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Dettaglio seduta n.18 del 09/11/70 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE VITTORELLI


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute e rinvio


PRESIDENTE

Leggeremo i verbali di queste sedute tutti insieme, perché, dato il lavoro degli uffici, non è stato possibile redigerli e quindi sottoporli alla vostra approvazione.


Argomento: Statuto - Regolamento

Esame del progetto di Statuto della Regione (seguito della discussione)


PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Berti. Ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Signor Presidente! Signori Consiglieri! La seduta di sabato scorso si è chiusa con un voto che ha suscitato la nostra reazione, com'é ben noto. Noi abbiamo dato un giudizio negativo ravvisando in questo atteggiamento una svolta, come del resto ha chiaramente affermato il mio collega Minucci, rispetto ad un metodo precedente che tendeva a ricercare costantemente la convergenza con tutti i Gruppi nel rispetto degli accordi, soprattutto, che erano stati assunti nella riunione dei Capigruppo.
Abbiamo dato quel giudizio per il merito della proposta, per il modo in cui questa è stata presentata al nostro Gruppo. Infatti, nella riunione dei Capigruppo, di fronte alla nostra richiesta di conoscere i motivi del contrasto, i punti sui quali si concentrava ancora l'attenzione dei Gruppi di maggioranza, ci è stato segnalato, fra l'altro, anche l'art. 23, come ci ricordava appunto il Consigliere Nesi sabato sera. La nostra sorpresa però, è stata quando su questo articolo, indicato come elemento di contrasto, ma non più presentato come tale nella seconda riunione dei Capigruppo, è poi stato invece proposto ed approvato quell'emendamento che certamente, per quanto riguarda il metodo, era nettamente in contrasto ed offensivo di quello spirito veramente costruttivo con il quale il nostro Gruppo aveva operato e nei mesi di lavoro della Commissione e in queste prime sedute del nostro Consiglio Regionale.
Noi vogliamo affermare qui che di fronte a noi, e di fronte ai lavoratori del Piemonte, all'opinione pubblica, si pone oggi, a nostro giudizio, un interrogativo che è molto chiaro, che noi vogliamo sia reso chiaro. Noi abbiamo una copia dello Statuto che è il frutto dei lavoro di tutta l'Assemblea attraverso i suoi rappresentanti, proposte sulle quali ogni Gruppo ha potuto, quando lo ha voluto, lungamente lavorare e meditare che pertanto sono proposte unitarie, proposte su cui possono certamente essere presentati emendamenti, che possono emergere nel corso di elaborazioni di Gruppo ancora, certamente - e sarebbe la cosa più positiva attraverso il dibattito in assemblea, che può far sorgere elementi di contrasto, elementi di chiarimento, elementi di aggiunta. Noi, tuttavia consideriamo che si fa l'interesse della Regione, si contribuisce in modo costruttivo all'Assemblea Regionale ed ai suoi lavori, nella misura in cui tutti gli emendamenti che eventualmente possono emergere sono comunque sempre migliorativi della bozza di Statuto che è stata presentata dalla Commissione unitaria del Consiglio Regionale.
Abbiamo, in realtà, assistito al fatto evidente - prescindo qui dagli emendamenti dei Consiglieri missini, i quali hanno una loro logica, una loro politica, che del resto il Consiglio in generale condanna con il non prenderli in considerazione - della presentazione, per molti versi improvvisa, come per gli ultimi, ad esempio, che ci sono giunti oggi, di una serie molto ampia di emendamenti, che assumono quasi il carattere di un lavoro ostruzionistico, nel senso che rendono molto difficile il rispetto della data che tutto il Consiglio si è fissata per l'approvazione e che tutti noi abbiamo dichiarato ancora di voler rispettare; almeno, queste sono state le conclusioni dopo la seconda riunione dei Capigruppo dell'altro giorno.
Noi comunisti abbiamo presentato pochi emendamenti: in generale emendamenti o che erano già emersi nel corso delle riunioni delle Commissioni, e che abbiamo mantenuto, ed in più alcuni pochissimi emendamenti che tendevano certamente, per quanto era possibile, a migliorare l'attuale testo.
Vogliamo rivolgere a tutti i Gruppi una domanda - e sollecitiamo che la risposta venga data in una riunione dei Capigruppo che chiediamo si svolga subito, per chiarire l'atteggiamento di tutti i Gruppi -: si intende difendere, migliorare la bozza di Statuto che e il frutto del lavoro di quattro mesi della Commissione, o esiste nelle forze politiche presenti in questo Consiglio, in realtà, la volontà di peggiorare gli elaborati, le proposte di questa Commissione? Prima di definire più nettamente ancora il nostro atteggiamento in questi lavori, vogliamo e chiediamo la riunione immediata dei Capigruppo, per sapere fino a qual punto gli ottanta articoli dell'attuale progetto di Statuto sono difesi e migliorati, o se invece non esista, con la presentazione di centinaia di emendamenti, il deliberato proposito di tendere concretamente al peggioramento di questo, attraverso un concentramento delle forze di maggioranza che immediatamente escludono tutti quegli apporti positivi che si è dichiarato qui solennemente di voler ricercare nell'ambito dell'Assemblea.
Per questo, signor Presidente, io chiedo, a nome del mio Gruppo, prima di iniziare la seduta, una riunione dei Capigruppo, per precisare ancor meglio le nostre richieste e per avere una risposta da tutti i Gruppi.



PRESIDENTE

Sulle dichiarazioni del Consigliere Berti, suppongo, ha chiesto di parlare il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente! Quando, nella scorsa seduta, fu sollevato un improvviso scalpore, quasi a denunciare comportamenti sleali, io provai per alcuni minuti un senso di sgomento, poiché lo stato di stanchezza in cui eravamo, e il tono sicuro e violento con cui veniva rivolta l'accusa, mi misero per un attimo in condizioni di imbarazzo, mi indussero a richiamare alla memoria i miei atti, per vedere se per avventura, non volendolo, avessi potuto dar luogo ad un simile giudizio.
Sennonché, un attimo di riflessione mi consentì di accertare che, in ordine all'art. 23, sul quale ci si rimproverava di aver taciuto la nostra posizione, era stato da noi presentato un emendamento soppressivo sin dal momento dei lavori della Commissione. In quella sede, mentre i rappresentanti del Gruppo comunista erano nettamente a favore di questa soluzione, da parte di rappresentanti di altri Gruppi ci si era riservati di assumere un atteggiamento più preciso; restava, intanto, l'emendamento soppressivo della Democrazia Cristiana. Pensare che si potesse giungere a considerare come testo unico da prendere in considerazione, trascurando completamente un simile atteggiamento della Democrazia Cristiana considerato il peso anche numerico che questo partito ha nella nostra Assemblea, mi sembra una ingenuità, di quelle in cui i rappresentanti del Partito comunista non cadono mai, perché sanno valutare se pesare le situazioni politiche. Quindi, ci si scaldò, devo dirlo a posteriori, a freddo, o incorrendo in quell'errore in cui temevo di essere incorso io nel momento in cui mi sono sentito porre sotto accusa.
Certo, ho qui il notes sul quale avevo annotato il numero degli articoli sui quali c'erano previsioni di modifiche, ed era annotato anche il 23. Qualcuno che partecipava a quella assemblea lo vide, perché io non tenni nascosto l'elenco, anzi lo lessi e dissi che sul 23 se non fossero intervenuti altri l'avrei fatto io. In ogni caso, non fu sorpresa, e non poteva esserlo, che la Democrazia Cristiana avrebbe ottenuto, a costo di venire ai voti qui, e a costo di esser messa in minoranza, di capire, di contare, di vedere quali responsabilità politiche si assumevano, che si discutesse su questo punto.
L'emendamento presentato all'altro articolo era un emendamento nettamente migliorativo, visto dal punto di vista della tesi che si sosteneva da parte della minoranza, perché tendeva a stabilire che ogni nomina che fosse di competenza della Regione doveva intendersi come di competenza del Consiglio, e introduceva anche un'altra restrizione, nel senso che per attribuire la competenza di nomine alla Giunta od al suo Presidente si doveva far riferimento necessariamente ad una legge o a provvedimenti espliciti.
Considerando chiuso, per quanto ci riguarda, l'incidente con questo chiarimento, noi dichiariamo che siamo qui per collaborare a migliorare lo Statuto, per vedere di ottenere sullo Statuto, in una concordia qualche volta, se si vuole, discorde, ma pur sempre una concordia, il massimo degli apporti da parte di tutti i componenti di questo Consiglio; e siamo pronti a parlare ed a sentire quanto altri ci diranno nella riunione dei Capigruppo, che penso, stante lo stato dei lavori e le conclusioni, non dovrebbe portar via molto tempo.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare Consigliere Nesi.



NESI Nerio

Signor Presidente! Anch'io l'altro giorno sono rimasto spiacevolmente colpito dall'atteggiamento e dal tono dei discorsi dei colleghi comunisti, in particolare dal tono del compagno Minucci, che ha usato espressioni quasi offensive nei confronti del Gruppo socialista. Se il senso di responsabilità che devono sentire tutti, ma soprattutto i responsabili dei Gruppi, non mi avesse impedito di farlo, avrei chiesto la parola per fatto personale.
Ho passato anch'io questa giornata andando a controllare come siano andate nella realtà le cose, consultando i compagni che facevano parte della Commissione per lo Statuto, ed ho potuto verificare che, per quanto riguardava l'art. 23 non c'era, a differenza di quanto sosteneva qualche collega, alcun impegno preciso di mantenerlo tale e quale come era stato redatto.
D'altra parte, credo che il Gruppo socialista abbia dato sufficienti prove di quale sia il suo intento e quale la sua volontà politica, in questo Consiglio Regionale, per poter temere il giudizio di chicchessia tenendo, beninteso, al giudizio di tutti. Abbiamo svolto un lavoro collegiale, abbiamo fatto cose tali per cui giustamente un collega liberale ieri diceva: "Ma questa non è più una maggioranza di centro-sinistra, ma è una maggioranza di centro-sinistra-sinistra"; ed io sono lieto che sia così, voglio che sia così, ma nel rispetto delle prerogative e delle posizioni di tutti.
Ricordo ai colleghi tutti, ed in particolare ai colleghi comunisti cosa è stato fatto per l'art. 4, per l'art. 5, per l'art. 11, quali emendamenti, di quale importanza, siano stati presentati ed approvati anche con la rottura della maggioranza. Penso che i colleghi comunisti abbiano sufficiente senso di responsabilità per capire come sia difficile la posizione del presidente del Gruppo socialista e dell'intero Gruppo socialista in questa situazione.
Per rispondere al collega capo del Gruppo comunista sulla specifica domanda, voglio dirgli che il Gruppo socialista è favorevole a continuare nell'opera che esso Gruppo socialista ha per primo intrapreso, e nella quale (anche se, come ha detto, con frase assolutamente infelice, il compagno Minucci, siamo "quattro gatti") noi proseguiremo, convinti di essere un elemento insostituibile di questo Consiglio Regionale. Siamo quindi favorevoli alla proposta che è stata fatta di riunire subito i Capigruppo.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Debenedetti. Faccio presente che trattandosi di una discussione sull'ordine dei lavori, non può parlare più di un oratore per Gruppo.



DEBENEDETTI Mario

Dirò subito che siamo d'accordo per la riunione dei Capigruppo. Per mi sembra importante a questo punto fare un'affermazione di principio che valga una volta per tutte: nei lavori della Commissione si era fin dall'inizio chiaramente, da altre parti, ma soprattutto dal nostro Gruppo inteso che la elaborazione del progetto non precludeva agli stessi membri della Commissione - non dico al Gruppo politico solo ma agli stessi membri componenti della Commissione - di rivedere, rimeditare certe soluzioni. In particolare, com'e già stato ricordato dall'avv. Bianchi, per quanto si riferisce all'art. 23, c'era stata una riserva, espressa dal mio e da altri Gruppi, e quindi non c'era stata neanche, in termini precisi, una indicazione di accoglimento. Non vedo, francamente, perché, e non mi pare neppure sia eccessivamente corretto, si voglia creare su questa impostazione un motivo di scandalo, quasi ad imputare ai componenti della Commissione di rinnegare oggi decisioni già prese.
I membri della Commissione hanno partecipato al lavoro di elaborazione cercando di dare il loro contributo, anche magari in termini molto modesti: io, ad esempio, personalmente non facevo parte, e non me ne dispiace affatto, di quel..., monumento che si era delineato, abbozzato, per i componenti della Commissione dello Statuto. Ma è certo, è pacifico, che si era chiaramente indicato che ogni Gruppo politico, e, ripeto, ogni membro della Commissione si riservava il diritto di rivedere, di emendare il lavoro elaborato dalla Commissione.



PRESIDENTE

Mi rammarico di non poter dare la parola ad altri che l'hanno richiesta degli stessi Gruppi che hanno già parlato, tanto più che il chiarimento che interverrà nella riunione dei Capigruppo che si terrà fra poco potrà dar luogo ad eventuali precisazioni successive. Oltre tutto, vorrei far presente ai Consiglieri, non tanto per applicare il Regolamento, ma perch questo offre mille possibilità di parlare, che, non appena noi entreremo nella discussione degli articoli, essi troveranno occasione di precisare le proprie posizioni in modo anche più ampio di quello che comporterebbe l'argomento in esame.



MINUCCI Adalberto

Uno spiacevole malinteso mi costringe a chiedere la parola brevissimamente, per fatto personale.



PRESIDENTE

Ne ha diritto e facoltà.



MINUCCI Adalberto

Ho appreso adesso dal compagno Nesi la sorprendente notizia che io avrei definito "quattro gatti" i socialisti. Credo che i colleghi che hanno ascoltato il mio intervento sabato sera possano senz'altro smentire che io abbia dato una simile qualifica al Gruppo socialista. Anzi, la foga con la quale mi sono rivolto ai compagni socialisti attesta dell'importanza che io attribuisco alla loro funzione in questo Consiglio.
E' vero che ho usato l'espressione "quattro gatti" in un colloquio personale con il Presidente Vittorelli, se non sbaglio....



PRESIDENTE

No, in realtà l'espressione è stata pronunciata in aula, ma non è stato indicato il colore dei gatti.....



MINUCCI Adalberto

Nel mio intervento ho voluto dire con quella espressione una cosa notevolmente diversa da quella che mi si è attribuita: ho rilevato, cioè che nell'atteggiamento assunto dalla maggioranza nei confronti del Gruppo comunista c'era una sorta di sotterfugio, quasi un far sparire dal tavolo le carte che erano state giocate con chiarezza in precedenza, e mi sono limitato a dire: "Guardate che voi non lo fate verso i quattro gatti che siedono sui nostri banchi, ma verso una grande forza politica che ha delle responsabilità di fronte a centinaia di migliaia di elettori". E' questo atteggiamento che io ho criticato, e parlando di quattro gatti mi riferivo ai componenti del Gruppo comunista, non di quello socialista.
Mi dispiace che il compagno Nesi possa avere sia pur minimamente immaginato che io abbia voluto essere offensivo verso il Gruppo socialista al quale confermiamo il nostro pieno rispetto.



PRESIDENTE

Prendo atto con compiacimento delle dichiarazioni che sono state fatte ed anche dell'accoglimento che ha avuto questa richiesta.
Penso che a questo punto dei nostri lavori l'incontro fra i capi Gruppo possa forse eliminare gli ultimi ostacoli che esistono per un lavoro più spedito ed anche le ultime incomprensioni.
Faccio solo presente che è facoltà di ogni Consigliere di proporre emendamenti, quale sia stato il suo atteggiamento in Commissione e quale sia stato l'atteggiamento del suo partito; è facoltà assolutamente irrinunciabile, garantita dal Regolamento: può dare luogo a riserve politiche, su questo non vi è alcun dubbio, però rimane piena per chiunque fino all'approvazione finale dello Statuto. Sono poi convinto che da parte di ciascun proponente di emendamenti vi sia sempre l'intento di collaborare a migliorare il testo: evidentemente, ciascuna parte politica ritiene migliorativo l'emendamento proprio e peggiorativo quello degli altri. Si tratta, quindi, forse, anche - in questo incontro fra i Capigruppo - di cercar di fissare una concezione comune del miglioramento, di modo che lo spirito che ha animato le riunioni della Commissione e anche l'inizio dei lavori di questo Consiglio possa essere ritrovato affinché lo Statuto raccolga larghi consensi in questo Consiglio nel prosieguo dei nostri lavori.
La seduta è quindi sospesa per quindici-venti minuti ed è indetta la riunione dei Capigruppo.



(La seduta è brevemente sospesa)



PRESIDENTE

La seduta è aperta. Comunicherò le deliberazioni dei Capigruppo successivamente all'approvazione dell'art. 16, dato che dopo questo si passerà alla discussione sui punti più critici.
Siccome sono stati presentati pochi emendamenti, di carattere prevalentemente tecnico, dò lettura integralmente dell'articolo. Poi porr in votazione gli emendamenti; quindi procederemo alla votazione dell'intero articolo.
Esaminiamo ora l'art. 16 - Altre attribuzioni - "Il Consiglio inoltre: a) formula proposte di legge al Parlamento con le modalità previste per l'approvazione delle leggi regionali e le trasmette ai Presidenti delle Camere b) esercita il potere di richiesta del referendum nazionale nei termini stabiliti dagli artt. 75 e 138 della Costituzione e con le modalità previste dalle leggi della Repubblica sul referendum c) formula, a maggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati alla Regione, pareri sulle materie previste dagli artt. 132 e 133 della Costituzione d) elegge nel proprio seno tre delegati della Regione ai quali spetta di partecipare, ai sensi dell'art. 83 della Costituzione, all'elezione del Presidente della Repubblica. Ciascun Consigliere vota non più di due nomi e) provvede alla nomina di Commissioni e di membri di Commissioni devoluta per legge della Repubblica alla Regione f) può, sentite le popolazioni interessate, istituire con proprie leggi nuovi Comuni e modificare le loro circoscrizioni e denominazioni".
Vi è un emendamento presentato dal Consigliere Bianchi, che propone di sopprimere alla lettera a) le parole "e le trasmette ai Presidenti delle Camere". Lo pongo in votazione. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Un altro emendamento soppressivo del Consigliere Bianchi propone di sopprimere alla lettera c) le parole "a maggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati alla Regione", cioè il Consigliere Bianchi propone che si abolisca la richiesta della maggioranza qualificata. Poiché non ritiene di dover illustrare la proposta, pongo in votazione l'emendamento.
Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Vi è, infine, un emendamento aggiuntivo del Consigliere Bianchi alla lettera d), che propone di aggiungere, prima delle parole "ciascun Consigliere vota non più di due nomi" le parole "per l'elezione dei delegati". Anche questo è un emendamento di carattere essenzialmente tecnico, che non credo richieda illustrazione. Nessuno chiede di parlare? Lo pongo allora in votazione. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Pongo ora in votazione, se nessuno chiede la parola, l'art. 16 nel suo complesso. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Desidero ora fare alcune comunicazioni in relazione alla riunione dei capi Gruppo che si è conclusa poco fa.
La riunione dei capi Gruppo, richiesta dal Consigliere Berti Presidente del Gruppo comunista, a nome del suo Gruppo, aveva per scopo di chiarire, in rapporto a quanto accaduto nella seduta dell'altra sera e alla presentazione di emendamenti da parte della maggioranza, quale fosse l'intento di tale presentazione ed anche se con tante nuove modifiche da affrontare si potesse ancora tentare in modo serio di rispettare l'impegno assunto con noi stessi di concludere i nostri lavori entro il termine prescritto dalla legge.
Il Consigliere Berti ha argomentato in questa riunione la sua richiesta riassumendo e ribadendo ciò che aveva già detto in quest'aula. I presidenti dei vari Gruppi hanno a loro volta preso la parola. Quelli dei Gruppi di maggioranza per ribadire che la presentazione di questi emendamenti, nel mirare a superare difficoltà che erano insorte anche nell'ambito della maggioranza, non avevano alcun fine ritardatario dei nostri lavori, ma si proponevano, nello spirito naturalmente della maggioranza, e nella linea della maggioranza, di migliorare il testo presentato dalla Commissione che, comunque, era intento dei Gruppi di maggioranza di contribuire con la loro condotta in aula a facilitare una rapida conclusione dei nostri lavori. Tale atteggiamento è stato assunto anche dagli altri Gruppi di minoranza, il Gruppo liberale e il Gruppo del M.S.I., il quale ultimo ha inteso sottolineare che l'elevato numero degli emendamenti da esso presentati, che era stato già preannunciato in Commissione, non aveva intento ostruzionistico ma partiva soltanto dalla constatazione del dissenso del Gruppo del M.S.I. con quasi tutto il testo approvato in linea di massima da tutti gli altri Gruppi che fanno parte di questo Consiglio.
A conclusione della riunione dei capi Gruppo, in cui si sono riannodate le fila fra i vari Gruppi che fanno parte di questo Consiglio, anche allo scopo di permettere un più snello ed anche più cordiale proseguimento dei nostri lavori, si è autorizzato il Presidente del Consiglio Regionale a dar conto di questa riunione al Consiglio stesso, preannunciando che ogni sforzo sarà compiuto per concludere i nostri lavori entro i termini stabiliti dalla legge.
Per questa ragione, la seduta odierna proseguirà fino a quando il Consiglio sarà in grado di proseguirla nella pienezza delle sue facoltà mentali e delle sue forze fisiche, senza naturalmente andare fino ad ore piccole del mattino, anche se il Presidente della Giunta ha dato spesso prova di ragionare meglio nelle ore piccole che in quelle del giorno.
Costateremo noi stessi quanto tempo ci porterà via il nostro lavoro cercheremo di esaurire il maggior numero possibile di articoli, e, se occorrerà, per superare qualche questione spinosa, sospenderemo nuovamente la seduta per consentire incontri che sono sempre fruttuosi.
Nello stesso tempo, come Presidente, vorrei raccomandare ai Consiglieri, che del resto hanno già dato prova di volersi attenere a questo comportamento, di facilitare il compito di questa presidenza nel considerarsi tutti persone intelligenti, alle quali non è necessario spiegare o illustrare le cose ovvie. Accade molte volte di fare discorsi agli altri come se si fosse possessori di una verità consacrata che agli altri va spiegata in maniera più che esauriente: se riusciremo a tener conto del fatto che tutti noi siamo capaci di capire un testo per quello che dice, salvo qualche chiarimento che può essere necessario, ho la sensazione che il nostro lavoro potrà procedere innanzi rapidamente.
Esaminiamo ora l'art. 17 - Commissioni permanenti - Comma primo - "Il Consiglio istituisce nel suo seno Commissioni permanenti composte in relazione alla consistenza numerica delle forze politiche in esso rappresentate, secondo le modalità del Regolamento".
Sono stati presentati due emendamenti dai Consiglieri Carazzoni e Curci, uno sostitutivo e uno aggiuntivo.
In quello sostitutivo si propone di sostituire le parole "composte in relazione alla consistenza numerica delle forze politiche in esso rappresentate" con le parole "in cui sono rappresentati tutti i Gruppi e le forze politiche presenti nel Consiglio stesso".
Desiderano illustrarlo? Ha facoltà di parlare il Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Desidero, signor Presidente, non tanto illustrare questo emendamento quanto dichiarare, nello spirito delle parole da lei poco fa pronunciate che, dopo aver precisato il suo dissenso sulla linea generale dello Statuto, d'ora in avanti il Gruppo del Movimento sociale rinuncerà a prendere la parola su ogni sua proposta di modifica, limitandosi a farlo laddove riterrà effettivamente necessario un chiarimento.



PRESIDENTE

La ringrazio.
Pongo in votazione, se nessun altro chiede di parlare, l'emendamento sostitutivo relativo al comma primo proposto dai Consiglieri Carazzoni e Curci. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
L'emendamento aggiuntivo è di aggiunta di un nuovo comma. Prima di passare all'esame di tale proposta, pongo in votazione il testo proposto dalla Commissione per il comma primo dell'art. 17. Chi lo approva è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Ecco il testo del nuovo comma proposto dai Consiglieri Carazzoni e Curci, da aggiungere dopo il comma primo: "Ogni Consigliere può far parte di più Commissioni".
Lo Statuto, per la verità, non lo vieta: la proposta tende a precisarlo ulteriormente. Qualcuno chiede la parola?



BIANCHI Adriano

Penso sia meglio rinviare la questione al Regolamento.



PRESIDENTE

Il Regolamento certamente preciserà questo punto, poiché si demanda al Regolamento l'organizzazione stessa delle Commissioni.
Chi è favorevole a questo emendamento aggiuntivo è pregato di alzare la mano.
E' respinto.



CALLERI Edoardo

In quanto la precisazione è rimandata al Regolamento.



PRESIDENTE

Comma secondo - Viene proposto dai Consiglieri Bianchi e Debenedetti un comma sostitutivo. Si intende che il testo del quale ora darò lettura, in caso di approvazione, sostituirà il testo proposto dalla Commissione, che in questo caso non verrebbe più posto in votazione: "Il Presidente stabilisce la composizione numerica delle Commissioni e comunica al Consiglio la costituzione delle stesse in relazione alle designazioni dei Gruppi consiliari. Le Commissioni permanenti per gruppi di materie sono costituite per l'esame preventivo delle proposte di legge.
Alle Commissioni può essere demandato l'esame preventivo di deliberazioni di competenza del Consiglio".
Credo che dal punto di vista tecnico sarebbe bene che questo comma sostitutivo fosse spezzato in due, non foss'altro che per chiarezza di dizione. Metterei quindi in votazione la prima parte di questo secondo comma, che, approvato, diventerebbe il secondo, sostitutivo dell'altro. Ne dò lettura per chiarire bene quale è il testo in discussione in questo momento: "Il Presidente stabilisce la composizione numerica delle Commissioni e comunica al Consiglio la costituzione delle stesse in relazione alla designazione dei Gruppi consiliari".
Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Ecco ora il progetto di terzo comma, che insieme all'altro è sostitutivo del comma secondo della Commissione: "Le Commissioni permanenti per gruppi di materie sono costituite per l'esame preventivo delle proposte di legge. Alle Commissioni può essere demandato l'esame preventivo di deliberazioni di competenza del Consiglio".
Ha facoltà di parlare il Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Data l'importanza di fondo che assumerà la discussione relativa al piano di sviluppo e dato che il piano di sviluppo conterrà una serie di argomenti di cui sono competenti per materia le Commissioni permanenti chiediamo che al termine di quest'ultimo comma venga aggiunto "e del piano di sviluppo", in modo che esso suoni così: "Le Commissioni permanenti per gruppi di materie sono costituite per l'esame preventivo delle proposte di legge e del piano di sviluppo".



CALLERI Edoardo

C'é all'art. 21.



RIVALTA Luigi

Ma noi chiediamo che, trattandosi nell'articolo in discussione, delle Commissioni permanenti, si faccia qui un riferimento specifico alle funzioni di tali Commissioni, e venga posto in chiaro che le Commissioni permanenti devono esaminare il piano di sviluppo.



PRESIDENTE

Effettivamente, c'é un articolo speciale che dice: "Tra le Commissioni permanenti è istituita la Commissione programmazione e bilancio, la quale esamina in sede referente il piano di sviluppo, esamina in sede consultiva..". Comunque, se insistono pongo la proposta in votazione.
Ha facoltà di parlare il Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Occorre proprio fare riferimento a questo articolo, che non è ancora in discussione, rispetto al testo della Commissione, dove "La Commissione programmazione e bilancio esamina in sede referente il piano di sviluppo dopo il preventivo esame consultivo da parte delle altre Commissioni".
L'emendamento presentato elimina questo "esame preventivo da parte delle altre Commissioni".
Noi, dopo avere a lungo discusso, avevamo concluso che non volevamo fare di questa Commissione programmazione e bilancio una supercommissione ma che tutte le Commissioni dovevano preventivamente esaminare il piano di sviluppo. In quanto dovrà scomparire dall'art. 21 così come proposto in conseguenza dell'emendamento, noi proponiamo che sia inquadrato fra i compiti delle Commissioni permanenti.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

L'art. 21, per effetto dell'emendamento da me ed altri proposto dovrebbe avere questo contenuto: "Tra le Commissioni permanenti è istituita la Commissione programmazione e bilancio, la quale: a) esamina in sede referente il bilancio preventivo e il conto consuntivo b) esamina in sede sempre referente gli atti relativi alla programmazione di cui all'art. 72 che risponde a questa esigenza c) esamina in sede consultiva le proposte di legge che comportano impegni di spesa e altre s'intende ecc. ecc.".



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Simonelli.



SIMONELLI Claudio

Mi sembra che la proposta di emendamento aggiuntivo presentata dai Consigliere Berti introduca dove si tratta delle Commissioni nel loro complesso, delle attribuzioni che devono essere, viceversa, compito specifico della Commissione bilancio e programmazione. Se mai si tratterà perciò, di valutare, in sede di discussione dell'art. 21, se al punto b) non valga la pena, dove ci riferiamo agli atti relativi alla programmazione di cui all'art. 72, di ripristinare il previo parere delle Commissioni competenti per materia. Ma questo è corretto solo in quella sede, dove è chiaro che il parere consultivo delle altre Commissioni si esercita rispetto ad una attività che è propria della Commissione bilancio e programmazione. Un inserimento di questo concetto nell'art. 17 verrebbe invece, ad alterare i rapporti fra le Commissioni.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

Vorrei proporre un ulteriore elemento di chiarimento. Dall'art. 21, con gli emendamenti presentati dal collega Bianchi, verrà a scomparire la dizione "e che sono di competenza per materia di altre Commissioni", con la quale si esplicitava che per competenza il piano di sviluppo passava in discussione alle Commissioni permanenti. Ora, se ci si assicura che all'art. 21 viene riproposta questa dizione noi ritiriamo l'emendamento altrimenti lo sosteniamo, in quanto riteniamo che non possono esserci incertezze sul fatto che il piano di sviluppo debba passare in sede consultiva alle Commissioni competenti per materie.



PRESIDENTE

Se i proponenti confermano di mantenere l'emendamento all'art. 21, che credo confermino, l'assicurazione che lei chiede è data. Mi pare indubbio d'altronde, che l'abbiano presentato per mantenerlo.
Ha facoltà di parlare il Consigliere Gandolfi.



GANDOLFI Aldo

Vorrei solo far osservare che l'obiezione del Gruppo comunista è perfettamente valida. Cioè, l'emendamento all'art. 21 in effetti sopprime una parte che a loro interessa del precedente art. 21. Però, mi sembra che sarebbe più corretto (e, direi, per quanto mi riguarda, sono dispostissimo a discutere la cosa quando verrà in discussione l'art. 21: non posso evidentemente impegnarmi anche per gli altri firmatari dell'emendamento all'art. 21), sarebbe molto più corretto che il Gruppo comunista presentasse questa sua proposta come emendamento all'emendamento. Cioè questa materia sarà più correttamente inquadrabile nella discussione dell'art. 21.
Da parte mia, non ho alcuna difficoltà a ripristinare per l'emendamento all'art. 21 quella dizione che era già stata adottata nella stesura della Commissione, cioè: "Esamina in sede referente gli atti relativi alla programmazione di cui all'art.. 72 previo esame preventivo delle Commissioni"; a meno che dalla discussione non emergano questioni rilevanti in merito a questa materia.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Debenedetti.



DEBENEDETTI Mario

Anche noi siamo d'accordo sulla sostanza di queste osservazioni.
Riteniamo pertanto che la soluzione più corretta sia proprio quella di mantenere all'art. 21 la formulazione che era stata concordata.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Calleri.



CALLERI Edoardo

Neppure a me sembra logica la collocazione di questa precisazione nell'art. 17, in quanto, essendo prevista una Commissione speciale per la programmazione e il bilancio, mi pare che l'inserire una affermazione di carattere particolare là dove si fa una affermazione di carattere generale alteri alquanto tutta la sistematica dello Statuto.
Non vi è da parte nostra alcun dubbio, pertanto, sulla validità della esigenza prospettata dal Gruppo comunista. Il mio parere è che sarebbe bene ripristinare il testo precedente, nel quale però proporrei, per evitare che si determinino procedure non esatte, non precise, di sostituire l'espressione "esamina in sede referente il piano di sviluppo e il bilancio preventivamente visti in sede consultiva dalle Commissioni competenti per materia", che presupporrebbe modalità, direi, anche di difficile attuazione, con la seguente: "Sentendo in sede consultiva le Commissioni competenti per materia"; con il che, praticamente, si sancisce il principio che la Commissione programmazione e bilancio è tenuta a sentire le Commissioni competenti per materia, ma si elimina lo scoglio dell'avverbio "preventivamente", che obbliga la Commissione ad effettuare queste consultazioni prima ancora di svolgere il suo esame e non anche durante il suo esame. Proprio come procedura di funzionamento, a me sembra opportuno si sancisca per la Commissione programmazione e bilancio soltanto l'obbligo di sentire tutte le altre Commissioni.



PRESIDENTE

Posso dare nuovamente la parola al Consigliere Rivalta, perché possa dirmi se insiste nel suo emendamento e chiarire i motivi della sua decisione.



RIVALTA Luigi

Chiederei una sospensione di due minuti dei lavori per poterci accordare su queste dizioni; dopo di che io potrò dirle se avrò deciso di ritirare l'emendamento.



PRESIDENTE

Sono pronto a concedere tutte le sospensioni che mi vengano richieste.
Raccomando però di non farne inflazione, perché questo sarebbe peggio che presentare emendamenti numerosi.
La seduta è sospesa per due minuti.



(La seduta è brevemente sospesa)



PRESIDENTE

La seduta riprende. Ringrazio i richiedenti di non aver superato lo spazio di tempo stabilito, e li prego di illustrarmi le conclusioni cui sono pervenuti.



RIVALTA Luigi

Ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

Se nessun altro chiede di parlare, passiamo allora alla votazione di quello che diventa il comma terzo di questo articolo. Con l'approvazione di questo comma terzo si intende integralmente sostituito il comma secondo della Commissione. Ne dò ancora una volta lettura: "Le Commissioni permanenti, per gruppi di materie, sono costituite per l'esame preventivo delle proposte di legge. Alle Commissioni può essere demandato l'esame preventivo di deliberazioni di competenza del Consiglio".
Nessun altro chiede di parlare? Pongo in votazione il testo. Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Sono così stati approvati i comma, ora diventati tre, che compongono l'art. 17.
E' stato presentato un emendamento aggiuntivo alla fine del testo dell'art. 17, dei Consiglieri Carazzoni e Curci, che è sempre proponibile perché è aggiuntivo anche rispetto al testo fin qui approvato dal Consiglio. Esso suona: "Nessuna legge può essere esaminata o votata dal Consiglio senza il preventivo esame da parte della Commissione competente".
E' piuttosto tautologico; però, se insistono lo posso mettere in votazione. Allora, pongo in votazione questo emendamento. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Pongo ora in votazione il complesso del testo dell'art. 17 relativo alle Commissioni permanenti. Chi è favorevole al testo emendato, come lo è stato finora, dal Consiglio, è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Esaminiamo ora l'art. 18 - Commissioni speciali - Comma primo - "Il Consiglio, con le modalità di cui all'articolo precedente, nomina Commissioni speciali incaricate di esperire indagini conoscitive, di effettuare inchieste ed in generale di esaminare, per riferirne al Consiglio, argomenti ritenuti di particolare interesse ai fini dell'attività della Regione".
Qui ci sono due emendamenti, del Consigliere Zanone ed altri firmatari (che però non sono per entrambi gli stessi), che si riferiscono allo stesso comma: uno propone di sostituire integralmente il comma primo, l'altro vi inserisce alcune parole. Immagino che il secondo sia subordinato al primo.
Ha facoltà di parlare il Consigliere Zanone



ZANONE Valerio

Per non so quale disfunzione formale, una stessa proposta è stata presentata in due versioni diverse. Direi, quindi, di considerare quella firmata Zanone, Fassino, Sanlorenzo, abolendo la seconda, che dice la medesima cosa.



PRESIDENTE

Allora, dobbiamo considerare un solo emendamento Zanone-Fassino Sanlorenzo, che è sostitutivo del comma primo. Poi ce n'è un altro Bianchi Gandolfi-Debenedetti-Simonelli, anche esso sostitutivo.



ZANONE Valerio

Forse è stato formulato in modo inesatto, ma il nostro è aggiuntivo signor Presidente: propone di aggiungere alcune parole al testo precisamente, di aggiungere dopo "Il Consiglio" le parole "su iniziativa di un Gruppo e su approvazione di almeno un terzo dei componenti", lasciando immutato il resto.



PRESIDENTE

Il senso di questo emendamento mi pare sia chiaro, ed è anche chiara la ragione per cui è presentato dai Gruppi di opposizione. Se nessun altro intende parlare o illustrarlo lo pongo in votazione.



ZANONE Valerio

Vorrei illustrarlo.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare Consigliere Zanone.



ZANONE Valerio

Questo emendamento propone che le Commissioni speciali, sia d'indagine che d'inchiesta, si costituiscano su iniziativa di un Gruppo e con la deliberazione di un terzo dei Consiglieri.
Noi, come liberali, abbiamo accettato fin dall'inizio che all'Esecutivo siano conferiti particolari requisiti di stabilità e di efficienza, e credo che questo ci legittimi anche a sostenere la tesi che all'Assemblea si conferiscono dei corrispettivi poteri di conoscenza e di controllo.
Si può opporre a questo principio fondamentale di distinzione e di equilibrio fra i poteri che un atto di approvazione deliberato con il consenso di un terzo dell'assemblea sembra, ad un primo esame, urtare contro la norma generale per cui le proposte si approvano solo con il consenso della maggioranza. Però, un esame meno superficiale dimostra che il diritto delle minoranze di provocare la costituzione di Commissioni di indagine e di inchiesta trova precisi riferimenti costituzionali e non è n inedito né peculiare ad una specifica dottrina od orientamento politico.
Una norma analoga a questa, che anzi abbassava il quorum richiesto per la costituzione delle Commissioni di indagine a soltanto un quinto dei Consiglieri, figurava già nella Costituzione della Repubblica di Weimar; se vogliamo rifarci ad esempi più vicini e recenti, una norma analoga a quella che proponiamo compare nell'art. 18 dello Statuto regionale della Lombardia.
Non è neppure, la nostra proposta, peculiare ad un orientamento politico di parte. Io vorrei richiamare qui, con la concisione che il Gruppo liberale credo abbia sempre dimostrato in questo dibattito come segno di rispetto ai lavori dell'Assemblea, alcuni interventi che traggo dal testo stenografico della Commissione per la Costituente del 21 settembre '46: "Mortati - Propone che, in armonia con l'esigenza della protezione delle minoranze, si riconosca ad una minoranza cospicua il potere di provocare una inchiesta indipendentemente dal consenso degli altri deputati.
Riconosce che questo potere ispettivo affidato alle minoranze, con tutela nei confronti delle maggioranze che potrebbero non far uso di tale facoltà, costituirebbe una innovazione nei riguardi della precedente legislazione.
Sarà pertanto necessario fissare dei limiti per non turbare eccessivamente il buon andamento dei lavori parlamentari, ed uno di questi potrebbe consistere nel richiedere una minoranza non inferiore ad un terzo dei deputati.
Tosato - Non crede abbia fondamento il timore che le minoranze potrebbero ostacolare i poteri della maggioranza, perché il potere d'inchiesta è un aspetto del potere di controllo, che le minoranze esercitano anche nello svolgimento dell'attività legislativa. Questo potere di controllo è proprio delle minoranze, e non paralizza l'attività di governo, perché una cosa è controllare il Governo e altra governare.
Come una minoranza qualsiasi può presentare interpellanze e mozioni a fine di controllo, così essa deve poter provocare anche una inchiesta.
Sotto questo aspetto ci sembra giustificata la richiesta dell'on. Mortati di inserire nella Costituzione il riconoscimento di questo diritto delle minoranze. E' un aspetto nuovo e sostanziale di quello che dev'essere la Costituzione, la quale deve dare garanzie alla maggioranza ma riconoscere anche i diritti delle minoranze.
Ambrosini - Una minoranza qualificata non potrà sabotare la azione della maggioranza attraverso il potere d'inchiesta, che ha per scopo e si esplica in una azione di accertamento. Non si tratta di inficiare un principio di azione di governo, ma di promuovere un accertamento di fatto che può condurre ad una maggiore conoscenza dei fatti e ad un giudizio più sicuro sulla azione del Governo".
Qualora questi precedenti illustri, soprattutto provenienti da grandi giuristi di parte cattolica, non bastino a rassicurare i colleghi della maggioranza, vorrei concludere con una semplice osservazione di coerenza.
Noi ci apprestiamo, al successivo art. 25, ad approvare una proposta, che non credo abbia trovato resistenza, almeno in Commissione, secondo la quale le sessioni straordinarie del Consiglio possono essere convocate su richiesta di un quarto, o, secondo alcune proposte di emendamento, anche di un quinto, dei Consiglieri: se ad una minoranza di un quarto o un quinto dei Consiglieri si riconosce il diritto di autoconvocazione dell'Assemblea non si vede perché si debba negare ad un terzo un diritto analogo di convocazione di Commissioni speciali, che nella loro struttura rispecchiano pur sempre i rapporti di forze esistenti nel Consiglio.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Armella.



ARMELLA Angelo

Non vorrei passare per colui che parla sempre della Costituzione e dei lavori preparatori, ma sta di fatto che il richiamo del Consigliere Zanone mi ha portato a ricordare che su questo punto il dibattito alla Costituente non si è concluso come adesso si va proponendo: l'on. Lussu e l'on. Fabbri replicarono che, "con tutto il rispetto che si può avere per le minoranze esse potrebbero finire con il sabotare la maggioranza e gli stessi principi fondamentali della democrazia"; l'on. Fabbri aggiunse che "ove si affermasse che una minoranza può imporre una inchiesta, si verrebbe ad affermare nella Costituzione un principio secondo il quale alle minoranze si riconosce un diritto superiore a quello della maggioranza".
L'adozione di questo principio, per cui si possa procedere alla nomina di una Commissione di indagine, o una Commissione di inchiesta, su richiesta legittimata da un numero limitato, sia pure un terzo, di Consiglieri, non porta, in effetti, ad un maggiore apporto conoscitivo nell'ambito dell'Assemblea, ma ad una limitazione dei lavori che l'Assemblea può svolgere. Perché si possono avere i mezzi tradizionali e ben riconosciuti della interpellanza, della mozione, che provocano una discussione, e possono provocare la formazione, in una Assemblea, della maggioranza necessaria per chiedere la formazione di una Commissione d'indagine.
Escluso, quindi, in ogni caso, che si possa arrivare ad una Commissione d'inchiesta richiesta da una minoranza, mi pare si debba parimenti escludere che ci si possa e ci si debba arrivare quando si tratti di una Commissione di indagine puramente conoscitiva. Tanto che questo principio che in qualche modo fu discusso e poi parzialmente accolto dalla seconda sottocommissione dei Settantacinque, non venne neppure riportato nel testo definitivo del progetto dei Settantacinque, e poi non comparve, ovviamente direi quasi, nella Costituzione, che ancora riaffermò che le Commissioni siano esse di indagine o di inchiesta, debbono essere decise dalla maggioranza dei componenti.
Non perché si voglia mancar di rispetto alle minoranze, ma proprio per consentire che ci sia possibilità di svolgere un lavoro proficuo da parte del Consiglio, penso che questa proposta debba essere respinta.



PRESIDENTE

Prima di passare alla votazione, mi corre l'obbligo di dare lettura anche per chiarire ai Consiglieri regionali la materia in discussione, con i riferimenti che sono stati fatti alla Costituzione - dell'art. 82 della Costituzione, quale venne approvato alla conclusione di quel dibattito dottrinale del quale sono stati citati interventi di illustri parlamentari.
Forse un certo equivoco nasce dal fatto che si pone l'accento sulla costituzione della Commissione, ma non sullo scopo principale della costituzione della Commissione, che è quello di svolgere una inchiesta. La Costituente pone giustamente nella Costituzione il primo punto al primo punto e gli altri come conseguenza agli altri, lasciando poi alle Camere la facoltà di regolare il modo di decidere la formazione della Commissione pur stabilendo il principio della proporzionale.
L'art. 82 suona in questo modo: "Ciascuna Camera può disporre inchieste su materie di pubblico interesse". Cioè, al comma primo si stabilisce il principio della inchiesta La conseguenza che ne nasce è la Commissione che è chiamata a svolgere l'inchiesta.
"A tale scopo nomina fra i propri componenti una Commissione formata in modo da rispecchiare la proporzione dei vari Gruppi. La Commissione d'inchiesta procede alle indagini ed agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria".
E' vero che la materia della Commissione d'indagine è stata demandata implicitamente ai Regolamenti delle Camere. Se non erro, uno dei due Regolamenti dispone il modo di formazione delle Commissioni d'indagine oltre che di quelle d'inchiesta, mentre l'altro tace sulle Commissioni d'indagine propriamente dette. Così come la Costituzione tace sulle Commissioni bicamerali d'inchiesta, che sono evidentemente formate quando la solennità della materia lo voglia - per esempio, la Commissione antimafia, o altre Commissioni bicamerali di questa natura - nell'unico modo in cui si può formare una Commissione bicamerale, cioè con leggi dello Stato che ne fissa le attribuzioni e i limiti, e una legge dello Stato evidentemente si forma con il concorso di una maggioranza assoluta di voti in ciascuno dei due rami del Parlamento.
Dati questi chiarimenti di carattere costituzionale, il Consiglio Regionale è evidentemente libero di votare come ritiene. Se nessun altro chiede di parlare, pongo in votazione l'emendamento sostitutivo della prima parte del comma primo dell'art. 18 proposto dai Consiglieri Zanone-Fassino Gerini-Sanlorenzo. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano E' respinto.
Adesso viene in discussione l'emendamento sostitutivo proposto dai Consiglieri Bianchi-Gandolfi-Debenedetti e Simonelli, teso a sostituire l'intero comma primo con un altro del seguente tenore: "Il Consiglio, con le modalità di cui all'articolo precedente istituisce: a) Commissioni speciali incaricate di esperire indagini conoscitive ed in generale di esaminare per riferire al Consiglio argomenti ritenuti di particolare interesse ai fini dell'attività della Regione b) Commissioni d'inchiesta alle quali i titolari degli uffici della Regione, di Enti ed aziende da essa dipendenti hanno l'obbligo di fornire tutti i dati e le informazioni necessarie, senza vincolo di segreto d'ufficio.
Il Regolamento determina le modalità di funzionamento delle Commissioni".
Qualcuno chiede di illustrare l'emendamento o di parlare? Ha facoltà di parlare il Consigliere Gandolfi.



GANDOLFI Aldo

Il testo mi sembra sufficientemente chiaro. Vorrei solo sottolineare che rispetto alla formulazione precedente sono state distinte, con due diversi punti, le Commissioni d'indagine dalle Commissioni d'inchiesta; che per le Commissioni d'inchiesta, e solo per queste, è stato precisato che i responsabili degli uffici della Regione o di Enti e di aziende da essa dipendenti sono interpellati dalle Commissioni d'inchiesta senza vincolo di segreto d'ufficio.
Date anche certe suscettibilità della minoranza, è importante si tenga presente che questo corrisponde, poi, ad un emendamento sostitutivo del testo della Commissione all'art. 20, dove si parlava appunto di segreto d'ufficio; cioè con questo si intende limitare lo scioglimento dal segreto d'ufficio alle materie oggetto di Commissione d'inchiesta.



PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto, ha facoltà di parlare il Consigliere Armella.



ARMELLA Angelo

Credo sia noto che la Corte Costituzionale, in questa materia di Commissione d'inchiesta, con le due note sentenze (le sole che siano state emesse, per le Regioni a Statuto speciale) ha limitato strettamente lo scioglimento dal segreto d'ufficio alle materie che sono proprie della competenza degli Uffici della Regione, escludendo quindi quelle materie che siano delegate alla Regione da norme particolari dello Stato ed escludendo pertanto di riflesso che si superi il limite dell'interesse dei terzi, che pure è vincolato dal segreto d'ufficio. A me parrebbe, pertanto, che a chiarimento si potrebbe aggiungere "nell'ambito delle materie di competenza regionale", altrimenti si potrebbe facilmente cadere in un eccesso che sarebbe certamente colpito, perché non si vedrebbe come poter superare la legge dello Stato attraverso una formulazione generica.



PRESIDENTE

Lei propone, se ho inteso bene, al termine della lettera b) di trasformare il punto in virgola e aggiungere le parole "nell'ambito delle competenze della Regione".
Che ne dicono i proponenti?



SIMONELLI Claudio

Per quanto mi riguarda, pur ammettendo non essere infonda e in linea di principio le considerazioni del Consigliere Armella, questa precisazione mi sembra superflua, perché, distinguendo tra Commissioni d'indagine e Commissioni d'inchiesta, abbiamo già chiarito nel comma a) che le Commissioni d'indagine, che sono presumibilmente quelle che eserciteranno le loro funzioni all'esterno rispetto all'Ente Regione, hanno un ambito di attività connesso all'attività regionale, mentre le Commissioni d'inchiesta, che possono essere di volta in volta insediate dal Consiglio per indagare su determinati fatti, hanno un ambito prevalentemente interno alla Regione stessa. (Infatti si prevede che dinanzi ad esse siano normalmente chiamati i titolari degli Uffici della Regione). Di conseguenza, direi che è pleonastico aggiungere ancora "nell'ambito delle competenze della Regione".



ARMELLA Angelo

La dichiarazione del Consigliere Simonelli mi basta. Ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

Allora, l'emendamento è ritirato. Evidentemente, è inteso che non si vuol fare un testo incostituzionale e si intende che questo testo rimanga come il resto degli articoli dello Statuto, nell'ambito della Costituzione e delle leggi della Repubblica.
Nessun altro chiede di parlare? Pongo in votazione l'emendamento sostitutivo presentato dai Consiglieri Bianchi e altri al comma primo dell'art. 18. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Dò ora lettura del comma secondo dell'art.18: "Le Commissioni presentano relazione al Consiglio entro il termine assegnato".
Il Consigliere Calleri propone di aggiungere "a norma di regolamento" perché altrimenti non si sa da chi esso sia assegnato.



CALLERI Edoardo

"A norma del Regolamento ed entro il termine assegnato".



PRESIDENTE

La prego di proporre una precisa formulazione.
Veramente, al comma precedente c'é già un richiamo al Regolamento, in questi termini: "Il Regolamento determina le modalità di funzionamento delle Commissioni". Dopo l'approvazione di tale testo, per la verità questo comma secondo diventa superfetatorio, perché se il Regolamento determina questo termine è inutile che vi facciamo riferimento in modo esplicito.



BIANCHI Adriano

Ne chiedo allora la soppressione.



PRESIDENTE

Viene proposto allora un emendamento soppressivo del comma secondo che è già contenuto nel testo dell'emendamento approvato. Ha facoltà di parlare il Consigliere Berti.



BERTI Antonio

A me pare, invece, che questo comma debba essere mantenuto, perché il termine, mi par di capire, non è contemplato dal Regolamento ma è assegnato dal Consiglio: nel momento in cui delibera di compiere una indagine, esso stabilisce entro quale termine debba concludersi. Il termine assegnato quindi, è fissato di volta in volta con deliberazione consiliare. Se mai va aggiunto: "Entro il termine assegnato dalla deliberazione relativa".



PRESIDENTE

Se il Consiglio con propria deliberazione stabilisce un termine evidentemente questo dev'essere rispettato.



BIANCHI Adriano

Non c'é bisogno di mettere questo nello Statuto. Il Consiglio pu deliberare.



PRESIDENTE

Se ci si riferisse ad un termine preciso, se cioè si indicasse che comunque per Statuto le relazioni vanno presentate entro un termine di due tre, sei mesi al massimo, allora varrebbe la pena di precisarlo; ma se la legge con cui viene istituita la Commissione stabilisce un termine, o il Regolamento stabilisce in alternativa termini prescrittivi, questo comma secondo veramente sta un pochino in aria, non si sa bene a cosa serva.
Perché il Consiglio potrebbe anche non fissare alcun termine.



BERTI Antonio

Allora, nel Regolamento bisognerà inserire un riferimento esplicito al termine. Perché altrimenti una Commissione d'inchiesta potrebbe protrarre i suoi lavori per anni.



PRESIDENTE

Forse, Consigliere Berti, è interesse del Consiglio non insistere su questo comma secondo, per la seguente ragione: come l'esperienza delle inchieste parlamentari dimostra, nell'interesse di coloro che richiedono le inchieste talvolta occorre protrarle oltre i termini, che si possono prevedere in anticipo, di pochi mesi, non foss'altro che per rendere l'inchiesta più esauriente. Credo convenga lasciare alle singole inchieste stabilite per legge il termine che stabilirà la legge stessa.



BERTI Antonio

Va bene.



PRESIDENTE

Vi è dunque un emendamento proposto dal Consigliere Bianchi soppressivo del comma secondo dell'alt 18. Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano E' approvato.
Data l'approvazione dell'emendamento soppressivo, non essendovi più comma secondo, posso porre in votazione l'art. 18 com'è stato modificato nel suo complesso. Chi è favorevole al testo dell'art. 18 com'è risultato dagli emendamenti approvati è pregato di alzare la mano.



ARMELLA Angelo

La pregherei di leggerlo.



PRESIDENTE

Veramente, è già stato letto ed approvato dal Consiglio, lei compreso Consigliere Armella, pochi minuti fa, e quindi non può più essere modificato, a meno che ci siano comma aggiuntivi. Comunque, eccone testo: "Il Consiglio, con le modalità di cui all'articolo precedente istituisce: a) Commissioni speciali incaricate di esperire indagini conoscitive e in generale di esaminare per riferire al Consiglio argomenti ritenuti di particolare interesse ai fini dell'attività della Regione b) Commissioni d'inchiesta alle quali i titolari degli uffici della Regione, di Enti ed aziende da essa dipendenti hanno l'obbligo di fornire tutti i dati e le informazioni necessarie senza vincolo di segreto d'ufficio.
Il Regolamento determina le modalità di funzionamento delle Commissioni".
Allora, chi è d'accordo sul testo dell'art. 18 così emendato, che corrisponde all'emendamento che ho testè letto nel suo complesso, è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Esaminiamo ora l'art. 19 - Poteri di consultazione delle Commissioni Comma primo - "Le Commissioni permanenti e speciali in funzione della materia trattata, si avvalgono secondo le norme del Regolamento, della consultazione di rappresentanti di Enti locali, di sindacati dei lavoratori, di organizzazioni di categoria, di associazioni e di altri organismi sociali per l'esame di singoli argomenti o disegni di legge e ne riferiscono al Consiglio".
Prendiamo in esame anzitutto l'emendamento aggiuntivo presentato dai Consiglieri Simonelli, Gandolfi, Debenedetti e Bianchi, che propone di aggiungere, dopo "le Commissioni permanenti e speciali": "di indagine" Ha facoltà di parlare il Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

L'emendamento è richiesto per motivi di coordinamento: essendosi fatta distinzione fra Commissioni d'indagine e Commissioni d'inchiesta, bisogna specificare che la consultazione con questi vari organismi concernono le Commissioni d'indagine e non quelle d'inchiesta, che non hanno limiti ma non hanno neanche doveri di consultazione generica con organismi.



PRESIDENTE

Nessuna osservazione? Pongo ai voti l'emendamento aggiuntivo dei Consiglieri Simonelli ed altri. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Vi è poi un emendamento modificativo presentato dai Consiglieri Carazzoni e Curci, che propongono di sostituire nel comma primo le parole "si avvalgono" con le parole "possono avvalersi" Ha facoltà di parlare il Consigliere Curci.



CURCI Domenico

L'emendamento proposto tende a togliere alla norma statutaria il carattere imperativo che ha nella formulazione del testo ed a restituirle il carattere facoltativo che riteniamo fosse nelle intenzioni dei costituenti.



PRESIDENTE

Nessun altro chiede di parlare? Pongo ai voti l'emendamento modificativo dei Consiglieri Carazzoni e Curci. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Vi è poi un emendamento sostitutivo, pure presentato dai Consiglieri Carazzoni e Curci, che propongono di sostituire nel comma primo le parole "i sindacati dei lavoratori" con le parole "di rappresentanze organiche del lavoro e della produzione".
Nessuno chiede di illustrarlo o di fare osservazioni? Lo pongo ai voti.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
E' stato infine presentato un emendamento aggiuntivo dal Consigliere Gandolfi, che ha proposto di aggiungere, dopo le parole "di associazioni" le parole "di istituzioni scientifiche e culturali". Il proponente desidera illustrarlo? Ha facoltà di parlare il Consigliere Gandolfi.



GANDOLFI Aldo

Nel corso dei lavori della Commissione Statuto ci siamo dimenticati a questo punto di esplicitare con chiarezza un riferimento alle istituzioni scientifiche e culturali, come riferimento per le consulenze. Mi sembra importante inserirlo in sede statutaria.



PRESIDENTE

Pongo ai voti l'emendamento aggiuntivo del Consigliere Gandolfi. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Pongo ora ai voti l'intero comma primo con gli emendamenti approvati.
Chi è favorevole e pregato di alzare la mano.
E' approvato Comma secondo - "Le Commissioni possono avvalersi di esperti entro i limiti fissati dal Regolamento o deliberati dal Consiglio".
Non ci sono emendamenti. Nessuno ha osservazioni da fare? Pongo allora ai voti il comma secondo. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Comma terzo - "E' esclusa in ogni caso la partecipazione e la presenza di membri estranei al Consiglio alle fasi decisionali ed alle sedute conclusive della Commissione in cui si procede alla stesura ed alla approvazione di documenti, relazioni e pareri da presentare al Consiglio o alla Giunta".
Hanno presentato un emendamento soppressivo i Consiglieri Gandolfi Bianchi e Simonelli, che propongono di sopprimere le parole "fasi decisionali", "conclusive", e poi "da presentare al Consiglio o alla Giunta". Se esso venisse approvato, il testo risulterebbe così: "E' esclusa in ogni caso la partecipazione e la presenza di membri estranei al Consiglio alle sedute della Commissione in cui si procede alla stesura e all'approvazione di documenti, relazioni e pareri".
Il Consigliere Gandolfi ha la parola per illustrarlo.



GANDOLFI Aldo

Si è voluto, con questo emendamento, eliminare delle possibilità di equivoco, evitando la complicazione di dovere stabilire poi quali sono le fasi decisionali della Commissione; tanto più trattandosi di commissioni che esprimono pareri, cioè non deliberano in effetti ma lavorano soprattutto in sede referente, ci è sembrato più opportuno parlare delle sedute in cui materialmente si procede alla stesura e all'approvazione di documenti e relazioni.



PRESIDENTE

Qualcuno desidera fare osservazioni o prendere la parola? Allora, pongo in votazione l'emendamento soppressivo di alcune parole proposto dai Consiglieri Gandolfi ed altri. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano E' approvato.
Pongo ora in votazione il testo del comma terzo nella formulazione modificata di cui ho dato lettura testé. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Comma quarto - "Le Commissioni possono effettuare sopralluoghi o delegarvi alcuni dei propri componenti, secondo le modalità stabilite dal Regolamento".
Non risulta presentato alcun emendamento. Nessuno chiede di parlare? Pongo allora in votazione il comma quarto di questo art. 19. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Pongo infine in votazione, se nessuno chiede di parlare per dichiarazioni di voto o osservazioni, il testo dell'intero articolo 19, con le modifiche apportate dal Consiglio. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Passiamo all'esame dell'art. 20 - Rapporti fra Commissioni e Giunta Vi è anzitutto da prendere in esame una proposta di modifica del titolo presentata dai Consiglieri Gandolfi, Bianchi, Simonelli, Debenedetti. Il titolo proposto in sostituzione è il seguente: "Rapporti fra le Commissioni permanenti e speciali e la Giunta".
Se non vi sono osservazioni la pongo in votazione. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata.
Comma primo - "Il Presidente della Giunta o un Assessore da lui delegato hanno facoltà di partecipare ai lavori delle Commissioni" Non è stato presentato alcun emendamento. Vi sono osservazioni? Pongo allora in votazione il comma primo. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Comma secondo - "Qualora il Presidente della Giunta non partecipi a tali lavori nè abbia delegato alcun Assessore a rappresentarlo, le Commissioni hanno facoltà di richiederne l'intervento".
Non vi sono emendamenti. Se nessuno ha da muovere osservazioni, lo pongo in votazione Chi è favorevole è pregato di alzare la mano E' approvato Comma terzo - "Le Commissioni hanno altresì facoltà di richiedere previa intesa con il Presidente del Consiglio e con il Presidente della Giunta, l'intervento di titolari degli Uffici dell'Amministrazione regionale e degli amministratori e dirigenti degli Enti ed aziende dipendenti dalla Regione, che non sono tenuti al segreto d'ufficio nel riferire alla Commissione in seduta non pubblica".
E' stato presentato dai Consiglieri Bianchi ed altri un emendamento per la sostituzione di tale testo con il seguente: "Le Commissioni hanno altresì facoltà di richiedere, sentito il Presidente del Consiglio e previa intesa con il Presidente della Giunta l'intervento di titolari degli Uffici dell'Amministrazione regionale e degli amministratori e dirigenti degli Enti ed aziende dipendenti dalla Regione, per sentirli sulle materie e gli atti di loro competenza".
I proponenti desiderano illustrarlo? Qualcuno desidera fare osservazioni? Avverto, prima che si proceda alla votazione, che in caso di approvazione di questo testo del comma terzo non verrebbe più messo in votazione il testo proposto dalla Commissione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. E' approvato.
Comma quarto - "Sulle notizie così raccolte, le Commissioni riferiscono al Consiglio, che ne prende cognizione, quando si tratti di atti comportanti il segreto d'ufficio, in seduta segreta, deliberando, a maggioranza assoluta dei suoi componenti, se renderli pubblici".
Vi è un emendamento che propone di sopprimere l'intero comma parzialmente precluso perché prevede una procedura che non è contemplata nell'articolo precedentemente approvato.
Si desidera illustrare la ragione di questa richiesta di soppressione? Nessuno ha osservazioni da fare? Pongo allora in votazione l'emendamento soppressivo dell'intero comma; se esso sarà accolto, il comma non verrà ovviamente più posto in votazione. Chi è favorevole alla soppressione dell'intero comma quarto è pregato di alzare la mano.
L'emendamento soppressivo è approvato.
Comma quinto - "E' facoltà dei Gruppi consiliari designare a far parte delle Commissioni permanenti o speciali anche componenti della Giunta nella loro veste di Consiglieri".
Dobbiamo prendere in esame prima di tutto un emendamento soppressivo dell'intero comma, presentato dal Consigliere Zanone ed altri.
Ha facoltà di parlare il Consigliere Zanone, che desidera illustrarlo.



ZANONE Valerio

A noi pare che la partecipazione della Giunta ai lavori delle Commissioni sia correttamente disciplinata dai primi due comma poc'anzi approvati. Qui si propone di attribuire ai componenti della Giunta una ulteriore facoltà di far parte delle Commissioni, sia permanenti che speciali, dopo essersi spogliati della loro veste di assessori ed aver rivestito per l'occasione i più modesti panni di Consiglieri.
E' appena il caso di far notare come una proposta di questo genere contrasti con i principi fondamentali di una corretta distinzione di responsabilità. Ad esempio, per le Commissioni speciali, questo comma verrebbe ad istituire la figura del "controllato controllore"; e per le Commissioni permanenti (le quali, fra l'altro, dovranno esaminare i disegni di legge di iniziativa della Giunta) si verrebbe del pari ad istituire la figura dell' "esaminato esaminatore". Tutto questo, francamente, è inaccettabile, e non valgono a renderlo accettabile le considerazioni che si possono addurre circa la composizione numerica di questo Consiglio e lo squilibrio numerico fra coloro che siedono nell'esecutivo e coloro che restano sui banchi.
A queste considerazioni noi opponiamo che: in primo luogo, questo Statuto è destinato (almeno si spera) a durare nel tempo oltre l'arco di una legislatura, e, per effetto dell'aumento della popolazione regionale che sarà accertato nel censimento dell'anno prossimo, nella seconda legislatura ogni difficoltà sarà risolta con l'aumento del numero dei Consiglieri da 50 a 60 in secondo luogo, è fin d'ora possibile ridurre il numero pletorico degli Assessori e (considerando anche la composizione dell'ufficio di Presidenza) arrivare ad una ipotesi in cui i Consiglieri disponibili per la presenza nelle Commissioni siano almeno pari sia per la maggioranza che per la minoranza in terzo luogo, dovendosi giustamente osservare nelle Commissioni il rapporto fra maggioranza e minoranza, esso può essere attuato riconoscendo in sede di Regolamento, come prevedono gli Statuti di tutte le altre Regioni, il diritto ai Consiglieri di partecipare a più Commissioni.
Per queste tre ragioni ci sembra di dovere insistere nel proporre il nostro emendamento soppressivo.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Gli argomenti del Consigliere Zanone sono, come sempre, molto chiaramente motivati, meditati, ed appaiono convincenti. Sennonché, essi partono dal presupposto di una impostazione eminentemente di istituzioni a livello dello Stato, con distinzione rigorosa fra poteri legislativo esecutivo, amministrativo e così via.
Noi ricordiamo semplicemente che la novità della Regione consiste appunto nell'assommare i poteri amministrativi che sono tipici di un Ente locale con quelli legislativi entro certi limiti nel quadro dei poteri del Parlamento. In secondo luogo, il numero dei Consiglieri è limitato oggi e sarà comunque limitato, obiettivamente, domani, anche quando fosse sopravvenuto un aggiornamento del numero dei Consiglieri. Inoltre, in ordine all'opportunità, che io riconosco, che il lavoro delle Commissioni si svolga, possibilmente, senza l'integrazione necessaria degli Assessori ma solo con la loro partecipazione eventuale, essa è lasciata aperta alle possibilità, alle sensibilità delle situazioni future, introducendosi questa norma come mera virtualità, come mera possibilità. Non sarei dell'avviso di precludere la possibilità di impegnare degli Assessori nella loro qualità di Consiglieri, in Commissioni che non affrontino materie di competenza specifica del loro Assessorato.
Dico questo perché resti agli atti, nel senso che la dichiarazione di volontà politica, di chiarezza politica da parte dell'attuale maggioranza precisa i propositi, gli intenti e la necessità di questa norma, che non contrasta con principi sacri e lascia aperte agli organi della Regione possibilità di funzionamento che altrimenti potrebbero venir meno, ed anche integrazioni che sono connaturate, congeniali con la struttura di questo nuovo ente che costituisce novità nell'ambito, delle istituzioni del nostro Paese.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Calleri.



CALLERI Edoardo

Anche qui, il problema è di rendersi chiaramente conto - per riprendere un argomento che era già stato portato da noi reiteratamente avanti, per le duplici caratteristiche che in uno stesso ambito sono date alla Regione senza una precisa definizione nell'interno degli organi regionali - della distinzione fra competenze legislative e competenze amministrative. Tal che non vi è dubbio alcuno che il Consiglio Regionale ha compiti legislativi come il Parlamento, ed ha altresì compiti di carattere veramente amministrativo, del tipo di quelli propri dei Consigli provinciali e di quelli comunali. Ora, dal momento che noi abbiamo riconosciuto che vi sono Commissioni che esaminano preventivamente deliberazioni di competenza del Consiglio, ma di carattere amministrativo, la cui proposta è evidentemente una proposta della Giunta, è altrettanto opportuno - e non è affatto questione di mettere l'esaminato a far da esaminatore - stabilire la possibilità di un raccordo a livello statutario, e quindi a livello istituzionale, tra la Giunta e la Commissione; raccordo che, fra l'altro non è garantito in modo assoluto dai primi due comma di questo articolo, in cui si dà la facoltà di partecipare ai lavori della Commissione o la facoltà della Commissione di richiedere l'intervento degli Assessori.
Vorrei, fra l'altro, ricordare, per la chiarezza di questa impostazione, lo spirito che anima questa nostra proposta; spirito che è quello soltanto di facilitare, di rendere più funzionali, raccordi fra la Giunta e le Commissioni e quindi il Consiglio. Faccio presente che è nella esperienza comune di tutti noi che le Commissioni consiliari, a livello provinciale o a livello comunale, sono presiedute addirittura dall'Assessore competente per materia. Quindi, il fatto di tenere distinte queste posizioni, ma lasciare facoltà ai Gruppi di poter designare anche degli Assessori nell'interno delle Commissioni, a mio giudizio, facilita questo raccordo, se non altro sul piano conoscitivo, proprio come tipo di raccordo, ed è destinato, nelle nostre intenzioni, a facilitare questo funzionamento.
Uno dei punti ai quali il Consigliere Zanone si è riferito è quello che riguarda la Commissione d'inchiesta. Io credo sia evidente che se la Commissione d'inchiesta deve occuparsi degli aspetti amministrativi che investono l'intera attività della Giunta, o cose di questo genere (ma si tratta di casi del tutto speciali), sarà la sua stessa sensibilità a suggerirle di non chiamare fra i suoi componenti un Assessore; e d'altra parte la Giunta che è posta sotto giudizio non ha evidentemente interesse a che di questa Commissione facciano parte suoi componenti, ma se mai deve potersi contrapporre nella sua interezza di organo, con controdeduzioni alle deduzioni della Commissione.
Se, per chiarire questo aspetto, si vuole specificare anche a livello statutario che gli Assessori non possono far parte di Commissioni d'inchiesta che interessino direttamente la Giunta non ho niente da obiettare; non credo, però, si possa precludere a membri della Giunta la possibilità di essere presenti in Commissioni che siano Commissioni di indagine conoscitive; né, al limite, si può escludere che sia la Giunta stessa a promuoverle, e quindi come tale non solo sia in esse presente ma lo sia in qualità di organo della Regione.
Ho ritenuto di dover fare queste precisazioni per spiegare lo spirito con il quale queste proposte sono state fatte.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Minucci.



MINUCCI Adalberto

Abbiamo riflettuto a lungo circa il contenuto di questo comma e siamo addivenuti, grosso modo, a questa conclusione: l'unico argomento che ci sembri in qualche modo convincente in senso contrario al contenuto del comma è quello che ha riportato qui il collega Zanone circa il fatto che non si può essere condizionati dai rapporti numerici tra Giunta e Consiglio, perché in questo senso il problema si può risolvere, come noi auspichiamo, con una netta riduzione del numero degli Assessori.
Ci l'interessa invece, e questa seconda considerazione ci porta ad essere favorevoli a questo comma, che sia ribadito anche attraverso questa formulazione il concetto che il Consiglio non si limita a legiferare ma è un organo di direzione complessiva, e quindi anche amministrativa, della Regione.
In questo senso noi accogliamo favorevolmente le considerazioni che sono state fatte qui sia dal Presidente Calleri che dal collega Bianchi, e quindi ci dichiariamo contrari a formulazioni che comportino una separazione netta, verticale fra il Consiglio e la Giunta, l'esecutivo.
Siamo perciò sostanzialmente favorevoli al contenuto di questo comma.



PRESIDENTE

E quindi contrari all'emendamento soppressivo.



MINUCCI Adalberto

Esattamente.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Nesi



NESI Nerio

Anche noi abbiamo dedicato molta attenzione all'esame di questo articolo, che assume una particolare importanza. Le considerazioni che ha fatto il Collega Zanone ci sono apparse serie, inquadrate in una problematica che merita riflessione.
Questo Consiglio mi pare si sia già orientato in altre occasioni (richiamo alla memoria dei colleghi la prima Commissione che questo Consiglio ha istituito, la Commissione mista Consiglio e Giunta per gli insediamenti industriali) verso una forma di collaborazione fra Consiglio e Giunta che va al di là dello schematico rapporto di maggioranza-opposizione e dello schematico rapporto Giunta-Consiglio. E' vero, però, che noi potremmo correre alcuni pericoli in questo senso. Per esempio, io non troverei assolutamente opportuno che i componenti della Giunta, che pure possono partecipare, secondo questa formulazione, alle riunioni delle Commissioni consiliari, ne potessero diventare presidenti, perché allora sarebbe molto difficile convincersi che essi in quella riunione, in quella veste non rappresentano la Giunta. Possiamo aderire all'idea dell'Assessore che nel partecipare ad una Commissione nominata dal Consiglio, proprio perché è Commissione nominata dal Consiglio, si spoglia della sua veste di Assessore e diventa un semplice Consigliere. Ma se la formulazione rimanesse così com'è ora, senza alcun richiamo ad altre formulazioni, è chiaro che l'Assessore membro di una Commissione, se eletto presidente potrebbe giuridicamente assumere tale incarico.
Per questo motivo noi proponiamo un emendamento, nel senso di aggiungere al comma le parole "secondo le norme stabilite dal Regolamento".
Nel Regolamento vedremo poi come definire l'esclusione della possibilità che un Assessore che divenga membro di una Commissione consiliare possa esserne eletto presidente, possa cioè coordinarne, dirigerne lavori: perch in tal caso sarebbe estremamente difficile sostenere, sia sul piano istituzionale sia sul piano logico, che non è la Giunta nella persona di quell'Assessore a dirigere quella Commissione.
Quindi, il Gruppo socialista è favorevole al mantenimento della formulazione proposta, con l'aggiunta "secondo le norme stabilite dal Regolamento".



PRESIDENTE

Se non vi sono altre osservazioni sull'emendamento soppressivo dell'intero comma quinto dell'art. 20 proposto dai Consiglieri Zanone Gerini, Carazzoni più un'altra firma indecifrabile, lo pongo in votazione.
Chi è favorevole alla soppressione dell'intero comma quinto dell'art. 20 è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Dò ora lettura di un emendamento aggiuntivo da premettere al testo posto in discussione, che può offrire occasione per ulteriori precisazioni prima di proporre l'emendamento sostitutivo presentato dai Consiglieri Bianchi, Gandolfi, Debenedetti, Simonelli, che può essere aggiuntivo sia rispetto al testo della Commissione sia rispetto al testo dell'emendamento sostitutivo presentato dagli stessi Consiglieri Gandolfi, Simonelli e Debenedetti qualora il Consiglio approvi questo secondo testo invece di quello proposto dalla Commissione; è calzante in entrambi i casi, anche dal punto di vista stilistico. Esso suona così: "Secondo le norme stabilite dal Regolamento, è facoltà dei Gruppi consiliari..:' (come nel testo della Commissione), oppure "Secondo le norme stabilite dal Regolamento, possono far parte..." (come nel testo dell'emendamento sostitutivo). Come ha chiarito poco fa il Consigliere Nesi, con questa premessa si attribuirebbe al Regolamento la competenza di limitare eventualmente il diritto ad accedere alla presidenza di queste Commissioni. Questa è una scelta di carattere tecnico: si potrebbe anche scegliere l'inversa, cioè scegliere di precisarlo nello Statuto; con questa scelta si lascia invece al Regolamento la decisione se escludere o no questa possibilità.
Sull'emendamento aggiuntivo dei Consiglieri Bianchi, Gandolfi Debenedetti e Simonelli qualcuno desidera prendere la parola? Ha facoltà di parlare il Consigliere Calleri.



CALLERI Edoardo

Mi faccio carico della preoccupazione espressa dal Consigliere e collega Nesi. Penso che si potrebbe benissimo lasciare che sia il Regolamento a pronunciarsi su questa questione, ma sarei altrettanto d'accordo se si decidesse di affermare già a livello di Statuto che gli Assessori non possono essere presidenti delle Commissioni permanenti per l'esame di disegni di legge né possono far parte delle Commissioni d'inchiesta che riguardino l'operato della Giunta o dei singoli Assessori.
Sarei contrario, invece, alla estensione di tale limitazione alle Commissioni speciali di indagine conoscitiva.
In sostanza, per me è indifferente che la preclusione agli Assessori della presidenza delle Commissioni sia fissata nel Regolamento o nello Statuto, ma ci tengo a che sia precisato chiaramente che per quanto riguarda le Commissioni speciali non si può escludere a priori gli Assessori o il Presidente della Giunta dall'eventualità di essere chiamati a presiedere una Commissione d'indagine conoscitiva.



PRESIDENTE

Effettivamente, si tratta di fare una scelta metodologica. Per ora, vi è una sola proposta a titolo di ipotesi di lavoro, che è stata fatta ora dal Consigliare Calleri. Mi pare che questa ipotesi, però, contempli una complessità di casi che meglio che nello Statuto si possono risolvere nel Regolamento; perché se dovessimo prendere in esame tutti i casi in cui gli Assessori possono o non possono essere presidenti di Commissioni e quelli in cui possono o non possono far parte di Commissione, evidentemente il testo andrebbe elaborato in maniera rigorosa, perché, essendo statutario diventerebbe legge dello Stato, che si imporrebbe poi al rispetto dello stesso Consiglio, e non potrebbe essere modificato attraverso strappi di carattere regolamentare. E' una scelta che il Consiglio deve fare.
Adottando il testo proposto dai Consiglieri Bianchi ed altri, l'intera materia viene demandata al Regolamento La proposta a titolo di ipotesi del Consigliere Calleri meriterebbe, nel caso che fosse accolta, una sospensione per l'elaborazione di un testo preciso.
Ha facoltà di parlare il Consigliere Minucci



MINUCCI Adalberto

Mentre ribadisco la posizione già espressa prima, sono nettamente contrario alla proposta presentata testè dal collega Calleri e favorevole invece alla soluzione più generale che dava il collega Nesi: cioè, io sarei per i ribadire senz'altro che gli Assessori, sia pure nella veste di Consiglieri ammessa da questo comma, non possono in alcun caso presiedere Commissioni consiliari.
Penso che questa formulazione dovrebbe essere contenuta nello Statuto se venisse però rimandata, come è stato proposto, al Regolamento, desidero rimanga precisata a verbale la posizione del Consiglio in questo senso, in modo che la Commissione del Regolamento possa tenerne conto.



PRESIDENTE

E' un metodo un po' eccentrico quello che lei propone di adottare. Lo Statuto o dice le cose o non le dice. Fino ad ora siamo riusciti ad andare avanti dicendo quello che volevamo dire, senza affidarci ad ordini del giorno. Non è affatto escluso che un ordine del giorno approvato dal Consiglio possa dare istruzioni allo stesso Consiglio quando questo si appresterà a formulare il Regolamento: però ho l'impressione che in questo caso il Consiglio aggirerebbe un po' lo spirito della legge. Il Consiglio è pienamente libero di dire quel che ha da dire e di sottoporlo poi alla approvazione del Parlamento: se non intende dirlo, o se intende riservarsi la libertà di dirlo in qualunque modo dopo, non lo dice. Mi pare difficile però, che possa impartire istruzioni a se stesso nel quadro solenne dell'esame dello Statuto, dando l'impressione quasi che questo ordine del giorno non sia, come tutti gli ordini del giorno, un qualcosa che domani può essere disatteso dallo stesso Consiglio, ma abbia maggiore solennità degli altri.
Consiglierei al Consiglio di fare la scelta: o rinviare al Regolamento assumendo ciascuno la sua posizione circa il modo di comportarsi a suo tempo in sede di Regolamento, o dire quello che si vuol dire subito.
Ha facoltà di parlare il Consigliere Minucci.



MINUCCI Adalberto

Tenendo conto della validità delle sue osservazioni, ci facciamo promotori di una aggiunta a questo comma in cui si dica apertamente che gli Assessori che partecipano in veste di Consiglieri alle varie Commissioni consiliari, siano esse permanenti, o di inchiesta, o di indagine, non possono assumere incarico di presidenza



PRESIDENTE

Sono presidente di questo Consiglio, però credo di poter fare una osservazione per chiarire al Consiglio il senso delle sue deliberazioni. Il non accoglimento di una proposta di questo genere avrebbe il significato di una accettazione della proposta inversa, cioè aprirebbe la strada alla facoltà inversa in tutti i casi, suonerebbe come una decisione del Consiglio di non porre alcun limite nel Regolamento alla possibilità di attribuzione della presidenza agli Assessori nelle Commissioni, quale che ne sia il tipo. Vorrei che si riflettesse un momento su questo mio chiarimento.
Ha facoltà di parlare il Consigliere Calleri.



CALLERI Edoardo

Ho formulato rapidamente la sintesi dell'intervento che ho fatto prima.
Vorrei si esaminasse la eventualità di accogliere questo emendamento aggiuntivo: "E' escluso in ogni caso che i membri della Giunta possano presiedere Commissioni permanenti per l'esame preventivo dei disegni di legge e far parte di Commissioni d'inchiesta che riguardino l'operato della Giunta o di un singolo Assessore".



PRESIDENTE

Questo non esclude quello che dicono loro, perché il Regolamento potrebbe vietare agli Assessori e al Presidente della Giunta anche la presidenza delle Commissioni d'indagine. Inserendo nello Statuto questa aggiunta, si stabilirebbe fin da questo momento, solennemente, che viene esclusa la possibilità per un Assessore di presiedere le Commissioni permanenti e speciali, ma non si stabilirebbe affatto la possibilità per lo stesso di presiedere le Commissioni di indagine, si lascerebbe questa questione totalmente da decidere. Approvando l'emendamento aggiuntivo proposto dai Consiglieri Bianchi ed altri con l'aggiunta di quello del Consigliere Calleri, avremmo un testo nel quale si direbbe che sarà il Regolamento a decidere su tutto quanto non è qui precisato, fin da questo momento però escludendo Assessori e Presidente della Giunta dalla presidenza di Commissioni permanenti o speciali.
Ha facoltà di parlare il Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Vorrei proporre una sospensione di cinque minuti per tentar di chiarirci meglio le idee sul testo di questo articolo e possibilmente trovare un accordo.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa per cinque minuti.



(La seduta è brevemente sospesa)



PRESIDENTE

Dopo una rapida consultazione, i Consiglieri si sono accordati nel senso di porre in votazione in primo luogo la premessa che era stata suggerita dai Consiglieri Bianchi, Gandolfi ed altri, "secondo le norme stabilite dal Regolamento", che permette di risolvere in sede di Regolamento tutti i casi non risolti nello Statuto.
Siccome non credo ci sia bisogno di altri chiarimenti sull'emendamento lo pongo in votazione: chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Il testo sostitutivo del comma quinto, dopo le parole già approvate suona fino a questo momento, quindi salvo l'integrazione che sarà proposta: "Possono far parte delle Commissioni permanenti o speciali anche componenti della Giunta nella loro veste di Consiglieri su designazione dei rispettivi Gruppi".
La restante parte di questo emendamento può essere approvata in secondo luogo, perché può essere un comma successivo.
Il testo letto ha esattamente il contenuto del comma quinto proposto dalla Commissione, redatto però in altra forma. L'approvazione di questo emendamento sostitutivo implica decadenza del precedente comma quinto proposto dalla Commissione. Provvederemo successivamente ad esaminare le proposte integrative. Chi è favorevole all'emendamento sostitutivo è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Poiché il testo successivo si riferisce alla materia che viene dopo l'integrazione che verrà ora proposta, suggerirei a chi ha proposto l'inserimento di chiedere che sia inserito qui un comma aggiuntivo, di cui ho il testo: "E' escluso, in ogni caso, che i membri della Giunta possano presiedere Commissioni permanenti del Consiglio".
Pongo in votazione questo emendamento aggiuntivo di un comma, che se approvato diventerebbe il comma sesto. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
L'emendamento sostitutivo presentato dai Consiglieri Gandolfi ed altri comprendeva un altro comma, che ho disgiunto da quello precedente perch riguarda materia diversa, del seguente tenore: "Le Commissioni presentano le loro conclusioni con una relazione di maggioranza e una o più relazioni di minoranza".
Non credo abbia bisogno di essere illustrato. Chi è favorevole a questo emendamento aggiuntivo di un altro comma è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Vi è poi un comma che è in parte assorbito da quello testè approvato che suona: "Le Commissioni decidono a maggioranza, purché sia presente almeno la metà dei loro componenti".
Non sono state presentate proposte di emendamento. Ha facoltà di parlare il Consigliere Gandolfi.



GANDOLFI Aldo

Nelle intenzioni dei presentatori dell'emendamento modificativo approvato in precedenza il comma sesto doveva essere abolito, cioè il secondo comma presentato era sostitutivo del comma sesto. Ci scusiamo per l'imperfezione formale.



PRESIDENTE

Non è in contrasto, ma è l'originario comma sesto può diventare superfluo. Lei ne propone la soppressione. Se nessun altro chiede di parlare pongo in votazione la proposta di sopprimere il vecchio comma sesto proposto dalla Commissione. Chi è favorevole alla soppressione di questo comma è pregato di alzare la mano.
E' approvata.
Abbiamo così concluso l'esame dell'art. 20. Se nessuno chiede di parlare per dichiarazione di voto pongo in votazione l'intero art. 20, con tutte le modifiche che sono state approvate dal Consiglio. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Passiamo all'esame dell'art. 21 - Commissione programmazione e bilancio.
Vi è una proposta di emendamento sostitutivo del contenuto di questo articolo. Sebbene non sia detto in maniera specifica, le lettere che leggerò successivamente si intendono sostitutive di quelle contenute nel testo preparato dalla Commissione.
Dò prima di tutto lettura del testo preparato dalla Commissione: "Tra le Commissioni permanenti è istituita la Commissione programmazione e bilancio, la quale: a) esamina in sede referente il piano di sviluppo e il bilancio preventivamente visti in sede consultiva dalle Commissioni competenti per materia b) esamina in sede consultiva tutti gli altri progetti di legge che comportino spese a carico del bilancio, e che sono di competenza per materia di altre Commissioni, in particolare valutando la coerenza tra le leggi, il piano di sviluppo e il bilancio e segnalando eventuali esigenze di revisione del piano di sviluppo c) secondo le modalità stabilite dal Regolamento esercita le funzioni di controllo sulla gestione del patrimonio, sull'andamento dell'attività amministrativa in relazione al programma di spesa e riferisce al Consiglio" Per il "cappello", non ci sono proposte di modifica. Però, se nessuno chiede di esaminare e di votare disgiuntamente sulle varie lettere - ed è facoltà dei Consiglieri il chiederlo -, dopo la lettura ed eventuale discussione della proposta di emendamento sostitutivo delle lettere a, b, c con lettere a, b, c, d, di diverso, o comunque diversamente formulato contenuto, porrò in votazione, a meno che qualcuno non chieda la votazione per parti separate, l'intero comma sostitutivo, di cui adesso dò lettura.
Dopo il cappello, che rimane invariato, ecco il contenuto che è proposto per l'art. 21: "a) esamina in sede referente il bilancio preventivo e il conto consuntivo b) esamina in sede referente gli atti relativi alla programmazione di cui all'art. 72 c) esamina in sede consultiva le proposte di legge che comportano impegni di spesa a carico del bilancio, al fine di valutarne la coerenza con il programma pluriennale di attività e di spesa e il bilancio eventualmente segnalando esigenze di aggiornamento del programma d) secondo modalità stabilite dal Regolamento, esercita funzioni di controllo sulla gestione contabile della Regione".
Ha facoltà di parlare il Consigliere Gandolfi.



GANDOLFI Aldo

C'era un impegno ad esaminare con la minoranza alcuni emendamenti migliorativi di questa formulazione. Chiederei pertanto una sospensione di pochi minuti.



RIVALTA Luigi

Proporrei la discussione per punti separati.



PRESIDENTE

In caso di accordo la sua richiesta può darsi si possa considerare superata. Allora, sospendo la seduta per pochi minuti.



(La seduta è brevemente sospesa)



PRESIDENTE

Tra i proponenti e altri Gruppi del Consiglio è stato raggiunto un accordo nel senso di integrare l'emendamento sostitutivo in due parti nel seguente modo: "Al punto b), aggiungendo, dopo 'art. 72', 'che devono essere esaminati in sede consultiva dalle altre Commissioni per le materie di loro competenza' " "al punto d), modificandone la parte finale con l'inserimento, fra 'gestione' e 'contabile' di 'patrimoniale e', di modo che la nuova versione integrata risulterebbe: 'secondo modalità stabilite dal Regolamento esercita funzioni di controllo sulla gestione patrimoniale e contabile della Regione' ".
Questo emendamento, se nessuno chiede la votazione per parti separate o propone altri emendamenti, verrà ora sottoposto all'approvazione del Consiglio come emendamento sostitutivo dell'intero contenuto dell'art. 21 di cui ripete il contenuto secondo una formulazione diversa.
Dò lettura dell'intero art. 21 nella versione modificata, che viene ora proposto all'approvazione del Consiglio: "Art. 21 - Commissione programmazione e bilancio - Tra le Commissioni permanenti è istituita la Commissione programmazione e bilancio, la quale: a) esamina in sede referente il bilancio preventivo e il conto consuntivo b) esamina in sede referente gli atti relativi alla programmazione di cui all'alt 72, che devono essere esaminati in sede consultiva dalle altre Commissioni per le materie di loro competenza c) esamina in sede consultiva le proposte di legge che comportano impegni di spesa a carico del bilancio, al fine di valutarne la coerenza con il programma pluriennale di attività e di spesa e il bilancio eventualmente segnalando esigenze di aggiornamento del programma d) secondo modalità stabilite dal Regolamento, esercita funzioni di controllo sulla gestione patrimoniale e contabile della Regione".
Se non vi sono altre osservazioni pongo in votazione questo testo sostitutivo dell'art. 21 proposto dalla Commissione, avvertendo che l'approvazione di questo testo comporta la decadenza di quello originario.
Chi è d'accordo sull'emendamento sostitutivo dell'intero art. 21, che vale anche, in caso di approvazione, come votazione dell'intero art. 21, è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Esaminiamo ora l'art. 22 - Commissione per il Regolamento del Consiglio Comma primo - "Il Presidente del Consiglio Regionale nomina una Commissione consiliare per il Regolamento interno".
Vi sono alcune proposte di emendamento, fra cui una di emendamento sostitutivo dell'intero articolo.
Ha precedenza l'esame dell'emendamento aggiuntivo proposto dai Consiglieri Carazzoni e Curci, in quanto può essere aggiuntivo sia rispetto al testo della Commissione sia rispetto al testo dell'emendamento sostitutivo dell'intero articolo. E' stato cioè proposto di aggiungere dopo le parole "per il Regolamento interno", le parole "nella quale sono rappresentati tutti i Gruppi e le forze politiche presenti nel Consiglio stesso".
Faccio notare che la dizione e già compresa nel testo sostitutivo proposto con altro emendamento: pertanto prendo atto che i Consiglieri Carazzoni e Curci si dichiarano soddisfatti e ritirano il loro emendamento.
Dò ora lettura integralmente del testo proposto, con emendamento sostitutivo del Consigliere Nesi, per l'art. 22, che, a meno che non vi sia richiesta di votazione per parti separate, porrò ai voti globalmente. Il testo è il seguente: "Art. 22 - Commissione per il Regolamento del Consiglio - Il Presidente del Consiglio Regionale nomina una Commissione consiliare per il Regolamento interno, su designazione dei Gruppi, in relazione alla loro consistenza numerica ed in modo da garantire la presenza di tutte le forze politiche del Consiglio.
La Commissione esamina preventivamente tutte le proposte sulle norme da inserire nel Regolamento, le coordina in uno schema redatto in articoli e le sottopone, con proprio parere, all'approvazione del Consiglio.
La Commissione è nominata per l'intera durata del Consiglio, e, oltre al compito della formazione del Regolamento, ha anche quello di curare l'aggiornamento, esaminando le proposte dei Consiglieri in ordine alle modificazioni ed alle aggiunte da apportarvi e sottoponendolo con il proprio parere al voto del Consiglio Regionale. Il Consiglio Regionale approva a maggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati alla Regione, a scrutinio palese, articolo per articolo, e con votazione finale, il proprio Regolamento.
Il Regolamento determina le norme per il funzionamento del Consiglio e dei suoi Uffici allo scopo di garantirne l'autonomia funzionale e contabile".
Desiderano illustrarlo? Qualcuno chiede di parlare? Nessuno chiede la votazione per parti separate? Pongo allora in votazione, al posto del vecchio art. 22, con riserva di sottoporre poi all'esame del Consiglio emendamenti aggiuntivi, il testo di emendamento sostitutivo dell'art. 22 proposto dal Consigliere Nesi che è stato ora letto. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Vi è ora una proposta di emendamento aggiuntivo, al termine di questo articolo, dei Consiglieri Carazzoni e Curci. Essi propongono di aggiungere al termine dell'articolo il seguente comma: "Esso disciplina inoltre lo svolgimento della seduta d'Aula e di Commissione, stabilisce la composizione delle Commissioni e le norme per la elezione degli Uffici di Presidenza delle Commissioni medesime.
I regolamenti di esecuzione delle leggi regionali e delle norme di attuazione delle leggi della Repubblica per la parte che interessa la Regione sono pure disciplinati dal Regolamento; e vengono deliberati dal Consiglio Regionale, promulgati dal Presidente della Giunta e pubblicati dopo l'apposizione del visto del Commissario del Governo, nei modi previsti per le leggi regionali".
Una parte di questo emendamento aggiuntivo è preclusa perché già definita anteriormente. Lo ritirano integralmente o ne mantengono una parte?



CURCI Domenico

Ritiriamo tutta la prima parte, ma vorremmo mantenere in vita la seconda, da "I regolamento di esecuzione" in poi.



PRESIDENTE

Nessuno chiede di parlare? Allora, pongo in votazione l'emendamento aggiuntivo dei Consiglieri Carazzoni e Curci, che si aggiungerebbe all'art.
22 come ultimo comma. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Il testo approvato come emendamento essendo l'unico testo sottoposto all'approvazione del Consiglio, la votazione precedente del testo sostitutivo vale come votazione per l'intero articolo.
Passiamo ora all'esame dell''art. 23 - Commissione consultiva per le nomine - Il testo proposto dalla Commissione é: "Una Commissione di cui fanno parte i Consiglieri rappresentanti di tutte le forze politiche presenti nel Consiglio, in relazione alla loro consistenza, secondo modalità previste nel Regolamento, deve essere consultata dal Presidente della Giunta per le nomine, di competenza sua o della Giunta, dei rappresentanti negli Enti e organismi cui la Regione partecipa".
C'é una proposta di soppressione dell'intero articolo presentata dai Consiglieri Bianchi, Gandolfi, Debenedetti e Simonelli. Desiderano illustrarla? Qualcuno chiede la parola? Ha facoltà di parlare il Consigliere Sanlorenzo.



SANLORENZO Dino

Signor Presidente! Signori Consiglieri! Siamo qui in presenza di un articolo che, nato bene, e vissuta la sua parte di vita abbastanza felice ed anche lunga tenuto conto della vita che hanno avuto altri articoli del testo della Commissione, si è poi improvvisamente ammalato, e ora molti dei medici che avevano presieduto la sua nascita decretano ora di curare la malattia sopprimendolo.
Ha detto giustamente il Presidente Vittorelli, qui in assemblea, poco fa, che è assai difficile l'arte di giudicare che cosa sia il meglio. E confermava il Consigliere del Partito Socialista, Nesi, nella riunione dei Capigruppo, che davvero è opinabile tutto, in questo nostro mondo. Certo si sa come sia opinabile il bene ed il male, e si sa come di fronte ad un bicchiere di vino pieno a metà, l'ottimista dica tutto giulivo: "Guardate è per metà pieno! " E il pessimista si distingua dall'ottimista essendo indotto a dire: "Però, questo bicchiere è mezzo vuoto". C'è tuttavia un limite alla relatività delle cose umane, ed i Consiglieri mi consentiranno di opinare che tale limite in questo senso sia stato superato. Perché, se i miei sensi non sono fallaci, come diceva giustamente Sant'Agostino, non c'è dubbio che sia l'ottimista che il pessimista devono qui prendere atto che l'art. 23 è defunto. E soltanto la setta dei Tuareg, o una parte dei mussulmani, o gli spiritualisti, potrebbero pensare che l'iniziativa della soppressione dell'art. 23, sia opinabile come lo sono i miglioramenti aggiuntivi, modificativi, o di qualsiasi altro genere, o sia addirittura un bene perché così l'art. 23 raggiunge la pace eterna. Ogni questione è certamente risolta quando al capezzale di un malato non c'è più niente da fare e si constata che è morto. I quattro esponenti della maggioranza hanno proposto di fare esattamente questa operazione.
Ho sentito oggi pomeriggio i Consiglieri Bianchi, Debenedetti, Nesi meravigliarsi di veder comparire questo articolo nella bozza di Statuto presentata dalla Commissione, sostenendo di non averlo mai esaminato n letto, neanche fosse stato scritto dalle nostre dattilografe, o dalla dott.ssa Rovero, così encomiabile e precisa nei suoi lavori, ed inserito qui chissà come. Ho voluto allora consultare i verbali delle Commissioni che i nostri solerti impiegati hanno acconciamente preparato per i lavori della nostra Assemblea, e vi ho trovato scritto: "Il giorno 12 ottobre 1970, alle ore 15,30, si è riunita presso la sede provvisoria della Regione, via Maria Vittoria 12, Torino, sotto la presidenza dell' avv. Gianni Oberto, la Commissione consiliare per lo Statuto. Sono presenti i Consiglieri Bianchi, Rivalta, Sanlorenzo Simonelli, Zanone e Gandolfi. Assiste alla seduta il Consigliere Conti membro della Commissione consiliare per il Regolamento. Il Presidente Oberto riferisce in merito alle risposte presentate dai Comuni ecc ecc. La Commissione procede all'esame del testo predisposto dalla I Sottocommissione in merito alle Commissioni consiliari. Il Consigliere Sanlorenzo illustra il significato del testo proposto dalla Sottocommissione. Si procede quindi all'esame di tale testo, che viene approvato con alcune modifiche; il testo approvato viene allegato al presente verbale".
E sapete cosa c'é allegato al "presente verbale"? Il famigerato art.
23, proprio nella stesura che avete sotto gli occhi voi. Pensando che poteva anche darsi che quando era stato approvato quel testo fossimo rimasti soltanto la dott.ssa Rovero ed io, e tutti gli altri Consiglieri fossero scomparsi, mi sono informato per sapere se, con il passar dei giorni, vi fosse stato un qualche cambiamento in proposito. Niente. C' invece qui un altro testo di verbale, non ancora trascritto a macchina (perché non vi è ancora stato tempo per farlo) relativo alla seduta del 25 ottobre '70, alla quale erano presenti i Consiglieri Vittorelli, Bianchi Simonelli, Sanlorenzo, Debenedetti, Zanone, Carazzoni, Gandolfi, quindi persino qualcuno in più di quelli che figuravano nella riunione precedente.
Il risultato di quella riunione qual'è stato? Che l'art. 23, lungi dal defungere, ha continuato a rimanere come testo della Commissione per lo Statuto.
Poteva ancora sussistere qualche dubbio? Ma quando abbiamo cominciato i lavori della Commissione, ed anche in seduta qui del Consiglio sono stati poi dati, con la frettolosità che derivava dal fatto che non tutti avevano potuto vedere gli elaborati della Commissione in tutti questi mesi, dei testi nuovi, abbiamo potuto costatare che questi testi, gli stessi che sono sotto i nostri occhi evidentemente fallaci, dicevano ancora una volta che addirittura quattro Consiglieri, se non erro i Consiglieri Nesi, Fonio Viglione e Simonelli, non avevano affatto l'intenzione di far defungere l'art. 23 ma avevano intenzione di migliorarlo: ed infatti vi aggiungevano alcune norme che riguardavano il Segretario generale e cose varie.
Ora, lo stesso Consigliere Simonelli, che aveva proposto queste modifiche migliorative, propone di sopprimere l'articolo nel suo complesso.
Tutto è perfettibile, indubbiamente, tutto è migliorabile, ma occorre che le cose vengano sempre alla ribalta del dibattito del Consiglio in modo netto e chiaro e che ciò che ha da essere migliorato sia chiaro in che direzione lo si vuol migliorare, che cosa si vuol sopprimere, e sia chiaro perché lo si sopprime. Nessuno cerchi di far passare ciò che adesso verrà presentato come emendamento sostitutivo dell'art. 23 come qualche cosa che con l'art. 23 ha a che fare: non vi ha niente a che fare, è un'altra cosa sulla quale potremo essere d'accordo o no, ma che deriva da una trattativa politica, avvenuta all'esterno del Consiglio, che non ha visto la dialettica del Consiglio realizzarsi né nel dibattito della Commissione per lo Statuto né in questa sede (solo adesso si verificherà). Deriva da un patteggiamento di Gruppi della maggioranza avvenuto altrove.
Abbiamo già detto e chiarito più volte che non è mai in discussione la facoltà dei partiti di incontrarsi al di fuori dell'aula consiliare.
Sarebbe però augurabile che le motivazioni per cui si rinuncia a cose che prima si erano accolte, sulle quali si era convenuto in più istanze, in più occasioni, venissero sempre limpidamente fuori in questo Consiglio. E' l'unico metodo corretto perché siano garantite sempre quelle condizioni di collaborazione reciproca su cui si sono basati i lavori della Commissione come i lavori della Sottocommissione, e che è auspicabile, anzi, direi indispensabile, rimangano intatte fino alla fine dei lavori del presente Statuto.



PRESIDENTE

Se non ci fosse stata questa proposta di emendamento soppressivo non avremmo avuto il piacere di ascoltare questo brillante e distensivo discorso del Consigliere Sanlorenzo.
Ha facoltà di parlare ora il Consigliere Gandolfi.



GANDOLFI Aldo

Non posso esimermi dall'intervenire su questo punto, dopo la discussione dell'altro ieri e quella alla quale ci obbliga ora il Consigliere Sanlorenzo.
In effetti, è perfettamente vero che in Commissione, in sede di approvazione del testo della Commissione Statuto, nella prima seduta alla quale ha fatto riferimento Sanlorenzo, io avevo dato parere positivo su questo tipo di proposta, che mi sembra fosse stata appoggiata dall'amico Zanone, approvando alcune considerazioni svolte appunto da Zanone, il quale sosteneva che una formulazione di questo tipo, in sostanza, garantiva che fossero rispettati i diritti della minoranza consiliare di essere posta a conoscenza di decisioni anche molto importanti che la Giunta, o il Presidente della Giunta, potevano prendere in merito alle nomine che l'una o l'altro, in quanto organi della Regione, sarebbero stati chiamati a fare.
Successivamente, non il 25 ottobre, perché, almeno per quanto mi riguarda, alla seconda parte di quella seduta non ho presenziato, ma in riunioni della maggioranza svoltesi in questi giorni, ho ascoltato argomentazioni di tipo diverso su questa materia, che mi hanno pienamente convinto e mi hanno indotto, in piena coscienza, non certo per pressioni ricattatorie, come Sanlorenzo mi sembra volesse sottintendere, a firmare ed a sottoscrivere a nome del mio partito questo emendamento soppressivo.
Argomentazioni che, in sostanza, sono queste: al di là dei doveri di informazione verso le minoranze su questa materia, ci sono problemi abbastanza complessi, e sicuramente andremmo incontro a situazioni conflittuali poco simpatiche se, nel momento in cui il Presidente della Giunta, o la Giunta, informassero questa Commissione del Consiglio dell'intenzione di procedere a determinante nomine, questa, sia pure nei limiti dei suoi poteri consultivi, esprimesse un parere negativo o contrastante rispetto alla decisione già formulata legittimamente dalla Giunta o dal Presidente di essa; tutto sommato, quindi, stante il fatto che ci troviamo di fronte ad una materia nella quale c'è distinzione di competenze, e ci sarà certamente distinzione di competenze tra i vari organi della Regione, sia opportuno non dar luogo a situazioni poco chiare nei rispettivi rapporti, quando la chiarezza di rapporti c'è certamente, e viene definita, soprattutto tenuto presente che per quanto riguarda le nomine di competenza del Presidente della Giunta, queste saranno fondamentalmente nomine delegate dal Governo, e cioè dallo Stato, al Presidente della Giunta, come previsto dalla Costituzione in attuazione a provvedimenti di delega, una materia, quindi, che sarà completamente ed esclusivamente di competenza del Presidente della Giunta.
Per queste ragioni ho ritenuto di poter senz'altro dare il mio voto a favore della soppressione dell'art. 23.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Zanone.



ZANONE Valerio

Noi siamo contrari alla soppressione dell'art. 23, perché restiamo convinti della opportunità, a fini di interesse generale, di istituire un parere puramente consultivo del Consiglio sulle nomine di competenza della Giunta o del suo Presidente.
Già l'altra sera, nella discussione dell'emendamento all'art. 15, il Consigliere Calleri aveva dichiarato che, a suo avviso, questo articolo sarebbe una fonte di contaminazione tra le funzioni dei diversi organi regionali; poco fa il collega Gandolfi ha parlato di possibile conflittualità fra questi organi. Ora, a nostro avviso, l'obiezione non è fondata, perché il parere di questa Commissione, ovviamente obbligatorio ma non vincolante, è nient'altro che una forma di esplicazione del diritto di sindacato del Consiglio, diritto che istituzionalmente può essere tanto successivo quanto preventivo. Se vogliamo rifarci agli ordinamenti che realizzano la maggiore distinzione fra i diversi poteri, come l'ordinamento americano, troviamo che le principali nomine di diretta competenza del Presidente degli Stati Uniti sono sottoposte al parere consultivo preventivo di una apposita Commissione del Senato. Invierò al Consigliere Calleri la documentazione relativa.



PRESIDENTE

Le nomine degli ambasciatori e dei giudici della Corte Suprema.



ZANONE Valerio

Anche altre, credo.
Ma in realtà, come già è emerso in questo dibattito, il problema che si pone qui non è di natura giuridica ma di natura politica, e si risolve con l'accertare la volontà o no da parte della maggioranza di razionalizzare democraticamente questa materia. Quindi, spetta a ciascun Consigliere assumere su questa verifica significativa la propria responsabilità. Per quanto ci concerne, vogliamo che rimanga agli atti del presente dibattito statutario questa iniziativa liberale, che abbiamo avanzato allo scopo di impedire in via preliminare ogni possibilità di formazione di sottobosco governativo.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Debenedetti.



DEBENEDETTI Mario

Mi spiace sia stato introdotto di nuovo un motivo polemico che io ritenevo definitivamente superato. Comunque, accettiamo la polemica senza sentirci affatto in stato di soggezione.
Mi asterrò dal fare dell'umorismo.., perché ritengo che dell'umorismo sia ben difficile avvalersi in modo efficace, né d'altronde mi sentirei di svolgere questo argomento in chiave umoristica, ricorrendo alla figura del bicchiere riempito a metà o per intero.
Mi preme sottolineare una cosa: intanto, come già ho detto in precedenza, c'era una riserva iniziale di carattere pregiudiziale, per quanto riguarda i lavori della Commissione Statuto; in secondo luogo questa formulazione era stata redatta dalla Sottocommissione, della quale personalmente non facevo parte, ed io ne ho potuto prender visione soltanto nella seduta conclusiva, in quella famosa seduta notturna che si è protratta, se non erro, fino alle tre e mezzo di notte. Non mi sono mai ritenuto un solone, e neanche provvisto di quella immediatezza intellettiva che può permettere, scorrendo ottanta articoli in una serata, di afferrarne, soprattutto per quelli non ancora esaminati e discussi, tutta la portata. Ritengo pertanto che possiamo tranquillamente, senza ombra di soggezione, oggi, sottoscrivere un emendamento, come abbiamo sottoscritto senza violare né le regole della correttezza né il principio informatore del lavoro della Commissione, soprattutto cercando di interpretare la riflessione conseguente ai lavori della stessa, che, abbiamo il dovere di dirlo, non di rado sono stati eccessivamente affrettati.
Non entro nel merito, perché è già stato adeguatamente, mi pare illustrata la ragione per la quale si è ritenuto di proporre, questo emendamento soppressivo, che dovrebbe essere sostituito da un art. 23 il cui testo mi pare rechi la firma del Consigliere Nesi.
Noi confermiamo pertanto che rimarremo sulle nostre posizioni in perfetta tranquillità di coscienza: ci pronunceremo, cioè, in favore della soppressione del vecchio art. 23 e della sua sostituzione con la formulazione proposta nell'emendamento Nesi.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Berti, che l'ha richiesta, dato l'accenno fatto dal Consigliere Debenedetti , avverto che vi è un emendamento che io non posso considerare altro che aggiuntivo di un altro articolo dopo la eventuale soppressione dell'art. 23, anche a prescindere da questa soppressione, di cui non ho dato lettura prima perché non è in alternativa con l'art. 23 della Commissione.
Per la chiarezza e la concretezza del dibattito, avverto che l'articolo aggiuntivo proposto dal Consigliere Nesi reca: "Nomine della Regione. Il Consiglio, nelle nomine di enti ed organismi cui la Regione partecipa, deve tener conto della rappresentanza della minoranza".
Parleranno ancora successivamente sull'argomento in discussione i Consiglieri Berti, Bianchi, Simonelli e Minucci.
Ha facoltà di parlare il Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Ha ragione il Presidente Vittorelli di dire che questa proposta di emendamento, in realtà, non è di un emendamento sostitutivo di questo art.
23, ma un altro articolo, di cui potremo discutere dopo. Affermo questo perché per noi non si tratta tanto di avere la garanzia che alcune delle nomine che saranno fatte comprendano nomi proposti da noi - direi che questo dovrebbe essere ovvio, in una assemblea che dei diritti della minoranza fa una questione di grande importanza, e che dà comunque per acquisita; ma parleremo di questo quando sarà in discussione questo emendamento -: noi difendiamo questo art. 23, così come la Commissione lo ha elaborato, per i motivi che già sono stati espressi.
Qui non faccio la storia della Commissione, intanto perché non ne facevo parte ma anche perché voglio superare tutti quelli che possono essere i momenti vari di interpretazione delle varie posizioni, anche se da quello che ha detto Sanlorenzo direi che l'iter risulta con una chiarezza lampante. Esamino invece la questione sotto il suo aspetto politico, e non certo con la intenzione di riaccendere, Consigliere Debenedetti, motivi di polemica: l'avere ristabilito un rapporto, diciamo così, cordiale nell'assemblea, un clima di ricerca anche di apporti convergenti, non esclude affatto che su articoli su cui non siamo d'accordo si sviluppi una dialettica, un dibattito, anche vivace quando il caso lo richieda, che porti appunto l'Assemblea ad essere cosciente di tutti i motivi per i quali un Consigliere o un Gruppo esprime un voto piuttosto che un altro.
Qui è in discussione un elemento che è presente nella nostra Assemblea direi dai primi giorni del nostro dibattito: il famoso rapporto fra Esecutivo e Assemblea. Per cui già nella fase iniziale è prevalso, al di là delle polemiche che per molti versi si sono dimostrate, se non equivoche comunque inconsistenti alla prova dei fatti - vi richiamo alle parole del Presidente, al voto unitario dato per la elezione del Presidente e alle dichiarazioni fatte in quella sede da tutti i Gruppi - un principio molto importante, solennemente affermato da tutti; che, rimanendo fermi i compiti, i diritti, le competenze dei vari organi dell'Assemblea l'Assemblea è l'organismo supremo.
Orbene, la materia del contendere qual é? A mio giudizio, è nello stabilire qual è questo potere supremo dell'Assemblea. C'è chi coglie in questa affermazione che ripetutamente noi facciamo il tentativo di non conferire, anzi, addirittura, di negare alla Giunta quel prestigio che ad essa deriva dal fatto di essere dalla legge considerata come un organo dell'Assemblea. Noi abbiamo già, credo più volte, tentato di spiegare l'ho fatto io stesso, nel mio intervento in questo dibattito generale sullo Statuto - il nostro punto di vista circa il carattere del valore dell'Assemblea, e abbiamo detto, lo ripeto solo schematicamente, che sta nel confronto dialettico per la formazione dei programmi, per la formazione delle scelte. Abbiamo per questo affermato l'esigenza di contributi esterni, abbiamo cioè stabilito - e di questo ci facciamo tutti quanti vanto - un metodo che fa della partecipazione popolare nella formazione delle leggi, degli atti amministrativi e politici del Consiglio, uno degli elementi di principio più importanti della nostra Assemblea, cioè il momento partecipativo. Questo mette in discussione i poteri, poi, che i vari organi dell'Assemblea hanno, ed in particolare del Presidente della Giunta e della Giunta? A mio giudizio, l'abbiamo affermato e lo riaffermiamo, assolutamente no. L'importante sta nel non spezzare mai quel filo conduttore con il quale abbiamo lavorato per molto tempo, che più volte è stato in procinto di spezzarsi, ma che finora siamo sempre riusciti a tenere unito, che è lo spirito con il quale abbiamo costruito tutto il nostro Statuto: lo spirito partecipativo, l'elemento partecipativo valido per i lavori dell'Assemblea, valido per i lavori della Giunta con l'Assemblea, valido per il lavoro Assemblea-forze esterne. E' questo filo conduttore che ci fa dire con legittimò orgoglio - permettendo anche a noi comunisti di dare un giudizio complessivamente positivo della bozza di Statuto che ci è stata presentata - che siamo in presenza di uno strumento nuovo, che la Regione con questo Statuto apre ai cittadini una forma di gestione degli strumenti dello Stato nuova, diversa dall'attuale.
Ogni qual volta noi ravvisiamo non diciamo la volontà - perché pu darsi che interpretiamo male le intenzioni, ma i fatti sono abbastanza probanti - ma per lo meno la tendenza a fissare statutariamente motivi che potrebbero essere ovvi ma la cui definizione nella carta statutaria equivarrebbe ad una riaffermazione di una autorità, di una priorità, di un potere, di una competenza dell'Esecutivo che peraltro nessuno nega, vediamo in ciò il tentativo di rompere, o per lo meno il pericolo che si rompa questo filo conduttore partecipativo.
Noi diciamo: con la proposta di una Commissione consiliare consultiva per le nomine di competenza della Giunta o del suo Presidente, quando a ci l'una o l'altro sia delegato da leggi dello Stato, della Regione eccetera Commissione da consultare prima di procedere alle nomine stesse, si sottrae forse alla Giunta, o al suo Presidente, il diritto di esercitare proprio potere relativamente a queste nomine? Niente affatto. Un momento partecipativo si può avere, e lo vogliamo riaffermare con questo articolo la cui approvazione da parte del Consiglio dimostrerebbe la effettiva volontà di attenersi a tale spirito partecipativo, allorché la Giunta, che per sua competenza deve fare delle nomine, rende partecipe il Consiglio attraverso una Commissione dell'Assemblea, delle sue proposte, le illustra sente le controproposte dell'Assemblea, presente appunto attraverso la Commissione, per poi naturalmente procedere alle nomine nel modo che riterrà più opportuno. Il diritto di procedere alle nomine non glielo contesta nessuno. Noi vediamo un pericolo nel fatto che questo momento partecipativo, fissato pel le leggi, fissato per la partecipazione popolare, fissato per tutta una gamma di programmi, di interventi che interessano l'attività del Consiglio, venga negato quando è chiamato in causa il potere del Presidente della Giunta o della Giunta.
Ho voluto riaffermare questo proprio perché noi non riusciamo a capire perché si voglia sopprimere un articolo che, mentre non mette minimamente in causa il potere di nomina dell'organo Giunta e dell'organo Presidente conferisce maggior valore ancora al momento partecipativo, che in questo caso interessa il rapporto organo esecutivo-Assemblea. Quale insidia si pu nascondere sotto questo? Noi sinceramente non lo comprendiamo, e quindi dato anche che nessuno ci ha convinti della bontà della tesi opposta, non possiamo dedurre se non che si voglia statuire una questione di prestigio soltanto, per tentare di escludere, in ultima analisi, l'Assemblea da certe fasi, quali possono essere appunto le nomine, che interessano l'attività dell'Assemblea regionale.
Noi difendiamo questo articolo, perché in favore della sua soppressione non ci sono argomenti validi, perché non siamo affatto convinti che escludendo il Consiglio da questo momento di attività dell'organo esecutivo, nella forma puramente consultiva che noi chiediamo, non si spezzi il filo conduttore della partecipazione all'interno dell'Assemblea.
Per questo insistiamo su questo articolo, e chiediamo a tutti i Gruppi di maggioranza di considerare ancora questo elemento che noi giudichiamo basilare, di riflettere ancora, per giungere a trovare, anche su questo articolo che ci vede in posizioni contrapposte, la possibilità di stabilire convergenze, che ancor oggi si è riaffermato di voler ricercare.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente! Signori Colleghi! Il Vicepresidente Sanlorenzo, com'é stato già osservato con grande garbo e finezza letteraria, ci ha intrattenuti ricordandoci il giudizio di Sant'Agostino in ordine alle cose migliori, e ci ha dato poi il suo giudizio sulle cose nostre. Abbiamo così avuto il giudizio di Sant'Agostino e il giudizio di Sanlorenzo. Dio sa se io ho simpatia e deferenza per Sant'Agostino! E voi sapete che non ho certo antipatia per Sanlorenzo. Ma i giudizi, oltre che netti e chiari, devono essere completi, ed allora completezza vuole si dica che la Commissione era composta da Sanlorenzo e Zanone nonché da Bianchi, per cui si dava il caso che Bianchi fosse in minoranza già in Sottocommissione, e poi si trovasse ancora in minoranza anche in Commissione generale, dove fece le proprie riserve di carattere generale che Gandolfi ha già ricordato, e cioè che non poteva in ogni caso stabilirsi una ingerenza su un aspetto nomine che potevano essere delegate al Presidente della Giunta in funzione dei compiti delegati che possono venirgli direttamente dal Governo quale organo specifico della Regione nonché da leggi dello Stato, e così via.
Ma in quella fase, oltre a queste riserve di contenuto, ci fu la riserva dell'emendamento soppressivo dell'articolo, che non è giunto come una novità in quest'aula - ancora una volta lo dico, ma senza polemica - ma è stato inserito nel testo della bozza della Statuto regionale, come emendamento presentato da membri della Commissione; all'art. 23 c'è infatti "emendamento soppressivo Bianchi-Calleri: sopprimere l'intero articolo" per il caso che non fosse abbastanza chiaro. Quindi, nessun motivo di incertezza e nessun motivo di confusione dell'iter.
Veniamo ora al merito. Qualcosa sul merito ha già detto il Consigliere Gandolfi. Va però aggiunto, in risposta alle osservazioni del Consigliere Zanone, che in parte sono poi state riprese dal Consigliere Berti, che qui si tratta non di un sindacato a posteri, che va ad esaminare se un organo si è comportato bene, ma di un sindacato preventivo, cioè di un mezzo di influenza preventiva, quindi di una ingerenza nell'iter formativo della volontà di un organo, di menomazione. Trattandosi di un compito di questa importanza io capirei che si invertissero le funzioni, si dicesse: benissimo, tutte le nomine passano all'Assemblea; oppure, rovesciando i termini dell'argomentazione portata poc'anzi, si dicesse: benissimo, poich ci sono gli organi della Regione, e poiché nei rapporti con la realtà esterna la Giunta ha motivi di informazione ed ha argomenti e dati più completi di quelli che può avere l'Assemblea, sulle nomine della Assemblea il Presidente e la Giunta esercitano come organi un sindacato preventivo lasciamo che siano essi a designare le persone da nominarsi da parte dell'Assemblea.
Si è parlato di "sottobosco". Ebbene, è proprio uno strumento di questo genere che sposta le sedi della responsabilità. Perché quando l'Assemblea è sede dell'esame di questa materia, ed essa, dopo aver esaminato i nomi assume la responsabilità delle nomine, tutto è chiaro; ma quando si sposta fuori da un organo un sindacato di questo genere, che non comporta responsabilità, che cosa avviene? Che, trattandosi di nomi, si bruciano polemicamente le candidature, si mettono alla berlina, come spesso avviene nel nostro Paese, persone, si allargano indagini a sfere particolari e personali, senza dover di questo rispondere. Ed ecco che, attraverso la spinta di queste argomentazioni, si arriva davvero alle tentazioni del sottobosco, alle tentazioni, sì, della contrattazione tra la Giunta e la Commissione, introducendo veramente un criterio deteriore di scelta.
La partecipazione in tutto questo non c'entra: la partecipazione avviene attraverso il controllo sulla Giunta, ma attraverso l'esame del modo corretto di comportarsi della Giunta. Qui è un problema di responsabilità degli organi. Noi abbiamo detto - malamente insufficientemente forse - nelle dichiarazioni generali che ci è stato dato di fare in questo Consiglio che il limite della partecipazione è quello della responsabilità: la partecipazione deve servire ad accrescere la responsabilità, non a ridurla, non a menomarla, non ad inficiarla alla base ed alla radice. E' questa la ragione per la quale ci siamo opposti al mantenimento di questo articolo, la ragione per la quale siamo andati in minoranza e per la quale abbiamo presentato un emendamento soppressivo che ha trovato poi l'adesione di chi aveva partecipato alla stesura dell'articolo, ma aveva avanzato riserve che si riservava di sciogliere dopo un esame completo e definitivo.
Qui, Consigliere Berti, non è in gioco sicuramente la volontà partecipativa, qui non si tenta di tagliare il filo conduttore della partecipazione e della responsabilità: si rischia invece, proprio in questi punti, di confondere le responsabilità, di mescolare, di spostare in sedi non bene identificabili le responsabilità delle scelte. Questo è il punto per noi discriminante: laddove la partecipazione diventa confusione diventa deresponsabilizzazione noi diciamo di no, laddove si suggeriscono soluzioni che confondono i termini della responsabilità fra gli organi noi non riteniamo più che si possa parlare di partecipazione.
Per questo, garbatamente, tranquillamente, serenamente, insistiamo nella posizione coerente che abbiamo sempre tenuto a questo riguardo.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Simonelli.



SIMONELLI Claudio

Signor Presidente! Colleghi! Poco mi resta da aggiungere alle argomentazioni che in modo così appassionato e convincente ha svolto il collega Bianchi.
Desidero soltanto dire che il significato fondamentale di questa Commissione (e questo spiega anche una sospensione di giudizio che, insieme ad altri colleghi della Commissione Statuto assunsi al momento della presentazione di questa proposta) era legato alla mancanza di una precisa attribuzione di competenze di nomine ai diversi organi della Regione.
Perciò il Gruppo socialista si è fatto carico di sollecitare, nell'incontro di questi giorni con gli altri colleghi della maggioranza, che si chiarisse a quali organi della Regione vanno attribuite, non certo in via esclusiva ma in via preminente, le responsabilità delle nomine negli enti dipendenti dalla Regione. Il Consiglio, nella votazione dell'altra sera, ha sanzionato, accogliendo l'emendamento all'art. 15, la preminente responsabilità del Consiglio in queste nomine: si è deciso, cioè, che normalmente è il Consiglio l'organo della Regione che procede alle nomine negli enti e nelle aziende, e che soltanto in casi particolari, di volta in volta richiamati da provvedimenti legislativi o da provvedimenti presi dalla autorità ministeriale, che attribuiscono specificamente la competenza al Presidente o alla Giunta, può essere sottratta al Consiglio la competenza primaria in questa materia.
Una volta accolta ed inserita nello Statuto, questa norma obiettivamente ci sembra che la Commissione consultiva per le nomine veda ridotta la propria funzione a sporadici casi che saranno limitati a quelle nomine che attengono all'esercizio della funzione amministrativa, o della funzione di governo, cioè che propriamente spettano, in tutto l'iter formativo della decisione, alla responsabilità dell'organo di governo, cioè del Presidente o della Giunta. In materia di nomine, perciò, ci troviamo di fronte ad un limite di carattere generale, ed ad un limite specifico, nei confronti della competenza del Presidente e della Giunta. Per queste considerazioni, il compito di questa Commissione consultiva si è venuto per così dire, svuotando di gran parte dei suoi significati, e non abbiamo avuto difficoltà ad accedere alla proposta di sopprimere questo articolo al suo posto proponendo invece, secondo il suggerimento del collega Nesi un'altra norma, che egli poi illustrerà in sede competente e che ci sembra invece sia, essa sì, indicativa della volontà di coinvolgere tutte le componenti del Consiglio nella vita e negli atti fondamentali della Regione.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Minucci.



MINUCCI Adalberto

Signor Presidente! Credo che sia lei che i colleghi Consiglieri avranno avuto modo di comprendere, dall'abbondanza delle argomentazioni che abbiamo portato finora su questo punto, che noi annettiamo grande interesse alla difesa della formulazione dell'art. 23 così come è stata espressa dalla Commissione dello Statuto, perché vediamo insieme concentrate, su questo argomento, una questione di metodo ed una questione di contenuto.
Mi riferisco in primo luogo alla questione di contenuto, che mi sembra sia quella su cui più a lungo si sono soffermati i colleghi della maggioranza. L'art. 23, così com'é stato formulato dalla Commissione dello Statuto, garantisce una serie di facoltà di controllo, si dice alle minoranze, io direi a tutto il Consiglio, su una serie di attività, di iniziative, e comunque di decisioni, della Giunta e del suo Presidente. Il collega Bianchi ci diceva poco fa che in questo modo si ha una sorta di deresponsabilizzazione della Giunta. Non credo, perché quello che mette in discussione l'art. 23 così com'é formulato non è la facoltà della Giunta di fare delle scelte, ma è, invece, l'interesse, e, direi, la necessità che la Giunta sottoponga all'esame del Consiglio i criteri ai quali si attiene per operarle, che sono sempre criteri politici e quindi sono sempre di interesse di tutto il Consiglio. Il testo che viene proposto in sostituzione dell'art. 23 di fatto viene a negare queste facoltà di controllo dell'intero Consiglio su queste attività della Giunta.
Vorrei porre un quesito ai colleghi della maggioranza, al collega Bianchi in particolare: a chi conviene che non vi sia questo controllo, in una materia così delicata come quella delle nomine in enti per esempio economici, e così via? Certo, non conviene alla minoranza, ma credo di poter dire con tutta sincerità che non conviene neppure alla maggioranza proprio perché si tratta di decisioni di nomine così delicate. Ho letto qualche giorno fa su un giornale che peraltro viene fatto passare come il più autorevole della borghesia italiana che noi abbiamo qui la fortuna di avere un Presidente della Giunta che è stato definito il "Cavour '70" (veramente, non si specifica il secolo: ogni secolo ha il suo '70).
Possiamo essere orgogliosi di un Presidente che gode di una tale considerazione. Però, voglio ricordare ai colleghi che proprio Cavour e tutti i dirigenti del vecchio Stato unitario si sono sempre attenuti al principio di sottoporre tutte le decisioni di governo al massimo di controllo; proprio la vecchia classe dirigente liberale, sia pure formalmente, si è sempre battuta perché ci fosse il massimo di controllo su tutti gli atti di governo e amministrativi; ben sapendo, fra l'altro, che questo garantisce il massimo di efficienza proprio all'Esecutivo.
Da un lato, sul piano tecnico, la efficienza non viene messa in discussione da una facoltà di controllo del Consiglio su certe decisioni (io ho fatto parte per cinque anni del Consiglio Comunale di Torino, dove tutte le nomine di facoltà del Sindaco venivano prima discusse dalla Commissione dei Quindici, e non ho mai rilevato che da questo controllo derivassero inconvenienti). Dall'altro, è ben noto come su questo tema l'opinione pubblica abbia una sensibilità a volte morbosa, persino esasperata, a volte senza motivo, e come proprio su questo tema si imposti talvolta uno scandalismo generico da parte di certa stampa. Non ci interessa forse eliminare questa morbosità, avere un rapporto chiaro con l'opinione pubblica, che non può evidentemente non avere la sua premessa proprio nel controllo del Consiglio? Ogni qualvolta si dovrà procedere alla nomina di un rappresentante della Giunta, del Consiglio, della Regione comunque, in un ente economico, chissà quali e quante illazioni saranno fatte: perché è stata scelta quella persona, se fa parte di quel Gruppo di potere o di quell'altro, se è amico personale di qualcuno, se fa parte di una certa corrente. Non converrebbe anche a voi mettere le spalle dell'Esecutivo al coperto da queste illazioni? Non converrebbe anche a voi che il Consiglio esercitasse questo controllo come garanzia di fronte a tutta l'opinione pubblica? Io credo che convenga a noi, convenga alla minoranza e convenga al prestigio dell'istituzione che tutti insieme qui rappresentiamo.
Questa è la prima questione che facciamo: ripeto, non vogliamo assolutamente mettere in discussione l'efficienza delle scelte, la rapidità, anche, con cui si può addivenire a queste scelte e alla loro attuazione. Perché, ripeto, credo che una Commissione come questa avrà soprattutto la facoltà di intervenire, di controllare i criteri politici cui obbediscono le varie scelte che la Giunta verrà assumendo.
Passo a trattare molto rapidamente la seconda questione, già sollevata da miei colleghi di Gruppo: quella che riguarda il metodo di lavoro, la metodologia generale cui si deve ispirare il nostro lavoro. Su questo punto ci siamo dichiarati più volte tutti d'accordo. Noi siamo convinti che la dialettica da cui deve uscire ogni decisione nostra, soprattutto in materia statutaria, debba essere una dialettica consiliare, di tutto il Consiglio che proprio su questa materia non abbia alcun senso una dialettica limitata alla sola maggioranza.
Qui qualcuno ha parlato di ricatti, se non sbaglio il collega Gandolfi.
Non voglio fare la facile battuta della coda di paglia, perché nessuno aveva ancora parlato di ricatti: voglio però dire che sono avvenuti in queste ultime tornate dei nostri lavori alcuni fatti significativi. Poco fa il mio collega Sanlorenzo diceva come un Gruppo, precisamente quello dei compagni socialisti - badate, compagni socialisti, che non vi è alcuna sottolineatura moralistica in quello che sto per dire, ma solo la constatazione di un fatto politico -, che è così autorevole, tutt'altro che espressione di "quattro gatti", ha firmato nel suo complesso un emendamento aggiuntivo all'art. 23, che non solo, quindi, confermava adesione all'art.
23 ma addirittura tendeva a migliorarlo. Lo ha firmato nel suo complesso dicevo. Orbene, raramente, a quanto mi risulta, sono stati presentati finora emendamenti firmati da tutto un Gruppo: il fatto che in calce a quell'emendamento vi fossero le firme di tutto un Gruppo significava, a mio avviso, che si voleva rimarcare con particolare autorevolezza il senso di quell'emendamento. Ebbene, si arriva poco dopo, comunque nelle more, nelle pieghe di queste ultime vicende, non solo a ritirare l'emendamento aggiuntivo ma a sopprimere l'articolo che si voleva migliorare.



SIMONELLI Claudio

C'é l'emendamento al 15.



MINUCCI Adalberto

Certo. Ammetti che quello che sto dicendo risponde alla verità? Ecco qual'è il nostro timore? Ammettiamo pure che non ci sia niente di tutto questo nelle vicende specifiche che hanno portato il Gruppo socialista a cambiare così radicalmente opinione. Il mio timore, però, è che si acceda ad una dialettica di maggioranza, che non potrà che essere una dialettica di Gruppi di pressione. Quando a questi mutamenti, a queste svolte si arriva non attraverso un dibattito aperto in sede di Consiglio, ma in altre sedi, in altre istanze, non potrà trattarsi che di una dialettica di Gruppi di pressione. E vedete, in questo caso difendiamo l'art. 23 e lo spirito che lo informa non tanto per salvaguardare i diritti delle minoranze del Consiglio ma forse più per salvaguardare i diritti delle minoranze nella maggioranza, perché le minoranze nella maggioranza sono sempre soggette a questi giochi di pressione (ne sappiamo qualche cosa, per lunga esperienza).
E voglio anche dire questo: credo che non a caso nella ultima fase dei nostri lavori sia venuta fuori, sotto forma di linguaggio, diciamo, una logica precisa: noi stessi, lo stesso Presidente del Consiglio, mi dispiace doverlo costatare, ce ne siamo fatti in qualche modo portatori, parlando di decisioni della maggioranza, di emendamenti concordati nella maggioranza, e così via. Io mi chiedo: ma di che maggioranza si tratta? Qui non si sta mica discutendo una pratica di governo, una linea di governo: si sta discutendo la Costituzione della Regione; e su questo tema non vi sono n maggioranza né minoranze, vi può essere soltanto, ripeto, una libera dialettica di tutto il Consiglio. Qualche giorno fa il collega Gandolfi diceva - lo ricordo perché mi ha colpito come uno stato d'animo molto significativo -: vogliamo far passare questa norma (mi sembra parlasse a proposito del tipo di scrutinio) perché in Sicilia la maggioranza si trova nei guai, esposta a colpi di mano, a causa della adozione di un tipo di metodo di votazione anziché un'altro. Io vi dico, cari colleghi, che su questo terreno non è possibile andare, perché qui non si sta facendo lo Statuto della maggioranza di centro-sinistra, ma lo Statuto della Regione piemontese. Dobbiamo uscire, a mio avviso, da questo tipo di logica affacciatosi nelle ultime fasi del nostro dibattito, che è una logica di suddivisione, di segnatura netta, e a mio modo di vedere del tutto inammissibile, fra maggioranza e minoranza.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Conti.



CONTI Domenico

Colgo l'occasione di questo mio intervento, al quale sono indotto dal fatto che mi si cita ogni tanto come uno dei Consiglieri che, pur non essendone membro, ha partecipato ai lavori della Commissione, in primo luogo per ringraziare la Commissione per lo Statuto e il suo Presidente per avermi consentito non solo di assistere ai suoi lavori, ma di presentare all'occorrenza i miei punti di vista, e in secondo luogo per precisare al Vicepresidente Sanlorenzo e a tutto il Consiglio che non essendomi mai ritenuto membro della Commissione, i miei interventi non potevano essere considerati come espressione di accordo o disaccordo di Commissione, ma unicamente come suggerimenti da accogliersi o da respingersi sempre a giudizio della Commissione.
D'altra parte, la mia posizione non poteva differire da quella sostenuta dal mio Capogruppo.
Venendo all'articolo in discussione vorrei rilevare che un controllo su di un atto non ancora avvenuto, quale sarebbe quello del concorso a individuare persone da nominare, non è un controllo sulle nomine, ma una partecipazione alle nomine. E se così è, chi lo esercita diventa corresponsabile dell'atto stesso. In questo modo il Consiglio finisce di dover rinunciare a esercitare i poteri di controllo che esso ha sulla Giunta, cioè si depotenzia rispetto a quella funzione di partecipazione che è caratteristica del Consiglio, vale a dire la funzione di controllo.
A comprova faccio un esempio: se i designati a sovrintendere organismi regionali sono persone nominate dal Presidente della Regione con il consenso della Commissione di cui stiamo trattando, qualora tali persone non operino poi come dovrebbero, chi mai li denuncerà alla pubblica opinione? Pur comprendendo le intenzioni della minoranza nel sostenere l'articolo che stiamo esaminando, sento l'urgenza di sottolineare che tale articolo finirebbe di depotenziare la funzione di controllo del Consiglio a causa del concorso partecipativo all'atto di nomina che verrebbe a determinarsi per il fatto che il Consiglio concorre, in qualche modo, alla designazione di questo o di quell'altro candidato.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Furia.



FURIA Giovanni

Ho chiesto la parola, signor Presidente e signori Consiglieri, non solo per chiedere, a nome del Gruppo comunista, qualche minuto di sospensione per esaminare se su questo articolo sia possibile realizzare un accordo, ma anche per dare una comunicazione grave ed urgente al Consiglio Regionale.


Argomento: Varie

Incidenti innanzi al Politecnico di Torino


FURIA Giovanni

Ci è giunta in questo momento notizia che all'incirca un'ora fa alcuni manganellatori fascisti hanno picchiato degli studenti davanti al Politecnico di Torino. Non abbiamo finora elementi certi: vorremmo pregare pertanto l'Ufficio di Presidenza, se è possibile, con pochi minuti di sospensione, attingere notizie a questo riguardo. Qualora il fatto venisse confermato, pensiamo che il Consiglio Regionale dovrebbe prendere immediatamente posizione.



PRESIDENTE

Mi riservavo di dare in merito comunicazione al Consiglio al termine di questa discussione. Anche a me è giunta una comunicazione nello stesso senso, ma purtroppo in termini imprecisi come quelli indicati dal Consigliere Furia, per cui non sono in grado per ora di completare le informazioni che egli ha dato.
Ha facoltà di parlare il Consigliere Nesi.



NESI Nerio

Queste notizie vengono confermate anche da una comunicazione che mi perviene in questo momento, nella quale si parla di alcuni feriti. Penso sia urgente una indagine da parte dell'Ufficio di Presidenza.
Nel merito della nostra discussione, sono d'accordo sulla richiesta che il Consigliere Furia ha fatto di un attimo di sospensione per esaminare la possibilità di trovare un accordo su questo argomento.



PRESIDENTE

Se non vi sono obiezioni, la sospensione è concessa per alcuni minuti.
Raccomando la brevità: se si dovesse registrare un dissenso, varrebbe la pena di costatarlo e quindi di comunicarlo al Consiglio.



(La seduta è brevemente sospesa)



PRESIDENTE

La seduta è riaperta.
L'Ufficio di Presidenza ha assunto informazioni da fonte ufficiale sugli incidenti che si sono verificati questo pomeriggio al Politecnico.
Circa l'agitazione in corso al Politecnico il Consiglio Regionale sarà probabilmente edotto dalla lettura dei giornali. Era in corso da questa mattina una occupazione del Politecnico da parte degli studenti, decisa nell'intento di ottenere un certo numero di riforme, richieste da gran parte di essi; alla concessione di tali riforme era subordinata la cessazione dell'occupazione. Il Magnifico Rettore aveva fatto sapere agli studenti che se il Politecnico non fosse stato liberato entro domani, non avrebbero potuto aver luogo gli esami fissati appunto per domani. Su questa questione si è svolta oggi pomeriggio una assemblea di studenti, al termine della quale è stata deliberata la cessazione dell'occupazione. La minoranza di questa assemblea è uscita dall'aula ove si era svolta la riunione cantando "Bandiera rossa! ". Appena giunto all'esterno, questo gruppetto si è trovato di fronte ad elementi, probabilmente estranei alla Università che, senza neppure conoscere l'esito delle discussioni in assemblea, hanno aggredito gli studenti della parte politica di minoranza. Si è acceso un tafferuglio fra gli studenti e questi elementi apparentemente estranei all'Università, che erano rimasti fuori dal Politecnico ad attenderne l'uscita. La mischia si sarebbe risolta senza ulteriori incidenti se ad un certo punto gli studenti usciti dall'Università al canto di "Bandiera rossa! " non avessero scorto un'automobile sospetta. L'auto venne investita da tale gruppo ed i suoi occupanti vennero messi in fuga: all'interno furono trovati elmetti e bastoni. La polizia è intervenuta a sequestrare la macchina, impedendo che fosse data alle fiamme.
Da questi avvenimenti, così come sono stati riferiti all'Ufficio di Presidenza da fonte ufficiale, risulta chiaramente che vi è stato un attacco premeditato, preparato in anticipo, con mezzi che certamente non fanno onore a coloro che li hanno predisposti, facendo intervenire un clima di violenza laddove l'assemblea, nonostante la vivacità delle tesi che erano state dibattute, si era svolta in perfetto ordine, senza alcun incidente, Questo Ufficio di Presidenza non può che deplorare nella maniera più viva la premeditazione di questi atti di violenza nei confronti degli studenti, che investe la stessa libertà delle discussioni dell'intero corpo studentesco, quali che siano le sue opinioni politiche, e desidera attraverso la mia persona, esprimere un giudizio di recisa condanna per quest'atto di aggressione premeditata, per la parte che lo ha provocato.
La Presidenza stessa si astiene dal formulare giudizi su questa parte perché i fatti non sono ancora tutti noti, ma desidera esprimere l'auspicio che rapidamente sia fatta piena luce sulle responsabilità di questa aggressione, allo scopo di porre fine ad atti di natura tali da compromettere la possibilità che l'anno accademico abbia inizio nel clima di serenità che è necessario perché gli studenti possano, pur nella vivacità delle loro discussioni interne risolvere i loro problemi nel proprio ambito; e cioè senza l'intervento di elementi esterni a carattere provocatorio, che sono certamente determinati nei loro atti dall'intenzione di sopprimere dal nostro Paese quel clima di libertà democratica che vige nonostante la vivacità di tutti i dibattiti e che è certamente intenzione di questo stesso Consiglio Regionale presidiare e difendere nella maniera più energica.
Ha facoltà di parlare il Consigliere Bianchi



BIANCHI Adriano

Ritengo che la chiarezza delle informazioni e la precisazione, la puntualità, la correttezza degli apprezzamenti che il Presidente ha fatto a nome di tutta l'Assemblea ci esima dal prendere singolarmente posizione su questo deplorevole episodio, per non sminuire il significato severo e solenne delle parole che egli ha pronunciato, interpretando perfettamente i sentimenti di questo Consiglio.
Non ho altre notizie da aggiungere a quelle che il Presidente con assoluta obiettività ci ha fornito. Mi associo totalmente alle valutazioni che egli ha dato, ed esprimo tutto il mio apprezzamento per il modo vibrato, estremamente dignitoso, con il quale ha affermato la necessità di difendere con i fatti, con le parole, con l'esempio, le libertà democratiche che ci sono care.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Signor Presidente! Non starò a ripetere, a nome del Gruppo Socialista, le parole che da lei sono state dette ad esecrazione di questo gesto. Vorrei però fare alcune considerazioni. Gli episodi come quello che si è verificato oggi non sono occasionali: è ormai evidente, e dobbiamo rendercene tutti ben conto che sono frutto di premeditazione, che sono preordinati.
Coloro che attendono gli studenti per aggredirli non sono studenti, ma militanti di vere e proprie organizzazioni. Una recente pubblicazione nota, penso, a tutti voi, che si intitola "Strage di Stato", dimostra addirittura con una documentazione imponente che in questo clima ed in queste iniziative si inseriscono anche degli Stati esteri, cita organizzazioni e nomi di elementi greci, di finti studenti, di 30-35 anni iscritti alle varie Università italiane, di Pisa, di Urbino, di Roma, di Genova, di Torino, i quali dirigono con notevole disponibilità di mezzi una specie di guerriglia, che si inserisce in tutte le lotte democratiche a due livelli: l'uno di provocazione, mettendo lo studente dalla parte degli studenti, oppure creando l'incitamento, in certe situazioni calde, perch si giunga al fattaccio, per dimostrare che in effetti le lotte degli studenti non sono lotte giuste, non sono condotte, direi, in modo giusto, e quindi sono da condannare; l'altro, invece, addirittura nell'attendere gli studenti fuori dell'Università, com'è accaduto a Roma, com'é accaduto a Genova, com'é accaduto a Pisa, per far nascere degli incidenti di cui naturalmente il giorno dopo viene immediatamente data colpa non a chi li ha provocati, ma agli studenti, sempre colpevoli di dibattere, di far progredire verso la soluzione i problemi della scuola.
Oltre ad esprimere la nostra esecrazione per questi episodi e per chi li provoca, dobbiamo avere ben chiaro quello che sta avvenendo nel nostro Paese. Sta sorgendo in Italia una specie di organizzazione paramilitare: nel 1969 e nell'estate 1970 sono stati addirittura allestiti dei campeggi in cui si sono date dimostrazioni pratiche, si sono proiettati film sulla preparazione delle bombe, degli esplosivi (sono fatti innegabili documentati da tanto di citazioni e da tanto di fotografie illustrative: uno di essi si è verificato l'estate scorsa anche qui in Piemonte, non so bene se a Susa o a Bardonecchia). Non va dimenticato che c'é a Torino un individuo che l'amnistia ha liberato dalla galera, noto come picchiatore di professione, in quanto viene pagato per le sue esibizioni di violenza: sistematicamente lo si ritrova davanti a tutti i luoghi ove si svolgono le lotte per il lavoro, davanti alle Università, alle scuole, perfino quelle medie (se lo sono trovato davanti anche giovanissimi studenti, che magari tenevano un'assemblea o protestavano per qualche cosa, proprio come una sorta, direi addirittura, di poliziotto privato di una certa parte che vuol sollevare incidenti).
Abbiamo ritenuto nostro dovere far presente questo stato di cose all'Assemblea, e preghiamo il Presidente di voler far condurre a questo proposito una indagine anche qui nella nostra città, che era forse una di quelle che finora avevano resistito di più all'assalto di queste forze, che sono italiane e straniere. Evidentemente anche qui, come già all'Università di Roma, e come in tutte le altre Università italiane, sta prendendo piede questa condannabile forma di provocazione e di violenza. Occorre che il Consiglio Regionale intervenga anche presso gli organi di polizia, che sempre pronti a stroncare certe lotte operaie, sono invece così inerti quando si tratta di stroncare queste manifestazioni che si possono definire tipicamente terroristiche fasciste.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Fassino.



FASSINO Giuseppe

Nell'impossibilità di avere al momento ragguagli più precisi, i componenti del Gruppo liberale si associano con calore a quanto il Presidente Vittorelli ha ora detto, con la stessa nobiltà con la quale ha diretto i lavori e con lo stesso spirito civile che ha fatto si che in questa Assemblea sia prevalso sempre un costume di libertà, alieno da ogni violenza: convinti come sono che la violenza generata dagli estremismi annulla la libertà stessa! Noi condanniamo la violenza, da qualsiasi parte essa provenga e nel riconfermarci solidali con il Presidente, ci auguriamo che il rispetto reciproco che ha improntato e caratterizzato questi nostri lavori, fino ad oggi almeno, possa essere di monito e di incitamento a tutti, in ispecie ai giovani, di ogni parte e di ogni colore, per un libero, fecondo costruttivo, democratico dibattito.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Furia.



FURIA Giovanni

Ci associamo come Gruppo comunista alle ferme dichiarazioni rese qui dal Presidente del nostro Consiglio, riservandoci anche noi di appurare meglio i fatti, dal momento che il Presidente del nostro Consiglio ha potuto per il momento fornirci solo alcune indicazioni di quanto è avvenuto.
Noi eleviamo la nostra protesta, la nostra deplorazione, la nostra condanna contro i diretti responsabili di questi fatti, ma anche contro i loro mandanti, siano essi fuori o dentro questo nostro Consiglio. E coinvolgiamo nella condanna anche coloro che ancora usano nei confronti di questi gruppi eccessiva tolleranza. La nostra condanna dev'essere dura proprio perché ci troviamo di fronte non ad un fatto isolato, ma, come ha detto il compagno Viglione, ad una catena di fatti, ad un vasto piano che muove in una certa direzione, che ha colpito e colpisce non solo gli studenti ma anche gli operai ed altre categorie del nostro Paese. Nello stesso tempo, la presa di posizione del Consiglio Regionale deve suonare monito: nel momento in cui noi, Consiglio Regionale della Regione Piemonte elaboriamo uno Statuto che vogliamo democratico, dobbiamo affermare la nostra ferma volontà di estirpare ogni violenza fascista.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Curci.



CURCI Domenico

E' apparso chiaro, dalle dichiarazioni rese testé dal nostro Presidente, che lo svolgersi dei fatti è stato tutt'altro che acclarato.
Quindi, mi sembra che parlare di premeditazione, di aggressione, come è stato fatto, sia per lo meno prematuro. Si è detto che l'autorità di P.S.
avrebbe sequestrato una macchina appartenente ad una data parte politica la nostra, una macchina nella quale erano celati oggetti contundenti. Ma se questi oggetti erano nella macchina - io non so se questo sia vero, se quella macchina appartenesse alla nostra parte o ad altra parte, comunque prendiamo per buone le informazioni che sono state fornite alla Presidenza....



PRESIDENTE

Io non ho detto che appartenesse alla "vostra" parte: ho detto "alla parte avversa", anzi "ad una parte avversa". Siete voi che dite che è la vostra parte.



CURCI Domenico

Comunque, a qualsiasi parte appartenesse quella macchina, nella quale sono stati reperiti dei corpi contundenti, è evidente che essi non sono stati adoperati negli incidenti, dato che la macchina è stata sequestrata mentre gli incidenti erano in corso.
Si è parlato qui di una catena di incidenti avvenuti in varie città italiane nei mesi passati. Voglio ricordare a questa Assemblea che nel mese di maggio, a Genova, in occasione di un comizio elettorale del Segretario nazionale del nostro partito, un giovane di trent'anni è stato assassinato dai comunisti!



MINUCCI Adalberto

E' stato un incidente provocato dai vostri, non dai comunisti!



CURCI Domenico

Dai nostri!? Ma avete un bel coraggio....!



MINUCCI Adalberto

Sei un buffone e un bugiardo!



CURCI Domenico

No, buffone sei tu!



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Giovana.



GIOVANA Mario

Signori Consiglieri! Desidero esprimere anch'io vivissimo apprezzamento per le parole pronunciate dal Presidente Vittorelli in ordine all'incidente, certo non casuale, avvenuto oggi a Torino. D'altronde, credo che ciascun democratico e ciascun antifascista non si sarebbe potuto aspettare di meno da una persona, come il nostro Presidente che, non soltanto, com'è già stato rilevato, nobilmente dirige la nostra Assemblea, ma che ha, io credo, come suo invidiabile blasone quello di essere stato un coerente e fermo militante nell'antifascismo.
Il collega e compagno Viglione, e dopo di lui il collega Furia, hanno giustamente rilevato come il fatto odierno non sia per nulla incidentale non sia un episodio estemporaneo, isolato, ma si leghi ad una lunga catena di vicende che manifestano l'esistenza nel Paese di una capillare organizzazione dedita alla violenza, con obiettivi che sono tipici delle formazioni di estrema destra e che tendono a ripetere le infauste ed ignobili imprese di un ventennio fortunatamente chiuso con la sollevazione in armi dalle forze popolari.
Di fronte a questi episodi non è possibile non rilevare - e giustamente anche questo ha fatto il compagno e collega Viglione - come anche qui a Torino, da tempo, si rilevi manifestamente una incredibile carenza di pubblici poteri. Le forze di polizia, sempre assai tempestive quando si tratta di intervenire contro gli operai, contro gli studenti, ogni qual volta essi cercano di far valere i loro diritti, giungono sempre con inspiegabili, vorrei dire colpevoli, in questi casi, ritardi quando si tratta di opporsi a queste organizzazioni di estrema destra, le quali hanno una caratteristica fascista inequivocabile.
Credo quindi sia compito del Consiglio Regionale non soltanto esprimere in questo momento, come stanno facendo le componenti democratiche l'indignazione generale dei democratici e degli antifascisti per quanto avviene, ma anche indirizzare un preciso monito a queste forze: non credano di poter non dico ritornare ad un passato che è ormai sepolto, ma muoversi indiscriminatamente come si vanno muovendo, coperte alle spalle da finanziatori e foraggiatori neanche tanto misteriosi, che sono già stati anch'essi denunciati a tutte lettere in questi anni da pubblicazioni di varie parti politiche. Questo monito dev'essere ripetuto, riaffermato con particolare vigore nella nostra Torino, che riassume in sé la storia di una Resistenza in cui si è espresso uno dei momenti salienti, di maggiore spicco e rilevanza, dell'intero fenomeno partigiano e resistenziale italiano. Proprio in questa città, il ritorno, anche velleitario, di queste forze non può essere più a lungo tollerato.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Debenedetti.



DEBENEDETTI Mario

Ritengo non sia necessario un lungo discorso per esprimere, a nome del mio Gruppo, una decisa condanna dei fatti di cui siamo venuti poco fa a conoscenza. Il Presidente ha già sufficientemente espresso, con energia, in termini adeguati, la reazione morale che scuote quest'Assemblea di fronte al riaffiorare di sistemi di violenza che noi abbiamo il dovere di condannare non solo con una semplice affermazione verbale ma con il nostro comportamento, con il nostro impegno affinché le conquiste democratiche, le conquiste di libertà che abbiamo ereditato dalla Resistenza rimangano indiscutibilmente, definitivamente acquisite dalla nostra società....
Ci associamo, pertanto, alle dichiarazioni fatte dal Presidente.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Gandolfi.



GANDOLFI Aldo

Mi associo anch'io alle parole che con tono vibrato il Presidente del Consiglio ha usato per commentare i fatti che sono stati portati a nostra conoscenza, e che, pur nella imprecisione degli elementi che ci sono stati comunicati, presentano, senza alcun dubbio, gli aspetti di uno squadrismo di estrema destra.
Direi, però, che se vogliamo andare al di là di dichiarazioni che possono anche apparire un po' retoriche, non sarà inutile aver presente proprio per il nostro lavoro, per i nostri compiti, che questi episodi si innestano in una situazione che è ancora una situazione di democrazia imperfetta, di arretratezza culturale, e che da questo punto di vista deve acquistare particolare significato il lavoro cui ci accingiamo, il lavoro che la Regione dovrà sviluppare. Attraverso il nostro contributo si arriverà a realizzare in Piemonte quella pienezza di istituzioni, di clima di vita democratica, quell'impulso anche alla vita culturale, quella partecipazione alla vita democratica che può far sì che a tutti i livelli della nostra vita sociale si instauri in futuro una pienezza di partecipazione, una completezza, una sensibilità, direi una consapevolezza civile, culturale e democratica capace di farci allontanare sempre di più dal clima squadrista e farci avvicinare ancora maggiormente ad una democrazia partecipativa, nella quale ogni cittadino riesca a far valere le sue idee e gli episodi di violenza siano veramente dimenticati per sempre.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Presidente Calleri.



CALLERI Edoardo

Pur non essendo la Giunta presente qui come organo interlocutore, credo non possa mancare in quest'aula, ed in questa circostanza, una parola della Giunta, in particolare una mia parola. Ovviamente desidero associarmi alle espressioni qui rese dal nostro Presidente del Consiglio, per biasimare e deprecare con fermezza, ed anche con qualche preoccupazione, il ripetersi di questi fatti violenti, un tipo di lotta che dobbiamo allontanare sempre più dalla realtà politica del nostro Paese.
Credo proprio che, nel ricordo proprio di quelle battaglie di libertà di cui il Piemonte è stato testimone, non sia stato inopportuno, ma anzi sia stato esemplare, che da parte di questa Assemblea si sia voluto, con l'adesione di tutti i Gruppi che si riallacciano alla lotta per la Resistenza, sottolineare questo aspetto di deprecazione, questo aspetto di riferimento alle battaglie della democrazia, per attuare effettivamente la democrazia nelle istituzioni e soprattutto in questa capacità delle forze politiche di dialogare insieme in modo aperto e in modo civile. Desidero sottolineare questo atteggiamento esemplare del nostro Consiglio dichiarando l'adesione della Giunta a questo indirizzo, e perché sempre più si riaffermino questi principi, dicendo che ad essi ci vogliamo riferire, e dicendo che tutta la nostra attività dev'essere ad essi ispirata.
Con questi sentimenti e con questa profonda, convinta ed intima adesione, la Giunta aderisce alle espressioni qui dette e ad esse si associa con animo sincero, soprattutto con la convinzione che ci deriva dall'appartenere a partiti che alla Resistenza si rifanno e ad essa si ispirano con profondo convincimento.


Argomento: Statuto - Regolamento

Esame del progetto di Statuto della Regione (seguito della discussione)


PRESIDENTE

Riprendiamo la discussione dell'art. 23.
Si è deciso di ritirare l'emendamento soppressivo dell'intero art. 23 e di proporre un emendamento sostitutivo, proposto dal Consigliere Nesi del cui testo dò ora lettura: "Una Commissione di cui fanno parte Consiglieri, rappresentanti di tutte le forze politiche presenti nel Consiglio, in relazione alla loro consistenza, secondo modalità previste nel Regolamento, viene consultata dal Presidente della Giunta sui criteri di carattere generale in base ai quali la Giunta stessa o il suo Presidente provvedono alle nomine di loro competenza, negli enti e negli organismi cui la Regione partecipa".
Ha facoltà di parlare il Consigliere Berti per dichiarazione di voto.



BERTI Antonio

Nell'annunciare il voto favorevole, del nostro Gruppo, desidero dar atto ai colleghi della maggioranza della serietà con la quale hanno discusso ed in parte accolto il nostro emendamento.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Noi voteremo contro questo emendamento in quanto vediamo in esso una ulteriore conferma del clima nel quale si stanno portando avanti i rapporti fra centro-sinistra ed opposizione comunista; clima d'altronde, ben favorito dalle manifestazioni cui abbiamo poc'anzi assistito.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Zanone.



ZANONE Valerio

Noi riteniamo che la prima formulazione proposta fosse più precisa e desse adito ad una più chiara configurazione dei rapporti fra Consiglio e Giunta su questa materia. Ma poiché, soprattutto nella fase statutaria l'accordo fra i Gruppi non si può verificare se non attraverso un compromesso, e poiché il compromesso qui raggiunto ci sembra accettabile voteremo a favore dell'art. 23 nella formulazione proposta dal Consigliere Nesi.



PRESIDENTE

Nessun altro chiede di parlare? Pongo allora in votazione l'emendamento sostitutivo dell'art. 23 con il testo del quale ho dato lettura, presentato dal Consigliere Nesi. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Il Consigliere Nesi ha comunicato che ritira l'emendamento sostitutivo che aveva precedentemente presentato. Anche quello aggiuntivo e evidentemente diventato improponibile.
L'emendamento che abbiamo approvato sostituendo l'intero articolo, non si dà luogo ad altra votazione e si intende approvato l'intero articolo nel nuovo testo.
Passiamo ora all'art. 24 - Sessioni ordinarie del Consiglio Comma primo "Il Consiglio Regionale si riunisce in sessione ordinaria ogni quadrimestre, il secondo giorno non festivo della terza settimana dei mesi di gennaio, di aprile, e di settembre".
E' stato presentato dal Consigliere Bianchi un emendamento aggiuntivo di carattere formale, che consiste nell'inserimento della particella "in" tra "ordinaria" e "quadrimestre". Cioè, il principio del comma verrebbe a suonare così: "Il Consiglio Regionale si riunisce in sessione ordinaria in ogni quadrimestre".
Pongo in votazione per alzata di mano questo emendamento aggiuntivo.
E' approvato.
Pongo ora in votazione l'intero comma primo con l'aggiunta della particella "in". Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Comma secondo - "I lavori delle sessioni ordinarie sono organizzati per programmi quadrimestrali, secondo le modalità indicate dal Regolamento".
E' proposto un emendamento sostitutivo, pure del Consigliere Bianchi con altri, che consiste nel sopprimere l'espressione "I lavori delle sessioni ordinarie" sostituendola con "I lavori del Consiglio". Se fosse approvato questo emendamento sostitutivo, il comma suonerebbe così: "I lavori del Consiglio sono organizzati per programmi quadrimestrali secondo le modalità indicate dal Regolamento".



BIANCHI Adriano

Chiedo scusa, credevo di aver formulato l'emendamento in modo da giungere a sopprimere l'espressione "secondo le modalità indicate dal Regolamento", che secondo me è una precisazione superflua.



PRESIDENTE

Ci sono le modalità che prevede il Regolamento provvisorio e la conferenza dei Presidenti che prende in esame ad ogni sessione l'organizzazione dei lavori.



BIANCHI Adriano

Non sarebbero comunque esclusi.



PRESIDENTE

Io credo che quella precisazione non nuoccia per niente, perché il Regolamento lo può anche tacere, ma se lo prevediamo qui conferiamo ad esso autorità statutaria. E poi, dato che l'espressione era stata inclusa, il cancellarla ora darebbe l'impressione di una esclusione espressamente voluta.



BIANCHI Adriano

Allora non insisto per questa cancellazione.



PRESIDENTE

La proposta rimane pertanto nel senso di sostituire a "Le sessioni ordinarie" "i lavori del Consiglio", e quindi nel senso di un emendamento prettamente tecnico e migliorativo. La pongo in votazione. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Pongo ora in votazione l'intero comma secondo così modificato. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Pongo infine in votazione l'intero art. 24. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Dò lettura del primo comma dell'art. 25: Art, 25 - Sessioni straordinarie del Consiglio - "Il Consiglio Regionale si riunisce in sessione straordinaria ogni qualvolta, per oggetti determinati, ne facciano richiesta il Presidente della Giunta o un quarto dei Consiglieri in carica".
Il Consigliere Giovana propone di sostituire le parole "un quarto" con le parole "un quinto", cioè ridurre il quorum necessario per la richiesta delle sessioni straordinarie.
Vuole illustrarlo? Ne ha facoltà.



GIOVANA Mario

Signor Presidente, ritiro l'emendamento nello spirito delle dichiarazioni che ho fatto nel corso della riunione dei Capigruppo, per accelerare i lavori del Consiglio.



PRESIDENTE

La ringrazio.
Pongo in votazione il primo comma dell'art. 25. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. E' approvato.
Il comma secondo suona: "L'adunanza deve avere luogo entro dieci giorni dalla data in cui la richiesta è pervenuta alla Presidenza del Consiglio Regionale".
Vi è un emendamento a firma di Simonelli, Gandolfi, Debenedetti e Bianchi: "Al posto di 'dieci giorni' inserire 'quindici giorni' ".
Lo vogliamo illustrare? Vi sono osservazioni? Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento modificativo.
E' approvato.
Pongo ora in votazione per alzata di mano il testo del comma secondo con la modifica che vi è stata apportata.
E' approvato.
Vi è una proposta di emendamento aggiuntivo di un altro comma dopo il secondo, a firma dei Consiglieri Carazzoni e Curci che propongono: "Ove questi termini, quale ne sia la ragione vengano disattesi, la convocazione è effettuata dal Commissario del Governo".
Desiderano illustrarlo?



CARAZZONI Nino

E' un errore, l'emendamento è sostitutivo del terzo e quarto comma.



PRESIDENTE

Dò lettura prima di tutto dei comma terzo e quarto al quale non sono proposti altri emendamenti e poi porremo in votazione l'emendamento Carazzoni-Curci: "Ove questi termini di convocazione, quale ne sia la ragione, vengano disattesi, il Consiglio Regionale trascorsi cinque giorni dalla scadenza dei termini suddetti, può essere convocato, con il consueto preavviso e con gli stessi oggetti all'ordine del giorno, da chi ha formulato la richiesta di convocazione straordinaria".
"Nel caso questa sia stata presentata da un quarto dei Consiglieri in carica la convocazione può essere effettuata dal Consigliere più anziano di età tra i presentatori".
Il comma sostitutivo presentato dai Consiglieri Carazzoni e Curci intende sostituire i comma terzo e quarto della Commissione, ne dò lettura: "Ove questi termini, quale ne sia la ragione, vengano disattesi, la convocazione è effettuata dal Commissario del Governo".
Chi è favorevole al comma sostitutivo dei comma terzo e quarto della Commissione presentato dai Consiglieri Carazzoni e Curci è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Pongo ora in votazione, insieme perché non vi sono altri emendamenti, i comma terzo e quarto, di cui è stata data lettura, a meno che non ne venga chiesta la votazione per parti separate. Non viene richiesta, quindi pongo in votazione i comma terzo e quarto.
Sono approvati.
Vi è poi una proposta di emendamento aggiuntivo dopo la parte fin qui approvata, presentata dal Consigliere Besate: "In casi di particolare necessità e urgenza il Consiglio Regionale pu essere convocato dal Presidente del Consiglio, anche telegraficamente, 24 ore prima della seduta, con l'indicazione dell'oggetto in discussione".
Desidera illustrarlo? Ne ha facoltà.



BESATE Piero

Lo scopo di questo comma credo sia abbastanza chiaro. Lo Statuto prevede due tipi di convocazione per le sessioni ordinarie e per le sessioni straordinarie, però le norme approvate non coprono tutta l'area e tutte le esigenze di funzionalità del Consiglio perché si possono verificare dei casi di necessità, di urgenza in cui occorre provvedere con i poteri del Consiglio per materie che sono di sua attribuzione. Quindi occorre assicurare la continuità dell'azione amministrativa, anche per la parte che riguarda la funzionalità del Consiglio. La convocazione d'urgenza, e un'istituzione prevista anche per i Consigli Comunali, ed è presente in quasi tutto l'ordinamento amministrativo. Si tratta quindi di coprire uno spazio vuoto che sicuramente la Commissione che ha elaborato lo Statuto non ha tenuto presente, ma la cui utilità credo sia chiara a tutti noi in quanto siamo ben esperti di materie amministrative e di direzione di enti pubblici.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Calleri.



CALLERI Edoardo

Io ritengo che questa proposta, che nasce da una esatta, giusta intenzione, sia diminutiva di una facoltà che chiaramente è del Presidente del Consiglio. Vorrei che ci richiamassimo all'art. 14 relativo alle "Convocazioni del Consiglio e Ordine del Giorno" dove dice "La convocazione del Consiglio Regionale e l'Ordine del giorno delle sedute sono fissati dal Presidente del Consiglio". E' evidente che il Presidente del Consiglio in caso d'urgenza ha pieni poteri di convocare il Consiglio stesso, appunto perché si tratta di motivi di carattere straordinario, di urgenza, anche nel periodo di intervallo fra le sessioni. Credo che perciò non sia il caso di esplicitarlo in una norma dove parliamo di facoltà di organi esterni alla presidenza del Consiglio e cioè parliamo praticamente della facoltà o del Presidente della Giunta per fare discutere questioni che la Giunta ritiene debbano essere discusse, oppure di un quarto dei Consiglieri per oggetti determinati.
Io non ho nulla in contrario a metterlo, ma lascerei al Presidente del Consiglio decidere se è opportuno inserirlo nel contesto di un articolo che oggettivamente prevede altre situazioni e se non ritiene che sia un'inutile ripetizione di quanto già detto all'art. 14 relativo al potere del Presidente di fissare le convocazioni del Consiglio Regionale.



PRESIDENTE

A dire il vero, qui non si tratta del potere ordinario di convocazione ma di convocazioni straordinarie. Effettivamente il Presidente della Giunta ha ragione, il Presidente del Consiglio, se vi è un'alluvione che trovi il Presidente della Giunta assente e un quorum qualificato, se non insensibile per lo meno non in grado di chiedere subito la convocazione del Consiglio lo farà egli stesso. Però se si vuol dirlo non fa nessun male.
Il Consigliere Besate ha facoltà di parlare.



BESATE Piero

Io dò per implicito che restano valide, anche per questo tipo di convocazioni, le norme dell'art. 14, se lo vogliamo esplicitare facciamolo pure: Presidente della Giunta, un quarto dei Consiglieri; ma non si tratta tanto di chi è il titolare della facoltà di convocazione, quanto di un tipo di convocazione speciale previsto per casi d'urgenza la cui titolarità per la promozione non muta affatto.



PRESIDENTE

Il caso sarà certamente molto raro, cioè che sia la Giunta, sia una minoranza del Consiglio non chiedono la convocazione in sessione straordinaria per circostanze eccezionali, però a titolo di ipotesi pu esistere. Io mi rimetto naturalmente al Consiglio La parola al Consigliere Nesi.



NESI Nerio

Pur condividendo alcune ragioni dette dal Consigliere Calleri, se ci troviamo di fronte a una convocazione straordinaria del Consiglio è un caso rarissimo, però nulla toglie che anche nell'economia del discorso dell'art.
25 si possa mettere. Non c'è problema per noi.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Furia.



FURIA Giovanni

Proprio perché si tratta di fare ricorso a questa norma solo in casi di effettiva urgenza, poiché per la convocazione del Consiglio rinviamo al Regolamento, credo che questa sia una norma che dovremmo affermare in questo articolo e perciò insistiamo.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Gandolfi.



GANDOLFI Aldo

Io ho qualche perplessità perché in questo articolo si parla di sessioni straordinarie del Consiglio. Mi domando se effettivamente l'eccezionalità di una convocazione fatta per via telegrafica 24 ore prima della riunione, quando per altre cose si prevedono certi meccanismi che arrivano fino a quindici giorni, non sia più corretto farla rientrare in sede regolamentare, valutandola con un po' più d'attenzione. Non saprei configurarmi un'eventualità di questo genere. Mi domando se non sarebbe più opportuno meditarla in sede regolamentare invece di inserirla in sede statutaria. E' l'unica perplessità che ho.



PRESIDENTE

Sarebbe opportuno che per una norma di questo genere, se c'è accordo passi. Ma, se c'è dissenso, è opportuno che non sia messa in votazione a maggioranza e minoranza, perché, in fondo, è una questione puramente tecnica. Posso dichiarare soltanto che, se la norma fosse approvata, questo Presidente del Consiglio Regionale cercherebbe di non ricorrervi mai perché il ricorrere all'applicazione della stessa implicherebbe una tale situazione di eccezionalità che supporrebbe l'inadempienza e della Giunta e della minoranza del Consiglio, tale da creare una situazione veramente drammatica. Comunque, se si insiste per porla, è una precisazione di un potere che altrimenti non verrebbe attribuito.
Ha facoltà di parlare il Consigliere Cardinali.



CARDINALI Giulio

Io credo che la cosa potrebbe essere sistemata se il titolo lo modificassimo in questo modo "Sessione straordinaria del Consiglio Convocazione d'urgenza".



PRESIDENTE

Ma la convocazione d'urgenza il Presidente ha il potere di farla nell'ambito delle sessioni. Ciò che non ha il potere, esplicitamente almeno, di effettuare, è la convocazione di una sessione straordinaria. Nel quadro delle sessioni è prevista la convocazione d'urgenza, nel quadro delle sessioni ordinarie, non è prevista, a meno di non essere chiamato a recepire una richiesta della Giunta o di un quarto dei Consiglieri, di convocare egli stesso di suo proprio potere il Consiglio.



CARDINALI Giulio

Per noi andrebbe bene così.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Calleri.



CALLERI Edoardo

Mi spiace dovervi tornare sopra, ma lo dico perché ritengo che sia diminutivo oggettivamente dei poteri del Presidente del Consiglio esplicitarlo. Vorrei anche ricordare che noi abbiamo dichiarato che i lavori vengono programmati per quadrimestre, quindi ci troviamo in presenza di sessioni ordinarie che coprono pressoché l'area di tutto l'anno.
Nell'ambito di questa programmazione di lavori succede un fatto di carattere straordinario, è evidente che siccome è il Presidente che convoca il Consiglio, ha facoltà di convocarlo con carattere d'urgenza, cioè telegraficamente. In alcuni articoli da me proposti, avevo inserito anche la possibilità della convocazione d'urgenza. Qui prevediamo, nell'articolo di cui stiamo discutendo, le modalità di convocazione per dei lavori non programmati, cioè che riguardano o la Giunta o un argomento di particolare interesse di un gruppo di Consiglieri, prevediamo la possibilità di due iniziative esterne all'ufficio e al Presidente che ha normalmente la facoltà di convocare.
Io dichiaro che se si ritiene di dover mettere questo articolo semmai metterlo come "Convocazione del Consiglio - Ordine del giorno" ma non in questo dove prevediamo due casi di convocazione fatti da organi che li provocano eccezionalmente. Il mettere in questo articolo il caso di un organo che non eccezionalmente, ma normalmente convoca il Consiglio, da un punto di vista di contenuto mi pare errato. Io non ho nulla da eccepire rispetto al fatto di mettere questa norma che mi pare non aggiunga nulla di più, ma è sicuramente sbagliato metterla qua.



PRESIDENTE

Vorrei avvertire il Consiglio che non ci sarà una chiusura delle sessioni ordinarie se non quando andremo in ferie, perché potremo sospendere, come abbiamo già fatto, in questa che è una sessione ordinaria del Consiglio, i nostri lavori per procedere a lavori di commissione secondo la programmazione fatta dalla Conferenza dei presidenti. Ma non credo accadrà che io venga al termine della seduta a dichiarare "la sessione è chiusa" se non quando vi augurerò Buon Natale, oppure Buona Pasqua, oppure buone ferie estive; fino a quel momento non v'è ragione di mettere il Consiglio in vacanza in maniera tale da doverlo riconvocare straordinariamente.



NESI Nerio

Lasciamolo e mettiamolo come art 25 bis.



PRESIDENTE

Se è approvato, non può essere soppresso per ragioni formali o tecniche.



NESI Nerio

Io propongo di lasciarlo. Invece di diventare un comma dell'art. 25 si propone un articolo aggiuntivo che nella revisione generale potrà essere messo al suo posto.



PRESIDENTE

Consigliere Nesi, se un articolo è approvato in questa sede, se ne potrà cambiare una virgola per ragioni formali o di coordinamento, ma non si potrà sopprimere l'articolo già approvato dal Consiglio. E siccome la questione si può risolvere adesso...
No Consigliere Gandolfi, ha già parlato, sono spiacente.
Chiedo ancora al Consigliere Besate se insiste nel proporre questo emendamento. Se insiste lo pongo in votazione.



BESATE Piero

Signor Presidente, allo scopo di trovare una soluzione positiva al problema (che è tecnico, non politico e non implica delle posizioni) se è possibile in questa sede di discussione ritirare l'emendamento aggiuntivo secondo la proposta fatta dal Consigliere Nesi, e ripresentarlo come proposta di art. 25 bis - perché vedo che ci sono delle preoccupazioni sulla collocazione -, sarei d'accordo.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Debenedetti, desidero dire che se l'emendamento è accantonato come emendamento all'art. 25 prima della votazione finale dello Statuto e se il Consiglio rileva qualche carenza nelle norme già approvate, potrà inserirne altre da aggiungere come articoli aggiuntivi che prenderanno poi la loro collocazione nel posto giusto. Non potrebbe essere aggiunto all'art. 25 che verrà posto fra poco in votazione nel suo complesso. Se desidera accantonarlo potrà riproporlo eventualmente in un secondo momento.



BESATE Piero

Lo ripresento subito dopo l'approvazione dell'art. 25.



PRESIDENTE

Si può accantonare, eventualmente ci si può ripensare. Consigliere Debenedetti.



DEBENEDETTI Mario

Avevo chiesto la parola unicamente per offrire un contributo che poteva servire a chiarire le idee a ciascuno di noi: nel progetto di Regolamento all'art. 20, era prevista espressamente questa facoltà del Presidente del Consiglio, là dove si dice: "almeno tre giorni prima della seduta, salva la facoltà del Presidente di abbreviare il suddetto termine per motivi di speciale urgenza".



PRESIDENTE

Questa è l'abbreviazione dei termini di convocazione, non riguarda le sessioni straordinarie. Dato che è stato proposto di accantonarlo lo potremo discutere in altro momento, se riproposto.
Non essendovi altri emendamenti pongo in votazione l'art. 25 nel suo complesso. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Prego i signori Consiglieri che vogliano partecipare alle votazioni, di stare nell'emiciclo, altrimenti non riesco a distinguere le mani che si alzano all'esterno dell'emiciclo tra Consiglieri e non Consiglieri.
Esaminiamo ora l'art. 26 - Intervento dei Consiglierà per la validità delle deliberazioni - "Il Consiglio Regionale delibera con l'intervento di almeno la metà più uno dei Consiglieri in carica e a maggioranza assoluta dei presenti, salvo i casi per i quali lo Statuto o il Regolamento prevedono una diversa maggioranza".
Vi è un emendamento aggiuntivo proposto dai Consiglieri Carazzoni e Curci: ma verrà preso in esame dopo l'approvazione eventuale di questo, che sarebbe un primo comma se fossero approvati gli altri e sarebbe invece l'intero articolo se il Consiglio decidesse di respingere gli emendamenti.
Pongo in votazione per alzata di mano il comma per ora unico dell'art.
26.
E' approvato.
L'emendamento aggiuntivo consiste nella proposta di aggiungere i seguenti due nuovi comma: "Quando le votazioni avvengano a scrutinio segreto, a mezzo di scheda nel numero globale dei voti sono computate anche le schede bianche e quelle nulle.
In tutti i casi sono altresì computati nel numero dei presenti ai fini di cui al primo comma, anche coloro che dichiarino di astenersi".
Desiderano illustrarlo? No.
Chi è favorevole all'emendamento aggiuntivo dei due comma presentati dai Consiglieri Carazzoni e Curci è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Passiamo all'intero art. 26, dato che consta ora di un unico comma.
E' approvato.
Esaminiamo ora l'art. 27 - Pubblicità delle riunioni - "Le adunanze del Consiglio Regionale sono pubbliche, eccettuati i casi previsti dal Regolamento".
Non vi sono emendamenti. Nessuna osservazione? Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Passiamo all'esame dell'art. 28 - Interrogazioni, interpellanze e mozioni - "L'esercizio del diritto di interrogazione, di interpellanze, di mozioni spettante ad ogni Consigliere in seno al Consiglio è disciplinato dal Regolamento interno".
Vi è soltanto una proposta di emendamento aggiuntivo di un nuovo comma perciò se non vi sono osservazioni pongo in votazione il comma, per ora unico, dell'art. 28, intendendosi con la sua approvazione, se il secondo fosse respinto, che vale per l'approvazione dell'intero articolo.
Chi è favorevole al comma unico dell'art. 28 proposto dalla Commissione è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
I Consiglieri Carazzoni e Curci propongono di aggiungere il seguente comma: "Ogni Consigliere regionale ha diritto di chiedere ai dirigenti degli uffici della Regione ed agli enti da essa dipendenti notizie ed informazioni utili nell'espletamento del suo mandato. In caso di difficoltà il Consigliere può rivolgersi all'ufficio di Presidenza per l'immediato esame del capo e per gli eventuali provvedimenti".
E' già in parte contemplato mi pare. La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Solo una precisazione. L'emendamento, per la verità, era stato presentato in Commissione dal Consigliere Berti e io mi ero associato, dopo di che la Segreteria mi ha comunicato che l'emendamento non poteva più essere presentato dal Consigliere Berti in quanto lo stesso non faceva parte della Commissione. Allora l'ho ripresentato nello stesso testo, per per me può essere benissimo attribuito al Consigliere Berti.



PRESIDENTE

Ma è assorbito ora da una norma contenuta in altra parte dello Statuto quindi è precluso.
Essendo questo emendamento precluso ed essendo stato approvato il comma unico dell'art. 28 senza aggiunte, si intende approvato l'art. 28.
Pongo ora in votazione l'intero Capo II dal titolo "Il Consiglio Regionale". Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Signori Consiglieri, ci troviamo davanti al Capo III.
Ha facoltà di parlare il Consigliere Nesi.



NESI Nerio

A nome anche degli altri Gruppi, data la complessità dei problemi che si pongono all'art. 29 e seguenti, chiedo al signor Presidente di sospendere la seduta per mezz'ora.



PRESIDENTE

Io sono a disposizione dei Consiglieri. Faccio rilevare che sono le 22 e 55. Se i signori Consiglieri avessero la forza e la pazienza di sospendere e di tornare, allora potremmo procedere alla votazione di tutti gli articoli rimanenti di questo Titolo, concludere il Titolo II e avere praticamente esaurito metà dello Statuto, facendo così un grosso passo avanti.
Sospendo la seduta per un'ora. Il Consiglio è riconvocato a mezzanotte.



(La seduta è sospesa)



PRESIDENTE

Siamo giunti al Capo III del Titolo II, che reca il titolo "La Giunta e il suo Presidente".
Il primo articolo da discutere è il 29.
Ne leggo il comma primo, sul quale non sono stati presentati emendamenti.
"La Giunta regionale è l'organo esecutivo della Regione".
Vi sono osservazioni? Nessuno chiede di parlare? Pongo in votazione per alzata di mano comma primo dell'art. 29.
E' approvato.
Comma secondo - il testo della Commissione recava: "La Giunta è composta dal Presidente e dagli Assessori in numero da 8 a 14".
So che vi sono state discussioni su questi numeri, suppongo che vi siano comunicazioni da fare al Consiglio.
Prego chi intende parlare di chiedere la parola. Ha facoltà di parlare il Consigliere Gandolfi.



GANDOLFI Aldo

La proposta è "da 8 a 10".



PRESIDENTE

Vi erano già due emendamenti Zanone e altri, Furia e altri che proponevano di sostituire la parola "14" con "10", per cui diventerebbe "da 8 a 10"; vi è d'altra parte una proposta Carazzoni - Curci, che è la più lontana dal testo perché non pone alternative, che dice di sostituire le parole "in numero da 8 a 14" con le parole "in numero di 10".
Porrei quindi prima in votazione quella più distante dal testo della Commissione, che fissa un numero fisso, cioè il numero di 10. Desiderano sostenerla?



CARAZZONI Nino

La proposta com'è? Da 8 a 10?



PRESIDENTE

La proposta sulla quale credo che converga quasi tutto il Consiglio è da 8 a 10.



CARAZZONI Nino

Allora ritiriamo la nostra



PRESIDENTE

In questo caso l'emendamento è: "Sostituire la parola '14' con la parola '10' " Ha facoltà di parlare il Consigliere Calleri.



CALLERI Edoardo

Nella prima riunione del Consiglio avevo sostenuto che attesi i compiti e le funzioni di carattere amministrativo direttamente discendenti e derivanti dalle funzioni legislative demandate dalla Costituzione alla Regione, era necessario che data l'importanza di queste funzioni venisse garantita una copertura di carattere politico ai diversi settori riferendomi chiaramente all'esperienza da tutti noi fatta a livello di Consigli Comunali e Provinciali, cercando questa impostazione di evitare l'esistenza di diaframmi di ordine burocratico tra l'attività politica responsabile a livello di Giunta e la realtà nella quale la Giunta è chiamata ad operare, che è una realtà anche territorialmente vasta, e riferendomi anche all'esperienza di Enti locali grandi come può essere il Comune di Torino in cui sono previsti dalla legge 18 Assessori più il Sindaco; io personalmente (e ritengo di dover fare questa dichiarazione proprio perché ero intervenuto personalmente) avevo sostenuto che rispondeva ad una logica corretta, sulla base di queste impostazioni, un numero di Assessori di 16 che era peraltro il massimo consentito dalla legge Scelba. Si è fatta dando un'impostazione di carattere moralistico e anche un tantino qualunquistico a questa pletorica formazione di organo anche in rapporto al Consiglio che è composto di 50 membri.
La proposta di scendere a 14 è in realtà una proposta non che obbedisca ad una logica, ma che obbedisce semplicemente al criterio di venire incontro, in termini peraltro molto pavidi e non giustificati, a queste pressioni di ridurre la Giunta, pressioni che sono stabili solo nella misura in cui si voglia dare alla Giunta una caratterizzazione di tipo diverso da quella che ha avuto ed ha livello dei Consigli Comunali e Provinciali.
Siccome non partiamo avendo alle spalle delle esperienze, siccome non avremo una organizzazione burocratica che rischi di essere pletorica essendo intenzione oltre che statutaria anche connessa ad un articolo della Costituzione, di delegare le funzioni amministrative agli Enti locali, la spinta riduttiva deve essere portata avanti in modo da soddisfare un altro tipo di impostazione, un altro tipo di criterio di organizzazione, di funzionalità della Giunta.
Io non so se sia migliore il criterio cui mi ero riferito nel mio primo intervento in sede di Consiglio Regionale, o quello che andiamo a scegliere. Però noi, rendendoci conto che dietro questa spinta riduttiva c'é una volontà, un desiderio di sperimentare sistemi diversi negli organi esecutivi, accediamo volentieri a questo tipo di sperimentazione, che risponde anche a un nostro vivo desiderio di garantire il massimo di funzionalità e di efficienza, insieme al massimo di partecipazione e di collegialità di decisioni a livello di Giunta. Io volentieri passo dalla prima alla seconda logica, che però comporta una riduzione non a 14, perch non sarebbe serio, bensì "da 8 a 10"; dico 8-10 perché mi sembra che fissare rigorosamente il numero di 8 potrebbe essere sbagliato, mentre un minimo di elasticità dell'ordine di 2 unità non guasta nulla e consente di verificare le diverse situazioni e di aderire meglio ad una realtà che non abbiamo ancora così chiaramente prefigurata davanti a noi.
Questa è la ragione - che io in coscienza ritengo di dover dire al Consiglio - per cui muto il parere che avevo espresso nella prima riunione del Consiglio Regionale, passando da una valutazione di opportunità di fare una Giunta di 16 ad una valutazione di opportunità di ridurla, ma allora di ridurla in modo da fare una Giunta che vada da 8 e 10.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Gandolfi.



GANDOLFI Aldo

Quando questo Consiglio aveva deliberato sulla costituzione degli organi della Regione, io a nome del Partito Repubblicano avevo fatto una dichiarazione di adesione, ma di adesione critica alle posizioni espresse dalla maggioranza; in particolare avevo posto alcune riserve sul numero degli Assessori, riserve che derivano non da considerazioni moralistiche sul numero stesso, ma dalla esigenza, cui si richiamava il Presidente della Giunta poco fa, di dar vita ad una sperimentazione di tipo nuovo all'interno delle istituzioni regionali che doveva puntare su un esecutivo non saprei se chiamarlo imprenditoriale o simile agli esecutivi di tipo anglosassone, che in sostanza però, nella riaffermazione di una volontà di una collegialità di decisioni, sapesse superare la suddivisione tradizionale in assessorati per dar vita a un'impostazione di lavoro e di decisioni molto snella e molto agile. Decisione che la maggioranza ha annunciato per bocca del Presidente della Giunta e che ci trova ovviamente estremamente consenzienti e risponde pienamente alle esigenze che noi allora avevamo prospettate. Per questo diamo il nostro voto favorevole.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Vera.



VERA Fernando

Anche il nostro partito si è reso conto che non si trattava di un problema di numeri, né di rispondere unicamente a una richiesta demagogica qualunquistica, se vogliamo usare questo termine, che richiede una certa riduzione di numero, quasi che avere due Assessori in più o in meno significasse moralizzazione o mancata moralizzazione della vita della Regione. Ci siamo resi conto che si trattava invece di una questione di articolazione, di strutturazione degli organi della Regione e abbiamo ritenuto che una soluzione sulla base di esperienze di enti locali, tipo il Comune o le Province che sono indubbiamente diversi dall'ente Regione, non poteva condurre ad un esecutivo veramente forte, che avesse autorità, nel quale i poteri fossero maggiormente accentrati e che attraverso un lavoro di equipe potesse svolgere meglio, in modo meno frammentario i compiti importanti che attendono la Regione, soprattutto tenendo conto di quell'impegno di programmazione che e alla base della sua vita politica.
Per queste ragioni abbiamo deciso di accettare, come P.S.U., la proposta di 8-10 Assessori e riteniamo che questa soluzione possa veramente rendere un servizio al funzionamento dell'Ente Regione e risolvere i problemi che ci attendono.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Nesi.



NESI Nerio

Signor Presidente, io credo che abbiamo dato questa sera una prova di serietà, anche se potrà costare dei sacrifici ai singoli Gruppi che dovranno rinunciare a degli Assessori. Prova di serietà perché non è esatto che l'opinione pubblica guardi al numero degli Assessori in modo qualunquistico o demagogico. Noi abbiamo assistito in questi anni di governo ad un continuo aumento del numero dei Ministri e dei Sottosegretari e ciò è stato fonte non ultima di una certa sfiducia nelle istituzioni e nel governo centrale che viene portata avanti non soltanto per ragioni qualunquistiche, ma per ragioni di carattere generale che hanno un loro fondamento nella realtà. Per questi motivi noi, accogliendo la tesi esposta prima dal dr. Calleri che ci sono due logiche nella conduzione della Giunta, avevamo posto il problema di due equipe di Giunta; o una Giunta che governasse, come si dice adesso, in modo imprenditoriale, cioè in modo accentrato, vale a dire una Giunta ristretta, o una Giunta che governasse in modo tradizionale, sul tipo di quelle provinciali e comunali e allora in modo più largo. Ma anche in questo caso abbiamo posto il problema di una riduzione, che non sarebbe stata moralistica. Superato il numero di 14 avevamo proposto una Giunta di 8. Ci è stato fatto osservare che non si poteva, nello Statuto, segnare un numero fisso e che era meglio dare una certa possibilità di diminuzione o di aumento, così abbiamo accettato la formula: da 8 a 10. Faccio osservare che se avessimo accettato l'impostazione precedente, oggi saremmo di fronte a una situazione di questo genere: su un Consiglio di 50 persone, avremmo una presidenza di 7 persone, un presidente, due vice-presidenti e quattro segretari (perch abbiamo scritto nello Statuto che i segretari sono da due a quattro, due dei quali avranno il compito di questori, cioè di sorveglianza della contabilità della Regione) e avremmo 16 assessori più presidente, vale a dire 17, il che avrebbe comportato che di queste 50 persone ben 24 erano impegnate in un'attività o di presidenza o di governo, con degli aspetti non certo edificanti anche di fronte all'opinione pubblica che guarda a queste cose e non qualunquisticamente.
Credo che abbiamo fatto bene ad agire in questo senso.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Noi avevamo fissato, in un nostro emendamento, il numero degli assessori da 8 a 12 e in un successivo emendamento a 10. Questo corrispondeva, per affermazioni che abbiamo fatto anche in Commissione, a una visione che in parte ci avvicina a quella seconda logica di cui parlava prima il Presidente Calleri e che è stata adesso sottolineata da Nesi e da altri. Pertanto la proposta che viene dai colleghi ci trova concordi perch è aderente alla nostra.
Noi prendiamo atto con soddisfazione di questo e ravvisiamo in questa decisione una possibilità di lavoro dell'assemblea che a noi pare interessante e che potrà consentire di sperimentare forme nuove di gestire le assemblee elettive. Questo esecutivo ristretto, che potrebbe anche essere interpretato come esecutivo nelle mani del quale sono concentrati parecchi poteri, a nostro giudizio va inteso come una gestione del Consiglio Regionale fatta attraverso le commissioni. Ciò vuol dire che le commissioni acquisiscono prestigio, vuol dire che alle commissioni del Consiglio dovrà e potrà essere conferita molta parte del lavoro dell'assemblea. Questo naturalmente, non vuol dire che l'esecutivo ridotto scadrà di valore e di prestigio ma ne acquisterà perché gli assessori chiamati a dirigere quelli che noi proporremo che siano dipartimenti (sulla base delle esperienze umbre che sono abbastanza interessanti, cioè raggruppamento per materie omogenee in dipartimenti, diretti ognuno da un assessore avranno compiti molto importanti, dovranno essere persone preparate che lavoreranno molto con le varie commissioni che si costituiranno.
Per concludere, prendiamo atto di questa proposta che è anche la nostra e voteremo a favore



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Zanone.



ZANONE Valerio

Il Consigliere Calleri ha giustamente dichiarato che con la riduzione degli Assessori da 16 a 8/10 si passa ad una diversa concezione della struttura dell'esecutivo: una concezione che antepone i principi di efficienza e di collegialità alla necessità di dare una rappresentanza diretta alle diverse componenti interne dei partiti. Ci sia qui permesso ricordare, senza nessuna enfasi polemica, che questa tesi è stata sostenuta in Consiglio dal nostro Gruppo fin dai dibattito preliminare del mese di luglio. Non possiamo perciò non prendere atto con soddisfazione che prima il Gruppo comunista ed ora i Gruppi di maggioranza hanno stabilito di adottare la composizione numerica della Giunta che noi proponevamo.



PRESIDENTE

Nessun altro chiede di parlare? Gli emendamenti presentati dai Consiglieri Zanone e gli altri, dai Consiglieri Furia ed altri, adesso dal Consigliere Gandolfi si sommano in un unico emendamento che consiste nel sostituire alla parola "14" la parola "10".
Pongo in votazione l'emendamento sostitutivo della parola "14" con la parola "10" nel secondo comma. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato all'unanimità.
Pongo ora in votazione il testo del comma secondo, così modificato: "La Giunta è composta dal Presidente e dagli Assessori in numero da 8 a 10".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Pongo ora in votazione l'art. 29 nel suo complesso.
E' approvato.
Passiamo ora all'esame dell'alt. 30 - Elezione del Presidente della Giunta - Vi sono anzitutto, prima di entrare nel contesto dell'articolo tre emendamenti sostitutivi dell'intero articolo, che verranno sottoposti all'esame del Consiglio nell'ordine di presentazione perché tutti e tre hanno lo scopo di sostituire con un testo completamente diverso e quindi anche con un sistema completamente diverso, il sistema proposto nell'art.
30 della Commissione.
Il primo in ordine di presentazione è l'emendamento sostitutivo dell'intero art. 30 con il testo del quale ora darò lettura, presentato dai Consiglieri Zanone ed altri.
Sostituire l'intero articolo con il seguente: "L'elezione del Presidente della Giunta è preceduta da un dibattito ed ha luogo a scrutinio segreto con l'intervento di almeno due terzi dei Consiglieri assegnati alla Regione ed a maggioranza di voti.
Se dopo due votazioni nessuno dei Consiglieri ha riportato la maggioranza assoluta, si procede ad una votazione di ballottaggio fra i due Consiglieri che hanno ottenuto nella seconda votazione il maggior numero di voti.
E' proclamato presidente il Consigliere che ha conseguito la maggioranza assoluta dei voti. Qualora anche dopo la votazione di ballottaggio nessun Consigliere abbia ottenuto tale maggioranza, l'elezione e rinviata ad altra seduta da tenersi entro otto giorni, nella quale si procede a votazione purché sia presente la metà di più uno dei Consiglieri in carica. Ove nessuno ottenga la maggioranza assoluta, si procede nella stessa seduta ad una votazione di ballottaggio, in seguito alla quale è proclamato eletto il Consigliere che ha raccolto il maggior numero di voti.
La Giunta è eletta dal Consiglio nel suo seno in una seduta da tenersi non prima di otto e non oltre quindici giorni da quella in cui è stato eletto il Presidente. Quest'ultimo espone l'indirizzo programmatico dell'amministrazione e propone una lista comprendente l'intero numero dei componenti della Giunta.
Il Consiglio si esprime con un'unica votazione per appello nominale, a scrutinio palese. La proposta si intende approvata se il numero dei voti favorevoli è corrispondente alla maggioranza dei Consiglieri assegnati alla Regione.
Se il numero dei voti favorevoli non raggiunge tale maggioranza ma è superiore a quella dei voti contrari, si procede ad altra votazione in cui è sufficiente che il numero dei voti favorevoli sia superiore a quello dei voti contrari.
Se il numero dei voti contrari è superiore a quello dei voti favorevoli, la nomina del Presidente è revocata".
Desidera illustrarlo? Ha facoltà di parlare il Consigliere Zanone.



ZANONE Valerio

Non illustrerò tutto l'articolo sostitutivo, sia in considerazione dell'ora, sia per il fatto che nel dibattito generale ho già avuto occasione di rappresentare il modo in cui noi poniamo questo problema.
Voglio solo ricordare che l'articolo che proponiamo è stato formulato con un duplice scopo: tutelare l'autonomia di ciascun Consigliere nella procedura di elezione del Presidente; consentire al Presidente, liberamente designato dal Consiglio, la verifica di una certa e dichiarata maggioranza che ne approvi l'indirizzo programmatico e che stabilisca la composizione solidale e collegiale della Giunta.



PRESIDENTE

Nessun altro chiede di parlare? Pongo ai voti l'emendamento sostitutivo dell'intero art. 30 con il testo proposto dal Consigliere Zanone ed altri; chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Dò ora lettura dell'emendamento sostitutivo dell'intero articolo con altro testo presentato dai Consiglieri Furia, Sanlorenzo, Rivalta e Giovana: Sostituire l'intero articolo con il seguente: "La elezione del Presidente e dei membri della Giunta è preceduta: da un dibattito politico dalla presentazione di proposte politico-programmatiche, accompagnate dall'indicazione dei candidati alla Presidenza e alla Giunta dalla votazione, a scrutinio palese, dei documenti proposti.
Successivamente si procede alla elezione a scrutinio segreto, del Presidente della Giunta, e, con votazione separata, sempre a scrutinio segreto, alla elezione dei membri della Giunta.
In caso di vacanza dell'Ufficio di Presidente della Giunta, il Consiglio è convocato entro venti giorni per l'elezione del successore".
Desidera illustrarlo? Ha facoltà di parlare il Consigliere Furia.



FURIA Giovanni

Abbiamo, pochi minuti fa, signor Presidente, signori Consiglieri risolto positivamente il primo articolo di questo importante Capo III e abbiamo bene avviato la discussione su questa parte del nostro Statuto. Noi vorremmo che si seguitasse in questo modo anche negli articoli successivi.
In realtà ci troviamo di fronte ad una parte molto importante dello Statuto. Abbiamo avuto modo di dichiararlo nel corso del dibattito generale, quando, nel sostenere le nostre valutazioni, dicemmo che se nei giorni successivi vi foste dedicati a riflettere sul contenuto del nostro articolo sostitutivo, avreste certamente trovato degli elementi che avrebbero potuto favorire una soluzione unitaria anche di questo problema.
Io non mi voglio soffermare su ciò che nell'articolo sostitutivo che presentiamo riguarda il dibattito politico, le proposte politico programmatiche, perché questi aspetti li ritroviamo in quasi tutti gli articoli che sono stati presentati. Mi vorrei soffermare su quello che mi pare il punto principale che ci vede ancora oggi su posizioni contrastanti quello che riguarda lo scrutinio segreto. Noi prevediamo nel nostro articolo sostitutivo il voto palese sulle proposte politico-programmatiche prevediamo invece lo scrutinio segreto per quel che riguarda le elezioni del Presidente della Giunta e dei membri della Giunta. E' per questa ragione che ci siamo astenuti sull'articolo sostitutivo presentato dai colleghi liberali. E c'é una logica in questo, logica che abbiamo sempre sostenuto: noi riteniamo che sui documenti politici, programmatici sia giusto votare in modo palese, ma che non sia più giusto, che non sia più possibile quando c'é da votare degli uomini. A nostro avviso - l'abbiamo già detto nel dibattito generale ma ci ritorno perché è importante - pu esserci convergenza (e mi riferisco anche ad una maggioranza precostituita) su proposte politico-programmatiche senza che ciò significhi obbligatoriamente convergenza unanime sui nomi che vengono proposti. Ed allora non possiamo affermare nello Statuto una norma che privi in una certa misura i Consiglieri regionali della possibilità di utilizzare fino in fondo il diritto di esprimere liberamente le loro opinioni. Noi non vogliamo che un Consigliere regionale possa domani essere costretto a rinunciare a proprie opinioni personali semplicemente perché viene vincolato da una decisione di maggioranza. Ho detto, per quel che riguarda gli uomini. Questo è molto importante e lo è in questo Capo III perché qui noi risolviamo le questioni che riguardano due dei tre organi della Regione.
Ed allora perché non dobbiamo vedere se possiamo compiere uno sforzo anche in questa direzione? In tante altre parti dello Statuto, anche dello stesso Regolamento del Consiglio Regionale, prevediamo il voto segreto quando ci sono dei nomi da fare, degli incarichi da attribuire. Perché non dovremmo prevederlo anche per quel che riguarda il Presidente e la Giunta? Noi abbiamo già respinto le argomentazioni che sono state finora portate a sostegno della validità del voto segreto, abbiamo detto che non ci hanno per niente convinti, né quelle riguardanti la stabilità, né quelle riguardanti la moralità del voto e tutte le altre cose di questo genere. A nostro avviso l'argomento che dovrebbe consentirci di adottare il voto segreto è soprattutto quello che noi abbiamo portato e che io insisto perché venga preso in considerazione. Stiamo elaborando uno Statuto che sentiamo crescere come uno Statuto democratico. Ebbene, dobbiamo capire che l'adozione del voto segreto, per questi due organi della Regione, è nettamente in contrasto con l'ispirazione democratica del nostro Statuto.
Ecco perché riteniamo che anche su questa questione sia oggi necessario fare un ulteriore passo avanti. E' possibile, noi chiediamo soprattutto ai Gruppi della maggioranza, risolvere anche questa questione che non deve valere solo per oggi, ma che vale anche per il domani, in modo positivo? Se ciò è possibile faremo un ulteriore passo avanti nel qualificare come davvero democratico, in tutti gli aspetti, lo Statuto regionale.



PRESIDENTE

C'é qualcuno che chiede di parlare? Ha facoltà di parlare il Consigliere Calleri.



CALLERI Edoardo

Credo sia noto a tutti che anche in conseguenza delle osservazioni che ho avuto modo di fare prima circa il numero dei componenti della Giunta, io ho manifestato l'opinione che la Giunta dovesse essere eletta con le stesse modalità con cui viene eletta la Giunta a livello di Comuni e di Province cioè col voto segreto. Il fatto è che ogni sistema ha una sua logica ed allora io tento di spiegare quella che sta a monte di questo tipo di elezione.
La logica è che non essendovi a livello regionale un Presidente della Repubblica che, verificata dopo alcune consultazioni l'esistenza di una maggioranza, dà l'incarico al Presidente del Consiglio di formare il governo e lo nomina egli stesso unitamente ai Ministri, e solo dopo aver fatto queste operazioni il governo si presenta con un proprio documento programmatico e lo fa approvare chiedendo la fiducia, non essendovi dicevo, tutto quello a livello regionale, la logica è che il Consiglio Regionale, così come il Consiglio Comunale e Provinciale in un certo senso è sostitutivo del Presidente della Repubblica e provvede alle nomine dopo preventivi accordi di maggioranza, a scrutinio segreto, costituisce l'organo e questo, una volta costituito, presenta i suoi documenti programmatici all'attenzione e al dibattito del Consiglio e li presenta con l'autorevolezza di un organo già costituito.
Questa è la logica con cui vengono fatti i Consigli Comunali e Provinciali. Ma se vogliamo la discussione del documento programmatico prima, non vi è dubbio alcuno che la conseguenza è di creare già su quel documento programmatico la confluenza di una maggioranza e di collegare la nomina del Presidente e della Giunta già come organo prefigurato. Ha ragione il Consigliere Furia che legando al documento anche i nomi si impedisce di realizzare quelle obiettive convergenze, qualora si accettino parte delle cose che il documento presentato reca. E' un'osservazione esatta e che va tenuta in grande considerazione. Ma anche qui ci troviamo appunto perché abbiamo modificato il tipo di logica, nella condizione di dover essere logici nell'accettare un criterio.
E se vogliamo le discussioni prima, se vogliamo cioè che la Giunta sostanzialmente prima di costituirsi, prima di essere organo, presenti dei programmi, faccia il dibattito, allora bisogna che sia collegata l'indicazione, perché si manifesti la responsabilità collegiale ed individuale, a quel documento che ha il grosso svantaggio, come tale, di non poter recepire, la manifestazione di consensi esterni da parte di Gruppi che non vi sono collegati. Mi riesce difficile uscire da questo tipo di impostazione avendo accettato la discussione preliminare di un programma e avendola il Gruppo comunista sollecitata, esso ha fatto una proposta che è sostanzialmente in contrasto con la logica che consentiva il voto segreto. Io credo che non possiamo trovare un punto di incontro, se accettiamo questo tipo di formazione della Giunta con la presentazione di un documento prima, è perfettamente corretto e conseguente collegare al documento la solidarietà ed insieme al documento fare la proposta della formazione della Giunta, con l'indicazione e del Presidente e dei nomi che verranno proposti alla votazione.
Mi dispiace perché credo che tutti abbiamo potuto osservare come il Gruppo della D.C. sia molto sensibile a tutti gli apporti (così come tutti gli altri Gruppi, per la verità, in questo Consiglio) di osservazioni, di considerazioni e di approfondimenti; io penso che questi apporti, se sono presi e giudicati per quanto vogliono rappresentare, possano far sorgere lo Statuto da una maturazione che avviene a livello di tutte le forze politiche qui rappresentate, le quali molto più che punti di scontro vanno alla ricerca di punti di incontro e di convergenza. Però vi sono dei limiti e sono quelli della logica, della correttezza interpretativa dei criteri che comporta la non accettazione di modifica rispetto a questo tipo di formazione di Giunta così come è stato proposto.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Minucci.



MINUCCI Adalberto

Mi scuso con lei signor Presidente e con i colleghi se forse la stanchezza non mi permetterà di dare alla mia argomentazione la lucidità che l'argomento richiederebbe, ma noi attribuiamo alla questione del voto segreto nella scelta degli uomini un'importanza che non esitiamo a definire di principio, perché pensiamo che il voto segreto sia il più idoneo a garantire caratteristiche di democrazia e di controllo su questo tema, che il voto palese assolutamente non può garantire. Ma se diamo un'importanza di principio a questa scelta, non possiamo dire invece, come comunisti, di essere sempre stati su questa linea; noi non ci vergogniamo affatto a confessare che sulla questione del voto segreto nella scelta degli uomini abbiamo cambiato idea, ci siamo in un certo senso convertiti ad una professione che non sempre è stata la nostra. Voglio ricordare qui che in anni passati non vicini, ma neppure lontanissimi, venivamo spesso criticati dai colleghi di parti politiche che formano la maggioranza di centro sinistra perché nei nostri congressi, ad esempio, avevamo l'abitudine, lo stile di eleggere gli organismi dirigenti attraverso il voto palese, con l'argomentazione che stasera ha usato il collega Calleri, secondo cui quello che conta sono i grandi ideali, le grandi scelte programmatiche e che gli uomini sono collegati a queste scelte, per cui il giudizio su loro non può che essere subordinato rispetto al giudizio sulle scelte programmatiche. Abbiamo cambiato opinione, perché ci siamo convinti, per l'esperienza che una forza politica può non avere, che in realtà il voto palese sugli uomini irrigidisce il giudizio, non consente una libertà di opinione, di giudizio critico, di scelta che invece è utile per l'efficienza delle scelte programmatiche. Cosa voglio dire con questo? Voglio dire: se si adotta la tesi che è stata nostra un tempo (lo diciamo senza nessuna esitazione perché stasera l'ha fatta propria il Presidente Calleri) di fatto strumentalizziamo la scelta degli uomini a un programma a una scelta politica e rendiamo del tutto secondario, marginale il giudizio sugli uomini in quanto tali, sulle loro capacità di portare avanti un programma, sulla coerenza con cui agiscono rispetto a questo programma.
Il che significa, secondo me, far venir meno lo stimolo agli stessi uomini che poi operano all'interno del programma, far venir meno un controllo sulla loro capacità, sulla coerenza, sulla stessa onestà se vogliamo, con cui poi si dedicano allo sviluppo e alla realizzazione del programma. A me sembra che questo sia un elemento negativo.
E' indubbio che il voto palese comporta una remora a una piena libertà di giudizio critico sugli uomini, diventa di fatto un condizionamento anche perché, non dimentichiamo, è più facile forse che la libertà d'espressione (anche all'interno di una maggioranza e di una coalizione) si manifesti su un programma che non sugli uomini, perché subentra una remora psicologica ad esprimere apertamente il giudizio su un collega di partito e così via.
Ecco perché credo che non si debba sottovalutare il rischio che il voto palese comporti il venir meno dell'istanza critica, del giudizio critico su chi opera all'interno di un esecutivo e questo secondo me anche a discapito degli stessi colleghi che saranno investiti della responsabilità proprio perché sentiranno meno lo stimolo, il pungolo critico dell'assemblea.
D'altra parte, parliamoci chiaro, la vera ragione per cui i colleghi della maggioranza (una ragione che io non sottovaluto affatto, anzi, la giudico piuttosto seria) proponendo oggi per il voto palese è quella che il collega Gandolfi in particolare espresse qualche seduta fa e cioè la preoccupazione che prevalsero dei metodi e delle situazioni del tipo di quelle siciliane, tanto per capirci, e cioè che il voto segreto favorisca un certo raggruppamento di clientele attorno a dei nomi e in qualche modo deteriori il rapporto tra l'assemblea e l'esecutivo nella scelta degli uomini. Io devo dire che questo rischio, anche se in astratto esiste, nella nostra Regione non credo possa esserci. In realtà, i grandi partiti di massa soprattutto, gli stessi partiti della maggioranza, si conformano nella nostra Regione - e mi sembra che l'esperienza di tutti i Consigli Comunali e degli Enti locali stia a testimoniarlo - in modo tale da mettere in maggiore evidenza il loro carattere di massa, il loro collegamento con la realtà, anziché la caratteristica di forze clientelari, come purtroppo invece in altre situazioni si assume. Questa secondo me è una garanzia di serietà. Io mi sono trovato a operare per degli anni in un'assemblea importante come quella di Torino, dove si adotta lo scrutinio segreto nella scelta degli Assessori e non ricordo che vi siano stati mai degli inconvenienti. E' vero, ci sono degli Assessori al Comune di Torino che escono con più voti di altri, ma credo che questa sottolineatura, cioè questo giudizio sulle persone che emerge dal voto, sia di fatto un elemento positivo, sia un modo dell'assemblea di esprimere un giudizio critico che non torna affatto a danno della composizione, dell'efficienza, e del prestigio della Giunta.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Gandolfi.



GANDOLFI Aldo

Il dibattito sulla proposta di emendamento presentata dal Gruppo comunista mi da l'opportunità di rispondere a un certo tipo di obiezioni e di valutazioni a un mio precedente intervento che il Consigliere Minucci ha fatto sia l'altro ieri che poco fa, sul meccanismo di elezione della Giunta.
Io ho accennato, nel mio precedente intervento, al meccanismo di elezione col voto palese come ad un meccanismo di carattere istituzionale che obiettivamente può favorire certi tipi di soluzione e scoraggiarne certi altri. Ho parlato, forse con termine non appropriato, di "deterrente", volendo significare che nella scelta delle soluzioni istituzionali, dei meccanismi istituzionali di carattere elettivo, si pu agevolare o scoraggiare certe soluzioni di tipo degenerativo. Sono d'accordo anch'io che il riferimento alle esperienze delle Regioni a Statuto speciale può valere, ma non è certo considerabile come un pericolo reale in una situazione come quella piemontese; però va tenuto presente.
Questi esempi che cosa ci insegnano? Ci insegnano? Ci insegnano in sostanza che in situazioni come quelle che caratterizzano un po' tutti gli organismi rappresentativi ed elettivi italiani, a tutti i livelli e in tutte le zone d'Italia, si realizzano e si devono realizzare, per dar vita a soluzioni di governo, delle soluzioni di coalizione, cioè si devono formare delle maggioranze le quali sono inevitabilmente nella situazione che possiamo ipotizzare ancora per alcuni decenni, certamente delle maggioranze di coalizione.
Ad avviso del Partito repubblicano, nel prospettare certe soluzioni di tipo istituzionale, si devono tenere presenti due cose: l'esigenza che le maggioranze si costituiscano e che quindi ci sia un meccanismo che obblighi una maggioranza e realizzarsi e a esprimersi all'interno di un'assemblea elettiva; l'esigenza che se all'interno di questa maggioranza ci sono degli sfrangiamenti, degli elementi o delle situazioni di dissenso queste acquistino dignità politica e non si camuffino, attraverso il voto segreto in forme inaccettabili di meccanismo democratico. E questo è un primo importantissimo ordine di esigenze che mi sembra sia stato doverosamente tenuto presente nel prospettare una soluzione di elezione del Presidente della Giunta con voto palese.
Ci sono poi tutte le altre considerazioni che ha già espresso, a nome del Gruppo D.C. Il Presidente Calleri e che sono altrettanto valide, cioè le esigenze di coerenza con un tipo di impostazione che è stata scelta quella della discussione programmatica che deve avere come conseguenza non la subordinazione all'impostazione programmatica della lista degli assessori, ma il legame coerente fra l'impostazione programmatica e la lista che viene proposta.
Questo duplice ordine di ragioni che ho cercato di tratteggiare, a mio avviso dà piena coerenza a una impostazione di questo genere. Il Gruppo comunista sollecita una considerazione alla sua proposta ma - e credo che il Gruppo comunista lo possa accettare - questo è il terreno sul quale dei compromessi che tengano conto di tutte le esigenze espresse in Consiglio sono obiettivamente difficili, direi impossibili da realizzare, il tipico terreno sul quale una divisione mi sembra anche un chiarimento di indirizzi. Questo non sminuisce affatto lo sforzo unitario che fino a questo momento è stato fruttuosamente portato avanti.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Simonelli.



SIMONELLI Claudio

Dopo le votazioni di stanotte, sta prendendo corpo un tipo di Giunta di organo di governo della Regione, che rappresenta un fatto importante, una novità rilevante nelle strutture amministrative del nostro Paese. Abbiamo poco fa votato un esecutivo snello, ridotto, tale da potere rappresentare un organo di governo e di programmazione, più che un tradizionale organo di amministrazione. Con questo articolo e con i successivi si propone un meccanismo di elezione che contribuisce a consolidare questa visione di una Giunta diversa da quelle tradizionali degli Enti locali; la Giunta regionale - secondo queste proposte - viene eletta non secondo il meccanismo, che poi è in buona parte frutto di una finzione giuridica, che presiede alla elezione dei Sindaci e dei Presidenti di Provincia e dei loro Assessori, (e eletti a scrutinio segreto perché la scelta investe una valutazione di qualità personali, quasi che i Consigli fossero ancora intesi - secondo moduli ottocenteschi - assisa di gentiluomini casualmente riuniti in una sala, che decidono di scegliere alcuni nel loro seno per amministrare gli affari pubblici e, come si costuma tra gentiluomini, non diventando pubblicamente vizi e qualità, ma votando segretamente i singoli nomi) ma sulla base di una scelta politica, che investe un organo di governo mediante un vero voto di fiducia, espresso intorno ad alcune essenziali linee politico-programmatiche sulle quali si riconoscono quei uomini che la maggioranza propone a costituire l'organo di governo della Regione. E' un voto che viene dato insieme sul programma e sugli uomini sulla base di una proposta sottoscritta da un quorum di Consiglieri che in pratica rappresentano il Gruppo o i Gruppi di maggioranza. Questa novità è positiva anche perché introduce un elemento di aderenza alla realtà della vita politica dei giorni nostri, riportando alla dignità del confronto e del dibattito politico i temi sui quali si formano e si disfano le maggioranze nelle assemblee regionali. Noi riteniamo estremamente positiva questa proposta, di cui il Partito socialista italiano si è fatto portatore fin dai primi giorni dopo l'elezione dei Consiglieri regionali e verifichiamo con soddisfazione che essa sta ottenendo consensi anche nelle altre Regioni, come dimostra il suo accoglimento - nelle linee essenziali tanto nello Statuto lombardo che nelle bozze fin qui note degli Statuti emiliano e laziale). Il sistema proposto si giustifica perciò, a nostro avviso, soprattutto per il fatto che è aderente alla realtà, e dà dignità politica ai dibattiti per l'elezione della Giunta e del Presidente, ha quindi delle ragioni sufficienti al suo attivo, senza bisogno di ricorrere a quella del "deterrente" cioè della sua utilità a scoraggiare, se non a rendere in pratica impossibili, i fenomeni deteriori di corruzione della vita politica che, a causa anche del voto segreto e del conseguente fenomeno dei "franchi tiratori" hanno avvelenato la vita di alcune assemblee di Regioni a Statuto speciale. Questo sistema ci sembra abbia sufficienti pregi per essere proposto al Consiglio e noi, con piena coscienza, approveremo questo e i successivi articoli nella forma definitiva che risulta dagli emendamenti presentati dai Gruppi di maggioranza.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Vera.



VERA Fernando

Noi riteniamo inaccettabile la tesi che il voto segreto sia un fatto di libertà, la riteniamo inaccettabile proprio per non far torto, per non recare oltraggio alla dignità dei Consiglieri regionali pensando che essi trovino il coraggio di un atto di libertà soltanto nell'anonimo del voto segreto. E di ciò siamo tanto più convinti in quanto da un lato riflettiamo sul fatto che, così come enunciato nella norma statutaria, questo voto accompagna non una lista di persone sulle quali si esprime un giudizio personale, ma un documento politico cui si accompagna una lista di persone.
D'altro canto ci conforta il sapere che ove il voto segreto è stato largamente applicato (come il caso qui più volte citato stasera della Sicilia) lo è stato non per motivi di libertà, ma per operazioni di bassa lega che noi francamente non vogliamo vedere nella Regione Piemonte.
Quindi, confortati in questo anche dall'esempio di quello che avviene in organismi politici di altri paesi europei (e mi pare recente una proposta che riguarda pure il Parlamento italiano), noi scegliamo il voto palese come un fatto di onestà, di correttezza e in ultima analisi proprio come un fatto di libertà.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Sanlorenzo.



SANLORENZO Dino

Avrei certamente rinunciato se la parola "inaccettabile" usata dal Consigliere Vera non mi avesse fatto venire alla mente ciò che credo tutti i Consiglieri hanno letto nei giornali di questi giorni e che mette almeno un'ombra di dubbio sulla sicurezza dei Consiglieri Gandolfi, Vera e di quanti altri hanno sostenuto la superiorità morale del voto palese nei confronti del voto segreto. Ho letto pochi giorni fa che una grande città del nostro Paese, capoluogo di una grande Regione, ha eletto un Sindaco con 36 voti di maggioranza contro 35 voti andati ad un altro Consigliere. Sono mancati però a questo Sindaco dieci voti del suo partito e tre voti del partito repubblicano e del PSU, i quali nel segreto dell'urna non l'hanno votato. Fenomeno di malcostume, vero? Già, ma il Sindaco si chiama Ciancimino, la città si chiama Palermo e la Regione è la Sicilia. E se c'è una speranza che le cose cambino, è soprattutto affidato ai Consiglieri che o nel segreto dell'urna o meglio all'aperto del dibattito politico hanno detto di no a Ciancimino.



PRESIDENTE

Nessun altro chiede di parlare Pongo ai voti l'emendamento presentato dai Consiglieri Furia, Sanlorenzo, Rivalta e Giovana che tende a sostituire l'art. 30 con un altro testo del quale ho dato prima lettura. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Vi è ora un emendamento sostitutivo presentato dai Consiglieri Carazzoni e Curci, di cui dò lettura: "Il Presidente della Giunta Regionale è eletto dal Consiglio nel suo seno, a scrutinio segreto ed a maggioranza assoluta dei suoi componenti e con l'intervento di almeno due terzi dei Consiglieri. Se dopo due votazioni nessuno dei Consiglieri ha riportato la maggioranza assoluta, si procede ad una votazione di ballottaggio fra i due Consiglieri cha hanno ottenuto nella seconda votazione il maggior numero dei voti.
E' proclamato Presidente il Consigliere cha ha ottenuto la maggioranza assoluta dei voti.
Qualora, anche dopo la quarta votazione nessun Consigliere abbia ottenuto la maggioranza, l'elezione è rinviata ad altra seduta, da tenersi entro otto giorni con la presenza della metà più uno dei Consiglieri in carica.
Ove nessuno ottenga la maggioranza assoluta, si procede nella stessa seduta ad una votazione di ballottaggio, in seguito alla quale è proclamato eletto il Consigliere che ha raccolto il maggior numero dei voti.
In caso di parità è eletto il Consigliere più anziano d'età.
Ove nella seduta indetta a sensi del quarto comma del presente articolo, si rende impossibile, per la mancanza del numero prescritto di Consiglieri, la elezione del Presidente, la convocazione del Consiglio è rinviata di altri otto giorni, e, in caso di mancata elezione, il Consiglio viene sciolto a sensi del secondo comma dell'art. 126 della Costituzione.
In caso di vacanza dell'ufficio di Presidente della Giunta Regionale, il Consiglio è convocato entro quindici giorni per la nomina del successore.
Alle dimissioni ed alla revoca del Presidente della Giunta conseguono di diritto, le dimissioni dell'intera Giunta".
Desiderano illustrarlo? No.
Pongo ai voti il testo dell'emendamento sostitutivo di cui ho dato ora lettura, presentato dai Consiglieri Carazzoni e Curci.
E' respinto.
Prima di prendere in esame gli emendamenti aggiuntivi di altri articoli presentati dai Consiglieri Carazzoni e Curci, procediamo all'esame dei vari comma del testo presentato dalla Commissione.
Il comma primo non comporta emendamenti, ne dò lettura: "Il Presidente e la Giunta sono eletti dal Consiglio nel suo seno con votazione Per appello nominale".
Nessuno chiede di parlare? Chi è favorevole e pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Comma secondo, anche questo non comporta emendamenti: "L'elezione avviene a seguito di presentazione di un documento scritto da almeno un terzo dei Consiglieri assegnati alla Regione, con il quale si propongono al Consiglio le linee politiche ed amministrative, il nome del Presidente e l'intera lista degli Assessori".



BIANCHI Adriano

Io direi di omettere le parole "nome del" e direi solo "il Presidente".



PRESIDENTE

"Il Presidente e l'intera lista degli Assessori". Non credo sia necessario votarlo come emendamento.
Ha facoltà di parlare il Consigliere Bono.



BONO Sereno

Io intendo presentare la proposta di ridurre il quoziente da un terzo a un quarto dei Consiglieri necessari per la sottoscrizione del documento prescritto per la presentazione della lista dei candidati alla presidenza e alla Giunta. Se fosse passato l'emendamento sostitutivo del Consigliere Furia non avrei sollevato il problema, ma essendo stato bocciato ritengo che il mantenimento del terzo rappresenti un pesante scompenso in tutto l'equilibrio sia dello Statuto che degli altri documenti già approvati dal Consiglio. Infatti abbiamo all'art. 25 dello Statuto che abbiamo approvato oggi, che il quoziente necessario per la convocazione del Consiglio è rappresentato da un quarto dei Consiglieri, questo quoziente viene poi riconfermato all'art. 19 e lo ritroviamo ancora all'art. 31 quando si richiede un numero di Consiglieri sufficiente per la presentazione di una mozione di sfiducia.
Io ritengo che la convocazione del Consiglio sia un atto almeno importante se non più importante di quello della presentazione di un documento programmatico e della lista dei candidati per l'elezione della Giunta. Infatti non si riesce a spiegare perché per la presentazione dei candidati e per la presentazione del documento programmatico necessiti un terzo dei Consiglieri, mentre per revocare il mandato all'art. 31 il quoziente viene abbassato ad un quarto. Ritengo pertanto che lo scompenso possa essere corretto in questa sede riducendo da un terzo ad un quarto il numero dei Consiglieri necessari per la presentazione del documento e per la formulazione della proposta dei membri della Giunta.



PRESIDENTE

Vi è dunque una proposta di emendamento modificativo del Consigliere Bono che mira a sostituire alle parole "un terzo" le parole "un quarto".
Se nessuno chiede di parlare pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento sostitutivo proposto dal Consigliere Bono, prima di passare all'approvazione del comma secondo. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Pongo ora in votazione il testo del comma secondo come è stato proposto dalla Commissione.
E' approvato.
Comma terzo: "Sulle linee politiche ed amministrative proposte si svolge, secondo le norme del Regolamento, un dibattito al termine del quale il Consiglio procede con votazioni separate all'elezione del Presidente e della Giunta".
Vi è una proposta di emendamento soppressivo e sostitutivo presentata dal Consigliere Bianchi: "Sopprimere l'inciso 'secondo le norme del Regolamento' e sostituire alle parole 'con votazioni separate all'elezione del Presidente e della Giunta' le parole 'con votazione successiva alla elezione del Presidente e quindi della Giunta' ".
Se nessuno chiede la parola pongo in votazione la soppressione dell'inciso.
E' approvato.
Adesso pongo in votazione per alzata di mano, se nessuno chiede di parlare, la proposta di sostituzione di alcune parole, che ho testé letto.
E' approvato.
Pongo in votazione per alzata di mano, il testo del comma terzo come è stato modificato.
E' approvato.
Comma quarto: "L'elezione del Presidente della Giunta ha luogo a maggioranza assoluta dei componenti il Consiglio".
Vi è un emendamento sostitutivo presentato dai Consiglieri Bianchi ed altri, che propone di sostituire il testo col seguente: "E' proclamato eletto Presidente il Consigliere che ha conseguito la maggioranza assoluta dei voti dei Consiglieri assegnati alla Regione".
Chiede di illustrarlo? No.
L'approvazione di questo emendamento sostitutivo implica la decadenza del comma quarto, nel caso in cui venga approvato. Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento sostitutivo del Consigliere Bianchi ed altri.
E' approvato.
Con questa votazione si intende approvato il nuovo comma quarto.
Comma quinto: "Ove non sia raggiunta la maggioranza richiesta l'elezione è rinviata ad altra seduta da tenersi non prima di otto, n oltre quindici giorni, la quale è valida con la presenza della maggioranza dei Consiglieri assegnati alla Regione".
Vi è un emendamento sostitutivo del Consigliere Bianchi che propone di sostituire alla terza riga la parola "né" con le parole "e non", che è puramente formale.
Pongo in votazione per alzata di mano questo emendamento.
E' approvato.
Un secondo emendamento dice di fare il punto dopo la parola "giorni" e sopprimere il rimanente testo che dice "la quale è valida con la presenza della maggioranza dei Consiglieri assegnati alla Regione".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Pongo in votazione per alzata di mano l'intero quinto comma con le modifiche apportate.
E' approvato.
Comma sesto: "Se in questa seconda votazione il Presidente designato o la Giunta proposta non hanno riportato la maggioranza richiesta, si procede ad un'altra votazione nella quale l'elezione avviene a maggioranza semplice" Vi è una proposta di emendamento sostitutivo e modificativo del Consigliere Bianchi che propone di sostituire al testo del comma sesto il seguente: "Se in questa seconda votazione nessuno dei Consiglieri designati alla Presidenza ha riportato la maggioranza assoluta richiesta, si procede ad altra votazione a seguito della quale viene proclamato eletto chi ha riportato il maggior numero di voti".
L'approvazione eventuale di questo emendamento implica decadenza del precedente comma sesto e l'approvazione di questo in sua sostituzione. Chi è favorevole all'emendamento sostitutivo proposto dal Consigliere Bianchi è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Comma settimo: "Ove siano presentate liste concorrenti, vengono per primi sottoposti alla votazione i candidati presentati dal maggior numero di Consiglieri".
Il Consigliere Bianchi propone di sostituire a questo comma il seguente, la cui approvazione implicherebbe decadenza del precedente comma settimo. Leggo il testo sostitutivo: "Avvenuta l'elezione del Presidente il Consiglio procede all'elezione della Giunta a maggioranza semplice con votazione della lista ad esso collegata".
L'emendamento è chiaro? Lo pongo in votazione. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Pongo ora in votazione per alzata di mano l'intero art. 30.
E' approvato.



GANDOLFI Aldo

Proporrei di aggiornare la seduta, vista la situazione di stanchezza che credo sia di tutti.



PRESIDENTE

Consigliere Gandolfi! Le questioni di principio sono state largamente dibattute. Se ne sorgessero altre rinvieremo la seduta a domani. Ma cerchiamo di esaurire, se possibile, questo Titolo.
Vi sono tre articoli aggiuntivi proposti dai Consiglieri Carazzoni e Curci. Ne dò lettura e poi li pongo in votazione.
"Aggiungere il seguente art. 30 bis: 'La Giunta è eletta dal Consiglio nel suo seno subito dopo l'elezione del Presidente, a scrutinio segreto e a maggioranza assoluta dei suoi componenti e con l'intervento di almeno due terzi dei Consiglieri'...".
Non ne dò ulteriore lettura in quanto è precluso dalla votazione dell'articolo precedente. "Art. 30 ter - Non possono contemporaneamente far parte della stessa Giunta ascendenti e discendenti, fratelli, coniugi affini di primo grado, adottato ed adottante".
Questo non è precluso. Desiderano illustrarlo? No.
Lo pongo in votazione per alzata di mano.
E' respinto.
"Art. 30 quater - Al Presidente della Giunta Regionale è corrisposto un assegno mensile, fissato con legge regionale, che non può essere superiore all'ammontare del trattamento economico previsto dall'art. 24 della legge 10 febbraio 1953, n. 62".
"Agli Assessori regionali è corrisposto un assegno mensile, fissato con legge regionale, che non può superare l'ammontare del trattamento economico previsto dall'alt. 29 della stessa legge 10 febbraio 1953, n. 62".
Lo pongo in votazione. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Art. 31 - Mozione di sfiducia.
Prima di dare lettura dei comma, leggo gli emendamenti sostitutivi dell'intero articolo. Un primo emendamento sostitutivo è proposto dai Consiglieri Sanlorenzo, Rivalta e Furia ed è il seguente: "La Giunta ed il suo Presidente rispondono del loro operato di fronte al Consiglio.
La Giunta ed il suo Presidente possono essere revocati, anche individualmente, su proposta motivata di un quarto dei Consiglieri.
Sulla proposta di revoca di tutta la Giunta, il Consiglio vota per appello nominale; sulle proposte di revoca individuale la votazione si effettua a scrutinio segreto.
Ogni proposta di revoca deve essere discussa non prima di 10 e non oltre 20 giorni dalla presentazione.
In caso di scioglimento, per rinnovazione del Consiglio, di dimissioni o di revoca della Giunta, quest'ultima resta in carica per gli affari correnti fino all'elezione della nuova".
Desidera illustrarlo? Ha facoltà di parlare il Consigliere Furia.



FURIA Giovanni

Con questo articolo sostitutivo seguiamo una logica diversa da quella che ha guidato la redazione dell'articolo contenuto nel progetto di Statuto. Noi parliamo di revoca e non di mozione di sfiducia perch riteniamo che il Consiglio Regionale debba avere il diritto di poter revocare non solo la Giunta, ma anche i singoli Assessori. Nei confronti dei singoli Assessori non possono valere soltanto le norme previste per violazione di legge ecc. ma debbono valere anche fatti politici. Non crediamo che basti prevedere solo la norma delle dimissioni, sappiamo benissimo che nei confronti di un singolo Assessore non potrebbe essere adottata la mozione di sfiducia. Ecco perché insistiamo sulla validità del metodo della revoca, perché questo consente, qualora la Giunta non ottemperi al programma, che anche il singolo Assessore, con la maggioranza del Consiglio, possa essere revocato. E anche in questo caso vi è nel sistema di votazione per determinare la revoca, una logica molto rigorosa: noi prevediamo il voto palese per quel che riguarda la revoca dell'intera Giunta, mentre prevediamo il voto segreto per la revoca di ogni singolo Assessore, perché non è in discussione un organismo collegiale, ma una persona. Noi crediamo che anche se nel precedente art. 30 sulla questione del voto a scrutinio segreto non siamo riusciti a realizzare un voto unitario, in questo caso possa essere compiuto un passo avanti.
Con questa dichiarazione voglio dire che non siamo alieni dall'esaminare la possibilità, per quel che riguarda questo articolo, di arrivare ad una soluzione che tenga in considerazione, possibilmente, le esigenze che sono espresse per un verso nell'articolo presente nel progetto di Statuto e per l'altro verso nell'articolo sostitutivo che abbiamo proposto.



PRESIDENTE

Nessun altro chiede di parlare? Pongo in votazione l'emendamento sostitutivo dell'intero articolo proposto dai Consiglieri Sanlorenzo, Rivalta e Furia. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Vi è una proposta di articolo sostitutivo dell'intero articolo presentata dai Consiglieri Carazzoni e Curci che suona così: "Il Presidente della Giunta e la Giunta Regionale ovvero uno o più Assessori possono essere revocati dall'ufficio in seguito a mozione sottoscritta da almeno un terzo dei Consiglieri in carica od a mozioni diverse ma tutte contenenti le medesime richieste di revoca e complessivamente sottoscritte da almeno un terzo dei Consiglieri in carica da discutersi non prima di 5 giorni e non oltre 8 giorni.
La approvazione della mozione deve avvenire per appello nominale a maggioranza assoluta dei voti dei Consiglieri in carica.
La revoca del Presidente comporta la decadenza dell'intera Giunta".
Questo emendamento è precluso dalla votazione testè avvenuta perch contiene, con leggere varianti, un sistema della stessa natura.
Passiamo all'esame dei comma. Dal primo al quinto non vi sono emendamenti presentati; ne dò lettura globalmente e li porrò in votazione globalmente, a meno che qualcuno non ne chieda la votazione per parti separate: "Il Presidente e la Giunta restano in carica fino all'elezione del nuovo Presidente e della nuova Giunta.
Il voto del Consiglio contrario ad una proposta della Giunta non ne comporta obbligatoriamente le dimissioni.
Il Presidente e la Giunta cessano dalla carica in caso di approvazione di una mozione di sfiducia espresso per appello nominale col voto della maggioranza dei Consiglieri assegnati alla Regione.
La mozione deve essere sottoscritta da almeno un quarto dei Consiglieri e può essere proposta solo nei confronti dell'intera Giunta.
Dopo l'approvazione della mozione di sfiducia, il Presidente e la Giunta restano in carica solo per gli affari correnti".
Vi sono osservazioni? Pongo in votazione i primi cinque comma di questo articolo. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Sono approvati.
Comma sesto: "La mozione di sfiducia può contenere la proposta di nuove linee politico-amministrative, di un nuovo Presidente e di una nuova Giunta".
Vi è una proposta di emendamento soppressivo dell'intero comma presentata dai Consiglieri Zanone ed altri. Desiderano illustrarla? No. La pongo in votazione.
E' respinta.
Vi è un emendamento aggiuntivo del Consigliere Bianchi che propone dopo le parole "la mozione di sfiducia" di aggiungere le parole "se presentata da un terzo dei Consiglieri".
Nessuna osservazione? Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento aggiuntivo del Consigliere Bianchi.
E' approvato.
Pongo in votazione per alzata di mano il testo del comma sesto con la modifica testé approvata.
E' approvato.
Comma settimo: "In questo caso, l'approvazione a maggioranza assoluta di voti della mozione comporta il passaggio immediato alla votazione per l'elezione del nuovo Presidente e della nuova Giunta secondo le procedure previste dall'art. 30".
Vi è una proposta di emendamento soppressavo dell'intero comma dei Consiglieri Zanone ed altri. Suppongo che abbia la stessa logica di quello precedente. Chi è favorevole all'emendamento soppressivo del comma settimo è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Vi è una proposta di emendamento sostitutivo presentato dal Consigliere Bianchi che suona: "In questo caso, l'approvazione della mozione con la maggioranza sopra richiesta comporta il passaggio immediato alla votazione per l'elezione del nuovo Presidente e quindi della nuova Giunta secondo la procedura prevista dall'art. 30".
Nessuna osservazione? Pongo ai voti per alzata di mano l'emendamento sostitutivo dell'intero comma settimo, che, se approvato, comporta la sostituzione del comma settimo e quindi l'approvazione di questo nuovo comma settimo.
E' approvato.
Pongo in votazione per alzata di mano l'intero art. 31 con le modifiche arrecate dal Consiglio.
E' approvato.
Passiamo all'esame dell'art. 32 - Sostituzione del Presidente e della Giunta per invito del Governo.
Dò lettura del comma primo, al quale è stato proposto un emendamento sostitutivo: "Il Presidente della Giunta e la Giunta Regionale possono, nei casi previsti dall'art. 126 della Costituzione, essere sostituiti dal Consiglio Regionale su invito del Governo formulato dal Presidente del Consiglio previa conforme deliberazione del Consiglio dei Ministri e trasmesso tramite il Commissario del Governo, al Presidente del Consiglio Regionale".
I Consiglieri Carazzoni e Curci propongono di sostituire le parole "Il Presidente della Giunta e la Giunta Regionale possono... essere sostituiti" con le parole "Il Presidente della Giunta e la Giunta Regionale sono...sostituiti".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Pongo ai voti per alzata di mano il testo del comma primo presentato dalla Commissione.
E' approvato.
Comma secondo: "La seduta del Consiglio Regionale deve avere luogo entro 10 giorni dal ricevimento dell'invito del Governo ed in essa si procede alla votazione secondo le modalità previste dal presente Statuto per l'elezione del Presidente e della Giunta Regionale".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Vi è una proposta di emendamento aggiuntivo, dopo questo comma, dei seguenti nuovi comma, presentati dai Consiglieri Carazzoni e Curci: "Dal momento della formulazione dell'invito del Governo al Consiglio il Commissario del Governo invita un Consigliere ad assumere provvisoriamente le funzioni di Presidente della Giunta Regionale ed a provvedere esclusivamente al disbrigo degli affari correnti.
Esso mantiene tali funzioni sino a nuovo o diverso avviso o ordine del Governo.
Il Consiglio Regionale si assume la responsabilità del rifiuto di provvedere alla sostituzione del Presidente e della Giunta Regionale.
Esso può essere sciolto a sensi del terzo comma dell'art. 126 dalla Costituzione".
Chi è favorevole a questo emendamento aggiuntivo e pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Pongo ai voti per alzata di mano l'intero art. 32.
E' approvato.
Passiamo all'art. 33 - Dimissioni di membri della Giunta.
Dò lettura del primo comma al quale non sono proposti emendamenti: "Le dimissioni o le decadenze del Presidente o della maggioranza degli Assessori comportano le dimissioni dell'intera Giunta".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Comma secondo: "Nel caso di dimissioni o di decadenza di uno o più Assessori fino alla metà dei componenti la Giunta, il Presidente ne propone la sostituzione al Consiglio che vi provvede per appello nominale con le modalità previste e per l'elezione della Giunta".
L'emendamento dei Consiglieri Carazzoni e Curci propone di sostituire le parole "per appello nominale con le modalità previste per le elezioni della Giunta" con le parole "con le modalità previste per le elezioni della Giunta di cui alla Legge 10 febbraio 1953 n. 62".
Questo emendamento è improponibile in quanto si è già approvato un sistema diverso. Pongo quindi in votazione per alzata di mano il testo del secondo comma come è stato proposto dalla Commissione.
E' approvato.
Comma terzo: "Le dimissioni da membri della Giunta sono presentate al Presidente della Giunta che le comunica al Presidente del Consiglio Regionale".
Nessuno chiede di parlare? Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Comma quarto: "Prima della presa d'atto da parte del Consiglio, le dimissioni possono sempre essere ritirate".
Chi è favorevole al quarto comma come è stato presentato dalla Commissione è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
I Consiglieri Carazzoni e Curci propongono di aggiungere, dopo il quarto comma, il seguente nuovo comma: "Qualora il Presidente della Giunta e la Giunta abbiano rassegnato le dimissioni il Consiglio Regionale non può deliberare su alcun altro oggetto prima dell'elezione del nuovo Presidente e della nuova Giunta".
Pongo in votazione per alzata di mano questa proposta di comma aggiuntivo.....



CALLERI Edoardo

Io veramente vorrei prendere la parola.



PRESIDENTE

Siamo già in sede di votazione, ma facciamo uno strappo alla regola.



CALLERI Edoardo

Effettivamente non abbiamo previsto il dispositivo nel caso che sia carente la Giunta, cioè nel caso che vi sia stato il voto di sfiducia e quindi la Giunta sia di fatto dimissionata, oppure dimissionaria. Il fatto di prevedere che il primo punto all'o.d g, che il Consiglio deve discutere sia quello di rinominare la Giunta mi sembra molto corretto e fondato. Non l'abbiamo previsto, è una dimenticanza e il prenderlo in considerazione è tutt'altro che illogico.



PRESIDENTE

E' un sistema conforme alla prassi parlamentare.
Pongo in votazione la proposta di un comma aggiuntivo dopo il quarto comma, proposto dai Consiglieri Carazzoni e Curci.
E' approvato.



CARAZZONI Nino

Mi compiaccio del fatto che uno dei nostri emendamenti sia stato approvato.



PRESIDENTE

Ciò dimostra l'imparzialità di questo Consiglio. Quando non sono emendamenti contrari allo spirito regionalista possono anche essere presi in considerazione. Del resto in Commissione è accaduto abbastanza spesso che i Consiglieri del M.S.I. e i Consiglieri comunisti si trovassero concordi, magari anche con Consiglieri della maggioranza, su proposte carattere tecnico.
Comma quinto: "In caso di vacanza della Giunta o di una parte di essa il Consiglio deve essere convocato entro 15 giorni per la rinnovazione e l'integrazione".
Il Consigliere Bianchi propone di modificare come segue il quinto comma (é un emendamento sostitutivo del quinto comma): "In caso di vacanza della Giunta il Consiglio deve essere convocato entro 15 giorni per la nuova elezione".
Nessuno chiede di parlare? Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento sostitutivo proposto dal Consigliere Bianchi che nel caso di approvazione si intenderebbe approvato come nuovo quinto comma del testo di questo articolo.
E' approvato.
Pongo in votazione per alzata di mano il testo dell'intero art. 33.
E' approvato.
I Consiglieri Carazzoni e Curci propongono due articoli aggiuntivi di cui dò ora successivamente lettura, mettendoli poi in votazione: "Art. 33 bis - Dopo la scadenza del Consiglio, per qualsiasi motivo essa sia avvenuta, la Giunta ed il suo Presidente provvedono solo al disbrigo degli affari di ordinaria amministrazione.
In caso di scioglimento anticipato del Consiglio Regionale, la Giunta ed il suo Presidente rimangono in carica solo per gli affari di ordinaria amministrazione ed il Presidente riferisce quotidianamente al Commissario del Governo sull'attività propria e della Giunta e si attiene alle direttive impartitegli dal Commissario del Governo stesso".
Se non vi è illustrazione né richiesta di parola, pongo in votazione per alzata di mano la proposta di art. 33 bis formulata dai Consiglieri Carazzoni e Curci.
E' respinta.
Leggo ora il testo dell'art. 33 ter proposto dai Consiglieri Carazzoni e Curci: "Il Presidente della Giunta Regionale ed i suoi componenti rimangono sospesi dalle loro funzioni dalla data della sentenza di rinvio a giudizio ovvero dalla data del decreto di citazione a comparire all'udienza fino all'esito del giudizio, qualora vengano sottoposti a procedimento penale per delitti punibili con pena restrittiva della libertà personale.
Rimangono pure sospesi quando contro di essi sia stato emesso mandato di cattura.
In caso di sospensione del Presidente dalle sue funzioni, le stesse vengono svolte dal componente la Giunta che è stato incaricato di sostituirlo in caso di assenza o di impedimento. In caso di sospensione di un componente la Giunta, le sue funzioni vengono svolte provvisoriamente da altri componenti la Giunta, incaricati, dalla Giunta stessa".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Passiamo all'esame dell'art. 34 - Funzionamento della Giunta Regionale.
I comma primo e secondo non comportano emendamenti, ne dò lettura uno dopo l'altro e li pongo in votazione insieme: "La Giunta è convocata dal suo Presidente che fissa gli oggetti all'ordine del giorno dell'adunanza.
Il Presidente dirige e coordina l'attività della Giunta e ne assicura l'unità dell'indirizzo politico ed amministrativo e la collegiale responsabilità di decisione".
Se non vi sono osservazioni pongo in votazione per alzata di mano i comma primo e secondo.
Sono approvati.
Comma terzo: "Il Presidente, con proprio decreto, nomina un Assessore all'Ufficio di Vice presidente della Giunta con la delega a sostituirlo in caso di assenza o impedimento".
I Consiglieri Carazzoni e Curci propongono di aggiungere alla fine del terzo comma le parole "e ne dà comunicazione al Commissario del Governo".
Pongo anzitutto in votazione per alzata di mano l'emendamento aggiuntivo dei Consiglieri Carazzoni e Curci.
E' respinto.
Pongo in votazione per alzata di mano il terzo comma dell'articolo.
E' approvato.
Ai comma quarto, quinto, sesto e settimo non vi sono emendamenti, ne d lettura insieme. Il Consigliere Bianchi chiede di parlare.



BIANCHI Adriano

Al comma quarto credevo di avere presentato un emendamento.



PRESIDENTE

Allora dò prima lettura del comma e poi le darò la parola: "Il Presidente assegna ad ogni Assessore l'esercizio di determinate funzioni, ordinate organicamente per materia".
Ha facoltà di parlare il Consigliere Bianchi.



BIANCHI Adriano

Presento questo emendamento insieme soppressivo e aggiuntivo.



PRESIDENTE

Se lo fa sostitutivo, abbiamo una sola votazione.



BIANCHI Adriano

Emendamento sostitutivo dell'intero comma che suona: "Il Presidente assegna funzioni ordinate organicamente per materia ad ogni Assessore".



PRESIDENTE

E' una dizione logicamente diversa ma sostanzialmente uguale. Ha facoltà di parlare il Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Ritengo questo comma improponibile proprio per le conclusioni a cui la Assemblea è giunta a proposito del numero degli Assessori. Quando la proposta degli assessorati era in numero di 16 era logico determinare ad ognuno di questi date funzioni, ma dato che sono stati ridotti a 8/10 è chiaro che ad ogni Assessore dovranno essere conferite diverse attribuzioni, non solo una. Allora prende forma la proposta che io avanzavo nella mia dichiarazione di voto circa la formazione di Dipartimento o come li si voglia comunque chiamare, di costituire gruppi di materie omogenee da affidare ad ogni Assessore. Mi pare che l'argomento sia valido e che si potrebbe non statuirlo adesso, la forma precisa la potremo trovare, ma non direi adesso che ad ogni Assessore viene dato un compito, perché mi sembra in contrasto con la nuova logica che è stata qui fissata col numero degli Assessori.



CALLERI Edoardo

Si può mettere "per gruppi di materie", anziché "per materia" per venire incontro a questa esigenza.



BERTI Antonio

Benissimo.



PRESIDENTE

Allora l'emendamento Bianchi si intende modificato con la sostituzione delle parole "per materia" con le parole "per gruppi di materie".
Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento sostitutivo presentato dal Consigliere Bianchi con la correzione apportata. Con la sua eventuale approvazione si intende sostituito il comma quarto senza richiedere una seconda votazione.
E' approvato.
Dò lettura degli ultimi comma dell'articolo per i quali non vi sono emendamenti: "Il Presidente ha altresì facoltà di modificare l'attribuzione dei compiti e delle funzioni di ogni Assessore ogni qualvolta, per motivi di coordinamento e funzionalità ne ravvisi l'opportunità. Di entrambe queste determinazioni il Presidente dà comunicazione al Consiglio Regionale.
La Giunta delibera con intervento di almeno la metà più uno dei suoi componenti ed a maggioranza assoluta dei voti. In caso di parità di voti prevale quello del Presidente.
Le adunanze della Giunta non sono pubbliche".
Pongo in votazione per alzata di mano questi ultimi tre comma dell'art.
34 globalmente, a meno che non venga chiesta la votazione separata.
Sono approvati.
Pongo in votazione l'intero art. 34.
E' approvato.
Passiamo all'esame dell'art. 35 - Firma degli atti della Regione - "Il Presidente delega agli Assessori la firma degli atti di ordinaria amministrazione relativi alle funzioni istruttorie ed esecutive loro assegnate rimanendo di sua pertinenza la firma di tutti gli atti di straordinaria amministrazione".
Chi è favorevole a questo primo comma è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Comma secondo: "Il Presidente può delegare la firma di particolari atti, stabilito nell'apposito regolamento interno della Giunta Regionale ed approvato dalla Giunta stessa, anche al Segretario Generale o ai funzionari da lui proposti".
I Consiglieri Carazzoni e Curci propongono di sopprimere l'intero secondo comma. Chi è favorevole all'emendamento soppressivo è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Vi è poi un emendamento al secondo comma presentato dal Consigliere Sanlorenzo, che propone di sopprimere le parole "anche al Segretario Generale o ai funzionari da lui proposti". Questo emendamento però è precluso.
Pongo in votazione per alzata di mano il comma secondo nel testo proposto dalla Commissione.
E' approvato.
Pongo in votazione per alzata di mano l'art. 35 nel suo complesso.
E' approvato.
Esaminiamo ora l'art. 36 - Rendiconto della Giunta.
Vi è anzitutto una proposta di sostituzione dell'intero articolo con un altro testo. L'emendamento sostitutivo è presentato dai Consiglieri Carazzoni e Curci e suona: "Il Presidente della Giunta e la Giunta rispondono del proprio operato di fronte al Governo della Repubblica ed al Consiglio Regionale.
La Giunta Regionale sottopone annualmente al Consiglio una relazione della propria attività e su di essa ha luogo una votazione.
L'esito negativo della votazione comporta la revoca della Giunta e del suo Presidente.
Copia della relazione è trasmessa al Commissario del Governo ed alle Camere.
La relazione al Consiglio deve essere presentata entro il 28 febbraio successivo all'anno cui essa si riferisce e la sua mancata presentazione comporta la revoca della Giunta.
La Giunta può essere altresì chiamata a rispondere del proprio operato di fronte al Consiglio, in qualunque momento, su domanda di un quarto dei Consiglieri in carica".
Desiderano illustrarlo? Nessuno chiede la parola? Lo pongo in votazione.
Chi è favorevole all'emendamento sostitutivo dell'intero articolo presentato dai Consiglieri Carazzoni e Curci è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Dò lettura del comma primo al quale è stato proposto un emendamento: "Il Presidente e la Giunta sono responsabili di fronte al Consiglio al quale rendono annualmente conto della propria attività, in data da stabilirsi nel Regolamento interno del Consiglio".
Il Consigliere Bianchi propone di sopprimere le parole "interno del Consiglio". E' un emendamento di pura forma. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Pongo in votazione per alzata di mano il comma primo dell'articolo.
E' approvato.
Comma secondo: "Il Presidente e la Giunta possono essere chiamati in qualunque momento a rispondere del proprio operato di fronte al Consiglio su richiesta motivata di un quarto dei Consiglieri assegnati alla Regione".
Nessuno chiede di parlare? Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Pongo in votazione per alzata di mano testo dell'intero art. 36.
E' approvato.
Passiamo all'art. 37 - Competenze ed attribuzioni della Giunta - "La Giunta provvede all'esecuzione delle leggi e delle deliberazioni del Consiglio, amministra il patrimonio della Regione e controlla la gestione dei servizi pubblici regionali affidati ad Enti amministrativi dipendenti dalla Regione, ad aziende speciali ed a società a partecipazione regionale".
Vi è un emendamento sostitutivo del comma primo e del comma secondo dei Consiglieri Carazzoni e Curci.
Ecco il secondo comma della Commissione di cui è proposta la sostituzione con il testo che leggerò fra poco: "Essa è tenuta a predisporre il piano di sviluppo regionale ed i piani settoriali da sottoporre all'approvazione del Consiglio e ne cura l'attuazione; predispone inoltre il bilancio preventivo e il conto consuntivo da presentare al Consiglio".
I Consiglieri Carazzoni e Curci propongono di sostituire i comma primo e secondo con il seguente nuovo comma: "La Giunta Regionale è l'organo esecutivo della Regione. Essa provvede alla esecuzione delle leggi e delle deliberazioni del Consiglio. Amministra il patrimonio della Regione e controlla la gestione dei servizi pubblici regionali affidati ad aziende speciali.
Predispone il bilancio preventivo e presenta annualmente il conto consuntivo".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Il Consigliere Bianchi propone al primo comma, che riprendiamo in esame da solo, dopo le parole "La Giunta" di aggiungere le parole "ha l'iniziativa delle funzioni amministrative demandate alla Regione" lasciando tutto il resto del testo come è. Chi è favorevole all'emendamento aggiuntivo proposto dal Consigliere Bianchi è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Pongo in votazione per alzata di mano il comma primo.
E' approvato.
Pongo in votazione per alzata di mano il comma secondo, di cui ho già dato lettura.
E' approvato.
Comma terzo: "La Giunta nei limiti e nei modi fissati dalle leggi dello Stato del presente Statuto o da apposite leggi regionali delibera sulle seguenti materie: a) storno di fondi di un articolo all'altro di uno stesso capitolo di bilanci b) progetti di lavori nei limiti dei piani generali di cui all'art. 15 lettera m) del presente Statuto c) contratti della Regione d) liti attive e passive, rinunce e transazioni".
Vi è un emendamento aggiuntivo del Consigliere Sanlorenzo alla lettera d) in cui propone di aggiungere le seguenti parole "sentite le Commissioni competenti", cioè la lettera d) suonerebbe: "liti attive e passive, rinunce e transazioni sentite le Commissioni competenti".
Desidera illustrarlo?



SANLORENZO Dino

Il motivo sembrerebbe ovvio dalla dizione, però credo sia avvalorato anche dalla specificazione introdotta a suo tempo dai colleghi della maggioranza, quando sono stati attribuiti i compiti alle Commissioni: "deliberazione delle commissioni dalle loro funzioni normali" che sono quelle di passare in rassegna i progetti di legge. Avendo attribuito una dignità particolare alle deliberazioni che possono essere prese, esaminate anche dalle Commissioni, è evidente che qualora insorgano liti attive passive, rinunce o transazioni è opportuno passare attraverso un parere consultivo delle Commissioni prima che la Giunta decida.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Calleri.



CALLERI Edoardo

Il parere delle Commissioni è consultivo nel senso che sono deliberazioni di competenza del Consiglio; se fossero di competenza del Consiglio anche in questo caso sarebbe logico che andassero alle Commissioni, ma qui stiamo parlando di competenze della Giunta, il che è diverso. Faccio presente poi che vi è stata in sede di Commissione, con il collega Sanlorenzo, una discussione in ordine al potere della Giunta relativo ai contratti della Regione e mi pare che il Consigliere si sia convinto....



SANLORENZO Dino

No no, si è convinto lei, è successo il contrario perché si è aggiunto "nei limiti e nei modi fissati dalle leggi dello Stato" che prima non c'era.



CALLERI Edoardo

C'era lo stesso, perché è evidente che è nei limiti, non credo che la Giunta possa fare un contratto se non nei limiti di una legge che il Consiglio Regionale ha approvato. Che debbano essere fissati dei limiti delle modalità questo è nell'ordine naturale delle cose, è giusto che sia così, ma definiti i limiti è chiaro che la Giunta deve potersi muovere per impostare la sua attività. Il problema delle liti passive, delle rinunce e delle transazioni è quel minimo di operatività entro il quale si pu muovere la Giunta. Il riferire ad una Commissione quando si tratta di rinunce di transazione, di liti attive o passive le toglie quel minimo di funzionalità che deve avere. Il problema non è tanto in termini di poteri e di competenze, quanto di funzionalità. Io non vorrei che con questi eccessi si volesse rinunciare agli aspetti positivi della funzionalità della Giunta. Quindi credo che non si possa assolutamente accettare l'emendamento proposto dal collega Consigliere Sanlorenzo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento aggiuntivo Sanlorenzo.
E' respinto.
Pongo in votazione il comma terzo dell'articolo.



GARABELLO Enzo

Propongo di togliere le parole "dal presente Statuto" e mettere "dallo Statuto".



PRESIDENTE

E' una modifica formale, credo che non vi siano obiezioni, quindi si può intendere proposto in questi termini: "La Giunta nei limiti e nei modi fissati dalle leggi dello Stato, dello Statuto o da apposite leggi regionali".
Nessuno ha osservazioni da fare su questa proposta? Pongo in votazione per alzata di mano il comma terzo con questa modifica formale.
E' approvato.
Comma quarto: "La Giunta Regionale esercita ogni altra attribuzione ad essa demandata dalla Costituzione, dalle leggi statali o regionali e dallo Statuto".
Non vi sono emendamenti proposti: chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Comma quinto: "La Giunta può assumere inoltre ogni deliberazione di carattere amministrativo e regolamentare che le sia stata esplicitamente demandata dal Consiglio Regionale".
I Consiglieri Carazzoni e Curci propongono di sopprimere l'intero quinto comma, Chi è favorevole a questa soppressione è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Vi è un emendamento modificativo del Consigliere Sanlorenzo che propone di sostituire le parole "e regolamentare" con la parola "corrente" in modo che il testo suoni così: "La Giunta può assumere inoltre ogni deliberazione di carattere amministrativo e corrente che le sia stata esplicitamente demandata dal Consiglio Regionale".
Lo vuole illustrare?



SANLORENZO Dino

La questione è di un certo rilievo perché se non fissiamo un limite una restrizione, è evidente che il Consiglio può demandare alla Giunta qualsiasi norma amministrativa e regolamentare di qualsiasi portata, dopo di che una maggioranza consiliare può regolarmente trasferire dal Consiglio alla Giunta ogni sorta di poteri. Questo mi pare scorretto rispetto all'impostazione che abbiamo svolto finora. Noi possiamo ammettere un'ipotesi di questa natura per affari di amministrazione corrente, ma non per qualsiasi provvedimento di carattere amministrativo e regolamentare, di qualsiasi portata. L'emendamento tende a demandare alla Giunta senza privare il Consiglio di quella facoltà regolamentare che è di titolarità normale del Consiglio e non della Giunta, altrimenti il giochetto diventa molto semplice, il Consiglio demanda alla Giunta tutto quello che vuole e la Giunta fa ciò che invece deve fare il Consiglio.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Calleri.



CALLERI Edoardo

La preoccupazione espressa dal Consigliere Sanlorenzo è una preoccupazione inesistente perché nessun Regolamento potrebbe essere considerato valido e il Presidente della Giunta sicuramente non potrebbe firmarlo, se emesso dalla Giunta, essendo esplicitamente previsto che leggi e Regolamenti sono approvati dal Consiglio. E' un potere non delegabile e qui non si intende dire quello, si intende dire che ad esempio vi pu essere da parte del Consiglio l'attribuzione alla Giunta di assumere l'iniziativa di presentare il Regolamento, potere questo che sicuramente non si può togliere al Consiglio ma è bene sia previsto che la Giunta la possa ricevere....



SANLORENZO Dino

Ma qui c'è scritto "la Giunta può assumere inoltre ogni deliberazione" non c'e scritto che può presentare progetti....



CALLERI Edoardo

Se il Consiglio demanda alla Giunta la formulazione del Regolamento che poi deve essere approvato dal Consiglio, è chiaro che la formulazione è presa con deliberazione della Giunta, che la presenta, se no che cosa presenta?



SANLORENZO Dino

Allora bisogna dire "presentare" e non "assumere".



CALLERI Edoardo

Assume, ma non in luogo del Consiglio. La dizione è esatta, è chiaro che assume una deliberazione che però, per essere definitiva, deve essere approvata dal Consiglio; il Consiglio non si può spogliare dei propri poteri, conseguentemente è fuori discussione che deve essere approvata dal Consiglio. Si deve soltanto ammettere che questo tipo di procedura che il Consiglio volesse adottare, è recepibile dalla Giunta, non è precluso altrimenti corriamo il rischio che non prevedendo una norma di questo genere il Consiglio non può demandare alla Giunta nulla delle sue attribuzioni, il che sarebbe assurdo.



PRESIDENTE

Pongo in votazione......
Ha facoltà di parlare il Consigliere Nesi. Pregherei però coloro i quali intendono parlare, che sanno che passo alla votazione dopo che ha parlato l'ultimo oratore iscritto, di chiedere la parola tempestivamente altrimenti sarò costretto a dichiarare precluse tutte le richieste.



NESI Nerio

Pare anche a me che la parola "regolamentare" sia per lo meno infelice voglio dire che la dizione, che è in aperto contrasto (come d'altra parte giustamente rilevava anche il dr. Calleri) con il disposto di articoli che abbiamo già approvato, secondo i quali soltanto al Consiglio spetta il potere di legiferare e di regolamentare, debba essere rivista: se no noi dopo avere affermato che ci sono dei poteri del Consiglio che non sono delegabili, differiamo da questa impostazione e in realtà deleghiamo la Giunta ad assumere deliberazioni che regolamentano. Se si vuol dire ciò che sosteneva adesso il dr. Calleri, cioè di dare alla Giunta la possibilità di fare delle proposte, dobbiamo dire una cosa diversa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Besate. Ne ha facoltà.



BESATE Piero

Aggiungo poche cose a quanto ha detto il Consigliere Nesi. Bisogna rilevare che il concetto espresso dal Presidente Calleri non è quello rispecchiato nella dizione, perché il "carattere amministrativo e regolamentare" è retto dal sostantivo "deliberazione". Lui ha parlato della facoltà di iniziativa della Giunta, ma allora si dica che la Giunta ha facoltà di proporre; la delega a deliberare è un'altra cosa, con la deliberazione si produce sempre un atto (sarà un atto amministrativo o di altro genere), quindi siccome il potere regolamentare è esclusivo del Consiglio e non può essere delegato, accogliendo l'argomentazione del dr.
Calleri che sottolineava la necessità che la Giunta abbia facoltà di iniziativa, si aggiunga, se si vuole sottolineare questo, "la Giunta ha facoltà di proporre".



CALLERI Edoardo

E' chiaro che la Giunta ha facoltà di proporre...



BESATE Piero

Non si può accettare che alla Giunta possa essere delegato la facoltà il potere, la potestà di deliberare in fatto di Regolamento, perché la parola "regolamentare" è retta dal sostantivo "deliberazione".



PRESIDENTE

Altri chiedono di parlare? Procediamo alla votazione.



NESI Nerio

Posso proporre un emendamento all'emendamento?



PRESIDENTE

Sì.



NESI Nerio

"La Giunta può assumere deliberazioni di carattere amministrativo ed iniziative di regolamentazione".



BIANCHI Adriano

E' mio modesto avviso che il Consiglio possa delegare alla Giunta la stesura e l'approvazione di regolamenti delle leggi, anche delle leggi regionali, è normale che i regolamenti delle leggi possano essere delegati all'organo esecutivo, al governo e ritengo che non.....



BESATE Piero

Ma non è un governo!



BIANCHI Adriano

E' un organo, il regolamento di una legge può essere delegato dal Consiglio quante volte riterrà opportuno delegare alla Giunta in determinate materie la formazione del Regolamento di applicazione della legge, e non contrasta per nulla, non spoglia il Consiglio di nessun compito, quindi si può essere tranquillamente chiari ed espliciti a questo riguardo. Se non lo si vuole è un altro discorso, ma si può volerlo ed è correttissimo volerlo.



CALLERI Edoardo

Anche se ciò che ha detto il collega Bianchi è perfettamente in analogia con quel che capita in sede parlamentare (molto spesso le leggi demandano la regolamentazione addirittura non al governo ma al Ministro) in questo caso credo che l'analogia non possa funzionare. Il Presidente della Giunta può emanare il Regolamento solo in quanto il Regolamento abbia seguito un certo iter di approvazione da parte del Consiglio, anche se sarà solo formale avendo il Consiglio demandato alla Giunta di fare il Regolamento. Ma qui la deliberazione si riferisce alla possibilità che la Giunta abbia la facoltà (e capiterà spesso) di predisporre il Regolamento per esempio attuativo di una legge. Come lo predispone la Giunta? Deliberando sul Regolamento, perché solo così può presentarlo all'approvazione del Consiglio. "Ogni altra deliberazione di carattere amministrativo ex regolamentare che le sia esplicitamente demandata dal Consiglio Regionale". E' chiaro che il Presidente della Giunta non potrà emanare nessun Regolamento se non è stato approvato dal Consiglio e il Consiglio lo approva su proposta della Giunta. Mi sembra perci perfettamente corretto dire "deliberazione". Non avrebbe il visto del Commissario del Governo un Regolamento che fosse emanato dal Presidente della Giunta senza l'approvazione del Consiglio Regionale. Non vedo che preoccupazioni ci siano. Devo dire che la proposta l'ho fatta io e lo spirito è precisamente questo: se non è previsto che la Giunta possa fare questo, è evidente che il Consiglio Regionale non può demandare alla Giunta di formulare e presentare un Regolamento. Se il Consiglio vuole rinunciare a questo e la Giunta presenta una legge di iniziativa propria, sarà costretta anche, se questa legge comporterà un Regolamento, a presentare preventivamente il Regolamento, il che secondo me vincola la libertà di discussione anche nell'interno delle Commissioni perché necessariamente determina un immediato raccordo tra ciò che dice la legge e ciò che sarà il Regolamento. Anche questo è un fatto meramente funzionale.
Io non vorrei che ci fosse, alla base di tutto questo, il solito malinteso di strapotere da una parte o dall'altra. Mi pare che abbiamo con estrema attenzione tutelato ciò in cui crediamo, che il Consiglio debba essere coinvolto in tutte le manifestazioni di carattere decisionale in ordine alla facoltà legislativa, alla facoltà regolamentare, ma non esageriamo nell'eccesso opposto di immobilizzare la funzionalità degli organi.
Con questo il Consiglio non si spoglia assolutamente delle sue attribuzioni, semplicemente consente una maggiore funzionalità prevedendo che alla Giunta il Consiglio possa demandare la formulazione dei Regolamenti, che poi dovrà approvare, se non gli piaceranno non li approverà. Cosa c'é di così lesivo dei poteri e delle competenze della Giunta? Faccio presente che se non mettiamo questa dizione difficilmente una legge potrà demandare alla Giunta la formulazione di un Regolamento.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Minucci.



MINUCCI Adalberto

Devo dire francamente che l'argomentazione del Presidente Calleri è abbastanza convincente, almeno nella sostanza. Forse l'equivoco nasce dalla dizione, se si potesse adottare una formulazione che precisa che in ogni caso una proposta di tipo regolamentare della Giunta viene comunque, in ultima istanza approvata dal Consiglio, sarebbe più opportuno, cioè l'atto finale spetta al Consiglio.



PRESIDENTE

Vede, Consigliere Minucci, l'iniziativa in una materia regolamentare cioè in una materia subordinata a quella legislativa, è già contenuta nel titolo successivo che riguarda l'iniziativa legislativa. Siccome la Giunta è uno dei soggetti dell'iniziativa e delle leggi e dei regolamenti, anzi direi che è il soggetto principale in materia regolamentare, ripeterlo qui sarebbe tautologico. Ciò che probabilmente il Consigliere Sanlorenzo voleva dire è un'altra cosa e quindi non credo che questa sostituzione risolva il contrasto.



MINUCCI Adalberto

Io osservo che secondo la formulazione che ho qui sotto gli occhi, il Consiglio demanda alla Giunta di assumere deliberazioni di carattere amministrativo e regolamentare, non c'è il ritorno al Consiglio.



PRESIDENTE

E' una delega in materia regolamentare.
No Consigliere Sanlorenzo, ha già parlato, se riparliamo tutti quanti tre volte.... Persino il Presidente ha parlato una volta sola in questo caso.



SANLORENZO Dino

No no, due o tre volte.



PRESIDENTE

Due, ma sono state formulate due proposte diverse, la sua e quella del Consigliere Nesi.



SANLORENZO Dino

Posso parlare sulla proposta del Consigliere Nesi?



PRESIDENTE

Va bene, ma a quest'ora forse si potrebbe essere più brevi.



SANLORENZO Dino

Qui si sono mischiate cose e problemi diversi. Io posso accettare l'argomentazione del Presidente Calleri per ciò che intende dire, ma poi conta il testo non quello che dice lui e qui c'é scritta una cosa molto precisa: "La Giunta può assumere inoltre ogni deliberazione di carattere amministrativo e regolamentare che le sia stata esplicitamente demandata dal Consiglio". Il che, se l'italiano non mi confonde in questo momento vuol dire parecchie cose. Non vuol dire che la Giunta ha facoltà di prendere l'iniziativa regolamentare perché, che noi lo scriviamo qui, che lo scriviamo altrove o che non lo scriviamo affatto è del tutto ovvio, è una facoltà che ha qualunque Consigliere, come l'ha anche l'iniziativa popolare (anche se qualcuno di voi non è d'accordo). Ma qui si dice qualcosa di diverso, qui si dice che "la Giunta può assumere ogni deliberazione di carattere amministrativo e regolamentare che le sia stata esplicitamente demandata dal Consiglio". Allora bisognerà fare in maniera che le iniziative di carattere amministrativo non siano "ogni iniziativa di carattere amministrativo" ma siano soltanto quelle di carattere ordinario questa è una limitazione che a me pare giusta, altrimenti la Giunta non è più organo esecutivo del Consiglio, ma il Consiglio può demandare alla Giunta compiti che in partenza gli sono propri; così come l'iniziativa regolamentare deve essere normalmente del Consiglio, può essere anche della Giunta, ma non può essere demandata alla Giunta con questo testo. La formulazione del Consigliere Nesi mi pare che comprendesse già una parte di queste preoccupazioni, pertanto è già migliorativa, ma non cambiano le cose rispetto al testo scritto. Posso essere d'accordo con lo spirito dell'intervento del dr. Calleri, ma riscontro che la dizione è diversa.



PRESIDENTE

E' diversa, ma è diversa anche la sostanza, sono due tesi differenti che il Consiglio voterà. La prima, quella della Commissione, propone di conferire al Consiglio il potere di delegare deliberazioni di carattere amministrativo e regolamentare alla Giunta, la seconda propone di delegare alla Giunta soltanto deliberazioni di carattere amministrativo corrente.
Sono due tesi diverse, sono tutte e due perfettamente rispettabili e su queste il Consiglio si pronuncerà.
La parola al Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Signor Presidente, vorrei solo osservare questo: intanto il comma prevede due cose, una è che "la Giunta può assumere inoltre ogni deliberazione di carattere amministrativo" (e si può anche aggiungere la parola "ordinario") l'altra dice "e regolamentare". Nessun dubbio che la Giunta possa assumere le deliberazioni di carattere amministrativo perché è una materia che le compete, il dubbio sorge alla parola "regolamentare". Ha ragione il Presidente Vittorelli quando dice che è una delega e bisogna intenderla sotto questo punto di vista. Si potrebbe ovviare dicendo "regolamentare che le sia stata esplicitamente demandata dal Consiglio Regionale, salvo ratifica dello stesso". "Ordinario " per quanto riguarda il carattere amministrativo, "salvo ratifica" per la parte regolamentare.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Rivalta.



RIVALTA Luigi

A questo punto sento il bisogno di avere chiarimenti, perché mi pare che l'interpretazione data dal Presidente Calleri è nettamente in contrasto con quella data dal Consigliere Bianchi: interpretazione quest'ultima che ha fatto sollevare una eccezione da parte del collega Sanlorenzo.
Sull'interpretazione del Consigliere Calleri noi siamo d'accordo: il Consigliere Calleri dice che la Giunta può prendere iniziative regolamentari e deliberazioni di carattere amministrativo che le siano state sollecitate dal Consiglio, deliberazioni di carattere amministrativo ed iniziative di carattere regolamentare che devono ritornare in Consiglio per essere approvate. Questa interpretazione, che mi è parso fosse data dal Consigliere Calleri, ha una sua logica e mi pare accettabile.
La frase invece contenuta nell'ultimo comma dell'art. 37 e ribadita dal Consigliere Bianchi dice che il Consiglio può deliberare che la Giunta prenda iniziative di carattere amministrativo e faccia dei regolamenti senza che questi debbano ritornare in discussione in Consiglio.



PRESIDENTE

Vi è un contratto di interpretazione, quindi io solleciterei.....



RIVALTA Luigi

Io sostanzialmente direi che dovremmo arrivare a una formulazione diversa di quest'ultimo comma.



PRESIDENTE

Io solleciterei il Consigliere Calleri a dare un chiarimento perché gli sono attribuite tesi che non so se siano esatte ed è bene che egli stesso ci dica se lo sono.



CALLERI Edoardo

Io non credo che la potestà regolamentare del Consiglio sia trasferibile alla Giunta, perché qualunque regolamento deve essere emanato dal Presidente della Giunta, cosa che prevede un iter che è indiscutibilmente passaggio attraverso il Consiglio, quindi non credo che sia delegabile. Penso però che una legge di iniziativa non della Giunta, ma consiliare (che preveda un regolamento) possa prevedere di demandare alla Giunta la deliberazione in ordine al Regolamento, perché essendo la Giunta quella che conosce le implicazioni di carattere procedurale amministrativo ecc. è forse maggiormente in grado di dettare norme regolamentari conseguenti ad una determinata legge.
Quando diciamo "deliberazione", ci riferiamo a quelle che la Giunta dovrà presentare al Consiglio per quanto riguarda la materia regolamentare e io mi richiamo all'art. 15: "Il Consiglio esercita le potestà legislative regolamentari attribuite alla Regione e le altre funzioni conferitegli rispettivamente ecc.". E' chiaro che sono potestà non delegabili, nessuno di voi ha avuto la preoccupazione che fosse delegabile la potestà legislativa. L'analogia col Parlamento può indurci a ritenere che si dia la delega alla Giunta di formulare, di deliberare, senza passare ulteriormente in Consiglio, un Regolamento; qui mi pare che sia stato esplicitamente escluso, in quanto la potestà regolamentare è, insieme a quella legislativa, unicamente del Consiglio. L'ho detto nel mio primo intervento che tra il Consigliere Bianchi e il sottoscritto c'era una diversificazione determinata di questo. Io dichiaro che non emanerei mai un Regolamento se non fosse approvato dal Consiglio. Questo è l'iter, a parte che il Regolamento deve essere vistato dal Commissario del Governo, né più né meno di come deve essere vistata la legge; io vorrei vedere come il Commissario del Governo potrebbe vistare un Regolamento che fosse stato emanato da una Giunta che avesse assunto dei poteri che sono propri ed esclusivi del Consiglio.
Qui si vuole dire che è accoglibile dalla Giunta una delega da parte del Consiglio di preparazione (per quanto riguarda le norme regolamentari) per quelle di carattere amministrativo evidentemente no, ci possono essere dei casi in cui ci sono delle specificazioni, delle determinazioni da prendere che il Consiglio, nell'ambito di deliberazioni dallo stesso assunte, demandi alla Giunta, bisogna stabilire che la Giunta le pu accogliere, deliberando su di esse legittimamente e non contravvenendo alle potestà che statutariamente sono attribuite al Consiglio.
Lo spirito è questo e non vedo come sia formulabile in altro modo la proposta. Potrei anche essere d'accordo di sopprimere questo comma, l'unica mia preoccupazione è che demandando il Consiglio alla Giunta un'attribuzione di questo genere la Giunta non possa accoglierla se non è previsto che la possa accogliere



BIANCHI Adriano

Io propongo di sopprimere il termine "regolamentare".



MARCHESOTTI Domenico

Io vorrei fare una proposta di formulazione e poi chiedere una brevissima sospensione: "Il Consiglio Regionale può delegare la Giunta ad assumere deliberazioni amministrative ed iniziative regolamentari, salva l'approvazione definitiva del Consiglio stesso". Mi pare che questo esprima l'idea che.....



PRESIDENTE

Solo parzialmente.



MARCHESOTTI Domenico

Poiché mi pare che ci sia una possibilità di accordo sulla formulazione, chiedo una brevissima sospensione.



PRESIDENTE

No, sospensioni a quest'ora! Ormai la cosa è chiara, si pu eventualmente, per coprire la materia indicata dal Presidente Calleri e rendere più chiara la norma, aggiungere dopo il punto "le deliberazioni di carattere regolamentare debbono essere successivamente sottoposte alla ratifica del Consiglio". Ma se si toglie "regolamentare" non ce n'è nemmeno bisogno.
Vi è accordo sulla soppressione delle parole "e regolamentare"? Sanlorenzo ritira il suo emendamento?



SANLORENZO Dino

No.....



PRESIDENTE

Dà anche tu il tuo contributo.



SANLORENZO Dino

Si, lo capisco, ma tanto poi votiamo in una certa maniera, non cambia niente. D'accordo su "regolamentare", ma noi manteniamo la proposta di mettere "ordinario". Io non prevedo che un Consiglio possa essere messo di fronte all'ordine del giorno di uno stanziamento enorme che poi viene demandato alla Giunta per la decisione. Questo non è possibile.



CALLERI Edoardo

Va bene, mettiamo "ordinario".



PRESIDENTE

Allora la proposta è di sostituire alle parole "e regolamentare" la parola "ordinario".
Pongo ai voti la sostituzione nel comma quinto delle due parole "e regolamentare" con la parola "ordinario". Chi è d'accordo è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Pongo in votazione per alzata di mano il comma quinto con questo emendamento.
E' approvato.
Pongo ai voti per alzata di mano l'intero art. 37.
E' approvato.
Vi è una proposta di articolo aggiuntivo 37 bis dei Consiglieri Carazzoni e Curci, del seguente tenore: "La Giunta Regionale non può porre la questione di fiducia sull'approvazione o sulla non approvazione di un disegno di legge, o parte o articolo di esso, dei relativi emendamenti nonché delle mozioni, ordini del giorno o altre proposte che debbano essere votate dal Consiglio Regionale".
Nessuna osservazione? Chi è d'accordo sull'articolo aggiuntivo proposto dai Consiglieri Carazzoni e Curci è pregato di alzare la mano.
E' respinto.
Passiamo all'esame dell'art. 38 - Deliberazioni d'urgenza della Giunta.
Il Consigliere Besate propone di sopprimere l'intero articolo 38 della bozza dello Statuto perché il Consiglio Regionale è convocabile d'urgenza quanto e come la Giunta.
Desidera illustrarlo?



BESATE Piero

Mi pare sia chiaro che non si tratta di sottrarre nessuna potestà nessuna attribuzione, nessuna prerogativa alla Giunta, si tratta semmai di un esercizio di poteri del Consiglio, potere sostitutivo al verificarsi di certe condizioni. Teoricamente ci sembra che il Consiglio in caso di necessità possa essere convocato per le materie che sono di sua competenza (l'articolo concerne soltanto queste materie) dopo la votazione dell'articolo precedente possiamo anche aggiungere per quelle per le quali la Giunta abbia già ricevuto la delegazione da parte del Consiglio, se l'avrà ricevuta. Tanto per cominciare ci sembra di dover mantenere l'emendamento soppressivo perché così ci pongono termini di chiarezza in questa materia.



PRESIDENTE

Nessun altro chiede di parlare? Pongo ai voti per alzata di mano l'emendamento soppressivo proposto dal Consigliere Besate dell'intero art.
38.
E' respinto.
Comma primo: "La Giunta Regionale può, in caso di urgenza, sotto la propria responsabilità, deliberare provvedimenti esclusivamente di carattere amministrativo di competenza del Consiglio Regionale".
Dò lettura anche dei comma secondo e terzo perché c'è un emendamento modificativo che si riferisce ai tre comma: "L'urgenza, determinata da cause nuove e posteriori all'ultima consiliare, deve essere tale da non consentire la tempestiva convocazione del Consiglio.
Le deliberazioni suddette sono sottoposte al Consiglio Regionale per la ratifica nella sua prima successiva adunanza, da tenersi non oltre 60 giorni".
L'emendamento sostitutivo del Consigliere Besate è del seguente tenore: "Qualora la convocazione d'urgenza del Consiglio prevista dal quinto comma dell'art. 25, non raggiunga la metà più uno dei Consiglieri assegnati alla Regione, trascorse due ore dalla convocazione, la Giunta può, sotto la propria responsabilità deliberare provvedimenti esclusivamente di carattere amministrativo di competenza del Consiglio Regionale, su oggetti che compaiono nella convocazione d'urgenza del Consiglio.
Le deliberazioni di cui al precedente comma devono essere, il giorno stesso in cui sono adottate, depositate, dal Presidente della Giunta, alla Presidenza del Consiglio e comunicate entro 3 giorni a tutti i Consiglieri regionali. Le suddette deliberazioni devono essere immediatamente pubblicate sul bollettino della Regione.
In ogni caso, il Presidente del Consiglio convoca appositamente il Consiglio Regionale, anche se sciolto, per l'esame e la ratifica delle deliberazioni suddette, entro 5 giorni da quello in cui sono state adottate".
Desidera illustrarlo?



BESATE Piero

La successiva presentazione da parte mia di questo emendamento tiene conto della bontà della tesi del precedente emendamento del quale sono profondamente convinto, ma tiene anche conto dei rapporti di forma che ci sono nel Consiglio e, se si vuole, in ultimissima analisi, del fatto che si può sempre prevedere che per casi specialissimi il Consiglio non sia in grado, non possa, malgrado la volontà dei Consiglieri, convocarsi per adempiere ai suoi doveri. Ho presentato l'emendamento perché siamo preoccupati di garantire che la Regione possa, in ogni caso, fare fronte ai suoi impegni, in qualsiasi momento. Non c'é nessuna sottrazione di prerogative della Giunta, non c'è intromissione, semmai è il Consiglio che si deve difendere e la sola preoccupazione deve essere quella di garantire che al Consiglio non venga sottratta nessuna delle sue attribuzioni, né che la Regione possa avere anche solo un brevissimo tempo di vacanza nell'affrontare i compiti che le fossero imposti da situazioni eccezionali urgenti, impreviste e imprevedibili.
Prevedere che la Giunta possa esercitare in casi straordinari i poteri del Consiglio presuppone che si verifichino in concomitanza determinate condizioni, casi imprevisti e imprevedibili prima dell'ultima adunanza del Consiglio, che si tratti di casi cui occorra provvedere con urgenza, direi con fulmineità, il cui mancato provvedimento provochi danno. E' questa la cosa più importante, che il Consiglio possa non essere convocato. Ma chi lo decide che il Consiglio non può essere convocato? Questo è il punto fondamentale. Stiamo elaborando uno Statuto che si proietterà nel tempo per anni e anni, non si tratta di un documento facilmente modificabile, noi pensiamo alla Regione, fatta astrazione delle persone che attualmente la rappresentano.
Chi decide che il Consiglio non può essere convocato e chi provvede in caso d'urgenza? Il Presidente della Giunta. I Presidenti attuali e quelli futuri possono decidere soggettivamente che il Consiglio non può essere convocato. Il Consiglio viene messo fuori gioco per la decisione di un arbitro insindacabile, non dalla difesa avversaria, la Giunta esercita i poteri del Consiglio.
Qui si tratta, al verificarsi di quelle condizioni, di una delega permanente data per Statuto. E' per questo che proponiamo che questo istituto venga circondato da cautele tali che da una parte assicurino al Consiglio che non gli venga sottratto nessun potere e dall'altra che al verificarsi della necessità, qualora il Consiglio non provveda, la Giunta possa farlo.
In tutto questo c'é la più completa buona fede, la più completa volontà che la Regione funzioni e funzioni bene, che adempia a tutti i suoi compiti e che nel rapporto tra i diversi organi della Regione si stabilisca quella correttezza che è ragione fondamentale del bene operare, del reciproco rispetto e dell'efficienza sia della Giunta che del Consiglio.
E voglio anche dire una parola ai Consiglieri della maggioranza: voi sapete che sull'uso indiscriminato della delibera d'urgenza con i poteri del Consiglio si potrebbero dire cose perché avviene che la delibera d'urgenza che si presenta per la ratifica non consente più un vero controllo da parte del Consiglio perché, salvo che la Giunta non sia d'accordo, si precostituisce una situazione politica all'interno della maggioranza, per cui se la Giunta tiene ferme le sue posizioni gli stessi Consiglieri della maggioranza, più che quelli dell'opposizione che potranno votare contro, dovranno tenere la bocca chiusa e non potranno esprimere le proprie opinioni per evidenti ragioni di solidarietà politica, al di là delle valutazioni di merito.
Concludendo, richiamo il Consiglio Regionale alla necessità di considerare la nostra proposta che è congegnata in modo da permettere pieno esercizio da parte della Giunta del potere sostitutivo in casi eccezionali quando il Consiglio non può provvedervi. Quando la Giunta adotta questi provvedimenti, dato che sono stati presi con i poteri del Consiglio vengono immediatamente comunicati al Presidente del Consiglio e a tutti i Consiglieri e immediatamente pubblicati sul bollettino della Regione.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Calleri.



CALLERI Edoardo

Alcune delle argomentazioni che qui sono state portate hanno una loro consistenza, soltanto che ciascuno di noi le riferisce alle esperienze amministrative (positive o negative) nei diversi Consigli ai quali si è appartenuto.
Questi suggerimenti presupponiamo che vengano con spirito di collaborazione e non siano né il colombo né il coniglio tirato fuori dal cilindro, come ha detto ieri sera il collega Minucci, ma si dimentica che il Consiglio Regionale ha attribuzioni di carattere legislativo ed amministrativo, e si dimentica anche che ha una sua programmazione quadrimestrale dei lavori. Io vorrei sapere se è così certo che alcune determinazioni di competenza del Consiglio, ma che pongono la necessità di un intervento immediato, possano prevedere una procedura che contempla la convocazione immediata del Consiglio. Se si legge bene cosa si vuole dire? Si vuole dire che la premessa perché la Giunta prenda certe determinazioni sotto la sua responsabilità, è che debba essere tale l'urgenza da non consentire oltre, che la tempestiva convocazione del Consiglio nella fattispecie, l'inserimento all'ordine del giorno che è già stato programmato.
Io non vedo quali rischi comporti se non quello di un'ulteriore mortificazione, che poi è nello stato d'animo di ciascuno di voi. Se l'opposizione tende ad avere questo stato d'animo di contrasto e di contrapposizione, veramente svilisce la nobiltà di tutto un atteggiamento che insieme abbiamo tenuto. Io credo che in un Consiglio di 50 persone i rapporti possano essere molto diversi (tenuto conto delle potestà legislative, regolamenti, ecc.) da quelle preoccupazioni che si possono avere quando i Consigli sono di carattere amministrativo e quindi molto meno impegnati ad essere riuniti di quanto non sia il Consiglio Regionale che ha anche facoltà legislative. E dobbiamo ricordare anche un'altra cosa colleghi dell'opposizione; la Giunta non è organo del Consiglio, è organo della Regione, ha una sua autonoma responsabilità, se non si comprende questo allora è tutto logico quello che dite. Io invece di proporre questo tipo di modificazioni che non fanno che complicare le cose, proporrei di sopprimere questo, perché rientrerebbe nella logica che la Giunta non si può sostituire ai poteri del Consiglio. Ma se volete fare questo secondo me è sbagliato perché mettete un organo della Regione in condizioni di non poter rispondere immediatamente, assumendosene le responsabilità e il fatto che se ne assuma le responsabilità vuol dire che valuta tutti gli elementi tiene conto di tutte le posizioni, si rende conto che non solo non deve mettere in difficoltà l'opposizione su una cosa di questo tipo, ma che soprattutto non deve mettere in una posizione di difficoltà la propria maggioranza. Stiamo preparando lo Statuto, non ha importanza chi è in maggioranza e chi in minoranza, ma si ritiene seriamente che una qualunque Giunta possa assumersi responsabilità di questo genere senza tener conto di tutti questi elementi? Questo modo restrittivo di vedere la Giunta muoversi è veramente lesivo di tutto un tipo di atteggiamento che abbiamo ottenuto fin qua. Io ringrazio con viva cordialità il Consigliere Berti, che ha dato atto alla maggioranza di essere sensibile a queste cose, e vorrei potervi dare atto che siete anche sensibili agli interessi di un organo della Regione che deve essere messo in condizioni di poter operare senza tutti questi sbarramenti che in realtà non gli consentono di intervenire tempestivamente.
Io vi prego di voler considerare queste valutazioni se vogliamo mantenerci in quel clima nel quale abbiamo fin qui condotto i nostri lavori, magari anche con dei contrasti, con delle contrapposizioni, ma cercando di appianarle. Questo atteggiamento secondo me rientra ancora e sempre in un criterio punitivo, restrittivo della concezione della Giunta è un criterio oggettivamente sbagliato e non vedo che vantaggio ne potete trarre.



PRESIDENTE

Il Consigliere Besate insiste nel suo emendamento?



BESATE Piero

Signor Presidente, lei ha parlato di poteri della Giunta che nessuno qui ha inteso minimamente scalfire. Lei sa benissimo che con questo articolo non si scalfisce nessuna attribuzione né potere della Giunta. In secondo luogo deve sapere che quando noi presentiamo gli emendamenti....



PRESIDENTE

Non le ho chiesto di fare un secondo intervento, le ho chiesto se insiste.



BESATE Piero

E' un fatto politico questo.....



PRESIDENTE

Politico quanto le pare, ma è contro il Regolamento.



BESATE Piero

Scusi signor Presidente, mi è parso di cogliere nelle parole del Presidente Calleri una distinzione tra l'atteggiamento del Capogruppo Berti e altri.....



PRESIDENTE

No no.



BESATE Piero

Allora deve sapere che quando noi presentiamo gli emendamenti il nostro Gruppo disciplinatamente li passa prima di tutto al Capogruppo, quindi non si tratta di divergenze o anche di sfumature....



PRESIDENTE

Ma non era nell'intenzione del Presidente Calleri, chiedeva all'intero Gruppo, che riteneva concorde con l'emendamento, se non pensasse di doverlo ritirare Io ho perciò domandato a lei come portavoce dell'intero Gruppo di questa materia, se riteneva di ritirarlo o no.



BESATE Piero

Stavo facendo alcune premesse perché sono necessarie alcune precisazioni.....



PRESIDENTE

Ma guardi, veramente, un secondo intervento....



BESATE Piero

Abbiamo fatto una scelta: lavorare di notte e adesso lavoriamo fino alla fine.



PRESIDENTE

Ma di giorno o di notte e la stessa cosa, lei parla due volte sullo stesso argomento e non ne ha facoltà. Le ho rivolto una domanda, alla quale si risponde con sì o con no, anche con una breve motivazione, però lei mi fa un altro discorso a quest'ora.....



BESATE Piero

Un momento, adesso sentirà quello che dirò....



PRESIDENTE

Ma non lo voglio sentire perché lei non ha facoltà di esporlo.



BESATE Piero

Un momento, sono state date tante facoltà, c'è una prassi di fatto che si è instaurata.....



PRESIDENTE

No no, non c'é nessuna prassi di fatto, sicché avrete questo Presidente non ci saranno prassi di fatto.
La prego di dire concisamente se è sì o no, se accoglie la richiesta.



BESATE Piero

Avendo ascoltato il Presidente Calleri e dopo le precisazioni che ho fatto, che ritengo importanti, penso che le sue dichiarazioni debbano essere acquisite, come saranno acquisite certamente, agli atti di questo dibattito. Con il che evidentemente si produce una situazione nuova della quale credo di dover prendere atto. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che la presentazione dell'emendamento che ha provocato queste precisazioni non è stata affatto inutile per il Consiglio, per me stesso, per il Presidente Calleri, per tutto il nostro funzionamento e per i nostri rapporti.
Acquisendo agli atti le dichiarazioni del Presidente Calleri, che sono integrative che fanno corpo con le mie, ritengo di poter ritirare l'emendamento lasciando così com'é l'articolo, tenendo presente che ho accantonato un articolo 25 bis che è pure importante, sullo stesso tema.
Vede Presidente Vittorelli che era importante ch'io dicessi queste cose? Per queste ragioni ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

La ringrazio Consigliere Besate.
Do lettura anche del comma quarto, dato che non vi sono altri emendamenti proposti ai primi tre comma e porrò in votazione, a meno che qualche Consigliere ne chieda la votazione per divisione, l'intero articolo: "Il Consiglio Regionale, ove neghi la ratifica o modifichi la deliberazione della Giunta, adotta i necessari provvedimenti nei riguardi dei rapporti giuridici sorti sulla base delle deliberazioni non ratificate o modificate".
Avendo dato lettura dei quattro comma e non essendo stata richiesta la votazione per divisione, pongo ai voti l'intero art. 38. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Passiamo all'esame dell'ultimo articolo della serata (se così si pu chiamare!), che è l'art. 39 - Competenze ed attribuzioni del Presidente della Giunta.
Dò lettura successivamente dei comma sui quali sono proposti emendamenti.
Primo comma: "Il Presidente della Giunta è un organo della Regione e la rappresenta".
E' proposto un emendamento soppressivo a firma del Consigliere Bianchi che propone di sopprimere la parola "un"; il testo resta "Il Presidente della Giunta è organo della Regione". E' un emendamento puramente formale.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Berti. Ne ha facoltà.



BERTI Antonio

Mi sembra inutile, visto che all'art. 9 è detto "organo della Regione è il Consiglio Regionale, la Giunta e il suo Presidente". E' una ripetizione di cui si può fare a meno. Si può dire che il Presidente della Giunta rappresenta il Consiglio, senza dire che è un organo.



PRESIDENTE

Allora lei propone di sostituire al comma primo, un testo di questo tenore: "Il Presidente della Giunta rappresenta la Regione". E' esatto?



BERTI Antonio

Sì.



PRESIDENTE

Pongo ai voti per alzata di mano l'emendamento sostitutivo del comma primo di cui ho dato ora lettura, proposto dal Consigliere Berti.
E' approvato.
Comma secondo: "Il Presidente della Giunta promulga le leggi e i regolamenti regionali, dirige le funzioni amministrative delegate dallo Stato alla Regione, conformandosi alle istruzioni del governo centrale".
I Consiglieri Carazzoni e Curci propongono di aggiungere alla fine del secondo comma le parole "...ed essendone responsabile verso lo stesso e verso il Consiglio Regionale".
Chi è favorevole a questo emendamento aggiuntivo è pregato di alzare la mano..
E' respinto.
Pongo ai voti per alzata di mano il comma secondo dell'art. 39.
E' approvato.
Comma terzo: "Il Presidente della Giunta nell'esercizio delle sue competenze soprintende agli uffici e servizi regionali, firma gli atti della Regione, ha la rappresentanza in giudizio della Regione, promuove davanti alle autorità giudiziarie, salvo a riferirne alla Giunta nella prima adunanza, i provvedimenti cautelativi e le azioni possessorie ed esercita ogni altra funzione che gli sia attribuita dalle leggi statali e regionali e dal presente Statuto".
Vi è un emendamento aggiuntivo proposto dal Consigliere Marchesotti: "Dopo 'uffici e servizi regionali' aggiungere 'fatta eccezione per gli uffici ed i servizi del Consiglio Regionale' ".
Ha facoltà di parlare il Consigliere Marchesotti.



MARCHESOTTI Domenico

Molto brevemente signor Presidente, perché credo abbia avuto ragione stamattina nel dire che il Consigliere Calleri lavora molto bene nelle ore piccole. Poiché il mio emendamento aggiuntivo mi sembra ovvio, anche se intendo brevemente illustrarlo, credo che il Consigliere Calleri e i Gruppi del Consiglio lo vorranno accettare.
Sono stato spinto a presentare questo emendamento per avere un chiarimento per quanto concerne gli accordi o i disaccordi tra i Consiglieri Calleri e Bianchi sugli organi della Regione: Consiglio Giunta, Presidente della Giunta. All'art. 22 abbiamo parlato di "autonomia funzionale e contabile del Consiglio". "Il Presidente della Giunta nell'esercizio delle sue competenze soprintende agli uffici e servizi regionali", naturalmente fatta eccezione per gli uffici ed i servizi del Consiglio Regionale. E' chiaro che il Presidente della Giunta non possa sovrintendere agli uffici e ai servizi del Consiglio perché questi, come abbiamo stabilito nell'art. 22, sono autonomi.
Vorrei richiamare il fatto che essendo il Consiglio Regionale un autonomo organo della Regione, ed avendo poteri legislativi regolamentari ed amministrativi, il riferimento al Senato e alla Camera può essere fatto pertanto mi pare che in nessun potere legislativo ci sia l'interferenza di un potere esecutivo o di una sovrintendenza ai suoi uffici. Credo quindi che l'aggiunta sia accettabilissima, semmai è incompatibile l'intervento del Presidente della Giunta nell'esercizio degli uffici e dei servizi del Consiglio Regionale.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Viglione.



VIGLIONE Aldo

Già dall'inizio dei lavori si era affacciata l'ipotesi che per quanto riguardava il Consiglio non soltanto il personale, ma anche l'autonomia finanziaria fosse un fatto acquisito; non solo ma si era affacciata l'ipotesi di un Segretario Generale del Consiglio, questione che poi venne superata con la nomina di un Segretario Generale della Regione. Il concetto nell'autonomia finanziaria del Consiglio però è rimasto fermo, come è rimasto fermo il fatto che gli organi burocratici appartenessero al Consiglio, pur facendo parte dei quadri regionali.
Quindi, se da un lato strettamente burocratico il Segretario Generale sovrintende anche, per ragioni di opportunità, al Consiglio Regionale pur tuttavia l'autonomia burocratica, operativa, funzionale deve essere riconosciuta e mi pare che l'emendamento proposto da Marchesotti sia significativo e qualifichi l'autonomia del Consiglio anche per quel che riguarda il suo personale ponendolo in una posizione direttamente dipendente dal Presidente del Consiglio Regionale. L'emendamento ha questo scopo qualificante e anche quello di dirimere ogni controversia, quindi riteniamo che l'emendamento sia corrispondente ad una situazione che non soltanto è andata via via maturando ma si è concretata in una norma di Statuto, per cui voteremo a favore.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare Consigliere Calleri.



CALLERI Edoardo

Io sono dell'avviso che, come sempre, alla base c'è un equivoco.
(Pregherei i Consiglieri dell'opposizione di stare a sentire le mie modeste considerazioni che sono importanti anche per poter prendere una decisione).
Dicevo che alla base di tutto questo vi è il solito equivoco e allora accettando quanto è stato proposto, vorrei che qualcuno mi spiegasse chi firmerà i bandi di concorso per l'assunzione di personale destinato ad esempio all'ufficio di Presidenza o al Presidente del Consiglio.



VIGLIONE Aldo

Ma quella è la prima fase.



CALLERI Edoardo

No, che "soprintenda agli uffici" si riferisce a tutti gli atti amministrativi che sono regolamentati in un organico, ma di cui qualcuno deve rispondere verso l'esterno e l'organo che ne può rispondere verso l'esterno è la Giunta o il suo Presidente. Io non ho nulla in contrario ad accettare tutti gli emendamenti che sono stati proposti a garanzia dell'autonomia funzionale e amministrativa, però mi si deve spiegare come questa autonomia funzionale e contabile avviene, come viene modificata, da chi, perché penso che un minimo di controllo sull'esercizio di questa contabilità dovrà esserci, mi si deve ad esempio spiegare chi emanerà i bandi di concorso relativi al personale che verrà attribuito all'ufficio di Presidenza. Quando mi si dirà che tutto questo può essere fatto dall'ufficio di Presidenza o dal Presidente del Consiglio io non avr alcuna difficoltà ad accettare gli emendamenti. Il problema è di carattere formale.



PRESIDENTE

Essendo stata chiesta una spiegazione il Consigliere Marchesotti ha facoltà di darla.



MARCHESOTTI Domenico

Il Presidente della Giunta Calleri chiede chi firma gli atti di concorso. Lo Statuto del Consiglio Regionale della Lombardia ha fatto due organici, uno per il Consiglio ed uno per gli altri uffici; potrebbe essere questa la soluzione che dà al Presidente del Consiglio la possibilità di firmare tutti gli atti. Friuli-Venezia-Giulia ha fatto altrettanto. Ma io vorrei avanzare ancora un'altra ipotesi: potrebbe esserci un unico organico e i bandi di concorso essere firmati dal Presidente della Giunta. Ciò che dobbiamo stabilire nello Statuto e nel Regolamento è che il personale del Consiglio ed i suoi uffici sono autonomi, non dipendono né dal Presidente della Giunta né dalla Giunta. Se non si vuole scegliere questa via, l'unica soluzione è quella dei due organici, quello del Consiglio e quello della Giunta. Questo comporta però serie difficoltà per il passaggio dei dipendenti del Consiglio ad altri uffici della Regione.
Credo che, con reciproca buona volontà, si possa risolvere il problema con un unico organico. Il Presidente della Giunta firma i bandi di concorso, come fa per tutti i dipendenti della Regione, se è lui competente, ma rinuncia giustamente a sovrintendere agli uffici che sono del Consiglio; e questo non è affatto lesivo, dei poteri del Presidente e della Giunta, anzi, semmai afferma in modo chiaro e preciso delle distinzioni di poteri che sono e debbono essere separati.



PRESIDENTE

Vi sono altre osservazioni? Ha facoltà di parlare il Consigliere Gandolfi, poi parlerà il Consigliere Nesi.



GANDOLFI Aldo

Problemi di questo genere erano sorti durante la discussione e l'approvazione del Regolamento provvisorio che ci siamo dati, mi sembra a proposito dell'articolo in cui si prevedeva il meccanismo attraverso il quale la Presidenza del Consiglio stabiliva l'ammontare del bilancio occorrente al funzionamento del Consiglio stesso. Già in quella sede feci rilevare e devo tornare a fare rilevare che dobbiamo stare bene attenti quando vogliamo introdurre norme che garantiscano in concreto l'autonomia funzionale e amministrativa del Consiglio, a non cadere in assurdi di tipo giuridico e amministrativo. E' fuori di dubbio che quella che deve essere garantita all'interno della struttura regionale è l'unicità delle funzioni dei criteri, di un certo tipo di responsabilità, non possiamo pensare di mettere in piedi doppi organici, doppi servizi di tesoreria e di contabilità ecc. soprattutto ricordando che le funzioni amministrative spettano alla Giunta e al suo Presidente e deve esserci un certo tipo di rapporti tra i tre organi della Regione. Questo significa che, una volta stabilito, come è stato fatto in sede statutaria, che al Consiglio deve essere garantita l'autonomia funzionale e contabile, una precisa definizione dei modi deve essere fatta in sede regolamentare senza venir meno a quel principio dell'unicità delle responsabilità amministrative al quale non si può contravvenire senza cadere in assurdità. Lo Statuto della Lombardia ha previsto doppi organici, ma francamente non vedo come possa ad esempio una persona che non sia il Presidente della Giunta, o un membro della Giunta da lui delegato, firmare dei contratti o omettere mandati di pagamento. Può darsi che mi sbagli, ma ritengo di essere nel giusto quando dico che deve essere garantita questa unicità di funzioni rispetto ad un certo tipo di responsabilità, naturalmente trovando in sede regolamentare tutte quelle norme che possono rendere concreto quel principio dell'autonomia funzionale amministrativa che abbiamo voluto garantire nello Statuto.
Per questa ragione io voterò contro l'emendamento Marchesotti.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Nesi.



NESI Nerio

E' un po' tardi per fare delle discussioni di ordine giuridico sul problema sollevato dal Consigliere Marchesotti, che d'altra parte merita qualche modesta osservazione.
Il potere di rappresentanza esterna della Regione non può essere di altri che del Presidente della Regione e cioè del Presidente della Giunta: avrei molti dubbi ad affermare il contrario. Ma credo che nemmeno questo volesse dire il collega Marchesotti. E' chiaro quindi che tutto quel che riguarda firma di mandati, atti che impegnano la Regione all'esterno, la rappresentanza legale (per usare una parola di carattere forse aziendale ma che può attenersi anche a questo tipo di cose) è di pertinenza del Presidente della Regione e quindi del Presidente della Giunta. Nell'ambito dei poteri interni, gli stanziamenti del bilancio del Consiglio sono di competenza dell'ufficio di Presidenza del Consiglio stesso.
Questo credo volesse dire il collega Marchesotti e a questo sono favorevole. D'altra parte, l'art. 22, dove abbiamo detto che il "Regolamento determina le norme per il funzionamento del Consiglio e dei suoi uffici allo scopo di garantirne l'autonomia funzionale e contabile" proprio questo vuole dire e la seconda cosa che abbiamo fatto la nomina di due secondi segretari che servono a fare i questori, cioè i controllori del bilancio, conferma questa mia posizione e ne è coerente.



CALLERI Edoardo

Sono amministratori.



NESI Nerio

Amministratori del bilancio del Consiglio, anche questo serve a definire tutta una serie di compiti di natura amministrativa che fanno parte dei poteri dell'ufficio di Presidenza del Consiglio.
Io mi sono sforzato (certamente in modo non perfetto, data l'ora e chiedo scusa al Consiglio di una certa indeterminatezza) di essere chiaro.
Tutto questo mi lascia sereno nel confermare ciò che ha detto il collega e compagno Viglione circa la nostra posizione rispetto all'emendamento Marchesotti.



PRESIDENTE

Vorrei dare un suggerimento al Consiglio: credo che ci sia un certo consenso a riconoscere l'integralità dei poteri del Presidente della Giunta per quel che riguarda la sovrintendenza agli uffici ed ai servizi della Regione e la sua rappresentanza ai fini esterni. La proposta del Consigliere Marchesotti è più una norma di distribuzione di compiti amministrativi che non una norma che voglia veramente ridurre questi poteri integri del Presidente della Regione. Forse potrebbe trovare una collocazione in forme più complesse ed elaborate che si possono studiare tranquillamente all'art. 79 riguardante il personale della Regione. In quella sede si potrebbe specificare meglio quello che è già detto nell'art.
22. Detto qui, ha un po' il carattere di una norma riduttiva dei poteri del Presidente della Regione e quindi, così come viene inserita, può dare l'impressione di un atto di diffidenza o di sfiducia verso questi poteri che nessuno contesta e che credo lo stesso Consigliere Marchesotti non contesti.
Suggerirei perciò di accantonare un'eventuale specificazione di questa distinzione di competenze spostandola all'art. 79.



MARCHESOTTI Domenico

Accetto il suggerimento a condizione che i Gruppi siano d'accordo nel fare questa precisazione all'art. 79. Mi pare che il senso della sua proposta, signor Presidente, sia questo.



PRESIDENTE

Sì, ma vede, una divisione del Consiglio, quale che sia la maggioranza su questo problema, crea delle difficoltà anche psicologiche che mi pare abbiamo tutti interesse ad evitare. Quindi riserviamoci di esaminare in ore non piccole, in sede di art. 79, la possibilità eventuale di una precisazione di questo genere.
Se vi è accordo su questo, chiedo al Consigliere Marchesotti se insiste sul suo emendamento.



MARCHESOTTI Domenico

No, se vi è l'accordo su questo non insisto.



PRESIDENTE

Essendo ritirato l'emendamento



MARCHESOTTI Domenico

Accantonato.



PRESIDENTE

Ritirato in sede di art. 79 evidentemente. Pongo in votazione il comma terzo dell'articolo



BIANCHI Adriano

Dovrebbe esserci un mio emendamento che sopprime, dopo "Il Presidente della Giunta nell'esercizio delle sue competenze...."



PRESIDENTE

Non mi è pervenuto. Qual è il testo del suo emendamento?



BIANCHI Adriano

"Il Presidente della Giunta soprintende agli uffici e servizi regionali ecc." omettendo "nell'esercizio delle sue competenze"; come si è soppresso sopra che è "organo della Regione".



PRESIDENTE

Non c'è questo emendamento, comunque se lo propone lo pongo in votazione.
Vi e una proposta del Consigliere Bianchi di sopprimere le parole "nell'esercizio delle sue competenze".



BIANCHI Adriano

Perché non posso fraintendere al di fuori dell'esercizio delle sue competenze. Anche questo ha una formulazione limitativa, restrittiva.



MARCHESOTTI Domenico

Io ho accettato di ritirare l'emendamento, ma se si toglie "nell'esercizio delle sue competenze" la cosa cambia, quindi vorrei pregarti Bianchi, di ritirare il tuo emendamento, discuteremo tutta la materia all'art. 79.



BIANCHI Adriano

Faccio mie le valutazioni del Presidente, ma qui, in coerenza con quanto si è fatto per il primo comma, e con tutte le soluzioni che abbiamo adottato quando ci siamo trovati di fronte a problemi di questo genere devo insistere per la messa in votazione e per l'accoglimento di questo emendamento che pulisce soltanto questo articolo da un'indicazione che è limitativa senza esserlo e che anche qui suona con un significato che non mi sembra possa essere accolto da un articolo sullo Statuto che regola le competenze delle attribuzioni del Presidente della Giunta, come a dire che se non agisce nelle sue competenze può agire al di fuori delle stesse.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare Consigliere Zanone. Ne ha facoltà.



ZANONE Valerio

Io vorrei ricordare, se mi è consentito, che nella commissione avevamo inserito questa frase "nell'esercizio delle sue competenze" che pu sembrare sibillina, proprio per lasciare la possibilità di determinare in altre parti dello Statuto o in sedi diverse se il personale che fa capo alla Presidenza dell'Assemblea debba essere o meno posto sotto la sovrintendenza, sotto la direzione dell'esecutivo. Noi siamo contrari a che si sopprima questa dizione.



PRESIDENTE

Si può mettere "nell'ambito" eventualmente.
La parola al Consigliere Calleri.



CALLERI Edoardo

Io ho chiesto che mi si dicesse come si regolavano queste modalità, il problema è tutto lì. Questo per me è inaccettabile sul piano della dignità, non della competenza. Qui parliamo del Consiglio, ma in realtà è l'ufficio di Presidenza e quando parliamo di questori non ci riferiamo ad un organo di controllo amministrativo, come viene gestito lo stanziamento di bilancio, parliamo di un organo, sia pure interno del Consiglio, al quale demandiamo quelle facoltà, senza che poi sia responsabilizzato, cioè non dà rendiconto a nessuno.....



MARCHESOTTI Domenico

Nel Regolamento c'è "e rende conto al Consiglio".



CALLERI Edoardo

Certo che rende conto al Consiglio, lo credo bene, ma nella misura in cui quello stanziamento è nel bilancio che la Giunta presenta. Oltretutto c'è questo aspetto delicato, che la Giunta dà il rendiconto di cose di cui non sa niente. Io mi chiedo se è un criterio questo.
Per quanto riguarda le competenze, è possibile fissare delle competenze diverse ma non reca nulla di nuovo, né è restrittivo rispetto all'esercizio delle stesse. E' antipatico mettere questo. Iniziamo il comma dicendo "Il Presidente della Giunta rappresenta la Regione" e dopo diciamo "nell'ambito delle sue competenze soprintende". Io credo che sia veramente un modo molto banale di difendere i diritti di qualcuno.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Sanlorenzo.



SANLORENZO Dino

Vorrei ricordare anche a me stesso ciò che il Regolamento ha approvato a questo proposito in due comma: il primo dice "L'ufficio di Presidenza determina il fabbisogno annuale di spesa per il funzionamento del Consiglio e dei relativi uffici e lo indica alla Giunta Regionale per lo stanziamento nel bilancio della Regione"; il secondo "determina la ripartizione dei fondi annualmente stanziati nello stato di previsione della spesa del bilancio regionale sotto la rubrica 'Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale' per le competenze spettanti al Presidente del Consiglio ed ai Consiglieri e per ogni altro onere relativo alla carica degli stessi nonché per le spese d'ufficio e di economato e sottopone il relativo rendiconto in sede di esame del bilancio consuntivo della Regione".
I due Segretari in più previsti nello Statuto facenti parte dell'ufficio di Presidenza avranno l'incarico di predisporre il bilancio (e non è che non ne rendano conto) l'ufficio di Presidenza sottopone il relativo rendiconto in sede di esame del bilancio consuntivo della Regione.
E' già un modo di regolamentare la questione.
Non c'é nessun sentimento punitivo, ma il discorso è un altro. Usiamo la dizione "nell'ambito" invece che "nell'esercizio" perché davvero "nell'esercizio delle proprie competenze" avrebbe ragione Calleri di dire che se le competenze sono quelle che sono, esercita tutte le competenze che ha. Invece dicendo "nell'ambito" si lascia intendere che bisogna definire l'ambito, il che in qualche misura è già stato risolto dal Regolamento che abbiamo approvato tutti quanti assieme e mi pare che sia un Regolamento corretto. Se usiamo, per adesso, la dizione "nell'ambito delle sue competenze" lasciamo la possibilità di un ulteriore approfondimento della questione all'art. 79.



PRESIDENTE

Vi è prima di tutto una proposta soppressiva delle parole "nell'esercizio delle sue competenze" e una seconda sostitutiva delle parole "nell'esercizio" con le parole "nell'ambito". Ha la precedenza la proposta di emendamento soppressivo delle parole "nell'esercizio delle sue competenze". La sua approvazione preclude la messa in votazione dell'emendamento sostitutivo.
Pongo in votazione l'emendamento soppressivo delle parole "nell'esercizio delle sue competenze" contenute all'inizio del comma terzo.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato.
E' preclusa quindi la messa in votazione della proposta sostitutiva.
Pongo in votazione per alzata di mano il comma terzo nel suo complesso con la soppressione delle parole "nell'esercizio delle sue competenze".
E' approvato.
Pongo in votazione per alzata di mano l'intero art. 39.
E' approvato.
Ha facoltà di parlare il Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Prima di procedere alla votazione sul Capo e poi sul Titolo, chiedo cinque minuti di sospensione per consultarmi col Gruppo; anche solo due minuti.



PRESIDENTE

La sospensione è concessa.



(La seduta è sospesa)



PRESIDENTE

Qualcuno desidera fare dichiarazioni di voto? La parola al Consigliere Zanone.



ZANONE Valerio

Nel complesso di questo Capo abbiamo votato contro l'art. 30 che è l'articolo fondamentale di tutto lo Statuto ed abbiamo sostenuto la nostra proposta, ma poiché i restanti articoli ci trovano, nella sostanza favorevoli, voteremo a favore del Capo III nel suo complesso.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Anche il nostro Gruppo a questo Capo ha presentato emendamenti sostitutivi delle proposte di articoli presentate dal Gruppo di maggioranza, emendamenti che per noi erano importanti, tuttavia nel votare ci collochiamo nell'ambito di una discussione in cui è prevalso lo spirito di collaborazione, pertanto non voteremo contro questo Capo ma ci asterremo.



PRESIDENTE

Vi sono richieste di parola per dichiarazioni di voto? Nessuno chiede la parola. Pongo in votazione per alzata di mano il Capo III del Titolo II nel suo complesso.
E' approvato.
Prima di porre in votazione l'intero Titolo II, faccio presente al Consiglio che per la validità di questa votazione è necessaria la maggioranza assoluta dei componenti del Consiglio Regionale. La Costituzione lo prevede soltanto per l'intero Statuto, credo però che acquisendo i Titoli importanza qualificante, è bene che tale maggioranza si verifichi anche nella votazione dei medesimi.
Pongo in votazione il Titolo II nel suo complesso, pregando i Segretari di fare la conta per segnare il numero dei voti nel verbale. Chi è favorevole è pregato di alzare la mano. Il Presidente non partecipa alla votazione.
Il Titolo II è approvato con il seguente esito: presenti e votanti 45 maggioranza richiesta 26 favorevoli 43 contrari 2 Siamo giunti alla fine del Titolo II. Ringrazio i Consiglieri per la pazienza che hanno dimostrato questa notte e anche per la calma che hanno saputo conservare in una seduta fiume come questa. Ringraziamo poi in particolare le stenografe e tutti gli addetti al Consiglio che ci hanno prestato i loro servizi.
La seduta, dato che abbiamo tutti bisogno di dormire, viene rinviata a domani pomeriggio, cioè a oggi pomeriggio alle ore 16 con lo stesso ordine del giorno.
La seduta è tolta.



(La seduta lui termine alle ore 5,15)



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