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Dettaglio seduta n.162 del 22/06/73 - Legislatura n. I - Sedute dal 6 giugno 1970 al 15 giugno 1975

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE OBERTO


Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Vorrei pregare il pubblico di tenere in considerazione che non vi è da fare sicuro affidamento sulla stabilità della tribuna, per cui è opportuno evitare movimenti troppo bruschi e soprattutto pressioni contro il parapetto.
Ai fini del numero legale, comunico che hanno chiesto congedo, ed è stato loro concesso, quattro Consiglieri: Carazzoni, Curci, Dotti e Marchesotti.


Argomento:

Approvazione verbale precedente seduta


PRESIDENTE

L'ordine del giorno reca al primo punto: "Approvazione verbale della precedente seduta".
E' stato trasmesso a mezzo posta, e ritengo che i signori Consiglieri l'abbiano ricevuto. Ci sono osservazioni? Nessuno chiedendo la parola pongo in votazione il processo verbale della seduta del 4 giugno '73. Chi l'approva é pregato di alzare la mano.
Il verbale è approvato.


Argomento: Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Interrogazione dei Consiglieri Menozzi Bertorello e Sanlorenzo, Fonio sui danni agli abitanti e alle produzioni agricole in seguito al progettato insediamento di una fonderia di piombo in territorio di Borgolavezzano


PRESIDENTE

Passiamo al punto terzo dell'o.d.g.: "Interpellanze e interrogazioni".
In ordine cronologico vi sarebbe da esaminare per prima l'interpellanza del Consigliere Revelli: ma poiché ad essa dovrebbe rispondere l'Assessore Armella, che non c'é, o la posterghiamo o la rimandiamo ad una prossima riunione.
Ci sono poi due interrogazioni, una dei Consiglieri Menozzi e Bertorello, l'altra dei Consiglieri Sanlorenzo e Fonio, cui verrà data risposta congiuntamente data l'identità dell'argomento: "Danni agli abitanti e alle produzioni agricole in seguito al progettato insediamento di una fonderia di piombo in territorio di Borgolavezzano".
Ha facoltà di parlare l'Assessore Chiabrando per la risposta.



PRESIDENTE

CHIABRANDO Mauro, Assessore alla tutela dell'ambiente e agli inquinamenti



PRESIDENTE

In riferimento alle interpellanze dei Consiglieri Menozzi e Bertorello e dei Consiglieri Sanlorenzo e Fonio relativamente al progettato insediamento di una fonderia di piombo della Società Sarpi a Borgolavezzano, con la quale si chiede quali iniziative la Giunta Regionale intenda adottare affinché l'insediamento industriale venga evitato, o quanto meno, realizzato con modalità tali da eliminare completamente paventate conseguenze, desidero innanzitutto riassumere i precedenti del problema e precisare che la mia risposta tiene unicamente conto del problema degli inquinamenti.
La fonderia doveva in un primo tempo essere costruita in territorio del Comune di Tornaco, confinante con Borgolavezzano. Il Sindaco di Tornaco aveva richiesto, in data 20 ottobre 1972, il parere del Comitato regionale contro l'inquinamento atmosferico, allegando una relazione tecnica sugli impianti industriali e di abbattimento dei vapori di piombo e di depurazione delle acque che la Società intendeva installare.
La richiesta al Comitato non avveniva in base a norme di legge in quanto il Comune di Tornaco non è inserito in alcuna delle due zone di controllo previste dalla legge n. 615, ma il Sindaco desiderava avere ugualmente il parere tecnico, sia pure non vincolante, del Comitato.
Il Comitato, nella riunione del 18 dicembre 1972, esaminò la documentazione tecnica relativa all'impianto industriale.
La legge 615, di cui si avvale il Comitato, stabilisce per gl'impianti industriali che le emissioni prodotte non debbono determinare superamento dei limiti di concentrazione a terra fissati dal regolamento d'esecuzione (nel caso del piombo 0,05 mg/m3 come concentrazione di punta e 0.01 come concentrazione media sulle otto ore).
Dagli atti esaminati dal C.R.I.A.P. risulta che la fonderia è progettata in modo tale che le concentrazioni a terra rimarrebbero costantemente molto al di sotto dei limiti fissati dalla legge. La legge afferma ancora che tutti gli impianti industriali devono possedere impianti, installazioni o dispositivi tali da contenere entro i più ristretti limiti che il progresso della tecnica consenta l'emissione di fumi o gas o polveri o esalazioni che, oltre a costituire comunque pericolo per la salute pubblica, possano contribuire all'inquinamento atmosferico.
Il Comitato, esaminato dunque il progetto dell'impianto di abbattimento, espresse il parere che esso è adeguato ed in linea con il progresso della tecnica.
In base a questi criteri, e con le competenze e le limitazioni che la legge 615 impone, il Comitato espresse pertanto parere favorevole alla realizzazione degli impianti, così o come risultano da progetto.
Il parere del C.R.I.A.P. venne trasmesso al Sindaco di Tornaco il quale, con lettera del 20 marzo c.a., comunicò di non poter dar corso alla concessione della licenza edilizia, senza indicare il motivo.
La Sarpi prese allora contatto con il Comune di Borgolavezzano, il cui Sindaco concesse la licenza edilizia che venne notificata in data 3 aprile alla Società interessata.
Frattanto, alcune organizzazioni, in primo luogo la Confederazione nazionale Coltivatori diretti, l'Unione provinciale Agricoltori l'Associazione provinciale Allevatori l'Associazione irrigazione est Sesia di Novara, ed inoltre il Comitato ecologico di Borgolavezzano, le Amministrazioni comunali di Vespolate, Tornaco, Nibbiola, Terdobbiate Mortara, Cilavegna, Albonese, Nicorvo, Gravellona e di altre Amministrazioni di Comuni in provincia di Pavia, di cui si è fatta portavoce la Regione Lombardia, temendo che l'insediamento della fonderia di piombo avesse a compromettere le attività agricole e zootecniche della zona, in cui sono preminenti l'allevamento del bestiame e la coltivazione del riso, dimostrarono con esposti scritti le loro preoccupazioni.
La Società Sarpi, alla quale vennero richieste, delucidazioni tecniche da parte del Sindaco di Borgolavezzano, rispose affermando che le preoccupazioni sollevate non hanno motivo di sussistere in quanto: 1) La Sarpi possiede una lunga esperienza poiché da circa un secolo esercisce uno stabilimento per la fusione di piombo a Monza, da cui intende trasferirsi unicamente per ragioni di Piano regolatore e ristrettezza di spazio 2) le dimensioni della fabbrica per cui è previsto un coperto di m2 1.000 sono di modeste proporzioni, in rapporto alla vastità del terreno acquistato 3) l'impianto industriale verrebbe dotato d'impianto d'abbattimento dei fumi del tipo Venturi Scrubber con ciclo umido e rese di abbattimento del 99,5 per cento 4) le acque utilizzate per l'abbattimento non verrebbero scaricate in alcun modo, ma riutilizzate allo stesso scopo con la realizzazione del riciclaggio completo 5) i fanghi ottenuti previa decantazione delle acque di abbattimento non verrebbero scaricati in alcun modo, ma utilizzati nel processo produttivo, dato l'elevato contenuto in piombo (50-60 per cento).
Il Sindaco di Borgolavezzano ha comunque richiesto il parere del Comitato regionale contro l'inquinamento atmosferico e pertanto il Comitato dovrà riesaminare il problema ed esprimere il parere di competenza.
Se si considera unicamente il lato tecnico del problema, tenendo presente il parere già espresso dal Comitato regionale, e nel caso in cui non vi fossero variazioni rispetto al progetto presentato al Comune di Tornaco, posso rispondere agli interpellanti che dal progetto risulta che la fonderia sarebbe dotata di tutti gl'impianti d'abbattimento dei fumi e di depurazione delle acque necessari.
Se di considera invece il problema dal punto di vista più generale, e cioè se si tiene conto dell'attività essenzialmente agricola della zona restano dubbi sulla scelta della localizzazione, ma su questo punto il Comitato regionale contro l'inquinamento atmosferico è incompetente.
Ho pertanto provveduto a richiedere il parere agli altri Assessorati interessati. L'Assessorato alla Programmazione ha così risposto: "Sotto il profilo dello sviluppo economico e della programmazione regionale, le modeste dimensioni dell'insediamento in oggetto (30-35 occupati) rendono sostanzialmente irrilevanti le scelte di localizzazione al riguardo.
Peraltro, date le caratteristiche produttive dello stabilimento e considerato che l'economia della zona è totalmente agricola, ed incentrata su produzioni casearie e risicole, si prospettano indubbiamente rischi d'inquinamento che sconsigliano in linea di massima la localizzazione prescelta, e richiedono comunque un'attenta analisi per valutarne la portata e se sia possibile o meno eliminarli completamente".
L'Assessorato all'Urbanistica ha trasmesso questa nota: "Esaminati gli atti in oggetto, questo Assessorato, pur costatando la compatibilità dell'insediamento in esame con le prescrizioni urbanistiche in atto sul territorio comunale, rileva che: per poter esprimere motivato parere in merito è necessario che il Comune trasmetta adeguata documentazione integrativa, relativa all'edificio adibito a tettoia, da cui si possa rilevare se detto edificio è in accordo con le norme di cui al primo comma, punto c, dell'art. 17 e al terzo comma dell'art. 19 della legge 6/8/1967 n. 765 la concessione della licenza edilizia, ai sensi dell'art. 10 comma quinto della succitata legge, è comunque in ogni caso subordinata all'esistenza delle opere di urbanizzazione primaria o alla previsione dell'attuazione delle stesse da parte del Comune o del privato. Nella fattispecie, quindi, dovrà essere richiesta, agli uffici del Genio Civile competente per territorio, la verifica dell'esistenza o meno delle opere d'urbanizzazione primaria, di cui all'art. 4 della legge 29/9/1964 n. 847 relative all'insediamento industriale in oggetto".
E' in corso inoltre - e questa è la terza fase che abbiamo promosso l'istruttoria presso l'Assessorato all'Agricoltura, che ha richiesto l'istituzione di un'apposita Commissione per esaminare il problema.
Ritengo pertanto che, allo stato attuale, non sia possibile dare una risposta definitiva e sia necessario attendere i risultati delle istruttorie in corso.
Ritengo comunque utile questa discussione in Consiglio Regionale, dalla quale spero possano emergere utili indicazioni per la futura definizione del complesso problema.



PRESIDENTE

La parola ad uno dei Consiglieri interroganti: Menozzi, Bertorello.



SANLORENZO Dino

E' stata letta la prima interrogazione in Consiglio Regionale Presidente?



PRESIDENTE

Le posso dire, in base ai documenti di cui dispongo, che il documento a firma Menozzi-Bertorello è pervenuto all'Ufficio di Presidenza, come dimostra il timbro, in data 10 maggio, quella Sanlorenzo-Fonio il 17 maggio.
Ha facoltà di parlare il Consigliere Menozzi. Mi permetto di ricordare a tutti che siamo in tema d'interrogazioni, per cui le risposte debbono essere estremamente concise.



SANLORENZO Dino

La mia e una interpellanza, Presidente.



PRESIDENTE

Nell'elenco che mi è stato passato figura come interrogazione.
Comunque, non c'è alcuna intenzione di strozzare la discussione, ma solo di portare avanti con un certo ritmo i lavori, in modo da riuscire a svolgere l'ordine del giorno.
Ha facoltà di parlare il Consigliere Menozzi.



MENOZZI Stanislao

Pur prendendo atto dell'impegno profuso dall'Assessore Chiabrando nel reperimento dei dati e delle osservazioni di carattere tecnico qui forniteci, non posso in questa sede non far rilevare che le preoccupazioni tra le popolazioni interessate, e principalmente tra i produttori agricoli della zona, sono tuttora vive, e, direi, in fase di accentuazione. Infatti proprio in una riunione a Borgolavezzano, produttori ed organizzazioni sindacali (quelle testè citate dall'Assessore Chiabrando) hanno nuovamente evidenziato i pericoli che comporterebbe il progettato insediamento. Lo stesso dott. Barbero, del laboratorio d'Igiene e Profilassi, ha manifestato perplessità circa le garanzie fornite dai titolari della ditta ed anche questa presa di posizione è valsa a rafforzare la convinzione già diffusa di tale pericolosità. Come se ciò non bastasse, alcuni Comuni della vicina provincia di Pavia, - precisamente Vespolate, Terdobbiate e Tornaco - e non solo alcuni comuni hanno assunto le loro posizioni e il problema è stato addirittura portato all'attenzione della Regione Lombardia.
Invito pertanto l'Assessore a voler continuare i suoi accertamenti, per riferire eventualmente in seguito con maggior conoscenza del problema.
Perché, se da una parte è da considerare positiva l'installazione di nuove industrie capaci di assorbire mano d'opera, con tutti i vantaggi che esse comportano, dall'altra dobbiamo renderci conto che i problemi dell'inquinamento stanno assumendo anche nel Piemonte dimensioni tali, da superare la portata degli interessi immediati. Essi non possono assolutamente sfuggire all'attenzione di questo Consiglio Regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Sanlorenzo.



SANLORENZO Dino

Non posso che dichiararmi solo parzialmente soddisfatto della risposta dalla alla "interpellanza", non interrogazione, come risulta dalla fotocopia che ho nelle mani, che ho presentato su questo argomento.
Intanto, è stato impiegato troppo tempo per mettere insieme una risposta parziale come quella che è stata data, perché se è vero che i documenti sono stati fatti pervenire all'Ufficio di Presidenza solo il 10 e il 17 maggio, da tale data è trascorso un mese, ed era sufficiente leggere i quotidiani di quella zona per rendersi conto dell'estrema complessità della situazione e degli inquietanti interrogativi che turbano non soltanto i coltivatori diretti ma tutte le popolazioni interessate al progettato insediamento.
A parte gli elementi di pericolosità dell'insediamento, su cui mi soffermerò poi brevemente, dietro questa vicenda c'è qualcosa di poco chiaro: non si capisce bene perché l'azienda, attualmente in funzione a Monza, intenda spostarsi, e non sono probabilmente campati in aria i sospetti che alla base del trasferimento vi sia una gigantesca speculazione edilizia. Desta sospetti anche la complessa serie di tentativi compiuti da questa azienda per cercar di sistemare altrove la sua micidiale produzione.
Ci sono pareri espressi dal Comitato incaricato, dal quale si attende un ulteriore parere in argomento; c'é un Consiglio comunale che dice no, c'è un Sindaco che invece dice sì, ma lo dice in un modo che da adito a non pochi sospetti: prima concede la licenza edilizia, nel corso di una seduta del Consiglio comunale nel cui ordine del giorno tale parere non figurava senza chiedere il parere della Commissione edilizia; quando pone la questione fra le "varie" all'ordine del giorno del Consiglio comunale (pensate: fra le "varie" un insediamento industriale), risponde alle obiezioni e agli interrogativi posti da un Consigliere di minoranza con qualche rapida assicurazione che non convince nessuno; il Consigliere di minoranza esce e dal verbale risulta che il Consiglio comunale "all'unanimità" ha deciso di concedere la licenza edilizia. Su questo fatto c'é un esposto presentato al Comitato di controllo. Un simile comportamento da parte di un Sindaco autorizza a pensare in rapporto a questa concessione tutto quello che si vuole.
Vorrei ancora intrattenermi brevemente su quel che significa una fonderia di piombo. Un articolo apparso recentemente sulla rivista tedesca "Der Spiegel" ci fornisce qualche elemento in proposito e ci fa la storia di quel che potrebbe succedere nella zona interessata a questo progetto d'insediamento: mucche avvelenate, cibi avvelenati, colture - in quella zona specializzate ed estremamente ricche - distrutte. Le assicurazioni date dalla Società tedesca della fonderia di Stolberg sono assolutamente simili a quelle che dà questa azienda prima di essere insediata in quella zona; si tratta di una drammatica esperienza, di cui vi risparmio la documentazione, anche se sarebbe assai interessante. Noi, d'altronde abbiamo alle spalle un'esperienza probante: quella della fonderia di Crescentino. Anche in quel caso abbiamo avuto assicurazioni, discussioni persino trattativa: ma sappiamo già in questi giorni come le conseguenze diano ragione a quelli che paventavano le conseguenze. Anche nella esperienza tedesca da me ricordata l'azienda intervenne a posteriori, a pagare i contadini, tacitando i Consiglieri comunali, e si aprirono delle Commissioni d'inchiesta che lavorano tuttora, tre anni dopo la denuncia del fatto.
Di qui la necessità di un'estrema cautela, e nello stesso tempo di un rapido intervento, da parte della Regione, per coordinare tutti i pareri che devono ancora essere espressi.
Chiudo questa mia replica invitando l'Assessore Chiabrando ad essere presente domani pomeriggio nel Comune di Borgolavezzano, ove il Comitato ecologico, le forze politiche e sociali si riuniranno per fare il punto della situazione. Io chiedo che a ciò si arrivi al più presto possibile con un parere definitivo dell'autorità politica della Regione in questa materia, dato che i precedenti che possiamo costituire in questo campo ci serviranno per tutto l'iter della programmazione del Piano regionale di sviluppo.


Argomento: Difesa idrogeologica

Interrogazione dei Consiglieri Zanone e Fassino sulla costruzione dei canali di gronda progettati dall'Enel in Valle Gesso


PRESIDENTE

Interrogazione e interpellanza sono discusse. Passiamo all'interrogazione dei Consiglieri Zanone e Fassino relativa a "Costruzione dei canali di gronda progettati dall'Enel in Valle Gesso".
I signori Consiglieri avranno certamente, come me, ricevuto, come da elencazione in indirizzo, dal Sindaco del Comune di Entracque una fierissima protesta ed un'illustrazione della delicata situazione che l'attuazione di questo progetto dell'Enel creerebbe in quella zona.
Oggi sull'interrogazione non hanno facoltà di parola che i due Consiglieri interroganti, Zanone e Fassino: questo argomento, tuttavia dovrà verosimilmente non soltanto essere portato a conoscenza del Consiglio ma impegnare il Consiglio ad una presa di posizione, il che potrà essere fatto se l'interrogazione verrà successivamente tramutata in mozione o in ordine del giorno.
Ha facoltà di parlare l'Assessore Chiabrando per la risposta.



CHIABRANDO Mauro, Assessore alla sistemazione idrogeologica ed all'uso delle acque

Se la raccolta dei dati per la formulazione della precedente risposta ha richiesto un certo tempo, per questa sono occorsi tre giorni soltanto.
L'interrogazione dei Consiglieri Zanone e Fassino è infatti recentissima.
Si tratta però di una risposta estremamente succinta: non corrisponde a verità che la Regione, o comunque il Genio Civile di Cuneo, abbia espresso pareri in merito a questo problema veramente grosso. In relazione alla dichiarazione fatta nella sua "lettera aperta" dal Sindaco di Entracque, di "essere a conoscenza dell'arrivo in Regione degli atti d'istruttoria relativi all'argomento, accompagnati dal parere favorevole espresso dall'Ufficio del Genio Civile", mi limito pertanto a dire che a tutt'oggi nulla di tutto questo è pervenuto in Regione. L'Ufficio del Genio Civile di Cuneo, da noi interpellato, ha fatto sapere che il parere verrà trasmesso tra breve, confermando che gli atti sono tuttora in mano dei tecnici del Genio Civile stesso.
Inviterei pertanto i due interroganti a voler soprassedere alla trattazione del tema proposto. C'e in argomento una ricchissima documentazione, frutto di precedenti convegni, riunioni e discussioni svoltesi anche nel nostro Consiglio, ma riterrei opportuno non addentrarcisi in questo momento visto che non abbiamo alcun elemento nuovo in mano rispetto a quelli sui quali abbiamo discusso tempo addietro.



PRESIDENTE

Ha facoltà di parlare il Consigliere Zanone



ZANONE Valerio

Mi dichiaro soddisfatto della risposta dell'Assessore, che del resto corrisponde ad una rettifica recentemente diffusa dallo stesso Sindaco di Entracque.
Poiché, a quanto sembra, il parere degli Uffici tecnici che si occupano di questa pratica sta per essere reso noto, vorrei richiamare l'attenzione dell'Assessore sull'opportunità di preventivare un dibattito in Consiglio sulla questione non appena siano pervenuti gli atti relativi.



PRESIDENTE

L'interrogazione è discussa, salvo la ripresa dell'argomento a tempo debito.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati - Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali

Interpellanze dei Consiglieri Vera, Menozzi ed altri, Ferraris ed altri Nesi ed altri sui provvedimenti a favore delle popolazioni danneggiate dalle grandinate e sulle inadempienze della società "Winchester"


PRESIDENTE

C'è un'interrogazione del Consigliere Carazzoni del 10 maggio. Il Consigliere Carazzoni, però, è in congedo, e la risposta, che compete all'Assessore Falco, dev'essere rimandata ad una prossima adunanza.
Ci sono infine interpellanze a firma dei Consiglieri Vera una, Menozzi Bertorello, Giletta la seconda, Ferraris, Raschio, Sanlorenzo, Besate Marchesotti, Berti la terza, alle quali si è aggiunta un'ulteriore interrogazione, pervenuta in data 20 giugno all'Ufficio di Presidenza da parte dei Consiglieri Nesi, Calsolaro, Fonio, Simonelli, Viglione, tutte riguardanti: "Provvedimenti a favore delle popolazioni colpite dalle gravi calamità abbattutesi sull'Astigiano e in svariate zone del territorio regionale, e relative alle inadempienze della società per azioni Winchester".
Vorrei a questo proposito chiedere all'Assessore Franzi se ha avuto notizia di questa interrogazione aggiunta dei Consiglieri Nesi, Calsolaro Fonio, Simonelli, Viglione, pervenuta il giorno 20, e se crede, dopo averla letta, di poterla accettare per conglobarle tutte in un'unica discussione e unica risposta. Allora, avvalendomi di una facoltà regolamentare, accolgo questa interrogazione, anziché comunicarla come di consueto al termine della riunione, e, data la disponibilità dell'Assessore Franzi a rispondere, la unisco alle altre cui verrà risposto congiuntamente.
Devo anche informare il Consiglio che è pervenuto da parte del Sindaco del Comune di Asti il testo dell'ordine del giorno approvato da quel Consiglio comunale in data 12 giugno '73, che avrei comunicato come di consueto al termine della riunione, allorché si dà notizia delle comunicazioni che ci pervengono, e che mi permetto di leggere soltanto nella parte conclusiva, affinché se ne possa tener conto nella discussione che seguirà.
A tutto questo evidentemente premetto, a nome del Consiglio Regionale non soltanto l'espressione in sé sterile di solidarietà con gli agricoltori così duramente provati da questa grandinata di carattere eccezionale, alla quale si accompagna il disappunto per il danno subito e il rammarico che le speranze coltivate, in rapporto alle quali si era pure lavorato da più parti per rendere realmente attuabile una difesa efficace contro il flagello della grandine, che quasi ogni anno distrugge i prodotti di questa agricoltura già estremamente impoverita e danneggiata, siano andate deluse esprimiamo l'auspicio, e, direi di più, l'impegno che, anche attraverso il risultato del dibattito di questa mattina, si riesca ad evitare in futuro il verificarsi di simili inadempienze; anche se, almeno stando alle notizie avute questa mattina, gli aerei ieri e ieri l'altro si sarebbero alzati e vi sarebbe stato, un intervento diretto, risultato di una certa efficacia.
Occorre evidentemente fare in maniera che la speranza degli agricoltori dei contadini, di essere efficacemente protetti dagli effetti delle calamità atmosferiche, divenga certezza, nei limiti di tutto quello che è nel senso umano di questa certezza.
Il Sindaco di Asti, nell'ordine del giorno votato dall'intero Consiglio comunale all'unanimità, praticamente fa consistere le richieste in dieci punti: 1) delimitazione immediata delle zone colpite e sollecita emissione del decreto ministeriale per accelerare i tempi tecnici per la concessione delle provvidenze previste dalla legge n. 364 2) urgenti pressioni e sollecitazioni perché venga finalmente emesso il decreto ministeriale per le zone colpite dall'avverso andamento stagionale protrattosi dal giugno all'ottobre 1972 e che ha portato alla perdita di oltre il 40 per cento della produzione vitivinicola 3) applicazione, nella determinazione delle provvidenze dei benefici previsti dagli artt. 3, 5 e 7 della Legge 364, "Fondo di solidarietà nazionale", dei parametri massimi a suo tempo determinati dal Ministero e pubblicati sulla circolare n. 11 del 15 ottobre 1970 4) proroga per almeno ventiquattro mesi dei ratei dei mutui e dei prestiti contratti dai produttori agricoli singoli ed associati scadenti normalmente il 1^ luglio e il 31 dicembre di ogni anno 5) concessione di contributi alle Cantine sociali delle zone colpite quale concorso sui costi di gestione per i minori conferimenti del prodotto sia per il 1972 sia per il 1973 6) richiesta al Ministero degli Interni di contributi straordinari di pronto intervento da devolvere a favore delle famiglie che a causa della grandinata si sono venute a trovare in condizioni particolarmente disagiate 7) richiesta d'intervento integrativo da parte della Regione Piemonte tenuto conto delle sue possibilità operative offerte in campo legislativo e finanziario 8) sospensione della riscossione delle imposte, tasse e tributi per il 1973 e sgravio successivo 9) nomina urgente di una commissione d'indagine che accerti i fatti e le responsabilità relativi alla vicenda Winchester per tutti gli eventuali provvedimenti che dovranno essere assunti anche a difesa del pubblico danaro, investito per la sperimentazione attiva contro la grandine 10) impegno di Governo e Parlamento per il miglioramento della legge 25 maggio 1970 n. 364, "Fondo nazionale di solidarietà", come richiesto da enti pubblici, organizzazioni di categoria e produttori agricoli, singoli ed associati.
Vorrei sapere se i Consiglieri interpellanti sono d'accordo che io dia la parola all'Assessore Franzi perché illustri la situazione, secondo la linea prevista per il dibattito, per poi intervenire a loro volta su queste comunicazioni, illustrando le loro interpellanze o interrogazioni. In questa discussione s'intende ovviamente compreso il punto specificamente messo all'ordine del giorno relativo al problema della grandine.
Chiede di parlare il Consigliere Zanone: su questa proposta?



ZANONE Valerio

Sull'ordine dei lavori. Per accertarmi che resti inteso che quando l'Assessore Franzi avrà svolto la sua relazione, possano interloquire anche i Consiglieri non presentatori di interrogazione.



PRESIDENTE

Senz'altro. Allora, pregherei l'Assessore Franzi di voler prendere la parola.



FRANZI Piero, Assessore all'agricoltura

Signor Presidente, signori colleghi, le interpellanze urgenti presentate dai colleghi Vera, Menozzi, Bertorello, Giletta, Ferraris Raschio, Sanlorenzo, Besate, Marchesotti e Berti e l'ultima di cui sono venuto a conoscenza pochi minuti fa, dei Consiglieri Nesi, Fonio Calsolaro, Simonelli e Viglione, denunciano ancora una volta la dolorosa situazione in cui molte popolazioni agricole della nostra regione sono venute purtroppo a trovarsi, a seguito di una violenta grandinata.
La meteora del giorno 8 giugno che ha colpito vasti territori delle province di Torino, Asti, Alessandria ed in parte di Novara e di Vercelli è stata di una violenza veramente inusitata. L'entità dei danni non è ancora stata definitivamente accertata, tuttavia si può dire già sin d'ora che sono molto vicini ai nove miliardi.
Gli uffici agricoli della Regione, cioè gli Ispettorati provinciali agrari, già fin dalle prime ore del giorno 8 giugno hanno iniziato l'accertamento della reale consistenza dei danni, sia per coltura che per entità e per zona.
La vastità del territorio colpito impegnerà per parecchi giorni i funzionari degli uffici periferici. A tal riguardo colgo l'occasione per esprimere un giusto riconoscimento di plauso ai Capi degli Ispettorati ed a tutti i funzionari ed impiegati che si stanno prodigando da circa dieci giorni per il più spedito accertamento della situazione dei singoli Comuni colpiti.
La situazione nelle varie province è la seguente: Alessandria - vigneti ettari 3777 con una perdita di ql. 291.823 per un valore approssimativo di due miliardi e 50 milioni; ortofrutticoli 25 ettari con mille ql. perduti per un valore di 17 milioni; cereali 1158 ettari, perduti 37.000 ql. per un valore di 127.380.000 lire.
Complessivamente sono 18 comuni con un totale di prodotti perduti per un valore di 2 miliardi e 200 milioni.
Asti - vigneti 6514 ettari, frutteti 139 ettari, con un danno complessivo di 5 miliardi 300 milioni; seminativi ed ortaggi 2132 ettari per un valore di 296.750.000 lire di danni. Complessivamente il danno ammonta a 5 miliardi 597 milioni ed i Comuni colpiti sono 44.
Novara - cereali ettari 3700 per un valore di 175 milioni ortofrutticoli 1340 ettari con 100 milioni di danni. Complessivamente il danno ammonta a 275 milioni.



PRESIDENTE

Sono costretto ad interromperla ancora, ma mi rivolgo al pubblico presente in aula: io dovrei invitare tutti ad uscire dall'aula perché non è possibile che gli estranei vi rimangano, ma almeno si consenta un passaggio per i funzionari che debbono provvedere ai lavori del Consiglio. Abbiano la cortesia.
Prosegua Assessore.



FRANZI Piero

Assessore all'agricoltura. I Comuni colpiti nella provincia di Novara sono 12: Torino: la grandine del 1^ giugno ha colpito 2781 ettari di superficie (quasi esclusivamente cereali) con 467 milioni di danni. I Comuni danneggiati sono 11.
La grandine dell'8 giugno ha colpito 2200 ettari di superficie con 667 milioni di danni. I Comuni danneggiati sono 16. Complessivamente il danno ammonta a 1.134.000.000.
Vercelli: la grandine dell'8 giugno ha colpito sei Comuni provocando 400 milioni di danni.
I danni assommano, nell'intera regione, a 9.600.000.000.
Ma indipendentemente dall'indicazione statistica sulla entità dei danni, quello che merita maggiore considerazione è la situazione in cui si trovano molte popolazioni che già lo scorso anno hanno avuto i prodotti danneggiati a causa delle avverse condizioni climatiche nella misura di circa il 50 per cento della produzione lorda vendibile.
E' il caso anche di fare osservare che alcune zone dell'astigiano già nel 1971 furono gravemente danneggiate dalla grandine.
Vi sono famiglie, quindi, che al consuntivo di tre anni, dai loro vigneti potranno ricavare appena il 15/20 per cento della normale produzione lorda vendibile triennale! E' una situazione che ci lascia veramente avviliti e sconfortati soprattutto se consideriamo che nella maggioranza dei casi trattasi di produttori coltivatori diretti, il cui reddito è da considerare quasi prevalentemente come reddito di lavoro.
Ma di fronte a questa tragica situazione cosa possiamo fare? Questa è la domanda che pongono gli interpellanti e che tutti noi poniamo a noi stessi.
Sulla scorta della vigente legislazione tutte le competenze per gli interventi in occasione di avversità atmosferiche e calamità naturali, sono rimaste di esclusiva attribuzione dello Stato ed infatti l'art. 13 del D.P.R. 15.1.72 n. 11, precisa che le competenze relative al fondo di solidarietà nazionale per le calamità naturali e le avversità atmosferiche sono delegate alla Regione ai sensi dell'art. 17 lettera b) della legge 16 maggio 1970 n. 281. La delega amministrativa regola infatti i rapporti Stato-Regione per quelle materie che restano di competenza dello Stato.
Ciò stante la Regione ha solo competenza di proporre la delimitazione dei territori e la successiva liquidazione e pagamento delle agevolazioni contributive e creditizie. La competenza invece a riconoscere gli eventi calamitosi, delimitare le zone, decidere quali benefici concedere e l'assegnazione dei mezzi finanziari, sono di competenza statale (Ministeri della Agricoltura e del Tesoro).
Le competenze regionali sono meramente esecutive, il che non può certo soddisfare la funzione operativa della Regione, tuttavia nella situazione attuale la dobbiamo accettare nella sua realtà giuridica e secondo l'interpretazione ministeriale di cui alla Circolare del maggio 1972 ove si dice che sulla base delle segnalazioni che perverranno e delle delimitazioni che saranno disposte di concerto con il Ministero del Tesoro il Ministero dell'Agricoltura provvederà a richiedere l'autorizzazione a prelevare le occorrenti disponibilità del Fondo di solidarietà e quindi ripartirle fra le Regioni colpite dagli eventi calamitosi, per far fronte agli interventi ad esse delegati. Si può quindi dire che le Regioni in materia di avversità atmosferiche e calamità naturali, nella condizione giuridica attuale svolgono solo ed unicamente quelle funzioni che erano già di competenza degli uffici periferici dello Stato, Ispettorato Compartimentale e Ispettorati provinciali dell'Agricoltura.
Indipendentemente da tale situazione la Giunta, quale organo di autonoma iniziativa, politica ed amministrativa, ha assunto proprie iniziative per raccogliere dalla viva voce dei danneggiati le raccomandazioni per sollecitare la procedura amministrativa e rendere più tempestive le provvidenze previste dal Fondo di solidarietà nazionale.
Il giorno 12 giugno, in un incontro tenutosi ad Asti alla presenza dei rappresentanti delle amministrazioni provinciali delle sei province del Piemonte, di Sindaci dei Comuni danneggiati, dei rappresentanti delle organizzazioni professionali e delle cooperative e di oltre un migliaio di coltivatori diretti, si è programmata una precisa linea d'azione per rispondere nel migliore dei modi alle istanze delle popolazioni danneggiate.
Il giorno 14 giugno siamo stati ricevuti dal Ministro Natali al quale abbiamo presentato la situazione dei danni, formulando una precisa serie di richieste per la più immediata applicazione delle provvidenze previste dalla legge 364 e l'illustrazione di un ordine del giorno votato dall'assemblea del giorno 12 giugno in Asti.
Per quanto riguarda i termini per la formulazione delle proposte da avanzare al Ministero dell'Agricoltura per la delimitazione delle zone danneggiate, come Regione ci siamo assunti l'impegno di provvedere entro quindici giorni, anziché in quello di 30 giorni previsti dalla legge. I lavori d'accertamento sono pressoché completati ed entro la prossima settimana posso assicurare che verranno consegnati a mano agli uffici del Ministero dell'Agricoltura tutti gli elaborati e ciò per evitare possibili ritardi con la trasmissione postale. Per illustrare gli elaborati tecnici si recherà a Roma il Capo dell'Ispettorato compartimentale dell'Agricoltura e i Capi degli Ispettorati provinciali di Asti e di Alessandria.
Al Ministro Natali ed al suo Capo Gabinetto dr. Pistella abbiamo richiesto altrettanta sollecitudine e tempestività secondo i tempi brevi su cui si è impegnata ad operare la Giunta della Regione Piemonte.
La risposta del Ministro è stata oltremodo tranquillante, poiché ha impegnato i propri uffici ad esperire tutte le procedure di competenza ministeriale entro tempi brevi uguali a quelli della Regione e cioè non oltre 15 giorni al massimo dalla data di presentazione delle proposte. E' stato altresì assicurato che con la pubblicazione dei decreti, sarà immediatamente disposto un primo accredito di fondi per i più immediati interventi.
Abbiamo chiesto ed ottenuto la sospensione dei termini di pagamento delle rate di mutuo e delle cambiali agrarie e la dilazione a 24 mesi. Il relativo provvedimento ci è stato assicurato che sarà emesso non appena perverranno al Ministero le proposte della Regione.
Abbiamo ancora avuto assicurazione che i provvedimenti per l'assegnazione dei fondi riguardanti i decreti di delimitazione per le avversità atmosferiche del 1972, sono stati firmati il 13 giugno corrente e che pertanto quanto prima gli istituti esercenti il credito agrario saranno in grado di erogare i prestiti agevolati previsti dal Fondo di solidarietà nazionale.
Abbiamo altresì esaminato le possibilità di adeguare i parametri di indennizzo per l'applicazione dell'art. 5 della legge 25 maggio 1970 n. 364 e il Ministro ha confermato quella che era già una nostra precisa convinzione, che l'assunzione di tali decisioni potesse essere assunta direttamente dalla Regione, sempre, ovviamente nei limiti delle indicazioni ministeriali.
Sono ancora state avanzate al Ministro specifiche richieste per la concessione di contributi per le Cantine sociali, ai sensi dell'art. 3 della legge 364, al che ci è stato risposto che tale intervento potrà essere esaminato nel momento in cui sarà rifinanziato l'art 8 del 2^ Piano verde, il cui provvedimento è stato approvato alla Camera nella seduta del 17 maggio '73 e che prevede stanziamenti per lire 24 miliardi per i tre esercizi '73/74/75.
Sono state altresì evidenziate le particolari esigenze di rivedere le procedure e le sfere di competenze, nonché le misure d'intervento previste dalla legge sul Fondo di solidarietà.
Circa gl'interventi che può disporre la Regione, è bene considerare che vengono interessati aspetti giuridici quanto mai controversi e ciò per le ragioni che in parte sono già state esaminate. La Regione ha delle competenze proprie, e come è noto sono amministrative e legislative solo ed unicamente nelle materie di propria competenza. E' da ricordare infatti che la norma transitoria ottava della Costituzione precisa che con legge della Repubblica viene regolato il passaggio delle funzioni statali attribuite alle Regioni, incombenza che è stata soddisfatta Con il D.P.R. 15 1.1972 n.
11.
Ho già ricordato che le competenze in materia di solidarietà, in conseguenza di eventi atmosferici e calamità naturali a mente dell'art. 3 del citato D.P.R. n. 11, sono rimaste alla competenza statale.
Ma indipendentemente da tali considerazioni d'ordine meramente giuridico ed invece forte dell'interpretazione dello Statuto Regionale dell'art. 2 e Titolo IV ove si sancisce in modo inconfutabile il diritto di partecipazione dei cittadini alle scelte operative della Regione, la Giunta nella seduta di mercoledì 20 ha approvato uno specifico provvedimento di legge per poter intervenire in ogni occasione in cui si appalesino particolari esigenze di carattere umano e sociale.
Il disegno di legge della Giunta, strutturato come fondo continuativo prevede la dotazione di 700 milioni dai quali saranno prelevate somme occorrenti per consentire, in caso di eccezionali avversità atmosferiche e calamità naturali, la concessione di prestiti e indennizzi di pronto intervento, la concessione di sussidi alle Cantine sociali e la concessione di contributi ai Consorzi ed enti che attuano la difesa delle produzioni agricole dalle avversità atmosferiche. La decorrenza di tali iniziative è prevista con inizio dal 1^ aprile 1972. Il disegno di legge in parola sarà presentato alla Presidenza del Consiglio entro i prossimi giorni.
L'iniziativa della Giunta non vuole certo forzare l'interpretazione della legge e non vuole interferire nelle competenze statali, ma vuole soltanto essere la risposta affermativa della presenza della Regione stessa a favore delle popolazioni agricole che ogni anno si vedono fortemente ridotti i loro già scarsi redditi a causa di grandinate, gelate, brinate ecc. e vuole anche essere la risposta affermativa ai numerosi coltivatori diretti delle province del Piemonte, molti dei quali qui presenti, che attendono le nostre decisioni.
Circa l'ultima interpellanza presentata dai colleghi del Gruppo socialista, (di cui ho avuto notizia solo stamattina) sui rapporti con la Winchester, devo dire che la richiesta di nominare una Commissione per accertare quali sono state le cause per cui gli aerei di quella società non si sono levati in volo nella notte dal 7 all'8 giugno, è un'iniziativa che deve partire dalle amministrazioni provinciali quali parti contraenti del contratto con la Winchester e quindi controparti legittimate ad agire. I Presidenti si sono già riuniti a Torino e nel corso della passata settimana hanno deciso di nominare una Commissione d'indagine per accertare le specifiche ragioni del mancato intervento da parte della Winchester.
Ad indagine ultimata si deciderà quale azione intraprendere nei confronti della Società inadempiente.
Però sono necessarie alcune altre precisazioni: si tratta di un esperimento (come ho già avuto modo di dichiarare ad Asti) e non di un'assicurazione che si è voluto dare ai produttori agricoli, che con gli interventi mediante l'inseminazione di ioduro d'argento in atmosfera si potessero eliminare i danni della grandine. E' un esperimento che viene esercitato su un territorio di 1 milione e 500.000 ettari, che interessa le sei province della Regione Piemonte, che viene condotto con la collaborazione dell'Istituto di meteorologia del Ministero dell'Agricoltura e programmato per tre anni, in continuazione di quello iniziato alcuni anni fa dalla Camera di Commercio di Asti e dall'amministrazione provinciale poi. A tale riguardo è bene ricordare che già per tre anni, con la collaborazione del Comitato nazionale delle ricerche, si è provveduto a fare esperimenti (per determinare quali possibilità vi erano di ridurre i danni della grandine) mediante l'inseminazione di ioduro con bruciatori a termo.
Nell'anno 1972 l'esperimento è stato portato avanti dall'amministrazione provinciale con una prima convenzione con la Winchester ed è stato esercitato su 80.000 ettari, con una spesa di 120 milioni; il contributo della Regione fu di 50 milioni. Per il 1973 l'iniziativa è stata portata avanti dall'Unione delle Province della regione Piemonte, in collaborazione con la Regione, questa collaborazione si riduce ad un contributo pari al 50 per cento dei 400 milioni che annualmente vengono erogati dalle amministrazioni provinciali alla Winchester.
Nell'interpellanza si chiede di conoscere il tipo di contratto e altre cose che in questo momento mi sfuggono. Niente in contrario a fare avere agli interpellanti la copia del contratto sottoscritto dall'Unione delle Province. In questo contratto si prevede quanto segue: "La durata della difesa attiva contro la grandine, diurna e notturna, deve iniziare il 15 maggio 1973 e si protrarrà fino al 15 settembre '73 e comprenderà tre cicli annuali per gli stessi periodi e quindi a tutto il 15 settembre 1975. Le Province contraenti s'impegnano a svolgere ogni intervento che avesse a rendersi necessario, presso le autorità competenti a concedere i permessi di volo, fermo restando che alla società contraente fa carico l'obbligo di ottenere tutte le licenze e i permessi necessari per dare inizio e portare a compimento l'esecuzione del servizio".
Per quanto riguarda i controlli nei confronti della società, è detto: "Si riconosce alla Provincia di Asti, in nome di tutte le Province, il diritto di effettuare il controllo continuativo anche con l'ausilio di tecnici specializzati, per una razionale e ottimale esecuzione del servizio della società contraente".



SANLORENZO Dino

E le penali?



FRANZI Piero, Assessore all'agricoltura.

Non sono previste penali.
Questo è il contratto stipulato. Già nella riunione del giorno 12 è stata richiesta la costituzione di una Commissione d'indagine che deve accertare quali danni possono essere richiesti alla Winchester per il mancato intervento.
Questa è la fotografia della situazione generale in ordine ai danni agli incontri che si sono avuti con i produttori agricoli, con il Ministro dell'Agricoltura, alle iniziative che la Regione intende assumere e ai rapporti che intercorrono fra Regione, Province, Winchester.
Non credo ci sia altro da aggiungere perché sono fatti noti e che già in altre occasioni sono stati ampiamente illustrati.



PRESIDENTE

Aprirei la discussione seguendo questo criterio: darei per primi la parola ai firmatari delle interpellanze e interrogazioni, aprendo poi l'iscrizione a parlare per tutti gli altri, firmatari delle interpellanze e interrogazioni, o no, considerando così il dibattito aperto sul punto specifico all'ordine del giorno.
Seguendo il criterio del tempo di presentazione, la prima interpellanza è stata presentata dal Consigliere Vera, il quale pertanto ha facoltà di parlare. Segue la seconda interpellanza che ha come primo firmatario Menozzi, la terza che ha come firmatario Ferraris, la quarta che ha come primo firmatario Nesi.



NESI Nerio

Il Gruppo socialista ha designato a parlare il Consigliere Fonio.



PRESIDENTE

Va bene. La parola al Consigliere Berti sull'ordine dei lavori.



BERTI Antonio

Noi comunisti, come lei sa, abbiamo chiesto questa seduta straordinaria del Consiglio, che ha quindi la precedenza sulle interpellanze. Chiedo perciò che il rappresentante comunista abbia la parola subito.



PRESIDENTE

Loro hanno scritto una lettera con questa richiesta, abbiamo dibattuto il problema in sede di Capigruppo e si è convenuto che non si sarebbe raggiunta una convocazione prima della giornata di oggi e quindi la convocazione odierna non avviene su istanza del Gruppo comunista, ma attraverso ad un raggiunto accordo di tutti quanti.



BERTI Antonio

Si tratta comunque del dibattito collegato a quella richiesta.



PRESIDENTE

Mi permetta di seguire questo criterio, siccome il Regolamento non lo abbiamo ancora compiutamente specificato, mi pare che la scelta che dò sia obiettivamente accettabile.
La parola al Consigliere Vera.



BERTI Antonio

Chiedo che sia convocata la riunione, a norma di regolamento.



PRESIDENTE

Ma non è così.



BERTI Antonio

E' così.



PRESIDENTE

Va bene, riunite i Capigruppo nel mio studio. Prego le persone che sono qui presenti di sgomberare l'aula e di lasciarla completamente libera, come è scritto anche nel Regolamento



BERTI Antonio

Ma perché? Questo è un ricatto che si rivolge verso la gente che è qui presente.



PRESIDENTE

Devo avere la possibilità di presiedere.



BERTI Antonio

Ma io ho esercitato un mio diritto, ma che cosa mi sta dicendo?



PRESIDENTE

La seduta è sospesa e i Capigruppo sono convocati da me. I non appartenenti al Consiglio sono pregati di sfollare l'aula.



BERTI Antonio

Voi state qui invece.



PRESIDENTE

Consigliere Berti!



BERTI Antonio

Non alzi la voce, non glielo consento.



PRESIDENTE

Consigliere Berti, la richiamo! Ringrazi che la seduta è tolta.



(La seduta, sospesa alle ore 11,30, riprende alle ore 12)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Invito coloro che non fanno parte del Consiglio Regionale, di accedere in quanto possibile alla tribuna o fuori del corridoio, altrimenti non posso proseguire nei lavori del Consiglio.
Nel loro stesso interesse li invito a voler sgomberare l'aula, anche qui lateralmente. Io devo fare rispettare il Regolamento, quindi prego i signori che sono ancora qui, di uscire.
Là dietro c'é un funzionario che deve avere la possibilità di muoversi...
Chi ha parlato? E' già uscito? Ne prendo atto, altrimenti lo invitavo io ad uscire.
Debbo informare allora il Consiglio che coloro i quali erano i primi firmatari delle interpellanze e delle interrogazioni e che avrebbero avuto la facoltà di prendere per primi la parola, (così come avevo enunciato quando si diede inizio al dibattito, proponendo al Consiglio di considerare le risposte date alle interrogazioni ed interpellanze come intervento anche sulla relazione dell'Assessore Franzi portata al punto 3) dell'ordine del giorno) avendo rinunciato a parlare nell'ordine che avevo indicato, seguo il criterio dei primi iscritti a parlare e siccome per primo iscritto a parlare stamattina era il Consigliere Gerini, dò a lui la parola.



GERINI Armando

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, vorrei innanzi tutto premettere che il Gruppo liberale questa volta non presentò interpellanze od ordini del giorno perché venne convenuto, in una riunione di Capigruppo che in questa tornata si sarebbe addivenuti all'esame della situazione creatasi a seguito dei danni provocati dalla grandine e in questo senso il Gruppo liberale, attraverso la mia persona, membro della VI Commissione agricoltura, avrebbe chiesto la parola.
Detto questo, vorrei brevemente illustrare la situazione che si è determinata a seguito di questa grave calamità atmosferica. Infatti è stato detto che il flagello bianco abbattutosi nella notte fra il 7 e l'8 giugno scorso è stato certamente il più grave e spaventoso che il Piemonte ricordi negli ultimi quindici anni. Ancora una volta, purtroppo, a farne le spese è l'agricoltura astigiana ed alessandrina in grande parte.
Da dodici anni, signor Presidente, siedo nei banchi del Consiglio Provinciale di Alessandria, da tre anni sono con voi colleghi Consiglieri e purtroppo non è trascorso anno che non abbia assistito a dibattito sulla grandine caduta o su calamità atmosferiche patite. Solo nel 1970, dopo un faticoso iter, il Parlamento licenziò la legge 364, meglio conosciuta come Fondo di solidarietà nazionale, legge, dobbiamo dirlo, nata male, nata povera, macchinosa, settoriale, sovente, nella sua ristrettezza, anche inconcludente. Forse si sperava nella clemenza del tempo? Con i fondi stanziati -50 miliardi annui - per l'intero territorio nazionale, si sperava forse nella deflazione? Si faceva affidamento su una burocrazia più spedita? Non so, ma so per certo che l'applicazione della legge si è verificata male e solo con qualche miglioramento in periodo elettorale. I consorzi di difesa attiva e passiva, costituiti in base all'art. 14 della legge 364, sono nati all'insegna della sfiducia, con una percentuale di partecipanti di poco conto. L'agricoltura è stata aiutata solo ad intervalli ed ingenerosamente e così l'esodo dalle campagne, da quelle belle e fertili campagne del Monferrato, dell'astigiano e della Langa, è stato accelerato incentivando la congestione urbana e lasciando al gerbido alle vipere, all'occhio malinconico del turista della domenica colture che un giorno erano pregiate ed invidiate.
Dopo l'ultima calamità, è ora di voltare, pagina, di dimostrare ai nostri buoni e fin troppo pazienti contadini che la Regione deve servire anche per loro e specialmente per loro. Non si possono varare necessari piani come quello zootecnico, istituire comunità montane, se non si provvede a monte di tutto questo, se non si lotta di più e con migliori criteri, se non vengono pagati i danni, se vogliamo che nei nostri paesi vicino ai nostri vecchi, rimanga ancora qualche giovane.
Questo io lo debbo dire perché, residente in un piccolo Comune, in un Comune agricolo sovente danneggiato dalle calamità atmosferiche.
La prima proposta di legge regionale d'iniziativa di enti locali presentata dalla provincia di Vercelli e da altri sei Comuni viciniori dopo la violentissima grandinata del 1° agosto dell'anno scorso ha evidenziato duramente la carenza della legge 364 che esclude da provvidenze le colture cerealicole, impoverendo i produttori, rendendo sottoccupati i lavoratori agricoli e danneggiando artigiani singoli ed associati che nel settore operano.
L'esperimento di difesa attiva mediante flotta aerea, meglio ora conosciuto come esperimento al ioduro d'argento, anche se quella notte gli aerei non si sono bagnati comincia a generare perplessità e fieri dubbi.
C'è chi dice che per essere solo un esperimento dovrà durare troppo e sarà assai caro, tre anni per 1200 milioni. La Winchester ci fornirà forse più cartucce da caccia che acqua disciolta da nubi grandinifere, ma tant'é, la convenzione è scattata ed il corso del contratto assicurato, anche se i velivoli non si sono, come ho detto, bagnati.
L'amico Assessore Franzi tuttavia, con tanta carne al fuoco per altri problemi agricoli, ha anche in questa circostanza (e glielo debbo testimoniare) fatto il suo completo dovere presiedendo riunioni capeggiando delegazioni a Roma, rilasciando obiettive interviste come quella apparsa giorni fa su un giornale di Vercelli. Tuttavia, a leggere i giornali importanti si possono forse nutrire dubbi e sul comportamento della Winchester e su quello di amministrazioni provinciali, circa i modi ed i tempi della stipula della convenzione, con riferimento all'art. 3 della convenzione stessa. Prendiamo a caso una data fra le tante che la Winchester indica a sua difesa per le imprevedibili serie di intralci burocratici sopravvenuti, quella dell'11 maggio, giorno nel quale a Caselle vi fu l'inaugurazione ufficiale della flotta aerea. Siamo a quattro giorni dalla decorrenza della convenzione, forse la Winchester ha già incassato cento milioni all'atto della firma della convenzione, pari al terzo della cifra annuale pattuita e sta per riceverne forse altri cento e rotti per l'inizio dell'operazione. "A terra - si legge - sono predisposte tutte le apparecchiature nonché tutti gli aerei muniti di termodispersori, ivi compreso il Jet T 33".
Fra i convenuti alla cerimonia è sfuggito a qualcuno di dire al dr.
Amisano, amministratore delegato della Winchester "Se martedì 15 maggio dovesse per caso il radar di Verona o di Biella, o di Nancy o di Lione segnalare qualche nube grandinifera, i suoi aerei è garantito che si alzino a lottare con lo ioduro d'argento? ".
Io credo che non basti firmare una convenzione di tale importanza ed ampiezza senza avere concrete garanzie di funzionamento. Si sa ormai che se non è un anno è l'altro, la grandine colpisce nella prima quindicina di giugno ed è la peggiore grandinata perché colpisce tutti i raccolti, dal grano in maturazione, alla vite in rigoglio, alla frutta, agli ortaggi. E' la calamità più tremenda, è quella che reca il danno e le beffe perch bisogna poi lavorare di più con gli anticrittogamici.
Molti contadini, convinti che questa difesa scattasse tempestivamente e convinti della sua efficacia, si dice abbiano soprasseduto all'impiego di altre misure di difesa attiva quale l'impianto di reti protettive in buon uso in altre regioni, o desistito da misure di difesa passiva quali maggiori premi di assicurazione. Ora che la frittata è fatta, rimanendo tuttavia nel cuore di molti il dubbio a chi attribuire ogni responsabilità si rende necessario chiedere al Consiglio Regionale se non ritenga opportuno che una Commissione speciale d'indagine venga per questo caso istituita. Se, come è ritenuto da molti, la società Winchester sarà in difetto, oltre alla restituzione di quanto percepito dovrà anche accollarsi i danni.
Infine, visto che la provincia di Asti attende ancora gli indennizzi del 1972 (e per i quali l'Assessore Franzi ci ha dato testè assicurazione) che la legge 364 è carente sotto ogni punto di vista, anche se funziona meglio al sud che al nord, il mio Gruppo chiede che il Consiglio Regionale approvi senza indugi una legge ad integrazione delle provvidenze previste dalla più volte richiamata legge nazionale n. 364 del 25.5.70, allargando anche la sfera d'intervento, come richiamato dalla proposta di legge regionale n. 62, presentata dalla provincia di Vercelli e Comuni viciniori.
D'accordo che le competenze, come ci ha detto poc'anzi ancora l'Assessore Franzi, in materia di calamità rimangono allo Stato, tuttavia la Regione deve mostrare un volto, deve premere, deve fare una di queste leggi integrative perché tutti la vogliono. I contadini devono rimanere ancorati alle nostre terre, se vogliamo maggiore prosperità, maggior benessere e più ottimismo.



PRESIDENTE

Devo informare il pubblico che non sono consentite né disapprovazioni né approvazioni, mi vedrebbero costretto a fare allontanare dall'aula quelli che dissentono o consentono in manifestazioni esterne E' iscritto a parlare il Consigliere Ferraris, ne ha facoltà.



FERRARIS Bruno

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il nostro Gruppo, a differenza di quello del collega Gerini, non solo ha presentato un'interpellanza come altri Gruppi, ma ha sollecitato la convocazione di questa riunione o l'inserimento di questi problemi nei lavori della seduta odierna e lo ha fatto non solo perché non ha trattato con la Winchester, ma soprattutto (al di sopra di questo spiacevole fatto su cui dovrò soffermarmi) per chiedere che questo Consiglio si schieri assieme agli enti locali della provincia di Asti, assieme ai Comuni, all'amministrazione provinciale, ai sindacati operai a sostegno delle rivendicazioni o meglio, della vertenza che le organizzazioni professionali contadine e i sindacati agricoli della mia provincia in rappresentanza dei danneggiati di tutto il Piemonte, hanno aperto nei confronti del Governo e anche nei confronti della Regione.
I dati e le cifre fornite dall'Assessore all'agricoltura sono già di per sé eloquenti: 98 Comuni colpiti, 9/10 miliardi di danni in quasi tutte le province della regione, con epicentro nella provincia di Asti ed Alessandria. L'intero raccolto, o gran parte del raccolto di migliaia di aziende distrutto, cancellato, gravi danni agli impianti, soprattutto ai vigneti che ridurranno al 50 per cento anche il raccolto della prossima campagna agraria. L'intero reddito di migliaia di famiglie contadine interamente perduto o quasi, a seconda dei casi.
Ma - e lo ha già fatto in parte l'Assessore - per valutare in tutta la loro disastrosa portata, le conseguenze di ordine economico e sociale ed anche psicologiche poste in movimento da questi 9/10 miliardi di anni occorre tenere presente da una parte la situazione di crisi acuta in cui versano ormai da tempo le aziende contadine, e dall'altra che i danni delle recenti grandinate sono venuti ad aggiungersi a quelli assai gravi provocati dal maltempo dello scorso anno: mi riferisco ai 60 miliardi dell'annata nera, mi riferisco ai 30 miliardi della vendemmia amara del '72 per i quali, nonostante le promesse iniziali del Governo non sono ancora state erogate le pur modeste previdenze previste dal Fondo di solidarietà anzi, si è appreso che le stesse non verranno più disposte.
La nostra Regione del resto, nonostante gli impegni assunti dall'Assessore di fronte alle organizzazioni contadine, non ha finora predisposto alcunché. Soltanto ora abbiamo appreso che la Giunta avrebbe finalmente deciso di presentare un proprio progetto di legge. E' bene ricordare, come ha già fatto Gerini, che presso gli uffici del Consiglio e della VI Commissione agricoltura pendono: una proposta di legge presentata dalla Provincia di Vercelli e dai cinque Comuni danneggiati dalla grandine lo scorso anno (tra l'altro venne iscritta all'ordine del giorno fino alla seduta precedente a questa) e una proposta di legge presentata dal nostro Gruppo. Ma ne parleremo a suo tempo.
Per tornare ad una sintetica valutazione della situazione e per capire soprattutto la gravità della stessa, occorre pensare che le famiglie contadine che oggi hanno perduto l'intero raccolto e con esso ogni fonte di reddito, già lo scorso anno avevano perduto il 40/50 per cento delle proprie entrate. Tutto ciò in una situazione che vede ridotte le già modeste risorse della azienda contadina e mentre la crisi si aggrava. E' di questi giorni la caduta del prezzo del latte, della carne, mentre si assiste ad un aumento dei prezzi dei mangimi e ad un generalizzato aumento dei prodotti necessari all'esercizio dell'attività agricola.
E' questo il quadro esatto nel quale occorre collocare questi 9/10 miliardi di danni provocati dalla grandine, o meglio, è in questo quadro che le conseguenze di tali danni emergono in tutta la loro drammaticità sul piano sociale, economico ed anche psicologico, con risvolti e sbocchi diversi a brevissima scadenza. Ad aggiungersi a questo quadro, già quanto mai nero e fosco, vengono da una parte il disinganno, quasi la beffa per la mancata entrata in azione della difesa aerea, dall'altra la consapevolezza da parte dei diretti interessati di una legge d'intervento, cosiddetto Fondo di solidarietà, che è costata anni di battaglie e di lotta ai contadini italiani. Questa legge è assolutamente inadeguata, farraginosa lenta e, ciò che è anche peggio, non è quasi mai stata integralmente applicata dai vari Governi che si sono succeduti dal '70 in qua.
Per quanto riguarda l'allucinante vicenda della mancata entrata in azione della difesa aerea sperimentale, faccio subito osservare che proprio perché si tratta di un'attività sperimentale, sarebbe stata cosa doverosa e saggia sia da parte delle Province, sia da parte della Giunta Regionale e dell'Assessore competente, fare le cose con la massima discrezione per non accreditare facili e comprensibili illusioni. Anziché creare illusioni e certezze col troppo parlarne sulla stampa e con la rassegna di Caselle sarebbe stato meglio (chissà se l'Assessore concorda? ) discuterne di più in questo consesso ove invece l'argomento non è stato né dibattuto n deliberato; pigrizia, Assessore, o scarso rispetto delle prerogative di questo Consiglio? Eppure si tratta di una spesa assai consistente che impegna il bilancio della Regione per 600 milioni nel triennio.
Ho definito questa vicenda "allucinante", e come definire diversamente le vicende burocratiche che avrebbero impedito alla Winchester di dare battaglia alle nubi grandinifere? Prima mancava l'autorizzazione per far volare il jet, poi bisogna reimpostare le assicurazioni dei piloti ecc.
mentre in data 11 maggio, di fronte alla stampa, all'aeroporto di Caselle di fronte a coloro che in genere assiepano le manifestazioni coreografiche tutto era pronto per la battaglia che la flotta della Winchester avrebbe ingaggiato dal 15 maggio '73 al 15 settembre, giorno e notte per la non modesta cifra di un miliardo e 200 milioni.
Noi non mettiamo in discussione il valore di questa attività sperimentale, anche dopo ciò che è successo, del resto, per primi abbiamo a suo tempo sollecitato che esperimenti di questo tipo venissero portati avanti. Per la verità avremmo preferito che si realizzassero in altro modo proseguendo gli esperimenti già messi in atto dall'equipe guidata dal prof.
Henry Papet nell'astigiano per conto del Consiglio nazionale delle ricerche. Ma se non mettiamo in discussione l'esigenza di portare avanti questi esperimenti, mettiamo in discussione sia il testo della convenzione stipulata dalle Province e non discussa dal Consiglio Regionale (anche se la Regione, con delibera di Giunta, si è addossata il 50 per cento della spesa), sia l'imperdonabile leggerezza di chi pure avrebbe dovuto vigilare e controllare sulla corretta ed efficiente esecuzione del servizio, per il buon esito dell'esperimento e per l'esigenza, ancora superiore, di un oculato e scrupoloso impiego del denaro pubblico.
Per queste ragioni il Gruppo comunista richiede, come del resto altri hanno già fatto, l'istituzione di una Commissione d'inchiesta per appurare sia le precise responsabilità della Winchester (che già emergono in tutta la loro gravità) sia quelle di chi avrebbe dovuto vigilare e non lo ha fatto o lo ha fatto male e solo parzialmente.
E non mi pare adeguata la risposta dell'Assessore quando dice che è una questione di pertinenza delle Province, non è solo delle Province se il 50 per cento dell'onere sarà sopportato dalla Regione Piemonte.
Per quanto riguarda l'inadeguatezza della legislazione attuale l'insufficienza della 364 e sua parziale applicazione si tratta di temi di fondo del dibattito odierno che unitamente alla richiesta di un intervento integrativo della Regione fanno parte di quella vertenza che all'unanimità le organizzazioni professionali ed i sindacati agricoli hanno dichiarato di voler aprire e di fatto hanno aperto proclamando lo stato d'agitazione delle categorie contadine nei confronti del Governo e della Regione.
I contadini danneggiati e non danneggiati che assiepano per la prima volta le nostre tribune, i corridoi e le scale di questo palazzo sono già stati protagonisti di quattro successive giornate di lotta e di protesta svolte nei 14 giorni che ci separano dalle grandinate dell'8 giugno. Essi sono qui, accompagnati dai loro sindaci, dagli amministratori provinciali essi sono qui con il sostegno dei più importanti enti locali dell'astigiano e dell'alessandrino, essi sono qui accompagnati dal sostegno e dalla simpatia dell'opinione pubblica e di tutte le forze politiche democratiche dei sindacati operai che forse per la prima volta nella storia sono scesi in sciopero incrociando le braccia per alcune ore in segno di solidarietà che è un concreto, operante impegno di lotta.
Sono qui, dicevo, per sapere con chi sta la Regione, nella vertenza che li oppone al Governo ed ai Ministeri che non applicano le leggi dello Stato, se sta con loro o se se ne disinteressa; sono qui per aprire una vertenza anche con la Regione la quale non si è comportata in modo molto diverso da come si sono comportati i Ministri Natali e Malagodi. Il Governo, i Ministri, l'Assessore si erano impegnati di fronte al concerto o cartello - a seconda di come lo si vuole chiamare - che aveva in più riprese rappresentato le istanze dei viticultori, dei contadini di tutto il Piemonte.
Abbiamo già detto agli amici amministratori della Provincia e dei Comuni di Vercelli, ai compagni contadini di Vercelli che la loro proposta di legge è stata la prima presentata ad iniziativa degli enti locali; è un documento che raccoglie il succo delle rivendicazioni per le quali i contadini italiani si sono battuti per vent'anni per avere veramente un fondo di solidarietà che realizzi il principio dell'indennizzo. Noi però a questi compagni ed amministratori abbiamo il coraggio di dire qui che quella rivendicazione è giusta ma nei confronti del Governo, mentre non pu essere accolta dalla Regione Piemonte, vorrebbe dire (ammesso che non vi siano intralci giuridici) impegnare forse metà del bilancio dalla Regione.
Però, dall'avere il coraggio di non accogliere le cose che non si possono fare, a non fare quelle che invece si possono e si debbono fare, ci corre.
Di qui la nostra proposta, assai modesta, che accoglieva le richieste fondamentali dell'intervento a favore delle società cooperative, in particolare delle Cantine sociali, per le spese di gestione, per il ricondizionamento del prodotto che tutti insieme avevamo calcolato che ammontavano a 500/600 milioni; l'intervento integrativo delle aziende individuali noi abbiamo cercato di contenerlo in una spesa di qualche miliardo, con la formula della sostituzione della Regione a restituire una parte dei prestiti, in modo da seguire una delle previdenze previste dall'art. 5 della legge per i contributi a favore dei consorzi per le varie altre forme di difesa attiva e passiva.
Io non mi addentro in un esame puntuale delle rivendicazioni contenute nella piattaforma della vertenza aperta dalle organizzazioni sindacali piattaforma formulata del resto alla presenza dell'Assessore all'agricoltura, di fronte ad un migliaio circa di danneggiati e che porta anche la firma della Coldiretti la quale poi, pur avendo preso - come ho detto in un giornale del mio partito - una decisione inconsulta e pretestuosa, ha deciso di ritirarsi dalla manifestazione, ma non mi risulta che abbia rinunciato a battersi per quella piattaforma, alla quale quindi dobbiamo attenerci.
Ho detto che non entro nei dettagli e del resto il Presidente all'inizio di questa seduta ci ha letto un ordine del giorno che vi faceva riferimento. Io pongo soltanto alcune questioni per arrivare subito ad un giudizio: sostanzialmente con questa vertenza le organizzazioni contadine a buon diritto, chiedono: che la legge 364 sia applicata integralmente in tutte le sue parti, soprattutto in quelle che prevedono l'erogazione di quei quattro soldi che sono poi rappresentati dal contributo a fondo perduto fino a 500.000 lire; che, ove occorra, sia giusto e necessario in base all'applicazione dei parametri al massimo livello previsto dalla legge, siano concessi ad integrazione prestiti allo 0,50 per cento restituibili soltanto al 60, cosa che fino ad ora non è avvenuta, salvo rarissimi casi perché o gli Ispettorati o le Banche fanno pressioni, con la scusa che non ci sono fondi, per far scegliere l'una o l'altra cosa.
Voglio poi sottolineare l'altro importante punto contenuto in questa piattaforma, quello di cui all'art. 3 per i contributi previsti a favore delle Cantine sociali per il condizionamento del prodotto e per le spese di gestione, anche questo fino ad oggi mai applicato.
Infine c'è la questione dei tempi e noi sappiamo che ci sono contadini danneggiati nel 1970 e nel 1971 che attendono ancora quelle modeste e parziali provvidenze.
Questa, sostanzialmente, con l'aggiunta di un provvedimento integrativo della Regione, la piattaforma presentata dalle organizzazioni. Si tratta ora di valutare se la risposta data dall'Assessore è adeguata alle richieste presentate dai contadini: a mio avviso non lo è.
Intanto vi è da dire che occorre essere, in base all'esperienza fatta assai prudenti, assai meno creduloni nei confronti degli impegni che i Ministri si assumono. E non per non credere mai ai Ministri, ma perch l'anno scorso vi abbiamo creduto ed i contadini non hanno ottenuto niente Io prendo atto che questa volta il Ministro Natali avrebbe detto che accelererà al massimo i tempi, ma prendo anche atto che....



SANLORENZO Dino

Che non è più Ministro!



FERRARIS Bruno

Ma prendo anche atto che il direttore generale di quel Ministero Pistella, in un confronto avuto non più tardi di domenica, col nostro collega Menozzi, ha giustificato queste lentezze con le difficoltà di carattere finanziario; difatti l'anno scorso era accaduto che la legge non veniva applicata perché il Ministro Natali, di concerto con Malagodi o col Ministro del Tesoro si erano addirittura dimenticati di sottoscrivere e di emettere i buoni pluriennali, i famosi certificati di credito per rimpinguare il fondo nazionale che dovrebbe essere costituito da una somma di 50 miliardi (che è del tutto inadeguata).
E qui viene fuori un altro grosso punto delle rivendicazioni contenute nella vertenza aperta dalle organizzazioni ed è la richiesta dell'avvio di un movimento per riprendere il discorso sul miglioramento sostanziale della legge. Evidentemente è stato facile al Ministro Natali, che non è più Ministro, ma che in quel momento rappresentava il Governo in crisi, dire che non poteva assumere alcun impegno concreto.
Ecco quindi che il risultato di quella prima delegazione che l'Assessore, facendo il suo dovere, ha accompagnato presso il Ministero non è stato soddisfacente. Se il Ministro non ha assunto nessun impegno per un miglioramento sostanziale della legge 364 affinché il suo meccanismo corrisponda veramente a ciò che tutti abbiamo sempre inteso per fondo di solidarietà, come azione politica può assumerlo la Regione, devono assumerlo le forze politiche e credo che nessun momento sia migliore di questo. Questo problema deve, a nostro parere, entrare nel programma del nuovo Governo.
La Regione Piemonte, insieme ad altre Regioni egualmente colpite, può e deve assumere una sua funzione particolare. In Commissione agricoltura più di una volta, esaminando la proposta per la Provincia di Vercelli che avevamo tutti constatato, non poteva essere accolta, avevo proposto a nome del Gruppo che l'Assessore prendesse l'iniziativa di coordinare l'azione con l'Assessore all'Agricoltura di altre Regioni per proporre al Parlamento di modificare e migliorare la legge sul fondo di solidarietà.
Le richieste contenute nella vertenza aperta dalle organizzazioni contadine sono modeste poiché non chiedono l'indennizzo, non chiedono neppure quello che volevano gli amministratori di Vercelli, chiedono che il mezzo milione sia portato ad un milione, chiedono l'accelerazione dei tempi, lo snellimento delle procedure, il raddoppio del finanziamento chiedono che la legge sia diversamente strutturata, che siano ampliate le competenze delle Regioni, che le Regioni siano autorizzate ad anticipare subito o a tempi ristretti il 50 per cento dei danni accertati e valutati.
Ho già detto che le proposte contenute nella relazione dell'Assessore non sono adeguate perché non emerge l'impegno a schierare la Regione a fianco delle organizzazioni contadine per ottenere sia l'erogazione dei fondi per i danni dello scorso anno, sia le provvidenze previste per quest'anno, sia a portare avanti la battaglia per il miglioramento della legge.
Per quanto riguarda l'intervento della Regione nulla da dire, posso senz'altro associarmi all'elogio ai funzionari che si stanno muovendo alacremente per completare la stima dei danni e formulare le proposte al Ministro per la delimitazione delle zone, sempre allo scopo di accelerare i tempi. Ad illustrare queste proposte andranno il capo dell'Ispettorato all'Agricoltura, i capi degli Ispettorati di Asti, Alessandria, delle province colpite; io sono d'accordo che questi funzionari siano lì, in funzione tecnica, a sostenere le argomentazioni politiche dell'Assessore ma è necessario che l'Assessore, che il Presidente della Giunta in prima persona vadano a battersi affinché le proposte siano assolte, perché con la delimitazione scatta anche il decreto che stabilisce quali provvidenze saranno applicate e quali no.
Occorre avere la garanzia che ci siano dei finanziamenti e, se necessario, assumere l'iniziativa, mettere in moto le forze politiche per ottenere quanto si è ottenuto per la Lucania. Si può dirmi che si tratta di eventi diversi, ma per quanto riguarda le aziende agricole é, grosso modo lo stesso discorso.
Per quanto concerne l'impegno diretto della Giunta, io prendo atto che finalmente la stessa ha deciso di presentare prossimamente al Consiglio un proprio progetto di legge. L'Assessore avrebbe fatto bene a confrontarsi con l'Assessore di Vercelli per dire le stesse cose che dico io e cioè che non si può attuare quel progetto di legge, invece fino ad oggi hanno lasciato che questa proposta di legge pendesse presso la VI Commissione.
L'impegno di 700 milioni per il 1^ aprile 1972 è indubbiamente inadeguato se, in base ai calcoli che insieme avevamo fatto, erano necessari 500/600 milioni soltanto per i contributi a favore delle Cantine sociali.
Io comunque prendo atto che finalmente si è deciso di presentare una proposta di legge. Dipende dall'impegno e dalla volontà di tutti i gruppi confrontarsi con le proposte che sono già state presentate, con le istanze portate avanti dai contadini qui presenti e unitariamente dalle organizzazioni per giungere ad un provvedimento che abbia delle possibilità di essere messo in atto perché l'impossibile non si può fare in questa sede.
Signor Presidente, colleghi, concludendo, non vorrei che ciò che è sfuggito ad Asti alla Coldiretti e personalmente anche al collega Menozzi che ciò che per certi aspetti è pure sfuggito all'Assessore sfuggisse anche al Consiglio ed alla Giunta. Da una parte abbiamo uno stato di collera, di esasperazione profonda dei danneggiati, dei contadini in generale per la situazione di crisi in cui si trovano; dall'altra vi è una profonda volontà e capacità di lotta che essi hanno saputo fino a questo momento mantenere in forme pacifiche, dignitose e ordinate, checché se ne dica, nonostante la campagna condotta da certa stampa scarsamente obiettiva e che forse - come mi pare abbia ammesso quello stesso valente giornalista che ha firmato quegli articoli - abbia una scarsa capacità d'interpretazione di assemblee insofferenti a discorsi che non si concludono mai con qualcosa di concreto.
Teniamo presente la profonda simpatia e la solidarietà che circonda i danneggiati in questo momento, teniamo presente infine il valore straordinario della solidarietà sentita e manifestata, forse per la prima volta in tale forma, dagli operai delle fabbriche e dalle centrali provinciali dei sindacati. Si tratta, non vi è dubbio, di un fatto non soltanto di solidarietà e di sensibilità umana, ma soprattutto di un fatto politico e sindacale di grande rilievo, dell'impegno delle grandi centrali sindacali a favore dei problemi del Mezzogiorno, dell'agricoltura, a sostegno delle categorie e dei ceti meno favoriti, come si è avuto all'interno del dibattito congressuale della CGIL e della CISL recentemente conclusosi e che ha avuto grandi manifestazioni come la calata dei sindacati a Reggio Calabria e altre varie forme di solidarietà nella città di Torino fra gli operai della Fiat, tra i rappresentanti dei Consigli di azienda, tra i giovani della Coltivatori diretti e che ad Asti si è espressa con lo sciopero di mercoledì.
La nostra Regione, questo Consiglio non può restare sordo a tali manifestazioni, ne andrebbe di mezzo, e forse inevitabilmente, la propria credibilità non soltanto nelle campagne, non soltanto nei confronti dei contadini, ma tra quanti sostengono, appoggiano i loro giusti diritti e le loro legittime difese.



PRESIDENTE

E' iscritto a parlare il Consigliere Menozzi. Ne ha facoltà.



MENOZZI Stanislao

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, vorrete scusarmi se, questa mattina sarò costretto a rivolgermi a voi con voce piuttosto roca: è un frutto di stagione e, in grandissima parte, credo conseguenza anche questa della grandinata.
Mi è veramente spiaciuta la polemica inscenata sull'ordine da seguire negli interventi: ci tengo, comunque, a precisare che essere primo o ultimo non ha più l'importanza che aveva un tempo nelle nostre scuole, quando si ponevano al primo posto i migliori, riservando gli ultimi ai peggiori.
Desidero soltanto far rilevare che chi vi parla, nella sua duplice veste di Consigliere regionale e di responsabile di un sindacato, l'8 giugno, a poche ore di distanza dal tragico evento, si rivolgeva unitamente ad altri, al Presidente del Consiglio Regionale, invitandolo ad interessarsi dei problemi, ad esso connessi, nella loro vasta e triste portata. Lunedì 11, poi, relazionai all'Ufficio di Presidenza su quanto era avvenuto in Piemonte e, più propriamente, in Asti e province.
Il discorso sulla grandine, comunque, non è nuovo nemmeno a questo Consiglio Regionale: sin dalle prime sedute, nel fare un esame generale della situazione agricola, si collocò in primo piano la questione delle avversità atmosferiche. Il discorso venne poi ripreso in sede di discussione sulle proposte dei decreti delegati e fu oggetto di mille e una attenzione all'interno della Commissione che ho l'onore di presiedere.
Oggi, però, il problema si ripresenta all'attenzione di questo Consiglio con accresciuta gravità. L'evento calamitoso del giorno 8 scorso i dati del quale sono già stati esposti dall'Assessore Franzi, non ha precedenti nella nostra agricoltura, vuoi per la sua virulenza, vuoi per la vastità ed estensione di territorio colpito. L'Astigiano, purtroppo, mentre ha perso altri più simpatici primati, continua a detenere quello, triste nel campo delle avversità atmosferiche, convalidato anche dall'ultimo episodio, quello di cui ci occupiamo oggi. Quasi tutti gli anni la provincia di Asti è colpita dal flagello della grandine, cui nel '72, per soprammercato, si è aggiunto l'avverso andamento climatico del periodo settembre-ottobre, che rovinò oltre il 40 per cento della produzione viticola, che può considerarsi il settore portante dell'economia astigiana.
A rendere più precaria ancora la situazione è il fatto che queste avversità si abbattono su una provincia che svolge ruolo di fanalino di coda sul piano dei redditi in Piemonte ed è relegata al sessantesimo posto in campo nazionale, pur nel delicato momento che attraversa la situazione agricola e generale del Paese Collega Ferraris, dato che hai avuto la bontà di citarmi ripetutamente stai certo che la Coltivatori diretti non mancherà di condurre, da sola o con altri, la sua battaglia, sia per correggere la predetta situazione generale in agricoltura sia per le calamità atmosferiche in particolare.
Nelle tue osservazioni era implicito un invito a polemizzare su quanto si è verificato in questi giorni nella nostra provincia e su cosa ha indotto la mia organizzazione ad assumere un atteggiamento proprio ed autonomo: ma la polemica non è buona consigliera, ed io mi limiterò a fornire soltanto alcune testimonianze atte a comprovare la nostra sensibilità di Consiglieri regionali e di responsabili di un sindacato agricolo.
A pregare, nella mattinata di sabato 9, l'amico ed Assessore Franzi di volersi recare in Asti ed a proporgli l'eventuale nomina di una delegazione da accompagnare a Roma e più propriamente presso il Ministro dell'Agricoltura, per le opportune sollecitazioni, furono chi vi parla e l'Organizzazione che, in altra veste e sede, egli rappresenta. Non solo, ma sempre chi vi parla si preoccupò di avvisare tutti i restanti organismi professionali, operanti in campo agricolo, che l'Assessore, dando prova di sensibilità, aveva accettato di recarsi ad Asti ed anche di guidare eventualmente la proposta delegazione. Ciò premesso, dico ben chiaro che la rottura, a cui si è addivenuti, non è dipesa da noi, ma da provocazioni che, grandine o no, non tollereremo mai! Ritornando alla situazione in esame, dal momento che ho citato l'Assessore Franzi, mi sento in dovere di rivolgergli un sentito ringraziamento per l'impegno politico profuso e per l'appoggio morale e materiale fornitoci a Roma, presso il Ministro dell'Agricoltura.
Non sto a fare l'elenco delle richieste da lui stesso comprese nella piattaforma rivendicativa, che ha approntato. Il Ministro le ha accettate almeno per quanto concerne la prima parte, come ha riconfermato, ancora recentemente, con l'invio di un telegramma in cui, richiamandosi a quelle richieste, si impegna a mantener fede alle date e alle scadenze prefissate.
Mentre per la prima parte continueremo a puntare i piedi, anche e soprattutto come Consiglieri regionali, perché gl'impegni siano puntualmente mantenuti, per la seconda parte, che riguarda la modificazione e l'aggiornamento della legge 364/1970, se vogliamo dar prova anche in questa sede di saper giudicare con quella serietà che si addice a dei politici, dobbiamo riconoscere che non ci si potevano attendere risposte positive, perché la modificazione di una legge, più ancora che al nuovo Governo, competerà alle Camere. E' infatti un problema di carattere legislativo e sarebbe stato da irresponsabili attendersi un impegno in proposito da parte del Ministro per l'Agricoltura nell'incontro di giovedì 14.
Dopo le assicurazioni del Ministro, noi dobbiamo chiederci - ed è questa la domanda che poniamo - cosa può fare la Regione. In parte l'Assessore ha già risposto a questa domanda, prima ancora che la ponessimo. La Regione deve sentirsi impegnata, in primo luogo, ad erogare eventuali anticipazioni ai danneggiati, nel caso in cui l'erogazione dei mezzi finanziari da parte dello Stato, per un qualsiasi motivo, dovesse ritardare e questo principalmente in riferimento ai contributi in conto capitale previsti all'art. 5 della 364. Abbiamo sottoposto il quesito allo stesso Ministro. So ad esempio che in un'altra Regione, a Statuto speciale per la verità, e non a Statuto ordinario, di fronte ad eventi analoghi l'Amministrazione regionale è intervenuta, anticipando le somme necessarie per poter erogare i contributi in conto capitale in tempo utile ai danneggiati, istituendo così una specie di partita di giro con lo Stato; o la Regione, poi, ha recuperato i capitali anticipati, non appena i mezzi statali sono stati posti a disposizione.
La Regione deve, altresì, impegnarsi (ed anche a ciò l'Assessore ha già fatto cenno) per la concessione di contributi alle Cantine sociali come concorso alle spese di gestione in rapporto al mancato conferimento del prodotto. Non occorre essere molto esperti in campo finanziario per comprendere che i costi fissi diminuiscono nella misura in cui i conferimenti aumentano, mentre aumentano nella misura in cui tali conferimenti diminuiscono. Nella zona colpita dalla grandine del solo astigiano, sono numerose le Cantine sociali che attendono questo intervento: la cantina di Maranzana, quella di Fontanile, quelle di Nizza Monferrato, di Vinchio, di Mombercelli, di Montaldo Scarampi, di Montegrosso, la Asti-Barbera di Isola Mongardino, la cantina di Settime e qualche altra ancora.
Mi sia concesso di aprire qui una parentesi. Tutti, per averlo più volte espresso anche in passato, abbiamo riconosciuto che la cooperazione in generale, ed in specie quella nel settore vitinicolo, ha bisogno di una incentivazione, di una spinta qualificante. Orbene, l'intervento a favore delle Cantine sociali in questo momento verrebbe ad avere un duplice significato: quello di contenere al massimo i costi di gestione onde consentire i riparti più ampi possibili ai soci e quello di mantener viva la funzione di quelle Cantine, che, se abbandonate, certamente non per colpa degli amministratori o dei soci, si troverebbero nella triste condizione in cui si sono ridotte parecchie altre cantine nella nostra e in altre province piemontesi.
Dobbiamo incentivare i consorzi di difesa passiva, sia quelli esistenti, sia quelli in corso di costituzione, sia quelli che si costituiranno. E occorre un approfondito esame per cercar di estendere l'azione di difesa di detti consorzi anche alle colture non protette o comunque non contemplate dalla legge sul "Fondo Nazionale di Solidarietà" la quale fa riferimento solo ed esclusivamente alle colture arboree (viticoltura, frutticoltura, olivicoltura e agrumicoltura).
Riteniamo poi doveroso che il Consiglio Regionale si senta impegnato a far pressione presso il diretto interlocutore, che in questo caso è il Parlamento nazionale, perché voglia apportare una modifica all'art. 19 oltre ad altri aggiornamenti, della 364 per consentire che, a fianco dello Stato e delle Province, possa essere contemplato anche l'intervento obbligatorio della Regione. Ciò con l'ovvio intendimento di ridurre ulteriormente le quote associative gravanti sui produttori, che sono in diretto rapporto con i tassi di premio di assicurazione, e rendere così accessibile un maggior ricorso anche a questa forma di difesa che comunemente viene chiamata "passiva".
Poiché sono in tema di Fondo di Solidarietà, rispondo anche al collega e amico Gerini, il quale nel suo intervento ha dipinto questa legge a tinte piuttosto fosche: anche se non è sempre facile legarsi al concetto che i discorsi hanno una loro validità nella misura in cui affondano le radici nella obiettività e nella serietà, io mi sforzerò, parlando di legge 364 di dare un mio giudizio che mi permetto di definire, anticipatamente, serio ed obiettivo. E' una legge nata, come nascono e come nasceranno sempre le leggi e non solo quelle dell'Assemblea legislativa nazionale ma anche quelle di questa nostra Assemblea, con il crisma della imperfezione e della perfettibilità. Sarebbe utopistico, per non dire assurdo, attenderci leggi perfette perché, se anche tali potessero nascere, per la stessa mobilità della vita, della società e degli uomini che la società compongono probabilmente già il giorno dopo non sarebbero più perfette. Pur nelle sue evidenti imperfezioni e nella principale carenza di fondo, che non è un fatto politico-legislativo ma un fatto, direi, di natura finanziaria dobbiamo riconoscere che il nostro Paese, così carente nei confronti di altri in tema di legislazione agraria, con il Fondo Nazionale di Solidarietà si è collocato al primo posto fra gli Paesi europei ed extra europei, sia dell'Occidente che dell'Oriente, com'é dimostrato da tutta una lunga documentazione in proposito: il Fondo di Solidarietà francese, ad esempio, si limita a un intervento con contributo massimo del 10 per cento sull'importo dei premi di assicurazione che i produttori francesi debbono versare, e l'Olanda si colloca addirittura al di sotto del parametro francese; risulta che anche leggi esistenti in proposito in alcuni Paesi del Sud America e dell'Est europeo presentano tutte un volto meno favorevole del nostro. Il tarlo che corrode la validità della 364 è il tarlo, insito in tutta la nostra legislazione, dell'eccessivo lasso di tempo che intercorre fra il giorno della promulgazione delle nostre leggi e il giorno della loro concreta applicabilità ai tempi tecnici necessari per la concreta applicazione, ed investe tutto un problema che ha assillato direi dal '45 ad oggi - per non andare più indietro nel tempo - i politici sul problema della riforma burocratica del nostro Paese. Occorrono snellimenti tecnici e di procedura e il decentramento, di cui oggi il nostro istituto regionale deve farsi portabandiera, dovrà indubbiamente contribuire nel modo più ampio e più profondo alla realizzazione di questa riforma.
I contributi a fondo perduto, previsti nella misura massima di L.
500.000 per azienda, e la parte di contribuzione sempre a fondo perduto del 40 per cento della somma concessa, prevista per i prestiti integrativi allo 0,50 per cento hanno determinato una affluenza di danaro ai coltivatori di circa due miliardi e mezzo in ciò non considerando né il carico di interessi passivi, facenti carico allo Stato e prelevati dal Fondo, sulla differenza tra il tasso d'interesse praticato dagli Istituti bancari autorizzati ad esercire il credito agrario e i tassi d'interesse dello 0,50 per cento e dell'1 per cento facenti carico agli operatori agricoli per i prestiti loro concessi ai sensi degli artt. 5 e 7 della legge 364/1970, né i contributi assegnati ai Consorzi, previsti dagli art.
14 e seguenti della predetta legge, come concorso nel pagamento del premio dovuto per le polizze di assicurazione e, ovviamente, neppure quanto gli associati ai predetti Consorzi hanno potuto ricevere qualche indennizzo dalle Compagnie private di Assicurazione. La legge - insisto su questo concetto - dev'essere rivista, dev'essere aggiornata, attraverso lo Stato o la Regione, o contemporaneamente, da Stato e Regione, nel rispetto degli aspetti giuridici e costituzionali esistenti, in modo da rendere possibile un siffatto intervento (revisioni sono già state richieste, per esempio per l'art. 19, come anche per altri articoli, e per l'estensione degli interventi alle colture oggi non previste); ma dal fare questa affermazione, al considerare la 364 come un qualcosa d'insignificante penso vi sia molto spazio. E' opportuno tener presente il vecchio detto che, anche poco, se dato subito, può valere molto, mentre il molto, dato con eccessivo ritardo, o, peggio, rimasto perennemente allo stadio di promessa, può rivelarsi di nessuna utilità, quando addirittura non sa di presa in giro.



SANLORENZO Dino

Il fatto è che qui siamo proprio nella situazione in cui non si dà mai un bel niente, altro che poco e subito.



RIVALTA Luigi

E i responsabili di questa situazione siete voi.



MENOZZI Stanislao

Le somme che ho specificato sono state effettivamente date.



PRESIDENTE

Consigliere Menozzi, la pregherei di non lasciarsi indurre a polemizzare, a proseguire attenendosi alla sua traccia.



MENOZZI Stanislao

L'episodio Winchester è venuto - come se ce ne fosse stato bisogno - a rendere più tesa la situazione, soprattutto sul piano psicologico, e ad alimentare dubbi, che devono essere dissipati. Noi non abbiamo esitato un solo istante ad invocare la Commissione d'indagine, o d'inchiesta, che dir si voglia. Io penso che, al di fuori di ogni polemica - una volta di più la polemica si rivela cattiva consigliera -, la difesa attiva debba continuare, e riconosco che, così come ha affermato l'Assessore, il dirimere la questione compete alle sei Province.
Mentre invito la Regione a volersi fare parte diligente presso le Amministrazioni provinciali perché abbiano a formare celermente detta Commissione d'indagine, mi auguro, e sono certo, che le Amministrazioni provinciali non mancheranno di fare il loro dovere.
Ciò per tre ordini di motivi: 1) perché i dubbi sorti debbono essere dissipati 2) perché i pubblici poteri, a qualunque livello operanti, debbono dimostrare all'opinione pubblica, ai cittadini, alla società civile, che il pubblico denaro viene usato con serietà e difeso com'è giusto sia difeso e tutelato 3) perché, se emergeranno responsabilità, è indubbio che i responsabili dovranno pagare, indipendentemente dal fatto che il contratto della S.p.A.
Winchester con le sei Amministrazioni provinciali non ne faccia espressa menzione. Non sono un esperto in materia, e quindi non mi addentro a considerare gli aspetti del dolo o della colpa contrattuale, ma un contratto c'è, e all'art. 2 di esso figurano precisi impegni, assunti dalla Winchester, di far scattare la difesa attiva diurna e notturna in caso di necessità a partire dalla data e dall'ora contrattualmente fissata. Sono stati addotti, specialmente dall'amministratore delegato della Società dott. Amisano, motivi di ritardi e d'intralci burocratici; ma l'art. 3 del contratto fa anche riferimento all'impegno assunto dalle Amministrazioni provinciali d'intervenire ogni qual volta richieste e sollecitate per accelerare eventuali procedure di natura burocratica; e l'Amministratore delegato, allorché gli è stata posta la domanda se avesse informato le Amministrazioni dei ritardi che si profilavano, si è chiuso nel silenzio: ciò lascia pensare che le Province non siano state avvisate.
Senza volermi ergere a difensore delle Amministrazioni provinciali e dei loro emeriti presidenti, e soprattutto del Presidente di Asti, che so per averlo personalmente seguito nella sua attività, quanto appassionatamente si sia adoperato in favore dell'adozione di una nuova e migliore forma di difesa attiva in Piemonte; affermo schiettamente che non posso non dolermi per le insinuazioni che si sono fatte in questa sede.



RIVALTA Luigi

Non si capisce perché, se siete così bravi, va tutto così male in agricoltura.



MENOZZI Stanislao

Ma a proposito di difesa attiva raccogliamo l'invito rivolto anche dal collega Ferraris di far cessare la psicosi creatasi secondo la quale questo tipo di difesa dà garanzie di assoluta sicurezza: anche contrattualmente questa iniziativa è stata presentata come sperimentale e come tale dev'essere portata avanti.
Se la difesa attiva è un fatto sperimentale, in che cosa consiste l'alternativa? Mentre continuano gli esperimenti a carico dei poteri, si deve rendere sempre più accessibile la difesa passiva, con un intervento anche della Regione in favore dei produttori e con i produttori. Non ci si dimostra coerenti, collega Ferraris, nel pretendere, come voi avete preteso, di entrare nei Consigli d'Amministrazione del Consorzio di difesa passiva, per poi non solo non dire una parola in difesa del sistema, ma addirittura denigrarlo o osteggiarlo parlando con i produttori.
Il collega Ferraris ha fatto riferimento anche ad un altro esperimento operato nella nostra provincia dal '69 al '71, da una equipe straniera, con un sistema sostanzialmente diverso bruciatori a terra allo ioduro d'argento. In questo modo si ottiene solo il risultato d'inasprire maggiormente la polemica in essere, rifacendosi ad un esperimento passato che ad un determinato momento, non da chi vi parla, ma dagli esperti, era stato dichiarato superato.
Ma che cosa è avvenuto nella nostra consorella Emilia e Romagna, dove esiste un duplice sistema di difesa attiva, affidato alla Società SOREM con aerei per la inseminazione nell'atmosfera e bruciatori a terra instaurando anche là dalla Regione con il concorso delle Amministrazioni provinciali ?



FERRARIS Bruno

Deliberato dalla Regione, a differenza da quello che è stato qui.



MENOZZI Stanislao

Ebbene, nella nottata dell'8 giugno, mentre la grandine colpiva il nostro Piemonte, sull'Emilia e Romagna si abbatteva una delle più disastrose grandinate, che a memoria d'uomo si ricordi, con danni per circa 30 miliardi.
Concordo anch'io che non si debba creare la psicosi della difesa attiva. Ma questa deve continuare, perché non possiamo neppur pensare di sbarrare la porta in faccia alla scienza e alla tecnica. Dobbiamo far nostra anche la ricerca e continuare a portare avanti il discorso della sperimentazione, offrendo però ai produttori qualche cosa di più certo e di più concreto, cui si potrà arrivare con l'ulteriore sensibilizzazione della Regione a questo problema: questo qualcosa, ripetiamo, è la difesa passiva.
Confidiamo negli interventi che qui abbiamo sollecitati, e che in parte erano già stati preannunciati dall'Assessore. Questo non solo per profondi motivi di ordine economico e di ordine sociale, ma anche perché nelle campagne piemontesi, ma soprattutto in quelle astigiane, non abbia a continuare l'emorragia di giovani energie, che ha raggiunto proporzioni veramente preoccupanti, altrimenti ogni nostro discorso sul futuro dell'agricoltura verrebbe a cadere; e perché siamo certi di offrire ai coltivatori, che ci stanno ascoltando ed a quelli assenti, un concreto gesto di solidarietà da parte del nuovo istituto regionale, il cui avvento ha suscitato ed alimentato tante speranze nell'animo degli operatori agricoli, specie nei giovani. Questa triste circostanza ci dà occasione di dimostrare ai produttori che la Regione è loro vicina e, nell'ambito delle sue competenze e capacità operative e legislative, intende manifestare appieno la propria sensibilità.
Concludo richiamandomi ancora una volta al collega Ferraris. Egli ha posto l'interrogativo se alla Coltivatori diretti, se al sottoscritto (devo ringraziarlo ancora per le ripetute citazioni) e, se per caso, anche all'Assessore Franzi sono sfuggite le sofferenze dei produttori. E' una domanda che, sia pure posta con il garbo che sa usare il collega Ferraris puzza d'ironia lontano un miglio. Per quel che mi concerne - perché penso non sia il caso che io parli in questa sede a nome di una organizzazione sindacale, né ritengo di dover intervenire, dato che lo farà egli stesso in nome dell'Assessore Franzi -, non mi è sfuggito assolutamente nulla del dramma delle popolazioni e lo dimostrano i fatti che qui ho elencato e l'impegno che abbiamo sempre profuso. Accolgo anche l'invito alle riunioni e alle manifestazioni pacifiche. Devo però dire che una volta ancora non solo personalmente ma come appartenente ad un determinato gruppo, collega Ferraris, non ti sei smentito: nelle riunioni degli organi elettivi, voi mantenete un atteggiamento conforme alla legalità, fate discorsi di sensibilità, di apertura democratica; sulle piazze vi tramutate in pseudorivoluzionari, pronti a sobillare animi già esacerbati.....



BERTI Antonio

Ma cosa vai dicendo?!



RIVALTA Luigi

Parolaio!



MENOZZI Stanislao

Con la vostra insofferenza alle mie parole confermate la giustezza del mio assunto. Quando certi riferimenti li ha fatti il - vostro collega Ferraris, io mi sono comportato in modo molto più democratico, senza assumere certi atteggiamenti puerili.



BERTI Antonio

Voi avete da anni la responsabilità di quel che avviene nelle campagne: siete voi che dovete rispondere di quanto sta accadendo.



MENOZZI Stanislao

Delle nostre eventuali colpe risponderemo di fronte agli uomini e di fronte a qualcuno che vale più degli uomini ancora. Certo, se mi toccasse di avere voi come giudici non mi è difficile immaginare quel che mi potrebbe capitare.



RIVALTA Luigi

Che non ti occuperesti più di agricoltura.



PRESIDENTE

La prego, Consigliere Menozzi, concluda.



MENOZZI Stanislao

Possa o no piacere quanto dico ai colleghi comunisti, riaffermo che ci ribelleremo sempre di fronte a chiunque intenda fare dell'unità sindacale di cui a nessuno di noi sfugge la nobiltà del significato, motivo di bassa speculazione. Siamo per la difesa ad oltranza dei danneggiati, ma respingiamo la violenza orchestrata, la denigrazione eletta a sistema quale quella cui sono stato fatto segno, insieme all'organizzazione che rappresento.



PRESIDENTE

Sono le 13,25. Debbo informare il Consiglio che alle 15 sono convocate qui la 1° e la 8° Commissione per l'esame di competenza rispettiva sul disegno di legge regionale predisposto dalla Giunta con carattere d'urgenza e relativo al personale in servizio presso la Regione Piemonte per la prima costituzione degli uffici. Come ho già detto in apertura di seduta, questo argomento è di estrema rilevanza ed importanza per il nostro personale e vorremmo poterlo portare all'esame del Consiglio entro oggi, se le Commissioni per le ore 16 saranno in grado di licenziare la relazione o quant'altro necessario.
Ho ancora iscritti a parlare sui danni provocati dalla grandine nell'ordine, i Consiglieri Vera, Fonio, Gandolfi, Zanone, Besate. Poich vorrei chiudere le iscrizioni, per utilizzare meglio il tempo di cui disponiamo, prego chi volesse ancora iscriversi di farlo sapere subito.
S'iscrive ancora il Consigliere Sanlorenzo. Nessun altro? Intendo quindi chiuse le iscrizioni.
Sarei dell'opinione di riconvocarci alle 16, a meno che il Consiglio preferisca proseguire ora.
Allora, le Commissioni 1° e 8° sono convocate per le 15.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13,30)



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