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Dettaglio seduta n.207 del 14/03/74 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento:

Ordine del giorno della seduta


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
L'ordine del giorno reca: 1) Approvazione verbali precedenti sedute 2) Comunicazioni del Presidente 3) Esame relazione dell'Intercommissione per l'Università sul Centro calcolo 4) Esame disegno di legge n. 60: "Istituzione dell'Ente di sviluppo agricolo del Piemonte (ESAP)". Seguito della discussione 5) Designazione dei rappresentanti della Regione: a) nei Consigli di amministrazione del Politecnico (1 rappresentante) delle Opere universitarie del Politecnico (3 rappresentanti, di cui 1 della minoranza) dell'Università (1 rappresentante) delle Opere universitarie dell'Università (3 rappresentanti, di cui 1 della minoranza) b) nelle Commissioni regionali per il lavoro a domicilio (3 rappresentanti, di cui 1 della minoranza) per la mano d'opera agricola (1 rappresentante effettivo ed 1 supplente).
Nessuno chiede la parola? Allora, l'ordine del giorno è approvato.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Passiamo al punto primo dell'ordine del giorno: "Approvazione verbali precedenti sedute".
I processi verbali dell'adunanza del 7 marzo '74 sono stati distribuiti prima dell'inizio della seduta odierna. Nessuno ha in merito osservazioni da fare? Allora si intendono approvati.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente


PRESIDENTE

Passiamo al punto secondo dell'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente".


Argomento: Varie

a) Iniziative organizzate dal Comitato Antifascista e dal Consiglio Regionale


PRESIDENTE

L'Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale ha illustrato il problema delle iniziative promosse per il trentesimo anniversario della Lotta di Liberazione e per il venticinquesimo anniversario della Costituzione repubblicana ad alcune centinaia di Sindaci ed Amministratori locali, intervenuti in rappresentanza di oltre il 60 per cento della popolazione piemontese. Gli incontri si sono svolti ad Alessandria il 4 marzo, a Vercelli il 5 marzo, a Torino-Cuneo il 6 marzo, ad Asti l'8 marzo a Stresa, per i Comuni della provincia di Novara, il 9 marzo. Ovunque è stata riscontrata la piena disponibilità e la convinta collaborazione da parte delle Amministrazioni locali. A seguito di queste riunioni, in diversi centri del Piemonte stanno sorgendo Comitati unitari antifascisti espressione delle locali forze politiche dell'arco democratico, delle organizzazioni resistenziali e partigiane, delle associazioni culturali per realizzare iniziative destinate a raggiungere i più vasti strati della popolazione piemontese ed a sensibilizzare l'intera comunità sull'attualità del messaggio antifascista.
Il complesso delle iniziative promosse dal Consiglio Regionale del Piemonte ed organizzate dall'apposito Comitato regionale antifascista troverà un importante momento di verifica e di coordinamento interregionale nella nuova riunione degli Uffici di Presidenza di tutte le Regioni, che si svolgerà a Torino il 22 marzo prossimo, nel corso del quale i rappresentanti delle varie Regioni italiane potranno fare il punto sullo stato di avanzamento delle iniziative. In tale occasione il Consiglio Regionale del Piemonte, che ha assunto un ruolo di preminente importanza fra le venti Regioni italiane riguardo alle iniziative antifasciste intende presentare anche, come documentazione dell'attività della Regione i programmi elaborati dai vari Comuni piemontesi.
Tra i contributi di idee emersi nelle varie riunioni sono da sottolineare, in particolare, la proposta di indire una inchiesta sul neofascismo in Piemonte, l'impegno organizzativo dei Comuni di procedere alla definizione di dettagliati programmi di distribuzione nelle scuole dei testi della Costituzione italiana e dello Statuto piemontese, l'opportunità di coinvolgere direttamente nella organizzazione del programma biennale di celebrazioni le Comunità montane e il mondo della scuola e del lavoro. Nel corso delle riunioni i Comuni hanno vivamente concordato sulla opportunità di una celebrazione dell'anniversario della fucilazione al Martinetto di Torino dei membri del Comitato militare regionale piemontese (5 aprile 1944), in modo da interessare alle iniziative antifasciste anche il mondo militare. I comuni sono stati invitati ad assumere contatti analoghi ai livelli locali.
I Comuni hanno espresso la piena adesione alle seguenti iniziative, che sono in fase di avanzata organizzazione 1) proiezione di films, a partire dal 21/3, inerenti il periodo fascista la Resistenza, i grandi problemi dell'Italia dopo la Liberazione. I films verranno presentati nei Comuni capoluoghi di area ecologica e nei Comuni con popolazione superiore ai ventimila abitanti. L'iniziativa è stata curata dal Consiglio Regionale in collaborazione con l'Aiace e il Sindacato Critici cinematografici. Ogni film verrà commentato da esponenti politici a livello regionale dei diversi partiti dell'arco costituzionale. Per i Comuni di Biella, Pinerolo, Cuneo, Savigliano, Mondovì, Novara, Borgosesia Bra, Saluzzo, Fossano, Novi Ligure, Valenza, Chieri, Collegno, Grugliasco Moncalieri, Rivoli, Acqui Terme, Torino, è stato redatto un programma particolareggiato, già distribuito. E' stata fissata la partecipazione dei Consiglieri regionali per la serata di apertura del ciclo di film: 2) dibattito sul tema: "Il contributo delle donne alla Resistenza in Piemonte e alla costruzione dello Stato democratico", che si svolgerà a Torino, presso il Teatro Alfieri, il 6 aprile, con la collaborazione del Provveditorato agli Studi di Torino, al fine di far intervenire gli studenti delle scuole medie superiori ad una lezione, sotto forma di "tavola rotonda", cui partecipano Camilla Ravera ed altre esponenti femminili che hanno avuto un ruolo determinante nella lotta di liberazione 3) pellegrinaggio di giovani operai e studenti a Mauthausen. Il viaggio sarà effettuato dal 18 al 21 aprile prossimi. I Comuni stanno già deliberando la partecipazione dei giovani 4) incontri fra i giovani, studenti e lavoratori, del Piemonte e i giovani studenti e lavoratori, della Puglia indicati dai Sindacati e dai Comuni. Il viaggio si svolgerà dal 23 al 26 maggio, l'organizzazione è già in fase avanzata, sia per quanto riguarda i rapporti con la Regione Puglia che con i Comuni piemontesi 5) esposizione della Mostra della Resistenza, che è attualmente a Biella nei Comuni di Savigliano, Asti e Arona.
Nel quadro delle celebrazioni per la Resistenza, si è svolto mercoledì 13 marzo un incontro con i Provveditori agli Studi del Piemonte, a cui è stato esposto il programma del Consiglio per le manifestazioni, richiedendo la collaborazione per facilitare la partecipazione degli studenti. L'invito è stato pienamente accolto e tale riunione ha avuto un esito notevolmente positivo.


Argomento: Questioni internazionali

b) Rapporti fra la Chiesa Cattolica in Spagna e il regime franchista


PRESIDENTE

In collegamento al tema della Resistenza e dell'antifascismo, desidero oggi ricordare in questa sede dell'Assemblea regionale come un nuovo atteggiamento vada maturando nei rapporti fra la Chiesa cattolica in Spagna e il regime franchista, rapporto che ingenera aspetti conflittuali fra il Governo spagnolo ed il Clero non soltanto ai livelli più elevati della sua gerarchia ma anche fra un numero di sacerdoti sempre più vasto. La stampa ha dato in questi giorni vivo risalto alle posizioni assunte dal Vescovo di Bilbao, Antonio Anoveros, che a seguito della intimazione di espulsione da parte del Governo spagnolo ha dichiarato che avrebbe lasciato la Diocesi solo con la forza o su ordine del Vaticano.
La coraggiosa presa di posizione del Vescovo di Bilbao in difesa dei diritti delle minoranze ed a sostegno della concezione dello Stato al servizio del popolo nel rispetto del pluralismo sociale e culturale del Paese assume una rilevanza particolare per il seguito e il consenso che ottiene da parte della popolazione e del Clero spagnolo più avanzato, ed anche in relazione all'atteggiamento assunto dal Vaticano, non più disponibile ad appoggiare incondizionatamente la politica di un Paese in cui gli oppositori del regime vengono uccisi con le più umilianti e vergognose macchine di morte.


Argomento: Viabilità

c) Autostrada Torino - Pinerolo


PRESIDENTE

Autostrada Torino-Pinerolo. Si è svolto ieri un incontro fra esponenti regionali ed una folta delegazione di amministratori locali, sindacalisti contadini e lavoratori della zona interessata dalla progettata realizzazione dell'autostrada Torino-Pinerolo. Alla riunione erano presenti, oltre al Presidente del Consiglio, il Vicepresidente Sanlorenzo l'Assessore regionale Gandolfi, i Consiglieri Gerini, Berti, Bertorello Besate, Bianchi, Ferraris, Garabello, Marchesotti, Rivalta, Rossotto e Vera. Hanno partecipato all'incontro anche i parlamentari on. Borra e on.
Magnani Noya.
Nel corso della riunione sono state ampiamente illustrate le ragioni della decisa opposizione alla realizzazione dell'arteria da parte di amministratori comunali, rappresentanti delle forze politiche, dei sindacati, delle organizzazioni contadine della zona. In particolare, si è sottolineato come la progettata autostrada venga ad inserirsi in una zona agricola ad elevata produttività, cui sottrae circa 4 milioni di metri quadrati di terreno coltivato, distruggendo cioè una ventina di aziende agricole e frantumandone altre duecento, con conseguenti gravi danni anche di carattere occupazionale.
Tale danno, unitamente a quello derivante all'assetto idrogeologico della zona, non avrebbe alcuna contropartita di benefici di carattere economico e sociale, comportando invece un costo rilevante, valutato fra i 30 e i 50 miliardi.
La delegazione, dopo aver lamentato che l'iniziativa stia andando avanti senza che siano stati concretamente interpellati gli Enti interessati, Regione e Comuni, ha sottolineato l'opportunità che le rilevanti somme che si prevede di destinare alla infrastruttura autostradale siano dirottate invece verso investimenti per i servizi sociali nella zona, gravemente carenti: scuole, case, trasporti pubblici.
Si è chiesto, infine, un deciso intervento della Regione in opposizione alla realizzazione dell'autostrada Torino-Pinerolo.
Al termine della riunione sono state unanimemente formulate alcune proposte concrete: a) discussione del problema da parte dell'Assemblea piemontese già nella seduta convocata per oggi, mediante la risposta della Giunta Regionale a due interrogazioni al riguardo presentate nelle scorse settimane, con eventuale approvazione di una mozione b) richiesta di impegno da parte degli organi regionali competenti di una sollecita approvazione del Piano regolatore di Orbassano, che non prevede il tracciato autostradale c) presa di posizione dei parlamentari piemontesi presso il Ministero dei Lavori pubblici per una revoca del decreto di approvazione del progetto dell'autostrada d) incontri di delegazioni delle popolazioni interessate con la Provincia ed il Comune di Torino e) approvazione di ordini del giorno di protesta da parte di tutti i Comuni interessati f) eventuale incontro nell'ambito della consultazione e udienze sul piano regionale fra la I Commissione consiliare e la Società Ativa.
Il Presidente del Consiglio, adempiendo al mandato ricevuto, ha poi inviato i seguenti telegrammi, relativi all'esito dell'incontro: al Ministro dei Lavori pubblici, per sottolineare l'unanime auspicio dei partecipanti di una sospensione immediata di ogni attività inerente alla costruzione dell'autostrada, nonché la richiesta di revoca del decreto ministeriale per la costruzione al Prefetto di Torino, per informarlo della richiesta di sospensione immediata di ogni procedura di esproprio circa i lavori della autostrada al fine di non pregiudicare l'azione in corso da parte di Enti locali sindacali e forze politiche tendente alla revisione del problema al Presidente della Provincia di Torino e al Sindaco di Torino per sottoporre ad essi l'opportunità di ricevere la delegazione per un approfondito esame della situazione.


Argomento:

d) Congedi


PRESIDENTE

Congedi. Hanno chiesto congedo il Consigliere Giovana e l'Assessore Paganelli.


Argomento:

e) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario di Governo ha apposto il visto alla legge regionale: "Intervento regionale per agevolare l'accesso al credito agrario di conduzione"


Argomento:

f) Mancata opposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Ha invece negato il visto alla Legge regionale 7/2/'74: "Estensione al Personale che ha assunto servizio presso la Regione Piemonte posteriormente alla data del 22 giugno '73 dell'applicazione dell'art. 3 della Legge 26 luglio 1973 n. 15".


Argomento:

g) Progetti di legge - Presentazione e assegnazione a Commissioni


PRESIDENTE

E' stato presentato alla Giunta Regionale in data 12/3 il disegno di legge su: "Stato giuridico e trattamento economico del personale regionale. Norme transitorie per il primo inquadramento", che in data 13/3 è stato assegnato per l'esame alla VIII Commissione.


Argomento: Centri intermodali - Viabilità

h) Risposte scritte ad interrogazioni


PRESIDENTE

E' stata data risposta scritta ad interrogazioni: da parte dell'Assessore Chiabrando al Consigliere Gerini, sulla riserva per i tartufi: da parte dell'Assessore Armella alla Consigliere Fabbris, sulla prolungata gestione commissariale dell'Ente ospedaliero di Biella "Ospedale degli Infermi" al Consigliere Vecchione in relazione alla sospensione di due dipendenti dell'Ente ospedaliero C.T.O.
ai Consiglieri Fabbris e Vecchione sulla classificazione in Ospedale provinciale per lungodegenti e convalescenti del presidio di Bioglio al Consigliere Nesi in rapporto alla notizia dei gravi pericoli per la salute degli operai dell'Azienda Valle Susa di Rivarolo derivante dall'uso di certi coloranti ai Consiglieri Lo Turco e Vecchione sulla vertenza insorta fra l'Enel e l'Ordine dei Medici per l'assistenza in questione.
Do infine lettura delle osservazioni del Governo in ordine al rinvio della Legge regionale 7/2/'74: "In merito alla Legge regionale 7/2/'74, concernente 'Estensione al Personale che ha assunto servizio presso la Regione Piemonte posteriormente alla data del 22 giugno '73 dell'applicazione dell'art. 3 della Legge 26 luglio '73 n. 15', il Governo ha rilevato quanto segue.
In mancanza della legge regionale di inquadramento, al Personale statale in servizio presso la Regione va applicata, in riferimento a quanto stabiliscono i decreti delegati, la legge 15/1/'73 n. 734 che con effetto dall'1/1/'73 ha concesso l'assegno perequativo, incompatibile con altre indennità.
Quanto poi al restante personale, ricordato il divieto di assunzione stabilito dal secondo comma dell'art. 65 della Legge 10/2/'53 n. 62, ed essendo chiusa la fase dei comandi, che comunque andrebbero mantenuti entro il limite del contingente a suo tempo fissato ai sensi del terzo comma dello stesso articolo 65, il trattamento economico è attualmente quello goduto presso gli Enti di provenienza, che la Regione non ha titolo di modificare, alla stregua anche della statuizione della sentenza 147 n. 1972 della Corte costituzionale.
Gli accordi già concessi e che la legge in esame intende estendere riguarderebbero presunte definite maggiorazioni economiche; da stabilire in futuro con legge regionale. In tal modo ne consegue che gli acconti stessi a causa della retrodatazione degli effetti economici del futuro inquadramento del personale in servizio presso la Regione, verrebbero a sommarsi con l'indennità perequativa o con altre indennità percepite, a carico degli Enti di provenienza le quali risulterebbero poi incompatibili potendo comunque rimanere pregiudicate le possibilità materiali e morali di recupero.
Tenendo presente il disposto dell'art. 10 della legge 10/2/'53 n. 62 la legge regionale 26/7/'73 n. 15 va riesaminata alla luce dei principi desumibili della sopraggiunta citata legge statale 15/1/'73 n. 634, e non può ora essere ulteriormente estesa.
Per i motivi sopraindicati il Governo ha disposto il rinvio della legge di cui trattasi a nuovo esame del Consiglio Regionale, ai sensi dell'art.
127 della Costituzione".
Si sono così concluse le comunicazioni del Presidente. Qualcuno intende chiedere la parola su tali comunicazioni? Ha chiesto di parlare il Consigliere Rivalta. Ne ha facoltà.



RIVALTA Luigi

E' mia intenzione intervenire sulla parte delle comunicazioni riguardante il problema dell'autostrada Torino-Pinerolo, a meno che la Giunta si impegni a dare questa mattina risposta alla interrogazione che noi abbiamo presentato a suo tempo su questo argomento, perché in tal caso parlerei non sulle comunicazioni del Presidente ma in sede di replica alla risposta.



PRESIDENTE

Si era convenuto di non inserire all'ordine del giorno dei lavori odierni la discussione di interrogazioni o interpellanze. Appunto per permettere di trattare ugualmente la questione ho scelto la strada di accennarvi nel corso delle mie comunicazioni.
Chiede di parlare il Presidente della Giunta.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Effettivamente, c'erano in argomento due interrogazioni, alle quali da tempo avevamo dichiarato di essere pronti a rispondere. Si è convenuto però, nella riunione dei Capigruppo di non iscrivere all'ordine del giorno di oggi né interrogazioni né interpellanze.
Per quanto l'oggetto, fondamentalmente, resti lo stesso, evidentemente il problema dev'essere visto sotto un profilo nuovo alla luce di fatti, di prese di posizione che si sono verificati in questi giorni. Ieri, pertanto avendo avuto occasionalmente motivo di incontrare il Presidente del Consiglio, che mi ha informato sulla riunione del mattino, gli ho fatto presente che alle interrogazioni noi non avremmo potuto rispondere perch evidentemente una risposta a quelle interrogazioni alla luce dei fatti nuovi, impegna una responsabilità collegiale della Giunta, che deve essere investita dal problema, deve poter fare delle verifiche per essere in grado di dare una risposta à la page.
Se nel corso della giornata mi sarà possibile riunire la Giunta per effettuare un esame del problema, in tarda serata potremo anche dare delle risposte; se ciò non dovesse essere possibile non sarei in grado certamente di rispondere compiutamente, soprattutto alla luce di un documento del quale ho avuto notizia concreta soltanto questa mattina, attraverso le comunicazioni del Presidente del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Certamente, l'argomento riguarda ovviamente anche la Giunta, e a noi interessa moltissimo conoscere le posizioni che l'Esecutivo intende assumere, ma per sottoporle al dibattito del Consiglio, poiché si tratta di un argomento che interessa l'intero Consiglio. Sono in discussione interventi concernenti ancora una volta l'infrastrutturazione dell'area torinese; si stanno creando i presupposti per una ulteriore accentuazione della polarizzazione sull'area torinese. Sono investite questioni di pianificazione e di organizzazione territoriale di cui è competente il Consiglio.
Alla riunione tenuta ieri mattina alla Presidenza del Consiglio Regionale con i rappresentanti delle Amministrazioni locali e delle organizzazioni sindacali e sociali del territorio interessato all'autostrada Torino-Pinerolo, non era presente la Giunta, che pure era stata invitata. Penso sia pertanto opportuno che io richiami qui alcuni degli elementi emersi da quella riunione, che a parer mio, ma non soltanto a parer mio, ha assunto il carattere di una vera e propria approfondita disanima delle linee di politica economica e delle linee di programmazione e di pianificazione territoriale che sono messe in atto con la costruzione dell'autostrada Torino-Pinerolo.
E' stato messo in evidenza come la decisione di costruire questa autostrada sia stata presa senza interpellare gli Enti locali, alcuni dei quali non sono a tutt'oggi formalmente a conoscenza né dell'intenzione di dare inizio ai lavori né del tracciato prescelto. Si è dunque operato ancora una volta senza un confronto con le comunità locali.
Questa iniziativa viene portata avanti addirittura senza che ne siano a conoscenza il Consiglio provinciale e il Consiglio comunale di Torino, che detengono, si noti, la maggioranza delle azioni della Ativa, della S.p.A.
cioè che promuove la costruzione dell'autostrada. Una volta ancora si evidenzia come questi enti separati operano secondo una propria logica indipendentemente dalle assemblee elettive di cui sono emanazione. La costruzione dell'autostrada Torino-Pinerolo sta generando gravi conseguenze sull'organizzazione del territorio di questa zona e sulle strutture economiche produttive. E' stato denunciato ieri dai rappresentanti delle organizzazioni dei coltivatori (Coltivatori diretti e Alleanza contadina) ma documentati anche direttamente da contadini, che quest'opera sottrarrà una ingente estensione di fertile territorio agricolo. E' stato detto che l'autostrada occuperà una superficie dell'ordine di alcuni milioni di metri quadrati; che costringerà qualche decina di aziende agricole a cessare la propria attività; che provocherà anche per altre aziende non direttamente investite dal tracciato dell'autostrada una serie di problemi (relativamente all'irrigazione e alle comunicazioni) che renderanno più difficile il proseguimento dell'attività agricola.
Questo è uno degli aspetti di maggiore gravità. Proprio nel momento in cui la Regione deve affrontare il problema dell'agricoltura nell'ambito di un indirizzo nazionale tendente al recupero di tutte le capacità di produzione agricola presenti nel nostro Paese, si deve constatare - come già abbiamo dovuto fare per altri casi: quello di Borgaro e quello di Caselle - la distruzione dei terreni produttivi. Insieme all'agricoltura si distruggono gli ultimi cunei verdi rimasti in prossimità del capoluogo regionale, interni alle direttrici di espansione della conurbazione torinese; la distruzione dell'agricoltura, significa la distruzione della ultima struttura verde presente nella conurbazione torinese, con gravi conseguenze sulla condizione ambientale ed ecologica.
Nell'incontro di ieri, è stato anche indicato come l'autostrada sia di fatto respinta da tutte le Amministrazioni interessate, da Beinasco a Pinerolo - erano presenti Sindaci ed Amministratori di questi Comuni dalle popolazioni, dalle organizzazioni sindacali e sociali. E' stato rimarcato e documentato come in questa zona esistano problemi sociali di estrema gravità, da quello della casa, a quelli dei servizi sociali e delle scuole in particolare, dall'asilo-nido alla Scuola media superiore. E' stato indicato, ad esempio, che la Provincia ha progettato la costruzione di un Istituto tecnico superiore ad Orbassano per la cui costruzione mancano i due miliardi necessari. In alcuni Comuni mancano addirittura le fognature ed i servizi primari. Si rivendica la soluzione di questi problemi e viene posta dalla Comunità locale interessata l'alternativa di investimenti pubblici in questi settori, mentre non si riconosce alcuna validità e alcuna funzione a questa autostrada.
E' stata dimostrata l'inutilità di questa nuova infrastruttura in una zona, tra Torino e Pinerolo, già percorsa da due strade statali, oltre che da una terza strada che, se non collega direttamente Torino a Pinerolo consente però di evitare Orbassano e Piossasco, e di immettersi sulla circonvallazione di Pinerolo. Si è dunque in presenza, in questo spazio fra Torino e Pinerolo, lungo 40 chilometri, di tre tracciati stradali: due completi, ed uno facilmente completabile (a partire da Orbassano saltando Beinasco, questo terzo tracciato può essere allacciato alla tangenziale con la costruzione di una strada lunga non più di sei o sette chilometri). Fra Torino e Pinerolo esistono collegamenti che non esistono in alcun'altra parte dell'area torinese.
Ecco tutta una serie di ragioni - che io ho richiamato per sommi capi senza entrare nei particolari, pur assai ricchi, che ieri sono stati documentati, e che sarebbe stato utile, a mio avviso, che anche la Giunta avesse sentito esporre, per tenerne compiutamente conto nel formulare le proprie posizioni - che ci inducono a dire che questa autostrada non presenta alcun carattere di necessità, e va quindi abbandonata. Attorno a questo problema è necessario un pronunciamento del Consiglio Regionale. A ciò si sono impegnati tutti i Gruppi presenti, cioè tutti i Gruppi dell'arco costituzionale, i cui rappresentanti, parlando di quella seduta hanno dichiarato di aderire alla rivendicazione della Comunità, ed hanno tutti solidalmente ritenuto necessario chiedere una sospensione di tutte le procedute attualmente in corso per la realizzazione della autostrada (da quelle che riguardano l'occupazione d'urgenza, agli espropri, agli appalti), e formulare un o.d.g. da inviare al Governo per sollecitare la revoca del decreto che ha approvato la costruzione di questa autostrada.
Nel corso della seduta di oggi si deve addivenire alla elaborazione e votazione di un ordine del giorno del Consiglio Regionale in cui l'impegno che le forze politiche hanno assunto e concordato durante l'incontro, sia tradotto in pratica.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Garabello. Ne ha facoltà.



GARABELLO Enzo

Signor Presidente, la riunione di cui lei ha dato notizia nelle sue comunicazioni ha confermato - qualora di conferma ci fosse stato bisogno che la Regione, avendo imboccato la strada della partecipazione, deve coerentemente dare attuazione ai discorsi che si fanno con i rappresentanti locali, e, al limite, addirittura con gli interessati diretti, in prima persona. Noi non possiamo continuare a gestire la partecipazione secondo un metodo meramente informativo: dobbiamo renderci conto che questo metodo, ad un certo punto, comporta, anche, se vogliamo, sotto il profilo dell'organizzazione della vita all'interno della nostra Regione, e anche per cose che non riguardano direttamente l'istituto regionale, per qualcuno dei rischi, secondo me una necessità di coerenza alle affermazioni che abbiamo fatto.
E' noto che la realizzazione delle opere pubbliche in Italia procede con grande lentezza: dal momento dell'ideazione a quello dell'attuazione passano anni. Vi è motivo di dolersi di questo fatto. Però, nel caso specifico, non riconoscendo a quest'opera un carattere di essenzialità tale per cui la si debba fare a qualsiasi costo, direi che la situazione di crisi si è verificata negli ultimi tempi e che ci ha detto che i nostri modelli per quanto riguarda comunicazioni, trasporti, beni di consumo individuale in contrapposizione ai servizi sociali, è stata premonitrice e ci ha permesso di evitare di compiere quello che da tutti ieri è stato dichiarato uno sbaglio.
Non saremmo coerenti se non ripetessimo nella sede competente, che è il Consiglio Regionale, quelle argomentazioni che è molto più facile svolgere di fronte ad una assemblea di diretti interessati: diventa un problema di coscienza per ciascuno di farlo. Mi limiterò ad accennare a due o tre punti.
Sono stato impressionato ieri dalla partecipazione di un certo numero di amministratori locali, con capi di amministrazione di diverso colore politico, e dal tono vibratissimo che amministratori della mia parte politica, normalmente in minoranza in Comuni retti da Giunte di sinistra o di destra, hanno assunto nei confronti di questa iniziativa, con minacce di dimissioni, e quindi in una situazione di estrema tensione. Se gli amministratori locali assumono queste posizioni è perché veramente sentono di rappresentare in questo modo l'opinione pubblica dei loro paesi.
Il Sindaco di Pinerolo, che è la città cui dovrebbe far capo questa autostrada, con senso estremo di misura e di equilibrio, ha riassunto le tappe per cui è passata la progettazione di tale opera. Ha ricordato come alcuni anni fa l'Amministrazione di Pinerolo, invitata dall'Ativa, si fosse dichiarata disponibile ad entrare nel giro della Società per questa opera (forse in questo caso il sistema consortile si presterebbe meglio che non forme di corpo completamente separato dalle amministrazioni che pure con la Provincia e il Comune di Torino detengono il 70% delle azioni). Egli ha fatto presente come oggi, in considerazione di molti fattori di carattere economico generale relativi alla zona ed alla città, e del fatto che non si sa, non essendo stati presentati ai Comuni i progetti di realizzazione, se il Piano regolatore generale della città verrà rispettato, le perplessità sono aumentate anche a Pinerolo in maniera considerevole.
In alcuni Comuni si attende l'approvazione da parte della Regione dei rispettivi Piani regolatori generali, che non prevedono il tracciato dell'autostrada.
E' chiaro che non si può obiettivamente consentire che si operi al di sopra delle Autonomie locali, del parere dei Consigli comunali. E' un fatto, questo, che mi ha impressionato, e di fronte al quale il Consiglio Regionale ed anche la Giunta Regionale non possono rimanere fermi quando le espressioni delle Amministrazioni locali, sia pure con varie sfumature sono concordi in una certa direzione.
Vengo all'aspetto agricolo della questione, cui ha fatto cenno il Consigliere Rivalta. La zona che l'autostrada dovrebbe attraversare è una zona tipicamente agricola, di chiarissima vocazione agricola. Il cuneo verde esistente fra Torino e Pinerolo è tradizionalmente una delle fonti principali di approvvigionamento di latte per la città di Torino, una zona di possibilità zootecniche indubbie. Sia per il migliaio di giornate di terreno che l'autostrada e i suoi servizi ingloberebbero direttamente, sia tutto quello che comporterà questa specie di barriera destinata a dividere in due il territorio, creando, a detta degli agricoltori, gravissimi problemi di irrigazione in una zona che, pur ricca di acqua, ha logicamente un equilibrio che dev'essere rispettato, è prevedibile che l'allevamento del bestiame, e quindi la produzione di latte, così importante per la città, risentirebbero certamente di contraccolpi. E questo mi pare sia quanto meno in contrasto con la politica generale sull'agricoltura che la Regione va conducendo in questo periodo.
E' poi da considerare la questione sotto l'aspetto della programmazione. E' vero che noi non abbiamo ancora posto mano - ecco un motivo in più per riaffermarne la necessità - ad un piano di coordinamento dal punto di vista dell'assetto del territorio. Ora, per quanto riguarda più in generale il Piano di sviluppo regionale, pare non ci siano dubbi che l'idea su cui si fonda la ripartizione della Regione in aree ecologiche e in comprensori conseguenti voglia chiaramente una interrelazione fra queste aree di sviluppo e l'area metropolitana di Torino: perché l'area metropolitana di Torino, bene o male, riassume in sé molti pregi e molti difetti del quadro di assetto regionale, ma per quanto riguarda i pregi non c'è dubbio che i collegamenti dovranno essere opportunamente mantenuti, e ove necessario, anche sviluppati. Si tratta di vedere i modi. Purtroppo l'esperienza nostra ci dice che dovunque si fanno nuove strade ed anche nuove autostrade, di fatto, non si è neanche in grado di dare una copertura ed una salvaguardia all'autostrada per fare in modo che essa sia soltanto un elemento di traffico e di passaggio: lentamente attorno all'autostrada per un fenomeno spiegabile, anche se dovrebbe essere decisamente contrastato e impedito, sorge tutta una serie di insediamenti di tipo industriale, e per conseguenza anche di tipo residenziale. Ciò porterebbe automaticamente, nel giro di pochi anni, ad un collegamento diretto fra Torino e Pinerolo senza soluzione di continuità, così come già vi è nei confronti di molti Comuni della cintura, non soltanto più della prima ma anche della seconda cintura.
In altre parole, questa autostrada favorirebbe un effetto di risucchio verso la conurbazione torinese dell'area di Pinerolo. Ora, l'area di Pinerolo è una delle due aree, con quella di Ivrea, che nell'ambito della provincia di Torino deve mantenere una sua caratteristica di autonomia di sviluppo economico, di programmazione, per cui certi problemi di interrelazione devono essere visti non come conclusione automatica e spontanea di un fenomeno non individuato e definito in precedenza ma devono essere risolti prima, al fine di identificare le funzioni che ciascuno strumento di collegamento, come una strada, può comportare.
Tutto ciò non può non suscitare in noi perplessità. Nella zona interessata, poi, c'è qualcosa di più della perplessità, una aperta reazione. Per quanto riguarda una visione più generale - e in questo senso la Regione ha responsabilità e compiti -, vi è la possibilità e l'opportunità di approfondire il discorso. Questo il succo della riunione di ieri, a prescindere dalle punte più polemiche, tutte però in termini assolutamente accettabili.
La conclusione cui per parte nostra siamo giunti è stata che sia opportuno riesaminare responsabilmente in una visione di piano questo problema, specialmente visto così, fine a se stesso, di una strada di una ventina di chilometri destinata a diventare semplicemente un budello di collegamento di un centro con l'area metropolitana torinese con minimo risparmio di tempo dal punto di vista della portata di traffico opportuni provvedimenti si possono prendere in maniere molto meno dispendiosa sia con la ferrovia sia con una opportuna sistemazione delle strade esistenti, sia mediante una facilitazione del collegamento della zona di Orbassano con la tangenziale attraverso uno svincolo.
Quando l'opera è stata progettata la Regione non c'era la crisi petrolifera, non c'era, soprattutto, un tentativo di visione programmatica dell'intero territorio. Queste opere, pensate prima, possono, debbono essere convenientemente riviste nel nuovo quadro. In questo senso ieri anche frenando una richiesta, rimasta tale, per una soluzione immediata, ci è parso di dover sostenere la proposta di far sospendere le operazioni per il tempo necessario ad approfondire meglio ed a prendere quindi meditate decisioni. Questa sospensione comporta ovviamente la richiesta al Prefetto di non dar corso temporaneamente ai decreti di esproprio qualora ne sia già stato investito, e che l'Ativa, la società che ha in gestione il progetto di costruzione della strada, sospenda i lavori relativi agli appalti ed anche l'acquisizione diretta dei terreni, che, si è notato, in qualche punto è già avvenuta e probabilmente continua ad avvenire.
Mi pare non vi sia niente di eccezionale nel fatto che, in considerazione soprattutto dell'ingente costo che questa autostrada comporta ed anche di altre carenze della zona che sono state evidenziate la Regione chieda ed ottenga una sospensione per poter svolgere un suo intervento, non negativo ma positivo, di recupero di una situazione agricola da un lato e di inquadramento in una visione di piano dall'altro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Rossotto. Ne ha facoltà.



ROSSOTTO Carlo Felice

Signor Presidente, Colleghi, personalmente, ed anche in quanto appartenente al Gruppo liberale, non sono mai stato molto favorevole a prendere decisioni a seguito di riunioni non coordinate, verificatesi spontaneamente, come protesta da parte o di amministratori locali o di rappresentanti sindacali, perché ritengo che tutto ciò, quando esistono strutture istituzionali precise e regolate da norme, possa significare un cedimento, un sottrarre ad istituti ed organi responsabilità primarie che loro competono Ma quando questi fenomeni si manifestano è necessario andare a ricercare perché ciò avviene: se si tratta soltanto di eventi strumentali da interessi contrari a quelli che vogliano essere combattuti, se c'è un qualche cosa di valido al fondo della protesta, o se sono venute a mancare da parte di coloro che hanno la responsabilità della conduzione della vita amministrativa della nostra Regione azioni ed interventi opportuni.
Di questa autostrada si era sentito parlare a livello teorico, così come si sente parlare del traforo del Colle della Croce, o del traforo del Galisia o come si sente parlare di tante altre operazioni tendenti alla fluidificazione del traffico regionale. Quando, però, a metà febbraio venni informato da amici che risiedono nella zona ed hanno ivi responsabilità, che non ci si limitava più a discutere sulla opportunità o meno dell'opera, ma si era cominciato a picchettare i terreni ed a verificarne lo stato di consistenza, il che faceva presumere, secondo le norme del diritto amministrativo italiano, come imminente la emanazione di un provvedimento di occupazione provvisorio, rivolsi, il 21 febbraio, una interrogazione alla Giunta per sapere, come credo mio diritto di componente di questa assemblea che deve rappresentare gli interessi delle comunità locali, secondo la linea politica amministrativa che noi di continuo richiamiamo, che cosa si stesse preparando: se si trattava dell'autostrada Torino-Pinerolo o di qualcosa di più, come mi era stato detto ma mi sembrava quasi incredibile. Ignorando l'esistenza di un decreto del Ministro dei Lavori pubblici del 1° settembre '73, mi rivolgevo alla Giunta per averne chiarimenti, delucidazioni che mi permettessero di concretizzare meglio il mio pensiero in ordine a tali azioni.
Alla mia interrogazione del 21 febbraio ed a quella che i Colleghi del Gruppo comunista presentarono sette giorni più tardi non venne data risposta. Proprio il ritardo della Giunta a rispondere a chi, per diritto istituzionale, aveva posto chiare domande in ordine al problema, è stato motivo di questa assemblea che si è rivolta a coloro che hanno responsabilità ponendo loro, forte dei diritti riconosciuti dalla democrazia, le stesse domande che, già altri che hanno avuto di più nel senso di poter incidere sul futuro della nostra Regione, avevano invano rivolto.
A me non è sembrato che ieri il tono fosse troppo acceso: era un tono che evidenziava la viva preoccupazione dei partecipanti per l'avvenire delle zone da loro amministrate nell'esporre e ciò evidenziando i loro problemi ad altri amministratori che operano ad un livello superiore.
A me pare, signor Presidente, che sia bene sdrammatizzare la riunione di ieri, altrimenti daremmo l'impressione di esser qui a discutere di queste questioni perché un po' demagogicamente ci vogliamo mettere a capo di jacqueries che scoppiano nelle nostre campagne e di strumentalizzazioni che vogliono andare oltre. Noi abbiamo da tempo formato delle Commissioni di cui la I e la II in particolare ormai da quattro anni si occupano della pianificazione, tenendosi in contatto con la Fiat, con la Ceat, con le amministrazioni locali, studiano la razionalizzazione dei trasporti regionali, cercano di individuare dove meglio intervenire, di cogliere quel che può essere fatto per rendere più civile la vita a coloro che non si sono ancora inurbati e che non vogliamo che si inurbino, procurando loro più agevoli mezzi di trasporto, così da consentire loro di poter godere ancora di quel rapporto umano che i loro vecchi ed essi stessi ancora conoscono nei loro piccoli centri, e dei vantaggi indubbi di servizi migliori e più efficienti che la grande città loro propone; cittadini che aspirano ad avere condizioni di lavoro migliori senza doversi sottoporre al pesante sacrificio di trasporti pendolari mal effettuati, che determina dopo una giornata di lavoro, un ulteriore abbassamento della loro possibilità di godere poi delle gioie della famiglia o di dedicarsi ad altre occupazioni, quelle che costituiscono il tessuto di un cittadino più partecipe, più sensibile ai problemi, e non lasciano che esistano soltanto pochi eletti e molti altri che vengono trasportati, trasferiti, inquadrati ingabbiati.
Ecco un prima accusa che dobbiamo rivolgere a noi stessi: il problema della Torino-Pinerolo - io l'ho conosciuto il 21 di febbraio - è passato sopra le teste non solo degli amministratori locali ma anche sopra le nostre. Noi che andiamo a chiedere ai grossi complessi industriali esistenti nella nostra Regione di dialogare con noi sul loro futuro, per metterci in grado di prendere delle decisioni, eravamo totalmente all'oscuro di un'opera del genere. Parliamo di ristrutturare la ferrovia Torino-Pinerolo, parliamo di ricreare una nuova rete ferroviaria regionale che sfrutti i "rami secchi", e all'improvviso ci troviamo di fronte ad una iniziativa nel campo dei trasporti che veramente sconcerta.
Perché sconcerta? Senza voler fare della falsa poesia, chi ha percorso quelle strade di campagna, quelle provinciali, quelle statali, sa bene come il Pinerolese costituisca l'ultima plaga di agricoltura della provincia di Torino valida ed efficiente. (Il Canavesano, lo sappiamo tutti, non ha mai potuto sviluppare una agricoltura efficiente proprio per le caratteristiche intrinseche del terreno, per le avversità di carattere climatico dovute alla eccessiva vicinanza alla catena alpina). E' indubbiamente una delle zone più ricche che noi conosciamo; una zona che, tolti i Comuni già investiti dal processo di industrializzazione Fiat, conosce ancora possibilità di agricoltura con rapporti umani perfetti, equilibrati.
Inserire in questa zona un novello "corridoio di Danzica", che separerà esattamente a metà quelli che stanno a monte da quelli che stanno a valle tagliare in due la zona della Marsaglia, - che tutti i testi indipendentemente dai ricordi del Catinat, ricordano come una delle zone più fertili, più adatte ad una agricoltura specializzata nella zootecnica sappiamo bene cosa voglia dire.
L'autostrada non è una superstrada, che può fornire alla zona che attraversa maggiori possibilità di comunicazioni: è una barriera che limita perfettamente, creando, solo nei punti di sbocco, le condizioni per nuovi insediamenti ma bloccando completamente in tutte le altre zone il normale movimento della parte a monte a quella a valle. Si è parlato anche ieri di un aspetto di estrema importanza: il mutamento dell'assetto idrogeologico che conseguirebbe a questa realizzazione, proprio per essere questa una zona non sitibonda ma ricca di acque affioranti, il cui flusso risulterebbe alterato.
Quello che però è grave, e che mi induce a sollecitare che si blocchi il meccanismo che si è ormai messo in moto, è che ci siamo mossi - non solo noi, ma anche gli amministratori locali in ritardo, tutti colpevoli, noi e coloro che ieri erano qui a discutere - quando già i decreti di esproprio erano stati emessi, quando già le draghe erano in funzione; senza averne prima mai discusso. Noi che parliamo di programmazione, di assetto territoriale, non sappiamo per quale motivo si debba realizzare una autostrada di venti chilometri. Lo scopo ultimo è quello di un collegamento internazionale con la Francia attraverso il Colle della Croce? Potrebbe essere un fine valido. Però, non si parte con un'opera di 40 miliardi in questo momento, bloccata lì senza sapere quando successivamente si potrà andare oltre. Questo non mi pare equivalga a fare programmazione, non mi pare sia guadagnarci credibilità.
Ieri, alcuni degli intervenuti hanno detto: avevamo creduto che con la istituzione della Regione si sarebbe avuto un momento di maggiore e più aderente collaborazione. E' una affermazione che offende tutti noi che facciamo parte di questa assemblea. E' vero che certe competenze sono rimaste agli organi centrali dello Stato, ma noi come Consiglio Regionale dobbiamo intervenire decisamente quando questi mezzi vengono esercitati in modo che contrasta con gli interessi immediati delle nostre popolazioni. A meno che ci siano motivi ben precisi per condurre questa operazione alla chetichella, è assurdo che una società come l'Ativa, con capitale pubblico di Enti locali, possa programmare spese di 40 miliardi quando l'Amministrazione provinciale, che incide sul suo capitale per il 42%, è in questo momento morosa da dodici, tredici, persino quindici anni riguardo ad espropri diretti. Non si va a dire ai contadini, Consiglieri regionali signor Presidente, che i loro diritti vengono tutelati quando da dodici anni non si paga l'indennizzo per terreni espropriati a Virle, a Cercenasco, a Settimo, per l'allargamento di strade provinciali. Queste sono realtà di cui veniamo a conoscenza girando la provincia in quella a volte inutile azione politica che noi tentiamo di fare. Abbiamo anticipato da cinque a due anni i sussidi per la viabilità provinciale proprio perch la Provincia di Torino non aveva i mezzi; oppure, non sono ancora stati pagati questi debiti sacrosanti. La credibilità verso le istituzioni dal momento verso la nostra azione prende forma soltanto dal momento in cui chiunque di noi, a conoscenza di determinati fatti, li pone in discussione non per demagogia, non per scavalcare altri, ma per far conseguire all'Istituto di cui siamo rappresentanti una maggiore efficienza. Bisogna dare concreta risposta a coloro che sono stati lesi nei loro diritti, prima di decidere un altro possibile intervento.
A Torino c'è la grossa polemica sul come finanziare il Comune (mi pare che si parli ormai di 360 milioni di scoperto). Ci stanno cadendo letteralmente addosso problemi enormi, che ci schiacciano dimostrando la nostra inefficienza di amministratori: eppure lasciamo che la realtà cammini autonomamente, indipendentemente dalla nostra volontà, senza che quelle Commissioni in cui crediamo, in cui lavoriamo, in cui profondiamo il nostro tempo a fare tanti bei progetti, si siano pronunciate in qualche modo. Nelle nostre commissioni noi stiamo comportandoci come i bizantini che nel momento in cui Maometto II assediava Bisanzio discutevano del sesso degli angeli. Perché nella nostra Regione sta avvenendo qualche cosa che noi non controlliamo e neanche conosciamo, o, se la conosciamo e l'esponiamo e chiediamo il perché, dobbiamo ammettere, con profondo avvilimento, signor Presidente, di non ricevere una risposta adeguata.
Il fatto che ad una nostra interrogazione, in cui chiediamo cosa ci fosse di vero in rapporto a questa autostrada, non si sia risposto dopo venti giorni, e che se ne discuta oggi, dopo che un centinaio di amministratori sono venuti a dire che se questa opera si realizzerà daranno le dimissioni, fa assumere alla questione un carattere politico, e questo signor Presidente, denota un comportamento che non rispecchia l'intenzione mia e dei miei colleghi di affrontare con tempestività i problemi che si possono presentare nella nostra Regione.



PRESIDENTE

Raccomanderei a coloro che devono ancora intervenire la massima concisione, visto che si tratta di interventi sulle comunicazioni del Presidente, non ancora nella discussione vera e propria, che il Presidente della Giunta si è ripromesso di aprire o nel pomeriggio o il prossimo giovedì. Si tenga anche conto che rimangono ancora all'ordine del giorno due punti molto impegnativi.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, intervengo brevemente, per non rimanere in silenzio qui dopo aver parlato nel corso dell'assemblea di ieri. In tale assemblea sono stati addotti una serie di argomenti di grande importanza e serietà con dovizia di motivazioni e di documentazione.
Ho riflettuto sui nuovi indirizzi emersi anche nel programma della Giunta che il mio Gruppo sostiene, che riguardano, per esempio, il modo di preservare i terreni ad alta vocazione agricola, la formulazione del piano di sviluppo, le scelte nuove che la situazione impone in ordine agli investimenti. E, di fronte alla serietà, ripeto, e alla convergenza rispetto a varie posizioni, le più distanti dal punto di vista politico, in un'unica direzione, mi è sembrato democraticamente responsabile e giusto esprimere il mio avviso concorde sull'opportunità che si ottenesse una pausa, un momento di sospensione e di rimeditazione per decidere al giusto livello se questa iniziativa debba andare avanti o debba essere definitivamente superata con soluzioni migliori.
Mi pare pertanto che sia un intendimento responsabile e da adottare quello, già annunciato dal Presidente della Giunta, di procedere alla risposta alle interrogazioni allargando il campo e portando la Giunta a pronunciarsi in modo motivato sull'intera questione. Direi poi che in ordine a cose di questa importanza dobbiamo fare anche attenzione dal punto di vista formale e procedurale a mantenere nei giusti canali, nei giusti livelli le manifestazioni di opinione, le richieste all'autorità. Quindi ritengo che la Giunta, in questo caso, con la sua competenza e le sue responsabilità, debba poter avere il tempo strettamente necessario per compiere questa indagine e questa meditazione, onde sottoporre il suo avviso al Consiglio affinché questo possa decidere il proprio atteggiamento e dichiararlo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Dotti. Ne ha facoltà.



DOTTI Augusto

Signor Presidente, sarò leggermente polemico in questo intervento, che sono costretto a fare come presidente della II Commissione. D'altronde, nei dibattiti in genere hanno un loro valore anche le opinioni non del tutto allineate.
Non sono stato invitato alla riunione di ieri mattina, e non era stato invitato nemmeno l'Assessore ai Trasporti. Per la stessa ora in cui essa si svolgeva noi avevamo indetto - e lei, signor Presidente, ne era a conoscenza - una riunione della Commissione II proprio per trattare un argomento di estrema importanza: dovevamo esaminare tre disegni di legge che avrebbero dovuto essere sottoposti al Cqnsiglio la prossima settimana e la cui presentazione dovrà ora essere ulteriormente dilazionata.
E' sorprendente, a mio avviso, che si debba attendere una riunione che per quanto giustificata dalle motivazioni, è abbastanza improvvisa ed estemporanea per poter prendere fuori dal Consiglio delle decisioni e dei giudizi. Credo che l'aula del Consiglio sia sufficientemente valida e autorizzata ad esprimere opinioni in merito ai trasporti, in merito alle strade e alle autostrade, costruende o in fieri. E devo dire che stupisce veramente che in quest'aula, per scendere nel merito della questione, si adducano, accanto a motivazioni valide, altre motivazioni veramente non valide, per non dire puerili.
Per esempio, richiamarsi al carattere agricolo di queste zone per sostenere che l'autostrada non si deve realizzare non è una argomentazione valida. Nessuno, agricoltore o non, è mai stato contento di essere espropriato, anche se sa che questo sacrificio gli viene chiesto nell'interesse comune. L'essere espropriato comporta sempre, per tutti, un sacrificio. E la sottrazione di terreno all'agricoltura non è una motivazione sufficiente per far giudicare inopportuna la costruzione di una autostrada, visto che (io non entro assolutamente nel merito, perché questo argomento non è stato mai affrontato dalla nostra Commissione, e quindi potrei esprimere dei giudizi personali ma non giudizi di Consigliere regionale e tanto meno di presidente della Commissione trasporti) tutte le strade, che io sappia, sono state costruite nelle campagne e non evidentemente, a metà strada fra la campagna ed il cielo.
Ad una delle tue argomentazioni, caro Garabello, ha già praticamente risposto il collega Rossotto: è la superstrada che può richiamare immediatamente degli insediamenti di carattere industriale, perché - come abbiamo sempre detto anche per la superstrada in Val di Susa - serve direttamente il paese, i centri abitati; mentre l'autostrada scavalca ed è di difficile accesso per le zone industriali. Si tratta di argomenti che possono benissimo essere discussi, ma contradditori se portati qui in aula come consenso alla manifestazione di ieri.
Per quello, poi, che riguarda il piano Ires, noi, anche come Commissione, su tutto questo piano, per la parte dei trasporti, non abbiamo mai preso non dico posizione ma nemmeno abbiamo acquisito approfondita conoscenza, anche perché questo piano continua a subire modificazioni. In questo campo io non ho mai avuto esitazioni: anche come relatore per il primo bilancio della Regione Piemonte, ho insistito sulla necessità di decongestionare l'area metropolitana di Torino. Sono pertanto pienamente favorevole a qualsiasi realizzazione che porti attività fuori dal centro dell'area metropolitana. Se intervengo in questo momento è unicamente per far presente alla Giunta che certi atteggiamenti che il Consiglio estemporaneamente, fuori dalla sua aula, prende, sono veramente atteggiamenti di carattere gratuito. E' chiaro che questi telegrammi potevano essere fatti, ma mi domando se sia stato bene farli scaturire da una riunione costituitasi spontaneamente: non sempre la spontaneità è la migliore rappresentante degli interessi immediati generali, comuni che il consiglio regionale deve esprimere.
Permetta, signor Presidente del Consiglio, che io concluda dicendo schiettamente, per l'amicizia che le porto e la stima che ho per lei, che mi sono sentito molto imbarazzato e rammaricato di non poter partecipare a questa riunione.



PRESIDENTE

Desidero unicamente far presente al Consigliere Dotti che la richiesta a me fatta era stata di invitare i Gruppi politici. I Gruppi politici hanno infatti partecipato tutti. Non avrei avuto alcuna difficoltà, se richiestone, ad invitare anche tutti i Consiglieri o tutti i Presidenti di Commissione. La Giunta, d'altronde, era perfettamente a conoscenza di questa limitazione di invito.
La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Signor Presidente, solo una parola di risposta al Consigliere Dotti: non entro nel merito delle sue argomentazioni che ha diritto di esporre non condividendo quanto è stato espresso ieri dall'assemblea e dai Consiglieri che hanno parlato oggi, secondo me ha fatto bene a dirlo e gliene voglio dare atto, però molti puerili mi sembrano le sue argomentazioni quando nega il valore degli interventi in agricoltura in un momento in cui il Consiglio Regionale ha invece scelto questo come un intervento prioritario. Ma è un dibattito che faremo eventualmente in altra sede.
Voglio soltanto dire, e l'ho già detto ieri, che io ed i miei compagni siamo membri della II Commissione ed eravamo convocati per discutere la questione dei trasporti, ma è nascondersi dietro un dito appellarsi ancora alle questioni formali, sta alla sensibilità dell'amministratore pubblico scegliere l'assemblea a cui deve partecipare e quando vedemmo che nella sala del Consiglio Regionale erano presenti centinaia di amministratori pubblici tra cui i sindaci, membri di Consigli di fabbrica, contadini praticamente la popolazione del pinerolese, abbiamo capito che era nostro dovere essere lì e non ci formalizzammo se l'assemblea era spontanea o meno; noi vogliamo cogliere tutti i momenti di questo rapporto che sollecitato da noi quando facciamo le consultazioni, ci viene proposto dalla comunità regionale. Questo è il metodo che abbiamo scelto con l'istituzione della Regione e nel momento in cui prendemmo atto dalla voce di amministratori pubblici e sindacalisti della realtà esistente in quella zona, abbiamo visto l'esigenza di discuterne subito in Consiglio regionale e di prendere posizione.
Voglio rammentare qui un episodio che probabilmente il Presidente della Giunta ricorderà: quando era Presidente del Consiglio provinciale ed io ero Consigliere provinciale....



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Capogruppo.



BERTI Antonio

Capogruppo del Partito comunista, ebbi l'onore di illustrare a nome del mio Gruppo un'interpellanza che chiedeva al Consiglio provinciale di pronunciarsi sulle iniziative (parlo di 5/6 anni fa) relative alla superstrada e all'autostrada. In quella sede già allora il nostro Gruppo vi si opponeva per delle ragioni che allora erano ridicolizzate, ricordo che un Assessore disse che noi, volendo limitare gli investimenti, avremmo fatto diminuire la domanda di automobili e avremmo costretto i piemontesi ad andare a piedi, (la frase è scolpita nella mia memoria) tesi che oggi è diventata quella del piano di sviluppo economico regionale e del decongestionamento, del decentramento verso zone più depresse del Piemonte e dell'Italia, se ne parla come di un obiettivo di sviluppo dell'assetto del territorio. L'allora Assessore alla Viabilità, on. Botta, rispose che ne prendeva atto e che la Provincia non avrebbe favorito la costruzione dell'autostrada.
La cosa sembrò finita con questa affermazione, sia pure soltanto in risposta ad un'interpellanza, ma voglio andare a rispolverare i verbali e risalire i tempi in cui già le forze politiche si pronunciavano in quel senso. Mi spiace che in quella occasione a dire la propria opinione fosse solo il nostro Gruppo politico, ma ne traggo motivo di interesse per il fatto che quelle tesi oggi sono accolte da un più ampio quadro politico.
In realtà però, al di fuori degli organismi elettivi, l'autostrada è rientrata nei programmi dell'ATIVA e ad un certo punto abbiamo scoperto che il governo aveva finanziato in parte la sua costruzione.
Allora, per la verità, non c'era ancora il concorso della popolazione in gran parte piuttosto insensibile a questa esigenza e molto bene ha detto ieri il Sindaco di Pinerolo quando ha sottolineato che ultimamente è maturata la coscienza della popolazione, mentre solo qualche anno fa vedeva nelle autostrade una fonte dello sviluppo economico. Oggi questa tesi è sostenuta soltanto più da alcuni sprovveduti o da gente che ha interesse a sostenerla. L'autostrada però è andata avanti alla chetichella, e, come è emerso ieri, al di fuori della volontà dei Consigli comunali interessati.
Ecco perché, signor Presidente, noi comprendiamo le difficoltà che la Giunta ha a pronunciarsi subito sul tema, anche se voglio sperare che il Presidente della Giunta non consideri i Consiglieri regionali , i Sindaci (da quello di Pinerolo a quello di Orbassano, Piscina, Piossasco) i membri dei Consigli di fabbrica presenti all'assemblea meno responsabili nel giudicare la situazione di quanto lo possa essere la Giunta. Noi siamo tutti responsabili di quanto avviene nel nostro territorio e se in questo momento, senza bisogno di ulteriori verifiche od esami, dichiariamo di essere d'accordo su un'immediata richiesta di sospensione delle iniziative per approfondirle nel senso espresso da Garabello e anche da Consigliere Bianchi, lo facciamo avendo acquisito, oltre alle nostre nozioni, quanto è emerso dall'assemblea di ieri.
E' per questo, signor Presidente, che noi le rivolgiamo la domanda in modo specifico: i ripensamenti della Giunta a che cosa mirano? E' la Giunta favorevole ad accogliere l'orientamento espresso dall'assemblea di ieri? Noi non possiamo non prendere atto del fatto che importanti componenti politiche di questo Consiglio Regionale hanno chiaramente preso posizione: a prescindere dal nostro gruppo registriamo quelle del Gruppo liberale, del PRI che è uscito con un suo comunicato, del socialdemocratico Vera, del Gruppo della DC; c'è già un pronunciamento.
Ho parlato di ripensamenti perché se la Giunta era disponibile a rispondere all'interrogazione qualche giorno fa, come ha detto il suo Presidente, e se non l'ha fatto oggi perché ci eravamo messi d'accordo dovendo discutere di due punti all'ordine del giorno molto importanti, di non fare interrogazioni ed interpellanze, devo però presumere che fosse pronta a rispondere con delle argomentazioni. Data l'importanza dell'assemblea e quindi data l'opportunità politica di rispondere immediatamente, mi chiedo se la risposta che la Giunta era pronta a dare era favorevole alla costruzione dell'autostrada, per cui occorre un ripensamento in rapporto a quanto è avvenuto ieri, oppure se la risposta già recepiva quanto è emerso dall'assemblea. In questo caso però non vedo perché ci debbano essere ripensamenti. Vorremmo che la Giunta, seppure brevemente, ci dicesse quali sono i motivi per cui la risposta che era pronta qualche giorno fa non può essere data in questo momento.
Devo ricordare che si impone l'immediata approvazione del piano regolatore di Orbassano che non prevede, nel suo territorio, il tracciato dell'autostrada. Invitiamo quindi l'Assessore all'urbanistica a compiere i passi necessari perché il piano regolatore di Orbassano, per i motivi che si evidenziano, abbia un iter accelerato.



BENZI Germano, Assessore all'urbanistica

E' pronto.



BERTI Antonio

E' pronto? Benissimo, sarà una prova che la Giunta si muove nel senso voluto dalle popolazioni.



PRESIDENTE

Non ho altri iscritti a parlare sulle comunicazioni del Presidente.
La parola al Presidente della Giunta.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Sono le cose che capitano sempre, forse facevamo veramente meglio a mettere il documento all'ordine del giorno e discutere, perché abbiamo discusso adesso, e dopo discuteremo di nuovo.
Io, l'ho detto altre volte in quest'assemblea, sono il Presidente della Regione, sono il Presidente della Giunta Regionale, intendo condurre la gestione del governo regionale collegialmente, con il massimo rispetto che debbo ai miei più immediati collaboratori, che sono gli Assessori. E qui caro collega Rossotto, respingo fermamente l'addebito di ritardo nella risposta perché già nella passata riunione eravamo pronti a rispondere all'interrogazione del 21 febbraio e quindi praticamente nel termine preciso stabilito dal regolamento, dei quindici giorni, furono i Capigruppo a ritenere che non si dovesse, per due riunioni, impiegare del tempo per le risposte alle interrogazioni.
Ed ora mi si colloca un'interrogazione nell'interrogazione: che cosa avrebbe risposto la Giunta in quel momento? Avrebbero risposto: l'Assessore Chiabrando per il problema squisitamente, chiamiamolo così, agricolo l'Assessore Gandolfi per quanto attiene invece alla sistematica delle comunicazioni, superata però dalla discussione presente.
Sono intervenuti dei fatti nuovi, ci sono state delle prese di posizione in Consigli comunali, ci sono state delle assemblee, apprendo oggi che vi è stato un telegramma del Presidente di quest'assemblea indirizzato al Ministro per chiedere la sospensione di questi lavori; la Giunta prende atto di tutto questo, si riunirà in uno scorcio di tempo, se vi sarà oggi, e oggi stesso darà la risposta, altrimenti la risposta sarà data nella riunione di giovedì venturo.



PRESIDENTE

Si sono così esauriti gli interventi sulle comunicazioni del Presidente.


Argomento: Industria (anche piccola e media)

Comunicazioni del Presidente della Giunta


PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta che ha delle comunicazioni da fare al Consiglio.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Sarà molto breve per non sottrarre altro tempo al dibattito che dobbiamo fare su due argomenti molto importanti, come ha sottolineato il Presidente del Consiglio, ma le comunicazione che debbo fare hanno una grande rilevanza e non posso sottrarmi.
La prima è quella che si riferisce al problema che sinteticamente possiamo indicare nella Fiat. I giornali hanno ampiamente messo al corrente l'opinione pubblica, ma il dovere del Presidente della Giunta è quello di informare direttamente i signori Consiglieri di come si sono sviluppate le vicende.
Il dr. Agnelli, amministratore delegato della Fiat, fece chiedere un colloquio con il Presidente della Giunta perché desiderava informarlo di cose che potevano interessare la Regione. Il colloqui è avvenuto tra l'oggi ed il domani ed in quella circostanza il dr. Agnelli rappresentò al presidente della Giunta Regionale la situazione - che non esitò a ripetere essere drammatica - nella quale veniva a trovarsi il complesso Fiat in relazione a mancate prese di posizione che non potevano consentire una chiarificazione di programma di produzione e ad un'avvenuta rapidissima e persistente calata nelle vendite, sia all'interno che all'estero.
Denunciava in quella circostanza un fatto estremamente delicato e grave e che cioè lo stoccaggio delle macchine andava aumentando costantemente sino a diventare preoccupante se avesse continuato con lo stesso ritmo, di talché parecchie centinaia di migliaia di macchine sarebbero rimaste sui piazzali, non vendute, con il grave inconveniente di un deterioramento la cui riparazione avrebbe comportato poi altra spesa notevole, tale da non poter essere sopportata.
Ricordava l'amministratore delegato al Presidente della Giunta che quella comunicazione intendeva farla nello spirito dell'impegno che aveva assunto in una precedente riunione svoltasi ancora nella sede di via Magenta, con la partecipazione allora dei Presidenti dei Gruppi, degli Assessori competenti e nel corso della quale appunto si era rimasti intesi che, a differenza degli anni passati, d'ora innanzi il complesso avrebbe sempre contattato l'Ente Regione per tutta l'attività in qualche maniera impingente nell'esame e nella realizzazione del programma della Regione Piemonte.
Non potevo che prendere atto della cosa ed informare immediatamente l'autorità governativa centrale chiedendo intanto un incontro e sottolineando l'esigenza di una presa di coscienza del problema che non aveva soltanto riferimento al fatto contingente determinato dalla crisi energetica, ma anche da una più vasta valutazione dello stesso involgente tutta l'attività produttiva delle fabbriche di automobili.
Interessavo immediatamente il Sindaco della Città di Torino e il Presidente della Provincia di Torino, i quali non potevano essere evidentemente estranei a questa situazione e apprendevo che nella stessa giornata l'amministratore delegato aveva preso contatto anche con loro. Ci si riuniva presso la Regione, esaminavamo congiuntamente la situazione puntualizzavamo alcuni aspetti sui quali concordammo tutti, ripetemmo l'esigenza di rappresentare al governo centrale la situazione che si veniva a creare anche nella prospettiva di una garanzia del posto occupazionale che era la cosa in quel momento evidentemente essenziale, rendendoci peraltro conto della non opportunità di esteriorizzare questa presa di posizione nel momento in cui a livello di mediazione al Ministero del Lavoro, si stava trattando la questione per la conclusione del contratto di lavoro dei dipendenti Fiat. Debbo precisare che questa richiesta (per omaggio alla verità) di una non manifestazione esterna tale da poter essere comunque considerata anche involontariamente come turbativa dell'atto che si svolgerà al Ministero del Lavoro, venne formulata dallo stesso amministratore delegato per cui né la Regione, né la Fiat fecero dei comunicati.
La stampa, che è onnipresente, venne tuttavia a conoscenza delle cose e venne estrinsecato il fatto storico di questa presa di posizione interna senza peraltro conoscerne i dettagli e quindi fermandosi ad una pura notizia di cronaca.
Successivamente avveniva a Roma la mediazione, ci riunivamo di nuovo immediatamente con il Sindaco della Città di Torino, il Presidente della Provincia di Torino anche nella sua qualità di Presidente dell'Unione delle Province piemontesi, gli Assessori competenti della Regione, della Provincia e del Comune e con la partecipazione ai lavori dell'amministratore delegato della Fiat si riesaminava la nuova situazione si conveniva di stilare un comunicato stampa contenente obiettivamente la presa di posizione reciproca ed i punti di convergenza sull'argomento trattato, comunicato stampa che è stato, per la verità, largamente diffuso non soltanto dai giornali torinesi ma di tutta la nazione.
In quella circostanza si prendeva soprattutto atto che domani si sarebbe riunito il Consiglio di amministrazione il quale avrebbe assunto in relazione al complesso problema, delle determinazioni e convenimmo che subito dopo la realizzazione della seduta del Consiglio di amministrazione l'Amministratore delegato ci avrebbe interessati per informarci e i rappresentanti di questi enti, Comuni, Provincia e Regione con gli Assessori si sarebbero nuovamente riuniti per fare il punto della situazione e per determinare alcune linee di azione.
Eravamo in quel momento ancora sotto la preoccupata attenzione che aveva determinato in ciascuno di noi la dichiarazione fatta dall'amministratore delegato che vi potessero essere, anche a tempo breve delle turbative nel mondo occupazionale dei dipendenti della Fiat ed avemmo in quella sede assicurazione che il problema, almeno in tempo brevi assolutamente non si poneva anche perché si sarebbe proposta all'assemblea del Consiglio di amministrazione della FIAT la prospettiva di una diversa soluzione.
Siccome la questione è contingente, ma va anche molto oltre a quella che può essere la situazione energetica di provvedimenti in un certo senso anche contradditori, non accettati da una parte almeno dell'opinione pubblica, però c'era il problema a monte e a valle molto più grave, ritenni mio dovere, consultatomi anche con il Sindaco di Torino e con il Presidente della Provincia, di chiedere al Presidente del Consiglio incaricato on.
Rumor di essere ricevuti per potere esporre direttamente, anche se in un momento che indubbiamente ci rappresentavamo non molto propizio perch erano in corso le trattative e per il programma e per la composizione del governo, la situazione.
Pregai l'Assessore Paganelli di voler essere latore di una mia lettera al Presidente del Consiglio Rumor, alla quale ho allegato quel comunicato stampa che riassume appunto la posizione, sollecitando, per quanto possibile, questo incontro anche prima della formazione del Governo.
L'assessore Paganelli si è incontrato a Roma con il Segretario del Consiglio dei Ministri Sottosegretari di Stato Sarti, il quale ha rimesso al Presidente Rumor la lettere mia e il documento allegato ed il Presidente del Consiglio ha assicurato che appena formato il Governo darà quella udienza che era stata già sollecitata in passato (ne avevo informato il Consiglio Regionale) e che era emersa dall'incontro di via Magenta.
Mi riservo, sentita la Giunta, di vedere quale dovrà essere la formazione di un'eventuale delegazione che accompagni il Presidente della Giunta per esaminare con il Presidente del Consiglio il problema socio economico alla luce politica, ma soprattutto sotto il profilo economico finanziario che in questo momento impegna la vita del nostro Piemonte. Non appena questo potrà essere fatto sarà mio dovere informare il Consiglio.
Per i signori Consiglieri che lo desiderino è disponibile il testo integrale di quello che è stato chiamato comunicato stampa, ma che riassume il pensiero in merito a questa vertenza.
Debbo ancora dare al Consiglio una comunicazione relativa ai passi che mi ero impegnato di fare presso il Ministro della P.I., circa l'attuale situazione di difficoltà nella quale si dibatte la vita universitaria torinese, ma vorrei dire più largamente la vita universitaria piemontese.
Non essendo riuscito nella prima giornata a parlare personalmente con il Ministro, avevo tuttavia illustrato al Capo di Gabinetto del Ministro la situazione, sottolineandogli tutta l'urgenza di un intervento per evitare i danni che da un'agitazione dei dipendenti amministrativi dell'Università derivava a un qualche centinaio di studenti i quali si vedevano ritardata la laurea (che è già un fatto di per sé oggettivamente grave), ma soprattutto erano preclusi dalla possibilità di partecipare ai concorsi che erano in quel tempo indetti, mentre agli studenti in medicina il non conseguimento della laurea interdiceva anche la possibilità di affrontare gli esami di Stato.
Nella successiva giornata il Ministro della P.I. personalmente chiese di poter parlare al Presidente della Regione per avere ulteriori illustrazioni della situazione, io naturalmente gli diedi questi ulteriori ragguagli ed il Ministro si impegnò di intervenire urgentemente il giorno dopo, e cioè prima della scadenza di un termine, che se la memoria non mi tradisce doveva essere l'8 marzo, per provvedere.
Apprendo ora dai giornali che lo stato di agitazione permane e continua da parte degli amministrativi, per cui l'elemento di turbativa all'interno dell'Università resta. Non rifiuto ulteriori passi, nei limiti delle mie possibilità e delle mie competenze.
Infine devo informare il Consiglio che l'Assessore Conti ha ieri partecipato a Roma ad una riunione al Ministero delle partecipazioni ove erano presenti, oltre al Ministro Gullotti, il Ministro Donat-Cattin, i rappresentanti di una delegazione della Moncenisio guidata dall'Assessore Conti ed i rappresentanti dell'EGAM per fare il punto della situazione che si trascina con qualche difficoltà, con qualche lentezza, nonostante tutto lo stimolo che la Regione ha dato all'inizio e che continua a dare per la soluzione rapida del problema.
Ieri peraltro vi è stata una presa di posizione che mi sembra possa essere foriera di una decisione abbastanza rapida. Se i Consiglieri crederanno di chiedere ulteriori delucidazioni queste potranno essere date dall'Assessore Conti che vi ha partecipato. In sostanza la situazione che si è venuta a determinare, del resto già delineata nell'incontro al quale avevo partecipato anch'io con, il Ministro Gullotti, è quella della necessità di provvedere agli strumenti giuridici perché l'operazione possa essere compiuta.
Qualche volta, ed io tra voi, abbiamo l'impazienza di vedere risolti prontamente i problemi dall'oggi al domani, invece i problemi hanno anche degli aspetti di natura giuridica e di natura finanziaria che finiscono per remorare la volontà e lo spirito di una pronta soluzione.
Si è comunque appreso che il Consiglio di amministrazione della Moncenisio prospetterebbe una richiesta al tribunale per ottenere l'amministrazione controllata. Di solito l'amministrazione controllata è l'antiporta di qualcosa di molto peggio, comunque è il modo per poter continuare una certa attività economica di una azienda che si trova in difficoltà. Generalmente il termine viene concesso in misura inferiore a quello stabilito nel codice come limite massimo di un anno, ma sarà concesso, io penso, per quanto è necessario al perfezionamento delle intese.
EGAM e Moncenisio faranno la valutazione dei beni del complesso e se questa valutazione, fatta ovviamente con l'occhio di chi deve cedere e di chi deve rilevare, collimerà, il problema arriverà molto più rapidamente alla soluzione, se vi saranno delle difformità, il tempo richiesto evidentemente dovrà essere maggiore, ma si è arrivati al punto conclusivo che dovrebbe poter portare in termini abbastanza brevi ad una decisione concreta e formale, tanto è vero che è prevista un'altra riunione Ministero Partecipazioni - EGAM per il 5 aprile prossimo. Mi auguro che anche questa situazione vada in porto così come i Consiglieri si augurano, in tempo breve e nel migliore dei modi.



PRESIDENTE

Aprirei la discussione sulle comunicazioni così importanti del Presidente della Giunta.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Berti, ne ha facoltà.



BERTI Antonio

In primo luogo vorrei chiedere una risposta alla domanda che a nome del Gruppo ho fatto nell'ultima riunione dei Capigruppo: quali sono le iniziative della Giunta per costituire rapidamente il Comitato prezzi, e un impegno programmatico che non può essere disatteso e che è valido soltanto se viene portato a termine subito. Certamente qualcuno pensa, a ragione che debba essere munito anche di strumenti tecnici, ma sbaglierebbe fortemente chi pensa che il Comitato è uno strumento tecnico; il Comitato è uno strumento politico, di esso devono fare parte, come è scritto nella relazione programmatica, le rappresentanze sindacali, di categoria politiche, ecc. Naturalmente avrà degli strumenti che dovranno essere messi a punto, ma riteniamo estremamente importante che si costituisca, quindi chiediamo delle iniziative immediate, mentre respingeremmo il tentativo di prendere del tempo per dare delle impostazioni tecniche al Comitato. Io spero che la risposta possa essere data qui circa i tempi precisi entro cui la proposta di Comitato verrà fatta e riterremmo responsabili i diretti interessati di ogni ulteriore ritardo a mettere in piedi questa iniziativa che, come ripeto, è soprattutto politica.
Secondo: incontri con la FIAT. Io mi auguro che con la I Commissione con la quale si è iniziato il rapporto Regione-Fiat, riprenda questo rapporto sulla base di dati molto precisi, con notizie che sono state richieste e che ci possono consentire di conoscere a fondo, per quanto è possibile, tutti i piani di sviluppo, di ridimensionamento, comunque i piani programmatici della FIAT. Ciò al fine di intervenire rapidamente con delle scelte che non possono che essere di carattere pubblico anche nei confronti dell'operatore privato e anche per le determinazioni che si ricavano per quanto riguarda gli indirizzi del nostro piano di sviluppo economico regionale.
Nell'auspicare quindi che la I Commissione riprenda questo tipo di rapporto con la FIAT, consideriamo valido l'incontro che c'è stato con la Giunta su richiesta del Presidente di quella società e mi limiterei condividendo in gran parte il comunicato che la Giunta ha fatto dopo gli incontri, a sottolineare almeno la esigenza che vi sia un coordinamento tra le iniziative che al riguardo assumono Regione, Provincia e Comune e ci non per vincolare le iniziative del Comune e della Provincia, che hanno la loro piena autonomia politica, ma per dare, per quanto è possibile, un unico indirizzo alle iniziative che anche i singoli consessi possono assumere.
Avendo appunto affermato che siamo in generale d'accordo con quanto espresso nel comunicato, diciamo che siamo per questo incontro con il Governo, noi eravamo dell'avviso che dovesse aver luogo prima, ma probabilmente la cosa non è possibile, si farà immediatamente dopo perch le risposte che il Governo deve dare per quanto riguarda la situazione Fiat a Torino ed il settore automobilistico in generale sono relative a scelte che coinvolgono gli orientamenti di politica nazionale ed è quindi importante che i programmi del governo possano essere preparati alla luce delle esigenze che la Regione Piemonte, in cui vive un'industria trainante di interesse nazionale come la Fiat, può avanzare. Noi saremmo dell'avviso che si vada a questo incontro con una delegazione, la più qualificata possibile, che porti possibilmente un punto di vista unitario, non vorremmo andare a pietire dal Governo nazionale interventi come qualcuno ha detto ma vorremmo andare con una delegazione di carattere politico che rivendichi al Governo una nuova politica economica.
Se poi ci dovranno essere interventi straordinari per la Città di Torino, così come è avvenuto per altre cose, ci siamo, ma non possono essere che una conseguenza. Comunque ripetiamo, per quanto ci riguarda (mi è parso di coglierlo anche nel comunicato della Giunta) vorremmo riaffermare l'esigenza di andare non a pietire, ma a rivendicare nuovi interventi di politica economica, di indirizzi programmatici entro cui possa collocarsi l'iniziativa controllata del grande operatore privato anche se si chiama Fiat.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Presidente della Giunta, ne ha facoltà.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Comitato prezzi. L'Assessore Conti si sta spezzando in due o tre, gli impegni che ha nel suo Assessorato sono notevolissimi, ha tuttavia all'esame il problema relativo al Comitato prezzi, con delle doglianze, con delle lamentele che ha rappresentato e che sono state esaminate in sede di Giunta e che derivano da un complesso della situazione nella quale si trova ad operare con una carenza di personale, con un'insufficienza di elementi che potrebbero, anche ad un livello concettuale, accompagnarlo in questa fatica.
Nella riunione di Giunta di mercoledì credo che l'argomento potrà essere puntualizzato anche in relazione a richieste che ha fatto di personale e di valutazione circa il funzionamento di questo Comitato prezzi nel quale evidentemente, in relazione a quanto era stato scritto nel programma della Giunta e alla sollecitazione del Consiglio, le varie componenti del Consiglio stesso avranno, nel modo che sarà ritenuto il migliore, il più congruo ed il più prontamente operativo, una loro collocazione.
Nella mia esposizione, fatta rapidamente anche perché desideravo arrivare presto all'ordine del giorno, avevo omesso di dirlo.



BERTI Antonio

Vorrei che lei fosse preciso: vuol dire che la settimana entrante porterà in Consiglio la deliberazione?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

No, mercoledì la portiamo in Giunta.



BERTI Antonio

Allora chiederemo al Presidente del Consiglio di iscriverla all'ordine del giorno, in modo che possa essere esaminata.



PRESIDENTE

Al termine della seduta riunirò i Capigruppo, come sempre, e ne parleremo.



BERTI Antonio

A mettere insieme i sindacati ecc. non ci vuole molto, occorre una decisione politica ed è anche con quella che si costruisce lo strumento tecnico.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Io non so se mai verrà giorno in cui lei sarà Presidente di una Giunta Regionale del Piemonte o di altri luoghi ....



BERTI Antonio

Sarebbe un gran giorno!!



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

E se quel giorno io avessi la ventura, nonostante gli anni che ho, di essere il Capogruppo di una minoranza che abbia la libertà di esprimere i propri pensieri ed i propri concetti, come lei ha come Capogruppo del Gruppo comunista...



BERTI Antonio

Ce la siamo conquistata!!



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

... le assicuro che queste battute gliele farei anch'io. Essere poi qui a questo posto e realizzare non è così semplice come chiedere.



BERTI Antonio

Non questa richiesta di un Comitato.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Anche quella.



RIVALTA Luigi

E' meglio la libertà di operare esecutivamente.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Lo farei egualmente, nello stesso modo che lo fate voi, da pungolo che io accetto e condivido anche sotto il profilo dello stimolo, ma chi ha poi da operare deve far conto con mille e una cosa.



BERTI Antonio

Fatelo fare dalle Commissioni consiliari.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Ma le Commissioni consiliari hanno per statuto una loro competenza.



BERTI Antonio

Modificate lo statuto.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Prendetene l'iniziativa, è cosa vostra.



BERTI Antonio

Certamente, più poteri alle Commissioni, si lavora di più.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Le Commissioni consiliari hanno una loro competenza precisa specificata nello statuto, io non posso prevaricare né chiedere al Consiglio che prevarichi lo statuto, lo statuto è modificabile nelle forme che sono previste, proponete una modifica e tutte le cose andranno a posto.
Nell'incontro con le Commissioni il Presidente Agnelli si dichiar disposto immediatamente a riprendere questo contatto e non soltanto questo ma, attraverso i veicoli comuni di presa di contatto tra Regione e azienda Agnelli (per la parte Regione sono incaricati gli Assessori Conti Paganelli e Simonelli, da parte della Fiat è incaricato l'ing. Gioia) si è dichiarato disponibilissimo a ritornare al colloquio in sede di Commissione quando questa crede di convocarlo per l'acquisizione di elementi.



PRESIDENTE

E' stata fatta la richiesta.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Benissimo io non lo sapevo. Per quel che si riferisce al lavoro di coordinamento delle iniziative Regione, Provincia e Comune, la cosa è stata motivo di un primo approccio proprio al termine delle riunioni che si sono svolte in Regione. Nessuno intende negare e non riconoscere il preciso diritto-dovere che ogni assemblea elettiva Comune e Provincia, ha di interessarsi a problemi che hanno dei riflessi nella vita socio-economica del Paese, come quello del quale ci siamo occupati rispetto alla Fiat. E' tuttavia vero che si possono verificare, nella singolarità di iniziative non coordinate, delle conseguenze non volute certamente, ma di una certa discrasia, di una certa divisione che possono portare degli inconvenienti.
Il Sindaco di Torino ed il Presidente della Provincia di Torino concordarono su questo rilievo che trovò una collocazione anche nel testo là dove si dice che sulla linea di queste considerazioni procede la Giunta Regionale, d'intesa ed in coordinata rappresentanza degli altri Enti locali, per cui l'elemento trainante diventa la Regione in maniera che il discorso all'esterno sia fatto anche in rappresentanza e nel nome degli altri enti, ma dalla Regione come responsabile prima.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Garabello.



GARABELLO Enzo

Solo per comunicare, ma credo che il Consiglio ne sia già stato informato, che è stato richiesto, tramite la Presidenza del Consiglio stesso, un incontro alla Fiat che nasceva da quello precedente in via Magenta, qui ricordato dal Presidente della Giunta in cui si era rilevato un andamento piuttosto discontinuo e poco preciso delle informazioni.
Pertanto la I Commissione, che ne ha avuto l'incarico, ha ritenuto di predisporre uno schema di contatto fra la Commissione stessa e la Fiat piuttosto complesso e articolato, in modo che si possa disporre di dati i più precisi possibili affinché anche i nostri interventi si possano orientare con maggiore precisione.
Do assicurazione che conto, nella seduta della Commissione di mercoledì prossimo, di avere ulteriori elementi e mi auguro di poter comunicare la data, che provvederemo a sollecitare alla Presidenza della Fiat.



PRESIDENTE

Più nessuno chiedendo di parlare, questa parte è esaurita.


Argomento: Enti strumentali - Università

Esame relazione dell'Intercommissione per l'Università sul Centro di calcolo


PRESIDENTE

Passiamo al punto terzo all'ordine del giorno "Esame relazione dell'Intercommissione per l'Università sul Centro di calcolo".
Il relatore è l'Assessore Conti, al quale do la parola.



CONTI Domenico, relatore

Parlo nella veste di Consigliere, chiederei tuttavia di rimanere al mio posto perché mi sembra piuttosto scomodo spostare tutte le carte.
La relazione dell'Intercommissione presenta innanzitutto l'itinerario dei lavori a proposito del Centro di Calcolo, che più propriamente si dovrebbe chiamare Centro del trattamento automatico dell'informazione. E' interessante l'esame di questo itinerario perché si può notare: come i lavori della Commissione si siano venuti sviluppando innanzitutto sull'ipotesi di un nuovo Centro da realizzarsi, a partire dal 1975, in collaborazione con l'Università; come nel medesimo tempo si sia inserito il problema dell'attuale Centro di elaborazione dell'Università; come la Commissione si sia orientata dovendo trattare congiuntamente questi due problemi.
1. - L'attività della Intercommissione Questo problema ha avuto la sua prima espressione, nel Comunicato (v.
all. 2) emesso dopo il secondo incontro che la Intercommissione ha avuto con il Senato Accademico dell'Università di Torino il 5 Marzo 1973, per l'esame dei problemi concernenti l'assetto universitario in Piemonte, e precisamente, nell'ultimo capoverso che recita testualmente "L'Intercommissione ha espresso parere favorevole, in quanto corrispondente alle posizioni assunte nella citata 'Nota', alla proposta emersa dal Senato Accademico di sollecitare interventi da parte della Regione per concorrere al potenziamento ed all'utilizzo insieme agli Enti locali, del Centro Universitario di Calcolo".
Tale proposta si è concretizzata successivamente in una nota (all. 1) presentata l'11 aprile alla Intercommissione dai proff. Ricca e Gallino, in qualità di rappresentanti del Gruppo di Lavoro per il Centro di Elaborazione Elettronica nominato dal Consiglio di Amministrazione dell'Università di Torino il 13 marzo con il compito precipuo di formulare un piano a lungo termine di un nuovo centro per il trattamento automatico dell'informazione destinato a servire l'intera Università di Torino, ed eventualmente, altri enti ad essa collegati.
In tale nota il Gruppo di Lavoro dell'Università individuava nel Consiglio Regionale "l'interlocutore politico di elezione" essendo vista la Regione Piemonte come "partecipe della richiesta di informatica ma anche come portatrice di nuovi valori culturali e sociali di partecipazione e di democrazia capace di contribuire ad una nuova qualificazione politico culturale dell'Università".
Richiamandosi a queste premesse, la relazione presentata in Consiglio Regionale il 17 maggio 1973, sull'attività del "Gruppo di Lavoro per l'esame dei problemi dell'Università nella Regione" (all. 2) invitava il Consiglio ad assumere urgenti decisioni in merito, evidenziando gli aspetti che il problema del trattamento automatico delle informazioni assume nei confronti della Regione come organismo burocratico e come organo di programmazione.
Sotto questo secondo profilo si avanzano considerazioni sulla necessità di poter gestire un grande archivio di informazioni statistiche sui più diversi aspetti della realtà regionale, collazionando le informazioni trasmesse dall'Istat con quelle ricavabili da altre fonti o da ricerche dirette. Tale gestione comporta la necessità di utilizzo di un calcolatore di grandi capacità di cui non sarebbe conveniente, per ovvie ragioni di funzionalità ed economicità, che la Regione ne fosse l'unico utilizzatore.
Di qui l'auspicio a che la Regione operi nel senso di dare vita ad un grande centro di elaborazione che, oltre ad assolvere alle necessità della Regione, possa servire contemporaneamente per altri gruppi di utilizzatori: in primo luogo gli Enti locali.
Circa la scelta della Università come "partner", anche per ciò che attiene al trattamento automatico dell'informazione, si affermava che questa deve essere una scelta politica "...che non si limiti a considerare i soli aspetti di efficienza tecnica e amministrativa ma che intenda operare rispetto alle finalità ed agli obiettivi della programmazione mediante rapporti preferenziali".
Accogliendo gli inviti contenuti in questa relazione, il Consiglio Regionale nella adunanza del 21 maggio 1973 (all. 3) considerando "l'interesse della Regione Piemonte, ai fini della sua politica di programmazione, dell'informazione e partecipazione democratica, alla proposta avanzata dalla Università per la costituzione di un Centro per il Trattamento Automatico dell'informazione", riconoscendo "nell'Università l'interlocutore fondamentale per dare avvio ad una collaborazione in questo settore", dava mandato "al Gruppo di Lavoro Intercommissione di raccogliere ed approfondire gli elementi necessari per sottoporre al Consiglio Regionale la possibilità di realizzare, utilizzare e gestire un Centro per il Trattamento Automatico dell'Informazione".
In data 25 luglio 1973, il Rettore dell'Università di Torino trasmetteva all'Intercommissione la relazione dell'attività svolta fino al 7 giugno dal Gruppo di Lavoro per il Centro di Elaborazione Elettronica dell'Università (all. 5), nella quale, dopo aver preso atto dell'ordine del giorno votato dal Consiglio Regionale, si esamina il problema della figura giuridica della costituenda associazione tra Università, Regione ed altri enti individuando nel consorzio, in via di prima approssimazione, la struttura meglio adeguata ai fini proposti.
Assieme a tale relazione veniva trasmessa copia della deliberazione del Consiglio di Amministrazione dell'Università del 12 giugno (all. 6) con la quale il Consiglio, presa conoscenza della relazione stessa e dell'ordine del giorno del Consiglio Regionale, approva la linea d'azione tenuta dal Gruppo di Lavoro e dà mandato allo stesso di proseguire nell'attività di progettazione delle necessarie strutture giuridiche, amministrative e gestionali.
Nella stessa lettera di trasmissione (all. 4) il Rettore dava inoltre comunicazione alla Intercommissione dell'avvenuta aggiudicazione alla IBM dell'appalto per la locazione dell'apparecchiatura di calcolo (sistema IBM 360/67) destinato a costituire la Sezione II del Centro di Calcolo dell'Università con il canone di locazione mensile di L. 33.575.590 e dell'attribuzione al Gruppo di Lavoro per il Centro di Elaborazione Elettronica del compito di preparare, entro il 31/12/1973 uno schema di appalto - concorso per il noleggio di un elaboratore elettronico idoneo alle esigenze del costituendo Centro di Elaborazione Elettronica secondo il piano di sviluppo previsto per il 1975.
In epoca successiva perveniva all'Intercommissione una nuova nota del Gruppo di Lavoro dell'Università, accompagnata da una bozza di statuto relativa ad un possibile Consorzio tra Università e Regione.
In tale nota (all. 7), prendendo atto che, come richiamato dal Consiglio di Amministrazione dell'Università, il problema della determinazione della struttura giuridico-amministrativa-gestionale del nuovo Centro appare preliminare e condizionante nei confronti della progettazione tecnica, si esprimeva la convinzione, suffragata anche dall'analisi delle strutture di altri Centri di Calcolo esistenti presso sedi universitarie, che la strada più opportuna fosse quella della creazione di un consorzio, in vista anche del fatto che tutti gli enti interessati al consorzio potranno avere entro pochi anni necessità di utilizzo di sistemi che ciascuno di essi singolarmente non sarebbe in grado di gestire economicamente, e per l'impossibilità delle Pubbliche Amministrazioni di delegare ad altri soggetti l'esercizio di funzioni e servizi che siano ad esse istituzionalmente affidati.
Quale contributo immediato a questo tipo di soluzione il Gruppo di Lavoro dell'Università ha predisposto una bozza preliminare dello statuto di tale consorzio come prima ipotesi di lavoro (all. 8). La forma giuridico amministrativa è essenziale per la stessa organizzazione del Centro, non si può procedere se non individuandola.
Il 9 ottobre 1973 nel corso di una riunione della Intercommissione veniva presentata dal Direttore e da altri dirigenti dell'IRES una relazione (all. 9) che lo stesso Istituto aveva predisposto nei mesi precedenti su richiesta della stessa Intercommissione sul problema del calcolo automatico della Regione, visti nella sua duplice veste di organo tecnico della Regione, e quindi della Intercommissione, e di utilizzatore dei servizi del centro di calcolo dell'Università.
Nella sua prima parte, questa relazione espone i problemi di calcolo automatico di fronte ai quali l'Istituto si è trovato nello svolgimento della sua funzione di organo tecnico degli Enti locali regionali per la formulazione di piani. Tali problemi possono essere ricondotti sostanzialmente entro due grandi linee che corrispondono alle due principali fasi in cui si articola il processo di pianificazione (per quanto attiene naturalmente alla formulazione del piano e non già alla sua attuazione) vale a dire la fase di analisi e quella di previsione consistente la prima nell'osservazione dello stato e dell'evoluzione del sistema oggetto della pianificazione e la seconda nella prospettazione delle possibili diverse alternative di intervento sul sistema e nella valutazione delle relative conseguenze che però non possono essere non alimentate con delle ricerche adeguate.
Il primo ordine di problemi consiste quindi sostanzialmente in elaborazioni di tipo "statistico" su grandi masse di informazioni derivate da ricerche effettuate in proprio o provenienti da altre fonti: il secondo tipo consiste invece in elaborazioni di tipo "scientifico" connesse all'applicazione ed all'uso di modelli matematici sull'insieme o parti del sistema oggetto della pianificazione.
Per fare fronte al primo ordine di problemi l'IRES ha organizzato al proprio interno un centro di calcolo, orientato tecnicamente soprattutto verso la soluzione di problemi del primo tipo, i quali comportano relativamente limitate necessità di calcolo e quindi capacità ridotte di memorie interne e relativamente ampie disponibilità di memorie esterne. Per i problemi del secondo tipo che richiedono invece più limitate disponibilità di memorie esterne ma ampie possibilità di calcolo e, quindi notevoli capacità di memoria interna, non è stato sempre sufficiente l'uso del proprio centro, per cui si è reso necessario il ricorso ad altri e in particolare al centro di calcolo dell'Università.
Nel momento attuale e, soprattutto, in prospettiva, entrambi questi ordini di problemi acquistano una nuova dimensione: da un lato, per la notevole espansione in corso, o prevista, nella massa delle informazioni da trattare con elaborazioni del tipo indicato come "statistico", dall'altra per l'aumento della complessità delle elaborazioni di tipo "scientifico" che vengono richieste dai lavori affidati all'IRES.
L'IRES, riconoscendo nella formazione, e nella messa a disposizione di numerosi utenti, di un archivio di informazioni sui più diversi aspetti della situazione socio-economica e territoriale piemontese un momento qualificante anche politicamente dell'attività della Regione Piemonte oltre che un indispensabile strumento per la sua specifica attività individua nella gestione che non può essere che pubblica di tale archivio una delle principali funzioni a cui dovrebbe assolvere un Centro di Calcolo a cui la Regione dovrà essere interessata.
Pertanto l'IRES formula l'ipotesi di un grande centro di calcolo presso il quale risieda in permanenza l'archivio delle informazioni, al quale possano accedere, con le necessarie cautele inerenti i problemi della riservatezza e protezione delle informazioni, vari utilizzatori, per estrarne le informazioni necessarie ai propri scopi. Tale centro, per le dimensioni rilevanti che dovrà assumere, potrà facilmente assolvere anche alle funzioni connesse con le esigenze di calcolo scientifico. Per quanto attiene alla gestione vera e propria dell'archivio dati, vale a dire le operazioni di aggiornamento, arricchimento, controllo, ecc., che comportano una variazione dell'archivio, è indispensabile che queste siano affidate ad un organismo unico, opportunamente collegato al Centro di Calcolo, al quale spetterebbe la responsabilità del continuo aggiornamento e completamento dell'archivio con le informazioni che di tempo in tempo vengono rese disponibili dai più diversi canali.
Date le notevoli dimensioni che in ogni caso dovrebbero essere assicurate a tale Centro di Calcolo e la derivante difficoltà di una gestione economica, qualora la Regione ne fosse l'unico utente, l'IRES riconosce la utilità di una collaborazione tra Regione ed altri enti nei quali, sulla scorta anche dell'ordine del giorno del Consiglio Regionale, è facile l'individuazione dell'istituzione universitaria, soprattutto se tale collaborazione non si limita all'utilizzazione in comune di un centro di calcolo ma rappresenta invece un mezzo per promuovere e coordinare iniziative di ricerca.
Nella sua ultima parte, infine, la relazione dell'IRES allarga l'orizzonte alla considerazione degli sviluppi che l'archivio delle informazioni potrebbe avere, ad esempio, con l'istituzione di un'anagrafe sanitaria, scolastica, economica, ecc., oltre che naturalmente alla possibilità per la Regione di utilizzare il Centro di calcolo per la soluzione dei problemi relativi alla propria gestione interna.
In data 8 novembre 1973 il Presidente della Intercommissione ed il Consigliere Conti si sono incontrati con il prof. Marcello Gallo per esaminare gli aspetti giuridici inerenti l'istituzione di un Centro di Elaborazione Elettronica dell'Informazione tra la Regione Piemonte l'Università e l'IRES; in data 9 novembre 1973 viene trasmessa allo stesso prof. Gallo una lettera del Presidente, Consigliere Besate, nella quale viene formulato il quesito relativo da sottoporre ai consulenti legali del Consiglio Regionale (all. 10).
Il 15 novembre 1973, infine, nel corso di una riunione della Intercommissione con i rappresentanti del Gruppo di Lavoro dell'Università con ed alcuni dirigenti dell'IRES veniva presa in esame la relazione dell'IRES per la definizione di linee propositive concrete a breve scadenza da presentare agli organi competenti della Regione e dell'Università. Le osservazioni formulate in tale occasione dai rappresentanti del Gruppo di Lavoro dell'Università sono state successivamente redatta in una nota (all.
11), nella quale il Gruppo di Lavoro, prendendo atto con soddisfazione del concreto apporto dato dalla relazione dell'IRES e dell'atteggiamento positivo che l'IRES assume nei confronti della iniziativa, esprime le proprie preoccupazioni a seguito della proliferazione di iniziative particolari da parte di varie amministrazioni pubbliche della Regione, del deterioramento della situazione nell'Università di Torino e delle crescente pressione dell'iniziativa privata per l'assunzione delle funzioni degli organismi pubblici nei campi dell'informatica, e fa presente l'assoluta necessità di assumere decisioni operative anche in vista delle scadenze imposte dal Consiglio di Amministrazione dell'Università al Gruppo di Lavoro circa il progetto per il nuovo Centro di Elaborazione Elettronica la cui definizione è strettamente subordinata alla natura ed alle funzioni che debbono essere attribuite al Centro.
2. - L'orientamento della Intercommissione Spetta ora al Consiglio Regionale di assumere delle decisioni in modo da fornire alla Giunta Regionale precise indicazioni operative.
L'Intercommissione, al termine della sua attività di questi mesi ritiene che l'ipotesi di una collaborazione tra Regione ed Università per la costituzione di un Centro di elaborazione della informazione a livello regionale dimostri un elevato grado di validità per i risultati che ne deriverebbero a confronto con quelli che si potrebbero avere nel caso di iniziative disgiunte, o peggio ancora se la Regione rinunciasse ad approntare l'argomento.
E' fuori dubbio, infatti, che la Regione non possa ulteriormente evitare di affrontare il problema di dotarsi di capacità di elaborazione delle informazioni ad un livello sufficientemente ampio.
La necessità per l'Università di poter effettuare elaborazioni di dati deriva da due compiti fondamentali dell'Università stessa, e cioè il compito di condurre ricerche avanzate e quello di formare ricercatori e tecnici. Senza contare l'esigenza di favorire con strumenti idonei la interdisciplinarità nella ricerca e nell'attività didattica. Entrambi questi compiti, sebbene specifici dell'istituzione universitaria, debbono interessare anche la Regione come organo investito dell'intera problematica di tipo pubblico che si determina a livello regionale. Senza contare il fatto che anche la Regione deve procedere ad attuare le ricerche, le quali non possono che essere basate sul principio dell'interdisciplinarità.
Del resto anche per la Regione esistono problemi di ricerca e di sperimentazione e di attività interdisciplinari richieste dalla sua specifica funzione di programmazione e di indirizzo, coordinamento e controllo.
Rispetto ad una soluzione che contempli iniziative separate di ciascuno dei due enti, la costituzione di un unico Centro di elaborazione pu presentare evidenti vantaggi innanzitutto dal punto di vista economico, non soltanto per l'eliminazione di numerose duplicazioni di spesa (pur tenendo conto del fatto che i singoli centri avrebbero caratteristiche e dimensioni inferiori a quella dell'unico centro) e per le economie di scala che potrebbero realizzarsi con l'adozione di un sistema molto potente (com'è noto la capacità dei calcolatori cresce più che proporzionalmente alla loro dimensione), ma, soprattutto, per le possibilità di integrazione tra le necessità dei diversi utenti che permetterebbero di sfruttare più completamente le capacità della macchina.
Un secondo e non meno importante ordine di vantaggi attiene alla natura degli enti che darebbero vita a questo Centro, cioè la Regione e l'Università, che non si limiterebbero ad essere semplici utilizzatori di una risorsa comune ma che potrebbero promuovere e coordinare iniziative di ricerche comuni connesse ai problemi del calcolo automatico e della gestione dei dati in funzione delle proprie attività istituzionali didattico-scientifiche per l'Università, amministrative e di pianificazione per la Regione.
Un terzo ordine di vantaggi deriva dal fatto che l'Università per sua natura appare come "partner" ideale per la Regione in quanto istituzione per certi aspetti omogenea e per altri aspetti complementare.
Infatti l'Università non può non avere un interesse suo proprio, di notevole rilevanza pubblica, per l'intera realtà regionale. In questo senso si presenta appunto come "omogenea" e "complementare" rispetto alla Regione, così come la Regione non può non apparire "omogenea" e "complementare" rispetto all'Università.
L'Università, poi, è il "partner" più idoneo della Regione al fine di assicurare al servizio pubblico di informazione il necessario livello di qualità scientifica e tecnica, oltre a quello di contribuire al raggiungimento di un grado soddisfacente di diffusione e di partecipazione democratica.
Un quarto ordine di vantaggi deriva dalla possibilità di dare origine con questa iniziativa comune, ad un'attività di formazione di tecnici e ricercatori nei settori dell'applicazione delle tecnologie informatiche ai problemi della società in generale. (Si pensi a questo proposito al progetto giapponese della "Società dell'informatica" ed alle possibilità colà accennate, di impiego dell'informatica per il miglioramento delle condizioni di vita e delle capacità di sviluppo di tutta la nazione).
Riassumendo schematicamente, l'Intercommissione ritiene che la costituzione di un centro di elaborazione Regione - Università offra i seguenti e irrinunciabili vantaggi.
a) per la Regione: disponibilità di uno strumento che consenta la formulazione e la gestione del piano e delle azioni programmatiche, tanto più se tutto ciò viene inteso come processo continuo di adeguamento alla mutevole realtà socio economica disponibilità di uno strumento che consenta di impostare e di svolgere la stessa funzione burocratica amministrativa in modo nuovo, non soltanto di meccanizzarla, di accelerarne la procedura ma di cambiare modo di svolgere la funzione burocratica amministrativa, basando anch'essa questa funzione sui principi della programmazione e sulle nuove tecniche gestionali ed operative possibilità di una collaborazione scientifica e tecnica da parte dell'Università per la elaborazione di sistemi informativi adeguati ai nuovi compiti e per la elaborazione creativa delle procedure in campi di attività per le quali in genere non valgono le procedure attualmente esistenti possibilità di dare contenuto alla formazione professionale e tecnica qualificata assai importante per il rinnovamento operativo di ogni tipo di gestione amministrativa e segnatamente per la pubblica amministrazione Ciò appare tanto più evidente se si tiene conto che l'introduzione di tecnologie di elaborazione comportano necessariamente, su un'equipe di cento, almeno il 75% costituito dalla partecipazione dei funzionari, del personale della Regione, con l'assistenza di personale specializzato, tipo i sistemisti.
possibilità di conseguire la garanzia della riservatezza e dell'autonomia dell'informazione possibilità di offrire agli Enti locali un primo nucleo di sistema informativo qualificato e standardizzato al quale poter partecipare anche eventualmente collegando i loro mezzi e comunque evitando il pullulare di iniziative sottodimensionate, sottoutilizzate, difformi e dispersive, con la conseguente scarsa utilizzabilità dei dati elaborati per ulteriori elaborazioni centrali e per proficui scambi di informazioni che sono la base della intesa e della collaborazione tra Regione ed Enti locali possibilità di offrire a tutta la comunità regionale, ai vari operatori economici sociali e culturali, in relazione all'informazione e all'informatica, un accettabile livello di qualità e di diffusione e partecipazione democratica anche mediante collegamento con sistemi informativi nazionali e internazionali possibilità di studiare un vero e proprio sistema informativo regionale con tutte le garanzie che soltanto il potere politico può e deve dare.
b) Per l'Università disponibilità di uno strumento che favorisca la ricerca scientifica e l'attività didattica su base interdisciplinare disponibilità di uno strumento idoneo e indispensabile per favorire nel futuro a rendere possibile un sistema universitario regionale. Infatti un sistema informatico-informativo è certamente una delle condizioni di base affinché possa aver luogo quel complesso di interrelazioni equilibratrici e dinamizzanti tra le future Università del Piemonte. Detto complesso di interrelazioni costituisce una parte essenziale di un vero e proprio sistema universitario in forza del quale si possono perseguire risultati di qualità generale e particolare, complessivi e settoriali non possibili se ciascun complesso universitario funzionasse come isolato disponibilità diretta di uno strumento idoneo alle relazioni e aperture più significative e utili con altri centri o sistemi di ricerca e di cultura superiore e con reti informative nazionali ed internazionali. La necessità di collegare l'Università con la Regione per disporre di un sistema informativo idoneo si è notevolmente accresciuta dopo il fallimento, avvenuto di recente, del tentativo di dare vita al CINOCA, cioè al Centro Interuniversitario nord-occidentale per il Calcolo Automatico possibilità di trovare nella Regione un "partner", di rilevanza pubblica omogenea per uno strumento informatico adeguato, tale da costituire un insostituibile punto di incontro e di collaborazione della Regione e della comunità regionale con l'Università. Terreno di incontro che favorisca, tra l'altro, la ridefinizione della funzione sociale e culturale dell'Università e la posizione degli organismi politici di fronte ai problemi culturali e universitari possibilità di favorire la formazione tecnico-professionale qualificata degli studenti offrendo loro un contatto significativo con la realtà regionale.
Il conseguimento dei suddetti vantaggi rende necessaria una gestione autonoma del Centro di elaborazione da parte di un organismo comune che si intende realizzare fra Regione e Università. Per gestione autonoma qui si intende la responsabilità completa della conduzione del Centro. Infatti il comitato tecnico-politico è lungo tutto l'iter della costituzione e dell'attività del Centro.
Soltanto la gestione autonoma può rendere possibile da parte della Regione, con gli Enti locali, di porre in essere una politica dell'informazione e del trattamento automatico di essa superando i limiti e le unilateralità di una gestione meramente aziendalistica, per di più attuata da terzi che non hanno la responsabilità pubblica e collettiva, e perciò non rispondente alle varie esigenze e alle varie componenti dello sviluppo socio-economico secondo fini di interesse pubblico e generalizzato.
La gestione autonoma è altresì il requisito fondamentale affinché si possa procedere a studiare e realizzare un vero e proprio sistema pubblico di trattamento automatico dell'informazione che sia accessibile non solo agli Enti pubblici, ma anche a tutti gli operatori sociali economici e culturali. Sistema informatico pubblico e regionale capace, come è già stato detto, di collegarsi con altri sistemi informativi nazionali ed anche internazionali.
Dal punto di vista tecnico la gestione autonoma consentirebbe al sistema informatico regionale di svilupparsi e di articolarsi inglobando e collegando i vari centri già esistenti nell'area degli Enti pubblici.
Sempre da un punto di vista tecnico appare indispensabile una gestione autonoma degli apparati di calcolo e non un semplice uso pro-tempore di un Centro gestito da terzi.
Quando in questa relazione si parla di Centro di Elaborazione si deve intendere in realtà un Sistema di Elaborazione, la cui architettura non è ancora evidentemente definita ma che con tutta probabilità dovrà assumere la struttura di un nucleo centrale comprendente l'Unità Principale di Calcolo e Memorizzazione al quale i diversi utilizzatori accedono non affluendo fisicamente, in un unico punto di accesso, ma collegandosi ad esso attraverso terminali di tipo diverso ad esso collegati. A sua volta il nucleo centrale potrà entrare a far parte di una più vasta rete di elaboratori di pari o superiore livello per lo scambio di informazioni o per una integrazione delle capacità di calcolo, oppure potrà essere modificato modularmente in vista di future necessità.
La molteplicità degli utilizzatori, sia pure per ora nel solo ambito Regione-Università, dovrebbe garantire entro un breve margine di tempo una utilizzazione quasi completa delle capacità del nucleo centrale del sistema, per cui, anche a motivo di ciò, non si vede la necessità del ricorso all'uso di elaboratori gestiti da terzi.
A favore della gestione autonoma va inoltre considerata la necessità di assicurare una disponibilità continua del mezzo anche per favorire le attività di ricerca e sperimentazione per le quali non è possibile una stretta programmazione preventiva. E ciò anche in vista del fatto che tale attività richiede pure una costante dialettica tra momento politico e momento tecnico, e anche amministrativo, soprattutto in relazione della carenza di software specializzato alle funzioni programmatorie e di indirizzo e controllo proprie della Regione.
Un ulteriore, ma non il minore, motivo a favore della gestione autonoma del sistema attiene alla necessità di garantire l'assoluta sicurezza e riservatezza degli archivi ed impedire un uso non corretto degli stessi.
Infine, se in astratto può ritenersi non necessario di disporre autonomamente di un sistema di elaborazione, ciò diventa invece indispensabile se si considera il ruolo politico che la Regione deve svolgere nel campo dell'informazione per assicurare livelli di qualità e livelli di diffusione e partecipazione democratica a tutti gli Enti locali e a tutti gli operatori economici, sociali e culturali.
3. - Proposte della Intercommissione L'Intercommissione propone, pertanto, che il Consiglio decida di dare attuazione a questa linea di azione, incaricando la Giunta di predisporre i necessari adempimenti in ordine ai seguenti problemi: definizione e costituzione della struttura giuridico-amministrativa che dovrà gestire il Centro di elaborazione elettronica Regione-Università definizione, in comune con l'Università, delle caratteristiche tecniche del sistema di calcolo ed emanazione del relativo bando di appalto.
Per quanto riguarda il primo ordine di problemi l'ipotesi di un consorzio è stata verificata con esito positivo dai consulenti legali della Regione ai quali era stato formulato il quesito relativo (all. 12).
Circa le funzioni cui il Centro dovrebbe assolvere nei confronti diretti della Regione, precise indicazioni sono state fornite dall'IRES nella sua relazione che ha individuato nell'archivio delle informazioni sugli aspetti socio-economici della realtà regionale, e nell'applicazione a tale realtà di modelli matematici, per la previsione della relativa dinamica e delle possibili conseguenze degli interventi attuabili, un primo ordine di problemi attinenti alle fasi di studio preliminari alla formulazione dei piani, che potrebbero essere affrontati con l'uso di tale Centro.
Un secondo ordine di problemi, di altrettanta se non superiore urgenza riguarda la formulazione del piano da parte della Regione, la gestione delle diverse azioni programmatiche ed il controllo sia della loro attuazione sia degli effetti che queste hanno sul sistema regionale anche in vista delle necessarie correzioni e degli aggiornamenti di obiettivi e tattiche che si rendono indispensabili in relazione al continuo evolversi della realtà socio-economica.
Per quanto attiene infine al problema della definizione delle caratteristiche tecniche occorre affiancare al Gruppo di Lavoro dell'Università, incaricato dal Consiglio di Amministrazione di preparare il bando dell'appalto concorso per il nuovo calcolatore previsto per l'anno 1975, un gruppo di esperti in rappresentanza della Regione allo scopo di studiare la organizzazione dell'assetto futuro del Centro e quindi le caratteristiche del sistema da impiantare.
In ogni caso si dovrebbero tenere presenti le considerazioni che seguono.
Il Centro deve essere strutturato in modo da consentire una gestione e un funzionamento capaci di promuovere nell'ambito dell'utenza lo sviluppo di interessi e capacità progettuali ed operative quali si richiedono per lo studio dei problemi e la definizione di procedure di tipo informatico e secondo le suggestioni che l'informatica può favorire. Cosicché il tipo e il complesso delle interazioni che si realizzano fra la gestione del Centro e l'utenza possa contribuire, in prospettiva, a continui sviluppi e ridefinizione del Centro stesso.
Il principio base da salvaguardare è che l'utenza deve rimanere responsabile rispetto alla forma finale della soluzione dei suoi problemi.
Il rispetto di tale principio costituisce concreta garanzia di autonomia e di effettiva e responsabile capacità di concorrere a risolvere i problemi comuni, oltre a quella di risolvere i propri problemi.
Quanto sopra affermato deve essere reso operante nell'organizzazione non solo dal Centro di Elaborazione gestito in forma consortile dalla Regione e dall'Università (forma aperta, in primo luogo, al Politecnico ed agli Enti locali) ma anche dalla struttura burocratico-operativa e legislativa dell'Ente Regione e del corrispondente organigramma ed organico del personale regionale.
Quanto detto non potrà non interessare pure l'organizzazione della produzione scientifica didattica ed amministrativa della stessa Università.
4. - Iniziative immediate Nel corso della fase di costituzione del nuovo Centro di Elaborazione dell'Informazione, individuato come sistema informativo che tenga compiutamente conto delle esigenze della Regione nella fase di avanzata attuazione della politica di piano e di programmazione, si rende necessario individuare una soluzione ai problemi attualmente già presenti ed urgenti.
Questa soluzione deve potersi realizzare come un primo nucleo prefigurante e compatibile con il futuro sistema e che, consentendo una operatività immediata, debba anche offrire la possibilità di concreti approfondimenti e sperimentazioni occorrenti per la realizzazione del disegno del futuro Centro di Calcolo.
Un primo ordine di problemi urgenti che richiedono l'uso immediato di strumenti di elaborazione attiene alla organizzazione ed all'utilizzo delle informazioni statistiche che, sia in relazione ai Censimenti del 1970-1971 sia con riferimento ai fenomeni correnti, l'Istat ha in corso di trasmissione alle Regioni e che, con quelle già raccolte ed organizzate dall'IRES, potrebbero costituire il primo nucleo dell'archivio regionale delle informazioni di cui più volte abbiamo parlato. L'urgenza di una soluzione di questo problema deriva anche dalla necessità di poter utilizzare tali informazioni entro il più breve tempo possibile per evitare la perdita di significatività che si avrebbe con un utilizzo in epoca troppo distante da quella alla quale i dati stessi si riferiscono.
Connesso con questi è il problema di calcolo di tipo scientifico (applicazione ed uso di modelli) relativi alle ricerche in cui l'IRES è impegnato in conseguenza degli incarichi ricevuti dalla Regione e da altri enti locali.
Altre necessità immediate di elaborazione sono già evidenti ed altre ancora possono facilmente essere individuate presso i diversi Assessorati ed Uffici della Regione anche in connessione a problemi di gestione amministrativa.
A puro titolo di esempio si possono ricordare: la contabilità del personale, l'avanzamento delle pratiche, la gestione del bilancio, il supporto organizzativo dell'attività del CO.RE.CO., la gestione della biblioteca, il servizio di documentazione sull'attività legislativa propria e di altri ecc. (all. 13).
Esiste un preciso allegato dove la tabella è più completa, anche se non esauriente, di tutte le funzioni amministrative che attendono urgentemente di essere organizzate.
Infine, ma non certamente l'ultimo in ordine di importanza, è urgente il problema della preparazione e sperimentazione delle procedure di elaborazione che potrebbero consentire alla Regione di svolgere in modo efficiente quella funzione più volte ricordata di promozione e di controllo e di pianificazione intesa come progetto di iniziative e controllo sulla loro esecuzione e sugli effetti che ne derivano all'intero sistema regionale.
A fronte di queste che sono le espressioni di una domanda immediata di elaborazione esiste il problema di cui si è fatto portavoce presso la Regione il Rettore dell'Università circa la gestione dell'attuale Centro Universitario di Calcolo.
Nello scorso mese di gennaio infatti, è entrata in funzione la seconda sezione di calcolo che utilizza il sistema IBM 360/67 la cui installazione era stata decisa dal Consiglio di amministrazione dell'Università, il 26 giugno 1973.
Il costo di gestione di questo Centro, esclusi i costi relativi al personale, ammonta a L. 530 milioni annui. L'Università è in grado di far fronte per una quota non superiore ai 230 milioni. Resta aperta pertanto il problema del reperimento dei 300 milioni necessari per coprire l'intero costo, pena la chiusura del Centro stesso o la cessione della gestione ad altri.
A questo proposito mi si consenta una comunicazione proveniente dal gruppo di lavoro dell'Università sui problemi del Centro di elaborazione in cui si asserisce che là dove l'attuale Centro funzionasse regolarmente si potrebbe contare certamente su una utenza da parte dell'Università di circa il doppio di quella attuale.
Per quel che riguarda la regolarità del funzionamento debbo anche comunicare che mi pare sia stato raggiunto un accordo tra direzione del Centro e personale circa l'orario di lavoro e circa la prosecuzione regolare dell'attività. Faccio presente che il personale si trova in una condizione molto difficile, i livelli retributivi si aggirano intorno alle 130/160.000 lire e attualmente il personale raccoglie tutto il monte stipendi o monte salari che dir si voglia e lo divide in parti eguali.
Tuttavia l'impegno di far procedere con regolarità il Centro esiste.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

C'è una comunicazione scritta sul primo punto?



CONTI Domenico, relatore

No, il primo punto è una comunicazione verbale, mentre la notizia riguardante il personale ci è stata data durante la riunione assessorile.
La coesistenza di questi due ordini di problemi: da un lato, una pressante necessità di elaborazione, dall'altro le difficoltà di gestione del Centro dell'Università non possono che condurre alla formulazione di una ipotesi di soluzione congiunta che dovrebbe iscriversi perfettamente nella logica di base che è e rimane la volontà di dare vita ad una iniziativa comune tra Regione ed Università.
Tale soluzione consisterebbe nella immediata costituzione di un Consorzio tra Regione e Università con il compito di gestire l'attuale Centro di Calcolo dell'Università assicurando alla stessa una disponibilità di uso per un certo numero di ore e permettendo alla Regione di provvedere alla soluzione dei problemi sopra accennati.
Più precisamente occorrerebbe completare le seguenti operazioni: costituzione del Consorzio Regione-Università e dei suoi organi direttivi ed operativi; diversamente non si può procedere a ipotizzare o a prevedere un'organizzazione tecnica del Centro trasferimento allo stesso del contratto di locazione dell'attuale Centro di Calcolo assunzione del personale occorrente assegnazione all'IRES della funzione di gestione dell'archivio dei dati attrezzando il suo Centro attuale del collegamento fisico con il Centro dell'Università (cosicché si risolverebbe anche il problema della richiesta di calcolo di tipo scientifico) studio ed avviamento delle procedure di elaborazione automatica per la soluzione dei problemi specifici della Regione (problemi amministrativi e problemi di programmazione che in una nuova concezione della funzione politica e amministrativa non possono che essere considerati come profondamente interrelati) dotazione di terminali, ove occorrano, presso gli Uffici della Regione.
L'Intercommissione si rivolge al Consiglio affinché voglia investire la Giunta del relativo mandato.
5. - Conclusione L'Intercommissione, considerato anche il grado di urgenza che è venuto assumendo il problema della Elaborazione Automatica dell'Informazione, sia per la Regione che per l'Università, ritiene che il Consiglio Regionale disponga ora dei dati necessari per adottare decisioni. L'acquisizione di dati ulteriori risulterà successivamente necessaria per la realizzazione del disegno del futuro Centro di Calcolo che si dovrebbe incominciare ad attuare a partire dal 1975.
L'urgenza di una decisione per la soluzione dei problemi immediati della Regione e dell'attuale Centro di Calcolo dell'Università, tale da non compromettere l'auspicato progetto 1975, è indiscutibile. Tanto più che se non ci si muove fino da ora nella prospettiva suddetta si finirà con l'adottare soluzioni immediate gravemente dannose tanto per la Regione che per l'Università.
Infatti, il dilemma che oggi si pone sembra ineludibile.
E' necessario procedere a costituire e a gestire, nel più breve tempo e mediante un Consorzio Regione-Università, l'attuale Centro Universitario di Calcolo collegato con il Centro dell'IRES assicurando in questo modo tanto all'uno che all'altra Istituzione un servizio di qualità quale è richiesto delle esigenze di ricerca e di sperimentazione interessanti tanto l'attività scientifica e didattica dell'Università quanto l'attività di programmazione e di indirizzo e controllo della Regione, entrambe su basi interdisciplinari. Oppure, diversamente, si rinuncerebbe sia all'una che all'altra esigenza.
Infatti, o si rinuncerebbe ad operare oppure si renderebbe necessario il ricorso alla gestione di terzi che non si vede come possa soddisfare alle fondamentali esigenze già esposte nel corso della relazione.
Con la rinuncia a dotarsi e a gestire servizi indispensabili apparirebbe allora, in modo certo ed inequivocabile, che la Regione rinuncia a svolgere la sua precipua funzione di programmazione e di indirizzo e controllo. Senza contare la rinuncia a favorire più proficue relazioni con gli Enti locali e con i vari operatori della comunità regionale.
Nel contempo verrebbe a mancare uno strumento indispensabile a sviluppare i rapporti tra Regione e Università.
Parimenti, verrebbe a mancare una condizione necessaria affinché si possa procedere al decentramento universitario in termini di sistema universitario regionale, profondamente radicato e interrelato con la realtà viva della Regione e con gli interessi, le esigenze e gli apporti della comunità regionale.
Verrebbe, insomma, elusa e delusa la volontà del Consiglio Regionale espressa con il mandato conferito all'Intercommissione mediante l'ordine del giorno del 12 ottobre 1972.
Mi si consenta ancora di aggiungere, a titolo personale, alcune considerazioni e proposte aggiuntive.
Mi pare che l'obiettivo finale di perseguire, sia ben chiaro, quello di un sistema regionale di informazione per consentire alla Regione, agli enti locali, all'Università, ai vari operatori regionali lo sviluppo di programmi ed il loro controllo, in base al quale fondare scelte, decisioni e attuazione sempre più fondate ed efficaci. Un sistema di informazione che sia frutto ad un tempo e strumento di una volontà consapevole e responsabile di decisioni operative, di programmazione, di partecipazione democratica. Un sistema che abbia come suo nucleo iniziale, come centro propulsivo, il consorzio tra Regione ed Università, aperto alla partecipazione degli Enti locali.
Per questo obiettivo occorrono due strumenti fondamentali: informazioni e modelli. Le informazioni consentono una programmazione tanto più efficiente quanto più sono numerose, complete, aggiornate e omogenee perch siano confrontabili ed in qualche modo comparabili, mentre i modelli consentono di operare sulle informazioni disponibili per fornire all'Ente Regione, all'Università, agli enti locali gli elaborati della programmazione e del controllo.
Si tratta dunque di una realtà sostanzialmente pubblica, al servizio di tutti i livelli decisionali tra loro interrelati e comunicati, a cominciare dai livelli politici, amministrativi e di alta cultura come l'Università al servizio di tutta la comunità regionale nelle sue varie componenti sociali, economiche, culturali, tecnologiche, spirituali. Perciò la gestione non può che essere sostanzialmente pubblica e nello stesso tempo partecipata, perché soltanto il potere pubblico può e deve garantire tutto ciò.
Davanti a questa sintesi abbiamo la realtà di oggi, costituita dall'attuale Centro di calcolo dell'Università e la prospettiva del '75 per cui bisogna che ci collochiamo in modo organico e progressivo, dando una soluzione ai problemi dell'oggi e a quelli del domani nella prospettiva anzidetta.
Di fronte a questa situazione non credo che il Consiglio Regionale possa adottare la proposta di una soluzione dubitativa, ipotetica interlocutoria come quella di andare a verificare la fattibilità di tutto questo. Occorre la ferma determinazione di una chiara linea d'azione occorre la volontà di camminare in termini concreti operativi lungo questa direzione di marcia. Non si può dubitare, almeno secondo il parere della Commissione, che la linea va seguita e quindi perseguita, naturalmente affrontando tutti i problemi e scegliendo le soluzioni possibili. Certo può rimanere sempre aperta l'ipotesi che ci si trovi di fronte a degli ostacoli insormontabili, ma che significato avrebbe a questo punto ancora una battuta interlocutoria, magari affidata alla verifica di tecnici, i quali semmai aiutano ad affrontare e a risolvere i problemi che si frappongono lungo una direzione di marcia e non possono perciò stesso arbitri della situazione? E poi cambierebbe completamente il significato affidare ad una Commissione di tecnici la verifica della fattibilità di questa linea politica, sarebbe come affidare ad una commissione di tecnici il giudizio se l'Intercommissione o il Consiglio fa della fantapolitica o fa della politica concreta.
Certo il momento tecnico è assolutamente indispensabile tanto più che come è stato citato nel corso della relazione, non è possibile prefigurare alcuna valutazione se non si ipotizza la forma. L'Università è tutt'altro che indifferente circa l'organizzazione ed il funzionamento del Centro e perciò è tutt'altro che indifferente circa le dotazioni tecniche, il personale, il funzionamento e le spese relative.
Occorre quindi adottare questa linea, almeno a mio avviso, in termini operativi concreti. Per esempio non sarei d'accordo, dopo un generico e reticente consenso di massima, di affidare ad una Commissione di tecnici tutto il problema, non avrebbe nessun senso. Non sarei d'accordo che ai tecnici fosse chiesto di valutare le proposte dell'Intercommissione (addirittura in termini di sì o no) e del Consiglio là dove coincidono.
Sono invece d'accordo su una linea operativa che veda associati politici e tecnici e non soltanto i tecnici. Mi sembrerebbe un esempio estremamente conveniente la composizione di una Commissione mista ristretta di Assessori e Consiglieri, a cui aggiungere la Commissione mista composta da esperti dell'Università e da altri designati dalla Regione, non eccessivamente numerosa altrimenti non funziona, con l'incarico - là dove il Consiglio accetti la linea politica proposta dell'Intercommissione - di trovare soluzione nel breve, medio e lungo termine ai problemi indicati, nella prospettiva della realizzazione di un sistema di calcolo, e quindi di proporre via via tutti i provvedimenti attuativi che sono indispensabili e che condizionano la successiva fase di sviluppo della ricerca e della proposta.
D'altra parte bisogna che ci rendiamo conto che anche il solo problema del funzionamento del Centro di calcolo dell'Università non può lasciarci indifferenti, innanzi tutto perché il funzionamento delle istituzioni universitarie è un fatto di grosso rilievo politico che comporta l'interesse e anche le responsabilità politiche della Regione, e poi perch mediante il funzionamento di questo Centro di forma professionale della gente di cui saremo i principali utilizzatori noi come Regione, noi come Enti locali, come enti pubblici, quindi c'è un fatto di formazione professionale in atto che, attese anche le competenze che ci sono state trasferite, non ci può lasciare indifferenti, tant'è che si potrebbe ipotizzare (in altre Regioni è stato fatto) di istituire corsi da finanziarsi da parte delle Regioni per preparare dei tecnici nel campo dell'informatica. Anche sotto questo aspetto non possiamo eludere l'aspettativa. Naturalmente si deve cercare una soluzione la più organica possibile che colleghi insieme tutti questi problemi ed esigenze attuali in una prospettiva futura, quella del sistema regionale dell'informazione.
D'altra parte esistono ancora delle altre responsabilità della Regione direi giuridiche questa volta, non semplicemente politiche. Ricordo l'art.
7 dei provvedimenti straordinari dell'Università il quale prevede che sia la Regione ad indicare nuovi corsi e le localizzazioni di nuove sedi universitarie da proporre all'approvazione superiore del Ministero. Se sviluppiamo tutto ciò che c'è dietro a questa responsabilità che ci tocca perché non possiamo fare un'analisi superficiale, questo suppone tutta una serie di rapporti, di approfondimenti; dobbiamo coltivare i rapporti con l'Università sulla base di questa opportunità offertaci dal Centro di informazione che poi, che è stato detto nel corso della relazione, è visto sia dall'Intercommissione, sia dal Comitato di direzione e dal gruppo di lavoro dell'Università, come il presupposto strumentale indispensabile perché si possa camminare verso la realizzazione di un vero e proprio sistema universitario regionale.
Concludendo, a mio avviso, qualora si voglia adottare questa linea proporre alla Giunta la costituzione di un organismo dotato di una volontà effettiva e di una sufficiente strumentazione tecnica per andare a ricercare nell'immediato le soluzioni urgenti e a disegnare via via le soluzioni future, mi sembra una cosa che non si possa fondatamente respingere.



PRESIDENTE

E' aperta la discussione. Chiedo anche un metodo di lavoro al Consiglio.
La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Ho chiesto la parola perché mi pare che alla relazione dell'Intercommissione dovrebbe seguire un intervento della Giunta affinch il dibattito possa tenere conto delle iniziative che la Giunta propone dopo di avere sentito il parere unanime dell'Intercommissione, allora il dibattito si sviluppa in un certo modo o non si sviluppa affatto.
Il Consiglio aderisce unanimemente al parere dell'Intercommissione? Dovrebbe essere così io credo, visto che è un lavoro fatto collegialmente ma considerato il quadro reale della situazione è possibile che interventi contrari si svolgano ed è bene quindi conoscere esattamente tutte le posizioni per poi aprire il dibattito. Non so se questo è possibile farlo adesso o se lo facciamo oggi in apertura.



PRESIDENTE

Vi sono altri Consiglieri che intendono parlare? La parola al Presidente della Giunta.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Per poter dare delle risposte concrete avrei bisogno di sapere se l'Intercommissione concorda anche su quelle che sono state le prospettiva dichiarate personali e che non sono oggetto della relazione. Dovrei cal Consigliere Conti in questo caso, se come membro dell'Intercommissione, è in grado di fornire alla Giunta, per la disamina, questo impegno al quale ha fatto riferimento come manifestazione non soltanto di volontà, ma manifestazione tecnica e precisa di quell'organismo alla conduzione operativa e concreta del Centro; mancandomi questo elemento non potrei certamente consultarmi con la Giunta e prendere posizione su un aspetto che non abbiamo conosciuto se non come espressione di colloquio intervenuto con il Consigliere Conti, non so se come membro dell'Intercommissione o personalmente e qui abbiamo tutti, alle volte, delle formazioni plurime personali. E' necessario che questa precisazione ci sia, da parte del Presidente dell'Intercommissione soprattutto per sapere se è acquisita anche questa parte come volontà e come espressione del pensiero dell'Intercommissione.



BESATE Piero

Signor Presidente, le considerazioni che ha svolto Conti sono state un'esplicazione di quanto è contenuto nella relazione. Non le ritengo (personalmente) indispensabili agli effetti di una formazione di volontà del Consiglio; sono considerazioni molto serie, naturalmente, che avrebbero potuto far parte di un intervento. Ma, evidentemente, il documento dell'Intercommissione non ha bisogno di riesami, di novità, in quanto queste non attengono ai lavori dell'Intercommissione. Naturalmente le considerazioni che ha fatto Conti sono di approfondimento, ma non modificano in nessuna parte la relazione dell'Intercommissione (che la Giunta conosce ormai da tre o quattro settimane) e sulla quale è possibile come credo abbia chiesto il consigliere Berti, un pronunciamento della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Vorrei soltanto dire, se mi consentono, che c'è la proposta concreta della formazione di una certa Commissione con determinate caratteristiche questa proposta è fatta da Conti personalmente, come lui ha dichiarato, o è fatta propria dall'Intercommissione? Non so se lei possa interpretare il pensiero così, senza consultarsi.



BESATE Piero

La proposta fatta dal Consigliere Conti di costituire una Commissione dal punto di vista del nostro Gruppo (non posso parlare a nome dell'Intercommissione) è valida; sta alla Giunta, ai Gruppi accettarla o no.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dotti.



DOTTI Augusto

Non so se può aprire un dibattito sulla proposta del Consigliere Conti io personalmente dico che sono contrario.



PRESIDENTE

Il Presidente potrebbe formulare questa proposta, se l'Intercommissione può essere riunita ancora e se il Presidente crede di riunirla.
La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Devo manifestare tutto il mio stupore per il modo come qui si sta introducendo questa discussione. Intanto devo dire che qui non andiamo alla guerra, stiamo discutendo la formazione di un Centro di calcolo un'iniziativa regionale. L'Intercommissione ha concluso i suoi lavori, ha licenziato un documento e l'ha proposto al Consiglio Regionale.
Nel corso del dibattito possono essere fatte una o mille altre proposte, può essere proposta da parte di un consigliere o della Giunta, o di chiunque altro prenda la parola, di costituire un comitato, una commissione, libero ogni gruppo (al di là della dichiarazione personale di voto del Consigliere Dotti che, per quanto importante, in questo momento non c'entra nella discussione) di accettare o no. Incominciamo a discutere sulla relazione dell'Intercommissione e sulla volontà di fare un Centro di calcolo regionale nelle forme e nelle proposte contenute nella relazione dopo di che valuterà la Giunta, avendo espresso la sua opinione, la conclusione da dare al dibattito.
Questo mi sembra la procedura più naturale.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Non facciamo la confusione delle lingue, sono d'accordo con lei Annibale non è alle porte, neanche per la strada di Pinerolo, sembra che sia passato di lì però è controverso; non drammatizziamo mai le cose restiamo in termini di discorso realistico, pratico, concreto su problemi concreti e con la conoscenza delle cose quali debbono essere.
Il Consigliere Conti ad un certo momento ha detto: adesso aggiungo questo. Io ho bisogno di sapere se lo aggiunge a titolo personale. Quelle confidenze che ha avuto a voce da color che gestiscono il Centro, le ha avute come membro dell'Intercommissione? Le riferisce alla Giunta come membro dell'Intercommissione? E' un discorso che ha fatto lui a titolo personale con qualcuno? E' soltanto questo che ho bisogno di sapere per potere, convocata rapidamente la Giunta, prendere delle determinazioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Conti, ne ha facoltà.



CONTI Domenico, relatore

Non so se non mi sono espresso chiaramente, ma mi pare di avere precisato ciò che era personale e ciò che invece veniva dall'Intercommissione.
Quando ho fornito le notizie relative alla situazione dell'attuale Centro di calcolo, là dove fosse assicurata, come sembra, almeno per un certo numero di ore (sono Centri che in realtà dovrebbero lavorare 24 ore) la regolare funzionalità del Centro, le ho date come informazione mia. E così al termine ho fatto, a titolo di contributo personale nel dibattito una specie di riepilogo cui ho aggiunto una proposta per alimentare l'approfondimento di questo tema non solo nel suo significato generale, ma anche per gli sbocchi che dovrà avere.



PRESIDENTE

Mi pare di avere compreso dagli interventi che possiamo rinviare al pomeriggio, in attesa della dichiarazione del Presidente.



BERTI Antonio

In attesa di quale dichiarazione?



PRESIDENTE

Parlo di dichiarazione come potrei parlare di intervento.



BERTI Antonio

Il dibattito si apre con l'intervento della Giunta?



PRESIDENTE

Esattamente.
La riunione è rinviata alle ore 15 precise. La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,40)



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