutela ambientale.
In questa prospettiva potrebbe essere eventualmente considerata anche la proposta, già avanzata nel rapporto preliminare dell'IRES per il piano di sviluppo del Piemonte 1970/1975, della costituzione di una Azienda regionale per lo sviluppo e la gestione del patrimonio forestale.
Si ricorda infine che la prevenzione ed estinzione degli incendi forestali è materia che interessa la competenza della Regione per vari aspetti.
Il D.P.R. 15/1/1972 n. 11 sul trasferimento alle Regioni a statuto ordinario delle funzioni amministrative statali in materia di agricoltura e foreste dà sufficiente certezza di competenza in quanto all'articolo 1 trasferisce, tra l'altro, alla lettera n) le funzioni concernenti i boschi e le foreste, mentre l'articolo 4, se dichiara ferma la competenza degli organi statali in ordine agli interventi per la protezione della natura, fa salvi, alla lettera h) gli interventi regionali non contrastanti con quello dello Stato.
Dal testo del presente progetto di legge risulta chiaramente che gli interventi proposti non contrastano con quelli dello Stato, ma anzi costituiscono una attività integrativa e aggiuntiva.
In effetti essa è stata predisposta tenendo presente la necessità di collegamento con l'azione svolta dallo Stato mediante il Corpo Forestale.
Si è inoltre avuta osservanza ai principi della partecipazione popolare e della delega degli Enti locali sanciti dallo Statuto della Regione assegnando rilevanti funzioni ad un Corpo di polizia locale e rurale da costituirsi in intesa con gli Enti locali, valorizzando le associazioni naturalistiche e prevedendo che l'azione del Corpo predetto possa essere integrata dall'opera di volontari.
Per raggiungere gli scopi enunciati nella presente legge, sono previsti vari tipi di interventi volti non solo all'estinzione degli incendi, ma soprattutto alla prevenzione di questi e alla salvaguardia del patrimonio boschivo. Innanzitutto viene prevista la suddivisione di tutto il territorio regionale in distretti antincendio, tenendo conto delle delimitazioni territoriali delle Comunità montane, là ove esse esistono, e delle circoscrizioni dei comandi di stazione forestale. Per permettere un'organica e efficace azione di lotta contro il fuoco e di controllo delle aree verdi, ogni distretto disporrà di un nucleo di pronto intervento equipaggiato con radio-telefoni, auto fuori-strada, zainetti antincendio ed ogni altra attrezzatura opportuna.
A tali nuclei, costituiti dagli agenti del Corpo Forestale dello Stato il cui impegno appare legittimo a norma dell'articolo II comma 3^ del D.P.R. n. 11, la Regione affianca, costituendolo d'intesa con gli Enti locali interessati, un Corpo formato dalle guardie di polizia rurale e locale, dalle guardie venatorie e promuove la cooperazione volontaria della popolazione locale e degli appartenenti alle associazioni naturalistiche legalmente riconosciute, tutelandone l'incolumità tramite forme assicurative e prevedendo adeguati compensi.
La presente legge prevede inoltre una serie di opere e mezzi di prevenzione, avvistamento ed estinzione degli incendi nonché determinati divieti relativi alle zone forestali secondo le norme contenute nelle già citate prescrizioni di massima e di Polizia Forestale e i divieti di trasformazione relativi a terreni danneggiati dal fuoco, nonché la procedura per l'imposizione e la revoca dei divieti predetti.
Si stabilisce inoltre, al fine di tutelare le aree verdi danneggiate dal fuoco, che rimangano immutati sui terreni bruciati, i vincoli idrogeologici ed urbanistici preesistenti e che la Regione eroghi dei contributi per la ricostituzione dei beni silvo-pastorali danneggiati.
La presente proposta di legge, presentata in Consiglio Regionale il 27 luglio 1973 dai Consiglieri Zanone, Fassino, Gerini, Rossotto e assegnata in data 30 luglio 1973 per l'esame in sede referente alla V^ Commissione, è stata discussa dalla Commissione stessa nelle sedute del 20 settembre, 12 ottobre, 7 dicembre 1973, 4 e 11 gennaio, 8 e 22 febbraio, 1, 8, 22 marzo 1974.
Nella seduta del 20 settembre all'unanimità è stato nominato relatore il Consigliere Fonio. Nella riunione del 4 gennaio 1974 si è resa necessaria la sostituzione del relatore a causa della sua avvenuta nomina ad Assessore; all'unanimità il sottoscritto è stato incaricato della relazione.
Gli orientamenti emersi durante i lavori di Commissione sono stati concordi sulla relazione ed in generale sui contenuti dell'articolato opinioni diverse sono state espresse invece per quanto riguarda l'Ente competente a svolgere le funzioni previste dalla legge. Da alcuni Consiglieri infatti è stata avanzata la proposta di maggiormente potenziare le funzioni assegnate agli Enti locali (Comuni e Comunità montane).
A fronte di questa proposta si è però fatto osservare che, stante la scarsità di mezzi, personale e competenza tecnica degli Enti locali, nonch la loro insufficiente ampiezza territoriale, l'opera del Corpo Forestale tramite i Comandi di Stazione, congiunta a quella degli Enti locali, resta necessaria soprattutto sotto l'aspetto tecnico-organizzativo.
Il 26 ottobre e 30 novembre 1973 sono avvenute le consultazioni con gli Enti locali interessati, le Amministrazioni provinciali, le Comunità montane, le Camere di Commercio, gli Ispettorati regionali e ripartimentali del Corpo forestale dello Stato, l'Ispettorato Generale Vigili del Fuoco le Associazioni naturalistiche, gli Istituti universitari e di ricerca in materia forestali, le Associazioni sindacali del settore agricolo.
Dai partecipanti è stato formulato ampio consenso all'iniziativa regionale, la prima in campo ecologico, in quanto il problema degli incendi si fa di anno in anno più urgente e difficile da risolvere.
Si è auspicata un'efficace propaganda soprattutto a livello scolastico nonché il potenziamento del Corpo Forestale dello Stato (oggi alcune Stazioni sono prive di personale), la predisposizione di mezzi aerei anche in accordo con le regioni limitrofe e con i centri già operanti in Francia ed in Svizzera ed un'ampia collaborazione da parte soprattutto delle popolazioni locali.
Ancora ultimamente la sollecita approvazione della proposta di legge è stata raccomandata alla Regione da varie amministrazioni locali colpite dagli incendi, ad esempio dal Comune di Chianocco, il quale con delibera del 18/12/1973, n. 211 ha richiesto al "Consiglio della Regione Piemonte di porre in discussione e di approvare senza indugio la legge regionale per la prevenzione e la lotta contro gli incendi boschivi".
La Commissione, valutati i risultati delle consultazioni e tenuto conto delle osservazioni e suggerimenti esposti, ha proceduta a numerosi emendamenti, adeguando anche l'impegno di spesa all'esercizio finanziario 1974 ed ha steso il testo definitivo che, ottenuto il parere favorevole della 1^ Commissione permanente e della Giunta Regionale, è stato approvato all'unanimità nella seduta del 22 marzo 1974 e viene presentato oggi in Consiglio per l'esame e l'approvazione.



PRESIDENTE

Ringraziamo il relatore Consigliere Giletta.
Si apre la discussione sul disegno di legge n. 104.
La parola al Consigliere Bono.



BONO Sereno

Vorrei fare solo alcune brevi e sintetiche considerazioni perché, come è già stato detto, la relazione è presentata unanimemente dalla Commissione e quindi ci trova concordi.
Dalla relazione già emerge con chiarezza la gravità del danno provocato dagli incendi forestali, la media è di 2300/2500 ettari di bosco all'anno che vengono distrutti (nel 1973 sono stati distrutti 8000 ettari) tonnellate di legname che rappresentano diverse centinaia di milioni di lire.
Ma il danno non è costituito solamente dal legname distrutto, anzi forse questo non è neanche il danno più grave. Gli incendi sono la causa di gravi dissesti sul piano idrogeologico. Tutti sappiamo che ci vogliono decine di anni per ricostituire dei boschi che vengono poi sistematicamente distrutti dagli incendi e tutti sappiamo anche la funzione che assolve il bosco per il mantenimento della compattezza dei terreni. Senza boschi si moltiplicano le frane, si provocano movimenti di terreno, d'inverno si facilitano le cadute di slavine e di valanghe che, in alcuni casi, vengono pagate anche con dei sacrifici di vite umane, comunque arrecano sempre gravi distruzioni di beni. Senza i boschi e attraverso questi movimenti dei terreni si modificano disordinatamente i corsi d'acqua che poi provocano a loro volta i disastri ai quali abbiamo assistito negli anni passati e che se non prenderemo serie misure sul piano del riassetto idrogeologico, non è difficile prevedere che, a disastri simili, o forse più gravi di quelli registrati negli anni passati, dovremo assistere anche in futuro, senza nemmeno più avere l'alibi delle fatalità naturali che non potevamo prevedere.
Gli incendi costituiscono inoltre un grave danno a tutto il patrimonio faunistico. Enorme è la massa di animali selvatici distrutti dagli incendi e con essi vengono distrutti i nidi, gli habitat che permettevano loro di moltiplicarsi. Quindi è particolarmente grave il danno economico, ma è ancora più pesante e più grave la degradazione che provocano su tutto il territorio e la distruzione o quanto meno l'impoverimento del patrimonio naturale di cui disponiamo.
Con questa legge si cerca di limitare un effetto negativo, ossia gli incendi, ma non si riesce ancora a individuare e a colpire le cause che provocano questi effetti negativi, cause che ancora una volta vanno ricercate a monte e che noi individuiamo soprattutto nell'abbandono della montagna da parte dell'uomo, il quale esercitava in passato un'assidua e costante cura del bosco e del sottobosco che era un elemento di sicurezza e di limite contro questa gravissima calamità. I dati statistici che qui non è il caso di riportare dimostrano chiaramente che alcuni decenni fa, quando la presenza dell'uomo in montagna era ben diversa e più consistente dell'attuale, anche il numero degli incendi era notevolmente inferiore.
Questa legge non affronta questi problemi anche perché non è suo compito ma noi riteniamo di dovere sottolineare che il piano di sviluppo regionale e i piani di sviluppo delle Comunità montane dovranno affrontare anche il tema di assicurare la permanenza, con una garanzia di possibilità di vita dell'uomo, in montagna, altrimenti andremo sempre a curare i mali al loro ultimo stadio , senza correggere le carenze che questi mali vengono a determinare.
La legge costituisce solo un correttivo al disinteresse pluri-decennale che lo Stato ha dimostrato verso il problema della montagna. Spesse volte encomiabili sono stati gli sforzi compiuti del Corpo forestale , per bisogna dire che lo Stato a questo Corpo ha sempre dato mezzi assolutamente insufficienti ed un numero scarso di uomini, ma soprattutto non vi era un'organizzazione, non è mai stata sollecitato una partecipazione diretta per la prevenzione e non solo per lo spegnimento, ma per tutte le opere che sono ad esso collegate, da parte delle popolazioni locali.
La legge prevede uno stanziamenti di 300 milioni all'anno, parte per lo spegnimento degli incendi, parte per la ricostituzione del bosco; non è una grossa cifra, ma lo consideriamo ugualmente significativa di una volontà.
Soprattutto si prevede, attraverso questa legge la partecipazione diretta delle popolazioni alla gestione dei contenuti della legge stessa.
Significativi sono i compiti che vengono affidati alle Comunità montane ed ai Comuni e significativi sono anche i compiti che vengono affidati alle popolazioni del posto e che si riferiscono non solo all'opera di spegnimento, ma che interessano soprattutto l'opera di prevenzione e di ricostituzione del bosco che noi consideriamo importante e decisiva.
La legge affronta anche in modo corretto il rapporto che si deve avere nell'opera di ricostituzione del bosco con il piano di sviluppo delle Comunità montane. Infatti l'art. 3 dice che il territorio regionale è diviso in distretti antincendio determinati in base alle delimitazioni dei terreni delle Comunità montane.
Si è voluto osservare questa norma al fine di evitare la sovrapposizione di autorità e di competenze diverse nell'ambito di una medesima area. La legge prevede anche all'art. 8 una normativa che tende a salvaguardare la difesa del territorio da eventuali speculazioni particolarmente nel campo edilizio. Infatti l'ultimo capoverso dell'art. 8 dice che sul bosco o sul terreno bruciato restano immutati i vincoli e le prescrizioni stabilite dagli strumenti urbanistici vigenti.
Questo perché è notorio che in passato, non so in che misura precisa interessano il Piemonte vi sono stati numerosi incendi dolosi, denunciati anche dalla stampa, proprio per preparare il terreno alla speculazione edilizia.
L'art. 9 prevede, per la ricostituzione del bosco, contributi nella misura del 90% delle spese necessarie, fissa i tempi (non oltre l'anno solare successivo all'incendio) entro i quali il bosco deve essere ricostituito e anche questo è importante al fine di evitare il dilungarsi delle pratiche e una dispersione inutile di denaro; fissa i modi che debbono essere eseguiti. La legge stabilisce infatti che la ricostituzione deve essere eseguita secondo le direttive tecniche impartite dagli uffici forestali regionali, ma in conformità ai piani di sviluppo delle Comunità montane. Quindi un eventuale bosco ceduo distrutto dall'incendio in una determinata località potrebbe essere ricostituito con alberi ad alto fusto o di altra essenza se il piano della Comunità montana prevede che in quella località il ceduo sia sostituito da coltura più pregiata.
Questa legge (lo voglio precisare prima di concludere) non va considerata come sostitutiva di una politica che la Regione deve darsi in materia di potenziamento del rimboschimento e della forestazione, altre misure ben più incisive devono essere prese; qui si tratta solo di ricostituire quello che è stato distrutto e di ricostituirlo meglio di come era in precedenza, ma deve essere obiettivo nostro, al fine di accrescere il patrimonio forestale, predisporre le necessarie misure legislative e finanziarie per attuare, nell'ambito dei piani di sviluppo della Regione e delle Comunità montane, un programma efficace, capace di assolvere alle sue funzioni per attuare un potenziamento del patrimonio forestale della regione.
Il giudizio che noi diamo su questa legge è globalmente positivo ed abbiamo coscienza di avere contribuito a renderla più completa, rispetto al progetto iniziale presentato dai colleghi del Partito liberale, con un confronto serio ed approfondito che abbiamo potuto condurre in sede di Commissione



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Carazzoni, ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, interveniamo nel dibattito per portare a questo progetto di legge la convinta adesione del nostro Gruppo.
Opportuna, anzi, indilazionabile giudichiamo essere questa iniziativa, vale a dire l'avvio di una politica regionale in materia di tutela dell'ambiente. E siamo d'accordo che questa politica debba prendere le mosse, debba avere inizio con un intervento legislativo mirante alla prevenzione ed alla estinzione degli incendi forestali.
Quando il bosco era considerato una cosa sacra, veniva bruciato solo per vendetta, poi l'uomo iniziò la distruzione delle foreste per estendere le sue coltivazioni ed i suoi luoghi di residenza, per procurarsi cibo e sostentamento, per costruire e riscaldare le sue case e così facendo venne a trasformare, diremo meglio, a ridurre il patrimonio vegetale a un bene preziosissimo e raro.
Ora, dare alle fiamme questo patrimonio è veramente commettere un crimine, un'autentica offesa a ciò che è patrimonio di tutta la comunità.
Ogni anno i giornali riportano cifre terrificanti sugli incendi di boschi quasi fossimo in una guerra senza fine; ogni anno in media il rimboschimento rinverdisce 22.000 ettari di terreno, ma il fuoco ne distrugge 30.000, vale a dire con una perdita secca di 8.000 ettari. Per cui non del tutto inopportunamente è stato osservato che così continuando qualora non si riuscisse a risalire la china, tra pochi anni l'Italia diventerebbe calva.
In Piemonte - e sono cifre opportunamente evidenziate dalla relazione accompagnata al progetto di legge in esame - la media annuale è di 2300 ettari di bosco distrutti dal fuoco, con un danno, secondo una valutazione attendibile, che potrebbe essere calcolato nella misura di 700/750.000 lire per ettaro, considerandosi il valore del legname: ma che, come opportunamente osservava il collega che ci ha preceduto, comporta un ben diverso e più grave danno che non è tanto calcolabile in cifre, ma che è rappresentato dal lungo periodo di tempo (dodici anni per l'esattezza) che occorrono per provvedere alla copertura boschiva.
Sono quindi queste cifre che di per sé sottolineano la gravità del problema e l'urgenza di un pronto intervento.
Ora non sarebbe fuori tema introdurre a questo punto alcune pertinenti osservazioni su ciò che, a livello governativo, è stato fatto o piuttosto non è stato fatto in tema di difesa dell'ambiente. E questo noi diremmo non tanto perché sia una carenza legislativa, quanto piuttosto perché vi è una carenza di volontà politica. In realtà le leggi non mancano, è piuttosto mancata la volontà di applicare le leggi stesse, basti pensare ai macroscopici fenomeni di speculazione edilizia che sono stati posti in atto e che sono stati colpevolmente tollerati nonostante che una legge, sia pure vecchia di 50 anni, (ed opportunamente la proposta di legge di cui stiamo discutendo la riprende, questa norma) precisasse già che per il vincolo idrogeologico che esiste sui terreni boschivi e che ha origine dalla natura stessa del suolo e non dal bosco, non si dovesse consentire alcuna alterazione anche a bosco distrutto; quindi niente pastorizia, niente coltivazioni, soprattutto niente costruzioni. Invece quante volte noi abbiamo assistito a tolleranze passive o addirittura complici, che si concretavano poi nel premiare l'autore o gli autori di incendi chiaramente dolosi, con la concessione di permessi di lottizzazione.
Noi questo potremmo benissimo ricordarlo anche perché la nostra parte non ha mancato di prendere posizione contro la mancanza di un'organica politica di difesa dell'ambiente che è sicuramente una tra le molte, certo non l'ultima, tra le responsabilità dell'attuale classe dirigente.
Ma al di là di queste brevi considerazioni noi vorremmo oggi limitarci a registrare il fatto positivo che la Regione abbia deciso di intervenire in questo settore con un provvedimento che varrà forse a supplire o quanto meno ad integrare l'azione o, nello spirito di quanto prima dicevamo, la mancata azione a livello governativo.
Il progetto di legge parla di prevenzione di estinzione di incendi. Noi crediamo ovviamente che sia da porre di più l'accento sulla prevenzione cioè diciamo molto meglio non avere incendi piuttosto che giungere poi a domarli, sia pure con efficacia di interventi.
A questo fine noi pensiamo che l'educazione civica, soprattutto nelle scuole, sia la chiave di tutto e per questo avremmo preferito che questo impegno indicato all'art. 1 della legge venisse poi confermato all'art. 2 in modo anche più esplicito e anche più concreto. L'opinione pubblica è allarmata ma non è ancora sufficientemente educata, deve pensare a questo la stampa, deve provvedere a questo la Radio Televisione, ma deve intervenire soprattutto l'educazione scolastica.
Quanto poi alle misure ed ai provvedimenti elencati dal progetto di legge per l'estinzione degli incendi, molti sono stati previsti in modo specifico, altri potranno essere applicati interpretando estensivamente lo spirito della legge. Ad esempio l'ultimo comma dell'art. 2 pensiamo che possa lasciare spazio ad una forma di collaborazione che auspichiamo, tra la Regione e gli autoclub privati, agli effetti dell'avvistamento preventivo degli incendi.
Nella sostanza comunque, al di là di queste marginali osservazioni questa ci sembra essere una buona legge che, ci teniamo a precisarlo voteremo, pur avendo avuto inizialmente qualche esitazione sulle competenze della Regione in questo settore. Ci è sembrato tuttavia di poter concludere che le norme emanate non siano in contrasto con leggi dello Stato , ma abbiamo invece a rappresentare un'opportuna ed efficace aggiunta ed integrazione della legislazione statale.
Per cui anche sotto questo profilo, che per la nostra parte è essenziale ed importante, noi pensiamo di potere accordare serenamente ed in piena coscienza il voto favorevole del M.S.I. Destra nazionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Calsolaro, ne ha facoltà.



CALSOLARO Corrado

Signor Presidente, signori Consiglieri, la legge sulla tutela del patrimonio boschivo attraverso la prevenzione degli incendi, risponde ad una necessità obiettiva che la relazione del collega Giletta, approvata dalla V Commissione, mette giustamente in evidenza.
Da una nota di agenzia dello scorso febbraio, ispirata al Ministro dell'ambiente del passato governo Rumor, si è appreso che nel novembre 1973 il Ministro Corona aveva inviato al governo per la discussione e l'approvazione quattro schemi di disegni di legge per la tutela dell'ambiente, tra i quali uno appunto (cito testualmente) "per la ricostituzione del manto vegetale nel Paese e per evitare incendi di quel che resta dei nostri boschi".
Ora non solo i quattro disegni di legge non sono mai arrivati alla discussione del Consiglio dei Ministri, ma di essi non si è mai discusso in nessun'altra sede.
In difetto di un intervento diretto dallo Stato, rivolto a potenziare un servizio la cui organizzazione appare quanto mai inadeguata ad affrontare compiti che, soprattutto per lo sviluppo del movimento turistico e con l'aumento dei comportamenti dolosi, appaiono sempre più complessi e pesanti, l'iniziativa della Regione è quanto mai urgente ed opportuna.
In questo senso abbiamo dato la nostra approvazione in sede di commissione alla proposta di legge del collega Zanone e del Gruppo liberale, operando su di essa con alcune modifiche alle quali ha già fatto cenno il collega Bono e che ci sembrano senz'altro migliorative della proposta di legge. Pertanto riconfermiamo in Consiglio il nostro voto favorevole.
I punti qualificanti della legge sono indubbiamente quelli dell'adozione di una previsione legislativa che supera il mero concetto di prevenzione per investire la ricostituzione dei beni silvo-colturali danneggiati o distrutti dal fuoco, con la concessione di contributi in una misura tale da incentivare veramente l'interesse del danneggiato alla ricostituzione del bosco, del coordinamento di questa legge con la 1102 per quanto riguarda la costituzione dei distretti antincendio nei territori delle Comunità montane e l'esercizio da parte delle Comunità montane dell'attività tecnica e dell'attività sostitutive per la ricostituzione dei boschi in conformità dei piani di sviluppo della comunità e dei poteri relativi; e ancora della immodificabilità, sulla quale già altri colleghi sono intervenuti, dei vincoli idrogeologici ed urbanistici relativi ai boschi ed ai terreni bruciati.
Per quanto riguarda la prevenzione, la previsione dell'uso di mezzi più efficaci, approntati dalla tecnica moderna, e la istituzionalizzazione del servizio volontario - con la corresponsione dei conseguenti contributi e della copertura assicurativa - con lo specifico richiamo alla collaborazione degli enti e delle associazioni naturalistiche.
Nei numerosi servizi che abbiamo letto sulle Comunità montane apparsi sui giornali della regione, il problema degli incendi boschivi, nel quadro di una responsabile presa di coscienza dei problemi dell'ambiente, è stato uno dei motivi ricorrenti. Alcuni statuti delle Comunità, fra quelli già pervenuti all'esame del Consiglio e della Commissione VIII, prevedono appunto la costituzione di un servizio civile volontario per la lotta agli incendi boschivi.
In fondo, con l'approvazione di questa legge la Regione non fa che accogliere un'istanza che coinvolge nella sua formulazione l'intera collettività; una proposta che identifica la funzione del bosco, al di là di quella immediata di procurare un reddito al suo proprietario (quando questo reddito esiste) nel soddisfacimento di interessi generali degni della più attenta e rigorosa tutela.
La legge riprende anche alcune norme di una proposta di legge di iniziativa popolare per la protezione della natura, ancora in fase di elaborazione formale che noi conosciamo per esserci stata inviata da coloro che in questa proposta di legge sono stati i promotori e che a quanto viene scritto avrebbe già ottenuto l'adesione di un complesso di Comuni della nostra regione e delle amministrazioni provinciali.
Il Titolo IV di questa proposta reca per esempio: all'art. 20 che chiunque è tenuto a mantenere inalterato l'ambiente sul quale, per qualunque motivo, si è soffermato, liberandolo dai rifiuti originati dalla sua presenza nel luogo; all'articolo successivo che la Regione promuove tutte le iniziative atte alla salvaguardia dell'ambiente e che a tale scopo la Regione elargisce contributi per la manutenzione e difesa delle foreste istituisce annualmente una giornata per la pulizia e difesa dell'ambiente con partecipazione dei cittadini e degli amministratori, facendo sì che in ogni Comune sia istituita una squadra di volontari per la difesa civile con particolare mansione di difesa antincendio.
Il Titolo VIII, relativo al finanziamento, prevede contributi ai Comuni per la manutenzione e la difesa forestale, l'educazione culturale, e la propaganda e l'istituzione dei discorsi per la preparazione di agenti specializzati, e premi per coloro che prestano servizio nell'attività volontaria.
E' indubbio che un raffronto tra le norme contenute nella proposta che conosciamo e la legge che oggi viene all'approvazione, dà grossi titoli di vantaggio a favore della proposta di legge che il nostro Consiglio si appresta ad approvare.
Vorrei concludere dicendo che, votando questa legge, che è la prima legge ecologica della Regione, non possiamo non richiamare l'attenzione della Giunta e particolarmente quella dell'Assessore competente sugli impegni che per i problemi dell'ambiente sono stati assunti con la presentazione del programma e che ci auguriamo di potere presto affrontare in Consiglio, per elaborare e varare finalmente un'autentica politica a difesa dell'ambiente da parte della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zanone, Presidente della V Commissione.



ZANONE Valerio

Parlerò più come presentatore della proposta che come Presidente della Commissione.
Prendo la parola anzitutto per manifestare la nostra piena adesione alla relazione del collega Giletta, che costituisce la sintesi dell'ampio lavoro che la V Commissione ha condotto su questa proposta di legge dal settembre 1973 ad oggi.
E' già stato ricordato sia dal relatore, sia da altri colleghi, in questo dibattito, che con la proposta di legge si perviene ad una prima attuazione legislativa di quella scelta programmatica qualificante del nostro statuto regionale che fu l'art. 5, il quale assegna alla Regione un impegno diretto per la tutela dell'ambiente. Non solo, ma questa proposta di legge dà anche attuazione ad un altro impegno che fu assunto dalla V Commissione all'unanimità, in sede di formulazione del parere sul piano di sviluppo regionale da trasmettere alla I Commissione permanente.
Ci si è mossi, per la verità, come accade piuttosto frequentemente in un quadro normativo che, per rispondere alle osservazioni del Consigliere Carazzoni, presentava qualche difficoltà; la principale di essa è che com'é noto, la proposta di legge statale per una disciplina ed un ammodernamento della materia presentata nel '72 alla Camera dei deputati dagli onorevoli Ciccardini e Bernardi, è rimasta giacente presso gli uffici della Camera e che pertanto, per disporre di una normativa statale, occorre pur sempre fare riferimento alle vecchie leggi del 1923 e del 1926 con qualche integrazione successiva, anche se altre opportunità positive sono offerte dalla legge 1102 del 1971 sulla montagna.
Al momento in cui la proposta di legge è stata presentata nel Consiglio Regionale noi eravamo forse fra i primissimi a porci questo problema, nel frattempo leggi analoghe per la prevenzione e l'estinzione degli incendi forestali sono state promulgate in Lombardia, in Toscana e pochissimi giorni fa nel Lazio. Rispetto a queste tre leggi regionali già vigenti vorrei rivendicare alla proposta di legge che entra ora in discussione un'ambizione di maggiore completezza e soprattutto di indicazione più specifica dei singoli interventi. Certo si tratta, come è stato rilevato da alcuni colleghi, soltanto di un primo passo per la protezione del patrimonio forestale del Piemonte che, come risulta dalle statistiche compiute dall'ispettore regionale delle foreste dr. Solsotto, è un patrimonio ingente anche se per molte parti degradato.
Non mi soffermo sui contenuti specifici, limitandomi a indicare le tre principali direzioni in cui si muove l'articolato: quella della prevenzione, quella dell'estinzione e quella della ricostituzione del patrimonio danneggiato dagli incendi. Sulla prevenzione e sull'estinzione credo che i tratti caratteristici si debbano riscontrare nel riordinamento che qui viene effettuato dagli uffici decentrati del Corpo forestale e nel contempo nell'affidamento di opere, di servizi, di realizzazione di infrastrutture alle Comunità montane; forse questa è una delle prime leggi in cui la Regione affida alle Comunità montane di recentissima costituzione qualche compito concreto.
Un secondo elemento risiede nel potenziamento degli interventi degli Enti locali e anche di corpi volontari.
Infine, come ricordava il Consigliere Bono, si è posta attenzione ad un rigoroso sistema di divieti tendenti a scoraggiare la natura dolosa degli incendi anche mediante il divieto di mutare la destinazione dei suoli.
Per quanto riguarda l'aspetto ricostitutivo i contributi che saranno concessi ai proprietari danneggiati sono accompagnati dalla facoltà di esproprio o di intervento surrogatorio in caso di loro inerzia, avvalendoci della normativa statale disponibile.
Devo dire, per rispondere ad un'osservazione fatta dal Consigliere Carazzoni, che si è mantenuto sempre costante il riferimento all'ordinamento statale e vi è stata una costante preoccupazione che questa legge si inquadrasse in un ambito di stretta legittimità ed io ritengo che anche se alcune norme della legge stabiliscono obblighi o restrizioni di diritti per i privati, tuttavia queste restrizioni di diritti o obblighi siano sostenuti sempre da norme statali e rispondano ai requisiti di legittimità richiesti dal Consigliere Carazzoni.
Per concludere, prendo atto con sincera soddisfazione della convergenza politica che si verifica su questo intervento per la tutela dell'ambiente.
Noi speriamo che, essendo ormai quasi compiuta la stagione primaverile almeno in quella autunnale in cui vi è sempre una recrudescenza degli incendi forestali, si possano già adoperare i mezzi finanziari tecnici ed amministrativi previsti da questa legge, per venire incontro alle popolazioni danneggiate. Si è parlato in molte circostanze (ricordiamo gli interventi del Presidente della Giunta Regionale, degli Assessori all'Agricoltura e all'Ambiente) della funzione di presidio che la popolazione rurale, soprattutto quella montana, svolgono per la protezione dell'ambiente e del patrimonio boschivo, funzione che è riconosciuta solennemente anche nelle leggi dello Stato: nella legge regionale che andremo a votare questa funzione di presidio trova un primo concreto incentivo da parte della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Voglio sottolineare, a nome del Gruppo, il nostro atteggiamento favorevole rispetto a questa iniziativa legislativa che nei confronti della vastità e della gravità dei problemi mostra ancora una volta qualche limite, ma che non è da addebitare a chi l'ha formulata bensì alla obiettiva limitatezza dei mezzi.
Credo che al di là dell'articolato, al di là dell'efficacia dei singoli provvedimenti che dovranno essere verificati a contatto con la realtà e con l'esperienza, vi sia un elemento di estrema importanza che è quello dell'assunzione di una responsabilità, di una presa di coscienza, di una dichiarazione di volontà a un fatto - chiamiamolo pedagogico - a un tentativo, a uno sforzo di mobilitare energie per sensibilizzare le popolazioni in ordine ad un argomento che costituisce una specie di incubo per quanti hanno un'ampia visione delle cose, per quanti hanno sensibilità per i problemi dei patrimoni naturali, per quanti hanno sensibilità per i problemi ecologici e per le conseguenze che a lungo termine possono derivare dall'indifferenza e dalla trascuratezza.
E', in sostanza, un fatto obiettivo e positivo di inversione di marcia e di assunzione di responsabilità: la Regione comincia ad essere presente in questo settore con questa prima iniziativa.



PRESIDENTE

Nessun altro desidera intervenire? La parola all'Assessore Fonio.



FONIO Mario, Assessore alla tutela dell'ambiente

L'ampia relazione alla legge fatta dal collega Giletta ricorda quanto hanno sottolineato del resto tutti gli intervenuti, che pur essendo necessaria una normativa generale per disciplinare tutti gli aspetti della tutela ambientale, la proposta di legge in esame, per ragioni di gravità ed urgenza si limita a disciplinare i provvedimenti contro gli incendi boschivi, in analogia con leggi già promulgate da altre Regioni a statuto ordinario.
In verità, valutata la situazione in cui si trova attualmente il nostro Piemonte, colpito annualmente con rigorosità impressionante dagli incendi che distruggono un patrimonio boschivo che lentamente va esaurendosi e degradando, uno strumento legislativo come quello in discussione non deve certo considerarsi né come il mezzo per sanare i danni fino ad oggi arrecati, né come il futuro mezzo di difesa e di risanamento di tutti i possibili danni che scaturiranno dagli incendi che colpiranno i boschi della Regione.
La relazione contempla la possibilità che con successivi provvedimenti possano essere integrate le norme di questa legge per una più organica disciplina della tutela ambientale e richiama anche la proposta IRES per la costituzione di una azienda regionale per lo sviluppo e la gestione del patrimonio forestale.
La Giunta ha in cantiere diverse iniziative per la tutela dell'ambiente (e di questo assicuro il collega Consigliere Calsolaro) ha fatto le sue valutazioni e dà la sua adesione alla legge sulla base di tale considerazione riferentesi alla necessità di colmare subito, almeno in parte, la lacuna legislative esistente, pur guardando in prospettiva ad una più organica disciplina.
Il problema degli incendi boschivi è troppo grave per la nostra Regione perché non si cerchi di fare qualcosa subito. Tutti gli interventi che sono stati svolti, oltre alla relazione, hanno già ampiamente trattato delle cause e degli effetti degli incendi che inesorabilmente, soprattutto nei primi mesi di ogni anno, corrono i boschi per estinguersi con danni incalcolabili; le cause sono sempre le stesse: il permanere del dolo perch il proprietario di un bosco tutelato fatica a persuadersi che quand'anche egli avrà distrutto il bosco, non avrà distrutto con esso il vincolo di inedificabilità; la colpa del gitante domenicale che getta il mozzicone, ma sopratutto il contadino che ricorre al fuoco per liberarsi delle stoppie per diserbare le prode.
I danni sono incalcolabili ed anch'essi sono già stati analiticamente ricordati: da quelli economici a quelli paesaggistici, allo stesso venir meno di quella fonte primaria di ossigeno essenziale per la vita, quali sono appunto gli alberi.
La Giunta, nel ritenere valida la legge nella sua impostazione e negli scopi che si prefigge, non solo si ritiene impegnata a quell'integrale di cui qui si è ampiamente parlato stasera per una più organica tutela dell'ambiente, ma intende utilizzare ed attuare questa legge con la massima energia ed il massimo impegno, adottando tutti i mezzi ed il personale indispensabile per il raggiungimento degli scopi che il provvedimento si prefigge.
Va altresì rilevato che uno degli elementi determinanti per la realizzazione di questa legge, è il reperimento e l'addestramento del personale predisposto alla salvaguardia del patrimonio silvo-culturale. Non deve essere dimenticato che il fattore limitante di tutti gli interventi che interessano le zone montane, è senza alcun dubbio la realizzazione di corpi di persone, volontari o no, che effettuino le opere necessarie al mantenimento e alla ricostituzione dei beni silvo-culturali.
Pertanto la realizzazione e l'attuabilità della legge deve essere vista anche con ogni possibile miglioramento in sede esecutiva, mediante la ferma volontà di tutti gli enti interessati al mantenimento dei beni silvo culturali, ma in particolar modo dalla Regione, di realizzare ciò che la tecnologia più moderna ed avanzata ci mette a disposizione, in modo da sopperire almeno in parte a quella carenza inevitabile e indubbia di manodopera che dovrebbe operare nei territori montani e nello stesso tempo con la realizzazione di strutture che permettano il reale e pronto intervento nel caso di incendi.
In merito poi alla realizzazione delle opere di prevenzione agli incendi va tenuta nella dovuta considerazione l'affermazione riportata all'art. 7 della legge, in cui si auspica che le opere quali viali sbarramenti spezzafuoco, strade forestali, canalizzazioni ecc. vengano attuate con il massimo rispetto possibile per la biocenosi del bosco.
Spetterà pertanto agli ispettori dipartimentali delle foreste, l'oculata realizzazione di queste pere non solo nel rispetto della biocenosi del bosco, ma anche nei riflessi dei dissesti idrogeologici che potrebbero venire aggravati mediante l'esecuzione di opere poco rilevanti.
La legge all'art. 3 detta la norma in cui nell'ambito del territorio regionale vengono individuati i distretti antincendio, compito questo non solo dell'Assessorato all'Agricoltura e Foreste, ma anche dell'Assessorato all'Ecologia.
E' già stato sottolineato l'aspetto positivo del fare possibilmente coincidere il distretto con le Comunità montane; il distretto antincendio non va visto esclusivamente nella ottica di prevenzione ed estinzione degli incendi, ma va considerato nella sua totalità, valutando tutto il patrimonio boschivo esistente, organizzandone la regolare utilizzazione ed il potenziamento e la ristrutturazione della parte del patrimonio danneggiato.
Il distretto antincendio pertanto, sempre partendo dal presupposto che questa legge sarà tanto più valida quanto più sarà portata avanti in sede esecutiva, dovrà essere considerato come il primo elemento per la valutazione non solo dei danni che verranno arrecati al patrimonio boschivo, ma anche come lo strumento di base sul quale si potranno valutare le reali necessità di un intervento coordinato per la ristrutturazione del deteriorato patrimonio boschivo regionale.
E' infatti previsto all'art. 9 l'intervento diretto della Regione per la ricostituzione dei beni silvo-culturali danneggiati e distrutti del fuoco. Tale intervento sarà efficace nel momento in cui gli uffici forestali e regionali, di concerto con le Comunità montane e quindi con i piani di sviluppo delle stesse, realizzeranno degli strumenti intesi come programma pluriennale di rimboschimento e di ricostituzione dei beni danneggiati.
In conclusione, ribadito il concetto che questa legge va intesa come un primo passo verso una normativa più generale per la salvaguardia dell'ambiente naturale, il ripristino del patrimonio silvo-culturale e la difesa del suolo, la Giunta dichiara il suo voto favorevole.



PRESIDENTE

Ha così termine la discussione generale.
Dopo la votazione dei singoli articoli passeremo alle dichiarazioni di voto.
Proposta di legge n. 104: "Interventi per la prevenzione ed estinzione degli incendi forestali" presentata dai Consiglieri Zanone, Fassino, Gerini, Rossotto.
Articolo 1 "La Regione nell'ambito della politica di difesa del suolo e dell'ambiente naturale, assicura la protezione del patrimonio boschivo promuove soprattutto nella scuola dell'obbligo e d'intesa con le autorità scolastiche competenti, la propaganda per la prevenzione degli incendi forestali; favorisce studi e ricerche circa i mezzi di prevenzione e di lotta; concede contributi per la ricostituzione dei beni boschivi distrutti o danneggiati dal fuoco".
Nessuno chiede la parola? Passiamo alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione.
Presenti e votanti 30.
Hanno risposto SI 30 Consiglieri.
L'articolo 1 è approvato.
Articolo 2.
"Per realizzare gli obiettivi di cui al precedente articolo, la Regione assume a proprio carico gli impegni finanziari relativi: a) alla prevenzione, avvistamento ed estinzione degli incendi forestali.
b) alla costituzione di nuclei di pronto impiego composti da agenti del Corpo Forestale dello Stato, nonché del Corpo di pronto intervento di cui all'art. 4 c) alla dotazione delle necessarie attrezzature d) all'assegnazione di contributi per la ricostituzione dei beni forestali danneggiati e) a compensi al personale volontario.
Rientra negli impegni di cui al presente articolo la facoltà di avvalersi di mezzi aerei mediante convenzione della Regione con Enti pubblici e privati".
Nessuno chiedendo la parola, passiamo alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione Presenti e votanti 31.
Hanno risposto SI 31 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Articolo 3.
"Il territorio regionale è diviso in distretti antincendio determinati dall'Assessorato all'agricoltura e foreste di concerto con l'Assessorato all'ecologia, in base alle delimitazioni territoriali delle comunità montane e alle circoscrizioni dei Comandi di Stazione del Corpo forestale dello Stato.
I distretti dispongono di un nucleo di pronto impiego in collegamento con apposite vedette tramite radiotelefono e di mezzi fuoristrada muniti di attrezzatura ricetrasmittente ed antincendio.
I distretti sono collegati a mezzo radio con gli Ispettorati ripartimentali delle foreste competenti per territorio".
La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Mi sorge il dubbio se sia riconoscibile agli Assessorati una distinzione istituzionale e se non sia effettivamente da riferirsi al Presidente della Giunta che opera verso l'esterno, che ha i poteri a questo riguardo.



PRESIDENTE

Comunque sono esistenti oggi.



BIANCHI Adriano

Ma non emettono decreti, provvedimenti, la stessa denominazione degli Assessorati può mutare.



PRESIDENTE

Dovreste formalizzare l'emendamento.



BIANCHI Adriano

Io ne ho parlato perché il presentatore o altri mi dicessero qualcosa se non dicono niente presento l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zanone.



ZANONE Valerio

Non ho difficoltà e che si sostituisca l'indicazione all'Assessorato con un'altra più generica, cioè che i distretti siano determinati dalla Giunta Regionale. Il problema è stato, per la verità, discusso in Commissione e l'indicazione dell'Assessorato all'Agricoltura come organo tecnico preposto a questa determinazione deriva semplicemente dal fatto che l'Assessorato all'Agricoltura ha ereditato dagli organi statali la direzione del Corpo forestale e quindi sembrava il ramo dell'amministrazione regionale più idoneo a svolgere questa funzione.
D'altra parte la questione è stata vista, come dicevo, in Commissione e quindi ritenevo che la Giunta avesse preso una determinazione favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Io ritengo che l'osservazione sia pertinente perché in fondo il compito degli Assessorati è sempre soltanto compito delegato, la delega può essere mobile e quindi la Giunta si dispone ad accettare quella modifica in tutto il corpo degli articoli dove si parli di Assessorato e si riferisca invece sempre alla Giunta.



PRESIDENTE

Suonerebbe allora così "Il territorio regionale è diviso in distretti antincendio determinati dalla Giunta Regionale" anziché "determinati dall'Assessorato all'agricoltura e foreste di concerto con l'Assessorato all'ecologia". E' così?



BIANCHI Adriano

No, si dovrebbe sostituire all'art. 3 la dizione "determinati dall'Assessorato all'agricoltura e foreste di concerto con l'Assessorato all'ecologia" con la frase "con decreto del Presidente della Giunta Regionale, sentita la Giunta".



PRESIDENTE

Lo formalizzi per cortesia.
Emendamento sostitutivo all'art. 3: "Sostituire con decreto del Presidente della Giunta regionale, previa deliberazione della Giunta stessa".
Il comma così suonerebbe: "Il territorio regionale è diviso in distretti antincendio determinati con decreto del Presidente della Giunta Regionale, previa deliberazione della Giunta stessa, in base alle delimitazioni territoriali delle comunità montane e alle circoscrizioni dei Comandi di Stazione del Corpo Forestale dello Stato".
Se nessuno chiede di parlare pongo in votazione l'emendamento a firma del Consigliere Bianchi, che ho testè letto.
E' approvato all'unanimità.
Si proceda alla votazione per appello nominale dell'art. 3 così emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione .
Presenti e votanti 31 Hanno risposto SI 31 Consiglieri.
L'articolo 3 è approvato.
Articolo 4 "Per i pronti interventi, oltre ai nuclei di cui al precedente articolo composti da personale appartenente al Corpo forestale dello Stato o dallo stesso assunto in via temporanea, la Regione si avvale di un corpo formato dalle guardie di polizia locale e rurale, costituito d'intesa con gli Enti locali competenti.
La Regione inoltre può avvalersi, soprattutto per i compiti di avvistamento, segnalazione e sorveglianza, dell'opera delle guardie venatorie e della collaborazione volontaria di Enti e Associazioni naturalistiche inquadrando nelle fasi di intervento il personale proveniente da tali Enti ed Associazioni, nel Corpo di cui al precedente comma.
I servizi di cui ai precedenti commi sono coordinati dal distretto sulla base delle direttive impartite dall'Ispettorato ripartimentale delle foreste competente per territorio.
I collaboratori volontari saranno assicurati contro gli infortuni durante ogni fase della loro prestazione, mediante assicurazioni da stipularsi con l'INAIL. Al personale volontario sono corrisposti, a carico della Regione, compensi fissi giornalieri, oltre all'eventuale trasferta assumendo come minimo di base i contratti collettivi di lavoro relativi ai lavoratori addetti alle sistemazioni idraulico-forestali in amministrazione diretta.
Nei casi prescritti dalle leggi dello Stato gli Ispettorati del Corpo forestale richiederanno l'intervento dei vigili del Fuoco e, ove occorra delle Forze armate".
Non vi sono emendamenti.
Passiamo alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione Presenti e votanti 30 Hanno risposto SI 30 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
Articolo 5 "A chiunque scorga in un bosco o nei terreni limitrofi l'esistenza di un fuoco abbandonato o non custodito, è fatto obbligo di darne l'allarme e di segnalarlo immediatamente alla più vicina stazione del Corpo forestale dei Vigili del Fuoco o degli altri Corpi di polizia in modo che possa tempestivamente venire organizzata la necessaria opera di spegnimento".
Nessuno chiede la parola? Si passi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione.
Hanno risposto SI 29 Consiglieri.
Si è astenuto 1 Consigliere.
L'articolo 5 è approvato.
Articolo 6 "L'Assessorato all'Agricoltura e foreste, d'intesa con l'Assessorato all'ecologia, è incaricato della specializzazione del rispettivo personale per lo svolgimento dei compiti di cui alla presente legge e della qualificazione per gli stessi fini dei soggetti indicati negli articoli precedenti".
C'é un emendamento sostitutivo del Consigliere Zanone: "Sostituire le parole 'L'Assessorato all'agricoltura e foreste d'intesa con l'Assessorato all'ecologia', con le parole "La Giunta Regionale incaricata".



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Io direi "La Giunta Regionale provvede alla specializzazione".



PRESIDENTE

Allora l'emendamento suona: "La Giunta Regionale provvede alla specializzazione del personale ecc."; viene soppressa anche la parola "rispettivo".
Chi approva l'emendamento è pregato di alzare la mano.



CALSOLARO Corrado

Propongo l'emendamento soppressivo dell'articolo, che è assolutamente superfluo; c'è una competenza fissata dal decreto delegato e ci sono le leggi. La Giunta porta avanti l'attività amministrativa in rapporto alle leggi.



BERTI Antonio

Non mi pare che sia stata elaborata in tutti i suoi particolari questa legge.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

E' mancata la sua iniziativa!



PRESIDENTE

Vogliono formalizzarmi l'emendamento soppressivo?



CALSOLARO Corrado

Che cosa devo scrivere?



PRESIDENTE

Sopprimere l'intero articolo 6.
Chiede di parlare il Consigliere Zanone, ne ha facoltà.



ZANONE Valerio

Mi permetterei di insistere sul mantenimento di questo articolo che, a mio avviso, non èe del tutto superfluo perché è una specificazione della previsione che al bilancio della Regione fa circa gli interventi per la formazione, l'aggiornamento ed il perfezionamento del personale della Regione. Devo anche osservare che nelle altre leggi regionali, ad esempio in quella recentissima che è stata approvata dalla Regione Lazio quando già il nostro testo era stato approvato in Commissione (quindi c'é stata per così dire una convergenza parallela della nostra Commissione e della Regione Lazio), vi è un articolo in cui si stabilisce che "l'Assessorato dell'agricoltura caccia pesca ecologia può indire corsi di aggiornamento e attuare altre iniziative per la specializzazione del personale da destinare allo svolgimento dei compiti di cui alla presente legge" cioè agli incendi dei boschi ed alla ricostituzione boschiva.
A mio avviso il mantenimento di questo articolo non crea problemi di nessuna specie, e attribuisce alla Giunta Regionale un compito che la Giunta ha già ora! Ma trovandolo prescritto in una norma di legge regionale si presume che lo vorrà svolgere con migliore sollecitudine.
Non vedrei le regioni che ora subentrano per consigliare l'abrogazione di questo articolo; per conto mio sarei favorevole a mantenerlo, poi si pronunci il Consiglio come meglio crede.



PRESIDENTE

La Giunta?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

La Giunta accoglie l'emendamento soppressivo proposto dal Consigliere Calsolaro.



PRESIDENTE

Altri desiderano intervenire? Metto in approvazione per alzata di mano l'emendamento soppressivo dell'art. 6 proposto dal Consigliere Calsolaro L'articolo 6 è soppresso.
Articolo 7 "Ai fini della presente legge gli Ispettorati ripartimentali delle foreste, attenendosi al massimo rispetto possibile per la biocenosi del bosco, curano la realizzazione e l'impiego delle seguenti opere ed attrezzature: a) viali e sbarramenti spezzafuoco b) strade forestali di servizio e piste di attraversamento dei beni silvo-pastorali c) torri e posti di avvistamento d) impianti di segnalazione, comunicazione e di ricetrasmissione e) eventuali canalizzazioni e condutture fisse o mobili, relativi serbatoi, uso di estinguenti e ritardanti non nocivi alla flora ed alla fauna f) pulizia del bosco da tutte le ramaglie e dai residui dei tagli boschivi g) mezzi di trasporto adatti a percorrere piste fuori strada h) medicamenti necessari al pronto soccorso i) assistenza al personale adibito alle operazioni di cui alla presente legge, mediante l'approvvigionamento di viveri ed attrezzature necessarie nonché la costituzione o l'affitto di locali e rifugi per il ricovero di persone e di mezzi l) ogni altro intervento ed opera suggerito anche da nuove tecniche.
La realizzazione delle opere di cui ai precedenti punti a), b), d), e) ed f) e la loro manutenzione, sono affidate dalla Regione alle Comunità montane che operano sentito il parere tecnico del Corpo forestale dello Stato e dei Vigili del Fuoco".
Vi è un emendamento dei Consiglieri Bono e Zanone, sostitutivo all'art.
7: "Sostituire il punto f) con le parole 'regolare pulizia del sottobosco e dei residui dei tagli boschivi"'.
La Giunta?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

La Giunta accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento per alzata di mano.
L'emendamento è approvato.
Metto in votazione l'art. 7 così emendato, per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione.
Presenti e votanti 28.
Hanno risposto SI 28 Consiglieri.
L'articolo 7 è approvato.
Articolo 8 Dal 1^ novembre al 30 aprile e negli altri periodi di pericolosità stabiliti dall'Assessorato Regionale all'Agricoltura e Foreste, sono vietate, in tutti i terreni boscati e cespugliati ed entro la distanza di 100 metri da essi, le operazioni che possono comunque creare pericolo o possibilità d'incendio; a tal fine si applicano le prescrizioni di massima e di polizia forestale vigenti in ciascuna Provincia della Regione emanate dalla Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura, approvate con decreto del Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste.
In tutti i boschi danneggiati dall'incendio sono vietati: a) tutti i lavori che comportino comunque movimento di terreno ad eccezione di quelli relativi alla sola ricostituzione del bosco stesso b) la trasformazione del bosco in qualità di coltura diversa da quella silvo-colturale c) il pascolo di qualsiasi specie di animali per almeno 5 anni, salvo l'applicazione delle norme più restrittive di cui alle prescrizioni di massima e di polizia forestale vigenti in ciascuna Provincia d) l'esercizio venatorio e) il transito di persone, animali o mezzi meccanici all'infuori di quelli addetti o adibiti ai soli lavori di ricostituzione del bosco prescritti dalle competenti autorità regionali e con il controllo del Corpo Forestale dello Stato.
L'imposizione dei suddetti divieti avviene dietro segnalazione del Corpo Forestale dello Stato all'Assessorato Regionale all'Agricoltura e Foreste, il quale entro 30 giorni dalla segnalazione notifica il provvedimento al proprietario o possessore del bene danneggiato o distrutto dandone contemporaneamente comunicazione al Comando del Corpo Forestale proponente per le successive applicazioni.
I divieti previsti ai punti a) e b) del 2^ comma non possono essere tolti; i divieti previsti ai punti c), d), e) dello stesso comma permangano fino alla completa rinnovazione del bosco e, al totale ripristino del preesistente stato colturale del bene danneggiato o distrutto, salvi gli ulteriori obblighi derivanti dal vincolo panoramico ai sensi della legge 29 giugno 1939 n. 1479.
Sul bosco o terreno bruciato restano immutati i vincoli idrogeologici preesistenti. Restano in ogni caso immutati i vincoli e le prescrizioni stabilite dagli strumenti urbanistici vigenti.
C'é un emendamento al primo capoverso: sostituire alle parole "dall'Assessorato regionale all'Agricoltura e Foreste" le parole "dal Presidente della Giunta Regionale", presentato dal Consigliere Zanone.
C'é però un altro capoverso nel quale occorre cambiare la dizione posso formalizzarlo?



ZANONE Valerio

Desidero solo segnalare che per quanto riguarda il primo capoverso trattandosi di un provvedimento che è di natura urgente, mi pare che l'organo meglio indicato a stabilire questa dilazione di termini sia il Presidente della Giunta, in modo da non rendere necessaria una riunione di Giunta per determinarlo.
Per quanto concerne il capoverso successivo alla lettera e) circa l'organo della Regione che deve provvedere alla notifica, mi rimetto alle indicazioni della Giunta su come sostituire la dizione relativa all'Assessorato.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

La Giunta è d'accordo di accogliere l'emendamento sotto il profilo che l'Assessorato non è organo, è una delega che viene data dal Presidente e che quindi può esistere e può non esistere; oggi ci sono otto Assessorati qualificati così, domani potrebbero essere otto Assessorati qualificati diversamente.



PRESIDENTE

Consigliere Zanone. Lei accoglie la modifica anche al successivo capoverso?



ZANONE Valerio

Si.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento che sostituisce le parole sopra riferite, nei due commi.
L'emendamento è accolto all'unanimità. Pongo in votazione l'art. 8 per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione.
Presenti e votanti 29.
Hanno risposto SI 29 Consiglieri.
L'articolo 8 è approvato.
Articolo 9 "Per la ricostituzione dei beni silvo-culturali danneggiati o distrutti dal fuoco, la Regione concede ai proprietari contributi fino al 90% delle spese necessarie, determinate dagli Uffici Forestali regionali.
Le opere necessarie devono essere eseguite entro e non oltre l'anno solare successivo a quello in cui si è verificato l'incendio.
La ricostituzione deve essere eseguita secondo le direttive tecniche impartite dagli Uffici Forestali regionali, in conformità ai piani di sviluppo delle Comunità Montane.
In caso di inadempienza dei proprietari, si attuano le procedure previste dall'art. 9 della legge 3/12/1971 n. 1102 e degli artt. 75 e 76 del R.D.L. 30/12/1923 n. 3267".
Non vi sono emendamenti. Passiamo alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione.
Presenti e votanti 29.
Hanno risposto SI 29 Consiglieri.
L'articolo 9 è approvato.
Articolo 10 "Le sanzioni e le violazioni ai divieti e vincoli di cui alla presente legge sono quelle specificatamente previste dal R.D.L. 30/12/1923 n. 3267 della legge 9/10/1967, n. 950, nonché delle altre leggi dello Stato in materia".
Nessuno chiede la parola? Si passi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione.
Presenti e votanti 28.
Hanno risposto SI 28 Consiglieri.
L'articolo 10 è approvato.
Articolo 11 "Agli oneri correnti di cui all'art. 2, ultimo comma, all'art. 4 e all'art. 7 lettere f), h), i) ed l) della presente legge, valutati in annue lire 100 milioni, si provvede con lo stanziamento di cui al capitolo n. 776 dello stato di previsione della spesa dell'esercizio finanziario 1974 e dei singoli esercizi successivi.
Agli oneri di cui all'art. 6 della presente legge, valutati in annue lire 10 milioni, si provvede con lo stanziamento di cui al capitolo n. 781 dello stato di previsione della spesa dell'esercizio finanziario 1974 e dei singoli esercizi successivi.
Agli oneri di cui all'art. 3 e all'art. 7 lettera a), b) c), d) e), g) ed l) della presente legge, valutati in lire 200 milioni, si provvede mediante riduzione di pari importo dello stanziamento di cui al capitolo n.
1404 dello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1974 e l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, del capitolo n. 1347 con la denominazione "Spese per le attrezzature, gli impianti e le opere riguardanti la prevenzione e l'estinzione degli incendi forestali" e con lo stanziamento di lire 200 milioni.
Agli oneri di cui all'art. 9 della presente legge, valutati in annue lire 100 milioni, si provvede mediante riduzione di pari importo dello stanziamento di cui al capitolo n. 1404 dello stato di previsione della spesa per l'esercizio 1974 e l'istituzione, nello stato di previsione medesimo, del capitolo n. 1351 con la denominazione "Contributi in capitale per la ricostituzione di beni forestali danneggiati dagli incendi" e con lo stanziamento di lire 100 milioni.
Negli stati di previsione della spesa per gli anni 1975 e successivi sarà iscritto il capitolo numero 1351 con la denominazione e lo stanziamento indicati nel precedente comma.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
Vi è un emendamento del Consigliere Zanone soppressivo del secondo comma dell'art. 11. Vuole illustrarlo?



ZANONE Valerio

Poiché, contro il mio avviso, il Consiglio Regionale ha soppresso l'art. 6, sarà opportuno risparmiare questi dieci milioni sopprimendo il secondo comma dell'art. 11. Non possiamo fare riferimento all'art. 6 che nella sua forma originaria non c'é più. Siccome è facoltà della Giunta di fare questi corsi di formazione per il personale, la Giunta provvederà in base agli stanziamenti che sono iscritti a bilancio. Diversamente avremmo l'indicazione a bilancio per un articolo caduto nel corso della votazione.



PRESIDENTE

Pongo in votazione, per alzata di mano, l'emendamento soppressivo alll'art. 11 del secondo comma.
La Giunta?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Approva.



PRESIDENTE

L'emendamento è approvato all'unanimità.
Vi è un altro emendamento Zanone - Giletta - Bono - Calsolaro - Vera aggiuntivo all'art. 11: "Dopo il terzo comma aggiungere il seguente comma: 'Le spese non impegnate sul capitolo 1347 nell'anno 1974 potranno essere impegnate negli anni successivi' ".
Qualcuno desidera illustrarlo? Il parere della Giunta?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Accoglie.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.
E' approvato all'unanimità.
Pongo in votazione l'art. 11 con i due emendamenti approvati.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione.
Presenti e votanti 29.
Hanno risposto SI 29 Consiglieri.
L'articolo 11 è approvato.
Vi è qualche dichiarazione di voto? Nessuna.
Si proceda alla votazione dell'intero testo di legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato dalla votazione finale.
Presenti e votanti 29 Hanno risposto SI 29 Consiglieri.
La proposta di legge n. 104 è approvata.
Il Consiglio è convocato per lunedì alle ore 15 in quanto giovedì venerdì, sabato e domenica si tiene il Congresso del P.S.D.I. a Genova.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20)



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