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Dettaglio seduta n.164 del 28/06/73 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE OBERTO


Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Hanno chiesto ed ottenuto congedo per la seduta di oggi i Consiglieri Giovana, Marchesotti e Zanone.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

L'ordine del giorno reca al punto primo: "Approvazione verbali precedenti sedute".
Non è stato possibile compilarlo in copia per ciascun Consigliere, e pertanto il punto primo dell'o.d.g. viene rimandato ad una successiva riunione.
Se i Consiglieri sono d'accordo, passeremmo al punto secondo: "Interpellanze e interrogazioni", riducendo però a mezz'ora il tempo per la discussione e la trattazione di questo argomento, per poter passare poi subito all'esame, e, penso e spero, all'approvazione, dei due articoli della legge sulla montagna e poi dell'altra legge. Nessuno muove opposizione? Allora resta così inteso.
Chiede di parlare il Consigliere Viglione. Ne ha facoltà.



VIGLIONE Aldo

Signor Presidente, desidero farle presente fin d'ora che per quanto riguarda la legge sulla montagna intenderei proporre un emendamento non relativo ai due articoli in contestazione.



PRESIDENTE

E' una questione che già abbiamo esaminato ieri. Proposte di emendamento ve ne sono più d'una, ma ha prevalso l'opinione che si debba seguire il sistema, sempre adottato finora, di limitare l'esame del Consiglio agli elementi di osservazione che hanno causato la mancata apposizione del visto. Se noi in questa circostanza apportiamo altre modifiche facciamo una nuova legge, e una nuova legge deve seguire tutto il suo iter, il che non mi sembra sia conveniente. Se ci restringiamo ad una semplice accettazione o non accettazione delle osservazioni per la mancata apposizione del visto la procedura è semplice, se modifichiamo altri articoli praticamente facciamo una nuova legge e dobbiamo affrontare le conseguenze ritardatarie che ciò comporta.



VIGLIONE Aldo

Sostanzialmente non cambierebbe nulla, dal momento che la legge deve tornare al Governo per il visto.



PRESIDENTE

Però, gli emendamenti dovrebbero passare per il tramite della Commissione, che deve pur esserne posta a conoscenza.



VIGLIONE Aldo

La Commissione li aveva comunque già esaminati. Io non ritengo che in pratica, avendo la Commissione già espresso un suo parere, l'accoglimento in aula di eventuali emendamenti possa costituire una violazione della procedura da seguire per le leggi.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Viglione, noi abbiamo degli articoli approvati e implicitamente vistati da parte del Governo, il quale si è limitato a dire di non poter dare il visto per due determinate posizioni. Se noi oggi modifichiamo degli articoli che sono stati approvati dal Consiglio e che hanno avuto l'implicito visto, modifichiamo sostanzialmente il testo della legge.



VIGLIONE Aldo

Nel corso della votazione della legge era sfuggito che le rappresentanze dei Consigli comunali, limitate a due elementi per la maggioranza e uno per la minoranza, avrebbero dovuto trovare nella scheda una normativa.



PRESIDENTE

Ma questo è un argomento che può trovare la sua sistemazione anche in un regolamento.



VIGLIONE Aldo

Non direi proprio.



PRESIDENTE

Comunque, se c'è una istanza di questo genere e il Consiglio l'accoglie, occorrerà aggiornare l'argomento, rivedere tutta la legge riproporla in approvazione per intero. Non mi sentirei di varare una legge di questo genere, che potrebbe essere poi impugnata successivamente.



VIGLIONE Aldo

Io, comunque, sono di parere opposto, Presidente....



PRESIDENTE

Non per nulla siamo entrambi avvocati.



VIGLIONE Aldo

.... per aver seguito in Commissione l'iter della legge. Penso che un emendamento comporti, se mai, la ripetizione della votazione della legge.



PRESIDENTE

Di tutta la legge, articolo per articolo. E' una nuova legge.



VIGLIONE Aldo

D'accordo, ma comporta un unico obbligo per il Consiglio: di rivotare questa legge.



PRESIDENTE

Al momento opportuno proporrò al Consiglio la sua richiesta e la sua proposta: farò quello che il Consiglio deciderà, naturalmente dopo avere espresso il mio punto di vista.
Veniamo dunque ad esaminare le interpellanze.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza del Consigliere Viglione sulla denuncia della Michelin ai segretari della CGIL, CISL e UIL


PRESIDENTE

Interpellanza presentata dal Consigliere Viglione in data 3 maggio: "Denuncia della Michelin in Cuneo ai Segretari della CGIL, CISL, UIL a seguito dei danni provocati dal recente sciopero".
La parola, per la risposta, all'Assessore Visone, salvo che il Consigliere Viglione intenda illustrare l'interpellanza.



VISONE Carlo, Assessore al lavoro

Tengo a precisare, signor Presidente e signori Consiglieri, che la questione della Michelin è molto più grossa del fatto, sia pure grave denunciato dal Consigliere Viglione.
Alla Michelin è allo stato semilatente da mesi una grossa vertenza: le organizzazioni sindacali dei lavoratori chiedono di discutere con l'Azienda particolari situazioni che vi sono all'interno dell'Azienda stessa, ma questa ha finora rifiutato l'incontro. La Giunta Regionale ha esperito varie vie per propiziare questo abboccamento, sia pure per sentirsi dire dalla Direzione che non è disponibile ad accogliere le richieste sindacali.
Di fronte a questo reciso diniego, la Giunta ha interessato il Ministero del Lavoro, che ha convocato l'Azienda. Questa si è a più riprese riservata di dare delle risposte, dopo aver chiesto lumi alla Direzione generale, che ha sede a Clermont Ferrand: praticamente, non ha detto un no deciso, a quanto mi risulta ancora ultimamente, ma neppure ha detto quel "sì" che permetterebbe di intavolare trattative o per lo meno di avere un confronto con le organizzazioni sindacali.
In questo contesto s'inquadrano i fatti incresciosi di Cuneo, il cui risultato è stato la denuncia alla Magistratura di rappresentanti delle organizzazioni sindacali. E' indubbio che questi episodi sono da condannare, ma è evidente che se azioni d'intemperanza, come viene sostenuto, ci sono state, sono state determinate anche da una certa situazione e da un clima che vige nell'azienda.
In questi ultimi giorni, il Presidente italiano della Società ha fatto sapere che l'Azienda ha intenzione di potenziare i propri impianti e che vi è quindi la massima garanzia circa i livelli occupazionali. Questa è già una buona notizia. Però, rimane valido quel che ho detto prima: la non disponibilità dell'azienda ad avere incontri con le forze sindacali, che il Ministero del Lavoro si sta interessando per rimuovere.
Non è da escludere l'ipotesi che ad influire sulle determinazioni dell'azienda sia il fatto che a fine anno scadrà il contratto dei lavoratori del settore gomma, il che potrebbe indurre l'azienda a tirare per le lunghe la questione.
Comunque, per il fatto specifico cui l'interpellanza si riferisce, esso è ora di competenza della Magistratura. Noi non possiamo astenerci dal condannare simili iniziative di aziende, soprattutto quando sono attuate prendendo le mosse da episodi determinati da climi creati al loro interno proprio come conseguenza dell'atteggiamento di coloro che dovrebbero invece preoccuparsi in prima persona di fare il possibile per evitarli.



PRESIDENTE

La parola agli interpellanti.



VIGLIONE Aldo

Ringrazio l'Assessore per la sua risposta, di cui ho apprezzato soprattutto la parte in cui si deplora che la parte padronale abbia intentato un'azione giudiziale.
E' bene che il Consiglio tutto sappia che proprio stamani si svolge la prima udienza civile avanti il Tribunale di Cuneo, in cui sono convenute le tre organizzazioni sindacali dei chimici, non soltanto per sentir dichiarare illegittimo lo sciopero così come era stato deciso dalle organizzazioni sindacali ma altresì per una condanna ai danni, richiesti, a quanto ipotizzerebbero alcuni, per le cifre di un miliardo. Cioè praticamente l'Azienda non soltanto vorrebbe che la Magistratura dichiarasse l'illegittimità dello sciopero, ma altresì che condannasse le organizzazioni sindacali ad un risarcimento del danno: caso, credo, unico nella storia del nostro Paese, dalla Liberazione ad oggi.
L'interpellanza era limitata puramente a questa circostanza, cioè al fatto che l'esercizio democratico dell'attività sindacale all'interno dell'azienda veniva limitato non soltanto con atti all'interno dello stabilimento ma con vere e proprie intimidazioni anche all'esterno.
Sono un po' perplesso sull'altra parte della risposta dell'Assessore ove egli dice che questa questione non può andare all'infinito, ma deve trovare una composizione. Assistiamo da lunghissimi mesi a trattative pressoché unilaterali delle forze di lavoro, senza che la parte padronale si lasci persuadere, neppure dallo stesso Governo, a prender parte ad un confronto.



PRESIDENTE

L'interpellanza è discussa.


Argomento: Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interpellanza dei Consiglieri Marchesotti, Bono e interrogazione del Consigliere Simonelli sulla costruzione di pozzi di smaltimento in Spinetta Marengo


PRESIDENTE

Interpellanza presentata in data 10 maggio dai Consiglieri Marchesotti Bono, Rivalta, Raschio, e altra presentata in data 17 maggio dal Consigliere Simonelli: "Costruzione pozzi in Spinetta Marengo per smaltire le acque di rifiuto affluenti dallo stabilimento della Società Montedison".
La risposta compete all'Assessore Chiabrando, che ha facoltà di parlare.



CHIABRANDO Mauro, Assessore agl'inquinamenti

Si tratta di un grosso problema, che stiamo seguendo da alcuni mesi. La risposta che darò è comunque ancora interlocutoria, perché sono tuttora in corso da parte nostra studi approfonditi.
Ritengo che all'interpellanza dei Consiglieri Marchesotti, Bono Rivalta, Raschio e all'interrogazione del Consigliere Simonelli si possa dare comunque una risposta congiunta, in attesa delle decisioni che la Commissione interassessorile per gl'insediamenti industriali si accinge ad assumere.
Il problema degli eventuali scarichi di lavorazione degli stabilimenti Montedison di Spinetta Marengo a grandissima profondità, sotto terra, è stato segnalato alla Regione dal Presidente della Provincia di Alessandria nel febbraio del corrente anno. Il Presidente della Provincia di Alessandria ha trasmesso anche la relazione della Montedison dell'ottobre '72, chiedendo un parere della Commissione tecnica per la tutela delle acque. La Commissione, nelle persone dei professori Saracco, professore di Chimica al Politecnico di Torino, Quaglia, professore di Idraulica e Costruzioni idrauliche presso il Politecnico di Torino, opportunamente affiancati dal prof. Peretti, geologo, dell'Istituto di Mineralogia del Politecnico di Torino, e dal prof. Baldini, dell'Istituto di Arti minerarie del Politecnico, ha esaminato la relazione della Montedison, formulando una serie dl rilievi scritti.
In data 6 aprile, promosso dal nostro Assessorato, si è avuto un incontro tra la Commissione tecnica regionale di cui sopra ed i responsabili della Divisione ecologica della Montedison, prof. Smith e dott. Gianotti, quest'ultimo progettista dell'impianto di smaltimento nel sottosuolo profondo di Spinetta Marengo. La Commissione tecnica regionale ha esposto le osservazioni ed i rilievi critici già evidenziati, che sono stati nella sostanza ritenuti validi dagli esperti della Montedison. La Commissione tecnica regionale ha quindi stilato una relazione, di cui cito i passi essenziali. Dicono i tecnici della Commissione: "Il tema trattato specificamente nella relazione presentata dalla Montecatini-Edison nell'ottobre '72: 'Ricerche idrocarburi smaltimento rifluenti industriali dello stabilimento di Spinetta Marengo in strati profondi nel sottosuolo' stato analiticamente esaminato dai sottoscritti che l'hanno discusso con i funzionari di codesto Assessorato e infine collegialmente con i dirigenti della Montedison". Nella relazione si dichiara che sono state attentamente verificate le premesse circa la fattibilità dello smaltimento dei reflui industriali, ed in particolare sono state verificate la presenza di un serbatoio, di cui sono state valutate le caratteristiche e l'esistenza di una valida copertura. Al contrario non sembra ai sottoscritti - dicono sempre i tecnici -, come hanno già verbalmente contestato, che i dati geontologici riferiti nella relazione, desunti sostanzialmente da alcune poche trivellazioni profonde eseguite anni fa a rilevante distanza per ricerche di idrocarburi nonch dalle correlate prospezioni geofisiche, possano consentire una tale verifica. Sta di fatto che la ricostruzione della serie stratigrafica locale è in larga misura opinabile, contraddetta da dati geognostici di superficie. Le caratteristiche fisiche locali delle supposte formazioni serbatoio, tra cui porosità e permeabilità, sono state valutate induttivamente e sono in parte improbabili. Non è stato poi tenuto conto della natura mineralogica - chimica dei terreni, con presenza di carbonati in varie proporzioni. Restano sconosciute le condizioni idrodinamiche degli acquiferi e in genere il regime geo-idrologico. Di conseguenza, le previsioni di fattibilità del progetto quali esposte al paragrafo 6 della relazione, sembrano ai sottoscritti poco fondate.
Ritengo, in conclusione, che, nell'attuale carenza di dati geontologici e geoidrologici sicuri o molto attendibili, la trivellazione del progettato pozzo profondo a Spinetta Maregno sia utile ai fini della ricognizione indispensabile per valutazioni valide preliminari. Soltanto se le premesse acquisite risultassero in ogni campo favorevoli lo stesso pozzo, ed altri eventualmente, potrebbe venire utilizzato anche per l'effettivo smaltimento dei rifiuti industriali, in quanto a ciò già in precedenza attrezzato.
Sulla base di quanto sopra si ritiene per intanto ragionevole consigliare la ricerca preliminare sulla fattibilità dell'impresa mediante l'esecuzione di una trivellazione esplorativa profonda, con adeguato prelievo di carote da tenere a disposizione anche di enti mediante eventuale esecuzione di prove potranno concorrere ad avallare la soluzione del problema. In questo ambito, ed ai fini predetti, la Montedison dovrà fornire, integrando i dati già esposti nell'ultima relazione, i seguenti documenti. (Segue una elencazione di dati ed elementi che vengono richiesti alla Montedison). "Poiché lo scarico in pozzo profondo deve ritenersi una soluzione di tentativo, non necessariamente definitiva, del problema, la Montedison è invitata a trasmettere informazioni dettagliate sulle ricerche in atto circa le soluzioni alternative per la bonifica degli scarichi analoghi a quelli dello stabilimento di Spinetta Marengo; ricerche che la Società ha dichiarato di condurre nell'altro suo stabilimento di Scarlino di Grosseto".
Devo infine comunicare che è pervenuta all'inizio di maggio la richiesta di parere di cui parlano gli interpellanti da parte del Comune di Alessandria. Ora tutta la pratica, integrata dal parere della Commissione tecnica dell'Assessorato alla tutela dell'ambiente, è all'esame della Commissione interassessorile per gli insediamenti industriali, che, come ho detto all'inizio, assumerà quanto prima una decisione.
Ritengo non sussistano difficoltà per i richiesti incontri tecnici fra Regione, Comune di Alessandria e Provincia di Alessandria per concordare una comune linea di comportamento che credo, sulla scorta delle indicazioni già formulate dalla Commissione tecnica, precisi le cautele e gli obblighi cui dovrà sottoporsi la Montedison nella trivellazione in via di prova dei pozzi, posto che soltanto dopo l'apertura dei pozzi e le conseguenti prove e i controlli di laboratorio, opportunamente verificati dalla pubblica Amministrazione, potrà essere espresso un parere definitivo sull'idoneità dei pozzi a smaltire gli scarichi di lavorazione dello stabilimento Montedison.
Anche a nome del collega Petrini e degli altri Assessori componenti la Commissione interassessorile per gli'insediamenti industriali, mi riservo quindi di portare in Consiglio appena possibile le decisioni che la Commissione interassessorile riterrà di assumere, tenuto anche conto dell'interpellanza e dell'interrogazione presentate dai colleghi.



PRESIDENTE

La parola all'interpellante Consigliere Bono.



BONO Sereno

Debbo dichiararmi solo moderatamente soddisfatto della risposta data dall'Assessore, perché mi pare che, pur essendo stata recepita tutta una serie di vive preoccupazioni emerse dalla richiesta della Montedison di Spinetta Marengo, non vi siano delle risposte che vadano al di fuori della prospettiva che la stessa Montedison ha avanzato.
Mi riferisco subito alla possibilità di smaltimento di questi rifiuti con soluzioni alternative a quella della loro compressione in pozzi di profondità. Nello stabilimento di Scarlino, in Toscana, dove esiste un impianto gemello di quello di Spinetta Marengo, si è provveduto attraverso la costruzione di un impianto di depurazione, non attraverso lo scarico in pozzi di profondità.
Noi riteniamo, per tutte le conseguenze che lo scarico nei pozzi di profondità può avere, che la ricerca debba essere orientata prevalentemente verso il depuratore. Com'è noto, la Montedison propone di pompare circa 3000 metri cubi l'ora di acqua frammista ad acido solforico a circa 3000 3500 metri di profondità, con una pressione di 200 atmosfere. Dove è già stato adottato, questo metodo ha provocato danni serissimi: negli USA, dove è obbligatorio trattare gli scarichi con livelli di acidità praticamente nulli, vi sono state esperienze estremamente negative, che più avanti citerò. Qui ad Alessandria il coefficiente di pericolosità sarà assai maggiore visto che saranno immessi scarichi con grado di acidità assai elevato. Gli inconvenienti prodotti dalla acidità sono prevalentemente costituiti dall'aumento di masse gassose che si sviluppano in profondità e che aumentano la pressione, con possibilità che si vengano a verificare anche delle scosse sismiche, quali in altre località sono già state riscontrate: ad Amburgo, per esempio, scarichi petroliferi meno pericolosi di quelli che dovrebbero essere effettuati a Spinetta Marengo sono tornati in superficie a circa 30 chilometri di distanza dalla località in cui erano stati scaricati, attraverso i pozzi dell'acqua potabile, Negli USA, come dicevo, si sono verificate, sia a Dallas che a Los Angeles, scosse sismiche che hanno anche provocato dei morti, con epicentro proprio sotto i pozzi nei quali veniva scaricata la sostanza inquinante.
Vorrei anche ricordare - e questo non è stato trattato dall'Assessore che a circa dieci chilometri dalla Montedison di Spinetta Marengo vi è lo stabilimento dell'Ansaldo nucleare, che è stato appunto spostato a Boscomarengo dalla vicina Liguria in quanto era stato riscontrato che l'area ligure prescelta, ove già per la sistemazione dei terreni erano stati spesi circa 800 milioni di lire, non si prestava per la costruzione di uno stabilimento nucleare trattandosi di area soggetta a scosse sismiche e quindi di area assolutamente inidonea a costruzioni di stabilimenti di quel tipo. La costruzione del pozzo di Spinetta Marengo potrebbe determinare anche qui una zona interessata a fenomeni sismici e quindi pregiudicare la stessa possibilità di esistenza della Ansaldo nucleare.
Ritengo pertanto che le preoccupazioni espresse anche nella relazione tecnica vadano ulteriormente approfondite, che la Regione debba stabilire un rapporto analogo a quello che ha stabilito con l'Amministrazione provinciale anche con il Comune di Alessandria, che ne ha fatto esplicita richiesta e che è l'organo competente per il rilascio della licenza edilizia.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare l'interpellante Simonelli.



SIMONELLI Claudio

Anch'io mi considero parzialmente soddisfatto della risposta dell'Assessore, soprattutto per l'iniziativa che è stata assunta di esercitare una forma accurata di controllo sulla progettata iniziativa di scarico in profondità degli effluenti dello stabilimento Montedison di Spinetta Marengo.
Desidererei soltanto aggiungere che nella consultazione della I Commissione, avvenuta ieri, l'ing. Grandi, amministratore delegato della Montedison, ha ripetuto le cose che conosciamo in ordine allo stabilimento di Spinetta Marengo, con in più un elemento di particolare importanza, e cioè che quello stabilimento è destinato nei programmi della Montedison ad uno sviluppo nei prossimi anni non soltanto per la parte che riguarda la produzione del biossido di titanio, che è quella che dà luogo alla forma più macroscopica d'inquinamento, ma in generale anche per la produzione degli altri derivati fluororati.
Di conseguenza, il punto nodale rappresentato da Spinetta Marengo dev'essere affrontato con estrema attenzione da parte della Regione. Si tratta, cioè, di uno stabilimento non in perdita progressiva di peso ma destinato ad avere un ruolo fondamentale per il Gruppo Montedison nella Regione Piemonte. Dunque, questo problema dovrà giustamente esser visto a livello di Commissione interassessorile, perché diventa un problema legato non solo alla tutela dell'ambiente, alla lotta agli inquinamenti, ma anche allo sviluppo e all'evoluzione industriale nella Regione.
Per quanto riguarda in modo particolare il problema dello scarico in profondità, credo siano perfettamente legittime le perplessità di cui si è fatto eco anche il collega Bono. In Italia non esistono precedenti significativi: esistono però esperienze di questo tipo in altri Paesi, in particolare negli Stati Uniti e in Francia, non so fino a qual punto comparabili con la situazione di Spinetta Marengo. Comunque, certamente premessa ad ogni altra considerazione dev'essere quella trivellazione a scopo di prova e di verifica delle condizioni geologiche del terreno di cui l'Assessore ha parlato.
In seno alla I Commissione abbiamo chiesto all'Amministratore delegato della Montedison se l'Azienda fosse disposta ad accettare una forma di controllo da parte della Regione in modo penetrante, un controllo cioè che riguardasse addirittura anche la nostra possibilità di accedere allo stabilimento per poter verificare la situazione dall'interno. Abbiamo citato addirittura l'esempio della Fonderia Fiat di Crescentino, dicendo che noi non chiedevamo per questo stabilimento una Commissione speciale, ma che la Regione potesse controllare tutti gli aspetti, anche di carattere produttivo, legati al problema degli scarichi. E la Montedison si è dichiarata disponibile alla più ampia collaborazione con la Regione.
Abbiamo anche creduto di capire, per quanto il problema non sia stato molto esplicitato, che anche la soluzione del pozzo in profondità dovrebbe essere transitoria, per la Montedison, e che in definitiva l'obiettivo che l'Azienda si prefigge è quello di una reimmissione dell'acido solforico nel ciclo produttivo dopo opportuna separazione. Pare che per riuscire a mettere a punto questo progetto, per il quale la Montedison sta collaborando con una Società americana, occorreranno da due anni e mezzo a tre anni. Ci sembra, cioè, di aver capito che in definitiva la Montedison tutto sommato, chiede una specie di licenza ad inquinare per due-tre anni impegnandosi allo scadere di questo periodo ad un più soddisfacente impianto per la depurazione. Anche questa circostanza dev'essere verificata dalla Regione, in maniera che si sappia se le cose stanno così, e quindi se l'impianto di trivellazione in profondità è soltanto una tappa lungo la realizzazione di un progetto di smaltimento dei rifiuti che poi potrà dare risultati più soddisfacenti nel giro di qualche anno.
Confermando, quindi, la mia almeno parziale soddisfazione per la risposta dell'Assessore, vorrei ribadire la necessità che questa questione venga seguita con la massima cura ed estrema attenzione.



PRESIDENTE

Secondo l'intesa, proseguiamo nell'ordine del giorno. Le altre interpellanze e interrogazioni verranno eventualmente discusse in chiusura di seduta.
Chiede di parlare la Consigliera Fabbris. Sull'ordine dei lavori?



FABBRIS Pierina

Sì. Prima che si chiuda la discussione sull'argomento delle interpellanze e interrogazioni, vorrei far rilevare che tempo fa avevo inviato una interrogazione con richiesta di risposta scritta all'Assessore alla Sanità e un'altra all'Assessore al Turismo. Purtroppo i termini entro i quali avrei dovuto ricevere la risposta sono largamente scaduti. Vorrei invitarla a sollecitare gli Assessori ad ottemperare al loro compito di dare risposta secondo le modalità previste dal Regolamento.



PRESIDENTE

Sarà mia cura far pervenire agli Assessori interessati questa sua sollecitazione.



FABBRIS Pierina

La ringrazio.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente


PRESIDENTE

Passiamo al punto terzo dell'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente".
Il Presidente Calleri, nei giorni scorsi, ha interessato, su mia sollecitazione, il Presidente della Camera di Commercio affinché venisse presa una determinazione relativamente alla alienazione di Palazzo Lascaris, con adozione per la vendita della formalità della trattativa privata da espletarsi con la Regione Piemonte. Il Presidente della Camera di Commercio ha comunicato, con sua lettera, al Presidente della Giunta ed a me, ieri, che la Giunta camerale, nella sua riunione di lunedì, ha deliberato l'alienazione di Palazzo Lascaris adottando la formula anzidetta per la vendita. Si attende dal competente Ministero l'autorizzazione a procedere in questa direzione.
Il 12 giugno, a Roma, presso il Ministero delle Regioni, ci siamo incontrati per esaminare la questione dell'applicazione dell'art. 122 della Costituzione. Vi sarà un'altra riunione, sempre su tale argomento, al Ministero, con la partecipazione dei membri della Commissione ministeriale il 10 luglio. Mi riservo di riferire dopo quell'incontro dettagliatamente.
Il 25 e 26 giugno, all'Aquila, vi è stato l'incontro degli Uffici di Presidenza delle Regioni a Statuto ordinario. Sono stati dibattuti i problemi relativi all'autonomia contabile, all'organizzazione degli Uffici ai rapporti con gli esperti esterni. Al termine della riunione è stato emesso un documento conclusivo, che io considero come eletto all'Assemblea se nessuno si oppone, mentre pregherei la Segreteria di far pervenire il testo di questo documento ad ogni Consigliere, in maniera che ciascuno ne abbia dettagliata e specifica conoscenza.
In relazione alle mie comunicazioni fatte nella passata riunione circa la gravità della crisi che si sviluppa a partire dal 30 giugno ma che si fa sentire già adesso, presso tutte le Magistrature del Piemonte e presso l'Università, se il Consiglio concorda invierei in data di oggi, al Presidente del Consiglio in carica, al Ministro della Pubblica Istruzione in carica, al Ministro di Grazia e Giustizia in carica e ai Presidenti della Camera dei Deputati e al nuovo Presidente del Senato questo telegramma, per rappresentare loro la situazione, invocando provvedimenti: "Consiglio Regionale Piemonte vivamente preoccupato situazione creatasi at seguito Applicazione Decreto Presidente Repubblica 30 giugno '72 n. 748, che disciplina funzioni dirigenziali nell'Amministrazione Stato, soprattutto ambienti giudiziari Corti Appello, Tribunali, Preture, paralizzante attività amministrazione giustizia et ambiente Università et Politecnico, impossibilitati esercizio funzioni amministrative, richiama fermamente Sua attenzione su eccezionale gravità problema, reso particolarmente drammatico Piemonte perché at seguito altissimo aumento popolazione per immigrazione non erasi provveduto congruo aumento personale, rendendo disagevoli servizi che sono ora bloccati mentre per ambiente universitario desta preoccupazione annunciato provvedimento non apertura anno accademico; popolazione universitaria est oggi Piemonte trentamila studenti et Politecnico circa diecimila; Rettore Università habet proposto indizione concorsi in sede locale, aperti a tutti i cittadini italiani, come mezzo rapido parziale sblocco situazione.
Consiglio Regionale Piemonte, rendendosi interprete gravissima situazione disagio popolazione piemontese, invoca urgente politico provvedimento che quanto meno contenga gravità denunciata situazione".
Se non vi sono opposizioni, invierei questo telegramma. (Chiede di parlare il Consigliere Rivalta). Le darei la parola al termine delle comunicazioni.
Si è svolta sabato e domenica a Bardonecchia la prima delle manifestazioni patrocinate dal Consiglio Regionale nel quadro delle prese di posizione resistenziali, con un raduno interregionale di ex internati in Germania. Sono previste, nel corso di quest'anno, una non ancora precisata e dettagliata riunione di tutti gli eletti - parlamentari, Consiglieri Regionali, Consiglieri provinciali e Consiglieri comunali - del Piemonte per un dibattito ad altissimo livello, con la partecipazione, che avevamo già previsto per la fine di luglio, che non è stato possibile realizzare in relazione anche all'attuale situazione di crisi del Governo. Un'altra riunione al 9 settembre, per la consegna della medaglia d'ora alla Valsesia; il 23 di settembre la celebrazione a Boves; il 19 dicembre a Chivasso, per ricordare la Carta di Chivasso, di grosso rilievo.
In merito all'attività di questo Comitato, informo che sono state costituite tre Sotto-Commissioni, una diretta ad impostare la realizzazione di corsi di aggiornamento per insegnanti, in maniera che nella scuola, nel corso dei due anni, vi siano anche dei docenti in grado di poter fornire quei ragguagli, quelle indicazioni che sono indispensabili per una corretta conoscenza di questo grosso problema. Un'altra Commissione, che si propone l'organizzazione di una Mostra della Resistenza a Palazzo Madama, è essenzialmente indirizzata agli studenti delle scuole medie. Si è riunita altresì, dopo essere stata costituita, un'altra Sottocommissione, che sta esaminando e studiando, sotto molteplici aspetti, logistici ma anche di natura finanziaria, il problema dei pellegrinaggi ai campi di sterminio. Il Comitato generale è stato integrato con la partecipazione di un certo numero di rappresentanti delle associazioni femminili della Resistenza, che hanno già partecipato, oltre che ad una riunione fatta per loro, a quella del Comitato generale ultimo.
Sono pervenute risposte scritte: dal Presidente della Giunta ai Consiglieri del Gruppo del Partito liberale sulla difesa del prodotto nazionale "grappa", che pertanto vengono depennate dal nostro ordine del giorno; dall'Assessore Borando al Consigliere Carazzoni sull'Ispettorato di porto a Verbania-Intra, e pertanto anche questo argomento viene depennato dall'ordine del giorno.
Dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri è pervenuta assicurazione di avere rappresentato il problema ai competenti Ministeri sulla situazione finanziaria degli Ospedali del Piemonte. Senza polemica, come omaggio alla verità, devo sottolineare che almeno a mio ricordo è la prima volta che ricevo un telegramma di risposta e di assicurazione a telegrammi che vengono inviati a nome del nostro consesso e in altra sede a nome di altri consessi. Speriamo che sia il principio di una più diretta collaborazione.
E' stato inaugurato il Museo di Antropologia. Su questo argomento vi è una interrogazione, o interpellanza, del Consigliere Calsolaro, se non vado errato. L'argomento verrà in quella sede opportunamente illustrato e probabilmente il Consiglio vorrà assumere anche una certa linea indicativa di un'azione che dovrà essere compiuta.
Il Consorzio dei Comuni dell'Acquedotto del Monferrato è seriamente preoccupato, e ha fatto pervenire cenno di questa sua preoccupazione con un telegramma, per il prelievo di acqua potabile per fini industriali per il complesso delle Fonderie Fiat di Crescentino.
Le mie comunicazioni sono così concluse. Ha facoltà di parlare il Consigliere Rivalta, che ne aveva fatto richiesta.



RIVALTA Luigi

In riferimento alla comunicazione fatta dal Presidente in merito all'Università, vorrei chiedergli di non dar corso immediatamente all'invio del telegramma. Lunedì una rappresentanza delle Commissioni I, II e III, di cui anch'io facevo parte e che comprendeva elementi delle varie forze politiche presenti in questo Consiglio, ha avuto un incontro con il prof.
Sasso, venuto a presentare il suo cosiddetto "libro bianco" (ricordo che c'erano il collega Rossotto, del Partito liberale, il dott. Dotti del D.C.
alcuni di noi comunisti): a conclusione della riunione è stato preso impegno, nei confronti del prof. Sasso, di presentare al Consiglio Regionale un ordine del giorno che tenesse conto e del problema sorto in relazione alle questioni amministrative e più in generale dei problemi che l'Università deve affrontare prima dell'apertura di ottobre.
Chiederei pertanto che ci fosse dato modo di riunire i rappresentanti dei vari gruppi per concordare la stesura di questo ordine del giorno.



PRESIDENTE

Non penso che si possa trattare di un testo in contraddizione con la segnalazione urgente che io vorrei fare con questo telegramma. Potremmo, se mai, inviare successivamente, indirizzato al competente Ministro della Pubblica Istruzione - perché non interesserebbe altri - il testo dell'ordine del giorno.



RIVALTA Luigi

Però, se non ho inteso male, nel telegramma viene già suggerita una linea risolutiva, quella d'indire dei concorsi in sede locale, mentre noi penseremmo di sollecitare il Ministero, conformemente al parere della Direzione dell'Università e delle organizzazioni sindacali dei dipendenti ad individuare esso stesso le forme più adatte per dare una rapida soluzione alla situazione, perché nella discussione di lunedì non è emerso con certezza che quella sia la strada preferibile.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Esame ordine del giorno sulla situazione creatasi in Piemonte a seguito dei gravi danneggiamenti cagionati all'agricoltura dalle grandinate


PRESIDENTE

D'accordo. Se la cosa è fattibile nel corso di questa stessa riunione potremo, tenendo ferma la prima parte del telegramma, apportare poi la modificazione opportuna. Nessun altro chiede di parlare sulle comunicazioni? A questo punto, se non ci sono obiezioni, direi di passare al punto quarto dell'o.d.g.: "Esame dell'ordine del giorno conclusivo del dibattito sulla situazione creatasi in Piemonte a seguito dei gravi danneggiamenti cagionati all'agricoltura dalle grandinate".
Mi è pervenuto il testo di un ordine del giorno che reca le firme praticamente dei rappresentanti di tutti i Gruppi. Ritengo pertanto sia sufficiente darne lettura, senza che si debba più procedere all'illustrazione e alla discussione del contenuto del documento.
Chiede di parlare il Consigliere Ferraris. Ne ha facoltà.



FERRARIS Bruno

Preannuncio che è mia intenzione fare una dichiarazione per motivare l'adesione del nostro Gruppo a questo ordine del giorno e per alcune precisazioni. Chiedo però che sia data preventivamente lettura del testo.



PRESIDENTE

"Il Consiglio Regionale, considerata l'eccezionale gravità della grandinata che si è abbattuta nella notte dell'8 giugno su vaste zone della regione ed in particolare sulle province di Asti e di Alessandria, le disastrose conseguenze che ne derivano sul piano economico e sociale per plaghe e popolazioni che hanno già duramente sofferto lo scorso anno per l'avverso andamento stagionale, che causò perdite del 40-50 per cento del prodotto viticolo, il grave fatto del mancato intervento della difesa attiva a mezzo aerei predisposta sulla base di una convenzione con la Società Winchester esprime il proprio sostegno alle richieste formulate dalle categorie interessate prende atto degli affidamenti dati dal Ministro dell'Agricoltura su intervento della Delegazione regionale guidata dall'Assessore regionale all'Agricoltura e delle indicazioni fornite dallo stesso Assessore, e quindi sollecita: 1) l'immediata delimitazione delle zone colpite e l'emissione del decreto ministeriale per la concessione delle provvidenze anche per i danni provocati dalle piovosità dell'autunno 1972 entro il 31 dicembre '73 2) l'applicazione, nella determinazione delle provvidenze, dei benefici previsti dagli artt. 3 comma c, 5 e 7 della legge n. 364, "Fondo di solidarietà", secondo i parametri massimi (L 600.000) determinati dal Ministero e resi pubblici con la circolare n. 11 del 25 ottobre, '70 3) la proroga per almeno ventiquattro mesi dei ratei dei mutui e prestiti contratti dai produttori agricoli scadenti normalmente il l luglio e il 31 dicembre di ogni anno 4) la concessione di contributi in conto capitale alle Cantine sociali quale concorso sui costi di gestione, nella misura massima prevista dall'art. 8 della legge n. 910 del 1966 5) la sospensione della riscossione delle imposte erariali e relative sovrimposte comunali e provinciali per il 1973 e lo sgravio delle medesime 6) l'adeguamento della legge n. 364 con particolare riferimento alla inclusione di colture attualmente non previste, al miglioramento delle provvidenze, all'ampliamento delle competenze delle Regioni e alla delega a queste ultime per l'emissione dei decreti di delimitazione e per eventuali anticipazioni afferma l'esigenza di proseguire ed estendere a tutti i livelli nazionale e locali, programmi di ricerca applicata ad esperimenti di difesa attiva, mentre ribadisce la necessità di sviluppare la difesa passiva e protettiva con la costituzione dei relativi Consorzi.
Il Consiglio Regionale, inoltre, rilevata l'avvenuta presentazione dei progetti di legge 62 e 87 preso atto dell'impegno assunto dalla Giunta di presentare con procedura d'urgenza un disegno di legge per la costituzione di un fondo congruo, che pur negli attuali limiti dei poteri legislativi e operativi della Regione consenta: a) l'anticipazione eventuale dei fondi da erogarsi da parte dello Stato a' sensi dell'art. 5 della legge 25 maggio '70 per contributi in conto capitale b) la concessione di contributi per concorso nelle spese di gestione alle Cantine sociali che operano nelle zone delimitate e altre possibili misure integrative a favore delle aziende coltivatrici c) l'attribuzione d'incentivi a consorzi volontari per la difesa passiva ed attiva costituiti e da costituirsi impegna la Giunta a presentare: a) il preannunciato disegno di legge b) una relazione sulla situazione attuale della difesa attiva, con particolare riferimento al caso Winchester, per consentire alla VI Commissione permanente, di riferire ogni indispensabile elemento di valutazione".
Questo è il testo dell'ordine del giorno che è stato concordato.



FERRARIS Bruno

Signor Presidente, sono spiacente di doverle far rilevare che probabilmente le è stato sottoposto un testo dell'ordine del giorno che non recepisce ancora le ultime correzioni.



MENOZZI Stanislao

Stanno terminando di trascriverlo a macchina.



PRESIDENTE

E' la terza volta che mi capita un caso del genere. D'ora in poi pretenderò di avere il testo definitivo, con tutti i crismi della ufficialità, prima di dare lettura di un documento. Non è possibile continuare in questo modo. Ancora all'assemblea dell'Aquila dei vari Consigli, permettetemi lo sfogo, è stato ribadito il concetto che dobbiamo crearci coscienza che un Consiglio Regionale non può essere retto come un Consiglio comunale o un Consiglio provinciale, senza con ciò voler menomamente scalfire l'infinito rispetto che meritano questi consessi in quanto enti locali; non è neanche un Parlamento, però è una composizione politica che deve darsi un volto, una figura, un metodo di lavoro, un sistema di lavoro anche formale diverso da quello che stiamo seguendo.
Comunque, proseguiamo nell'ordine del giorno. Quando sarà pronto il testo definitivo ritorneremo sull'argomento.


Argomento: Comunita' montane - Interventi a favore delle zone depresse - Boschi e foreste

Provvedimenti per la mancata opposizione del visto alla legge regionale sulla delimitazione delle zone montane omogenee


PRESIDENTE

Passiamo al punto relativo a: "Legge regionale 17 maggio '73 concernente: 'Delimitazione delle zone montane omogenee. Costituzione e funzionamento delle Comunità montane'. Provvedimenti conseguenti a mancata opposizione del visto del Commissario del Governo".
Ricordo, in specie perché ne prendano conoscenza i Consiglieri che non erano in aula, che in limite della riunione di questa mattina il Consigliere Viglione ha sollecitato di apportare alla legge qualche emendamento, al quale ha anche fatto cenno e riferimento.
Senza entrare nel merito del contenuto degli emendamenti richiesti, che può essere anche estremamente valido - è stato sottolineato dallo stesso Assessore Chiabrando in una lettera indirizzatami, in cui m'indicava il testo che la Giunta proponeva all'esame della Commissione, esame che è avvenuto questa mattina, per l'integrazione dei due articoli che avevano indotto l'organo centrale governativo a non vistare la legge -, osservo che questi si collocano come un fatto assolutamente nuovo ed abnorme. Noi all'ordine del giorno abbiamo l'esame relativo al mancato visto, e alle ragioni del mancato visto, su due specifici argomenti. Se riteniamo di dover modificare altri articoli della legge dobbiamo intanto ritirare questa legge, con un motivo plausibile (non possiamo lasciare una legge a mezz'aria) e riproporne un'altra che presenti modificati gli articoli ai quali si vogliono apportare delle impostazioni diverse dalle attuali.
Altrimenti, a mio sommesso avviso, noi oggi strariperemmo dal potere del Consiglio, che è limitato all'argomento che è posto all'ordine del giorno.
Quindi, le possibilità sono due: o approvare semplicemente, previa la relazione da parte della Commissione, naturalmente, le modifiche ai due punti che sono stati oggetto di rilievo e di censura, e varare definitivamente la legge; oppure, decidere che quella legge non viene applicata (in questo momento non saprei con quale formula, ma dovremmo cercarla), e fare una nuova legge, che deve seguire tutto il relativo iter (richiamo la cortese attenzione dei colleghi su quel "tutto"), ivi compreso, secondo me, quello della consultazione. In questo secondo caso arriveremmo a varare la legge sulla montagna per il Piemonte forse nel dicembre del '73.
Io naturalmente mi adeguerò alla volontà del Consiglio. Avevo però il dovere di rendere edotti i colleghi della mia interpretazione, che intendiamoci bene, può anche non essere la più giusta.
Attendo di conoscere le opinioni in proposito dei Consiglieri. Chiede di parlare l'Assessore Chiabrando. Ne ha facoltà.



CHIABRANDO Mauro, Assessore alla montagna

A nome della Giunta, in considerazione di quanto lei, signor Presidente, ha detto, propongo di procedere ad esaminare esclusivamente i due punti, artt. 1 e 8, su cui sono stati avanzati rilievi dal Governo anche se, come in Commissione è stato visto, ci sarebbero alcune altre questioni da riesaminare, però di secondaria importanza. Comunque, come dirà lo stesso Presidente, collega Dotti, anche la Commissione è orientata in questo senso.



PRESIDENTE

Qualche Consigliere intende parlare prima che intervenga il Presidente della Commissione? Il Consigliere Viglione. Ne ha facoltà.



VIGLIONE Aldo

Mentre stamani io avanzavo le mie osservazioni, era in corso l'esame della proposta di legge da parte della II Commissione. Sono stato poi informato dal collega Fonio che la Commissione aveva deciso, a conclusione dei suoi lavori, di mandare avanti la legge.
Io osservo però che, se è giusto dire che la legge deve proseguire il suo iter, quando in essa si riscontrano imperfezioni è opportuno provvedere subito a correggerle. E' prevista per la fine di agosto o l'inizio di settembre la votazione dei rappresentanti delle Comunità montane, e se noi non daremo indicazioni su questo punto le votazioni avranno luogo e di eventuali modifiche saranno rinviate di cinque, sei anni; così pure, nella seconda parte, all'art. 5, manca qualsiasi riferimento al Vicepresidente, e non so proprio, quindi, come si potrà eleggerlo. Per quanto riguarda l'elezione dei rappresentanti, stanno già verificandosi nei Comuni manovre paurosamente inquinanti, per cui si cattura il membro di minoranza più favorevole e la maggioranza dice che lo eleggerà perché la scheda non è limitata ai due nomi. Sono già stato interpellato da decine di persone che mi chiedevano spiegazioni, ed ho precisato che non dovrebbe essere così, ma che probabilmente lo sarà ugualmente.
Comunque, se la maggioranza decide di sostenere questa legge procediamo pure: per parte mia ci tenevo a sottolineare ben chiaramente che si tratta, come tutti riconosciamo, di una legge imperfetta.



PRESIDENTE

Altri Consiglieri chiedono di parlare sull'argomento? Il Consigliere Bono. Ne ha facoltà.



BONO Sereno

Vorrei richiamarmi, a proposito dell'art. 1, specificatamente al telegramma che è stato inviato dal Comune di Mergozzo. In esso si fa richiamo all'obiezione sollevata dal Commissario di Governo circa l'assenza del richiamo esplicito alla "intesa con i Comuni" per la costituzione delle zone omogenee, come stabilito all'art. 3 della legge nazionale. Dovendosi proprio esaminare l'art. 1 su questo aspetto particolare, non mi pare che l'accoglimento della richiesta del Comune di Mergozzo costituirebbe una modifica della legge. Il Comune di Mergozzo aveva espresso un parere, e poiché questo parere è stato disatteso dalla maggioranza, chiede che sia rispettato in questa seconda occasione, altrimenti, come è in sua facoltà ricorrerà contro la legge.



PRESIDENTE

La facoltà di ricorrere contro la legge è pienamente riconosciuta al Comune di Mergozzo come ad ogni altro. Le faccio però osservare Consigliere Bono, che se si dovesse interpretare la "intesa" come ritiene lei, un qualunque comune potrebbe impedire il varo della legge sulla montagna mandando un telegramma al Presidente del Consiglio come ha fatto il Sindaco di Mergozzo. Che cosa significa, invece, intesa? Parlare riferire, conferire, non certo vincolare il Consiglio al parere di un singolo Comune.



BONO Sereno

L'intesa consiste nel cercare, nel limite del possibile, di rispettare la volontà dei Comuni.



PRESIDENTE

Nel limite del possibile, appunto.



BONO Sereno

In questo caso, la possibilità di questo rispetto esiste, ma la maggioranza non vuol prenderla in considerazione. Perché il passaggio del Comune di Mergozzo dalla Comunità cui è stato assegnato a quella per la quale ha optato non provocherebbe sicuramente tutti quegli inconvenienti che sono stati da lei sottolineati e risolverebbe definitivamente una questione che merita, a mio parere, positiva considerazione.



PRESIDENTE

Altri chiedono di parlare? Il Consigliere Ferraris. Ne ha facoltà.



FERRARIS Bruno

In linea di principio, il nostro Gruppo ritiene che ogni qual volta ci si trovi di fronte al riesame di un progetto di legge rinviatoci dal Governo non sia il caso di riaprire la discussione su altri problemi - lo abbiamo affermato con molta chiarezza questa mattina, nel corso dell'esame della II Commissione -, proprio perché altrimenti si verrebbe a creare una situazione di tempi diversi, che potrebbero protrarre eccessivamente fino a limiti inaccettabili l'iter delle leggi regionali. Ciononostante, quando nell'occasione del riesame, emergessero o svarioni di carattere tecnico che non si è riusciti a correggere attraverso il cosiddetto coordinamento, o imperfezioni, o si presentassero situazioni nuove che non si sono considerate nell'occasione del dibattito, ritengo che l'atteggiamento debba essere diverso.
Per essere molto chiari ed espliciti: non approfitteremo mai dell'occasione di una legge rinviata dal Governo per riprendere tutte le nostre argomentazioni già battute nel corso del dibattito, perché questo vorrebbe dire sovvertire le regole del confronto democratico. Però quello che ci segnala il collega Viglione è un fatto nuovo, sul quale, se l'avessimo avuto presente prima, forse ci saremmo trovati tutti d'accordo.
Casi di questo tipo io penso che debbano essere valutati, perché il tempo in più che s'impiega equivale al tempo che s'impiega a formulare, a presentare una leggina più corretta.
Io propongo pertanto che il caso segnalato dal collega Viglione venga sottoposto ad un ulteriore esame della Commissione, perché questa possa decidere in un senso o nell'altro: o come ha deciso per le altre tre questioni che abbiamo esaminato, che non vale la pena insistere, per cui ha proposto semplicemente di accogliere le due obiezioni sollevate, in considerazione anche di certe assicurazioni che l'Assessore dovrebbe dare a proposito del caso di Mergozzo e simili, oppure accettando il rilievo avanzato dal collega Viglione, che, come mi è parso di cogliere in questo momento, è veramente di notevole rilevanza, e approfittando dell'occasione del rinvio per apportare le opportune correzioni. In questo caso non si tratterebbe di tempo perso ma guadagnato.
Questo è il punto di vista del mio partito.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Vecchione.



VECCHIONE Mario

Vorrei aggiungere alcune considerazioni in relazione a quanto dichiarato dal Presidente sulla necessità di far ripercorrere, in una situazione di questo genere, alla legge tutto l'iter. A me non pare che ci si trovi in questa necessità. In fondo, la consultazione è fatta sul merito, sulla sostanza della legge, non tanto sulla sua forma; quindi, la revisione di una legge per correggere dei vizi di forma o di interpretazione, o per chiarirne il significato, non dovrebbe comportare che si debba ricominciare daccapo e rifare tutte le consultazioni. Al limite, allora, la legge dovrebbe ritornare in Giunta, la Giunta dovrebbe proporne un'altra, il che ritengo non sia proprio sostenibile.
Da quello che ho inteso dai colleghi che mi hanno preceduto su questo argomento, si tratta in questo caso di questioni di carattere strettamente formali su alcuni punti, a parte i due sostanziali sui quali si è formalizzato il rinvio del Commissario di Governo. Penso che le obiezioni possano essere facilmente superate, facendo uso della logica e del buon senso.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, ritengo che l'occasione, della presentazione di osservazioni da parte del Governo ad una legge regionale, ci suggerisca l'opportunità di alcune puntualizzazioni in ordine ai metodi di lavoro di questo Consiglio. Ella ha già fatto alcuni richiami, i colleghi hanno dato alcuni contributi importanti.
Noi riteniamo, innanzitutto, che debba esser posta grande attenzione affinché non si addivenga in modo indiretto, in modo implicito o in modo inavvertito alla vulnerazione del principio della definitività delle deliberazioni del Consiglio. Dico subito - e me ne darà atto il Consigliere Ferraris - che per "definitivo" non s'intende "immutabile": esistono tutti gli istituti perché si possa procedere ad abrogazioni, modificazioni innovazioni di leggi, deliberazioni e quant'altro. Ma l'occasione del rinvio di una legge, con osservazioni da parte del Governo, non deve essere utilizzata oltre i suoi limiti, se non avendo ben presenti le eventuali conseguenze, e quindi adottando procedure che siano assolutamente corrette e non equivoche.
Oltre tutto, la risposta che il Consiglio dà alle osservazioni del Governo, se è più ampia, se porta con sé delle modificazioni, richiede di aprire un iter interminabile. Al limite, noi potremmo offrire lo strumento per la vanificazione, diciamo così, dell'attività legislativa del Consiglio Regionale. Io direi che abbiamo invece grande interesse a stabilire una prassi per cui, quando una legge del Consiglio Regionale è approvata, va al Governo, riceve delle osservazioni, e queste osservazioni hanno una risposta, non si possano riaprire termine, né si possa procedere a riesame ad osservazioni su altri punti che siano già stati oggetto dell'esame da parte del Governo. Mi sembra che questo sia un principio di tale importanza da comportare anche il sacrificio di qualche ripensamento, di qualche correzione, che si deve avere il coraggio, se mai, di apportare con altra procedura.
Quando e se le osservazioni del Governo portassero la nostra attenzione su questioni di rilievo, sono anch'io d'accordo con il collega Vecchione che, nella rinnovazione dell'attività legislativa noi non dovremmo addirittura procedere a nuove consultazioni: è certo che noi dovremmo procedere ad una deliberazione con la quale, come mi sembra sia fatto in altre Regioni, la legge viene ritirata, ed un'altra, con lo stesso testo e con gli emendamenti, viene portata in votazione, procedendosi alla discussione, ed approvazione, articolo per articolo e finale, dell'intera legge. Nel caso che ci interessa, data risposta, con le modifiche eventuali agli articoli su cui le osservazioni del Governo sono state portate, noi non possiamo che riapprovare gli articoli stessi e, al limite, approvare la legge nel suo complesso. Null'altro: gli altri articoli non dovrebbero neanche essere sfiorati.
Quanto al merito delle osservazioni del Governo, che peraltro si accolgono anche per facilitare l'iter della legge, mi sembra che quella rivolta al primo articolo sia veramente senza motivo. E' stato fatto richiamo all'art. 3, che definisce le modalità per la delimitazione e dice che questa dev'essere fatta "d'intesa..." Il ripeterlo, caso mai, diventa limitativo, non estensivo. Non comprendiamo, quindi, se il Governo ha creduto che noi non avessimo tenuto conto di quel principio, oppure se vuol farci inserire nel punto giusto un inciso sull'intesa occorrente con i Comuni, per stabilire che questa intesa è richiesta solo per la delimitazione, e non per tutte quante le altre attività su cui si è spiegata la nostra attività legislativa.
Fatta incidentalmente questa osservazione, sono dell'avviso che i rilievi del Governo possono essere tranquillamente accolti con l'approvazione della legge, mentre per altre questioni che sono emerse in ordine al dissenso di un Comune, obietto che questo non può da solo condizionare tutta un'attività di delimitazione delle zone montane.
Concludo pertanto con il dichiarare che il mio Gruppo approva le modificazioni e si riserva per le altre questioni importanti che sono state portate all'attenzione del Consiglio, con argomenti seri, da parte di un Comune con un suo telegramma e dal collega Viglione con altre osservazioni di definire meglio tutti i punti rimasti eventualmente oscuri della legge quando saranno venute a galla tutte le segnalazioni di questo tipo, con aggiustamenti opportuni anche a tempo breve. E' una legge che, come tante altre, dev'essere sperimentata, e l'apportarvi varianti non sarà un riconoscimento di precedente insipienza.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Fonio.



FONIO Mario

E' ovvio che tutte le discussioni che stiamo facendo qui in Consiglio sono già state fatte in Commissione, ad eccezione, per la verità dell'argomento portato soltanto in questa sede dal compagno Viglione, che mi spiace di non aver conosciuto prima.
In Commissione si è esaminato ampiamente il problema sia in ordine ai rilievi fatti dal Commissario di Governo sia in ordine a quello che ognuno di noi aveva potuto ravvisare di meno che perfetto o che lasciasse a desiderare nella formulazione della legge. Il dibattito ha portato al superamento di certe situazioni (per esempio, quella del Vicepresidente accettando proprio una mia proposta). Tengo però a precisare, a titolo personale oltre che a nome del Gruppo che rappresento, che in Commissione si è convenuto che la legge, della quale bisogna salvaguardare, come è già stato detto qui, il carattere di definitività, è perfettibile, ed ha molte lacune che devono essere ovviate, e si è deciso, mi pare all'unanimità, di salvare proceduralmente l'iter della legge con la limitazione della discussione soltanto sulle osservazioni del Commissario di Governo, ma - e questo è il fatto importante - esplicitamente sull'impegno preso dall'Assessore, che senz'altro egli vorrà confermare in aula, di fare esplicita dichiarazione che tutte le altre questioni che hanno fatto oggetto della discussione sia di Commissione che di Consiglio, saranno in questo momento accantonate con l'intesa di riesaminarla tutte quando si procederà, secondo l'ortodossia procedurale, al perfezionamento della legge.
Ho voluto fare questa precisazione anche per spiegare il comportamento nell'ambito del Gruppo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Carazzoni. Ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Il Consigliere Viglione ha posto un problema di indubbia gravità: nel momento stesso in cui, rispondendo alle osservazioni formulate dal Governo alla legge sulla montagna, si spiana la via alla promulgazione definitiva della legge stessa, il Consiglio Regionale - egli ha sottolineato verrebbe a varare una legge dichiaratamente imperfetta. Il che pone, è ovvio, tutto il consesso a fronte di una situazione quanto meno poco simpatica: il varo di una legge che pregiudizialmente si sa esposta a critiche fondate.
D'altra parte, noi riteniamo che sia proprio da salvarsi il carattere di definitività della legge stessa, e da questo punto di vista ci sembra ineccepibile la dichiarazione che sul piano giuridico è stata data dal Presidente. Potremmo, sul piano personale, avere dubbi sulla necessità di far ripercorrere tutto l'iter alla legge: penseremmo cioè che potrebbero essere evitate in questo caso le consultazioni, in tanto in quanto già si è dato modo ai consultati di manifestare una loro opinione. Ma è indubbio che se si volessero apportare in questo momento modifiche di altro tipo alla legge stessa, il provvedimento dovrebbe essere quanto meno rinviato in Commissione, e dovrebbe essere poi ridiscusso in aula e rivotato articolo per articolo.
E' necessario arrendersi di fronte a quella che è la realtà di fatto se si vuole appunto salvare, come noi riteniamo si debba salvare, la definitività del provvedimento. Potremmo dire, parafrasando: imperfecta lex, sed lex.
In conclusione, la nostra posizione, su questo punto almeno del dibattito, ci sembra essere stata sufficientemente chiarita, nel senso che noi riteniamo siano in questa sede ed in questo momento unicamente da considerarsi le osservazioni da formulare al Governo; dobbiamo per aggiungere, preannunciando il nostro atteggiamento in sede di votazione che noi ci asterremo dal voto sulle osservazioni al Governo stesso proprio perché non vogliamo compartecipare al meccanismo di varo definitivo di una legge che per esplicita dichiarazione verrà promulgata e varata ricca di imperfezioni e di carenze.



PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Rivalta. Ne ha facoltà.



RIVALTA Luigi

In Commissione, questa mattina, si sono riaperti alcuni problemi, fra gli altri quello già citato dal collega Bono relativo a Mergozzo richiamato anche dal Consigliere Bianchi. In quella sede si è riconosciuto come, nella sostanza, questo problema abbia un fondamento, purtroppo disconosciuto nel momento in cui si è elaborata la legge. Voglio richiamare sinteticamente gli elementi che sottolineano l'opportunità che Mergozzo faccia parte della Comunità del Cusio e Mottarone.
Il territorio di Mergozzo è situato in gran parte nell'ambito del territorio Basso Toce e soltanto nella sua parte superiore si trova nella Val d'Ossola; la popolazione è insediata nella zona del Basso Toce. Le possibilità d'attività produttive, più che nella zona montana, che non ha caratteristiche tali da offrire risorse, sono da ricercare nella zona bassa: così è per le attività turistiche, connesse alla presenza del lago anche questo sito nel Basso Toce, così è per le attività industriali; il Comune di Mergozzo fa parte di un Consorzio dei Comuni del Basso Toce e svolge, attraverso questo Consorzio, un'attività d'organizzazione territoriale e d'infrastrutturazione in comune con gli altri Comuni della zona; tale consorzio opera oggi per l'infrastrutturazione di una zona industriale, resa necessaria dal trasferimento degli impianti produttivi della Montedison da Verbania proprio nel Comune di Mergozzo.
Questa situazione, sottolinea la validità sostanziale della richiesta del Comune di Mergozzo di far parte della Comunità montana del Basso Toce o Cusio. Il trasferimento dalla Comunità della Val d'Ossola non comporterebbe alcuna compromissione dei criteri di divisione delle due comunità, dal momento che Mergozzo è al confine fra la Comunità montana del Basso Toce e quella della Val d'Ossola.
C'è stato un impegno, in sede di Commissione, a prendere atto di questa realtà ed a vedere in qual modo si possa procedere per dare soluzione positiva alla richiesta del Comune di Mergozzo senza che si abbia a ritardare l'iter della legge. Quindi non insistiamo perché in questa occasione si proceda a modificare le suddivisioni territoriali ma vogliamo che ci sia un impegno esplicito a prendere in considerazione tale modifica ed altre, la cui necessità è già emersa o potrà emergere.
Anche la questione sollevata dal collega Viglione relativa alla composizione dei Consigli, è evidentemente importantissima, e deve trovare una non lontana soluzione. Pertanto se la legge deve andare avanti, e, tal fine accettiamo che ci si limiti a rispondere alle due domande che sono state poste in merito ad essa dal Governo, chiediamo che questa mattina qui ci sia un impegno a risolvere la questione sollevata dal collega Viglione.
Questo impegno si deve tradurre in una deliberazione del Consiglio Regionale da adottare in una delle prossime sedute, possibilmente nel mese di luglio ancora, con cui, (potrà essere un regolamento applicativo della legge) si regoli le modalità di elezione delle maggioranze e delle minoranze in seno ai Consigli della Comunità montana.
Sulla base di questi due impegni, relativi al problema di Mergozzo e al problema della composizione dei Consigli, accettiamo di accogliere questa mattina le modifiche richieste per la legge e di mandarla avanti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dotti, Presidente della Commissione che ha esaminato il testo delle modifiche ai due articoli.



DOTTI Augusto

La Commissione, sentite le dichiarazioni dell'Assessore, ha accettato all'unanimità di portare rimedio alle due censure fatte dal Governo, ma non è scesa nel merito delle questioni. Ha bensì raccomandato alla Giunta di esaminare in prosieguo di tempo tutti i casi che richiedono effettivamente un esame, ma senza già decidere oggi se il Comune di Mergozzo, se il Comune di Verzuolo, se il Comune di Meana abbia ragione di protestare, cioè senza scendere a considerare caso per caso; di vedere se, nella prima fase di applicazione della legge, si presentino delle difficoltà magari realmente insormontabili e che si possano esaminare, ma la cui soluzione non è ancora stata prospettata oggi.
Quanto diceva il collega avv. Viglione può essere giustissimo: però va esaminato, perché non sappiamo esattamente se possa funzionare, e funzionar bene, così come è stata formulata, questa legge, per provvedere ad ovviare agli inconvenienti magari con un regolamento chiarificatore, o con puntualizzazione delle stesse Comunità nel loro statuto. Ripeto, non siamo scesi ad esprimere opinioni per soluzioni di un tipo piuttosto che di un altro. La Commissione, in sostanza, raccomanda alla Giunta di vedere in seguito che cosa si può fare per migliorare questa legge, però osserva che come questa legge sono suscettibili di miglioramento tutte le leggi che il Consiglio Regionale ha adottato: ogni legge, infatti, è perfettibile perfezionabile alla luce dell'esperienza.
La Commissione si dichiara pertanto all'unanimità, soprattutto per le ragioni procedurali esposte dal Consigliere Bianchi, dell'avviso di procedere solamente a porre rimedio alle due censure fatte dall'organo di controllo del Governo.



PRESIDENTE

Sulle richieste formulate alla Giunta, l'Assessore Chiabrando è in grado di dare risposta? Ne ha facoltà.



CHIABRANDO Mauro, Assessore alla montagna

Sono lieto che abbia prevalso l'opinione che sia meglio non interrompere l'iter della legge e fare in modo che venga al più presto approvata e promulgata; proprio per mettere in moto tutto il meccanismo dei vari adempimenti ai quali i Comuni devono provvedere.
Io prendo senz'altro, come già avevo fatto in Commissione, l'impegno di esaminare tutte le osservazioni, tutte le richieste che perverranno immediatamente dopo la promulgazione della legge, in merito alla delimitazione, dando atto senz'altro ai colleghi Rivalta e Bono che il Comune di Mergozzo ha più volte sollecitato la sua inclusione nella Comunità del Cusio anziché in quella dell'Ossola. Qui sono state svolte varie argomentazioni, e altre se ne potrebbero aggiungere. Comunque, io m'impegno senz'altro ad esaminare questa variazione eventuale insieme con le altre per cui sicuramente perverrà richiesta (perché, come ho detto nella relazione del 17 maggio, sono una ventina i Comuni che non sono soddisfatti di questa delimitazione e intendono ricorrere), per poi decidere in merito.
Quanto agli altri chiarimenti sugli articoli della legge che possono dare adito a interpretazioni diverse, tipo quella della elezione del Vicepresidente, io, come ho detto già anche in Commissione, diramerò poi eventualmente una circolare, chiarendo l'intenzione del Consiglio Regionale, cioè che la Giunta sia composta dal Presidente, dal Vicepresidente e da un numero di membri inferiore di una unità a quello che avevamo previsto.



VIGLIONE Aldo

L'interpretazione dell'Assessore non è tassativa.



CHIABRANDO Mauro, Assessore alla montagna.

La Commissione ha espresso questo parere, e comunque, in Commissione è stato anche detto che quell'articolo potrà essere interpretato in due modi entrambi accettabili: e mi pare che lo stesso collega Fonio avesse osservato che era meglio lasciarlo così com'é, con la possibilità di una duplice interpretazione.
Torno ancora sull'argomento Mergozzo. Il Consigliere Bono ha lasciato capire che, se si aderisce alla richiesta del Governo che la delimitazione sia fatta "d'intesa con i Comuni", dovrebbe essere automatica l'accettazione della richiesta di Mergozzo. A me non sembra che sia così perché il Governo richiede semplicemente una dichiarazione che l'intesa viene cercata, non la conferma e magari la documentazione che è stata raggiunta, che noi non potremmo dare né per il Comune di Mergozzo né per altri diciotto o venti comuni.
Ad ogni modo, ribadisco ancora l'impegno di esaminare tutti questi problemi non appena pervenute le osservazioni da parte dei Comuni.



PRESIDENTE

Mi pare che sia stato raggiunto un accordo sostanziale, nel senso che si proceda alla votazione dei due articoli che sono in contestazione. Ci sono impegni presi dall'Assessore per quanto attiene alla precisazione di applicazione di alcune norme (io sono d'accordo con l'avv. Viglione che le circolari non sono leggi, però possono servire a dare spiegazioni sulla base dell'andamento dei lavori di preparazione di una legge e della discussione che ne è avvenuta in Consiglio).
Quanto all'altro problema, quello di Mergozzo, leggo - per sgravarmi di ogni responsabilità, - il testo del telegramma che mi é pervenuto: "Informato il Commissario Governo habet rinviato Legge comunità montane causa mancato richiamo espresso intesa comuni per costituzione zone omogenee, riconfermiamo nostra volontà espressa delibera consiliare n. 15 del 17 febbraio '73 partecipazione Comunità Cusio-Mottarone. Giunta et Consiglio comunale ricorreranno termini legge se per seconda volta loro volontà sarà disattesa".
Il testo del telegramma è proprio tale da indurmi a ripetere quello che ho detto in apertura di discussione: guai se per un momento solo noi ammettessimo che alla parola "d'intesa" si dovesse dare il significato che ove non si sia raggiunto contrattualmente un accordo un solo Comune possa impedire il varo di una legge.



REVELLI Francesco

In Commissione la maggioranza diceva il contrario.



PRESIDENTE

Mi pare, quindi, che potremmo passare alla votazione dei due articoli secondo le proposte formulate. L'impegno dell'Assessore Chiabrando sarà certamente mantenuto nel più breve spazio di tempo che sia possibile.
Vi sono opposizioni o richieste di parola? Allora passiamo alla lettura dell'art. 1 - "I territori montani della Regione Piemonte già classificati in applicazione degli artt. 1, 14, 15 della legge 25 luglio '52 n. 991 e dell'articolo unico della legge 30 luglio 1957 n. 657, sono ripartiti d'intesa con i Comuni interessati, (in questa aggiunta consiste la modifica), e ai sensi dell'art. 3 della legge 3 dicembre 1971 n. 1102 nelle seguenti zone omogenee..." Tralascio di dar lettura delle quattro o cinque pagine in cui sono elencate le zone omogenee, perché non c'é in questo elenco motivo di contestazione.
Sull'articolo emendato qualcuno chiede di parlare? Nessuno? Allora si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Proclama l'esito della votazione: presenti e votanti 39 Consiglieri hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 4 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri.
L'articolo è approvato.
Art. 8 - La competenza ad esercitare il controllo sugli atti delle Comunità montane è attribuita alla Sezione decentrata del Comitato regionale di controllo nella cui circoscrizione ha sede la Comunità.
L'art. 8 comprendeva un altro capoverso: "Il controllo sostitutivo sugli organi della Comunità montana è esercitato dal Presidente della Giunta Regionale sentita la Giunta stessa".
La proposta della Commissione è di sopprimere l'intero capoverso, in modo che il problema venga risolto dalla legge generale così com'é stato rilevato dal Commissario di Governo con richiamo esplicito anche a due pronunce della Corte Costituzionale, la n. 40 e la 164 del 1972.
Su questo articolo qualcuno chiede di parlare? Nessuno? Allora, pongo in votazione l'art. 8 nel testo letto, e cioè con il depennamento dell'ultimo capoverso.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Proclama l'esito della votazione: presenti e votanti 42 Consiglieri hanno risposto SI 40 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri.
L'articolo è approvato.
Per quanto questa operazione possa essere superflua, visto che non abbiamo ancora una prassi giurisprudenziale alla quale si possa fare sicuro riferimento, pongo in votazione nella sua testualità l'intera legge, che è stata emendata questa mattina negli artt. 1 e 8. Qualcuno chiede di parlare? Il Presidente Calleri. Ne ha facoltà.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Avrei alcune perplessità circa la prassi che andiamo adottando. Io penso che quando si apportano emendamenti a singoli articoli di una legge che è già stata a suo tempo votata, per renderli accetti al Governo, non vi sarebbe più motivo di fare la votazione finale. Pregherei il Presidente di valutare questo aspetto del problema.



PRESIDENTE

Avevo valutato la questione. Effettivamente, è difficile decidere, non avendo precedenti. Ma poiché nel più sta il meno, votando l'intera legge se mai, ho pensato, si fa qualcosa di pleonastico, che non incide minimamente nella validità della legge, mentre se non lo si facesse ci potrebbe essere qualcuno che solleva eccezioni. In ogni caso, una votazione complessiva dovrebbe essere fatta per i due articoli che sono stati modificati.



BERTI Antonio

Devo dire che sono dello stesso avviso del Presidente della Giunta, per motivi di carattere politico che attengono all'intervento del Governo su queste questioni, ma anche perché altrimenti noi saremmo obbligati a rifare la discussione sulla zonizzazione, che nella precedente legge avevamo contrastato. Se si vota globalmente sui due emendamenti, la votazione riguarda soltanto questi.



PRESIDENTE

Se il Consiglio, assumendosi le sue responsabilità, è di questo avviso non ho nulla da obiettare. Pongo allora in votazione l'insieme dei due articoli, così come sono stati votati.



VIGLIONE Aldo

E' una procedura veramente abnorme.



PRESIDENTE

Mi pare che il Consiglio abbia concluso che non si debba votare globalmente l'intera legge, come io avevo proposto, ma semplicemente sull'insieme dei due articoli che sono già stati approvati questa sera.



VIGLIONE Aldo

Il Presidente della Giunta ha sollevato una obiezione, che può anche essere giusta, dicendo che o si votano le osservazioni che fa il Governo, e quindi la legge non ha più alcuna necessità di essere rivotata, perché fu già votata; di rincalzo, è venuto il Consigliere Berti a dire: a questo punto, se si rimette tutta la legge in votazione, la ridiscutiamo tutta.
Il concetto limitativo che è stato accettato stamani, pur essendovi buone ragioni per adottarlo, deve essere mantenuto fino alla fine: non si può venir meno ad esso rivotando tutta la legge. O ci limitiamo alle osservazioni del Governo, e su queste votiamo, oppure votiamo nuovamente tutta la legge, ma dopo aver rifatto tutta la discussione. Con la votazione dei due articoli singoli l'argomento si deve, a mio avviso, intendere come esaurito.



PRESIDENTE

Se il Consiglio, avendo votato separatamente o due articoli in merito ai quali erano state fatte osservazioni dal Commissario di Governo, ritiene che non occorra procedere ad altra votazione, sono ben lieto di accettare questa impostazione, sperando che trovi consenso anche in altra sede.
Allora, essendo stati approvati i due articoli così come sono stati letti nel testo emendato, la legge è dichiarata approvata.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Esame ordine del giorno sulla situazione creatasi in Piemonte a seguito dei gravi danneggiamenti cagionati all'agricoltura dalle grandinate (seguito)


PRESIDENTE

Leggo ora l'ordine del giorno relativo ai danni prodotti dalle grandinate, recante le firme: Bianchi, Menozzi, Ferraris, Fonio, Soldano Revelli, Visone, Vera, Bertorello, Gerini, Gandolfi, e che penso, quindi possa essere poi approvato senza ulteriore discussione: "Il Consiglio Regionale considerata l'eccezionale gravità della grandinata che si è abbattuta nella notte dell'8 giugno su vaste zone della Regione ed in particolare sulle province di Asti e di Alessandria, le disastrose conseguenze che ne derivano sul piano economico e sociale per piaghe e popolazioni che hanno già duramente sofferto lo scorso anno per l'avverso andamento stagionale che causò perdite del 40-50 per cento del prodotto viticolo, il grave fatto del mancato intervento della difesa attiva a mezzo aerei predisposta sulla base di una convenzione con la Società Winchester esprime il proprio sostegno alle richieste formulate dalle categorie interessate prende atto degli affidamenti dati dal Ministro dell'Agricoltura su intervento della Delegazione regionale guidata dall'Assessore regionale all'Agricoltura e delle indicazioni fornite dallo stesso Assessore e quindi sollecita: 1) l'immediata delimitazione delle zone colpite e l'emissione del decreto ministeriale per la concessione delle provvidenze anche per i danni provocati dalle piovosità dell'autunno 1972 2) l'applicazione, nella determinazione delle provvidenze, dei benefici previsti dagli artt. 3 comma c, 5 e 7 della legge n. 364 secondo i parametri massimi determinati dal Ministero e resi pubblici con la circolare n. 11 del 25 ottobre '70 3) la proroga per almeno ventiquattro mesi dei ratei dei mutui e prestiti contratti dai produttori agricoli scadenti normalmente il 1 luglio e il 31 dicembre di ogni anno 4) la concessione di contributi in conto capitale alle Cantine Sociali quale concorso sui costi di gestione, nella misura massima prevista dall'art. 8 della legge n. 910 del 1966 5) la sospensione della riscossione delle imposte erariali e relative sovrimposte comunali e provinciali per il 1973 e lo sgravio delle medesime 6) l'adeguamento della legge n. 364 con particolare riferimento all'inclusione di colture, attualmente non previste, al miglioramento delle provvidenze, all'ampliamento delle competenze delle Regioni e alla delega a queste ultime per l'emissione dei decreti di delimitazione e per eventuali anticipazioni 7) la presentazione di una legge di rifinanziamento straordinario della legge n. 364 anche a favore del Piemonte afferma l'esigenza di proseguire ed estendere a tutti i livelli nazionale e locali, programmi di ricerca applicata agli esperimenti di difesa attiva, mentre sottolinea la necessità di sviluppare la difesa passiva e protettiva con la costituzione dei relativi Consorzi.
Il Consiglio Regionale, inoltre, rilevata l'avvenuta presentazione dei progetti di legge 62 e 87 preso atto dell'impegno assunto dalla Giunta di presentare con procedura d'urgenza un disegno di legge per la costituzione di un fondo congruo, che pur negli attuali limiti dei poteri legislativi ed operativi della Regione consenta: a) l'anticipazione eventuale dei fondi da erogarsi da parte dello Stato a' sensi dell'art. 5 della legge 25 maggio '70 n. 364 per contributi in conto capitale e prestiti agevolati b) la concessione di contributi per concorso nelle spese di gestione alle Cantine sociali che operano nelle zone delimitate ed altre possibili misure integrative a favore delle aziende coltivatrici per il '72 e per il '73 c) l'attribuzione d'incentivi a consorzi volontari per la difesa passiva ed attiva costituiti e da costituirsi impegna la Giunta a presentare: a) il preannunciato disegno di legge b) una relazione sulla situazione attuale della difesa attiva, con particolare riferimento al caso Winchester, per consentire alla VI Commissione permanente di accertare ogni indispensabile elemento di valutazione per riferire al Consiglio".
L'ordine del giorno viene posto in discussione. Chiede di parlare il Consigliere Ferraris. Ne ha facoltà.



FERRARIS Bruno

L'ordine del giorno concordato in sede di VI Commissione, non senza laboriose trattative, e perfezionato ulteriormente questa mattina con alcuni piccoli ritocchi apportati raccogliendo suggerimenti venuti dalle organizzazioni contadine e dai danneggiati qui presenti, può, a nostro avviso, rappresentare, e di fatto rappresenta una dignitosa conclusione dell'ampio, vivacissimo dibattito che si è svolto venerdì scorso in quest'aula.
Tuttavia, signor Presidente e colleghi, mi sia consentito esprimere il rammarico e la preoccupazione del mio Gruppo, il Gruppo comunista, per certe indeterminatezze di espressione, che non vorremmo nascondessero ancora una volta predisposizioni di alibi per sempre possibili inadempienze, sia da parte del Governo che della stessa Regione.
Noi abbiamo sostenuto, nel corso del dibattito, e poi in sede di Commissione, e quindi di stesura dell'ordine del giorno, l'esigenza che nell'ordine del giorno medesimo si dichiarasse anzitutto il sostegno pieno ed incondizionato della Regione Piemonte alle rivendicazioni contenute nel documento firmato da tutte, sottolineo "tutte", le organizzazioni contadine ed i sindacati agricoli, fatto proprio dai maggiori enti comunali dell'Astigiano - il Comune di Asti, l'Amministrazione provinciale, numerosi comuni danneggiati -, e del resto rappresentato al Governo da una delegazione capeggiata dallo stesso Assessore regionale all'agricoltura qui presente. Così come avevamo proposto nella discussione, e poi nel dibattito in sede di Commissione, che nell'ordine del giorno venisse subito specificato l'ammontare dello stanziamento finanziario da noi proposto in almeno cinque miliardi per mettere in atto quei provvedimenti rappresentati e annunciati dalla Giunta a integrazione dei danni provocati dal maltempo nel '72 e dalla grandine quest'anno, anche in considerazione della esiguità della cifra indicata dall'Assessore nell'annunciare il disegno di legge della Giunta. Abbiamo poi ceduto alle pressioni dei colleghi che sconsigliavano di quantificare in sede di ordine del giorno quello che potrà e dovrà essere deciso giustamente in sede di Commissione del Consiglio. Ma vogliamo subito precisare qui che per noi 700 milioni sono una cifra assolutamente inadeguata.
Così, con la stessa coerenza con cui abbiamo portato avanti la richiesta per una commissione d'indagine, abbiamo sostenuto e insistito che nell'ordine del giorno venisse impegnato il Consiglio a formare la Commissione e a coordinare i lavori di quella che verrà nominata dalle Amministrazioni provinciali.
Nell'ordine del giorno tutto ciò non è che non ci sia, ma è formulato come dicevo, in modo indeterminato, che può lasciar adito ad interpretazioni diverse. Ci siamo domandati e ci domandiamo ancora perch tanta reticenza, perché tanta resistenza. Forse perché l'atteggiamento di certe forze politiche cambia spesso di segno a seconda che siano vicini o lontani gli interessati, i contadini? Noi non vogliamo in questa sede riaprire alcuna polemica, non vogliamo fare il processo alle intenzioni di alcuno.
Proprio anche perché i contadini hanno finalmente scoperto la Regione e sapranno trovare il modo di seguirne dappresso l'attività, di vigilare sugli impegni che in ogni caso l'ordine del giorno pur prevede, il Gruppo comunista voterà a favore del medesimo. Il nostro voto a favore dell'ordine del giorno vuol essere anche una sottolineatura di questo ritrovato momento di unità che permette di concludere quel dibattito; rappresenta un impegno per noi, e riteniamo per tutto il Consiglio, a sollecitare il Governo perché rispetti le scadenze fissate, a compiere, per quanto direttamente ci riguarda, quegli atti che devono essere compiuti da noi, tempestivamente in misura adeguata alle richieste delle categorie dei danneggiati Queste riserve non vogliono minimamente sminuire la solennità del voto che stiamo per pronunciare: per quanto ci riguarda, vogliono soltanto significare che il Gruppo comunista si schiera incondizionatamente dalla parte dei danneggiati nella loro vertenza contro il Governo, accetta tutte le rivendicazioni contenute nella piattaforma del 12 giugno '72, approvata nell'assemblea di Asti, e quindi proseguirà con impegno e costanza la sua azione a fianco dei contadini affinché questa volta nessuno - né lo Stato né il Governo né la Regione né la maggioranza - possa eventualmente disattendere gl'impegni assunti.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FASSINO



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare, per dichiarazione di voto, il Consigliere Gerini. Ne ha facoltà.



GERINI Armando

Non voglio dilungarmi, anche per non lasciarmi tentare a riaprire polemiche. Il Gruppo liberale accetta di votare questo ordine del giorno unitario per i danni atmosferici provocati all'agricoltura piemontese o.d.g. che costituisce un onesto ed onorevole compromesso, utile a sollecitare il Governo nazionale e ad impegnare la Giunta regionale a soddisfare le esigenze messe in evidenza da molti Gruppi su questo argomento. In esso vengono sostanzialmente recepiti i principi ed i contenuti del nostro ordine del giorno, anche se per parte nostra avremmo preferito una più diretta indagine, volta ad accettare le eventuali inadempienze o responsabilità in ordine alla convenzione Province Winchester. D'altronde, la soluzione finale dell'ordine del giorno è interlocutoria e permetterà alla VI Commissione permanente di poter ancora valutare ed esprimersi. Il voto del Gruppo liberale sarà pertanto a favore dell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Carazzoni.



CARAZZONI Nino

Per concomitanti precedenti impegni non ci è stato possibile intervenire al dibattito dell'ultima seduta dalla quale ha tratto origine l'ordine del giorno portato adesso alla nostra attenzione. Saremmo scortesi nei confronti dei colleghi che hanno dedicato tanto impegno ad una discussione già qui definita aspra e vivace, se adesso riprendessimo la discussione stessa dal nostro punto di vista.
Nella valutazione dell'ordine del giorno che ci è stato presentato non possiamo però sottacere delle perplessità su qualche punto, in modo particolare ci sembra eccessivamente sfumata la parte dedicata alla definizione delle eventuali responsabilità della Società Winchester, ma proprio la conclusione finale che darà modo successivamente al Consiglio Regionale di riprendere l'argomento, consentirà anche a noi di fare meglio valere in quell'occasione quanto al riguardo crederemmo di dover dire.
Accettiamo pertanto l'ordine del giorno nella sua sostanza e ad esso daremo voto favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vera.



VERA Fernando

Il Gruppo socialista democratico accetta questo ordine del giorno come realistico compromesso tra le varie istanze avanzate nella precedente seduta a favore delle categorie danneggiate.
Vedo che non trova accoglimento, trattandosi di un fatto molto marginale e lo posso comprendere, una richiesta che avevo avanzato all'Assessore a nome di alcuni amministratori delle zone danneggiate quella di un intervento della Regione o meglio di una maggiorazione del contributo, che mi pare fosse già stato dato l'anno precedente, a favore degli agricoltori per il trattamento contro la peronospora che permette di salvare i vigneti e le coltivazioni danneggiate dalla grandine.
Un'ultima osservazione è quella che noi ci auguriamo che l'impegno contenuto nell'ultima pagina dell'ordine del giorno, cioè quello di fare una relazione sulla situazione attuale della difesa attiva, in particolare del caso che tanto clamore ha suscitato, non significhi un insabbiamento del problema, ma porti all'accertamento delle responsabilità della Winchester e che in questo caso abbia ad essere informato il Consiglio Regionale.
Con queste precisazioni il Gruppo socialdemocratico dà voto favorevole all'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Bianchi. Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Signor Presidente, ovviamente diamo voto favorevole all'ordine del giorno che è stato redatto, anche per la difficoltà di regolare in modo omogeneo, rispetto alla deliberazione che prendiamo, una materia così ampia e così controversa.
Io ho ascoltato la dichiarazione di voto del Consigliere Ferraris e per quanto garbatamente espressa, guardando la sostanza, la prima parte sembrava di più una motivazione atta a giustificare il voto contrario che il voto favorevole. I due vantaggi: dell'accordo, dell'unità nell'affrontare certi problemi e della critica, sono qualche volta difficilmente componibili, bisognerebbe fare un po' più coraggiosamente una scelta a questo riguardo.
Noi riteniamo che un ordine del giorno non possa essere una legge e che l'eccesso di precisione costituisca un modo per vincolare l'attività legislativa futura dello stesso Consiglio Regionale e quindi sotto questo profilo non corretto. Del resto, sappiamo come, anche dopo un lungo iter di preparazione e di elaborazione di una legge, si vada facilmente incontro a incongruenze ed a rilievi, per cui gli ordini del giorno devono essere sì l'espressione sincera, non elusiva, di una volontà politica, ma non possono avere la pretesa, né di vincolare, né di precisare in termini operativi ci che deve essere frutto di ulteriore elaborazione.
Il sostegno incondizionato agli agricoltori, ai contadini che sono stati così gravemente colpiti si fa sempre più indilazionabile; bisogna trovare delle forme di totale copertura, non rinunciando alla difesa attiva e rendendo veramente efficace la difesa passiva. In un mondo che è tutto retto ormai, e giustamente, dai principi della prevenzione, della previdenza, del mutualismo e della solidarietà, categorie così deboli lasciate esposte a dei colpi che non consentono più, in un'economia di mercato, il ricupero, come poteva essere in un'economia di consumo, poich le perdite subite a causa di questi flagelli non sono più ricuperabili negli esercizi successivi, impone un esame anche più ampio, più approfondito, più generalizzato e soluzioni definitive al di là di quelle che possono essere le conclusioni stesse di questo ordine del giorno, pur così ampio.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Fonio.



FONIO Mario

Dire che diamo il voto favorevole ad un ordine del giorno che porta la nostra firma ci sembra del tutto superfluo. E' chiaro d'altra parte che il documento, in rapporto a quello che è stato il dibattito qui, non poteva essere che frutto di un compromesso tra i vari gruppi nell'ambito delle discussioni che si sono svolte in VI Commissione a conclusione dei nostri lavori. Il nostro voto favorevole ci pare comunque più che confortato dall'approvazione che le stesse organizzazioni agricole hanno dato a questo testo che hanno avuto modo ampiamente di esaminare.
Noi ci facciamo carico e condividiamo molte riserve, molti scrupoli che hanno animato il discorso del collega Ferraris, ci sembra però che questo ordine del giorno sia ampiamente articolato in tutti i provvedimenti di carattere urgente ed in esecuzione delle leggi vigenti ed anche in rapporto alle richieste di ammodernamento della legge 364 ed al varo di altri provvedimenti da parte della Regione stessa.
Noi non vogliamo soffermarci su quello che potrebbe essere un processo alle intenzioni, ci auguriamo soprattutto che al di là di alcune specificazioni che pure erano portate avanti e che potevano essere necessarie, ci sia in questo ordine del giorno tutto quanto si richiama alle richieste che sono state fatte, perché pensiamo che se lo Stato vuole (e conosce bene le sue leggi) è un interlocutore tale per cui se fosse buon intenditore gli basterebbero poche parole; ma soprattutto speriamo ed auspichiamo che sia un buon interlocutore la Regione che davvero non ci sia bisogno di ulteriori parole per far recepire quelle che sono state le istanze del mondo agricolo emerge nel dibattito dell'altra seduta.
E vorrei chiudere con un altro auspicio - che abbiamo messo in evidenza durante il dibattito è agli effetti psicologici enormi delle avversità atmosferiche in rapporto all'esodo dalle campagne ed in rapporto agli effetti economici veramente eccezionali che hanno nell'ambito dell'economia piemontese.
Ma l'augurio col quale vorrei terminare è che i problemi dell'agricoltura, per essere così importanti come lo sono, trovino in avvenire sempre il massimo di attenzione e di tensione come nella seduta scorsa, anche senza che vengano gli agricoltori direttamente e di presenza qui a sollecitare tanti patetici e demagogici discorsi.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare l'Assessore Franzi. Ne ha facoltà.



FRANZI Piero, Assessore all'agricoltura

Più che un intervento è una dichiarazione di soddisfazione che esprimo a nome della Giunta per la ritrovata concordia ed armonia in sede di Consiglio attraverso l'indubbia buona volontà dimostrata dai rappresentanti della VI Commissione.
L'ordine del giorno stilato penso che rappresenti in sintesi quanto è stato detto in occasione della riunione di Consiglio della scorsa settimana, soprattutto per la parte che riguarda gli impegni che vengono richiesti alla Giunta Regionale.
L'ordine del giorno che si componga di due parti: la prima è di sollecitazione nei confronti del Ministero dell'Agricoltura, del Ministero del Tesoro e del Governo per la parte che riguarda l'applicazione e l'attuazione della legge 364; la seconda invece riguarda gli impegni specifici che devono essere discussi dalla Giunta.
Devo comunicare che ieri sono stati presentati dai funzionari tecnici della Regione, direttamente agli uffici del Ministero, tutti gli elaborati relativi all'accertamento dei danni. Ieri era il giorno 27 per cui dall'impegno assunto il giorno 12 in Asti, sono trascorsi appena 15 giorni cioè quei 15 giorni entro cui la Regione, s'impegna a presentarli.
Il primo impegno è stato quindi mantenuto, ora dipende dal Ministro in carica o da chi lo potrà sostituire, rispettare l'eguale impegno che si è assunto in sede ministeriale di pubblicare i decreti e di assegnare il primo stanziamento di fondi per i primi interventi.
Per quanto riguarda il preannunciato disegno di legge e la sua presentazione, devo riconfermare che la Giunta ha approvato il testo e in questi giorni sarà presentato alla segreteria del Consiglio Regionale.
Specificatamente per quanto riguarda la relazione che l'Assessore a nome e per conto della Giunta dovrà presentare alla Commissione, devo dire che ho già raccolto tutti gli elementi e che entro la prossima settimana penso di presentarla.
Per ultimo intendo, a nome della Giunta, dare assicurazione che esamineremo nel migliore dei modi la possibilità di aumentare il fondo di dotazione. A questo riguardo ho già preso contatti con il collega Paganelli, Assessore alle finanze, per trovare tra le pieghe del bilancio la possibilità di aumentarlo. Il Presidente Calleri ha dato pure il suo consenso.
Detto questo penso di dover dare l'adesione della Giunta all'ordine del giorno con l'assicurazione che da parte nostra si cercherà in ogni modo di soddisfare in tempi brevi le attese dei produttori agricoli.



PRESIDENTE

Nessun altro chiede di parlare? Metto in votazione l'ordine del giorno di cui è stata già data lettura.
L'ordine del giorno è approvato.


Argomento: Circondari

Istituzione del circondario di Casale Monferrato


PRESIDENTE

Al punto quinto dell'ordine del giorno dei nostri lavori c'é l'esame del disegno di legge n. 82 "Istituzione del circondario di Casale Monferrato" relatore Consigliere Viglione al quale dò la parola.



VIGLIONE Aldo, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il Consiglio Regionale è oggi riunito per analizzare la proposta d'istituzione del circondario di Casale Monferrato.
Tale istituto trova il suo fondamento giuridico sia nella Costituzione che nello Statuto della Regione Piemonte nell'art. 70 che recita: "La Regione può provvedere, con propria legge, all'istituzione di circondari nell'ambito delle circoscrizioni provinciali, sentiti i pareri del Consiglio provinciale e dei Consigli comunali interessati.
I circondari devono possibilmente coincidere con aree e sub-aree ecologiche.
I circondari sono sedi di delega amministrativa e di decentramento regionale".
Tali norme si ricollegano poi all'art. 5 della Costituzione: "La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi e i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento".
Anche non considerando l'aspetto strettamente giuridico, possiamo ritenere che il progetto di legge risponda all'esigenza di un'organizzazione regionale decentrata, cioè atta a svolgere i suoi compiti istituzionali con la maggiore funzionalità ed aderenza alle reali e sempre crescenti necessità della popolazione.
Infatti l'istituto del circondario non è soltanto un organo burocratico diretto a disciplinare l'attività di controllo sugli atti dei Comuni e degli altri Enti locali ai sensi della legge 10.2.53 n. 62, ma dovrà costituire un punto base per l'ulteriore definitivo momento partecipativo inserendosi un completo sistema di decentramento regionale secondo quanto è previsto dallo Statuto.
L'esigenza di un concreto decentramento regionale è particolarmente sentita in questa zona che per la sua omogeneità sia culturale che socio economica è stata individuata come area ecologica dagli studi dell'IRES (vedi "Linee per l'organizzazione del territorio della Regione 1966").
Pertanto, si può ritenere pienamente rispettato il disposto dell'art. 70 dello Statuto regionale.
Nel corso delle consultazioni che si sono svolte a Casale Monferrato il 30 maggio 1973, alla presenza di Sindaci e di amministratori comunali, in tutti gli interventi è stata sottolineata la volontà dei comuni del Casalese di essere riconosciuti portatori di comuni interessi la cui soluzione è individuata in iniziative di carattere consortile che vadano pertanto al di là del confine puramente comunale.
Pertanto, l'istituzione del comprensorio è stata individuata come la soluzione ottimale ai problemi dell'area ed unica atta a realizzare quell'autonomia locale ritenuta determinante per lo sviluppo della zona.
Tuttavia, pur essendo individuata con chiarezza questa soluzione finale, gli interventi degli amministratori si sono espressi favorevolmente all'istituzione del Circondario di Casale Monferrato, ritenendo che tale istituto non preclude in alcun modo il raggiungimento di una maggiore autonomia, ma possa invece costituire un motivo per un più rapido avvio della soluzione comprensoriale.
I 45 Comuni previsti nel disegno di legge presentato dalla Giunta hanno confermato questo orientamento esprimendo tutti parere favorevole al Circondario.
Soltanto tre Comuni: Balzola, Morano sul Po e San Giorgio Monferrato pur senza esprimere parere negativo, hanno deliberato di soprassedere momentaneamente ad esprimere un parere sul disegno di legge, ritenendo che la costituzione del Circondario debba preferibilmente avvenire dopo la costituzione del comprensorio.
L'Amministrazione provinciale di Alessandria, consultata sempre a norma di Statuto, ha invece espresso parere pienamente favorevole.
I 45 Comuni facenti parte del Circondario fanno tutti parte dell'area ecologica di Casale, ad eccezione di Alfiano Natta che, pur essendo in provincia di Alessandria, è elencato tra i Comuni dell'area ecologica di Asti, ed il Comune di Altavilla che gli studi dell'IRES annoverano nell'area ecologica di Alessandria.
Si tratta per entrambi di piccoli Comuni posti al limite dell'area ecologica di Casale e pertanto inserendoli nel Circondario si è ritenuta prevalente la volontà espressa dai Comuni sia in sede di consultazione che attraverso le delibere consiliari.
Per quanto attiene ai tre Comuni di Balzola, Morano Po e San Giorgio Monferrato, si è ritenuto di seguire l'orientamento della Giunta, che già li aveva ricompresi nel Circondario, in quanto come gli altri Comuni fanno parte dell'area ecologica di Casale e le osservazioni dubitative da essi espresse non sono contrarie alla sostanza dell'istituto del circondario, ma hanno anzi riconosciuto l'importanza dell'istituto in sé.
Pertanto nel circondario di Casale Monferrato saranno ricompresi 45 Comuni, che raccolgono complessivamente una popolazione di 92.000 abitanti al 31 dicembre '70, popolazione accomunata da motivi storici, culturali e sociali.
Infatti possiamo senza dubbio affermare che l'area del casalese costituisce una zona omogenea sia dal punto di vista economico che sociale ricca di richiami artistici e culturali, elementi che hanno creato nel casalese tutta una serie di itinerari turistici legati sia alla bellezza del paesaggio collinare sia al richiamo che viene dalla storia di questa terra. Storia che trapela anche dalla ricchezza dei castelli, i famosi castelli del casalese, disseminati un po' ovunque e inseriti profondamente nel paesaggio.
Né si può dimenticare quale ulteriore richiamo, sotto il profilo turistico, sia la ricchezza dei prodotti tipici di questa zona; il casalese infatti viene sovente definito terra dei vini, risorse queste che sono state saggiamente sfruttate e che oggi costituiscono un notevole apporto economico.
Ma l'omogeneità dell'area non può certamente essere ricollegata soltanto a questi aspetti, che per primi colpiscono il visitatore. Infatti già anticamente esisteva uno Stato del Monferrato e Casale stessa, più tardi, con la legge sull'ordinamento comunale e provinciale del 1959 venne riconosciuta quale sede del circondario. Ancora oggi si può affermare che Casale è il centro di gravitazione di tutta l'area. Infatti, sia la zona collinare che la zona di pianura, gravitano verso Casale che costituisce il mercato di sbocco di tutti i prodotti orticoli che danno un notevole introito soprattutto alle zone di pianura.
Casale costituisce inoltre il centro dei servizi dell'area. Infatti è sede del Tribunale, è sede dei servizi finanziari e sanitari.
Anche sotto il profilo culturale e del tempo libero Casale è centro predominante, tanto è vero che vi sono scuole di ogni ordine e grado, dalla scuola dell'obbligo ai licei scientifico e classico.
La gravitazione verso il centro riguarda ancora il settore finanziario (Banca di Casale e del Monferrato) e del commercio e il mercato di Casale costituisce un momento d'incontro e di pendolarità di tutti i Comuni dell'area.
L'industria nella zona è piuttosto sviluppata, è molto sviluppato il settore estrattivo e sono importanti le fabbriche di cementi (Buzzi Marchino) che realizzano tutto il processo di lavorazione, dall'estrazione (Comune di Ottiglio) alla lavorazione nelle diverse aziende di Casale.
L'occupazione nell'industria si realizza anche nelle fonderie e nel settore delle rotative, possiamo citare l'impresa Cerutti.
Legata all'agricoltura è l'industria dei vini che dà notevole contributo all'occupazione ed all'economia; è inoltre sviluppata la coltura del riso e dei vari prodotti orticoli.
Dai brevi cenni fin qui svolti, appare evidente che ci troviamo di fronte ad un'area che si può ritenere notevolmente omogenea e con un preciso centro di gravitazione individuabile nel Comune di Casale.
Del resto il Casalese è da tempo pienamente consapevole di tale omogeneità e dell'importanza che il consorzio di Comuni può avere per la soluzione di molti ed importanti problemi. Già in passato i Comuni hanno cercato di gettare le basi per una rapida realizzazione del comprensorio casalese e oggi si esprimono favorevolmente a questo inizio di decentramento realizzato attraverso la costituzione del circondario ed il conseguente decentramento dell'organo di controllo sugli atti dei Comuni e degli enti locali.
Tale inizio di decentramento potrà infatti essere positivo, favorendo indirettamente, attraverso uno snellimento dell'organizzazione burocratica l'attività amministrativa dei Comuni del Casalese, Comuni che negli ultimi dieci anni hanno subito un forte spopolamento passando da 96.427 unità nel 1961 a 91.674 al dicembre del 1970 con una diminuzione in percentuale del 5 per cento circa e che pertanto necessitano di tutti gli strumenti più idonei che in qualche modo tendano a favorire tale sviluppo.
La legge si compone di cinque articoli.
Nel primo articolo si prevede l'istituzione del circondario ai sensi della Costituzione e dello Statuto regionale e per gli effetti di cui all'art. 56 della legge 10.2.53 n. 62 e dell'art. 69 dello Statuto.
L'art. 2 elenca i 45 Comuni che fanno parte del circondario.
L'art. 3 stabilisce il capoluogo del circondario nel Comune di Casale Monferrato.
L'art. 4 prevede l'istituzione di una speciale sezione decentrata del Comitato di controllo sugli atti dei Comuni e degli enti locali.
L'art. 5 infine prevede un onere finanziario annuo di cento milioni per l'attuazione del controllo.



PRESIDENTE

Su questa proposta di legge è iscritto a parlare il Consigliere Gerini.
Ne ha facoltà.



GERINI Armando

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, con l'approvazione per legge del circondario di Casale Monferrato, riteniamo che la Regione abbia compiutamente osservate le norme di cui all'art. 70 dello Statuto soddisfando completamente le esigenze manifestate in ordine alla costituzione di sezioni staccate per il controllo degli atti dei Comuni e degli altri enti locali.
La Regione ha compiuto il primo passo. Ora occorre, pur con le dovute cautele, osservare le norme del successivo art. 71 che prevedono l'attuazione dei Comprensori.
Il relatore di questa legge, l'esimio collega Viglione, ha bene evidenziato i presupposti di omogeneità culturali e socio-economici necessari e riconosciuti per la costituzione del circondario monferrino individuando gli aspetti peculiari della zona che da tempo postulava un concreto decentramento. Gli enti, consultati come da Statuto, condividendo l'importanza del circondario hanno manifestata l'esigenza di addivenire presto alla forma più risolutiva di decentramento attraverso l'utilizzo dell'istituto del comprensorio. Il motivo si è reso evidente; il Casalese è il polo piemontese rimasto più isolato e nel complesso uno dei più depressi ancorché onusto di storia gloriosa, passata e recente, di cui mi sia permesso qualche breve cenno.
Fin dall'alto Medioevo, come rilevava la Giunta Regionale nella sua relazione, esisteva uno Stato del Monferrato con spiccate forme di autonomia, con interessi, strutture e servizi generali rilevanti che davano lustro a tutta la regione piemontese. Cent'anni fa Casale Monferrato era la seconda città del Piemonte, era provincia.
Nel 1830 Casale viene scelta come sede d'Università per l'insegnamento della medicina e della chirurgia. Nel 1837 Carlo Alberto concede al capoluogo monferrino la Corte d'Appello che estendeva la sua giurisdizione alle province di Alessandria e Novara. Fu quella Corte, per esprimere una curiosità, che nel 1852 condanna uno degli spiriti più colti ed originali del Risorgimento, Carlo Cattaneo, per spaccio di opere che contenevano offese palesi alla religione di Stato e al governo monarchico.
Nel novembre del 1848, fra i 40 eletti del primo Consiglio comunale figurano personaggi come il Lanza, Gian Giacomo Francia, Rattazzi, Mellana.
Nel 1858 al Sindaco avv. Carlo Mazza, presentando il conto morale e finanziario dell'anno precedente, "gli godeva - si dice - l'animo di annunziare che per quanto quell'anno fosse stato uno dei più difficili per tutta l'Europa, l'esercizio economico si chiudeva con un maggior utile di L. 18.890".
E poi, dalla fine del secolo ad oggi, mano, mano una lenta ma continua decadenza che investe il casalese di grave crisi col calo dell'occupazione industriale e con l'esodo progressivo dalle campagne. L'industria del cemento, sorta nel casalese intorno al 1880, e che fu per decenni all'avanguardia in campo nazionale, è stata messa in crisi da nuove tecniche di estrazione. Le poche, se pure abbastanza importanti medie industrie metalmeccaniche, sono in difficoltà. Eppure Casale Monferrato è città felicemente ubicata nel triangolo industriale, là dove finiscono le ultime colline del basso Monferrato ed ha inizio la grande pianura che potrebbe portare velocemente a Torino, Milano, Genova, col fiume Po già maestoso che lambisce la città.
Pur tuttavia Casale è isolata, ferrovie secondarie non elettrificate percorse ancora da lumacose e sbuffanti vaporiere; il mezzo ferroviario più moderno, si fa per dire, impiega ancora un'ora e mezza mediamente per percorrere i 75 Km. che dividono Casale da Torino, quasi un'ora da Casale ad Alessandria (Km. 33); un'ora da Casale ad Asti (Km. 45); quasi due ore da Casale a Milano, via Mortara (Km. 80).
Fino a pochi anni fa Casale venne scartata dalle autostrade, a nord dalla Torino-Milano ed a sud dalla Torino-Piacenza. Ora si attende con ansia, con speranza l'autostrada Voltri-Alessandria-Casale per il Sempione perché venga a portare nella area ecologica nuovi insediamenti, nuovi posti di lavoro.
Ma è con la Regione, come ebbe a dire a più riprese l'Assessore comunale alla programmazione dr. Triglia, che il discorso va fatto e che il dialogo va intensificato in vista del piano regionale. Se il polo industriale torinese sarà decongestionato occorrerà privilegiare il comprensorio casalese perché ha zone industriali in declino, ma buone strutture sociali e civili.
Tornando alla legge sul circondario, ben si fece e doverosamente ad includere nei 45 comuni quelli di Alfiano Natta e di Altavilla Monferrato altrimenti non sarebbero stati compresi nella costituenda sezione staccata di controllo imponendo loro di continuare a pendolare fino ad Alessandria.
Perché poi gli studiosi dell'IRES a suo tempo non abbiano individuato nell'area ecologica di Casale i comuni di Alfiano Natta e di Altavilla attribuendo il primo all'area ecologica di Asti ed il secondo a quella di Alessandria, per me rimane un mistero, come rimane un mistero per i monferrini che non hanno bisogno di consultare libri o carte geografiche per individuare appunto l'area ecologica.
E' un discorso che porterebbe lontano e che dovrà essere fatto se i comprensori saranno Istituiti. Verrà allora dimostrato che l'area ecologica di Casale è erroneamente individuata per difetto, dovendosi includere nel comprensorio comuni ora compresi nell'area ecologica astigiana alessandrina, vercellese e torinese.
Concludendo, sono soddisfatto che il Presidente della Giunta, in forma direi ufficiale ed attraverso le vie del cielo, sia sceso a Casale un paio di settimane fa per rendersi conto dei problemi che sono stati impostati e sono da risolvere; sono problemi di viabilità, di ecologia, di turismo agricoli e di riconversione industriale.
Il mio Gruppo darà voto favorevole a questa legge ed il mio assenso e questa volta tutto particolare essendo stato l'unico Consigliere Regionale eletto del casalese.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Simonelli. Ne ha facoltà.



SIMONELLI Claudio

Signor Presidente, raccogliendo l'invito ironico del collega Berti, non cadrò anch'io nel rischio di rifare (del resto non lo saprei fare bene come Gerini) l'esame storico del comprensorio casalese.
Credo però che queste cose abbiano la loro importanza, possiamo ironizzare, ma certo non riderci su. Quello che conta, nella decisione che oggi il Consiglio Regionale va a prendere e per la quale il Gruppo socialista voterà a favore, è che si è fatto un primo passo nella direzione giusta, in quella direzione che la popolazione di Casale e del Monferrato ci ha indicato.
Il comprensorio è il risultato al quale si dovrà arrivare, il risultato che i Comuni del casalese hanno indicato non da oggi, per il quale si sono già riuniti, per il quale hanno dato vita ad un consorzio, per il quale hanno già indicato tutta una serie di beni e di iniziative. Però la tappa che oggi ci accingiamo a votare, cioè la costituzione del circondario, è una tappa che comunque non si poteva saltare. Siamo ben consapevoli votando questa legge, che non avremo risolto nessuno dei grandi problemi storici che si pongono a Casale Monferrato, sappiamo però di avere fatto un passo che era indispensabile per cominciare a realizzare negli strumenti e negli istituti che ci è dato fare subito, una prima forma d'organizzazione d'autonomia e di decentramento per il Monferrato casalese.
Circondario quindi non come risultato di arrivo, ma come punto di partenza di una battaglia autonomista che nel casalese è particolarmente sentita, che sanziona l'esistenza di una zona con delle sue caratteristiche di omogeneità e con delle sue esigenze di autogoverno, che porta ad un primo risultato che è quello del decentramento regionale nel circondario.
E' chiaro che gli obiettivi lungo i quali ci dobbiamo muovere nei prossimi tempi sono obiettivi di più matura e di più consapevole autonomia attraverso le forme del comprensorio. E direi che mai come in questi giorni in cui stiamo rivedendo e approfondendo i discorsi della programmazione regionale, è apparso chiaro come un'opportuna individuazione dei comprensori e delle aree ecologiche nella nostra regione sia essenziale per un discorso di sviluppo equilibrato.
Quando, pochi giorni or sono, davanti alla I Commissione della Regione la Fiat ha esposto le linee dei suoi programmi futuri e ha anche dato una serie di valutazioni sulle sue realizzazioni passate, abbiamo potuto constatare come una diversa valutazione sulla politica del decentramento e del riequilibrio, abbia fatto sì che per esempio la scelta di localizzare la, fonderia Fiat a Crescentino, venga interpretata dalla Fiat come una scelta di decentramento, quando invece correttamente noi la interpretiamo come una scelta che non è andata nella direzione del decentramento, ma che ha semplicemente allargato i confini dell'area metropolitana torinese, non solo perché è avvenuta troppo vicino a Torino, ma perché non è avvenuta all'interno di una area capace di crescere in alternativa all'area metropolitana torinese. E' una scelta che fatta a Casale anziché a Crescentino, non avrebbe significato soltanto qualche chilometro di distanza, avrebbe significato innescare un processo di crescita autonoma in un'area diversa e lavorare davvero per il decentramento.
Quindi questo discorso che si sta confrontando anche con i grandi centri decisionali imprenditoriali privati e pubblici, giustifica, rende estremamente urgente la politica dei comprensori, rende estremamente urgente mandare avanti un discorso di programmazione articolato nella composita realtà di cui la nostra Regione è portatrice.
Casale è una città di difficile riconversione produttiva, è una città che presenta, tra quelle piemontesi, credo uno dei tassi più elevati di criticità sotto il profilo dello sviluppo industriale, proprio per una serie di fattori locali, particolari che partendo da una situazione già di elevato sviluppo sono arrivati a una situazione di difficile mantenimento dei livelli occupazionali che non sono neppure garantiti nella loro globalità. Casale è uno dei nodi che noi dobbiamo risolvere, è uno degli esempi più significativi di una politica di decentramento e di riequilibrio che deve trovare nella Regione il suo punto d'incontro. E a Casale nella Regione confidano per un'azione in questa direzione; dunque dobbiamo essere in grado di rispondere a queste attese e a queste sollecitazioni.
Signori Consiglieri, è dunque un problema ben più vasto che questa decisione che oggi prendiamo mette in moto, ma non perciò potevamo saltare questa doverosa tappa che ci accingiamo a percorrere votando la legge istitutiva del circondario di Casale Monferrato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Vecchione.



VECCHIONE Mario

Signor Presidente, signori Consiglieri, l'umorismo che aleggia nel momento in cui stiamo per votare questa legge credo sia di per s sufficiente a fa vedere quale sia la c.d. svolta storica dei circondari svolta di cui avevamo parlato in precedenza, cercando di ridicolizzare certi tipi di relazioni e d'interventi. Perché se questi interventi e queste relazioni servono per confondere la gente con mera propaganda politica che nulla ha a che fare con l'istituzione di questi circondari è un conto ed è bene che ce lo diciamo, se invece portiamo il discorso nella sua terminologia più stretta, più precisa, cioè su quello che stiamo facendo, allora dobbiamo pensarci su. E c'é una novità anche in questa sede: il nostro Gruppo è sempre intervenuto con un Consigliere nel dibattito sui circondari, questa volta ci dividiamo il compito in due perché si sono superate le misure tollerabili con un certo tipo di relazioni; si fanno delle relazioni contrarie al contenuto della legge mentre si va verso la costituzione di un ennesimo Comitato di controllo decentrato.
Io, per mandato vostro e quindi del Consiglio, quando ho comunicato nel convegno sul Nuovo Sistema Costituzionale dei Controlli tenuto a Montecatini, che la Regione Piemonte aveva istituito cinque circondari e che si andava a costituirne altri due o tre, ho percepito l'atteggiamento ironico che ha pervaso l'intero convegno. Siamo l'unica Regione che va verso 14 Comitati di controllo; da sei prefetti arriviamo a fare 14 Comitati di controllo, questa è una cosa che veramente, di fronte ad un certo atteggiamento della maggioranza....



BERTI Antonio

Sono 16.000 lire.....



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta Regionale

Fatti i calcoli, sono 2.400 lire.



VECCHIONE Mario

Il costo medio secondo noi va dalle 12 alle 16.000 lire. Lei ha calcolato in quel modo, sostanzialmente non può imparare che si vada verso una accentuazione dei controlli, mentre questo Consiglio aveva preso l'impegno di spingere il Parlamento ad una rapida promulgazione di una legge che disciplinasse interamente la materia dei controlli snellendoli nella forma e nella sostanza. Esiste un pericolo che avete avvertito tutti perché avete votato degli ordini del giorno contro certi atteggiamenti del Comitato regionale di controllo di Torino, quello del grave inquinamento di cui sono affetti i Comitati di controllo per la presenza e l'intervento dei membri prefettizi. Era, questo, un punto che ci doveva far pensare prima di andare a proliferare, caro Viglione, con una strategia dei Comitati di controllo che veramente è della più deteriore impostazione politica.



BERTI Antonio

Se sono collegati al Medioevo sono una cosa importante!



VECCHIONE Mario

Per lo meno si doveva trarre dall'esperienza un elemento di estrema prudenza senza, invece, affrettare i tempi. La nostra è l'unica Regione a regolarsi così. Si è parlato di Prato, di Rimini per buttarci addosso due posizioni assunte dalle Regioni ove governiamo, ma erano situazioni completamente diverse, Tutti si sono fermati, noi invece moltiplichiamo questo apparato burocratico e non ce lo toglieremo più. L'impianto avviene oggi con i membri di Prefettura che daranno un taglio specifico e ci vorrà del tempo per cambiare questo taglio burocratico, mentre tutte le forze politiche e lo stesso convegno nazionale di Montecatini si muovono nella direzione di una radicale modifica della legge Scelba e della elettività di tutti i componenti del Comitato di controllo.
Se un organo, un meccanismo di funzionamento di controllo parte male parte col piede sbagliato, la correzione sarà estremamente difficile; noi non solo li moltiplichiamo, ma li facciamo partire anche sul piede sbagliato.
Il nostro Gruppo quindi non può che votare confermando il proprio atteggiamento, contro la legge proposta.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Carazzoni. Ne ha facoltà.



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, per chiarezza di posizioni noi desideriamo ripetere, anche in questa circostanza, quanto già ebbimo modo di sottolineare allorquando furono istituiti, con legge regionale suffragata dal nostro voto, i circondari di Biella, Pinerolo, Alba, Bra Mondovì, Ivrea. Desideriamo cioè ripetere di essere favorevoli all'istituto del circondario e per motivi di carattere generale e per motivi di carattere particolare, come nel caso specifico che stiamo trattando, di Casale.
Per motivi di carattere generale in quanto il circondario è previsto dalla Carta Costituzionale oltre che dallo Statuto Regionale.
Per motivi di carattere particolare perché è indubbio che quella casalese costituisca un'area di omogenea realtà socio-economica già individuata sin dai primi studi dell'IRES e al di là di queste ricerche riconosciuta tale per tutta una serie di considerazioni di carattere storico, economico, culturale che abbiamo sentito prima richiamare tanto egregiamente dal collega Gerini.
Ma, detto questo, dobbiamo anche aggiungere che noi siamo favorevoli al circondario come organo di semplice decentramento amministrativo, non approviamo quindi questa legge con lo spirito con il quale viene approvata dagli altri gruppi che attraverso gli interventi che qui si sono susseguiti hanno concordemente dichiarato d'individuare nel circondario il primo passo verso l'istituzione dei comprensori.
Abbiamo già avuto modo, in altri dibattiti, di precisare tutte le nostre riteniamo fondate perplessità, su questo ibrido del comprensorio non esattamente definito e che non potrà essere introdotto se non attraverso una legge di revisione costituzionale.
Per cui ci limitiamo e questo desideriamo sia chiaro, ad approvare quanto sta scritto nella legge e non quanto si vuole intravedere oltre la legge. Non siamo d'accordo con la relazione della Giunta che scrive che appunto in questo modo si viene a costituire il primo elemento del futuro comprensorio del casalese; né siamo d'accordo con quanto diceva il relatore che ripeteva le stesse argomentazioni e diciamo sì al circondario di Casale esattamente come inquadrato e concepito dalla nostra Carta Costituzionale cioè esattamente come lo si ritrova individuato all'art. 129 che parla di circondario con funzioni esclusivamente amministrative.
E' in questo spirito e con queste precise limitazioni che daremo voto favorevole al progetto di legge presentatoci dalla Giunta.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Vera. Ne ha facoltà.



VERA Fernando

E' con un duplice motivo di soddisfazione che accogliamo questa legge e annunciamo il nostro voto favorevole: il primo è che ripetutamente e da alcuni anni organismi locali del mio partito hanno sollecitato, in accoglimento ad istanze della popolazione, questa realizzazione; il secondo è mio personale in quanto Casale Monferrato è la mia città natale (scusate se introduco questo piccolo elemento, biografico) e sono particolarmente soddisfatto di vedere realizzate delle richieste che i cittadini di Casale avevano avanzato.
Se altre zone del Piemonte avevano dei motivi per essere individuate come unità territoriali a sé stanti, particolari motivi esistono indubbiamente per quanto riguarda il Monferrato. Non sto qui a ricordare quelli storici (che del resto tutti conoscono, di un passato con strutture statuali, non un breve passato, ma di secoli) ma soprattutto quelli moderni di una realtà socio-economica a sé stante che vede, attraverso la realizzazione del Circondario, un riconoscimento, per il momento sia pure parzialmente platonico, perché il collega Vecchione ha introdotto dei motivi di carattere, generale, su parte dei quali sono assolutamente discorde, su un'altra parte sono parzialmente concorde.
Sono discorde quando dice che i circondari non servono a niente. Io credo che il decentrare il controllo, l'avvicinarlo alle amministrazioni locali sia un fatto positivo, le critiche semmai si potranno rivolgere sul modo in cui viene esercitato, ma questo è un altro discorso. Il fatto di avvicinare il controllo alle amministrazioni locali di zone delimitate come può essere il Monferrato o il Canavese, sono persuaso che è un fatto positivo.
Concordo invece quando dice che il circondario non è sufficiente, che le attese della popolazione si rivolgono non soltanto al decentramento del controllo, ma a forme più efficienti e più efficaci di decentramento quali sono i comprensori che dettano l'avversione del collega Carazzoni, sui quali ci sono delle difficoltà giuridiche che tutti conosciamo; d'altra parte proprio da un'analisi delle strutture degli enti locali di cui attualmente disponiamo, i Comuni e le Province, siamo tutti persuasi che si tratta di organi, d'istituzioni ormai superate e che devono, anche nella pratica di ogni giorno, essere superati attraverso l'istituzione di un altro tipo di ente locale quale può essere soltanto quello del comprensorio che realizza in modo efficace le possibilità di programmazione settoriale di certe zone che hanno una loro unità, una loro omogeneità sia sul piano sociale che sul piano economico e in qualche caso anche sul piano culturale.
Per queste ragioni, pur in attesa di prospettive più ampie di decentramento quali sono quelle cui ho accennato, il nostro gruppo dà voto favorevole alle legge sull'istituzione del circondario di Casale Monferrato.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Bianchi Ne ha facoltà.



BIANCHI Adriano

Credo che non sia esatto proporre una specie di alternativa tra due politiche, una che si esaurirebbe nella creazione dei circondari e che attraverso a queste soluzioni dovrebbe dare un certo tipo di risposta alle esigenze della Regione, e un'altra che invece punterebbe più seriamente e concretamente alla politica dei comprensori e dell'articolazione degli strumenti adatti per la programmazione da un lato e la partecipazione dall'altro.
Io credo che se si fosse trattato soltanto di decentrare a Casale l'organo di controllo, pure importante e credo utile e positivo rispetto ad una realtà che sappiamo qual'é, i casalesi non avrebbero chiesto l'istituzione del circondario, né il mio Gruppo si sarebbe dato da fare per giungere alla costituzione anche di questo strumento di decentramento. La verità è invece che si è constatato, come è stato detto, che esisteva una realtà sociale, economica, un'area ecologica, un'area storica, che aveva dimensioni, omogeneità, caratteristiche peculiari e che aveva anche già conosciuto una sperimentazione di tipo consortile e di associazione volontaria fra i Comuni, che profittava dello strumento dell'istituzione dei circondari e del decentramento degli organi di controllo per accentuare questo suo autonomo modo di partecipare alla vita regionale e anticipava con questo, contenuti e sostanze come un passo in avanti che porta verso i comprensori, in ordine ai quali abbiamo discusso sui limiti, sulle difficoltà giuridiche e così via.
Pertanto riterrei che la questione sia mal posta se prende a riferimento Casale, perché se un circondario era da istituire guardando la realtà regionale, era questo (forse ce n'é soltanto un altro, in tutto il Piemonte, che si giustifica più di questo); la battaglia deve essere condotta con un altro pretesto e non per Casale e in ogni caso credo che non si possa caricare di certi significati che questo indirizzo e questa politica non hanno e che non sono quelli di moltiplicare i controlli ed i circondari credendo che così facendo si faccia qualcosa di molto costruttivo: non mancherebbero infatti anche in noi molte perplessità e le abbiamo espresse anche in sede statutaria. Là dove abbiamo cercato di forzare il dettato costituzionale è venuta fuori una soluzione discutibile indicando che i circondari in ogni caso non dovevano essere istituiti in funzione di mere riedizioni dei vecchi mandamenti, ma semmai come inizio e proiezione rispetto alle nuove realtà che sono identificabili in aree omogenee e in aree ecologiche, in aree nelle quali si possono realizzare attività di programmazione e attività di nuovo tipo di amministrazione allargata ad enti che abbiano la capacità e la possibilità di operare.



PRESIDENTE

A nome della Giunta interviene il Presidente.



CALLERI Edoardo, Presidente della Giunta, Regionale

Signor Presidente, io non mi lusingo certamente di convincere gli oppositori a questo disegno di legge, in generale ai disegni di legge relativi al decentramento delle funzioni amministrative di controllo, credo comunque si possano cogliere da questo dibattito, che peraltro è la continuazione di dibattiti precedenti, alcuni elementi che possono essere utili ad un discorso di organizzazione dell'amministrazione regionale nell'ambito del territorio piemontese.
Non vi è dubbio che ci sono delle scelte che vorrei dire obbligate, a mio giudizio queste scelte, per quanto riguarda la Regione Piemonte nascono da una valutazione che abbiamo fatto in sede statutaria e che riproduce in definitiva le indicazioni della Costituzione, cioè la scelta delle autonomie.
Io ho l'impressione, dal discorso del collega Vecchione, che si sovrappongono nelle sue valutazioni ed in quelle del Gruppo comunista, due ragioni che io penso debbano essere ritenute di carattere differente: 1) da un lato la legge sui controlli, dall'altro la legge sulla composizione degli organi di controllo rispetto alle quali noi non oggi, ma già in passato, abbiamo manifestato le nostre perplessità; cioè noi siamo e la tendenza generale a livello nazionale è per correggere ancora il tipo di controlli che vengono esercitati, di qui la necessità dell'emanazione di una legge organica da parte del Parlamento nazionale sul tipo di controllo 2) la modificazione della legge Scelba in relazione alla composizione degli organi di controllo. E su questo credo non vi siano delle sostanziali differenze, ma sono questioni che non competono all'attività legislativa della Regione, bensì all'attività legislativa del Parlamento.
Vi è viceversa la nostra competenza legislativa in ordine al territorio, alle aggregazioni comunali, per organizzare il servizio dei controlli e noi riteniamo, anche in relazione a questa attività amministrativa, perché di attività amministrativa si tratta, che convenga avvicinare comunque questi organi di controllo ai Comuni, agli enti che debbono controllare. Perché noi vediamo come sia in definitiva più aderente questa attività di controllo quanto più queste realtà locali le sono vicine, quanto più i problemi di queste comunità sono di facile o di più immediata percezione. E quanto viceversa più dura dal punto di vista giuridico, quanto più pignola diventi invece l'attività degli organi di controllo quando gli enti controllati sono più distaccati, più distanti.
Noi abbiamo la scelta del decentramento degli organi di controllo e credo sia una scelta giusta, che vada nella direzione di un ampio decentramento amministrativo, che consenta agli organi predisposti di esercitare il loro controllo in modo più razionale, più vicino alle realtà che debbono controllare, e quindi proprio per questo in un modo diverso.
La scelta che abbiamo fatto, crediamo sia giusta e motivata e anche se a Montecatini qualcuno può avere ironizzato sul fatto di articolare gli organi di controllo in circondari, credo che sia un'ironia fuori posto che verrà largamente smentita dalla realtà che si va istituendo in Piemonte.
Non vi è dubbio ad esempio come dal punto di vista della rapidità con cui vengono controllati gli atti degli enti locali l'esperienza che abbiamo sia positiva.
Pertanto io ritengo, al di là della valutazione di ordine storico dell'opportunità di accorpamenti di questi circondai e delle cose che possono, essere state dette con maggiore o minore enfasi, che questa legge che riguarda il circondario di C.M. come le leggi che riguardano gli altri circondari che si sono istituiti, resti pur sempre un atto significativo ed una manifestazione di volontà da parte del Consiglio Regionale di andare verso l'autonomia, il decentramento, la valorizzazione delle realtà locali facendo emergere le volontà più ampie possibili, più articolate possibili da parte degli enti locali interessati affinché siano recepite dagli organi di controllo con il senso della responsabilità più diretta e più immediata.
Io credo si tratti quindi di una scelta importante che darà certamente i suoi frutti per quanto riguarda sia l'attività amministrativa in senso stretto (la sua articolazione sul piano dell'efficienza), sia dal punto di vista dell'esame dei problemi che dagli enti locali vengono posti, problemi in continua evoluzione e che devono poter essere giudicati da coloro che controllano.
Per questo chiedo al Consiglio, a nome della Giunta, una valutazione positiva e l'approvazione della legge.



PRESIDENTE

Con l'intervento del Presidente della Giunta si chiude il dibattito generale sul disegno di legge n. 82.
Si passa alla votazione degli articoli.
La parola al Consigliere Berti. Per dichiarazione di voto sull'intera legge o sull'articolo che metto in votazione?



BERTI Antonio

Sull'intera legge.
L'intervento del Presidente della Giunta mi induce a dare un altro taglio alla mia dichiarazione di voto perché devo dire che inizialmente la discussione aveva assunto un aspetto abbastanza avvilente per un Consiglio Regionale. Il rimandare alle origini storiche per considerare l'istituzione dei circondai un fatto storico è politicamente sbagliato oltre che umoristico, il fatto che si voti per un circondario perché si è nati a Casale o cose del genere è una cosa che fa ridere ed ero tentato di fare una dichiarazione di voto di carattere umoristico, quale la discussione precedente comportava. Il Presidente della Giunta invece ha tentato di dare una spiegazione di tipo politico istituzionale alla questione dei circondari.
Noi abbiamo precedentemente esposto le ragioni (mi riferisco all'altro dibattito del Consiglio) che ci facevano votare contro l'istituzione dei circondari.
Desidero qui ribadire questo nostro voto perché al di là delle considerazioni fatte adesso dal Presidente della Giunta, il quale si rifà alla volontà dei Comuni che chiedono che si attuino delle iniziative di decentramento, noi siamo convinti che l'istituzione dei circondari in quanto portano sino ad oggi essenzialmente alla costituzione di organismi di controllo sui Comuni, contro i quali i Comuni si battono da tanti anni sia un errore politico. Se noi avessimo avuto da discutere, con l'istituzione dei circondari, anche iniziative che tendessero ad assegnare ai circondari delle funzioni di delega, come in altre occasioni qui si è detto, sarebbe stato possibile prendere in considerazione il circondario non solo come istituzione di controllo, come nuovo istituto a cui si possono delegare delle funzioni.
Oggi invece vi sono nuovi comitati di controllo ed è vero quello che dice il dr. Calleri circa il fatto che noi vogliamo che anche su queste questioni gli organismi decentrati riescano ad essere più sensibili alle esigenze locali, lei non coglie il problema, il problema non è di essere sensibili, attraverso il controllo, alle esigenze delle popolazioni, ma come lei ha detto nella prima parte del suo intervento, di eliminare al massimo il controllo. Essere sensibili non tocca ai Comitati di controllo tocca agli organismi politici che, ripetiamo, sono i comprensori, entro i quali si formano le volontà politiche della comunità locale, si compiono delle scelte e si collabora con la Regione per dare corso a queste scelte: i circondari sono delle entità geografiche, territoriali entro cui si faranno degli strumenti, ed oggi si fa solo il controllo.
Resta da dimostrare che numerosi Comitati di controllo molto più vicini ai Comuni siano meno fiscali di un unico controllo. La nostra sensazione è che più Comitati di controllo abbiamo, meno pratiche ogni sezione decentrata avrà da esaminare, più fiscale sarà il controllo ed i Comuni avranno vinto la loro grande battaglia con i controlli. Ogni loro riga sarà esaminata perché dovranno pur guadagnarsi il gettone di presenza.
Ecco perché diciamo che è un errore e non è degno di questo Consiglio sono discorsi che si fanno per meri scopi elettorali, per conquistarsi qualche aderenza nei luoghi in cui si istituiscono i circondari che si rifanno alle origini storiche, a questo, a quell'altro, ma sono storie, il Consiglio Regionale deve discutere di cose serie, pertinenti. I circondari sono quelle nuove istituzioni che la Costituzione vuole per avvicinare i Comuni alla gestione del Potere? Se questa è la domanda (e noi diciamo che è questa) diciamo no. Ed è per questo che votiamo contro.



PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto altri vogliono parlare? La parola all'avv.
Viglione.



VIGLIONE Aldo

Vorrei rispondere brevemente alle osservazioni che sono state fatte alla legge ed anche alla relazione.
Il circondario è previsto dalla Costituzione ed è previsto dallo Statuto regionale piemontese quindi è un adempimento costituzionale ed è un adempimento statutario.
Io concordo con il Consigliere Berti quando dice che il circondario deve nascere con un certo indirizzo o altrimenti non nascere: certo, la legge prevede l'istituzione del circondario poi prevede, come fatto non strettamente legato, ma collegato, l'istituzione dell'organo di controllo.
Allora è soltanto questione di volontà politica, se si fa un discorso più ampio è certo che il circondario può assumere un suo ruolo anche di carattere democratico.
E' vero che tutti gli amministratori nel momento della consultazione hanno espresso l'orientamento di arrivare al comprensorio, però il comprensorio non fa un passo avanti nella Regione Piemonte. Si dice: vogliamo indicare nella mancanza di volontà politica del governo regione piemontese la responsabilità che non nasce il comprensorio e non si dà via libera alle istanze della base manifestate dai Sindaci di tutti i gruppi politici; ma tutti quelli che sono stati alla consultazione ad Alba Mondovì, Ivrea hanno sentito esprimere sia dai democristiani, sia dai socialisti che dai comunisti il desiderio che si faccia luogo immediatamente ai comprensori. Anche noi concordiamo su questo, ma nell'attesa un circondario potrà supplire in parte alla mancanza del comprensorio.
Si tratta d'individuare, nella collocazione che il governo regione piemontese dà al problema, se si vuole restringerla puramente al circondario e non allargarla al comprensorio. Noi siamo d'accordo nell'individuare questa responsabilità e nel sollecitare il Governo a presentare un proprio strumento (vi è già un disegno di legge da parte comunista che giace nei cassetti del Consiglio Regionale e non fa un passo avanti). Allora dobbiamo dire che c'é stato un dibattito, c'è stata una mozione per i comprensori e su questa mozione anche il Presidente della Giunta, allora intervenuto, aveva espresso il parere che si procedesse sulla base consortile, anche se non vi era ancora una legge quadro che prevedeva l'istituzione del comprensorio, pur tuttavia su base consortile è possibile, con gli strumenti giuridici e legislativi che abbiamo, tant'è che nella riunione di Casale abbiamo sollecitato gli amministratori presenti a voler dar corso a questa associazione consortile dei Comuni. Se dobbiamo collocarla in questa prospettiva noi socialisti siamo d'accordo su questo primo passo del circondario che deve avere un contenuto successivamente sollecitiamo il Governo a voler passare ad una fase attuativa del comprensorio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gandolfi.



GANDOLFI Aldo

Signor Presidente, nell'annunciare a nome del Partito Repubblicano il mio voto favorevole a questo disegno di legge, intervengo soprattutto per alcune considerazioni che ho sentito fare dal Capogruppo comunista che mi sembra meritino una puntualizzazione da parte di tutte le forze politiche.
Premesso che nell'organizzazione di uno stato di diritto che presenta diversi livelli d'attività amministrativa, ogni livello d'attività amministrativa deve essere necessariamente soggetto ad un controllo di legittimità sugli atti amministrativi stessi (questo mi sembra faccia parte della concezione di uno stato di diritto anche nell'interesse delle minoranze che sono all'interno dei Consigli comunali), se esiste un problema di rischi, di prevaricazioni degli organi di controllo che derivino da fatti legislativi antiquati ecc. questo mi sembra che vada visto nell'ambito di un'iniziativa di revisione legislativa delle leggi attualmente in vigore in materia di controlli e di cui deve farsi carico soprattutto il Parlamento; del resto la Corte Costituzionale mi sembra che abbia più volte ribadito il concetto che questa è materia di legislazione statale. Possiamo anche condividere un certo tipo di preoccupazioni, ma questo è un problema che va affrontato non eliminando i controlli, bensì adeguando la legislazione a criteri di gestione e di controllo più democratici e più aperti alle esigenze degli enti locali. Da questo punto di vista quindi mi sembra che si debbano respingere certe argomentazioni che sono state portate.
Sulle altre preoccupazioni che mi sembra in una certa misura siano accettabili e cioè che l'istituzione dei circondari come semplici fatti di decentramento dell'iniziativa di controllo sia destinata a bloccare un discorso di respiro più ampio, cioè di realizzazione di unità di decentramento, di gestione democratica, di poteri regionali in prospettiva il Presidente della Giunta ha fatto dichiarazioni in questa sede estremamente rassicuranti. I prossimi mesi della vita del Consiglio Regionale ci permetteranno di verificare in concreto le possibilità e la volontà di procedere in questa direzione, ma mi sembra non ci autorizzino a fermarci sulla strada dell'istituzione di Comitati di controllo decentrati che, è vero, saranno più attenti e quindi forse anche più fiscali, ma saranno certamente più alla portata di un rapporto corretto coi Comuni e di una conoscenza diretta, umana, personale di situazioni locali che molte volte in questa materia sono particolarmente importanti. Quindi non condividerei queste preoccupazioni e direi che invece stiamo marciando in una direzione corretta cioè di avvicinamento agli organismi amministrativi ed alle esigenze degli enti locali.
In questo senso esprimerò voto favorevole al disegno di legge.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste, di parola dò lettura dell'art. 1, che metto in votazione.
Art. 1) - E' istituito, ai sensi degli artt. 129 e 130 della Costituzione e dell'art. 70 dello Statuto, nonché per gli effetti di cui all'art. 56 della legge 10.2.1953 n. 62 e dell'art. 69 dello Statuto, il circondario di Casale Monferrato nell'ambito della circoscrizione provinciale di Alessandria.
Non ci sono emendamenti, non ci sono richieste di parola, si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Proclamo l'esito della votazione: presenti e votanti 39 Consiglieri hanno risposto SI 30 Consiglieri hanno risposto NO 9 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
Art. 2) - Il circondario di Casale Monferrato comprende i seguenti Comuni: Alfiano Natta, Altavilla, Balzola, Borgo San Martino, Bozzole Camagna, Camino, Casale Monferrato, Castelletto Merli, Cellamonte Cereseto, Cerrina, Coniolo, Conzano, Frassinetto Po, Frassinello, Gabiano Giarole, Mirabello, Mombello Monferrato, Moncestino, Morano sul Po Murisengo, Occimiano, Odalengo Grande, Odalengo Piccolo, Olivola, Ottiglio Ozzano, Pomaro, Pontestura, Ponzano, Rosignano Monferrato, Sala Monferrato San Giorgio Monferrato, Serralunga di Crea, Solonghello, Terruggia Ticineto, Treville, Valmacca, Vignale Villadeati, Villamiroglio, Villanova Monferrato.
Non ci sono emendamenti, nessuno chiede di parlare, si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Proclamo l'esito della votazione: presenti e votanti 38 Consiglieri hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 9 Consiglieri.
L'art. 2 è approvato.
Art. 3 - Capoluogo del circondario è Casale Monferrato.
Non ci sono emendamenti, nessuno chiede di parlare, si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Proclamo l'esito della votazione: presenti e votanti 38 Consiglieri hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 9 Consiglieri.
L'art. 3 è approvato.
Art. 4 - E' istituita per il circondario di Casale Monferrato una speciale sezione decentrata del Comitato di controllo sugli atti dei Comuni e degli altri enti locali, nei modi e nelle forme previsti per le speciali sezioni decentrate nei capoluoghi di provincia.
Non ci sono emendamenti, nessuno chiede di parlare, si passi alla votazione.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Proclamo l'esito della votazione: presenti e votanti 38 Consiglieri hanno risposto SI 28 Consiglieri hanno risposto NO 10 Consiglieri.
L'art. 4 è approvato.
Per l'art. 5, di cui non sto a dare lettura, è pervenuto un emendamento soppressivo e sostitutivo. Poiché lo sopprime tutto e lo sostituisce con un articolo nuovo, dò lettura immediata dell'emendamento che metto in votazione per alzata di mano e quindi faremo nominare per appello nominale l'articolo così emendato.
L'emendamento è presentato dai Consiglieri Viglione e Beltrami e suona: "Alle spese occorrenti per l'impianto ed il funzionamento della sezione di cui all'art. 4 della presente legge per enti locali previsto dall'art.
56 della legge 10.2.1953 n. 62 e dall'art. 69 dello Statuto e previste in lire 65 milioni, si provvede con gli stanziamenti di cui ai capitoli compresi nella rubrica n. 4, servizio del controllo sugli atti degli enti locali del bilancio per l'anno 1973 e dei bilanci degli anni successivi".
Qualcuno chiede di parlare su questo emendamento? Nessuno. Pongo in votazione per alzata di mano l'emendamento di cui ho dato lettura.
L'emendamento è approvato.
Se consentite, non ne dò più lettura e pongo in votazione l'art. 5 che suona come l'emendamento testé letto.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Proclamo l'esito della votazione: presenti e votanti 39 Consiglieri hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 10 Consiglieri.
L'art. 5 è approvato.
Si passa ora alla votazione dell'intero testo di legge se nessuno chiede la parola e se nessuno presenta emendamenti.



(Si procede alla votazione per appello nominale)



PRESIDENTE

Proclamo l'esito della votazione: presenti e votanti 39 Consiglieri hanno risposto SI 29 Consiglieri hanno risposto NO 10 Consiglieri.
La legge n. 82 sull'istituzione del circondario di Casale Monferrato è così approvata.


Argomento:

Esame delle mozioni ed ordini del giorno


PRESIDENTE

Io vorrei, colleghi Consiglieri, prima di passare a un ordine del giorno, come si era concordato in apertura di seduta, chiedere ai presentatori degli ordini del giorno che sono tre e della mozione se intendono che oggi pomeriggio si prosegua la seduta e si mettano in discussione, o se si possono rinviare ponendoli all'ordine del giorno della seduta del 5 luglio di cui darò successivamente comunicazione. La mozione è presentata dal Gruppo socialista, i tre ordini del giorno sono presentati dal Gruppo del MSI.



FONIO Mario

Per quanto riguarda la nostra mozione non abbiamo nulla in contrario ad andare alla prossima seduta.



PRESIDENTE

Ne prendo atto. Il Gruppo del MSI?



CARAZZONI Nino

Signor Presidente, sono le 13,40 e in questo nostro Paese, come si sa il diritto di pasto è sacro, tranne che al Grill di Cantagallo, per cui prendiamo atto che potrebbe essere di eccessivo impegno per gli altri Gruppi riprendere i lavori consiliari oggi pomeriggio e aderiamo alla sua richiesta accettando che siano posti all'ordine del giorno della prossima seduta.
Vorremmo soltanto far notare che si tratta di ben tre ordini del giorno, per cui forse uno almeno poteva essere discusso già in questa seduta mattutina e che gradiremmo non essere posti di fronte ad una nuova richiesta di rinvio nella seduta di giovedì prossimo.



PRESIDENTE

Prendo atto di quanto mi hanno comunicato i rappresentanti dei gruppi e li ringrazio.
Debbo comunicare che un rappresentante di ciascun Gruppo: Calsolaro Conti, Vera, Rivalta, Revelli, Besate e Rossotto hanno presentato un ordine del giorno per quanto concerne l'Università a seguito della lettura del telegramma dell'avv. Oberto e proponendo una correzione a quel telegramma che verrà effettuata in analogia con quanto afferma l'ordine del giorno presentato.
Devo quindi mettere in votazione l'ordine del giorno che mi è pervenuto e di cui dò lettura: "Il Consiglio Regionale, preso atto della grave situazione dell'Università di Torino per l'inadeguatezza delle strutture tecnico amministrative, che tale situazione si è ulteriormente aggravata sino alla pressoché totale paralisi dell'attività amministrativa dell'Università, a seguito degli effetti prodotti dalla legge sul pensionamento del personale direttivo; che lo stato di grave crisi è stato tempestivamente e reiteratamente denunciato dalle autorità accademiche, dalle organizzazioni sindacali e dalle forze politiche, considerata la decisione ventilata come gesto di protesta dal Rettore dell'Università di non procedere all'apertura dell'anno accademico '73/74, lo stato d'agitazione degli studenti, del personale docente e del personale non insegnante di fronte alle suddette difficoltà ed ai propositi espressi dal Rettore; considerato altresì che il Senato accademico dell'Università, ha denunciato con fermezza le gravi responsabilità della crisi attuale nei riguardi dei rinvii della riforma dell'Università rileva la drammaticità della crisi in atto dell'Università di Torino ed il grave ed inaccettabile danno che deriverebbe a tutte le comunità regionali dalla mancata apertura del prossimo anno scolastico.
Il Consiglio Regionale pertanto, riconoscendo le obiettive difficoltà esistenti circa l'indispensabile funzionamento dell'apparato amministrativo dell'Università e l'urgente necessità d'interventi immediati, sollecita il Governo a ricercare, in accordo con l'Università di Torino e ad adottare i provvedimenti urgenti di sua competenza impegna la Giunta Regionale a convocare con urgenza i parlamentari piemontesi al fine di determinare le iniziative che congiuntamente e rispettivamente si possono adottare per impedire la totale paralisi dell'Università di Torino.
Il Consiglio Regionale, constatato che l'attuale situazione dell'Università di Torino rientra nel quadro più generale della crisi che travaglia le istituzioni universitarie del nostro Paese e che ha come punto fondamentale i problemi della ricerca e della didattica e del rapporto dell'Università con la società ribadisce l'esigenza di affrontare, senza ulteriori dilazioni da parte del Governo e del Parlamento, la riforma dell'ordinamento universitario" Qualcuno chiede di parlare su questo ordine del giorno? Nessuno. Lo metto in votazione per alzata di mano.
E' approvato.
E' pervenuto ancora, a seguito di una riunione dei Capigruppo con un Gruppo di studenti che stamani si sono presentati qui al Consiglio Regionale, un ordine del giorno firmato dai Consiglieri Conti, Vera Revelli, Besate, Simonelli, Rossotto e Sanlorenzo. Ne do ora lettura e lo metto in votazione anche perché attinente all'ordine del giorno precedente:.
"Il Consiglio Regionale, preso atto della difficile situazione in cui si verrebbero a trovare gli studenti universitari ospiti del collegio universitario di via Bernardino Galliari, 30, a causa della chiusura dell'istituzione per il prossimo anno accademico considerato che la decisione assunta dal consiglio d'amministrazione dell'Ente collegi di fatto comporta la riduzione di 150/200 posti letto considerata altresì la situazione già largamente insufficiente dei servizi d'assistenza scolastica universitaria rispetto alle esigenze della popolazione studentesca dell'Ateneo torinese; rileva che gli effetti del suddetto provvedimento sono limitativi del diritto allo studio.
Il Consiglio Regionale pertanto impegna la Giunta a prendere, con la massima urgenza, gli opportuni contatti con il Consiglio d'Amministrazione dell'Ente collegi e con l'opera universitaria per sollecitare e ricercare le soluzioni atte a garantire per il prossimo anno accademico almeno la conservazione dei posti esistenti ed il ripristino della prassi d'ammissione ai collegi fin qui adottata.
Il Consiglio Regionale, preso atto della mozione presentata dalla delegazione degli studenti e dei collegi universitari torinesi in merito all'attuale situazione dell'assistenza scolastica universitaria dà mandato all'Intercommissione per i provvedimenti dell'Università, di approfondire gli argomenti inerenti all'assistenza scolastica universitaria nel quadro della politica del diritto allo studio per riferire al Consiglio".
Qualcuno chiede di parlare ? Nessuno. Metto in votazione l'ordine del giorno per alzata di mano.
L'ordine del giorno è approvato.


Argomento:

Interrogazioni e interpellanze (annuncio)


PRESIDENTE

Sono pervenute (e le riassumo brevemente) le interpellanze e le interrogazioni seguenti: interrogazione presentata dai Consiglieri Berti e Rivalta per conoscere le iniziative che intende assumere la Giunta per impedire che il Consiglio d'Amministrazione decaduto degli IACP di Torino, possa rendere operanti decisioni che non risultino di ordinaria amministrazione.
Interrogazione presentata dal Consigliere Viglione che chiede se il Presidente della Giunta e l'Assessore competente sono a conoscenza dei lavori attualmente in corso sulla statale Valle Maira ecc. per un importo di 500 milioni.
Interrogazione del Consigliere Viglione che chiede se il Presidente della Giunta e l'Assessore competente sono a conoscenza del fatto che la lunghezza dell'iter burocratico di un appalto è tale che esso va abitualmente deserto a causa dell'aumento del prezzo intercorso fra la deliberazione comunale e l'approvazione degli organi competenti.
Interrogazione dei Consiglieri Nesi e Calsolaro che chiedono al Presidente della Giunta quale sia il tempo medio necessario perché gli uffici regionali esaminino una pratica relativa ad una variante di piano di fabbricazione.
Interrogazione dei Consiglieri Nesi e Calsolaro per conoscere la competenza in merito all'approvazione del progetto del primo lotto dell'acquedotto della frazione Faiello del comune di Pont Canavese.
Interrogazione dei Consiglieri Calsolaro e Nesi per conoscere le iniziative che la Giunta intende assumere di fronte alla gravissima crisi in cui versa attualmente la soc. Cardonetti Trasporti.
Interpellanza urgente presentata dai Consiglieri Ferraris, Berti Raschio e Revelli che chiedono di conoscere se e quando la Giunta raccogliendo le indicazioni dei lavoratori di maggioranza sul bilancio regionale di previsione per il '73, intenda pronunciarsi in merito all'esigenza del varo di un vero e proprio programma pluriennale per il rafforzamento e lo sviluppo della zootecnia piemontese.
Interrogazione dei Consiglieri Curci e Carazzoni che chiedono se la Giunta non intenda compiere gli opportuni passi verso gli organi della magistratura affinché i due ragazzi quattordicenni individuati dalla polizia quali autori di minacce e ingiurie telefoniche vengano perseguiti per essere incorsi nel reato di ricostituzione dell'ex ONB.


Argomento:

Ordine del giorno della prossima seduta


PRESIDENTE

Comunico che il Consiglio è convocato per il giorno 5 luglio alle ore 10 e alle ore 16 ed avrà all'ordine del giorno: approvazione verbali precedenti sedute interpellanze e interrogazioni comunicazioni del Presidente approvazione dei disegni di legge 78, 79 e 80 concernenti l'assegno integrativo di natalità alle coltivatrici dirette e alle artigiane l'esame delle mozioni che erano all'ordine del giorno oggi presentato dal Gruppo del MSI e dal Gruppo socialista.
Eventuali altri argomenti e fra questi mi risulta che vi sarà la proposta di legge sulla caccia, potranno essere aggiunti telegraficamente a seguito della riunione dei Capigruppo che avrà luogo martedì alle ore 10 e di cui il Presidente ha già dato comunicazione.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14)



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