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Dettaglio seduta n.197 del 24/01/74 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno sulla situazione alla LANCIA di Chivasso


PRESIDENTE

La seduta e aperta.
Mi permetto di rileggere l'ordine del giorno che fu presentato nella scorsa seduta, relativo al problema della cassa integrazione per i seimila dipendenti della Lancia di Chivasso e Torino. Vorrei ricordare che anche questo ordine del giorno deve essere discusso oggi.
"Il Consiglio Regionale del Piemonte, presa conoscenza del grave improvviso provvedimento con cui sono stati collocati in cassa integrazione a 24 ore settimanali seimila dipendenti della Lancia di Chivasso e Torino dichiarato inaccettabile il metodo seguito dall'azienda nell'adottare in modo unilaterale una decisione di così grave portata, in netto contrasto con le assicurazioni fornite alla Regione dalla Presidenza della Fiat constatato che il provvedimento stesso, mentre ha posto i lavoratori e gli enti pubblici di fronte ad un fatto compiuto si è abbinato significativamente alla interruzione della trattativa sindacale sulla piattaforma Fiat appena ripresa esprime la più viva preoccupazione per le conseguenze immediate del provvedimento stesso e per tutti gli effetti indiretti, fra i quali gli inevitabili riflessi sulla situazione occupazionale piemontese.
Il Consiglio Regionale del Piemonte, consapevole d'altronde della reale situazione di incertezza esistente in merito alle scelte di politica industriale, in conseguenza della crisi energetica, ritiene necessario un immediato intervento della Regione presso il Governo della Repubblica ai fini: 1) di una pronta definizione di un'organica politica della energia, con il superamento delle misure contingenti adottate nei mesi scorsi e rimaste senza ulteriore seguito 2) di affrontare concretamente i problemi connessi all'avvio di una politica economica nuova e orientata su un diverso modello di sviluppo incentrato sul Mezzogiorno, sulla riconversione e diversificazione della produzione, sull'adeguamento della struttura produttiva agli impegni prioritari della politica di piano, fondata sulle riforme, trasporti pubblici, agricoltura, casa, edilizia sociale e sanità impegna la Giunta ad intervenire attivamente presso il governo per la pronta soluzione delle questioni prospettate anche nel quadro degli incontri in corso fra Governo, Regione e sindacati dà mandato alla I Commissione permanente di incontrarsi con gli organi direttivi della FIAT per esaminare il provvedimento adottato dalla Lancia e per conoscere gli sviluppi più recenti degli orientamenti del gruppo, ai fini dell'aggiornamento delle conoscenze sul piano regionale di sviluppo".
Devo dire a questo riguardo che il Presidente della I Commissione, che non è presente perché in riunione, mi ha comunicato di avermi già fatto richiesta di questo incontro, appena mi perverrà, oggi o domani mattina, io farò di conseguenza richiesta immediata agli organi direzionali della Fiat.
Chiedo soltanto al Consiglio se è d'accordo di discutere questo ordine del giorno alla fine dei nostri provvedimenti legislativi.
Mi pare che non ci siano difformità, pertanto procedo con il nostro ordine del giorno.


Argomento: Artigianato

Esame progetti di legge n. 57, 58 e 109 sui provvedimenti nel settore dell'artigianato


PRESIDENTE

"Esame progetti di legge n. 57, 58 e 109 sui provvedimenti nel settore dell'artigianato".
La parola al relatore Presidente della VII Commissione, Cardinali.



CARDINALI Giulio, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, è destino, non so fino a che punto cinico e baro, che i miei interventi avvengano sempre in inizio di seduta, e quindi con scarsa presenza di Consiglieri. Non me ne dolgo certamente a titolo personale, me ne dolgo invece in modo specifico oggi trattandosi dell'avvio alla discussione di una delle leggi di maggiore importanza che siano mai state promulgate.
Non c'è nessun dubbio che l'aspettativa delle categorie artigiane è stata da parecchio tempo sensibilizzata attendendo che la Regione, dopo il trasferimento delle funzioni da parte dello Stato in materia di artigianato, intervenisse a favore delle categorie stesse.
Dico che è una legge importante in primo luogo perché riguarda più di 108.000 aziende artigiane con circa 370.000 addetti, in secondo luogo perché può realmente favorire lo sviluppo di un settore, che abbiamo ragione di ritenere un settore alternativo a quella che è la situazione del nostro Piemonte, dove la presenza della monoindustria ci spinge tutti a ricercare soluzioni alternative e in certo qual modo sostitutive.
Non c'é nessun dubbio che per la propria costituzione la impresa artigiana rappresenti un'ossatura tra quelle maggiormente sensibili alle possibilità di sviluppo, sia perché gli operatori sono attaccati alla loro impresa, sia perché c'è una possibilità di ramificazione e di distribuzione sul territorio che può consentire di sopperire ai guasti che si verificano talora in altri settori di attività produttiva. Io credo che questo intervento a favore della categoria artigiana debba essere particolarmente sottolineato e con forza politica, proprio perché compete alla Regione di propagandare in termini concreti gli aspetti positivi del proprio intervento quando sono tesi ad incidere sulle possibilità dello sviluppo regionale. Direi che proprio uno di quegli interventi attraverso i quali si può mettere in movimento parecchio, con relativamente poco.
Si tratta di una legge che tende a modificare l'attuale situazione del credito alle imprese artigiane le quali notoriamente, fino a questo momento, possono fare capo esclusivamente all'Artigiancassa, ente che ha dei limiti notevoli sia sul piano quantitativo che qualitativo nell'erogazione dei prestiti, direi soprattutto sul piano qualitativo poiché non consente che i prestiti siano conferiti per iniziative non strettamente legate alla costruzione o all'ampliamento del laboratorio ed all'acquisto di macchinari. I limiti finanziari poi sono bassi e lasciano l'artigiano a tu per tu con l'istituto di credito, spesso senza poter dare quelle garanzie che gli sono richieste.
Trattandosi di una situazione di questo genere, le iniziative non potevano che muoversi nella duplice direzione di migliorare sia quantitativamente che qualitativamente le possibilità di accesso al credito e soprattutto di indirizzare gli artigiani verso quelle forme associative che oggi possono fare di singole imprese delle forze cooperativistiche o associative in grado di estendere il campo della loro azione. Se pensiamo che oggi il limite tra piccole industrie e artigianato di un certo tipo non è sempre identificabile, ci rendiamo conto come importanti possano essere questi due obiettivi, i quali sono stati tenuti presenti nelle due proposte di legge, n. 57 e n. 58 presentate dai Consiglieri Raschio, Berti Besate, Ferraris, Revelli e Sanlorenzo del gruppo consiliare comunista.
Non so se ciò esula dai compiti di una relazione fatta in questa sede ma credo debba essere detto che con la presentazione di queste due proposte di legge in modo specifico, si è stabilito un criterio di fronte al quale sarà opportuno che, in base a ciò che dice lo statuto della nostra Regione si proceda in modo da non dare adito ad equivoci.
Io ritengo, come Presidente della VII Commissione, ma confortato dal parere unanime de componenti della stessa, che alle Commissioni competa l'esame legislativo delle proposte e se i soggetti proponenti dell'iniziativa legislativa possono essere i singoli Consiglieri, gli enti locali, la Giunta, cioè di varia natura, è evidente che le Commissioni non possono, di fronte alla presentazione di una proposta di legge o di un disegno di legge, discriminare da quale direzione vengono. Esse hanno un solo compito (se questo è l'obiettivo che ci proponiamo): esaminare e portare a compimento l'iter legislativo della proposta. Competerà poi alla Commissione o al Consiglio, sceverare e discernere fra ciò che può essere portato in aula e discusso e ciò che al limite può anche essere respinto.
Dico questo perché il problema ha suscitato un notevole interesse anche sotto il profilo procedurale, interesse che oggi culmina in una situazione fortunatamente unitaria, realizzabile cioè attraverso un intervento unitario del Consiglio, ma che in altra occasione potrebbe non sfociare in un'analoga situazione ed è su questa metodologia, sulla quale a titolo personale quale Presidente di Commissione ho espresso il parere in termini chiari, che il Consiglio dovrà pronunciarsi.
Dico questo perché le proposte di legge 57 e 58, passate soltanto nell'estate del 1973 alla VII Commissione insieme con il trasferimento delle competenze per l'artigianato, erano state presentate nell'ottobre novembre del 1972 e riguardavano un problema di estremo interesse, anche se la loro proposta si articolava in due documenti diversi: uno relativo al credito agevolato e l'altro relativo al sistema per favorire le forme associative nell'ambito delle categorie artigiane.
Nella seduta del Consiglio del 19 luglio le due proposte furono portate in aula e in quella sede ci fu un dibattito dal quale emerse chiaramente che esse rappresentavano il punto di partenza di un'iniziativa alla quale potevano essere apportati ulteriori contributi; oltre tutto richiedevano ulteriori supporti là dove ipotizzavano la necessità che si addivenisse alla risoluzione di quel nodo fondamentale che è rappresentato dalle garanzie reali che le categorie artigiane sono tenute a presentare nel momento in cui richiedono il credito agevolato.
In quella circostanza emerse una volontà unitaria da parte del Consiglio di addivenire rapidamente alla formulazione di contributi e i contributi in termini fondamentali (occorre riconoscere il merito a chiunque ce l'abbia) furono quelli apportati dalla Giunta Regionale con la presentazione del disegno di legge 109 che unificava le finalità contenute nelle due proposte di legge del gruppo comunista identificandole in un unico disegno di legge nel quale trovava posto la risoluzione dei problemi rimasti solo adombrati per quello che riguardava le garanzie reali.
A questo proposito la VII Commissione, che tenne le proprie consultazioni in questa visione unitaria del problema, avendo messo gli interpellati a conoscenza sia delle due proposte che del disegno di legge formulò un Testo Unico anche se bisogna riconoscere che lavorò in maniera predominante attorno al disegno di legge della Giunta, il quale, giungendo dopo, aveva intanto unificato le due finalità e aveva sopperito alle richieste contenute nelle due proposte di legge. La Commissione non ha fatto altro che ricercare il momento unitario dell'incontro tra le volontà politiche per realizzare gli obiettivi concreti, che erano quelli di dare agli artigiani uno strumento creditizio efficiente che agisse nelle due direzioni, di ottenere un credito agevolato qualitativamente e quantitativamente più significativo e soprattutto di favorirne le forme di associazionismo.
Ecco perché è stato presentato, in maniera forse anomala da quella che è la consuetudine, un fascicolo in cui sono contenuti le due proposte di legge del gruppo consiliare comunista e il disegno di legge della Giunta Regionale con a fianco il testo elaborato concordemente dalla VII Commissione. Il problema divenne ad un certo punto anche di carattere procedurale non semplice, si trattava di vedere se era il testo della Giunta che contava di più oppure se era la visione generale organica delle tre proposte. Nella Commissione la questione non si pose perché si cercò la soluzione unitaria con il pieno apporto, occorre riconoscerlo, del rappresentante della Giunta il quale diede contributi sostanziali per identificare nel modo migliore la configurazione del nuovo disegno di legge. La Commissione, operando in questi termini, è giunta ad elaborare un testo che io ho definito nella relazione ufficiale una sorta di "contaminatio" dei tre testi anche se, ripeto, la procedura fu facilitata dalla presenza più organica nel senso riassuntivo dei due obiettivi e degli scopi della legge dal disegno di legge n. 109 presentato dalla Giunta.
Oggi siamo in grado di presentare un testo concordato e che abbiamo motivo di ritenere rappresenti la soddisfacente risoluzione sia delle aspettative dei presentatori delle due proposte di legge 57 e 58, sia della Giunta che ha raccolto l'ossatura fondamentale sulla quale il nuovo testo si è costruito.
Quali sono le caratteristiche del nuovo testo? Io credo che possa essere sintetizzato rapidamente, lasciando agli altri colleghi di illustrare gli ulteriori significati della legge che ci accingiamo a votare. Si tratta in sostanza di incidere sulla possibilità di agevolare il credito alle imprese artigiane attraverso una serie di articoli che consentano l'intervento diretto della Regione sia come contributo per i prestiti agevolati, sia nei confronti delle già esistenti cooperative di garanzia, quelle cooperative attraverso le quali gli artigiani possono eccedere al credito di esercizio che altrimenti è per loro difficile reperire.
In sintesi si tratta di mettere in moto, per i prossimi quattro anni un meccanismo che consenta l'erogazione di crediti agevolati per 33 miliardi e 600 milioni e che consenta di dare 12 miliardi, sempre nel quadriennio, per il credito di esercizio da ottenersi attraverso le cooperative di garanzie le quali, con un importo di 50 milioni annui (in quattro anni 200 milioni) hanno la possibilità di integrare del 200% il capitale versato dai soci. Cioè, mentre consentiamo all'impresa artigiana di accedere al credito nei modi in cui non poteva operare con l'attuale situazione creditizia, contemporaneamente eleviamo le possibilità delle cooperative di garanzia ad essere presenti per consentire attraverso il loro canale anche l'accesso al credito di esercizio.
Questo, in sintesi, l'iter della procedura seguita e le caratteristiche che definiscono il disegno di legge oggi proposto nel testo della VII Commissione. L'importanza dei provvedimenti che ci accingiamo a votare dovrà essere appalesata anche all'esterno perché si tratta di un momento significativo della Regione la quale interviene nei confronti di una categoria che è fondamentale sia per la formazione del reddito regionale sia per l'operatività nel proprio ambito. Una categoria alla quale la nostra legge non potrà che portare vantaggi.



PRESIDENTE

Ringraziamo il Presidente della VII Commissione per la sua relazione.
E' scritto a parlare il Consigliere Raschio, ne ha facoltà.



RASCHIO Luciano

Signor Presidente, signori Consiglieri, innanzi tutto devo, a nome del gruppo comunista, esprimere un ringraziamento al Presidente della VII Commissione per avere diretto in modo qualificato sia le consultazioni quanto il dibattito in seno alla Commissione e per avere permesso nel contempo, di giungere, in questa sede, con un documento innovatore che giustamente il Presidente chiama "contaminatio" fra la proposta di legge comunista ed il disegno di legge della Giunta. Io ritengo sia giusto riproporre nell'aula sovrana del Consiglio Regionale l'esigenza che allorquando ci si trova davanti a proposte di legge e disegni di legge diversi, ma con le stesse finalità e che sostanzialmente esprimono la stessa volontà non solo in campo politico, ma anche in quello finanziario sarebbe bene stabilire, una volta per tutte, che è possibile anche ai membri della Commissione, davanti a certi fatti macroscopici, non trincerarsi dietro ad una forma di "solennità" burocratica, ma assumere anche loro direttamente l'iniziativa di proporre al Consiglio mutamenti sostanziali ai progetti ed ai disegni di legge, fermo restando la volontà unanime delle part. per giungere a questo.
Anche noi facciamo nostre, come Gruppo comunista, le esigenze che poc'anzi il Presidente ing. Cardinali esprimeva in Consiglio. Ci troviamo infatti di fronte ad un problema della massima importanza, non c'è bisogno di ripeterlo (nel luglio del '73 eravamo già abbastanza ferrati su queste cose e le abbiamo manifestate nel modo dovuto in Consiglio Regionale) che oggi, più che mai è necessaria una presa di posizione unanime del Consiglio. E' un biglietto da visita col quale ci presentiamo davanti all'artigianato piemontese, in un momento così importante anche nel campo della diversificazione industriale.
Mi sono prefisso di non essere lungo perché le cose dette con parole precise e documentate non hanno bisogno di molte spiegazioni. Tuttavia ripeto, questo è un primo grande passo e non deve rimanere, da parte del Consiglio, l'unico.
Voglio ancora dire alcune cose che a mio giudizio sono importanti.
Questa legge avrà un arco di intervento per 13 anni: dal 1974 al 1986 pone globalmente uno stanziamento di 19 miliardi 900 milioni, di cui 16 miliardi 800 milioni per crediti a medio termine con relative garanzie, in base all'art. 8; per contributi ordinari e cooperative ed a consorzi come integrazione dei patrimoni sociali vede invece per quattro anni, dal '74 al '77, uno stanziamento di 200 milioni e per contributi per credito di esercizio garantito per le cooperative di consorzi, vede nell'arco di cinque anni, dal '74 al '78, uno stanziamento di 960 milioni.
Questo vuol dire, come ha già detto Cardinali, ma intendo ribadirlo che dà una possibilità di finanziamento indotto di 33 miliardi 600 milioni per il credito a medio termine e di 12 miliardi per le cooperative.
La prima constatazione che dobbiamo fare è che questo provvedimento esula dai concetti, meramente finanziari-contabili, dell'Artigiancassa. Non è una polemica nei confronti di questo ente, e invece riconoscerne di fatto l'impotenza. L'Artigiancassa soffre in questi mesi di una grave mancanza di possibilità di allargamento del credito, mentre esiste un'esigenza di aumento del credito stesso dovuta alla situazione economica, così precaria che ha travolto le imprese artigiane, le quali non vivendo una vita parassitaria hanno bisogno (e l'hanno dimostrato) oggi, più che mai, di prestiti agevolati e di garanzie sui crediti assunti unitamente ad una possibilità di respiro nella formazione delle scorte. Ebbene, l'art. 2 della legge è talmente ricco ed articolato negli impegni (e questo lo voglio dire perché è stato un po' la base della 57, della 58 e anche del disegno di legge della Giunta) che dà la possibilità di entrare in diversi campi quali ad esempio: il miglioramento delle condizioni di lavoro degli artigiani; la realizzazione di servizi tecnici per la commercializzazione dei prodotti affinché le aziende artigiane diventino sempre più agguerrite per far fronte alle esigenze di mercato.
L'Artigiancassa non ha queste possibilità, non può neanche, per statuto, prenderle in esame; al massimo entra nell'ambito dell'intervento sull'acquisto di macchinari con un plafon limitato a 15 milioni per artigiano ed entra nel campo delle scorte con un massimo di plafon di tre milioni, senza fornire agli istituti finanziari alcuna garanzia, tanto che dal bollettino nazionale dell'Artigiancassa vediamo che vi è stato un decremento del 34,43% (trimestre luglio-settembre '73) nella concessione dei crediti a livello nazionale e la cosa ancora una volta si è ripercossa negativamente a livello dell'artigianato Piemontese.
Mi permetto di fare due esplicite richieste alla Giunta e chiedo quindi l'attenzione particolare dell'Assessore Paganelli, nuovo Assessore, cui va il nostro ringraziamento per aver collaborato al raggiungimento di questo provvedimento, non pretendo però di dimenticare l'opera intelligente e valida anche all'Assessore Petrini che lo precedette nell'attività dell'assessorato per giungere a varare la presente legge.
Le richieste sono queste: 1) constatiamo che il problema dell'artigianato e del credito al settore, anche da parte della stampa, non è sufficientemente compreso e dibattuto; pur tuttavia l'argomento è uno di quelli da "tonnellate sulla bilancia", sarebbe quindi indispensabile che l'ufficio stampa della Regione, sulla base della relazione Cardinali e del dibattito, facesse un comunicato da mandare a tutta la stampa del Piemonte (quotidiani e settimanali) affinché ci sia già un primo sunto di quelle che sono le decisioni del Consiglio Regionale in materia di credito all'artigianato.
Ma non basta, ritengo che nelle more di approvazione della legge da parte del commissario di Governo, l'Assessorato dovrebbe convocare le direzioni provinciali, regionali o autonome dell'artigianato (in Piemonte ci sono delle organizzazioni autonome degli artigiani che non fanno capo ad un momento Provinciale) e le direzioni provinciali e regionali del Movimento cooperativo per discutere, con le organizzazioni sindacali degli artigiani e con le organizzazioni cooperative, la metodologia da seguire per l'applicazione della legge. Desidero essere ancora più chiaro: la Liguria ha redatto un regolamento per l'applicazione della legge sul credito all'artigianato che ho letto attentamente: esso è molto macchinoso e se volete un po' "troppo ligure" nei confronti degli artigiani. Ritengo che noi non dovremmo deliberare un regolamento, perché la legge che è davanti al Consiglio è notevolmente chiara per quanto riguarda le norme che debbono essere introdotte per accedere al credito e chi è la fonte originaria del credito stesso, ma invece di essere in grado di realizzare una circolare che con i suggerimenti delle associazioni artigiane e del movimento cooperativo, che permetta la massima chiarificazione su quello che concerne la presentazione delle domande, i documenti da allegare per ottenere la garanzia di credito e il credito stesso. Quindi non montagne di carta come richiede la Liguria, ma una documentazione rapida, snella che come la legge indica, verrà sottoposta alla Commissione consultiva che è in grado di esaminare le domande nel quadro più ampio della programmazione regionale.
Perciò accanto a questo sarebbe bene, insieme alla circolare che l'Assessorato sulla base delle consultazioni intenderà fare, stampare alcune decine di migliaia di opuscoletti contenenti la legge e le indicazioni che la Regione darà agli artigiani per accedere al credito.
Secondo il gruppo comunista è necessario avere, per applicare bene e celermente la legge, la massima collaborazione da parte delle organizzazioni sindacali, degli artigiani e delle cooperative.
La seconda richiesta che come gruppo comunista facciamo è questa: preparare le basi per arrivare ad un incontro, appena la legge otterrà il visto governativo, con gli istituti finanziari del Piemonte, per definire il tasso di sconto, che dovrà essere valido per tutto il Piemonte e quindi per tutte quelle banche o istituti di credito che hanno una rispondenza a livello regionale. Questa iniziativa non è una cosa di poca importanza l'art. 5 della legge dà già infatti questo mandato alla Giunta, riteniamo però che essa rappresenterà il primo vero atto importante per una contrattazione finanziaria con le Banche che la nostra Giunta dovrà fare con i poteri, ad esempio, che le vengono dalla presente legge. Compiremo come Regione, un atto di grande qualificazione, anche in campo finanziario con il quale potremo far sentire, finalmente, agli istituti di credito il peso economico-politico-finanziario che la Regione Piemonte ha, come primo grande, forte organismo rappresentativo ed elettivo del popolo piemontese.
Queste sono le cose che rapidamente, a nome del gruppo comunista, mi sono permesso di indicare ai colleghi Consiglieri, ribadendo ancora che il 1974 dovrebbe essere l'anno, per la Regione Piemonte, della soluzione di alcuni importanti problemi che riguardano l'agricoltura, l'artigianato ed il commercio. E' un anno che dovrà vedere ulteriormente qualificata la Regione nell'ambito dell'associazionismo cooperativo, l'artigiano, come gruppo comunista, già informiamo la Giunta che prossimamente presenteremo una leggina basata su due o tre articoli, con la quale si propone al Consigli di dare un incentivo finanziario agli artigiani che intendono costituirsi in cooperative per affrontare i problemi della produzione, in quanto la legge, in discussione oggi, è molto buona per quanto riguarda il credito ma non prevede poteri ed interventi finanziari necessari all'incentivazione del momento associativo dell'artigianato per quanto concerne l'attività produttiva.
E' un argomento questo, che è stato elemento interessante del dibattito nelle consultazioni con la categoria ed anche (Cardinali lo sa bene) nelle riunioni della VII^ Commissione: infatti, alla fine del nostro lavoro mentre ci rendevamo conto che stavamo per varare una legge importante e significativa per l'artigianato, abbiamo anche rilevato che emergeva la carenza dell'intervento per le cooperative di produzione e non potevamo, a quel momento, trovare la possibilità tecnica di arricchire la legge sull'artigianato anche con questo intervento.
Ringrazio i colleghi della Commissione ed il suo Presidente per quanto hanno fatto e mi auguro che si sviluppi un dibattito che rimarchi, pur brevemente la volontà unitaria di approvare la legge.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Gerini, ne ha facoltà.



GERINI Armando

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, anch'io debbo condividere la premessa fatta dal Presidente della VII^ Commissione ing. Cardinali sull'iter e sulle procedure delle proposte di legge e del disegno di legge che ha portato a un testo definitivo concordato dalla VII^ Commissione.
La documentazione avuta dall'Assessore Petrini (allora Assessore all'artigianato) che riguarda dati statistici del settore artigiano confrontata con altri dati statistici della Federmutua nazionale artigiani permette di delineare un quadro molto interessante che fa comprendere come fosse importante addivenire finalmente all'approvazione della legge che stiamo esaminando. Chi vi parla non è la prima volta che si occupa della materia in quest'aula e nella VII^ Commissione, avendo sostenuto nella discussione sul bilancio regionale e nella seduta del 19 luglio scorso, la necessità che in assenza di un disegno di legge della Giunta si andasse avanti con le proposte 57 e 58 di Raschio ed altri. E' venuto poi il DDL 109 della Giunta che la VII^ Commissione ha comparato con le proposte citate, elaborando un testo unico accettato concordemente. Lo ha fatto anche perché troppo urgenti si manifestano i provvedimenti da adottare per l'ammodernamento tecnologico e l'incremento della produttività nel settore dell' artigianato. E' anche dall'artigianato, signor Presidente, che pu giungere quella spinta necessaria alla ripresa economica del Paese e della nostra Regione, se si tiene conto della sua mobilità e capillarità che è forza notevole e che agisce da moltiplicatore per le attività collegate di altri settori. E' un settore che deve espandersi di più nelle sue componenti fondamentali e nella produzione di beni, di servizi ed artistica. E' un settore sano che deve mantenersi vivo e vitale in quanto dalle tabelle vediamo che i soggetti dai 25 ai 50 anni costituiscono il 68%, mentre purtroppo in agricoltura il fenomeno è esattamente l'opposto.
Il provvedimento che stiamo per varare costituisce però solo un primo passo a favore dell'artigianato, perché il settore è ancora troppo squilibrato. Infatti leggiamo ancora che su 108.000 imprese iscritte agli albi in Piemonte, quelle individuali sono 96.000, le società in nome collettivo 1600 circa, le società semplici 8900 e due, appena due, le cooperative. Ecco allora balzare evidente la necessità di promuovere anche in questo settore la cooperazione e l'associazionismo che non riceverà certamente la spinta che desideriamo col concedere all'art. 3, un contributo triplo in ordine all'ammontare dei prestiti a consorzi e cooperative rispetto all'impresa singola.
Anche se il Gruppo liberale ritiene insufficienti gli stanziamenti riconosce tuttavia trattarsi di un passo avanti, convinto che questa legge non resti un fatto isolato. Non è di poco conto constatare che l'approvazione di questa legge giunge dopo la conferenza regionale sull'artigianato e dopo una nutrita serie di contatti con le categorie attraverso le consultazioni. L'aver previsto come spesa ammessa a contributo quella inerente all'installazione di impianti di depurazione delle acque, dell'atmosfera e dell'ambiente, è cosa molto saggia e direi moderna.
Le novità inserite nel testo concordato in Commissione rispetto al disegno di legge della Giunta, sono fra le altre l'aver delineato all'art.
7 il Comitato tecnico consultivo che deve confortare con il suo parere la Giunta nell'ammissione al contributo. Si tratta di un comitato composto di esperti, rappresentanti sindacali e di rappresentanti la Commissione provinciale per l'artigianato che, a noi pare, offre buone garanzie. Cosa saggia appare pure l'aver fissato all'art. 12 l'obbligo alla Giunta di presentare annualmente al Consiglio Regionale una relazione illustrativa della gestione. Vorrà dire che in quell'occasione almeno i problemi rimasti irrisolti - e sono parecchi e gravi - verranno dibattuti e portati a conoscenza del Consiglio. Il provvedimento, come hanno detto il relatore ed il Consigliere Raschio, è molto atteso dalla categoria, specialmente da coloro che operano in zone depresse, ove sono state installate aziende industriali medie e piccole e che abbisognano dell'appoggio artigianale.
Ripeto che questo provvedimento è solo un passo avanti, la prima stretta di mano che diamo alla categoria, anche perché è un provvedimento che non ha le caratteristiche dell'assistenza ma mira, pure con i suoi limiti, a promuovere e consolidare attività produttive. Nell'artigianato c'è, come è stato detto, l'ultimo rifugio dell'uomo che conserva l'individualità. Ci diceva Borello, già Consigliere Regionale, un giorno da questi banchi che, l'artigiano lavora ancora volentieri; egli non va a lavorare al suono della sirena, non timbra il cartellino perché magari ha smesso il lavoro a notte fonda, non ha bisogno di programmatori o di quadri dirigenti, lavora volentieri e lavora di più perché è libero.
Il Gruppo liberale, se il testo definitivo approvato dalla VII Commissione non subirà modifiche sostanziali in senso negativo dal Consiglio, può assicurare fin d'ora il voto favorevole.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FASSINO



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Carazzoni, ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il relatore Cardinali, con reminiscenza saragatiana, parlava in apertura di "destino cinico e baro" forse anche per noi e un destino cinico e baro quello che ci costringe a prendere la parola con una certa frequenza dopo gli interventi del collega Gerini che, sia che parli di cacciatori, sia che parli di artigiani, riesce a dare un taglio poetico ai suoi interventi in modo tale che noi ci sentiamo poi imbarazzati a dovere immediatamente ridiscendere sul piano della realtà politica. Comunque, siccome questo è nostro dovere, noi cominceremo col dire che fa nostra parte, nel momento in cui intervenendo in questo dibattito, avverte il dovere di esprimere la propria convinta soddisfazione per il varo di questo provvedimento, non può e non intende sottrarsi ad uguale ed opposto dovere di manifestare la propria ferma denuncia per il ritardo con il quale la Regione Piemonte si è mossa nei confronti del settore dell'artigianato. Un settore sino ad oggi colpevolmente troppo trascurato e negletto; si sarebbe dovuto operare, come d'altronde si è saputo fare in altre Regioni, con ben diversa e con più tempestiva incisività, tenendo conto che l'artigianato costituisce una realtà di grande rilievo meritevole di riconoscimenti sostanziali e non soltanto formali.
E per interventi operativi concreti, qualora fosse esistita la capacità, la volontà di attuarli, sarebbe bastato dare corretta e più rapida attuazione allo statuto regionale che fissa tra i propri obiettivi nel campo economico-sociale proprio quello inteso a potenziare l'impresa artigiana ed a favorirne l'ammodernamento. O ancora sarebbe stato sufficiente ricordare quanto già affermava il primo piano di sviluppo regionale: l'artigianato e la piccola industria conferiscono un rilevante equilibrio ed una particolare elasticità al sistema, poiché permettono un'elevata specializzazione, realizzano una certa mobilità dei fattori produttivi e consentono la diffusione delle attività artigianali in tutto il territorio della regione.
Se quindi fosse stata programmata per tempo una politica per l'artigianato come, lo ripetiamo, altrove si è saputo fare, noi non saremmo stati colti di sorpresa dal precipitare della situazione economica e di conseguenza non ci saremmo ridotti ad attendere l'esplodere di questa congiuntura per capire che in Piemonte la grande industria, quella dell'auto soprattutto, non poteva più esercitare un ruolo trainante propulsivo dell'economia piemontese, per cui si rendeva indispensabile prevedere la nascita di un nuovo meccanismo di sviluppo diversificando la produzione e puntando tra l'altro su un rilancio dell' artigianato.
Purtroppo dobbiamo osservare che anche in questa direzione la Regione Piemonte si è mossa in ritardo, vuoi per scarsa sensibilità verso il problema, vuoi per quella pigrizia che, almeno fino ad oggi, ad avviso nostro ne ha caratterizzato negativamente l'attività.
Questa è una considerazione che non potevamo sottacere prima di entrare nel merito del progetto di legge in esame al quale, così come stavamo affermando in apertura, riconosciamo un'obiettiva validità intanto in quanto è avvertita e riconosciuta anche da noi la necessità di una politica creditizia regionale in favore dell'artigianato.
Esiste sì l'Artigiancassa che eroga il credito agevolato, però limitato a pochi tipi di intervento e che soprattutto finisce con lo spostare attraverso il meccanismo delle garanzie reali, l'asse della politica creditizia per l'artigianato dal credito di esercizio al credito di impianto.
Occorre dunque, come annotavamo, un intervento regionale che superi il criterio basato sulle garanzie reali, ma che basi invece la sua fidejussione sul fatturato, sulle commesse, sulle ordinazioni ottenute sugli appalti assegnati, in una parola sulla capacità di lavoro dell'azienda.
Il progetto di legge che dispone provvedimenti per l'ammodernamento tecnologico e l'incremento della produttività nel settore dell'artigianato è un primo contributo alla soluzione di questo problema, essendo essenzialmente finalizzato ad integrare l'attività dell'Artigiancassa.
Tuttavia noi non possiamo tacere, in tutta sincerità, di essere perplessi sulle possibilità di raggiungere queste finalità, se non si troverà il modo di superare, come dicevamo prima, l'ostacolo di prestare adeguate garanzie reali perché - ed è cosa nota - gli istituti di credito pretendono di operare in assoluta tranquillità senza dare alcuna rilevanza, agli effetti della concessione del fido, alle qualità personali e professionali del richiedente. Ci sembra inoltre che, dovendosi l'artigiano appoggiare, per le richieste di finanziamento, agli istituti di credito convenzionati con la Regione, i quali già operano tutti o quasi tutti con l'Artigiancassa egli incontrerà ovviamente delle difficoltà non indifferenti per ottenere un altro finanziamento alle condizioni previste dal progetto di legge in esame.
Detto questo e per entrare rapidamente nel merito dell'articolato vogliamo dire che lo stanziamento di cui all'art. 8 del 20% sulle somme stanziate nel bilancio regionale, se migliora, raddoppiandolo, la precedente posizione, tuttavia ad avviso nostro continua a sembrare modesto.
Così come dobbiamo dire di essere perplessi in ordine al disposto dell'art. 9 che ci pare eccessivamente limitato stante che non in tutte le zone del Piemonte esistono cooperative di garanzia e che comunque quelle esistenti raggruppano un numero di artigiani limitato: forse in questo quadro sarebbe stato preferibile consentire l'accesso al credito di esercizio a tutti gli artigiani, indipendentemente dal fatto che facciano o no parte di cooperative di garanzia.
Rileviamo all'art. 10 che in sede di Commissione la somma stanziata per il periodo '74/'77 è stata elevata a 50 milioni annui e ne prendiamo atto con favore poiché la previsione precedente di venti milioni era palesemente insufficiente.
Infine, tornando all'art. 2, avremmo ritenuto più opportuno che l'aliquota fissata per le scorte in rapporto all'aumentare massimo del finanziamento accordato fosse portata anziché al 30% al limite del 40%.
Ma, al di là di queste marginali osservazioni, il giudizio globale sulla legge resta, per quanto riguarda il MSI, Destra nazionale sostanzialmente positivo; positivo pure con la sottolineatura, doverosa che questo è soltanto (come si è detto anche da altra parte) un primo passo. Anche noi siamo d'accordo quindi di favorirlo. Un primo passo che non esclude, anzi, rende con maggiore evidenza presente che ancora lungo è il cammino che la Regione dovrà percorrere se vorrà veramente e completamente corrispondere alle esigenze del settore artigianale.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Menozzi.



MENOZZI Stanislao

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, mi compiaccio col Presidente della VII^ Commissione e coi restanti membri della medesima per l'apprezzabile lavoro svolto e soprattutto per aver saputo comporre un mosaico che in altre occasioni non si è dimostrato facilmente componibile trovandosi la Commissione di fronte a due proposte e a un disegno di legge a me pare che la soluzione trovata rispecchi le attese dei diretti interessati. Ciò premesso, mi preme far rilevare, altresì, che ci si accinge a varare la legge, a favore della categoria artigianale, quanto mai opportuna, vuoi per le carenze che, con particolare intensità, accusa in questo momento il settore, specie nel comparto del credito, vuoi per le possibilità che oggi vengono offerte per l'aggiornamento e l'ammodernamento in campo organizzativo, tecnologico e commerciale. Aspetti innovativi altamente qualificanti e caratterizzanti del provvedimento in discussione sono lo stimolo e l'incentivazione alla cooperazione e all'associazionismo tuttora assai carente anche in campo artigianale così come in quello commerciale. Altro punto qualificante e caratterizzante è la garanzia sussidiaria introdotta dall'art. 8. Condividendo il parere già espresso dal collega Raschio, circa le insufficienze sempre manifestate dall'Artigiancassa, ritengo che, con l'approvazione della legge in esame la Regione fornirà uno strumento alle categorie interessate, per mezzo del quale verranno loro consentite scelte, sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo, meno limitative di quelle conosciute in passato.
Pur non contribuendo a risolvere tutti i problemi del settore l'approvazione del provvedimento, anche se giunge in porto con estremo ritardo in rapporto ai bisogni, non mancherà di essere favorevolmente accolto dalle aziende.
Il relatore ha voluto evidenziare l'opportunità di intervento, in riferimento all'importanza che riveste l'artigianato piemontese, anche per la soluzione alternativa che esso può fornire in un momento di grave crisi occupazionale come l'attuale.
Io vorrei far rilevare altresì che il ruolo dell'artigianato piemontese, in questo momento con le 109.000 aziende esistenti e i 370.000 addetti al settore, come lo è stato per il passato e come dovrà rimanere per il futuro, è anche quello di preservare alcuni valori che esso sa esprimere, umani, sociali ed artistici, nei vari comparti operativi principalmente nel campo della lavorazione del legno e del ferro. E' un settore che va salvaguardato e chiedo venia se mi ripeto, ma voglio sottolineare una volta ancora i rischi che questa componente del ceto medio sta correndo e la funzione invece che ad essa deve essere consentita e deve continuare ad assolvere. Il ceto medio, nel corso della vita politica sociale ed economica del nostro paese ha sempre conosciuto tempi duri.
Particolarmente difficili li sta vivendo attualmente e sempre più sarà destinato a conoscerli, nella misura in cui non si riuscirà a garantirgli lo spazio che gli è dovuto in relazione al suo peso ed alla sua importanza.
Trovandosi con la grande impresa neo-capitalistica da una parte, la quale sempre più tenacemente difende le posizioni acquisite, e dall'altra con un proletariato che prende sempre più coscienza di sé e delle esigenze, con le quali è alle prese, il ceto medio diventerà un settore sempre meno dinamico e se non sarà capito, se non sarà aiutato già oggi, soprattutto l'artigianato, corre il rischio di essere schiacciato, anche perché la cosiddetta società dei consumi dimostra che ci si preoccupa un po' troppo di consumare e che nella foga del consumo ci si diseduca ad apprezzare certi valori che la macchina industriale non è e non sarà mai in grado di fornirci.
Ed è anche e soprattutto per questi aspetti di ordine politico, di ordine umano e conseguentemente di ordine morale, che io approvo questo provvedimento.
Vorrei concludere con l'augurio che, mentre nei provvedimenti in esame ci si è limitati a vedere l'aspetto incentivante della cooperazione e dell'associazionismo soltanto attraverso lo strumento del credito agevolato e alle facilitazioni che ne possono derivare, coi successivi interventi attraverso la sensibilità che non mancherà di avere la Giunta (e per essa l'Assessore competente e cioè quello dell'istruzione), si faccia in modo che anche per il settore artigianale si predispongano corsi per la formazione e preparazione dei quadri, se non vogliamo ancora una volta correre il rischio di parlare di associazionismo e di cooperazione in astratto. Per dare concretezza a quella convinzione, che noi qui più volte abbiamo avuto occasione di manifestare, non possiamo non renderci conto che a monte di ogni serio e sicuro sviluppo cooperativistico, ci si deve preoccupare degli aspetti formativi sul piano umano, dirigenziale ed organizzativo e cioè dei quadri che dovranno costituire il supporto dell'associazionismo e della cooperazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare la Consigliera Soldano, ne ha facoltà.



SOLDANO Albertina

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la relazione del Presidente della VII^ Commissione e gli interventi di coloro che mi hanno preceduta hanno posto in chiara evidenza l'importanza del problema che oggi abbiamo affrontato, cioè quello dell'artigianato piemontese.
Non a caso mi pare, in sintesi, sia stato richiamato il ruolo primario svolto in Piemonte dall'artigianato, nel quadro generale di uno sviluppo programmato, con specifico riferimento all'organizzazione socio-economica e al reddito regionale, nonché alla diversificazione produttiva quale componente indispensabile a garantire equilibrio nel progresso e nello sviluppo stesso.
D'altra parte basterebbe pensare, anche soltanto in senso quantitativo alle 108.000 aziende e ai 370.000 addetti annoverati nella relazione del Presidente, per renderci conto dell'importanza del problema.
Ritengo però che sia indispensabile richiamare qui soprattutto l'importanza delle risorse umane del vasto mondo dell'artigianato piemontese; intendo alludere a quelle risorse che significano intelligenza creatività, capacità di fantasia, cioè di autentica qualità. Quindi vorrei richiamare anche il criterio delle differenziazioni dal punto di vista umano e, in senso lato, culturale di questo settore.
E' un settore alternativo nel quadro dello sviluppo programmato del Piemonte, o meglio, direi, un settore in sviluppo che ha bisogno di incoraggiamento, di incentivi, in ultima analisi di garanzie per il suo normale e progressivo miglioramento.
Tenuto conto, poi, della particolare situazione piemontese, credo che non sia inutile richiamare l'importanza che questo settore assume nel quadro più ampio dei problemi dell'occupazione, con specifico riferimento alla qualificazione e alla formazione professionale. Questi sono problemi tuttora aperti, da approfondire, da studiare per poterli portare a una fase attuativa ampiamente soddisfacente. Accanto al problema dell'occupazione sono da evidenziare quello del turismo e, in senso più ampio, quello dell'assetto del territorio o, meglio, del piano regionale di sviluppo.
Vorrei, in particolare, rifarmi poi al Decreto del Presidente della Repubblica 14 gennaio 1972, n. 2 e precisare che, a mio avviso, il provvedimento che stiamo per esaminare e, mi auguro, per approvare, pu essere considerato anche una risposta all'art. 2 di tale decreto particolarmente ai punti a), c), g), là, dove si richiama il trasferimento alle Regioni di tutte le funzioni amministrative esercitate dagli organi centrali e periferici dello Stato in materia di artigianato, con riferimento alla disciplina e allo sviluppo delle imprese artigiane, quindi all'assistenza tecnica ed artistica e alla tutela dell'artigianato e perci alla relazione di forme di incentivazione dello sviluppo tecnico ed economico dell'artigianato.
Questo provvedimento è, in generale, una risposta alle esigenze del mondo dell'artigianato, a quanto ci affida lo Stato nell'esercizio di particolari funzioni amministrative, con riguardo ai settori che mi sono permessa di richiamare.
In questa occasione, quindi, credo sia doveroso prendere atto di tutto il lavoro svolto ai vari livelli; mi sia consentito, in particolare esprimere la mia piena adesione ed un vivo ringraziamento anche per tutto il lavoro svolto dalla Giunta e per essa dall'Assessore Petrini in precedenza e, in continuazione, dall'Assessore Paganelli.
In effetti credo che si debbano cogliere nel lavoro svolto dalla Giunta in questi mesi alcuni aspetti comuni che hanno come linea unitaria la ricerca, la verifica delle reali possibilità del settore, soprattutto sul piano finanziario. E' stato un lavoro serio, che ha tenuto presenti le necessità delle attività delle singole aziende artigiane e dei loro problemi, ma altresì la necessità di incentivare la cooperazione fra le aziende artigiane. Credo che oggi le conclusioni del lavoro svolto, in sintesi, corrispondano alle reali esigenze dell'artigianato piemontese, ma altresì alla reale esigenza di dare una risposta indicativa ed anche concreta allo sviluppo programmato del Piemonte.
In ultimo, mi sia consentito rendere atto ad una volontà unitaria di lavoro che si è concretato nell'ambito della Commissione, un lavoro che si è svolto appunto tenendo presenti due aspetti fondamentali del problema complesso dell'artigianato: da un lato, la necessità di incentivare il credito agevolato opportunamente garantito e, dall'altro, la necessità di favorire tutte quelle forme di associazionismo che oggi sono indispensabili per lo sviluppo delle aziende anzitutto in senso umano, ma anche in senso economico, affinché possa essere realmente assicurato il risultato del lavoro svolto. E' indubbio che sono necessari ulteriori sviluppi dell'azione intrapresa. Questo, vorrei precisare, è un punto di partenza però, è un inizio positivo, concreto per l'avvio alla soluzione graduale di certi importanti problemi che qui sono stati, in un certo senso, in parte soltanto accennati, in parte più ampiamente evidenziati: problemi gravi e complessi che esistono nella realtà; credo comunque che l'inizio del lavoro sia positivo. Da un lato, prendiamo quindi atto dell'ampiezza di vedute che ha caratterizzato il lavoro svolto dalla Giunta, soprattutto in fase di studio e di indagine conoscitiva; dall'altro, teniamo conto della concretezza del lavoro svolto che, a mio avviso, è il segreto per poter realmente incidere nella realtà, non soltanto dal punto di vista ideale, ma anche dal punto di vista dei risultati concreti. E' quanto, appunto, il mondo dell'artigianato piemontese attende.
Non mi resta che formulare l'augurio e l'impegno a proseguire su questa strada, anche per quanto concerne le mie modeste possibilità. Nello stesso tempo desidero altresì esprimere l'auspicio che la VII^ Commissione possa continuare, in collaborazione con la Giunta, a "costruire"; infatti oggi stiamo per costruire, tutti insieme, qualche cosa di ampiamente positivo.
Grazie.



SOLDANO Albertina

Ha chiesto di parlare il Consigliere Calsolaro, ne ha facoltà.



CALSOLARO Corrado

Farò una breve dichiarazione di voto: il Gruppo socialista voterà a favore della proposta di legge, così come si è venuta a delineare ed a formalizzarsi attraverso la sintesi, che è stata operata nel corso dei lavori della Commissione e delle consultazioni, fra la proposta di legge regionale n. 57 e quella n. 58 del gruppo comunista e il disegno di legge regionale n. 109 presentato dalla Giunta. La proposta di legge evidenzia un interesse operativo e concreto del Consiglio in una materia che la Costituzione affida alla competenza delle Regioni e che il decreto delegato n. 2 riprende ed attribuisce specificatamente all'iniziativa legislativa della Regione.
Sui problemi del credito e sui rapporti tra le Regioni e gli istituti di credito è già intervenuto nel corso del dibattito sulle dichiarazioni programmatiche del Presidente della Giunta il collega Nesi e quindi io non ho che da richiamarmi a quanto su questo problema, a nome del Gruppo socialista, il collega Nesi già ha esposto.
I problemi dell'artigianato evidentemente non sono soltanto quelli del credito, anche se sono molto importanti. Si tratta, a nostro avviso, di dare un volto alle singole economie artigiane, di predisporre misure e previdenze idonee allo sviluppo, di dare vita a strutture propulsive sul piano formativo, organizzativo e tecnico.
Riteniamo che fondamentale debba essere l'azione diretta ad elevare il grado di formazione professionale degli artigiani, ai quali già ha fatto richiamo prima di me la collega Consigliere Soldano, grado di formazione professionale degli artigiani che è fra le condizioni non secondarie dell'elevamento del reddito e della produttività che ne costituisce la premessa.
Accanto ad un piano per avviare strutture razionali ed avanzate che al fatto educativo dovranno accompagnare quello assistenziale sul campo tecnico e della commercializzazione delle lavorazioni artigiane, non meno fondamentale è l'azione che la Giunta ed il Consiglio dovranno esplicare nel campo della creazione dei poli di sviluppo artigiano e degli enti che dovranno promuoverli e dei quali occorrerà prevedere a breve termine la costituzione, sulla base delle proposte che già sono state avanzate o che si stanno predisponendo, e che presto verranno concretizzate. Tutto ciò in forza di quel decentramento decisionale ed operativo che proprio alle Regioni compete di tradurre in atto nell'articolazione di un sistema generale e di un quadro nazionale nel quale queste singole componenti dovranno trovare il loro assetto.
La proposta di legge contiene quindi una prima risposta alle attese della categoria artigiana. La prima necessità degli artigiani è proprio quella che riguarda l'operatività di misure appropriate che ne facilitino l'attività, soprattutto nel campo del credito oltre che in quelli, già indicati, dell'addestramento professionale e dell' assistenza tecnica.
La proposta di legge avvia un processo di approfondimento della problematica relativa al rapporto Regioni-artigianato ed ha un contenuto preciso e concreto di motore del sistema produttivo, sociale e civile.
Cito, per esempio, un grosso problema che è quello del fenomeno della subfornitura, cioè del rapporto fra artigianato e grandi imprese che in altri Paesi (Francia, Germania, Gran Bretagna e Svezia) è stato affrontato in modo pratico e pregnante, e sul quale ora non mi soffermo, riservandomi di farlo in altra occasione.
Dicevo, durante la discussione sull'approvazione della legge di proposta al Parlamento sul commercio, che esiste oggi una nuova figura del commerciante, come esiste una nuova figura dell'artigiano e del coltivatore diretto, non la vecchia figura ottocentesca del piccolo borghese, ma del lavoratore autonomo che partecipa attivamente con gli operai delle fabbriche, con gli impiegati, con tutte le categorie dei lavoratori al generale movimento di riforma delle strutture economiche e sociali del nostro Paese, sul quale si fonda lo sviluppo della nostra democrazia e del modo di vivere, la nostra stessa civiltà. Credo che con questa proposta di legge venga compiuto un passo molto importante, proprio perché è il primo che viene fatto in favore ed a sostegno della categoria. Del resto nel corso del recentissimo dibattito sulla relazione programmatica del Presidente della Giunta, da ogni parte del Consiglio, è stato affermato l'impegno a favore degli artigiani e noi siamo convinti che a questa legge seguiranno altre iniziative della Giunta e del Consiglio, per sviluppare il settore nel quadro generale della programmazione regionale e quindi dello sviluppo economico e sociale della Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliera Franzi, ne ha facoltà.



FRANZI Piero

Signor Presidente, signori Consiglieri, vorrei fare alcune considerazioni telegrafiche di adesione al testo che ci viene sottoposto e che ritengo altamente incisivo per conseguire risultati concreti nell'interesse del settore dell'artigianato. La legge in esame, infatti rappresenta la combinazione finale dei molti suggerimenti e proposte che da più parti sono stati avanzati in favore del settore. Non v'è dubbio che la Regione doveva e deve e dovrà ancora attendere con il massimo impegno ai problemi connessi all'economia del settore artigianale, non tanto come fatto meramente produttivistico, quanto come componente per quel miglioramento socio-economico che tutti i membri dell'assemblea sono impegnati a realizzare.
Aiutare gli artigiani significa aiutare dei lavoratori autonomi i quali, pur senza avere un preciso impegno di lavoro contrattuale predeterminato, lavorano quanto altri e a volte con redditi inferiori.
Anche l'artigianato, come altri settori dei lavoratori autonomi, presenta aspetti di economia diversificati, tuttavia non vi è dubbio che proprio per il fatto che l'attività si regge sull'iniziativa e sulle capacità dell'uomo, sia nostro dovere assicurare a questi piccoli imprenditori tutto l'appoggio che nell'ambito delle nostre competenze si può dare. Molto appropriata quindi si presenta la legge in esame che, come indicato all'art. 1, si propone l'ammodernamento tecnologico e l'incremento della produttività del settore ed acquista ancora maggiore significato proprio nel momento attuale, che vede i nostri imprenditori impegnati a superare la grave e difficile fase congiunturale. E proprio per questo motivo, nel momento dell'applicazione della legge, sarà necessario sfrondare al massimo gli aspetti burocratici per rendere più facile e tempestiva l'attribuzione del credito, così da poter realizzare gli scopi della legge nel minor tempo possibile. Non dobbiamo attendere perché ogni giorno può essere un danno per l'economia del settore. Gli scompensi finanziari ed economici di questi giorni devono essere affrontati con immediatezza, non solo grazie al maggiore impegno dei singoli, ma anche per l'impegno pubblico.
E' vero che tali scompensi non sono conseguenti solo a fatti economici interni, bensì al terremoto monetario internazionale, tuttavia è indubbio che per contenere i riflessi negativi di questa situazione, si debba investire e produrre di più. Solo con un'economia più solida e capace di fronteggiare la concorrenza di mercato potremo fondatamente sperare di superare la difficile fase congiunturale economica. Certamente anche il settore dell'artigianato sarà di valido supporto a questo sforzo comune gli artigiani sono disponibili e saranno sicuramente capaci di realizzare gli scopi della legge che si colloca perfettamente in questa dinamica di sviluppo economico per cui fondatamente possiamo confidare in risultati positivi a vantaggio dell'economia non solo del settore, ma di tutta la Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Petrini.



PETRINI Luigi

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il dibattito sul disegno di legge della Giunta intorno a "Interventi per favorire l'ammodernamento tecnologico e l'incremento della produttività nel settore dell'artigianato piemontese" si svolge in un momento economico di pesanti incertezze, tanto più indicative della necessità dell'intervento pubblico se si considerano i gravi contraccolpi che le difficoltà e le crisi produttive producono negli assetti dell'occupazione. Contraccolpi, poi, che hanno un diretto riflesso anche nel campo della piccola e media impresa, dove il rischio assume aspetti sempre più gravi.
Se non avessi dinanzi il quadro delle ultime settimane nere dell'economia piemontese e se non rappresentassi in questa aula una zona come richiamava il collega Marchesotti dove la piccola impresa - sia essa di tipo industriale o artigiano - costituisce l'ossatura di base del sistema produttivo del settore secondario, non avrei forse chiesto la parola per dire - sia pure con brevi notazioni - su un'iniziativa che ebbi modo di seguire, come predecessore del collega Paganelli, nell'Assessorato di competenza.
Vi prego dunque di accettare questo intervento secondo i motivi ispiratori che me lo suggeriscono.
Dapprima vorrei ringraziare chi ha voluto ricordare la mia personale fatica e sottolineare come l'iniziativa della Giunta si proponga di cogliere esigenze strutturali e congiunturali assieme, che assillano il mondo della piccola imprenditoria piemontese. E ciò, secondo la logica programmatoria che esclude la gratificazione di interventi "una tantum", le regalìe, i salvamenti all'ultima ora, di attività produttive ormai al collasso. Senza dubbio, l'iniziativa della Giunta tende al rilancio dell'intero "mondo artigianale". Un mondo che abbisogna di interventi complessi ed organici, produttori di una nuova maniera di essere dell'imprenditore artigiano. Infatti, produttori di una nuova maniera di essere dell'imprenditore artigiano. Infatti, caratteristica basilare di tipo para-industriale in contrapposto a quella d'ordine paracommerciale che oggi affiora in molti settori produttivi e merceologici e rischia di annullare la funzione di base dell'artigianato tradizionale e di quello pure di nuovo impianto.
L'iniziativa della Giunta ha quindi presente l'insieme sul quale si dovrà puntare per tappe successive per costituire una nuova "identità" all'impresa artigiana piemontese, pur nella difformità delle lavorazioni, e per il momento artigiana piemontese, pur nella difformità delle lavorazioni, e per il momento del credito, con obiettivo l'ammodernamento tecnologico e l'incremento della produttività. Quindi l'iniziativa in discussione mira appunto a "confermare" le caratteristiche di base dell'artigianato-industria, nella sua fisionomia primaria e non come ripiego, come spesse volte si corre il rischio di agire per salvare attività in crisi.
L'individuazione di forme cooperative da incrementare in via privilegiata è inoltre una risposta dal duplice significato: da un verso si incentiva la categoria a superare sbarramenti sterili e dannosi, primo fra tutti l'individualismo (con tutti gli elementi negativi che sono a noi noti); mentre dall'altro si creano le premesse di un rinnovamento "orizzontale" (e quindi diffuso ed uniforme delle strutture produttive organizzative e commerciali dell'artigianato piemontese).
E ciò in un momento congiunturale difficile, dominato dalle lunghe ombre della recessione, dal crescere del costo del danaro, dai pesanti squilibri delle componenti dei costi aziendali, dal mancato rifinanziamento di strumenti legislativi nazionali di credito agevolato. Il problema del finanziamento dell'artigianato, infatti, è davvero basilare, perché le imprese artigiane operano in un sistema finanziario e creditizio che non consente loro l'utilizzo dei molti canali accessibili per altre attività non trovandosi tra l'altro neppure nelle condizioni di poter puntare in maniera rilevante sull'autofinanziamento. Aspetto ricorrente, anzi difficoltà persistente è rappresentata dal sistema bancario e dal conseguente problema delle garanzie, che rende oltremodo difficile il fruimento del credito.
Questa complessa realtà è già da tempo nota. Né può dirsi che non si sia agito sulla strada d'un credito speciale per l'artigianato. L'attività dell'Artigiancassa è in proposito nota; ma ne sono note anche alcune carenze, sia perché il credito riguarda il solo finanziamento degli impianti e delle scorte e l'importo concedibile ad una stessa impresa è relativamente basso (15 milioni), e quindi esclude interventi nel quadro del credito di esercizio (essenziali per quasi tutte le categorie artigiane per la nota esigenza di liquidità causata da fenomeni e realtà già note) e sia perché la portata dell'intervento dell'Artigiancassa è fortemente condizionato dalla carenza di fondi.
Se ci si sofferma poi sul fatto che questa legge metterà in circolo nella nostra Regione circa 33 miliardi di credito agevolato, e ben 12 miliardi cd credito di esercizio per un totale di 45 miliardi, siamo certi che tanto il momento congiunturale che la situazione strutturale dell' artigianato piemontese possano ricevere da questo intervento un beneficio notevole.
Si tratta di dar corso ad una prima parte del programma Piemonte rilancio artigiano, che sta al centro della nostra attenzione, e che viene indicato anche dagli studi di programmazione regionale come essenziale a potenziare questa componente importante dell'economia regionale.
Intervenendo nella misura e coi meccanismi proposti, la Regione Piemonte conseguirà l'obiettivo, con l'Assessore Paganelli e l'intero Consiglio Regionale, di sostenere l'artigianato in un momento difficile accrescendone la propensione occupazionale nel senso d'un recupero della funzione a suo tempo esercitata anche in questo campo, accentuandone la trasformazione strutturale, nel punto nodale del credito non solo d'investimento ma anche di esercizio (privilegiando, ripeto l'associazionismo); operando affinché nell'azienda artigiana, in condizioni operative meno faticose e agonizzanti, si esalti al massimo l'imprenditorietà sussistente fuori dall' intelaiatura macro-industriale salvando servizi e produzioni essenziali, sia di artigianato tradizionale in innesto con la vita e i servizi civili e sociali delle popolazioni, sia di nuovo artigianato, ossia di artigianato sussidiario all'industria ed alla stessa trasformazione industriale. Ed esaltando al massimo occupazione ed imprenditorialità nell'artigianato, si giocherà una partita non secondaria anche contro il cosiddetto "lavoro nero", quello cioè che tende a svalutare il concetto di impresa economica e a supersfruttare ampie categorie di mano d'opera. Ed, infine, appoggiando l'attività artigiana si consegue anche lo sfruttamento più razionale ed intensivo dei capitali ivi investiti, in quanto se ne incentiva il valore aggiunto. Il che come traguardo non è veramente poco. Non dimentichiamo, infatti, che ciò che non riscontriamo nella grande dimensione con facilità può conseguirsi nella piccola (notevoli economie di scala), a patto però che la piccola sia messa nelle condizioni di agire con tutta disinvoltura e capacità operativa. Per questo non occorre indugiare e assumere un atteggiamento responsabile per l'artigianato e ciò che esso rappresenta in Piemonte, dando un rapido consenso a questa iniziativa della Giunta, tanto più significativa perch si inserisce in una concezione e in una strategia globale del rilancio dell'artigianato e della relativa economia in Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della I^ Commissione prof. Garabello.



GARABELLO Enzo

Signor Presidente, signori Consiglieri, la I^ Commissione ha esaminato per la parte di propria competenza la proposta di legge al nostro esame e ha dato il suo parere favorevole. Peraltro si è riscontrato che proprio per lo slittamento dal 1973 al 1974, dall'epoca delle proposte a quella dell'approvazione, si devono apportare delle modificazioni all'art. 13 che è l'articolo strutturale per la parte finanziaria e quindi viene proposto da un gruppo di Consiglieri un emendamento sostitutivo di questo articolo.
Non è la prima volta (e questo credo debba essere preso in attenta considerazione dalla Giunta, soprattutto sotto un profilo tecnico) che ci si trova di fronte ad articoli che prevedono un dispositivo finanziario estremamente complesso per cui si deve ricorrere all'annullamento parziale o totale di articoli di bilancio. Bisogna perciò ricorrere ai tecnici per avere una spiegazione completa sul perché si prende da quell'articolo e non da un altro; pare cioè alla Commissione maturo il momento in cui la Giunta particolarmente l'Assessore alle Finanze, esaminato il problema, si incontri con la Commissione per identificare come linea d'azione tecnica pratica nella parte finanziaria dei dispositivi di legge, un sistema meno complesso, meno farraginoso e che ponga meno punti interrogativi. Ciò, se è attuato concordemente, dovrebbe alleggerire il lavoro della Giunta e degli uffici di ragioneria della stessa e inoltre rendere i progetti di legge più intelleggibili, più chiari, più precisi.
So che l'Assessore alle finanze è disponibile per questo discorso e mi auguro che possa avvenire presto, al fine di dare al nostro lavoro di legislatori, anche per la parte tecnico-finanziaria, una maggiore intelleggibilità, evitando di trascinare delle complicazioni di natura formale per un lungo periodo di tempo nei bilanci avvenire. Può darsi che dobbiamo adottare dei sistemi in cui la pluriennalità delle intenzioni di spesa della Giunta venga risolta in termini tecnicamente diversi. Ho sollevato questo problema di natura essenzialmente tecnica insomma, che però deve avere anche delle conseguenze di natura politica, perché potrebbe comportare con sé problemi di finanziamento, cioè ricorso ai fondi di bilancio, oppure indebitamente con mutui ecc. e penso che la Commissione sia d'accordo che è opportuno affrontarli in termini globali.
Questo valga come raccomandazione e stimolo alla Giunta per la presentazione di opportune comunicazioni nel momento che si riterrà più adatto.



PRESIDENTE

Poiché nessuno chiede di parlare, dò la parola per la Giunta all'Assessore Paganelli, che ha chiesto di intervenire. Ne ha facoltà.



PAGANELLI Ettore, Assessore all'industria e artigianato

Signor Presidente, signori Consiglieri, nel momento in cui approviamo un primo concreto intervento nel settore sento di dover sottolineare che quasi 110 mila imprese artigiane rappresentano una realtà di fronte alla quale la Regione intende svolgere appieno la sua funzione di coordinamento di sostegno e di stimolo, conscia del ruolo determinante che questo settore svolge nel quadro dello sviluppo economico- sociale regionale.
La legge che il Consiglio sta per approvare riunisce in modo razionale e organico una serie di azioni e interventi nel settore artigianale articolandoli nel tempo in una prospettiva quadriennale.
L'impossibilità di avere per il momento, una più dettagliata indagine conoscitiva sull'artigianato piemontese non ha consentito probabilmente di proporre una gamma di interventi più penetranti e tendenti ad eliminare tutte le carenze esistenti o a sostenere tutte le più valide tendenze in atto. Va però subito detto che anche questa deficienza sarà presto colmata dato che l'Assessorato sta per sottoporre all'esame della Giunta uno schema di indagine sul settore. Va detto inoltre che la stessa articolazione data alla proposta di legge tende di per sé a coprire questa carenza conoscitiva poiché attraverso il meccanismo degli interventi previsti si stimola una numerosa e differenziata gamma di richieste in base alle quali si potranno acquisire elementi di conoscenza e di giudizio basati realmente sulle esigenze della categoria.
D'altro canto il ruolo riconosciuto al settore dell'artigianato e l'urgenza di intervenire con adeguate misure di sostegno e di indirizzo rendono inderogabile l'attivazione di questa legge che, tenendo conto come concordato - delle proposte di legge nn. 57 e 58 del Gruppo comunista e del disegno di legge n. 109 della Giunta Regionale, si sforza di raccogliere le istanze provenienti da più parti, non solo nell' ambito della stessa categoria, ma anche a livello di Enti locali e di organizzazioni sindacali, e di collocarsi negli indirizzi economico-sociali emersi e consolidati nella politica svolta dall'Amministrazione Regionale.
La legge individua una serie di linee di tendenza che si è cercato di riunire organicamente pur sapendo che si tratta del primo intervento programmatico a favore dell'artigianato e che pertanto esso è suscettibile di miglioramenti e correzioni in base alle verifiche e all'esame degli effetti e degli stimoli che si svilupperanno.
Questa apertura alle istanze di casi emergenti è infatti riscontrabile in vari punti della proposta di legge. Il ventaglio delle azioni di sostegno proposte è un primo elenco di preferenze che la realtà potrà integrare e correggere ma che, senza dubbio possono contribuire in modo apprezzabile al miglioramento ed allo sviluppo del ruolo che l'artigianato è chiamato a svolgere nella realtà economica del Piemonte.
La legge non mancherà di dare concreti e rapidi sviluppi. Va sottolineato, infatti, come è già stato fatto anche da altri colleghi, che le cifre di impegno stabilite per gli interventi previsti dalla legge rendono attuabili: per quanto riguarda il credito di miglioramento, la concessione di prestiti agevolati (assistiti dalla necessaria anche se limitata garanzia sussidiaria della Regione prevista dall'art. 8) per un importo complessivo di oltre 33 miliardi di lire; il che può effettivamente attenuare molte delle carenze che sono finora emerse nel settore del credito artigiano a medio termine l'integrazione (fino a L. 200 milioni nei quattro anni di operatività della legge) dei patrimoni sociali delle Cooperative Artigiane di Garanzia costituite o da costituirsi nel territorio della Regione -; integrazione che avverrà attraverso il pagamento di due quote sociali per ogni nuova quota versata dai soci e che, senza dubbio, comporterà un apprezzabile ampliamento delle possibilità operative delle Cooperative medesime per quanto concerne i crediti di esercizio, contratti dalle imprese artigiane attraverso le Cooperative e da queste garantiti, l'erogazione di contributo regionale, fissato nel 4% sugli interessi, fino ad un ammontare complessivo di prestiti di 12 miliardi di lire.
L'impegno finanziario della Regione a fronte dei sopraccitati interventi ammonta complessivamente, in 13 anni, a oltre 17 miliardi.
Un particolare ringraziamento a nome della Giunta, sento di dovere al collega Petrini che mi ha preceduto nell'Assessorato, seguendo attentamente l'iter legislativo, al relatore ing. Cardinali, presidente della competente Commissione, ai colleghi intervenuti consentendo nell'odierna discussione e a tutti coloro che hanno partecipato alla formazione di questa legge. In particolare assicuro i colleghi Raschio e Franzi che saranno attuate subito le iniziative richieste: incontri con rappresentanti delle associazioni divulgazione della legge e della documentazione necessaria per fruire della legge, accordi con le banche per un'immediata operatività.
Sono certo che questa legge, che non ci colloca, come ha detto il Consigliere Carazzoni tra gli ultimi posti delle Regioni (il credito a medio termine e le garanzie siamo certamente fra le prime Regioni ad attuarli) saprà svolgere un ruolo non solo di generico sostegno ma di decisivo contributo alla soluzione dei problemi di crescita di un settore di primaria importanza nell'economia regionale, come l'artigianato.
Parlando ora come Assessore alle finanze devo dire al Consigliere Garabello, Presidente della I^ Commissione, che il meccanismo è stato attuato in questa, come in altre leggi, per avere una migliore garanzia di approvazione da parte degli organi centrali. E' evidente che saranno fatti ulteriori confronti con i rappresentanti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, a seguito dei quali potremo fare quella discussione in Commissione che ci potrà portare ad una formulazione degli articoli relativi ai finanziamenti della legge con meccanismi più semplici e più chiari.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Presidente della Giunta Oberto, ne ha facoltà.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Non per aggiungere cose sostanziali a quelle che sono state dette da tutti i banchi del Consiglio e soprattutto dal Consigliere Petrini che in veste di Consigliere parlava e dall'Assessore Paganelli, ma per dare una sottolineatura, come Presidente della Giunta, alla grande importanza che questo provvedimento legislativo viene ad assumere in questo momento anche tenendo conto di quella che è una situazione di grossa difficoltà e di crisi nella quale è involta questa categoria di artigiani.
Se il collega ed amico Zanone me lo consente io indulgo ancora nonostante il suo garbato e simpatico e cordiale richiamo fatto, a reminescenze del mio modo di vivere e di sentire tanto attaccato alla vita dei poeti: Francesco Pastonchi esaltava l'attività di questi artigiani guardando le loro mani e definendole "mani d'artisti, d'artefici e di artieri", mettendo insieme la diversa componente che è propria di coloro i quali creano, con le proprie mani, la sorte e la fortuna della propria vicenda e della propria famiglia.
Il Piemonte artigiano sarà certamente grato al Consiglio Regionale di Torino per questa presa unanime di posizione.
Parto da questa unanimità di consensi per fare una puntualizzazione che non vuole assolutamente suscitare motivo di discussione, ma poiché è stato qui accennato alla dinamica attraverso alla quale si è arrivati alla presentazione di questa legge all'assemblea, devo dire che ad un certo momento dovremo chiarirci le idee e prendere delle determinazioni di carattere procedurale. Erano dunque presenti dinanzi alla Commissione due proposte di legge di iniziativa comunista, si è aggiunto un disegno di legge di iniziativa della Giunta, si è arrivati ad una unanimità da parte della Commissione e si è arrivati alla formulazione, evidentemente sotto forma di emendamento dei tre testi, di un testo che viene qui oggi presentato al dibattito ed alla nostra approvazione. Potrebbe darsi che sotto il profilo procedurale la cosa non avesse tutti i perfetti crismi della legalità. Nessuno solleva delle eccezioni in questo momento, men che meno le solleva la Giunta od il suo Presidente, proprio tenendo conto di questa unanimità, però una regolamentazione dobbiamo darcela. Ho detto stamattina che la Regione è una cosa assolutamente diversa da una grande Provincia, cioè da un Ente locale territoriale, che è una cosa anche diversa dal Parlamento, non è un piccolo Parlamento, è un qualche cosa di autonomo, una fisionomia, una figura propria, né il Parlamento pu amministrare, né una Provincia, per grande che sia, può legiferare; la competenza della Regione è duplice, essenzialmente legislativa, ma anche amministrativa. Quindi è una struttura che dobbiamo darci.
Il Parlamento, la Camera dei deputati prevede soltanto il fatto che innanzi ad una Commissione in sede referente, siano presenti dei testi di proposte di legge, cioè non prevede il caso in cui ci sia la proposta di legge ed il disegno di legge, e sulle proposte di legge dice che quando si raggiunge l'unanimità va in aula il testo concordato e presentato dalla Commissione. Non prevede il caso invece del disegno di legge e quindi dell'iniziativa della Giunta. E' una cosa che dovrà essere verificata, io personalmente, allo stato delle cose, non ho difficoltà a consentire che quando vi sia l'unanimità della Commissione, si possa arrivare anche alla presentazione e all'esame del Consiglio di un testo nuovo, però dobbiamo regolamentare perché l'iniziativa, per regolamento e per statuto, spetta alla Giunta e a qualunque Consigliere. E' da chiedersi: il membro della Commissione che presenta questo testo, lo presenta intanto in quanto fa parte della Commissione e a nome della Commissione, o come singolo Consigliere? La cosa può sembrare una sottigliezza, invece ha una grossa rilevanza ed importanza perché se lo può presentare come Commissione e lo possiamo accettare come Commissione, non si pongono questioni, se lo presenta a titolo personale la disposizione dovrebbe seguire tutto l'altro iter che seguono le proposte di legge presentate dai singoli Consiglieri.
Ho voluto fare questa precisazione per sottolineare l'importanza e l'urgenza di arrivare ad una definizione regolamentare o quanto meno di intesa e di accordo perché non si possa stabilire che questo costituisce un precedente senza una possibilità di regolamentazione che mi sembra invece opportuna nell'interesse di tutti.
Fatta questa precisazione, perfettamente d'accordo che si passi alla votazione, augurandomi anche che la legge non abbia intoppi e possa diventare prontamente esecutiva.



PRESIDENTE

Vi sono dichiarazioni di voto? Nessuna.
Se nessuno chiede la parola passerei alla votazione dei singoli articoli.
Commissione VII^. Relazione sulle seguenti proposte e disegni di legge: Proposta di legge regionale n. 57 "Interventi a favore dei consorzi o delle cooperative artigiane di garanzia" presentata dai Consiglieri Raschio, Berti, Besate, Ferraris, Revelli e Sanlorenzo il 7 novembre 1972.
Proposta di legge regionale n 58 "Contributi in conto ammortamento mutui a favore delle imprese artigiane per crediti a medio termine per il potenziamento e la qualificazione delle loro strutture" presentata dai Consiglieri Raschio, Berti, Besate, Ferraris, Revelli e Sanlorenzo il 7 novembre 1972.
Disegno di legge regionale n. 109 "Interventi per favorire l'ammodernamento tecnologico e l'incremento della produttività nel settore dell' artigianato piemontese" presentato dalla Giunta Regionale il 26 settembre 1973.
Testo definitivo concordato dalla VII^ Commissione: "Provvedimenti per ammodernamento tecnologico e l'incremento della produttività nel settore dell'artigianato".
La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Vorrei suggerire una correzione quasi materiale ma che elimina ogni possibilità di equivoco futuro: invece di dire "dalla VII^ direi "nella VII^ Commissione".



PRESIDENTE

E' una correzione formale che viene accettata.
Art. 1 - Per favorire l'ammodernamento tecnologico e l'incremento della produttività nel settore dell'artigianato, nonché per sostenere l'economia delle relative aziende, la Regione Piemonte attua, nel quadriennio 1974/1977, gli interventi previsti nella presente legge.
Gli interventi sono attuati a favore delle imprese qualificate artigiane a' sensi della legge 25 luglio 1956, n. 860.
Non vi sono emendamenti e quindi si può passare alla votazione.
Prego il Segretario di procedere all'appello nominale



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Proclamo l'esito della votazione: Presenti e votanti n. 38 Hanno risposto SI n. 38 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 - Alle imprese artigiane singole, ovvero associate o consorziate nelle forme di legge, che hanno sede e svolgono la propria attività nel territorio della Regione, può essere concesso un contributo costante annuo in misura pari al 4% dell'ammontare dei prestiti da esse assunti, d'intesa con l'Amministrazione Regionale, presso gli Istituti di credito di cui al successivo art. 5, per le seguenti finalità: a) l'impianto, l'ampliamento e l'ammodernamento di laboratori b) l'installazione, anche in forma associata, di impianti per la depurazione delle acque, dell'atmosfera e dell'ambiente c) la realizzazione di servizi ed uffici in forma consortile per le ricerche scientifiche e tecnologiche, per le progettazioni, per la commercializzazione dei prodotti, nonché per l'attuazione di singole fasi di produzione d) l'acquisto di attrezzature da destinare alla costituzione di centri per i servizi sociali, quali mense, luoghi di riunione, ambulatori ed ogni altra iniziativa volta a migliorare le condizioni di lavoro degli artigiani e dei loro dipendenti nelle aree di insediamento artigiano e) l'acquisto, la messa in opera e l'ammodernamento di macchinari ed attrezzature f) la formazione di scorte di materie prime e di prodotti finiti necessari per la lavorazione e produzione di elaborati e la prestazione di servizi.
Ai prestiti assistiti dal contributo regionale viene accordata la garanzia sussidiaria di cui all'articolo 8.
Non vi sono emendamenti. Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Proclamo l'esito della votazione: Presenti e votanti n. 39 Hanno risposto SI n. 39 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
Art. 3 - Il contributo di cui al precedente articolo è concesso a prestiti dell'ammontare massimo di 15 milioni, ivi compresa la quota per la formazione delle scorte nel limite massimo del trenta per cento.
Per i Consorzi e le Cooperative artigiane l'ammontare massimo dei prestiti ammissibili al contributo regionale è elevato a lire 45 milioni.
E' esclusa dal contributo regionale la parte di spesa già finanziata con prestiti assunti presso la Cassa per il credito alle imprese artigiane o per il tramite di essa, ai sensi della legge 25 luglio 1952, n. 949 e successive modificazioni, nonché con prestiti comunque assistiti da agevolazioni finanziarie concesse da altri enti pubblici.
Non vi sono emendamenti. Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Proclamo l'esito della votazione: Presenti e votanti n. 39 Hanno risposto SI n. 39 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Art. 4 - Il contributo regionale viene concesso per una durata massima di 10 anni sui prestiti di cui alle lettere a), b), c) e d) del precedente articolo 2 e per la durata massima di 5 anni sui prestiti di cui alla lettera e) dello stesso articolo e per la durata massima di anni 3 sulla quota di prestito destinato alla formazione di scorte.
Nessuno chiede di parlare, si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Proclamo l'esito della votazione: Presenti e votanti n. 37 Hanno risposto SI n. 37 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
Art. 5 - La Giunta Regionale è autorizzata a stipulare convenzioni con Istituti di credito operanti nel territorio della Regione stabilendo che l'interesse dei prestiti non può superare del 3,50% il tasso ufficiale di sconto, con erogazione dei prestiti medesimi da effettuarsi previo accertamento, da parte degli Istituti stessi, della destinazione alle finalità per le quali sono concessi e con ammortamento da effettuarsi a rate costanti e scadenti al 1° gennaio ed al 1° luglio di ogni anno.
Non vi sono emendamenti. Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Proclamo l'esito della votazione: Presenti e votanti n. 39 Hanno risposto SI n. 39 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
Art. 6 - Le aziende artigiane presentano la domanda di prestito agevolato ai sensi della presente legge ad uno degli Istituti di cui al precedente articolo 5, corredandola degli elementi tecnici e finanziari all'uopo occorrenti, nonché da una dichiarazione in ordine a quanto previsto dallo stesso articolo 5.
Gli Istituti di credito, comunicano alla Amministrazione regionale il conferimento del prestito con le relative condizioni e garanzie. La concessione del contributo è disposta dal Presidente della Giunta Regionale, con proprio decreto, su conforme deliberazione della Giunta medesima, sentito il parere del Comitato tecnico consultivo di cui al successivo art. 7.
Il contributo è erogato direttamente all'Istituto che ha conferito il prestito.
Non ho emendamenti. Si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Proclamo l'esito della votazione: Presenti e votanti n. 37 Hanno risposto SI n. 37 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
Art. 7 - Il Comitato Tecnico consultivo di cui al precedente articolo è nominato dal Presidente della Giunta Regionale ed è composto: a) dall'Assessore incaricato per il settore dell'artigianato o da un suo delegato, con funzioni di Presidente b) da un rappresentante di ogni Commissione Provinciale per l'artigianato della regione c) da tre rappresentanti designati dalla Commissione regionale per l'artigianato, tenendo conto della pluralità delle associazioni sindacali d) da tre esperti in materia di artigianato designati dal Consiglio Regionale, di cui 1 in rappresentanza delle minoranze.
I membri del Comitato indicati alle lettere b), c) e d) del presente articolo durano in carica tre anni e sono rieleggibili. In caso di vacanza le nuove nomine hanno effetto fino al compimento del triennio.
Il segretario del Comitato è un funzionario regionale addetto all'artigianato, nominato dal Presidente della Giunta Regionale. Ai membri del Comitato, non appartenenti all'Amministrazione regionale, spetta un gettone di presenza di L. 10.000 lorde per ogni giornata di partecipazione alle relative sedute. Detto gettone è elevabile a L. 15.000 lorde per i membri non residenti nel Comune di Torino, ai quali spetta inoltre il rimborso delle spese di viaggio sostenute.
Nessuno chiede la parola? Si passi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Proclamo l'esito della votazione: Presenti e votanti n. 38 Hanno risposto SI n. 38 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
Art. 8 - L'Amministrazione Regionale presta garanzia per l'ammortamento dei prestiti ammessi al contributo regionale nei limiti del 20% delle somme stanziate nel proprio bilancio a titolo di annualità, ai sensi dell'art. 13 primo comma della presente legge.
A questo punto però bisogna vedere, poiché mi è stato presentato un emendamento all'art. 13 da parte dei Consiglieri Garabello, Calleri Raschio, Rossotto e Curci, se il comma dell'art. 13 è ancora valido.



RASCHIO Luciano

Non presenta alcuna difficoltà per la sua approvazione.



PRESIDENTE

D'accordo.
"La garanzia ha natura sussidiaria ed opera, nel limite dell'importo iniziale del prestito, sulle passività che gli Istituti convenzionati dimostrino di aver sofferto dopo l'esperimento di tutte le procedure per il recupero coattivo del credito, comprese le legali nel limite massimo di centomila lire.
Nelle convenzioni di cui al precedente art. 5 sarà stabilito che la garanzia si riferisce al 10% dell'ammontare dei prestiti stipulati da ciascun Istituto".
Nessuno chiedendo di parlare, si proceda alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Prima di passare alla comunicazione del risultato, vorrei soltanto dire che il testo non riportava "comprese le spese legali", ma solo "le legali" per cui sembra che le spese degli avvocati siano a parte.
Se non vi sono obiezioni, poiché si tratta di un errore materiale si provveda alla correzione.
Proclamo l'esito della votazione: Presenti e votanti n. 38 Hanno risposto SI n. 38 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
Art. 9 - Per agevolare e potenziare il credito di esercizio alle imprese artigiane la Regione concorre: a) nella formazione del patrimonio sociale delle cooperative artigiane di garanzia che sono state costituite o che si costituiscono nel territorio della Regione b) nel pagamento di interessi per i prestiti di esercizio, stipulati da imprese artigiane iscritte negli albi provinciali della Regione, di cui all'art. 9 della legge 25 luglio 1956, n. 860, ed assistiti da fideiussione prestata da una delle cooperative artigiane di garanzia, di cui alla precedente lettera a), alla quale le imprese stesse partecipino in qualità di soci.
Ai fini dell'applicazione della presente legge è considerata cooperativa artigiana di garanzia ogni cooperativa costituita e funzionante, in base allo statuto tipo approvato con il decreto del Ministro dell'Industria, del Commercio e dell'Artigianato in data 12 febbraio 1959, che comprenda un numero di soci non inferiore a 50 e presti garanzia totale alle operazioni di credito, intraprese e non perfezionabili dai propri soci per carenza di garanzia.
Le cooperative già costituite e che non prestino la garanzia di cui al precedente comma possono fruire dei benefici di cui alle lettere a) e b), a condizione che entro un anno dalla data di entrata in vigore della presente legge provvedano ad adeguare, in tal senso, la propria convenzione con gli Istituti di credito.
Nessuno chiedendo di parlare si passi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Proclamo l'esito della votazione: Presenti e votanti n. 37 Hanno risposto SI n. 37 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
Art. 10 - Il concorso di cui alla lettera a) del precedente articolo è disposto, nel complessivo ammontare di spesa di Lire 50 milioni annui, in misura pari al duecento per cento della parte del patrimonio speciale delle singole cooperative di garanzia, che corrisponde alle quote effettivamente versate dai soci in data posteriore all'entrata in vigore della presente legge.
La concessione del contributo è disposta annualmente dal Presidente della Giunta Regionale, con proprio decreto, su conforme deliberazione della Giunta e in base alle risultanze del libro dei soci delle cooperative.
Nessuno chiede la parola? Si passi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Proclamo l'esito della votazione: Presenti e votanti n. 38 Hanno risposto SI n. 38 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
Art. 11 - Il concorso regionale di cui alla lettera b) dell'art. 9 della presente legge è concesso in misura pari al 4% annuo dell'ammontare dei prestiti stipulati con decorrenza non anteriore al 1° gennaio 1974. Il concorso regionale viene concesso con riferimento ad un importo massimo di prestito di L. 3.000.000 per ciascuna impresa e con una durata non superiore ai 24 mesi. La concessione del contributo è disposta con decreto del Presidente della Giunta Regionale, su conforme deliberazione della Giunta medesima, in base ad apposita domanda inoltrata dall'impresa interessata, tramite la cooperativa artigiana di garanzia che presta la fideiussione al prestito.
Il contributo è erogato direttamente all'Istituto di credito che ha concesso il prestito. Nessuno chiede la parola? Si passi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Proclamo l'esito della votazione.
Presenti e votanti n. 36.
Hanno risposto SI n. 36 Consiglieri.
L'art. 11 è approvato.
Art. 12 - La Giunta Regionale, entro il 15 novembre di ogni anno presenta al Consiglio una relazione illustrativa della gestione della presente legge.
Nessuno chiedendo la parola, si passi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Proclamo l'esito della votazione: Presenti e votanti n. 34 Hanno risposto SI n. 34 Consiglieri L'art. 12 è approvato.
All'art. 13 vi sono due emendamenti uno soppressivo dei Consiglieri Calleri, Garabello ed altri e un altro sostitutivo.
L'emendamento soppressivo così suona "E' soppresso l'art. 13".
Chi intende approvare è pregato di alzare la mano. E' approvato all'unanimità.
L'emendamento sostitutivo è presentato dai Consiglieri Garabello Calleri, Raschio, Rossotto e Curci.
Essendo stato soppresso l'art. 13 precedente non ho più il dovere di leggerlo, leggo soltanto quello sostitutivo: "Per la concessione del contributo di cui all'art. 2 e della garanzia di cui all'art. 8 della presente legge, sono autorizzati i limiti di impegno di 420 milioni di lire in ciascuno degli anni dal 1974 al 1977 e le conseguenti annualità di lire 420 milioni per l'anno 1974, di lire 840 milioni per l'anno 1975, di lire 1.260 milioni per l'anno 1976 e di L.
1.680 milioni per gli anni dal 1977 al 1983, di L. 1.260 milioni per l'anno 1984, di lire 840 milioni per l'anno 1985 e di lire 420 milioni per l'anno 1986.
All'onere di lire 420 milioni per l'anno finanziario 1974 si provvede mediante riduzione di pari importo dello stanziamento di cui al capitolo n.
1404 dello stato di previsione della spesa per tale anno ed iscrivendo la suddetta somma nel capitolo 1364 istituito nello stato di previsione medesimo con la denominazione "Contributi costanti per i prestiti decennali, quinquennali e triennali relativi all'ammodernamento ed al miglioramento della produttività delle imprese artigiane, nonché per la prestazione di garanzia sussidiaria ai relativi prestiti." Per la concessione del contributo di cui all'art. 10 della presente legge, è autorizzata la spesa di lire 50 milioni in ciascuno degli anni dal 1974 al 1977, per la concessione del contributo di cui all'art. 11 della presente legge, è autorizzato il limite di impegno di lire 120 milioni per ciascuno degli anni dal 1974 al 1977 e le conseguenti annualità di lire 120 milioni per l'anno 1974, di lire 240 milioni per ciascuno degli anni dal 1975 al 1977, di lire 120 milioni per l'anno 1978.
All'onere di lire 170 milioni per l'anno 1974 relativo ai contributi di cui al terzo ed al quarto comma, si provvede mediante riduzione di pari importo e dello stanziamento di cui al capitolo n. 1018 dello stato di previsione della spesa per tale anno ed iscrivendo la suddetta somma nel capitolo n. 826 istituito nello stato di previsione medesimo con la denominazione "Contributi per agevolare l'accesso delle imprese artigiane al credito di esercizio e per favorire la formazione del patrimonio sociale delle cooperative artigiane di garanzia".
Ai maggiori oneri derivanti dall'attuazione della presente legge valutati in lire 540 milioni per l'anno 1975, in lire 420 milioni per l'anno 1976 e in lire 420 milioni per l'anno 1977, si farà fronte, con pari quote, della disponibilità derivante dalla cessazione dell'onere di lire 2.100 milioni iscritto nel capitolo n. 1220 dello stato di previsione della spesa dell'anno in corso.
Per la concessione agli Enti locali i contributi di cui all'art. 14 D.P.R. 11 marzo 1968 n. 1090 nella misura prevista dal programma di costruzione di acquedotti e fognature approvato con decreto del Ministro dei LL.PP. in data 1° settembre 1971 e 12 febbraio 1972.
Agli oneri di cui all'art. 7 della presente legge, valutati in lire 8 milioni per ciascuno degli esercizi dal 1974 al 1977, si farà fronte con lo stanziamento di cui al capitolo n. 818 dello stato di previsione della spesa per gli anni corrispondenti relativo alle spese per il funzionamento di Commissioni ed organi consultivi in materia di artigianato.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti, variazioni di bilancio".
La Giunta si dichiara d'accordo e poiché nessuno chiede la parola metto in votazione l'emendamento sostitutivo per alzata di mano.
Chi approva è pregato di alzare la mano. L'emendamento è approvato.
Si procede ora alla votazione dell'art. 13, così sostituito, per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Proclamo l'esito della votazione: Presenti e votanti n. 34 Hanno risposto SI n. 34 Consiglieri L'art. 13 è approvato.
Se nessuno chiede la parola pongo in votazione l'intero testo del disegno di legge per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Proclamo l'esito della votazione finale Presenti e votanti n. 37 Hanno risposto SI n. 37 Consiglieri La legge è approvata.
Comunico al Consiglio che vi sono ancora due adempimenti, l'uno è la "Convalida del D.P.G.R. 14 settembre 1973, numero 1385, relativo al prelievo di somme dal fondo di riserva per le spese impreviste" e l'altro è l'ordine del giorno per la Lancia.
Comunico intanto che dopo la convalida del decreto sospendo cinque minuti per riunire i Capigruppo e il Presidente della Giunta per alcuni adempimenti relativi sia all'ordine del giorno sulla Lancia, sia per quanto riguarda la prossima seduta, perché mercoledì abbiamo la conferenza e non possiamo programmare i lavori per giovedì. Vi sono molte interpellanze e di interrogazioni che il Presidente della Giunta mi ha dichiarato di voler discutere a nome del Governo e dobbiamo concordare questa modalità.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Convalida del D.P.G.R. 14 settembre 1973, n. 1385 sul prelievo di somme dal fondo di riserva per le spese impreviste


PRESIDENTE

Procederei alla convalida del decreto dando la parola al relatore della I^ Commissione.
Ha la parola il Consigliere Garabello.



GARABELLO Enzo, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, l'eccezionalità di talune calamità atmosferiche verificatesi nel corso dell'anno, ha reso insufficiente lo stanziamento di 300 milioni di lire, previsto nel capitolo n. 1316 del bilancio regionale 1973, per le opere di pronto intervento a carico dell'Amministrazione Regionale in dipendenza di frane, piene alluvioni, ecc. Si è, pertanto, dovuto far ricorso alla procedura prevista dall'art. 6 della legge regionale 21.5.1973, n. 12, prelevando dal fondo di riserva per le spese impreviste, di cui al cap. 1016 del bilancio per l'esercizio in corso, la somma di L. 200 milioni. La procedura è analoga a quella prevista per la convalida dei decreti legge del Governo nazionale.
Il decreto n. 1385 del Presidente della Giunta Regionale emesso - su conforme deliberazione della Giunta stessa assunta il 31 luglio 1973 - in data 14 settembre 1973 è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione il 25 settembre successivo.
Al Consiglio Regionale viene quindi richiesta la convalida del decreto stesso, mediante apposito provvedimento legislativo.
La Commissione I^ raccomanda alla Giunta di fare tesoro dell'esperienza del 1973 ed in tal senso è opportuno prevedere, per il pronto intervento stanziamenti più congrui di bilancio. Del resto questo aspetto è previsto nel programma organico della Giunta.
La Commissione pertanto è favorevole alla convalida.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Raschio, ne ha facoltà.



RASCHIO Luciano

Noi concordiamo sulla relazione fatta dal Presidente Garabello della I Commissione. Il provvedimento è corretto; si chiede che il decreto del Presidente della Giunta sia convalidato dal Consiglio: nulla c'è da dire al riguardo.
L'osservazione che facciamo, dopo averla già sollevata in Commissione è che per il bilancio del '74 si preveda, sotto la voce "Interventi per calamità, ecc." un congruo stanziamento. E' sempre possibile, verso il termine dell'anno stornare eventualmente parte di questa somma per evitare l'increscioso adempimento cui ha dovuto ricorrere lo scorso anno il Presidente della passata Giunta per ottemperare quanto il Consiglio Regionale aveva deciso in campo finanziario: provvedere con un decreto ed essere poi soggetti, per debolezza di previsione finanziaria, alla stesura di una legge che convalidi il decreto del Presidente della Giunta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Paganelli.



PAGANELLI Ettore, Assessore alle finanze e patrimonio

Nulla da aggiungere a quanto detto dal relatore se non chiedere l'approvazione del disegno di legge.
La raccomandazione che la I^ Commissione ha fatto e che emergeva dalle risultanze del 1973 è già stata tenuta in debito conto nella predisposizione del bilancio 1974 che è stato presentato per l'esercizio provvisorio.



PRESIDENTE

Nessuno chiede di parlare, si può passare alla votazione.
Disegno di legge n. 115. Convalida.
"Decreto Presidente Giunta Regionale 14 settembre 1973 n. 1385 relativo al prelievo di somme dal fondo di riserva per le spese impreviste".
Art. 1 - Il decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 1385, in data 14 settembre 1973, emesso ai sensi dell'articolo 6 della legge regionale 21 maggio 1973, n. 12, su conforme deliberazione della Giunta in data 31 luglio 1973, è convalidato.
Nessuno chiede la parola? Si passi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Proclamo l'esito della votazione: Presenti e votanti n. 34 Hanno risposto SI n. 34 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2 - La presente legge regionale è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, ai sensi del 6° comma dell'articolo 45 dello Statuto.
Nessuno chiedendo la parola, si passi alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Proclamo l'esito della votazione: Presenti e votanti n. 35.
Hanno risposto SI n. 35 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Pongo in votazione l'intero testo della legge per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Proclamo l'esito della votazione finale: Presenti e votanti n. 35 Hanno risposto SI n. 35 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Variazioni nella composizione delle Commissioni permanenti


PRESIDENTE

Restano alcuni adempimenti. Vi leggo questa lettera: "Caro Presidente, ti comunico con la presente la nuova disposizione dei Consiglieri regionali del PSI nelle Commissioni consiliari: I^ Commissione Nesi; II^ Commissione, Simonelli; III^ Commissione, Simonelli; IV Commissione, Fonio; V^ Commissione, Calsolaro; VI^ Commissione, Fonio; VII Commissione, Nesi; VIII^ Commissione, Calsolaro".
Altra comunicazione: il gruppo consiliare della DC e per esso il Consigliere Bianchi: "Egregio Presidente, il gruppo consiliare della DC designa a far parte della VII^ Commissione il Consigliere rag. Piero Franzi".


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno sulla situazione alla "Lancia" Chivasso (seguito)


PRESIDENTE

Dovremmo passare alla lettura delle interrogazioni ed interpellanze pervenute alla Presidenza, prima però vorrei conoscere l'opinione del Consiglio: c'è un ordine del giorno sulla Lancia che venne presentato la scorsa seduta. Vorrei sapere se il Consigliere preferisce iniziarne la discussione o permettere la convocazione dei Capigruppo per stabilire le modalità e il tempo di discussione.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Calsolaro, ne ha facoltà.



CALSOLARO Corrado

Mi sembra che l'accordo che era stato raggiunto in occasione di un incontro fra i Capigruppo, la Presidenza del Consiglio e la Presidenza della Giunta, fosse quello di affrontare il problema nel corso del dibattito generale sulla relazione del Presidente della Giunta e, alla fine, di procedere alla votazione tout court dell'ordine del giorno. Gli argomenti sono stati largamente trattati nel corso della discussione da parte di tutti i gruppi: mi pare che la votazione diventi semplicemente un atto formale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sanlorenzo.



SANLORENZO Dino

Anch'io credo che appunto per le firme che porta questo ordine del giorno, per il modo com'è nato, per il valore che ha in questo momento, per il fatto che in fondo tutto l'ordine del giorno si limita a dare mandato alla I^ Commissione permanente di incontrarsi con gli organi direttivi della Fiat, cosa che effettivamente sta andando avanti, non sia il caso di fare una discussione, ma di votare.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Niente da opporre a che l'ordine del giorno venga posto in votazione e votato, gradirei soltanto che si precisasse, al secondo paragrafo "dichiarato inaccettabile il metodo seguito dall' azienda nell'adottare in modo unilaterale una decisione così grave portata, in netto contrasto con le assicurazioni fornite alla Regione dalla Presidenza della Fiat" la data in cui la Fiat ha fornito queste assicurazioni. Siccome abbiamo avuto dei contatti ai quali hanno partecipato anche i Capigruppo, non vorrei che nascesse un equivoco votando oggi l'ordine del giorno che in realtà reca la data del 16 gennaio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sanlorenzo.



SANLORENZO Dino

Mi pare che la puntualizzazione richiesta dal Presidente della Giunta sia assolutamente corretta. Il verbale dell'incontro avvenuto fra la presidenza della Fiat e la I^ Commissione programmazione e bilancio (ormai approvato anche dalla presidenza della Fiat nella stesura definitiva) contiene appunto nelle sue ultime parole proprio l'impegno che prima di prendere iniziative ecc. ci sarebbe stato un contatto con noi.



GARABELLO Enzo

La data è il 25 giugno 1973.



PRESIDENTE

A che punto si deve inserire la correzione?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

"...Fornite alla Regione dalla presidenza della Fiat in occasione dell'incontro presso la I^ Commissione Bilancio e programmazione in data 25 giugno 1973".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Curci.



CURCI Domenico

Signor Presidente, noi non voteremo l'ordine del giorno presentato perché esso non corrisponde al nostro punto di vista su quanto è accaduto alla Lancia. Quanto è accaduto, a parer nostro, rappresenta la prima pesante conseguenza, per i lavoratori, della situazione determinata dal ricatto degli sceicchi, dall'imprevidenza governativa, dalla politica a dir poco inconsulta della triplice sindacale.
Se, dopo tutte le chiacchiere fatte in questo decennio sulla programmazione, si fosse realmente programmato, forse oggi le conseguenze della crisi sarebbero meno gravi, ma a fronte della drammatica situazione che si è verificata l'atteggiamento della triplice sindacale non muta, come apprendiamo dalle ultime notizie: scioperi, agitazioni, lotte. Forse si ritiene con questo di contribuire a fare aumentare la produzione delle Beta e delle altre macchine della Lancia, forse si ritiene, con gli scioperi, le agitazioni e le lotte, di poter far aumentare lo spazio disponibile per lo stoccaggio delle macchine invendute, o forse si ritiene di poter evitare il deterioramento delle macchine già complete. Noi pensiamo che in questa situazione non si debba e non si possa fare altro che lavorare di più produrre di più per vendere di più, per acquisire i mezzi necessari ad acquistare quel greggio che gli arabi sono disposti a cedere solo a chi è disposto a pagare i prezzi esosi da loro imposti.



PRESIDENTE

Nessun altro chiede la parola? Metto in votazione l'ordine del giorno così come è stato letto.
L'ordine del giorno è approvato.
Prima della convocazione dei Capigruppo e del Presidente della Giunta per alcuni adempimenti, prego il segretario di dare lettura delle interpellanze e interrogazioni pervenute alla presidenza.


Argomento:

Interrogazioni e Interpellanze (annuncio)


FRANZI Piero, segretario

Interpellanza urgente del MSI relativa all'intervento del Consigliere Nesi sul programma della Giunta.
Interrogazione urgente del Consigliere Cardinali sul tracciato definitivo dell'autostrada Voltri-Sempione.
Interrogazione del Consigliere Cardinali sul regolare funzionamento della funivia del Mottarone.
Interpellanza del Consigliere Carazzoni sulle dimissioni del Consigliere Carlo Morra dal Consiglio di amministrazione dell'ente ospedaliero Ospedali riuniti di Verbania.
Interrogazione a risposta scritta del Consigliere Carazzoni sulla decisione della Regione Piemonte di finanziare, in compartecipazione al 50 con la gestione governativa per la navigazione sui laghi, la costruzione di un nuovo porto a Verbania Intra per 600 milioni di lire.
Interrogazione dei Consiglieri Bianchi Menozzi, Giletta, Franzi, sul decreto interministeriale che riconosce come prioritaria la esigenza di assegnare ai produttori agricoli i necessari quantitativi di carburanti per eseguire i lavori stagionali di campagna.
Interrogazione urgente del Consigliere Gerini: assegnazione congrui quantitativi di carburante agli agricoltori.
Interrogazione a risposta scritta del Consigliere Carazzoni circa provvedimenti per assicurare rifornimenti petroliferi ai produttori agricoli piemontesi.



PRESIDENTE

Non ho altri argomenti all'ordine del giorno.
Il Consiglio sarà riconvocato a domicilio secondo quanto stabiliranno questa sera i Capigruppo, il Presidente della Giunta e l'Ufficio di Presidenza.
Ringrazio i Consiglieri di questa faticosa giornata e tolgo la seduta.



(La seduta ha termine alle ore 19.45)



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