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Dettaglio seduta n.185 del 21/12/73 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE OBERTO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta. Punto primo dell'ordine del giorno: "Approvazione verbale precedente seduta".
Il verbale è stato distribuito ai Consiglieri. Vi sono osservazioni in proposito? Vi invito allora a compiere l'atto formale di approvazione: chi approva è pregato di alzare la mano.
Il verbale è approvato.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione del generale Raffaele Cadorna


PRESIDENTE

Signori Consiglieri, un gravissimo lutto ha colpito il Piemonte l'Italia, il mondo della Resistenza, i combattenti della Lotta di Liberazione con la scomparsa, avvenuta ieri nella sua città, del generale Raffaele Cadorna.
La sua figura alta e nobile di combattente, di politico - poiché fu anche parlamentare, rappresentante di questa terra piemontese al Parlamento italiano, e precisamente al Senato - è talmente nota e conosciuta a tutti che riterrei superfluo farne qui una illustrazione. Mi limiterò a sottolineare l'apporto positivo, concreto, alto, nobile, dato da Raffaele Cadorna come combattente della libertà. Vorrei suggerire ai Colleghi Consiglieri che non l'avessero letto di prendersi fra mani il suo volume intitolato "La riscossa" e di scorrerlo attentamente, come meditazione a ricordo della sua scomparsa ma anche come incitamento ad ulteriormente condurre innanzi quelle iniziative che il Consiglio Regionale del Piemonte ha preso per sbarrare la strada alle forze eversive che hanno posto il nostro Paese, ad un certo momento, in condizioni di perdere la libertà, di cadere dalla democrazia nella dittatura.
Raffaele Cadorna viene ricordato in quest'aula, oggi, dal Consiglio Regionale, in questo spirito, e viene ricordato in una giornata che particolarmente si addice alla esaltazione di quelle forze di cui egli è stato uno dei protagonisti più validi, poiché, proprio oggi, nel pomeriggio, si inaugurerà quel corso di aggiornamento dei docenti piemontesi per la cognizione della storia che va dall'epoca giolittiana fino al momento della Lotta di Liberazione e di Resistenza, organizzato in ossequio al principio, che più volte abbiamo affermato, per cui non è possibile comprendere certe situazioni storiche se si dimentica quanto sta a monte di esse. Non si può impedire il risorgere di queste forze fasciste se non si conosce con chiarezza come e perché sono sorte: faremmo della demagogia, delle sterili commemorazioni, non riempiremmo quel vuoto di conoscenza che ancora esiste soprattutto nel mondo della scuola.
Questa coincidenza mi consente di poter concludere questo brevissimo cenno commemorativo del generale Cadorna, inchinandomi, insieme a tutti voi, alla sua memoria, ed esternando il nostro profondo cordoglio ai suoi familiari e, se me lo consentite, anche, attraverso un telegramma, alle forze della Resistenza in cui egli ha militato quale comandante, forte e generoso, del Corpo Volontari della Libertà.
Ritengo che la Regione debba essere rappresentata, domani, nel corteo che accompagnerà all'ultima dimora quest'uomo, di cui serberemo un ricordo vivo, commosso, sincero, anche se vi furono divergenze di natura politica che lo videro lasciare sdegnosamente il suo posto di responsabilità per il suo dissentire da determinate prese di posizione, anche in questo dimostrando una dirittura perfetta nell'assoluta coerenza alle sue opinioni.
In questo inizio di seduta non posso non ricordare anche la tragica vicenda che ha insanguinato il nostro suolo patrio, a Fiumicino, con un episodio di barbarie di nuovo tipo, le cui manifestazioni si vanno ripetendo con inquietante frequenza, barbarie certo non meno feroce di quella di un passato al quale noi solitamente ci riferiamo. Ci inchiniamo anche di fronte alle vittime di questa esplosione di cieco furore soprattutto a quegli italiani la cui vita fu falciata da questa tragica aggressione venuta dall'esterno. Anche in rapporto a questo fatto atroce non è sufficiente condannare una situazione: è indispensabile, come già abbiamo detto e ripetuto a più riprese in questo Consiglio, risalire indietro nel passato, per ricercare le cause che l'hanno determinato togliere dalle mani di coloro che le usano le armi, spogliare dalla volontà di ordire simili perfidie tutti gli uomini, gli esecutori materiali ed i loro mandanti, poiché spesso coloro che agiscono non sono che strumento di altri, così come certamente è accaduto nella vicenda che ha avuto a teatro Fiumicino.
Il Consiglio della Regione Piemonte non può non esprimere il suo cordoglio per le vittime e la condanna per una così barbara manifestazione di violenza. Di questo sentimento, che ritegno unanime, espresso dal loro silenzio, mi renderò interprete presso la Presidenza del Consiglio, il Ministero degli Interni e le famiglie degli italiani caduti.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Dimissioni del Consigliere regionale Gianni Oberto dalla carica di Presidente del Consiglio


PRESIDENTE

Punto terzo dell'ordine del giorno: "Dimissioni del Consigliere Regionale Gianni Oberto dalla carica di Presidente del Consiglio".
Signori Consiglieri, subito dopo avvenuta la mia elezione alla Presidenza di questa prestigiosa Assemblea, nella seduta del 9 marzo 1972 rivolgendomi a loro, signori Consiglieri, ebbi a dire - mi scusino la citazione - che mi consideravo "primus inter pares", e come tale "il Presidente dell'intera assemblea nelle sue varie componenti, tutte confluenti nell'unicità ed unità dell'organo consiliare; il Presidente di tutti, quindi, imparziale servitore e tutore delle norme statutarie che ci siamo date, dei regolamenti che ci stiamo per dare compiutamente: 'Servi legum sumus ut liberi esse possimus'. Forti di un'esperienza che abbiamo insieme fatto in questi poco meno di due anni passati, con fatica, con pazienza, con passione, agiamo con volontà tesa al raggiungimento di fini e, pure in una diversità di metodi e di sistemi, ci proponiamo di raggiungerli, quali le popolazioni piemontesi li attendano. Sono i fermenti vivi che conducono, anche attraverso i contrasti e persino attraverso le crisi, a mete sicure, non certo alla stagnazione della palude. E' la vivacità della dialettica che può creare motivo di scontro costruttivo, non il silenzio opaco; è l'anelito di realizzare gli ideali in cui si crede non la rinuncia agli stessi, che può portare all'urto dal quale si sprigiona una scintilla di verità.
E' certo che si deve essere, tutti e ciascuno, quello che si è, senza compromessi, senza commistioni equivoche, senza cedimenti ideologici inammissibili. Tutto ciò, essendo in buona fede, non impedisce, anzi stimola, la realizzazione di un lavoro comune con le diverse e proprie responsabilità, in un civile raffronto di idee e di impostazioni. Questo posto che da oggi occupo, giovandomi della preziosa cooperazione dell'Ufficio di Presidenza, deve essere e sarà assolutamente imparziale per consentire l'esercizio dei diritti di tutti, nell'assolvimento dei comuni doveri".
Ritengo, in coscienza, di aver tenuto fede a quell'impegno, in ci anche facilitato dalla comprensione di tutti loro. Di avervi tenuto fede pur uomo di parte, dimenticandomi di esserlo nell'esercizio delle funzioni come sempre dev'essere quando si ha l'onore e l'onere, grandi entrambi, di presiedere un consesso di così alto livello.
Mi sono giovato, oltre che della operosa collaborazione dei Colleghi dell'Ufficio di Presidenza, della cooperazione dei singoli Consiglieri, dei Gruppi, delle Commissioni, dei Funzionari, dei Dipendenti, che tutti cordialmente ringrazio, serbandone vivo ricordo.
Ed ora rassegno il mio mandato all'Assemblea, innanzi tempo, lasciando questo posto con una punta di rimpianto. Lo faccio, com'è giusto, in questa sede, dando, com'è pure doveroso, una spiegazione che si fa, penso giustificazione.
Dirò subito che sono personalmente convinto che - fatte salve considerazioni di ordine meramente pratico che possono a volte suggerire e far accettare un diverso comportamento - non sia politicamente corretto legare a contestualità o contemporaneità la soluzione di crisi di enti diversi per natura e per compiti istituzionali. E' soltanto la fantasia politica degli uomini della politica - quelli che l'opinione pubblica non comprende, e pertanto non approva - che può trovare logiche certe decisioni e scelte che si realizzano nel mondo delle alchimie.
Se il tempo e il luogo lo consentisse, varrebbe forse la pena soffermarsi un po' su questo problema, per giungere, io penso, alla conclusione che è sempre pernicioso, o quasi, legare una soluzione ad altra, o ad altre, non omogenee, se non forse per la dosatura dei personaggi, il che condiziona peraltro quel servire generoso e disinteressato che deve animare ogni uomo che sia investito di responsabilità di vita pubblica.
Accade qui che la crisi del Comune di Torino e quella della Giunta della Regione Piemonte fossero appaiate. Lunghe trattative e discussioni con inevitabili personalismi, condussero ancora una volta i vertici regionali dei Partiti interessati a rinunziare alla loro diretta autonoma responsabilità di decisione e a far ricorso alla avocazione romana. Mi si scusi: uomo di partito dal 1920, non riesco a comprendere, e ancor meno a giustificare, che i partiti debbano far capo alla soluzione romana, che per quanto alta e saggia, conoscerà pur sempre meno bene ed approfonditamente la situazione locale.
A Roma, per quanto mi riguarda e riguarda il Consiglio, passando sopra anche a talune forme di corretto costume nel comportamento partitico e politico, si patteggiò il posto di Presidente del Consiglio (dico così perché la persona, nel caso, finisce con il contare meno), trascinandolo come moneta di scambio in una crisi che non involgeva minimamente l'Ufficio di Presidenza.
E, quel che più conta, disinvoltamente si vulnerava la lettera e lo spirito dell'art. 14 dello Statuto Regionale, che è vincolante e superiore a qualsiasi intesa fra uomini e partiti, e che fa della elezione dell'Ufficio di Presidenza un atto proprio del Consiglio, uno di quegli atti, cioè, di prerogativa assoluta ed esclusiva, interna corporis determinando la durata dell'esercizio della carica in trenta mesi, per la cui riduzione non è prevista alcuna azione.
Non posso, rilevando la cosa, non protestare, più e prima che personalmente, quale Presidente, il primo dei cui compiti è evidentemente quello di ottenere il rispetto dello Statuto, legge fondamentale, con la Costituzione, per la vita della Regione. E lo faccio nel pieno rispetto che debbo all'Assemblea: altrimenti mancherei ad un dovere di difesa e di affermazione istituzionale.
Signori Consiglieri, vogliano peraltro prendere atto delle dimissioni che qui ora formalmente presento al solo organo competente.
Quando il mio Partito, che a questo posto mi aveva designato, mi chiese di considerare, alla luce dei patti romani, ai quali fui del tutto estraneo, l'opportunità di mettere a disposizione la carica di Presidente del Consiglio, per consentire lo sblocco della situazione in Regione ed al Comune di Torino, che doveva essere simultaneo per quella contestualità affermata, di cui si discusse filologicamente e dialetticamente in questo Consiglio - contestualità nettamente disattesa dal Presidente della Giunta dotti Calleri, che non vedeva come potesse impegnarsi, in una crisi non sua, l'Ufficio di Presidenza - il Partito mi trovò immediatamente disposto.
La posta in gioco era troppo alta perché considerazioni personali avessero il sopravvento sull'interesse generale.
Credo che la forza di un partito poggi su alcuni cardini essenziali e fondamentali. Uno di questi è la disciplina di partito, facile a sbandierarsi, meno facile a praticarsi.
Dichiarandomi disposto alle dimissioni, fatto salvo il mio dovere istituzionale, non compivo un mero gesto di disciplina, ma lo ancoravo all'esercizio di un effettivo servizio alla comunità, che dopo qualche tempo, ancora troppo lungo, poteva alfine veder avviate a soluzione le crisi che tormentavano il capoluogo della Regione, e, legata a quella, per quanto ho detto, la crisi della Regione.
Questo è il testo della lettera che in data 18 ottobre 1973 indirizzavo al Segretario regionale della D.C.: "Tramite tuo, il Partito, che ho sempre servito con il massimo disinteresse personale e con la passione di uno che crede nei valori della democrazia e nei principi cristiani, mi chiede la disponibilità dell'incarico di Presidente del Consiglio Regionale. Il Partito, anche in questa circostanza, può contare, nei modi e nei tempi che si riterranno opportuni - ovviamente, fatti salvi i principi istituzionali sulla mia disponibilità. La richiesta che mi rivolgi trascende obiettivi di competenza strettamente regionale, ma capisco benissimo che interessa la comunità: pertanto, non può lasciarmi indifferente. Continuerò a servire l'idea e la Regione con l'entusiasmo e la dedizione di sempre, ovunque sia il mio posto di lavoro".
Prendano dunque atto di tutto questo, signori Consiglieri, e della motivazione del mio comportamento. Li ringrazio.
Qualunque sia per essere il posto in cui continuerò il mio servizio al Piemonte, lo farò sempre con l'entusiasmo e la dedizione che mi hanno sin qui mosso, in ciò seguendo l'esempio da tutti loro generosamente dato.
Al mio commiato si accompagna un augurio, suggerito anche dalle prossime festività che pur in un momento sciaguratamente ancora di guerra e di tirannia in varie parti del mondo, si ispirano ad una speranza di pace che ha come necessario presupposto la buona volontà degli uomini, secondo l'annunzio di Nazareth.
E' un augurio particolare per il nostro Consiglio, per la sua attività nella certezza che nessuno vorrà assumere il ruolo di quel marinaio che svegliato di notte e avvertito che la nave sta per affondare se da tutti non si opera per evitare il naufragio, risponde "E a me che cosa importa? Tanto, la nave non è mia!". Invece, la nave è di tutti, e tutti ci siamo imbarcati. Operiamo perché approdi presto ad un porto sicuro.
Auguro a chi mi succederà di poter godere tutte le soddisfazioni che hanno accompagnato la mia fatica.
Dovrei ora lasciare questo posto, visto che delle mie dimissioni il Consiglio deve semplicemente prendere atto. Ma penso di dover ancora dare facoltà di parola ad alcuni Consiglieri che l'hanno chiesta, iniziando dal Consigliere Gandolfi.



GANDOLFI Aldo

Desidero esprimere - penso non solo a titolo personale - al Presidente Oberto una attestazione di stima per la sensibilità, la dignità l'equilibrio con cui ha retto la presidenza di questo Consiglio in un periodo non facile della vita regionale.
Da oggi avrà inizio certamente per il Presidente Oberto un diverso tipo di attività e di responsabilità, in una diversa posizione. Ma a noi farà piacere ricordare soprattutto il periodo trascorso sotto la sua presidenza ripeto, per il senso di equilibrio, la dignità e la responsabilità con cui ha svolto le funzioni di presidente del Consiglio.
Desideriamo ringraziarla, signor Presidente, e formuliamo per lei i migliori auguri.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Curci. Ne ha facoltà.



CURCI Domenico

Signor Presidente, saremmo degli ipocriti se ci unissimo al riconoscimento e al ringraziamento testé espressi dal Consigliere Gandolfi perché noi non ci sentiamo di ringraziarla né di darle il benservito.
Senza entrare nel merito della sua conduzione dei lavori di questo Consiglio, che spesso ha dato motivo da parte nostra a lagnanze sempre francamente esposte, non ci sentiamo di doverla ringraziare per il modo in cui ora si accinge a lasciare il suo alto incarico: per avere cioè ella consentito, nonostante la protesta espressa nel suo intervento di poco fa che la carica di Presidente di questo Consiglio divenisse oggetto di baratto fra i partiti.
Non starò a riepilogare la vicenda, d'altronde da lei stesso ricordata dal sindaco socialista la cui riostosità [sic] a lasciare l'incarico ha impedito per tanto tempo la soluzione della crisi; una storia farsesca, che ha fatto ridere tutto il Piemonte ed ha costretto lei, signor Presidente che si era affrettato, tre mesi or sono, a dichiarare disponibile la sua carica per un socialista, a rimanere per circa tre mesi come a bagnomaria perché se il Sindaco socialista se ne fosse andato se ne sarebbe andato anche lei, se il Sindaco socialista non se ne fosse andato lei sarebbe rimasto al suo posto e il buon Viglione avrebbe continuato per chissà quanto tempo ancora a concupire quella poltrona.
Ella, signor Presidente, ci ha parlato nel suo intervento di disciplina di partito. Io credo di poter dire che nessuno più di noi è sensibile ad argomenti del genere. Veterani come siamo, nella misura compatibile con la nostra anagrafe, di una lunga milizia, abbiamo il massimo rispetto per chi per lungo tempo, e in assoluta buona fede, si batte su posizioni anche diverse ed opposte alle nostre. Noi disprezziamo soltanto i voltagabbana.
Ma riteniamo, signor Presidente, che il suo senso di disciplina verso il suo partito non avrebbe subito menomazioni se ella se ne fosse uscito in bellezza, fra nove mesi, allo scadere del suo mandato. Così, mi creda, ne esce nel peggiore dei modi, e questo, lo dico con tutta sincerità, ci dispiace.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Vera. Ne ha facoltà.



VERA Fernando

Desidero associarmi al riconoscimento nei confronti del Presidente Oberto. E' un riconoscimento che deriva dalla valutazione estremamente positiva che noi abbiamo sempre dato della imparzialità, della obiettività e della capacità di moderatore di cui egli ha dato prova nel reggere l'alto incarico di Presidente di questa Assemblea.
Penso sia completamente da respingere la polemica svolta da parte del collega Curci nei confronti del ruolo dei partiti politici nell'ambito della vita democratica del Paese, ruolo che noi riteniamo importantissimo anche valutando che i partiti politici lo esercitano nell'ambito di scelte democratiche che vengono svolte all'interno di questi partiti e che sono sancite in genere dagli statuti dei partiti stessi, come negli statuti dei partiti stessi è sancita l'autonomia dei vari organi che il partito compongono e che viene superata soltanto qualora questi organi non siano capaci di avvalersene.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Zanone.



ZANONE Valerio

Per la verità, ritenevo che delle dichiarazioni che lei, signor Presidente, ha letto poc'anzi il Consiglio dovesse limitarsi a prendere atto. Ma poiché altri Colleghi mi hanno preceduto, desidero, a nome del Gruppo liberale, esprimere la nostra associazione alle deplorazioni che dalle più diverse parti politiche e da svariate persone, a titolo personale, in questa e in altra sede, sono state espresse circa il fatto che la più alta carica di questo Consiglio sia divenuta oggetto di trattativa presso le Segreterie centrali dei Partiti di Centro-Sinistra nel disperato tentativo di comporre le varie crisi comunali e regionali che si sono intrecciate fino a questo momento e che giungono oggi a conclusione.
Deploriamo che la carica di Presidente del Consiglio sia divenuta oggetto di trattativa in quella sede, perché ci preme innanzitutto fare una netta distinzione fra la natura della carica di Presidente del Consiglio e quella di Presidente della Giunta, cioè dell'Esecutivo: ci sembra che vada ribadito e sottolineato con estrema chiarezza che il Presidente del Consiglio non rappresenta la maggioranza in questa Assemblea ma rappresenta tutta questa Assemblea, nella sua globalità e in ciascuno dei suoi componenti.
A nome del Gruppo liberale, debbo dare atto al Presidente Oberto di aver sempre interpretato la sua carica in questo senso e di aver rappresentato con alto prestigio l'Assemblea di cui faccio parte; del che a nome del Gruppo liberale, lo ringrazio.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Credo sia superfluo sottolineare quanta stima il Gruppo che ho l'onore di rappresentare abbia per il Presidente Oberto e quanto abbia apprezzato il modo con cui egli ha retto l'alta carica. Direi che si è segnalato, per stile, nel fare e nel dire: il che è spesso difficile da conciliare. Anche il modo signorile, non alieno dalla capacità di assumere responsabilità esprimendo in giudizi, che possono anche essere severi, segnalano il Presidente Oberto alla nostra considerazione e al nostro rispetto.
Le vicende che hanno portato a queste dimissioni sono motivo di giudizi e di riserve, che vorrò esprimere in altra sede, poiché in questa le riterrei proprio mal collocate. Qui ritengo di dover dire, affinché non sorga troppo facile equivoco, che questa vicenda non è caratterizzata da lotte di tipo personale, né in senso positivo né in senso negativo: e caratterizzata da momenti dell'attività politica che possono anche essere usciti da un fluente, preciso, corretto canale, ma sempre con una motivazione finale che trascende completamente le persone. Quindi, non siamo di fronte ad una meschina vicenda di poltrone, come si sarebbe portati a intendere: questo aspetto esula assolutamente dalla situazione presente. Siamo ancora nel campo della politica, delle sue esigenze, delle sue azioni, dei rapporti tra le forze politiche del rilievo e del significato che assumono le cariche anche nei rapporti esterni.
Per questo noi potremo esprimere giudizi nella sede dell'opinabile, che e appunto quella politica. In questa sede io ribadisco che il Consigliere Oberto, espresso dalla Democrazia Cristiana, si è comportato con dignità e alta capacità, reggendo l'ufficio, e con altrettanta capacità e dignità con una motivazione politica, lascia questo posto. Lo ringrazio di tutto cuore per quanto ha fatto e per come lo ha fatto.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Berti. Ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Anch'io pensavo che avremmo dovuto limitarci a prendere atto delle dimissioni, per parlare poi nel corso della discussione, e anche nel corso della elezione della Giunta. Tuttavia, visto che tutti i Colleghi hanno ritenuto di farlo, penso che noi non possiamo esimerci dall'esprimere il nostro pensiero.
Quando lei fu eletto Presidente di questo Consiglio io ebbi a dirle, a nome del mio Gruppo, che noi non le concedevamo fiducia, perché sarebbe stato uno strumento nelle mani di una volontà espressa da altri. Voglio darle atto che non è stato così e che nel corso di questi anni in cui lei ha presieduto il Consiglio, salvo alcune occasioni, in cui è d'altronde facile perdere la calma, lei ha saputo collocarsi al di sopra della sua parte politica e operare come Presidente del Consiglio.
Devo ancora darle atto che, come Presidente del Consiglio, e come Presidente dell'Ufficio di Presidenza, lei ha assunto con piena convinzione tutte le iniziative che sono state proposte per dare al nostro Consiglio Regionale una caratteristica vera di antifascismo. Vogliamo sperare, poich lei sarà eletto Presidente della Giunta, che questo suo spirito e questa sua capacità di collocarsi al di sopra delle questioni di parte lei vorrà esprimerli anche in questa nuova veste, ancorché eletto da una maggioranza.
Anche alla Presidenza del Consiglio, per la verità, lei era stato eletto da una maggioranza. In proposito faccio qui una proposta. Poich oltre che dalla nostra parte, anche da varie altre forze politiche si è qui rilevato, e lo ha fatto lei stesso nel documento che ha letto, che le scelte del Presidente del Consiglio e dei membri dell'Ufficio di Presidenza non possono scaturire che da un incontro fra le forze politiche presenti nel Consiglio Regionale, occorre modificare, quando si riterrà opportuno ma certamente prima della fine del mandato, la norma dello Statuto relativa alla elezione. Occorre stabilire, come noi già avevamo proposto, che per eleggere il Presidente occorrono i due terzi dei voti. In questo modo, la decisione è automaticamente sottratta alle contrattazioni di parte, deve discendere da un discorso da farsi con tutte le forze politiche del Consiglio Regionale. Allora sì che si è coerenti con le affermazioni che da varie parti qui sono state fatte.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Simonelli. Ne ha facoltà.



SIMONELLI Claudio

Desidero, signor Presidente, associarmi, a nome del Gruppo consiliare del Partito socialista italiano, al saluto che gli altri Gruppi democratici le hanno rivolto, manifestandole così riconoscimento e stima per quanto lei ha fatto in questi mesi in cui ha presieduto il Consiglio.
La sua presidenza, come ha dichiarato poc'anzi il collega Berti a nome del suo Gruppo, non ha avuto il voto del Gruppo socialista; qualche volta ci siamo trovati in disaccordo con lei, ma questo disaccordo ha avuto sempre e soltanto una motivazione politica, derivante anche dal fatto che il mio Gruppo si riteneva a torto escluso da responsabilità di Ufficio di Presidenza che come terzo gruppo di questa Assemblea gli competevano; mai però si è inteso mettere in discussione né la sua persona né le sue qualità né il suo antifascismo né la passione con la quale si è dedicato alle sue attività in questi mesi.
In questo spirito e con questi sentimenti noi ci associamo al saluto che l'Assemblea le ha rivolto questa mattina.



PRESIDENTE

Ringrazio tutti coloro che hanno voluto manifestare apprezzamento per la mia opera. Vorrei dire che ringrazio anche chi da questo apprezzamento si è dissociato.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FASSINO


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Integrazione dell'Ufficio di Presidenza. Elezione del nuovo Presidente del Consiglio Regionale


PRESIDENTE

Se nessuno ha da muovere opposizioni, ritengo di poter considerare la presa d'atto come avvenuta, relativamente alle dimissioni del Consigliere Oberto dalla carica di Presidente del Consiglio. Dobbiamo pertanto passare al punto quarto dell'ordine del giorno: "Integrazione dell'Ufficio di Presidenza. Elezione del nuovo Presidente del Consiglio Regionale".
Ricordo al Consiglio che la votazione dovrà aver luogo per scrutinio segreto ed a maggioranza assoluta dei componenti il Consiglio, a norma dell'art. 14 dello Statuto. Se nessun candidato avrà ottenuto tale maggioranza si procederà ad una votazione di ballottaggio fra i due candidati che abbiano ottenuto il maggior numero di voti. In caso di parità, verrà eletto il più anziano di età.
Qualcuno chiede di parlare? Il Consigliere Calsolaro. Ne ha facoltà.



CALSOLARO Corrado

Il Gruppo socialista propone per la carica di Presidente del Consiglio Regionale il Consigliere Aldo Viglione.
Se la nostra proposta verrà accolta - e pensiamo di non avere dubbi che ciò avvenga -, il Consiglio Regionale del Piemonte sarà presieduto, ancora una volta, da un uomo della Resistenza; da un Consigliere di quella città di Cuneo che è, nella storia del nostro Paese, il simbolo stesso della lotta antifascista e della libertà.
In questo senso riteniamo che sul nome del candidato socialista si possa realizzare la convergenza di tutti i Gruppi dell'arco costituzionale: la sua elezione sarà considerata dai socialisti non tanto come un'affermazione della propria parte politica o come il risultato di una contrattazione a livello di schieramenti, ma come garanzia di una continuità storica che si fonda sulla Resistenza e sui valori politici e morali da essa emergenti.
Abbiamo più volte detto in quest'aula che la esclusione dei socialisti dall'Ufficio di Presidenza non poteva non essere motivo di inquietudine non personale, ma politica, per il fatto che questo Ufficio dev'essere istituzionalmente, e nella più larga misura possibile, rappresentativo di tutto il Consiglio e delle forze democratiche operanti nel suo seno, e nella Regione. E che, pertanto, solo con la partecipazione dei socialisti ad un livello che corrispondesse effettivamente al loro impegno politico ed alla loro crescente forza di rappresentanza popolare si sarebbe potuto costituire un Ufficio di Presidenza realmente e largamente rappresentativo.
Abbiamo anche esposto in questo Consiglio le ragioni per cui, a nostro avviso, senza una generale ristrutturazione dell'Ufficio di Presidenza, la sua ricostituzione secondo gli schemi che riproponessero la configurazione politica del 1970 sarebbe stata praticamente impossibile.
Non possiamo altresì fare a meno di rilevare che da qualche parte questa nostra proposizione è stata inesattamente interpretata come manifestazione di una tendenza preferenziale verso gli schieramenti.
La piattaforma programmatica che costituisce la base del nuovo Governo regionale di Centro-Sinistra (e che, quanto alla elezione del Presidente del Consiglio - e domani dell'intero Ufficio di Presidenza, almeno dei Consiglieri che scadranno -, potrà raggiungere, proprio per la diversa funzione istituzionale del Consiglio, una più vasta maggioranza) dovrà diventare - ed è quanto da tutte le parti del Consiglio è stato ripetutamente richiesto - il fondamento di un rapporto nuovo, più aperto e più dinamico, fra Giunta e Consiglio, di cui la Presidenza dell'Assemblea si porrà come imparziale e democratica garante, nel rispetto dei tempi di attuazione dei programmi e dei lavori delle Commissioni e del Consiglio nella più attiva informazione dei Consiglieri sulla vita della Regione nella sollecitazione degli impegni assunti a favore della collettività e della sua partecipazione alla vita della Regione.
In questo quadro, per esempio, dichiariamo sin d'ora la nostra ferma opposizione a che - come nel passato troppe volte è accaduto - disegni e proposte di legge vengano presentati in Consiglio per la discussione e l'approvazione oltre i termini regolamentari stabiliti a tutela della effettiva serietà del dibattito.
Allo stesso modo ci opporremo a tutti quei rinvii che non avessero altro fine se non quello della provata e reale necessità di un ulteriore approfondimento della materia; alla prolungata ed immotivata stasi delle proposte di legge di iniziativa consiliare davanti alle Commissioni legislative.
Siamo convinti che il compagno Viglione sia perfettamente consenziente sulla giustezza di queste esigenze; che non sono le esigenze del Gruppo socialista, ma corrispondono alla stessa credibilità dell'istituto regionale.
Proponendo il Consigliere Viglione come candidato alla Presidente del Consiglio Regionale abbiamo piena fiducia che egli saprà adempiere alle sue altissime funzioni con quello stesso spirito di sincero ed autentico democratico con cui partecipò alla Resistenza e con cui ha dedicato sino ad oggi le sue forze migliori al progresso delle popolazioni della nostra terra.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Superato il naturale scontento determinato dal dover prendere atto delle dimissioni di un Presidente che aveva espresso, il mio Gruppo ringrazia il Partito socialista per la designazione del collega Viglione.
Io mi associo agli apprezzamenti che sono stati espressi a suo riguardo. Sono certo che il suo passato, la sua sincera passione politica che si è espressa qui tante volte, in modi anche vivaci, sapranno ispirarlo in modo da farlo collocare nella tradizione della Presidenza del Consiglio che è già una tradizione di eccellenza e di grande dignità. L'on.
Vittorelli e l'avv. Oberto, per riconoscimento generale, hanno dato lustro a questo Consiglio, difendendone in modo elevato le prerogative, i diritti la dignità, interpretandone i momenti migliori. L'avv. Viglione a questa indicazione e a questa tradizione credo saprà ispirarsi, reggendo il Consiglio nel modo civile di confronto che è stato finora la caratteristica del Consiglio Regionale piemontese.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Ferme restando le riserve sull'attuale rappresentatività dell'Ufficio di Presidenza, riserve che abbiamo già avuto occasione di esporre più volte in quest'aula e che avanzeremo nuovamente al momento del prossimo rimpasto dell'Ufficio stesso, comunico che il Gruppo del Movimento sociale italiano Destra nazionale voterà scheda bianca nella elezione del Presidente del Consiglio Regionale.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Il nostro Gruppo voterà per il compagno Viglione, nonostante le osservazioni e le considerazioni che abbiamo già fatto nelle sedute precedenti, ed ancor prima, circa il metodo che i partiti di maggioranza hanno seguito per decidere su questa designazione.
Noi accettiamo di buon grado la elezione di Viglione per la sua passata e la sua attuale attività di antifascista. Siamo convinti che sotto la sua presidenza non si attenueranno, ma anzi si svilupperanno maggiormente quelle iniziative antifasciste che sono state uno degli elementi più interessanti della politica del Presidente Oberto. Votiamo Viglione anche per la sua capacità di mantenere rapporti unitari con il mondo dei lavoratori e con le forze che questo mondo esprimono.
Alla base della nostra decisione c'è anche il fatto, però, che Viglione rappresenta il Partito socialista, e noi, nel ritorno di un socialista alla Presidenza del Consiglio, nel ritorno del Partito socialista in Giunta quindi con funzioni di governo, vediamo la possibilità di realizzare quella svolta che da più parti è stata indicata come una esigenza assoluta per il Consiglio Regionale del Piemonte. Vogliamo sperare che si possa così ristabilire quel tipo di rapporto che caratterizzò la Regione nella fase costituente che ha prodotto lo Statuto, una fase che dev'essere ripresa e deve portare, soprattutto sul piano della partecipazione, ad un nuovo tipo di rapporto con le masse dei lavoratori, con le istituzioni che li rappresentano, per dare effettiva validità appunto agli elementi importanti ed essenziali emersi da quella fase costituente.
Questi i motivi per i quali il Gruppo Comunista vota a favore della elezione del compagno Viglione alla Presidenza del Consiglio Regionale.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Zanone. Ne ha facoltà.



ZANONE Valerio

Signor Presidente, la mia dichiarazione di voto si discosterà alquanto da quella del collega Berti. Desidero riprendere il discorso al punto in cui l'ho interrotto nelle dichiarazioni di poco fa sulla presa d'atto delle dimissioni del Presidente Oberto.
Noi riteniamo che il Presidente del Consiglio debba essere scelto in modo che sia espressione dell'Assemblea, non di una maggioranza o di uno schieramento politico all'interno di essa, perché soltanto così avrà la possibilità di assolvere le funzioni che gli competono, di tutela dei principi statutari e delle procedure legislative e regolamentari che disciplinano l'attività del Consiglio Regionale. A questa individuazione della figura del Presidente e dei suoi compiti noi connettiamo anche la individuazione della struttura dell'Ufficio di Presidenza, che deve essere come è sempre stato finora e come siamo certi resterà anche per il futuro rappresentativo dei diversi Gruppi costituiti a norma di regolamento che compongono questo Consiglio Regionale.
In questa logica, e con questa interpretazione delle funzioni del Presidente del Consiglio, il Gruppo liberale diede nel 1970 un voto favorevole alla elezione dell'on. Vittorelli, mantenendo fermo il suo consenso nei confronti di quel Presidente del Consiglio anche quando all'interno dell'Assemblea si produsse uno spostamento della maggioranza politica. Non vi fu in allora alcuna associazione - e credo sia stato giusto che avvenisse così - fra quella che era stata la posizione dei Gruppi per la nomina del Presidente del Consiglio nella persona del socialista Vittorelli e le variazioni che avvenivano all'interno delle maggioranze politiche del Consiglio Regionale. Perseguendo la stessa logica, attenendosi ai medesimi criteri, il Gruppo liberale diede poi il suo voto favorevole alla elezione del Presidente Oberto. Per questo, pur confermando il giudizio negativo che abbiamo già espresso circa le cause ed i modi con i quali si è pervenuti a questa sostituzione del Presidente del Consiglio Regionale, noi prendiamo atto con piacere, per la stima personale che abbiamo nei suo confronti della designazione espressa qui nei confronti del Consigliere Viglione; del quale io desidero sottolineare l'obiettività l'impegno e l'equilibrio con cui fino ad oggi ha svolto in questo Consiglio le funzioni di presidente della 8^ Commissione. Annunciamo il nostro voto favorevole alla sua candidatura. Desidero però risulti precisato che noi interpretiamo il voto che daremo fra poco come un voto non di collocazione negli schieramenti ma di superamento degli schieramenti.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Vera. Ne ha facoltà.



VERA Fernando

Il Gruppo socialista democratico esprimerà voto favorevole alla candidatura del compagno Viglione presentata dal Gruppo socialista. Lo farà con particolare piacere e soddisfazione, non soltanto per le qualità di uomo della Resistenza, di uomo politico già ricordate a favore del compagno Viglione, e non soltanto per la carica di simpatia umana che tutti noi abbiamo riscontrato nel compagno Viglione nel corso di questi anni di collaborazione in Consiglio Regionale, ma anche in quanto l'ascesa del compagno Viglione alla Presidenza del Consiglio coincide con l'inizio di un nuovo corso della vita di questo Consiglio, da noi più volte auspicato. I Colleghi di altri Gruppi hanno fatto numerose osservazioni sul ruolo dei partiti nei confronti dell'Ufficio di Presidenza. E' un discorso che richiederebbe forse chiarimenti, analisi più approfondite, e potrebbe forse anche portare a polemiche, e non credo sia il caso di insistervi e di replicare in questo momento. Con i Consiglieri che mi hanno preceduto concordo nella affermazione che l'Ufficio di Presidenza, ancorché composto da uomini di partito, e da uomini di partiti diversi, com'è logico in una democrazia pluralistica come la nostra, si deve porre - come, dobbiamo dire, nella vita di questo Consiglio si è quasi sempre posto - al di sopra delle parti, al di sopra degli schieramenti, con quel ruolo di arbitro che lo Statuto e tutti noi riconosciamo ad esso.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Gandolfi. Ne ha facoltà.



GANDOLFI Aldo

Nell'annunciare il mio voto favorevole, a nome del Partito repubblicano, per la elezione del collega Viglione a Presidente del Consiglio, desidero fare due considerazioni.
La prima è che con questa elezione, di fatto, si chiude un periodo piuttosto travagliato della nostra vita regionale, e si chiude nel rispetto di accordi per la realizzazione di un Centro Sinistra organico, un fatto politico che non possiamo non sottolineare e del quale non possiamo non compiacerci.
Sul piano personale, desidero aggiungere agli apprezzamenti e agli auguri che sono stati fatti anche il mio, con questa ulteriore considerazione, che la vasta convergenza che si sta manifestando sul nome proposto dal Gruppo socialista in Consiglio non può che essere di buon auspicio e di aiuto al collega Viglione nel momento in cui egli sta per assumere questa importante responsabilità. L'attività del collega Viglione si andrà ad inserire nel solco di una tradizione - perché di tradizione ormai possiamo parlare - all'interno del nostro Consiglio Regionale di altissima dignità, e noi non dubitiamo che il collega Viglione saprà assolvere degnamente questo compito.



PRESIDENTE

Se non ci sono altre dichiarazioni di voto dichiaro chiusa la discussione.
Si passa allora alla distribuzione delle schede e alla votazione.
Si procede all'appello nominale.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Proclamo i risultati della votazione per l'elezione del Presidente del Consiglio Regionale: Presenti e votanti 44 Hanno ottenuto voti: Viglione Aldo n. 35 Franzi Pierino n. 1 Vecchione Mario n. 1 Visone Carlo n. 1 Schede bianche n. 6 Proclamo Presidente del Consiglio Regionale l'avv. Aldo Viglione, che invito a prendere posto al bando della Presidenza.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VIGLIONE



PRESIDENTE

Signori Consiglieri, nel momento in cui l'Assemblea Regionale ha voluto esprimere nella mia persona il suo nuovo Presidente, accettando tale incarico, sento il dovere di ringraziarvi per la fiducia che mi avete accordato.
Ritengo tuttavia che il consenso manifestato debba attribuirsi al di là della mia persona, alla Presidenza del Consiglio, carica che comporta una serie di impegni che intendo portare avanti con il massimo senso di responsabilità, consapevole delle aspettative che tutti i cittadini del Piemonte hanno verso l'istituzione regionale.
Il Consiglio Regionale deve costituire infatti il momento fondamentale di incontro delle forze costituzionali che operano nell'interesse della collettività, momento caratterizzato da una viva e costante dialettica democratica che abbia come obiettivo principale la realizzazione di tutti gli impegni che ci siamo assunti votando lo Statuto della Regione Piemonte.
Dobbiamo quindi operare insieme per un sempre maggiore rafforzamento di questa istituzione, rafforzamento che potremo conseguire se poggeremo sempre di più la nostra azione sul consenso delle forze popolari e democratiche espresse dalla nostra Regione, seguendo le indicazioni che da esse provengono, attenti alle loro aspettative.
Abbiamo la volontà politica di perseguire questi obiettivi; obiettivi che si possono raggiungere dando concretezza ai principi della partecipazione di tutti i cittadini all'attività politica e sociale della comunità regionale dello sviluppo delle autonomie degli enti locali; dell'informazione e consultazione come metodo costante di rapporto con le forze democratiche e la collettività regionale.
Abbiamo voluto caratterizzare con questi principi-base lo Statuto del Piemonte; oggi dobbiamo dar vita agli strumenti che ci consentano di raggiungere questi obiettivi, potenziando le funzioni del Consiglio e del suo Ufficio di Presidenza, ma anche quelle delle Commissioni che dovranno sempre più svolgere un'azione incisiva e determinante.
Su questa via potranno essere di valido aiuto le indicazioni e l'attività di quanti mi hanno preceduto ricoprendo questa carica.
Voglio qui ringraziare l'On. Paolo Battino Vittorelli e l'Avvocato Gianni Oberto Tarena per l'attività preziosa che hanno svolto nel Consiglio Regionale.
Il primo guidando tutti noi nella complessa e qualificata fase della elaborazione dello Statuto Regionale, il secondo nella fase di decollo dell'istituto regionale; entrambi chiamati oggi a ricoprire altri impegni e responsabilità.
Voglio ringraziare ancora i due Vice Presidenti Sanlorenzo e Fassino indispensabile sarà l'attività loro e di tutto l'Ufficio di Presidenza che dovrà continuare ad operare in spirito di collaborazione portando nuovo entusiasmo ed originalità nelle iniziative che verranno intraprese e che tutti noi ci auguriamo siano sempre più qualificanti per l'istituto Regionale.
Prima fra tutte la continuazione delle celebrazioni della Resistenza secondo il programma che già conosciamo, iniziative queste che hanno avuto e stanno anche attualmente riscuotendo una larga eco, non soltanto nel Piemonte, ma nel Paese, in quanto hanno consentito alla nostra Regione di porsi fra le più sensibili ai temi dell'Antifascismo e della Resistenza.
Altre iniziative ci attendono, volte ad esaltare la funzione del Consiglio quale garante delle libertà democratiche, accentuando l'attività di informazione, lo scambio di esperienze fra i vari Consigli Regionali e la partecipazione democratica dei cittadini.
Il Consiglio dovrà poi lavorare alla formulazione di un suo Regolamento che, alla luce dell'esperienza fino ad oggi compiuta, sia semplice e flessibile, adattandosi alle diverse esigenze.
Anche la ricerca di una sede definitiva dovrà impegnare la nostra attenzione, sede che sia funzionale alle esigenze di rappresentatività del Consiglio e all'attività amministrativa e politica che in esso si dovrà svolgere.
Fondamentale è il problema del personale del Consiglio e della Regione esso dovrà essere sempre più qualificato e consapevole di operare in un Ente nuovo, investito di grandi aspettative da parte di tutto il Piemonte e dovrà pertanto essere responsabilizzato nelle sue mansioni anche ai livelli più semplici.
Questi ed altri compiti ci attendono.
Sono consapevole della Responsabilità che essi comportano, così come sono consapevole del difficile e delicato momento in cui si inserisce questa nomina.
Il quadro politico si presenta grave sia per avvenimenti interni alla Regione ed al Paese, sia per fatti internazionali.
Nella nostra Regione sono tuttora in corso trattative sindacali che investono migliaia di lavoratori, a partire da quelli del gruppo FIAT.
Sovente il Consiglio Regionale è intervenuto a sostegno dei lavoratori in lotta per la conservazione del posto di lavoro, ma dobbiamo sempre più essere attenti affinché nella nostra Regione vengano difesi i livelli occupazionali. I lavoratori hanno infatti dimostrato di volere un Ente Regionale che si ponga come un interlocutore pronto e sensibile ai loro problemi, investendo sovente il Consiglio delle questioni più gravose e di più difficile soluzione.
Sarebbe lungo ricordare gli interventi realizzati in questi tre anni dal Consiglio; ciò che vogliamo ribadire e che dobbiamo maggiormente impegnarci in questa direzione perché soltanto dando un posto preminente ai problemi dei lavoratori potremo dire di aver svolto la parte essenziale del compito al quale i cittadini del Piemonte ci hanno chiamati.
Soltanto facendoci carico costante di questi problemi difenderemo concretamente le istituzioni democratiche, esaltandone la funzione e il valore, contro la sfiducia e contro la strumentalizzazione che le forze eversive presenti nel nostro Paese costantemente cercano di porre in atto.
Difendendo le istituzioni democratiche nelle sedi in cui siamo presenti, mantenendoci costantemente vigili alle reali esigenze ed aspettative dei cittadini, daremo il contributo a quella distensione che tragicamente, i fatti del Cile e gli avvenimenti che si sono di recente susseguiti nell'area mediterranea, hanno visto minacciata.
Signori Consiglieri, con questa consapevolezza, con senso di responsabilità, credendo nella funzione innovatrice e insostituibile dell'Ente Regione, mi accingo a ricoprire questa carica della quale il vostro voto mi ha onorato.
Passiamo ora all'esame dell'ordine del giorno.
E' in congedo il Consigliere Giovana.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni - Presidente della Giunta Regionale

Adempimenti di cui all'art. 32 dello Statuto per l'elezione del Presidente della Giunta e della Giunta Regionale (seguito)


PRESIDENTE

Sono arrivate interrogazioni e interpellanze, ma per evitare una lettura assai lunga passeremo al quinto punto: "Adempimenti di cui all'arti 32 dello Statuto per l'elezione del Presidente della Giunta e della Giunta Regionale".
E' stato presentato il documento sottoscritto da venti Consiglieri Regionali, c'è quindi il numero legale per la presentazione al Consiglio Regionale delle linee politiche ed amministrative del Presidente e della lista degli Assessori a sensi e per gli effetti dell'art. 32 dello statuto regionale.
Si apre la discussione. Il Consigliere Bianchi, primo firmatario chiede di leggere al Consiglio il documento. La parola al Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Adempio volentieri al dovere di presentare il documento per la elezione del Presidente della Giunta e della Giunta stessa, secondo le prescrizioni dello Statuto.
Sono lieto di compiere questo atto nel nome della Democrazia Cristiana del Partito socialista, del Partito socialdemocratico e del Partito Repubblicano.
Presidente proposto: Avvocato Gianni Oberto Tarena.
Lista degli Assessori proposti: 1) Armella Angelo 2) Benzi Germano 3) Borando Carlo 4) Chiabrando Mauro 5) Conti Domenico 6) Debenedetti Mario 7) Fonio Mario 8) Gandolfi Aldo 9) Paganelli Ettore 10) Petrini Luigi 11) Simonelli Claudio 12) Vietti Anna Maria.
I Gruppi Consiliari della Democrazia Cristiana, del Partito socialista del Partito socialdemocratico e del Partito Repubblicano propongono al Consiglio Regionale l'elezione di una Giunta composta, secondo le indicazioni numeriche previste dallo Statuto della Regione Piemonte dal Presidente e da 12 Assessori.
La ripresa della collaborazione organica fra Democrazia Cristiana Partito socialista, Partito socialdemocratico e Partito Repubblicano alla Regione Piemonte assume un'importanza e un significato politico rilevante poiché non costituisce soltanto una risposta valida ad una esigenza posta dalla serietà dei problemi del momento ed un atteggiamento di coerenza con gli indirizzi nazionali, ma tende a realizzare una ulteriore fase dinamica di un incontro di forze politiche e popolari, solidamente interessate allo sviluppo democratico del Paese e alla rigorosa difesa delle sue istituzioni.
Queste forze politiche, pur consapevoli delle difficoltà che tuttora condizionano l'affermazione delle autonomie regionali, ribadiscono la comune convinzione che esse sono lo strumento essenziale per la riforma democratica dello Stato e per uscire dalla crisi che travaglia i rapporti fra il corpo sociale e il potere pubblico e per assolvere ai compiti di indirizzo e di un'azione di Governo che assicuri il passaggio ad un nuovo tipo di sviluppo e nuove strutture sociali, reclamati dalle fondamentali esigenze della società civile e dalle gravi situazioni di crisi che sono andate maturando.
L'intervento programmatico e l'azione che la Giunta si propone di perseguire si collegano con l'impegno spiegato ed i risultati ottenuti nella fase costituente della Regione, non trascurando il lavoro fin qui svolto da tutti gli Organi regionali per dare concreto contenuto alle competenze ed adeguata risposta ai problemi posti dalla realtà regionale.
Ribadita la opportuna esigenza di chiarezza e di distinzione nelle funzioni proprie dei diversi organi regionali, quale garanzia di autonomo esercizio delle responsabilità e dei poteri a ciascun organo conferiti e come condizione di corretto ed efficace funzionamento di ogni istituto democratico, riconosce che il metodo da perseguire è quello di ricercare la massima collaborazione fra gli organi ponendo cura per assicurare il più efficace collegamento tra l'attività della Giunta e quella del Consiglio.
I rapporti fra maggioranza e minoranza devono essere caratterizzati dalla piena autonomia e dalla capacità d'iniziativa delle forze politiche che le formano, ma anche dalla volontà di ricercare, nel confronto e dialogo costante, i modi più validi per svolgere il rispettivo ruolo e per trovare - in un impegno che è, in questo senso, comune - la migliore risposta alle attese popolari.
In questo quadro, particolare importanza deve essere riconosciuta ad un rapporto continuo fra la Regione e tutte le forze sociali e sindacali al fine di garantire la più larga partecipazione democratica ed assicurare una permanente aderenza all'azione politica alla realtà sociale.
La Giunta di fronte all'aggravarsi delle già difficili condizioni economiche, per effetto della crisi energetica che ha messo in maggior evidenza deficienze e pericoli, afferma la volontà: a) di respingere la prospettiva di un ineluttabile arretramento delle condizioni generali di vita e di assumere conseguentemente immediate iniziative atte a fornire adeguate risposte ai problemi nuovi, con una qualificazione dell'azione amministrativa e degli interventi rivolta a tutelare le conquiste sociali e i livelli di occupazione, promuovendo riconversioni e nuovi investimenti produttivi. A questi fini la Regione cercherà di corrispondere alla politica governativa per lo sviluppo economico e alla politica economico-sociale elaborata in sede Comunitaria con un suo adeguato impegno nell'ambito delle competenze regionali.
b) di adeguare alla luce delle nuove indicazioni ed esigenze gli obiettivi del piano di sviluppo e dell'azione programmatica al fine di farli più esattamente coincidere con una concreta politica di espansione dei consumi sociali e di realizzazione di una migliore qualità della vita.
Questo indirizzo riconferma la validità e l'attualità della politica di piano come metodo permanente in cui inquadrare l'azione regionale e impone l'urgenza di predisporre il piano regionale di sviluppo sulla base delle indicazioni politiche e programmatiche già possibili, data l'elaborazione fin qui compiuta anche attraverso un'ampia consultazione e secondo gli aggiornamenti che si rivelano necessari.
In questo piano, che rappresenterà il punto di riferimento per l'attività della Regione, devono trovare collocazione tanto l'adozione dei fondamentali strumenti di intervento regionale, quanto la individuazione delle linee e dei provvedimenti che si ritengono prioritari.
In particolare, si propone la sollecita approvazione delle leggi istitutive dell'Ente di sviluppo agricolo, della Società finanziaria regionale, dell'ente di sviluppo per l'artigianato.
Nella proposta politica di intervento programmato hanno un rilievo prioritario, per il loro effetto anche ai fini congiunturali, pur essendo organicamente collegate ad un più ampio disegno riformatore, le misure nei settori: 1) dell'agricoltura, in particolare con il piano della zootecnia; gli interventi a sostegno della cooperazione e dell'associazionismo; il risanamento della cooperazione vitivinicola; il miglioramento delle attrezzature collettive e delle condizioni di vita e di ambiente nelle campagne; miglioramenti fondiari; considerando finalmente l'agricoltura come un elemento primario condizionante ogni progettazione urbanistica ed ogni utilizzazione del territorio.
2) dei trasporti. Il settore dei trasporti collettivi su strada richiede uno stimolo perché possa fronteggiare, con investimenti in materiale rotabile, la domanda crescente di una sostituzione del mezzo individuale.
Nell'attuale congiuntura sono indispensabili nuovi interventi volti a collegare nelle giornate festive, nel caso venga mantenuto a lungo il divieto alla circolazione, i Comuni delle aree periferiche e quelli per i quali è di preminente importanza l'attività turistica.
La Giunta Regionale si impegnerà a presentare un disegno di legge eventualmente aggiuntivo rispetto ad analoghi interventi del Governo, per finanziare gli investimenti in materiale rotabile e infrastrutture delle aziende pubbliche e municipalizzate cui è principalmente affidato l'onere di assicurare il trasferimento del pubblico dall'uso del mezzo privato all'uso del mezzo collettivo, con la conseguente tendenza ad ampliare l'area dell'intervento pubblico.
Sul piano delle azioni a medio e lungo termine, la Regione dovrà tendere a modificare il quadro strutturale dei trasporti piemontesi, attraverso un programma di interventi coordinato tra Stato, Regione ed Enti Locali capace di spostare, soprattutto in questo settore, il rapporto tra consumi individuali e consumi sociali. La Regione dovrà puntare alla realizzazione di un efficiente sistema regionale di trasporti su ferro seguendo queste direttrici di azione: definizione, in rapporto con le ferrovie dello Stato, di un programma di investimenti che metta in grado il sistema ferroviario di assolvere alla funzione di sistema portante degli spostamenti in massa messa a punto e realizzazione di Piani regionali di intervento per le ferrovie secondarie, aggiuntivi rispetto a quelli statali, con priorità per quello dell'area metropolitana già all'esame del Consiglio stimolo all'accelerazione dei programmi di investimento della Metropolitana torinese. La definizione di un quadro organico di interventi per il sistema ferroviario dovrà accompagnarsi alla formulazione e gestione di piani di trasporto di bacino.
3) della casa, per l'attuazione della legge 865 attraverso un autonomo impulso della Regione che consenta l'avvio da parte degli IACP e delle cooperative, nonché attraverso interventi per i centri storici e a favore dei Comuni per il finanziamento delle opere di urbanizzazione 4) del turismo, fortemente colpito dalle restrizioni conseguenti alla crisi energetica, attraverso interventi di sostegno soprattutto a favore delle situazioni più fragili ed esposte alle difficoltà congiunturali.
Secondo il modello tracciato dallo Statuto Regionale, ispirato ai principi del decentramento e della partecipazione, la Giunta intende operare per favorire e sviluppare l'autonoma responsabilità degli Enti Locali attraverso un ampio ricorso alla delega dell'esercizio delle funzioni regionali.
La delega dell'esercizio delle funzioni sarà anche uno strumento concreto per promuovere intese e forme associative fra i Comuni e le Province, che consentano l'avvio di una politica comprensoriale, previa individuazione e definizione delle aree relative, indispensabile per il raggiungimento degli obiettivi di riequilibrio territoriale del Piemonte.
A questo fine sarà avviata con urgenza la formazione dei piani territoriali di coordinamento delle aree ecologiche, attraverso ampie consultazioni con gli Enti Locali e le forze sociali interessate.
Università. La Giunta si impegna ad operare - per quanto di sua competenza ad una sollecita definizione del sistema universitario piemontese attraverso l'indicazione di nuove università da localizzare, in armonia con le ipotesi di assetto territoriale e di riequilibrio economico del Piemonte.
La scelta delle nuove localizzazioni universitarie dovrà avvenire attraverso procedimenti che, da un lato, assicurino la partecipazione degli Enti Locali interessati e dall'altro, garantiscano la coerenza di tutti gli interventi, da chiunque adottati, alle indicazioni espresse dalla Regione.
Circa la ristrutturazione dell'Università di Torino, si ritiene opportuno un piano organico che eviti decisioni episodiche di trasferimenti di singole facoltà, destinati a compromettere lo stesso disegno di riequilibrio territoriale. Il reperimento di aree destinate alle localizzazioni universitarie è agevolato dalla possibilità di esproprio ai sensi della legge 580.
La Giunta si impegna, inoltre, ad approfondire e a portare a conclusione gli studi per la realizzazione di un sistema di informazione e di calcolo elettronico, assumendo come punto di riferimento i lavori dell'Intercommissione consiliare.
Una particolare attenzione sarà dedicata alla tutela dei beni culturali e al patrimonio linguistico.
Ai fini operativi verrà predisposto il censimento dei beni.
Assistenza scolastica. Il primo settore nel quale l'indirizzo di delega si eserciterà è quello dell'assistenza scolastica per la scuola materna e dell'obbligo, settore nel quale i Comuni già da anni hanno dovuto affrontare problemi di integrazione nelle provvidenze disposte dallo Stato e dalla Regione.
La Giunta presenterà un disegno di legge di delega agli Enti Locali Province e Comuni, delle funzioni amministrative in materia di assistenza scolastica per la scuola dell'obbligo.
Il trasferimento avrà come contenuto qualificante la creazione di strutture e servizi collettivi per il trasporto, la refezione, la realizzazione del tempo pieno e il miglioramento dell'assistenza didattica.
In questa legge si collocherà il problema della fornitura dei libri di testo, del materiale didattico, che, per il 1973-74, potrà essere risolto con una soluzione transitoria che permetta di far fronte alle attese.
L'assetto territoriale e la pianificazione urbanistica. Il piano di sviluppo regionale si realizza anche attraverso la predisposizione di taluni fondamentali strumenti urbanistici.
Il piano di sviluppo si articolerà in piani di comprensorio socio economico i quali comprenderanno, come già enunciato, veri e propri piani territoriali di coordinamento. Mediante tali piani urbanistici si dovrà pervenire ad una razionale distribuzione delle risorse economiche nel territorio della Regione e garantire un tipo di organizzazione del territorio "a misura dell'uomo".
Aspetti più particolari, che potranno a loro volta realizzarsi con piani settoriali e con progetti operativi, dovranno essere approntati in particolare per: la creazione di aree industriali attrezzate, in modo da favorire una migliore distribuzione nel territorio delle attività produttive la creazione delle grandi infrastrutture necessarie per la riorganizzazione del territorio la realizzazione delle infrastrutture per gli interventi nel settore della casa.
Per il raggiungimento di questi obiettivi strumento essenziale è la Finanziaria Regionale.
Sanità e Sicurezza sociale. La Giunta, ispirandosi ad una concezione unitaria della sanità e della sicurezza sociale, presenterà il piano ospedaliero, secondo una visione globale del servizio sanitario, con particolare rilievo per la medicina preventiva e la salute dei luoghi di lavoro e nella prefigurazione delle unità sanitarie locali.
La Giunta riconosce che l'azione per la riforma dei servizi sociali comporta la loro unificazione attraverso la definizione dell'unità locale dei servizi.
Interventi particolari, immediati ed importanti sono ritenuti la computerizzazione dei servizi sanitari, da avviarsi in via sperimentale e la riorganizzazione del pronto soccorso, la razionale organizzazione e distribuzione dei servizi di emodialisi, la formazione del personale paramedico.
Per quanto attiene alla medicina preventiva, la Giunta si propone la utilizzazione e valorizzazione delle strutture esistenti create dagli Enti Locali, facendoli partecipi, nel quadro della politica sanitaria regionale.
Ecologia. Nell'ambito degli interventi per la tutela dell'ambiente e nella azione da svolgere contro tutte le forze d'inquinamento, la Giunta propone la sollecita definizione dalle misure e dei programmi in corso di approfondimento coi piani per lo smaltimento dei rifiuti solidi e per la depurazione delle acque.
In una più ampia prospettiva, la Giunta colloca il piano generale delle acque, comportante la valorizzazione dei bacini montani ai fini coordinari dell'utilizzazione potabile, irrigua ed energetica.
Personale. La Giunta si impegna a presentare il disegno di legge per lo stato giuridico ed economico del personale, concludendo con rapidità le trattative sindacali aperte ed avendo presente sia sotto il profilo normativo, sia sotto quello strutturale, la nuova e qualificata funzione che viene richiesta agli uffici regionali.
La Giunta, infine, ribadisce l'impegno ad ispirare tutta la propria azione allo scopo di fornire efficaci risposte, per quanto può essere consentito dai mezzi a disposizione dell'Ente Regione, ai gravi problemi posti alla situazione attuale, nel campo degli approvvigionamenti di energia, in quello dell'occupazione e delle condizioni di vita dei lavoratori, nella lotta all'inflazione e nella difesa del potere di acquisto della moneta.
Le proposte e le indicazioni formulate, sia quelle che hanno un contenuto specifico, non sono state esposte con l'intento di esaurire organicamente il quadro delle iniziative da assumere, ma sono state avanzate al fine principale di fornire un punto di riferimento per un giudizio sulla linea politico-amministrativa della Giunta e sulla volontà che la sostiene.
La Giunta è quindi impegnata a presentarsi al Consiglio entro breve termine, con una sua relazione programmatica che consenta un approfondito dibattito al fine di eventuali arricchimenti ed integrazioni per i quali i gruppi politici che sottoscrivono questo documento si dichiarano aperti e disponibili.
Mi riservo naturalmente di intervenire nel corso della discussione, a nome del mio Gruppo o in sede di dichiarazione di voto.


Argomento:

Adempimenti di cui all'art. 32 dello Statuto per l'elezione del Presidente della Giunta e della Giunta Regionale (seguito)

Argomento:

Documenti - Assegnazione a Commissioni


PRESIDENTE

Faccio presente che abbiamo corretto alcuni errori di battitura.
Proporrei questo metodo di lavoro: rinviamo ad oggi pomeriggio alle 17 l'inizio della discussione in quanto alle 16 si aprono i corsi di aggiornamento presso l'Università e dovrà essere presente il Presidente designato della Giunta.
Vi è un elenco di proposte di legge: proposta di legge n. 118 "Consulta Regionale dell'economia" presentata dai Consiglieri Curci e Carazzoni, assegnata alla I Commissione proposta di legge n. 119 "Piano triennale per incrementare gli impianti sportivi e ricreativi della Regione Piemonte" presentata dai Consiglieri Gerini, Zanone e Fassino, assegnata alla VII Commissione disegno di legge regionale n. 120 "Bilancio di previsione per l'anno finanziario '74" presentato dalla Giunta Regionale il 17 dicembre e assegnato alla I Commissione il 18 dicembre disegno di legge regionale n. 121 "Esercizio provvisorio del bilancio per l'anno 1974" presentato dalla Giunta e già iscritto all'ordine del giorno proposta di legge regionale "Istituzione del Circondario del Verbano Cusio Ossola" presentata dal Consigliere Fonio in data 20 dicembre, assegnata all'VIII Commissione.
Vi è poi una risposta scritta dell'Assessore all'Industria ad un'interrogazione del Consigliere Sanlorenzo in data 14 dicembre '73, in merito agli interventi per assicurare il necessario rifornimento di olio combustibile alla torcitura di Borgomanero.
Sono così esaurite le comunicazioni del Presidente.


Argomento:

Documenti - Assegnazione a Commissioni

Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Vorrei tornare ora sul metodo di lavoro: propongo di riprendere la discussione alle ore 17, al termine darei la parola al Presidente designato, successivamente vi sarebbero le dichiarazioni di voto.
Resterebbero poi da esaminare i seguenti disegni di legge: "Esercizio provvisorio del bilancio per l'anno 1974"; "Determinazione aliquota ILOR per l'anno 1974"; "Proroga delle disposizioni relative al vincolo alberghiero"; "Parere su progetto pilota dell'area metropolitana di Torino".
Non mi è pervenuto il parere della I Commissione per quanto attiene all'esercizio provvisorio e alla deliberazione ILOR.
La parola al Consigliere Gandolfi.



GANDOLFI Aldo

Signor Presidente, mi sembra che potremmo impiegare ancora almeno un'ora per iniziare la discussione, un intervallo da adesso alle 17 mi sembra che prenda troppo spazio e ci obblighi questa sera ad una partenza ad ora tarda.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Garabello, ne ha facoltà.



GARABELLO Enzo

Sulle comunicazioni, signor Presidente. Particolarmente in merito ai pareri della I Commissione sui due argomenti all'ordine del giorno.
Devo dire che la Commissione è stata da me convocata e riunita mercoledì scorso, non appena ricevuta comunicazione dalla presidenza del Consiglio dell'assegnazione, in via di estrema urgenza. La Commissione insolitamente, è andata deserta: un'ora dopo la convocazione erano presenti, assieme a me, i soli Consiglieri comunisti. Pertanto occorre poterla nuovamente riunire, ma vi sono delle complicazioni che mi permetterei di sottoporre a lei affinché le voglia risolvere. Di solito le Commissioni si riuniscono prima dell'assemblea per definire i propri pareri, ma oggi pomeriggio abbiamo anche noi la complicazione, dal punto di vista pratico, della manifestazione all'Università che impedirebbe a qualcuno dei colleghi di essere presente.
Un'altra ipotesi è di convocarla per domani mattina alle ore 9, ma, per quanto impegno ci si possa mettere, potrebbe mettere in difficoltà l'apertura dei lavori dell'assemblea, salvo che il Consiglio stesso autorizzi la Commissione ad ultimare nei tempi più ristretti possibili i lavori, dando presenti i Consiglieri della Commissione, riunita in un locale attiguo.
Mi permetto di Sottoporle il problema, Signor Presidente, perché voglia decidere o chiedere al Consiglio la soluzione migliore, dato che non c'è possibilità di rinviare questi argomenti.



PRESIDENTE

Chiede di intervenire il Consigliere Raschio, ne ha facoltà.



RASCHIO Luciano

Signor Presidente, mercoledì siamo stati convocati alla 1^ Commissione con un telegramma urgente del Presidente Garabello, e Sanlorenzo, Raschio e Berti come sempre erano presenti alla riunione. Noi manifestiamo ancora una volta in questa sede, nella sede solenne del Consiglio, il nostro vivo disappunto per il modo con il quale la Giunta lavora. Non è possibile, non è serio ricevere mercoledì stesso il bilancio per il '74 e, senza conoscere addirittura l'impostazione, decidere per l'esercizio provvisorio.
Sono d'accordo con Garabello, è un caso del tutto eccezionale! Però sia chiaro che noi non ci sentiamo oggi di disertare una importante manifestazione come quella che ha organizzato l'Ufficio di Presidenza e che travalica le stesse momentanee competenze delle Commissioni, quando poi la Giunta ha fatto tutti i suoi comodi, crisi compresa! Siamo d'accordo sulla proposta del Presidente Garabello di trovarci domani mattina alle 9, però questa è l'ultima volta che ci presentiamo in queste condizioni per trattare problemi della rilevanza di un esercizio provvisorio per il bilancio del '74 e del dispositivo di Giunta sulla questione ILOR. Se vogliamo essere seri con noi stessi e nei confronti del Consiglio, non è possibile chiedere, senza avere il tempo necessario di visionare le varie documentazioni riguardanti il Bilancio ed il problema dell'ILOR per dare un giudizio il più obiettivo e costruttivo possibile.
Siamo pronti, e lo dimostriamo con la nostra costante presenza in commissione, di sottoporci a sacrifici per essere sempre disponibili in qualunque ora o giorno, ma non siamo disposti ad avvallare, a tambur battente, gli atti della Giunta senza conoscerli!



PRESIDENTE

Chiede di intervenire il Consigliere Rossotto, ne ha facoltà.



ROSSOTTO Carlo Felice

Porto nella mia funzione di Vice Presidente della I Commissione, e poiché è qui risultato che alla convocazione erano solo presenti i membri del gruppo comunista voglio rilevare che è vero che l'urgentissimo è un fatto che può anche concretarsi, ma in questo caso non si è neanche osservato il regolamento provvisorio del Consiglio che dice; "Il Presidente convoca la propria Commissione e, sentito di norma il vice Presidente, ne fissa l'ordine del giorno".
Io vorrei fare rilevare che ci si è trovati ancora una volta di fronte ad una situazione abnorme, un bilancio provvisorio e altri provvedimenti che dovevano essere esaminati d'urgenza dalla Commissione, perch improvvisamente la vita della Regione riprendeva la sua normale attività.
Io avevo assunto precedenti inderogabili impegni ed al telegramma urgentissimo di convocazione, ho risposto con uguale mezzo al Presidente per segnalargli e scusare la mia indisponibilità. Sulla necessità di mettere a disposizione le ore che rimangono per partecipare alle riunioni della Commissione e anche per sostituire eventualmente i colleghi che non possono essere presenti, io sono disponibilissimo sia di giorno e di notte e ciò, indipendentemente da fatti più importanti che possono succedere nel Consiglio e al di fuori, rilevo però che quanto è capitato è un fatto che non può ricadere come responsabilità sui membri della Commissione, ma è all'opposto una responsabilità collettiva e collegiale conseguenza anche di questa lunga crisi.



PRESIDENTE

Chiede di intervenire il Consigliere Bianchi, ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Non vorrei approfittare della generosità dei membri della I Commissione, ma se il Presidente realizza la proposta di rinviare la prosecuzione dell'attività del Consiglio ad oggi pomeriggio alle 17, mi sembra che ci sia lo spazio a mezzogiorno per una riunione immediata della Commissione. Sono qui, sono già riuniti, credo che questo comporti minor disagio e maggiore possibilità di effettuare una riunione.



PRESIDENTE

Chiede di intervenire il Consigliere Simonelli, ne ha facoltà.



SIMONELLI Claudio

Mi associo alla richiesta fatta dal Consigliere Bianchi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Garabello.



GARABELLO Enzo

Vorrei precisare che prima ho dimenticato di dire - e non vorrei sembrasse una scortesia nei confronti di Rossotto - il quale, essendo già a Roma al momento della convocazione telegrafica, ha scusato la sua assenza.
Per quanto mi riguarda, sulla proposta di Bianchi non ho niente in contrario.



PRESIDENTE

Vorrei solo fare presente al Presidente Dotti che c'è anche il problema del parere sul progetto pilota dell'area metropolitana di Torino, per cui riterrei che anche la sua Commissione debba riunirsi per le eventuali decisioni.



DOTTI Augusto

Signor Presidente, la nostra Commissione si è riunita, ma l'argomento era di mole abbastanza complessa per cui non abbiamo potuto esprimere il nostro parere. Naturalmente ci riuniremo ancora per poterlo esprimere in tempo utile.



PRESIDENTE

Volevo soltanto sapere se la Commissione intendeva riunirsi o meno per comunicare alla presidenza le decisioni.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Rivalta, ne ha facoltà.



RIVALTA Luigi

Credo che si tratti di chiarire appieno quanto è stato fatto dalla Commissione, la quale si è riunita mercoledì, ha preso in esame l'avanprogetto che era stato presentato con gli allegati, ha discusso ed è approdata alla decisione di non potere, in tempo così breve, prendere alcuna posizione nei confronti di una così complessa questione. D'altra parte nella riunione dei capigruppo di lunedì scorso era stato deciso di prendere maggior tempo, rimandando al mese di gennaio la presa di posizione, per cui la Commissione si è sciolta con l'intento di organizzare il lavoro di discussione e di giudizio, non solo, ma anche di consultazione, per essere pronta nel mese di gennaio a dare una risposta.
In più è stato deciso in sede di Commissione di presentare un ordine del giorno in cui si chiarisca prioritariamente quale impegno il Consiglio Regionale assume nei confronti del piano territoriale di coordinamento dell'area ecologica di Torino, all'interno del quale soltanto si pu collocare il progetto pilota e senza del quale il progetto pilota non avrebbe nessun significato. Ora si tratta di attenersi alle decisioni assunte nella Conferenza dei Capigruppo e alle decisioni di lavoro prese in sede di II Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Calleri.



CALLERI Edoardo

Io capirei le difficoltà di assumere una decisione di questo genere se la discussione intorno al contratto da farsi col Ministero del Bilancio riguardasse i contenuti del piano di sviluppo, ma si tratta semplicemente dell'autorizzazione della Giunta Regionale a firmare un contratto con il Ministero del Bilancio.
La questione è importante perché il Ministero del Bilancio deve assumere l'impegno di spesa entro quest'anno e questo contratto deve essere firmato altrimenti si perdono i 250 milioni che il Ministero del Bilancio dà. E' evidente che è un semplice contratto che non riguarda assolutamente i contenuti del piano sviluppo, e uno dei progetti che il Ministero del bilancio intende fare in collaborazione con le Regioni e quindi le valutazioni che sono oggettivamente anche esatte, fatte dal Consigliere Rivalta, penso possano essere superate tenendo conto che si tratta dell'autorizzazione a firmare un contratto che impegna il Ministero del Bilancio a stanziare dei fondi; la Corte dei conti non potrebbe accettare di registrare questi impegni se gli stessi dovessero andare sul bilancio del 1974. Quindi pregherei di tenere conto che si tratta di un contratto che non impegna, per i contenuti, l'amministrazione regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dotti.



DOTTI Augusto

Ringrazio il collega Calleri di questa sua sollecitazione, però voglio informare il Consiglio che la Commissione non è sprovveduta ed aveva esaminato anche l'opportunità di portare in porto questa convenzione. E' stata forse la parte principale della discussione. Si potrebbe anche rinunciare ai 250 milioni, è questione di opinioni, non sappiamo la discussione che ci sarà in Consiglio. Comunque l'urgenza della convenzione non è sfuggita alla Commissione, è stata anzi oggetto di ampio dibattito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Berti.



BERTI Antonio

In parte Dotti mi ha preceduto. Adesso stiamo già entrando nel merito della questione, quando invece si trattava di decidere se continuare o meno la discussione. Tuttavia va precisato che la Conferenza dei Capigruppo ha dovuto prendere atto che non era possibile intervenire nel merito, sia pure per autorizzare la iscrizione della somma al bilancio del Ministero, perch era una decisione presa sulla testa dei Comuni dell'area metropolitana di Torino.
Noi abbiamo detto che di questo problema dovevano essere investiti i Comuni che fanno parte dell'area, che noi non ci sentivamo di assumerci questa responsabilità. E' stato in quella sede, presieduta ancora dall'avv.
Oberto, che si è deciso di iscrivere comunque il punto all'ordine del giorno, ma che avremmo in generale cercato di ottenere da tutto il Consiglio il consenso ad intervenire presso il Ministero per chiedere ulteriore tempo per esprimere il parere.
Nella riunione della II Commissione dell'altro giorno si è preso atto non solo di questo fatto, ma si è entrati nel merito della questione; la maggior parte dei componenti ha ritenuto addirittura irrilevante, senza importanza, non valido sul piano concettuale, il fare un piano pilota se non per questioni di carattere metodologico, perché non può essere un piano pilota per nessun altra Regione. Ma non intendo qui anticipare cose che saranno discusse quando interverremo sul punto all'ordine del giorno.
Se non sbaglio il funzionario presente alla riunione, Gatti, ci ha detto che in conseguenza di incontri con rappresentanti del Ministero, è stato rilevato che era possibile comunque iscrivere questa cifra a bilancio senza avere ancora espresso compiutamente il nostro parere.
Noi quindi anticipiamo che non è il caso di chiedere d'urgenza la riunione della Commissione per autorizzare un parere che invece deve essere collegato al parere di merito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Garabello.



GARABELLO Enzo

Prendo la parola in quanto membro della II Commissione ho fatto quanto hanno detto Dotti, Rivalta e Berti, fra l'altro tenendo presente che sulla valutazione di merito del problema vi sono dei punti di vista diversi. Mi pare che c'è un elemento comune a tutti, ed è che questo lavoro - per il quale la Regione si collega all'ISPE tramite l'IRES - ha un significato soltanto se può essere ricondotto nel piano generale dell'area di Torino.
Così, invece, come fatti a sé stanti, questi studi lasciano perplessità.
Ad un certo momento era venuta fuori anche l'ipotesi dell'ordine del giorno interno, di cui parlava Rivalta, che stabilisce un impegno rispetto al piano generale dell'area di Torino, ma non chiudesse la porta al discorso di cui all'impegno del 31 dicembre. Noi vogliamo approfondire la questione, non diciamo che non ci interessa. Pur avendo espresso pareri diversi, mi pare che anche Dotti e Vera che erano presenti la pensassero così; la posizione dei colleghi comunisti forse era più rigida, ma pareva possibile tentare una composizione per darci il tempo necessario a prendere una decisione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Paganelli.



PAGANELLI Ettore

Mi sembra che per prendere una decisione sulla materia, che è controversa in questo momento, sia indispensabile appurare definitivamente dal Ministero l'argomento della perentorietà o meno della scadenza del 31 dicembre.
Quando avevo parlato di questo progetto pilota direttamente al Ministro Giolitti, avevo affrontato altri grossi e rilevanti problemi, ma non quello del termine del 31 dicembre.
Effettivamente il consulente della programmazione dr. Gatti, che aveva successivamente trattato con i funzionari dell'ISPE anche la possibilità della trasmissione della convenzione della Corte dei conti con un termine maggiore per il parere del Consiglio Regionale, mi aveva riferito di una certa larghezza di disponibilità in questa materia. Adesso mi risulta invece che ci sono delle perplessità.
Io farei questa proposta: soprassediamo dal prendere una decisione, la pausa può essere opportuna per un preciso contatto telefonico con il Ministro a seguito della quale nella seduta pomeridiana del Consiglio Regionale potremo avere delle idee più chiare.



PRESIDENTE

Io devo comunicare al Consiglio che ho già parlato col Ministro il quale è stato abbastanza perentorio rispetto al termine. Io ho insistito perché l'argomento fosse riportato a gennaio. Può darsi che in sede tecnica possano studiare una forma per protrarre la decisione al gennaio-febbraio ma per adesso accoglierei i suggerimenti dell'assemblea.
Convoco il Consiglio alle ore 17 per l'inizio della discussione.
Prego il Presidente della I Commissione di convocare immediatamente la Commissione.



(La seduta ha termine alla ore 12,30)



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