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Dettaglio seduta n.168 del 12/07/73 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE OBERTO


Argomento:

Approvazione verbali sedute precedenti


PRESIDENTE

La seduta e aperta.
Pregherei il più giovane dei presenti di voler fungere da Segretario all'Ufficio di Presidenza.
Al primo punto all'ordine del giorno abbiamo "Approvazione verbali sedute precedenti". I verbali sono stati trasmessi prima della seduta odierna ed i signori Consiglieri hanno potuto prenderne visione. Ci sono delle osservazioni in proposito? Nessuna. Allora pongo in votazione i processi verbali nel testo che è stato inviato. Chi approva è pregato di alzare la mano.
I verbali sono approvati.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura - Tutela dagli inquinamenti idrici - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interpellanze dei Consiglieri Bono, Ferraris, Marchesotti, dei Consiglieri Menozzi e Gerini e Interrogazione del Consigliere Fonio sulle misure da adottare per evitare l'uso dei diserbanti a salvaguardare le colture viticole


PRESIDENTE

La prima interpellanza del 4 giugno è dei Consiglieri Bono, Ferraris Marchesotti; sullo stesso argomento, in data 5 luglio vi sono tre altre interpellanze dei Consiglieri Menozzi, Gerini, Fonio (quest'ultima è un'interrogazione) e riguardano tutte le misure atte ad evitare l'uso dei diserbanti, a salvaguardia delle colture particolarmente viticole.
I Consiglieri pensano di illustrare le loro interpellanze, o si riservano di parlare dopo la risposta dell'Assessore? Parlano dopo. Allora darei la parola, per la risposta, all'Assessore Franzi.



FRANZI Piero, Assessore all'agricoltura

Signor Presidente, onorevoli colleghi, il problema dei danni alle colture viticole verificatisi in alcune zone collinari del Monferrato e dell'alto novarese, secondo gli interpellanti sarebbero causati da diserbanti a base di 245 T e 245 TP, impiegati dai risicoltori nelle zone di pianura coltivata a risaia e ripropone purtroppo la situazione che è già stata evidenziata lo scorso anno.
A tale riguardo, ritengo sia opportuno precisare che il prodotto impiegato in risaia, con denominazioni diverse, è il 245 TP e non il 245 T.
Il 245 TP è composto di acido, tricloro fenissopropionico, mentre il 245 T è a principio attivo acido, tricloro fenissoacetico. La differenza fra i due prodotti è sostanziale, tant'é che il DPR 3.8.68 n. 1255, relativo alla disciplina sulla produzione commercio e vendita dei fitofarmaci e dei diserbanti classifica il 245 T alla categoria seconda, cioè ad alta tossicità in quanto contiene il principio attivo la cui DL 50 è compresa fra 50 e 500 mmg/Kg. mentre il 245 TP è classificato alla categoria terza di media tossicità avendo un contenuto di principio attivo la cui DL è superiore a 500 mmg/Kg.
Oltre a ciò è bene ricordare anche che il prodotto 245 T è impuro e contiene un elevato tasso di dioxine, tetracloro, di benzo e di oxina impurità invece completamente esenti nel formulato 245 TP. In risaia si è sempre impiegato il prodotto con il principio attivo a base di 245 TP e non, come alcuno ha voluto scandalisticamente dichiarare, anche il 245 T.
Il principio attivo 245 T è diserbante totale che se impiegato, sia pure in piccolissime dosi, provocherebbe la necrosi di tutte le piante colpite e quindi distruggerebbe anche quelle da riso. L'impiego in risaia del diserbo a base di 245 TP risale agli anni 1961/62 però i danni alle colture viticole e ad alcune famiglie di orticole vengono lamentati solo da quattro o cinque anni a questa parte. Ciò dimostra che la consequenzialità della causa-effetto non è strettamente collegata al diretto impiego del prodotto, quanto invece al modo in cui esso viene impiegato. Tale aspetto è emerso nel corso della tavola rotonda tenutasi a Milano il 23.1.1971 ove il prof- Borzini, direttore allora dell'osservatorio malattie per le piante di Torino, ha dichiarato che la "insorgenza ed il ripetersi dei danni alle colture sensibili è stato attribuito sostanzialmente a tre fattori: 1) alla volatilità sensibile del 245 TP; 2) al grado di nebulizzazione del liquido erbicida via via più accentuato nel tempo (impiego mediante nebulizzatore ad alta pressione); 3) per l'esistenza in loco di brezze ascensionali".
Il prof. Borzini a tale riguardo diceva testualmente che "il tipo di attrezzature irroranti impiegato dai risicoltori dovrebbe essere ad alto volume, cioè a bassa pressione per tutti gli erbicidi sensibilmente volatili, tutti potenzialmente in grado di danneggiare altre colture più o meno limitrofe". Oltre a tali suggerimenti meccanici il prof. Borzini consigliava anche di modificare la combinazione chimica in formulato salino anziché in formulato estero perché in tal modo si sarebbero potuti eliminare gli aspetti della volatilità del prodotto.
Purtroppo c'è da concludere che il suggerimento del prof. Borzini non si è potuto attuare poiché il Ministero della Sanità ha voluto persistere nel suo errore di mantenere vietato l'impiego dei diserbanti a base di 245 TP nell'errata considerazione delle sfavorevoli caratteristiche tossicologiche, tali da esplicare possibili attività teratogena, nonch lesioni cutanee. Il divieto - è bene dirlo - è stato il risultato della mano pesante dei politici; in sella al Ministero dell'Agricoltura nel corso del 1970 che, per evitare i danni alla viticoltura ed alla orticoltura anziché esaminare la correlazione meccanica delle cause- - effetto così come abbiamo già ricordato, hanno preferito proibire tout-court l'impiego di questi prodotti, quando gli stessi continuano invece ad essere impiegati negli stati risicoli ove si devono combattere le piante infestanti che allignano anche nelle risaie delle nostre pianure.
Nella vicina Francia infatti, nella zona della Camargue, i prodotti a base di 245 TP continuano ad essere liberamente impiegati. Sulla fantomatica tossicità del prodotto nei confronti dell'uomo, dichiarata dal Ministero della Sanità, è bene conoscere anche i risultati cui sono pervenuti gli esperti dell'Istituto di farmacologia dell'Università di Torino che hanno eseguito prove su ratte e coniglie nel corso del 1970/71 gestanti nel periodo dell'organogenesi, somministrando per via orale 245 TP puro nelle seguenti dosi: ratte 50/100/150 mmg/Kg e coniglie 40/70/100 mmg/Kg.
A conclusione della ricerca, viene precisato nella relazione quanto segue: "Somministrando l'acido 245 TP per via orale a ratte e coniglie gravide nel periodo dell'organogenesi, è possibile vedere fenomeni di tossicità fetale che però sono assai marcati solo quando le dosi aumentano fino a diventare lesive per le madri, mortalità o inibizione alla crescita.
Unificando i dati per le due specie, si può dire che vere e proprie malformazioni, più numerose di quelle spontanee, non si hanno; si ha per diminuzione di peso delle nidiate, feti più piccoli e meno numerosi e aumenti nei riassorbimenti. Quantizzando tali fenomeni, è possibile tracciare delle rette dosi-effetto ed estrapolare le DO, cioè le dosi limite al di sotto delle quali non si ha alcuna azione teratogena e tali azioni sono dell'ordine di 50 mmg/Kg. se si tiene conto del fatto che il 245 TP usato come diserbante non lascia tracce dosabili nei prodotti commestibili eventualmente venuti a contatto con esso, si deve concludere che tale sostanza è assolutamente scevra da pericoli per la specie umana tanto più poi se lo spandimento è fatto da uomini".
Queste sono le dichiarazioni cui sono giunti gli esperti dell'Istituto di farmacologia dell'Università di Torino.
Ciò dimostra in modo inconfutabile quanto ingiustificato sia stato il provvedimento del Ministero della Sanità dell'agosto 1970 che ha vietato l'impiego e che pertanto si può considerare come la causa principale della mancata possibilità di ricercare altre soluzioni capaci di evitare danni a terzi.
Che vi siano risicoltori che nonostante il divieto continuino ad impiegare il diserbante con il principio attivo del 245 TP non si può certo escludere, tuttavia considerare questo diserbante quale causa di alcuni lamentati casi di bruciore agli occhi, nausee e vomito, pare eccessivo e comunque non si è in grado di fornire un giudizio attendibile. Tuttavia, in base alla esperienza pratica sarebbe da escludere ogni correlazione. E' possibile invece che tale sintomatologia sia in relazione ai fitofarmaci impiegati per la difesa dei pioppeti (diocarbammati esteri fosforici ecc.) per cui circa l'azione svolta dall'amministrazione provinciale, che è la richiesta cui tendevano gli interpellanti, possiamo precisare che la Regione già nel marzo 1973 ha indetto un incontro a Vercelli con i capi dell'Ispettorato provinciale dell'agricoltura di Vercelli, Novara Alessandria, con il Direttore dell'Osservatorio malattie delle piante, di Torino, i funzionari dell'Ente nazionale risi di Milano per programmare la sperimentazione di nuovi prodotti non auxinici ed in particolare il nuovo prodotto non ancora registrato, il "Basagran" nelle zone confinanti delle colline viticole.
Successivamente, in data 8.5.73, la Giunta ha assunto una specifica delibera finanziando l'impiego di questo prodotto "Basagran" nelle province di Vercelli, Alessandria e Novara, individuando 15 aziende con: 35 ettari e impiegando 140 Kg. di prodotto in provincia di Vercelli; 5 ettari con 20 Kg. di prodotto in provincia di Alessandria; 35 ettari (16 aziende) 140 Kg.
di prodotto in provincia di Novara.
Questo più che altro per avere una prova dei risultati cui si pu giungere nel settore del diserbo chimico in risaia attraverso l'impiego di altri prodotti.
Oltre a ciò devo ricordare che la Regione, dopo la riunione del mese di marzo 1973, ha provveduto a divulgare, d'intesa con l'Osservatorio malattie delle piante, delle raccomandazioni, facendo stampare dei volantini che sono stati distribuiti a migliaia a tutti i risicoltori; e d'intesa con l'Ente Naz. Risi di Milano si è provveduto ad inviare una specifica lettera a tutti i risicoltori in data 21 maggio. Se qualcuno vuole il testo delle circolari glielo posso fare avere.
Questo dimostra che non ci siamo fermati alle pure constatazioni, ma abbiamo voluto intervenire per trovare il modo di evitare il ripetersi dei danni che purtroppo già l'anno scorso avevamo dovuto constatare.
Posso tuttavia dire che la questione è molto delicata, poiché si scontrano interessi contrastanti: da un lato risicoltori che, pur agendo in violazione di precise norme di legge, sono costretti ad impiegare diserbanti vietati dall'autorità sanitaria: dall'altro agricoltori che vedono danneggiate le loro colture, senza possibilità di porvi riparo. I risicoltori che quest'anno hanno impiegato prodotti diserbanti con il principio attivo 245 TP sono tuttavia in minima parte perché molti hanno già impiegato un altro prodotto, sia pure in parte auxinico, il Tripion CB che ha dato risultati più che soddisfacenti.
Mi auguro che con il prossimo anno si possa impiegare su vasta scala il Basagran, prodotto che abbiamo sperimentato quest'anno in forma piuttosto allargata nelle tre province risicole.
Non mi resta altro, se non comunicare i risultati a cui è pervenuto il servizio repressione frodi nei mesi di maggio e giugno. Sono le notizie che riservatamente il dr. Thione ha inviato al Ministero alcuni giorni fa e che la Gazzetta del Popolo ha riportato ieri e che si sintetizzano in questi dati: le aziende visitate sono state 172 nelle tre province di Vercelli Novara e Alessandria-Pavia, sono stati controllati 76 Comuni. Non faccia meraviglia se parlo di Pavia perché l'azione è stata condotta congiuntamente con il servizio repressione frodi di Milano. Sono stati controllati 46 rivenditori: sono stati sequestrati 42 contenitori con prodotto vietato; sono stati sequestrati Kg. 365 di diserbante con principio attivo di 245 TP. Si tratta però di controlli eseguiti nei comuni confinanti con le zone viticole. Se gli accertamenti fossero stati fatti anche in altri Comuni forse i quantitativi di prodotto sequestrato sarebbero maggiori.
Io sono a disposizione per rispondere agli interroganti su eventuali chiarimenti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Bono, ne ha facoltà.



BONO Sereno

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non posso che manifestare il più vivo disappunto mio e degli altri firmatari dell'interpellanza urgente perché la risposta che ci è stata data dall'Assessore è tardiva e stupefacente per certi versi. Tardiva in quanto avrebbe dovuto comunicarci gli impegni che la Regione intendeva assumersi prima che l'uso dei diserbanti fosse attuato; la risposta ci viene invece data quando le risaie sono state tutte irrorate, quindi ancora una volta stiamo qui a discutere di cose già avvenute, senza avere avuto la possibilità di prevenirle.
Stupefacente perché, ascoltando la relazione dell'Assessore (anche se l'acustica di questo locale non permette di recepire esattamente tutto ci che dovrebbe essere recepito) ho avuto la sensazione di trovarmi di fronte ad un rappresentante dell'industria chimica che produce i diserbanti, o ad un rappresentante degli agricoltori risicoli (e non di tutta la categoria dei produttori agrari) che hanno interesse a difendere questo tipo di prodotto unanimemente riconosciuto inquinatile. Noi invece ci saremmo dovuti trovare di fronte ad un rappresentante della collettività che ha l'obbligo di difendere gli interessi generali di questa collettività di fronte a certi soprusi che vengono da agricoltori singoli o dai grossi gruppi produttori di diserbanti.
L'Assessore Franzi ha parlato di "fantomatica tossicità", del prodotto e poi dagli stessi risultati delle analisi da lui esposte emergono evidenti contraddizioni e vive preoccupazioni da parte di coloro che le hanno eseguite.
L'Assessore Franzi ha addirittura definito ingiustificato il provvedimento del Ministero che vieta l'uso di questi diserbanti e questo suo atteggiamento ha veramente superato qualsiasi limite del concepibile ha superato ogni misura.
La scelta del 245 TP è una scelta, come é stato chiaramente dimostrato determinata esclusivamente dal profitto, che può servire a gruppi ristretti di agricoltori e che danneggia altre colture agricole, serve i produttori risieri e danneggia la viticoltura, l'ortofrutticoltura e tutta una serie di altre colture. E' una scelta che denota anche, se permettete, il carattere parassitario della nostra industria, che invece di investire i capitali per la ricerca di prodotti che in grado di raggiungere egualmente lo scopo di diserbare le risaie senza danneggiare gli interessi degli altri, specula sulla ricerca che é stata fatta dagli americani i quali hanno sperimentato questi prodotti proprio nel Vietnam, dove in base ai loro principi umanitari ritenevano necessario l'uso dei diserbanti totali.
Noi non possiamo quindi che esprimere il nostro vivo disappunto, il nostro rammarico, per il tipo di risposta che ci è stato dato dall'Assessore e pertanto non possiamo che dare un parere negativo sullo stesso.



PRESIDENTE

Qualcun altro degli interpellanti intende prendere la parola? Prego tutti di attenersi ai cinque minuti regolamentari per dichiararsi soddisfatti o meno dalla risposta data dal rappresentante della Giunta.
La parola al Consigliere Gerini.



GERINI Armando

Signor Presidente, mi spiace di non aver potuto illustrare l'interpellanza che avevo rivolto all'Assessore all'agricoltura, essendo arrivato con qualche minuto di ritardo. Inoltre il dire dell'Assessore regionale per difetto di acustica (come poco fa ha rilevato anche il collega Bono) non mi ha permesso di recepire nettamente il carattere della sua risposta. Tuttavia ho cercato di interpretarla e ho capito che, grosso modo questa calamità non trova riscontro nei compiti che oggi può avere la Regione.
L'Assessore parlava di interessi contrastanti; certo, c'é il vino contro il riso e viceversa. Io però vorrei permettermi di dire che oggi il riso è una coltura che ha un certo reddito, (lo vediamo dal suo continuo aumento di prezzo), mentre la viticoltura, specialmente nel Monferrato e in quei paesi che ho indicato nell'interpellanza, cioè Gabiano, Camino Coniolo, Mombello, dà un reddito scarso.
I danni, io l'ho constatato di persona, sono rilevanti in certe zone e, a detta dei contadini si aggirano addirittura da un 35 ad un 41%.
Dobbiamo perciò difendere questa categoria e non solo dire che bisognerà adoperare, magari dall'anno prossimo, il Besogrand invece del 245 TP.
L'azione di prevenzione doveva essere fatta dagli uffici preposti alla tutela, dopo i danni verificatisi l'anno scorso. Io non metto in dubbio anzi, ammiro l'attività esplicata dal nostro Assessore il quale so che ha inviato raccomandazioni, ha fatto distribuire volantini che sono andati effettivamente in mano ai risicoltori, ma, questi ultimi, per una legge che non ammette l'acquisto del 245 TP, ma ammette però la detenzione, e logico che in qualunque momento della giornata, magari di notte, abbiano potuto spargere quel diserbante che ancora una volta ha colpito le colture specialmente viticole degli ultimi Comuni del Monferrato che si affacciano sulla valle del Po e quindi sulle risaie di Fontaneto, Morano ecc.
Ero certo ieri, venendo alla VI Commissione (forse sono stato un po' ingenuo) che in quella proposta di legge approvata dalla Giunta che tratta delle avversità e delle calamità atmosferiche, trovasse collocazione anche un qualche provvedimento, magari temporaneo, a favore di questi viticoltori colpiti dal 245 TP. Mi è stato risposto che l'argomento non era all'ordine del giorno ed ho taciuto. Tuttavia mi propongo - e questa è una cosa che voglio dire esplicitamente all'Assessore all'agricoltura - che se nel frattempo, cioè da qui al momento in cui approveremo quella legge speciale che ha fatto bene a proporre la Giunta, non sarà stato trovato un rimedio di presentare un emendamento aggiuntivo perché con la legge speciale si possa venire incontro ai viticoltori colpiti da questa manifestazione che chiamo anch'io calamitosa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Menozzi, ne ha facoltà.
MENOZZI.
Signor Presidente, colleghi Consiglieri, vorrei innanzi tutto compiacermi per il fatto che l'indagine a suo tempo disposta dal Ministero dell'agricoltura, si sia finalmente conclusa come da notizie apparse sulla stampa nei giorni scorsi e confermate qui dall'Assessore all'agricoltura con la denuncia di parecchie aziende agricole che usano, nonostante il divieto, il fatidico fitofarmaco incriminato e cioè il 245 TP.
L'amico Assessore Franzi ha sostenuto che tecnici all'uomo incaricati si sarebbero pronunciati nel senso della non tossicità del fitofarmaco in parola. Noi cosa possiamo rilevare? Che l'uso di questo fitofarmaco va da anni arrecando danni evidenti che non c'é bisogno di tecnici per constatarlo, che ha determinato situazioni di tensione tutt'ora in essere veramente preoccupanti, per cui mi auguro che la magistratura possa fornire un giudizio chiaro e altrettanto severo per fare desistere finalmente quanti da tempo, nonostante i divieti, hanno continuato ad usare i trattamenti col diserbante in discussione. E guai se non fosse così perch allora l'anarchia imperante dilagherebbe ulteriormente e il contenerla potrebbe poi determinare situazioni non facili. So che in alcune zone del Casalese gli interessati, aventi i vitigni danneggiati e ove di parla già della perdita certa del 50% del prodotto, hanno indotto parecchie persone ad intervenire presso di loro per farli desistere da atteggiamenti che avrebbero potuto assumere limiti di pericolosità notevoli.
Io mi compiaccio comunque e prendo atto dell'interessamento dell'Assessore all'agricoltura. E' vero che la risposta nei confronti di alcune interrogazioni è arrivata in ritardo, ma è altrettanto vero che ostavano motivi di delicatezza tale anche in riferimento alle indagini in corso che penso questo ritardo non possa esse preso come motivo di denuncia dell'atteggiamento dell'Assessore. Pertanto, pur non potendo ovviamente dichiarami soddisfatto per le tesi sostenute dai tecnici all'uopo interpellati, voglio augurarmi che l'Assessore Franzi e con esso tutta la Giunta vorranno seguire sempre più da vicino questo problema perché non ci si abbia a ritrovare l'anno prossimo a dover denunciare l'analoga situazione che si va trascinando da alcuni anni a questa parte e non dimenticarsi che il problema medesimo presenta anche delle notevoli implicazioni di natura politica.



PRESIDENTE

Le interpellanze sono discusse. Decade l'interrogazione del Consigliere Fonio che è assente e che non aveva chiesto congedo e che era stato collegata alle interpellanze.


Argomento: Rivendite giornali e riviste

Interrogazione dei Consiglieri Nesi e Calsolaro sul piano distributivo dei punti di vendita dei quotidiani e di ogni altro giornale


PRESIDENTE

C'è un'interrogazione dei Consiglieri Nesi e Calsolaro del 22 giugno "Piano distributivo dei punti di vendita dei quotidiani e di ogni altro giornale".
Risponde l'Assessore Borando, il quale ha facoltà di parlare.



BORANDO Carlo, Assessore al commercio

La vendita dei giornali al pubblico ha sempre seguito una particolare prassi che ha spesso costituito oggetto di critica da parte di alcune categorie interessate a questo scambio commerciale. Già con il decreto del 1926 n. 2174 convertito poi nella legge 2501 e riassunto tutto con la recente legge 11671 n. 426 e con il relativo regolamento approvato, la vendita dei giornali non era autorizzata con atto amministrativo del Comune competente per territorio, come avveniva per tutti gli altri prodotti, ma da una commissione paritetica con sede in Milano via Petrarca, 6, operante a Milano per tutto il territorio dell'alta Italia.
La prassi continua tuttora, anche dopo l'entrata in vigore della citata legge 426. La commissione paritetica è così denominata perché è composta su di un piano di parità dai rappresentanti delle principali categorie interessate alla vendita dei quotidiani e cioè dei rappresentanti della Federazione italiana editori giornali (FIEG) del sindacato nazionale giornali (SINAGI) e della UIL e della CISL. Essa esamina le domande di chi desidera vendere giornali e le accoglie o respinge, secondo i propri criteri, indipendentemente da qualsiasi intervento del Comune o di altri enti o associazioni pubbliche o private. Generalmente concede l'autorizzazione che consiste in pratica nel consenso a che le aziende giornalistiche consegnino loro i giornali a chi li vende al pubblico compratori, agli edicolanti, cioè a coloro che sono titolari di un negozio o chiosco fisso predisposto al riguardo.
Talvolta si è aggiunta a questa licenza l'autorizzazione comunale alla vendita di articoli di cartoleria e libri, ma praticamente non è stata mai rilasciata la licenza per vendere giornali a chi è già cartolibraio. Questi cartolibrai si dolgono di non poter fruire di tale permesso, che consentirebbe di ampliare la loro attività in un commercio affine a quello che svolgono.
Inoltre lamentano la disparità di trattamento nei confronti dei loro colleghi che in precedenza erano solo edicolanti e ora sono anche cartolibrai, Alcuni di essi hanno organizzato l'Unione provinciale cartolibrai, con sede in Torino, Via Stampatori, 6 e sono i rivendicatori del diritto di poter ottenere la licenza di vendita di giornali. Però le loro iniziative si sono spuntate di fronte alla commissione paritetica che afferma di poter continuare nella prassi precedente ed effettuare le scelte che ritiene opportune.
Al riguardo si rileva che un intervento diretto in questa materia esula dalla competenza della Regione. La legge n. 426 demanda le autorizzazioni alla vendita dei prodotti di ogni genere ai Comuni e le istruzioni esplicative della legge stessa spettano al Ministero dell'Industria Commercio e Artigianato. Peraltro si deve affermare che un intervento indiretto è possibile presso i competenti organi centrali dello Stato.
Il problema in esame riveste alcuni aspetti particolari connessi con la produzione e la vendita dei giornali, che esigono specializzazioni di compiti, orari molti ampi, diversi da quelli dei comuni negozi e snellezza di servizio. Esso non è sfuggito al citato Ministero il quale, con circolare del 17.1.72 n. 315, ha rilevato che la legge n. 426 non contiene norme riguardanti specificatamente la vendita al pubblico dei giornali e delle riviste periodiche. Ha pure reso noto, poiché numerosi quesiti gli erano pervenuti circa la disciplina applicabile all'attività di vendita in questione, che a cura della Presidenza del Consiglio del Ministro è stato predisposto un apposito provvedimento inteso a sottoporre ad una normativa particolare l'attività di cui trattasi. Tuttavia di tale provvedimento non si è più avuta notizia.
La Giunta, attraverso l'Assessorato al Commercio, ha predisposto una lettera, che sarà firmata dal signor Presidente e diretta sia alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, sia al Ministero dell'Industria Commercio e Artigianato, diretta a sollecitare vivamente l'emanazione della preannunciata disciplina e a prendere in particolare considerazione la richiesta dei cartolibrai cui viene negata l'autorizzazione alla vendita dei giornali.
Si attente l'esito del dibattito sulla presente interrogazione per inviare la lettera cui ho accennato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere interrogante Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

Ringrazio l'Assessore della risposta e, soprattutto, per l'intervento che ha ritenuto di effettuare presso la Presidenza del Consiglio. Si tratta come ha fatto rilevare l'Assessore di un comportamento che non ha riferimento ad una specifica legislazione, ma ad una prassi in evidente contrasto con la legislazione che prevede invece, per tutti gli addetti, e cioè i titolari di aziende commerciali, di osservare certe norme che valgono per tutti i cittadini del nostro paese.


Argomento: Polizia rurale, urbana e locale

Interrogazione dei Consiglieri Calsolaro, Simonelli, Nesi e altri e interrogazione dei Consiglieri Curci e Carazzoni sulle telefonate minatorie ad un professionista torinese


PRESIDENTE

Interrogazione dei Consiglieri Calsolaro, Simonelli, Nesi, Viglione e Fonio del 22 giugno e analoga interrogazione dei Consiglieri Curci e Carazzoni, che pertanto metterei insieme per le risposte che deve dare l'Assessore Borando, relative a telefonate minatorie ed ingiurie ad un professionista torinese.
La parola all'Assessore Borando.



BORANDO Carlo, Assessore alla polizia urbana e rurale

Non so se i signori Consiglieri sono al corrente della interrogazione che dice: "In relazione alle minacce e alle ingiurie di chiaro stampo fascista di cui è stato vittima l'avv. Guido Fubini, e che tanto scalpore e indignazione hanno suscitato nell'opinione pubblica torinese, i sottoscritti Consiglieri regionali Nerio Nesi, Corrado Calsolaro, Mario Fonio, Claudio Simonelli, Aldo Viglione chiedono di interrogare con urgenza il Presidente e la Giunta per sapere se: a conoscenza che le telefonate anonime minatorie sono continuate fino a ieri martedì 5 giugno se risulta alla Giunta che almeno una di tali telefonate, ed esattamente quella che risale alle ore 19 circa di lunedì 4 giugno proverrebbe dalla sede della Federazione provinciale di Torino del Movimento Sociale Italiano se non ritiene che ciò costituirebbe un'ulteriore lampante prova del collegamento esistente tra Movimento Sociale Italiano e antisemitismo e tra M.S.I. e terrorismo squadristico".
La Giunta dà la seguente risposta.
In merito all'interrogazione presentata dai Consiglieri socialisti circa le telefonate minatorie di cui si è detto, si è appreso quanto segue: come è noto l'avv. Fubini è autore di un esposto presentato al prefetto di Torino che diede l'avvio all'indagine giudiziaria promossa dalla magistratura nei confronti di Roberto Roggero, Segretario provinciale del Fronte della gioventù movimento giovanile del M.S.I.
A seguito dell'invio del suddetto esposto- - denuncia ebbero inizio le telefonate anonime minatorie fino a quando il 24 maggio c.a, l'avv. Fubini decise di chiedere l'intervento della polizia che dietro l'apposita autorizzazione della magistratura mise sotto controllo l'apparecchio telefonino del professionista. Fu così che il giorno 4 giugno venne accertato che la telefonata proveniva dalla sede del Fronte della gioventù senza individuarne l'autore e che il 5 giugno si poté trovare che la comunicazione proveniva da casa Golin, Strada Val San Martino inferiore. In quest'ultima occasione gli agenti, accorsi nell'alloggio, poterono facilmente individuare gli autori della telefonata, identificandoli in due ragazzi, tali Saint Pierre e Cacciatori, rispettivamente di 14 e 15 anni entrambi simpatizzanti del M.S.I. (per quanto si possa essere simpatizzanti a 14 e 15 anni).
Le indagini della polizia proseguono per accertare eventuali altri responsabili.
Questa è la spiegazione dei fatti oggetto dell'interrogazione.
In occasione della relativa facilità con la quale la polizia è pervenuta all'identificazione degli autori dei suddetti episodi, si potrebbe anche sospettare doversi trattare di un'abile manovra architettata da altri responsabili per far passare come autori dei ragazzi che, guarda caso, non sono penalmente perseguibili per la loro giovane età. Tuttavia questa è una semplice supposizione che non autorizza a trarre dei giudizi di irresponsabilità. Attendiamo il proseguimento delle indagini da parte della polizia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Viglione, che è uno fra gli interroganti.



VIGLIONE Aldo

Colleghi Consiglieri, noi siamo soddisfatti della risposta dell'Assessore Borando soltanto per metà.
Siamo soddisfatti per aver sentito da lui confermare le notizie che del resto noi tutti conoscevamo, e cioè che i responsabili degli atti di violenza, di intimidazione, sono sempre elementi della destra, del Movimento sociale italiano, cioè del fascismo del nostro Paese, che le telefonate sono giunte dal Fronte della Gioventù, che la sede del MSI direi, il covo in cui di continuo si incoraggiano le manifestazioni di violenza che si estrinsecano anche in telefonate minatorie.
Non siamo soddisfatti invece della seconda parte dell'intervento di risposta, a nostro avviso un po' ambiguo. Non è lecito meravigliarsi che dei ragazzi di quattordici o quindici anni siano simpatizzanti di quella parte. Perché il veleno che viene iniettato costantemente può avere effetto a qualsiasi età, a quattordici anni come a ottanta o novanta. E' un veleno che il nostro Paese porta ancora in sé, nonostante la guerra di liberazione e tutti gli episodi che l'hanno accompagnata, nonostante i cinquanta milioni di morti, i sette milioni di ebrei trucidati, nonostante le sofferenze degli internati nei campi di concentramento. La Giunta non deve avere alcuna esitazione a condannare chi propina questo veleno o agisce sotto il suo effetto. E' questo che noi chiediamo alla Giunta all'Assessore: una decisa condanna di quella ideologia che ha portato a Buchenwald, ad Auschwitz, alla guerra, con il terribile bilancio di morti di torturati; una ideologia che ha soppresso per lunghi anni ogni libertà nel nostro Paese, in Europa, portando notte e nebbia, Nacht und Nebel. Non si tratta di colpire dei ragazzi di quattordici o quindici anni: è quel focolaio d'infezione che bisogna colpire, senza alcuna limitazione di età di colore che lo attizzano.
La violenza - è stato ampiamente dimostrato - non viene mai da sinistra, viene costantemente da destra. E anche questo piccolo, modesto episodio, se vogliamo, in tutto il grande contesto, viene a confermarcelo una volta ancora, dopo le bombe di Milano, dopo i casi Freda, Ventura, dopo l'episodio di Pino Rauti, dopo le dimostrazioni che ci ha dato lo stesso Almirante. Che cosa c'è ancora da dire? Soltanto da proclamare all'unisono che non vogliamo assolutamente più che succedano fatti del genere, che vogliamo una condanna definitiva, totale.
Questo chiediamo alla Giunta, al Governo regionale: non degli annacquamenti, non degli equivoci quali si avvertono in questa risposta.
Quindi, se siamo soddisfatti per la prima parte, che individua le responsabilità, siano totalmente insoddisfatti per la seconda parte.



PRESIDENTE

La parola all'altro interrogante, per l'interrogazione Curci-Carazzoni.



CURCI Domenico

L'Assessore, però, non ha risposto alla nostra interrogazione.



PRESIDENTE

Le due interrogazioni, data l'affinità della materia, erano state unite, per consentire all'Assessore di rispondere contemporaneamente ad entrambe. Comunque, ha facoltà di parlare l'Assessore Borando, per dare risposta alla seconda interrogazione.



BORANDO Carlo, Assessore alla polizia urbana e rurale

Signor Presidente, signori Consiglieri, sia consentito alla Giunta di astenersi dal rispondere alla interrogazione presentata dai Consiglieri del Movimento sociale italiano Curci e Carazzoni, perché improponibile.



CURCI Domenico

Ma la legga, almeno.



VIGLIONE Aldo

Sta zitto, sei fuori dalla storia.



CURCI Domenico

E' una procedura inammissibile, questa.



PRESIDENTE

Il rappresentante della Giunta ha ritenuto di dover assumere questa posizione. Per parte sua lei può fare le dichiarazioni che ritiene, e che verranno verbalizzate.



CARAZZONI Nino

Si sarebbe almeno dovuto leggere l'interrogazione.



CURCI Domenico

Signor Presidente, ci spiace che la Giunta non abbia voluto rispondere alla nostra interrogazione. Essa si ricollega alla interrogazione precedentemente discussa e ad altre interrogazioni analoghe che trovano, a nostro avviso, la loro radice in una sorta di mania di persecuzione che affligge certi nostri colleghi. Abbiamo presentato questa nostra interrogazione, forse un pochino contagiati da tale morbo per la vicinanza nell'altra aula al posto del collega Viglione, preoccupati per i pericoli che possono derivare alle istituzioni democratiche dall'attività eversiva svolta da questi infanti i quali non si sono limitati alle telefonate moleste ma hanno persino fatto recapitare fiori, gelati, e i relativi conti da saldare, alla casa di un probo professore che aveva avuto il coraggio invero raro, anzi rarissimo ai giorni nostri, di denunciare per il reato di ricostituzione del Partito nazionale fascista un giovane di vent'anni, quel giovane di cui l'Assessore ha letto il nome.
Noi pensavamo che la Giunta avrebbe dovuto riconoscere nella gesta di questi ragazzi quello spirito dissacratore e menefreghista che fu proprio dell'Opera nazionale balilla, e si sarebbe dichiarata d'accordo con noi nel chiedere che quei giovani siano incriminati per tentativo di ricostituzione di detta organizzazione.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione del senatore Pietro Secchia


PRESIDENTE

Signor Presidente della Giunta, colleghi Consiglieri regionali.
Adempio un mesto dovere, quello di ricordare in quest'aula la scomparsa, avvenuta pochi giorni addietro, di un parlamentare piemontese che ha dato larga parte della sua attività al servizio di un ideale al quale credeva e al servizio di questa nostra terra piemontese: intendo riferirmi alla scomparsa del sen. Pietro Secchia, parlamentare illustre del Biellese, ma parlamentare di tutta quanta la Regione Piemonte.
Anziano, ma non vecchio né di anni né di spirito, uomo che ha pagato lungamente e largamente nella sua vita l'attaccamento ad un ideale scontando tredici anni di carcere e di confino, resistente di sempre, che seppe pertanto ancorarsi a quella iniziativa di resistenza durante periodi di cui era estremamente difficile farlo, che lo portò poi ad essere comandante generale delle Brigate partigiane garibaldine che operarono nel nostro territorio piemontese, fu uomo che servi l'Italia con spirito vorrei dire, estremamente critico ed anche attentamente, meditatamente autocritico. Chi abbia avuto la ventura di avere tra le mani in testo della sua recente pubblicazione sulla storia della Resistenza ha potuto rendersi conto come l'uomo che poteva sembrare semplicemente portato all'attività esterna avesse anche invece un profondissimo contenuto di meditazione, di responsabilizzazione, ogni qual volta, esaminando i fatti a distanza di tempo, portava un contributo della sua attività critica a quelle che erano state le azioni compiute in allora, valutandole, vorrei dire, con spirito non di parte ma di uomo il quale dà alla storia un largo e preciso contributo.
Mi è parso opportuno il ricordarlo, perché considero questo un lutto piemontese, un lutto dei Partigiani piemontesi, un lutto della nostra Italia.
Fu senatore, per due legislature fu vice presidente del Senato e pertanto elevato anche ad un grado di alto riconoscimento e di responsabilità. Il ricordo di Pietro Secchia è uno di quelli che restano nell'animo di tutti coloro i quali in qualche misura hanno dato un contributo perché la Resistenza non fosse una espressione vuota di senso e di contenuto. E pertanto in questo attimo di silenzio che io chiedo a loro signor Presidente e Consiglieri del Consiglio Regionale, vi è come una rapida presa di contatto con uno spirito che dallo spalto sul quale si era collocato divide però con noi questa generosità di propositi e di intenti perché la Resistenza non sia dimenticata e soprattutto non sia tradita da coloro i quali hanno il compito di continuare l'attività di quanti ne furono, come egli ne fu il protagonista.



(Il Consiglio osserva un minuto di silenzio. )


Argomento:

Comunicazioni del Presidente


PRESIDENTE

Mi consentano di ricordare a me stesso ed a loro che esattamente tre anni a domani, a quest'ora, veniva insediato il Consiglio Regionale del Piemonte. Sono trascorsi tre anni, e sono trascorsi non invano. Se un rammarico c'è, è soltanto perché non si sono compiuti tutti i progressi che ciascuno di noi desiderava fossero compiuti. Vogliamo tener conto del lungo periodo di gestazione del nostro Statuto, del lungo periodo intercorso fino al momento in cui vi furono le deleghe dei compiti alla Regione; teniamo pertanto conto dell'ultimo periodo, che decorre da quel momento, per essere effettivamente e vivamente attivi.
L'organo consiliare e l'organo esecutivo hanno operato e hanno creato.
Nessuno é soddisfatto perché tutti siamo mossi dall'ansia di fare di più e di fare meglio: ma il ricordo di questo terzo anniversario dell'insediamento del Consiglio Regionale dev'essere non tanto motivo per ricordare che cosa c'è alle spalle, ma, a mio modo di vedere, per assumere ciascuno per la parte che gli compete, alto il senso della responsabilità per operare nei due anni che restano a nostra disposizione, in maniera che coloro i quali continueranno l'opera della prima formazione del Consiglio Regionale abbiano una piattaforma di attività e di movimento che consenta loro di superare le nostre difficoltà. Noi dobbiamo tener conto che un Consiglio Regionale e una novità assoluta, che noi dobbiamo ancora, in questi due anni, plasmare meglio il senso e il significato di questo Consiglio Regionale, che, come ho avuto occasione di dire in altra circostanza, in altra occasione, deve darsi un suo volto, una sua struttura, di cui stiamo faticosamente cercando di definire i lineamenti.
Non vorrei aggiungere altro in proposito, poiché mi sembrerebbe di ripetere quanto è stato scritto, quanto è nell'animo di ciascuno: vorrei avere tutti loro con me consenzienti, in questo momento, nel proposito di impiegare tutti insieme, nei limiti delle nostre forze, delle nostre capacità e delle nostre responsabilità, i due anni che mancano al traguardo finale della nostra legislatura, per creare qualcosa di utile, di vantaggioso per le popolazioni piemontesi.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente

Argomento:

Presentazione progetti di legge e assegnazione a commissioni


PRESIDENTE

In data 9 luglio la Giunta Regionale ha presentato il disegno di legge n. 95 relativo a "Fondo per gli interventi straordinari in agricoltura" che ho affidato alla 6^Commissione, e il disegno di legge n. 96, relativo a "Provvedimenti di polizia urbana per la tutela dell'ambiente", che in pari data ho consegnato alla 5 Commissione.
Il 6 luglio la Provincia di Torino ha presentato la proposta di legge regionale n. 97 relativa a "Norme in materia di delega alle Province di funzioni amministrative concernenti lo sport". La proposta di legge è stata dichiarata ricevibile ed ammissibile dall'Ufficio di Presidenza il 9 luglio ed e stata assegnata alla 7^ Commissione in data 11 luglio.
Il 10 luglio la Giunta Regionale ha presentato il disegno di legge n.
98 relativo a "Interventi a favore dei Comuni e dei Consorzi di Enti locali per la costituzione di aree industriali attrezzate", assegnato l' 11 luglio alla 7^ Commissione.
Il ministro Sullo, all'atto di lasciare il suo incarico di ministro per le Regioni, ha indirizzato ai Presidenti delle Giunte regionali e ai Presidenti dei Consigli Regionali un telegramma, che mi sembra doveroso io legga in quest'aula: "Nel momento in cui sto per dare le consegne al Ministro che sarà delegato dal Consiglio dei Ministri al coordinamento dei problemi per l'attuazione regionale, desidero rivolgere un vivo, grato saluto ai Presidenti delle Giunta e dei Consigli Regionali nonché a tutti i loro componenti per l'opera compiuta insieme in questo primo difficile anno di sperimentazione delle nuove strutture istituzionali. Ho avuto modo di rendere note all'opinione pubblica, senza ipocrisia, le grosse difficoltà che nascono dalla tradizione centenaria della burocrazia centrale, la quale ha certamente molti meriti ma che molto lentamente riesce a comprendere l'elemento ideale e storicamente valido del recente regionalismo. La presenza di tale tradizione, che ha bisogno di essere corretta, riesce spesso ad influenzare gli uomini politici anche in partiti diversi, che vengono in tal modo frenati nella loro intuizione.
Desidero, nell'atto in cui mi accomiato da voi tutti, ribadire peraltro che nel periodo in cui ho esercitato la funzione di ministro per il coordinamento ho trovato sempre larga comprensione da parte del Presidente del Consiglio, Andreotti. Mi auguro che in una coalizione che dovrebbe essere più spinta verso innovazioni di quella precedente le Regioni possano trovare il giusto posto non soltanto sul piano meramente legalitario del consenso alle loro leggi ma soprattutto in un nuovo quadro di programmazione generale. Le Regioni devono essere soggetto attivo sia nella preparazione dei piani sia nella loro esecuzione.
Con viva cordialità, Fiorentino Sullo, ministro del Coordinamento attuazione Regioni".
In data 6 luglio sono pervenute le annunciate osservazioni della Presidenza del Consiglio dei Ministri in ordine alla legge regionale concernente il bilancio di previsione per l'esercizio finanziario del 1973.
Intendo informare il Consiglio, com'è mio dovere. In particolare, è stato osservato circa l'art. 7 del testo del provvedimento di cui trattasi, che l'impiego del Fondo regionale di sviluppo, di cui al cap. 126, secondo le direttive del CIPE? Deve essere subordinato, specie ove si intenda stabilire nuovi interventi, alla emanazione di una apposita legge regionale. Circa lo stato di previsione dell'entrata, è stato rilevato che i capitoli da 120 a 130 ed i correlativi capitoli di spesa, atteso il disposto dell'art. 2 del Decreto del Presidente della Repubblica n. 1171 del 1970, sarebbero da inserirsi nel Titolo III "Entrate extra-tributarie" anziché nel VI, "Contabilità speciali", trattandosi di entrate derivanti alla Regione dalla assegnazione di quote del bilancio statale. Ciò ha anche riflessi sul quadro riassuntivo generale.
E le assegnazioni statali di cui ai capitoli da 120 a 122, stabilite unilateralmente, non risultano ancora determinate dal competente organo statale, onde l'effettuazione delle relative spese deve essere subordinata alle anzidette determinazioni.
Circa lo stato di previsione della spesa, è stato rilevato che, non risultando finora emanate leggi regionali per la delega agli Enti locali lo stanziamento del capitolo 976 può essere utilizzato solo nel caso in cui la Regione si avvalga degli uffici degli Enti stessi. E il capitolo 575 iscritto sia pure per memoria, dovrà essere, eliminato, atteso che le eventuali erogazioni della quota FABL devono essere ripartite nei vari settori di intervento, che nell'elenco n. 1 allegato al bilancio in esame concernente le spese obbligatorie, sono inserite talune spese che, in applicazione delle norme sulla contabilità generale dello Stato, non hanno tale natura.
L'Ufficio di Presidenza ha esaminato il problema se nel caso di consultazioni debba o meno darsi corso, per i Consiglieri che vi prendono parte, al rimborso delle spese di viaggio e al pagamento delle indennità di missione. In merito, l'Ufficio di Presidenza ha deliberato quanto segue che il Presidente comunica al Consiglio affinché ne prenda atto 1^) che le consultazioni, quando implicano un trasferimento della Commissione fuori dalla sede del Consiglio Regionale, per una maggiore comodità delle categorie consultate, costituiscano incarichi speciali a sensi dell'art. 3, secondo comma, della Legge regionale 13 ottobre '72 n.
10 e che in quanto tali comportano il rimborso delle spese di viaggio e l'indennità di missione per i Consiglieri componenti la Commissione, anche nelle ipotesi di cui ai commi 6, 7, 9 dell'art. 2 del secondo stralcio di regolamento, cioè "Consiglieri che sostituiscono, su designazione dei Capigruppo, colleghi assenti, presentatori delle proposte di legge in esame, rappresentanti delle forze politiche non presenti in Commissione nei limiti di cui ai successivi punti 2 e 3;" 2^) che non si dia luogo al rimborso delle spese di viaggio e all'indennità di missione allorché le consultazioni avvengano a Torino oppure nella città di residenza del Consigliere interessato, mancando in tal caso da un lato il presupposto della trasferta e prevedendo dall'altro, l'art. 2 della legge regionale 13 ottobre '72 n. 10 un rimborso spese forfetario mensile rapportato alla distanza dell'abitazione dei singoli consiglieri da Torino 3^) che, ai sensi dell'art. 1 della Legge statale 15 aprile '61 n. 291 richiamata dalla legge regionale citata, si dà luogo a trasferta solo allorché la Commissione si rechi in località distante almeno quindici chilometri dalla sede del Consiglio Regionale.
Desidero che questa comunicazione sia seguita da una presa d'atto formale da parte del Consiglio.
Per quanto attiene alle celebrazioni della Resistenza e della Costituzione, informo che nell'ultima riunione del Comitato, svoltasi il 6 luglio, è stato tra l'altro concordato il programma delle manifestazioni per il 1973, che prevede: manifestazioni esterne cui il Consiglio Regionale dà adesione, oltre al bando interregionale degli ex internati, che si è svolto a Bardonecchia il 23-24 giugno, la consegna della medaglia d'oro alla Valsesia, prevista per il 9 settembre, con l'acquisto di copie di una collana "Stella Alpina"; manifestazione a Chivasso, in ricordo dell'Incontro avvenuto il 19 dicembre '43 fra Resistenza piemontese e valdostana, incontro dal quale è uscito un documento di notevole valore per quanto attiene all'autonomia degli Enti locali celebrazione della caduta del fascismo e dell'inizio della lotta di liberazione, con assemblea degli eletti del Piemonte, da effettuarsi in data da stabilirsi e con modalità da stabilirsi, entro il corrente anno celebrazione dell'eccidio di Boves il 23 settembre '73 inaugurazione del Museo di Carpi, con partecipazione a questa grossa manifestazione a carattere nazionale, in data 14 ottobre '73.
Il Comitato ha inoltre preso queste iniziative: procedere alla distribuzione di copie della Costituzione e dello Statuto, che sono già in atto e che tornano particolarmente gradite, richieste dai vari Enti locali e dalle Associazioni residenziali un pellegrinaggio di duecento giovani ai campi di sterminio nazisti per il che sono in corso trattative di preparazione; un pellegrinaggio di duecento giovani nei luoghi in cui nacquero, vissero ed operarono i protagonisti dell'antifascismo italiano, in via di elaborazione corsi di aggiornamento per duecento insegnanti delle scuole Medie e superiori infine, la realizzazione della Mostra della Resistenza, qui, a Palazzo Madama, prevista per il periodo dal 5 novembre al 10 dicembre.
La spesa prevista per le manifestazioni relative alla gestione del 1973 ammonta a circa 75 milioni, che l'Ufficio di presidenza, nella sua adunanza del 9 luglio, ha deliberato di finanziare, sulla base delle indicazioni emerse nella riunione della conferenza dei presidenti dei Gruppi, sui fondi stanziati a bilancio per il funzionamento del Consiglio Regionale provvedendo agli opportuni storni. Con notevole sforzo, e sacrificando evidentemente altre iniziative già in programma, si è riusciti a contenere per quest'anno tale finanziamento nei limiti del bilancio richiamato, ma come del resto è stato concordato nella riunione della conferenza dei Presidenti, per il 1974 occorrerà integrare in maniera adeguata il fondo stanziato al capo 6^, in modo da poter portare innanzi il programma avviato.
L'Ufficio di Presidenza ha concordato con il punto di vista espresso in una delle riunioni recenti dal Presidente della Giunta che sia meglio seguire questa linea anziché procedere al finanziamento attraverso una legge regionale che potrebbe incontrare delle difficoltà di attuazione.
Infine, informo che è stata data risposta scritta dall'Assessore Falco ad una interrogazione del consigliere Viglione sui lavori in corso sulla statale Val Maira - Dronero - Acceglio.
Vorrei, al termine di queste mie comunicazioni, pregare il Consiglio di prendere atto di quanto ho riferito circa la decisione presa dall'Ufficio di Presidenza per quanto attiene alla retribuzione ai partecipanti alle consultazioni secondo le modalità che sono state precisate. Pregherei coloro che, non intendendo interloquire, aderiscono a questa presa di posizione dell'Ufficio di Presidenza, di dare il loro assenso con alzata di mano. Se ci sono dei dissensi vengano manifestati. Nessun dissenso venendo manifestato, prego di voler formalmente accogliere la determinazione della Giunta. Chi la accoglie è pregato di alzare la mano. La determinazione della Giunta è pertanto approvata.
L'Assessore all'Agricoltura mi ha informato che da parte del Ministero dell'Agricoltura e Foreste è stato riconosciuto il carattere eccezionale delle avversità atmosferiche verificatesi in questa Regione nell'anno 1972 e della delimitazione delle zone più gravemente colpite dei predetti eventi. Le assegnazioni disposte a favore di codesta Regione medesima per l'attuazione delle provvidenze previste dalla legge 25 maggio '70 n. 364 distintamente per gli interventi da attuare nei territori delle Province che hanno subito danni, per gli importi specificamente indicati: ripristino strutture aziendali, complessive L. 1 miliardo, di cui per interventi nella provincia di Torino 300 milioni, di Vercelli 100 milioni, di Novara 30 milioni, di Cuneo 230 milioni, di Asti 150 milioni, di Alessandria 190 milioni ricostituzione di capitali di conduzione, complessive L. 500 milioni di cui per interventi in provincia di Torino 100 milioni, di Cuneo 100 milioni, di Asti 200 milioni, di Alessandria 100 milioni.
(Sono assegnazioni definitive, in aggiunta ai fondi stanziati per i danni del primo trimestre 1972).
Da ultimo per ripristino strade interpoderali complessive L. 355 milioni, di cui per interventi nella provincia di Torino 140 milioni Vercelli 25 milioni, Cuneo 65 milioni, Asti 80 milioni, Alessandria 45 milioni.
Si fa presente che i decreti di assegnazione e i relativi mandati di pagamento sono in corso di emissione.
Ringrazio l'Assessore Franzi, che mi ha messo in condizione di poter informare il Consiglio di queste notizie.
Qualcuno chiede di parlare sulle comunicazioni. La Consigliera Fabbris.
Ne ha facoltà.



FABBRIS Pierina

Signor Presidente, approfitto di queste sue comunicazioni per chiederle di dare al Consiglio una informazione ulteriore, se possibile relativamente alle intese, se ci sono state, con le rappresentanti delle Associazioni femminili in relazione alle manifestazioni celebrative del trentennale della Resistenza, in riferimento anche ad una lettera da me inviata alla Presidenza del Consiglio. In maniera particolare, vorrei sapere se sono state convocate le rappresentanze delle Associazioni femminili ed anche le rappresentanze dei partiti; se sono stati presi accordi circa iniziative eventuali da realizzare per ricordare l'apporto delle donne alla Resistenza e quali programmi sono stati concordati.
La pregherei inoltre di farmi avere copia delle osservazioni, in merito alle quali ha ragguagliato i Consiglieri, fatte, se ho ben capito, dal Commissario di Governo al bilancio della Regione.
Vorrei infine chiedere se, così come ha dato informazione ad un Consigliere che è stata inviata risposta scritta alla sua interpellanza, mi può assicurare che riceverò risposta scritta alle due interpellanze da me presentate che da tempo attendono riscontro.



PRESIDENTE

Per quanto attiene al primo punto, desidero informarla che, proprio su sollecitazione sua, mi son fatto scrupolo e dovere di interpellare le varie organizzazioni femminili, le quali, convenendo attraverso le loro rappresentanze, hanno concordato sulla opportunità di far parte del Comitato generale. Questo ha di buon grado accettato la partecipazione delle rappresentanze femminili, che nelle ultime due riunioni sono già state presenti, con notevole attività di apporto.
E' allo studio il modo per approfondire meglio la partecipazione della donna alla Resistenza piemontese. Il dibattito su questo argomento, fatto in settembre, consentirà nell'arco di tempo che va fino all'aprile del 1975 di esaudire la richiesta fatta da lei, che io stesso in occasione della celebrazione del 25 aprile avevo prospettato come opportuna ed utile.
Per quanto attiene al bilancio, non ho alcuna difficoltà a dare disposizioni perché venga inviata copia di questa comunicazione, che peraltro è stata letta (purtroppo, la redazione dei nostri verbali procede a rilento e quindi non possono averla sottomano subito, ma provvederemo facendo avere il testo di queste osservazioni).
Per quanto attiene alla terza domanda, se lei potrà avere sollecitamente risposta scritta alle sue interpellanze, l'Assessore competente ha certamente sentito il suo sollecito e penso che lo accoglierà prontamente.



FABBRIS Pierina

E' in grado di dirmi se è stata inviata a quelle riunioni anche la rappresentanza dell'Unione Donne Italiane?



PRESIDENTE

Tutte le rappresentanze delle Associazioni femminili politiche e resistenziali sono state informate.
Nessun altro chiede di parlare? L'argomento è trattato


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Esame dei disegni di Legge n. 88 e 89 concernenti rispettivamente contributi negli oneri di esercizio delle imprese concessionarie di autoservizi di linea per viaggiatori e contributi per il rinnovo e l'efficienza del materiale rotabile alle imprese concessionarie di autoservizi di linea per viaggiatori


PRESIDENTE

Punto quinto all'ordine del giorno. "Esame dei disegni di legge n. 88 e 89 concernenti rispettivamente contributi negli oneri di esercizio delle imprese concessionarie di autoservizi di linea per viaggiatori e contributi per il rinnovo e l'efficienza del materiale rotabile alle imprese concessionarie di autoservizi di linea per viaggiatori".
Sull'argomento, e non vado errato, è relatore il Consigliere Dotti.
Chiede di parlare prima di lui, per una pregiudiziale, il Consigliere Calsolaro.



CALSOLARO Corrado

Signor Presidente, solo pochi minuti fa ci sono stati consegnati i testi dei disegni di legge n. 88 e n. 89, che io suppongo corrispondano ai due testi che erano stati distribuiti ai Consiglieri tempo addietro da parte della Presidenza del Consiglio. Nel frattempo la Commissione si è riunita, e sui suoi lavori sarà stata approntata, suppongo, una relazione che però nessuno di noi fino a questo momento conosce.
Questo sistema, di arrivare alla discussione in aula senza che siano stati fatti conoscere ai Consiglieri le relazioni ed i testi delle leggi con i relativi emendamenti e le osservazioni delle Commissioni mi pare concreti una violazione, che ritengo anche piuttosto grave, del Regolamento, perché mette i Consiglieri nella impossibilità materiale di vagliare le relazioni delle Commissioni e le eventuali variazioni fatte ai disegni e alle proposte di legge. La stessa cosa è già accaduta in occasione della discussione della legge sulla caccia, della legge sulla montagna e in varie altre circostanze consimili, e si ripeterà probabilmente, se verrà discussa stasera, per la deliberazione relativa all'acquisto della Mandria, della quale i Consiglieri fino ad ora non hanno avuto il testo.
Questo modo di procedere è in contrasto con quanto stabilito dal Regolamento, che fissa dei termini. Chiedo al signor Presidente del Consiglio che a questo andazzo, che ritengo, ripeto, piuttosto grave, venga posto definitivamente termine, affinché non si protragga sino alla fine della legislatura. Nel caso specifico si tratta di disegni di legge che implicano un impegno di spesa totale, se non vado errato, di 10 miliardi per il disegno di legge n. 89 e di un miliardo per l'88.
Mi appello, quindi, al Presidente, facendogli ancora presente che questa procedura mette i Consiglieri che non fanno parte delle Commissioni che esaminano i singoli disegni di legge nella impossibilità di esaminare e studiare i problemi connessi alle leggi in discussione.



PRESIDENTE

Anzitutto, rettifico la mia dichiarazione di poco fa, secondo la quale relatore sui due disegni di legge è il Consigliere Dotti: relatore orale è invece il Consigliere Bianchi.
Devo dare altresì atto formale che nel testo distribuito vi è l'annotazione a pié di pagina "approvato dalla Giunta Regionale nella seduta dell' 11 maggio '73". In realtà, il testo che è stato distribuito è quello che ha trovato assenso nella riunione ultima della Commissione, con la partecipazione del rappresentante della Giunta e con l'accordo della Giunta sul testo così elaborato.
Collega Calsolaro, non ho bene inteso se lei abbia voluto formulare una precisa istanza di rinvio o se abbia soltanto mosso una censura, sulla quale mi trova perfettamente solidale, perché è chiaro che per poter discutere un testo di legge bisogna conoscerlo, e per poterlo conoscere occorre averlo con un certo anticipo. Se si limita alla censura, se non ha in questa circostanza altro motivo di doglianza, ne prendiamo atto e per quanto di competenza dell'Ufficio di Presidenza cercheremo di sveltire il più possibile l'invio dei documenti ai singoli Consiglieri.
La pregherei pertanto di consentire a che abbia ugualmente corso l'esame dei disegni di legge e la relativa discussione. Concorda in questo senso con me? Allora, diamo inizio alla discussione relativa ai due disegni di legge, lasciando la parola al relatore.
Chiede di parlare il Consigliere Dotti, e ne ha facoltà. Vorrei però mi si chiarisse bene se relatore è il Consigliere Dotti o il Consigliere Bianchi.



DOTTI Augusto

Relatore è il Consigliere Bianchi. Io vorrei invece fare un breve commento all'intervento del Consigliere Calsolaro, come presidente della Commissione.
Abbiamo svolto ampie consultazioni, tenuto diverse riunioni della Commissione, alle quali sono sempre invitati i Capigruppo, alle quali devo dar atto che è intervenuto assiduamente il Consigliere Simonelli, portando egli pure un notevole contributo.
Proprio nell'ultima riunione della Commissione che si è svolta ieri abbiamo posto il quesito se fosse opportuno lasciare l'argomento all'ordine del giorno di oggi o rinviarlo di una settimana: all'unanimità la Commissione si è pronunciata per la presentazione nella seduta di oggi del disegno di legge concordato con la Giunta, con lo scopo precipuo di accelerare utilmente i lavori del Consiglio. Pensavamo che di ciò tutti i Gruppi fossero stati informati, attraverso ovviamente i loro rappresentanti in Commissione.
Noi, in sostanza, non abbiamo voluto prevaricare nessuno: abbiamo deciso di portare oggi l'argomento in discussione dato che questa è parsa la miglior soluzione a tutti i componenti la Commissione, proprio per agevolare i lavori del Consiglio. Mi rincresce, caro Calsolaro, che tu in questo modo non abbia potuto avere tempestivamente il testo da esaminare ma ci siamo attenuti alla decisione unanime dei componenti la Commissione presa con il fine di far procedere con celerità i lavori, quindi per il bene del Consiglio, non per mettere qualcuno in difficoltà.



CALSOLARO Corrado

Io mi riferivo al caso generale.



PRESIDENTE

La parola al relatore Bianchi per la illustrazione delle leggi n. 88 e 89. E' una relazione unica, vero?



BIANCHI Adriano, relatore

Unica e telegrafica, signor Presidente.
Unica perché la Commissione ha fatto sostanzialmente propria l'unica relazione che la Giunta ha presentato ai due testi di legge, che, pur tecnicamente divisi, sono uniti da un'unica ratio.
La Commissione ha avuto momenti di distinzione soprattutto quando il discorso è stato portato sulla politica di ristrutturazione del settore in attesa delle leggi-quadro, dei piani di bacino, dell'analisi sui risultati degli incentivi votati con le leggi regionali n. 8 e 9, nel senso che da una parte si è posto qualche interrogativo più pessimistico in ordine alla preparazione dell'avvento di una nuova politica in questo settore ed in ordine alla capacità di questi provvedimenti di predisporre questo nuovo indirizzo, che vuole l'accentuazione della pubblicizzazione di questi interventi e della ristrutturazione dell'intero settore in una politica di piano che tocchi appunto tutto il settore dei trasporti, certamente collegato alle sue implicazioni di carattere economico e sociale.
Le proposte di interventi qui formulate - così come sono presentate da questi disegni di legge, che hanno visto, avanzate in sede di lavori di commissione, con l'accettazione, la collaborazione costante del rappresentante della Giunta - tendono a riorganizzare le sovvenzioni in modo da offrire un termine di riferimento, di certezza e di organicità anche ai concessionari, che sappiamo essere, soprattutto per quanto attiene alle piccole aziende, alle aziende che operano in situazione di maggior disagio, di collina, di montagna, in gravissima crisi. In sostanza, questi provvedimenti partono dal presupposto della presa d'atto delle condizioni in cui il settore versa, tendono a mantenere un minimo di equilibrio che garantisca l'efficienza dei servizi, non contraddicono alle finalità politiche e programmatiche che sono comuni nel complesso e che sono quelle della ristrutturazione totale del settore.
Gli interventi si articolano su due pilastri. Il primo provvedimento a sua volta si suddivide in due aspetti, e precisamente interventi per spese di investimento tendenti al rinnovo del parco degli automezzi, che, è risaputo, è estremamente invecchiato, e interventi ai fini di integrare le spese di manutenzione, che sono particolarmente gravose e difficili da affrontare da parte delle piccole aziende. A questo riguardo, in Commissione si è discusso se vincolare la percentuale di intervento per i rinnovi all'interno di ogni sovvenzione che riguardasse ogni singola azienda (per esempio, fino ad un massimo del 50 per cento per le spese di manutenzione, 50 per cento per le spese di rinnovo), oppure se suggerire alla Giunta di attenersi ad un criterio di intervento globale, lasciando una maggiore latitudine, una maggiore ampiezza selettiva in ordine alla utilizzazione. In sostanza, si è ritenuto che nei confronti delle aziende più qualificate e di maggiori dimensioni la sovvenzione dovesse riguardare principalmente il rinnovo del parco-macchine, mentre al di sotto di una certa dimensione fosse realisticamente indispensabile intervenire anche per percentuali elevate, al limite fino al 100 per cento, per le spese di manutenzione. Il testo che in conclusione viene proposto al Consiglio prevede un limite del 40%, da non superarsi, nella erogazione di sovvenzioni per le spese di manutenzione.
Il secondo provvedimento prevede sovvenzioni per spese di puro esercizio intese a rimediare alle conseguenze dei vincoli tariffari imposti sugli abbonamenti e sul fatto che il trasporto si qualifica sempre più nel settore dei pendolari - studenti, lavoratori, operai -, con riduzione ai minimi termini del trasporto ordinario. Il tutto è organizzato in un arco di cinque anni, per offrire, come si èe detto esordendo, a questi operatori economici la possibilità di un minimo di programmazione della propria attività, un minimo di certezza di conservare in efficienza le aziende e di poter prestare un servizio efficiente, o almeno decente. I cinque anni a qualcuno potranno sembrare lunghi, ma questa durata non contraddice alla attuazione di una politica volta alla fusione di aziende e alla loro riorganizzazione e concentrazione e alla attuazione di tutte le politiche di intervento pubblico che sono già state avviate anche con la legge approvata nel precedente esercizio, che sta già dando i primi frutti e che ha offerto agli enti locali uno strumento valido.
In sostanza, non si contraddice alla linea di intervento progressivo da parte dell'ente pubblico e delle Regione in questo settore per dare una soluzione organica e si risponde peraltro ad esigenze realistiche nel modo più razionale, più conforme ad una politica seriamente organizzata.
Non ho altro da aggiungere salvo far richiamo alla relazione - che sarebbe pedissequo rileggere - della Giunta, relazione che sostanzialmente viene, nelle sue illustrazioni, nelle finalizzazioni che imposta, recepita dalla Commissione.



PRESIDENTE

La relazione è stata svolta. Sono iscritti per ora ad intervenire nella discussione generale i Consiglieri Marchesotti, Rossotto e Simonelli.
Ha facoltà di parlare il Consigliere Marchesotti.



MARCHESOTTI Domenico

Signor Presidente, Signori Consiglieri, anche il mio sarà un unico intervento sui due disegni di legge.
E' certamente pertinente richiamare qui l'impostazione che l'elaborato dell'IRES, per il Piano regionale di sviluppo, dà all'intervento della Regione per le comunicazioni. Si afferma che l'assetto delle comunicazioni deve essere uno degli strumenti, anzi il principale, da adoperare per il perseguimento degli obiettivi di organizzazione territoriale, strumento cui al tempo stesso occorre assicurare condizioni di efficienza interna.
Quindi, efficienti linee di comunicazione, sono lo strumento di diffusione di vita urbana moderna ed umana.
Questo principio non è stato mai smentito, anzi, la Giunta ad esso si richiama spesso e volentieri. Noi lo condividiamo, siamo d'accordo con questa linea, fino in fondo, e con tutte le sue conseguenze.
In particolare, al trasporto su strada, sempre l'elaborato dell'IRES riconosce giustamente le seguenti funzioni: assicurare trasferimenti rapidi ed efficienti sulle linee tra i poli delle aree ecologiche e tra i centri all'interno delle aree ecologiche stesse.
La domanda che dobbiamo porci per una giudizio corretto e serio sui due disegni di legge in discussione a me pare sia se essi rispondano o meno a tali scopi.
L'elemento determinante e decisivo per il conseguimento degli obiettivi menzionati è quindi la questione della gestione pubblica. La gestione privata ha dimostrato ad abundantiam tutta la sua incapacità ed ha confermato ulteriormente che il profitto privato contrasta con la diffusione di una vita urbana moderna ed umana. E' perciò grave illusione ritenere, come qualcuno della maggioranza forse pensa, che con un intervento della Regione diverso da quello del Governo verso i privati questi possano dimostrasi socialmente efficienti. Una tale scelta porterebbe ad aggravare la crisi del settore e gli squilibri già esistenti.
La maggioranza, di cui penso si faccia portavoce l'Assessore, non respinge a parole l'impostazione dell'IRES né la soluzione pubblicistica della gestione: più semplicemente, a nome della Giunta ci propone due disegni di legge che regolano per cinque anni, quindi non provvisori, i contributi della Regione ai privati, pianificando così i contributi ai privati e non l'azione politica per la pubblicizzazione.
Dopo tre anni di lavoro della Regione non può più essere assunta come valida la vostra tesi: "Mancano i piani, siamo perciò costretti a fare così, anche altre Regioni fanno come noi", e via dicendo. La logica del "siamo costretti", che in definitiva copre male le scelte arretrate e contro- riformistiche della Giunta di Centro-Destra deve essere respinta soprattutto oggi che si ricomincia, da parte anche dei vostri partiti, a parlare di riforme e di programmazione. Ma puntare alla pubblicizzazione dei trasporti, che voi pure dite di volere, vuol dire non incentivare i privati, fare dei piani di pubblicizzazione della gestione, prendere al limite dei provvedimenti, anche temporanei, che mantenendo fermi gli obiettivi primari assicurino un minimo di efficienza sociale del servizio ed avviino la gestione pubblica quale unico strumento atto a mutare la situazione nel senso voluto. Invece, le due leggi incentivano i privati quindi non mutano la situazione, anzi, rendono più difficile e confusa la crisi in atto ed allontanano, oggettivamente, la pubblicizzazione aumentandone il costo a carico delle assemblee elettive.
Infatti, le due leggi, sono quinquennali e prevedono una spesa l'una di dieci miliardi nei cinque anni, l'altra di due miliardi e mezzo: totale dodici miliardi e mezzo nel giro di cinque anni. Se queste risorse fossero impiegate nella direzione giusta, si avrebbe, noi riteniamo, un primo elemento di avvio di una riforma nel campo dei trasporti. Invece, risulta già oggi, e più risulterà, uno spreco non recuperabile, in quanto i pullman rinnovati saranno pagati due volte. E tutto ciò non a favore di un servizio sociale efficiente ma a sostegno dei profitti delle grandi concessionarie private, visto che in questa società deve ancora nascere chi investe capitali in una attività in continua perdita, come i concessionari affermano.
La scelta fatta dalla Giunta risulta ancora più grave se teniamo presente che l'Assessorato ha tutti gli elementi ed i dati a disposizione per elaborare un piano limitato, se vogliamo, nel tempo e di emergenza per intervenire nei punti più critici, senza pregiudicare, come invece avverrà se il Consiglio approverà i due disegni di legge, né l'azione riformatrice né il tipo di gestione pubblica.
Infatti, l'Assessorato conosce bene il numero, le condizioni tecniche l'età, l'usura dei pullman in servizio; conosce l'inefficienza della gestione privata di questa e di quell'altra linea; conosce le tariffe praticate dalle concessionarie nelle varie linee, gli sconti praticati per abbonamento e le tariffe speciali. L'Assessorato è in possesso dello studio sui bacini di traffico, già presentato, e delle proposte per un piano poliennale delle ferrovie; la Giunta e l'Assessorato hanno perciò a disposizione tutti gli elementi che possono consentire loro, se veramente lo vogliono, un intervento serio nella direzione dell'avvio di una riforma nel settore. Il non aver scelto un tale piano, per proporre invece stanziamenti quinquennali, assume nel contesto un senso ben preciso, che noi non possiamo né condividere né avallare, ed è quello di mettere in forse l'intervento riformatore della Regione e di rendere non credibili le decisioni che pure sembra vogliate proporre di assumere in avvenire.
La Giunta, cioè, si muove, con i suoi atti, avendo e suscitando gravi e serie contraddizioni: tutto ciò perché essa vuol mantenere fermo il principio del non intervento diretto in una materia di sua esclusiva competenza e non vuole affermare nei fatti il principio del servizio sociale della gestione pubblica.
Anche entrando nella logica che ispirano le due leggi proposte dalla Giunta ed oggetto della discussione, logica che noi fondamentalmente respingiamo, si deve tuttavia rilevare come il meccanismo, che le norme dell'articolato propongono di mettere in atto, non corrisponde né alle affermazioni della relazione né agli obiettivi sociali che vengono dichiarati.
L'art. 1 del disegno di legge n. 88 sembra un intervento a favore dei lavoratori pendolari e degli studenti, ma non è così. Infatti, il contributo, si dice "fino al massimo del 50 per cento dell'introito netto" relativo alla vendita degli abbonamenti e delle tessere a tariffe preferenziali, favorisce i concessionari che fanno minore sconto e quindi possono presentare un introito netto più alto, mortifica quindi il concessionario che pratica gli sconti più elevati, e pertanto avrà introiti netti inferiori. Questo si può chiamare, ed è nella realtà, un inganno. Non si favorisce, in definitiva, l'utente abbonato; al contrario, si premiano i concessionari che cavano dalle tasche dei lavoratori pendolari e degli studenti le tariffe più alte. Non, quindi, un contributo per un'opera sociale, ma un premio agli esosi, al profitto del concessionario: più strappi a chi lavora, a chi studia, più noi ti diamo. Siamo davvero all'assurdo.
Dovrete convenire con noi che le risorse della collettività meritano di essere spese in ben altro modo, tanto più che a crearle non sono certo coloro che nel caso in discussione le incassano. Noi ci rifiutiamo di prendere in considerazione il fatto che i concessionari privati abbiano trovato nella Giunta il loro comitato d'affari.
Il disegno di legge n. 89, "Contributi per il rinnovo e l'efficienza del materiale rotabile", stanzia dieci miliardi in cinque anni: sei miliardi destinati al rinnovo del materiale, quattro miliardi alla manutenzione. Per la manutenzione, c'é il problema se saranno i piccoli concessionari ad usufruirne, quelli che operano nelle nostre colline e nelle nostre montagne, o se saranno i grandi: a nostro avviso, bisogna favorire i piccoli e puntare a un minimo di efficienza del servizio nella collina e nella montagna. Ma la legge propone il contrario all'art. 1 comma a.
I sei miliardi per il rinnovo del materiale rotabile non saranno più recuperabili e graveranno pesantemente sui Comuni, sulle Province e sulla Regione al momento in cui si deciderà di passare alla pubblicizzazione del servizio. I pullman che i privati rinnoveranno valendosi di questo contributo saranno pagati due volte. Ciò non stimola, ma ritarda, le decisioni delle assemblee elettive nella direzione del servizio sociale e mette a disposizione dei grandi concessionari, i quali saranno gli unici a poterne usufruire, avendo capitali a disposizione, il contributo della Regione. La collettività piemontese sborserà, a seguito di questa vostra decisione, da dieci a dodici miliardi, e i grandi concessionari li incamereranno. Non vi è dubbio che vi apprestate a fare loro un bel regalo per le ferie.
Tutto ciò, ovviamente, rende più difficile ed allontana l'intervento riformatore delle assemblee elettive nel settore. E' persino probabile che tra uno o due anni, o tra cinque o sei mesi, ci verrete a dire che ripagare trecento pullman nuovi non è più conveniente e che pertanto la pubblicizzazione non deve essere fatta. In questo caso i vostri atti si ritorcono contro voi stessi, o almeno contro ciò che a parole auspicate.
Davvero tra il vostro dire e il vostro fare c'é di mezzo non il mare ma l'Oceano Pacifico. Tutto ciò avviene dopo che il Congresso della Democrazia Cristiana ha scelto le riforme ed il Centro-Sinistra e la costituzione di un Governo che ripropone a base della sua azione politica la programmazione e le riforme. Saggezza vorrebbe che altri fossero i disegni di legge. Non mandarli avanti sarebbe un atto da parte vostra almeno di saggezza politica.



FASSINO GIUSEPPE



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

E' iscritto a parlare il Consigliere Rossotto. Ne ha facoltà.



ROSSOTTO Carlo Felice

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, i due testi di legge che vengono all'esame del Consiglio Regionale per l'approvazione si differenziano: uno, di disegno di Legge n. 88 ricalca uno schema dei provvedimenti legislativi dello scorso anno, quello per gli oneri di esercizio alle imprese concessionarie di autoservizi di linea peri viaggiatori, e in proposito si potrebbe discutere se sia opportuno, se sia saggio, se sia da buoni amministratori spendere una somma consistente di denaro pubblico - su questa circostanza già si è soffermato prima di me il collega Marchesotti - per rimborsare parzialmente le perdite eventuali o certe (siamo sicuri che queste esistono) ai concessionari privati di autolinee l'altro concede contributi per spese di investimento per ammodernare il materiale rotabile, degli stessi concessionari.
Bisogna però rendersi conto della situazione. E' vero o non è vero che questi servizi sono fortemente passivi, per la concorrenza della motorizzazione privata, per altri infiniti fattori che fanno parte degli interventi pubblici diretti ad evitare che salgano eccessivamente i costi di servizi pubblici che interessano, come ricordava in precedenza il relatore Consigliere Bianchi, per la maggior parte studenti e lavoratori pendolari? E siamo convinti seriamente che la soluzione pubblicistica, di intervento pubblico diretto, sarebbe più vantaggiosa per la collettività? Lo sarebbe senz'altro dal punto di vista dell'efficienza del servizio perché l'operatore pubblico avvertirebbe e recepirebbe immediatamente le spinte sociali; ma v'é anche da accertare quale sarebbe l'onere successivo qui è fissato per cinque anni in due miliardi e mezzo - se tutto ci cadesse direttamente sulle spalle delle imprese pubbliche, degli Enti locali e della Regione.
Mi pare che su questo dovremmo soffermarci e meditare. Perché di fronte ad una situazione che effettivamente sta premendo pesantemente sulle finanze regionali, tanto che dobbiamo accendere mutui per poter sopperire alle necessità, è da vedere se la soluzione integrale di assunzione diretta delle gestioni da parte degli enti pubblici non comporterebbe, per il mantenimento dello stesso tipo di servizio, oneri ben superiori. Penso che ci si possa essere resi conto, sulla base dell'esperienza di quanto avvenuto in altre Regioni, che qui il collega Marchesotti ricordava governate da forze politiche differenti da quelle che costituiscono questa maggioranza, che la gestione pubblica porta ad un notevole aggravio per la collettività degli oneri di servizio.
Mentre indubbiamente uno degli interventi, quello contemplato al disegno di legge n. 88, è diretto ad evitare un collasso ed una crisi generale, mi pare che il contribuire con il disegno di legge n. 89 ad un rinnovo di un materiale rotabile, che è giunto, al limite della validità tecnica, sia la dimostrazione che in ogni caso non sono soldi buttati al vento perché sono spese di investimento, che ritroveremmo domani in caso di rilievo da parte del potere pubblico, con la pubblicizzazione dei servizi se questa sarà la strada che la volontà politica emergente dal Consiglio Regionale porterà ad imboccare. L'affermazione che a quel punto si finirà con il pagare due volte - oggi contribuendo con mutui all'acquisto del nuovo materiale rotabile, domani acquistandone la proprietà - ha ovviamente una certa presa, ma non corrisponde a quella che dev'essere la logica che dovrà sostenere i provvedimenti di pubblicizzazione: sarà allora di nuovo nostro compito e dovere accertare in quale maniera verremmo a rilevare questo materiale. Indubbiamente, noi, se questa sarà la strada, assumeremo dei servizi in condizioni di esercizio migliori.
Ma, come già l'anno scorso noi liberali sottolineavamo la necessità, a due anni dall'entrata in funzione delle Regione ed a pochi mesi dal trasferimento dei compiti da parte dello Stato agli organi regionali, così a tre anni, e ad un anno dal trasferimento di queste funzioni e a due anni dalla scadenza del nostro mandato, noi sollecitiamo uno studio globale dei problemi dei trasporti. Perché non si può parlare di salario reale, di reddito reale, di politica di riforme, come ricordava in precedenza il collega Marchesotti, collegando come queste vengono effettuate, ma una volontà di riforma esiste in come queste vengono effettuate, ma una volta di riforma esiste in quelle componenti politiche che vengono anche definite, di Centro-Destra: la volontà di riformare questo apparato dello Stato, della pubblica amministrazione, della conduzione dei servizi altamente deficitari non è peculiare di nessuno e tanto meno non può essere negato a noi liberali.
E allora, mentre, nel passare all'esame di una fase successiva, che forse può non direttamente interessare questi provvedimenti di tamponamento, si plaude all'iniziativa della Giunta di condurre seri studi fatti con riferimento alla zona più congestionata dell'area metropolitana per cercare, con fantasia e con buon senso di valorizzare investimenti che già la collettività ha pagato e che rimangono in gran parte inutilizzati quali le vecchie linee ferroviarie. In questo rilancio, in una logica nuova, di quel conflitto gommarotaia che negli anni Cinquanta, e all'inizio dei Sessanta, aveva fatto dare per vincente la gomma (e oggi ci si rende conto che se si vuol risolvere a fondo certi grossi movimenti di masse ci si deve riportare alla rotaia, vuoi che questa per comodità possa essere collocata sotto il suolo delle città, oppure che questa, avvalendosi anche già di collegamenti che esistono nel territorio cittadino e nell'area metropolitana che si è determinata, conglobando e prendendo per base linee preesistenti allora in aperta campagna), si osserva che questo tipo di studio che la Giunta ha portato avanti e che dev'essere motivo di dibattito e con gli enti locali e con le forze vive della Regione, con le organizzazioni sindacali, con le forze imprenditoriali, e deve poi essere da noi nuovamente esaminato, per dare un assetto definitivo e risolutivo a questo grosso problema, che non può essere soltanto collegalo al reperimento di capitali ma deve anche essere frutto di fantasia che determina anche la buona amministrazione.
In considerazione di ciò, per cercar di trovare sul problema dei trasporti un consenso con le forze vive, gli enti locali, e i comuni, di questa grave realtà che si chiama l'area metropolitana di Torino direttamente interessata ai grandi movimenti pendolari, il nostro parere è che dare appoggio a questi due disegni di legge non equivalga solo mantenere in piedi con mentalità conservatrice un qualche cosa che esiste (esistono già, in uno di questi provvedimenti di legge, dei presupposti che preludono a nostre decisioni, a nostre scelte di domani), ma nel contempo dimostri anche che questa Giunta, espressione di un chiaro tipo di volontà politico, ha chiaramente individuato anche dei problemi di programmazione attraverso uno studio, una proposta di dibattito. E' sulle proposte di questo dibattito, prima dello scadere del primo mandato della nostra legislatura, noi dovremo dare concrete risposte.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

E' iscritto a parlare il Consigliere Simonelli. Ne ha facoltà.



SIMONELLI Claudio

Signor Presidente, Colleghi Consiglieri, credo che il giudizio che il Consiglio si accinge a dare sui disegni di legge n. 88 e 89 della Giunta non consenta grossi discorsi né nel senso di coinvolgere in un giudizio negativo la Giunta, attribuendole responsabilità più grandi di quelle che ad essa competono, e neppure, come mi sembra abbia fatto il collega Rossotto poc'anzi, nel senso di cercar di stabilire su questi disegni di legge la trincea di credibilità della Giunta di centro-destra, che mi sembra operazione pericolosa soprattutto per l'Assessore ai Trasporti giacché non la vedo come un tipo di difesa e di qualificazione che egli possa gradire.
Credo sia anche giusto affrontare intorno a questa tematica anche un discorso più vasto in fatto di politica dei trasporti. Bisogna però partire da due considerazioni preliminari che mi sembra doveroso fare. La prima è che, purtroppo, i poteri della Regione in materia di trasporti sono abbastanza limitati e guai se noi pensassimo di potere, contando soltanto sulle nostre ristrette competenze, affidare alla Regione il compito di fare della politica dei trasporti, come deve essere, uno degli elementi strategici della politica del territorio. La seconda è che purtroppo noi ci occupiamo di problema dei trasporti ora che il problema ha ormai superato il punto di guardia. Anche in questa materia lo Stato ci ha scaricato sulle spalle un problema dopo che questo era diventato insolubile: ci troviamo a fare i conti con la realtà delle autolinee in concessione, che per alcuni anni avevano rappresentato un'isola di redditività nel complesso dei servizi su strada, ma ce ne troviamo investiti nel momento in cui questa isola di redditività non è più tale, e quindi nel momento in cui il sistema è in crisi; crisi economica, crisi di strutture, di dimensioni, e quindi si richiedono interventi radicali, che peraltro noi non possiamo compiutamente fare perché la politica dei trasporti si gioca su scala nazionale. E credo che non possiamo fare a meno di considerare questo dato.
La Regione ha certamente un ampio margine, un ampio spazio di intervento, ma esercitando il complesso dei suoi poteri, e quindi agendo con i poteri in materia urbanistica, con i suoi interventi in tema di programmazione, non soltanto con i poteri limitati che ha in materia di trasporti.
Fatte queste premesse, con le quali a mio giudizio è necessario ridimensionare il dibattito intorno a questi due disegni di legge, dirò che il giudizio che il Gruppo socialista darà su questi due disegni di legge sarà un giudizio negativo, anche se ci rendiamo conto da un lato delle obiettive difficoltà di movimento della Giunta e dall'altro di un certo miglioramento che al disegno di legge n. 89 è stato apportato in seno alla 2^ Commissione.
In realtà, si tratta, per una parte, di interventi che costituiscono contributi agli oneri di esercizio delle imprese concessionarie di autolinee, cioè certamente di contributi che vanno a sanare i pesanti disavanzi di gestione delle aziende e che continuano nei fatti la politica di sovvenzioni dello Stato. Nulla questo sulla faccenda, se non che - e qui devo dichiararmi d'accordo con quanto diceva poc'anzi il collega Marchesotti - noi non possiamo continuare ad oltranza a fare la stessa politica dello Stato: dobbiamo cominciare ad affrontare di petto il problema di una diversa gestione dei servizi di autolinee in concessione, e quindi, di una loro pubblicizzazione. La pura e semplice prosecuzione della politica di contributi dello Stato - che, d'altra parte, in mancanza di interventi di altro genere, è una via obbligata, perché bisogna pur garantire il servizio - non può essere protratta oltre un certo limite senza pregiudicare le possibilità di intervento della Legione. E non vi è dubbio che misure che si protraggano per un quinquennio non solo prolungano nel tempo ma rendono più problematico, ed anche oneroso, l'intervento pubblico, e quindi la pubblicizzazione.
E' un discorso che occorre fare anche in relazione al disegno di legge n. 89, che prevede viceversa dei contributi in conto capitale vincolati per il 60 per cento a spese per rinnovo dei mezzi lasciando disponibile solo il residuo 40 per cento per spese di manutenzione. Questo mi sembra il dato positivo, la novità positiva che dobbiamo registrare, anche se non vale a modificare il giudizio complessivo che il Gruppo socialista dà sulla legge.
Nella sua primitiva formulazione, infatti, pur essendo il disegno di legge destinato a finanziare entrambi i tipi di spesa, era prevedibile, ed era emerso con chiarezza anche dalla consultazione, che i concessionari delle autolinee avrebbero ritenuto questi contributi finalizzati esclusivamente a finanziare le spese di manutenzione dei mezzi, giacché queste da sole, a loro giudizio almeno, sono largamente superiori alla stessa dimensione dei contributi che la Regione e in grado di erogare. Il fatto di averli vincolati a utilizzare soltanto il 40 per cento a questo fine, esigendo invece che il 60 per cento sia destinato al rinnovo del parco automezzi delle aziende, equivale necessariamente ad incentivare il rinnovo.
Confido però che la Giunta vorrà tener conto, al momento di intervenire con sue decisioni amministrative nella ripartizione della somma dell'opportunità di applicare criteri differenziati a seconda che il contributo sia destinato ad una grande azienda o a una azienda di modesta dimensioni: nel caso della grande azienda di trasporti il contributo dovrà essere vincolato al rinnovo del parco automezzi, per la piccola azienda, a carattere artigianale o semiartigianale (i dati che abbiamo dimostrato che più della metà delle aziende operanti in Piemonte hanno meno di dieci autobus, e quindi sono aziende di queste dimensioni) dovrà essere consentito che sia utile anche per lavori di manutenzione, poiché imporre alle piccole aziende, che sono poi quelle operanti in gran parte nelle zone montane o nelle zone disagiate il rinnovo dei parchi, trattandosi di aziende che hanno due o tre, a volte anche uno solo, automezzi, vorrebbe dire in pratica condannarle a dismettere il servizio.
I limiti dei due provvedimenti sono questi. Indubbiamente, sono provvedimenti che da un lato vincolano le risorse della Regione per un periodo di tempo non indifferente. Non credo si possa neanche sbrigare la questione cui si riferiva il collega Marchesotti così come ha fatto poc'anzi il Consigliere Rossotto. Marchesotti dice: un dato negativo è che in realtà noi finanziamo l'acquisto di automezzi da parte delle concessionarie, pagando cioè con soldi della Regione il rinnovo del parco autoveicoli: quando dovremo pubblicizzare le aziende, altro denaro pubblico da parte dei Comuni o dei Consorzi di Comuni o delle autorità di bacino servirà a pagare gli stessi auto mezzi, quindi, in sostanza, gli stessi beni peseranno due volte sulla contabilità pubblica. E' un fatto abbastanza evidente, innegabile, oltre il quale non vale una obiezione di natura economica, ma solo una obiezione di natura giuridica, che è quella che fa la Giunta: fino a questo momento non si è trovato alcuno strumento per impedire che questo avvenga. Ciò non toglie, peraltro, che si tratti di un fatto preoccupante, che ci deve comunque preoccupare e che può essere un disincentivo alla pubblicizzazione delle linee.
Sotto questo profilo desidero chiedere alla Giunta un secondo impegno: quello di impedire che laddove già è in fieri un processo di pubblicizzazione dei servizi vengano erogati contributi per il rinnovo del parco autoveicoli, in maniera da evitare, almeno per quella parte che già rientra in programmi controllabili di cui la Giunta è a conoscenza e che si realizzeranno presumibilmente nei prossimi anni, questa duplicazione di spesa pubblica.
Resta il fatto che questa legge rimarrà poi affidata ad una gestione oculata ed attenta in via amministrativa, perché è chiaro che il modo di applicazione dipenderà dai criteri che adotterà la Giunta nell'erogare questi contributi, che sono criteri fissati nei loro caratteri generali dalla norma, ma affidati evidentemente nella loro esplicazione di dettaglio alle responsabilità amministrative della Giunta.
Sarà bene che la Giunta informi il Consiglio del modo in cui questi criteri vengano poi in concreto applicati alle singole fattispecie, in maniera che la nostra, assemblea sia posta in condizione di verificare direi con un dibattito annuale, a consuntivo dell'attività di ogni anno, le modalità di applicazione della legge, che, ripeto, è uno dei pochi esempi che abbiamo di legge pluriennale.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

E' iscritto a parlare il Consigliere Carazzoni. Ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, noi desideriamo esprimere le più fondate perplessità in ordine ai due progetti di legge che la Giunta Regionale ha portato al nostro esame e che nella nostra valutazione null'altro risultano essere se non la ulteriore dimostrazione che in questo delicato settore dei trasporti la Giunta Regionale continua ad operare attraverso interventi disorganici e frammentari, senza ancorarsi preventivamente, come pure sarebbe indispensabile fare, ad un ben definito piano d'azione.
Se è vero, da una parte, che non è possibile pretendere la definizione di un piano di trasporti in carenza di un piano regionale di sviluppo, è altrettanto vero, ci sembra, che nel frattempo si dovrebbero poter conoscere con chiarezza e con sufficiente determinazione almeno le linee direttrici fondamentali cui la Giunta intende ispirarsi per gli interventi in questo settore.
I progetti di legge n. 88 e 89 non vengono a fugare i dubbi e le perplessità e lasciano impregiudicata la questione di principio, quella cioè di critica verso l'assenza di una già definita posizione, che avevamo sollevato in premessa. Noi pensiamo che l'autoservizio pubblico debba intendersi come un servizio sociale, quindi richiedente l'intervento della Regione. Però desideriamo, o desidereremmo, sapere quale scelta di fondo a questo riguardo la Regione intenda fare; se quello verso la privatizzazione, il che non crediamo, se quello verso la pubblicizzazione o infine se quello di sostegno nei confronti e delle imprese pubbliche e delle imprese private, nel qual caso, essendo uguali le esigenze, non possiamo accettare, per esempio, la discriminazione che viene introdotta con l'art. 1 del disegno di legge n. 89, che per l'appunto prevede il riconoscimento di contributi diversamente percentualizzati per la concessione a imprese pubbliche e a imprese private.
Permanendo pertanto queste incertezze sugli orientamenti di fondo che la Giunta vorrà assumere, noi, se anche possiamo condividere in parte, e lo dichiariamo, lo spirito informatore di questi disegni di legge, non ci sentiamo di sostenerli con un voto favorevole. Anticipando pertanto il giudizio finale sul complesso delle leggi stesse, dichiariamo l'astensione del Movimento Sociale Italiano Destra nazionale.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Se nessun altro chiede la parola per la replica, darei la parola all'Assessore Gandolfi.



GANDOLFI Aldo, Assessore ai trasporti e alle comunicazioni

Signor Presidente, Signori Consiglieri, il dibattito sui due disegni di legge 88 e 89 presentati dalla Giunta ha necessariamente toccato una serie di temi che si riconducono tutti all'esigenza di definire le linee della politica regionale in materia di trasporti.
Fra gli interventi, tutti in una certa misura validi e contenenti considerazioni che non si possono non prendere in esame, mi preme per riallacciarmi in particolare al taglio che ha voluto dare il Consigliere Simonelli al suo discorso a nome del gruppo socialista.
Sono perfettamente concorde con quanto egli diceva: noi ci troviamo di fronte ad un problema come quello della politica dei trasporti, che ha implicazioni innanzi tutto di carattere nazionale per quello che la storia passata ci ha consegnato come poteri e per la situazione amministrativa che ci troviamo a gestire, ma più in generale per gli indirizzi di politica economica nazionale che si sono realizzati negli scorsi anni e negli ultimi tre lustri nel nostro paese. C'é stato indubbiamente un indirizzo di politica economica che non avvertendo a tempo i problemi che si ponevano in prospettiva con un'espansione disordinata e disorganica del trasporto individuale su strada, non si è reso conto che le risorse che globalmente venivano destinate verso il settore del trasporto pubblico (quello ferroviario innanzi tutto, ma anche quello del trasporto collettivo su gomme) erano del tutto insufficienti a garantire condizioni di sviluppo che permettessero di porre il trasporto pubblico al servizio di una politica di organizzazione del territorio diversa da quella che si è realizzata in questi anni. E oggi noi facciamo i conti con una situazione estremamente deteriorata.
Il giudizio che la Giunta dà sui problemi del trasporto è che oggi i poteri pubblici debbano dare priorità assoluta al trasporto ferroviario il quale non solo può servire a razionalizzare certe situazioni abnormi e pesantissime sul piano dei costi umani, ma soprattutto a permettere una politica di assetto del territorio, rispondente alle esigenze di mobilità che una società industriale in crescita - come ci auguriamo possa ancora essere la società italiana nei prossimi anni - pone alle autorità pubbliche.
Già oggi in Piemonte abbiamo una mobilità giornaliera che si avvicina al mezzo milione di persone che si spostano al di fuori dei confini comunali prevalentemente per ragioni di lavoro e di studio, ma se con una appropriata politica di localizzazioni industriali in parte si alleggerirà questo fenomeno di mobilità, questa continuerà certamente ad aumentare per altre ragioni, per la specializzazione delle funzioni nel territorio, per il maggior tempo libero a disposizione da utilizzare in termini di opportunità turistiche, culturali, di studio e così via. Una risposta adeguata deve venire innanzi tutto dal trasporto ferroviario che è l'unico in grado di garantire trasporti di massa rapidi in dimensioni interpolari su distanze superiori ai 25/30 Km., all'interno della Regione.
Da questo punto di vista il riferimento è la politica dello Stato in materia ferroviaria rispetto alla quale noi abbiamo elaborato una proposta di rapporto e di articolazione di una posizione regionale. Abbiamo per anche indicato necessità di interventi aggiuntivi da parte della Regione per risolvere alcuni grossi problemi che è poco realistico attendersi risolti completamente dallo Stato. E questo direi che dovrebbe fugare, se ci può essere, l'impressione che la Giunta Regionale rifiuti ipotesi di intervento diverso. Non è vero. Noi abbiamo addirittura le scorse settimane sottoposte al Consiglio un'ipotesi di intervento chiesto da parte della Regione: noi diamo la priorità assoluta al trasporto ferroviario, se c'é da fare un grosso sforzo riteniamo che vada fatto in questa direzione e innanzi tutto nell'area metropolitana torinese che presenta la situazione più pesante e drammatica.
Nei bacini di traffico invece vi sono condizioni di mobilità da assicurare prevalentemente attraverso il trasporto pubblico su strada.
Direi che il discorso va distinto su due piani diversi: un conto è l'esigenza di direzione politica e di programmazione all'interno della dimensione comprensoriale del bacino di traffico, (l'abbiamo detto alla Commissione e non abbiamo nessuna difficoltà a ribadirlo in Consiglio) e un conto definire e articolare gli interventi su tutto lo spazio regionale: è una dimensione che sfugge a una possibilità operativa della Regione, non è da Torino che si possono organizzare i trasporti automobilistici nelle valli cuneesi o nell'alessandrino o nell'alto novarese.
Se si troverà una soluzione istituzionale che dia possibilità di questo genere nell'ambito dei circondari e dei comprensori, non abbiamo difficoltà a confermare che è intenzione della Giunta studiare tutte le possibilità per arrivare a una delega di poteri a organi di direzione politica locale che sono innanzi tutto il potere di concedere le concessioni, di rettificarle, di modificare gli orari, di definire le tariffe. E questo è un problema (io vorrei sottolinearlo ai Consiglieri, al gruppo comunista con cui molte volte abbiamo avuto discussioni in Commissione) diverso da quello della gestione. Un conto è l'autorità politica che deve assumere certe decisioni in materia di programmazione di trasporti automobilistici un altro sono forme concrete in cui, zona per zona, si potrà articolare questo tipo di gestione. Pur essendo perfettamente d'accordo che in una prospettiva a lungo termine, tenuto conto delle difficoltà che oggi ha la finanza pubblica, il trasporto o anche il trasporto automobilistico su strada non potrà prescindere da una espansione dell'intervento pubblico e di una graduale modificazione dei rapporti che oggi esistono tra gestione pubblica e gestione privata in questo settore, il problema della gestione cioè se debba essere affidata a privati o a enti pubblici dovrà essere risolto nella dimensione locale da questo tipo di autorità pubblica.
In commissione io ho accennato al fatto, ma mi è stato rinfacciato un po' polemicamente, che tutte le Regioni indipendentemente dal colore politico della amministrazioni, oggi varano provvedimenti di sovvenzionamento dei concessionari. E' la condizione del settore che obbliga a questi interventi che hanno in sé, non abbiamo difficoltà a riconoscerlo, qualcosa di contraddittorio? Ma il primo problema per l'amministrazione regionale è garantire la continuità dei servizi con un livello di efficienza e di conforto adeguati; la prima cosa di cui ci dobbiamo occupare è quella di garantire condizioni di efficienza, di sicurezza, di conforto adeguato al tipo di domanda che la comunità regionale oggi ci presenta.
Quindi, se il primo problema che dobbiamo affrontare è quello della continuità dei servizi, non possiamo che varare provvedimenti di questo genere.
La prospettiva della pubblicizzazione nella dimensione del bacino di traffico, del comprensorio va perseguita, varando degli incentivi adeguati come abbiamo fatto l'anno corso; si potrà discutere se sono stati troppo pochi, se vanno elevati, questa è materia sulla quale si può concretamente articolare una discussione, lo faremo certamente alla fine dell'anno a consuntivo delle leggi votate lo scorso anno, ma è l'unica soluzione possibile per incentivare la pubblicizzazione - che è l'evoluzione naturale della gestione oggi eseguita da privati - è varare incentivi agli enti locali perché intervengano attivamente in questo settore.
Io credo che molti appunti si possano fare alla Giunta Regionale tranne quello di non avere in tutti i modi aiutato, stimolato le iniziative di pubblicizzazione che sono state portate alla Giunta Regionale. Molto spesso noi abbiamo preso spunto da situazioni di crisi che gli enti locali ci venivano a denunciare per sollecitare un intervento diretto, cioè un'assunzione di responsabilità diretta con gli incentivi che la Giunta Regionale era in grado di garantire con gli strumenti legislativi varati l'anno scorso.
C'è un arco di iniziative oggi sul tappeto che seguiamo, alcune in fase di realizzazione, altre in fase di semplice discussione, che vanno da Alessandria, a Novara, a Cuneo, a un consorzio della Val Sesia, a Verbania ad Asti, sulle quali noi abbiamo esercitato positivamente un'azione di stimolo. Stiamo per consegnare ai Comuni del cuneese, come abbiamo fatto per i Comuni dell'eporediese, delle proposte concrete di organizzazione pubblica dei servizi nelle relative zone, ma dobbiamo per forza passare attraverso un intervento diretto degli enti locali dato questo tipo di presupposto. Sappiamo che gli enti locali hanno delle condizioni difficili nella loro finanza e una notevole ritrosia ad accettare ipotesi di questo genere.
E qua vorrei correggere alcune affermazioni che sono state fatte: non è vero che il costo grosso è quello dell'investimento per l'acquisizione degli autobus, per cui ci sarebbe il pericolo di impedire la pubblicizzazione dando contributi ai concessionari per il rinnovo del materiale. Vi possiamo fornire gli studi che, abbiamo fatto da cui si nota che gli oneri maggiori per gli enti locali non derivano tanto dagli investimenti iniziali ma dalle prospettive di deficit di esercizio che questi servizi presentano. E poi non è nemmeno detto che aiutando i privati ad ammodernare il loro pareo macchine rendiamo più onerosa l'operazione di pubblicizzazione per gli enti locali: se questi vogliono rendere efficiente un servizio e se si trovano un parco macchine completamente in sfacelo dovranno comunque fare un investimento adeguato per il rinnovo parco macchine. Quindi non mi sembra che si possano vedere dei grossi pericoli da questo punto di vista, direi invece che il problema è un altro, dobbiamo renderci conto che la più grossa difficoltà verso l'espansione di un esercizio pubblico nel campo dei trasporti su strada deriva dai costi di esercizio, dal deficit, dal ripianamento dei deficit annuo che gli enti locali devono accollarsi.
Anche da questo punto di vista le differenziazioni che abbiamo inserito, che corrispondono a quelle che già faceva lo Stato e che tutte le Regioni, in linea di massima, adottano tra enti pubblici e imprese private tutto sommato vengono incontro a questo tipo di esigenza, tra l'altro determinano già oggi una ripartizione nell'assetto regionale dei trasporti tra contributi corrisposti a imprese pubbliche e contributi corrisposti a imprese private, che dell'ordine quasi del 40% per le prime e del 60% per le seconde. Quindi non è nemmeno vero, come è stato affermato, che finanziamo prevalentemente i privati, li finanziamo per una quota che è attorno al 60% e che è destinata inevitabilmente a ridursi nel tempo, fra due o tre anni ci troveremo sicuramente con quelle quote di ripartizione notevolmente cambiate.
Questo tipo di considerazioni mi sembrava di dover fare per cercare di dare la sensazione, semmai ci fosse questa prevenzione, che la Giunta con i disegni di legge che propone oggi al dibattito e con altri documenti che ha proposto all'esame del Consiglio, ha un quadro sufficientemente organico che può essere discusso, ma non la si può tacciare di disorganicità di fronte alla consapevolezza che con la situazione di crisi che ci è stata consegnata dallo Stato ci vogliano tempi lunghi per arrivare ad un assetto del tutto soddisfacente e pienamente rispondente alle esigenze della comunità regionale. Sui tempi brevi e medi il problema prioritario che ha di fronte la Regione è soprattutto quello del trasporto ferroviario e quindi in quella direzione semmai, se c'è da fare uno sforzo finanziario consistente la Regione deve intervenire.
Non so se in parte ho avuto modo di rispondere alle preoccupazioni e alle obiezioni di carattere sostanziale sul merito delle leggi che in linea di principio sono state fatte.
Il Consigliere Simonelli ha fatto due raccomandazioni di carattere tecnico:1) che si adottino criteri differenziali nell'attuazione della legge, cioè la legge venga gestita rispettando lo spirito col quale la Commissione unanime l'ha presentata in Consiglio - 2) che dove c'é in fieri una pubblicizzazione in vista non vengano concessi contributi per il rinnovo in maniera da non creare una condizione più pesante per gli Enti locali.
A entrambe queste raccomandazioni io sono in grado di rispondere dando tutte le assicurazioni possibili: la Giunta in analoghe circostanze non ha avuto nessuna difficoltà a dare una documentazione precisa di quello che è lo stato di attuazione di certi provvedimenti; siamo a disposizione della Commissione competente, o del Consiglio se lo vorrà, per discutere periodicamente lo stato di realizzazione di queste leggi. Per quanto riguarda le pubblicizzazioni che si venissero a proporre in concreto, come del resto era nell'impegno che abbiamo assunto in occasione del dibattito dello scorso anno, ogni volta che ci sarà una prospettiva di intervento in attuazione delle leggi a favore della pubblicizzazione non avremo nessuna difficoltà a discuterne in sede preventiva con la Commissione esaminando anche in dettaglio questo tipo di problemi.
Con questo credo di poter concludere nella speranza di avere offerto al Consiglio un quadro di considerazioni che possa tranquillizzare circa la consapevolezza della Giunta della connessione che esiste tra una serie di problemi dall'assetto territoriale e la politica dei trasporti e che rende necessario l'intervento della Regione per dare una risposta ai problemi della società regionale.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Disegno di legge n. 88 sui contributi negli oneri di esercizio delle imprese concessionarie di auto- servizi di linee per viaggiatori. (Votazione)


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Con la replica dell'Assessore Gandolfi si chiude il dibattito generale sulla Legge n. 88 e si passa alla votazione.
Articolo 1 - Alle imprese che esercitano, professionalmente autoservizi di linea ordinari per viaggiatori, di concessione regionale, la Regione Piemonte può accordare per il quinquennio dal 1973 al 1977 un contributo annuo fino al massimo del 50% dell'introito netto relativo alla vendita degli abbonamenti e delle tessere a tariffa preferenziale.
Il contributo viene concesso dopo la chiusura dell'esercizio annuale di gestione, in proporzione alla disponibilità dei fondi stanziati nel capitolo di bilancio istituito ai sensi della presente legge.
Non ci sono emendamenti. Nessuno chiedendo di parlare si passa alla votazione per appello nominale.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Presenti e votanti 42 Hanno risposto SI 24 Consiglieri Hanno risposto NO 16 Consiglieri Si sono astenuti 2 Consiglieri L'articolo 1 è approvato.
Articolo 2 - Il contributo di cui al precedente articolo è concesso qualora risulti passivo il conto annuale di esercizio per il complesso delle autolinee ordinarie di gran turismo e internazionali concesse all'impresa dello Stato, dalLa Regione e dai Comuni.
Il suo ammontare è contenuto nei limiti del disavanzo del conto economico annuale comprendente i contributi accordati ad ogni altro titolo dalla Regione Piemonte.
Il contributo non è concesso alle imprese che non hanno assicurato la normale efficienza del servizio ed a quelle che non hanno rispettato il contratto di lavoro e le leggi sociali.
Se nessuno chiede di parlare si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Presenti e votanti 39 Hanno risposto SI 23 Consiglieri Hanno risposto NO 14 Consiglieri Si sono astenuti 2 Consiglieri L'articolo 2 è approvato.
Articolo 3 - Le modalità di assegnazione dei contributi sono stabilite con deliberazione della Giunta Regionale, tenendo conto dei criteri espressi negli articoli 1 e 2 della presente legge.
La concessione dei contributi è disposta con decreto del Presidente della Giunta Regionale.
Le somme stanziate e non impegnate nell'esercizio di competenza possono esserlo in quello successivo.
Nessuno chiedendo di parlare si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Presenti e votanti 40 Hanno risposto SI 23 Consiglieri Hanno risposto NO 15 Consiglieri Si sono astenuti 2 Consiglieri L'articolo 3 è approvato.
Articolo 4: Ai fini dell'attuazione dell'art. 1 della presente legge regionale è autorizzata la spesa di 500 milioni per ciascuno degli anni dal 1937 al 1977.
Alla copertura dell'onere di 500 milioni per l'anno 1973 si provvede mediante riduzione di pari importo dal fondo occorrente per far fronte ad oneri derivanti da provvedimenti legislativi in corso, iscritto al capitolo n. 1018 dello stato di previsione della spesa del relativo bilancio, e mediante contemporanea istituzione, nello stesso stato di previsione, del capitolo n. 615 con la denominazione "Contributi negli oneri d'esercizio delle imprese concessionarie di autoservizi di linea per viaggiatori" e con uno stanziamento di uguale importo.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.
All'onere di lire 500 milioni per ciascuno degli anni dal 1974 al 1977 si farà fronte iscrivendo, nei corrispondenti bilanci, un capitolo avente il numero, la denominazione e lo stanziamento indicati nel precedente comma.
Nessuno chiedendo di parlare si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Presenti e votanti 41 Hanno risposto SI 24 Consiglieri Hanno risposto NO 15 Consiglieri Si sono astenuti 2 Consiglieri L'articolo 4 è approvato.
Metto in votazione la legge nel suo complesso se nessuno chiede di parlare per dichiarazione di voto.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Presenti e votanti 41 Hanno risposto SI 24 Consiglieri Hanno risposto NO 15 Consiglieri Si sono astenuti 2 Consiglieri.
La legge n. 88 è così approvata.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Disegno di legge n. 89 sui contributi per il rinnovo e l'efficienza del materiale rotabile alle imprese concessionarie di autoservizi di linee per viaggiatori. (Votazione)


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Passiamo alla Legge n. 89.
Se non vado errato le dichiarazioni fatte nel dibattito si riferivano anche a questa legge per cui, se nessuno chiede la parola, si passa alla votazione articolo per articolo.
Articolo 1 - Alle imprese che esercitano professionalmente autoservizi di linea ordinari per viaggiatori, di concessione regionale, la Regione Piemonte può accordare, nel quinquennio 1973/1977, un contributo annuale per assicurare il rinnovo, l'ammodernamento e la efficienza del materiale rotabile.
Il contributo è concesso a fronte di oneri effettivamente sostenuti per il rinnovo, l'ammodernamento tecnico e la conservazione in efficienza del materiale rotabile, fino ad un massimo di: a) lire 40 per autobus-Km. alle imprese private che hanno in esercizio autolinee con una percorrenza totale annua non superiore ai 400.000 autobus Km. elevabile a lire 50 per autobus-Km. per le singole linee o tratti di linea svolgentesi in zone montane b) lire 50 per autobus-Km. alle imprese private che hanno un esercizio autolinee con una percorrenza totale annua superiore ai 400.000 autobus-Km.
elevabili a lire 60 per autobus-Km. per le singole linee o tratti di linea svolgentesi in zone montane c) lire 60 per autobus-Km. alle aziende speciali di cui al T.U.
approvato con R.D. 15.10.1925 n. 2578 ed alle Società pubbliche od a prevalente partecipazione pubblica elevabile a lire 70 per autobus-Km. per le singole linee o tratti di linea svolgentesi in zone montane.
Le autolinee svolgentesi in zone montane sono quelle il cui percorso presenta un dislivello, tra le quote altimetriche minime e massime superiore a metri 300, nonché quelle che si snodano, per almeno due terzi a quote altimetriche superiori a metri 500.
Ai fini della concessione del contributo per l'anno 1973 non si computa la quota delle spese per l'acquisto di materiale rotabile ammesse ai benefici di cui alla legge 22 agosto 1972 n. 7.
Nessuno chiedendo di parlare, si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Presenti e votanti 39 Hanno risposto SI 23 Consiglieri Hanno risposto NO 14 Consiglieri Si sono astenuti 2 Consiglieri L'articolo 1 è approvato.
Articolo 2 - Per la determinazione del contributo di cui al precedente articolo, viene considerata la percorrenza in autobus-Km. relativa alle corse previste dai disciplinari delle sole autolinee di concessione regionale, nonché alle corse bis autorizzate sulle linee medesime, con esclusione della percorrenza relativa alle linee concorrenti con i servizi di trasporto a impianti fissi e di quella relativa a noleggi od a prestazioni di subappalto.
Nessuno chiedendo di parlare si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Presenti e votanti 40 Hanno risposto SI 23 Consiglieri Hanno risposto NO 15 Consiglieri Si sono astenuti 2 Consiglieri L'articolo 2 è approvato.
Articolo 3 - I contributi di cui all'art. 1 della presente regionale sono concessi qualora risulti passivo il conto annuale di esercizio per il complesso delle autolinee ordinarie, di gran turismo ed internazionali concesse all'impresa dallo Stato, dalla Regione e dai Comuni. Il loro complessivo ammontare sarà contenuto nei limiti del disavanzo del conto economico annuale, comprendente i contributi d'esercizio concessi per lo stesso anno dalla Regione Piemonte.
I contributi non sono concessi alle imprese che non hanno assicurato la normale efficienza del servizio ed a quelle che non hanno rispettato il contratto di lavoro e le leggi sociali.
Nessuno chiedendo di parlare si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Presenti e votanti 39 Hanno risposto SI 23 Consiglieri Hanno risposto NO 14 Consiglieri Si sono astenuti 2 Consiglieri L'articolo 3 è approvato.
Articolo 4 - Le modalità di assegnazione del contributo sono stabilite con deliberazione della Giunta Regionale, tenendo conto dei criteri anche di proporzionalità desumibili dagli articoli precedenti e con l'ulteriore vincolo di destinare non più del 40% dello stanziamento annuo disponibile alle spese sostenute per la conservazione in efficienza del materiale rotabile.
La concessione dei contributi è disposta con decreto del Presidente della Giunta Regionale.
Nessuno chiedendo di parlare si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Presenti e votanti 39 Hanno risposto SI 22 Consiglieri Hanno risposto NO 15 Consiglieri Si sono astenuti 2 Consiglieri L'articolo 4 è approvato.
Articolo 5 - Il Presidente della Giunta Regionale, in base ad istanza dell'impresa e su conforme deliberazione della Giunta medesima, pu autorizzare il pagamento, sulla base delle risultanze di esercizio del primo semestre di ogni anno, di un acconto non superiore al 50% del contributo annuale erogato nell'esercizio precedente, con diritto di recupero qualora il contributo non risulti concesso.
Per l'anno 1973 l'acconto è computabile sul contributo erogato, per l'anno 1972, ai sensi dell'art. 1 della legge regionale 22 agosto 1972 n.
6.
Su questo articolo è stato presentato un emendamento dal Consigliere Gandolfi che chiede sia sostituita la parola "concesso" alla fine del primo capoverso, con questa frase "non risulti concedibile in base alle risultanze di fine esercizio".
Metto in votazione l'emendamento.



GANDOLFI Aldo

E' puramente formale.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Formale e tecnico. L'emendamento è approvato.
L'art. 5 è messo quindi in votazione con l'emendamento testè approvato.
Si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Presenti e votanti 38 Hanno risposto SI 22 Consiglieri Hanno risposto NO 14 Consiglieri Si sono astenuti 2 Consiglieri L'articolo 5 è approvato.
Articolo 6 - Per la concessione dei contributi indicati nel precedente art. 1 è autorizzata, per ciascuno degli esercizi dal 1973 al 1977, la spesa di 2.000 milioni, alla cui copertura si provvede mediante l'accensione, in ciascuno degli esercizi stessi, di un mutuo di pari importo ad un tasso non superiore all'8,50% e di durata non superiore a 25 anni, estinguibile in semestralità costanti posticipate. La Giunta Regionale è autorizzata ad assumere con propria deliberazione, i mutui predetti.
Nello stato di previsione dell'entrata del bilancio regionale per l'anno finanziario 1973 sarà istituito il capitolo n. 80, con la denominazione: "Provento del mutuo autorizzato a copertura della spesa per la concessione di contributi alle imprese esercenti autoservizio di linea ordinari per viaggiatori ai fini, del rinnovo e dell'efficienza del materiale rotabile" e con la dotazione di 2.000 milioni.
Nello stato di previsione della spesa dello stesso bilancio sarà istituito il capitolo n. 1193, con la denominazione "Contributi alle imprese esercenti autoservizi di linea ordinari per viaggiatori, ai fini nel rinnovo e dell'efficienza del materiale rotabile" e con lo stanziamento di 2.000 milioni.
Il Presidente della Giunta Regionale è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.
Analoghi capitoli saranno iscritti nello stato di previsione dell'entrata e della spesa dei bilanci relativi agli anni dal 1974 al 1977.
Al maggior onere derivante dall'ammortamento dei mutui di cui al primo comma, valutato in lire 200 milioni per l'anno 1974, si provvede con parte del maggior gettito della tassa di circolazione regionale derivante dall'applicazione, a partire dal 1^ gennaio 1974, dell'aliquota stabilita nell'art. 10, primo comma, della legge regionale 29 dicembre 1971 n. 1 all'ulteriore maggiore onere ricadente in ciascuno degli anni dal 1975 al 1978, valutato analogamente in lire 200 milioni annui, si provvede con il maggior gettito della tassa medesima, derivante dal suo naturale incremento.
Nello stato di previsione della spesa del bilancio regionale saranno iscritti, a partire dall'anno 1974, appositi capitoli riguardanti gli interessi passivi e le quote capitali per il rimborso dei mutui di cui al primo comma, con stanziamenti, pari, in complesso, alle rate di ammortamento, scadenti in ciascun esercizio finanziario.
Non ci sono emendamenti e nessuno chiedendo di parlare si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Presenti e votanti 39 Hanno risposto SI 22 Consiglieri Hanno risposto NO 15 Consiglieri Si sono astenuti 2 Consiglieri L'articolo 6 è approvato.
Se non ci sono dichiarazioni di voto si passa alla votazione della legge.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Presenti e votanti 39 Hanno risposto SI 22 Consiglieri Hanno risposto NO 15 Consiglieri Si sono astenuti 2 Consiglieri La Legge n. 89 è approvata.


Argomento: Prevenzione infortuni

Esame proposta di deliberazione della Giunta Regionale sulla tutela sanitaria nei luoghi di lavoro. (Rinvio)


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Al punto n. 6 dell'ordine del giorno abbiamo "Esame proposta di deliberazione della Giunta Regionale circa la tutela sanitaria nei luoghi di lavoro". Non mi risulta pervenuta.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Ne chiediamo il rinvio alla prossima seduta.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

C'è una richiesta di rinvio alla prossima seduta.
La parola alla Consigliera Fabbris.



FABBRIS Pierina

Volevo informare il Consiglio che la IV Commissione ha iniziato l'esame di questa delibera; ci sono alcune difficoltà, per cui necessitano approfondimenti e si chiede al Consiglio di poter rinviare la discussione possibilmente al 19, data alla quale si spera di essere pronti con la relazione.



PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Prendiamo atto di quanto comunica la Consigliera Fabbris per cui, se non ci sono obiezioni, si rinvia alla prossima seduta, che stabiliremo quando e dove fare immediatamente, quanto è ancora rimasto da discutere dell'ordine del giorno di oggi.
Poiché da parte di alcuni gruppi è stata avanzata la richiesta di non convocare più a Palazzo Madama il Consiglio, per l'esperienza non del tutto positiva effettuata oggi, vorrei pregare i capigruppo di riunirsi brevemente con l'Ufficio di Presidenza per stabilire insieme se riconvocare il Consiglio qui oppure nella solita sede.
Penso che dieci minuti saranno sufficienti ed io potrò dare comunicazione anche dell'ordine del giorno per la prossima seduta.
La seduta è sospesa.



(La seduta sospesa alle ore 19,45, riprende alle ore 20)


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Ordine del giorno dei Consiglieri Lo Turco. Viglione, Vera, Garabello sulla situazione al Villaggio SNIA di Torino


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

La seduta è riaperta.
E' stato presentato alla presidenza un ordine del giorno che, pur non essendo all'ordine del giorno dei lavori può essere discusso e votato in qualsiasi momento. Mi si chiede da parte di tutti i gruppi di metterlo in votazione. Ne dò lettura: "Il Consiglio Regionale del Piemonte, di fronte alla preoccupazione che investe 250 famiglie del villaggio SNIA di Torino che vedono messe in pericolo le loro abitazioni a causa di un'operazione condotta dalla SNIA e dalla Società immobiliare Longhi di Monza, con la vendita dell'intero complesso edilizio sito in Torino da parte della SNIA all'Immobiliare Longhi di Monza ed essendo gli inquilini tutti pensionati dipendenti SNIA e quindi nell'impossibilità di accettare l'invito all'acquisto degli alloggi prende consistenza il grave pericolo per i lavoratori di uno sfratto collettivo per liberare l'intero villaggio.
Il Consiglio Regionale del Piemonte, preso atto che il Comune e l'IACP hanno espresso la loro disponibilità all'acquisto dell'intero villaggio impegna la Giunta Regionale a prendere gli opportuni contatti con il Comune di Torino e l'IACP e a contribuire con ogni mezzo a rendere necessario l'acquisto delle case del villaggio SNIA, come richiesto da tutti gli abitanti, lavoratori SNIA e dalle organizzazioni sindacali quali la CGIL la CISL, la UIL e SUNIA" Il documento è firmato dei Consiglieri Lo Turco, Viglione, Vera Garabello.
Qualcuno chiede la parola? Se nessuno chiede la parola lo metto in votazione per alzata di mano.
L'ordine del giorno è approvato all'unanimità.


Argomento:

Ordine del giorno dei Consiglieri Lo Turco. Viglione, Vera, Garabello sulla situazione al Villaggio SNIA di Torino

Argomento:

Ordine del giorno della prossima seduta


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Dò comunicazione ai Consiglieri che la conferenza dei capigruppo si è riunita e ha deciso che il Consiglio Regionale si convochi la prossima settimana nella consueta sede del Palazzo delle Segreterie, (Ferme restando successivamente le decisioni definitive che la conferenza dei presidenti di gruppo intenderà assumere per la sede definitiva del Consiglio) con il seguente ordine del giorno: approvazione verbali precedenti sedute interpellanza ed interrogazioni; comunicazioni del Presidente; esame proposta di deliberazione della Giunta Regionale circa la tutela sanitaria nei luoghi di lavoro; esame proposta di deliberazione della Giunta Regionale circa l'acquisizione de La Mandria; esame della proposta di Legge n. 92 del Comune di Collegno relativa a norme per l'esercizio delle funzioni previste nel decreto 14.1.72 n. 3 di delega delle stesse agli enti locali ed istituzione del fondo regionale per la gratuità della scuola dell'obbligo.
Devo fare una correzione: prima di questa proposta vorrei porre all'ordine del giorno l'esame del disegno di legge presentato dalla Giunta Regionale relativa al Fondo per interventi straordinari in agricoltura l'esame della proposta di legge presentata dai Consiglieri Raschio-Berti relativa ad interventi a favore dei Consorzi e delle cooperative artigiane di garanzia l'esame della proposta di legge presentata dai Consiglieri Raschio-Berti ed altri relativa a contributi in conto ammortamento mutui a favore delle imprese artigiane, per crediti a medio termine e per il potenziamento e la qualificazione delle nuove strutture; quindi, come avevo annunciato seguirà l'esame della proposta del Comune di Collegno. Infine esame del disegno di Legge n. 67 presentato dalla Giunta Regionale relativo a provvedimenti a favore dei Comuni per agevolare la realizzazione di opere pubbliche relative a normalizzazione primaria delle aree destinate all'edilizia pubblica residenziale e di quelle opere necessarie ad allacciare le aree stesse ai pubblici servizi.


Argomento:

Ordine del giorno della prossima seduta

Argomento:

Mozioni, interpellanze e interrogazioni (annuncio)


PRESIDENZA DEL VICE PRESIDENTE FASSINO

Viene naturalmente in coda all'ordine del giorno l'esame delle mozioni e ordini del giorno che già erano all'ordine del giorno odierno: ordine del giorno presentato in data 5 aprile 1973 dai Consiglieri Curci e Carazzoni mozione presentata in data 9 aprile 1973 dai Consiglieri Nesi, Calsolaro Fonio, Simonelli, Viglion;, ordine del giorno presentato in data 19 aprile 1973 dai Consiglieri Curci e Carazzoni; ordine del giorno presentato in data 21 maggio 1973 dai Consiglieri Curci e Carazzoni.
Il Consiglio e convocato a Palazzo delle Segreterie il giorno 19 luglio alle ore 9,30 e alle ore 16.
Dò comunicazioni delle interpellanze e delle interrogazioni che sono pervenute alla presidenza. Se il Consiglio me lo consente non ne dar lettura completa, ma le sintetizzerò: Mozione presentata dai Consiglieri Revelli - Calsolaro - Sanlorenzo Raschio ed altri che impegna la Giunta a presentare entro il mese di luglio, per sottoporli alla discussione ed alla approvazione del Consiglio le proposte concernenti i criteri e i parametri per il piano di riparto dei fondi a bilancio per l'assistenza scolastica, nonché i provvedimenti normativi intesi a promuovere la partecipazione degli enti locali e delle forze sociali alla gestione delle provvidenze in materia, in attesa di una legge organica regionale.
interrogazione urgente dei Consiglieri Berti - Vecchione - Rivalta che chiedono di conoscere il contenuto della risposta della Giunta Regionale e le ragioni per le quali la Giunta non ha ritenuto di investire il Consiglio, come sarebbe stato necessario, data l'importanza della decisione relativa all'approvazione da parte dell'ANAS del progetto presentato dalla SAPAV sulla tangenziale est di Torino che è stato preceduto da una richiesta di parere della Regione Piemonte interrogazione urgente con la richiesta di risposta scritta dei Consiglieri Marchesotti - Fabbris per sapere se la Giunta non ritenga opportuno promuovere un incontro con le rappresentanze sindacali, i rappresentanti dei consorzi dei Comuni Biellesi, allo scopo di recepire le proposte al riguardo per superare l'attuale, situazione; convocare urgentemente un incontro con i dirigenti del compartimento di Torino per adottare misure urgenti, anche se provvisorie, indispensabili per evitare che si comprometta la situazione ecc.
interpellanza dei Consiglieri Nesi-Fonio per sapere se il Presidente della Giunta è a conoscenza del fatto che il Comitato regionale di controllo di Novara ha respinto le delibere di alcuni Comuni riguardanti finanziamenti tramite il comitato appositamente costituito per la ricostruzione del Vietnam e quali iniziative intenda promuovere la Giunta affinché tali situazioni non si abbiamo a ripetere in futuro interpellanza urgente dei Consiglieri Calsolaro, Marchesotti, Ferraris Sanlorenzo, Raschio ed altri per sapere se la Giunta non ritiene opportuno portare all'esame del Consiglio le proposte concernenti criteri e parametri del riparto tra i vari enti destinatari dei fondi di cui trattasi (fondi di cui si è parlato nella mozione letta prima) e di portare all'esame del Consiglio l'argomento concernente le istituzioni delle Commissioni di cui alle delibere citate interrogazione urgente presentata dai Consiglieri Ferrari, Besate Marchesotti, Rivalta che chiedono di conoscere quali iniziative intenda assumere la Giunta onde assicurare l'approvvigionamento delle acque per le esigenze e future della popolazione dei Comuni a cui è attribuito dal piano degli acquedotti di addurre acque nella zona di Crescentino interrogazione urgente con richiesta di risposta scritta dei Consiglieri Gerini e Zanone per conoscere se corrisponde al vero la notizia pubblicata da alcuni giornali secondo la quale l'ENEL avrebbe intenzione di distruggere 5000 alberi sulla sponda destra del lago di Ortiglieto interpellanza urgente dei Consiglieri Rivalta, Besate, Bono, Revelli Marchesotti ed altri che chiedono di interpellare il Presidente della Giunta e l'Assessore all'urbanistica e all'assetto territoriale per conoscere quali decisioni abbia assunto la Giunta in merito all'esecuzione del rilievo aerofotogrammetrico del territorio regionale.
Chiedo scusa se ho dato lettura di questi documenti molto velocemente ma penso che in sede di discussione degli stessi potranno venire le illustrazioni opportune che non ho più fatto questa sera, per ragioni di tempo.
Ringrazio per l'attenzione e se non ci sono al proposito richieste di parola dichiaro chiusa la seduta.



(La seduta ha termine alle ore 20.10)



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