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Dettaglio seduta n.187 del 22/12/73 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE


Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Hanno chiesto congedo i Consiglieri: Gandolfi, Conti, Curci, Menozzi e Giovana.
Le interpellanze e le interrogazioni sono state lette ieri sera; le comunicazioni del Presidente relative alle assegnazioni delle proposte dei disegni di legge anche.
Comunico che il Consigliere Beltrami rappresenta la Regione ai funerali del gen. Cadorna, quindi è assente per ragioni del suo mandato.


Argomento: Esercizi provvisori

Esame del disegno di legge n. 121 sull'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno 1974


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del disegno di legge n. 121 relativo a "Esercizio provvisorio per l'anno 1973".
La parola al relatore Consigliere Dotti.



DOTTI Augusto, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, io sarò breve e non vorrei che al momento della votazione ci dovessimo trovare in minoranza, visto l'esiguo numero dei presenti.
La Commissione I, a maggioranza, ha approvato il disegno di legge n.
121 per l'esercizio provvisorio fino al 30 aprile 1974 che la Giunta aveva presentato per poter assicurare la continuità amministrativa dell'Ente Regione, soprattutto per la parte afferente alle spese correnti.
La Commissione ha fatto proprie le motivazioni addotte dalla Giunta essenzialmente sul ritardo con cui il Governo ha fatto conoscere il riparto del fondo comune, pubblicato ufficialmente sulla Gazzetta il 3/12/'73. La somma sicura e certa è stata resa disponibile con grave ritardo, ragione per cui era molto difficile fare un bilancio attendibile, nella sua anche minima entità ed era quasi impossibile evitare l'applicazione dell'istituto dell'esercizio provvisorio.
A queste osservazioni la Commissione ne ha aggiunte altre, prima fra tutte che le spese correnti che si possono fare in questi primi quattro mesi sono legate ad un disegno di legge sul bilancio presentato dalla Giunta col n. 120. La cifra di 83 miliardi è una cifra minima in quanto che il bilancio reale per l'anno 1974 si avvicinerà probabilmente ai 120 miliardi e la Commissione afferma che le somme stanziate nei singoli capitoli per le spese correnti sono più che mai attendibili, direi certe.
Vi è stata poi una motivazione di correttezza politica nel senso che alla Giunta dimissionaria non era possibile, durante la crisi, presentare un disegno di legge sul bilancio per attuare quella partecipazione delle forze popolari delle categorie di ogni genere e di ogni tipo le quali devono trovarsi di fronte a delle spese certe e sicure in un bilancio ormai definito. Pertanto (siccome si è già dichiarata contraria) riteniamo non del tutto corretta l'opposizione comunista che voterà contro l'istituto dell'esercizio provvisorio. Infatti sarebbe stato un artificio quello di approvare un bilancio tale e quale per l'anno '74 e poi mediante note di variazione modificarlo completamente.
Noi pensiamo che questa sia solamente un'occasione per l'opposizione di non dir bene dell'esecutivo e di quanto lo stesso ha fatto fino ad oggi e ci sorprende, dopo le parole di ieri circa il loro benevolo atteggiamento verso la Giunta testé nominata, che non tengano conto anche di quanto viene fatto da questa Giunta che approva l'esercizio provvisorio.



CARAZZONI Nino

Adesso pretende troppo. Va bene l'atteggiamento benevolo...



DOTTI Augusto, relatore

Io non pretendo, dico soltanto che è una contraddizione votare contro l'esercizio provvisorio senza del quale sarebbe troncata l'attività amministrativa della Regione; sapete benissimo che vi sono delle spese che per poter essere fatte hanno bisogno di questo istituto. E' veramente una contraddizione in termini pretendere che la Regione, come sostengono i nostri amici o compagni se volete, oppositori comunisti, riprenda con vigore il suo cammino senza approvare l'esercizio provvisorio che oggi è indispensabile per andare avanti.
Sono delle patenti contraddizioni, perché mentre si chiede di far fronte, ad esempio, alla tutela dell'occupazione in Piemonte, sui loro giornali leggiamo che si battono perché non venga costruito un nuovo stabilimento della Miroglio semplicemente perché si teme che vi siano degli inquinamenti e che non vengano osservate le regole sull'ecologia. Bisogna invece pretendere che siano osservate queste regole, che non vi siano inquinamenti e che sia salvata l'occupazione in un momento in cui vediamo in altre fabbriche, per esempio la Moncenisio, che si teme di perdere l'occupazione. Guardiamo pure al Mezzogiorno, ma non al punto da creare una recessione in Piemonte.
Quindi a questi novelli Giani bifronte io raccomanderei una certa prudenza se vogliono realmente collaborare ad un andamento pratico e concreto di attività nella Regione Piemonte.
Io non ho altro da dire che questo: la Commissione ha approvato a maggioranza il disegno di legge n. 121 della Giunta.



PRESIDENTE

Apro la discussione. Ha chiesto la parola il Consigliere Raschio, ne ha facoltà.



RASCHIO Luciano

Se non avessi stima personale per il Consigliere Dotti direi che ha dormito male questa notte e che si è svegliato ancora peggio in quanto, per raccattare voti (fino a pochi secondi fa la maggioranza non aveva ancora presenza in aula e voti sufficienti per varare l'esercizio provvisorio) ha trovato l'espediente, quasi teatrale, di tirare avanti con storielle pseudoamene chiedendo a noi comunisti il voto e dimenticandosi (abbi pazienza Dotti, ma per me la tua è veramente una grave scorrettezza) che ancora una volta la Giunta ha affrontato la questione del bilancio in piena crisi: è il secondo bilancio in due anni che viene presentato, con la proposta di esercizio provvisorio, da una Giunta in crisi.
Io non chiedo qui, perché sarei anch'io poco educato, a Paganelli "poveraccio" (dico proprio "poveraccio" fra virgolette) come abbia potuto preparare un bilancio e una delibera di esercizio provvisorio, per la seconda volta, con la Giunta in crisi! Ieri autorevolmente prima Rivalta e poi Berti, nostro Capogruppo, hanno molto bene illustrato il nostro tipo di opposizione nei confronti di questa Giunta. Non chiedeteci però di votare un esercizio provvisorio determinato prima da una Giunta di centro-destra, fatto con la stessa Giunta in crisi e lo sottolineo - e quindi presentato, come un pacchetto, che la nuova Giunta, nominata dalla maggioranza ieri sera, dovrebbe portare come un pesante e scomodo zaino sulle spalle. Caro Dotti, su nomina a maggioranza della Commissione, tu hai illustrato i motivi per i quali la maggioranza della Commissione suggerisce al Consiglio Regionale di approvare l'esercizio provvisorio per il 1974. Invece però di fare un discorso da novello Don Chisciotte contro i mulini a vento, avresti dovuto illustrare le numerose perplessità che sono sorte fra i membri della Commissione sul modo con il quale è stata presentata la richiesta di esercizio provvisorio per il bilancio '74.
Mi spiego: una Giunta dimissionaria dall'11 di ottobre, dimissionaria ripeto e quindi incaricata solamente degli affari correnti, lo sottolineo presenta una legge di esercizio provvisorio per il 1974. Abbiamo detto in Commissione: come è possibile che una Giunta dimissionaria abbia i poteri per presentare un esercizio provvisorio del bilancio? In Commissione alcuni esponenti molto qualificati hanno detto: la nuova Giunta dovrà invece fare il bilancio per il 1974 e la richiesta di esercizio provvisorio per non dare motivi di impugnativa a qualsiasi cittadino, che ravvisi in questo atto della passata Giunta dimissionaria un'illegalità.
Questo semmai, caro Dotti, era un discorso da farsi, e non richiamare nel modo che tu hai fatto, la minoranza comunista alla responsabilità che si assume a non votare l'esercizio provvisorio. I comunisti tramite il Consigliere Sanlorenzo, in sede di Commissione avevano sollevato il problema di non poco conto anche giuridico. Voi non ne tenete conto. A voi e solo a voi sta il voto positivo! La nostra posizione però non è certo quella di impedire con argomentazioni giuridiche alla nuova Giunta di andare avanti nel campo dell'esercizio provvisorio, ma certo è quella di richiamare la maggioranza ai suoi doveri nei confronti del Consiglio Regionale, di richiamare l'attenzione dell'avv. Viglione Presidente del Consiglio Regionale e del nuovo Presidente della Giunta avv. Oberto perché venga chiarita la validità politica e giuridica di un bilancio presentato da una Giunta dimissionaria e notevolmente diversa dalla presente affinché non sorgano elementi di ostacolo al normale disbrigo dell'attività amministrativa.
Circa le spese correnti, caro Dotti, tu sai molto bene che in quell'ambito entrano in campo non solo gli stipendi dei nostri dipendenti ma tutta una serie di spese che sono sempre state il patrocinio e il dominio clientelare di alcuni Assessori che oggi fortunatamente non siedono più nella nuova Giunta Regionale. Sotto la voce di "spese correnti" si sono manovrati miliardi e miliardi, circa l'80 per cento del bilancio del 1973.
Quindi un'alta percentuale del bilancio è stata spesa dalla Giunta senza alcun controllo, senza alcun parere del Consiglio Regionale ma, in buona parte, con una politica che è passata sulla testa degli enti locali. E allora che cosa vuoi, Dotti, che cosa volete come maggioranza, che noi si avalli con l'esercizio provvisorio per il 1974 anche questo metodo di lavoro, questo tipo abnorme di rapporto fra Giunta e Consiglio? Dal momento che nasce una Giunta nuova attendiamo dal suo programma e dal suo modo di agire impegni ben precisi nei confronti della liceità dei passati atteggiamenti della Giunta di centro-destra in campo amministrativo e per gli interventi programmatori.
Ecco quindi che il nostro non è un atteggiamento di ripulsa, di irresponsabilità, semmai è un'irresponsabilità quella che ha condotto la maggioranza fino a pochi minuti fa a trovarsi addirittura in minoranza se si fosse votato in quel momento l'esercizio provvisorio! Quindi il nostro è un voto contrario, serio, responsabile ed un invito pressante al nuovo Presidente della Giunta ed al Presidente del Consiglio Regionale perch esaminino attentamente le nostre valutazioni nei riguardi della problematica dell'esercizio provvisorio deciso dalla Giunta dimissionaria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, signori Consiglieri, naturalmente noi voteremo contro la richiesta di esercizio provvisorio senza timore di cadere in palese contraddizione, anche perché da parte nostra non è stata preannunciata alcuna opposizione benevola a questa Giunta.
La richiesta è motivata dal grave ritardo con il quale il Governo centrale ha comunicato la quota spettante alla Regione Piemonte nel riparto del fondo comune. Ebbene, questo è senz'altro vero, ma non ci sembra che possa essere giustificazione tale da potersi accettare.
E' indubbio che esiste, e lo abbiamo constatato tutti, la tendenza da parte del vertice governativo di rallentare, di frenare, di insabbiare l'attività della Regione; ma (non sembri strano quello che noi diciamo essendo stati a suo tempo decisi oppositori della riforma regionale) noi oggi diciamo che, visto che le Regioni esistono, si tratta di farle funzionare nel miglior modo possibile o nel meno peggio modo possibile. Ed è per questo che non possiamo accettare la giustificazione di questa strategia di attesa e di ritardo di parte governativa.
Se vi è consentito l'inciso, ieri l'avv. Oberto ha fatto un richiamo al dibattito parlamentare sulle autonomie contabili dei Consigli Regionali.
Noi vorremmo cogliere questa occasione per precisare che effettivamente la nostra è stata una posizione, tra l'altro solitaria, di opposizione, per due ragioni: l'una, sulla quale certamente non si darà il consenso da parte e dell'avo Oberto e degli altri rappresentanti di questo Consiglio, e cioè sulla negata possibilità di controllo da parte della Corte Costituzionale dei fondi a disposizione dei Consigli Regionali; noi questo lo abbiamo detto in Parlamento attraverso gli interventi dei nostri deputati sostenendo che in questo modo a disposizione dei Consigli Regionali venivano dati dei fondi che potevano essere poi impiegati in modo discutibile, senza alcun controllo di merito. D'altra parte, e abbiamo un chiaro esempio qui, in questa nostra Regione dove, con i fondi del Consiglio Regionale non controllabili, si finanziano largamente tutte le iniziative in atto per le celebrazioni della Resistenza.
La seconda ragione sulla quale richiamiamo l'attenzione, è stata la tesi che era assurdo chiedere al Parlamento di ratificare l'autonomia contabile dei Consigli Regionali, quando le Regioni già da due anni nei loro statuti avevano inserito il principio dell'autonomia contabile stessa.
Questo non era un modo serio di comportarsi da parte del Governo nei confronti delle autonomie regionali.
Noi ci siamo permessi di fare questa precisazione, proprio per sottolineare la tesi che avevamo brevemente esposta poc'anzi, e cioè che siamo perfettamente d'accordo nel dire che è criticabile la posizione governativa quando in qualunque modo, con qualunque motivazione, rallenta frena, ostacola l'attività delle Regioni; ma non per questo, pur dando atto che effettivamente vi è stato un ritardo da parte del Governo nel dare comunicazione delle quote spettanti alla Regione Piemonte, noi possiamo adesso accettare una richiesta di esercizio provvisorio.
Un altro motivo che ci spinge ad essere nettamente contrari a questa richiesta, è dato dal fatto evidente, che crediamo impossibile a negarsi che la richiesta stessa è motivata dalla crisi che per tre mesi ha bloccato questa Regione. Anche a questo proposito non pensiamo che si possa pretendere dalla parte nostra comprensione nei confronti di una vicenda sulla quale ci siamo già lungamente ieri intrattenuti e che, tra le molteplici conseguenze che ha determinato, ha provocato anche la paralisi delle attività e quindi l'impossibilità di varare nei termini il bilancio per l'esercizio finanziario 1974.
Avremmo potuto comprendere la richiesta di esercizio provvisorio che non mirasse al massimo di dilazione consentito dallo Statuto; ci troviamo invece di fronte alla richiesta di un esercizio provvisorio portato al limite di quattro mesi, che è appunto il termine massimo contemplato.
Per queste ragioni noi, come anticipato, voteremo contro la richiesta della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Garabello.



GARABELLO Enzo

Signor Presidente, uno dei motivi per cui - al di là delle considerazioni di natura politica legate alla crisi regionale - è stato richiesto l'esercizio provvisorio, è che, se non tutte, certamente la larga maggioranza delle Regioni a statuto ordinario lo adotterà: lo ha reso noto l'Assessore Paganelli, dopo le recenti sedute della Commissione interregionale. Infatti approvare un bilancio con assegnazione, da parte del Governo, di una parte soltanto dei fondi, comporta note di variazione e quindi sostanzialmente il rifacimento del bilancio stesso, con una doppia procedura. E ciò comporta soprattutto un movimento all'esterno dell'Ente Regione perché il bilancio è una cosa di cui giustamente si parla all'esterno; al bilancio guardano gli enti locali e le organizzazioni sociali consultate, e quindi si crea un movimento sostanzialmente artificioso attorno ad un documento incompleto.
Indubbiamente noi non possiamo non rilevare come l'autorità centrale solo per il fatto di non mettere a disposizione in tempo utile i fondi per consentire l'approvazione dei bilanci entro l'anno solare precedente a quello di competenza, di per sé, volontariamente o meno, già mette una zeppa nell'attività delle Regioni, per cui è necessario che le Regioni e il Parlamento riescano ad ottenere dal Governo un impegno di maggiore puntualità.
Fra l'altro quest'anno le Regioni si sono impegnate con il nuovo Governo in un dialogo molto più serrato e dopo una prima incertezza da parte del Governo stesso questo dialogo è andato avanti, per cui ora, anche se non è completa l'assegnazione dei fondi si deve riconoscere che i bilanci regionali da quest'anno avranno un'espansione, e questa è la conseguenza dell'impegno di rivendicazione portato avanti dalle Regioni.
Quindi mi pare che la questione del ritardo nella compilazione dei bilanci sia comprensibile, anche se dobbiamo continuare negli sforzi che ci mettono in condizione di arrivare nei tempi statutari. Altrimenti (e lo dicevamo già l'anno scorso) si dovrà pensare ad una modifica allo statuto perché non è corretto costringere una Giunta ad essere, e non per propria volontà, costantemente in mora rispetto ai termini statutari. E ci specialmente nei confronti della comunità regionale. Il discorso quindi mi pare abbastanza chiaro.
In questo quadro la Regione Piemonte si è trovata in una situazione del tutto particolare, cioè quella di avere una crisi di Giunta risolta appena a chiusura dell'anno solare. E' così sorta (devo dare atto al collega Sanlorenzo di averla sollevata in Commissione) una preoccupazione che del resto la Commissione non ha fatto propria. Ci si è domandati cioè se il disegno di legge per l'esercizio provvisorio presentato da una Giunta dimissionaria sia da considerarsi valido o meno. Si è discusso a lungo perché ogni volta che si crea un fatto nuovo bisogna affrontarne gli aspetti giuridici.
Si è ritenuto che le leggi di bilancio siano leggi particolari, e la Giunta dimissionaria non avrebbe potuto fare a meno di presentare comunque il bilancio. Naturalmente il bilancio presentato non può essere considerato definitivo. Abbiamo già riconosciuto che non è completo in quanto riguarda le entrate; inoltre vi è una considerazione politica generale che non è propriamente né di maggioranza, né di opposizione: cambiando una Giunta, in particolare se cambia la sua formula politica, si devono prevedere variazioni per adeguare il bilancio alla linee programmatiche della nuova Giunta.
Quindi non c'è nessun dubbio che la presentazione del bilancio è un atto correttamente compiuto per non interrompere l'attività ordinaria della Regione.
A questo punto ci si è domandati come ci si doveva comportare, perch non c'è nessuna previsione nel nostro statuto circa l'eventuale decadenza di proposte legislative presentate da una Giunta dimissionaria. Bisogna soltanto vedere se formalmente la legge per l'esercizio provvisorio, che ha dei termini che non possono essere superati, debba essere portata così di fronte al Consiglio Regionale.
Si è trovata una soluzione - che costituirà probabilmente precedente e che è parsa accettabile: al termine del dibattito, quando si arriverà alla votazione, la Giunta dichiarerà la propria adesione ai provvedimenti relativi al bilancio proposti dalla Giunta precedente, al fine di stabilire la continuità. In questo modo non è necessaria una nuova deliberazione della Giunta, atto formale che coinvolgerebbe un giudizio sul bilancio presentato.
Ultima cosa, la durata dell'esercizio provvisorio. A norma di statuto la legge presentata dalla Giunta è regolare, lo statuto prevede un esercizio provvisorio massimo di quattro mesi. Evidentemente da parte di tutti, forse di opposizione e di maggioranza, si è sollecitata dalla nuova Giunta la presentazione della nota di variazione al bilancio in termini tali che si possa svolgere tutto il suo iter di preparazione con le consultazioni nell'ambito della Commissione, poi verrà il dibattito consiliare: occorre agire in modo da non occupare tutti i quattro mesi previsti dal disegno di legge, che però conviene in ogni caso consentire.
Concludendo, farei ancora un'osservazione di natura politica. Con l'esercizio provvisorio, la Giunta può operare solo per le spese correnti che - del resto - non sono soltanto quelle relative agli stipendi del personale. Però, con le sole spese correnti, la Giunta non può fare una politica, che resta piuttosto legata agli investimenti ed alle nuove leggi da proporre ed approvare.
Per potersi mettere in condizione di esercitare in pieno la propria volontà politica, la Giunta deve poter disporre di un bilancio effettivo: questo mi pare uno stimolo utile per ridurre al minimo i tempi di preparazione della nota di variazione.
Per fare ciò, vi è però l'esigenza di avere a disposizione i fondi di cui all'art. 9 della legge finanziaria; quindi la Giunta, collegandosi con le altre Regioni, provvederà a stimolare il Governo per avere al più presto questa disponibilità e chiudere l'iter approvativo del bilancio.
In un quadro del genere, a nome del Gruppo D.C., dichiaro il voto a favore dell'esercizio provvisorio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Berti, ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Il relatore della I Commissione Dotti ha ritenuto di doverci rimproverare, di richiamarci circa l'atteggiamento che noi assumiamo nei confronti dell'esercizio provvisorio. E' nel suo diritto di farlo e lo fa.
Io tuttavia vorrei, prima di tutto, cogliere l'occasione per esprimere un'altra volta un richiamo che abbiamo già fatto altre volte in Consiglio Regionale e cioè che noi siamo Consiglieri regionali eletti, ma pagati, e anche bene, per svolgere il nostro compito. Faccio questo richiamo con la forza che mi viene dal fatto che il nostro Gruppo è invece sempre presente ed è quello che garantisce, in generale, l'attività, il numero legale e del Consiglio e sopratutto delle Commissioni; mi sento di fare questo richiamo affinché ogni Consigliere regionale senta l'esigenza assoluta di rispondere, per quanto riguarda frequenza e puntualità. Non è ammissibile che Consiglieri pagati per questo lavoro disertino le sedute, se non in modo giustificato; non è ammissibile che nelle Commissioni del Consiglio Regionale (e ieri il Presidente ha ritenuto veramente importante la nostra attività) vi siano Consiglieri che non si sono forse mai visti. Se noi dovessimo dare l'indennità ai Consiglieri in rapporto alla loro frequenza nelle Commissioni, credo che ci sarebbero delle decurtazioni piuttosto elevate Quindi non accetto il rimprovero anche perché, per quanto ci riguarda, noi assumiamo responsabilmente le nostre posizioni senza bisogno di essere richiamati alla nostra coerenza.
Per il resto è abbastanza singolare, stupefacente (e poteva venire soltanto da Dotti) che ci si rimproveri di votare contro l'esercizio provvisorio quando ieri abbiamo annunciato un'opposizione benevola alla Giunta. Che cosa vuol dire? Che senso ha dal punto di vista politico? non ha alcun senso, stupisce persino che tesi di questo genere possano venire dal Consiglio Regionale. La maggioranza faccia il suo mestiere. Presenta l'esercizio provvisorio? Ha una maggioranza di circa 30 Consiglieri? Se la garantisca. Anche da questo punto di vista che senso ha il richiamo a noi? E questa è la prima considerazione.
La seconda è che in realtà noi potremmo anche cogliere come elemento positivo, al limite, il fatto che il rappresentante della D.C. abbia sentito il bisogno di chiedere al P.C.I. di essere coerente e di appoggiare l'iniziativa della maggioranza. Se questo è un invito esplicito, allora deve essere reso anche più esplicito e noi non possiamo che cogliere gli elementi positivi di questo, e mi fa piacere che si sia rivolta al P.C.I. e non al P.L.I. per esempio, perché in questo caso ha chiaramente delineato il tipo di forza politica; è un calcolo numerico, certe volte la forza anche soltanto numerica conta molto.
Il discorso tuttavia non è questo. Ieri noi abbiamo detto chiaramente quali sono le nostre posizioni, abbiamo votato contro il documento della Giunta, pur in un contesto che abbiamo giudicato positivo in quanto viene con la sconfitta del centro-destra, e abbiamo colto alcuni elementi che ci consentono oggi, quando siamo posti di fronte a fatti positivi, di collocarci in modo positivo, perché abbiamo interesse che la Regione vada avanti in modo positivo.
Si può dire che l'esercizio provvisorio che ci viene qui presentato, in rapporto ad un bilancio che è stato preparato non da questa Giunta, ma da quella precedente, è un fatto positivo. Noi non siamo stati chiamati ad esprimere un parere, ma credo sia persino ovvio dire che l'esercizio provvisorio non è un atto tecnico, è un atto politico perché autorizza una spesa corrente di cui conosciamo tutti le dimensioni. Un rappresentante liberale, il Consigliere Rossotto, in un suo giornale, ha scritto a chiare lettere che è il 90 per cento praticamente che viene amministrato dalla Giunta. Noi siamo convinti che è così, si tratta di miliardi utilizzati in rapporto ad una linea che la Giunta ha stabilito. Noi non siamo stati chiamati ad esaminare l'esercizio provvisorio in rapporto ad un bilancio elaborato da questa Giunta, ma elaborato da quella precedente, nei confronti del quale avevamo una chiusura netta.
Sono, queste, considerazioni persino ovvie, per chi la politica la fa ed è in rapporto a quel bilancio e se mi consentite in rapporto anche alla fretta con cui si è giunti all'esercizio provvisorio. Noi possiamo anche essere convinti delle ragioni che l'altra volta Paganelli ha portato circa il ritardo del Governo a destinare i fondi, ecc., ma quello che non ci convince è che il bilancio del '74, da cui si estrae l'esercizio provvisorio, ci sia stato dato qualche giorno fa. E questo per colpa di una crisi che è andata avanti 80 giorni. Questo è il contesto politico in cui la posizione comunista non solo si giustifica, ma è assolutamente coerente con le proprie posizioni.
Questo volevo dire, signor Presidente, affinché risultasse chiaro l'atteggiamento del nostro Gruppo.
E colgo quest'occasione anche per sollecitare il Presidente della Giunta ed il Presidente del Consiglio eventualmente a riunire i Capigruppo e le Commissioni interessate per la questione dei libri, perché per quanto mi si dice, se il Consiglio Regionale non interviene con una leggina prima del 31 dicembre, i quattro miliardi e 300 milioni di cui si è parlato andranno al '75. Credo perciò che per l'impegno che tutti noi ci siamo assunti occorre questa mattina esaminare chiaramente che cosa si può fare per impedire che questo avvenga.



PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere Berti e subito dopo, al termine della seduta provvederò a convocare i Capigruppo unitamente al Presidente della Giunta e all'Ufficio di Presidenza.
La parola all'Assessore Paganelli.



PAGANELLI Ettore, Assessore alle finanze e patrimonio

Signor Presidente, signori Consiglieri, rispondo brevemente anche a nome del collega Simonelli, che non ha assistito alla prima parte del dibattito, e che assumerà la titolarità del bilancio.
Non ho molto da aggiungere rispetto a quanto ho detto ieri in Commissione. Il problema che è stato posto dal Consigliere Sanlorenzo ieri in Commissione e nuovamente riaffiorato stamane nell'intervento del collega Raschio, può avere un suo fondamento ed una sua validità anche sotto il profilo di discussione giuridica, di discussione istituzionale.
Io ritengo che la soluzione adottata sia valida. La Giunta, ancorch dimissionaria, finche queste dimissioni non sono state accettate, e specie per quanto afferisce ad un bilancio, ad un esercizio provvisorio, ha il potere-dovere di presentare un disegno di legge il quale, quando viene in discussione in Consiglio con una nuova Giunta, verrà da questa e dal suo Presidente accettato o ritirato.
Per quanto riguarda il ritardo, dirò con l'abituale franchezza che effettivamente la crisi regionale ha pesato sulla presentazione del bilancio e anche del disegno di legge relativo all'esercizio provvisorio.
Ma vi è stato anche il ritardo nella comunicazione di ulteriori fondi e mi riferisco principalmente ai fondi dell'art. 9 per il piano di sviluppo che quest'anno avranno una certa consistenza, mi riferisco alla legge del 13/8/1973 che ha degli stanziamenti per l'agricoltura. Quindi il ritardo ha una duplice origine.
E' pacifico che il bilancio presentato dovrà essere aggiornato con una nota di variazione che lo riveda anche alla luce dei fondi che dovranno arrivare. Era un impegno della Giunta dimissionaria, a maggior ragione è un impegno oggi dal momento che sussiste una nuova Giunta; il nuovo Assessore al bilancio dovrà rivedere tutta la materia.
Credo di aver detto molto onestamente la situazione come si presentava e come si presenta; d'altra parte il Consiglio deve riconoscere al sottoscritto, come uscente Assessore al bilancio, di avere dovuto procedere nel modo in cui si è proceduto. Non potevamo avviarci verso la prospettiva di avere per un mese o due un vuoto nella gestione economica della Regione.
Aggiungo ancora che ritengo che il termine di quattro mesi che lo statuto ci concede, debba essere tutto usufruito non tanto per un fatto interno dell'attuale Giunta perché potremmo anche assumere l'impegno di un termine più breve ma perché se il Governo che deve riunire il CIPE non ci farà conoscere tempestivamente i fondi dell'art. 9, corriamo il rischio di dover presentare due note di variazione al bilancio.
Voglio ancora aggiungere una cosa: alcuni settori sono stati trattati quasi alla pari dello scorso anno, tanto è vero che ho ancora ricevuto una lettera di protesta del collega Franzi il quale segnala come l'agricoltura in questo bilancio non abbia avuto la considerazione che l'aspettativa unanime del Consiglio si attendeva. Debbo dire che tutti i settori per i quali si pensa di utilizzare ampiamente i fondi che ci devono arrivare sono stati tenuti pressappoco sulle posizioni dello scorso anno.
Da parte mia ritengo di non dover aggiungere nulla, sarà il Presidente della Giunta che dirà se fa proprio il vecchio disegno di legge.



PRESIDENTE

C'è la richiesta di parola del Consigliere Zanone, ma io preferirei dargliela in sede di dichiarazione di voto, in quanto ha già parlato l'Assessore Paganelli.
Darei invece la parola al Presidente della Giunta avv. Oberto.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Signor Presidente, signori Consiglieri, ha perfettamente ragione il Consigliere Berti quando dice che la maggioranza deve fare il suo dovere anche perché ha i numeri per farlo. Sui numeri si potrebbe discutere: i numeri uno, due, tre o i numeri come capacità, io credo che abbia gli uni e gli altri, forse mancano più i numeri di presenza e non mi dispiace che lei mi fornisca l'occasione per ripetere ancora una volta che effettivamente le presenze contano ed impegnano e tanto più impegnano una maggioranza che debba condurre avanti una prospettiva di governo abbastanza delicata difficile, complessa.
Dichiaro subito che la Giunta che ho l'onore di presiedere, fa propria l'iniziativa della Giunta precedente relativa al disegno di legge per l'esercizio provvisorio. Sarebbe forse anche superfluo perché io ritengo che la Giunta, pur dimissionaria, ha facoltà, quanto meno non è interdetto di presentare dei disegni di legge; è poi il Consiglio che dirà la parola definitiva. E' certamente, almeno a mio avviso, ordinaria amministrazione vorrei dire dovere, vorrei dire diritto-dovere, quello di una Giunta anche dimissionaria di non lasciar scadere dei termini. Le conseguenze della mancata approvazione del disegno di legge relativo all'esercizio provvisorio, avrebbe delle gravissime conseguenze, praticamente impedirebbe una gestione fino al momento in cui, con un rinnovato voto, il Consiglio concedesse questo esercizio provvisorio.
Io non posso ovviamente sollecitare le opposizioni a un ripensamento saranno loro, nella loro responsabilità, che valuteranno queste conseguenze, ma se si vuole bloccare l'attività della Giunta all'inizio della sua attività, nel momento in cui sta per formulare un programma da presentare all'approvazione, si faccia; ciascuno ne assumerà le proprie responsabilità; se mancherà il numero della maggioranza per l'approvazione del disegno sarà responsabilità anche della maggioranza, teniamo conto per di tutta questa situazione, di componenti che vanno all'approvazione di un disegno che vuol dire consentire o non consentire la vita amministrativa.
Io voglio credere e sperare che i due Assessori che hanno competenza in materia faranno in modo che il termine previsto nella misura massima di quattro mesi possa essere anche ridotto e contenuto, avremo tutti interesse all'approvazione tempestiva del bilancio che farebbe cadere l'esercizio provvisorio; penso che i due Assessori che hanno la competenza specifica mi metteranno in condizione di presentare anche prima il disegno di legge relativo al bilancio, ma la Giunta non può fare a meno di fare proprio, il disegno di legge presentato precedentemente, chiedendone la votazione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SANLORENZO



PRESIDENTE

La discussione generale è finita. Vi sono dichiarazioni di voto? Chiede di parlare, e ne ha facoltà, il Consigliere Zanone.



ZANONE Valerio

Il Gruppo liberale ritiene di doversi differenziare dagli altri Gruppi di opposizione nel voto su questo disegno di legge. Se esprimessimo un voto contrario dimostreremmo di non tener conto né delle cause esterne che almeno in parte giustificano il ritardo nell'apprestamento del bilancio preventivo per l'esercizio 1974 per quanto riguarda l'assegnazione delle entrate derivanti dal fondo comune, né dal fatto politico - che non interessa evidentemente né il Gruppo comunista né il Movimento Sociale che l'esercizio provvisorio protrae sostanzialmente l'impostazione di un bilancio che a suo tempo fu approvato dal nostro Gruppo.
Certo, il ritardo nella preparazione del bilancio preventivo per il '74 è dipeso oltre che dalle cause di natura esterna e di rapporti fra Stato e Regione che sono state richiamate nella relazione al disegno di legge 121 anche dal protrarsi della crisi della Regione. Nei dibattiti interlocutori svoltisi in queste settimane avevo anche avanzato, a nome del mio Gruppo il dubbio che il Consiglio non fosse posto in condizioni neppure di approvare l'esercizio provvisorio entro l'anno, il che avrebbe comportato conseguenze che è facile valutare nella loro gravità. Quel dubbio è stato ieri dissipato dalla formazione di una maggioranza ampia, in grado di sorreggere l'iniziativa legislativa della Giunta e quindi anche di fronteggiare gli obblighi di istituto.
Associandomi alla richiesta che l'esercizio provvisorio non si protragga per l'intero quadrimestre per cui è concesso, e in attesa che si possa aprire la discussione sul bilancio '74, dichiaro che il Gruppo liberale si asterrà dalla votazione del disegno di legge.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE



PRESIDENTE

Nessun altro Consigliere chiede di parlare per dichiarazione di voto? Allora, non resta che passare alla votazione del disegno di legge: "Esercizio provvisorio del bilancio per l'anno 1974" nei suoi singoli articoli e nel suo complesso; votazione che deve avvenire per appello nominale.
"Art. 1 - E' autorizzato, ai sensi dell'art. 79 dello Statuto regionale, l'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno finanziario 1974, fino a quando la relativa legge di approvazione non sarà entrata in vigore, e comunque non oltre il 30 aprile '74.
Per l'esercizio provvisorio si osservano lo stato di previsione delle entrate e lo stato di previsione della spesa nella parte degli oneri correnti, nonché le relative norme contenute nel disegno di legge del bilancio presentate dalla Giunta Regionale al Consiglio Regionale".
Prego un Consigliere Segretario di voler procedere all'appello.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 22 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
"Art. 2 - La presente legge regionale è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, ai sensi dell'art. 45 secondo comma dello Statuto".
Si proceda all'appello.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 22 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Faccio rilevare, perché si autorizzi la correzione, che nel secondo articolo vi è un errore materiale di copiatura: va inteso "sesto comma dello Statuto", e non "secondo comma".
Si procede ora alla votazione della legge nel suo complesso.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 38 hanno risposto SI 22 Consiglieri hanno risposto NO 13 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Esame proposta deliberazione della Giunta Regionale sulla determinazione dell'aliquota ILOR per l'anno 1974


PRESIDENTE

Punto settimo dell'o.d.g.: "Esame proposta deliberazione della Giunta Regionale relativa a determinazione aliquota ILOR per l'anno 1974".
Darei la parola al relatore Consigliere Dotti.



DOTTI Augusto, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, la I Commissione ha approvato a maggioranza la delibera della Giunta del 14 dicembre che determina l'aliquota dell'imposta locale sui redditi, a lei spettante per legge dall'1 al 2 per cento, nella misura del 2 per cento.
Si tratta, com'è noto, di un'imposta locale sui redditi di cui sono beneficiari i Comuni, le Province, le Regioni, le Camere di Commercio e le Aziende di cura e soggiorno, che sostituisce le imposte già spettanti alle Regioni a statuto ordinario sui gettiti delle imposte erariali sul reddito dominicale ed agrario dei terreni e sul reddito dei fabbricati.
Il gettito complessivo di queste due imposte per l'anno '73 era stato per la Regione Piemonte, di 4 miliardi e 26 milioni. Cito questa cifra per tranquillizzare il Consiglio, nel senso che la misura del 2 per cento sull'imponibile su cui sarà applicata, darà, secondo previsioni abbastanza attendibili - perché l'imponibile che accompagna questa delibera si riferisce all'anno 1971 -, un gettito senz'altro superiore ai 6 miliardi applicandosi l'imposta effettivamente sugli imponibili dell'anno 1974 questo gettito potrebbe essere anche leggermente superiore. Ricordo anche al Consiglio che questi imponibili, che si riferiscono praticamente ai redditi di ricchezza mobile e ai redditi agrari, sono abbattuti del 50 per cento per i redditi agrari, del 50 per cento per la ricchezza mobile di categoria B e Cl.
Noi riteniamo ovviamente che questa delibera vada approvata anche nel commento della stessa Giunta, nel senso che l'aumento del fondo comune assicurato alla Regione Piemonte per l'anno 1974 è purtroppo solo del 3-1/2 per cento superiore al fondo comune che è toccato alla Regione nel riparto dell'anno '73.
Anche in considerazione di questo e delle maggiori necessità di bilancio della Regione Piemonte, la I Commissione, a maggioranza, si è dichiarata favorevole alla fissazione dell'aliquota dell'imposta nella misura del 2 per cento.



PRESIDENTE

Apro la discussione sulla proposta di deliberazione della Giunta Regionale per la determinazione dell'aliquota ILOR.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Raschio. Ne ha facoltà.



RASCHIO Luciano

Signor Presidente, cari colleghi, già in Commissione la minoranza comunista aveva espresso parere contrario a questa delibera della Giunta Regionale dimissionaria.
Non starò a ripetere qui le argomentazioni che già abbiamo svolto a proposito della delibera per l'esercizio provvisorio, sostanzialmente fondate sul fatto che noi non riconosciamo alla Giunta dimissionaria la potestà di presentarci proposte siffatte. Ribadirò invece le considerazioni che già abbiamo avanzato in sede di Commissione, rivolgendo alla nuova Giunta ed al nuovo Presidente della Giunta un caldo appello perché le valutino attentamente.
I dati, molto chiari, che ci sono stati forniti dal prof. Gaboardi e dalla Ragioneria si riferiscono all'imponibile accertato per il 1971, che concerne il reddito dominicale, il reddito agrario, la ricchezza mobile relativamente alle categorie B e Cl. E' da prevedere che l'accertamento sulla base ILOR per il '74 comproverà uno sviluppo abbastanza consistente dell'entità dell'imponibile (non mi si venga a dire che l'incremento sarà modesto, sarebbe un discorso avulso dalla realtà). E si badi che se è vero che la Giunta dimissionaria, nel proporre questo disegno di legge, ha recepito le indicazioni date dagli organi centrali di applicare il 50 per cento e non il 100 per cento sull'imponibile soggetto ad imposta per quel che riguarda, ad esempio, il reddito agrario, la categoria Cl (professionisti e artigiani, tanto per far subito dei nomi) e la categoria B, se è vero che c'è questo elemento di discriminazione, è anche vero per che si prende come base, sempre l'anno 1971. Tutti conosciamo, per quanto riguarda i redditi agrari, qual è la situazione della nostra agricoltura e per quanto riguarda la C1 la situazione difficile dell'artigianale pesantemente oppresso non solo dalla crisi energetica ma anche dall'aumento notevole dei costi delle materie prime, dei costi del denaro. Io chiedo a nome del Gruppo comunista alla nuova maggioranza consiliare ed alla nuova Giunta di valutare attentamente se convenga dare o meno avvio a questa operazione di ulteriore imposizione fiscale.
Mi spiego meglio. La possibilità di imposizione delle Regioni varia dall'1 al 2 per cento. Se applicassimo la misura minima, dell'1 per cento verremmo a riscuotere 3 miliardi e 450 milioni, quindi quasi 700 milioni in meno dei 4 miliardi e 26 milioni incassati per il 1973! Non prendendo invece una decisione entro il 31 dicembre, incasseremmo dallo Stato la stessa cifra percepita lo scorso anno. Fissando invece la misura dell'imposizione al 2 per cento, come proposto dalla Giunta dimissionaria dovremmo arrivare, stando alle previsioni, intorno ai 7 miliardi.
Incideremmo sul terreno finanziario però gravemente, in questo momento particolare, su alcuni settori: coltivatori diretti, contadini, artigiani commercianti.
L'Assessore Paganelli, in sede di Commissione, aveva sostenuto l'opportunità di proporre al Consiglio l'applicazione del 2 per cento.
Mostrandosi abbastanza sensibile alle osservazioni della nostra minoranza aveva però anche detto: esamineremo nel corso dell'anno '74 la convenienza di adottare eventuali modificazioni. Oggi però noi siamo chiamati a decidere entro il 31 dicembre. Con il prossimo anno, per le imposte del '75, con l'ILOR, le Regioni, come i Comuni, dovranno decidere le variazioni, per quanto riguarda tutte le tasse e sovrimposte nell'ambito comunale, entro il termine ultimo del 31 luglio '74 per il 1975.
Visto che gli uomini della Giunta e della maggioranza hanno perplessità in materia, perché dobbiamo prevaricare oggi, per incrementare al massimo di due miliardi - due miliardi e mezzo il fondo comune, con incertezze per quanto riguarda alcuni settori importanti (commercianti, coltivatori diretti, artigiani, per citarne tre, anche se evidentemente per questi settori è prevista una detrazione di legge da parte della Giunta, ma basata sempre sul 1971, mentre l'imponibile del '74 è sensibilmente diverso per la svalutazione della lira), quando poi dovremo revisionare per il '74, almeno così dicono uomini della nuova Giunta, questi settori per l'ILOR? Limitiamoci invece oggi a prendere i 4 miliardi e 26 milioni che lo Stato per il '73 dovrà erogare senza definire l'imposizione nuova. Operiamo quindi con calma, senza lasciarci prendere la mano dalla fretta, in una situazione che non è facile anche sotto il profilo economico, e attendiamo di vedere che cosa si produrrà nel '74.
A nome del Gruppo comunista annuncio che se questo provvedimento non verrà mutato, noi voteremo decisamente contro. Sollecitiamo la nuova Giunta, i nuovi Assessori e la maggioranza ad esaminare attentamente la possibilità di rinunciare all'applicazione del 2 per cento, accontentandoci quest'anno dei 4 miliardi che ci deve dare lo Stato in conto della mancata applicazione dell'ILOR e nel corso del 1974 ci riserviamo tutti insieme di esaminare, con calma, disponendo di cifre più certe e documentate l'insieme del problema ILOR.



PRESIDENTE

Non essendoci altri Consiglieri iscritti a parlare, ha facoltà di rispondere l'Assessore Paganelli.



PAGANELLI Ettore, Assessore alle finanze e patrimonio

Effettivamente, quelli che abbiamo fornito a corredo di questa deliberazione della Giunta, sulla quale il Consiglio deve pronunciarsi a sensi di legge, sono i dati del 1971, essendo questi gli unici dati definitivi di cui si possa oggi disporre.
Queste aliquote, come ha detto il collega Raschio, si applicheranno sulle imposte del 1974, e questo, secondo me, dovrebbe essere motivo di maggior tranquillità, perché sappiamo tutti che l'intendimento sbandierato a proposito della nuova riforma fiscale è quello di una maggiore perequazione, di una maggiore esattezza nel colpire i redditi, e quindi questo ci deve dare un motivo di tranquillità.



RASCHIO Luciano

Non sappiamo ancora con certezza, Paganelli, ad essere realistici, se con la nuova riforma fiscale si giungerà a questo risultato. L'esperienza purtroppo, in materia fiscale, ci ha detto sempre il contrario.



PAGANELLI Ettore, Assessore alle finanze e patrimonio

L'intendimento che ha ispirato la riforma è comunque questo.
Noi, come Giunta - lo confermerà il Presidente della Giunta - riteniamo di dover mantenere questa deliberazione. La Giunta potrà successivamente dopo un accertamento in riferimento al 1974, qualora risultassero delle sperequazioni, con decisione da adottare entro il 31 luglio, qualora lo riteniamo necessario, modificare la delibera presa in precedenza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare, e ne ha facoltà, il Presidente della Giunta.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

La Giunta mantiene la presentazione di questa delibera per le ragioni che sono state illustrate sotto il profilo tecnico dall'Assessore Paganelli e per l'esigenza di non perdere una somma non indifferente.
Osservo che mentre solitamente si sollecita la spesa, al momento di prendere decisioni circa l'entrata, si oppongono difficoltà. Comprendo anche qui la dialettica, la critica e via dicendo. Però il ragionamento fondamentale è uno solo: per poter spendere bisogna introitare.
Entro il 31 luglio, il termine che dovremo rispettare secondo la legge del settembre di quest'anno, si terranno presenti tutte le altre componenti e si decideranno per l'anno venturo le eventuali modifiche suggerite dai dati che si avranno allora a disposizione; sulla base di quelli che conosciamo attualmente, quelli del '71 (evidentemente alquanto superati nel dicembre del '73), la Giunta ritiene di dover mantenere ferma questa delibera e di chiederne la votazione e l'approvazione.



PRESIDENTE

Se nessun altro chiede la parola, dichiaro chiusa la discussione e pongo in votazione per alzata di mano la deliberazione in oggetto. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La deliberazione è approvata con 20 voti favorevoli, 13 contrari nessun astenuto.


Argomento: Organizzazione turistica - Strutture ricettive (albergh., extra-albergh., campeggi e villaggi, classif., vincolo) e strutture e impianti turist.

Esame del disegno di legge n. 117 sulla proroga delle disposizioni relative al vincolo alberghiero


PRESIDENTE

Punto ottavo dell'o.d.g.: "Esame del disegno di legge n. 117 relativo a 'Proroga delle disposizioni relative al vincolo alberghiero'".
Essendo assente il relatore ed avendo chiesto la parola la Consigliera Soldano, darei la parola alla Consigliera Soldano.



SOLDANO Albertina

In assenza del relatore, sono stata incaricata di leggere il testo da lui approntato, sul quale la Commissione competente ha espresso parere unanimemente favorevole. Proprio per il rispetto dovuto e alla Commissione e al Presidente assente, mi limiterò ad una lettura integrale, senza aggiunte né commenti.



BERTI Antonio

Chiedo la parola per mozione d'ordine. Desidero sapere se la relatrice è stata nominata dalla Commissione.



PRESIDENTE

No, ha semplicemente chiesto la parola, e io non avevo motivo per non concedergliela.



BERTI Antonio

Però, si appresta ad illustrare il disegno di legge facendo le veci del relatore che è assente. Ora, il relatore dev'essere nominato dalla Commissione.



SOLDANO Albertina

Come ho già detto, io mi limiterei, se il Consiglio è d'accordo, a leggere integralmente, senza l'aggiunta di una sola parola, la relazione predisposta dal relatore, e ciò unicamente perché si possa procedere nei lavori. Non intendo assolutamente arrogarmi un compito che non mi è stato assegnato.



BERTI Antonio

Non è esatta la sua interpretazione: lei si propone di fare le veci del relatore, mentre, essendo il relatore assente, la decisione in merito alla sostituzione va presa dalla Commissione. Deve risultare, anche per quanto ho detto all'inizio di questa seduta, che non ci sono né il relatore n l'Assessore.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Presidente della Giunta. Ne ha facoltà.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

L'eccezione procedurale mi sembra fondata. Pregherei il Presidente del Consiglio, pertanto, di voler sospendere momentaneamente i lavori, per permettere alla Commissione di riunirsi e di nominare un relatore; dopo di che i lavori potranno riprendere con il relatore nominato dalla Commissione.



PRESIDENTE

Sospendo la seduta, pregando il Vicepresidente della Commissione di procedere agli adempimenti richiesti.



(La seduta, sospesa alle ore 11,20, riprende alle ore 11,25)



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Vicepresidente della VII Commissione Consigliere Bertorello, per riferire sulla decisione presa.



BERTORELLO Domenico

Signor Presidente, la Commissione si è riunita ed ha affidato alla Consigliera Soldano l'incarico di leggere la relazione nel testo integrale senza apportarvi modifiche.



PRESIDENTE

Allora, ha facoltà di parlare la Consigliera Soldano.



SOLDANO Albertina

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, con il 31 dicembre scade il vincolo di destinazione alberghiera, contemplato dalla legge 11/12/1971, n.
1115, per gli edifici destinati ad albergo, pensione e locanda alla data del 4/1/1947.
La legge 1115 è l'ultima, in ordine di tempo, di una serie di provvedimenti legislativi con seguenti al Decreto Legge del Capo provvisorio dello Stato del 6/12/1946 n. 424, entrato in vigore il 4/1/1947, in base all'art. 26 del quale veniva stabilita la non soggezione al vincolo degli immobili destinati ad uso albergo, pensione e locanda successivamente alla data di entrata in vigore dello stesso. In altre parole, il citato decreto, ripreso poi dai successivi provvedimenti, di cui l'ultimo è la legge n. 1115 dell'11/12/1971, conferma per gli edifici di destinazione alberghiera alla data del 4/1/1947 il vincolo alberghiero introdotto a suo tempo dalla legge 24 luglio 1936 n. 1692, mentre dichiara la libera disponibilità degli immobili destinati allo stesso scopo successivamente al 5 gennaio 1947.
E' pertanto evidente che, in assenza di nuovi interventi legislativi con il prossimo 1° gennaio 1974 verrebbe tolto ogni vincolo per la generalità degli immobili di destinazione alberghiera.
In base all'art. 1 del D.P.R. 14 gennaio 192 n. 6, la Regione è competente in materia di vincolo alberghiero e può pertanto con proprio provvedimento legislativo determinare la proroga del vincolo stesso in scadenza al 31/12/1973.
L'argomento è certamente importante e richiederebbe di essere valutato nell'ambito di un'organica programmazione dell'attività turistica nella Regione Piemonte. Non sfuggono, tuttavia, le esigenze immediate di impedire, attraverso la proroga del vincolo, smantellamenti o mutamenti di destinazione, già in parte in atto, che comprometterebbero le possibilità di mantenere inalterata l'offerta turistica piemontese, su cui, oltre tutto, grava anche la minaccia delle conseguenze della crisi energetica.
Per tale ragione si richiede l'approvazione del disegno di legge n. 117 presentato dalla Giunta Regionale, con il quale le disposizioni sul vincolo alberghiero vengono prorogate fino al 31 dicembre 1975.
E' una proroga per soli due anni, che va intesa pertanto come atto cautelativo ancora limitato, in attesa che la Regione, con atti legislativi adeguati, provveda finalmente a regolamentare l'intera materia del Turismo e dell'Industria alberghiera, trattandosi di un settore di grande rilevanza economica, sociale e culturale ai fini dello sviluppo programmato del Piemonte.
Il disegno di legge si compone di un unico articolo, con il quale è prorogato di due anni, e cioè fino al 31 dicembre 1975, il vincolo alberghiero di cui alla legge 24 luglio 1936 n. 1692 e successive proroghe e modificazioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Bono. Ne ha facoltà.



BONO Sereno

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, l'Assessore è riuscito ad arrivare in extremis a questa seduta del Consiglio nella quale era previsto che si discutesse e si ponesse in votazione la legge per la proroga del vincolo alberghiero, evitando così che il dibattito avvenisse in assenza non solo del relatore ma anche dell'Assessore e ciò dopo che già l'esame della richiesta di proroga dell'esercizio finanziario aveva dato un biglietto di presentazione abbastanza significativo alla Giunta appena eletta.
Se si legge attentamente la relazione, si rileva che la Commissione pur approvando il regolamento, eleva una critica piuttosto ferma alla gestione della politica turistica nella Regione Piemonte. Si dice infatti che l'argomento è importante e richiederebbe che lo si valutasse nell'ambito di un'organica programmazione dell'attività turistica della Regione. E noi dobbiamo anche aggiungere che, a tre anni e mezzo dalla costituzione della Regione Piemonte, non abbiamo ancora avuto la possibilità, per iniziativa della Giunta Regionale, di sviluppare un serio dibattito sulla politica turistica, non abbiamo neppure mai avuto una relazione in proposito, né verbale né scritta.
Molto giustamente, a mio parere, nella relazione si insiste ancora sul concetto che si tratta di una proroga per due anni soltanto, che va intesa pertanto, come atto cautelativo ancora limitato, in attesa che la Regione provveda finalmente, con atti legislativi adeguati, a regolamentare l'intera materia del Turismo e dell'Industria alberghiera.
Questo, in poche parole, che cosa significa? Significa che è necessario innovare radicalmente rispetto alla pratica che è stata usata in passato dall'Assessorato, significa che il trasferimento dei poteri in materia di turismo alle Regioni non deve comportare obbligatoriamente il trasferimento burocratico dei metodi che il potere centrale, attraverso il Ministero del Turismo, aveva sempre adottato. Questa innovazione non si è mai avuta a livello della Regione Piemonte: di qui la ferma critica che non solo come Gruppo comunista avanziamo ma che è stata avanzata e fatta propria dall'intera Commissione attraverso la relazione che accompagna il d.d.l.
Nel dichiarare la nostra disponibilità all'approvazione di questo specifico punto all'ordine del giorno, noi ribadiamo dunque la necessità che il problema della politica turistica a livello della Regione venga affrontato in modo radicalmente diverso da come lo è stato fino ad ora.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Vicepresidente Debenedetti. Ne ha facoltà.



DEBENEDETTI Mario, Assessore all'industria alberghiera

Chiedo anzitutto scusa al Consiglio se sono arrivato in ritardo: come parecchi Consiglieri sanno, non sono in buone condizioni di salute, ho la febbre piuttosto alta. Certo, non pensavo che il progetto di legge presentato dalla Giunta relativamente alla proposta del vincolo alberghiero potesse comportare una discussione sui problemi del turismo. Si tratta di un settore a sé, sia pure importante, dell'industria alberghiera, e non è quindi che questa legge debba coinvolgere una discussione generale sui problemi del turismo.
Posso peraltro far rilevare al Consigliere Bono che il problema che sarebbe insorto al 31 dicembre se non si fosse provveduto tempestivamente alla proroga di questa legge è stato messo a fuoco, prima che da qualsiasi altra Regione, dalla nostra, e proprio per iniziativa di chi vi parla.



RIVALTA Luigi

E' la barca in cui ti sei messo che ti ha messo in condizioni di arrivare in ritardo. Intendo alludere alla crisi.



DEBENEDETTI Mario, Assessore all'industria alberghiera

Certo, la crisi regionale ha comportato che arrivassimo a questa discussione in epoca molto prossima alla scadenza del termine. Credo per di essere nel vero affermando che sicuramente c'è qualche altra Regione che non ha ancora provveduto.
Comunque, non credo, sulla base dell'esperienza che mi sono fatto io personalmente e che ha fatto la Giunta, che il vincolo alberghiero giuridicamente ben definito, necessiti di una revisione a livello regionale: dirò con estrema chiarezza che, a mio parere, così com'è concepito oggi dalla legislazione statale, inteso come strumento atto a tutelare la destinazione alberghiera degli edifici dell'industria alberghiera, è efficiente, efficace. Intanto, è un provvedimento di carattere interlocutorio: lo Stato ha continuamente prorogato, con successivi provvedimenti, che potrei elencarvi - del '51, '52, '55, '56 '64, '67, '69 - questa legge fondamentale, che ha dimostrato attraverso il tempo di essere estremamente valida.
Ritengo quindi che la discussione odierna debba vertere esclusivamente sulla valutazione della validità della normativa esistente in materia. E qui, a parte i rilievi fatti dal Consigliere Bono, non mi pare sia emersa in concreto alcuna indicazione idonea veramente ad eventualmente modificare la normativa.
Io ripeto che la Giunta ritiene la normativa del vincolo alberghiero così com'è stata a suo tempo predisposta dall'autorità statale, tuttora efficiente, tuttora valida, e per il momento non ritiene di dover innovare in materia.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Carazzoni. Ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, signori Consiglieri, mi dolgo di dover prendere la parola dopo l'intervento dell'Assessore - per la verità, e me ne darà atto il Presidente del Consiglio, questo avviene non per colpa mia, che l'avevo chiesta tempestivamente -, perché, in effetti, mi propongo di entrare con quanto dirò nel merito del provvedimento in oggetto. Non so se l'Assessore riterrà poi di dover replicare alle considerazioni che sottopongo all'attenzione sua e dell'Assemblea.
La relazione a questo disegno di legge n. 117 di iniziativa della Giunta Regionale richiama a valutare se sia o no opportuno prorogare nella Regione Piemonte le disposizioni del vincolo alberghiero. Il Gruppo del M.S.I.-Destra Nazionale concorda sull'opportunità, sulla necessità e sull'urgenza di questa valutazione, ma non condivide le conclusioni alle quali perviene la Giunta Regionale, di prorogare il vincolo stesso fino al 31 dicembre 1975. Il nostro dissenso, che adesso cercheremo di motivare permane anche se in chiusura della relazione, forse proprio per attenuare la portata del provvedimento, si precisa che in ogni caso, comunque, la proroga deve intendersi come misura solo interlocutoria, cioè senza pregiudizio per le decisioni successive che la Regione potrà adottare nel quadro della propria programmazione, anche alla luce dell'emananda legge statale di principi in materia di Turismo e di Industria alberghiera.
Noi ribadiamo la nostra opposizione osservando che la proroga del vincolo, pure per un periodo di tempo limitato a due anni soltanto, è, ad avviso nostro, assurda e decisamente immotivata, contraria non solo e non tanto agli interessi della categoria alberghiera quanto a quelli più generali dell'economia turistica. Nel 1936, quando venne istituito, con legge n. 1692, il vincolo aveva, sì, una sua effettiva ragion d'essere poiché mirava a salvaguardare un patrimonio unico ed imponente in un contesto internazionale. Oggi, però, nel '73, il vincolo si configura come un elemento frenante, assurdo ed immotivato. Si pensi, infatti, a come in questo periodo di tempo le condizioni di concorrenza nel campo alberghiero si siano venute a modificare in modo radicale, a livello internazionale ma anche, e forse persino di più, nell'ambito nazionale; si pensi, cioè, ai numerosissimi e profondi mutamenti di flusso turistico che sono stati provocati dall'apertura di nuove vie di comunicazione, dallo sviluppo della motorizzazione individuale, dalle aumentate esigenze di una miglior capacità ricettiva. In questo quadro si può facilmente comprendere la trasformazione e la degradazione di aziende alberghiere che ormai non possono più essere alla pari con i tempi, cioè non possono più soddisfare le esigenze di un turismo moderno, e che tuttavia ci si ostina a voler tenere vincolate, ignorando che non sono più vitali e rappresentano un peso economico insopportabile.
Al limite, noi potremmo accettare un provvedimento di questo genere se lo si accompagnasse con interventi finanziari extra immediati tali da consentire il completo rifacimento di queste aziende alberghiere. Ma poich questo non è, ci dobbiamo richiamare alle ragioni di opposizione già citate. Proprio perché ci sembra che la decisione suggerita dal progetto di legge che è stato portato oggi al nostro esame non possa essere di giustificazione in alcun modo. Neppure, poi, noi crediamo che la considerazione, sottolineata nella relazione, che la decadenza delle norme sul vincolo alberghiero porterebbe ad accentuare il fenomeno di speculazione già in atto, per cui si tende a trasformare gli immobili destinati ad uso ricettivo in piccoli alloggi o residence, debba farci mutare opinione. In realtà, a parte il fatto che questo fenomeno si pu manifestare, come in effetti si manifesta, anche con costruzioni di tipo nuovo, noi non parleremmo di fenomeno deprecabile, non parleremmo di deprecabile speculazione, se è vero, come è vero, che con queste trasformazioni si vengono a soddisfare moderne esigenze turistiche, che poi non soltanto non sono di danno alcuno alla collettività ma anzi intervengono proprio a suggerire ed a favorire l'installazione di infrastrutture valide per tutti i tipi di turismo. Al contrario, il voler conservare artificiosamente in vita immobili decaduti e degradati, senza permettere che vengano altrimenti utilizzati, è provvedimento del tutto irrazionale.
In conclusione, noi sosteniamo che il vincolo alberghiero dovrebbe essere abbandonato, tranne che - per ragioni che ci sembrano ovvie - per quegli immobili che hanno beneficiato e beneficeranno di contributi o di interventi finanziari pubblici, disposti da provvedimenti legislativi rivolti appunto al potenziamento alberghiero.
Da tutto quanto siamo andati fin qui dicendo si evince il motivo per cui noi daremo voto contrario al disegno di legge in esame.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Bono.



BONO Sereno

Mi pare che l'Assessore, nel rispondermi, non abbia tenuto assolutamente conto di un parere che, anche se espresso nel mio intervento è stato però assunto dalla Commissione all'unanimità: il giudizio critico che emerge dalla relazione è il giudizio critico che la Commissione ha espresso all'unanimità. Emerge evidente da tutto ciò la necessità di cambiare registro nella direzione dell'Assessorato e dei suoi metodi di lavoro, la necessità di abbandonare il sistema accentrato, oltre tutto per rispetto dello Statuto e dei regolamenti del Consiglio Regionale, che stabiliscono che la Regione deve gestire le proprie attività facendo largo uso della delega (non c'è settore in cui come in quello del turismo la delega debba essere esercitata dagli enti locali).
Noi non abbiamo mai avuto né la fortuna né l'occasione di ascoltare l'Assessore in un intervento ufficiale nella sede del Consiglio Regionale sugli aspetti dell'impostazione e della programmazione turistica che la Regione vuol portare avanti. Per sentirlo parlare su questo argomento abbiamo dovuto intervenire ad una riunione di Piemonte Italia.
La critica che la Commissione ha fatto, ed alla quale noi ci associamo pienamente, è una critica, a mio parere, più che pertinente, una critica che deve essere accolta come un contributo costruttivo che si intende dare al lavoro dell'Assessorato per cercare di migliorarlo.



PRESIDENTE

Se nessuno chiede più la parola, la darei all'Assessore Debenedetti per la replica.



DEBENEDETTI Mario, Assessore all'industria alberghiera

In merito a quanto ha rilevato il collega Carazzoni, mi pare di dover richiamare l'attenzione anzitutto sulla particolarità del momento: la tendenza allo svincolo alberghiero si va accentuando tanto da costituire veramente un fenomeno preoccupante in quanto, ove non vi si ponesse un freno, correremmo il rischio di vedere smantellata tutta l'industria alberghiera esistente. Certo, ci rendiamo ben conto che ci sono strutture da rinnovare, ma non è questo il problema: esistono strumenti legislativi ed interventi finanziari proprio diretti all'ammodernamento, al rifacimento dell'industria alberghiera. Il vincolo, ovviamente, non risolve di per s questo problema, ma, collegato agli interventi finanziari, riesce a costituire uno stimolo per il miglioramento dell'industria alberghiera, sia come rifacimento sia come costruzioni nuove. Quindi, il discorso del vincolo sta a monte, direi, delle osservazioni che ha avanzato il Consigliere Carazzoni.
Il vincolo trova poi una sua giuridica validità e giustificazione nel fatto che, di norma, sussiste proprio per quegli edifici che sono stati costruiti con i contributi statali. Dobbiamo anche considerare il fatto che, secondo la normativa in atto, esistono alberghi che non sono soggetti a vincolo; potrei fare una casistica, del resto prevista dalla legge. La finalità di questa norma è, quindi, di mantenere il vincolo su quegli edifici che per legge sono soggetti a vincolo, di norma quelli che hanno beneficiato di contributi statali e che beneficeranno di contributi regionali.
Credo di avere con questo risposto esaurientemente all'osservazione di fondo del Consigliere Carazzoni.
Il Consigliere Bono ha voluto introdurre polemicamente un altro argomento. Se l'intento della Commissione consiliare è stato di muovere una critica al modo in cui viene retto l'Assessorato al turismo, al comportamento dell'Assessore, dovremmo fare tutto un altro tipo di discorso, e potremmo anche farlo successivamente. In questo momento, per dobbiamo discutere di questo progetto di legge, e nel merito non mi pare siano venute indicazioni in contrasto con quanto proposto...



RIVALTA Luigi

Non è il caso di personalizzare così un'osservazione!



DEBENEDETTI Mario, Assessore all'industria alberghiera

...e che oggi il Consiglio deve esaminare, cioè la proroga del vincolo alberghiero.
Credo di non dover ulteriormente polemizzare su queste valutazioni peraltro valide. Posso assicurare il Consigliere Bono che l'Assessore ricerca la collaborazione soprattutto della Commissione consiliare, e crede di averlo anche dimostrato nei fatti. Se un dibattito sui problemi del turismo si è tenuto prima all'Associazione Piemonte Italia che in Consiglio, forse è anche perché a ciò ha portato l'andamento dei lavori alla nostra Assemblea. Sono certamente consapevole che il problema del turismo dovrà essere discusso e rivisto qui in una discussione ampia, per la quale mi dico senz'altro disponibile, alla quale tutti i Gruppi dovranno partecipare. Credo che l'occasione prossima potrebbe essere l'esame del bilancio.
Mi pare, comunque, che in merito all'oggetto che oggi ci riguarda non ci sia altro da aggiungere. Mi limito a ribadire che la Giunta chiede al Consiglio l'approvazione del progetto di legge che è stato presentato.



PRESIDENTE

La discussione generale è chiusa. Ci sono richieste di parola per dichiarazioni di voto? Allora, diamo inizio alla votazione.
Disegno di legge: "Proroga delle disposizioni relative al vincolo alberghiero".
Articolo unico: "Il vincolo alberghiero di cui alla legge 24 luglio 1936 n. 1692 e successive proroghe e modificazioni è ulteriormente prorogato fino al 31 dicembre 1975".
Non vi sono emendamenti. Si proceda alla votazione mediante appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione: presenti e votanti 36 hanno risposto SI 35 Consiglieri ha risposto NO 1 Consigliere.
Trattandosi di una legge composta da un unico articolo, penso senza ulteriore votazione considerare la legge approvata nel suo complesso; a meno che vi siano obiezioni. Non ve ne sono. Il disegno di legge è pertanto approvato.


Argomento: Norme generali sui trasporti

Parere sul progetto pilota dell'area metropolitana di Torino (rinvio)


PRESIDENTE

Punto nono dell'o.d.g.: "Parere su progetto pilota dell'area metropolitana di Torino".
Dò la parola al Presidente della II Commissione, Consigliere Dotti, che è pure il relatore.



DOTTI Augusto, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, la Commissione, riunitasi, come convenuto, ha avuto qualche perplessità sulla possibilità di esprimersi in modo compiuto e approfondito entro termini di tempo così ristretti.
Ringrazio pertanto il Presidente del Consiglio, per avermi questa mattina offerto la possibilità di parlare con funzionari del Ministero del Bilancio, e di accertare, del che ora informo i Consiglieri ed il Consiglio, che abbiamo un discreto lasso di tempo davanti a noi per esprimere il nostro parere ponderato (di cui spero sia possibile utilizzare una parte minima).
Comunque, non vi sono difficoltà, se il Consiglio ritiene di dover approfittare di questo stanziamento per procedere all'esame del progetto pilota sull'area metropolitana torinese per l'acquisizione di uno stanziamento da parte del Ministero del Bilancio che era preventivato in 215 milioni.
Riteniamo quindi che la nostra Commissione si possa riunire in modo da poter esprimere ancora nel mese di gennaio il proprio parere.



PRESIDENTE

Non vi sono opposizioni alla proposta di rinvio? Qual è il punto di vista della Giunta?



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

La Giunta si dichiara d'accordo sul rinvio del provvedimento.


Argomento: Nomine

Designazione di un rappresentante della Regione nel Consiglio d'Amministrazione del Politecnico di Torino (rinvio)


PRESIDENTE

Punto decimo dell'o.d.g.: "Designazione di un rappresentante della Regione nel Consiglio d'Amministrazione del Politecnico di Torino".
Vorrei fare a questo proposito soltanto un'osservazione statutaria poiché è prevista una Commissione per le nomine, sarebbe opportuno che il Consiglio nella sua prima seduta provvedesse a questo adempimento. Vorrei sentire al riguardo l'opinione dei Consiglieri.



BERTI Antonio

Riteniamo anche noi che, trattandosi di una nomina, debba essere sentita la Commissione, e che non si possa quindi procedere a deliberare in merito a questo ordine del giorno.



BIANCHI Adriano

La Commissione, se non erro, è costituita e prevista proprio per essere consultata nel caso di nomine che siano di competenza della Giunta, non nel caso di nomine di competenza del Consiglio. Quando il Consiglio deve procedere direttamente ad una nomina non consulta nessuno: propone, discute e nomina.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Besate.



BESATE Piero

Faccio una proposta molto pratica e sbrigativa, al di là della discussione, molto importante, comunque, sulla questione delle nomine.
Poiché, tra l'altro, i Consiglieri non hanno a loro mani alcuna relazione su questo argomento, sarebbe molto opportuno che questo argomento venisse rinviato ad una delle prossime sedute del Consiglio Regionale, per trattarne nell'ambito di una discussione di merito insieme con la relazione che l'Intercommissione presenterà in ordine ad alcuni problemi molto urgenti che riguardano l'Università, quali il Centro di calcolo e la localizzazione delle Facoltà di Agraria e Veterinaria, avendo presente che si tratta di nomine che riguardano l'Università e il Consiglio d'Amministrazione del Politecnico. Se la proposta è accolta, non sto a motivarla ulteriormente.



BIANCHI Adriano

Sono anch'io del parere di rinviare, anche in considerazione della recente investitura della Giunta.



OBERTO Gianni, Presidente della Giunta Regionale

Anche la Giunta è dell'opinione che sia opportuno rinviare, per esaminare la questione e riportare l'argomento all'ordine del giorno della prossima tornata.



PRESIDENTE

Per la prossima seduta il Consiglio sarà convocato a domicilio, in base a quanto sarà disposto nella riunione dei Capigruppo che si terrà immediatamente dopo la conclusione dei nostri lavori odierni. Prego pertanto i Capigruppo di non allontanarsi. C'è una data statutaria, quella del 17 gennaio, se non vado errato, però noi pensiamo che il Consiglio si riunirà prima di quel giorno.
Signori Consiglieri, prima di dichiarare chiusa la presente tornata di lavori, desidero esprimere a tutti loro e alle loro famiglie i migliori auguri di buone feste. Sono certo che la ripresa dei lavori ci ritroverà tutti impegnati con rinnovato impegno per portare a termine le scadenze che ci attendono.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,05)



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