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Dettaglio seduta n.183 del 22/11/73 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE OBERTO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta. Punto primo dell'ordine del giorno: "Approvazione verbali delle precedenti sedute".
I verbali sono stati distribuiti ai signori Consiglieri. Ci sono osservazioni in merito? Allora, pongo in votazione l'approvazione dei processi verbali dell'adunanza del 9 novembre '73. Chi approva è pregato di alzare la mano. Il verbale è approvato.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente


PRESIDENTE

Punto secondo dell'ordine del giorno: "Comunicazioni del Presidente".
Sono in congedo i Consiglieri Bianchi, Zanone e Ferraris, e per malattia il Consigliere Giovana.
A proposito della legge sulle Cantine sociali, ci è pervenuta dal Commissario del Governo una lettera del seguente tenore: "Il Governo rinvia la legge stessa, al fine dell'esame preliminare del provvedimento per accertarne la compatibilità con le disposizioni comunitarie di cui all'art. 93 paragrafo 3 del Trattato di Roma da parte della apposita Commissione comunitaria. Si informa peraltro che il disegno di legge è stato già trasmesso dal Ministero degli Esteri alla Commissione comunitaria con richiesta di esame in via di urgenza, e che il rinvio si deve intendere condizionato dall'esito di detto esame. Ove intervenga il nulla osta, ne sarà data comunicazione al fine di consentire l'ulteriore corso del disegno di legge senza una nuova deliberazione del Consiglio Regionale".
Ciò significa che praticamente la legge è per implicito vistata, salvo il verificarsi di questa circostanza, come del resto il Consiglio stesso aveva previsto e voluto al momento della votazione della legge.
Trasmetterò la lettera al Presidente della Giunta, il quale si comporterà come riterrà meglio, attendendo, per la promulgazione della legge, che gli dia comunicazione sullo scioglimento della riserva cui fa riferimento la lettera stessa. Il 15 novembre vi è stato, presso l'Ufficio di Presidenza, un incontro con una delegazione di dipendenti della Ditta Solex. Questi lavoratori sollevano un problema di carattere particolare: non si tratta della consueta vertenza per la difesa del posto di lavoro per la sicurezza della continuità del salario, ma di aprire il discorso con la Ditta Solex in merito ai programmi di espansione dell'attività, che si prevede, da quanto la delegazione dei lavoratori ha detto, avvenga in quel di Torino anziché, come sembrerebbe più opportuno, al Sud, con una impostazione del programma che non collima con le linee indicate più volte da questo stesso Consiglio nei dibattiti che si sono qui svolti non in rapporto al caso specifico della Solex ma in materia di insediamenti in generale.
Nella riunione, cui ha partecipato l'Assessore Visone, che già in precedenza si era largamente interessato del problema, si è venuti nella determinazione di chiedere che la Ditta Solex, come già altre imprese veniva invitata a precisare alla 1^ Commissione i suoi programmi: potrebbe darsi che per l'immediato vi sia il proposito di erigere a Torino questo capannone per 150-200 posti, senza che ciò pregiudichi una prospettiva di lavoro nel Sud Italia, come può anche non esservi questa prospettiva. Sarà bene pertanto che il Consiglio, nel momento in cui dovrà esprimere il proprio avviso, disponga di precise notizie in proposito.
Penso si sia svolto il previsto incontro dei Capigruppo del Consiglio con la Giunta in merito alla questione dei libri di testo. Sull'argomento potrà riferire eventualmente il Presidente della Giunta, o qualcun altro.



BERTI Antonio

Non c'è stato finora alcun incontro fra Capigruppo e Giunta sul problema dei libri.



PRESIDENTE

Io mi ero fatto premura di informare i Capigruppo della posticipazione dell'incontro tra il Presidente Calleri e il Presidente del Consiglio a Roma.



BERTI Antonio

A noi è giunta solo la comunicazione che l'incontro era da intendersi rinviato a data da destinarsi.



PRESIDENTE

Appunto la comunicazione che avevo fatto io, invitandoli a prendere contatti con l'Assessore Visone. Non so di più su questo argomento.
Il 10 novembre ha avuto luogo una interessante consultazione presso la 3^ Commissione, relativamente ai problemi della riforma della RAI-TV. Il dibattito è stato molto ampio e molto completo. Dapprima ci si è attenuti strettamente alla linea fissata a titolo indicativo per la convocazione cioè all'esame della proposta avanzata dalla Lombardia, diretta ad accertare se potevamo o meno confluire nella valutazione di quel testo della proposta di legge (è stato molto pertinente l'intervento di uno dei rappresentanti, il quale ha preso anche l'impegno di farci pervenire per iscritto le osservazioni specifiche, ciò che non mi risulta sia fino a questo momento stato fatto); poi il dibattito si è molto allargato, il discorso si è fatto ampio e ha dato motivo di meditazione ai componenti della Commissione che erano presenti. Sarà ripreso successivamente, quando saremo venuti a conoscenza delle specifiche osservazioni sull'argomento che era stato posto all'ordine del giorno.
Per il 30 novembre previsto l'incontro fra i proponenti e le Commissioni interessate nelle varie Regioni al problema delle Finanziarie per fare il punto della situazione, per avere indicazioni orientative, in maniera che i Consiglieri - credo che il dovere dell'informazione sia prima di tutto per i Consiglieri - sappiano che cosa si fa nelle varie Regione quali sono i consensi e i dissensi, quali le difficoltà, quali gli scopi da raggiungere, quali eventualmente le remore da superare.
Il 1° dicembre, alle 21, avrà luogo a Chivasso una "tavola rotonda" sulle Dichiarazioni dei rappresentanti delle popolazioni alpine, alla quale i signori Consiglieri saranno invitati ad intervenire. La manifestazione si inquadra nelle celebrazioni del trentennale della Resistenza e del venticinquennale della Costituzione. Promotori dell'incontro sono il Piemonte e la Regione Valle d'Aosta, perché i protagonisti di quella riunione del 19 dicembre 1943 erano appunto stati alpigiani delle vallate del Pinerolese (Piemonte) e della Valle d'Aosta. Allora la Valle d'Aosta formava un tutt'uno con la Regione Piemonte, anche sotto il profilo amministrativo, in quanto apparteneva alla Provincia di Torino; oggi ha la sua autonomia, e noi abbiamo convenuto concordia di intenti di promuovere questa iniziativa, che vedrà, tra l'altro, la ristampa delle Dichiarazioni dei rappresentanti delle popolazioni alpine, alle quali sarà data larga diffusione.
Il 4 dicembre avrà luogo un incontro Torino fra gli Uffici di Presidenza delle varie Regioni sul tema: "Iniziative dei Consigli Regionali in ordine al trentennale della Resistenza e venticinquennale della Costituzione". L'incontro è stato sollecitato in più di una occasione dai Presidenti dei Consigli Regionali, i quali ritengono opportuno mettere a raffronto le varie iniziative per dare, pur nella singolarità delle manifestazioni, caso per caso, alla iniziativa una specie di filo conduttore comune, in maniera che questa attività si sottolinei proprio come apporto delle varie Regioni.
Il 17 novembre a Palazzo Madama, si è tenuta la Conferenza giovanile europea di solidarietà al popolo cileno. Vi ho partecipato, almeno per una parte, portando il saluto del Consiglio.
E' pervenuto un esposto di alcuni cittadini di Mergozzo, che contiene osservazioni circa la legittimità della deliberazione con cui il Consiglio comunale di Mergozzo ha approvato a maggioranza il nuovo regolamento edilizio con annesso programma di fabbricazione, osservazioni delle quali chiede sia informato il Consiglio. E' pervenuta altresì una interrogazione del Consiglio comunale di Saluzzo, a sensi dell'art. 62 dello Statuto circa la istituzione presso il locale Ospedale Civile del presidio di pronto Soccorso.
Altri numerosi documenti sono pervenuti alla Presidenza. Ove nulla osti, anche per l'economia dei lavori, di questi documenti darei notizia scritta ai singoli Consiglieri, perché sappiano di che cosa si tratta evitando peraltro una lunga lettura in questa sede.
Le mie comunicazioni sono così ultimate. Il Consigliere Garabello chiede di parlare. Ne ha facoltà.



GARABELLO Enzo

Signor Presidente, la 1^ Commissione ha preso ieri in esame l'incarico che l'Ufficio di Presidenza le ha affidato di interpellare l'impresa Solex.
E' prevalso il parere che questo tipo di collegamenti non sia di pertinenza di organismi del Consiglio Regionale, ivi comprese le Commissioni, perch rapporti di questa natura dovrebbero avvenire a livello della Giunta neppure nel caso specifico, di Assessorato al Lavoro, trattandosi non di vertenze di lavoro ma di questioni di programmazione.
Pur rivolgendo viva istanza allo stesso Ufficio di Presidenza perché in casi analoghi che si presentassero in futuro voglia - dato che evidentemente l'Ufficio di Presidenza non può rifiutare udienza a chi la chiede, in particolare a masse di lavoratori - indirizzare verso la Giunta la soluzione di questi problemi, la Commissione, in seguito ad una mia proposta interlocutoria di un ascolto di tipo informale incrociato fra Giunta e Commissione, è venuta nella determinazione, tenuto conto che le consultazioni sul piano sono di fatto chiuse, perché non sono dichiarate tali da qualcosa che impedisca una ulteriore eccezione, di comportarsi nei confronti della Solex nella stessa maniera in cui si è comportata con altre aziende, cioè prendendo l'iniziativa di sentire l'azienda. Così facendo gli aspetti formali sono salvi e non si crea un precedente.
Ho voluto comunque accennare in aula a questa possibilità di creare dei precedenti anche perché riteniamo che ciascuno debba operare nell'ambito delle sue competenze, cioè ciascuna componente degli organi della Regione debba svolgere integralmente il suo compito senza invadere campi altrui soprattutto perché è bene che ciascun organo possa poi rispondere in termini esatti e puntuali delle proprie responsabilità.
La data della consultazione sarà fissata quanto prima.



PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere Garabello della comunicazione che ha fatto come presidente della I Commissione. Lo pregherei però di volermela formalizzare, anche se ha già un certo carattere di ufficialità. Sarò ben lieto che si stabilisca, in una riunione che mi riservo di indire con i Presidenti dei Gruppi, una differenziazione da tener valida in permanenza fra le attribuzioni proprie del Consiglio e delle Commissioni e quelle proprie del Presidente, della Giunta e dei singoli Assessori.
Dopo questa premessa da parte del Consigliere Garabello, mi pare sarebbe forse meglio non fare questa consultazione, perché facendola, ci si smentirebbe, in definitiva, nella sostanza, dal momento che la sostanza è in contrasto con la linea di principio affermata.



GARABELLO Enzo

Non sono di questo avviso, Presidente, visto che la Commissione esaminati tutti i risvolti possibili, ha scelto la strada che ho detto, ben sicura di non creare con ciò un precedente. Perché è la Commissione che ha deciso di sentire quella particolare azienda, che si trova in un particolare momento.
Fra l'altro, nei contatti a via breve, l'Amministratore delegato ha fatto capire di gradire l'iniziativa, che servirà anche a correggere l'impressione che la Regione riceva gli operai e non gli industriali: veramente, gli operai sono stati ricevuti perché hanno preso delle iniziative in proposito, e probabilmente, se l'interessato, o quanto meno l'azienda, avesse preso una analoga iniziativa, sarebbe sfata anch'essa sentita.



PRESIDENTE

Le sarei grato se volesse formalizzarmi anche questa notizia, in maniera che proprio resti documentato che non Si intende con l'audizione creare una situazione di fatto che pregiudichi il futuro.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni - Presidente della Giunta Regionale

Adempimenti di cui all'art. 32 dello Statuto per l'elezione del Presidente della Giunta e della Giunta Regionale (seguito)


PRESIDENTE

"Adempimenti di cui all'art. 32 dello Statuto per l'elezione del Presidente della Giunta e della Giunta Regionale".
A norma dell'art. 32 del nostro Statuto, si deve procedere alla nomina del Presidente con votazione per appello nominale, e successivamente a quella, pure per votazione, dei componenti la Giunta. Per la prima votazione è necessaria la maggioranza assoluta dei voti dei Consiglieri assegnati alla Regione, per la seconda la maggioranza semplice, con votazione della lista collegata a quella del Presidente.
Darei, quindi, la parola a chi si facesse promotore della presentazione del documento, sottoscritto da almeno un terzo dei Consiglieri assegnati alla Regione, con il quale si propongono al Consiglio le linee politiche e amministrative, il Presidente e l'intera lista degli Assessori.
Chi chiede di parlare? Il Consigliere Berti. Ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Non sono in grado, ovviamente, di presentare la lista degli Assessori e il programma. Era d'altronde scontato che nessuno lo sarebbe stato oggi. Ho chiesto la parola unicamente per deprecare la situazione e stigmatizzare l'atteggiamento delle forze politiche che hanno dichiarato di essere in condizioni di presentare la lista e i nominativi del Presidente e dei componenti la Giunta.
Noi, come Gruppo comunista, abbiamo espresso ieri, in un nostro comunicato, pubblicato o ripreso in parte da alcuni giornali, il nostro giudizio sull'attuale situazione alla Regione Piemonte, gli elementi di responsabilità che investono le forze politiche regionaliste che sentono, o debbono sentire, la esigenza di apportare sollecitamente elementi positivi tali da far cessare al più presto la vergognosa situazione che per la quarta volta la nostra Regione sta vivendo.
E' inutile che io qui ripeta i discorsi che già abbiamo fatto nelle precedenti due occasioni, che ricordi quanto pesante sia per la comunità regionale lo stato di crisi della Regione Piemonte; una crisi apertasi per una soluzione più positiva della precedente, e che invece mette in luce un quadro di degradazione politica che rende certamente molto seria, nel giudizio degli elettori, nel giudizio dell'opinione pubblica, la valutazione di tutte le forze politiche presenti in questo Consiglio Regionale. Noi non vogliamo essere coinvolti in questo giudizio, coscienti come siamo di comportare in questa occasione come nessun'altra forza politica ha ritenuto fino ad oggi di dover fare: di prendere, cioè contatto con la realtà, con la comunità regionale, per andare ad esporre problemi, esigenze, per sentire che cosa occorre fare al fine di stabilire quel rapporto di fiducia che, unico, può essere in grado oggi di produrre le spinte necessarie per ottenere che le Regioni superino gli ostacoli frapposti anche in sede nazionale, per andare avanti nella strada della loro affermazione e della riforma dello Stato, di cui la Regione è certamente l'anello più importante.
Non starò a dire e a ricordare, anche se sarebbe il caso, quali sono i provvedimenti di legge, le iniziative politiche che non riescono ad accelerare il proprio iter in considerazione della crisi esistente. Posso però dire che dai contatti, numerosissimi, avuti nel corso di queste consultazioni, che ormai vanno avanti da un mese, che ci hanno portato a discutere con organizzazioni di massa, con Amministrazioni comunali di diverso colore politico, emerge una opinione estremamente negativa sull'attività della Regione, che investe in primo luogo l'attività amministrativa della Regione, mette in luce un rapporto politico e amministrativo tra comunità periferiche ed Ente Regione assolutamente carente. Grave è anche il giudizio che la Comunità regionale, nei suoi istituti rappresentativi, dà di questa crisi come espressione di una incapacità effettiva delle forze, in particolare della forza di maggioranza relativa, a svolgere quel ruolo dirigente che pretende di avere. E' una situazione che va al di là di alcuni fatti contingenti per investire l'essenza dei partiti, la loro capacità di esprimersi, oggi, ai livelli che la situazione richiede.
Noi denunciamo, quindi, in questa sede, questo stato di cose denunciamo questo stato di crisi e le responsabilità delle forze politiche che lo hanno determinato e continuano a portarlo per le lunghe, anche perché questa situazione non consente - al di là dei problemi più immediati che investono la scuola, l'agricoltura e le altre questioni molto note, e su cui già si è esercitata la proposta legislativa o amministrativa del Consiglio Regionale - alla Regione Piemonte di esprimersi sulla piattaforma rivendicativa che la classe operaia torinese ha presentato, e che ha assunto un largo valore nazionale. Nel momento in cui i lavoratori e la parte più avanzata dell'industria italiana sono attorno ad un tavolo per discutere questioni di carattere normativo e salariale, che vanno ben al di là degli interessi propri della condizione all'interno della fabbrica, per investire problemi che sono del Paese, problemi di investimenti nel Sud problemi di come la grande industria deve atteggiarsi nei confronti degli oneri che comportano gli investimenti sociali eccetera eccetera, la Regione non si esprime nel merito di questa piattaforma, non è in grado di promuovere scelte coerenti con gli indirizzi che emergono dal dibattito politico, dall'incontro e dallo scontro politico che le forze più avanzate oggi portano avanti.
C'è quindi un ritardo anche di elaborazione; un ritardo che emerge da orientamenti in fatto di politica di sviluppo economico assolutamente conservatori, con la riproposizione di meccanismi consueti di sviluppo autostrade e simili, come il toccasana della situazione; non si vuol capire che oggi il Paese deve andare in un'altra direzione, quella oggettivamente richiesta dalla sua attuale condizione. Questi ritardi non appaiono nella loro giusta evidenza anche perché questa crisi non ci consente di collocarci nel modo giusto, non potendo noi evidentemente far altro che dibattere, parlare, senza però produrre niente di positivo, quando invece la credibilità, la validità dell'istituto si acquista con gli atti concreti che occorre fare.
Noi, quindi, non possiamo fare a meno di denunciare energicamente le responsabilità delle forze politiche di maggioranza, in particolare della Democrazia Cristiana, che, come ho detto prima, pretende di svolgere all'infinito questo suo ruolo dirigente, dimostrando nei fatti di non essere né in grado, né di averne la capacità effettiva, al di là di tutte le parole che vengono pronunciate. Siamo in ritardo rispetto alla situazione, che è grave e richiede una presenza diversa della Regione. La Regione non avanza nel piano delle proposte di contenuto, nel piano della gestione democratica dell'istituto regionale, e questo risulta chiaramente dagli incontri che noi abbiamo avuto con la Comunità regionale, che è insoddisfatta di questo stato di cose.
Questa nuova Giunta, che doveva subentrare alla precedente per produrre elementi di qualità nuova sul piano dei contenuti e del metodo, ha prodotto in effetti, per contrasti certamente non di contenuto politico, bensì contrasti di corrente, contrasti personali, di interesse personale, una situazione di cui noi ci vergogniamo di fronte all'opinione pubblica, e che denunciamo qui perché ogni uomo politicamente onesto, cosciente del quadro che abbiamo di fronte, della esigenza di collocarci in un modo nuovo, senta l'esigenza di produrre uno sforzo per chiudere con questa vergogna, che in ultima analisi rischia di coinvolgerci, ed in effetti ci coinvolge, tutti.
Quando, per produrre una polemica politica all'interno delle correnti si giunge alla menzogna - come è avvenuto in questi giorni a proposito di dichiarazioni che offendono il Consiglio Regionale, che ha deliberato, per esempio, in materia di Mandria -, si inventano fandonie che si è poi costretti a smentire, per difendersi da accuse che vengono dall'altra parte della maggioranza dello stesso partito, per provocare, in ultima analisi anche degli equivoci, per investire anche il nostro partito, si tocca veramente il livello più basso della degradazione politica. Non è possibile continuare in questo modo. Noi che ci siamo pur collocati in questa situazione, in questo contesto, in atteggiamento costruttivo (credo che di questo non si possa non darci atto) costruttivo a livello del metodo invitando tutte le forze politiche a stabilire questo rapporto di fiducia con la comunità regionale; noi che abbiamo proposto temi per confronto aperto, indispensabile per produrr scelte politiche di metodo e di contenuto valide per conquistare prestigio e credibilità, per incidere come istituto nella situazione; noi che abbiamo fatto proposte di merito sulle singole questioni; abbiamo ben il diritto di esprimere la nostra disapprovazione piena nei confronti delle forze politiche che oggi si dispongono a formare questa maggioranza, in particolare, ripeto, alla Democrazia Cristiana.
A conclusione di questo mio breve intervento, rivolgo un invito a tutte le forze politiche, alle correnti, ai singoli uomini, in particolare, che non vogliono sentirsi coinvolti in questa situazione, a prendere la parola qui per scindere le proprie responsabilità da quelle di coloro che hanno provocato questa situazione, in modo da isolarli e additarli chiaramente alla opinione pubblica. Sono i partiti di maggioranza, è un partito nel suo insieme, o qualche sua corrente, sono quindi certi uomini ad impedire che giunga a soluzione questa crisi? E sulla base di questioni di contenuto, o ancora semplicemente per una questione di organigramma? Secondo noi, sono presenti gli uni e gli altri motivi. Se avete un minimo di coscienza politica, colleghi, dovete prendere la parola qui, precisare chiaramente le responsabilità. E dovete anche impegnarvi, per quanto possibile, per una soluzione rapida della crisi, dovete dirci fino a quando pensate che si debba permanere in questo stato di incertezza.
Noi chiediamo dunque a tutti i Consiglieri Regionali, alle forze politiche, in particolare a quelle che si apprestano a formare la Giunta nuova, di dire chiaramente come intendono e quando intendono concludere la crisi. Questo chiediamo noi, questo chiede l'opinione pubblica, questo chiede l'istituto regionale, che va salvaguardato anche evitando il crearsi di situazioni del genere.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Cardinali. Ne ha facoltà.



CARDINALI Giulio

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, credo non sia sfuggita a nessuno una particolare caratteristica di questa ultima crisi della nostra Regione, soprattutto per quel che riguarda gli aspetti del procedimento per arrivare ad una sua soluzione.
Abbiamo la sensazione che, a differenza di quanto si era verificato in altre circostanze, in cui l'impegno era stato continuo, diuturno, per arrivare comunque ad una soluzione, per sviscerare comunque il problema, le cose vengano ora condotte in un'atmosfera di stanca. Né crediamo molto alla possibilità che le risoluzioni ci vengano dagli interventi romani, ove oltre tutto, la situazione della nostra Regione è vista certamente in una ottica diversa da quella con cui noi la guardiamo giorno per giorno.
Credo che sia proprio questa caratteristica del modo con cui si cerca di arrivare ad una conclusione che pone di fronte alle proprie responsabilità tutti i partiti che possono essere chiamati a costituire la futura maggioranza. Perché non abbiamo, a mio modo di vedere, margini di tempo molto ampi nei confronti dell'opinione pubblica, la quale attende di verificarci sulla credibilità delle cose che diciamo; e neppure di fronte ad una realtà che certamente sta muovendosi nel Paese e che oggi ha degli aspetti sui quali dobbiamo portare la nostra attenzione. In modo particolare cerchiamo di portarla noi, socialdemocratici, là dove ormai la realtà del Pese ha messo in evidenza che vecchi schemi, vecchi modi di concepire anche i rapporti politici hanno fatto il loro tempo e che si impongono soluzioni molto più rapide e molto più radicali.
Direi che lo stesso corpo elettorale, nei risultati pur parziali della scorsa domenica, ci ha richiamato tutti ad una constatazione di chiara evidenza: mentre le grancasse della destra tornano alla base di partenza denunciando lo sconvolgimento delle file che sembravano avviate ad ingrandirsi a dismisura e che invece, hanno riacquistato la loro dimensione di semplice pattuglia di disturbo, il corpo elettorale concede una specie di fideiussione alle forze politiche che oggi sono in grado obiettivamente, al di là delle fantasie, di estendere le maggioranze e di arrivare a determinati incontri. Oggi si pone pertanto il problema di trovare le soluzioni e di impegnarsi a fondo. E noi non potremo sottrarci a queste responsabilità, soprattutto in un momento in cui necessariamente, a Roma come a Torino, sarà necessario richiamare le nostre popolazioni ad una austerità severa, e soprattutto indirizzerei verso chiari obiettivi e diversi modelli di intervento.
Credo sia indispensabile che le forze politiche non interrompano per un istante il negoziato perché soltanto attraverso il confronto permanente condotto in termini pressanti, un confronto che può riguardare sia l'organigramma che i contenuti, senza che ci si trinceri dietro i presunti orgogli di partito, senza che si vada a ricercare o a far valere in modo assoluto il peso dei numeri, là dove poi, oltre tutto, i numeri hanno degli scivolamenti, anche nel campo elettorale, sia possibile dimostrare all'opinione pubblica che si sta operando per arrivare ad una risoluzione e che non si procede lungo le secche di una trattativa stanca, in attesa forse, di soluzioni compensative in altri settori della vita amministrativa della nostra Regione, che a mio modo di vedere dovrebbero essere avulsi da questo tipo di trattativa. Perché qui abbiamo i nostri problemi, ed è qui che dobbiamo trovare i modi ed i mezzi per arrivare al risultato.
E' evidente che c'è carenza di incisività nella nostra presenza e nella nostra azione: ce ne rendiamo conto nel lavoro che conduciamo a livello di Commissioni, là dove l'interlocutore Giunta è un interlocutore su cui pendono dei punti interrogativi che fatalmente non consentono di stringere gli argomenti e di portare avanti in termini conclusivi i molti atti che sono all'esame delle Commissioni stesse. Ce ne accorgiamo nel momento in cui nell'opinione pubblica della nostra Regione ci si incomincia a chiedere qual è il ruolo effettivo della Regione Piemonte in merito ai grossi problemi che agitano il Paese e la Regione stessa. Io credo che questo sia un altro modo di essere aderenti ad una realtà che proviene dal Paese, una realtà che noi intendiamo affrontare, intendiamo risolvere in termini democratici, ma una realtà pressante, alla quale non possiamo sfuggire.
Oggi ci siamo posti tutti il problema di che cosa abbiamo fatto e di che cosa ancora ci resta da fare. Quello che abbiamo fatto può essere giudicato in termini senza dubbio positivi; abbiamo, come Regione Piemonte inciso in alcuni dei settori fondamentali, forse siamo stati anche all'avanguardia rispetto ad altre Regioni per la ricerca di soluzioni con le quali abbiamo contribuito a far avanzare i problemi del Paese. Ma è chiaro che l'attività che ancora svolgeremo nello spazio di tempo che abbiamo davanti è destinata a qualificare alla fine della legislatura tutta la nostra presenza e tutto il nostro lavoro. Non sarà molto ampio, questo lasso di tempo, per permetterci di realizzare moltissimo, ma sarà sufficiente per mettere realmente in funzione quei meccanismi, quegli organismi collaterali che a mio modo di vedere rappresentano la sola possibilità di incidere a livello promozionale per affrontare i problemi della nostra Regione. Non dobbiamo considerare che i problemi cha abbiamo di fronte possano essere risolti con il criterio della superprovincia o del supercomune: si tratterà, evidentemente, di mettere in moto meccanismi organismi, la cui incidenza sia realmente determinante per assecondare e far assecondare l'azione programmatica della Regione alle forze economiche e di lavoro presenti in Piemonte e che non attendono altro che di esser chiamate a cooperare per realizzare questi obiettivi di programmazione.
Credo di poter legittimamente, a nome del Partito socialdemocratico tenendo conto anche che la sua maggioranza, in sede regionale, oggi ha una collocazione che si dichiara avanzata sia per le scelte fatte sia per i tipi di schieramenti che vengono annunciati, insistere perché si addivenga rapidamente alla costituzione di un Centro-Sinistra organico alla Regione Piemonte, il che è possibile.
Ai colleghi del Partito socialista credo di poter oggi dire che i risultati elettorali della scorsa domenica non debbono porre il problema di un rialzo di prezzo, se non a livello della incisività della loro azione nell'ambito dei problemi che stanno davanti a noi. Direi ai compagni socialisti che il risultato elettorale della scorsa domenica oggi pone in termini chiari il problema di che cosa rappresentino, o possono ancora rappresentare, nel nostro Paese, le forze intermedie che si ispirano al socialismo. Ed è un socialismo indubbiamente democratico, anche se nel campo del PSI vi sono ancora suggestioni per altri tipi di azione politica.
Questo richiamo oggi offre indubbiamente alle formazioni politiche di carattere intermedio la possibilità di incidere nella realtà politica, la possibilità soprattutto di rilanciare posizioni politiche che possono essere apparse offuscate al momento delle elezioni politiche.
Ma credo che dovremo avere costantemente l'orgoglio, la convinzione che le soluzioni che noi possiamo offrire sono soluzioni autonome, sono soluzioni provenienti dalla realtà che rappresentiamo, senza mutare altre iniziative a formazioni politiche che agiscono magari con gli stessi obiettivi sul terreno dei problemi ma che hanno altri fini, altre configurazioni politiche.
Oggi abbiamo la possibilità di rilanciare questo nostro tipo di posizione: se lo faremo con coerenza, senza pretendere di risolvere i problemi e la crisi della Regione con il bilancino angusto dei numeri o delle posizioni particolari, in una visione generale, e soprattutto tenendo conto dei problemi reali del Piemonte, daremo un contributo, come formazioni, diciamo, minori della maggioranza, alla risoluzione rapida della crisi, ad una risoluzione definitiva per quello che riguarda lo scorcio di legislatura, in grado, a mio modo di vedere, di incidere in termini positivi nella realtà della nostra Regione.



BERTI Antonio

Quindi, voi scindete ogni vostra responsabilità dalla situazione di stallo.



CARDINALI Giulio

Certo.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Calsolaro. Ne ha facoltà.



CALSOLARO Corrado

Signor Presidente, signori Consiglieri, con le dimissioni della Giunta abbiamo ritenuto di poter considerare chiuso l'esperimento di Centro-Destra alla Regione Piemonte.
Questa è ancora oggi la nostra convinzione. Questa riteniamo sia la convinzione degli altri Gruppi politici che dovrebbero concorrere alla formazione di una Giunta organica di centro-sinistra, e dello stesso Gruppo di maggioranza relativa nelle sue componenti più attente e responsabili.
Non possiamo però fare a meno di rilevare, e di considerare alquanto singolare, che ci si appresti - e non da parte nostra, ovviamente - a costituire una nuova maggioranza in questo Consiglio, continuando nello stesso tempo a difendere la validità della vecchia formula e di un'esperienza di cui peraltro si riconosce "che non ha approdato a dei risultati, che non ha smosso, non ha risolto alcuni problemi che pure la realtà italiana poneva"; che ci si muova verso una maggioranza di centro sinistra solo perché "siamo in un quadro nazionale e dobbiamo tener conto degli sforzi che a livello di ogni partito esistono", dissentendo, poi, e ancora, sul fatto che sia stata calata meccanicamente a livello di Regione una valutazione proposta a livello nazionale.
Noi socialisti ci siamo battuti a livello nazionale, e prima ancora a livello regionale, contro il Centro-Destra. Abbiamo fatto al Congresso nazionale di Genova la nostra non equivoca scelta a favore di una rinnovata politica di Centro-Sinistra, e se proponiamo alla Regione Piemonte una scelta politica dello stesso tipo, con il conseguente schieramento di quelle forze politiche che su questa linea si sono espresse, lo facciamo non per una meccanica trasposizione delle scelte effettuate a livello nazionale sul piano regionale, ma perché crediamo in quelle scelte che liberamente e volontariamente abbiamo fatto, e che sono di tutto il Partito.
Pensiamo che lo stesso principio debba proporsi, validamente e in tutta evidenza, per ragioni di coerenza, e di correttezza politica, soprattutto per quelle correnti della Democrazia Cristiana che nelle scelte congressuali di questo partito hanno avuto parte decisiva, e che ora nell'ambito della formazione governativa nazionale, hanno parte non lieve per avere assunto in essa il massimo impegno di responsabilità politica.
Noi siamo convinti della bontà e della giustezza delle nostre decisioni: è una certezza che ci deriva non solo dal nostro intimo convincimento di militanti socialisti, ma dai crescenti consensi popolari che nel corso di tutte le consultazioni elettorali che si sono susseguite dal Congresso di Genova a domenica scorsa si sono manifestati a favore della nostra linea politica, convalidando e consolidando il nostro impegno su di essa.
Siamo per la costituzione di una Giunta organica di Centro-Sinistra alla Regione Piemonte, che sia tale e in ordine ai contenuti e in ordine agli schieramenti. Respingiamo la distinzione impropria tra contenuti e schieramenti: non si tratta di privilegiare gli uni o gli altri, ma di cogliere la necessaria interrelazione che esiste fra di essi.
Un programma che contenga una scala di interventi legislativi atti a qualificare la svolta politica di Centro-Sinistra non può realizzarsi che attraverso uno schieramento che ne garantisca l'effettiva attuazione; così come gli schieramenti hanno un senso che non sia meramente nominalistico solo nella misura in cui si propongano di realizzare un certo programma, e non qualsiasi programma, buono per qualsiasi formula, con obiettivi chiaramente determinati, e non lasciati al caso o all'improvvisazione che nasce da circostanze particolari.
Non intendiamo, con questo, negare che esistano delle difficoltà obiettive che derivano, per esempio, dall'affermato principio della contestualità e dalla erronea ed affrettata interpretazione che di essa è stata data.
Abbiano sostenuto che contestualità non significava necessariamente contemporaneità, ma convergenza, in un quadro d'insieme, della volontà politica delle parti su formula e contenuti. Che in questo senso area privilegiata dell'incontro non poteva che essere la Regione, e che le dimissioni della Giunta Regionale e la conseguente fine dell'esperimento di Centro-Destra, proprio per le caratteristiche di esperimento pilota con cui venne presentato e portato avanti, avrebbero dovuto costituire il momento determinante essenziale per la ripresa della politica di Centro-Sinistra e l'occasione per dare nuovo slancio e vigore all'Istituto regionale, per sviluppare e rafforzare le autonomie locali, per affrontare secondo le linee programmatiche del piano regionale i grossi problemi della collettività piemontese.
Non possiamo neppure negare - per una responsabilità obiettiva che viene a colpire specificatamente, ma senza colpa diretta, il Partito socialista italiano - che la imprevista ed imprevedibile soluzione data alla crisi torinese abbia finito con l'incidere negativamente sulla tempestività della soluzione prevista per la crisi regionale.
Ma non ci sembra che questi eventi debbano necessariamente pregiudicare una seria trattativa fra le parti o addirittura, come finora è accaduto provocare la sua lunghissima sospensione.
Sulla trattativa programmatica, le soluzioni possibili sono legate alla verifica della esistenza o meno di una reale convergenza delle volontà rispettive. Se la verifica sarà positiva si giungerà alla costituzione di una Giunta organica di Centro-Sinistra con la partecipazione diretta dei socialisti. Se la verifica accerterà il difetto delle condizioni necessarie per l'accordo, ai socialisti non resterà altro che continuare ad esercitare il loro mandato dalle file dell'opposizione. Non riusciamo a scorgere altre soluzioni alla crisi regionale.
D'altra parte, non riusciamo neppure a vedere come - nonostante il Comune di Torino - i socialisti possano ulteriormente accettare di essere emarginati dall'Ufficio di Presidenza. Qui non si tratta né di contenuti ne di schieramenti. Quando si sono fatte questioni di schieramenti, ciò è avvenuto - e non abbiamo mancato di farlo rilevare a suo tempo - contro ogni logica di rappresentanza e di equilibrio fra i Gruppi dell'arco costituzionale presenti in questo Consiglio.
Di conseguenza, ed indipendentemente dalla maggioranza che regge il Governo regionale, non si può legittimamente sostenere che il PSI non abbia titolo per essere presente nell'Ufficio di Presidenza, ed in una posizione che non tenga conto della forza che esprime e che rappresenta.
Per giungere ad una soluzione di riequilibrio dell'Ufficio di Presidenza non vi è che una via: quella che attraverso le dimissioni di tutto l'Ufficio - alle quali alcuni Gruppi hanno già dichiarato la loro disponibilità - porta ad una più equa e democratica ripartizione delle responsabilità.
E' questa la terza volta che ci troviamo ad esaminare lo stato della vacanza della Giunta: l'adempimento statutario si rivela nient'altro che una pura e semplice formalità, in contrasto con lo spirito della norma.
L'attività legislativa si è completamente arrestata e la credibilità dell'istituto regionale comincia a soffrirne in un modo che ci appare assai preoccupante. La discussione ed il voto sul piano di sviluppo regionale si allontana sempre di più nel tempo; la costituzione degli Enti regionali di sviluppo, dalla Finanziaria a quelli dell'Agricoltura e dell'Artigianato, e così via, tutti i settori di competenza della Regione sono rimessi nel gioco di una modalità cronologica che rischia di condurci alla fine della legislatura senza che la Regione abbia potuto realizzare quegli adeguati e decisivi interventi per i quali essa è stata creata.
Tutto ciò accade, in Piemonte, nel momento in cui il dialogo fra Governo e Regioni sta facendo concreti passi avanti, e le Regioni sono divenute interlocutori primari del Governo. Nel momento in cui, per la prima volta nella storia parlamentare del nostro Paese, le Regioni ottengono che un bilancio già fatto venga modificato.
Tutto ciò accade mentre il Governo assume precisi impegni politici per il futuro immediato: dalla riforma della legge finanziaria per le Regioni alla legge sulla contabilità regionale, alla elaborazione in comune del bilancio statale per il 1975. Mentre altre Regioni respingono l'inaccettabile legge Natali che le espropria dei loro poteri costituzionali, impedendo altresì ad esse qualsiasi collegamento con la CEE.
Quando, in sostanza, più urgente si manifesta la necessità di un Governo regionale che sappia portare avanti nell'ambito del proprio territorio una seria politica di programmazione economica a vantaggio della propria collettività e all'esterno una politica di sviluppo delle competenze regionali nei confronti del potere centrale.
Oseremo sperare che la soluzione della crisi regionale non venga ulteriormente subordinata ad una ipotetica nuova crisi al Comune di Torino ed alla sua soluzione in assoluta conformità degli accordi raggiunti a Roma.
I socialisti hanno già detto cosa possono fare e cosa non sono in condizioni di ottenere. Quello che ci sembra veramente importante è che le trattative abbiano realmente inizio; che esse si svolgano tra i partiti che compongono lo schieramento di Centro-Sinistra; che il programma possa aprirsi ai contributi politici di tutte le forze politiche interessate a fare della Regione una realtà viva ed operante; che il confronto con gli Enti locali e le formazioni sociali, ed in primo luogo con i Sindacati possa dare una qualificazione di effettiva partecipazione di questi alle scelte politiche della maggioranza e dell'intero Consiglio.
Ci auguriamo che tutto questo avvenga e che le disponibilità così solennemente annunciate trovino effettiva corrispondenza nella realtà dei fatti. E che quella di oggi sia l'ultima delle sedute "inutili" di questo Consiglio.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Curci. Ne ha facoltà.



CURCI Domenico

Signor Presidente, eccoci alla terza replica di questo show quindicinale che vede i rappresentanti delle varie forze politiche sfilare a turno sulla passerella, a ripetere dichiarazioni che ovviamente sono sempre le medesime.
Ci saremmo aspettati, per la verità, che i rappresentanti delle forze della costituenda maggioranza fornissero ai Consiglieri qualche informazione in più di quelle che essi avevano già appreso dai giornali.
Finora hanno parlato i colleghi Cardinali e Calsolaro, ma nulla ci hanno detto circa lo stato delle trattative, circa gli ostacoli che si frappongono, circa i tempi che si prevedono per la soluzione della crisi.
Questioni di contenuto, di organigramma. Consigliere Berti, il contenuto è sempre quello: il programma è quello che fu già della vecchia Giunta di Centro-Sinistra, che è stato della Giunta di centralità e che sarà certamente della futura nuova Giunta di Centro-Sinistra. Aspettiamo ancora di sentire i Colleghi della Democrazia Cristiana e del Partito repubblicano, con la speranza che la nostra attesa non vada delusa.
Dobbiamo constatare che il Consiglio Regionale si riunisce ogni quindici giorni per prendere solamente atto che "gli adempimenti previsti dall'art. 32 dello Statuto" non sono stati adempiuti. Noi, signor Presidente, non vogliamo ripetere che la terza volta dichiarazioni che già due volte abbiamo reso in quest'aula: ci limitiamo a denunciare alla pubblica opinione l'inqualificabile comportamento delle forze politiche su cui ricade la responsabilità di questa situazione. Si parla di discredito delle istituzioni, di non credibilità delle istituzioni: ma quale credibilità, quale credito possono avere istituzioni che vengono vanificate ed esautorate proprio da coloro che pretestuosamente si ergono a loro paladini?



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Gandolfi. Ne ha facoltà.



GANDOLFI Aldo

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intervenendo nell'ultima riunione del Consiglio Regionale, io avevo fatto rilevare che il problema di fondo che avevamo di fronte era quello che la Democrazia Cristiana piemontese ritrovasse condizioni di unità e di identità politica per la soluzione e del problema regionale e del problema del Comune di Torino, e avevo anche detto che non era il caso, su questo problema, di portare avanti discorsi che potevano apparire o essere moralistici dal momento che certamente il problema politico di fondo della nostra vita regionale è che il partito della Democrazia Cristiana arrivi ad esprimere, ripeto, non solo una unità interna ma anche una linea politica univoca.
Dobbiamo renderei conto che anche a livello nazionale, in fondo, il Governo di Centro-Sinistra, che in questo momento sta producendo uno sforzo notevole, e, riteniamo, produttivo per la ripresa dello sviluppo del Paese è nato dopo un travaglio politico abbastanza lungo, e proprio perch nell'insieme di questo travaglio, e attraverso il Congresso nazionale, la Democrazia Cristiana è riuscita a superare momenti di divisione interna e a proporre una linea politica che ha dato una via di sbocco, all'interno delle istituzioni, alla nostra crisi nazionale. Direi, quindi, che è positivo tutto quello che all'interno della Democrazia Cristiana si pu produrre su questa strada e in questa direzione.
Naturalmente, non possiamo non rilevare che i tempi che questa crisi comincia ad avere sono preoccupanti e pongono di fronte al Consiglio Regionale il pericolo che l'anno e mezzo che ci separa dalla conclusione di questa legislatura regionale sia fortemente condizionato, prima ancora che sul piano dei contenuti, sul piano psicologico da questa crisi che prosegue senza che intervengano fatti nuovi e significativi e che si vedano delle possibilità di sbocco, almeno a breve termine.
L'augurio che noi formuliamo e la sollecitazione che noi riteniamo di dover rivolgere alla Democrazia Cristiana è che si possa, quindi addivenire rapidamente ad un inizio di trattative che per lo meno possa condurre a soluzione la crisi, quanto meno a configurare con chiarezza gli elementi sui quali la trattativa può svilupparsi o sui quali la trattativa può invece produrre dei contrasti.
Riteniamo di dover fare questa sollecitazione alla Democrazia Cristiana proprio noi che nella riunione passata avevamo richiesto alle altre forze politiche un momento di pausa, di riflessione affinché si potessero creare delle condizioni nuove, proprio nella consapevolezza, che credo sia di tutte le forze politiche, che i tempi di pausa che questa crisi sta provocando nella vita regionale sono effettivamente molto preoccupanti e certamente non più a lungo tollerabili per la credibilità delle istituzioni regionali.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Fassino, ne ha facoltà.



FASSINO Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, molto brevemente desidero intervenire a nome del mio gruppo per richiamarmi a quanto detto nei dibattiti che hanno preceduto l'attuale (durante i quali si è discusso del problema della crisi) e nella specie alle dichiarazioni fatte dai Consiglieri Zanone e Rossotto.
Mi pare che fondamentalmente il nostro gruppo si fosse basato sulle dichiarazioni del Presidente della Giunta e cioè sugli aspetti programmatici prevalenti rispetto ai problemi di formula. Noi restiamo in questo convincimento, anche se prevediamo che la soluzione della crisi (prossima o meno prossima che sia) non coincida troppo con questi principi di scelte programmatiche rispetto ai principi di formula. La formula sostanzialmente è stata superata storicamente in tante occasioni, gli aspetti programmatici no. Noi insistiamo su questo e come ebbe a dire nel primo dibattito il collega Zanone, il gruppo liberale di fronte ad un'eventuale soluzione si comporterà nel modo costruttivo in cui si è sempre comportato tenendo conto del programma e non della formula. Anche noi (e rispondiamo così alla domanda che è stata posta a tutte le forze politiche presenti) riteniamo che questa crisi abbia bisogno di una soluzione urgente e concreta. Si cessi di parlare di formule, si parli di cose e noi, sulla valutazione, daremo il nostro voto positivo o negativo, a seconda di quanto ci sarà proposto.
Che sia urgente una soluzione non v'è dubbio! Per cui invitiamo tutte le forze a realizzarla nell'interesse superiore del Piemonte.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Garabello, ne ha facoltà.



GARABELLO Enzo

Signor Presidente, un breve intervento la cui occasione mi viene da un riferimento del collega Berti che ha usato una grossa parola per un fatto certamente spiacevole, di insufficiente informazione; e che tale fosse è stato chiarito dalla immediata rettifica, non dimenticando fra l'altro la posizione da me assunta in questo Consiglio durante il noto dibattito sulla questione delle prime operazioni patrimoniali proposte dalla Giunta in merito al verde e specificamente a La Mandria.
In termini più generali è chiaro che non possiamo, tutti assieme, non condividere l'esigenza che la Regione abbia rapidamente un governo, ma non dobbiamo neppure dimenticare che ci sono delle scadenze di natura formale che la collocazione della data di oggi nel calendario ci rammenta rispetto al bilancio; vi sono problemi pendenti che tutti quanti conosciamo, alcuni dei quali molto urgenti, in merito a cui la comunità regionale deve avere presto una presa di posizione definitiva della Regione, proprio perch alcuni di essi hanno creato notevoli (e a questo punto chiaramente legittime) aspettative .
D'altronde non è da trascurarsi il fatto che collegamenti fra livelli diversi di enti autonomi, per le chiare implicazioni di natura politica non possono non fare auspicare a tutti che all'interno dell'Amministrazione civica di Torino avvengano quei chiarimenti che sono assolutamente indispensabili. Oggi, comunque la si voglia rigirare, la Civica Amministrazione non è in condizioni di dare garanzia di funzionalità se non altro per il numero di coloro che sostengono la Giunta dalla quale è estraneo un partito della coalizione di centro sinistra, facendo mancare così numericamente la maggioranza. Vi sono poi altri problemi che è inutile ricordare talmente sono noti per le vicende di questi ultimi mesi.
Io ritengo comunque che, al di là di questioni di organigramma, vi sia da parte di tutti noi, dei Consiglieri che seggono in Comune, ma direi di tutte le forze politiche, di tutti coloro che partecipano alla vita pubblica, il dovere di dare un segno di chiarezza sui rapporti all'interno del Comune che sono stati resi difficili ed hanno compromesso altre cose anche al di fuori del Comune. Lo stesso discorso di contestualità, una volta avanzato in un certo modo (e logicamente c'è un imbarazzo comprensibilissimo, rispetto agli avvenimenti succedutisi, da parte dei colleghi socialisti) non deve farci perdere ulteriore tempo per un chiarimento definitivo, perché qui non si tratta soltanto di organigramma ma di contenuti e l'Amministrazione civica, come l'Amministrazione regionale hanno grossi problemi di carattere programmatico tra cui quello del rapporto tra le forze anche all'interno dei partiti, non siamo certo noi a nasconderlo e per quanto ci riguarda siamo d'accordo sulla presa di posizione assunta in prima persona dal Segretario sen. Fanfani per giungere ad un definitivo chiarimento.
E mentre la maggioranza di centro sinistra sta ricercando con difficoltà, ma con l'impegno di tutti, la possibilità di dare una soluzione razionale, impegnata, significativa per lo scorcio di legislatura che rimane anche all'Amministrazione civica, vorremmo che tutti si rendessero conto che bisogna fare in modo che questa maggioranza si possa esprimere nel migliore dei modi, pur nell'ambito di rapporti difficili e in parte deteriorati tuttora esistenti. Se iniziative saranno prese per tentare un primo approfondimento dei problemi generali su cui l'accordo programmatico deve svilupparsi a livello della Regione, noi siamo disponibili, non ci siamo mai tirati indietro, vogliamo però che chiarezza sia fatta in tutto l'ambito degli organi locali torinesi perché si manifesta sempre più la necessità operativa di avere una visione precisa dei problemi della vita delle nostre popolazioni e dei rapporti fra la Regione, le Province, i Comuni, in vista di un avanzamento che la fase finale della gestione regionale nella prima legislatura dovrà mettere a punto.
Pur non essendo ancora stato iniziato il dibattito, da quanto hanno detto i giornali so che in rapporto a problemi delicati, difficili come la recente bocciatura ed il rinvio della legge sui libri di testo (non so se sono solo illazioni giornalistiche) vi è la possibilità di agire in più stretto collegamento fra la Regione che fa la legge e gli enti locali quali gestori della legge stesse. Io non mi addentro nell'argomento, ma la ricerca di chiarezza riguarda anche la fase operativa, perché non si tratta soltanto di instaurare dei buoni rapporti generici, ma anche di instaurare dei buoni rapporti in politica che sono significativi se portano ad atti ed a fatti conseguenti.
Pertanto, dichiarando questa disponibilità, ci auguriamo che da parte di tutti siano ricercati collegamenti stretti affinché la seconda legislatura parta con programmi già definiti (fra tutti citerò, a mo' di esempio, il progetto di piano regionale di sviluppo); in questo modo anche le forze politiche, ristabilendo un rapporto diretto al massimo della dignità e delle disponibilità reciproche, sapranno ritrovare lo slancio operativo di cui la nostra Regione ha bisogno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Presidente della Giunta ne ha facoltà.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, dalle dichiarazioni degli esponenti dei partiti che si apprestano a formare la nuova maggioranza, ho tratto una sensazione che mi sembra di non poter non rendere esplicita in questa sede ed è la sensazione che si aveva quando si guardavano i film delle battaglie navali, in cui si vedevano delle grandi cortine fumogene si udiva il rimbombo delle cannonate e poi, diradato il fumo, dietro non rimaneva quasi nulla, solo la distesa del mare.
Dico questo perché mi sembra che nessuno degli esponenti dei partiti del centro sinistra, abbia risposto ad una domanda che è stata posta e che mi sembra estremamente legittima: le ragioni per cui vi è un ritardo nella formazione della Giunta regionale. Non solo, ma tutti hanno ignorato le responsabilità derivanti dalla questione della contestualità portata avanti a livello di trattative romane.
Io non parlo come Presidente della Giunta Regionale, ma come un esponente della DC e credo di dover ribadire quello che ho detto fin dall'inizio e che è stato purtroppo disatteso (lo vediamo dal ritardo nella formazione di questa Giunta) ponendo in termini di contestualità la soluzione della crisi al Comune di Torino e la soluzione del problema regionale. Contestualità, collega ed amico Calsolaro, la cui interpretazione ristretta non è venuta dalla DC, ma dal PSI e dal PSDI.
Quindi, proprio per la chiarezza e per il rispetto che tutti quanti insieme ci dobbiamo, non possiamo trincerarci dietro interpretazioni di questo genere. Al termine "contestualità" è stato dato chiaramente anche il significato di "contemporaneità" e questa era esattamente la posizione che io sapevo sarebbe venuto fuori; nel momento in cui si usa il termine "contestualità" non è molto difficile dargli l'interpretazione esatta basta aprire il vocabolario, magari il Fanfani-Rigutini, per esserne certi.
Noi oggi siamo in una situazione di stallo perché si è voluto parlare di contestualità e al vocabolo si è voluto dare un significato estremamente ristretto, che è poi quello letterale.
Ora qui si chiedono le responsabilità. La DC ha tentato di dare un significato diverso, anzi, devo dire che alle proteste avanzate dal sottoscritto rispetto al termine "contestualità", dall'allora dirigente Ente locali on. Zamberletti mi era stato risposto che "contestualità" non significava ciò che per me invece ovviamente significava, ossia la contemporaneità delle soluzioni e che era precisamente il dirigente del PSI dr. prof. Labriola a dare quell'interpretazione. E a dare questa interpretazione, occorre dirlo, erano anche il PSDI e il dirigente Enti locali del PRI che, se ben ricordo, risponde al nome di Duva.
Non possiamo fare delle cortine fumogene, ciascuno si assuma le proprie responsabilità; per parte nostra ce le assumiamo, noi siamo certamente incorsi nell'errore di abbinare le due cose. Io posso dire di essere stato personalmente in disaccordo su questa tesi, l'ho detto al Segretario nazionale del mio partito che era stato un grosso errore perché rischiava di collocare in una posizione di stallo, come di fatto poi è stato, la soluzione della crisi regionale. Io mi rendo conto che coloro che hanno parlato qui stamattina ed in modo particolare l'avv. Calsolaro, l'ing.
Cardinali e lo stesso ing. Gandolfi, non essendo stati presenti a tutte le trattative a livello nazionale, non avendone sentito parlare che indirettamente, incorrono in questo errore, ma noi non possiamo dare un'interpretazione diversa a ciò che è scritto su un documento che è stato accettato dalle Segreterie nazionali dei partiti del centro sinistra e che è stato poi recepito perché non poteva non essere così essendo il caso diventato di carattere nazionale, dalle Segreterie locali dei partiti.
Noi ci troviamo oggi nella condizione di dover dare una risposta precisa all'interrogativo che ci è stato posto da coloro che della maggioranza non fanno parte e dobbiamo ribadire che a nostro giudizio avendo intrapreso la strada della contestualità, non possiamo che di fatto subirne tutte le conseguenze.
Colpa dei partiti? Colpa dell'aver ritenuto di risolvere con facilità la crisi del Comune di Torino? Non lo so, certamente sono state fatte delle valutazioni eccessivamente ottimistiche rispetto alle possibilità che gli stessi partiti, nel loro interno avevano, di risolvere i problemi.
Comunque il documento scritto penso sia a conoscenza di tutti coloro che hanno parlato e quindi sia giusto che allo stesso venga data in quest'aula l'interpretazione che è stata data da tutti, anche dal mio partito, malgrado che inizialmente, quando era stato sottoscritto, al termine "contestualità" si era inteso dare un significato non così restrittivo e letterale.
Io mi rendo conto dell'imbarazzo delle forze politiche di maggioranza e della posizione espressa dal Consigliere Berti nella preoccupazione (che è certamente di tutti) che si risolva questa crisi non solo per le esigenze che emergono dalla comunità regionale e che in larga misura sono presenti per la verità, nelle Commissioni (come i disegni di legge proposti dalla Giunta Regionale in ordine agli enti di sviluppo e alla Finanziaria regionale quali strumenti per l'attuazione del piano regionale di sviluppo), ma perché vi è una questione preliminare, quella della credibilità politica ed io credo sia onesto, nel momento in cui parliamo di credibilità politiche, che tutte le forze si assumano le proprie responsabilità anche dichiarando, come io ritengo possiamo dichiarare, che è stato un errore parlare in termini così restrittivi di contestualità e firmare, come si è firmato, un documento del quale, in definitiva, finiamo di essere tutti quanti prigionieri e nel contempo (se non al di là di una formalità e di una meccanica trasposizione di formule e di alleanze politiche) finiamo di essere poco rispettosi delle autonomie che ciascuna istituzione ha.
Se ci avviciniamo al programma e vediamo in termini concreti quali possono essere le cose che dividono e quelle che uniscono, credo siano molto più numerose le cose che ci uniscono che non quelle che ci dividono e questo anche al di là delle formule e ne è dimostrazione ciò che e quasi sempre capitato in questo Consiglio Regionale di fronte alle proposte fatte le quali hanno visto una larga convergenza, quasi il 90%, di tutte le forze politiche, con un metodo di lavoro all'interno del Consiglio Regionale sul quale possiamo essere del tutto o non del tutto consenzienti - ma che comunque ha significato un punto di incontro continuo delle forze politiche qui presenti.
Era d'altronde prendendo spunto da questo fatto evidente che nella scorsa riunione, avevo detto che, anche sul piano programmatico la Giunta sarebbe stata non soltanto aperta ai contributi che potevano venire dalle altre forze politiche non facenti parte della maggioranza, ma avrebbe sollecitato un dibattito in cui si raccogliessero preliminarmente suggerimenti e indicazioni, in modo da poter fare un'ampia disamina dei problemi che sono sul tappeto, cogliendo così le esigenze che emergono dalla comunità regionale e dal tipo di sviluppo che a questa comunità regionale vogliamo dare nel quadro dello sviluppo che si sta affermando con grande sforzo a livello nazionale. Questo era il significato.
Per cui alla domanda concreta del perché di questo ritardo, dobbiamo dare una risposta che è la seguente: i problemi della Regione piemontese e del Comune di Torino sono stati strettamente collegati per determinazione delle Segreterie nazionali dei partiti; pertanto è evidente che forze politiche serie, una volta assunto un impegno, debbono quanto meno cercare di mantenerlo e di arrivare ad una soluzione così come è stato proposto a livello nazionale.
Nessuno di noi, credo abbia il diritto di dire che questo non è vero od è vero solo parzialmente; ciascuno di noi prenda sulle spalle il proprio fardello di responsabilità e con molta onestà politica lo dichiari in pubblico, soprattutto in una sede così qualificata come il Consiglio Regionale. Voi capite che essendo stato personalmente contrario a questo collegamento così fermo, così rigido, mi è ancora più gravoso assumermi la responsabilità di venire a dire che lo dobbiamo comunque rispettare, per credo sia onesto da parte di ciascuno di noi, da parte dei nostri partiti dire con chiarezza che essendovi questo impegno a livello nazionale essendo interessate le Segreterie nazionali, è giusto che portiamo avanti il nostro discorso su questa base.
Questa è la risposta seria, onesta che dobbiamo dare alle forze che in questo Consiglio ci hanno chiesto ragione del ritardo nella formazione della Giunta Regionale; e una risposta che vuole essere chiara politicamente anche sul piano del programma, altrimenti noi oltre tutto daremmo adito a pensare che vi siano dei dissensi di carattere programmatico o di organigramma, tali da rendere impossibile la formazione della nuova Giunta Regionale. Siccome questo non è, dobbiamo attestarci sulle posizioni che rispecchiano fedelmente la verità e la verità, ci tengo a dirlo, è esattamente questa: la questione è stata posta a livello delle Segreterie nazionali, rispetto alle quali, come Regione e come Comune, noi siamo impegnati in un quadro che propone anche una linea politica quale è emersa dai congressi, linea politica che abbiamo, non per meccanica trasposizione, ma per uno sforzo politicamente cosciente, cercare di portare avanti, ciascuno nell'ambito delle proprie responsabilità.
Questa è la risposta che non come Presidente della Giunta (peraltro una Giunta dimissionaria), ma come esponente della DC ho ritenuto di dover dare in questa sede perché sia chiaro a tutti dove sono le responsabilità, come si sono venute delineando e quali ne sono i portatori, portatori che, come emerge dagli interventi dei colleghi Consiglieri appartenenti ai partiti della maggioranza, non ne sono entusiasti, ciò nondimeno sono responsabili comunque di questa posizione di stallo che si è verificata.
Noi ci auguriamo che anche a seguito dell'intervento ultimo della Segreteria nazionale della DC, sopratutto nei confronti della Segreteria nazionale del PSI, si riesca a sbloccare la situazione alla crisi della Giunta Regionale. E' non soltanto un auspicio, ma un impegno che credo a nome della DC tutti quanti insieme i democristiani possano assumere in questa sede, anche per la responsabilità maggiore che a loro deriva per il fatto di essere il partito di maggioranza relativa.
Questa è la risposta che intendiamo dare ed abbiamo il dovere di dare a coloro che ci hanno posto molto legittimamente un interrogativo, risposta chiara, precisa e politicamente onesta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare ancora il Consigliere Berti, ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Io non voglio far perdere del tempo, ma poiché la chiarezza è stata invocata da noi e ripresa da diversi altri, con chiarezza dobbiamo uscire da questo Consiglio.
Noi non abbiamo chiesto soltanto le responsabilità relative alla situazione di stallo, ma anche un impegno preciso in termini di tempo per risolverla. Da questo punto di vista le risposte che sono venute non ci rassicurano.
Negli interventi dei vari gruppi abbiamo visto scindere, a partire da quello socialdemocratico, le responsabilità e alla fine è risultato evidente che responsabile della situazione è la DC. Infine, con l'intervento del Presidente della Giunta, sembra che responsabile della situazione sia il vocabolario, che cosa vuol dire "contestualità"? Noi abbiamo compiuto l'errore di scrivere, in un accordo nazionale, la parola "contestualità", di qui è nata la situazione di stallo. Può essere una spiegazione, ma mi sembra abbastanza semplicistica. Vorrei qui sottolineare che la risposta all'intervento del rappresentante della DC ha rilanciato la palla agli altri gruppi che avevano scisso le loro responsabilità e non ha delineato nessuna prospettiva immediata, anzi l'ultima frase pronunciata, secondo me aggrava le nostre preoccupazioni.
Chi ha firmato quell'accordo, se ha scritto "contestualità" lo ha fatto a ragion veduta, ha voluto collegare le due questioni alle quali sono collegati problemi di rappresentanze. E' emerso nell'intervento di Garabello e anche in quello dello stesso collega Calsolaro che, valido in molti punti, ha tuttavia riproposto il problema dell'Ufficio di Presidenza (al limite ha avuto il merito di porre una questione).
Come risposta alle gravi preoccupazioni e interrogativi che emergono mi sembra francamente debole. Quindi, così come diciamo al gruppo della DC che non ci si può attestare sulla parola "contestualità", perché questa ripropone a sindaco della città un DC, così diciamo che non ci si pu attestare sulla parola "contestualità" quando questa comporta per il gruppo del PSI il problema dell'Ufficio di Presidenza. I problemi ai quali non si può sfuggire sono di altra natura, sono di carattere politico, sono di contenuti, di gestione diversa della Regione, degli istituti. E quando ci sia un accordo politico su queste cose, quando sia scritto chiaramente e dichiarato che l'attività amministrativa la si vuole gestire in un altro modo, che rispetto ai problemi dello sviluppo economico si persegue un certo tipo di indirizzo, quando siano chiari l'indirizzo e gli impegni che si assumono nei determinati settori amministrativi e legislativi, quando queste cose siano fissate in un programma, che sindaco sia un DC, o un socialista, o qualsiasi altro non ha più molta importanza. Questo è un problema di contenuti, di formazione col metodo che è stato proposto e che qui si dichiara essere stato accettato, di programma, di impegni; conta anche la qualità delle persone che poi devono condurre, ma questo viene dopo.
Voi non avete dato una risposta a questo ed il Presidente della Giunta concludendo a nome della DC, dopo di avere difeso la propria posizione ribadendo il suo disaccordo sul termine "contestualità" in definitiva ha espresso a se stesso credo, e a tutti, l'auspicio che si risolva rapidamente (ricordo le parole esatte) la crisi al Comune di Torino affinché si possa chiudere anche alla Regione. Quindi siamo al punto di partenza, aspettiamo che si risolva quella della Città di Torino, per poi risolverla anche alla Regione.
Ebbene, noi diciamo che il nodo da sciogliere invece è un altro e cioè quello della contestualità, il Comune di Torino si risolva le sue questioni con il tipo di rapporto che stabilirà con le forze politiche, con la collettività torinese, la Regione risolva le proprie col tipo di rapporto che stabilisce con le sue forze politiche, con la comunità regionale.
Naturalmente la contestualità è politica ed è che tanto alla Regione quanto al Comune si giunga ad un assetto della maggioranza che corrisponda a indirizzi nuovi di centro sinistra più avanzato. Ma sino a quando la contestualità è collegata ancora e sempre al Sindaco di Torino ed all'Ufficio di Presidenza non si esce da questa situazione.
Io mi rendo conto che c'è un accordo nazionale a cui probabilmente è difficile sfuggire, ma se si ha senso di responsabilità tale da avvertire che le conseguenze sulla comunità regionale sono serie, gravi, ci sarà pure un'iniziativa autonoma delle forze politiche piemontesi di maggioranza per scioglierlo quell'accordo, no? Questa è la domanda. E voi ci dovete dire fino a quando andremo avanti fino ai prossimi 15 giorni? Fino a gennaio? Io non l'ho fatto prima e non voglio assumere in questa assemblea, col mio gruppo, la posizione di chi punta il dito, ma voi comprenderete che le nostre sono preoccupazioni politiche che esigono la chiarezza che qui è stata invocata da più parti al limite estremo la domanda che vi poniamo ancora è questa: siete voi in grado di sciogliere l'accordo sulla contestualità fissato da un accordo nazionale, per affermare autonomamente l'interesse politico regionale che richiede invece una soluzione immediata della crisi? Siete voi in grado, in nome di questi interessi della comunità regionale, di richiedere alle Segreterie nazionali di sciogliere quell'accordo? Questa è la domanda a cui non avete risposto e noi vorremmo che (a meno che siete talmente legati da non poter dire niente, ma ne dubito perché siamo abbastanza a conoscenza della situazione nazionale) ci diceste: la Giunta si farà alla prossima scadenza. Il PSI ha detto "noi ci battiamo" il che comunque equivale a dire "alla prossima seduta vi sarà l'elezione della Giunta". Questo non hanno detto invece né il PSDI, né il PRI, né tanto meno la DC. Questa è la risposta che vogliamo da voi: vi impegnate a superare tutti gli ostacoli perché alla prossima seduta, fra quindici giorni (ma può essere anche meno perché lo Statuto dice "entro 15 giorni") e meglio se con un dibattito programmatico, vi sarà l'elezione della nuova Giunta?



PRESIDENTE

Il Consigliere Viglione chiede di parlare, ne ha facoltà.
Le ricordo che subito dopo c'è una riunione alla quale deve partecipare.



VIGLIONE Aldo

La ringrazio di questo ricordo. Signor Presidente, noi interveniamo solo perché sono state formulate alcune osservazioni che ci riguardano.
Dobbiamo rilevare che le dichiarazioni del Presidente Calleri se non ci soddisfano del tutto rappresentano però un passo avanti rispetto alle dichiarazioni precedenti che aveva fatte in quest'aula. Se ben ho capito il Presidente della Giunta ha dichiarato la disponibilità sua e del suo partito per la costituzione di un nuovo governo di centro sinistra. Se ho inteso esattamente le sue dichiarazioni, mi è parso di cogliere che non soltanto vi è questo indirizzo di carattere nazionale, ma che il Presidente si rende disponibile per andare al centro sinistra, con la volontà di andare al centro sinistra.
Vi è perciò un mutamento di rapporto di cui abbiamo il dovere di tenere conto. Io non vorrei che però oggi si fosse fatto un passo indietro con la discussione sulla contestualità. In parte ha ragione il Consigliere Berti quando dice che più che di contestualità occorre parlare di reali problemi della Regione e del Comune di Torino. Si tratta di stabilire che cosa vuol dire esattamente "contestualità". Non vuol dire certamente soltanto modificare un assetto di organigramma al Comune di Torino ed alla Regione come condizione per la formazione di un nuovo governo di centro sinistra ma piuttosto confrontarsi su una piattaforma programmatica di contenuti tale che serva alla Regione Piemonte (e il Comune di Torino certamente non è parte indegna della Regione Piemonte perché rappresenta l'area metropolitana più interessante e che ha maggiori problemi). Io ritengo quindi che la contestualità la si debba vedere non soltanto (e avrebbe un'importanza minore) su quello che può essere un organigramma, ma piuttosto su una piattaforma di contenuti che interessino e il Comune di Torino in questo momento con la sua crisi e la Regione Piemonte.
Ecco perché mi pare che occorra uscir fuori dall'equivoco, altrimenti pare che sia in gioco soltanto la questione di chi farà il Presidente e di ehi farà il Sindaco e che stabilito questo tutto sia risolto.
Vorrei poi dire al Consigliere Berti che non sono d'accordo sull'altra sua dichiarazione, cioè che una volta stabilita la piattaforma dei contenuti chiunque può fare il Sindaco, o l'Assessore, o il Presidente perché se i contenuti devono legarsi (e l'ha detto bene il Consigliere compagno Calsolaro) devono legarsi ad uno schieramento capace di portarli innanzi.
E vorrei anche, signor Presidente della Giunta, chiarire l'equivoco nato da dichiarazioni che ella ha fatto precedentemente e che ha ripetuto anche rispetto alla piattaforma programmatica e cioè che siamo disposti a discutere preventivamente un programma. Questa sarebbe una gran cosa, anzi noi proporremmo che fosse l'intero Piemonte a discutere preventivamente il programma, non soltanto il Consiglio Regionale; su questa strada ella ei trova pienamente concordi e favorevoli, però non vorremmo che tutto questo nascondesse una manovra e cioè che mentre da un lato si propone un metodo a carattere largamente democratico, una volta che abbiamo presentato questa piattaforma si possa fare un governo comunque perché la piattaforma è stata accettata. La cosa lascia alcune ombre perché rivolgendosi ai comunisti signor Presidente - e qui mi permetta una piccola boutade - non so se ella abbia inteso dire che in questo governo possono anche essere coinvolti i compagni comunisti e le forze della sinistra che essi rappresentano. Se è questo l'intendimento suo, per carità, però lo esprima con chiarezza perché il disegno assembleare di questo programma preventivo che viene discusso ed accettato porta con sé, inevitabilmente, non soltanto un determinato schieramento, ma porta lo schieramento che l'ha approvato capace di portarlo innanzi. Questo vorremmo che fosse chiarito in altre sede anche e mi pare che possa essere...



BERTI Antonio

Ma tu, Viglione, saresti d'accordo?



VIGLIONE Aldo

Occorre chiarire l'equivoco che aleggia in Piemonte signor Presidente che ella abbia nella forma una certa disponibilità verso le forze della sinistra, che però nella sostanza non vi corrispondono. E' meglio che su questo ci chiariamo bene le idee perché le proposte sono assai interessanti e sagge da parte sua signor Presidente, ma naturalmente devono trovare una puntuale verifica e questa avviene in tutto l'arco dell'attività che le forze sono chiamate ad operare.
Ecco perché diciamo che la contestualità e l'esame dei problemi comuni della Regione Piemonte ed all'area torinese sono inscindibili. Io ritengo che non possano essere scissi, deve essere portata innanzi una politica comune perché la Regione ha degli strumenti interessanti e significativi rispetto alla politica condotta nell'area principale più congestionata difficile, che ha più problemi, come quella dell'area torinese. Se questa è la contestualità signori Presidente noi siamo disponibili ad una immediata trattativa.
Per ora il palleggiamento delle responsabilità lasciamolo alle nostre spalle, l'orientamento che è stato portato avanti e che ha vinto per due anni in questo Consiglio Regionale è una cosa di ieri, gli errori che sono stati commessi possono essere riparati, c'è ancora un margine di tempo per farlo e anche per sconfiggere un'altra tesi riduttiva signor Presidente che cioè nei 16/17 mesi che abbiamo di fronte prima delle elezioni si debbano fare alcune cose. Io non ritengo che debba essere portata avanti questa politica, la Regione ha di fronte a sé i secoli se vogliamo, è un concetto di autonomia che per lunghi anni abbiamo cercato di portare innanzi e che non ridurrei ad un arco di tempo di 16/17 mesi.
L'impostazione di una politica regionale nel quadro globale non pu prevedere due o tre cose e lasciare da parte i grandi obiettivi. Io ritengo che se il Consiglio lavorerà seriamente e con impegno possano essere poste le basi affinché questi obiettivi vengano realizzati anche se l'arco di tempo è soltanto di 16/17 mesi; la rivoluzione francese, lo sappiamo tutti nacque in poche settimane eppure dette il via ad un processo che dura ancora oggi.
L'avvio di un processo di carattere rivoluzionario democratico della Regione Piemonte può sorgere in una settimana, può estrinsecarsi in un mese e poi darà i suoi frutti nell'arco dei decenni che verranno. Quindi non vedrei l'attività riduttiva a una leggina o due signor Presidente. Parliamo per esempio anche del problema dei libri, è la legge che certamente ha fatto più colpo sul Piemonte, è quella che ha messo in moto il meccanismo dell'opinione pubblica rivolto verso la Regione, ma non è sufficiente una legge di questo genere per caratterizzare una Regione, ci vuole ben altro.
Noi dichiariamo la nostra disponibilità immediata, stasera, domani dopodomani continuandola con impegno sempre per questo confronto con le altre forze, e diciamo con tutta chiarezza che non abbiamo difficoltà a giungere anche fra quindici giorni alla costituzione del nuovo governo.



PRESIDENTE

Qualcun altro chiede ancora di parlare? Nessuno. Allora il dibattito è chiuso.
Vorrei personalmente aggiungere il mio fiorellino di speranza e di augurio ai molti che sono stati colti in questo giardino stamattina, per una rapida, completa e fortunata soluzione della crisi.



RIVALTA Luigi

Dovremmo vederci ancora prima di Natale.



PRESIDENTE

Io penso che fra quindici giorni al più tardi ci dovremo vedere.
Il Consiglio Regionale sarà pertanto convocato a domicilio.


Argomento:

Interpellanze, interrogazioni e Mozioni (annuncio)


PRESIDENTE

Debbo però adempiere ancora alla consueta funzione delle comunicazioni interrogazioni ed interpellanze che sono pervenute le quali, come al solito, verranno spedite ai singoli Consiglieri nel loro testo integrale ma che debbo annunciare, almeno a me stesso.
Interrogazione Sanlorenzo, Berti, Rivalta relativa al progetto della costruzione di un anello tangenziale attorno alla città di Novara interrogazione Rivalta, Vecchione, Berti relativa alla opportunità di assicurare al demanio regionale la tenuta de La Mandria interrogazione dei Consiglieri Berti, Rivalta, Sanlorenzo, Marchesotti relativa alla richiesta di informazione sull'entità del personale a disposizione dell'Assessorato all'Urbanistica; situazione urbanistica dei 1209 Comuni ed altri problemi ancora interrogazione del Consigliere Calsolaro relativa al crollo del ponte sulla Ceronda, per sapere se sono state assunte le opportune iniziative per realizzare sul tronco Venaria-Torino il primo tratto della metropolitana urbana torinese interrogazione del Consigliere Simonelli relativa alla raffineria Maura e alla capacità di raffinazione di 360.000 tonnellate e ad una di 3 milioni di tonnellate annue di grezzo interrogazione Rivalta-Vecchione relativa all'attività edilizia quale consentita dall'amministrazione comunale di Carmagnola, per sapere se non intenda la Giunta intervenire per fermare questa attività irregolarmente intrapresa interrogazione della Consigliera Carmen Fabbris per sapere se il Presidente della Giunta e l'Assessore competente sono a conoscenza che la ditta Bonesio sta compiendo dei lavori relativi ai trasporti ATA con l'intenzione di ridurre il servizio sopprimendo numerose linee e corse interrogazione del Consigliere Calsolaro per sapere quale esito abbia avuto l'intervento a suo tempo promesso per le case ISES di Lungo Dora Voghera in Torino interrogazione del Consigliere Calsolaro per sapere se corrisponde al vero che la Soc. Italgas intenderebbe cedere la sua partecipazione azionaria, pari al 53,24% nella Soc. Acque Potabili e che fra i possibili acquirenti vi sarebbe la Condotte Acque di Roma interrogazione del Consigliere Calsolaro per sapere quali siano stati gli esiti dei contatti con la GEPI e con la SME circa l'attuale situazione occupazionale presso l'azienda dolciaria De Coster di Torino interrogazione del Consigliere Carazzoni al Presidente ed all'Assessore competente per sapere se non si ritenga opportuno rivedere le posizioni assunte relative alla chiusura dei negozi nei giorni festivi almeno per quei negozi che attengono alla vendita di articoli turistici o di altro genere interrogazione del Consigliere Carazzoni per sapere quale sia la situazione relativa all'Istituto sperimentale per la nutrizione delle piante in Via Ormea, 47, dove sono allogati i laboratori e gli uffici dell'Istituto stesso; se non intenda la Giunta conoscere quali passi intenda compiere presso il governo e presso l'amministrazione comunale, al fine di evitare una eventuale simile deprecabile eventualità interrogazione del Consigliere Carazzoni che chiede risposta scritta sulla situazione urbanistica della Valle Vigezzo dove si verificano speculazioni edilizie; se non si ritiene di intervenire per evitare, anche in relazione ad una denuncia presentata alla Procura della Repubblica, tali scempi interrogazione del Consigliere Calsolaro relativa all'esigenza di garantire l'occupazione dei lavoratori della S.p.A. Moncenisio di Condove se non si ritenga opportuno intervenire presso il Servizio materiale trazione delle FF.SS. perché commetta ad essa la riparazione dei veicoli ferroviari interrogazione del Consigliere Viglione per sapere quali siano i motivi che impediscono la nomina dei due rappresentanti della Regione nella Commissione per il concorso al posto di direttore amministrativo dell'Ospedale S. Croce di Cuneo interrogazione urgente del Consigliere Garabello per sapere che cosa ne sia dello scorporo del C.R.F. INAIL Colle della Maddalena di Torino; per conoscere quando sarà emanato il decreto di scorporo; quando si arriverà alla costituzione dell'ente ospedaliero e relative modalità e le previsioni sul passaggio del personale ordine del giorno presentato dai Consiglieri Carazzoni e Curci i quali vorrebbero discutere il problema relativo alla solidarietà alle migliaia di agricoltori che hanno animato in Torino clamorose manifestazioni di protesta per lo stato di abbandono in cui è lasciata l'agricoltura e problemi connessi ordine del giorno presentato da Beltrami, Gandolfi, Vera, Viglione Vecchione, Rossotto per dare mandato al Presidente del Consiglio ed ai Consiglieri delegati del Piemonte di esprimere alla Commissione Interparlamentare per le questioni regionali in sede di indagini conoscitiva, la posizione assunta dal Consiglio Regionale in questa materia e manifestare soprattutto l'esigenza che alla riforma della pubblica amministrazione si pervenga attraverso ad un democratico e franco confronto con le Regioni stesse.
Le interrogazioni, interpellanze e ordini del giorno verranno trasmessi ai Consiglieri.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12,30)



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