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Dettaglio seduta n.199 del 07/02/74 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Dichiaro aperta la seduta.
L'ordine del giorno è stato fatto pervenire tempestivamente a tutti i Consiglieri. Punto primo dell'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute".
Il processo verbale dell'adunanza del 31 gennaio '74 è stato distribuito ai Consiglieri prima dell'inizio della seduta odierna. Qualcuno ha osservazioni da fare? Allora, il verbale si intende approvato.


Argomento: Industria (anche piccola e media)

Comunicazioni del Vice Presidente della Giunta Debenedetti e dell'Assessore Conti


PRESIDENTE

Il Vicepresidente Debenedetti mi ha chiesto di fare una comunicazione a nome del Presidente. Ne ha facoltà.



DEBENEDETTI Mario, Vicepresidente della Giunta Regionale

Informo il Consiglio, a nome del Presidente, che oggi a mezzogiorno il Presidente stesso avrà un incontro con il Ministro alle Partecipazioni Gullotti, per l'esame della situazione alla Moncenisio, e per predisporre un incontro con il Ministro e con l'EGAM per affrontare in modo urgente tale emergenza. Il Presidente si riserva di informare tempestivamente il Consiglio sugli ulteriori sviluppi della situazione.



PRESIDENTE

Anche l'Assessore Conti deve fare una comunicazione. Ne ha facoltà.



CONTI Domenico, Assessore ai problemi del lavoro e dell'occupazione

Si tratta di una comunicazione che riguarda la "Coppo" di Collegno alla cui situazione sono stato interessata dal Presidente del Consiglio e dai rappresentanti dei Gruppi del Consiglio.
Il 28 gennaio 1974, presso la sede dell' EGAM in Roma, si è tenuta una riunione, alla quale, alla presenza di chi vi parla, hanno partecipato: per l'EGAM, l'avv. Glauco Falcucci e il dott. Alfonso Umena per il signor Alessandro Coppo, l'avv. Paolo Della Giusta per la AGES S.p.A. il presidente, signor Giovanni Ippolito per la F.L.M. il signor Silvio Canapè per la R.S.A. i signori Aldo Valle, Pierino Paoletto e Piero Carlevari.
Vi hanno presenziato anche gli on.li Maria Magnani Noja e Tullio Benedetti.
Presa in esame la situazione della Ditta Coppo, si è confermato da parte dell'EGAM che lo stesso ha deciso di intervenire per quanto concerne lo stabilimento di Rovereto, tramite l'ISAI, in una società che prenderà in locazione il complesso industriale di Rovereto il quale verrà ristrutturato per adeguarlo alle esigenze produttive del Gruppo per quanto concerne lo stabilimento di Collegno, l'AGES S.p.A.
parteciperà come capogruppo di maggioranza in una società finanziaria S.p.A. alla quale l'ISAI, cioè la finanziaria del Gruppo EGAM, parteciperà con una percentuale del 10%. Tale società finanziaria interverrà nella costituzione della Coppo S.p.A., la quale prenderà in locazione il complesso industriale di Collegno, che verrà ristrutturato per assicurare la continuità della produzione delle macchine per maglieria. Nell'ambito della ristrutturazione di cui sopra, il personale attualmente in forza nel complesso industriale di Collegno verrà riassorbito con le qualifiche ed i diritti finora maturati entro il termine ultimo fino al quale potrà avvalersi della Cassa Integrazione speciale.
Il signor Giovanni Ippolito per l'AGES ha dichiarato che il programma previsto per lo stabilimento di Collegno è condizionato alla immediata ripresa della consegna dei particolari di macchine esistenti presso lo stabilimento di Rovereto e necessari per la continuità della produzione dello stabilimento di Collegno.
In questo modo ha avuto uno sbocco la situazione alla Coppo. Rimangono però ancora difficoltà da affrontare: in primo luogo, l'ottenimento della Cassa Integrazione speciale - ma credo che ora a ciò si possa arrivare con maggior facilità e più rapidamente visto che si prospetta una vera e propria ristrutturazione -; poi la richiesta da parte dei lavoratori di eventuali integrazioni ed aiuti economici per quel che riguarda i salari non percepiti.



PRESIDENTE

La questione della "Coppo" è dunque in via di soluzione. Ringraziamo l'Assessore per l'attività svolta a tal fine.
Nessuno chiede di intervenire sulle comunicazioni del Vicepresidente Debenedetti e dell'Assessore Conti? Allora, possiamo proseguire nell'ordine del giorno.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Passiamo al punto secondo dell'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente".
Congedi: hanno chiesto congedo i Consiglieri Besate, Giovana, Oberto Vecchione, Fassino, Revelli.


Argomento:

b) Progetti di legge - Presentazione e assegnazione a commissioni


PRESIDENTE

Presentazione e assegnazione proposte e disegni di legge: Proposta di legge n. 133: "Disciplina delle attività di studio e di ricerca promosse dalla Giunta Regionale", presentata dai Consiglieri Curci e Carazzoni in data 24 gennaio '74, assegnata alla VIII Commissione il 25 gennaio 1974 Disegno di legge n. 134: "Estensione al personale che ha assunto servizio presso la Regione Piemonte posteriormente alla data del 22 giugno 1973 dell'applicazione dell'art. 3 della legge 26 luglio 1973, n. 15" presentato dalla Giunta Regionale in data 28 gennaio 1974, assegnato alla VIII Commissione nella stessa data. (Questo disegno di legge viene oggi sottoposto all'esame del Consiglio).
Proposta di legge n. 135: "Istituzione dell'albo professionale degli imprenditori agricoli", presentata dai Consiglieri Menozzi, Bertorello Giletta e Franzi in data 29 gennaio 1974, assegnata alla VI Commissione il 30 gennaio 1974 Disegno di legge n. 136: "Istituzione del Circondario del Verbano Cusio-Ossola", presentato dalla Giunta Regionale in data 30 gennaio 1974 assegnato alla VIII Commissione nella stessa data, ritirato su richiesta dei presentatori, cioè della Giunta, per poter documentare con le deliberazioni dei Comuni interessati Disegno di legge n. 137: "Interventi per la promozione dell'assistenza domiciliare agli anziani, agli inabili ed ai minori, nonch per il funzionamento di centri di incontro per gli anziani", presentato dalla Giunta Regionale in data 30 gennaio 1974, assegnato alla IV Commissione nella stessa data Proposta di legge n. 138: "Norme per l'istituzione e l'attuazione di corsi di formazione professionale del personale degli Asili Nido" presentata dai Consiglieri del Gruppo del P.C.I. in data 31 gennaio 1974 assegnata alla III Commissione il 4 febbraio 1974.
Proposta di modifica del Regolamento. E' stata presentata in data 22 gennaio 1974 dai Consiglieri Carazzoni e Curci e si riferisce all'art. 49 bis: "Se all'interrogazione o all'interpellanza non viene data risposta orale o scritta entro quindici giorni dalla lettura in Consiglio, il Presidente la iscrive all'ordine del giorno della prima seduta dedicata alle interrogazioni ed alle interpellanze".


Argomento:

c) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

Il Commissario del Governo ha apposto il visto: alla legge regionale 22/12/1973: "Proroga delle disposizioni relative al vincolo alberghiero" alla legge regionale 22/12/'73: "Esercizio provvisorio del bilancio per l'anno 1974" alla legge regionale 29/12/1973: "Variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 1973".


Argomento:

d) Risposte scritte ad interrogazioni


PRESIDENTE

Sono state date le seguenti risposte scritte ad interrogazioni: da parte dell'Assessore Chiabrando, il 23/1/'74; alle interrogazioni presentate dai Consiglieri Zanone e Carazzoni rispettivamente in data 10/10/'78 e 15/11/'73 relative ad interventi a favore dell'Istituto sperimentale per la nutrizione delle piante da parte del Presidente della Giunta, avv. Oberto, il 29/1/'74, alla interrogazione del Consigliere Carazzoni, presentata in data 11 novembre '73, in merito alla situazione urbanistica dei Comuni della Valle Vigezzo da parte ancora del Presidente della Giunta, avv. Oberto, il 4 febbraio 1974, all'interrogazione urgente dei consiglieri Franzi, Bianchi, Menozzi Giletta, sulla esigenza di assicurare il carburante all'agricoltura.
Son state ritirate dai presentatori le proposte di legge n. 14 "Istituzione dell'albo professionale degli imprenditori agricoli in ciascuna provincia della Regione Piemonte" e n. 16: "Concessione dell'indennità complementare di reddito nei casi di cessazione dell'attività aziendale".


Argomento:

e) Riunione della Conferenza dei Presidenti


PRESIDENTE

Si è riunita il 30 gennaio la Conferenza dei Presidenti, cui erano stati invitati anche i Presidenti delle Commissioni permanenti, per formulare il programma dei lavori del Consiglio nella sessione in corso.
Adempiendo a quanto prescritto dall'art. 8 del Regolamento, riferisco circa le conclusioni cui è pervenuta la Conferenza.
Preso atto dello stadio in cui si trovano presso le varie Commissioni i diversi provvedimenti legislativi già presentati, e sentite le intenzioni della Giunta, illustrate dal Presidente Oberto, si è deciso che nel corso della sessione vengano esaminati i seguenti provvedimenti: provvedimenti per l'agricoltura, con particolare riguardo per quelli relativi alla zootecnia (e già a questa riunione del Consiglio è portato in esame il disegno di legge per il credito agrario di conduzione) provvedimenti per la scuola, risolvendo in un primo momento il problema dei libri gratuiti e prendendo poi in esame il più ampio problema dell'assistenza scolastica istituzione della Finanziaria regionale e dell'Ente regionale di sviluppo agricolo organico del personale.
Inoltre, si è deciso di far procedere l'esame e l'approvazione del bilancio preventivo 1974 e della relativa nota di variazione che la Giunta si è impegnata a presentare nel dibattito sul piano regionale di sviluppo sulla base della relazione della I Commissione permanente sul Rapporto IRES e sui relativi aggiornamenti. Anche il problema IRES dovrebbe essere risolto nella sua struttura entro questo trimestre.
Sono stati infine programmati alcuni dibattiti, che potranno svolgersi in Consiglio o in Commissione, sui problemi della sanità, dell'aeroporto della metropolitana, mentre verrà preso in esame, sempre nel corso della sessione, il problema del riordino dell'IRES.


Argomento: Varie

f) Riunione del Comitato Antifascista


PRESIDENTE

Si è riunito, lunedì pomeriggio, il Comitato antifascista, che è stato recentemente integrato dalla rappresentanza permanente dei movimenti giovanili e dei movimenti femminili dei Partiti dell'arco costituzionale.
La riunione del Comitato era stata preceduta, nella settimana precedente da una serie di riunioni dei diversi sottocomitati incaricati di esaminare le diverse proposte ed iniziative.
Dalla riunione del Comitato è scaturito il concorde impegno di dar vita ad un programma di lavoro particolarmente intenso per i prossimi mesi programma di lavoro che dovrebbe vedere coinvolti gli Enti locali e le Organizzazioni sindacali.
Consapevoli dell'importanza che possono avere iniziative del genere in questo delicato momento, i presenti hanno concordato di dar vita ad iniziative che non siano uno sterile ricordo del passato ma che costituiscano un momento di impegno operativo nel presente, uno stimolo per la riflessione e un momento che veda coinvolti in questa azione Enti locali, scuole, fabbriche eccetera.
Le iniziative proposte riguardano il proseguimento dell'esposizione della Mostra della Resistenza, che dovrebbe toccare alcuni centri del Piemonte nei prossimi mesi; un ciclo di film sull'Italia di ieri e di oggi che dovrebbe svolgersi nei Comuni capoluogo delle 15 aree ecologiche. A tal fine è anzi prevista per lunedì prossimo una riunione con i Sindaci dei Comuni capoluogo delle aree ecologiche, per concordare le modalità di svolgimento delle iniziative. Si è inoltre deciso di proseguire nella distribuzione della Costituzione e dello Statuto nelle scuole e nelle fabbriche del Piemonte e di riprendere l'iniziativa dei pellegrinaggi attraverso un secondo pellegrinaggio di 300 giovani a Mauthausen e un viaggio di giovani operai e studenti in una regione del Mezzogiorno che sarà presumibilmente la Puglia.
Tra le molte altre iniziative proposte voglio ancora ricordare quella per la commemorazione del 5 aprile, trentesimo anniversario della fucilazione del Comitato militare regionale piemontese al Martinetto, da effettuarsi in tutte le caserme del Piemonte in accordo con i comandanti militari e una manifestazione o una iniziativa, le cui modalità sono ancora da concordare, per ricordare gli scioperi del '44.
Nessuno chiede di parlare sulle comunicazioni del Presidente? Potremmo allora passare alle "Interpellanze e interrogazioni", come terzo punto dell'ordine del giorno, visto che abbiamo invertito l'ordine fissato facendolo precedere dalle "Comunicazioni del Presidente".
Chiede di parlare, però, l'Assessore Conti. Ne ha facoltà.



CONTI Domenico, Assessore ai problemi del lavoro e dell'occupazione

Devo informare il Consiglio che all'esterno del palazzo c'è una nutrita rappresentanza della Moncenisio, trecento lavoratori. Una delegazione ha chiesto di essere ricevuta dalla Giunta e dai Capigruppo. Proporrei al Presidente di sospendere la seduta perché possa aver luogo detto incontro.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa. Convoco i Capigruppo nella saletta per le udienze unitamente al Vicepresidente della Giunta.



(La seduta sospesa alle ore 10,15 riprende alle ore 11)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Comunico che è stata ricevuta una delegazione di lavoratori della Moncenisio. Nel corso della discussione sono stati puntualizzati tutti i temi che riguardano questa azienda. Alla fine della seduta verrà presentato un ordine del giorno in proposito. Come già aveva comunicato il Vicepresidente Debenedetti, il Presidente della Giunta oggi è a Roma appunto per un incontro avente lo scopo di cercare soluzione alla crisi della Moncenisio. Invito i Capigruppo a voler predisporre l'ordine del giorno che sarà presentato e posto in votazione al termine della seduta.


Argomento: Opere pubbliche

Interrogazione dei Consiglieri Marchesotti, Bono, Raschio sulle proposte di sbarramento del torrente Busalletta, affluente dello Scrivia da parte della provincia di Genova


PRESIDENTE

Passiamo al punto terzo dell'o.d.g.: "Interpellanze e interrogazioni".
Interpellanza presentata dai Consiglieri Marchesotti - Raschio - Bono "Iniziative a difesa dell'inquinamento della Valle Scrivia in seguito allo sbarramento del torrente Busalletta da parte della provincia di Genova".
Nessuno degli interpellanti intende illustrare il documento? Allora dò la parola, per la risposta, all'Assessore Fonio.



FONIO Mario, Assessore alla tutela dell'ambiente e agli inquinamenti

In punto alla domanda n. 3 - accertare se sia vero o meno che il Ministro dei Lavori pubblici ha già concesso il nulla osta - la Giunta pu precisare che in effetti il 18 ottobre 1972, con suo Decreto n. 102, il Ministero dei Lavori pubblici, di concerto con il Ministero delle Finanze ha concesso alla Soc. Acquedotto Nicolay di derivare dal torrente Busalletta, a mezzo di un serbatoio artificiale della capacità di 4.500.000 metri cubi, la portata massima di moduli 6,00 (6001/s) e media di moduli 3,10 (10 litri al secondo), per l'approvvigionamento idrico della città di Genova, nonché per produrre, sul salto di 65 metri, la potenza media normale di 197,549 Kw.
Lo stesso decreto dispone che il Comune di Busalla ha diritto di derivare dallo stesso torrente Busalletta, a mezzo dello stesso serbatoio una portata continua di moduli 0,32 (32 litri al secondo) per i propri usi idropotabili, così come stabilito dal P.R.G.A.
Il suddetto decreto è stato emesso, con il parere favorevole della Regione Liguria, a conclusione di una lunga, complessa e laboriosa istruttoria, iniziatasi nel marzo del 1959, con la prima domanda di concessione, presentata dalla Soc. Industria Piemontese Lavorazione Olii minerali (IPLOM). A questa ne seguirono altre due concorrenti fra loro e con quella della IPLOM, presentate rispettivamente dalla Soc. Acquedotto Nicolay in data. 22.2.1960 e dal Comune di Busalla, in data 13.9.1960.
Durante l'istruttoria regolamentare, esperita dall'Ufficio del Genio Civile di Genova, competente per territorio, emersero numerose opposizioni, delle quali alcune sono state accolte e tacitate nei modi e nei tempi previsti dalle leggi vigenti, mentre altre sono state respinte, perché ritenute infondate, sia dall'Ufficio del Genio Civile, sia dal Consiglio superiore dei Lavori pubblici. In particolare, nei riguardi degli utenti del torrente Scrivia, nel Decreto citato si legge: "... le opposizioni degli utenti del torrente Scrivia per temuto danno alle proprie concessioni per effetto della derivazione della Società Nicolay, non risultano giustificate, atteso che la modesta estensione e l'impermeabilità del bacino utilizzato fanno escludere la possibilità di una apprezzabile riduzione delle disponibilità idriche, alvee e subalvee, in conseguenza di detta derivazione".
L'altra questione sollevata da più parti riguarda la eseguibilità della diga di sbarramento nella sezione prescelta. Il Decreto ministeriale citato fa presente che sul problema si sono espressi favorevolmente: il Consiglio superiore dei Lavori pubblici il Servizio geologico d'Italia la Commissione peritale nominata dall' Amministrazione provinciale di Genova, dalla Società Nicolay e dal Comune di Busalla.
Infine, sono emerse anche molte preoccupazioni per le necessità igieniche dei Comuni rivieraschi.
In merito a ciò, già il Decreto ministeriale prescrive che è fatto obbligo alla Società concessionaria, con apposite clausole inserite nel disciplinare di concessione, di lasciar defluire a valle dello sbarramento un quantitativo d'acqua, in base ai dati idrologici forniti dal competente Ufficio idrografico del Po di Parma. Inoltre, come è noto, è in avanzata fase di studio il Piano regionale di depurazione delle acque di scarico nell'ambito del quale i Comuni della Valle Scrivia costituiscono il comprensorio n. 22.
Ecco, in quest'ultima parte c'è una risposta esplicita, direi, alla domanda n. 1: "Intervenire, e con quali iniziative, a tutela delle popolazioni della Valle Scrivia". Con i comprensori di risanamento che sono in corso di studio per una prossima attuazione da parte della Regione è chiaro che si intende addivenire ad una tutela anche delle popolazioni costituenti il comprensorio da Arquata Scrivia a Castelnuovo Scrivia nel modo più diretto e più specifico, secondo i programmi che già furono illustrati.
Per quanto concerne poi la domanda n. 4: "Prendere contatto con la Giunta della Regione Liguria al fine di accertare i fatti e assumere in tale sede tutte le iniziative atte ad evitare le possibili gravi conseguenze", vorrei ricordare che già nel 1971 uno dei primi compiti che l'Assessorato ritenne di dover svolgere fu proprio quello di prendere contatto con l'Assessore della Liguria ai Lavori pubblici, competente per queste cose, in rapporto alle necessità che erano balzate evidentissime attraverso la nota questione delle utilizzazioni delle vene del Tanaro di Viozene per l'approvvigionamento potabile del Comune di Imperia. Già in quella sede apparve chiara la necessità per la Regione Piemonte di agganciare la Regione Liguria in merito a queste questioni, al fine di discutere tutto quello che nasceva dalla ripartizione e dalla utilizzazione delle acque, nonché in riferimento agli insediamenti industriali sul versante ligure e agli inquinamenti che derivavano al versante piemontese e in genere per tutta la questione delle acque.
E' il caso e ritengo con questo si possano esaurire le richieste fatte nell'interpellanza - di ricordare che l'uso delle acque dei bacini idrografici degli Appennini Liguri - Piemontesi e della Valle Tanaro è strettamente collegato a quello che è sempre stato il mio programma relativo al piano delle acque, che è diventato nell'ambito della nuova Giunta un preciso programma regionale. Nell'ambito degli studi conoscitivi degli accertamenti delle utilizzazioni in corso, delle disponibilità d'acqua e di tutti gli altri problemi, si potrà fare il punto, io spero in collegamento con la Regione ligure, al fine di risolvere i sopraddetti problemi che diventano in definitiva di natura interregionale, ma che vengono ad incidere direttamente sul nostro programma in materia di acque per poi stabilire, attraverso il piano delle acque, la definizione di tutti i problemi ai quali accenna l'interpellanza in relazione anche ai Comuni della Valle Scrivia.
Credo di avere dato nella parte finale, di taglio più strettamente politico, una prima indicazione sull'indirizzo della Giunta, la quale si concretizzerà, naturalmente, attraverso tutte quelle iniziative di contatto con gli Enti locali, così come si fece a suo tempo quando nacque appunto la prima questione per la derivazione del Tanaro, per trattare tali problemi direttamente con la Regione ligure, ma anche con gli Enti locali interessati della nostra Regione, nell'ambito del programma che la Giunta vuol portare avanti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l'interpellante Consigliere Marchesotti. Ne ha facoltà.



MARCHESOTTI Domenico

Signor Presidente, signori Consiglieri, nei mesi scorsi Genova e l'intera Liguria sono rimaste senza acqua o quasi. Per queste zone esiste effettivamente un problema di rifornimento idrico molto serio. Di fronte ad una tale situazione credo che da parte nostra, sia per quanto riguarda il problema dello Scrivia, sia per quanto riguarda l'utilizzazione delle acque dell'Erro, sia per quanto concerne l'utilizzazione delle acque del Tanaro non si possa e non si debba fare questioni di campanile. Anche noi, con i nostri studi, le nostre iniziative, dobbiamo sentirci impegnati a collaborare alla soluzione di questo assillante problema. Però, da parte della Liguria, di coloro che sono i più direttamente interessati dal punto di vista del rifornimento idrico, si deve altresì fare in modo che le questioni siano poste e risolte in accordo con la Regione Piemonte e con le valli nelle quali l'acqua defluisce; ad evitare che per dare acqua alla Liguria si provochi un inquinamento crescente delle valli del Piemonte.
Penso, pertanto, che la Giunta e l'Assessore dovrebbero, nel breve volgere di qualche mese, portare queste questioni all'esame e della Commissione competente e del Consiglio, per giungere, a soluzioni immediate e concrete. Altrimenti si correrebbe il rischio di dover subire soluzioni che danneggerebbero o noi o la Liguria. La decisione non può essere lasciata al Ministero, che non conosce esattamente come una tale decisione venga a tradursi per quanto concerne l'utilizzazione delle acque e gli inquinamenti.
Per quanto riguarda la questione della Valle Scrivia, e quindi degli inquinamenti, occorre sostenere le iniziative già in corso da parte dei Comuni della valle per la costituzione di un consorzio per la depurazione delle acque di scarico. In questo quadro occorre inserire il problema dell'utilizzazione delle acque, che interessa la cittadinanza da Arquata Scrivia a Castelnuovo Scrivia, (circa centocinquantamila persone) prendendo proprio una iniziativa ad hoc per risolverlo: in quanto risolvendolo si potrà disporre della utilizzazione di un certo quantitativo d'acqua a favore di Genova.
Mi è parso di rilevare un certo impegno da parte dell'Assessore: lo sollecito ad operare concretamente nel più breve tempo possibile.



PRESIDENTE

L'interpellanza è discussa.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza dei Consiglieri Revelli e Lo Turco e interrogazione del Consigliere Nesi sulla situazione occupazionale dell'abitificio Rossi di Mondovì


PRESIDENTE

C'è ora una interpellanza presentata dai Consiglieri Revelli e Lo Turco, alla quale darà risposta, unitamente alla interrogazione presentata dal Consigliere Nesi, l'Assessore Conti. Concerne: "Iniziative atte a garantire gli attuali livelli di occupazione dei dipendenti dell'Abitificio Rossi di Mondovì".
Ha facoltà di parlare l'Assessore Conti.



CONTI Domenico, Assessore ai problemi del lavoro e dell'occupazione

La Società per Azioni Abitificio Rossi fu fondata in Mondovì (Cuneo) nel 1919, per confezionare abiti in serie e venderli ai negozianti di abbigliamento.
Alla morte del titolare, subentrarono a capo dell'Azienda, che ha sempre avuto carattere familiare, la figlia e suo marito, dott. Luigi Maraschi, che sono gli unici soci.
Nello stabilimento lavorano 170 persone, fra impiegati ed operai (di cui il 90% donne) e nessun dirigente, all'infuori dello stesso dott.
Maraschi, amministratore unico.
Questi afferma di aver tentato fin dal 1972, per motivi di salute, di cedere l'azienda ad altri, fra cui la GEPI, con esito negativo. Il 4 gennaio 1974 manifestò al Sindaco la ferma intenzione di cessare l'attività per il 28 successivo.
Il 6 gennaio apparve il primo articolo su "La Stampa" con la notizia dell'imminente chiusura. Il personale della fabbrica si allarmò ed interessò il Comune, i Sindacati e la Regione. I Consiglieri regionali della zona si sono subito occupati del problema.
L'11 gennaio ha avuto luogo a Torino una riunione della Giunta Regionale alla presenza dei Consiglieri regionali della zona rappresentanti della Giunta comunale, delle Organizzazioni dei datori di lavoro, e dei Sindacati dei lavoratori del ramo interessato. Il Presidente della Giunta si è impegnato ad intervenire presso la proprietà dell'Azienda.
Infatti, l'avv. Gianni Oberto ha avuto un incontro a Cuneo il 14 gennaio con l'Amministrazione, alla quale ha chiesto una opportuna proroga del giorno di chiusura, per poter esaminare a fondo il problema. Il dotti Maraschi si è dichiarato disposto a concederla fino al 28 febbraio, ma ha posto due condizioni: ottenere commesse per la lavorazione a façon (per conto terzi) e la ripresa del lavoro senza interruzioni da parte delle maestranze.
La FACIS, interpellata per un eventuale assorbimento dell'Abitificio Rossi o per eventuali commesse, ha risposto in senso negativo. L'Assessore Paganelli è riuscito ad ottenere dalla "S.p.A. Vestebene" di Alba ordinazioni per il presumibile periodo di lavoro corrente fino al 28 febbraio 1974.
Crollati peraltro i tentativi per una soluzione costruttiva e permanente, il Sindaco di Mondovì ha trasmesso un ordine del giorno del Consiglio comunale ai Parlamentari della provincia ed alla Regione con cui si chiede che promuovano un intervento pubblico (GEPI ecc.) per scongiurare la cessazione dell'attività industriale dello stabilimento Rossi o comunque sostituirla con altra capace di una corrispondente occupazione femminile.
L'interessamento della Regione nei riguardi della GEPI è in corso sebbene si prospetti difficile un esito favorevole.
Il problema concernente l'Abitificio Rossi consiste non soltanto nella possibilità di continuare l'attività per un più ampio periodo di tempo, ma anche nell'assicurare in prospettiva la vita dell'Azienda.
Il 25 gennaio scorso ha avuto luogo a Roma un'apposita riunione congiunta, dei rappresentanti della Regione e di parlamentari, davanti al Ministro per le Partecipazioni, on. Gullotti. Erano presenti gli onorevoli Gasco, Sobrero e Pella per la D.C., Badini Confalonieri e Balbo per il PLI e Martini per il PCI; per la Giunta, il Presidente regionale avv. Oberto l'Assessore Paganelli e chi vi parla.
Il Ministro si è vivamente interessato del problema ed ha assicurato il suo intervento presso l'ENI, o, meglio ancora, presso la GEPI per ottenere il rilievo dell'Abitificio Rossi. L'on. Pella ha preso anche l'incarico di agire sull'IMI, che, come si sa, detiene il 50% delle azioni della GEPI.
Peraltro, devo dire che gli ultimi contatti degli Uffici della Regione con il prof. Grassini, direttore della GEPI, non sono molto incoraggianti.
Purtroppo, la Città di Mondovì (21.604 abitanti) fa parte di una zona cuneese in cui l'industria, già non molto sviluppata, ha subito pesanti decrementi, dovuti alla chiusura delle seguenti ditte: Bassani, Manfredi Bongiovanni, Audoli e Bertola, Beltrandi, Battaglia, Richar-Gginori.
Alcune nuove aziende non hanno fatto recuperare le perdite subite nell'occupazione: Valeo, Ferodo, Paieri; esse sono legate al settore automobilistico, in cui l'attività è maschile. Altre società industriali del ramo abbigliamento esistenti in Mondovì, quali la "Gazzera" e la "Camef", hanno ridimensionato la loro attività.
A questo punto, mentre si riafferma la piena disponibilità della Giunta per tutte le iniziative che possono essere suggerite, la Giunta stessa sta svolgendo con gli enti e le organizzazioni interessate ogni possibile azione per risollevare le sorti dello stabilimento, con particolare riguardo al problema occupazionale delle maestranze.



PRESIDENTE

Chiede di parlare, degli interpellanti, il Consigliere Lo Turco. Ne ha facoltà.



PRESIDENTE

LO TURCO Giorgio



PRESIDENTE

Io parto da una constatazione immediata: quella che, purtroppo, nemmeno l'incontro con il ministro Gullotti ha permesso di dare una soluzione definitiva a questo problema. Problema ulteriormente aggravato dal fatto che la scadenza del 28 febbraio è molto vicina. In questo momento, mentre noi siamo qui riuniti, le organizzazioni sindacali stanno discutendo con il Sindaco sulla base di un riesame di tutta la questione.
A nostro parere, è necessario adoperarci in ogni modo anzitutto per ottenere una dilazione di qualche mese della data di cessazione dell'attività, affinché vi sia tempo di portare le trattative in corso a sbocchi positivi mantenendo in questa attesa occupate queste maestranze.
Sarebbe opportuno che in proposito si facesse sapere qualcosa al Sindaco e alle organizzazioni sindacali mentre sono riuniti, affinché siano in grado di valutare quali altre iniziative debbano prendere per parte loro per fronteggiare questa situazione. Pregherei pertanto l'Assessore Conti, se già non l'ha fatto di sua iniziativa, di mettersi in contatto telefonico con loro.
Vorrei però anche invitare la Giunta ad assumere un atteggiamento molto energico nei confronti della GEPI. Già in più occasioni abbiamo dovuto costatare che una delle Province che non hanno mai avuto interventi da parte dell'Ente di Stato è proprio quella cuneese. Noi non chiediamo un suo intervento soltanto per l'Abitificio Rossi ma per tutta l'area monregalese.
Secondo notizie che mi sono pervenute - non so fino a qual punto esatte un'altra fabbrica di 60-70 operai è in procinto di chiudere: alcuni operai sono già stati chiamati e consigliati a cercarsi un altro posto. Del resto è noto che tutta l'area monregalese è in difficoltà, che sta saltando l'economia locale: ne fanno fede le stesse dichiarazioni che sono venute da ogni parte al convegno del CEM tenuto a Mondovì. Sta saltando sul piano dell'occupazione in generale, di quella femminile in particolare, che è la più colpita, e sta saltando sempre di più sul piano economico.
Noi dobbiamo renderci conto che non basta più dire che il Monregalese che il Casalese sono le zone più colpite dall'attuale contingenza.
Occorrono interventi che diano prospettive nuove, che aprano sbocchi positivi per queste zone; occorrono, cioè, interventi, investimenti concreti in ogni aspetto della occupazione: in favore della piccola e media industria, diretti a favorire insediamenti di piccola e media industria prevalentemente ad occupazione femminile, in favore dell'agricoltura, sul piano dei servizi, su un piano di iniziative concrete. Bisogna che le forze politiche facciano un riesame di tutta la situazione, e per questo chiediamo, come già è stato chiesto anche dalle organizzazioni sindacali un impegno immediato: di promuovere a Mondovì un incontro di tutte le forze politiche, sindacali e delle maestranze con il Comune, con tutti gli Enti locali, per studiare quali azioni concrete si possono ancora avviare, oltre che per risolvere i problemi del Monregalese, anche in appoggio all'azione che stanno conducendo i parlamentari nei confronti del Governo, a Roma, per dare uno sbocco positivo alla questione.



PRESIDENTE

L'interpellanza è discussa.


Argomento: Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali - Viabilità

Interpellanza dei Consiglieri Menozzi, Giletta, Bertorello sui danni provocati dai nubifragi alla viabilità minore ed alle produzioni agricole


PRESIDENTE

Interpellanza presentata dai Consiglieri Menozzi, Giletta, Bertorello: "Pronto intervento per danni alla viabilità minore e alle produzioni agricole a seguito di violenti nubifragi"".
Ha facoltà di parlare, per la risposta, l'Assessore Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro, Assessore all'agricoltura e foreste

L'interpellanza presentata dai Consiglieri Menozzi, Giletta e Bertorello concerne appunto i danni alla viabilità minore provocati dai nubifragi dell'autunno scorso.
Il territorio piemontese è stato interessato, infatti, nel periodo da agosto a settembre 1973 da violenti nubifragi che si sono abbattuti in varie zone, provocando gravi danni alle colture ed alle strutture. In particolare, è stata colpita la provincia di Cuneo, con danni agli impianti irrigui e alle strade interpoderali, per una lunghezza valutata in 15 chilometri e per danni, sempre relativamente alle strade, per circa 80 milioni. Sono state colpite inoltre strade comunali, con danni complessivi per tutto il Piemonte di 450 milioni.
Per quanto riguarda le strade comunali - queste notizie me le ha fornite il collega Petrini, dei Lavori pubblici -, la Giunta Regionale, in base alle segnalazioni pervenute dagli Uffici del Genio Civile relativamente al ripristino di quelle danneggiate dalle calamità atmosferiche del settembre '73, ha disposto 15 interventi di pronto soccorso, per un importo di 121 milioni a totale carico della Regione ed ha ammesso al sussidio del 50% ai sensi della legge del 1904 altre 30 opere di ripristino, per 330 milioni, con sussidio regionale di 165 milioni. In totale, quindi, interventi per 450 milioni.
Circa gli interventi a sollievo dei danni alle strutture agricole esistono specifiche provvidenze statali, previste dalla legge n. 364 del 1970. In particolare, l'art. 4 prevede il finanziamento a totale carico dello Stato delle spese di ripristino delle strade interpoderali e vicinali danneggiate. Com'è noto ai sensi del decreto n. 11 del 15 gennaio '72 permane allo Stato la competenza sul Fondo di solidarietà nazionale appunto legge 364, mentre è stata delegata alle Regioni soltanto la formulazione di proposte, con successiva erogazione dei fondi assegnati di volta in volta dallo Stato.
La Regione ha provveduto a segnalare al Ministero, con nota dell'8 novembre '73, la natura e la consistenza di tutti i danni, proponendo la delimitazione delle zone ai fini dell'applicazione delle necessarie provvidenze.
Circa il più vasto problema sollevato dagli interroganti, relativo ad un organico piano regionale pluriennale di interventi per la viabilità agricola minore, informo che la Giunta ha allo studio la possibilità di interventi a complemento di quelli previsti dalla legge 364 per la manutenzione straordinaria e il pronto intervento di emergenza in caso di danni conseguenti ad eccezionali avversità atmosferiche. Inoltre, informo che è previsto un organico piano pluriennale di interventi, con contributi in conto capitale, per la costruzione di nuove strade interpoderali o per il loro potenziamento a favore di coltivatori diretti associati.



PRESIDENTE

Degli interpellanti chiede di parlare il Consigliere Menozzi. Ne ha facoltà.



MENOZZI Stanislao

Chiedo scusa se non mi limiterò a dichiararmi soddisfatto o insoddisfatto, secondo la prassi, ma farò una sia pur concisa, telegrafica illustrazione, che non mi è stata offerta la possibilità di fare prima che l'Assessore desse la sua risposta.
Questa interpellanza, che porta la data del 27/9/'73 potrebbe essere ritenuta superata, dato il tempo trascorso. Invece non lo è affatto, sia in ossequio all'adagio "Meglio tardi che mai", sia anche perché la carenza della viabilità minore da noi denunciata è tuttora tale. Se è vero, come è vero, che l'avverso andamento stagionale, caratterizzato da piogge battenti e persistenti, ha reso particolarmente disagevole la viabilità in generale nell'ambito dei Comuni, e quella minore in particolare (e il discorso cala nuovamente sulle strade vicinali ed interpoderali), le strade sulle quali queste avversità hanno inciso erano già precedentemente dissestate.
Colgo pertanto l'occasione - prendendo atto dell'impegno manifestato dall'Assessore, che è stato chiaramente puntualizzato ed evidenziato anche nel programma della Giunta recentemente approvato - per chiedere che si abbia a tenere in particolare considerazione il problema della viabilità minore, e questo non solo per i problemi economici che essa implica ma anche, e non da ultimo, per motivi che vanno al di sopra dei primi, essendo di natura civile: rendere possibile non solo il trasporto delle merci ma anche la comunicazione fra le persone, attraverso la transitabilità delle nostre strade, che in parecchi casi per quattro, cinque, sei mesi all'anno non sono affatto praticabili.



PRESIDENTE

L'interpellanza è discussa. Resterebbero da discutere le seguenti interpellanze: Curci-Carazzoni, relativa alla diffusione della droga fra i giovani Curci-Carazzoni, sulla dichiarazione di voto a nome del P.S.I. a conclusione del dibattito sul programma operativo della Giunta.
Dovrebbero rispondere l'Assessore Armella e il Presidente Oberto. Il Presidente Oberto è, come sapete, a Roma, l'Assessore Armella mi aveva preavvertito che forse non avrebbe potuto intervenire alla seduta di questa mattina a causa di impegni improrogabili. Se gli interpellanti non hanno difficoltà, ne rinvierei la discussione a giovedì prossimo.



CURCI Domenico

Vorrei però pregarla di intercedere presso l'Assessore Armella perch dia risposta almeno a quella interpellanza, che si trascina da alcuni mesi.



PRESIDENTE

Come ho detto, ho parlato della questione con l'Assessore Armella soltanto ieri. Non è escluso che l'Assessore possa giungere in aula ancora di questa mattina: in tal caso la discussione potrebbe ancora avvenire stamani. Se così non fosse, provvederei a sollecitarlo, perché anch'io considero l'argomento in questione molto importante.


Argomento: Ristrutturazione industriale - Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione dei Consiglieri Nesi-Calsolaro sulle vertenze dei lavoratori della SEIMART a seguito della ristrutturazione dell'Azienda


PRESIDENTE

Chiedo scusa al Consiglio se non seguo l'ordine cronologico delle interrogazioni per dare la precedenza ad una interrogazione cui deve rispondere l'Assessore Conti, il quale avrebbe necessità di allontanarsi per un impegno. Deve rispondere alla interrogazione Nesi-Calsolaro su: "Vertenza dei lavoratori della Seimart a seguito della ristrutturazione dell'Azienda". Ha facoltà di parlare l'Assessore Conti.



CONTI Domenico, Assessore ai problemi del lavoro e dell'occupazione

La SEIMART (Soc. Industrie Manifatture Radio Televisione) fu costituita in Torino nel 1971 per la produzione di apparecchi radio-Tv e componenti elettronici.
Il capitale sociale di L. 100 milioni, fu sottoscritto, fra gli altri dalla FIAT, Cassa di Risparmio, Istituto S. Paolo e Banca. Popolare di Novara.
Nel maggio del 1971 la SEIMART rilevò le attività ed il personale del gruppo Magnadyne (con sede a Torino e S. Antonino di Susa), che in quel momento era sottoposto dal Tribunale ad amministrazione controllata.
Sempre nel 1971, permanendo la situazione di crisi nell'Azienda interveniva la GEPI, sottoscrivendo la maggior parte del capitale, in vista di una ristrutturazione comprendente le Società Lesa di Milano e Condor di Concorezzo, entrambe fallite alla fine del 1971.
Complessivamente, nel 1972 la SEIMART contava circa 4.000 dipendenti (di cui 2.200 nella zona Piemonte), e il capitale veniva portato a 5 miliardi, sottoscritto per il 64% dalla GEPI. La minoranza era formata dagli altri Enti che avevano fondato nel 1971 la SEIMART.
Nel 1973 la situazione economica produttiva dell'Azienda non accennava a migliorare, anzi minacciava di aggravarsi ulteriormente a causa dell'eccezionale aumento dei costi, dovuto al rinnovo del contratto di lavoro, al notevole rincaro delle materie prime, ai prodotti obsoleti e quindi non concorrenziali sul mercato, alla forte concorrenza nel settore proveniente dall'Estremo Oriente, alla irrazionale dislocazione delle sedi dell'Azienda. Quanto a queste ultime, gli uffici erano ubicati a Torino (Direzione generale, con alcune funzioni) e a Milano (Direzione commerciale con altre funzioni), mentre le unità di produzione sono tuttora dislocate a Torino, S. Antonino di Susa, Saronno e Tradate.
Nel corso del 1973, la Direzione dell'Azienda presentò alcuni progetti di ristrutturazione, di cui l'ultimo, presentato il 28 agosto 1973 presso il Ministero del Lavoro, prevedeva, tra l'altro, l'unificazione delle funzioni primarie a Torino (ora attuata), la chiusura della ex sede di Milano della Lesa e l'avvio ad iniziative industriali nel Sud (Qualiano Napoli). Il progetto, però, non trovava consenzienti le Organizzazioni sindacali, che esprimevano serie preoccupazioni per licenziamento di 200 dipendenti della sede di Milano e il trasferimento di circa 90 impiegati di quella sede a Saronno nonché per le incerte prospettive di sviluppo nel Mezzogiorno.
Veniva pure costituito a Milano, con il concorso di alcuni partiti politici, un Comitato promotore tendente a sensibilizzare l'opinione pubblica e a ottenere, quindi, l'intervento delle competenti autorità.
L'Assessore regionale al lavoro del tempo, il dott. Visone, riceveva il 9 ottobre u.s. le Organizzazioni sindacali, con le quali discuteva i programmi, relativi alla SEIMART, approfondendone soprattutto l'aspetto occupazionale, in quanto la forza complessiva dell'Azienda era scesa dai 4000 del 1972 ai 3.600 dell'ottobre 1973 (riduzione avvenuta in maggior parte nella zona di Milano).
Sempre nel mese di ottobre, si incontravano a Roma, in successive riunioni, alla presenza del Sottosegretario on. Foschi, le parti, con l'intento di trovare una intesa soprattutto per quello che concerneva il problema occupazionale di Milano.
La proposta ministeriale prevedeva la messa in cassa integrazione del personale di Milano e la contestuale creazione di un Centro ricerche sempre a Milano, avente come scopo di garantire una continuità della presenza SEIMART in quel capoluogo e nello stesso tempo con l'intesa di assorbire parte dei dipendenti milanesi.
La proposta veniva accettata dall'Azienda, ma non dai Sindacati. Il 20 ottobre la SEIMART, dopo avere instaurato la procedura per la riduzione di personale prevista dall'accordo interconfederale del 5 maggio '65 procedeva al licenziamento di 197 dipendenti della sede di Milano. Le Organizzazioni sindacali impugnavano il provvedimento avanti la Magistratura, che in novembre ordinava la revoca dei licenziamenti, sul presupposto che l'Azienda aveva a suo tempo rilasciato garanzie sulla stabilità del personale. Revocato il licenziamento, la sede milanese veniva riaperta, ed oggi vi sono circa 150 dipendenti, i quali svolgono pressoch alcuna attività.
Entro i prossimi mesi l'Azienda dovrà lasciare lo stabile di via Bergamo, a Milano, in quanto l'affitto è già scaduto al 31/12/'73 e il liquidatore della Società Lesa ha già provveduto alla vendita dell'immobile.
Questa la situazione ad oggi, soprattutto per quello che riguarda il settore di Milano.
Per quello che concerne la situazione nella nostra Regione, dai dati forniti dall'Azienda risulta che le tre fabbriche torinesi (una in via Avellino 6, la seconda in via G.F. Re, la terza in via Vipacco 15) saranno abbandonate, perché sostituite da uno stabilimento in avanzata costruzione in zona Mappano, tra Torino e Leinì, che ne assorbirà entro il prossimo mese di settembre le attività e le maestranze.
E' pronto il rilancio del capitale societario, sempre stando alle dichiarazioni dell'Azienda. Questo dopo esser stato diminuito fino a 100 milioni, è stato poi riportato a 500 milioni, e sussiste l'impegno della GEPI di riportarlo a 5 miliardi entro il 1974, sottoscrivendo fino al limite di 4 miliardi e 200 milioni.
Circa i beni immobili della Società Magnadyne, la SEIMART non ha più interesse a quelli situati in Torino, poiché usufruirà tra breve, come s'è detto, di un nuovo, unico edificio. Potrebbe interessare, invece, il fabbricato di S. Antonino, tuttora soggetto a procedimento post fallimentare. L'Azienda gode, su questo, di un'opzione d'affitto per diciotto mesi, e, alla scadenza della locazione (sino a giugno 1975) deciderà circa l'acquisto del vecchio stabile o la costruzione, in zona, di un nuovo edificio. Quindi, l'Azienda ha garantito che, comunque, le maestranze di S. Antonino non verranno rimosse dalla zona.
I beni mobili - macchinari ed altro - siti negli stabilimenti sono della torinese "Soc. Industria finanziaria", INFIN, che è pure fallita nel 1972 ed ha in corso il procedimento post-fallimentare. Al riguardo, il 13 febbraio p.v. vi sarà il primo bando d'asta per la vendita. Qui posso dare una prima assicurazione: la SEIMART ha presentato istanza d'acquisto.
Questo risponde ad una precisa richiesta delle Organizzazioni sindacali. Di più l'Azienda non può dire, evidentemente.
E' bensì vero che è stata emessa nel 1973 una istanza pretorile di sfratto nei confronti della SEIMART, ma la Società, oltre ad aver appellato la sentenza presso il Tribunale, ritiene che l'eventuale acquisto dei beni possa chiudere, ovviamente, in senso positivo la vertenza.
Circa le notizie apparse sulla stampa in questi giorni sulla possibilità di un trasferimento a Mappano delle maestranze di S. Antonino l'Azienda smentisce tale affermazione in quanto priva di fondamento. La SEIMART, nel caso giudicasse non conveniente l'acquisto dell'esistente stabilimento di S. Antonino, studierebbe valide soluzioni alternative sempre nella zona.
Per completare il quadro della situazione aziendale si ritiene opportuno riportare i dati forniti dall'Azienda sul fatturato e sulla produzione di questi ultimi due anni, sugli investimenti e le prospettive future.
1972 - Fatturato: 14 miliardi; produzione: fonografia, TV bianco e nero; componenti elettronici; dipendenti 3.900, fatturato pro capite 3 milioni e 600.000.
1973 - Fatturato: 17 miliardi e 700 milioni; produzione: TV bianco e nero; fonografia, piccoli elettrodomestici, componenti elettronici componenti meccanici; dipendenti 3.600, quindi 300 di meno; fatturato pro capite 4 milioni e 900.000.
Gli investimenti realizzati ed approvati e in corso di attuazione nei 22 mesi di attività della SEIMART sono stati i seguenti: L. 2 miliardi 900 milioni per acquisto stabilimenti di Saronno e Tradate della ex Lesa e delle proprietà immateriali connesse (marchi brevetti) 850 milioni per acquisto terreni e costruzione nuovi stabilimenti di Torino (Mappano) 600 milioni di lire per acquisto terreno e costruzione nuovo stabilimento Qualiano (Napoli) 425 milioni per acquisto della sede di Torino, via Bistagno 1 miliardo e 700 milioni per macchinari ed attrezzature produttive.
Previsioni. La Società ha avviato la costituzione divisionale nell'ambito della quale attuare gli obiettivi specifici di risanamento nella maggiore concentrazione di risorse.
Le Divisioni in fase di costituzione sono: 1) la divisione componenti elettronici e meccanici, con stabilimenti a Saronno, Tradate e Torino 2) la divisione prodotti finiti, con stabilimento di produzione a S.
Antonino di Susa e Qualiano (Napoli).
Nel settore dei componenti è prevista una riorganizzazione dei sistemi produttivi che consenta una produzione, peraltro già qualificata, a minori costi.
La collaborazione in atto con uno dei gruppi mondiali di maggior prestigio (la TRW), consente, per quanto riguarda l'aggiornamento tecnologico - sono sempre dichiarazioni dell'Azienda - di proiettarsi nel futuro con una certa sicurezza. Peraltro, anche in sede aziendale, è in atto il potenziamento dei settori di progettazione che consentirà una diversificazione ed un potenziamento del settore.
Nel settore dei beni di consumo gli sforzi dell'Azienda sono rivolti soprattutto verso una maggiore specializzazione produttiva ed una diversificazione dei prodotti che consenta di realizzare una consistente presenza sia sul mercato nazionale che su quello europeo.
Un adeguato gruppo di progettazione sta praticamente realizzando il rinnovo completo della gamma dei prodotti. Si sta operando anche nel settore della TV a colori, anche se non se ne prevede la produzione che alla fine del 1975.
Di contro a queste dichiarazioni stanno le richieste dei Sindacati: 1) per quanto riguarda l'asta pubblica dei beni mobili, del giorno 13 chiedono che la Direzione dichiari ufficialmente la sua posizione. La Direzione l'ha dichiarata nei termini che ha espresso.
2) per quanto riguarda l'occupazione del personale, non vogliono la cassa integrazione. La Direzione mi ha dato assicurazione che non ci sarà ricorso alla cassa integrazione, né per il trasferimento del personale a Mappano oppure per eventuali aggiustamenti a S. Antonino 3) i Sindacati dichiarano ancora che non sono accettabili contropartite come quella della chiusura degli impianti al Nord per aprire impianti al Sud, l'Azienda ritiene, con il suo programma di investimenti e di sviluppo di avere risposto a questa domanda 4) chiedono ancora la costituzione di un Centro di ricerche a Milano come da impegni assunti al Ministero del Lavoro a Roma, perché si dia avvio alla riconversione produttiva che privilegi i beni strumentali rispetto a quelli del consumo. Tale centro dovrebbe essere consortile fra le aziende nel settore consociato. L'Azienda risponde che darà seguito alla costruzione di questo Centro appena risolto il problema di Milano. Circa la diversificazione produttiva, l'Azienda fa presente che ha bisogno di operare nel settore della produzione di massa, perché diversamente non riuscirebbe a mantenere un livello di occupazione così elevato.


Argomento: Viabilità

Interrogazione del Consigliere Cardinali sui tracciato definitivo dell'autostrada Voltri - Sempione


PRESIDENTE

Chiedo scusa all'Assessore Conti se dò la parola all'Assessore Petrini ma deve allontanarsi con una certa urgenza.
Interrogazione del Consigliere Cardinali "Intervento per la rettifica del tracciato definitivo sull'autostrada Voltri-Sempione". Ha la parola l'Assessore Petrini.



PETRINI Luigi, Assessore ai lavori pubblici e alla viabilità

Il collega Consigliere Cardinali con l'interrogazione urgente del 24 gennaio chiede di conoscere se la Giunta Regionale sia in grado di intervenire nella fase di approvazione del tracciato definitivo dell'autostrada Voltri-Sempione. L'interrogante aggiunge che detto tracciato prevede, secondo il progetto della SPEA, l'attraversamento del territorio del Comune di Gattico, provocando la netta separazione dei tre agglomerati urbani, mentre una breve rettifica dello stesso consentirebbe di evitare un danno urbanistico ed ecologico al predetto Comune.
Premetto che l'Assessorato ai Lavori Pubblici, già precedentemente interessato del problema con telegramma in data 3 gennaio 1974 del Sindaco di Gattico, aveva sentito in proposito quell'Amministrazione comunale e l'ing. Vanoni della SPEA, al fine di reperire utili dettagli per meglio conoscere la situazione nel sua complesso e le rispettive posizioni delle parti in causa.
Da quei primi colloqui e da ulteriori successivi contatti è emerso che il Comune di Gattico, sulla base dei motivi esposti all'interrogazione del Consigliere Cardinali, desidererebbe venisse spostato il tracciato della Voltri-Sempione di circa 200/300 metri verso Borgomanero o verso Comignago.
Tale desiderio tuttavia non è stato sino ad oggi ancora suffragato riferisce la SPEA - da una precisa configurazione di soluzione alternativa restando alla fase dell'istanza che, per quanto legittima e giustificata nell'ottica del Comune di Gattico, in linea di massima potrebbe trovare non consenzienti, sempre secondo quanto sostiene la SPEA, i Comuni di Borgomanero e di Comignago.
La SPEA fa cenno infatti alla resistenza e alle opposizioni formulate nel caso specifico dall'amministrazione comunale di Borgomanero, in ordine ad un progetto di tracciato predisposto dalla società per rimarcare la propria impossibilità di prospettare, almeno per il momento, una soluzione definitiva per quanto concerne Gattico.
L'ing. Vanoni della SPEA comunque ha dato incarico a due ingegneri di studiare le soluzioni più opportune ed ha dichiarato nel contempo la propria disponibilità a vagliare ed a considerare le richieste fondate su criteri logici ed attendibili dal punto di vista tecnico. In tale prospettiva, nell'intendo di dare modo alle singole parti interessate di esprimere il proprio punto di vista in un confronto aperto, che apra la vicenda a soluzioni organiche, si è ravvisata l'opportunità di trattare l'argomento in una riunione che potrebbe aver luogo presso l'Amministrazione provinciale di Novara interessatasi già della questione ed alla quale sarebbero ovviamente chiamati ad intervenire i rappresentanti dei Comuni di Gattico, Borgomanero e Comignago.
In tal senso si è già interessato il Presidente della Provincia di Novara informandolo dell'adesione che la SPEA ha assicurato all'iniziativa e sottolineando la validità di un confronto chiarificatore come momento più idoneo per avviare un discorso serio e positivo, tra i principali interlocutori, in previsione di una soluzione in grado di soddisfare il più possibile ciascuno di essi.
Si dà pertanto assicurazione all'interrogante collega Cardinali che la Giunta si sta adoperando per giungere ad una definizione della vicenda secondo criteri e modalità che ci si augura trovino consenzienti i Comuni interessati.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante Consigliere Cardinali.



CARDINALI Giulio

Signor Presidente, ringrazio vivamente l'Assessore Petrini per la sollecita risposta, ma soprattutto per ciò che essa anticipa, vale a dire per le iniziative già prese allo scopo di intervenire, per rispondere se possibile, positivamente alle ansie contenute nell'interrogazione.
Ritengo quindi che l'incontro prospettato dall'Assessore non solo sia utile, ma sia essenziale ed è certo che i Comuni di Comignago e di Gattico vi parteciperanno con spirito di collaborazione per cercare una soluzione che sia la meno lesiva per i due territori comunali.
Mi dichiaro perciò soddisfatto della risposta sotto due profili: quello dell'esauriente contenuto della risposta stessa e quello dell'efficienza dimostrata nel mettere in moto meccanismi che soddisfino le aspirazioni degli enti locali.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione del Consigliere Calsolaro sulla situazione occupazionale dell'azienda De Costar di Torino


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Calsolaro "Iniziative per garantire l'occupazione dei lavoratori dell'Azienda De Coster di Torino." La parola all'Assessore Conti.



CONTI Domenico, Assessore ai problemi del lavoro e dell'occupazione

La Società per Azioni De Coster fondata a Torino nel 1880 nella sede di Via Montebello n. 25, quale industria dolciaria per la produzione in special modo di caramelle e di cioccolato, nel 1969 si è trasferita nel nuovo attuale stabilimento di corso Tazzoli 221.
Il capitale sociale era di L. 300.000.000.
Contava circa 80 dipendenti interni di cui circa 50 operaie generiche e circa 30 operai specializzati e circa 100 agenti rivenditori esterni.
Nel nuovo stabilimento il macchinario venne parzialmente rinnovato solo quello per la produzione del cioccolato, mentre si continuò ad utilizzare i vecchi macchinari per la produzione delle caramelle e delle pastiglie.
L'andamento della gestione risultava abbastanza buono fino all'anno 1970, quando incominciarono difficoltà nel reperire i crediti bancari necessari per il buon andamento dell'Azienda. In tale anno la morte improvvisa dell'allora presidente onorario signor De Coster aggiunse nuove difficoltà per la sua ripercussione negativa sul comportamento creditizio delle Banche.
L'intero settore dolciario, e specialmente le piccole e medie aziende era entrato in crisi causa l'aumento esagerato dei costi di produzione dovuti all'invecchiamento degli impianti non tempestivamente e completamente rinnovati, all'aumento dei prezzi della materia prima e dei salari, alla concorrenza spietata delle grandi aziende, alla crisi del mercato in generale dovuta al cambiamento dei gusti e delle preferenze dei consumatori.
Da tutto questo derivarono ingenti perdite di esercizio per cui, in poco tempo, diverse aziende, quali la "Stobbia" "Chiambretto" "Ferro e Groder" ed altre, vennero chiuse o dovettero procedere a dei cambiamenti di gestione, con l'incorporamento o fusione con altre aziende.
Negli anni seguenti la situazione della Società De Coster peggior gradatamente finché l'azienda nel mese di agosto 1973 si trovò in gravi difficoltà finanziarie per corrispondere ai propri dipendenti le retribuzioni loro dovute per i mesi di luglio e agosto 1973.
L'azienda motivava la mancata corresponsione delle retribuzioni nei tempi dovuti con il rifiuto di fidi bancari e quindi con la mancanza di liquidità, sperando di poter fare fronte ai futuri impegni con il ricavo delle somme derivate dalla vendita dei suoi prodotti.
Con l'interessamento di questo Assessorato il giorno 26 agosto 1973 ebbe luogo presso l'Ufficio provinciale del Lavoro di Torino una riunione tra i rappresentanti dell'azienda e quelli dei Sindacati provinciali dell'Alimentazione CGIL, CISL e UIL, nella quale si stabilì un accordo in base al quale l'azienda si impegnava a corrispondere ai propri dipendenti le retribuzioni nella maniera seguente ed alle seguenti scadenze: entro il 31 agosto il 40% del salario di luglio entro il 15 settembre il 60% del salario di luglio a saldo entro il 30 settembre l'80% del salario di agosto entro l'8 ottobre il 20% del salario di agosto a saldo.
Risulta che effettivamente l'accordo è stato rispettato dall'Azienda.
Successivamente in data 2 novembre 1973 la Ditta attraverso il suo Presidente del Consiglio d'Amministrazione dr. Edmondo De Coster, inviava una lettera nella quale comunicava che causa l'impossibilità dell'Azienda di far fronte al continuo aumento del fabbisogno finanziario dovuto all'aumento delle lavorazioni con derivate perdite di esercizio, per cui agli istituti di credito non avevano ritenuto di accordare nuovi fidi bancari, il Consiglio di Amministrazione era venuto nella determinazione di proporre agli azionisti la messa in liquidazione della Azienda essendo evidente l'impossibilità del raggiungimento degli scopi sociali statutari.
Le trattative iniziate con la GEPI e la SME non avevano ottenuto buon esito. Alla fine del mese di ottobre 1973 l'Azienda risultava messa in liquidazione per mancanza di capitali liquidi disponibili, con conseguente licenziamento delle maestranze.
Il 31 ottobre 1973 i dipendenti interni risultavano aver ottenuto la liquidazione delle spettanze dall'Azienda e la iscrizione alla cassa integrazione per mesi 6 con la corresponsione dell'80% del salario base.
Da informazioni assunte da questo Assessorato presso l'Azienda risulta che ultimamente è subentrata una nuova gestione che ha rilevato il pacchetto azionario, col sig. Fedele Taroni quale presidente, il sig.
Silvio Tagliabue, quale amministratore, a favore della quale è già intervenuto l'Istituto Bancario S. Paolo di Torino con la concessione di un mutuo di L. 350.000.000 al tasso di interesse pieno (circa il 12%).
La nuova gestione ha già provveduto alla riassunzione di circa 20 lavoratori dipendenti con le stesse qualifiche e lo stesso trattamento economico goduti in precedenza, riprendendo verso la metà del mese di gennaio 1974, le lavorazioni interrotte.
Circa le prospettive future l'Azienda fa conto di sfruttare in pieno i macchinari esistenti, sempre che lo sviluppo delle vendite future lo permetta.
Ove le condizioni di mercato migliorino la Ditta De Coster intende riassumere gli altri lavoratori ex dipendenti che ne facciano domanda.
A breve scadenza, nell'arco dei 6 mesi prossimi, prevede di poter riassumere in totale circa 60 lavoratori facenti parte delle ex maestranze sempre che le necessità dell'Azienda siano soddisfatte.
Tali necessità sono: difficoltà di reperimento delle materie prime, soprattutto zucchero e gomma arabica difficoltà di reperimento di finanziamenti a tassi agevolati.
L'Azienda potrebbe essere aiutata agevolando la pubblicità dei suoi prodotti e il collocamento della sua produzione dolciaria presso enti vari quali: grandi catene di distribuzione, cooperative, collegi, ecc.
Le organizzazioni sindacali hanno fatto presente la necessità che le maestranze vengano riassunte con le stesse qualifiche e lo stesso trattamento economico goduto in precedenza.
L'Azienda ha assicurato questo Assessorato che questa necessità verrà senz'altro rispettata nei limiti delle dimensioni attuali e future dell'Azienda stessa.
L'Assessorato regionale al Lavoro continua a seguire con molta attenzione la situazione dell'Azienda dolciaria De Coster allo scopo di favorire la completa occupazione delle maestranze attualmente in gran parte ancora collocate in Cassa Integrazione.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante.



CALSOLARO Corrado

Ringrazio l'Assessore e prendo atto dell'impegno che assume a favore dell'occupazione dei lavoratori attualmente in cassa integrazione.


Argomento: Opere idrauliche ed acquedotti

Interrogazione dei Consiglieri Nesi e Calsolaro e interpellanza dei Consiglieri Marchesotti, Bono e Vecchione sull'approvazione del progetto dell' acquedotto della frazione Faiallo del comune di Pont Canadese


PRESIDENTE

Interrogazioni dei Consiglieri Nesi e Calsolaro del 28 giugno e Marchesotti, Bono e Vecchione del 5 luglio "Competenza in merito all'approvazione che si trascina da anni del progetto di primo lotto dell'acquedotto della frazione Faiallo del comune di Pont Canavese con gravi danni per la comunità".
Risponde l'Assessore Chiabrando.



CHIABRANDO Mauro, Assessore all'agricoltura e foreste

Per la costruzione dell'acquedotto di Faiallo di Pont Canavese, sono stati disposti i seguenti finanziamenti: competenza statale, un primo lotto di 10 milioni finanziati ai sensi della legge 614 delle zone depresse nell'ottobre del '73 è stato emesso il decreto da parte del Ministro dell'Agricoltura e Foreste ed i lavori sono in corso di appalto da parte dell'ufficio raggruppato di bonifica montana di Torino che cura la parte tecnica del consorzio. Si prevede che i lavori potranno essere iniziati in primavera.
Secondo lotto, 35 milioni finanziati ai sensi della legge del '70 n.
1034; ancora da parte del Ministero dell'Agricoltura nel novembre '73 è stato emesso il decreto. I lavori sono in corso di appalto da parte dell'ufficio raggruppato di bonifica montana. I lavori avranno inizio in primavera.
Sono quindi 45 milioni già appaltati, i lavori inizieranno prossimamente e sono a carico dello Stato.
Competenza regionale, terzo lotto. Altri 20 milioni finanziari ai sensi della legge 912. Il progetto è in corso di redazione da parte dell'ufficio tecnico di Torino.
L'Assessorato all'agricoltura e foreste per i primi due lotti di competenza statale ha sollecitato i vari uffici (Ispettorato delle Foreste Provveditorato alle OO.PP., Direzione dell'Economia montana ecc.) per la definizione delle pratiche, tenuto conto delle attese, protrattesi ormai per anni, delle popolazioni interessate.
L'azione dell'Assessorato è servita inoltre a far concludere il lungo iter burocratico entro il 31 dicembre '73 poiché le somme non impegnate entro tale data non sarebbero state più disponibili per tali opere, ma messe a disposizione del fondo statale da destinare alla Regione.



PRESIDENTE

La parola agli interroganti.



NESI Nerio

Mi dichiaro soddisfatto.



MARCHESOTTI Domenico

Anch'io mi dichiaro soddisfatto.


Argomento: Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione dei Consiglieri Nesi e Calsolaro sulla situazione alla colonia estiva di Piova


PRESIDENTE

Interrogazione dei Consiglieri Nesi e Calsolaro "Situazione alla colonia estiva di Piova".
Risponde l'Assessore Vietti.



VIETTI Anna Maria, Assessore alla sicurezza sociale e ai servizi sociali

L'interrogazione dei Consiglieri Nesi e Calsolaro tratta della struttura edilizia e della gestione della colonia estiva di Piova, sita nel Comune di Cintano.
Tale soggiorno di vacanza organizzato e gestito dall'ente "La nuova crociata" di Torino, presso la foresteria del Santuario di Piova, di proprietà della diocesi di Ivrea, è stato autorizzato a funzionare, per il periodo estivo 1973, con decreto del Presidente della Giunta Regionale n.
588/73 in data 14 maggio, su parere favorevole del Medico provinciale di Torino, espresso con nota prot. n. 3475 in data 4 maggio 1973.
In tale occasione, il Medico provinciale di Torino aveva espressamente dichiarato che la colonia di Piova presentava i requisiti richiesti.
Peraltro, anche negli anni passati, il soggiorno in argomento aveva ottenuto l'autorizzazione a funzionare, prima dalla Prefettura di Torino e per il 1972, dal Presidente della Giunta Regionale.
L'interrogazione, datata 26 settembre così come l'esposto delle organizzazioni sindacali CISL e CGIL e delle ACLI di Ivrea, datato 14 settembre, ma pervenuto all'Assessorato alla Sicurezza sociale in data 18 settembre, sono venuti a mia conoscenza quando il soggiorno già aveva cessato la propria attività. Infatti la colonia di Piova ha terminato i suoi turni in data 15 settembre. Non è quindi stato più possibile disporre un tempestivo ulteriore controllo.
Il soggiorno in questione è stato ispezionato dall'Assessorato alla Sicurezza sociale in data 25 agosto 1972. In tale occasione si rilevava che la colonia era ben gestita, che il vitto era adatto sia come qualità che come quantità, che il personale era sufficiente come numero; era risultato peraltro che il fabbricato e le attrezzature erano invece solo sufficienti.
Nessun inconveniente si è registrato nei periodi estivi 1972 e 1973 e l'Ufficiale Sanitario del Comune di Castelnuovo Nigra - cui è stata affidata la vigilanza e competenza ai sensi delle norme in vigore con il decreto di autorizzazione al funzionamento del soggiorno - non ha effettuato alcuna segnalazione di inconvenienti.
Per quanto attiene alla mancanza di contratto di lavoro nei confronti del personale che ha prestato servizio presso la colonia, si rileva che trattasi di personale volontario.
Assicuro comunque che quanto è stato segnalato dagli interroganti e anche dall'esposto delle organizzazioni sindacali è stato da me comunicato al Medico provinciale di Torino, affinché sia tenuto in particolare evidenza qualora l'ente organizzatore del soggiorno richieda l'autorizzazione al funzionamento per la prossima stagione estiva.
In tale occasione seguirò anch'io personalmente il problema.



PRESIDENTE

Chiede la parola il Consigliere Nesi, ne ha facoltà.



NESI Nerio

Mi spiace dover infrangere la mia consuetudine di non riprendere la parola: però io ho qui un esposto preciso relativo ad una azione sindacale ad Ivrea, firmato da tre persone della CGIL, della CISL e delle ACLI, che conosco personalmente e che stimo e che mi sembra strano abbiano fatto dichiarazioni così pesanti come quelle che leggo, senza motivo. Non vorrei fosse successo, come diceva prima il mio amico e compagno Raschio, che l'ispezione sia stata fatta, come nel vecchio regio esercito, quando gli interessati erano stati avvertiti.
Poiché non la conosco, non ho ragione di ritenere che questa associazione "La nuova crociata" sia una cosa meno che seria, ma bisogna stare molto attenti, perché, come Lei sa, signor Assessore, abbiamo dei precedenti pesanti in materia di assistenza ai bambini, anche quando ci sono degli enti apparentemente al di sopra di ogni sospetto.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici - Edilizia e norme tecnico-costruttive

Interrogazione dei Consiglieri Nesi e Calsolaro sulla variante ai piani di fabbricazione ed a quello di Guardabosone in particolare


PRESIDENTE

Interrogazione dei Consiglieri Nesi e Calsolaro "Variante ai piani di fabbricazione ed a quello di Guardabosone in particolare".
Risponde l'Assessore Benzi.



BENZI Germano, Assessore all'urbanistica e assetto territoriale

In relazione al primo punto dell'interrogazione prodotta dai Consiglieri Nesi e Calsolaro, si informa che non è possibile stabilire a priori quale sia il tempo medio necessario per esaminare nella sua completezza una pratica relativa ad una variante al Programma di Fabbricazione, considerando che per "esame" di una pratica non pu intendersi unicamente l'istruttoria della stessa, ma il complesso delle verifiche che gli uffici tecnici devono svolgere per l'analisi completa delle richieste dei Comuni.
Non è possibile pertanto determinare dei "tempi di esame" in quanto il tipo delle varianti e la loro maggiore o minore incidenza sulle previsioni urbanistiche in atto sul territorio comunale possono influire in modo notevole sull'iter procedurale e condizionare quindi un qualsivoglia termine aprioristicamente prefissato.
In base a casi precedentemente esaminati si può comunque includere che le varianti limitate a modifiche ad alcuni articoli del Regolamento edilizio possono, in media, giungere a decreto nel volgere di 2 o 3 mesi mentre la situazione è ben diversa per le varianti sostanziali al Programma di fabbricazione che, di norma, hanno un iter procedurale assai più lungo.
A questo punto si ritiene doveroso evidenziare che non sempre è possibile procedere all'esame di una pratica non appena la stessa perviene alla Sezione Urbanistica Regionale, infatti, in moltissimi casi, le pratiche inviate dai Comuni risultano incomplete e carenti di documentazione, di dati e di elaborati. Inoltre nonostante le sollecite richieste, l'inerzia di molti Comuni nel provvedere all'invio delle integrazioni richieste, porta al fossilizzarsi delle pratiche.
Per quanto concerne il secondo punto dell'interrogazione in oggetto e cioè le modalità per garantire precedenza di esame ad alcune pratiche premesso che queste ultime sono in numero assai notevole ed in costante aumento, si precisa che di norma viene seguito l'ordine cronologico e ci per ovvi motivi.
Comunque, coerentemente col programma di lavoro espresso dalla Giunta si può affermare che di massima si cerca di dare la precedenza all'esame degli strumenti urbanistici dei comuni dell'area metropolitana torinese e ciò al fine di evitare, in attesa della redazione del futuro piano territoriale di coordinamento, ulteriori compromissioni.
Per quanto concerne il terzo ed ultimo punto si informa che: Il Comune di Guardabosone ha adottato le varianti al Regolamento Edilizio ed al Programma di Fabbricazione con delibera consiliare n. 35 in data 18/11/1972 in data 7/12/1972 il CO.RE.CO. (Sezione di Biella) ha espresso la propria approvazione in data 4/1/1973 la pratica perveniva all'Assessorato all'Urbanistica in data 7/2/1973, essendo la pratica incompleta, si richiedevano al Comune ulteriori atti in data 27/2/1973 pervenivano le integrazioni richieste e la pratica iniziava il suo iter procedurale in data 5/12/1973 la Sezione Urbanistica Regionale - Servizio R.E. e P.d.F. - esprimeva il proprio parere in data 10/12/1973, la pratica con copia del parere espresso in merito dalla Sezione Urbanistica Regionale veniva restituita al Comune affinché questi producesse le proprie controdeduzioni alle osservazioni formulate nel succitato parere.
Tuttavia, nonostante il termine di 60 giorni fissato dall'art. 36 della legge urbanistica, non risulta che l' amministrazione Comunale abbia provveduto a controdedurre alle osservazioni formulate dalla Sezione Urbanistica Regionale.



PRESIDENTE

Gli interroganti si dichiarano soddisfatti.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazioni dei Consiglieri Marchesotti, Raschio e Rivalta e del Consigliere Simonelli sull'ampliamento della Raffineria della S.p.A. Maura


PRESIDENTE

Interrogazioni dei Consiglieri Marchesotti, Raschio e Rivalta del 4 ottobre e del Consigliere Simonelli in data 22 novembre "Ampliamento della Raffineria della S.p.A. Maura. Salvaguardia dell'insediamento in relazione al possibile inquinamento dell'aria, dell'acqua e del suolo".
Risponde l'Assessore Fonio.



FONIO Mario, Assessore alla tutela dell'ambiente e agli inquinamenti

L'attuale situazione della Raffineria MAURA è stata precisata nel corso di una riunione avvenuta a Casale il 29 gennaio u.s., con la partecipazione dei Comuni interessati di Coniolo, Casale, Balzola, Morano Po e Pontestura della Provincia di Alessandria e dell'Assessorato all'Ecologia.
La S.p.A. Maura, con sede in Coniolo Monferrato, è titolare, in forza del Decreto Ministeriale n. 10444 del 12 gennaio 1973, della concessione ad installare e gestire nel territorio di Coniolo Monferrato uno stabilimento per il trattamento industriale di un milione annuo di petrolio grezzo.
La posizione dei Comuni interessati, ed in particolare di Coniolo, è quella di concedere licenza edilizia di ampliamento degli impianti ad 1 milione di tonnellate soltanto se verranno contemporaneamente approntati idonei impianti di depurazione delle acque e di abbattimento dei fumi.
Allo scopo la S.p.A. Maura ha già presentato dei progetti che sono stati ritenuti, in linea di massima, soddisfacenti, fatti salvi alcuni possibili miglioramenti tecnici, dai due esperti già incaricati dai Comuni.
Gli esperti hanno altresì rilevato che l'attuale raffineria, con un potenziale di lavorazione di 300/350.000 tonnellate annue, è tecnologicamente superata e deve essere ristrutturata per intero e che, nel processo di ristrutturazione che implica il potenziamento di lavorazione ad 1 milione di tonnellate, l'inquinamento dell'acqua e del suolo possa essere contenuto in limiti accettabili.
Viva preoccupazione ha invece destato ultimamente tra i Comuni interessati la conoscenza del fatto che la S.p.A. Maura ha richiesto al Ministero dell'Industria autorizzazione per un futuro ampliamento della raffineria da 1 milione a tre milioni di tonnellate.
Il Ministero dell'Industria ha infatti richiesto, in data 30 luglio 1973, alla Regione Piemonte il parere dei competenti uffici regionali per tale ampliamento sotto gli aspetti urbanistici ed ecologici.
La posizione della Regione e dei Comuni, concordata nella riunione del 29 gennaio, è chiara e si riassume nelle linee seguenti: a) SI all'ampliamento della raffineria da 350.000 a 1.000.000 di tonnellate purché venga interamente ristrutturata ed ammodernata, e a condizione che si installino, contemporaneamente alla esecuzione dei lavori, idonei impianti di depurazione delle acque e di abbattimento dei fumi b) NO alla presa in esame dell'ampliamento della raffineria fino a quando non sarà avvenuta la ristrutturazione per un milione di tonnellate e fino a quando non si conosceranno i programmi del piano petrolifero nazionale.
Per raggiungere gli scopi di cui sopra si sono concordati i seguenti comportamenti: a) - costituzione di una Commissione mista tra i Comuni interessati, la Provincia e la Regione, affiancata da alcuni esperti, che dovrà esprimere parere definitivo sui progetti presentati dalla S.p.A. Maura per la ristrutturazione della raffineria ad un milione di tonnellate e sui relativi impianti di depurazione delle acque e di abbattimento dei fumi entro un termine di due mesi b) - non verrà rilasciata alla S.p.A. Maura alcuna licenza edilizia o autorizzazione (tra cui quella per l'oleodotto che dovrebbe rifornire la raffineria) fino a quando non si saranno ottenute dalla Maura precise garanzie contro l'inquinamento delle acque e dell'aria c) - i Comuni esprimeranno al Ministero dell'Industria parere negativo in merito all'ampliamento della raffineria a 3 milioni di tonnellate.
Contemporaneamente l'Amministrazione Regionale trasmetterà al Ministero dell'Industria il proprio parere negativo alla richiesta della S.p.A.
Maura d) - installazione delle apparecchiature necessarie al controllo attuale e futuro degli scarichi liquidi e delle emissioni dei fumi. Le apparecchiature, di cui la S.p.A. Maura dovrà assumersi l'onere, saranno gestite dai tecnici espressi dagli Enti locali.
Ritengo di aver dato, in via provvisoria, una risposta per quanto possibile esauriente agli interroganti e mi riservo di tenere informati gli stessi sugli sviluppi del problema che assicuro di seguire con l'attenzione che merita in relazione anche alla situazione generale della zona soggetta a varie forme di inquinamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Nel giudicare la risposta alla nostra interrogazione, sottolineo il carattere di "provvisorietà" che l'Assessore ha dato ad essa in quanto ci la rende suscettibile di modifiche. Ritengo positivo il fatto che si sia detto da parte dell'Amministrazione Regionale un "no" al possibile ampliamento degli impianti di raffineria a tre milioni di tonnellate; la Giunta Regionale deve porsi allo stesso modo anche il problema dell'ampliamento ad un milione di tonnellate. Si tratta di una struttura che oggi raffina 350.000 tonnellate e la situazione di obsolescenza richiamata dall'Assessore Fonio, non può giustificare, attraverso l'esigenza di un rinnovamento, un ampliamento. La questione del rinnovamento, esistendo, va vista quindi sotto altro profilo; prioritaria è la condizione di salvaguardia contro l'inquinamento. L'ampliamento fino ad un milione, non risolverà il problema, ma lo accrescerà, e porrà la Regione nella condizione di rincorrere ancora una volta i problemi ecologici dopo che gli inquinamenti sono stati generati.
Dobbiamo assumere un atteggiamento diverso; dobbiamo cioè valutare la questione in una visione più organica. D'altra parte se si tiene conto degli aspetti produttivi, appare chiaro a tutti che in questo momento, in Italia, non si pone il problema dell'ampliamento della raffinazione: l'industria petrolifera italiana raffina circa 150 milioni di tonnellate all'anno, di cui in Italia se ne consuma soltanto 80/85 milioni. C'è quindi un surplus notevole che viene trasferito all'estero. Le industrie di raffinazione sono evitate dai paesi ad economia più evoluta. La stessa America non le lascia più costruire sul proprio territorio a causa dell'inquinamento che generano. Non vedo su quali basi, neppure giustificandole sul piano delle esigenze economico-produttive, possiamo sanzionare che l'Italia diventi "vassalla" delle industrie capitalistiche di altre nazioni a cui dovrebbe, per ottenere materie prime, il servizio di raffinazione. I problemi economici - produttivi vanno impostati sulla base dei rapporti con i paesi produttori di greggio, in particolare quelli arabi, sulla base delle linee di collaborazione che sono state, credo giustamente seppure con ritardo, impostate dal governo italiano e dal Ministro Moro in questi giorni.
Va messo in discussione quindi anche l'ampliamento ad un milione di tonnellate. Anche questa questione va riproposta a livello di programma nazionale. Se si vuole affrontare il problema in modo organico, le valutazioni dal punto di vista dell'ecologia devono vietare l'ampliamento non essendo sufficiente porre dei vincoli. Altrimenti le situazioni di inquinamento non sono eliminabili: le raffinerie inquinano e soltanto in parte i mezzi di disinquinamento riescono ad essere attivi. E' necessario allora evitare che ulteriori inquinamenti si possano determinare in quella zona impedendo l'ampliamento. Si tenga conto che in quella zona, come ponevamo in evidenza nell'interrogazione già ci sono cementifici, la centrale atomica di Trino, ed altre attività da cui derivano sorgenti di inquinamento, ciascuna delle quali potrà essere controllata e ridotta soltanto entro certi limiti. Anche se per ciascuna si potrà raggiungere un grado di sopportabilità, globalmente possono permanere situazioni ecologiche non accettabili.
Infine, questa è una zona ai margini di Casale, lungo l'asse fluviale dove in considerazione delle caratteristiche ambientali derivanti dalla presenza del fiume e della collina, si riconoscono le caratteristiche per la costruzione di aree verdi e di parchi a servizio di tutta l'area casalese; anche questo deve essere un elemento di giudizio che la Regione deve assumere come proprio, avendo, in base alle competenze in materia urbanistica, possibilità di intervenire sull'uso del suolo e sull'organizzazione territoriale.
Ecco tutta una serie di ragioni che, malgrado l'impegno per il "no" assunto rispetto al successivo ampliamento, ci inducono ad essere perplessi nei confronti della risposta. Pensiamo che ci siano...



FONIO Mario, Assessore alla tutela dell'ambiente e agli inquinamenti

Condizionato all'accordo con i Comuni e le Province.



RIVALTA Luigi

...gli elementi di dubbio per richiedere - stante la situazione di necessità che ha la Maura di rinnovare le proprie strutture- di verificare se quelle strutture di raffinazione devono essere rinnovate in quello stesso luogo o altrove, prima ancora di valutare se la capacità di raffinazione deve essere portata ad un milione di tonnellate, oppure no.
Ci dichiariamo quindi solo parzialmente soddisfatti; sollecitiamo l'Assessorato all'ecologia a svolgere un'azione più incisiva, e a tramutare quel rapporto di informazione che l'Assessore Fonio ha voluto indicare come metodo di lavoro di qui in avanti, in un rapporto di lavoro congiunto con la Commissione per l'ecologia, affinché tutti i problemi vengano affrontati giustamente.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione dei Consiglieri Falco e Soldano sulla temporanea disabilitazione al servizio merci della stazione ferroviaria di Monchiero Dogliani


PRESIDENTE

Interrogazione dei Consiglieri Falco e Soldano "Revoca disabilitazione al servizio merci della stazione ferroviaria di Monchiero-Dogliani".
Risponde l'Assessore Gandolfi.



GANDOLFI Aldo, Assessore ai trasporti

La revoca lamentata dagli interroganti si inquadra in una serie di provvedimenti analoghi che le Ferrovie dello Stato hanno assunto verso molte stazioni piemontesi. L'obiettivo delle Ferrovie è quello di migliorare, rendere più efficiente, razionalizzare il trasporto merci cercando di arrivare all'utilizzo sempre più ampio di treni completi e di trasporti combinati strada-rotaia col sistema container-kanguros che garantiscono al trasporto delle merci rapidità ed elasticità perch affidano ai due mezzi, treno e autocarro, i compiti più opportuni: la lunga distanza, ai treni, la presa e consegna sulle brevi distanze, agli autocarri.
Le FF.SS. hanno assunto una serie di provvedimenti di disabilitazione che in linea di massima si possono considerare validi e accettabili, ma rispetto ai quali la Giunta Regionale è intervenuta perché in alcuni casi hanno colpito intere linee o tratti di linea, lasciando un numero troppo grande di stazioni disabilitate. In seguito all'interessamento dell'Assessorato ai trasporti saranno assunti provvedimenti di riabilitazione per alcune stazioni, in particolare per quella di Monchiero Dogliani, da parte della Direzione compartimentale delle Ferrovie. La notizia però non è ancora ufficiale e ci auguriamo che possa essere confermata in via definitiva nei prossimi giorni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Falco.



FALCO Giovanni

Mi dichiaro soddisfatto della risposta dell'Assessore e desidererei essere informato quando vi sarà il provvedimento definitivo.


Argomento: Trasporti a fune

Interrogazione del Consigliere Cardinali sul regolare funzionamento della funivia del Mottarone


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Cardinali "Regolare funzionamento della funivia del Mottarone".
Risponde l'Assessore Gandolfi.



GANDOLFI Aldo, Assessore ai trasporti

Recentemente sulla funivia del Mottarone ci sono stati due casi di sospensione di servizi: uno di una settimana nella seconda metà di dicembre a causa di un inconveniente tecnico, l'accavallamento delle funi che ha impedito l'esercizio della funivia e dato lo stato delle strade non è stato possibile nemmeno effettuare un servizio sostitutivo; l'altro è stata una semplice irregolarità di servizio dovuta a ritardo del personale nel prendere servizio.
Per il resto non abbiamo altre notizie, quindi riteniamo che l'esercizio della funivia del Mottarone attualmente si svolga regolarmente l'Assessorato ai trasporti seguirà comunque le condizioni di esercizio in maniera da essere informato di eventuali inconvenienti. Preghiamo l'interrogante, se avesse segnalazioni in questo senso, di farcele pervenire sollecitamente.



CARDINALI Giulio

Mi dichiaro soddisfatto.



PRESIDENTE

Interrogazione dei Consiglieri Franzi, Bianchi, Menozzi e Giletta del 24 gennaio '74 e del Consigliere Gerini dei 24 gennaio '74 "Intervento presso il Ministro dell' Industria per assegnazione di quantitativi di carburante a favore degli agricoltori".
Risponde l'Assessore Paganelli.



PAGANELLI Ettore, Assessore alle finanze

Tutti i Consiglieri hanno chiesto la risposta scritta, salvo il Consigliere Gerini.



GERINI Armando

Anche per me va bene la risposta scritta.



PAGANELLI Ettore, Assessore alle finanze

Gliela farò avere.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento: Organizzazione degli uffici - Regolamento del personale - Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame del disegno di legge sull'estensione al personale che ha assunto servizio presso la Regione Piemonte posteriormente alla data del 22 giugno 1973 dell'applicazione dell'art. 3 della legge 26 luglio 1973, n. 15


PRESIDENTE

Le interpellanze e le interrogazioni sono così esaurite.
Io chiederei al Consiglio di voler invertire l'ordine del giorno per far passare la legge 134 che ha un solo articolo.
Non essendoci opposizioni, l'ordine del giorno è invertito.
Disegno di legge n. 135 "Estensione al personale che ha assunto servizio presso la Regione Piemonte posteriormente alla data del 22.6.73 dell'applicazione dell'art. 3 della legge 26.7.73".
Comunico che il Presidente della Commissione mi ha trasmesso questa lettera: "Mi pregio comunicarle che la VIII^ Commissione ha portato a termine l'esame del disegno di legge presentato dalla Giunta Regionale in data 28 gennaio, ad essa assegnato e riguardante la estensione al personale ecc.
Le trasmetto pertanto copia del testo approvato dalla VIII Commissione".
Anche la I Commissione mi pare che l'abbia esaminato. Abbiamo qui presente il Presidente che eventualmente potrà riferite.
La parola al relatore, Presidente della VIII Commissione Consigliere Visone.



VISONE Carlo, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, il presente disegno di legge presentato dalla Giunta Regionale il 28 gennaio 1974, viene a ricoprire un'esigenza notevolmente sentita dal personale della Regione e si pu ritenere un provvedimento legislativo che eliminerà una situazione di assurda sperequazione tra di esso. Infatti la legge del 28 luglio 1973 n.
15, all'art. 3 prevede la corresponsione di un acconto lordo mensile sui futuri miglioramenti economici derivanti dall'inquadramento del nuovo organico della Regione per i dipendenti in servizio alla data del 22 giugno 1973, provenienti dall'amministrazione dello Stato, dagli ex INAPLI, ENAL.
INIASA oppure da enti locali o altri enti o provvisoriamente assunti dalla Regione per particolari esigenze di carattere transitorio.
Si è pertanto venuta a creare una situazione di notevole sperequazione sia sotto il profilo umano che economico per il personale che è stato assunto presso la Regione dopo il 22 giugno 73.
L'applicazione di quanto previsto all'art. 3 a tutto il personale assunto successivamente, ha costituito oggetto di una richiesta più volte avanzata dalle organizzazioni sindacali.
La Commissione VIII pertanto, dopo aver preso in considerazione gli elementi suddetti, ritiene valide le motivazioni che sorreggono il presente disegno di legge ed ha ritenuto di procedere con urgenza al suo esame approvando all'unanimità la presente relazione.
La Commissione ritiene tuttavia di dover sollecitare la Giunta Regionale affinché venga presentato al Consiglio il disegno di legge sullo stato giuridico ed il trattamento economico del personale, al più presto.
Ritiene inoltre che tale disegno di legge debba prevedere anche l'ordinamento degli uffici, indicazione questa ormai indispensabile dopo più di tre anni di attività della Regione Piemonte, considerando inoltre che molte altre Regioni hanno da tempo provveduto a regolamentare tutta la materia inerente al personale ed alla struttura degli uffici.
Il disegno di legge si compone di un unico articolo che nel primo comma sancisce l'estensione al personale assunto in servizio dopo il 22 giugno '73 dei benefici previsti all'art. 3 della legge 26 luglio '73 n. 15.
Nel secondo, terzo, quarto e quinto comma vengono individuati i capitoli di bilancio cui accollare l'onere di spesa derivante dalla presente legge. Per il '73 si prevede una spesa di 15 milioni. L'onere di spesa valutato per il '74 è di 40 milioni; verrà pertanto istituito un capitolo 43 nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario '74, nel quale verranno stanziati complessivamente 55 milioni per l'erogazione degli acconti spettanti per gli anni '73/74.
L'onere di spesa per gli esercizi finanziari '75 e successivi, è valutato in 40 milioni.
L'ultimo comma reca la dichiarazione di urgenza della legge.
La Commissione VIII pertanto, dopo avere richiesto ed ottenuto il parere favorevole della Commissione I, ritiene di poter sottoporre all'approvazione del Consiglio il presente disegno di legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Raschio, ne ha facoltà.



RASCHIO Luciano

La questione era sorta in un colloquio che avevo avuto con il prof.
Garabello, Presidente della I Commissione, allorquando esaminammo il problema del finanziamento di questa legge. La domanda è questa: andiamo a stabilire che il personale assunto dopo il 22 giugno '73 godrà di questi provvedimenti legislativi, ma il personale che verrà assunto dopo l'approvazione della legge, in quale posizione si verrà a trovare? Saremo quindi costretti a fare un'altra legge.
Siccome non possiamo usare due pesi e due misure perché sarebbe una cosa moralmente e politicamente ingiusta, mi sono permesso di presentare un emendamento al comma primo che dice "... è estesa al personale che ha assunto e che verrà assunto in servizio...".
Si tratterà di formulare meglio l'emendamento buttato giù, pochi istanti fa, un po' alla garibaldina; ma in questo modo eviteremo di trovarci, dopo un certo periodo, a rifare una legge che invece già oggi consenziente tutto il Consiglio, può essere varata in modo completo ed organico.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Debenedetti.



DEBENEDETTI Mario

Vicepresidente della Giunta Regionale. La legge andava già in quella direzione, però mi pare che l'ulteriore precisazione valga a chiarire maggiormente il contenuto.
Pertanto la Giunta è disposta ad accettare l'emendamento proposto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Visone.



VISONE Carlo, relatore

Anch'io sono d'accordo



PRESIDENTE

L'emendamento allora sarebbe il seguente: dopo le parole "ha assunto" si aggiunge "o assumerà servizio".
La parola al Consigliere Dotti.



DOTTI Augusto

Io sono perfettamente d'accordo sull'emendamento, però mi pongo il problema di come si possa provvedere all'estensione dello stanziamento al personale che verrà assunto. Si, é parlato di 40 milioni per quello già assunto.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della I Commissione, Garabello.



GARABELLO Enzo

Per la verità è un emendamento sorto in I Commissione ieri pomeriggio avendo però avuto conferma da parte dell'Assessore al bilancio, lì presente, che si poteva presentare questo emendamento essenzialmente a titolo esplicativo di quelle che sono le intenzioni contenute nella legge io penso che del problema di cui giustamente si è dato carico il collega Dotti in questo momento non dobbiamo preoccuparci, perché penso sia stata prevista la possibilità di un eventuale ampliamento. Se ciò non avverrà, si potrà intervenire attraverso una variazione di bilancio o eventualmente con un rifinanziamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non prendiamo la parola solo per annunciare, con una telegrafica dichiarazione di voto, che il gruppo del MSI Destra nazionale approverà il disegno di legge in esame.
E' fuori dubbio infatti che con questa iniziativa legislativa viene ad essere superata ed eliminata un'assurda sperequazione esistente sino ad oggi a danno del personale assunto dopo la data del 22 giugno 1973 e in questa ottica ci sembra quindi di non potere negare il nostro voto favorevole.
Tuttavia non possiamo non sottolineare, anche in questa occasione, come d'altra parte fatto dalla relazione della VIII Commissione, che è veramente riprovevole il fatto che sino ad oggi la Regione Piemonte non abbia ancora provveduto a darsi una legge organica sullo stato giuridico e sul trattamento economico del personale.
Noi siamo disposti ad approvare l'emendamento Raschio, che senza dubbio interviene opportunamente e tempestivamente a sanare una situazione che potrebbe verificarsi già da domani, ma è evidente che il tutto non può non trovare la sua soluzione se non proprio con l'adozione di un organico provvedimento di legge al riguardo.
Anche in questo campo - e non vediamo perché dovremmo da parte nostra tacerlo - il Piemonte, che nelle pie intenzioni della fase cosiddetta costituente doveva svolgere un ruolo trainante a fronte delle altre Regioni, ha perso del tempo prezioso e si sta collocando agli ultimi posti nella scala di merito.
E' quindi una posizione, questa, inaccettabile che noi ancora una volta vogliamo denunciare approfittando di questa occasione e che ancora una volta auspichiamo possa essere finalmente superata.



PRESIDENTE

Nessuno chiedendo di parlare dichiaro chiusa la discussione generale e leggo l'emendamento aggiuntivo presentato dal Consigliere Raschio "Al comma primo dell'articolo unico, dopo le parole "ha assunto" aggiungere "o assumerà servizio".
Disegno di legge regionale n. 134 "Estensione al personale che ha assunto servizio presso la Regione Piemonte posteriormente alla data del 22 giugno 1973 dell'applicazione dell'art. 3 della legge 26 luglio 1973 n.
15".
Articolo unico L'applicazione dell'art. 3 della legge regionale del 26 luglio 1973 n.
15, è estesa al personale che ha assunto servizio, presso gli uffici regionali, successivamente al 22 giugno 1973.
All'onere derivante dalla presente legge regionale per l'anno finanziario 1973, valutato in L. 15 milioni, si provvede con l'apposita disponibilità esistente nel fondo speciale di cui al capitolo n. 1018 dello stato di previsione della spesa per l'anno medesimo All'onere per l'anno finanziario 1974, valutato in lire 40 milioni, si provvede mediante riduzione di pari importo dello stanziamento di cui al capitolo n. 1018 dello stato di previsione della spesa per l'anno medesimo.
Nello stato di previsione della spesa per l'anno finanziario 1974 sarà istituito il capitolo n. 43, con la denominazione "Erogazione, al personale assunto posteriormente al 22 giugno 1973, dell'acconto, disposto dall'articolo 3 della legge regionale 26 luglio 1973, n. 15, sui miglioramenti economici derivanti dall'inserimento del personale nel ruolo organico della Regione; oneri per gli anni 1973 e 1974", e con lo stanziamento di lire 55 milioni.
All'onere per gli esercizi finanziari 1975 e successivi, valutato in annue lire 40 milioni, si provvederà con le somme che risulteranno stanziate nel capitolo 42 dello stato di previsione della spesa di tali esercizi.
La presente legge è dichiarata urgente, ai sensi dell'articolo 45 dello statuto regionale, ed entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Rivalta. Ne ha facoltà.



RIVALTA Luigi

Vorrei un chiarimento nel primo comma dell'articolo, quando si dice "al personale che ha assunto servizio presso gli uffici regionali" si intende anche quello degli istituti di formazione professionale dipendenti dalla Regione e che hanno contratti che vanno dal mese di settembre al mese di luglio? Le organizzazioni sindacali stamani, nell'incontro che hanno avuto con i vari gruppi politici, hanno fatto presente questa situazione e chiedono una soluzione di questo rapporto, per cui vorrei avere formale assicurazione che è incluso questo personale oppure ricorrere ad emendamenti che lo includano.



PRESIDENTE

Risponde il Vicepresidente Debenedetti a nome della Giunta.



DEBENEDETTI Mario, Vice Presidente della Giunta Regionale.

Chiedo una sospensione per chiarire la questione.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa per cinque minuti.



(La seduta sospesa alle ore 12,40, riprende alle ore 12,45 )



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l'Assessore Borando, ne ha facoltà.



BORANDO Carlo, Assessore alla formazione e alla qualificazione professionale

In relazione all'argomento che è stato qui sollevato la Giunta dichiara che in effetti, in rapporto anche alle richieste fatte e sollevate dai sindacati e in relazione all'emendamento richiesto dal gruppo comunista, se deve intendere che è concesso anche ai lavoratori che svolgono la loro opera a tempo determinato l'aumento richiesto in proporzione alle effettive ore di servizio prestato, salvo poi affrontare l'intera materia con una legge che mi pare che altre Regioni abbiano già affrontato e che sono state approvate.
Si dice da qualche parte che secondo le normative di legge in materia di lavoro, il lavoro a tempo determinato sarebbe illegittimo. Ciò è opinabile. Vi è quindi la necessità di approfondire l'argomento. Ci sono insistenti richieste da parte del personale interessato a far sì che alcuni dei centri gestiti indirettamente dalla Regione passino fra quelli che sono gestiti direttamente. Bisogna dire che trattandosi di una materia che è fluttuante - corsi fluttuanti, così si possono definire -, dovendo essi essere adeguati alle effettive necessità e richieste delle zone, potremmo in un secondo tempo distinguere quelli che sono continuativi (ad esempio i corsi per le dattilografe) mentre ce ne sono di quelli legati a esigenze di zona. Questa sarà materia che affronteremo in un secondo tempo.
Per quanto riguarda l'oggetto del chiarimento: adesione alla promozione del richiesto aumento, alle condizioni di cui si è detto prima: in proporzione.



PRESIDENTE

Nessun altro chiede di parlare? Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento aggiuntivo che rileggo: "Comma primo dell'articolo unico, dopo le parole "ha assunto" aggiungere "o assumerà servizio" ".
Chi intende approvare l'emendamento è pregato di alzare la mano. E' approvato all'unanimità.
Passo ora alla votazione per appello nominale dell'articolo unico integrato con l'emendamento aggiuntivo.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito delle votazioni: Presenti e votanti 31.
Hanno risposto SI 31 Consiglieri.
Il disegno di legge è approvato.
Resta il disegno di legge n. 105 "Intervento regionale per agevolare l'accesso al credito agrario di conduzione".
Io pensavo di risolvere tutto, nella mattinata, ma mi sono giunti parecchi emendamenti che fanno meditare su alcune questioni, perciò bisogna rinviare al pomeriggio.
Essendo ormai quasi l'una non ritengo sia il caso di iniziare il dibattito, per cui rinvio la seduta alle ore 15.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,50)



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