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Dettaglio seduta n.189 del 10/01/74 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento:

Ordine del giorno della seduta


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
L'ordine del giorno è stato inviato in data 31 dicembre 1973 a tutti i Consiglieri, ritualmente, e reca: Approvazione verbale precedente seduta Interpellanze e interrogazioni Comunicazioni del Presidente Adempimenti di cui all'art. 14 dello Statuto Regionale a) Elezione di un Vice Presidente del Consiglio Regionale b) Elezione di due Consiglieri Segretari dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale Esame del disegno di legge n. 100 "Proposta di legge del Consiglio Regionale del Piemonte per il credito agevolato al settore commerciale" (relatore Cardinali) Esame di approvazione del rendiconto finanziario 1970 (relatore Rossotto) Esame del disegno di legge n. 67 "Provvedimenti a favore dei Comuni per agevolare la realizzazione di opere pubbliche relative all'urbanizzazione primaria delle aree destinate all'edilizia pubblica residenziale e di quelle opere necessarie ad allacciare le aree stesse ai pubblici servizi" (relatore Dotti) Esame mozione urgente concernente "Situazione officine Moncenisio di Condove" presentata dai Consiglieri Garabello, Calsolaro e Besate in data 8 gennaio 1974.
Qualcuno ha da fare delle osservazioni sull'ordine del giorno? La parola al Consigliere Nesi.



NESI Nerio

Io avevo presentato, sulla questione della Moncenisio, una interrogazione urgente il 7 dicembre, ma non ha mai avuto risposta dalla Giunta e vedo adesso da un telegramma che ho ricevuto in questo momento che viene inserita all'ordine del giorno una mozione urgente sullo stesso argomento. Io chiedo che quest'ultima venga abbinata alla mia interrogazione, anche perché se questo non avvenisse si aprirebbe un precedente assai pericoloso, ossia che un'interrogazione, che a norma dell'art. 45 del Regolamento dovrebbe avere una risposta entro 15 giorni (che non ha avuto) potrebbe essere superata da un ordine del giorno e l'interrogante non avrebbe più risposta. Nel caso specifico, il fatto non ha importanza, perché credo che sull'ordine del giorno saremo tutti d'accordo; ma ha un'importanza di principio notevole perché costituisce un precedente gravissimo: cioè si potrebbero superare con una serie di ordini del giorno, sui quali possono parlare soltanto i presentatori interrogazioni sullo stesso argomento. Io chiedo quindi che la mia interrogazione sulla Moncenisio venga discussa fra le interrogazioni, visto che, se la Giunta ha dato il suo parere sull'ordine del giorno (come credo abbia dato) è certamente pronta a rispondere stamattina (a meno che la Giunta non sia stata interpellata, cosa che non credo) oppure venga discussa nello stesso momento.



PRESIDENTE

L'interrogazione è stata annunciata ritualmente al Consiglio e inviata alla Giunta, ma non è stata inserita fra le risposte che oggi vengono date in Consiglio. Gli interroganti sono iscritti nella discussione subito dopo i proponenti delle mozioni, quindi non si può, per regolamento, legarla alla mozione? E' possibile, però, chiedere al Presidente della Giunta se sia disposto, nel corso della discussione della mozione presentata dai Consiglieri Garabello ed altri, a rispondere anche all'interrogazione del Consigliere Nesi.
La parola al Presidente della Giunta.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Senza dubbio, discutendo la mozione credo si possa dare implicitamente ed esplicitamente risposta all'interrogazione con carattere d'urgenza presentata dal Consigliere Nesi, in maniera che la cosa sia assorbita. C'è però una questione di principio che è stata sollevata dal Consigliere Nesi e sulla quale dovrei fare una puntualizzazione: è stata presentata al 7 dicembre l'interrogazione, si è successivamente dato annuncio in Consiglio di questa presentazione, il Consigliere Nesi è stato nel frattempo assente e quindi non ha forse la conoscenza di quello che è avvenuto nelle sedute del 21 e 22 dicembre nelle quali vi sono stati adempimenti di un certo rilievo, di una certa importanza. Successivamente è stato convocato il Consiglio per l'adunanza di oggi 10 gennaio. In Giunta avevamo esaminato la questione e siccome si sperava di poter avere nei prossimi giorni qualche indicazione più precisa per dare una risposta concreta, non si è messa l'interrogazione nell'elenco degli altri documenti trasmessi al Presidente del Consiglio perché questa mattina nell'ora destinata alla discussione delle interrogazioni le si desse risposta. E' sopravvenuta poi ieri la richiesta di una mozione. Io però qui devo dolermi, perché il testo della mozione non l'ho ancora visto, bisognerebbe che si arrivasse a mettere un po' d'ordine anche proprio procedurale. Mi si diceva però che comprendeva l'invito e l'impegno del Consiglio di prendere posizione relativamente al problema che forma oggetto dell'interpellanza e dell'interrogazione e siamo qui, pronti a dare le risposte richieste.



PRESIDENTE

A questo riguardo vorrei fare solo una piccola osservazione al Presidente della Giunta: ieri alle 12, come mi è pervenuta, la mozione è stata trasmessa con autista alla Giunta.
Comunque la Giunta accetta di discutere anche la interrogazione urgente che sarà proceduralmente corretto discutere nel corso della discussione della mozione.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Il processo verbale dell'adunanza 29 dicembre '73 è stato distribuito ai Consiglieri prima dell'inizio della seduta odierna. Qualcuno ha delle osservazioni da fare sul verbale? Nessuno.
Il verbale si intende approvato.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Interpellanza dei Consiglieri Berti e altri sulla situazione giuridica economica e normativa del personale


PRESIDENTE

Interpellanze ed interrogazioni Interpellanza dei Consiglieri Berti - Vecchione - Sanlorenzo Marchesotti "Situazione giuridica economica e normativa del personale.
Provvedimenti".
Risponde il Presidente. Qualcuno vuole illustrare?



MARCHESOTTI Domenico

Rinunciamo ad illustrarla.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Vorrei dare assicurazione agli interpellanti che certamente la Giunta intende rispettare i principi democratici sanciti dalla Costituzione, dallo Statuto e le stesse enunciazioni programmatiche.
La richiesta dei Consiglieri è del 13 settembre e quindi si riferiscono evidentemente alle enunciazioni programmatiche della Giunta precedente, che poi in definitiva saranno le stesse che verranno fatte nel discorso che sto preparando e di cui ci occuperemo prossimamente. Fatta questa dichiarazione di carattere generale, chiederei agli interpellanti se non ritengono che la discussione di questo argomento sia rimandata alla seduta del 15 quando presentando il programma e parlandosi ovviamente anche di questo problema relativo alla sistemazione del personale come creazione dello stato giuridico del personale stesso e dando forse qualche enunciazione diversa se sarà possibile, per l'organigramma, ci sarà spazio per tutti per intervenire, per discutere su un argomento che indubbiamente sta a cuore a tutti e che, nella parte del mio discorso, credo avrà il primo posto.



BERTI Antonio

Il primo posto è quello del personale?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Sì, come cosa interna.
Se quindi credono di evitare una doppia discussione potremmo collocare in quella sede le risposte che potrebbero essere date qui. Penso che sarebbe organica anche la discussione.



BERTI Antonio

Forse qualche anticipazione ce la può dare, no?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Io dovrei praticamente occupare lo spazio dell'ora se rispondo completamente, comunque vedrò di condensare. Certamente c'è stato lo sciopero, questo sciopero aveva le sue ragioni di essere e tutti quanti ne abbiamo subite le conseguenze. Lo sciopero ha determinato una certa presa di posizione da parte della Giunta Regionale, del Consiglio stesso e delle Commissioni, mandando innanzi più rapidamente la discussione su quel disegno di legge che attiene all'argomento. E' certo che la situazione giuridica, economica e normativa del personale, come è messo in evidenza dalla stessa interpellanza, deve essere stabilita tenendo conto dei principi che la Costituzione della Repubblica e la legge 300 dei lavoratori ha ormai chiaramente posto come fondamentale per la figura giuridica del personale, per i rapporti che il personale ha con l'amministrazione e con i doveri che l'amministrazione ha nei confronti del personale e di questo nei confronti dell'amministrazione.
I sindacati si sono molto battuti, hanno partecipato alle riunioni queste sono state piuttosto vivaci, si sono raggiunti dei risultati, poi vi sono state delle modificazioni a quei risultati e delle nuove istanze, in ultima analisi però un accordo di larghissima massima che dovrebbe essere perfezionato in questi giorni, tanto da consentire che il Consiglio possa esaminare il disegno di legge che porterà a questa definizione, devo ritenerlo prossimo; io devo pensare che entro il mese di gennaio la cosa possa venire al Consiglio proprio per la disamina specifica del disegno di legge. In quella sede, oltre che nella fase di enunciazione del programma gli argomenti che sono qui indicati come particolarmente importanti: responsabilizzazione del personale attraverso articolazioni interdisciplinari e compartimentali; preparazione e qualificazione del personale stesso; il personale didattico dei centri professionali; l'orario di lavoro che dovrà essere attentamente meditato non tanto in relazione, mi si passi questa battuta, all'orario che fa il Presidente della Giunta, ma in relazione a quello che deve essere l'orario scrupolosamente osservato ben ordinato, ben studiato del personale, con l'esigenza del rispetto; il problema interno della rappresentanza del personale nel dialogo, nel colloquio che dovrà essere sempre aperto, disponibilissimo con la Giunta da parte di coloro che rappresenteranno; il grosso problema del concorso del personale avventizio, che noi penseremmo sia una questione in fondo ridotta ad uno spazio talmente breve che non so neanche se valga la pena, se entro il mese di gennaio esaminiamo ed approviamo la legge, lasciamo passare un mese di tempo perché la legge vada all'organo centrale che la restituisca noi speriamo, con il visto dell'approvazione, ci troveremmo immediatamente nella condizione di applicare la legge ed in quella sede di discussione della legge, si potranno vedere anche delle indicazioni di carattere transitorio per quanto si riferisce alle modalità da stabilirsi per quelli che potranno essere i concorsi interni, salvo che vada in porto definitivamente quella che è una norma che mi sembra sia stata già discussa e in fondo concordata, che l'attuale personale assunto in via avventizia automaticamente possa essere inglobato nel personale in pianta stabile questi argomenti, dicevo, saranno dibattuti.
Quella che sia stata esattamente la presa di posizione dei Consiglieri comunisti in Commissione non la conosco, lo dico sinceramente, potrà essere da loro illustrata e concordo, per quanto ho detto, sull'urgenza di definire lo strumento legislativo per questa sistemazione giuridica. A questo aggiungo l'impegno assoluto di fare le cose in maniera che gennaio possa essere l'elemento conclusivo su questo argomento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marchesotti.



MARCHESOTTI Domenico

Poiché, se ho ben capito, il Presidente della Giunta sembra far propria la linea, il metodo e il merito della passata Giunta, credo che alcune osservazioni debbano essere fatte e sulla base di queste riservarci naturalmente, nella discussione del programma, di intervenire con maggiore larghezza in riferimento alle proposte concrete che saranno fatte. Io penso che la nuova Giunta dovrebbe instaurare con il personale un rapporto corretto o almeno più corretto di quanto ha potuto fare la Giunta passata.
Ad esempio, c'è da chiarire, e noi vorremmo saperlo in modo preciso chi è che amministra i rapporti con il personale. Nella Giunta passata era formalmente il Presidente che aveva delegato un Assessore il quale per aveva dei poteri limitati nelle trattative con i sindacati in Commissione doveva riferire alla Giunta, questa non discuteva e tutto ciò ha creato una situazione non chiara e non corretta. Se è il Presidente della Giunta che amministra, lo faccia direttamente e personalmente, se dà una delega ad un Assessore la dia completa, certo riservandosi di approvare o di respingere gli impegni che vengono assunti a nome della Giunta, ma anche questo farlo correttamente e velocemente.
Se invece vi sono, come è probabile, oppure vi sono stati, dei contrasti di merito in Giunta sui rapporti con il personale circa le proposte da fare con il disegno di legge, è bene che questi contrasti siano portati in Consiglio, affinché si addivenga ad una conclusione di tutta la situazione; non è più possibile accettare che venga trascinata ulteriormente la proposta di legge che la Giunta si è impegnata più volte a presentare.
Noi riteniamo che sia possibile e necessario trattare i dipendenti come dei collaboratori, e questo per noi vuol dire respingere prima di tutto e in primo luogo le pressioni di tipo corporativo clientelare che vengono dal personale, vuol dire avere una posizione unitaria nei confronti del personale, sia quello che viene trasferito dallo Stato che quello delegato per dargli delle precise responsabilità nei settori nei quali opera. Per ottenere la massima qualificazione, il massimo impegno, occorre avere rapporti corretti col personale ed il suo lavoro deve essere considerato un servizio fatto ai cittadini. La Giunta passata ha accettato di arrivare al di sopra del parametro per un massimo di 360, di accedere alle richieste di piccoli gruppetti, di discutere 460 o 430, ebbene, noi riteniamo che questo non sia il sistema di accettare le giuste rivendicazioni e di respingere quelle che giuste non sono, tanto più che in alcune Regioni già sono state fatte leggi dove il massimo parametro è 360. Noi abbiamo sostenuto allora e continuiamo a sostenere che il massimo dei parametri deve essere 360 e non di più. La cosa più importante è di sapere se la Giunta , se la maggioranza ed in particolare se la DC intende la Regione Piemonte organizzata democraticamente con i dipartimenti, con un'organizzazione decentrata orizzontalmente e quindi con le deleghe, se intende respingere o meno il principio del Presidente, e conseguentemente anche di questo o quell'altro Assessore, che tutto decidono.
La DC, la maggioranza, devono risolvere questa questione. Io non conosco le decisioni dell'attuale Giunta, ma voglio augurarmi che la soluzione sia nei termini che fissa lo Statuto. Il Presidente della Giunta passata ha sempre detto di essere per le deleghe, per i dipartimenti, per non si sono fatti e non si faranno. Bisogna che sia chiarito questo, il personale non può essere sistemato in modo organico con una visione come quella che qui brevemente abbiamo indicato. L'organizzazione democratica del potere investe il modo col quale noi intendiamo utilizzare il personale.
Pertanto riteniamo che se la Giunta non presenterà al più presto il disegno di legge per poterlo discutere, dovremo sollecitare (e lo faremo nei modi dovuti) la VIII Commissione a riprendere la discussione sul progetto di legge presentato dal gruppo comunista qualche anno fa. A questo punto la Giunta dovrà assumersi tutte le sue responsabilità, non bisogna più creare confusioni. Attendiamo quindi le dichiarazioni del Presidente della Giunta e per quanto ha detto non posso dichiararmi completamente soddisfatto.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta per una breve replica.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Soltanto per una precisazione che mi sembra opportuna; forse era veramente meglio che accettaste la mia proposta di discuterne in quella sede. Ad ogni modo io non posso lasciare senza una risposta un interrogativo che il Consigliate Marchesotti mi ha rivolto, se io sono e intendo essere un Presidente che tutto decide Rispondo che io non sono un Presidente che tutto decide, sono un Presidente che tutto decide quanto è di sua competenza, così come decide in base alla sua competenza, la Giunta, così come delibera, dando le direttive, il Consiglio Regionale quando sono portati qui argomenti di sua competenza.
Vorrei chiarire che questa espressione di chiarezza delle competenze e di rispetto delle competenze, è assolutamente indispensabile per evitare uno stato confusionario che finirebbe per portare anziché dei vantaggi dei grossi svantaggi. Detto questo voglio anche precisare che il rapporto che io ho avuto e che i colleghi di Giunta hanno avuto fino a questo momento con il personale, è un rapporto indubbiamente corretto e che ci manterremo su questa linea di un rapporto estremamente corretto con coloro i quali sempre, da me e ritengo da tutti gli Assessori, sono stati considerati come dei collaboratori. E' indispensabile che un ente locale ed è indispensabile anche che un'azienda privata non consideri il proprio dipendente come un collaboratore, le cose non andrebbero assolutamente bene. Mi è stato chiesto ancora, e questo lo posso dichiarare subito, chi amministra. E' stato il Presidente che ha chiesto di avere, tra le attribuzioni, anche quella del personale e fino a che il problema quanto meno di impianto non sia risolto, intendo amministrare personalmente questo settore, anche senza delega. Se le condizioni di lavoro fossero tali che mi imponessero di dare volta a volta una delega naturalmente lo farei, ma l'amministrazione me la sono riservata e intenderei di portarla a compimento con la celerità che mi pare di potere ancora esercitare, imprimendo un ritmo abbastanza celere.
Un altro punto è questo: che i contrasti della Giunta vengano portati in Consiglio mi chiede il Consigliere Marchesotti. Intanto devo dire che nelle tre riunioni di Giunta o quattro che abbiamo fatto non c'è stato assolutamente nessun contrasto, vi sono state delle impostazioni, delle valutazioni di problemi visti in un modo, visti in un altro, ma dei contrasti, soprattutto in materia di personale, non ne sono sorti. Ma se dei contrasti dovessero esserci non è che il Consiglio sia la sede e il grado di appello di una posizione che trova la sua sede nella Giunta, sarà il Presidente che dovrà comporre anche eventualmente questi contrasti senza farne motivo di una discussione in Consiglio. Il Consiglio che venisse a conoscenza di cose specifiche, che credesse di interrogare, è nella pienezza della sua facoltà e in quel caso io avrei il dovere preciso di dare una risposta.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interpellanza del Consigliere Zanone sul riordino del carcere minorile "Ferrante Aporti" e interrogazione del Consigliere Garabello sull'esame di iniziative in materia di sicurezza sociale minorile


PRESIDENTE

Interpellanza del Consigliere Zanone: "Riordino del carcere minorile 'Ferrante Aporti'".
Interrogazione del Consigliere Garabello: "Esame di iniziative in materia di sicurezza sociale minorile". Il Consigliere Zanone vuole illustrare la sua interpellanza?



ZANONE Valerio

No rinuncio.



VIETTI Anna Maria, Assessore ai servizi e alla sicurezza sociale

Con il consenso dei Consiglieri Zanone e Garabello, unifico la risposta rispettivamente all'interpellanza del Consigliere Zanone e all'interrogazione del Consigliere Garabello, entrambe concernenti il problema delle carceri e delle case di rieducazione per minori e, più in generale, del disadattamento minorile.
Il problema, seppur affrontato in termini generali, trae lo spunto della situazione della sezione di custodia e della casa di rieducazione dell'Istituto Ferrante Aporti di Torino che, ancora una volta, ha richiamato l'attenzione dell'opinione pubblica, in occasione dello sconcertante episodio dei cinque giovani di Viguzzolo arrestati per il furto di un melone. L'Istituto Ferrante Aporti ha sede in un vecchio edificio di Corso Unione Sovietica e, nel mese di ottobre, quando mi sono più volte incontrata con il Direttore dell'Istituto dott. Bacci, ospitava 36 minori nella sezione di custodia e 15 nella casa di rieducazione. Devo peraltro far notare che la casa di rieducazione, alla stessa data, aveva effettivamente in carico 66 minori, invece dei 15 presenti, poiché la maggioranza era in famiglia o risultava affidata ad altri istituti.
Il numero delle presenze è però oscillante; in questo periodo si registra purtroppo un incremento.
Il personale specializzato della sezione di custodia è composto da quattro insegnanti elementari, dipendenti dal locale Circolo Didattico Dogliotti, e da una equipe di quattro specialisti, di cui tre psicologi ed una psichiatra. Il personale specializzato della casa di rieducazione è invece composto da uno psicologo, da un capo educatore, da tre educatori specializzati e da due insegnanti elementari. Prestano servizio, inoltre le assistenti sociali del distretto di Torino del Tribunale dei Minori essendo però il loro numero molto limitato, il servizio di assistenza sociale non può essere svolto in modo adeguato e soddisfacente.
I problemi del Ferrante Aporti sono molto complessi e, anche se necessari, i lavori edilizi relativi al miglioramento dell'impianto di riscaldamento e dei locali adibiti a ricreazione ed a laboratorio per un importo di L. 120 milioni - lavori che saranno ultimati entro la prossima primavera - ed i lavori per la delimitazione dei campi-gioco, di cui è stato recentemente appaltato il primo lotto per 47 milioni rappresentano un solo aspetto delle esigenze e non certo il più importante del Ferrante Aporti.
Il problema fondamentale da affrontare è invece quello relativo ad una valida opera di rieducazione dei minori accolti e del loro reinserimento nel mondo esterno. Detti minori, il più delle volte, come denunciato in un opuscolo diffuso da alcuni enti assistenziali torinesi, non solo non hanno adempiuto alla scuola dell'obbligo, ma non hanno neppure conseguito la licenza elementare, appartengono a famiglie immigrate e sono stati fortemente condizionati dall'ambiente nel loro sviluppo psichico.
L'intervento rieducativo, tra l'altro, risulta fortemente compromesso dal considerevole ricambio dei minori; in media sono infatti accolti all'Aporti, ogni anno, 1500 ragazzi che vi permangono da 1-2 giorni fino anche a 7-8 mesi.
Gli stessi corsi di addestramento professionale, intesi nel senso tradizionale, non vi possono essere svolti con risultati positivi per il continuo avvicendarsi dei minori. I corsi dovranno essere quindi organizzati in modo nettamente diverso, più duttile, tenendo conto di tale realtà.
Il personale specializzato è certamente insufficiente: è necessario incrementare l'organico con nuovi educatori specializzati, con animatori del tempo libero e con assistenti sociali. Specialmente bisognerà operare a monte mediante la politica della casa, dell'assetto del territorio, della scuola a tempo pieno, dell'impiego del tempo libero, al fine di prevenire il disadattamento minorile. Concordo con il Consigliere Zanone nel ritenere urgente da parte del Parlamento la riforma dei Codici Penale e di Procedura Penale; mentre per quanto riguarda le direttive ministeriali relative alle leggi citate dal medesimo Consigliere Zanone, ossia la Legge 27 dicembre 1956 n. 1441, concernente la partecipazione delle donne all'amministrazione della giustizia nelle Corti di Assise e nei Tribunali dei Minorenni ritengo sia applicata, ed, almeno per la parte riguardante la rieducazione dei minori prevista dalla Legge 25 giugno 1956 n. 888, penso sia ancora una volta necessario rivendicare il trasferimento delle competenze dal Ministero di Grazia e Giustizia alle Regioni. In particolare, ed in risposta al Consigliere Garabello, esprimo i miei dubbi sulla possibilità di interventi legislativi regionali specifici, a parer mio non consentiti alle Regioni fino a quando tale trasferimento non sia avvenuto.
E' necessario che, in sede di riordino del Ministero di Grazia e Giustizia, si tenga conto delle osservazioni della Giunta che sono state integralmente recepite dal Consiglio; esse, rivendicavano alle Regioni, tra l'altro, le competenze riguardanti la prevenzione, il trattamento del disadattamento minorile, ritenendo si trattasse - in sostanza - di interventi sociali che, rientrando nell'ampio arco dei servizi, dovrebbero essere di competenza della Amministrazione regionale, la quale dovrebbe poter legiferare nella materia e attuare i relativi provvedimenti nel contesto delle istituende unità locali dei servizi sociali.
Tale richiesta, oltre che essere comune a tutte le Regioni, è stata fatta propria dalla Commissione Parlamentare per le questioni Regionali, in occasione delle osservazioni al Decreto Delegato concernente il trasferimento alle regioni a Statuto ordinario delle funzioni amministrative in materia di "Beneficenza Pubblica".
Tale Commissione, infatti, chiedeva che fossero trasferiti alle Regioni i capitoli di bilancio del Ministero di Grazia e Giustizia in materia di assistenza sociale ai carcerati, ai liberati dal carcere ed ai loro familiari e in materia di rieducazione dei minorenni (istituti di rieducazione ed uffici di servizio sociale).
Tuttavia anche se la Regione non ha competenza in materia, la Giunta non ha ignorato il problema. Mi sono più volte incontrata con i rappresentanti del Gruppo Abele, dell'Unione Promozione dei Diritti del Minore, con il Presidente del Tribunale dei Minorenni, con il Dott.
Albanese, Direttore del Centro di Rieducazione del Piemonte e della Liguria e con gli Assessori all'Assistenza dell'Amministrazione Provinciale e della Città di Torino. Sono intervenuta presso il Provveditorato alle Opere Pubbliche ed il Genio Civile per sollecitare i lavori edilizi e presso il Provveditorato agli Studi per il problema relativo all'assunzione di un professore di ginnastica, provvedimento in corso di perfezionamento.
L'Assessore all'Istruzione, da parte sua, ha istituito corsi professionali ed ha finanziato per quest'anno altri corsi. Lo stesso Presidente Calleri è intervenuto, in data 8.11.73, presso il Ministro di Grazia e Giustizia illustrando il problema ed osservando che "Dall'esame dell'attuale organico risulta essere necessario aumentare il personale specializzato addetto con educatori ed animatori del tempo libero, sia nella sezione di custodia che nella casa di rieducazione".
"Inoltre, si rende necessario provvedere all'assunzione di un adeguato numero di assistenti sociali presso l'Istituto, oppure incrementare l'organico delle assistenti sociali del Tribunale dei Minorenni del Distretto di Torino al fine di individuare le causa che determinano il fenomeno del disadattamento sociale onde prevenire l'insorgere della delinquenza minorile oltreché collaborare con l'equipe esistente di psicologi e psichiatri per un più approfondito esame dei singoli casi e per un continuo rapporto con il minore, anche se affidato ad altro istituto".
Il Ministro Zagari in data 13/12 ha risposto riservandosi di comunicare, appena possibile, notizie in merito.
Mi consta che entro il corrente mese avverranno presso il Ministero di Grazia e Giustizia tre incontri degli operatori del settore rispettivamente per il Nord, per il Centro e per il Sud per esaminare in concreto i problemi delle singole zone ed assumere le iniziative necessarie.
La Giunta Regionale, da parte sua, continuerà a seguire l'importante problema per la promozione di adeguati provvedimenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Zanone.



ZANONE Valerio

Ringrazio l'Assessore Vietti per la sua risposta. Devo dare atto all'Assessore dell'impegno che dedica al problema dell'assistenza ai minori, al fine di sviluppare quell'azione preventiva in cui consiste, a mio avviso, la centralità dell'impegno che la Regione dovrebbe assumere nel confronto del disadattamento minorile. Del resto, se non ricordo male proprio questa concezione dell'azione preventiva era alla base delle osservazioni che il Consiglio Regionale espresse in sede di parere sul riordinamento del Ministero della Giustizia.
Per quanto riguarda la legge 1441 dell'anno 1956 che era casualmente richiamata nella mia interpellanza e circa la quale l'Assessore ha dichiarato che il governo ha dato già attuazione per la composizione delle Corti giudiziarie, devo precisare che il riferimento era non tanto alla norma della legge quanto alla sua "ratio", cioè al concetto che la giustizia, per quanto concerne i minori, debba fare conto anche sulla partecipazione di cittadini specializzati nei problemi dell'assistenza sociale o benemeriti per l'azione svolta a favore dei minori, così come prevede il capitolo della legge citata circa i tribunali dei minorenni.
L'azione in materia di assistenza ai minori disadattati deve partire dalla constatazione di una verità amara: l'attuale sistema di rieducazione non rieduca nessuno e la prima cosa che bisognerebbe riformare sono i così detti riformatori. Quindi si deve innanzi tutto pensare a quelle formule alternative che superano il vecchio concetto fra il caritatevole ed il carcerario degli istituti tradizionali. Questi possono essere migliorati dal punto di vista edilizio, delle infrastrutture, dei servizi e anche del personale, ma restano quelle terribili cose che sono.
Da questo punto di vista però non si richiedono grandi rivoluzioni basterebbe attuare pienamente le leggi, se non vado errato la stessa legge 888 del 1956 che ricordavo nell'interpellanza prevede le azioni per la costituzione di focolari, di comunità semilibere e così via.
A me pare che sia questa la direzione principale alla quale la Regione dovrebbe orientarsi. Varrebbe la pena, accogliendo anche la richiesta che è venuta da alcune associazioni libere e da alcuni nuclei spontanei come quelli ricordati nell'interrogazione del Consigliere Garabello, di studiare a fondo la possibilità di richiedere al Ministero di Grazia e Giustizia o agli altri organi di governo competenti la stipulazione di qualche forma di convenzione fra il governo e la Regione, affinché quest'ultima possa assumere direttamente l'iniziativa per l'apertura di comunità, di focolari di gruppi protetti e sviluppare in questo modo una forma di assistenza alternativa al tipo di interventi che finora sono stati dedicati al disadattamento minorile, problema tragico, grave, che si aggrava tutti i giorni e di cui siamo tutti complici; i minori disadattati sono gli ultimi nella catena delle complicità.
Vorrei pregare l'Assessore e se mi è consentito anche il Presidente della Giunta di considerare questo tema fra i prioritari del programma che la Giunta presenterà in questo Consiglio la prossima settimana.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Garabello.



GARABELLO Enzo

Signor Presidente, unisco anch'io la mia voce per ringraziare l'Assessore per la massa di notizie che ci ha dato e per far rilevare che se ho interpretato bene l'azione del gruppo Abele, accompagnato da una serie di altre istituzioni e associazioni di varia estrazione, dalla Commissione Diocesana per la Pastorale dell'assistenza, ai sindacati all'Ente di servizi sociali e all'Unione per i diritti dei minori ecc., il problema del Ferrante Aporti è stata un'occasione per dire - e credo non si faccia torto a nessuno - che l'attuale struttura statale minorile di rieducazione e di custodia a Torino è una vera vergogna e per lo Stato che ne è proprietario e gestore, e anche più in generale per la società torinese e piemontese che consente che sopravvivano simili squallide istituzioni (istituzioni se non altro da un punto di vista immobiliare). La critica che la Tenda di Abele faceva andava al di là dello stato edilizio per fare una proposta di superamento dell'istituzione in quanto tale.
Io devo dire che il Ministero di Grazia e Giustizia vera comprensione per questi problemi non ne ha mai dimostrata. Posso riportare un'esperienza personale degli ultimi tempi della mia permanenza nella Giunta comunale di Torino, quindi poco prima della istituzione della Regione, quando per conto del Sindaco Guglielminetti feci un'azione concreta per vedere di eliminare fisicamente il Ferrante Aporti da C.so Unione Sovietica e trasportarlo in un istituto pronto che mancava di pochissime cose, essenzialmente di attrezzature, a Grugliasco, costruito dall'Albergo di Virtù che ne aveva deciso il trasferimento ma non aveva fatto bene i conti e si è trovato con la mancanza di poche decine di milioni per completare l'opera. Quella di per sé era un'opera meramente immobiliare se vogliamo, però togliere da tane per mettere in un istituto studiato con criteri pedagogici più aggiornati, con scuole professionali attrezzate, questi minori poteva essere interessante, non era perciò un superamento dell'istituzione, ma soltanto della triste e squallida realtà dell'attuale Ferrante Aporti.
La cosa andò molto avanti, fino al punto che il Comune di Torino aveva già raggiunto un accordo, avrebbe fatto il punto di riferimento anche patrimoniale acquisendo al patrimonio comunale e passandolo al Ministero di Grazia e Giustizia, quello stabile in condizioni quasi ultimate. Quando si giunse ormai alla conclusione degli accordi fra il Comune e l'istituzione semipubblica controllata comunque, come l'Albergo di Virtù, ci fu il diniego da parte di qualche cieco o fortemente orbo funzionario del Ministero di Grazia e Giustizia che non accettò l'operazione, che doveva avere come controparte la cessione di una parte del terreno di c.so Unione Sovietica per altri servizi pubblici.
Questo è stato, per la Tenda del Gruppo Abele, il motivo eccezionale però mi pare che l'elemento di fondo centrato prima dall'Assessore e poi dal collega Zanone con cui le osservazioni concordo, è l'abbinamento concettuale, reale, fra disadattamento giovanile e delinquenza.
In questi giorni si sono inaugurati gli anni giudiziari, abbiamo sentito quanto hanno detto i procuratori generali, ma nelle loro relazioni c'era un motivo dominante, quello del livello di abbassamento continuo dell'età media nel campo dei delitti, dei reati compiuti in vari modi, cioè sempre più vi sono i giovani a partecipare, purtroppo, all'attività delinquenziale.
Orbene, questo problema non può non essere visto come una mera razionalizzazione di strumenti di rieducazione, l'importante è di andare alla base, alla radice e quindi colpire il disadattamento giovanile, perch siamo tutti sempre molto abili nel fare dell'ironia o nell'atteggiarci a grandi uomini quando parliamo dei giovani, ma in realtà la società oggi non sa rispondere alle esigenze dei giovani, specialmente di quelli che vivono in disagiate condizioni economiche e sociali, per cui il disadattamento che si instaura, molte volte si trasforma in tendenza a delinquere.
Io credo che da tutto questo dobbiamo ricavare degli impegni che riguardano la Regione. Concordo con l'Assessore che parlando di iniziative legislative per quanto riguarda i minori e le carceri minorili precorriamo i tempi, ma non quando questo discorso lo si fa in termini amministrativi politici generali e anche legislativi se vogliamo, alcuni parziali, in relazione al disadattamento giovanile. Il Consigliere Zanone auspicava che questo problema fosse tenuto in conto dalla Giunta che è nata da pochi giorni, io mi unisco a lui in questa richiesta, sarei lieto di sentire nelle dichiarazioni del Presidente della Giunta qualche impegnativa indicazione in proposito. Noi come Regione dobbiamo almeno prefigurare quello che la riforma dell'assistenza consentirà e intanto vedere quello che già da parte di altri enti pubblici anche territoriali si è attuato in proposito. Ricorderò alcuni esperimenti che sono in corso e che secondo me la Regione deve seguire inserendosi là dove può fare qualcosa in preparazione di quello che la riforma delle leggi assistenziali comporterà in primo luogo l'iniziativa che è stata presa dal tribunale dei minori e che ha sollecitato in ogni modo nell'ambito delle singole province, accanto e dentro l'amministrazione provinciale, la risposta ai problemi del disadattamento giovanile. Presso tutte le amministrazioni provinciali esiste qualcosa in proposito, non in termini soltanto teorici ma con la partecipazione degli Enti locali, degli enti assistenziali anche nazionali che hanno dato la loro adesione.
Io penso che una posizione di sostegno, di adesione, se necessario di aiuto economico assunto dalla Regione, darebbe grande spinta a un significato concreto a questa iniziativa.
Un'altra iniziativa che ha avuto qua e là diversa attuazione e che ha trovato all'Amministrazione provinciale torinese particolare impegno, è quella degli affidamenti familiari; è oramai un portato della scienza sociale, della pedagogia, della psicologia di oggi che la vecchia concezione dell'utilizzazione di un istituto, statico per quanto rinnovato può in molti casi essere sostituita con maggiore efficacia dagli affidamenti familiari.
Il numero di minori in istituto è molto alto, ma non è tale che debba spaventare una società come quella italiana, in particolare quella piemontese, per cui c'è un altro campo in cui la Regione affiancando sostenendo, potrebbe aiutare le iniziative che le Amministrazioni provinciali, cercando l'adesione di altri enti assistenziali, vanno attuando, anche se tutto ciò costa ai bilanci delle province quantità di denaro notevoli.
Se ad esempio la Regione si affiancasse alle province, agli enti assistenziali, proponendo di assegnare un contributo economico di alleggerimento delle spese ogni qualvolta un ragazzo passa da un istituto all'affidamento familiare, sarebbe un modo per stimolare gli affidamenti familiari.
Da ultimo, è in corso una iniziativa nell'ambito di molti Enti locali il comune di Torino per qualche esperienza che va compiendo, consorzi di comuni che qua e là si vanno formando - che va verso l'assistenza economica di base come ulteriore elemento di potenziamento delle capacita educative delle capacità formative della famiglia che molte volte sono impedite proprio dalle condizioni economiche. Anche enti nazionali, come l'Enaoli si sono messi sulla strada di una più ampia assistenza economica incontrando difficoltà enormi, però è chiaro che ogni riforma costa, perch c'è sempre qualcuno che ne deve pagare il prezzo. Io penso che al di là delle facoltà legislative vi sia la possibilità politica intanto di affermare dei principi e poi amministrativa di seguire impostazioni nuove.
Concludo. Risulta che le Commissioni parlamentari competenti hanno cominciato l'esame dei quattro progetti di legge di riforma dell'attuale situazione assistenziale: progetto comunista, progetto socialista, progetto DC oltre a quello, degli enti di assistenza. Oggi non si può dire quando si giungerà alla conclusione di questo lavoro, pareva tempo fa che questa riforma che sarebbe venuta fra molto tempo, oggi consentitemi di dirvi essendo anche un operatore assistenziale, che c'e il pericolo che venga fatta troppo presto (lo dico quasi per assurdo) cioè venga fatta in termini di mera modificazione alle leggi esistenti, le quali non troverebbero per un humus preparato ad evitare dei salti: questo non è un problema solamente tecnico, riguarda persone umane, riguarda i giovani, le famiglie e bisogna che non ci siano né salti, né interruzioni, diversamente la responsabilità potrebbe essere addebitata agli organi politici del Parlamento al Governo alle Regioni.
Io sono favorevole a che la riforma avvenga al più presto, anche subito, però dico approfittiamo di questa fase prima di tutto per far sentire la nostra voce a livello delle Commissioni parlamentari, affinch certi principi che abbiamo affermato solennemente qui come in altri Consigli Regionali all'epoca della formulazione delle osservazioni ai decreti delegati, trovino in questa sede concreta attuazione; in secondo luogo predisponendo in termini concreti e pratici (e ho dato alcune indicazioni che potranno essere utili, altri ne potranno aggiungere altre) alcuni strumenti, soprattutto predisponendo un collegamento con il mondo assistenziale che faccia sì che non appena - e auguriamoci presto - le Regioni avranno in mano il potere legislativo, non vi siano interruzioni specialmente nel campo minorile, perché sarebbe un grave pericolo di ulteriore disadattamento.
Nel ringraziare l'Assessore per la risposta, ritegno che il dibattito svoltosi oggi a livello di interrogazioni e di interpellanze, possa essere utile per portare avanti un discorso che ci trova certamente tutti sensibili.


Argomento: Pianificazione territoriale - Urbanistica: argomenti non sopra specificati

Interpellanza dei Consiglieri Vecchione e altri sulle decisioni assunte in merito all'esecuzione del rilievo aerofotogrammetrico del territorio regionale


PRESIDENTE

Interpellanza Vecchione-Rivaltaberti-Bono-Raschio "Decisioni assunte in merito all'esecuzione del rilievo aerofotogrammetrico del territorio regionale".
Desiderano illustrarla? No.
La parola all'Assessore Benzi.



BENZI Germano, Assessore all'urbanistica e assetto territoriale

Signor Presidente, signori Consiglieri, in relazione all'interpellanza in data 19 luglio 1973, a firma dei Consiglieri regionali Rivalta, Bono Revelli ed altri, si precisa che la decisione della Giunta Regionale assunta in data 3.7.73 - di procedere al rilievo aerofotogrammetrico dell'area metropolitana torinese, deve intendersi come conseguenza del decreto del Presidente della Giunta Regionale che, in data 5.12.72, aveva fissato il perimetro del piano territoriale di coordinamento dell'area metropolitana torinese ed aveva incaricato l'amministrazione regionale della redazione dello stesso.
Il fatto di aver limitato il rilievo aerofotogrammetrico alla sola area metropolitana - e cioè ad una piccola parte del territorio regionale - non è quindi sintomo di una volontà che dimentica la situazione urbanistico sociale del restante territorio regionale, ma vuol essere la prima e più urgente tessera del vasto mosaico rappresentato da tutta la Regione Piemonte.
L'urgenza di una profonda conoscenza di tale tessera, anche sotto il profilo cartografico, si dimostra automaticamente quando si affrontano i problemi dell'area metropolitana torinese nell'ambito della compilazione del piano territoriale di coordinamento.
Va altresì precisato che è intendimento dell'Amministrazione regionale estendere il rilievo aerofotogrammetrico, per gradi e, se possibile secondo aree ecologiche, all'intero territorio regionale al fine di contribuire, con la dotazione di cartografia aggiornata, per la redazione di idonei strumenti urbanistici da parte di molti Comuni della Regione che ne risultano, allo stato attuale, ancora sprovvisti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Rivalta, ne ha facoltà.



RIVALTA Luigi

Io vorrei richiamare l'attenzione del Consiglio sulle ragioni della nostra interpellanza. Una prima ragione è dovuta al fatto che molti Comuni della nostra Regione sono privi di strumenti urbanistici e un primo intoppo, al di là della volontà politica di dotarsi di strumenti urbanistici, è dato dalla carenza della cartografia. Nell'ambito di quella responsabilità che la Regione deve avere verso i Comuni affinché essi procedano alla applicazione della legge - la legge ponte prescrive dei termini, già largamente scaduti, entro i quali ciascun Comune avrebbe dovuto dotarsi di piano regolatore e di programma di fabbricazione - un atteggiamento positivo da assumere è quello di fornire a questi enti la cartografia, cioè lo strumento di base per l'elaborazione dei piani.
D'altra parte le Comunità Montane, che stanno ora definendo gli statuti, entro l'estate del '74 dovranno elaborare il loro piano di sviluppo; piano che è opportuno (noi diciamo necessario) sia integrato da una strumentazione urbanistica come prevede la legge nazionale sulle Comunità Montane. Senza un intervento della Regione per dotare le Comunità Montane della cartografia necessaria non possiamo pensare che esse procedano alla formulazione del piano urbanistico. Questo prima aspetto deve imporci di fare eseguire immediatamente il rilievo aerofotogrammetrico su tutta la regione, se vogliamo che i comuni e le Comunità Montane possano mantener fede alle scadenze o recuperare i ritardi che in ordine ai problemi di piano hanno accumulato. Ma c'è una seconda ragione: nella misura in cui si deve procedere per necessità operative, al frazionamento del rilievo aerofotogrammetrico regionale, diventa inspiegabile pensare che questo frazionamento venga operato al di fuori di quella unità organica di piano che è comunemente condivisa da tutte le forze politiche e che è individuata nei comprensori di aree ecologiche. E qui c'è un impegno diretto della Regione; non è più soltanto una ragione di stimolo nei confronti dei Comuni e delle Comunità Montane, poiché lo statuto fissa che il piano regionale deve articolarsi in piani comprensoriali. Deve quindi essere un impegno diretto della Regione quello di dotarsi di strumenti di base, come è la cartografia, al fine di dar vita alla pianificazione di carattere comprensoriale, che è uno dei suoi obblighi. Per cui ci pare molto strana e deformante l'iniziativa di procedere ad un rilievo aerofotogrammetrico soltanto di quella che è considerata l'area metropolitana torinese (Torino, la prima e la seconda cintura). Come già è avvenuto per la delimitazione del territorio da sottoporre a piano territoriale, questa decisione porta con sé una deformazione nella politica di pianificazione che la Regione sta per promuovere. Noi sosteniamo che questa politica di pianificazione deve ancorarsi alle unità di piano individuate, e quindi sia aerofotogrammetrico, sia la delimitazione del territorio da sottoporre al piano territoriale, devono essere ricondotti all'intera area ecologica.
Pertanto ci sembra di non poterci ritenere soddisfatti del semplice fatto che viene espressa l'intenzione di estendere il rilievo aerofotogrammetrico a livello regionale e per unità organiche riferite alle aree ecologiche, in quanto le esigenze che io ho espresso sia al primo che al secondo punto, sono urgenti; non si tratta soltanto di esprimere delle intenzioni, ma di prendere delle decisioni in merito, con delle scadenze precise.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interrogazione dei Consiglieri Rivalta, Calsolaro, Vecchione sul programma straordinario Gescal nel Comune di Piossasco


PRESIDENTE

Le interpellanze sono discusse, passiamo alle interrogazioni.
Interrogazione dei Consiglieri Rivalta - Calsolaro - Vecchione "Programma straordinario Gescal nel Comune di Piossasco. Riduzione area assegnata e modifica costruzioni".
La risposta all'Assessore Benzi.



RIVALTA Luigi

Io vorrei, se possibile, informare che l'interrogazione era stata presentata nel mese di maggio e riguardava la realizzazione di case Gescal.
Sono passati otto mesi e le case sono incominciate, per cui la risposta all'interrogazione è del tutto superata dai fatti. Peraltro l'Assessore Benzi, in considerazione del fatto che è stato necessario esperire dei calcoli, mi ha risposto per scritto. Ne ho preso atto; ritengo pertanto che l'interrogazione possa essere ritenuta risolta. Mi riservo di intervenire successivamente nel merito della risposta


Argomento: Edilizia scolastica

Interrogazione del Consigliere Revelli sulle scuole di Saliceto, per l'impianto di riscaldamento e i servizi igienici


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Revelli "Scuola ili Saliceto. Intervento per impianto di riscaldamento e servizi igienici". La parola all'Assessore Borando.



BORANDO Carlo, Assessore all'istruzione

Fra le richieste che il Ministero della Pubblica Istruzione ha trasmesso per competenza alla nostra amministrazione, non c'era quella in oggetto. Risulta invece essere stata presentata da quel Comune domanda per la riparazione del tetto e dei muri esterni dell'edificio scolastico della frazione Mu, domanda che è stata accolta e finanziata con la corresponsione di un contributo di lire 950.000.
Quindi Saliceto è stato soddisfatto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Revelli.



REVELLI Francesco

Sono soddisfatto della risposta. Grazie.


Argomento: Edilizia scolastica

Interrogazione del Consigliere Revelli sull'inagibilità dell'Istituto Tecnico Commerciale di Fossano


PRESIDENTE

Interrogazione del Consigliere Revelli: "Inagibilità dell'Istituto Tecnico Commerciale di Fossano. Provvedimenti".
Risponde l'Assessore Borando.



BORANDO Carlo, Assessore all'istruzione

In merito a quanto contenuto nell'interrogazione purtroppo l'Amministrazione regionale non può adottare un provvedimento per far fronte alla situazione in cui si trova l'edificio che ospita l'Istituto tecnico commerciale di Fossano.
Le richieste di costruzione di nuovi edifici scolastici ai sensi della legge 28.7.67 n. 641 venivano istruite e predisposte in un piano di priorità per il relativo finanziamento da parte di un apposito comitato costituito per legge presso la Sovrintendenza scolastica interregionale che ha sede per il Piemonte in Torino, Via Susa, 31.
La citata legge 641 è sorta con una durata limitata ad un biennio e ad un successivo triennio e quindi la sua funzionalità e validità è venuta a cessare con il '71 dalla cui data non è più stata finanziata. Io ricordo di essermene interessato direttamente per un edificio scolastico a Miasino, in provincia di Novara e penso che i novaresi qui presenti lo sapranno perch è stata una cosa che è interessata a tutti.
Se la domanda presentata dal Comune di Fossano non ha trovato accoglimento durante il quinquennio di finanziamento della menzionata legge 641, non può che attendere una nuova legge sull'edilizia scolastica, che è quella che tutti sollecitiamo. Questa necessità è stata sentita da tutte le Regioni le quali, in accordo, hanno predisposto una proposta di legge da presentare al Governo in materia di edilizia scolastica. La nostra Regione l'ha approvata in sede di Consiglio Regionale in data 14 dicembre 1972.
Questo è quanto potevo dire in proposito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Revelli



REVELLI Francesco

Ha detto cose che sapevo e alle quali abbiano collaborato anche noi. Io non ero certo che un'interpellanza risolvesse il problema edilizio dell'Istituto tecnico commerciale di Fossano, la questione è: il Genio civile l'ha dichiarato inagibile, la Regione riesce non a far cancellare questa dichiarazione perché la sicurezza degli alunni è la prima cosa e quindi se è inagibile resta tale, ma a trovare soluzioni provvisorie perch le lezioni si possano svolgere regolarmente? L'Assessore Borando mi ha informato che la legge 641, ma questo lo so, io volevo sapere se c'è stato un intervento, insieme al contributo che proponeva già il Comune di Fossano alla Provincia, per far funzionare la scuola che oggi agisce un po' in un alloggio e un po' in un altro e le lezioni non si svolgono regolarmente.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Interrogazione del Consigliere Nesi sulla scelta della Società SITECO per la redazione del modello regionale di rete commerciale


PRESIDENTE

Interrogazione presentata in data 25/10/73 dal Consigliere Nesi: "Motivi sulla scelta della Società SITECO per la redazione del modello regionale di rete commerciale".
La risposta compete all'Assessore Conti, che ha facoltà di darla.



CONTI Domenico, Assessore al commercio

La mia risposta si articolerà in due parti, la prima relativa alla richiesta di notizie in merito alla commissione alla Società SITECO della redazione di un modello di rete commerciale, la seconda alle motivazioni politiche che possono essere date all'iniziativa. Per la prima, mi limiter a leggere il testo che l'Assessore Borando aveva approntato ed inviato al Consigliere Nesi in data 15 novembre '73: "Con deliberazione assunta il 4 settembre '73, vistata dalla Commissione di controllo il 25 ottobre successivo,la Giunta Regionale ha affidato a trattativa privata alla Società Italiana Tecnica Consulenza S.p.A. SITECO, avente sede in Torino, via Campana 12, i lavori di indagine di vaglio e di sintesi occorrenti per redigere entro il marzo 1974 il modello commerciale regionale. Nelle premesse del deliberato e nello schema della relativa convenzione sono ampiamente esposti i motivi che hanno indotto la Giunta a disporre la compilazione del massimo documento amministrativo regionale del commercio ed a scegliere la SITECO per lo svolgimento degli inerenti lavori.
L'esigenza del modello emerge dall'ordine del giorno emesso dal Consiglio Regionale il 2/12/'72, dalla delibera della Giunta 28/3/'72 dalla circolare del Presidente Regionale 13/3/'72 n. 55258 e dal Rapporto preliminare per il piano di sviluppo del Piemonte relativo al periodo 1970 '75 che l'Istituto di ricerche economico-sociali del Piemonte, IRES, di Torino ha elaborato e che la Giunta e il Consiglio Regionale hanno esaminato. E' infatti necessario raccogliere direttamente i dati realistici concernenti l'attuale struttura della rete distributiva, vagliare gli elementi così registrati ed offrire proposte, previsioni e giudizi alla Giunta affinché questa possa esaminarli, fissare orientamenti ed effettuare scelte ed interventi nel settore commerciale del comprensorio piemontese.
Dovranno emergere elementi e giudizi idonei a conoscere e ad operare specialmente in rapporto ai piani di sviluppo e adeguamento del commercio che i Comuni sono tenuti a formare a sensi della legge n. 426 e ad aggiornare continuamente alle migliori strutture commerciali da impiantare riflettentisi anche sui prezzi, alla eventuale costituzione di centri di commercializzazione, al coordinamento fra la produzione ed i mercati sia all'ingrosso che al dettaglio, alla armonizzazione degli orari dei negozi eccetera. Per quanto attiene alla scelta della Società cui sono stati affidati i lavori per la redazione del modello, erano stati tenuti contatti al riguardo, tra l'altro, con l'IRES circa un anno fa, tramite un suo funzionario competente nelle indagini di mercato. Senonché, i contatti non hanno avuto seguito. La scelta di un altro ricercatore si è appuntata sulla SITECO. Questa Società offre ampie garanzie - per i lavori sociologici svolti, il personale tecnico e l'attrezzatura a disposizione - di effettuare con la dovuta diligenza e competenza, ed entro un periodo di tempo relativamente breve, le rilevazioni, il vaglio, la sintesi e le proposte necessarie alla Regione.
La SITECO ha impegnato la sua responsabile capacità per realizzare un complesso lavoro, convalidata dalla lunga esperienza in tema di pianificazione e programmazione e maturata dalla equipe di tecnici che si dedicheranno al compito affidatole. Anche se di recente formazione, la SITECO ha svolto fin dagli inizi lavori di programmazione in diversi settori per studi di fattibilità e pianificazione territoriale, e il nucleo di persone che la compongono fruisce di una vasta esperienza di ricerca di squadra effettuata a Mi!ano A questo gruppo di lavoro proveniente dalla città lombarda si è poi aggiunto un insieme di tecnici specializzati in studi economici, abituati al lavoro collettivo. In particolare, gli impegni della SITECO sono stati formalizzati e precisati mediante l'apposita convenzione allegato 2 che stabilisce i suoi diritti e i suoi doveri.
Si aggiunge che il competente ufficio regionale ha comunicato all'IRES su richiesta di questo, i motivi della scelta della SITECO e gli ha dichiarato di voler organizzare una riunione e curare gli ottimi rapporti esistenti per continuare una collaborazione che sempre ha recato motivi di reciproca soddisfazione".
In merito alla direttiva politica, do lettura della prima parte della delibera di Giunta del 4 settembre '73: "A relazione dell'Assessore Borando. Con la legge 11 giugno '71 n. 426, lo Stato ha emesso norme per la nuova disciplina del commercio, diretta ad ammodernare la rete distributiva degli scambi all'ingrosso e specialmente al dettaglio. La riforma intende organizzare una struttura commerciale diversa da quella odierna, vetusta e costosa: ha cioè di mira la diminuzione dei costi e dei prezzi delle merci il decremento del numero e l'ampliamento della superficie dei negozi, ed il miglioramento di tutti i servizi che gli operatori offrono ai consumatori.
I principali strumenti previsti consistono in una più adeguata selezione dei commercianti mediante esami ed iscrizione in appositi registri delle Camere di Commercio, nel rilascio di autorizzazioni comunali per controllare le singole attività di vendita che rivestono pubblico interesse e nella formazione del piano di sviluppo e di adeguamento della rete di vendita che ogni Comune deve formare entro il mese di giugno 1974 per programmare con fasi quadriennali la concessione dell'autorizzazione.
Specialmente la redazione dei piani si palesa come una vasta e complessa operazione dei Comuni ed è interdipendente con una continua attività di controllo, coordinamento ed intervento della Regione. Questa deve vigilare sulla tempestiva compilazione di tali piani , fornire consulenza tecnica e compiere poi un'accurata e vasta sintesi generale delle direttive da applicare in materia. La Regione, cioè, registrati i dati emersi dall'intera indagine, vagliatili secondo la misura regionale recepiti i principi risultati validi, deve adottare criteri di orientamento e di intervento nell'ambito territoriale piemontese".
Mi pare di aver dato i chiarimenti essenziali per quel che riguarda le direttive.
Per parte dell'attuale Giunta, posso affermare che si studieranno provvedimenti da assumere per sviluppare e connettere il modello commerciale come piano di settore del Piano regionale piemontese



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare l'interrogante Consigliere Nesi.



NESI Nerio

Non ho presentato questa interrogazione per ragioni specifiche: sulla SITECO non ho personalmente niente da dire, tanto più non conoscendo esattamente cosa abbia fatto finora (né l'Assessore ce lo ha precisato nella sua risposta). Mi hanno mosso a farlo considerazioni di maggiore ampiezza.
Noi avevamo sempre posto come linea direttrice della nostra Azione alla Regione la possibilità di fare un minimo di pianificazione attraverso alcuni strumenti: la Regione, con i suoi organi deliberanti, avrebbe dovuto indicare le direttive generali, dopo di che sarebbe dovuto intervenire quell'Ufficio del Piano che, nelle intenzioni originarie della Regione doveva costituire lo strumento politico alle dirette dipendenze del Presidente della Giunta, si diceva allora, espressione della volontà politica della Regione, affiancato da un ente di studi, l'IRES, da noi a suo tempo regionalizzato.
Ora, sull'IRES si possono avere le opinioni più svariate, e la mia personale, non è così favorevole come quella di colleghi di altre parti politiche, ed anche della mia parte politica. Però, c'è un problema di ordine, in queste cose, e io con la interrogazione in discussione, il cui contenuto, come il collega Berti mi faceva osservare poco fa, dovrebbe essere oggetto di una trattazione più generale (mi auguro che il Presidente della Giunta voglia comprenderlo nel suo programma, quando ce lo presenterà), ho voluto porre alcuni problemi: problemi di rapporto fra la Regione, gli organi deliberanti della Regione, l'Ufficio del Piano, l'IRES problemi di rapporti di engineering, di consulenza, di studi, fra la Regione ed altre istituzioni (e ce ne sono probabilmente in Italia di notevole importanza); ma, soprattutto il nostro rapporto con l'IRES.
Pur dando atto all'Assessore Borando della risposta dettagliata che mi ha inviato con la cortesia che lo contraddistingue (quando non parla di questioni di carattere politico generale), devo osservare che la risposta non ha centrato il problema da me sollevato, che è quello che mi son permesso di evidenziare in questo breve intervento.
Ripropongo, pertanto, la questione proprio perché tengo molto a che si proceda con un certo ordine in questo anno che ci rimane di attività regionale, e la ripropongo in questi termini: mi sarebbe caro sapere, anche per mia informazione personale - e l'occasione più prossima e più adatta per averla potrebbe essere la esposizione da parte del Presidente della Giunta del programma, il 15 prossimo - in primo luogo quali rapporti debbano intercorrere fra gli organi deliberanti della Giunta, e l'Ufficio del Piano, che della Giunta è il cervello politico in quanto dipende direttamente da essa e dal suo presidente in ordine a tutti i vari piani di sviluppo che ci possono essere in tutti i vari settori, che dovrebbero essere coordinati da questo Ufficio del Piano e dalla Giunta e dal Consiglio poi convalidati in modo deliberante, e i vari organismi di consulenza che possono nascere; in secondo luogo come vada considerato l'Istituto di ricerche economico-sociali in ordine alle sue funzioni istituzionali nei confronti della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Anche quest'ultima interrogazione è così discussa.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione delle vittime della sciagura aerea di Caselle del 1 gennaio 1974


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, sento il dovere di esprimere il più profondo cordoglio del Consiglio Regionale del Piemonte per il lutto che a Caselle ha colpito dei cittadini e dei lavoratori. Si tratta di una delle più spaventose sciagure dell'Aviazione civile italiana in questi ultimi anni.
Alle ore 13 circa di martedì 1° gennaio un aereo di linea partito da Cagliari e diretto a Ginevra, in vista dello scalo torinese, ha perso quota e si è incendiato in un prato del Comune di Caselle. L'aereo trasportava quarantadue persone, trentotto delle quali hanno perso tragicamente la vita tra immani sofferenze. Si trattava, per lo più, di lavoratori, di immigrati che tornavano a Torino per riprendere il loro lavoro dopo aver trascorso nella serenità familiare pochi giorni delle festività natalizie. Per molti di loro si trattava di ricongiungersi con la famiglia dopo uno o più anni di lontananza. Interi nuclei familiari sono stati distrutti. Molte fra le vittime erano giovani che da poco avevano trovato a Torino un posto di lavoro che consentiva loro di affrontare il futuro con maggiore serenità.
Non conosciamo con certezza le cause che sono all'origine di questa sciagura, se vi siano delle responsabilità o se quanto è accaduto debba attribuirsi a mera fatalità. Certo è in tutti noi un angoscioso interrogativo: se la sciagura poteva essere evitata. Ma il nostro pensiero in questo momento, va a quanti hanno perso la vita. Esprimiamo pertanto ai parenti delle vittime il nostro cordoglio più profondo, più sentito, di uomini politici e di cittadini.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

A nome della Giunta, oltre che personalmente, mi associo alle espressioni di vivo cordoglio pronunciate dal Presidente di questa Assemblea, cordoglio che è certamente in tutti noi, dopo aver esternato i nostri sentimenti al Presidente della Regione sarda, la Regione cui appartenevano almeno diciassette dei trentotto morti.
Questo tragico inizio d'anno a Torino induce tutti a riflessioni ed a meditazioni. Il Presidente del Consiglio ha posto un interrogativo al quale è difficile dare una risposta oggi, né so se una risposta sicura e certa potrà venire in futuro: per quali ragioni questa sciagura è accaduta? Poteva essere evitata? Sono domande tragiche e tremende, alle quali vorremmo poter trovare urgentemente una esauriente risposta.
Sono ora in corso tre inchieste, che vengono condotte a ritmo serrato per accertare le cause e le eventuali responsabilità del disastro: una da parte dell'Autorità giudiziaria, che indaga anche con un trasferimento a Roma da parte del magistrato al quale è stata affidata questa difficile ricerca; altre due da parte di Commissioni tecniche che tendono ad accelerare le modalità tecniche dell'accaduto, per quanto sia possibile ricostruirle.
Il Consiglio Regionale, che è stato sempre estremamente rispettoso delle competenze dell'Autorità giudiziaria, non può diffondersi oggi in un esame approfondito. La Regione, però, pur senza avere competenza in materia di aeroporti, di fronte ad una sciagura di questa portata non ha esitato a prendere opportuni contatti, per avere alcune informazioni e soprattutto per rendersi innanzi all'opinione pubblica in un certo senso vigile ed attenta per un problema di più vasto respiro. Abbiamo avuto pertanto contatti con i dirigenti dell'aeroporto. Inoltre con il Sottosegretario alla Aviazione civile, on. Masciadri, venuto a Torino (all'incontro invitai il Sindaco della Città ed i collaboratori più immediati, fra cui naturalmente l'Assessore ai Trasporti) si è esaminato, alla luce di provvidenze che siano possibili, che cosa fare per rendere più sicuro l'Aeroporto di Caselle. E' emerso che, in questo momento almeno, si rende soprattutto necessaria la costruzione di una nuova pista, anche se questa esigenza non pare assolutamente che possa essere portata in campo in termini di collegamento con quanto accaduto. E' un problema che interessa gli aspetti concreti della gestione dell'aeroporto, un problema che interessa le popolazioni più prossime a questa stazione aeroportuale.
Si tratta di un aeroporto a partecipazione di, enti pubblici e di enti privati, che sarà forse difficile ottenere che venga incluso tra quelli che beneficeranno della suddivisione, dei duecento miliardi messi a disposizione dal Ministero della Aviazione civile. Abbiamo tuttavia avanzato la richiesta di un contributo alla costruzione della pista stessa.
Il costo sarebbe dell'ordine di grandezza di undici miliardi, cui dovrebbe aggiungersi la somma occorrente per l'esproprio dei terreni, grosso modo calcolata e valutata in due miliardi e mezzo. Il Sottosegretario all'Aviazione civile ha preso impegno di perorare la causa per ottenere un contributo apprezzabile che metta la Società in condizioni di ultimare rapidamente gli studi per la creazione della pista stessa (esiste già una specie di pre-progetto, in questo senso) e di passare al più presto alla fase realizzativa.
Pur non essendo direttamente competenti, come ho già detto, in materia di aeroporti, noi siamo certo largamente interessati a questi problemi: relativamente a Caselle, a Levaldigi, a Cerrone. Bisognerà ad un certo momento che il problema sia esaminato dal Consiglio, che il Consiglio esprima un parere su quella che potrà essere nel tempo una proposta della Giunta per una più diretta ed incisiva presenza alla soluzione di questi problemi. Su Torino incombe nuovamente la minaccia dell'isolamento Secondo notizie di questi giorni, il volo Torino-Parigi è soppresso. Quella che poteva sembrare una conquista si tramuta in perdita secca. L'argomento dovrà essere certamente quanto prima oggetto di un dibattito, cosa che mi riservo di fare.
Mi scuso di aver innestato questa parte, che potrebbe essere di una comunicazione da fare forse partitamente, nel momento in cui la commozione degli animi era portata a soffermarsi sulla tragicità dell'evento ed a concentrarsi sul ricordo dei morti; ma mi è sembrato opportuno non tralasciare questa occasione per dare al Consiglio una informazione che ritenevo doverosa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Berti. Ne ha facoltà.



BERTI Antonio

E' davvero molto spiacevole che il Presidente della Giunta, mentre eravamo in piedi per testimoniare il nostro cordoglio per le vittime, abbia voluto strumentalizzare, come già altri hanno fatto, questa tragedia per sostenere la tesi della necessità di una seconda pista, oltremodo controversa. Secondo me, secondo noi, proprio perché di materia controversa si tratta, sensibilità e buon gusto avrebbero voluto che nella circostanza si lasciasse spazio soltanto a manifestazioni di cordoglio. Noi non possiamo far passare senza un commento questo intervento del Presidente della Giunta. Lo condividiamo pienamente soltanto nella parte in cui si esterna il commosso compianto del Consiglio per le vittime, in gran parte lavoratori di ritorno dalle vacanze natalizie trascorse nella natia Sardegna. Deploriamo invece l'introduzione della questione della nuova pista, tanto più che con l'incidente essa non ha assolutamente niente a che vedere.
Vi prego di scusarmi se non riesco a parlare con serenità, scosso come sono da questa iniziativa dell'avv. Oberto. Davvero non comprendo perch egli si sia indotto a porre qui questo argomento, di tutt'altra natura che di cordoglio per i poveri morti di questo disastro. Cercherò comunque di riacquistare la padronanza dei miei nervi per affrontare obiettivamente sia pure in termini schematici, la questione della seconda pista. Il problema dell'Aeroporto di Torino non può essere visto che nel quadro di una programmazione nazionale. L'atterraggio di aerei anche stranieri a Torino non dipende infatti da noi, ma dipende da criteri di reciprocità fissati nel quadro della programmazione dalla sede nazionale. Che esso quindi, debba essere ampliato, che il flusso dei velivoli a Torino possa essere più o meno ampio non è questione legata a decisioni unilaterali dell'Aeroporto torinese bensì da una programmazione e da decisioni che non possono non avere portata nazionale. Pertanto, non escludiamo che debba essere considerato il problema dell'Aeroporto di Torino e del suo ampliamento, ma deve esserlo in rapporto alla importanza, alla collocazione che si vuol conferire all'aeroporto di Caselle. Tenete presente che la considerazione che qualcuno ha fatto che se ci fosse stata la seconda pista la sciagura sarebbe stata evitata è inesatta, perché la seconda pista, se mai, passerebbe su Lombardore, e non escluderebbe affatto il pericolo ora esistente. Quello della seconda pista e un problema di investimenti e di priorità negli investimenti, priorità che dev'essere valutata proprio in rapporto alla funzione che l'Aeroporto di Torino può avere nel quadro di uno sviluppo generale del nostro Paese. Perché è nell'ambito di questo che si deve decidere l'entità delle somme da investire: non si può decidere su decine e decine di miliardi di spesa come comporta la realizzazione di una seconda pista a Torino così semplicisticamente come pare abbia già fatto per conto suo il Presidente della Giunta nell'abbracciare totalmente proprio in questo momento la tesi di questa esigenza. Senza trascurare poi il fatto che da parte di chi parla di seconda pista non si precisa affatto che ne sarà della pista attuale, in cui, tra l'altro, com'è noto, i servizi radar vengono curati dalle autorità militari e non dalle autorità civili (e la sensibilità ed il modo di intervenire possono anche essere diversi): se cioè continueranno ad usarla i piloti dei supersonici della Fiat, facendo così permanere immutato il pericolo incombente sulle popolazioni. Si tratta, in definitiva, di una questione complessa, che va esaminata nelle sue varie componenti e non può essere affrontata così sbrigativamente. Ecco perché deprechiamo che si sia voluto porla nell'atmosfera di commozione per le luttuose conseguenze della sciagura.
Mentre rinnoviamo l'espressione del nostro cordoglio per le vittime di questo nuovo incidente, che credo sia il primo per l'aeroporto di Caselle chiediamo che l'argomento Aeroporto di Torino sia affrontato nei modi opportuni, nel momento opportuno, con tutti i dati che la Giunta, e ognuno di noi, credo, riterrà di poter portare in discussione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Nesi. Ne ha facoltà.



NESI Nerio

Signor Presidente, devo dire che anche in me ha suscitato perplessità l'intervento del Presidente della Giunta su questo problema fatto immediatamente dopo che lei aveva svolto la commemorazione ufficiale. Non perché io ritenga che il Presidente della Giunta abbia fatto male ad intervenire sui fatti specifici, ma perché penso anch'io che non sia stato opportuno introdurre prendendo lo spunto da così luttuosa circostanza probabilmente andando al di là delle sue stesse intenzioni, il problema scottante, vasto, e assai discusso, della seconda pista dell'Aeroporto di Caselle.
Vorrei aggiungere a quelle del collega Berti, molto concisamente alcune considerazioni. Concordo con il collega Berti che il problema dell'Aeroporto di Torino non è un problema locale: è un problema di carattere nazionale, che soprattutto si inquadra nella situazione comune agli aeroporti dell'Italia del Nord: Caselle, Malpensa, Linate. Chi ha come me, la sfortuna di dover viaggiare spesso in aereo, si è certamente potuto render conto che l'organizzazione aerea che offre l'Italia e estremamente modesta rispetto a quella di cui dispongono i Paesi stranieri vicini al nostro. Esiste, dunque, un problema molto importante, da trattare in campo nazionale: quello di una organizzazione diversa degli aeroporti del Nord Italia Di un altro problema dovremo poi discutere nella nostra sede (e sono d'accordo in questo circa la proposta venuta dal Gruppo comunista): il problema della sicurezza delle popolazioni, problema che si è posto ovunque si sono verificati incidenti aerei, ma che si pone in particolare nel caso di Caselle. Il Sindaco di Caselle, che oggi assiste alla nostra seduta, ha avuto occasione di parlare nei giorni scorsi con l'Assessore ai Trasporti ing. Gandolfi, per far presente la paura delle popolazioni. Certamente, la costruzione della seconda pista, che passerebbe su Lombardore, non eliminerebbe né pericoli né timori per le popolazioni: il pericolo che esiste oggi permarrebbe immutato. Ma non mi soffermo oltre neanche su questo punto, perché credo che dovremo farne oggetto di una apposita discussione.
Pongo infine un terzo problema: i rapporti con la Società concessionaria, la SAGAT. A mio avviso, il Consiglio Regionale deve in proposito porsi dei problemi di carattere strutturale: che cosa è la SAGAT da chi sono nominati i suoi Consiglieri, quale politica svolge, se sia giusto che il Comune di Caselle non vi sia minimamente rappresentato, quali poteri abbia il Presidente della SAGAT.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare ancora il Consigliere Garabello.



GARABELLO Enzo

Già il collega Nesi ha posto in evidenza la preoccupazione della popolazione di Caselle nel caso particolare - ma la stessa cosa vale in generale per le località viciniori a strutture aeroportuali -, perennemente soggetta al pericolo di essere coinvolta in sinistri di questa portata.
Ora, questa considerazione mi induce a far presente che non è assolutamente più ammissibile che decisioni, sia pure facenti parte di piani di grande respiro, vengano prese trascurando di interpellare le popolazioni locali interessate.
Pertanto, mentre chiedo che la Giunta affronti questo problema e sottoponga le sue conclusioni al Consiglio Regionale con la doverosa urgenza in rapporto alla nostra attività, affermo che in tutti i lavori preparatori, e anche in occasione di modifiche che si intendano apportare a strumenti esistenti, come statuti di società e via dicendo, si dovrà sempre tener conto del parere dei Comuni. Di ogni iniziativa della Giunta pertanto, non si dovrà tenere al corrente solo il Comune di Torino intestatario dell'Aeroporto, (quasi considerando l'area aeroportuale come una specie di enclave avulsa dal territorio che la circonda) senza tener conto della esistenza di altri problemi, nel caso specifico i problemi di Caselle. In ogni caso, se si imposterà il problema della pista n. 2, si dovrà concretamente avere presenti queste esigenze. Fin da ora, dunque l'Amministrazione civica di Caselle e quelle altre che possano essere eventualmente interessate, dovranno essere messe costantemente a giorno sull'argomento e chiamate a partecipare ai lavori di approfondimento e di preparazione di ulteriori decisioni.



PRESIDENTE

Altri chiedono di intervenire? Il Presidente della Giunta. Ne ha facoltà.



OBERTO Gianni

Presidente della Guaita Regionale. Sono veramente sorpreso. Parlare di strumentalizzazione da parte mia mi pare fuori luogo, e per la conoscenza personale che tutti voi avete di chi ha preso la parola e per il modo in cui il discorso è stato da me proposto alla considerazione e alla attenzione dell'Assemblea. Io avrei potuto sedermi, dopo avere espresso il cordoglio mio e della Giunta, volgermi verso il Presidente e chiedergli di concedermi la parola per comunicazioni che il Presidente della Giunta, per informare il Consiglio, ha come regolamento la facoltà di fare. Se ritenete ci sia stato un errore di forma nel fatto che io non mi sia seduto e non abbia chiesto successivamente la parola, sono disposto ad accettare la censura sulla forma; ma la sostanza è che era doveroso, da parte mia, dare una informazione al Consiglio, anche perché la questione è stata resa di pubblica ragione dalla stampa, ed io sono sempre dell'avviso che la responsabilità nostra dev'essere assunta da noi, perché la informazione vera è quella che esce da coloro che hanno la responsabilità della conduzione della vita pubblica della Regione.
Mi è sembrato opportuno fare questo intervento - salva la collocazione meramente formale, della levata e della seduta - per il fatto, di una certa rilevanza, certo non molto frequente, che un membro del Governo ha chiesto di essere ricevuto dal Presidente della Giunta Regionale per parlare con lui del problema contingente di Caselle. Il Sottosegretario venne, propose un determinato discorso, gli furono fatte presenti tutte le amplissime riserve del caso, con la partecipazione anche dell'Assessore Gandolfi e del Sindaco di Torino, da me invitato (l'incontro venne deciso da un'ora all'altra e non vi fu il tempo materiale per convocare i Sindaci degli altri Comuni direttamente interessati).
Ha perfettamente ragione, Consigliere Berti, di dire - ma l'avevo fatto presente anch'io prima: forse lo stato di agitazione nel quale si trovava non le ha permesso di raccogliere la mia osservazione - che il discorso dev'essere affrontato anche su piano nazionale; e certamente è collocato su piano nazionale già adesso, con la richiesta di un contributo, che potrà essere utilizzato per la costruzione della nuova pista se si deciderà in questo senso (ed io non ho esitato a riconoscere che dovranno essere i tecnici ad indicare se questa sia la soluzione migliore).
E non ho mancato di dire - Consigliere Nesi, questo vale anche per lei che ha sottolineato la necessità di collocare il problema in un quadro nazionale - che mi propongo di rivolgermi ad un certo momento al Consiglio sottoponendogli delle proposte da parte della Giunta, per vedere che cosa la Regione Piemonte può e deve fare e chiedere innanzitutto per una partecipazione alla soluzione di questi problemi, che sono oggi particolarmente impegnativi per tutti, non soltanto per una certa utenza.
Tutti proviamo disagio quando non ci e possibile raggiungere rapidamente per esempio, la Capitale, anche per impegni di Regione; peggio ancora naturalmente, e quando non si riesce a raggiungere agevolmente i Paesi stranieri con i quali abbiamo pure rapporti e interessi molte volte da valutare e da esaminare. In questo spirito, pregherei pertanto tutti di considerare che il mio intervento è stato fatto a puro titolo di informazione, e vorrei dire di anticipazione, su un impegno che come Presidente della Giunta credo di dover portare alla considerazione della Giunta prima e poi del Consiglio, con l'intento, evidentemente, proprio perché sguarniti, oltre tutto, di potestà regionale in ordine alla materia degli aeroporti, di portarlo su piano nazionale al momento opportuno.



PRESIDENTE

L'argomento è discusso.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente


PRESIDENTE

Passiamo alle comunicazioni del Presidente.
Ha chiesto congedo per l'odierna adunanza il Consigliere Giovana.
E' stato presentato il "Disegno di legge relativo a: 'Contributi agli Enti locali per il potenziamento dei servizi pubblici di trasporto nei giorni festivi'", da parte della Giunta Regionale in data 9 gennaio '74 nella stessa data è stato assegnato alla 2^ Commissione permanente.


Argomento: Formazione professionale

a) Corsi di aggiornamento per gli insegnanti


PRESIDENTE

Desidero ricordare ai signori Consiglieri che da oggi ha inizio la seconda fase dei Corsi di aggiornamento per insegnanti indetti dal Consiglio Regionale nel quadro delle celebrazioni per il 30° anniversario della Lotta di Liberazione e nel 25° anniversario della Costituzione repubblicana. I corsi si svolgeranno dal 10 al 19 gennaio nell'Aula magna della Facoltà di Magistero - via S. Ottavio n. 20.
Dato l'interesse e l'importanza dell'iniziativa, che ritengo qualificante sia per le persone alle quali è rivolta che per gli argomenti trattati, invito i signori Consiglieri ad essere presenti alle diverse lezioni, secondo il programma precedentemente distribuito.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

b) Problemi del lavoro


PRESIDENTE

Nel campo dei problemi del lavoro sono da segnalare: la chiusura dell'Abitificio Rossi di Mondovì, in rapporto alla quale è stato fissato dal Presidente della Giunta un incontro con i Capigruppo ed i vari Consiglieri per venerdì 11 alle ore 18, nella sede della Giunta la situazione all'Azienda Coppo di Collegno, che opera nel campo meccano-tessile ed ha alle dipendenze trecento persone. Da tre mesi i dipendenti sono in integrazione (non erogata). Per precedenti interessamenti era sembrato che la soluzione della crisi del gruppo ci sarebbe stata con l'intervento delle Partecipazioni statali, sia per l'azienda di Collegno che per quella di Rovereto. Allo stato attuale, pare che l'orientamento sia per un intervento delle Partecipazioni Statali a Rovereto, mentre per Collegno si profila una soluzione privatistica molto precaria, incerta e senza garanzie occupazionali. L'orientamento delle Organizzazioni sindacali, delle maestranze, dei Gruppi consiliari presenti all'assemblea di lunedì c.m. è stato quello di procedere con gli stessi criteri, e per gli stessi obiettivi definiti per le Officine Moncenisio nella riunione di venerdì 4 u.s. in sede di Giunta Lunedì 14 c.m, alle ore 16,30 vi sarà in Consiglio una riunione allo scopo di consentire la presenza dei parlamentari piemontesi. Gli Enti locali direttamente interessati, per parte loro, formuleranno un ordine del giorno che sarà inviato ai Presidenti del Consiglio e della Giunta regionali.
Dall'assemblea dei cittadini indetta dal Partito comunista di San Mauro Torinese è stato preparato un documento, inviato al Presidente del Consiglio, in cui si sottolinea l'urgenza di un deciso e ordinato intervento affinché la crisi energetica non assuma aspetti allarmanti, con disagio per la popolazione; per la risoluzione del problema dell'inquinamento per il controllo dei prezzi. L'8 gennaio una delegazione di studenti dell'ITIS di Rivoli si è recata in Consiglio Regionale, dove è stata ricevuta dal Presidente della 3^ Commissione, delegato dal Presidente del Consiglio, ed ha esposto le proprie preoccupazioni per il fatto che a quanto sembra la Provincia di Torino non intende occuparsi del problema del trasporto dei 1200 allievi alla sede dell'Istituto, distante da due a tre chilometri dal centro di Rivoli.
Per sabato 12, alle ore 9,30, gli studenti hanno indetto una assemblea pubblica, cui saranno invitati la Provincia di Torino, il Comune di Rivoli il Presidente del Consiglio, i Capigruppo ed il Presidente della Giunta.


Argomento: Questioni internazionali

c) Onorificenza polacca al Consigliere Calsolaro


PRESIDENTE

Martedì 11 dicembre l'ambasciatore della Repubblica popolare di Polonia presso la Repubblica italiana, Kazimierz Disor, ha consegnato, nel corso di una cerimonia tenutasi in Roma nella sede dell'Ambasciata polacca, le insegne dell'Ordine al merito della cultura polacca al Consigliere regionale Corrado Calsolaro.
L'onorificenza, riservata ai cittadini stranieri, è stata conferita con decreto del Ministro della Cultura e delle Belle Art. della Repubblica popolare di Polonia, per il contributo dato dal Consigliere Calsolaro alla conoscenza della cultura polacca con le iniziative assunte nella sua qualità di Assessore all'Istruzione della Provincia di Torino dal 1966 al 1970.
Mi congratulo vivamente con il Consigliere Calsolaro.


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati

d) Osservazioni Commissario del Governo sulla legge regionale sul fondo per gli interventi straordinari in agricoltura


PRESIDENTE

I Consiglieri ricorderanno che la legge regionale 26 luglio 1973: "Fondo per gli interventi straordinari in agricoltura" era stata rinviata a nuovo esame del Consiglio Regionale, che ne aveva poi elaborata ed approvata una nuova. Nel dare comunicazione del rinvio il Commissario del Governo aveva preannunciato la precisazione di ulteriori osservazioni, in aggiunta a quelle già indicate, che avevano determinato la richiesta di riesame. Le ulteriori osservazioni sono: a) l'apertura del conto corrente dovrebbe effettuarsi presso la Tesoreria regionale b) la concessione delle anticipazioni di cui all'art. 3 ai coltivatori danneggiati dovrebbe avvenire a riconoscimento effettuato da parte degli organi statali della titolarità del diritto all'intervento c) la disposizione del 5° comma dell'art. 3 viene ad ampliare l'arco temporale dei finanziamenti oltre il quinquennio previsto dalla legislazione statale d) non appare giustificata dalla natura delle spese previste dal provvedimento la dichiarazione della loro obbligatorietà di cui al 1° comma dell'art. 11 e) gli atti regionali di utilizzazione del fondo sono comunque da sottoporsi al controllo della Commissione di cui all'art 41 e segg. della legge 10 febbraio 1953, n. 62 f) alla determinazione della spesa per gli esercizi 1973 e successivi nonché alla relativa copertura, è da provvedersi, in carenza di norme al riguardo nel provvedimento in esame, attesa la sua impostazione, con appositi provvedimenti legislativi.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

e) Nuova composizione delle Commissioni permanenti del Consiglio Regionale


PRESIDENTE

Il capogruppo della Democrazia Cristiana, avv. Adriano Bianchi, mi comunica: "Illustrissimo Signor Presidente, mi faccio dovere di sottoporle anche ai sensi del Regolamento, i mutamenti nell'assegnazione alle Commissioni che il Gruppo della Democrazia Cristiana propone: Assessore geom. Mauro Chiabrando, lascia la 7^ Commissione e viene designato a far parte della 5^; il Consigliere dott. Carlo Visone viene designato a far parte della 8^ e della 3^ Commissione, e lascia quindi la 5^; il Consigliere cav. Chiaffredo Giletta lascia la 3^ Commissione e viene designato a far parte della 7^".
Chiede di parlare il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Per una semplice integrazione, scusandomi della precedente incompletezza. Riguarda l'assegnazione del dott. Calleri alle Commissioni I e II, alla I in sostituzione dell'Assessore Carlo Borando, alla II in aggiunta.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Elezione di un Vice Presidente del Consiglio Regionale e elezione di due Consiglieri Segretari dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale


PRESIDENTE

Passiamo al punto quarto dell'o.d.g.: "Adempimento di cui all'art. 14 dello Statuto regionale: a) 'Elezione di un Vice Presidente del Consiglio Regionale'; b) 'Elezione di due Consiglieri Segretari dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale'".
Come i Consiglieri sanno, il 2 luglio '71 il Consiglio aveva proceduto alla nomina del Presidente e dei due Vicepresidenti. Sono seguite modifiche che non starò a ricordare. Sono stati nominati anche i due Segretari Menozzi e Gerini. Con il 2 gennaio di quest'anno, trascorsi i trenta mesi previsti dallo Statuto per la durata della carica, sono venuti a scadere i due Segretari dell'Ufficio di Presidenza ed il Consigliere Sanlorenzo.
Bisogna pertanto procedere alla sostituzione di questi tre componenti secondo quanto fissato dallo Statuto e dal Regolamento.
Lo Statuto prescrive, all'art. 14: "Alla elezione dei Vicepresidenti e dei Segretari si procede con votazioni separate, e ciascun Consigliere vota a scrutinio segreto con le modalità stabilite dal Regolamento".
Il Regolamento stabilisce che: "Eletto il Presidente, si procede con votazioni separate ed a scrutinio segreto alla elezione dei due Vicepresidenti - nel nostro caso, l'unico che è scaduto - e di due Segretari. Ciascun Consigliere vota un nome solo. Lo spoglio delle schede è compiuto seduta stante dall'Ufficio provvisorio di presidenza. Dopo la proclamazione dei risultati delle elezioni, questo si insedia e dà luogo ai successivi adempimenti. Sono eletti i Consiglieri che hanno ottenuto il maggior numero di voti".
Qualcuno chiede di parlare? Il Consigliere Berti. Ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Viste le dichiarazioni che in precedenti sedute sono state fatte, e in Consiglio e in sede di riunione di Capigruppo, secondo le quali la composizione dell'Ufficio di Presidenza rimarrà immutata, in particolare per quanto riguarda l'unica Vicepresidenza, il Gruppo comunista annuncia che darà il suo voto al compagno Dino Sanlorenzo.
Abbiamo voluto indicare il nome al quale andrà il nostro voto, così come si era fatto per il Presidente, in quanto riteniamo giusto porre in evidenza che i componenti il Gruppo comunista intendono sostenere la candidatura di un loro compagno del quale credo nessuno, soprattutto fra i membri dell'Ufficio di Presidenza, abbia difficoltà a riconoscere che ha dato un contributo determinante per il buon funzionamento di tale Ufficio.
Noi, dunque, rivotiamo oggi Dino Sanlorenzo per due motivi: perché è un comunista, e perché ha svolto degnamente il suo compito.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, in altre sedi, in riunione di Capigruppo, noi democristiani avevamo, in un momento di incertezza, tenuto a sgombrare il campo da ogni equivoco, da ogni nebulosità, affermando che, quale che fosse la situazione in relazione alla rappresentanza della Democrazia Cristiana in seno all'Ufficio di Presidenza, senza ovviamente rinunciare ai diritti e alle legittime aspettative del Gruppo di maggioranza relativa, non avremmo consentito a che venissero stravolte delle situazioni a scapito della legittima rappresentanza del maggiore Gruppo di minoranza e delle minoranze in genere.
Sul piano personale, non possiamo che ribadire la nostra stima per il Vicepresidente Sanlorenzo.
In questo spirito, e con questo significato, il nostro Gruppo voterà per la rielezione a Vicepresidente del Consigliere Sanlorenzo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Calsolaro. Ne ha facoltà.



CALSOLARO Corrado

Il Gruppo socialista dichiara di votare quale Vicepresidente del Consiglio Regionale il Consigliere Sanlorenzo e di riconfermargli pertanto la fiducia già accordatagli all'inizio della legislatura.
Il Consigliere Sanlorenzo ha dato prova di grande impegno personale nello svolgimento dell'incarico di Vicepresidente, assicurando con la sua presenza nel più alto ufficio del Consiglio Regionale la partecipazione ad esso del più forte Gruppo di minoranza del Consiglio.
Il nostro voto per la riconferma del Consigliere Sanlorenzo era già stato annunciato fin da quando il PSI aveva condotto la sua azione politica intesa a rivendicare la propria presenza nell'Ufficio. Non abbiamo, quindi che da richiamare quanto detto e scritto a suo tempo. E' un voto da intendersi anche come espressione di stima verso una persona che ha saputo elevarsi, nello svolgimento dei suoi compiti, al di sopra degli interessi contingenti, interpretando così, correttamente e democraticamente il ruolo di rappresentante dell'intero Consiglio e facendosi altresì promotore di iniziative, come quelle collegate alla celebrazione del trentesimo anniversario della Resistenza, che hanno ottenuto l'unanime consenso del Consiglio Regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Carazzoni. Ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, Colleghi Consiglieri, per ragioni di principio e di coerenza, noi vogliamo approfittare anche di questa occasione per ribadire ancora una volta le nostre motivate riserve in ordine alla composizione dell'Ufficio di Presidenza, quale è stata fino ad oggi e quale, alla luce delle dichiarazioni testé udite, continuerà ad essere pur dopo le integrazioni cui l'Assemblea, a sensi dell'art. 14 dello Statuto regionale si accinge a provvedere.
Si giustificano e si sostanziano, queste riserve, con il convincimento che, così come in oggi composto, questo Ufficio di Presidenza non è rappresentativo di tutti i Gruppi che siedono in questo Consiglio Regionale, e che, di conseguenza, mancando del requisito della rappresentatività, non può offrire, come ad avviso nostro in realtà non offre, le dovute e soddisfacenti garanzie di equità e di imparzialità.
E' ben vero che le vicende dell'ultima crisi hanno degradato a merce di scambio addirittura il vertice dell'Ufficio di Presidenza e hanno inficiato l'autonomia stessa di questo istituto, che è stata difesa a parole, ma ci pare non proprio con i fatti, in quella occasione, dall'allora Presidente del Consiglio, oggi Presidente della Giunta. Però, è altresì vero che, a prescindere da quella esperienza, non è possibile concepire l'Ufficio di Presidenza se non come un organo che si dovrebbe collocare al di sopra delle parti, garante e depositario dei diritti e dei doveri di tutte le componenti dell'Assemblea, condizione questa che può essere soddisfatta solo nel caso che si apra l'Ufficio di Presidenza stesso alla partecipazione di tutti i Gruppi politici qui presenti.Non è purtroppo il caso dell'Ufficio di Presidenza della nostra Regione, che resta chiuso, e noi aggiungiamo "faziosamente" chiuso, alla rappresentanza della Destra nazionale, e che ci costringe - lo facciamo con amarezza più che con spirito polemico - a dichiarare ancora una volta di non poterci sentire sufficientemente rappresentati né garantiti da un organo che ci lascia esclusi.
Abbiamo già avuto anche occasione di osservare che, se nel passato era tecnicamente impossibile consentire a tutte le parti politiche che compongono questo Consiglio Regionale diritto di rappresentanza nell'Ufficio di Presidenza, che veniva allora eletto in forza della Legge 10 febbraio '53 n. 62, oggi questa difficoltà tecnica non sussiste più perché per superarla basterebbe dare applicazione all'art. 14 dello Statuto regionale, che prevede appunto l'allargamento dell'Ufficio di Presidenza con la elezione di quattro anziché due Segretari, portando la disponibilità dei posti a sette, tanti quanti sono i Gruppi consiliari. Ove questa norma statutaria trovasse applicazione, tutte le componenti politiche dell'Assemblea potrebbero essere rappresentate nell'Ufficio dì Presidenza E peraltro questo non verrebbe a sovvertire nell'interno dell'istituto i rapporti fra maggioranza e minoranza, in quanto 4 sono i Gruppi maggioritari e tre i minoritari, anche se, in tempi di operante compromesso, non sappiamo esattamente dove collocare il Gruppo comunista.
Ma per l'attuazione della norma statutaria che noi abbiamo voluto nuovamente richiamare manca la volontà politica, mentre permane il disegno discriminante nei confronti della nostra parte: un disegno che trova consenzienti e complici anche quelle forze politiche che dovrebbero, al contrario, mostrare più prudente saggezza (ci riferiamo, ovviamente, ai liberali, i quali dovrebbero ricordare che chi di discriminazione ferisce presto o tardi, di discriminazione può anche perire); un disegno, comunque che anacronistico anche in questi tempi di archi costituzionali, se è vero come è vero, che la Destra nazionale è correttamente rappresentata negli Uffici di Presidenza del Parlamento, così alla Camera come al Senato. Non si può dunque non concludere che nel caso della Regione Piemonte quella mantenuta nei confronti della nostra parte e una discriminazione gratuita ed assurda, che non torna a decoro di questa Assemblea, che offende la nostra sensibilità, che lede i diritti, e soprattutto mortifica gli elettori piemontesi di cui abbiamo la legittima e morale rappresentanza.
Contro questa dimostrazione permanente di antidemocrazia noi ripetiamo ancora una volta la denuncia e la protesta dell'MSI-Destra nazionale confermando che il nostro Gruppo, così nella elezione di un Vicepresidente come in quella dei due Segretari dell'Ufficio di Presidenza, voterà scheda bianca, e precisando altresì che, pur nel rispetto dovuto alla persona degli eletti, noi non ci sentiremo né da loro né dai colleghi loro rappresentati o interpretati.



PRESIDENTE

Nessun altro chiede di parlare? Si passi allora alla votazione. Vengano distribuite anzitutto le schede per la elezione di un Vicepresidente del Consiglio Regionale.
Proclamo l'esito della votazione: Presenti e votanti 48 Hanno ottenuto voti: SANLORENZO 39 SOLDANO 1 Schede bianche 8 Proclamo pertanto eletto Vicepresidente del Consiglio Regionale del Piemonte il Consigliere Dino Sanlorenzo.
Passiamo ora all'"Elezione di due Consiglieri Segretari dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale".
Qualcuno chiede di parlare in proposito? Il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Desidero semplicemente formulare la designazione del Consigliere Franzi e proporre la riconferma del Consigliere Gerini.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Berti. Ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Dichiaro che il nostro Gruppo deporrà scheda bianca.



PRESIDENTE

Nessun altro chiede di parlare? Si proceda allora alla votazione.
Ricordo che i Segretari da eleggere sono due, ma i Consiglieri possono indicare un nome solo sulla propria scheda: saranno eletti i due Consiglieri che avranno ottenuto il più alto numero di suffragi.
Proclamo l'esito della votazione: Presenti e votanti 48 Hanno ottenuto voti: FRANZI 19 GERINI 15 GILETTA 1 Schede bianche 13 Proclamo pertanto eletti segretari i Consiglieri Franzi e Gerini.
Invito il Consigliere Franzi a prender posto alla Presidenza ringraziando il Consigliere Menozzi per la solerte attività prestata in questi trenta mesi.
Ha chiesto di parlare il Vicepresidente Sanlorenzo. Ne ha facoltà.



SANLORENZO Dino, Vicepresidente del Consiglio Regionale

Desidero ringraziare l'assemblea del voto che ha espresso e delle parole che hanno accompagnato la elezione. C'è un solo modo per tradurre in concreto queste parole e questo voto, ed è valorizzarne la portata unitaria, il significato politico di rafforzamento dell'Ufficio di Presidenza, nello spirito della fase costituente, che deve continuare, deve perfezionarsi e deve dare nuovi frutti nell'ultimo periodo di vita di questa legislatura. E' un impegno, questo, che assumo personalmente, ma credo sia, d'altronde, l'impegno espresso dall'Ufficio di Presidenza nelle ultime riunioni , che troverà certamente conferma nel piano di lavoro che verrà presentato al Consiglio dal nuovo Ufficio di Presidenza. La collaborazione e lo spirito unitario che hanno caratterizzato questa votazione credo costituiscano garanzia, che, la nostra Regione saprà compiere in questi ultimi diciotto mesi di vita della prima legislatura nuovi, concreti, positivi passi avanti.



PRESIDENTE

Ringraziamo delle sue cortesi parole il Vicepresidente Sanlorenzo.
Vorrei ora chiedere al Consiglio se, in considerazione dei disagi che devono affrontare causa l'inclemenza del tempo i Consiglieri che risiedono fuori Torino, non ritenga sia meglio proseguire i nostri lavori concedendoci solo una pausa di non oltre mezz'ora-tre quarti d'ora, visto che i punti all'ordine del giorno sono ancora numerosi e le votazioni da effettuare, tutte per appello nominale, richiedono molto tempo. Se il Consiglio vorrà confortarmi del suo assenso, potremmo procedere subito alla discussione della proposta di legge al Parlamento sul credito agevolato al settore commerciale; poi si farebbe la breve sospensione; quindi si riprenderebbe per continuare fino ad esaurimento degli argomenti, con la previsione di concludere intorno alle 16.30-17.
Ha facoltà di parlare il Consigliere Calleri.



CALLERI Edoardo

Personalmente non sono d'accordo. A mio avviso, se vogliamo discutere su vari argomenti con un minimo di serenità e anche di approfondimento, non dobbiamo sovraccaricarci, rinunciando a due o tre ore di intervallo fra una seduta e l'altra. Ritengo sia in definitiva assai più producente concedersi una pausa di distensione e di riposo. La sosta per uno spuntino a base di panini può andar bene per altri tipi di riunione, in cui facciamo discussioni di altro genere, non per una assemblea che deve decidere di leggi e di norme importanti quali quelle che sono oggi all'ordine del giorno del Consiglio.
Comprendo perfettamente le ragioni e le motivazioni che hanno spinto il Presidente del Consiglio a fare questa proposta: vorrei però a mia volta pregarlo di tener conto anche di queste considerazioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Berti. Ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Sono d'accordo con quanto ha detto il Consigliere Calleri. Non mi sembra proprio il caso, dopo che abbiamo perso tanti giorni, di metterci ora a far colazione a base di panini per sveltire i lavori, Meglio, quindi sospendere e riprendere oggi.



PRESIDENTE

Nessun altro chiede di parlare? Poiché in questo senso appare orientato il Consiglio sospendo la seduta. La seduta è riconvocata alle ore 15.



(La seduta ha termine alle ore 12.15)



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