Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.201 del 14/02/74 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento:

Ordine del giorno della seduta


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
L'ordine del giorno reca: 1) Approvazione verbali precedenti sedute 2) Comunicazioni del Presidente 3) Esame ordini del giorno relativi al disegno di legge n. 2244 per l'attuazione delle direttive comunitarie 4) Interpellanze ed interrogazioni 5) Nomina dei componenti effettivi e supplenti delle sezioni decentrate del CO.RE.CO. di Pinerolo, Alba-Bra, Mondovì, Ivrea, Casale 6) Designazione dei rappresentanti della Regione nel Consiglio di amministrazione del Politecnico di Torino, delle opere universitarie del Politecnico, nella Commissione regionale per il lavoro a domicilio e nella Commissione regionale mano d'opera agricola.
Nessuno ha osservazioni da fare? Allora si procede secondo questo ordine del giorno.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Passiamo al punto primo dell'o.d .g.: "Approvazione verbali precedenti sedute".
I processi verbali dell'adunanza del 7 febbraio '74 sono stati distribuiti ai Consiglieri prima della seduta odierna. Nessuno ha qualcosa da obiettare per quanto concerne i verbali? Allora si intendono approvati.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Passiamo al punto secondo dell'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente".
Hanno chiesto congedo i Consiglieri Conti, Giovana, Armella, Nesi.


Argomento:

b) Progetti di legge - Presentazione e assegnazione a Commissioni


PRESIDENTE

Presentazione ed assegnazione di proposte e disegni di legge: Proposta di legge n. 139: "Assicurazione contro gli infortuni in favore dei Consiglieri regionali", presentata dai Consiglieri Bianchi, Calsolaro Cardinali, Berti, Rossotto, Zanone, Curci in data 7 febbraio 1974 assegnata alla I Commissione nella stessa data Proposta di legge n. 140: "Assegnazione di contributi ordinari e sussidi agli Istituti di Patronato e di assistenza sociale", presentata dai Consiglieri Curci e Carazzoni in data 7 febbraio 1974, assegnata alla III Commissione in data 12 febbraio 1974 Proposta di legge n. 141: "Interventi per l'ammodernamento della rete distributiva e provvidenze per lo sviluppo dell'associazionismo fra i dettaglianti e della cooperazione di consumo", presentata dai Consiglieri Ferraris, Bono, Raschio, Berti, Rivalta, Fabbris, Revelli in data 7 febbraio 1974, assegnata alla VII Commissione in data 12 febbraio 1974 Disegno di legge n. 142: "Contributo agli enti locali e alle aziende pubbliche o a partecipazione pubblica per l'acquisto di materiale rotabile", presentato dalla Giunta Regionale in data 5 febbraio 1974 assegnato alla II Commissione in data 12 febbraio 1974 Disegno di legge n. 143: "Contributo alle imprese private per le spese di acquisto di nuovi autobus", presentato dalla Giunta Regionale in data 5 febbraio '74, assegnato alla II Commissione in data 12 febbraio 1974 Disegno di legge n. 144: "Contributi regionali per investimenti nel settore dei trasporti agli enti locali e ad aziende pubbliche o a partecipazione pubblica", presentato dalla Giunta Regionale in data 5 febbraio 1974, assegnato alla II Commissione in data 12 febbraio 1974 Proposta di legge n. 145: "Provvidenze straordinarie ed urgenti per il risanamento delle Cantine sociali", presentata dai Consiglieri Menozzi Bertorello, Giletta, Franzi in data 12 febbraio 1974, assegnata alla VI Commissione in data 13 febbraio 1974 Disegno di legge n. 146: "Contributi nelle spese di funzionamento delle Comunità montane", presentato dalla Giunta Regionale in data 13 febbraio 1974, che verrà assegnata alla Commissione competente.
Nuova assegnazione di proposta di legge: La proposta di legge n. 135: "Istituzione dell'albo professionale degli imprenditori agricoli", già assegnata alla VI Commissione, è stata pure assegnata alla III Commissione in data 11 febbraio 1974 per l'esame congiunto delle predette Commissioni.


Argomento:

c) Risposte scritte a interrogazioni


PRESIDENTE

Risposte scritte ad interrogazioni: l'Assessore Chiabrando ha risposto il 5 febbraio 1974 all'interrogazione dei Consiglieri del Gruppo liberale in merito all'applicazione delle future provvidenze per il credito agrario di conduzione l'Assessore Petrini ha risposto il 7 febbraio 1974 all'interrogazione del Consigliere Carazzoni relativa alla costruzione del nuovo porto di Verbania Intra.


Argomento: Varie

d) Attentato alla sede torinese dell'ANPI


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, sento l'esigenza di esprimere in quest'aula, a nome di tutte le forze politiche costituzionali, il più profondo sdegno per i fatti gravissimi che si sono verificati a Torino la scorsa settimana e che hanno colpito i sentimenti democratici di noi tutti.
Sabato 9 febbraio la sede torinese dell'Associazione nazionale dei Partigiani d'Italia è stata oggetto di un attentato che solo per un caso fortuito non ha provocato vittime umane. Alle 14 circa è stato collocato un ordigno di notevole potenza sull'ingresso della sede provinciale dell'ANPI ordigno che è scoppiato provocando la distruzione della sede, ferendo degli inquilini, danneggiando notevolmente lo stabile di piazza Arbarello. Gli attentatori stessi hanno provveduto a farsi identificare, lasciando dei volantini presso la sede dell'ANPI: si tratta delle famigerate squadre di azione Mussolini, già note per altre azioni criminali.
Ma non è tutto. Prima dell'attentato, elementi appartenenti alle SAM hanno girato impunemente per Torino, città medaglia d'oro della Resistenza distribuendo centinaia di volantini che invitavano apertamente alla distruzione dello Stato democratico, che noi abbiamo conquistato attraverso la Resistenza e la lotta di Liberazione. Nei volantini si invitavano gli italiani ad un folle disegno di restaurazione del regime fascista, usando per questo obiettivo la violenza in ogni forma e l'assassinio.
Tutto ciò si è verificato a Torino, in pieno giorno, per le vie del centro.
Di fronte a questa gravissima provocazione, alla tracotanza di criminali che non esitano ad uccidere, noi tutti che ci poniamo come democratici e difensori dei valori della Resistenza e dello Stato costituzionale non ci limitiamo più a condannare, ad esecrare tali azioni eversive.
Inoltre, per la prima volta un attentato di questa portata si svolge a Torino, città antifascista ed operaia, che da sempre ha costituito un punto di riferimento per il ruolo determinante dei lavoratori, città democratica sede di imponenti manifestazioni in difesa ed a solidarietà delle lotte dei popoli oppressi dal fascismo.
La scellerata strategia che ha portato all'attentato, il luogo scelto l'ANPI, simbolo della Resistenza partigiana, ci fanno pensare ad un disegno preciso di attacco alla democrazia ed alle istituzioni. La bomba fatta esplodere a Torino, per distruggere la sede dei partigiani, si inserisce in una nuova strategia della violenza, che si realizza ormai nelle forme più aperte. L'obiettivo è di creare anche nel Piemonte, regione fino ad oggi mai direttamente interessata da queste trame nere, una strategia della tensione, volta a disgregare la fiducia nelle istituzioni democratiche estendendo le azioni di violenza già realizzate in altre regioni.
La risposta democratica che la città di Torino ha dato lunedì, con una grande manifestazione antifascista, è stata chiara, e di questa risposta non dubitavamo. I lavoratori, le organizzazioni sindacali, le forze democratiche e sociali, i giovani, il mondo della scuola dicono "no" a questa violenza che il Paese ha sempre rifiutato e che è respinta dalla coscienza responsabile e democratica delle masse dei lavoratori e dei cittadini italiani.
Ma non dobbiamo nasconderci che l'intensificarsi di questa folle strategia fascista della violenza avviene in un momento assai delicato per aspetti politici ed economici. Questo attentato si inserisce, infatti, come un tentativo di strumentalizzare le difficoltà economiche ed il particolare momento politico del referendum, potenziando al massimo la violenza terrorista e la provocazione.
Consapevoli della delicatezza del momento, non ci limitiamo a respingere con fermezza queste gravi provocazioni, tese a mutare il quadro politico del Paese. Richiediamo che i responsabili, gli attentatori fascisti, vengano individuati, che le organizzazioni ed i dirigenti ideatori vengano messi al bando di questa nostra società democratica.
Chiediamo che tutti gli strumenti che la Costituzione prevede per preservare e garantire una vita democratica vengano usati con rapidità e fermezza.
Lo chiediamo come rappresentanti eletti dalla base democratica ed antifascista che attende da noi il potenziamento del valore delle istituzioni democratiche che abbiamo il dovere di difendere da ogni trama di violenza e provocazione.


Argomento: Questioni internazionali

e) Sulla vicenda dello scrittore Solzenicyn


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, una vicenda si è conclusa in questi giorni, della quale riteniamo di dover parlare perché ci ha interessato e perch l'abbiamo seguita, sia a causa del Paese in cui si è svolta, l'Unione Sovietica, sia per la personalità e la fama di chi ad essa ha dato origine.
Tutti noi conosciamo il grande scrittore sovietico Alexander Solzenicyn, premio Nobel per la letteratura, autore di "Una giornata di Ivan Denisovic" e di altri libri famosi, quali "Divisione Cancro" e "Agosto 1914".
Dapprima considerato e seguito, ormai da anni si trova in aperto contrasto con le autorità sovietiche, dando vita ad una vicenda che ha interessato il mondo intero e che si è conclusa ieri, con l'espulsione dello scrittore dall'Unione Sovietica.
Non vogliamo dare delle valutazioni sui rapporti di politica interna nell'Unione Sovietica, ma certamente la vicenda di Alexander Solzenicyn e di altri noti esponenti sovietici della cultura internazionale ci fa pensare. Riteniamo, infatti, che la libertà di espressione, di critica anche, debba essere ovunque consentita, debba trovare posto in tutte le società, in quanto patrimonio universale. Ognuno, infatti, deve "avere la libertà di pensare diversamente".
E' in particolare questo aspetto che volevamo richiamare in questa sede, per riaffermare che ovunque deve esistere la libertà di esprimere democraticamente il proprio dissenso.
Al di là e al di fuori della valutazione dell'opera di Alexander Solzenicyn, noi vogliamo ribadire, come sempre abbiamo fatto in questo Consiglio, l'indistruttibile valore della democrazia, che ha come sue caratteristiche irrinunciabili la libertà di espressione, di cultura, di manifestazione.
Condanniamo ogni forma di violenza e repressione, e proprio come difensori della democrazia riteniamo che particolarmente si debba condannare la repressione di ogni democratica manifestazione del dissenso.
Chiede di parlare il Presidente della Giunta.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Signor Presidente, signori Consiglieri, intendo associarmi alle nobili espressioni testé pronunciate dal Presidente del Consiglio, interprete del pensiero e della volontà dei Consiglieri, per quanto è accaduto a Torino nel cuore della città, sulle soglie di quello che può essere considerato un sacrario della Resistenza. E' un atto compiuto da criminali i quali per poco non hanno provocato una tragedia: pochi minuti dopo l'esplosione avrebbe avuto conseguenze molto più tragiche.
Informato immediatamente dell'accaduto, ho espresso, a nome del governo regionale e dell'intera Regione Piemonte, disapprovazione, condanna deprecazione per quanto accaduto. Ma questa deplorazione e questa deprecazione sarebbero sterili se non ci determinassimo ad intervenire, in modo legale fin che si vuole ma deciso, a monte dell'esercizio della violenza, per impedire che questi episodi di violenza si verifichino ancora, che gli stimoli che molte volte non vengono poi controllati possano trovare la loro concreta realizzazione. Il Piemonte non può tollerare che si dia la parola alle bombe: ha dato una volta la parola alle armi, ma, nel solco della tradizione, per riscattare la libertà a favore di tutti i cittadini, non certo per privare della libertà alcuni di essi.
Desidero anche dire che condivido, con tutta la Giunta, i nobili sentimenti esternati dal Presidente del Consiglio per quanto è accaduto nell'Unione Sovietica: un fatto che turba la coscienza di tutti, sia di coloro che si ispirano ad un'ideologia socialcomunista, sia di coloro che quella ideologia contrastano.
Solzenicyn era un socialista - credo si possa dire che è ancora un socialista - a modo suo. Esprimeva ed interpretava il socialismo a modo suo. Altri lo interpretano in modo diverso. Solzenicyn era più un artista ritengo, che un politico. L'arte vera è peraltro tale soltanto se è espressione di un'interiore libertà creatrice. Egli temeva di perdere questa interiore libertà e si esprimeva così come si è espresso: esule oggi e apolide, privato della cittadinanza del suo Paese, è ricevuto cittadino da tutto il mondo, in quanto esprime l'esigenza insopprimibile della manifestazione del proprio pensiero anche in dissonanza dalle opinioni degli altri.
Ricordo a me stesso, e ripeto per loro che mi ascoltano, quello che è stato detto un giorno: "Io sono contro la tua idea, la combatto, e cerco di impedire che si realizzi; ma combatto perché la tua idea tu la possa liberamente esprimere, e mi riterrei in condizioni di minorata libertà se questo esercizio non consentissi".
Io ritengo che la Giunta Regionale, il governo regionale non possa che sottoscrivere quanto è stato detto testé dal Presidente, richiamandosi anche all'espressione di un vecchio socialista, Nenni, il quale dice di Solzenicyn che è "simbolo di una battaglia di ieri, di oggi, di sempre: la battaglia per la libertà della creazione artistica".


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Beni ambientali - tutela del paesaggio (poteri cautelari, vincoli

Interpellanze dei Consiglieri Berti, Rivalta, Vecchione e del Consigliere Nesi sulle iniziative della "Società Generale Immobiliare" per la costruzione nel Comune di Borgaro di una città satellite


PRESIDENTE

Passiamo al punto quarto dell'o.d.g.: "Interpellanze e interrogazioni".
Pregherei i Consiglieri e gli Assessori interessati alle risposte di fare interventi il più possibile concisi, tenendo presente che i documenti da discutere sono una trentina ai quali se ne sono aggiunti, nella sola mattina di ieri, a quanto mi ha preannunciato il Presidente, altri undici.
Non vorrei che di questo passo le sedute fossero per intero occupate dalla discussione di interpellanze ed interrogazioni.
Poiché non vedo in aula ora l'Assessore Chiabrando, direi di iniziare la discussione dell'interpellanza presentata in data 4 ottobre 1973 dai Consiglieri Berti, Rivalta, Vecchione e in data 25 ottobre dal Consigliere Nesi: "Atteggiamento della Giunta per i riflessi negativi alla collettività in merito all'iniziativa della 'Società Generale Immobiliare' per la costruzione nel Comune di Borgaro di una città satellite".
Chiede di parlare per l'illustrazione il Consigliere Rivalta. Ne ha facoltà.



RIVALTA Luigi

Mi propongo di accogliere la sollecitazione del Presidente del Consiglio perché si sveltisca, per quanto possibile, il dibattito riguardante le interpellanze e le interrogazioni che si sono accumulate in questo periodo; tengo però a sottolineare che l'accumulo non si può certo addebitare ai Consiglieri che le hanno presentate, ma piuttosto alla Giunta caduta recentemente, che ha trascinato per mesi, di seduta in seduta interrogazioni e interpellanze, cosicché dobbiamo ancora avere risposta su problemi posti un anno fa.
Non potrò, tuttavia, esimermi, con riferimento ai problemi particolari posti dall'interpellanza oggetto di discussione in questo momento riguardante l'insediamento dell'Immobiliare a Borgaro, dal richiamare l'attenzione del Consiglio e della Giunta sul significato che tale insediamento assume nell'area torinese e nella stessa Regione.
Credo che la maggior parte dei Consiglieri sappiano di che si tratta.
Sarà però il caso di porre l'accento sul fatto che si tratta di un insediamento che prevede la costruzione di una città di oltre 14 mila abitanti in un'area agricola alle porte di Torino. L'operazione consiste infatti nella costruzione di 3 milioni e 432 mila metri cubi corrispondenti, agli standard di legge - 80 metri cubi per abitante - a 43 mila abitanti, cui si devono aggiungere altri 1.500 abitanti previsti nel centro direzionale commerciale che si intende costruire all'interno di questa città: un totale, dunque, di quasi 45 mila abitanti. Per quanto riguarda il centro direzionale commerciale, esso è previsto con una volumetria di 800 mila metri cubi, pari, si può stimare, ad oltre 200 mila metri quadrati di superficie di solaio (senza contare le parti interrate normalmente edificate quando si tratta di centri direzionali e di centri commerciali); se si tiene conto di questi volumi interrati, sulla base di precedenti esperienze, si può ipotizzare che la cubatura effettivamente costruita sarà il doppio del dato dichiarato.
Cosa significa un intervento di questo tipo per il Piemonte? Cosa significa per l'area torinese? Nella provincia di Torino, a parte la città di Torino, esistono soltanto cinque Comuni con più di 40 mila abitanti: Collegno (con 41 mila), Moncalieri (55 mila), Nichelino (44 mila), Rivoli (47 mila), Settimo (42 mila). Si vorrebbe, dunque, costruire a Borgaro comune con meno di 5 mila abitanti, in zona attualmente agricola, distante 4-5 chilometri dal centro abitato, una città avente le dimensioni assunte dai maggiori Comuni della cintura torinese.
Nel Piemonte - dato ancora più significativo - se si escludono, oltre alla provincia di Torino, i capoluoghi di provincia e le città di Biella e Casale - non esistono altri centri che superino i 40 mila abitanti. Si pensi che città come Chieri, come Ivrea, hanno 30 mila abitanti; città come Pinerolo non raggiungono i 40 mila abitanti; che Fossano, Mondovì, Acqui Valenza hanno poco più di 20 mila abitanti; Borgomanero, Domodossola Saluzzo ne hanno 19 mila; Verbania 35 mila. Si tratta, quindi, di un intervento non marginale nello sviluppo urbano della nostra Regione e dell'area torinese; di un fatto macroscopico che dovrebbe realizzarsi nel periodo dei dieci anni previsti dalla legge urbanistica per l'attuazione dei piani particolareggiati.
Questa costruzione ex novo di una città - di ciò si tratta - porterà con sé gli elementi negativi di altre esperienze di questo tipo altrove realizzate. Basterebbe rifarci, ma io non voglio farlo qui, ora, per non impegnare troppo tempo, alle conseguenze dal punto di vista urbanistico e dal punto di vista sociologico, che ha comportato la costruzione dei nuovi centri, come dimostrano gli esempi, realizzati soprattutto in Inghilterra.
Che cosa significa, poi, la costruzione di un centro direzionale, di un centro commerciale alle porte di Torino, per un volume di 800 mila metri cubi fuori del suolo (probabilmente raddoppiati dalle costruzioni interrate)? La cubatura prevista per questo centro direzionale e commerciale nella città di Borgaro è dello stesso ordine di grandezza di quella che era stata ipotizzata per il centro direzionale di Torino che si intendeva costruire sull'area dell'ex mattatoio e del carcere. Questo parallelo, che lega, per l'ordine di grandezza, le intenzioni di costruibilità del centro direzionale nella zona di Borgaro con quelle che erano state manifestate per il centro direzionale di Torino, ci dice immediatamente che non si tratta di un insediamento marginale, connesso con le funzioni direzionali commerciali richieste dagli abitanti di questa futura città, ma di un'attrezzatura direzionale e commerciale capace di avere influenza sull'intera area torinese, anzi, direi, addirittura un'influenza di carattere regionale. E' quindi un'iniziativa che si colloca in un quadro che va valutato appieno con riferimento alle prospettive di sviluppo regionale, oltre che all'organizzazione dell'area torinese.
Certamente, un'iniziativa in contrasto con tutti i principi che si sono sostenuti qui, anche da parte della Giunta, che si è impegnata ad operare per promuovere lo sviluppo delle altre aree, esterne a quella torinese rallentando lo sviluppo di Torino. Al contrario, questa iniziativa si pone invece - si tenga presente che questa è la più grande operazione insediativa che sia mai stata tentata in Italia - come massimo intervento di polarizzazione sull'area torinese, sia per quello che riguarda gli insediamenti residenziali sia per quello che riguarda le funzioni direttive.
Mi limito a richiamare il fatto che proprio l'area in questione nella zona di Borgaro è interessata da una serie di interventi stradali, come la tangenziale est, come la prevista autostrada per l'aeroporto di Caselle, ed è prossima al capolinea di quella che è ipotizzata come la prima linea della metropolitana. Si pone, quindi, al centro di un contesto di operazioni infrastrutturali che non fanno che accentuare la polarizzazione su Torino e i processi di squilibrio all'interno della nostra Regione e conseguentemente, all'interno della nostra Nazione; e che, d'altra parte consentiranno la formazione di posizioni di rendita e di speculazione.
Distrugge, peraltro, un cuneo di area agricola - uno dei pochi cunei di area agricola rimasti liberi nella conurbazione torinese - che, fra le direttrici di Settimo e di Caselle, cioè fra due direttrici fortemente congestionate da interventi industriali e da interventi residenziali penetra sino ai confini di Torino. Distrugge, pertanto, un ambiente che svolge un'importante funzione di carattere ecologico.
Sotto questo profilo, voglio sottolineare che la salvaguardia dell'ambiente si connette strettamente all'opportunità di preservare il tessuto agricolo che esiste in quella zona. Credo lo possa confermare il collega Bertorello, che vive a San Benigno, località molto prossima a quella prescelta per l'insediamento immobiliare di Borgaro, che si tratta di una zona che dal punto di vista agricolo presenta opportunità di coltivazione e di produzione. In sostanza questo intervento comporta una serie di problemi di grande importanza: l'assetto dell'area torinese, le modalità di sviluppo della nostra Regione e della nostra Nazione, la produzione agricola, e le condizioni ecologiche dell'area torinese.
Si può sostenere, come qualcuno ha fatto, che questo intervento verrà ad alleviare la carenza di abitazioni che esiste nella nostra Regione, e nell'area torinese? Io credo che questa sia un'altra delle questioni che vanno demistificate. Intanto, voglio richiamare l'attenzione sul fatto che quando si considera il fabbisogno di abitazioni, esso dev'essere riferito prioritariamente all'aliquota della popolazione meno privilegiata, quella che subisce le conseguenze di una ripartizione iniqua delle abitazioni che esistono, e quindi subisce anche sotto questo profilo una condizione di sfruttamento. In Italia, su una popolazione di 54 milioni di abitanti esistono 63 milioni di stanze. Cioè, nel nostro Paese, il paese in cui è più acuto il problema dell'abitazione, in cui gli affitti sono arrivati ad assorbire una aliquota elevatissima degli stipendi, esistono 10 milioni di stanze in più del numero degli abitanti. Ciò dimostra che esiste una situazione di cattivo utilizzo delle stanze, ed una sbagliata politica della casa.
Si potrebbe pensare che tale fenomeno rilevato a livello nazionale, sia contraddetto a livello del Settentrione, del Piemonte e dell'area torinese.
Non è vero neppure questo, perché in Italia settentrionale, su una popolazione di 25 milioni di abitanti, esistono 32 milioni di stanze, e nella stessa provincia di Torino, su una popolazione di 2 milioni 290 mila abitanti, esistono 2 milioni e 650 mila stanze. Quindi, dobbiamo riconoscere che in Italia esiste dappertutto una quantità di stanze superiore all'entità della popolazione.
Il problema è allora di vedere, innanzitutto, come si può operare una migliore utilizzazione di questa disponibilità di stanze, e d'altra parte di bloccare i processi di migrazione ed evitare sprechi per abbandono delle zone ove le stanze esistono. Sotto questo profilo, tutte le politiche che favoriscono le migrazioni sono negative perché creano una domanda addizionale nelle aree d'immigrazione, nelle quali in genere, come è nell'area torinese, il problema dell'abitazione è già presente in termini di grande carenza.
Quindi, anche sotto questo profilo, in generale, non possiamo accettare un discorso che giustifica l'insediamento dell'Immobiliare in ragione della necessità di abitazioni. D'altra parte, se c'è una necessità di abitazioni è un fabbisogno che riguarda l'aliquota delle persone e famiglie a minor reddito, per le quali è necessario promuovere una offerta di abitazioni a basso prezzo. E non sarà certamente l'Immobiliare a fare questo tipo di operazione: è necessario procedere per altra via, attraverso la 167 attraverso finanziamenti pubblici, i soli che consentano di costruire case a basso canone di affitto.
Allora, proprio in questo periodo, caratterizzato da crisi manifesta e strutturale della situazione economica, è necessario scegliere una politica che nel settore della casa tenda a limitare la distruzione delle risorse esistenti. Si tratta di operare attraverso la 865, di recuperare ad un uso soddisfacente le abitazioni che esistono, per esempio quelle del centro storico di Torino, e dei comuni della cintura convogliando gli interventi all'interno di questi tessuti urbani, e non creando una offerta nuova indirizzata a chi dispone di alto reddito. Si tenga presente che proprio l'attuale situazione, in cui si evidenzia che la mobilità sul territorio si renderà sempre più onerosa se risolta attraverso il trasporto privato favorirà un'operazione come quella dell'Immobiliare, nel senso che proprio le facilità di accesso che sono generate dalle previste infrastrutture viarie e di trasporto pubblico costituiranno un beneficio che si tradurrà in alti costi di affitto. C'è sempre stato un rapporto fra condizioni di accessibilità e di speculazione sugli affitti. L'Immobiliare potrà avvalersi, nell'attuale situazione, di una possibilità maggiore di speculare rispetto ad altre zone che possono avere minore accessibilità.
Quindi, certamente neppure sotto questo profilo si tratterà di un intervento utile a calmierare i prezzi degli affitti. Non è stato così d'altra parte, in nessun caso in cui ci sono stati interventi residenziali a fine speculativo; anzi, l'esperienza ha dimostrato che gli interventi anche se massicci, non fanno che generare un incremento generale degli affitti nelle zone circostanti.
Ecco, quindi, una serie di ragioni, non di secondo piano, che devono essere attentamente vagliate dal Consiglio e dalla Giunta. Non si tratta qui, di decidere un intervento di ordinaria amministrazione nel campo dell'attuazione dei piani regolatori, nel campo cioè delle competenze in materia urbanistica (ammesso che ci siano nel settore urbanistico interventi che si possano ritenere di ordinaria amministrazione). Questo non è certamente un intervento che possa passare fra le pratiche burocratiche da espletare all'interno dell'Assessorato: è un intervento capace di incidere in maniera sostanziale su tutti i problemi dello sviluppo, della programmazione e della politica di piano regionale; un intervento che dev'essere pertanto discusso all'interno del Consiglio Regionale. Pertanto, ove la Giunta non avesse già pronta una sua posizione di rifiuto di questo intervento, ove in essa permanessero ancora incertezze, il che io spero non sia, si renderà necessario che la questione posta da questa interrogazione venga iscritta all'ordine del giorno di una prossima seduta del Consiglio, perché in modo responsabile il Consiglio possa esprimersi su un'iniziativa che in misura sostanziale inciderà sullo sviluppo della nostra Regione.
Richiamo ancora, come risulta inaccettabile la procedura seguita dall'Assessorato all'urbanistica nell'approvare gli strumenti urbanistici.
Alla Regione sono state trasferite, con il decreto delegato n. 8, le competenze di approvazione degli strumenti urbanistici. Manca, a tutt'oggi a quasi due anni di distanza da questo trasferimento, la definizione di una procedura di approvazione che rispetti quella prevista dalla legge urbanistica del 1942, la quale subordina l'approvazione al parere vincolante del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici. Ecco qui un altro elemento che emerge: in generale (e ciò vale in particolare per questa questione), non si può assolutamente ricondurre a pura attività amministrativo-esecutiva la formulazione del giudizio sugli strumenti urbanistici che comportano decisione di questa portata; tale giudizio non può essere espresso all'interno dell'Assessorato all'urbanistica; occorre ricostruire, con un dibattito in Consiglio Regionale, quelle garanzie di discussione che, almeno sul piano tecnico, erano fornite, o dovevano essere fornite dal Consiglio superiore, completandole con un giudizio politico fondato sulla partecipazione di tutte le forze politiche presenti in Consiglio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Benzi.



BENZI Germano, Assessore all'urbanistica e assetto territoriale

Signor Presidente, signori Consiglieri, ringrazio il collega Rivalta della gran copia di notizie che ci ha fornito riguardo al nuovo insediamento di Borgaro...



RIVALTA Luigi

Sono questioni cui sarebbe bene si interessassero tutti i Consiglieri.
Non vorrei che soprattutto i Consiglieri di altre Province venissero poi a dire che nell'area torinese si fa una politica contraria allo sviluppo regionale.



PRESIDENTE

In effetti, sarebbe auspicabile una più folta presenza ed una più viva attenzione di tutti i Consiglieri quando si trattano problemi di questa importanza.



BENZI Germano, Assessore all'urbanistica e assetto territoriale

La mia risposta riguarda non solo l'interrogazione dei Consiglieri Berti, Rivalta, Vecchione ma anche quella analoga del Consigliere Nesi, che l'ha seguita a distanza di una decina di giorni.
A tutt'oggi il Comune di Borgaro, sebbene abbia già adottato il Piano particolareggiato in questione di attuazione del Piano regolatore vigente non ne ha ancora trasmesso gli atti per l'approvazione all'Amministrazione regionale. Pertanto, non è possibile, a priori, effettuare precise valutazioni in merito all'entità ed alle eventuali conseguenze che detto insediamento potrebbe arrecare al territorio ad esso pertinente.
E' opportuno tuttavia mettere in evidenza che il Piano regolatore di Borgaro è stato approvato con decreto ministeriale n. 2145 in data 1 ottobre 1971, a firma del Ministro Lauricella, poco prima dell'avvenuto trasferimento delle funzioni amministrative in materia di urbanistica alle Regioni, e già tale Piano regolatore prevede un rilevante insediamento abitativo nell'area di Borgaro, facendo specifico riferimento, nella parte dispositiva del decreto, all'insediamento di Borgaro est.
Ciò stante, ci si riserva di valutare approfonditamente tutta la questione, sotto i vari profili tecnici, sociali, economici e territoriali che esso comporta, con la dovuta ponderatezza, non appena la Sezione urbanistica regionale avrà ricevuto gli atti per il parere di competenza.
Desiderando inoltre rispondere all'ultimo punto dell'interpellanza del Consigliere Nesi, confermo, come peraltro annunciato in sede di replica del programma di Giunta, che si sta dando corso all'istituzione di un servizio per l'assetto del territorio, al fine di reperire gli elementi per la redazione dei Piani territoriali di coordinamento nell'ambito dei quali potrà ovviamente trovare riscontro la validità di insediamenti abitativi di notevoli dimensioni quali quello di cui trattasi ed altri, ad esempio, di edilizia economica e popolare.



PRESIDENTE

La parola all'interpellante.



RIVALTA Luigi

Non sono soltanto del tutto insoddisfatto, ma sono anche sorpreso per il modo evasivo di affrontare il problema. Direi che questa è la risposta più negativa ad un'interrogazione o interpellanza che finora è stata data non solo da questa Giunta, ma dall'insieme delle Giunte succedutesi. Potevo anche aspettarmi che ci fossero ancora delle incertezze, ma sono veramente sorpreso che la Giunta, nei confronti di un problema di questo genere abbia assunto un atteggiamento così elusivo.
L'Assessore Benzi dice che non sono ancora arrivati i documenti dal Comune di Borgaro, e che quindi non può valutare appieno le conseguenze di un intervento di questo genere, Ma questo significa, allora, che l'Assessorato e la Giunta non hanno, come già abbiamo denunciato un mese fa nella discussione sul programma, alcuna linea di politica urbanistica e alcuna concezione delle responsabilità derivanti dalle competenze in materia urbanistica attribuite alla Regione. Se l'avessero, infatti, un intervento delle dimensioni di quello previsto a Borgaro troverebbe un'immediata possibilità di verifica: o si inquadrerebbe nella loro linea politica - e allora la Giunta dovrebbe avere il coraggio di dichiararlo oppure ne risulterebbe contrario ed allora bisognerebbe manifestare immediatamente la propria opposizione, comunicare fin d'ora al Comune di Borgaro che la Regione non è disposta ad accettare un allargamento e un potenziamento dell'area torinese del tipo di quello che l'Immobiliare, e per essa il Comune di Borgaro, propongono. Non si tratta di un intervento marginale, per cui si può essere incerti nel valutarlo: si tratta di un intervento di così grandi dimensioni che dovrebbe essere immediato un riconoscimento di coerenza o meno con la propria linea politica, se questa esistesse.
La mancanza di una posizione in merito alla politica urbanistica e allo sviluppo della nostra Regione, è colpa gravissima; se questa posizione la Giunta se l'è configurata, allora l'elemento di ambiguità che emerge da questa risposta elusiva è assoluto, tanto da indurre a modificare l'atteggiamento di benevola attesa che abbiamo assunto nei confronti di questa Giunta. Certo, non è ammissibile una risposta così elusiva, torno a ripetere, su un problema così importante.
Intanto, io ricordo all'Assessore, al Presidente della Giunta le competenze che la Regione ha in materia urbanistica. La Regione può fissare i tempi di esecuzione e di attuazione dei piani particolareggiati. Il decreto delegato n. 8, all'art. 1, dice che "la Regione fissa i tempi di attuazione dei piani regolatori". Quindi, in sostanza, c'è qui una competenza e una possibilità immediata e diretta di intervento: anche se questo insediamento è previsto in un Piano regolatore approvato, la Regione può dichiarare, intanto, la sua opposizione alla sua immediata realizzazione, precisando che non ritiene che l'attuazione di quell'indicazione del Piano regolatore sia opportuna in questo momento. E' una presa di posizione che la Regione, e per essa la Giunta Regionale, pu e deve assumere se intende mantenere fede agli obiettivi di decongestionamento dell'area torinese. Più in generale, la Regione ha l'impegno di fare i Piani territoriali di coordinamento, all'interno dei quali devono essere date proprio le grandi indicazioni di sviluppo e di organizzazione del territorio; e l'insediamento dell'Immobiliare è proprio da ricondurre alle indicazioni di un piano territoriale. Allora, ogni decisione deve essere sospesa, e si deve fare immediatamente il Piano territoriale di coordinamento. Nel contempo deve essere assunto l'impegno che non sarà approvato alcuno strumento urbanistico che appare in contrasto con la linea dichiarata di limitare lo sviluppo dell'area torinese a favore delle altre zone.
Questa interrogazione poteva essere una prima occasione per dichiarare un atteggiamento politico di questo genere, per mettere in guardia tutti dall'avanzare su una linea diversa, per dare forza a quelle componenti politiche, sindacali e sociali che si stanno battendo nella zona di Borgaro e nell'intera zona a nord di Torino, per bloccare un'iniziativa che se attuata sconvolgerà l'assetto territoriale e l'assetto economico di quella zona. Si ricordi che l'insediamento progettato dall'Immobiliare ha dimensione superiore a quella dei quattro Comuni limitrofi a Borgaro messi insieme.
Di fronte ad una risposta deludente come quella che ha dato l'Assessore ritengo necessario un ulteriore chiarimento. In questo Consiglio non si è finora mai fatto ricorso ad una delle procedure previste dal Regolamento: la trasformazione di un'interpellanza in mozione. Io chiedo al Presidente del Consiglio di prendere in considerazione la mia richiesta in tal senso affinché l'interpellanza sia trasformata in mozione. E sollecito un impegno del Consiglio - lo sollecito anche per la disattenzione generale che normalmente si manifesta in questa sede nei confronti di problemi di questa natura: tutti i Consiglieri, di tutte le parti, sono pronti a prendere posizione, a fare discorsi su questioni generali di principio, ma i problemi concreti in cui questi principi dovrebbero essere applicati vengono abbandonati alla generale disattenzione - a pronunciarsi chiaramente circa l'insediamento di Borgaro. Chiedo, quindi, attraverso la mozione, che una decisione in merito ai problemi dell'Immobiliare di Borgaro venga presa non a livello di Giunta, ma sulla base di una discussione che deve svolgersi in Consiglio Regionale.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Presidente della Giunta.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Evidentemente, l'espressione di un parere politico dev'essere collocata al momento e al tempo giusto: non può né essere notevolmente anticipata, n può arrivare tardivamente. Si tratta di vedere qual è il momento giusto.
Lei, Consigliere Rivalta, è praticissimo di queste cose: sa che c'è stato un Piano regolatore approvato, che vincola come tale; sa che ad un certo momento vi è stata un'osservazione a questo Piano regolatore da parte dell'ANAS, che proponeva due diverse soluzioni: quella di una strada che attraversasse longitudinalmente la zona e l'altra che rettificasse il percorso della tangenziale. Su queste richieste dell'ANAS gli atti sono ritornati al Comune di Borgaro - che è, per adesso, il solo titolare investito giuridicamente di una possibilità di azione - perché su queste osservazioni fatte dall'ANAS, che in pratica significano modifica al piano esecutivo, esprima il proprio parere. Fino a questo momento il Comune di Borgaro non ha espresso questo parere. Quando lo avrà espresso, il piano ritornerà alla Giunta, la quale in quella sede lo esaminerà approfonditamente ed esprimerà il proprio giudizio, sotto il profilo tecnico e sotto il profilo politico. Fare oggi una dichiarazione anticipatrice sarebbe come mettere il carro avanti ai buoi. Il Comune di Borgaro potrà accettare o respingere l'una delle due soluzioni: su quale punto noi potremmo esprimere il nostro parere? Un altro punto ritengo vada chiarito. Niente in contrario alla trasformazione dell'interpellanza in mozione: in definitiva, per la Giunta è un modo di sgravarsi di responsabilità. Niente in contrario pure alla discussione in Consiglio. Però, teniamo anche presente, onestamente, che non abbiamo sottolineato un aspetto reale della questione: il progetto non è di costruire case per trentamila abitanti e sistemarvi questa massa di persone dall'oggi al domani, a Borgaro, il che sarebbe veramente una pazzia: si tratta di un'iniziativa - sulla quale, ripeto, personalmente in questo momento non mi sento di pronunziarmi - da attuare gradualmente nello spazio di quindici anni, con incremento di popolazione di circa duemila persone all'anno per quindici anni, con tutte le implicazioni che sono connesse, comprese quelle dell'occupazione, del lavoro che essa comporta...



RIVALTA Luigi

Lei sta praticamente anticipando una posizione.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Ho già precisato che non intendo anticipare niente, ma soltanto mettere in evidenza uno degli aspetti della questione che nella discussione di oggi è stato completamente trascurato e che dovrà invece essere valutato proprio per quel fattore politico al quale lei si è riferito, oltre che per quello di natura giuridica al quale invece mi sono riferito io, e cioè che la Giunta ne potrà parlare il giorno in cui il Comune di Borgaro avrà espresso il proprio parere e lo avrà ritrasmesso alla Giunta.



PRESIDENTE

Chiede ancora di parlare l'interpellante Consigliere Rivalta.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Il Regolamento non consente una seconda replica.



RIVALTA Luigi

Mi si consenta ancora una considerazione, visto che sono rimasto educatamente ad ascoltarla, anche se le sue obiezioni veramente mi stimolavano ad interrompere.
Mi limito a ribadire che la Regione non deve stare ad attendere le decisioni dei Comuni, in quanto è impegnata a dare degli indirizzi ed a coordinare l'attività urbanistica. Si pensi, infatti, che alla Regione sono imputati i piani territoriali e che con essi la Regione può modificare le indicazioni contenute nei piani regolatori già approvati. Non si deve quindi, assumere una posizione di attesa e trincerarsi dietro il fatto che il Comune di Borgaro non si è ancora espresso.



PRESIDENTE

L'interpellanza è discussa.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interpellanza dei Consiglieri Nesi e Calsolaro sulla situazione all'Istituto di riposo per la vecchiaia di corso Unione Sovietica


PRESIDENTE

Passiamo a quella presentata dai Consiglieri Nesi e Calsolaro il 4 ottobre 1973: "Istituto di riposo per la vecchiaia di corso Unione Sovietica - Vendita dell'intero o parte dello stabile e atteggiamento antisindacale del Presidente".
La parola, per la risposta, all'Assessore Vietti.



VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi sociali

L'interpellanza dei Consiglieri Nesi e Calsolaro è relativa ad una vertenza sindacale svoltasi nell'ottobre scorso nell'Istituto di riposo per la vecchiaia di corso Unione Sovietica di Torino e alle ipotesi di ristrutturazione di tale Istituto.
In occasione dello sciopero dell'ottobre scorso ho ricevuto i rappresentanti sindacali provinciali e dell'Ente, che mi hanno espresso il loro giudizio negativo su alcuni trasferimenti di dipendenti da reparto a reparto effettuati nell'Istituto ed hanno rivendicato, tra l'altro l'esigenza di un trattamento economico migliore per le festività infrasettimanali e per il lavoro straordinario, oltre che la necessità che l'Ente provveda ad effettuare corsi di qualificazione per il personale dipendente.
Ho trattato i problemi emersi da tale incontro con il Presidente dell'Ente, e, in data 24 ottobre, si è giunti ad un superamento della vertenza con un accordo siglato dalle parti relativo ai vari argomenti che erano oggetto della vertenza stessa.
Vi è tuttavia ancora una certa tensione sindacale all'interno, che doveva sfociare in un altro sciopero per il giorno 4 febbraio, ma che si è poi limitato ad un'ora di astensione dal lavoro.
Il problema di fondo è tuttavia quello relativo alla ristrutturazione edilizia ed assistenziale dell'Ente.
In data 12/2 c.a. l'Istituto ospitava 1.111 anziani, di cui 762 non autosufficienti e 349 autosufficienti, dei quali 217 ospiti al Pensionato del Buon Riposo. In passato, le presenze hanno talvolta raggiunto anche le 1.500 unità.
L'Istituto di riposo prospiciente il corso Unione Sovietica ha le caratteristiche monumentali degli edifici del secolo scorso e, sebbene siano stati eseguiti nell'ottavo e nel nono reparto lavori di ristrutturazione per limitare i posti letto rispettivamente a 4 e 6 per ogni camera, permangono in altri reparti cameroni che ospitano dai 10 ai 12 anziani, determinando un tipo di degenza non adeguato. Tali cameroni sono ancora attualmente ben 37.
Il Pensionato del Buon Riposo è stato invece costruito con finalità alberghiere, in occasione delle celebrazioni di Italia '61, da parte di istituti di credito e della Fiat, su area di proprietà dell'Ente prospiciente la via San Marino. In tale fabbricato le camere per anziani autosufficienti sono ad uno e a due letti ed adeguati sono i locali per la mensa ed il soggiorno.
Come affermai in occasione del dibattito sul programma della Giunta l'Istituto di riposo di corso Unione Sovietica è certo una realtà assistenziale da superare, e, pur confermando la volontà di promuovere l'assistenza domiciliare, in considerazione dell'entità del numero e delle condizioni fisiche dei ricoverati, non si può realizzare tale obiettivo senza provvedere a strutture edilizie almeno in parte sostitutive.
Il Consiglio d'amministrazione dell'Ente a tal fine ha avuto intese informali con l'Università, non già per la vendita dello stabile, bensì per l'affitto a lungo termine, e con attuazione graduale, ad iniziare dal primo padiglione sulla destra di corso Unione Sovietica. L'Università, in caso di realizzazione dell'accordo, pare utilizzerebbe lo stabile come sede della Facoltà di Scienze.
Per l'attuazione eventuale di tale programma l'ente ha incaricato l'architetto Savoini della progettazione di una nuova costruzione, che dovrebbe sorgere accanto al Pensionato Buon Riposo, nell'area prospiciente la via San Marino. Tale nuova costruzione dovrebbe poter ospitare 250 anziani non autosufficienti, da trasferirsi dall'attuale istituto di corso Unione Sovietica.
Per le ulteriori fasi del programma, qualora si addivenga al contratto d'affitto con l'Università, il Consiglio d'amministrazione dell'Ente intende concordare con il Comune di Torino e con la Regione la localizzazione di altre costruzioni, sia per autosufficienti che per non autosufficienti, decentrate a livello di quartiere.
Per ora, non vi è quindi alcuna decisione operativa. Assicuro i Consiglieri che seguirò con attenzione, in stretto rapporto con l'Amministrazione comunale di Torino, gli ulteriori sviluppi di questo importante problema.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare, per dichiararsi soddisfatto o meno l'interpellante Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

Ringrazio l'Assessore della sua risposta e mi dichiaro soddisfatto.



PRESIDENTE

L'interpellanza è discussa.
Non è possibile discutere le tre interpellanze che seguono in ordine cronologico di presentazione: quella dei Consiglieri Curci e Carazzoni: "Azione preventiva e profilattica contro la diffusione della droga tra i giovani" quella dei Consiglieri Berti, Fabbris, Vecchione del 10 gennaio '74: "Riesame della decisione del Consiglio di Stato sul problema dell'individuazione degli enti portatori degli originari interessi degli enti al momento della loro erezione in enti ospedalieri" quella dei Consiglieri Berti e Vecchione pure del 10 gennaio '74: "Gestioni commissariali in molti enti ospedalieri in luogo dei Consigli di amministrazione" perché dovrebbe rispondere a tutte l'Assessore Armella, che per la seduta di oggi ha chiesto congedo.
All'interpellanza del Consigliere Franzi: "Iniziative per evitare lo scompenso del naturale flusso sotterraneo delle acque dovuto all'apertura di cave di prestito nei lavori di costruzione del tronco autostradale Casale, Stroppiana, Santhià" ha risposto per iscritto l'Assessore Paganelli.


Argomento: Comitato regionale e sue sezioni

Interpellanza del Consigliere Vecchione sull'attività svolta dal CO.RE.CO


PRESIDENTE

Interpellanza del Consigliere Vecchione del 10 gennaio '74: "Trasmissione alla Giunta delle relazioni sull'attività svolta dal Comitato regionale di controllo da portare all'esame del Consiglio".
Chiede di illustrare l'interpellanza il Consigliere Vecchione. Ne ha facoltà.



VECCHIONE Mario

Una risposta in merito è già stata data in occasione di precedenti dibattiti in ordine ai Comitati di controllo per quanto riguarda le relazioni dei Comitati stessi.
Io chiedo ora, apportando un'integrazione al contenuto del documento presentato, se non sia opportuno, visto che dobbiamo procedere alla nomina degli altri componenti dei Comitati di controllo, affrontare un dibattito sull'attività e funzioni dei Comitati di controllo. La questione è infatti molto importante, vertendo su strumenti di un'estrema delicatezza, che possono dare segno positivo o negativo all'attività della Regione. Un dibattito ponderato, che si svolga dapprima in seno alla Commissione, per spostarsi successivamente in aula di Consiglio sulle relazioni, le cui risultanze potrebbero essere pubblicate e rassegnate ai nuovi Comitati di controllo, perché questi inizino il lavoro, appena insediati, quanto meno nello schema generale che sarà stato fissato dal Consiglio.
Io vorrei - e chiedo in proposito una risposta al Presidente - un dibattito non fine a se stesso, ma in cui si crei questo legame indispensabile con i nuovi organi di controllo.
Chiederei dunque al Presidente della Giunta, che ha già risposto sulla questione sia nella discussione del programma sia a proposito di altre interrogazioni in precedenti sedute, di precisare soltanto se è d'accordo o meno circa questa impostazione.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Un giorno Einaudi scrisse un articolo che intitolò: "Via i Prefetti!".
Per quello che si sta sentendo in giro a proposito dei CO.RE.CO., si potrebbe ora scrivere un articolo intitolato: "Viva i Prefetti!". Questo si direbbe l'orientamento generale. Ma si tratta di giudizi forse un po' frettolosi e che non tengono conto essenzialmente che i CO.RE.CO. sono strumenti nuovi, anch'essi tutti da realizzare, da verificare, da studiare all'interno.
Per questo, precorrendo la proposta fatta oggi dall'interpellante a me ed al Consiglio, ho disposto perché il giorno 20 di questo mese, alle ore 14,30, alla Galleria d'Arte Moderna, abbia luogo un incontro di tutti coloro che partecipano ora ai lavori dei CO.RE.CO., per acquisire da loro delle notizie, comprendere quali sono le difficoltà, le aspirazioni, le esigenze. Naturalmente, a questo incontro sono stati invitati, attraverso una lettera indirizzata al signor Presidente del Consiglio, anche i Capigruppo, e al dibattito possono partecipare anche i Consiglieri che avessero una particolare ragione per intervenire. In quella sede e per quel momento ritengo che saranno presentate anche tutte le relazioni che ogni anno, alla fine di ogni anno, come richiesto anche nell'interpellanza debbono essere presentate al Presidente della Giunta Regionale.
Devo peraltro dare atto che attualmente hanno già fatto pervenire questo rapporto la Sezione decentrata di Asti e la Sezione decentrata di Vercelli del Comitato regionale di controllo; per la sede di Torino so che il rapporto è in elaborazione; Alessandria lo farà certamente giungere entro la giornata di lunedì; Biella ha annunciato l'arrivo del documento per la fine di questa settimana; da Cuneo e da Novara sono state date assicurazioni nel senso che sarà spedito oggi stesso. Tutti sono stati sollecitati, anche tenendo conto di quanto è stato detto in Consiglio.
Io non voglio atteggiarmi - non ne avrei titolo né veste - a difensore d'ufficio dei CO.RE.CO.: dico però che un dibattito aperto, nel quale si possa conoscere, sapere, sentire, vedere, consentirà di riportare in sede di Consiglio Regionale, alla luce di quell'esperienza, i motivi vari per le determinazioni ed anche per una certa regolamentazione. Devo peraltro sottolineare che i CO.RE.CO., per quanto istituiti dalla Regione, hanno una loro autonomia, che non può assolutamente essere soffocata. E' chiaro che l'organo regionale, fatto anche forte, eventualmente, dal consenso del Consiglio Regionale, ha la possibilità di dare delle linee di indirizzo alle quali poi responsabilmente si atterranno, o non si atterranno, o vari CO.RE.CO., dando anche motivo di un dissenso o di un consenso. Penso che l'avv. Vecchione sia al corrente che due di queste circolari, per così dire, normative sono già state mandate. Vedremo la maniera di strutturare meglio i CO.RE.CO., di guisa che essi arrivino al funzionamento nei limiti che sono stati auspicati dall'interpellante Consigliere Vecchione e che sono nel desiderio di tutti.
Da oggi al 20 febbraio c'è pochissimo tempo: ritengo pertanto che entro la fine del mese, al massimo ai primi di marzo, il dibattito possa essere portato in sede di Consiglio Regionale.



PRESIDENTE

L'interpellanza, quindi, è discussa.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interpellanza del Consigliere Carazzoni sulla nomina del Commissario straordinario negli "Ospedali Riuniti di Verbania"


PRESIDENTE

Interpellanza presentata il 24 gennaio dal Consigliere Carazzoni: "Nomina di Commissario straordinario negli 'Ospedali Riuniti di Verbania' ".



BERTI Antonio

Il Consigliere Carazzoni è già stato soddisfatto dai fatti.



PRESIDENTE

Il presentatore si dichiara soddisfatto?



CARAZZONI Nino

Io non ho affatto delegato il Consigliere Berti a parlare a mio nome.
Non intendo illustrare l'interpellanza, ma vorrei sentire la risposta.



PRESIDENTE

Allora, la parola al Presidente Oberto.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Veramente pensavo che, sia pur non accettando ovviamente il Consigliere Berti come suo procuratore, il Consigliere Carazzoni avrebbe riconosciuto che l'interpellanza non ha più motivo di essere discussa.
Lei probabilmente vuole avere qualche notizia a monte. Lei conosce certo meglio di me Verbania e la situazione dell'Ospedale di Verbania, che è stata anche oggetto di vivaci polemiche. Ad un certo momento si è verificato un fatto nuovo: ha presentato le dimissioni uno dei tre superstiti componenti del Consiglio di amministrazione, con ciò rendendo impossibile il funzionamento di tale organismo. La Giunta, preso atto di questa situazione, ha provveduto allo scioglimento ed io ho dovuto provvedere con mio decreto, sulla base della delibera, alla nomina del Commissario.
Ho poi preso immediatamente contatto con il Presidente della Provincia di Novara, verbalmente prima e per iscritto poi, invitandolo a voler fare in maniera che quel Consiglio provinciale designi al più presto il proprio rappresentante in seno al Consiglio d'amministrazione. Ed ho del pari sollecitato l'Assessore Armella a portare a brevissima scadenza all'esame della Giunta (perché io sono dell'idea che è meglio sbagliare, ma provvedere subito)...



BERTI Antonio

Da due anni questo parere è fermo alla Regione.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Consigliere Berti, lei ha ragione di ricordarmi il tempo: ma mi consenta di farle presente che ci sono uomini in un tempo e uomini in altri tempi...



BERTI Antonio

E' un'allusione giusta, e molto fine.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale.

Quindi, la Giunta arriverà molto rapidamente all'accertamento di questi enti primari che hanno un loro interesse. Io mi auguro che nel giro di due tre mesi come massimo (naturalmente occorre rispettare i tempi tecnici) dopo che si sia provveduto a tutte le formalità, possiamo procedere alla nomina del nuovo Consiglio d'amministrazione dell'Ospedale di Verbania.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, la ringrazio di queste comunicazioni che ha cortesemente fatto e che mi sembravano essere comunque da farsi, anche se ormai l'interpellanza poteva considerarsi superata nel tempo per l'intervenuta nomina di un Commissario agli Ospedali Riuniti di Verbania.
Tale nomina, indispensabile, stante la comprovata impossibilità di funzionamento di quel Consiglio d'amministrazione, è venuta pur sempre con enorme ritardo; un ritardo che è giusto imputare per una parte alla Provincia, ma che per l'altra parte va doverosamente imputato alla Regione.
Io prendo atto della sua assicurazione che nel breve volgere di qualche mese si potrà giungere alla ricomposizione del Consiglio d'amministrazione degli Ospedali Riuniti di Verbania. Non voglio farmi eco delle voci di corridoio che già indicano come un partito, la Democrazia Cristiana nella fattispecie, intenderebbe procedere su questa strada. Credo che degli Ospedali Riuniti di Verbania dovremo ancora, ed a scadenza ravvicinata riparlare, se risulterà vero quel che si va dicendo, che è già stata anche trovata una soluzione per ulteriormente procrastinare la gestione commissariale agli Ospedali di Verbania.
Certo, per il momento non possiamo che limitarci a costatare, con molta amarezza, che la situazione di crisi di questi Ospedali è stata tollerata passivamente e colpevolmente anche dalla Regione Piemonte per un lungo lunghissimo periodo di tempo.



PRESIDENTE

L'interpellanza è discussa.


Argomento: Programmazione: argomenti non sopra specificati

Interpellanza dei Consiglieri Curci e Carazzoni sulla dichiarazione di voto del P.S.I. a conclusione del dibattito sul programma operativo della Giunta


PRESIDENTE

Interpellanza Curci, Carazzoni presentata il 24 gennaio '74: "Dichiarazione di voto a nome del P.S.I. a conclusione del dibattito sul programma operativo della Giunta".
La parola, per la risposta, al Presidente Oberto.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Non so se sia opportuno fare oggi questa discussione, in assenza del Consigliere Nesi, che vi è certo direttamente interessato.



PRESIDENTE

I presentatori sarebbero disposti ad un rinvio di una settimana della discussione? Chiede di parlare, e ne ha facoltà, il Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Noi crediamo sinceramente di non mancare di correttezza nei confronti del Consigliere Nesi discutendo questa interpellanza nella seduta di stamane nonostante la sua assenza, in quanto non è molto rilevante il fatto che il rappresentante socialista sia qui con noi questa mattina, mentre è senza dubbio rilevante ciò che egli ha detto in una precedente occasione.
Tanto rilevante che noi sentiamo, signor Presidente della Giunta, di dover fare una premessa iniziale: alle molte ragioni con le quali abbiamo sostanziato la dichiarazione di opposizione del MSI-Destra nazionale alla maggioranza da lei presieduta, aggiungiamo da oggi anche quella che scaturisce dalla constatazione che ella riguardi la vicenda politica in atto all'interno di questo Consiglio Regionale con una pericolosa superficialità.
Le dichiarazioni del socialista Nerio Nesi, che formano appunto l'oggetto della nostra interpellanza, sono state, infatti, di una tale gravità, o, se si preferisce, di una tale importanza che a nostro parere lei, anche senza ricevere sollecitazioni di parte, avrebbe dovuto prendere immediatamente una qualsiasi posizione, non essendo concepibili il silenzio o l'indifferenza a fronte di un fatto politico che, comunque lo si voglia interpretare, era venuto a turbare, e diremmo profondamente, tutte le componenti politiche di questa assemblea. Invece, per costringere l'Esecutivo in carica ad una risposta, si è dovuto far ricorso allo strumento dell'interpellanza. Il che, se da un lato può essere utile per sottolineare la funzione dell'opposizione di destra all'interno di questo Consiglio, dall'altro lato indica anche i limiti della Giunta attuale nell'assegnazione di posizioni politiche precise e decise, soprattutto responsabili.
Detto questo, noi crediamo che per una corretta e completa illustrazione dell'interpellanza sia necessario dare una risposta a tre domande: che cosa ha dichiarato il Consigliere Nesi? in quale veste il Consigliere Nesi ha reso la sua dichiarazione? e, terzo, quali considerazioni si possono e debbono trarre dopo avere ascoltato il Consigliere Nesi? Alla prima domanda, che cosa ha dichiarato il Consigliere Nesi, il rappresentante del P.S.I., cioè di un partito, lo aggiungiamo per inciso che è parte determinante dell'attuale maggioranza di centro-sinistra "autonoma" ed "autosufficiente", risponde per noi il testo stenografico del suo intervento, che vale la pena di rileggere insieme: "Ha poco rilievo, o ne ha molto, moltissimo, l'osservazione che viene da alcune parti sul fatto che questa Giunta, così come il Governo nazionale, si regge in realtà con l'appoggio indiretto del partito comunista italiano. Questa è una situazione reale, lo sappiamo benissimo nessuno di noi lo ignora. Lo sa benissimo anche il Presidente del Consiglio dei Ministri, lo sa il Presidente della Repubblica. Non sono cose che avvengono 'nel segreto delle Cancellerie', come si diceva un tempo. Ma io credo sia giusto che sia così, perché in un momento così drammatico della vita del Paese abbiamo il dovere di corresponsabilizzare la parte più ampia del Paese. Noi ci salveremo tutti insieme, o periremo tutti insieme. Non si può dire: concorrete a salvarci e a salvare il Paese, ma non contate.
Questa è la logica dei fatti, la forza delle cose ecc. ecc.".
Dice, dunque, il Consigliere Nesi che questa Giunta si regge, in realtà, con l'appoggio indiretto del Partito comunista italiano. Non è una dichiarazione grave, questa, che il Presidente in carica non poteva, e non doveva, lasciar passare sotto silenzio, quasi che non l'avesse neppure ascoltata? Una dichiarazione che, ove non fosse smentita o rettificata dovrebbe ancora oggi imporre un chiarimento di fondo fra le componenti dell'attuale maggioranza, previe dimissioni della Giunta in carica? Ci sembra proprio di sì.
Ma eccoci alla seconda domanda: in quale veste il Consigliere Nesi ha reso la sua dichiarazione? E' evidente che se avesse parlato a titolo personale tutto il discorso andrebbe impostato in modo diverso. Purtroppo purtroppo per lei, signor Presidente, purtroppo per la Democrazia Cristiana, che di colpo ha visto vanificate tutte le sue affermazioni di autonomia e autosufficienza della maggioranza di centro-sinistra, purtroppo persino per il Partito comunista, che abbiamo l'impressione non abbia del tutto gradito questo estemporaneo, e forse intempestivo, riconoscimento venuto dai banchi socialisti - il Consigliere Nesi ha parlato come interprete ufficiale del pensiero, della posizione del Partito socialista italiano. Crediamo proprio che al riguardo non possano esservi dubbi.
Tanto per cominciare, era presente in aula, nel momento in cui il Consigliere Nesi faceva quelle dichiarazioni, il Capogruppo del Partito socialista, Consigliere Calsolaro, che non ci risulta sia intervenuto per rettificare, per modificare, per correggere il tiro di un componente del suo Gruppo nel caso il Gruppo stesso non avesse condiviso in toto la posizione affermata e sostenuta. Inoltre, il giorno successivo noi ci siamo procurati copia dell'"Avanti!", giornale che, per la verità, è tanto monotono che non leggiamo abitualmente con soverchia attenzione. In cronaca, nel resoconto di questa seduta, sul quotidiano ufficiale del Partito socialista italiano si leggeva: "Il Consigliere Nesi, parlando a nome del Gruppo socialista......". Non risulta che siano intervenuti comunicati di smentita o di rettifica né precisazioni tendenti a sostenere che il Consigliere Nesi avesse manifestato soltanto una posizione personale. Dunque, è il Gruppo socialista, tutto il Gruppo socialista, che ammette in via ufficiale, definitiva, l'apporto determinante del Partito comunista italiano a questa Giunta.
Terza e ultima domanda: quali considerazioni si possono e si devono trarre dopo avere ascoltato le dichiarazioni del Consigliere Nesi? Non anticiperemo delle risposte: le risposte le attendiamo appunto da lei, signor Presidente della Giunta. Vorremmo soltanto domandarle: avvocato Oberto, lei condivide o no il giudizio del Consigliere Nesi, cioè, lo ripetiamo, del Partito socialista italiano sul fatto che, citiamo tra virgolette "questa Giunta si regge in realtà con l'appoggio indiretto del Partito comunista"? Se le condivide, vuole spiegarci come possono giustificarsi tutte le sue dichiarazioni precedenti sui ruoli distinti e sulle funzioni diverse che debbono essere qui svolte fra maggioranza e opposizione di sinistra? Oppure, se non le condivide, vuole lei spiegarci come può rimanere alla guida di una Giunta di cui il Partito comunista italiano è parte determinante?



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

La lettura fatta dal Consigliere Carazzoni del passo, diciamo così incriminato del discorso Nesi non ha tenuto presente che lo sviluppo di tutto il discorso, a parte il riferimento a "questa Giunta", con l'inciso però "così come il Governo nazionale", è imperniato sul Governo nazionale.
Inoltre, ad un certo punto si dice: "Questa è una situazione reale, lo sappiamo benissimo, è una situazione che nessuno di noi ignora. Lo sa benissimo anche il Presidente del Consiglio dei Ministri; lo sa il Presidente della Repubblica". Senza voler affatto dire che il Presidente della Regione debba collocarsi a quel livello, osservo però che il Consigliere Nesi non ha detto che il Presidente della Regione sappia benissimo che si va avanti con una Giunta la quale ha l'appoggio indiretto questa è la qualificazione - del Gruppo comunista.
Il Presidente della Giunta non sa, ed esclude, che la Giunta vada avanti con l'appoggio indiretto del Partito comunista. Il quale, penso, ove il tema del discorso potesse portare qualche suo rappresentante a prendere la parola, il che non credo sia a norma di regolamento fattibile, penso si troverebbe nell'identica situazione in cui ci troviamo noi, di dire: nossignori, non c'è alcuna collusione, non c'è alcun appoggio indiretto non c'è alcuna prevaricazione sulla linea politica che noi abbiamo impostato.
Credo di averle risposto per quanto mi era possibile. Del resto, vorrei ancora precisare, sotto un profilo meramente linguistico, che il Gruppo comunista ha detto, e scritto, responsabilmente, in questa sede ed a livello nazionale, che da parte sua c'è oggi un'opposizione diversa: l'opposizione diversa è opposizione, non è certamente appoggio, neanche indiretto.



PRESIDENTE

L'interpellante ha la facoltà di replicare e di dichiararsi soddisfatto o insoddisfatto della risposta.



CURCI Domenico

Signor Presidente della Giunta, se ci limitassimo a dichiararci semplicemente insoddisfatti della sua risposta, ciò equivarrebbe ad attribuire alla risposta stessa una validità, sia pure di carattere negativo, vale a dire un'efficacia espressiva che, pur non convincendoci e non soddisfacendoci, avrebbe tuttavia una sua logica; ma neppure questo possiamo rilevare dalla sua risposta perché essa è - e mi scusi l'espressione un po' dura, che non ha certo un riferimento personale, ma soltanto politico - semplicemente falsa perché rivela una malafede naturalmente politica, che ella ha inutilmente tentato di nascondere.
Il Consigliere Nesi parlando, come ha detto il Consigliere Carazzoni non a titolo personale, ma a nome di un Gruppo della sua maggioranza, in chiusura di un importante dibattito politico, aveva fatto delle dichiarazioni gravissime che rivelavano come per quel Gruppo della sua maggioranza i confini politici della maggioranza stessa vanno ben oltre i limiti prefissati sino a comprendervi, nella dinamica operativa di quel Gruppo, anche il Partito comunista.
Ella è d'accordo signor Presidente della Giunta? Tentando la proverbiale scalata degli specchi ha cercato di dirci di no, ma se non è d'accordo, perché non ha smentito, perché non smentisce, perché non sconfessa? Ella non smentisce e non sconfessa, minimizza, consapevole com'è che se sconfessasse e smentisse non potrebbe rimanere un istante di più al suo posto. E allora cerca, come ho detto, di superare la situazione imbarazzante minimizzando. Ma vede, signor Presidente della Giunta, con le parole, soprattutto con le pietose parole, non solo non si reggono - per dirla con Machiavelli - gli Stati, ma non si riesce neppure a reggere un posto di Presidente di Giunta Regionale.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Certo che non accetterei mai una richiesta di dimissioni che venga dal suo Gruppo, che è sempre estremamente disinteressato alle sorti del governo regionale.



CARAZZONI Nino

Dovrebbe venire dalla sua coscienza.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Ciascuno regoli la sua coscienza.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Minucci. Vuol dire per quale motivo?



MINUCCI Adalberto

Per fatto personale.



PRESIDENTE

A questo punto vorrei illustrare al Consiglio l'art. 35: "E' fatto personale l'essere censurato nella propria condotta o sentirsi attribuire fatti non veri e opinioni contrarie a quelle espresse".



MINUCCI Adalberto

Essendo personalmente responsabile della linea politica del Partito comunista in Piemonte e quindi coinvolgendo in questa discussione una mia responsabilità personale, ritengo giusto, sia pure con una grande brevità di cui il Presidente mi darà atto spero, produrre un chiarimento che ritengo utile non solo per la mia responsabilità personale, ma per l'intero Consiglio.
E dico subito che lo strumento prescelto dal Consigliere...



CARAZZONI Nino

Ma questo è il gioco delle parti! Dove sta il fatto personale?



PRESIDENTE

Nell'avere attribuito opinioni contrarie a quelle espresse.



CURCI Domenico

Ma lui non ha espresso...



PRESIDENTE

Sta spiegando in che cosa consiste il fatto personale. Dice il regolamento: "Spetta al Presidente decidere la sussistenza del fatto personale".



CARAZZONI Nino

E' certo che adesso verrà a dirci che il P.C.I. non appoggia la Giunta Regionale. Ma questo è il gioco delle parti tra la D.C. ed il Partito comunista!



MINUCCI Adalberto

In ogni caso è chiaro che non è il gioco delle parti con un fascista come te quello che mi interessa, hai capito? Ti ripeto, ciò che è stato detto in quest'aula riguarda la mia responsabilità personale e pretendo di parlare per fatto personale. E siccome il regolamento lo consente......



CURCI Domenico

Ma chi vuoi prendere per scemo?!



PRESIDENTE

Il Consigliere Minucci sta spiegando in che cosa consiste il fatto personale, spetterà al Presidente decidere sulla sussistenza dello stesso.
Attendiamo la spiegazione.



MINUCCI Adalberto

Qui è stata tirata in ballo una posizione del partito che rappresento con uno strumento scorretto.....



CARAZZONI Nino

E' scorretto perché contro il regolamento.



MINUCCI Adalberto

....che non consente fra l'altro a questo partito direttamente chiamato in causa, e a me personalmente, di replicare....



CURCI Domenico

Ma chi li ha chiamati in causa Minucci ed il suo partito?



MINUCCI Adalberto

Tu, tu l'hai chiamato in causa e ho il diritto di rispondere alla tua chiamata in causa.
Voglio chiarire con pochissime parole, primo: l'atteggiamento mio personale e del Gruppo che rappresento è stato chiamato nel dibattito...



CURCI Domenico

Non ce ne importa niente!



PRESIDENTE

Sta spiegando in che cosa consiste il fatto personale suo, per cui chiede di parlare.



MINUCCI Adalberto

E' stato chiarito in un dibattito molto ampio che si è svolto qui e anche dal voto di opposizione che abbiamo dato, un voto contrario al formarsi ed al programma di questa Giunta.
Devo dire subito - e in questo consiste anche un elemento di fatto personale - che non condivido affatto gli apprezzamenti espressi dal Consigliere socialista Nesi, perché se qualcuno ha bisogno di alibi politici li trovi altrove e non invocando supporti esterni.



CARAZZONI Nino

Sarebbe questo il fatto personale?



MINUCCI Adalberto

In secondo luogo voglio anche chiarire che noi siamo sì, il supporto ma non indiretto, bensì diretto di qualche cosa cioè del regime democratico, della Costituzione repubblicana e anche del corretto funzionamento delle istituzioni nella Regione Piemonte. In questo senso il nostro sostegno è diretto e non indiretto ed è tanto più necessario nel momento in cui gli amici del Consigliere Carazzoni cercano, anche con le bombe e con le stragi, di mettere a repentaglio il regime democratico.



CARAZZONI Nino

Non c'è il fatto personale per i comunisti, rispondano invece i socialisti!



PRESIDENTE

Insomma, vi prego.
Il fatto personale consiste non soltanto nell'attribuzione lesiva, ma anche in opinioni contrarie a quelle espresse. Giunto a questo punto il Presidente ritiene che qualora opinioni politiche che siano esattamente contrarie, cioè non corrispondenti - e qui è stato fatto il nome specifico più volte del Partito comunista...



CARAZZONI Nino

Anche quello del Partito socialista! Perché non parla il P.S.I.?



BERTI Antonio

Ma quanto spazio gli dà? Decida, punto e basta, quante spiegazioni gli deve dare?



PRESIDENTE

A questo punto dico che era ammissibile la richiesta della dichiarazione per fatto personale.
Si passi ora ad un'altra interrogazione.


Argomento: Antimafia - Norme generali sui trasporti

Interrogazione dei Consiglieri Berti, Rivalta e Besate sulla costituzione di una rete mafiosa per controllare ed assumere subappalti dei lavori del traforo del Frejus


PRESIDENTE

Interrogazione dei Consiglieri Rivalta, Berti, Besate: "Tentativi di costituzione di una rete mafiosa per controllare ed assumere subappalti dei lavori del traforo del Frejus".
Ha la parola il Presidente Oberto.



CURCI Domenico

E' tutto da ridere!



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Adesso non mi dirà mica che mi hanno dato un'altra volta l'appoggio esterno...



PRESIDENTE

Consigliere Curci, la democrazia le consente di stare in quest'aula non si può irridere, non c'è nulla da ridere qui dentro.



CURCI Domenico

Vedremo cosa diranno gli elettori!



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Ve ne accorgerete degli elettori!



CARAZZONI Nino

Chiedo la parola.



PRESIDENTE

Non le do la parola. Non c'è nulla da ridere, è tutto estremamente serio.



BORANDO Carlo

Ce ne accorgeremo noi! Con le notizie dei giornali!



CARAZZONI Nino

Ah ecco, meno male Borando, sei sincero!



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Ma qui c'è un altro motivo di crisi di Giunta, perché se questa dichiarazione è...Io ti ho addirittura in Giunta.



RIVALTA Luigi

In questo caso appoggiamo il Presidente.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Allora c'è un qualche avvicinamento di appoggio! L'interrogazione dei Consiglieri Rivalta, Berti, Besate mi consente praticamente di ripetere qui quello che dissi come Presidente allora del Consiglio Regionale, invitato da una sezione della Commissione antimafia che venne a Torino e della quale faceva parte appunto l'on. Vineis che viene richiamato nell'interrogazione a rispondere alla domanda se è vero che si evidenzi l'instaurarsi di collegamenti atti a consentire a noti esponenti della mafia di controllare ed assumere subappalti dei lavori del traforo del Frejus e chiedendo se il Presidente della Giunta (l'interrogazione, ahimé, non è colpa mia, è dell'8 maggio '73 e cioè prima delle mie dichiarazioni fatte alla Commissione antimafia) sia a conoscenza e quindi adesso devo rispondere io - di fatti che possano confermare la presenza di tentativi di costituzione di una rete mafiosa diretta a controllare gli appalti.
Rispondo, in termini categorici e precisi, che assolutamente non posso dire di essere, e che altri responsabili siano a conoscenza di tentativi di costituzione di una rete mafiosa, anzi, avendo operato delle indagini, dei controlli, posso escludere che allo stato delle cose vi sia questo pericolo, anche in considerazione del fatto che attualmente i lavori del Frejus riconducono praticamente a due posizioni concrete di appalto: la prima è quella relativa alla bonifica da ordigni esplosivi residuati bellici della zona di imbocco del futuro traforo autostradale del Frejus che è sito nel Comune di Bardonecchia. Qui c'è una ditta la quale ha dovuto avere il gradimento preventivo dell'autorità militare, perché si tratta di cose che ineriscono anche a quel problema. Sono state interpellate varie ditte che avevano questo gradimento, ad un certo momento si è fatto, al netto di ribasso d'asta, un contratto per la somma di 133 milioni 987.000 lire. La direzione lavori del demanio materiali del Genio di Torino, che ha il suo ufficio staccato a Genova, il 15 marzo '73 ha autorizzato i lavori e furono consegnati il 26 marzo alla ditta.
La direzione tecnica dei lavori spetta al Genio militare ed è gestita sulla base delle norme del capitolato per l'esecuzione dei lavori per la bonifica di campi minati e di ordigni esplosivi. L'impresa è la IMMER.
Nella norma del capitolato tra la società del Frejus e l'IMMER l'art. 7 recita: "E' vietato all'appaltatore di subappaltare anche parzialmente i lavori oggetto dell'appalto, salvo espresso consenso scritto della committente, che si intende fin da ora concesso per quanto non attiene la parte specialistica dell'appalto, rifacendosi alla norma di cui all'art.
339 della legge 20 marzo 1965 che regola la materia soggetta".
Sta di fatto che per l'esecuzione di alcuni smassamenti di materiale e per gli scavi per la ricerca di ordigni esplosivi, l'impresa IMMER non ha subappaltato ma ha noleggiato ad ore una pala escavatrice e due automezzi.
La stessa natura del lavoro è tale da non consentire né l'utilizzo continuo di questi mezzi d'opera, né la preventiva determinazione della quantità di lavoro da eseguire. Ecco la ragione per cui vi è stato questo affidamento.
Seconda posizione: lotto n. 2 delle opere preliminari del traforo autostradale del Frejus in territorio italiano, situato in Comune di Bardonecchia. I lavori sono stati affidati alla Società Itinera, dopo che vennero consultate una decina di imprese.
I lavori sono stati consegnati il 1° giugno 1973, l'importo è di 506 milioni.
Per quanto si riferisce al subappalto, il capitolato speciale di appalto stipulato tra la società del Frejus e l'Itinera - e fa parte integrante, questo del contratto - fa esplicito riferimento alle leggi ed ai regolamenti che riguardano l'appalto di opere pubbliche le quali prescrivono il divieto di subappalto, ad eccezione dei movimenti di terra che possono subappaltarsi previa autorizzazione della committente e l'Itinera ha subappaltato all'impresa SLIT (Società responsabile lavori industriali di Torino) che corre in Susa, i soli movimenti di terra.
Durante l'esecuzione dei lavori trovansi giornalmente presenti nel cantiere di Bardonecchia mediamente: dipendenti dell'impresa Itinera, quattro squadre composte, nel loro complesso, da sei manovali, dieci operai qualificati, 14 operai specializzati, dipendenti ed esclusivamente operai qualificati specializzati presenti, altri otto.
Questa è la situazione a questo momento. La semplice indicazione della natura dei due lavori e del numero delle persone addette a questa opera direi che oggettivamente esclude che vi sia anche soltanto il fantasma di un pericolo di rapporto mafioso. E' certo che la Regione, anche a seguito dell'inchiesta larghissima fatta dalla Commissione e che venne portata a conoscenza ed illustrata lo stesso giorno in cui esposi questi dati alla Commissione antimafia venuta appositamente a Torino, legata ai risultati di quel lavoro di indagine paziente, profondo, non mancherà di vigilare perch neanche l'ombra di un'attività mafiosa possa inserirsi in questi grossi lavori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

La risposta viene dopo molto tempo, come ha detto anche il Presidente e quindi non possiamo che prendere atto delle dichiarazioni fatte dal Presidente della Giunta il quale assicura che fenomeni mafiosi non si verificano e dell'impegno preso di vigilare.
Vogliamo però cogliere l'occasione per raccomandare che questo impegno sia effettivo; l'affermazione fatta dal Presidente Oberto, che è anche amministratore delegato del traforo del Frejus...



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

No, Presidente.



BERTI Antonio

Quante presidenze!



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Presidente, ma ancora per poco. In queste settimane, se lei fosse stato con me, avrebbe visto di quante mi sono liberato proprio perché assorbito da questo servizio che voglio adempiere a tempo pieno.



BERTI Antonio

Ne sono lieto perché in altre occasioni queste assicurazioni non ci sono state date. Quindi le cose cambiano davvero! Volevo dire che l'impegno è più che mai necessario anche per la situazione in cui stiamo operando: dal caso Spagnolo a quanto lei ha detto recentemente sui temi della magistratura, sui connubi che ci sono, sulla questione del petrolio, sui fatti a cui accennava prima Borando, sono notizie tali da gettare un'ombra piuttosto scura sulla situazione e anche sull'attività degli istituti pubblici, quindi ne deriva l'esigenza di un impegno costante a fare chiarezza e ad essere vigilanti.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Pianificazione territoriale - Urbanistica: argomenti non sopra specificati

Interrogazione dei Consiglieri Berti, Rivalta e altri sulla situazione attuale del settore urbanistico


PRESIDENTE

Interrogazione dei Consiglieri Berti, Rivalta, Marchesotti, Sanlorenzo: "Situazione attuale del settore urbanistico".
Risponde l'Assessore Benzi.



BENZI Germano, Assessore all'urbanistica

Signor Presidente, signori Consiglieri, per rispondere ai colleghi ho preparato un dossier di 70/80 pagine, ma non lo posso distribuire perché ne ho solo due copie. Farò grazia al Consiglio delle pagine inerenti ai Comuni, mentre desidero fare presente la situazione effettiva, senza entrare nel merito.
Per quanto riguarda il personale si tratta di una situazione provvisoria fino a quando non avremo approvato i quadri definitivi.
La prima domanda fattami nella lunga interrogazione era questa: l'attuale entità del personale a disposizione dell'Assessorato all'urbanistica, diviso per funzioni e specificato per qualifica e provenienza.
Al Servizio affari generali ci sono undici persone, di cui una laureata e sette diplomate.
Servizio piani regolatori generali: 15 persone, di cui sei laureate e cinque diplomate.
Servizio regolamenti edilizi e programmi di fabbricazione: 14 persone di cui sei laureate e cinque diplomate.
Servizio edilizia pubblica residenziale: cinque persone, di cui tre diplomate.
Servizio giuridico-amministrativo: quattro persone, di cui tre laureate.
Servizio espropri: otto persone, di cui una laureata e cinque diplomate.
Coordinamento dei servizi: un laureato.
Il Servizio affari generali, oltre alla funzione di coordinamento tra i vari servizi, ha compiti di istruttoria e verifica di pratiche di carattere generale. Si articola nell'Ufficio preparazione decreti e nell'Ufficio metrico statistico.
Il laureato è un avventizio che provvede al coordinamento e alla verifica delle pratiche del Servizio AA.GG.
dei cinque diplomati quattro sono comandati e uno avventizio per l'istruttoria delle pratiche un diplomato è comandato e fa Segreteria e protocollo un diplomato avventizio Segreteria Coordinatore dei servizi due dattilografe avventizie un commesso trasferito fa servizio di anticamera.
Il Servizio piani regolatori ha il compito di esprimere, previa istruttoria, motivato parere in relazione all'esercizio delle funzioni amministrative che la legge 17/8/1942 n. 1150 e successive modificazioni e integrazioni attribuiva alla competenza degli organi centrali e periferici del Ministero dei Lavori Pubblici e del Ministero della P.I., relativamente ai Comuni dotati di P.R.G. o con P.R.G. in corso di approvazione.
Esso è composto da tre uffici, ognuno competente, di norma su due Province.
Personale: n. 15 impiegati di cui: un laureato trasferito funziona da Capo del Servizio P.R.G.
cinque laureati avventizi esaminano le pratiche relative a P.R.G.
Competenza specifica a livello di provincia cinque diplomati, di cui tre avventizi, due trasferiti e uno comandato sono addetti all'istruttoria delle pratiche tre dattilografe un applicato comandato addetto ai compiti generali: archiviazione schedatura ecc.
Il Servizio regolamenti edilizi e programmi di fabbricazione ha il compito di esprimere, previa istruttoria, motivato parere in relazione all'esercizio delle funzioni amministrative che la legge 17/8 /1942 n. 1150 e successive modificazioni e integrazioni attribuiva alla competenza degli organi centrali e periferici del Ministero dei Lavori Pubblici e del Ministero della P.I. relativamente ai Comuni dotati di R.E. e P.d.F. o con R.E. e P.d.F. in corso di approvazione.
Esso è composto da tre Uffici, ognuno competente, di norma, su due Province.
Personale: n. 14 impiegati di cui: un laureato trasferito con funzioni di Capo del servizio R.E. e P.d.F.
cinque laureati di cui 4 avventizi e uno comandato, addetti all'esame delle pratiche relative a R.E. e P.d.F. - Competenza specifica a livello di provincia cinque diplomati di cui due avventizi e tre comandati due dattilografe avventizie un assistente trasferito.
Il Servizio edilizia pubblica residenziale, oltre all'applicazione generale della legge 22/11/1971 n. 865 e delle leggi collegate, ha il compito di sovrintendere all'esecuzione dei programmi di edilizia residenziale pubblica mantenendo contatti con gli enti attuativi mediante azioni di indirizzo e vigilanza.
A tale servizio fanno capo tutte le incombenze relative all'edilizia pubblica, compresi i rapporti sia con gli enti governativi preposti, sia con gli enti costruttori (IACP, Cooperative) sia con le Amministrazioni comunali.
Esso si articola nei seguenti uffici: a) Tecnico-amministrativo b) Rapporti Enti Attuatori.
Personale: n. 5 impiegati di cui: un diplomato comandato due diplomati avventizi una dattilografa avventizia un esecutivo avventizio.
Il Servizio giuridico-amministrativo ha il compito di: 1) espletare ogni incombenza al fine di poter esercitare le funzioni di cui alle lettere m), n), o) dell'art. 1 del D.P.R. 15/1/1972 n. 8 2) promuovere le azioni più opportune in merito al controllo e alla vigilanza dell'attività urbanistica nel territorio regionale 3) disporre le adeguate procedure istruttorie per fornire utili elementi di risposta ai quesiti in materia urbanistica avanzati dalle singole Amministrazioni locali.
Personale: n. 4 impiegati di cui: tre laureati avventizi una dattilografa trasferita.
Il Servizio espropri ha il compito di espletare ogni incombenza relativa a pratiche di espropri e occupazione di immobili per ragioni di pubblica utilità.
Personale: n. 8 impiegati di cui: un laureato avventizio cinque diplomati di cui due comandati e tre avventizi due dattilografe avventizie.
Il coordinamento dei servizi ha una sola persona, un ingegnere, che proviene dal Ministero dei LL.PP. il quale coordina, alle dirette dipendenze dell'Assessore, l'attività dei vari Servizi, in attesa del definitivo inquadramento del personale.
In risposta alla seconda domanda: l'attuale tempo medio di approvazione dei Piani Regolatori, dei Programmi di fabbricazione, delle lottizzazioni, dei Piani particolareggiati, delle varianti specifiche, dei Decreti di esproprio nonché l'attuale procedura di esame per ciascuno degli atti elencati e dei programmi di lavoro dell'Assessorato, il confronto delle attuali procedure e dei tempi ora necessari rispetto alla situazione preesistente al trasferimento delle funzioni.
Il definire dei tempi medi di approvazione di strumenti urbanistici è una cosa piuttosto difficoltosa proprio a causa della materia trattata. Il concetto di tempo medio infatti può avere significato solo se effettivamente rappresenta un valore tipo attorno al quale oscillano gli altri.
Per certi strumenti urbanistici si può effettivamente dare con una certa approssimazione un tempo medio di approvazione ma questo solo in virtù del fatto che la materia trattata, la procedura d'esame e verifica dei dati, l'iter procedurale per l'approvazione si discostano pochissimo dal "capo tipo".
Per le lottizzazioni ad esempio possiamo, proprio per i motivi sopra esposti, definire facilmente un tempo medio di approvazione che si aggira sull'ordine di tre mesi.
Per tutti gli altri tipi di strumenti urbanistici invece, ogni pratica costituisce un po' un caso a sé e quindi come tale va trattata.
La verifica dei dati dimensionali, delle scelte urbanistiche dell'inserimento nel contesto territoriale, la ricerca delle modifiche necessarie al rispetto delle norme di legge e di un'organica e coerente politica urbanistica nello sfruttamento del territorio, i necessari contatti con le Amministrazioni comunali, sono tutti fattori che possono singolarmente influire in misura preponderante sui tempi d'approvazione di un piano urbanistico.
Per questo quindi, più che di un tempo medio d'approvazione risulta più opportuno definire il rapporto inverso e cioè il numero di strumenti urbanistici esaminati in un certo periodo.
Mensilmente la Sezione urbanistica regionale si propone un programma di lavoro e su questi dati si può effettivamente cercare di creare una casistica.
Normalmente, nell'arco di tempo di un mese, vengono esaminate all'incirca le seguenti pratiche: n. 4 - Piani Regolatori Generali (e varianti) n. 5 - Piani di zona n. 40 - R.E. e Programmi di Fabbricazione (e varianti) n. 10 - Piani di lottizzazione n. 5 - Deroghe n. 2 - Piani particolareggiati n. 40 - Determinazione di indennità di esproprio n. 30 - Ordine di versamento n. 10 - Espropriazioni definitive n. 40 - Nomine di tecnico per la redazione dello stato di consistenza degli immobili da espropriare n. 40 - Occupazioni d'urgenza.
In risposta alla terza domanda: confronto fra l'organico e la struttura dell'Assessorato all'urbanistica della Regione Piemonte con quello di altre Regioni (Lombardia, Toscana Veneto, Emilia Romagna, Liguria).
Nella Regione Veneto il Dipartimento per l'urbanistica e l'ecologia ha 25 persone, più 4 per il Servizio casa, più 12 per il Servizio espropri più 2 per la Segreteria del territorio, più 10 Consulenti esterni, mentre non ha inviato il numero dei componenti la Commissione tecnico regionale e il Comitato tecnico regionale.
La Regione Liguria ha un Ufficio tecnico con 12 persone, l'ufficio amministrativo con 8, l'ufficio del piano con 6, il Comitato tecnico urbanistico con 17 e l'ufficio casa con 4, in totale 47 persone.
Per la Regione Piemonte, come abbiamo detto, in tutto ci sono 57 persone.
La Regione Lombardia ha per la Sezione urbanistica 22 persone, per l'ufficio piani territoriali 7, per l'ufficio affari generali 20, per l'ufficio contenzioso 5, per la Conferenza permanente urbanistica 20, per il Servizio edilizia residenziale pubblica ed espropri 13. In totale 87 persone.
La Regione Emilia Romagna ha tre persone all'Assessorato assetto del territorio, edilizia trasporti e Segreteria Assessorato; 10 per Settore amministrativo; 8 nel Settore edilizia; 34 nel Settore urbanistica; 9 nel Settore espropri; 22 nel Settore trasporti. In totale 76 persone.
La Regione Toscana ha 22 persone all'Assessorato urbanistica e LL.PP. e Segreteria dipartimento; 15 alla Sezione urbanistica; 8 al Servizio espropri. In totale 45 persone.
E' stato fatto uno specchietto riassuntivo: in Piemonte abbiamo 57 persone su una superficie complessiva regionale di km quadrati 25.399, con 1.209 Comuni, popolazione al 1970 di 4.433.593 persone con un rapporto di 445 km quadrati e 21 Comuni alla sorveglianza di ogni dipendente (è un conto matematico relativo) in Emilia Romagna abbiamo 54 persone (sono state tolte quelle addette ai trasporti) su una superficie complessiva regionale di km quadrati 22.126 con 341 Comuni, popolazione al 1970 di 3.858.756 persone con un rapporto di 409 km quadrati e 6,31 Comuni alla sorveglianza di ogni dipendente in Lombardia abbiamo 87 persone su una superficie complessiva regionale di km quadrati 23.804, con 1.544 Comuni, popolazione al 1970 di 8.442.914 persone con un rapporto di 273 km quadrati e 17,74 Comuni alla sorveglianza di ogni dipendente in Toscana abbiamo 45 persone su una superficie complessiva regionale di km quadrati 22.990, con 287 Comuni, popolazione al 1970 di 3.479.585 persone con un rapporto di 510 km quadrati e 6,37 Comuni alla sorveglianza di ogni dipendente nel Veneto abbiamo 53 persone su una superficie complessiva regionale di km quadrati 18.378, con 538 Comuni, popolazione al 1970 di 4.122.202 persone con un rapporto di 346 km quadrati e 10 Comuni alla sorveglianza di ogni dipendente in Liguria abbiamo 47 persone su una superficie complessiva regionale di km quadrati 5.411, con 235 Comuni, popolazione al 1970 di 1.881.952 persone con un rapporto di 115 km. quadrati e 5 Comuni alla sorveglianza di ogni dipendente.
Questo ci dimostra che la Regione Piemonte è quella che forse ha minor numero di personale.
In risposta alla quarta domanda: situazione urbanistica dei 1209 Comuni del Piemonte (con strumenti urbanistici approvati, prima e dopo il 1967, privi di strumenti urbanistici, ecc.): 1) Comuni con Regolamento edilizio con annesso Programma di fabbricazione approvato con Decreto Interministeriale, n. 105 2) Comuni con Regolamento edilizio con annesso Programma di fabbricazione approvato con Decreto Provveditoriale, n. 136 3) Comuni che non si sono adeguati al disposto dell'art. 35 della legge 17/8/1942 n. 1150, n. 192 4) Regolamento Edilizio con annesso Programma di fabbricazione approvato con Decreto del Presidente della Giunta Regionale (comprese le varianti): nel 1972 n. 58, nel 1973 n. 26, in totale n. 84 5) Comuni con Regolamento edilizio con annesso Programma di fabbricazione adottato (comprese le varianti), n. 436 6) Piani regolatori generali approvati con Decreto del Presidente della Giunta Regionale (comprese le varianti), n. 30 7) Comuni con Piano regolatore generale adottato e trasmesso (comprese le varianti), n. 38 8) Comuni con Regolamento edilizio con annesso Programma di fabbricazione restituito per rielaborazione (comprese le varianti), n. 318 9) Comuni con Piani regolatori generali restituiti (comprese le varianti) n. 17 10) Comuni con Piani regolatori generali approvati con Decreto del Presidente della Repubblica, n. 28.
In risposta alla quinta domanda: elenco dei Piani regolatori e dei Programmi di fabbricazione approvati sino ad ora dalla Regione, quelli ritornati con richiesta di modifiche, quelli consegnati all'Assessorato all'urbanistica della Regione ed in esame o in attesa di esame.
Io ho fatto l'elenco di tutti i Comuni con le date dei vari piani, non li leggo ma sono a vostra disposizione, perché si tratta di diverse pagine.
In particolare da questi dati si evince che abbiamo approvato 4 Piani regolatori generali, 26 varianti ai P.R.G., 65 Regolamenti edilizi e P.d.F., 19 varianti a R.E. e P.d.F., 11 Piani di zona, 4 varianti a P.d.z.
1 Proroga validità P.d.z., 7 Piani particolareggiati.
Situazione lottizzazioni: presentate nell'anno 1972 n. 60; nel 1973 n. 202; nel 1974 (fino al 7/2) n. 11. Totale n. 273 approvate nei tre anni n. 92 restituite n. 81 esaminate ed in attesa della stipula della convenzione, n. 46 sospese per motivi vari, n. 10 in attesa di esame, n. 44.
Quadro generale attività dell'Assessorato all'urbanistica ed assetto territoriale nel campo degli strumenti urbanistici.
Strumenti urbanistici approvati con Decreto del Presidente della Giunta Regionale o restituiti con richieste di modifiche: n. 106 nel 1972, n. 235 nel '73, n. 33 nel '74.
Elenco Comuni che hanno il Regolamento edilizio con annesso Programma di fabbricazione adottato: sono in totale 427 di cui c'è l'elenco particolareggiato Comune per Comune di cui non do lettura, ma è a disposizione.
Elenco dei Comuni che hanno il Regolamento edilizio ed il Programma di fabbricazione (comprese le eventuali modifiche e varianti) restituito per rielaborazione: sono in tutto 337. Anche di questi c'è l'elenco completo con le province di appartenenza, che non leggo e che è a disposizione.
In risposta alla sesta domanda: entità teorica di insediamenti residenziali (in superfici territoriali, in cubatura edificabile, in abitanti) e di insediamenti industriali (in superficie territoriale) ammessa dai singoli Piani regolatori e Programmi di fabbricazione approvati a tutt'oggi dalla Regione.
a) - Comuni con R.E. e P.d.F. o P.R.G. approvati dalla Regione: 1) superficie territoriale complessiva dei Comuni: 174.724 ha.
2) abitanti totali residenti al 1971: 253.228 ab.
b) - Insediamenti residenziali: 1) Superficie territoriale: 7.342,7 ha.
2) Percentuale sulla complessiva: 4,2 per cento 3) Cubatura edificabile: 59.758.000 mc 4) Abitanti insediabili teorici: 567.220 ab.
5) Incremento teorico (a questo dato dovrebbe essere sottratto il numero degli abitanti fluttuanti): 313.992 ab.
6) Valore percentuale di incremento: 123 per cento c) - Insediamenti industriali: 1) Superficie territoriale: 3.158,4 ha.
2) Percentuale sulla complessiva: 1,8 per cento.
In risposta alla settima domanda: criteri e parametri di riferimento adottati nell'esaminare ed esprimere il giudizio in merito ai Piani regolatori ed ai Programmi di fabbricazione esaminati.
L'esame di un piano urbanistico, il criterio con cui viene giudicato ed i parametri che si assumono come riferimento per il giudizio pur seguendo in linea di principio, uno schema logico, sufficientemente standardizzato si traducono nella realtà, com'è facile intuire, in una molteplicità di aspetti che comportano varietà di giudizi.
I problemi contingenti dei vari Comuni vengono a determinare quindi differenti parametri di riferimento pur rimanendo inalterato lo schema logico secondo cui si opera.
Se vogliamo sintetizzare per sommi capi questo schema logico, si pu dire che l'esame di uno strumento urbanistico segue di massima questa procedura: 1) analisi dello stato attuale, delle caratteristiche geofisiche economiche, sociali, delle comunicazioni ecc.
2) analisi degli obiettivi del piano 3) analisi delle previsioni del piano 4) analisi dell'inserimento del piano nell'area territoriale 5) esame delle eventuali osservazioni di privati e dei pareri degli enti pubblici 6) giudizio sull'inserimento dello strumento urbanistico nel più vasto contesto intercomunale 7) giudizio sulla rispondenza o meno dello strumento urbanistico alle esigenze del Comune per un più corretto assetto del territorio 8) giudizio sulle scelte urbanistiche effettuate in merito agli insediamenti residenziali, industriali, ai servizi, alla rete viaria, alle direttrici di espansioni proposte, ecc.
9) proposte per correggere eventuali lacune.
Quest'ultimo punto rappresenta la fase più delicata dell'esame di un piano, la fase in cui la Regione, seguendo di massima un giusto concetto di "minima" compromissione, deve valutare la congruenza delle scelte urbanistiche comunali con le esigenze più generali di un corretto assetto territoriale.
E' opportuno inoltre rilevare che è un impegno del programma di Giunta la predisposizione di "criteri ed indirizzi per la formazione, l'esame e l'approvazione degli strumenti generali di pianificazione urbanistica comunale".
Sempre facendo riferimento al programma della Giunta ed alla replica fatta in sede di discussione dello stesso si ha intenzione di creare un "Servizio per l'assetto del territorio" con il compito di reperire i dati e formulare delle soluzioni al fine della compilazione dei piani territoriali di coordinamento.
Io ho fatto una lettura parziale, se poi qualche Consigliere desidera il testo completo ne faccia richiesta ed io glielo farò avere.



PRESIDENTE

Poiché dare una risposta oggi è un po' difficile, io proporrei di inviare questo volumetto a tutti. Si potrà riproporre la questione successivamente.
La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Non mi dichiaro né soddisfatto né insoddisfatto, in quanto la quantità delle notizie richieste e fornite costituiscono materia di meditazione proprio per questo all'interrogazione avevo inteso chiedere una risposta scritta, ma nella trascrizione dattilografica del testo questo particolare è sfuggito, il che ha indotto l'Assessore Benzi a leggere la sua relazione.
Dalla lettura fatta mi pare che si sia risposto in modo incompleto alla seconda delle nostre sette domande, in quanto vengono elencate le fasi delle pratiche, ma non un organigramma che consenta di valutare le procedure (che trafila fanno le pratiche degli espropri, dove si insabbiano ecc.), e all'ultima domanda dove è fatto riferimento essenzialmente agli aspetti secondo i quali vengono esaminati gli atti urbanistici, ma non ai criteri di giudizio.
Quali sono i criteri che consentono di dare una valutazione, in ordine ai problemi sociali, economici a cui l'Assessore Benzi ci richiamava? Qual è l'impostazione di carattere generale, di indirizzo, di coordinamento a cui si attiene la Giunta? Le varie elaborazioni di piano fatte nella nostra Regione sono tenute in conto, o no? La stessa elaborazione del piano Ires è tradotta in parametri che possano essere di riferimento nell'interpretare e dare un giudizio sui piani comunali? Le elaborazioni fatte a livello provinciale (penso alla provincia di Alessandria che ha fatto un proprio piano provinciale) in che misura sono prese in considerazione? Le varie elaborazioni settoriali fatte dalle varie province (penso a quella sul turismo della Provincia di Torino) in che conto sono tenute? Alla domanda sui criteri, sul quadro di riferimento a cui riferirsi per esprimere i giudizi non è stata data risposta.
Ribadendo la proposta fatta dal Presidente del Consiglio, chiedo alla Giunta che questa documentazione sia mandata a tutti i Consiglieri; in particolare sia mandata ai membri della II Commissione e in futuro venga aggiornata.
Chiedo anche che alla II Commissione vengano mandate le posizioni assunte dall'Assessorato in merito agli strumenti urbanistici, affinch possa consultarle (cioè, le documentazioni elaborate dalla Sezione urbanistica, sulla base delle quali vengono o no approvati gli strumenti urbanistici).



PRESIDENTE

Ritengo però che il documento sia di interesse di tutti i Consiglieri quindi se l'Assessore Benzi lo fa pervenire provvederemo come Ufficio di Presidenza ad inviarlo a tutti.


Argomento: Viabilità

Interrogazione dei Consiglieri Sanlorenzo, Berti, Rivalta sul progetto per la costruzione di un anello tangenziale attorno alla città di Novara


PRESIDENTE

Interrogazione dei Consiglieri Sanlorenzo, Berti, Rivalta: "Parere della Regione sul progetto per la costruzione di un anello tangenziale attorno alla città di Novara".
La parola all'Assessore Petrini.



PETRINI Luigi, Assessore ai lavori pubblici

Rispondo all'interrogazione con la quale i colleghi Sanlorenzo, Berti e Rivalta chiedono di conoscere se l'ANAS ha richiesto il parere della Regione, oppure no, in ordine alla costruzione dell'anello tangenziale attorno alla città di Novara.
Vorrei fare osservare, in via preliminare, che per il caso in argomento il parere della Regione è stato richiesto nell'ottobre scorso, anche a nome dell'ANAS, dalla Civica amministrazione di Novara, soltanto poco prima della riunione del Consiglio d'amministrazione nel cui ordine del giorno era iscritta l'approvazione in linea tecnica del progetto della tangenziale di quella città. Tale richiesta si inserisce nell'ambito di una prassi ormai quasi consolidata, secondo cui l'ANAS acquisisce preventivamente sulle singole nuove opere, il parere degli enti locali interessati nonch quello della Regione.
Desidero però precisare al riguardo che il disposto dell'art. 9 del decreto presidenziale 15/1/72 n. 8, sancisce l'obbligo di sentire le Regioni non per le singole opere, ma soltanto per gli interventi a cura del Ministero dei LL.PP. e dell'ANAS facenti parte di programmi.
Ho dovuto tuttavia constatare, almeno sino ad oggi, l'inosservanza della predetta disposizione e di tale inadempienza è stata fatta apposita segnalazione ai competenti organi statali. Anche sulla base delle conclusioni tratte dalle considerazioni di carattere generale ora esposte si è ritenuto opportuno, per il caso specifico, di esprimere subito un parere favorevole sia perché l'importanza e l'esigenza della realizzazione di questo sistema viario era già stata evidenziata dall'Ires nel rapporto preliminare al piano di sviluppo regionale del '66 e del '70, sia allo scopo di accelerarne, per quanto possibile, l'iter normalmente alquanto lungo per pratiche del genere e infine perché un indugio avrebbe potuto causare la devoluzione del finanziamento a completo carico dell'ANAS in favore di altra opera da eseguirsi al di fuori del territorio della Regione Piemonte.
Si assicura comunque che l'Assessorato ai lavori pubblici riproporrà ai competenti organi dello Stato l'esigenza che gli interventi a cura del Ministero e dell'ANAS vengano programmati ed in questo quadro sottoposti al vaglio dell'Amministrazione regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Rivalta, ne ha facoltà.



RIVALTA Luigi

Il compagno collega Sanlorenzo è in congedo e mi sostituisco a lui nel dichiararmi soddisfatto o insoddisfatto della risposta. Non mi esprimo sul merito dell'operazione; denuncio soltanto il fatto che la Giunta Regionale continui a dare pareri favorevoli a delle operazioni di infrastrutturazione che non sono certamente prioritarie fra quelle che si devono svolgere nella nostra Regione; constato che un'enorme quantità di Comuni sono senza fognature, senza acquedotto e altri addirittura senza elettricità, e che quindi è necessaria una programmazione della spesa di tipo diverso.
Rimanendo nell'ambito della spesa della viabilità, sottolineo che le scelte debbono essere basate su una linea di priorità settoriale; anche per ciò che riguarda l'infrastruttura viaria occorre individuare gli interventi prioritari rispetto ad altri. Richiamo perciò la Giunta all'esigenza di elaborare un piano da sottoporre al giudizio del Consiglio, perché a quel livello e non a quello di interrogazione deve avvenire il confronto tra le diverse posizioni.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Calsolaro sulla cessione della partecipazione azionaria della Soc. Italgas


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Calsolaro: "Cessione partecipazione azionaria della Soc. Italgas. Acquisizione del pacchetto azionario da parte della Regione".
La parola all'Assessore Paganelli.



PAGANELLI Ettore, Assessore alle finanze e patrimonio

In base alle informazioni assunte ed agli accertamenti svolti in ordine ad un'eventuale cessione da parte dell'Italgas della sua partecipazione di maggioranza nella Soc. Acque Potabili, risulta che questa ipotesi al momento attuale non è presa in considerazione dall'Italgas. Non si mancherà peraltro, data l'oggettiva rilevanza del problema, di seguire con la massima attenzione gli eventuali sviluppi che potrà avere l'assetto della Soc. Acque Potabili.



CALSOLARO Corrado

Ringrazio e mi dichiaro soddisfatto.


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali - Diritto allo studio - Assistenza scolastica - Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Interrogazione del Consigliere Besate sull'acquisto dell'ex seminario di Rivoli e trasporto degli studenti dell'ITIS e del Liceo scientifico di Rivoli


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Besate: "Acquisto dell'ex seminario di Rivoli e trasporto degli studenti dell'ITIS e del Liceo scientifico di Rivoli".
Risponde l'Assessore Borando.



BORANDO Carlo, Assessore all'istruzione e all'assistenza scolastica

Signor Presidente, signori Consiglieri, in relazione a quanto posto dal collega Consigliere Pietro Besate ed al problema sorto in conseguenza della sospensione dell'insegnamento presso il "Seminario di Rivoli", esporrò i fatti così come si sono svolti sino alla data odierna.
Per risolvere il grave problema del trasporto degli studenti da piazza Martiri della Libertà alla sede della scuola sono state fatte due successive riunioni, alle quali ha partecipato il sottoscritto in rappresentanza della Regione.
Nella prima del 14/1/1974 ha partecipato l'Assessore ai trasporti della Provincia di Torino, nella seconda del 22/1/1974 l'Assessore alla P.I.
on.le Picchioni, Presidente della seduta, insieme ad alcuni sindaci (assente Rivoli) e delegazioni di insegnanti, studenti e genitori.
A questo punto è opportuno mettere in evidenza, e così rispondo al primo quesito dell'interrogante, che nella seconda riunione l'Assessore provinciale alla P.I. sottolinea che la Provincia, al fine di pervenire ad una soluzione rapida del grave problema del trasporto degli studenti, ha scritto al Comune di Rivoli più di una lettera, rimaste tutte inevase afferma che il trasporto degli alunni non ha mai impegnato formalmente la Provincia a livello di delibera, questo perché è un tipico trasporto interno di competenza prettamente comunale e ribadisce, infine, che la Provincia non ha alcuna intenzione di gestire in proprio il servizio del trasporto, piuttosto è disposta a concorrere nella spesa.
A conclusione della seduta si era convenuto pertanto, su mia proposta che si sarebbe dato luogo all'istituzione di un consorzio composto da: Regione Piemonte, Amministrazione provinciale di Torino; tutti i Comuni (42) aventi alunni che frequentano la scuola; ed infine, per la loro parte gli stessi studenti o in loro vece le casse scolastiche al fine di assicurare il pagamento della somma di circa 20.000.000 di lire necessari per il servizio di trasporto all'unica Ditta (Gherra Walter di Givoletto) disposta ad effettuare il servizio del restante periodo dell'anno scolastico in corso.
Le condizioni concordate nella seduta sono state le seguenti: 1/4 della spesa a carico della Regione Piemonte; 1/4 della spesa a carico dell'Amministrazione provinciale di Torino; 1/4 della spesa a carico dei 42 Comuni in rapporto al numero degli alunni provenienti da ogni Comune; 1/4 della spesa a carico degli studenti stessi o delle loro casse scolastiche.
La Ditta Gherra, interpellata in proposito dal sottoscritto, si è dichiarata disposta ad accettare la proposta sopra formulata alla sola condizione che l'unico garante in tema di pagamento sia la Regione Piemonte, anche perché ha fatto il servizio l'anno scorso e non ha tuttora ricevuto il compenso.
In proposito giova ricordare che la Regione ha competenza ed incombenza nella materia dei trasporti solo per quanto riguarda la scuola dell'obbligo (circa 475.000 alunni) e che quindi non è consentito evadere, né in termini di legge, né in termini finanziari, dai precisi compiti sopra indicati infatti l'art. 1 lettera b) del D.P.R. 14/1/1972 n. 3 recita testualmente: "Il trasporto gratuito e relativi oneri assicurativi degli alunni della scuola materna, della scuola dell'obbligo e degli istituti professionali".
Con tutto ciò in via del tutto eccezionale e temporanea, data l'assoluta particolarità della situazione, in relazione anche all'eccezionale ubicazione della scuola e quindi la precarietà al suo accesso, la Regione si era dichiarata disposta ad intervenire finanziariamente per una quota parte e cioè 1/4 della spesa.
Orbene, atteso che non è consentito a questa Regione assumere le garanzie chieste dalla Ditta Gherra, tranne che fare opera di coordinamento tra gli interessati, ho ritenuto opportuno invitare i seguenti enti: Amministrazione provinciale; tutti i 42 Comuni interessati; il Preside dell'ITIS e del Liceo scientifico di Rivoli, ivi comprese le casse scolastiche, a rispondere a stretto giro di posta con l'impegno esplicito a versare la propria quota parte all'istituendo consorzio di cui dovrebbe essere a capo il Comune di Rivoli che ha n. 504 alunni su 1.170 frequentanti l'Istituto.
A titolo di riferimento ho comunicato che la spesa presunta di L.
3.800.000 mensili comporta una spesa giornaliera di L. 130 per ogni studente, che suddivisa per quattro comporterà per la Regione, Provincia Comuni e studenti una spesa di L. 32,50 per ogni studente.
E' quindi con grande senso di responsabilità che il problema è stato affrontato, invito che ho ritenuto opportuno formulare agli enti interessati per la sollecita definizione del problema, ma purtroppo a tutt'oggi non ho avuto alcuna risposta in merito.
Concludo, infine, assicurando che prese le necessarie informazioni, non risponde al vero la notizia relativa al proposito dell'Amministrazione provinciale di procedere all'acquisto dell'ex Seminario di Rivoli. La notizia è infondata, infatti la Giunta Provinciale non ha mai discusso su tale argomento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Besate.



BESATE Piero

Ringrazio l'Assessore Borando del suo interessamento, tuttavia la risposta non è conclusiva e non lascia prevedere una soluzione rapida del problema che ogni giorno si aggrava, arriveremo alla fine dell'anno scolastico e gli studenti scarpineranno ancora su per l'erta del seminario con pioggia, sole e vento come hanno fatto fino adesso.
Il f atto consiste in questo: l'Amministrazione provinciale di Torino con lettera ufficiale firmata dal Presidente Borgogno, declina ogni responsabilità, mentre la questione è sorta proprio perché la sede della scuola, la cui competenza è dell'Amministrazione provinciale di Torino trattandosi di Liceo scientifico e di Istituto tecnico industriale, è stata individuata nell'ex seminario, invece di provvedere a costruire un nuovo complesso scolastico entro la città di Rivoli. Di qui sorge il problema e di qui era anche sorto l'impegno dell'Amministrazione provinciale di Torino di provvedere al trasporto; non so in base a quali leggi e a quale principio quell'Amministrazione ed il suo Presidente possano dire che spetta al Comune di Rivoli.
Quindi i problemi del trasporto e delle sedi dell'Istituto tecnico industriale, del Liceo scientifico e del connesso Istituto professionale (per il quale la Regione sta già provvedendo) sono strettamente connessi ed urgenti.
Io non posso fare altro quindi che respingere la posizione dell'Amministrazione provinciale di Torino che se ne lava le mani, o per lo meno non si fa garante presso la ditta dei trasporti e invito l'Assessore e la Giunta a proseguire il più rapidamente possibile, ribaltando questa posizione veramente inconcepibile di quell'Amministrazione per risolvere il problema del trasporto e della sede della scuola che non può essere quella del seminario perché, anche se è vero che non hanno parlato dell'acquisto di quell'edificio, però non fanno passi avanti per la costruzione della nuova sede e là si paga, a quanto si dice, un affitto di 8.000 lire per mq il che fa una somma annuale tale che con ogni probabilità ammortizzerebbe il debito e gli interessi della costruzione di una nuova scuola.
E' una questione da vedere immediatamente perché si fa uno spreco di quattrini senza che nulla resti per le strutture pubbliche scolastiche.


Argomento: Parchi e riserve

Interrogazione dei Consiglieri Vecchione, Berti, Rivalta sull'acquisizione di aree per la costituzione di parchi regionali (rinvio)


PRESIDENTE

Interrogazione dei Consiglieri Vecchione, Berti, Rivalta: "Acquisizione di aree per costituzione di parchi regionali per l'area metropolitana".
Risponde il Presidente della Giunta avv. Oberto.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Se i Consiglieri interroganti me lo consentono - siccome la risposta dovrebbe essere di un certo respiro e non è che io abbia respiro fisicamente, carente, ma ho un impegno del quale ho già parlato - dico soltanto che le attività in questa direzione continuano sulla linea che era stata segnata dal Presidente Calleri sia in riferimento alle trattative per Stupinigi, sia in riferimento alle trattative per la zona della Mandria.
Per Stupinigi il discorso può essere fatto già molto ampiamente, almeno sotto il profilo conoscitivo; per la Mandria aspetto invece che ci siano degli elementi tecnici che mancano ancora e che probabilmente in questi otto giorni potrebbero essere raccolti.
Se gli interroganti acconsentono pregherei quindi di rinviare.



BERTI Antonio

Noi però manteniamo l'interrogazione.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Certo, mantenendola.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Comunicazioni del Presidente della Giunta Regionale


OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Se il Presidente, mentre ho la parola, me lo consente, avrei ancora da fare due comunicazioni.
La prima è che l'impegno del Ministro Toros a venire a Torino è mantenuto, ma è differito verso i primi di marzo perché martedì è convocata a Roma la Commissione interregionale ed interministeriale che deve esaminare il problema dell'attribuzione dei fondi ex art. 9 della legge. A questa riunione parteciperà lui e vi parteciperò anch'io e appena possibile ne darò notizia.
Infine intendevo sottolineare con personale compiacimento, ma essenzialmente facendomi interprete del compiacimento del Consiglio Regionale, della chiusura di una vertenza della quale il Consiglio si era occupato molto a lungo assumendo, anche attraverso ad un voto e ad un ordine del giorno, delle precise posizioni: intendo riferirmi alla questione della Moncenisio di Condove. In una riunione svoltasi martedì con una delegazione che ho accompagnato, costituita dal Sindaco di Condove, dal Presidente della Comunità montana, dai rappresentanti dei lavoratori e alla quale hanno partecipato l'Assessore al lavoro Conti ed il Ministro per la Cassa del Mezzogiorno on. Donat Cattin, l'EGAM, attraverso all'impegno categorico preso dal suo Presidente avv. Einaudi, ha sciolto tutte le riserve e i nodi che non consentivano la soluzione dell'intervento pubblico che invece è diventata così definitiva nello spirito che era stato posto innanzi e voluto da questo Consiglio Regionale.
Ho avuto notizia che non soltanto i partecipanti hanno appreso con soddisfazione questa soluzione, ma che anche la Federazione che rappresenta la categoria sindacale ha espresso giudizi positivi per l'intervento della Regione.
La questione va innanzi in due tempi: il primo ha un aspetto più squisitamente giuridico e cioè la determinazione della società oggi esistente o a una sua messa in scioglimento, o in una sua richiesta di amministrazione controllata, qualche cosa in sostanza che consenta, sotto il profilo giuridico, all'EGAM di intervenire per impedire che la manodopera abbia a subire ulteriori danni; il secondo rapido tempo è il perfezionamento dell'attività.
Può darsi che il lavoro abbia una certa diversificazione perché l'EGAM ha chiesto di avere la disponibilità di non continuare esattamente l'attività che sviluppa oggi, allo stabilimento di Condove, la Moncenisio.
Anche su questo punto, direi con entusiasmo, ma con convinta ragionevolezza, i rappresentanti delle categorie sindacali hanno dato il loro assenso e pertanto è questa un'altra delle soddisfazioni che il Consiglio Regionale piemontese può ascrivere a suo titolo, a suo onore per averla sposata e portata innanzi raggiungendo il risultato che migliore penso non potesse essere.



PRESIDENTE

Chi intende parlare sulle comunicazioni del Presidente Oberto? Il Consigliere Garabello, ne ha facoltà.



GARABELLO Enzo

Signor Presidente, io penso di interpretare il pensiero del Consiglio ringraziando la Giunta per il risultato ottenuto rispetto alla questione della Moncenisio, soprattutto dopo le ultime preoccupazioni che si erano manifestate nel momento in cui pareva incerta la determinazione dell'EGAM.
Naturalmente ci riserviamo di esprimere giudizi più approfonditi quando le prospettive di impegno si concretizzeranno meglio e comunque ci è già di garanzia la soddisfazione delle organizzazioni sindacali.
Vorrei soltanto che la Giunta non perdesse di vista, specialmente in questa prima fase, la questione, in quanto sappiamo tutti le difficoltà che negli ultimi mesi ha avuto la Moncenisio, anche per il regolare pagamento degli stipendi. Quindi, che vi sia una fase intermedia mi pare naturale anche per motivi giuridici oltre che pratici, però ciò che è importante è che si possa dare garanzia che continuando il lavoro, in vista delle nuove definizioni che l'EGAM darà al problema, soprattutto non vi sia alcun timore per quanto riguarda il normale svolgimento dell'attività ed il pagamento dei salari.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

All'ordine del giorno figurano ancora due argomenti: uno è l'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Zanone, Rossotto, Berti, Ferraris Marchesotti relativo al disegno di legge n. 2244 per l'attuazione delle direttive comunitarie.
Chiedo se essendo già l'ora tarda vogliono iniziare una discussione che impegna, oppure se intendono che sia mantenuto nell'ordine del giorno della seduta di giovedì prossimo.



BERTI Antonio

Discutiamo pure. Vede signor Presidente, c'è una cosa che non dobbiamo fare mai, quella di raccontarci delle storie fra di noi.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Secondo di che natura, non vorrei precludere del tutto la possibilità di farlo!



BERTI Antonio

No no, bisogna essere molto franchi nelle cose, l'ipocrisia e il tentativo di eludere le questioni non serve. La realtà è questa - e ne ho parlato io nel mio intervento durante il dibattito programmatico: il documento era iscritto all'ordine del giorno della seduta precedente alla conclusione della quale si è detto: è tardi, accettate di iscriverlo al primo punto dell'ordine del giorno della prossima seduta? Abbiamo accettato. Questo però non è avvenuto, l'argomento non è stato iscritto al primo punto, ma non abbiamo voluto fare notare la scorrettezza formale rispetto a degli impegni che devono essere mantenuti.
La realtà è che su questo ordine del giorno ci sono dei contrasti politici e allora si dica che ci sono dei contrasti politici, non so se tra maggioranza e opposizione, o all'interno della stessa maggioranza, ma si dica che il motivo del rinvio è questo e che la maggioranza chiede un ulteriore periodo di tempo per approfondirlo in sede propria. Andando al nocciolo della questione: l'opinione pubblica potrà così sapere che mentre sta passando una legge che lede profondamente i diritti della Regione in materia di agricoltura, mentre noi stiamo discutendo di priorità in agricoltura, rischiamo di vederci privati quasi completamente dei poteri legislativi in quel settore mentre la maggioranza sta discutendo su non so quali problemi politici.
Dato che noi vogliamo pervenire ad una conclusione positiva regionalista su questa questione, non vorremmo farlo senza che il Presidente della Giunta sia presente e poiché ci ha detto che ha un impegno è nostro costume non disattendere queste cose...



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Il discorso può continuare anche in mia assenza.



BERTI Antonio

Eh no! Il discorso deve essere fatto con la presenza del massimo responsabile della Giunta proprio perché diventa un problema politico e la Regione ha bisogno di assumere una posizione che difenda le sue prerogative in materia di agricoltura come in altri settori.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Cerchi di far diminuire il numero delle interrogazioni e la lunghezza delle domande e delle risposte; appena alcuni progetti di legge, disegni di legge, proposte di legge saranno portati avanti ci troveremo intasati in tutte le nostre riunioni con un'ora, un'ora e mezza tra domande e risposte.



BERTI Antonio

Io speravo che lei mi dicesse questo proprio perché è un argomento che ho sollevato nell'ultima riunione dei Capigruppo. Io ho già detto che per molti il problema dell'interrogazione o dell'interpellanza rappresenta essenzialmente l'espressione di un'impossibilità di collegarsi veramente con la gente, da ciò il desiderio di essere comunque presenti. Questa secondo me è la posizione di parecchi di quelli che presentano delle interrogazioni su tutto, secondo me svilendo l'istituto dell'interrogazione.
Per quanto riguarda il nostro Gruppo il problema sarebbe certamente risolto nel migliore dei modi se i rapporti Giunta-Consiglio fossero regolamentati in un altro modo: se fossimo nella condizione di essere posti, non attraverso le interrogazioni, ma attraverso un metodo diverso al corrente delle iniziative che si assumono, probabilmente ricorreremo molto meno alle interpellanze. E' un invito che io le faccio, se vuole veramente diminuire il numero delle interpellanze.
Ciò detto noi siamo d'accordo di parlarne in una prossima assemblea visto che qui ormai è diventata un'abitudine (anche per le nomine per esempio) di iscrivere all'ordine del giorno tanto poi se ne parla nella prossima riunione. Ma questo metodo deve finire.



PRESIDENTE

Vorrei anzitutto assicurare il Consigliere Berti che quanto iscritto all'ordine del giorno viene mantenuto per le sedute successive, anche le nomine, quindi praticamente...



BERTI Antonio

Ma il dibattito sull'agricoltura deve venire al prima punto della prossima seduta.



PRESIDENTE

Ne do assicurazione.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Rossotto, ne ha facoltà.



ROSSOTTO Carlo Felice

Quale firmatario di un ordine del giorno sulla materia testé trattata e che poneva già dal 25 ottobre '73 l'argomento in discussione davanti al Consiglio Regionale, con le stesse valutazioni che vengono portate avanti dai presentatori dell'altro documento che è stato abbinato a quello liberale, ritengo opportuna una verifica, indipendentemente dalla necessità di adeguare alle strutture regionali la legge 2244; oltre a ciò esistono anche contrasti profondi nel merito dell'interpretazione delle direttive comunitarie, contrasti che non vengono affrontati né risolti in sede nazionale e che qui devono portare le forze politiche a prendere chiare posizioni, perché è inutile assumere atteggiamenti di demagogia nei confronti degli agricoltori che vengono e minacciano di sfondare la loggia riservata al pubblico e poi evitare di assumere delle coerenti decisioni in merito a quella che deve essere la nostra politica nei confronti del mondo agricolo.
Pertanto per l'ultima volta il mio Gruppo accede ad un rinvio, ma chiede con fermezza che venga messo in discussione nella prossima seduta al primo punto dell'ordine del giorno, in maniera da poter avere in materia un dibattito approfondito, serio, quale la materia impone in questo particolare momento.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FASSINO



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Vorrei solo dare una comunicazione e fare una richiesta.
Da qualche mese era stato presentato un ordine del giorno del Gruppo liberale, mai portato in discussione innanzi a questa assemblea sino a quando, da parte del Gruppo comunista, altro ordine del giorno sulla materia è stato presentato. Non intendo fare alcuna questione su questa celerità particolare con la quale si affrontano gli argomenti allorquando è il P.C.I. a sollecitarne la discussione. Voglio solo dire che noi ci siamo trovati di fronte all'improvviso due sedute fa, alla presentazione di questi due ordini del giorno e per senso di correttezza, di rispetto nei confronti di tutta l'assemblea, ci eravamo preparati a discutere solo su questi; poi la discussione è stata rinviata di una settimana e anche oggi ci si dice che non si entrerà nel merito.
A questo punto il Gruppo del M.S.I. comunica che presenterà un suo ordine del giorno e ne chiederà la discussione abbinata ai due già esistenti sulla materia. Oggi stesso depositeremo il documento, preghiamo che venga messo in discussione contemporaneamente agli altri due.



PRESIDENTE

Nessun altro chiede la parola? Debbo precisare, tecnicamente in questo caso, che è stato posto al primo punto dell'ordine del giorno l'esame dell'ordine del giorno relativo al disegno di legge n. 2244 per l'attuazione delle direttive comunitarie perché, come di consueto, è prassi che ci sia prima l'approvazione verbali precedenti sedute, poi le comunicazioni del Presidente e segua, al primo punto all'ordine del giorno di quanto c'è da trattare, l'argomento che viene fissato. Quindi l'accordo assunto dalla Presidenza con i Capigruppo in occasione dell'ultimo incontro mi pare che sia stato rispettato e ritengo mio dovere darne comunicazione.
Se nessun altro chiede di parlare chiudo la discussione su questo argomento e prego il Segretario di dare lettura delle interrogazioni ed interpellanze che sono state presentate.


Argomento:

Interrogazioni e interpellanze (annuncio)


FRANZI Piero, Segretario

Il Consigliere Visone interpella il Presidente della Giunta e l'Assessore competente per conoscere se sono a conoscenza del furto avvenuto presso l'Abbazia di Vezzolano, nel Comune di Albugnano (Asti).
Interrogazione urgente con risposta scritta dei Consiglieri Rossotto Zanone, Fassino, Gerini per sapere se risponde al vero che il Governo non intende applicare per la Regione Piemonte la legge 464 del 1972.
Interrogazione con risposta scritta del Consigliere Besate che chiede se la Giunta è a conoscenza del grave disagio in cui versano i lavoratori dei Comuni di Cigliano, Moncrivello e altri a causa della carenza dei trasporti pubblici.
Interrogazione dei Consiglieri Vecchione, Fabbris, Sanlorenzo al Presidente della Giunta per sapere se corrisponde al vero che la Regione Piemonte ha corrisposto un contributo per la costruzione di una casa di riposo nel Comune di Grignasco.
Interpellanza del Consigliere Sanlorenzo al Presidente della Giunta per sapere quali iniziative intenda assumere per sollecitare dal Provveditorato alle OO.PP. la misura finale del progetto generale per l'acquedotto dei Comuni di Suno, Cressa, Cireggio e Fontaneto d'Agogna, già approvato dal Consorzio nell'aprile '73.
Interrogazione urgente del Consigliere Nesi per sapere se il Presidente della Giunta è a conoscenza degli atti di teppismo verificatisi giovedì 7 febbraio in Ivrea presso l'Istituto tecnico Giovanni Cena.
Interrogazione urgente del Consigliere Nesi per sapere se il Presidente della Giunta è a conoscenza degli atti di teppismo e vandalismo delle squadracce SAM nei confronti della sede provinciale torinese dell'ANPI.



PRESIDENTE

Se nessuno chiede la parola la seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,45)



< torna indietro