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Dettaglio seduta n.179 del 11/10/73 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE OBERTO


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Punto primo dell'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute".
I verbali sono stati distribuiti. I signori Consiglieri hanno osservazioni da fare in proposito? Nessuna? Allora i verbali delle sedute del 27 settembre e del 4 ottobre '73 sono approvati.


Argomento: Questioni internazionali

Comunicazioni del Presidente


PRESIDENTE

Punto secondo dell'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio".
Informo che hanno chiesto ed ottenuto congedo i colleghi Cardinali Giovana, Fassino, Zanone, Marchesotti, Simonelli, Fabbris, Rossotto, Besate e Rivalta.
Ritengo di interpretare il pensiero unanime del Consiglio nel rivolgere al Presidente del Consiglio dei Ministri, on. Rumor, e al Ministro degli Esteri, on. Moro, viva istanza perché il Governo italiano faccia tutto quanto è ad esso possibile perché si giunga ad una soluzione definitiva e pacifica del grave conflitto nel Medio Oriente, che minaccia di estendersi con un complesso di complicazioni di natura non strettamente bellica, che certamente farebbero sentire il loro peso anche sulla nostra vita europea.
Non posso non sottolineare, almeno a titolo personale, l'esigenza di vincere la riluttanza che può essere in ciascuno di noi a continuare a riconoscere validità, a dare ancora credito e fiducia ai complessi istituti creati in campo internazionale per preservare il mondo dalla guerra, e che in ogni caso, hanno il compito di intervenire perché le guerre, ove scoppino, siano prontamente chiuse con trattative diplomatiche: bisogna ostinarsi a credere che attraverso la ragione devono potersi superare e vincere anche quelle situazioni che sembrano invece destinate ad avere soltanto una eco in tanto in quanto spari il cannone.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Devo far presente al Consiglio che mi sono trovato nella condizione di dover aggiungere, con telegramma, all'ordine del giorno dei lavori l'esame del disegno di legge n. 110: "Provvidenze straordinarie a favore delle Cantine sociali". La VI Commissione, ultimati i suoi lavori, mi ha fatto presente l'opportunità di una votazione della legge con carattere di urgenza. Ben consapevole che l'iniziativa in merito a questa legge è di tutti i Gruppi, da quello comunista a quello socialista, oltre che della Giunta, ho ritenuto opportuno inserire nell'ordine del giorno anche la discussione di questo argomento, pur se in una riunione dei Capigruppo si era espressamente concordato che la seduta di oggi sarebbe stata circoscritta alla presa d'atto delle dimissioni.
Vorrei sapere dal Consiglio se qualcuno ha da muovere obiezioni a questa mia interpretazione di carattere d'urgenza o se tutti sono concordi nell'accettare che il disegno di legge sia portato senz'altro all'esame del Consiglio per la sua approvazione.
Ricordo, a me prima ancora che ai Consiglieri, che l'art. 11 della seconda parte dello stralcio di regolamento dispone che le relazioni delle Commissioni al Consiglio siano distribuite almeno quarantotto ore prima che si apra la discussione, "a meno che il Consiglio non deliberi altrimenti".
Siccome la presentazione non è avvenuta nei termini ora specificati, mi occorre l'assenso, attraverso un voto deliberativo, del Consiglio a passare ugualmente alla discussione della legge, il che dovrebbe evidentemente portare ad un'inversione di collocazione dei punti all'ordine del giorno anteponendo quello relativo alla discussione in parola a quello: "Comunicazioni del Presidente della Giunta Regionale: 'Dimissioni del Presidente della Giunta'".
Vi sono in proposito richieste di parola? Ha facoltà di parlare il Consigliere Nesi.



NESI Nerio

Signor Presidente, il nostro Gruppo è stato molto perplesso se dare l'assenso, che ella richiese giustamente a termini di regolamento, alla diversificazione dell'ordine del giorno. E ciò per una ragione di carattere generale: a nostro parere, come credo dell'intero Consiglio, la forma in molti casi diventa sostanza, e questo vale certamente per la procedura nelle assemblee elettive, che è un fatto democratico, un fatto sostanziale.
Non è la prima volta che procediamo in modo poco ortodosso, e la questione è stata anche oggetto, come ella ricorderà, di una lettera da me inviatale a nome del Gruppo socialista, nella sua qualità di Presidente del Consiglio Regionale, in cui la invitavo a considerare il ricorso a questi accorgimenti, di carattere assolutamente eccezionale. Va anche detto che sull'argomento di cui dobbiamo discutere manca completamente il parere della Commissione I, che, come Ella mi insegna, è competente per tutte le questioni che riguardano materie di questo genere Queste le considerazioni che ci hanno influenzato in senso negativo. Ve ne sono però altre, di carattere sostanziale, che ci hanno influenzati in senso opposto: il fatto che presumibilmente questo Consiglio non si riunirà per un certo periodo di tempo, data l'apertura della crisi, che noi non riteniamo così facilmente componibile come molti giornali sostengono; che si tratta di una legge importante; che la legge è stata già discussa; che dovere fondamentale di questo Consiglio è quello di non perdere tempo.
I motivi di segno positivo hanno alla fine prevalso su quelli di segno negativo, per cui il Gruppo socialista è favorevole alla proposta, sia pure con le riserve da me avanzate, e con la preghiera che rinnoviamo al signor Presidente, e al Consiglio di Presidenza, di evitare che questo sistema divenga consuetudine.



PRESIDENTE

Desidero precisare a Lei e al Consiglio che la I Commissione, che ho già interessato, è disponibile a riunirsi immediatamente, ove si decida di portare in discussione la legge, per esprimere il parere che è necessario.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Gerini. Ne ha facoltà.



GERINI Armando

Signor Presidente, le perplessità testé espresse dal collega Nesi le avevo questa mattina fatte presenti anch'io durante la riunione della VI Commissione. Poiché esiste già un precedente in materia, verrà a determinarsi così una nuova prassi. Noi vorremmo invece che ci si incamminasse sui binari del Regolamento.
Comunque, il mio Gruppo, oggi purtroppo rappresentato solo da chi vi parla, è favorevole alla discussione di questa legge, che è una legge tutta particolare, di cui io stesso nella seduta del 10 settembre avevo sottolineato l'urgenza. Questa legge, sulle provvidenze da concedere, in rapporto ai danni determinatisi per eventi atmosferici e nel caso specifico per il particolare settore, delle Cantine sociali, che effettivamente in Piemonte sono per la maggior parte disastrate. Il Gruppo liberale pertanto, voterà a favore, nonostante che la discussione di oggi si collochi ben fuori dal regolamento.



PRESIDENTE

Preciso che non è "fuori dal regolamento": il Consiglio ha facoltà, per regolamento, di inserire la discussione nell'ordine del giorno.



GERINI Armando

Però, si tratta di una procedura di emergenza.



PRESIDENTE

La cosa è diversa. Mi permetta di ribattere, specie a lei, che fa parte dell'Ufficio di Presidenza, che si tratta di una procedura che rientra nel regolamento.



GERINI Armando

Poiché a questa procedura si è già fatto ricorso altra volta raccomanderemmo di evitare di ricorrervi ancora in avvenire.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Berti.



BERTI Antonio

Noi avevamo sostenuto, nella riunione del Consiglio in cui si è approvata la legge a favore dei contadini colpiti da calamità dopo il rifiuto del Governo di approvare questa legge, che occorreva contestualmente approvare i due stralci, cioè due leggi. Quindi, per quanto ci riguarda, l'esigenza di addivenire ad una rapida approvazione anche del secondo stralcio noi l'abbiamo sostenuta già due sedute fa. Dobbiamo anzi dire che, in rapporto agli impegni, questa legge avrebbe già dovuto essere adottata nella seduta del 27 settembre, o quanto meno in quella immediatamente successiva. C'è stato, quindi, un ritardo nella presentazione di questa legge, ritardo che noi denunciamo e che ci pone oggi nella condizione, comunque, di dire che noi siamo d'accordo di approvarla perché la riteniamo, per i motivi che abbiamo esposto nelle precedenti sedute, estremamente urgente e valida, e dal punto di vista del merito, in quanto interviene nella categoria dei contadini colpiti abbastanza duramente, e per quanto riguarda il metodo anche di opposizione alle posizioni del Governo quando queste tendono a ledere l'autonomia delle Regioni.
Devo tuttavia aggiungere che nella riunione dei Capigruppo cui ella ha fatto cenno, signor Presidente, noi abbiamo richiesto che si desse corso agli impegni assunti dal Consiglio attinenti alla risposta del Presidente della Giunta alla nostra mozione sul problema del carovita e quindi degli impegni relativi, e abbiamo chiesto nella precedente seduta che si fissasse la data per un dibattito politico determinato dalle dimissioni dell'Assessore repubblicano. Ci è stato detto in quella sede che non era possibile discutere di queste questioni essendo intervenuta la crisi di Giunta.
Non entro nel merito della questione, dato che avremo, credo assai presto, un dibattito, quello fissato dallo Statuto, in cui ogni Gruppo esporrà le proprie posizioni. Ritengo però necessario da parte del mio Gruppo, nel momento in cui accediamo alla proposta di modificare l'ordine del giorno, dichiarare che noi siamo perché il dibattito sulla crisi si apra il più rapidamente possibile, perché la costituzione della prossima Giunta, che si dice debba essere di centro-sinistra, non sia, come sta avvenendo, una contrattazione di posti, ma invece un confronto tra tutte le forze politiche, un confronto di contenuti, un confronto di programmi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, non mi sentirei di dissentire, in linea di principio, da alcune delle obiezioni sollevate soprattutto in ordine all'inopportunità di far troppo di frequente ricorso ad una procedura che è corretta, ma di emergenza ed eccezionale.
Siamo, però, di fronte, come è stato anche accennato nell'intervento del Consigliere Berti, ad una situazione particolare: la sostanza di questo provvedimento è già stata oggetto di esame, di studio, di consultazione, di parere della Commissione e di deliberazione del Consiglio, che ha approvato la legge che è stata rinviata dal Governo, per cui non vi è alcun carattere di novità, sotto nessun profilo, né in ordine ai finanziamenti, né in ordine alla sostanza, mentre vi è il carattere di urgenza che ci pone di fronte all'esigenza di corrispondere ad attese che credevamo di aver soddisfatto con la legge che ci è stata respinta (su questo argomento torneremo in modo più ampio, come ci siamo riservati di fare, quando esamineremo compiutamente le osservazioni che il Governo deve fare analiticamente sui vari punti).
Propongo che l'ordine del giorno venga invertito ponendo al primo punto la discussione e approvazione di questo progetto di legge e al secondo le dimissioni del Presidente della Giunta.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Curci. Ne ha facoltà.



CURCI Domenico

Signor Presidente, nel corso dell'ultima conferenza dei Capigruppo alla sua richiesta di iniziare la seduta di stamane con l'approvazione delle mozioni e degli ordini del giorno che si trascinano da alcuni mesi era stato obiettato, da parte del Presidente della Giunta, che su taluni di questi ordini del giorno non si poteva aprire una discussione, e quindi non si poteva passare alla votazione, in quanto si trattava di ordini del giorno e di mozioni che impegnano la Giunta, e una Giunta formalmente dimissionaria non è abilitata ad assumere una posizione al riguardo.
Esprimiamo pertanto meraviglia per il fatto che da parte del Presidente della Giunta non si ribadiscano gli stessi concetti di fronte alla richiesta di inversione dell'ordine del giorno della seduta del Consiglio di stamane per portare in approvazione un disegno di legge.
Tuttavia, pur rammaricandoci dello strappo che si fa alla procedura anche se con una delibera del Consiglio si rientra, in modo alquanto stiracchiato, nei limiti fissati dal Regolamento, esprimendo il nostro rammarico, perché taluni documenti non possono essere portati all'attenzione del Consiglio all'ultimo momento, com'è avvenuto ancora una volta, e non per la prima volta, in questa occasione diamo il nostro voto favorevole, in quanto ci rendiamo conto della esigenza della immediata approvazione di questo disegno di legge.



PRESIDENTE

Nessun altro chiede di parlare? Allora, metterei in votazione la seguente delibera: "Il Consiglio, sentite le dichiarazioni e le proposte del Presidente approva innanzitutto la modifica dell'ordine del giorno, invertendo i due punti che sono all'ordine del giorno, e, a norma dell'ultimo capoverso dell'art. 11, prendendo atto che le relazioni delle Commissioni sono state distribuite in un termine inferiore a quello previsto dal Regolamento delle quarantotto ore e dell'ultima parte dello stesso capoverso, delibera che si passi ugualmente all'esame del disegno di legge".
Chi approva la proposta e la delibera è pregato di alzare la mano. Il Consiglio l'approva all'unanimità.
Pregherei allora il Presidente della I Commissione di voler convocare la propria Commissione per poter esprimere il parere. Penso che, per economia di tempo, mentre la Commissione terrà riunione, potremmo continuare il dibattito in aula sulla relazione che verrà ora svolta dal relatore. Possiamo rimanere d'accordo in questo senso? Allora, la parola al relatore, Consigliere Menozzi.


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Esame d.d.l. n. 110 "Provvidenze straordinarie a favore delle Cantine sociali"


MENOZZI Stanislao, relatore

Signor Presidente, consiglieri Consiglieri, la Commissione VI si è riunita in mattinata per esaminare il disegno di legge contemplante provvidenze straordinarie a favore delle Cantine sociali. Non ha mosso rilievi sulla sostanza ed ha concluso decidendo di esprimere un giudizio favorevole, che possiamo considerare unanime. Sono state, peraltro sollevate alcune osservazioni di carattere formale, che, in prevalenza riguardano modifiche di dizione letterale.
All'art. 1, dove il testo della Giunta recita: "L'Amministrazione Regionale può concedere", si è ritenuto che meglio si attagli la dizione "concede". Ma in rapporto a ciò sarà presentato un apposito emendamento, la cui opportunità è stata ribadita dalla Commissione.
Un'osservazione più incisiva la Commissione ha inteso muovere, per coerenza con la Legge approvata il 26 luglio, per quanto attiene al secondo capoverso sempre dell'art. 1, il quale recita che "per la concessione del contributo di cui al precedente comma le minori quantità di prodotto non devono essere inferiori al 40 per cento della media di quelle conferite nell'ultimo triennio". Il Consiglio, in occasione della discussione di quella legge, aveva accettato un emendamento, nel senso di abbassare la percentuale di minor conferimento dal 40 al 30 per cento: la Commissione ha rilevato l'opportunità di riportare la misura a quella precedentemente deliberata.
Al terzo comma, sempre del primo articolo, si impone una sostituzione della locuzione: "Il contributo in conto capitale sarà..." con "Il contributo in conto capitale è concesso fino alla misura massima di lire 400 per ogni quintale di uva conferita".
All'art. 2, per quanto attiene il primo capoverso, la Giunta indica in 300 milioni l'autorizzazione di spesa per l'anno 1972 e di 200 milioni per ciascuno degli anni 1973 e successivi: mentre non vi sono state obiezioni di sorta per la disponibilità finanziaria prevista per il '73 e anni successivi, sono state mosse obiezioni circa l'entità, prevista in 300 milioni, della previsione per il '72. Gli elementi in nostro possesso ci portano a giudicare tale cifra insufficiente e, conseguentemente, si proporrebbe un aumento di 50 milioni dello stanziamento previsto portandolo da 300 a 350 milioni. Questo, ripeto, limitatamente all'anno '72, in quanto per gli anni successivi si ritengono validi i 200 milioni indicati nel disegno di legge.



PRESIDENTE

Questa modifica è stata indicata nella relazione? Altrimenti, bisogna informarne subito la I Commissione, dato che essa deve esprimere un parere in materia finanziaria, e quindi conoscere anche questo impegno.



MENOZZI Stanislao, relatore

Sono spiacente di dover ammettere che il particolare ci è sfuggito anche perché il finanziamento di questa legge, per quanto attiene al '72 si dovrebbe imputare lo stanziamento al capitolo 1404 del corrispondente stato di previsione di spesa, ove ci risulta esservi ampia disponibilità.
Ripeto che queste osservazioni della Commissione saranno concretizzate con la presentazione, non è già fatto, di appositi emendamenti.
C'è stata una discussione anche per quanto concerne il ben noto parere di conformità previsto e voluto dall'art. 93 del Trattato di Roma istitutivo della CEE, di cui abbiamo già avuto occasione in questa sede di discutere. In proposito sono state avanzate tesi antitetiche: da alcuni si sosteneva che il parere di conformità per questo particolare intervento non sarebbe previsto, altri erano di opinione contraria. La Commissione, anche per accelerare i tempi, ha scelto la soluzione di rimettere il provvedimento, nel caso venga approvato, alle competenti autorità centrali lasciando alle stesse il compito, se lo riterranno necessario, della trasmissione del provvedimento stesso alla CEE.
Come Presidente della VI Commissione, devo dire che non sono mancate perplessità di natura procedurale, ma sono state tutte superate, anche se con pareri diversi, per il desiderio di veder celermente concretato il provvedimento che questo Consiglio si accinge ad approvare.



PRESIDENTE

Vorrei pregare il Consigliere Menozzi di sincerarsi che la I Commissione, prima di esprimere il suo parere, sia stata posta a conoscenza di questa richiesta di modifica di somme.
Chiede di parlare il Consigliere Ferraris. Ne ha facoltà.



FERRARIS Bruno

Sarò estremamente conciso, dato che per la forma devo limitarmi a dire che condivido, come del resto tutti i colleghi, le critiche che giustamente sono già state autorevolmente mosse alla procedura adottata, mentre per quanto riguarda la sostanza, il merito della proposta di legge, non abbiamo, specie dopo gli emendamenti concordati in Commissione e accolti dall'Assessore per conto della Giunta, particolari osservazioni da avanzare.
Mi limiterò a sottolineare che con questo disegno di legge il Consiglio soddisfa un preciso impegno contratto con i produttori danneggiati dalle calamità atmosferiche del 1972 e del 1973 e soddisfa inoltre un impegno contratto con se stesso, a tutela appunto della propria dignità, delle proprie prerogative e della propria autonomia. Mi riferisco, ovviamente, al rinvio disposto dal Governo della legge che abbiamo approvato il 26 luglio.
Credo sia stato bene, proprio sul piano dell'autonomia, e forse non soltanto della autonomia, superare le obiezioni o il quesito del cosiddetto parere di competenza: sia il Governo, se lo ritiene giusto e necessario, ad inviare questa legge a Bruxelles: ma ci auguriamo che ciò non avvenga.
Desidero ancora sottolineare l'importanza e la portata di questo provvedimento specifico: ci troviamo di fronte ad un provvedimento che, per i destinatari (cioè le Cantine sociali, e quindi la cooperazione) e per il merito (intervento non soltanto anticipativo o duplicativo ma veramente intervento integrativo alla legge nazionale, per cui ci auguriamo che non vengano più addotte le argomentazioni della duplicazione di normativa e di intervento) merita veramente di essere sostenuto. E' una cosa nuova, in più, che la Regione ritiene di fare per i danneggiati ed in particolare per le strutture della cooperazione, che dovranno poi essere riviste e riprese in un discorso più ampio.
Rilevo ancora con compiacimento che con questo provvedimento, unito a quello precedentemente adottato (ne rimane ancora un terzo da affrontare) viene ad essere superata anche una delle critiche che noi avevamo rivolto al disegno nel suo complesso, una delle critiche che ci avevano portati poi all'astensione: quella della inadeguatezza degli stanziamenti. Non dico che i fondi stanziati (500 milioni, per la precisione) siano del tutto sufficienti, ma credo che siano adeguati. Penso che la Giunta e l'Assessore riusciranno a reperire anche i fondi necessari per far fronte a questo terzo provvedimento, con il quale dobbiamo ancora intervenire a favore delle colture non arboree ed a favore dei Consorzi Per queste ragioni, il voto del Gruppo comunista - lo annuncio fin d'ora perché si possa concludere il più rapidamente possibile questo dibattito - sarà un voto positivo.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Gerini. Ne ha facoltà.



GERINI Armando

Signor Presidente, il giudizio del Gruppo liberale, già anticipato in sedute precedenti, e di Consiglio e di Commissione, è ovviamente un giudizio favorevole alla legge, perché i danni arrecati dalle calamità atmosferiche hanno colpito anche e specialmente le Cantine Sociali, per la consistente riduzione dei conferimenti di uve, mentre le spese di gestione rimasero invariate, se non addirittura aumentavano. Con questo provvedimento si dà al mondo rurale una certa tranquillità e per il presente, e per il futuro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Fonio. Ne ha facoltà.



FONIO Mario

Signor Presidente, colleghi, penso che il contenuto del provvedimento in esame, riesca a farci passare sopra a tutte le perplessità, però dovremo prendere con noi stessi seriamente l'impegno a non più procedere in questo modo, anche perché decisioni di questa portata non siano prese in maniera confusa. Dalla discussione odierna è emerso che sono proposti degli emendamenti correttivi che formalmente non sono stati neppure presentati.
Soprattutto non vorrei che l'aver così affrettatamente posto in approvazione questo disegno di legge - spero di non essere anche questa volta profeta di sventure, come mi è occorso in occasione della discussione della prima legge, del 26 luglio, a proposito della quale avevo avanzato moltissimi dubbi sull'approvazione da parte degli organi centrali purtroppo rivelatisi fin troppo fondati - non porti il disegno di legge ad un nuovo rigetto. Sul merito, comunque, siamo tutti d'accordo, siamo tutti convinti che fosse indispensabile pervenire a queste decisioni.
Qui sono state avanzate perplessità anche in ordine al parere di conformità della CEE in base al famoso art. 93. Bisognerebbe anche avere il coraggio di dire, prima di ingrippare il Consiglio in queste situazioni che le stesse categorie interessate, gli stessi viticoltori erano preoccupati più del fatto che non ci fosse un preventivo parere di conformità che non che si arrivasse in fretta all'approvazione, in quanto già avevano preventivato che dovessero trascorrere cinque o sei mesi prima di ottenere gli interventi richiesti.
Del modo in cui si è proceduto per questo disegno di legge siamo tutti corresponsabili allo stesso modo: abbiamo fatto tutti delle considerazioni convergenti; vorrei però che ora si facesse il punto, anche per il rodaggio che abbiamo fatto, su queste situazioni, che non ci fosse più bisogno di tornare su questa questione procedurale.
Il merito, ho detto, supera ogni altra considerazione. Quanto al merito appunto, aggiungerò qualcosa: direi che il discorso per gli interventi regionali è proprio partito dai danni ai viticoltori, i quali finivano con il rimanere tagliati fuori, almeno sotto l'aspetto delle loro organizzazioni associative. Perché quando abbiamo aperto il discorso, il 22 giugno, sui danni della grandine - nella famosa seduta in cui si è trattato anche il problema della Winchester - eravamo all'indomani della triste vicenda calamitosa che aveva colpito in particolare l'Astigiano, e proprio il danno sofferto dalla viticoltura per questo fenomeno così ricorrente nella nostra Regione aveva evidenziato la necessità da parte della Regione di addivenire a queste iniziative, a questi provvedimenti.
Con la Legge del 26 luglio noi avevamo contemplato anche questi provvedimenti. Essendoci stata rinviata la legge, avevamo fatto un primo stralcio per l'anticipazione delle provvidenze da erogare da parte dello Stato. Rimaneva da provvedere per le Cantine sociali, ed è quello che ci apprestiamo a fare oggi, in considerazione che sì i danni colpiscono i produttori, ma soprattutto con l'intento di favorire la cooperazione, le forme associative, per arrivare a facilitare ai lavoratori l'acquisto dei prodotti, per snellire la commercializzazione, nella cui riorganizzazione sta veramente la chiave dei problemi dell'agricoltura. Se non ci occupassimo del grave stato in cui versano le Cantine sociali faremmo qualcosa di veramente troppo lacunoso in apporto al punto di partenza, che ripeto, è stato quello di prendere delle iniziative a seguito di questi eventi che in particolare si abbattono sulle zone coltivate a vite della nostra regione.
Aggiunte queste poche cose a quanto già è stato detto, non mi resta che confermare il voto favorevole del Gruppo socialista.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Carazzoni, ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, il collega Curci ha gia anticipato le nostre motivate perplessità circa la procedura seguita per la discussione urgente di questo provvedimento di legge.
Noi vogliamo solo aggiungere talune altre perplessità, una in particolare, una che richiamiamo per coerenza con analoghi atteggiamenti che abbiamo già assunto in precedenti Consigli in analoghe circostanze.
Noi non riteniamo, cioè, che sia possibile ignorare il parere preventivo della CEE in materie di questo genere, così come previsto dal Trattato di Roma all'art. 93.
Il nostro dissenso non è quindi tanto sulla sostanza del provvedimento di legge che anzi ci fa dichiarare obiettivamente consenzienti intanto in quanto è obiettiva constatazione quella che le calamità atmosferiche del 1972 hanno determinato una situazione di grave disagio per le Cantine sociali, alla quale giustamente e doverosamente la Regione deve cercare di porre rimedio. Ma ciò non toglie che pensiamo e vorremmo anche aggiungere "temiamo", che proprio questa mancata richiesta del parere preventivo di conformità previsto dal Trattato di Roma, possa ulteriormente intralciare l'iter del provvedimento.
Io ho ascoltato or ora le dichiarazioni fatte sul tema del collega Fonio e devo dire che le condivido pienamente e le apprezzo per la schietta sincerità con la quale qui sono state presentate. Forse era preferibile e comunque sarà preferibile per il futuro, risolvere in modo preventivo questo problema che ogni volta ci porta a suscitare talune riserve.
Sono queste le ragioni quindi (non sulla sostanza, perché come ho detto sul provvedimento di legge possiamo anche concordare) per le quali in sede di votazione ci asterremo.



PRESIDENTE

Il Consigliere Bianchi chiede di parlare, ne ha facoltà



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, vorrei anticipare la dichiarazione di voto del mio gruppo che è favorevole, richiamandomi alle argomentazioni che ha ripresentato il relatore Consigliere Menozzi.
L'importanza di questi provvedimenti è stata illustrata nelle relazioni e negli interventi compiuti, a motivazione della legge che ci è stata rinviata.
Noi cogliamo anche l'occasione per sollecitare la presentazione delle osservazioni da parte del Governo per consentire a questo Consiglio di esprimere su di esse il proprio giudizio, manifestando qui il proposito del mio gruppo di non rinunciare a tornare sull'argomento.



PRESIDENTE

Poiché la Commissione, mi dicono, non ha terminato la sua riunione sospendo cinque minuti la seduta.



(La seduta sospesa alle ore 12,40, riprende alle ore 12,45)



PRESIDENTE

La seduta è riaperta.
La parola al Presidente della I Commissione Consigliere Garabello.



GARABELLO Enzo

Signor Presidente, mi corre l'obbligo di portare alcune considerazioni che la Commissione ha in questa breve riunione evidenziato, non per tornare su argomenti che sono già stati risolti dal Consiglio con il voto, ma per mettere in rilievo alcuni aspetti che riguardano l'attività della Commissione in questo suo compito statutario.
E' evidente che purtroppo, in tutta l'attività legislativa di questi ultimi tempi, la I Commissione è stata normalmente fornita dei documenti approvati dalle Commissioni permanenti all'ultimo momento, molte volte si è dovuto sospendere la seduta di Consiglio, altre volte, avendolo potuto sapere in tempo, si è provveduto a convocare la Commissione nella stessa giornata, immediatamente prima dell'assemblea.
Noi riteniamo che si debba cambiare sistema, anche perché mentre per il momento la I Commissione svolge una mansione di pura collazione rispetto alla situazione del bilancio della Regione e quindi di accertamento, di conferma della disponibilità dei fondi sui capitoli assegnati nelle parti dispositive, c'è da pensare che in un futuro non troppo lontano dovrà svolgere una parte più difficile e delicata del suo compito, che del resto le è assegnato dallo Statuto, quella cioè di identificare la congruenza e la correttezza dei singoli progetti di legge rispetto al Piano regionale che in termini non molto lontani di tempo dovrà essere approvato. Pertanto riteniamo che in ogni caso si debba provvedere per tempo a che lo svolgimento dell'attività in preparazione per l'aula da parte delle Commissioni abbia un andamento temporale diverso.
Riteniamo quindi che su questo problema si debbano impegnare e la Giunta nuova che sarà eletta e anche le Commissioni permanenti.
Non posso fare a meno, in secondo luogo, di richiamarmi a dichiarazioni già fatte a nome della I Commissione in una recente seduta e che lo stato di crisi può semplicemente rinviare ma non far dimenticare: abbiamo bisogno che l'andamento finanziano della nostra Regione possa essere seguito costantemente dal Consiglio Regionale, pertanto quella riunione che l'Assessore Paganelli aveva previsto e confermato, con la nuova Giunta dovrà aver subito luogo, al di là delle persone, e quindi ne restiamo in attesa Fra questi aspetti che avevo già evidenziato ve n'è uno che non possiamo permettere neanche in questa circostanza: poiché il bilancio della Regione è approvato con Legge regionale dal Consiglio e le attribuzioni di spesa e di incasso devono ritenersi elementi programmatici (questo per un fattore tecnico, ma anche soprattutto per un fattore politico), non riteniamo che a cuor leggero si possano depennare, ridurre stanziamenti di qualsiasi genere senza che il Consiglio Regionale ne sia informato e prenda una decisione con piena conoscenza di causa.
Pertanto viene richiesto che la Giunta Regionale, o altri eventuali proponenti, nel proporre testi di legge relazionino il Consiglio sui motivi per cui, per far fronte agli stanziamenti necessari, si annullano o si riducono determinati capitoli di spesa e perché vi sono nei capitoli di incasso maggiori entrate. L'argomento è tecnico, ma è anche politico.
Da ultimo, sul caso specifico, per la verità qualche obiezione di natura tecnica generale sul testo di legge la Commissione avrebbe da sollevare, ma non ne solleva attenendosi alle dichiarazioni qui fatte prima dai Capigruppo, anche per evitare di dare l'impressione che la Commissione ha alcunché da dire sulle procedure stabilite dal Consiglio con votazione.
Dobbiamo però fare presente che per il modo in cui le leggi sono proposte all'approvazione del Consiglio, qualche dubbio lo sollevano, non ultimo quello della congruità delle previsioni di spesa in rapporto alle effettive esigenze, altrimenti potremmo avere una ripetizione di quello che già accade; articoli di bilancio per i quali si fanno certe previsioni rimangono a mezz'aria arricchendo soltanto il patrimonio dei residui passivi e magari (ma anche questo è da discutere in linea politica) gli interessi attivi presso le banche; ma è tutto un discorso che richiede maggiore approfondimento.
Il Presidente della VI Commissione ci ha comunicato, mentre eravamo in seduta, che durante il dibattito in Commissione, e in accordo con la Giunta, all'art. 2 verrà proposto un emendamento per passare da 300 a 350 milioni. La Commissione non ha da obiettare, però si richiama a quanto detto prima perché se in effetti venisse fuori un aumento di residui passivi la cosa sarebbe senz'altro preoccupante.
Sui due capitoli di bilancio che sono stati richiamati non ci sono obiezioni perché coerenti, infatti sul 1404 (quello che dà il finanziamento per l'anno 1972) vi è quella parte di fondo globale che è stato accertato essere stata a suo tempo accantonata con una specifica indicazione per l'ente di sviluppo agricolo; sul 1335 vi sono contributi per lo sviluppo della cooperazione agricola e delle altre forme associative che ci pare possa essere utilmente utilizzato in questo senso se non vi sono le altre forme previste dal bilancio.
Io non so se ho espresso compiutamente il pensiero della Commissione però ritengo di dover fare questo tipo di intervento che non so se sia strettamente rituale, ma certamente pone dei problemi di natura formale e anche di natura sostanziale, quindi con significato politico, che il Consiglio Regionale certamente non può permettere, specialmente in un momento in cui essendo in crisi di Giunta ci devono essere quanto prima nuove impostazioni alla Giunta stessa che dovrebbero avere un maggiore e non generico riferimento al modo di fare le leggi, al modo di funzionare del Consiglio nella fase legislativa.
Mi corre poi il dovere di dichiarare l'astensione del Consigliere Curci sulla presa d'atto per la parte relativa ai compiti della Commissione.



PRESIDENTE

Qualcuno chiede ancora di parlare? Consigliere Gandolfi, ne ha facoltà.



GANDOLFI Aldo

Signor Presidente, signori Consiglieri, vorrei fare alcune brevissime considerazioni. Io mi ero astenuto prima in sede di discussione procedurale dall'intervenire, vorrei farlo adesso evitando di fare dopo dichiarazioni di voto.
Innanzitutto mi associo a quanti avevano in precedenza criticata la procedura con cui si è arrivati a votare questa legge, che può essere accettabile data l'urgenza e la gravità del problema, ma poiché si aggiunge ad altri casi precedenti pone la questione del rispetto del Regolamento e del corretto funzionamento degli organi regionali, cosa non di poco conto su cui mi sembra sia giusto pronunciarsi.
Come secondo ordine di considerazioni vorrei dire che mi sembra che anche dal punto di vista tecnico questa legge sollevi alcune perplessità.
Può darsi che dipenda dalla fretta, ma le cifre indicate come impegni di spesa avrebbero potuto essere, almeno per il '72, confrontate con quelli che sicuramente sono i dati precisi sull'andamento della raccolta delle Cantine sociali in fatto di lavorazione; era possibile, almeno per il '72 fare un calcolo dello stanziamento rapportato al minor versamento di uva e di prodotto alle Cantine sociali.
Un terzo ordine di perplessità nasce dal fatto che si parla di contributi in conto capitale e si scrivono gli stanziamenti tra i capitoli di bilancio destinati a voci di investimento mentre ci sembra che non possono non essere considerati invece delle sovvenzioni e dei contributi di esercizio alle Cantine sociali.
Ci rendiamo conto della necessità di superare eventuali difficoltà e di varare la legge, ma ci sembra che la formulazione e la collocazione in bilancio di queste voci non sia corretta e possa prestarsi a degli inconvenienti qualora la Presidenza del Consiglio volesse esaminare questo disegno di legge e gli impegni di spesa relativi sotto un profilo particolarmente severo.
Comunque, rendendoci conto dell'importanza di varare questo provvedimento di spesa e del fatto che sta a fronte di impegni che la Giunta ed il Consiglio Regionale si sono assunti nei confronti degli agricoltori, daremo, pur con tutte queste riserve, il voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Franzi



FRANZI Piero, Assessore all'agricoltura

Signor Presidente, signori Consiglieri, non è certamente la Giunta che non si rende conto di questa procedura anomala, d'altra parte la stessa è stata rispettosa delle deliberazioni assunte in sede di Consiglio.
Il 10 settembre infatti si è discusso sulla legge che venne respinta dal Commissario di Governo ed in quella occasione si decise di portare avanti tre disegni di legge di cui due immediatamente, uno per le anticipazioni e l'altro per le Cantine sociali. Il 27 settembre si è approvato il primo, il 6 ottobre la Giunta ha deliberato il disegno di legge in discussione stamattina.
Penso che i tempi siano stati oltremodo brevi e che la Giunta abbia rispettato le sollecitazioni venute dal Consiglio.
Le ragioni di questa urgenza sono state dette tante volte, sono quelle di venire incontro ai produttori, in modo particolare a coloro che credono nella cooperazione e quindi cercare di aiutare la cooperazione nel momento difficile in cui si verifica il danno, che è sempre molto rilevante.
Circa le riserve e le critiche fatte questa mattina, anche se non riguardano direttamente la Giunta in quanto questa ha trasmesso al Consiglio il proprio disegno di legge, mi sento in dovere di spendere una parola a giustificazione dell'inusitata procedura, introdotta per l'urgenza di giungere ad una conclusione, ma che comunque ha il supporto della validità nei confronti delle popolazioni agricole.
Per quanto riguarda il parere di conformità, se la Giunta lo deve chiedere preventivamente o no, voglio ripetere una considerazione che ho già fatta in sede di Commissione. Nulla osta che la Giunta debba chiedere il parere di conformità, però teniamo conto che i tempi sono molto lunghi (l'esempio delle leggi passate ci deve insegnare qualcosa). Mi riferisco al parere di conformità richiesto dal primo comma dell'art. 92 e dall'ultimo comma dell'art. 93 del Trattato di Roma in modo particolare, se cioè le leggi che intervengono nel settore dell'agricoltura possono modificare i rapporti della concorrenza fra gli operatori economici e quindi incidere sui prezzi dei prodotti agricoli.
Dicevo che le esperienze passate ci devono pure insegnare qualcosa: noi siamo stati rispettosi di questo principio e abbiamo chiesto lo scorso anno preventivamente per la legge sui prestiti di conduzione, il parere di conformità della Commissione Europea. Abbiamo avuto un ritardo di circa sei mesi. Per affrontare questo ritardo non credo che la Giunta abbia delle riserve, però deve essere una responsabilità assunta collegialmente in sede di Consiglio; però il punto è: chi deve vagliare se effettivamente è un provvedimento che può incidere sulla formulazione dei prezzi per la concorrenza? Teniamo presente che all'art. 4 del decreto di delega n. 11 che trasferisce le competenze alla Regione - al paragrafo a) e al paragrafo b) lo Stato si è riservato la competenza completa dell'applicazione dei regolamenti comunitari e dei rapporti con la Comunità. Quindi, a stretto rigor di legge, noi non potremmo chiedere direttamente il parere di conformità alla Comunità a Bruxelles, ma semmai lo dovremmo chiedere tramite il Governo. Tanto vale allora trasferire la legge al Governo al quale compete la responsabilità di verificare se sia da chiedere o no il parere di conformità su una legge di carattere regionale.
Per quanto riguarda la congruità della previsione di spesa ne abbiamo già parlato nel mese di luglio e in sede di Commissione avevamo fatto mille calcoli. Quant'era il fabbisogno per il 1973? Di conti ne avevamo già fatti l'anno scorso nei mesi di ottobre-novembre con i rappresentanti delle Cantine sociali, delle Amministrazioni Provinciali e con quelli delle organizzazioni dei produttori, delle cooperative e delle organizzazioni sindacali.
Nulla in contrario a riferire, in sede di Consiglio, qual è la previsione di spesa per il 1973 sulla quale abbiamo degli elementi. L'anno scorso abbiamo avuto un danno dal 40 al 50%, considerando quindi una perdita di 500/600.000 ql. di uve e una media di intervento dell'ordine di 500/550 lire per ogni ql. di uva in meno, ecco che scaturiscono i 300/350 milioni indicati sulla legge. Per gli anni a venire vorrei dire al collega Gandolfi che è difficile prevedere quali saranno le necessita di intervento in favore delle Cantine sociali. Io mi auguro di avere dei residui, cioè che le Cantine sociali non si trovino in condizioni di dover chiedere l'intervento della Regione, perché in ogni caso questo coprirebbe solo una parte del danno ed è un danno riflesso sulle popolazioni agricole.
Sulla scorta degli elementi che abbiamo delle annate passate, penso che i 200 milioni così come sono stati approvati dalla Commissione, siano sufficienti per tutti i bisogni che si potranno verificare negli anni a venire.
La Giunta non ha che da rinnovare il proprio compiacimento con la decisione del Consiglio di voler portare avanti, anche se in modo poco ortodosso, questo disegno di legge per farlo diventare legge entro il più breve tempo possibile; le popolazioni agricole e i produttori vinicoli in modo particolare ne sono in attesa da parecchi mesi.



PRESIDENTE

Mi pare che le dichiarazioni dell'Assessore abbiano chiarito il rischio calcolato che il Consiglio, approvando la legge, demandi semmai al Governo l'accertamento di quel parere di conformità da parte della Commissione Europea.
Il relatore chiede di parlare. Molto brevemente però perché dobbiamo ancora passare alla votazione e il discorso è stato ampio.



MENOZZI Stanislao, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, è inutile dire che anch'io condivido i pareri qui espressi circa un maggiore rispetto delle procedure anche se ci tengo a sottolineare che, malgrado la scrupolosità sempre manifestata dal Presidente di questo Consiglio, e, se mi è consentito anche dall'Ufficio di Presidenza, ci sono fatti eccezionali, come quello che ci sta di fronte, che ci consigliano la procedura che è stata adottata.
Le perplessità sollevate dal collega Carazzoni sono anche le mie, ma un minimo di tranquillità è venuto a fornircelo l'Assessore con la sua risposta.
Ritengo anch'io che la responsabilità primaria del giudizio, in merito al parere di conformità, debba essere del Governo, ma il desiderio che ci accomuna è di vedere approvato celermente il provvedimento; se domani il Governo ci respingesse nuovamente la legge, come è successo recentemente per una legge sulla cooperazione sarda, ci ritroveremmo nell'identica situazione, per cui non ci resta che augurarci che gli interventi di cui al disegno di legge in discussione vengano considerati necessari a causa di fatti di portata eccezionale. Se invece venissero considerati inseribili nel quadro di una politica agricola comunitaria, allora dal parere di conformità non si sfuggirebbe.
Non avendo null'altro da osservare in proposito, unisco a quello espresso dall'Assessore anche il mio compiacimento per avere la possibilità oggi, con questo secondo atto, dopo quello compiuto nella giornata del 27 scorso, di rispondere affermativamente a due richieste fondamentali che provengono con carattere di assoluta urgenza dal mondo agricolo piemontese.



PRESIDENTE

Per tranquillità dei signori Consiglieri mi permetterei di ricordare che il decreto del Presidente della Repubblica 15 gennaio '72, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 19.2.1972 n. 46, all'art. 4 recita testualmente: "Resta ferma la competenza degli organi statali in ordine ai rapporti internazionali e con la Comunità Economica Europea all'applicazione di regolamenti, direttive ed altri atti della Comunità Economica Europea, concernenti la politica dei prezzi e dei mercati commercio di prodotti agricoli, interventi sulle strutture agricole".
Mi pare quindi che la competenza sia certamente dello Stato il quale non muovendo dei rilievi alla nostra legge, implicitamente assume la responsabilità nei confronti della Comunità Europea.
Essendo chiusa la discussione di carattere generale passerei alla votazione dei singoli articoli.
Articolo 1 "L'Amministrazione Regionale può concedere un contributo in conto capitale alle Cantine sociali che lavorano minori quantità di uve in conseguenza di eccezionali avversità atmosferiche o di calamità naturali che hanno colpito i vigneti delle aziende agricole associate.
Per la concessione del contributo di cui al precedente comma, le minori quantità di prodotto non devono essere inferiori al 40% della media di quelle conferite nell'ultimo triennio.
Il contributo in conto capitale sarà concesso fino alla misura massima di lire 450 per ogni quintale di uva conferito in meno.
Per le Cantine sociali il cui Statuto prescrive il totale conferimento delle uve da parte dei soci, il contributo può essere elevato fino a lire 650 per ogni quintale di uva conferita in meno.
Il contributo sarà concesso dopo l'emanazione dei decreti ministeriali dichiarativi dell'eccezionalità dell'evento, previsti dal 2° comma dell'art. 2 della legge statale 25 maggio 1970, n. 364, in base agli accertamenti tecnici degli Ispettorati dell'Agricoltura.
Le provvidenze di cui al presente articolo si applicano agli eventi verificatisi dopo il 1° aprile 1972".
Nel testo bisogna correggere nell'ultimo paragrafo la parola "aventi" con "eventi", è un errore dattilografico.
A questo articolo ci sono proposte di emendamenti.
Al primo comma, prima riga, si propone di togliere le parole "pu concedere" e sostituirle con "concede", "l'Amministrazione Regionale concede un contributo".
Se non ci sono richieste di parola metterei in votazione l'emendamento per alzata di mano. L'emendamento è approvato.
Secondo emendamento: al secondo comma, terza riga, dove si parla della percentuale del 40%, deve intendersi invece "30%".
Qualcuno chiede di parlare? Nessuno. Pongo in votazione l'emendamento.
Terzo emendamento al terzo capoverso, trasformare la frase "Il contributo in conto capitale sarà" con "Il contributo in conto capitale è".
Ci sono richieste di parola? Nessuno. Lo pongo in votazione per alzata di mano.
Quarto emendamento al quinto capoverso, trasformare la frase "Il contributo sarà concesso" con "Il contributo è concesso".
Qualcuno chiede di parlare? Nessuno. Pongo in votazione l'emendamento per alzata di mano.
L'emendamento è approvato.
Gli emendamenti sono presentati dai Consiglieri Bianchi, Ferraris Menozzi e Fonio.
Pongo in votazione l'art. 1 nel modo in cui è stato emendato.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: Presenti e votanti n. 37.
Hanno risposto sì n. 35 Consiglieri.
Si sono astenuti n. 2 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
Articolo 2 "Ai fini dell'attuazione della presente legge è autorizzata la spesa di lire 300 milioni per l'anno 1972 e di lire 200 milioni per ciascuno degli anni 1973 e successivi.
All'onere ricadente nell'anno 1972 si fa fronte mediante la riduzione di pari importo del fondo stanziato al capitolo n. 1404 del corrispondente stato di previsione della spesa.
All'onere ricadente nell'anno 1973 si fa fronte mediante la riduzione di lire 200 milioni dello stanziamento di cui al capitolo n. 1335 del corrispondente stato di previsione della spesa.
Negli stati di previsione della spesa dell'anno 1972 e dell'anno 1973 sarà istituito il capitolo n. 1337, denominato 'Provvidenze straordinarie a favore delle Cantine sociali' e con le rispettive dotazioni di lire 300 e di lire 200 milioni. Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.
All'onere ricadente in ciascuno degli anni 1974 e successivi si farà fronte iscrivendo, nei corrispondenti stati di previsione della spesa, un apposito capitolo come sopra denominato".
Vi è una proposta di emendamento al primo comma, seconda riga dove si dice "auto rizzata la spesa di lire 300 milioni per l'anno 1972" da intendersi invece "350 milioni".
Qualcuno chiede di parlare? Nessuno. Lo pongo in votazione per alzata di mano.
L'emendamento è approvato.
La stessa proposta di emendamento per correlazione è fatta per il quarto capoverso dove si dice ancora "con le rispettive dotazioni di lire 300 e di lire 200 milioni", i 300 diventano 350.
Nessuno chiedendo di parlare pongo in votazione l'emendamento.
L'emendamento è approvato.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: Presenti e votanti n. 37.
Hanno risposto sì n. 35 Consiglieri.
Si sono astenuti n. 2 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Articolo 3 "La presente legge regionale è dichiarata urgente ed entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, ai sensi del 6° comma dell'art. 45 dello Statuto".
Nessuno chiedendo di parlare si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: Presenti e votanti n. 37.
Hanno risposto sì n. 35 Consiglieri.
Si sono astenuti n. 2 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
Ci sono delle dichiarazioni di voto? Mi pare che siano state fatte in precedenza.
Nessuno chiede di parlare, quindi si proceda alla votazione del contesto della legge approvata nei tre articoli "Provvidenze straordinarie a favore delle Cantine sociali" n. 110.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: Presenti e votanti n. 37.
Hanno risposto sì n. 35 Consiglieri.
Si sono astenuti n. 2 Consiglieri.
La legge è approvata.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Comunicazioni del Presidente della Giunta Regionale; dimissioni del Presidente della Giunta


PRESIDENTE

Passiamo all'ultimo punto all'ordine del giorno "Comunicazioni del Presidente della Giunta Regionale. Dimissioni del Presidente della Giunta" La parola al Presidente Calleri.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Signor Presidente, signori Consiglieri, ai sensi dell'art. 35 dello Statuto rassegno formalmente e ufficialmente al Consiglio Regionale le mie dimissioni da Presidente della Giunta.
Esse comportano, a norma dello stesso art. 35 dello Statuto, le dimissioni dall'intera Giunta.



PRESIDENTE

Il Consiglio prende atto delle dichiarazioni e conseguentemente dichiaro chiusa la seduta.
Il Consiglio sarà convocato a domicilio nei termini statutari.



(La seduta ha termine alle ore 13,25)



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