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Dettaglio seduta n.200 del 07/02/74 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati - Norme generali sull'agricoltura - Interventi fondiari

Esame del disegno di legge n. 105 sull'intervento regionale per agevolare l'accesso al credito agrario di conduzione


PRESIDENTE

Dichiaro aperta la seduta.
Dobbiamo procedere all'Esame del disegno di legge n. 105 relativo a: "Intervento regionale per agevolare l'accesso al credito agrario di conduzione"." E' relatore il Consigliere Menozzi.
L'Assessore Conti chiede di poter fare una comunicazione prima che il Consigliere Menozzi svolga la sua relazione. Ne ha facoltà.



CONTI Domenico, Assessore ai problemi del lavoro e dell'occupazione

Per le Officine Moncenisio, ho ricevuto poco fa questo comunicato stampa diramato dal Ministero delle Partecipazioni statali: "La situazione delle Officine Moncenisio di Condove, in Valle di Susa è stata esaminata dal ministro delle Partecipazioni statali, on. Nino Gullotti, nel corso di un incontro avvenuto oggi con il presidente della Giunta regionale del Piemonte, avv. Oberto. L'avv. Oberto ha illustrato al Ministro lo stato di crisi della Moncenisio nel quadro più ampio delle difficoltà congiunturali che caratterizzano l'economia della Valle di Susa.
Il ministro Gullotti ha riconfermato il suo personale interessamento per il problema ed ha precisato che l'EGAM sta esaminando alcune ipotesi di soluzione che al più presto saranno tradotte in proposte operative da sottoporre all'esame del Ministro. Aderendo alla, richiesta dell'avv.
Oberto, il Ministro Gullotti ha infine precisato che il problema della Moncenisio sarà nuovamente esaminato martedì 12 corrente mese in un incontro che si terrà presso il Ministero delle Partecipazioni statali. Una delegazione sarà guidata dallo stesso Presidente Oberto, che al suo rientro da Roma avrà diretto contatta con gli interessati".



PRESIDENTE

Ringraziamo l'Assessore Conti per questa comunicazione.
Darei ora la parola al Consigliere Menozzi, per la sua relazione sul disegno di legge n. 105.



MENOZZI Stanislao, relatore

Signor Presidente, Colleghi Consiglieri, nell'accingermi a fornire ulteriori elementi di valutazione utili per la successiva discussione e ad integrazione della sintetica relazione che accompagna il disegno di legge posto all'esame di questo Consiglio, non ritengo di dover ritornare sui principi informatori del provvedimento e sugli scopi che esso si prefigge essendo stati essi ampiamente illustrati e dibattuti in occasione dell'approvazione della precedente legge n. 7 del 26 aprile '73 di cui l'attuale proposta normativa costituisce la temporale continuazione.
Ritengo pertanto utile ed opportuno procedere ad un esame comparativo in relazione alla documentazione di cui si dispone, con analoghe legislazioni adottate da altre regioni. Questo appare anche necessario, a mio avviso, per constatare se nel settore del credito agrario vi siano state posizioni sostanzialmente convergenti o divergenti sulle valutazioni e soprattutto sui contenuti. Considero altrettanto valido porre questo Consiglio nelle condizioni, di conoscere e valutare, come d'altro canto abbiamo fatto all'interno della VI Commissione, i modi di utilizzo dei fondi affidati alla gestione degli istituti autorizzati ad esercitare il credito agrario di conduzione dalla già citata legge regionale n. 7 '73 e secondo le disposizioni applicative previste dalla Circolare del Presidente della Giunta n. 1022 del 7 maggio 1973.
Sul primo punto proposto, e cioè in tema di comparazione con le legislazioni adottate da altre Regioni, posso fornire le seguenti indicazioni: Legge regionale campana del 7.3.'73 n. 10 - Presenta caratteristiche generali identiche alla nostra, pur non fissando il limite massimo del prestito da accordarsi alle aziende agricole, previsto in 6 milioni di lire dal 3° comma dell'art. 2, già fissato da questo Consiglio.
Legge regionale umbra, del 30/6/13 n. 30 - Si differenzia dalla nostra in quanto all'art. 2 fissa in 4 milioni di lire il prestito concedibile singolarmente e in 20 milioni quello possibile per le cooperative agricole e all'art. 8, ove vieta la cumulabilità con i benefici previsti dall'art. 7 della legge 25/6/'70 n. 364, meglio conosciuta come "Fondo nazionale di solidarietà".
Legge regionale molisana del 3/8/'73 n. 15 - Essa si richiama alla precedente legislazione del 27/10/'72 n. 19 prorogandone la validità. Non essendo in possesso del relativo testo, non siamo in grado di fornire alcun dato comparativo.
Legge regionale marchigiana del 31/8/'73 n. 27 - L'unica differenza riscontrabile si rileva all'art. 1, terzo comma, ove il limite massimo del prestito è stato fissato in 4 milioni.
Legge regionale della Basilicata, del 19/10/73 n. 26 - Anche per questa trattasi di rifinanziamento della precedente legge 28/11/'72 n. 9.
Manchiamo del relativo testo e quindi non siamo in grado di effettuare confronti. Elementi di più spiccata differenza sono invece riscontrabili rispettivamente per la legge 23 agosto '73 n: 80 della Regione a Statuto speciale Trentino-Alto-Adige, che ha una durata pluriennale e che, alla stregua della legge campana, non pone limiti all'ammontare dei prestiti concedibili, e per la legge ultimamente adottata dalla Regione lombarda, la quale, oltre a presentare caratteristiche analoghe a quelle del Trentino Alto Adige, in tema di durata pluriennale infatti la sua validità è di quattro anni -, fissa la ripartizione dei fondi a disposizione, trecento milioni annui, assegnando il 55% ai coltivatori diretti, coloni e mezzadri il 25% alle cooperative e forme associative, ed il 20% alle altre aziende anch'essa fissa in 5 milioni l'entità massima dei prestiti accordabili alle aziende singole.
Riprendendo il discorso sui modi di utilizzazione dei 600 milioni posti a disposizione per il credito di conduzione dalla Legge regionale n. 7 '73 di cui L. 20.000.000 per l'anno 1972 e L. 580.000.000 per il '73, essi sono stati, in rapporto ai dati ufficiosi ma attendibili a noi pervenuti, così ripartiti: Istituto federale di Credito agrario per il Piemonte e la Liguria L. 420.000.000; Istituto San Paolo di Torino L 80.000.000 Federazione Italiana dei Consorzi agrari L. 100.000.000.
L'Istituto federale di Credito agrario, con la somma ricevuta in assegnazione, ha eseguito 5436 operazioni di prestito, per un investimento di L. 11.054.370.000. Tali operazioni stono state suddivise in: 4.961 a coltivatori diretti e cooperative (sia detta per inciso che i diversi riferimenti a finanziamenti o cooperative si intendono prevalentemente a Cantine sociali), per L. 9.612.620.000, corrispondenti all'85,915%, e 495 operazioni ad altre aziende per L. 1.441.750.000, corrispondenti al 14,085%.
L'Istituto Bancario San Paolo, con gli 80 milioni assegnatigli, ha designato 74 milioni per operazioni interessanti coltivatori diretti e cooperative, pari al 92,5% e 6 milioni ad altre aziende pari al 7,5%.
Per questi istituti di credito non abbiamo dati circa il numero delle operazioni eseguite e gli investimenti relativi. Altrettanto dicasi per i restanti 100 milioni assegnati alla Federconsorzi.
Ciò che possiamo ulteriormente affermare e che l'Istituto federale di credito agrario ha assegnato altre operazioni, per un supero, sulla somma assegnatagli, di 40 milioni 405.803 lire, e precisamente 383 operazioni con coltivatori diretti e cooperative, per un investimento di un miliardo 184 milioni 900 mila lire e 23 con altre aziende, per un investimento di 86 milioni 200 mila lire. Il predetto istituto ha ovviamente effettuato il maggior numero di operazioni confidando di poter usufruire di assegnazioni suppletive di fondi non utilizzati da altri istituti, il che, allo stato attuale delle cose sembra improbabile, e così da solo ha eseguito complessivamente 5862 operazioni, per un capitale di investimento di 12 miliardi 325 milioni 470 mila lire. Dei restanti 100 milioni assegnati alla Federazione italiana dei Consorzi agrari, pur non avendo dati a disposizione circa le operazioni eseguite, riteniamo di poter affermare che anche questa somma è stata totalmente utilizzata.
Ciò premesso, anche se in via molto induttiva, considerando i più dettagliati dati dell'Istituto federale di Credito Agrario, in rapporto alle assegnazioni e risultanze dei due rimanenti enti assegnatari dei fondi, si può ragionevolmente presumere che le operazioni totali siano state 8.000 circa, per un investimento globale di 16-17 miliardi di lire somma evidentemente ragguardevole e chiaramente indicativa di quanto sia manifesta l'esigenza di credito nel settore specifico.
Entrando in un commento più approfondito e in un esame critico, è d'uopo riconoscere il rispetto delle finalità che hanno informato la legge e della relativa circolare applicativa del Presidente della Giunta Regionale n. 1022 in premessa citata. Nel contempo, penso si possa anche affermare che sono state bene interpretate, da parte degli istituti, cui è stata affidata la gestione dei finanziamenti. Infatti, la prevista ripartizione di essi, fissata a pag. 4, penultimo comma della circolare, in almeno l'85% in favore dei coltivatori diretti delle cooperative, è stata ampiamente osservata.
Ritornando per un momento alla somma assegnata alla Federazione dei Consorzi agrari, riteniamo inoltre di dover precisare che proprio per quanto attiene i consorzi agrari si deve anche segnalare che, dovendo perfezionare le operazioni finanziarie ad avvenuta consegna della merce hanno dovuto subire nel '73 notevoli anomalie di mercato, conseguenti alle ben conosciute vicende; anomalie che hanno privato o citati organismi consortili della continuità dei rifornimenti, e, con essa, della necessaria disponibilità della merce da consegnare. E' ovvio che senza le lamentate disfunzioni avrebbero anch'essi potuto utilizzare una somma ben superiore agli indicati 100 milioni avuti in assegnazione.
Quanto al problema della ripartizione a sua volta suggerita con la più volte citata circolare, dobbiamo, d'altronde, osservare che essa ha rispecchiato e rispecchia anche le percentuali del valore della produzione lorda vendibile dell'agricoltura piemontese afferente all'annata agraria 1970-'71, annata della quale possediamo i dati non solo più certi ma anche più attendibili, essendo stata un'annata, dalla produzione pressoch normale, produzione ripartita nelle varie forme di conduzione. Infatti, dei complessivi 446.674 milioni di lire, 405.055 sono stati contribuiti alla conduzione diretta del coltivatore, 26.950 alla conduzione con salariati 13.557 alla colonia parziaria ed appoderata e 1.132 ad altre forme di conduzione, il che significa che la conduzione a coltivatore diretto ha contribuito per il 90% circa alla determinazione della produzione agricola.
Se noi prendiamo l'85-86% di ripartizione seguita e rispettata dall'Istituto federale di Credito agrario e il 92-93% dei fondi assegnati all'Istituto San Paolo, noi rileviamo che ci portiamo proprio a quel 90 che è determinata dal modo in cui la conduzione diretto-coltivatrice ha provveduto alla formazione del valore lordo vendibile della produzione agricola di cui vi ho fornito testé i dati. Vi è piuttosto da osservare che gli istituti, con le somme messe loro a disposizione, non sono stati in grado di soddisfare tutte le richieste loro pervenute. E questo dicasi anche nei confronti del Feder-agrario, nonostante il supero da questo effettuato. Pertanto, venendo ad un esame dei singoli articoli che compongono il disegno di legge oggi proposto per l'approvazione, all'art. 2 la Commissione ha unanimemente rilevato l'opportunità di accogliere un eventuale emendamento aggiuntivo dopo il secondo comma, tendente a meglio esplicitare che le agevolazioni di cui trattasi sono altresì concesse ad enti, associazioni ed organismi consortili per acquisti collettivi di materie prime e fatti in nome e per conto dei propri associati, sempre che non previsti, detti acquisti, da altri provvedimenti legislativi in essere e ciò in rispondenza ai disposti dei punti A e B di cui a pag. 2 della più volte citata Circolare n. 1022 del 7 maggio '73 del Presidente della Giunta regionale. L'eventuale emendamento in tal senso, per la sua delicatezza deve ovviamente contenere gli indicati riferimenti alla richiamata circolare, e soprattutto ai numeri 2, 3, 4 dell'art. 2 della legge 5/7/1928 n. 1760, legge fondamentale sul credito agrario, e all'art. 11 della 910 '66, e ciò per evitare confusioni e conflittualità interpretative fra credito di conduzione e credito di esercizio e scongiurare così il pericolo di un rinvio da parte del Governo della legge che ci prefiggiamo di approvare.
Per quanto attiene, invece, all'art. 3, la Commissione ha pure unanimemente ritenuto opportuno di suggerire l'aumento della spesa indicata nel primo comma, da L. 600.000.000 a un miliardo, per far fronte alle maggiori necessità del settore agricolo, precedentemente evidenziate, e anche perché non deve sfuggirci il fatto che i 600 milioni di cui alla precedente legge per l'anno 1973 si sono resi disponibili ad annata agraria inoltrata, se non vado errato ai primi di giugno. Ma è, altresì, opportuno tener presente che il richiesto aumento dello stanziamento, se già giustificato di per sé dall'essersi dimostrato insufficiente quando la sua operatività è stata iniziata ad annata agraria già introdotta, lo e ulteriormente da ciò che è avvenuto proprio nel corso del 1973 in fatto di aumento dei prezzi degli acquisti vari delle materie utili all'agricoltura e dei mezzi tecnici, i quali indubbiamente hanno segnato recrudescenze di aumento oscillanti dal 30 al 40%.
Richiamando la relazione allegata al provvedimento da esaminare dobbiamo, per chiarezza ed onestà, segnalare che su alcune altre questioni invece, sono emerse valutazioni e giudizi discordanti.
Concludiamo con l'osservare, pur nella riconosciuta positività e validità della legge proposta, che non si affrontano ancora in modo organico e selettivo, - come già rilevato in passato - e non poteva certamente essere con una legge operante in un campo così ristretto di fronte alla vastità enorme dei problemi che presenta oggi l'agricoltura la difficile situazione attuale dell'agricoltura, che la Commissione si augura venga affrontata sollecitamente, anche in rapporto alle conseguenze che, in questa seria contingenza agricola, sono venuti a riversarsi, in definitiva, su tutto l'apparato economico del Paese.



PRESIDENTE

Ringraziamo il relatore Consigliere Menozzi del suo intervento.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Ferraris. Ne ha facoltà.



FERRARIS Bruno

Signor Presidente, colleghi, credo non sia il caso di insistere molto sull'importanza del credito di conduzione, parte non secondaria del più ampio credito di esercizio, quale strumento a sostegno dell'attività agricola, tendente a fornire agli operatori singoli ed associati i capitali occorrenti per la provvista di mezzi tecnici e materiali utili nel ciclo produttivo, e per dare alle aziende associate, cooperative e consorzi, che gestiscono impianti di lavorazione e trasformazione dei prodotti conferiti dai soci i mezzi occorrenti alla propria attività di gestione. Il relatore ci ha fornito un sommario confronto con la legislazione in materia di altre Regioni, su cui intendo dire qualcosa anch'io, ed ha pure fornito dati interessanti sulla gestione, per così dire, della precedente legge, la n. 7 del 26 aprile '73. Si tratta, però, di dati che egli è stato costretto a raccogliere frettolosamente, personalmente, proprio in questi giorni attingendoli, se non sbaglio, direttamente ai vari istituti ed enti di credito ai quali abbiamo appunto affidato a suo tempo l'intera gestione di quei 600 milioni che peraltro, come ha detto il relatore, e come del resto in Commissione VI tutti sapevamo, e forse sapevano anche molti altri colleghi, si sono ben presto dimostrati insufficienti, essendosi esauriti almeno in qualche istituto, nel giro di pochi mesi. Sarebbe stato assai meglio se avessimo avuto - come del resto si era auspicato in Commissione un rendiconto complessivo organico sul tipo di gestione che c'è stata.
I dati che ci sono stati forniti sono indubbiamente esatti. Non so veramente, con quale metro sia stato possibile stabilire quel 95 e 90 a coltivatori diretti, dal momento che noi, consapevolmente - non ne facciamo colpa ad alcuno, intendiamoci -, quando avevamo discusso, in quel momento avevamo rinviato ad una seconda legge le innovazioni che in quel momento in Commissione eravamo tutti d'accordo di apportare (per la verità, non eravamo proprio tutti d'accordo), perché ricordo che i compagni colleghi socialisti, pur avendo per una parte concordato, poi però in aula si differenziarono nell'atteggiamento e nel voto, sostenendo la giusta esigenza di cominciare fin da queste leggi ad innovare qualcosa. E' vero anch'io ho potuto averne conoscenza - che c'è stata la circolare dell'allora Presidente della Giunta , dott. Calleri, con la quale egli aveva dato alcune indicazioni, aveva precisato e realizzato così, diciamo una riserva dei fondi, destinando, mi pare, l'85% alle aziende coltivate direttamente. Però, nel meccanismo della legge, all'infuori del parere previsto per le cooperative, non è stata considerata, mi pare, alcuna possibilità di intervento: per cui credo di poter dire che le critiche, le riserve che da più parti, direi da tutte le parti, sono sempre state espresse sulle norme statali in materia di credito agrario di conduzione la cui gestione e appunto sempre stata lasciata alla esclusiva responsabilità degli Istituti di credito, senza alcuna concreta possibilità di accertamento se non in forma episodica e sporadica da parte del Ministero, sono rimaste valide per la nostra legge in quanto al massimo ci sarà stata questa rendicontazione, invece che al Ministero, al Presidente della Giunta o all'Assessore competente. E sarebbe stato bene, appunto, che questa rendicontazione avessimo potuto conoscerla, che avessimo potuto avere notizia non soltanto delle pratiche accolte ma almeno anche del numero delle pratiche non accolte e del motivo del mancato accoglimento o del mancato finanziamento, in particolare per quanto riguarda la cooperazione, in quanto a me risulta che consorzi, associazioni di produttori non hanno potuto fruire del finanziamento.
E' per questo motivo che molte Regioni, gran parte anche di quelle indicate dal relatore, nel provvedere a normative in questo campo, hanno cercato di non limitarsi a ricalcare, come abbiamo fatto noi, le vecchie norme, ma di andare oltre, in alcuni punti di innovare. Così, la Regione Lombardia ha previsto un nulla osta complessivo su tutte le pratiche da parte della Giunta, la quale concede, oltre tutto, la garanzia sussidiaria fidejussoria proprio per le cooperative; la Regione campana, come quella marchigiana ed altre, ha sancito il diritto di priorità a favore dei coltivatori diretti, coloni e mezzadri per la cooperazione; altre Regioni come l'Emilia, le Marche, la Calabria, il Molise, l'Umbria, la Campania hanno previsto meccanismi per il riparto dei fondi fra i vari istituti alcune, fra cui Emilia e Marche, hanno previsto di sentire la Commissione competente, e cioè, penso, la Commissione Agricoltura -, sia per la determinazione delle direttive, delle istruzioni che poi tengono luogo di regolamento, sia come intervento nello stesso riparto dei fondi (tutti abbiamo avuto lagnanze sul riparto dei fondi fra istituti autorizzati ad esercitare il credito agrario).
Ora, quando si discusse appunto la legge contraddistinta con il numero 7, del 26 aprile '73, noi, a differenza dei compagni del PSI, rinunciammo temporaneamente, come ho già detto, ad impegnare una battaglia per apportare grosse, o modeste, innovazioni per far avanzare alcune esigenze quali la riserva dei finanziamenti agevolati a favore dei coltivatori diretti, mezzadri, coloni singoli o associati, o quanto meno una diversificazione dei tassi di interesse fra imprenditori agricoli e coltivatori diretti. In proposito ricordo che l'allora Assessore Franzi si era detto in Commissione disponibile, in sede di esame di una seconda e più organica proposta di legge sul credito, ad esaminare favorevolmente una differenziazione del concorso della Regione sugli interessi fra imprenditori agrari, coltivatori, mezzadri, cooperative eccetera; ricordo che si era persino parlato di cifre, in quel momento. Sennonch l'occasione di una più organica proposta di legge per il finanziamento dell'agricoltura, in questo Consiglio, non ci si è ancora presentata, fatta eccezione per quella legge di integrazione del Fondo di solidarietà, sulla quale, come i colleghi ricorderanno, noi ci siamo impegnati e battuti proprio in questa direzione.
Un'altra esigenza che avevamo sollecitato allora, e che ci eravamo proposti di riprendere, era appunto quella delle garanzie. Sappiamo tutti certo, che esiste il fondo interbancario; sappiamo tutti, però, che è una macchina ammucchiasoldi, perché in pratica non è mai scattata e non scatta e sappiamo quale problema ponga la questione delle garanzie reali soprattutto per quanto riguarda gli organismi associativi,per quanto riguarda le cooperative agricole. Il problema è generale, naturalmente, ma è particolarmente grosso, importante, incisivo per gli organismi associativi.
Nel corso dell'applicazione della legge n. 7 del 26 aprile ci siamo inoltre accorti che, avendo fatto unicamente riferimento in essa all'art.
11 della 910, secondo Piano verde, abbiamo in pratica escluso dal prestito di esercizio degli acquisti collettivi, le cooperative di servizio, cioè le cooperative dei consorzi che praticano appunto l'acquisto collettivo quello che nella legge del 1928 viene definito "Acquisto di cose utili alle aziende dei soci" da parte appunto di associazioni agrarie, di forme consortili e via di seguito. Lo stesso discorso vale per quanto riguarda i prestiti ad associazioni ed enti per anticipazioni ai soci in caso di utilizzazione, trasformazione e vendita collettiva dei loro prodotti, che invece sono appunto previsti dalla legge fondamentale sull' ordinamento del credito agrario, art. 2 punto 4 lettere A e B.
La cosa, però, non era sfuggita alla Giunta, che nella sua lettera circolare che ho già citato ha provveduto subito a precisare tassativamente tale esclusione, come era forse suo diritto fare. Mi spiace che non sia presente il mio compagno Besate, che tante volte mi ha sollecitato ad intervenire presso l'Assessorato, su pressione da parte del Consorzio Risicoltori di Vercelli e di Novara, i quali non hanno potuto fruire delle agevolazioni della Regione (il credito l'hanno ottenuto, sì, ma pagando il 9,5% e più); questi interventi non hanno potuto produrre altro risultato che una risposta che richiamava alla legge ed alla circolare del Presidente. Calleri che precisava la esclusione da ogni possibile agevolazione.
Nella relazione, il Presidente ha molto correttamente dato atto della discussione che abbiamo avuto in Commissione. Ci siamo trovati d'accordo per quanto concerne l'aumento dello stanziamento, il che mi pare ovvio in rapporto all'andamento dei costi e al fatto che la stessa somma già lo scorso anno, quando i costi erano sensibilmente più bassi, non fu sufficiente a coprire le esigenze, Però, ancora una volta, prima in Commissione ed ora qui, il relatore, presidente della Commissione VI, pur riconoscendo l'esigenza di affrontare in modo diverso questi problemi, con scelte a carattere selettivo, ha parlato di queste innovazioni come al di là da venire. Mancano armai poco più di quattordici- quindici mesi alla scadenza del nostro mandato, e noi avevamo pensato che l'occasione di questa legge, che ha carattere, di continuità - non è la leggina per un anno; i prestiti partono dal '74, e saranno sufficienti leggine per il finanziamento, come del resto hanno fatto le altre Regioni (il Molise, ad esempio, dopo aver varato la sua legge, ha già fatto un'altra leggina per stanziare altri fondi) -, fosse da cogliere per affrontare decisamente in modo concreto alcuni problemi di carattere innovativo, i problemi della selezione, per imprimere un carattere nuovo. Anche se, riconosco, non siamo di fronte ad una legge fondamentale, però siamo di fronte all'unica legge con la quale questo Consiglio, non certo per colpa nostra, abbia cercato di operare in favore dell'agricoltura.
Noi non possiamo accettare ancora una volta che si rinvii. Riteniamo che occorra affrontare ora questi problemi: anche perché si tratta di far fronte a certi impegni che ci assumiamo, che determinate forze si assumono.
Proprio nel corso del dibattito sul programma della Giunta, abbiamo avuto qui una clamorosa, esasperata, forse anche esagerata protesta dei giovani della Coldiretti, che per quasi due ore ha bloccato i lavori del nostro Consiglio. Che cosa volevano quei giovani attraverso la richiesta dell'albo? Chiedevano che le agevolazioni decise dalla Regione per l'agricoltura fossero riservate a coloro che si dedicano direttamente, in via principale o esclusiva, alla coltivazione della terra. Le forze fondamentali di questo Consiglio si sono espresse favorevolmente; il Gruppo della Coldiretti ha ritirato una proposta inadeguata e ne ha presentato un'altra proprio questa mattina (mi riservo di esprimere a suo tempo il pensiero mio e del mio Gruppo in merito), ma noi abbiamo colto quella esigenza fondamentale.
Noi chiediamo, quindi, che si incominci a dare concreta dimostrazione di buona volontà. In Commissione abbiamo chiesto la differenziazione dei tassi. La risposta è stata negativa, anche se un anno fa ci era stato risposto di sì. Riteniamo che in rapporto a questo problema, così come su quello della istituzione della garanzia fidejussoria per quanto riguarda le cooperative, gli organismi consortili, sia giunto il momento di fissare in questa nuova legge alcune norme, per quanto concerne il riparto dei fondi da parte della Giunta, e quindi con delibera, della Giunta, tra i diversi istituti ed enti di credito. Essa potrà così effettivamente assumere quel rilievo che il proponente ha voluto darle, di legge a carattere permanente (per quel che possono essere permanenti le leggi, dal momento che si pu con una legge abrogare un'altra legge precedente).
Noi ci rendiamo conto che, forse anche per la precipitazione con cui si è accettato, anche da parte nostra, di portare in discussione questa proposta di legge, le altre forze, fra l'altro scarse, presenti in Commissione non hanno forse avuto il tempo necessario per valutare adeguatamente le nostre richieste. Riteniamo che in ogni caso la discussione che si apre in questo momento in aula possa consentire un confronto di idee e possa permettere di ricercare non tanto il compromesso ma una soluzione adeguata, una soluzione che soddisfi alle reali esigenze di cui ci sentiamo portatori. Pertanto, su questo provvedimento, senza forzare i termini, senza forzare le cose, il nostro atteggiamento sarà conseguente all'esito della discussione degli emendamenti che abbiamo presentato, e che ci riserviamo di illustrare nel corso della discussione.



MENOZZI Stanislao, relatore

Signor Presidente, vorrei ovviare ad una involontaria omissione. In riferimento all'art. 2 comma 3 avevo fatto una annotazione a parte che ho dimenticato di leggere. Vorrei rilevare, a titolo prettamente personale non essendo stata questa mia considerazione oggetto di discussione in Commissione, l'opportunità di emendamento modificativo tendente ad aumentare l'importo massimo del prestito da accordare da 5 a 7,5 milioni al fine di adeguarlo agli aumenti di prezzo cui ho fatto cenno registratisi proprio nel corso del '73 e a tutti ben noti.
Debbo anche sottolineare che da notizie, sia pure ufficiose, che mi sono pervenute, mi consta che un'altra regione, le Marche, che aveva fissato limiti inferiori al nostro, sta affrontando analogo provvedimento in questi giorni e penserebbe addirittura di portare l'importo a 10 milioni. Io reputo che sette milioni e mezzo, come proposto, siano sufficienti a coprire gli aumenti cui ho fatto richiamo.



PRESIDENTE

La pregherei di farmi pervenire l'emendamento. La discussione prosegue.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Gerini, ne ha facoltà.



GERINI Armando

Signor Presidente, signor relatore, colleghi. Anche se questa è una legge di rifinanziamento e non una legge organica che si aggancia alla precedente pubblicata il 30 aprile scorso, in questo particolare momento di rivincita della agricoltura essa ha una primaria importanza.
Ci stupisce che, licenziata dalla Giunta di centralità il 1° agosto con i tempi che corrono sia giunta in aula dopo sei mesi e, per di più, a quanto pare perché in aula in questi momenti non c'era altro di pronto da discutere, tanto è vero che in Commissione la legge ha avuto una trattazione convulsa, affrettata e urgente.
Detto questo, a me pare che in un momento così esasperato per l'economia nazionale, occorre che non solo il governo centrale, ma anche la Regione mobiliti più risorse verso l'agricoltura. Sono altresì conosciuti i limiti dei bilanci e si sa che la mano pubblica da sola non ce la fa occorre perciò mobilitare il risparmio privato, con l'investimento in beni terra oltre che in beni casa rilanciando nel contempo l'edilizia, (cosa che fa tanto piacere al mio collega Rossotto). Perché ciò avvenga è necessario cambiare la mentalità punitiva nei confronti della proprietà, mentalità che ha permeato leggi passate e che minaccia di fondersi attraverso leggi in corso e anche attraverso leggi regionali. Operando discriminazioni, come ho sentito accennare poco fa, a seconda delle categorie, si anticipa la sostanza di una legge che avremo modo a suo tempo di dibattere, quella dell'albo professionale degli imprenditori agricoli.



CARAZZONI Nino

Ai quali sarete contrari penso.



GERINI Armando

Ne parleremo a suo tempo, collega Carazzoni.
Il sistema legislativo della concessione degli interventi pubblici in agricoltura è attualmente e largamente caratterizzato dall'oggettività degli stessi e non dalla subiettività. Occorre ripercorrere quella strada e non cominciare a lasciarsi percorrere da tremiti elettorali.
La gente in campagna, signor Presidente, comincia a capire di più certe cose; atteggiamenti demagogici potrebbero giocare brutti scherzi, con sbocchi estremisti. Oggi nel mondo, e segnatamente in Italia, per lo squilibrio tra popolazione che aumenta e produzione di alimenti, è necessario produrre di più specialmente in agricoltura e non solo per equilibrare la bilancia dei pagamenti il cui passivo assomiglia ad un torrente in piena; questo deficit, è salito, a fine settembre 1973, del 60%, cioè a 1600 miliardi. Quando avremo i saldi di fine anno forse ci accorgeremo che il deficit sarà aumentato del 100%, stabilendo un record anche se in lire svalutate.
La crisi energetica acuisce ancora di più i problemi; l'aumento dei prezzi inerente alla produzione agricola è mediamente dell'80%, la crisi energetica minaccia di ridurre il volume di utenza delle macchine agricole il prezzo dei fertilizzanti, mangimi, carburante, macchine è stato rincarato con decisioni che incideranno gravemente sui costi. Il credito agevolato è scarso e spesso erogato con criteri di favore politico anzich di efficienza aziendale.
Tutto questo vuol dire che i seri problemi affacciati postulano altre soluzioni: maggior credito a chi produce in campagna e stimolare il risparmio verso la terra anziché allontanarlo, come si è fatto per esempio attraverso misure fiscali di imposizione indiretta (le imposte di successione diventate, preoccupanti e quelle dei trasferimenti intervivos dei quali il contribuente si potrà rendere conto tra breve, quando gli accertamenti in corso saranno formalizzati).
Ecco perché ho aderito in Commissione e concordo per l'aumento dello stanziamento che deve andare oltre il miliardo, tenuto anche conto che per la precedente legge nel giro di due mesi, dall'aprile al giugno 1973, si esaurirono i fondi.
Ho presentato stamani al banco della presidenza, se non erro per primo un emendamento sostitutivo all'alt. 2 perché il prestito contemplato di cinque milioni venga elevato a dieci milioni. Poco fa ho sentito il relatore che vorrebbe portarlo a sette milioni e mezzo; sarà questione di intenderci. Interessante e significativo è che il limite del prestito venga elevato rispetto alla precedente legge. Le motivazioni, appunto per l'aumento del prestito, credo di averle ampiamente dimostrate anche in questo mio intervento. Io non mi soffermo sul rendiconto della gestione di cui alla legge n. 7, però vorrei anch'io dire, che circa il riparto dei finanziamenti vorremmo che avvenisse anche con il concorso di altre banche comprese le casse rurali che hanno compiti di istituto, oltre quelle privilegiate con la legge n. 7. E di questo faccio viva raccomandazione alla Giunta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Carazzoni, ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, accostandoci all'esame di questo disegno di legge, noi dobbiamo ribadire e ribattere con maggiore forza, le considerazioni critiche negative che già avemmo ad esprimere allorquando venne discussa e varata la legge regionale 26 aprile 1973 n. 7.
E lo facciamo subito, incominciando con il dire che l'aver voluto mantenere per l'anno 1974 lo stanziamento già previsto per il 1973, si configura, ad avviso nostro, come un provvedimento inadeguato ed insufficiente. I 600 milioni di cui all'art. 3 di questa legge, se potevano rappresentare un intervento accettabile lo scorso anno, ci sembra che dovrebbero ora essere convenientemente rivalutati, tenuto conto, come d'altra parte abbiamo sentito dire dal relatore stesso, che nel frattempo è intervenuta la svalutazione della lira e sono soprattutto aumentati in modo considerevole i prezzi dei mangimi, dei concimi, dei fertilizzanti chimici.
Per tutte queste ragioni che ci sembrano essere valide e obiettivamente motivate, il gruppo del MSI Destra nazionale ha proposto e ripeterà in sede di discussione dell'articolato uno specifico emendamento all'art. 3 chiedendo che l'intervento regionale, per agevolare l'accesso al credito agrario di conduzione, sia elevato da 600 milioni a un miliardo.
Vogliamo dire a questo proposito che abbiamo trovato sul nostro banco un emendamento comunista che sostanzialmente è analogo al nostro. Crediamo non si possano fare maligne interpretazioni al riguardo essendo escluse possibilità di compromesso storico tra il nostro gruppo e quello comunista.
Ma, detto questo, e cioè lamentato l'insufficiente finanziamento previsto dalla legge, noi dobbiamo anche criticare la decisione di mantenere, così come nella precedente legge 26 aprile 1973 n. 7, il limite massimo del prestito per aziende singole in lire 5 milioni; e anche qua ci pare, da tutto quanto siamo andati sino adesso ascoltando, che i pareri qui espressi sostanzialmente accettino questo principio della revisione. Ha detto il relatore che sarebbe opportuno portare il limite del prestito a sette milioni e mezzo, ha ribadito il collega Gerini che il prestito andrebbe portato almeno a dieci milioni e noi vogliamo semplicemente ricordare che la legislazione statale in materia - e ci riferiamo alla legge 27 ottobre 1966 n. 910 - prevedeva un prestito di 15 milioni, il che consentiva di prendere in considerazione, come è giusto che sia e come così deve essere anche alla luce delle disposizioni comunitarie europee, - aziende agricole di sufficiente dimensione territoriale. Infatti - ci si perdoni l'inciso i parametri di applicazione della legge 910, disposti con circolari del Ministero dell'Agricoltura, avevano effettivamente una loro logica, una logica che adesso con questa legge regionale viene ad essere completamente sovvertita. Ne è prova il fatto che se noi rapportassimo al limite massimo del prestito previsto di cinque milioni, come si dice nella legge di cui stiamo discutendo, quei parametri, si verrebbero a considerare aziende di dimensioni del tutto insufficienti. Per fare qualche esempio pratico: 100.000 per ettaro per cereali corrispondono ad un'azienda di 50 ettari 120.000 per ettaro per foraggio ad un'azienda di 40 ettari; 150.000 per ettaro per barbabietola ad un'azienda di 33 ettari e così di seguito potremo continuare con le esemplificazioni. Laddove, al contrario, le dimensioni accettabili di una media azienda cerealicola non possono essere al di sotto dei 120/150/200 ettari. E per aziende di questo tipo, cioè di un tipo conforme alle esigenze di un'agricoltura moderna, un prestito di cinque milioni è veramente irrisorio.
Ecco perché a questo riguardo il nostro gruppo ha presentato un altro emendamento, proponendo che il limite massimo del prestito sia elevato a 15 milioni di lire, proprio con specifico riferimento a quanto già stabiliva la legislazione statale in materia. E non ci si venga a obiettare, a questo punto, che mantenendo inalterato il testo dell' art. 2 così come nella proposta di legge regionale, aumentano le disponibilità e quindi si ha la possibilità di favorire un maggior numero di coltivatori diretti. Noi diciamo che una simile obiezione sarebbe, in termini politici contraddittoria con tutte le iniziative sino qui assunte per l'accorporo (piani di accorporo, leggi di esproprio per l'accorporo ecc.) che proprio la DC va portando avanti. E allora che senso avrebbe da un lato favorire la formazione di aziende accorporate e, dall'altro, negare a queste aziende ad aziende di queste dimensioni, i finanziamenti necessari, preferendo invece disperdere lo stanziamento in tanti piccoli rivoli che possono sì e ce ne rendiamo perfettamente conto - rappresentare degli interventi di tipo clientelare, ma che, ad avviso nostro sempre, certamente non soddisfano alle esigenze di un' agricoltura moderna? Noi ci sentiamo di dover chiedere a questo punto che senso abbia il portare avanti una politica così ambigua; forse si vuole arrivare alla liquidazione della proprietà privata che passa attraverso il riconoscimento di benefici in esclusiva alle cooperative che potrebbero essere, chissà, i "Kolkhòs" di domani? E questa non è più soltanto una domanda, quanto soprattutto una constatazione. E io credo, Consigliere Sanlorenzo, lei che sta in questo momento manifestando segni di scetticismo, che sì, certo, non sarebbero i "Kolkhòs " da lei graditi, ma comincerebbero ad essere qualcosa che potrebbe essere sicuramente ben accettato dalla sua parte politica! Anche perché con questa politica di favoritismi nei confronti delle cooperative - e qui veniamo ad introdurre un altro argomento - ci sembra di dover criticare la formulazione del quarto capoverso dell'art. 2 relativo appunto alle agevolazioni previste dalla legge per le cooperative. E' una formulazione che francamente ci sembra essere vaga e sospetta: anzich parlare di reali esigenze finanziarie delle medesime, accertati dagli Ispettorati dell'Agricoltura della Regione, - e noi ci permettiamo di dire a questo punto, quindi demandate a valutazioni che potrebbero essere anche compiacenti e di comodo, - noi avremmo preferito che si indicasse con più chiarezza il limite massimo delle agevolazioni consentite, fissandolo per esempio in 60 milioni di lire, così come già stabiliva la legge statale n.
910.
Infine un'ultima osservazione. La legge non dice nulla in ordine alla scelta degli istituti e degli enti esercenti il credito agrario. Anche qui c'è una lacuna che preferiremmo vedere colmata, anche per vedere stornato il sospetto che si finisca poi con il privilegiare qualche istituto o qualche ente rispetto ad altri istituti o ad altri enti. E corrisponde appunto a questo fine l'emendamento che il nostro gruppo ha proposto all'art. 1. Per concludere, noi subordiniamo il nostro voto finale sulla legge in discussione, all'accoglimento delle modifiche migliorative che abbiamo presentato; ove queste modifiche non fossero accolte, il nostro gruppo si asterrà, intendendo con questa astensione condividere sì, da un lato, l'esigenza di interventi per agevolare l'accesso al credito agrario di conduzione, ma mantenendo nel contempo le proprie motivate riserve sul merito dell'intervento che viene proposto con questa legge.



PRESIDENTE

Non ho più iscritti a parlare. Nessuno desidera intervenire? Darei allora la parola all'Assessore Chiabrando per la replica.



CHIABRANDO Mauro, Assessore all'agricoltura

Molto brevemente intanto per ringraziare il relatore che con una relazione completa e documentata ha voluto illustrare il provvedimento che andiamo a varare oggi, e gli interventi nel dibattito. Per quanto riguarda gli emendamenti che sono stati presentati e successivamente illustrati dai vari Consiglieri, io mi limiterei alla posizione che la Giunta intende assumere nei loro confronti. Intanto credo sia possibile accettare un aumento dell'importo massimo concedibile ad ogni azienda, tenuto conto della svalutazione della lira e che quindi i cinque milioni che l'anno scorso avevamo previsto potrebbero non essere più sufficienti. Questo aumento però non ritengo possibile portarlo ai 10 o 15 milioni che qualcuno ha richiesto, ma potrà arrivare sui sette milioni.
Per il fondo totale, previsto come l'anno scorso in 600 milioni, è stato richiesto un aumento ed io credo che la Giunta possa aderire ma non portandolo al miliardo, bensì ad una cifra intermedia che potremmo concordare sugli 800 milioni, tenuto conto anche di problemi tecnici che il collega alla programmazione e bilancio potrà eventualmente illustrare.
C'è anche un emendamento che vuole precisare, al primo comma dell'art.
3 dove si dice di autorizzare per il '74 una spesa di tanti milioni, "per l'anno '74 e successivi" così come la legge intende.
Il collega Ferraris vorrebbe estendere il finanziamento ad altre figure di destinatari oltre ai tre che abbiamo previsto (imprenditore singolo coltivatore diretto, l'associato e la cooperativa). Noi non crediamo sia necessaria un'ulteriore estensione perché siamo convinti che ci siano tutti i destinatari che riteniamo meritino questi finanziamenti, ivi comprese le cooperative o associazioni di produttori che desiderano acquistare collettivamente dei prodotti per le loro aziende. Noi desideriamo anzi che i prodotti acquistati siano veramente limitati alle necessità delle aziende, ecco perché non riteniamo giusto estendere ad altre associazioni che hanno forse più carattere commerciale che non di attività agricola i finanziamenti.
Noi riteniamo importante, anzi, addirittura fuori luogo, la fideiussione. Qui le garanzie sono fornite, come tutti sanno, con le solite cambiali agrarie in forma legale, senza necessità di garanzie reali che riguardano invece i mutui ed i finanziamenti a lungo termine con le ipoteche nel qual caso - e ne riparleremo - potrà porsi la necessità di una fideiussione a carico della Regione.
La ripartizione delle somme - questo è un argomento toccato dal collega Carazzoni - tra gli istituti di credito, praticata l'anno scorso, è stata abbastanza azzeccata nel senso che il consuntivo viene a corrispondere alle somme che erano state preventivamente assegnate, quindi non credo vi sia necessità di modificare questo criterio.
C'é poi il problema delle figure dell'imprenditore, del destinatario dell'azienda. Il nostro disegno di legge parla di azienda, qualche Consigliere di coltivatore diretto o di imprenditore. Noi siamo disponibili per fare questa verifica, io personalmente preferirei l'imprenditore e non l'azienda agricola, come tra l'altro già la legge l'anno scorso prevedeva? Come loro avranno potuto capire da queste mie valutazioni, sorge adesso il problema di conciliare i vari emendamenti che sono stati presentati, sia che possano essere accolti dalla Giunta (come in alcuni casi credo possibile) sia che non lo possano. Pertanto ritengo necessaria una sospensione dei lavori.



PRESIDENTE

La parola al relatore Consigliere Menozzi.



MENOZZI Stanislao, relatore

Il collega Ferraris ha esordito chiedendo di conoscere la rendicontazione delle operazioni di credito.
Debbo ricordare che in quest'aula, richiamandomi ad una circolare esplicativa del Ministero dell'Agricoltura in tema di piano verde, era stata da me avanzata la stessa richiesta per cui, rivolgendomi alla Presidenza della Giunta ed all'Assessore competente chiedo se è possibile (penso lo sia) provvedere periodicamente alla predisposizione di appositi elenchi nominativi sulle operazioni di credito concesse.
Circa i diritti di priorità alle cooperative, pur con tutto l'amore sviscerato che io ho sempre portato per la cooperazione e riconoscendole un ruolo importante e, se vogliamo, insostituibile, reputo che l'avere detto "coltivatori diretti" con l'aggiunta "singoli ed associati", implicitamente comprenda le cooperative, e non capisco perché si dovrebbe dare la preferenza a queste nei confronti degli stessi coltivatori diretti. D'altra parte noi operiamo in una regione dove la cooperazione, astrazione fatta per quella esistente nel novero delle cantine sociali, è in una fase assai carente per non dire inesistente.
Circa la diversificazione dei tassi di interesse è indubbio che in linea di principio il collega Ferraris mi trova consenziente e il giorno in cui dovremo varare una legge autenticamente ispirata da questo Consiglio e non costretta, come l'attuale, a richiamarsi a leggi preesistenti, non sar sicuramente secondo a nessuno nel riconoscere l'invocata differenziazione dei tassi. Oggi l'art. 11 a cui ci si richiama non parla di differenziazioni; però credo che nel momento attuale l'importante sia evitare scogli, conflitti e il pericolo che abbiamo già conosciuto di vederci rinviata una legge; in questo deprecabile caso non ci sarà più differenziazione di tassi ma ci troveremo con niente in mano. Non possiamo non riconoscere che soltanto quindici giorni fa, nella legge per il credito agevolato alle imprese artigiane, che abbiamo approvato, all'art. 8 è espressamente detto che la Regione assume la garanzia per le operazioni che dette imprese andranno ad effettuare, ma si trattava di una legge innovativa, svincolata da ogni e qualsiasi precedente legislazione nazionale, mentre qui, richiamando ancora una volta l'art. 11 della 910, ci troviamo di fronte all'art. 36 sulle garanzie sussidiarie.
Si lamenta anche che siano esclusi dai prestiti gli acquisti collettivi. Io direi che il disegno di legge in esame vi fa espresso riferimento. Per la verità la Commissione unanime era dell'avviso di accogliere (e l'ho rilevato nella mia relazione) con un emendamento aggiuntivo subito dopo il secondo comma, al fine non tanto di snaturare il disposto del secondo comma, quanto di esplicitare meglio, la richiesta di includere gli acquisti collettivi fatti in nome e per conto dei soci. Per per quali acquisti? Per quelli indicati dalla circolare 1022 pag. 2 lettera a) e b), e con particolare riguardo ai numeri 2, 3 e 4 dell'art. 2 della legge fondamentale del 1928, al fine di evitare confusioni tra prestiti di conduzione e prestiti di esercizio, confusioni che ci porterebbero facilmente nel campo delle conflittualità, col pericolo anche in questo caso di vederci rinviata la legge.
L'amico Gerini ha voluto fare un riferimento all'albo, ma poi si è premurato di precisare all'amico Carazzoni che non è di attualità, per cui non reputo necessaria una risposta. Non mancherà la discussione al momento opportuno. Quando però affermi che il credito è erogato con scelte e criteri politici, caro simpatico amico Gerini, ti devo dire di no, perch l'obiettività del disegno di legge è fuori discussione e i dati che ho fornito sul valore della produzione lorda vendibile, in rapporto alle forme di conduzione, non lasciano spazio ad equivoco alcuno.
Il Consigliere Carazzoni vorrebbe che alle cooperative, di cui al quarto comma dell'art. 2, venissero fissati come per le aziende singole dei limiti sui prestiti massimi. Noi sappiamo che la situazione delle cooperative e assai mobile, il fissare dei parametri vorrebbe dire consentire erogazioni superiori o inferiori alle reali necessità e l'aver fatto esplicito riferimento nel provvedimento, alle reali esigenze che di volta in volta saranno esaminate, a me pare non sia tanto favorire i "Kolkòos " (tanto simpatici all'amico Vicepresidente Sanlorenzo e a tutti i suoi compagni) quanto agire con obiettività e guardare alla cooperazione come molti guardano (compreso il sottoscritto e penso anche i miei colleghi di partito) non tanto come strumento di lotta di classe, quanto come vincolo di solidarietà tendente a fare degli imprenditori agricoli un qualcosa di più consistente e che testimoni una maggiore presenza di quanto non possano testimoniare oggigiorno nell'economia del nostro Paese.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
Prima di passare alle dichiarazioni di voto e alla votazione dei numerosi emendamenti che sono stati presentati e degli articoli, vorrei riunire i capigruppo, la Giunta e il relatore, onde vedere dato che molti emendamenti dicono press'a poco la stessa cosa, se è possibile trovare un accordo per ridurli.
La parola al Consigliere Marchesotti.



MARCHESOTTI Domenico

Naturalmente ho la massima considerazione per i Capigruppo e per tutti coloro che il Presidente vuole convocare, però credo che la questione debba andare alla VI Commissione.



PRESIDENTE

Lei ha ragione, il problema non è che...



MARCHESOTTI Domenico

Scusi signor Presidente, se ho ragione propongo che la discussione continui davanti ai commissari della VI che hanno discusso la questione fino adesso. Se poi vi sono dei problemi politici per cui la Commissione non è competente o trova un accordo, i Capigruppo, il Presidente del Consiglio e il Presidente della Giunta (di fronte ai quali ci inchiniamo) si riuniranno.



MENOZZI Stanislao, relatore

In merito alla richiesta del collega Marchesotti, malgrado io mi senta molto legato alla Commissione, che ho l'onere e anche l'onore di presiedere, non mi sentirei di accettarla perché significherebbe provocare dei rinvii nel varo di un provvedimento che, essendo il primo e il più modesto di una lunga serie, di fronte alle pressanti esigenze che tutti conosciamo penso si debba fare tutto il possibile affinché passi al più presto.



RIVALTA Luigi

Questa visione della Commissione che fa perdere tempo mi pare un po' strana.



PRESIDENTE

Io non avrei difficoltà, se consente il Presidente della Commissione Menozzi, a vedere di chiarire gli emendamenti che sono stati presentati.
La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, io faccio parte della VI Commissione e per me andrebbe benissimo, dal punto di vista personale, discutere di questi problemi, ma mi sembra che la Commissione abbia esaurito il suo lavoro. Se si trattasse di elaborare un nuovo e complesso testo e quindi rinviare alla Commissione perché riesamini e riferisca nuovamente alla prossima seduta sarebbe corretto, ma poiché il disegno è ormai venuto in aula, ritengo che le forme di rappresentanza di cui il Consiglio dispone, possano dirimere le controversie o far collimare dei punti di vista in preparazione del voto.
Potrebbe lavorare anche la Commissione, ma in questo momento e in questa sede sarebbe un rinvio a mio avviso non giustificato e quindi sarei d'accordo sulla sua prima proposta di sospendere per consentire alle forze presenti in Consiglio di consultarsi e di facilitare l'approvazione della legge.



PRESIDENTE

Sospendo la seduta per dieci minuti e convoco i Capigruppo per risolvere il problema.



(La seduta sospesa alle ore 17 riprende alle ore 17.40)



PRESIDENTE

La seduta è riaperta.
Ricordo al Consiglio che la discussione generale è chiusa e pertanto se qualche Consigliere intende parlare per dichiarazione di voto o intervenire sugli emendamenti lo può fare. Passerei ora ai singoli articoli. Legge regionale n. 105 "Intervento regionale per agevolare l'accesso al credito agrario di conduzione".
Art. 1. - Per favorire l'accesso al credito agrario di conduzione la Regione Piemonte concede a partire dall'anno finanziario 1974, contributi in conto interessi per i prestiti di conduzione, previsti dall'art. 11 della legge 28 ottobre 1966, n. 910 aventi una durata massima di un anno erogati da Istituti ed Enti esercenti il credito agrario.
All'art. 1 vi sono degli emendamenti aggiuntivi e sostitutivi e quindi di pari grado, per cui darei la precedenza in ordine di presentazione. I Consiglieri Ferraris e Marchesotti hanno presentato l'emendamento aggiuntivo che così suona: "Dopo la parola "conduzione" alla quarta riga, sopprimere tutto e fare seguire: per gli scopi di cui all'art. 2 n. 1 e 4 lettere a) b) della legge 5.7.1928 n. 1760 secondo le modalità di cui all'art. 11 della legge 27.10.1966 n. 910. I prestiti di cui al comma precedente hanno una durata massima di un anno e sono erogati da enti ed istituti esercenti il credito agrario nell'ambito del territorio regionale. Apposite convenzioni da stipularsi tra gli istituti ed enti di cui al comma precedente e la Giunta Regionale, regoleranno i relativi rapporti da valere fino al termine di efficacia della presente legge".
I presentatori intendono illustrarlo? La parola al Consigliere Ferraris.



FERRARIS Bruno

Questo emendamento raccoglie i punti che avevo esposto nella discussione generale e cioè di estendere ulteriormente l'operatività della legge, conformemente a quanto previsto dalla legge fondamentale del credito agrario.
Gli altri due commi ristrutturano l'articolo, non è che dicano nulla di nuovo. E' vero che l'Assessore ha cercato di dare alcune garanzie in relazione a cooperative che sono state escluse dai benefici nel corso della gestione della precedente legge, però quelle dichiarazioni le avevamo già avute in passato e non ci hanno rassicurato, per cui manteniamo l'emendamento.



PRESIDENTE

La Giunta dichiara di non accogliere l'emendamento.
Chi intende approvare l'emendamento Ferraris-Marchesotti è pregato di alzare la mano. L'emendamento è respinto.
Sempre al primo articolo i Consiglieri Carazzoni e Curci propongono che in calce vi sia un emendamento aggiuntivo: "Tutti gli istituti abilitati all'esercizio del credito agrario potranno presentare le domande di credito ricevute dagli agricoltori. I prestiti saranno concessi, accertata l'esistenza dei requisiti prescritti dal susseguente art. 2 e sino alla concorrenza della somma complessiva stanziata, in base alla data di presentazione delle singole richieste".
I presentatori intendono illustrarlo? La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Già in sede di Commissione e anche da parte dell'Assessore è stato riconosciuto che in linea di principio non è contestabile il buon diritto di tutti gli istituti di credito a concorrere alla ripartizione del credito stesso. Sono state sollevate delle obiezioni invece nel merito del nostro emendamento facendo presente che si andrebbero ad incontrare alcune pratiche difficoltà che per il vero noi non riteniamo siano tali da potere indurci a ritirare l'emendamento stesso.
Noi riteniamo che male abbia fatto sino ad oggi la Regione Piemonte a non prevedere con un'apposita convenzione, la definizione di una stipulazione con gli istituti abilitati il credito agrario e l'emendamento nostro in questa carenza mira appunto, come abbiamo detto in sede di intervento nel dibattito generale, a stornare il sospetto che possano venire privilegiati, a danno di altri, determinati istituti o determinati enti.



PRESIDENTE

La Giunta?



CHIABRANDO Mauro, Assessore all'agricoltura

La Giunta dichiara di non accogliere l'emendamento.



PRESIDENTE

Chi intende approvare l' emendamento presentato dai Consiglieri Curci e Carazzoni è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto.
Non avendo altri emendamenti passo alla votazione dell'art. 1 per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 35 hanno risposto SI 23 Consiglieri si sono astenuti 12 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2. - Le agevolazioni di cui all'articolo 1 vengono concesse alle aziende agricole singole ed associate ed a cooperative agricole del Piemonte.
E' accordata preferenza alle aziende agricole condotte da coltivatori diretti ed alle cooperative che gestiscono impianti di produzione conservazione, trasformazione e vendita di prodotti agricoli e zootecnici.
Alle aziende singole le agevolazioni di cui all'articolo 1 vengono concesse con riferimento ad un importo massimo di prestito di lire 5 milioni.
Alle cooperative le agevolazioni vengono concesse con riferimento all'ammontare delle reali esigenze finanziarie delle medesime accertate dagli Ispettorati dell'Agricoltura dell'Amministrazione Regionale.
Per le garanzie sussidiarie del fondo inter-bancario di garanzia si applicano le norme di cui all'articolo 36 della legge 2/6/1961, n. 454 ed all'articolo 56 della legge 27 ottobre 1966, n. 910.
A parte una correzione formale al primo comma "vengono concesse per la conduzione alle aziende agricole" è stato presentato un emendamento dai Consiglieri Ferraris e Marchesotti: "Sopprimere il primo comma e sostituirlo con il seguente testo " 'Le agevolazioni di cui all'art. 1 sono riservate a favore dei coltivatori diretti, coloni e mezzadri singoli ed associati ed alle cooperative agricole del Piemonte' ".
Consigliere Ferraris, vuole che votiamo ogni singola parte dell'emendamento o tutto insieme?



FERRARIS Bruno

Tutto insieme.



PRESIDENTE

"Al secondo comma sopprimere le parole aziende agricole condotte da coltivatori diretti ed alle".
Al termine del secondo comma eliminare il punto e proseguire con le parole "e che praticano l'acquisto collettivo di cose utili alle aziende dei soci' ".
Intende illustrare l'emendamento? Ne ha facoltà.



FERRARIS Bruno

Per quanto ci riguarda è l' emendamento più qualificante, almeno in termini sociali, nel senso che tenta di introdurre una normativa nuova e cioè la riserva dei finanziamenti a favore dei coltivatori diretti e anticipare una corretta costituzione dell'albo, come ci hanno chiesto i giovani della Coldiretti.
Per quanto riguarda il terzo punto, voglio far presente che è stato accolto in Commissione e che l'Assessore ha detto che avrebbe fatto una dichiarazione in merito, tale da dare certe garanzie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Menozzi.



MENOZZI Stanislao, relatore

In considerazione del fatto che nella relazione avevo fatto espresso riferimento all'accoglimento unanime in Commissione del proposto emendamento, debbo sottolineare però che nella relazione avevo precisato che si trattava soltanto di una esplicitazione di carattere formale.
Rilevato il carattere pleonastico e rilevate soprattutto le precisazioni fornite dall'Assessore nella riunione testé avuta, io dichiaro che mi allineo con la posizione che esprimerà lo stesso Assessore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro, Assessore all'agricoltura

Io dichiaro che la Giunta non accoglie gli emendamenti all'art. 2 proposti dai Consiglieri Ferraris e Marchesotti, ma preciso che il problema è aperto e lo dovremo affrontare. Credo sia questa la risposta che si attendeva il collega Ferraris. La individuazione della figura dell'imprenditore agricolo a cui dovranno essere destinati i finanziamenti e le agevolazioni è un argomento che verrà affrontato in una sede più idonea, ad esempio quella dell'albo professionale, per cui ora proponiamo di mantenere la stesura della legge già approvata l'anno scorso, in attesa di chiarire alla prossima occasione questo punto dell'imprenditore agricolo.



PRESIDENTE

Chi accoglie l'emendamento dei Consiglieri Ferraris e Menozzi è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto.
Vi è un emendamento presentato dai Consiglieri Carazzoni e Curci che così suona: "Al terzo capoverso dell'art. 2 sostituire le parole "l'importo massimo di prestito di lire 5 milioni' con le parole 'importo massimo di prestito di lire 15 milioni' ".
Gli interroganti chiedono di illustrarlo? La Giunta?



CHIABRANDO Mauro, Assessore all'agricoltura

La Giunta non lo accoglie e si riserva di rivedere il problema con un successivo emendamento.



PRESIDENTE

Chi intende approvare l'emendamento è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto.
Viene ora l'emendamento del Consigliere Gerini: "Al terzo comma dell'art. 2 alle parole '5 milioni' sostituire '10 milioni' ".
Intende illustrare l'emendamento?



GERINI Armando

Io avevo chiesto, signor Presidente, nel mio intervento, che il fondo fosse dotato di oltre un miliardo e che il prestito venisse aumentato da cinque a dieci milioni, ma nella discussione che ha avuto luogo poco fa con i Capigruppo sono venuto a conoscenza che il fondo non può superare, per ovvi motivi, un plafond di 800 milioni, per cui si può arrivare a un prestito di sette milioni. Ritiro quindi il mio emendamento accettando i sette milioni. Questo è anche il motivo per cui Rossotto ed io ci siamo astenuti sull'aumento richiesto dal MSI Destra nazionale.



PRESIDENTE

Poiché il Consigliere Gerini dichiara di ritirare l'emendamento, non si fa più luogo alla sua votazione.
C'è un emendamento modificativo del Consigliere Bianchi che così suona: "Al terzo comma sostituire il numero '5 con il numero '7 milioni' ".
Il Consigliere Bianchi intende illustrarlo? Non mi pare il caso, è ovvio.
La Giunta?



CHIABRANDO Mauro, Assessore all'agricoltura

La Giunta accoglie l'emendamento.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento del Consigliere Bianchi. Chi intende approvarlo è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato a maggioranza. Resta un emendamento aggiuntivo, ma lo leggerò dopo la votazione dell'art. 2.
Pongo in votazione l'art. 2 per appello nominale.



CALLERI Edoardo

Mi pare che ci sia una correzione formale.



PRESIDENTE

Sì, "per la conduzione".



CALLERI Edoardo

"Per la conduzione delle aziende agricole singole ed associate e poi dovrebbe esserci "delle cooperative agricole del Piemonte".



PRESIDENTE

Infatti, la correzione è del Consigliere Bianchi ed avverrà nella forma completa.
Possiamo ora procedere alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

PRESIDENTE



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 34 hanno risposto SI 25 Consiglieri si sono astenuti 9 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Vi è un articolo aggiuntivo, che diventerebbe il 2 bis, presentato dai Consiglieri Ferraris e Marchesotti: "I prestiti di cui alla presente legge, quando siano concessi in favore di cooperative o forme associative, prevalentemente composte dai coltivatori diretti, possono essere assistiti in tutto o in parte, a richiesta dell'istituto mutuante, da garanzia fidejussoria della Regione Piemonte, fino alla concorrenza di un importo capitale complessivo massimo pari al 20% delle somme stanziate a bilancio, a titolo di annualità, ai sensi dell'art. 3 primo comma della presente legge.
La Giunta Regionale è delegata a definire e a stipulare, nel contesto delle convenzioni di cui al terzo comma dell'art. 1 le norme necessarie per la concreta esplicazione della predetta garanzia fidejussoria".
Gli interroganti intendono illustrare l'emendamento?



FERRARIS Bruno

No.



PRESIDENTE

La Giunta?



CHIABRANDO Mauro, Assessore all'agricoltura

La Giunta non accoglie questo emendamento



PRESIDENTE

Chi intende accogliere l' emendamento è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è respinto.
Art. 3. - Per le finalità della presente legge è autorizzata per il 1974 la spesa di lire 600 milioni. All'onere di lire 600 milioni per l'anno 1974 si provvede con parte del maggior gettito della tassa di circolazione regionale derivante dall'applicazione, a partire dal 1° gennaio 1974 dell'aliquota stabilita dall'art. 10, primo comma, della legge regionale 29 dicembre 1971, n. 1 iscrivendo nello stato di previsione della spesa il relativo capitolo numero 1339 con la denominazione "Contributi per agevolare l'accesso al credito agrario di conduzione" e con lo stanziamento di 600 milioni. Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato a provvedere, con proprio decreto, alle occorrenti variazioni di bilancio.
All'onere di spesa per ciascuno degli anni successivi si provvede con iscrizione a bilancio di apposito capitolo avente la denominazione indicata nel precedente comma.
All'art. 3 è proposto un emendamento soppressivo che ha la precedenza su quelli modificativi e aggiuntivi. L'emendamento soppressivo è proposto dai Consiglieri Garabello, Raschio e Rossotto.
Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento che sopprime l'art.
3 della legge. Chi intende approvarlo è pregato di alzare la mano.
L'emendamento è approvato all'unanimità.
Pongo ora in votazione l'emendamento sostitutivo presentato dai Consiglieri Garabello, Raschio, Rossotto e Calsolaro che così suona: "Ai fini dell'attuazione della presente legge è autorizzata la spesa annua di lire 800 milioni. All'onere di lire 800 milioni per l'esercizio finanziario 1974, si provvede mediante riduzione di pari importo dello stanziamento, di cui al capitolo 1018 dello stato di previsione della spesa per l'anno in corso e l'istituzione, nello stato di previsione medesimo del capitolo n. 745 con la dicitura "Contributi in conto interessi per favorire l'accesso al credito agrario di conduzione e con lo stanziamento di lire 800 milioni".
Nel bilancio dell'anno 1975 e di ciascuno degli anni successivi, sarà iscritto un capitolo con la denominazione e lo stanziamento indicati nel precedente comma.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato a portare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio".
La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Per dichiarazione di voto, signor Presidente e signori Consiglieri perché va detto a questo punto che è stato presentato un emendamento del gruppo MSI Destra nazionale che propone la modifica dello stanziamento da 600 milioni ad un miliardo. Essendo evidente che la messa ai voti di questo emendamento, nel caso ovvio e presumibile che venga accolto, precluderebbe la votazione sull'emendamento nostro, vogliamo fare questa esplicitazione perché ciò ci consente: 1) di chiarire la posizione del Gruppo nostro; 2) di fare rilevare che il Gruppo comunista, avendo presentato prima un emendamento analogo al nostro, oggi fa per così dire marcia indietro e si allinea sulle posizioni della maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Garabello.



GARABELLO Enzo

Io intervengo più per fatto tecnico. Ieri, in occasione della revisione di quanto deciso dalla Commissione agricoltura, la I Commissione ha accolto una proposta della Giunta che portava da 600 a 800 milioni lo stanziamento a seguito di una richiesta emersa nella Commissione agricoltura e accolta in parte, cioè da 600 a 800 milioni anziché da 600 a mille milioni.
Il secondo motivo per cui viene sostituito, con l'emendamento presentato, il precedente testo dell'articolo è di natura, più propriamente tecnica e riguarda l'utilizzazione delle voci di bilancio diverse da quelle previste e su questo noi non abbiamo fatto altro che approvare.
Questo non lo dico in rapporto all'emendamento di cui parlava Carazzoni, devo dare atto però che il Presidente della VI Commissione, nel trasmetterci il testo per la revisione, aveva reso noto che quella dei mille milioni era una richiesta unanime della VI Commissione; gli avvenimenti successivi parlano da soli e mi pare di averli ricordati sufficientemente.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Ferraris. Ne ha facoltà.



FERRARIS Bruno

E' perfettamente vero che noi avevamo presentato un emendamento per portare gli stanziamenti da 600 a 1000 milioni, ed è pure vero che adesso l'abbiamo ritirato. Questo ritiro, che può apparire in effetti una discrasia, è conseguente al fatto che il nostro rappresentante in seno alla Commissione al Bilancio ha appurato, con gli altri Commissari, che questo è l'importo massimo che la situazione attuale consente di mettere a disposizione. Per quel che ci riguarda, non significa però che noi rinunciamo nel corso della gestione di questa legge a tornare a chiedere che si porti lo stanziamento alla cifra maggiore indicata (se la legge fosse come avremmo voluto, avremmo proposto una spesa ancora superiore).
Pensiamo comunque che si possa risolvere il problema dei mezzi che oggi mancano alla agricoltura attraverso le leggi più organiche che contiamo di varare prossimamente (zootecnia, cantine sociali, miglioramenti fondiari) senza tuttavia rinunciare ad intervenire anche ulteriormente sul credito di conduzione.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Raschio. Ne ha facoltà.



RASCHIO Luciano

Intendo qui affrontare un problema che abbiamo già prospettato al Presidente della Commissione I e dal quale, per la serietà dell'argomento abbiamo avuto la più viva attenzione. Non deve essere più richiesto, signor Presidente del Consiglio, alla Commissione I di esaminare problemi che sono di sua competenza, e che riguardano aspetti finanziari, nel giro di pochissime ore, com'è avvenuto per questa legge.
Mercoledì ci siamo trovati a dover esaminare come I Commissione l'aspetto finanziario meramente tecnico, non i contenuti del progetto di legge, con la relativa relazione. Abbiamo preso atto che la Commissione VI all'unanimità, chiedeva di aumentare la disponibilità da 600 milioni a un miliardo. Erano presenti alla riunione anche l'Assessore Simonelli ed il prof. Gaboardi, per fornire chiarimenti su alcuni altri aspetti alla Commissione VI. In modo esplicito abbiamo allora chiesto all'Assessore ed al massimo tecnico che abbiamo in Consiglio Regionale se vi fosse stata in qualche modo la possibilità di stanziare la cifra, per dar corso alla deliberazione unanime della VI Commissione. Non solamente il prof.
Gaboardi, nella sua qualità di primo tecnico, ma anche l'Assessore ci hanno risposto che non vi erano disponibilità per soddisfare la richiesta.
Ho voluto prendere la parola per spiegare come purtroppo sono andate in realtà le cose e precisare che il mio voto, in commissione, è derivato solamente da un atteggiamento meramente tecnico, perché diversamente, in campo politico, avrei dovuto trarre altre conclusioni. Avverto però che questa sarà l'ultima volta che accetto, come membro della I^ Commissione una prassi di questo genere, lesiva della dignità stessa della Commissione: se si dovesse ripresentare un'occasione analoga non esiterei ad abbandonare la riunione lasciando ad altri il compito di avallare, sul terreno tecnico leggi non sufficientemente documentate e meditate in campo finanziario.
Questo per essere precisi sulle responsabilità che ha ogni componente della 1^ Commissione nei confronti dei problemi finanziari: non è cosa seria e responsabile decidere in pochi minuti su uno stanziamento aggiuntivo di 400 milioni!



CARAZZONI Nino

E' peggio che una autocritica, questa Raschio.



PRESIDENTE

Chiede di parlare l'Assessore Simonelli. Ne ha facoltà.



SIMONELLI Claudio, Assessore alla programmazione e bilancio

In effetti, l'esame di questa norma ha messo in evidenza un problema indubbiamente importante, che credo debba essere esaminato eventualmente ai massimi livelli della Giunta e del Consiglio: l'esame da parte della I Commissione, che avviene, a norma di Statuto, sulle leggi comportanti spese che impegnano il bilancio, ed anche sulle leggi che debbono rispondere ad una certa logica, quando ci sarà, del Piano regionale, non dev'essere un esame fatto all'ultima ora, quando già il disegno di legge è all'ordine del giorno del Consiglio. La fretta mette la Commissione I, e, per la parte che ad esso compete, l'Assessorato al Bilancio, a nome della Giunta, nella condizione o di espletare una indagine puramente fittizia, di comodo breve, senza possibilità di approfondire il problema, oppure di far semplicemente presente, come è stato in questo caso, che manca la disponibilità; e quindi a porsi obiettivamente, al di là delle volontà politiche dei singoli Commissari, come ha fatto presente il collega Raschio poc'anzi, come fattore di ritardo nell'approvazione della legge. Sarebbe opportuno, quindi, che la I Commissione venisse investita dell'esame dei disegni di legge che comportano spese prima che il relativo disegno già messo all'ordine del giorno del Consiglio, in modo da poter esaurire un accurato esame nel merito per quanto le compete. Detto questo, vorrei aggiungere, riprendendo quanto il presidente della I Commissione Garabello, ha già detto bene poc'anzi, che in effetti ci siamo trovati di fronte ad una particolare difficoltà, in occasione di questa legge, e cioè al fatto che questi finanziamenti, essendo stabiliti in un primo tempo a titolo di investimenti, non avrebbero potuto essere votati in periodo di esercizio provvisorio, perché la nostra legge, la legge che ci ha autorizzati all'esercizio provvisorio, ci consente di spendere soltanto per la parte della spesa corrente. Noi abbiamo dunque dovuto provvedere per il finanziamento di questa legge ad attingere al fondo globale della spesa corrente.
In questo caso, la materia ha consentito questa operazione, nel senso che, trattandosi di contributi su crediti per la conduzione, siamo in effetti nell'ambito della spesa corrente. Però, questo fatto pone in evidenza un problema del quale già ci eravamo occupati quando si era trattato di votare per l'esercizio provvisorio, quando cioè da parte della Giunta si era detto che, in definitiva, poteva essere un intralcio assai più all'attività generale del Consiglio che non a quella dell'Esecutivo limitare l'esercizio provvisorio alle sole spese correnti; proprio perch in pratica la stessa attività legislativa del Consiglio, tutte le volte che investe problemi di investimento, non ha la possibilità di esercitarsi, con questa limitazione, in periodo di esercizio provvisorio. E' un discorso anche questo, se volete, prima tecnico che politico; un discorso sul quale ci siamo intrattenuti tutti gli anni in occasione del voto sull'esercizio provvisorio, ma che credo debba essere anche questa volta sottolineato, a dimostrazione della volontà della Giunta di non prevaricare, ma di garantire anche attraverso: l'esercizio provvisorio la possibilità al Consiglio di svolgere la sua attività.
In questo caso, come dicevo, si è potuta trovare una soluzione che ha anche consentito un ampliamento della somma a disposizione per gli interventi secondo l'oggetto di questa legge da 600 a 800 milioni. Detto questo, confermo, se ancora ce ne fosse bisogno, che la Giunta e d'accordo sull' emendamento sostitutivo che è stato proposto, e quindi sul nuovo testo dell'art. 3.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Garabello. Ne ha facoltà.



GARABELLO Enzo

Mi corre l'obbligo, signor Presidente, a questo punto, dopo gli interventi del collega Raschio e dell'Assessore Simonelli, di riprendere per un attimo la parola, visto che il discorso è stato alquanto allargato.
Mi ero fatto già portavoce di queste preoccupazioni emerse in seno alla I Commissione, in una recente riunione di Presidenti di Commissione e anche presso l'Ufficio di Presidenza e i Capigruppo. La I Commissione sta svolgendo, per necessità di cose, di cui non è completamente responsabile (caso mai, ogni componente del Consiglio è corresponsabile) i propri compiti statutari rispetto alle leggi che comportano spese in maniera impropria. Lo Statuto prevede infatti che il lavoro della I Commissione sia di riferimento e di coerenza rispetto ad un Piano regionale che oggi non esiste. Sappiamo che si sta camminando alacremente verso la sua elaborazione. Sia la Commissione che la Giunta, specialmente con il lavoro che sta approntando per la nota di variazione al bilancio del '74, stanno muovendo in questa direzione; per parte sua, la Commissione spera di concludere entro marzo i propri lavori sul rapporto preliminare.
Però, a questo punto, mi sento in dovere di presentare due richieste al Consiglio Regionale, e quindi naturalmente alla Giunta ed alle altre Commissioni legislative dei singoli settori. La prima, di natura più strettamente politica, e che non riguarda tanto le Commissioni quanto piuttosto la Giunta, e, se vogliamo, al limite, l'Ufficio di Presidenza integrato dai Capigruppo, è che si fissi una scala di priorità dei progetti di legge che devono essere approvati dal Consiglio compatibilmente con le possibilità finanziarie; altrimenti, potrebbero anche venir fuori - non è direi, in questione questa particolare legge, e forse nessuno dei progetti di legge attualmente all'esame delle Commissioni, che, a quanto pare, sono tutti compresi in qualche modo negli elenchi prioritari - leggi pur esse importanti ma non inquadrate in una scala di priorità che, assorbendo denaro, potrebbero frustrare in partenza il lavoro di programmazione dell'attività legislativa. Donde la necessità di un forte incremento della volontà politica programmatoria da parte della Giunta e del Consiglio anche nel regolare l'accesso all'aula dei progetti di legge pronti in Commissione. La seconda, di natura più strettamente tecnica, è che la I Commissione, come auspicava l'Assessore, intervenuto autorevolmente a conferma della giustezza dei nostri punti di vista, è che la I Commissione possa disporre dei progetti di legge con le relazioni non meno di una quindicina di giorni prima della loro venuta in aula, e comunque sempre prima della loro iscrizione all'ordine del giorno. Perché i problemi di natura tecnica - che hanno pure, evidentemente, un contenuto politico, come qualsiasi problema che viene in Consiglio non può non avere - possano trovare un inquadramento opportuno anche sotto questo profilo. Questo la Commissione raccomanda.
E' evidente che non appena ci sarà il piano questi principi dovranno essere stabiliti anche in termini formali e procedurali. Oggi può essere un auspicio verso il quale la Commissione indirizza la propria attenzione. La stessa dichiarazione fatta prima dal collega Raschio, che è uno dei membri più attivi della I Commissione, è indicativa dello stato d'animo in cui ci si trova quando non si è in condizioni di poter svolgere un compito in tutta la sua integrità e completezza.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Menozzi. Ne ha facoltà.



MENOZZI Stanislao, relatore

Signor Presidente, siccome nel caso specifico è stata chiamata in causa, seppure con molto garbo e indirettamente, la VI Commissione, spero di avere conforto nello stesso Presidente di questo Consiglio nel dire che la Commissione da me presieduta ha esaminato la legge con celerità telegrafica, unicamente perché sollecitata, in rapporto a specifiche deliberazioni della Conferenza dei Capigruppo. Certo, se per l'avvenire ci sarà concesso un più adeguato spazio di tempo per decidere con calma questo non servirà solo alla Commissione I per avere il tempo necessario a compiere le sue valutazioni, ma permetterà anche un più meditato ed approfondito esame da parte anche della nostra Commissione e varrà anche ad evitare - perché indirettamente c'entrano anche questi - certi testacoda che non sono mai cosa desiderabile.



PRESIDENTE

La discussione sull'emendamento sostitutivo è così conclusa. Non mi resta che metterlo in votazione per alzata di mano. Chi intende approvare l'emendamento sostitutivo all'art. 3 presentato dai Consiglieri Garabello Raschio, Rossotto e Calsolaro, è pregato di alzare la mano. L'emendamento sostitutivo è approvato.
Occorre ora votare per appello nominale il nuovo articolo 3 della legge.



CARAZZONI Nino

A questo punto decade l'emendamento che noi avevamo presentato.



PRESIDENTE

Decade se i presentatori lo dichiarano decaduto: il Presidente non ha il potere di dichiararlo decaduto.



CARAZZONI Nino

Allora, lo dichiariamo decaduto.



PRESIDENTE

Procediamo dunque all'appello nominale per l'art. 3.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione: presenti e votanti 33 Consiglieri hanno risposto SI 31 Consiglieri hanno risposto NO 2 Consiglieri L'art. 3 è pertanto approvato.
Vi è ora da prendere in considerazione la proposta di un articolo aggiuntivo, il 3 bis, presentato dai Consiglieri Ferraris e Marchesotti.
Eccone il testo: "La presente legge regionale è dichiarata urgente ed entra in vigore lo stesso giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte. La presente legge regionale sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Piemonte".



FERRARIS Bruno

Veramente, prima di quello che lei ha letto c'è un articolo 3 bis che per noi è un articolo nuovo. E' un punto al quale, anche se sicuramente soccombenti, non intendiamo rinunciare in occasione di tutte le leggi che vengono in discussione, fino a quando non si sarà arrivati a definire diversamente certi rapporti.



PRESIDENTE

Evidentemente, avevo equivocato sulla sua rinuncia.



FERRARIS Bruno

La rinuncia che le avevo comunicato si riferiva soltanto alla richiesta di aumento di stanziamento da 600 milioni aà un miliardo.



PRESIDENTE

Leggo allora l'articolo aggiuntivo formulato dai Consiglieri Ferraris e Marchesotti come articolo 3 bis: "L'importo di cui all'art. 3 è ripartito e assegnato ai singoli istituti ed enti esercenti il credito agrario nell'ambito della Regione Piemonte con decreto del Presidente della Giunta Regionale, su conforme deliberazione della Giunta medesima e sentita la competente Commissione consiliare".
I presentatori intendono illustrarlo?



FERRARIS Bruno

Credo di averlo già illustrato in precedenza. Comunque, dal momento che sono stato chiamato in causa, preciserò che lo scopo di questo emendamento è di avere una certa garanzia di obiettività nel riparto dei fondi fra i vari istituti.



PRESIDENTE

Qual è in proposito l'opinione della Giunta?



CHIABRANDO Mauro, Assessore all'agricoltura

La Giunta non accoglie questo emendamento, ritenendo di poter dare garanzie sufficienti di imparzialità.



PRESIDENTE

Nessun altro chiede la parola? Pongo allora in votazione l'emendamento aggiuntivo, così come l'ho letto. Chi intende approvare l'emendamento proposto dai Consiglieri Ferraris e Marchesotti è pregato di alzare la mano. L'emendamento è respinto.
Passiamo allora all'articolo aggiuntivo n. 3 bis, che rileggo: "La presente legge regionale è dichiarata urgente ed entra in vigore lo stesso giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte. La presente legge regionale sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Piemonte".
Nessuno dei presentatori intende illustrarlo? Qual è il parere in merito della Giunta?



CHIABRANDO Mauro, Assessore all'agricoltura

La Giunta accoglie questo emendamento, anche se è convinta che di fatto non opererà in quanto perché possa entrare in vigore questa legge occorrerà che siano state prima apportate, come mi ricordava poco fa il collega Simonelli, variazioni al bilancio.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'articolo aggiuntivo per alzata di mano e successivamente per appello nominale. Chi intende approvarlo è pregato di alzare la mano. L'articolo aggiuntivo è approvato.
Occorre ora procedere alla votazione di questo nuovo articolo per appello nominale. Prego i Segretari di dar corso alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Il risultato della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 Consiglieri hanno risposto SI 31 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri L'articolo è approvato.
Prima che si passi alla votazione per appello nominale della legge nel suo complesso, qualcuno chiede di parlare per dichiarazione di voto? Chiede di parlare il Consigliere Ferraris. Ne ha facoltà.



FERRARIS Bruno

Dopo la discussione e il voto sui vari emendamenti, è il caso di dare un giudizio complessivo su questa legge. Non è certo, da parte nostra, un giudizio favorevole: anche in questa materia la nostra Regione viene a trovarsi con una legge, sia per la parte normativa sia per la parte sostanziale, al di sotto del livello di tutte le leggi ricordate quest'oggi sia dal relatore, il Presidente della Commissione VI, sia da me.
Purtroppo, la Giunta di Centro-Sinistra non ha colto questa occasione per avviare un discorso nuovo, per dare un nuovo taglio ai provvedimenti di legge. Noi abbiamo insistito sugli emendamenti, li abbiamo illustrati anche se, dopo l'incontro avuto con i Capigruppo sotto la presidenza del Presidente del Consiglio, prevedevano quale sorte essi avrebbero avuto.
Sappiate comunque che intendiamo proseguire la battaglia nello spirito che ha informato la presentazione di quegli emendamenti in occasione di tutte le altre leggi di interesse per l'agricoltura, e non soltanto per l'agricoltura, che ci troveremo a discutere (anche se la volontà di portarne presto in discussione altre non la intravediamo).
Proprio accettando come valide certe dichiarazioni di principio di buone intenzioni - anche se sappiamo che di buone intenzioni è lastricata la via dell'inferno -, noi su questa legge ci asterremo. Certo, il nostro atteggiamento cambierà se la Giunta e la maggioranza dovessero confermare l'intransigenza di cui hanno dato prova di questa legge anche in occasione delle altre leggi che dovremo prossimamente discutere e approvare in questo Consiglio.



PRESIDENTE

Nessun altro Consigliere desidera intervenire per dichiarazione di voto? Allora, la discussione è chiusa anche per quanto concerne le dichiarazioni di voto e possiamo passare pertanto alla votazione del testo finale dell'intero disegno di legge. Si effettui l'appello nominale.
(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico il risultato della votazione finale: presenti e votanti 33 Consiglieri hanno risposto SI 23 Consiglieri si sono astenuti 10 Consiglieri.
Quindi, l'intero disegno di legge è approvato.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Esaurito il punto quinto dell'ordine del giorno (divenuto punto quinto per la variazione intervenuta nell'ordine del giorno), rimarrebbe da esaminare il punto sesto dell'o.d.g.: "Esame ordini del giorno presentati rispettivamente dai Consiglieri Zanone, Gerini, Rossotto e Berti - Ferraris Marchesotti, relativi al disegno di legge n. 2244 per l'attuazione delle direttive comunitarie".
Chiederei ai presentatori se, data l'importanza dell'argomento, non ritengano opportuno rinviare la discussione alla seduta di giovedì prossimo, data l'ora. Ha facoltà di parlare il Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

A me pare che l'argomento che forma oggetto dell'ordine del giorno presentato e dai colleghi del Gruppo liberale e successivamente dai colleghi del Gruppo comunista sia troppo importante per poter essere trattato al termine di una discussione così laboriosa com'é stata quella sul disegno di legge che or ora abbiamo approvato, e ad un'ora così tarda.
Penso sia meglio che tale questione trovi collocazione nella prossima seduta, così da poter essere trattata con una certa ampiezza. Dovremo esprimerci in merito alla riforma delle strutture agricole; sui rapporti fra le Regioni e lo Stato; sui problemi della Comunità e dei rapporti fra la Regione e la Comunità: tutta una serie di problemi sui quali già ci siamo soffermati in altre occasioni ma che in questa, più particolarmente dedicata all'argomento, richiedono una trattazione molto ampia, non affrettata quale potrebbe essere se si svolgesse ora.
Inviterei pertanto il Presidente ad inserire questa materia all'ordine del giorno della prossima seduta, in un punto che ne consenta la discussione più ampia ed approfondita possibile.



PRESIDENTE

Altri intendono esprimere il proprio parere su questo rinvio?



ROSSOTTO Carlo Felice

Sono perfettamente d'accordo con il collega Calsolaro sull'opportunità di rinviare la discussione alla prossima seduta, in modo che si possa godere delle condizioni di una seria trattazione che l'importanza dell'argomento merita.



PRESIDENTE

Il punto sesto viene pertanto rinviato.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno sulla situazione alla Moncenisio di Condove


PRESIDENTE

Do ora lettura dell'ordine del giorno che è stato approntato in relazione alla situazione alla Moncenisio: "Il Consiglio Regionale del Piemonte udite le dichiarazioni rese dall'Assessore al Lavoro, Conti, a nome della Giunta in merito alla situazione della Moncenisio di Condove visto il comunicato diramato dal Ministero delle Partecipazioni statali a seguito dell'odierno incontro del Ministro Gullotti con il Presidente della Giunta Regionale, avv. Oberto riafferma con vigore il proprio pronunciamento unanime del 17 gennaio '74 a sostegno delle richieste avanzate dai lavoratori della Moncenisio dalle Organizzazioni sindacali, dai Comuni e dal Consiglio della Comunità montana della Bassa e Media Valle di Susa, anche in rapporto alla situazione economica ed occupazionale della Valle prende atto dell'impegno assunto dal Ministro delle Partecipazioni statali per l'incontro che si svolgerà il 12 febbraio, alla sua presenza fra l'EGAM e la delegazione dei lavoratori e degli Enti locali guidata dal Presidente della Giunta Regionale afferma le necessità che nell'incontro si definisca la concreta ipotesi di soluzione della crisi della Moncenisio attraverso l'intervento dell'EGAM impegna la Giunta Regionale a proseguire con energia l'azione intrapresa a difesa delle maestranze della Moncenisio e dell'economia della Valle di Susa.
Firmato: Bianchi, Vera, Calsolaro, Garabello, Berti".
Qualche Consigliere desidera intervenire sull'ordine del giorno? Nessuno. Lo pongo allora in votazione per alzata di mano. E' approvato a maggioranza.



PRESIDENTE

Prego i Capigruppo di non allontanarsi dall'aula, perché, dopo che siano state adempiute le ultime formalità, occorrerà che ci riuniamo per fissare l'ordine del giorno della seduta di giovedì prossimo.



BERTI Antonio

Noi proponiamo che il Consiglio sia convocato a domicilio e la riunione dei Capigruppo si svolga lunedì, per aver tempo di coordinare le idee.



PRESIDENTE

Gli altri Capigruppo hanno difficoltà ad accettare la proposta del Consigliere Berti, di convocare la conferenza dei Capigruppo, unitamente al Presidente della Giunta, nella giornata di lunedì? Veramente, per lunedì 16 è già convocato un convegno dei Sindaci delle quindici aree ecologiche per parlare di una manifestazione rievocativa della Resistenza. Comunque, alla riunione potrebbe anche partecipare una parte soltanto dell'Ufficio di Presidenza. Allora, se non vi sono opposizioni la conferenza dei Capigruppo, unitamente al Presidente della Giunta, è convocata per le ore 16 di lunedì.


Argomento:

Interrogazioni, interpellanze e mozioni (annuncio)


PRESIDENTE

Prego un Consigliere segretario di dar lettura delle interpellanze ed interrogazioni pervenute.



FRANZI Piero, Segretario

Interrogazione urgente presentata dai Consiglieri Revelli-Rivalta-Lo Turco il 4/2 in merito alla richiesta di aumento dei prezzi di abbonamento e dei biglietti da parte della Società autolinee Benese interrogazione urgente, con richiesta di risposta scritta, presentata il 7 febbraio dal Consigliere Garabello - Riconoscimento della obiezione di coscienza interrogazione urgente presentata il 7 febbraio dai Consiglieri Rivalta Marchesotti-Berti - sulla opportunità, essendo necessarie urgenti misure per estendere la funzionalità del servizio dei trasporti pubblici, di incaricare l'IRES di formulare sollecitamente una analisi della congruenza degli interventi proposti per l'articolazione e ristrutturazione della rete dei trasporti interrogazione presentata il 7 febbraio dal Consigliere Nesi - Uso presso il Valle Susa di Rivarolo di coloranti dannosi alla salute dei lavoratori interrogazione urgente presentata il 7 febbraio dal Consigliere Nesi Voci di ridotto rifornimento di benzina alle pompe di distribuzione da parte delle Società petrolifere per speculare sull'aumento di prezzo della benzina interrogazione del Consigliere Rossotto circa i motivi per cui le competenti autorità, in occasione dello sciopero del 25 corr. a Torino, si sono disinteressate della tutela della libertà di lavoro, permettendo i pic chettaggi ai cancelli degli stabilimenti Fiat interpellanza presentata il 5 febbraio dai Consiglieri Menozzi Bertorello, Giletta e Franzi sull' inquadramento dei lavoratori dipendenti da cooperative agricole ai fini assicurativi e assistenziali interpellanza urgente presentata il 7 febbraio dal Consigliere Visone circa i provvedimenti da adottare per la salvaguardia dell'abitato di Incisa Scapaccino e paesi a valle mozione presentata il 7 febbraio dai Consiglieri Rossotto, Zanone Fassino, Gerini, con richiesta di iniziative in favore dei settori edilizia, agricoltura, interventi sociali, interventi economici, ecc.



PRESIDENTE

Esaurito l'ordine del giorno, la seduta è tolta. Ringrazio i Consiglieri.



(La seduta ha termine alle ore 19.20)



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